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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto sommario dell'Assemblea

Seduta n. 72 di lunedì 27 ottobre 2008

Pag. III

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

La seduta comincia alle 10,05.

La Camera approva il processo verbale della seduta del 23 ottobre 2008.

I deputati in missione sono quarantasette.

Discussione del testo unificato delle proposte di legge: Elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia (A.C. 22 ed abbinate-A).

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per la discussione sulle linee generali è riprodotto in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverte che è stata presentata la questione pregiudiziale per motivi di costituzionalità Casini n. 1, che sarà esaminata dopo la conclusione della discussione sulle linee generali.
Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.

GIUSEPPE CALDERISI (PdL), Relatore. Rilevato che il testo unificato in discussione si colloca in un contesto nel quale le rappresentanze nazionali nelle istituzioni comunitarie sono chiamate a dare risposte alle concrete esigenze dei cittadini, segnatamente nell'attuale situazione di crisi economica, sottolinea che la riforma proposta della legge per l'elezione del Parlamento europeo trae origine dalla necessità di superare alcune gravi anomalie della normativa vigente, in primo luogo quella di un meccanismo elettorale che consente una frammentazione esasperata della rappresentanza, fonte di divisioni e conflittualità artificiose. Richiama, quindi, gli aspetti salienti del provvedimento in esame, che configura una disciplina elettorale basata sul sistema proporzionale, nonché sulla previsione di 23 circoscrizioni, di una soglia di sbarramento al 5 per cento, dell'esclusione del voto di preferenza, che provoca un inevitabile ampliamento dei costi della campagna elettorale, e di una nuova disciplina volta a garantire la parità di accesso alle candidature. Lamentato, inoltre, il carattere strumentale di taluni rilievi critici formulati da esponenti dell'opposizione, con particolare riferimento alla questione del voto di preferenza, auspica che si possa pervenire ad una riforma condivisa, ripristinando il clima di dialogo che si è interrotto all'inizio della legislatura.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Rilevato preliminarmente che il Governo ritiene che la materia oggetto del provvedimento in discussione sia di competenza parlamentare, sottolinea la necessità di evitare un'eccessiva frammentazione della rappresentanza politica, concordando sull'aumento del numero delle circoscrizioni. Nel condividere, quindi, le finalità del testo unificato predisposto dalla Commissione, si riserva di recepire ulteriori modifiche migliorative nel prosieguo dell'iter del provvedimento.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO (PdL). Nel ringraziare preliminarmente il relatore per il lavoro puntuale e costruttivo svolto durante l'iter in Commissione, evidenzia di non avere una contrarietàPag. IVpregiudiziale al voto di preferenza che, tuttavia - come si evince anche da uno studio sistemico recentemente effettuato - rappresenta un ostacolo ad un'evoluzione del sistema politico in senso europeo, avendo di fatto un effetto palesemente disgregativo.

ARTURO MARIO LUIGI PARISI (PD). Manifesta netta contrarietà al provvedimento in discussione che, a suo avviso, accentua i difetti della legge elettorale nazionale approvata nel 2005, riducendo ulteriormente gli spazi di decisione dei cittadini quanto alla scelta dei propri rappresentanti. Nel giudicare, quindi, eccessivamente elevata la soglia di sbarramento prevista, considera il voto di preferenza, che pure non condivide se applicato ad altri contesti, preferibile rispetto alle liste bloccate, che produrrebbero un'ulteriore concentrazione di potere in capo ai vertici dei partiti.

FABIO EVANGELISTI (IdV). Parlando sull'ordine dei lavori, manifesta preoccupazione circa il contenuto delle clausole del recente accordo tra Italia e Libia, sugli indennizzi per l'occupazione coloniale, in base al quale il nostro Paese dovrebbe rinunziare ad esprimersi in sedi internazionali ufficiali su eventuali violazioni dei diritti umani o delle libertà democratiche nel paese Nord africano.

PRESIDENTE. Fa rilevare che, per prassi consolidata, gli interventi sull'ordine dei lavori come quello testé pronunciato dal deputato Evangelisti sono svolti a fine seduta.

LUCIANO DUSSIN (LNP). Nel rilevare la necessità di rivedere la disciplina concernente l'elezione dei componenti il Parlamento europeo spettanti all'Italia, sottolinea tuttavia come più della formulazione delle leggi elettorali siano le scelte programmatiche delle forze politiche a determinare l'ampiezza della partecipazione dei cittadini alle consultazioni elettorali, nonché la differente articolazione delle rappresentanze politiche all'interno delle Assemblee rappresentative. Nel ritenere quindi meramente strumentali talune critiche avanzate al provvedimento dai rappresentanti dell'opposizione, segnatamente in relazione alla prevista abolizione delle preferenze, ribadisce la validità delle motivazioni sottese al quesito referendario approvato dai cittadini negli anni Novanta relativamente alla legge elettorale nazionale, sottolineando inoltre come le stesse preferenze non siano previste dalle leggi elettorali di altri Stati membri dell'Unione europea. Evidenziato inoltre che l'aumentato numero di circoscrizioni elettorali determinerà la predisposizione di liste più ridotte, reputa opportuna l'introduzione di una soglia seppur limitata di sbarramento volta ad impedire che siedano nel Parlamento europeo forze politiche scarsamente rappresentative del corpo elettorale nazionale. Espressa infine soddisfazione per la più restrittiva normativa prevista in tema di sottoscrizione delle liste elettorali, preannunzia l'orientamento favorevole del suo gruppo al provvedimento in discussione.

Per un richiamo al Regolamento.

FABIO EVANGELISTI (IdV). Richiamato l'articolo 41 del Regolamento, lamenta che non gli sia stato consentito di concludere il suo precedente intervento sull'ordine dei lavori; chiede, quindi, che il Governo riferisca alla Camera sul merito dell'accordo recentemente stipulato tra l'Italia e la Libia.

PRESIDENTE. Ribadisce che l'intervento del deputato Evangelisti, non rientrando tra le fattispecie previste dall'articolo 41 del Regolamento, avrebbe dovuto essere svolto più opportunamente al termine della seduta, anche alla luce del buonsenso e dell'orientamento espresso al riguardo dalla Giunta per il Regolamento.

FABIO EVANGELISTI (IdV). Ritiene inopportuno il richiamo al buonsenso cui si è appellato il Presidente.

Pag. V

Si riprende la discussione.

SANDRO GOZI (PD). Nell'osservare preliminarmente che il testo unificato in discussione non risponde alle reali esigenze di riforma del sistema elettorale per le elezioni dei rappresentanti italiani al Parlamento europeo, quanto piuttosto a necessità interne all'attuale maggioranza, giudica opportuno rivedere l'ampiezza delle circoscrizioni, che non consente un adeguato rapporto tra cittadini ed eletti, nonché la soglia di sbarramento, al fine di individuare una percentuale che assicuri la riduzione della frammentazione dei gruppi italiani senza negare la rappresentanza a partiti di consistenza significativa. Ricordato dunque che il suo gruppo si ispira da sempre al principio democratico della garanzia di scelta dei cittadini, ritiene che con l'abolizione del voto di preferenza e il ricorso alle liste bloccate la maggioranza riproponga una concezione verticistica della rappresentanza politica, in controtendenza con quanto avviene a livello europeo. Evidenziata, infine, la necessità di conseguire una reale pari opportunità tra uomo e donna, lamenta l'atteggiamento del Governo, che ha manifestato indisponibilità a prendere in considerazione qualsiasi proposta di modifica del testo unificato in discussione.

ANDREA ORSINI (PdL). Nel ritenere preliminarmente che le leggi elettorali non siano idonee a determinare in alcun modo lo scenario politico di un Paese, invita le forze politiche di opposizione a fornire alla discussione un contributo più coerente con le tesi dalle stesse sostenute in precedenza e più rispettoso delle posizioni della maggioranza. Nel giudicare il testo del provvedimento in discussione pienamente coerente con la tendenza consolidatasi nel Paese verso l'affermazione di un bipolarismo funzionale, reputa strumentali le critiche rivolte alla prevista introduzione di una soglia di sbarramento. Rilevato inoltre che una buona legge elettorale deve proporre un modello sostenibile della rappresentatività popolare, reputa l'abolizione delle preferenze non in grado di determinare un deficit di democrazia, ricordando invece i potenziali rischi connessi all'utilizzo di tale strumento. Nel ritenere infondate le critiche relative ad una eccessiva concentrazione di potere in capo alle segreterie dei partiti, giudica infine una atto di democrazia il determinarsi del consenso che legittima la leadership politica dei medesimi.

SALVATORE VASSALLO (PD). Rilevata preliminarmente l'assoluta mancanza di dialogo, conseguente all'atteggiamento della maggioranza, ritiene che i contenuti del provvedimento in discussione abbiano lo scopo esclusivo di soddisfare le esigenze interne al Partito delle libertà. Osservato quindi che il suo gruppo considera inaccettabile l'ipotesi di una soglia di sbarramento troppo alta e l'impossibilità di far ricorso al voto di preferenza, ritiene che il leader della maggioranza utilizzi in maniera strumentale la riforma del sistema elettorale per l'elezione dei rappresentanti italiani al Parlamento europeo, al fine di garantire un riequilibrio delle forze all'interno del suo partito, negando ai cittadini italiani il necessario pluralismo ed il diritto di scegliere i propri rappresentanti politici.

JOLE SANTELLI (PdL). Nel sottolineare la contraddittorietà delle posizioni assunte da taluni esponenti dell'opposizione sulla materia oggetto del provvedimento in discussione, manifesta apprezzamento per l'abolizione del voto di preferenza previsto dal testo unificato. Auspica, quindi, che nel prosieguo del dibattito possa svolgersi un costruttivo confronto, evitando dichiarazioni strumentali e demagogiche, attesa l'esigenza diffusamente avvertita di una modifica della legge per l'elezione dei membri del Parlamento europeo.

SESA AMICI (PD). Nel sottolineare preliminarmente l'atteggiamento rigido e preconcetto assunto dal relatore nel corso dell'iter in Commissione, ritiene che il sistema delle preferenze delineato nel testoPag. VIunificato in discussione limiti le libertà individuali e che la rigida soglia di sbarramento prevista precluda l'accesso alla rappresentanza anche di forze politiche significative. Preannunzia, infine, una netta opposizione ad un provvedimento che, tra l'altro, non risolve il problema delle garanzie per le pari opportunità tra uomo e donna.

MAURIZIO BIANCONI (PdL). Nel ritenere che il voto di preferenza costituisca un elemento secondario del diritto elettorale, osserva che esso è previsto solo da una piccola parte degli ordinamenti democratici esistenti nel mondo, ricordando l'utilizzo molto marginale di tale istituto effettuato durante le ultime elezioni europee. Giudica, quindi, infondata la tesi del forte radicamento nella tradizione italiana del sistema delle preferenze, che ad esempio non è mai stato previsto per l'elezione del Senato, rilevando la dilatazione delle spese elettorali provocata da tale istituto, che appare incoerente con il processo di aggregazione interna ai partiti, presupposto essenziale per la necessaria semplificazione del quadro politico.

ROBERTO MARIO SERGIO COMMERCIO (Misto-MpA). Nel dichiarare, a nome della sua componente politica, di non condividere i contenuti e i principi ispiratori del testo unificato in discussione, che non appare coerente con le finalità federalistiche che la maggioranza si propone di perseguire, ritiene che la riforma della legge elettorale dovrebbe garantire la rappresentanza in ambito europeo delle specificità regionali. Giudicato peraltro soddisfacente, sebbene eccessivamente limitato, l'aumento del numero delle circoscrizioni, ritiene che sarebbe stato opportuno mantenere il sistema delle preferenze, la cui abolizione attribuisce un potere eccessivo ai vertici di partito, e prevedere una doppia soglia di sbarramento. Auspica, infine, che vi siano margini per un confronto costruttivo che consenta l'approvazione di una legge ampiamente condivisa.

AMEDEO CICCANTI (UdC). Manifesta netta contrarietà alle disposizioni recate dal testo unificato in discussione relativamente all'innalzamento della soglia di sbarramento ed all'eliminazione del voto di preferenza, che limitano la rappresentanza e non garantiscono piena libertà di espressione alla sovranità popolare, adombrando il dubbio che tali scelte siano finalizzate al perseguimento di equilibri interni alla maggioranza. Rilevato, quindi, che la semplificazione del sistema politico può derivare solo da una libera scelta degli elettori e non dall'imposizione di un modello elettorale, preannunzia una ferma battaglia parlamentare del suo gruppo, che ritiene dovrebbe essere condivisa dall'intera opposizione, auspicando che l'eventuale ricorso al voto segreto possa indurre gli esponenti della maggioranza ad esprimersi con piena libertà di coscienza sul tema delle preferenze.

ROBERTO ZACCARIA (PD). Manifestato preliminarmente l'intendimento del suo gruppo di condurre una ferma opposizione al provvedimento in discussione, attesa la sostanziale impossibilità di dialogo su un tema delicato come le regole elettorali, verificatasi nel corso dell'iter in Commissione, giudica fragili e incomprensibili le motivazioni addotte dalla maggioranza a sostegno della scelta di fissare nella misura del 5 per cento la soglia di sbarramento per l'accesso al riparto dei seggi del Parlamento europeo, che reputa costituisca un limite eccessivo ed immotivato alla rappresentanza dei partiti. Nel ritenere quindi che la maggioranza non sia in grado di dimostrare concretamente che alla base della decisione di escludere la possibilità di esprimere un voto di preferenza vi sia la volontà di concedere una maggiore libertà di scelta ai cittadini, atteso che a suo avviso si otterrà l'effetto opposto, esprime un giudizio fortemente critico sulle disposizioni in materia di rimborsi elettorali, sulle quali preannunzia la presentazione di un emendamento volto ad individuare limiti di spesa e la sanzionePag. VIIdella decadenza dalla carica, al fine di garantire a tutti i cittadini il diritto di accesso alle cariche pubbliche.

PINO PISICCHIO (IdV). Stigmatizzato l'ennesimo tentativo della maggioranza di asservire le istituzioni democratiche a meri interessi di parte, esprime forte riprovazione per il progressivo distacco della rappresentanza parlamentare dal corpo elettorale, già avviato con l'approvazione della legge elettorale nazionale, secondo un preciso disegno perseguito dalle forze politiche del centrodestra. Nel lamentare, inoltre, l'espropriazione del diritto di scelta dei cittadini perpetrata con l'abolizione delle preferenze, che a suo avviso garantiscono invece una consapevole scelta del corpo elettorale, esprime un giudizio fortemente critico sulla previsione di liste bloccate, in conseguenza delle quali le candidature verrebbero definite in modo del tutto arbitrario dai leader di partito. Nel ritenere altresì un grave errore politico l'introduzione di un'elevata soglia di sbarramento, tale da estromettere anche dal Parlamento europeo le formazioni politiche di stampo radicale, invita l'opposizione a contrastare pervicacemente l'approvazione del provvedimento in discussione.

LUCIANO CIOCCHETTI (UdC). Osservato preliminarmente che l'importanza dell'argomento in discussione impegna ogni singolo deputato a valutare approfonditamente le conseguenze delle proprie scelte per le regole democratiche a garanzia dei cittadini, lamenta la mancanza di una concreta volontà di confronto da parte della maggioranza, che persegue l'intendimento di imporre un modello bipartitico ricorrendo a forzature istituzionali, senza prevedere la contestuale introduzione di un sistema di «contrappesi» a garanzia delle regole, dei cittadini e delle stesse forze di opposizione, per il quale si dovrebbe ricorrere allo strumento della legge costituzionale. Pur condividendo, peraltro, l'esigenza di procedere alla semplificazione del sistema istituzionale della rappresentanza parlamentare, anche a livello europeo, manifesta netta contrarietà alla decisione, a suo avviso antidemocratica, di escludere il ricorso al voto di preferenza, che ritiene espressione di una concezione leaderistica della politica, presente sia nel Popolo della Libertà sia nel Partito Democratico. Nell'auspicare, infine, un approccio non ideologico al tema in discussione, giudica fondamentale garantire ai cittadini la libertà di scelta dei propri rappresentanti, che, a suo avviso, la maggioranza vuole invece limitare.

La seduta, sospesa alle 13,40, è ripresa alle 15.

I deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono quarantotto.

Sull'ordine dei lavori.

FABIO EVANGELISTI (IdV). Chiede che la Presidenza si attivi affinché il Governo renda noti ai parlamentari i contenuti del recente accordo tra Italia e Libia sugli indennizzi per l'occupazione coloniale.

PRESIDENTE. Assicura che riferirà al Presidente della Camera, perché interessi il Governo, la richiesta del deputato Evangelisti, al quale ricorda peraltro la possibilità di ricorrere agli strumenti del sindacato ispettivo.

MARIO TASSONE (UdC). Nel lamentare la collocazione marginale attribuita, nell'ambito dei lavori parlamentari, allo svolgimento degli atti di sindacato ispettivo, chiede che siano portati a conoscenza dei deputati i dati relativi alle risposte fornite dal Governo agli atti medesimi.

PRESIDENTE. Assicura che riferirà al Presidente della Camera anche le osservazioni del deputato Tassone, rilevando peraltro che la questione da lui sollevata potrebbe essere oggetto di riflessione da parte della Conferenza dei presidenti di gruppo.

Pag. VIII

Si riprende la discussione.

ITALO BOCCHINO (PdL). Osserva preliminarmente che la riforma proposta della legge per l'elezione del Parlamento europeo trae origine dalla necessità di evitare l'eccessiva frammentazione della rappresentanza italiana, che, a suo avviso, non permette al nostro Paese di esercitare il proprio ruolo in modo sufficientemente dignitoso. Richiama, quindi, le principali ragioni di contrarietà al voto di preferenza, soffermandosi, in particolare, sull'opportunità di qualificare maggiormente la rappresentanza italiana, ritenendo peraltro tale sistema eccessivamente costoso tale da rappresentare da rappresentare un possibile strumento di ingerenza, soprattutto in alcune aree del Paese, da parte di logiche tutte estranee alla politica. Sottolineata, infine, la necessità di introdurre una soglia di sbarramento del 5 per cento, rileva la sostanziale contraddittorietà delle posizioni assunte da taluni esponenti dell'opposizione sulla materia oggetto del provvedimento in discussione, auspicando che nel prosieguo del dibattito possa svolgersi un costruttivo confronto di merito connotato da un sincero spirito riformatore.

MARIO TASSONE (UdC). Osserva preliminarmente che il dibattito in atto, avente ad oggetto la modifica della disciplina in tema di elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia, non ha un rilievo meramente tecnico, ma chiama direttamente in causa la storia del nostro Paese e delle sue istituzioni, il ruolo dei cittadini nell'ordinamento democratico e, in ultima analisi, i principi ispiratori della Repubblica.
Lamenta quindi l'atteggiamento di chiusura che la maggioranza ed il Governo hanno assunto nel corso dell'iter in Commissione, al fine di presentare all'esame dell'Assemblea una riforma preconfezionata, volta ad esautorare il Parlamento e a consolidare l'assetto politico-istituzionale affermatosi in via di fatto.

SALVATORE PICCOLO (PD). Stigmatizzato preliminarmente l'atteggiamento di chiusura assunto dalla maggioranza nel corso dell'iter in I Commissione, che ha costretto i deputati dell'opposizione ad abbandonare i lavori, manifesta netta contrarietà alle disposizioni recate dal testo unificato in discussione, che, a suo avviso, limitano la rappresentanza e non garantiscono piena libertà di espressione alla sovranità popolare. Sottolineata quindi l'opportunità di ridurre la frammentazione della rappresentanza politica, reputa eccessivamente elevata la soglia di sbarramento prevista, esprimendo altresì un giudizio negativo sull'abolizione del voto di preferenza, che produrrebbe un'ulteriore concentrazione di potere in capo ai vertici dei partiti. Auspica, infine, che l'esame in Assemblea sia connotato da un sereno confronto tra le forze parlamentari, in assenza del quale preannunzia un atteggiamento di ferma opposizione da parte del suo gruppo.

FABIO RAMPELLI (PdL). Giudica proficuo il lavoro svolto dalla I Commissione in sede referente, esprimendo soddisfazione per la prevista introduzione di una soglia di sbarramento, volta ad evitare l'ingresso nel Parlamento europeo di forze politiche scarsamente rappresentative del corpo elettorale, nonché per la profilata ridefinizione delle circoscrizioni elettorali, che reputa in grado di contenere i costi talora eccessivi delle campagne elettorali. Nel rilevare altresì che il bipolarismo costituisce un traguardo irreversibile per lo scenario politico italiano, ritiene che l'abolizione - anche nella disciplina elettorale in discussione - dello strumento delle preferenze debba essere compensata da un più ampio spazio di partecipazione per i cittadini al funzionamento dei partiti politici e da una maggiore trasparenza nei procedimenti di selezione della classe dirigente dei medesimi, paventando, tra l'altro, il rischio dell'ascesa al potere di una tecnocrazia priva di una chiara identità politica. Auspica infine che i gruppi di opposizione non assumano posizioni preconcette, onde pervenire ad un percorso decisionale condiviso su un provvedimento di centrale rilevanza.

Pag. IX

AURELIO SALVATORE MISITI (IdV). Nel constatare che il testo unificato in discussione delinea un modello che ricalca la legge elettorale nazionale, esprime forti perplessità, considerate anche le differenti funzioni del Parlamento nazionale e di quello europeo, ritenendo che in tal modo si tenda a strutturare una società sostanzialmente privata di diritti fondamentali. Giudicata altresì incomprensibile la decisione di fissare al 5 per cento la soglia di sbarramento per l'accesso ai seggi del Parlamento europeo, ribadisce la netta contrarietà del suo gruppo all'esclusione delle preferenze ed al ricorso alla lista bloccata, osservando che tali scelte testimoniano, a suo avviso, sfiducia nei confronti della capacità decisionale dei cittadini e contribuiranno ad ampliare il distacco tra classe politica e Paese reale. Nel considerare infine un dovere di maggioranza ed opposizione varare un sistema elettorale realmente democratico, auspica che si pervenga all'approvazione di un testo condiviso.

LINO DUILIO (PD). Lamentato preliminarmente il clima di generale disattenzione nel quale si svolge la discussione odierna, manifesta la netta contrarietà del suo gruppo al testo unificato in esame. Nel ritenere, tra l'altro, eccessivamente elevata la soglia di sbarramento prevista, ricorda le proposte emendative presentate dalla sua parte politica e non accolte nel corso dell'iter in sede referente, volte ad innalzare ulteriormente il numero delle circoscrizioni elettorali, per consentire un più stretto rapporto tra eletti ed elettori. Esprime infine un giudizio fortemente critico sulla prospettata abolizione del meccanismo delle preferenze, in conseguenza del quale i cittadini delegheranno ai partiti la designazione dei propri rappresentanti attraverso meccanismi di sostanziale cooptazione, senza alcuna garanzia che siano rispettati i principi propri della democrazia rappresentativa.

ROBERTO ROLANDO NICCO (Misto-Min.ling.). Nel condividere i principi ispiratori dell'Unione europea, ritiene che alle minoranze linguistiche debba essere assicurata una maggiore rappresentanza nelle istituzioni comunitarie, richiamando alcune proposte finalizzate a garantire, in particolare alla regione Valle d'Aosta e alla provincia autonoma di Bolzano, l'elezione di un rappresentante in seno al Parlamento europeo, che ritiene non contrastino con il dettato costituzionale, come da alcuni sostenuto, ma si inseriscano in un'ottica federalista che non si basi su un criterio meramente quantitativo.
Nel considerare inoltre il meccanismo dell'apparentamento inadeguato a garantire la rappresentanza delle minoranze, ringrazia il relatore ed il presidente della I Commissione che, con il loro atteggiamento nel corso dell'iter in sede referente, hanno consentito che le proposte emendative presentate dalla sua componente politica possano essere esaminate dall'Assemblea.

IVAN ROTA (IdV). Stigmatizzato preliminarmente l'operato del Governo, che giudica pervicacemente volto a tutelare meri interessi di parte, ritiene che il provvedimento in discussione rappresenti un'ulteriore offesa recata all'idea di democrazia, esprimendo tra l'altro forti perplessità sull'efficacia delle liste bloccate per l'individuazione delle candidature più idonee e per il contenimento delle spese elettorali. Rivendica quindi con forza il ruolo del Parlamento nella discussione di provvedimenti improntati ad equità, giustizia e rispetto delle regole democratiche. Ricorda infine le proposte emendative presentate dalla sua parte politica nel corso dell'iter in Commissione, che prevedevano una più bassa soglia di sbarramento, l'introduzione di almeno una preferenza, l'alternanza nelle liste di candidati di sesso differente ed il divieto di candidare persone condannate con sentenza definitiva.

DOMENICO ZINZI (UdC). Nel constatare la progressiva tendenza ad adeguare il sistema elettorale italiano a quello vigente in altre democrazie occidentali, cui si accompagna un sostanziale calo dell'affluenza alle urne, esprime perplessità, senza peraltro assumere una posizionePag. Xpreconcetta, sulla previsione di una soglia di sbarramento eccessivamente elevata, che snatura sostanzialmente il principio di proporzionalità, impedendo la rappresentanza anche di forze politiche di consolidata tradizione. Nell'osservare inoltre che la sua parte politica è l'unica realmente a favore del sistema delle preferenze, per il quale continuerà a battersi con convinzione al fine di consentire ai cittadini di esprimersi democraticamente con il loro voto e di premiare il candidato che ritengono più valido, auspica che il Parlamento, nel varare la nuova disciplina del sistema di elezione dei rappresentanti italiani al Parlamento europeo, persegua l'interesse di tutta la cittadinanza e dell'intero corpo elettorale e non della sola maggioranza.

Per un richiamo al Regolamento.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Richiamati gli articoli 86 e 123-bis del Regolamento, invita la Presidenza a vagliare attentamente l'ammissibilità degli ulteriori emendamenti presentati dal Governo al disegno di legge n. 1441-ter, a suo avviso estranei alla materia che ne costituisce oggetto.

PRESIDENTE. Assicura che riferirà al Presidente della Camera le osservazioni del deputato Giachetti.

Si riprende la discussione.

FABIO EVANGELISTI (IdV). Stigmatizzato l'intervento di parte svolto dal relatore, ritiene che quella odierna rappresenti una sorta di occasione mancata al fine di migliorare il sistema di rappresentanza politica in ambito europeo. Espresso quindi un giudizio critico sul testo unificato in discussione, rileva che le disposizioni relative all'introduzione della soglia di sbarramento e all'abolizione delle preferenze risulteranno penalizzanti per una parte del Paese, che rischia di non essere adeguatamente rappresentato. Sottolineata altresì la necessità di una maggiore coerenza delle forze parlamentare sulla materia oggetto del provvedimento in esame, avrebbe ritenuto opportuno che, in un settore così importante per la vita democratica e in considerazione delle prospettate riforme del sistema istituzionale, gli interventi delineati fossero stati pienamente discussi e condivisi dalle forze politiche. Espresso infine rammarico per il mancato recepimento delle proposte emendative presentate dal suo gruppo nel corso dell'iter in Commissione, segnatamente la previsione di almeno una preferenza, auspica che nel prosieguo del dibattito in Assemblea il Governo possa modificare il proprio atteggiamento.

FRANCESCO PIONATI (UdC). Rileva preliminarmente la necessità di riflettere, evitando drammatizzazioni che non si attagliano alla reale portata del testo unificato in discussione, sul vulnus che la maggioranza e l'Esecutivo si apprestano ad infliggere al rapporto tra le istituzioni repubblicane e i cittadini, i cui spazi di libertà rischiano di essere ulteriormente e deprecabilmente ridotti, in una fase involutiva della nostra democrazia parlamentare, per effetto dell'abolizione delle preferenze e della contestuale fissazione di un'elevata soglia di sbarramento. Invita quindi il Governo ad accogliere il contributo ragionevole offerto dal movimento di opinione pubblica che attraversa trasversalmente tutte le forze politiche e a desistere, conseguentemente, dal tentativo di importare, al solo scopo di soddisfare surrettiziamente esigenze interne alla maggioranza, modelli elettorali e politici estranei alle tradizioni del nostro Paese.

CALOGERO MANNINO (UdC). Ritiene che gli interventi delineati nel testo unificato in discussione rivelino il deleterio intendimento del Governo di affrontare le riforme di sistema senza la necessaria convergenza delle forze parlamentari, piegando in questo modo la volontà degli elettori ad un assetto politico caratterizzato da un sostanziale bipartitismo. Evidenziata quindi la preoccupante situazione economica del Paese, che costringerà laPag. XILega Nord a non condividere le misure del Governo in materia finanziaria, giudica del tutto errate ed irreversibili le disposizioni proposte dall'Esecutivo, ritenendo interesse comune mantenere la centralità del Parlamento nell'assetto istituzionale del Paese.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

SIMONE BALDELLI (PdL). Ricordato che il previgente sistema per l'elezione dei rappresentanti italiani in seno al Parlamento europeo ha determinato, tra l'altro, un'irrazionale proliferazione di liste ed un elevato costo delle campagne elettorali, giudica paradossale la difesa, operata da esponenti dell'opposizione, del sistema delle preferenze, anche a fronte delle degenerazioni che ne sono derivate; auspica quindi che nel prosieguo del dibattito si possa superare la logica dei veti incrociati, avviando un costruttivo confronto sul merito del testo unificato in discussione.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali.

GIUSEPPE CALDERISI (PdL), Relatore. Nel rinviare al prosieguo del dibattito ulteriori e più dettagliate considerazioni relative alle questioni evocate nel corso della discussione, giudica sostanzialmente incoerenti, oltre che incongruamente argomentate, le obiezioni mosse da taluni esponenti delle forze politiche di opposizione - peraltro non libere da condizionamenti interni - all'abolizione del voto di preferenza, nonché alla fissazione di una soglia di sbarramento del 5 per cento.

PRESIDENTE. Prende atto che il rappresentante del Governo rinunzia alla replica e rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.

Sull'ordine dei lavori.

SIMONE BALDELLI (PdL). Nel richiamare i dati relativi alla trattazione degli atti di sindacato ispettivo presentati alla Camera dei deputati, ritiene assolutamente adeguata l'attività svolta in materia da tale ramo del Parlamento.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:

Martedì 28 ottobre 2008, alle 11.

(Vedi resoconto stenografico pag. 85).

La seduta termina alle 18,10.