XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Mercoledì 14 novembre 2012

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 14 novembre 2012.

      Albonetti, Alessandri, Bindi, Boniver, Brugger, Bruno, Buonfiglio, Buttiglione, Caparini, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Commercio, Gianfranco Conte, D'Alema, Dal Lago, Della Vedova, Dozzo, Fava, Ferranti, Gregorio Fontana, Franceschini, Giancarlo Giorgetti, Guzzanti, Iannaccone, Jannone, La Loggia, Leo, Leone, Lombardo, Lucà, Lupi, Lusetti, Mantini, Mazzocchi, Melchiorre, Migliavacca, Migliori, Misiti, Mistrello Destro, Moffa, Mura, Nucara, Palagiano, Pisacane, Pisicchio, Rainieri, Rigoni, Paolo Russo, Sanga, Stefani, Stucchi, Valducci, Vitali, Volontè, Zaccaria.

Annunzio di proposte di legge.

      In data 13 novembre 2012 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
          LO MORO: «Disposizioni integrative concernenti la disciplina dello scioglimento degli organi delle aziende sanitarie locali e ospedaliere conseguente a fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso o similare» (5570);
          ALESSANDRI: «Sospensione delle azioni di recupero dei crediti fiscali, contributivi e per sanzioni nonché delle procedure esecutive relative a crediti bancari nei riguardi delle imprese agricole e interventi finanziari per il sostegno e lo sviluppo delle medesime imprese» (5571).
      Saranno stampate e distribuite.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

      A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

      I Commissione (Affari costituzionali):
          LENZI: «Modifica all'articolo 14 del testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n.  361, in materia di presentazione dei contrassegni e degli statuti dei partiti e movimenti politici» (5543);
          PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE CASINI ed altri: «Modifica all'articolo 53 della Costituzione in materia di principi generali della legislazione tributaria per la garanzia dei diritti del contribuente» (5548) Parere della VI Commissione.

      II Commissione (Giustizia):
          RIA ed altri: «Disposizioni concernenti la determinazione delle sezioni distaccate dei tribunali per assicurare l'omogeneità nella ripartizione delle circoscrizioni giudiziarie» (5459) Parere delle Commissioni I e V.

      VIII Commissione (Ambiente):
          OLIVERI: «Disposizioni relative alla certificazione della qualità degli immobili da parte dei comuni» (5529) Parere delle Commissioni I, V, VII, X, XII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
          POMPILI e MORASSUT: «Modifica del capo III della legge 28 febbraio 1985, n.  47, in materia di recupero urbanistico di insediamenti abusivi» (5546) Parere delle Commissioni I, II, V, X, XI, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

      XI Commissione (Lavoro):
          ANTONINO FOTI ed altri: «Disposizioni per sostenere la formazione e la ricollocazione professionale dei lavoratori licenziati o posti in mobilità, nonché introduzione dell'articolo 5-bis della legge 15 luglio 1966, n.  604, in materia di licenziamenti individuali» (5409) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, X, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
          DE ANGELIS ed altri: «Disposizioni riguardanti la gestione e la dismissione del patrimonio immobiliare degli enti previdenziali privatizzati» (5544) Parere delle Commissioni I, II, V, VI, VIII (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento) e XII.

      XII Commissione (Affari sociali):
          CECCACCI RUBINO ed altri: «Modifiche alla legge 14 agosto 1991, n.  281, concernenti l'istituzione dell'anagrafe degli animali di affezione e i limiti all'esportazione di animali verso paesi esteri» (5439) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, X, XIII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Trasmissione dal ministro per i rapporti con il Parlamento.

      Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 25 ottobre 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 29, comma 2, del decreto legislativo 28 marzo 2000, n. 76, la relazione concernente le decisioni assunte, ai sensi dell'articolo 127 della Costituzione, in merito alle leggi delle regioni a statuto ordinario che approvano il rendiconto generale della regione, riferita agli anni 2011 e 2012 (doc. LXXXVI, n. 4).

      Questo documento è trasmesso alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione dal ministro delle infrastrutture e dei trasporti.

      Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con lettera in data 12 novembre 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7, comma 4, del decreto legislativo 10 agosto 2007, n. 162, la relazione sull'attività svolta dall'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie, relativa all'anno 2011 (doc. CCXI, n. 5).

      Questo documento è trasmesso alla IX Commissione (Trasporti).

Trasmissione dal Comitato interministeriale per la programmazione economica.

      La Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica, in data 14 novembre 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, comma 4, della legge 31 dicembre 2009, n.  196, le seguenti delibere CIPE, che sono trasmesse alla V Commissione (Bilancio):
          n.  88/2012 del 3 agosto 2012, concernente «Fondo per lo sviluppo e la coesione – Regione Basilicata. Programmazione delle residue risorse 2007-2013»;
          n.  89/2012 del 3 agosto 2012, concernente «Fondo sviluppo e coesione – Regione Calabria. Programmazione delle risorse residue 2000-2006 e modifica delibere n.  78/2011 e n. 7/2012»;
          n. 96/2012 del 3 agosto 2012, concernente «Presa d'atto del piano di azione coesione».

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

      La Commissione europea, in data 13 novembre 2012, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
          Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – CARS 2020: piano d'azione per un'industria automobilistica competitiva e sostenibile in Europa (COM(2012)636 final), che è assegnata in sede primaria alla X Commissione (Attività produttive);
          Relazione della Commissione al Consiglio sulla base delle relazioni degli Stati membri in merito all'attuazione della raccomandazione del Consiglio (2009/C151/01) sulla sicurezza dei pazienti, comprese la prevenzione e il controllo delle infezioni associate all'assistenza sanitaria (COM(2012)658 final), che è assegnata in sede primaria alla XII Commissione (Affari sociali).

      La proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sui gas fluorurati a effetto serra (COM(2012)643 final) e la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n.  539/2001 che adotta l'elenco dei paesi terzi i cui cittadini devono essere in possesso del visto all'atto dell'attraversamento delle frontiere esterne e l'elenco dei paesi terzi i cui cittadini sono esenti da tale obbligo (COM(2012)650 final), già trasmesse dalla Commissione europea e assegnate, in data 8 novembre 2012, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, rispettivamente alla VIII Commissione (Ambiente) e alla I Commissione (Affari costituzionali), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), sono altresì assegnate alla XIV Commissione ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica della conformità al principio di sussidiarietà, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre, per entrambi i documenti, dal 14 novembre 2012.

      Il dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 13 novembre 2012, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 3 e 19 della legge 4 febbraio 2005, n.  11, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.

      Tali atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

      Con la medesima comunicazione, il Governo ha altresì richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
          Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al Fondo di aiuti europei agli indigenti (COM(2012)617 final), assegnata, in data 31 ottobre 2012, in sede primaria alla XII Commissione (Affari sociali), nonché alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà;
          Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sui gas fluorurati a effetto serra (COM(2012)643 final), assegnata, in data 8 novembre 2012, in sede primaria alla VIII Commissione (Ambiente).

Trasmissione dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas.

      Il presidente dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas, con lettera in data 9 novembre 2012, ha trasmesso una segnalazione sull'assetto dei mercati energetici conseguenti al recepimento delle direttive europee del cosiddetto «Terzo pacchetto energia» – proposte di miglioramento normativo.

      La suddetta documentazione è trasmessa alla X Commissione (Attività produttive) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissione dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato.

      Il presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, con lettera in data 13 novembre 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 21 della legge 10 ottobre 1990, n. 287, una segnalazione relativa all'articolo 15 del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179.

      Questa documentazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali), alla VI Commissione (Finanze) e alla X Commissione (Attività produttive).

Comunicazioni di nomine ministeriali.

      Il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con lettere in data 9 novembre 2012, ha dato comunicazione, ai sensi dell'articolo 9 della legge 24 gennaio 1978, n. 14:
          della conferma del dottor Gaetano Benedetto a commissario straordinario dell'Ente parco nazionale del Circeo;
          della nomina del dottor Antonio Granara a commissario straordinario del Parco geominerario storico ed ambientale della Sardegna.

      Tali comunicazioni sono trasmesse alla VIII Commissione (Ambiente).

Richieste di parere parlamentare su proposte di nomina.

      Il ministro per i beni e le attività culturali, con lettera in data 9 novembre 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6 del decreto legislativo 18 novembre 1997, n.  426, la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina dell'avvocato Olga Cuccurullo a componente del consiglio di amministrazione della Fondazione Centro sperimentale di cinematografia (161).

      Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla VII Commissione (Cultura).

      Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 14 novembre 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1 della legge 24 gennaio 1978, n.  14, la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina del professor Pietro Antonio Varesi a presidente dell'Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (ISFOL) (162).

      Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla XI Commissione (Lavoro).

Richieste di parere parlamentare su atti del Governo.

      Il ministro degli affari esteri, con lettera in data 7 novembre 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 32, comma 2, della legge 28 dicembre 2001, n.  448, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero degli affari esteri per l'anno 2012, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi (514).

      Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla III Commissione (Affari esteri), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 4 dicembre 2012.

      Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 13 novembre 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, commi 3 e 5, della legge 7 luglio 2009, n.  88, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo concernente modifiche al decreto legislativo 8 ottobre 2010, n.  191, recante attuazione delle direttive 2008/57/CE e 2009/131/CE, relative all'interoperabilità del sistema ferroviario comunitario (515).

      Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla IX Commissione (Trasporti), nonché, ai sensi del comma 2 dell'articolo 126 del regolamento, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), che dovranno esprimere i prescritti pareri entro il 24 dicembre 2012.

Atti di controllo e di indirizzo.

      Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Iniziative per la revisione dello schema di decreto ministeriale che prevede l'accorpamento degli uffici scolastici di alcune regioni – 3-02602

      MONDELLO, ENZO CARRA, CAPITANIO SANTOLINI, CARLUCCI, TASSONE, COMPAGNON, CICCANTI, RAO, NARO, VOLONTÈ, DELFINO. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
          la bozza di riforma ministeriale, presentata nei giorni scorsi dal vice capo di gabinetto del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, prevede l'accorpamento dell'ufficio scolastico regionale ligure e di quelli provinciali a quello del Piemonte, con la creazione di un ufficio scolastico interregionale che avrebbe direzione e sede principale a Torino, una succursale a Genova e alcuni non meglio precisati uffici territoriali;
          il decreto ministeriale rientra nei provvedimenti di spending review e prevede l'accorpamento di cinque uffici scolastici di piccole regioni ad altri di regioni più estese o limitrofe;
          infatti, oltre alla Liguria assorbita dal Piemonte, il Friuli Venezia Giulia confluirebbe nel Veneto, l'Umbria nelle Marche, il Molise nell'Abruzzo, la Basilicata nella Puglia;
          è opportuno rimarcare, tuttavia, che le specificità delle regioni si manifestano anche attraverso strutture amministrative regionali, in quanto la scuola è sempre più inserita nel sistema economico e culturale del territorio, e queste fusioni mettono in serio pericolo le possibilità degli studenti e delle famiglie di far parte di un sistema di formazione di tipo locale;
          la riduzione della spesa pubblica amministrativa non dovrebbe gravare sul processo di decentramento e del lavoro sul territorio, che valorizza l'autonomia delle scuole e il loro efficace radicamento;
          oggi più che mai si ha bisogno che la scuola e la formazione siano in stretta connessione con il territorio che esprime precise richieste formative ed occupazionali, per far sì che i percorsi proposti siano davvero connessi al mondo del lavoro;
          occorre, altresì, segnalare che il Governo, mentre prima si era impegnato per rendere operativo entro marzo 2013 il passaggio delle competenze scolastiche alle regioni, ora invece si sta orientando su una vocazione piuttosto accentratrice e centralista –:
          se non ritenga opportuno rivedere la bozza di decreto ministeriale in questione, cercando di reperire le risorse della spending review attraverso altri capitoli di spesa non strettamente inerenti al funzionamento scolastico sul territorio. (3-02602)


Intendimenti del Governo in ordine al rimpatrio degli immigrati clandestini giunti in Italia a seguito della cosiddetta «Primavera araba» – 3-02607

      DOZZO, MARONI, BOSSI, LUSSANA, FOGLIATO, MONTAGNOLI, FEDRIGA, FUGATTI, ALLASIA, BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BUONANNO, CALLEGARI, CAPARINI, CAVALLOTTO, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, D'AMICO, DAL LAGO, DESIDERATI, DI VIZIA, DUSSIN, FABI, FAVA, FOLLEGOT, FORCOLIN, GIDONI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, ISIDORI, LANZARIN, MAGGIONI, MARTINI, MERONI, MOLGORA, LAURA MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MUNERATO, NEGRO, PAOLINI, PASTORE, PINI, POLLEDRI, RAINIERI, REGUZZONI, RIVOLTA, RONDINI, SIMONETTI, STEFANI, STUCCHI, TOGNI, TORAZZI, VANALLI e VOLPI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
          il 31 dicembre 2012 cesserà la gestione commissariale dell'emergenza profughi, conseguente alla crisi nordafricana, che, attraverso apposite ordinanze, era stata affidata alla protezione civile;
          secondo i dati del Ministero dell'interno, diffusi da organi di stampa nel 2011, le commissioni territoriali italiane hanno esaminato circa 25.626 richieste di asilo, riconoscendo lo status di rifugiato a 2.057 richiedenti e accordando 2.569 protezioni sussidiarie e 5.662 protezioni umanitarie;
          nei primi tre mesi del 2012, durante il perdurare dell'emergenza nordafricana, sono state respinte circa i due terzi delle istanze di asilo (5.365 respinte su 7.090 presentate);
          alla luce dei dati sopra riportati ed in considerazione del superamento della fase più acuta della crisi nordafricana, si evidenzia la necessità di procedere, secondo le ordinarie norme vigenti in tema di immigrazione, al rimpatrio di quanti, sfuggiti da scenari di guerra civile, si trovino ora sul territorio italiano senza titolo;
          tale situazione va affrontata tempestivamente, anche in considerazione dell'impatto sociale che potrà crearsi nelle città italiane a seguito dell'uscita dai centri di accoglienza di persone prive di qualsiasi occupazione e, quindi, di mezzi leciti di sussistenza;
          contrariamente a questi auspici, si apprende, da notizie di stampa, che il Governo, anche attraverso eventuali intese con le regioni, intenderebbe varare un piano di rientro nei Paesi di origine di questi immigrati, non aventi titolo a protezione internazionale, attraverso il pagamento del viaggio e la corresponsione di una cifra di 1.500 euro, a carico dello Stato;
          tali intendimenti, se confermati, rappresenterebbero una scelta indifendibile nell'attuale situazione economica, che vede il tasso di disoccupazione giovanile ai massimi storici ed una situazione occupazionale generale drammatica per i lavoratori italiani;
          a fronte di tale situazione si corrisponderebbe a stranieri sostanzialmente clandestini una somma di danaro, che, commisurata al costo della vita nei Paesi di origine, è da considerarsi significativa, realizzando un'evidente discriminazione nei confronti dei giovani italiani in cerca di occupazione, che non hanno mai usufruito di forme di sostegno al reddito, in quanto mai occupati, e dei disoccupati che non siano più beneficiari di ammortizzatori sociali –:
          quali siano gli intendimenti del Governo in ordine alla necessità di provvedere tempestivamente al rimpatrio degli immigrati clandestini di cui in premessa, senza ulteriori aggravi per le finanze pubbliche. (3-02607)


Iniziative normative per l'abolizione o la rimodulazione dei ticket sanitari, con particolare riferimento ai cittadini residenti nelle regioni soggette ai piani di rientro – 3-02603

      GIANNI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
          in un atto di sindacato ispettivo, presentato dall'interrogante nel mese di giugno 2012, si denunciava quanto fosse difficile per i cittadini che si rivolgono al sistema sanitario nazionale, in un contesto di grave crisi economica e di insostenibile tassazione, subire gli aumenti dei ticket sanitari;
          tale situazione si manifesta ancora più pesantemente nelle regioni soggette ai piani di rientro della spesa sanitaria, e cioè la Sicilia, il Lazio, la Puglia, la Campania e la Calabria, dove le famiglie e le imprese residenti in tali regioni sono costrette a subire addizionali irap e irpef maggiorate;
          il Governo Monti, fin dal suo primo giorno di insediamento, ha parlato di politiche di rigore, ma anche di crescita ed equità sociale come i cardini di una politica complessiva in grado di affrontare la crisi economica;
          tale assunto, sicuramente vero in assoluto, assume una valenza maggiore in un momento di grave crisi economica strutturale ed appare, conseguentemente, opportuno come misura di equità sociale procedere all'abolizione o perlomeno alla rimodulazione dei ticket sanitari, almeno per i cittadini che appartengono alle fasce sociali più deboli o per quelli afflitti da gravi patologie;
          il Ministro interrogato, nella risposta scritta all'interrogazione presentata, ha dichiarato che il Governo stava attentamente valutando quali interventi sulla vigente normativa in materia di ticket ed esenzioni potessero essere adottati nel rispetto di alcuni principi generali che si ritenevano imprescindibili:
              a) equità nella distribuzione dell'onere derivante dalla partecipazione alla spesa sanitaria sulle famiglie; a questo fine si terrà conto del reddito familiare complessivo e della composizione quantitativa e qualitativa dei nuclei familiari;
              b) maggiore omogeneità della disciplina sul territorio nazionale;
              c) adozione di strumenti e procedure di agevole applicazione;
          il Ministro interrogato concludeva che era «indispensabile, quindi, individuare un punto di equilibrio tale che il ticket dovuto porti alla riduzione delle prestazioni inappropriate, ma non rappresenti un onere eccessivo per gli assistiti e non comprometta i principi di universalità, solidarietà ed equità del servizio sanitario nazionale»;
          di tutto ciò, e siamo ormai giunti alla fine della legislatura, non si è vista traccia;
          nella regione Sicilia, in particolare, si è aumentata la compartecipazione al 49,11 della spesa sanitaria, stabilendo un meccanismo lesivo degli articoli 36 e 37 dello statuto speciale e delle relative norme attuative, privando la stessa, nell'esercizio finanziario 2012, di una cifra pari a circa 600 milioni di euro –:
          se e come si intendano mantenere gli impegni presi, assumendo iniziative normative che prevedano l'abolizione dei ticket sanitari o perlomeno la loro effettiva rimodulazione, tenuto conto che, in una fase di gravissima crisi economica e recessiva, non è più rinviabile avviare misure di equità sociale che rappresentino segnali concreti di sostegno ai cittadini, in particolare per quelli residenti nelle regioni soggette ai piani di rientro e che subiscono per questo tassazioni locali di irpef e irap maggiorate rispetto al resto del Paese.
(3-02603)


Problematiche riguardanti le vaccinazioni pediatriche obbligatorie – 3-02604

      SAVINO e BARANI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
          il vaccino esavalente (nome commerciale Infanrix Hexa della ditta GlaxoSmithKline) è il vaccino usato anche in Italia per vaccinare i neonati a partire dal secondo-terzo mese di vita e contiene 6 antigeni che dovrebbero proteggere i bambini da difterite, tetano, poliomielite, epatite b, pertosse ed emofilo tipo b;
          in Italia le vaccinazioni pediatriche obbligatorie sono quattro, e cioè contro difterite, tetano, poliomielite ed epatite b;
          a partire dal 2001 è stato messo in commercio il vaccino esavalente, un'unica fiala vaccinale contro sei germi, che ha sostituito i quattro vaccini prima disponibili ed oggi ben difficilmente reperibili singolarmente e, di conseguenza, i genitori si sono trovati obbligati, senza alcuna legge che lo imponga, a somministrare ai loro figli sei vaccini contemporaneamente, invece dei quattro obbligatori;
          secondo il Codacons, questa situazione comporta, tra l'altro, uno spreco di 114 milioni di euro l'anno –:
          se non ritenga opportuno garantire la libertà dei genitori di somministrare ai propri figli unicamente i quattro vaccini obbligatori, assicurandone la disponibilità singolarmente, conseguendo, in tal modo, anche un risparmio in termini di spesa sanitaria. (3-02604)


Iniziative urgenti volte ad evitare che i provvedimenti di riorganizzazione della rete ospedaliera compromettano i livelli essenziali di assistenza sul territorio nazionale – 3-02605

      MIOTTO, FONTANELLI, LENZI, ARGENTIN, BOSSA, BUCCHINO, BURTONE, D'INCECCO, GRASSI, MURER, PEDOTO, SARUBBI, SBROLLINI, LIVIA TURCO, MARAN, QUARTIANI e GIACHETTI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
          il decreto-legge 6 luglio 2012, n.  95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n.  135, all'articolo 15, comma 13, lettera c), dispone che la riduzione dei posti letto al 3,7 per mille abitanti, di cui lo 0,7 per mille abitanti destinati alla riabilitazione e lungodegenza, sia effettuata dalle regioni nel rispetto degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera fissati con decreto del Ministro interrogato, con il quale si approva il regolamento che li definisce;
          entro la scadenza fissata del 31 ottobre 2012 il Ministro interrogato ha approvato il decreto, inviato alle regioni per la procedura di acquisizione della prevista intesa;
          fin d'ora si evidenziano alcune criticità che destano diffusa preoccupazione in ordine alle ricadute sulla rete ospedaliera e sulla conseguente esigibilità del diritto alla salute, poiché l'applicazione degli standard indicati rischia di non garantire a tutti i cittadini i livelli essenziali di assistenza, in particolare:
              a) la puntuale indicazione di standard per i servizi di diagnosi e cura in ambito ospedaliero non è accompagnata da analoga indicazione per i servizi che garantiscono la continuità assistenziale ed è assente la scadenza per le regioni, analoga al riordino ospedaliero, per la contestuale programmazione dei servizi extraospedalieri, strutture intermedie ed organizzazione distrettuale, indispensabili se si ritiene di poter ridurre i posti letto;
              b) l'organizzazione ospedaliera è articolata su troppi livelli aventi ordine gerarchico, mentre il modello organizzativo più efficace articola le funzioni per complessità di cura e di assistenza in relazione a bacini di utenza crescenti: il modello previsto rischia di relegare negli ospedali «di base» cure meno qualificate – non meno complesse – perché è prevista una presenza di servizi di supporto modestissima, non più in linea con l'evoluzione delle tecnologie;
              c) la presenza del pronto soccorso per bacini di popolazione di 80/150.000 abitanti in presidi di base, che sono privi di cardiologia e terapia intensiva, non può garantire appropriate cure in caso di urgenza ed emergenza e desta grande sorpresa la previsione di distanze dal pronto soccorso tali da poterlo raggiungere in 60 minuti, invece dei 20-30 minuti finora previsti, situazione ulteriormente peggiorata dalla previsione di una distanza da un dipartimento di emergenza e accettazione di primo livello raggiungibile in ulteriori 60 minuti;
              d) il modello ospedaliero piramidale concentra nelle aziende ospedaliere e nelle aziende integrate ospedale-università, oltre alle eccellenze ed alle altissime specialità, anche tutte le risposte specialistiche per la cura dei malati: tale processo di concentrazione indebolisce la rete ospedaliera e finisce per congestionare i grandi ospedali; il gigantismo dei grandi ospedali è perseguito mediante la soppressione della rianimazione o della terapia intensiva nei presidi di base, ove peraltro è prevista la chirurgia; non compare la dialisi e nefrologia; è assente l'oncologia perfino nei presidi di primo livello e la cardiologia con emodinamica interventistica viene collocata solo nei presidi di secondo livello, nonostante le evidenze epidemiologiche suggeriscano una più congrua distribuzione territoriale di tali servizi specialistici  –:
          quali iniziative urgenti il Ministro interrogato intenda assumere al fine di modificare il regolamento citato in premessa, previa intesa con le regioni, in particolare sulle criticità sopra descritte, al fine di evitare che la riorganizzazione della rete ospedaliera comporti un peggioramento qualitativo delle prestazioni erogate ed una minor garanzia per i cittadini della sicurezza delle cure, oltre ad una difficile esigibilità dei livelli essenziali di assistenza che si tradurrebbe nell'indebolimento dell'accesso al diritto alla salute.
(3-02605)


Chiarimenti in merito agli oneri previsti per l'attuazione delle disposizioni relative ai lavoratori cosiddetti esodati – 3-02606

      BORGHESI, DI PIETRO e PALADINI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
          i decreti ministeriali del 1o giugno 2012 e del 5 ottobre 2012 hanno dato attuazione alle disposizioni riguardanti i lavoratori cosiddetti esodati, di cui all'articolo 24, commi 14 e 15, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n.  201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n.  214, all'articolo 6, comma 2-ter, del decreto-legge 29 dicembre 2011, n.  216, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2012, n.  14, nonché all'articolo 22 del decreto-legge 6 luglio 2012, n.  95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n.  135;
          gli oneri programmati a legislazione vigente per l'attuazione dei predetti decreti ministeriali sono pari, ai sensi del comma 15 dell'articolo 24 del citato decreto-legge n.  201 del 2011 e dell'articolo 22 del citato decreto-legge n.  95 del 2012, complessivamente a 309 milioni di euro per l'anno 2013, 959 milioni di euro per l'anno 2014, 1.765 milioni di euro per l'anno 2015, 2.377 milioni di euro per l'anno 2016, 2.256 milioni di euro per l'anno 2017, 1.480 milioni di euro per l'anno 2018, 583 milioni di euro per l'anno 2019 e 45 milioni di euro per l'anno 2020, per un totale complessivo pari 9.774 milioni di euro –:
          se tale risorse siano ritenute eccedenti dal Governo e di quanto rispetto alle reali esigenze di cui alle disposizioni di legge citate. (3-02606)


Iniziative per garantire alle persone con disabilità motorie piena accessibilità ai luoghi di interesse culturale nella città di Pompei – 3-02608

      PAGLIA. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:
          gli scavi archeologici di Pompei rappresentano il secondo sito italiano più visitato, dopo il Colosseo, con quasi 2 milioni e mezzo di presenze annue di turisti;
          la celebre città campana, con il suo vasto patrimonio archeologico e il frequentatissimo Pontificio Santuario della Beata Vergine del Santo Rosario, costituisce un centro storico-artistico e religioso di primo piano, in quanto meta privilegiata di numerosi studiosi e pellegrini, provenienti da tutto il mondo;
          nonostante la straordinaria ed invidiabile bellezza dell'intera area, ad avviso dell'interrogante, essa non appare adeguatamente valorizzata, soprattutto se si considera l'assenza, o quanto meno l'intollerabile insufficienza, di strutture volte ad assicurare alle persone con disabilità motorie (temporanee o permanenti) efficienti condizioni di accesso e di fruizione dei principali luoghi di interesse culturale, in completa autonomia e sicurezza;
          l'articolo 6 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n.  42, infatti, al comma 1, specifica che «la valorizzazione consiste nell'esercizio delle funzioni e nella disciplina delle attività dirette a promuovere la conoscenza del patrimonio culturale e ad assicurare le migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica del patrimonio stesso, anche da parte delle persone diversamente abili, al fine di promuovere lo sviluppo della cultura»;
          da questo punto di vista, preme segnalare alcuni gravi ed intollerabili disagi che si registrano, invece, nel territorio considerato;
          innanzitutto va sottolineato che, all'interno del sito archeologico di Pompei, il percorso per i diversamente abili, realizzato, negli anni scorsi, con dispendio di ingenti risorse finanziarie, copre meno del 10 per cento dell'intera area e risulta, per la maggior parte, non conforme ai requisiti prescritti dalla normativa vigente in materia di sicurezza, accessibilità e superamento delle barriere architettoniche, sia dal punto di vista tecnico sia per quanto concerne la toponomastica;
          una volta giunto alla biglietteria, il visitatore disabile deve uscire, tornare indietro e ripercorrere, con evidenti difficoltà, l'intera Piazza Anfiteatro, in quanto per accedere al percorso riservato bisogna entrare da un ingresso esterno laterale, adiacente alla necropoli;
          il percorso riservato, poi, oltre a non consentire una visita completa degli scavi, è costituito da un sistema di pedane inidonee (in quanto trattasi di strutture in ferro, a grata, con pendenze disomogenee), che creano evidenti difficoltà di movimento;
          le case effettivamente visibili sono solo due: quella del poeta Menandro, che presenta un corridoio molto stretto non accessibile con la carrozzina, e quella di Polibio (su Via dell'abbondanza), accessibile solo attraverso un percorso non agevolmente praticabile;
          a tutto ciò si aggiungono, infine, le condizioni altamente inefficienti di un intero tessuto urbano, che, pur dovendo essere funzionale alla piena vivibilità di una città, come Pompei, a forte vocazione turistica, si caratterizza, invece, per la carenza di parcheggi riservati, l'inagibilità dei servizi igienici pubblici, le condizioni impraticabili del manto stradale e, in particolare, dei marciapiedi: il caso più emblematico è rappresentato da Piazza Schettini, i cui disagi sono stati da tempo denunciati da singoli cittadini e da associazioni di categoria e su cui è intervenuto anche il Codacons;
          il grado di civiltà e di sviluppo di un Paese si misura anche dalla capacità di integrazione e di inclusione sociale, nonché dalle iniziative finalizzate ad assicurare la parità delle opportunità, attraverso la garanzia della dignità e il rispetto delle persone che vivono in condizioni di disagio fisico;
          è indispensabile, quindi, che tutte le istituzioni, nazionali e locali, si attivino tempestivamente per garantire l'effettivo diritto alla mobilità dei portatori di handicap, attraverso la completa eliminazione delle barriere architettoniche, nonché una gestione responsabile del territorio ed anche del patrimonio culturale volta a rimuovere le eventuali inefficienze e a promuovere la realizzazione di un efficace sistema integrato di «accessibilità» e di fruibilità, in conformità alla legislazione vigente;
          la «partecipazione» e la centralità del visitatore dovrebbe costituire un obiettivo primario di ogni più ampio ed articolato progetto di valorizzazione e di sviluppo, per cui è importante contemperare l'esigenza primaria di non recare, attraverso la realizzazione di strutture esterne, serio pregiudizio ai beni tutelati con quella, altrettanto fondamentale, di consentire, anche alle persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, di raggiungere i siti di interesse, di entrarvi agevolmente e di fruirne spazi e attrezzature, in condizioni di massima sicurezza e autonomia;
          alla luce della grave congiuntura economico-finanziaria che investe anche il Paese, il turismo può rappresentare il volano per l'economia nazionale, tanto che il Ministro interrogato, in un'intervista di gennaio 2012, nel ribadire l'impegno dell'Esecutivo per il rilancio dei beni culturali italiani, ha addirittura affermato che Pompei e il Colosseo dovranno rappresentare l'emblema di un nuovo e diverso modello di sviluppo del sistema Paese;
          per una città come Pompei, ad alta vocazione turistica, le modalità di accoglienza e di accompagnamento dei visitatori rappresentano, senza dubbio, un importante biglietto da visita;
          è necessario, pertanto, che tutte le istituzioni, nazionali e locali, si attivino tempestivamente per garantire una gestione responsabile del territorio, volta a rimuovere le eventuali inefficienze e a promuovere la realizzazione di un efficace sistema integrato di «accessibilità» e di fruibilità del patrimonio culturale, al fine di rendere effettivo il diritto alla mobilità dei portatori di handicap, anche attraverso l'adozione di forme di monitoraggio, controllo e sanzione per i casi di inosservanza  –:
          se il Ministro interrogato ritenga che la città di Pompei sia adeguatamente attrezzata per assicurare, alle persone con esigenze fisiche specifiche, efficienti condizioni di accessibilità e di fruibilità dei luoghi di interesse culturale, in conformità a quanto previsto dalla legislazione vigente in materia, e, in ogni caso, quali iniziative il Governo intenda assumere al fine di dare soluzione alle criticità evidenziate in premessa e di migliorare la vivibilità dell'intero percorso cittadino circostante l'area archeologica. (3-02608)


Elementi ed iniziative in relazione a notizie riguardanti la contestazione, da parte del Commissario europeo per la concorrenza, delle modalità di assegnazione delle frequenze digitali – 3-02609

      GIULIETTI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
          il Parlamento ha approvato un ordine del giorno per impegnare il Governo all'effettuazione di un'asta a pagamento per l'assegnazione delle frequenze digitali;
          il Ministro interrogato aveva indicato i criteri e annunciato l'effettuazione della gara entro e non oltre il mese di dicembre 2012;
          il ricavato dell'asta dovrà servire anche a riequilibrare le distorsioni apportate al mercato dei media dalle posizioni dominanti e dall'irrisolto conflitto di interessi;
          proprio in questi giorni notizie di stampa mai smentite hanno riferito di una lettera spedita dal Commissario europeo per la concorrenza al Governo italiano relativa alle modalità dell'annunciata asta;
          tale lettera, stando sempre alle notizie di stampa, contesterebbe alcune delle procedure previste, arrivando a prospettare la possibilità dell'apertura di una nuova procedura di infrazione a carico dell'Italia –:
          se la notizia corrisponda a verità e se il Ministro interrogato intenda fornire immediatamente ogni informazione utile sull'intera vicenda e sulle azioni che saranno intraprese per rispondere alle eventuali richieste formalizzate dall'autorità europea competente. (3-02609)