XVI LEGISLATURA
TESTO AGGIORNATO AL 9 DICEMBRE 2009
COMUNICAZIONI
Missioni valevoli nella seduta del 9 ottobre 2008.
Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Bongiorno, Bossi, Brambilla, Brancher, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Buttiglione, Caparini, Carfagna, Casero, Castagnetti, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cosentino, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, Donadi, Fallica, Fitto, Frattini, Gelmini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, Jannone, La Russa, Leone, Lo Monte, Lombardo, Lucà, Lupi, Mantovano, Maroni, Martini, Mazzocchi, Melchiorre, Meloni, Menia, Miccichè, Molgora, Mura, Palumbo, Pescante, Prestigiacomo, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Scajola, Soro, Stefani, Stucchi, Tremonti, Urso, Vegas, Vernetti, Vito.
(Alla ripresa pomeridiana della seduta)
Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Bongiorno, Boniver, Bossi, Brambilla, Brancher, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Buttiglione, Caparini, Carfagna, Casero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cosentino, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, Donadi, Duilio, Fallica, Fitto, Frattini, Gelmini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, Jannone, La Russa, Leone, Lo Monte, Lupi, Mantovano, Maroni, Martini, Mazzocchi, Melchiorre, Meloni, Menia, Miccichè, Molgora, Palumbo, Pescante, Prestigiacomo, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Saglia, Scajola, Soro, Stefani, Stucchi, Tremonti, Urso, Vegas, Vernetti, Vitali, Vito.
Annunzio di proposte di legge.
In data 8 ottobre 2008 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei deputati:
MIGLIOLI: «Disciplina dell'utilizzazione delle forme di lavoro flessibile e disposizioni in materia tributaria, contributiva e previdenziale, nonché in materia di tirocini e borse di studio» (1754);
TORRISI: «Istituzione del Garante nazionale per la tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e per il loro reinserimento sociale» (1755);
BARANI e DE LUCA: «Disciplina dei diritti e dei doveri di reciprocità dei conviventi» (1756);
GIAMMANCO: «Modifiche al testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e altre disposizioni tributarie in favore del coniuge non assegnatario dell'abitazione familiare in caso di separazione o di scioglimento del matrimonio» (1757);
ALESSANDRI ed altri: «Interventi per lo sviluppo del turismo sostenibile nelle aree protette» (1758);
COSTA: «Disposizioni in materia di trattamenti pensionistici dei dirigenti di azienda» (1759);
ALESSANDRI ed altri: «Disposizioni in materia di inquinamento acustico» (1760);
LAURA MOLTENI ed altri: «Disposizioni a tutela della salute dei bambini e degli adolescenti per l'uso informato e responsabile dei farmaci psicotropi nell'età evolutiva» (1761).
Saranno stampate e distribuite.
Annunzio di un disegno di legge.
In data 9 ottobre 2008 è stato presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge:
dal Presidente del Consiglio dei ministri e dal ministro dell'economia e delle finanze:
«Conversione in legge del decreto-legge 9 ottobre 2008, n. 155, recante misure urgenti per garantire la stabilità del sistema creditizio e la continuità nell'erogazione del credito alle imprese e ai consumatori, nell'attuale situazione di crisi dei mercati finanziari internazionali» (1762).
Sarà stampato e distribuito.
Adesione di deputati a proposte di legge.
La proposta di legge COLUCCI: «Modifiche al codice civile in materia di cognome dei figli» (960) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Ventucci.
La proposta di legge COLUCCI: «Disposizioni concernenti la raccolta e l'utilizzo delle cellule staminali da cordoni ombelicali a fini terapeutici e di ricerca» (961) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Drago, Tassone e Toto.
La proposta di legge COSENZA ed altri: «Modifiche al codice penale per la lotta contro la pedofilia e istituzione del Garante per l'infanzia e l'adolescenza» (1302) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Abrignani, Biancofiore, Catanoso, Frassinetti, Oppi, Rampelli e Sbai.
La proposta di legge POLLASTRINI ed altri: «Disposizioni in materia di consenso informato e di dichiarazioni di volontà anticipate nei trattamenti sanitari al fine di evitare l'accanimento terapeutico, nonché in materia di cure palliative e di terapia del dolore» (1606) è stata successivamente sottoscritta dal deputato De Biasi.
Ritiro di proposte di legge.
I deputati Grimoldi e Allasia hanno comunicato di ritirare la seguente proposta di legge:
GRIMOLDI e ALLASIA: «Modifica dell'articolo 844 del codice civile in materia di inquinamento acustico e di altre immissioni dal fondo del vicino» (1336).
Il deputato Polledri ha comunicato di ritirare la seguente proposta di legge:
POLLEDRI: «Modifica all'articolo 844 del codice civile in materia di inquinamento acustico» (1459).
Le proposte di legge saranno, pertanto, cancellate dall'ordine del giorno.
Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.
A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:
I Commissione (Affari costituzionali):
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE ZELLER: «Distacco dei comuni di Cortina d'Ampezzo, Livinallongo del Col di Lana e Colle Santa Lucia dalla regione Veneto e loro aggregazione alla regione autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol, ai sensi dell'articolo 132, secondo comma, della Costituzione» (18) Parere della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
PISICCHIO: «Disciplina dell'attività di relazione istituzionale» (854) Parere delle Commissioni II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni inmateria di sanzioni), V, XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
COMPAGNON ed altri: «Istituzione della 'Giornata nazionale della sicurezza sul lavoro'» (1062) Parere delle Commissioni V, VII, XI e XII;
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE LANZILLOTTA ed altri: «Modifica all'articolo 132, secondo comma, della Costituzione, in materia di distacco e di aggregazione di comuni e province» (1221) Parere della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
II Commissione (Giustizia):
MIGLIORI: «Istituzione del Servizio nazionale integrato di composizione consensuale professionale dei conflitti e delle controversie» (696) Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, X, XI e XIV;
CONSOLO: «Modifiche al codice di procedura penale e alla legge 10 aprile 1951, n. 287, in materia di giudici popolari» (890) Parere delle Commissioni I e V;
OLIVERIO ed altri: «Modifiche alla legge 27 dicembre 1956, n. 1423, e altre disposizioni concernenti il divieto di svolgimento di comunicazione politica per le persone sottoposte a misure di prevenzione» (972) Parere della I Commissione;
CAVALLARO: «Riforma dell'ordinamento della professione di avvocato» (1447) Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, X, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale), XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
IV Commissione (Difesa):
OPPI ed altri: «Disposizioni per l'ammissione dei soggetti fabici all'impiego nelle Forze armate e di polizia» (1444) Parere delle Commissioni I e XII.
VI Commissione (Finanze):
BARBIERI: «Modifiche all'articolo 35 del testo unico di cui al decreto legislativo 1o settembre 1993, n. 385, in materia di operatività delle banche di credito cooperativo» (737) Parere delle Commissioni I, II e XIV.
VII Commissione (Cultura):
DE BIASI ed altri: «Disciplina generale dello spettacolo dal vivo» (1183) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), III, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VIII, IX, X, XI, XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
VIII Commissione (Ambiente):
MARCHI ed altri: «Norme in materia di classificazione della rete autostradale e stradale nazionale e di trasferimento delle strade non comprese nella rete autostradale e stradale nazionale alle regioni e agli enti locali» (1425) Parere delle Commissioni I, V, IX e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
IX Commissione (Trasporti):
COMPAGNON ed altri: «Disposizioni per la predisposizione del Programma nazionale per la mobilità ciclistica nonché per la realizzazione della rete degli itinerari ciclabili d'Italia» (1061) Parere delle Commissioni I, V, VII, VIII (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), X e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
ALESSANDRI: «Modifica all'articolo 56 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, per consentire il traino di carrelli appendice da parte di motoveicoli» (1517) Parere delle Commissioni I e XIV.
XI Commissione (Lavoro):
FEDI ed altri: «Modifiche al decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, in materia di diritti e prerogative sindacali di particolari categorie di personale del Ministero degli affari esteri» (717) Parere delle Commissioni I, III, V e VII;
FEDI ed altri: «Modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 18, in materia di assunzione di impiegati presso le rappresentanze diplomatiche, gli uffici consolari e gli istituti italiani di cultura» (719) Parere delle Commissioni I, III, V e VII;
DE ANGELIS ed altri: «Modifiche alla legge 29 marzo 1985, n. 113, in materia di formazione e collocamento obbligatorio dei centralinisti telefonici non vedenti e ipovedenti» (1413) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VII, IX, X, XII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
XII Commissione (Affari sociali):
MARINELLO ed altri: «Disciplina delle medicine e delle pratiche non convenzionali» (920) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), V, VII (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), X, XI, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
XIII Commissione (Agricoltura):
CIRIELLI: «Modifiche alla legge 11 febbraio 1992, n. 157, recante norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio» (211) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), IV, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, VIII (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), IX, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
MIGLIOLI ed altri: «Disposizioni per la valorizzazione e la promozione della 'sfoglia emiliano-romagnola' e disciplina della relativa professione» (1487) Parere delle Commissioni I, V, VII, X, XI, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
Commissioni riunite III (Affari esteri) e VII (Cultura):
GIANNI FARINA: «Riforma delle istituzioni scolastiche italiane all'estero e interventi per la promozione della lingua e della cultura italiane all'estero» (1497) Parere delle Commissioni I, V e XI;
GIANNI FARINA: «Disposizioni in materia di riorganizzazione degli istituti italiani di cultura all'estero» (1498) Parere delle Commissioni I, V, XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
Trasmissioni dal ministro per i rapporti con il Parlamento.
Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 2 ottobre 2008, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 2, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 13 maggio 2005, la relazione dell'Agenzia spaziale italiana (ASI), relativa alle iniziative finanziate con le disponibilità di cui all'articolo 1 del citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, riferita al primo semestre 2007 (doc. XCIV-bis, n. 1).
Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla X Commissione (Attività produttive).
Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 2 ottobre 2008, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 2, comma 2, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 13 maggio 2005, la relazione - redatta dall'Agenzia spaziale italiana (ASI) - sul programma europeoGalileo, in materia di navigazione satellitare, relativa all'anno 2007 e aggiornata al giugno 2008 (doc. XCIV, n. 1).
Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla X Commissione (Attività produttive).
Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 7 ottobre 2008, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 2-duodecies, comma 4, della legge 31 maggio 1965, n. 575, come introdotto dall'articolo 3, comma 2, della legge 7 marzo 1996, n. 109, la relazione - predisposta dal Ministero della giustizia - sulla consistenza, destinazione e utilizzo dei beni sequestrati o confiscati e sullo stato dei procedimenti di sequestro e confisca, aggiornata al 31 agosto 2008 (doc. CLIV, n. 1).
Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla II Commissione (Giustizia).
Trasmissione dal ministro della difesa.
Il ministro della difesa, con lettera in data 8 ottobre 2008, ha trasmesso copia della nota aggiuntiva allo stato di previsione del Ministero della difesa per l'anno 2009.
Questa documentazione è trasmessa alla IV Commissione (Difesa) e alla V Commissione (Bilancio).
Annunzio di sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo.
La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettere in data 9 settembre e 2 ottobre 2008, ai sensi della legge 9 gennaio 2006, n. 12, delle seguenti sentenze pronunciate dalla Corte europea dei diritti dell'uomo nei confronti dello Stato italiano, passate in giudicato nei mesi di luglio e agosto 2008, che sono inviate alle sottoindicate Commissioni competenti per materia nonché alla III Commissione (Affari esteri):
sentenza 1o aprile 2008: Gigli costruzioni srl n. 10557/03, in materia di espropriazione. Constata la violazione dell'articolo 1 del protocollo n. 1 CEDU, poiché nei casi di espropriazione solo uno scopo legittimo di pubblica utilità, quale il perseguimento di misure di riforma economica o di giustizia sociale, può giustificare un'indennità notevolmente inferiore al valore commerciale del bene. Constata altresì la violazione dell'articolo 6, paragrafo 1, CEDU, sotto il profilo del diritto ad un processo equo, perché l'applicazione retroattiva dell'articolo 5-bis della legge n. 359 del 1992 ha determinato un'indennità di esproprio non adeguata, nonché sotto il profilo della ragionevole durata del processo per eccessiva durata del processo (doc. CLXXIV, n. 67) - alle Commissioni riunite II (Giustizia) e VIII (Ambiente);
sentenza 17 gennaio 2008: Bagarella n. 15625/04, in materia di detenzione in regime di applicazione dell'articolo 41-bis della legge n. 354 del 1975. Constata la violazione dell'articolo 8 CEDU relativo al diritto al rispetto della vita privata e familiare sotto il profilo della libertà di corrispondenza poiché il controllo esercitato sulla corrispondenza ai sensi dell'articolo 18 della legge n. 354 del 1975, nel testo previgente alle modifiche introdotte con la legge n. 95 del 2004, contrasta con il principio di legalità (doc. CLXXIV, n. 68) - alla II Commissione (Giustizia);
sentenza 27 novembre 2007: Zagaria n. 58295/00, in materia di colloqui tra imputato e difensore. Constata la violazione del combinato disposto dell'articolo 6, paragrafo 3, in combinazione con l'articolo 6, paragrafo 1, quando all'imputato che segue il proprio processo in videoconferenza non è assicurata la possibilità, coessenziale all'equità del processo, di comunicare in via confidenziale con il propriodifensore, nel momento in cui in giudizio si discute il merito dell'imputazione e vengono prodotte le prove (doc. CLXXIV, n. 69) - alla II Commissione (Giustizia);
sentenza 18 dicembre 2007: Bertolini n. 14448/03, in materia di fallimento. Constata la violazione degli articoli 6, paragrafo 1, 8, 13 CEDU e degli articoli 1 del protocollo n. 1 e 2 del protocollo n. 4 CEDU, relativi rispettivamente al diritto ad un equo processo sotto il profilo della ragionevole durata, al diritto al rispetto della vita privata e familiare, sotto il profilo della libertà di corrispondenza, al diritto ad un ricorso effettivo, alla protezione della proprietà privata e alla libertà di circolazione, con riferimento a procedura fallimentare anteriore all'entrata in vigore del decreto legislativo n. 5 del 2006 (doc. CLXXIV, n. 70) - alla II Commissione (Giustizia);
sentenza 27 novembre 2007: Asciutto n. 35795/02: in materia di detenzione in regime di applicazione dell'articolo 41-bis della legge n. 354 del 1975. Constata la violazione dell'articolo 6, paragrafo 1, CEDU, relativo al diritto ad un equo processo, sotto il profilo del diritto all'esame nel merito dei ricorsi, in conseguenza del sistematico ritardo, rispetto al termine legale di dieci giorni, nella decisione giudiziaria dei ricorsi avverso i provvedimenti applicativi del regime di detenzione speciale: la sistematicità di tali ritardi ha portato all'annullamento dell'impatto delle pronunce giudiziarie sui successivi provvedimenti di detenzione speciale che di tali pronunce non hanno tenuto conto. In materia di controllo della corrispondenza ai sensi dell'articolo 18 della legge n. 354 del 1975. Constata la violazione dell'articolo 8 CEDU, relativo al diritto al rispetto della vita privata e familiare, poiché il controllo esercitato sulla corrispondenza ai sensi dell'articolo 18 della legge n. 354 del 1975, nel testo previgente alle modifiche introdotte con la legge n. 95 del 2004, contrasta con il principio di legalità, non essendo stabilite motivazioni e durata delle misure di controllo, né risultando sufficientemente chiara l'estensione e le modalità di esercizio del relativo potere di controllo (doc. CLXXIV, n. 71) - alla II Commissione (Giustizia);
sentenza 27 novembre 2007: Esposito n. 35771/03, in materia di fallimento. Constata la violazione degli articoli 8 e 13 CEDU, relativi rispettivamente al diritto al rispetto della vita privata e familiare, sotto il profilo della libertà di corrispondenza, e al diritto ad un ricorso effettivo, con riferimento a procedura fallimentare anteriore all'entrata in vigore del decreto legislativo n. 5 del 2006 (doc. CLXXIV, n. 72) - alla II Commissione (Giustizia);
sentenza 24 aprile 2008: Rizzotto n. 15349/06, in materia di detenzione. Constata la violazione dell'articolo 5, paragrafo 4, CEDU relativo al diritto alla libertà ed alla sicurezza, in riferimento al diritto di ogni persona privata della libertà personale ad ottenere in tempi brevi una pronuncia del tribunale sulla legittimità della propria detenzione (doc. CLXXIV, n. 73) - alla II Commissione (Giustizia);
sentenza 27 maggio 2008: Pisacane e altri n. 70573/01, in materia di espropriazione. Constata la violazione dell'articolo 1 del protocollo n. 1 CEDU, poiché nei casi di espropriazione per pubblica utilità solo il perseguimento di uno scopo legittimo può giustificare un'indennità notevolmente inferiore al valore commerciale del bene. Constata altresì la violazione dell'articolo 6, paragrafo 1, CEDU, sotto il profilo del diritto ad un processo equo, perché l'applicazione retroattiva dell'articolo 5-bis della legge n. 359 del 1992, ha determinato un'indennità di esproprio non adeguata, nonché sotto il profilo della ragionevole durata del processo per eccessiva durata del processo (doc. CLXXIV, n. 74) - alle Commissioni riunite II (Giustizia) e VIII (Ambiente).
Trasmissione dall'Assemblea parlamentare della NATO
Il Presidente dell'Assemblea parlamentare della NATO ha trasmesso il testo della raccomandazione n. 111, adottata in quel consesso nella seduta del 27 maggio 2008, concernente il riconoscimento dell'Assemblea parlamentare della NATO (doc. XII-quater, n. 1).
Tale documento è assegnato, a norma dell'articolo 125, comma 1, del regolamento, alla III Commissione (Affari esteri) nonché, per il parere, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
Atti di controllo e di indirizzo.
Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.
DISEGNO DI LEGGE: CONVERSIONE IN LEGGE DEL DECRETO-LEGGE 1o SETTEMBRE 2008, N. 137, RECANTE DISPOSIZIONI URGENTI IN MATERIA DI ISTRUZIONE E UNIVERSITÀ (A.C. 1634-A)
A.C. 1634-A - Ordini del giorno
ORDINI DEL GIORNO
La Camera,
premesso che:
la situazione della scuola è diventata drammatica sia sul piano dei provvedimenti presentati - rilevanti e nello stesso tempo approssimativi - sia per quanto afferisce ai provvedimenti annunciati che ipotizzano un profondo stravolgimento degli ordinamenti, dei modelli organizzativi e dei contenuti programmatici della scuola in tutti i suoi gradi;
il decreto-legge n. 137 lascia intendere un taglio profondo del personale docente e amministrativo, un notevole cambiamento della scuola elementare per quanto riguarda i moduli organizzativi, una diminuzione del tempo-scuola, una riorganizzazione drasticamente penalizzante degli alunni per classi;
con provvedimenti improvvisi ed episodici si rischia di indebolire la qualità del progetto formativo e dell'offerta educativa incidendo pesantemente sullo stato della scuola soprattutto in Campania per quanto afferisce agli insegnanti precari, alle esigenze formative degli alunni, alle opportunità di recupero pieno e integrale degli alunni disabili,
impegna il Governo
ad adottare un provvedimento organico che, a verifica e integrazione dei provvedimenti già approvati e non realizzati, dia un senso e un orientamento certo e chiaro ad una scuola in forte difficoltà, definisca il ruolo e la modalità di impegno dei docenti e di quelli precari in modo particolare, indichi i nuovi livelli di formazione e di paideia educativa in un raccordo operativo e sinergico con i governi regionali per evitare discrasie e conflittualità tra i territori e le comunità delle varie regioni.
9/1634/1. Mario Pepe (PD).
La Camera,
premesso che:
il costo dei libri scolastici costituisce un costo notevole per le famiglie e l'articolo 5 del disegno di legge ha lo scopo di contenere detti costi attraverso l'adozione dei libri di testo con cadenza quinquennale, in modo che abbia valore per i successivi cinque anni;
gli organi collegiali preposti all'adozione dei libri di testo devono tenere in considerazione l'impegno che gli editori si assumono a mantenere invariato il contenuto per cinque anni, come elemento indicativo per l'adozione;
alla data di entrata in vigore del disegno di legge in oggetto alcuni testi scolastici sono di recente edizione,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di considerare il quinquennio in cui il contenuto deve rimanere invariato, salvo le appendici diaggiornamento eventualmente necessarie, a partire dall'anno di pubblicazione di detti testi.
9/1634/2. Centemero.
La Camera,
premesso che,
il decreto in corso di conversione prevede all'articolo 1 che siano attivate azioni di sensibilizzazione all'interno delle scuole finalizzate all'acquisizione, nel primo e nel secondo ciclo di istruzione, di conoscenze e competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione»;
l'educazione alla legalità costituisce un elemento indispensabile per la formazione di cittadini consapevoli in una società rispettosa dei diritti fondamentali e della civile convivenza;
la costruzione di una prospettiva per l'Italia non può che nascere da una memoria forte e condivisa, diffusa fra i giovani, sulle azioni di contrasto poste in essere dallo Stato nei confronti della criminalità organizzata e mafiosa;
le lotte a tutte le mafie è elemento essenziale per la costruzione di una identità nazionale condivisa;
la scuola rappresenta uno strumento strategico e fondamentale per radicare questi valori e questa memoria fra le giovani generazioni;
è avvertita fortemente l'esigenza di attribuire ad una data valore simbolico per ricordare, sull'intero territorio nazionale, ai giovani italiani l'Italia che non si è arresa alla prepotenza mafiosa e per radicare la conoscenza della storia di tanti servitori dello Stato che hanno pagato un tributo altissimo nel processo di liberazione da tutte le mafie;
la primavera rappresenta il simbolo più grande di rinascita e di speranza;
dalla scuola deve nascere un contributo centrale per la costruzione di un'Italia all'altezza della sua straordinaria storia e civiltà,
impegna il Governo
anche in sede di emanazione dei regolamenti d'attuazione della presente legge, a valutare l'opportunità di emanare una circolare, destinata a tutte le scuole del primo e secondo ciclo d'istruzione, che proclami il 21 marzo di ogni anno «Giornata della legalità e della memoria contro tutte le mafie», dedicando le ore dell'attività scolastica della stessa esclusivamente al ricordo delle vittime di mafia, degli avvenimenti che hanno caratterizzato la storia recente della Nazione e dei successi dello Stato nelle politiche di contrasto e di repressione, anche attraverso forme di collaborazione e partecipazione delle forze dell'ordine, dei rappresentanti della magistratura, delle istituzioni parlamentari, degli enti territoriali, dell'associazionismo antiracket e antimafia.
9/1634/3. Granata, Giammanco, Frassinetti, Murgia, Rampelli.
La Camera,
premesso che,
il decreto in corso di conversione prevede all'articolo 1 che siano attivate azioni di sensibilizzazione all'interno delle scuole finalizzate all'acquisizione, nel primo e nel secondo ciclo di istruzione, di conoscenze e competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione»;
l'educazione alla legalità costituisce un elemento indispensabile per la formazione di cittadini consapevoli in una società rispettosa dei diritti fondamentali e della civile convivenza;
la costruzione di una prospettiva per l'Italia non può che nascere da una memoria forte e condivisa, diffusa fra i giovani, sulle azioni di contrasto poste in essere dallo Stato nei confronti della criminalità organizzata e mafiosa;
le lotte a tutte le mafie è elemento essenziale per la costruzione di una identità nazionale condivisa;
la scuola rappresenta uno strumento strategico e fondamentale per radicare questi valori e questa memoria fra le giovani generazioni;
è avvertita fortemente l'esigenza di attribuire ad una data valore simbolico per ricordare, sull'intero territorio nazionale, ai giovani italiani l'Italia che non si è arresa alla prepotenza mafiosa e per radicare la conoscenza della storia di tanti servitori dello Stato che hanno pagato un tributo altissimo nel processo di liberazione da tutte le mafie;
la primavera rappresenta il simbolo più grande di rinascita e di speranza;
dalla scuola deve nascere un contributo centrale per la costruzione di un'Italia all'altezza della sua straordinaria storia e civiltà,
impegna il Governo
anche in sede di emanazione dei regolamenti d'attuazione della presente legge, a valutare l'opportunità di emanare una circolare, destinata a tutte le scuole del primo e secondo ciclo d'istruzione, per proporre il 21 marzo di ogni anno una «Giornata della legalità e della memoria contro tutte le mafie», dedicando le ore dell'attività scolastica della stessa esclusivamente al ricordo delle vittime di mafia, degli avvenimenti che hanno caratterizzato la storia recente della Nazione e dei successi dello Stato nelle politiche di contrasto e di repressione, anche attraverso forme di collaborazione e partecipazione delle forze dell'ordine, dei rappresentanti della magistratura, delle istituzioni parlamentari, degli enti territoriali, dell'associazionismo antiracket e antimafia.
9/1634/3. (Testo modificato nel corso della seduta)Granata, Giammanco, Frassinetti, Murgia, Rampelli.
La Camera,
premesso che:
secondo quanto riportato da alcuni organi di stampa (l'Unità del 18 settembre scorso, nella cronaca di Roma e, più recentemente, Panorama del 25 settembre) è in costante aumento il fenomeno delle classi ove il numero degli alunni stranieri è più elevato di quelli italiani;
un esempio è rappresentato dalla scuola elementare Carlo Pisacane nel quartiere Pigneto di Roma, dove, su 170 iscritti, 130 sono stranieri e solo 40 italiani; ma anche alla scuola elementare «Di Donato», nel rione Esquilino, ove ci sono alunni di almeno quaranta nazionalità diverse, sembrerebbe che i non italiani raggiungano il 50 per cento (cfr. «Il Giornale» del 28 agosto 2008);
il problema, occorre chiaramente precisare, non riguarda l'accesso e la presenza degli alunni stranieri nelle scuole - che ormai è un dato acquisito anche alla luce del costante aumento della popolazione straniera residente in Italia - bensì la loro migliore distribuzione nelle classi secondo un rapporto numerico che tuteli sia gli alunni italiani che quelli stranieri;
la scuola deve realizzare una reale integrazione culturale tra i bambini, senza penalizzare il percorso formativo né l'apprendimento, mentre una forte sproporzione tra alunni stranieri e alunni italiani produce inevitabili rallentamenti pedagogici e un fenomeno ormai diffuso di fuga verso le scuole private che rischia di depauperare l'offerta scolastica pubblica;
già la circolare ministeriale 23 dicembre 2005, n. 93, relativa alle iscrizioni per l'anno scolastico 2006-2007, prevedeva che il Collegio dei docenti formulasse proposte per la ripartizione degli alunni stranieri nelle classi, «evitando la costituzione di classi in cui risulti predominante la loro presenza» ai fini di una miglioreintegrazione e di una maggiore efficacia didattica per tutti,
impegna il Governo
ad assumere iniziative affinché venga risolta la questione relativa alla ripartizione degli alunni stranieri nelle varie classi e nelle varie scuole di un quartiere o di una città, in modo da garantire il miglior percorso formativo per ciascun alunno senza alcun rischio di penalizzazione.
9/1634/4. Marsilio, Rampelli, Frassinetti, Granata, Murgia, Ghiglia.
La Camera,
premesso che:
il decreto in corso di conversione, all'articolo 5, include una norma concernente l'adozione dei libri di testo;
in essa è previsto che i competenti organi scolastici adottino libri di testo in relazione ai quali l'editore si sia impegnato nel quinquennio a mantenere invariato il contenuto, salvo le appendici di aggiornamento eventualmente necessarie;
il Parlamento e il Consiglio dell'Unione europea, con la raccomandazione 2001/166/CE del 12 febbraio 2001 sulla collaborazione europea per la valutazione della qualità dell'insegnamento scolastico, hanno evidenziato come un'istruzione di qualità debba essere garantita in tutte le fasi e in tutti i settori dell'insegnamento, indipendentemente dalle differenze attinenti agli obiettivi, ai metodi e alle esigenze educative;
la libertà di insegnamento, costituzionalmente tutelata, deve essere conciliata con la libertà di apprendimento;
la scuola deve essere in grado di garantire il rispetto del pluralismo culturale, a partire dai libri di testo adottati nelle scuole;
l'apertura a tutti i filoni culturali, storici e artistici che rappresentano l'identità italiana è un'esigenza quanto mai avvertita, in specie dalla popolazione giovanile;
è auspicabile che venga data alle famiglie e agli studenti la possibilità di scegliere liberamente i libri di testo: una soluzione, per esempio, potrebbe essere quella di adottare un testo tra quelli contenuti in una lista redatta dal docente;
in questo modo tutte le chiavi di lettura sarebbero a disposizione delle nuove generazioni in un contesto rispettoso delle diverse opinioni e tendenze culturali,
impegna il Governo
nel rispetto dell'autonomia e delle competenze proprie delle istituzioni scolastiche, a promuovere iniziative tese a conciliare la libertà d'insegnamento con la libertà d'apprendimento, in particolare concedendo alle famiglie e agli studenti la libera scelta dei libri di testo su una lista segnalata dal docente al fine di contribuire ad una piena e concreta attuazione del diritto allo studio.
9/1634/5. Rampelli, Marsilio, Frassinetti, Granata.
La Camera,
premesso che:
il decreto in corso di conversione, all'articolo 2, comma 1, prevede che - in sede di scrutinio intermedio e finale - venga «valutato il comportamento di ogni studente durante tutto il periodo di permanenza nella sede scolastica, anche in relazione alla partecipazione alle attività ed agli interventi educativi realizzati dalle istituzioni scolastiche anche fuori della propria sede»;
con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca saranno specificati i criteri per correlare la particolare e oggettiva gravità del comportamento al voto inferiore a sei decimi;
la reintroduzione del voto in condotta costituisce una risposta necessaria e urgente al moltiplicarsi degli episodi di teppismo e di bullismo che purtroppo si verificano nelle nostre scuole e nella società in genere;
si rende necessario, tuttavia, chiarire in maniera puntuale il campo di applicazione della norma al fine di evitare un utilizzo discrezionale dello strumento da parte di alcuni docenti,
impegna il Governo
in sede di emanazione del decreto di attuazione di cui all'articolo 2, comma 3, secondo periodo, a specificare che, ove ricorra una valutazione negativa, questa debba essere adeguatamente motivata e non possa in alcun modo riferirsi all'impegno e alla partecipazione dello studente a iniziative di carattere civico o sindacale.
9/1634/6. Frassinetti, Rampelli, Granata, Marsilio, Murgia, De Angelis.
La Camera,
premesso che:
il decreto in corso di conversione, all'articolo 1, prevede che a decorrere dal presente anno scolastico, oltre ad una sperimentazione nazionale, siano attivate «azioni di sensibilizzazione e di formazione del personale finalizzate all'acquisizione nel primo e nel secondo ciclo di istruzione delle conoscenze e delle competenze relative a »Cittadinanza e Costituzione «, nell'ambito delle aree storico-geografica e storico-sociale e del monte ore complessivo previsto per le stesse. Iniziative analoghe sono avviate nella scuola dell'infanzia»;
nel Regno Unito, in Germania, in Spagna, in Portogallo, in Romania, in Estonia, l'educazione civica è una materia obbligatoria che si studia sin dalle elementari;
gli studenti spagnoli, in particolare, studiano non solo le norme e i principi della convivenza sociale ma anche il significato di parole quali rispetto, tolleranza e giustizia sociale; un capitolo a parte, per il quale il Re in persona ha firmato un decreto ad hoc, è l'educazione etico-civica nelle scuole secondarie;
la reintroduzione dell'educazione civica e del voto in condotta nelle scuole italiane costituisce una risposta necessaria e urgente al moltiplicarsi degli episodi di bullismo che purtroppo si verificano nelle nostre scuole e nella società in genere;
rendere obbligatoria l'educazione civica per almeno un'ora la settimana non significa soltanto consentire di appassionarsi allo studio della Costituzione: permette altresì di entrare nel merito delle grandi questioni civiche che caratterizzano il processo formativo di crescita di uno scolaro;
si rende necessario, tuttavia, chiarire in maniera puntuale il campo di applicazione della norma al fine di evitare che l'insegnamento dell'educazione civica possa essere eluso o svuotato da parte di alcuni presidi o docenti, o tanto meno rimesso al loro arbitrio,
impegna il Governo
in sede di emanazione delle circolari applicative, a specificare espressamente i contenuti essenziali dell'insegnamento dell'educazione civica e a garantire che essa sia prevista come materia obbligatoria nelle scuole per un minimo di un'ora la settimana.
9/1634/7. De Angelis, Rampelli, Frassinetti, Granata, Marsilio, Murgia.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto-legge in esame prevede che dall'anno scolastico 2008/2009 siano attivate azioni di sensibilizzazione e di formazione del personale finalizzate all'acquisizione nel primo e nel secondo ciclo di istruzione delle conoscenzee competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» e che, al fine di promuovere la conoscenza del pluralismo istituzionale, siano attivate anche iniziative per lo studio degli statuti regionali delle regioni ad autonomia ordinaria e speciale;
è opportuno che i riferimenti alla «Cittadinanza» e alla «Costituzione» non siano circoscritti ad un orizzonte normativo nazionale e regionale ma, anche in virtù dei richiami espressi all'articolo 10 della Costituzione (conformità alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute e diritti dello straniero) e all'articolo 11 della Costituzione (limitazioni alla sovranità necessarie alla pace e alla giustizia fra le Nazioni), siano estesi alle nozioni di «Cittadinanza europea» garantita dall'Unione Europea e dei «Diritti Umani» promossi dalle Nazioni Unite,
impegna il Governo
affinché nelle circolari applicative dell'articolo 1 del decreto-legge in esame sia fatto esplicito riferimento alle nozioni di base afferenti ai diritti fondamentali dell'uomo e del cittadino nel diritto internazionale e dell'Unione europea.
9/1634/8. Monai.
La Camera,
premesso che:
il calendario d'inizio dell'anno scolastico viene fissato dalle singole regioni e si differenzia da regione a regione e di anno in anno;
la data effettiva d'inizio dell'anno scolastico viene resa nota dalle scuole generalmente solo durante il mese di settembre;
in attesa di tale informazione le famiglie di alunni e studenti possono avere problemi nel pianificare al meglio, e nel modo più economico, il periodo di vacanza estiva, nonché vacanze-studio o stage di alternanza scuola-lavoro per i propri figli;
il ritardo con cui le famiglie vengono a conoscenza della data effettiva di inizio dell'anno scolastico pone problemi organizzativi soprattutto alle famiglie in cui entrambi i genitori lavorano ed a quelle monoparentali,
impegna il Governo
a sottoporre la questione alla Conferenza Stato-regioni affinché si possano concordare nuove norme e soprattutto nuove tempistiche per fissare i calendari scolastici regionali, in modo che la data d'inizio dell'anno scolastico possa essere resa nota alle famiglie entro la fine dell'anno scolastico precedente a quello di riferimento, permettendo così una più agevole pianificazione dell'organizzazione familiare.
9/1634/9. Giammanco.
La Camera,
premesso che:
le mense scolastiche devono fornire un servizio di assoluta garanzia in termini di salubrità e sicurezza del cibo somministrato agli studenti;
la sicurezza alimentare si può ottenere attraverso l'applicazione dei criteri di tracciabilità dei prodotti utilizzati;
le mense scolastiche possono fornire importanti opportunità per uno sviluppo sostenibile che favorisca le economie locali. Perché ciò avvenga, non ci si può limitare alla sostituzione delle derrate convenzionali con quelle biologiche, ma occorre approfittare dell'occasione per migliorare (e talvolta creare) il rapporto tra le mense ed il proprio territorio, dando più spazio nei menù ai prodotti di stagione e della tradizione locale, coinvolgendo anche gli agricoltori biologici e stimolando un forte legame tra i produttori ed i cittadini;
appare opportuno incentivare tutti gli interventi a sostegno della «filiera corta»dei prodotti agroalimentari regionali per promuovere il rapporto diretto tra consumatori e produttori,
impegna il Governo:
negli appalti pubblici di servizi o di forniture di prodotti alimentari ed agroalimentari destinati alla ristorazione delle mense scolastiche, a prevedere che costituisca titolo preferenziale per l'aggiudicazione l'utilizzo di prodotti agricoli della «filiera corta» in misura non inferiore al 50 per cento, in termini di valore, dei prodotti agricoli complessivi, anche trasformati, impiegati all'anno;
nell'ambito della finalità di recupero di identità dei diversi territori regionali, a promuovere l'educazione alimentare, l'informazione, l'orientamento al consumo consapevole da parte dei cittadini a partire dagli studenti delle scuole elementari;
a disciplinare interventi per sostenere l'acquisto di prodotti agricoli di origine regionale da parte delle imprese esercenti attività di ristorazione, con particolare riferimento a quella scolastica, a sostenere con l'istituzione di un fondo gli accordi che le regioni istituiscono sul territorio e ad avviare una campagna di sensibilizzazione sul consumo dei prodotti locali.
9/1634/10. Fiorio, Oliverio, Zucchi, Sani, Marrocu, Lusetti, Cuomo, Marco Carra, Dal Moro, Agostini, Cenni, Brandolini, Mario Pepe (PD), Servodio, Trappolino.
La Camera,
premesso che:
le mense scolastiche devono fornire un servizio di assoluta garanzia in termini di salubrità e sicurezza del cibo somministrato agli studenti;
la sicurezza alimentare si può ottenere attraverso l'applicazione dei criteri di tracciabilità dei prodotti utilizzati;
le mense scolastiche possono fornire importanti opportunità per uno sviluppo sostenibile che favorisca le economie locali. Perché ciò avvenga, non ci si può limitare alla sostituzione delle derrate convenzionali con quelle biologiche, ma occorre approfittare dell'occasione per migliorare (e talvolta creare) il rapporto tra le mense ed il proprio territorio, dando più spazio nei menù ai prodotti di stagione e della tradizione locale, coinvolgendo anche gli agricoltori biologici e stimolando un forte legame tra i produttori ed i cittadini;
appare opportuno incentivare tutti gli interventi a sostegno della «filiera corta» dei prodotti agroalimentari regionali per promuovere il rapporto diretto tra consumatori e produttori,
impegna il Governo:
negli appalti pubblici di servizi o di forniture di prodotti alimentari ed agroalimentari destinati alla ristorazione delle mense scolastiche, a prevedere che costituisca titolo preferenziale per l'aggiudicazione l'utilizzo di prodotti agricoli della «filiera corta» in misura non inferiore al 50 per cento, in termini di valore, dei prodotti agricoli complessivi, anche trasformati, impiegati all'anno;
nell'ambito della finalità di recupero di identità dei diversi territori regionali, a promuovere l'educazione alimentare, l'informazione, l'orientamento al consumo consapevole da parte dei cittadini a partire dagli studenti delle scuole elementari;
a disciplinare interventi per sostenere l'acquisto di prodotti agricoli di origine regionale da parte delle imprese esercenti attività di ristorazione, con particolare riferimento a quella scolastica.
9/1634/10. (Testo modificato nel corso della seduta)Fiorio, Oliverio, Zucchi, Sani, Marrocu, Lusetti, Cuomo, Marco Carra, Dal Moro, Agostini, Cenni, Brandolini, Mario Pepe (PD), Servodio, Trappolino, Lovelli.
La Camera,
premesso che:
il fenomeno del bullismo è ormai largamente diffuso nei centri di aggregazione giovanili e soprattutto nelle scuole;
sono tantissime le situazioni di bullismo e spesso la vittima di violenza e la sua famiglia non trovano il coraggio di denunciare le derisioni, le umiliazioni, le lesioni e le minacce subite;
alle più eclatanti manifestazioni di bullismo diretto, come picchiare, appropriarsi degli oggetti degli altri o rovinarli, si affiancano quelle del bullismo indiretto, come l'esclusione dal gruppo dei coetanei, l'isolamento, l'uso di smorfie e gesti volgari, la diffusione di pettegolezzi e calunnie sul conto della vittima;
il provvedimento in esame reintroduce il voto in condotta e la valutazione del comportamento è effettuata mediante l'attribuzione di un voto numerico espresso in decimi, inoltre la norma stabilisce che qualora la valutazione sia inferiore a sei decimi, lo studente non è ammesso al successivo anno di corso, ovvero all'esame conclusivo del ciclo di studi;
l'introduzione della disposizione su citata è stata motivata dall'esigenza di contrastare i numerosi episodi di bullismo che si stanno verificando nelle scuole e quindi il voto in condotta diventerebbe un deterrente a compiere atti di questo tipo;
già esistono misure disciplinari ben più incisive, che vanno dalla sospensione alla non ammissione allo scrutinio finale,
impegna il Governo:
a promuovere azioni miranti ad una effettiva riqualificazione della scuola finalizzata alla formazione dei docenti e del personale scolastico, tale da assicurare una gestione competente delle difficoltà dell'età preadolescenziale, bisognosa di essere aiutata in tutta la sua complessità;
ad intervenire nelle sedi opportune affinché il voto in condotta rappresenti realmente un fatto formativo e non meramente sanzionatorio.
9/1634/11. Piffari.
La Camera,
premesso che:
i previsti tagli alle risorse e il programma di razionalizzazione proposto dal Governo, e quindi il ritorno al maestro unico, rischiano di mettere in serio pericolo la tenuta dell'intero sistema scolastico pubblico italiano, e questo anche se l'Italia è tra i Paesi europei che investono di meno nella scuola (meno del 2 per cento del Pil);
il settore scuola ha subito un taglio di circa 8 miliardi di euro in quattro anni. Si taglia il numero dei docenti (attraverso l'incremento del rapporto alunni/docente) e il contingente del personale ATA, amministrativo, tecnico, ausiliario (attraverso la riduzione del 17 per cento dell'attuale consistenza), passando attraverso la revisione degli orari, dei criteri di formazione delle classi, dell'organizzazione didattica della scuola primaria;
le risorse complessive a disposizione del settore scolastico compromettono seriamente la funzionalità delle scuole;
a pagarne maggiormente le conseguenze rischiano peraltro di essere le categorie più deboli della popolazione, quali i ragazzi con disabilità, in quanto il significativo taglio al comparto scuola, con la scomparsa anche del modulo didattico, comporterà un ridimensionamento degli insegnanti di sostegno,
impegna il Governo
a rafforzare le politiche scolastiche e ad assumere tutte le iniziative necessarie per incrementare, fin dalla prossima legge finanziaria, le risorse per il diritto allostudio, con particolare riguardo agli insegnanti di sostegno e alle figure professionali a supporto degli stessi.
9/1634/12. Messina.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame, nel testo risultante dall'approvazione dell'emendamento del Governo, prevede che vengano stanziate risorse destinate al finanziamento di interventi per l'edilizia scolastica e la messa in sicurezza degli istituti scolastici ovvero di impianti e strutture sportive;
tale finanziamento era previsto da un emendamento approvato all'unanimità in sede di Comitato dei nove, presso la Commissione VII;
sempre grazie a un emendamento approvato all'unanimità dal medesimo Comitato dei nove, sono assegnate ulteriori risorse destinate a finanziare provvedimenti finalizzati alla sicurezza degli edifici scolastici;
entro il prossimo gennaio dovrebbe essere varata dal Ministero della pubblica istruzione l'anagrafe dell'edilizia scolastica, che mostrerà la situazione di tutte le scuole italiane dal punto di vista della sicurezza e del rispetto delle norme;
secondo il rapporto di Cittadinanzattiva dal titolo «Sicurezza, qualità e comfort a scuola», pubblicato su diversi organi di stampa, la scuola italiana, dal punto di vista della sicurezza, raggiunge risultati sconfortanti;
in particolare l'indagine su citata descrive le scuole italiane, per una buona percentuale, con crolli di intonaco e pavimenti sconnessi, finestre rotte, banchi danneggiati, aule sporche sia per incuria che a causa del vandalismo da parte degli studenti; sistemi antincendio e porte antipanico per la metà delle scuole sono del tutto inesistenti,
impegna il Governo
ad adottare iniziative di verifica affinché le risorse stanziate siano principalmente finalizzate ad interventi di promozione, valorizzazione e sviluppo delle strutture scolastiche, nonché di adeguamento alla normativa vigente in materia di sicurezza, igiene ed eliminazione delle barriere architettoniche.
9/1634/13. Zazzera.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento al nostro esame, all'articolo 4, dispone che si ricostituiscano le classi con il maestro unico, secondo il modello organizzativo tradizionale della scuola elementare vigente fino al 1990;
attualmente esistono moduli organizzativi del personale insegnante, costituiti da tre insegnanti per due classi, oppure quattro insegnanti per tre classi; dunque si passerà da tre insegnanti su due classi ad un insegnante per ogni singola classe;
il ritorno al maestro unico comporterà un ridimensionamento del personale docente, già previsto espressamente nell'ambito degli obiettivi di contenimento di cui all'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, secondo cui, tra le altre cose, si prevede il ridimensionamento delle dotazioni organiche dei docenti;
la scuola elementare italiana, secondo i dati dell'OCSE, è ai primi posti nelle classifiche internazionali per i risultati di apprendimento dei suoi alunni, a dimostrazione che l'attuale modello didattico funziona;
è più che mai indispensabile che la scuola sia inserita in una società moderna,in continuo cambiamento, con la sua molteplicità di proposte ed offerte formative, in grado di confrontarsi con l'innovazione tecnologica e la moltiplicazione dei saperi,
impegna il Governo
ad avviare azioni che continuino a garantire, nell'ambito dell'autonomia scolastica, la creazione di un'offerta diversificata e di qualità, capace di offrire ai nostri giovani una istruzione pubblica ed una formazione più rispondente alle propensioni di ognuno, alle esigenze didattiche e territoriali, nonché ai bisogni delle famiglie.
9/1634/14. Porfidia.
La Camera,
premesso che:
il comma 3 dell'articolo 3 del provvedimento in esame reintroduce la valutazione del rendimento scolastico degli studenti con voto numerico, espresso in decimi, nelle scuole primarie e secondarie di primo grado, già a partire dall'anno scolastico 2008/2009;
in base alla nuova disciplina, per essere ammessi alla classe successiva, ovvero all'esame di Stato a conclusione del ciclo, è necessario aver ottenuto un voto non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline;
fino all'entrata in vigore del presente decreto, ai sensi deldecreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59, con il quale è stata realizzata una nuova riforma della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado, le modalità della valutazione periodica e annuale, degli apprendimenti e del comportamento degli alunni e la certificazione delle competenze da essi acquisite, da parte dei docenti responsabili, si esprime mediante motivati giudizi analitici per ciascuna disciplina, i quali sono desunti dagli elementi registrati in una scheda personale dell'alunno, che contiene le notizie sul medesimo e sulla sua partecipazione alla vita della scuola, nonché le osservazioni sistematiche sul suo processo di apprendimento e sul livello di maturazione raggiunto, sia globalmente, sia nelle singole discipline;
nel processo di apprendimento intervengono molti fattori che hanno a che vedere con le capacità degli studenti, ma anche con le loro motivazioni e con le loro esperienze; inoltre contano molto anche la qualità della didattica e l'efficacia degli strumenti usati,
andrebbe ulteriormente arricchita la ricerca didattica in campo valutativo, per non rischiare di non trovarci al passo con altri Paesi europei, che in questo campo, hanno già maturato una riflessione;
impegna il Governo:
ad adottare iniziative di verifica affinché la valutazione, anche se espressa in numeri, resti inserita nell'ambito del processo formativo e non perda la sua funzione prevalentemente costruttiva, in modo tale da interferire positivamente con l'apprendimento degli studenti;
ad intervenire al fine di evitare che il semplice misurare il grado di apprendimento secondo una scala numerica cancelli tutto il dibattito pedagogico intorno al tema ben più complesso dell'intera valutazione.
9/1634/15. Scilipoti.
La Camera,
premesso che:
il ripristino del docente unico nella scuola primaria rende oggettivamente più difficile l'integrazione scolastica dei bambini con disabilità che, anche qualora non venisse meno il sostegno, risentirebbero certamente della riduzione del numero di insegnanti e della fine dell'esperienza positiva della compresenza in classe;
il dispositivo in esame, oltre a creare un forte allarme circa la riduzione del numero dei docenti e il ritorno al maestro unico, nulla dice espressamentecirca il numero dei docenti per il sostegno e degli alunni nelle classi frequentate da studenti con disabilità;
l'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, stabilisce tagli al personale della scuola e l'aumento del numero delle classi, prevedendo anche la possibile modifica di norme esistenti per realizzare risparmi di bilancio.
il testo del decreto Mmnisteriale 3 giugno 1999, n. 141, fissa il numero massimo di alunni nelle classi con studenti con disabilità; tale provvedimento era stato emanato per correggere il precedente decreto ministeriale 24 luglio 1998, n. 331, al fine esplicito di consentire a tutto il consiglio di classe (docente di sostegno e docenti curricolari) di potersi meglio occupare dell'integrazione dell'alunno con disabilità, avendo un minor numero di alunni in classe;
la legge finanziaria 24 dicembre 2007, n. 244, all'articolo 2, commi 413 e 414, stabilisce che il numero degli insegnanti di sostegno non potrà essere inferiore a 93.000, in base ad un rapporto medio provinciale di un posto ogni due alunni certificati con disabilità,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative al fine di mantenere quanto già stabilito in riferimento al numero massimo di alunni per classe, in modo da considerare come priorità l'integrazione degli alunni con disabilità e con difficoltà specifiche di apprendimento.
9/1634/16. Palagiano.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto-legge in esame prevede azioni di sperimentazione volte a favorire l'acquisizione, nel primo e nel secondo ciclo di istruzione, di conoscenze e competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» finalizzata ad una presa di coscienza sui comportamenti collettivi civilmente e socialmente responsabili;
il richiamo all'insegnamento della Costituzione nella scuola è importante per formare cittadini informati e responsabili per la società di domani; tale idea deve però essere accompagnata dalla sua definizione in quanto disciplina;
i valori che animano la nostra Carta costituzionale devono essere al centro dell'azione educativa nella scuola, sia negli intendimenti che ispirano l'azione riformatrice, sia nell'azione didattica degli insegnanti. Essi devono essere trasmessi agli studenti nel modo più congruo al fine di giungere al miglior risultato formativo dello studente;
la Costituzione come fonte di legittimazione dell'ordinamento e come «mappa del tesoro» dell'educazione nella scuola, non è certo una novità;
attualmente le indicazioni nazionali in vigore, in virtù del decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59, per l'elaborazione dei curricoli sono contenute nel decreto ministeriale 3 luglio 2007 per la scuola dell'infanzia e per il primo ciclo di istruzione; le singole discipline sono considerate all'interno di tre grandi aree disciplinari: area linguistico-artistico-espressiva; area storico-geografica; area matematico-scientifico-tecnologica;
la normativa vigente già prevede insegnamenti attinenti l'educazione e la cittadinanza, anche al fine di insegnare agli allievi a riconoscere e a rispettare i valori sanciti nella Costituzione e l'educazione civica rispettivamente nel primo e nel secondo ciclo di istruzione,
impegna il Governo
a farsi promotore dell'effettivo rilancio di progetti culturali e formativi che concorrano alla diffusione della cultura basata sui principi fondamentali della solidarietà, dell'uguaglianza, della giustizia e della legalitàal fine di contribuire ad una formazione responsabilizzante per ogni individuo della società civile.
9/1634/17. Paladini.
La Camera,
premesso che:
la disposizione prevista dall'articolo 4 del decreto-legge in esame non chiarisce l'organizzazione del tempo pieno in quanto prevede che nei regolamenti per l'articolazione dell'orario scolastico si deve tener conto sia delle esigenze di organizzazione didattica, sia delle domande delle famiglie, creando così un'evidente incertezza su quello che sarà il futuro del tempo pieno;
i valori del tempo pieno sono in grado di conferire un valore aggiunto alle innovazioni scolastiche, per avvalorare un segno «positivo» del cambiamento. È paradossale inoltrarsi verso la scuola del futuro, ignorando uno dei modelli educativi più pregnanti della scuola italiana;
il tempo-pieno nella scuola elementare viene visto come un progetto educativo di forte valenza democratica, capace di riscattare sul piano culturale larghi strati della popolazione italiana, cioè di quei ragazzi che a casa non potrebbero usufruire di un'assistenza educativa per lo studio e i compiti;
la questione da affrontare riguarda l'attualità del tempo pieno, la sua capacità di rispondere alle esigenze educative della società e dei bambini di oggi;
il modello a tempo-pieno risponde ad un'esigenza didattica e ad un esigenza sociale: l'81,5 per cento dei bambini iscritti alla scuola statale frequenta sezioni di 40 ore e oltre, evidenziando la netta preferenza dei genitori per un orario più lungo. Questa scelta varia molto tra le diverse aree geografiche;
sul piano delle politiche scolastiche, il tempo-pieno ha contribuito allo spostamento di prospettiva dall'assistenza scolastica al diritto allo studio e quindi a far vivere il diritto all'istruzione come uno dei diritti fondamentali di cittadinanza;
il tempo pieno può portare un contributo originale, fatto di valori pedagogici profondi, nel processo di innovazione educativa;
la scuola a tempo-pieno si è qualificata come scuola della comunità, come un ambiente pedagogico «totale», e si è presentata non solo come modello organizzativo più compatto e integrato, ma anche come una istituzione educativa «aperta» verso la città, come «scuola con le luci accese» sull'educazione permanente della comunità, con una necessaria attenzione alla qualità delle strutture e dei servizi;
la difficoltà dell'apprendimento dei soggetti in alcune discipline viene risolta con la minore offerta del tempo di formazione, chiedendo alle famiglie di migliorare o integrare ciò che la scuola non riesce a portare a termine. In questo modo la famiglia viene caricata di ulteriori problemi e oneri, visto che saranno sempre più elevate le richieste di servizi privati esterni alla scuola,
impegna il Governo
ad adottare le misure necessarie al fine di rendere il nuovo sistema scolastico pienamente coerente con le esigenze delle famiglie che fanno richiesta di usufruire del tempo pieno, garantendo in primo luogo il numero adeguato di insegnanti di ruolo per la realizzazione di tutte le richieste di tempo-pieno, offrendo, in tal modo, una formazione che sia effettivamente finalizzata allo sviluppo sociale e produttivo del Paese.
9/1634/18. Misiti, Monai.
La Camera,
premesso che:
la riorganizzazione scolastica e la razionalizzazione posta in atto con il decreto-legge25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, e il presente provvedimento determinano situazioni di oggettiva criticità in molti territori; i criteri numerici adottati rischiano di porre in serio pericolo il diritto allo studio in molte province tra cui quella di Matera;
in molti comuni della provincia infatti sono a rischio, per via dell'andamento demografico e per la stessa configurazione territoriale, diversi plessi scolastici della scuola dell'obbligo; alcuni comuni sono articolati anche in frazioni che presentano alcune peculiarità, come ad esempio il comune di Pisticci che ha diverse frazioni ed in particolare una, quella di Pisticci Scalo, che riguarda la sua area industriale;
detta frazione ha una scuola elementare che è importantissima per il territorio,
impegna il Governo
a far sì che, nell'ambito delle prerogative del Ministero e nel rispetto del principio di autonomia, il processo di riorganizzazione che verrà adottato anche in provincia di Matera salvaguardi le aree maggiormente in difficoltà e in particolare casi come quello citato della frazione di Pisticci Scalo.
9/1634/19. Cuomo.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame rischia di penalizzare fortemente il sistema scolastico meridionale e in particolare della Puglia;
il ridimensionamento delle risorse finanziarie nel prossimo triennio porterà ad una drastica riduzione degli organici degli insegnanti e del personale ATA;
in questo modo il diritto allo studio rischia di essere pregiudicato per moltissimi studenti, soprattutto nelle aree periferiche e maggiormente disagiate della regione Puglia,
impegna il Governo
ad evitare che i suddetti tagli penalizzino il sistema scolastico pugliese, garantendo il mantenimento delle scuole nelle zone di periferia e nei piccoli comuni della regione.
9/1634/20. Gaglione.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame rischia di penalizzare fortemente il sistema scolastico siciliano;
il ridimensionamento delle risorse finanziarie nel prossimo triennio porterà ad una drastica riduzione degli organici degli insegnanti e del personale ATA;
in questo modo il diritto allo studio rischia di essere pregiudicato per moltissimi studenti, soprattutto nelle aree periferiche e maggiormente disagiate,
impegna il Governo
ad evitare che suddetti tagli penalizzino il sistema scolastico siciliano, garantendo il mantenimento delle scuole nelle zone di periferia e nei piccoli comuni della regione.
9/1634/21. Burtone, Siragusa.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame rischia di penalizzare fortemente il sistema scolastico siciliano;
il ridimensionamento delle risorse finanziarie nel prossimo triennio porterà ad una drastica riduzione degli organici degli insegnanti e del personale ATA;
in questo modo il diritto allo studio rischia di essere pregiudicato per moltissimi studenti, soprattutto nelle aree periferiche e maggiormente disagiate ed in particolare nella provincia di Caltanissetta per via delle sue peculiarità territoriali e demografiche;
sono in atto sul territorio significative mobilitazioni delle popolazioni locali, delle famiglie, nonché degli insegnanti e degli studenti per scongiurare che tali tagli colpiscano indiscriminatamente il settore scolastico;
la scuola è la principale presenza dello Stato sul territorio su cui bisogna investire,
impegna il Governo
ad evitare che suddetti tagli penalizzino il sistema scolastico siciliano, garantendo il mantenimento delle scuole e il diritto allo studio in Sicilia e in particolare per la provincia di Caltanissetta.
9/1634/22. Cardinale, Burtone.
La Camera,
premesso che:
il diritto all'istruzione previsto dall'articolo 34 della Costituzione è condizione primaria per garantire pari opportunità ai cittadini, base fondamentale per la libertà ed eguaglianza dei cittadini stessi;
l'articolo 3 della Costituzione obbliga la Repubblica a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitino libertà ed eguaglianza ed impediscano il pieno sviluppo della persona umana;
spesso tali principi hanno diversa applicazione a seconda della zona di residenza dei cittadini;
è indubbio infatti che i servizi offerti nei piccoli comuni sono spesso inferiori a quelli dei grandi centri urbani e di minore qualità, a partire dai servizi scolastici;
i servizi sono invece essenziali per la permanenza delle popolazioni nei territori e sono in grado di garantire un'equilibrata distribuzione della popolazione in tutto il Paese ed evitare fenomeni di abbandono e degrado,
i servizi scolastici sono fondamentali e rappresentano per tutti un diritto primario al di là del luogo di residenza;
la legislazione per l'organizzazione del servizio scolastico prevede la possibilità di deroghe rispetto ai parametri generali, che andrebbero però ampliate e rafforzate, allo scopo di garantire la presenza nei territori di montagna e nei piccoli centri,
impegna il Governo
nell'attuazione delle norme riferite alla organizzazione nel territorio dei servizi scolastici a tenere conto dei principi esposti in premessa al fine di garantire la. permanenza dei plessi scolastici nei piccoli comuni rispettando e rafforzando, se del caso, le deroghe già previste nella legislazione vigente.
9/1634/23. Vannucci.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame, in ottemperanza alla razionalizzazione dell'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, che ha previsto per le scuole un risparmio di 7 miliardi e 832 milioni di euro, prevede all'articolo 4 una riduzione dell'orario a ventiquattro ore e il ritorno del maestro unico nella scuola primaria;
inoltre, il provvedimento in esame prevede che si terrà «conto delle esigenze,correlate alla domanda delle famiglie, di una più ampia articolazione del tempo-scuola»;
come prassi riccorrente le famiglie entro il 31 gennaio di ogni anno provvedono all'iscrizione dei propri figli a scuola;
attraverso i principali organi di stampa più volte il Ministro Gelmini e il Presidente del Consiglio hanno dichiarato che il tempo-scuola aumenterà del 50 per cento;
il legislatore della riforma del '90 (legge n. 148), maggiormente consapevole dell'importanza e maggiormente responsabile, aveva previsto, all'articolo 15, comma 9, della legge 5 giugno 1990, n. 148, entro quattro anni dall'approvazione, la presentazione di un rapporto sull'attuazione e sui risultati conseguiti;
il rapporto sull'attuazione della riforma della scuola elementare (COC XXVII, n. 2 del 1996) ha permesso un monitoraggio della riforma positivo, oggi dimostrato da tutte le ricerche nazionali e internazionali sui livelli di apprendimento dei giovani, che considerano la scuola primaria uno dei segmenti educativi più accreditati,
impegna il Governo:
a riferire al Parlamento, entro due mesi dalla chiusura delle iscrizioni dei bambini alla prima classe della scuola primaria, prevista entro il 31 gennaio 2009, gli effetti applicativi della norma fornendo i dati concernenti le domande delle famiglie rispetto ai vari moduli (24, 27, 30 ore e tempo pieno) e il numero delle domande effettivamente accolte;
a presentare, annualmente, un rapporto sull'attuazione del provvedimento in esame.
9/1634/24. Coscia, Ghizzoni, De Pasquale, Siragusa, De Torre, De Biasi, Levi, Mazzarella, Rossa, Antonino Russo, Pes, Ginefra, Lolli, Nicolais, Bachelet, Picierno, Vico.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge n. 137 del 2008 reintroduce il sistema della valutazione in decimi nel primo ciclo;
nel corso dell'esame del provvedimento in Commissione è stato reintrodotto, accanto al voto, in sede di esame conclusivo del primo ciclo, il giudizio analitico sulla maturazione globale dell'alunno e la certificazione delle competenze in uscita;
esistono attualmente differenze nella valutazione che non consentono di comparare conoscenze, abilità e competenze realmente acquisite dagli studenti, durante e in uscita dai percorsi di studio, come hanno ampiamente documentato rilevazioni internazionali,
impegna il Governo
ad accelerare, attraverso il contributo scientifico dell'INVALSI, la definizione dei descrittori dei livelli di apprendimento disciplinare del primo e del secondo ciclo, nonché il profilo in uscita atteso per ogni studente al termine di ogni singolo percorso di studio, tenendo anche conto della disabilità e dei disturbi specifici di apprendimento, affinché l'assegnazione dei voti, l'attestazione dei risultati raggiunti e la certificazione delle competenze corrispondano a conoscenze, abilità e competenze comparabili e misurabili tra scuole e, più generalmente, a livello nazionale.
9/1634/25. Aprea, Granata, Goisis, Latteri, Capitanio Santolini, Ghizzoni, Zazzera.
La Camera,
premesso che:
la scuola italiana favorisce, da oltre trentun anni, nelle classi di tutti gli ordini di scuole, la piena integrazione degli alunni con disabilità accanto ai loro compagni;
per tutti gli studenti questa è una straordinaria esperienza educativa;
questa dimensione inclusiva della scuola italiana è riconosciuta e invidiata in tutto il mondo;
l'integrazione degli alunni con disabilità venne sancita dalla legge n. 517 del 1977, emanata dopo una stagione di impegno di tutto il Paese e di condivisione in Parlamento attraverso un documento preparatorio che rimane un pilastro nella storia della scuola italiana,
le competenze della scuola inclusiva non sono date una volta per tutte e richiedono continuo aggiornamento didattico, pedagogico, di ausili didattici e di condivisione nella comunità scolastica e nel Paese;
alcune norme che il decreto-legge n. 137 del 2008 sta modificando coinvolgono seriamente la dimensione inclusiva della scuola italiana,
impegna il Governo:
ad avvalersi, nell'applicazione del decreto-legge in esame, della consulenza di un comitato scientifico composto da riconosciuti esperti in materia di integrazione scolastica degli alunni con disabilità ed in materia di disturbi specifici di apprendimento, ad investire del tema l'INVALSI e l'Agenzia nazionale per lo sviluppo dell'autonomia scolastica, secondo le loro competenze,
a relazionare periodicamente con riguardo alla dimensione dell'integrazione nella scuola italiana alla VII Commissione cultura della Camera almeno una volta all'anno.
9/1634/26. De Torre, Coscia, Ghizzoni, De Pasquale, Siragusa, De Biasi, Levi, Mazzarella, Rossa, Antonino Russo, Pes, Ginefra, Lolli, Nicolais, Bachelet, Picierno.
La Camera,
premesso che:
la scuola italiana favorisce, da oltre trentun anni, nelle classi di tutti gli ordini di scuole, la piena integrazione degli alunni con disabilità accanto ai loro compagni;
per tutti gli studenti questa è una straordinaria esperienza educativa;
questa dimensione inclusiva della scuola italiana è riconosciuta e invidiata in tutto il mondo;
l'integrazione degli alunni con disabilità venne sancita dalla legge n. 517 del 1977, emanata dopo una stagione di impegno di tutto il Paese e di condivisione in Parlamento attraverso un documento preparatorio che rimane un pilastro nella storia della scuola italiana;
le competenze della scuola inclusiva non sono date una volta per tutte e richiedono continuo aggiornamento didattico, pedagogico, di ausili didattici e di condivisione nella comunità scolastica e nel Paese;
alcune norme che il decreto-legge n. 137 del 2008 sta modificando coinvolgono seriamente la dimensione inclusiva della scuola italiana,
impegna il Governo:
ad avvalersi, nell'applicazione del decreto-legge in esame, della consulenza di un comitato scientifico composto da riconosciuti esperti in materia di integrazione scolastica degli alunni con disabilità ed in materia di disturbi specifici di apprendimento, ad investire del tema l'INVALSI e l'Agenzia nazionale per lo sviluppo dell'autonomia scolastica, secondo le loro competenze, senza oneri aggiuntivi per il bilancio dello Stato;
a relazionare periodicamente con riguardo alla dimensione dell'integrazione nella scuola italiana alla VII Commissione cultura della Camera almeno una volta all'anno.
9/1634/26. (Testo modificato nel corso della seduta)De Torre, Coscia, Ghizzoni, De Pasquale, Siragusa, De Biasi, Levi, Mazzarella, Rossa, Antonino Russo, Pes, Ginefra, Lolli, Nicolais, Bachelet, Picierno.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 2 del disegno di legge in esame reintroduce il voto in condotta;
ciò sarebbe educativamente non efficace senza una maggiore capacità da parte degli adulti per saper costruire e condividere con i ragazzi le regole e senza una maggiore consapevolezza e capacità di essere educatori che devono camminare accanto a ciascun ragazzo, sapendo usare una coerente fermezza e contemporaneamente offrendo senza riserve ascolto e incoraggiamento;
inoltre, per il successo di ogni processo educativo della scuola è indispensabile da parte di ogni istituzione scolastica un patto educativo con le famiglie e gli studenti, patto contenuto anche nello statuto delle studentesse e degli studenti (decreto del Presidente della Repubblica n. 249 del 1998, successivamente modificato dal decreto 235/07),
impegna il Governo:
a prevedere, attraverso successivi atti, ad inserire nella formazione dei docenti e dei dirigenti percorsi che rafforzino le loro competenze educative;
ad accompagnare le istituzioni scolastiche, con la formazione e attraverso la condivisione di buone pratiche, a mettere in atto ogniqualvolta è opportuno una reale partecipazione nelle scelte che la scuola deve operare ed in particolare a definire il regolamento di istituto con la partecipazione attiva di studenti e di genitori e laddove già definito a proporre un percorso di condivisione e di eventuale aggiornamento dello stesso con la partecipazione di tutta la comunità scolastica;
ad invitare le istituzioni scolastiche ad inserire nel regolamento di istituto, in ottemperanza all'articolo 4, comma 5, dello Statuto delle studentesse e degli studenti, opportune indicazioni in merito alla dimensione riparativa delle sanzioni.
9/1634/27. Picierno, Siragusa, Coscia, Ghizzoni, De Pasquale, De Torre, De Biasi, Levi, Mazzarella, Rossa, Antonino Russo, Pes, Ginefra, Lolli, Nicolais, Bachelet, Vico.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame opera una trasformazione totalmente contro corrente per i nostri tempi e non considera i possibili effetti derivanti dall'introduzione del maestro unico e dall'articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008 (riduzione tempo scuola) sull'apprendimento scolastico, che può considerarsi efficace se di qualità, se significativo, se costruttivo, se interattivo, se strategico; un apprendimento cioè ricco non solo di idee ma di classe, di gruppo docente, di laboratori;
i moduli della riforma del '90, verificata ed approvata in Parlamento a più riprese, sono stati introdotti come una speranza di un ambiente di qualità pedagogica in grado di superare la vecchia lezione frontale e hanno realizzato una crescita del settore che viene rilevata in quinta posizione dai dati OCSE;
la scuola primaria, ordine di scuola tra i più avanzati a livello europeo, e i suoi insegnanti vengono mortificati dal provvedimento, aumentando timori e ansie tra le famiglie;
centinaia di migliaia di lavoratori contribuenti denunciano la questione del diritto allo studio, preoccupati degli altissimi costi, sociali ed economici, di una manovra che ha assunto come indirizzo programmatico il taglio indiscriminato di tutta l'offerta formativa, del tempo scuola, delle risorse e dei servizi, da cui non possono che derivare meno istruzione e meno opportunità per tutti;
la questione della riduzione del tempo e, consequenzialmente, dell'offerta formativa provocherà nel Mezzogiorno d'Italia i maggiori disagi, vista la diffusione di un'organizzazione scolastica antimeridiana e senza servizi mensa con riflessi gravissimi sul diritto degli alunni e delle loro famiglie ad un percorso scolastico dignitoso e non ridotto alle misere quattro ore giornaliere;
risulta evidente che il risparmio di oggi, ottenuto comprimendo i diritti e le aspettative legittime dei giovani, delle famiglie, delle madri lavoratrici, del personale, sarà il nuovo debito di domani, che limiterà crescita e competitività del Paese;
colpire il sistema di istruzione mediante la generalizzata riduzione dell'offerta formativa e del servizio per tutti i gradi di scuola, compresa quella dell'infanzia e le opportunità di istruzione degli adulti attraverso l'aumento degli alunni per classe, la diminuzione delle scuole nel territorio e il conseguente taglio degli organici, produrrà maggiori effetti in un Mezzogiorno già depauperato strutturalmente ed emarginerà le generazioni future che trovano nella formazione pubblica statale un riscatto sul piano culturale e sociale,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare specifiche iniziative volte alla revisione dei provvedimenti che attengono il sistema di istruzione al fine di garantire un efficace sistema scolastico pubblico statale in grado di rendere esigibile un diritto allo studio, costituzionalmente sancito.
9/1634/28. Oliverio, Servodio, Capano, Concia, Cuomo, Grassi, Mastromauro, Vico, Losacco.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame interviene radicalmente sull'organizzazione scolastica, attraverso la riduzione del tempo scuola e del personale titolare;
in Puglia, come in tutto il Mezzogiorno, c'è un elevato tasso di dispersione che si attesta su 5.927 ragazzi che hanno nel 2006-07 abbandonato la scuola su 564.097, con una percentuale di ragazzi a rischio di dispersione che si attesta su 53.933, (con frequenze saltuarie e ripetenze annuali);
il numero degli alunni per classe sarà incrementato a seguito dei provvedimenti del Ministro con un aumento di un punto percentuale del rapporto alunni docenti;
in Puglia gli alunni sono 661.596, i posti 63.354 e il rapporto alunni - docenti sarà di 11,44 a fronte di un dato nazionale di 10,97;
in Puglia, per la sola scuola primaria, gli alunni sono 208.403 e i posti 19.256 con un rapporto 11,82, primato negativo a livello nazionale che vede lo stesso rapporto attestato su 10,68;
la diminuzione nel triennio dei docenti per effetto della disposizione contenuta nell'articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008 a livello Nazionale sarà di 70.725, in Puglia di 5.537 e solo nella scuola primaria si registrerà una riduzione di 1.629 docenti,
la prevenzione degli abbandoni e della dispersione scolastica deve rientrare tra gli obiettivi del Governo in quanto la crescita del Paese risente della mancanza di istruzione e della possibile appartenenza a fasce a rischio di devianza e/o di delinquenza organizzata;
i problemi del sovraffollamento delle classi e dell'unicità dell'insegnante in età, quale quella tra i cinque e i dieci anni, hanno gravi ripercussioni su tutto il percorso scolastico e alimentano il rischio di perdita di interesse e di motivazione, specialmente tra i bambini e le famiglie in condizione di disagio socio-ambientale;
la situazione problematica della scuola pubblica statale sovraffollata numericamentecondiziona le scelte delle famiglie e crea grossi problemi di discriminazione sociale,
impegna il Governo
a monitorare l'attuazione del provvedimento in esame al fine di adottare in futuro le necessarie iniziative normative volte a determinare una profonda revisione dei contenuti dello stesso, a partire dall'articolo 4, con la conseguente esclusione dal piano programmatico degli interventi di cui all'articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008 di ogni riferimento al maestro unico e al tempo scuola di ventiquattro ore nella scuola primaria.
9/1634/29. Servodio, Capano, Concia, Cuomo, Grassi, Mastromauro, Oliverio, Vico, Losacco.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame interviene radicalmente sull'organizzazione scolastica, attraverso la riduzione del tempo scuola e del personale titolare;
viene respinta fermamente l'idea di scuola che sta dietro alle misure restrittive e penalizzanti della legge n. 133 del 2008 e al progetto di introduzione e generalizzazione del maestro unico nella scuola primaria;
i provvedimenti rispondono solo a mere ragioni di cassa, che poco hanno a che fare con la pedagogia o con quelle istanze di innovazione e miglioramento della scuola reale;
per mere esigenze di bilancio si intende scardinare con incredibile disinvoltura segmenti fondamentali del sistema formativo e fra essi la scuola primaria, la cui qualità, oggi universalmente riconosciuta anche in ambito internazionale;
l'intervento sulla scuola primaria, emblematico sul piano del metodo e del merito di un modo di procedere da parte del Governo e della sua maggioranza, colpisce in modo generalizzato l'intero sistema scolastico italiano e produce un taglio di posti, la cui entità è certificata in oltre 87.000 nel solo settore primario personale docente e riguarderà tutti gli ordini e gradi di scuola e senza l'esclusione di nessun profilo professionale sino al raggiungimento di 150.000 unita di personale tra professori e ATA;
risulta forte la preoccupazione per interventi che azzerano in un colpo le attese di migliaia di lavoratori precari, per i quali si allontana o svanisce la possibilità di stabilizzare la propria condizione di lavoro, ma che già nell'immediato vedranno fortemente ridotte o esaurite le possibilità di lavorare;
gli elevati tassi di disoccupazione delle regioni del Sud saranno ampliati dalla riduzione delle cattedre e dei posti, con problematiche conseguenze sul livello sociale di tutto il Paese ma con una ricaduta ancora più tragica sulle regioni del Sud che vivono nella speranza di una collocazione, anche temporanea, in settori pubblici vista l'assenza di area industrializzate,
impegna il Governo:
a monitorare l'attuazione del provvedimento in esame al fine di valutare l'opportunità di adottare in futuro le necessarie iniziative normative volte a determinare una profonda revisione dei contenuti dello stesso, a partire dall'articolo 4, con la conseguente esclusione dal Piano Programmatico degli interventi, di cui all'articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008 convertito con modificazioni dalla legge n. 133 del 2008, di ogni riferimento al maestro unico e al tempo scuola di ventiquattro ore nella scuola primaria;
ad attivarsi per determinare le condizioni per un confronto sui provvedimenti attuativi dell'articolo 64 del citato decreto-legge n. 112 del 2008, attraverso una revisione degli obiettivi, sui quali non esiste attualmente alcun margine di condivisione, e la garanzia di una verificaperiodica della sostenibilità degli interventi stessi in termini di efficacia e qualità del servizio.
9/1634/30. Vico, Servodio, Capano, Concia, Cuomo, Grassi, Mastromauro, Oliverio, Losacco.
La Camera,
premesso che:
all'articolo 4 si prevede la costituzione di classi con unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali, rimandando ai regolamenti una più ampia articolazione del tempo-scuola, che tenga comunque conto delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie;
la spesa per le ore aggiuntive di insegnamento viene posta a carico del fondo d'istituto;
i criteri indicati dall'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, per i regolamenti sono, tra gli altri, la revisione dei parametri vigenti in materia di formazione delle classi e la revisione dei criteri e dei parametri vigenti per la determinazione della consistenza complessiva degli organici del personale docente ed ATA,
impegna il Governo
a salvaguardare l'efficace integrazione scolastica di bambini disabili, nella ridefinizione dei criteri di formazione delle classi e nell'attribuzione delle ore di sostegno, nonché nella dotazione strumentale e nelle attività didattiche e laboratoriali da rivolgere alle classi in cui siano inseriti soggetti portatori di handicap.
9/1634/31. Schirru, Siragusa.
La Camera,
premesso che:
all'articolo 4 si prevede la costituzione di classi con unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali, rimandando ai regolamenti una più ampia articolazione del tempo-scuola, che tenga comunque conto delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie;
la spesa per le ore aggiuntive di insegnamento viene posta a carico del fondo d'istituto;
in ampi territori del Paese, in particolare al Sud, il tempo pieno è residuale a causa delle precarie condizioni dell'edilizia scolastica;
il tempo scuola è in questi casi organizzato su ventisette ore settimanale, che arrivano fino a trenta a seconda delle richieste delle famiglie;
la riduzione a ventiquattro ore settimanali costituirà un grave problema per le famiglie,
impegna il Governo
a tenere conto, nei regolamenti citati dall'articolo 4 del provvedimento in esame, anche dei territori dove il tempo pieno è residuale, ampliando il tempo scuola sulla base delle esigenze delle famiglie.
9/1634/32. Iannuzzi, Siragusa.
La Camera,
premesso che:
all'articolo 4 si prevede la costituzione di classi con unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali, rimandando ai regolamenti una più ampia articolazione del tempo-scuola, che tenga comunque conto delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie;
la spesa per le ore aggiuntive di insegnamento viene posta a carico del fondo d'istituto;
in ampi territori del Paese, in particolare al Sud, la dispersione scolastica è ancora di gran lunga superiore agli obiettivi fissati dall'Unione europea;
l'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, indica come criteri per i regolamenti, tra gli altri, la revisione dei parametri vigenti in materia di formazione delle classi e dei criteri e dei parametri vigenti per la determinazione della consistenza complessiva degli organici del personale docente ed ATA finalizzata ad una razionalizzazione degli stessi;
nell'ambito della definizione della strategia di Lisbona, è stata attribuita enorme importanza ai sistemi di istruzione e formazione, ancorando alcuni obiettivi ai benchmark individuati da raggiungere entro il 2010,
impegna il Governo
a tenere conto delle situazioni di svantaggio socioculturale, dei dati sulla dispersione scolastica e sull'acquisizione delle competenze di base, rendendo possibili anche alcune ore settimanali di compresenza per il recupero delle situazioni di difficoltà nell'apprendimento, laddove sia verificata una maggiore distanza dagli obiettivi di Lisbona, sia in termini di aree geografiche sia in termini di singole realtà scolastiche.
9/1634/33. Siragusa, Ghizzoni, Coscia, De Pasquale, De Torre, De Biasi, Levi, Mazzarella, Rossa, Antonino Russo, Pes, Ginefra, Lolli, Nicolais, Bachelet, Picierno, Vico.
La Camera,
premesso che:
all'articolo 4 si prevede la costituzione di classi con unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali, rimandando ai regolamenti una più ampia articolazione del tempo-scuola, che tenga comunque conto delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie;
la spesa per le ore aggiuntive di insegnamento viene posta a carico del fondo d'istituto;
in ampi territori del Paese, in particolare al Sud, la dispersione scolastica è ancora di gran lunga superiore agli obiettivi fissati dall'Unione europea;
l'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, indica come criteri per i regolamenti, tra gli altri, la revisione dei parametri vigenti in materia di formazione delle classi e dei criteri e dei parametri vigenti per la determinazione della consistenza complessiva degli organici del personale docente ed ATA finalizzata ad una razionalizzazione degli stessi;
nell'ambito della definizione della strategia di Lisbona, è stata attribuita enorme importanza ai sistemi di istruzione e formazione, ancorando alcuni obiettivi ai benchmark individuati da raggiungere entro il 2010,
impegna il Governo
a tenere conto delle situazioni di svantaggio socioculturale, dei dati della dispersione scolastica e sull'acquisizione delle competenze di base, valutando la possibilità di interventi specifici per il recupero delle situazioni di difficoltà nell'apprendimento, laddove sia verificata una maggiore distanza dagli obiettivi di Lisbona, sia in termini di aree geografiche sia in termini di singole realtà scolastiche.
9/1634/33. (Testo modificato nel corso della seduta)Siragusa, Ghizzoni, Coscia, De Pasquale, De Torre, De Biasi, Levi, Mazzarella, Rossa, Antonino Russo, Pes, Ginefra, Lolli, Nicolais, Bachelet, Picierno, Vico.
La Camera,
premesso che:
all'articolo 5 è previsto che i competenti organi scolastici adottino libri di testo in relazione ai quali l'editore si sia impegnato a mantenere invariato il contenuto per un determinato periodo di tempo, salvo che per la pubblicazione di eventuali appendici di aggiornamento da rendere separatamente disponili, che l'adozione dei libri di testo avvenga con cadenza periodica e che il dirigente scolastico vigili affinché le delibere del collegio dei docenti concernenti l'adozione dei libri di testo siano assunte nel rispetto delle disposizioni vigenti;
tale norma non appare sufficiente a salvaguardare le esigenze di risparmio delle famiglie,
impegna il Governo
a indicare annualmente i tetti massimi di spesa per ciascuna classe, individuando nel dirigente scolastico l'organo di vigilanza sul rispetto di tali tetti.
9/1634/34. Rugghia, Siragusa.
La Camera,
premesso che:
all'articolo 5 è previsto che i competenti organi scolastici adottino libri di testo in relazione ai quali l'editore si sia impegnato a mantenere invariato il contenuto per un determinato periodo di tempo, salvo le appendici di aggiornamento eventualmente necessarie da rendere separatamente disponili; è inoltre previsto che l'adozione dei libri di testo avvenga con cadenza periodica e che il dirigente scolastico vigili affinché le delibere del collegio dei docenti concernenti l'adozione dei libri di testo siano assunte nel rispetto delle disposizioni vigenti;
tale norma non appare sufficiente a salvaguardare le esigenze di risparmio delle famiglie,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative normative, sin dalla prossima manovra di bilancio, volte ad agevolare e rendere meno oneroso l'impegno economico delle famiglie, attraverso misure economiche concrete come, ad esempio, la detraibilità fiscale delle spese in libri per l'istruzione e la formazione dei giovani.
9/1634/35. Levi, De Biasi, Siragusa, Ghizzoni, De Pasquale, De Torre, Mazzarella, Rossa, Antonino Russo, Pes, Ginefra, Lolli, Nicolais, Bachelet, Picierno, Coscia.
La Camera,
premesso che:
all'articolo 5 è previsto che i competenti organi scolastici adottino libri di testo in relazione ai quali l'editore si sia impegnato a mantenere invariato il contenuto per un determinato periodo di tempo, salvo le appendici di aggiornamento eventualmente necessarie da rendere separatamente disponili; è inoltre previsto che l'adozione dei libri di testo avvenga con cadenza periodica e che il dirigente scolastico vigili affinché le delibere del collegio dei docenti concernenti l'adozione dei libri di testo siano assunte nel rispetto delle disposizioni vigenti;
tale norma non appare sufficiente a salvaguardare le esigenze di risparmio delle famiglie,
impegna il Governo
a valutare le opportune iniziative normative, sin dalla prossima manovra di bilancio, volte ad agevolare e rendere meno oneroso l'impegno economico delle famiglie, attraverso misure economiche concrete come, ad esempio, la detraibilitàfiscale delle spese in libri per l'istruzione e la formazione dei giovani.
9/1634/35. (Testo modificato nel corso della seduta)Levi, De Biasi, Siragusa, Ghizzoni, De Pasquale, De Torre, Mazzarella, Rossa, Antonino Russo, Pes, Ginefra, Lolli, Nicolais, Bachelet, Picierno, Coscia.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 2, comma 3, prevede la valutazione in decimi della condotta e la non ammissione alla classe successiva o all'esame conclusivo del ciclo nel caso di votazione inferiore a sei decimi;
lo stesso comma 3 demanda ad un decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca la specificazione dei criteri per correlare la particolare e oggettiva gravità del comportamento al voto insufficiente, nonché eventuali modalità applicative del presente articolo,
impegna il Governo
a improntare il decreto ai principi educativi e alle finalità di recupero, previsti dal decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249, e successive modificazioni, in particolare tenendo conto del fatto che i provvedimenti disciplinari devono avere finalità educativa e tendere al rafforzamento del senso di responsabilità ed al ripristino di rapporti corretti all'interno della comunità scolastica, nonché al recupero dello studente attraverso attività di natura sociale, culturale ed in generale a vantaggio della comunità scolastica.
9/1634/36. Codurelli, Siragusa.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nell'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnanti;
l'articolo 5-bis del disegno di legge in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti che hanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008;
con il decreto ministeriale 18 novembre 2005, n. 85, in ottemperanza alla legge n. 143 del 2004, l'allora Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca autorizzava le università degli studi e le accademie di belle arti ad istituire corsi speciali, di durata annuale, per il conseguimento dell'abilitazione o idoneità all'insegnamento, riservati a varie categorie di docenti che avessero prestato almeno 360 giorni di servizio, con il possesso del prescritto titolo di studio per accedere a insegnamenti corrispondenti a posti di ruolo o classi di concorso, purché avessero maturato tale anzianità di servizio nel periodo incluso tra il 10 settembre 1999 e il 6 giugno 2004;
il termine ultimo per presentare l'istanza era fissato al 22 dicembre 2005, oltre 12 mesi dopo il periodo fissato per il raggiungimento dell'anzianità limite e molti docenti, pur avendo maturato tale anzianità di servizio alla data della scadenza fissata per la presentazione della domanda, hanno visto respingere la loro istanza di partecipazione, sulla base del fatto che non avevano maturato tale anzianità nel periodo indicato dal suddetto decreto;
alcuni docenti precari, hanno proposto ricorso al TAR avverso l'esclusione, ottenendo con ciò l'inclusione con riserva nei corsi abilitanti e l'inserimento con riserva nelle graduatorie permanenti, rese ad esaurimento dalla legge n. 296 del 2006, articolo 1, comma 605, lettera c) (legge finanziaria per il 2007);
risulta anomala la procedura messa in atto, che pone come termine ante quem il 6 giugno 2004, nonostante ildecreto attuativo della legge n. 143 del 2004 sia datato 18 novembre 2005,
impegna il Governo
a valutare la possibilità di porre soluzione ad una situazione discriminatoria nei confronti di coloro che avevano maturato l'anzianità di servizio di 360 giorni alla data di entrata in vigore del decreto n. 85 del 2005 e che sono stati ammessi con riserva ai corsi abilitanti istituiti dalle università; inserendo costoro nelle graduatorie ad esaurimento.
9/1634/37. Motta, Siragusa.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nell'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnati;
l'articolo 5-bis del disegno di legge in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti che hanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008;
il comma 4-ter dell'articolo 64 della legge 6 agosto 2008, n. 133, prevede che «le procedure per l'accesso alle Scuole di specializzazione per l'insegnamento secondario attivate presso le università sono sospese per l'anno accademico 2008-2009 e fino al completamento degli adempimenti di cui alle lettere a) ed e) del comma 4», senza regolamentare il diritto degli specializzandi al conseguimento dell'abilitazione nel caso in cui risultino avere congelato l'iscrizione ai sensi della normativa previgente;
la nota ministeriale del 31 luglio 2008, n. 1726, non risponde a tale esigenza di chiarezza, anzi, demanda ad un successivo sistema di reclutamento dai contorni ancora poco chiari nella sua formulazione e nella sua attuazione, e ancora oggetto di riflessione di un'apposita commissione creata dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, mentre secondo la normativa vigente questi specializzandi hanno pieno diritto a scongelare l'iscrizione già nel corrente anno accademico, come è stato rilevato nella mozione approvata dal Consiglio nazionale degli studenti universitari e indirizzata Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca il 26 settembre 2008;
a migliaia di giovani laureati e di docenti precari sprovvisti di titolo abilitante è precluso l'accesso ai nuovi corsi SSIS,
dal 1999 ad oggi sono stati formati quasi 120.000 docenti specializzati presso le SSIS e soltanto una piccola percentuale di essi (5 per cento) risulta immessa in ruolo;
il testo licenziato dal comitato dei nove, vedendo tutti concordi, prevedeva per i docenti già inseriti nelle graduatorie la possibilità di chiedere il trasferimento in altra provincia,
impegna il Governo:
a consentire, nelle more del nuovo sistema di reclutamento degli insegnanti, agli specializzandi che risultino iscritti ai corsi presso le scuole di specializzazione all'insegnamento secondario (SISS), i corsi biennali accademici di secondo livello ad indirizzo didattico (COBASLID), i corsi di didattica della musica presso i Conservatori di musica e di strumento musicale e il corso di laurea in scienza della formazione primaria ed abbiano «congelato» l'iscrizione in relazione al presente decreto per motivi di studio (dottorato di ricerca), maternità, salute o perché si erano iscritti o risultavano idonei a diverse classi di abilitazione al momento dell'iscrizione, di «scongelare» l'iscrizione a partire dal corrente anno accademico per conseguire l'abilitazione presso le stesse strutture universitarie o analoghe, con modalità da individuare con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca,e di inserirsi con riserva all'atto del prossimo aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento, con scioglimento della riserva all'atto del conseguimento del titolo;
ad avviare, fin dal prossimo anno accademico, un nuovo sistema di formazione iniziale che consenta ai giovani laureati e ai docenti precari di poter conseguire l'abilitazione;
a prevedere una valorizzazione del titolo di specializzazione ai fini del reclutamento del corpo docente nella gestione della fase transitoria tra il nuovo e l'attuale sistema di formazione degli insegnanti;
a valutare l'opportunità di prevedere, con un prossimo provvedimento, per i docenti già inseriti nelle graduatorie la possibilità di chiedere il trasferimento in altra provincia.
9/1634/38. Antonino Russo, Ghizzoni, Coscia, De Pasquale, Siragusa, De Torre, De Biasi, Levi, Mazzarella, Rossa, Pes, Ginefra, Lolli, Nicolais, Bachelet, Picierno, Vico.
La Camera,
premesso che:
all'articolo 5 del provvedimento in esame è previsto che i competenti organi scolastici adottino libri di testo in relazione ai quali l'editore si sia impegnato a mantenere invariato il contenuto per un determinato periodo di tempo, salvo le appendici di aggiornamento eventualmente necessarie da rendere separatamente disponili,
impegna il Governo
a specificare, in sede di applicazione della richiamata disposizione, che si tratta di nuove adozioni ed a adottare norme specifiche per l'aggiornamento dei libri di testo a carattere scientifico, per i quali non appaia sufficiente, così come previsto dal citato articolo 5, fare ricorso ad eventuali appendici.
9/1634/39. Mosca, De Biasi.
La Camera,
premesso che:
il libro di testo è lo strumento didattico ancora oggi più utilizzato mediante il quale gli studenti realizzano il loro percorso di conoscenza e di apprendimento; esso rappresenta il principale luogo d'incontro tra le competenze del docente e le aspettative dello studente, il canale preferenziale su cui si attiva la comunicazione didattica, qualificandosi come strumento prezioso al servizio della flessibilità nell'organizzazione dei percorsi didattici introdotta dalla scuola dell'autonomia, adattabile alle diverse esigenze, integrato e arricchito da altri testi e pubblicazioni e da strumenti didattici alternativi;
l'adozione dei libri di testo costituisce un momento particolarmente significativo dell'attività della scuola, definito dall'articolo 4 del Regolamento sull'autonomia il quale stabilisce che la scelta, l'adozione e l'utilizzazione delle metodologie e degli strumenti didattici debbono essere coerenti con il Piano dell'offerta formativa e attuate con criteri di trasparenza e tempestività;
il decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297 stabilisce all'articolo 7 che l'adozione dei libri di testo rientra nei compiti attribuiti al collegio dei docenti, dopo aver sentito il parere dei consigli di classe e di interclasse;
tra i requisiti di cui il collegio deve tener conto in questa delicata operazione è presente quello relativo allo sviluppo di contenuti fondamentali delle singole discipline, evidenziando al contempo i nessi e i collegamenti con le altre discipline;
l'articolo 156 del decreto legislativo n. 297 del 1994 stabilisce per la scuola elementarela totale gratuità, dei libri di testo, attraverso la fornitura da parte dei comuni secondo modalità stabilite dalle leggi regionali; l'articolo 27 della legge n. 448 del 1999 ha previsto che con decreto del Ministro della pubblica istruzione siano individuati i criteri per la determinazione del prezzo massimo complessivo della dotazione libraria necessaria per ciascun anno della scuola dell'obbligo, da assumere quale limite all'interno del quale i docenti devono collocare le loro scelte;
successivamente è intervenuto l'articolo 1, comma 628 della legge 27 dicembre 2007, n. 296 (legge finanziaria per il 2008) che ha esteso agli studenti di primo e secondo grado dell'istruzione secondaria superiore la gratuità parziale dei testi prevista dall'.articolo 27 della legge n. 448 del 1999 ed ha contemporaneamente previsto che con decreto del Ministro della pubblica istruzione siano stabiliti i criteri per la determinazione del prezzo massimo complessivo della dotazione libraria per gli anni successivi al secondo dell'istruzione secondaria superiore;
il decreto del Ministro della pubblica istruzione 22 febbraio 2008, n. 28 ha stabilito per l'anno scolastico 2008/2009 il prezzo massimo complessivo della dotazione libraria necessaria per ciascun anno di tipologia di scuola secondaria superiore (l'importo massimo, di 370 euro, è riferito al III anno del liceo classico) all'interno del quale i docenti sono tenuti ad effettuare le proprie scelte;
in data 18 giugno 2008 è stata raggiunta tra il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca e l'Associazione italiana editori un'intesa su e-book, prezzi dei libri e agevolazioni economiche per i meno abbienti;
l'inadeguatezza delle disposizioni contenute nell'articolo 5 del provvedimento in esame costituisce un segnale preoccupante di semplificazione del sapere di segno opposto rispetto alle esperienze didattiche più avanzate messe a punto nel nostro Paese anche d'intesa con il Ministero competente,
impegna il Governo:
a valutare attentamente gli effetti applicativi delle disposizioni in materia di libri scolastici definiti dall'articolo 5 del disegno di legge in esame, relativo all'adozione dei libri scolastici che conferma le disposizioni in materia predisposte dall'articolo 15 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133 che introducono i libri di testo scaricabili da Internet ed in particolare al fine di:
precisare il loro ambito d'applicazione;
chiarire se la scuola abbia l'obbligo di stampare direttamente i libri da Internet;
determinare le caratteristiche tecniche dei libri di testo nella versione a stampa e quelle dei libri di testo nella versione on-line o mista;
predisporre la formazione degli insegnanti finalizzata al più efficace utilizzo dei nuovi strumenti didattici;
dotare le scuole di attrezzature tecnologiche adeguate alle nuove opportunità di insegnamento;
realizzare la diffusione di supporti informatici in via disgiunta rispetto ai cartacei;
istituire luoghi virtuali dove gli insegnanti possano confrontarsi;
sensibilizzare in materia gli studenti e le famiglie;
offrire l'opportunità, per ridurre i prezzi, di ricorrere anche al comodato d'uso dei libri scolastici;
promuovere effettivamente le novità inerenti il mercato dell'editoria scolastica, al fine di massimizzare la loro potenziale efficacia sul contenimento dei prezzi, sulla qualità e sulla durata dei libri;
istituire un tavolo permanente di monitoraggio dell'adozione dei libri di testo con gli editori e le direzioni didattiche;
impegnarsi affinché i competenti organi scolastici non possano adottare in sostituzione del libro di testo per il quale l'editore si era impegnato a mantenere invariato il contenuto per un quinquennio, un'opera pubblicata dallo stesso editore o dallo stesso gruppo editoriale;
stanziare nella legge finanziaria i fondi necessari alla realizzazione di tali misure.
9/1634/40. De Biasi, Levi, Ghizzoni, Coscia, De Pasquale, Siragusa, De Torre, Mazzarella, Rossa, Antonino Russo, Pes, Ginefra, Lolli, Nicolais, Bachelet, Picierno, Vico.
La Camera,
premesso che:
il libro di testo è lo strumento didattico ancora oggi più utilizzato mediante il quale gli studenti realizzano il loro percorso di conoscenza e di apprendimento; esso rappresenta il principale luogo d'incontro tra le competenze del docente e le aspettative dello studente, il canale preferenziale su cui si attiva la comunicazione didattica, qualificandosi come strumento prezioso al servizio della flessibilità nell'organizzazione dei percorsi didattici introdotta dalla scuola dell'autonomia, adattabile alle diverse esigenze, integrato e arricchito da altri testi e pubblicazioni e da strumenti didattici alternativi;
l'adozione dei libri di testo costituisce un momento particolarmente significativo dell'attività della scuola, definito dall'articolo 4 del Regolamento sull'autonomia il quale stabilisce che la scelta, l'adozione e l'utilizzazione delle metodologie e degli strumenti didattici debbono essere coerenti con il Piano dell'offerta formativa e attuate con criteri di trasparenza e tempestività;
il decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297 stabilisce all'articolo 7 che l'adozione dei libri di testo rientra nei compiti attribuiti al collegio dei docenti, dopo aver sentito il parere dei consigli di classe e di interclasse;
tra i requisiti di cui il collegio deve tener conto in questa delicata operazione è presente quello relativo allo sviluppo di contenuti fondamentali delle singole discipline, evidenziando al contempo i nessi e i collegamenti con le altre discipline;
l'articolo 156 del decreto legislativo n. 297 del 1994 stabilisce per la scuola elementare la totale gratuità, dei libri di testo, attraverso la fornitura da parte dei comuni secondo modalità stabilite dalle leggi regionali; l'articolo 27 della legge n. 448 del 1999 ha previsto che con decreto del Ministro della pubblica istruzione siano individuati i criteri per la determinazione del prezzo massimo complessivo della dotazione libraria necessaria per ciascun anno della scuola dell'obbligo, da assumere quale limite all'interno del quale i docenti devono collocare le loro scelte;
successivamente è intervenuto l'articolo 1, comma 628 della legge 27 dicembre 2007, n. 296 (legge finanziaria per il 2008) che ha esteso agli studenti di primo e secondo grado dell'istruzione secondaria superiore la gratuità parziale dei testi prevista dall'.articolo 27 della legge n. 448 del 1999 ed ha contemporaneamente previsto che con decreto del Ministro della pubblica istruzione siano stabiliti i criteri per la determinazione del prezzo massimo complessivo della dotazione libraria per gli anni successivi al secondo dell'istruzione secondaria superiore;
il decreto del Ministro della pubblica istruzione 22 febbraio 2008, n. 28 ha stabilito per l'anno scolastico 2008/2009 il prezzo massimo complessivo della dotazione libraria necessaria per ciascun anno di tipologia di scuola secondaria superiore (l'importo massimo, di 370 euro, è riferito al III anno del liceo classico) all'interno del quale i docenti sono tenuti ad effettuare le proprie scelte;
in data 18 giugno 2008 è stata raggiunta tra il Ministro dell'istruzione,dell'università e della ricerca e l'Associazione italiana editori un'intesa su e-book, prezzi dei libri e agevolazioni economiche per i meno abbienti;
l'inadeguatezza delle disposizioni contenute nell'articolo 5 del provvedimento in esame costituisce un segnale preoccupante di semplificazione del sapere di segno opposto rispetto alle esperienze didattiche più avanzate messe a punto nel nostro Paese anche d'intesa con il Ministero competente,
impegna il Governo
a valutare attentamente gli effetti applicativi delle disposizioni in materia di libri scolastici definiti dall'articolo 5 del disegno di legge in esame, relativo all'adozione dei libri scolastici che conferma le disposizioni in materia predisposte dall'articolo 15 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133 che introducono i libri di testo scaricabili da Internet ed in particolare al fine di:
precisare il loro ambito d'applicazione;
chiarire se la scuola abbia l'obbligo di stampare direttamente i libri da Internet;
determinare le caratteristiche tecniche dei libri di testo nella versione a stampa e quelle dei libri di testo nella versione on-line o mista;
predisporre la formazione degli insegnanti finalizzata al più efficace utilizzo dei nuovi strumenti didattici;
dotare le scuole di attrezzature tecnologiche adeguate alle nuove opportunità di insegnamento;
realizzare la diffusione di supporti informatici in via disgiunta rispetto ai cartacei;
istituire luoghi virtuali dove gli insegnanti possano confrontarsi;
sensibilizzare in materia gli studenti e le famiglie;
offrire l'opportunità, per ridurre i prezzi, di ricorrere anche al comodato d'uso dei libri scolastici;
promuovere effettivamente le novità inerenti il mercato dell'editoria scolastica, al fine di massimizzare la loro potenziale efficacia sul contenimento dei prezzi, sulla qualità e sulla durata dei libri;
istituire un tavolo permanente di monitoraggio dell'adozione dei libri di testo con gli editori e le direzioni didattiche;
impegnarsi affinché i competenti organi scolastici non possano adottare in sostituzione del libro di testo per il quale l'editore si era impegnato a mantenere invariato il contenuto per un quinquennio, un'opera pubblicata dallo stesso editore o dallo stesso gruppo editoriale;
a valutare l'opportunità di stanziare nella legge finanziaria i fondi necessari alla realizzazione di tali misure.
9/1634/40. (Testo modificato nel corso della seduta)De Biasi, Levi, Ghizzoni, Coscia, De Pasquale, Siragusa, De Torre, Mazzarella, Rossa, Antonino Russo, Pes, Ginefra, Lolli, Nicolais, Bachelet, Picierno, Vico.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto-legge in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione»è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
l'auspicato processo di rafforzamento delle istituzioni comunitarie e del progetto europeo come comunità dei valorie dei diritti postula la crescita di un'identità europea dei suoi cittadini;
in questo senso è importante formare i nostri giovani come «Cittadini d'Europa» facendo loro conoscere meglio le istituzioni europee e i diritti fondamentali tutelati nei trattati istitutivi e nella Carta dei diritti fondamentali di Nizza;
si ritiene, infatti, necessario ampliare e precisare la dimensione europea dell'insegnamento attraverso strategie e pratiche educative finalizzate alla realizzazione di una «educazione civica europea» intesa essenzialmente come introduzione a un senso di cittadinanza rispettoso delle differenze interculturali presenti nel Paese, attento ai fattori costituenti l'identità della propria cultura ma anche della cultura europea in generale;
l'obbligo di un sapere consapevole dovrà coinvolgere attivamente studenti e insegnanti nel processo di costruzione di una identità europea,
impegna il Governo
ad adottare, anche nel corso della prossima sessione di bilancio, le opportune iniziative volte a reperire risorse adeguate per la formazione dei docenti finalizzata all'acquisizione di competenze necessarie all'insegnamento di «Cittadinanza e Costituzione», anche con un profilo europeo che permetta di formare cittadini appartenenti ad una dimensione europea, interculturale e tollerante.
9/1634/41. Gozi.
La Camera,
premesso che:
il consumo di sostanze stupefacenti e di bevande alcoliche rappresenta, per lo stato di alterazione psico-fisico che induce, un elevato fattore di rischio per la salute dei consumatori e per il verificarsi di incidenti stradali;
l'uso di tali sostanze stupefacenti e di bevande alcoliche è molto diffuso non solo tra i giovani, ma anche tra gli adolescenti che vi fanno purtroppo ricorso in età precoce;
le istituzioni scolastiche rappresentano la sede eletta per educare, a cominciare dalla scuola primaria, alla prevenzione di tale fenomeno,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di inserire nei Piani dell'offerta formativa iniziative volte alla prevenzione del fenomeno del consumo di sostanze stupefacenti e di bevande alcoliche da parte di preadolescenti e adolescenti, nonché a prevedere, anche nell'ambito della prossima sessione di bilancio, adeguate risorse per la necessaria formazione dei docenti volta a trasmettere ai giovani la conoscenza e la consapevolezza della pericolosità degli effetti nocivi che tale consumo arreca alla salute fisica e psichica.
9/1634/42. Rubinato, Fogliardi, Rossa, De Torre.
La Camera,
premesso che:
da anni ormai, la comunità scientifica riconosce nella mancanza di attività fisica una delle cause primarie di sovrappeso e obesità, nonché di una serie di disturbi cronici quali le malattie cardiovascolari o il diabete, che riducono la qualità della vita degli individui, mettendo così a rischio la vita delle persone, e costituendo anche un pesante onere per i bilanci sanitari e per l'economia di uno Stato;
l'aumento considerevole del fenomeno dell'obesità in molti Paesi europei, che colpisce in misura consistente le giovani generazioni, rappresenta un fenomeno allarmante che interessa la salute di tutti i cittadini, soprattutto se la prima causa di tali patologie non è l'assunzione di quantità elevate di calorie bensì la mancanza di movimento;
l'attività motoria rappresenta, quindi, un elemento fondamentale per la tutela del benessere psico-fisico di tutti gli individui ed in particolare dei bambini;
in Europa prevale un modello di scuola che contempla l'educazione fisica e motoria fin dalle scuole primarie;
l'Italia rappresenta uno dei Paesi che fa eccezione, prevedendo di fatto l'educazione fisica come materia di insegnamento obbligatoria solo a partire dalla scuola secondaria di 1o grado.
inoltre l'educazione motoria nelle scuole primarie è un importante strumento di prevenzione sanitaria ma anche di educazione al rispetto dell'altro, di abitudine al confronto, di educazione al rispetto delle regole.
l'assenza di una politica nazionale su questo tema ha fatto si che in questi anni numerosi enti locali, associazioni, federazioni sportive in collaborazione con gli uffici scolastici provinciali e regionali abbiano dato vita ad importanti progetti che hanno coinvolto tantissime scuole primarie, avviando percorsi condivisi finalizzati proprio alla promozione di una diffusa cultura del movimento e permettendo all'educazione motoria di ricoprire quel ruolo importante che la scuola italiana negli anni le ha negato;
molti sono gli esempi di comuni che, in sinergia con il mondo dello sport e della scuola, hanno avviato innovativi percorsi finalizzati all'introduzione dell'attività motoria nelle classi delle scuole primarie, spesso differenziando gli interventi in base all'età dei bambini;
in questa direzione, già dall'anno scolastico 2006-2007 è stata avviata dal Ministero della pubblica istruzione una sperimentazione nazionale volta alla promozione delle attività motorie nelle scuole elementari.
tra l'altro proprio nell'avvio di tale sperimentazione è stato riconosciuto un ruolo primario alla professionalità del docente di educazione fisica e del laureato in Scienze motorie, o già diplomato Isef, affiancandoli come consulenti per l'educazione motoria ai maestri titolari delle classi, permettendo così di costruire un lavoro educativo continuo che tenesse conto e valorizzasse il movimento e l'educazione motoria;
tale sperimentazione passando da un investimento di 1,2 milioni di euro nell'anno scolastico 2006-2007 a 9 milioni di euro, di cui 2 stanziati dal Ministero per le politiche giovanili e le attività sportive e dal Ministero della pubblica istruzione, ha coinvolto nel primo anno circa 3 scuole per ogni provincia per arrivare a circa 20 scuole nel 2007;
il provvedimento in esame prevede una serie di misure concernenti tagli di spesa oltre l'individuazione del maestro unico, rendendo molto difficile il proseguimento della strada avviata con la sperimentazione,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di proseguire con la sperimentazione dell'introduzione dell'educazione motoria nelle scuole primarie, dando vita a progetti nazionali e sostenendo lo sforzo degli uffici scolastici regionali e provinciali, oltre che degli enti locali, con l'obiettivo di arrivare alla copertura di tutte le scuole primarie italiane.
9/1634/43. Lolli, Rossa, Coscia, Ghizzoni, De Pasquale, Siragusa, De Torre, De Biasi, Levi, Mazzarella, Antonino Russo, Pes, Ginefra, Nicolais, Bachelet, Picierno, Vico, Monai.
La Camera,
premesso che:
lo scorso anno, nella relazione sul ruolo dello sport nell'educazione, il Parlamento europeo ha invitato gli Stati sembri a prendere in esame e ad applicare - ove necessario - modifiche nell'orientamento dell'educazione motoria in quanto materia scolastica, tenendo conto delle necessità di carattere sanitario e sociale;
il riconoscimento di tale priorità da parte del Parlamento europeo è evidente anche nella dichiarata necessità di rendere obbligatoria l'educazione fisica sia nelle scuole primarie che nelle secondarie, nonché ad accettare il principio che l'orario scolastico comporti almeno tre lezioni di educazione fisica settimanali;
la diffusione di una maggiore attività fisica tra i più giovani deve prevedere anche percorsi di potenziamento delle attività motorie nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, che non si limitino solo ad incentivare l'insegnamento dell'educazione fisica in orario extra-curriculare, ma che prevedano - nel lungo periodo - un significativo aumento delle ore di educazione fisica;
questo porterebbe il nostro Paese ad avvicinarsi al modello attualmente diffuso in Europa, in cui molti Stati già da anni hanno saputo valorizzare i benefici della pratica sportiva anche all'interno dei percorsi scolastici,
impegna il Governo
a recepire l'indicazione del Parlamento europeo, valorizzando le ore extra-curriculari di educazione fisica, avviando le procedure per aumentarne le stesse ore curriculari.
9/1634/44. Merloni.
La Camera,
premesso che:
lo sport rappresenta un importante agente d'inclusione sociale, di partecipazione alla vita di gruppo e di integrazione delle differenze;
è necessario, infatti, sottolineare che in una società complessa ed eterogenea come quella attuale, i benefici dello sport non si limitano solo alla tutela della salute dei più giovani;
lo sport contribuisce fortemente ad un'effettiva coesione sociale, nonché alla crescita di una società più integrata;
per tale ragione, tutti i componenti della società dovrebbero avere accesso allo sport, nel rispetto di esigenze specifiche sia di carattere fisico, sia di carattere socio-economico;
all'interno di una concezione dello sport quale strumento di forte coesione sociale, è necessario sottolineare che tale attività rappresenta anche un'importante fattore d'integrazione degli immigrati, nonché di soggetti appartenenti a categorie svantaggiate e di giovani a rischio di devianza;
per questo è importante mettere a disposizione spazi per lo sport e sostenere attività relative all'attività motoria e sportiva, affinché diverse realtà sociali possano interagire positivamente;
su tali aspetti negli anni scolastici 2006-2007 e 2007-2008 sono stati avviati, con un contributo specifico del Ministero della pubblica istruzione, progetti di educazione motoria e sportiva nelle aree ritenute a rischio di devianza giovanile dove maggiore è il tasso di abbandono scolastico, e dove lo sport viene utilizzato anche come strumento per contrastare il grave fenomeno della dispersione scolastica;
i fondi stanziati erano destinati agli uffici scolastici regionali, i quali dovevano approvare proposte delle scuole interessate,
impegna il Governo
a proseguire sulla strada introdotta da tale sperimentazione, sostenendo, anche finanziariamente, progetti sportivi finalizzati all'integrazione sociale e al contrasto dell'abbandono scolastico promossi dalle scuole situate in particolari aree ritenute a rischio.
9/1634/45. Concia, Lolli.
La Camera,
premesso che:
l'aumento considerevole del fenomeno dell'obesità in molti paesi europei,che colpisce le giovani generazioni, rappresenta un fenomeno allarmante che interessa la salute di tutti i cittadini, soprattutto in considerazione del fatto che la prima causa di tali patologie non è l'assunzione di quantità elevate di calorie bensì la mancanza di movimento;
inoltre lo sport rappresenta un importante agente d'inclusione sociale, di partecipazione alla vita di gruppo e di integrazione delle differenze;
per una capillare diffusione di una concezione dello sport quale attività fondamentale per assumere stili di vita sani, è necessario porre un'attenzione particolare anche all'importanza dei luoghi dedicati alla pratica sportiva, e rendere così effettivo il diritto di tutti i cittadini a praticare sport;
investire in strutture sportive e rendere gli impianti sportivi scolastici spazi fruibili, non solo dagli studenti ma dall'intera popolazione di riferimento, rappresenta un percorso in grado di far incontrare la domanda crescente di sport che proviene dai cittadini, con l'offerta di servizi per l'attività fisica;
moltissimi istituti scolastici italiani, però, non hanno palestre o comunque le strutture dedicate allo sport scolastico hanno attrezzature vecchie, superate e oramai inutilizzabili,
impegna il Governo
a dare vita ad un piano di investimenti sull'impiantistica sportiva scolastica con l'obiettivo di fornire a tutti gli studenti italiani l'opportunità di utilizzare tali strutture, incentivando inoltre l'offerta di spazi sportivi per il territorio.
9/1634/46. Melandri, Lolli.
La Camera,
premesso che:
l'attività motoria rappresenta un elemento fondamentale della crescita psico-fisica dei più piccoli, nonché uno strumento primario per la tutela della salute dei giovani e meno giovani;
per questo è necessario diffondere una cultura sportiva che ponga l'attività motoria al centro delle politiche educative rivolte ai ragazzi in età scolare;
per una capillare diffusione di una concezione dello sport quale attività fondamentale per assumere stili di vita sani, è necessario porre un'attenzione particolare anche all'importanza dei luoghi dedicati alla pratica sportiva, e rendere così effettivo il diritto di tutti i cittadini a praticare sport;
investire in strutture sportive e rendere gli impianti sportivi scolastici spazi fruibili non solo dagli studenti, ma dall'intera popolazione di riferimento, rappresenta un percorso in grado di far incontrare la domanda crescente di sport che proviene dai cittadini, con l'offerta di servizi per l'attività fisica;
poter aprire le scuole il pomeriggio ed in particolare gli impianti sportivi è una condizione fondamentale per incentivare la cultura delle educazione motoria negli studenti e per ampliare l'offerta di spazi per l'associazionismo sportivo del territorio;
il programma nazionale «Scuole aperte» per l'anno scolastico 2007-2008 ha previsto uno stanziamento complessivo di 64 milioni di euro, di cui 34 rivolti alla sperimentazione di metodologie didattiche innovative nello studio delle discipline curriculari, che riguardano anche le attività specificamente rivolte alla promozione dell'attività motoria e sportiva,
impegna il Governo
a sostenere economicamente e progettualmente le autonomie scolastiche nella apertura pomeridiana delle scuole ed in particolare dei loro impianti sportivi.
9/1634/47. Rossa, Lolli, Coscia, Ghizzoni, De Pasquale, Siragusa, De Torre, De Biasi, Levi, Mazzarella, Antonino Russo, Pes, Ginefra, Nicolais, Bachelet, Picierno, Vico.
La Camera,
premesso che:
il combinato disposto dell'articolo 64 della legge n. 133 del 21 agosto 2008 e delle disposizioni contenute nel provvedimento in esame hanno un impatto molto forte nei confronti della diffusione delle scuole nel territorio ed in particolare per i piccoli comuni e per le comunità montane;
il contrasto degli abbandoni e della dispersione scolastica è uno degli obiettivi fondamentali della politica scolastica nazionale;
la regione Abruzzo è una regione ad altissima presenza di piccoli comuni ed in particolare di comuni di montagna;
l'eventuale accorpamento o chiusura di istituti comporterebbe gravose difficoltà per le famiglie e per gli enti locali che dovrebbero farsi carico dei problemi di trasporto degli alunni;
i piccoli comuni di montagna vivono da anni grandissime difficoltà economiche,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a ridurre l'impatto del provvedimento in esame sui piccoli comuni, prevedendo in particolare l'eventuale esonero da detti effetti per le realtà montane.
9/1634/48. Ginoble, D'Incecco, Lolli, Tenaglia, Livia Turco.
La Camera,
premesso che:
è stata considerata rilevante l'introduzione della formazione alla «Cittadinanza e Costituzione» nell'ambito delle scuole italiane di ogni ordine e grado, tanto che anche il Governo ha deciso a tal fine di concretizzare tale scelta tramite una disposizione di uno strumento caratterizzato da urgenza, quale il decreto-legge;
dall'articolo 1 del decreto in esame non emergono azioni concrete da attivare nelle classi delle scuole italiane, al fine di iniziare un percorso didattico-educativo che conduca i ragazzi ad una concreta ed attuale formazione ed educazione alla cittadinanza attiva ed alla convivenza civile, oltre che alla conoscenza ed all'acquisizione delle competenze relative ai valori sanciti nella Costituzione;
a decorrere dall'anno scolastico 2008-09 sono attivate azioni di sensibilizzazione e di formazione del personale finalizzate alla trasmissione delle competenze relative all'insegnamento della disciplina «Cittadinanza e Costituzione»,
impegna il Governo:
ed in particolare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, ad attivare tra le diverse azioni di sensibilizzazione e formazione, anche corsi che formino i docenti a condurre il percorso didattico tramite il metodo educativo dell'apprendimento-servizio (service-learning), ampiamente diffuso in Europa con ottimi risultati ed adottato tanto in America latina, quanto nell'America del Nord;
ad adottare le opportune iniziative volte ad avviare, già dall'anno scolastico 2009-2010, sperimentazioni dell'insegnamento della nuova disciplina presso ogni ordine e grado di scuola, anche tramite il metodo educativo dell'apprendimento servizio (service-learning), da illustrarsi mediante apposita circolare ministeriale volta a fornire indicazioni circa le modalità attuative del metodo di cui sopra.
9/1634/49. De Pasquale, Ghizzoni, Coscia, Siragusa, De Torre, De Biasi, Levi, Mazzarella, Rossa, Antonino Russo, Pes, Ginefra, Lolli, Nicolais, Bachelet, Picierno, Vico.
La Camera,
premesso che:
è stata considerata rilevante l'introduzione della formazione alla «Cittadinanza e Costituzione» nell'ambito delle scuole italiane di ogni ordine e grado, tanto che anche il Governo ha deciso a tal fine di concretizzare tale scelta tramite una disposizione di uno strumento caratterizzato da urgenza, quale il decreto-legge;
dall'articolo 1 del decreto in esame non emergono azioni concrete da attivare nelle classi delle scuole italiane, al fine di iniziare un percorso didattico-educativo che conduca i ragazzi ad una concreta ed attuale formazione ed educazione alla cittadinanza attiva ed alla convivenza civile, oltre che alla conoscenza ed all'acquisizione delle competenze relative ai valori sanciti nella Costituzione;
a decorrere dall'anno scolastico 2008-09 sono attivate azioni di sensibilizzazione e di formazione del personale finalizzate alla trasmissione delle competenze relative all'insegnamento della disciplina «Cittadinanza e Costituzione»,
impegna il Governo:
a valutare l'opportunità di attivare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca a svolgere azioni di sensibilizzazione e formazione, anche con corsi che formino i docenti a condurre il percorso didattico tramite il metodo educativo dell'apprendimento-servizio (service- learning), ampiamente diffuso in Europa e negli Stati Uniti con ottimi risultati;
ad effettuare sperimentazioni dell'insegnamento della nuova disciplina presso ogni ordine e grado di scuola, anche tramite il metodo educativo dell'apprendimento servizio (service-learning).
9/1634/49. (Testo modificato nel corso della seduta)De Pasquale, Ghizzoni, Coscia, Siragusa, De Torre, De Biasi, Levi, Mazzarella, Rossa, Antonino Russo, Pes, Ginefra, Lolli, Nicolais, Bachelet, Picierno, Vico.
La Camera,
premesso che:
l'introduzione della formazione alla «Cittadinanza e Costituzione» nell'ambito delle scuole italiane di ogni ordine e grado riveste grande importanza, tanto che anche il Governo ha deciso di concretizzare tale scelta tramite un decreto-legge;
dall'articolo 1 del decreto in esame non emergono azioni concrete attivate nelle classi delle scuole italiane al fine di iniziare un percorso didattico-educativo che conduca i ragazzi ad una concreta ed attuale formazione ed educazione alla cittadinanza attiva e alla convivenza civile oltre che alla conoscenza e all'acquisizione delle competenze relative ai valori sanciti nella Costituzione;
occorre dare consistenza e rendere effettivamente proficuo l'insegnamento delle conoscenze e delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione»,
impegna il Governo
anche nel corso della prossima sessione di bilancio, a reperire fondi necessari ad avviare una sperimentazione in cui l'insegnamento di «Cittadinanza e Costituzione» venga individuato quale materia autonoma, provvedendo anche mediante l'utilizzazione di insegnanti inseriti in idonee classi di concorso.
9/1634/50. Mantini.
La Camera,
premesso che:
l'introduzione della formazione alla «Cittadinanza e Costituzione» nell'ambito delle scuole italiane di ogni ordine e grado riveste grande importanza, tanto che anche il Governo ha deciso di concretizzare tale scelta tramite un decreto-legge;
dall'articolo 1 del decreto in esame non emergono azioni concrete attivate nelle classi delle scuole italiane al fine di iniziare un percorso didattico-educativo che conduca i ragazzi ad una concreta ed attuale formazione ed educazione alla cittadinanza attiva e alla convivenza civile oltre che alla conoscenza e all'acquisizione delle competenze relative ai valori sanciti nella Costituzione;
occorre dare consistenza e rendere effettivamente proficuo l'insegnamento delle conoscenze e delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione»,
impegna il Governo
anche nel corso della prossima sessione di bilancio, a reperire fondi necessari ad avviare una sperimentazione in cui l'insegnamento di «Cittadinanza e Costituzione» venga individuato quale materia autonoma.
9/1634/50. (Testo modificato nel corso della seduta)Mantini.
La Camera,
premesso che:
l'introduzione della formazione alla «Cittadinanza e Costituzione» nell'ambito delle scuole italiane di ogni ordine e grado è molto importante, tanto che anche il Governo ha deciso di concretizzare tale scelta tramite un decreto-legge;
dall'articolo 1 del decreto in esame non emergono azioni concrete attivate nelle classi delle scuole italiane al fine di iniziare un percorso didattico-educativo che conduca i ragazzi ad una concreta ed attuale formazione ed educazione alla cittadinanza attiva e alla convivenza civile oltre che alla conoscenza e all'acquisizione delle competenze relative ai valori sanciti nella Costituzione;
a decorrere dall'anno 2008/2009 sono attivate azioni di sensibilizzazione e di formazione del personale finalizzate alla trasmissione delle competenze relative all'insegnamento della disciplina «Cittadinanza e Costituzione»,
impegna il Governo
a promuovere azioni atte a sostenere le istituzioni scolastiche, nella loro autonomia, allo scopo di sviluppare nei piani dell'offerta formativa progetti finalizzati ad applicare le conoscenze acquisite dall'insegnamento di «Cittadinanza e Costituzione».
9/1634/51. Enzo Carra.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 3 del decreto in esame reintroduce la valutazione espressa in decimi del rendimento degli studenti;
la valutazione di alunni ancora in età molto tenera che nel primo ciclo di istruzione, sino al termine della scuola secondaria di primo grado, frequentano la scuola dell'obbligo è di particolare delicatezza e complessità;
per un miglior sviluppo della personalità in formazione dei sopra menzionati ragazzi è indispensabile affiancare, alla valutazione numerica, dei descrittori più ampi ed idonei a consentire di valutare i progressi formativi ed educativi conseguiti dagli alunni;
è opportuno far conoscere meglio alle famiglie e agli alunni stessi le capacità, le attitudini e le competenze in possesso rispettivamente di ogni singolo studente,
impegna il Governo
a monitorare gli effetti della riforma che si vuole attuare affinché si provveda, attraverso successivi atti ministeriali, ad introdurre eventuali nuove modalità di giudizio espresse in modo analitico sia sullivello di competenze conseguite nelle singole discipline, sia sul livello di maturazione globale raggiunto dall'alunno.
9/1634/52. Pes, Coscia, Ghizzoni, De Pasquale, Siragusa, De Torre, De Biasi, Levi, Mazzarella, Rossa, Antonino Russo, Ginefra, Lolli, Nicolais, Bachelet, Picierno, Vico.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 2 e l'articolo 3 del decreto in esame prevedono la valutazione in decimi dell'apprendimento degli alunni e della certificazione delle competenze da essi acquisite nella scuola primaria e secondaria di primo grado;
studi ultra trentennali sulla ricerca nazionale ed internazionale si interrogano sulla efficacia della formulazione dei profili competenze con la relativa problematica del riconoscimento, attestazione e certificazione;
la procedura della verifica e valutazione degli esiti d'apprendimento è altra cosa rispetto a quella della validazione delle competenze;
è concettualmente errato poter pensare ad una classificazione delle competenze in termini di punteggio decimale quando tutti gli esperti sono concordi nell'individuazione di competenza con possibilità di graduazione con diversi livelli come previsto nelle raccomandazioni europee;
l'applicazione della norma attraverso una certificazione delle competenze degli studenti espressa esclusivamente «in decimi» contraddirebbe l'evoluzione che costituisce uno dei punti d'innovazione che la scuola italiana ha acquisito con tanta fatica,
impegna il Governo
in sede di applicazione delle norme di cui in premessa, ad adottare tutte le misure utili a garantire una piena ed effettiva valutazione delle competenze raggiunte attraverso un giudizio articolato che vada oltre un giudizio delle conoscenze acquisite parametrato con un voto decimale
9/1634/53. Nicolais, Mazzarella, Vico.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 4 del decreto in esame prevede un orario di ventiquattro ore settimanali per le classi di insegnamento affidate ad un insegnante, rimandando ai regolamenti successivi una più ampia articolazione del tempo-scuola, che tenga comunque conto delle esigenze correlate alla domanda delle famiglie;
il tempo pieno assume una particolare rilevanza sociale in importanti zone del Mezzogiorno strappando le più giovani generazioni ad aree di degrado sociale ed impegnandole in attività tese alla diffusione di una più ampia cultura della legalità;
la scuola a tempo pieno si è diffusa gradualmente fino a raggiungere oggi la quota del 25 per cento di tutte le classi seppur con forti differenze territoriali;
i genitori gradiscono il modello a tempo pieno; infatti, la richiesta è superiore alla possibilità di accoglienza, soprattutto nelle aree di intensa urbanizzazione,
impegna il Governo
a tenere conto nei regolamenti della difesa e del rilancio dell'istituto del tempo pieno, riorganizzando le sue attività in funzione anche delle esigenze sociali e civili della comunità in cui vivono i suoi alunni ed articolando il suo percorso didattico in continuità con quanto svolto nelle ore antimeridiane.
9/1634/54. Mazzarella, Nicolais, Vico.
La Camera,
premesso che:
all'articolo 4 del decreto in esame si prevede la costituzione di classi conunico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali, rimandando ai regolamenti successivi una più ampia articolazione del tempo-scuola, che tenga comunque conto delle esigenze correlate alla domanda delle famiglie;
esiste una forte domanda delle famiglie, spesso non accolta, di organizzazione del tempo scuola secondo moduli definiti dal decreto-legge 7 settembre 2007, n. 147, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 ottobre 2007, n. 176, a «tempo pieno»;
la scuola a tempo pieno, scelta da oltre il 25 per cento dei genitori italiani, si è venuta qualificando - a partire dalla legge istitutiva n. 820 del 1971 - per le sue peculiarità organizzative, di un tempo equilibrato e disteso per favorire l'apprendimento, le relazioni, la cura educativa, attraverso l'intervento coordinato dei docenti contitolari della classe, essenziali momenti di compresenza per favorire l'individualizzazione dell'insegnamento, la disponibilità di strutture e risorse per qualificare l'ambiente educativo,
impegna il Governo:
a rendere espliciti nei regolamenti attuativi del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 agosto 2008, n. 133, i criteri di qualità cui devono rispondere le esperienze di tempo scuola fino a 40 ore settimanali, secondo una progettazione unitaria e coerente dei diversi momenti che compongono la giornata educativa dei bambini;
a salvaguardare le risorse di personale docente ed ausiliario necessarie per assicurare la piena qualificazione educativa del modello a tempo pieno, come descritto in premessa;
ad assicurare le condizioni per la piena realizzazione dei traguardi di apprendimento previsti dalle indicazioni nazionali, arricchendoli con le opportunità offerte dal territorio, dagli enti locali, dai beni culturali, nella prospettiva di un sistema educativo integrato;
a promuovere un piano triennale di sviluppo della scuola a tempo pieno, d'intesa con le Regioni e gli enti locali, assicurando le necessarie risorse di personale docente e non docente, avendo come priorità le aree territoriali che ne sono sprovviste e tenendo conto della domanda non accolta dei genitori, al fine di raggiungere la soglia del 40 per cento di copertura del servizio, così come prefigurato dal «Quaderno bianco» dell'istruzione del settembre 2007.
9/1634/55. Ghizzoni, Coscia, De Pasquale, Siragusa, De Torre, De Biasi, Bachelet, Levi, Mazzarella, Rossa, Antonino Russo, Pes, Ginefra, Lolli, Nicolais, Picierno, Vico.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 3 del decreto in esame reintroduce nelle scuole del primo ciclo la valutazione espressa in decimi del rendimento degli studenti, nonché la certificazione delle competenze con le medesime modalità;
gli alunni di questa fascia di età si trovano in una fase evolutiva della personalità, caratterizzata dal bisogno di riconoscimento e valorizzazione delle loro capacità e di fiducioso stimolo ad un miglioramento continuo di conoscenze, abilità e competenze, per cui si richiede particolare attenzione e delicatezza nella valutazione dei loro apprendimenti;
l'azione valutativa rappresenta per gli insegnanti uno dei momenti fondamentali di regolazione dell'insegnamento/apprendimento e di relazione con allievi, genitori e comunità sociale e civile;
è sempre più necessario ispirare la valutazione a criteri di chiarezza, trasparenza e professionalità, anche mediante ladefinizione di parametri condivisi delle conoscenze e competenze attese al termine di ogni ciclo scolastico,
impegna il Governo:
a promuovere efficaci azioni di ricerca, formazione e studio, con il diretto coinvolgimento degli operatori scolastici e con la collaborazione dell'Invalsi, al fine di diffondere e rafforzare una cultura della valutazione orientata al miglioramento e all'armonizzazione dei risultati scolastici sull'intero territorio nazionale;
a fornire alle scuole linee di lavoro corrette sul piano docimologico per integrare la mera espressione del voto numerico con semplici modalità di valutazione formativa, in grado di informare sui progressi degli allievi, sul loro grado di partecipazione alla vita della scuola, sul raggiungimento dei traguardi e degli obiettivi essenziali nei diversi campi del sapere;
a sostenere un'azione di ricerca e sperimentazione in merito al problema della certificazione delle competenze in uscita dal primo ciclo, per elaborare una strumentazione coerente con le linee e i documenti di riferimento europei, al fine di evitare una inutile duplicazione di adempimenti burocratici e amministrativi;
a subordinare l'introduzione di forme di certificazione delle competenze nel primo ciclo di istruzione alla definizione di standard di apprendimento condivisi e trasparenti, alla elaborazione di modelli e procedure uniformi sul territorio nazionale, alla realizzazione di un adeguato piano di informazione e formazione dei docenti interessati;
a chiarire che la rilevazione degli apprendimenti, anche mediante prove standardizzate di carattere nazionale, è finalizzata a migliorare le pratiche di autovalutazione e valutazione, a consentire una corretta interpretazione e comparazione dei risultati raggiunti dalla scuola e dagli allievi;
ad introdurre con gradualità la elaborazione di un «bilancio sociale» da parte di ogni istituzione scolastica autonoma, al fine di assicurare necessarie forme di rendicontazione sociale dei risultati raggiunti dall'azione della scuola.
9/1634/56. Tocci, Ghizzoni, Coscia, De Pasquale, Siragusa, De Torre, De Biasi, Levi, Mazzarella, Rossa, Antonino Russo, Pes, Ginefra, Lolli, Nicolais, Bachelet, Picierno, Vico.
La Camera,
premesso che:
all'articolo 4 del decreto in esame si prevede che le istituzioni scolastiche costituiscono classi con unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali, rimandando ai regolamenti successivi una più ampia articolazione del tempo-scuola, che tenga conto della domanda espressa dai genitori;
la dizione utilizzata dal legislatore, tuttavia, non appare precisa e sembra poter prefigurare una diversificata possibilità di scelta di modelli di tempo scuola da parte delle famiglie, secondo quanto previsto dall'ordinamento vigente (decreto legislativo n. 59 del 2004), fino a 27, 30, 40 ore settimanali;
i dati sull'andamento delle richieste delle famiglie negli ultimi anni attestano una forte richiesta per tempi scuola superiori alle 27 ore settimanali, spesso comprensivi anche di rientri pomeridiani o di permanenze a scuola, usufruendo di servizi di refezione e interscuola,
impegna il Governo:
a rendere esplicite nei regolamenti attuativi del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, le condizioni organizzative, strutturali, pedagogiche e didattiche che consentono di configurare il prolungamento dell'orario settimanale fino a 27, 30 o 40 ore settimanali non come mero servizio di accoglienza e doposcuola, ma come tempo organicamente inserito nel progetto educativo della scuola, perchéconsente una maggiore flessibilità di soluzioni, la personalizzazione dei percorsi, l'arricchimento dell'offerta educativa;
a garantire le risorse di personale docente e ausiliario necessarie per assicurare la piena risposta alla eventuale domanda espressa dai genitori di una più ampia articolazione del tempo-scuola;
a favorire la qualificazione del tempo-scuola, mediante l'equilibrata integrazione dei diversi momenti educativi, la possibilità di scelta delle attività anche con il coinvolgimento motivato degli allievi, la messa a disposizione di effettive competenze e specializzazioni nell'organico funzionale della scuola;
a rimuovere, d'intesa con le Regioni e gli enti locali, le condizioni strutturali e ambientali che impediscono un disteso e proficuo articolarsi del tempo scuola nell'arco della giornata e della settimana, in particolare per il modello di scuola a tempo prolungato nella scuola secondaria di primo grado, consentendo in via transitoria di organizzare l'orario scolastico nel solo turno antimeridiano.
9/1634/57. Bachelet, Ghizzoni, Coscia, De Pasquale, Siragusa, De Torre, De Biasi, Levi, Mazzarella, Rossa, Antonino Russo, Pes, Ginefra, Lolli, Nicolais, Picierno, Vico.
La Camera,
premesso che:
il combinato disposto dell'articolo 64 decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e del provvedimento in esame ha un'incidenza negativa circa la presenza, diffusione e qualificazione delle scuole di base nel territorio, in particolare nei piccoli comuni, nelle comunità montane e nelle piccole isole;
il contrasto della dispersione scolastica e dell'insuccesso formativo rappresenta un benchmark fondamentale degli obiettivi di Lisbona 2000 che il nostro Paese è tenuto a rispettare ed è positivamente correlato alla presenza di una rete scolastica efficiente e di qualità a partire dalle zone più svantaggiate sotto il profilo territoriale;
il nostro Paese vede un'ampia presenza di piccole comunità (oltre 5.600 comuni con meno di 5.000 abitanti) che rappresentano un tessuto sociale e civile di fondamentale importanza, da salvaguardare anche attraverso idonee politiche scolastiche e di sostegno finanziario perequativo,
impegna il Governo:
a salvaguardare, nei regolamenti attuativi del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e correlati al presente provvedimento, la presenza della scuola primaria nei territori montani e nelle isole minori, attraverso un'organizzazione didattica flessibile, che risponda a requisiti di qualità e di pari dignità formativa con le restanti istituzioni scolastiche del Paese;
a sperimentare nuove modalità nell'assegnazione delle risorse di personale e finanziarie ai piccoli plessi, attraverso la definizione di un organico funzionale alle caratteristiche degli insediamenti scolastici, che consenta di evitare la loro chiusura, per favorire invece una maggiore integrazione con il territorio e gli enti locali, inclusa l'utilizzazione delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione;
a promuovere un'indagine nazionale sullo stato della rete scolastica, d'intesa con la Conferenza Unificata di cui al decreto legislativo n. 281 del 1997, in particolare nei territori a forte disagio ambientale, nei piccoli comuni, nelle comunità montane, nelle isole minori, per verificarne le condizioni di funzionamento e individuare nuovi parametri dimensionali ed organizzativi atti a garantire un'uniforme fruizione del diritto allo studiosu tutto il territorio nazionale, nel rispetto di una corretta gestione delle risorse pubbliche.
9/1634/58. Froner, Ghizzoni, Coscia, De Pasquale, Siragusa, De Torre, De Biasi, Levi, Mazzarella, Rossa, Antonino Russo, Pes, Lolli, Nicolais, Bachelet, Picierno, Ginefra.
La Camera,
premesso che:
all'articolo 4 - con una formulazione non chiara ad avviso dei presentatori - si prevede che le istituzioni scolastiche costituiscono classi con unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali, rimandando ai regolamenti successivi una più ampia articolazione del tempo-scuola, che tenga conto della domanda espressa dai genitori e, si deduce, del quadro delle opportunità previste dal vigente ordinamento della scuola primaria (orario di 27-30-40 ore settimanali) di cui al decreto legislativo n. 59 del 2004;
la dizione utilizzata dal legislatore impegna la scuola a recepire la diversificata domanda espressa dai genitori ed a tradurla in coerenti modelli organizzativi e didattici, avvalendosi pienamente di tutti gli strumenti previsti dall'autonomia scolastica;
secondo il regolamento dell'autonomia (decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 1999) spetta alle scuole definire «anche per quanto riguarda l'impiego dei docenti, ogni modalità organizzativa che sia espressione di libertà progettuale» (articolo 5, comma 1), tenendo conto che «le modalità di impiego dei docenti possono essere diversificate nelle varie classi e sezioni in funzione delle eventuali differenziazioni nelle scelte metodologiche ed organizzative adottate nel piano dell'offerta formativa» (articolo 5, comma 4),
impegna il Governo:
a salvaguardare nell'emanazione dei regolamenti attuativi del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, il principio costituzionale dell'autonomia scolastica, valorizzando gli ambiti di pertinenza dell'autonomia di ricerca, sperimentazione, organizzativa e didattica riconosciuta alle istituzioni scolastiche, ivi comprese le modalità per una migliore utilizzazione del personale docente;
a favorire le condizioni organizzative, strutturali, pedagogiche e didattiche che consentono di garantire l'efficacia dell'insegnamento ed il raggiungimento di adeguati livelli di apprendimento al termine della scuola primaria, anche attraverso il potenziamento del tempo dedicato all'insegnamento della lingua italiana e della matematica ed una equilibrata articolazione degli interventi;
ad adottare, anche in termini sperimentali e graduali, un organico funzionale dei docenti per ogni istituzione autonoma, commisurato alla complessità e articolazione del modello orario e organizzativo, oltre che al numero complessivo degli allievi iscritti;
ad intraprendere iniziative per qualificare la formazione iniziale ed in servizio dei docenti della scuola primaria, che consentano di valorizzare competenze e specializzazioni già disponibili (per la lingua straniera, la musica, l'educazione motoria, il sostegno ai disabili) e la loro ulteriore diffusione, riconducendo la pluralità di figure operanti nella scuola primaria ad una unitarietà di intenti e di progetto.
9/1634/59. Ginefra, Coscia, Ghizzoni, De Pasquale, Siragusa, De Torre, De Biasi, Levi, Mazzarella, Rossa, Antonino Russo, Pes, Lolli, Nicolais, Bachelet, Picierno, Vico.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 9 primo comma, della Costituzione prevede che «la Repubblica promuove lo sviluppo delle cultura»;
l'articolo 33, primo comma, della Costituzione prevede che «l'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento»;
la Corte costituzionale ha riconosciuto nella sentenza n. 256 del 2004 come le suddette disposizioni tutelano valori di «fondamentale rilevanza costituzionale» e che se la cultura è un fattore per la formazione della persona umana, ne consegue che la Repubblica ha il dovere positivo, dunque, di promuoverla, nel rispetto dei principi di libertà, di uguaglianza, di imparzialità, di pluralismo;
l'istruzione inferiore, in particolare, costituisce un diritto sociale fondamentale che la Costituzione all'articolo 34, secondo comma, impone sia «obbligatoria e gratuita» ed «impartita per almeno otto anni»;
nell'assicurare concreta attuazione ai valori di «fondamentale rilevanza costituzionale» e nel dettare la disciplina attuativa delle disposizioni costituzionali in materia di diritti sociali il legislatore è costituzionalmente tenuto non solo a non ledere il nucleo essenziale dei diritti ma anche a non introdurre discipline che, rispetto alla disciplina legislativa ordinaria in vigore, rappresentino un minus nel godimento dei diritti stessi;
nel dispiegamento dell'azione di uno Stato sociale vi è il compito prioritario di favorire lo sviluppo della cultura;
ciò comporta specialmente che la disciplina legislativa in materia di diritti sociali non può ispirarsi esclusivamente al perseguimento di obiettivi di «razionalizzazione» (come invece si legge nel comma 1 dell'articolo 4 del decreto in esame con riferimento alla costituzione delle classi nelle istituzioni scolastiche della scuola primaria) cioè di «contenimento della spesa pubblica» (come espressamente si legge nell'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, al quale il comma 1 dell'articolo 4 del decreto esame rinvia);
coerentemente con quanto sopra affermato si rileva che la Corte costituzionale ha riconosciuto nella sentenza n. 155 del 2006, in riferimento alla finanza regionale ma ponendo un principio di portata generale e richiamando numerosi precedenti (si vedano le sentenze nn. 437 e 337 del 2001, n. 507 del 2000, n. 138 del 1999), che «a seguito di manovre di finanza pubblica, possono anche determinarsi riduzioni della disponibilità finanziaria delle Regioni, purché esse non siano tali da comportare uno squilibrio incompatibile con le complessive esigenze di spesa regionale e, in definitiva, rendano insufficienti i mezzi finanziari dei quali la Regione stessa dispone per l'adempimento dei propri compiti»;
la soppressione del «tempo pieno» nella scuola primaria (ovvero l'attuale numero di 40 ore settimanali comprensive del tempo dedicato alla mensa) attraverso l'istituzione del maestro unico e la conseguente riduzione delle ore di lezione a 24 settimanali previste dal comma 1 dell'articolo 4 del decreto in esame introduce un minus nel godimento del diritto all'istruzione elementare;
il secondo periodo del comma 1 dell'articolo 4 del decreto in esame prevede che nei regolamenti di cui al comma 4 dell'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133 il Governo tenga «comunque conto delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie, di una più ampia articolazione del tempo-scuola»,
impegna il Governo
a verificare gli effetti conseguenti all'applicazione delle suddette disposizioni e ad emanare, così come previsto dai commi 3 e 4 dell'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 122, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, il piano programmatico e i successiviregolamenti attuativi tenendo conto delle esigenze correlate alla domanda delle famiglie al fine di assicurare su tutto il territorio una più ampia articolazione del tempo scuola, auspicabilmente in una misura comunque non inferiore alle quaranta ore settimanali.
9/1634/60. Zaccaria.
La Camera,
premesso che:
in Italia il numero di comuni con una popolazione inferiore a 5000 abitanti è pari a 5.835 e rappresenta il 72 per cento del totale dei comuni. Il mantenimento dei servizi di base, come uffici postali, caserme e scuole è un requisito essenziale per creare in queste realtà le precondizioni per lo sviluppo, le opportunità di crescita economica e riequilibrio territoriale e investire sulle peculiarità di questi territori con politiche di valorizzazione, di manutenzione, di opportunità che contrastino i pericoli di indebolimento;
i parametri per la razionalizzazione della scuola non possono non tenere conto di questa peculiarità del territorio italiano, caratterizzato dalla forte presenza di piccoli comuni, di piccole isole e da realtà comunali più popolose, con territori sparsi ricchi di frazioni, in cui sono presenti plessi scolastici;
i piccoli comuni rappresentano una realtà strategica per il presidio del territorio e la tenuta culturale ed identitaria del Paese e l'imposizione di obiettivi numerici a scala regionale, rischia di creare situazioni di svantaggio rispetto alla piena garanzia del diritto all'istruzione per i cittadini delle aree più marginali;
i tagli previsti dal provvedimento in esame al personale docente potrebbero avere gravi ripercussioni sulla sopravvivenza stessa delle scuole nei piccoli comuni. Alcuni dati, stimano, infatti, che circa 1.080 piccoli comuni verrebbero completamente privati della presenza di una scuola sul loro territorio se venisse applicato il criterio dell'accorpamento delle scuole con numero di alunni inferiori a 500,
impegna il Governo:
a prevedere per queste realtà specifici criteri, che nell'ottica di una più efficiente organizzazione tengano conto delle situazioni del territorio, suggerendo di concordare i criteri di razionalizzazione con le diverse realtà (enti locali, regioni, uffici scolastici regionali, ecc.), al fine di riuscire ad individuare il migliore parametro organizzativo, anche attraverso l'adozione di soluzioni territoriali originali, adattabili ai bisogni delle diverse aree;
a salvaguardare, nei regolamenti attuativi decreto-legge 25 giugno 2008, n. 122, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e correlati al presente provvedimento, la presenza della scuola primaria nei territori dei piccoli comuni, attraverso un'organizzazione didattica flessibile, che risponda a requisiti di qualità e di pari dignità formativa con le restanti istituzioni scolastiche del Paese;
a incoraggiare forme di organizzazione locale per l'ottimizzazione dei servizi, come l'associazione fra comuni, l'attivazione di nuove tecnologie a fini didattici e per l'apprendimento a distanza e l'individuazione di modelli organizzativi interni alle scuole alternativi a quelli attualmente adottati.
9/1634/61. Realacci.
La Camera,
premesso che:
in Italia il numero di comuni con una popolazione inferiore a 5000 abitanti è pari a 5.835 e rappresenta il 72 per cento del totale dei comuni. Il mantenimento dei servizi di base, come uffici postali, caserme e scuole è un requisito essenziale per creare in queste realtà le precondizioni per lo sviluppo, le opportunità di crescita economica e riequilibrioterritoriale e investire sulle peculiarità di questi territori con politiche di valorizzazione, di manutenzione, di opportunità che contrastino i pericoli di indebolimento;
i parametri per la razionalizzazione della scuola non possono non tenere conto di questa peculiarità del territorio italiano, caratterizzato dalla forte presenza di piccoli comuni, di piccole isole e da realtà comunali più popolose, con territori sparsi ricchi di frazioni, in cui sono presenti plessi scolastici;
i piccoli comuni rappresentano una realtà strategica per il presidio del territorio e la tenuta culturale ed identitaria del Paese e l'imposizione di obiettivi numerici a scala regionale, rischia di creare situazioni di svantaggio rispetto alla piena garanzia del diritto all'istruzione per i cittadini delle aree più marginali;
i tagli previsti dal provvedimento in esame al personale docente potrebbero avere gravi ripercussioni sulla sopravvivenza stessa delle scuole nei piccoli comuni. Alcuni dati, stimano, infatti, che circa 1.080 piccoli comuni verrebbero completamente privati della presenza di una scuola sul loro territorio se venisse applicato il criterio dell'accorpamento delle scuole con numero di alunni inferiori a 500,
impegna il Governo:
a prevedere per queste realtà specifici criteri, che nell'ottica di una più efficiente organizzazione tengano conto delle situazioni del territorio, attraverso apposito confronto con le diverse realtà (enti locali, regioni, uffici scolastici regionali, ecc.), al fine di riuscire ad individuare il migliore parametro organizzativo, anche attraverso l'adozione di soluzioni territoriali originali, adattabili ai bisogni delle diverse aree;
a salvaguardare, nei regolamenti attuativi decreto-legge 25 giugno 2008, n. 122, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e correlati al presente provvedimento, la presenza della scuola primaria nei territori dei piccoli comuni, attraverso un'organizzazione didattica flessibile, che risponda a requisiti di qualità e di pari dignità formativa con le restanti istituzioni scolastiche del Paese;
a incoraggiare forme di organizzazione locale per l'ottimizzazione dei servizi, come l'associazione fra comuni, l'attivazione di nuove tecnologie a fini didattici e per l'apprendimento a distanza e l'individuazione di modelli organizzativi interni alle scuole alternativi a quelli attualmente adottati.
9/1634/61. (Testo modificato nel corso della seduta)Realacci, Verini, Bocci, Marantelli, Mariani, Braga, Margiotta.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Venezia.
9/1634/62. Ferrari.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni.
9/1634/62. (Testo modificato nel corso della seduta)Ferrari.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Treviso.
9/1634/63. Fiano.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Belluno.
9/1634/64. Fluvi.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Pistoia.
9/1634/65. Duilio.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Massa Carrara.
9/1634/66. Esposito.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Terni.
9/1634/67. Fadda.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Perugia.
9/1634/68. Gianni Farina.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Aosta.
9/1634/69. Farina Coscioni.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Sondrio.
9/1634/70. Farinone.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Vicenza.
9/1634/71. Fedi.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Verona.
9/1634/72. Ferranti.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Ragusa.
9/1634/73. Ventura.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Grosseto.
9/1634/74. Verini.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Siena.
9/1634/75. Vernetti.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Prato.
9/1634/76. Villecco Calipari.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Lucca.
9/1634/77. Zampa.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Livorno.
9/1634/78. Zamparutti.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Firenze.
9/1634/79. Zucchi.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Arezzo.
9/1634/80. Zunino.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Pisa.
9/1634/81. D'Incecco.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Olbia-Tempio.
9/1634/82. Santagata.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Ogliastra.
9/1634/83. Sarubbi.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Medio Campidano.
9/1634/84. Sbrollini.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Carbonia-Iglesias.
9/1634/85. Scarpetti.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Sassari.
9/1634/86. Sposetti.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Oristano.
9/1634/87. Strizzolo.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Nuoro.
9/1634/88. Tenaglia.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Cagliari.
9/1634/89. Federico Testa.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Trapani.
9/1634/90. Tidei.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Siracusa.
9/1634/91. Touadi.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Agrigento.
9/1634/92. Trappolino.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Caltanissetta.
9/1634/93. Tullo.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Catania.
9/1634/94. Livia Turco.
La Camera,
premesso che:
in Italia esiste una disparità di trattamento tra gli insegnati di religione cattolica e gli insegnanti di tutte le altre discipline, fondata su una sperequazione imputabile, da ultimo, all'articolo 1-ter del decreto-legge 5 dicembre 2005, n.250, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 febbraio 2006, n. 27, il quale dispone che «gli insegnanti di religione cattolica destinatari dell'inquadramento nei ruoli previsti conservano, a titolo di assegno personale riassorbibile con i futuri miglioramenti economici e di carriera, l'eventuale differenza tra il trattamento economico in godimento e quello spettante in applicazione del suddetto inquadramento»;
l'istituzione dei ruoli degli insegnanti di religione cattolica è stata prevista dalla legge 18 luglio 2003, n. 186, nonostante l'insegnamento della religione cattolica non sia obbligatorio;
gli insegnanti precari di religione cattolica hanno ottenuto, sin dal 1980, uno scatto retributivo biennale pari al 2,5 per cento della retribuzione mensile totale e, dal 1988, gli scatti di anzianità normalmente previsti solo per gli insegnanti assunti a tempo indeterminato;
gli insegnanti precari di religione cattolica, all'atto dell'immissione in ruolo (ossia dell'assunzione a tempo indeterminato) mantengono, in aggiunta alla retribuzione ordinaria, sia gli aumenti retributivi biennali precedentemente goduti, sia gli scatti di anzianità maturati nel corso del rapporto di lavoro a tempo determinato. Da queste agevolazioni sono esclusi gli insegnanti delle altre materie che, al momento dell'immissione, in ruolo, non mantengono quanto maturato nella precedente condizione di insegnanti precari; il complesso normativo che disciplina il trattamento retributivo degli insegnanti di religione cattolica viola gli articoli 3 e 97 della Costituzione;
la stessa Corte Costituzionale ha più volte ribadito il principio di parità di trattamento in materia di occupazione e condizioni di lavoro nelle pubbliche amministrazioni;
il decreto legislativo 9 settembre 2003, n. 216, attuativo della direttiva 2000/78/CE, sancisce il principio della parità di trattamento in materia di occupazione e condizioni di lavoro,
impegna il Governo
ad adottare le misure normative necessarie ad assicurare parità di trattamento economico tra gli insegnanti di religione cattolica e tutti gli altri insegnanti del sistema nazionale di istruzione.
9/1634/95. Maurizio Turco, Mecacci.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Messina.
9/1634/96. Vassallo.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Palermo.
9/1634/97. Velo.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Cuneo.
9/1634/98. Pizzetti.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Biella.
9/1634/99. Pompili.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Asti.
9/1634/100. Porta.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti ad Alessandria.
9/1634/101. Portas.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Barletta-Andria-Trani.
9/1634/102. Rampi.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Taranto.
9/1634/103. Recchia.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Lecce.
9/1634/104. Ria.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Foggia.
9/1634/105. Rigoni.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Brindisi.
9/1634/106. Rossomando.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Bari.
9/1634/107. Sani.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Varese.
9/1634/108. Melis.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Monza e Brianza.
9/1634/109. Giorgio Merlo.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Mantova.
9/1634/110. Meta.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Lodi.
9/1634/111. Migliavacca.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Lecco.
9/1634/112. Miglioli.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Cremona.
9/1634/113. Minniti.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Como.
9/1634/114. Misiani.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Brescia.
9/1634/115. Morassut.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Bergamo.
9/1634/116. Mosella.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Fermo.
9/1634/117. Murer.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Ascoli Piceno.
9/1634/118. Narducci.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Ancona.
9/1634/119. Andrea Orlando.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Campobasso.
9/1634/120. Arturo Parisi.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Isernia.
9/1634/121. Pedoto.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Vercelli.
9/1634/122. Peluffo.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Teramo.
9/1634/123. Garavini.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Torino.
9/1634/124. Piccolo.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Novara.
9/1634/125. Pistelli.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Pesaro.
9/1634/126. Naccarato.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Macerata.
9/1634/127. Nannicini.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a L'Aquila.
9/1634/128. Fogliardi.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Chieti.
9/1634/129. Fontanelli.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Matera.
9/1634/130. Garofani.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Potenza.
9/1634/131. Gasbarra.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Vibo Valentia.
9/1634/132. Gatti.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Reggio Calabria.
9/1634/133. Genovese.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Crotone.
9/1634/134. Gentiloni Silveri.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Cosenza.
9/1634/135. Giacomelli.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Catanzaro.
9/1634/136. Giovanelli.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Salerno.
9/1634/137. Gnecchi.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Napoli.
9/1634/138. Grassi.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Caserta.
9/1634/139. Graziano.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Benevento.
9/1634/140. La Forgia.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Avellino.
9/1634/141. Laganà Fortugno.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Rimini.
9/1634/142. Lanzillotta.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Reggio Emilia.
9/1634/143. Laratta.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Ravenna.
9/1634/144. Lenzi.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Piacenza.
9/1634/145. Letta.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Frosinone.
9/1634/146. Mariani.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Genova.
9/1634/147. Cesare Marini.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Imperia.
9/1634/148. Marrocu.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a La Spezia.
9/1634/149. Martella.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Savona.
9/1634/150. Pierdomenico Martino.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Milano.
9/1634/151. Mastromauro.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Pavia.
9/1634/152. Mattesini.
La Camera,
premesso che:
la frequenza dell'ora di religione contribuisce alla determinazione del credito scolastico per l'ammissione agli esami di Stato;
la frequenza di tale insegnamento è sottoposta ad una dichiarazione dello studente maggiorenne, o di chi esercita la potestà genitoriale nel caso di studente minorenne, rendendo, di fatto, la materia religiosa un insegnamento facoltativo;
ai sensi dell'articolo 8, commi 13 e 14, dell'ordinanza ministeriale n. 26 Prot. 2578 del 15 marzo 2007, gli insegnanti che svolgono l'insegnamento della religione cattolica partecipano a pieno titolo alle deliberazioni del consiglio di classe concernenti l'attribuzione del credito scolastico agli alunni che si avvalgono di tale insegnamento e il giudizio formulato dai docenti riguarda l'interesse con cui l'alunno ha seguito l'insegnamento della religione cattolica, ivi compreso lo studio individuale che si sia tradotto in un arricchimento culturale;
per questa via si è cercato di reintrodurre surrettiziamente l'ora di religione fra le materie che concorrono a pieno titolo a formare la valutazione degli studenti per gli esami di Stato, determinando una situazione di discriminazione e disparitàfra gli studenti che si avvalgono dell'insegnamento della religione cattolica e quelli che non se ne avvalgono;
l'ordinanza appare in contrasto con il Testo unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione ed il principio supremo di laicità stabilito dalla Costituzione e ribadito dalla Corte costituzionale,
impegna il Governo:
ad adottare le opportune iniziative normative volte a rivedere complessivamente il sistema dei crediti scolastici e formativi per l'ammissione agli esami di Stato;
ad adottare le opportune iniziative volte a garantire che la frequenza o meno all'insegnamento della religione cattolica non costituisca fattore di discriminazione tra gli studenti ai fini della determinazione del credito scolastico per l'ammissione agli esami di Stato;
ad assicurare che le istituzioni scolastiche garantiscano, sulla base delle richieste delle famiglie degli studenti, l'offerta di attività scolastiche alternative all'interno delle istituzioni stesse;
ad assicurare che le scuole determinino le modalità di valutazione per la determinazione del credito scolastico e formativo delle attività alternative e degli studi individuali.
9/1634/153. Mecacci, Maurizio Turco.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Parma.
9/1634/154. Lo Moro.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Modena.
9/1634/155. Losacco.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Forlì-Cesena.
9/1634/156. Lovelli.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Ferrara.
9/1634/157. Lucà.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente unacopia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Bologna.
9/1634/158. Lulli.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Udine.
9/1634/159. Luongo.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Trieste.
9/1634/160. Lusetti.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamenteuna copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Pordenone.
9/1634/161. Madia.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Gorizia.
9/1634/162. Maran.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Viterbo.
9/1634/163. Marantelli.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente unacopia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Roma.
9/1634/164. Marchi.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Rieti.
9/1634/165. Marchignoli.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiali didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnati ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Latina.
9/1634/166. Margiotta.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 5 del provvedimento in esame prevede che gli organi scolastici adottino libri di testo in relazione ai quali l'editore si sia impegnato a mantenere invariato il contenuto per un quinquennio;
tali prescrizioni si aggiungono a quelle approvate dal decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, che obbligano tutte le scuole ad adottare esclusivamente libri utilizzabili nella versione on line scaricabili da internet;
l'introduzione di tali strumenti innovativi determina un aggravio di spesa per le scuole, per gli studenti e per le loro famiglie, che non potrebbero, per quei libri, fare come oggi ricorso al mercato dell'usato,
impegna il Governo
a individuare, anche nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse da destinare alle scuole, iniziando dalla regione Piemonte, necessarie all'acquisto di carta ecartucce per personal computer per la stampa dei libri di testo.
9/1634/167. Bellanova.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 5 del provvedimento in esame prevede che gli organi scolastici adottino libri di testo in relazione ai quali l'editore si sia impegnato a mantenere invariato il contenuto per un quinquennio;
tali prescrizioni si aggiungono a quelle approvate dal decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, che obbligano tutte le scuole ad adottare esclusivamente libri utilizzabili nella versione on line scaricabili da internet;
l'introduzione di tali strumenti innovativi determina un aggravio di spesa per le scuole, per gli studenti e per le loro famiglie, che non potrebbero, per quei libri, fare come oggi ricorso al mercato dell'usato,
impegna il Governo
a individuare, anche nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse da destinare alle scuole, iniziando dalla regione Valle d'Aosta, necessarie all'acquisto di carta e cartucce per personal computer per la stampa dei libri di testo.
9/1634/168. Bernardini.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 5 del provvedimento in esame prevede che gli organi scolastici adottino libri di testo in relazione ai quali l'editore si sia impegnato a mantenere invariato il contenuto per un quinquennio;
tali prescrizioni si aggiungono a quelle approvate dal decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, che obbligano tutte le scuole ad adottare esclusivamente libri utilizzabili nella versione on line scaricabili da internet;
l'introduzione di tali strumenti innovativi determina un aggravio di spesa per le scuole, per gli studenti e per le loro famiglie, che non potrebbero, per quei libri, fare come oggi ricorso al mercato dell'usato,
impegna il Governo
a individuare, anche nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse da destinare alle scuole, iniziando dalla regione Lombardia, necessarie all'acquisto di carta e cartucce per personal computer per la stampa dei libri di testo.
9/1634/169. Marchioni.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 5 del provvedimento in esame prevede che gli organi scolastici adottino libri di testo in relazione ai quali l'editore si sia impegnato a mantenere invariato il contenuto per un quinquennio;
tali prescrizioni si aggiungono a quelle approvate dal decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, che obbligano tutte le scuole ad adottare esclusivamente libri utilizzabili nella versione on line scaricabili da internet;
l'introduzione di tali strumenti innovativi determina un aggravio di spesa per le scuole, per gli studenti e per le loro famiglie, che non potrebbero, per quei libri, fare come oggi ricorso al mercato dell'usato,
impegna il Governo
a individuare, anche nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse da destinare alle scuole, iniziando dalla Provinciaautonoma di Bolzano, necessarie all'acquisto di carta e cartucce per personal computer per la stampa dei libri di testo.
9/1634/170. Miotto.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 5 del provvedimento in esame prevede che gli organi scolastici adottino libri di testo in relazione ai quali l'editore si sia impegnato a mantenere invariato il contenuto per un quinquennio;
tali prescrizioni si aggiungono a quelle approvate dal decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, che obbligano tutte le scuole ad adottare esclusivamente libri utilizzabili nella versione on line scaricabili da internet;
l'introduzione di tali strumenti innovativi determina un aggravio di spesa per le scuole, per gli studenti e per le loro famiglie, che non potrebbero, per quei libri, fare come oggi ricorso al mercato dell'usato,
impegna il Governo
a individuare, anche nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse da destinare alle scuole, iniziando dalla Provincia autonoma di Trento, necessarie all'acquisto di carta e cartucce per personal computer per la stampa dei libri di testo.
9/1634/171. Mogherini Rebesani.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 5 del provvedimento in esame prevede che gli organi scolastici adottino libri di testo in relazione ai quali l'editore si sia impegnato a mantenere invariato il contenuto per un quinquennio;
tali prescrizioni si aggiungono a quelle approvate dal decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, che obbligano tutte le scuole ad adottare esclusivamente libri utilizzabili nella versione on line scaricabili da internet;
l'introduzione di tali strumenti innovativi determina un aggravio di spesa per le scuole, per gli studenti e per le loro famiglie, che non potrebbero, per quei libri, fare come oggi ricorso al mercato dell'usato,
impegna il Governo
a individuare, anche nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse da destinare alle scuole, iniziando dalla regione Veneto, necessarie all'acquisto di carta e cartucce per personal computer per la stampa dei libri di testo.
9/1634/172. Pollastrini.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 5 del provvedimento in esame prevede che gli organi scolastici adottino libri di testo in relazione ai quali l'editore si sia impegnato a mantenere invariato il contenuto per un quinquennio;
tali prescrizioni si aggiungono a quelle approvate dal decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, che obbligano tutte le scuole ad adottare esclusivamente libri utilizzabili nella versione on line scaricabili da internet;
l'introduzione di tali strumenti innovativi determina un aggravio di spesa per le scuole, per gli studenti e per le loro famiglie, che non potrebbero, per quei libri, fare come oggi ricorso al mercato dell'usato,
impegna il Governo
a individuare, anche nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse da destinare alle scuole, iniziando dalla regione Friuli Venezia Giulia, necessarie all'acquistodi carta e cartucce per personal computer per la stampa dei libri di testo.
9/1634/173. Samperi, Monai.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 5 del provvedimento in esame prevede che gli organi scolastici adottino libri di testo in relazione ai quali l'editore si sia impegnato a mantenere invariato il contenuto per un quinquennio;
tali prescrizioni si aggiungono a quelle approvate dal decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, che obbligano tutte le scuole ad adottare esclusivamente libri utilizzabili nella versione on line scaricabili da internet;
l'introduzione di tali strumenti innovativi determina un aggravio di spesa per le scuole, per gli studenti e per le loro famiglie, che non potrebbero, per quei libri, fare come oggi ricorso al mercato dell'usato,
impegna il Governo
a individuare, anche nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse da destinare alle scuole, iniziando dalla regione Liguria, necessarie all'acquisto di carta e cartucce per personal computer per la stampa dei libri di testo.
9/1634/174. Sanga.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 5 del provvedimento in esame prevede che gli organi scolastici adottino libri di testo in relazione ai quali l'editore si sia impegnato a mantenere invariato il contenuto per un quinquennio;
tali prescrizioni si aggiungono a quelle approvate dal decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, che obbligano tutte le scuole ad adottare esclusivamente libri utilizzabili nella versione on line scaricabili da internet;
l'introduzione di tali strumenti innovativi determina un aggravio di spesa per le scuole, per gli studenti e per le loro famiglie, che non potrebbero, per quei libri, fare come oggi ricorso al mercato dell'usato,
impegna il Governo
a individuare, anche nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse da destinare alle scuole, iniziando dalla regione Emilia Romagna, necessarie all'acquisto di carta e cartucce per personal computer per la stampa dei libri di testo.
9/1634/175. Tempestini.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 5 del provvedimento in esame prevede che gli organi scolastici adottino libri di testo in relazione ai quali l'editore si sia impegnato a mantenere invariato il contenuto per un quinquennio;
tali prescrizioni si aggiungono a quelle approvate dal decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, che obbligano tutte le scuole ad adottare esclusivamente libri utilizzabili nella versione on line scaricabili da internet;
l'introduzione di tali strumenti innovativi determina un aggravio di spesa per le scuole, per gli studenti e per le loro famiglie, che non potrebbero, per quei libri, fare come oggi ricorso al mercato dell'usato,
impegna il Governo
a individuare, anche nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse da destinarealle scuole, iniziando dalla regione Toscana, necessarie all'acquisto di carta e cartucce per personal computer per la stampa dei libri di testo.
9/1634/176. Vaccaro.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 5 del provvedimento in esame prevede che gli organi scolastici adottino libri di testo in relazione ai quali l'editore si sia impegnato a mantenere invariato il contenuto per un quinquennio;
tali prescrizioni si aggiungono a quelle approvate dal decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, che obbligano tutte le scuole ad adottare esclusivamente libri utilizzabili nella versione on line scaricabili da internet;
l'introduzione di tali strumenti innovativi determina un aggravio di spesa per le scuole, per gli studenti e per le loro famiglie, che non potrebbero, per quei libri, fare come oggi ricorso al mercato dell'usato,
impegna il Governo
a individuare, anche nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse da destinare alle scuole, iniziando dalla regione Lazio, necessarie all'acquisto di carta e cartucce per personal computer per la stampa dei libri di testo.
9/1634/177. Agostini.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 5 del provvedimento in esame prevede che gli organi scolastici adottino libri di testo in relazione ai quali l'editore si sia impegnato a mantenere invariato il contenuto per un quinquennio;
tali prescrizioni si aggiungono a quelle approvate dal decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, che obbligano tutte le scuole ad adottare esclusivamente libri utilizzabili nella versione on line scaricabili da internet;
l'introduzione di tali strumenti innovativi determina un aggravio di spesa per le scuole, per gli studenti e per le loro famiglie, che non potrebbero, per quei libri, fare come oggi ricorso al mercato dell'usato,
impegna il Governo
a individuare, anche nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse da destinare alle scuole, iniziando dalla regione Marche, necessarie all'acquisto di carta e cartucce per personal computer per la stampa dei libri di testo.
9/1634/178. Viola.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 5 del provvedimento in esame prevede che gli organi scolastici adottino libri di testo in relazione ai quali l'editore si sia impegnato a mantenere invariato il contenuto per un quinquennio;
tali prescrizioni si aggiungono a quelle approvate dal decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, che obbligano tutte le scuole ad adottare esclusivamente libri utilizzabili nella versione on line scaricabili da internet;
l'introduzione di tali strumenti innovativi determina un aggravio di spesa per le scuole, per gli studenti e per le loro famiglie, che non potrebbero, per quei libri, fare come oggi ricorso al mercato dell'usato,
impegna il Governo
a individuare, anche nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse da destinare alle scuole, iniziando dalla regioneAbruzzo, necessarie all'acquisto di carta e cartucce per personal computer per la stampa dei libri di testo.
9/1634/179. Albonetti.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 5 del provvedimento in esame prevede che gli organi scolastici adottino libri di testo in relazione ai quali l'editore si sia impegnato a mantenere invariato il contenuto per un quinquennio;
tali prescrizioni si aggiungono a quelle approvate dal decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, che obbligano tutte le scuole ad adottare esclusivamente libri utilizzabili nella versione on line scaricabili da internet;
l'introduzione di tali strumenti innovativi determina un aggravio di spesa per le scuole, per gli studenti e per le loro famiglie, che non potrebbero, per quei libri, fare come oggi ricorso al mercato dell'usato,
impegna il Governo
a individuare, anche nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse da destinare alle scuole, iniziando dalla regione Molise, necessarie all'acquisto di carta e cartucce per personal computer per la stampa dei libri di testo.
9/1634/180. Amici.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 5 del provvedimento in esame prevede che gli organi scolastici adottino libri di testo in relazione ai quali l'editore si sia impegnato a mantenere invariato il contenuto per un quinquennio;
tali prescrizioni si aggiungono a quelle approvate dal decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, che obbligano tutte le scuole ad adottare esclusivamente libri utilizzabili nella versione on line scaricabili da internet;
l'introduzione di tali strumenti innovativi determina un aggravio di spesa per le scuole, per gli studenti e per le loro famiglie, che non potrebbero, per quei libri, fare come oggi ricorso al mercato dell'usato,
impegna il Governo
a individuare, anche nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse da destinare alle scuole, iniziando dalla regione Campania, necessarie all'acquisto di carta e cartucce per personal computer per la stampa dei libri di testo.
9/1634/181. Argentin.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 5 del provvedimento in esame prevede che gli organi scolastici adottino libri di testo in relazione ai quali l'editore si sia impegnato a mantenere invariato il contenuto per un quinquennio;
tali prescrizioni si aggiungono a quelle approvate dal decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, che obbligano tutte le scuole ad adottare esclusivamente libri utilizzabili nella versione on line scaricabili da internet;
l'introduzione di tali strumenti innovativi determina un aggravio di spesa per le scuole, per gli studenti e per le loro famiglie, che non potrebbero, per quei libri, fare come oggi ricorso al mercato dell'usato,
impegna il Governo
a individuare, anche nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse da destinare alle scuole, iniziando dalla regionePuglia, necessarie all'acquisto di carta e cartucce per personal computer per la stampa dei libri di testo.
9/1634/182. Barbi.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 5 del provvedimento in esame prevede che gli organi scolastici adottino libri di testo in relazione ai quali l'editore si sia impegnato a mantenere invariato il contenuto per un quinquennio;
tali prescrizioni si aggiungono a quelle approvate dal decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, che obbligano tutte le scuole ad adottare esclusivamente libri utilizzabili nella versione on line scaricabili da internet;
l'introduzione di tali strumenti innovativi determina un aggravio di spesa per le scuole, per gli studenti e per le loro famiglie, che non potrebbero, per quei libri, fare come oggi ricorso al mercato dell'usato,
impegna il Governo
a individuare, anche nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse da destinare alle scuole, iniziando dalla regione Basilicata, necessarie all'acquisto di carta e cartucce per personal computer per la stampa dei libri di testo.
9/1634/183. Baretta.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 5 del provvedimento in esame prevede che gli organi scolastici adottino libri di testo in relazione ai quali l'editore si sia impegnato a mantenere invariato il contenuto per un quinquennio;
tali prescrizioni si aggiungono a quelle approvate dal decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, che obbligano tutte le scuole ad adottare esclusivamente libri utilizzabili nella versione on line scaricabili da internet;
l'introduzione di tali strumenti innovativi determina un aggravio di spesa per le scuole, per gli studenti e per le loro famiglie, che non potrebbero, per quei libri, fare come oggi ricorso al mercato dell'usato,
impegna il Governo
a individuare, anche nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse da destinare alle scuole, iniziando dalla regione Calabria, necessarie all'acquisto di carta e cartucce per personal computer per la stampa dei libri di testo.
9/1634/184. Beltrandi.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 5 del provvedimento in esame prevede che gli organi scolastici adottino libri di testo in relazione ai quali l'editore si sia impegnato a mantenere invariato il contenuto per un quinquennio;
tali prescrizioni si aggiungono a quelle approvate dal decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, che obbligano tutte le scuole ad adottare esclusivamente libri utilizzabili nella versione on line scaricabili da internet;
l'introduzione di tali strumenti innovativi determina un aggravio di spesa per le scuole, per gli studenti e per le loro famiglie, che non potrebbero, per quei libri, fare come oggi ricorso al mercato dell'usato,
impegna il Governo
a individuare, anche nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse da destinare alle scuole, iniziando dalla regioneSicilia, necessarie all'acquisto di carta e cartucce per personal computer per la stampa dei libri di testo.
9/1634/185. Benamati.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 5 del provvedimento in esame prevede che gli organi scolastici adottino libri di testo in relazione ai quali l'editore si sia impegnato a mantenere invariato il contenuto per un quinquennio;
tali prescrizioni si aggiungono a quelle approvate dal decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, che obbligano tutte le scuole ad adottare esclusivamente libri utilizzabili nella versione on line scaricabili da internet;
l'introduzione di tali strumenti innovativi determina un aggravio di spesa per le scuole, per gli studenti e per le loro famiglie, che non potrebbero, per quei libri, fare come oggi ricorso al mercato dell'usato,
impegna il Governo
a individuare, anche nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse da destinare alle scuole, iniziando dalla regione Sardegna, necessarie all'acquisto di carta e cartucce per personal computer per la stampa dei libri di testo.
9/1634/186. Berretta.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nell'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnanti;
l'articolo 5-bis del disegno di legge in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti che hanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché sia consentito agli specializzandi che per motivi di ricerca si sono trasferiti in Germania di terminare i corsi «congelati» prima della partenza e conseguire l'abilitazione, anche con modalità diverse da disciplinare con decreto ministeriale.
9/1634/187. Binetti.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nell'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnanti;
l'articolo 5-bis del disegno di legge in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti che hanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché sia consentito agli specializzandi che per motivi di ricerca si sono trasferiti in Russia di terminare i corsi «congelati» prima della partenza e conseguire l'abilitazione, anche con modalità diverse da disciplinare con decreto ministeriale.
9/1634/188. Bobba.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dallalegge del 6 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nell'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnanti;
l'articolo 5-bis del disegno di legge in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti che hanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché sia consentito agli specializzandi che per motivi di ricerca si sono trasferiti in Portogallo di terminare i corsi «congelati» prima della partenza e conseguire l'abilitazione, anche con modalità diverse da disciplinare con decreto ministeriale.
9/1634/189. Bocci.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nell'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnanti;
l'articolo 5-bis del disegno di legge in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti che hanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché sia consentito agli specializzandi che per motivi di ricerca si sono trasferiti in Serbia di terminare i corsi «congelati» prima della partenza e conseguire l'abilitazione, anche con modalità diverse da disciplinare con decreto ministeriale.
9/1634/190. Boccia.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nell'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnanti;
l'articolo 5-bis del disegno di legge in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti che hanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché sia consentito agli specializzandi che per motivi di ricerca si sono trasferiti in Bulgaria di terminare i corsi «congelati» prima della partenza e conseguire l'abilitazione, anche con modalità diverse da disciplinare con decreto ministeriale.
9/1634/191. Boccuzzi.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nell'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnanti;
l'articolo 5-bis del disegno di legge in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti che hanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché sia consentito agli specializzandi che per motivi di ricerca si sono trasferiti in Svezia di terminare i corsi «congelati»prima della partenza e conseguire l'abilitazione, anche con modalità diverse da disciplinare con decreto ministeriale.
9/1634/192. Bossa.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nell'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnanti;
l'articolo 5-bis del disegno di legge in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti che hanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché sia consentito agli specializzandi che per motivi di ricerca si sono trasferiti in Polonia di terminare i corsi «congelati» prima della partenza e conseguire l'abilitazione, anche con modalità diverse da disciplinare con decreto ministeriale.
9/1634/193. Bonavitacola.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nell'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnanti;
l'articolo 5-bis del disegno di legge in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti che hanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché sia consentito agli specializzandi che per motivi di ricerca si sono trasferiti in Irlanda di terminare i corsi «congelati» prima della partenza e conseguire l'abilitazione, anche con modalità diverse da disciplinare con decreto ministeriale.
9/1634/194. Bordo.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nel l'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnanti;
l'articolo 5-bis del disegno di legge in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti che hanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché sia consentito agli specializzandi che per motivi di ricerca si sono trasferiti in Repubblica Ceca di terminare i corsi «congelati» prima della partenza e conseguire l'abilitazione, anche con modalità diverse da disciplinare con decreto ministeriale.
9/1634/195. Braga.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nell'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnanti;
l'articolo 5-bis del disegno di legge in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti che hanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché sia consentito agli specializzandi che per motivi di ricerca si sono trasferiti in Francia di terminare i corsi «congelati» prima della partenza e conseguire l'abilitazione, anche con modalità diverse da disciplinare con decreto ministeriale.
9/1634/196. Brandolini.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nell'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnanti;
l'articolo 5-bis del disegno di legge in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti che hanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché sia consentito agli specializzandi che per motivi di ricerca si sono trasferiti in Gran Bretagna di terminare i corsi «congelati» prima della partenza e conseguire l'abilitazione, anche con modalità diverse da disciplinare con decreto ministeriale.
9/1634/197. Bratti.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nell'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnanti;
l'articolo 5-bis del disegno di legge in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti che hanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché sia consentito agli specializzandi che per motivi di ricerca si sono trasferiti in Grecia di terminare i corsi «congelati» prima della partenza e conseguire l'abilitazione, anche con modalità diverse da disciplinare con decreto ministeriale.
9/1634/198. Bucchino.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nell'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnanti;
l'articolo 5-bis del disegno di legge in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti che hanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché sia consentito agli specializzandi che per motivi di ricerca si sono trasferiti in Belgio di terminare i corsi «congelati» prima della partenza e conseguire l'abilitazione, anche con modalità diverse da disciplinare con decreto ministeriale.
9/1634/199. Calearo Ciman.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nell'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnanti;
l'articolo 5-bis del disegno di legge in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti che hanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché sia consentito agli specializzandi che per motivi di ricerca si sono trasferiti in Slovenia di terminare i corsi «congelati» prima della partenza e conseguire l'abilitazione, anche con modalità diverse da disciplinare con decreto ministeriale.
9/1634/200. Calgaro.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nell'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnanti;
l'articolo 5-bis del disegno di legge in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti che hanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché sia consentito agli specializzandi che per motivi di ricerca si sono trasferiti in Turchia di terminare i corsi «congelati» prima della partenza e conseguire l'abilitazione, anche con modalità diverse da disciplinare con decreto ministeriale.
9/1634/201. Calvisi.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nell'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnanti;
l'articolo 5-bis del disegno di legge in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti che hanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché sia consentito agli specializzandi che per motivi di ricerca si sono trasferiti in Finlandia di terminare i corsi «congelati» prima della partenza e conseguire l'abilitazione, anche con modalità diverse da disciplinare con decreto ministeriale.
9/1634/202. Capano.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nell'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnanti;
l'articolo 5-bis del disegno di legge in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti chehanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché sia consentito agli specializzandi che per motivi di ricerca si sono trasferiti in Islanda di terminare i corsi «congelati» prima della partenza e conseguire l'abilitazione, anche con modalità diverse da disciplinare con decreto ministeriale.
9/1634/203. Capodicasa.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nell'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnanti;
l'articolo 5-bis del disegno di legge in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti che hanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché sia consentito agli specializzandi che per motivi di ricerca si sono trasferiti in Lituania di terminare i corsi «congelati» prima della partenza e conseguire l'abilitazione, anche con modalità diverse da disciplinare con decreto ministeriale.
9/1634/204. Carella.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nell'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnanti;
l'articolo 5-bis del disegno di legge in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti che hanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché sia consentito agli specializzandi che per motivi di ricerca si sono trasferiti in Slovacchia di terminare i corsi «congelati» prima della partenza e conseguire l'abilitazione, anche con modalità diverse da disciplinare con decreto ministeriale.
9/1634/205. Marco Carra.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nell'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnanti;
l'articolo 5-bis del disegno di legge in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti che hanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché sia consentito agli specializzandi che per motivi di ricerca si sono trasferiti in Spagna di terminare i corsi «congelati» prima della partenza e conseguire l'abilitazione, anche con modalità diverse da disciplinare con decreto ministeriale.
9/1634/206. Causi.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dallalegge del 6 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nell'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnanti;
l'articolo 5-bis del disegno di legge in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti che hanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché sia consentito agli specializzandi che per motivi di ricerca si sono trasferiti in Austria di terminare i corsi «congelati» prima della partenza e conseguire l'abilitazione, anche con modalità diverse da disciplinare con decreto ministeriale.
9/1634/207. Cavallaro.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nell'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnanti;
l'articolo 5-bis del disegno di legge in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti che hanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché sia consentito agli specializzandi che per motivi di ricerca si sono trasferiti in Svizzera di terminare i corsi «congelati» prima della partenza e conseguire l'abilitazione, anche con modalità diverse da disciplinare con decreto ministeriale.
9/1634/208. Ceccuzzi.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nell'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnanti;
l'articolo 5-bis del disegno di legge in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti che hanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché sia consentito agli specializzandi che per motivi di ricerca si sono trasferiti in Olanda di terminare i corsi «congelati» prima della partenza e conseguire l'abilitazione, anche con modalità diverse da disciplinare con decreto ministeriale.
9/1634/209. Cenni.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nell'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnanti;
l'articolo 5-bis del disegno di legge in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti che hanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché sia consentito agli specializzandi che per motivi di ricerca si sono trasferiti in Croazia di terminare i corsi «congelati»prima della partenza e conseguire l'abilitazione, anche con modalità diverse da disciplinare con decreto ministeriale.
9/1634/210. Ciriello.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nell'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnanti;
l'articolo 5-bis del disegno di legge in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti che hanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché sia consentito agli specializzandi che per motivi di ricerca si sono trasferiti in Romania di terminare i corsi «congelati» prima della partenza e conseguire l'abilitazione, anche con modalità diverse da disciplinare con decreto ministeriale.
9/1634/211. Colaninno.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nell'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnanti;
l'articolo 5-bis del disegno di legge in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti che hanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché sia consentito agli specializzandi che per motivi di ricerca si sono trasferiti in Norvegia di terminare i corsi «congelati» prima della partenza e conseguire l'abilitazione, anche con modalità diverse da disciplinare con decreto ministeriale.
9/1634/212. Colombo.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nell'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnanti;
l'articolo 5-bis del disegno di legge in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti che hanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché sia consentito agli specializzandi che per motivi di ricerca si sono trasferiti in Malta di terminare i corsi «congelati» prima della partenza e conseguire l'abilitazione, anche con modalità diverse da disciplinare con decreto ministeriale.
9/1634/213. Corsini.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nell'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnanti;
l'articolo 5-bis del disegno di legge in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti che hanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché sia consentito agli specializzandi che per motivi di ricerca si sono trasferiti in Ungheria di terminare i corsi «congelati» prima della partenza e conseguire l'abilitazione, anche con modalità diverse da disciplinare con decreto ministeriale.
9/1634/214. Cuperlo.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nell'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnanti;
l'articolo 5-bis del disegno di legge in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti che hanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché sia consentito agli specializzandi che per motivi di ricerca si sono trasferiti in Ucraina di terminare i corsi «congelati» prima della partenza e conseguire l'abilitazione, anche con modalità diverse da disciplinare con decreto ministeriale.
9/1634/215. Dal Moro.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nell'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnanti;
l'articolo 5-bis del disegno di legge in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti che hanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché sia consentito agli specializzandi che per motivi di ricerca si sono trasferiti in Macedonia di terminare i corsi «congelati» prima della partenza e conseguire l'abilitazione, anche con modalità diverse da disciplinare con decreto ministeriale.
9/1634/216. Damiano.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nell'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnanti;
l'articolo 5-bis del disegno di legge in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti che hanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché sia consentito agli specializzandi che per motivi di ricerca si sono trasferiti in Albania di terminare i corsi «congelati» prima della partenza e conseguire l'abilitazione, anche con modalità diverse da disciplinare con decreto ministeriale.
9/1634/217. D'Antona.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nell'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnanti;
l'articolo 5-bis del disegno di legge in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti che hanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché sia consentito agli specializzandi che per motivi di ricerca si sono trasferiti in Repubblica Moldava di terminare i corsi «congelati» prima della partenza e conseguire l'abilitazione, anche con modalità diverse da disciplinare con decreto ministeriale.
9/1634/218. D'Antoni.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nell'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnanti;
l'articolo 5-bis del disegno di legge in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti che hanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché sia consentito agli specializzandi che per motivi di ricerca si sono trasferiti in Lussemburgo di terminare i corsi «congelati» prima della partenza e conseguire l'abilitazione, anche con modalità diverse da disciplinare con decreto ministeriale.
9/1634/219. De Micheli.
La Camera,
premesso che:
il combinato disposto dell'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 agosto 2008, n. 133, e del provvedimento in esame ha un'incidenza negativa circa la presenza, diffusione e qualificazione delle scuole di base nel territorio, in particolare nei piccoli comuni, nelle comunità montane e nelle piccole isole;
il contrasto della dispersione scolastica e dell'insuccesso formativo rappresenta un benchmark fondamentale degli obiettivi di Lisbona 2000 che il nostro Paese è tenuto a rispettare ed è positivamente correlato alla presenza di una rete scolastica efficiente e di qualità a partire dalle zone più svantaggiate sotto il profilo territoriale;
il nostro Paese vede un'ampia presenza di piccoli comuni di montagna che rappresentano un tessuto sociale e civile di fondamentale importanza, da salvaguardare anche attraverso idonee politiche scolastiche e di sostegno finanziario perequativo,
impegna il Governo
a salvaguardare, nei regolamenti attuativi del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 agosto 2008, n. 133, e correlati al presente provvedimento, la presenza della scuola primaria nei piccoli comuni di montagna attraverso un'organizzazione didattica flessibile, che risponda a requisiti di qualità e di pari dignità formativa con le restanti istituzioni scolastiche del Paese.
9/1634/220. Quartiani.
La Camera,
premesso che:
il combinato disposto dell'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 agosto 2008, n. 133, e del provvedimento in esame ha un'incidenza negativa circa la presenza, diffusione e qualificazione delle scuole di base nel territorio, in particolare nei piccoli comuni, nelle comunità montane e nelle piccole isole;
il contrasto della dispersione scolastica e dell'insuccesso formativo rappresenta un benchmark fondamentale degli obiettivi di Lisbona 2000 che il nostro Paese è tenuto a rispettare ed è positivamente correlato alla presenza di una rete scolastica efficiente e di qualità a partire dalle zone più svantaggiate sotto il profilo territoriale;
il nostro Paese vede un'ampia presenza di piccoli comuni di montagna che rappresentano un tessuto sociale e civile di fondamentale importanza, da salvaguardare anche attraverso idonee politiche scolastiche e di sostegno finanziario perequativo,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di salvaguardare, nei regolamenti attuativi del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 agosto 2008, n. 133, e correlati al presente provvedimento, la presenza della scuola primaria nei piccoli comuni di montagna attraverso un'organizzazione didattica flessibile, che risponda a requisiti di qualità e di pari dignità formativa con le restanti istituzioni scolastiche del Paese.
9/1634/220. (Testo modificato nel corso della seduta)Quartiani.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nell'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnanti;
l'articolo 5-bis del decreto in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti che hanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché sia consentito agli specializzandi, che per motivi di ricerca si sono trasferiti a Lisbona, di terminare i corsi «congelati» prima della partenza e conseguire l'abilitazione anche con modalità diverse da disciplinare con decreto ministeriale.
9/1634/221. Giachetti.
La Camera,
premesso che:
la Costituzione si apre con un gruppo di 12 articoli in cui sono enunciati i fondamenti dell'ordinamento giuridico della Repubblica italiana;
i principi costituzionali non sono relegati in un preambolo separato dal testo della Costituzione come si verifica per alcune costituzioni straniere, ma fanno direttamente parte della Carta fondamentale e costituiscono i criteri guida cui i pubblici poteri e gli interpreti devono conformarsi;
tra questi principi è compreso, all'articolo 5, il «principio autonomista», che assicura alle collettività territoriali una forte autonomia dallo Stato (con conseguente attribuzione di poteri normativi e amministrativi propri) grazie alla quale i cittadini sono in grado di partecipare più da vicino alla vita politica del Paese;
gli enti locali, le Province e i Comuni, godono di autonomia politico-amministrativa,normativa e statutaria: insieme allo Stato costituiscono la Repubblica italiana;
la Costituzione valorizza il cittadino nella sua dimensione sociale; tale processo si completa con il riconoscimento dell'autonomia delle collettività territoriali che possono adottare regolamenti, vale a dire atti formalmente amministrativi, ma sostanzialmente normativi;
nel novellato testo costituzionale spetta al legislatore statale disciplinare le funzioni fondamentali, gli organi di governo e i sistemi elettorali degli enti locali. Tuttavia lo Statuto dell'ente locale, pur soggetto ai soli principi costituzionali, dovrà comunque coordinarsi con la legislazione statale e regionale;
il Comune è il più antico ente locale originario che rappresenta la propria comunità, mentre la Provincia è l'ente locale intermedio fra Comune e Regione. Entrambi curano gli interessi, la promozione e lo sviluppo delle rispettive comunità,
impegna il Governo
a promuovere iniziative per attivare lo studio dei singoli Statuti degli enti locali, atti contenenti le disposizioni fondamentali e i principi programmatici relativi all'organizzazione e ai fini che i singoli enti si propongono di realizzare.
9/1634/222. Rivolta.
La Camera,
premesso che:
il Governo ha premiato nei giorni scorsi 20 dei 4.000 ragazzi che in Italia hanno ottenuto il 100 e lode alla maturità,
impegna il Governo
a promuovere il maggior numero di iniziative possibili per l'incremento e la valorizzazione delle eccellenze scolastiche.
9/1634/223. Baldelli.
La Camera,
premesso che:
di recente il Governo ha deciso di sospendere l'accesso alle Scuole di specializzazione per l'insegnamento secondario, le cosiddette SSIS attivate presso le università, in attesa di una riforma delle classi di concorso e dell'accesso all'insegnamento;
in Alto Adige l'accesso all'attività di insegnante delle scuole secondarie di primo e secondo grado prevede la frequenza di un corso di formazione di tipo universitario al quale si accede tramite la laurea del vecchio ordinamento o attraverso la laurea specialistica/magistrale. Con l'abolizione delle scuole di specializzazione si toglie agli aspiranti docenti che hanno appena terminato gli studi in Austria o in Germania la possibilità di proseguire la propria formazione in Italia per la carriera di insegnante. Si ritarda così di fatto il loro ingresso nel mondo del lavoro e la scuola altoatesina ne risulta notevolmente svantaggiata e con essa anche gli insegnanti di lingua tedesca e ladina, ai quali nessuna università italiana avrebbe interesse ad offrire corsi in tedesco o finalizzati all'abilitazione per classi di concorso previste esclusivamente nella Provincia autonoma di Bolzano;
le scuole di lingua tedesca e ladina della Provincia di Bolzano sono pressoché impossibilitate a reclutare insegnanti nelle altre regioni italiane di madrelingua tedesca e ladina. Il fabbisogno di personale docente nelle scuole altoatesine si è ampliato, tanto che la Libera università di Bolzano aveva deciso proprio quest'anno di allargare la propria offerta formativa ad altre classi di concorso;
al momento la maggior parte dei posti disponibili è coperta da supplenti che attendono proprio di poter conseguire l'abilitazione all'insegnamento,
impegna il Governo
nell'ambito dell'annunciata riforma delle classi di concorso e dell'accesso all'insegnamento,a consentire alla Libera università di Bolzano di proseguire con l'attività della scuola di specializzazione per l'insegnamento superiore (SSIS) almeno fino all'entrata in vigore della nuova riforma, anche tenendo conto del diritto alla formazione nella propria madrelingua garantito dalle leggi sulla tutela delle minoranze linguistiche.
9/1634/224. Zeller, Brugger, Froner, Gnecchi.
La Camera,
premesso che:
con il decreto in esame viene completata la disciplina relativa alla scelta dei libri di testo nelle scuole, già in parte adottata con l'articolo 15 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 agosto 2008, n. 133;
in particolare il testo introduce l'obbligo dell'adozione, da parte degli organi scolastici, dei libri di testo nella scuola primaria con una cadenza quinquennale e nella scuola secondaria di primo e secondo grado ogni sei anni, salvo che per la pubblicazione di eventuali appendici di aggiornamento;
è inoltre affidato al dirigente scolastico il compito di vigilare affinché gli organi competenti assumano le proprie determinazioni in tema di libri scolastici nel rispetto della normativa vigente,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a prevedere meccanismi atti a rendere sanzionabili eventuali decisioni da parte dell'editore che non renda disponibile, nell'arco di tempo previsto dalla norma, l'edizione dei libri adottata e a prevedere misure opportune al fine di evitare che gli istituti scolastici facciano registrare sforamenti del prezzo massimo complessivo della dotazione libraria necessaria rispetto ai tetti di spesa per i testi scolastici adottati in ciascun anno dalla scuola secondaria superiore.
9/1634/225. Volontè.
La Camera,
premesso che:
il decreto in esame prevede norme precise per la scelta dei libri di testo nelle scuole;
il provvedimento stabilisce l'adozione, da parte degli organi scolastici, dei libri di testo nella scuola primaria con cadenza quinquennale e nella scuola secondaria di primo e secondo grado ogni sei anni, salvo che per la pubblicazione di appendici di aggiornamento;
le famiglie non possono essere escluse totalmente da una scelta che dovrebbe al contrario coinvolgerle,
impegna il Governo
ad adottare misure atte a prevedere un coinvolgimento dei genitori e degli studenti nella scelta e nell'adozione dei libri di testo, anche ai fini di una valorizzazione del Consiglio di istituto.
9/1634/226. Ciccanti.
La Camera,
premesso che:
il decreto in esame prevede norme precise per la scelta dei libri di testo nelle scuole;
il provvedimento stabilisce l'adozione, da parte degli organi scolastici, dei libri di testo nella scuola primaria con cadenza quinquennale e nella scuola secondaria di primo e secondo grado ogni cinque anni, salvo che per la pubblicazione di appendici di aggiornamento;
le famiglie non possono essere escluse totalmente da una scelta che dovrebbe al contrario coinvolgerle,
impegna il Governo
ad adottare misure atte a prevedere un coinvolgimento dei genitori e degli studenti nella scelta e nell'adozione dei libri di testo, anche ai fini di una valorizzazione del Consiglio di classe.
9/1634/226. (Testo modificato nel corso della seduta)Ciccanti.
La Camera,
premesso che:
i dati forniti dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca dimostrano, a differenza degli altri Paesi europei e dell'OCSE, un grave processo di invecchiamento delle risorse umane nella scuola italiana a causa della mancata immissione nei ruoli di nuovi docenti,
impegna il Governo
nell'ambito delle procedure di contenimento delle spesa previste dall'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 agosto 2008, n. 133, che prevedono una riduzione del numero delle classi e conseguentemente degli insegnanti, a valutare la possibilità di limitare al 50 per cento il blocco del turn over per il suddetto contenimento e procedere per il restante 50 per cento al reclutamento di giovani laureati mediante concorso.
9/1634/227. Tassone.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 4 del decreto in esame mira a integrare l'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, prevedendo che, al fine di ridisegnare l'assetto dell'organizzazione didattica della scuola primaria, sia consentito alle scuole di costituire classi affidate a un unico insegnante, con articolazione del tempo-scuola su ventiquattro ore settimanali, a differenza di quanto è attualmente previsto per le classi destinate a funzionare attraverso un gruppo docente;
nonostante le rassicurazioni si paventano delle ricadute negative sull'attuale natura e organizzazione del tempo pieno;
si paventano oneri aggiuntivi per la famiglie o per gli enti locali,
impegna il Governo
a garantire la prosecuzione del tempo pieno così come originariamente concepito, evitando che si riduca ad essere un doposcuola limitato ad attività ludiche e non un vero processo unitario di istruzione e di formazione.
9/1634/228. Ciocchetti.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 4 del decreto in esame prevede, a partire dall'anno scolastico 2009/2010, per le istituzioni scolastiche della scuola primaria, la costituzione di classi assegnate ad un unico insegnante;
tale previsione può creare, sia dal punto di vista pedagogico che da un punto di vista amministrativo, uno stato di disagio per le famiglie e per i docenti;
impegna il Governo
a procedere con gradualità nell'applicazione della norma in questione valutando la possibilità di limitarla inizialmente ai primi due anni della scuola primaria.
9/1634/229. Rao.
La Camera,
premesso che:
il decreto in esame contiene, al comma 1 dell'articolo 1, all'articolo 5-bis e all'articolo 6, precisi riferimenti inerenti la formazione iniziale dei docenti;
la professionalità docente rappresenta un elemento fondamentale per la qualità dell'educazione e della istruzione delle giovani generazioni,
impegna il Governo
nei prossimi provvedimenti che riguarderanno il riordino del sistema scolastico ad una maggiore valorizzazione della formazione iniziale dei docenti recuperando il senso e la lettera dell'articolo 5 della legge 28 marzo 2003, n. 53, e del decreto legislativo applicativo del medesimo.
9/1634/230. Compagnon.
La Camera,
premesso che:
il decreto in esame prevede azioni di sperimentazione didattica e di sensibilizzazione finalizzate a favorire l'acquisizione da parte degli studenti del primo e secondo ciclo di istruzione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione»;
sono, inoltre, previste iniziative per lo studio degli Statuti regionali quali realtà molto vicine ai nostri studenti e al fine di promuovere la conoscenza del pluralismo istituzionale,
impegna il Governo
ad avvalersi anche dell'ausilio di testimonianze dirette fornite da rappresentanti delle pubbliche amministrazioni a seconda dei temi di volta in volta trattati, coinvolgendo in tal modo maggiormente gli studenti nelle applicazioni pratiche dell'educazione civica.
9/1634/231. Cera.
La Camera,
premesso che:
il decreto in esame introduce surrettiziamente una riforma della scuola attraverso una serie di misure dettate da ragioni meramente economiche che andranno ad influire pesantemente sulla vita quotidiana di moltissime famiglie, studenti ed insegnanti;
non si è, tuttavia, proceduto ad un vero e proprio approfondimento sulle problematiche riguardanti la scuola, la sua organizzazione;
in particolare risulta ampiamente disattesa la libertà di scelta educativa delle famiglie, che potrebbe migliorare il livello della nostra scuola avvicinandola ai parametri europei,
impegna il Governo
ad adottare misure urgenti in tal senso, colmando in tal modo un vuoto notevolissimo da questo punto di vista con gli altri Paesi europei dove le scuole hanno adottato da tempo un modello di scuola che tiene in conto la libertà di scelta educativa delle famiglie.
9/1634/232. Capitanio Santolini.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 agosto 2008, n. 133, prevede numerosi tagli del corpo docente, oltre a quelli già stabiliti in precedenza dal Governo Prodi, che andranno a colpire anche la categoria degli insegnanti di sostegno, senza tenere conto che in alcune regioni, specie al Sud, il numero degli alunni con difficoltà è sensibilmente aumentato negli ultimi anni;
questo ha messo in agitazione numerose famiglie e insegnanti, i quali vedono in tale provvedimento la possibilità di pericolose sperequazioni territoriali esoprattutto vedono compromesso il processo di integrazione degli alunni disabili,
impegna il Governo
a garantire la continuità didattica e la valorizzazione degli insegnanti di sostegno che rappresentano un elemento importante e qualificante del nostro sistema scolastico e a consolidare e ulteriormente migliorare i parametri vigenti.
9/1634/233. Delfino, Ciocchetti, Tassone.
La Camera,
premesso che:
l'emergenza educativa è la prima emergenza del Paese;
la società e l'economia del futuro sono basate sull'educazione, come ha riconosciuto il Trattato di Lisbona;
per questi motivi occorre garantire una scuola di qualità per tutti, abbattendo le barriere che impediscono alle persone di sviluppare la propria personalità e di acquisire dimensioni, competenze e capacità essenziali alla società e all'economia della conoscenza;
allo Stato compete, ai sensi della Costituzione, garantire a tutti il diritto all'istruzione, non quello di gestire direttamente istituti scolastici;
il diritto-dovere dell'educazione e dell'istruzione è posto dalla stessa Costituzione in capo ai genitori, che devono poterlo esercitare attraverso un'effettiva libertà di scelta della scuola per i propri figli, in considerazione del modello educativo corrispondente alle proprie convinzioni ed indipendentemente dalle condizioni economiche;
le scuole paritarie, ovvero «pubbliche non statali», rispetto a quelle «pubbliche statali» dimostrano generalmente una qualità superiore a fronte di un costo medio per alunno decisamente inferiore;
un mercato regolato «quasi mercato», ovvero l'introduzione di una concorrenza regolata e virtuosa, consentirebbe un miglioramento qualitativo della scuola italiana,
impegna il Governo
a provvedere con successivi atti all'introduzione di una effettiva libertà di scelta della scuola da parte delle famiglie attraverso strumenti quali:
l'introduzione della definitiva autonomia giuridica e didattica delle scuole;
l'introduzione un sistema di valutazione capillare che consenta alle famiglie di disporre delle informazioni utili per la scelta;
l'introduzione di strumenti di finanziamento alle famiglie per la scelta della scuola.
9/1634/234. Vignali, Palmieri, Polledri, Volontè, Versace, Goisis, Cazzola, Commercio, Garofalo, Lehner, Toccafondi.
La Camera,
premesso che:
con la circolare ministeriale n. 19 del 1o febbraio 2008 e con il decreto interministeriale di attuazione degli obiettivi di contenimento della spesa fissata dalla legge 24 dicembre 2007, n. 244 (finanziaria del 2008), sono state impartite le disposizioni che disciplinano le modalità di costituzione delle classi e degli organici per l'anno scolastico 2008/2009;
in forza della sopra citata normativa l'organico del personale docente e ATA della scuola siciliana ha subito, a seguito della diminuzione degli alunni, un ulteriore taglio di circa 2.500 unità lavorative;
in particolare i tagli operati dal Ministero dell'istruzione dell'università edella ricerca (MIUR) non risultano proporzionali alla diminuzione della popolazione scolastica così come si evince dalla tabella sotto riportata:
anno scolastico | alunni | classi | alunni in meno rispetto all'anno precedente | posti in meno |
2006/2007 | 826.999 | 40.462 | -10.780 | -341 |
2007/2008 | 819.072 | 39.935 | -7.927 | -1.405 |
2008/2009 | 810.325 | 39.263 | -8.747 | -2.521 |
di questi 2.521 posti in meno, 794 sono stati realizzati nel mese di luglio (organico di adeguamento);
è da registrare, inoltre, che i dati ministeriali sugli alunni che frequentano le scuole di secondo grado sono errate per difetto di circa 2.700 alunni e, di conseguenza, non si comprende il criterio utilizzato, da parte del MIUR, nell'operare i tagli sull'organico che indubbiamente non risultano proporzionali alla diminuzione della popolazione scolastica;
a ciò si aggiunge il mancato raccordo, ai sensi della circolare ministeriale n. 19 del 1 febbraio 2008, con la Regione Siciliana per la decisione assunta sui predetti tagli all'organico;
in Sicilia tale raccordo deve essere preventivo, in quanto il notevole taglio all'organico comporta di conseguenza interventi sulla rete scolastica e tali interventi, come è noto, sono competenze istituzionali attestate alla Regione Siciliana in forza del decreto del Presidente della Repubblica 14 maggio 1985, n. 246, riguardante le norme di attuazione dello Statuto in materia di pubblica istruzione e dalla legge regionale 24 febbraio 2000, n. 6, e successive modifiche ed integrazioni;
l'articolo 6 del decreto del Presidente della Repubblica n. 246 del 1985 prevede l'acquisizione dell' intesa con i competenti organi dello Stato per l'istituzione di nuove scuole, in base ai piani predisposti dalla Regione, che comportano variazioni dell'organico del personale statale, conseguentemente è obbligatorio un preventivo raccordo tra gli organi dello Stato e la Regione laddove una consistente variazione di organico comporti la modifica della rete scolastica siciliana;
attualmente, molti corsi di istruzione sono stati chiusi o resi ad esaurimento, sono state soppresse sezioni di scuole materne, succursali di istituti di ogni ordine e grado, ed in alcuni casi si può paventare la soppressione di autonomie scolastiche anche nelle isole minori, nei comuni montani o in quei territori con particolari carenze economiche e socio-culturali;
detti tagli non tengono conto di quanto stabilito con il decreto Ministeriale n. 331 del 24 luglio 1998, concernente la riorganizzazione della rete scolastica, la formazione delle classi e la determinazione degli organici del personale della scuola e, in particolare, da quanto stabilito dall' articolo 5, comma 1, laddove precisa che i «provvedimenti di riorganizzazione della rete scolastica sono adottati dalle Regioni a Statuto speciale secondo le disposizioni contenute nelle norme di attuazione e modificazioni dei rispettivi Statuti» e dall'articolo 7, comma 5, che prevede che «nella formazione delle classi è, altresì, assicurata la necessaria coerenza con i piani provinciali di riorganizzazione della rete scolastica, con riguardo alle fusioni o soppressioni di scuole, plessi e sezioni staccate sottodimensionate, nonché...»;
i tagli effettuati nel mese di luglio 2008, hanno riguardato gli insegnanti di sostegno disattendendo le disposizioni di cui al sopra citato decreto ministeriale n. 331del 1998 e al decreto ministeriale n. 141 del 3 giugno 1999, concernente la formazione delle classi con alunni in situazione di handicap e vanificando, al contempo, i notevoli sforzi economici della Regione Siciliana che ha costituito una rete di Istituti scolastici sede di Centri territoriali risorse per l'handicap (CTRH) e ledendo il diritto allo studio degli alunni portatori di handicap;
è stato penalizzato il sistema dell'educazione per gli adulti e dei costituendiCentri provinciali per l'istruzione degli adulti, poiché buona parte dei tagli riguardano i corsi serali e le scuole carcerarie, la cui istituzione o soppressione è prerogativa della Regione (si richiama a tal proposito il parere n. 4084 del 28 febbraio 2008 dell'Ufficio legislativo della Regione Siciliana);
la Regione Siciliana, in virtù di decisioni assunte senza il proprio coinvolgimento o in mancanza di un preventivo raccordo, come previsto dalla normativa vigente in materia, sta subendo gravi ricadute negative sulla società e sullo sviluppo del proprio territorio, dove, tra l'altro, con un notevole sforzo economico, si sta attuando una politica di nuovi finanziamenti espressamente finalizzati ad incentivare attività ed iniziative utili a risolvere le problematiche della scuola e per offrire una migliorare e più ampia offerta formativa all'utenza scolastica,
impegna il Governo
a predisporre un raccordo preventivo con gli organi della Regione Siciliana, così come previsto dalla normativa vigente, per le azioni e gli interventi sulla materia scolastica che interagiscono ed interferiscono con le competenze assegnate alla Regione Siciliana con decreto del Presidente della Repubblica n. 246 del 1985.
9/1634/235. Latteri, Lo Monte, Belcastro, Commercio, Iannaccone, Lombardo, Milo, Sardelli.
La Camera,
premesso che:
il numero degli alunni disabili in Sicilia, certificati dall'autorità sanitaria, in base ai dati forniti dagli Uffici scolastici provinciali, è di 25.938 unità ed è in netto aumento rispetto all'anno scolastico 2007/2008 (20.359);
in Sicilia, a partire dall'anno scolastico 2007/2008, tutti gli alunni di nuova iscrizione o che iniziano un nuovo ciclo di studi, sono stati certificati dall'autorità sanitaria, in base ad una precisa direttiva dell'Assessorato regionale alla sanità, secondo il codice ICD10 e questo a garanzia della attendibilità delle certificazioni;
il decreto interministeriale sugli organici riduce i posti di sostegno rispetto all'anno scolastico 2007/2008 e un'ulteriore riduzione è stata operata dall'ufficio scolastico regionale che, da un lato, deve garantire il rispetto dei vincoli del citato decreto che porta ad una diminuzione globale di 2.521 posti e, dall'altro, deve riallineare i rapporti docenti-alunni al fine di ridurre le differenze tra le varie province;
a fronte di 12.840 posti attivati nell'anno scolastico 2007/2008 è previsto il funzionamento di 11.837 posti, con un decremento di 1.003 unità;
conseguentemente, appare evidente che in Sicilia la scuola è costretta ad assumere un ruolo di supplenza nei confronti delle altre istituzioni che sul territorio si fanno carico delle esigenze degli alunni disabili;
tale situazione rischia, per via delle modifiche ordinamentali previste dal nuovo decreto, di aggravarsi, sommando alle proteste delle famiglie degli alunni disabili quelle dei sindacati e dei lavoratori precari,
impegna il Governo
a prevedere, con la necessaria urgenza, una normativa atta a stabilire una riassegnazione di almeno 320 posti di insegnanti di sostegno alla Regione Sicilia, dato che la necessità di rispettare i tetti imposti ha comportato riallineamenti dei rapporti provinciali posti-alunni molto drastici;
a prevedere, con prossimi provvedimenti, il rafforzamento dei Centri territoriali per l'handicap (CTRH) al fine di dareuna risposta seria e un aiuto concreto alle famiglie con bambini disabili.
9/1634/236. Lombardo, Lo Monte, Belcastro, Commercio, Innaccone, Latteri, Milo, Sardelli.
La Camera,
premesso che:
il numero degli alunni disabili in Sicilia, certificati dall'autorità sanitaria, in base ai dati forniti dagli Uffici scolastici provinciali, è di 25.938 unità ed è in netto aumento rispetto all'anno scolastico 2007/2008 (20.359);
in Sicilia, a partire dall'anno scolastico 2007/2008, tutti gli alunni di nuova iscrizione o che iniziano un nuovo ciclo di studi, sono stati certificati dall'autorità sanitaria, in base ad una precisa direttiva dell'Assessorato regionale alla sanità, secondo il codice ICD10 e questo a garanzia della attendibilità delle certificazioni;
il decreto interministeriale sugli organici riduce i posti di sostegno rispetto all'anno scolastico 2007/2008 e un'ulteriore riduzione è stata operata dall'ufficio scolastico regionale che, da un lato, deve garantire il rispetto dei vincoli del citato decreto che porta ad una diminuzione globale di 2.521 posti e, dall'altro, deve riallineare i rapporti docenti-alunni al fine di ridurre le differenze tra le varie province;
a fronte di 12.840 posti attivati nell'anno scolastico 2007/2008 è previsto il funzionamento di 11.837 posti, con un decremento di 1.003 unità;
conseguentemente, appare evidente che in Sicilia la scuola è costretta ad assumere un ruolo di supplenza nei confronti delle altre istituzioni che sul territorio si fanno carico delle esigenze degli alunni disabili;
tale situazione rischia, per via delle modifiche ordinamentali previste dal nuovo decreto, di aggravarsi, sommando alle proteste delle famiglie degli alunni disabili quelle dei sindacati e dei lavoratori precari,
impegna il Governo
a prevedere, con la necessaria urgenza, una normativa atta a stabilire una riassegnazione di insegnanti di sostegno alla Regione Sicilia, dato che la necessità di rispettare i tetti imposti ha comportato riallineamenti dei rapporti provinciali posti-alunni molto drastici;
a prevedere, con prossimi provvedimenti, il rafforzamento dei Centri territoriali per l'handicap (CTRH) al fine di dare una risposta seria e un aiuto concreto alle famiglie con bambini disabili.
9/1634/236. (Testo modificato nel corso della seduta)Lombardo, Lo Monte, Belcastro, Commercio, Innaccone, Latteri, Milo, Sardelli.
La Camera,
premesso che:
è da tutti riconosciuta la stretta correlazione tra il capitale umano e lo sviluppo di una nazione e come la scuola sia deputata a formare cittadini e ad accrescere la qualità del detto capitale infatti lo sviluppo di una nazione non può prescindere dalla qualità del suo sistema di istruzione;
la scuola delle regioni meridionali è da tempo sotto gli occhi di tutti per i risultati negativi dei cosiddetti rapporti PISA/OCSE, dimenticando che l'esistenza di problemi era nota da tempo e sarebbe ingeneroso criticare la scuola del sud senza ricordare il contesto generale in cui opera nonché i problemi sociali ed economici che hanno accompagnato nel tempo l'insufficiente sviluppo delle regioni del sud;
in questo quadro la legge finanziaria dello scorso anno ha già previsto, in un triennio, una riduzione di 30 mila posti;
tale riduzione riguarderà pressoché esclusivamente le regioni meridionali ed inciderà negativamente anche sull'integrazione degli alunni disabili e degli alunni immigrati che sono in continuo aumento;
l'integrazione è una delle principali finalità della scuola e non ci si riferisce soltanto ai disabili, ma in generale a tutti coloro che hanno particolari bisogni formativi.
uno dei difetti passati della scuola è stato l'essere un'agenzia formativa che perdeva i più deboli e non seguiva abbastanza i più bravi, puntando su una «media», qualunque essa fosse; l'integrazione, invece, permette di condurre avanti tutti, secondo le proprie esigenze;
diminuire in maniera indiscriminata i posti di sostegno ed aumentare il numero di alunni per classe anche in presenza di alunni non comunitari significa assicurare l'inserimento ma non certo l'integrazione;
il problema è anche di metodo e non solo di contenuti; accanto alle garanzie occupazionali, bisogna sottolineare la necessità di rinnovare le impostazioni di lavoro tra i banchi, stimolando la curiosità degli studenti, rivedendo ed aggiornando i programmi, adeguandoli al cambiamento dei tempi;
adeguare l'impianto didattico e adattarlo al territorio significa anche fornire nuovi stimoli al capitale umano perché sviluppi il territorio: una sorta di federalismo scolastico in grado di cogliere le necessità sociali al Sud, naturalmente diverse da quelle di altre aree del Paese;
in un siffatto quadro il ritorno al maestro unico, sia pure graduale, non può certo migliorare la situazione a meno che non si incrementi effettivamente il tempo pieno anche nelle regioni meridionali e non solo in quelle del Nord;
con riferimento alla rete scolastica è certo necessario prendere atto dei mutamenti che vi sono stati negli ultimi anni ed a ciò si sta lavorando, ma l'ipotesi ventilata di chiudere i plessi con meno di 50 alunni porterebbe a privare gli alunni dei piccoli centri del diritto allo studio e parlare di trasporto pubblico ripropone il problema dei finanziamenti agli enti locali;
in ogni caso, chiudere piccoli plessi delle comunità più isolate significa accelerare l'abbandono delle montagne e delle campagne con conseguenze inaccettabili,
impegna il Governo
a predisporre misure ed azioni, idonee, d'intesa con le regioni, in particolare quelle a statuto speciale, e le Province autonome di Trento e di Bolzano, affinché, il rischio concreto dei tagli al personale docente ed ATA disposti dall'articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 133 del 2008, nonché dal decreto-legge in esame e dal completamento della manovra finanziaria 2008, non incida negativamente sull'integrazione degli alunni disabili e degli alunni immigrati che sono in continuo aumento.
9/1634/237. Belcastro, Lo Monte, Commercio, Iannaccone, Latteri, Lombardo, Milo, Sardelli.
La Camera,
premesso che:
la legge n. 23 del 1996 destina risorse finanziarie per piani triennali di edilizia scolastica;
nelle regioni del Sud l'edilizia scolastica, in particolare le sezioni destinate alla scuola dell'infanzia e a quella primaria, è in condizioni, in alcuni casi, di assoluto degrado per cui non possono essere attivate classi a tempo pieno;
ogni ritardo nella destinazione di risorse adeguate per il Mezzogiorno potrebbe portare 7.000 posti destinati al tempo pieno al sud nelle regioni del Nord;
il dimensionamento non può portare a ridurre il servizio scolastico nellepiccole isole e nei centri minori e ciò deve valere almeno per la scuola dell'obbligo;
il contesto sociale in cui operano le scuole non è omogeneo nelle varie regioni e, per il Sud, troppo spesso la scuola è l'unica struttura che offre servizi concreti alle famiglie;
nelle cosiddette zone a rischio e nelle zone interessate da movimenti migratori non si possono negare alle scuole margini di organico significativi indispensabili per assicurare quella flessibilità didattica necessaria per venire incontro alle esigenze degli alunni che necessitano di particolari attenzioni educative;
i posti di sostegno non possono essere ridotti, dato che le famiglie non trovano adeguato supporto fuori dalla scuola: mancano o sono insufficienti tutti quei servizi che dovrebbero seguire il disabile nel corso della giornata;
pur rispettando le indicazioni della legge finanziaria, è necessario spalmare nel tempo gli interventi di omogeneizzazione intervenendo contemporaneamente presso gli enti locali e le aziende sanitarie per potere accompagnare lo sviluppo dei disabili ed evitare che la scuola continui ad essere l'unico punto di riferimento,
impegna il Governo
a inviare una relazione alle competenti commissioni parlamentari e alle regioni e province autonome di Trento e Bolzano, in merito agli investimenti in materia di edilizia scolastica, con riferimento ai criteri e al budget finanziario del piano triennale previsto dalla legge n. 23 del 1996, in particolare per la scuola dell'infanzia e per la scuola primaria al fine di sostenere l'attivazione di classi a tempo pieno.
9/1634/238. Iannaccone, Lo Monte, Belcastro, Commercio, Latteri, Lombardo, Milo, Sardelli.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendo utilizzare materiale didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnate ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Sondrio.
9/1634/239. Rosato.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del decreto in esame prevede, a decorrere dal prossimo anno scolastico, l'insegnamento in tutti i cicli di istruzione di «Cittadinanza e Costituzione»;
come ricordato nella relazione tecnica del provvedimento in esame, l'acquisizione delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione» è finalizzata a formare futuri cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani;
al raggiungimento di tale obiettivo le scuole, i docenti e le famiglie, dovendoutilizzare materiale didattico aggiuntivo alle materie già previste, sono impegnate ad affrontare ulteriori spese,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare, nel corso del prossimo esercizio finanziario, risorse necessarie, tali da non aggravare ulteriormente le famiglie, per distribuire gratuitamente una copia della Costituzione a tutti gli alunni a partire da quelli residenti a Pescara.
9/1634/240. Cesario.
La Camera,
premesso che:
all'articolo 4 del provvedimento in esame si prevede la costituzione di classi con unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali, rimandando ai regolamenti una più ampia articolazione del tempo-scuola, che tenga comunque conto delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie;
la spesa per le ore aggiuntive di insegnamento viene posta a carico del fondo d'istituto;
in ampi territori del nostro Paese, in particolare al Sud, la dispersione scolastica è ancora di gran lunga superiore agli obiettivi fissati dall'U.E.;
l'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 122, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, indica come criteri per i regolamenti, tra gli altri, la revisioni dei parametri vigenti in materia di formazione delle classi e la revisione dei criteri e dei parametri vigenti per la determinazione della consistenza complessiva degli organici del personale docente ed ATA finalizzata ad una razionalizzazione degli stessi;
il Consiglio d'Europa, nell'ambito della definizione della strategia di Lisbona, ha attribuito enorme importanza ai sistemi di istruzione e formazione, fissando alcuni obiettivi ai benchmark individuati da raggiungere entro il 2010,
impegna il Governo
a tenere conto delle situazioni di svantaggio socioculturale, dei dati sulla dispersione scolastica e sull'acquisizione delle competenze di base, investendo maggiori risorse professionali ed economiche laddove si sia verificata una maggiore distanza dagli obiettivi di Lisbona, sia in termini di aree geografiche, sia in termini di singole realtà scolastiche.
9/1634/241. Boffa, Siragusa.
La Camera,
premesso che:
l'attuale disciplina relativa all'accesso programmato ai corsi di laurea in medicina e chirurgia presenta evidenti disfunzioni, denunciate più volte sugli organi di stampa, in relazione sia alla trasparenza delle procedure che all'efficacia dei metodi di selezione, che non assicurano un'adeguata valutazione delle capacità dei candidati;
l'accesso programmato ai suddetti corsi di laurea appare necessario in relazione alle limitate capacità di accoglienza degli studenti relativamente alla frequenza dei corsi di clinica medica, i quali si svolgono dopo il primo biennio di studi universitari;
impegna il Governo
ad adottare con urgenza iniziative legislative finalizzate a modificare la legge 2 agosto 1999, n. 264, prevedendo, in particolare, che l'accesso alla facoltà di medicina e chirurgia sia libero per il primo biennio di studi e che la selezione degli studenti, fino al numero programmato per ciascuna università, avvenga, al termine del suddetto biennio, con procedura selettiva nazionale riservata agli studenti in regola con gli esami del corso di laurea, diretta a valutare la cultura specifica e lapredisposizione alle discipline della suddetta laurea. Il suddetto provvedimento dovrà, inoltre, prevedere che gli studenti che non vengano ammessi al proseguimento del corso di laurea dopo il primo biennio possano richiedere il riconoscimento degli esami sostenuti e la conseguente abbreviazione della durata del corso per il conseguimento di lauree affini.
9/1634/242. Mario Pepe (PDL), Cimadoro.
MOZIONI LIVIA TURCO ED ALTRI N. 1-00041, BARANI ED ALTRI N. 1-00043, PEZZOTTA ED ALTRI N. 1-00044 E PALAGIANO ED ALTRI N. 1-00045 CONCERNENTI INIZIATIVE PER IL CONTRASTO DELLA POVERTÀ E DELLA DISEGUAGLIANZA SOCIALE
Mozioni
La Camera,
premesso che:
negli ultimi anni gli indicatori monetari e non monetari dell'Istat e di Eurostat mostrano che povertà e disuguaglianza continuano a essere un problema molto rilevante in Italia. Tra i Paesi dell'Europa dei quindici, la situazione italiana è tra le peggiori, insieme a quella degli altri grandi Paesi mediterranei, con un livello di disuguaglianza più elevato e una situazione di gravità della povertà più marcata. In Italia, secondo l'Istat, le famiglie povere sono 2 milioni 623 mila, mentre gli individui poveri sono 7 milioni 537 mila;
il nostro Paese è caratterizzato da disuguaglianze non trascurabili nelle opportunità di mobilità sociale, che contribuiscono al permanere di un elevato livello di disuguaglianza anche in termini di reddito. Secondo l'Istat, al netto degli effetti strutturali esercitati dai profondi cambiamenti avvenuti nel sistema occupazionale, il regime di mobilità sociale è piuttosto rigido. La classe di origine influisce in misura rilevante e limita la possibilità di movimento all'interno dello spazio sociale. I figli della classe operaia urbana hanno una probabilità più bassa di spostarsi nella classe superiore rispetto a quella di mantenere inalterata la propria posizione e anche rispetto a quella che hanno i figli della classe superiore di rimanere nella classe di origine;
il rapporto fra la quota di reddito totale percepito dal 20 per cento più ricco della popolazione e quella del 20 per cento più povero è superiore alla media europea, con un valore di 5 e mezzo che, tra i Paesi dell'Europa dei quindici, è più basso solo di quello di Grecia e Portogallo. In Danimarca è meno di 3 e mezzo;
la situazione è particolarmente critica nel Mezzogiorno, dove il reddito delle famiglie è pari a circa tre quarti di quello delle famiglie del Centro-Nord e dove vive il 75,3 per cento delle famiglie povere. Nel Sud e nelle isole il 22,6 per cento delle famiglie è povero, contro appena il 5,2 per cento del Nord; ad una più ampia diffusione del fenomeno nelle regioni meridionali si accompagna anche una maggiore gravità del disagio (maggiore intensità di povertà: 22,5 per cento contro il 17 per cento del Nord);
le famiglie numerose, di cinque o più persone, sono un segmento particolarmente esposto al rischio di povertà. Il 24,3 per cento di queste famiglie è povero e tale quota raggiunge il 37,5 per cento nel Mezzogiorno;
in Italia, a differenza del resto dell'Europa, la povertà riguarda in modo particolare i minori. Secondo l'Istat, gli individui con meno di 18 anni che vivono in famiglie relativamente povere sono 1 milione e 728 mila (il 17,1 per cento). Il 72 per cento dei minori poveri vive nel Mezzogiorno, dove risiede «solamente» il 40 per cento del totale dei minori; al contrario, nel Nord, dove risiede il 42 per centodei minori, vive appena il 16,5 per cento dei minori poveri. Particolarmente critica, e in peggioramento nel corso degli anni, è la situazione delle famiglie con 3 o più minori, che sono povere nel 30,2 per cento dei casi;
la povertà femminile si concentra tra le madri sole e le donne anziane sole. In entrambi i casi i valori dell'incidenza di povertà sono superiori alla media, rispettivamente il 14 per cento e il 12,9 per cento;
le famiglie anziane continuano ad avere livelli di povertà superiori alla media. È povero il 13 per cento delle famiglie con un componente anziano e il 15,3 per cento delle famiglie con due anziani o più. Gli anziani poveri ammontano complessivamente a 1 milione e 600 mila individui;
oltre alla grave situazione delle famiglie con persona di riferimento disoccupata, che presentano un'incidenza di povertà del 28,2 per cento, difficoltà economiche marcate cominciano ad interessare sempre più spesso anche le famiglie in cui sono presenti persone inserite nel mercato del lavoro, soprattutto se il reddito è uno solo, se si tratta di un lavoratore con un basso titolo di studio e/o profilo professionale precario e in famiglia sono presenti figli minori. Se in famiglia c'è una sola persona che lavora, la povertà colpisce il 21 per cento delle coppie con due figli; il 32,4 per cento di quelle con tre o più; il 18 per cento di quelle con membri aggregati. È povero il 19,8 per cento delle famiglie in cui l'unico occupato in famiglia è un operaio o assimilato, collaboratori coordinati e continuativi o collaboratore occasionale, ma tale quota sale al 22,9 per cento se si tratta di una famiglia con membri aggregati, al 33,3 per cento se questa situazione riguarda una coppia con due figli, e ben al 43,4 per cento se la famiglia è composta da una coppia con tre o più figli;
1 milione 546 mila giovani tra i 18 e i 34 anni sono poveri. In particolare, è povero il 13,1 per cento dei giovani che vivono come figli nella famiglia di origine, ma tale quota aumenta al 22,6 per cento se i figli sono tre o più. È povero il 12,3 per cento dei giovani, persona di riferimento della famiglia o coniuge, ma si arriva al 50,9 per cento se vive in coppia con tre o più figli. Il dato, seppure meno critico di quello che si rileva per i minori, presenta un trend in crescita e, dunque, non va sottovalutato;
il quadro appare particolarmente critico se si considera che, secondo l'Istat, alla fine del 2006, poco più di 1 milione di famiglie dichiara di non aver avuto denaro per comprare il cibo, quasi 2 milioni e mezzo per pagare spese mediche, l milione e 700 mila per il trasporto, 2 milioni e 800 mila per le tasse e 4 milioni per l'acquisto di vestiti. Inoltre, quasi 3 milioni e mezzo di famiglie riferiscono di arrivare con molta difficoltà a fine mese, 6 milioni e 800 mila famiglie non riescono a far fronte a una spesa imprevista di circa 600 euro con risorse proprie o della rete familiare;
la condizione economica delle famiglie è fortemente legata a quella dell'occupazione delle donne che rappresenta un vero e proprio «antidoto» alla povertà. Va quindi segnalata la preoccupante situazione dell'occupazione femminile nel Mezzogiorno che ha visto tra il 2004 e il 2006 un consistente aumento di non forze di lavoro «scoraggiate», oltre a livelli elevati di disoccupazione. In questa ripartizione l'occupazione delle donne tra i 15 e i 64 anni si attesta solo sul 31,1 per cento;
a fronte di questa grave situazione, nel 2005 la spesa sociale in percentuale del prodotto interno lordo raggiunge in Italia un valore solo del 26,4 per cento, contro il 27,8 per cento dell'Europa dei quindici, situandosi molto al di sotto di quella sostenuta da Paesi come la Svezia (32 per cento ) e la Francia (31,5 per cento). Alla funzione «famiglia e infanzia» è destinato appena l'1,1 per cento del prodotto interno lordo (il 2,2 per cento nell'Europa dei quindici; il 3 per cento in Svezia), ai disabili l'1,5 per cento (il 2,1 per cento nell'Europa dei quindici; il 4,8 per cento inSvezia), alla «disoccupazione - politiche di reinserimento» lo 0,7 per cento (l'1,7 per cento nell'Europa dei quindici e l'1,9 per cento in Svezia) e all'esclusione sociale e le politiche abitative appena lo 0,1 per cento (0,9 per cento nell'Europa dei quindici; l'1,2 per cento in Svezia);
nell'ultimo secolo, la maggior parte dei Paesi europei si è dotata di sistemi di protezione del reddito per combattere la povertà e quasi tutti i Welfare States hanno predisposto strumenti di reddito minimo garantito. Nonostante le notevoli differenze che contraddistinguono i provvedimenti nei vari Paesi, l'idea centrale è quella di proteggere tutti i cittadini dalla povertà estrema. Tra i Paesi europei solo Italia, Ungheria e Grecia non hanno ancora introdotto sistemi di reddito minimo;
individuare le misure di contrasto della povertà, intervenendo ex post sul reddito guadagnato oppure ex ante per prevenire le condizioni di povertà, è sicuramente un'operazione complessa, poiché tutte le politiche sociali ed economiche potrebbero dovere essere prese in considerazione;
il problema della disuguaglianza impatta fortemente su altri aspetti fondamentali del vivere e le condizioni di salute sono tra le più importanti. Politiche sui determinanti della salute e contro povertà ed esclusione sociale sono fondamentali per il miglioramento del benessere psicofisico della popolazione; i dati del rapporto Istat sulla salute mostrano che, scendendo lungo la scala sociale e passando da Nord a Sud, aumenta lo svantaggio degli individui e che i poveri del Sud versano in peggiori condizioni di salute rispetto a quelli del Nord. A fronte di questo, l'attuale organizzazione dei livelli di assistenza del sistema sembra in grado di rispondere ai bisogni fondamentali e, dunque, è indispensabile che non venga diminuita, anzi venga aumentata la sensibilità dei livelli di assistenza ai maggiori bisogni delle persone più svantaggiate;
il problema della disuguaglianza riguarda anche l'accesso alle nuove tecnologie; i dati Istat mostrano che tale accesso è minore per i ragazzi delle classi sociali più basse e del Mezzogiorno, poiché l'alfabetizzazione avviene ancora quasi esclusivamente all'interno della famiglia ed è appannaggio di quelle più abbienti. È fondamentale, dunque, che la scuola sia messa in condizioni di agire per riequilibrare la situazione, garantendo un'alfabetizzazione per tutti,
impegna il Governo:
ad adottare tutte le misure atte a prevenire le condizioni di povertà, assumendo come riferimento l'Agenda sociale europea, i cui obiettivi indicati sono:
a) creare una strategia integrata che garantisca un'interazione positiva delle politiche economiche, sociali e dell'occupazione;
b) promuovere la qualità dell'occupazione, della politica sociale e delle relazioni industriali, consentendo, quindi, il miglioramento del capitale umano e sociale;
c) adeguare i sistemi di protezione sociale alle esigenze attuali, basandosi sulla solidarietà e potenziandone il ruolo di fattore produttivo;
d) tenere conto del «costo dell'assenza di politiche sociali»;
a prevenire e combattere tutte le forme di povertà, incidendo su alcuni aspetti strutturali del nostro Paese, attraverso la buona e piena occupazione femminile, l'adozione di misure fiscali e monetarie a sostegno dei figli, l'elaborazione di politiche di conciliazione tra lavoro nel mercato e responsabilità di cura per donne e uomini, l'accesso ai servizi socio-educativi per la prima infanzia, l'adozione di misure per prevenire, rallentare, prendere in carico la non autosufficienza attraverso la piena, concreta e reale attuazione del fondo, una politica della casa a partire dagli affitti;
a promuovere un piano nazionale integrato di lotta a tutte le forme di povertà, articolato nei seguenti punti:
a) definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali (lep), così come previsti all'articolo 22 della legge quadro n. 328 del 2000 e dall'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione ed integrazione con risorse economiche adeguate del fondo nazionale per le politiche sociali, in modo da garantire su tutto il territorio nazionale sia risorse adeguate per il mantenimento, sia opportunità per l'inserimento sociale, al fine di assicurare ad ogni famiglia, che non disponga di un reddito superiore alla soglia di povertà, così come definita dalla norma, la possibilità di esigere un'erogazione monetaria transitoria di integrazione del proprio reddito, attraverso un reddito di «solidarietà attiva» o un «reddito minimo d'inserimento», da conseguire attraverso un'imposta negativa, che sostituisca i trasferimenti monetari definiti a livello locale per incrementare la rete integrata dei servizi;
b) previsione del vincolo di tale reddito di «solidarietà attiva» o «reddito minimo d'inserimento» a misure d'inserimento sociale e lavorativo da articolarsi in una serie di azioni, quali la fuoriuscita da situazioni di illegalità, percorsi di superamento dalle dipendenze, completamento dell'istruzione scolastica e professionale, assunzione di oneri di cura familiare, percorsi di inserimento lavorativo;
c) promozione del diritto alla salute dei gruppi più vulnerabili, tramite le seguenti misure urgenti:
1) l'emanazione del decreto sui livelli essenziali d'assistenza da parte del Governo, garantendo in modo particolare la continuità assistenziale alle persone non autosufficienti e in situazione di disabilità, il nomenclatore delle protesi degli ausili, l'aggiornamento dell'elenco delle malattie rare, il potenziamento dell'attività di screening e di prevenzione rivolta in modo particolare ai gruppi più vulnerabili;
2) la promozione attraverso gli obiettivi del piano sanitario nazionale delle case della salute e della medicina d'iniziativa, per coinvolgere attivamente le persone più fragili nella rete dei servizi, andando loro incontro nei loro luoghi di vita e di lavoro;
3) la promozione delle iniziative per la salute dei migranti e per la prevenzione delle malattie della povertà, anche attraverso il potenziamento del Centro nazionale per la salute dei migranti presso il San Gallicano;
d) contrasto della povertà minorile e blocco della trasmissione intergenerazionale della povertà attraverso un adeguato sostegno al reddito delle famiglie, con la promozione dell'occupazione e misure economiche quali la dote fiscale per i figli e lo sviluppo di una rete dei servizi socio educativi per la prima infanzia a partire dal rifinanziamento della legge n. 285 del 1998, «Disposizioni per la promozione dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza», sperimentando nelle zone con un alto tasso di dispersione scolastica il «patto educativo» con i genitori, anche attraverso un incentivo economico dato ai genitori e collegato alla frequenza dei ragazzi a scuola;
e) sostegno all'impegno degli enti locali per favorire il mutuo aiuto delle famiglie e del volontariato per promuovere le attività ludiche, di accoglienza e di accompagnamento dei bambini e dei ragazzi per evitare la solitudine, l'abbandono ed anche per favorire la conciliazione dei tempi di lavoro e famiglia dei genitori;
f) prevenzione dello scivolamento nella povertà dei cittadini presenti nella «fascia di vulnerabilità» attraverso la creazione del «punto unico di accesso» alla rete integrata dei servizi, per consentire la presa in carico della persona, accompagnandola nell'utilizzo appropriato ai servizi ed alle prestazioni sociali, con particolare riguardo agli obiettivi di:
1) sostenere l'occupazione;
2) sostenere locazioni ed interessi passivi sulla prima casa, anche attraverso l'istituzione di un fondo per l'affitto da destinare in particolare ai giovani;
3) sollevare dall'indebitamento e promuovere il microcredito e prestito d'onore, con specifica attenzione alle donne;
4) potenziare l'assistenza domiciliare agli anziani;
5) promuovere con gli enti locali il mutuo aiuto delle famiglie e del volontariato per servizi di sostegno all'autonomia degli anziani;
g) creazione di un fondo nazionale per il contrasto della grave emarginazione, attraverso il rifinanziamento dell'articolo 28 della legge n. 328 del 2000, con l'obiettivo di implementare il sistema dei servizi dedicati all'accoglienza, all'accompagnamento ed alla protezione delle persone in grave emarginazione, di contrastare il disagio nelle periferie urbane e di migliorare il percorso e l'accoglienza umanitaria dei migranti alle frontiere, soprattutto marittime;
h) superamento delle discriminazioni nei confronti dei migranti, consentendo, in particolare, l'accesso all'assegno sociale ed all'edilizia popolare ai migranti residenti nel nostro Paese da cinque anni;
a riferire in Parlamento sul Rapporto annuale sulla strategia nazionale per la protezione sociale e l'inclusione sociale previsto dalla strategia di Lisbona e che il Governo stesso deve trasmettere a Bruxelles entro il 30 settembre 2008;
a promuovere ogni anno una tavola rotonda sull'inclusione sociale, analoga a quella europea, con il coinvolgimento di tutti i livelli istituzionali e gli attori sociali.
(1-00041)
«Livia Turco, Letta, Soro, Sereni, Bressa, Giachetti, Quartiani, Argentin, Binetti, Bossa, Bucchino, Burtone, Calgaro, D'Incecco, Grassi, Lenzi, Miotto, Mosella, Murer, Pedoto, Sbrollini, Lucà, Madia, Bellanova, Schirru, Codurelli, Baretta, Rampi, Samperi, Ceccuzzi, Sarubbi, De Biasi, Ferranti, Zampa, Lovelli».
(25 settembre 2008)
La Camera,
premesso che:
l'Italia è gravata da un debito pubblico assai rilevante, che rende difficili le politiche pubbliche finalizzate ad incrementare in modo significativo il sostegno sociale diretto;
le cause delle difficoltà di bilancio derivano anche dalle scelte spesso sbagliate di politica economica e sociale compiute nei decenni passati, scelte che hanno reso strutturali alcune criticità del nostro sistema Paese, tra cui il divario Nord-Sud, che deve essere superato;
in questo contesto si sono registrati livelli notevoli di disagio sociale che sono evidentemente sotto gli occhi di tutti e non possono essere ignorati;
tanto nel quinquennio 2001-2006, all'epoca del secondo Governo Berlusconi, quanto nei primi mesi di attività dell'attuale Governo di centrodestra, l'Esecutivo ha tempestivamente elaborato provvedimenti volti ad incidere concretamente ed efficacemente sulle debolezze economiche e sociali del Paese nella direzione di un miglioramento della competitività, della produttività e dell'efficienza, come presupposto indispensabile per distribuire risorse per il sostegno sociale;
nonostante il difficile quadro economico, infatti, il Governo ha costantemente profuso tutte le sue energie per raggiungere il duplice obiettivo di tenere in ordine i conti pubblici e di tutelare gli interessi presenti e futuri dei cittadini e del Paese, come dimostrato dal costante calo del tasso di disoccupazione, che nell'ultimo quinquennio ha interessato tutte le regioni italiane;
già all'indomani del suo insediamento, l'attuale Governo ha varato misure dirette al contenimento del carico fiscale delle famiglie, contenute nel decreto-legge 27 maggio 2008, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 luglio 2008, n. 126, un provvedimento legislativo mirato anche al sostegno delle categorie sociali più deboli, con particolare attenzione alla rinegoziazione dei mutui a tasso variabile sulla prima casa, all'incremento del patrimonio immobiliare ad uso abitativo attraverso l'offerta di alloggi di edilizia residenziale (piano-casa), alla cancellazione dell'imposta comunale sugli immobili (dalla quale sono state escluse le abitazioni principali di lusso), alla detassazione degli straordinari e dei premi di produttività per i dipendenti del settore privato con un reddito non superiore ai trentamila euro;
pur prevedendo un aggravamento della congiuntura economica internazionale e il prodursi di conseguenti effetti negativi per il nostro Paese, il Governo ha mantenuto la promessa di «non mettere le mani in tasca agli italiani»;
la manovra finanziaria per il 2009, anticipata con il decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, infatti, ha definito - secondo un ragionevole equilibrio - gli interventi di risanamento e di riduzione della spesa corrente insieme con importanti misure di redistribuzione del reddito, fra le quali la cosiddetta social card, finanziata con un'imposta sugli extraredditi delle società petrolifere, delle banche e delle assicurazioni, che permetterà ai cittadini che versano in più gravi condizioni sociali di acquistare prodotti alimentari e di pagare le bollette;
sempre nell'ambito degli ausili alle categorie più disagiate, sono da rilevare anche le misure volte alla semplificazione e alla deregolamentazione del lavoro - senza diminuire le tutele - che favoriscono l'occupazione mediante un miglioramento degli aspetti burocratici e sanzionatori,
impegna il Governo:
a proseguire con coerenza nelle sopra citate politiche di contrasto alla povertà, già tracciate nel documento di programmazione economico-finanziaria 2009-2011 e nella manovra di finanza pubblica per il 2009 (piano casa, social card, detassazione degli straordinari, abolizione dell'ici, rinegoziazione dei mutui a tasso variabile sulla prima casa, generale riduzione della pressione fiscale);
a destinare adeguate risorse, ricavate anche dai risparmi di spesa ottenuti da misure finalizzate al rigore economico, alla promozione di politiche di sostegno per le categorie maggiormente esposte al rischio di povertà, in particolare gli anziani, i portatori di handicap e le famiglie monoparentali, le famiglie monoreddito e quelle più numerose;
a promuovere, infine, politiche a sostegno dei giovani, volte a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono l'accesso alla prima casa di abitazione, a contribuire alla piena e completa attuazione del diritto allo studio, ad adottare politiche occupazionali rivolte, in particolare, al primo inserimento lavorativo.
(1-00043)
«Barani, Laura Molteni, Iannaccone, Baldelli, Saltamartini, Di Virgilio, De Luca, De Nichilo Rizzoli, Girlanda, Lussana, Munerato, Rondini».
(29 settembre 2008)
La Camera,
premesso che:
secondo l'ultimo rapporto dell'Istat sulla povertà, sono 2.623.000 le famiglie italiane in stato di povertà, pari a 7.537.000 persone e al 12,9 per cento della popolazione, di cui due terzi nel Sud;
nel Mezzogiorno, infatti, il reddito familiare è circa pari a tre quarti di quello delle famiglie del Centro-Nord, a cui si accompagna anche una maggiore gravità del disagio (maggior intensità della povertà: 22,5 per cento contro il 17 per cento del Nord);
è possibile individuare almeno quattro gruppi caratteristici di famiglie povere nel nostro Paese: le coppie anziane (circa il 33 per cento del totale delle famiglie povere), le donne anziane sole (circa il 20 per cento), le famiglie con persone in cerca di occupazione nel Mezzogiorno (circa l'8 per cento) e le famiglie con lavoratori a basso profilo professionale (quasi il 40 per cento);
a comportare un maggiore rischio di povertà è anzitutto l'allargamento familiare: avere tre figli da crescere significa un rischio di povertà pari al 27,8 per cento e nel Sud questo valore sale al 42,7 per cento. Il passaggio da 3 a 4 componenti espone 4 famiglie su 10 alla possibilità di essere povere. Appartenere a una famiglia composta da 5 o più componenti aumenta il rischio di essere poveri del 135 per cento, rispetto al valore medio dell'Italia. Ogni nuovo figlio, dunque, costituisce per la famiglia, oltre che una speranza di vita, una crescita del rischio di impoverimento;
questo dato nel corso degli anni ha mostrato una certa stabilità con un elemento di novità in più rispetto alle altre rilevazioni effettuate. Tale novità consisterebbe nel fatto che è aumentato il numero di famiglie «a rischio di povertà», di famiglie, cioè, che arrivano con difficoltà alla quarta settimana e sono costrette a indebitarsi e a ricorrere ai centri assistenziali, nonostante abbiano un lavoro e un reddito;
questi dati sono confermati dal rapporto annuale Istat 2007, per cui il 50 per cento dei nuclei familiari vive con meno di 1.900 euro al mese, il 15 per cento delle famiglie non arriva alla quarta settimana, il 6,2 per cento ritiene di non potersi permettere un'alimentazione adeguata, il 10,4 per cento un sufficiente riscaldamento per l'abitazione;
è cresciuta l'insicurezza delle famiglie italiane che temono di non essere in grado di far fronte a eventi negativi, come, per esempio, un'improvvisa malattia, associata a non autosufficienza, di un familiare o l'instabilità del rapporto di lavoro o gli oneri finanziari sempre maggiori;
la crisi dei mutui subprime ha fatto crescere il numero di famiglie che si rendono insolventi nei confronti delle banche che hanno concesso loro il mutuo;
la diffusione del precariato fra le giovani generazioni rende questa categoria tra quelle a maggior rischio di povertà, rinviando le possibilità ed il desiderio di una vita in coppia e di procreare, con riflessi negativi sul tasso di natalità;
crescono le persone cadute nell'emarginazione senza neppure aver potuto sperimentare una vita lavorativa e familiare normale; persone con una traiettoria di mobilità discendente, contrassegnata dalla perdita del lavoro, dei legami familiari, della stabilità abitativa; persone senza famiglia che con l'avanzare degli anni si trovano senza sostegni; donne sole con bambini, prive del sostegno del coniuge o con compagni a loro volta colpiti dalla precarietà occupazionale, da malattie o inabilità o con genitori anziani da assistere; persone che subiscono a livello psicologico e relazionale i contraccolpi della disoccupazione o del fallimento e della cessazione di attività autonome;
i poveri e senza dimora sono tornati a essere visti come minaccia per la sicurezza, da allontanare e respingere dalle nostre città, specialmente quando appartengono a minoranze visibili e storicamente colpite dal pregiudizio, rom e sinti in primo luogo;
tra i processi che generano impoverimento dobbiamo considerare in modo articolato il fenomeno dell'immigrazione, tenendo conto che la relativa povertà iniziale rende gli extracomunitari flessibili, adattabili e sfruttabili nel lavoro nero e sommerso e in altra attività al limite della legalità. La riluttanza a concedere loro,per esempio, la cittadinanza italiana traduce istituzionalmente questa tensione tra integrazione economica ed esclusione sociale;
l'economia criminale in molte regioni del Sud trova nella povertà di alcuni territori la possibilità di poter disporre di una manovalanza a buon mercato per la propria attività;
analizzando nel dettaglio i livelli di spesa per interventi e servizi sociali a livello regionale, si registrano significativi divari, per cui, a fronte di un valore medio per abitante di poco superiore a 3 mila euro annui, permangono ampi divari territoriali di spesa sociale, con valori maggiori nelle regioni centro-settentrionali e minori in quelle meridionali, con punte di differenze pari a quasi 2 mila euro annui;
in uno Stato moderno la spesa sociale dovrebbe svolgere una funzione di perequazione delle differenze in termini di dotazione di servizi tra i territori, operando, in particolare, una redistribuzione delle risorse in base ai rischi specifici dei diversi comparti, quali la povertà, le condizioni di salute per la sanità, il disagio per l'assistenza sociale e l'investimento in capitale umano per l'istruzione;
fra i Paesi dell'Unione europea, l'Italia ha il primato negativo per quanto riguarda le cifre stanziate per il sostegno alle famiglie, destinando solo il 3,8 per cento della spesa sociale contro una media europea dell'8,2 per cento: una percentuale modesta che appare davvero risibile se paragonata alle quote pari al 10 per cento dei Paesi del Nord Europa e della Francia, senza contare che la spesa media nell'Unione europea per la famiglia è pari al 2 per cento del prodotto interno lordo, mentre in Italia è pari solo all'1 per cento;
questo perché il nostro modello di welfare si basa su squilibri interni evidenti, collocandosi leggermente al di sopra della media dei Paesi Ocse, ma presentando uno squilibrio in favore della spesa pensionistica, che costituisce oltre il 60 per cento della spesa sociale al netto dell'istruzione, mentre la sanità rappresenta circa il 24 per cento, seguita dall'assistenza (8,1 per cento),
impegna il Governo:
a considerare la lotta alla povertà, tenendo conto della multidimensionalità del fenomeno e dei processi di impoverimento e non solo della povertà come esito, un obiettivo ordinario e non straordinario della politica del Paese;
nel ridisegnare il nuovo modello sociale, a dare rilievo all'aspetto culturale e valoriale delle scelte, a partire dal riconoscimento della centralità della persona, di una maggiore attenzione alla primaria difesa della vita e alla concreta valorizzazione del ruolo della famiglia e dei minori;
ad elaborare una nuova riqualificazione della spesa sociale, intervenendo soprattutto, d'intesa con gli enti locali e regionali, laddove gli squilibri territoriali sono maggiori;
a produrre la riorganizzazione in ogni ambito del servizio di sostegno economico all'inclusione sociale, con il superamento dell'erogazione dei sussidi e contributi una tantum e a pioggia;
a predisporre forme nuove di reddito d'accompagnamento sulla base di progetti personalizzati e di attenzione particolare ai minori, attraverso una rete di collaborazione con i servizi abitativi, con i servizi di inserimento al lavoro, di istruzione e formazione attiva sul territorio;
ad attivare forme sperimentali di concessione di microcrediti per sostenere forme di imprenditorialità sociale e forme di mutualità che aiutino a superare l'assistenzialismo per generare percorsi di promozione;
a mettere in atto azioni incisive di contrasto all'esclusione sociale e alla povertà con idonee azioni territoriali, a seconda della natura dei fenomeni di esclusione presenti nell'ambito territoriale;
a revisionare la struttura dell'Isee (indicatore della situazione economica equivalente), snellendone la procedura amministrativa per renderlo sempre più uno strumento di equità volto a stabilire le priorità di accesso al sistema locale dei servizi, in ogni ambito territoriale sociale;
a valorizzare, nei progetti e nelle azioni di inclusione, l'integrazione fra politiche sociali, politiche del lavoro, politiche per la formazione, politiche abitative e politiche della salute attraverso accordi locali e patti per l'inclusione sociale;
a contribuire all'attuazione di programmi di intervento a livello regionale e locale contro la vulnerabilità delle famiglie dovuta alla povertà, consistenti in azioni diversificate di sostegno al reddito, consumo responsabile e politiche abitative favorevoli;
a procedere in tempi rapidi ad una riforma degli ammortizzatori sociali, che allo stato attuale presenta criticità e strozzature.
(1-00044)
«Pezzotta, Vietti, Galletti, Delfino, Volontè, Ciccanti, Compagnon, Naro».
(29 settembre 2008)
La Camera,
premesso che:
secondo l'ultimo rapporto dell'Istat sulla povertà, sono 2.623.000 le famiglie italiane in stato di povertà, pari a 7.537.000 persone e al 12,9 per cento della popolazione, di cui due terzi nel Sud;
nel Mezzogiorno, infatti, il reddito familiare è circa pari a tre quarti di quello delle famiglie del Centro-Nord, a cui si accompagna anche una maggiore gravità del disagio (maggior intensità della povertà: 22,5 per cento contro il 17 per cento del Nord);
è possibile individuare almeno quattro gruppi caratteristici di famiglie povere nel nostro Paese: le coppie anziane (circa il 33 per cento del totale delle famiglie povere), le donne anziane sole (circa il 20 per cento), le famiglie con persone in cerca di occupazione nel Mezzogiorno (circa l'8 per cento) e le famiglie con lavoratori a basso profilo professionale (quasi il 40 per cento);
a comportare un maggiore rischio di povertà è anzitutto l'allargamento familiare: avere tre figli da crescere significa un rischio di povertà pari al 27,8 per cento e nel Sud questo valore sale al 42,7 per cento. Il passaggio da 3 a 4 componenti espone 4 famiglie su 10 alla possibilità di essere povere. Appartenere a una famiglia composta da 5 o più componenti aumenta il rischio di essere poveri del 135 per cento, rispetto al valore medio dell'Italia. Ogni nuovo figlio, dunque, costituisce per la famiglia, oltre che una speranza di vita, una crescita del rischio di impoverimento;
questo dato nel corso degli anni ha mostrato una certa stabilità con un elemento di novità in più rispetto alle altre rilevazioni effettuate. Tale novità consisterebbe nel fatto che è aumentato il numero di famiglie «a rischio di povertà», di famiglie, cioè, che arrivano con difficoltà alla quarta settimana e sono costrette a indebitarsi e a ricorrere ai centri assistenziali, nonostante abbiano un lavoro e un reddito;
questi dati sono confermati dal rapporto annuale Istat 2007, per cui il 50 per cento dei nuclei familiari vive con meno di 1.900 euro al mese, il 15 per cento delle famiglie non arriva alla quarta settimana, il 6,2 per cento ritiene di non potersi permettere un'alimentazione adeguata, il 10,4 per cento un sufficiente riscaldamento per l'abitazione;
è cresciuta l'insicurezza delle famiglie italiane che temono di non essere in grado di far fronte a eventi negativi, come, per esempio, un'improvvisa malattia, associata a non autosufficienza, di un familiare o l'instabilità del rapporto di lavoro o gli oneri finanziari sempre maggiori;
la crisi dei mutui subprime ha fatto crescere il numero di famiglie che sirendono insolventi nei confronti delle banche che hanno concesso loro il mutuo;
la diffusione del precariato fra le giovani generazioni rende questa categoria tra quelle a maggior rischio di povertà, rinviando le possibilità ed il desiderio di una vita in coppia e di procreare, con riflessi negativi sul tasso di natalità;
crescono le persone cadute nell'emarginazione senza neppure aver potuto sperimentare una vita lavorativa e familiare normale; persone con una traiettoria di mobilità discendente, contrassegnata dalla perdita del lavoro, dei legami familiari, della stabilità abitativa; persone senza famiglia che con l'avanzare degli anni si trovano senza sostegni; donne sole con bambini, prive del sostegno del coniuge o con compagni a loro volta colpiti dalla precarietà occupazionale, da malattie o inabilità o con genitori anziani da assistere; persone che subiscono a livello psicologico e relazionale i contraccolpi della disoccupazione o del fallimento e della cessazione di attività autonome;
i poveri e senza dimora sono tornati a essere visti come minaccia per la sicurezza, da allontanare e respingere dalle nostre città, specialmente quando appartengono a minoranze visibili e storicamente colpite dal pregiudizio, rom e sinti in primo luogo;
tra i processi che generano impoverimento dobbiamo considerare in modo articolato il fenomeno dell'immigrazione, tenendo conto che la relativa povertà iniziale rende gli extracomunitari flessibili, adattabili e sfruttabili nel lavoro nero e sommerso e in altra attività al limite della legalità. La riluttanza a concedere loro, per esempio, la cittadinanza italiana traduce istituzionalmente questa tensione tra integrazione economica ed esclusione sociale;
l'economia criminale in molte regioni del Sud trova nella povertà di alcuni territori la possibilità di poter disporre di una manovalanza a buon mercato per la propria attività;
analizzando nel dettaglio i livelli di spesa per interventi e servizi sociali a livello regionale, si registrano significativi divari, per cui, a fronte di un valore medio per abitante di poco superiore a 3 mila euro annui, permangono ampi divari territoriali di spesa sociale, con valori maggiori nelle regioni centro-settentrionali e minori in quelle meridionali, con punte di differenze pari a quasi 2 mila euro annui;
in uno Stato moderno la spesa sociale dovrebbe svolgere una funzione di perequazione delle differenze in termini di dotazione di servizi tra i territori, operando, in particolare, una redistribuzione delle risorse in base ai rischi specifici dei diversi comparti, quali la povertà, le condizioni di salute per la sanità, il disagio per l'assistenza sociale e l'investimento in capitale umano per l'istruzione;
fra i Paesi dell'Unione europea, l'Italia ha il primato negativo per quanto riguarda le cifre stanziate per il sostegno alle famiglie, destinando solo il 3,8 per cento della spesa sociale contro una media europea dell'8,2 per cento: una percentuale modesta che appare davvero risibile se paragonata alle quote pari al 10 per cento dei Paesi del Nord Europa e della Francia, senza contare che la spesa media nell'Unione europea per la famiglia è pari al 2 per cento del prodotto interno lordo, mentre in Italia è pari solo all'1 per cento;
questo perché il nostro modello di welfare si basa su squilibri interni evidenti, collocandosi leggermente al di sopra della media dei Paesi Ocse, ma presentando uno squilibrio in favore della spesa pensionistica, che costituisce oltre il 60 per cento della spesa sociale al netto dell'istruzione, mentre la sanità rappresenta circa il 24 per cento, seguita dall'assistenza (8,1 per cento),
impegna il Governo:
a considerare la lotta alla povertà, tenendo conto della multidimensionalità del fenomeno e dei processi di impoverimentoe non solo della povertà come esito, un obiettivo ordinario e non straordinario della politica del Paese;
nel ridisegnare il nuovo modello sociale, a dare rilievo all'aspetto culturale e valoriale delle scelte, a partire dal riconoscimento della centralità della persona, di una maggiore attenzione alla primaria difesa della vita e alla concreta valorizzazione del ruolo della famiglia e dei minori;
ad elaborare una nuova riqualificazione della spesa sociale, intervenendo soprattutto, d'intesa con gli enti locali e regionali, laddove gli squilibri territoriali sono maggiori;
a produrre la riorganizzazione in ogni ambito del servizio di sostegno economico all'inclusione sociale, con il superamento dell'erogazione dei sussidi e contributi una tantum e a pioggia;
a predisporre forme nuove di reddito d'accompagnamento sulla base di progetti personalizzati e di attenzione particolare ai minori, attraverso una rete di collaborazione con i servizi abitativi, con i servizi di inserimento al lavoro, di istruzione e formazione attiva sul territorio;
ad attivare forme sperimentali di concessione di microcrediti per sostenere forme di imprenditorialità sociale e forme di mutualità che aiutino a superare l'assistenzialismo per generare percorsi di promozione;
a mettere in atto azioni incisive di contrasto all'esclusione sociale e alla povertà con idonee azioni territoriali, a seconda della natura dei fenomeni di esclusione presenti nell'ambito territoriale;
a verificare la struttura dell'Isee (indicatore della situazione economica equivalente), snellendone la procedura amministrativa per renderlo sempre più uno strumento di equità volto a stabilire le priorità di accesso al sistema locale dei servizi, in ogni ambito territoriale sociale;
a valorizzare, nei progetti e nelle azioni di inclusione, l'integrazione fra politiche sociali, politiche del lavoro, politiche per la formazione, politiche abitative e politiche della salute;
a contribuire all'attuazione di programmi di intervento a livello regionale e locale contro la vulnerabilità delle famiglie dovuta alla povertà, consistenti in azioni diversificate di sostegno al reddito, consumo responsabile e politiche abitative favorevoli;
a procedere in tempi rapidi ad una riforma degli ammortizzatori sociali, che allo stato attuale presenta criticità e strozzature attraverso l'attuazione della delega di cui alla legge n. 247.
(1-00044)
(Testo modificato nel corso della seduta).«Pezzotta, Vietti, Galletti, Delfino, Volontè, Ciccanti, Compagnon, Naro».
(29 settembre 2008)
La Camera,
premesso che:
secondo i dati Istat, nel nostro Paese risultano povere 2 milioni 623 mila famiglie, che rappresentano l'11,1 per cento delle famiglie residenti; si tratta di oltre 7 milioni e mezzo di persone, pari a circa il 13 per cento della popolazione, ma con un forte evidente squilibrio territoriale. Una povertà, infatti, per lo più diffusa nell'Italia meridionale e insulare, dove il 22,6 per cento delle famiglie residenti risulta sotto la linea di povertà e dove risiede ben il 65 per cento del totale delle famiglie povere italiane. Una povertà che assume, quindi, inevitabilmente, il carattere di fenomeno sociale;
se si considerano le famiglie numerose, la situazione al Sud diventa drammatica: in questo caso le famiglie con tre o più figli minori considerate povere sfiorano il 50 per cento delle famiglie residenti, a dimostrazione del forte legame esistente tra povertà e dimensione familiare;
la soglia di povertà relativa, calcolata sulla spesa familiare per consumi, nel 2006 è stata fissata a circa 970 euro mensili per una famiglia di due persone;
il rapporto Istat sulla povertà relativa in Italia nel 2006 stima anche un altro dato importante: sono poco meno di due milioni le famiglie non povere, ma che sono tuttavia a rischio di indigenza (ossia quelle che si trovano appena sopra la soglia di povertà, in una condizione di incertezza economica tale per cui basterebbero interventi mirati, probabilmente anche minimi, per fare la differenza e far uscire queste persone da un'area di rischio);
il rapporto Eurispes 2005 parla della società dei tre terzi: «un terzo vive all'interno di una zona di sicuro disagio sociale e indigenza economica, un terzo appare assolutamente garantito e la fascia centrale (i ceti medi) vive in una condizione di instabilità e di precarietà». La stessa Caritas segnala come sempre più spesso i suoi «utenti» appartengano a classi sociali tradizionalmente lontane dalla fruizione dei servizi di assistenza dell'associazione;
le rilevazioni ufficiali e i dati statistici relativi alle persone in difficoltà, se consentono di delineare un quadro chiaro e significativo del problema, spesso non riescono ad intercettare una ben più vasta area di povertà materiale e di esclusione ufficiale;
la situazione di disagio sociale ed economico di una quota consistente di nuclei familiari, spesso conseguente alla mancanza di lavoro o all'insufficienza del reddito, si lega anche ad altre cause: difficoltà abitative, problemi di salute, il risiedere in aree del Paese sprovviste di determinati servizi di assistenza e di tutela dell'infanzia, la presenza di anziani con problemi di autosufficienza, la numerosità del nucleo familiare;
la sostanziale stabilità della povertà in questi ultimi anni indica, peraltro, la poca incisività delle politiche di contrasto che sono state adottate fin qui e la loro poca capacità di ridurne progressivamente le dimensioni;
siamo peraltro in presenza di una contrazione della classe media e di una riduzione delle pari opportunità di mobilità in salita tra le diverse classi sociali, che va vista con preoccupazione nel lungo periodo, in quanto può costituire un vulnus per la vita sociale e democratica del Paese;
l'Italia utilizza circa un quarto del prodotto interno lordo per la protezione sociale, in linea con alcuni Paesi europei, ma comunque inferiore a Belgio, Austria, Francia, Germania, Danimarca e Svezia. Delle risorse complessive stanziate per le politiche sociali, più della metà della spesa è destinata alle pensioni, un quarto per la voce «sanità» e meno del 12 per cento viene destinato alla voce «assistenza sociale»;
il principale strumento per il finanziamento degli interventi e dei servizi sociali è rappresentato dal fondo nazionale per le politiche sociali, le cui risorse sono stabilite annualmente dalla legge finanziaria. Sebbene però si sia avuto un incremento negli ultimi due anni, le risorse complessive assegnate al fondo nel 2007 risultano solo lievemente superiori a quelle stanziate nel 2001;
fattore casa, contrazione del welfare, precarizzazione del lavoro, riduzione del potere d'acquisto sono i principali fattori che favoriscono il processo di impoverimento e moltiplicano la vulnerabilità e l'incertezza, estendendole a fasce sociali fino a qualche anno fa relativamente al sicuro;
circa 2 milioni e mezzo di famiglie hanno un mutuo a carico per un esborso medio annuo di 5,5 mila euro (14 per cento della propria spesa). Il 19 per cento delle famiglie in affitto spende, per l'affitto, 5 mila euro all'anno (18 per cento della spesa complessiva);
se circa l'80 per cento dei cittadini risultano proprietari di casa, l'emergenzaabitativa continua a costituire una delle cause principali dello stato di povertà e di sofferenza per molta parte dei cittadini e delle famiglie con reddito medio-basso, ossia proprio quelle che hanno grandi difficoltà a pagare un affitto sul libero mercato, ma non sono così povere per poter avere diritto ad una casa popolare. Se si vuole intraprendere una politica efficace nei confronti dei ceti più deboli è indispensabile, quindi, proseguire e intensificare gli interventi a favore di chi deve pagare l'affitto e mettere in atto una vera politica per la casa;
altro fattore critico è certamente il lavoro, sia in relazione alla difficoltà di accedere al mercato del lavoro, che in relazione alla sua precarizzazione (ciò riguarda prevalentemente giovani e donne). Tutto questo può rappresentare un'ulteriore causa di sofferenza sociale ed economica per una fetta non piccola della popolazione. La disoccupazione, così come la sottoccupazione o la «malaoccupazione», costituiscono un problema che porta con sé pericoli crescenti di disgregazione sociale, di allargamento della fascia di povertà, di sovraccarico sulle famiglie;
secondo l'Istat circa il 45 per cento dei giovani fra i 25 e i 34 anni (quasi quattro milioni di persone) vive ancora con i genitori. Dato un tasso di occupazione dei giovani pari al 50-60 per cento, diventa ipotizzabile valutare che quasi due milioni di loro, pur avendo già trovato un lavoro, non abbia i mezzi per poter in autonomia andare a vivere fuori dalla famiglia. In questo scenario e con queste prospettive, si può anche spiegare il basso tasso di natalità italiano: molte famiglie scelgono di non fare un secondo o terzo figlio semplicemente perché non se lo possono permettere;
la stessa indagine sui bilanci familiari della Banca d'Italia riporta come la quota di individui poveri di reddito decresce sistematicamente rispetto all'età, ossia che il rischio di povertà sia superiore per i giovani rispetto agli anziani, mentre trent'anni fa la situazione era inversa. A conferma dei suddetti dati, anche il rapporto Eurispes 2008 parla di un aumento della povertà nel Paese e di una povertà sempre più «giovane». Al Nord, in un solo anno, le famiglie povere con a capo un giovane con meno di 35 anni sono passate dal 2,6 per cento del 2004 al 4,8 per cento del 2005, mentre al Sud si è verificato un aumento dal 23,5 per cento al 24,9 per cento;
l'altro anello debole è costituito dalle caratteristiche dell'occupazione femminile, ossia dalle maggiori difficoltà che ancora oggi una donna incontra nel mercato del lavoro;
nonostante la creazione tra il 2004 e il 2006 di un milione di posti di lavoro per le donne, il tasso di occupazione femminile, pari al 50,8 per cento nel 2006 (nel 2000 era al 48,4 per cento) pone l'Italia all'ultimo posto nella graduatoria europea del livello di attività;
in questo ambito è, quindi, indispensabile individuare efficaci politiche attive del lavoro che puntino a favorire la buona e stabile occupazione femminile nel nostro Paese. Per far ciò, dette politiche non possono non intrecciarsi inevitabilmente con le esigenze di cura della famiglia e, quindi, anche con un aumento dell'offerta qualitativa e quantitativa della scuola, del tempo pieno, dei servizi socio-educativi per l'infanzia;
l'assenza o l'insufficienza nell'offerta di questi servizi finiscono evidentemente per scoraggiare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, facendole rinunciare;
vanno, quindi, individuate e messe in campo azioni positive per la sperimentazione di forme di flessibilità dell'orario di lavoro, di part-time, di telelavoro, con l'obiettivo di salvaguardare il diritto delle donne alle pari opportunità sul lavoro, il diritto alla progressione di carriera e, contestualmente, vanno realizzate misure a sostegno della conciliazione dei tempi di lavoro e di cura della famiglia;
un'inflazione al 4,1 per cento, ossia su valori che non si registravano dal 1996, si traduce inevitabilmente in una riduzione del potere d'acquisto, soprattutto dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, con effetti evidenti in termini di aumento dei nuovi poveri e di maggior disagio sociale;
secondo l'ultima indagine sui bilanci delle famiglie italiane della Banca d'Italia, nel periodo 2000-2006, il reddito reale delle famiglie con capofamiglia lavoratore dipendente è rimasto sostanzialmente lo stesso (+ 0,3 per cento); dato, peraltro, rafforzato dalla serie storica delle indagini sempre della Banca d'Italia, che ci conferma come la crescita praticamente vicina allo zero dei redditi reali dura ormai da circa dieci anni;
secondo il rapporto annuale Istat 2007, il 15 per cento delle famiglie non arriva alla quarta settimana, il 6,2 per cento ritiene di non potersi permettere un'alimentazione adeguata;
passaggio ineludibile, se si vuole realmente intervenire per sostenere e far recuperare potere d'acquisto ai lavoratori dipendenti, è iniziare ad operare la restituzione ai suddetti lavoratori e ai pensionati del fiscal drag, ossia di almeno una parte del maggior prelievo fiscale conseguente alla crescita monetaria ma non reale del proprio reddito a seguito dell'inflazione;
nell'ambito delle politiche di contrasto della povertà e del disagio, è indispensabile intervenire con interventi fiscali mirati nei confronti degli incapienti, ossia di quei circa 5 milioni di persone, di cui oltre la metà pensionati, che, proprio per il loro basso reddito, sono nell'impossibilità di godere di qualunque deduzione e/o detrazione. Già nel 2007, con il decreto-legge n. 159 del 2007, si era intervenuti a favore di questi soggetti, ma è evidente come sia indispensabile intervenire in modo strutturale;
risulta evidente che le politiche fiscali non possono soddisfare del tutto il bisogno di protezione sociale delle famiglie, ma è indispensabile che dette politiche debbano essere integrate con efficaci politiche dei servizi, nell'ambito dell'istruzione, della salute, del lavoro,
impegna il Governo:
a rafforzare le politiche di contrasto alla povertà e al disagio, incentivando programmi che sostengano progetti in favore dei cittadini più in difficoltà attraverso un piano nazionale di lotta alla povertà, che possa contare su risorse annuali certe, con il coordinamento tra i vari soggetti istituzionali (locali, regionali, nazionale) e il contributo di soggetti pubblici o privati comunque operanti sul territorio, in grado di dare risposte efficaci alla molteplicità dei bisogni esistenti;
a ridurre le disparità territoriali nel settore dell'assistenza e dei servizi sociali nel nostro Paese, garantendo l'uniformità dei diritti essenziali su tutto il territorio nazionale;
a predisporre forme efficaci di monitoraggio e di controllo, al fine di verificare la qualità e la quantità dei servizi alla persona resi dagli enti locali, provvedendo eventualmente a subentrare, come previsto espressamente dall'articolo 120 della Costituzione, all'azione degli enti territoriali interessati, qualora inadempienti in materia di tutela dei livelli essenziali delle prestazioni con riguardo ai diritti sociali;
ad incrementare una politica efficace di sostegno alla non autosufficienza, stanziando adeguate risorse finanziarie da integrare con cofinanziamenti degli enti territoriali interessati, attraverso un programma di sostegno alle famiglie e agli anziani, rafforzando l'assistenza domiciliare, anche attraverso la predisposizione di opportuni incentivi;
a prevedere interventi di riduzione dei costi dei servizi per le famiglie con un numero di figli superiore a tre;
ad aumentare le risorse a favore dello sviluppo del sistema dei servizi socio-educativi per l'infanzia, garantendone l'attuazione e l'uniformità delle prestazioni su tutto il territorio nazionale, confermando il tempo pieno in ambito scolastico;
a sostenere politiche attive e incentivi mirati a favore di chi ha redditi bassi e discontinui e ad incrementare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, anche attraverso misure a sostegno della conciliazione dei tempi di lavoro e di cura della famiglia, al fine di favorire il superamento delle famiglie monoreddito;
a introdurre nuove forme di sostegno per i lavori cosiddetti atipici;
ad individuare opportuni strumenti atti a favorire l'accesso al credito bancario, con particolare riguardo ai lavoratori atipici, finalizzato all'acquisto della prima casa, consentendo loro di avere maggiori certezze per poter costruire un proprio progetto di vita;
ad intervenire con risorse adeguate per il finanziamento di interventi per la riduzione del disagio abitativo;
a porre l'aumento del costo della vita tra le priorità assolute dell'azione del Governo e a mettere in atto un'efficace politica economica, in grado di contrastare un'inflazione in continua crescita che sta mettendo in crisi migliaia di famiglie italiane, che vedono ridursi pericolosamente il loro potere d'acquisto;
a predisporre interventi fiscali finalizzati a ridisegnare una curva redistributiva più favorevole ai redditi medio-bassi;
ad intervenire concretamente per tutelare quelle categorie più penalizzate da un'inflazione in costante crescita, quali i percettori di redditi da lavoro dipendente, i pensionati, le famiglie monoreddito, anche attraverso la restituzione del fiscal drag, con particolare riguardo ai contribuenti con più basso reddito;
a prevedere interventi strutturali di carattere fiscale per i cittadini incapienti;
a presentare all'Unione europea entro i termini previsti le relazioni strategiche nazionali sulla protezione sociale e l'inclusione sociale per il biennio 2008-2010 e a tradurre in piani e azioni nazionali gli obiettivi comuni previsti in materia di inclusione sociale, pensioni e cure sanitarie.
(1-00045)
«Palagiano, Mura, Borghesi, Donadi, Zazzera».
(29 settembre 2008)
MOZIONI COTA ED ALTRI N. 1-00033, CAPITANIO SANTOLINI ED ALTRI N. 1-00049 E DE TORRE ED ALTRI N. 1-00050 CONCERNENTI INIZIATIVE IN MATERIA DI ACCESSO DEGLI STUDENTI STRANIERI ALLA SCUOLA DELL'OBBLIGO
Mozioni
La Camera,
premesso che:
il crescente fenomeno dell'immigrazione ha modificato sensibilmente il modello organizzativo del sistema scolastico italiano;
l'elevata presenza di alunni stranieri nelle singole classi scolastiche della scuola dell'obbligo determina difficoltà oggettive d'insegnamento per i docenti e di apprendimento per gli studenti;
il diverso grado di alfabetizzazione linguistica si rivela, quindi, un ostacolo per gli studenti stranieri che devono affrontare lo studio e gli insegnamenti previsti nei programmi scolastici, e per gli alunni italiani che assistono a una «penalizzante riduzione dell'offerta didattica» a causa dei rallentamenti degli insegnamenti dovuti alle specifiche esigenze di apprendimento degli studenti stranieri;
tale situazione è ancora più evidente nelle classi che vedono la presenza di studenti provenienti da diversi Paesi, le cui specifiche esigenze personali sono anche caratterizzate dalle diversità culturali del Paese di origine, tanto da indurre gli insegnanti ad essere più tolleranti e meno rigorosi in merito alle valutazioni volte a stabilire i livelli di competenza acquisiti dagli alunni stranieri e italiani sulle singole discipline;
dai dati forniti dal ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca la crescita di alunni stranieri, registrata nell'anno scolastico 2007-2008, è pari a 574.133 unità, con un incidenza del 6,4 per cento rispetto alla popolazione scolastica complessiva;
tale situazione è determinata dalla crescita degli alunni stranieri nel triennio 2003-2005 intensificatasi anche per effetto dei provvedimenti di regolarizzazione (legge n. 189 del 2002 e legge n. 222 del 2002);
rispetto alle nazionalità si confermano ai primi posti i gruppi di studenti provenienti dai Paesi dell'Est europeo, in particolare la Romania che, nell'arco di due anni, è passata dal 12,4 per cento (52.821 alunni), al 16,15 per cento (92.734 alunni), superando la numerosità degli alunni provenienti dall'Albania (85.195 pari al 14,84 per cento), e dal Marocco (76.217 presenze, pari al 13,28 per cento);
la disomogenea distribuzione territoriale di alunni con cittadinanza non italiana, molto concentrata al Centro-Nord e scarsa al Sud e nelle Isole, interessa circa 37.000 punti di erogazione del servizio scolastico, rispetto ai 57.000 presenti in ambito nazionale. È evidente il divario esistente tra i primi e i secondi, determinato dalla necessità per i primi di adeguare gli aspetti organizzativi e didattici all'attività di integrazione degli alunni stranieri;
la più elevata consistenza di alunni stranieri si trova nella scuola primaria e secondaria di I grado (il 7,7 per cento frequenta la primaria, il 7,3 per cento lasecondaria di I grado, il 6,7 per cento le scuole dell'infanzia). Gli istituti di istruzione secondaria di II grado, pur non raggiungendo complessivamente i valori delle presenze registrate nella scuola primaria e secondaria di I grado, registrano l'8,7 per cento del totale degli studenti. Tra questi ultimi la maggior parte è concentrata nei professionali, dove rappresentano l'8,7 per cento del totale degli studenti, mentre nei tecnici raggiungono il 4,8 per cento e nei licei sono appena l'1,4 per cento;
l'osservazione a livello territoriale evidenzia che l'incidenza degli alunni con cittadinanza non italiana è particolarmente significativa in Emilia-Romagna, Umbria, Lombardia e Veneto dove essi rappresentano più del 10 per cento della popolazione scolastica regionale;
la presenza di studenti stranieri nel Centro-Nord è quindi superiore alla media italiana fino a raggiungere i 12 studenti stranieri ogni 100 in Emilia-Romagna, mentre nel Mezzogiorno l'incidenza percentuale varia tra l'1,3 e il 2,3 per cento ad eccezione dell'Abruzzo con il 5 per cento;
di grande attualità risultano i dati sulla presenza di alunni nomadi, essi raggiungono le 12.342 unità e pertanto rappresentano il 2,1 per cento degli alunni stranieri. Più della metà degli alunni nomadi frequenta la scuola primaria;
relativamente al rapporto tra la frequenza delle scuole statali e non statali e le loro suddivisioni tra i diversi gradi della scuola, si registra la presenza del 90,3 per cento di alunni stranieri in scuole statali, mentre il restante 9,7 per cento risulta iscritto in istituzioni scolastiche non statali;
i Paesi di provenienza degli alunni stranieri, sui 194 censiti dall'Istituto nazionale di statistica, sono ben 191. Nelle scuole della provincia di Bergamo, ad esempio, i dati del 2005 registravano la rappresentanza di 118 cittadinanze, a Perugia 109, a Pesaro 90, a Siena 80, a Latina 78;
l'osservazione sull'esito scolastico degli alunni italiani a confronto con quello degli alunni stranieri rivela che nelle scuole dove sono presenti alunni con cittadinanza non italiana si riscontra una maggiore selezione nei loro riguardi che finisce per incidere sui livelli generali di promozione: il divario dei tassi di promozione degli allievi stranieri e di quelli italiani è -3,36 per cento nella scuola primaria, -7,06 per cento nella secondaria di I grado, -12,56 per cento nella secondaria di II grado, in cui più di un alunno straniero su quattro non consegue la promozione;
la presenza di minori stranieri nella scuola si inserisce come fenomeno dinamico in una situazione in forte trasformazione a livello sociale, culturale, di organizzazione scolastica: globalizzazione, europeizzazione e allargamento dell'Unione europea, processi di trasformazione nelle competenze territoriali (decentramento, autonomia ed altro), trasformazione dei linguaggi e dei media della comunicazione, trasformazione dei saperi e delle connessioni tra i saperi, processi di riforma della scuola;
il fenomeno migratorio sta assumendo caratteri di stabilizzazione sia per le caratteristiche dei progetti migratori delle famiglie, sia per la quota crescente di minori di origine immigrata che nascono in Italia o comunque frequentano l'intero percorso scolastico;
la Convenzione internazionale dei diritti dell'infanzia sancisce che tutti devono poter contare su pari opportunità in materia di accesso alla scuola, nonché di riuscita scolastica e di orientamento;
la scuola italiana deve quindi essere in grado di supportare una politica di «discriminazione transitoria positiva», a favore dei minori immigrati, avente come obiettivo la riduzione dei rischi di esclusione;
la maggior parte dei Paesi europei ha costruito luoghi d'apprendimento separati per i bambini immigrati, allo scopo diattuare un percorso breve o medio di alfabetizzazione culturale e linguistica del Paese accogliente. La presenza di bambini stranieri, ma anche nomadi o figli di genitori con lo status di rifugiati politici, implica l'aggiunta di finanziamenti e di docenti, e l'organizzazione di classi di recupero successive o contemporanee all'orario normale, di classi bilingue, oppure con la presenza di assistenti assunti a tal fine;
in Grecia, ad esempio, le scuole con un gran numero di alunni stranieri, figli di genitori nomadi o di greci rimpatriati, organizzano delle classi propedeutiche o delle sezioni preparatorie per l'insegnamento del greco, ma anche della lingua d'origine, per facilitare l'integrazione di questi bambini nel sistema educativo. Queste classi e sezioni usano materiale didattico specifico e possono essere seguite da insegnanti ordinari che effettuano delle ore supplementari, insegnanti di sostegno temporanei o da insegnanti con qualifiche specifiche a orario ridotto. Il rapporto ufficiale alunni/insegnanti da rispettare è di 9-17 alunni per insegnante nelle classi propedeutiche e di 3-8 alunni per insegnante nelle sezioni preparatorie. L'assegnazione delle risorse dipende dalla presenza di un numero di alunni sufficiente per poter organizzare una classe o sezione;
le gerarchie istituzionali del precedente Governo di centro-sinistra hanno rigettato la proposta della Lega Nord, sulla necessità di istituire dette «classi propedeutiche», considerandole addirittura «luoghi di segregazione culturale», o «mere strategie di integrazione degli alunni immigrati», ritenendole «soluzioni compensatorie di carattere speciale», avvolte in schemi stereotipi e folkloristici;
la pedagogia interculturale del centro-sinistra, attraverso l'affermazione dell'«universalismo», ha lasciato l'iniziativa alle singole scuole e agli enti locali che, pur avendo agito in maniera equilibrata, non possono attuare strategie per il superamento dei problemi derivanti dall'accoglienza e dalla formazione degli studenti stranieri. Le normative sull'immigrazione del 1998 e del 2002 (Testo unico di cui al decreto legislativo n. 286 del 1998 e legge n. 189 del 2002) contengono indicazioni utili sulla funzione e sull'uso dei cosiddetti «spazi dotati di strumenti appositamente dedicati», demandando alle scuole e agli enti locali l'iniziativa e la gestione di tali spazi e strumenti mirati all'istituzione di percorsi specifici di alfabetizzazione linguistica di durata variabile;
i dati forniti dal ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca evidenziano come il problema dei ripetenti e della dispersione scolastica incida soprattutto sui ragazzi stranieri. Secondo tali dati, il numero degli studenti stranieri ripetenti è del 4 per cento nella scuola primaria, dell'8 per cento nella scuola secondaria di primo grado e arriva al 14 per cento nella scuola secondaria di secondo grado. In riferimento a quest'ultimo ciclo di istruzione si rilevano, inoltre, incongruenze tra la classe frequentata e l'età, incongruenze che riguardano circa il 75 per cento degli studenti stranieri;
la dimensione della scuola, la quantità di stranieri rispetto alla popolazione scolastica e la quantità di cittadinanze concorrono al successo o all'insuccesso scolastico di tutti gli studenti;
dai dati ministeriali si rileva che per i diversi ordini di scuola gli alunni stranieri sembrano ottenere maggiori risultati quando sono ridotti di numero;
la densità della presenza di alunni con cittadinanza non italiana in piccole scuole sembra non favorire livelli elevati di esiti positivi. Tale fattore si determina maggiormente nelle scuole secondarie di secondo grado dove il decremento degli esiti in rapporto alla maggiore consistenza di alunni stranieri è ancora più accentuato: negli istituti di piccole dimensioni con gruppi minimi di studenti non italiani, il tasso di promozione degli alunni stranieri scende dal 93,29 per cento (da 1 a 5) fino al 78,64 per cento (da 11 a 30) se vi sono consistenti gruppi di alunni stranieri.Negli istituti di medie dimensioni (da 101 a 300 alunni complessivi) si passa dal 91,79 per cento al 78,46 per cento; negli istituti maggiormente dimensionati si passa dall'89,87 per cento all'80,26 per cento; ciò vuol dire che il tasso di promozione di alunni stranieri nelle scuole primarie e secondarie di I grado è inversamente proporzionale alla dimensione della loro presenza nella scuola;
l'elemento della presenza di molte diverse cittadinanze nelle scuole, pur non coincidendo necessariamente con esiti negativi finali degli alunni stranieri, rappresenta un fattore condizionante del complesso sistema educativo e formativo che influenza l'intera classe;
le sopraccitate analisi sugli esiti scolastici sono importanti poiché consentono di comprendere determinate categorie di alunni per i quali l'obiettivo, oltre a quello degli apprendimenti, è anche quello dell'integrazione del sistema scolastico e del sistema sociale;
questa tipologia di alunni con cittadinanza non italiana consegue determinati esiti scolastici, in rapporto al livello di conoscenza della lingua italiana, alla dimensione temporale di scolarizzazione nel nostro Paese, alle misure di accompagnamento per la loro integrazione all'interno e all'esterno dell'ambito scolastico;
tali misure risultano infatti determinate sia dal numero degli studenti stranieri, sia dalle diverse nazionalità presenti nella stessa classe o scuola e dalle conseguenti differenti situazioni culturali e sociali che generano molteplici esigenze cui dare risposta,
impegna il Governo:
a rivedere il sistema di accesso degli studenti stranieri alla scuola di ogni ordine e grado, autorizzando il loro ingresso previo superamento di test e specifiche prove di valutazione;
a istituire classi ponte che consentano agli studenti stranieri che non superano le prove e i test sopra menzionati di frequentare corsi di apprendimento della lingua italiana, propedeutiche all'ingresso degli studenti stranieri nelle classi permanenti;
a non consentire in ogni caso ingressi nelle classi ordinarie oltre il 31 dicembre di ciascun anno, al fine di un razionale ed agevole inserimento degli studenti stranieri nelle nostre scuole e a prevedere, altresì, una distribuzione degli stessi proporzionata al numero complessivo degli alunni per classe, per favorirne la piena integrazione e scongiurare il rischio della formazione di classi di soli alunni stranieri;
a favorire, all'interno delle predette classi ponte, l'attuazione di percorsi monodisciplinari e interdisciplinari, attraverso l'elaborazione di un curricolo formativo essenziale, che tenga conto di progetti interculturali, nonché dell'educazione alla legalità e alla cittadinanza:
a) comprensione dei diritti e doveri (rispetto per gli altri, tolleranza, lealtà, rispetto della legge del paese accogliente);
b) sostegno alla vita democratica;
c) interdipendenza mondiale;
d) rispetto di tradizioni territoriali e regionali del Paese accogliente, senza etnocentrismi;
e) rispetto per la diversità morale e cultura religiosa del Paese accogliente;
a prevedere l'eventuale maggiore fabbisogno di personale docente da assegnare a tali classi, inserendolo nel prossimo programma triennale delle assunzioni di personale docente disciplinato dal decreto-legge n. 97 del 2004, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 143 del 2004, alla cui copertura finanziaria si provvede
mediante finanziamenti da iscrivere annualmente nella legge finanziaria.
(1-00033)
(Nuova formulazione) «Cota, Goisis, Grimoldi, Rivolta, Maccanti, Aprea, Frassinetti, Granata, Latteri, Baldelli, Garagnani, Centemero, Barbieri, Barbaro, Caldoro, Carlucci, Ceccacci Rubino, Di Centa, Renato Farina, Giammanco, Lainati, Mazzuca, Murgia, Palmieri, Massimo Parisi, Perina, Rampelli».
(16 settembre 2008)
La Camera,
premesso che:
il fenomeno dell'immigrazione di bambini ed adolescenti stranieri nel nostro Paese ed il loro inserimento nelle strutture scolastiche, secondo i dati forniti dal ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, ha assunto dimensioni notevoli e tali da incidere in maniera rilevante sulla normale attività di insegnamento-apprendimento;
la presenza degli alunni che usufruiscono del servizio è disomogenea territorialmente, etnicamente e culturalmente, con conseguente aggravamento dell'operatività del servizio stesso;
le cronache quotidiane segnalano l'insorgenza di forme, più o meno palesi, di un certo razzismo di ritorno con le sue ostilità, repulsioni e violenza;
attraverso ripetuti appelli Papa Benedetto XVI ha richiamato tutti ad un maggior rispetto della dignità della persona umana, all'accoglienza premurosa dei più deboli ed emarginati, alla tutela soprattutto delle giovani generazioni che spesso arrivano in Italia in età scolare, dopo essere stati oggetti di tratta nei Paesi di origine, privi dei loro genitori naturali e accompagnati da persone che li avviano all'accattonaggio o ad attività delinquenziali;
il compito di ordinare il flusso immigratorio con il necessario discernimento non è del sistema educativo, che non può essere caricato della responsabilità di separare gli allievi regolari dagli irregolari, avendo invece come sua specifica missione quella dell'istruzione e della formazione;
la sfida per l'educazione scolastica nel nostro Paese è costituita dalla valorizzazione del pluralismo, della diversità e del dialogo;
il progetto educativo - superando il transculturalismo che porta alla diffusione del potere del gruppo dominante e del multiculturalismo che induce ogni gruppo a rinchiudersi nel proprio particolare - deve assumere l'ottica della interculturalità che riconosce le specificità senza assolutizzarle, volgendole, anzi, al pieno inserimento dei minori nel contesto sociale,
impegna il Governo:
a fornire un quadro dettagliato ed aggiornato della situazione, indicando i punti di maggiore criticità;
a destinare adeguate risorse economiche agli istituti e agli enti locali che, per ragioni diverse, sono maggiormente esposti su questo fronte, affinché possano affrontare l'emergenza;
a progettare interventi di formazione in servizio dei docenti nelle zone a maggior densità di insediamenti migratori;
a sollecitare la circolazione delle «buone pratiche», che molte scuole hanno realizzato con ottimi risultati;
a prevedere un'equilibrata distribuzione degli alunni stranieri in modo da evitare il concentramento degli stessi in un'unica sede;
ad intensificare il collegamento con l'extrascuola e con le famiglie, dove si svolgono le esperienze più autentiche di vita, aiutando anche i genitori ad apprendere la lingua italiana;
a ripristinare le cosiddette «classi aperte» in maniera da consentire, senza eccessi, il raggruppamento di alunni bisognevoli di specifici interventi di insegnamento-apprendimento;
ad arricchire i curricula di contenuti che abbiano riferimento alle varietà culturali;
a preparare approcci nel settore linguistico integrati con le attività pratiche, differenziando, per il tramite della mediazione di un docente specializzato, i programmi a seconda delle esigenze degli alunni stranieri.
(1-00049)
«Capitanio Santolini, Ciocchetti, Vietti, Ciccanti, Compagnon, Naro, Volontè».
(9 ottobre 2008)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)
La Camera,
premesso che:
ricorrono quest'anno i 60 anni dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, che all'articolo 2, recita: «ad ogni individuo spettano tutti i diritti e le libertà enunciate nella presente dichiarazione, senza distinzione alcuna per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione» e questa circostanza sollecita ulteriormente il nostro Paese ad attuare i principi in essa contenuti. Principi confermati dalla Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, ratificata dall'Italia con la legge 25 maggio 1991, n. 176, la quale, all'articolo 2, ribadisce: «gli Stati parte si impegnano a rispettare i diritti enunciati nella presente Convenzione ed a garantirli ad ogni fanciullo che dipende dalla loro giurisdizione, senza distinzione di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione pubblica o altra del fanciullo o dei suoi genitori o rappresentanti legali, dalla loro origine nazionale, etnica e sociale, dalla loro situazione finanziaria, dalla loro incapacità, dalla loro nascita o da ogni altra circostanza»;
ricorre anche il 60o anniversario della nostra Carta costituzionale che, attraverso il lavoro, ricco di alti valori umani e sociali, dei padri costituenti, a metà di uno dei secoli più bui dell'occidente, seppe esprimere con forza che «tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge», ed il compito della Repubblica è «rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana» (articolo 3) e «la scuola è aperta a tutti» (articolo 34). Il dettato costituzionale ebbe bisogno di tempo per affermarsi anche nella scuola e nella sua storia annovera una pietra miliare che la legge 517 del 1977, che sancì definitivamente il carattere inclusivo della scuola italiana aperta a tutti e di tutti insieme nella stessa scuola e nelle stesse classi, dapprima rivolto agli alunni con disabilità e via via rivolto agli alunni con cittadinanza non italiana;
per l'impegno educativo, professionale e civile di migliaia di docenti e del lavoro collegiale delle istituzioni scolastiche autonome del Paese, si è, dunque, affermato un modello che l'Osservatorio nazionale per l'integrazione degli alunni stranieri e l'educazione interculturale, istituito presso il MPI nel dicembre 2006, ha messo a punto un documento dal titolo La via italiana alla scuola interculturale che definisce i principi, le caratteristiche, le azioni da intraprendere per sostenere in modo efficace una scuola rivolta a tutti, che si svolge per tutti nelle stesse scuole e nelle stesse classi, che metta al centro ciascun alunno con la rete di tutte le sue relazioni e che si attua in una dimensione interculturale;
vista l'importanza della conoscenza della lingua italiana come elemento essenziale di questo modello, nella scorsa legislatura, nella seduta del 4 luglio 2007, laCamera ha votato la mozione 1-00175, che raccoglieva le istanze di ben nove mozioni presentate da altrettanti gruppi parlamentari, finalizzata ad impegnare congruenti risorse dedicate a questo tema: «la Camera...impegna il Governo a favorire iniziative da parte delle istituzioni scolastiche, nell'ambito della loro autonomia, organizzativa e didattica, finalizzate alla strutturazione di corsi o di attività che possano facilitare l'apprendimento della lingua italiana come lingua seconda, sulla base delle effettive esigenze degli alunni rilevate in sede di valutazione d'ingresso, adottando anche tutte le possibili modalità organizzative e didattiche»;
per rispondere a tale impegno, pienamente condiviso, il Governo Prodi nell'autunno successivo ha predisposto un Piano per l'insegnamento della lingua italiana come seconda lingua (L2) agli alunni di recente immigrazione;
detto Piano nazionale di insegnamento di italiano L2, è stato steso da linguisti esperti in L2, membri dell'Osservatorio nazionale per l'integrazione degli alunni stranieri e l'educazione interculturale, che in passato, durante la XIV legislatura, avevano già seguito la formazione di oltre 700 docenti per renderli esperti in insegnamento dell'italiano L2;
le linee del Piano possono essere riassunte come di seguito.
Viene evidenziato nell'analisi che vivere in una comunità ed insegnare in un contesto multiculturale e multilingue sta diventando un fatto consueto che investe in modo particolare le scuole. In classe capire ed essere capiti diventano sempre di più obiettivi pedagogici e condizioni di base per poter apprendere e insegnare nelle situazioni linguisticamente eterogenee. Il tema dell'insegnamento e apprendimento dell'italiano considerato come seconda lingua e' dunque oggi cruciale nella scuola italiana e nei servizi educativi. La competenza nella nuova lingua da parte dei minori di nazionalità non italiana rappresenta un fattore positivo di inserimento e di integrazione; è la condizione di base per poter apprendere i contenuti disciplinari comuni; diventa un elemento di appartenenza alla società ospite ed un dato irrinunciabile per i percorsi di cittadinanza. La presenza di alunni stranieri è un dato ormai strutturale del nostro sistema scolastico. Nell'anno 2007/2008 nelle scuole italiane si è registrato il 6,4 per cento degli alunni con cittadinanza non italiana, dieci anni fa (1997/98) era lo 0,8 per cento. Gli alunni con cittadinanza non italiana che hanno frequentato le scuole statali e non statali del nostro Paese nell'anno scolastico 2006/2007 sono stati 574.133 (dieci anni fa erano poco più di 70 mila). Negli ultimi anni la crescita più significativa si è avvertita nell'istruzione secondaria di secondo grado (118.977 studenti, di cui circa l'80 per cento in istituti tecnici e professionali). L'arrivo di alunni non italiani non è stato omogeneo tra le diverse zone del Paese come d'altronde è accaduto per la popolazione straniera in generale: su 100 alunni non italiani 90 frequentano le scuole del Centro-Nord e solo 10 quelle del Mezzogiorno. Oltre a ciò, in alcune scuole si registra una particolare concentrazione: in 896 istituzioni scolastiche si supera il 20 per cento di presenze di alunni stranieri, in 94 si supera il 40 per cento. La maggior parte di esse è concentrata nelle regioni del Nord. Tra le province con il maggior numero di scuole con significativa concentrazione troviamo Milano, Torino, Roma, Brescia,Verona. Però la maggior concentrazione di alunni con cittadinanza non italiana entrati per la prima volta nel sistema scolastico nazionale si ha soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno, dove le percentuali superano sempre il valore nazionale (10 per cento). Nel Centro-Nord, invece, le incidenze percentuali sono tutte inferiori ad esso, con l'eccezione del Lazio (12,9 per cento), la Valle d'Aosta (11,7 per cento) e il Friuli (10,7 per cento). Le nazioni maggiormente rappresentate sono l'Albania (14,84 per cento), la Romania (16,15 per cento) ed il Marocco (13,26 per cento). Da questi tre Paesi proviene il 44,27 per cento di tutti gli studenti stranieri.
Alla complessità di questa situazione ed alle preoccupazioni che ne possono derivare la scuola italiana risponde con un proprio modello che l'Osservatorio nazionale per l'integrazione degli alunni stranieri e l'educazione interculturale, istituito presso il MPI nel dicembre 2006, ha messo a punto un documento dal titolo La via italiana alla scuola interculturale che definisce i principi, le caratteristiche, le azioni da intraprendere per sostenere in modo efficace il «modello» italiano di integrazione.
Una delle azioni principali del documento La via italiana all'intercultura, sopraccitato, e della circolare ministeriale, 1o marzo 2006, Linee guida per l'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri, è l'insegnamento dell'italiano come seconda lingua agli studenti stranieri. Entrambi i documenti riconoscono che è una componente essenziale del processo di integrazione, condizione di base per capire ed essere capiti, per studiare ed ottenere un successo scolastico, per partecipare e sentirsi parte della comunità scolastica e non. La centralità di questa azione è confermata dalle leggi sull'immigrazione, n. 40 del 6 marzo 1998 e n. 189 del 30 luglio 2002.
Il Piano nazionale di insegnamento di italiano L2 afferma che per mettere in atto azioni comuni il sistema scolastico e gli enti locali sono chiamati oggi ad un impegno quotidiano di intervento mirato e di azioni specifiche. Essendo in atto nel Paese tante buone pratiche riguardo l'insegnamento dell' L2, si tratta in molti casi di consolidare percorsi virtuosi, modelli organizzativi e azioni positive, da tempo già realizzati e di creare/potenziare reti positive di collaborazione.
Inoltre il Piano riconosce che la presenza di bambini e ragazzi stranieri e la necessità di rispondere in maniera efficace ai loro bisogni linguistici possono essere un'opportunità per tutta la scuola e lo è di fatto come lo riconoscono varie ricerche internazionali e la ricerca in corso dell'Università Cattolica di Milano. Considerare l'insegnamento della nostra lingua con maggiore attenzione e cura, proponendo percorsi graduali e proposte didattiche di qualità per lo sviluppo della comunicazione e dello studio, può, dunque, avere una ricaduta positiva sull'educazione linguistica in generale.
Il Piano operativo si concentra in una prima fase per dare risposta ai bisogni comunicativi e linguistici degli alunni stranieri di recente immigrazione inseriti nelle scuole di diverso ordine e grado, rilevati ed evidenziati dai docenti e dai dirigenti scolastici. Esso si richiama alla finalità di una piena integrazione interculturale che può attuarsi solo a partire dall'acquisizione della capacità di capire e di essere capiti; di comprendere e di esprimere contenuti e saperi comuni. La padronanza efficace e approfondita dell'italiano L2 diventa mezzo di comunicazione e di contatto interpersonale, da un lato, e lingua veicolare dell'apprendimento, dall'altro. Come già accennato più sopra, il Piano nazionale si pone inoltre in continuità con i documenti sull'integrazione degli alunni stranieri e sull'educazione interculturale e costituisce un'azione prioritaria alla quale dare attenzione e continuità.
Il Piano nazionale per l'apprendimento e l'insegnamento dell'italiano seconda lingua - lingua di contatto e lingua veicolare dello studio e dell'apprendimento - si richiama ai criteri seguenti: è un progetto pilota, da sperimentare e monitorare durante l'anno scolastico 2007/2008 e 2008/2009 in alcune aree regionali di maggiore bisogno, per valutarne gli esiti e renderlo, nella seconda fase, progetto diffuso e da portare «a sistema»; è un intervento integrato (e non si pone dunque come azione separata da altre che istituzioni scolastiche autonome svolgono) dal momento che accompagna l'inserimento scolastico degli alunni di cittadinanza nella classe ordinaria di pertinenza e che occupa solo una parte del monte-ore scolastico; pur nella definizione di linee progettuali comuni, ha carattere di territorialità e tiene conto delle situazioni locali di inserimento degli alunni non o poco italofoni, dei loro bisogni e del grado di scuola frequentato; in tal senso, il piano nazionale intende integrare e arricchirel'offerta formativa a carattere linguistico erogata dagli enti locali, dall'associazionismo e dalle scuole; ha carattere di flessibilità e modularità e può quindi essere adattato alle esigenze degli alunni non italofoni inseriti e alle esigenze specifiche di un territorio e delle istituzioni scolastiche; è un piano che prevede azioni di sistema, monitoraggio, documentazione, e si compone di risorse economiche, di linee progettuali, di un sito dedicato, di attività di monitoraggio dei risultati, di comunicazione degli esiti e dei materiali prodotti.
L'intervento di insegnamento dell'italiano come seconda lingua nella scuola comune previsto dal Piano, è, dal punto di vista didattico, specifico e in transizione. Specifico, perché esso si differenzia - nei tempi, metodi, obiettivi - sia rispetto all'insegnamento di una lingua straniera, sia a quello dell'italiano lingua materna. In transizione, perché ha una durata limitata e differenziata da caso a caso (anche se si notano naturalmente alcune regolarità e passaggi comuni nei tragitti di apprendimento). In tempi più o meno rapidi, l'alunno straniero si trova a seguire i contenuti del curricolo della classe in cui è inserito, potendo contare su forme protratte di facilitazione didattica. I destinatari del Piano nazionale sono dunque gli alunni neoarrivati in Italia affatto o poco italofoni. Come avviene attualmente in altri Paesi europei, l'intervento specifico - e le risorse che ad esso afferiscono - devono essere indirizzate, non agli alunni stranieri in generale, ma a quella componente che esprime bisogni di tipo linguistico. Gran parte degli alunni di nazionalità non italiana presenti in Italia sono infatti nati in Italia o arrivati qui piccolissimi. Essi rappresentano ormai la «normalità» del volto delle nostre scuole, i futuri cittadini italiani a pieno titolo e non sono dunque destinatari di interventi specifici, ma di un'educazione interculturale diffusa rivolta a tutti gli alunni di tutta la scuola. (In Francia, ad esempio, le risorse e le iniziative specifiche vengono destinate agli ENAF (élèves nouveaux arrivants en France); in Gran Bretagna al NAEP (New Arrivals Excellence Programme).
Gli alunni destinatari privilegiati del Piano nazionale sono i bambini e i ragazzi giunti in Italia e inseriti nella scuola italiana da meno di due anni. Si può stimare che la loro presenza sia pari a circa il 15-20 per cento del numero totale di alunni stranieri. Essi sono inseriti, in particolare, nelle scuole secondarie di primo e secondo grado e l'annuale rapporto statistico realizzato dal Ministero evidenzia le località e le regioni in cui sono maggiormente presenti.
Un alunno non italofono attraversa, in genere, tre fasi nel suo percorso di apprendimento linguistico che il progetto nazionale deve sostenere e accompagnare in maniera efficace. Durante la prima fase (della durata di alcuni mesi), gli sforzi e l'attenzione privilegiata sono rivolti all'acquisizione della lingua per comunicare (ITALBASE): comprensione, produzione, lessico, strutture di base, tecniche di letto-scrittura in L2. Durante la seconda fase, la cosiddetta «fase ponte» (che può estendersi fino a tutto il primo anno di inserimento) continua e si amplia l'acquisizione della lingua per la comunicazione interpersonale di base e si inaugura l'apprendimento dei contenuti disciplinari comuni, a partire dalle materie a minor carattere «verbale», contando su strumenti mirati: glossari bilingui, testi semplificati e linguisticamente accessibili ...(ITALSTUDIO). Nella terza fase, l'alunno straniero segue il curricolo comune ai pari e viene «sostenuto» da tutti i docenti della classe attraverso forme molteplici di facilitazione didattica e linguistica, iniziative di aiuto allo studio in orario scolastico ed extrascolastico. Il Piano nazionale per l'apprendimento e l'insegnamento dell'italiano seconda lingua si propone di dare risposta soprattutto ai bisogni linguistici che si evidenziano nelle prime due fasi dell'acquisizione della nuova lingua.
Per fare questo, attraverso un impianto modulare, l'offerta si compone di corsi diversi che dovranno essere definiti sulla base dei bisogni linguistici e dei percorsi di apprendimento degli allievi. Deve essere previsto un test d'ingresso e un test di finedi ciascuno dei percorsi e tutto ciò deve essere documentato e deve corredare il percorso scolastico degli allievi.
Il Piano nazionale si configura, dunque, come un intervento «integrato»: l'alunno segue il programma della classe di inserimento per una parte della giornata e frequenta il modulo di italiano L2 durante le ore in cui è previsto nella classe l'insegnamento di discipline a carattere prevalentemente verbale. L'intervento linguistico mirato è inoltre «a scalare»: più intensivo nella prima fase, meno intensivo nella fase seguente.
Per definire in maniera più efficace e meno empirica i livelli degli apprendenti, gli stadi interlinguistici che essi attraversano e gli obiettivi di apprendimento riferiti alle diverse fasi, uno strumento utile, al quale il piano nazionale si richiama, è il Quadro comune europeo di riferimento per l'apprendimento delle lingue. Sulla base di questo documento e dell'esperienza condotta in questi anni, possono essere rivisti, diffusi e sperimentati: le descrizioni operative dei livelli A1-A2 (fase iniziale); A2-B1 (fase «ponte»); B2 (fase della facilitazione linguistica), riferite all'apprendimento dell'italiano L2 in situazione scolastica; le programmazioni differenziate per livello e ordine di scuola; i test di ingresso, i test da usare «in itinere» e i test finali.
Il Piano si occupa anche degli strumenti e materiali didattici che in questi anni sono stati elaborati, diffusi e sperimentati in modo numeroso, destinati ad apprendenti di età, livello e classe di inserimento diverse e che si richiamano a impostazioni metodologiche differenti. Il Piano richiama in particolare per la fase iniziale materiali con approccio comunicativo; testi per la riflessione linguistica; strumenti per sviluppare e sostenere la letto-scrittura in L2; per la fase «ponte» testi semplificati di storia, geografia, scienze destinati ad alunni inseriti in ordini di scuola diversi, anche multimediali e disponibili on-line. Indica che un ulteriore passo avanti può essere rappresentato dai materiali diffusi attraverso la RAI e dai percorsi di auto-apprendimento, da realizzare e diffondere e da destinare alle fasi di apprendimento più avanzato e più autonomo. Inoltre è previsto che il piano di insegnamento/apprendimento dell'italiano promuova l'utilizzo degli strumenti e dei materiali didattici prodotti dalle stesse autonomie scolastiche e, per fare questo, si doti di un sito dedicato che ospiti indicazioni, materiali, bibliografie, sitografie.
Per ottimizzare le risorse economiche previste dal Piano nazionale per l'insegnamento dell'italiano si propone di concentrare le risorse previste nei territori (regioni e province) che hanno un consistente numero di alunni neoarrivati in Italia e di privilegiare, all'interno di questi territori provinciali, le scuole secondarie di primo e secondo grado, che richiedono oggi le attenzioni e gli impegni maggiori (nella scuola primaria, buona parte degli alunni stranieri è nata in Italia ed è italofona al momento dell'ingresso e i problemi legati all'apprendimento linguistico sono minori), inoltre di organizzare nelle scuole o nelle reti di scuole individuate moduli di apprendimento dell'italiano L2 in tempi diversi per un miglior utilizzo delle aule e delle risorse umane e per evitare frammentazioni degli interventi.
Il Piano nazionale per l'apprendimento e l'insegnamento dell'italiano seconda lingua prevede di avvalersi di personale interno alla scuola, ma, in mancanza di docenti qualificati disponibili, anche di operatori esterni. In particolare per i docenti interni vanno individuati gli insegnanti di italiano L2 fra coloro che hanno frequentato i corsi promossi in questi anni dalle università e dal Ministero; tra coloro che hanno seguito la formazione proposta dalle università collegate nei vari progetti riconosciuti dal Ministero e di tener conto anche dell'esperienza sul campo; per i docenti esterni ci si deve assicurare che siano laureati in lingue e formati sul tema.
Il Piano nazionale di italiano L2 prevede alcune linee pedagogiche e glottodidattiche comuni da condividere e diffondere (obiettivi, definizione dei livelli, metodi, materiali didattici, modalità di valutazione) e un'impostazione organizzativa e didattica da sperimentare e «modellizzare».Per fare questo indica la necessità di documentare il progetto pilota: (dati, caratteristiche dei frequentanti, docenti impegnati, collaborazioni con altri enti ...); monitorare la qualità dell'intervento per portarlo a sistema e diffonderne i risultati: modalità organizzative, impianto didattico, strumenti e materiali, modalità di valutazione, esiti, prevedere e organizzare il monitoraggio.
Nell'aprile 2008 vi è stato un primo impegno di finanziamento al piano dell'ordine di 5 milioni di euro;
sempre al fine di potenziare l'insegnamento di L2, in accordo con i sindacati, si era diversamente suddiviso il fondo per la dispersione scolastica e gli studenti stranieri dell'articolo 9 del contratto nazionale dei docenti;
nella reciproca consapevolezza dell'imprescindibile lavoro di rete tra istituzioni, durante il Governo Prodi era iniziato un percorso di confronto e di condivisione con ANCI, UPI e coordinamento degli assessori regionali all'istruzione che sarebbe dovuto sfociare a breve in una intesa in sede di Conferenza unificata,
impegna il Governo
a porre immediatamente in atto il Piano nazionale di insegnamento di italiano L2 agli studenti poco o non italofoni, a cui si fa riferimento in premessa, in particolare rivolgendolo agli studenti di recente immigrazione e utilizzando integralmente i fondi già dedicati e in premessa descritti;
a finanziare ulteriormente tale Piano mediante l'utilizzo delle risorse già giacenti presso il MIUR, o le sue articolazioni regionali, e destinate o destinabili alla realizzazione di progetti per il sostegno dell'apprendimento della lingua italiana e/o per l'integrazione degli alunni immigrati;
a fare sì che l'attuazione del Piano, la sua valutazione, i necessari miglioramenti vengano seguiti da un comitato scientifico composto da membri esperti in insegnamento dell'italiano L2;
a proseguire il confronto con ANCI, UPI e regioni italiane in vista di un comune impegno a favore di minori immigrati, da sancire in sede di Conferenza unificata.
(1-00050)
«De Torre, Soro, Sereni, Bressa, De Biasi, Ghizzoni, Bachelet, Coscia, De Pasquale, Froner, Ginefra, Levi, Lolli, Mazzarella, Nicolais, Pes, Picierno, Rossa, Russo Antonino, Siragusa».
(9 ottobre 2008)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)