XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Mercoledì 1 agosto 2012

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 1o agosto 2012.

      Albonetti, Alessandri, Bindi, Bongiorno, Brugger, Buonfiglio, Caparini, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Commercio, Gianfranco Conte, D'Alema, Dal Lago, De Girolamo, Della Vedova, Donadi, Dozzo, Fava, Gregorio Fontana, Tommaso Foti, Franceschini, Giancarlo Giorgetti, Guzzanti, Iannaccone, Jannone, Lamorte, Leone, Lombardo, Lupi, Mazzocchi, Melchiorre, Migliavacca, Migliori, Milanato, Misiti, Moffa, Mosca, Mura, Mussolini, Nucara, Pecorella, Pescante, Pisacane, Pisicchio, Paolo Russo, Stefani, Stucchi, Valducci.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

      Albonetti, Alessandri, Bindi, Bongiorno, Brugger, Buonfiglio, Caparini, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Commercio, Gianfranco Conte, D'Alema, Dal Lago, De Girolamo, Della Vedova, Donadi, Dozzo, Dussin, Fava, Gregorio Fontana, Tommaso Foti, Franceschini, Giancarlo Giorgetti, Guzzanti, Iannaccone, Jannone, Lamorte, Leone, Lombardo, Lupi, Mazzocchi, Melchiorre, Migliavacca, Migliori, Milanato, Misiti, Moffa, Mosca, Mura, Mussolini, Nucara, Pecorella, Pescante, Pisacane, Pisicchio, Paolo Russo, Stefani, Stucchi, Valducci.

Annunzio di proposte di legge.

      In data 31 luglio 2012 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
          GALLI: «Introduzione dell'articolo 280-bis del codice di procedura penale, concernente la misura cautelare personale della libertà su cauzione» (5390);
          MARINI: «Istituzione della Fondazione “Collegio italo-albanese Sant'Adriano di San Demetrio Corone”» (5391);
          MURER ed altri: «Istituzione del Comitato nazionale sulla violenza di genere» (5392).

      Saranno stampate e distribuite.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

      A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

          I Commissione (Affari costituzionali):
      SCILIPOTI ed altri: «Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n.  361, e al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 16 maggio 1960, n.  570, e altre disposizioni in materia di autenticazione delle sottoscrizioni delle liste di elettori e di candidati» (5074) Parere della II Commissione (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni);
      PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE MARAN ed altri: «Modifiche alla parte seconda della Costituzione per assicurare il pieno sviluppo della vita democratica e la governabilità del Paese» (5337) Parere della II Commissione.

          III Commissione (Affari esteri):
      NIRENSTEIN: «Modifiche agli articoli 1 e 3 della legge 26 febbraio 1987, n.  49, in materia di condizioni per l'erogazione di crediti e sostegni economici nell'ambito degli interventi di cooperazione allo sviluppo» (5339) Parere delle Commissioni I e V.

          VII Commissione (Cultura):
      CROLLA: «Istituzione del prestito d'onore per laureati» (5336) Parere delle Commissioni I, V, VI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

          VIII Commissione (Ambiente):
      GALLI: «Modifiche al testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n.  380, concernenti il rilascio del permesso di costruire, la durata della sua efficacia, la rateizzazione del contributo per il suo rilascio e il procedimento relativo al certificato di abitabilità» (5275) Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

          IX Commissione (Trasporti):
      BUCCHINO: «Modifica all'articolo 18 del regio decreto-legge 21 febbraio 1938, n.  246, convertito dalla legge 4 giugno 1938, n.  880, in materia di esenzione dal pagamento del canone di abbonamento alle radioaudizioni in favore degli italiani residenti all'estero» (5343) Parere delle Commissioni I, III, V e VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria).

          XI Commissione (Lavoro):
      MAURIZIO TURCO ed altri: «Introduzione dell'articolo 7-bis della legge 11 giugno 1974, n.  252, in materia di trattamenti pensionistici derivanti dalla regolarizzazione della posizione assicurativa dei dipendenti dei partiti politici, delle organizzazioni sindacali e delle associazioni di tutela e rappresentanza della cooperazione» (5346) Parere delle Commissioni I e V.

          XII Commissione (Affari sociali):
      MAZZOCCHI ed altri: «Istituzione di una linea telefonica nazionale e di comitati regionali per la prevenzione del suicidio» (5152) Parere delle Commissioni I, V, XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
      PEDOTO ed altri: «Modifica all'articolo 24 del decreto legislativo 17 agosto 1999, n.  368, concernente la disciplina dei corsi di formazione specifica in medicina generale e la remunerazione delle attività svolte dai partecipanti» (5320) Parere delle Commissioni I, II, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale), XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

          Commissioni riunite VIII (Ambiente) e X (Attività produttive):
      COSENZA ed altri: «Disposizioni per promuovere la produzione e l'impiego dell'energia geotermica nel Mezzogiorno» (5249) Parere delle Commissioni I, V, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Trasmissione dalla Corte dei conti.

      La Corte dei conti – sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni delle Stato – con lettera in data 23 luglio 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 6, della legge 14 gennaio 1994, n.  20, la deliberazione n.  8 del 2012, emessa dalla sezione stessa nell'adunanza del 16 luglio 2012, e la relativa relazione concernente i contributi alle organizzazioni non governative per la realizzazione di attività di cooperazione.

      Questa documentazione è trasmessa alla III Commissione (Affari esteri) e alla V Commissione (Bilancio).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

      Il dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 31 luglio 2012, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 3 e 19 della legge 4 febbraio 2005, n.  11, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.

      Tali atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

      Con la medesima comunicazione, il Governo ha altresì richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
          Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla protezione di specie della flora e della fauna selvatiche mediante il controllo del loro commercio (rifusione) (COM(2012)403 final), assegnata, in data 20 luglio 2012, in sede primaria alla XIII Commissione (Agricoltura), nonché alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà;
          Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce l'azione dell'Unione «Capitali europee della cultura» per gli anni dal 2020 al 2033 (COM(2012)407 final), assegnata, in data 23 luglio 2012, in sede primaria alla VII Commissione (Cultura), nonché alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà;
          Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 1999/37/CE del Consiglio relativa ai documenti di immatricolazione dei veicoli, facente parte del «Pacchetto controlli tecnici» (COM(2012)381 final), assegnata, in data 24 luglio 2012, in sede primaria alla IX Commissione (Trasporti), nonché, in data 26 luglio 2012, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà;
          Proposta di decisione del Consiglio relativa all'associazione dei paesi e territori d'oltremare all'Unione europea («Decisione sull'associazione d'oltremare») (COM(2012)362 final), assegnata, in data 26 luglio 2012, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) in sede primaria nonché ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà;
          Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ai controlli tecnici periodici dei veicoli a motore e dei loro rimorchi e recante abrogazione della direttiva 2009/40/CE, facente parte del «Pacchetto controlli tecnici» (COM(2012)380 final), assegnata, in data 26 luglio 2012, in sede primaria alla IX Commissione (Trasporti), nonché alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà.

      La Commissione europea, in data 31 luglio 2012, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
          Proposta di direttiva del Consiglio che modifica la direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune d'imposta sul valore aggiunto per quanto riguarda un meccanismo di reazione rapida contro le frodi in materia di IVA (COM(2012)428 final), che è assegnata in sede primaria alla VI Commissione (Finanze). Tale proposta è altresì assegnata alla medesima XIV Commissione ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 1o agosto 2012;
          Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio - Strategia per la competitività sostenibile del settore delle costruzioni e delle sue imprese (COM(2012)433 final), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite VIII (Ambiente) e X (Attività produttive).

Annunzio della trasmissione di atti alla Corte costituzionale.

      Nel mese di luglio 2012 sono pervenute ordinanze emesse da autorità giurisdizionali per la trasmissione alla Corte costituzionale di atti relativi a giudizi di legittimità costituzionale.

      Questi documenti sono trasmessi alla Commissione competente.

Trasmissione dal consiglio regionale dell'Emilia-Romagna.

      Il presidente del consiglio regionale dell'Emilia-Romagna, con lettera in data 30 luglio 2012, ha trasmesso il testo di un voto concernente osservazioni sulla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Energie rinnovabili; un ruolo di primo piano nel mercato energetico europeo (COM(2012)271 final).

      Questa documentazione è trasmessa alla VIII Commissione (Ambiente), alla X Commissione (Attività produttive) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Atti di controllo e di indirizzo.

      Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B  al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di risposte scritte ad interrogazioni.

      Sono pervenute alla Presidenza dai competenti Ministeri risposte scritte ad interrogazioni. Sono pubblicate nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Misure volte a favorire la ripresa dei livelli di occupazione, con particolare riferimento allo sviluppo della cosiddetta imprenditorialità diffusa – 3-02422

      ANTONINO FOTI e VINCENZO ANTONIO FONTANA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
          nel corso della XVI legislatura sono state intraprese importanti proposte legislative su iniziativa parlamentare, che hanno perseguito la finalità di promuovere l'autoimprenditoria giovanile, sia attraverso l'utilizzo di una parte del sostegno al reddito, trasformato in opportunità per avviare nuove micro-imprese, sia attraverso la previsione di un percorso protetto caratterizzato da una sorta di «legalità leggera», basata su agevolazioni, incentivi e sgravi, finalizzata proprio a sostenere tali attività imprenditoriali nella loro fase iniziale;
          a tale riguardo, si segnala, in particolare, che la Camera dei deputati ha approvato un provvedimento (atto Camera n.  2424), il cui iter di esame risulta, tuttavia, attualmente ancora in corso da diverso tempo presso il Senato della Repubblica (in quanto la Commissione lavoro, previdenza sociale sarebbe in attesa del parere della Commissione bilancio di quel ramo del Parlamento);
          è stato concluso l'esame dalle Commissioni riunite X-XI di questo ramo del Parlamento – ed è in attesa del parere delle altre Commissioni – di una proposta di legge che unifica una serie di provvedimenti che prevedono interventi per il sostegno dell'imprenditoria e dell'occupazione giovanile e femminile, di cui si prevede una conclusione sollecita e condivisa;
          alla luce delle ampie discussione svoltesi nelle aule parlamentari su tali provvedimenti – e anche in considerazione dei numerosi elementi di conoscenza acquisiti nell'ambito di un'importante indagine conoscitiva svolta presso l'XI Commissione sulle dinamiche di accesso al mercato del lavoro – è apparso evidente come, per rilanciare i livelli occupazionali e fronteggiare la crisi economica in atto, che colpisce in modo particolare i soggetti più deboli della società – quali donne, disoccupati e giovani precari – appaia fondamentale individuare forme di intervento alternative che sappiano stimolare lo spirito d'iniziativa autonoma dei soggetti che incontrano difficoltà nell'accedere al mondo del lavoro attraverso i tradizionali canali d'ingresso;
          un intervento volto a rilanciare in maniera forte il lavoro autonomo risulta oggi tanto più essenziale quanto più drammatico appare il conflitto generazione in atto tra lavoratori iper-garantiti e giovani precari esclusi da qualsiasi forma di sostegno o tutela previdenziale-assistenziale, nell'ambito di un mercato del lavoro d'impronta duale, dal quale, peraltro, più di due milioni di giovani risultano radicalmente esclusi, perché, oltre che disoccupati, risultano non coinvolti in alcuna attività di studio o formazione;
          il basso livello di attività dei giovani, legato alla più lunga durata dei percorsi formativi, la tendenza al completamento «tardivo» del percorso universitario e la funzione di ammortizzatore sociale che la famiglia italiana si è ormai abituata a svolgere, unitamente al malfunzionamento delle attività di orientamento e formazione, farebbero propendere per l'individuazione di forme differenziate di accesso al lavoro, che consentano di rivalutare modelli di lavoro anche manuali, abitualmente poco considerati e relegati ai margini rispetto al circuito classico del rapporto di lavoro dipendente;
          è convinzione degli interroganti che per contrastare il clima di sfiducia e scoraggiamento che sembra pervadere le giovani generazioni – anche tenuto conto degli evidenti vincoli di bilancio che impediscono, allo stato, di prefigurare interventi espansivi di spesa pubblica – sia necessario un intervento che, lungi dal predisporre forme di sostegno passive e assistenziali, promuova la voglia di rendersi protagonisti di tali soggetti, fornendo gli strumenti necessari ad attivare forme embrionali di imprese che siano capaci in futuro di generare reddito e occupazione. Ciò, peraltro, risulterebbe in piena coerenza linea con il tessuto produttivo del nostro Paese, contraddistinto da un'ampia diffusione di piccolissime imprese e dal carattere artigianale di molte lavorazioni, che ha storicamente portato ad un'ampia diffusione di lavoro indipendente  –:
          se non si convenga sull'opportunità di adottare con urgenza misure volte a favorire la ripresa dei livelli di occupazione, sviluppando la cosiddetta «imprenditorialità diffusa», composta principalmente da micro-imprese, prestando una particolare attenzione al sostegno ai soggetti più colpiti dalla crisi economica, nei confronti dei quali potrebbe essere opportuno - sulla scia del lavoro già intrapreso a livello parlamentare, che potrebbe essere preso come utile riferimento per l'approvazione dei relativi provvedimenti - configurare un regime speciale e agevolato di interventi, eventualmente trasformando le misure di sostegno al reddito in forme di prestito anticipato che favoriscano l'avvio di iniziative autonome. (3-02422)
(31 luglio 2012)


Chiarimenti ed iniziative in ordine a lamentate irregolarità relative allo svolgimento delle elezioni per il rinnovo del consiglio dell'Ordine e del Consiglio nazionale dei biologi – 3-02428

      DI PIETRO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
          l'esito dell'ultima consultazione elettorale per il rinnovo del consiglio dell'Ordine nazionale dei biologi è stato oggetto di cinque ricorsi promossi ai sensi degli articolo 22 e seguenti della legge 24 maggio 1967, n.  369, ricorsi accolti dal Consiglio nazionale dei biologi con altrettante pronunce;
          l'Ordine nazionale dei biologi e alcuni dei consiglieri eletti hanno impugnato le predette pronunce dinanzi al tribunale amministrativo regionale del Lazio, sezione di Roma, che ha confermato l'annullamento delle elezioni con sentenze del 29 febbraio 2012;
          nelle more era stato nominato, con decreto del 3 novembre 2011, un commissario straordinario, nella persona del professore Lucio Botte;
          il professore Botte, il 27 aprile 2012, ha rassegnato le dimissioni dall'incarico, pubblicando una durissima lettera sul sito dell'Ordine nazionale dei biologi, con la quale evidenziava di essere stato oggetto di quotidiane intimidazioni, giunte al punto da determinargli uno stato di stress psico-fisico incompatibile con la prosecuzione dell'incarico;
          in sostituzione del professore Botte è stato nominato il dottor Giampaolo Leccisi, il quale, con determinazione del 6 giugno 2012, ha indetto le elezioni per il rinnovo delle cariche ordinistiche, con prima votazione fissata per il 21 e 22 giugno 2012;
          l'articolo 3, comma 7, del decreto del Presidente della Repubblica n.  169 del 2005 stabilisce che: «È ammessa la votazione mediante lettera raccomandata, ad eccezione che per l'elezione dei consigli provinciali. L'elettore richiede alla segreteria dell'ordine la scheda debitamente timbrata e, prima della chiusura della prima votazione, fa pervenire la scheda stessa, in una busta chiusa, sulla quale è apposta la firma del votante autenticata nei modi di legge, nonché la dichiarazione che la busta contiene la scheda di votazione, all'ordine, che la conserva sotto la responsabilità del presidente (...)»;
          gli elettori che intendono utilizzare tale modalità di esercizio del voto – che, peraltro, sono l'assoluta maggioranza – dunque, in 15 giorni (ovvero il tempo che intercorre tra la data di indizione delle elezioni e la prima votazione), devono chiedere la scheda alla segreteria dell'ordine, ottenerla e farla pervenire tramite lettera raccomandata;
          diversi biologi, tuttavia, con altrettanti esposti inviati all'Ordine e al Ministero, hanno evidenziato e documentato gravissime anomalie;
          a fronte di oltre 9.500 richieste di schede, del resto, solo 6.124 biologi risulta abbiano esercitato il diritto di voto tramite lettera raccomandata;
          sono, in ogni caso, circolati gli elenchi contenenti le distinte di spedizione delle schede ai richiedenti, con l'indicazione dell'elettore, luogo geografico di destinazione (senza indirizzo) e codice della raccomandata inviata;
          gli anzidetti esposti (pubblicati sul sito www.informabiologi.it) attestano che in centinaia di casi il codice della raccomandata non risulta ancora registrato, il che significa che i relativi plichi non sono mai stati trasmessi a nessun ufficio postale dal personale dell'Ordine;
          in altre centinaia di casi è accaduto che il plico risulta accettato dall'ufficio postale di Fiumicino l'8 giugno 2012 e restituito a quello di Roma Ostiense prima del 19 giugno 2012;
          in più di mille casi, pertanto, risulta accertato che gli elettori non sono stati posti dall'Ordine nelle condizioni di esercitare il diritto di voto tramite lettera raccomandata;
          è stato, altresì, accertato il fenomeno secondo cui le schede sono state inviate a elettori che non ne avevano fatto richiesta;
          di un caso è stato testimone lo stesso dottor Leccisi, il quale ha personalmente raccolto la telefonata di un biologo il quale ha segnalato di non avere mai chiesto le schede che gli sono state recapitate, che il fax di richiesta pervenuto all'Ordine è falso e che avrebbe denunciato il tutto alla competente autorità giurisdizionale;
          della vicenda si è occupata anche la stampa (Il Mattino, in data 23 e 24 luglio 2012, e il Denaro, in data 24 luglio 2012), sottolineando il fatto che risulta abbiano votato anche biologi che, in realtà, sono defunti;
          è indispensabile, pertanto, verificare l’iter delle raccomandate inviate a ciascun elettore, al fine di accertare la genuinità del voto;
          è stato, peraltro, fornito al commissario straordinario un elenco con 202 nominativi di biologi che hanno confermato di non avere mai richiesto e ricevuto schede di votazione;
          il commissario straordinario, con documento sottoscritto insieme al presidente del seggio e pubblicato nell'immediatezza sul sito istituzionale dell'Ordine (www.onb.it), si è impegnato a fare le verifiche nel novero delle 6.124 buste, ma, ad avviso dell'interrogante contravvenendo all'impegno assunto, ha laconicamente comunicato ai componenti del seggio solo il numero totale delle schede pervenute, senza fornire indicazioni sull'esito dei controlli effettuati e non consegnando l'elenco nominativo di coloro che hanno votato, il che rende impossibile il prosieguo dello scrutinio e qualunque controllo circa la genuinità del voto  –:
          se sia a conoscenza di tali circostanze, se intenda sostituire il commissario straordinario e che provvedimenti intenda adottare a tutela della trasparenza e del corretto svolgimento delle elezioni per il rinnovo del consiglio dell'Ordine e del Consiglio nazionale dei biologi. (3-02428)
(31 luglio 2012)


Iniziative per un giusto ed equo compenso per l'attività formativa svolta nell'ambito della pubblica amministrazione, alla luce delle disposizioni della recente riforma del mercato del lavoro in materia di stage e tirocini – 3-02423

      PERINA. — Al Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. — Per sapere – premesso che:
          nella «riforma Fornero» (legge n.  92 del 2012, all'articolo 1, commi 34 e 35) vengono fissati alcuni obiettivi di principio rispetto alla normativa sui tirocini, che troveranno piena applicazione in seguito all'adozione in sede di Conferenza Stato-regioni di linee guida. Queste linee guida dovranno essere emesse entro e non oltre la metà di gennaio 2013;
          in particolare, alla lettera d) del comma 34 dell'articolo 1 della legge n.  92 del 2012, si stabilisce il «riconoscimento di una congrua indennità, anche in forma forfetaria, in relazione alla prestazione svolta»;
          al comma 36 dell'articolo 1 si specifica, poi, che «dall'applicazione dei commi 34 e 35 non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica»;
          dal combinato disposto dei commi 34, 35 e 36 risulta evidente il rischio di inapplicabilità delle prescrizioni relative al compenso di stagisti e tirocinanti/praticanti, per quanti svolgono la propria attività all'interno della pubblica amministrazione;
          già l'Avvocatura dello Stato ha assunto ufficialmente questa posizione, dichiarandosi esonerata dal dover dar seguito alle previsioni normative sui compensi ai tirocinanti, in virtù dell'esigenza di non produrre nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica;
          pertanto, i laureati in giurisprudenza, che svolgono il tirocinio professionale per l'accesso alla professione forense presso l'ufficio centrale e gli uffici territoriali dell'Avvocatura, non avranno diritto ad alcun rimborso;
          anche la Crui, Conferenza dei rettori delle università italiane, ha dichiarato in un recente comunicato le sue «perplessità» relativamente «all'effetto combinato del comma 34, lettera d), e del comma 36 dell'articolo 1 della cosiddetta riforma Fornero», concludendo che «le due prescrizioni rendono di fatto impossibile prevedere esperienze di formazione on the job nella pubblica amministrazione»;
          è noto che l'attività di formazione dei laureati nella pubblica amministrazione non sfocia in una occupazione stabile presso gli uffici cui hanno prestato servizio;
          è quantomeno inopportuno esonerare la pubblica amministrazione da obblighi che si impongono ai privati, in particolare conservando per i ministeri, le regioni e gli enti locali la possibilità di disporre del lavoro di stagisti e tirocinanti, sostanzialmente gratis;
          è condivisibile il principio per cui è necessario non appesantire le casse dello Stato, ma è assolutamente prioritario riconoscere il diritto ad un'adeguata remunerazione a coloro i quali svolgono la propria attività di stage o tirocinio nella pubblica amministrazione  –:
          se non si ritenga opportuno intervenire, anche con misure di carattere normativo, al fine di chiarire il portato applicativo delle disposizioni di cui in premessa e garantire, in ogni caso, l'effettiva tutela del diritto ad ottenere un giusto ed equo compenso per l'attività formativa svolta anche nell'ambito della pubblica amministrazione. (3-02423)
(31 luglio 2012)


Intendimenti del Governo in relazione alla disposizione transitoria prevista dal decreto legislativo n. 109 del 2012 finalizzata a consentire una sanatoria per i lavoratori stranieri irregolari – 3-02424

      DOZZO, BOSSI, LUSSANA, FOGLIATO, MONTAGNOLI, FEDRIGA, FUGATTI, ALESSANDRI, ALLASIA, BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BUONANNO, CALLEGARI, CAPARINI, CAVALLOTTO, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, D'AMICO, DAL LAGO, DESIDERATI, DI VIZIA, DUSSIN, FABI, FAVA, FOLLEGOT, FORCOLIN, GIDONI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, ISIDORI, LANZARIN, MAGGIONI, MARONI, MARTINI, MERONI, MOLGORA, LAURA MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MUNERATO, NEGRO, PAOLINI, PASTORE, PINI, POLLEDRI, RAINIERI, REGUZZONI, RIVOLTA, RONDINI, SIMONETTI, STEFANI, STUCCHI, TOGNI, TORAZZI, VANALLI e VOLPI. — Al Ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione. — Per sapere – premesso che:
          il decreto legislativo 16 luglio 2012, n.  109, adottato dall'attuale Governo e recante «Attuazione della direttiva 2009/52/CE che introduce norme minime relative a sanzioni e a provvedimenti nei confronti di datori di lavoro che impiegano cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno è irregolare», prevede, all'articolo 5, una disposizione transitoria finalizzata a consentire una sanatoria per i lavoratori stranieri irregolari;
          in particolare, si prevede che: «I datori di lavoro italiani o cittadini di uno Stato membro dell'Unione europea, ovvero i datori di lavoro stranieri in possesso del titolo di soggiorno previsto dall'articolo 9 del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n.  286, e successive modificazioni ed integrazioni, che, alla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo, occupano irregolarmente alle proprie dipendenze da almeno tre mesi, e continuano ad occuparli alla data di presentazione della dichiarazione di cui al presente comma, lavoratori stranieri presenti nel territorio nazionale in modo ininterrotto almeno dalla data del 31 dicembre 2011, o precedentemente, possono dichiarare la sussistenza del rapporto di lavoro allo sportello unico per l'immigrazione»;
          il costo di tale regolarizzazione appare piuttosto modesto, se si considera che la dichiarazione di emersione è presentata previo pagamento di un contributo forfettario di 1.000 euro per ciascun lavoratore, al quale si aggiungeranno le somme dovute dal datore di lavoro a titolo retributivo, contributivo e fiscale pari ad almeno sei mesi;
          le disposizioni citate, che realizzano, peraltro, a parere degli interroganti, un'evidente discriminazione «a contrario» nei confronti dei lavoratori italiani che si trovino in posizione di irregolarità, ai quali non è consentito di sanare la propria situazione nella maniera poco onerosa prevista invece per i lavoratori stranieri, sono state introdotte dal Governo nelle pieghe di una direttiva avente in realtà contenuti e finalità parzialmente differenti e senza neppure un adeguato confronto nelle competenti sedi parlamentari;
          nel merito, l'adozione di una sanatoria per i clandestini in una situazione di grave crisi economica appare del tutto ingiustificabile e in completa controtendenza con la realtà del nostro mercato del lavoro;
          già alcuni mesi fa Confindustria ha lanciato l'allarme sui probabili effetti della crisi economica in atto, stimando un esubero di manodopera pari ad 800 mila unità;
          le stesse anticipazioni dei dati relativi all'ultimo censimento richiedono di essere attentamente valutate, poiché evidenziano uno scostamento tra popolazione censita e popolazione iscritta all'anagrafe pari ad un milione: in pratica, la popolazione residente in Italia sarebbe pari a 59,5 milioni, mentre gli iscritti all'anagrafe risultano pari a 60,8 milioni;
          l'interpretazione prevalente data dai commentatori sulla stampa è che la differenza tra la popolazione censita e la popolazione iscritta alle anagrafi dipenderebbe dal fatto che moltissimi immigrati, per effetto della crisi economica, avrebbero abbandonato il nostro Paese per fare rientro in patria o per spostarsi in altri Paesi europei;
          la tesi illustrata appare poco convincente, se si considera che i dati diffusi dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni segnalano che i rimpatri assistiti effettuati in Italia, pur cresciuti nell'ultimo anno, ammonterebbero a 600 tra il settembre 2011 e l'aprile 2012; né appare verosimile che un milione di stranieri abbiano lasciato il nostro territorio senza che tale esodo sia stato registrato dalle nostre autorità preposte ai controlli di frontiera;
          i dati appena riportati dimostrano piuttosto che c’è un consistente numero di clandestini che vive sul nostro territorio senza occupazione, vivendo di espedienti, e che spesso diviene facile manovalanza della criminalità organizzata;
          la sanatoria appena varata non impatterà verosimilmente in maniera positiva su tale situazione, ma anzi, al contrario, si ascrive in quella politica fatta di annunci volti ad alimentare le illusioni che accompagnano quanti sbarcano sulle coste italiane dopo viaggi disumani gestiti da criminali che lucrano sulla tratta di persone  –:
          quali siano le finalità e gli intendimenti che il Governo intende perseguire con la sanatoria appena varata, che, ad avviso degli interroganti, si pone in frontale contrasto con le evidenze empiriche ed i dati relativi al mercato del lavoro, che mostrano una situazione di grave crisi occupazionale. (3-02424)
(31 luglio 2012)


Tempi per l'emanazione delle nuove linee guida in materia di procreazione medicalmente assistita – 3-02425

      VOLONTÈ, NUNZIO FRANCESCO TESTA, BINETTI, CAPITANIO SANTOLINI, BUTTIGLIONE, CALGARO, ENZO CARRA, GALLETTI, COMPAGNON, CICCANTI, TASSONE, RAO e NARO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
          a seguito della sentenza n.  151 del 2009 della Corte costituzionale risulta modificata la legge n.  40 del 2004, nel senso dell'eliminazione del limite massimo di tre embrioni da produrre e impiantare in utero. Le motivazioni della sentenza si basavano sul fatto che la valutazione sul numero di embrioni da creare fosse diversa da caso a caso e andasse affidata alla responsabilità personale del medico, alla sua decisione in scienza e coscienza;
          i dati relativi al 2010 sulla procreazione assistita, resi noti in questi giorni dal Ministero della salute e riportati nella relazione al Parlamento, registrano un allarmante aumento del numero degli embrioni crioconservati sotto azoto liquido (più che raddoppiati), mentre si triplica la cifra dei cicli che utilizzano il loro scongelamento, superando in percentuale la tecnica che si serve degli ovociti crioconservati;
          successivamente alla decisione della Corte costituzionale restavano in piedi tutte le misure a garanzia della salute della donna e della massima tutela possibile dell'embrione, tra cui il divieto di crioconservazione, il divieto di soppressione dell'embrione o di interventi che non sono finalizzati alla sua salvaguardia e, soprattutto, un limite che è anche un'indicazione di buona pratica: il divieto di produrre un numero di embrioni «superiore a quello strettamente necessario»;
          la Corte costituzionale, di fatto, non ha cancellato le norme preesistenti, ma ha reso il medico responsabile della loro attuazione. Tuttavia, la sentenza è stata interpretata, nella prassi, come una licenza di congelare, senza attenzione per l'applicazione della legge, come se l'intero articolo 13 (le misure a tutela dell'embrione) fosse stato cancellato;
          purtroppo, a fronte di un aumento esponenziale degli embrioni crioconservati, l'aumento delle nascite è inconsistente. La percentuale di gravidanze in più varia, infatti, dallo 0,2 per cento ad un massimo dello 0,6 per cento, secondo il modo di calcolarle (su cicli, su prelievi o trasferimenti, in base alle tecniche di II e III livello, quello che prevedono la possibilità di congelare embrioni). Dunque, il massiccio e disinvolto ricorso alla crioconservazione degli embrioni non produce più bambini nati e in compenso la tecnica del congelamento degli ovociti, una tecnica molto promettente ed eticamente assai meno problematica, in cui l'Italia era leader, viene sempre meno praticata  –:
          se non ritenga di emanare senza ulteriori ritardi le linee guida già approvate dal Consiglio superiore di sanità, nel mese di febbraio 2012, che da mesi aspettano solo la firma del Ministro interrogato per entrare pienamente in vigore. (3-02425)
(31 luglio 2012)


Iniziative di competenza per il monitoraggio della pianificazione sanitaria del Piemonte sud orientale – 3-02426

      MARMO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
          la pianificazione dei presidi sanitari sta alla base dell'offerta sanitaria e dei risparmi per una delle principali voci di spesa dei bilanci pubblici;
          tale pianificazione, di competenza regionale, occorre sia monitorata costantemente dal Governo, al fine di rendere realmente efficiente la spesa, producendo, al contempo, il massimo ritorno in termini di qualità dell'offerta sanitaria;
          nel territorio del Piemonte sud orientale, più precisamente nella provincia di Asti, esistono due presidi ospedalieri in funzione con problematiche diverse:
              a) è in fase di costruzione il presidio ospedaliero della Valle Belbo, i cui termini di fine lavori erano previsti per gennaio 2012, che dovrebbe sostituire la vecchia struttura di Nizza Monferrato, rendendo più facile al territorio contiguo il raggiungimento dello stesso;
              b) il presidio ospedaliero di Asti che deve trovare sinergie con quello di Alessandria, in un'ottica di futuri territori comuni;
          al momento, l'organicità del piano sanitario, comprensivo di case della salute, sembra essere non solo molto approssimativo, in quanto a risposte alle giuste esigenze della popolazione, ma anche totalmente indeterminato in quanto ai tempi della sua realizzazione  –:
          se il monitoraggio della pianificazione sanitaria del Piemonte sud orientale sia nell'agenda ministeriale e quale sia il suo futuro assetto organizzativo. (3-02426)
(31 luglio 2012)


Iniziative in ordine dell'incremento di malattie tumorali nelle province di Caserta e Napoli in relazione alla presenza di discariche illegali di rifiuti tossici – 3-02427

      PICIERNO, MARAN, LENZI, QUARTIANI, GIACHETTI, BOFFA, BONAVITACOLA, BOSSA, CIRIELLO, CUOMO, GRAZIANO, IANNUZZI, MAZZARELLA, MARIO PEPE (PD), PICCOLO, SARUBBI e VACCARO. — Al Ministro della salute — Per sapere – premesso che:
          l'8 luglio 2012 il quotidiano Avvenire pubblicava un articolato dossier dal titolo eloquente «Campania avvelenata», in cui veniva denunciato l'assordante silenzio dei media sull'allarmante incremento di malattie tumorali nelle province di Caserta e Napoli;
          alcuni studi stabiliscono chiaramente il nesso che ci sarebbe tra l'incremento dei tumori in alcune aree della Campania e la presenza di discariche illegali nella regione;
          tra questi, uno studio di qualche anno fa, commissariato dal Dipartimento della Protezione civile e predisposto dall'Organizzazione mondiale della sanità, dall'Istituto nazionale di sanità, dal Consiglio nazionale delle ricerche e dall'Osservatorio epidemiologico della regione Campania, ha esaminato la correlazione tra la presenza di elevati rischi di mortalità e malformazioni congenite con l'intensità dell'esposizione legata allo smaltimento dei rifiuti. Nei 196 comuni delle due province, quelle di Napoli e Caserta, i risultati dello studio rilevano «numerose associazioni statisticamente significative fra salute e rifiuti». In particolare, si evidenzia un «trend di rischio in aumento» e un incremento della mortalità tumorale nelle aree contaminate dai rifiuti: 2 per cento in più di mortalità generale, più 1 per cento di tutti i tumori, più 2 per cento per i tumori al polmone tra gli uomini, un più 4 per cento tra gli uomini e 7 per cento tra le donne per i tumori al fegato e un incremento del 5 per cento tra gli uomini per il tumore dello stomaco. Il report spiega, inoltre, che i «trend osservati si traducono in differenze marcate di rischio se si confrontano i comuni più a rischio con quelli poco o non esposti: ad esempio, la mortalità generale nei primi è 9 per cento in eccesso rispetto ai secondi per gli uomini e 12 per cento per le donne»;
          ricerche più recenti, svolte anche dall'Università di Napoli «Federico II», nel confermare la relazione tra smaltimento illegale e aumento dei tumori e delle malformazioni congenite, mettono in evidenza due dati a dir poco sconcertanti: a Napoli i tumori sono in numero tre volte superiore alla media nazionale, mentre a Caserta sono addirittura sei volte la media;
          la procura di Santa Maria Capua Vetere, nel 2006, nel corso delle indagini su reati ambientali legati allo smaltimento dei rifiuti tossici, ordinò una ricerca sul numero di richieste di esenzione ticket per malattie tumorali, scoprendo che dal 1999 vi era un incremento del 400 per cento dell'incidenza di tumori in alcuni comuni del casertano, quali Casapesenna, Frignano, San Cipriano d'Aversa, Villa di Briano e Villa Literno;
          nella sua relazione finale, la Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse evidenziava come dalle indagini svolte emergesse in Campania una situazione di «degrado ambientale dei suoli, delle acque e dell'aria, tale da comportare potenziali conseguenze pregiudizievoli per la stessa salute delle popolazioni residenti»;
          fino al 13 giugno 2012 la regione Campania non aveva ancora varato il registro dei tumori, un colpevole e ingiustificato ritardo in una regione con il più alto numero di siti inquinanti, anche di sostanze pericolosamente tossiche, e la più bassa aspettativa di vita. Il registro dei tumori è un fondamentale strumento per mettere in relazione, mediante studi ufficiali, l'incremento di malattie tumorali con l'esposizione a fattori di rischio come lo smaltimento illegale di rifiuti. Il varo del registro campano dei tumori permetterà un coordinamento tra le aziende sanitarie locali e l'Istituto tumorale Pascale;
          è ormai noto che la potente ecomafia campana ha origini ben precise e si è evoluta da uno stadio «artigianale» verso una fase «industriale» dello smaltimento illegale ed abusivo dei rifiuti tossici e speciali. Nel 1989, infatti, come emerse nel 1992 nel corso delle indagini della procura nell'ambito della prima operazione contro le ecomafie, l'operazione «Adelphi», nei pressi di Villaricca, a nord di Napoli, si tenne un incontro tra i boss dei casalesi, dell'area flegrea, di Pianura, con esponenti della loggia massonica P2 campana, politici e proprietari di discariche, per suggellare lo scellerato patto che fece della Campania il luogo di transito dei rifiuti speciali e tossici verso l'Africa. Le successive difficoltà di trasporto internazionale dei rifiuti, tra il 1994 e il 1996, indussero i malavitosi a trasformare la Campania da luogo di transito a sito di stoccaggio, avviando una progressiva e inesorabile devastazione del territorio e dell'ecosistema;
          nell'area circoscritta tra Napoli, Giugliano, Qualiano e il basso casertano, la cosiddetta «terra dei fuochi», tutte le notti continuano i roghi di rifiuti e materiale tossico: copertoni, scarti delle industrie tessili, bidoni di materiale ignoto, liquami industriali inquinanti, che dovrebbero essere smaltiti come rifiuti speciali, vengono interrati e bruciati, propagando nell'aria fumi neri e densi. Come riportato dal dossier di Avvenire, da alcune testimonianze di contadini locali emergerebbe che tale smaltimento abusivo e illegale di rifiuti tossici non è mai cessato ed anzi continuerebbe con sversamenti quasi quotidiani. Quest'area, in sostanza, è stata adibita dalla camorra dei casalesi e partenopea a sito di stoccaggio di rifiuti industriali;
          come denunciava il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, nell'inchiesta sopra citata, «se la decima parte della scandalosa violenza e dell'insopportabile ingiustizia» che si è consumata nei territori tra Napoli e Caserta si fosse verificata tra Roma e Milano, tutta la stampa avrebbe da tempo mobilitato l'opinione pubblica nazionale. Ma questo non è avvenuto, e non avviene, per la Campania, per quelle che appaiono, cioè, sempre più come le terre di nessuno  –:
          se e quali iniziative intenda assumere per porre fine a questo intollerabile scandalo, che dura ormai da anni, e che sta mietendo troppe vittime innocenti ad avviso degli interroganti nell'insostenibile silenzio e indifferenza delle istituzioni nazionali e locali. (3-02427)
(31 luglio 2012)


Misure di contrasto alla ’ndrangheta e iniziative di competenza per porre fine a fenomeni di connivenza tra politica e ’ndrangheta – 3-02429

      BELCASTRO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
          l'organizzazione criminale calabrese ’ndrangheta è riuscita negli ultimi anni a conquistare una posizione di dominio nel panorama criminale nazionale ed internazionale, tanto che la Cia statunitense l'ha inserita al settimo posto nella black list internazionale delle organizzazioni più pericolose del pianeta;
          uno dei fattori che ha consentito la forte espansione della ’ndrangheta è la strategia di infiltrazione nello Stato. Una strategia di collusione e di infiltrazione che pone un allarme inquietante e drammatico sui rapporti tra mafia e politica con la costituzione di una cosiddetta «zona grigia» erroneamente definita tale. Tanto che, giustamente, il procuratore della direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, dottor Nicola Gratteri, nella relazione in Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, ha sostenuto che non possa esistere una via di mezzo: o si è contro la mafia o non lo si è;
          è assolutamente necessario fare luce sulle connivenze e sul ruolo di personaggi politici che in Calabria non disdegnano di accettare compromessi con la criminalità organizzata pur di poter acquisire consenso elettorale  –:
          quali iniziative il Governo, e per esso il Ministero dell'interno, intenda assumere per porre in essere un'azione ancora più incisiva di contrasto alla ’ndrangheta e per porre fine ai fenomeni di connivenza tra questa organizzazione criminale e la politica, che, di fatto, penalizza fortemente lo sviluppo della Calabria ed il futuro delle nuove generazioni. (3-02429)
(31 luglio 2012)