XVI LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 636 di martedì 22 maggio 2012
Pag. 1PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI
La seduta comincia alle 9,05.
GREGORIO FONTANA, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 17 maggio 2012.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alessandri, Antonione, Bongiorno, Brugger, Buonfiglio, Cirielli, Commercio, Fallica, Fava, Giancarlo Giorgetti, Iannaccone, Jannone, Lombardo, Mazzocchi, Melchiorre, Migliavacca, Misiti, Moffa, Mura, Mussolini, Nucara, Palumbo, Pescante, Pisicchio, Valducci, Vico e Vitali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente cinquanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Informativa urgente del Governo sul grave attentato presso l'istituto professionale «Morvillo Falcone» di Brindisi, che ha causato la morte di Melissa Bassi e il ferimento di altre cinque studentesse (ore 9,10).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo sul grave attentato presso l'istituto professionale «Morvillo Falcone» di Brindisi, che ha causato la morte di Melissa Bassi e il ferimento di altre cinque studentesse.
Dopo l'intervento del Ministro dell'interno interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per cinque minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.
(Intervento del Ministro dell'interno)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Ministro dell'interno, Anna Maria Cancellieri.
ANNA MARIA CANCELLIERI, Ministro dell'interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, voglio innanzitutto esprimere la più ferma condanna mia personale e dell'intero Governo per il vile, barbaro e inaudito atto di criminalità avvenuto sabato scorso a Brindisi, in cui è rimasta uccisa la studentessa Melissa Bassi, e altre sue compagne, frequentanti il medesimo istituto, sono state gravemente ferite. Rivolgo ai familiari della giovane Melissa le condoglianze più affettuose associandomi al loro dolore e, ai congiunti delle altre ragazze e ai loro compagni di scuola, vadano i miei sentimenti di solidarietà e di comprensione.
L'episodio ha determinato una grandissima impressione e lascia sgomenti perché, per la prima volta in Italia, sono stati colpiti dei giovani studenti mentre si recavano tranquillamente a scuola, luogo Pag. 2simbolo in cui convivono i valori formativi della società civile e che richiama in ciascuno di noi un naturale senso di protezione. La risposta del Paese è stata forte, corale e unitaria.
Insieme alle tantissime manifestazioni di vicinanza che si sono svolte dappertutto, vorrei elogiare la ferma reazione degli studenti brindisini, che hanno dato un esempio di altissimo valore civico e morale ripresentandosi regolarmente alle lezioni senza cedere alla paura. È un invito alla speranza, tanto più bello e significativo anche per le drammatiche circostanze che lo accompagnano.
Passo ora alla ricostruzione dell'episodio sulla base degli accertamenti disposti. Alle 7,45 di sabato 19 maggio, pochi minuti prima dell'inizio delle lezioni, nelle adiacenze dell'istituto tecnico professionale «Morvillo Falcone» di Brindisi, si verificava l'esplosione di un ordigno collocato lungo il perimetro esterno. La violenta esplosione investiva alcune studentesse che si trovavano nei pressi del cancello di ingresso della scuola, giunte col pullman del mattino da Mesagne.
La deflagrazione causava la morte di Melissa Bassi e il ferimento di altre otto persone, e non cinque, di cui tre in maniera grave, tutte prontamente soccorse da operatori dei vigili del fuoco e dalle forze dell'ordine e trasportate dall'ambulanza del 118 presso l'ospedale Perrino di Brindisi. Immediatamente è stato disposto il rinvio di ulteriori unità della Polizia di Stato e dell'Arma dei carabinieri, destinate all'attività sia di controllo del territorio sia di carattere investigativo, a cui si è aggiunto altro personale del Servizio centrale operativo e dei ROS, per un totale di circa 200 rinforzi.
Dai primi rilievi svolti, risulta che l'ordigno utilizzato nell'attentato era stato confezionato con bombole di gas attivate da un sistema di accensione elettronico ed occultato all'interno di un cassonetto in plastica che, secondo alcune testimonianze, sembra essere stato collocato sul luogo dell'esplosione fin dalle prime ore della stessa mattina del 19 maggio. Il cassonetto è risultato, peraltro, di tipo diverso da quelli utilizzati dalla ditta che gestisce il servizio della raccolta di rifiuti nel comune di Brindisi.
Il personale tecnico specialistico della Polizia di Stato e dei carabinieri del RIS procedeva al sequestro dei reperti balistici per le successive e conseguenti analisi di laboratorio, finalizzate all'individuazione della tipologia di ordigno utilizzato nell'attentato. Parallelamente si procedeva a visionare le immagini registrate dall'apparecchiatura di videosorveglianza collocata lungo le strade di accesso all'istituto tecnico. In particolare, l'analisi dei filmati della telecamera posizionata sul chioschetto prospiciente all'istituto professionale permetteva di individuare distintamente, in corrispondenza con l'orario dell'attentato, un uomo che sembra intento ad azionare un telecomando.
L'ipotesi degli investigatori è che si tratti della stessa persona che ha provocato l'esplosione, in quanto nella sequenza le immagini consentono di percepire prima un tremolio e, subito dopo, una nube di fumo. Il soggetto si defilava, infine, dietro il chioschetto per poi dirigersi verso la via adiacente, scomparendo dall'inquadratura delle telecamere.
Sono in corso ulteriori e intense attività di indagine, con il supporto del patrimonio informativo delle banche dati delle forze di polizia, per l'individuazione del soggetto e anche per comprendere se abbia avuto dei complici. Al momento, vengono scrupolosamente vagliate tutte le possibili direttrici e nessuna pista può essere esclusa. Nell'immediatezza alcune circostanze come, ad esempio, il fatto che l'esplosione sia avvenuta nei paraggi di un edificio scolastico, che porta il nome di Francesca Morvillo, magistrato e moglie del giudice Giovanni Falcone, entrambi vittime della strage di Capaci consumatasi proprio venti anni fa, hanno richiamato alla memoria eventi di passate stagioni che scossero profondamente il Paese.
Indipendentemente dall'accertamento dell'effettiva matrice, che mi auguro possa avvenire già nelle prossime ore contribuendo ad eliminare la principale causa di apprensione, non vi è dubbio che l'attentato Pag. 3di Brindisi, per il gravissimo e il diffuso allarme che ne è seguito, possa prestarsi ad una lettura in chiave terroristica. Se, infatti, ancora non conosciamo il movente e la mano di chi ha colpito, sicuramente l'effetto scaturito dall'evento è stato terroristico, nel senso pieno e letterale del termine. È precisamente per questa ragione che, anche all'esito di un approfondimento tecnico tra i vertici delle procure interessate, quella di Brindisi e quella distrettuale Lecce, è stata incardinata presso quest'ultima un'inchiesta per il delitto di strage, con l'aggravante delle finalità terroristiche. I due uffici giudiziari stanno attivamente collaborando ed è stata disposta l'applicazione, presso la Direzione distrettuale antimafia, di un magistrato della procura brindisina.
Infine, nel corso del vertice svoltosi ieri mattina presso la prefettura di Brindisi, a cui ho partecipato insieme al Ministro della giustizia, è stato deciso di dare vita a un modello operativo di controllo del territorio che verrà ad ispirarsi a quello attuato a Caserta. L'impiego del personale della Polizia di Stato e dei carabinieri sarà, pertanto, disposto in stretto raccordo con l'autorità giudiziaria procedente, al fine di massimizzare i risultati operativi.
(Interventi)
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà per cinque minuti.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, colleghi, signor Ministro, innanzitutto esprimo la nostra solidarietà alla famiglia della ragazza morta, alla città di Brindisi e a tutte le famiglie, le ragazzi e i ragazzi che, ovviamente, quella mattina si recavano in quella scuola.
Come chiaramente lei ha detto questo tipo di attentato apre a mille piste investigative. È pieno di simbolismi e, quindi, può, ovviamente, portare a varie indicazioni, tanto è vero che nell'immediato il richiamo della scuola «Morvillo Falcone», ossia l'intestazione della scuola, poteva far immaginare una pista di tipo mafioso, contemplata ma abbandonata come prioritaria e verificata all'interno di tutta una determinata situazione, vista la situazione particolare che riveste, allo stato, questo tipo di investigazione estremamente delicata, come lei diceva.
Brindisi è una città particolare, chiaramente con un porto e vicina alla Grecia. Quindi, non è da escludere anche un altro tipo di pista. Visto tutto ciò, credo che la cosa più importante sia, in questo momento, verificare quello che è lo stato sostanziale della sicurezza nel nostro Paese, con un clima sociale sicuramente difficile che noi politici, innanzitutto, dobbiamo essere in grado di gestire, nel senso di dare certezza, speranza e tranquillità. Questo è quanto ci si aspetta da parte nostra.
Ringraziamo gli investigatori, polizia e carabinieri, che, con la professionalità che li contraddistingue, sono stati molto attenti nel prevedere o indicare qualche strada.
Immagino - e mi auguro - signor Ministro, che non ci siano e non si vedano discussioni all'interno delle procure, protagonismi, in questo momento, inutili. Lo dico perché credo che non sia bello per il Paese leggere sul maggior quotidiano nazionale, in prima pagina, uno scontro tra procure su un caso di questo genere.
Questo è uno di quei casi e di quei momenti in cui il Paese unito rimane in silenzio ad aspettare la verità, a cercarla insieme e poi a farne tesoro (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellanova. Ne ha facoltà.
TERESA BELLANOVA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signora Ministro, a Brindisi sabato scorso si è consumato un atto di immane orrore. Questa volta la follia omicida ha vigliaccamente preso di mira delle inermi giovani studentesse di una scuola spezzando, insieme al loro futuro, la vita delle loro madri e dei familiari tutti, segnando per sempre l'esistenza Pag. 4dei compagni, degli insegnanti, della comunità e di tutto il Paese. In questa feroce negazione della vita, c'è una violazione così atroce e blasfema dell'umanità, da lasciare senza categorie di pensiero o commento capaci di esprimere il dolore, lo squarcio e la devastazione.
È la prima volta che in Italia un attentato prende ad obiettivo un istituto scolastico e dei giovani, soprattutto donne: è il segnale di un cambiamento nei già dolorosi percorsi passati di degrado e di violenza che la memoria delle stragi conosce. Questo è il solo elemento di certezza che abbiamo nella lettura di quanto è successo. Per il resto, ancora oggi, non possiamo dire se l'attentato sia nato dal gesto di un folle, se abbia radici in un contesto criminale organizzato o matrici terroristiche eversive ed è ancora prematura la ricostruzione delle modalità che lo hanno preceduto. Su tutto ciò indagheranno le forze dell'ordine e le magistrature competenti, a cui chiediamo di fornire una risposta celere ed efficace ai genitori di Melissa, ai cittadini di Brindisi, alla comunità pugliese ed a tutta l'Italia. Ciò dovrà avvenire in esito ad un'azione sinergica, silenziosa ed assolutamente rispettosa delle regole, anche al fine di evitare il pericolo, che appare concreto in questo contesto destabilizzante e di forte tensione, di intollerabili azioni di vendetta privata, contrarie ai principi di uno Stato democratico.
Sta di fatto che, quale che sia l'origine e di qualunque matrice si tratti, l'attentato di Brindisi non può comunque che restare l'espressione di una cieca pazzia. Se qualcuno ha pensato a questa brutalità per creare smarrimento nelle coscienze della nostra comunità sappia che ha fallito: la gente di Brindisi, la Puglia e l'intera Italia non si sono rinchiuse nei meandri della paura, ma hanno reagito e continueranno a farlo. Le donne, le ragazze del Sud per Melissa si sono mobilitate e si batteranno, in Melissa si sono identificati e non dimenticano tantissimi cittadini, studenti, madri e padri che sono scesi in piazza sin da subito per manifestare il proprio sdegno, per dire «no» alla violenza e per dire «no» alla criminalità.
Sabato pomeriggio, in una gremitissima piazza di Brindisi, a campeggiare erano certamente le lacrime, il dolore, l'indignazione, ma non la paura. Un coro unanime si è levato proprio dalle ragazze e dai giovani di Brindisi ed ha raggiunto gli animi di tutta l'Italia: una sola voce, quella delle coscienze che vogliono semplicemente affermare la cultura della legalità ed intimano drasticamente quel «no» alla violenza.
Spetta a noi, come istituzioni, il compito di stare accanto alla famiglia di Melissa, con massimo impegno e sommo rigore.
Spetta a noi tutti il compito di vivere l'idea che una società è civile quando ha in sé il rispetto per l'altro, e quando coesistono il rispetto e la solidarietà non può esserci posto per la barbarie.
Lo Stato in questo percorso deve stare al fianco dei suoi cittadini in tutti i modi, garantendo non solo il vigile rispetto della legge sancita ma anche dei modelli quotidiani di comportamento etico che siano esemplari nella condotta e nell'azione, con il coinvolgimento di tutte le forze civiche, sociali e politiche (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo e Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori rappresentanti del Governo, il messaggio di cordoglio da parte del gruppo della Lega va ai familiari della giovane studentessa purtroppo deceduta in questo vile, barbaro e codardo attentato verificatosi nei giorni scorsi a Brindisi. Il ringraziamento del gruppo della Lega va anche ai tanti volontari che abbiamo visto lavorare da subito e partecipare in modo attivo e puntuale ai soccorsi e a tutte le forze dell'ordine che si stanno prodigando per cercare la verità su questo ancora purtroppo misterioso attentato. Pag. 5
L'attacco alle scuole, agli studenti e ai giovani è ciò che più può far male nella coscienza delle persone ed è ciò che di più barbaro ci può essere nella coscienza di una o alcune persone che hanno pensato - il solo pensare è criminale - questo attentato.
Abbiamo ascoltato le sue parole, signor Ministro, lei ha detto che l'auspicio è che già nelle prossime ore ci possano essere delle novità, noi ce lo auguriamo. Se lei è venuta in quest'Aula a riferire così probabilmente ha dei motivi sicuramente per riferire queste parole, quindi questo ci crea delle buone aspettative e molta fiducia.
Ancora ovviamente non è chiara qual è la matrice di questo atto di violenza, da subito si era parlato della criminalità organizzata, della mafia e di un atto terroristico, oggi pare che, da quanto si legge e si vede, alcune delle ipotesi iniziali non siano realistiche, noi non vorremmo che quanto accaduto in queste ore, il fatto che ci fosse già l'attenzione su un soggetto o su un paio di soggetti interessati a questa vicenda, possa creare all'interno dell'opinione pubblica anche però delle facili aspettative nel dire: lo abbiamo già preso.
Sappiamo che le forze dell'ordine stanno lavorando con responsabilità, efficacia e puntualità, però anche su questo, se lei oggi ci ha riferito che nelle prossime ore ci saranno novità deve essere così signor Ministro, perché altrimenti rischiamo di creare nell'opinione pubblica delle ingenue e anche però giuste aspettative.
Lei ha detto che c'è una lettura in chiave terroristica, noi ovviamente non abbiamo le informazioni per dire questo e ci auspichiamo che non sia così, non sappiamo se l'atto di una singola persona sbandata possa essere una lettura in chiave terroristica, non vorremmo che si creassero anche su questo tema degli allarmismi magari un po' esagerati. Quello che auspichiamo è che ovviamente tutto si possa risolvere nel senso di trovare i responsabili di questo fatto nel più breve tempo possibile e sappiamo che lei, signor Ministro, insieme a tutte le forze dell'ordine che ancora ringraziamo, sta lavorando per questo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casini. Ne ha facoltà.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente della Camera, anzitutto mi rivolgo a lei, credo che abbia fatto molto bene ieri ad andare a rappresentare quest'Aula ai funerali di Melissa. Il Governo certamente ha tutta la nostra solidarietà per questa difficile contingenza che vive in queste ore. Oggi la Camera è impegnata prima in questo dibattito, poi successivamente nell'esame della situazione post-terremoto. È una fase difficile per il nostro Paese, ce ne rendiamo tutti conto. Credo che in queste fasi difficili bisogna mostrare grande senso di responsabilità. Non è il momento delle polemiche di parte; è il momento della concordia nazionale e il Governo deve sentire che c'è un Parlamento, al di là penso anche delle nostre posizioni di maggioranza o di opposizione, ma un Parlamento che su questi temi è solidale e vicino a chi ha l'onere di essere membro dell'Esecutivo in posizione di grande responsabilità, come il Ministro dell'interno.
Noi vogliamo esprimere solidarietà anzitutto alle famiglie, alle famiglie di Melissa, degli altri ragazzi, degli altri studenti e a tutte le istituzioni brindisine, al sindaco neoeletto, al presidente della provincia, al presidente della regione Vendola, e alle forze di polizia, che sono impegnate in un'opera molto delicata. Non è il momento delle dietrologie. Per quanto mi riguarda, per quanto riguarda il mio gruppo parlamentare non è nemmeno il momento di avanzare ipotesi, perché non ne avremmo le competenze e aggiungeremmo parole in libertà in una fase in cui parole in libertà meno se ne dicono meglio è. Abbiamo fiducia negli inquirenti. Signor Ministro, spero anche - questa è l'unica considerazione che voglio fare - che ci sia un clima di armonia e di concordia tra gli inquirenti, perché qualche piccola sfasatura in queste ore si è sentita. Credo che tutti i Pag. 6magistrati, da quelli di Lecce a quelli di Brindisi, a quelli impegnati nel fronteggiare i fenomeni criminali a livello nazionale, debbano capire che veramente è il momento, anche per la magistratura inquirente, di dare grande prova di concordia. Non c'è spazio per corporativismi, per piccole questioni di appartenenza, perché è un momento troppo delicato. Noi ci auguriamo che al più presto questo ignobile autore di un infame attentato e di un infame atto terroristico, che si rivolge a tutti gli studenti e a tutte le famiglie italiane, prima ancora che ai genitori di Melissa, che saranno straziati dal dolore, questo infame essere, se così si può definire, venga assicurato al più presto alla giustizia, lui e i suoi eventuali complici. Signor Ministro, non aggiungo altro, solo le parole di solidarietà verso il Governo e naturalmente di impegno a continuare con voi la lotta alla criminalità, perché queste efferate pagine non dobbiamo più viverle, non dobbiamo più viverle (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Briguglio. Ne ha facoltà.
CARMELO BRIGUGLIO. Signor Presidente, signor Ministro, Melissa è la figlia di tutti noi. Siamo profondamente scossi che per la prima volta un atto terroristico abbia colpito un luogo simbolo come la scuola, abbia colpito delle ragazze e che nella coscienza di tutti noi sia subentrato un nuovo tipo di paura, cioè quella di non potere mandare i nostri figli a scuola in una condizione di sicurezza, come prima pensavamo. Siamo un Parlamento, siamo il Parlamento della Repubblica e come parlamentari abbiamo anche dei doveri istituzionali accanto alle scontate forse, ma sincere, dichiarazioni di solidarietà nei confronti della famiglia di Melissa e delle altre ragazze. La prima considerazione è che abbiamo visto due volti dello Stato. Credo che quando le cose non vadano come devono andare, in particolare il profilo di serietà - ecco, lo voglio dire - dello Stato in qualche modo venga intaccato, come è accaduto ieri. Non ci possono essere questa confusione e queste interpretazioni, questi conflitti tra procure. Noi speriamo che questo sia un fatto quasi emotivo, ma ci sono le istituzioni dello Stato che hanno dei doveri di indagine e che non possono dare questa immagine di sé. Noi non possiamo nascondere questo.
Vi è, invece, un'altra immagine dello Stato, che è quella di chi è immediatamente intervenuto, i vigili del fuoco, le forze dell'ordine, che sono impegnate come sempre. Signor Ministro, diamo atto al Governo, e quindi alle forze dell'ordine, che lo Stato, attraverso queste ultime, ha dato un'immagine di serietà, di solidarietà e di uno Stato che c'è.
Anche in questa vicenda, senza sposare suggestioni - semmai, vorremmo che le indagini successive spazzassero alcune suggestioni, coincidenze con anniversari e fantasmi del passato, che speriamo che siano per sempre cancellati anche dal prosieguo delle indagini - vorremmo che ci fosse una riflessione in Parlamento sul fatto che dobbiamo tornare allo Stato. Uno Stato non è soltanto la crescita economica, ma è anche investimento in quelle forze, in quegli uomini e in quelle strutture che devono tutelare la salute pubblica, che devono tutelare l'ordine, che devono tutelare la sicurezza, che è un bene non economico, ma è un bene ancora più prezioso. Forse, poi, credo che, dopo questa riflessione, il Parlamento e anche lo stesso Governo debbano porsi questo problema non con i provvedimenti del minuto dopo, nel senso di dire «intensificheremo l'azione delle forze dell'ordine, potenzieremo e investiremo ancora in termini finanziari». Bisogna fare, forse, una riflessione più a regime.
Poi, dobbiamo anche chiederci - ma questo fa parte, forse, di un dibattito più culturale che politico, dettato dall'emozione del momento - se siamo ancora una nazione. Quando in una nazione vi sono pulsioni di questo tipo, si vuole cancellare la vita degli altri, si vuole fare del male e si attenua sempre più il senso delle virtù civiche, il senso di essere una comunità nazionale, allora questo ci fa capire che passa anche in secondo ordine se è stato un singolo attentatore, se è stata una Pag. 7strategia che ha coinvolto più gruppi o più persone, se, in qualche modo, vi è o meno una pista mafiosa.
Abbiamo dei doveri come rappresentanti dell'unità nazionale, così come lo stesso Governo, e credo che possiamo rendere onore alla memoria di Melissa e dare nuovamente un senso di protezione ai nostri cittadini facendo esclusivamente il nostro dovere (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo e di deputati dei gruppi Unione di Centro per il Terzo Polo e Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà.
PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, ringrazio il Ministro Cancellieri per l'informativa che ci ha fornito. L'Italia dei Valori condanna senza se e senza ma questo gesto vigliacco, che colpisce la comunità e che colpisce il nostro Paese. Prima di cominciare il mio intervento, il pensiero dell'Italia dei Valori va a Melissa, va ai genitori, va ai compagni di scuola, va ai feriti, va a Veronica, che in queste ore combatte per ritornare a vivere.
Ringrazio, da pugliese, il Ministro, ringrazio i Ministri e il Governo tutto per la presenza sul nostro territorio. Abbiamo sentito la presenza dello Stato in un momento difficile e ve ne diamo atto, vi siamo grati. Tuttavia, nessuno di noi avrebbe mai osato pensare che ci potesse essere una mente umana così bestiale da fare esplodere una bomba davanti a una scuola. La scuola è un luogo sacro, intoccabile, anche se l'autore dovesse essere un pazzo isolato. La scuola deve restare un luogo sicuro per i nostri figli e non può esserci risposta migliore al terrore che riaprire le aule e rientrare in classe; altrimenti, lo Stato sarà sconfitto dal terrore. Tutti noi vorremmo capire il perché di un gesto così vigliacco e credo che dobbiamo consentire ai magistrati di operare in serenità e senza vivere addosso il fiato dell'opinione pubblica.
Dobbiamo evitare - mi permetto di fare un appunto, Ministro - che vi siano fughe di notizie perché questo non aiuta la ricerca della verità. Per cui, poche parole e fatti, perché oggi, per contrastare il terrore, lo Stato deve dare una risposta esemplare, prendere i colpevoli e consegnarli alla giustizia.
Noi dell'Italia dei Valori non ci schieriamo con una verità mafiosa, terrorista, ma chiediamo la verità su questa vicenda esecrabile e non sarebbe meno grave se tutto fosse riconducibile al gesto di un folle, perché significa che non possiamo fidarci più di nessuno. Allora, abbiamo bisogno di uno Stato, questo sì, unito e coeso, oggi non si possono e non ci devono essere divisioni. Ecco perché non servono polemiche, ma risultati. La società civile pugliese, la società civile italiana, ha dato una risposta incredibile presidiando le strade e le piazze. Quindi, la democrazia è forte e salda, ma ora spetta allo Stato ricambiare la fiducia dei cittadini.
Certo, Ministro, abbiamo paura, abbiamo paura per le tante verità a cui non si è giunti in questo Paese, abbiamo paura di trovare trame oscure, abbiamo paura di ricordare le stragi di piazza Fontana, di piazza Loggia, della stazione di Bologna, non vogliamo credere a strategie occulte che tramano nell'ombra, anche se il momento è difficile per il Paese. Ecco perché noi dell'Italia dei Valori vi chiediamo di fare presto, perché non possiamo consentire a nessuno di violare la scuola e di violare la democrazia.
Noi vogliamo capire e non rinunciamo, in questo, a porci delle domande che credo anche lei, nel suo intervento, giustamente ha fatto. Vogliamo capire perché uno mette delle bombole di gas da fare esplodere davanti alla scuola per uccidere, perché lo fa davanti alla scuola intitolata proprio a Morvillo Falcone, perché lo fa nel giorno in cui la marcia antimafia arriva a Brindisi, perché lo fa oggi, in un momento di tensione sociale per il Paese.
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Zazzera.
PIERFELICE ZAZZERA. Suggestioni, coincidenze? Altre ragioni, Ministro, per fare presto, per arrivare alla verità e per Pag. 8arrivare alla verità, in questo momento, abbiamo bisogno di stringerci intorno al nostro Paese, intorno allo Stato, intorno alle istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Anna. Ne ha facoltà.
VINCENZO D'ANNA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Parlamento, mi associo, ovviamente, alle parole di cordoglio che sono già state pronunciate in quest'Aula.
Vorrei, innanzitutto, proporre al signor Ministro - al di là della sollecitazione affinché si possa giungere in tempi concreti e brevi all'individuazione di colui o di coloro che hanno commesso questo gesto inumano, questo gesto per il quale, credo, non vi siano parole per poterne ricomprendere in una definizione tutta la malvagità - di tenere conto anche dell'applicazione della legge sulle vittime del terrorismo perché vede, signor Ministro, lo Stato si indigna, vi sono le commemorazioni, vi sono le dichiarazioni, poi l'oblio del tempo lascia le famiglie sole, le lascia disarmate di fronte alle difficoltà e quella presenza dello Stato si diluisce, fino a sparire completamente. Vorrei - mi ha fatto piacere constatarlo in quest'Aula - anch'io spendere una parola perché si evitino le dietrologie.
Chi ha avuto modo di leggere Hannah Arendt sa bene che esiste la banalità del male. Noi possiamo immaginare che siano stati orditi complotti, che possa essere stata la malavita organizzata, che possano essere stati servizi deviati. Già ieri noti anchorman, giornalisti e commentatori si esercitavano in ipotesi dietrologiche di questo tipo. Io credo che, invece, noi dobbiamo imparare dall'Arendt che il male può essere esercitato nelle forme più esecrabili, nelle forme più violente, nelle forme peggiori anche da un banale uomo, da uno squilibrato, da qualcuno che è frustrato, da qualcuno che prova livore ed odio nei confronti della società.
Richiamare qui lo Stato, come fa l'onorevole Briguglio - e io sono d'accordo con lui - e l'autorità dello Stato credo che serva a poco se lo Stato non si mantiene autorevole. Ormai noi viviamo in un coacervo sociale per il quale lo Stato stesso, le istituzioni parlamentari, i parlamentari, le forze politiche, dunque, chiunque si interessa del bene comune, è additato con aggettivazioni negative: è fatto segno, in parte con argomenti veri ed in parte con argomenti falsati o completamente falsi, per cui c'è nell'immaginario collettivo un'idea di Stato degenerato, un'idea di politica degenerata, un'idea di Parlamento degenerato. Non vorrei che questa immagine in una società di per se stessa sociologicamente «liquida», quindi scarsamente ancorata a valori morali, a valori ideali, a valori politici ed a valori sociali, non possa costituire lo stimolo per menti che siano poco salde, e, in elementi frustrati, in elementi violenti, non un invito, ma la considerazione che tutto possa essere commesso perché nulla si paga, perché c'è uno Stato che non è all'altezza della situazione.
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole D'Anna.
VINCENZO D'ANNA. Vorrei, quindi, invitare il signor Ministro a venire a riferire, laddove gli sviluppi delle indagini facessero o indicassero i colpevoli o il colpevole di questo atroce delitto, con l'invito al signor Ministro a farsi immediatamente propositrice dell'applicazione della legge alle vittime del terrorismo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo e territorio).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mosella. Ne ha facoltà per due minuti
DONATO RENATO MOSELLA. Signor Presidente, signor Ministro, tre frasi mi hanno colpito fra le centinaia scritte per ricordare, manifestare e protestare contro chi ha violato nel modo più devastante ed indegno la normale quotidianità di una giovane. Sono queste: «chi uccide il futuro non merita di avere il futuro», «non ci Pag. 9fate paura, vigliacchi» e «siamo cittadini di un Paese che si ricorda di stare uniti solo quando si muore». Queste parole mi colpiscono ancor più, perché a scriverle sono stati dei ragazzi tra le migliaia che in questi giorni si sono riuniti nelle piazze e nelle scuole per esprimere il proprio dolore e la propria indignazione. A questi giovani, ai nostri figli, a Melissa, alla sua mamma straziata dal dolore, al padre che stringeva la sua foto come per tenere ancora in braccio la sua bambina, le istituzioni, noi tutti, dobbiamo certo il cordoglio più sentito, ma anche una risposta ferma, risoluta ed immediata.
Non deve essere la morte a ricordarci che stare uniti è un dovere. Occorre dimostrare che lo Stato è pronto ad intervenire per punire i colpevoli ed allo stesso tempo non permetterà nessuna caccia all'uomo. Non deve ripetersi quanto accaduto ieri davanti all'ingresso della questura di Brindisi, quando alcuni ragazzi hanno preso a calci e a pugni una autocivetta che usciva dalla questura. Su questo la stampa, la televisione e la rete hanno una responsabilità precisa: nessuna spettacolarizzazione, nessuna strumentalizzazione. Una tragedia come questa merita il rispetto ed il silenzio, che consentiranno alla magistratura, nella quale riponiamo la massima fiducia, di svolgere il proprio lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza per l'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sardelli. Ne ha facoltà per due minuti.
LUCIANO MARIO SARDELLI. Signor Presidente, innanzitutto rivolgo da parte nostra un pensiero ai familiari delle ragazze che sono ancora in ospedale e della piccola Melissa.
Le ultime parole che Melissa ha detto sono state: «Sono Melissa. Cosa è successo?». La sua domanda è la domanda nostra: cosa è successo e cosa sta succedendo nel Paese? Vediamo una situazione complessiva di odio, di rancore, di aggressione alle istituzioni democratiche, di qualunquismo degradante, che sicuramente non aiuta il Paese nelle sue difficoltà. Sul territorio abbiamo una situazione specifica di difficoltà economica e sociale. Abbiamo avuto un incontro due settimane fa con il Ministro dell'interno, cui abbiamo fatto presente anche le difficoltà delle associazioni antiracket e un attentato al presidente dell'associazione antiracket locale.
Allora, se questa è la situazione, da una parte, deve arrivare una risposta forte delle istituzioni per riaffermare il valore straordinario della democrazia in questo Paese rispetto ad una propaganda qualche volta ingiusta e distruttiva, e, dall'altra parte, bisogna dare risposte al territorio, che si possono e si devono dare. Ci sono delle emergenze, il Ministro dell'interno né è a conoscenza, c'è un'attenzione del Governo. Ci aspettiamo da questa disgrazia che questo territorio, che è vivo, forte e che ha una grande forza democratica di partecipazione e anche di fiducia nel futuro, senta vicino il Governo e abbia quindi la possibilità di riscatto e di crescita.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.
ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, signor Ministro, il cielo grigio di questa mattina rende l'idea della dimensione del nostro dolore e della nostra sofferenza per la scomparsa della giovane Melissa Bassi e per il ferimento degli altri studenti, cui auguriamo una rapida e completa guarigione.
Signor Ministro, tre sostanzialmente sono le ipotesi che sono state adombrate: la criminalità organizzata, il terrorismo e commentatori autorevoli si sono esercitati rispetto ad una possibile strategia della tensione. È evidente che un Paese come il nostro non può convivere con questi tre elementi. Bisogna quindi intensificare la lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo, che sono ancora persistenti, e ripulire, se ci sono, quegli angoli dello Stato che si prestano ad interpretazioni così autorevoli, ma io ritengo anche così sbagliate.
A nome del mio gruppo, esprimo la piena solidarietà a lei, per la sua azione, Pag. 10alle forze dell'ordine e alla magistratura, convinti che farete ogni sforzo per assicurare il responsabile o i responsabili alla giustizia.
Sono stati colpiti i nostri studenti, è stata colpita la scuola, si è voluto, insomma, uccidere il futuro e la speranza di un Paese, e un Paese grande come l'Italia non lo può consentire.
PRESIDENTE. È così esaurita l'informativa urgente del Governo.
Sull'ordine dei lavori (ore 10,50).
RAFFAELE VOLPI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RAFFAELE VOLPI. Signor Presidente, le ruberò veramente poco tempo. Prima il Presidente Casini ha detto che non è il momento delle parole in libertà.
Stamattina sono rimasto veramente basito da una cosa che ho letto nella rassegna stampa. La prego di consentirmi proprio un breve intervento. In un'intervista al professor Giuliano Amato sul Corriere della sera gli viene chiesta un'analisi politica sul fenomeno Grillo. In un certo passaggio gli viene chiesto che cos'è in fondo questo fenomeno. Lui dice: «Grillo ha un altissimo tasso di demagogia, come lo aveva Bossi, eppure nella Lega sono cresciuti degli ottimi amministratori locali, anche se molti di loro avevano il difetto grave di trovarti casa solo se eri ariano».
Ora, Presidente, io credo che nel dibattito politico si possa dire molto, ma certamente questo atteggiamento non è accettabile né da parte nostra, né da parte mia personale. Vede, io sono stato e sono segretario del Comitato di indagine sull'antisemitismo e, insieme alla presidente Nirenstein, abbiamo subito minacce di morte. Credo che il dibattito politico possa essere anche aspro, però credo proprio che non sia il caso di accostare in maniera subdola la Lega a un'ideologia che non ci appartiene.
Le chiedo questo attimo di riflessione, Presidente, perché, visto che il professor Amato ha un'ambigua posizione di consulente del Governo, chiederei al professor Amato di smentire questo accostamento e al Governo di dissociarsi da questa oscenità politica (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
GIANCARLO LEHNER. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LEHNER. Signor Presidente, vorrei rivolgere un'esortazione al Governo e a tutte le forze politiche. Vi esorto a ricordare la storia: rammentatevi che nel 1921 ci fu un attentato anarchico al Teatro Diana con molti morti; da allora in Italia avemmo violenze per le strade e poi alla fine arrivammo al fascismo.
PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 11,15 con lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo sul terremoto in Emilia.
La seduta, sospesa alle 9,55, è ripresa alle 11,15.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI
Informativa urgente del Governo sul recente terremoto in Emilia (ore 11,15).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo sul recente terremoto in Emilia.
Dopo l'intervento del rappresentante del Governo interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per cinque minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.
(Intervento del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Antonio Catricalà.
ANTONIO CATRICALÀ, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, onorevoli deputati, nelle prime ore della giornata del 20 maggio 2012 un evento sismico di rilevante entità ha interessato i territori dell'area nord-est della penisola italiana causando, purtroppo, il decesso di sette persone, di cui cinque come conseguenza diretta dell'evento sismico e due per cause connesse.
Secondo i dati registrati dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, l'evento sismico, che si è verificato alle ore 4,04 con magnitudo 5,9 a una profondità di circa 6 chilometri, ha interessato comuni nelle province di Modena e Ferrara e, in misura minore, di Bologna e Mantova, seguito da numerose repliche, la più forte delle quali è stata registrata alle ore 15,18 del 20 maggio con magnitudo 5,1. Ce n'è stata un'altra ieri sera di magnitudo 4,1. L'epicentro della scossa principale è stato localizzato tra i comuni di Finale Emilia e San Felice sul Panaro, in provincia di Modena, e Sermide, in provincia di Mantova.
La sequenza sismica si distribuisce lungo un'area che si sviluppa per circa 40 chilometri in direzione est-ovest. I terremoti più forti della sequenza sono dovuti a un fenomeno di compressione attiva in direzione nord-sud legato alla spinta dell'Appennino settentrionale verso nord. La sismicità strumentale rilevata dalle reti sismometriche nell'area interessata al terremoto è sempre stata scarsa e sporadica e negli ultimi mesi non era stata osservata alcuna attività rilevante. Per quanto riguarda, invece, la storia della sismicità, le informazioni disponibili nei cataloghi dei terremoti evidenziano un'attività non molto frequente, con alcuni terremoti significativi nelle aree adiacenti e massime intensità storicamente risentite nel territorio in esame pari al settimo o ottavo grado della scala Mercalli. Ci riferiamo ad un evento del 1570.
I comuni maggiormente colpiti dal recente sisma risultano essere trentanove, nelle province di Bologna, Ferrara, Modena e Mantova. In considerazione della rilevanza dell'evento, il Dipartimento della Protezione civile, in attuazione delle procedure di emergenza, ha attivato tutte le funzioni di supporto dipartimentali per organizzare i servizi di soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite dall'evento, nonché i relativi interventi provvisionali necessari. Contemporaneamente, a livello centrale, il Capo del Dipartimento ha predisposto l'immediata convocazione del comitato operativo della Protezione civile di cui al comma 3-ter dell'articolo 5 della legge n. 343 del 2001.
A livello locale sono stati costituiti i seguenti centri operativi per la gestione dell'emergenza: un centro di coordinamento soccorsi a Ferrara, un centro di coordinamento soccorsi a Modena, un centro di coordinamento soccorsi a Bologna e un altro a Reggio Emilia. Le regioni, unitamente alle diverse componenti territoriali, si sono prontamente attivate per garantire il soccorso alla popolazione.
A causa dell'evento si è purtroppo dovuto procedere all'evacuazione di diversi nuclei familiari, per un totale di 5.262 evacuati, a fronte di 7 mila posti letto messi a disposizione dal sistema integrato della Protezione civile. Inoltre, al fine di consentire la realizzazione delle verifiche di stabilità, i sindaci dei comuni di Mirandola, Finale Emilia, Carpi e San Felice sul Panaro hanno disposto, per il giorno 21 maggio, la chiusura degli uffici pubblici.
Per garantire un'adeguata assistenza alla popolazione colpita, la regione Emilia-Romagna ha prontamente avviato la ricognizione delle strutture a disposizione per ospitare le persone evacuate dalle proprie abitazioni mediante l'installazione di moduli di accoglienza, considerato che nel comune di Finale Emilia circa 4 mila persone hanno dovuto abbandonare le Pag. 12proprie abitazioni e in quello di Mirandola le persone allontanate dalle loro abitazioni sono state circa 1.000.
Infine, per raccogliere persone evacuate, fin dalle prime ore sono stati resi disponibili circa 3.500 posti tra aree di accoglienza, palestre, scuole attrezzate, alberghi, abitazioni di parenti e amici. A questi si sono aggiunti i moduli regionali sopra descritti. La società Ferrovie dello Stato ha comunicato la disponibilità di sei vagoni per la capacità di accoglienza di 370 persone.
Nell'ambito del concorso fornito alle strutture operative del sistema, il Corpo nazionale dei vigili del fuoco ha eseguito prevalentemente interventi di soccorso alle persone, la rimozione delle macerie e la verifica degli edifici. Complessivamente sono state effettuate 2.500 verifiche con l'impegno di 650 unità.
In relazione ai possibili episodi di sciacallaggio sui beni rimasti incustoditi a seguito dell'allontanamento dei proprietari dalle proprie abitazioni, oltre ai normali compiti d'istituto, le forze di polizia hanno attivato specifiche misure di ordine e sicurezza pubblica.
Per quanto riguarda gli interventi sanitari, sono stati attivati immediati contatti tra la funzione sanità del Dipartimento della Protezione civile e quella della regione Emilia Romagna. Entro un'ora dall'evento la funzione sanità del Dipartimento ha verificato la disponibilità dei moduli sanitari presso le regioni Toscana, Veneto, Marche e Lombardia. Tuttavia, il non elevato numero di feriti e la notevole disponibilità di risorse sanitarie locali coordinate con efficacia hanno reso non necessario l'invio di mezzi di soccorso da parte di altre regioni. Nello specifico il numero dei feriti assistiti risulta essere di 58 unità, di cui 48 ospedalizzati.
Al fine di confermare l'agibilità delle strutture sono state temporaneamente evacuate, con l'impiego di mezzi e personale locali, alcune strutture sanitarie residenziali e assistite per anziani. Nella provincia di Ferrara il numero delle persone allontanate dal settore sanitario è stata di 20 anziani e 20 pazienti. Nella provincia di Modena sono state trasferite 108 persone, di cui 88 pazienti dell'ospedale di Mirandola e 18 dell'ospedale di Finale Emilia.
Riguardo all'intervento del volontariato della Protezione civile, essenziale componente del Servizio nazionale di protezione civile, si evidenzia che, come di consueto, questo intervento è stato immediato e intenso. Nell'immediatezza dell'evento sono state preallertate tutte le organizzazioni di volontariato di rilievo nazionale per consentire l'immediato impiego delle rispettive colonne mobili per il soccorso immediato e l'assistenza alle popolazioni colpite. Successivamente l'attività dei volontari si è indirizzata prevalentemente all'assistenza alla popolazione evacuata, avviando la realizzazione di aree di accoglienza, anche attendate, di postazioni di assistenza socio-sanitaria, di punti di ristoro e di distribuzione dei pasti caldi.
In merito all'individuazione dei danni che il patrimonio edilizio pubblico e privato delle regioni Emilia Romagna e Lombardia ha subito a seguito dell'evento in questione, si evidenzia che nella maggior parte dei casi il danneggiamento riguarda edifici di culto e di beni storico-culturali, anche se vengono registrati danni su capannoni industriali e fabbricati rurali. Dalle affermazioni pervenute dal territorio si apprende che, per quanto concerne gli edifici abitativi, questi in buona parte risultano integri.
Sono state impiegate nel territorio otto squadre di tecnici volte a rilevare la distribuzione reale del danno. I sopralluoghi, che proseguiranno nel corso del giorno a seguire, sono stati condotti in tutti i comuni interessati. Per ciascun comune si è anche proceduto ad eseguire valutazioni di agibilità sui fabbricati che risultano danneggiati dal sisma o che, per la loro peculiarità, erano in grado di ospitare alcuni senzatetto. Il maggior numero di danni è stato riscontrato nei centri storici dei comuni di Mirandola, Finale Emilia e Sant'Agostino.
Per quanto concerne le problematiche inerenti il settore della viabilità e dei trasporti, si rappresenta che non sono Pag. 13state registrate interruzioni strutturali stradali o situazioni di compromissione della viabilità ordinaria.
Sulla linea ferroviaria, già dalle ore 17 del 20 maggio, la società Ferrovie dello Stato ha comunicato di aver riaperto la tratta Bologna-Padova e di aver contestualmente attivato, nel tratto Bologna-Poggio Rusco, un servizio sostitutivo per la presenza di una torre pericolante. Lungo la tratta ferroviaria non sono state rilevate interruzioni.
Circa lo stato dei servizi essenziali delle telecomunicazioni non sono stati rilevati danni né alle linee elettriche di alta e bassa tensione né alle reti di telecomunicazione. Si segnala invece una disalimentazione di 850 utenze gas in località San Carlo, comune di Sant'Agostino.
Iniziative assunte dal Governo: in considerazione della rilevanza dell'evento, il Presidente del Consiglio dei ministri, in previsione della dichiarazione dello stato di emergenza nelle province di Bologna, Ferrara, Modena e Mantova, che verrà deliberata nella seduta del Consiglio dei ministri di oggi, ha emanato, ai sensi dell'articolo 3 della legge n. 245 del 2002, la dichiarazione dell'eccezionale rischio di compromissione degli interessi primari a causa dell'evento sismico. Come è noto, la disposizione richiamata prevede che, a seguito del verificarsi di un'eccezionale situazione emergenziale che possa comportare un grave rischio di compromissione per l'integrità della vita, anche prima della dichiarazione dello stato di emergenza il Presidente del Consiglio dei ministri disponga, con proprio decreto, su proposta del capo Dipartimento della protezione civile, sentito il presidente della regione interessata, il coinvolgimento delle strutture operative nazionali del Servizio nazionale per la protezione civile, al fine di fronteggiare con immediatezza l'emergenza.
Successivamente, per avviare tutti gli interventi necessari a fronteggiare l'emergenza in atto, verrà emanata dalla capo del Dipartimento della protezione civile, nel rispetto di quanto disposto dal decreto-legge del 15 maggio 2012, n. 59, la conseguente ordinanza di protezione civile.
In materia vorrei aggiungere alcune considerazioni la cui necessità il Governo sente di dover formulare, perché la stampa di questa mattina ed alcune trasmissioni televisive di ieri sera hanno dato un quadro falsato della realtà normativa in atto e degli strumenti che il Governo è in grado di attuare. Tanto per cominciare è sbagliato sostenere che il decreto-legge preveda come unico strumento per il risarcimento dei privati il sistema delle assicurazioni obbligatorie contro le calamità. Questo sistema non è previsto dal decreto-legge. Il decreto-legge si limita a prevedere la possibilità di fare delle assicurazioni private per il rischio catastrofe in generale, rischi che attualmente non sono considerati dalle polizze, e prevede uno sgravio fiscale per incentivare questa eventualità, ma non è assolutamente il sistema - di cui si leggeva oggi su alcuni giornali - di una Protezione civile affidata alle assicurazioni obbligatorie o volontarie. Un'assicurazione obbligatoria sarebbe una nuova tassa che il Governo non si sente di porre, sarebbe un sistema iniquo se si trattasse di assicurazioni volontarie che possono stipulare solo le famiglie più agiate e non certo quelle che non riescono nemmeno a pagare il mutuo di casa.
Voglio anche dire che è sbagliato affermare che l'unico modo che il decreto-legge prevede per fronteggiare queste emergenze è l'aumento delle accise sulla benzina. È un errore tecnico dovuto al fatto di non aver letto il decreto-legge. Spiace dover constatare che durante le trasmissioni televisive si vada a dare questa informazione, chiaramente sbagliata, ai cittadini che stanno guardando la televisione con viva preoccupazione. Non è così. Il decreto-legge prevede - basta leggerlo - che c'è un Fondo nazionale per la protezione civile. Questo fondo viene alimentato con la legge di stabilità. Quando c'è un evento questo Fondo naturalmente può esaurirsi.
Se il Fondo si esaurisce, è necessario, a quel punto, rimpinguarlo per essere pronti Pag. 14rispetto a nuovi eventi; e, per rimpinguarlo, è necessario operare tagli lineari su una serie di capitoli, che sono un pacco di roba particolarmente rilevante: sono circa 200 pagine di capitoli di spesa. A seguito di ciò, se vi sarà ulteriore necessità, si ricorrerà all'accisa.
Vorrei segnare la differenza tra questo e il precedente sistema, perché il sistema dell'accisa era previsto dalla legge n. 10 del 2011, e non da una legge fatta da questo Governo. Il sistema dell'accisa prevedeva che dovesse intervenire prima la regione con un'accisa regionale e, solo dopo, lo Stato. Tale sistema, peraltro, è stato dichiarato incostituzionale per quanto riguarda l'obbligatorietà dell'accisa regionale. È vero che nel decreto-legge è prevista come mera facoltà la possibilità di un'accisa regionale, ma è prevista altresì come mera facoltà - e solo nel caso di necessità di rimpinguare il Fondo - l'accisa di carattere nazionale.
Ho sentito anche polemiche con riferimento alla durata dello stato di emergenza. Il decreto-legge prevede che lo stato di emergenza duri 60 giorni, di regola, nella prima ordinanza; può essere prorogato per un ulteriore periodo non superiore, di regola, a 40 giorni. L'espressione «di regola» serve a dire che può esserci un'eccezione in ragione di particolari, gravi esigenze: sarà, naturalmente, il Governo a valutare tali esigenze. Non è previsto un tetto massimo e, pertanto, i secondi 40 giorni potrebbero diventare 100, 200 o 300.
Noi ci auguriamo che ciò non accada, perché l'emergenza è una situazione tale se è contenuta cronologicamente. Dall'emergenza bisogna uscire e, per uscirne, è necessario che quella della Protezione civile sia una macchina veloce, attrezzata e non appesantita da ben 59 situazioni di emergenza tuttora presenti sul territorio nazionale. Queste emergenze, che durano solo sulla carta e danno poteri a commissari, i quali, molto spesso, non li esercitano, devono cessare. Bisogna passare agli strumenti ordinari.
Non è colpa di nessuno, intendiamoci, tuttavia, si è utilizzato lo strumento della Protezione civile - lo consentiva la legge - per fare cose certamente meritevoli, ma che non sono proprie della Protezione civile e devono essere fatte con gli strumenti ordinari. Questa è la razionalizzazione che prevede il decreto-legge, una razionalizzazione che, già dalla prima ordinanza, indica quali sono i mezzi per far fronte all'emergenza, indica quali sono le norme a cui si deve e si può derogare, indica quale sarà l'autorità competente che succederà alla gestione della Protezione civile. Dieci giorni prima che finisca l'emergenza, nell'ordinanza di chiusura, vi sarà la disciplina, la cronologia e la modalità del passaggio dall'amministrazione di Protezione civile all'amministrazione ordinaria.
Quindi, il decreto-legge, di per sé, è alla prova, certamente, in questa situazione. Nulla è perfetto: anche il decreto-legge, ovviamente, è perfettibile e tutti i miglioramenti che verranno già da domani - perché il decreto-legge è al vostro esame presso le Commissioni I e VIII, già domani - saranno ben visti dal Governo.
Vorrei anche dire che secondo alcune agenzie di stampa che abbiamo letto, il Presidente Monti, che ho sentito questa mattina e che ha visitato i luoghi del sisma, sarebbe stato fischiato: erano semplicemente dei passanti coloro che lo hanno contestato, ma l'avrebbero contestato anche se non vi fosse stato il terremoto.
MASSIMO POLLEDRI. Lo volevano applaudire, si sono sbagliati!
ANTONIO CATRICALÀ, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Questo è ciò che mi hanno riferito i presenti e che mi ha riferito il capo della Protezione civile. Non era, cioè, una protesta per il terremoto.
Diverso è, invece, il discorso di quello che si può e si deve fare per aiutare la popolazione e l'impresa nell'Emilia così ferita.
Ieri sono stato nelle due province emiliane e ho parlato con il presidente Errani, con i presidenti delle province e con i Pag. 15sindaci locali che erano presenti ai due incontri. Le richieste di maggiore interesse sono: una deroga al Patto di stabilità, una possibilità di rinviare il pagamento dell'IMU, intervenire subito sul patrimonio culturale pubblico, non abbandonare le imprese che hanno avuto gravi problemi strutturali per il crollo dei capannoni ed avviare al più presto a normalità quella che è la vita, in genere serena, di queste province, le quali sono province indubbiamente non povere, ma non per questo devono essere abbandonate a se stesse.
Il Presidente Monti mi ha detto di comunicare, oggi, alla Camera che il Governo si impegna a fare tutto ciò che è necessario. Ognuna di queste misure necessita di una copertura finanziaria. Ce lo dobbiamo dire: non è gratuito, non è senza spese rinviare il pagamento dell'IMU, non è senza spese derogare al Patto di stabilità, non è senza spese fare interventi straordinari sul patrimonio culturale danneggiato.
Tuttavia, la volontà ferma del Governo è di intervenire con urgenza e, in proposito, ieri ho chiesto al presidente Errani di farci il resoconto del fabbisogno in modo che il Governo abbia la quantificazione di quanto serve per poter, naturalmente, poi, provvedere alla necessaria copertura nei modi che saranno ritenuti utili dal Ministero dell'economia e delle finanze e, in particolare, dalla Ragioneria generale dello Stato.
(Interventi)
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Bertolini. Ne ha facoltà.
ISABELLA BERTOLINI. Signor Presidente, signor sottosegretario, onorevoli colleghi, vorrei innanzitutto, a nome del mio gruppo, esprimere alle famiglie delle vittime di questo terremoto il nostro sincero cordoglio, la vicinanza e la solidarietà ai feriti e a tutte le persone che stanno vivendo, in queste ore, questa grande tragedia.
Signor Presidente, io sono una volta di più orgogliosa di essere modenese ed emiliana, perché i miei concittadini stanno dimostrando una grande forza e una grandissima dignità in questa terribile emergenza. Non vi è stata alcuna strumentalizzazione del dolore e della tragedia, nonostante questo terremoto abbia distrutto una parte importante della nostra storia e della nostra economia, e nonostante tutti sappiano che sarà difficilissimo riprendersi e che, comunque, non saremo più gli stessi.
Vorrei ringraziare la Protezione civile, il prefetto Gabrielli, i vigili del fuoco, le forze dell'ordine e le istituzioni, ma, soprattutto, tutti i volontari che, con grande capacità e abnegazione, lavorano incessantemente da domenica mattina per dare soccorso e assistenza agli oltre 4 mila sfollati.
Forse il fortunatamente esiguo numero di vittime non rende consapevoli, invece, della gravità della situazione. La macchina dei soccorsi ha funzionato e ha dimostrato efficienza e capacità. I cittadini hanno sentito la vicinanza delle istituzioni e ritengo molto significativa la visita tempestiva dal Presidente Monti in queste ore e la sua, signor sottosegretario, fatta ieri.
I modenesi, i ferraresi, i bolognesi, tutti gli emiliani sono persone per bene, semplici, lavoratori che stanno dimostrando grande forza d'animo e vogliono ricominciare. Non si lasciano di certo andare allo sconforto perché sono combattenti abituati a conquistare i propri risultati. È per questo, signor sottosegretario, che non vanno lasciati soli. Le istituzioni devono ripagarli con la stessa generosità e concretezza che li caratterizza. I cittadini di quei comuni distrutti si aspettano risposte immediate perché vogliono ricominciare a vivere e a lavorare. Non vogliono assistenza, chiedono sono le condizioni per poter ripartire.
Vi sono circa 200 mila persone interessate da questo evento sismico, 5 mila posti di lavoro a rischio, danni a case e imprese per centinaia di milioni, un patrimonio artistico interamente distrutto. Il 70 per cento delle aziende dell'area nord Pag. 16del modenese, oltre a quelle ferraresi, hanno subito danni strutturali ai capannoni e agli impianti e sono in questo momento chiuse.
C'è un'economia fatta di piccole e medie imprese, agricole e industriali, che deve e vuole rimettersi subito in moto. È per questo che è necessario non solo far fronte all'emergenza e alla prima assistenza, come ci ha detto il sottosegretario e come in effetti sta avvenendo, ma è necessario anche attivare da subito strumenti che consentano la ripartenza. Mi auguro che in questo ci sia l'unanimità e la generosità di tutto questo Parlamento.
Mi riferisco al fatto e alle cose che ha anche indicato prima il sottosegretario. Ci vuole una sospensione immediata di tutti gli adempimenti fiscali, tributari e contributivi, in particolare l'IMU. Sappiamo che questo ha un costo, ma sappiamo anche che questa è un'emergenza che non aspettavamo. È necessario attivare una moratoria sui mutui per le imprese e anche per le famiglie, molte delle quali oggi non hanno più la casa. Bisogna erogare strumenti creditizi per riavviare le attività produttive ed evitare che si perdano posti di lavoro, attivare con urgenza ammortizzatori sociali, come la cassa integrazione.
I lavoratori a rischio è vero che sono 5 mila, ma se si considerano anche il terziario, i servizi, l'agricoltura, i precari e gli interinali, sono molti e molti di più. Sarebbe necessaria anche la deroga al Patto di stabilità per quegli enti locali così tragicamente colpiti e questa è la cosa che le è stata chiesta con più forza ieri dai presidenti delle province interessate. Ci ha già detto delle ricadute sulla popolazione colpita di questo decreto-legge che lei ci dice oggi in parte modificato, ma credo sia necessario anche su questo fare una verifica.
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Bertolini.
ISABELLA BERTOLINI. Credo che queste siano le indicazioni - e concludo, signor Presidente - emerse nelle ultime ore e che all'unanimità sono state concertate ed approvate. L'emozione, la paura e l'emergenza devono lasciare il posto alla concretezza, alla ricostruzione e alla ripartenza. Come emiliani chiediamo a questo Governo, a questo Parlamento, a tutti gli italiani di aiutarci a credere che il nostro territorio, così duramente ferito, può da subito ricominciare a guardare al futuro con speranza e con fiducia (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, signor sottosegretario, onorevoli colleghi, le poche vittime e i non numerosi feriti, ai cui familiari va il nostro primo pensiero, non devono far pensare che questo evento non sia un evento di proporzioni enormi e gigantesche. Sono stati riscontrati danni che, da una prima ricognizione, evidenziano gravissime situazioni ai monumenti storici ed ecclesiastici e anche alle attività produttive, purtroppo maggiori di quelli che si pensava in un primo momento.
Le diverse migliaia di sfollati dovranno affrontare un viatico verso la normalità non breve e soprattutto doloroso. La risposta immediata è stata sicuramente all'altezza della situazione. Anche noi vogliamo ringraziare la Protezione civile, le istituzioni locali, la regione, le associazioni di volontariato, che hanno risposto con efficienza e prontezza alle necessità della cittadinanza, così come è encomiabile la rete di solidarietà che esercizi commerciali, imprese e strutture hanno attivato sin dalla prima ore.
Proprio in queste situazioni, lo voglio sottolineare, ci si rende conto come il ruolo dei sindaci e dei presidenti delle province sia fondamentale per le comunità che amministrano. La richiesta dello stato di emergenza nazionale, presentata dal presidente Errani in accordo con le istituzioni locali e con il prefetto Gabrielli, che ringraziamo per l'impegno e per lo stile con cui ha gestito le prime fasi dell'emergenza, pensiamo e crediamo che sarà accolta dal Consiglio dei ministri. Pag. 17Questo denota appunto che siamo davanti ad un grande dramma di carattere nazionale.
Grande attenzione, signor sottosegretario, va posta anche per la provincia di Mantova, che è stata anch'essa in parte profondamente colpita. I suoi chiarimenti sul nuovo decreto riguardo alla Protezione civile in parte ci tranquillizzano, ma la discussione in Parlamento verificherà punto per punto un principio fondamentale, cioè che l'idea di un disimpegno dello Stato non è e non sarà accettabile.
Chiediamo una precisa road map che porti dalla situazione dell'emergenza alla fase della ricostruzione. Per la popolazione civile la priorità deve essere il rientro nelle case, qualora agibili. Attendiamo al più presto l'ordinanza per la copertura delle spese per gli interventi emergenziali. Poi, parallelamente, bisognerà individuare strumenti legislativi per evitare il pagamento dell'IMU e di altri tributi fiscali ai proprietari delle case colpite e delle attività produttive, compresa l'agricoltura, che hanno visto danneggiati, e in alcuni casi distrutti, i manufatti relativi.
Occorre necessariamente un provvedimento ad hoc per i beni culturali e religiosi, patrimonio inestimabile della storia delle nostre zone. Vi è, poi, da verificare subito, in accordo con la regione, la possibilità immediata di un sostegno al credito per le imprese, per il ripristino delle attività. Vi sono aziende la cui chiusura, anche di una settimana, può pregiudicare seriamente la loro sopravvivenza. Questo, ovviamente, oltre il riconoscimento del danno. Allo stesso modo, è importante l'attivazione immediata per i lavoratori degli ammortizzatori in deroga.
Poi vi sarà la ricostruzione. Chiediamo l'apertura di un tavolo permanente, sottolineando che il problema - lo ripeto - è di carattere nazionale. Qui la priorità è di consentire, attraverso l'allentamento del Patto di stabilità, ai comuni, che non possono più pagare oltre, di spendere, da subito, le risorse disponibili. Non vi può essere nessuna ragione di copertura tale da impedire ai sindaci di spendere le proprie risorse. I nostri comuni e le nostre istituzioni, signor sottosegretario, come le abbiamo detto anche ieri a Ferrara, non useranno l'emergenza per altro. È una cattiva abitudine, usata forse da qualcuno nel passato, che non ci appartiene. Verifichiamo tutte le situazioni che immediatamente possono mettere a disposizione delle risorse.
Concludo, signor Presidente, chiedendo al Governo un provvedimento immediato. Questo terribile terremoto, che già ha provocato disastri imponenti, poteva avere conseguenze di proporzioni inimmaginabili se noi, come Partito Democratico, non ci fossimo opposti, da anni, alla costruzione di un deposito di gas di milioni di metri cubi a Rivara, località a pochi chilometri dall'epicentro del terremoto. Le motivazioni che avevamo portato, condivise dalla regione, erano proprio relative alla pericolosità legata ad eventuali eventi sismici. Ecco, spero che dopo ciò che è capitato la vicenda sia chiusa definitivamente, a dimostrazione che i «no» qualche volta possono servire. È una piccola consolazione, in una situazione di devastazione che va affrontata con la necessaria determinazione da parte del Governo, determinazione che non mancherà ai cittadini emiliani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandri. Ne ha facoltà.
ANGELO ALESSANDRI. Signor Presidente, signor sottosegretario, so che ieri era in visita in Emilia. Alcuni nostri amministratori, il sindaco di Boneno, ed altri, ci hanno riferito del suo incontro. Hanno delle perplessità innanzitutto su quello che lei prima ha citato, il dispositivo del provvedimento che andiamo ad esaminare (da domani inizia l'iter presso le Commissioni I e VIII, relatore Margiotta per l'VIII Commissione). Dovremo approfondirlo. Avevamo già tanti dubbi perché avete varato un decreto d'urgenza che forse così urgente non era nel fare questa riforma. Oggi, invece, diventa urgente guardare quello che avete scritto punto per punto perché, come lei ha detto bene, è il banco Pag. 18di prova di questo provvedimento. È urgente analizzarlo e da domani cominceremo il suo esame. Oggi ce lo leggiamo per bene, sebbene tante cose le avevamo già viste.
Ricordo quello che è successo alle 4,03 di domenica mattina, tutti abbiamo «ballato» in quel momento. Qualcuno, purtroppo, ha avuto anche di peggio e la solidarietà l'abbiamo già espressa in molte sedi. La esprimiamo anche oggi solennemente alle famiglie, alle popolazioni, ai tanti amici che hanno chiamato e che abbiamo visto in questi giorni, agli sfollati. Ora vi è un'emergenza, che è quella di risolvere il problema contingente del primo intervento. Non so chi di voi ha scritto «sessanta più quaranta». Però, facendo un po' mente locale sull'emergenza di questo Paese, è difficile pensare che 100 giorni siano sufficienti per affrontare solo la fase della prima emergenza. Ma, poi, in un caso di terremoto esiste una seconda fase, perché queste persone, che abbiamo sistemato negli alberghi o nelle tende, dobbiamo riportarle nelle proprie case.
Ho assistito, a volte anche in maniera allucinata, a quello che è avvenuto con il terremoto dell'Abruzzo. Vi erano norme e ordinanze che si accavallavano. Anche quello deve servirci come esempio, per non commettere gli stessi errori. Come prima veniva ricordato anche dai colleghi Bratti e Bertolini, la nostra è una terra che ha sempre saputo fare lega, cooperativa, partecipazione, unione e ha sempre saputo reagire ai momenti dei disastri, dato che ne abbiamo avuti tanti. Nella zona estense vi è stato un terremoto simile, anche come intensità, nel 1570, che ebbe scosse prolungate e con uno sciame che durò quasi quattro anni. Non è neanche impossibile prevedere che per qualche mese, per un lungo tempo, vi saranno ancora assestamenti.
Di fronte a questo, però, dobbiamo essere pronti e l'Emilia è pronta. Lo ha sempre fatto e lo sa fare. Le dico, però, che dobbiamo avere qualche certezza. Lei ha parlato di un Fondo per la protezione civile che non sappiamo quanto sia fondo. Non sappiamo quando sarà possibile capitalizzarlo, anche con il capitolo del Consiglio dei Ministri per le emergenze.
Non sappiamo ancora nulla, abbiamo solo dei «forse», dei «circa», dei «vedremo», dei «ci impegneremo» o dei «non lasceremo sola questa terra». Io credo che questa terra abbia bisogno innanzitutto di poter contare su se stessa: via il Patto di stabilità subito, via la dichiarazione dei redditi subito, per evitare che poi un «Serpico» qualsiasi - se non informiamo subito il computer - cominci anche a rompere le scatole tra qualche mese ai nostri produttori che sono fermi. Ma l'Emilia dà la possibilità di poter far da soli senza doversi inginocchiare, come spesso hanno fatto altre popolazioni di fronte ad un evento calamitoso.
Ricordo a me stesso ed a quest'Aula che l'82 per cento del territorio italiano è continuamente a rischio idrogeologico, compresi i terremoti. Dobbiamo metterci in testa che non si può, tutte le volte, ricorrere allo Stato, che spesso non ha i soldi: a quel punto inizia un tira e molla tra poveri per poter fare ciò che è giusto fare. Le soluzioni possono essere tante: la forma assicurativa non può essere buttata lì in un decreto-legge, con una forma quasi volontaria che non serve assolutamente a niente, ma ci deve essere intanto uno Stato che dà delle garanzie e ci vuole, secondo me, anche un'altra cosa: si deve prevedere una possibilità. Se si potesse cambiare la Costituzione in un minuto e far finta che l'Emilia Romagna sia una regione autonoma, facendo in modo che fino al 2012 i nostri soldi ce li teniamo noi, senza chiedere niente a Roma, le posso assicurare che noi, tra quarant'anni, non siamo ancora lì a chiedere l'accisa sulla benzina: noi emiliani, con i nostri soldi di questi mesi saremmo in grado tranquillamente di risolverci il problema in sette o otto mesi, con il modello Friuli (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Noi siamo capaci di farlo! Problema diverso è se dobbiamo andare ad elemosinare fuori. Credo che lei se ne sia reso conto. Prima le è scappata una battuta infelice su Pag. 19Monti. Non so come lei possa sapere se quelle persone che l'hanno fischiato - io sono qua come lei oggi - lo avrebbero fischiato comunque: lei non li conosce, io tantomeno. Tuttavia credo che invece bisogna prendere atto che, forse più che delle passerelle o delle promesse, gli emiliani, che non sono abituati a queste cose, hanno bisogno di garanzie e di certezza. Noi saremo qui tutti i giorni a controllare che queste garanzie e questa certezze, che oggi avete ventilato, si concretizzino, perché questa terra è una grande terra. Vedere in ginocchio la nostra gente, vedere in ginocchio le forme di parmigiano che sono un simbolo, vedere in ginocchio un'attività agroalimentare, è terribile, ma li abbiamo visti in ginocchio per poche ore. Dopo poche ore erano in piedi. Erano in piedi con orgoglio e pronti a ripartire.
Facciamo in modo che in questo caso non sia proprio lo Stato a fiaccare la loro voglia di lottare ed il loro orgoglio perché quello lo hanno. Se ci date gli strumenti noi, in pochissimi mesi, sapremo dare l'esempio a tutto il resto del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lusetti. Ne ha facoltà.
RENZO LUSETTI. Signor Presidente, anche io voglio esprimere - a nome del mio gruppo - il cordoglio ai parenti delle vittime, la solidarietà agli sfollati e a tutta la popolazione colpita dal terremoto.
Come è noto, signor sottosegretario, i terremoti non si possono prevedere, ma le tragedie sismiche si possono prevenire. I dati sono evidenti, sono già stati citati negli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto, non li sottolineo, però i danni ingenti all'economia, all'agricoltura, al patrimonio storico-artistico ed ecclesiastico sono sotto gli occhi di tutti ed hanno bisogno di essere considerati anche con risposte politiche. Anch'io esprimo sincero apprezzamento - non formale e non di circostanza - per la tempestività dei soccorsi e per il coordinamento operato dalla Protezione civile, ma sappiamo che l'Italia è - e rimane - un Paese particolarmente esposto a rischi di origine naturale anche in zone come queste, anche in pianura, anche ai piedi dell'Appennino, anche in Pianura Padana.
Concordo con l'onorevole Bratti, che mi ha preceduto, con il «no» definitivo a quella sorta di deposito di stoccaggio che, per tanti anni, l'azienda ha cercato di proporre in quella zona, proposta sostenuta anche da qualche politico, ma lasciamo stare. Concordo perché sarebbe una tragedia umana se questo deposito di stoccaggio fosse stato realizzato in quella zona. Però è chiaro che anche in questa zona c'è un'emergenza che va affrontata.
Ho ascoltato con attenzione anche l'intervento del collega Alessandri. Alessandri si comporta come quelli che pensano di essere all'opposizione da vent'anni: in realtà la Lega era al Governo fino all'altro giorno, quindi non possiamo pensare che in questi anni non sia accaduto nulla. Qualcosa è accaduto ed è per questo motivo che affronto il tema del decreto-legge n. 59 del 2012. Per fortuna - lo dico al collega Alessandri - c'è questo decreto-legge, che ha abolito la norma precedente che ha destrutturato la Protezione civile.
È una norma voluta dal Governo che ha preceduto questo, il Governo Berlusconi, quindi non immaginiamo che questo decreto porti problemi, no, ha risolto qualche problema perché l'idea dei 100 giorni (60 più 40) comunque esiste e c'è la volontà di affrontare il tema del soccorso e dell'emergenza nei confronti di coloro che sono stati colpiti da questo terremoto. Certo, vi è forse qualcos'altro da fare, ma il decreto, come ha detto il sottosegretario Catricalà, è appena arrivato, lavoreremo, quindi, nelle Commissioni Affari costituzionali e Ambiente, di cui lei è Presidente, per poter presentare emendamenti e fare un passaggio ulteriore, facendo sì che non ci sia solamente il tema della messa in sicurezza della popolazione ma anche un'attenzione al risarcimento del danno e al ritorno alle normali condizioni di vita delle popolazioni che hanno subito il terremoto. Pag. 20
Per questo motivo penso che sia importante che oggi il Governo vari questo stato di emergenza nazionale ma che sia anche importante che questo decreto possa essere affrontato in sede di conversione con poteri forti per poter dare una mano a coloro che sono in difficoltà, alle vittime di queste calamità. Per questo credo che - lo dico al Governo tecnico - si devono fare scelte politiche; concordo con il sottosegretario che queste scelte non si fanno senza spese, però bisogna farle e penso che il Governo farà il possibile. Si deve innanzitutto delimitare il perimetro dell'intervento per evitare la dispersione di risorse, poi, per quanto possibile, i cittadini devono essere protetti e indennizzati dallo Stato, soprattutto le imprese, e devono essere sospese, con un rinvio del pagamento dei tributi, l'IMU e le tasse relative alle popolazioni colpite, poi, ancora, la sospensione delle rate dei mutui per quanto possibile e, infine, una deroga al Patto di stabilità interno per gli enti locali coinvolti nel sisma emiliano.
Per questo motivo credo, signor Presidente, onorevoli colleghi, che dobbiamo fare un lavoro per potenziare il sistema di Protezione civile che veda al centro il ruolo della Presidenza del Consiglio, i poteri locali ed i governi regionali, l'operatività dei corpi dello Stato e soprattutto i vigili del fuoco che troppo spesso in passato hanno subito decurtazioni di risorse finanziarie importanti per il funzionamento del corpo.
Concludo dicendo che solo con questo sistema di Protezione civile possiamo far sì che ci sia maggior prevenzione dei rischi e non solo soccorso di emergenza (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro per il Terzo Polo e Futuro e Libertà per il Terzo Polo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Biagio. Ne ha facoltà.
ALDO DI BIAGIO. Signor Presidente, signor sottosegretario, la ringrazio per le informazioni dettagliate e puntuali di un evento complesso e drammatico. A me il compito di fare le riflessioni che avrebbe dovuto fare il collega Raisi, cittadino emiliano che avrebbe dovuto oggi essere presente ma che non ha avuto modo di allontanarsi dal proprio territorio ovviamente per riunioni con gli enti locali, per cercare di dare un seppur minimo contributo ai tanti colpiti da questo dramma.
Voglio esprimere il cordoglio mio e dell'intero gruppo di Futuro e Libertà per il Terzo Polo per le vite spezzate dal sisma; oltre che ai feriti, la mia vicinanza va alle migliaia di cittadini colpiti e attualmente senza un tetto, in attesa di un doveroso sostegno dallo Stato. Voglio inoltre esprimere anch'io un sentito ringraziamento alla Protezione civile e a tutte le realtà impegnate a gestire l'emergenza che, come in ogni altra dolorosa circostanza, si sono mostrate attive e operative.
Questo dramma ha sconvolto il Paese in un momento già difficile sotto più punti di vista, ancora una volta - e mi duole ripeterlo - l'Italia si trova scossa e messa in ginocchio da un evento per sua natura non prevedibile, un evento innanzi al quale non si può restare fermi ma rimboccarsi le maniche nel tentativo di superare ogni tipo di ostacolo, polemica e strumentalizzazione che di regola accompagnano il verificarsi di una calamità nel nostro Paese. Forse è questo l'impegno più grande di cui bisogna farsi carico, non ci serve rincarare le dosi con altri problemi e disagi, soffermiamoci su cosa è accaduto in queste terre; una terra caratterizzata da un patrimonio artistico eccezionale fortemente danneggiato dal sisma e le cui immagini dolorose e drammatiche hanno fatto il giro del mondo. Non dimentichiamo inoltre che la regione è una meravigliosa terra di agricoltura, di imprese valide e sfidanti sotto più profili, una terra di lavoro fiore all'occhiello dell'impianto produttivo e commerciale italiano.
Queste aziende e questi validi imprenditori non possono essere lasciati soli tra le loro macerie. È in questo momento che si veda uno Stato valido, moderno e civile nel non abbandonare il cittadino, soprattutto quando questo vuol dire abbandonare un pezzo della nostra economia e del nostro futuro. Ci auguriamo, signor Ministro, Pag. 21che il Governo trovi, senza se senza ma, le coperture per far fronte a questa emergenza, senza infierire sulle tasche, già esangui, degli italiani. È lo Stato che gestisce l'emergenza, non la società civile. Il motore economico della regione Emilia Romagna deve ripartire al più presto. Le sue parole ci confortano. Ci aspettiamo risarcimenti rapidi. Non vogliamo sentir parlare di assicurazioni e conseguenti speculazioni davanti alla morte e alle tragedie. Lasciamolo fare gli altri. Chiediamo il buon senso e il rispetto verso ciò che in Italia è ancora dignitoso: la vita del cittadino e la grandiosità del suo lavoro. Ringrazio lei signor sottosegretario e il Presidente Monti per avere, con la sua presenza in quei luoghi, voluto dimostrare l'attenzione del Governo e di tutto il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mura. Ne ha facoltà.
SILVANA MURA. Signor Presidente, signor sottosegretario, la ringrazio innanzitutto per la tempestiva informativa che il Governo ha fornito in merito al terremoto che ha colpito molto duramente l'Emilia Romagna. Si è trattato di un sisma ad alta intensità, un sisma che ha provocato danni ingenti soprattutto nelle province di Modena e Ferrara. Ma non solo: è stata colpita l'economia della regione e la sua storia e purtroppo alto è stato il tributo di vite umane. Nella notte fra sabato e domenica sono morte sette persone. A loro ed alle loro famiglie voglio esprimere il sentito cordoglio dell'Italia dei Valori. Di queste vittime, ben quattro erano operai, che stavano lavorando nel momento in cui la terra ha tremato in maniera più violenta. Naouch Tarik, Gerardo Cesaro, Nicola Cavicchi e Leonardo Ansaloni sono morti perché si trovavano al lavoro, ma a differenza di altri colleghi non sono riusciti ad abbandonare quei capannoni, che crollando hanno spento le loro vite. Questi morti, come tutte le morti a seguito di disgrazie, provocano un profondo dolore e allo stesso tempo però rappresentano anche un simbolo, che poi è il simbolo della regione Emilia Romagna, una terra che ha sempre fatto del lavoro, agricolo e industriale, la sua filosofia, la sua principale caratteristica, una terra dove ci sono fabbriche i cui macchinari per esigenze di produzione, rese ancora più stringenti dalla crisi economica, vanno ininterrottamente, anche nella notte che porta dal sabato alla domenica.
Le aziende in cui lavoravano i quattro operai morti lunedì non hanno ripreso il lavoro e non lo faranno per diverso tempo, perché gli stabilimenti sono crollati. Non sono state solo le imprese ad aver subito danni consistenti, anche se è presto per poter fare una seria valutazione dei danni che il terremoto ha causato. In questo senso, ritengo doveroso citare come esempio la condotta immediatamente assunta dal presidente della regione Vasco Errani, il quale accorso sin dalle prime ore di domenica nei luoghi duramente colpiti dal sisma, ha dichiarato che la prima emergenza da affrontare è quella dell'assistenza alle tante persone sfollate, che sono circa 5 mila. Una volta trovato ricovero ad ogni persona che è per strada verrà il tempo della conta dei danni economici al sistema produttivo. Questa è la filosofia alla quale dobbiamo ispirarci anche a livello nazionale nel programmare interventi a sostegno della regione Emilia Romagna, ma con alcuni punti fermi. L'emergenza, ma anche la ricostruzione, non può e non deve essere demandata ai soli luoghi colpiti dal terremoto, ma deve vedere un impegno attivo da parte del Governo con lo stanziamento di tutte le risorse necessarie a far ripartire una regione dove la gente si è già rimboccata le maniche e chiede soltanto ciò che gli spetta di diritto.
Non è questo il momento e non è certo la mia volontà sollevare polemiche sulle perplessità riguardo al recente decreto sulla Protezione civile, ma su un punto, signor sottosegretario, vogliamo essere chiari fin da ora: la ricostruzione non potrà essere pagata dagli stessi cittadini emiliano-romagnoli attraverso la cosiddetta tassa sulle disgrazie. La regione ha già fatto scattare le reti di solidarietà Pag. 22interna che l'hanno sempre contraddistinta. Solo per fare un esempio tra i tanti, cito la Camera di commercio di Modena, che ha stanziato un milione e mezzo di euro a favore delle imprese dei territori colpiti dal sisma. Ma questo non significa che il Governo sia esentato dal fare la sua parte, mettendo a disposizione le risorse economiche necessarie, anche perché in meno di un anno non è la prima volta che l'Emilia Romagna è flagellata da disgrazie causate da eventi naturali. Solo a gennaio di quest'anno sempre un terremoto aveva colpito le province di Parma e Reggio Emilia, qualche mese dopo l'agricoltura e la zootecnica emiliano-romagnole hanno subito danni ingentissimi a causa del maltempo e delle copiose nevicate che hanno flagellato gran parte del Paese.
Da ultimo, il sisma di domenica ha portato ulteriori danni ingenti anche per quanto riguarda il patrimonio storico e culturale. La Torre dei modenesi di Finale Emilia, dopo 800 e passa anni di storia, crollata prima a metà e poi completamente dopo le scosse del pomeriggio, è il simbolo delle ferite inflitte alla storia del territorio, che ha visto danneggiati in maniera grave chiese e monumenti antichissimi.
Davanti a questi disastri, l'Emilia Romagna e la sua gente non si piangono addosso, ma sono già per le strade a sgombrare macerie per far ripartire le attività. Al Governo questa gente non chiede miracoli, ma soltanto di fare il suo dovere fino in fondo, e noi ci uniamo a questa richiesta (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Taddei. Ne ha facoltà.
VINCENZO TADDEI. Signor Presidente, signori sottosegretari, colleghi, innanzitutto credo che sia opportuno, come hanno fatto, d'altro canto, quelli che mi hanno preceduto, dare piena solidarietà alle famiglie, alle comunità locali, a coloro i quali sono stati investiti da questa immane tragedia, che, negli ultimi 50 anni, ha coinvolto molteplici regioni del nostro Paese.
Vorrei qui ricordare il Belice, il Friuli, l'Umbria e le Marche, l'Irpinia, la Basilicata, l'Abruzzo e oggi l'Emilia Romagna. Questo significa che il nostro Paese è ormai interessato da tempo da questa problematica. Credo che dobbiamo passare, una volta per tutte, dalla cultura dell'emergenza alla cultura della prevenzione e che lo Stato italiano, in questi ultimi 50 anni, abbia speso risorse ingentissime per intervenire puntualmente nei singoli territori. Basti pensare a quanto è stato speso per l'Irpinia e la Basilicata, ma anche per altre regioni: centinaia e centinaia di miliardi, che, purtroppo, non hanno messo in sicurezza l'intero patrimonio edilizio del nostro Paese.
Il vero problema è che noi abbiamo un patrimonio edilizio ante 1960 che andrebbe messo in sicurezza e consolidato attraverso delle politiche che, nel tempo logicamente, devono essere realizzate e che non si possono realizzare nel breve periodo.
D'altro canto, anche il decreto-legge sulla riforma della Protezione civile riguarda e riguarderà l'emergenza, ma sicuramente non riguarderà l'ordinarietà, che, purtroppo, drammaticamente interessa ormai l'intero Paese.
Quindi, credo che vi sia l'esigenza che il Governo e il Parlamento mettano giù un'idea, un programma che guardi alla messa in sicurezza dell'intero patrimonio edilizio del nostro Paese, logicamente guardando, innanzitutto, alle strutture pubbliche. Vorrei, al riguardo, chiedere al Governo che fine ha fatto il piano per la messa in sicurezza delle scuole nel nostro Paese, un piano che prevedeva circa 900 milioni di euro, dei quali 300 sono stati già programmati e gli interventi sono in fase di realizzazione. Vi è un programma che è già stato licenziato alcuni mesi fa dal vecchio Governo Berlusconi per altri 400 milioni, che non sappiamo che fine abbiano fatto.
Credo quindi che abbiamo l'esigenza di mettere giù un'idea, un programma, una nuova legislazione, che, innanzitutto, preveda per tutto il nostro Paese che le nuove costruzioni siano realizzate con criteri Pag. 23antisismici; contestualmente, abbiamo l'esigenza di preservare anche il nostro patrimonio di centri storici, che è vastissimo e che costituisce una delle ricchezze più importanti del nostro Paese.
Non a caso, anche qui, come è accaduto per altri terremoti, i primi ad essere colpiti sono stati i nostri centri storici, i beni culturali, storici e monumentali del nostro Paese. Credo che il Governo debba assolutamente adottare, pur sapendo che siamo in una fase di estrema difficoltà finanziaria, nuovi strumenti e nuove proposte, che vadano in questa direzione, dove ovviamente, anche i privati abbiano la propria parte: gli enti locali, anche il mondo assicurativo e le banche devono essere coinvolte, perché, certamente, in questa fase di emergenza, anche in Emilia Romagna bisognerà intervenire come Stato, altre forme non ne abbiamo.
Se è vero, come è vero, che l'intero Paese è interessato al problema sismico, abbiamo l'esigenza, evidentemente, di mettere giù un programma pluriennale che vada in questa direzione, evitando che da qui a 10, 20 o 40 anni, lo Stato consumi risorse, che poi divengono emergenziali, necessitate e che vanno sempre a carico della collettività.
Noi ci auguriamo che, dopo questa fase di emergenza, si vada in questa direzione per dare una risposta all'intera comunità nazionale che, purtroppo, drammaticamente, è sotto scacco rispetto a questa problematica, perché oggi è accaduto in Emilia Romagna, ma può darsi che tra due anni accada in un'altra parte.
Abbiamo dunque l'esigenza di adottare delle iniziative legislative, anche di carattere finanziario, in modo tale che nel futuro non si possa più parlare di emergenza, come già accade in altri Paesi (ad esempio in Giappone), che periodicamente sono interessati da vicende sismiche, ma certamente non hanno problemi emergenziali come il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Popolo e Territorio).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.
AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, i deputati della componente Grande Sud-PPA del gruppo Misto, che rappresentano un territorio dove i terremoti sono stati di casa negli ultimi 150 anni - non vi è famiglia che non abbia avuto qualche morto a causa del terremoto avvenuto nelle due province di Messina e di Reggio Calabria -, solidarizzano, ovviamente, con i familiari delle vittime.
È giusto ringraziare il rappresentante del Governo, il sottosegretario Catricalà, per l'esposizione puntuale e dettagliata e anche per i contenuti espressi. Per esempio, egli ha annunciato che la Protezione civile e l'emergenza devono interessare gli eventi più importanti. L'emergenza non può durare a lungo. Prendo per buona questa affermazione e ritengo che la prima cosa da fare, ad esempio, in relazione al terremoto avvenuto in Abruzzo sia di ritornare all'ordinarietà e avviare le opere di ricostruzione, dopo tre anni di stasi, soprattutto nella città di l'Aquila.
Oggi, ieri e l'altro ieri tutte le prime pagine dei giornali hanno parlato di questo terremoto. Il mio timore è che già oggi e nei prossimi giorni saranno le seconde, le terze e le quarte pagine ad occuparsi del tema, che poi scomparirà dai giornali.
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Misiti.
AURELIO SALVATORE MISITI. Che fare? È giusto che, ad esempio, il 10 per cento dei fondi per le infrastrutture annunciate dal Governo (70 miliardi di euro) si stanzi per avviare un adeguamento sismico degli edifici strategici costruiti prima dell'era del calcestruzzo armato. Dei 200 mila morti negli ultimi centocinquant'anni, 190 mila sono concentrati nei primi 75 anni. Questa è una domanda che ci dobbiamo porre. Negli ultimi 75 anni ve ne sono stati solo 10 mila. Questo significa che le nostre costruzioni hanno acquistato sicurezza proprio con l'avvento del calcestruzzo armato (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Grande Sud-PPA).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mosella. Ne ha facoltà.
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DONATO RENATO MOSELLA. Signor Presidente, signori sottosegretari, anche il nostro pensiero sincero va alle vittime del terremoto.
Sono stati colpiti i simboli della normalità: operai durante il turno di lavoro, anziani, tante persone inermi. Ancora una volta la terra che trema dimostra tutta la fragilità del nostro territorio, ad iniziare dalle case sino a tutte le straordinarie opere d'arte e monumenti di inestimabile valore storico e culturale.
Vogliamo esprimere la nostra gratitudine alle centinaia, migliaia, di volontari che, da domenica mattina, sono impegnati nelle zone terremotate per assicurare l'assistenza e la cura a tutta la popolazione colpita. Queste sono le ore della solidarietà e tutti dobbiamo operare, ai diversi livelli, con spirito unitario e costruttivo.
Ha fatto bene il sottosegretario Catricalà a chiarire alcuni aspetti relativi al finanziamento dei fondi per la ricostruzione. La difficoltà finanziaria, congiuntamente a quella del bilancio dello Stato, e i vincoli europei non vanno strumentalizzati e confusi, questo non deve essere consentito in queste ore. Quindi, appoggiamo con forza il chiarimento che egli ha portato in quest'Aula.
La forza e la dignità dei cittadini emiliani sono il monito per tutti ad affrontare un'emergenza imprevista, attuando tutto quanto è necessario per far sentire con forza che lo Stato c'è e che tutto il Paese è lì in terra emiliana.
Un plauso va alla Protezione civile per l'intervento immediato e positivo, reso possibile anche grazie alla recente riforma operata da questo Governo. Credo che vada lasciata lavorare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza per l'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.
ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, signor sottosegretario, esprimo a nome della mia componente, Noi per il Partito del Sud, il cordoglio e la solidarietà alle famiglie degli scomparsi ed alle popolazioni che in questo momento stanno soffrendo per i disagi conseguenti al terremoto.
I terremoti non si possono prevedere, però si può attenuare il danno che è conseguenza di un terremoto. Il terremoto dell'Irpinia ha testimoniato la fragilità del nostro patrimonio abitativo; quello di San Giuliano la fragilità anche di alcuni edifici pubblici come le scuole; il terremoto di L'Aquila e prima ancora quello dell'Umbria hanno testimoniato la fragilità del nostro patrimonio storico-artistico.
Quindi, signor sottosegretario, questo non è il momento di verificare a chi scaricare la patata bollente, se deve essere lo Stato, se devono essere gli enti locali o le regioni a gestire le emergenze e ciò che consegue ai terremoti. In questo momento noi dobbiamo continuare a sviluppare un'azione per tentare di ridurre le conseguenze di un terremoto. È evidente che tutte quelle misure che sono state adombrate dai colleghi che mi hanno anticipato, come rinviare il pagamento di alcune tasse ed altre misure quali le deroghe al Patto di stabilità, sono assolutamente necessarie ed indispensabili.
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Iannaccone.
ARTURO IANNACCONE. Quindi, signor sottosegretario, noi chiediamo che il Governo si assuma fino in fondo la sua responsabilità anche per gestire questo, purtroppo, ennesimo dramma che ha colpito il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia).
PRESIDENTE. È così esaurita l'informativa urgente del Governo.
Sull'ordine dei lavori (ore 12,20).
FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Pag. 25
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori, anche se questa mattina abbiamo dovuto occuparci di fatti drammatici. Per domani, tuttavia, è prevista l'elezione da parte della Camera dei deputati di due importanti organi pubblici: l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ed il Garante per la protezione dei dati personali.
Si tratta di due organismi che, purtroppo, non hanno una fama eccelsa nell'opinione pubblica, ma non perché i loro compiti non siano di vitale importanza per una democrazia e non perché esse non esprimano mai potenzialità e professionalità elevate. È capitato, anzi, che queste Authority abbiano assunto posizioni giuste, talora anche coraggiose. Come dicevo, però, questa non è la regola: è purtroppo un'eccezione. Non a torto si è fatta strada nell'opinione pubblica la convinzione che questi organi siano spesso un rifugio di coloro che non sono stati rieletti in Parlamento, di ex presidenti di giunte regionali, di ex sindaci e di consulenti di vario genere. Insomma, esse sono avvertite non come luoghi in cui debbano sedere persone di indiscussa competenza tecnica e di indipendenza di giudizio, ma al contrario persone che, quando va bene, sono competenti e, però, esercitano le loro competenze in modo - mi si permetta di dirlo - «addomesticato». Quando va male, poi, ci troviamo anche persone che il lavoro proprio non lo conoscono affatto.
Tra parentesi - signora Presidente, è un tema che le dovrebbe essere caro - osservo che né nell'Agcom né nel Garante per la protezione dei dati personali sono mai state nominate donne a differenza, ad esempio, dell'Antitrust, dove almeno risulta una professoressa su quattro membri.
È ovvio che in un simile contesto di opacità le migliori esperienze professionali, il merito e l'autonomia di giudizio non riescano a dispiegare i loro effetti come dovrebbero, senza dire che spesso nei posti dirigenziali di queste autorità sono collocati magistrati ordinari e amministrativi o avvocati dello Stato o i loro figli, i quali sono certamente bravissimi per sapienza tecnica, ma sono poi anche sensibili particolarmente all'ambiente dei gabinetti dei Ministri, che puntualmente occupano, costituendo così una ragnatela di rapporti e comuni sensibilità che spesso precludono l'ascesa di idee e orientamenti veramente indipendenti e originali, che invece servirebbero, specie nel campo delle garanzie nelle telecomunicazioni, per scardinare quello che è stato definito il duopolio RAI-Mediaset e per svecchiare la classe dirigente.
Non è dunque un caso che il Governo Monti, quando ha deciso di tagliare tutto e subito lo scorso dicembre, abbia dato una sforbiciata anche all'Agcom, riducendone i membri da otto a quattro, né è una coincidenza che molte voci di estrazione parlamentare qui, in questi giorni, al Senato come a Montecitorio, si siano levate per denunziare logiche spartitorie inquinanti...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
FABIO EVANGELISTI. Sto per concludere, signora Presidente... e che si invochi a gran voce una diversa procedura di selezione dei membri di questa Authority che garantisca e consenta un reale rinnovamento di essa all'interno del tessuto operativo e gestionale.
Insomma, signora Presidente, come già le ha chiesto il presidente del gruppo Italia dei Valori, Di Pietro, chiedo quali decisioni si intendono prendere al riguardo e, le espongo il tema, se non intenda sollecitare la presentazione e la diffusione di curricula, l'esibizione di liste informali di candidature o esami informali in sedi parlamentari ristrette, quali potrebbe essere la Conferenza dei presidenti di gruppo. So che ella potrebbe rispondermi che la legge non lo prevede, ma qualsiasi persona mediamente avveduta replicherebbe che la legge 31 luglio 1997, n. 249, come modificata a più riprese, nemmeno lo vieta.
PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, questo pomeriggio alle 15,30 è prevista una riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo per prendere in esame, su Pag. 26richiesta di un gruppo di parlamentari, anche il tema che lei ha posto all'attenzione dell'Aula.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 15 con il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge recanti norme in materia di riduzione dei contributi pubblici in favore dei partiti e movimenti politici, nonché misure per garantire la trasparenza e i controlli dei rendiconti medesimi. Delega al Governo per l'adozione di un testo unico delle leggi concernenti il finanziamento dei partiti e movimenti politici e per l'armonizzazione del regime relativo alle detrazioni fiscali.
La seduta, sospesa alle 12,25, è ripresa alle 15,10.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Casini, Tommaso Foti, Granata, Pianetta, Paolo Russo e Tempestini sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente cinquantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Assegnazione a Commissione in sede legislativa di una proposta di legge ai fini dell'abbinamento ai sensi dell'articolo 77 del Regolamento.
PRESIDENTE. Ricordo che nella seduta del 4 aprile 2012 sono state assegnate alla VII Commissione (Cultura), in sede legislativa, le proposte di legge, n. 953 e abbinate, recanti norme per l'autogoverno delle istituzioni scolastiche statali. Per consentire alla stessa Commissione di procedere all'abbinamento richiesto dall'articolo 77 del Regolamento, è quindi ad essa assegnata in sede legislativa anche la proposta di legge Di Pietro ed altri: «Norme per l'autogoverno del sistema educativo di istruzione e formazione, nonché in materia di organizzazione delle istituzioni scolastiche, formazione e reclutamento del personale docente e istituzione di un'area contrattuale specifica per il personale del comparto della scuola» (5075) - Parere delle Commissioni I, II, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), XI e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali, vertente su materia identica a quella delle proposte di legge sopra indicate.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 15,12).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Poiché la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata alle 15,30, e anche per consentire alla V Commissione (Bilancio) di esprimere il parere sugli emendamenti riferiti al testo unificato delle proposte di legge in materia di contributi in favore dei partiti e misure per garantire la trasparenza e i controlli dei relativi rendiconti, sospenderei la seduta.
Per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo.
FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, non ho nulla da eccepire sulle Pag. 27scadenze che lei ha appena indicato, ma vorrei approfittare di questa sospensione dei lavori dell'Aula per chiederle se è possibile avere risposta ad una interrogazione urgente, che (pochi giorni fa in verità, conosco bene i tempi), il 9 di maggio, insieme ai colleghi Barani e Rigoni, ho presentato al Ministro per lo sviluppo economico per sapere se l'emittente Teleriviera, che è una storica emittente del nord della Toscana, debba effettivamente chiudere il 31 maggio in virtù di un errore del Ministero stesso nell'assegnazione delle frequenze nel passaggio al digitale terrestre. Questa è la notizia perché stando così la situazione, senza un intervento, il proprietario di questa emittente, Giuseppe Annunziata, ha annunciato che dal 1o giugno 2012 sarà costretto a licenziare i dipendenti e a chiudere.
Per capire, prima di intentare una causa per danni, lo stesso Annunziata il 24 aprile 2012 aveva fatto recapitare dal proprio legale una lettera al Ministro interrogato attraverso la quale si fissava un termine di otto giorni per risolvere il problema. Il 3 maggio l'Ispettorato territoriale della Toscana inviava una lettera alla Direzione generale del Ministero con la quale veniva espresso parere favorevole a concedere ad un'altra emittente l'utilizzo di un diverso canale, sempre che non fosse già utilizzata da altri, ed è stato comunicato al proprietario di Teleriviera che i tempi di risoluzione però non sarebbero stati brevi.
Capisce quindi che c'è un'urgenza, i giorni passano velocemente e potremmo trovarci nelle condizioni di non risolvere il problema, per cui le sarei grato se volesse sollecitare il Ministero per una risposta a questa interrogazione che è la n. 4-15983.
PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, sarà cura della Presidenza inoltrare il sollecito.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16.
La seduta, sospesa alle 15,15, è ripresa alle 16,45.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI
Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Iannaccone ed altri; Razzi ed altri; Donadi ed altri; Pionati; Palagiano ed altri; Cambursano ed altri; Briguglio; Baccini; Angelino Alfano ed altri; Giachetti ed altri; Graziano ed altri; Moffa ed altri; Antonione ed altri; Casini ed altri; Rubinato ed altri; Dozzo ed altri; Bersani ed altri; D'iniziativa popolare: Norme in materia di riduzione dei contributi pubblici in favore dei partiti e movimenti politici, nonché misure per garantire la trasparenza e i controlli dei rendiconti dei medesimi. Delega al Governo per l'adozione di un testo unico delle leggi concernenti il finanziamento dei partiti e movimenti politici e per l'armonizzazione del regime relativo alle detrazioni fiscali (A.C. 4826-4953-4954-4985-5032-5063-5098-5114-5123-5127-5134-5136-5138-5142-5144-5147-5176-5198-A).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge di iniziativa dei deputati Iannaccone ed altri; Razzi ed altri; Donadi ed altri; Pionati; Palagiano ed altri; Cambursano ed altri; Briguglio; Baccini; Angelino Alfano ed altri; Giachetti ed altri; Graziano ed altri; Moffa ed altri; Antonione ed altri; Casini ed altri; Rubinato ed altri; Dozzo ed altri; Bersani ed altri; D'iniziativa popolare: Norme in materia di riduzione dei contributi pubblici in favore dei partiti e movimenti politici, nonché misure per garantire la trasparenza e i controlli dei rendiconti dei medesimi. Delega al Governo per l'adozione di un testo unico delle leggi concernenti il finanziamento dei partiti e movimenti politici e per l'armonizzazione del regime relativo alle detrazioni fiscali.
Ricordo che nella seduta del 14 maggio 2012 si è conclusa la discussione sulle linee generali e i relatori e il rappresentante Pag. 28del Governo hanno rinunziato ad intervenire in sede di replica.
Avverto che, nella seduta del 17 maggio 2012, la Commissione affari costituzionali ha deliberato che debba ritenersi ricompresa nella relazione già presentata all'Assemblea sul testo unificato delle proposte di legge in esame anche la proposta di legge di iniziativa popolare n. 5198, vertente su materia identica e recante: «Abrogazione dei rimborsi elettorali in occasione di elezioni per il rinnovo della Camera, del Senato, del Parlamento europeo, degli organi regionali».
Avverto, inoltre, che la Commissione ha presentato gli emendamenti 1.600, 5.600 e 5.602, nonché le nuove formulazioni delle proposte emendative 2.501, 2.0500 e 3.500, che sono in distribuzione unitamente ai subemendamenti presentati.
La Commissione ha altresì ritirato gli emendamenti 1.502, 2.502 e 5.501.
Avverto inoltre che, prima dell'inizio della seduta, le proposte emendative Maurizio Turco 1.100 e 9.2 e Rubinato 4.6, 5.4, 5.0100, 6.10, 6.35 e 6.47 sono state ritirate dai presentatori.
(Esame degli articoli - A.C. 4826-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato delle proposte di legge e degli emendamenti presentati.
La V Commissione (bilancio) ha espresso i prescritti pareri, (Vedi l'allegato A - A.C. 4826-A) che sono distribuiti in fotocopia.
In particolare, con riferimento al testo del provvedimento, la Commissione bilancio ha espresso parere favorevole, ponendo quattro condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione e consistenti nell'approvazione degli emendamenti 5.600, 5.602, 6.502 e 9.500 della Commissione.
Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
A tal fine, il gruppo Italia dei Valori e il gruppo Misto, per le componenti politiche Alleanza per l'Italia, Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia e Minoranze linguistiche, nonché l'onorevole Cambursano, sono stati invitati a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
(Esame dell'articolo 1 - A.C. 4826-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 4826-A ed abbinate).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.
ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, noi abbiamo presentato un emendamento soppressivo dell'articolo 1. Vorrei ricordare che siamo stati i primi a presentare una proposta di legge per modificare i criteri e le regole del finanziamento pubblico ai partiti. Nella prima versione della nostra proposta, avevamo previsto una riduzione dell'80 per cento, ma, alla luce di ciò che è accaduto - gli scandali legati al tesoriere della Margherita, Lusi, e al tesoriere della Lega, Belsito -, abbiamo presentato emendamenti soppressivi del finanziamento pubblico.
Pertanto, riteniamo assolutamente inadeguata la proposta che è stata formulata dai relatori, perché non tiene conto di ciò che è accaduto in questi ultimi mesi nel Paese né di quello che si è potuto registrare durante le ultime elezioni amministrative, con l'aumento dell'astensionismo da un lato, e il successo dei «grillini», dall'altro lato.
È per questa ragione che noi continueremo a sostenere le nostre proposte emendative soppressive di qualunque forma di Pag. 29finanziamento pubblico ai partiti (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, l'articolo 1 è il cuore del provvedimento, ed è infatti intitolato «Riduzione dei contributi pubblici per le spese sostenute dai partiti e dai movimenti politici», mentre la Lega Nord ha presentato una proposta di legge che va a cancellare, per le elezioni dell'anno 2008, il finanziamento pubblico, la possibilità per i movimenti di avere il finanziamento in funzione della contribuzione alle spese elettorali. Quindi, quello che la Lega Nord propone non è solo una riduzione, che è invece la proposta di «ABC» (Alfano, Bersani e Casini), in contrasto con l'opinione pubblica e con il desiderio che è emerso da queste ultime tornate elettorali.
La nostra proposta che la politica si sostenga attraverso un finanziamento diretto da parte degli iscritti, da parte dei cittadini e di sovvenzioni private non è stata presa in considerazione. Si parla squisitamente di riduzione, mentre la Lega Nord propone la sostituzione dell'intero articolo 1 con l'emendamento Vanalli 1.2, che va a cancellare la possibilità, da parte dei partiti, di accedere all'ultima tranche del finanziamento 2008, ponendo invece queste poste a favore delle associazioni di volontariato, delle organizzazioni non lucrative e di utilità sociale che curano attività assistenziali, oppure a un fondo destinato al pagamento dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione, o a un fondo di garanzia per implementare i confidi per l'accesso al credito a favore dell'artigianato, delle piccole e medie imprese e del commercio.
Quindi, è questa una parte fondamentale delle proposte che la Lega Nord fa a questo Parlamento: utilizzare questi fondi per il rilancio dell'economia, affinché le imprese abbiano maggiori finanziamenti da parte delle banche, e non inizio un discorso su questo «crinale», perché altrimenti i quaranta minuti a noi riservati non sarebbero sufficienti.
Inoltre, sull'articolo 2 proponiamo un emendamento che prevede che ciascun contribuente abbia la possibilità, attraverso la donazione del 5 per mille, di finanziare i partiti e i movimenti politici. È chiaro che - e questa è un'esperienza anche nostra; di tutto bisogna ovviamente fare tesoro, anche delle situazioni meno nobili - i movimenti e i partiti politici debbono essere accreditati attraverso un controllo, una certificazione del loro bilancio, una revisione di una società iscritta all'albo speciale tenuto presso la Consob ai sensi dell'articolo 161 del Testo unico della finanza, cioè che i bilanci dei partiti che possono ricevere sovvenzioni siano quelli che hanno la certificazione di queste società di revisione, cosa che la Lega Nord ha già messo in piedi per la propria struttura economica.
Sull'articolo 1 noi abbiamo quindi presentato questi emendamenti che vanno nel segno della proposta di legge, che riassumo in un non finanziamento pubblico, perché il vero nome di questo provvedimento che state votando è «finanziamento pubblico ai partiti», neanche più rimborso delle spese elettorali, ma finanziamento pubblico.
Quindi le nostre proposte sono: 5 per mille attraverso la contribuzione volontaria; contributi volontari da non iscritti che non devono superare il 10 per cento del totale delle entrate, in modo tale da non avere l'influenza delle lobby economiche sull'attività politica dei partiti e, quindi, chi non è scritto e quindi non svolge attività di militanza all'interno del partito non può contribuire con una somma superiore al 10 per cento, in modo tale da non influenzare la politica dei militanti veri; certificazione della Consob ed il «fondo 2008» da destinare ai crediti che le imprese hanno nei confronti delle pubbliche amministrazioni e maggiore credito ai confidi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Comaroli. Ne ha facoltà.
Pag. 30
SILVANA ANDREINA COMAROLI. Signor Presidente, il testo unificato delle proposte di legge al nostro esame è un po' strano, secondo noi, perché dovevamo dare delle risposte chiare, precise e serie di fronte ai cittadini. Il dibattito sul finanziamento ai partiti è stato avviato già da diverso tempo e addirittura c'è stato un referendum che lo ha abolito.
In questo momento, quindi, è necessario dare queste risposte, anche perché da parte dei cittadini sta salendo l'astio nei confronti della politica. E voi, invece di dare delle risposte serie - come poteva essere la proposta del collega del nostro gruppo Dozzo - avete messo assieme tutta una serie di proposte di legge e ne è venuta fuori una accozzaglia.
Perché accozzaglia? Perché semplicemente il vero obiettivo di questo testo unificato è far vedere che nulla cambia. Si vuol dare un paravento al popolo per far vedere che i finanziamenti sono stati ridotti, mentre invece è stato fatto proprio per non cambiare nulla. Noi della Lega diciamo che se non si mettono delle regole chiare e precise, sono sessant'anni che i partiti politici fanno e spendono un po' a loro modo (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Sì, anche voi, anche voi, non c'è problema. Noi lo ammettiamo, ma vogliamo porre rimedio, voi invece - questa è la differenza - non volete porre rimedio (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Noi in questo modo vorremmo proprio delle regole chiare sulla tenuta dei conti, su cosa si possa spendere o non spendere perché, signori, ad oggi non ci sono ancora delle norme di legge che definiscono che cosa i partiti possono spendere o meno.
Per noi era importante questo e in Commissione abbiamo presentato tutta una serie di emendamenti che puntualmente ci sono stati bocciati, ma non per questo demordiamo dal nostro obiettivo. Li ripresentiamo in Aula ed io spero vivamente che tutti i colleghi possano valutarli attentamente perché, lo ripeto, l'obiettivo è dare delle risposte. Quindi: basta al finanziamento dei partiti (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 1 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sulle successive proposte emendative: Maurizio Turco 01.01, Vassallo 01.0202, Vassallo 01.0200, Vassallo 01.0210, Iannaccone 1.200, Stracquadanio 1.3, Vanalli 1.2 e Donadi 1.221, mentre esprime parere contrario sull'emendamento Cambursano 1.4, sul quale anche la V Commissione (bilancio) ha espresso parere contrario.
La Commissione formula, altresì, un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sui successivi emendamenti: Maurizio Turco 1.201, Giachetti 1.5, Rubinato 1.220, Mura 1.203, Mura 1.204, Maurizio Turco 1.11, Maurizio Turco 1.10, Iapicca 1.12, Lanzillotta 1.205, Maurizio Turco 1.100, Lanzillotta 1.33, Lanzillotta 1.36, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Lanzillotta 1.206.
La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sui successivi emendamenti Razzi 1.14, Stracquadanio 1.16, Razzi 1.17, Lanzillotta 1.207, Maurizio Turco 1.18 e Vassallo 1.208, mentre raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.501.
La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.500. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Lanzillotta 1.20.
L'emendamento 1.502 della Commissione è stato ritirato e sostituito dall'emendamento 1.600, di cui la Commissione raccomanda l'approvazione.
La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Amici 1.209, lo Moro 1.210 e Amici 1.211. Pag. 31
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Amici 1.212. L'emendamento Lo Moro 1.213, di cui si condivide l'auspicio, così com'è formulato però non può essere accolto, per cui la Commissione formula un invito al ritiro e consiglia la presentazione di un ordine del giorno, altrimenti il parere è contrario.
La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Brugger 1.216, di Pietro 1.215, Di Pietro 1.214, Moroni 1.27 e Maurizio Turco 1.26.
La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.503. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Cambursano 1.28, Brugger 1.217 e Maurizio Turco 1.202.
PRESIDENTE. Onorevole Bressa, le ricordo che l'emendamento Maurizio Turco 1.100 è stato ritirato.
Il Governo?
GIAMPAOLO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il Governo si rimette all'Assemblea.
PIERGUIDO VANALLI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIERGUIDO VANALLI. Signor Presidente, intervengo per chiedere un chiarimento. In Commissione il sottosegretario, quando abbiamo esaminato gli emendamenti ed i subemendamenti, si era espresso invece nella direzione in cui si esprimeva la Commissione, quindi formulava parere negativo come la Commissione e parere favorevole come la Commissione, di fatto accettando il concetto che i partiti della maggioranza davano per scontato che il finanziamento pubblico ai partiti ancora debba esistere. Quindi, adesso il Governo rimettendosi all'Aula in qualche modo vuole sfilarsi da questa sua responsabilità. Tuttavia sarebbe gradevole sapere se il Governo è d'accordo che i partiti abbiano dei finanziamenti pubblici oppure no.
PRESIDENTE. Onorevole Vanalli, come un lei sa, se il Governo ritiene di prendere la parola è abilitato a farlo in qualsiasi momento.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'articolo premissivo Maurizio Turco 01.01 formulato dal relatore.
MAURIZIO TURCO. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, con questa proposta emendativa avremmo voluto parlare della natura giuridica dei partiti politici, così come previsto dall'articolo 49 della Costituzione. Evidentemente non vi interessa parlare dell'organizzazione del partito dei cittadini, ma vi interessa parlare del partito di Stato che introducete con questa proposta di legge, del partito delle oligarchie di potere, dell'occupazione dello Stato dall'ENI a Finmeccanica alla RAI.
Vi interessa l'occupazione di tutto, ma poi entreremo anche nel merito del denaro, del furto del denaro e della vigliaccheria che avete nel non parlare chiaramente del denaro. Siete voi che avete ammesso in Commissione che con la legge sui rimborsi avete usato dell'ipocrisia. Voi state continuando ipocritamente ad assegnarvi del denaro a prescindere da quello che è o deve essere il partito politico. È la vostra storia politica e giudiziaria che parla per voi (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Onorevole Maurizio Turco, le ricordo per il seguito del dibattito che lei in via eccezionale ha parlato 2 minuti e 40 secondi, oltre il tempo previsto perché a titolo personale. Pag. 32
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.
PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, non è facile condividere l'enfasi e tutte le parole pronunciate dal collega Turco.
Però, questa proposta emendativa - e lo dico per chiarire anche un po' la posizione dell'Unione di Centro per il Terzo Polo su questo tema - pone la questione del riconoscimento del nuovo sistema ridotto, dimezzato, di contribuzione pubblica ai partiti politici che abbiano, però, uno statuto democratico riconosciuto e garantiscano il metodo democratico interno, come è scritto nell'articolo 49 della Costituzione e come ci accingiamo a stabilire con una legge di disciplina dei partiti più ampia.
La tesi prevalente in Commissione è che questo argomento si affronterà meglio nella riforma in fieri che sarà all'esame, peraltro entro il mese, dell'Assemblea.
Tuttavia, a noi sembra che sia opportuno, seppure con un testo magari più succinto di quello proposto dal collega Maurizio Turco, il riconoscimento, già nel provvedimento di riforma del finanziamento dei partiti e dei controlli, del principio che questi contributi pubblici vadano ai partiti e ai movimenti politici che hanno uno statuto approvato in forma pubblica e coerente con i principi democratici almeno sulle funzioni essenziali, quali i diritti delle minoranze, la scelta dei candidati e altro ancora.
Quindi, noi voteremo contro questo testo ma condividiamo, almeno in buona parte, la sostanza del problema e più avanti discuteremo una nostra proposta emendativa che, con un testo più stringato e forse più compatibile con questo ora all'esame, ripropone, però, il tema secondo cui i contributi e i finanziamenti pubblici devono andare ai partiti con statuti democratici.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Briguglio. Ne ha facoltà.
CARMELO BRIGUGLIO. Signor Presidente, condivido quanto ha detto l'onorevole Mantini perché, in linea di principio, l'articolo premissivo e la norma proposta sono condivisibili. Però, abbiamo, come sappiamo, un provvedimento di più ampia portata, quello sull'articolo 49 della Costituzione. Inoltre, come gruppo di Futuro e Libertà per il Terzo Polo abbiamo una nostra proposta di legge che abbiamo presentato da tempo.
Pertanto, se i colleghi della componente radicale del Partito Democratico - dato che nel merito siamo quasi d'accordo, salvo alcune disposizioni di natura tecnica - addivenissero al convincimento di ritirare la proposta emendativa, credo che ne guadagnerebbe, in qualche modo, l'iter di questo provvedimento che è estremamente importante, fermo restando che, dal punto di vista del principio, non ci troviamo in disaccordo su quanto disposto nell'articolo premissivo Maurizio Turco 01.01. Comunque, se dovessero insistere per la votazione, preannunzio la nostra astensione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Maurizio Turco 01.01, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
I colleghi hanno votato? L'onorevole Mondello ha votato. Da questa parte dell'Aula i colleghi hanno votato. Anche dall'altra parte i colleghi hanno votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 524
Votanti 436 Pag. 33
Astenuti 88
Maggioranza 219
Hanno votato sì 40
Hanno votato no 396).
Prendo atto che il deputato Cesare Marini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Pionati ha segnalato che non e riuscito a votare.
Passiamo all'articolo premissivo Vassallo 01.0202.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'articolo premissivo Vassallo 01.0202 formulato dal relatore.
SALVATORE VASSALLO. Signor Presidente, con il provvedimento che la Camera si accinge a votare si ottiene un effetto certamente molto atteso e popolare, che è quello del dimezzamento dell'entità del finanziamento pubblico o, meglio, dei contributi pubblici ai partiti.
Ma è evidente, come è stato già detto, che nello stesso tempo, data la natura che ha acquisito questo provvedimento, si reintroduce formalmente in Italia il finanziamento pubblico dei partiti. Passiamo da un sistema di falsi rimborsi - quello istituito nel 1999 è cresciuto a dismisura negli anni successivi - ad un vero e proprio sistema di finanziamento pubblico dei partiti. È una cosa che molti in quest'Aula considerano scontata ma, come tutti in quest'Aula sanno, non è affatto scontata per molti cittadini che probabilmente, se fossero chiamati ad esprimersi su un referendum che avesse un contenuto simile a quello del 1993, direbbero la stessa cosa e probabilmente con maggior forza.
Quindi, personalmente penso che la formale reintroduzione del finanziamento pubblico nel nostro ordinamento dovrebbe essere accompagnata da una serie di norme che la giustifichino e che la rendano sostenibile.
Si dice che il finanziamento pubblico non può essere abrogato perché la funzione dei partiti è coperta, tutelata, riconosciuto e promossa dall'articolo 49 della Costituzione, però dell'articolo 49 e delle sue implicazioni per la disciplina del finanziamento pubblico in questo provvedimento non c'è nulla.
Si dice che non c'è nulla perché verrà tutto rinviato ad un altro provvedimento - che, però, poteva essere approvato più o meno negli stessi tempi di questo - dunque qualche dubbio che sia irragionevole l'inversione dell'ordine, dei tempi e delle motivazioni esiste.
In ogni caso, cosa è importante dell'articolo 49 a giustificazione del finanziamento pubblico? Il fatto che l'articolo 49 riconosce alcune funzioni, in particolare una funzione cruciale dei partiti come canale di partecipazione libera e democratica dei cittadini. Pertanto, il finanziamento pubblico può essere dato, ma in funzione di questo ruolo - che è irrilevante nel nostro ordinamento - che i partiti svolgono. Il senso di questa proposta emendativa da me presentata è esattamente quello di anteporre alla disciplina sul finanziamento pubblico una definizione delle ragioni per le quali il finanziamento è accordato ai partiti e, dunque, anche delle finalità per le quali i soldi vengono trasferiti.
A nessuno sfugge che, senza definire quali sono le ragioni per le quali i soldi vengono dati ai partiti e se non si stabilisce quali sono le finalità per le quali questi soldi vengono dati, nessun controllo sarà possibile se non, come oggi, un controllo meramente formale sulla regolarità dei documenti contabili.
La verità è che quello che la Camera si accinge ad approvare è una disciplina dei controlli che reitera questo modello, un controllo sulla mera legalità formale dei rendiconti, anche se rafforzati nelle loro procedure - su cui pure, a mio avviso, si possono nutrire dei dubbi -, ma senza indicare nessuna finalità e nessun vincolo di destinazione della spesa.
Per tali ragioni penso che questo sia un elemento mancante di rilievo che rende il provvedimento in esame molto fragile e discutibile. Pag. 34
La mia proposta emendativa aveva l'obiettivo di sanare questa prima lacuna; il mio gruppo mi chiede di ritirarla, cosa che io faccio solo in ossequio ad una disciplina di gruppo, non condividendo questa indicazione nel merito.
PRESIDENTE. Sta bene. L'articolo premissivo Vassallo 01.0202 è stato, quindi, ritirato.
Prendo atto, altresì, che il presentatore dell'articolo premissivo Vassallo 01.0200 accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'articolo premissivo Vassallo 01.0210 formulato dal relatore.
SALVATORE VASSALLO. Signor Presidente, una compiuta e seria disciplina del finanziamento pubblico e che conceda il finanziamento pubblico ai partiti in ragione delle funzioni che essi svolgono ai sensi dell'articolo 49 dovrebbe concedere questi soldi ai partiti perché svolgano una funzione fondamentale nel nostro ordinamento: consentire ai cittadini liberamente di associarsi e di concorrere con metodo democratico alla determinazione della politica nazionale.
Noi sappiamo che di questa definizione del metodo democratico si è data in passato un'interpretazione molto restrittiva che non è più concepibile e accettabile oggi.
Il metodo democratico di cui parla l'articolo 49 non può che essere anche quello sperimentato dentro l'organizzazione dei partiti, tanto più se vengono dati dei soldi pubblici non solo a rimborso delle spese elettorali, ma per finanziare ordinariamente la vita di queste organizzazioni.
Ora, è plausibile reintrodurre formalmente il finanziamento pubblico dei partiti se a premessa, non in una eventuale successiva legge, si definiscono alcuni criteri minimi di democraticità che i partiti devono soddisfare.
La proposta emendativa che ho già ritirato era un puro «copia e incolla» di un progetto di legge a prima firma dell'onorevole Bersani, quindi perfettamente in linea con la posizione del mio partito.
La proposta emendativa in esame è molto meno rigorosa e richiederebbe ai partiti molte meno garanzie riguardo alla loro democraticità interna. Si limita a richiedere che, in vista dell'attuazione dell'articolo 49 della Costituzione, per i partiti valgano i medesimi criteri che una legge approvata da questa Camera chiede che vengano soddisfatti dalle associazioni di promozione sociale, dalle associazioni di volontariato. Penso che non voler votare neanche questa condizione non sia un buon segnale.
Signor Presidente, anche in questo caso ritiro la mia proposta emendativa, ma non senza aver svolto una sola brevissima considerazione: è chiaro che, in questo modo, si inverte totalmente il senso che il finanziamento pubblico può avere, perché se i soldi del finanziamento pubblico vengono dati per un partito democratico servono ai fini dell'articolo 49 della Costituzione, se può esserci il rischio che vengano dati nelle mani di oligarchie inamovibili che non devono dar conto a nessuno dei loro associati di come spendano questi soldi, i soldi sono trasferiti per funzioni totalmente opposte a quelle previste dall'articolo 49. Questo è un altro elemento che rende questo provvedimento non adeguato rispetto al momento nel quale siamo e non giustifica la reintroduzione del formale finanziamento pubblico. Ancora una volta, io ritiro questa mia proposta emendativa per pura disciplina di gruppo.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Iannaccone 1.200.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro dell'emendamento Iannaccone 1.200 formulato dal relatore e insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Iannaccone 1.200, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea e la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario. Pag. 35
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 532
Votanti 476
Astenuti 56
Maggioranza 239
Hanno votato sì 40
Hanno votato no 436).
Prendo atto che il deputato Piffari ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Pionati ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo all'emendamento Stracquadanio 1.3.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Stracquadanio 1.3 formulato dal relatore.
GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Signor Presidente, il 22 aprile, giusto un mese fa, il segretario politico del mio partito, Angelino Alfano, pronunciava le seguenti parole: faremo il primo movimento politico che rifiuterà il finanziamento pubblico e che si affiderà ai fondi privati e a quelli degli iscritti. Si affiderà, cioè, a contribuzioni volontarie che avranno un tetto massimo e ci sarà anche una partecipazione diffusa, in modo che nessuno possa dirsi azionista di riferimento del partito.
Ebbene, io ho preso molto sul serio queste dichiarazioni, tant'è che con alcuni colleghi ho presentato un progetto di legge che consentisse esattamente questo risultato. La mia convinzione è che questo non debba essere un risultato da conseguire con la buona volontà di questo o di quell'altro partito, ma debba essere un principio che si afferma attraverso la legislazione nella società politica e nell'agire politico.
L'emendamento 1.3, a mia firma, è tratto dal progetto di legge basato tutto sulla contribuzione volontaria e su forme di detassazione per favorirla e predispone la via attraverso l'abrogazione anche del criterio dei rimborsi elettorali. Lungo il corso del dibattito tutti i nostri emendamenti, a mia firma e della collega Bertolini, e di altri colleghi che credo aggiungeranno la loro firma o l'hanno aggiunta in queste ore, hanno avuto questo obiettivo, cioè raggiungere quello che il segretario del nostro partito ha indicato essere il nostro obiettivo per il futuro. Siccome il futuro è oggi noi lo proponiamo oggi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma a questo emendamento, anche a nome di tutto il mio gruppo, perché esso va esattamente nel senso prospettato dalla proposta di legge di iniziativa popolare che siamo discutendo, abbinata a questo provvedimento, per la quale l'Italia dei Valori ha raccolto centinaia di migliaia di firme.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccaria. Ne ha facoltà.
ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, durante la discussione sulle linee generali ho avuto modo di ricordare una posizione dell'onorevole Costantino Mortati. Egli, che nell'Assemblea costituente ha avuto un ruolo significativo, disse con grande chiarezza: una cosa è il finanziamento dei partiti, una cosa è l'attuazione dell'articolo 49 della Costituzione. Sono due problemi diversi.
Ho sentito ora alcuni colleghi che hanno voluto collegare queste due cose, dicendo che, se non si disciplina l'ordinamento Pag. 36dei partiti, non si può parlare del tema del finanziamento. Vorrei dire a questi colleghi che per 60 anni in questa Repubblica vi è stata una disciplina su questa materia e nessuno ha avuto modo di dire cose rilevanti a proposito della compatibilità della disciplina del finanziamento e dell'attuazione dell'articolo 49 della Costituzione. Sono due problemi separati.
Questa è la strada scelta anche dalla Commissione affari costituzionali, che affronta oggi questo problema e affronterà successivamente il problema, assai più delicato, dell'attuazione dell'articolo 49 della Costituzione. Tutti e due hanno dignità, ma non mi si venga a dire che sono collegati e che non si può fare una cosa senza l'altra, perché, quanto meno, dovrebbero superare quell'obiezione di Costantino Mortati, quanto meno.
Ma voglio dire un'altra cosa: ho riflettuto, come tutti i colleghi che sono intervenuti, sulle discipline in materia di finanziamento. Credo che si possa dire con tranquillità che questa proposta di legge è la più organica, trasparente e dichiarata che in questa Repubblica sia stata presentata. Si potrà discutere, naturalmente, di tante cose. Qualcuno sogna che i controlli siano fatti, addirittura, dalla Corte dei conti, ma come si fa a controllare delle regole dei partiti, che sono regole che non sono così codificate, come se si trattasse della pubblica amministrazione, dove vige il principio di legalità, dove ogni comportamento è disciplinato?
Approviamo una legge ampia, la più organica fatta in questi 60 anni, ma non pensiamo di poter fare qualcosa che, improvvisamente, scatena all'interno dei partiti delle regole di controllo discrezionale in mano ad organi giurisdizionali che controllano con altri parametri. Vorrei che si guardasse questo. Il modello tedesco che abbiamo preso è più rigoroso di quello tedesco, perché le regole che ci sono da noi in questa proposta di legge sono più rigorose di quelle degli altri Paesi europei. Vorrei che si dicesse questo.
Rimane il problema del finanziamento, però l'onorevole Vassallo non mi può dire: abbiamo avuto per molti anni una finzione, un rimborso che era rimborso e che era finanziamento; ora voi lo chiamate finanziamento, e non lo potete fare.
Guardate, credo che noi abbiamo fatto molti passi avanti. Vorrei che fosse chiara ai colleghi l'intervista e la dichiarazione dell'onorevole Bersani, il 25 aprile, quando disse: dimezziamo i contributi pubblici ai partiti. Quella è una posizione responsabile. In questa proposta di legge, tutti, almeno quelli che la sostengono, hanno accettato questa impostazione.
Vorrei dire: siamo realisti, capiamo che Mortati qualche argomento ce lo aveva, quando teneva distinti i due problemi, e approviamo una legge. Poi, più in là, affronteremo il problema dell'attuazione dell'articolo 49 della Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baccini. Ne ha facoltà.
MARIO BACCINI. Signor Presidente, anche io voglio sottoscrivere l'emendamento in esame perché, sostanzialmente, rispecchia l'iniziativa popolare, che si sta ponendo in essere in Italia, di raccolta di firme per l'abolizione del finanziamento pubblico.
Mi convince molto l'iniziativa del collega Vassallo perché, se in questo Paese non si chiarisce bene il ruolo dei partiti, è inutile finanziare partiti che usano il finanziamento pubblico per fini contrari alla propria ispirazione costituente.
Quindi, per questa ragione, sono convintamente d'accordo a sostenere l'emendamento in oggetto e a passare ad una fase legislativa di contributo privato con defiscalizzazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Maurizio Turco. Ne ha facoltà.
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, ho ascoltato l'onorevole Zaccaria e spero sia possibile avere delle posizioni diverse e contrapposte. Pag. 37
Noi attendiamo unicamente che vi appropriate di questa legge, così, ad ottobre, possiamo iniziare a raccogliere le firme per il referendum. È molto semplice.
Non si può sempre richiamare il fatto che la Commissione affari costituzionali ha ritenuto di separare ...; la partitocrazia, per sessantacinque anni, ha ritenuto di non applicare gli articoli 39 e 49 della Costituzione! È in costante violazione delle norme elementari sul rispetto dei diritti umani! Non si può rivendicare questo sessantacinquennio come se fosse stata l'alba d'oro della democrazia in questo Paese! Questo sessantacinquennio è stato il sessantacinquennio della partitocrazia, la vostra (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico)!
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Maurizio Turco.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.
PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, credo che l'argomento usato dal collega Zaccaria provi un po' troppo anche perché Costantino Mortati fu tra coloro che sostennero che il metodo democratico si dovesse intendere anche quello interno ai partiti, esattamente in contrapposizione con Togliatti e Marchesi che, se non ricordo male, sostennero che un domani anche un partito anarchico potrebbe legittimamente usufruire di tutti i diritti di un partito politico.
Eravamo però in altri tempi, vi era il «complesso del tiranno». Sta di fatto che oggi nessuno più dubita che un sistema di finanziamento pubblico ai partiti sia legato al concetto di statuti ispirati a principi democratici. Su questo punto, per il vero, stiamo per varare la legge di attuazione dell'articolo 49 della Costituzione. Credo dunque che non possa essere revocato in dubbio.
Per quanto riguarda, invece, l'emendamento Stracquadanio 1.3 al nostro esame, vorrei solo far notare che le tecniche di finanziamento della politica sono varie, ma in Europa sono tutte fondate sul sistema misto di finanziamento pubblico. Questo testo, che potrà non essere perfetto, oggetto di tutte le discussioni e le valutazioni possibili, è, tuttavia, un testo che va nella giusta direzione di ridurre, anzi di dimezzare, le forme di finanziamento e di contributo pubblico, portandole, sostanzialmente, in modo misto, quindi anche con il contributo dei privati, al di sotto della media europea. Ci sembra un buon passo in avanti.
Dunque, riteniamo di migliorare, per quanto possibile, il testo in Aula, ma certamente di condividerlo e di reclamare anche l'urgenza e la necessità che questa riforma sia fatta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vanalli. Ne ha facoltà.
PIERGUIDO VANALLI. Signor Presidente, intervengo per dire che il nostro gruppo voterà a favore dell'emendamento Stracquadanio 1.3 perché, di fatto, coincide con la maggior parte delle nostre proposte emendative che hanno lo scopo - lo stesso alla base della presentazione della nostra proposta di legge sul finanziamento dei partiti - di abolire il rimborso qui definito «delle spese elettorali», ma che nella norma che si vuole andare ad approvare viene di nuovo nominato «finanziamento pubblico ai partiti».
Pertanto, siamo contro il finanziamento pubblico ai partiti ed appoggeremo questo emendamento così come tutti quelli che in qualche modo vanno in questa direzione, come i nostri stessi emendamenti (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nucara. Ne ha facoltà.
FRANCESCO NUCARA. Signor Presidente, i repubblicani, pur essendo convinti della necessità del finanziamento pubblico dei partiti, pensano altresì che per tale finanziamento pubblico vi debba essere una gestione democratica all'interno dei partiti stessi e non una gestione padronale come si è evidenziato, invece, a tutt'oggi. Pag. 38
In proposito, i repubblicani hanno presentato già un progetto di legge alla Camera e al Senato perché vi siano garanzie per le minoranze, perché vi sia una gestione pubblica del finanziamento ai partiti e non una gestione privatistica e perché vi possa essere un controllo della Corte dei conti sulle spese, che i partiti fanno in base alle risorse che provengono dal finanziamento pubblico.
Con queste motivazioni, i repubblicani presenti in quest'Aula si asterranno su tutti gli emendamenti e sul voto finale del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Repubblicani-Azionisti).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.
ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, il gruppo Noi per il Partito del Sud Lega Sud voterà a favore di questo emendamento perché va esattamente nella direzione che abbiamo proposto.
Noi riteniamo che in un momento di difficoltà dell'economia del nostro Paese, di necessità di rifondare i partiti e di recuperare un'etica e una morale pubblica - che soprattutto negli ultimi tempi è stata smarrita da tanti e da troppi - sia assolutamente fondamentale, anche per recuperare il rapporto con i cittadini ed un rapporto di fiducia tra i cittadini e le istituzioni, arrivare all'abolizione completa del finanziamento pubblico.
Quindi, in linea con quanto già fatto precedentemente, noi voteremo a favore di questo emendamento soppressivo del finanziamento pubblico ai partiti (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Stracquadanio 1.3, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 534
Votanti 524
Astenuti 10
Maggioranza 263
Hanno votato sì 112
Hanno votato no 412).
Prendo atto che i deputati Pistelli e Pionati hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Ruben ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Saluto gli studenti della facoltà di giurisprudenza dell'Università di Innsbruck, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Passiamo all'emendamento Vanalli 1.2.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Vanalli 1.2 formulato dal relatore.
PIERGUIDO VANALLI. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIERGUIDO VANALLI. Signor Presidente, come dicevamo prima, abbiamo presentato la nostra proposta di legge Dozzo ed altri per l'abrogazione, appunto, dei rimborsi per le consultazioni elettorali.
Praticamente tutti gli articoli di questa proposta di legge, che di fatto è stata respinta dalla Commissione perché non se ne è tenuto affatto conto durante i lavori, sono diventati nostre proposte emendative al testo. La prima di queste proposte riguarda la sostituzione degli articoli 1 e 2 del progetto di legge che abbiamo in esame con la nostra proposta. Nella sostanza noi vorremmo che i partiti e movimenti politici devolvano l'ultima rata, che ancora debbono incassare, del rimborso elettorale per le elezioni 2008 ad associazioni di volontariato e organizzazioni di utilità sociale Pag. 39e per il pagamento di crediti vantati nei confronti delle pubbliche amministrazioni o a garanzia di fidi a favore dell'artigianato o comunque per una finalità che sia appunto di carattere sociale e a favore delle popolazioni. Siccome abbiamo in premessa dichiarato più volte che intendiamo rinunciare al nostro finanziamento pubblico e vorremo che i partiti e i movimenti politici non abbiano finanziamenti pubblici, per sostentare il partito intendiamo favorire la destinazione, attraverso il 5 per mille, da parte dei cittadini, all'atto della dichiarazione dei redditi, di una quota delle loro imposte ai partiti e ai movimenti politici. Questo in accompagnamento anche alle contribuzioni liberali e volontarie che verranno trattate successivamente.
Naturalmente, siccome è sotto gli occhi di tutti quello che è successo in questi ultimi periodi - ma probabilmente succedeva in tutti gli altri periodi solo che gli occhi non erano abbastanza aperti - è chiaro che è necessario che i bilanci dei partiti vengano certificati e che ci sia quindi una società apposita di revisione dei bilanci iscritta nelle apposite sezioni della Consob che possa verificare ed attestare la veridicità dei bilanci di ogni movimento e di ogni partito politico che si presenta alle consultazioni e chiede, attraverso la devoluzione liberale e attraverso il 5 per mille, un sostentamento per il proprio operato politico. Quindi, in tutte le nostre proposte emendative compresa questa, ribadiremo sempre il concetto che non è corretto, in questo caso, così come non lo dovrebbe mai essere da qui in avanti, che i partiti ricevano dei finanziamenti pubblici.
Il provvedimento di legge in esame di fatto non cita quasi mai questa parola tranne che nella relazione di accompagnamento, quando è nato il testo «ABC» e tranne di fatto nel comma 1 dell'articolo 1 dove, insieme al rimborso delle spese per consultazioni elettorali si dice che i 63 milioni di euro debbano essere versati ai partiti anche per il contributo per attività politica. È chiaro che in questo caso, qualora ci fossero partiti che hanno poche o scarse spese elettorali, tutta la loro parte se la prenderebbero per il contributo all'attività politica, di fatto reintroducendo il finanziamento pubblico dei partiti.
ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma, a nome anche di tutto il gruppo, a questo emendamento che condividiamo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Briguglio. Ne ha facoltà.
CARMELO BRIGUGLIO. Signor Presidente, noi ci asterremo sull'emendamento Vanalli 1.2 perché nella prima parte, che ci trova d'accordo, si destina l'ultima rata del finanziamento per il 2008 a finalità di natura sociale e noi concordiamo. C'è più avanti un emendamento dell'onorevole Chiara Moroni che sostanzialmente riproduce la stessa impostazione. Non ci trova d'accordo invece la parte relativa all'introduzione nella platea dei beneficiari del 5 per mille dei movimenti politici, per cui ci asterremo.
PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vanalli 1.2, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea e la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Mondello, onorevole Sardelli, onorevole Cesare Marini.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni). Pag. 40
(Presenti 537
Votanti 508
Astenuti 29
Maggioranza 255
Hanno votato sì 92
Hanno votato no 416).
Prendo atto che il deputato Tullo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Ruben ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Avverto che gli emendamenti Lo Moro 1.210, Amici 1.211 e Brugger 1.216 sono stati ritirati dai rispettivi presentatori.
Passiamo all'emendamento Donadi 1.221.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Donadi 1.221 formulato dal relatore.
DAVID FAVIA. Signor Presidente, intanto voglio ricordare che con questo emendamento noi chiediamo, al comma 10, l'abolizione dell'attuale normativa sul finanziamento pubblico dei partiti. Voglio anche ricordare - perché forse all'Aula sfugge, l'ho già detto in discussione sulle linee generali - che stiamo discutendo un testo al quale è abbinata una proposta di legge d'iniziativa popolare che ha ottenuto 200 mila firme di cittadini italiani, di elettori italiani per l'abolizione del sistema del finanziamento pubblico. Quindi, la nostra idea sarebbe stata quella - ma vediamo che non è possibile - di abolire il sistema del finanziamento pubblico, e spiace che si sia messo mano ad un dimezzamento, che apparentemente potrebbe anche significare qualcosa ma che è di fatto annullato dai benefici fiscali che questa legge presenta e dei quali parleremo quando discuteremo i prossimi articoli. Vediamo anche in questa legge qualche lato oscuro ove è previsto che, alla contribuzione privata, faccia pendant la contribuzione pubblica, quindi con un'incentivazione della contribuzione privata che - come dicevo - porta il sistema al di là di una soglia particolarmente oscura.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 17,40)
DAVID FAVIA. Noi raccoglieremo anche le firme per il referendum abrogativo del sistema del finanziamento. Avremmo voluto che, con uno scatto di orgoglio, avessimo tutti insieme abolito l'attuale sistema e l'avessimo sostituito con un sistema, che noi in quest'emendamento proponiamo, di finanziamento da parte dei privati e con una piccolissima sobria e insignificante contribuzione pubblica. Questa è la nostra proposta; chiediamo all'Aula di votarla perché siamo ancora in tempo per avere uno scatto di orgoglio, di resipiscenza davanti all'Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vanalli. Ne ha facoltà.
PIERGUIDO VANALLI. Signor Presidente, l'emendamento in oggetto in parte è come dice il collega, nel senso che una parte è contraria ad alcuni tipi di finanziamento e ne vuole altri, ma in realtà la prima parte dell'emendamento dice che comunque ai partiti politici è necessario che venga riconosciuto un contributo pubblico per le proprie spese. Quindi, di fatto, viene mantenuto, magari con una quota ridotta rispetto agli altri, il contributo pubblico ai partiti. Quindi la ratio di questo emendamento va nel senso opposto a quanto sostenuto adesso dal collega Favia e quindi non possiamo approvarlo perché oltre tutto è una menzogna in quest'Aula.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Donadi 1.221, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Tanoni... onorevole Ghiglia... onorevole Moroni... onorevole Scanderebech... onorevole Mistrello Destro...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 41
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 535
Votanti 509
Astenuti 26
Maggioranza 255
Hanno votato sì 28
Hanno votato no 481).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Cambursano 1.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.
RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, mi rivolgo direttamente ai relatori - colleghi - chiedendo loro se sanno che il 75 per cento degli italiani è contrario al finanziamento della politica. Ma la risposta la conoscono, la sanno, e non solo la sanno ma vanno nella direzione esattamente opposta se è vero come è vero che, all'articolo 1, si dice che il contributo (così viene chiamato), pubblico naturalmente, è destinato non solo per il rimborso delle spese per consultazione elettorale ma quale contributo per l'attività politica.
Quindi finalmente si sancisce che non si tratta soltanto di un rimborso spese, ma di un vero e proprio contributo. Con l'emendamento a mia prima firma 1.4, propongo di ritornare alla legge n. 2 del 1997. È vero che per i partiti non aveva sortito il risultato che si sperava, ma è altresì vero che è l'unico percorso con il quale si dà al cittadino contribuente la possibilità di decidere cosa vuole fare. Trovo stupefacente il parere espresso dalla V Commissione (Bilancio), della quale faccio parte, nel quale si afferma che questo emendamento non ha copertura, quando nelle mie proposte emendative non c'è l'abrogazione delle coperture previste dalla legge di cui si sta discutendo. Anzi, questo emendamento prevede una minore spesa da parte dell'erario. La copertura, quindi, c'è ed è abbondante, non nascondetevi dietro un dito.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cambursano 1.4, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea e la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Bossa, Coscia, Zeller, Carfagna, Sammarco, Cicchitto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 528
Votanti 513
Astenuti 15
Maggioranza 257
Hanno votato sì 92
Hanno votato no421).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 1.201, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea e la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Aniello Formisano, Vico, Osvaldo Napoli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 531
Votanti 521
Astenuti 10
Maggioranza 261
Hanno votato sì94
Hanno votato no 427).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Giachetti 1.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vanalli. Ne ha facoltà.
PIERGUIDO VANALLI. Signor Presidente, intervengo per chiedere la possibilità di votare per parti separate questo emendamento nel senso...
ROBERTO GIACHETTI. Magari se prima posso parlare io che sono il primo firmatario dell'emendamento visto che c'è un invito al ritiro!
PIERGUIDO VANALLI. Alzate la mano e parlate anche voi. Posso finire, signor Presidente? Poi dopo possono dire quello che vogliono. Finché non parlo, nessuno sa cosa vorrei dire.
PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Vanalli, facciamo una cosa molto semplice: c'è un invito al ritiro e, quindi, prego onorevole Giachetti, ci dica se accede o meno a tale invito.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, volevo spiegare all'onorevole Vanalli che prima di chiedere la votazione per parti separate sarà utile sapere se l'emendamento è ritirato o meno.
PRESIDENTE. L'invito al ritiro era già stato formulato.
ROBERTO GIACHETTI. Ma io devo rispondere. Posso farlo per via telematica volendo, però penso che almeno la possibilità di dirlo mi si debba concedere.
La ringrazio, signor Presidente; il testo unificato che abbiamo al nostro esame, reca come titolo: «Norme in materia di riduzione dei contributi pubblici in favore dei partiti e dei movimenti politici», e via dicendo. L'articolo 1 è intitolato: «Riduzione dei contributi pubblici per le spese sostenute dai partiti e dai movimenti politici». Ora, signor Presidente, ciascuno di noi fa politica e ciascuno di noi ovviamente ha un'opinione sul tema in questione. Tuttavia ritengo che dovrebbe essere chiaro a tutti noi quanto sia importante che quello che diciamo in quest'Aula corrisponda il più possibile alla realtà dei fatti. Noi stiamo innanzitutto approvando un provvedimento che, piaccia o meno, riduce, anzi taglia, dimezza, i contributi ai partiti. Credo che questa sia una risposta che va valorizzata al di là del fatto - e ora ci arrivo - che qualcuno magari ritenga che sia utile la totale abolizione del finanziamento pubblico, o meno. Ma dal momento che tutti noi, quando usciamo da quest'Aula, siamo investiti da un vento, che è quello dell'antipolitica, magari anche avere la possibilità di valorizzare quello che certamente è un dato di fatto, potrebbe essere utile. Soprattutto lo dico, signor Presidente, non me voglia il collega Vanalli, a quei partiti che oggi, dopo sei, sette, otto, nove, dieci anni che percepiscono il finanziamento pubblico, si svegliano, entrano dentro la macchina della verginità, e ci vengono a proporre il «Paese del mulino bianco». Signor Presidente, non sottovalutiamo e innanzitutto chiariamo, che non tutti i partiti hanno speso i soldi nello stesso modo. Il Partito Democratico - ma sicuramente anche altri partiti - può dimostrare che non ha investito i soldi in lingotti d'oro o in altri modi e, quindi, c'è anche chi ha avuto dei soldi e magari ha avuto la capacità, la bontà e la responsabilità, di amministrarli in modo diverso. Fatevene una ragione, anche perché voi che venite ora, in pieno scempio, a teorizzarci l'esigenza di non utilizzare il finanziamento pubblico, rendetevi conto che è vero che, con la legge precedente, il finanziamento pubblico è andato ai partiti morti ma, colleghi della Lega Nord Padania, alcuni partiti vivi, per alcuni anni, tale finanziamento l'hanno preso in doppia razione, e di questa crisi di coscienza, che improvvisamente vi è venuta, non si è accorto nessuno che l'avevate avuta, finché c'è stato da prendere doppia razione di finanziamento per tre anni, quella della prima e quello dell'altra legislatura. Allora signor Presidente, siccome va bene tutto... Ma adesso, caro collega Maroni, vale anche per lei (Applausi polemici del deputato Maroni). Può applaudire con grande cognizione di causa. Infatti sostengo questa tesi da sempre. Voi da sempre questi finanziamenti li avete presi, e doppi, e adesso venite a fare Pag. 43la morale, adesso venite a fare la morale! Non esiste, caro Maroni! Non esiste!
Detto questo, signor Presidente - e concludo - ho una mia opinione su questo provvedimento, e l'ho espressa in sede di discussione sulle linee generali. Sono convinto che si sarebbe potuto certamente fare di meglio e in questo senso, come è agli atti, ho presentato alcuni emendamenti. Qualcuno mi ha ricordato che forse è vero che certe volte il meglio è nemico del bene. Ora so, anche per la mia storia politica, che va dato atto ai Radicali, che sono gli unici che possono continuare a fare questa battaglia, perché la fanno da sempre. Va chiaramente preso atto che tutti gli altri hanno utilizzato il finanziamento. Alcuni oggi si svegliano e scoprono che non c'è più bisogno del finanziamento pubblico. Personalmente però, signor Presidente, poiché può succedere che alcuni emendamenti mettano a repentaglio la cosa più importante, e cioè il provvedimento che in questo momento stiamo approvando - che è la risposta che comunque diamo fuori da quest'Aula, e cioè il taglio e il dimezzamento del finanziamento pubblico - allora penso - e con questo annuncio anche il ritiro non solo di questo, ma anche degli altri miei emendamenti - che in questo caso le mie convinzioni personali non possano che fermarsi sulla soglia di un rischio che responsabilmente non credo di avere il diritto di far correre non tanto al mio partito, non tanto a ciascuno di noi, ma alla credibilità della politica, già così duramente messa alla prova in questo momento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Giachetti 1.5 lo ritirano e che sono ritirati anche tutti gli altri emendamenti a prima firma Giachetti.
PIERGUIDO VANALLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Su che cosa? Sull'emendamento? Ormai è ritirato. Sull'ordine dei lavori. Se però fa riferimento all'emendamento, io le tolgo la parola dopo due secondi. L'avverto prima: escamotage relativi all'ordine dei lavori, durante la votazione, non sono ammessi.
PIERGUIDO VANALLI. Siccome avevo preso la parola io per primo e nessuno sapeva di cosa volessi parlare...
PRESIDENTE. Perfetto. Adesso è sull'emendamento che mi chiede la parola?
PIERGUIDO VANALLI. No, è per replicare all'onorevole Giachetti, visto che invece di ritirarlo ha fatto tutta una filippica...
GIANPAOLO DOZZO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, facciamo nostro l'emendamento in esame, così abbiamo la possibilità di parlare.
PRESIDENTE. Va bene. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vanalli. Ne ha facoltà.
PIERGUIDO VANALLI. Signor Presidente, l'emendamento in esame viene fatto nostro per metà, nel senso che voteremo favorevolmente da «conseguentemente» in poi: chiediamo la votazione per parti separate, preannunciando che voteremo favorevolmente da: «conseguentemente, sostituire l'articolo 2» in poi, mentre voteremo contro sulla prima parte, perché sarà pur vero che siamo stati toccati da quello da cui siamo stati toccati e la faccia ce l'abbiamo messa, però ad un certo punto abbiamo avuto anche il coraggio di dire che certe cose non vanno fatte e abbiamo proposto delle norme per impedire che altri commettano i nostri stessi errori e gli stessi sbagli (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Probabilmente i colleghi che invece vogliono andare avanti a ricevere soldi, que sta Pag. 44sensibilità non ce l'hanno, ritengono di avere avuto - tra parentesi - meno possibilità di «razzolare nel torbido» della Lega Nord Padania e quindi vogliono continuare a farlo, perché così hanno la possibilità di sopravvivere. Noi vogliamo vedere se questi partiti riescono a sopravvivere con il finanziamento privato e non con il finanziamento pubblico e anche per questo chiediamo che non venga devoluta l'ultima rata del finanziamento 2008, perché se noi magari abbiamo speso male dei soldi che ci erano stati attribuiti, c'è qualcuno che ha già speso dei soldi che ancora non gli sono stati dati. Quindi tra chi li spende male e dice: «è vero, ho sbagliato e voglio rimediare» e chi invece fa finta di niente e continua a spenderli, credo che ci sia una bella differenza (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
MAURIZIO TURCO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori, nel senso che chiedo che lei, d'ora in poi, visto che se l'è dimenticato prima, quando annuncia il numero dell'emendamento, possa dire chi è il primo firmatario, qual è il parere dei relatori e qual è il parere del Governo.
PRESIDENTE. Allora, il parere dei relatori l'ho sempre detto, forse avrò omesso il primo firmatario, se vuole le do anche la data di nascita magari.
MAURIZIO TURCO. Uno se lo è dimenticato, signor Presidente.
PRESIDENTE. Allora, è possibile passare alla votazione per parti separate, però con una precisazione: possiamo votare la prima parte, fino a «conseguentemente», ma se viene respinta la prima parte, quella consequenziale cade, quindi non dobbiamo votarla. Sostanzialmente si vota la prima parte e tutto dipende dall'esito della votazione sulla prima parte.
PIERGUIDO VANALLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIERGUIDO VANALLI. Signor Presidente, ritiro l'emendamento.
PRESIDENTE. Complimenti! Allora è ritirato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Rubinato 1.220. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dai relatori.
SIMONETTA RUBINATO. Signor Presidente, intervengo per spiegare la ratio dell'emendamento in esame, anche se anticipo che raccolgo l'invito del gruppo relativo al suo ritiro, perché sostanzialmente l'obiettivo fondamentale dell'emendamento in esame, che raccoglie in sintesi la mia proposta di legge depositata il 19 aprile in Parlamento, era quello di dimezzare il finanziamento pubblico ai partiti, risultato che è stato raggiunto con contenuti diversi. Io avrei voluto di più, ma do atto al lavoro che è stato fatto, perché non si può non riconoscere che un passo in avanti importante è stato fatto. Tuttavia vorrei sottolineare la ratio dell'emendamento in esame, e della proposta di legge mia e di altri colleghi, perché quello che succede fuori dal Parlamento deve anche aiutarci probabilmente a fare qualcosa di più e a migliorare il provvedimento che oggi, pur buono, viene assunto da questo Parlamento. Prima di tutto togliamo il velo dell'ipocrisia, che come ho sentito oggi, ispira molti degli interventi di altri colleghi. Cito Luigi Zingales sul Il Sole 24 ore di qualche settimana fa: il punto di partenza, anche se impopolare, è che la politica costa. Il finanziamento della politica non può venire lasciato interamente al mercato, il laissez faire non funziona in politica: c'è la necessità di regole e c'è la necessità di un contributo pubblico.
Tuttavia, bisogna vedere quali sono queste regole e qual è il contributo pubblico Pag. 45e, soprattutto, è necessario ricordare sempre quanto prevede l'articolo 49 della Costituzione. La proposizione dell'articolo 49, prevede che il soggetto della norma costituzionale - che è inserita nella parte relativa ai diritti e ai doveri dei cittadini, e non in quella relativa all'organizzazione costituzionale dello Stato - siano i cittadini stessi; sono tutti i cittadini, che hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale. Quindi, il soggetto sono i cittadini e i partiti sono lo strumento.
Pertanto, nella mia proposta emendativa - sarò breve - cercavo di coniugare la riduzione del finanziamento pubblico ad una qualche manifestazione di volontà del cittadino elettore. Come? Dimezzando a 0,50 euro la quota di finanziamento erogata annualmente, legandola, però, in modo proporzionale, ai voti validi ottenuti da ciascun partito. In altri termini, il cittadino, votando il simbolo del partito di una lista, in modo indiretto, sceglie: è lui il protagonista, è lui che decide di dargli un finanziamento di 0,50 euro l'anno. Questo, a mio avviso, era un modo per salvare il finanziamento pubblico, coniugandolo, in modo più forte, con la volontà dei cittadini.
Questa, tuttavia, non è la scelta finale che è stata fatta. Lo ribadisco: avrei voluto di più, visto anche quello che ci viene chiesto dall'opinione pubblica. A tal proposito, qualcuno dovrebbe ammettere delle responsabilità, perché l'indignazione ha le sue cause e qualcuno, prima di intervenire e fare proposte, dovrebbe anche chiedere scusa, forse, all'opinione pubblica, a tutti i cittadini onesti, ma anche ai parlamentari onesti.
In conclusione, ritiro l'emendamento in esame che, a mio avviso, avrebbe rafforzato l'idea nel cittadino di essere protagonista del finanziamento pubblico, e mi accontento - perché non è poco - del risultato del dimezzamento del finanziamento ai partiti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Mura 1.203.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Mura 1.203 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mura 1.203, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Goisis... onorevole Capitanio Santolini... onorevole Pedoto... onorevole Martino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 530
Votanti 521
Astenuti 9
Maggioranza 261
Hanno votato sì 25
Hanno votato no 496).
Passiamo all'emendamento Maurizio Turco 1.11.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Maurizio Turco 1.11 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 1.11, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Goisis... onorevole Scilipoti... onorevole Dima...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni). Pag. 46
(Presenti 521
Votanti 516
Astenuti 5
Maggioranza 259
Hanno votato sì 42
Hanno votato no 474).
Passiamo all'emendamento Maurizio Turco 1.10.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Maurizio Turco 1.10 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 1.10, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea e la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Scilipoti... onorevole Saltamartini... onorevole Murer...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 534
Votanti 522
Astenuti 12
Maggioranza 262
Hanno votato sì 22
Hanno votato no 500).
Prendo atto che l'onorevole Nirenstein ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Iapicca 1.12. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Iapicca 1.12 formulato dal relatore.
AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, ritiriamo il nostro emendamento, segnaliamo però che il fatto di inserire insieme ai partiti anche i movimenti prelude poi, quando definiremo cos'è il partito, riferendoci all'articolo 49 della Costituzione, al fatto che ci limiteremo solo ai partiti e, quindi, questa «faccenda» dei movimenti è possibile nasconda qualcosa, nel senso che anche le miriadi di fondazioni che si definiscono movimenti politici saranno finanziate solo se hanno un eletto in qualche regione.
Quindi, credo sarebbe stato molto meglio limitarsi esclusivamente ai partiti con statuto e quant'altro. Comunque, il nostro emendamento è ritirato; abbiamo segnalato il problema.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lanzillotta 1.205. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Lanzillotta 1.205 formulato dal relatore.
LINDA LANZILLOTTA. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LINDA LANZILLOTTA. Signor Presidente, questo emendamento, insieme ai successivi sempre da me presentati, gli emendamenti 1.36 e 1.206, riguarda un punto fondamentale che, a nostro avviso, questo testo non affronta...
PRESIDENTE. Onorevole Lanzillotta, il suo emendamento 1.36 non è però segnalato.
LINDA LANZILLOTTA. Signor Presidente, mi riferisco allora al mio emendamento 1.206, che è segnalato.
GIUSEPPE CALDERISI, Relatore. Sull'emendamento Lanzillotta 1.206 il parere è favorevole.
LINDA LANZILLOTTA. Sì, ma da solo non basta. Il mio emendamento 1.206 è concettualmente legato al mio emendamento Pag. 471.205, perché il punto è collegare la riforma del finanziamento alla riforma della politica dei partiti, come più volte è stato sottolineato, e ciò è possibile solo limitando il finanziamento pubblico e i contributi esclusivamente ai rimborsi elettorali. Strutture, apparati, burocrazie e attività politiche ordinarie devono invece essere sostenute dalla partecipazione attiva dei cittadini, e lo Stato solo in questo caso può partecipare con il cofinanziamento e con le detrazioni fiscali che - segnalo ai colleghi che sostengono altre forme, come il 5 per mille - sono comunque contributi pubblici. In questo modo è possibile cominciare a cambiare il modello di partito e il suo rapporto con la società. Questo testo, purtroppo, non lo fa, e continua ad alimentare con risorse pubbliche partiti in cui i cittadini non si riconoscono.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzillotta 1.205, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Tortoli, Dima, Razzi, Stefani.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 535
Votanti 525
Astenuti 10
Maggioranza 263
Hanno votato sì 36
Hanno votato no 489).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lanzillotta 1.206.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzillotta 1.206, accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Goisis, Anna Teresa Formisano, Ruben.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 534
Votanti 529
Astenuti 5
Maggioranza 265
Hanno votato sì 462
Hanno votato no 67).
Passiamo all'emendamento Razzi 1.14. Prendo atto che il presentatore accede all'invito al ritiro dell'emendamento Razzi 1.14. formulato dal relatore.
Passiamo all'emendamento Stracquadanio 1.16. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Stracquadanio 1.16. formulato dal relatore.
GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Volevo semplicemente illustrare questa proposta emendativa, perché è un po' particolare. È un emendamento che chiede di tener conto della recessione nell'erogazione dei finanziamenti pubblici, cioè prevede, nel caso in cui ci sia una previsione di riduzione del PIL, e quindi del fatturato dell'azienda Italia, che anche i partiti subiscano una riduzione in proporzione. Rileva il PIL, così come è rilevato nel documento di economia e finanza, ma non si prevedono incrementi di pari misura nel caso di incremento del PIL.
Sarebbe, in sostanza, un tentativo di dare un segnale per cui, se anche c'è una Pag. 48forma di finanziamento, questa è ancorata all'andamento dell'economia e incentiverebbe i partiti ad essere più virtuosi anche nella gestione degli affari pubblici. È ovvio che è un fatto simbolico, ma mi dà anche l'occasione per dire ai colleghi che sono intervenuti e che hanno detto che non è possibile affidarsi soltanto al mercato e riferirsi ai privati, che tutta l'impostazione che abbiamo dato, anche con gli emendamenti a seguire, si affida in realtà ad una forte contribuzione da parte dello Stato, prevedendo una detrazione d'imposta dei contributi privati pari al 50 per cento del contributo che viene erogato al partito e fissa un tetto limite alla contribuzione per evitare che appunto ci siano manovre opportunistiche di natura fiscale.
Però, sarei favorevole anche a forme di contribuzione diretta, se fossero misurate per esempio come quelle britanniche, dove il contributo pubblico ai partiti è riservato solo a quelli di opposizione - intendendo che quelli di maggioranza hanno sufficienti strumenti per poter svolgere la loro attività, tratti dal fatto stesso di essere al Governo -, ai quali viene erogata una somma massima pari a 6 milioni di sterline l'anno, una somma largamente inferiore a quella prevista in questo provvedimento. Quindi, non è vero che noi siamo al di sotto delle medie europee. Per questo chiedo ai colleghi un voto simbolico che dica che questo Parlamento è sensibile al fatto che, se il Paese produce meno ricchezza, i partiti si danno meno ricchezza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Stracquadanio 1.16., non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Golfo, Franceschini, Mantini, Dionisi, Zazzera, Cicchitto, Vignali, Lazzari.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 528
Votanti 521
Astenuti 7
Maggioranza 261
Hanno votato sì 53
Hanno votato no 468).
Prendo atto che il deputato Mosella ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Razzi 1.17.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Razzi 1.17 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Razzi 1.17, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Perina, Anna Teresa Formisano, D'Anna, D'Amico, Scilipoti, Marini, Lo Monte, Carfagna, Divella...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 538
Votanti 530
Astenuti 8
Maggioranza 266
Hanno votato sì 49
Hanno votato no 481).
Passiamo all'emendamento Maurizio Turco 1.18.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Maurizio Turco 1.18 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 1.18, non accettato dalla Commissione, sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario. Pag. 49
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Marini, Scilipoti, Veltroni, Villecco Calipari, Stradella
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 532
Votanti 521
Astenuti 11
Maggioranza 261
Hanno votato sì 19
Hanno votato no 502).
Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Vassallo 1.208 lo ritira.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.501 della Commissione, sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Golfo, Traversa, Garagnani, Brugger, La Malfa, Muro
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 542
Votanti 529
Astenuti 13
Maggioranza 265
Hanno votato sì 462
Hanno votato no 67).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.500 della Commissione, sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Galletti, Porcino, Andrea Orlando, Marchioni, De Micheli, D'Anna...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 538
Votanti 523
Astenuti 15
Maggioranza 262
Hanno votato sì 443
Hanno votato no 80).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.600 della Commissione, sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Paladini, Fioroni, Siliquini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 542
Votanti 472
Astenuti 70
Maggioranza 237
Hanno votato sì 466
Hanno votato no 6).
Prendo atto che il deputato Nizzi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Amici 1.209.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore. Signor Presidente, volevo specificare il perché dell'invito al ritiro formulato sull'emendamento Amici 1.209.
Si tratta di un tema sicuramente di grande interesse e attualità. Tuttavia, riteniamo sia più proprio dell'attuazione dell'articolo 49 della Costituzione e, quindi, del provvedimento che giungerà, la prossima volta, all'esame della Camera. Pag. 50
Pertanto, invitiamo i presentatori al ritiro dell'emendamento Amici 1.209, motivandolo in questo modo.
PRESIDENTE. Sta bene.
Chiedo, tuttavia, ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Amici 1.209 formulato dai relatori.
BARBARA POLLASTRINI. Signor Presidente, anche a nome delle altre colleghe, che hanno sottoscritto questo emendamento, volevo dare la motivazione della nostra scelta.
Noi abbiamo proposto questo emendamento, che eleva dal 5 al 25 per cento e, in crescendo, dal 25 al 50 per cento i contributi pubblici spettanti ai partiti o ai movimenti politici per la formazione e la promozione delle donne alle politica. Come vedrete, successivamente proponiamo altri emendamenti che sanzionano partiti e movimenti che non rispettino, nelle liste, le norme antidiscriminatorie.
Non vi è dubbio che il tema di un coinvolgimento delle donne alla politica si pone oggi come decisivo in termini simbolici ma, vorrei aggiungere, in termini di forza e di credibilità della stessa politica. D'altronde, a ricordarcelo è una convinzione profonda che nasce dallo sguardo alla società italiana. Nel nostro Paese i talenti e le intelligenze delle donne, così come le loro fatiche, sono immensi, ma è un Paese in cui le istituzioni e le classi dirigenti non sanno restituire perché malate in termini di conservatorismo e di chiusure.
A rammentarci tutto questo e a rammentarci il nostro dovere è la stessa Costituzione, all'articolo 3, quando prevede l'uguaglianza dei diritti e dei doveri e la rimozione degli ostacoli che si frappongono ai diritti e ai doveri. Ma - voglio rammentarlo a tutti - l'articolo 51 della Costituzione dice che «tutti i cittadini dell'uno o dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tal fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini». Questo articolo, come sapete, venne votato trasversalmente da una larghissima maggioranza di questo Parlamento.
Ebbene, perché abbiamo proposto questa serie di emendamenti? Perché sappiamo bene che il provvedimento che stiamo discutendo contiene alcune esemplarità, di cui hanno parlato le colleghe e i colleghi, in termini di controlli, trasparenza e dimezzamento del finanziamento e dei contributi ai partiti. Lo risottolineo: esemplarità.
Ma sappiamo anche che questo provvedimento risulterà un disegno compiuto quanto, contemporaneamente, il Parlamento approverà la legge sull'articolo 49 della Costituzione, ossia la legge sui partiti e, cioè, gli statuti e le regole dei partiti e, mi permetto di aggiungere, la riforma elettorale, che tutti i cittadini si stanno aspettando. In ognuna di queste leggi vogliamo sottolineare la necessità - direi l'urgenza - che, per l'autorevolezza stessa dei provvedimenti che ci avviamo ad approvare, siano contenute norme che si ispirino alla democrazia paritaria e norme che si ispirino a regole contro ogni forma di discriminazione.
Concludo così: quando parliamo di diritti e doveri della Costituzione parliamo di diritti e doveri indivisibili nel loro trittico: umani, sociali e politici.
Il diritto a rappresentare meglio le istituzioni è un diritto di eguale valore, ecco perché anche nel corso dell'esame di questo provvedimento noi abbiamo voluto intervenire.
Capisco che l'onorevole Bressa, a nome di tutti i colleghi, ci chieda di ritirare questo emendamento; noi facciamo, però, nostra la proposta dell'onorevole Bressa, ma perché riteniamo il nostro intervento e i nostri emendamenti un impegno del Partito Democratico perché l'insieme delle altre leggi elettorali e sui partiti non vengano meno al dovere che ho qui richiamato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Sta bene. L'emendamento Amici 1.209 è stato quindi ritirato, Pag. 51così come sono stati ritirati i successivi emendamenti Lo Moro 1.210 e Amici 1.211.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Amici 1.212.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Amici. Ne ha facoltà.
SESA AMICI. Signor Presidente, intervengo solo per una dichiarazione di voto visto che il parere della Commissione è favorevole.
Con questo emendamento credo che immettiamo un dato di estrema attualità e anche di contenuto che anticipa la definizione di cosa si debba intendere per partito nell'era di una democrazia di tipo paritario.
Per la prima volta immettiamo un elemento per cui il contributo ai partiti, il rimborso elettorale, dopo le competizioni elettorali viene diminuito con una penalizzazione per quel partito che all'interno delle proprie liste abbia presentato un numero di candidati del medesimo genere superiore ai due terzi del totale.
Siamo di fronte ad un principio importante che sta delineando anche qui, dopo l'approvazione del provvedimento che è stato votato la scorsa settimana, elementi di cultura politica che sempre più conducono l'insieme del sistema politico italiano a tener conto di una cittadinanza inclusiva di uomini e donne.
Volendo provare a quantificare il finanziamento ridotto del 5 per cento, in termini quantitativi esso è molto significativo e proprio per questo credo che sia stato giusto esprimere con queste poche parole un ringraziamento al relatore per aver colto un'esigenza che prima ancora di essere politica è un'esigenza culturale e di concezione della democrazia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lorenzin. Ne ha facoltà.
BEATRICE LORENZIN. Signor Presidente, vorrei esprimere l'accordo con questo emendamento che rappresenta un punto di caduta del dibattito avuto in Commissione in questi giorni che, per una serie di motivi, ha riguardato vari aspetti, cioè la riforma dell'articolo 49 della Costituzione e, quindi, la riforma del sistema dei partiti politici insieme alla riforma dei rimborsi. E in questo lungo dibattito anche articolato su provvedimenti diversi di così grande importanza per la trasformazione dei sistemi di partecipazione nel nostro Paese, la questione della cittadinanza delle donne all'interno dei luoghi di partecipazione è emersa più volte.
Credo che stiamo affrontando in modo estremamente equilibrato ma anche con un'ottica diversa questa questione.
L'onorevole Amici ha ricordato l'importante provvedimento che abbiamo approvato pochi giorni fa proprio in questo Parlamento e oggi con questo provvedimento andiamo a dare una forma di incentivo all'articolazione interna delle forze politiche proprio per incentivare la partecipazione, la presenza e l'attivismo del mondo femminile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Favia. Ne ha facoltà.
DAVID FAVIA. Signor Presidente, credo che questo emendamento sia importante, una buona pagina che stiamo per scrivere. Avevo detto quando abbiamo trattato il provvedimento sull'incentivazione della rappresentanza di genere qualche settimana fa o la scorsa settimana - non ricordo - che forse l'Aula era troppo poco coraggiosa.
Credo che questo sia un emendamento coraggioso perché sanziona economicamente chi non andrà ad incentivare la rappresentanza di genere, ragion per cui il gruppo dell'Italia dei Valori voterà favorevolmente in maniera convinta.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Amici 1.212, accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea. Pag. 52
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Santori, Cosentino, Cesa, Catone, Misiti, Mistrello Destro, Patarino, D'Antona...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 530
Votanti 521
Astenuti 9
Maggioranza 261
Hanno votato sì 462
Hanno votato no 59).
Prendo atto che il deputato Zaccaria ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Lo Moro 1.213.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Lo Moro 1.213 formulato dal relatore.
DORIS LO MORO. Sì, signor Presidente, accedo all'invito al ritiro e ne trasfonderò il contenuto in un ordine del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Di Pietro 1.214.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Di Pietro 1.214 formulato dal relatore.
DAVID FAVIA. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAVID FAVIA. Signor Presidente, con questo emendamento noi chiediamo di azzerare il pagamento del contributo pubblico ai partiti per le elezioni 2008 e 2011 e di destinarlo a favore dei cosiddetti esodati. Crediamo che questo sarebbe un gesto importante a favore di una categoria in forte sofferenza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vanalli. Ne ha facoltà.
PIERGUIDO VANALLI. Signor Presidente, il nostro gruppo appoggerà questo emendamento perché risponde di fatto alle finalità del nostro primo emendamento, che prevedeva che l'ultima rata da devolvere ai partiti per le elezioni 2008 fosse devoluta per casi di necessità e di assistenza, in questo caso per gli esodati. Penso che sia un buon segnale della nostra attenzione in questo momento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Briguglio. Ne ha facoltà.
CARMELO BRIGUGLIO. Signor Presidente, anche il gruppo di Futuro e Libertà voterà a favore di questo emendamento, anche perché abbiamo successivamente degli emendamenti che ne riproducono la sostanza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 1.214, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Mazzuca, Scilipoti, Veltroni, Servodio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 525
Votanti 517
Astenuti 8
Maggioranza 259
Hanno votato sì 152
Hanno votato no 365).
Prendo atto che la deputata De Torre ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario. Pag. 53
Passiamo all'emendamento Moroni 1.27.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Moroni 1.27 formulato dal relatore.
CHIARA MORONI. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CHIARA MORONI. Signor Presidente, non accedo all'invito al ritiro perché ritengo che l'Assemblea debba riflettere.
Debba riflettere perché la politica oggi può dare un segnale forte. Lo può dare rispetto ai cittadini che hanno chiaramente manifestato la propria sfiducia nei confronti della classe politica, scegliendo, da un lato, di non andare a votare, dall'altro, scegliendo movimenti populisti, demagogici e antisistema.
La politica deve dare un segnale chiaro, dimostrando la propria capacità di autoriformarsi e facendolo in maniera determinata. Chiediamo ai partiti di rinunciare alle ultime tranche del rimborso elettorale con una destinazione ben precisa. Lo facciamo nel giorno in cui l'ISTAT presenta i propri dati e dimostra che in Italia una donna su quattro, nei primi due anni di vita di un figlio, rinuncia al proprio lavoro.
Allora, chiediamo ai partiti di rinunciare alle prossime tranche di finanziamento, destinandole ad un piano di aumento degli asili nido. Lo dico anche a tutte le colleghe deputate, non perché sia una questione di genere, ma perché devono avere una sensibilità in più rispetto alle difficoltà delle donne che lavorano.
E lo dico ai colleghi, perché il tema del finanziamento della politica è un tema troppo serio. Non va certo affrontato con demagogia, ma con serietà e determinazione. Troppo forti sono le dimostrazioni di come la politica usi male i soldi dei cittadini italiani.
Allora, noi per primi dobbiamo avere la capacità di autoriformarci e, se 20 anni fa un'intera classe dirigente, quella dei partiti della cosiddetta prima Repubblica, è stata archiviata sull'altare del finanziamento illecito, oggi, dopo 20 anni, quei partiti che sventolavano in quest'Aula il cappio comprano con i soldi dei cittadini italiani lingotti d'oro e brillanti (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Colleghi, credo che su questo la politica debba dare un segnale. Lo faccia con forza, dimostrando da subito, e non dalla prossima legislatura, che rinuncia alla restante parte del finanziamento pubblico. Lo destini ai cittadini italiani, che affrontano oggi la crisi economica; lo destini alle donne italiane, che, lavorando di più, possono contribuire all'aumento del PIL italiano, possono contribuire a una società più libera, più inclusiva e più equa, possono contribuire allo sviluppo del Paese.
Di questo si deve occupare la politica, di questo deve rispondere la politica ai cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vanalli. Ne ha facoltà.
PIERGUIDO VANALLI. Signor Presidente, su questo emendamento, in particolare, visto che in parte rispetta quanto dicevo prima in merito al nostro primo emendamento, la posizione del nostro gruppo sarà di astensione. Sulle considerazioni della collega, vorrei ricordarle questo: qualcuno ha sventolato quel cappio e ad esso, purtroppo, per colpa nostra, dopo quello che è successo, ci siamo impiccati con le nostre mani. Però, vorremmo che nessun altro fosse così stupido da continuare a fare quello che abbiamo fatto noi.
Vorremmo che quel cappio sparisse da quest'Aula, mentre, invece, con questa norma, al cappio si allunga la corda, per fare modo che molti altri ci si impicchino. Le considerazioni della collega posso tornare da dove sono venute. È vero, la colpa sarà nostra, abbiamo fatto una brutta figura, però, proprio per questo, siamo consapevoli che, se togliamo la possibilità a qualcuno di continuare a fare brutte figure, queste non verranno fatte (Applausi del deputato Raisi).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Moroni 1.27, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Beltrandi, Rivolta, Fugatti, Stradella...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 519
Votanti 452
Astenuti 67
Maggioranza 227
Hanno votato sì 55
Hanno votato no 397).
Passiamo all'emendamento Maurizio Turco 1.26.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Maurizio Turco 1.26 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 1.26, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea e la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Goisis, Moles, Scilipoti, Pizzolante, Paolo Russo, Viola...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 522
Votanti 510
Astenuti 12
Maggioranza 256
Hanno votato sì 38
Hanno votato no 472).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.503 della Commissione, sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Moles...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 527
Votanti 512
Astenuti 15
Maggioranza 257
Hanno votato sì 433
Hanno votato no 79).
Prendo atto che il deputato Morassut ha segnalato di aver erroneamente espresso voto contrario, mentre avrebbe voluto votare a favore.
Passiamo all'emendamento Brugger 1.217.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Brugger 1.217 formulato dal relatore.
SIEGFRIED BRUGGER. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIEGFRIED BRUGGER. Signor Presidente, vorrei motivare l'emendamento in oggetto.
Abbiamo presentato la nostra proposta soppressiva delle disposizioni relative alla riduzione retroattiva del 50 per cento dei fondi non ancora riscossi dai partiti per il 2011 perché riteniamo che tale scelta sia profondamente errata, a maggior ragione se è presentata come emblematica della riforma oggi al nostro esame.
Per questa ragione, le motivazioni del nostro emendamento costituiscono un giudizio complessivo sul provvedimento. Pag. 55
Innanzitutto, a nostro giudizio, non corrisponde alla realtà il fatto che con le regole attuali non sia possibile avere un adeguato sistema di controlli e dei bilanci corretti e in ordine. Come Südtiroler Volkspartei abbiamo quattro livelli di controllo del nostro bilancio nella più assoluta trasparenza.
Inoltre, non è vero che con le regole vigenti sia inevitabile la distrazione di fondi dalle finalità esclusivamente politiche. Chi è responsabile di tali distrazioni, in molti casi così gravi da evidenziare una situazione di totale illegalità, lo è in violazione delle regole e non perché le regole non esistono. Ciò non significa che una riforma dei rimborsi elettorali, con criteri più stringenti, non sia possibile e auspicabile.
Tuttavia, una riforma è credibile e costituisce una risposta all'esigenza di legalità se non appare come una risposta tardiva dettata dalla pressione che il Paese esercita sul sistema politico, incapace di definire una seria e urgente prospettiva di riforme.
Una nuova legge sul finanziamento sarebbe stata positiva e autorevole se fosse stata preceduta, da una parte, da una riforma costituzionale, con la riduzione del numero dei parlamentari e la revisione del sistema bicamerale, e, dall'altra, da scelte innovative relative alla personalità e alla organizzazione dei partiti, in attuazione dell'articolo 49 della Costituzione, riforme che, invece, inseguono, ammesso che siano approvate, le modifiche al finanziamento e alla condizione attuale di grave difficoltà dei partiti.
Allora, mi chiedo se vi è un nuovo modello di partito che risponda a tale riforma...
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Brugger.
SIEGFRIED BRUGGER. Ancora un po' di tempo, per cortesia, signor Presidente.
Mi chiedo se vi sia un nuovo modello di partito che sia coerente con una sensibile riduzione dei fondi pubblici o con la loro totale abolizione. Io credo di no.
Se non vi è risposta a queste domande - e non c'è - è evidente che, ritenere di arrestare la protesta con questa riforma, è illusione, nella conferma di ciò che, a nostro a avviso, sotto il profilo mediatico, costituisce la prova evidente di una riforma né strutturale né efficiente, i cui risparmi a regime ed in termini di spesa saranno in realtà contenuti. Si tratta della decisione di operare una riduzione del 50 per cento con valore retroattivo. Ridurre e disciplinare con rigore il contributo per il futuro è legittimo. Intervenire con tagli retroattivi è denunciare un esplicito senso di colpa, una resa colpevole, che prevale su ogni altra scelta ed indistintamente su chi ha tenuto i bilanci in ordine e chi, invece, non ha avuto eguale correttezza.
Per queste ragioni, se il nostro emendamento non verrà approvato, preannunzio che non voteremo a favore di questo provvedimento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brugger 1.217, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea e la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Scilipoti, Gianni, Pisicchio, Portas...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 515
Votanti 510
Astenuti 5
Maggioranza 256
Hanno votato sì 5
Hanno votato no 505).
Passiamo all'emendamento Maurizio Turco 1.202.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Maurizio Turco 1.202, formulato dal relatore.
MAURIZIO TURCO. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, con questo emendamento chiediamo di cambiare nome a questo articolo e di non parlare di riduzione dei contributi, ma direttamente di finanziamento pubblico.
È, infatti, vero che dal 1993 - quando il 90,3 per cento (90,3 per cento!) degli italiani al referendum radicale votò contro il finanziamento pubblico ai partiti - il finanziamento è aumentato di sei volte. Oggi voi lo dimezzate, cioè, ancora una volta, lo moltiplicate di tre volte rispetto a quello che era.
Per evitare ed evitarvi che fra qualche anno veniate qui a dirci, il velo dell'ipocrisia, di aver parlato di riduzione, vi invitiamo a restituire alle parole il loro significato. Assumetevi la responsabilità, se ne avete il coraggio, di ripristinare il finanziamento pubblico ai partiti (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vanalli. Ne ha facoltà.
PIERGUIDO VANALLI. Signor Presidente, è indubbio quanto il collega Maurizio Turco abbia ragione in questo caso.
Il provvedimento è nato come emendamento ad un provvedimento del Governo, naturalmente subito bocciato perché non era quella la sua natura. Poi è nato sull'onda dei fatti e avvenimenti che hanno colpito la politica.
Ora parlare di riduzione dei contributi dei rimborsi elettorali, quando di fatto si sta appunto finanziando di nuovo i partiti attraverso il finanziamento pubblico, è un evidente controsenso. Chiamiamo le cose con il loro nome e chiamiamo questo provvedimento, appunto, finanziamento pubblico per le spese sostenute dai partiti e dai movimenti politici.
Resta da capire poi cosa saranno i movimenti politici perché, comunque, stiamo sempre facendo un atto conseguente a quella che dovrebbe essere prima un'altra riforma, quella dell'articolo 49, con la definizione cioè di cosa sono i partiti ed i movimenti politici.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 1.202, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Misuraca, Pili, Petrenga, Rosato, Stradella...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 515
Votanti 505
Astenuti 10
Maggioranza 253
Hanno votato sì 93
Hanno votato no 412).
Passiamo alla votazione dell'articolo 1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, il mio gruppo voterà a favore di questo articolo. Abbiamo ascoltato la discussione, le proposte anche emendative che sono state avanzate ed io ritengo che la I Commissione (Affari costituzionali) e i relatori abbiano svolto un buon lavoro su una materia così difficile e così sdrucciolevole...
PRESIDENTE. Onorevole Tassone, mi dispiace interromperla... posso interromperla? Poiché siamo in sede di dichiarazioni di voto sull'articolo 1, debbo rappresentare che è stata chiesta dal gruppo dell'Italia dei Valori la votazione per parti Pag. 57separate dell'articolo 1, nel senso di votare separatamente i primi cinque commi....
DAVID FAVIA. No, no, Presidente!
PRESIDENTE. Dunque è stata chiesta ed stata ritirata in questo momento. Allora può continuare tranquillamente e serenamente, onorevole Tassone.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, ero informato anche io della nuova posizione assunta da parte del gruppo dell'Italia dei Valori. Dicevo, signor Presidente, che noi votiamo a favore di questo articolo, lo votiamo con grande convinzione. Abbiamo lavorato con molta forza e soprattutto con molto senso di responsabilità in sede di I Commissione (Affari costituzionali) e devo dare atto ai colleghi relatori di aver portato avanti un lavoro non facile, visto che il finanziamento dei partiti è accompagnato da una serie di attenzioni, di commenti e di pressioni da parte dell'opinione pubblica. Noi abbiamo trovato una posizione anche in questo articolo di grande equilibrio, come dicevo poc'anzi, e di grande responsabilità. Certo è facile in questa materia abbandonarsi a commenti, a qualche strumentalizzazione e a qualche forzatura, ma ritengo che questo sia il momento di far capire e di comprendere fino in fondo che una classe dirigente deve andare avanti sul terreno di scelte e decisioni senza avere né tentennamenti e senza avere alcun complesso. Io avverto, a volte, che alcune proposte emendative sono più indirizzate verso una certa frangia di opinione pubblica dove certamente c'è l'antipolitica imperante, che si sta sempre più rafforzando. Ma l'antipolitica si rafforza se c'è una classe dirigente debole, complessata, che molte volte è condizionata da commenti e accuse. Certo, ritengo che questo articolo pone anche delle questioni molto ferme, molto decisive rispetto a tutto l'impianto anche della normativa che viene ad essere articolata nelle norme che seguono. Certamente, signor Presidente, abbiamo avuto qualche problema, perché alcune proposte emendative che sono importanti, lo abbiamo anche detto attraverso il contributo dei colleghi del mio gruppo, attengono più alla materia dell'attuazione dell'articolo 49. Al riguardo, abbiamo discusso anche in sede di I Commissione (Affari costituzionali) se era il caso di allargare e dare priorità a questo tipo di provvedimento che riguardava il finanziamento dei partiti, il contributo dato ai partiti, ed è prevalsa questa posizione, che credo che sia lungimirante e che certamente, lo diciamo con estrema chiarezza, un po' ha raccolto, come dicevo poc'anzi, alcune spinte che si sono evidenziate all'interno del nostro Paese.
Ritengo che il nostro voto favorevole poi certamente si estrinsecherà anche attraverso l'accoglimento delle proposte emendative presentate, quelle relative ai prossimi articoli; alcuni li abbiamo raccolti, altri miglioramenti sono stati apportati anche da parte dei relatori e di tutta la Commissione. Credo che questa sia la posizione del nostro gruppo che ovviamente abbiamo portato avanti. Credo che, nei prossimi giorni, l'Aula sarà impegnata - come dicevo poc'anzi - nella rivisitazione e attuazione dell'articolo 49 della Costituzione, e in quel momento noi andremo ovviamente ad indicare e a declinare la natura dei partiti, e ciò, senza abbandonarci ad un commento e ad una critica anche del passato, come ha fatto un nostro collega, perché ritengo che debba essere lasciata intatta in questa nostra democrazia quella che ovviamente è l'ossatura e la strutturazione dei partiti che rappresentano il momento fondamentale della vita democratica e civile del nostro Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Anna. Ne ha facoltà.
VINCENZO D'ANNA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo per preannunziare il voto favorevole del gruppo di Popolo e Territorio sull'articolo 1 di questo provvedimento di legge. Tuttavia ci preme ribadire - e lo chiariremo ulteriormente prima del voto finale - che a noi questo provvedimento sembra un Pag. 58mezzo passo in avanti, nel senso che riduce il finanziamento ai partiti, ed in questo credo si indulga nei confronti dell'antipolitica o di ciò che, fuori da quest'Aula, emerge dagli umori della gente che è stata più volte istigata (anche da componenti di questa Assemblea) a manifestare un odio pervicace, molto spesso ingiustificato, molto spesso non documentato, sia nei confronti dei partiti politici che delle istituzioni parlamentari. Tuttavia, credo che ridurre del 50 per cento il finanziamento ai partiti non sia risolutivo, innanzitutto perché va detto a chiare lettere, non indulgendo nella vigliaccheria politica e nell'opportunismo politico, che il finanziamento pubblico ai partiti è sacrosanto ed è la più alta forma di trasparenza che, in uno Stato democratico che si fonda sulla mediazione dei partiti tra i cittadini e delle istituzioni, si possa concepire.
La verità è che questo è un mezzo passo in avanti perché non affronta la tematica principale, quella che è la condizione prepolitica, ovvero che i partiti politici non sono ancora delle organizzazioni di diritto pubblico. In altre parole, siamo ancora impantanati e legati all'articolo 49 della Costituzione che - come tutti ricorderanno - non volle sottoporre i partiti politici ad alcun riconoscimento, ad alcun legame, ad alcun contatto con lo Stato, essendo i padri costituenti vittime, essendo stati testimoni della tracotanza dello Stato fascista, della dittatura fascista e quindi vollero tenere i partiti lontano da qualsiasi forma di ingerenza dello Stato o delle sue organizzazioni. I tempi sono cambiati, sono passati circa sessant'anni da quel contesto nel quale fu partorito l'articolo 49 della Costituzione, ed è bene riprendere in questa Aula la legge Sturzo, quella del settembre del 1958 quando fu presentato un organico disegno di legge che non solo disciplinava il finanziamento pubblico dei partiti ma sottoponeva i partiti, in quanto enti di diritto pubblico, al controllo dello Stato, cioè dell'erogatore delle risorse che consentiva ai partiti di svolgere la propria attività all'interno della società.
Se oggi continuiamo nell'errore di usare fondi pubblici per finanziare partiti che sostanzialmente restano delle entità private, noi non supereremo questa dicotomia, questa sorta di strabismo istituzionale, perché continueremo a dare a soggetti privati soldi pubblici senza che l'erogatore statale possa chiedere conto dell'effettivo utilizzo e del giusto utilizzo dei soldi che vengono erogati. Non voglio qui richiamare i recenti episodi che hanno interessato alcuni partiti politici. Voglio ricordare, in questo momento, un galantuomo dal nome di Severino Citaristi che dovette accollarsi colpe e responsabilità non sue, colpe e responsabilità che riguardavano la sua funzione di tesoriere della Democrazia Cristiana. Ebbene, fino a quando i partiti politici non si assoggetteranno al controllo pubblico, fatta salva la loro sovrana determinazione di organizzarsi e di svolgere l'attività politica che ritengono più consona al proprio modo di vedere la società, noi non risolveremo questo problema. Non lo risolveremo né con i 186 milioni di euro né con i 93 milioni di euro, benché meno con la costituzione di comitati di saggi composti da magistrati che lasciano il tempo che trovano perché troveranno dei bilanci perfetti. Quello che non sarà perfetto sarà la dimostrazione dell'uso ad esclusive finalità politiche che i soldi dello Stato hanno prodotto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Amici. Ne ha facoltà.
SESA AMICI. Signor Presidente, il Partito Democratico esprimerà con grande convinzione un voto favorevole su questo articolo. È il primo articolo di una legge che consideriamo molto importante perché segna di fatto una discontinuità. Io tengo molto alla parola «discontinuità» perché mi dispiacerebbe che noi dessimo la sensazione, in un momento come questo che sta vivendo il Paese, di porre in essere un provvedimento che, in qualche modo, non segna il sentire comune di un'opinione Pag. 59pubblica molto colpita, provata nelle sue articolazioni e nella sua forza sociale, soprattutto perché oggi è messa a dura prova proprio la coesione di questo Paese di fronte a provvedimenti che siamo stati costretti ad assumere, anche in quest'Aula, per rispondere ad un bisogno più generale dell'idea Paese. Tuttavia alcuni momenti di verità vanno compiuti. Noi non abbiamo risposto semplicemente ad un segnale dell'opinione pubblica in maniera del tutto acritica perché è del tutto evidente che, quando c'è una netta connessione fra questione sociale e i suoi elementi di drammaticità e la vicenda dei partiti, delle funzioni dei partiti e delle loro eccessive risorse, si mette in rilievo un parallelismo: la crisi della politica e la crisi dei partiti. Quanto di mai più sbagliato. Infatti, io sono perché si metta in discussione come ha funzionato la linea politica di un partito, come questo si è articolato nella vita democratica di un Paese, anche con riferimento all'idea della crisi della politica. Ma noi non siamo di fronte alla crisi della politica, ma allo strumento della politica che, in questi anni, ha visto, in maniera così preminente e del tutto immorale, un uso distorto delle risorse provenienti dai rimborsi elettorali. Ma anche in questo caso non è come la notte in cui tutti i gatti sono neri perché i partiti non sono tutti uguali, l'uso delle risorse non ha avuto uno stesso filone e molti dei partiti corrispondono alla loro funzione, quella di concorrere alla politica nazionale, attraverso, non solo il dato della rappresentanza, ma anche con qualcosa di più.
Questo orgoglio mi porta a dire che ciò riguarda sicuramente il mio partito politico, il quale ha deciso da anni, non solo di portare avanti una battaglia che ricorda i momenti non di diversità - non voglio parlare della diversità di antica memoria berlingueriana -, ma anche di certificare i propri bilanci e lo ha fatto con un atto volontario. Questo partito usa i rimborsi elettorali, li disarticola anche nei suoi livelli territoriali di organizzazione, ma ha in più un grande elemento, è un partito che pensa che la sua funzione non si risolve esattamente nel rapporto solo elettivo, ma propone all'Italia, agli italiani, ai suoi elettori e ai suoi iscritti un'idea di società e un progetto politico.
Questa è la funzione di un partito: proporre e avere delle idee, un progetto complessivo, stare dentro la società italiana con le proprie idee e con le proprie battaglie politiche. Ci siamo sempre riusciti? No, non ci siamo sempre riusciti ma in una fase come questa non abbiamo ceduto a chi pensava che mettere in discussione la funzione dei partiti politici significasse in qualche modo segnare anche la fine dei partiti. A questo non ci stiamo proprio perché non siamo tutti uguali e perché riconosciamo a quella funzione un ruolo, prima ancora che politico, democratico e culturale. Ed è per questo che in questo articolo si segnano tre grandi punti di novità che sarebbe sbagliato non sottolineare in sede di dichiarazione di voto e che riguardano l'immediato dimezzamento delle spese dei rimborsi. Non è poco ma è sicuramente un segnale importante e significativo. Si passa da 191 milioni di euro ai 91 milioni di euro. Di questi 91 milioni di euro il 30 per cento viene dato in forma di cofinanziamento, una novità per il sistema con cui si determina la vita politica dei partiti, i rimborsi elettorali, da un lato, e, dall'altro, le donazioni dei cittadini e delle quote degli associati e in più mi si permetta di dire: abbiamo iniziato questa discussione pensando solo ai controlli ai bilanci. Abbiamo immesso gli elementi del finanziamento e credo che sia un atto importante l'aver deciso, questa volta con un'opinione unanime della Commissione, che la rata di luglio fosse, come aveva detto anche in questa situazione il Partito Democratico, da subito a luglio ridotta del 50 per cento. Sono segnali importanti e con questo giudizio e il linguaggio della verità dobbiamo affrontare le sfide anche di una opinione pubblica che a volte viene deviata dalla distorsione anche nei confronti delle leggi che approviamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Favia. Ne ha facoltà.
DAVID FAVIA. Signor Presidente, il gruppo dell'Italia dei Valori voterà contro l'approvazione dell'articolo 1 per una serie di motivi. Non neghiamo che il dimezzamento sia un passo avanti ma crediamo che sia molto poco anche perché, in realtà, di dimezzamento per le casse dello Stato non si tratta. Infatti, lo Stato avrà dei costi per quanto riguarda la formula degli sgravi fiscali. Crediamo - siamo stati interpreti del malessere della società italiana - che doveva essere fatto un gesto molto più coraggioso: doveva essere abolito tout court il sistema del finanziamento pubblico dei partiti così come dice la proposta di legge di iniziativa popolare che abbiamo depositato e che è abbinata alle altre confluite nel testo unificato, non si tiene per niente contro della sottoscrizione di 200 mila italiani. Infine si sarebbe dovuto creare, mettere in piedi un nuovo sistema basato soprattutto quasi unicamente sulla contribuzione privata e, al limite, su una modestissima contribuzione pubblica.
Crediamo che sia anche sbagliato che a questa nuova normativa insufficiente si arrivi sull'onda di fatti certamente non esaltanti, sull'onda della pressione mediatica dell'opinione pubblica e non quando gente come noi lo chiedeva a viva voce. Spiace che ci si arrivi in maniera come dire insufficiente e assolutamente negativa. Per quanto riguarda il famoso 30 per cento destinato al cofinanziamento: sono tanti i 63 milioni di contribuzione diretta ma il 30 per cento destinato al cofinanziamento ci fa temere spinte per arrivare ad ottenere questo finanziamento che rischiano di far scivolare il rapporto con la politica in zone oscure di cui abbiamo conosciuto i contorni e che crediamo siano ancora attuali.
Anche il rimborso transitorio del 50 per cento di quanto ancora deve essere erogato, ci sembra estremamente insufficiente. Noi avevamo proposto un emendamento - ne avevamo proposti vari, poi alcuni sono decaduti - con cui chiedevamo di dare quei soldi a quelle fasce sociali che ne hanno bisogno: gli esodati, ma anche altri. Abbiamo votato anche l'emendamento della collega Moroni, perché crediamo che vada dato un segnale alla parte più debole della società, rispondendo al disagio e alla protesta che da ultimo sono stati espressi col voto di domenica e lunedì.
Poi, sugli altri articoli, e in sede di dichiarazione finale di voto, parleremo di tutte le altre cose che non vanno, ma francamente noi saremmo stati molto più coraggiosi e questo è il motivo per cui voteremo contro l'approvazione dell'articolo 1.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.
ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, io non so se in quest'Aula c'è fino in fondo la consapevolezza delle difficoltà in cui si trovano i cittadini italiani. Quando abbiamo presentato, come componente di Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia, una proposta di legge per ridurre dell'ottanta per cento il finanziamento pubblico ai partiti - ed era il 14 di dicembre - c'era stata da poco la manovra che il Governo in carica aveva presentato al Parlamento e che poi il Parlamento ha approvato. Con quella manovra sono state introdotte nuove tasse, è stata reintrodotta la tassa sulla prima casa, sono stati insomma penalizzati i cittadini italiani attraverso una serie di misure che oggettivamente non consentono alle famiglie italiane di guardare con fiducia al futuro. E avevamo immaginato che una misura come la riduzione dell'ottanta per cento del finanziamento pubblico, potesse in qualche misura andare nella direzione di utilizzare risorse per venire incontro alla crisi che il nostro Paese sta vivendo. Onorevole Presidente, noi siamo passati dall'utilizzo lecito di finanziamenti illeciti - ma nessuno nella prima Repubblica ha accusato i tesorieri di aver fatto ricorso illecitamente ai finanziamenti - all'illecito utilizzo di finanziamenti illeciti.
Pag. 61PRESIDENTE. Deve concludere onorevole.
ARTURO IANNACCONE. È per questo che noi siamo fermamente contrari, in questo contesto, a qualunque forma di finanziamento pubblico ai partiti, ed è per questo che voteremo contro l'articolo 1.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vanalli. Ne ha facoltà.
PIERGUIDO VANALLI. Signor Presidente, anche noi voteremo contro l'approvazione del primo articolo del provvedimento in esame, per tutte le motivazioni che più volte ho avuto modo di esprimere in quest'Aula. Intanto lasciatemi dire che si stanno dicendo delle belle parole per indorare la pillola, si usa un po' dire così, perché gli unici che poi in fondo hanno proposto di rinunciare ai soldi del finanziamento pubblico - adesso chiamato rimborso, ma da domani di nuovo finanziamento pubblico - siamo stati noi. Fra tutti gli altri, c'è stata una gara a chi voleva ridurre del 10, del 20, dell'80 o del 50 per cento, ma poi in fondo nessuno vuole rinunciare ai finanziamento pubblico ai partiti. Poi sull'uso che di questo finanziamento hanno fatto, faranno e stanno facendo i partiti, sicuramente si potrà aprire un dibattito che non avrà certamente una fine molto breve, perché ne abbiamo viste di tutti i colori.
Penso che nessuno possa permettersi di dire a qualcun altro di aver speso male i soldi del finanziamento o dei rimborsi elettorali. Innanzitutto, per una ragione molto semplice: nonostante stiamo esaminando questo provvedimento, ancora non abbiamo chiarito da nessuna parte, in maniera legittima e in termini di legge, in quale modo, poi, alla fine, i partiti e i movimenti politici possano spendere il finanziamento o i rimborsi elettorali. Non sta scritto ancora da nessuna parte come ciò debba avvenire.
Pertanto, dopo aver definito come ciò debba avvenire, dobbiamo definire in che modo, eventualmente, si possa sanzionare chi non si attiene a questa linea. Di fatto, siamo partiti con l'ultima cosa che era necessario fare e, cioè, sanzionare i soggetti che usano male i soldi pubblici, prima ancora di definire chi li debba ricevere e come li debba spendere. Quindi, anche attraverso le proposte emendative che si sono susseguite, si è creato un provvedimento che è una via di mezzo tra un accertamento dei fatti che i partiti hanno compiuto negli ultimi anni, e una speranza che ciò non avvenga più, sottraendogli una parte delle risorse.
Poiché a pensare male si riesce sempre, è meglio sottrarre del tutto le risorse per fare in modo che i partiti non abbiano più la possibilità di usarle male: ciò, almeno, fino a quando non abbiamo definito cosa possano farsene i partiti dei finanziamenti che ricevono, ammesso che qualcuno riesca anche a definire cosa possano fare non solo del finanziamento pubblico, ma anche di quello privato. Infatti, sicuramente, ci sarà anche questo aspetto da affrontare: in che modo i partiti potranno usufruire dei soldi che ricevono dai privati? Sicuramente, mi sembra scontato che non debbano essere usati per attività illecite; ma per tutte le altre finalità, questo utilizzo sarà possibile? Probabilmente, sì. Allora, perché non è possibile già con i finanziamenti pubblici o, comunque, con i rimborsi elettorali, effettuare spese lecite? Questa è una domanda che rimane sospesa nel vuoto. Fino a quando non avremo definito l'attuazione dell'articolo 49 della Costituzione - definendo, cioè, cosa sono e come svolgono la loro attività i partiti e i movimenti politici -, a queste domande non ci saranno risposte.
Noi siamo contro - lo abbiamo ribadito - il finanziamento pubblico dei partiti; abbiamo ribadito come i partiti, a nostro avviso, dovrebbero finanziarsi; abbiamo detto quale fine vorremmo facesse l'ultima rata dei contributi e dei rimborsi elettorali che spettano ai partiti ancora dal 2008. Siamo gli unici, insieme, in parte, all'Italia dei Valori - infatti, su qualcosa abbiamo concordato in relazione alle proposte emendative - a chiedere che almeno quest'ultima parte, quest'ultima tranche venga Pag. 62devoluta, per esempio, agli «esodati», piuttosto che ad altre finalità pubbliche.
Pertanto, la nostra è una presa di posizione dovuta sicuramente ad un fatto che ci ha colpito da vicino, ma, perlomeno, è una presa di posizione chiara, cosa che altri partiti non hanno ancora fatto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.
RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, evidentemente, voterò contro l'articolo 1 in oggetto, come - ma lo dirò in seguito - voterò contro questo provvedimento e come ho votato contro la legge n. 157 del 1999, la legge n. 156 del 2002, che quadruplicava il rimborso delle spese e la legge n. 51 del 2006 che, addirittura, le assommava a due legislature.
Non ci sono i presupposti per andare nella direzione indicata dai cittadini, anche in occasione dell'ultima tornata delle elezioni amministrative. Non si vuole cogliere un segnale forte che sta arrivando dal Paese: temo che quanto è accaduto sia solo l'inizio, l'inizio della fine. Non si è voluto neppure cogliere l'opportunità di rinunciare a ben poca cosa, cioè alla rata ancora da incassare relativa alle elezioni del 2008: ne ho proposto l'azzeramento, ma la mia è stata una voce nel deserto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maurizio Turco. Ne ha facoltà.
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, noi abbiamo l'impressione che i lavori su questo provvedimento stiano iniziando male e che finiranno, certamente, malissimo, viste le premesse.
Ho molto apprezzato l'intervento della collega Amici, che ci ha illustrato delle buone pratiche, che oggi sono pratiche di alcuni, ma non sono dettami di legge. Noi avremmo voluto discutere prima di quello, perché, probabilmente, discutendo prima di quello, qualcuno - che è convinto, come lo siete voi, quasi tutti voi, dell'urgenza e della necessità di avere un finanziamento pubblico ai partiti - avrebbe potuto anche dire: stiamo qui a discutere di 90 milioni di euro all'anno per i partiti, quando, da decenni, tacciamo su un miliardo e 200 milioni di euro di finanziamento pubblico all'anno alle confessioni religiose.
Ogni anno di finanziamento pubblico per le confessioni religiose equivale a 11 anni di finanziamento pubblico ai partiti, ma non avete la forza e, quindi, non avete il coraggio di porre le questioni per quello che sono.
Allora, al massimo qualcuno si può rifugiare in quello che riesce a fare nel suo piccolo, ma non ha la forza di farla diventare questione di Governo all'interno dei partiti, questione che risponda e rispetti la Costituzione.
Siete stai voi! Vorrei ringraziare il Governo che molto giustamente si è tenuto fuori da questa partita, che voi avete voluto e state continuando a voler giocare in questo modo (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento 2.700, che è in distribuzione, e in relazione al quale risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunziato alla fissazione del termine per la presentazione dei subemendamenti.
Avverto, inoltre, che gli emendamenti a prima firma Iapicca e Misiti sono stati ritirati dai presentatori.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Lusetti, Farina Coscioni, Piccolo, Vannucci, Damiano, Ciccanti, La Morte, Paolo Russo, Pili, Galati, Pippo Gianni, Mazzocchi, Marinello, Buttiglione, D'Antoni, Marchignoli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni). Pag. 63
(Presenti 486
Votanti 469
Astenuti 17
Maggioranza 235
Hanno votato sì 372
Hanno votato no 97).
(Esame dell'articolo 2 - A.C. 4826-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 4826-A ed abbinate).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIUSEPPE CALDERISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione invita al ritiro dell'emendamento Rubinato 2.213, degli identici emendamenti Lanzillotta 2.20 e Donadi 2.215 e dell'emendamento Mantini 2.211, altrimenti il parere è contrario.
La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Vassallo 2.212. I relatori ritengono che sia da valutare meglio e da rinviare in sede di attuazione dell'articolo 49.
PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Iapicca 2.10 è stato ritirato dai presentatori.
GIUSEPPE CALDERISI, Relatore. La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 2.500, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Maurizio Turco 2.204.
La Commissione esprime parere favorevole sul subemendamento Zeller 0.2.501.1., mentre il parere è contrario sul subemendamento Maurizio Turco 0.2.501.2. La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 2.501 (Nuova formulazione) e formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sui successivi emendamenti Maurizio Turco 2.205. e Moroni 2.14.
Il subemendamento Libè 0.2.502.1. è stato ritirato dai presentatori perché spostato all'articolo 5 insieme all'emendamento della Commissione 2.502 che è stato ritirato perché la questione è riproposta con gli emendamenti 5.600 e 5.602 riferiti all'articolo 5. Per questo motivo anche il subemendamento decade.
La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sui successivi emendamenti Amici 2.214 e Maurizio Turco 2.206, mentre raccomanda l'approvazione del suo emendamento 2.700. Si tratta di una riformulazione tecnica, signor Presidente, conseguente al fatto che l'emendamento 2.502 della Commissione è stato ritirato.
PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Iapicca 2.18 è stato ritirato dai presentatori.
GIUSEPPE CALDERISI, Relatore. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Maurizio Turco 2.207 e raccomanda l'approvazione del suo emendamento 2.503. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sui successivi emendamenti Maurizio Turco 2.208., Maurizio Turco 2.209 e Maurizio Turco 2.210.
Per quanto riguarda l'emendamento Rubinato 2.216, la Commissione formula un invito al ritiro al fine di ricollocarlo all'articolo 6, che è ritenuto materia più appropriata per affrontare questo argomento. Quindi, ad avviso dei relatori, nella stessa identica formulazione, questa questione può essere riproposta più appropriatamente all'articolo 6. Quindi chiediamo che venga semplicemente spostato.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, si intende già riferito all'articolo 6.
GIUSEPPE CALDERISI, Relatore. Si tratta della stessa questione che riguarda poi l'emendamento Mantini 2.211, anche Pag. 64se in quel caso l'emendamento non può essere spostato, ma la questione è la stessa.
La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Maurizio Turco 2.19, e inoltre il parere è contrario sul subemendamento Maurizio Turco 0.2.504.1. La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 2.504.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIAMPAOLO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il Governo si rimette all'Assemblea su tutte le proposte emendative.
GIUSEPPE CALDERISI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CALDERISI, Relatore. Signor Presidente, anch'io ho commesso un errore, in particolare riguardo al subemendamento Zeller 0.2.501.1. La questione è già compresa nella nuova formulazione dell'emendamento della Commissione 2.501, quindi è assorbito, signor Presidente. Il parere della Commissione non è dunque favorevole, perché la questione è già contenuta, esattamente negli stessi termini, nell'emendamento 2.501 (Nuova formulazione) della Commissione.
La Commissione invita pertanto al ritiro del subemendamento Zeller 0.2.501.1.
PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Rubinato 2.213 formulato dal relatore.
SIMONETTA RUBINATO. Signor Presidente, accolgo l'invito al ritiro anche in considerazione della richiesta dei relatori di spostare all'articolo 6 l'altro emendamento a mia firma.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo agli identici emendamenti Lanzillotta 2.20 e Donadi 2.215.
Chiedo al presentatore dell'emendamento Lanzillotta 2.20 se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
LINDA LANZILLOTTA. Signor Presidente, insisto per la votazione perché la materia che qui si tratta è diversa da quella che si affronta negli articoli successivi. In questo caso stiamo parlando di cofinanziamento e cioè di contributo dello Stato per ogni euro dato all'attività dei partiti. Si tratta di una diretta e conseguente attuazione dell'articolo 49 della Costituzione, che dice che i cittadini partecipano all'attività dei partiti.
Qui si vuole dare lo stesso beneficio al contributo delle imprese, che siano enti, società, cooperative, società a responsabilità limitata. Non sono le imprese che partecipano attivamente alla vita dei partiti, ma sono i cittadini. Questa norma, questo emendamento tende a rompere uno di quelli che sono i vizi del sistema politico italiano, cioè un «collateralismo» tra partiti, politica ed economia, e a rendere più trasparente e più reciprocamente autonomo questo rapporto. Quindi insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori dell'emendamento Donadi 2.215 se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
DAVID FAVIA. Signor Presidente, noi abbiamo proposto questo emendamento perché crediamo che, nel rapporto tra la politica e la contribuzione privata, non debbano entrare altri che le persone fisiche. Quindi vorremmo proprio evitare contatti soprattutto con chi svolge un'attività commerciale perché viene da sé che si fa fatica a pensare che questa volontaria contribuzione sia sempre completamente volontaria. È un po' il discorso che facevo prima sull'evitare le zone grigie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Briguglio. Ne ha facoltà.
Pag. 65CARMELO BRIGUGLIO. Signor Presidente, il gruppo di Futuro e Libertà voterà a favore di questo emendamento, anzi consideriamo che l'emendamento voglia correggere una stortura della legge molto pericolosa, a mio parere. Infatti, se andiamo a varare questa riforma del finanziamento pubblico e abbiamo detto che uno dei parametri di miglioramento della legge esistente è proprio quello di coinvolgere i cittadini e anzi di mettere alla prova i partiti se riescono a mettere in campo la partecipazione popolare anche attraverso una contribuzione personale, quindi da parte di persone fisiche, metterci poi in questo circuito società e imprese, secondo me, rischia di incrinare, anzi di peggiorare, la situazione esistente. Per cui l'emendamento mi sembra proprio e noi lo voteremo.
PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Lanzillotta 2.20 e Donadi 2.215, non accettati dalla Commissione e sui quali il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Goisis, Mazzuca, Pelino, Carfagna, Santori...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 476
Votanti 414
Astenuti 62
Maggioranza 208
Hanno votato sì 64
Hanno votato no 350).
Passiamo all'emendamento Mantini 2.211.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Mantini 2.211 formulato dal relatore.
PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, questo emendamento è diverso parzialmente dal precedente ma insiste sullo stesso tema: i contributi ai partiti dovrebbero essere dati dalle persone fisiche, cioè coloro che hanno diritti civili e politici e che votano. Questo principio è stato accolto nelle principali legislazioni europee, soprattutto dopo stagioni di scandali come, per esempio, in Francia nei primi anni Novanta, per evitare esattamente che società a partecipazione pubblica o altri enti potessero assumere non solo un ruolo, in un certo senso, ausiliario e di fiancheggiamento stabile ma, insomma, anche collusivo. Comunque, non si capisce perché chi ha il fine del lucro legittimamente indicato nello statuto - o anche nel codice civile come scopo statutario - debba impegnare denaro proprio per finanziare i partiti politici.
Però, tenendo conto delle osservazioni svolte in Commissione, abbiamo presentato un emendamento più limitato che consente, appunto, il contributo ai partiti politici da parte delle persone fisiche ed anche società, ad esclusione, però, delle società a partecipazione pubblica. Su questo credo che potremmo tutti convenire. Sono escluse le società a partecipazione pubblica ed è esclusa anche la nozione di enti che è una nozione, come sappiamo, abbastanza polisenso e piuttosto vaga, perché riguarda sia gli enti privati sia gli enti pubblici.
Quindi, sosteniamo questo emendamento con intento costruttivo. Come è chiaro, voteremo comunque questa riforma che è necessaria ed urgente. Però, speriamo di renderla più rigorosa ed efficace in qualche punto e ci aspetteremmo veramente anche qualche motivazione contraria in caso di dissenso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Favia. Ne ha facoltà.
DAVID FAVIA. Signor Presidente, intervengo solo per chiarire che esprimeremo voto contrario, ovviamente non perché siamo contro l'esclusione delle società Pag. 66a partecipazione pubblica ma perché siamo contro proprio al rapporto delle società commerciali con la politica.
PRESIDENTE. Dunque, prendo atto che i presentatori dell'emendamento Mantini 2.211 insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantini 2.211, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Poli, Goisis, Moles, D'Anna, Centemero, Franceschini, De Nichilo Rizzoli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 474
Votanti 456
Astenuti 18
Maggioranza 229
Hanno votato sì 51
Hanno votato no 405).
Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Vassallo 2.212 lo ritira.
Ricordo che l'emendamento Iapicca 2.10 è stato ritirato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.500 della Commissione.
Avverto che tale emendamento reca, nella parte consequenziale, un riferimento alla Commissione di cui all'articolo 6. In particolare, vengono attribuiti a tale organo, che il citato articolo 6 istituisce e disciplina con riferimento ai soli controlli successivi sui bilanci ed i rendiconti dei partiti, nuovi compiti relativi alla disciplina del cofinanziamento di cui all'articolo 2.
Si prevede, infatti, che i partiti e i movimenti politici, al fine di ottenere tali risorse, debbano dichiarare alla Commissione l'importo dei contributi privati ricevuti nell'anno precedente. Tali nuove attribuzioni della Commissione sono collegate all'erogazione del cofinanziamento pubblico e non ai controlli successivi sui bilanci ed i rendiconti. Pertanto, esse non determinano effetti preclusivi sulle proposte emendative, prevalentemente riferite all'articolo 6, volte a sostituire la Commissione con la Corte dei conti nelle funzioni di controllo dei bilanci dei partiti.
Si tratta specificatamente degli emendamenti Stracquadanio 2.01, Vanalli 6.1, Giachetti 6.2, Cambursano 6.3, Razzi 6.6, Rubinato 6.209, Mantini 6.17, Stracquadanio 6.18, Misiti 6.21, Di Pietro 6.211, Vassallo 6.212 e Maurizio Turco 6.20 che quindi saranno comunque posti in votazione. Resta inteso che in caso di approvazione di una delle suddette proposte emendative la Commissione referente dovrà riunirsi al fine di adottare le opportune iniziative emendative di coordinamento. Analoghe considerazioni circa gli effetti preclusivi valgono con riferimento all'emendamento 2.503 della Commissione che, nel sostituire il comma 4 dell'articolo 2, attribuisce alla Commissione di cui all'articolo 6 ulteriori compiti relativi al cofinanziamento.
Con le precisazioni testé evidenziate, passiamo alla votazione dell'emendamento 2.500 della Commissione, sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.500 della Commissione, sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Carfagna, Froner...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 468
Votanti 457
Astenuti 11
Maggioranza 229
Hanno votato sì 358
Hanno votato no 99).
Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Maurizio Turco 2.204 non Pag. 67accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 2.204, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea e la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Mazzuca, D'Ippolito Vitale, Brugger, Veltroni, Calabria...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 458
Astenuti 11
Maggioranza 230
Hanno votato sì 37
Hanno votato no 421).
Passiamo alla votazione del subemendamento Maurizio Turco 0.2.501.2
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maurizio Turco. Ne ha facoltà.
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, praticamente si decide che hanno diritto all'aiuto di Stato - così come previsto dal provvedimento che state per approvare - solo quei partiti che hanno degli eletti, cioè se un partito è in grado di autofinanziarsi autonomamente, per fare cosa? Per fare quello che prevede l'articolo 49 della Costituzione: partecipare alla vita politica del Paese; ma voi dite di no, deve stare fuori dal perimetro che avete costituito della nuova democrazia, o meglio della nuova partitocrazia, cioè state cercando sempre più spesso e sempre in maniera più approfondita di tenere fuori tutti coloro che non riescono ad entrare nelle istituzioni e, per non entrare nelle istituzioni, basta approvare leggi elettorali come quelle che state facendo, e il cerchio secondo voi è chiuso. Questo è il più grave pericolo che voi state costituendo per il futuro, per il futuro democratico di questo Paese.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Maurizio Turco 0.2.501.2, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea. Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 468
Votanti 454
Astenuti 14
Maggioranza 228
Hanno votato sì 18
Hanno votato no 436).
Passiamo al subemendamento Zeller 0.2.501.1.
Prendo atto che i presentatori del subemendamento Zeller 0.2.501.1 accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.501 della Commissione (Nuova formulazione).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.501 (Nuova formulazione), della Commissione sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Mistrello Destro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 466
Votanti 458
Astenuti 8
Maggioranza 230
Hanno votato sì 355
Hanno votato no 103). Pag. 68
I successivi emendamenti Maurizio Turco 2.205 e Moroni 2.14 risultano preclusi.
Passiamo al subemendamento Libè 0.2.502.1.
Prendo atto che i presentatori del subemendamento Libè 0.2.502.1 accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo all'emendamento Amici 2.214.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Amici 2.214 accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo all'emendamento Maurizio Turco 2.206.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Maurizio Turco 2.206 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore e insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 2.206, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli De Poli, Galletti, Viola...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 465
Votanti 450
Astenuti 15
Maggioranza 226
Hanno votato sì 42
Hanno votato no 408).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.700 della Commissione, sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Palagiano, Zeller, Mistrello Destro, Santori...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 467
Votanti 458
Astenuti 9
Maggioranza 230
Hanno votato sì 373
Hanno votato no 85).
Ricordo che l'emendamento Iapicca 2.18 è stato ritirato.
Passiamo all'emendamento Maurizio Turco 2.207.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Maurizio Turco 2.207 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore e insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 2.207, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 463
Votanti 401
Astenuti 62
Maggioranza 201
Hanno votato sì 48
Hanno votato no 353).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.503 della Commissione, sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Mogherini Rebesani, Vernetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni). Pag. 69
(Presenti 459
Votanti 446
Astenuti 13
Maggioranza 224
Hanno votato sì 355
Hanno votato no 91).
È precluso, l'emendamento Maurizio Turco 2.208.
Sospendo l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani a partire dalle ore 11.
Approvazione in Commissione (ore 19,50).
PRESIDENTE. Comunico che, nella seduta di oggi, martedì 22 maggio 2012, la XII Commissione permanente (affari sociali) ha approvato, in sede legislativa, il seguente progetto di legge:
«Istituzione del registro nazionale e dei registri regionali degli impianti protesici mammari, obblighi informativi alle pazienti, nonché divieto di intervento di plastica mammaria alle persone minori» (Approvato dalla XII Commissione permanente della Camera e modificato dalla 12a Commissione permanente del Senato) (3703-B).
Annunzio della formazione di una componente politica nell'ambito del gruppo parlamentare Misto.
PRESIDENTE. Comunico che è stata autorizzata, ai sensi dell'articolo 14, comma 5, secondo periodo, del Regolamento, e sulla base della richiesta pervenuta in data 16 maggio 2012, la formazione, nell'ambito del gruppo parlamentare Misto, della componente politica denominata «Iniziativa Liberale», alla quale aderiscono i deputati Antonio Gaglione, Maurizio Grassano e Paolo Guzzanti.
Comunico, inoltre, che il deputato Paolo Guzzanti è stato designato quale rappresentante della nuovo componente.
Sul calendario dei lavori dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato stabilito che le votazioni per l'elezione di due componenti dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, di due componenti del Garante per la protezione dei dati personali e di un componente del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, già previste per domani, mercoledì 23 maggio, alle 11, avranno luogo, previa intesa con il Senato, mercoledì 6 giugno prossimo.
La votazione per l'elezione del presidente della VII Commissione, prevista per domani alle ore 14, avrà luogo mercoledì 30 maggio, alle ore 14.
La seduta dell'Assemblea di domani avrà inizio alle ore 11, con votazioni a partire dalle ore 11,30.
Il seguito dell'esame delle mozioni Montagnoli ed altri n. 1-00896, Lombardo ed altri n. 1-00901, Fluvi ed altri n. 1-00910, Misiti ed altri n. 1-00911, Crosetto ed altri n. 1-00913, Borghesi ed altri n. 1-00916, Mosella ed altri n. 1-00924, Polidori ed altri n. 1-00929, Cambursano ed altri n. 1-00948, Ciccanti ed altri n. 1-00970 e Ossorio ed altri n. 1-01011 concernenti misure a favore delle piccole e medie imprese in materia di accesso al credito e per la tempestività dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni è rinviato alla prossima settimana.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
Mercoledì 23 maggio 2012, alle 11:
(ore 11 e al termine del punto 11)
1. - Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
IANNACCONE ed altri; RAZZI ed altri; DONADI ed altri; PIONATI; PALAGIANO Pag. 70ed altri; CAMBURSANO ed altri; BRIGUGLIO; BACCINI; ANGELINO ALFANO ed altri; GIACHETTI ed altri; GRAZIANO ed altri; MOFFA ed altri; ANTONIONE ed altri; CASINI ed altri; RUBINATO ed altri; DOZZO ed altri; BERSANI ed altri; D'INIZIATIVA POPOLARE: Norme in materia di riduzione dei contributi pubblici in favore dei partiti e movimenti politici, nonché misure per garantire la trasparenza e i controlli dei rendiconti dei medesimi. Delega al Governo per l'adozione di un testo unico delle leggi concernenti il finanziamento dei partiti e movimenti politici e per l'armonizzazione del regime relativo alle detrazioni fiscali (C. 4826-4953-4954-4985-5032-5063-5098-5114-5123-5127-5134-5136-5138-5142-5144-5147-5176-5198-A).
- Relatori: Bressa e Calderisi.
2. - Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
SCHIRRU ed altri; CICU e FALLICA; DI STANISLAO: Modifica all'articolo 635 del codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, in materia di nuovi parametri fisici per l'ammissione ai concorsi per il reclutamento nelle Forze armate (C. 3160-4084-4113-A).
- Relatore: Cicu.
3. - Discussione dei progetti di legge:
ROSATO ed altri; D'INIZIATIVA DEL GOVERNO: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Croazia in materia di cooperazione culturale e d'istruzione, fatto a Zagabria il 16 ottobre 2008 (C. 3744-5057-A).
- Relatore: Stefani.
Ratifica ed esecuzione della Convenzione sul diritto relativo alle utilizzazioni dei corsi d'acqua internazionali per scopi diversi dalla navigazione, con annesso, fatta a New York il 21 maggio 1997 (C. 4975).
- Relatore: Stefani.
Ratifica ed esecuzione del Protocollo aggiuntivo alla Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Singapore per evitare le doppie imposizioni e per prevenire le evasioni fiscali in materia di imposte sul reddito, e relativo Protocollo, del 29 gennaio 1977, fatto a Singapore il 24 maggio 2011 (C. 5018).
- Relatore: Allasia.
4. - Discussione del disegno di legge:
Partecipazione italiana al sesto aumento di capitale della Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa (C. 5044-A).
- Relatore: Pianetta.
5. - Seguito della discussione della proposta di legge:
TENAGLIA ed altri: Definizione del processo penale nei casi di particolare tenuità del fatto (C. 2094-A).
- Relatore: Tenaglia.
6. - Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
PANIZ e CARLUCCI; DE ANGELIS ed altri; AMICI e GIACHETTI; BORGHESI ed altri: Modifiche all'articolo 191 del codice civile e all'articolo 3 della legge 1o dicembre 1970, n. 898, in materia di scioglimento del matrimonio e della comunione tra i coniugi (C. 749-1556-2325-3248-A).
- Relatore: Paniz.
7. - Seguito della discussione delle mozioni Volontè, Fioroni, Roccella, Polledri, Commercio ed altri n. 1-00922, Farina Coscioni ed altri n. 1-01016, Palagiano ed altri n. 1-01036, Miotto ed altri n. 1-01038 e Stagno d'Alcontres ed altri n. 1-01042 concernenti iniziative per la tutela del diritto all'obiezione di coscienza in campo medico e paramedico.
8. - Seguito della discussione delle mozioni Donadi ed altri n. 1-00898, Narducci ed altri n. 1-01037, Miccichè ed altri n. 1-01039, Crosio ed altri n. 1-01040, Bernardo ed altri n. 1-01041 e Moffa ed altri n. 1-01043 concernenti iniziative per la negoziazione di accordi bilaterali con Paesi non appartenenti all'Unione europea in materia di tassazione del risparmio, con particolare riferimento alla Confederazione elvetica.
(ore 15)
9. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(ore 16)
10. - Discussione di una domanda di autorizzazione all'acquisizione di tabulati telefonici nei confronti del deputato Papa (Doc. IV, n. 23-A).
- Relatore: Castagnetti.
11. - Discussione di una domanda di autorizzazione a procedere all'acquisizione di tabulati telefonici del deputato Belcastro (Doc. IV, n. 27-A).
- Relatore: Lo Presti.
La seduta termina alle 19,55.
VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nom. | T.U. 4826 e ab-A - art.prem. 01.01 | 524 | 436 | 88 | 219 | 40 | 396 | 33 | Resp. |
2 | Nom. | em. 1.200 | 532 | 476 | 56 | 239 | 40 | 436 | 29 | Resp. |
3 | Nom. | em. 1.3 | 534 | 524 | 10 | 263 | 112 | 412 | 25 | Resp. |
4 | Nom. | em. 1.2 | 537 | 508 | 29 | 255 | 92 | 416 | 25 | Resp. |
5 | Nom. | em. 1.221 | 535 | 509 | 26 | 255 | 28 | 481 | 24 | Resp. |
6 | Nom. | em. 1.4 | 528 | 513 | 15 | 257 | 92 | 421 | 24 | Resp. |
7 | Nom. | em. 1.201 | 531 | 521 | 10 | 261 | 94 | 427 | 24 | Resp. |
8 | Nom. | em. 1.203 | 530 | 521 | 9 | 261 | 25 | 496 | 24 | Resp. |
9 | Nom. | em. 1.11 | 521 | 516 | 5 | 259 | 42 | 474 | 24 | Resp. |
10 | Nom. | em. 1.10 | 534 | 522 | 12 | 262 | 22 | 500 | 24 | Resp. |
11 | Nom. | em. 1.205 | 535 | 525 | 10 | 263 | 36 | 489 | 23 | Resp. |
12 | Nom. | em. 1.206 | 534 | 529 | 5 | 265 | 462 | 67 | 23 | Appr. |
13 | Nom. | em. 1.16 | 528 | 521 | 7 | 261 | 53 | 468 | 23 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nom. | em. 1.17 | 538 | 530 | 8 | 266 | 49 | 481 | 23 | Resp. |
15 | Nom. | em. 1.18 | 532 | 521 | 11 | 261 | 19 | 502 | 23 | Resp. |
16 | Nom. | em. 1.501 | 542 | 529 | 13 | 265 | 462 | 67 | 23 | Appr. |
17 | Nom. | em. 1.500 | 538 | 523 | 15 | 262 | 443 | 80 | 23 | Appr. |
18 | Nom. | em. 1.600 | 542 | 472 | 70 | 237 | 466 | 6 | 23 | Appr. |
19 | Nom. | em. 1.212 | 530 | 521 | 9 | 261 | 462 | 59 | 22 | Appr. |
20 | Nom. | em. 1.214 | 525 | 517 | 8 | 259 | 152 | 365 | 22 | Resp. |
21 | Nom. | em. 1.27 | 519 | 452 | 67 | 227 | 55 | 397 | 22 | Resp. |
22 | Nom. | em. 1.26 | 522 | 510 | 12 | 256 | 38 | 472 | 22 | Resp. |
23 | Nom. | em. 1.503 | 527 | 512 | 15 | 257 | 433 | 79 | 22 | Appr. |
24 | Nom. | em. 1.217 | 515 | 510 | 5 | 256 | 5 | 505 | 22 | Resp. |
25 | Nom. | em. 1.202 | 515 | 505 | 10 | 253 | 93 | 412 | 22 | Resp. |
26 | Nom. | articolo 1 | 486 | 469 | 17 | 235 | 372 | 97 | 22 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 36) | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nom. | em. 2.20, 2.215 | 476 | 414 | 62 | 208 | 64 | 350 | 22 | Resp. |
28 | Nom. | em. 2.211 | 474 | 456 | 18 | 229 | 51 | 405 | 22 | Resp. |
29 | Nom. | em. 2.500 | 468 | 457 | 11 | 229 | 358 | 99 | 22 | Appr. |
30 | Nom. | em. 2.204 | 469 | 458 | 11 | 230 | 37 | 421 | 22 | Resp. |
31 | Nom. | subem. 0.2.501.2 | 468 | 454 | 14 | 228 | 18 | 436 | 22 | Resp. |
32 | Nom. | em. 2.501 n.f. | 466 | 458 | 8 | 230 | 355 | 103 | 22 | Appr. |
33 | Nom. | em. 2.206 | 465 | 450 | 15 | 226 | 42 | 408 | 22 | Resp. |
34 | Nom. | em. 2.700 | 467 | 458 | 9 | 230 | 373 | 85 | 22 | Appr. |
35 | Nom. | em. 2.207 | 463 | 401 | 62 | 201 | 48 | 353 | 22 | Resp. |
36 | Nom. | em. 2.503 | 459 | 446 | 13 | 224 | 355 | 91 | 22 | Appr. |