XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Mercoledì 9 maggio 2012

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 9 maggio 2012

      Albonetti, Alessandri, Bindi, Bongiorno, Brugger, Buonfiglio, Caparini, Castagnetti, Chiappori, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Commercio, Gianfranco Conte, D'Alema, Dal Lago, Della Vedova, Di Stanislao, Donadi, Dozzo, Dussin, Fallica, Fava, Gregorio Fontana, Franceschini, Frassinetti, Giancarlo Giorgetti, Iannaccone, Jannone, Lamorte, Leone, Lombardo, Lucà, Lupi, Lussana, Maran, Mazzocchi, Melchiorre, Messina, Migliavacca, Milanato, Misiti, Moffa, Mura, Osvaldo Napoli, Nucara, Leoluca Orlando, Pisicchio, Recchia, Paolo Russo, Stefani, Stucchi, Tenaglia, Valducci, Zeller.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

      Albonetti, Alessandri, Bindi, Bongiorno, Brugger, Buonfiglio, Caparini, Castagnetti, Chiappori, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Commercio, Gianfranco Conte, D'Alema, Dal Lago, De Biasi, Della Vedova, Di Stanislao, Donadi, Dozzo, Dussin, Fallica, Fava, Gregorio Fontana, Franceschini, Giancarlo Giorgetti, Iannaccone, Jannone, Lamorte, Leone, Lombardo, Lucà, Lupi, Lussana, Maran, Mazzocchi, Melchiorre, Messina, Migliavacca, Milanato, Misiti, Moffa, Mura, Osvaldo Napoli, Nucara, Leoluca Orlando, Palumbo, Pisicchio, Recchia, Paolo Russo, Stefani, Stucchi, Tenaglia, Valducci.

Annunzio di una proposta di legge.

      In data 8 maggio 2012 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa del deputato:
          PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE DE GIROLAMO: «Modifica all'articolo 112 della Costituzione» (5179).

      Sarà stampata e distribuita.

Annunzio di un disegno di legge.

      In data 8 maggio 2012 è stato presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge:
          dai ministri degli affari esteri e della difesa:
          «Ratifica ed esecuzione del Memorandum d'intesa sulla cooperazione nel settore della difesa tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica islamica del Pakistan, fatto a Roma il 30 settembre 2009» (5180).

      Sarà stampato e distribuito.

Adesione di deputati a una proposta di legge.

      La proposta di legge PES ed altri: «Disposizioni per favorire la continuità didattica nelle scuole situate nei territori a bassa densità demografica e in presenza di minoranze linguistiche» (4995) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Biancofiore, Paglia, Peluffo e Scilipoti.

Modifica del titolo di una proposta di legge.

      La proposta di legge n.  3310, d'iniziativa dei deputati ZAMPARUTTI ed altri, ha assunto il seguente titolo: «Delega al Governo per l'istituzione di un'imposta sul consumo di combustibili fossili e destinazione dei proventi alla riduzione della pressione fiscale sui redditi di lavoro».

Assegnazione di un progetto di legge a Commissione in sede referente.

      A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, il seguente progetto di legge è assegnato, in sede referente, alla sottoindicata Commissione permanente:

          I Commissione (Affari costituzionali):
      MARIO PEPE (PD): «Disposizioni per la trasparenza della situazione patrimoniale e reddituale dei membri del Parlamento» (5141) Parere delle Commissioni II e VI.

Trasmissione dal Comitato interministeriale per la programmazione economica.

      La Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica, in data 8 maggio 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, comma 4, della legge 31 dicembre 2009, n.  196, le seguenti delibere CIPE, che sono trasmesse alla V Commissione (Bilancio), nonché alle Commissioni sottoindicate:
          n.  54/2012 del 23 marzo 2012, concernente «Articolo 128 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n.  163 – Programma triennale 2012-2014 dell'Autorità portuale di La Spezia. Verifica di compatibilità con i documenti programmatori vigenti» – alla IX Commissione (Trasporti);
          n.  55/2012 del 23 marzo 2012, concernente «Articolo 128 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n.  163 – Programma triennale 2012-2014 dell'Ente parco nazionale delle Dolomiti bellunesi. Verifica di compatibilità con i documenti programmatori vigenti» – alla VIII Commissione (Ambiente).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

      Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 8 maggio 2012, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 3 e 19 della legge 4 febbraio 2005, n.  11, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
      Tali atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
      Con la medesima comunicazione, il Governo ha altresì richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
          Proposta di regolamento del Consiglio sulla migrazione dal sistema d'informazione Schengen (SIS 1+) al sistema d'informazione Schengen di seconda generazione (SIS II) (rifusione) (COM(2012)81 final), assegnata, in data 3 maggio 2012, in sede primaria alla I (Commissione (Affari costituzionali);
          Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo – Migliorare la gestione dei rapporti con gli autori di denunce in materia di applicazione del diritto dell'Unione (COM(2012)154 final), assegnata, in data 5 aprile 2012, in sede primaria alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);
          Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Una strategia per gli appalti elettronici (COM(2012)179 final), assegnata, in data 26 aprile 2012, in sede primaria alla VIII Commissione (Ambiente).

Richiesta di un parere parlamentare su atti del Governo.

      Il ministro dello sviluppo economico, con lettera in data 4 maggio 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 32, comma 2, della legge 28 dicembre 2001, n.  448, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nel capitolo 2280 dello stato di previsione della spesa del Ministero dello sviluppo economico per l'anno 2012, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi (477).

      Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla X Commissione (Attività produttive), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 29 maggio 2012.

Richiesta di un parere parlamentare su un atto dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas.

      Il presidente dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas, con lettera in data 2 maggio 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1-bis, comma 2, del decreto-legge 8 luglio 2010, n.  105, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 agosto 2010, n.  129, la richiesta di parere parlamentare sul documento recante indirizzi generali in tema di informazioni concernenti eventuali inadempimenti contrattuali dei clienti finali dei mercati dell'energia elettrica e del gas (476).

      Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla X Commissione (Attività produttive), che dovrà esprimere il prescritto parere entro l'8 giugno 2012.

Atti di controllo e di indirizzo.

      Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Iniziative di competenza volte a consentire la proroga delle rappresentanze dei Comitati degli italiani residenti all'estero e del Consiglio generale degli italiani all'estero – 3-02255

      RAZZI, MOFFA e CESARIO. — Al Ministro degli affari esteri. — Per sapere – premesso che:
          i rinnovi degli organismi dei Comitati degli italiani residenti all'estero (Comites) e del Consiglio generale degli italiani all'estero (Cgie) non sono stati effettuati dal 2005;
          i fondi già stanziati per le operazioni di rinnovo ammontano a sette milioni di euro;
          i Comitati degli italiani residenti all'estero e il Consiglio generale degli italiani all'estero non sono più operativi per mancanza di fondi che consentano loro di proseguire nell'opera di soccorso e aiuto nei confronti degli italiani residenti all'estero;
          se si procedesse, in questo momento, al rinnovo di tali organismi, gli stessi non potrebbero, in ogni caso, adempiere ai loro compiti in quanto la cifra stanziata sarebbe appena sufficiente allo svolgimento e all'organizzazione delle operazioni di voto –:
          se non si ritenga necessario, stante la situazione di cui sopra e la più volte evidenziata mancanza di risorse, assumere le iniziative di competenza dirette a prorogare, in via del tutto eccezionale, la validità delle attuali rappresentanze dei Comitati degli italiani residenti all'estero e del Cgie, al fine di evitare sperperi di denaro per il loro rinnovo, destinando, di conseguenza, i fondi disponibili e ristabilire la piena operatività degli stessi organismi che potrebbero finalmente tornare a svolgere la loro funzione naturale di servizio a favore degli italiani residenti all'estero. (3-02255)
(8 maggio 2012)


Chiarimenti in merito all'applicazione della disciplina relativa all'autocertificazione – 3-02256

      MURO. — Al Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. — Per sapere – premesso che:
          l'ultima legge di stabilità (legge n.  183 del 2011), tra le altre disposizioni, ha introdotto alcune norme riguardo le certificazioni e le dichiarazioni sostitutive (autocertificazioni), rendendo più efficaci le innovazioni istituite dal decreto del Presidente della Repubblica n.  445 del 2000 e, più precisamente, ha disposto che i certificati rilasciati dalla pubblica amministrazione riguardanti stati, qualità o fatti sono utilizzabili esclusivamente nei rapporti tra privati, con la conseguenza che nei rapporti verso gli enti pubblici e i gestori di pubblici servizi non si devono più presentare certificati ma solo, se ne ricorre il caso, autocertificazioni;
          ed ancora, che sui certificati per le transazioni private deve essere inoltre riportata, pena la nullità dell'atto, la dicitura: «Il presente certificato non può essere prodotto agli organi della pubblica amministrazione o ai privati gestori di pubblici servizi», infatti, precisa il testo di legge: «Le amministrazioni pubbliche e i gestori di pubblici servizi sono tenuti ad acquisire d'ufficio le informazioni oggetto delle dichiarazioni sostitutive (...), nonché tutti i dati e i documenti che siano in possesso delle pubbliche amministrazioni, previa indicazione, da parte dell'interessato, degli elementi indispensabili per il reperimento delle informazioni o dei dati richiesti, ovvero ad accettare la dichiarazione sostitutiva prodotta dall'interessato»;
          i certificati attestanti stati, qualità personali o fatti non soggetti a modificazioni hanno validità illimitata, mentre gli altri hanno validità di sei mesi dalla data del rilascio (tranne nei casi in cui disposizioni di legge o regolamentari non prevedano dei termini superiori di scadenza);
          il cittadino non dovrà, quindi, più richiedere all'ufficio anagrafe i certificati di stato di famiglia, residenza, stato civile o altro, quando la richiesta di quei documenti provenga da un ente pubblico (ad esempio comuni, province, regioni, Inps, Asl e Motorizzazione civile) o da un gestore di servizi pubblici (come Poste, Enel ed altri) che a sua volta non dovrà più richiederne la presentazione;
          inoltre, la mancata accettazione delle dichiarazioni sostitutive di certificazione e delle dichiarazioni sostitutive dell'atto di notorietà costituisce da parte delle pubbliche amministrazioni o dei privati gestori di pubblici servizi violazione dei doveri d'ufficio;
          tali disposizioni, però, hanno indotto in gravissimi errori gli uffici anagrafe del comune e gli uffici dall'Agenzia delle entrate; infatti, i cittadini che hanno promosso cause in materia di assistenza e previdenza obbligatoria – giudizi nei quali, per poter ottenere la prestazione economica richiesta, si necessita di attestazioni rilasciate dagli uffici dall'Agenzia delle entrate e di certificati anagrafici rilasciati dagli uffici anagrafe del comune – a causa di tali errate interpretazioni della norma, stanno incontrando fortissime difficoltà a produrre i documenti necessari per potere presentare ricorso in tribunale o da depositare in udienza;
          è di tutta evidenza che il decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n.  445, così come modificato dalla legge finanziaria per il 2012 sia stato mal interpretato;
          il testo di legge in maniera chiara dispone che il cittadino non dovrà più richiedere all'ufficio anagrafe i certificati di stato di famiglia, residenza, stato civile o altro, quando la richiesta di quei documenti provenga da un ente pubblico (ad esempio comuni, province, regioni, Inps, Asl e Motorizzazione civile) o da un gestore di servizi pubblici (come Poste, Enel ed altri), e gli uffici giudiziari non possono e non sono in nessun caso e in nessun modo considerati pubblica amministrazione;
          la distinzione tra i tre poteri fondamentali dello Stato (potere legislativo – potere esecutivo – potere giudiziario) è cosa ampiamente condivisa e pacifica e, quindi, il cittadino italiano che ha presentato, per mezzo del suo difensore, un ricorso dinanzi ad un'autorità giudiziaria per il riconoscimento di prestazioni previdenziali ed assistenziali, ha diritto ad ottenere il rilascio, da parte degli organi competenti, dei certificati anagrafici (certificato di nascita, di residenza, di cittadinanza e di famiglia), nonché delle attestazioni fiscali relative al reddito, atteso che tali documenti sono necessari per ottenere la tutela giurisdizionale di cui ha diritto e che i giudici, in maniera del tutto conforme alle previsioni legislative, non reputano valida, in alcun caso, alcuna forma di autocertificazione;
          la situazione allo stato è la seguente: da un lato, gli uffici dell'anagrafe e dell'Agenzia delle entrate insistono nel ritenere che anche la documentazione che deve essere prodotta dinanzi all'autorità giudiziaria può e anzi deve essere sostituita dalle autocertificazioni previste dall'ultima finanziaria; dall'altro, i giudici non riconoscono validità alcuna alle autocertificazioni;
          in data 31 gennaio 2012 la Presidenza del Consiglio dei ministri – ufficio per la semplificazione amministrativa confermava che la nuova disciplina degli articoli 40 e 43 del decreto del Presidente della Repubblica n.  445 del 2000, come modificati dall'articolo 15 della legge n.  183 del 2011, non è applicabile alle certificazioni da produrre all'autorità giudiziaria nell'esercizio delle funzioni giurisdizionali;
          nonostante tale comunicazione e nonostante alcune segnalazioni inviate all'Ispettorato per la funzione pubblica, gli uffici comunali e quelli dell'Agenzia delle entrate continuano a rifiutarsi di rilasciare le certificazioni richieste –:
          se il Ministro interrogato non ritenga opportuno assumere iniziative di competenza al fine di evitare un'interpretazione da parte dei pubblici uffici della normativa concernente l'autocertificazione che risulta, secondo gli interroganti, difforme da quanto previsto dalla legge, anche alla luce dei chiarimenti già forniti con la citata nota del 31 gennaio 2012. (3-02256)
(8 maggio 2012)


Chiarimenti in merito all'attività svolta dalla SACE Spa ed iniziative volte a garantire che operazioni di assicurazione non favoriscano processi di delocalizzazione delle imprese – 3-02257

      DONADI, EVANGELISTI, BORGHESI e MONAI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
          la Sace nasce nel 1977 in seguito alla legge n.  227 del 1977 come «Sezione speciale per l'assicurazione del credito all'esportazione» dell'Istituto nazionale delle assicurazioni. Con il decreto legislativo n.  143 del 1998 diventa «Istituto per i servizi assicurativi del commercio estero», divenendo in seguito ente pubblico economico;
          a decorrere dal 1o gennaio 2004, in forza di quanto previsto dall'articolo 6 della legge n.  326 del 2003, la Sace viene stata trasformata in Sace spa, ovvero l'agenzia di credito all'esportazione che assume in assicurazione e/o in riassicurazione i rischi a cui sono esposte le aziende italiane nelle loro transazioni internazionali e negli investimenti all'estero;
          la Sace spa è attualmente una società non quotata e controllata al 100 per cento dal Ministero dell'economia e delle finanze;
          secondo quanto previsto dall'articolo 1, comma 12, del decreto-legge n.  35 del 2005, recante «Disposizioni urgenti nell'ambito del Piano di azione per lo sviluppo economico, sociale e territoriale», convertito, con modificazioni, dalla legge n.  80 del 2005, la Sace spa può assumere in garanzia le operazioni di spostamento all'estero delle attività produttive;
          la condizione prevista dalla legge affinché le imprese possano investire all'estero, accedendo alla copertura assicurativa garantita da Sace spa, è che si preveda sul territorio nazionale il mantenimento dell'attività di ricerca, sviluppo, direzione commerciale, nonché una «parte sostanziale» delle attività produttive: criterio che, con tutta evidenza, può dare adito a controversie interpretative sul piano meramente applicativo;
          in particolare, per il rispetto di tale condizione la Sace spa, per quanto risulta agli interroganti, ha sino ad oggi richiesto unicamente una dichiarazione da parte dell'assicurato senza eseguire alcun tipo di accertamento, assumendo, di fatto, e nonostante si tratti di una società a capitale interamente pubblico, il medesimo comportamento di una semplice società privata;
          facendo leva su quanto previsto dal citato decreto-legge n.  35 del 2005, nel nostro Paese, sono state avviate numerosissime procedure di delocalizzazione di importanti attività produttive che fanno capo anche ad aziende, quali, ad esempio, la Fiat, che lo Stato italiano ha sempre generosamente contribuito a sostenere, intervenendo puntualmente attraverso l'erogazione di ingenti risorse pubbliche ogni qualvolta si erano presentate situazioni di difficoltà;
          a ciò si aggiunge la gravissima anomalia che ne è conseguita: mentre lo Stato continua a stanziare risorse per consentire la cassa integrazione dei lavoratori, non si è deciso di fare nulla per combattere la disoccupazione che deriva proprio dalle delocalizzazioni. Piuttosto, ad avviso degli interroganti, si rimane inermi di fronte all'evoluzione di questa inaccettabile situazione e, anzi, la si continua ad avallare grazie, infine, all'intervento di Sace, deputata a coprire i rischi derivanti dall'investimento estero, sempre e comunque, attraverso l'impiego di fondi pubblici;
          per quanto risulta agli interroganti, nel 2011, solo qualche mese dopo la vittoria del «si» al referendum sul nuovo modello contrattuale avvenuto il 15 gennaio 2011, nonostante l'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, avesse festeggiato tale vittoria come una «svolta storica» ed aveva rassicurato i lavoratori sull'inviolabilità dei loro diritti, promettendo il rilancio degli stabilimenti Fiat in Italia, la FIAT cercava di assicurarsi in Sace spa la delocalizzazione dei propri investimenti all'estero, ottenendo la garanzia per il progetto di ammodernamento ed ampliamento di un impianto esistente in Serbia, operante dal 1950 che avrebbe, di fatto, sostituito quello di Termini Imerese, nonché ospitato la produzione del segmento compact della gamma Fiat di Mirafiori; per cui la produzione del suddetto segmento si sarebbe svolta in Serbia e non più a Mirafiori;
          in data 19 aprile 2011, la Sace spa ha approvato la concessione della garanzia per la copertura del rischio del credito di tale operazione nella misura del 100 per cento, con un impegno assicurativo pari a ben 230 milioni di euro;
          ciò che rileva, in particolare, è che nello stesso mese di aprile 2011, qualora la Sace avesse concesso la garanzia, la Fiat avrebbe sospeso la produzione di Mirafiori constatato il calo delle vendite e avrebbe chiesto la collocazione degli operai in cassa integrazione;
          in buona sostanza la Fiat, con il sostanziale appoggio dello Stato e, quindi, attraverso il supporto di Sace spa, ha sfruttato delle risorse pubbliche sia per favorire il processo di delocalizzazione della propria attività sia per mettere in cassa integrazione i propri operai;
          secondo quanto risulta agli interroganti, la Sace spa starebbe analizzando ulteriori operazioni di concessione di garanzia di particolare rilevanza, idonee, a giudizio degli interroganti, a contribuire ulteriormente al disastro occupazionale del nostro Paese attraverso lo strumento della delocalizzazione, con conseguente esborso di rilevantissime risorse pubbliche da parte dello Stato –:
          se e quali iniziative urgenti intenda assumere il Governo alla luce di quanto descritto in premessa, anche al fine di modificare quanto disposto dal decreto-legge n.  35 del 2005 in materia di delocalizzazione all'estero delle attività produttive, e quali e quante siano, ad oggi, le operazioni di delocalizzazione che sono state garantite dalla Sace spa con indicazione dell'assicurato italiano, del Paese di destinazione, del valore complessivo dell'operazione, dell'importo assicurato, di premi incassati e degli eventuali indennizzi pagati, e, sopratutto, quali e quante siano, ad oggi, le operazioni su cui Sace spa avrebbe avviato un'istruttoria preliminare al fine della concessione della garanzia, con indicazione dell'assicurando italiano, del Paese di destinazione e del valore complessivo delle operazioni stesse. (3-02257)
(8 maggio 2012)


Iniziative di competenza per garantire la corretta erogazione dei servizi all'utenza da parte di Poste Italiane Spa, con particolare riguardo agli uffici postali del Friuli Venezia Giulia e delle aree montane – 3-02258

      COMPAGNON, MEREU, BONCIANI, CICCANTI, RAO, NARO e VOLONTÈ. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
          in occasione del ponte del 1o maggio 2012, Poste Italiane ha deciso, nell'ambito della regione Friuli Venezia Giulia, di tenere chiusi 56 sportelli per l'intera giornata;
          le chiusure per l'intera giornata hanno coinvolto 44 uffici postali in provincia di Udine e 12 in quella di Pordenone, mentre le chiusure pomeridiane hanno interessato 29 sportelli, dei quali: 3 nella provincia di Trieste, 2 a Gorizia, 8 a Pordenone e 16 a Udine;
          tale sconcertante determinazione aziendale ha provocato un gravissimo disagio all'utenza, specie quella economicamente e socialmente più fragile come gli anziani;
          appena il 7 marzo 2012, a Roma si è tenuto un incontro tra il presidente della regione Renzo Tondo e l'amministratore delegato di Poste Italiane Massimo Sarmi, su problemi e prospettive del servizio reso in Friuli Venezia Giulia da Poste Italiane, che sembrava aver portato ad un accordo di massima in grado di superare i latenti problemi di copertura territoriale ed oraria e rispondere al meglio alle esigenze dei cittadini e delle amministrazioni locali, soprattutto nelle aree di montagna, dove tali uffici svolgono un ruolo sociale di rilevante importanza;
          nonostante le predette intese intercorse, esiste, tuttavia, il fondato timore che la scelta aziendale di chiudere gli sportelli durante il ponte del 1o maggio possa rappresentare in realtà un test per ridimensionare ulteriormente ed in via definitiva la presenza postale sul territorio regionale, con conseguenze esiziali, specie con l'approssimarsi della scadenza dell'imposta municipale unica e con l'apertura obbligatoria dei conti correnti per molti pensionati;
          in passato, gli interroganti hanno sensibilizzato più volte il precedente Governo sui disservizi postali in Friuli Venezia Giulia, tanto in relazione a controverse rimodulazioni degli orari estivi in numerosi comuni delle aree marginali e montane della regione, quanto in relazione a gravi problemi del sistema informatico (interrogazioni a risposta orale n.  3-00864 del 22 gennaio 2010 e n.  3-01093 del 1o giugno 2010; interpellanze n.  2-01114 del 7 giugno 2011 e n.  2-01100 del 30 maggio 2011);
          analoghi disservizi si sono riscontrati anche in altre regioni –:
          quali immediati, concreti e definitivi interventi si intenda mettere in atto per garantire un assetto rispondente alle crescenti esigenze dei cittadini residenti in Friuli Venezia Giulia e non solo, specie anziani, e per assicurare la continuità di un servizio pubblico essenziale, quale quello postale, con particolare riguardo alla generalità delle zone marginali e montane italiane, colpite ormai da anni da un irreversibile fenomeno di spopolamento. (3-02258)
(8 maggio 2012)


Iniziative volte ad includere il cosiddetto corridoio Adriatico, compreso il tratto dalle Marche fino alla Puglia, tra i progetti prioritari europei – 3-02259

      CICCIOLI, BALDELLI, CERONI, FITTO, VINCENZO ANTONIO FONTANA e VALDUCCI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
          la Camera dei deputati ha votato una mozione unitaria il 20 dicembre 2011, sulla proposta di regolamento di attuazione delle reti Ten-T (Trans-European Networks – Transport) presentata il 19 ottobre 2011 dalla Commissione europea, per includere nella rete centrale (core network) il corridoio Adriatico, dalle Marche fino alla Puglia, sede del porto di Taranto, hub di riferimento per il traffico container del Mediterraneo;
          a partire dal 2014, potrebbe manifestarsi un'insufficienza nei finanziamenti programmati per la realizzazione delle reti Ten-T, allontanando nel tempo la realizzazione dei progetti dei corridoi esclusi, e tra questi il corridoio Adriatico, con grave danno economico per lo Stato italiano e per le regioni marittime a causa del mancato sdoganamento e della mancata nazionalizzazione delle merci di esportazione, provenienti soprattutto dai Paesi produttori asiatici, le cui merci vengono dirottate attualmente nei porti del nord Europa (Amburgo, Rotterdam, Anversa, Brema) con grande vantaggio economico per quegli Stati –:
          quali iniziative abbia intrapreso il Governo, in sede comunitaria, a seguito della mozione unitaria votata alla Camera dei deputati il 20 dicembre 2011 sul completamento del corridoio Baltico-Adriatico verso Sud, lungo la costa adriatica, quali siano gli orientamenti nel caso in cui non si riesca ad includere tra i progetti prioritari europei l'intero corridoio dalle Marche fino alla Puglia e come il Governo intenda supplire allo svantaggio economico e sociale che si determinerebbe in queste regioni per essere state escluse dai finanziamenti nazionali ed europei e dalla rete centrale a livello di Unione europea (core network). (3-02259)
(8 maggio 2012)


Iniziative volte a chiarire la natura patrimoniale della tariffa di igiene ambientale, anche ai fini dell'applicazione dell'imposta sul valore aggiunto – 3-02260

      ZELLER e BRUGGER. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
          il decreto legislativo 5 febbraio 1997, n.  22, recante «Attuazione della direttiva 91/156/CEE sui rifiuti, della direttiva 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e della direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio», istituiva, all'articolo 49, la tariffa per la gestione dei rifiuti solidi urbani (cosiddetta «tariffa Ronchi»);
          il decreto legislativo è stato successivamente sostituito dal decreto legislativo n.  152 del 2006 recante «Norme in materia ambientale» che, all'articolo 238, introduce la nuova disciplina relativa alla tariffa per la gestione dei rifiuti urbani;
          con sentenza 9 agosto del 2007, n.  17526, la Corte di cassazione, dovendo risolvere la questione propriamente processuale della validità di un atto impugnato (fattura) e prendendo le mosse dalle modifiche apportate dalla legge n.  248 del 2005 che ha stabilito la cognizione delle commissioni tributarie, osservava, al riguardo, che l'aver incluso il prelievo nell'ambito della disciplina del processo tributario costituiva sintomo della connotazione tributaria dell'entrata;
          la questione relativa al dibattito sulla natura giuridica della «tariffa rifiuti» è tornata attuale per effetto della sentenza n.  3756 del 2012, nella quale la Corte di cassazione si è recentemente espressa nel senso della qualificazione tributaria del prelievo, con la conseguenza di non dover essere sottoposta all'applicazione dell'imposta sul valore aggiunto (iva);
          la stessa sentenza della Corte di cassazione ha, altresì, l'effetto di contrastare le tesi espresse dal Ministero dell'economia e delle finanze che, con la circolare dell'11 novembre 2010, n.  3/DF, aveva ribadito la natura patrimoniale della tariffa;
          sono sempre più numerosi gli utenti del servizio di raccolta dei rifiuti che inoltrano al comune competente o, eventualmente, al soggetto delegato/affidatario, istanze di rimborso per l'imposta sul valore aggiunto versata in passato –:
          se il Ministro interrogato intenda promuovere iniziative normative volte a chiarire, con norma interpretativa, la natura patrimoniale della tariffa sui rifiuti quantomeno nei casi in cui la stessa, in applicazione del decreto che la disciplina - oppure di analoghe norme locali, quali, ad esempio, l'articolo 33, della legge 26 maggio 2006, n.  4, della provincia autonoma di Bolzano – sia stata calcolata e riscossa computando l'effettiva quantità di rifiuti conferita al servizio da parte dell'utente secondo il principio comunitario «chi inquina paga» o, nel caso in cui non siano presenti intendimenti in tal senso, in quali tempi e con quali fondi sia prevista l'elaborazione di istruzioni e procedure da seguire per gli utenti ed i comuni diretti esercenti del servizio, ovvero loro società delegate/affidatarie, in ordine alle istanze di rimborso per l'imposta sul valore aggiunto già versata negli anni passati, questo anche al fine di sapere se i comuni che forniscono direttamente il servizio debbano per l'annualità in corso includere nei propri bilanci di previsione per il 2012 un'entrata patrimoniale o tributaria nel caso in cui venga applicato il principio comunitario «chi inquina paga». (3-02260)
(8 maggio 2012)


Iniziative normative volte ad escludere l'applicazione dell'imposta municipale unica alla prima casa – 3-02261

      DOZZO, BOSSI, LUSSANA, FOGLIATO, MONTAGNOLI, FEDRIGA, FUGATTI, ALESSANDRI, ALLASIA, BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BUONANNO, CALLEGARI, CAPARINI, CAVALLOTTO, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, D'AMICO, DAL LAGO, DESIDERATI, DI VIZIA, DUSSIN, FABI, FAVA, FOLLEGOT, FORCOLIN, GIDONI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, ISIDORI, LANZARIN, MAGGIONI, MARONI, MARTINI, MERONI, MOLGORA, LAURA MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MUNERATO, NEGRO, PAOLINI, PASTORE, PINI, POLLEDRI, RAINIERI, REGUZZONI, RIVOLTA, RONDINI, SIMONETTI, STEFANI, STUCCHI, TOGNI, TORAZZI, VANALLI e VOLPI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
          con l'approvazione del decreto-legge n.  201 del 2011 è stato anticipata al 2012 l'istituzione dell'imposta municipale unica (imu), prevista dal decreto legislativo n.  23 del 2011, recante «Disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale», e sono stati rivisti, rispetto alla versione iniziale, numerosi aspetti dell'imposta medesima, a partire dal fatto che il 50 per cento degli introiti provenienti dal gettito ici (imu) sulla seconda casa e sugli altri immobili non definibili come abitazione principale viene destinato allo Stato, riconoscendo, altresì, la possibilità per il comune di poter modificare, in aumento o in diminuzione e pur dentro un determinato intervallo, le aliquote base fissate dal decreto-legge, sia per quanto riguarda la prima abitazione che gli immobili diversi dalla prima abitazione, prevedendo, altresì, che vengano ridotte in misura proporzionale le risorse del Fondo sperimentale di riequilibrio (Fsr) e destinate al singolo ente, qualora quest'ultimo incassi dall'applicazione dell'imposta municipale unica un gettito maggiore rispetto a quanto introitato dall'Imposta comunale sugli immobili del 2010;
          a seguito delle recenti modifiche apportate all'imposta e contenute nel decreto-legge n, 16 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n.  44 del 2012, oggi i comuni, in fase di predisposizione dei bilanci previsionali per l'esercizio 2012, da approvarsi entro il 30 giugno 20112, iscrivono a bilancio il gettito derivante dall'applicazione dell'imposta municipale unica sulla base dei valori stimati dal Ministero dell'economia e delle finanze – dipartimento delle finanze che, in questi giorni, ha provveduto ad informare, anche tramite il proprio sito internet, ogni ente sull'ammontare del gettito preventivato dell'imposta ad aliquote ordinarie;
          in numerosi casi la differenza tra il gettito atteso dallo Stato secondo le previsioni del Ministero dell'economia e delle finanze e quello stimato dagli enti, che già avevano iniziato a predisporre le proprie proiezioni sull'entrata relativa all'imposta municipale unica con aliquota ordinaria, è estremamente elevato tanto da apparire ingiustificato e incomprensibile, anche in considerazione del fatto che le previsioni di entrata imputabili dell'imposta municipale unica e stimate dalle amministrazioni comunali sono molto affidabili e concrete, così che sarebbe necessario conoscere con quali criteri e parametri il Ministero dell'economia e delle finanze abbia elaborato i dati dell'imposta municipale unica sui quali gli enti locali dovrebbe basare le proprie entrate a valere sul Fondo sperimentale di riequilibrio (Fsr);
          sono stati recentemente pubblicati sul portale web dell'Istituto per la finanza e l'economia locale, i primi dati sull'ammontare del Fondo sperimentale di riequilibrio, aggiornato dopo gli ultimi tagli decisi dal Governo contenuti all'interno del decreto-legge n.  201 del 2011 e che, nel complesso, determineranno, per l'anno 2012, un ammontare del Fondo sperimentale di riequilibrio di 6,8 miliardi di euro, con una riduzione di 4,2 miliardi di euro rispetto all'ammontare del Fondo nel 2011, soprattutto a causa della compensazione dell'imposta municipale unica definita dall'articolo 13, comma 17, del medesimo decreto-legge n.  201 del 2011;
          la pubblicazione dei dati evidenzia chiaramente come, in numerosi casi, le risorse del Fondo sperimentale di riequilibrio destinate a ciascun ente risultano significativamente ridotte rispetto all'anno precedente e che tale diminuzione sarebbe dovuta principalmente proprio alla variazione compensativa dell'imposta municipale unica derivante dal gettito atteso dal Ministero dell'economia e delle finanze dall'applicazione dell'imposta municipale propria, oltre che dai tagli predisposti, sempre a valere sul Fondo sperimentale di riequilibrio, dal già citato decreto-legge n.  201 del 2011 e al taglio di trasferimenti disposto dal decreto-legge n.  78 del 2010;
          il fatto che la normativa vigente consenta agli enti locali di poter intervenire anche successivamente al 30 giugno 2012, termine per l'approvazione dei bilanci di previsione, per modificare le aliquote dell'imposta sulla base del gettito derivante dalla prima rata della medesima imposta, certifica chiaramente come anche il Governo dubiti delle proprie stime relative al gettito dell'imposta municipale unica –:
          se non si ritenga, alla luce delle molteplici difficoltà e incertezze connesse all'applicazione dell'imposta municipale unica e delle innumerevoli critiche provenienti da più parti, a cominciare dagli stessi enti locali interessati nei confronti dell'imposta in questione, di assumere iniziative normative volte ad escludere la prima casa dall'applicazione dell'imposta municipale unica, in considerazione dell'iniquità di un'imposizione così pesante sulla casa di abitazione, la cui proprietà non può, peraltro, considerarsi produttiva di un reddito reale. (3-02261)
(8 maggio 2012)


Intendimenti in ordine alla stipula di un accordo con la Confederazione elvetica per l'introduzione di un meccanismo di prelievo da applicare ai cittadini italiani non residenti in Svizzera che vi detengano capitali o beni patrimoniali – 3-02262

      GOZI, FRANCESCHINI, VENTURA, MARAN, VILLECCO CALIPARI, BOCCIA, AMICI, LENZI, QUARTIANI, GIACHETTI, ROSATO e NARDUCCI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
          la Germania e il Regno Unito hanno stipulato ciascuno, nella seconda metà del 2011, un accordo con la Svizzera sulla tassazione delle attività finanziarie ivi detenute da propri cittadini o persone fisiche residenti e che anche l'Austria ha stipulato ad aprile 2012 un analogo accordo;
          tali accordi prevedono che i cittadini tedeschi e britannici, che hanno investito i propri capitali in Svizzera a partire dal 2002, dovranno pagare ai rispettivi Paesi di appartenenza una tassa liberatoria del 34 per cento sul totale delle attività detenute in Svizzera, a sanatoria delle mancate imposte versate;
          secondo alcune autorevoli stime, la metà dei capitali depositati in Svizzera, pari complessivamente a circa 4.000 miliardi di franchi svizzeri (3.300 miliardi di euro), sarebbe di origine straniera. In particolare, circa 180 miliardi apparterrebbero ad investitori tedeschi, 120 miliardi a investitori italiani e circa 70 miliardi ad investitori britannici;
          la Commissione europea, in esito al monitoraggio sull'applicazione della direttiva 2003/48/CE in materia di tassazione dei redditi da risparmio sotto forma di pagamenti di interessi e dell'accordo con la Svizzera, ne ha evidenziato l'agevole elusione da parte dalle persone fisiche, che hanno la possibilità di evitare il prelievo del 35 per cento avvalendosi dell'interposizione di società, trust o altri istituti giuridici consimili; ciò è dimostrato anche dai dati relativi all'ammontare delle imposte riscosse dalla Confederazione elvetica a carico di soggetti residenti nell'Unione europea che sono state pari a 535 milioni di franchi nel 2009 e a soli 432 milioni di franchi nel 2010, di cui 57 milioni di franchi trasferiti all'Italia;
          si valuta positivamente la proposta di revisione della direttiva 2003/48/CE presentata dalla Commissione europea il 13 novembre 2008 (COM( 2008)727), volta ad estenderne l'ambito di applicazione;
          dopo un primo parere contrario, il 17 aprile 2012 il Commissario europeo Semeta ha affermato in conferenza stampa che gli accordi bilaterali stipulati da Germania, Austria e Regno Unito con la Svizzera sono compatibili con il diritto dell'Unione europea;
          l'applicazione di un accordo simile con il nostro Paese potrebbe assicurare a breve e medio termine il reperimento di significative risorse che consentirebbero l'adozione di interventi a sostegno della crescita, obiettivo imprescindibile nell'attuale fase di recessione;
          secondo quanto sostenuto dal Presidente del Consiglio dei ministri in conferenza stampa il 30 aprile 2012, il Governo sarebbe pronto a «considerare ex novo l'intera materia» –:
          se il Governo intenda avviare con la massima urgenza, in attesa della modifica della direttiva 2003/48/CE in sede comunitaria, negoziati con le autorità elvetiche in vista della conclusione di un accordo bilaterale analogo a quelli stipulati con la Germania e il Regno Unito. (3-02262)
(8 maggio 2012)


MOZIONE MOFFA, LENZI, CAZZOLA, FEDRIGA, POLI, PALADINI, MURO, MISITI, FABBRI, SANTORI, BRUGGER, ED ALTRI N.  1-01028 CONCERNENTE INIZIATIVE IN MATERIA DI GOVERNANCE DELL'INPS

Mozione

      La Camera,
          premesso che:
              il decreto-legge n.  201 del 2011, cosiddetto «Salva Italia», convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n.  214, all'articolo 21, ha disposto la soppressione dell'Inpdap e dell'Enpals a decorrere dal 1o gennaio 2012 e l'attribuzione all'Inps delle relative funzioni;
              le finalità sottese a tale provvedimento vanno ricercate nell'esigenza di armonizzare il sistema pensionistico e migliorare l'efficienza e l'efficacia dell'azione amministrativa in ambito previdenziale, pervenendo alla riduzione dei costi complessivi di funzionamento e assicurando, nel contempo, livelli elevati ed omogenei di servizio a tutti gli utenti, compresi quelli degli enti previdenziali incorporati; le citate finalità, pertanto, rappresentano l'obiettivo strategico cui fare riferimento per potenziare l'efficacia ed il livello dei servizi pubblici di welfare, migliorando nel contempo l'economicità dell'azione amministrativa ed i risparmi di gestione; tale esigenza appare tanto più rilevante ove si consideri che l'Inps, a seguito dell'attribuzione delle funzioni riguardanti la previdenza dei dipendenti pubblici e dei lavoratori dello spettacolo e, quindi, quale ente gestore di tutto il sistema pensionistico pubblico, delle prestazioni a sostegno del reddito e di molte delle prestazioni assistenziali, è chiamata ad amministrare, nel complesso, 21 milioni di assicurati, 1,5 milioni di aziende e 23 milioni di pensionati per oltre 700 miliardi di euro di masse amministrate, con un costo di circa 4,6 miliardi di euro di spese di funzionamento; a seguito di tale incorporazione l'Inps, peraltro, ha ulteriormente incrementato l'entità delle proprie partecipazioni che, pertanto, attualmente comprende: il 49 per cento della holding di Equitalia che amministra, attraverso le sue società operative Equitalia Nord, Equitalia Centro ed Equitalia Sud, il sistema delle riscossioni dei contributi previdenziali ed erariali dello Stato; un rilevante patrimonio immobiliare nato dalla fusione dei patrimoni immobiliari dei tre enti la cui gestione, tanto per gli immobili da reddito che per quelli strumentali, è effettuata, in parte direttamente dall'Inps (per il patrimonio di provenienza ex Inpdai), in parte attraverso l'Igei spa, società in liquidazione da 17 anni di cui l'Inps possiede il 51 per cento del valore azionario (per il patrimonio cosiddetto «storico» dell'Inps e per quello di provenienza ex Ipost) e, in parte, attraverso la Idea Fimit sgr di cui l'Inps, per effetto dell'incorporazione di Inpdap ed Enpals, detiene ora circa il 30 per cento delle azioni; il 100 per cento di Sispi (Società italiana di servizi per la previdenza integrativa). In sintesi, il valore complessivo delle attività in carico all'Inps, rappresentativo di circa il 25 per cento del prodotto interno lordo nazionale, evidenzia il gigantesco perimetro rappresentato dall'operazione di incorporazione, nonché il rilievo che le modalità di governo dei compiti affidati all'Inps può assumere sull'intero «sistema Paese»; a questo riguardo – poiché il sistema di governance dell'organo di indirizzo politico dell'istituto è stato più volte rivisitato negli ultimi tre anni (oltre al citato articolo 21, si richiama l'articolo 7, comma 8, del decreto-legge 31 maggio 2010, n.  78), prevedendo di fatto la trasformazione di una gestione commissariale in una gestione monocratica, mediante il trasferimento delle competenze del consiglio di amministrazione degli enti al presidente dell'Inps, seppur nell'invarianza del quadro ordinamentale vigente, circa le attribuzioni agli altri organi di gestione e controllo, come confermato dalle direttive ministeriali del 29 novembre 2010 e del 28 aprile 2011; è essenziale verificare se un così rilevante coacervo di interessi pubblici possa essere gestito da un organo di indirizzo politico a carattere monocratico, perpetuando ex lege nei fatti una gestione commissariale a carattere straordinario;
              l'attuale governance del nuovo istituto è affidata ad una carica monocratica nella figura del presidente dell'Inps, il cui incarico è stato prolungato fino al 31 dicembre 2014, nonostante la Corte dei conti nella sua relazione del novembre 2011 avesse già espresso perplessità circa la concentrazione dei poteri determinatisi a seguito delle disposizioni del decreto-legge n.  78 del 2010, il quale aveva trasferito al solo presidente le attribuzioni del soppresso consiglio di amministrazione. La relazione sottolineava «il potenziamento del tutto singolare dell'organo monocratico di vertice dell'istituto cui vengono riconosciute, oltre a quelle di rappresentanza, le attribuzioni di indirizzo gestionale e tutte le competenze non conferite ad altri organi che non trova riscontri nell'assetto degli enti pubblici non economici e neanche nel modello societario»;
              perplessità che, a fronte dell'annessione di Inpdap ed Enpals, risultano ulteriormente rafforzate;
              si è in attesa di una più generale riflessione che possa verificare che l'attuale modello di governance – basato sulla concentrazione delle funzioni di indirizzo politico in un organo monocratico – sia pienamente consono con le finalità di assicurare il miglior governo di compiti rilevanti, articolati e complessi come quelli affidati all'Inps in seguito all'incorporazione dell'Inpdap e dell'Enpals, le cui modalità di attuazione finiscono, di fatto, per incidere sulla vita di tutti i soggetti residenti ed operanti sul territorio nazionale;
              si è preso atto delle comunicazioni del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Fornero, fornite in Commissione lavoro della Camera dei deputati circa la presentazione di un modello di governance nuovo per gli istituti previdenziali e assistenziali entro il 30 giugno 2012,

impegna il Governo:

          a intervenire, soprattutto in questa fase così delicata e impegnativa, anche con iniziative di carattere normativo, al fine di garantire una governance dell'ente equilibrata, collegiale e trasparente, che preveda la compresenza di un organismo di vertice costituito da personalità di comprovata esperienza, autonomia e indipendenza, affiancato da un comitato di indirizzo e vigilanza dai poteri rafforzati, così superando l'attuale fase di gestione straordinaria e riportando la stessa ad un assetto più appropriato per un ente pubblico, come autorevolmente indicato dalla Corte dei conti;
          nell'ambito dei poteri di vigilanza sull'Istituto, a garantire, anche mediante proprie direttive, atti e iniziative di verifica e controllo diretto:
              a) il rispetto del principio di separazione fra indirizzo politico e gestione della cosa pubblica, assicurando anzitutto la distinzione di ruoli fra le competenze del presidente e le competenze del direttore generale;
              b) una puntuale vigilanza in ordine:
                  1) al rispetto delle garanzie amministrative di trasparenza, correttezza, buon andamento ed economicità nell'adozione degli atti finalizzati alle procedure di incorporazione, nonché di un adeguato ruolo delle parti sociali interessate, ripristinando, altresì, il consiglio di amministrazione riducendo il costo complessivo per i compensi degli appartenenti agli organi amministrativi;
                  2) alla correttezza, trasparenza e buon andamento amministrativo della gestione degli interessi pubblici a carattere previdenziale nelle società partecipate dall'Inps e relativa, in particolare, al sistema di amministrazione e riscossione dei crediti previdenziali affidati ad Equitalia e alle strutture organizzative ad essa connesse;
                  3) alla correttezza, trasparenza e buon andamento amministrativo nella gestione e valorizzazione del patrimonio immobiliare.
(1-01028) «Moffa, Lenzi, Cazzola, Fedriga, Poli, Paladini, Muro, Misiti, Fabbri, Santori, Brugger, Gioacchino Alfano, Damiano, Antonino Foti, Vincenzo Antonio Fontana».
(8 maggio 2012)


MOZIONI VERNETTI, TEMPESTINI, CALABRIA, VOLONTÈ, EVANGELISTI, MISITI, MENIA, BRUGGER, SANTORI, NUCARA, MOFFA ED ALTRI N. 1-00996, MISITI ED ALTRI N. 1-01023, CALABRIA ED ALTRI N. 1-01024, EVANGELISTI ED ALTRI N. 1-01025, ALLASIA ED ALTRI N. 1-01026 E GUZZANTI ED ALTRI N. 1-01027 CONCERNENTI INIZIATIVE PER LA TUTELA DEI DIRITTI UMANI E POLITICI IN UCRAINA, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLA VICENDA DELL'EX PRIMO MINISTRO YULIA TYMOSHENKO E DI ALTRI ESPONENTI POLITICI

Mozioni

      La Camera,
          premesso che:
              negli ultimi mesi in Ucraina sono state intentate diverse azioni penali a carico di esponenti del precedente Governo, ai sensi degli articoli 364 (abuso d'ufficio) e 365 (abuso di pubblici poteri) del codice penale ucraino;
              tali azioni giudiziarie sono state rivolte, in particolare, contro diversi esponenti governativi, tra i quali l'ex Ministro dell'interno, Yuriy Lutsenko, l'ex Ministro della difesa ad interim, Valeriy Ivashchenko, l'ex Primo viceministro della giustizia Yevhen Korniychuk e l'ex Primo ministro, Yulia Tymoshenko, oggi tutti incarcerati;
              il campo di applicazione degli articoli 364 e 365 del codice penale ucraino è oggettivamente troppo vasto e permette una penalizzazione retroattiva del normale processo di decisione politica, come successo nel caso dell'ex Primo ministro dell'Ucraina, Yulia Tymoshenko, colpevole, a giudizio del tribunale che l'ha giudicata, di avere concluso un accordo sulle forniture di gas ucraino economicamente svantaggioso per il proprio Paese;
              i procedimenti penali di cui sopra sono stati criticati da diversi organismi internazionali, a partire dall'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, che ha adottato il 26 gennaio 2012 la risoluzione n.  1862 del 2012 sul «Funzionamento delle istituzioni democratiche in Ucraina», con la quale ha criticato le manchevolezze del procedimento, frutto di lacune sistemiche del sistema giudiziario ucraino;
              la medesima risoluzione ha poi criticato la «mancanza d'indipendenza della magistratura, l'eccessivo ricorso alla custodia cautelare e la durata della medesima, la disparità tra gli strumenti a disposizione dell'accusa e della difesa e gli argomenti giuridici non pertinenti addotti dai magistrati inquirenti e giudicanti nei documenti e nelle decisioni ufficiali»;
              le condizioni di salute dell'ex Ministro dell'interno, Yuriy Lutsenko, dell'ex Ministro della difesa ad interim, Valeriy Ivashchenko, e dell'ex Primo ministro, Yulia Tymoshenko, tutti attualmente in stato di custodia cautelare, sono peggiorate notevolmente nelle ultime settimane e sono tutti bisognosi di cure mediche al di fuori del carcere;
              le prossime elezioni politiche parlamentari in Ucraina, previste nel mese di ottobre del 2012, costituiranno un decisivo banco di prova per verificare l'adesione dell'Ucraina agli standard internazionali di rispetto dei diritti umani e la realizzazione di un processo elettorale trasparente, accessibile ed equo;
              l'Unione europea continua a ritenere una propria priorità la prospettiva di una sempre maggiore integrazione dell'economia ucraina nello spazio economico europeo, come confermato dalle conclusioni del 15o vertice Ucraina-Unione europea, tenutosi a Kiev il 19 dicembre 2011;
              tale integrazione sarà, però, possibile solo di fronte ad una serie di riforme radicali nel settore giudiziario, dello Stato di diritto, della difesa dei diritti umani fondamentali, degli standard democratici, senza le quali non sarà possibile giungere all'accordo di associazione tra Ucraina e Unione europea;
              in occasione delle prossime elezioni parlamentari in Ucraina dell'ottobre 2012 vi sarà una significativa missione internazionale di monitoraggio elettorale, alla quale il Parlamento italiano non farà venire meno il proprio sostegno,

impegna il Governo:

          a compiere un passo formale nei confronti dell'Ucraina per richiedere l'immediato rilascio per ragioni umanitarie, alla luce del progressivo peggioramento delle loro condizioni di salute, dell'ex Primo ministro, Yulia Tymoshenko, dell'ex Ministro dell'interno, Yuriy Lutsenko, e dell'ex Ministro della difesa ad interim, Valeriy Ivashchenko;
          a sollecitare le autorità ucraine affinché vengano consentite, senza precondizioni, visite in carcere agli esponenti del precedente Governo da parte di equipe mediche indipendenti, nonché delle delegazioni del Consiglio d'Europa, dell'Unione europea, dell'Osce e dei Parlamenti nazionali che ne faranno richiesta;
          a subordinare il parere favorevole del Governo italiano all'accordo di associazione fra Ucraina e Unione europea alla realizzazione di sostanziali ed incisive riforme nel settore giudiziario, dello Stato di diritto, della difesa dei diritti umani fondamentali e del miglioramento degli standard democratici;
          a sostenere la candidatura di Yulia Tymoshenko a premio Nobel per la pace per il suo impegno profuso come leader della cosiddetta «rivoluzione arancione» per la transizione democratica dell'Ucraina e per la promozione del dialogo e della tolleranza fra le diverse componenti della società ucraina.
(1-00996) «Vernetti, Tempestini, Volontè, Menia, Brugger, Santori, Nucara, Adornato, Binetti, Bobba, Boccuzzi, Calgaro, Carella, Castagnetti, Codurelli, Colombo, Concia, Esposito, Farinone, Giulietti, Gnecchi, Losacco, Lusetti, Mantini, Cesare Marini, Mosella, Oliverio, Pistelli, Razzi, Servodio, Strizzolo, Touadi».
(2 aprile 2012)


      La Camera,
          premesso che:
              1) negli ultimi mesi nella Repubblica di Ucraina sono state intentate diverse azioni penali a carico di esponenti del precedente governo, ai sensi degli articoli 364 (abuso d'ufficio) e 365 (abuso di pubblici poteri) del codice penale ucraino;
              2) il 5 agosto 2011 il tribunale di Kiev, nel corso del processo che vedeva imputata Yulia Tymoshenko per aver stipulato un contratto per la fornitura di gas russo all'Ucraina senza aver avuto il preventivo consenso del governo, ha ordinato l'arresto dell'ex Primo ministro ucraino;
              3) l'arresto di Yulia Tymoshenko ha fatto seguito a quello del suo ex ministro dell'interno Yuriy Lutsenko, detenuto in carcere da tre anni con la medesima accusa;
              4) l'11 ottobre 2011 Yulia Tymoshenko è stata condannata a 7 anni di carcere;
              5) attualmente, oltre all'ex Primo ministro e al suo ministro dell'interno, in carcere si trovano anche: l'ex ministro della difesa Ivashchenko e l'ex Primo viceministro Korniychuk;
              6) il campo di applicazione degli articoli 364 e 365 del codice penale ucraino è oggettivamente troppo vasto e permette una penalizzazione retroattiva del normale processo di decisione politica come successo nel caso dell'ex primo ministro dell'Ucraina onorevole Yulia Tymoshenko colpevole, a giudizio del tribunale che l'ha giudicata, di avere concluso un accordo sulle forniture di gas ucraino economicamente svantaggiose per il proprio paese;
              7) i procedimenti penali di cui sopra sono stati criticati da diversi organismi internazionali a partire dall'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa che ha adottato il 26 gennaio 2012 la risoluzione n, 1862 del 2012 sul «Funzionamento delle istituzioni democratiche in Ucraina», con la quale ha criticato le manchevolezze del procedimento frutto di lacune sistemiche del sistema giudiziario ucraino;
              8) la medesima risoluzione ha poi criticato la «mancanza d'indipendenza della magistratura, l'eccessivo ricorso alla custodia cautelare e la durata della medesima, la disparità tra gli strumenti a disposizione dell'accusa e della difesa e gli argomenti giuridici non pertinenti addotti dai magistrati inquirenti e giudicanti nei documenti e nelle decisioni ufficiali»;
              9) nelle ultime settimane le condizioni di salute dell'ex ministro dell'interno, dell'ex ministro della difesa e della stessa Yulia Tymoshenko sono particolarmente peggiorate, tanto che il 16 marzo 2012 la Corte europea dei diritti dell'uomo ha intimato le autorità ucraine di fornirle le necessarie cure mediche. Una settimana dopo, però, il Parlamento ucraino ha votato contro il ricovero della Tymoshenko in una clinica specializzata, ignorando così la richiesta avanzata dalla Corte di Strasburgo;
              10) al momento da quanto si apprende sarebbero in corso trattative tra Ucraina e Germania per un possibile ricovero della Tymoshenko in una clinica tedesca;
              11) l'onorevole Yulia Tymoshenko è candidata a premio Nobel per la pace per il suo impegno profuso come leader della, cosiddetta «rivoluzione arancione» per la transizione democratica dell'Ucraina e per la promozione del dialogo e della tolleranza fra le diverse componenti della società ucraina;
              12) le prossime elezioni politiche parlamentari in Ucraina, previste nel mese di ottobre del 2012, costituiranno un decisivo banco di prova per verificare l'adesione dell'Ucraina agli standard internazionali di rispetto dei diritti umani e la realizzazione di un processo elettorale trasparente, accessibile ed equo;
              13) in occasione di tali elezioni vi sarà una significativa missione internazionale di monitoraggio elettorale alla quale il Parlamento italiano non farà venire meno il proprio sostegno;
              14) l'azione dell'Unione europea, e dei suoi leader politici, nei confronti dell'attuale Governo ucraino si inquadra nel percorso di una sempre maggiore integrazione dell'economia ucraina nello spazio economico europeo; scelta strategica questa confermata dal vertice Ucraina-Unione europea tenutosi a Kiev il 19 dicembre 2011;
              15) tale integrazione sarà però possibile solo di fronte ad una serie di riforme radicali nel settore giudiziario, dello stato di diritto, della difesa dei diritti umani fondamentali, degli standard democratici senza le quali non sarà possibile giungere all'accordo di associazione tra Ucraina e Unione europea;
              16) il Governo italiano, in contatto coi principali partner europei, ha costantemente seguito la preoccupante situazione dello stato di diritto in Ucraina,

impegna il Governo

          1) a continuare a coordinarsi con i partner europei in vista di ulteriori passi formali nei confronti della Repubblica di Ucraina per richiedere il pieno rispetto dei diritti dell'ex primo ministro onorevole Yulia Tymoshenko, dell'ex ministro dell'interno Yuriy Lutsenko e dell'ex ministro della difesa ad interim onorevole Valeriy Ivashchenko ad una adeguata assistenza medica e a tutte le garanzie di difesa legale, nonché la soluzione di tali casi anche attraverso il loro rilascio per ragioni umanitarie;
          2) a sollecitare le autorità ucraine affinché vengano consentite, senza precondizioni, visite in carcere agli esponenti del precedente Governo da parte di equipe mediche indipendenti, nonché delle delegazioni del Consiglio d'Europa, dell'Unione europea, dell'OSCE e dei Parlamenti nazionali che ne faranno richiesta;
          3) a subordinare il parere favorevole del Governo italiano alla firma dell'Accordo di associazione tra Ucraina e Unione europea alla realizzazione di sostanziali ed incisive riforme nel settore giudiziario, dello stato di diritto, della difesa dei diritti umani fondamentali, e del miglioramento degli standard democratici;
          4) a non escludere a priori alcuna opzione che possa rivelarsi utile per conseguire l'obiettivo di ottenere un trattamento equo ed umano dell'ex premier Tymoshenko e degli altri esponenti in carcere, mantenendo una stretta consultazione con i partners europei, inclusa la eventualità di declinare inviti ufficiali a partecipare alle cerimonie celebrative dei prossimi europei di calcio che si svolgeranno in Ucraina.
(1-00996)
(Nuova formulazione) «Vernetti, Tempestini, Calabria, Volontè, Evangelisti, Misiti, Menia, Brugger, Santori, Nucara, Moffa, Adornato, Binetti, Bobba, Boccuzzi, Calgaro, Carella, Castagnetti, Codurelli, Colombo, Concia, Esposito, Farinone, Giulietti, Gnecchi, Losacco, Lusetti, Mantini, Cesare Marini, Mosella, Oliverio, Pistelli, Razzi, Servodio, Strizzolo, Touadi, Baldelli, Frattini, Pianetta, Biancofiore, Boniver, Formichella, Di Virgilio, Saltamartini, Barani, Donadi, Di Pietro, Borghesi, Leoluca Orlando, Di Stanislao, Barbato, Cimadoro, Di Giuseppe, Favia, Aniello Formisano, Messina, Monai, Mura, Paladini, Palagiano, Palomba, Piffari, Porcino, Rota, Zazzera, Miccichè, Fallica, Grimaldi, Iapicca, Pittelli, Pugliese, Soglia, Stagno d'Alcontres, Terranova, Guzzanti, Calearo Ciman, Catone, Cesario, D'Anna, Grassano, Gianni, Lehner, Marmo, Milo, Mottola, Orsini, Pionati, Pisacane, Polidori, Romano, Ruvolo, Scilipoti, Siliquini, Stasi, Taddei».


      La Camera,
          premesso che:
              1) negli ultimi mesi nella Repubblica di Ucraina sono state intentate diverse azioni penali a carico di esponenti del precedente governo, ai sensi degli articoli 364 (abuso d'ufficio) e 365 (abuso di pubblici poteri) del codice penale ucraino;
              2) il 5 agosto 2011 il tribunale di Kiev, nel corso del processo che vedeva imputata Yulia Tymoshenko per aver stipulato un contratto per la fornitura di gas russo all'Ucraina senza aver avuto il preventivo consenso del governo, ha ordinato l'arresto dell'ex Primo ministro ucraino;
              3) l'arresto di Yulia Tymoshenko ha fatto seguito a quello del suo ex ministro dell'interno Yuriy Lutsenko, detenuto in carcere da tre anni con la medesima accusa;
              4) l'11 ottobre 2011 Yulia Tymoshenko è stata condannata a 7 anni di carcere;
              5) attualmente, oltre all'ex Primo ministro e al suo ministro dell'interno, in carcere si trovano anche: l'ex ministro della difesa Ivashchenko e l'ex Primo viceministro Korniychuk;
              6) il campo di applicazione degli articoli 364 e 365 del codice penale ucraino è oggettivamente troppo vasto e permette una penalizzazione retroattiva del normale processo di decisione politica come successo nel caso dell'ex primo ministro dell'Ucraina onorevole Yulia Tymoshenko colpevole, a giudizio del tribunale che l'ha giudicata, di avere concluso un accordo sulle forniture di gas ucraino economicamente svantaggiose per il proprio paese;
              7) i procedimenti penali di cui sopra sono stati criticati da diversi organismi internazionali a partire dall'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa che ha adottato il 26 gennaio 2012 la risoluzione n, 1862 del 2012 sul «Funzionamento delle istituzioni democratiche in Ucraina», con la quale ha criticato le manchevolezze del procedimento frutto di lacune sistemiche del sistema giudiziario ucraino;
              8) la medesima risoluzione ha poi criticato la «mancanza d'indipendenza della magistratura, l'eccessivo ricorso alla custodia cautelare e la durata della medesima, la disparità tra gli strumenti a disposizione dell'accusa e della difesa e gli argomenti giuridici non pertinenti addotti dai magistrati inquirenti e giudicanti nei documenti e nelle decisioni ufficiali»;
              9) nelle ultime settimane le condizioni di salute dell'ex ministro dell'interno, dell'ex ministro della difesa e della stessa Yulia Tymoshenko sono particolarmente peggiorate, tanto che il 16 marzo 2012 la Corte europea dei diritti dell'uomo ha intimato le autorità ucraine di fornirle le necessarie cure mediche. Una settimana dopo, però, il Parlamento ucraino ha votato contro il ricovero della Tymoshenko in una clinica specializzata, ignorando così la richiesta avanzata dalla Corte di Strasburgo;
              10) al momento da quanto si apprende sarebbero in corso trattative tra Ucraina e Germania per un possibile ricovero della Tymoshenko in una clinica tedesca;
              11) l'onorevole Yulia Tymoshenko è candidata a premio Nobel per la pace per il suo impegno profuso come leader della, cosiddetta «rivoluzione arancione» per la transizione democratica dell'Ucraina e per la promozione del dialogo e della tolleranza fra le diverse componenti della società ucraina;
              12) le prossime elezioni politiche parlamentari in Ucraina, previste nel mese di ottobre del 2012, costituiranno un decisivo banco di prova per verificare l'adesione dell'Ucraina agli standard internazionali di rispetto dei diritti umani e la realizzazione di un processo elettorale trasparente, accessibile ed equo;
              13) in occasione di tali elezioni vi sarà una significativa missione internazionale di monitoraggio elettorale alla quale il Parlamento italiano non farà venire meno il proprio sostegno;
              14) l'azione dell'Unione europea, e dei suoi leader politici, nei confronti dell'attuale Governo ucraino si inquadra nel percorso di una sempre maggiore integrazione dell'economia ucraina nello spazio economico europeo; scelta strategica questa confermata dal vertice Ucraina-Unione europea tenutosi a Kiev il 19 dicembre 2011;
              15) tale integrazione sarà però possibile solo di fronte ad una serie di riforme radicali nel settore giudiziario, dello stato di diritto, della difesa dei diritti umani fondamentali, degli standard democratici senza le quali non sarà possibile giungere all'accordo di associazione tra Ucraina e Unione europea;
              16) il Governo italiano, in contatto coi principali partner europei, ha costantemente seguito la preoccupante situazione dello stato di diritto in Ucraina;
              17) nel 2013 l'Ucraina assumerà la Presidenza in esercizio dell'OSCE con il mandato di verificare il rispetto degli impegni in materia di diritti umani e di democrazia da parte degli Stati membri e che tale ruolo potrebbe essere messo a rischio dal continuo deterioramento dello stato di diritto e in particolare dell'indipendenza dei giudici,

impegna il Governo

          1) a continuare a coordinarsi con i partner europei in vista di ulteriori passi formali nei confronti della Repubblica di Ucraina per richiedere il pieno rispetto dei diritti dell'ex primo ministro onorevole Yulia Tymoshenko, dell'ex ministro dell'interno Yuriy Lutsenko e dell'ex ministro della difesa ad interim onorevole Valeriy Ivashchenko ad una adeguata assistenza medica e a tutte le garanzie di difesa legale, nonché la soluzione di tali casi anche attraverso il loro rilascio per ragioni umanitarie;
          2) a sollecitare le autorità ucraine affinché vengano consentite, senza precondizioni, visite in carcere agli esponenti del precedente Governo da parte di equipe mediche indipendenti, nonché delle delegazioni del Consiglio d'Europa, dell'Unione europea, dell'OSCE e dei Parlamenti nazionali che ne faranno richiesta;
          3) a subordinare il parere favorevole del Governo italiano alla firma dell'Accordo di associazione tra Ucraina e Unione europea alla realizzazione di sostanziali ed incisive riforme nel settore giudiziario, dello stato di diritto, della difesa dei diritti umani fondamentali, e del miglioramento degli standard democratici;
          4) a non escludere a priori alcuna opzione che possa rivelarsi utile per conseguire l'obiettivo di ottenere un trattamento equo ed umano dell'ex premier Tymoshenko e degli altri esponenti in carcere, mantenendo una stretta consultazione con i partners europei, inclusa la eventualità di declinare inviti ufficiali a partecipare alle cerimonie celebrative dei prossimi europei di calcio che si svolgeranno in Ucraina.
(1-00996)
(Nuova formulazione nel testo modificato) «Vernetti, Tempestini, Calabria, Volontè, Evangelisti, Misiti, Menia, Brugger, Santori, Nucara, Moffa, Adornato, Binetti, Bobba, Boccuzzi, Calgaro, Carella, Castagnetti, Codurelli, Colombo, Concia, Esposito, Farinone, Giulietti, Gnecchi, Losacco, Lusetti, Mantini, Cesare Marini, Mosella, Oliverio, Pistelli, Razzi, Servodio, Strizzolo, Touadi, Baldelli, Frattini, Pianetta, Biancofiore, Boniver, Formichella, Di Virgilio, Saltamartini, Barani, Donadi, Di Pietro, Borghesi, Leoluca Orlando, Di Stanislao, Barbato, Cimadoro, Di Giuseppe, Favia, Aniello Formisano, Messina, Monai, Mura, Paladini, Palagiano, Palomba, Piffari, Porcino, Rota, Zazzera, Miccichè, Fallica, Grimaldi, Iapicca, Pittelli, Pugliese, Soglia, Stagno d'Alcontres, Terranova, Guzzanti, Calearo Ciman, Catone, Cesario, D'Anna, Grassano, Gianni, Lehner, Marmo, Milo, Mottola, Orsini, Pionati, Pisacane, Polidori, Romano, Ruvolo, Scilipoti, Siliquini, Stasi, Taddei».


PROPOSTA EMENDATIVA RIFERITA ALLA MOZIONE VERNETTI ED ALTRI N. 1-00996

      Nel dispositivo aggiungere, in fine, il seguente capoverso:
      a non inviare alcun rappresentante del Governo e a declinare qualsiasi invito ufficiale a partecipare alle cerimonie celebrative dei prossimi Europei di calcio che si svolgeranno in Ucraina, quale manifestazione di solidarietà rispetto alle gravissime violazioni delle norme democratiche e dei diritti umani di cui sono vittime l'ex Ministro dell'interno Yuriy Lutsenko, l'ex Ministro della difesa ad interim Valeriy Ivashchenko, l'ex Primo viceministro della giustizia Yevhen Korniychuk e l'ex Primo ministro Yulia Tymoshenko, tuttora incarcerati.
1-00996/1. Volontè.

      La Camera,
          premesso che:
              la situazione dell'Ucraina desta particolare preoccupazione in ambito europeo: diversi esponenti del precedente Governo, fra i quali l'ex Primo ministro Yulia Tymoshenko, l'ex Ministro dell'interno Yuriy Lutsenko, l'ex Ministro della difesa ad interim Valeriy Ivashchenko e l'ex Primo viceministro della giustizia Yevhen Korniychuk sono stati messi in carcere con le accuse di «abuso d'ufficio» e «abuso di poteri pubblici»;
              Yulia Tymoshenko è stata condannata a sette anni di prigione dopo che il tribunale distrettuale di Pechersky l'ha riconosciuta colpevole di «abuso di potere» in relazione ad alcuni contratti da lei siglati per le forniture di gas nel 2009, giudicati svantaggiosi per il proprio Paese; tale condanna implica l'impossibilità dell'ex Primo ministro a candidarsi alle prossime elezioni politiche e alle elezioni presidenziali;
              l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha adottato il 26 gennaio 2012 la risoluzione n.  1862 del 2012 sul «Funzionamento delle istituzioni democratiche in Ucraina», con la quale ha criticato le manchevolezze del procedimento frutto di lacune sistemiche del sistema giudiziario ucraino; inoltre, la medesima risoluzione ha rilevato la «mancanza d'indipendenza della magistratura, l'eccessivo ricorso alla custodia cautelare e la durata della medesima, la disparità tra gli strumenti a disposizione dell'accusa e della difesa e gli argomenti giuridici non pertinenti addotti dai magistrati inquirenti e giudicanti nei documenti e nelle decisioni ufficiali»;
              al peggioramento delle condizioni di salute di Yuriy Lutsenko, Valeriy Ivashchenko e Yulia Tymoshenko si aggiunge la denuncia di violenze fisiche subite dall'ex Primo ministro mentre veniva trasferita dal carcere all'ospedale;
              l'integrazione dell'economia ucraina nello spazio economico europeo continua ad essere una delle priorità dell'Unione europea; tuttavia, tale integrazione deve essere subordinata a una serie di riforme radicali nel settore giudiziario, dello Stato di diritto, della difesa dei diritti umani fondamentali, degli standard democratici, senza le quali non sarà possibile giungere all'accordo di associazione tra Ucraina e Unione europea,

impegna il Governo:

          a richiedere l'immediato rilascio dell'ex Primo ministro Yulia Tymoshenko, dell'ex Ministro dell'interno Yuriy Lutsenko e dell'ex Ministro della difesa ad interim Valeriy Ivashchenko;
          a sollecitare le autorità ucraine affinché i suddetti esponenti del precedente Governo possano essere visitati da equipe mediche indipendenti, nonché dalle delegazioni del Consiglio d'Europa, dell'Unione europea, dell'Osce e dei Parlamenti nazionali che ne faranno richiesta;
          a subordinare il parere favorevole del Governo italiano all'accordo di associazione fra Ucraina e Unione europea all'approvazione di riforme per l'affermazione dello Stato di diritto e per la difesa dei diritti umani fondamentali, che avvicinino l'Ucraina agli standard democratici europei.
(1-01023) «Misiti, Miccichè, Fallica, Grimaldi, Iapicca, Pittelli, Pugliese, Soglia, Stagno d'Alcontres, Terranova».
(3 maggio 2012)


      La Camera,
          premesso che:
              il 5 agosto 2011 il tribunale di Kiev, nel corso del processo che vedeva imputata Yulia Tymoshenko per aver stipulato un contratto per la fornitura di gas russo all'Ucraina senza aver avuto il preventivo consenso del Governo, ha ordinato l'arresto del ex Primo ministro ucraino;
              l'arresto di Yulia Tymoshenko ha fatto seguito a quello del suo ex Ministro dell'interno Yuriy Lutsenko, detenuto in carcere da tre anni con la medesima accusa;
              l'11 ottobre 2011 Yulia Tymoshenko è stata condannata a 7 anni di carcere;
              attualmente, oltre all'ex Primo ministro e al suo Ministro dell'interno, in carcere si trovano anche: l'ex Ministro della difesa Ivashchenko;
              i procedimenti penali di cui sono stati fatti oggetto gli ex rappresentanti governativi sono stati criticati da diversi organismi internazionali e l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha adottato il 26 gennaio 2012 la risoluzione n.  1862 relativa al «Funzionamento delle istituzioni democratiche in Ucraina», con la quale ha stigmatizzato le carenze del procedimento penale del Paese che evidenzierebbero lacune sistemiche del suo sistema giudiziario;
              in particolare, il campo di applicazione degli articoli 364 e 365, rispettivamente abuso di ufficio e abuso di pubblici poteri, in virtù dei quali sono state fondate le azioni giudiziarie nei confronti degli ex esponenti governativi, appare particolarmente ampio, permettendo una penalizzazione retroattiva delle decisioni politiche;
              nella stessa risoluzione è stata, inoltre, criticata: «la mancanza di indipendenza della magistratura, l'eccessivo ricorso alla custodia cautelare» nonché l'eccessiva durata della medesima ed anche: «la disparità degli strumenti a disposizione delle accusa e della difesa e gli argomenti giuridici non pertinenti addotti dai magistrati inquirenti e giudicanti nei documenti e nelle decisioni ufficiali»;
              nelle ultime settimane le condizioni di salute dell'ex Ministro dell'interno, dell'ex Ministro della difesa e della stessa Yulia Tymoshenko sono particolarmente peggiorate, tanto che il 16 marzo 2012 la Corte europea dei diritti dell'uomo ha intimato alle autorità ucraine di fornirle le necessarie cure mediche. Una settimana dopo, però, il Parlamento ucraino ha votato contro il ricovero della Tymoshenko in una clinica specializzata, ignorando così la richiesta avanzata dalla Corte di Strasburgo;
              al momento da quanto si apprende sarebbero in corso trattative tra Ucraina e Germania per un possibile ricovero della Tymoshenko in una clinica tedesca;
              il 1o marzo 2012 il Presidente Silvio Berlusconi, nel corso della consueta riunione del Partito popolare europeo che si svolge a Bruxelles prima del Consiglio europeo, ha avanzato la proposta di istituire una commissione che studi le contromosse per ottenere la libertà dell'ex Primo ministro ucraino; la proposta ha trovato il consenso unanime dei partecipanti, tra i quali anche Angela Merkel;
              l'azione dell'Unione europea, e dei suoi leader politici, nei confronti dell'attuale Governo ucraino si inquadra nel percorso di una sempre maggiore integrazione dell'economia ucraina nello spazio economico europeo; scelta strategica questa confermata dal vertice Ucraina-Unione europea tenutosi a Kiev il 19 dicembre 2011;
              l'integrazione è, però, possibile solo a condizione che l'ex Repubblica sovietica sia disposta ad intraprendere una serie di profonde riforme proprio nel settore giudiziario e nel campo del rispetto dei diritti umani, offrendo la piena garanzia dell'affermazione di un compiuto Stato di diritto;
              in mancanza di un'apertura ucraina su un convincente piano di riforme e di garanzie sul rispetto dei diritti umani, l'Unione europea potrebbe assumere una riflessione sull'ulteriore implementazione dell'accordo di associazione e cooperazione in vigore tra Ucraina e Unione europea;
              il 21 marzo 2012 i giovani del Popolo della Libertà hanno incontrato a Roma, alla Camera dei deputati, Eugenia Tymoshenko, figlia di Yulia, l'ex Primo ministro ucraino oggi in prigione;
              l'Italia ha costantemente seguito la preoccupante situazione dello Stato di diritto in Ucraina e anche di recente il Ministro degli affari esteri, Giulio Terzi, ha pubblicamente espresso forte apprensione;
              il Ministro degli affari esteri ha assicurato sia l'impegno della Farnesina, in contatto con i principali partner europei, affinché sia fatta piena luce sulle denunce del difensore civico ucraino, sia la necessità di mantenere una crescente pressione sul caso,

impegna il Governo:

          a farsi promotore presso i competenti organismi internazionali di ogni possibile intervento mirato a sollecitare il rispetto dei diritti legali e un'adeguata assistenza sanitaria a favore di Yulia Tymoshenko e dell'ex Ministro dell'interno Yuriy Lutsenko, nonché dell'ex Ministro della difesa Ivashchenko, anche in vista di possibili soluzioni dei loro casi per ragioni umanitarie, considerando anche l'eventualità di un possibile rilascio, in particolare alla luce delle loro condizioni di salute;
          a sollecitare l'Unione europea, nel suo complesso, ad un'azione diplomatica di sensibilizzazione che possa accelerare e facilitare lo sviluppo in Ucraina di un percorso di riforme necessarie alla piena affermazione nel Paese di uno Stato di diritto, ponendo questa come condizione necessaria per l'associazione politica e l'integrazione economica del Paese con l'Unione europea.
(1-01024)
(Nuova formulazione) «Calabria, Baldelli, Frattini, Pianetta, Biancofiore, Boniver, Formichella, Di Virgilio, Saltamartini, Barani».
(3 maggio 2012)


      La Camera,
          premesso che:
              il movimento meglio noto come rivoluzione arancione si è affermato in Ucraina all'indomani delle elezioni presidenziali del 21 novembre 2004, poi annullate dalla Corte suprema per brogli elettorali contestati da Juscenko nei confronti del rivale Janukovyc; le successive, nuove elezioni vennero fissate per il 26 dicembre 2004 e confermarono la vittoria di Juscenko e della cosiddetta rivoluzione arancione;
              Yulia Tymoshenko è stata una delle anime di questa rivoluzione e fu scelta come Primo ministro proprio dal Presidente Juscenko;
              la coalizione arancione al potere, però, ben presto entrò in crisi. L'8 settembre 2005 la stessa Tymoshenko fu costretta a dimettersi dalla sua carica per dissidi con altri membri dell'Esecutivo e con il Presidente stesso;
              a questo avvenimento seguirono due elezioni parlamentari, nel 2006 e nel 2007, caratterizzate da continue risse politiche e anche da una clamorosa coabitazione tra Juscenko e il rivale Janukovyc come Premier dal 10 agosto 2006 al 18 dicembre 2007. Le elezioni presidenziali del 17 gennaio 2010 hanno poi segnato la definitiva fine di questo periodo con la vittoria di Janukovyc che ha rappresentato una chiara virata di Kiev rispetto alla rotta intrapresa negli anni precedenti con la rivoluzione arancione, rinnegata in seguito dagli stessi ucraini. Il Paese, spaccato in due politicamente, si apprestava in tal modo rientrare nell'orbita russa dopo il fallito obiettivo strategico, tentato da Juscenko, di orientare il Paese verso le principali istituzioni euro-atlantiche;
              la Tymoshenko, essendo stata di nuovo Primo ministro negli anni dal 2007 al 2010, firmò nel 2009 un accordo con la Russia di Putin sul gas, decisione che, in seguito, le costerà una denuncia per abuso d'ufficio per il prezzo ritenuto troppo alto e per altri due capi d'accusa riguardanti la vendita delle quote di gas serra che l'Ucraina non usava e l'acquisto di alcune ambulanze;
              il processo nei suoi confronti si è aperto il 24 giugno 2011 e il 5 agosto 2011 l'ex Premier veniva incarcerata per oltraggio alla Corte per le affermazioni della stessa, la quale continuava a sostenere che si trattasse di un processo-farsa e che la Corte fosse alle dipendenze del presidente Viktor Yanukovich, suo avversario politico;
              l'11 ottobre 2011 viene diffusa la notizia della condanna a sette anni di carcere inflitta alla Tymoshenko, ampiamente ripresa dalla stampa europea; altri esponenti dell'ex Governo sono stati anch'essi incarcerati con motivazioni pretestuose; nei giorni scorsi la Tymoshenko ha cominciato uno sciopero della fame e ha denunciato le violenze fisiche nel corso del suo trasferimento dalla prigione all'ospedale (come dimostrano le foto fatte circolare in questi giorni);
              non è accettabile che, per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, nella prospettiva di un'effettiva e convincente creazione di uno Stato di diritto, si possa derogare nel percorso di avvicinamento all'Europa comunitaria dell'Ucraina;
              lo stesso Consiglio d'Europa ha adottato il 26 gennaio 2012 una risoluzione, la n.  1862, nella quale si denunciano, tra le altre, le deficienze e le manchevolezze del sistema giudiziario, la mancanza d'indipendenza della magistratura e l'eccessivo ricorso alla custodia cautelare;
              la figlia dell'ex Premier ucraino, Eugenia, si è appellata nei giorni scorsi al Governo tedesco affinché questi si interessasse alla vicenda che coinvolge la madre e la reazione della Germania non si è fatta attendere: il Presidente tedesco Joachim Gauck ha annullato una visita in Ucraina per protestare contro la mancata autorizzazione all'ex Premier Yulia Tymoshenko a farsi curare in Germania; questa decisione, discussa con la Cancelliera Angela Merkel, come si apprende da agenzie stampa, «è legata alla profonda preoccupazione del Governo tedesco per la sorte dell'ex Premier ucraina», sofferente per problemi alla schiena; la stessa Cancelliera ha più volte ipotizzato, quando non minacciato, di non partecipare all'apertura dei prossimi Europei di calcio, previsti appunto in Polonia e in Ucraina;
              da un lancio di agenzia stampa si apprende che: «la leader dell'opposizione ucraina, Yulia Tymoshenko, sarebbe disposta a far curare l'ernia al disco di cui soffre da mesi anche in Russia, accettando l'invito del Premier russo, Vladimir Putin.  Lo sostiene la figlia dell'eroina della rivoluzione arancione, Evgenia, parlando al telefono con l'Ansa»;
              il presidente della Commissione europea Barroso ha affermato che non si recherà in Ucraina per l'evento sportivo mentre i rappresentanti politici di altri principali Paesi europei si interrogano sull'opportunità di recarvisi;
              in linea con le decisioni che vanno maturando le autorità tedesche, anche a Vienna si sta valutando l'ipotesi di non inviare alcun rappresentante agli imminenti Europei di calcio,

impegna il Governo:

          ad attivarsi tempestivamente presso le autorità ucraine al fine di ottenere l'immediata scarcerazione non solo di Yulia Tymoshenko, ma anche degli altri esponenti politici incarcerati;
          ad attivarsi, di concerto con le istituzioni europee, affinché sul tema della democrazia e dei diritti umani si adottino nei confronti dell'Ucraina, verso la quale forti sono le critiche e le perplessità della comunità internazionale, criteri uniformi volti ad assicurare una concreta azione di deterrenza in favore del rispetto dei diritti umani fondamentali e a garantire la democrazia e lo Stato di diritto;
          a verificare che il processo di partenariato in corso tra l'Unione europea e l'Ucraina contempli precise garanzie in tal senso e sia pienamente conforme alle norme e ai valori europei, e a prevedere che, anche nel corso della stipula di eventuali accordi bilaterali con l'Ucraina, si proceda in tale direzione;
          a valutare concretamente la possibilità di manifestare la propria indignazione attraverso il diniego a presenziare all'apertura ufficiale dei prossimi campionati europei di calcio che si tengono in Polonia e in Ucraina.
(1-01025) «Evangelisti, Donadi, Di Pietro, Borghesi, Leoluca Orlando, Di Stanislao, Barbato, Cimadoro, Di Giuseppe, Favia, Aniello Formisano, Messina, Monai, Mura, Paladini, Palagiano, Palomba, Piffari, Porcino, Rota, Zazzera».
(8 maggio 2012)


      La Camera,
          premesso che:
              l'Unione Europea è in procinto di sottoscrivere con l'Ucraina un accordo di associazione, primo passo sul cammino dell'adesione di Kiev all'Unione europea. Tuttavia, nel popolo ucraino è forte la sensazione che l'Unione europea abbia mantenuto nei suoi confronti un atteggiamento ambiguo che non ha certo contribuito a favorire una stabilizzazione democratica di un Paese segnato da profonda conflittualità interna, a metà strada tra Occidente e Russia, impegnato in una transizione difficile;
              gli ucraini rimproverano all'Unione europea di non avere appoggiato con compattezza e prese di posizione forti la rivoluzione arancione del 2006 e di non avere usato con Kiev quelle aperture di credito verso l'adesione che hanno, ad esempio, rafforzato molto la posizione europea ed internazionale della Turchia, pur partendo da situazioni interne non dissimili per quel che riguarda le garanzie sullo Stato di diritto ed il rispetto dei diritti fondamentali;
              dopo il fallimento della rivoluzione arancione, il nuovo Governo del Presidente Viktor Yanukovich pare abbia usato tutti gli strumenti previsti dal codice penale ucraino per annientare i propri oppositori politici: sono stati incarcerati con l'accusa di «abuso d'ufficio» ed «abuso di poteri pubblici» l'ex Ministro dell'interno Yuriy Lutsenko, l'ex Ministro della difesa ad interim Valeriy Ivashchenko e l'ex Primo viceministro della giustizia Yevhen Korniychuk; il 5 agosto 2011 il tribunale di Kiev, nel corso del processo che vedeva imputata Yulia Tymoshenko per aver stipulato un contratto per la fornitura di gas russo all'Ucraina senza aver avuto il preventivo consenso del Governo, ha ordinato l'arresto del ex Primo ministro ucraino, poi condannata ad una pena di 7 anni;
              la Tymoshenko, che è accusata anche di reati che esulano dalla sua funzione politica, in particolare di evasione fiscale, si trova ora in sciopero della fame per denunciare le violenze di cui sarebbe stata vittima nel carcere in cui è detenuta;
              è chiaro che il sistema giuridico e giudiziario ucraino può essere utilizzato come strumento di lotta politica da parte di un Governo in carica contro gli avversari e ciò non pare essere compatibile con il sistema di diritti su cui si basa la costruzione dell'Unione europea con la quale Kiev chiede di collaborare;
              l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, con la risoluzione n.  1862 del 26 gennaio 2012 relativa al «Funzionamento delle istituzioni democratiche in Ucraina», ha evidenziato come in Ucraina è evidente «la mancanza di indipendenza della magistratura, l'eccessivo ricorso alla custodia cautelare, l'eccessiva durata della medesima e (...) la disparità degli strumenti a disposizione dell'accusa e della difesa e gli argomenti giuridici non pertinenti addotti dai magistrati inquirenti e giudicanti nei documenti e nelle decisioni ufficiali»;
              nelle ultime settimane si aggiungono a tutto questo le preoccupazioni per lo stato di salute di Yulia Tymoshenko, che pare necessiti di cure mediche appropriate e che probabilmente, grazie anche alle pressioni internazionali, sarà curata in Ucraina da medici tedeschi, se il Governo di Kiev, come si auspica, darà la sua autorizzazione;
              il rispetto dei diritti umani fondamentali, per i quali un sistema giudiziario efficace, equo e trasparente è indispensabile, rappresenta uno dei pilastri fondamentali tra i criteri politici di partenariato con l'Unione europea che devono essere rispettati da tutti i Paesi candidati ed associati, ed è l'elemento fondamentale sul quale la stessa Unione europea deve esercitare tutta la sua persuasione nel percorso di associazione e di dialogo con questi Paesi;
              la collaborazione culturale ed economica fra Italia ed Ucraina è consolidata da anni ed in prospettiva può essere ulteriormente ampliata con ritorni positivi per i due Stati,

impegna il Governo:

          a sostenere presso le istituzioni comunitarie, come condizione necessaria per procedere ad ulteriori accordi di associazione con tutti quei Paesi che si candidino ad un partenariato più stretto con l'Unione europea, l'assoluta necessità di richiedere ai Governi ed ai parlamenti di questi Paesi di accelerare le riforme dello Stato di diritto atte a garantire il pieno rispetto dei diritti umani, civili e politici, riforme peraltro già in corso di valutazione ed approvazione nel Parlamento dell'Ucraina, come confermato dalla delegazione parlamentare in visita alla Camera dei deputati nel mese di aprile 2012;
          a sostenere, insieme agli altri partner europei, la necessità di monitorare le condizioni di detenzione in generale nei Paesi che si candidano ad una più stretta collaborazione economica con l'Unione europea e, in particolare, di verificare le condizioni degli esponenti della rivoluzione arancione detenuti in carcere in Ucraina e di pretendere da Kiev la tutela delle loro condizioni di salute;
          ad assumere ogni iniziativa utile al fine di fare piena luce sui fatti denunciati dall'ex Premier Yulia Tymoshenko e relativi alla sua detenzione, in particolare alla denuncia di percosse subite in carcere;
          a valutare se sussistano i presupposti per deferire l'Ucraina alla Corte europea dei diritti dell'uomo, ai sensi dell'articolo 33 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, in relazione alle procedure giuridiche adottate nei confronti di Yulia Tymoshenko, che appaiono in contrasto con i principi e le disposizioni della Convenzione medesima;
          ad attivarsi per mantenere e possibilmente migliorare le relazioni fra Italia e Ucraina al di là del caso Tymoshenko, caso sicuramente grave se venisse accertata la violazione dei diritti umani e da risolvere al più presto, in modo che esso non debba precludere il proficuo partenariato tra i due Paesi.
(1-01026) «Allasia, Stefani, Togni, Lussana, Montagnoli, Fugatti, Fedriga, Fogliato, D'Amico, Maggioni».
(8 maggio 2012)


      La Camera,
          premesso che:
              l'Unione Europea è in procinto di sottoscrivere con l'Ucraina un accordo di associazione, primo passo sul cammino dell'adesione di Kiev all'Unione europea. Tuttavia, nel popolo ucraino è forte la sensazione che l'Unione europea abbia mantenuto nei suoi confronti un atteggiamento ambiguo che non ha certo contribuito a favorire una stabilizzazione democratica di un Paese segnato da profonda conflittualità interna, a metà strada tra Occidente e Russia, impegnato in una transizione difficile;
              gli ucraini rimproverano all'Unione europea di non avere appoggiato con compattezza e prese di posizione forti la rivoluzione arancione del 2006 e di non avere usato con Kiev quelle aperture di credito verso l'adesione che hanno, ad esempio, rafforzato molto la posizione europea ed internazionale della Turchia, pur partendo da situazioni interne non dissimili per quel che riguarda le garanzie sullo Stato di diritto ed il rispetto dei diritti fondamentali;
              dopo il fallimento della rivoluzione arancione, il nuovo Governo del Presidente Viktor Yanukovich pare abbia usato tutti gli strumenti previsti dal codice penale ucraino per annientare i propri oppositori politici: sono stati incarcerati con l'accusa di «abuso d'ufficio» ed «abuso di poteri pubblici» l'ex Ministro dell'interno Yuriy Lutsenko, l'ex Ministro della difesa ad interim Valeriy Ivashchenko e l'ex Primo viceministro della giustizia Yevhen Korniychuk; il 5 agosto 2011 il tribunale di Kiev, nel corso del processo che vedeva imputata Yulia Tymoshenko per aver stipulato un contratto per la fornitura di gas russo all'Ucraina senza aver avuto il preventivo consenso del Governo, ha ordinato l'arresto del ex Primo ministro ucraino, poi condannata ad una pena di 7 anni;
              la Tymoshenko, che è accusata anche di reati che esulano dalla sua funzione politica, in particolare di evasione fiscale, si trova ora in sciopero della fame per denunciare le violenze di cui sarebbe stata vittima nel carcere in cui è detenuta;
              è chiaro che il sistema giuridico e giudiziario ucraino può essere utilizzato come strumento di lotta politica da parte di un Governo in carica contro gli avversari e ciò non pare essere compatibile con il sistema di diritti su cui si basa la costruzione dell'Unione europea con la quale Kiev chiede di collaborare;
              l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, con la risoluzione n.  1862 del 26 gennaio 2012 relativa al «Funzionamento delle istituzioni democratiche in Ucraina», ha evidenziato come in Ucraina è evidente «la mancanza di indipendenza della magistratura, l'eccessivo ricorso alla custodia cautelare, l'eccessiva durata della medesima e (...) la disparità degli strumenti a disposizione dell'accusa e della difesa e gli argomenti giuridici non pertinenti addotti dai magistrati inquirenti e giudicanti nei documenti e nelle decisioni ufficiali»;
              nelle ultime settimane si aggiungono a tutto questo le preoccupazioni per lo stato di salute di Yulia Tymoshenko, che pare necessiti di cure mediche appropriate e che probabilmente, grazie anche alle pressioni internazionali, sarà curata in Ucraina da medici tedeschi, se il Governo di Kiev, come si auspica, darà la sua autorizzazione;
              il rispetto dei diritti umani fondamentali, per i quali un sistema giudiziario efficace, equo e trasparente è indispensabile, rappresenta uno dei pilastri fondamentali tra i criteri politici di partenariato con l'Unione europea che devono essere rispettati da tutti i Paesi candidati ed associati, ed è l'elemento fondamentale sul quale la stessa Unione europea deve esercitare tutta la sua persuasione nel percorso di associazione e di dialogo con questi Paesi;
              la collaborazione culturale ed economica fra Italia ed Ucraina è consolidata da anni ed in prospettiva può essere ulteriormente ampliata con ritorni positivi per i due Stati,

impegna il Governo:

          a sostenere presso le istituzioni comunitarie, come condizione necessaria per procedere ad ulteriori accordi di associazione con tutti quei Paesi che si candidino ad un partenariato più stretto con l'Unione europea, l'assoluta necessità di richiedere ai Governi ed ai parlamenti di questi Paesi di accelerare le riforme dello Stato di diritto atte a garantire il pieno rispetto dei diritti umani, civili e politici, riforme peraltro già in corso di valutazione ed approvazione nel Parlamento dell'Ucraina, come confermato dalla delegazione parlamentare in visita alla Camera dei deputati nel mese di aprile 2012;
          a sostenere, insieme agli altri partner europei, la necessità di monitorare le condizioni di detenzione in generale nei Paesi che si candidano ad una più stretta collaborazione economica con l'Unione europea e, in particolare, di verificare le condizioni degli esponenti della rivoluzione arancione detenuti in carcere in Ucraina e di pretendere da Kiev la tutela delle loro condizioni di salute;
          ad assumere ogni iniziativa utile al fine di fare piena luce sui fatti denunciati dall'ex Premier Yulia Tymoshenko e relativi alla sua detenzione, in particolare alla denuncia di percosse subite in carcere;
          a riaffermare l'importanza e la necessità che la Convenzione europea dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali sia pienamente attuata anche in Ucraina, in relazione alle procedure giuridiche adottate nei confronti di Yulia Tymoshenko.
(1-01026)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Allasia, Stefani, Togni, Lussana, Montagnoli, Fugatti, Fedriga, Fogliato, D'Amico, Maggioni».
(8 maggio 2012)


      La Camera,
          premesso che:
              la leader dell'opposizione in Ucraina, Yulia Tymoshenko, il 5 agosto 2011 è stata arrestata e, successivamente, nel mese di ottobre 2011, condannata da tribunale di Kiev a sette anni di carcere per presunto abuso di potere a fini criminali;
              la storia è iniziata nel 2009, quando la Tymoshenko da Premier stipulò contratti per la fornitura del gas con il colosso russo Gazprom;
              attualmente, oltre all'ex Primo ministro e al suo Ministro dell'interno, in carcere si trovano anche l'ex Ministro della difesa Ivashchenko e l'ex Primo Viceministro Korniychuk;
              la Tymoshenko ha sempre rivendicato la sua innocenza accusando l'attuale Presidente dell'Ucraina, Viktor Yanukovich, di avere orchestrato l'intera vicenda per eliminarla dalla scena politica in vista delle elezioni parlamentari del 2012 e di quelle presidenziali del 2015;
              i processi, per come sono stati condotti, al di là del merito delle accuse, hanno suscitato non poche perplessità in diversi organismi internazionali che hanno evidenziato come il sistema penale in Ucraina presenti evidenti lacune e carenze, a partire da una sospetta mancanza di indipendenza da parte della stessa magistratura;
              nelle ultime settimane le condizioni di salute dell'ex Ministro dell'interno, dell'ex Ministro della difesa e della stessa Yulia Tymoshenko sono particolarmente peggiorate, tanto che il 16 marzo 2012 la Corte europea dei diritti dell'uomo ha intimato alle autorità ucraine di fornirle le necessarie cure mediche;
              subito dopo, però, il Parlamento ucraino ha votato contro il ricovero della Tymoshenko in una clinica specializzata, ignorando, di fatto, la richiesta avanzata dalla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo;
              le condizioni di salute dell'ex Premier e degli altri membri del suo Governo, attualmente in carcere, e i maltrattamenti denunciati dalla stessa Tymoshenko hanno prodotto un'ondata di giuste critiche in Europa e nel mondo;
              la stessa magistratura ucraina, in merito agli ematomi mostrati in alcune foto dalla Tymoshenko, non ha osato smentire quelle immagini, ma ha dichiarato che probabilmente quelle contusioni sarebbero state determinate dal fatto che la Tymoshenko sarebbe andata a sbattere contro un oggetto appuntito;
              l'ex Premier dell'Ucraina ha dichiarato, al contrario, che sarebbe stata picchiata da tre secondini e il 20 aprile 2012 ha cominciato uno sciopero della fame;
              i Governi di Austria e Belgio hanno annunciato ufficialmente che boicotteranno i prossimi Europei di calcio che si svolgeranno a breve in Ucraina e la stessa Cancelliera tedesca, dopo avere espresso una netta condanna per quanto sta avvenendo il quel Paese, ha annunciato che valuterà attentamente se partecipare o no all'inaugurazione dei campionati europei 2012 di calcio;
              il Ministro italiano per gli affari regionali, il turismo e lo sport, Piero Gnudi, secondo notizie riportate dai giornali, ha giustamente dichiarato che «quando vengono violati i diritti soggettivi e i principi democratici lo sport non può voltarsi dall'altra parte»,

impegna il Governo:

          a farsi promotore, presso le competenti autorità a livello internazionale e direttamente nei confronti dell'attuale Governo ucraino, di una forte iniziativa atta a determinare la liberazione, quanto meno per ragioni umanitarie viste le precarie condizioni di salute di Yulia Tymoshenko e degli altri membri, attualmente agli arresti, della precedente compagine governativa;
          a porre la questione, in tutte le sedi internazionali, della salvaguardia dei diritti umani fondamentali in Ucraina come condizione indispensabile e auspicata per proseguire nella strada del confronto e della collaborazione economica e commerciale;
          a sollecitare le autorità ucraine affinché vengano consentite, senza precondizioni, visite in carcere agli esponenti del precedente Governo da parte di equipe mediche indipendenti, nonché delle delegazioni del Consiglio d'Europa, dell'Unione europea, dell'Osce e dei Parlamenti nazionali che ne faranno richiesta;
          a prevedere, in caso di rifiuto da parte delle autorità ucraine di «affrontare» le questioni poste, la possibilità di non inviare alcun rappresentante del Governo, durante le cerimonie che accompagneranno la prossima edizione dei campionati europei di calcio, come atto concreto a difesa dei diritti umani e delle libertà democratiche che così palesemente sono, attualmente, violate in Ucraina.
(1-01027) «Guzzanti, Moffa, Calearo Ciman, Catone, Cesario, D'Anna, Grassano, Gianni, Lehner, Marmo, Milo, Mottola, Orsini, Pionati, Pisacane, Polidori, Razzi, Romano, Ruvolo, Scilipoti, Siliquini, Stasi, Taddei».
(8 maggio 2012)