XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Giovedì 15 novembre 2012

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 15 novembre 2012.

      Albonetti, Alessandri, Bindi, Boniver, Brugger, Buonfiglio, Buttiglione, Caparini, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Commercio, Gianfranco Conte, D'Alema, Dal Lago, Della Vedova, Dozzo, Fava, Gregorio Fontana, Franceschini, Giancarlo Giorgetti, Guzzanti, Iannaccone, Jannone, Leo, Leone, Lombardo, Lucà, Lupi, Mazzocchi, Melchiorre, Migliavacca, Migliori, Milanato, Misiti, Moffa, Mura, Nucara, Palagiano, Pisacane, Pisicchio, Rigoni, Paolo Russo, Stefani, Stucchi, Valducci, Vitali.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta)

      Albonetti, Alessandri, Bindi, Boniver, Brugger, Buonfiglio, Buttiglione, Caparini, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Commercio, Gianfranco Conte, D'Alema, Dal Lago, Della Vedova, Dozzo, Fava, Gregorio Fontana, Franceschini, Giancarlo Giorgetti, Guzzanti, Iannaccone, Jannone, Leo, Leone, Lombardo, Lucà, Lupi, Mazzocchi, Melchiorre, Migliavacca, Migliori, Milanato, Misiti, Moffa, Mura, Nucara, Palagiano, Pisacane, Pisicchio, Rigoni, Paolo Russo, Stefani, Stucchi, Valducci, Vitali.

Annunzio di proposte di legge.

      In data 14 novembre 2012 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
          FABBRI: «Modifica dell'articolo 3 del decreto legislativo 30 giugno 1994, n.  479, concernente l'ordinamento e la struttura organizzativa degli enti pubblici previdenziali» (5572);
          DI PIETRO: «Modifiche al codice penale e all'articolo 21 del codice di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n.  159, in materia di autoriciclaggio e di sequestro degli strumenti finanziari per l'applicazione delle misure di prevenzione patrimoniali» (5573);
          CIRIELLI: «Disposizioni per il censimento e la bonifica dell'amianto nonché in materia di benefìci per i lavoratori esposti ed ex esposti all'amianto o che hanno contratto malattie derivanti da tale esposizione» (5574);
          LAURA MOLTENI: «Riconoscimento della sindrome post-polio come malattia cronica e invalidante, nonché disposizioni per promuovere la ricerca, la diagnosi e la riabilitazione» (5575);
          TASSONE: «Istituzione dell'area professionale dei quadri direttivi nelle pubbliche amministrazioni» (5576);
          TASSONE: «Istituzione del ruolo della dirigenza sanitaria presso il Ministero della salute» (5577);
          LO MORO: «Disposizioni concernenti lo scioglimento degli organi delle regioni conseguente a fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso o similare» (5578).

      Saranno stampate e distribuite.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

      A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

          II Commissione (Giustizia):
      TREMONTI: «Impignorabilità della casa di abitazione non di lusso e del luogo di lavoro» (5541) Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento) e VIII.

          IV Commissione (Difesa):
      DI STANISLAO: «Disposizioni concernenti la vendita e la determinazione dei canoni di occupazione degli alloggi di servizio del Ministero della difesa» (5566) Parere delle Commissioni I, V, VI, VIII e XII.

          VII Commissione (Cultura):
      PAGLIA: «Istituzione dell'università degli studi di Caserta mediante la trasformazione della seconda università degli studi di Napoli» (5551) Parere delle Commissioni I e V.

          XI Commissione (Lavoro):
      SCHIRRU ed altri: «Modifiche agli articoli 4 e 85 del testo unico delle disposizioni per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n.  1124, concernenti la determinazione dei soggetti assicurati e dei beneficiari delle rendite erogate ai superstiti» (5523) Parere delle Commissioni I, II, V, VI, VII e XII.

Trasmissioni dalla Corte dei conti.

      La Corte dei conti – sezione del controllo sugli enti – con lettera in data 12 novembre 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (ISMEA), per l'esercizio 2011. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n.  259 del 1958 (doc. XV, n. 469).
      Questo documento è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla XIII Commissione (Agricoltura).

      La Corte dei conti – sezione del controllo sugli enti – con lettera in data 12 novembre 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della fondazione «Opera nazionale assistenza orfani sanitari italiani» (ONAOSI), per gli esercizi dal 2009 al 2011. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 470).
      Questo documento è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla XII Commissione (Affari sociali).

      La Corte dei conti – sezione del controllo sugli enti – con lettera in data 13 novembre 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della Società generale di informatica (SOGEI Spa), per gli esercizi 2010 e 2011. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 471).
      Questo documento è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla VI Commissione (Finanze).

Trasmissione dal ministro degli affari esteri.

      Il ministro degli affari esteri, con lettera in data 13 novembre 2012, ha comunicato, ai sensi dell'articolo 1, comma 2, della legge 6 febbraio 1992, n. 180, concernente la partecipazione dell'Italia alle iniziative di pace e umanitarie in sede internazionale, che intende devolvere un contributo all'ente Associazione di solidarietà e volontariato insieme (ASVI) per la realizzazione del progetto «Sostegno sociale ed economico ed assistenza sanitaria alle fasce più deboli e vulnerabili della popolazione kosovara».

      Tale comunicazione è trasmessa alla III Commissione (Affari esteri).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

      La Commissione europea, in data 14 novembre 2012, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):

      Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sugli alimenti e i loro ingredienti trattati con radiazioni ionizzanti per l'anno 2011 (COM(2012)659 final), che è assegnata in sede primaria alla XII Commissione (Affari sociali);
      Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio concernente l'attuazione della direttiva quadro sulle acque (2000/60/CE) – Piani di gestione dei bacini idrografici (COM(2012)670 final), che è assegnata in sede primaria alla VIII Commissione (Ambiente);
      Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Relazione sul riesame della politica europea in materia di carenza idrica e di siccità (COM(2012)672 final), che è assegnata in sede primaria alla VIII Commissione (Ambiente);
      Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Piano per la salvaguardia delle risorse idriche europee (COM(2012)673 final), che è assegnata in sede primaria alla VIII Commissione (Ambiente).

Atti di controllo e di indirizzo.

      Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Elementi in merito all'adempimento dell'obbligo di presentazione presso la questura di Bologna da parte di Saleh Abu Anzeh, esponente in Italia del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, in relazione al procedimento penale sulla strage di Bologna del 2 agosto 1980 – n.  2-01731

A)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
          il 14 novembre 1979 Abu Anzeh Saleh, esponente in Italia del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp), veniva tratto in arresto su mandato della procura della Repubblica di Chieti, spiccato nell'ambito della nota inchiesta sui lanciamissili sovietici sequestrati a Ortona. Il 25 gennaio 1980, il predetto Saleh veniva condannato a sette anni di reclusione per detenzione e trasporto illegittimo di armi da guerra. Il 14 agosto 1981, pendente il giudizio di secondo grado presso la corte d'appello de L'Aquila, Saleh veniva scarcerato e sottoposto alla misura cautelare dell'obbligo di dimora con presentazione periodica presso la questura di Bologna, città ove l'imputato risiedeva;
          in data 10 settembre 1981, il giudice istruttore presso il tribunale di Bologna, dottor Aldo Gentile, inviava un'istanza alla corte d'appello de L'Aquila finalizzata a ottenere un provvedimento di esonero dall'obbligo di dimora a Bologna e di presentazione periodica presso la relativa questura in favore di Saleh, al fine di consentire a quest'ultimo di recarsi a Roma nel periodo compreso tra il 15 e il 21 settembre 1981. Il consigliere istruttore aggiunto Gentile motivava la richiesta specificando che il viaggio di Saleh a Roma sarebbe stato necessario ai fini dell'inchiesta sulla strage alla stazione di Bologna;
          in data 11 settembre 1981, la corte d'appello de L'Aquila, preso atto delle motivazioni indicate dal consigliere istruttore aggiunto Gentile, autorizzava il viaggio a Roma di Saleh, esonerandolo dall'obbligo di dimora a Bologna e di presentazione alla relativa questura, per il periodo compreso tra il 15 e il 21 settembre 1981;
          riguardo tali vicende, veniva formulata l'interpellanza urgente n.  2-01674 presentata il 25 settembre 2012, al fine di conoscere quali specifiche attività istruttorie sulla strage di Bologna sarebbero avvenute attraverso il predetto viaggio di Saleh a Roma;
          in risposta a tale interpellanza urgente, in data 4 ottobre 2012 il Sottosegretario di Stato delegato nell'occasione a rispondere in sostituzione del rappresentante del Governo competente ha dichiarato che, dagli atti consultati presso il tribunale di Bologna, risulta effettivamente che il consigliere istruttore aggiunto Gentile chiese e ottenne dalla corte d'appello de L'Aquila l'autorizzazione al viaggio a Roma di Saleh, per esigenze concernenti l'inchiesta sulla strage del 2 agosto 1980;
          purtuttavia, il Sottosegretario di Stato ha dichiarato che presso ogni sede istituzionale consultata – il tribunale di Bologna, le autorità giudiziarie di Roma, Chieti e L'Aquila, il dipartimento delle informazioni per la sicurezza e il Ministero dell'interno – dipartimento di pubblica sicurezza – non risulta alcun documento idoneo a spiegare quale specifica attività d'inchiesta sulla strage di Bologna sarebbe avvenuta attraverso tale viaggio a Roma del precitato Saleh;
          il Sottosegretario di Stato ha dichiarato, altresì, che il viaggio di Saleh a Roma sarebbe stato autorizzato per il mese di novembre 1981 e non per il settembre precedente, come invece si legge sia nell'istanza dell'ufficio istruzione presso il tribunale di Bologna sia nel provvedimento autorizzato della corte d'appello de L'Aquila;
          a fronte dei suddetti gravissimi vuoti informativi, si ritiene di fondamentale importanza conoscere l'esatta scansione temporale del viaggio di Saleh da Bologna a Roma, per ragioni inerenti all'inchiesta sulla strage del 2 agosto 1980 –:
          se risultino agli atti tutte le date in cui il predetto cittadino giordano risulti aver effettivamente assolto l'obbligo di presentazione presso la questura di Bologna – posto dalla corte d'appello de L'Aquila nell'ambito del noto processo per il sequestro dei missili ad Ortona – relativamente all'intero periodo compreso tra il 15 agosto 1981 e il 31 dicembre 1981.
(2-01731) «Buonfiglio, Raisi, Brugger».


Iniziative ispettive presso la procura della Repubblica di Massa in relazione ad una perquisizione a carico di due consiglieri di minoranza del comune di Aulla – n.  2-01728

B)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
          qualche giorno fa, si è verificata la scomparsa dell'ex-assessore alla cultura del comune di Aulla ed ex dirigente scolastico e già maestro elementare, Domenico Tasso, 70 anni, e vittima, suo malgrado, di una storia di malagiustizia che lo aveva segnato profondamente;
          un episodio che lo cambiò in quanto vittima di un accanimento al quale non ha mai saputo dare una spiegazione e che ne compromise anche l'attività di preside che svolgeva presso un istituto locale;
          si richiama l'interpellanza urgente del 1o dicembre 2008, n.  2-00236, nella quale si portava all'attenzione del Ministro interpellato quanto accaduto nella città di Aulla, dove era circolato un volantino anonimo, a sfondo rosa, con scritte e giudizi sentimental-politici verso il sindaco, alcuni consiglieri e assessori;
          il fatto già nel 2008, a giudizio degli interpellanti, fu considerato riprovevole e pur tuttavia, a giudizio di molti, non certamente «pesante» nelle affermazioni e comunque evidentemente satirico;
          il pubblico ministero che seguiva le indagini su quel «volantino», in modo plateale, decise in un venerdì di fine novembre di far irrompere i carabinieri e la polizia postale con 10 agenti, perquisizione ad avviso degli interpellanti senza un fondamento giuridico e sproporzionata per un reato inesistente, perquisendo le abitazioni di due consiglieri di minoranza del «Nuovo PSI verso la PDL», creando, in questo modo, estremo disagio non solo alle persone che si sono dichiarate estranee, cadendo letteralmente dalle nuvole, ma diffondendo pure l'idea di una specie di «indagine politicizzata» e arrecando un danno alle forze politiche di opposizione;
          tuttavia, quel che fu veramente grave sta nel fatto che, durante la perquisizione, seguita dalla stampa, ad uno dei due consiglieri, noto pediatra, sono state sottratti anche tutti i file e le cartelle dei piccoli pazienti, oltre mille, nonostante il medico facesse rilevare l'enormità del fatto e del danno che, in termini di sicurezza e di incolumità per la salute psicofisica e della privacy dei piccoli pazienti, si andava facendo, ricevendo come risposta dai carabinieri: «chieda il dissequestro»;
          in questo caso è parso di assistere ad un'indagine di mafia verso pericolosi latitanti e non verso cittadini ignari e persone perbene;
          i due consiglieri non riuscirono a darsi una spiegazione, se non quella di essere incappati in un caso di vera e propria «malagiustizia»; infatti, dopo alcuni mesi da quella rocambolesca e teatrale perquisizione, i giudici archiviarono l'indagine, senza che la stampa facesse alcun accenno a differenza del giorno del sequestro dei computer;
          l'episodio di allora configura un'evidente pericolosa sproporzione tra oggetto dell'indagine e il metodo usato per la conduzione della stessa che è, poi, culminata con il sequestro di alcuni computer su cui non fu trovato nulla, tanto che l'inchiesta è stata poi archiviata;
          per fatti ben più gravi e reati maggiori vengono utilizzati un numero di agenti inferiori a quelli utilizzati dalla procura di Massa per una diffamazione contro ignoti, gettando anche del fango su persone che ora, purtroppo, non ci sono più e che sono state segnate sia fisicamente che nella psiche –:
          se non si ritenga necessaria, improcrastinabile e doverosa l'adozione di attività ispettiva di propria competenza nei confronti del pubblico ministero che seguì le indagini e firmò l'ordinanza di perquisizione, al fine di poter assumere eventuali necessarie determinazioni in materia disciplinare circa i fatti descritti in premessa, e quali iniziative si intendano assumere per verificare se altri casi di malagiustizia possano essere stati perpetrati nei confronti di cittadini che si sono trovati in modo ingiusto indagati e perseguitati da una gogna mediatica.
(2-01728) «Barani, Girlanda, De Luca, De Nichilo Rizzoli, De Corato, Berruti, Mancuso, Ciccioli, Porcu, Formichella, Vessa, Di Virgilio, Massimo Parisi, Mussolini, Bertolini, Germanà, Abelli, Barba, Bellotti, Bernardo, Tortoli, Luciano Rossi, Bocciardo, Castellani, Boniver, Fucci, Scelli, Mazzuca, Armosino, Scandroglio, De Camillis, Gelmini, Giro, Tommaso Foti, Crimi, Biasotti, Holzmann, Lunardi, Palumbo».


Chiarimenti in merito all'utilizzo della tecnica della fratturazione idraulica per l'estrazione di gas nel sottosuolo della provincia di Grosseto, con specifico riferimento al rilascio di autorizzazioni e concessioni in materia – n.  2-01710

C)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro per gli affari europei, per sapere – premesso che:
          la provincia di Grosseto è una zona ad alta vocazione agricola, ambientale, zootecnica e turistica caratterizzata dalla presenza di numerose imprese, di moltissimi prodotti tipici e di diversificate riserve naturali. Il comparto primario ed il patrimonio paesaggistico e naturale, declinato in tutte le sue attività ed opportunità (produttive, ricettive, turistiche e allevamenti) rappresenta, quindi, un volano determinante per la crescita sociale, economica ed occupazionale del territorio;
          il territorio della provincia di Grosseto è stato riconosciuto come primo distretto rurale d'Europa, a seguito del recepimento della normativa comunitaria, attraverso il decreto legislativo del 18 maggio 2001, n.  228, grazie alla vocazione per l'agricoltura, all'elevata qualità dei prodotti e alla tutela e salvaguardia dell'immenso patrimonio ambientale e paesaggistico;
          la provincia di Grosseto, con il suo 47 per cento di territorio incluso in aree protette di varia tipologia, risulta essere una delle province italiane maggiormente tutelate sotto il profilo ambientale e paesaggistico. Tra le aree protette, spiccano un'area marina protetta europea, un parco nazionale, un parco regionale e una successione di riserve naturali e oasi faunistiche (statali, provinciali o regionali);
          la comunità energetica internazionale si sta interrogando sui rischi e benefici dell'utilizzo della fratturazione idraulica o fracking, una nuova tecnica per l'estrazione di gas prima inaccessibile e imprigionato in formazioni rocciose nel sottosuolo (shale-gas). Alcuni studi ritengono, infatti, tale procedimento dannoso per l'ambiente e per la salute degli abitanti;
          la tecnica fracking è una tecnica di estrazione che prevede la messa in pressione di fluidi all'interno del giacimento che induce la creazione e propagazione di fratturazioni; la messa in pressione dei fluidi può avvenire in alcuni modi ricorrendo anche a esplosioni di bassa intensità in profondità. Le profondità di cui si parla sono in genere comprese tra 1 e 5 chilometri. La tecnica è stata utilizzata soprattutto in diversi contesti geologici americani, di cui, la bibliografia scientifica ne riporta anche gli effetti negativi, in particolare, l'incremento della sismicità locale. Questa tecnica può, inoltre, determinare effetti anche di tipo ambientale, in quanto, modificando la struttura e le caratteristiche fisiche di trasmissività del sottosuolo, può determinare la messa in comunicazione di falde con differenti qualità delle acque per il venire meno del naturale confinamento degli acquiferi con la profondità. Tale tecnica viene, comunque, sconsigliata da alcuni esperti in zone attive sismicamente;
          stanno creando allarme nell'opinione pubblica e tra la cittadinanza locale, in provincia di Grosseto, le notizie circa l'utilizzo della tecnica fracking (fratturazione idraulica) per la coltivazione di giacimenti petroliferi, in particolare, di gas metano. Sono state, infatti, già organizzate riunioni pubbliche sul tema e si è già costituito un comitato cittadino contro l'utilizzo della tecnica del fracking;
          va precisato, inoltre, che questa tecnica non è mai stata autorizzata ufficialmente nel nostro Paese e, pertanto, non risultano esservi dati e pubblicazioni scientifiche su questo argomento;
          in provincia di Grosseto sono presenti numerosi corsi fluviali e zone caratterizzate da attività sismica (come il territorio del monte Amiata);
          le zone interessate dall'utilizzo della tecnica fracking sono la frazione Casoni del Terzo (comune di Grosseto) e il territorio del fiume Bruna, in prossimità della frazione di Ribolla (comune di Roccastrada);
          in particolare, la società Independent energy solutions (Ies), si apprende da fonti stampa, ha avuto dal Ministero dello sviluppo economico le concessioni per i prossimi 6 anni: per le ricerche di gas metano nella zona Casoni (l'attività di ricerca inizierà nel 2014, autorizzazione del 20 marzo 2011) e nella zona Ribolla (le attività di ricerca sono già in corso, autorizzazione dell'8 agosto 2008). L'obiettivo della Independent energy solutions sarebbe, quindi, quello di ottenere il permesso definitivo per l'estrazione del gas in una zona il cui sottosuolo presenta uno strato di carbone ricchissimo di metano;
          Independent energy solutions, sempre secondo i mezzi di informazione, è una società italiana con sede a Roma e capitale sociale di 15 mila euro. È controllata da Independent resources, società britannica che detiene l'85 per cento di Erg Rivara storage, società nata nel 2008 per realizzare e gestire un deposito sotterraneo per lo stoccaggio di gas naturale a Rivara, in provincia di Modena;
          secondo quanto dichiarato, a mezzo stampa, dall'assessore all'ambiente del comune di Grosseto, Giancarlo Tei, la tecnica del fracking sarebbe già stata utilizzata nel comune di Roccastrada dalla società Independent energy solutions, ma non verrà ripetuta: «La tecnica del fracking è stata già utilizzata a Roccastrada per le ricerche e grazie a quell'operazione i tecnici hanno scoperto che impiegare l'acqua, per la qualità del carbone nel sottosuolo, renderebbe impossibile estrarre il metano. Di conseguenza non verrà utilizzata perché è una tecnica inutile»; «Non ci faremo spaventare da chi urla di più, né dalle multinazionali. Se faranno fracking, avranno parere contrario dell'assessore. Ma sarà sufficiente? No, se avranno un'autorizzazione ministeriale»;
          lo stesso Giancarlo Tei ha, inoltre, reso noto, dopo un incontro con i tecnici della Independent energy solutions, che la campagna di scavi nel comune di Grosseto «comincerà nel 2014. Prevedono di far esplodere microcariche di grandezza pari a 5 centimetri a una profondità di 5-7 metri per individuare la presenza di giacimenti. Un'attività che possono svolgere in quanto sono in possesso di regolare autorizzazione del Ministero dell'ambiente e di valutazione di impatto ambientale rilasciata dalla regione Toscana»;
          secondo quanto emerge dalla parole di Giancarlo Tei, per la prima volta in Italia e senza un'autorizzazione ufficiale, si sarebbe, quindi, praticato in provincia di Grosseto la tecnica del fracking, seppur per indagini estrattive ma senza l'autorizzazione del Ministero competente;
          tale notizia sarebbe anche testimoniata dalla stessa relazione della Independent energy solutions nel 2010 che riporta testualmente: «un'operazione di frattura idraulica accoppiata con un proppant di ceramica, progettato per migliorare la produttività, è stata completata con successo e questo è stato seguito da una prova di produzione che ha avuto inizio il 17 aprile 2010»;
          numerose sono state le criticità manifestate dai cittadini, dai ricercatori e dagli esponenti del citato comitato popolare cittadino rispetto all'utilizzo del fracking. Nello specifico, oltre ai già gravi e citati aspetti legati all'attività sismica ed all'inquinamento delle falde acquifere e, quindi, per la salute umana, segnaliamo: «per la prima volta, uno studio scientifico ha mostrato che trivellare alla ricerca di gas con il fracking sia direttamente correlato con l'inquinamento dell'acqua sotterranea e con la possibilità che questa diventi incendiaria»; ciò è quanto ha dichiarato, secondo organi di informazione, la ricercatrice Maria Rita D'Orsogna. Lo studio in questione è comparso su «Proceedings of the national academy of sciences» e si basa su analisi compiute in località diverse degli Stati Uniti dai ricercatori della Duke University: «Hanno riscontrato che i livelli di metano, etano, propano butano e altri idrocarburi nei pozzi artesiani aumenta nell'81 per cento dei pozzi acquiferi nel raggio di un miglio vicino a quelli del fracking. Hanno anche riscontrato che il gas migra nel sottosuolo attraverso fessure naturali o artificiali, o perché sfugge alle impermeabilizzazioni dei pozzi “fraccati”. In qualche modo, dunque, il gas arriva nelle riserve acquifere e arde». Secondo altre fonti di informazione, gli additivi chimici utilizzati per le perforazioni sarebbero altamente tossici;
          secondo un recente studio, dal 1970 al 2000, negli stati centrali degli Usa si registravano circa 21 terremoti l'anno, mentre nel 2011 ne sono stati censiti 134: «l'ascesa dei terremoti si osserva nelle stesse aree in cui vi era un'alta concentrazione di smaltimento di acque da fracking in pozzi dismessi nelle aree fra Colorado, Ohio e Oklahoma. Uno degli autori dello studio, William Ellsworth, ha concluso che il recente aumento nel numero di terremoti dal 2001 vicino alle operazioni di petrolio e di gas è quasi certamente causato dall'uomo». In sintesi «non tutti i pozzi causano terremoti, ma non è possibile determinare a priori quali porteranno a scosse e quali no»;
          ogni pozzo, secondo uno studio condotto per la Texas water development board nel 2007, prevede un utilizzo di acqua da immettere nel sottosuolo che va dagli 11 ai 35 milioni di litri. La perdurante carenza idrica del territorio grossetano, già duramente colpito dalla siccità dei mesi estivi, sarebbe notevolmente aggravata da tale tecnica;
          è previsto lo stoccaggio sottoterra di 14 milioni di tonnellate di anidride carbonica con conseguenti rischi che il terreno possa, comunque, rifasciare ingenti quantitativi di tale gas;
          secondo un rapporto dell'ecologo della Cornell University, Robert Howarth, la tecnica del fracking per l'estrazione di gas shale sarebbe più inquinante dell'utilizzo del carbone: Le perdite di metano negli impianti di gas shale variano, infatti, dal 3,6 al 7,9 per cento, rilasciando così nell'atmosfera grandi quantità di gas nocivi per l'effetto serra del pianeta;
          non vi è nessun ritorno economico concreto per la comunità locale: «in zona fiume Bruna – dichiara in un'intervista l'ingegnere Fiorentino D'Arco – prevedono di estrarre 2,4 miliardi di metri cubi di gas metano. In zona Casoni, 180 mila metri cubi all'anno: con questi numeri, la distribuzione annuale delle royalty da parte della società prevede che 560 mila euro vadano allo Stato, 1 milione alla Regione e 280 mila ai Comuni. Se l'amministrazione decidesse di ridistribuirle, a ogni cittadino andrebbero 3,5 euro all'anno»;
          molte altre zone, anche ad alta densità abitativa, sarebbero interessate dalle trivellazioni: «nel perimetro della concessione grossetana rientrerebbero pure l'aeroporto militare e tante aree densamente popolate della città, dalla zona artigianale a Barbanella» dichiarano a mezzo stampa esponenti del già citato comitato popolare cittadino;
          si potrebbero verificare l'impoverimento delle peculiarità agricole e ricettive e la distruzione di numerose ricchezze naturalistiche del territorio: sarebbero, infatti necessarie, per supportare l'attività dei pozzi, imponenti opere infrastrutturali, con il conseguente consumo di suolo, senza dimenticare l'inquinamento acustico prodotto dai gruppi elettrogeni per l'estrazione e le problematiche relative allo stoccaggio ed allo smaltimento dei fanghi e delle acque reflue prodotte;
          martedì 30 ottobre 2012 si terrà, presso il comune di Grosseto, un incontro pubblico organizzato dall'amministrazione comunale alla presenza dei tecnici della società Independent energy solutions;
          va rimarcato che in Europa la tecnica del fracking è attualmente interdetta in Francia, Romania ed in Bulgaria, mentre in Repubblica Ceca, Germania e in Gran Bretagna si discute per vietarla; negli Stati Uniti è proibita nello Stato del Vermont, mentre lo Stato di New York ha attivato una moratoria fino al prossimo mese di giugno. In Canada, inoltre, secondo quanto riportano i media, «si sta discutendo, animatamente» sul fracking; ”il capo dipartimento per la salute pubblica del governo, Eilish Cleary, sembrerebbe molto arrabbiata per le difficoltà che sta riscontrando nel rendere pubbliche le informazioni raccolte sui rischi dello shale gas;
          le licenze e la regolamentazione delle prospezioni geologiche e della produzione di shale gas vengono decise a livello nazionale (l'Unione europea non ha ad oggi, infatti, nessuna autorità specifica in questo settore);
          l'Unione europea ha, comunque, manifestato l'intenzione di dotarsi di norme specifiche sull'estrazione dello shale gas e sul fracking. Tale regolamento, direttiva o emendamento a regolamenti già esistenti, dovrebbe arrivare entro il 2013: è quanto si deduce dall'intervista rilasciata a viEUws, testata on-line che si occupa di Europa, da parte del portavoce del Commissario europeo per l'ambiente, Joe Hennon: «Sono in programma nei prossimi mesi i primi contatti tecnici con i rappresentanti degli Stati membri e una consultazione pubblica». Joe Hennon ha, inoltre, ammesso che «lo shale gas può essere una risorsa importante per l'Unione europea ma non ci sono ancora dati a sufficienza per decidere, perché gli esperimenti fatti sul suolo dell'UE sono pochissimi. Ci sono però rischi da considerare per l'acqua e la salute umana»;
          i rischi legati alla tecnica del fracking sono, comunque, confermati da documenti ufficiali come, ad esempio, la relazione presentata da una commissione di studio dell'Unione europea «Impatto dell'estrazione di gas e olio di scisto sull'ambiente e sulla salute umana» del 2011. Tale relazione riporta:
              a) il potenziale inquinamento delle acque con le sostanze chimiche provenienti dal processo di fratturazione;
              b) le sostanze radioattive di origine naturale come uranio, torio e radio legati alla roccia vengono trasportati in superficie con i fluidi di riflusso;
              c) l'inquinamento atmosferico per l'evaporazione di sostanze dannose;
              d) l'enorme consumo di risorse naturali (soprattutto acqua);
              e) l'emissione di composti aromatici come benzene e xilene che provengono prevalentemente dalla compressione e lavorazione del gas;
              f) la presenza di sostanze radioattive iniettate come traccianti all'interno dei pozzi in fase di perforazione;
              g) il verificarsi di terremoti indotti dal processo di fratturazione idraulica o dall'iniezione di acque reflue;
          il 18 settembre 2012, la Commissione industria, ricerca ed energia del Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sulla ricerca e sfruttamento di shale gas e shale oil la cui ricerca, riporta il documento, «dovrebbe essere accompagnata da un “robusto regime regolatorio” a livello nazionale. La legislazione europea, inoltre, “potrebbe anche aver bisogno di essere aggiornata se l'esplorazione alla ricerca di shale gas e oil dovesse aumentare”. Ogni paese dell'Unione europea “ha il diritto di decidere per se stesso se sfruttare o no lo shale gas”, segnala ancora la Commissione. Gli Stati membri però “dovrebbero avere regole robuste su tutte le attività relative, inclusa la fratturazione idraulica delle rocce” (il cosiddetto fracking). Gli europarlamentari della Commissione industria, ricerca ed energia hanno anche chiesto alla Commissione europea “un supporto nella valutazione dell'impatto economico e ambientale” nell'Unione europea del gas non convenzionale»;
          il 19 settembre 2012, la Commissione per l'ambiente del Parlamento europeo ha votato un'altra risoluzione sugli aspetti ambientali dello shale gas, tra i quali quello della trasparenza sulle sostanze chimiche che si usano insieme all'acqua nella tecnica del fracking e sul relativo rischio di contaminazione delle falde acquifere. Secondo tale documento, «gli Stati membri dovranno essere prudenti attendendo l'analisi che determinerà se il regolamento europeo è appropriato. Le regole europee coprono in maniera adeguata le licenze di esplorazione precoce e la produzione di gas di scisti, ma, data l'eventuale espansione delle loro esplorazioni, è necessaria un'analisi dettagliata del regolamento sui combustibili fossili non convenzionali». Secondo la risoluzione, le compagnie di estrazione dovranno inoltre dichiarare «quali prodotti chimici sono utilizzati, per rispettare la legislazione europea»;
          alcune interrogazioni presentate dai parlamentari europei chiedono all'esecutivo dell'Unione europea di fornire studi scientifici più dettagliati sull'utilizzo del fracking e di illustrare i rischi correlati a questa tecnica;
          «il Governo si rende conto del potenziale impatto ambientale legato alle attività estrattive ed è quindi fondamentale la massima attenzione per prevenire potenziali ricadute negative». In tal senso, l'Esecutivo «non intende perseguire lo sviluppo di progetti in aree sensibili in mare o in terraferma, ed in particolare quelli di shale gas»: è quanto evidenziato nella «Strategia energetica nazionale» presentata martedì 16 ottobre 2012 dal Consiglio dei ministri e sottoposta a consultazione pubblica –:
          se la società Independent Energy solutions abbia realmente effettuato, dal 2010 ad oggi in provincia di Grosseto, indagini attraverso la tecnica del fracking e, nello specifico, quante volte, in quali zone e con quali autorizzazioni ministeriali;
          se i Ministri interpellanti intendano rilasciare i permessi relativi a ulteriori estrazioni di produzione di shale gas attraverso la tecnica del fracking, nonostante la presenza di elevati rischi per l'ambiente e per la salute dei cittadini, la scelta di sospendere tale procedimento da parte di alcuni Stati, gli appelli alla prudenza dell'Unione europea e la decisione dell'Unione europea di dotarsi di un regolamento specifico entro il 2013;
          se si ritenga possibile coniugare, per i motivi esposti in premessa, la produzione di shale gas attraverso la tecnica del fracking soprattutto in zone, come la provincia di Grosseto, ad altissimo pregio ambientale e paesaggistico, ad elevata vocazione agricola e turistica, tutelando, al tempo stesso, la salute e la sicurezza delle popolazioni residenti;
          se non si ritenga quantomeno inopportuno che le concessioni per la produzione di shale gas, per i motivi di sicurezza pubblica ed ambientale esposti in premessa e per gli ingenti investimenti finanziari necessari per l'estrazione del gas, siano state assegnate ad una società che ha un capitale sociale soltanto di 15mila euro.
(2-01710) «Sani, Fiorio, Bordo, Marchi, Marantelli, Berretta, Fontanelli, Antonino Russo, Scarpetti, Touadi, Lovelli, Ginefra, Benamati, Amici, Rugghia, Rossa, Corsini, Verducci, Tullo, De Micheli, Garavini, Calvisi, Marrocu, Servodio, Sposetti, Lolli, Narducci, Esposito, Misiani, Vico, Rigoni, Velo».


Elementi in merito a costi gestionali della Rai, con particolare riferimento al trattamento economico dei dipendenti – n.  2-01711

D)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
          è prioritario l'impegno di adottare tutte le misure utili a ridurre drasticamente il debito pubblico italiano;
          si prende atto della decisione del Governo di affidare al dottor Bondi l'incarico di analizzare e redigere un piano di contenimento della spesa pubblica;
          ad avviso degli interpellanti, è indispensabile abbassare la pressione fiscale imponendo a tutte le articolazioni dello Stato misure conseguenti, a partire dal Parlamento con la riduzione di almeno il 50 per cento dei suoi componenti e delle loro indennità;
          la disciplina di rigore della spesa deve essere adottata anche da tutte le società pubbliche;
          la Rai è un'azienda totalmente pubblica, ricca di professionalità eccellenti, impegnate prioritariamente a fornire la più ampia e rigorosa informazione;
          è necessario contribuire a far conoscere e ad analizzare la situazione gestionale dell'azienda al fine anche di agevolare il lavoro del dottor Bondi e del suo team;
          l'obbligo di versare il canone alla Rai, determinato da una legge dello Stato, rende a tutti gli effetti tale misura una forma di tassazione;
          la pressione fiscale del nostro Paese ha raggiunto percentuali di gran lunga superiori alla media dei Paesi economicamente paragonabili all'Italia ed è, comunque, eccessivamente onerosa per le imprese e i cittadini;
          va ricordato che l'articolo 27 del vigente contratto di servizio prevede, tra l'altro, che, al fine di fornire una completa informativa sulle dinamiche della gestione, entro il mese di giugno di ogni anno la Rai trasmetta al Ministero dello sviluppo economico e al Ministero dell'economia e delle finanze una relazione sui risultati economico-finanziari, oltre a prevedere la pubblicazione sul suo sito web degli stipendi di dipendenti e collaboratori, mentre l'articolo 31 attribuisce al Ministero dello sviluppo economico un'ampia facoltà di disporre verifiche e di richiedere alla Rai informazioni, dati e documenti utili –:
          quale sia il gettito annuale del canone Rai;
          di quali elementi disponga il Governo, anche alla luce di quanto stabilito dagli articoli 27 e 31 del vigente contratto di servizio stipulato tra il Ministero dello sviluppo economico e la Rai, in ordine ai seguenti aspetti:
              a) quanti siano i dipendenti della Rai suddivisi per categoria (dirigenti, giornalisti, tecnici e altro), e quali siano i loro contratti di lavoro e le loro retribuzioni;
              b) quanti siano i dipendenti Rai distaccati stabilmente all'estero e quali siano i loro trattamenti economici;
              c) quali siano le disposizioni dei vertici aziendali in ordine ai benefit concessi ai dipendenti, in particolare per quel che riguarda l'utilizzo di auto di servizio, cellulari, carte di credito aziendali e spese di rappresentanza;
              d) quali siano, altresì, le determinazioni aziendali per le missioni dei dipendenti Rai in Italia e all'estero, con particolare riferimento alle diarie giornaliere, ai rimborsi per le spese di viaggio, vitto e alloggio (categorie dei mezzi di trasporto, degli hotel e dei ristoranti ammessi per i rimborsi);
              e) quante siano le sedi e gli immobili di proprietà della Rai in Italia e all'estero;
              f) quanto costi la gestione del circolo sportivo della Rai situato a Roma sul lungotevere, dotato di piscine, campi da tennis, ristorante, club house, sala riunioni e altro; chi sia il proprietario di questa struttura, quale sia la valutazione catastale di tale proprietà ed eventualmente se e quali strutture simili (circoli aziendali e sportivi) siano di proprietà o in locazione d'uso alla Rai;
              g) quale sia il regolamento per accedere e utilizzare tale struttura, a quanto ammonti il canone annuale per i soci, e se e quanti dipendenti dell'azienda siano impiegati nel suddetto circolo sportivo.
(2-01711) «Antonione, Gava, Mistrello Destro, Sardelli, Santori, Mario Pepe (Misto-R-A), Brugger».


Iniziative volte a sostenere la proposta di regolamento dell'Unione europea sull'indicazione del Paese di origine di taluni prodotti importati da Paesi terzi – n.  2-01725

E)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro per gli affari europei, per sapere – premesso che:
          la Commissione europea ha deciso di ritirare la proposta di regolamento sul «made in», dopo che nel 2010 il Parlamento europeo, in seduta plenaria, aveva approvato a larga maggioranza il rapporto bipartisan dei tre relatori italiani, Cristiana Muscardini, Gianluca Susta e Niccolò Rinaldi;
          la decisione è stata presa dal collegio dei commissari su indicazione del responsabile europeo per il commercio, il liberale belga Karel De Gucht;
          il provvedimento, atteso da anni dall'industria italiana, aveva il sostegno, oltre che dell'Italia, di Francia, Polonia e Spagna, ma dopo l'approvazione da parte del Parlamento europeo si è bloccato nel Consiglio dell'Unione europea per l'opposizione, tra gli altri, di Germania, Gran Bretagna e di una serie di Paesi del nord Europa;
          il regolamento intendeva introdurre – per i tessili, l'abbigliamento, il legno, le ceramiche, il valvolame e l'oreficeria – l'obbligo di specificare il luogo di produzione sui prodotti provenienti da Paesi non appartenenti all'Unione europea, in modo da fornire al consumatore una chiara indicazione;
          tale indicazione sarebbe risultata premiante per i produttori europei che, nonostante la crisi, hanno deciso di non delocalizzare e, in tutti i casi, veritiera in tema di origine del prodotto;
          la decisione della Commissione europea di ritirare la proposta di regolamento sul «made in» mostra non solo la lontananza dell'Unione europea dagli interessi dei cittadini e delle imprese, ma una grave presa di posizione a favore di Paesi che, fino ad oggi, hanno costruito le proprie fortune anche grazie alla maggiore tutela che l'Unione europea gli ha riservato;
          la lobby della grande distribuzione sostenuta dai Paesi del nord Europa è riuscita ad avere il sopravvento sui Paesi manifatturieri che costituiscono la vera ricchezza e specificità dell'economia comunitaria rispetto al resto del mondo;
          le analisi secondo cui la ripresa economica deve necessariamente basarsi sul rilancio del comparto manifatturiero non sono state tenute in alcuna considerazione dal Consiglio dell'Unione europea, che in tal modo conferma il minore peso dell'Europa produttiva nelle proprie decisioni, al punto che il Consiglio ha preferito mettersi in rotta di collisione con il Parlamento europeo, unico organo democraticamente eletto, piuttosto che con i Paesi del nord Europa;
          a fare le spese di questa decisione, a giudizio degli interpellanti assurda ed avventata, saranno soprattutto le piccole e medie imprese e i distretti produttivi, profondamente colpiti dalla contraffazione e sempre più esposti alla concorrenza sleale dei Paesi asiatici ed extra comunitari, che continueranno a introdurre, nei nostri territori, merci low-cost e di bassa qualità prive dell'indicazione d'origine;
          appare grave anche l'idea che il Consiglio dell'Unione europea possa negare ai cittadini europei il diritto di avere informazioni trasparenti sulla provenienza delle merci –:
          quali iniziative intenda assumere il Governo:
              a) per scongiurare il ritiro della proposta di regolamento sul «made in» e per difendere gli interessi del nostro Paese di fronte agli altri Paesi europei;
              b) per comunicare, nelle sedi opportune, l'enorme disagio delle imprese e dei cittadini italiani rispetto a una decisione che rischia di allontanarli ulteriormente dall'Europa;
              c) affinché la Commissione europea riprenda in mano il dossier «made in», imponendo al Consiglio di riaprire il confronto e la discussione sul relativo regolamento.
(2-01725) «Lulli, Bossa, Braga, Brandolini, Bucchino, Capodicasa, Cardinale, Marco Carra, Cenni, Codurelli, Concia, Dal Moro, Damiano, De Biasi, D'Incecco, Fontanelli, Froner, Garavini, Gatti, Ginoble, Gnecchi, Graziano, Lenzi, Lovelli, Marantelli, Marchi, Marchioni, Mattesini, Motta, Narducci, Pizzetti, Quartiani, Realacci, Rubinato, Sani, Sbrollini, Scarpetti, Schirru, Servodio, Strizzolo, Trappolino, Tullo, Verini, Vico, Villecco Calipari, Zunino».


Iniziative normative volte a sopprimere la tassa sui contratti di abbonamento per la fornitura dei servizi di telefonia mobile – n.  2-01727

F)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
          quanti stipulano un contratto di abbonamento per i servizi di telefonia cellulare e non usano schede ricaricabili attualmente pagano in bolletta una tassa di concessione governativa, il cui importo mensile, fissato dalla legge, è pari a 5,16 euro per le utenze residenziali e a 12,90 euro per le «utenze affari»;
          l'articolo 21, tariffa annessa al decreto del Presidente della Repubblica del 26 ottobre 1972, n.  641, indica come soggetti a tassa la «licenza o documento sostitutivo per l'impiego di apparecchiature terminali per il servizio radiomobile pubblico terrestre di comunicazione», con richiamo all'articolo 318 del decreto del Presidente della Repubblica n.  156 del 1973, e all'articolo 3 del decreto-legge n.  151 del 1991, convertito, con modificazioni, dalla legge n.  202 del 1991;
          l'articolo 318 del decreto del Presidente della Repubblica n.  156 del 1973, disciplinando la licenza di esercizio, prevedeva che «presso ogni stazione radioelettrica di cui sia stato concesso l'esercizio deve essere conservata l'apposita licenza rilasciata dall'amministrazione delle poste e delle telecomunicazioni. Per le stazioni riceventi il servizio di radiodiffusione il titolo di abbonamento tiene luogo della licenza»;
          l'articolo 3 del decreto-legge n.  151 del 1991, convertito, con modificazioni, dalla legge n.  202 del 1991, ha esteso la tassa sulle concessioni governative ai servizi radiomobili di comunicazione, aggiungendo alla tariffa annessa al decreto del Presidente della Repubblica n.  641 del 1972 la voce n.  131 (apparecchiature terminali per il servizio radiomobile pubblico terrestre di comunicazione), poi confluita nell'articolo 21 anzidetto;
          a completamento di tale corpo normativo è stato poi emanato il decreto del Ministero delle poste e delle telecomunicazioni n.  33 del 1990, «Regolamento concernente il servizio radiomobile pubblico terrestre di comunicazione», in cui si prevede che, per usufruire del servizio radiomobile pubblico terrestre di comunicazione, tramite i telefoni cellulari (definiti apparecchiature terminali), sia necessario far richiesta di abbonamento alle società di telefonia che offrono tale servizio a seguito di regolare autorizzazione generale; a fronte della richiesta, le società rilasciano all'utente il documento attestante la sua condizione di abbonato al servizio; tale documento «sostituisce a tutti gli effetti la licenza di stazione radio»;
          successivamente, è intervenuto il codice delle comunicazioni (decreto legislativo n.  259 del 2003), che ha abrogato l'articolo 318 del decreto del Presidente della Repubblica n.  156 del 1973, ma ha lasciato formalmente in vita l'articolo 21 della tariffa;
          a causa dell'intervento abrogativo del codice, sul permanere della debenza della tassa sui contratti di abbonamento per la fornitura dei servizi di telefonia mobile si sono formati due diversi e contrastanti filoni giurisprudenziali: alcune commissioni tributarie ne hanno confermato la debenza (cfr. commissione regionale di Venezia-Mestre n.  76/6/71 del 17 maggio 2011); altre commissioni (cfr. commissione provinciale di Chieti n.  139 del 4 maggio 2012) l'hanno invece esclusa;
          dal canto suo, l'Agenzia delle entrate – anche tramite la risoluzione n.  9/E del 18 gennaio 2012 – ha continuato a sostenere l'applicabilità della tassa in questione a carico di tutti gli utenti (fatti salvi i soggetti esenti individuati dall'articolo 13-bis del decreto del Presidente della Repubblica n.  641 del 1972), comprese le amministrazioni pubbliche non statali, in quanto ha ribadito la vigenza del presupposto normativo per il suo pagamento, che non sarebbe stato intaccato dall'entrata in vigore del codice delle comunicazioni;
          da ultimo si è, peraltro, pronunciata anche la Corte di cassazione che, nelle motivazioni della sentenza n.  8825 del 1o giugno 2012 (peraltro già recepita dalla commissione provinciale di Foggia, nella sentenza n.  111/07/2012), ha riconosciuto che la voce tariffaria si riferisce formalmente – secondo la previsione dell'articolo 1 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n.  641 – al rilascio della «licenza o documento sostitutivo per l'impiego di apparecchiature terminali per il servizio radiomobile pubblico terrestre di comunicazione»; tale provvedimento, ha sottolineato la Suprema Corte, è venuto meno a causa della disciplina abrogativa del codice delle comunicazioni, che ha innovato profondamente il settore «con la conseguenza che la tassa in questione non si correla ormai più al presupposto del rilascio a favore dell'abbonato del provvedimento amministrativo di licenza da parte dell'Amministrazione», limitandosi l'abbonato a concludere un contratto di diritto privato con il gestore della rete/fornitore del servizio;
          tale tassa, introdotta inizialmente quando il cellulare era considerato un bene di lusso, adesso colpisce un bene divenuto di massa e penalizza soprattutto i percettori di redditi medio-bassi ed i piccoli lavoratori autonomi;
          a seguito delle decisioni anzidette e dell'interpretazione contrastante dell'Agenzia delle entrate, si è venuta a creare un'assoluta situazione di incertezza del diritto, con il rischio che – permanendo la richiesta di tale tassa – aumenti il contenzioso davanti alla magistratura per ottenere, da parte dei singoli abbonati alla telefonia mobile, una dichiarazione di non debenza del tributo nonché, nei casi di avvenuto pagamento, per la restituzione di quanto corrisposto;
          continuare ad imporre tale tassa a carico dell'utenza di telefonia mobile tramite abbonamento (le carte telefoniche prepagate non sono gravate da tale tributo) permetterebbe – se non si affermasse definitivamente ed in tutte le sedi competenti la tesi abrogativa – di sollevare una questione di legittimità costituzionale per disparità di trattamento fiscale a carico di soggetti privati che versano nella medesima condizione e si differenziano solo in base alla modalità di pagamento del servizio;
          il Governo Prodi, nel 2007, si era comunque impegnato ad eliminare la tassa in oggetto e a dare così attuazione ad un atto di indirizzo del Parlamento successivo all'eliminazione, da parte del decreto cosiddetto Bersani, del contributo di ricarica per le utenze ricaricabili (seduta Camera dei deputati, 22 marzo 2007) –:
          se non si ritenga di assumere iniziative urgenti, anche di carattere normativo, affinché una tassa di cui è stato abrogato il presupposto normativo non continui ad essere imposta nei confronti dei titolari dei contratti di abbonamento di telefonia mobile e ad alimentare così un contenzioso, in primo luogo tributario, destinato altrimenti e inevitabilmente a crescere.
(2-01727) «Raisi, Della Vedova».


Elementi in merito alla ripartizione dei fondi per il pagamento delle ore di lavoro straordinario del personale delle capitanerie di porto – n.  2-01737

G)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
          con la legge n.  231 del 1990, articolo 10, è stato istituito l'orario delle attività giornaliere per le Forze armate fissato in trentasei ore settimanali;
          successivamente, con decreto del Ministro della difesa, sono state disciplinate le articolazioni dell'orario normale delle attività giornaliere, in relazione alle esigenze di servizio, e lo straordinario e sono stati indicati i metodi di rilevazione oggettiva delle presenze;
          è bene precisare che il decreto-legge 27 maggio 2008, n.  93, ha introdotto la «defiscalizzazione» degli straordinari e dei premi di produttività, prorogata di anno in anno fino alla recente legge di stabilità;
          lo Stato maggiore di ogni singola Forza armata ha, quindi, emanato delle disposizioni applicative sull'orario di servizio e sul compenso per il lavoro straordinario;
          lo Stato maggiore della marina ha emanato le proprie disposizioni che, in linea di massima, valgono anche per il personale del Corpo delle capitanerie di porto;
          le disposizioni individuano anche i tetti massimi individuali, fissando lo straordinario in: 300 ore per il personale non direttivo in servizio permanente effettivo, nonché per gli ufficiali fino al grado di capitano di fregata e 450 ore per il personale dei gradi dirigenziali (ammiragli, capitani di vascello), nonché per i sommergibilisti durante la navigazione;
          il comando generale del Corpo delle capitanerie di porto ha emanato una propria direttiva per l'organizzazione interna dei servizi, relativa agli uffici marittimi periferici e per regolamentare la disciplina dell'orario di lavoro e dello straordinario;
          solo il personale dei gradi dirigenziali ha la facoltà di autorilevare (autocertificazione) il proprio orario di lavoro;
          tuttavia, i fondi assegnati dal comando generale del Corpo delle capitanerie di porto non sono stati distribuiti tra tutto il personale con criteri di equità;
          ciò ha provocato negli anni, in alcuni comandi, il mancato pagamento di molte ore di lavoro straordinario a favore del personale contrattualizzato (da marescialli a capitano di fregata) e molti comandi, pertanto, hanno fatto ricorso, a quanto consta agli interpellanti all'insaputa degli interessati, al pagamento degli straordinari utilizzando altri fondi (compensi forfettari di guardia), arrecando in tal modo al personale contrattualizzato (sottufficiali e ufficiali) un notevole danno economico, considerato che l'ora dello straordinario, oltre che pensionabile e detassata, è maggiore dell'ora del compenso forfettario di guardia (ad esempio, un compenso forfettario di guardia è uguale ad 8 ore di servizio, oltre l'orario normale che viene pagato mediamente con circa 41 euro lorde, mentre otto ore di straordinario vengono remunerato con 115 euro lorde);
          di tale anomala gestione dei pagamenti dello straordinario, il personale ne è venuto conoscenza solo dopo molto tempo attraverso note ufficiali del comando che comunicava il pagamento dei compensi forfettari di guardia in luogo dello straordinario;
          la procura militare della Repubblica di Napoli, a seguito dei fatti su esposti, ha avviato azioni penali nei confronti di numerosi sottufficiali ed ufficiali per il reato di truffa aggravata continuata –:
          se il Ministro interpellato intenda verificare quanto segue:
              a) in base a quali criteri sono stati distribuiti a tutto personale delle capitanerie di porto i fondi per lo straordinario;
              b) se i fondi messi a disposizione dal comando generale del Corpo delle capitanerie di porto, dal 1o gennaio 2007 al 31 dicembre 2011, sono stati sempre equamente distribuiti tra tutto il personale avente diritto (dai gradi dirigenziali al sottocapo in servizio permanente effettivo);
              c) se per il periodo 1o gennaio 2007-31 dicembre 2011 ai gradi dirigenziali che si sono autocertificati le presenze sia stato retribuito, oltre il monte ore a disposizione, anche lo sforamento e, quindi, le 530 ore di straordinario ed altri emolumenti incompatibili con lo stesso;
              d) quale sia il motivo per il quale, al personale contrattualizzato fino al grado di capitano di fregata, sono state compensate le ore di straordinario effettuate con altri fondi (compensi forfettari di guardia), all'insaputa degli stessi e senza che questi ultimi ne avessero fatto esplicita richiesta;
              e) cosa stia accadendo presso la direzione marittima (capitaneria di porto) di Palermo ove risulta agli interpellanti che sono accaduti i fatti esposti e quali provvedimenti si intendano assumere per tutelare il personale militare che, oltre ad essere penalizzato economicamente, subisce conseguenze morali e di carriera, a causa di comportamenti gestionali anomali assunti dai responsabili in comando;
          quali iniziative si intendano assumere affinché al personale interessato siano pagate le ore di straordinario dal 1o gennaio 2007 al 31 dicembre 2011, compensate erroneamente e per volontà dei gradi superiori con i compensi forfettari di impiego.
(2-01737) «Lo Presti, Della Vedova».