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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di mercoledì 24 settembre 2008

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 24 settembre 2008.

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Aprea, Balocchi, Barbieri, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Bongiorno, Boniver, Bossi, Brambilla, Brancher, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Buttiglione, Caparini, Carfagna, Casero, Cirielli, Colucci, Cosentino, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, D'Amico, De Biasi, Donadi, Fallica, Fitto, Gregorio Fontana, Frattini, Gelmini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Leone, Lombardo, Lo Monte, Lucà, Lupi, Mantini, Mantovano, Maran, Maroni, Martini, Mazzocchi, Mecacci, Melchiorre, Meloni, Menia, Miccichè, Migliori, Molgora, Mura, Pescante, Picchi, Prestigiacomo, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Paolo Russo, Scajola, Soro, Stefani, Tremonti, Urso, Vegas, Vito.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Aprea, Balocchi, Barbieri, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Bongiorno, Boniver, Bossi, Brambilla, Brancher, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Buttiglione, Caparini, Carfagna, Casero, Cirielli, Colucci, Cosentino, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, D'Amico, De Biasi, Donadi, Fallica, Fitto, Frattini, Gelmini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Leone, Lombardo, Lo Monte, Lucà, Lupi, Mantini, Mantovano, Maran, Maroni, Martini, Mazzocchi, Mecacci, Melchiorre, Meloni, Menia, Miccichè, Migliori, Molgora, Mura, Pescante, Picchi, Prestigiacomo, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Paolo Russo, Scajola, Soro, Stefani, Tremonti, Urso, Vegas, Vito.

Annunzio di proposte di legge.

In data 23 settembre 2008 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei deputati:
CENTEMERO: «Disciplina delle istituzioni scolastiche italiane all'estero e delle iniziative per la diffusione della lingua e della cultura italiane all'estero» (1676);
BARANI: «Nuove disposizioni per il controllo della finanza pubblica e per la redazione dei documenti di bilancio dello Stato» (1677);
POLI ed altri: «Disposizioni concernenti l'istituzione e la disciplina delle case da gioco» (1678);
FLUVI: «Disposizioni per la sospensione della decorrenza di termini relativi ad adempimenti a carico del libero professionista in caso di malattia o di infortunio» (1679);
FLUVI: «Norme in favore dei cittadini italiani militari e civili vittime delle persecuzioni naziste» (1680);
FLUVI: «Disposizioni per favorire la contribuzione volontaria alle associazioni dei consumatori» (1681);
FLUVI: «Delega al Governo per la disciplina dell'assicurazione a copertura dei rischi derivanti da calamità naturali» (1682);
FLUVI: «Disposizioni per la tutela della concorrenza e dei diritti dei consumatori nel settore dei centri commerciali (outlet)» (1683);
ANGELA NAPOLI e CARLUCCI: «Riordino dell'Istituto nazionale di fisica nucleare» (1684);
SCALERA: «Norma sui titoli per l'ammissione a concorsi pubblici» (1685);
SCALERA: «Norme in favore degli esercizi commerciali di vicinato» (1686);
SCALERA: «Istituzione del Fondo per i giovani» (1687);
SCALERA: «Disposizioni concernenti la professione di odontotecnico» (1688).

Saranno stampate e distribuite.

Modifica del titolo di una proposta di legge.

La proposta di legge n. 1167, d'iniziativa del deputato CATANOSO, ha assunto il seguente titolo: «Modifiche alla legge 31 ottobre 1955, n. 1064, in materia di utilizzo delle generalità».

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

I Commissione (Affari costituzionali):
RICARDO ANTONIO MERLO ed altri: «Modifiche all'articolo 1 della legge 5 febbraio 1992, n. 91, in materia di cittadinanza per nascita» (995);
CATANOSO: «Modifica all'articolo 12 della legge 10 agosto 2000, n. 246, in materia di stabilizzazione dei vigili del fuoco volontari discontinui» (1150) Parere delle Commissioni V e XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale);
BARANI: «Conferimento della qualità di forza di polizia al Corpo nazionale dei vigili del fuoco e delega al Governo per la riforma del trattamento economico del personale, per la riforma del servizio volontario nel medesimo Corpo, nonché per l'immissione del personale volontario nei ruoli» (1165) Parere delle Commissioni II, V, VIII, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale) e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE VELTRONI ed altri: «Modifiche agli articoli 48, 50, 51 e 75 della Costituzione, in materia di diritti politici degli stranieri residenti in Italia» (1635) Parere della XI Commissione.

II Commissione (Giustizia):
CATANOSO: «Modifiche alla legge 31 ottobre 1955, n. 1064, in materia di utilizzo delle generalità» (1167) Parere della I Commissione;
CONCIA ed altri: «Introduzione del titolo VII-bis del libro primo del codice civile, in materia di assunzione della responsabilità genitoriale» (1206) Parere delle Commissioni I e XII.

III Commissione (Affari esteri):
VOLONTÈ: «Riforma della disciplina della cooperazione con i Paesi in via di sviluppo» (398) Parere delle Commissioni I, II, IV, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, X, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale), XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

VI Commissione (Finanze):
GIACHETTI ed altri: «Modifica all'articolo 15 e introduzione dell'articolo 41-bis del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, per agevolare l'acquisto della prima casa da parte dei giovani» (991) Parere delle Commissioni I, II, V, VIII, X, XI e XII;
CARLUCCI: «Modifica all'articolo 15 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, in materia di detraibilità delle spese per la partecipazione ad eventi culturali e sportivi» (1161) Parere delle Commissioni I, V e VII;
CONTE ed altri: «Delega al Governo per l'emanazione di norme per la compensazione fra i crediti vantati dalle imprese nei confronti delle amministrazioni statali e i debiti relativi alle obbligazioni tributarie» (1470) Parere delle Commissioni I, II, V e X.

X Commissione (Attività produttive):
MAZZOCCHI ed altri: «Norme per la tutela e la valorizzazione delle botteghe storiche di interesse artistico e degli antichi mestieri» (222) Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), XI, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

XII Commissione (Affari sociali):
GRASSI ed altri: «Disposizioni in materia di donazione del corpo post mortem a fini di studio e di ricerca scientifica» (746) Parere delle Commissioni I, II, V, VII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Commissioni riunite VII (Cultura) e XII (Affari sociali):
BARANI ed altri: «Disposizioni per la corresponsione di borse di studio ai medici specializzandi ammessi alle scuole di specializzazione negli anni dal 1983 al 1991» (1445) Parere delle Commissioni I, V e XIV.

Trasmissione dal ministro dell'interno.

Il ministro dell'interno, con lettera in data 22 settembre 2008, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 5 del decreto-legge 29 ottobre 1991, n. 345, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 dicembre 1991, n. 410, la relazione sull'attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia, relativa al primo semestre 2008 (doc. LXXIV, n. 1).
Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla II Commissione (Giustizia).

Trasmissione dal ministro dell'economia e delle finanze.

Il ministro dell'economia e delle finanze, con lettera in data 22 settembre 2008, ha trasmesso la relazione, aggiornata al mese di aprile 2008, sul monitoraggio degli incassi e dei pagamenti del bilancio dello Stato e delle spese aventi impatto diretto sul conto delle pubbliche amministrazione per l'anno 2008.
Questa documentazione è trasmessa alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione dal ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, con lettera in data 17 settembre 2008, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 12, comma 1, del decreto legislativo 25 febbraio 1999, n. 66, concernente «Istituzione dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo e modifiche al codice della navigazione, in attuazione della direttiva 94/56/CE del Consiglio,del 21 novembre 1994», le relazioni di inchiesta relative agli incidenti occorsi ai seguenti aeromobili:
Partenavia P66C, marche I-IABT, in località Colle dei Meneghini (Trento), in data 16 aprile 2004;
Dyn Aero MCR 01 Club, marche HB-YJQ, in località Laguna di Venezia (Venezia), in data 15 luglio 2007;
Cessna 337C, marche I-ATAR, in località Buccinasco (Milano), in data 28 agosto 2004;
Schleicher ASK 16, marche D-KGOR, in località Magnano in Riviera (Udine), in data 12 gennaio 2003;
Agusta A 109A II, marche I-DPCA, in località Prato di Camposecco (Roma), in data 5 gennaio 2006;
Boeing B737-800, marche EI-CSN, all'aeroporto di Treviso S. Angelo, in data 25 giugno 2007;
Piper PA-28 161, marche I-APCE, all'aeroporto di Brescia Montichiari, in data 23 giugno 2007;
Cessna P210N, marche D-ECPM, all'aeroporto di Marina di Campo, in data 8 febbraio 2006;
Schleicher ASW 20, marche I-ZOOW, all'aviosuperficie di Enemonzo (Udine), in data 9 agosto 2003;
Piper PA-34-200T, marche D-GORC, all'aviosuperficie di Valdera (Pisa), in data 15 ottobre 2006;
Tecnam P2002-JF, marche I-PULV, all'aeroporto di Catania Fontanarossa, in data 24 novembre 2006;
Procaer F15A, marche I-PICC, all'aviosuperficie di Castiadas (Cagliari), in data 25 agosto 2007.

Questa documentazione sarà trasmessa alla IX Commissione (Trasporti).

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

MOZIONI DAMIANO ED ALTRI N. 1-00034, CAZZOLA ED ALTRI N. 1-00038, DELFINO ED ALTRI N. 1-00039 E LO MONTE ED ALTRI N. 1-00040 CONCERNENTI INIZIATIVE PER IL RECUPERO DEL POTERE D'ACQUISTO DELLE RETRIBUZIONI E DELLE PENSIONI

Mozioni

La Camera,
premesso che:
dall'inizio degli anni 2000, le dinamiche relative alla crescita delle retribuzioni, delle pensioni, della produttività e la stessa distribuzione della ricchezza prodotta in Italia evidenziano che siamo in presenza di un grave problema di decrescente e insufficiente potere d'acquisto delle famiglie;
tale situazione è determinata, in primo luogo, dal rallentamento degli incrementi delle retribuzioni e delle pensioni reali, sia contrattuali che «di fatto», sia lorde che nette, soprattutto se confrontate con quelle dei maggiori Paesi europei. Oggi il nostro Paese è in una situazione di crescita zero, di aumento dell'utilizzo della cassa integrazione e di un vistoso calo dei consumi;
i dati Istat, relativi all'andamento del prodotto interno lordo italiano nel secondo trimestre, rilevano una diminuzione dello 0,3 per cento, rispetto al trimestre precedente, e dello 0,1 per cento, rispetto al corrispondente trimestre 2007;
oltre 14 milioni di lavoratori, secondo recenti indagini, guadagnano meno di 1.300 euro netti al mese. Nei dati dell'ultima indagine dell'Istat sulla condizione economica delle famiglie si evidenzia che:
a) il 14,6 per cento arriva con grande difficoltà a fine mese;
b) il 28,4 per cento non riesce a far fronte a una spesa imprevista;
c) il 9,3 per cento è in arretrato nel pagamento delle bollette;
d) il 10,4 per cento non riscalda adeguatamente la casa;
e) il 4,2 per cento non ha soldi per le spese alimentari;
f) il 10,4 per cento non ha soldi per le spese mediche;
g) il 16,4 per cento non ha soldi per le spese per l'abbigliamento;
le cause di questa situazione sono molteplici: lo scarto tra inflazione programmata e inflazione effettiva; il ritardo nel rinnovo dei contratti di lavoro, che mediamente si attesta oltre i 12 mesi ed è causa di una mancata crescita delle retribuzioni di uno/due punti percentuali; la mancata restituzione del drenaggio fiscale e l'assenza di una politica fiscale a sostegno dei redditi; l'inadeguata ridistribuzione della produttività attraverso la contrattazione di azienda e di territorio; l'aumento dell'incidenza percentuale del numero dei lavoratori con contratti atipici, precari e ad orario ridotto;
tra il 1992 e il 2007, in Italia, su una crescita complessiva, pur modesta, di 17 punti percentuali, soltanto due sono andati a vantaggio del lavoro. Questa emergenza salariale ha richiamato più volte l'esigenza di una nuova politica dei redditi che impegnasse Governo e parti sociali. Nel documento di programmazione economico-finanziaria 2009-2013 e nel decreto-legge n. 112 del 2008 sulla manovra economica, l'attuale Governo non ha preso in considerazione, nonostante le promesse elettorali, il problema dell'innalzamento del potere d'acquisto delle retribuzioni e delle pensioni, che potrebbe contribuire ad una ripresa dei consumi e, di conseguenza, allo sviluppo del Paese;
negli ultimi due decenni, il crescente divario sociale, frutto di un sempre più accentuato squilibrio nella distribuzione della ricchezza a tutto scapito del fattore lavoro e dei percettori di redditi fissi - così come evidenziato dalle più serie e circostanziate analisi, quali quelle della Banca d'Italia - oltre a rappresentare un inaccettabile elemento di iniquità, costituisce una delle cause della intrinseca debolezza del sistema economico e produttivo, stante l'ormai conclamata e prolungata debolezza della domanda interna;
la ripresa e la competitività dell'economia italiana non potrà non poggiare che sul recupero di valore del fattore lavoro, sotto il profilo economico, sociale, giuridico e culturale, e pertanto sarà necessario imprimere una decisa inversione di tendenza nell'azione di governo, rispetto alla filosofia che ha caratterizzato i primi provvedimenti di questa legislatura,

impegna il Governo:

ad aprire con le parti sociali un tavolo di concertazione, volto in particolare a superare l'irrealistico tasso di inflazione programmata, fissato all'1,7 per cento, che rappresenta la pianificazione della perdita del potere d'acquisto delle retribuzioni a fronte di un'inflazione media reale del 4 per cento in Italia (contro una stima per la zona euro pari al 3,6 per cento), mentre questo tasso andrebbe innalzato al livello che verrà definito dalle parti sociali, al termine della trattativa in corso sul rinnovo del modello contrattuale, anche al fine di evitare che si determinino due livelli di inflazione, una per il pubblico impiego e l'altra per il lavoro privato;
ad avviare una progressiva e incisiva diminuzione della pressione fiscale sulle retribuzioni medio-basse (fino a 30 mila euro lordi annui), attraverso detrazioni fiscali, revisioni delle aliquote o restituzione del drenaggio fiscale, prevedendo il conseguimento dell'obiettivo di una riduzione del prelievo fino a 100 euro mensili, nell'arco del prossimo triennio 2009-2011;
a incentivare la contrattazione decentrata, continuando l'azione prevista dal protocollo del 23 luglio 2007, attraverso: la decontribuzione del salario di produttività, aumentando la dotazione dell'apposito fondo, su cui sono attualmente stanziati 650 milioni di euro all'anno e che consente una diminuzione dei contributi del 25 per cento e la pensionabilità di tale retribuzione; la sua detassazione a vantaggio dei lavoratori, rendendo strutturale l'attuale fondo di 150 milioni, stanziati dal Governo Prodi per il 2008, e prevedendone il suo raddoppio;
a rivedere la norma varata dall'attuale Governo in materia di straordinari e di incrementi di produttività, eliminando la possibilità di incentivare le erogazioni unilaterali delle aziende;
ad avviare un confronto con le parti sociali, così come previsto dal decreto del Governo Prodi emanato nel dicembre del 2007, per l'estensione progressiva della quattordicesima (già erogata nell'ottobre 2007 e nel luglio 2008 ad oltre 3 milioni di pensionati, che hanno un assegno pensionistico fino a 700 euro mensili) alle pensioni di importo fino a 1.000-1.200 euro mensili;
a procedere, entro il 31 dicembre 2008, all'emanazione delle misure che rendano esercibile il diritto al pensionamento anticipato per i lavoratori impegnati inattività usuranti, in conformità a quanto previsto dal protocollo del 23 luglio 2007.
(1-00034)
«Damiano, Letta, Soro, Sereni, Bressa, Berretta, Bellanova, Rampi, Codurelli, Mosca, Madia, Bobba, Gatti, Gnecchi, Schirru, Miglioli, Boccuzzi, Mattesini, Santagata, Motta, Mariani».
(16 settembre 2008).

La Camera,
premesso che:
nel documento di programmazione economico-finanziaria il Governo aveva previsto un aggravamento della congiuntura economica internazionale e, di conseguenza, il prodursi di effetti preoccupanti anche per il nostro Paese. In coerenza con tale previsione il Governo - con l'anticipo della manovra di bilancio predisposta unitamente al documento di programmazione economico-finanziaria - ha voluto garantire alla comunità nazionale la «messa in sicurezza» del bilancio dello Stato nella prospettiva del pareggio nell'arco del prossimo triennio;
le previsioni del Governo si sono rilevate, purtroppo, corrette, dal momento che le ultime stime del Fondo monetario internazionale (conformi a quelle di altri organismi ed osservatori nazionali ed internazionali) indicano una stagnazione del prodotto interno lordo nel 2008 ed una crescita (+0,1 per cento) assolutamente modesta nel 2009, a fronte, rispettivamente dello 0,2 per cento e dello 0,3 per cento delle stime di aprile 2008. In termini di sviluppo, secondo il Fondo monetario internazionale, l'Italia presenta performance peggiori dell'area euro (1,4 per cento nel 2008) e dei più importanti Paesi partner (1 per cento Francia, 2 per cento Germania, 1,5 per cento Spagna, 1,4 per cento Regno Unito). Si conferma, pertanto, anche nel quadro della contrazione complessiva degli incrementi del prodotto interno lordo per quasi tutti i sistemi-Paese, un differenziale, ormai strutturale, tra il nostro tasso di crescita e quello degli altri;
spinta soprattutto da fattori di carattere internazionale, è ripresa 1'inflazione con tassi ormai allineati con quelli dell'area euro;
in tale scenario critico va sottolineata - seppur con andamenti meno brillanti di quelli degli anni scorsi - una sostanziale tenuta dei livelli di occupazione. Infatti, nonostante la congiuntura economica molto depressa, persino il 2007 (secondo il rapporto del Cnel presentato il 15 luglio 2008) «è stato per l'Italia un altro anno caratterizzato da una buona espansione dell'occupazione, che ha portato ad un nuovo lieve incremento del tasso di occupazione. La domanda di lavoro è stata sostenuta da una crescita economica a ritmi prossimi al potenziale e dal permanere di condizioni favorevoli sul versante del costo del lavoro. L'aumento dei livelli occupazionali - prosegue il rapporto - è stato condiviso dai maggiori settori dell'economia». Subito dopo tali considerazioni di sintesi il Cnel ha messo in evidenza, nuovamente, che tali risultati hanno confermato «il posizionamento dell'economia italiana lungo una traiettoria caratterizzata da una elevata crescita dell'occupazione in assenza di incrementi significativi del prodotto» e, pertanto, «a fronte di un modesto incremento della produttività del lavoro». Fino a concludere, quindi, con la seguente considerazione: «il fatto che i tassi di variazione - la notazione è importante - restino positivi è però anche un sintomo del fatto che i livelli occupazionali per questa componente sono ancora un trend di espansione, legato a fattori di natura strutturale più che a fattori legati al ciclo economico»;
in tale contesto contraddittorio il Governo, nei suoi «primi cento giorni», ha portato avanti con coerenza una strategia per cui - ferma restando la scelta del risanamento finanziario del Paese - fossero avviate anche misure di riforma di quei settori il cui riordino avrebbe potuto comportare un forte recupero di efficienzae di efficacia del Paese e di maggior competitività dell'insieme delle sue strutture;
in particolare, il Governo ha mantenuto la promessa di non mettere le mani in tasca agli italiani (ai quali si sono ridistribuite, invece, riduzioni fiscali pari a 1,7 miliardi di euro in conseguenza dell'abolizione dell'ici e 650 milioni di euro per la detassazione dei premi e degli straordinari);
parte del gettito fiscale sarà restituito ai cittadini che versano in più gravi condizioni, attraverso la cosiddetta social card, che servirà per acquistare prodotti alimentari e pagare bollette;
la manovra anticipata col decreto- legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, ha definito, secondo un ragionevole equilibrio, gli interventi di risanamento e di riduzione della spesa corrente (affrontando con coraggio i nodi della pubblica amministrazione e dell'impiego pubblico, a partire dalla scuola) insieme con importanti misure di sviluppo attraverso un rilancio della politica delle infrastrutture;
le misure di semplificazione e di deregolazione del lavoro, nell'invarianza delle tutele sociali e sindacali, hanno sicuramente fornito non solo dei consistenti risparmi da parte delle imprese, con tutte le conseguenze del caso, ma anche favorito l'occupazione, mediante un miglioramento sostanziale degli aspetti formali burocratici e sanzionatori;
la ripresa dell'economia italiana non potrà non poggiare sulla difesa del rigore nel portare avanti l'opera di risanamento, accrescendo la competitività del sistema mediante le riforme, promuovendo interventi di carattere inclusivo e selettivo nei confronti di quei settori di popolazione che presentano maggiori difficoltà. La ripresa dell'economia non potrà sicuramente conseguire da politiche che incrementino le tensioni inflazionistiche (peraltro in buona parte importate) o che estranino il nostro Paese da una strategia di risalita comune a tutta l'Unione europea e coerente con i suoi principi fondativi;
va poi considerato che efficaci politiche di sostegno per il recupero del potere d'acquisto delle famiglie non possono prescindere da una complessiva revisione della disciplina del lavoro che riguarda le donne, con particolare riferimento alle problematiche della conciliazione tra i diversi ruoli in cui la donna è impegnata. È sull'aspetto della conciliazione che vanno concentrate le politiche di sostegno, secondo due grandi gruppi:
a) quelle che intervengono sulla flessibilità del regime di organizzazione del lavoro, tra cui spicca una più ampia diffusione del part time (nell'Unione europea l'occupazione femminile è più elevata laddove è più ampio il ricorso al tempo parziale);
b) quelle che sono di ausilio alle famiglie con bambini piccoli, in particolare per quanto riguarda l'accesso ai servizi,

impegna il Governo:

a proseguire con coerenza nelle politiche fino ad ora portate avanti e, in particolare, in quelle economiche e sociali a sostegno delle retribuzioni e delle pensioni e, in tale ambito, a realizzare i nuovi obiettivi indicati - a partire dal federalismo - con la medesima capacità decisionale ed operativa fino ad ora dimostrata;
a verificare con le parti sociali la possibilità di pervenire al più presto ad un'intesa sulla struttura della contrattazione che sia in grado di accompagnare l'impiego delle risorse economiche destinate ai miglioramenti retributivi e ad un forte recupero di produttività del lavoro e delle imprese; a rendere, pertanto, permanente (e gradualmente ad estendere) le norme sulla detassazione delle ore straordinarie e dei premi di produttività;
a tener conto - ferme restando le indicazioni contenute nel documento di programmazione economico-finanziariacirca il tasso di inflazione programmato - di quanto potrà emergere dal tavolo del negoziato interconfederale per la definizione dei parametri a cui riferire il recupero del potere d'acquisto delle retribuzioni e delle pensioni, attraverso la contrattazione collettiva;
a varare al più presto - e in modo conforme alla delega - la disciplina per la tutela dei lavori usuranti, una volta approvata la relativa norma di sostanziale riapertura dei termini;
ad incrementare il lavoro delle donne con politiche attente ai problemi della conciliazione tra i diversi ruoli in cui la donna è impegnata.
(1-00038)
«Cazzola, Caparini, Saglia, Baldelli, Antonino Foti, Briguglio, Ceccacci Rubino, Di Biagio, Vincenzo Antonio Fontana, Formichella, Giacomoni, Giammanco, Mannucci, Mottola, Pelino, Mariarosaria Rossi, Saltamartini, Sammarco, Taglialatela, Munerato, Fedriga, Bonino».
(23 settembre 2008).

La Camera,
premesso che:
il 16 luglio 2008 la Camera dei deputati ha approvato, con una larga maggioranza, una mozione che impegnava il Governo ad inserire tra i suoi obiettivi prioritari l'introduzione in Italia di misure fiscali incisive in favore delle famiglie, a partire dall'adozione di un sistema fiscale in cui il reddito imponibile viene ad essere calcolato non solo in base al reddito percepito, ma anche in base al numero dei componenti della famiglia;
secondo il centro studi di Confindustria, che ha fornito le ultime stime sui principali indicatori dell'economia italiana, «le famiglie italiane hanno tagliato i consumi e l'anno si chiuderà con un calo dello 0,1 per cento, in netto contrasto con il +1,4 per cento del 2007», un dato verificatosi solo due volte dal dopoguerra ad oggi, dopo quello del 1993;
questo calo conferma come si sia assistito nell'arco di un decennio ad una costante erosione del potere di acquisto delle famiglie, a fronte di una dinamica delle retribuzioni e dei trattamenti pensionistici che non ha consentito un loro allineamento costante tra l'inflazione programmata e quella effettiva;
il 15 gennaio 2008 è stato nominato il Garante per la sorveglianza dei prezzi, figura introdotta dalla legge finanziaria per il 2008, la cui attività di controllo, tuttavia, alla luce delle dinamiche dei prezzi, soprattutto dei beni di prima necessità, non sempre giustificate da motivazioni reali quanto piuttosto da manovre speculative, non sembra aver inciso in maniera rilevante e significativa;
nonostante le condizioni di vita delle famiglie italiane si siano aggravate rispetto ai dati, già drammatici, rilevati dall'Istat nel 2007, nel documento di programmazione economico-finanziaria e nell'anticipo della manovra votata questa estate non si sono potuti notare grandi interventi in questa direzione;
misure come l'invio di una carta prepagata ad un milione e duecentomila pensionati con mensili minimi e insufficienti per l'acquisto di cibo ed il pagamento di utenze, non possono rappresentare la risposta alle criticità emerse in questi ultimi mesi e con cui hanno a che fare le lavoratrici e i lavoratori italiani;
dall'indagine esplorativa presentata recentemente dalle Acli emerge che, dal 2005 al 2008, il popolo della quarta settimana è cresciuto del 14 per cento a dimostrazione del clima di incertezza sociale ed economica in Italia, dove rispetto a 5 anni fa sentono peggiorata la loro condizione economica il 61 per cento dei cittadini (soprattutto pensionati, operai, artigiani e piccoli esercenti);
sempre secondo tale indagine, la prima preoccupazione circa il lavoro èlegata al reddito: il fatto di non riuscire a guadagnare abbastanza per arrivare alla fine del mese è il primo pensiero per il 42 per cento degli intervistati; la precarietà è l'incubo per il 36 per cento degli italiani; il 20 per cento sono preoccupati di non riuscire ad ottenere un impiego continuativo e sicuro ed il 16 per cento vive con la paura di perdere il lavoro;
l'indebolimento sociale ed economico della famiglia genera un impoverimento nelle relazioni e nella stessa coesione sociale e non si può parlare di crescita e di sviluppo se il valore economico delle famiglie non viene correttamente colto e se mancano azioni responsabili a suo sostegno;
il rallentamento economico del nostro Paese pone il problema di varare interventi a sostegno dei redditi per aumentare il potere d'acquisto di salari e pensioni, fortemente eroso negli ultimi anni dal mancato recupero del fiscal drag, dall'aumento della pressione fiscale e da un'incontrollata corsa dei prezzi, e sostenere in tal modo la domanda interna;
sarebbe, pertanto, necessario agire sulla pressione fiscale, attraverso le aliquote irpef e le detrazioni per sostenere i nuclei familiari più numerosi, unitamente ad un controllo dei prezzi;
nel corso di un'audizione presso la Commissione finanze della Camera dei deputati, il Ministro Tremonti ha affermato che la pressione fiscale rimarrà ai livelli attuali e che, stante l'attuale crisi economico-finanziaria, un calo potrebbe realizzarsi solo nell'arco dell'intera legislatura;
sono incerti i riflessi che la grande crisi finanziaria statunitense (che nell'arco di poche settimane ha portato al salvataggio in extremis dei colossi americani dei mutui Fanniee Freddie, al fallimento della banca di investimento Lehman Brothers e forti pressioni sul grande gruppo assicurativo Aig) potrà avere in Italia e, in particolare, sul «popolo» dei mutui;
lo stesso provvedimento sulla detassazione degli straordinari, oltre ad essere di entità talmente piccola che si fa fatica ad immaginarlo come lo strumento per aiutare i salari, oltre a non introdurre valore aggiunto per unità di prodotto, servendo solo ad aumentare il prodotto in certe situazioni e non la produttività complessiva, come sarebbe utile oggi per il nostro Paese, contiene troppi elementi di disparità, perché esclude dai benefici della detassazione una larga parte dei lavoratori, milioni di giovani e persone che lavorano con contratti atipici, oltre a penalizzare sicuramente le donne;
non solo, con tale misura si è introdotta una modifica che mette in discussione un'architettura contrattuale, che è estremamente importante e significativa,

impegna il Governo:

a procedere nella direzione indicata dalla mozione accolta il 16 luglio 2008 dall'Esecutivo, relativa all'introduzione nel sistema fiscale italiano di una tassazione che tenga conto del numero dei figli e ridia forza al potere di acquisto delle famiglie;
a prevedere ogni iniziativa utile che possa ridare slancio alla domanda interna quale condizione indispensabile per la crescita dell'economia italiana;
a monitorare attentamente l'impatto della crisi finanziaria internazionale in corso e ad adottare gli eventuali provvedimenti atti ad evitare pesanti ricadute sulle famiglie italiane;
a procedere ad una revisione della disciplina sulla detassazione sugli straordinari, al fine di eliminare le criticità su esposte, collegandola alla riforma della contrattazione e alla valorizzazione del secondo livello, territoriale o aziendale e a valutare, in alternativa, per sostenere i redditi da lavoro l'opzione delle detrazioni fiscali;
a prevedere un potenziamento dell'attività di controllo del Garante per la sorveglianza dei prezzi, senza il quale la sua presenza potrebbe rilevarsi inutile ai fini della lotta al controllo delle dinamiche dei prezzi, valutando, altresì, l'opportunità di prevedere anche forme estreme di tutela del potere di acquisto delle famiglie, attraverso la creazione di un paniere di prodotti e beni di prima necessità su cui applicare prezzi imposti;
ad assumere nuove iniziative che sostengano i livelli retributivi di lavoratori e pensionati, che rischiano altrimenti di rimanere relegati ai margini della società.
(1-00039)
«Delfino, Cesa, Poli, Vietti, Ciccanti, Compagnon, Volontè, Naro».
(23 settembre 2008).

La Camera,

impegna il Governo:

a procedere nella direzione indicata dalla mozione accolta il 16 luglio 2008 dall'Esecutivo, relativa all'introduzione nel sistema fiscale italiano di una tassazione che tenga conto del numero dei figli e ridia forza al potere di acquisto delle famiglie;
a prevedere ogni iniziativa utile che possa ridare slancio alla domanda interna quale condizione indispensabile per la crescita dell'economia italiana;
a monitorare attentamente l'impatto della crisi finanziaria internazionale in corso e ad adottare gli eventuali provvedimenti atti ad evitare pesanti ricadute sulle famiglie italiane;
a procedere ad una definizione di carattere strutturale della detassazione sugli straordinari e dei premi, estendendone l'applicazione alle categorie ora escluse, collegandola alla riforma della contrattazione e alla valorizzazione del secondo livello, territoriale o aziendale;
a prevedere un potenziamento dell'attività di controllo del Garante per la sorveglianza dei prezzi, senza il quale la sua presenza potrebbe rilevarsi inutile ai fini della lotta al controllo delle dinamiche dei prezzi, valutando, altresì, l'opportunità di prevedere anche forme estreme di tutela del potere di acquisto delle famiglie, attraverso la creazione di un paniere di prodotti e beni di prima necessità su cui applicare prezzi imposti;
ad assumere nuove iniziative che sostengano i livelli retributivi di lavoratori e pensionati, che rischiano altrimenti di rimanere relegati ai margini della società.
(1-00039)
(Nuova formulazione) «Delfino, Cesa, Poli, Vietti, Ciccanti, Compagnon, Volontè, Naro».
(23 settembre 2008).

La Camera,
premesso che:
nel documento di programmazione economico-finanziaria il Governo aveva precisato che le previsioni economiche per il 2008 dovevano essere riviste al ribasso in misura consistente rispetto a quelle formulate nel documento di programmazione economico-finanziaria del 2007, in conseguenza dell'evoluzione dello scenario internazionale;
in questo scenario è estremamente preoccupante il permanere del divario di sviluppo territoriale tra le aree del Paese (nel 2007 crescita del prodotto interno lordo pari all'1,6 per cento nel Centro-Nord ed allo 0,9 per cento nel Mezzogiorno) che penalizza fortemente il Mezzogiorno, a testimonianza della necessità di dotare il Sud dell'Italia di un sistema di infrastrutture e di servizi che consenta allo stesso di «competere» ad armi pari con il resto del Paese, al fine di non rendere vani gli sforzi prodotti in tal senso dalle popolazioni locali, dagli imprenditori, dai giovani e dagli enti locali, tesi a rendere autonoma e competitiva l'economia locale;
l'aumento dell'inflazione sta riducendo drasticamente il potere di acquisto delle famiglie italiane: in modo particolare tale fenomeno investe le famiglie numerose e le popolazioni del Mezzogiorno da sempre afflitte da maggiori tassi di disoccupazione e lavoro precario, soprattutto femminile;
la criticità della situazione economica pesa in maggiore misura sui pensionati al minimo e sulle famiglie che vedono la presenza nel proprio nucleo familiare di anziani e portatori di handicap non autosufficienti;
quanto alle politiche del Governo per ridurre il divario territoriale, secondo il rapporto Svimez, presentato di recente, nel 2008 il prodotto interno lordo del Mezzogiorno è cresciuto dello 0,8 per cento, a fronte di una crescita media dell'Italia dell'1,2 per cento; se si esclude il 2007, erano sette anni che la dinamica di crescita del Mezzogiorno non era inferiore a quella del resto del Paese; il divario di prodotto per abitante si mantiene superiore ai quaranta punti percentuali, cui corrisponde in termini monetari una differenza di oltre 10.000 euro: l'incremento del divario Nord-Sud verificatosi nel 2007, sebbene di solo due decimi di punto, un fatto che non si registrava dalla metà degli anni '90;
a determinare tale differenza, secondo la Svimez, è una più accentuata riduzione della spesa pubblica nelle regioni meridionali (questa si è ridotta, nel 2007, a meno di un terzo rispetto al 2006) e si unisce al deciso rallentamento della spesa delle famiglie meridionali, che hanno dovuto ridurre quella per consumi primari e non durevoli;
sul mercato del lavoro, il Mezzogiorno, dopo aver creato, nel corso del triennio 2003-2006 di espansione dell'occupazione, ben 478 mila posti di lavoro aggiuntivi, nell'ultimo biennio manifesta perfino difficoltà a mantenere lo stock di occupazione creato nel periodo precedente: tra il 2006 e il 2008 gli occupati a tempo indeterminato sono calati di oltre 56 mila unità e questo nonostante il positivo andamento della produttività dell'area;
le imprese del Meridione, soprattutto nei settori del manifatturiero tradizionale, vivono un momento difficile, ulteriormente aggravato da problemi di natura strutturale, con evidente perdita di competitività;
incentivare le politiche per lo sviluppo del Mezzogiorno e il sostegno alle famiglie rappresenta, conseguentemente, un'opportunità di progresso economico per l'intero Paese, non solo perché il Sud possiede le maggiori potenzialità di crescita produttiva, spazi fisici ed economici, le risorse materiali e immateriali, ma anche perché ha le più importati potenzialità per accrescere il livello di competitività di tutta l'Italia;
il Governo nei primi «cento giorni» si è impegnato sul fronte del risanamento e della riduzione della spesa corrente, puntando al rilancio del Paese ed ad una sua maggiore competitività;
permane a tutt'oggi la necessità di definire, in particolare per il Mezzogiorno, un piano più articolato per il rilancio della politica delle infrastrutture, unica garanzia di ripresa e di rilancio economico,

impegna il Governo:

a promuovere una maggiore coesione ed equità sociale finalizzata a favorire un modello di sviluppo economico, con politiche di sostegno delle retribuzioni e delle pensioni, che coinvolga l'intero Paese e, in particolare, a sostenere le aree più svantaggiate, con la necessaria attenzione, stante l'attuale divario economico, nei riguardi del Mezzogiorno;
ad avviare, entro la fine del 2008, un confronto con le parti sociali finalizzato, compatibilmente con la ripresa economica e delle risorse da essa derivanti, a determinare aumenti retributivi atti a contrastare il crescente aumento del costo della vita;
ad avviare politiche di sostegno per le famiglie che vedono la presenza al proprio interno di anziani e portatori di handicap non autosufficienti e a prevedere un percorso che porti ad un adeguamento congruo, rispetto all'aumento del costo della vita, dei trattamenti pensionistici, a partire dalle pensioni minime;
a porre in essere, per quanto riguarda il Mezzogiorno, valutati i profili di compatibilità con la disciplina dell'Unione europea, la fiscalità di vantaggio per promuovere l'insediamento di imprese operanti nel Mezzogiorno, al fine di favorire il tessuto produttivo meridionale, unica garanzia concreta per lo sviluppo economico e dunque per il sostegno e l'incremento dell'occupazione al Sud;
ad incrementare ulteriormente politiche a favore delle famiglie, soprattutto numerose, che, stante il livello di inflazione e l'inadeguatezza dei salari, rischiano di vedere ulteriormente peggiorate le loro condizioni di vita, con particolare riferimento al Mezzogiorno, dove disoccupazione e lavoro precario rendono più difficile sostenere gli attuali aumenti dei prezzi, anche attraverso un più forte articolato controllo dei prezzi al consumo.
(1-00040)
«Lo Monte, Belcastro, Commercio, Iannaccone, Latteri, Lombardo, Milo, Sardelli, Brugger».
(23 settembre 2008).

Risoluzione

La Camera,
premesso che:
nel Documento di programmazione economico-finanziaria il Governo aveva previsto un aggravamento della congiuntura economica internazionale e, di conseguenza, il prodursi di effetti preoccupanti anche per il nostro Paese. In coerenza con tale previsione il Governo - con l'anticipo della manovra di bilancio predisposta unitamente al Documento di programmazione economico-finanziaria - ha voluto garantire alla comunità nazionale la «messa in sicurezza» del bilancio dello Stato, nella prospettiva del pareggio nell'arco del prossimo triennio;
le previsioni del Governo si sono rilevate, purtroppo, corrette, dal momento che le ultime stime del Fondo monetario internazionale (conformi a quelle di altri organismi ed osservatori nazionali ed internazionali) indicano una stagnazione del prodotto interno lordo nel 2008 ed una crescita (+0,1 per cento) assolutamente modesta nel 2009, a fronte rispettivamente dello 0,2 per cento e dello 0,3 per cento delle stime di aprile 2008. In termini di sviluppo, secondo il Fondo monetario internazionale, l'Italia presenta performance peggiori dell'area euro (1,4 per cento nel 2008) e dei più importanti Paesi partner (1 per cento Francia, 2 per cento Germania, 1,5 per cento Spagna, 1,4 per cento Regno Unito). Si conferma, pertanto, anche nel quadro della contrazione complessiva degli incrementi del prodotto interno lordo per quasi tutti i sistemi-Paese, un differenziale, ormai, strutturale tra il nostro tasso dì crescita e quello degli altri, con ricadute particolarmente critiche nelle aree del sud; spinta soprattutto da fattori di carattere internazionale, è ripresa l'inflazione con tassi ormai allineati con quelli dell'area euro;
in tale scenario critico va sottolineata - seppur con andamenti meno brillanti di quelli degli anni scorsi - una sostanziale tenuta dei livelli di occupazione. Infatti, nonostante la congiuntura economica molto depressa, persino il 2007 (secondo il rapporto del Cnel presentato il 15 luglio 2008) «è stato per l'Italia un altro anno caratterizzato da una buona espansione dell'occupazione, che ha portato ad un nuovo lieve incremento del tasso di occupazione. La domanda di lavoro è stata sostenuta da una crescita economica a ritmi prossimi al potenziale e dal permanere di condizioni favorevoli sul versante del costo del lavoro. L'aumento dei livelli occupazionali - prosegue il rapporto -è stato condiviso dai maggiori settori dell'economia». Subito dopo tali considerazioni dì sintesi, il Cnel ha messo in evidenza, nuovamente, che tali risultati hanno confermato «il posizionamento dell'economia italiana lungo una traiettoria caratterizzata da un'elevata crescita dell'occupazione in assenza di incrementi significativi del prodotto» e, pertanto, «a fronte di un modesto incremento della produttività del lavoro». Fino a concludere, quindi, con la seguente considerazione: «il fatto che i tassi di variazione - la notazione è importante - restino positivi è, però, anche un sintomo del fatto che i livelli occupazionali per questa componente sono ancora un trend di espansione, legato a fattori di natura strutturale più che a fattori legati al ciclo economico»;
in tale contesto contraddittorio il Governo, nei suoi «primi cento giorni», ha portato avanti con coerenza una strategia per cui - ferma restando la scelta del risanamento finanziario del Paese - fossero avviate anche misure di riforma di quei settori il cui riordino avrebbe potuto comportare un forte recupero di efficienza e di efficacia del Paese e di maggior competitività dell'insieme delle sue strutture;
in particolare, il Governo ha mantenuto la promessa di «non mettere le mani in tasca agli italiani» (ai quali si sono ridistribuite, invece, riduzioni fiscali pari a 1,7 miliardi di euro in conseguenza dell'abolizione dell'ici e 650 milioni di euro per la detassazione dei premi e degli straordinari);
parte del gettito fiscale sarà restituito ai cittadini che versano in più gravi condizioni, attraverso la cosiddetta social card, che servirà per acquistare prodotti alimentari e pagare bollette;
La manovra anticipata col decreto- legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, ha definito, secondo un ragionevole equilibrio, gli interventi di risanamento e di riduzione della spesa corrente (affrontando con coraggio i nodi della pubblica amministrazione e dell'impiego pubblico) insieme con importanti misure di sviluppo attraverso un rilancio della politica delle infrastrutture;
le misure di semplificazione e di deregolazione del lavoro, nell'invarianza delle tutele sociali e sindacali, hanno sicuramente fornito non solo dei consistenti risparmi da parte delle imprese, con tutte le conseguenze del caso, ma anche favorito l'occupazione, mediante un miglioramento sostanziale degli aspetti formali burocratici e sanzionatori;
la ripresa dell'economia italiana dovrà continuare nell'opera di risanamento, accrescendo la competitività del sistema mediante le riforme, promuovendo interventi di carattere inclusivo e selettivo nei confronti di quei settori di popolazione che presentano maggiori difficoltà. La ripresa dell'economia non potrà sicuramente conseguire da politiche che incrementino le tensioni inflazionistiche (peraltro in buona parte importate) o che estranino il nostro Paese da una strategia di risalita comune a tutta l'Unione europea e coerente con i suoi princìpi fondativi;
va poi considerato che efficaci politiche di sostegno per il recupero del potere d'acquisto delle famiglie non possono prescindere da una complessiva revisione della disciplina del lavoro che riguarda le donne, con particolare riferimento alle problematiche della conciliazione tra i diversi ruoli in cui la donna è impegnata. E sull'aspetto della conciliazione che vanno concentrate le politiche di sostegno, secondo due grandi gruppi:
a) quelle che intervengono sulla flessibilità del regime di organizzazione del lavoro, tra cui spicca una più ampia diffusione del part time (nell'Unione europea l'occupazione femminile è più elevata laddove è più ampio il ricorso al tempo parziale);
b) quelle che sono di ausilio alle famiglie con bambini piccoli, in particolare per quanto riguarda l'accesso ai servizi,

impegna il Governo:

a proseguire con coerenza nelle politiche fino ad ora portate avanti e, in particolare, in quelle economiche e sociali a sostegno delle retribuzioni e delle pensioni e, in tale ambito, a realizzare i nuovi obiettivi indicati - a partire dal federalismo - con la medesima capacità decisionale ed operativa fino ad ora dimostrata;
a destinare adeguate risorse alla promozione dello sviluppo dell'economia nazionale, in particolare delle regioni meridionali ed insulari, prevedendo strumenti il più possibile automatici e introducendo forme riconducibili alla fiscalità di vantaggio, valutati i profili di compatibilità con la disciplina dell'Unione europea;
a verificare con le parti sociali la possibilità di pervenire al più presto ad un'intesa sulla struttura della contrattazione che sia in grado di accompagnare l'impiego delle risorse economiche destinate ai miglioramenti retributivi e ad un forte recupero di produttività del lavoro e delle imprese;
a rendere, pertanto, permanente (e gradualmente ad estendere) le norme sulla detassazione delle ore straordinarie e dei premi di produttività;
a tener conto - ferme restando le indicazioni contenute nel Documento di programmazione economico-finanziaria circa il tasso di inflazione programmato - di quanto potrà emergere dal tavolo del negoziato interconfederale per la definizione dei parametri a cui riferire il recupero del potere d'acquisto delle retribuzioni e delle pensioni, attraverso la contrattazione collettiva;
a varare al più presto - e in modo conforme alla delega - la disciplina per la tutela dei lavori usuranti, una volta approvata la relativa norma di sostanziale riapertura dei termini;
ad incrementare il lavoro delle donne con politiche attente ai problemi della conciliazione tra i diversi ruoli in cui la donna è impegnata;
ad avviare, entro la fine del 2008, un confronto con le parti sociali, finalizzato, compatibilmente con la ripresa economica e delle risorse da essa derivanti, a determinare aumenti retributivi atti a contrastare il crescente aumento del costo della vita;
ad avviare politiche di sostegno per le famiglie che vedono la presenza al proprio interno di anziani e portatori di handicap non autosufficienti e a prevedere un percorso che porti ad un adeguamento congruo, rispetto all'aumento del costo della vita, dei trattamenti pensionistici, a partire dalle pensioni minime;
ad incrementare ulteriormente le politiche a favore delle famiglie, soprattutto numerose, che, stante il livello di inflazione e l'inadeguatezza dei salari, rischiano di vedere ulteriormente peggiorate le loro condizioni di vita.
(6-00006)
«Cazzola, Caparini, Iannaccone, Saglia, Baldelli, Antonino Foti, Briguglio, Ceccacci Rubino, Di Biagio, Vincenzo Antonio Fontana, Formichella, Giacomoni, Giammanco, Mannucci, Mottola, Pelino, Mariarosaria Rossi, Saltamartini, Sammarco, Taglialatela, Munerato, Fedriga, Bonino, Lo Monte, Belcastro, Commercio, Latteri, Lombardo, Milo, Sardelli».

DISEGNO DI LEGGE: RATIFICA ED ESECUZIONE DEL PROTOCOLLO N. 13 ALLA CONVENZIONE PER LA SALVAGUARDIA DEI DIRITTI DELL'UOMO E DELLE LIBERTÀ FONDAMENTALI, RELATIVO ALL'ABOLIZIONE DELLA PENA DI MORTE IN QUALSIASI CIRCOSTANZA, FATTO A VILNIUS IL 3 MAGGIO 2002 (A.C. 1551) ED ABBINATA PROPOSTA DI LEGGE N. 267

A.C. 1551 - Articolo 1

ARTICOLO 1 DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1551 NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 1.
(Autorizzazione alla ratifica).

1. Il Presidente della Repubblica è autorizzato a ratificare il Protocollo n. 13 alla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, relativo all'abolizione della pena di morte in qualsiasi circostanza, fatto a Vilnius il 3 maggio 2002.

A.C. 1551 - Articolo 2

ARTICOLO 2 DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1551 NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 2
(Ordine di esecuzione).

1. Piena ed intera esecuzione è data al Protocollo di cui all'articolo 1, a decorrere dalla data della sua entrata in vigore, in conformità a quanto disposto dall'articolo 7 del Protocollo stesso.

A.C. 1551 - Articolo 3

ARTICOLO 3 DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1551 NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 3.
(Entrata in vigore).

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

DISEGNO DI LEGGE: RATIFICA ED ESECUZIONE DELL'ACCORDO TRA IL GOVERNO DELLA REPUBBLICA ITALIANA ED IL GOVERNO DELLA REPUBBLICA DOMINICANA SULLA PROMOZIONE E PROTEZIONE DEGLI INVESTIMENTI, FATTO A SANTO DOMINGO IL 12 GIUGNO 2006 (A.C. 1626)

A.C. 1626 - Articolo 1

ARTICOLO 1 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 1.
(Autorizzazione alla ratifica).

1. Il Presidente della Repubblica è autorizzato a ratificare l'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica dominicana sulla promozione e protezione degli investimenti, fatto a Santo Domingo il 12 giugno 2006.

A.C. 1626 - Articolo 2

ARTICOLO 2 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 2.
(Ordine di esecuzione).

1. Piena ed intera esecuzione è data all'Accordo di cui all'articolo 1, a decorrere dalla data della sua entrata in vigore, in conformità a quanto disposto dall'articolo XIV dell'Accordo stesso.

A.C. 1626 - Articolo 3

ARTICOLO 3 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 3.
(Entrata in vigore).

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

DISEGNO DI LEGGE: RATIFICA ED ESECUZIONE DELL'ACCORDO TRA IL GOVERNO DELLA REPUBBLICA ITALIANA ED IL GOVERNO DI NUOVA ZELANDA RIGUARDANTE LO SVOLGIMENTO DI ATTIVITÀ LAVORATIVA DA PARTE DEI FAMILIARI CONVIVENTI DEL PERSONALE DIPLOMATICO, CONSOLARE E TECNICO AMMINISTRATIVO, FATTO A ROMA IL 4 DICEMBRE 2003, CON SCAMBIO DI NOTE INTEGRATIVO, FATTO A ROMA IL 2 E 7 NOVEMBRE 2006 (A.C. 1627)

A.C. 1627 - Articolo 1

ARTICOLO 1 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 1.
(Autorizzazione alla ratifica).

1. Il Presidente della Repubblica è autorizzato a ratificare l'Accordo fra il Governo della Repubblica Italiana ed il Governo di Nuova Zelanda riguardante lo svolgimento di attività lavorativa da parte dei familiari conviventi del personale diplomatico, consolare e tecnico amministrativo, fatto a Roma il 4 dicembre 2003, con Scambio di Note integrativo, fatto a Roma il 2 e 7 novembre 2006.

A.C. 1627 - Articolo 2

ARTICOLO 2 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 2.
(Ordine di esecuzione).

1. Piena ed intera esecuzione è data all'Accordo di cui all'articolo 1, a decorrere dalla data della sua entrata in vigore, in conformità a quanto disposto dall'articolo 8 dell'Accordo stesso.

A.C. 1627 - Articolo 3

ARTICOLO 3 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 3.
(Entrata in vigore).

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

DISEGNO DI LEGGE: RATIFICA ED ESECUZIONE DEL PROTOCOLLO AGGIUNTIVO ALLE CONVENZIONI DI GINEVRA DEL 12 AGOSTO 1949, RELATIVO ALL'ADOZIONE DI UN EMBLEMA AGGIUNTIVO (PROTOCOLLO III), FATTO A GINEVRA L'8 DICEMBRE 2005 (A.C. 1628)

A.C. 1628 - Articolo 1

ARTICOLO 1 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 1.
(Autorizzazione alla ratifica).

1. Il Presidente della Repubblica è autorizzato a ratificare il Protocollo Aggiuntivo alle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949, relativo all'adozione di un emblema aggiuntivo (Protocollo III), fatto a Ginevra l'8 dicembre 2005.

A.C. 1628 - Articolo 2

ARTICOLO 2 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 2.
(Ordine di esecuzione).

1. Piena ed intera esecuzione è data al Protocollo di cui all'articolo 1, a decorrere dalla data della sua entrata in vigore, in conformità a quanto disposto dall'articolo 11 del Protocollo stesso.

A.C. 1628 - Articolo 3

ARTICOLO 3 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 3.
(Entrata in vigore).

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

DISEGNO DI LEGGE: RATIFICA ED ESECUZIONE DELL'EMENDAMENTO ALLA CONVENZIONE DI BASILEA DEL 22 MARZO 1989, SUL CONTROLLO DEI MOVIMENTI TRANSFRONTALIERI PERICOLOSI, APPROVATO DALLA TERZA CONFERENZA DELLE PARTI CON DECISIONE III/1 DEL 22 SETTEMBRE 1995 (A.C. 1665)

A.C. 1665 - Articolo 1

ARTICOLO 1 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 1.
(Autorizzazione alla ratifica).

1. Il Presidente della Repubblica è autorizzato a ratificare l'Emendamento alla Convenzione di Basilea del 22 marzo 1989 sul controllo dei movimenti transfrontalieri pericolosi, approvato dalla Terza Conferenza delle Parti con decisione III/1 del 22 settembre 1995.

A.C. 1665 - Articolo 2

ARTICOLO 2 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 2.
(Ordine di esecuzione).

1. Piena ed intera esecuzione è data all'Emendamento di cui all'articolo 1, a decorrere dalla data della sua entrata in vigore, in conformità a quanto disposto dall'articolo 17 della Convenzione di Basilea.

A.C. 1665 - Articolo 3

ARTICOLO 3 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 3.
(Entrata in vigore).

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Iniziative ispettive ed ulteriori iniziative di competenza in merito alla vicenda dell'annullamento dell'ordinanza cautelare relativa ad uno dei presunti killer della strage di Castel Volturno (Caserta) - 3-00143

COTA, LUCIANO DUSSIN, DAL LAGO, REGUZZONI, ALESSANDRI, ALLASIA, BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BRIGANDÌ, BUONANNO, CALLEGARI, CAPARINI, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, D'AMICO, DOZZO, GUIDO DUSSIN, FAVA, FEDRIGA, FOGLIATO, FOLLEGOT, FORCOLIN, FUGATTI, GIBELLI, GIDONI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LANZARIN, LUSSANA, MACCANTI, LAURA MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MONTAGNOLI, MUNERATO, NEGRO, PAOLINI, PASTORE, PINI, PIROVANO, POLLEDRI, RAINIERI, RIVOLTA, RONDINI, SALVINI, SIMONETTI, STEFANI, STUCCHI, TOGNI, TORAZZI, VANALLI e VOLPI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
tutti gli organi di informazione riportano la notizia che uno dei presunti sicari responsabili della spaventosa strage di Castel Volturno ha potuto partecipare all'uccisione dei sei extracomunitari mentre stava scontando agli arresti domiciliari la sua condanna di due anni e otto mesi per spaccio di droga;
il profilo criminale del killer, fermato nella giornata di ieri grazie al lavoro incessante delle forze dell'ordine, risulta ulteriormente aggravato dal fatto che nel mese di aprile 2008, proprio mentre si trovava agli arresti domiciliari, era stato nuovamente arrestato nell'ambito di una operazione anticamorra, nel corso della quale era risultato il suo stretto legame con alcuni esponenti del clan camorristico locale;
l'ordinanza che disponeva l'arresto per associazione camorristica di Alfonso Cesarano venne, tuttavia, inspiegabilmente annullata dal tribunale del riesame, consentendo così al Cesarano di poter tornare a scontare la condanna precedente presso il suo domicilio;
ancora una volta appare inspiegabile come pericolosi criminali, nel caso di specie Alfonso Cesarano, condannato per spaccio e sospettato di associazione camorristica, possano scontare la pena agli arresti domiciliari, nonostante siano accusati di delitti di particolare gravità sociale;
appare agli interroganti assolutamente discutibile, pur nell'esercizio del potere discrezionale di ogni magistrato, che l'applicazione di misure alternative al carcere ancora una volta venga effettuata senza adeguata valutazione dei presupposti di legge, dei precedenti penali e della capacità a delinquere del condannato -:
se il Ministro interrogato non ritenga di adottare iniziative ispettive con riguardo alla vicenda segnalata in premessa, al fine dell'esercizio di tutti i poteri di sua competenza. (3-00143)
(23 settembre 2008)

Iniziative normative in materia di non candidabilità e di divieto di assunzione di incarichi di governo per cittadini condannati a seguito di reati dolosi e contro la pubblica amministrazione - 3-00144

DI PIETRO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
secondo quanto risulta da fonti di stampa, nell'attuale legislatura, la XVI, nel Parlamento italiano sono presenti 15 condannati con sentenza definitiva, nella precedente erano 19;
complessivamente i parlamentari della XVI legislatura condannati, prosciolti per la prescrizione del reato, indagati, imputati e rinviati a giudizio sono settanta: ne erano stati candidati cento, una percentuale superiore al 10 per cento del numero complessivo dei parlamentari, ciò che non si riscontra in alcuna altra aggregazione sociale, né realtà territoriale;
rispetto alla XV legislatura risulta in aumento il numero dei condannati in primo e secondo grado;
parimenti nelle assemblee elettive locali (comuni, province, regioni) sono presenti cittadini condannati anche con sentenza definitiva e nulla impedisce che nelle medesime amministrazioni persone rinviate a giudizio e condannate possano rivestire anche cariche di governo;
tale situazione pone in evidenza un potenziale conflitto d'interessi, poiché può generare nei cittadini dubbi ed una caduta di credibilità delle stesse istituzioni, contribuendo ad accrescere quella distanza tra istituzioni e cittadini, che invece bisogna impegnarsi per colmare -:
se non ritenga di adottare in tempi rapidi iniziative normative al fine di introdurre una specifica norma, che stabilisca la non candidabilità di quei cittadini condannati per reati dolosi e contro la pubblica amministrazione e che parimenti impedisca di assumere incarichi di governo a tutti i livelli a quei cittadini rinviati a giudizio per reati contro la pubblica amministrazione e per quelli dolosi. (3-00144)
(23 settembre 2008)

Dati ed intendimenti del Ministro della giustizia in merito all'esercizio dell'azione disciplinare nei confronti dei magistrati per ritardo nel deposito di provvedimenti giudiziari - 3-00145

CICCHITTO, BOCCHINO e COSTA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
i lunghissimi tempi di durata dei processi costituiscono la maggiore criticità per la giustizia nel nostro Paese;
l'ispettorato generale del ministero della giustizia, nella sua attività di ispezione ordinaria presso gli uffici giudiziari, accerta, tra l'altro, la tempestività nel deposito dei provvedimenti da parte dei magistrati sia nel settore civile, che in quello penale;
il rispetto di tali termini corrisponde ad un preciso dovere di diligenza dei magistrati stessi, che, se violato, dà luogo nei loro confronti ad esercizio dell'azione disciplinare;
il ritardo nel deposito di sentenze penali può dar luogo alla scarcerazione, per decorrenza dei termini, di pericolosi criminali, i quali, per tale motivo, vengono restituiti al circuito delinquenziale;
il ritardo nel deposito di provvedimenti civili costituisce uno dei motivi per i quali il processo raggiunge una durata ingiustificata ed ingiustificabile -:
se ed in quali casi, a decorrere dall'anno 2006, sia stata esercitata l'azione disciplinare nei confronti dei magistrati per ritardo nel deposito di provvedimenti giudiziari e se il Ministro interrogato non intenda intensificare l'azione ispettiva ai fini dell'esercizio dei poteri di sua competenza. (3-00145)
(23 settembre 2008)

Intendimenti del Ministro della giustizia in merito al trattamento retributivo dei magistrati onorari - 3-00142

VIETTI, RAO, CICCANTI, COMPAGNON, NARO e VOLONTÈ. -Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
sono oltre ottomila in Italia i magistrati onorari che si occupano di reati, quali scippi, rapine, furti in abitazione, droga, reati dei clandestini: in pratica, tutto il «pacchetto sicurezza» voluto dall'attuale Governo;
quando ancora era procuratore capo di Torino Marcello Maddalena, secondo quanto riportato dal quotidiano La Stampa in due successivi articoli del 12 e 15 settembre 2008, aveva addirittura scritto al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, sostenendo che non solo sono utili, ma fondamentali, sia perché si occupano della criminalità spicciola, che magari non finisce sui giornali o in televisione, ma che coinvolge la moltitudine dei cittadini, sia perché «permettono all'Italia di evitare qualcuna delle infinite multe dell'Unione europea per aver sforato la ragionevole durata dei processi»;
non sono dipendenti del ministero della giustizia (anche se sostituiscono pubblici ministeri e giudici) e percepiscono una retribuzione di 73 euro per l'attività svolta in udienza e 73 euro per quella fuori (compilazione lista testi, studio dei fascicoli, notizie di reato ed altro), con una retribuzione media mensile di circa 900 euro (la cifra è la stessa dal 2001, senza che ci sia stata nemmeno la rivalutazione Istat);
a seguito della circolare del dipartimento affari di giustizia del 4 settembre 2008, che ha, di fatto, dimezzato la loro paga, i magistrati onorari hanno proclamato uno sciopero a oltranza a partire dal 6 ottobre 2008, dichiarando l'intenzione di andare avanti fino a quando non verranno retribuiti in proporzione alla quantità e alla qualità del loro lavoro;
già il precedente Governo aveva stabilito che l'attività fuori udienza non dovesse più essere retribuita, ma, fortunatamente, un'interpretazione della legge ha permesso ai magistrati onorari di ottenere la doppia indennità in udienza, ma con un limite di accumulo di uno al giorno;
questo ha fatto intravedere la possibilità di chiedere anche gli arretrati, ma restava da chiarire per quanti anni, ma nel frattempo, per evitare il blocco dell'attività dei tribunali, i magistrati onorari hanno prestato gratuitamente la loro attività fuori udienza, sperando in un occhio di riguardo al momento del conteggio degli arretrati;
invece, la nuova circolare ha stabilito che, oltre al mancato riconoscimento degli arretrati, non è dovuta neanche la doppia indennità -:
quali iniziative intenda porre in essere per accogliere le legittime richieste di una categoria di operatori del diritto altamente qualificata e indispensabile per il lavoro nei tribunali e per evitare gli effetti negativi che avrebbe lo sciopero sullo svolgimento e sulla durata dei processi.(3-00142)
(23 settembre 2008)

Orientamenti del Governo in merito agli stanziamenti per la cooperazione allo sviluppo e per la lotta alla povertà - 3-00146

SARUBBI, MARAN, MOGHERINI REBESANI, SERENI, BRESSA, GIACHETTI e QUARTIANI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il drastico taglio delle risorse destinate alla cooperazione allo sviluppo, già programmato con i provvedimenti economici e finanziari approvati a luglio 2008, e la volontà del Governo di proseguire sulla strada della riduzione sembrano trovareconferma anche per il 2009 nelle recenti stime del ministero dell'economia e delle finanze sui tagli cui porterà il disegno di legge finanziaria per il 2009, che prevede una riduzione degli stanziamenti per la cooperazione e per la lotta alla povertà per oltre la metà delle risorse allocate nel 2008; una simile performance negativa non ha pari non solo fra gli altri Governi europei, ma anche nella stessa storia italiana;
l'Italia è attualmente uno dei donatori del Development Assistance Committee con la peggiore performance rispetto alla percentuale di prodotto interno lordo investita nella cooperazione allo sviluppo. Qualora confermata, la riduzione prevista nel disegno di legge finanziaria per il 2009 porterebbe la percentuale del prodotto interno lordo destinata alla lotta alla povertà allo scandaloso livello dello 0,1 per cento, quando, come noto, il nostro Paese ha formalmente assunto impegni vincolanti con la comunità internazionale per stanziare entro il 2010 lo 0,51 per cento quale tappa intermedia per raggiungere lo 0,7 per cento previsto per il 2015 dagli obiettivi di sviluppo del millennio. Una simile evenienza dimostrerebbe la volontà esplicita da parte del Governo di ridurre la lotta alla povertà e la cooperazione allo sviluppo ad elemento residuale della politica estera, invece di divenirne, come richiede la comunità internazionale, elemento qualificante nella promozione degli interessi nazionali e di stabilità globale;
non si può fare a meno di rilevare come il Governo, fin dal suo insediamento, da un lato si sia lanciato in proposte e proclami a favore della lotta alla povertà e alle malattie nel sud del mondo, con impegni bilaterali e multilaterali, e richieste politiche di maggiori aiuti e cooperazione, anche come cardine della politica sull'immigrazione; dall'altro si osservano, invece, una costante diminuzione delle risorse, inadempienze continue e ritardi sfibranti fino al massimo disinteresse politico mai raggiunto finora. Sono fattori che evidenziano in maniera purtroppo inequivoca la pretestuosità di tali argomentazioni, a fronte di una mancanza di reale progettualità nell'affrontare tanto il problema della povertà nel mondo, che quello dell'immigrazione;
solo pochi mesi fa il Ministro interrogato, a seguito del vertice della Fao di Roma, ha ribadito l'intenzione di assegnare più risorse per lo sviluppo e la lotta alla fame nel mondo; poco tempo dopo il Presidente del Consiglio dei ministri, durante l'ultimo G8, ha annunciato un piano d'azione per la sicurezza alimentare. Al di là dei proclami, ci troviamo invece di fronte alla prospettiva di una drastica riduzione di queste risorse, fino ad un livello poco più che simbolico;
ci aspettano una serie di importanti appuntamenti internazionali che prepareranno e accompagneranno la prossima presidenza italiana del G8. Il 25 settembre 2008 a New York i leader mondiali si incontreranno per fare un punto sugli obiettivi di sviluppo del millennio; in quella sede sarà fondamentale che l'Italia si presenti con risultati concreti e con un programma non ambiguo. Subito dopo la presidenza del G8 poi, nel 2010, si terrà un vertice in sede di Unione europea per valutare gli eventuali progressi sugli aiuti pubblici allo sviluppo, appuntamento entro il quale i Paesi coinvolti dovranno raggiungere la percentuale dello 0,51 per cento del rapporto aiuti pubblici allo sviluppo/prodotto interno lordo. È di tutta evidenza, quindi, come il tema degli aiuti allo sviluppo si connoterà come uno degli indicatori principali dell'eventuale successo della prossima presidenza italiana del G8;
l'eventuale conferma dei tagli in questo settore nel disegno di legge finanziaria per il 2009 pregiudicherebbe, quindi, ulteriormente, e temiamo definitivamente, il ruolo e la credibilità internazionale dell'Italia nell'importante e delicata fase che il nostro Paese si appresta ad affrontare -:
se il Governo non ravvisi l'urgenza di confermare esplicitamente nel disegno di legge finanziaria per il 2009 tutti gli impegni presi verso la comunità internazionale,in modo tale da giungere, secondo le tappe previste dagli accordi, al fondamentale obiettivo di destinare alla lotta alla povertà lo 0,7 per cento del prodotto interno lordo entro il 2015 e presentarsi così come autorevole guida della comunità internazionale nella presidenza del G8.(3-00146)
(23 settembre 2008)

Iniziative in merito ai pagamenti delle cartelle esattoriali e alle somme pignorate da Equitalia relative alle fatture emesse dalle imprese nei confronti degli enti pubblici - 3-00147

SARDELLI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
le piccole e medie imprese, soprattutto del Mezzogiorno, stanno denunciando da mesi una situazione che rischia di portarle al collasso economico e alla chiusura per fallimento, se non si darà loro la possibilità di dilazionare e rateizzare, realmente, il pagamento delle tasse e se non si prenderanno provvedimenti tesi a rivedere le sanzioni, i diritti di esazione e gli interessi, che appaiono totalmente sproporzionati e che determinano praticamente il raddoppio della cifra dovuta;
in molte province della Puglia, ad esempio, pur avendo fatto regolare domanda di rateizzazione di quanto dovuto, molte piccole e medie imprese si sono viste pignorare da Equitalia fatture indirizzate a enti statali e parastatali, con il risultato che hanno dovuto interrompere la propria attività, non riuscendo neanche più a pagare i propri dipendenti;
pur essendo necessario e determinante far pagare le tasse a tutti i cittadini e alle imprese, appare del tutto sproporzionato un comportamento che arriva al sequestro delle fatture e che, come risultato, porterà al recupero delle cifre previste, ma che, allo stesso tempo, in una situazione di estrema difficoltà economica per il Paese e in particolare per il Mezzogiorno, rischia di determinare nuove situazioni di crisi -:
se non si ritenga necessario intervenire con tempestività al fine di rendere effettiva in tutto il Paese la dilazione e la rateizzazione dei pagamenti delle cartelle esattoriali e, al contempo, fare in modo che si sblocchino le somme pignorate da Equitalia delle fatture emesse dalle piccole e medie imprese nei confronti degli enti statali e parastatali, per impedire che le stesse siano costrette alla chiusura e al fallimento. (3-00147)