XVI LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 7 di mercoledì 21 maggio 2008
Pag. 1PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI
La seduta comincia alle 15.
DONATO LAMORTE, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bindi, Brugger, Buonfiglio, Fallica, Alberto Giorgetti, Giro, Lombardo, Lo Monte, Lucà, Mazzocchi, Menia, Molgora, Scajola, Soro, Stucchi e Vegas sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente trentacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Integrazione nella composizione dell'ufficio di presidenza di un gruppo parlamentare e affidamento dei poteri attribuiti dal Regolamento nell'ambito del medesimo gruppo parlamentare.
PRESIDENTE. Comunico che, con lettera in data odierna, il presidente del gruppo parlamentare Partito Democratico ha reso noto che l'esercizio dei poteri attribuiti, in caso di assenza o impedimento del presidente, secondo quanto previsto dall'articolo 15, comma 2, del Regolamento della Camera, è stato affidato al deputato Marina Sereni, vicepresidente vicario, e ai deputati Erminio Quartiani e Roberto Giachetti, nominati segretari del gruppo.
Cessazione dal mandato parlamentare del deputato Nicola Leanza.
PRESIDENTE. Comunico che in data odierna è pervenuta alla Presidenza la seguente lettera del deputato Leanza:
«Il sottoscritto Leanza Nicola, nato a Maletto (CT) il 27 marzo 1957, deputato nazionale della vigente legislatura, eletto nella circoscrizione XXIV (Sicilia 1) e proclamato deputato il 29 aprile 2008, essendo stato eletto deputato all'Assemblea Regionale Siciliana, con la presente si dimette irrevocabilmente e ad ogni effetto dalla carica di deputato nazionale di questa Camera.
Con ossequi.
Firmato: Nicola Leanza».
Trattandosi di un caso di incompatibilità, la Camera prende atto, a norma dell'articolo 17-bis, comma 2, del Regolamento, di questa comunicazione e della conseguente cessazione del deputato Leanza dal mandato parlamentare.
Avverto che l'accertamento del candidato subentrante, ai fini della sua proclamazione a deputato, sarà effettuato dalla Giunta delle elezioni una volta che questa sarà stata costituita.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 15,08).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sull'ordine dei lavori.
ALESSANDRO MARAN. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO MARAN. Signor Presidente, intervengo molto rapidamente per sollecitare un'informativa urgente del Governo in merito al rapimento, di cui abbiamo appreso dalle agenzie stamani, di due italiani in Somalia, dove si trovavano per conto dell'organizzazione non governativa CINS.
Iolanda Occhipinti e Giuliano Paganini sono stati prelevati vicino Mogadiscio, insieme ad un operatore locale responsabile della sede locale del CINS. I due italiani erano impegnati in un progetto di costruzione di impianti per l'irrigazione in una delle zone della Somalia maggiormente interessate da grave siccità. La situazione non è molto chiara, circolano le voci più disparate, ma la voce più accreditata è quella di un rapimento tradizionale, ovvero per la richiesta di un riscatto.
Le agenzie riportano che è stato stabilito un contatto; ovviamente attendiamo novità positive e, anche in considerazione del fatto che la vicenda somala vede da sempre coinvolto il nostro Paese, la prego di farsi tramite presso il Governo della richiesta del mio gruppo.
FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, intervengo per associarmi alla richiesta che è stata appena presentata, anche se mi permetterà di aggiungere un elemento di sollievo. In effetti dalle ultime notizie che provengono dai vertici del CINS e del CIPSI i nostri due connazionali starebbero bene.
È stato stabilito un contatto: dicono di non aver subito alcuna violenza. Tuttavia è bene che il Governo e la Farnesina informino l'Aula circa quanto rappresentato, perché sappiamo che in Somalia, oltre ad una già difficile situazione, operano - sono stati accertati - campi di addestramento di Al Qaeda.
ANDREA GIBELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, desidero solo ricordare - augurandole sinceramente buon lavoro - che anche in questa legislatura sarebbe opportuno continuare una prassi introdotta ormai da diverse legislature, secondo la quale interventi dei colleghi di questo tipo - cui ci associamo - vengono posti alla fine della discussione. Ciò al fine di considerare, nonostante la gravità e la delicatezza dell'argomento sottolineato (ringraziamo i colleghi per averlo posto alla nostra attenzione), la conclusione dei lavori un buon momento per introdurre questo tipo di argomenti, che ci vedono comunque assolutamente disponibili ad affrontarli. Tutto ciò per far sì che i lavori della Camera possano procedere nel modo in cui abbiamo sempre fatto, in maniera adeguata rispetto al calendario dei lavori, sottolineando - lo dico senza polemica - la necessità di sottoporre comunque all'Assemblea - proprio perché essa ha anche questa responsabilità - argomenti come quelli che i colleghi hanno evidenziato.
PRESIDENTE. Onorevole Gibelli, condivido la sua osservazione, ma credo che da parte sua non ci sia difficoltà a ritenere la richiesta degli onorevoli Maran ed Pag. 3Evangelisti non soltanto opportuna, ma necessitata da una condizione oggettiva (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Il Governo, sollecitato dalla Presidenza della Camera, si è dichiarato disponibile a riferire oggi stesso all'Aula, pertanto alle ore 18 il sottosegretario Mantica riferirà alla Camera sulle notizie in possesso della Farnesina.
ROBERTO ZACCARIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, parlerò in via preliminare del metodo di conversione in legge di questi primi quattro decreti-legge, poiché, come lei sa, frequentemente, nel passaggio da una legislatura all'altra ci si trova, come in una sorta di staffetta, ad esaminare provvedimenti legislativi urgenti (decreti-legge) adottati da un Governo, che vengono approvati in presenza di un nuovo Governo. Questo non è affatto un elemento di novità. Anche nella Commissione speciale che lei ha nominato, avevamo convenuto sostanzialmente, in considerazione della materia trattata in questi quattro decreti (tre più sintetici ed uno un pochino più corposo, perché riguarda la materia comunitaria) e del fatto che erano stati largamente condivisi dal Governo uscente e da quello entrante, di non presentare emendamenti che non fossero strettamente tecnici, necessari e predisposti dai Governi, perché altrimenti si apriva un capitolo che non si sapeva dove poteva portare.
Dunque, qui ve ne sono tre e, tra l'altro, mi sembra che proprio su richiesta del Governo è stata operata una leggera inversione nell'ordine dell'esame dei decreti, in modo da potere essere presente all'esame dell'ultimo decreto, che riguarda la materia comunitaria. Si tratta, quindi, di un patto non scritto, ma abbastanza dichiarato, di non presentare emendamenti. Questo vale per il decreto sulle elezioni, per quello sui trasporti ferroviari regionali e per quello che riguarda la protezione civile, che sono i primi provvedimenti che dovremo esaminare. Peraltro, signor Presidente, già da ieri sera, in sede di Comitato dei nove, sul decreto in materia comunitaria - che possiamo chiamare «salva infrazioni» e per questo è stato adottato un decreto-legge - sono cominciati a spuntare una serie di emendamenti fuori dalle righe e dall'accordo.
Alle ore 8 di ieri sera, il Governo, non con un'intesa con il Governo precedente, ha presentato un emendamento sulla materia televisiva, che, come lei sa, è estremamente delicata e sensibile, concernente le frequenze e la pubblicità. Quell'emendamento è giunto totalmente a sorpresa, cioè non faceva parte della logica di questo decreto e non era in questo itinerario.
È un dato di cronaca, ma che non è inutile per far capire la vicenda: stamattina alle ore 11, non in una sede parlamentare, ma da Cannes, il presidente Confalonieri ha dichiarato che era stato presentato qualcosa in Parlamento per correggere un'impostazione sbagliata del Ministro Gentiloni.
Tutto ciò non rappresenta niente di strano, succede nel dibattito politico e siamo abituati a vedere protagonisti delle imprese che in qualche modo prendono posizione sui lavori parlamentari; il problema è un altro. Noi abbiamo una tradizione: i decreti-legge non sono gli strumenti per esaminare la materia televisiva che richiede approfondimento. Naturalmente esiste una maggioranza e un'opposizione e le scelte non si contestano. Si contesta il fatto che si voglia aggiungere un «vagone» e poi un altro che riguarda le autostrade, grazie al quale la società Autostrade avrebbe una corsia preferenziale e non dovrebbe passare più attraverso il CIPE per completare la procedura per le concessioni. Non vorrei che ci avventurassimo in uno schema tipo «mille proroghe» dove si aggiunge di tutto e di più.
La richiesta è rivolta, naturalmente, in primo luogo a lei che pronuncerà le inammissibilità che, può darsi, potrebbero colpire alcuni di questi emendamenti. Al di là di questo, però, non possiamo accettare la rottura di un metodo che tradizionalmente Pag. 4si ripete: si approvano insieme provvedimenti che riguardano le due amministrazioni e le questioni più delicate sono rinviate ad altri appuntamenti. L'emendamento sulle televisioni potrà essere inserito nella legge comunitaria che tra un mese verrà presentata, che non sarà un decreto-legge e sulla quale non bisognerà decidere in maniera frenetica. In caso contrario, credo che noi approveremo, per rispetto dei Governi che li hanno sostenuti, i primi tre decreti-legge ma sul quarto vi sarà un'opposizione molto dura.
MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, effettivamente ieri ci è stata chiesta per le vie brevi una disponibilità a calendarizzare l'ordine di esame di questi decreti-legge consentendo al Governo di mettere in coda quello in tema di attuazione di obblighi comunitari perché, come è noto, il Governo è impegnato nel Consiglio dei ministri a Napoli. Da parte nostra non abbiamo avuto difficoltà ad accedere a questa richiesta in termini di correttezza e di fair play parlamentare. Scoprire poi che il Governo introduce alcuni emendamenti, obiettivamente pesanti per la materia a cui attengono, in un iter che viceversa doveva svolgersi senza intoppi, in modo quasi rituale, con un atteggiamento di comprensione e di accondiscendenza da parte dell'opposizione - mi riferisco a chi come noi era all'opposizione del precedente Governo ed è all'opposizione a questo Governo - francamente ci lascia interdetti. Riservando ovviamente una valutazione finale all'esito delle decisioni che la Presidenza riterrà di assumere in merito sulla ammissibilità, anticipo che anche da parte del gruppo dell'UdC, se questi emendamenti venissero sottoposti all'Assemblea, certamente non potrebbe darsi per scontato su questo decreto-legge l'atteggiamento di fair play che avevamo anticipato e che abbiamo dimostrato sui precedenti decreti (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo per associarmi a quanto è stato fin qui dichiarato dai colleghi che sono appena intervenuti e anche per affermare che è vero che noi pure avevamo presentato un emendamento sulla questione delle frequenze televisive, ma si trattava di un emendamento con il quale chiedevamo il rispetto di una sentenza della Corte costituzionale di questo Paese. Ciò che è stato presentato questa mattina - sulla cui ammissibilità penso che tra un po' avremo dei lumi - è un tentativo di stracciare la sentenza della Corte costituzionale, che è cosa ben diversa (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)! Alla luce di ciò, anche noi, qualora si dovesse arrivare in queste condizioni su quel decreto-legge non possiamo che immaginare un'opposizione molto dura (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zorzato, presidente della Commissione speciale per l'esame dei disegni di legge di conversione di decreti-legge. Ne ha facoltà.
MARINO ZORZATO. Signor Presidente, colleghi, non vorrei che - visti i lavori svolti in Commissione, che peraltro hanno avuto un esito abbastanza tranquillo - aprissimo in Assemblea una discussione su un argomento che in Commissione, per accordo tra le parti, non è stato affrontato.
Vi era un accordo in Commissione e abbiamo esaminato e dato parere favorevole a tre dei quattro decreti-legge «a scavalco» tra le due amministrazioni; abbiamo convenuto in Commissione di non affrontare l'esame del quarto decreto, quindi non ne abbiamo nemmeno iniziata la valutazione, proprio in attesa che la Pag. 5Presidenza della Camera si pronunciasse sulle ammissibilità, per non fare discussioni forse parzialmente inutili, proprio come quella che sta iniziando.
Rivolgo soltanto un'osservazione al collega Zaccaria: vi era un accordo bipartisan in Commissione per il quale tutti gli emendamenti parlamentari, quindi anche quelli presentati in Commissione, non avrebbero avuto il nostro parere favorevole, perché ritenevamo che il provvedimento «a scavalco» dovesse essere di chiara indicazione governativa; ciò non riguardava gli eventuali emendamenti governativi, che già erano, in parte, agli atti della Commissione e che affronteremo nel prossimo Comitato dei nove, dopo i lavori dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Ringrazio gli onorevoli Zaccaria, Vietti, Borghesi e il presidente Zorzato. È evidente, onorevoli colleghi, che il Presidente non può e non vuole interloquire in alcun modo qualora intercorrano accordi politici in Commissione o in Aula, ed è altresì evidente ai colleghi che quello di presentare emendamenti è un potere che viene esplicitamente attribuito all'iniziativa di ogni singolo parlamentare e all'iniziativa del Governo.
Va da sé che anche da parte della Presidenza, in questa circostanza, come nel passato, l'esame circa l'ammissibilità degli emendamenti si svolgerà con la doverosa attenzione e con lo scrupolo che è indispensabile avere nello stesso momento in cui si è chiamati ad assumere una decisione e che le motivazioni circa la ammissibilità o inammissibilità degli emendamenti presentati in occasione dell'esame di disegni di legge di conversione saranno rese note nello stesso momento in cui la Presidenza comunicherà le sue decisioni.
Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 1o aprile 2008, n. 49, recante misure urgenti volte ad assicurare la segretezza della espressione del voto nelle consultazioni elettorali e referendarie (A.C. 5) (ore 15,25).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 1o aprile 2008, n. 49, recante misure urgenti volte ad assicurare la segretezza della espressione del voto nelle consultazioni elettorali e referendarie.
Ricordo che nella seduta del 20 maggio si è conclusa la discussione sulle linee generali ed ha avuto luogo la replica del relatore mentre il Governo vi ha rinunciato.
(Esame dell'articolo unico - A.C. 5).
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A - A.C. 5).
Avverto che non sono state presentate proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge né all'articolo unico del disegno di legge di conversione.
Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, si procederà direttamente alla votazione finale.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 5).
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo semplicemente per riferirmi all'intervento già svolto in discussione sulle linee generali dal collega Costantini, e per dire che noi riteniamo quanto mai opportuno un intervento volto a garantire la segretezza del voto. L'unica riserva che possiamo esprimere è che, una volta che si stabilisca una norma come questa, bisogna anche essere in grado poi di renderla efficace. Quindi occorre effettivamente attuare il principio per cui chi va a votare non porti con sé lo strumento di cui parliamo, che è in grado di rilevare, fotografare o filmare quello che l'elettore sta facendo.
Ed è evidente che la semplice sanzione, per quanto grave possa apparire o per quanto grave possa essere, non garantisce Pag. 6minimamente che poi effettivamente il reato non venga compiuto. Tant'è che, com'è noto, anche durante le elezioni, si sono manifestate situazioni nelle quali è emerso che qualcuno ha introdotto all'interno delle cabine elettorali, magari involontariamente, quei mezzi.
Dunque, credo che il problema dovrà essere rimandato, poiché quest'Aula dovrà occuparsi a breve anche di legge elettorale e, probabilmente, quella sarà la sede più opportuna per rendere effettivo tale principio.
Per il momento ribadisco l'espressione del voto favorevole dell'Italia dei Valori sulla conversione in legge del decreto-legge in esame. Voteremo «sì» alla conversione in legge del decreto-legge.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciccanti. Ne ha facoltà.
AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, l'UdC voterà a favore del disegno di legge di conversione del decreto-legge 1o aprile 2008, n. 49, recante misure urgenti volte a garantire la segretezza del voto nelle consultazioni referendarie ed elettorali.
Il provvedimento, a nostro avviso, non solo ha i requisiti di necessità ed urgenza, ma è anche opportuno nel merito. Si è discusso, infatti, sulla legittimità da parte del Governo di intervenire con un decreto-legge in materia elettorale. Riteniamo che la materia sia alquanto delicata, perché si tratta di stabilire il confine tra l'espressione del voto, come forma di libertà democratica, e come il voto possa esprimersi tecnicamente. Tant'è vero questo aspetto strumentale e tecnico quanto più si rileva il fatto che la questione era già stata trattata dal Ministero dell'interno con diverse circolari tendenti a disciplinare la segretezza del voto.
Questo decreto-legge, approvato dal Governo prima delle elezioni politiche, introduce anche la sanzione penale per dare più forza alla disciplina che garantisce la segretezza del voto. Sappiamo che nel passato vi sono stati fenomeni che hanno violato tale segretezza, attraverso l'uso di tecnologie di riproduzione dell'immagine utilizzate nella cabina elettorale.
Tale circostanza adesso non potrà più ripetersi, se non a pena di sanzioni penali. È una conquista democratica contro il voto di scambio che l'UdC sostiene e condivide.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, il decreto-legge al nostro esame, che abbiamo affrontato sia in Commissione speciale, presieduta dal presidente Zorzato, sia ieri nella discussione sulle linee generali, è stato emanato dal precedente Governo Prodi, sottoscritto anche dal Ministro dell'interno, Giuliano Amato, e dal Guardasigilli Scotti.
Si tratta, come abbiamo visto, di un decreto che interviene sulla materia della tutela della segretezza del voto. Pertanto, si tratta di una materia sulla quale è prevista una riserva nazionale e non confligge affatto con il dispositivo dell'articolo 117 della Costituzione.
Evidentemente la necessità di prevenire e sanzionare alcune pratiche, in qualche modo propedeutiche al voto di scambio, ha imposto al Governo precedente l'emanazione di questo decreto-legge.
Si possono ravvisare i requisiti di necessità ed urgenza, proprio perché il decreto-legge è stato emanato in data 4 aprile, vale a dire nell'imminenza delle elezioni politiche nazionali, e vi è la necessità di conversione per far salvi gli effetti del decreto-legge stesso sulla normativa vigente, proprio perché possono esservi stati - certamente vi sono stati - casi di denunce e di irregolarità a seguito dell'introduzione di dispositivi fotografici o di fotocamere attraverso apparecchi cellulari o di fotocamere tout court all'interno delle cabine elettorali.
In questo senso, non convertire il decreto-legge in esame comporterebbe, ovviamente, la decadenza di tali procedimenti, Pag. 7ai sensi dell'articolo 77 della Costituzione.
La normativa in esame era già stata anticipata da una circolare del Ministero dell'interno che si riferisce proprio a tale materia; il decreto-legge istituisce implicitamente il registro, sul quale il presidente del seggio ha facoltà e dovere di annotare il deposito degli apparecchi cellulari o fotografici.
Crediamo anche che sia congrua la riflessione formulata dall'onorevole Zaccaria, in ordine alla costituzionalità del decreto-legge in esame, giacché esso, pur riguardando in senso lato la materia elettorale, non interviene sulla ripartizione dei seggi in base ai voti, ma interviene, in senso molto ampio, in una materia elettorale, disciplinando i comportamenti, le facoltà e gli obblighi dei presidenti di seggio, così da integrare, per così dire, il testo unico sulle leggi elettorali, in relazione alla figura del presidente di seggio come pubblico ufficiale, ai suoi doveri ed ai suoi adempimenti.
Quindi, in tal senso, riteniamo che le riflessioni svolte ieri dal collega Zaccaria siano fondate; peraltro, nel corso della discussione sulle linee generali è intervenuto anche il collega Costantini che rilevava che, probabilmente, vi sarebbero modi forse più moderni per garantire la trasparenza del voto; tuttavia, noi crediamo che, con l'attuale legge elettorale e con l'attuale metodo di votazione (quindi col metodo cartaceo e con l'espressione del voto a matita) si tratti di un atto dovuto. È una disposizione che serve a prevenire eventuali abusi e reati collegati al voto di scambio e, in particolare, alla pratica secondo la quale, chi vota, fotografa la propria scheda e poi mostra, come prova del voto espresso, la scheda fotografata.
È ovvio che si potrebbero formulare diverse riflessioni - così come in parte è stato accennato nel corso della discussione sulle linee generali - in ordine alla quantità di schede relative ad alcune parti d'Italia, con riferimento alle quali, poiché vi era la sovrapposizione tra elezioni politiche ed elezioni amministrative (ad esempio a Roma vi erano cinque schede elettorali), sono state riscontrate diverse difficoltà. Si tratta, tuttavia, di una questione che va trattata a parte, così come certamente va trattato a parte un altro capitolo, ossia quello dei possibili errori in ordine alla grandezza o meno dei simboli delle schede ed al loro abbinamento.
Riteniamo comunque che quello della rapida conversione in legge del presente decreto-legge sia un atto doveroso e dovuto, e riteniamo che sia opportuno approvarlo senza modifiche e senza emendamenti.
Ringrazio i colleghi della Commissione, a partire dal presidente Zorzato, l'intero Comitato dei nove, che hanno sostenuto, con riferimento al provvedimento in esame, un percorso facile ed agevole. Mi auguro che si riesca ad approvare presto, entro la scadenza del termine, il disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame anche nell'altra Camera.
Per questo motivo, preannunzio il voto favorevole del gruppo Popolo della Libertà.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccaria. Ne ha facoltà.
ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, quello in esame è il primo dei tre decreti-legge che non hanno subito modifiche, poiché non sono stati presentati emendamenti. Si tratta di decreti-legge - come ho specificato nel corso di un altro intervento - che appartengono ad una categoria delicata e di passaggio tra due Governi, tra due amministrazioni.
Il fatto che non siano state presentate proposte emendative testimonia che sul decreto-legge al nostro esame è stata mantenuta un'impostazione - un patto di chiarezza tra la maggioranza e l'opposizione - che, per tali motivi, porta il Partito Democratico (che io rappresento in questo momento) ad esprimere il proprio voto favorevole.
Esprimeremo, quindi, un voto favorevole, anche se abbiamo sottolineato - e credo sia opportuno richiamare ciò in questa sede - che un decreto-legge in Pag. 8materia elettorale è uno strumento normativo che va guardato con grande attenzione. Abbiamo richiamato i precedenti del Comitato per la legislazione, il quale, costantemente, ha considerato l'intervento in forma di decreto-legge in materia elettorale con viva attenzione.
Come sapete, infatti, non è la Costituzione, ma è la legge n. 400 del 1988 che pone il divieto di trattare, con lo strumento del decreto-legge, la materia elettorale. Pertanto, abbiamo voluto precisare che questo decreto-legge interviene in materia elettorale, ma non riguarda la parte centrale della stessa (ossia, quella che va sotto il nome di trasformazione dei voti in seggi, dove non si potrebbe mai intervenire mediante decreto-legge); esso riguarda, invece, un aspetto di contorno - procedure e organizzazione - e vi sono molti precedenti in questa materia. Tuttavia, nonostante i precedenti, invito questa Camera e la Presidenza a sorvegliare con attenzione che non vi sia un uso eccessivo dello strumento del decreto-legge in questa materia. Su ciò, ritengo che - almeno per quello che abbiamo ascoltato in questo contesto - gli impegni siano stati presi in misura rilevante e decisa.
È anche delicato il profilo che tocca l'articolo 122 della Costituzione - la competenza Stato-regioni - perché in questo caso, attraverso un principio di portata generale, si detta una norma che riguarda ogni tipo di elezione. In realtà, l'articolo 122 della Costituzione sembra riservare alle regioni una potestà piena per quanto riguarda la disciplina del sistema elettorale: si è argomentato ciò e mi sembra convincente. Tuttavia, anche in questo caso, è bene aver chiari i principi che desideriamo sottolineare, perché si tratta di un valore fondamentale: adottare una norma penale relativa all'utilizzazione dei telefoni cellulari come possibili strumenti di riproduzione fotografica è un elemento che non può riguardare solo lo Stato o l'Europa, e non le regioni, ma dev'essere uniforme sul territorio nazionale.
Abbiamo sorvegliato anche l'omogeneità del contenuto. Si tratta di un altro valore sul quale credo che i colleghi debbano riflettere: ogni volta che viene presentato un decreto-legge, dovrebbero essere presenti sia la necessità e l'urgenza, sia l'omogeneità di contenuto. Infatti, volendo trovare una connessione, sarebbe stato molto facile agganciare la materia televisiva anche ad un telefonino: si sarebbe potuto dire che un telefonino, ormai, ha anche la capacità di essere un ricettore televisivo e, magari, formulare, a tal riguardo, proposte emendative che sono state presentate altrove. Ciò non è successo. Pertanto, il motivo del rispetto del patto per cui non sono state presentate proposte emendative, è che, pur trattandosi di un decreto-legge delicato, lo abbiamo ritenuto giustificato nei suoi presupposti costituzionali. Pertanto - ripeto - in questo caso il patto è stato mantenuto e sul disegno di legge di conversione del decreto-legge vi sarà il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi del deputato Baldelli).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luciano Dussin. Ne ha facoltà.
LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente, anche noi esprimeremo voto favorevole sul disegno di legge di conversione del decreto-legge recante misure urgenti volte ad assicurare la segretezza dell'espressione del voto nelle consultazioni elettorali e referendarie.
Il voto del gruppo della Lega Nord Padania sarà favorevole perché il provvedimento al nostro esame è volto a ridurre i rischi di condizionamento e di controllo inerenti alle pratiche del voto di scambio e ad impedire l'introduzione di dispositivi telefonici con apparecchiature fotografiche all'interno delle cabine elettorali.
In tal senso esso dà disposizioni ai presidenti di seggio ed istituisce implicitamente un registro sul quale devono essere annotati la consegna temporanea delle apparecchiature da parte degli elettori, le quali vengono tenute in cura dai presidenti di seggio. Il provvedimento reca, tra l'altro, disposizioni, sia di carattere penale, sia di carattere procedurale in materia elettorale Pag. 9e fa seguito ad una circolare del Ministero dell'Interno che, in qualche modo, già disciplinava questo genere di pratiche con una normativa di prevenzione relativa al voto di scambio.
Circa l'ambito di applicazione della normativa essa intende estendersi alle consultazioni elettorali in genere, sia nazionali sia locali, e alle consultazioni referendarie nazionali e locali.
La finalità perseguita dal decreto-legge è quella pienamente condivisibile di rafforzare le misure a tutela della segretezza del voto messa obiettivamente a rischio dall'evoluzione delle moderne tecnologie.
Un'altra finalità, per certi versi ancora più importante, è evidentemente quella di contrastare le condotte strumentali alla commissione di reati elettorali, meglio conosciuti con la denominazione di voto di scambio. Per tali motivi dichiaro il voto favorevole del gruppo della Lega Nord Padania (Applausi del deputato Baldelli).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciccioli. Ne ha facoltà.
CARLO CICCIOLI. Signor Presidente l'oggetto del decreto-legge al nostro esame è quello di assicurare la segretezza dell'espressione di voto; quindi, oggettivamente, è non solo qualcosa a cui si aderisce, ma è un fondamentale della democrazia.
Nuove tecnologie portano ovviamente a nuovi trucchi; quindi, se in passato il controllo dei voti avveniva attraverso l'incrocio delle preferenze o la sequenza delle preferenze stesse e l'inversione dei nomi, oggi le nuove tecnologie portano ad un controllo dei voti attraverso l'uso delle stesse. È quindi evidente che telefonini, fissatori di immagini, apparecchi fotografici o quant'altro, possano diventare lo strumento per rendere il voto non più segreto e di conseguenza impedire la riservatezza delle scelte stesse.
Il decreto-legge al nostro esame, così com'è designato dal punto di vista tecnico, appare perfetto. Esiste, però, un dato che suscita alcune perplessità ed è quello legato al fatto che il presidente della sezione elettorale, all'atto della presentazione del documento, invita l'elettore stesso a depositare le apparecchiature. Può capitare che le persone dicano di non averne e quindi sostanzialmente possono entrare in cabina elettorale con le apparecchiature stesse, in quanto non è prevista, ovviamente, alcuna ulteriore verifica o controllo.
È evidente che l'impostazione generale del decreto-legge, che ovviamente ha avuto la sua prima applicazione in occasione delle ultime elezioni, è nello spirito della condotta civile delle persone e quindi del corretto uso del voto e di tutte le verifiche del voto stesso. Mi sento di sottolineare, però, che nelle zone d'ombra del Paese, in eventuali zone in cui la legge trova spazi di non applicazione, è evidente che la mancanza, all'interno del provvedimento, di indicazioni al presidente di seggio per quanto riguarda la verifica del possesso o meno delle apparecchiature, costituisce una lacuna del provvedimento.
Da questo punto di vista mi sento di dire, però, che oggettivamente l'applicazione del decreto-legge nelle ultime elezioni e nei relativi ballottaggi non ha portato a segnalazioni di rilievo.
Per quanto fino ad oggi mi è dato di sapere, la rispondenza del decreto-legge alle necessità ed alla sua applicazione si è rivelata giusta. Non posso, pertanto, far altro che sottolineare il voto favorevole, nella speranza che non si debba tornare sulla materia con un ulteriore provvedimento, per far sì che i presidenti dell'ufficio elettorale abbiano più capacità di verifica riguardo al fatto che le disposizioni che devono far applicare lo siano veramente o se invece vengano in qualche modo eluse (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gioacchino Alfano. Ne ha facoltà.
GIOACCHINO ALFANO. Signor Presidente, un decreto che stabilisce il divieto di uno strumento che può rendere riconoscibile l'espressione di voto è preoccupante, Pag. 10perché dovremmo, in tutte le fasi delle consultazioni elettorali, a tutti i livelli, garantire la segretezza del voto. Paradossalmente, intervenire sul rischio che sia resa pubblica l'espressione stessa del voto, può creare problemi nell'organizzazione dell'attività elettorale.
In questa fase, in cui abbiamo più tempo per approfondire un decreto che in Commissione è stato licenziato molto velocemente - proprio perché era stato stabilito che i decreti a cavallo tra le due legislature non sarebbero stati emendati - abbiamo l'occasione per lasciare un segno.
Ritengo, in primo luogo, che il Governo in carica dovrà affrontare la difficoltà di difendere gli elettori nella fase di espressione del voto, da quando partono da casa a quando arrivano alle urne. Bisognerebbe - sono sicuro che questo succederà - accelerare l'introduzione di strumenti moderni nell'espressione del voto, senza menzionare - ferma restando la conversione di questo provvedimento d'urgenza - comportamenti nell'ambito dell'attività di voto che poi vengono vietati, perché chi ha fatto politica in sede locale, in assemblee diverse da quelle parlamentari, sa bene che, spesso, un divieto può spingere all'organizzazione: vale a dire, il divieto di un'attività che viene svolta da poche persone, una volta introdotto, diventa anche un modo per metterla in pratica.
Spero, quindi, che il Governo si incammini verso questa soluzione. Dal momento che il decreto è stato presentato dal Governo uscente, credo che questo sarà uno dei tanti provvedimenti che vedranno l'unanimità in Aula.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 5)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di conversione n. 5, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Conversione in legge del decreto-legge 1o aprile 2008, n. 49, recante misure urgenti volte ad assicurare la segretezza della espressione del voto nelle consultazioni elettorali e referendarie» (5):
Presenti 408
Votanti 405
Astenuti 3
Maggioranza 203
Hanno votato sì 403
Hanno votato no 2
(La Camera approva - Vedi votazionia
).
Prendo atto che i deputati Sarubbi, Peluffo, De Girolamo, Pionati, Paladini, Zamparutti, Nizzi, Cera, Messina, Touadi, Marchioni, Benamati, Tortoli, Di Caterina, Nicolucci, Abrignani, Villecco Calipari, Bratti, Aprea, Rota, Dal Lago, Del Tenno, Mottola, Torazzi, Volpi, Colombo, Paglia, Repetti, Traversa, Garavini, Mogherini Rebesani, Fedriga, Nicola Molteni, Follegot, Dima, Poli, Petrenga, Savino, Stasi, Cazzola, Distaso, Rubinato, Zampa, Monai, Colaninno e Montagnoli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Prendo altresì atto che la deputata Livia Turco ha segnalato di essersi erroneamente astenuta mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 8 aprile 2008, n. 60, recante disposizioni finanziarie urgenti in materia di trasporti ferroviari regionali (A.C. 7) (ore 15,48).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 8 aprile 2008, n. 60, recante disposizioni finanziarie urgenti in materia di trasporti ferroviari regionali.Pag. 11
Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione sulle linee generali e ha avuto luogo la replica del relatore, mentre il Governo vi ha rinunciato.
(Esame dell'articolo unico - A.C. 7)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A - A.C. 7).
Avverto che non sono state presentate proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge né all'articolo unico del disegno di legge di conversione.
Avverto inoltre che, consistendo il disegno di legge in un solo articolo, si procederà direttamente alla votazione finale, dopo l'esame degli ordini del giorno.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 7)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 7).
Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
LUIGI CASERO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno D'Ippolito Vitale n. 9/7/1, Lovelli n. 9/7/2 e Gibelli n. 9/7/3.
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, il Governo, come avete inteso, accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno D'Ippolito Vitale n. 9/7/1, Lovelli n. 9/7/2 e Gibelli n. 9/7/3.
Prendo atto che i presentatori di tali ordini del giorno non insistono per la votazione.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 7)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, anche in questo caso mi richiamo all'intervento più ampio svolto dal collega Misiti in sede di discussione generale, solo per rivendicare al precedente Governo e alla precedente maggioranza il fatto di avere finalmente riformato, con l'ultima legge finanziaria, il trasporto pubblico locale, sostituendo il sistema dei trasferimenti erariali alle regioni con un'attribuzione alle regioni di risorse proprie attraverso la compartecipazione al gettito dell'accisa sul gasolio per autotrazione erogato in ciascuna regione.
Dunque, la legge finanziaria per il 2008, concedendo autonomia finanziaria alle regioni a statuto ordinario in relazione al finanziamento del trasporto pubblico locale, ha completato la riforma Bassanini del 1997. Siamo quindi favorevoli alla conversione del decreto-legge in esame.
Resta una raccomandazione che non abbiamo estrinsecato in un ordine del giorno, ma che vorrei rimanesse agli atti. La copertura finanziaria del decreto in esame è stata attuata ricorrendo a capitoli di bilancio da cui si prelevano risorse ingenti - 80 milioni - e che riguardano ministeri chiave, come ad esempio il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca. La raccomandazione è che vi sia una reintegrazione di questi capitoli, in modo da non far venir meno le azioni che erano state progettate grazie a quella copertura finanziaria. Ciò detto, confermo il voto favorevole sul provvedimento da parte del gruppo Italia dei Valori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Formisano. Ne ha facoltà.
ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, a proposito del merito e del contenuto del decreto in esame mi sono soffermata in particolare su un aspetto, che mi sta, e che ci sta molto a cuore. Mi riferisco alla questione dei trasporti, e Pag. 12soprattutto alla questione del trasporto dei pendolari, perché credo che uno dei biglietti da visita di un Paese sia anche la qualità dei mezzi di trasporto. Dunque, signor Presidente, mi auguro che partendo da questo decreto si possa immaginare un Paese in cui il pendolarismo non sia più quello di cui parlano i quotidiani, organizzato in comitati che si lamentano, giustamente, dello stato dei nostri mezzi di trasporto.
Quando si pensa ai nostri mezzi di trasporto, si pensa purtroppo spesso a carrozze sporche, a treni freddi d'inverno e caldissimi d'estate, a servizi igienici fatiscenti: tutti elementi che ovviamente non aiutano chi è costretto ad utilizzare i mezzi di trasporto soprattutto per motivi di lavoro. Ecco perché, in questa fase, non possiamo non sottolineare che ci aspettiamo dal Governo provvedimenti idonei a far sì che anche nel nostro Paese, quando si parla di trasporti, si parli di trasporti in linea con quelli europei. Del resto, basta pensare a Paesi assai vicini a noi, come la Spagna, nei quali addirittura se il treno ritarda di cinque o dieci minuti vi è un rimborso integrale del biglietto, per capire che siamo davvero indietro su questo profilo.
Signor Presidente, vogliamo dunque rivolgere al Governo un invito ad essere costantemente attento agli standard qualitativi del trasporto nel nostro Paese (tale esigenza è stata sottolineata dal relatore, sia Commissione sia in Aula). Infatti il cittadino è disposto a pagare, se ha un servizio adeguato a quanto si paga: i nostri trasporti, invece, non sono purtroppo adeguati a tali aspettative, come emerge ogni giorno anche dalle denunce da parte dei comitati organizzati di pendolari. Tutto questo non fa bene non solo al cittadino utente, ma neppure al nostro sistema Paese.
Tornando dunque al decreto-legge al nostro esame, che autorizza una spesa di 80 milioni di euro per il 2008 al fine di garantire - nelle more della stipula dei nuovi contratti di servizio - la prosecuzione degli attuali servizi di trasporto in concessione a Trenitalia, occorre segnalare che la relazione tecnica non fornisce le ipotesi ed i parametri posti alla base della quantificazione degli oneri relativi alla corresponsione a Trenitalia delle somme necessarie per la prosecuzione dei servizi ferroviari regionali. Né risulta chiaro - e questo ci preoccupa - quanta parte del fabbisogno 2008 tale finanziamento aggiuntivo valga a soddisfare. Nella relazione di accompagnamento al provvedimento si fa infatti testualmente riferimento ai primi mesi del 2008: ora, quando si parla di primi mesi, si intendono due, tre, quattro, cinque o quanti mesi? Dunque, quanto alla copertura dell'onere, cui si provvede mediante corrispondente riduzione del fondo per interventi strutturali di politica economica come integrato dal decreto cosiddetto «mille proroghe», riteniamo che sarebbe quanto mai opportuno in questa fase verificare l'effettiva disponibilità del fondo, e ci aspettiamo che il rappresentante del Governo ci fornisca rassicurazioni in merito.
Per tutte queste ragioni, preannuncio l'astensione del gruppo dell'UdC su questo provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lovelli. Ne ha facoltà.
MARIO LOVELLI. Signor Presidente, il gruppo del Partito Democratico voterà a favore di questo provvedimento, come già abbiamo avuto occasione di anticipare nel corso della discussione sulle linee generali. Stiamo infatti esaminando un provvedimento ponte che ci deve condurre ad una regolamentazione definitiva, che non solo riguarda - com'è naturale - l'esercizio finanziario in corso, ma guarda al 2010, come previsto dalla legge finanziaria per quest'anno. Tale legge ha garantito le risorse necessarie per il trasporto pubblico locale e per il trasporto ferroviario, ed ha previsto che, a partire dal 2011, entri a regime un sistema di funzionamento e di finanziamento del servizio ferroviario regionale simile a quello già deciso in modo strutturale per il trasporto pubblico locale automobilistico, vale a dire attraverso la compartecipazione alle accise sul gasolio.Pag. 13
Naturalmente questo provvedimento deve essere oggi approvato - perché urgente ed indispensabile per garantire i servizi -, ma deve costituire un punto di partenza, perché per quanto riguarda il sistema del trasporto pubblico locale regolamentato dal decreto legislativo n. 422 del 1997 stiamo naturalmente parlando di un servizio che interessa milioni di persone, in particolare utenti pendolari, e che si propone anche di cooperare per raggiungere gli obiettivi di carattere ambientale posti dall'Unione europea, e cioè l'obiettivo di raggiungere - attraverso una mobilità che si sposta dalla gomma al ferro - il 20 per cento in meno di emissioni di gas serra entro il 2020.
Di qui dobbiamo quindi partire per un impegno di legislatura. Voglio ricordare che alla fine della legislatura precedente fu approvato il contratto di programma 2007-2011 tra lo Stato e Rete ferroviaria italiana, che ha previsto un programma complesso di investimenti sulle reti, sugli impianti e sul materiale rotabile.
Avevamo alla nostra attenzione il piano industriale delle Ferrovie dello Stato, che è stato presentato ma mai formalmente approvato e che contiene alcuni aspetti critici che incidono anche sull'argomento alla nostra attenzione. Mi riferisco, in particolare, al piano delle stazioni ferroviarie e al piano delle biglietterie, che così com'è formulato oggi suscita in alcune realtà preoccupazioni ed incide soprattutto, ancora, sul servizio per i pendolari; mi riferisco, in particolare, ai problemi di riassetto del gruppo Ferrovie dello Stato, su cui il precedente Governo era particolarmente impegnato.
Voglio ricordare che in sede di approvazione del decreto «milleproroghe» fu procrastinato alla fine di quest'anno l'avvio, sostanzialmente, del processo di liberalizzazione del trasporto passeggeri (non dimentichiamoci che è di questi giorni anche un intervento della Corte dei conti sui bilanci 2005 e 2006 delle Ferrovie dello Stato, che richiede un'attenzione particolare). Ritengo quindi che dobbiamo dedicare al problema delle ferrovie un intervento di legislatura molto significativo, che parta dall'esigenza intanto di individuare il perimetro del servizio universale garantito dai finanziamenti dello Stato: questo è un passaggio essenziale non solo per il servizio di trasporto ferroviario regionale, ma in generale per il servizio di trasporto ferroviario anche interregionale oggi coperto da contratti di servizio con Trenitalia.
In conclusione, tali considerazioni erano contenute anche nell'ordine del giorno da me presentato con altri colleghi del gruppo, che il Governo ha comunicato di voler accogliere come raccomandazione, ma voglio ripartire di lì perché, se il Governo ha voluto accogliere tale ordine del giorno come raccomandazione e noi non ne abbiamo chiesto la votazione, riteniamo comunque che l'impegno debba essere immediato e serio e che, se assunto in quest'Aula, debba avere un seguito appunto immediato.
Pertanto, il provvedimento che ci accingiamo ad approvare è dovuto ma occorre andare rapidamente oltre, dando corso al tavolo tecnico interministeriale, già insediato, che deve affrontare la materia, aprendo poi un confronto con le regioni, che nella materia in esame dispongono di competenza primaria e concorrente e intervenendo perché vi sia la garanzia del finanziamento di tale servizio per il periodo 2008-2010, come già individuato dalla legge finanziaria per il 2008.
Infine, poiché nella stessa legge finanziaria veniva individuato il 2011 come anno di riferimento per introdurre a regime il sistema di finanziamento del trasporto regionale ferroviario, è indispensabile che si proceda sollecitamente in tale direzione e nel frattempo si faccia in modo che il livello, la qualità, lo standard qualitativo dei servizi ferroviari resi, in particolare, nei confronti degli utenti pendolari, non risentano di penalizzazioni, ma siano pienamente salvaguardati nell'interesse dei nostri cittadini che sono gli utenti di tali servizi.
Pertanto, su queste basi preannunzio nuovamente il voto favorevole del Partito Democratico e chiedo al Governo di assumersi un immediato impegno a confrontarsi, Pag. 14anche in sede di Commissioni di merito, perché le enunciazioni contenute nell'ordine del giorno da noi presentato abbiano un seguito effettivo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luciano Dussin. Ne ha facoltà.
LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente, intervengo per preannunziare, anche in questo caso, il voto favorevole del gruppo Lega Nord Padania al provvedimento in esame.
Il settore del trasporto pubblico locale è regolato dal decreto legislativo n. 422 del 1997 e relative modificazioni che, realizzando un forte decentramento amministrativo nel settore dei trasporti, ha riconosciuto alle regioni un ruolo fondamentale nell'esercizio delle funzioni relative ai servizi pubblici di trasporto di interesse regionale e locale. Il citato decreto legislativo conferisce alle regioni una competenza amministrativa anche nel settore del trasporto ferroviario, in particolare per i servizi ferroviari regionali e locali gestiti dalle Ferrovie dello Stato e da Trenitalia Spa.
Con riferimento ai suddetti servizi ferroviari bisogna ricordare che le regioni a statuto ordinario, dal 1o gennaio 2001, sono subentrate allo Stato nella stipula dei contratti di servizio con Trenitalia Spa, contratti peraltro scaduti il 31 dicembre 2007. Ciò per capire l'ambito di applicazione del presente decreto-legge, il quale conferisce direttamente a Trenitalia Spa le risorse necessarie per fare fronte alla copertura degli oneri di servizio pubblico, in previsione e attesa della stipula dei nuovi contratti di servizio tra la suddetta società ferroviaria e le regioni stesse.
La legge finanziaria per il 2008 ha infatti riconosciuto alle regioni a statuto ordinario la compartecipazione al gettito dell'accisa sul gasolio per autotrazione, quale sistema di finanziamento dei servizi di trasporto ferroviario regionali e locali. Tale fonte di finanziamento, che a partire dal 2011 si sostituirà ai finanziamenti statali, conferirà pertanto una sostanziale autonomia finanziaria alle regioni, in materia. In particolare, l'articolo 1, comma 302, della legge finanziaria per il 2008, ha stabilito che le risorse che lo Stato destina ai servizi ferroviari locali e regionali in concessione alle Ferrovie dello Stato Spa e Trenitalia Spa continuino ad essere corrisposte, fino a tutto il 2010, a copertura degli oneri di servizio pubblico, mentre dall'anno 2011 tali risorse dovranno essere adeguate alle quote della compartecipazione al gettito dell'accisa, da definirsi con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze.
Il presente decreto-legge autorizza quindi per il 2008, in favore di Trenitalia Spa, una somma di 80 milioni di euro per garantire il mantenimento degli attuali livelli di servizio di trasporto pubblico ferroviario, in previsione del fatto che dal 2011 tali servizi saranno finanziati secondo le quote di compartecipazione di ciascuna regione al gettito dell'accisa sul gasolio per autotrazione.
La Lega Nord esprimerà, quindi, voto favorevole, auspicando che i nuovi contratti di servizio risolvano in modo definitivo i problemi che quotidianamente vivono soprattutto i cosiddetti utenti pendolari, troppo spesso vittime di disservizi ormai ingiustificabili e si augura, inoltre, che la riforma complessiva del settore sia attuata al più presto. Per questi motivi il nostro voto sarà favorevole al provvedimento in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciccioli. Ne ha facoltà.
CARLO CICCIOLI. Signor Presidente, non vorrei definire anche questo decreto-legge un atto dovuto, ma sicuramente l'intervento per evitare l'interruzione dei trasporti ferroviari regionali è evidentemente un atto che non poteva essere evitato. Riguarda i primi mesi dell'anno proprio per far sì che siano integrate le somme per conservare i servizi in atto.
In questa sede si deve rilevare, innanzitutto, che quello in esame è un provvedimento finanziario tampone, temporaneo. Pag. 15Il discorso fondamentale è l'intervento complessivo nel settore dei trasporti in merito al quale, necessariamente, tutte le forze politiche in Commissione si sono orientate nel senso di potenziare il trasporto su ferro e via mare, per decongestionare quello su gomma, che sta diventando un problema non solo dal punto di vista della mobilità e della congestione, ma anche dell'inquinamento e della capacità di fornire servizi in tempi europei e non tali da danneggiare fortemente le attività produttive.
Devo dire che nell'ultima legislatura è stata messa in atto una sorta di contrapposizione tra i trasporti regionali e la TAV, come se i due tipi di interventi fossero tra loro contrastanti. In particolare, il Ministro Bianchi riteneva, attraverso diversi interventi svolti nella Commissione trasporti, che i servizi regionali andassero fortemente potenziati, mentre i servizi di alta velocità dovessero essere considerati, in qualche modo, successivi a tali stanziamenti.
Credo che la modernizzazione dell'Italia, invece, abbia bisogno contemporaneamente di servizi regionali di qualità quantomeno europea e quantomeno decente perché sono al servizio dei lavoratori e di coloro che quotidianamente trascorrono alcune ore sui mezzi di trasporto e, d'altra parte, che non sia possibile cancellare lo sviluppo obbligatorio dei servizi infrastrutturali nel nostro Paese. Non è possibile che si contrabbandi per una scelta in favore dei servizi regionali la chiusura degli investimenti sull'alta velocità. Si tratta di un dato politico che tengo a sottolineare anche in occasione dell'esame di questo decreto-legge sul quale voto favorevole è scontato da parte di tutti coloro che hanno senso di responsabilità.
Aggiungo che il quadro complessivo di gestione delle Ferrovie dello Stato dovrebbe subire cambiamenti innovativi; infatti, ritengo che la gestione attuale del pessimo amministratore delegato, Mauro Moretti, debba essere superata. Sono tra coloro che ritengono, dopo avere osservato il suo agire nelle diverse società delle Ferrovie dello Stato nella scorsa legislatura e in quella precedente, che vi sia bisogno di una svolta radicale, con decisioni forti e politiche diverse ed alternative rispetto a quelle attuali.
Per questo motivo, credo che il provvedimento in esame debba essere sicuramente approvato, ma che ad esso debbano seguire altre decisioni importanti nel settore; infatti, una politica di «tamponamenti» non è una politica che fa crescere l'Italia.
PRESIDENTE. Saluto le studentesse e gli studenti del Centro scuola e cultura italiana di Toronto (Canada), che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ippolito Vitale. Ne ha facoltà.
IDA D'IPPOLITO VITALE. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, intervengo sulla conversione in legge del decreto-legge n. 60 del 2008 al nostro esame, da una parte per sottolineare la posizione favorevole del gruppo Popolo della Libertà - e, quindi, l'espressione di voto coerente, che seguirà in sede di approvazione finale - dall'altra per svolgere in breve alcune considerazioni che hanno peraltro rappresentato il contenuto del mio ordine del giorno n. 9/7/1, che il Governo ha accolto come raccomandazione. Sono già state sottolineate, in sede di dichiarazione di voto, la necessità e l'opportunità di una rapida conversione del decreto-legge al nostro esame, considerate le finalità dello stesso decreto-legge che, come sappiamo, sono dirette ad assicurare la disponibilità minima delle risorse necessarie a garantire per i primi mesi del 2008 il mantenimento degli attuali livelli dei servizi ferroviari per le regioni a statuto ordinario.
Come del resto ho precisato nell'ordine del giorno di cui in premessa, il decreto-legge al nostro esame introduce un'interessante ed importante novità, non immediata, ma differita al 2011, che vedrà sostanzialmente una modifica importante sul meccanismo di recepimento delle risorse Pag. 16da destinare ai servizi ferroviari di interesse regionale, ossia la sostituzione delle risorse ad oggi erogate dallo Stato con quelle che verranno recepite mediante apposito adeguamento della compartecipazione delle regioni a statuto ordinario al gettito dell'accisa sul gasolio per autotrazione, entro la data del 2011.
Sarà necessario a tale scopo un decreto ad hoc ad opera del Ministro dell'economia e delle finanze, nonché di quello dei trasporti, di concerto naturalmente con quello degli affari regionali. Il punto che mi preme sottolineare nel corso di questo, sia pur brevissimo, intervento è che la situazione del trasporto ferroviario in Italia non segna una omogeneità di livello nei servizi. Sono particolarmente in ritardo su questo fronte le regioni del sud che presentano esigenze e disfunzioni, talvolta assai gravi, comunque esigenze in totale differenza e totalmente diverse da quelle proprie di regioni a più alto sviluppo infrastrutturale, come quelle del centro e del nord.
Da ciò, quindi, la raccomandazione forte che, da una parte, poneva l'accento sulla necessità di rendere più chiari - cosa che in questo decreto-legge non accade - i criteri di quantificazione e di destinazione delle risorse già stanziate nell'attuale provvedimento alle varie regioni, in riferimento alle diverse esigenze, alla diversa funzionalità dei servizi e, quindi, alle finalità che ciascuna regione deve opportunamente perseguire.
Dall'altra parte vi è l'esigenza, che voglio riproporre con forza, ossia che in attesa di vedere protagonista il nuovo Governo in merito alle disposizioni per il ripensamento del sistema dei trasporti ferroviari (certamente con interlocutore, non ultimo ma protagonista, Trenitalia Spa), si prenda davvero in considerazione questa diversa realtà del Paese e si guardi con interesse e adeguata attenzione politica alle regioni del sud, a quelle particolarmente in ritardo. Perché se è vero che è necessario un protagonismo individuale di quelle regioni, è altresì vero che quel protagonismo, che vogliamo vedere realizzato anche attraverso il federalismo fiscale, deve però presupporre quella solidarietà istituzionale che rappresenta la garanzia perché tutte le regioni, soprattutto quelle in ritardo, possano partire con pari opportunità.
Il sistema dei trasporti, signor Presidente e signor rappresentante del Governo, rappresenta una sfida fondamentale per il sud e per la Calabria che io qui, insieme alle altre regioni del Paese, ho l'onore di rappresentare più specificamente. Si tratta di una sfida che dobbiamo vincere per assicurare finalmente quel giusto collegamento al resto del Paese, e non solo, e che rappresenta la condizione essenziale per uno sviluppo permanente e duraturo di quelle regioni che più di altre hanno finalmente diritto a vedere realizzata quella che non è soltanto una opportunità, ma deve rappresentare la prima ed essenziale necessità di una regione.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 7)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di conversione n. 7, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Conversione in legge del decreto-legge 8 aprile 2008, n. 60, recante disposizioni finanziarie urgenti in materia di trasporti ferroviari regionali» (7):
Presenti 486
Votanti 455
Astenuti 31
Maggioranza 228
Hanno votato sì 454
Hanno votato no 1
(La Camera approva - Vedi votazionia
).
Prendo atto che gli onorevoli Di Pietro, Messina, Repetti, Reguzzoni, De Camillis, Divella, Rivolta, Scilipoti, Rubinato, Palagiano, Razzi e Montagnoli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 8 aprile 2008, n. 61, recante disposizioni finanziarie urgenti in materia di protezione civile (A.C. 8) (ore 16,23).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 8 aprile 2008, n. 61, recante disposizioni finanziarie urgenti in materia di protezione civile.
Ricordo che nella seduta del 20 maggio scorso si è conclusa la discussione sulle linee generali ed ha avuto luogo la replica del relatore, mentre il Governo vi ha rinunciato.
(Esame dell'articolo unico - A.C. 8)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A - A.C. 8).
Avverto che non sono state presentate proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge né all'articolo unico del disegno di legge di conversione.
Avverto altresì che, consistendo il disegno di legge in un solo articolo, si procederà direttamente alla votazione finale dopo l'esame degli ordini del giorno.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 8)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 8).
Invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere.
LUIGI CASERO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Vannucci n. 9/8/2. Il Governo chiede ai presentatori di riformulare il dispositivo dell'ordine del giorno Ciccanti n. 9/8/1 in tal senso: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare eventuali iniziative volte a prevedere un'ulteriore riduzione della percentuale di restituzione dei versamenti fiscali e tributari sospesi ai soggetti colpiti dal sisma del 1997 in Umbria e Marche »; così riformulato, il Governo lo accoglierebbe come raccomandazione.
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Ciccanti accetta la riformulazione e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/8/1. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Vannucci n. 9/8/2, accolto dal Governo come raccomandazione.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 8)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, anche per questo decreto-legge mi richiamo a quanto già più ampiamente argomentato dal collega Misiti in sede di discussione sulle linee generali. Riteniamo che questo provvedimento sia assolutamente necessario e urgente, perché in primo luogo riporta al Fondo per la protezione civile 48,8 milioni di euro, che erano stati tagliati durante l'iter parlamentare del decreto cosiddetto «mille proroghe» ed è evidente quanto sia necessario nel nostro Paese poter fronteggiare le situazioni che si possono determinare. Tra l'altro, ciò avviene alla vigilia del periodo estivo, che, come è noto, provoca sempre momenti di grande difficoltà, soprattutto in tema di lotta agli incendi boschivi, che in alcune regioni del Pag. 18Paese sono una vera piaga e, pertanto, questo fondo consentirà di fronteggiare anche questo tipo di emergenze.
Anche in questo caso rileviamo che per la copertura finanziaria vengono utilizzati gli stanziamenti iscritti in fondi speciali di parte corrente di alcuni Ministeri (della giustizia, della pubblica istruzione, per i beni e le attività culturali, dei trasporti, dell'università e della ricerca), di cui raccomandiamo ovviamente al Governo un reintegro per poter svolgere le azioni ivi previste.
Come è noto, questo decreto-legge contiene anche un articolo che interviene sulla restituzione della cosiddetta busta pesante, cioè di quei versamenti fiscali e contributivi dovuti dai soggetti colpiti dal terremoto in Umbria e nelle Marche (imprese e cittadini) e che erano stati sospesi.
Approfitto di questa occasione per fare un richiamo che il collega Astore nei due anni passati ha più volte svolto in quest'Aula - oggi è senatore e quindi immagino che continuerà a farlo presso l'altro ramo del Parlamento -, affinché anche i terremotati del Molise siano trattati allo stesso modo. Peraltro, secondo me, più in generale, questo deve essere il motivo per una riflessione, affinché non vi siano persone colpite da calamità naturali soggette a trattamenti diversi a seconda che quelle calamità avvengano in un luogo del Paese piuttosto che in un altro. Forse è giunto il momento di redigere una sorta di codice per chi subisce una calamità, in modo da avere una scaletta di interventi che sia esattamente identica in tutta la realtà nazionale.
Ciò detto, comunque, per le motivazioni ulteriori che ha espresso il collega Misiti, il gruppo parlamentare Italia dei Valori voterà in modo favorevole a questo provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciccanti. Ne ha facoltà.
AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, l'UdC ha votato contro la finanziaria 2008 e, quindi, contro l'articolo 2, commi 106 e 109, che dichiarano la fine dello stato di emergenza nei territori di Marche e Umbria colpiti dal terremoto del 1997. Con il comma 109 è stato deciso che, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, sarebbero stati richiesti i tributi e i contributi assistenziali, previdenziali ed assicurativi. Con il decreto-legge in esame viene stabilita, invece, la misura della restituzione, ma non il metodo, che potrebbe anche incidere su una diversa quantificazione della spesa, così come rilevato dal Servizio studi - dipartimento bilancio della Camera. Tale misura è stabilita nella restituzione del 60 per cento del dovuto, in centoventi rate.
Si tratta di una misura superiore a quella adottata per altre realtà similari, come ho avuto modo già di esporre nella discussione sulle linee generali di ieri: una discriminazione rispetto alla quale l'UdC aveva presentato un emendamento, che è stato ritirato per non essere respinto dalla Commissione speciale per la carenza di una copertura finanziaria rilevata dal Servizio bilancio dello Stato, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Tale emendamento, comunque, tendeva ad omogeneizzare secondo equità - come è stato ricordato dal collega Borghesi poco fa - gli interventi tendenti a chiudere la fase di ricostruzione post-terremoto. Abbiamo trasfuso i contenuti dell'emendamento in un ordine del giorno - come è stato poc'anzi sottolineato dal sottosegretario - accolto dal Governo come raccomandazione, per superare le obiezioni di carattere finanziario frapposte a questa iniziativa dell'UdC. Riteniamo che Marche ed Umbria debbano essere trattate come sono state trattate le regioni del Piemonte e della Lombardia riguardo all'alluvione del 1994, così come, per altri versi, le province di Siracusa, Ragusa e Catania per quanto riguarda il sisma del 2002.
L'UdC, pertanto, non può votare a favore di questo decreto-legge a causa di questa discriminazione, che denuncia in modo forte e chiaro di fronte alle popolazioni Pag. 19umbre e marchigiane colpite dal terremoto del 1997; ma al tempo stesso, l'UdC non vota contro il provvedimento di fronte all'impegno del Governo di migliorare lo stanziamento per ridurre ulteriormente la misura della restituzione andando ben oltre il 60 per cento.
Dichiaro pertanto l'astensione del gruppo UdC sul disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 61 del 2008, affinché si verifichino i buoni auspici che il Governo si è impegnato a sostenere davanti a questa Assemblea (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Margiotta. Ne ha facoltà.
SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, onorevoli deputati, il gruppo del Partito Democratico voterà a favore di questo decreto-legge, così come ho già avuto modo di argomentare nel corso della discussione sulle linee generali, soprattutto perché, come da accordi, anche su questo decreto-legge, come già sui due precedenti, non vi sono stati emendamenti, cosicché sarà possibile approvarlo nella formulazione originaria. Tutto ciò avviene perché il Governo attuale l'ha condiviso, l'ha condiviso la maggioranza che lo sostiene, così come è apparso nelle parole del relatore, onorevole Gioacchino Alfano, che peraltro è stato autore di una relazione puntuale e attenta.
Si tratta di disposizioni finanziarie davvero urgenti contenute in due articoli. L'articolo 1, incrementando sostanzialmente di 48,8 milioni di euro il finanziamento ordinario per l'anno 2008 a favore del Fondo della protezione civile previsto dalla tabella C della legge finanziaria, in sostanza reintegra alcune somme che erano state destinate in sede di conversione in legge del decreto «mille proroghe» ad altri scopi. Ritengo sacrosanto, utile e necessario dotare invece la protezione civile dei mezzi necessari, considerato che il Paese è esposto a eventi calamitosi sempre frequenti e che essa ha in genere dato buona prova di sé, anche quando ha dovuto lavorare in situazioni complesse.
L'articolo 2 - come è già stato detto - si riferisce invece ad agevolazioni fiscali e tributarie in favore delle popolazioni colpite dai sismi dell'Umbria e delle Marche.
Anche in questo caso si tratta, secondo il gruppo Partito Democratico, di una misura giusta che allevia sofferenze e disagi di quelle popolazioni. Colgo però l'occasione per chiedere al Governo che in questa legislatura si possa finalmente approvare un provvedimento complessivo che in qualche modo chiuda definitivamente la partita dei diversi eventi sismici che hanno colpito in questi ultimi decenni i territori del nord, del centro e del sud. Io stesso fui relatore, nella scorsa legislatura, di un progetto di legge, poi non approvato, a favore delle popolazioni colpite dal terremoto del Molise, e, da lucano, invece conosco bene la situazione di ancora incompleta ricostruzione successiva al sisma del 1980.
Di volta in volta, in ogni legge finanziaria, i parlamentari espressione dei territori colpiti dai sismi cercano di ottenere - nelle poste della finanziaria - le risorse che rendono possibile la continuazione dei processi ricostruttivi. Credo, invece, che il Governo debba, una volta per tutte, fare il punto dello stato dell'arte e chiudere tutte le partite, evidenziando quali risorse siano necessarie, in quale maniera si possano reperire e in quanti anni si possa effettivamente arrivare alla soluzione.
Ritengo altresì importante - concludo, signor Presidente - che la Protezione civile in questa legislatura sia messa nelle condizioni di operare al meglio, con finanziamenti, di anno in anno, sufficienti alla bisogna, e che però la Protezione civile medesima contemporaneamente recuperi la mission che le è propria: non può essere utilizzata anche per finanziare eventi-spettacolo; si occupi davvero unicamente e fino in fondo di eventi calamitosi, settore ove essa ha sempre dato la migliore prova di sé. Mi ha fatto piacere leggere - anche se non so quale sarà l'esito finale - che il Pag. 20Governo attuale pensi a Bertolaso come la persona cui affidare la soluzione del problema dell'emergenza rifiuti.
Ricordo bene - fui relatore sui disegni di legge di conversione di entrambi i decreti-legge sull'emergenza rifiuti nella scorsa legislatura - che Bertolaso iniziò a lavorare bene e che, purtroppo, fu proprio un Ministro del Governo che noi sostenevamo - il Ministro Pecoraro Scanio -, in relazione alla scelta di Serre, a rendere impossibile la continuazione del lavoro di Bertolaso. Penso che in quel momento si sia segnato uno dei punti a maggior sfavore del complesso dell'emergenza rifiuti in Campania e, dunque, credo che - come ha avuto modo di sostenere il ministro dell'ambiente del Governo ombra Ermete Realacci - la scelta del Governo di riutilizzare Bertolaso vada nella direzione giusta.
È esattamente questo uno dei provvedimenti sui quali l'opposizione del Partito Democratico non avrà timore di convergere con il Governo attuale, come farà ogni qual volta che esso assuma decisioni opportune, risolutive, e, soprattutto, vantaggiose per le popolazioni
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gioacchino Alfano. Ne ha facoltà.
GIOACCHINO ALFANO. Signor Presidente, abbiamo sempre espresso - io, in qualità di relatore, e il gruppo PdL - un parere favorevole sul decreto-legge in esame, in quanto lo scopo che si prefigge è indiscutibile. In effetti, si tratta di due articoli: l'articolo 1 ha l'obiettivo di rifinanziare il capitolo relativo alla Protezione civile; l'articolo 2 interviene su alcuni benefici che furono concessi a due regioni colpite dal sisma del 1997, chiamate a restituire tali benefici.
In poche parole vorrei chiarire due aspetti: il primo è che era logico non opporsi alle esigenze della Protezione civile, che tanto bene opera in Italia, e quindi al rifinanziamento del capitolo che ne permette l'attività.
Dobbiamo dire, però, che è subito sorto un problema, ossia quali fossero i capitoli che venivano utilizzati per finanziare il capitolo della protezione civile. Si trattava di capitoli importanti di Ministeri che perseguono, nella nuova attività, degli obiettivi fondamentali per l'azione del Governo.
Tale problema si aggravava, nell'esame dell'articolo 1, perché il Governo uscente ha fatto una scelta che incide sul Governo in carica. Se vogliamo seguire quello che ha detto il collega Zaccaria nell'affrontare questi decreti-legge, che sono a cavallo tra le due legislature, forse, questo decreto-legge, atto Camera n. 8, ci ha chiesto un sacrificio maggiore. Infatti, abbiamo dovuto riconfermare un'attribuzione di risorse alla protezione civile utilizzando capitoli di Ministeri che non erano gli stessi che hanno subito quella decurtazione.
Però, come ho detto in premessa, la protezione civile chiamava il Governo al rifinanziamento, tra l'altro per un importo che gli era stato prima concesso in finanziaria e, in seguito, ridotto con il decreto-legge «mille proroghe».
Quindi, se vogliamo esprimere una valutazione dell'articolo 1 e, quindi, dare un parere, è normale che esso sia favorevole. Vi era, però, il tentativo di ridistribuire il reperimento delle risorse tra i Ministeri.
È stato presentato anche un emendamento che, poi, è stato ritirato perché presentava difficoltà di copertura. Ringrazio i presentatori per aver collaborato nell'esame di questo emendamento che, intervenendo sull'articolo 2, cercava di alleviare questo sacrificio cui le regioni sono chiamate nel restituire le somme dei benefici concessi a causa del sisma del 1997.
Anche noi - la collega De Camillis lo ha più volte ripetuto anche ieri - volevamo modificare questa restituzione nell'importo e nella durata. Quindi, anche noi eravamo spinti a voler modificare l'articolo 2. Perché non lo abbiamo fatto? Per due motivi molto semplici: innanzitutto perché, finché era possibile, bisognava mantenere l'impegno di non modificare un provvedimento emanato dal Governo uscente con urgenza.Pag. 21
Stasera, però, bisogna citare un secondo motivo fondamentale: le risorse disponibili. Quello in esame è un provvedimento che nasce su risorse disponibili e, quindi, bene ha fatto il Governo ad accogliere, seppure come raccomandazione, un ordine del giorno che ci dà un elemento di ottimismo: poter ritornare sulla percentuale di restituzione delle somme e sulla durata. Ripeto infatti che ci ha convinto a votare favorevolmente il decreto-legge relativo a queste restituzioni il fatto che le somme disponibili erano solo quelle. Quindi, si è ragionato al contrario: si sono quantificate le somme disponibili da utilizzare per ridurre le restituzioni e conseguentemente si è stabilita la percentuale. Nel momento in cui si chiedeva di ridurre la percentuale della restituzione dei benefici a carico dei soggetti che abitano in queste regioni, vale a dire nel momento in cui aumentavamo questo beneficio, il provvedimento diventava privo di copertura finanziaria.
Ci tenevo a fare questa puntualizzazione anche per gli abitanti di quelle due regioni che si dichiarano condannati due volte, ossia per i fatti accaduti per eventi naturali e, la seconda, per una diversità di trattamento da parte del Governo nazionale.
Quindi, con tali motivazioni confermo il voto favorevole, con un augurio a chi è stato l'attore fondamentale e principale del decreto-legge, il dottor Bertolaso, che è chiamato ad un compito ancora più importante per noi campani: quindi, non solo concediamo questa risorsa per l'attività già svolta, ma gli rivolgiamo un augurio di buon lavoro per la Campania.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciccioli. Ne ha facoltà.
CARLO CICCIOLI. Signor Presidente, quello al nostro esame è un altro decreto-legge che ci mette nelle condizioni di votarlo assolutamente. Si tratta del rifinanziamento dell'intervento della protezione civile per il terremoto di Marche e Umbria del 1997.
Devo dire che il provvedimento in esame certamente, come ha sottolineato l'onorevole Ciccanti, non ha costituito il massimo di ciò che poteva fare il precedente Governo. Tuttavia, sarebbe un atteggiamento non dico irresponsabile, ma sicuramente poco ragionevole non approvarlo, perché se il decreto-legge in esame decadesse, in capo ai danneggiati dal terremoto dell'Umbria e delle Marche comporterebbe l'obbligo di corrispondere il 100 per cento dei contributi che avrebbero dovuto versare allora, in termini di gettito fiscale e di pagamenti sospesi all'epoca dei fatti.
Quindi, in questo periodo di trapasso, così com'è stato sottolineato, un atteggiamento corretto e responsabile vorrebbe che si convertisse il decreto-legge in esame, che stabilisce che il 60 per cento del debito viene compensato, mentre il restante 40 per cento viene rateizzato in dieci anni, senza applicazione di interessi e di sanzioni.
Al di là del fatto che in altre situazioni, in altre emergenze e in altre catastrofi l'atteggiamento degli organi dello Stato è stato più largo, ci sembra comunque un atteggiamento di responsabilità nei confronti dei cittadini danneggiati e delle attività economiche danneggiate che, all'epoca dei fatti, hanno affrontato un grave stato di crisi.
Per questo motivo, confermo il voto favorevole sulla conversione in legge del decreto-legge recante disposizioni finanziarie urgenti in materia di protezione civile.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Votazione finale e approvazione - A.C. 8)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 8, di cui si è testé concluso l'esame.Pag. 22
Ricordo agli onorevoli colleghi che il tasto per la votazione va tenuto premuto fino al momento in cui sul tabellone elettronico, appare la scritta «votazione conclusa», perché gli uffici registrano la difficoltà di cogliere l'intenzione di voto degli onorevoli colleghi.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Conversione in legge del decreto-legge 8 aprile 2008 n. 61, recante disposizioni finanziarie urgenti in materia di protezione civile» (8)
Presenti 519
Votanti 489
Astenuti 30
Maggioranza 245
Hanno votato sì 489
(La Camera approva - Vedi votazionia ).
Prendo atto che i deputati Argentin, Golfo, Palagiano e Torrisi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Sull'ordine dei lavori (ore 16,48).
MARINO ZORZATO, Presidente della Commissione speciale per l'esame di disegni di legge di conversione di decreti-legge. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARINO ZORZATO, Presidente della Commissione speciale per l'esame di disegni di legge di conversione di decreti-legge. Signor Presidente, considerato che la scadenza del termine per la presentazione dei subemendamenti con riferimento al disegno di legge n. 6, di conversione del decreto-legge n. 59 del 2008, è stata fissata per le 19 di questa sera e considerato poi che il Comitato dei nove dovrebbe riunirsi per pronunciarsi in merito a tali proposte emendative, le chiederei una sospensione dei nostri lavori e la fissazione quindi dello svolgimento degli stessi in modo da consentire appunto al Comitato dei nove di riunirsi ed esprimere poi il parere all'Assemblea.
PRESIDENTE. Accedo alla sua richiesta. Ricordo che alle ore 18 il rappresentante del Governo renderà comunicazioni sulle vicende collegate al rapimento dei nostri due connazionali in Somalia.
Convocazione delle Commissioni permanenti per la loro costituzione.
PRESIDENTE. Comunico che le Commissioni permanenti sono convocate per domani, giovedì 22 maggio, per procedere alla loro costituzione. Le Commissioni I, II, III, IV, V, VI e VII si riuniranno a tal fine alle ore 15, mentre le Commissioni VIII, IX, X, XI, XII, XIII e XIV si riuniranno alle ore 16.
Nomina dei componenti della Giunta delle elezioni e della Giunta per le autorizzazioni e annunzio della loro convocazione.
PRESIDENTE. Comunico di aver chiamato a far parte della Giunta per le autorizzazioni i deputati: Elio Vittorio Belcastro, Anna Maria Bernini, Matteo Brigandì, Pierluigi Castagnetti, Enrico Costa, Donatella Ferranti, Aniello Formisano, Paola Frassinetti, Fabio Gava, Roberto Giachetti, Antonio Leone, Antonino Lo Presti, Pierluigi Mantini, Maurizio Paniz, Luca Rodolfo Paolini, Francesco Pionati, Lorenzo Ria, Marilena Samperi, Jole Santelli, Francesco Paolo Sisto e Maurizio Turco.
La Giunta per le autorizzazioni è convocata domani, giovedì 22 maggio, alle ore 13,30 per procedere alla sua costituzione.
Comunico, inoltre, di aver chiamato a far parte della Giunta delle elezioni i deputati: Ignazio Abrignani, Maurizio Bernardo, Maurizio Bianconi, Mario Cavallaro, Carlo Ciccioli, Roberto Mario Sergio Commercio, Giuseppe Consolo, Nicolò Cristaldi, Teresio Pag. 23Delfino, Luciano Dussin, Gianni Farina, Gregorio Fontana, Donata Lenzi, Alberto Losacco, Daniele Marantelli, Maurizio Migliavacca, Chiara Moroni, Rolando Nannicini, Nicodemo Nazareno Oliverio, Andrea Orsini, Maria Piera Pastore, Gaetano Pecorella, Pino Pisicchio, Giorgio Clelio Stracquadanio, Giacomo Stucchi, Vincenzo Taddei, Pietro Tidei, Gabriele Toccafondi, Domenico Zinzi e Massimo Zunino.
La Giunta delle elezioni è convocata domani, giovedì 22 maggio, alle ore 14,15 per procedere alla sua costituzione.
Nomina dei componenti del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica e annunzio della sua convocazione.
PRESIDENTE. Comunico di aver chiamato a far parte del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, ai sensi dell'articolo 30, comma 1, della legge 3 agosto 2007, n. 124, i deputati Italo Bocchino, Fabrizio Cicchitto, Roberto Cota, Emanuele Fiano ed Ettore Rosato.
Il Presidente del Senato della Repubblica ha chiamato a far parte dello stesso Comitato i senatori Giuseppe Caforio, Giuseppe Esposito, Achille Passoni, Gaetano Quagliariello e Francesco Rutelli.
Comunico inoltre, d'intesa con il Presidente del Senato, che il Comitato è convocato per giovedì 22 maggio prossimo, alle ore 14,30, presso la sede di Palazzo San Macuto, per procedere alla propria costituzione.
Sospendo, quindi, la seduta che riprenderà alle ore 18 con le comunicazioni del Governo.
La seduta, sospesa alle 16,55, è ripresa alle 18.
Informativa urgente del Governo sul rapimento in Somalia di due cittadini italiani e di un cittadino somalo appartenenti ad un'organizzazione non governativa.
PRESIDENTE. Avrà ora luogo lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo sul rapimento in Somalia di due cittadini italiani e di un cittadino somalo appartenenti ad un'organizzazione non governativa.
Dopo l'intervento del rappresentante del Governo interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per cinque minuti ciascuno. Tempi specifici sono attribuiti alle componenti politiche del gruppo misto.
(Intervento del sottosegretario di Stato per gli affari esteri).
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, senatore Alfredo Mantica.
ALFREDO MANTICA, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la notizia, all'unità di crisi del Ministero degli affari esteri, è giunta alle 6,49 di questa mattina attraverso l'agenzia di stampa Associated Press dalla quale si è appreso del sequestro, nel villaggio di Aw Deeghle, nella regione del Basso Shebeli, nella Somalia centro-meridionale, a 70 chilometri a sud di Mogadiscio.
Il rapimento riguarda due collaboratori della organizzazione Cooperazione italiana nord sud (CINS), che è un ONG.
La Farnesina si è subito attivata, anche per il tramite della nostra delegazione speciale presso il Governo federale transitorio somalo (che, come sapete, è basato a Nairobi anche se il presidente Yusuf risiede a Mogadiscio) per verificare l'effettiva presenza in zona di connazionali rilevando che il CINS opera nella zona anche con l'impiego di personale italiano, oltre che somalo.
Fatta questa verifica, l'unità di crisi ha, quindi, preso contatto con il responsabile a Nairobi dei progetti del CINS per la Somalia che ha riferito di non disporre di informazioni sul sequestro, ma ha fornito Pag. 24nel contempo i nominativi dei connazionali che operavano a Aw Deeghle.
Si tratta della signora Jolanda Occhipinti e del signor Giuliano Paganini.
Successivamente l'unità di crisi ha ricevuto conferma diretta dell'avvenuto rapimento da parte del presidente e fondatore del CINS che ne è venuto a conoscenza a seguito di contatti con il personale locale dell'ONG. Il presidente ha altresì specificato che il compound di Aw Deeghle sarebbe stato attaccato da un gruppo di banditi armati che, oltre ad avere sequestrato i due connazionali e il responsabile somalo del progetto, hanno anche sottratto i computer dell'ufficio ed il denaro disponibile allontanandosi su tre autoveicoli.
L'unità di crisi, avuta conferma del rapimento, ha informato formalmente la procura della Repubblica di Roma e ha preso contatto con i familiari dei due collaboratori del CINS ai quali viene costantemente prestata la nostra assistenza.
Il Ministro Frattini, che segue con attenzione gli sviluppi della situazione, ha attivato le altre amministrazioni dello Stato competenti ed interessate alla gestione del sequestro al fine di facilitare una rapida e positiva soluzione della vicenda.
Sono stati esperiti inoltre, attraverso la nostra delegazione speciale per la Somalia, una serie di passi nei confronti del Governo federale che ha sede a Baidoa e che è presente con alcuni suoi esponenti a Nairobi.
Infatti, a Nairobi sono stati contattati il Primo Ministro somalo, il comandante delle forze di polizia somale, nonché il capo di Gabinetto del Ministro degli esteri etiopico, il comandante delle forze etiopi in Somalia ed i rappresentanti dell'Unione africana in Somalia (che espletano un'operazione di sicurezza nell'ambito dell'intervento dell'Unione africana in Somalia finanziata anche dal nostro Ministero degli affari esteri).
Vorrei ricordare che il Ministero degli affari esteri, in linea con atteggiamento adottato da tutti i partner europei, sconsiglia da tempo ogni tipo di presenza di connazionali in Somalia, a causa della perdurante criticità della situazione di sicurezza del Paese e dell'elevatissimo livello di rischio.
Sempre sulla base di intese raggiunte nell'ambito dell'Unione europea si è chiaramente segnalato, da parte del Governo italiano, che a causa dell'assenza di una propria rappresentanza diplomatica, italiana o di altro Paese dell'Unione europea in Somalia, in tutto il territorio è estremamente difficile assicurare l'assistenza consolare o eventuali interventi di emergenza che potrebbero rendersi necessari.
I due collaboratori della CINS operavano in Somalia su un progetto agricolo gestito dalla FAO, cofinanziato dalla Commissione europea anche con fondi affidati a Bruxelles dalla nostra cooperazione.
La decisione di affidare ad una ONG che si avvale anche di personale espatriato la conduzione del progetto in un'area obiettivamente a rischio è stata assunta dalla stessa FAO dalla quale noi siamo in attesa di acquisire gli elementi di competenza sulla vicenda, con particolare riferimento alle disposizioni impartite dalla stessa FAO in tema di sicurezza del personale espatriato.
Il Governo italiano è quindi attivato su più fronti per avviare un contatto con i rapitori. Si sta adoperando con la massima determinazione e con la necessaria, assoluta ed indispensabile discrezione per assicurare un esito positivo della vicenda che vede coinvolti i nostri connazionali, la cui vita e la cui salvezza è obiettivo primario del Governo italiano.
(Interventi)
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Boniver. Ne ha facoltà, per cinque minuti.
MARGHERITA BONIVER. Signor Presidente, ringrazio il Governo per la sollecitudine e la completezza dell'informazione che ha voluto rendere di fronte a quest'Aula rispetto all'ennesimo, gravissimo Pag. 25episodio di rapimento di nostri cittadini all'estero, soprattutto di cittadini che erano in Somalia per aiutare popolazioni agricole con un importante progetto, se ho capito bene triangolato attraverso la Farnesina, la FAO e l'Unione europea.
A me sembra che la dinamica di questo sequestro, da come lei ce l'ha descritta, sia abbastanza conosciuta in quel tipo di paese; stiamo parlando della Somalia, che è praticamente il numero uno tra i cosiddetti failed States.
Si tratta di un'entità statuale praticamente collassata: c'è un Governo provvisorio, con il quale l'Italia e l'Unione europea si rapportano, ma non c'è alcun tipo di assistenza consolare (non è possibile avere ambasciate né altro).
La situazione sul territorio credo che sia tra le più pericolose del pianeta, perché, come è noto, sono ancora in attività elementi legati ad Al-Qaeda o alle corti islamiche, e quindi, in questa situazione di assoluta fragilità politica e statuale, sorge una domanda, che dovrà soprattutto essere meglio spiegata dopo che saremo riusciti ad abbracciare i nostri connazionali.
So perfettamente quali sono i tipi di protocollo che vengono immediatamente attivati e sono fiduciosa che la Farnesina, i nostri Servizi e le nostre autorità politiche e consolari nei Paesi confinanti con la Somalia siano già stati attivati per ottenere il rilascio dei nostri cooperanti e del loro collaboratore somalo, ma alla fine di questa vicenda - che mi auguro veramente si concluda al più presto e nel migliore dei modi possibili - bisognerà chiedersi come sia possibile che la cooperazione si svolga su un territorio privo di qualsiasi presenza di protezione, italiana, europea o addirittura somala, da quanto abbiamo capito dalle sue parole, sottosegretario Mantica.
Credo, quindi, che su tale questione dovremo tornare, non certo per criticare quanto è stato fatto, ma perché in futuro si possano evitare episodi di questo genere, che lasciano naturalmente molto sconcertati (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Corsini. Ne ha facoltà, per cinque minuti.
PAOLO CORSINI. Signor Presidente, anch'io mi associo al ringraziamento per le informazioni che il sottosegretario Mantica ci ha testé offerto (lo saluto, peraltro, molto cordialmente, perché ci rivediamo dopo dodici anni).
Innanzitutto, è avvertito un sentimento di apprensione e di trepidazione per la sorte dei nostri due connazionali, un agronomo e una responsabile amministrativa dell'iniziativa di questa ONG, che lavora per conto della FAO.
Anche noi abbiamo cercato di assumere delle informazioni, apprese, in modo particolare, dall'agenzia missionaria Misna; si tratta di informazioni che, peraltro, sollecitano alcuni interrogativi: innanzitutto, chi è il responsabile di questa iniziativa? Alla luce delle informazioni di cui possiamo disporre si apre una duplice possibilità.
Alcune agenzie di stampa individuano in gruppi di malviventi comuni gli autori del misfatto, malviventi che agiscono in una regione che è in preda al conflitto tra bande armate, una regione che è devastata dalla siccità, che vede una fortissima crisi alimentare e un conflitto permanente. Ma altre fonti di informazione sollevano un'ipotesi che sarebbe particolarmente inquietante, e cioè che il rapimento possa essere dovuto a gruppi di derivazione islamista, che fanno riferimento al generale Aididi e che costituiscono il braccio armato dell'ala radicale delle corti islamiche deposte dall'intervento etiope a sostegno del Governo transitorio. Se questa ipotesi fosse confermata, è evidente che la natura della vicenda assumerebbe caratteri assai più preoccupanti.
Viene istintivo da parte nostra manifestare sentimenti di solidarietà e di affezione ai familiari e ai congiunti; quindi ci uniamo all'appello che è stato lanciato dal presidente della regione Toscana Martini, il quale sollecita un'iniziativa che presenterebbe due momenti e che mi pare sia condivisibile: da un lato la necessità di un Pag. 26intervento di natura umanitaria, e dall'altro una forte sollecitazione al nostro Governo perché attivi i canali diplomatici - il sottosegretario Mantica peraltro ci ha appena informato al riguardo - per una pressione politica sul Governo transitorio somalo, affinché i nostri connazionali vengano restituiti alla libertà e all'affetto dei loro cari.
Nel frattempo la procura della Repubblica di Roma, nella figura del dottor Franco Ionta, ha aperto un'inchiesta per valutare quali altre iniziative in campo giudiziario sia possibile assumere. Ci prefiggiamo di seguire con tutta l'attenzione necessaria e con la dovuta sollecitudine lo svolgimento di questo caso, che peraltro mi pare rimandi alla necessità di un impegno, che non dubitiamo sarà attivato, del Governo italiano, perché questa vicenda riporta alla consapevolezza della nostra coscienza la drammaticità di una situazione che è sostanzialmente fuori controllo, e che esige quindi un intervento di natura politica da parte dei Paesi democratici e da parte dell'Europa, affinché, nel rispetto della sovranità nazionale somala, venga restituita alla normalità della lotta politica il conflitto che oggi è in corso.
Riteniamo pertanto di accogliere i chiarimenti che il sottosegretario Mantica ci ha proposto; solleciteremmo tuttavia un ulteriore impegno per conoscere fino in fondo la verità sulle motivazioni del rapimento. Dalle notizie di agenzia si evince infatti che circa venti giorni fa, intorno al 2 maggio, un episodio simile si era già verificato, e i nostri due connazionali erano stati addirittura trasferiti dalla sede in cui risiedevano, e dalla quale sono stati rapiti, per ragioni di sicurezza.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
PAOLO CORSINI. Ciò lascia ipotizzare che anche l'interrogativo circa la natura del rapimento sia del tutto fondato. Se fosse fondata l'ipotesi di natura persecutoria la vicenda si innalzerebbe di qualità ed esigerebbe da parte del nostro Governo una risposta molto ferma e rigorosa (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario Mantica per i tentativi di chiarimento. Parlo di «tentativi» perché ancora non ci risultano assolutamente delineati i contorni della vicenda del rapimento dei nostri due connazionali. Non abbiamo certezze su chi siano effettivamente gli artefici di questo sequestro, e questa situazione di perdurante incertezza ci lascia perplessi su quali potrebbero essere gli sviluppi, che ci auguriamo ovviamente siano positivi.
Pur sottoscrivendo e sottolineando l'importanza delle considerazioni svolte dalla collega Boniver, che nella sua carriera politica ha avuto un'esperienza di carattere internazionale presso il Ministero degli affari esteri molto formante, evidenziamo la necessità per questo Governo di non cedere, nel momento in cui saranno definiti i contorni della vicenda, ad alcun tipo di ricatto. È infatti proprio di un Paese serio, civile e che fa della diplomazia ferma una sua bandiera in campo internazionale, il fatto di non scendere a patti con quelli che sono in ultima analisi possibili terroristi internazionali. Sappiamo infatti benissimo che l'accelerazione che è avvenuta in questi giorni e in queste settimane nel Paese somalo è dovuta all'uccisione di un esponente di primissimo piano di Al Qaeda.
Sono queste le considerazioni principali che il gruppo della Lega Nord Padania desiderava svolgere sulla vicenda. Infine - il nostro è un intervento brevissimo -, invitiamo il Governo ad estendere ai mass media l'invito fatto dalla figlia del cooperante rapito: quello cioè di spegnere per un momento i riflettori, poiché questo è sicuramente il modo che più agevola una soluzione positiva per una vicenda che si deve obbligatoriamente concludere per vie diplomatiche nel più breve tempo possibile. Se invece, come è accaduto in altre situazioni, continuiamo a dare eccessiva Pag. 27enfasi all'accaduto, rischiamo di sortire un effetto contrario, che qui nessuno vuole (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania e di deputati del gruppo Popolo della Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bosi. Ne ha facoltà.
FRANCESCO BOSI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario Mantica che ha illustrato lo stato delle cose in una fase ancora così incerta: addirittura, il sottosegretario ha adoperato il condizionale circa la scomparsa e il rapimento dei nostri due connazionali, la signora Iolanda Occhipinti e il signor Giuliano Paganini, di Pistoia. Ad essi e, in particolare, alle loro famiglie, che staranno trepidando, credo dobbiamo assicurare la nostra solidarietà umana e il nostro impegno: un impegno che credo il Governo non farà mancare, in particolare tramite l'unità di crisi della Farnesina e anche tramite i nostri servizi, che sono consuetamente pronti ed assai capaci - e di ciò credo che il Paese debba menare vanto - di risolvere situazioni anche difficili e piene di incognite.
L'augurio che viene dal nostro gruppo, l'UdC, è dunque che questa vicenda, come le altre che si sono verificate nel passato, possa concludersi felicemente, riportando a casa i due cooperanti italiani.
Certo, mentre trepidiamo per la sorte dei nostri connazionali, non possiamo esimerci dal notare come ormai sia divenuto quasi obbligatorio - anche per evitare al Paese uno stress e rischi e costi di ogni tipo - che questa problematica sia disciplinata in maniera diversa e forse con qualche elemento di maggiore condizionamento (laddove sia possibile esercitarlo), in modo che i cooperanti, per via dei loro progetti, non si rechino in zone dichiarate a rischio, magari grave, e dove addirittura mancano le rappresentanze consolari.
Si pensi che in quella zona della Somalia non solo non vi sono rappresentanti di ambasciata e consolari italiani, ma nemmeno di altri Paesi dell'Unione europea. Le segnalazioni della Farnesina, che invitano a non recarsi in questi luoghi, come si conciliano con il fatto che poi invece nostri connazionali, non tenendo conto delle situazioni di rischio, vi si trovino, magari per motivi anche di finanziamenti (che, come è stato riferito dal sottosegretario Mantica, sono anche italiani)? Noi contribuiamo allora con finanziamenti a determinare condizioni di rischio e di pericolosità per i nostri connazionali in quelle zone, senza magari dare il consenso? Senatore Mantica, credo sia un problema del quale abbiamo parlato e stiamo parlando da anni, ma ritengo che sia giunto il momento in cui i nostri governanti, i responsabili di tali presenze all'estero - pur senza toccare il sacro principio del libero movimento degli uomini e delle idee in tutti i luoghi del mondo, anche i più rischiosi - comincino a mettere in atto tutte le misure dissuasive rispetto al rischio che l'Italia intera - con le sue strutture, i suoi servizi, i suoi mezzi e le sue istituzioni - sia poi chiamata a dover affrontare situazioni che non vorremmo mai dover affrontare.
Questa è una raccomandazione che - mi rendo conto - varrà per il futuro, ma certo un esame di tale stato di cose si impone: noi lo chiediamo, nel mentre ribadiamo la solidarietà al Governo - che è impegnato in quest'opera insieme a tutte le istituzioni a ciò preposte - ma anche e soprattutto, ai nostri connazionali ed alle loro famiglie (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà, per cinque minuti.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, esprimo un ringraziamento al sottosegretario Mantica e al Governo per la tempestività con cui hanno riferito all'Assemblea di Montecitorio di questa situazione di ansia e di preoccupazione che ha investito in primo luogo, ovviamente, i familiari di Iolanda e di Giuliano (ma anche tutti noi e, insieme, l'opinione pubblica italiana). Ho apprezzato molto il tono dell'intervento e della comunicazione, così come ho apprezzato molto gli interventi Pag. 28che mi hanno preceduto e che mi permettono di aprire una parentesi che non vuole avere assolutamente niente di polemico.
Mi rivolgo in particolare a lei, signor Presidente Fini, perché ho molto apprezzato il fatto che lei indubbiamente si deve essere attivato questa mattina per favorire oggi stesso le comunicazioni del Governo. Mi permetta allora di rivolgerle un invito: non si preoccupi dell'iniziativa dei parlamentari i quali, quando di fronte ad una situazione tanto drammatica chiedono all'inizio della seduta di poter intervenire sull'ordine dei lavori per chiedere appunto che il Governo possa venire a riferire in Aula, lo fanno senza alcun intento dilatorio o di interrompere i lavori. In questo senso, se mi fa la cortesia di rassicurare il collega Gibelli, che stamattina mi è sembrato più preoccupato dei lavori dell'Aula che non delle condizioni dei nostri connazionali (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Chiusa questa parentesi, dicevo che vi è un po' di sollievo in base alle ultime notizie che arrivano, ma ricordiamo che due nostri connazionali - Iolanda Occhipinti e Giuliano Paganini, insieme al responsabile del progetto di sviluppo, il somalo Abderahman Yusuf Arale - sono nelle mani di persone sconosciute, sulle cui intenzioni nulla sappiamo. Restiamo in attesa, fiduciosi che tutto possa avere un esito favorevole, ma è ancora presto per avanzare ipotesi attendibili. Noi possiamo soltanto auspicare che il Governo si attivi - e si attivi al più presto - attraverso tutti i canali di comunicazione, e mi permetto di sottolineare anche l'opportunità di coinvolgere Bruxelles e l'intera comunità internazionale per un impegno condiviso per la liberazione.
È del tutto evidente, come è stato ricordato, che le condizioni di profonda instabilità sociale, politica ed economica in cui da diversi decenni versa la Somalia e la presenza, ormai accertata, di campi di addestramento di Al Qaeda ci obbligano ad affrontare tale crisi con lucidità e massima tempestività, nonché con il più ampio sostegno da parte dei nostri partner internazionali, a partire dall'Unione europea, passando attraverso le organizzazione non governative sino agli Stati Uniti, che continuano a stanziare in Somalia un contingente atto a monitorare la situazione.
È stato ricordato come da parte dei familiari, in particolare quelli di Giuliano Paganini, sia giunto un invito ad abbassare i riflettori. Raccogliamo tale indicazione, ma ciò non ci impedisce di rinnovare il nostro augurio e di sottolineare la vicinanza alla famiglia da parte dei comuni, degli enti locali e della regione Toscana nel caso di Paganini - sono certo che abbiano fatto lo stesso gli enti locali in Sicilia - nonché da parte dell'Assemblea.
Concludo ricordando l'intervento che ha svolto poc'anzi l'onorevole Corsini, laddove ha sottolineato che solo pochi giorni fa Iolanda si era allontanata dal centro e Paganini non era ancora giunto, perché ancora fermo a Nairobi. Qualcosa non deve aver funzionato. Ripeto, non vi è alcun intento polemico, ma l'espressione di una preoccupazione, perché Iolanda oggi non avrebbe dovuto essere lì né Paganini arrivare solo da pochi giorni. Non disponiamo di elementi per entrare nel merito di tale circostanza, però è utile per comprendere cosa non abbia funzionato nei canali di comunicazione diplomatici e, soprattutto, ad evitare a noi come ai nostri concittadini altre situazioni di ansia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà, per tre minuti.
ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, esprimo un ringraziamento al sottosegretario Mantica per l'informativa che ha reso all'Assemblea, completa ma doverosamente prudente a causa della delicatezza della vicenda.
L'Italia ancora una volta deve vivere con trepidazione e angoscia le notizie relative al rapimento di due nostri connazionali, Iolanda Occhipinti e Giuliano Paganini, insieme ad un collaborante somalo, Pag. 29che solo poche ore fa operavano liberamente in Somalia.
Questo ennesimo rapimento costituisce un attacco odioso e ingiustificato al mondo del volontariato e alla cooperazione internazionale. Non credo sia necessario ricordare a noi stessi e a tutto il Paese quanto sia preziosa l'opera delle organizzazioni non governative che si impegnano a favore delle popolazioni africane particolarmente colpite da condizioni di disagio, di sottosviluppo economico e da innumerevoli e incessanti conflitti etnici.
Come abbiamo appreso dalle prime notizie, Occhipinti e Paganini erano impegnati in Somalia in un progetto di costruzione di impianti per l'irrigazione in una delle zone maggiormente interessate da gravi e cicliche siccità. È evidente che i due operatori del CINS si spendevano nel Paese africano per rendere disponibili dei servizi fondamentali necessari alla sopravvivenza delle popolazioni locali.
I deputati del Movimento per l'Autonomia, nell'esprimere piena solidarietà e vicinanza ai rapiti, invitano il Governo a porre in essere tutte le iniziative utili per ottenere l'immediata liberazione di Iolanda Occhipinti, di Giuliano Paganini e dell'operatore somalo. In particolare, chiediamo al Ministro degli esteri di attivare tutti i canali possibili, di concerto con le autorità somale, affinché si possa giungere rapidamente alla conclusione positiva di tale dolorosa vicenda.
Il Movimento per l'Autonomia rivolge un pensiero particolare ai parenti degli ostaggi che certamente vivono queste ore con comprensibile apprensione ed inevitabile angoscia. Mi sia consentito di esprimere un apprezzamento per la pronta disponibilità offerta dal presidente della regione Sicilia, onorevole Lombardo, a concorrere alla positiva conclusione di questa vicenda.
Concludo esprimendo a nome del mio gruppo una ferma condanna contro questi atti vili e deprecabili che attentano alla libertà personale e che mortificano lo spirito di gratuità e di dedizione totale che anima gli operatori delle organizzazioni non governative (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia).
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
Giovedì 22 maggio 2008, alle 9:
Seguito della discussione del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 8 aprile 2008, n. 59, recante disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e l'esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee (6).
- Relatore: Gioacchino Alfano.
La seduta termina alle 18,30.
VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 3 | ||||||||||
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Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nom. | ddl n. 5 - voto finale | 408 | 405 | 3 | 203 | 403 | 2 | 28 | Appr. |
2 | Nom. | ddl n. 7 - voto finale | 486 | 455 | 31 | 228 | 454 | 1 | 29 | Appr. |
3 | Nom. | ddl n. 8 - voto finale | 519 | 489 | 30 | 245 | 489 | 28 | Appr. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.