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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto sommario dell'Assemblea

Seduta n. 11 di giovedì 29 maggio 2008

Pag. V

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

La seduta comincia alle 9,20.

La Camera approva il processo verbale della seduta di ieri.

I deputati in missione sono sessantadue.

Seguito della discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 59 del 2008: Attuazione di obblighi comunitari ed esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee (A.C. 6).

Nella seduta del 28 maggio 2008 si è concluso l'esame delle proposte emendative.

(Trattazione degli ordini del giorno)

PRESIDENTE. Avverte che l'ordine del giorno Mura n. 25 è stato ritirato.

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Accetta gli ordini del giorno Volpi n. 1, Moffa n. 2, Stradella n. 3, Paladini n. 4, Cimadoro n. 5, Cambursano n. 6, Scilipoti n. 8, Barbato n. 9, Razzi n. 10, Favia n. 13, Leoluca Orlando n. 15, Touadi n. 16, Costantini n. 20, Monai n. 24, Pisicchio n. 28, Porfidia n. 30, Esposito n. 32 e Cota n. 33. Non accetta, infine, i restanti documenti di indirizzo.

Decorrono da questo momento i termini regolamentari di preavviso per le votazioni elettroniche.

Intervengono i deputati FEDERICO PALOMBA (IdV), CARLO MONAI (IdV), MARCO BELTRANDI (PD), ANNA PAOLA CONCIA (PD), GIANPAOLO DOZZO (LNP), ANNA TERESA FORMISANO (UdC), GIOVANNI DIMA (PdL) e ANTONIO BORGHESI (IdV), nonché il Ministro per le politiche europee, ANDREA RONCHI, che accetta l'ordine del giorno Cimadoro n. 5, limitatamente al dispositivo, ed il deputato FEDERICO PALOMBA (IdV) che ritira il suo ordine del giorno n. 26.

PRESIDENTE. Avverte che gli ordini del giorno Borghesi n. 7, Zazzera n. 11, Misiti n. 12, Rota n. 14, Palagiano n. 17, Donadi n. 18, Di Giuseppe n. 19, Giulietti n. 21, Aniello Formisano n. 22, Palomba n. 26 e Porcino n. 29 sono stati ritirati dai presentatori.

Interviene altresì il deputato ANTONIO BORGHESI (IdV).

PRESIDENTE. Avverte che è stata chiesta la votazione nominale.

La Camera, con votazioni nominali elettroniche, respinge gli ordini del giorno Messina n. 23, Piffari n. 27 e Beltrandi n. 31.

ANTONIO BORGHESI (IdV). Parlando sull'ordine dei lavori, chiede il controllo delle tessere di votazione.

PRESIDENTE. Dà disposizioni in tal senso.

La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge l'ordine del giorno Di Pietro n. 34.

Pag. VI

La seduta, sospesa alle 9,55, è ripresa alle 10,45.

(Dichiarazioni di voto finale)

LUCIANO MARIO SARDELLI (Misto-MpA). Nel giudicare debole l'azione svolta in sede europea dal precedente Esecutivo, che non è stato capace di difendere l'identità culturale ed economica del nostro Paese dall'impostazione lobbistica delle politiche comunitarie e dagli interessi delle multinazionali, rileva che la querelle relativa alle proposte emendative presentate dal Governo in materia di frequenze televisive ha distolto l'attenzione del Parlamento dalla necessità di affrontare il vero nodo del sistema televisivo pubblico e privato, da reimpostare, anche in ragione della sua rilevanza per l'economia, riducendo l'attuale duopolio e potenziando le reti regionali della RAI. Invita, quindi, maggioranza ed opposizione ad abbandonare ogni tentativo di semplificazione del sistema politico mediante artifici che non trovano rispondenza nella realtà sociale e a trovare un terreno di confronto sulle principali questioni nazionali, tra cui le crescenti difficoltà delle famiglie e l'allargamento del divario tra Nord e Sud del Paese.

ANTONIO DI PIETRO (IdV). Osserva che le disposizioni inserite nel provvedimento d'urgenza in esame rispondono unicamente agli interessi privati del Presidente del Consiglio, il quale usa impunemente e strumentalmente le istituzioni per approvare norme ad personam e per favorire la propria attività imprenditoriale. Nel rilevare quindi che il decreto-legge in esame non risolve la questione di fondo sottesa alla sua conversione in legge, vale a dire l'adempimento di obblighi comunitari e l'esecuzione delle sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee, ritiene che il sistema radiotelevisivo italiano violi costantemente la normativa di riferimento. Manifestata altresì contrarietà agli schemi di convenzione delineati nel provvedimento d'urgenza, del quale evidenzia i profili di incostituzionalità, stigmatizza la grave situazione di palese conflitto di interessi in capo al Presidente del Consiglio, che, a suo avviso, non facilita il dialogo fra le forze parlamentari.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI (UdC). Nel rilevare che l'iter parlamentare del provvedimento d'urgenza in esame è stato connotato, sia all'atto dell'adozione sia in fase di conversione, da oggettive forzature, rivendica all'opposizione il merito di avere determinato, con una dura battaglia parlamentare e nell'esercizio della sua funzione di «sentinella» del rispetto delle regole, lo stralcio delle proposte inizialmente presentate dal Governo in materia di frequenze televisive e di avere consentito al Parlamento di recuperare la sua funzione centrale, nella dialettica democratica, di mediazione politica tra interessi di parte. Dichiara quindi il voto contrario del suo gruppo.

LUCIANO DUSSIN (LNP). Nel dichiarare il voto favorevole del suo gruppo sul disegno di legge di conversione in esame, auspica una riflessione comune sulla partecipazione italiana all'Unione europea, rivendicando alla sua parte politica il merito di avere espresso nella passata legislatura un voto contrario alla stesura della relativa Costituzione, nella quale, tra l'altro, non sono presenti specifici riferimenti alle radici cristiane del nostro Paese. In particolare, lamenta la mancata tutela, a livello comunitario, delle produzioni nazionali contro la concorrenza sleale perpetrata da altri Paesi. Nell'auspicare, quindi, che le future scelte del Parlamento siano connotate da ampi margini di autonomia, sottolinea la necessità e l'urgenza di approvare una reale riforma federale dello Stato.
Nel giudicare, infine, infondati e antistorici i rilievi critici formulati da taluni esponenti dell'opposizione sul sistema radiotelevisivo italiano e sulla presunta volontà del Governo di promuovere leggi ad personam, ritiene opportuno avviare un'indagine conoscitiva sul sistema delle concessioni autostradali.

Pag. VII

ANTONELLO SORO (PD). Nel dichiarare il voto contrario del suo gruppo sul disegno di legge di conversione in esame, che contiene norme in contrasto con i principi di buona amministrazione dello Stato e con interessi del Paese, palesando una precisa volontà di aggirare le procedure di infrazione avviate dall'Unione europea nei confronti dell'Italia e di ostacolare di fatto la libera concorrenza nel settore radiotelevisivo, ritiene, tra l'altro, che le disposizioni in materia di concessioni autostradali rappresentino una sanatoria approssimativa, che non garantisce il controllo statale sui lavori di adeguamento e di messa in sicurezza del sistema infrastrutturale del Paese. Rileva, inoltre, la necessità di procedere ad un approfondito e compiuto esame del tema del conflitto di interessi, affinché sia realmente assicurato il rispetto dei principi democratici.
Evidenza, infine, che, nonostante il provvedimento di urgenza dimostri come l'Esecutivo abbia di fatto disatteso quanto affermato dal Presidente del Consiglio nelle dichiarazioni programmatiche, la sua parte politica si dichiara comunque disponibile a concorrere in maniera costruttiva alla realizzazione delle riforme che ormai costituiscono un obiettivo imprescindibile per il futuro del Paese.

ITALO BOCCHINO (PdL). Sottolinea l'importanza della legislatura in corso, la quale dovrebbe seguire - dopo la semplificazione del sistema politico e l'asserita chiusura della fase di scontro ideologico tra le due coalizioni - il percorso costituente delineato dal Presidente Fini, su cui ha concordato il Presidenza del Consiglio, il quale ha reiteratamente dichiarato che il Governo è pronto ad assumersi fino in fondo le sue responsabilità al riguardo.
Paventando, quindi, il rischio che il predetto percorso sia indebolito dal ritorno da parte del Partito Democratico, a ciò indotto dalla paura del «grillismo» e dall'ispirazione populista e giustizialista del partito di Di Pietro, ad un nuovo antiberlusconismo militante al quale i cittadini non sono più interessati, lo invita a confrontarsi con la maggioranza sulle questioni di maggiore interesse per il Paese, quali le riforme costituzionali, la riscrittura dei regolamenti parlamentari, la riforma fiscale, il pacchetto sicurezza, le scelte da compiere in politica estera, da improntare ai principi dell'europeismo, dell'atlantismo e del multilateralismo, l'emergenza rifiuti, le difficoltà economiche delle famiglie e la solidarietà verso i più deboli.

La Presidenza è autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

FABIO EVANGELISTI (IdV). Parlando sull'ordine dei lavori, chiede il controllo delle tessere di votazione.

PRESIDENTE. Dà disposizioni in tal senso.

La Camera, con votazione finale elettronica, approva il disegno di legge di conversione n. 6.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI (UdC). Giudica del tutto infondate le affermazioni a lui rivolte dal deputato Bocchino sulla tematica del conflitto di interessi.

Sull'ordine dei lavori.

FIAMMA NIRENSTEIN (PdL). Richiama l'attenzione della Camera sulla imminente visita del Presidente iraniano Ahmadinejad in Italia, auspicando che essa si traduca nella possibilità di sensibilizzare l'Europa sulle questioni ancora aperte in quel Paese.

ALESSANDRA MUSSOLINI (PdL). Stigmatizza l'impostazione intollerante sottesa a talune dichiarazioni rese, nella seduta di ieri, dal deputato Minniti.

GIORGIO LA MALFA (PdL). Chiede che il Governo riferisca alla Camera sull'imminente visita in Italia del Presidente iraniano.

Pag. VIII

PRESIDENTE. Assicura che interesserà il Governo.

La seduta, sospesa alle 11,50, è ripresa alle 12.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

Svolgimento di interpellanze urgenti.

GIAN LUCA GALLETTI (UdC). Illustra la sua interpellanza n. 2-00018, sulle iniziative del Governo con riferimento alla mostra-convegno «Cannabis tipo forte» in programma nella città di Bologna.

CARLO GIOVANARDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Risponde all'interpellanza (vedi resoconto stenografico pag. 22) - Replica il deputato GIAN LUCA GALLETTI (UdC), che, nel ringraziare il sottosegretario per la dettagliata risposta, si dichiara parzialmente soddisfatto.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

LUCA VOLONTÈ (UdC). Illustra l'interpellanza Casini n. 2-00025, sugli orientamenti del Governo in merito all'introduzione nel sistema fiscale di misure a favore dei nuclei familiari, anche a seguito della petizione popolare sottoscritta da oltre un milione di cittadini.

CARLO GIOVANARDI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Risponde all'interpellanza (vedi resoconto stenografico pag. 27) - Replica il deputato LUCA VOLONTÈ (UdC), il quale si dichiara insoddisfatto della risposta, che giudica elusiva.

MARIO LOVELLI (PD). Illustra la sua interpellanza n. 2-00016, sulle iniziative per la messa in sicurezza dell'autostrada A7 Genova-Serravalle Scrivia.

MARIO MANTOVANI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Risponde all'interpellanza (vedi resoconto stenografico pag. 32) - Replica il deputato MARIO LOVELLI (PD), che nel dichiararsi parzialmente insoddisfatto della risposta, sollecita il Governo ad affrontare in modo compiuto il problema della regolamentazione del passaggio dei mezzi pesanti.

LUCA SANI (PD). Illustra l'interpellanza Ceccuzzi n. 2-00022, sulle iniziative urgenti in relazione all'annunciata soppressione di 20 treni intercity ed eurocity da parte di Trenitalia.

MARIO MANTOVANI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Risponde all'interpellanza (vedi resoconto stenografico pag. 36) - Replica il deputato FRANCO CECCUZZI (PD), che, pur ringraziando il sottosegretario, dichiara di non potersi ritenere soddisfatto della risposta.

MARIO PEPE (PdL). Illustra la sua interpellanza n. 2-00004, sulle problematiche relative alle procedure di selezione per l'accesso all'università.

GIUSEPPE PIZZA, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Risponde all'interpellanza (vedi resoconto stenografico pag. 40) - Replica il deputato MARIO PEPE (PdL), che ringrazia il sottosegretario per la sensibilità mostrata alle tematiche oggetto dell'interpellanza.

La seduta, sospesa alle 13,40, è ripresa alle 14,45.

I deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono sessantuno.

LUDOVICO VICO (PD). Illustra la sua interpellanza n. 2-00005, sulle misure per l'adeguamento strutturale e per il rilancio dell'arsenale militare di Taranto.

GIUSEPPE COSSIGA, Sottosegretario di Stato per la difesa. Risponde all'interpellanza (vedi resoconto stenografico pag. 43) - Replica il deputato CARMINE SANTO PATARINO (PdL),Pag. IXche, nel ringraziare il sottosegretario per la puntuale risposta, giudica soddisfacenti le soluzioni individuate alle problematiche evocate nell'atto ispettivo.

MICHELE BORDO (PD) e ANGELO CERA (UdC). Illustrano le rispettive interpellanze nn. 2-00021 e 2-00024, entrambe vertenti sugli orientamenti del Governo in merito all'istituzione dell'Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare ed all'indicazione della relativa sede nella città di Foggia.

FRANCESCA MARTINI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Risponde alle interpellanze (vedi resoconto stenografico pag. 49) - Replicano i deputati MICHELE BORDO (PD) e ANGELO CERA (UdC), che si dichiarano assolutamente insoddisfatti della risposta.

DONATELLA FERRANTI (PD). Illustra l'interpellanza Tenaglia n. 2-00023, sulle iniziative per assicurare il servizio di verbalizzazione e trascrizione degli atti processuali e per provvedere ai pagamenti dovuti a favore delle società del consorzio Astrea.

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Risponde all'interpellanza (vedi resoconto stenografico pag. 52) - Replica il deputato DONATELLA FERRANTI (PD), che si dichiara sostanzialmente soddisfatta.

Discussione del disegno di legge S. 4, di conversione del decreto-legge n. 80 del 2008: Misure urgenti per assicurare il pubblico servizio di trasporto aereo (approvato dal Senato) (A.C. 1094).

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.

MARIO VALDUCCI (PdL), Relatore. Illustra il contenuto del decreto-legge in discussione, che risponde alla primaria esigenza di far fronte all'immediato fabbisogno di liquidità della società Alitalia. Nel ricordare che il provvedimento d'urgenza, varato dal Governo Prodi ed approvato all'unanimità dal Senato, si inscrive nel contesto di reiterati interventi a favore della compagnia di bandiera, la quale evidenzia comunque una grave situazione finanziaria non imputabile, a suo avviso, all'attuale Esecutivo, sottolinea il carattere di necessità ed urgenza per la sua adozione al fine di evitare la dichiarazione dello stato di insolvenza e la conseguente procedura concorsuale. Nell'invitare quindi le forze politiche a non strumentalizzare la vicenda, auspica che le questioni di Alitalia e di Malpensa non siano poste in contrapposizione, ricordando con favore che il Ministro Tremonti riferirà in Commissione sulle prospettive di rilancio dell'azienda e dell'intero settore.

PRESIDENTE. Prende atto che il Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.

JONNY CROSIO (LNP). Rilevato che la difficile situazione in cui versa Alitalia deriva dalla mancanza di valide strategie finanziarie ed industriali e dagli eccessivi costi sostenuti dall'azienda per le spese di personale, ritiene che il Governo debba considerare prioritari gli interventi volti allo sviluppo dell'aeroporto di Malpensa ed alla prosecuzione del processo di liberalizzazione del trasporto aereo. Pur mantenendo un atteggiamento critico nei confronti di Alitalia, dichiara che il suo gruppo seguirà con senso di responsabilità l'iter del decreto-legge, preannunziando peraltro la presentazione di un ordine del giorno del quale auspica l'accoglimento.

SAVINO PEZZOTTA (UdC). Manifestata preoccupazione per la difficile situazione finanziaria in cui versa la compagnia di bandiera e in particolare per le condizioni dei lavoratori, esprime perplessità sulla legittimità del prestito ponte in ambito comunitario, ritenendo che esso si configuri come un «gioco di prestigio» contabile. Evidenziato quindi che la societàPag. XAlitalia non può più usufruire di aiuti di Stato, lamenta l'assenza di un credibile piano industriale in grado di affrontare la grave situazione di emergenza. Preannunzia, infine, il voto contrario del suo gruppo sul provvedimento d'urgenza in esame, auspicando che il Parlamento possa valutare realmente, quanto prima, la «cordata» industriale segnalata dall'attuale maggioranza durante la campagna elettorale.

FRANCESCO BOCCIA (PD). Nel sottolineare che l'aumento del capitale sociale di Alitalia deriva in gran parte dalla riduzione di risorse destinate al sistema delle imprese, ritiene che la ricerca della soluzione della crisi finanziaria in cui versa la compagnia di bandiera debba essere separata dalla vicenda relativa all'aeroporto di Malpensa. Ritiene, infine, che l'unico progetto realmente risolutorio poteva essere quello avviato dal Governo Prodi e basato su un accordo con Air France-KLM.

AURELIO SALVATORE MISITI (IdV). Rilevato che l'Alitalia rischia di entrare in regime di amministrazione controllata, stigmatizza le contraddizioni in materia evidenziate dalla forze politiche che sostengono l'operato del Governo. Nel ritenere quindi che le problematiche del settore derivino da una crisi strutturale del trasporto aereo nazionale, imputa all'attuale maggioranza la responsabilità del fallimento della vendita dell'azienda al gruppo Air France-KLM, a causa delle dichiarazioni su un ipotetico interessamento di una cordata italiana. Manifesta, infine, l'orientamento contrario del suo gruppo al provvedimento d'urgenza in esame.

MARIO LOVELLI (PD). Richiamate le vicende che hanno condotto all'adozione, da parte del precedente Esecutivo, del provvedimento d'urgenza in esame, esprime perplessità in ordine al comportamento contraddittorio assunto durante la campagna elettorale da alcune forze politiche della maggioranza, alla quale ascrive la responsabilità di avere determinato un peggioramento della situazione industriale e finanziaria di Alitalia. Nel rilevare quindi che non è stata avviata alcuna procedura per reperire un altro partner alla predetta compagnia, dopo la rottura della trattativa con il gruppo Air France-KLM, e che la copertura del prestito ponte risulta operata mediante la cancellazione degli stanziamenti destinati ad investimenti produttivi, segnatamente nei settori delle opere infrastrutturali a favore del Mezzogiorno, del trasporto pubblico locale, dell'autotrasporto e della sicurezza stradale, chiede che il Governo chiarisca le sue reali intenzioni in merito alla vicenda Alitalia, preannunziando il voto contrario del suo gruppo sul disegno di legge di conversione.

DAVID FAVIA (IdV). Manifesta, preliminarmente, netta contrarietà alle misure recate dal provvedimento d'urgenza in esame che, in un mutato contesto normativo, prefigurano una soluzione «pasticciata», imposta a colpi di maggioranza. Ritiene infatti che le norme in discussione rappresentino il presupposto del nuovo provvedimento adottato dal Governo, che trasforma il finanziamento-ponte in una ricapitalizzazione della società Alitalia. Rilevato altresì che la decisione assunta dall'Esecutivo con l'adozione del nuovo decreto-legge sottrae di fatto risorse agli investimenti produttivi, preannunzia il voto contrario sul provvedimento d'urgenza in discussione.

EMANUELE FIANO (PD). Nel ritenere che la vicenda Alitalia si configuri come una questione politica, e non solo finanziaria, ricorda che la procedura di privatizzazione della compagnia di bandiera è stata interrotta segnatamente dagli interventi dell'attuale Presidente del Consiglio riguardanti l'ingresso, mai verificatosi, di una nuova cordata di imprenditori. Sottolinea, quindi, l'illegittimità del prestito che ripatrimonializza un'azienda in crisi ventennale, che non ha saputo elaborare risposte alla concorrenza operata dai vettori low cost. Nel chiedere, altresì, diPag. XIconoscere gli intendimenti del Governo sul ruolo di Malpensa, la cui emergenza economica ed occupazionale deve essere vista in parallelo con quella di Alitalia, manifesta netta contrarietà alla conversione in legge del decreto-legge in discussione.

ANTONIO MISIANI (PD). Nel ritenere preliminarmente che le misure previste dal disegno di legge di conversione devono considerarsi di fatto superate dalle norme recate dal decreto-legge n. 93 del 2008 pubblicato, in data odierna, sulla Gazzetta Ufficiale, sottolinea la necessità che ciascuno dei soggetti coinvolti nella disastrosa situazione finanziaria della società Alitalia, ormai prossima al fallimento, si assuma le proprie responsabilità. Nel ribadire la necessità di ricorrere alla procedura di evidenza pubblica in caso di cessione delle azioni della società Alitalia, evidenzia che in base alle nuove norme recate dall'articolo 4 del decreto-legge il finanziamento-ponte è di fatto trasformato in una ripatrimonializzazione dell'azienda a fondo perduto. Atteso che la soluzione individuata si traduce in una misura assistenzialistica, che sarà censurata in sede europea, sollecita il Governo a riferire in Parlamento circa le iniziative che intende intraprendere riguardo al futuro della compagnia italiana.

ANDREA ORLANDO (PD). Rileva che il provvedimento d'urgenza in discussione può essere considerato un atto dovuto del precedente Esecutivo volto a non compromettere la continuità operativa di Alitalia nelle more dell'insediamento del nuovo Governo, che è stato così posto in condizione di assumere le iniziative necessarie per il risanamento ed il completamento delle procedure di privatizzazione della società. Evidenziato, quindi, che all'unica effettiva possibilità di vendita dell'azienda al gruppo Air France-KLM, bloccata sul presupposto dell'imminente ingresso di una nuova «cordata» di imprenditori, l'attuale Governo non ha saputo porre in essere alcuna procedura alternativa, considera, altresì, inevitabile per Alitalia la via del commissariamento, giudicando singolare l'attuale silenzio della maggioranza sulla vicenda, a fronte delle risposte chiare che il Governo è chiamato a dare al Parlamento ed al Paese.

PIER PAOLO BARETTA (PD). Evidenziato che l'adozione del nuovo decreto-legge del Governo ha mutato la natura del finanziamento-ponte deciso dal Governo Prodi, d'intesa con la parte politica risultata vincitrice alle recenti elezioni politiche, sottolinea che le misure di ricapitalizzazione previste intervengono in assenza di una prospettiva chiara di politica industriale del gruppo Alitalia. Ricorda, inoltre, che il Senato ha deliberato su misure di finanziamento a carattere transitorio diverse da quelle su cui è chiamata ad esprimersi la Camera. Evidenzia quindi l'esigenza di conoscere sollecitamente gli orientamenti del Governo sul futuro assetto finanziario e proprietario della compagnia di bandiera.

ROBERTO MORASSUT (PD). Preannunziato il voto contrario del suo gruppo alla conversione in legge del decreto-legge in discussione, il cui testo è stato svuotato del suo significato originario, esprime profonda preoccupazione per il destino dell'Alitalia che ricade sui lavoratori e produce consistenti perdite di quote di mercato. Ritiene quindi imprescindibile conoscere le reali intenzioni del Governo, che ha tradito ancora una volta la fiducia degli elettori rispetto alle promesse fatte in campagna elettorale, per superare la crisi di Alitalia e rilanciare l'azienda, anche alla luce del deleterio dualismo in atto tra gli aeroporti di Fiumicino e di Malpensa; questi, invece, potrebbero efficacemente coesistere se sostenuti da una forte compagnia di bandiera inserita in un sistema infrastrutturale moderno e aperto.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali e prende atto che il relatore ed il rappresentante del Governo rinunziano alla replica.
Rinvia pertanto il seguito del dibattito ad altra seduta.

Pag. XII

Cessazione dal mandato parlamentare del deputato Giovanni Roberto Di Mauro.

PRESIDENTE. Avverte che il deputato Giovanni Roberto Di Mauro, eletto all'Assemblea regionale siciliana, ha comunicato, con lettera inviata alla Presidenza, di voler rassegnare le dimissioni dalla carica di deputato: trattandosi di un caso di incompatibilità, la Camera prende atto di tale comunicazione e della conseguente cessazione del deputato Di Mauro dal mandato parlamentare.
Avverte altresì che l'accertamento del candidato subentrante, ai fini della sua proclamazione a deputato, sarà effettuato dalla Giunta delle elezioni.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della prossima seduta:

Martedì 3 giugno 2008, alle 15,30.

(Vedi resoconto stenografico pag. 83).

La seduta termina alle 18,30.