XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Mercoledì 5 dicembre 2012

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 5 dicembre 2012.

      Albonetti, Alessandri, Bindi, Bocci, Bongiorno, Boniver, Borghesi, Bratti, Brugger, Buonfiglio, Buttiglione, Caparini, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Commercio, Gianfranco Conte, Crolla, D'Alema, D'Amico, D'Ippolito Vitale, Dal Lago, Della Vedova, Dozzo, Dussin, Fallica, Fava, Aniello Formisano, Tommaso Foti, Franceschini, Ghiglia, Ghizzoni, Giancarlo Giorgetti, Grassano, Graziano, Guzzanti, Iannaccone, Jannone, Leo, Leone, Lombardo, Lucà, Lupi, Margiotta, Martini, Antonio Martino, Mazzocchi, Melchiorre, Ricardo Antonio Merlo, Migliavacca, Migliori, Milanato, Misiti, Moffa, Mura, Mussolini, Angela Napoli, Osvaldo Napoli, Narducci, Nucara, Pecorella, Picchi, Pisacane, Pisicchio, Pistelli, Porta, Razzi, Romani, Paolo Russo, Stefani, Strizzolo, Stucchi, Valducci, Vitali, Volontè.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

      Albonetti, Alessandri, Benamati, Bindi, Bocci, Bongiorno, Boniver, Borghesi, Bratti, Brugger, Bruno, Buonfiglio, Buttiglione, Caparini, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Commercio, Gianfranco Conte, Crolla, D'Alema, D'Amico, D'Ippolito Vitale, Dal Lago, Della Vedova, Dozzo, Dussin, Fallica, Fava, Ferranti, Aniello Formisano, Anna Teresa Formisano, Tommaso Foti, Franceschini, Ghiglia, Ghizzoni, Giancarlo Giorgetti, Grassano, Graziano, Guzzanti, Iannaccone, Jannone, Leo, Leone, Lombardo, Lucà, Lupi, Mantini, Margiotta, Martini, Antonio Martino, Mazzocchi, Mecacci, Melchiorre, Ricardo Antonio Merlo, Migliavacca, Migliori, Milanato, Misiti, Moffa, Mura, Mussolini, Angela Napoli, Osvaldo Napoli, Narducci, Nucara, Paniz, Pecorella, Picchi, Pisacane, Pisicchio, Pistelli, Porta, Razzi, Romani, Paolo Russo, Stefani, Strizzolo, Stucchi, Touadi, Valducci, Vitali, Volontè, Zazzera.

Annunzio di una proposta di legge.

      In data 4 dicembre 2012 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa del deputato:
          ABRIGNANI: «Istituzione della “Giornata nazionale della vita e del nascituro”» (5618).

      Sarà stampata e distribuita.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

      A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

          I Commissione (Affari costituzionali):
      CANNELLA ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull'esistenza di trattative tra esponenti delle istituzioni e organizzazioni criminali mafiose tra gli anni 1992 e 1994» (5416) Parere delle Commissioni II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni) e V.

          II Commissione (Giustizia):
      ANNA TERESA FORMISANO e BONGIORNO: «Modifica all'articolo 420-ter del codice di procedura penale, concernente il riconoscimento dello stato di gravidanza del difensore quale causa di impedimento a comparire in udienza» (5560) Parere delle Commissioni I e XII;
      SCANDROGLIO: «Modifica all'articolo 2426 del codice civile, in materia di ammortamento delle perdite subite a seguito di calamità naturali» (5582) Parere delle Commissioni I, V, VI e X.

          IV Commissione (Difesa):
      LAGANÀ FORTUGNO: «Disposizioni concernenti la vendita e la cessione in usufrutto degli alloggi di servizio del Ministero della difesa ritenuti non più utili, nonché la determinazione dei canoni di locazione dei medesimi» (5581) Parere delle Commissioni I, V, VI, VIII e XII;
      LAINATI: «Disposizioni concernenti il congedo anticipato di personale militare e il suo impiego per la prestazione di servizi tecnico-logistici e di sicurezza» (5599) Parere delle Commissioni I, III, V, VII, X e XI.

          VIII Commissione (Ambiente):
      SCANDROGLIO: «Modifiche al decreto legislativo 3 aprile 2006, n.  152, in materia di gestione del servizio idrico e di determinazione delle tariffe nei comuni con popolazione inferiore a 30.000 abitanti» (5583) Parere delle Commissioni I, V e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Trasmissione dalla Corte dei conti.

      La Corta dei conti – sezione del controllo sugli enti – con lettera in data 30 novembre 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n.  259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Unione italiana delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura (UNIONCAMERE), per l'esercizio 2011. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n.  259 del 1958 (doc. XV, n.  479).

      Questo documento è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla X Commissione (Attività produttive).

Trasmissione dal ministro degli affari esteri.

      Il ministro degli affari esteri, con lettera in data 30 novembre 2012, ha comunicato, ai sensi dell'articolo 1, comma 2, della legge 6 febbraio 1992, n.  180, concernente la partecipazione dell'Italia alle iniziative di pace e umanitarie in sede internazionale, che intende fornire un contributo alla Guardia di finanza – Scuola di Polizia tributaria per la realizzazione di un corso di formazione per ufficiali di polizia centroamericani per il contrasto al crimine organizzato transazionale sul piano economico-finanziario.

      Tale comunicazione è trasmessa alla III Commissione (Affari esteri).

Trasmissione dal ministro per i beni e le attività culturali.

      Il ministro per i beni e le attività culturali, con lettera in data 30 novembre 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 24, comma 3, del decreto legislativo 29 gennaio 1998, n. 19, e successive modificazioni, la relazione sull'attività svolta nell'anno 2011 della Fondazione «La Biennale di Venezia» (doc. CLXX, n.  5).

      Questo documento è trasmesso alla VII Commissione (Cultura).

Trasmissione dal ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare

      Il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con lettera del 30 novembre 2012, ha trasmesso una nota relativa all'attuazione data all'ordine del giorno VANALLI ed altri n.  9/5423/79, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 18 settembre 2012, concernente il controllo ed il contrasto dell'inquinamento da benzo(a)pirene per tutte le aree urbane del territorio nazionale.

      La suddetta nota è a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare ed è trasmessa alla VIII Commissione (Ambiente), competente per materia.

Trasmissioni dal ministro per i rapporti con il Parlamento.

      Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 4 dicembre 2012, ha trasmesso un voto, approvato dal consiglio della provincia autonoma di Bolzano nella seduta del 3 ottobre 2012, in materia di contenimento del gioco d'azzardo.

      Questa documentazione è trasmessa alla VI Commissione (Finanze) e alla X Commissione (Attività produttive).

      Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 4 dicembre 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, comma 1, del decreto-legge 15 marzo 2012, n.  21, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 maggio 2012, n.  56, lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante regolamento per l'individuazione delle attività di rilevanza strategica per il sistema di difesa e sicurezza nazionale.

      Tale schema è trasmesso alla I Commissione (Affari costituzionali), alla IV Commissione (Difesa) e alla X Commissione (Attività produttive).

Trasmissione dal dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri.

      Il dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 4 dicembre 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 4-quater della legge 4 febbraio 2005, n.  11, la scheda informativa, elaborata dal dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, concernente la proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio riguardante il miglioramento dell'equilibrio di genere fra gli amministratori senza incarichi esecutivi delle società quotate in Borsa e relative misure (COM(2012)614 final), già inviata dalla Commissione europea e assegnata alle competenti Commissioni.

      Tale scheda informativa è trasmessa alla VI Commissione (Finanze) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissione dal Comitato interministeriale per la programmazione economica.

      La Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica, in data 5 dicembre 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, comma 4, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, la delibera CIPE n.  94/2012 del 3 agosto 2012, concernente «Fondo per lo sviluppo e la coesione – regione siciliana – Programmazione delle residue risorse 2007-2013 anche ai fini del ripiano del debito sanitario regionale».

      Tale delibera è trasmessa alla V Commissione (Bilancio) e alla XII Commissione (Affari sociali).

Annunzio di risoluzioni del Parlamento europeo.

      Il Presidente del Parlamento europeo ha trasmesso il testo di quindici risoluzioni e una raccomandazione approvate nella sessione dal 25 al 26 ottobre 2012, che sono assegnate, a norma dell'articolo 125, comma 1, del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, nonché, per il parere, alla III Commissione (Affari esteri) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), se non già assegnate alle stesse in sede primaria:
          risoluzione legislativa sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ad alcune procedure di applicazione dell'accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Serbia, dall'altra, e dell'accordo interinale tra la Comunità europea, da una parte, e la Repubblica di Serbia, dall'altra (doc. XII, n.  1175) – alla III Commissione (Affari esteri);
          risoluzione legislativa sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la decisione 2003/17/CE del Consiglio estendendo il periodo della sua applicazione e aggiornando i nomi di un paese terzo e delle autorità incaricate di certificare e controllare la produzione (doc. XII, n.  1176) – alla XIII Commissione (Agricoltura);
          risoluzione legislativa sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica del regolamento (CE) n.  2371/2002 del Consiglio relativo alla conservazione e allo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nell'ambito della politica comune della pesca (doc. XII, n.  1177) – alla XIII Commissione (Agricoltura);
          risoluzione legislativa sul progetto di decisione del Consiglio concernente la conclusione dell'accordo tra l'Unione europea e la Repubblica moldova relativo alla protezione delle indicazioni geografiche dei prodotti agricoli e alimentari (doc. XII, n.  1178) – alla III Commissione (Affari esteri);
          risoluzione legislativa sul progetto di decisione del Consiglio relativa alla conclusione, a nome dell'Unione europea, della convenzione sull'assistenza alimentare (doc. XII, n.  1179) – alla III Commissione (Affari esteri);
          risoluzione legislativa sulla proposta di direttiva del Consiglio sulla tutela consolare dei cittadini dell'Unione all'estero (doc. XII, n.  1180) – alla III Commissione (Affari esteri);
          risoluzione legislativa sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n.  1225/2009 del Consiglio relativo alla difesa contro le importazioni oggetto di dumping da parte di paesi non membri della Comunità europea (doc. XII, n.  1181) – alla X Commissione (Attività produttive);
          risoluzione sui negoziati commerciali dell'Unione europea con il Giappone (doc. XII, n.  1182) – alla III Commissione (Affari esteri);
          risoluzione sulla situazione dei diritti umani negli Emirati arabi uniti (doc. XII, n.  1183) – alla III Commissione (Affari esteri);
          risoluzione sulla discriminazione nei confronti delle ragazze in Pakistan, in particolare sul caso di Malala Yousafzai (doc. XII, n.  1184) – alla III Commissione (Affari esteri);
          risoluzione sulla situazione in Cambogia (doc. XII, n.  1185) – alla III Commissione (Affari esteri);
          raccomandazione concernente il progetto di decisione del Consiglio relativa alla firma e alla conclusione dell'accordo tra il Governo degli Stati Uniti d'America e l'Unione europea relativo al coordinamento dei programmi di etichettatura di efficienza energetica delle apparecchiature per ufficio (doc. XII, n.  1186) – alla III Commissione (Affari esteri);
          risoluzione sulla relazione annuale concernente le attività del Mediatore europeo nel 2011 (doc. XII, n.  1187) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
          risoluzione sul semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche: attuazione delle priorità per il 2012 (doc. XII, n.  1188) – alla V Commissione (Bilancio);
          risoluzione sulla situazione in Bielorussia a seguito delle elezioni parlamentari del 23 settembre 2012 (doc. XII, n.  1189) – alla III Commissione (Affari esteri);
          risoluzione sulle elezioni in Georgia (doc. XII, n.  1190) – alla III Commissione (Affari esteri).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

      Il dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 4 dicembre 2012, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 3 e 19 della legge 4 febbraio 2005, n.  11, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
      Tali atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

      Con la medesima comunicazione, il Governo ha altresì richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
          Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio su un programma generale di azione dell'Unione in materia di ambiente fino al 2020 – «Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta» (COM(2012)710 final), assegnata, in data 30 novembre 2012, in sede primaria alla VIII Commissione (Ambiente), nonché alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà;
          Comunicazione della Commissione – Analisi annuale della crescita 2013 (COM(2012)750 final), assegnata, in data 3 dicembre 2012, in sede primaria alla V Commissione (Bilancio);
          Comunicazione della Commissione – Un piano per un'Unione economica e monetaria autentica e approfondita – Avvio del dibattito europeo (COM(2012)777 final), assegnata, in data 3 dicembre 2012, in sede primaria alle Commissioni riunite V (Bilancio) e XIV (Politiche dell'Unione europea).

      La Commissione europea, in data 4 dicembre 2012, ha trasmesso i nuovi testi dei seguenti documenti, già assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle sottoindicate Commissioni:
          Nuovo testo della relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sugli sforzi compiuti dagli Stati membri nel 2010 per il raggiungimento di un equilibrio sostenibile tra la capacità e le possibilità di pesca (COM(2012)368 final/2), che sostituisce il documento COM(2012)368 final, assegnato in sede primaria, in data 9 luglio 2012, alla XIII Commissione (Agricoltura), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);
          Nuovo testo della comunicazione della Commissione – Piano per un'Unione economica e monetaria autentica e approfondita – Avvio del dibattito europeo (COM(2012)777 final/2), che sostituisce il documento COM(2012)777 final, assegnato in sede primaria, in data 3 dicembre 2012, alle Commissioni riunite V (Bilancio) e XIV (Politiche dell'Unione europea).

Comunicazione di una nomina ministeriale.

      Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 4 dicembre 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 11 della legge 23 agosto 1988, n.  400, la comunicazione relativa all'attribuzione di ulteriori compiti al commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, dottor Giancarlo Trevisone.

      Tale comunicazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla II Commissione (Giustizia).

Atti di controllo e di indirizzo.

      Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Intendimenti del Governo in merito all'ipotesi di svolgimento nella stessa data delle elezioni regionali del Molise e di altre regioni – 3-02637

      DI PIETRO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
          con il presente atto di sindacato ispettivo l'interrogante, come nel mese di luglio 2012 e ad ottobre 2012, sottopone al Ministro interrogato la questione riguardante l'indizione delle elezioni nella regione Molise;
          in breve, al fine di ricordare gli eventi occorsi: nel 2011 in Molise si sono tenute le elezioni regionali; il tribunale amministrativo regionale, il 17 maggio 2012, con sentenza dichiarata immediatamente esecutiva, ha dichiarato l'illegittimità di quelle elezioni, successivamente confermata, nel mese di ottobre 2012, dal Consiglio di Stato; in risposta alle interrogazioni susseguitesi, il Ministro interrogato ha opposto, inizialmente, ad avviso dell'interrogante con un ossimoro giuridico, che la sentenza del tribunale amministrativo regionale, pur immediatamente esecutiva, non fosse da considerarsi ancora definitiva e, successivamente, che qualora l'esito della decisione del Consiglio di Stato avesse confermato quanto deciso dal tribunale amministrativo regionale, sarebbero stati adottati i conseguenti provvedimenti di convocazione dei comizi elettorali; infine, il Ministro interrogato ha sostanzialmente sostenuto che la stessa sentenza emessa il 29 ottobre 2012 dal Consiglio di Stato, per produrre effetti definitivi ai fini dell'indizione di nuove elezioni, richiedesse di attendere il passaggio in giudicato della medesima;
          in risposta all'interrogazione del novembre 2012, il Ministro interrogato ha concordato sul fatto che «la sentenza del Consiglio di Stato confermativa di quella di primo grado con l'annullamento delle precedenti elezioni viene, pertanto, a sancire effettivamente la necessità di restituire la parola agli elettori e ridare impulso alle procedure per il rinnovo degli organi elettivi della regione Molise»;
          l'interrogante segnala che le questioni giuridiche si vanno sviluppando, rendendo il quadro incompatibile con una sana gestione regionale: è stato presentato un esposto al procuratore di Campobasso, nel quale si ipotizzano i reati di usurpazione di potere politico e usurpazione di funzioni pubbliche – da parte degli organi di governo regionale che permangono illegittimamente al loro posto – in relazione agli atti adottati dall'assemblea regionale dopo la sentenza del Consiglio di Stato, che andrebbero oltre i provvedimenti urgenti sanciti dalla legge regionale n.  2 del 2002; nell'esposto si contesta anche la legittimità dell'erogazione delle indennità di carica;
          ad avviso dell'interrogante, questa vacatio politica rischia di assumere profili oltremodo critici e di comportare conseguenze assai negative per i cittadini, per le imprese, per la regione tutta;
          il Ministro interrogato, in risposta all'interrogazione del novembre 2012, ha dichiarato che il giorno delle elezioni molisane sarebbe stato stabilito dal Consiglio dei ministri, insieme all'eventualità di un election day dedicato alle tre regioni che andranno al voto;
          il ripristino delle condizioni di legittimità, nonché di governi regionali nella pienezza dei loro poteri, sono, ad avviso dell'interrogante, da considerarsi indifferibili –:
          se e come intenda procedere con riguardo all'accorpamento delle consultazioni regionali del Molise con quelle delle altre regioni in attesa del rinnovo dei relativi organi di governo. (3-02637)
(5 dicembre 2012)


Misure per garantire le risorse necessarie al fabbisogno delle regioni per la copertura della cassa integrazione in deroga – 3-02638

      OCCHIUTO, GALLETTI, POLI, TASSONE, COMPAGNON, CICCANTI, RAO, NARO, VOLONTÈ, LIBÈ, DELFINO, PEZZOTTA e ANNA TERESA FORMISANO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
          le regioni hanno più volte manifestato il forte rischio che le risorse destinate alla copertura della cassa integrazione in deroga per il 2013 siano insufficienti;
          nel 2011 sono stati erogati per la cassa in deroga 1,7 miliardi di euro, mentre per il 2012 si stima che la spesa superi i 2 miliardi di euro; gli 800 milioni di euro assegnati per il 2013 non sono, pertanto, in grado di coprire le richieste, per cui ci si potrebbe trovare a giugno 2013 con il blocco delle autorizzazioni;
          in un incontro con i rappresentanti della conferenza Stato-regioni, il Ministro interrogato aveva assicurato di avere le risorse sufficienti per il 2012 e 2013, pur ammettendo di aver dovuto obbligatoriamente sottostare ai tagli imposti dalla spending review;
          il confronto con il 2011 evidenzia un aumento delle autorizzazioni: con quasi 299 milioni di ore autorizzate, tra gennaio e ottobre 2012, l'Inps ha registrato un aumento dell'8,2 per cento rispetto allo stesso periodo del 2011. L'ultimo dato mensile, relativo ad ottobre 2012, con 31,4 milioni di ore autorizzate equivale ad un incremento del 13,3 per cento rispetto allo stesso mese del 2011 e del 9 per cento su settembre 2012;
          oltre al grave ritardo con cui il Ministero del lavoro e delle politiche sociali assegna le risorse (senza garantire la copertura di tutte le concessioni trattate), producendo ritardi enormi nell'erogare i sussidi ai lavoratori, alcune regioni hanno riscontrato forti difficoltà nel reperire le risorse anche per quest'ultima parte del 2012, oltre a segnalare probabili difficoltà per le nuove e più restrittive norme sul riconoscimento dello status di disoccupazione, introdotte dalla «riforma Fornero», che potrebbero mettere a rischio il trattamento per centinaia di migliaia di persone –:
          se non si ritenga, in questa situazione di grave disagio sociale che coinvolge migliaia di famiglie, di dover garantire le risorse necessarie e certe per far fronte al fabbisogno delle regioni per la copertura della cassa integrazione in deroga, valutando, altresì, l'opportunità di impiegare a tal fine, dopo una sostenibile riprogrammazione, parte delle risorse nazionali e regionali del fondo sociale europeo.
(3-02638)
(5 dicembre 2012)


Iniziative per garantire criteri trasparenti ed omogenei con riguardo al sistema d'accesso ai corsi di laurea a numero chiuso – 3-02639

      DOZZO, MARONI, BOSSI, LUSSANA, FOGLIATO, MONTAGNOLI, FEDRIGA, FUGATTI, ALLASIA, BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BUONANNO, CALLEGARI, CAPARINI, CAVALLOTTO, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, D'AMICO, DAL LAGO, DESIDERATI, DI VIZIA, DUSSIN, FABI, FAVA, FOLLEGOT, FORCOLIN, GIDONI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, ISIDORI, LANZARIN, MAGGIONI, MARTINI, MERONI, MOLGORA, LAURA MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MUNERATO, NEGRO, PAOLINI, PASTORE, PINI, POLLEDRI, RAINIERI, REGUZZONI, RIVOLTA, RONDINI, SIMONETTI, STEFANI, STUCCHI, TOGNI, TORAZZI, VANALLI e VOLPI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
          con l'entrata in vigore della legge 2 agosto 1999, n.  264, è stata istituita in Italia la regolamentazione agli accessi per l'iscrizione ad alcuni corsi di laurea;
          il predetto «accesso» è stato subordinato al superamento di una selezione preliminare che si propone di individuare gli studenti potenzialmente più idonei a frequentare con profitto il corso di studi prescelto;
          il numero programmato si è affermato in Italia con lo scopo di equilibrare il rapporto tra il numero di studenti e la qualità e capacità delle strutture universitarie, anche al fine di regolare l'offerta di professionalità richieste dal mercato;
          la legge 30 dicembre 2010, n.  240, concernente la riforma del sistema universitario, si propone tra l'altro, di rivedere anche la materia dell'accesso al sapere attraverso la delega conferita al Governo per «la realizzazione di opportunità uniformi, su tutto il territorio nazionale, di accesso e scelta dei percorsi formativi»;
          a dispetto della previsione normativa da ultimo citata, i numeri del corrente anno accademico dimostrano come esistano casi di obiettiva e poco contestabile discriminazione tra i vari candidati a seconda della sede prescelta;
          in base ai risultati dei test d'ingresso svoltisi il 4 settembre 2012, si evidenzia che a Napoli l'ultimo punteggio utile ai fini dell'ammissione alla facoltà di medicina e chirurgia risulterebbe essere di 36,74 punti, a Bari e a Palermo sono sufficienti meno di 40 punti, a Cagliari, Sassari, Perugia e Roma Tor Vergata 37 punti, a Firenze, Parma, Pisa e Siena occorrono 39 punti, gli studenti di Bologna e degli atenei aggregati devono arrivare, invece, a quota 41, mentre quelli di Milano, Varese Insubria e Piemonte Orientale si attestano ad un punteggio minimo che supera i 42 punti. Le università dove l'accesso è più difficile si situano tutte nel Nord del Paese è sono Padova, Pavia, Trieste e Udine, che vantano il primato di 43 punti per l'accesso alle facoltà di medicina;
          in base ai suddetti dati, nonostante i test di ingresso per l'accesso alla facoltà di medicina e chirurgia siano uguali per tutti gli studenti italiani, i punteggi con cui si superano variano da ateneo ad ateneo, determinando oltre sei punti di differenza, a svantaggio del Nord;
          ferma l'unicità delle prova, essa si svolge presso i singoli atenei e il collocamento in posizione utile avviene in singole graduatorie, anziché in una graduatoria unica;
          il collocamento in posizione utile dipende sia dal numero di posti disponibili sia dal numero di concorrenti presso ciascun ateneo, e dunque può accadere, come sopra esplicitato, che, se presso un ateneo del Sud è maggiore il numero dei posti, o minore il numero dei concorrenti, è sufficiente, per il collocamento in graduatoria, un «punteggio inferiore» rispetto a quello necessario in altro ateneo del Nord;
          l'ammissione al corso di laurea non dipende in definitiva dal merito del candidato, ma da fattori casuali e affatto aleatori legati al numero di posti disponibili presso ciascun ateneo e dal numero di concorrenti presso ciascun ateneo, ossia fattori non ponderabili ex ante;
          il rinvio della legge 2 agosto 1999, n.  264, alla Corte costituzionale ha indotto il Ministro interrogato a istituire le graduatorie «territoriali», e non più per singolo ateneo;
          il decreto ministeriale 28 giugno 2012, n.  196, introduce, infatti, il sistema delle graduatorie per aggregazioni di sedi universitarie limitrofe, concedendo a queste ultime di stilare elenchi comuni sulla base di determinati modalità e criteri (numero di posti disponibili, procedure per il corretto svolgimento delle prove, criteri di valutazione e programmi d'esame per ogni facoltà ad accesso programmato);
          l'aggregazione in parola non risolve, tuttavia, minimamente la sopra citata irrazionalità per disparità di trattamento, poiché gli studenti del Nord continuano a dovere conseguire punteggi significativamente più alti di quelli sufficienti in atenei del Sud per essere collocati in posizione utile –:
          quali iniziative, anche normative, il Ministro interrogato intenda intraprendere per garantire criteri certi, trasparenti ed uniformi in merito al sistema d'accesso ai corsi di laurea a numero chiuso, garantendo agli studenti del Nord il diritto allo studio, il diritto all'ammissione dei più meritevoli e il diritto a scegliere la sede universitaria, attualmente compromessi dal sistema vigente. (3-02639)
(5 dicembre 2012)


Iniziative per assicurare la continuità della produzione dello stabilimento Irisbus di Flumeri (Avellino) – 3-02640

      MOSELLA. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
          la vicenda dell’Irisbus di Flumeri è ben lontana dall'essere risolta e prosegue ormai da mesi senza che si sia arrivati ad una soluzione concreta;
          sull’Irisbus pende ancora la decisione della Fiat di procedere alla chiusura dello stabilimento, essendo sino a questo momento risultati vani i diversi tentativi di dialogo e di concertazione tra le istituzioni, i vertici dell'azienda, le parti sociali e i rappresentanti locali;
          lo stabilimento possiede una valenza strategica, essendo l'unica azienda a produrre autobus in Italia, e ricopre un ruolo decisivo per lo sviluppo industriale e produttivo del territorio campano, già fortemente provato dall'attuale crisi economica e da decenni di arretratezza e di mancata crescita;
          la chiusura dell’Irisbus, oltre a rappresentare un colpo durissimo per la regione Campania, andrà ad incidere fortemente sul settore dell'automotive, mettendo in discussione il futuro di circa 700 lavoratori, senza contare le aziende dell'indotto –:
          quali iniziative intenda adottare il Ministro interrogato per giungere il prima possibile ad una positiva conclusione della vicenda in esame che si protrae da più di un anno, per assicurare la continuità della produzione dello stabilimento di Flumeri e scongiurare in tal modo la perdita di centinaia di posti di lavoro. (3-02640)
(5 dicembre 2012)


Iniziative di competenza volte al contrasto delle posizioni dominanti nel mercato pubblicitario, anche al fine di assicurare il pluralismo del sistema dell'informazione – 3-02641

      DELLA VEDOVA e RAISI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
          all'interrogazione a risposta immediata n.  3-01553, presentata in data 29 marzo 2011 dagli interroganti e relativa alla concorrenzialità e alla trasparenza del mercato pubblicitario, l'allora Ministro dello sviluppo economico aveva risposto che il peculiare ruolo riconosciuto dall'ordinamento interno alle autorità indipendenti non consentiva al Governo di intervenire sulle materie di loro competenza;
          alcune prime importanti risposte, in ordine alla questione allora sollevata dagli interroganti, sembrano giungere oggi dagli esiti dell'indagine conoscitiva sul settore della raccolta pubblicitaria avviata dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni nel luglio 2010 (delibera n.  402/10/CONS del 22 luglio 2010) e arrivata pochi giorni fa a conclusione (delibera n.  551/12/CONS e relativo allegato A);
          l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha ravvisato che il mercato italiano dell'intermediazione pubblicitaria è dominato dalla presenza di un operatore, il gruppo Wpp che, da solo, ne controlla oltre il 40 per cento e che tale quota di mercato è incrementata negli ultimi anni, passando dal 32 per cento del 2003 a oltre il 40 per cento nel 2011;
          «a livello più generale» – si legge nella relazione – «la concentrazione di tutto il mercato italiano è cresciuta sensibilmente in pochi anni (di oltre 800 punti in soli sei anni), passando da livelli di moderata concentrazione (al di sotto dei 2.000 punti di dell'indice Herfindahl Hirschman ovvero HHI index) a valori superiori alla soglia critica di 2.500 punti. Se l'elevata concentrazione del mercato può essere spiegata, in parte, dalla suddetta struttura dei costi dei centri media (con elevate economie di scala e di gamma), così come il processo di consolidamento appare comune a tutti i mercati sviluppati, si evidenzia, in modo inequivocabile, l'esistenza di un fenomeno tutto nazionale. L'Italia presenta, infatti, rispetto ai maggiori mercati internazionali, la maggior quota di mercato del primo operatore e il più elevato tasso di concentrazione, che solo nel nostro caso supera quota 2.500, mentre nel Regno Unito, in Germania, in Spagna e negli Stati Uniti è compreso tra 1.500 e 2.500 punti ed in Francia è addirittura inferiore a 1.500 punti»;
          l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha, inoltre, evidenziato l'esistenza di «criticità nell'assetto del mercato nazionale dell'intermediazione pubblicitaria e nella relativa struttura delle negoziazioni che possono pregiudicare il corretto funzionamento di tale ambito con significative ripercussioni sulla dinamica concorrenziale». Secondo le Merger guidelines della Commissione europea e del Dipartimento di giustizia/Federal trade Commission statunitense, l'Italia è l'unico Paese ad avere un assetto di mercato molto concentrato, a fronte di una generale tendenza (con l'unica eccezione della Francia) di moderata concentrazione. In questo contesto, è evidente come l'elevata concentrazione del mercato nazionale collochi l'Italia in una posizione del tutto peculiare rispetto agli assetti internazionali;
          l'elevata concentrazione determina, tra l'altro, un equilibrio del mercato che non garantisce esiti efficienti, né rispetto alla concorrenzialità dell'offerta, né rispetto alla trasparenza delle dinamiche di prezzo. Da ciò è anche conseguita l'uscita dal mercato e il fallimento di operatori indipendenti di minori dimensioni. In sostanza, per questa situazione di mercato, molti imprenditori piccoli e medi sono falliti con evidenti ripercussioni sull'occupazione;
          «la concentrazione del mercato» – si legge sempre nella relazione – «appare accompagnarsi ad una soglia dimensionale minima per l'accesso ai servizi di intermediazione (barriere all'accesso). In altre parole, come per altri mercati, l'allontanamento dell'equilibrio di mercato da un esito concorrenziale determina una riduzione dell'offerta con conseguente mancato accesso ai servizi da parte di una quota significativa di potenziali clienti ed evidenti ricadute sul benessere collettivo. Da ciò deriva il numero sensibilmente minore di società che in Italia investono in pubblicità, e quindi la relativa ristrettezza del settore pubblicitario nazionale». Inoltre, «l'attuale configurazione delle relazioni di mercato appare caratterizzata da un elevato livello di opacità. Ciò in virtù della complessità tecnica e economica delle relazioni medesime, dell'assenza, o comunque della mancanza di reale valenza, in Italia di listini pubblicitari, nonché della diffusa pratica della discriminazione di prezzo (ossia di strategie di prezzo e/o di sconti definite per singolo cliente)»;
          alla concentrazione anomala del mercato dell'intermediazione pubblicitaria, si aggiunge che, secondo l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, il settore pubblicitario nazionale è ancora caratterizzato da un'accentuata concentrazione delle risorse in capo al mezzo televisivo ed a pochi operatori ivi operanti. In particolare, «il gruppo Fininvest agisce stabilmente in posizione di assoluta leadership» e «l'elevata concentrazione dell'offerta pubblicitaria in capo a poche concessionarie è idonea a condurre l'intero sistema pubblicitario verso un equilibrio inefficiente» che rischia così «di riverberarsi sull'intero sistema pubblicitario anche in considerazione dei legami sussistenti con i (maggiori) centri media»;
          il mercato pubblicitario pesa per circa il 2 per cento sul prodotto interno lordo e la sua apertura e concorrenzialità, sempre citando la relazione dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, «produce un risultato positivo sull'equilibrio di tutto il sistema economico; viceversa un elevato grado di concentrazione di tale ambito può accompagnarsi ad una significativa concentrazione anche nei mercati che utilizzano la pubblicità come elemento competitivo strategico. Accanto a questi, il settore pubblicitario, rappresentando una considerevole fonte di reddito per tutti i mezzi di comunicazione, sia tradizionali che innovativi, produce effetti sull'intero sistema dell'informazione di un Paese avanzato»;
          nel gennaio 2012, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha ritenuto di non aprire una formale istruttoria in merito ad una denuncia depositata, non ravvisando che il gruppo Wpp detenesse una posizione dominante nei mercati dei servizi di intermediazione pubblicitaria, di ricerca di mercato e di marketing per le comunicazioni, e di non dare così corso ad ulteriori accertamenti nella valutazione dei comportamenti segnalati –:
          quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare al fine di contrastare le posizioni dominanti nel mercato pubblicitario, così come segnalate dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, e le pratiche opache e anticoncorrenziali che distorcono le condizioni di accesso per gli inserzionisti, per gli intermediari e per i proprietari dei mezzi di comunicazione, così pregiudicando, oltre allo sviluppo del settore, anche il pluralismo del sistema dell'informazione. (3-02641)
(5 dicembre 2012)


Intendimenti del Governo in merito alla realizzazione del rigassificatore nell'area di Porto Empedocle e allo sviluppo infrastrutturale dell'intera provincia di Agrigento – 3-02642

      RUVOLO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
          la vicenda del rigassificatore di Porto Empedocle è lo specchio del sistema italiano e dei suoi ritardi;
          sono passati più di otto anni da quando si cominciò a discutere della costruzione del rigassificatore di Porto Empedocle e solo da poco si sono aperti i primi cantieri che dovrebbero sistemare le aree pubbliche adibite all'accoglimento di tale opera;
          secondo le stime effettuate, se mai si dovesse dare l'avvio senza ostacoli a tale opera, ci vorrebbero circa 12 anni per arrivare alla sua realizzazione e la battaglia interpretativa delle norme che dovrebbero consentirne la realizzazione è ancora in corso;
          come è noto, la realizzazione di tale progetto ha avuto pareri contrastanti; resta il fatto, in ogni caso, che una parte della popolazione la attendesse nella speranza di vedere incrementata l'occupazione e lo sviluppo infrastrutturale in un territorio che non può vivere, per quanto importante, dell'esclusiva risorsa del turismo e della valorizzazione e fruizione dei beni culturali, ambientali e paesaggistici;
          in questa situazione appare indispensabile definire un piano di sviluppo dell'intero territorio agrigentino che sia in grado di rilanciare un'area i cui livelli di disoccupazione hanno raggiunto, da troppo tempo, il limite di guardia (oltre il 35 per cento) e ciò può essere fatto solo attraverso un piano articolato che sappia coniugare valorizzazione delle risorse naturali, piani industriali che prevedano la messa in sicurezza delle strutture proposte sul territorio e immediato sviluppo del sistema infrastrutturale –:
          se sia ancora nei piani del Governo, per quanto di competenza, la realizzazione del rigassificatore nell'area di Porto Empedocle e, nel caso, in che tempi si intenda procedere all'avvio programmato dei lavori e, allo stesso tempo, come si intenda procedere alla realizzazione di un piano di sviluppo infrastrutturale dell'intera provincia di Agrigento, che certo non può dipendere esclusivamente dalla realizzazione o meno dell'impianto in oggetto.
(3-02642)
(5 dicembre 2012)


Problematiche riguardanti il progetto di realizzazione di un impianto di rigassificazione in provincia di Trieste – 3-02643

      ROSATO, MARAN, STRIZZOLO, MARIANI, BRAGA, BRATTI, MARGIOTTA, QUARTIANI e GIACHETTI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
          nel 2005 la società Gas natural internacional Sdg s.a. ha presentato istanza per la realizzazione di un impianto di rigassificazione della portata di 8 miliardi di metri cubi annui ubicato nella zona industriale di Trieste, segnatamente nel golfo di Zaule, e a tal fine ha depositato il progetto (progetto A) per l'ottenimento dell'autorizzazione unica prevista dalla legge regionale n.  30 del 2002. Su detto progetto, depositato in sede di istanza, il Governo, con decreto ministeriale 17 luglio 2009, n.  808, ha rilasciato un parere di valutazione di impatto ambientale di compatibilità ambientale, anche se contraddistinto da numerose prescrizioni;
          il 23 settembre 2011 la società Gas natural internacional Sdg s.a. ha chiesto alla regione l'avvio del procedimento di autorizzazione unica, iter precedentemente sospeso in attesa del rilascio del decreto ministeriale di valutazione di impatto ambientale, e il successivo 26 ottobre 2011 la regione medesima ha indetto la conferenza di servizi per la valutazione relativa al progetto definitivo (progetto B). Suddetta conferenza di servizi si è conclusa con l'invio all'azienda istante di una corposa richiesta di integrazioni al progetto, al fine anche del rilascio della autorizzazione integrata ambientale;
          il Consiglio di Stato, con parere n.  3369/2012 del 24 luglio 2012, ha stabilito che non sussiste competenza amministrativa in capo alla regione con riferimento al rilascio delle autorizzazioni uniche alla costruzione ed all'esercizio dei terminali di rigassificazione di Gas natural internacional Sdg s.a.; quindi, alla conferenza di servizi in sede regionale è spettato solo di esprimersi ai fini del rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale;
          la convocazione della conferenza di servizi per il rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale è stata rinviata in attesa che la società completasse la presentazione della documentazione richiesta;
          il comitato tecnico regionale del Friuli Venezia Giulia ha rilevato che la nuova configurazione del deposito presentava differenze significative rispetto a quella presentata nella documentazione esaminata in un primo momento; infatti, la documentazione indicata come «progetto A» ha accompagnato l'istanza di Gas natural internacional Sdg s.a. dall'avvio della prima conferenza di servizi nel 2006 al rilascio dell'autorizzazione ministeriale di valutazione di impatto ambientale, mentre dal 26 ottobre 2011 la stessa è stata accompagnata da un «progetto B», che differisce dal precedente sul quale il Ministero si era espresso. Il «progetto B» è profondamente diverso dal precedente per gli aspetti di posizionamento dei serbatoi rispetto al pontile, di diversa forma e lunghezza, di diverso sistema di attracco e per la formazione di un terrapieno di lunghezza pari all'intero sviluppo lineare di costa di 600 metri;
          il parere positivo di recente rilasciato dal comitato tecnico regionale in ordine alla sicurezza per impianti a rischio rilevante non ha seguito le procedure obbligatorie in materia, le quali evidenziano, nel rispetto della normativa comunitaria, l'obbligo della consultazione popolare, mai intervenuta;
          su detto ultimo progetto, la provincia di Trieste e il comune di Trieste hanno deliberato un parere ampiamente motivato in ordine alle competenze che la legge conferisce loro: parere autorizzatorio in merito a scarichi idrici, emissioni in atmosfera, gestione dei rifiuti e programmazione e sviluppo di area vasta per la provincia, salute e pianificazione urbana e portuale, strade e fognature, edilizia privata, mobilità e traffico, polizia locale e protezione civile per il comune;
          la conferenza di servizi delle direzioni centrali della regione è addivenuta ad un parere favorevole nonostante le criticità, non superate da apposita motivazione, come previsto dalla legge nell'espressione del parere medesimo, manifestate dal servizio caccia, risorse ittiche e biodiversità, che, in quanto relative a competenze di natura ambientale, avrebbero dovuto spostare già in quella sede la competenza sulla determinazione definitiva in capo alla giunta regionale;
          in data 22 novembre 2012, la regione ha convocato la conferenza di servizi in materia di autorizzazione integrata ambientale, durante la quale il responsabile del procedimento ha valutato come immotivati ed inconferenti i pareri della provincia di Trieste e del comune di Trieste e le osservazioni depositate dall'azienda dei servizi sanitari n.  1 – Triestina, ed ha concluso il verbale attribuendo alla conferenza un esito finale positivo all'unanimità, mentre di fatto derivante dal solo voto favorevole del rappresentante della regione;
          agli interroganti risulta, quindi, che la provincia di Trieste e il comune di Trieste abbiano diffidato il responsabile del procedimento dall'adottare l'atto di autorizzazione integrata ambientale regionale, chiedendo, di fatto, in via di autotutela l'annullamento dell'ultima seduta della conferenza di servizi;
          in ordine al medesimo verbale risultano essere presentati due esposti alla competente procura della Repubblica;
          da notizie di stampa è emerso che il 25 novembre 2012 il Ministero dello sviluppo economico ha pubblicato sul sito web l'avvio della procedura di esproprio di 424 particelle catastali dell'area di Zaule rientranti all'interno del demanio portuale (dove il progetto collocherebbe il terminale di rigassificazione) e dell'area che si trova lungo il tracciato dell'elettrodotto interrato, che dovrebbe essere realizzato per allacciare l'impianto alla rete dell'energia elettrica;
          non è chiaro se dette particelle catastali appartenenti a privati siano solo terreni o presentino qualche fabbricato, anche perché l'avviso è stato pubblicato su quotidiani con ridotta diffusione nella provincia di Trieste;
          nel mese di aprile 2012 il Commissario europeo all'ambiente Janez Potocnik ha confermato, anche per il progetto del golfo di Zaule, che le normative europee impongono la consultazione del Paese vicino prima dell'adozione delle autorizzazioni per la realizzazione di opere che abbiano un impatto ambientale transfrontaliero. A tal proposito si ricorda che i Governi che si sono succeduti alla guida della Slovenia hanno manifestato la loro contrarietà al progetto dell'impianto di rigassificazione; contrarietà che, da ultimo, è stata rinnovata dal Primo ministro Jansa al Presidente del Consiglio dei ministri Monti nel vertice bilaterale di Roma del 12 giugno 2012. L'opposizione è stata ribadita anche nel corso della visita nel 2012 del Presidente della Repubblica Napolitano a Lubiana;
          le prassi sulla sicurezza marittima prescrivono normalmente per i rigassificatori a terra l'interdizione della navigazione per un raggio non inferiore a 450 metri da navi gasiere in tutte le sue fasi di attracco, scarico, manovra o salpaggio. La conformazione geografica del golfo di Zaule, del canale navigabile e la vicinanza tra il sito dove dovrebbe sorgere l'impianto di rigassificazione e l'area dove dovrebbero svilupparsi le nuove strutture portuali del porto di Trieste indicano una chiara incompatibilità tra la presenza dell'impianto di rigassificazione e la realizzazione della piattaforma logistica (che ha già ottenuto il via libera dal Cipe), del molo VIII del porto nuovo, della nuova piattaforma ro-ro nel sito ex Aquila e del raddoppio del molo VII, tutte opere previste nel piano regolatore del porto, già assentito dal Consiglio superiore dei lavori pubblici;
          ripetutamente provincia e comune hanno segnalato che la valutazione di impatto ambientale del 2009 andava rifatta, in quanto aveva a base atti che poi Arpa regionale aveva detto che non dovevano prendersi in considerazione in quanto non riferibili al sito interessato, mentre ripetutamente è emersa la necessità di una valutazione di impatto ambientale unica per metanodotto e rigassificatore, nonché di una valutazione ambientale strategica come prescritta dalla normativa europea;
          oltre ai vizi procedurali qui richiamati gli interroganti fanno espresso riferimento a criticità meglio dettagliate nei pareri espressi dagli enti partecipanti alla conferenza di servizi e che sono di dominio del Ministro interrogato;
          al Governo italiano potrebbe risultare che il Governo sloveno abbia cambiato posizione ufficiale in merito alla realizzazione di un impianto di rigassificazione nel golfo di Zaule –:
          se il Governo intenda proseguire con l’iter di esproprio delle particelle catastali indicate nell'avviso – nonostante i vizi procedurali qui comunque richiamati, che evidenziano una procedura assunta, secondo gli interroganti, in palese spregio delle normative nazionali e comunitarie in materia, peraltro già puntualmente rilevate da soggetti diversi sia in sede di giustizia amministrativa che in sede penale – alla luce della possibilità che il progetto di rigassificatore possa recare pregiudizio alle attività nel porto nuovo internazionale di Trieste e, quindi, ne consegua che alcune delle opere cantierabili per lo sviluppo dello scalo (piattaforma logistica, molo VIII, piattaforma ro-ro), di cui alcune già finanziate ed in corso d'appalto, debbano venir meno. (3-02643)
(5 dicembre 2012)


Iniziative volte ad individuare un'idonea sede istituzionale di confronto con le associazioni dei familiari delle vittime della strada, nel contesto delle politiche di prevenzione e contrasto all'incidentalità stradale – 3-02644

      LUNARDI e BALDELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti – Per sapere – premesso che:
          purtroppo la sicurezza stradale, nonostante i progressi conseguiti negli ultimi anni, continua a costituire una delle principali criticità sociali ed economiche per il nostro Paese. Sono, infatti, circa quattromila le persone che ogni anno muoiono sulle nostre strade, più di duecentomila i feriti e quasi ventimila gli invalidi permanenti;
          anche se l'intenso impegno ad oggi profuso ha consentito di raggiungere importanti risultati di miglioramento, l'incidentalità sulle nostre strade determina ancora troppi decessi, troppi feriti, troppo dolore e sofferenza. Le drammatiche conseguenze sanitarie sono, infatti, spesso accompagnate da altrettanto drammatici quanto immediati effetti che si manifestano sulla vita delle vittime e delle loro famiglie;
          è proprio sotto questo profilo che, nell'insieme delle attività legate al tema della sicurezza stradale, riveste particolare importanza, anche per gli aspetti sociali sottesi, il rapporto con le vittime di incidenti e con i loro famigliari, al fine di realizzare un metodo di ascolto, atto, da un lato, a focalizzare idee e strumenti idonei a garantire un supporto sempre più sentito, concreto ed efficace per le persone che hanno avuto un coinvolgimento negli effetti dei fenomeni incidentali, dall'altro, ad assicurare un ritorno diretto finalizzato a proporre, promuovere, indirizzare e sostenere l'eventuale attività regolamentare e normativa necessaria in materia di sicurezza stradale;
          gli ambiti meritevoli di approfondimento in tale contesto sono, fra gli altri: la tutela delle vittime e dei loro famigliari, le problematiche in materia di giustizia e di definizione dei processi, gli aspetti assicurativi e risarcitori connessi con le conseguenze degli incidenti stradali gravi, l'assistenza (psicologica, tecnica, legale ed altro), le discrepanze tra sistema normativo e la sua concreta applicazione, l'individuazione delle criticità e la formulazione di proposte per la loro eliminazione;
          è chiaro che il compito di instaurare il rapporto sopra descritto spetta in primo luogo alle istituzioni, ma spesso viene trascurato, in quanto coinvolge aspetti e problematiche ricadenti nelle competenze di più soggetti (Ministeri della salute, dell'interno, della giustizia, delle infrastrutture e dei trasporti, dello sviluppo economico, regioni) –:
          se il Governo non intenda adottare le opportune iniziative al fine di individuare, nel contesto delle politiche di prevenzione e contrasto all'incidentalità stradale, un'idonea sede istituzionale di confronto e dibattito con le più rappresentative associazioni dei famigliari delle vittime della strada in cui possano essere affrontate le numerose problematiche che affliggono chi è direttamente o indirettamente vittima di incidenti stradali. (3-02644)
(5 dicembre 2012)