XVI LEGISLATURA


Resoconto sommario dell'Assemblea

Seduta n. 690 di lunedì 24 settembre 2012

Pag. III

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

La seduta comincia alle 16.

La Camera approva il processo verbale della seduta del 18 settembre 2012.

I deputati in missione sono cinquantanove.

Annunzio della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2012.

PRESIDENTE. Comunica che il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro dell'economia e delle finanze hanno trasmesso la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2012 (Doc. LVII, n. 5-bis). Alla Nota sono allegate le relazioni sulle spese di investimento e sulle relative leggi pluriennali (Doc. LVII, n. 5-bis - Allegato I). La Nota di aggiornamento e l'ulteriore documentazione richiamata sono state trasmesse alla V Commissione e, per il parere, a tutte le altre Commissioni permanenti e alla Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Discussione della proposta di modificazione al Regolamento (articoli 14, 15, 15-ter e 153-quater: Modifica della disciplina relativa ai contributi ai Gruppi parlamentari (Doc. II, n. 24).

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al resoconto della seduta del 20 settembre 2012.

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali.

GIANCLAUDIO BRESSA (PD), Relatore. Illustra il contenuto del documento in discussione, che interviene sulla disciplina relativa ai contributi ai gruppi parlamentari, rilevando che la proposta di modifica al Regolamento in esame trae origine da un'iniziativa presentata dai deputati Questori della Camera il 5 luglio 2012 su sollecitazione dell'Ufficio di Presidenza. Richiamato quindi l'approfondito e fruttuoso lavoro svolto nel corso del dibattito presso la Giunta per il Regolamento, che ha prodotto un testo equilibrato, innovativo e rigoroso, osserva che il predetto testo si ispira ai criteri della trasparenza e della responsabilità, considerato che il Parlamento si sta impegnando per corrispondere all'esigenza di massimo rigore e pubblicità nell'utilizzo dei finanziamenti pubblici. Sottolineato altresì che per la prima volta si inseriscono nel Regolamento della Camera norme stringenti e rigorose sugli statuti dei gruppi parlamentari, sull'utilizzo delle risorse ad essi trasferite a carico del bilancio della Camera, sulla rendicontazione annuale e sui relativi controlli, segnala che l'Ufficio di Presidenza dovrà assumere numerose e complesse deliberazioni, che richiederanno un denso lavoro istruttorio e propedeutico indispensabile alla concreta operatività della nuova disciplina, rilevando peraltro che la Giunta per il Regolamento ha stabilito che l'entrata in vigore delle suddette modifiche non potrà andare oltre l'inizio della XVII legislatura, ossia tra pochi mesi. Auspica, infine, una rapida approvazione della importante riforma regolamentare in esame attraverso una decisione ampiamente condivisa, come è avvenuto nell'ambito della Giunta.

Pag. IV

ANTONIO LEONE (PdL), Relatore. Dà conto del lavoro istruttorio svolto dalla Giunta per il Regolamento, anche al fine di fare chiarezza a fronte di articoli di stampa allusivi e mistificatori, in particolare per quanto attiene alla questione dei controlli sui rendiconti dei gruppi parlamentari, garantendo trasparenza e terzietà nella gestione delle risorse trasferite agli stessi gruppi. Precisa inoltre che la riforma regolamentare in discussione è coerente con l'esigenza di valorizzare l'autonomia della Camera quale presidio essenziale della democrazia, secondo un orientamento ampiamente condiviso in sede di Giunta.

RAFFAELE VOLPI (LNP). Ritiene che la proposta di modificazione al Regolamento in discussione rappresenti un passo avanti, assolutamente condivisibile, rispetto alla proposta originaria formulata dal Collegio dei Questori, sottolineando la chiarezza e la solidità della disciplina dettata per i gruppi parlamentari; ringrazia pertanto la Giunta per il Regolamento per il proficuo lavoro svolto.

MARINA SERENI (PD). Richiamate le importanti modifiche al Regolamento recate dal documento in discussione, sollecitate, tra l'altro, dal presidente del suo gruppo, osserva che il testo in esame è ispirato ai criteri della trasparenza e responsabilità, atteso che si introducono norme stringenti sull'utilizzo delle risorse pubbliche da parte dei gruppi parlamentari, superando peraltro l'ambiguità insita nella natura di tali istituti. Nel rilevare altresì che la proposta in esame costituisce un tassello di più ampie riforme, che dovrebbero sfociare anche nell'approvazione di una nuova legge elettorale, ritiene che tale modifica regolamentare denoti la volontà concreta della politica di autoriformarsi, anche a fronte dell'indecente vicenda che ha interessato in questi giorni la regione Lazio; rivolge, infine, un ringraziamento ai relatori per il proficuo lavoro svolto.

GIUSEPPE CALDERISI (PdL). Nel sottolineare l'importanza del documento in discussione, che trae origine nell'ambito di un percorso di autoriforma intrapreso da tutti i partiti politici, giudica di particolare rilevanza le novità introdotte per quanto riguarda la definizione della natura giuridica dei gruppi parlamentari, nonché il regime dei controlli sui rendiconti degli stessi. Sottolinea, inoltre, che il proficuo dibattito svoltosi nell'ambito della Giunta per il Regolamento ha consentito di arricchire la proposta originariamente formulata dal Collegio dei Questori. Auspica, infine, la sollecita approvazione del documento in esame, nonché l'avvio di un analogo processo di riforma anche in sede regionale.

ARMANDO DIONISI (UdCpTP). Nel ricordare che il superamento della vigente disciplina relativa ai contributi erogati ai gruppi parlamentari si è reso necessario per soddisfare la richiesta di maggior rigore e trasparenza nell'utilizzo dei fondi pubblici, rivolge un ringraziamento ai Questori della Camera per il proficuo lavoro svolto sulle tematiche oggetto del testo in discussione, sottolineando che un ulteriore approfondimento in sede di Giunta per il Regolamento ha determinato la positiva introduzione della previsione del ricorso ad una società di revisione esterna per la verifica dei rendiconti dei gruppi. Auspica, infine, a nome del suo gruppo, una sollecita approvazione del documento in esame.

DAVID FAVIA (IdV). Evidenziata preliminarmente la necessità di un recupero dell'etica e del senso delle istituzioni e dello Stato, giudica abbastanza soddisfacente il testo licenziato dalla Giunta per il Regolamento, segnatamente con riferimento alle innovazioni introdotte con l'articolo 14 e il comma 4 dell'articolo 15. Ringrazia infine tutti coloro che hanno contribuito all'iter del documento in esame, manifestando altresì apprezzamento per la sollecita entrata in vigore, delle modifiche previste espressamente sancita.

FABIO RAMPELLI (PdL). Richiamata l'importanza dell'iniziativa che ha portato Pag. Valla positiva stesura di una nuova disciplina relativa all'erogazione di contributi ai gruppi parlamentari improntata a maggior rigore e trasparenza, invita il Parlamento a non trascurare le istanze di una maggiore pubblicità emerse in relazione all'utilizzo di fondi pubblici da parte di istituzioni e enti locali. Sollecita quindi un'approfondita analisi del ruolo dei partiti e del loro rapporto con i cittadini, che si è progressivamente deteriorato, facilitando ogni forma di accesso alla politica.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali e prende atto che i relatori rinunziano alla replica.
Rinvia pertanto il seguito del dibattito ad altra seduta.

Sull'ordine dei lavori.

FRANCESCO BARBATO (IdV). Propone che i gruppi parlamentari rendano note nel dettaglio le proprie spese per dare risposta alla richiesta di pulizia e chiarezza proveniente dai cittadini. Chiede inoltre di acquisire copia della documentazione relativa ai costi sostenuti dagli stessi gruppi.

PRESIDENTE. Assicura che trasmetterà ai presidenti dei gruppi parlamentari il resoconto dell'intervento del deputato Barbato.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

Discussione del testo unificato delle proposte di legge: Disciplina del rapporto di lavoro tra i membri del Parlamento e i loro collaboratori (A.C. 2438-5382-A).

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al resoconto della seduta del 20 settembre 2012.

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.

SILVANO MOFFA (PT), Relatore. Richiama l'iter in Commissione che ha portato alla predisposizione di una nuova disciplina del rapporto di lavoro tra i membri del Parlamento ed i loro collaboratori.

PRESIDENTE. Constatata l'assenza del rappresentante del Governo, sospende la seduta.

La seduta, sospesa alle 17,25, è ripresa alle 17,35.

RAFFAELE VOLPI (LNP). Parlando sull'ordine dei lavori, nel reputare ingiustificata l'assenza del Governo, invita l'Esecutivo ad un maggior rispetto del Parlamento.

PRESIDENTE. Ritiene che ciascuno debba assolvere con scrupolo ai propri compiti.

SILVANO MOFFA (PT), Relatore. Ricorda che il testo unificato in discussione, di cui richiama il lavoro istruttorio, è finalizzato ad un corretto svolgimento del rapporto di lavoro tra parlamentari e loro collaboratori, prevedendo tra l'altro il diretto pagamento di questi ultimi da parte della Camera di appartenenza del singolo parlamentare, sulla scorta dell'obiettivo di una maggiore omogeneità tra i vari rapporti di lavoro e dell'adeguamento per quanto possibile ai modelli europei. Evidenzia altresì che non vi è in alcun modo un tentativo di equiparare i collaboratori dei parlamentari ai dipendenti pubblici, assunti con regolare concorso, sottolineando che il predetto testo ha ricevuto il parere favorevole di tutte le competenti Commissioni in sede consultiva. Illustra quindi in dettaglio l'articolato del provvedimento in discussione, in ordine al quale Pag. VIresta impregiudicata la questione se sia o meno necessario in materia un intervento normativo primario, auspicando che tutte le criticità emerse nel corso dell'iter in Commissione siano risolte nel prosieguo dell'esame da parte dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Prende atto che il Governo si riserva di intervenire in replica.

EMANUELA MUNERATO (LNP). Nel considerare il testo unificato in discussione un atto di giustizia nei confronti dei collaboratori dei parlamentari, anche se caratterizzato da ambiguità ed indeterminatezza, richiama l'organizzazione interna del suo gruppo, ritenendo che la problematica oggetto del provvedimento avrebbe potuto trovare adeguata soluzione all'interno dell'Ufficio di Presidenza, atteso che l'Assemblea dovrebbe più opportunamente occuparsi di disposizioni rilevanti, come le misure relative alla ripresa economica. Sottolineate, quindi, le criticità presenti nel testo, auspica che venga approvato un provvedimento non meramente di facciata.

BARBARA MANNUCCI (PdL). Rilevato che, in linea con le esperienze di altri Parlamenti europei e del Parlamento dell'Unione europea, il testo unificato in discussione reca una disciplina stabile, chiara, trasparente e condivisa del rapporto di lavoro di natura fiduciaria tra i parlamentari e i loro collaboratori, i quali conservano lo status di personale esterno, ne richiama gli aspetti salienti, auspicandone l'approvazione entro la fine della legislatura, anche allo scopo di migliorare l'immagine della politica nell'attuale fase della storia del Paese.

LUCIA CODURELLI (PD). Espressa soddisfazione per il costruttivo lavoro svolto in Commissione, giudica necessaria una celere approvazione del testo unificato in discussione, del quale richiama il contenuto, che considera un atto dovuto e non più rinviabile di trasparenza per porre fine ad una situazione non regolamentata.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

LUCIA CODURELLI (PD). Richiamate, quindi, le difficoltà personalmente riscontrate nell'adempiere alla regolarizzazione dei collaboratori, sottolinea l'importanza della disposizione che prevede l'impossibilità di assumere i congiunti fino al secondo grado, auspicando chiarezza da parte degli organi di stampa sul contenuto del provvedimento.

PAOLA BINETTI (UdCpTP). Osservato che la disciplina recata dal testo unificato in discussione deve collocarsi in un più complessivo impegno legislativo volto a recuperare la dignità del lavoro parlamentare, ne richiama le finalità precipue, con particolare riferimento alla garanzia di condizioni di legalità, in linea con i principi fondamentali in materia di diritto del lavoro, attraverso la corresponsione della retribuzione ai collaboratori parlamentari e l'assolvimento dei relativi oneri fiscali e previdenziali direttamente da parte delle amministrazioni del Parlamento. Sottolineata, altresì, la centralità nel testo della figura del parlamentare quale titolare di un autonomo diritto ad essere assistito dal collaboratore nelle attività connesse all'esercizio delle funzioni inerenti il mandato parlamentare, evidenzia la relazione fiduciaria sottesa al predetto rapporto di lavoro, richiamando infine la straordinaria rilevanza dell'apporto recato alla politica dal prezioso e qualificato contributo professionale offerto dai collaboratori parlamentari.

ANTONIO BORGHESI (IdV). Nel ritenere che le modifiche apportate al testo nel corso dell'iter in sede referente abbiano sensibilmente peggiorato il provvedimento in discussione, segnatamente con riferimento alle modalità di controllo sull'utilizzo delle somme destinate alla retribuzione dei collaboratori dei parlamentari, per le quali si prevede la facoltà, ma Pag. VIInon l'obbligo, di gestione da parte della Camera, preannunzia la presentazione di proposte emendative da parte del suo gruppo, il quale non potrà esprimere un orientamento favorevole al testo unificato.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali.

SILVANO MOFFA (PT), Relatore. Nel replicare alle considerazioni del deputato Borghesi, ritiene doveroso precisare che il testo unificato in esame, nel pieno rispetto del modello europeo in materia, prevede espressamente il principio del pagamento diretto del collaboratore da parte della Camera di appartenenza, senza alcuna intermediazione del deputato.

ANTONIO MALASCHINI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Avverte che il Governo si rimette alle valutazioni della Commissione e dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.

Discussione della proposta di legge costituzionale: Distacco del comune di Lamon dalla regione Veneto e sua aggregazione alla regione Trentino-Alto Adige, ai sensi dell'articolo 132, secondo comma, della Costituzione (A.C. 1698 ed abbinata).

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per la discussione sulle linee generali è riprodotto in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.

MARIA PIERA PASTORE (LNP), Relatore. Illustra il contenuto della proposta di legge costituzionale in discussione, recante il distacco del comune di Lamon dalla regione Veneto e la sua aggregazione al Trentino-Alto Adige, che riproduce il contenuto di un provvedimento presentato nella scorsa legislatura, richiamando le procedure e le problematiche concernenti lo spostamento di comuni e province da una regione ad un'altra. Ricorda peraltro che si è ritenuto opportuno procedere nell'iter del testo nonostante non sia stato espresso dalla regione Veneto il parere non vincolante previsto dall'articolo 132 della Costituzione.

PRESIDENTE. Prende atto che il Governo si riserva di intervenire in replica.

DAVID FAVIA (IdV). Manifestate perplessità di ordine costituzionale, legislativo e di opportunità politica sul merito della proposta di legge costituzionale in discussione, di cui ritiene improbabile l'approvazione, esprime il dubbio che il relativo esame sottenda intenti di captatio benevolentiae. Sottolineata, in particolare, l'inadeguatezza dell'intervento legislativo nell'attuale fase di revisione complessiva dell'architettura costituzionale dei livelli di governo del Paese, prospetta il rischio di effetti perversi e paradossali conseguenti al distacco e all'aggregazione di enti locali. Evidenziata, quindi, l'irrituale mancata acquisizione del parere della regione Veneto, nonché il parere contrario espresso dalla regione Trentino-Alto Adige, rileva l'opportunità di una complessiva rivisitazione dell'attuale disciplina recata dall'articolo 132 della Costituzione.

FRANCO GIDONI (LNP). Richiamata la normativa che disciplina il distacco e l'aggregazione di comuni e province, nonché le motivazioni che hanno indotto il comune di Lamon a chiedere il distacco dalla regione Veneto e l'aggregazione alla regione Trentino-Alto Adige, manifesta l'orientamento favorevole del suo gruppo alla proposta di legge costituzionale in discussione, che giudica rispondente alla volontà delle popolazioni interessate. Nel ricordare, quindi, i principali obiettivi del Trattato di Lisbona relativamente allo sviluppo delle aree più svantaggiate, tra cui quelle montane, auspica che siano affrontate anche altre situazioni analoghe a quelle del comune di Lamon.

Pag. VIII

GIANCLAUDIO BRESSA (PD). Rivolto un ringraziamento al relatore per la ricostruzione puntuale e lucida della complessa procedura istituzionale attivata per introdurre nell'ordinamento la variazione territoriale in esame, sottolinea le ragioni di legalità costituzionale che rendono doverosa la discussione della proposta di legge costituzionale in esame da parte del Parlamento, lamentando al riguardo l'inerzia degli ultimi due Governi. Richiamate, quindi, le particolarità orografiche del territorio del comune di Lamon, che ne giustificano l'aggregazione alla regione Trentino-Alto Adige, evidenzia peraltro la necessità di dare concreta e piena attuazione al terzo comma dell'articolo 116 della Costituzione, al fine di dotare di condizioni di particolare autonomia territori, segnatamente montani, di regioni a statuto ordinario che si trovano in situazioni penalizzanti. Esprime, infine, il proprio orientamento favorevole al testo in esame.

ARMANDO DIONISI (UdCpTP). Ricordato che nella XV legislatura la I Commissione aveva approvato una proposta di legge costituzionale analoga a quella in discussione, richiama le problematiche di ordine giuridico sottese alle procedure relative al distacco e all'aggregazione di comuni, manifestando il dubbio che non vi sia il tempo necessario per concludere l'iter del provvedimento prima del termine della legislatura. Preannunzia, quindi, che il suo gruppo si riserva di esprimere il proprio orientamento sul testo in discussione nel prosieguo del dibattito.

ANTONIO BORGHESI (IdV). Ritiene che la rivendicazione di condizioni differenziate di autonomia da parte di territori della Repubblica dipenda sempre meno da condizioni oggettive di conformazione geografica e orografica degli stessi o da ragioni storiche di appartenenza culturale essendo, invece, un effetto della sostanziale iniquità, nell'attuale assetto istituzionale e amministrativo del Paese, delle disparità di trattamento contenute nella legislazione sugli enti infrastatali, con particolare riferimento alla finanza pubblica e alla fiscalità. Preannunzia pertanto, per le predette motivazioni di ordine politico, l'orientamento contrario del suo gruppo al testo in discussione.

MAURIZIO PANIZ (PdL). Ringrazia il comune e i cittadini di Lamon per aver portato all'attenzione nazionale una problematica rilevante che coinvolge numerosi altri comuni. Sottolineato, quindi, che il principio di eguaglianza rappresenta il perno fondamentale della vita democratica e dovrebbe indurre ad evitare discriminazioni tra cittadini, rileva come, anziché compiere scelte parziali o di comodo, sarebbe necessario affrontare il problema di fondo rappresentato dal disagio delle popolazioni di territori omogenei trattate in modo diverso, evidenziando che il provvedimento in discussione appare privo di copertura finanziaria e dovrebbe pertanto essere rinviato in Commissione. Osservato, infine, che andrebbe affrontato in maniera radicale il tema dell'esistenza delle regioni a statuto speciale, richiama le ragioni per le quali ritiene che non si debba aderire alla richiesta del comune di Lamon.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali e prende atto che il relatore e il rappresentante del Governo rinunziano alla replica.
Rinvia pertanto il seguito del dibattito ad altra seduta.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:

Martedì 25 settembre 2012, alle 12,30.

(Vedi resoconto stenografico pag. 54).

La seduta termina alle 20,25.