Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

Cerca nel sito

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Per visualizzare il contenuto multimediale è necessario installare il Flash Player Adobe e abilitare il javascript

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute >>

XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 61 di lunedì 6 ottobre 2008

Pag. 1

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

La seduta comincia alle 15,05.

EMILIA GRAZIA DE BIASI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 16 settembre 2008.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Angelino Alfano, Berlusconi, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Buttiglione, Caparini, Carfagna, Casero, Cirielli, Colucci, Cosentino, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, Evangelisti, Fitto, Frattini, Galati, Gelmini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Leone, Lo Monte, Lupi, Mantovano, Maroni, Martini, Mazzocchi, Melchiorre, Miccichè, Molgora, Mura, Prestigiacomo, Rigoni, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Scajola, Soro, Stefani, Stucchi, Tremonti, Urso, Vegas, Vito e Zacchera sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente cinquantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissioni in sede referente (ore 15,07).

PRESIDENTE. Il Presidente del Senato, con lettera in data 3 ottobre 2008, ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alle Commissioni riunite IX (Trasporti) e X (Attività produttive):
S. 999 - «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 agosto 2008, n. 134, recante disposizioni urgenti in materia di ristrutturazione di grandi imprese in crisi» (approvato dal Senato) (1742) - Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), V, VI, XI e XIV.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione

Su un lutto del deputato Ricardo Antonio Merlo.

PRESIDENTE. Comunico che il collega Ricardo Antonio Merlo è stato colpito da un grave lutto: la perdita del padre.
La Presidenza della Camera ha fatto pervenire al collega le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidero ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 1o settembre 2008, n. 137, recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università (A.C. 1634-A) (ore 15,10).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-leggePag. 21o settembre 2008, n. 137, recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università.
Ricordo che nella seduta del 3 ottobre scorso si sono svolti gli interventi sul complesso delle proposte emendative e che, alla loro conclusione, la relatrice ed il Governo hanno espresso i pareri sulle proposte emendative presentate.
Avverto che il Governo, con lettera in data odierna, ha presentato l'emendamento Dis 1.1, interamente sostitutivo dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 137 del 2008 (A.C. 1634-A), preannunziando l'intenzione del Governo di porre la questione di fiducia sul predetto emendamento (Per l'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione e per le proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione vedi l'allegato A - A.C. 1634-A della seduta del 3 ottobre 2008).
La Presidenza ne ha verificato l'ammissibilità: esso ricomprende, oltre al testo approvato dalle Commissioni per l'Assemblea, il testo degli emendamenti 2.200 della Commissione, Goisis 3.50, 3.51 e 3.52, gli identici 4.200 (Nuova formulazione) della Commissione e 4.250 (da votarsi ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis), 4.201 della Commissione, Goisis 5.50, 5-bis.200, 5-bis.201, 5-bis.202 e 5-bis.204 della Commissione, nonché dell'articolo aggiuntivo 7.0200 (Nuova formulazione) della Commissione (senza il comma 5) presentati per l'esame in Assemblea e già valutati ammissibili dalla Presidenza.
Tale emendamento, il cui testo è in distribuzione, è stato trasmesso al Comitato dei nove della Commissione cultura. Esso, inoltre, è stato trasmesso ai gruppi e alla Commissione bilancio. In attesa del parere di tale Commissione, affinché si possa disporre di tutti gli elementi utili alla valutazione del testo, dovrò sospendere la seduta.

Sull'ordine dei lavori.

RITA BERNARDINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, ho chiesto la parola sull'ordine dei lavori perché voglio richiamare l'attenzione sua e di tutta l'Aula sulla questione che si sta trascinando dell'elezione del giudice della Corte costituzionale, motivo per cui la Corte costituzionale in questo momento non si trova nel suo plenum. Ricordo che da sessantatré ore Marco Pannella è in sciopero totale della fame e della sete e che trenta parlamentari, tra cui moltissimi deputati, stanno aderendo a questa iniziativa, digiunando essi stessi.
Voglio qui citare, proprio perché si possa riflettere sull'ordine dei lavori che ci stiamo dando in quest'Aula, le parole del Presidente della Repubblica quando ci ha detto nei giorni scorsi, soprattutto rispondendo all'iniziativa di Marco Pannella, che il Parlamento non può ulteriormente sottrarsi ad adempimenti di obblighi costituzionali; è indispensabile che prevalga l'inderogabile dovere costituzionale da adempiere. Ho voluto citare queste parole perché voglio che rimangano agli atti della nostra Camera dei deputati, tanto più che il Presidente, in quello stesso intervento, ha dichiarato che i Presidenti del Senato e della Camera sanno bene la preoccupazione e l'impegno con cui egli da tempo - mi riferisco sempre al Capo dello Stato - sta seguendo queste vicende.
Ora noi sappiamo che siamo convocati per eleggere il giudice mancante da diciotto mesi al plenum della Corte costituzionale e che questa convocazione è per giovedì prossimo. Mi chiedo se non ci sentiamo, tutti, la responsabilità di corrispondere nel modo dovuto alle parole del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ai nostri doveri, che sono innanzitutto quello di rispettare la Costituzione, e all'iniziativa non violenta di un leader storico della politica di questo Paese come Marco Pannella.

Pag. 3

PRESIDENTE. Sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 15,15, è ripresa alle 19,05.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Avverto che il Governo ha provveduto a riformulare il testo dell'emendamento Dis. 1.1, apportandovi - anche tenendo conto della relazione tecnica contestualmente trasmessa dal Governo - alcune modificazioni (in particolare: all'articolo 2, comma 1-bis; all'articolo 4, comma 2-bis; all'articolo 5-bis, comma 4; all'articolo 7-bis, comma 1, aggiungendo inoltre il comma 6-bis) (Vedi l'allegato A - A.C. 1634-A).
Di tale testo, che è in distribuzione ed è stato trasmesso ai gruppi, la Presidenza ha verificato l'ammissibilità.
Sul medesimo testo la Commissione bilancio, alla luce della predetta relazione tecnica, ha espresso il parere che è in distribuzione (Vedi l'allegato A - A.C. 1634-A).

(Posizione della questione di fiducia - Emendamento Dis. 1.1 del Governo - A.C. 1634-A)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Ministro per i rapporti con il Parlamento. Ne ha facoltà.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, a nome del Governo, autorizzato dal Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione, senza subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'emendamento Dis. 1.1 del Governo, interamente sostitutivo dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 137 del 2008, nel testo riformulato.
Signor Presidente, come lei ha già affermato oggi pomeriggio, quando ha annunciato la presentazione del testo, si tratta di un nuovo testo solo da un punto di vista tecnico. Infatti, il testo si è reso necessario per unificare nel testo della Commissione gli emendamenti ai quali la Commissione aveva deciso di dare parere favorevole e recepire, nel testo stesso, le modifiche che erano state richieste dalla Commissione bilancio nel suo parere.
Quindi, non si tratta, come consuetudine per il Governo Berlusconi in questa legislatura, di un maxiemendamento che introduce nuove materie rispetto a quelle trattate dalla Commissione o che apporta modifiche contrarie alla volontà manifestata dalla Commissione. Per il resto, signor Presidente, se posso aggiungere solo due parole, eviterei in questa sede di avere tra Governo, maggioranza e opposizione quello scambio di parti reciproche, per le quali il Governo dà la responsabilità del voto di fiducia all'ostruzionismo dell'opposizione, che per la verità...

LINO DUILIO. Quale ostruzionismo?

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Presidente Duilio, sto dicendo che dobbiamo cercare di evitare in questa sede quello scambio di ruoli che a volte ci porta a dovere, da parte del Governo e della maggioranza, attribuire la responsabilità del voto di fiducia ad un ostruzionismo dell'opposizione, che in questo caso non si è registrato, oppure a dover, da parte dell'opposizione, attribuire la necessità del Governo di porre la questione di fiducia a presunte divisioni interne alla maggioranza, che non ci sono state.
In realtà, signor Presidente, noi tutti sappiamo che la necessità di porre la questione di fiducia è dovuta ad un fatto puramente tecnico, che è noto a tutti: il decreto-legge scade il 31 ottobre e deve essere ancora esaminato dall'altro ramo del Parlamento, al quale comunque in questo modo assegniamo un tempo minore rispetto a quello previsto dal Regolamento del Senato ed avuto a disposizione dalla Camera. Inoltre, in questo caso, non avremmo alcun tempo certo sulla possibilità che l'esame si concluda all'interno di questa settimana o di qualunque altra data. Infatti, come è noto, signor Presidente, il voto di fiducia in questa legislaturaPag. 4sta emergendo con sempre maggiore forza come necessità del Governo per i decreti-legge di fronte a questo ramo del Parlamento (me ne rammarico io stesso, che sono un deputato e sono stato presidente di gruppo), a causa dell'impossibilità di avere una data certa per la loro approvazione e per il loro esame, anche in caso di modifiche.
Il Governo, infatti, sarebbe interessato ad un confronto parlamentare pieno, come avviene per altri provvedimenti (anche per il disegno di legge collegato approvato la scorsa settimana), che sicuramente manca quando si pone la questione di fiducia, ma l'impossibilità di avere una previsione certa sui tempi di definizione da parte della Camera comporta la posizione della questione di fiducia.
Mi auguro che, oltre alla comprensibile e legittima polemica che questo voto di fiducia determinerà, questa possa essere anche l'occasione per una riflessione seria sul ruolo del Parlamento, in particolare della Camera, nell'esame dei decreti-legge. Signor Presidente, credo che questa occasione di riflessione possa essere accolta con favore da tutti e non essere vissuta come una lesione delle proprie prerogative, perché, come vediamo, le lesioni sono prodotte dalle prassi alle quali tutti siamo determinati.

GIAN LUCA GALLETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, siamo amareggiati per come è andata la discussione oggi in Commissione e anche per non poter entrare, in Aula, nel merito del provvedimento, con la posizione della questione di fiducia. Su questo provvedimento abbiamo una posizione articolata e avremmo voluto discuterla in Aula proprio in questi giorni. Ci sarebbe piaciuto entrare nel merito del provvedimento; prendiamo atto che questo non ci è concesso. Oggi, in Commissione, è accaduto un episodio spiacevole: questo provvedimento, a nostro parere, è in parte non coperto. Si prevede il maestro unico; sappiamo che il maestro unico dovrà svolgere due ore in più rispetto a quelle che svolge attualmente, da 22 a 24. Questo comporterà la necessità di un rinnovo contrattuale, che recherà maggiori oneri per lo Stato. Per tutto il pomeriggio abbiamo chiesto alla Ragioneria dello Stato, alla maggioranza e al Governo di quantificarci questo maggiore onere, per vedere se era compatibile con la copertura che si prevede nel decreto-legge. La copertura deriva, lo ricordo, dai tagli che prevede il decreto-legge n. 112 del 2008, quello che abbiamo votato a luglio di quest'anno.
Questo dato non siamo riusciti ad averlo, per cui arriviamo con un provvedimento che ha dei dubbi di copertura, nel senso che non sappiamo, in primo luogo, se i tagli derivanti dal decreto-legge n 112 del 2008 saranno in grado di coprire quel maggiore onere che deriverà dal rinnovo contrattuale. In secondo luogo, potrebbe esistere un'asimmetria temporale, nel senso che il decreto-legge n. 112 del 2008 potrebbe produrre i suoi effetti dopo che il rinnovo contrattuale è entrato in vigore, e quindi non potrebbe servire a coprire quei maggiori oneri per lo Stato.
Penso che su questo non ci sia chiarezza, e penso che ciò crei un precedente importante nelle leggi che approviamo, perché ricordo a tutti che i tagli lineari, precedentemente, non hanno mai prodotto quei risparmi di spesa che si erano previsti.
Oggi, in Commissione, quindi, abbiamo votato contro il parere, e riteniamo che questi problemi ancora esistano a tutt'oggi ed esistano in maniera eclatante (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico).

ANTONELLO SORO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONELLO SORO. Signor Presidente, non facciamo un intervento, come dice il Ministro Vito, per un rituale richiamo alla contrapposizione fra la maggioranza e il Governo.
Nel merito di questo provvedimento abbiamo avuto modo nella discussionePag. 5sulle linee generali, e avremmo avuto modo in una condizione di normalità del processo legislativo, di esprimere compiutamente non solo i nostri rilievi, ma anche le nostre proposte emendative.
Pensiamo che sia assolutamente risibile il richiamo - ce lo consenta il Ministro Vito - alla scadenza del 30 ottobre: credo che nei precedenti della Camera dei deputati non ci sia mai stato un passaggio alla seconda lettura con 26 giorni utili (credo che, normalmente, il termine sia assolutamente più breve).
Il punto è che si sta, di fatto, operando una trasformazione del processo legislativo in contrasto con la Costituzione vigente. L'utilizzo del decreto-legge e del voto di fiducia in un'Assemblea deputata esclusivamente alla ratifica configura un cambio sostanziale, di fatto, materiale, ma direi in violenza alla Costituzione vigente.
Non voglio fare una polemica tanto per farla, Ministro Vito. Signor Presidente della Camera, credo che lei abbia espresso, nei giorni scorsi, una preoccupazione; la preoccupazione diventa ogni giorno più forte. Si può pensare di riformare il Regolamento della Camera dei deputati; si può pensare, e si pensa, di cambiare la Costituzione repubblicana, ma, vigente questa Costituzione, non si può espropriare il Parlamento di una sua funzione ineludibile, che è data dalla possibilità per i deputati di votare un articolato e, dentro quell'articolato, proporre emendamenti, avere l'opportunità di illustrare emendamenti e avere, sull'emendamento, il voto del Parlamento.
Questa è la fisiologia del processo legislativo. Non è mica detto che questa debba essere sviluppata attraverso l'ostruzionismo; noi non lo abbiamo fatto.
Vorrei che una persona intellettualmente onesta leggesse gli atti della Camera, la discussione sulle linee generali sul provvedimento in esame, guardasse con attenzione gli interventi dei deputati dell'opposizione e li comparasse con quelli, pochi, della maggioranza, per sapere se si tratta di un'opposizione ostruzionista o di un'opposizione che si fa carico di guardare in profondità i testi delle leggi, di avere a cuore la mobilitazione che è in corso nel Paese intorno alla scuola, di offrire un'alternativa al processo di riforma della scuola, che anche noi vogliamo. Ma di queste cose nei Parlamenti «normali» si discute; e non è il primo, è l'ennesimo provvedimento per cui si emana un decreto-legge, si pone la fiducia senza neanche aprire la discussione, in assenza di un qualunque pretesto di ostruzionismo, si porta a ratifica in un'Assemblea in cui, visti i numeri dovuti ad una legge elettorale che giustamente assegna alle maggioranze una larga prevalenza, tutto ciò si trasforma in una formalità. Ma possiamo pensare che la democrazia italiana trasformi il Parlamento in una formalità? Possiamo assistere a questo nell'indifferenza generale? Mi pongo il problema dei deputati della maggioranza: per un po' di volte avranno la pazienza di considerare un fastidio il richiamo che viene dai nostri banchi, ma quale sarà la loro prospettiva in questi cinque anni? Vorranno essere delle comparse anonime, passive che non hanno nessun ruolo nel processo legislativo, o ciò non susciterà negli uomini liberi della maggioranza un qualche dubbio su quello che sta avvenendo?
Signor Presidente, qualche dubbio anche da parte del Presidente della Camera dei deputati! Noi lo poniamo sommessamente: credo che ci siano delle responsabilità che vanno al di là dell'ordinario, e che di fronte a quello che accade alla Camera, in questo ramo del Parlamento, il Presidente della Camera debba fare una riflessione profonda e provocare un qualche momento di discussione. Noi parliamo ancora una volta con molto rispetto per il Presidente della Camera; tuttavia quello che sta accadendo in questo ramo del Parlamento - in Italia in generale, ma in questo ramo del Parlamento in modo specificamente più grave - è una cosa sulla quale le persone libere, quelle che hanno un interesse a conservare il ruolo, il rango, la dignità, la funzione della Camera dei deputati debbono interrogarsi.
Per queste ragioni noi siamo assolutamente indignati, non pensiamo che possa esserci un altro atteggiamento. AbbiamoPag. 6letto ieri che il Presidente del Consiglio assegna all'opposizione il titolo di «sfascista»: io vorrei che ognuno di noi in cuor suo si chiedesse chi è lo «sfascista» in questo sistema (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Unione di Centro).

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, assodato che la Presidenza non ha necessità di avvocati (e credo neanche di inviti a riflettere, perché si è dimostrata legittimamente capace di riflettere da sé), ritengo che, volendo cambiare il modulo storico di contrapposizione tra opposizione e maggioranza nelle posizioni della questione di fiducia, come suggeriva il Ministro Vito, per cui il Governo non pone la questione di fiducia adducendo ostruzionismi dell'opposizione che non ci sono, l'opposizione non accusa il Governo di mettere la fiducia per coprire dissensi all'interno della maggioranza che non ci sono, la maggioranza debba cogliere in maniera costruttiva questo elemento, anche comprensibile, di disagio dell'opposizione e del Parlamento, per fare una riflessione, non in questa sede chiaramente, sulle regole che attengono alla decretazione d'urgenza da un lato, ma anche ai tempi che il Parlamento deve (in questo caso, che la Camera dei deputati deve) riuscire a darsi con certezza; ai tempi certi, ad esempio come si fa per i cosiddetti collegati, per poter approvare normative che in questo caso, nel caso della scuola, hanno avuto la necessità di essere dichiarate urgenti con decreto-legge. E, tra l'altro, abbiamo già detto in sede di discussione dalla questione pregiudiziale presentata al decreto-legge in esame, che sul tema della scuola c'è una ampia e diversificata successione di decreti-legge di avvio dell'anno scolastico necessari ed urgenti, ben cinque negli ultimi sette anni. La riflessione è quindi più generale, più complessiva, riguarda il nostro Regolamento, riguarda altre sedi, la Giunta per il Regolamento, riguarda il dibattito tra i gruppi parlamentari. Siamo disponibili a riflettere su quali saranno le possibilità di modifica in questo senso; c'è una audizione del Ministro Vito tenuta di fronte alle Commissioni congiunte affari costituzionali di Camera e Senato, proprio su questo tema, dove sono intervenuti esponenti della maggioranza e dell'opposizione.
Ci auguriamo che da queste riflessioni possa scaturire qualche soluzione che venga incontro a queste nuove necessità del processo legislativo in generale. Ciò però non significa colpevolizzare il Governo per il fatto che pone una questione di fiducia né, tanto meno, far sì che si ripeta ancora una volta, in quest'Aula, un dibattito vecchio.
Guardando invece al futuro, credo si possano trovare soluzioni nuove che permettano al Governo di governare e al Parlamento di esaminare effettivamente i provvedimenti nel merito, dando la possibilità a tutti i colleghi - e non solo a quelli appartenenti alle Commissioni di merito in sede referente - di dire la loro e di far votare le proprie proposte.

VALENTINA APREA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VALENTINA APREA, Relatore. Signor Presidente, da relatrice del provvedimento vorrei rivolgermi al Governo per ringraziarlo, in quanto ha mantenuto, comunque, il testo votato dalla Commissione. Mi rendo conto, da parlamentare, da presidente e da relatrice, che questo sia un momento delicato e che la posizione della questione di fiducia rappresenta, comunque, uno strappo rispetto alle procedure parlamentari. Di questo sono consapevole, vorrei però che rimanesse agli atti e a verbale di questa nostra seduta che, in qualità di relatrice, esprimo comunque soddisfazione per il fatto che il Governo abbia voluto mantenere tutte le modifiche - con l'aggiunta dei vari pareri che sono poi intervenuti - apportate in Commissione dal confronto (che comunque vi è stato).
Ci siamo più volte riuniti ad abbiamo recepito in momenti diversi anche lePag. 7preoccupazioni che le opposizioni avevano evidenziato; certo, resta la sostanza del decreto-legge, ma va da sé che il Governo può - e deve - scegliere una linea di riforma della scuola. Questa è la linea di riforma e la maggioranza l'ha sostenuta convintamente e in modo, devo dire, compatto. Quindi, rispetto al testo che oggi abbiamo davanti, in qualità di relatrice posso confermare che i lavori si sono effettivamente svolti nel rispetto di questi principi ed esprimere ancora una volta soddisfazione per il recepimento di quegli emendamenti che non sono stati votati in Aula (e che avrebbero potuto essere votati evidentemente nell'ultima fase), ma che sono stati già recepiti da questo testo.

Sull'ordine dei lavori (ore 19,16).

PRESIDENTE. Avendo il Governo posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'emendamento Dis. 1.1, interamente sostitutivo dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge 1o settembre 2008, n. 137, recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università (da inviare al Senato - scadenza: 31 ottobre 2008), come preannunziato in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, la votazione per appello nominale avrà luogo domani, martedì 7 ottobre, alle ore 19,05.
Le dichiarazioni di voto, a norma dell'articolo 116, comma 3, del Regolamento, avranno inizio domani alle ore 18.
Successivamente, si passerà all'esame degli ordini del giorno e alle dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto, che avranno luogo, con ripresa televisiva diretta, alle ore 18 di giovedì 9 ottobre. Si passerà quindi alla votazione finale del disegno di legge di conversione.
Il termine per la presentazione degli ordini del giorno è stabilito alle ore 11 di domani.
Nella mattinata di venerdì 10 ottobre avrà luogo il seguito dell'esame, con votazioni, delle mozioni Livia Turco ed altri n. 1-00041, Barani ed altri n. 1-00043, Pezzotta ed altri n. 1-00044 e Palagiano ed altri n. 1-00045 concernenti iniziative per il contrasto della povertà e della disuguaglianza sociale e, quindi, l'esame della mozione Cota n. 1-00033 concernenti iniziative in materia di accesso degli studenti stranieri alla scuola dell'obbligo.
Successivamente si passerà alla discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1441-quater - Delega al Governo in materia di lavori usuranti e di riorganizzazione di enti, misure contro il lavoro sommerso e norme in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro (articoli 23, 24, 32, da 37 a 39, da 65 a 67 del disegno di legge 1441, stralciati con deliberazione dell'Assemblea il 5 agosto 2008) (collegato alla manovra di finanza pubblica).

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Martedì 7 ottobre 2008, alle 18:

Seguito della discussione del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 1o settembre 2008, n. 137, recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università (1634-A).
- Relatore: Aprea.

La seduta termina alle 19,20.