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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 85 di giovedì 13 novembre 2008

Pag. 1

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

La seduta comincia alle 9,40.

GIANPIERO BOCCI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amici, Brancher, Brugger, Caparini, Casero, Cicchitto, Cirielli, Cota, De Biasi, Donadi, Gibelli, Alberto Giorgetti, Lo Monte, Molgora, Mura, Mussolini, Angela Napoli, Palumbo, Pescante, Romani, Soro, Stucchi, Vitali e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2009) (A.C. 1713) (ore 9,45).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2009).
Ricordo che nella seduta di ieri si è concluso l'esame degli articoli e degli emendamenti ad essi riferiti.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1713)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 1713).
Avverto che la Presidenza, ai fini dell'ammissibilità degli ordini del giorno, ha ritenuto di adottare un criterio più ampio di quello adottato tanto in Commissione quanto in Assemblea con riferimento agli emendamenti, ammettendo anche gli ordini del giorno volti ad orientare le scelte del Governo in materia di politica economica e sociale.
Ciò in primo luogo in considerazione della natura stessa degli ordini del giorno, che sono rivolti ad ottenere un impegno di natura politica da parte del Governo con riferimento alle misure o alle iniziative di volta in volta contemplate, ma anche del carattere espressamente sperimentale della disciplina introdotta dall'articolo 1 del decreto-legge n. 112 del 2008, che, a differenza di quanto previsto per il passato, ne ha limitato, per l'anno 2009, il contenuto a quello tipico, con esclusione delle disposizioni finalizzate al rilancio dell'economia, nonché di carattere ordinamentale e microsettoriale.
Ciò senza contare, peraltro, che il disegno di legge finanziaria, sia pure nel suo contenuto limitato, si ricollega agli altri provvedimenti che determinano la manovra di finanza pubblica per l'anno 2009.Pag. 2
La Presidenza ha comunque ritenuto inammissibili gli ordini del giorno di carattere spiccatamente microsettoriale, gli interventi di natura ordinamentale o attinenti a materie del tutto estranee al contenuto della legge finanziaria o comunque oggetto di altri provvedimenti normativi all'attenzione delle Camere.
Mi riservo comunque, per il futuro, di sottoporre alla Giunta per il Regolamento la questione dell'ammissibilità degli ordini del giorno anche alla luce dell'evoluzione della disciplina relativa alla legge finanziaria.
Avverto, pertanto, che la Presidenza, alla luce dei criteri sopra menzionati, non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89 del Regolamento, i seguenti ordini del giorno: D'Amico n. 9/1713/19, finalizzato all'apertura di una casa da gioco a San Pellegrino Terme; Garofalo n. 9/1713/27, finalizzato all'apertura del Casinò di Taormina; Brugger n. 9/1713/41, finalizzato all'assoggettabilità all'ICI dei fabbricati rurali; Frassinetti n. 9/1713/47, recante iniziative volte a non ridurre gli organici di sostegno della scuola; Messina n. 9/1713/51, relativo ai candidati ammessi al corso-concorso per dirigenti scolastici; Monai n. 9/1713/55, volto all'istituzione di un sistema di contribuzione ex ante a carico delle banche per il finanziamento del Fondo interbancario di tutela dei depositi; Mario Pepe (PdL) n. 9/1713/61, limitatamente al primo impegno, volto ad introdurre strumenti di controllo sull'utilizzo improprio dei computer e della navigazione in Internet; Belcastro n. 9/1713/91, recante iniziative per l'assunzione dei rimanenti idonei del concorso per esami a 443 posti di ufficiale giudiziario C1, bandito nel 2002; Carlucci n. 9/1713/92, relativo all'età pensionabile dei ballerini e dei tersicorei; Centemero n. 9/1713/93, che prevede iniziative per estendere le agevolazioni di cui ai commi da 325 a 343 dell'articolo 1 della legge finanziaria 2008 alla gestione delle attività dello spettacolo dal vivo; Repetti n. 9/1713/94, concernente iniziative per estendere le agevolazioni di cui ai commi da 325 a 343 dell'articolo 1 della legge finanziaria 2008 alla produzione di video musicali; Capano n. 9/1713/111, in materia di ristrutturazione degli uffici giudiziari; Mantini n. 9/1713/116, relativo all'operatività delle norme sulla class action; Cavallaro n. 9/1713/117, volto a prevedere il riconoscimento della professionalità del personale dell'amministrazione giudiziaria; Tenaglia n. 9/1713/121, che prevede l'istituzione dell'ufficio del processo; Calgaro n. 9/1713/128, volto ad introdurre la figura professionale del medico pediatra all'interno delle strutture denominate «Guardia Medica»; Mariani n. 9/1713/142, che destina una quota delle risorse di cui all'articolo 11, comma 12, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, agli enti che abbiano già avviato le procedure per la realizzazione dei contratti di quartiere; Recchia n. 9/1713/152, finalizzato allo sviluppo e al completamento del programma per il funzionamento di servizi socio-educativi per la prima infanzia presso enti e reparti del Ministero della difesa; Federico Testa n. 9/1713/158, che prevede misure per garantire al personale delle Forze armate e alle forze di polizia un'adeguata assistenza psicologica; Vernetti n. 9/1713/191, recante la previsione di fondi per l'assegnazione alla città di Torino dei Giochi olimpici estivi per atleti ultratrentacinquenni; Buttiglione n. 9/1713/207, che prevede interventi per rafforzare le attività della scuola «Jean Monnet»; Nunzio Francesco Testa n. 9/1713/213, volto all'istituzione del servizio di guardia medica pediatrica a livello nazionale.
L'onorevole Cazzola ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1713/2.

GIULIANO CAZZOLA. Signor Presidente, prendo la parola per illustrare l'ordine del giorno n. 9/1713/2, presentato insieme al collega Raisi.
L'ordine del giorno vuole impegnare il Governo a sviluppare un'azione di moral suasion per promuovere la costituzione di una cassa previdenziale unificata per i commercialisti e i ragionieri. Gli appartenenti a queste due categorie sono iscritti per legge, dal 1o gennaio di quest'anno, ad un unico ordine professionale, ma mantengonoPag. 3regimi previdenziali separati, i cui fondi sono raccolti in due casse privatizzate ai sensi del decreto legislativo n. 509 del 1994; ciò pone dei gravi problemi di equilibrio per le prospettive future di ambedue le casse.
L'ordine del giorno, come dicevo, non vuole violare in alcun modo l'autonomia delle categorie interessate, ma si ritiene opportuno che il Governo si adoperi affinché i gruppi dirigenti di queste categorie e gli organi amministrativi di tali casse previdenziali trovino le necessarie intese per unificarsi in un quadro di garanzie per tutti; tenendo conto che, anche se le stesse casse operano in un regime previdenziale cosiddetto privatizzato, si muovono pur sempre in un ambito di previdenza obbligatoria, nei confronti della quale lo Stato mantiene tutti gli obblighi che gli derivano dall'articolo 38 della Costituzione.
Lo status di casse privatizzate, infatti, non esonera lo Stato dall'assicurare, prevedere, organizzare e disciplinare anche istituti, enti che si preoccupino non solo di riscuotere la contribuzione obbligatoria, ma anche di erogare a suo tempo le prestazioni previdenziali previste dalla legge.
D'altro canto, se andiamo indietro di alcuni anni, troviamo che la stessa legge n. 243 del 2004 in tema di pensioni sollecitava processi virtuosi di accorpamento tra le casse privatizzate, proprio per garantire loro, per assicurare loro anche una migliore sostenibilità nel futuro. Voglio altresì ricordare che il tema dell'unificazione delle casse dei commercialisti e dei ragionieri è stato oggetto in passato di una norma di delega al Governo purtroppo rimasta inattuata.
Rubo anche qualche secondo, se mi è consentito, per illustrare l'ordine del giorno n. 9/1713/3, sottoscritto da me insieme all'onorevole Raisi. L'ordine del giorno riguarda la gestione separata presso l'INPS, che raccoglie i pensionati che lavorano con un rapporto di collaborazione e le persone che hanno un'altra posizione previdenziale.
L'ordine del giorno chiede al Governo di individuare una diversa figura specifica, quella dei professionisti che non hanno una cassa autonoma e che devono iscriversi a questa gestione separata, ma che oggettivamente sono in una condizione professionale specifica e assolutamente diversa dai collaboratori coordinati e continuativi, dai lavoratori dei call center, e che avrebbero bisogno di una configurazione specifica per quanto riguarda non solo le prestazioni, ma anche la stessa aliquota contributiva (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

CLAUDIO D'AMICO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CLAUDIO D'AMICO. Signor Presidente, intervengo per chiedere, dopo aver sentito la comunicazione sull'inammissibilità degli ordini del giorno, se sia possibile rivedere la decisione relativa al mio ordine del giorno n. 9/1713/19, in quanto ritengo che sia possibile ammetterlo, considerato che anche nel corso dell'esame di un provvedimento votato a luglio, simile al disegno di legge finanziaria ora in discussione, erano stati dichiarati ammissibili ordini del giorno di questo tipo.
Per rimanere sulla stessa linea, chiedo pertanto che anche questo mio ordine del giorno possa essere dichiarato ammissibile.

PRESIDENTE. Onorevole D'Amico, la Presidenza si riserva di darle una risposta.
L'onorevole Della Vedova ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1713/243.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, questo ordine del giorno cerca di affrontare - senza ovviamente la pretesa di indicare una soluzione decisiva, ma con l'intento di fornire un contributo alla soluzione - il problema dei mutui per l'acquisto della prima casa e della difficoltà che, stando alle rilevazioni, un numero crescente di famiglie, ancorché per il momento contenuto, sembra dover affrontare nel sostenerne le rate mensili o trimestrali.Pag. 4
Io e il collega Cazzola, che ha sottoscritto questo ordine del giorno, siamo partiti dal principio - già oggi vigente nell'ordinamento - della possibilità, per coloro che acquistano la prima casa, di smobilizzare il 70 per cento del TFR accumulato e di utilizzare, purché siano passati otto anni, il TFR maturato nell'ipotesi in cui si siano versati contributi ad un fondo di previdenza complementare.
L'ordine del giorno chiede al Governo di valutare l'opportunità di consentire a coloro che stanno pagando un mutuo per l'acquisto della prima casa di utilizzare anche il TFR maturando, e cioè la quota annuale.
Sappiamo che abbiamo tre possibilità: ci sono le persone che lasciano il TFR in azienda (nelle aziende sotto i cinquanta dipendenti), ci sono le persone che hanno scelto di non destinare il TFR al fondo pensione e quindi vanno ad alimentare il fondo dell'INPS con la loro quota annua di TFR, e ci sono infine quelle persone che hanno scelto un piano di previdenza complementare alimentato anche con il TFR.
La nostra idea è che, nel caso in cui una persona lasci il TFR in azienda o lo stesso vada al fondo INPS, tutta la quota del TFR maturando, cioè la quota annuale del TFR, possa essere invece dirottata sul pagamento delle rate del mutuo per l'acquisto della prima casa (prevedendo naturalmente, nel caso delle aziende, le stesse compensazioni stabilite oggi per coloro che tolgono il TFR all'azienda per destinarlo al fondo pensione).
Nel caso in cui qualcuno stia alimentando un fondo pensione abbiamo previsto che solo il 50 per cento dei contributi possa essere utilizzato per il pagamento della rata del mutuo, perché in tale ipotesi si tratta di alimentare un fondo che deve dare una rendita e quindi può essere ragionevole porre dei limiti.
È chiaro che ciò significa offrire alle famiglie non una scelta a costo zero, bensì la scelta di utilizzare il TFR maturando per contribuire a far fronte alle rate del mutuo per l'acquisto della prima casa, anziché avere in futuro una rendita più elevata o un patrimonio da riscuotere a fine carriera lavorativa.
Data la natura, in senso lato, comunque previdenziale che la proprietà dell'abitazione e della prima casa riveste nell'assetto sociale italiano, riteniamo che ciò possa rappresentare un contributo importante.
I dati ci dicono che, mediamente, questo meccanismo potrebbe consentire alle famiglie di affrontare almeno un terzo della rata mensile del mutuo per l'acquisto della prima casa. Potrebbe essere un contributo importante, una misura che, di fatto, non ha costi per l'erario, ma che offre alle famiglie italiane una facoltà in più, almeno per coloro che hanno il problema di far fronte al mutuo sulla prima casa.
Invito quindi il Governo ad accogliere questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Pelino, che aveva chiesto di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1713/17: si intende che vi abbia rinunziato.
L'onorevole Gianni Farina ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1713/118.

GIANNI FARINA. Signor Presidente, vorrei svolgere alcune riflessioni e formulare un appello sui tagli alla scuola e agli istituti italiani di cultura. Già nel lontano 1889, con la «legge Crispi», il Governo del Re promuove la diffusione della lingua nazionale mediante l'erogazione di sussidi agli istituti scolastici ivi esistenti e la costituzione di istituti scolastici statali. Gli istituti statali hanno carattere laico e si uniformano su quelli esistenti in patria. Era il significato più autentico di un interesse dello Stato sin dagli albori della sua costituzione nazionale unitaria.
Il problema che abbiamo di fronte, alla luce dei drammatici tagli ai finanziamenti dei corsi di lingua e cultura italiane nel mondo, agli istituti di cultura italiani - lo dico in termini più semplici - è il seguente: cosa dobbiamo dire a quel giovane che vive in uno sperduto villaggio dellaPag. 5Baviera, della Sassonia o del canton Appenzello e che all'interno della famiglia si esprime e dialoga con il dialetto delle sue origini o con lo stentato tedesco dei suoi padri? Vorrei che quel ragazzo possa, tra qualche anno, raccontare questa storia: a sei anni sono andato scuola a Wolfsburg, o a Herisau, ho imparato il tedesco; nella stessa scuola ho appreso l'italiano e ho contribuito ad insegnarlo agli alunni tedeschi e svizzeri; adesso vorrei scoprire la Calabria, la terra dei miei padri e - chissà - insegnare l'italiano e il tedesco in una scuola di Cosenza.
Non vi è dubbio che la realtà di oggi richieda ragazzi e uomini che sappiano più lingue, che conoscano più colture. Per cui, anche se può apparire figlia di una certa utopia, l'espressione possedere varie culture, varie lingue, essere passati attraverso molteplici esperienze umane, talvolta traumatiche, può diventare un vantaggio per sé e anche un elemento di progresso per tutta la comunità in cui si vive.
L'istruzione, la cultura, l'assistenza diretta e immediata, che noi giustamente rivendichiamo come diritto chiedendo il compiuto ripristino del finanziamento dello Stato, diventa anche un contributo al progresso generale della società in cui viviamo, ad una comunicazione più profonda tra gli uomini, ad una comprensione da cui nasce lo spirito solidale e convivente.
Nei tagli sull'assistenza diretta vi è, in particolare per la comunità italiana in America latina, il sintomo della trascuratezza, dell'irriconoscenza, il rischio della frattura tra l'Italia e la comunità italiana all'estero.

PRESIDENTE. Onorevole Gianni Farina, il suo tempo è esaurito.

GIANNI FARINA. Temo che ci avviamo verso una situazione simile in ogni campo. È la scuola, in generale, che viene minacciata e gli interessi dei cittadini italiani nell'Europa e nel mondo.
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale del mio intervento.

PRESIDENTE. Onorevole Farina, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Constato l'assenza dell'onorevole Garavini, che aveva chiesto di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1713/164: si intende che vi abbia rinunziato.
L'onorevole Compagnon ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1713/211.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, impiegherò pochi minuti per illustrare il mio ordine del giorno, che sostituisce, di fatto, tutto ciò che, di solito costituisce l'impegno e il confronto rispetto a un documento fondamentale quale è la legge finanziaria.
Ieri sera, proprio concludendo il mio intervento, avevo richiamato un po' di rispetto anche per il comportamento tenuto dalle opposizioni in questa Aula, pur sapendo che gli emendamenti che presentavamo non avrebbero trovato l'accoglimento e il parere favorevole del Governo. Per questo, oggi, con questo e con altri ordini del giorno, cerchiamo di riprendere un dialogo con la maggioranza e, soprattutto, con il Governo in relazione agli impegni che possono prendere e che, secondo noi, dovrebbero assumere.
Il mio ordine del giorno si riferisce al costo della benzina alla pompa e agli impegni che ogni famiglia deve affrontare ogni giorno andando a fare benzina per recarsi a lavorare, ricordando che il barile del petrolio oggi costa 55 euro, mentre pochi mesi fa costava 150 euro (motivo per cui il prezzo della benzina alla pompa era andato alle stelle).
Siamo consapevoli del fatto che non sempre il prezzo al barile può corrispondere alla tendenza del prezzo alla pompa - ce ne rendiamo conto - però per questo motivo, poiché con questa finanziaria sono stati chiesti sacrifici al nostro Paese, chiediamo al Governo di essere forte rispetto ai produttori e ai trasformatori di carburante in modo da fare fronte ad una necessità impellente per la stragrande maggioranza dei cittadini del nostro Paese.Pag. 6
A fronte di sacrifici questo Governo è stato capace di trovare delle risorse: penso ai 150 milioni di Catania, ai 500 milioni di Roma, ma soprattutto ai 300 milioni per Alitalia, tolti alle piccole e medie attività produttive e al sociale.
Mi auguro che il Governo abbia la stessa forza, a fronte dei tagli, nei confronti della necessità che deve avere il Paese di adeguare i prezzi alla pompa ogni qual volta il prezzo del petrolio viene a calare.
Si tratta di un segnale in generale nei confronti del nostro Paese. Non possiamo chiedere soltanto sacrifici (come abbiamo visto in questi giorni attraverso i tagli della scuola e quant'altro). Possiamo capire tante cose, ma pretendiamo e crediamo di poter pretendere un impegno forte del Governo.
Per questo io mi auguro che questo ordine del giorno venga accettato, perché impegna il Governo semplicemente a valutare ogni utile intervento che riduca il peso delle accise sui prodotti energetici usati come carburanti e che garantisca un adeguamento del prezzo internazionale della benzina maggiormente aderente all'andamento della quotazione del petrolio. Confido almeno in questo da parte del Governo.

PRESIDENTE. L'onorevole Tassone ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno 9/1713/209.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, l'ordine del giorno che ho presentato assieme al collega Occhiuto potrebbe avere il carattere dell'ovvietà: chiediamo il potenziamento delle forze dell'ordine per contrastare la criminalità organizzata nella regione calabrese.
Questo ordine del giorno parte da alcune valutazioni e, quindi, rispecchia delle considerazioni molto importanti che, a mio avviso, non dovrebbero sfuggire all'attenzione né del Governo né dell'Assemblea.
Ormai, come più volte abbiamo ripetuto in ogni occasione, abbiamo una criminalità pervasiva. Siamo arrivati al blocco delle opere infrastrutturali nelle regione calabrese, sia per quanto riguarda la Salerno-Reggio Calabria, sia per quanto riguarda la strada statale 106; molte ditte hanno dovuto abbandonare la Calabria e in questo territorio vi è il blocco dei lavori. Altri cantieri sono stati bloccati dall'autorità giudiziaria e noi partiamo da valutazioni molto forti, soprattutto molto pregnanti rispetto agli obiettivi che ci prefiguriamo di raggiungere.
Il potenziamento delle forze dell'ordine significa avere una capacità più adeguata di fronteggiare una situazione non più sostenibile. Quindi, non è soltanto un problema di finanziamenti. Lo dicevo anche ieri intervenendo per dichiarazione di voto su un emendamento.
Non è un problema, dunque, di volume di risorse a disposizione delle regioni meridionali, ma piuttosto di avere la visione e soprattutto la forza di assicurare una capacità di spesa: ciò dipende certamente dagli organi centrali e dalla regione e ovviamente anche dalla popolazione e dalla realtà locale. Abbiamo avuto in Calabria vicende che hanno segnato profondamente questa realtà regionale. Non si parla più, ovviamente della...

PRESIDENTE. Che succede?

MARIO TASSONE. Stavo ascoltando perché c'era qualche commento dei miei colleghi ed ero interessato.

PRESIDENTE. Onorevole Tassone, la prego di non disturbare i colleghi!

MARIO TASSONE. Grazie Signor Presidente, raccolgo il suo invito, e mi atterrò linearmente ad comportamento più consono a quest'Aula!
Non parliamo più della legge 19 dicembre 1992, n. 488. I finanziamenti di tale legge sono finiti per il 70 per cento alla criminalità organizzata. Ho votato ieri, ad esempio, il rifinanziamento della Svimez: credo che sia un provvedimento utile, ma bisogna sempre capire come sono indirizzati e come si articolano tali finanziamenti.Pag. 7
È necessaria una ricognizione in termini molto forti: ovviamente, la manovra economica e di bilancio non può essere semplicemente una ricognizione delle cifre o di uno stanziamento di risorse, ma le cifre devono avere anche un linguaggio per poter parlare e per poter avere la possibilità di intraprendere un'azione politica più consistente e più forte.
Lo ripeto ancora una volta: anche per quanto riguarda i temi del Mezzogiorno dobbiamo essere disponibili e pronti a ricollocarli in una visione a livello nazionale e internazionale. Lo dicevo anche in questi giorni: è finito il tempo del puro rivendicazionismo, della protesta, di un puro abbandono, degli alibi.
Certo, vi sono vicende storiche diversificate da territorio a territorio, rispetto all'articolazione del nostro Paese, ma vi deve essere un impegno maggiore sia da parte del Governo sia da parte delle popolazioni interessate affinché traguardi non raggiunti e obiettivi, quindi, vanificati possano essere ricomposti in una vicenda nuova e in una storia nuova del nostro Paese.
Certo, l'Unione europea si allarga: oggi da parte del nostro Governo è avanzata una ulteriore sollecitazione affinché l'Unione europea si allarghi alla Turchia. Non siamo contrari a tutto ciò, ma vogliamo capire se gli squilibri territoriali possano avere un senso per offrire non una pura testimonianza formale, ma una svolta - questa sì - una politica di articolazione e di equilibrio e soprattutto di giustizia di carattere sociale.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 10,10)

MARIO TASSONE. Signor Presidente, non so se il Governo - concludo - accetterà o meno il mio ordine del giorno. Lo sentiremo quando esprimerà il parere e, ovviamente, se del caso, ripeterò una sintesi di quanto ho detto in questo momento perché vedo che ora è occupato. Ma non vi è dubbio che, al di là del «sì» e del «no», è necessario che gli ordini del giorno - l'ho ripetuto parecchie volte - facciano una fine diversa da quella che hanno fatto fino oggi: essere un momento soltanto rituale e poi cadere nel dimenticatoio. Credo che sia uno sforzo che deve essere compiuto dall'Ufficio di Presidenza per attribuire una maggiore incisività ai nostri atti di indirizzo parlamentare, altrimenti sarebbe il caso di rivederli del tutto oppure di eliminarli dalla nostra agenda dei lavori.

PRESIDENTE. L'onorevole Germanà ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1713/28.

ANTONINO SALVATORE GERMANÀ. Signor Presidente, con l'ordine del giorno da me presentato chiedo l'impegno del Governo a ridurre, in misura di circa il 25 per cento degli importi vigenti, le accise sui prodotti petroliferi limitatamente alla benzina senza piombo ed al gasolio per autotrazione immessi nel territorio delle regioni con impianti di raffinazione costieri.
Ciò perché sarebbe opportuno ricordare che molti territori con vocazione turistica sono stati a suo tempo utilizzati per costruire raffinerie. Allora poteva sembrare utile per creare occupazione in zone depresse, oggi tali raffinerie sono diventate soltanto aree di inquinamento.
Vorrei, ad esempio, ricordare Milazzo, in provincia di Messina, con una zona costiera splendida, frontaliera alle isole Eolie, dove il territorio è mortificato non solo dalla centrale Enel, ma anche dalle raffinerie. Pertanto, l'ordine del giorno presentato da me e sottoscritto da molti altri colleghi siciliani vuole ricordare che una compensazione può quanto meno far pesare in minore misura il prezzo che noi siciliani paghiamo.

PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Bernardini che aveva chiesto di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1713/20: s'intende che vi abbia rinunziato.
L'onorevole Borghesi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1713/58, per due minuti.

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ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, chiediamo che il Governo si impegni a risolvere una situazione di iniquità che si è venuta a creare, perché la detrazione del 36 per cento per le ristrutturazioni delle abitazioni, che dal 2001 in avanti è sempre stata prorogata, per - immagino - un mero errore nell'ultima legge finanziaria ha creato, per il 2007, una disparità di trattamento relativamente agli acquirenti di unità immobiliari da parte di imprese che hanno eseguito la ristrutturazione.
In passato da sempre - anche dal 1o gennaio 2008 - questi soggetti hanno diritto alla detrazione. A causa di questa svista inserita in quella legge finanziaria, praticamente accade che, a differenza di quanto si verifica per il lasso di tempo che va dal 2001 al 2008 (e anche fino al 2009, perché tali norme sono ulteriormente prorogate), vi è un buco dal 1o gennaio al 31 dicembre 2007, per cui coloro che hanno effettuato questo acquisto in quel lasso di tempo non avrebbero diritto alle detrazioni. Poiché genericamente la stampa ed i mezzi di informazione avevano indicato la proroga anche per il 2007, molte persone hanno ritenuto, nel momento in cui effettuavano l'acquisto, di averne diritto ed hanno scoperto poi, a posteriori, che per quell'anno vi è questo buco. Chiedo, dunque, al Governo di impegnarsi a risolvere questa iniquità.

PRESIDENTE. L'onorevole Zazzera ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1713/48, per due minuti.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, per illustrare il mio ordine del giorno n. 9/1713/48, vorrei cominciare riprendendo quanto ha scritto la rivista internazionale Nature su come il nostro Paese tratta la ricerca e i ricercatori: definisce il nostro Paese incapace di salvaguardare una risorsa per l'Italia, che permette poi a questi giovani di fuggire all'estero e di portare lì, ai nostri competitori, i propri cervelli ed i propri saperi.
È grave che una rivista scientifica internazionale come Nature possa dire del nostro Paese - cioè di voi, che governate questo Paese - che mentre i ricercatori manifestavano, il Governo ha deciso che i fondi destinati alle università ed alla ricerca possono essere usati per sostenere le banche italiane. Evidentemente, il Governo fa una scelta, e la compie perché decide di mettere all'ultimo posto del capitolato del proprio bilancio l'università.
D'altronde, Il Sole 24 Ore stesso, qualche giorno fa, così scriveva: «Il Governo investe nella ricerca universitaria meno di quanto faccia la RAI per le partite di calcio». Evidentemente, è questo il Paese che stiamo costruendo.
Con l'ordine del giorno che proponiamo chiediamo al Governo di invertire una tendenza...

PRESIDENTE. Onorevole, il suo tempo è scaduto.

PIERFELICE ZAZZERA. ...chiediamo di investire più risorse per la ricerca e per l'università nel nostro Paese.

PRESIDENTE. L'onorevole Rota ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1713/50.

IVAN ROTA. Signor Presidente, abbiamo discusso in quest'Aula e il Governo ha preso provvedimenti su come aiutare le banche. L'ordine del giorno in esame richiama l'attenzione sul rapporto banche-cittadini. Evitando le premesse, che sono riportate agli atti, mi limito ad evidenziare come l'aumento dei tassi bancari abbia avuto conseguenze pesanti per le famiglie che avevano acceso un mutuo per l'acquisto di un'abitazione, anche per la pratica, di molti istituti di credito, di privilegiare i mutui a tasso variabile.
Ebbene, 3,5 milioni di famiglie - il 91 per cento di queste - è stato indotto da cattivi e interessati consigli delle banche a sottoscrivere contratti con tassi variabili quando, pur nelle turbolenze di mercato, vi erano dei tassi fissi al minimo storico.
Pertanto, con queste due segnalazioni l'ordine del giorno vuole impegnare il Governo a prendere le opportune iniziativePag. 9per indurre gli istituti di credito ad una revisione dei mutui per la prima casa, stipulati a tasso variabile, che preveda un sostanziale avvicinamento del tasso di riferimento al valore indicato dalla Banca Centrale europea, a disporre il blocco temporaneo del pignoramento della prima casa per i mutuatari morosi con redditi medio-bassi, ad elevare la quota degli oneri per i mutui sulla prima casa ammessa in detrazione dall'imposta lorda e ad eliminare gli ostacoli che ancora si sovrappongono all'effettiva portabilità dei mutui.
Credo che l'attenzione del Governo su questo tema porterà ad accogliere questo ordine del giorno e ad attivarsi in tal senso.

PRESIDENTE. L'onorevole Messina ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1713/51.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, l'ordine del giorno, di cui sono firmatario, non fa altro che eliminare una disparità di trattamento che il legislatore ha creato rispetto al corso-concorso riservato, con decreto del direttore generale 17 dicembre 2002, al personale docente che aveva ricoperto, per almeno tre anni, la funzione di preside incaricato e che era stato esteso con legge anche a coloro che avevano maturato un anno di presidenza, incluso quello relativo allo svolgimento del corso-concorso.
Ebbene, è accaduto, sostanzialmente, che, nel dicembre 2006, si è provveduto a sanare la posizione di coloro che, pur non avendo prestato alcun servizio di preside incaricato, non avevano mai acquisito il requisito di ammissione al corso-concorso originario. Di contro, si dimenticava proprio di sanare la posizione di coloro i quali - sempre al dicembre dello stesso anno - avevano acquisito il requisito relativo all'anno di incarico di presidenza, nelle more di svolgimento del concorso.
Riteniamo che tutto questo costituisca una palese disparità di trattamento. È per questo motivo che, ferme restando le prerogative del Parlamento, riteniamo che si debbano prendere le opportune iniziative legislative per sanare tale diversità. Tra l'altro, sottolineo che tutto ciò non ha alcun costo e, in buona sostanza, è solo una soluzione ad un problema di giustizia che, invece, si è venuto a creare.

PRESIDENTE. L'onorevole Scilipoti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1713/53.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, chiedo, con l'ordine del giorno di cui sono firmatario, che possano essere rivisti i costi dell'addizionale comunale per i diritti di imbarco. Chiedo ciò perché in questo momento di grande difficoltà, in modo particolare per regioni quali la Sicilia, la Sardegna e la Calabria, che sono difficili da raggiungere con altri mezzi, un mezzo di trasporto idoneo e che potrebbe dare veramente un segnale di risveglio dal punto di vista turistico potrebbe essere l'aereo.
Però, i costi dell'addizionale comunale per i diritti di imbarco, molto alti (4 euro), potrebbero diventare sconvenienti per il passeggero che si accinge ad utilizzare questo mezzo di trasporto. Infatti, 4 euro è un costo molto alto e non c'è bisogno di una simile cifra di addizionale di imbarco per coprire le spese per la cassa integrazione dei lavoratori dell'Alitalia. L'ENAC ha calcolato che il gettito complessivo di questi quattro euro, moltiplicato per il numero di passeggeri in partenza in un anno, sarebbe circa di 210 milioni. Il costo della cassa integrazione complessiva per i lavoratori dell'Alitalia è di 160 milioni. Poiché il costo complessivo dell'addizionale in un anno è di 210 milioni, si vede che è molto più alto di quanto dovrebbe costare realmente la cassa integrazione di questi lavoratori. Pertanto, chiedo al Governo di valutare attentamente la riduzione del costo dell'addizionale da quattro a due euro, perché in tal modo diventerebbe un prezzo sopportabile per il passeggero (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

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PRESIDENTE. L'onorevole Misiti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1713/54.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, quando è stato emanato il decreto-legge 27 maggio 2008, n. 93, recante disposizioni urgenti per salvaguardare il potere d'acquisto delle famiglie, ci siamo domandati da dove sarebbero stati presi i soldi. Ebbene, i soldi per finanziare quanto era previsto in quel decreto-legge sono stati sottratti ad altre previsioni di spesa fissate dalla legge finanziaria 2007 e dalla legge finanziaria 2008, destinate soprattutto a infrastrutture nelle due regioni che definirei le più sfortunate d'Italia (la Calabria e la Sicilia), tanto che sono insorti i deputati, i senatori, i presidenti delle regioni e i consigli regionali di queste due regioni per sapere cosa si sarebbe dovuto fare.
Ebbene, il Presidente del Consiglio si è impegnato con il presidente della regione Sicilia ad inserire la previsione di questi fondi in un provvedimento successivo e, quindi, a restituire i fondi (che ammontavano a oltre un miliardo e 300 milioni di euro) per rimettere in moto il processo di realizzazione delle opere infrastrutturali della Calabria e della Sicilia. Ci aspettiamo che il Governo accetti il nostro ordine del giorno per avviare la procedura promessa dal Presidente del Consiglio Berlusconi al presidente della regione Sicilia Lombardo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. L'onorevole Cambursano ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1713/57.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, in questi quindici giorni di dibattito in Commissione e in Assemblea sulla legge finanziaria e sul bilancio dello Stato nessuno si è sottratto al confronto su quali strumenti mettere in campo per rispondere alle esigenze delle aziende, in particolare di quelle medio-piccole, in merito alla carenza di credito derivante dalla crisi finanziaria mondiale che ha colpito pesantemente anche alcune grandi banche italiane.
La logica conseguenza (si fa per dire logica) di tale crisi è stata quella che è stato chiuso del tutto o rallentato il flusso di credito verso le famiglie e verso le imprese e sono aumentati i ritardi nei pagamenti tra privati, per le aziende fornitrici o subfornitrici da parte dei loro committenti, o, ancora peggio, da parte della pubblica amministrazione (siamo arrivati a 138 giorni di ritardo nel pagamento dalla data di emissione delle fatture).
Il rischio è che tante imprese chiudano i battenti, soprattutto nei prossimi giorni, quando ci saranno le scadenze fiscali, da una parte, e le tredicesime da pagare, dall'altra. Con questo ordine del giorno, che mi auguro il sottosegretario, che so molto attento, voglia accettare, prospettiamo alcune ipotesi di lavoro che richiederanno certamente modifiche di leggi, in particolare di quella che istituiva e costituiva la nuova Cassa depositi e prestiti, che è stata definita dallo stesso Ministro dell'economia la bella dormiente.

PRESIDENTE. Onorevole Cambursano, dovrebbe concludere.

RENATO CAMBURSANO. Quindi, proponiamo - e concludo - che si preveda un fondo rotativo per le imprese, che si finanzino i progetti - non solo i soggetti pubblici - e che si intervenga decisamente sul fronte dei Confidi e della Cassa artigiani. Queste sono le nostre sollecitazioni e le nostre proposte, siamo disponibili a confrontarci con il Governo sui modi e sui tempi.

PRESIDENTE. Avverto che è in distribuzione un'errata corrige al fascicolo n. 1 degli ordini del giorno contenente la versione corretta dell'ordine del giorno Zeller n. 9/1713/5 nonché l'ordine del giorno D'Ippolito Vitale n. 9/1713/246 in materia di assunzione di candidati idonei nella Polizia di Stato, presentato entro il termine e per un disguido non incluso nelPag. 11fascicolo, che la Presidenza non ritiene comunque ammissibile ai sensi dell'articolo 89 del Regolamento in base ai criteri enunciati all'inizio della seduta dal Presidente.

IDA D'IPPOLITO VITALE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IDA D'IPPOLITO VITALE. Signor Presidente, voglio dolermi per la dichiarazione di inammissibilità sull'ordine del giorno a mia firma, ancor più ove si consideri che un ordine del giorno di analogo contenuto è stato positivamente esitato al Senato nella seduta n. 81 del 28 ottobre 2008, nel corso della discussione e approvazione dello stesso provvedimento oggi al nostro esame. Nel richiedere perciò alla Presidenza, ove consentito, una rivalutazione della decisione in questione, confido altresì che l'accoglimento da parte del Governo di quello presentato al Senato sia di per sé sufficiente a garantire la soluzione del problema posto, attraverso l'utilizzo della graduatoria in scadenza nel gennaio 2009 e delle unità risultate idonee nelle procedure concorsuali per l'accesso al ruolo dei commissari della Polizia, in aderenza alla prassi di scorrimento delle graduatorie, e considerata la necessità di coprire posti vacanti in organico...

PRESIDENTE. Onorevole D'Ippolito Vitale, la ringrazio. Il Presidente ha illustrato i criteri e credo che non sia possibile una rivalutazione.
L'onorevole Mario Pepe (PD) ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1713/9.

MARIO PEPE (PD). Signor Presidente, intendo richiamare l'attenzione del sottosegretario per l'economia e le finanze e dire che la sostanza dell'ordine del giorno si riassume soprattutto su un'istanza di carattere metodologico, ipotizzando tre obiettivi fondamentali che il Governo dovrebbe seguire, a fronte delle dichiarazioni rese, per le aree del Mezzogiorno dell'Italia: un'azione strategica che è richiesta dai doveri istituzionali verso le aree più deboli della Campania interna; un'istanza di realizzazione, come è stato varie volte consolidato e ribadito, delle infrastrutture essenziali; porre fine ad una lunga e annosa storia della ricostruzione e della rinascita ai sensi della legge n. 219 del 1981, con questo «codicillo» finale: cerchiamo di premiare i comuni che hanno ricostruito e risanato e cerchiamo anche di sanzionare i comuni che non hanno utilizzato in maniera intelligente le risorse. Mi auguro che il sottosegretario abbia a cuore l'ordine del giorno che ho rimesso all'attenzione del Governo.

PRESIDENTE. L'onorevole Evangelisti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1713/56, per due minuti.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, questo ordine del giorno vorrebbe - uso il condizionale, ovviamente - impegnare il Governo a prendere le opportune iniziative per la restituzione del drenaggio fiscale alle categorie a reddito più basso, a partire dai pensionati più poveri. Vale la pena però ricordare - non certo spiegare - ai colleghi di cosa stiamo parlando.
Il fiscal drag è una sorta di tassa aggiuntiva, una tassa iniqua e ingiusta, che si determina quando l'imposta aumenta più che proporzionalmente, nel caso in cui il reddito nominale aumenti ma non cresca il reddito reale. È un fenomeno provocato da due fattori: in primo luogo, quando il reddito aumenta quote sempre maggiori di esso vengono tassate con l'aliquota marginale IRPEF più alta; in secondo luogo, l'aumento del reddito produce una riduzione delle detrazioni per tipo di reddito e per familiari a carico a cui si ha diritto, se queste ultime non sono indicizzate ai prezzi. A partire dagli anni Settanta e Ottanta si è sempre proceduto ad una restituzione del fiscal drag o attraverso crediti di imposta o attraverso l'eliminazione del drenaggio per quanto riguarda le detrazioni, se non sulle aliquote. Dal 2002 in poi il Ministro Tremonti ha ritenuto abrogata qualsiasi normativa in materia di fiscal drag.Pag. 12
Sarebbe davvero opportuno, visto che sarà un Natale difficile per tutti, che il Governo provvedesse, almeno nei confronti dei pensionati, a rimuovere queste limitazioni e questa tassazione ingiusta.

PRESIDENTE. L'onorevole Zamparutti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1713/42.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, mi riservo di intervenire per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Sta bene. L'onorevole Barbaro ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1713/33.

CLAUDIO BARBARO. Signor Presidente, intendo sottolineare una peculiarità di questo ordine del giorno: non è un ordine del giorno teso ad indicare in maniera generica il ripristino dei fondi tagliati in finanziaria allo sport, ma c'è un'indicazione precisa che fa riferimento alla possibilità che questi fondi possano essere recuperati all'interno del comparto dei giochi. È un'indicazione precisa che sotto il profilo politico assume un significato enorme, perché va nella direzione di riattribuire al mondo dello sport la possibilità di capitalizzare al proprio interno l'indotto che ad esso fa riferimento. Da questo punto di vista, credo che se gli indirizzi contenuti in questo ordine del giorno dovessero essere recepiti ci troveremo di fronte ad un aspetto politico di estrema importanza per quanto riguarda la possibilità di ridisegnare in termini strutturali la riforma del mondo dello sport.
Signor Presidente, noi siamo abituati, da alcuni anni a questa parte, ad affrontare in finanziaria le problematiche del mondo dello sport. Per cinquant'anni, né qui né al Senato, si era mai parlato del problema relativo al finanziamento del mondo dello sport, perché il CONI, grazie alla propria capacità di autofinanziarsi con il Totocalcio, non aveva mai pesato sulle spalle dello Stato.
Crediamo che, al di là dell'effettiva necessità di recuperare questi fondi, sia importante ricreare le condizioni affinché questo ciclo virtuoso possa essere riavviato. Si tratta di un ciclo virtuoso interrotto da una crisi nata negli ultimi anni, che ha subito una successiva fortissima accelerazione a causa di provvedimenti voluti dal centrosinistra: mi riferisco in particolare all'introduzione del profit nel mondo dello sport, all'introduzione dei diritti soggettivi per quanto riguarda la vendita delle manifestazioni sportive alle televisioni e al riordino del CONI voluto dal centrosinistra.
Credo che se noi creassimo le condizioni affinché il CONI possa tornare ad essere padrone dei propri destini, attraverso la possibilità di ritorno a una forma di autofinanziamento che faccia riferimento ai giochi, sicuramente ci troveremmo di fronte a un passaggio importante per la crescita del nostro sport, che starebbe ad indicare la possibilità di risolvere un problema - lo ripeto - strutturale, e non di ricorrere all'ennesimo provvedimento tampone (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. L'onorevole la Loggia ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1713/31.

ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, l'ordine del giorno a mia prima firma, come ben sa il sottosegretario Vegas, ha dietro di sé una lunga storia che riguarda le norme di attuazione dello Statuto siciliano, in particolare dell'articolo 37 che, insieme agli articoli 36 e 38 (come forse molti in quest'Aula ricordano), rappresentò lo strumento attraverso il quale fu possibile vincere il movimento indipendentista in Sicilia e portare la Sicilia ad avere una forte autonomia all'interno della Repubblica italiana.
Dopo tanti anni, finalmente, nel 2005, insieme al Ministro Tremonti, ma soprattutto proprio grazie alla collaborazione del sottosegretario Vegas, si emanarono le norme di attuazione, attraverso la procedura prevista in questi casi, con l'interventoPag. 13della Commissione paritetica per i rapporti Stato-regione e, quindi, con l'emanazione di un decreto legislativo.
Ebbene, ancora dopo tre anni, e oramai a sessant'anni dall'approvazione dello Statuto siciliano, le modalità attuative per rendere operativo, sul territorio siciliano, l'articolo 37 non sono state ancora emanate. Da qui nasce l'ordine del giorno che impegna il Governo ad emanare tali norme applicative, di concerto con l'assessore al bilancio della Regione siciliana, in tempi il più possibile ragionevolmente brevi, in maniera tale da dare alla Sicilia uno strumento che attende, oramai, da troppo tempo, e che consentirebbe un impulso serio, importante, non soltanto per l'economia dell'isola, ma anche, come oggi sappiamo, in vista della riforma del federalismo fiscale nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. L'onorevole Delfino ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1713/204.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, intervengo per ribadire, con questo ordine del giorno, la necessità di porre un'attenzione forte ad un settore, quello agricolo ed agroalimentare, che complessivamente rappresenta circa il 16 per cento, e secondo alcuni istituti economici il 18 per cento, del PIL del nostro Paese.
Il settore agroalimentare, in questi ultimi anni, è stato oggetto di scorribande; anche importanti marchi che tutelavano la qualità e il nome del made in Italy agricolo ed agroalimentare nel nostro Paese, in Europa e nel mondo rischiano di far mettere in discussione il valore e la specificità della nostra produzione agricola ed agroalimentare.
Pertanto, riteniamo che sia opportuno, anche per quelle imprese, soprattutto piccole e medie, che possono incontrare ciclicamente difficoltà di carattere finanziario, che il Governo valuti la possibilità di realizzare nel settore agroalimentare un fondo di garanzia per assicurare un'attenzione forte e una capacità di risposta alle situazioni di crisi. Proponiamo che questo fondo venga creato e allocato presso l'Istituto di sviluppo agricolo (ISA) che ha già molte missioni nel campo della tutela e dello sviluppo agricolo.
Quindi, vorremmo che fosse anche affidata all'ISA la possibilità di tutelare tutte le aziende del settore agricolo ed agroalimentare in difficoltà. Questa è la ragione del mio ordine del giorno e mi auguro che il Governo vi presti attenzione, anche perché è compatibile complessivamente con l'ordinamento comunitario. In questo modo, sicuramente riusciremmo a tutelare un grande valore economico di un'importante produzione di qualità del made in Italy che, certamente, nel momento di difficoltà che il Paese sta vivendo, rappresenta un bene nazionale da difendere ad ogni costo.

PRESIDENTE. L'onorevole Capitanio Santolini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1713/216.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, questo ordine del giorno è volutamente di carattere minimale se così mi posso esprimere. Non ho dubbi che il Governo lo prenderà in considerazione e lo accoglierà. Vorrei chiedere al sottosegretario Vegas, se mi dà ascolto...

PRESIDENTE. Forse è bene che il sottosegretario non venga distratto. Prego onorevole.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Sottosegretario, mi dispiace chiamarla in causa, tuttavia ci tengo molto a dire a lei personalmente e all'Aula che l'ordine del giorno in esame rappresenta proprio il minimo che potevamo chiedere. Avremmo potuto insistere e chiedere ben di più ad un Governo che ha dimenticato le politiche familiari.
Tuttavia, vogliamo dare un segno di buona volontà e di ragionevolezza, chiedendo almeno un passaggio indolore e facile dalle detrazioni alle deduzioni per i carichi familiari. Si tratta di un segno di attenzione che significa lasciare i soldi allePag. 14famiglie, senza toglierli con le tasse per poi restituirli in vari rivoli; significa lasciare alle famiglie la possibilità di spendere i soldi per i figli come meglio credono, senza spendersi su mille aspetti assolutamente secondari. Pertanto, si tratta di un problema di tipo culturale che poi diventa politico ed economico.
Quindi, gli attuali sistemi fiscali per le famiglie non sono corretti e l'ISTAT denuncia che la povertà relativa in Italia tocca l'11 per cento delle famiglie italiane. Credo che sia davvero il momento per il Governo di dare un serio segnale di esistenza e di attenzione.
In conclusione, sarebbe opportuno che, nel caso in cui il mio ordine del giorno fosse accolto, seguissero i fatti. Accogliere un ordine del giorno, infatti, non costituisce una grande fatica soprattutto se è ragionevole. Il problema principale è poi passare ai fatti in tempi brevi, in quanto le famiglie aspettano e avranno davanti un Natale molto difficile.

PRESIDENTE. L'onorevole Iannaccone ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1713/102.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, con questo ordine del giorno si chiede al Governo di valutare lo stato in cui versano i nuclei industriali realizzati in Campania e in Basilicata con i fondi previsti dall'articolo 32 della legge n. 219 del 1981. Sono nuclei industriali che possono essere rilanciati in maniera opportuna; possono creare occupazione, impedire lo spopolamento delle aree interne della Campania e dare anche una possibilità di insediamento ad aziende, anche del nord, che non hanno gli spazi fisici per potere insediare gli stabilimenti industriali.
Con il mio ordine del giorno n. 9/1713/102 si chiede al Governo di valutare tutte le misure opportune per consentire il rilancio produttivo ed economico di queste aree industriali e di valutare se, finora, tutti i meccanismi che sono stati individuati, compresi i contratti d'area, abbiano prodotto risultati positivi o meno.
Ritengo che l'approvazione del mio ordine del giorno sia un forte segnale di attenzione che il Governo pone allo sviluppo delle aree interne della Campania e della Basilicata, che vivono, anche a causa della crisi economica e finanziaria del nostro Paese, un momento di grande difficoltà.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,50).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

TESTO AGGIORNATO AL 14 NOVEMBRE 2008

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1713)

PRESIDENTE. L'onorevole Sardelli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1713/106.

LUCIANO MARIO SARDELLI. Signor Presidente, con il mio ordine del giorno n. 9/1713/106 si vuole attenzionare il Governo rispetto ad una problematica che riguarda centinaia di comuni che si sono esposti, con i cosiddetti prodotti derivati a tasso variabile in forma speculativa, per circa 8 miliardi di euro. Si tratta di un'esposizione enorme: è un'altra delle polpette avvelenate che il sistema bancario ha regalato al Paese, al quale, in qualche maniera, bisogna porre rimedio. Il mio ordine del giorno n. 9/1713/106 prevede che si possa alienare il patrimonio dei comuni ai sensi dell'articolo 193 del decreto legislativo n. 267 del 2000, utilizzando in termini di cassa le somme a specifica destinazione, con la facoltà di fare ricorso ad anticipazioni del limite del 60 per cento del presunto valore di venditaPag. 15dei beni immobili dei comuni stessi. Ben si comprende, quindi, che è un'opportunità dei comuni per mettere a posto i propri conti. La settimana prossima, con un disegno di legge, affronteremo la condizione del sistema bancario, in merito al quale ieri il Ministro Tremonti, in Commissione, ricordava le responsabilità, eventualmente anche penali, degli amministratori delle grandi banche. Vorrei che si ponesse l'attenzione del Ministro e della Banca d'Italia anche sugli stipendi, assolutamente esosi ed irriguardosi nei confronti della situazione finanziaria delle banche stesse, degli alti dirigenti delle banche, sperando che si ponga fine a questa vergogna.

PRESIDENTE. L'onorevole Vincenzo Antonio Fontana ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno Di Biagio n. 9/1713/4, di cui è cofirmatario.

VINCENZO ANTONIO FONTANA. Signor Presidente, l'ordine del giorno Di Biagio n. 9/1713/4 ricalca alcuni aspetti di notevole rilevanza sui quali mi preme richiamare l'attenzione del Governo. Le Casse, istituite ai sensi del decreto legislativo n. 103 del 1996, non possono aumentare il contributo integrativo secondo le procedure di legge, così come è riconosciuto, invece, alle Casse costituite ai sensi del decreto legislativo n. 509 del 1994, alle quali la normativa di riferimento riconosce un'ampia autonomia in materia, considerando che gli organi amministrativi e di indirizzo detengono la facoltà di deliberare un'integrazione della percentuale del contributo integrativo. Il riconoscimento previsto alle Casse istituite ai sensi del citato decreto legislativo n. 509 del 1994 non è applicato agli enti di previdenza privatizzati di cui al citato decreto legislativo n. 103 del 1996, nonostante gli scopi e le finalità di tipo previdenziale ed assistenziale siano identici.
Considerando che una proposta di modifica normativa in tal senso si giustificherebbe per tutto il sistema previdenziale privatizzato, in considerazione dell'assenza di qualsiasi intervento della finanza pubblica sulla sostenibilità degli enti gestori, mi preme richiamare l'attenzione del Governo affinché si impegni ad adottare le opportune iniziative al fine di modificare il limite normativo stabilito, che fissa l'aliquota percentuale del contributo integrativo nell'attuale 2 per cento del fatturato lordo, rimettendo la determinazione della percentuale all'autonomia anche delle singole casse ed enti di previdenza interessati.

PRESIDENTE. L'onorevole Milo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1713/104.

ANTONIO MILO. Signor Presidente, con la legge finanziaria per il 2007 si sono ripristinate le agevolazioni per gli investimenti per le aree svantaggiate. Con riferimento all'operatività di tali agevolazioni, con questo ordine del giorno sarebbe opportuno impegnare il Governo affinché, per quanto riguarda il finanziamento definito per il triennio 2009-2011, vengano adottate le misure opportune per la proroga dei termini per il periodo di imposta successivo al 31 dicembre 2008, definendo le modalità di individuazione, all'interno delle regioni, delle aree alle quali attribuire con priorità i benefici fiscali, non solo sotto la forma del sito web, ma anche con l'individuazione, da parte delle regioni, di aree specifiche per evitare di erogare contributi a pioggia. Questo è il merito del mio ordine del giorno, che impegna il Governo in tal senso.

PRESIDENTE. L'onorevole Occhiuto ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1713/212.

ROBERTO OCCHIUTO. Signor Presidente, in quest'Aula più volte il dibattito si è concentrato sul Fondo per le aree sottoutilizzate, mentre quasi mai l'attenzione è stata rivolta alle risorse che sono nella piena disponibilità delle regioni, con riferimento all'obiettivo «Convergenza», e che, tuttavia, rischiano di essere restituite all'Unione europea il 31 dicembre di quest'anno. Mi riferisco, in particolare, alle risorse non spese, relative al programma 2000-2006 e ai nuovi programmi operativiPag. 16delle annualità 2007 e 2008. Nella sostanza, si tratta, secondo l'ultima rilevazione, di circa 9,9 miliardi di euro, che sarebbero in bilico, perché riguardano interventi a volte impegnati, a volte «no»; comunque sono somme non spese realmente, come preteso invece dall'Unione europea.
Si tratta di risorse per la Sicilia, la Campania, la Puglia e la Calabria, a favore, altresì, di interventi soprattutto in ordine alla rigenerazione del tessuto urbano, quali l'edilizia, la sistemazione di quartieri e centri storici, l'integrazione sociale e servizi per la cultura e la persona. La causa di questi ritardi sta sicuramente nella complessità delle procedure determinate dall'Unione europea, ma anche nei ritardi di carattere amministrativo e tecnico, che sono proprio nella responsabilità delle regioni. Con l'ordine del giorno da me sottoscritto, insieme al collega Tassone e al collega Testa, che ha aggiunto la sua firma, chiediamo al Governo di impegnarsi ad adottare iniziative urgenti, d'intesa con gli enti locali e chiaramente con le regioni, al fine di non disperdere le attuali e le future preziose risorse messe a disposizione dall'Unione europea per programmi di sviluppo del Mezzogiorno, in un momento nel quale le ripercussioni della grave crisi finanziaria, soprattutto quelle in ordine al credito per le piccole e medie imprese, rischiano di abbattersi con ancora maggiore veemenza sulle imprese del sud.
L'idea è quella di impegnare il Governo a valutare affinché, di concerto con le regioni, possano essere messe in campo delle iniziative, per esempio, per potenziare il livello tecnico delle regioni stesse.
Vorrei, infine, segnalare che nell'ordine del giorno, proprio al primo capoverso della premessa, vi è un refuso, nel senso che è previsto che il 31 dicembre prossimo le risorse non impegnate, relative al programma 2000/2006, rischiano di ritornare indietro.
Si tratta, invece, delle risorse non spese, che, quindi, non possono essere realmente rendicontate (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. L'onorevole Aprea ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1713/231.

VALENTINA APREA. Signor Presidente, ho preso la parola per sensibilizzare il Governo, il sottosegretario Vegas, ma sicuramente tutto il Governo e il Ministro Gelmini su un settore strategico dell'istruzione: l'istruzione e la formazione professionale, i cui percorsi sperimentali, come è noto a quest'Aula, sono stati istituiti, nell'ambito dell'istruzione, con il decreto legislativo n. 76 del 15 aprile 2005. Da allora, vengono favoriti i percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale di durata triennale a gestione regionale.
Nella scorsa legislatura, anche il Ministro Fioroni ha previsto la prosecuzione di questi percorsi sperimentali fino alla messa a regime dell'obbligo di istruzione finalizzato al diritto-dovere di istruzione e formazione professionale fino al diciottesimo anno di età.
Poiché risultano in percentuali ormai considerevoli gli studenti quattordicenni che scelgono questi percorsi, con un sicuro vantaggio per l'inserimento nel mondo del lavoro, visto che questi percorsi li abilitano al mondo del lavoro con una qualifica professionale, privare questo segmento dell'istruzione e formazione professionale degli adeguati finanziamenti significherebbe rinunciare ad un efficace strumento di preparazione delle risorse umane nel nostro Paese per favorire sviluppo, ma, soprattutto, significherebbe rinunciare ad un efficace strumento di contrasto alla dispersione scolastica, che raggiunge, ancora oggi, dimensioni preoccupanti sul territorio nazionale.
D'altra parte, la differenziazione dell'offerta formativa realizzata nei percorsi di istruzione e formazione professionale è da tempo una scelta europea di successo.
È per queste ragioni che chiedo, signor Presidente, al Governo, al sottosegretario Vegas e al Ministro Gelmini di riassegnare, con i provvedimenti in tema di finanza pubblica, risorse dedicate ai percorsi di istruzione e formazione professionale, alPag. 17fine di garantire la prosecuzione, la messa a regime e l'espansione di questi percorsi, soddisfacendo appieno la domanda che proviene dalle famiglie e dagli studenti nelle diverse regioni, in particolare in quelle regioni che tutti i giorni accettano la sfida dello sviluppo e di una migliore qualificazione delle risorse umane (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. L'onorevole Reguzzoni ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno Montagnoli n. 9/1713/72, di cui è cofirmatario.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, molto velocemente, si tratta di un ordine del giorno complesso, che può sembrare tecnico, ma che risponde alla necessità, importante, di procedere velocemente ad una riforma in senso federale del nostro fisco e della modalità di allocazione interna delle risorse.
Fornisco alcuni dati, molto semplici, ad esempio sull'allocazione delle risorse per il funzionamento delle strutture scolastiche e prescolastiche, dati che sono assolutamente non comparabili rispetto alla popolazione e alle esigenze, ma che partono da un errore della nostra pubblica amministrazione: l'eccesso di personale e le politiche in chiave assistenziale fatte in tanti settori della pubblica amministrazione.
In Veneto ci sono 13 insegnanti ogni mille abitanti, in Calabria ce ne sono 26, però le risorse per il funzionamento vengono allocate in base al numero dei dipendenti. Questo deve cambiare, ma deve cambiare, colleghi, anche a vantaggio delle regioni meno attive dal punto di vista economico; per esempio, la Calabria rispetto alla Sardegna, che ha un dato che è quasi il doppio dei costi di funzionamento; il Veneto, che ha il 30 per cento in meno pro capite delle risorse rispetto ad una qualsiasi delle regioni del sud.
Identico discorso vale per il Piemonte, la Lombardia e tutte le regioni del nord. Insomma così non si può andare avanti, perché il 30 per cento delle risorse consiste in parecchie centinaia di milioni di euro, perché stiamo parlando di fondi di dotazione per decine di miliardi. Questo è un ordine del giorno che noi sosteniamo e che chiediamo al Governo di accogliere.
Per la brevità dei lavori, aggiungo che, assieme ai colleghi lombardi, abbiamo sottoscritto due ordini del giorno relativi al tema dell'Expo, perché chiediamo al Governo di darsi da fare anche in questo campo. Si tratta degli ordini del giorno Marantelli n. 9/1713/234 e Fiano n. 9/1713/146, che chiedono attenzione del Governo alla vicenda dell'Expo, e che quindi auspichiamo possano venire accolti (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. L'onorevole Montagnoli ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno Negro n. 9/1713/75, di cui è cofirmatario.

ALESSANDRO MONTAGNOLI. Signor Presidente, con l'ordine del giorno in esame si vuole portare l'attenzione del Governo sulla grave crisi economica del nostro Paese; il Veneto, la regione da cui provengo, una realtà di 5 milioni di abitanti con quasi 500 mila imprese, soprattutto piccole e medie, è veramente in una situazione di grandissima difficoltà.
Penso che il Governo debba metterci veramente tanto buonsenso: con l'ordine del giorno in esame si chiede di fare un ragionamento flessibile sugli studi di settore. Ci sono state anche delle circolari dell'Agenzia delle entrate, in base alle quali gli studi di settore non devono essere applicati in maniera secca, ma ragionando con le imprese. Questo sistema non è applicato: non sta succedendo, per esempio, nelle province di Verona e di Vicenza, perché gli uffici dell'Agenzia delle entrate cercano di applicare in maniera restrittiva gli studi di settore.
Dobbiamo tutelare le nostre piccole e medie imprese! La situazione è molto critica in tutti i settori; si lasciano a casa le persone; l'impegno del Governo deve essere forte, anche rispetto al sistema bancario. Le banche stanno chiudendoPag. 18tutti i fidi e le aziende sono in estrema difficoltà e, se non facciamo qualcosa velocemente, la situazione diventerà veramente critica.
L'invito quindi al Governo deve essere forte, per dare risposte nel settore delle opere pubbliche, nel credito alle imprese, nella fiducia a un settore e a una zona, il nordest, che in questi anni ha lavorato tantissimo e si può dire che ha tenuto in piedi il sistema Italia. È stato un esempio non solo nel nostro Paese, ma è preso ad esempio anche negli Stati che sembrano più avanzati, come gli Stati Uniti d'America: sono venuti da noi per capire il sistema del nordest. Questo Governo deve obbligatoriamente sostenere soprattutto le piccole e medie imprese, in cui la gente lavora 15-18-20 ore al giorno e fa della propria azienda il proprio sistema di vita.
Per cui l'impegno a una revisione generale degli studi di settore e alla tutela del nostro tessuto economico è indispensabile nel giro di pochissimo tempo. Questo è ciò che chiede la Lega, questo è ciò che chiede il territorio (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. L'onorevole Mario Pepe (PdL) ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1713/61.

MARIO PEPE (PdL). Signor Presidente, il mio ordine del giorno è stato ispirato da una recente indagine, la quale ha messo in evidenza che molti dipendenti della pubblica amministrazione, sia degli uffici centrali che periferici, passano molto tempo a navigare su Internet o a giocare con il computer. A parte il danno per i cittadini, però, in conseguenza di questo fatto mandati di pagamento alle imprese che forniscono beni e servizi impiegano mesi, addirittura anni, per passare da un tavolo all'altro. Molte imprese stanno morendo di burocrazia e stanno chiudendo i battenti, perché, come diceva il mio amico Raffaele Costa, la macchina dello Stato in Italia costa come in Svezia e funziona come in Egitto.
Quindi vorrei dire al Governo che noi possiamo mettere i tornelli, ma se non controlliamo l'efficienza della pubblica amministrazione e la produttività dei dipendenti, non faremo un buon servizio per il nostro Paese.

PRESIDENTE. L'onorevole Commercio ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1713/107.

ROBERTO MARIO SERGIO COMMERCIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, nei giorni scorsi i maggiori quotidiani hanno riportato l'indagine ISTAT sullo stato di povertà nel nostro Paese: il dato che risalta fortemente - peraltro da noi più volte denunciato, ma adesso certificato dall'ISTAT - è che nel nostro Paese ci sono 7,5 milioni di poveri.
Dall'indagine emerge che la povertà resta maggiormente diffusa nel Mezzogiorno (incidendo, con il 48,9 per cento, quattro volte di più che nel resto del Paese) tra le famiglie più ampie (in particolare, con tre o più figli a carico).
Con questo ordine del giorno intendiamo porre l'attenzione sul grave stato di bisogno in cui versano migliaia e migliaia di famiglie del nostro Paese, in particolare nel Meridione d'Italia, e introdurre il principio del quoziente familiare (e chiediamo al Governo che si faccia carico di questo aspetto, che potrebbe costituire una prima risposta forte ad una politica dell'economia reale).
Riteniamo che vi siano tutte le condizioni - ma, soprattutto, che si possano creare le condizioni - affinché questa forbice, questo divario tra nord e sud, anche su tali temi, per certi versi venga ridotta.
Facciamo quindi i voti al Governo ed alla Camera affinché si approvi questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. L'onorevole Galletti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1713/206.

GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, siamo stati tutti concordi in Aula in questi giorni nel riconoscere che esiste un problema per quanto riguarda il sistemaPag. 19italiano delle piccole e medie imprese. Non abbiamo inserito nel disegno di legge finanziaria - purtroppo, a nostro avviso - provvedimenti che lo riguardano, però abbiamo riconosciuto il problema.
Mi sembra allora opportuno approvare un ordine del giorno che impegni il Governo ad intervenire a favore del sistema delle piccole e medie imprese, con un meccanismo facile e che non costa.
Oggi le piccole e medie imprese si trovano nella condizione di dover finanziare in parte lo Stato: quando emettono una fattura, devono versare immediatamente l'IVA, che poi incassano a volte dopo molto tempo (a volte anche dopo anni). È chiaro che questo è un sistema occulto di finanziamento dello Stato da parte del sistema delle imprese.
Penso che in un momento come questo sarebbe opportuno intervenire su tale norma per allineare il momento dell'incasso della fattura a quello del pagamento dell'IVA. In questo modo daremmo molto ossigeno alla liquidità delle imprese, ma non solo delle piccole e medie imprese: sto parlando anche di artigiani, commercianti e professionisti, che sono proprio quelli che oggi, insieme alle piccole imprese, soffrono di più la mancanza di liquidità.
È chiaro che questa misura non costa in termini finanziari, se non minimamente, e ritengo che sarebbe davvero opportuno che l'Aula impegnasse il Governo ad intervenire immediatamente su un tema così rilevante per la nostra economia.

PRESIDENTE. È così esaurita la fase dell'illustrazione degli ordini del giorno.
Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati, pronunciandosi anche sugli ordini del giorno D'Amico n. 9/1713/19 e Garofalo n. 9/1713/27, che la Presidenza, rivalutando la propria decisione, a seguito di una richiesta dei presentatori, ammette alla votazione.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, devo esprimere il parere cominciando dagli ordini del giorno riferiti al bilancio o da quelli riferiti al disegno di legge finanziaria?

PRESIDENTE. Da quelli riferiti al disegno di legge finanziaria.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Sta bene. Il Governo accetta l'ordine del giorno Scandroglio n. 9/1713/1, a condizione che il dispositivo venga riformulato nel senso di sostituire alle parole: «a ridefinire» con le seguenti: «a valutare l'opportunità di ridefinire».
Quanto all'ordine del giorno Cazzola n. 9/1713/2, si tratta di un problema di un certo rilievo; francamente, a parte che non sono condivisibili alcune affermazioni relative agli equilibri finanziari, questo ordine del giorno, se accolto, potrebbe provocare dei problemi di compensazione tra i trasferimenti previdenziali degli appartenenti ad una cassa a quelli dell'altra. Pertanto, allo stato attuale credo sia opportuno che il presentatore ritiri l'ordine del giorno per dar corso ad una valutazione più approfondita (anche con un'eventuale relazione tecnica in sede governativa), per valutare come ciò possa incidere sull'equilibrio delle casse, altrimenti non mi sentirei di esprimere un parere favorevole.
Il Governo accetta gli ordini del giorno Raisi n. 9/1713/3, Di Biagio n. 9/1713/4, Zeller n. 9/1713/5, nel testo corretto, e Ravetto n. 9/1713/6.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Froner n. 9/1713/7, a condizione che il dispositivo venga riformulato nel senso di sostituire le parole: «a onorare» con le seguenti: «a valutare l'opportunità di onorare». Il Governo accetta gli ordini del giorno Cenni n. 9/1713/8, Mario Pepe (PD) n. 9/1713/9 e Caparini n. 9/1713/10, mentre accetta l'ordine del giorno Villecco Calipari n. 9/1713/11, a condizione che sia soppresso il terzo capoverso del dispositivo.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Rugghia n. 9/1713/12, a condizione che, nella parte dispositiva, siano soppresse lePag. 20seguenti parole: «prescindendo dal turn over».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Migliavacca n. 9/1713/13, l'ordine del giorno Rossa n. 9/1713/14.
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Marchioni n. 9/1713/15 e Barbi n. 9/1713/16.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Pelino n. 9/1713/17, purché venga riformulato, nella parte dispositiva, nel senso di sostituire le parole: «a valutare tempestivamente di conferire» con le seguenti: «a valutare tempestivamente l'opportunità di conferire».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Cicu n. 9/1713/18.
Il Governo si rende conto che vi era stato un precedente ordine del giorno accettato semplicemente, ma essendo cambiato lo stato di fatti, accetta l'ordine del giorno D'Amico n. 9/1713/19, purché nella parte dispositiva le parole: «impegna il Governo a prevedere», siano sostituite dalle seguenti: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Bernardini n. 9/1713/20, purché nella parte dispositiva le parole: «impegna il Governo ad adottare» siano sostituite dalle seguenti: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare».
Il Governo accetta gli ordini del giorno Bocchino n. 9/1713/21, Dal Lago n. 9/1713/22, Fallica n. 9/1713/23, Stagno D'Alcontres n. 9/1713/24 e Ascierto n. 9/1713/25.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Moles n. 9/1713/26, purché nella parte dispositiva le parole: «impegna il Governo a concludere entro l'anno 2008» - che è francamente un termine molto vicino - siano sostituite dalle seguenti: «impegna il Governo a dare corso nei tempi più brevi».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Garofalo n. 9/1713/27, a condizione che il dispositivo venga riformulato nel senso di sostituire le parole: «ad autorizzare» con le seguenti: «a valutare l'opportunità di autorizzare»; si tratta di una riformulazione che va nella stessa direzione dell'ordine del giorno sul casinò di San Pellegrino esaminato in precedenza.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Germanà n. 9/1713/28, a condizione che il dispositivo venga riformulato nel senso di sostituire le parole: «a ridurre» con le seguenti: «a valutare l'opportunità di ridurre».
Il Governo accetta, altresì, l'ordine del giorno Minardo n. 9/1713/29, a condizione che il dispositivo venga riformulato nel senso di sostituire le parole: «a destinare» con le seguenti: «a valutare l'opportunità di destinare».
Il Governo accetta l'ordine del giorno del giorno Pagano n. 9/1713/30...

PRESIDENTE. Scusi sottosegretario, l'ordine del giorno Minardo n. 9/1713/29 è accettato con o senza riformulazione?

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, l'ordine del giorno Minardo n. 9/1713/29 è accettato con la riformulazione testé illustrata, mentre - lo ripeto - il Governo accetta tout court l'ordine del giorno Pagano n. 9/1713/30. Il Governo accetta l'ordine del giorno La Loggia n. 9/1713/31, mentre accetta l'ordine del giorno Vanalli n. 9/1713/32 purché nella parte dispositiva le parole «impegna il Governo a» siano sostituite dalle seguenti: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di». Il Governo altresì accetta gli ordini del giorno Barbaro n. 9/1713/33, Contento n. 9/1713/34 e Mazzoni n. 9/1713/35, mentre accetta l'ordine del giorno Calearo Ciman n. 9/1713/36, purché nella parte dispositiva le parole «impegna il Governo a prevedere» siano sostituite dalle seguenti: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere». Il Governo altresì accetta gli ordini del giorno Alessandri n. 9/1713/37 e Togni n. 9/1713/38, mentre accetta l'ordine del giorno Catanoso n. 9/1713/39, purché nella parte dispositiva le parole: «impegna il Governo ad adottare» siano sostituite dalle seguenti: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare». Il Governo accettaPag. 21l'ordine del giorno Margiotta n. 9/1713/40, mentre accetta l'ordine del giorno Brugger n. 9/1713/41, a condizione che sia accolta una riformulazione nel senso di sostituire il dispositivo con il seguente: «a intervenire urgentemente per chiarire la normativa in materia definitiva, valutando l'inserimento da una parte di fabbricati rurali nelle esenzioni previste dall'articolo 7 del decreto legislativo n. 504 del 1992 e dall'altro interpretando l'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n. 504 del 1992, e a definire che queste costruzioni devono intendersi da sempre escluse dall'applicazione dell'ICI». Il Governo accetta l'ordine del giorno Zamparutti n. 9/1713/42, purché nella parte dispositiva le parole: «impegna il Governo a» siano sostituite dalle seguenti: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di».

PRESIDENTE. Scusi, sottosegretario Vegas, le ricordo che l'ordine del giorno Brugger n. 9/1713/41 è stato dichiarato inammissibile.
Mi ripete, per cortesia, il parere sull'ordine del giorno Zamparutti n. 9/1713/42?

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Benissimo, il problema è risolto.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Zamparutti n. 9/1713/42, purché nella parte dispositiva le parole: «impegna il Governo a» siano sostituite dalle seguenti: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di». Il Governo accetta l'ordine del giorno Beltrandi n. 9/1713/43, purché nella parte dispositiva le parole: «impegna il Governo a» siano sostituite dalle seguenti: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di». Il Governo accetta l'ordine del giorno Mecacci n. 9/1713/44, purché nella parte dispositiva le parole: «impegna il Governo a» siano sostituite dalle seguenti: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di». Il Governo, inoltre, accetta l'ordine del giorno Vannucci n. 9/1713/45, mentre accetta l'ordine del giorno Brandolini n. 9/1713/46, purché nella parte dispositiva le parole: «impegna il Governo a» siano sostituite dalle seguenti: «invita il Governo a». Il Governo altresì accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Frassinetti n. 9/1713/47, purché sia riformulato...

PRESIDENTE. Sottosegretario Vegas, l'ordine del giorno Frassinetti n. 9/1713/47 è stato dichiarato inammissibile.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo scusa, ma non ho ricevuto l'elenco degli ordini del giorno dichiarati inammissibili.
Il Governo accetta gli ordini del giorno Zazzera n. 9/1713/48 e Palagiano n. 9/1713/49, mentre accetta l'ordine del giorno Rota n. 9/1713/50, purché nella parte dispositiva le parole: «impegna il Governo, ferme restando le prerogative del Parlamento, a» siano sostituite dalle seguenti: «impegna il Governo, ferme restando le prerogative del Parlamento, a valutare l'opportunità di».

PRESIDENTE. Sottosegretario Vegas, le ricordo che l'ordine del giorno Messina n. 9/1713/51 è stato dichiarato inammissibile.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accetta gli ordini del giorno Donadi n. 9/1713/52, Scilipoti n. 9/1713/53 e Misiti n. 9/1713/54.

PRESIDENTE. Sottosegretario Vegas, le ricordo che l'ordine del giorno Monai n. 9/1713/55 è stato dichiarato inammissibile.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Evangelisti n. 9/1713/56, purché nella premessa sia soppresso il quinto capoverso, ovverosia il capoverso dove si afferma che il Ministro Tremonti si baserebbe su un'interpretazione capziosa e infondata della legge finanziariaPag. 22per il 2001, che chiaramente rappresenta un'affermazione inaccettabile per il Governo.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Cambursano n. 9/1713/57 e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Borghesi n. 9/1713/58. Il Governo accetta l'ordine del giorno Aniello Formisano n. 9/1713/59 e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Cardinale n. 9/1713/60.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno Mario Pepe (PdL) n. 9/1713/61, mi rendo conto che...

PRESIDENTE. Sottosegretario Vegas, l'ordine del giorno Mario Pepe (PdL) n. 9/1713/61 è stato dichiarato inammissibile limitatamente alla prima parte del dispositivo.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Se la prima parte del dispositivo è inammissibile, il Governo accetta la seconda parte del dispositivo.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Burtone n. 9/1713/62 e accetta gli ordini del giorno Di Centa n. 9/1713/63, Gaglione n. 9/1713/64, Bragantini n. 9/1713/65 e Forcolin n. 9/1713/66.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Bitonci n. 9/1713/67, purché il dispositivo venga riformulato sostituendo le parole «ad assumere ulteriori iniziative normative per» con le seguenti: «a valutare l'opportunità di».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Pastore n. 9/1713/68, purché venga riformulato aggiungendo, dopo le parole «impegna il Governo», le seguenti «a valutare l'opportunità di».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Fugatti n. 9/1713/69 con lo stesso tipo di riformulazione, vale a dire aggiungendo, dopo le parole «impegna il Governo», le seguenti «a valutare l'opportunità di».
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Comaroli n. 9/1713/70 se riformulato aggiungendo, dopo le parole «impegna il Governo», le seguenti: «a valutare l'opportunità di»: infatti l'ordine del giorno in questione indica delle cifre e, quindi, è necessaria una cautela di carattere generale.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Follegot n. 9/1713/71, mentre l'ordine del giorno Montagnoli n. 9/1713/72 è accettato, purché venga riformulato, nella parte dispositiva, sopprimendo la parola «più». Il dispositivo risulterebbe del seguente tenore: «impegna il Governo ad uniformare i criteri di erogazione dei fondi ordinari alle istituzioni scolastiche in maniera trasparente e omogenea». Infatti la parola «più» francamente è ultronea.
Il Governo accetta gli ordini del giorno Fedriga n. 9/1713/73, Pini n. 9/1713/74 e Negro n. 9/1713/75.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Sanga n. 9/1713/76, a condizione che il dispositivo sia riformulato aggiungendo, dopo le parole «impegna il Governo», le seguenti: «a valutare l'opportunità di».
Il Governo accetta gli ordini del giorno Genovese n. 9/1713/77 e Nicco n. 9/1713/78, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Rosato n. 9/1713/79. Il Governo accetta gli ordini del giorno Quartiani n. 9/1713/80 e Pizzetti n. 9/1713/81, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Binetti n. 9/1713/82.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Graziano n. 9/1713/83, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di aggiungere, dopo le parole «impegna il Governo», le seguenti: «a valutare l'opportunità di».
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Porfidia n. 9/1713/84.

PRESIDENTE. Le chiedo scusa, sottosegretario Vegas. Colleghi, capisco che questo lavoro non sia entusiasmante, tuttavia richiede una certa attenzione sia da parte del Governo sia da parte della Presidenza. Pertanto chiederei di abbassare il brusio.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accetta l'ordine del giorno VicoPag. 23n. 9/1713/85, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di aggiungere, dopo le parole «impegna il Governo », le seguenti: « a valutare l'opportunità di ».
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Lulli n. 9/1713/86 e Strizzolo n. 9/1713/87.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Cesare Marini n. 9/1713/88, purché, nella parte dispositiva, l'espressione: «impegna il Governo» sia sostituita dalla seguente: «invita il Governo».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Costa n. 9/1713/89 e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Lo Moro n. 9/1713/90.
L'ordine del giorno Belcastro n. 9/1713/91 è accolto come raccomandazione......

PRESIDENTE. Sottosegretario Vegas, gli ordini del giorno Belcastro n. 9/1716/91, Carlucci n. 9/1713/92, Centemero n. 9/1713/93 e Repetti n. 9/1713/94 sono stati dichiarati inammissibili.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. La ringrazio, signor Presidente. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Misiani n. 9/1713/95, tenendo conto che l'interpretazione della norma inserita nel testo della legge finanziaria in materia di Patto di stabilità dovrebbe essere divergente rispetto a quella prospettata nell'ordine del giorno.
Quindi, se è considerato una raccomandazione di valutazione al Governo può essere accolto, altrimenti la questione diventa un po' più complicata.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Ruben n. 9/1713/96, a condizione che il dispositivo sia riformulato aggiungendo, dopo le parole «impegna il Governo», le seguenti: «a valutare l'opportunità di».
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Enzo Carra n. 9/1713/97 e Boccuzzi n. 9/1713/98.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Lovelli n. 9/1713/99 e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Boffa n. 9/1713/100.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Lombardo n. 9/1713/101, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di sostituire le parole «a riconoscere» con le seguenti: «a valutare l'opportunità di riconoscere».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Iannaccone n. 9/1713/102 e l'ordine del giorno Latteri n. 9/1713/103, anche perché ripete sostanzialmente la dizione dell'emendamento approvato nel corso dell'esame da parte dell'Assemblea.
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Milo n. 9/1713/104, Lo Monte n. 9/1713/105, Sardelli n. 9/1713/106 e Commercio n. 9/1713/107.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Iannuzzi n. 9/1713/108, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di aggiungere, dopo le parole «impegna il Governo», le seguenti: «a valutare l'opportunità di».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Ceccuzzi n. 9/1713/109 e accetta l'ordine del giorno Naccarato n. 9/1713/110, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di aggiungere, dopo le parole «impegna il Governo», le seguenti: «a valutare l'opportunità di». Il Governo accetta l'ordine del giorno Capano n. 9/1713/111...

PRESIDENTE. Le ricordo che l'ordine del giorno Capano n. 9/1713/111 è inammissibile.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Ferranti n. 9/1713/112 e, altresì, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Melis n. 9/1713/113, a condizione che nel dispositivo siano soppresse le parole: «pesantemente ridimensionato dal Governo con il decreto-legge n. 93 del 2008».
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Cuperlo n. 9/1713/114 e Samperi n. 9/1713/115; accetta gli ordini del giorno Mantini n. 9/1713/116 e Cavallaro n. 9/1713/117...

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PRESIDENTE. Le ricordo che gli ordini del giorno Mantini n. 9/1713/116 e Cavallaro 9/1713/117 sono inammissibili.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Peccato! Il Governo accetta l'ordine del giorno Gianni Farina n. 9/1713/118, a condizione che, nella parte dispositiva, sia soppressa la parola «finalmente», perché questi avverbi tolgono il senso al dispositivo dell'ordine del giorno.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Concia n. 9/1713/119 e accetta l'ordine del giorno Rossomando n. 9/1713/120, a condizione che, nella parte dispositiva, sia soppressa la parola «razionale», perché quando si dice di predisporre un piano, se fosse irrazionale non avrebbe senso; dopodiché, dovrebbe essere soppressa anche la parte del dispositivo successiva alle parole «edilizia giudiziaria», perché in realtà è una valutazione di merito e non un invito a provvedere. Il Governo, quindi, accetta l'ordine del giorno Rossomando n. 9/1713/120, purché il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo a predisporre un piano che miri all'efficienza e all'implementazione dell'edilizia giustiziaria». Il Governo accetta l'ordine del giorno Tenaglia n. 9/1713/121..

PRESIDENTE. Le ricordo che l'ordine del giorno Tenaglia n. 9/1713/121 è inammissibile.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Bordo n. 9/1713/122, Giovanelli n. 9/1713/123 e Bossa n. 9/1713/124.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Pedoto n. 9/1713/125 e accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Murer n. 9/1713/126 e Sbrollini n. 9/1713/127.

PRESIDENTE. Le ricordo che l'ordine del giorno Calgaro n. 9/1713/128 è inammissibile.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Livia Turco n. 9/1713/129.
Inoltre, il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Mosella n. 9/1713/130 e D'Incecco n. 9/1713/131.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Argentin n. 9/1713/132, a condizione che il dispositivo sia riformulato sostituendo le parole «a reperire i fondi necessari» con le seguenti: «a valutare l'opportunità di reperire i fondi necessari». Con questo inserimento l'ordine del giorno Argentin n. 9/1713/132 può essere accettato.
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Grassi n. 9/1713/133, Miotto n. 9/1713/134, Zampa n. 9/1713/135, Lenzi n. 9/1713/136, Lucà n. 9/1713/137, Esposito n. 9/1713/138, Ginoble n. 9/1713/139, Bratti n. 9/1713/140 e Realacci n. 9/1713/141.

PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno Mariani n. 9/1713/142 è inammissibile.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Mastromauro n. 9/1713/143, Martella n. 9/1713/144, Braga n. 9/1713/145, Fiano n. 9/1713/146, Meta n. 9/1713/147, Tullo n. 9/1713/148, Bonavitacola n. 9/1713/149, Velo n. 9/1713/150 e Motta n. 9/1713/151.

PRESIDENTE. Sottosegretario Vegas, le ricordo che l'ordine del giorno Recchia n. 9/1713/152 è inammissibile.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accetta l'ordine del giorno Narducci n. 9/1713/153 mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Colombo n. 9/1713/154.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Corsini n. 9/1713/155, a condizione che siano soppresse,Pag. 25nel dispositivo, le parole «drasticamente ridimensionate», perché si tratta di un giudizio di valore che non è condivisibile. Pertanto, il dispositivo dell'ordine del giorno affermerebbe: «impegna il Governo a ripristinare le risorse relative alla cooperazione allo sviluppo e gestione sfide globali, necessarie affinché (...)».
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Tempestini n. 9/1713/156 e Maran n. 9/1713/157.

PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno Federico Testa n. 9/1713/158 è inammissibile.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno La Forgia n. 9/1713/159; accoglie altresì come raccomandazione l'ordine del giorno Laganà Fortugno n. 9/1713/160, a condizione che nel dispositivo sia aggiunta la parola «anche» dopo la parola «confluiscano». Pertanto, il dispositivo dell'ordine del giorno Laganà Fortugno n. 9/1713/160 sarebbe del seguente tenore: «impegna il Governo ad assumere le necessarie iniziative al fine di consentire che le risorse relative alle dismissioni di beni immobiliari in dotazione alla difesa confluiscano anche negli stanziamenti destinati (...)».
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Farinone n. 9/1713/161 e accetta l'ordine del giorno Touadi n. 9/1713/162, a condizione che il dispositivo ordine sia riformulato nel senso di aggiungere, dopo le parole « impegna il Governo», le seguenti: «a valutare l'opportunità di».
Il Governo accetta gli ordini del giorno Gozi n. 9/1713/163 e Garavini n. 9/1713/164 a condizione che, anche in questo caso, il dispositivo di entrambi gli ordini del giorno sia riformulato nel senso di aggiungere, dopo le parole «impegna il Governo», le seguenti: «a valutare l'opportunità di».
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Porta n. 9/1713/165.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Fedi n. 9/1713/166 e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno De Torre n. 9/1713/167.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Levi n. 9/1713/168, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di inserire le parole: «a valutare l'opportunità di assumere» ed accetta l'ordine del giorno Ghizzoni n. 9/1713/169, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di inserire, dopo le parole «impegna il Governo», le seguenti: «a valutare l'opportunità di».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Picierno n. 9/1713/170 e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Coscia n. 9/1713/171 a condizione che nel dispositivo siano soppresse le seguenti parole: «a ripensare la politica dei tagli avviata dall'inizio della legislatura».
Il Governo accetta l'ordine del giorno De Biasi n. 9/1713/172.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Lolli n. 9/1713/173, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di sostituire la parola «provvedendo» con le seguenti: «valutando l'opportunità di provvedere», ed accetta l'ordine del giorno De Pasquale n. 9/1713/174.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Damiano n. 9/1713/175, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di aggiungere dopo le parole «impegna il Governo» le seguenti: «a valutare l'opportunità di», e accetta l'ordine del giorno Codurelli n. 9/1713/176, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di aggiungere dopo le parole «impegna il Governo» le seguenti: «a valutare l'opportunità di».
Il Governo accetta il primo capoverso del dispositivo dell'ordine del giorno Bobba n. 9/1713/177, che esprime esattamente l'intenzione che già il Governo ha manifestato, anche in sede parlamentare, mentre accoglie come raccomandazione il secondo capoverso del dispositivo.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Bellanova n. 9/1713/178, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di aggiungere, dopo le parole «impegna ilPag. 26Governo», le seguenti: «a valutare l'opportunità di», mentre per quanto concerne l'ordine del giorno Gnecchi n. 9/1713/179 accetta il primo capoverso del dispositivo ed accoglie come raccomandazione il secondo capoverso del dispositivo.
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Miglioli n. 9/1713/180, Madia n. 9/1713/181 e Gatti n. 9/1713/182, mentre accetta l'ordine del giorno Sereni n. 9/1713/183, come altri ordini del giorno in materia di ciechi, e l'ordine del giorno Morassut n. 9/1713/184.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Pompili n. 9/1713/185 ed accetta l'ordine del giorno Siragusa n. 9/1713/186, tenendo conto anche del fatto che esiste già una norma che prevede questo tipo di stabilizzazione ed è già stata recepita da un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Zucchi n. 9/1713/187, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di aggiungere dopo le parole «impegna il Governo» le seguenti: «a valutare l'opportunità di», ed accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Servodio n. 9/1713/188 e Trappolino n. 9/1713/189.
Il Governo accoglie come raccomandazione il primo capoverso del dispositivo dell'ordine del giorno Giorgio Merlo n. 9/1713/190 ed accetta il secondo capoverso del dispositivo, che ovviamente è assolutamente condivisibile, relativo al garantire la sicurezza dei cittadini.

PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno Vernetti n. 9/1713/191 è inammissibile.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Viola n. 9/1713/192, mentre accetta l'ordine del giorno Oliverio n. 9/1713/193, a condizione che il primo capoverso del dispositivo sia riformulato nel senso di sostituire le parole: «ad adottare con urgenza», con le seguenti: «a valutare l'opportunità di adottare in via immediata» e di espungere le parole «nella medesima misura stanziata dal precedente Governo», perché ovviamente sono cambiati anche gli obiettivi di carattere finanziario generale.
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Fiorio n. 9/1713/194 e Rubinato n. 9/1713/195. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Duilio n. 9/1713/196, tenendo conto del fatto che il contenuto dell'ordine del giorno è assolutamente condivisibile, ma è chiaro che non può costituire, in questa fase, un'assunzione di un impegno assolutamente definito perché gli strumenti di intervento dovranno essere definiti in sede europea.
Quindi, è opportuno lasciare libertà di azione e di scelta al Governo in un tema tanto delicato che riguarda la vita di tutti i nostri concittadini.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Causi n. 9/1713/197, per gli stessi motivi relativi all'ordine del giorno precedente.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Boccia n. 9/1713/198, dal momento che se è vero che uno degli obiettivi del Governo è utilizzare in funzione anticiclica la Cassa depositi e prestiti, però penso che debba essere lasciato al Governo un minimo di elasticità sui meccanismi concreti.
Il Governo è purtroppo costretto a non accettare l'ordine del giorno D'Antoni n. 9/1713/199, perché il meccanismo dell'automatismo del credito d'imposta ha creato problemi non indifferenti di utilizzo delle risorse pubbliche e si è dovuto correggerlo proprio per evitare che portasse a uscite incontrollabili. Quindi, formulerei un invito al ritiro, per evitare l'espressione di un parere che non può che essere negativo.
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Baretta n. 9/1713/200 e Ventura n. 9/1713/201. Il Governo accetta l'ordine del giorno Naro n. 9/1713/202. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Anna Teresa Formisano n. 9/1713/203. Il GovernoPag. 27accetta gli ordini del giorno Delfino n. 9/1713/204 e Mannino n. 9/1713/205.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Galletti n. 9/1713/206, a condizione che sia riformulato, nel senso di sostituire le parole «a procedere» con le parole: «a valutare l'opportunità di procedere».
L'ordine del giorno Buttiglione n. 9/1713/207 è inammissibile (Una voce dai banchi del gruppo Partito Democratico: Voce!).

PRESIDENTE. Il sottosegretario può mettere più voce, ma, se voi mettete più silenzio, forse è meglio.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accetta l'ordine del giorno Ruvolo n. 9/1713/208, a condizione che sia riformulato nel senso di sostituire le parole «a prevedere» con le parole: «a valutare l'opportunità di prevedere».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Tassone n. 9/1713/209, che è assolutamente condivisibile. Il Governo accetta l'ordine del giorno Ciocchetti n. 9/1713/210, a condizione che sia modificato nel senso di sostituire le parole: «a reperire» con le parole: «a valutare l'opportunità di reperire». Il Governo accetta gli ordini del giorno Compagnon n. 9/1713/211 e Occhiuto n. 9/1713/212.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Nunzio Francesco Testa n. 9/1713/213.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno Nunzio Francesco Testa n. 9/1713/213 è inammissibile.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. La ringrazio, signor Presidente. Per quanto riguarda l'ordine del giorno Vietti n. 9/1713/214, è accettato il primo capoverso del dispositivo, mentre invito l'onorevole Vietti a espungere - altrimenti non è accettato - il secondo capoverso del dispositivo, laddove si dice: «ad evitare in futuro ogni ulteriore iniquo ed ingiustificato intervento di ripiano finanziario urgente, senza criteri e riservato ad amministrazioni selezionate per orientamento» perché, come l'onorevole Vietti sa bene, non è assolutamente così.
Il Governo accetta gli ordini del giorno Poli n. 9/1713/215, Capitanio Santolini n. 9/1713/216 e De Micheli n. 9/1713/217.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Peluffo n. 9/1713/218, a condizione che sia riformulato nel senso di sostituire le parole «ad assumere» con le parole: «a valutare l'opportunità di assumere».
Il Governo accetta gli ordini del giorno Verini n. 9/1713/219, Antonino Russo n. 9/1713/220 e Agostini n. 9/1713/221.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Andrea Orlando n. 9/1713/222 a condizione che siano soppresse nella seconda parte del dispositivo le parole «entro l'anno», perché siamo già a metà novembre del 2008 ed è chiaramente difficile che ciò possa avvenire. Quindi, con la cancellazione delle parole «entro l'anno», l'ordine del giorno è accettato.
Il Governo accetta gli ordine del giorno Marinello n. 9/1713/223 e Franzoso n. 9/1713/224.
Il Governo accoglie l'ordine del giorno Pezzotta n. 9/1713/225, a condizione che sia riformulato nel senso di sostituire le parole «ad adottare» con le parole: «a valutare l'opportunità di adottare».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Fogliardi n. 9/1713/226, a condizione che nella seconda parte del dispositivo le parole «a disporre gli interventi necessari» siano sostituite con «a valutare la predisposizione di interventi necessari».
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Farina Coscioni n. 9/1713/227, perché le agevolazioni di carattere fiscale sono uno strumento di politica economica assolutamente irrinunciabile, quindi l'idea di cancellare tutto il sistema delle agevolazioni contrasta con i moderni sistemi fiscali.
Analogamente il Governo non accetta l'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/1713/228, perché se noi spendessimo i soldi dell'8 per mille, anziché destinandoli a chi ne ha diritto, con messaggi pubblicitari rischieremmo di vanificare una dellePag. 28finalità di una norma che non è solo una legge italiana ma è fonte concordataria, quindi una fonte atipica, e non può essere modificata o abrogata con una legislazione di carattere nazionale, ma solo con legge costituzionale o previo accordo con l'altra parte.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Picchi n. 9/1713/229. Il Governo accetta l'ordine del giorno Bachelet n. 9/1713/230 a condizione che sia modificato sostituendo le parole «ad assumere» con le parole: «a valutare l'opportunità di assumere». Analogamente il Governo accetta l'ordine del giorno Aprea n. 9/1713/231 a condizione che sia modificato sostituendo le parole «a riassegnare» con le parole: «a valutare l'opportunità di riassegnare», tenendo conto che si tratta di un ordine del giorno importante che recepisce quanto è stato discusso in Commissione cultura.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Bocci n. 9/1713/232, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Schirru n. 9/1713/233 e accetta l'ordine del giorno Marantelli n. 9/1713/234 a condizione che nel dispositivo siano soppresse le parole: «quantificate in 410 milioni di euro».
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Marco Carra n. 9/1713/235, mentre non accetta l'ordine del giorno Cuomo n. 9/1713/236, perché abbiamo appena votato le tabelle della legge finanziaria che prevedono alcuni stanziamenti e non si può pensare di modificarli per il principio di non contraddizione.
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Sarubbi n. 9/1713/237, Laratta n. 9/1713/238, Pistelli n. 9/1713/239, Fioroni n. 9/1713/240 e Giacomelli n. 9/1713/241, accetta gli ordini del giorno Buonanno n. 9/1713/242 e Della Vedova n. 9/1713/243, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Cesario n. 9/1713/244 e infine accetta l'ordine del giorno Colucci n. 9/1713/245.
Signor Presidente, devo rendere il parere anche sugli ordini del giorno riferiti al bilancio?

PRESIDENTE. No, lo farà successivamente.

GAETANO PORCINO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, il Presidente della Repubblica, in occasione delle celebrazioni del 4 novembre, ha iniziato il suo discorso rivolgendosi alle ragazze e ai ragazzi delle scuole di Vittorio Veneto, e testualmente ha detto: vorrei dedicare questo discorso a voi perché solo se la nostra storia...

PRESIDENTE. Onorevole Porcino, capisco l'alto magistero del Presidente della Repubblica...

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, si tratta di una questione urgente, che è sorta stamattina.

PRESIDENTE. Ne parlerà a fine seduta, onorevole.

GAETANO PORCINO. Dato che chiedo l'intervento del Ministro in Aula penso che sia utile poter rappresentare quello che sto per dire.

PRESIDENTE. Ministri non ne vedo, ne parliamo a fine seduta. Sono costretta a chiedere lo stesso sacrificio anche all'onorevole Zacchera, anche se so che la sua richiesta era relativa al ricordo di un collega. Vi pregherei di intervenire a fine seduta, grazie.
Saluto gli studenti dell'Università degli studi di Napoli Federico II, dell'istituto professionale Pantaleoni di Frascati e della scuola media Natale Prampolini di Latina, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

ROBERTO MORASSUT. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 29

ROBERTO MORASSUT. Signor Presidente, forse l'ordine del giorno Pompili n. 9/1713/185, di cui sono cofirmatario, è sfuggito al sottosegretario, o forse è sfuggito a me, chiedo pertanto di conoscere quale sia il parere del Governo sullo stesso.

PRESIDENTE. Onorevole Morassut, il Governo ha accolto come raccomandazione l'ordine del giorno Pompili n. 9/1713/185.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Scandroglio n. 9/1713/1, accettato dal Governo se riformulato.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal Governo dell'ordine del giorno Cazzola n. 9/1713/2.

GIULIANO CAZZOLA. Signor Presidente, le argomentazioni del Governo non mi hanno convinto; tuttavia, considerato che un voto negativo non servirebbe ad alcunché, neanche all'obiettivo che è al centro dell'ordine del giorno, accedo alla richiesta e, pertanto, ritiro l'ordine del giorno.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 11,55)

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Raisi n. 9/1713/3 e Di Biagio n. 9/1713/4, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Zeller n. 9/1713/5, nel testo corretto accettato dal Governo.
Prendo, altresì, atto che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Ravetto n. 9/1713/6, accettato dal Governo, e che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Froner n. 9/1713/7, accettato dal Governo se riformulato.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Cenni n. 9/1713/8, accettato dal Governo.

SUSANNA CENNI. Signor Presidente, intervengo brevemente soltanto per ringraziare il Governo per aver accettato l'ordine del giorno a mia prima firma. Ricordo che si tratta di un atto importante, che consente a molte cooperative forestali e a numerose aziende agricole che operano in area montana di poter far valere nei confronti dell'INPS quanto già deliberato da questa Assemblea, un anno fa, in sede di approvazione della legge finanziaria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Prendo, dunque, atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cenni n. 9/1713/8.
Prendo, altresì, atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Mario Pepe (PD) n. 9/1713/9 e Caparini n. 9/1713/10, accettati dal Governo.
Onorevole Villecco Calipari, accetta la riformulazione proposta dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/1713/11, accettato dal Governo se riformulato?

ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI. Signor Presidente, vorrei dire al Governo che riformulare l'ordine del giorno togliendo l'ultima parte che riguarda la sostanza di una concertazione del principio di specificità con le rappresentanze sindacali e militari, significa tornare a quello che abbiamo già discusso durante l'esame del disegno di legge finanziaria. È una specificità soltanto simbolica che non ha risorse, né tanto meno vi è la volontà di discutere questioni come i trattamenti economici, pensionistici e previdenziali,Pag. 30vale a dire tutto quello che rappresenta il contenuto della specificità, con le parti sociali e con i Ministri competenti.
Non possiamo accettare una riformulazione di questo tipo, perché ciò significa privare nuovamente di significato la specificità, che per noi è un'ottima cosa, ma che deve avere un contenuto, altrimenti è sempre una scatola vuota. Insisto, pertanto, per la votazione dell'ordine del giorno a mia prima firma.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cicu. Ne ha facoltà.

SALVATORE CICU. Signor Presidente, noi riteniamo invece che il Governo abbia dato una motivazione vera e forte rispetto alla richiesta di riformulazione. L'istanza della collega Villecco Calipari, infatti, è strumentale, e noi non vogliamo assolutamente che una questione così seria cada in divisioni che non devono esistere.
È stato fatto un primo e importante passo di riconoscimento di specificità, che è indistintamente un valore per tutti e che oggi dobbiamo sapere quanto vale. Questo è un compito del Governo, del Parlamento e delle Commissioni e, peraltro, vi è un percorso al Senato che riconosce l'attività negoziale delle rappresentanze militari. Noi non possiamo né inficiare, né interferire con quel lavoro.
Quindi, credo che sia importante che l'onorevole Villecco Calipari rifletta sulla sua istanza e magari accetti una riformulazione, peraltro ricordandole che con il disegno di legge n 1141-quater è già stato riconosciuto il percorso di un'attività negoziale e che con un emendamento la prima parte di copertura rispetto a questa specificità, sia pure in termini limitati, è già stata riconosciuta dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI. Signor Presidente, vorrei rispondere all'onorevole Cicu. Mi sento in dovere di rappresentare (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)...

PRESIDENTE. Onorevole Villecco Calidari, lei ha già parlato, non potete interloquire in questo modo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Comunque, prego, onorevole.

ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI. Signor Presidente, è stato chiesto un ripensamento e stavo spiegando che non posso accedere a tale richiesta e, quantomeno, la posizione è strumentale. Noi ci facciamo interpreti, infatti, di una preoccupazione diffusa proprio nel comparto militare e relativa al fatto che quando si dice specificità - senza poi mettere risorse, senza valorizzare almeno una procedura per definire cosa significa la specificità con coloro che rappresentano le istanze di quel comparto - significa non dire nulla. Ecco perché insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Villecco Calipari n. 9/1371/11, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 506
Votanti 501
Astenuti 5
Maggioranza 251
Hanno votato
235
Hanno votato
no 266).

Prendo atto che i deputati Barbaro, Esposito, Gianni Farina, Giancarlo Giorgetti ed Evangelisti hanno segnalato che non sono riusciti a votare.Pag. 31
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Rugghia n. 9/1713/12, accettato purché riformulato.

ANTONIO RUGGHIA. Signor Presidente, mi sembra di aver capito che la riformulazione consisterebbe nell'eliminare le ultime parole: «prescindendo dal turnover». Per il resto, l'ordine del giorno dovrebbe andare bene.

PRESIDENTE. Chiedo al Governo se è così.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole Rugghia?

ANTONIO RUGGHIA. Accetto la riformulazione e non insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Migliavacca n. 9/1713/13, accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistono per la votazione dell'ordine del giorno Rossa n. 9/1713/14, accettato dal Governo.

SABINA ROSSA. Signor Presidente, intervengo per ricordare che l'ordine del giorno accolto dal Governo, nella riformulazione finale, riguarda aspetti attuativi della legge n. 206 del 2004, che ha istituito benefici economici, pensionistici, previdenziali e sanitari per le vittime del terrorismo e delle stragi. Sono benefici che con leggi recenti, del 2007, e con lo stanziamento di 173 milioni di euro, sono stati estesi alle vittime del dovere a seguito di delitti della criminalità organizzata.
Credo sia opportuno ricordare che si tratta di una legge che giunge a distanza di trent'anni - e di quarant'anni da Piazza Fontana - dai tragici fatti di un lungo e nefasto periodo della nostra storia recente che è nella memoria di tutti e che fatica a dirsi concluso.
A tutt'oggi permangono carenze e mancate erogazioni di benefici su punti pensionistici e previdenziali tali da rendere di fatto bloccata e inattuata la legge n. 206 del 2004. Ringrazio il Governo per l'accettazione del mio ordine del giorno e confido che realisticamente siano considerate, ma anche recepite, nei prossimi provvedimenti di bilancio le istanze che l'ordine del giorno affronta punto per punto, per rispettare gli impegni assunti dalla Presidenza del Consiglio con le associazioni e dare definitiva attuazione a situazioni che da troppo tempo sono all'attenzione del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale del mio intervento.

PRESIDENTE. Onorevole Rossa, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti. Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Rossa n. 9/1713/14 non insistono per la votazione. Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Marchioni n. 9/1713/15, accolto dal Governo come raccomandazione.

ELISA MARCHIONI. Signor Presidente, vorrei rivolgerle una calda raccomandazione, perché, purtroppo, nel disegno di legge finanziaria in esame si vede poco turismo e poco finanziamento. Nel mio ordine del giorno n. 9/1713/15 chiediamo che siano previsti, per le strutture ricettive turistiche, gli stessi sgravi fiscali del 36 per cento per le ristrutturazioni che sono previsti per chi svolge i lavori nelle case private. Ciò perché il nostro patrimonio turistico ricettivo necessita di interventi e di fondi per riqualificarsi, perché il nostro turismo è una grande impresa di questo Paese: in particolare per alcuni territori esso rappresenta una delle principali fonti di risorse. Rischiamo, invece, di non dare quella spinta che rischia di fare dell'Italia un Paese che arranca su questo tema.
È vero che il turismo è una materia delegata alle regioni, ma è molto importantePag. 32che, nella legge finanziaria, ce ne ricordiamo: se l'Italia è ancora ai primi posti tra i Paesi che vivono di turismo, dobbiamo ricordarci che, ad esempio, Cina e Russia, che solo vent'anni fa erano oltre il ventesimo posto, sono già al sesto e al settimo posto. Si affacciano nuovi competitor con i quali dobbiamo essere in grado di competere davvero nella qualità.

PRESIDENTE. Non insiste, quindi, per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1713/15?

ELISA MARCHIONI. No, signor Presidente, non insisto per la votazione del mio ordine del giorno n. 9/1713/15.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Barbi n. 9/1713/16, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Pelino n. 9/1713/17, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cicu n. 9/1713/18, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno D'Amico n. 9/1713/19, accettato dal Governo, purché riformulato.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Bernardini n. 9/1713/20, accettato dal Governo, purché riformulato.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, ringrazio il Governo e, in particolare, il sottosegretario Vegas per aver accolto, seppure con la riformulazione classica, il mio ordine del giorno n. 9/1713/20, che riguarda le carceri italiane, che, come sovraffollamento, sono arrivate al livello pre-indulto.
Proprio in questo momento, davanti a Montecitorio, stanno manifestando gli educatori che hanno vinto il concorso e che ancora non sono entrati nella pianta organica, pur essendo questa carente almeno del 50 per cento. Sappiamo quanto sia importante la funzione dell'educatore per il recupero dei detenuti. Pertanto, vorremmo che, con la riformulazione del dispositivo proposta (ossia l'aggiunta delle parole:«a valutare»), il Governo valuti veramente qual è la situazione esplosiva delle carceri, anche riguardo agli agenti di polizia penitenziaria e la situazione sanitaria.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei successivi ordini del giorno Bucchino n. 9/1713/21, Dal Lago n. 9/1713/22, Fallica n. 9/1713/23, Stagno D'Alcontres n. 9/1713/24 e Ascierto n. 9/1713/25, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Moles n. 9/1713/26, Garofalo n. 9/1713/27, Germanà n. 9/1713/28 e Minardo n. 9/1713/29, accettati dal Governo, purché riformulati.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Pagano n. 9/1713/30 e La Loggia n. 9/1713/31, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Vanalli n. 9/1713/32, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Barbaro n. 9/1713/33, accettato dal Governo.

LUCIANO ROSSI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIANO ROSSI. Signor Presidente, chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno Barbaro n. 9/1713/33, invitando il GovernoPag. 33a riservare meritata attenzione allo sport italiano, che vive un momento di grande e grave preoccupazione.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Contento n. 9/1713/34 e Mazzoni n. 9/1713/35, accettati dal Governo.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Calearo Ciman n. 9/1713/36, accettato dal Governo, purché riformulato.

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, accettiamo la riformulazione proposta dal Governo. Vorrei sottolineare l'importanza del tema, che riguarda un primo passaggio a favore di un federalismo che dia qualche spazio reale agli enti locali. Quindi, in tal senso, credo sia stato opportuno che il Governo abbia preso in considerazione quest'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Alessandri n. 9/1713/37 e Togni n. 9/1713/38, accettati dal Governo. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione proposta dal Governo e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Catanoso n. 9/1713/39, accettato dal Governo, purché riformulato.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Margiotta n. 9/1713/40, accettato dal Governo.

SALVATORE MARGIOTTA. No, signor Presidente, non insisto. Intervengo brevemente, per ringraziare il Governo e, segnatamente, il sottosegretario Vegas, per l'accettazione di un ordine del giorno di grande importanza, che mi dà anche modo di sottolineare che nel Mezzogiorno d'Italia si stanno ripetendo vicende complicate.
In particolar modo, in questo momento, in Basilicata, una serie di stabilimenti industriali di proprietà di multinazionali (la Daramic, la Panasonic, la Mondial Piston del gruppo Mahle), pur avendo i conti in ordine, essendo aziende che producono prodotti di qualità, che chiudono in attivo, che contano su tecnologie avanzate e su professionalità di alto valore, vengono chiusi per motivi essenzialmente di politica finanziaria delle stesse multinazionali. Infatti, tali attività vengono delocalizzate in altri luoghi, ma non più, come accadeva un tempo, in Paesi in via di sviluppo. In questo caso, ad esempio, vengono delocalizzati in Austria o, comunque, in altri Paesi del mondo occidentale. Ciò influisce molto negativamente sul Mezzogiorno d'Italia, già martoriato dal punto di vista sociale e occupazionale. Ci fa molto piacere che il Governo abbia accettato quest'ordine del giorno. Speriamo, però, che ad esso seguano azioni concrete.

PRESIDENTE. Sta bene. Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Zamparutti n. 9/1713/42.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario Vegas, che ha accolto questo e gli altri due ordini del giorno presentati dalla delegazione radicale nel Partito Democratico, che chiedono, in materia di efficienza energetica e di energie rinnovabili, l'adozione dei decreti attuativi di norme introdotte tanto dal Governo Berlusconi, quanto dal Governo Prodi. Riteniamo che, in questo modo, si possa dare un quadro normativo più chiaro a investitori e amministratori pubblici, affinché compiano le proprie scelte, valutino i propri rischi e prendano le loro decisioni. Accetto, quindi, la riformulazione, ma vorrei anche dire che questo disegno di legge finanziaria, con i tagli alla ricerca, allo sviluppo e alla mobilità, che sono i settori chiave, su cui si giocano la partita e il futuro del settore energetico, manifesta tutta la necessità e l'urgenza di una politica energetica alternativa.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per laPag. 34votazione dell'ordine del giorno Zamparutti n. 9/1713/42, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Beltrandi n. 9/1713/43 e Mecacci n. 9/1713/44, accettati dal Governo, purché riformulati.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Vannucci n. 9/1713/45, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Brandolini n. 9/1713/46, accettato dal Governo, purché riformulato.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione del suo ordine del giorno Zazzera n. 9/1713/48, accettato dal Governo.

PIERFELICE ZAZZERA. Intervengo per ringraziare il Governo e il sottosegretario Vegas, perché ovviamente un ordine del giorno non si nega a nessuno. Tuttavia, egli dovrà poi spiegarmi come si concilia la sottrazione di risorse alla ricerca con l'impegno ad attribuirgliele. Chiedo di metterlo ai voti.

PRESIDENTE. Onorevole Zazzera, chiede la votazione anche se il suo ordine del giorno è stato accettato dal Governo?

PIERFELICE ZAZZERA. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zazzera n. 9/1713/48, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 516
Votanti 510
Astenuti 6
Maggioranza 256
Hanno votato
244
Hanno votato
no 266).

Prendo atto che le deputate Rubinato e D'Antona hanno segnalato che non sono riuscite a votare.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Palagiano n. 9/1713/49, accettato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione proposta dal Governo e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Rota n. 9/1713/50, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Donadi n. 9/1713/52, accettato dal Governo.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione del suo ordine del giorno Scilipoti n. 9/1713/53, accettato dal Governo.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, voglio ringraziare il Governo, perché, attraverso la battaglia dialettica all'interno del Parlamento che abbiamo condotto insieme con i colleghi di maggioranza e di minoranza, siamo riusciti, insieme, almeno a presentare questo ordine del giorno.
Ringrazio il Governo per averlo accettato, ma vorrei condividere questa condivisione con tutto il Parlamento, maggioranza e opposizione. Ringrazio ed inviterei i colleghi a votare a favore, per condividere questo ordine del giorno, non soltanto tra me e il Governo, ma tra me e tutto il Parlamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Scilipoti n. 9/1713/53, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 35
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori - Vedi votazionia ).

(Presenti 521
Votanti 509
Astenuti 12
Maggioranza 255
Hanno votato
339
Hanno votato
no 170).

Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Misiti n. 9/1713/54, accettato dal Governo.
Prendo atto che l'onorevole Evangelisti accetta la riformulazione proposta dal Governo e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1713/56, accolto dal Governo come raccomandazione, purché riformulato.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cambursano n. 9/1713/57, accettato dal Governo.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/1713/58, accettato dal Governo.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, se il Governo lo accetta, non insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Un momento, chiedo al Governo se accetta in pieno l'ordine del giorno Borghesi n. 9/1713/58.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, in realtà il Governo lo accoglie come raccomandazione.

PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Borghesi. Il Governo accoglie il suo ordine del giorno come raccomandazione.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, non insisto per la votazione. Accetto anche che il mio ordine del giorno sia accolto come raccomandazione, ma vorrei rappresentare ai colleghi, nel minuto concessomi, che si tratta di porre fine ad un'iniquità per chi ha acquistato da imprese che hanno ristrutturato e che, per un solo anno, il 2007 (non nel 2008 e non prima), non può avere la detrazione del 36 per cento, concessa a tutti gli altri. Inviterei realmente il Governo a cercare di dare soluzione a questa iniquità.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Borghesi non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1713/58, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo, altresì, atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Aniello Formisano n. 9/1713/59, accettato dal Governo.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Cardinale n. 9/1713/60, accolto dal Governo come raccomandazione.

DANIELA CARDINALE. Signor Presidente, con questo ordine del giorno, che la prego di mettere ai voti, si chiede di dar corso ai commi da 247 a 250 dell'articolo 1 della legge finanziaria per il 2008 attraverso l'emanazione entro 60 giorni dei provvedimenti attuativi.
L'intento è quello di potenziare la rete delle infrastrutture e dei servizi portuali ed interportuali attraverso l'extragettito dell'IVA e delle accise relative ad operazioni effettuate nei porti e negli interporti.
Non sfugge certo alla serena valutazione dei colleghi che le vie del mare rappresentano una grande occasione di sviluppo anche per le aree più svantaggiate del nostro Paese e, in tal senso, manifestiamo una forte preoccupazione per i tagli alla portualità.
Pertanto, chiedo al Governo di rivedere la sua posizione e, in mancanza, invito l'Aula ad esprimere un voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cardinale n. 9/1713/60, non accettato dal Governo.Pag. 36
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 521
Votanti 519
Astenuti 2
Maggioranza 260
Hanno votato
247
Hanno votato
no 272).

Prendo atto che il deputato Corsini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che i deputati De Poli e Rigoni hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mario Pepe (PdL) n. 9/1713/61, accettato dal Governo limitatamente alla parte ammissibile.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Burtone n. 9/1713/62, accolto dal Governo come raccomandazione.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, non accolgo questa posizione del Governo; non accetto l'accoglimento come raccomandazione; anche perché in questi mesi della legislatura la copertura finanziaria di molte misure, ICI, Alitalia, infrastrutture al nord, pari a 12 miliardi di euro è stata realizzata attraverso la sottrazione dei cosiddetti fondi FAS. È chiaro che è venuta meno la destinazione d'uso di queste risorse, che, voglio ricordare, devono essere valutate come aggiuntive per rimuovere squilibri economici dei territori svantaggiati. Con l'ordine del giorno in esame noi poniamo due inviti al Governo: non continuare a fare incursioni corsare sui fondi, e ripristinare in tempi brevi le risorse finalizzate alle aree meridionali.

PRESIDENTE. Deve concludere.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Su queste tematiche, signor Presidente, durante le votazioni da parte del Governo abbiamo visto una chiusura netta, nessuna disponibilità; quindi francamente una posizione di accoglimento come raccomandazione non ci interessa. Per questo chiediamo che sia posto ai voti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Burtone n. 9/1713/62, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 525
Votanti 517
Astenuti 8
Maggioranza 259
Hanno votato
248
Hanno votato
no 269).

Prendo atto che il deputato Frassinetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Di Centa n. 9/1713/63, Gaglione n. 9/1713/64, Bragantini n. 9/1713/65 e Forcolin n. 9/1713/66, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione rispettivamente degli ordini del giorno Bitonci n. 9/1713/67, Pastore n. 9/1713/68 e Fugatti n. 9/1713/69, accettati dal Governo, purché riformulati.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Comaroli n. 9/1713/70, accolto dal Governo come raccomandazione, purché riformulato.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Follegot n. 9/1713/71, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono perPag. 37la votazione dell'ordine del giorno Montagnoli n. 9/1713/72, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Fedriga n. 9/1713/73, Pini n. 9/1713/74 e Negro n. 9/1713/75, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Sanga n. 9/1713/76, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Genovese n. 9/1713/77 e Nicco n. 9/1713/78, accettati dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Rosato n. 9/1713/79, accolto dal Governo come raccomandazione.

ETTORE ROSATO. Signor Presidente, mi dispiace, vorrei evitare il «no» sull'ordine del giorno in esame, ma non posso consentire un accoglimento come raccomandazione. Parliamo degli indennizzi agli esuli. Questo Governo ha tagliato 22 milioni di euro nei fondi previsti dalla legge n. 137 del 2001: è la prima volta che un Governo della Repubblica taglia gli indennizzi previsti agli esuli. Chiedo che ci sia almeno un impegno da parte dell'Esecutivo per rifinanziare la legge che nel 2001 è stata approvata dal Governo del centrosinistra, e che questo impegno formale sia recepito almeno in un'accettazione così com'è dell'ordine del giorno, altrimenti sarò costretto a chiedere il voto all'Aula. Ricordo gli impegni assunti in funzione della Giornata del ricordo dal sindaco Alemanno, dal sindaco Moratti, da tutti i sindaci italiani, da parte di questo Governo, da parte di diversi Esecutivi. Chiedo semplicemente coerenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

CARLO MONAI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Prendo la parola per sottoscrivere tutto quello che è stato adesso detto dal collega Rosato, e per chiedergli di accettare la mia sottoscrizione dell'ordine del giorno in esame.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Vista sta la perorazione dell'onorevole Rosato, proporrei di modificare il primo capoverso del dispositivo dell'ordine del giorno nel modo seguente: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di predisporre», ovviamente non con il prossimo provvedimento finanziario, «le risorse necessarie a garantire agli esuli il riconoscimento di un equo e definitivo indennizzo». In questo modo lo potrei accettare.

PRESIDENTE. Onorevole Rosato?

ETTORE ROSATO. Sottosegretario, credo che anche chi siede con lei nei banchi del Governo non vuole valutare l'opportunità di risarcire gli esuli: gli esuli vanno risarciti! Quindi o si impegna il Governo, o non si impegna. Se non intendete impegnarvi, che l'Aula decida in coerenza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gottardo. Ne ha facoltà.

ISIDORO GOTTARDO. Signor Presidente, esprimo il dispiacere del gruppo del Popolo della Libertà per non vedere accolta la richiesta del Governo che andava esattamente nella direzione della risoluzione del problema: non accogliere la richiesta del Governo significa solo strumentalizzare e non voler risolvere il problema (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

Pag. 38

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Favia. Ne ha facoltà.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, intervengo solo per chiedere di sottoscrivere anch'io l'ordine del giorno Rosato n. 9/1713/79 e raccomandarne l'approvazione.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rosato n. 9/1713/79, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori) (Vedi votazionia ).

(Presenti 526
Votanti 512
Astenuti 14
Maggioranza 257
Hanno votato
260
Hanno votato
no 252).

Prendo altresì atto che i deputati Di Centa, De Girolamo e Bernini Bovicelli hanno segnalato di aver votato contro mentre avrebbero voluto votare a favore. Prendo atto che i deputati Colombo, Mussolini e Laboccetta hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Vincenzo Antonio Fontana ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Quartiani n. 9/1713/80 e Pizzetti n. 9/1713/81, accettati dal Governo, e dell'ordine del giorno Binetti n. 9/1713/82, accolto dal Governo come raccomandazione.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Graziano n. 9/1713/83, accettato dal Governo purché riformulato.

STEFANO GRAZIANO. Signor Presidente, accetto la riformulazione se il Governo non torna indietro. A mio avviso, però, per quanto concerne la filiera bufalina, in particolare, e tutta la filiera agro-alimentare della regione Campania, la situazione è di oggettiva crisi e vi è la necessità di adottare provvedimenti perché la situazione che riguarda i mutui agrari e, in generale, il sistema creditizio del settore agro-alimentare è molto seria.
Voglio, inoltre, testimoniare e ringraziare l'intera Commissione agricoltura e il suo presidente, che su questo tema si stanno adoperando con riferimento sia alla presenza della Commissione nella provincia di Caserta, sia alla vicenda in generale.
Comunque, come ho detto e ripeto, se si potesse rivedere la riformulazione e tornare alla formulazione originaria dell'ordine del giorno, sarebbe meglio, altrimenti accetto la riformulazione proposta dal Governo.

PRESIDENTE. Sta bene.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Porfidia n. 9/1713/84, accolto dal Governo come raccomandazione.

AMERICO PORFIDIA. Signor Presidente, vorrei pregare il Governo di rivedere il suo parere, perché con questo ordine del giorno chiediamo di rimodulare i finanziamenti destinati alle Forze armate. Non è possibile infatti che, da una parte, il Governo provveda ad aumentare i compiti delle Forze armate e, dall'altra parte, come è accaduto con il decreto-legge n. 112 del 2008 e con il disegno di legge finanziaria, ne riduca i fondi: occorre piuttosto far sì che esse siano poste nelle condizioni di poter operare nella massima sicurezza, non solo sul territorio nazionale - il Governo sta dando giustamente grande importanza a tale aspetto -, ma anche per mantenere gli impegni assunti nell'ambito delle missioni internazionali.
Chiediamo, dunque, che la situazione venga riconsiderata, perché si tratta diPag. 39nostri connazionali che spesso perdono anche la vita pur di far fronte a tali impegni.
Chiediamo al Governo di rivedere la sua posizione, ma non se ne può uscire con una soluzione intermedia. Se crediamo nelle Forze armate e nella loro sicurezza, l'Italia ha bisogno di un messaggio ben chiaro da parte del Governo, ma anche di questo Parlamento. Pertanto, se il Governo non accetta l'ordine del giorno al nostro esame, chiediamo chiaramente che venga posto in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Porfidia n. 9/1713/84, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 521
Votanti 517
Astenuti 4
Maggioranza 259
Hanno votato
244
Hanno votato
no 273).

Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Vico n. 9/1713/85, accettato dal Governo purché riformulato.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Lulli n. 9/1713/86, accolto dal Governo come raccomandazione.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, vorrei rivolgermi, se mi consente, al Governo. Avrei capito una riformulazione, ma questo è un ordine del giorno che pone il problema del credito alle piccole e medie imprese.
Già da qualche mese, la crisi si è aggravata e vi sono problemi crescenti nel Paese con migliaia e migliaia di chiusure di aziende. Credo che l'accoglimento del mio ordine del giorno come raccomandazione non sia accettabile, perché in questo caso, veramente, le parole non servono a niente. Vi è bisogno di dare un segnale di vicinanza e, soprattutto, di concretezza. Bisogna mettere in grado le piccole imprese di non essere sole di fronte alle banche che non accettano di mantenere gli impegni presi con migliaia di imprese. Quindi, o il Governo propone una riformulazione, o accetta pienamente l'ordine del giorno o, altrimenti, chiedo il voto dell'Aula, perché non è possibile accogliere questo ordine del giorno solo come raccomandazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lulli n. 9/1713/86, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 519
Votanti 511
Astenuti 8
Maggioranza 256
Hanno votato
243
Hanno votato
no 268).

Prendo atto che la deputata Mura ha segnalato che non è riuscita a votare e che i deputati Negro e Ceroni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Strizzolo n. 9/1713/87, accolto dal Governo come raccomandazione.

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente intervengo per ringraziare il Governo per aver accolto, sia pure come raccomandazione, questo mio ordine del giorno, e per sottolineare che con questo tipo di indicazione vi è la possibilità di realizzare unPag. 40duplice obiettivo: quello di riconvertire o, comunque sostenere, attività economiche e produttive con la valorizzazione, per esempio, nelle zone montane, del legno che, però, spesso viene lavorato con produzioni a basso valore aggiunto, e quello di contribuire in maniera significativa al contenimento energetico.
Concludendo, inviterei anche il Governo a valutare l'opportunità di rimodulare su due aliquote l'attuale beneficio del 55 per cento, premiando di più i cittadini o le imprese, che utilizzano il materiale proveniente da isolanti naturali per l'impiego nelle attività di costruzione o di recupero.

PRESIDENTE. Prendo dunque atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno n. 9/1713/87, accolto dal Governo come raccomandazione.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Cesare Marini n. 9/1713/88.

CESARE MARINI. Signor Presidente, questo ordine del giorno chiede al Governo di invertire le politiche meridionaliste dei primi provvedimenti economici. Riteniamo, come ha sostenuto nell'ultima risoluzione il Governatore della Banca d'Italia, che il Mezzogiorno sia una risorsa, e che, pertanto, debba avere una particolare attenzione nei programmi di investimento. Soprattutto, lamentiamo l'eliminazione delle grandi infrastrutture, avvenuta in occasione del decreto-legge sull'abolizione dell'ICI sulla prima casa; riteniamo che sia interesse nazionale alimentare la prospettiva della nuova area di libero scambio euromediterranea attraverso grossi investimenti nelle infrastrutture. Pertanto, chiediamo al Governo una politica nuova (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Prendo dunque atto che i presentatori accettano la riformulazione dell'ordine del giorno Cesare Marini n. 9/1713/88.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Costa n. 9/1713/89.

TERESIO DELFINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, voglio esprimere apprezzamento per l'iniziativa del collega Costa e degli altri parlamentari che l'hanno sottoscritta e, perciò, vorrei anch'io sottoscrivere l'ordine del giorno Costa n. 9/1713/89.
Siamo di fronte all'ennesima sollecitazione che rivolgiamo al Governo sull'integrazione di queste risorse. Affermavo ieri che noi ci fidiamo degli impegni assunti dal sottosegretario Vegas, ma questo intervento è assolutamente urgente, anche perché avevamo già espresso la stessa sollecitazione al sottosegretario Giachino durante la discussione in Aula di un'interpellanza presentata dal gruppo UdC, di cui ero primo firmatario, il 23 ottobre scorso.
Mi auguro, per quanto riguarda questo impegno - mi rivolgo al signor sottosegretario e a tutto il Governo -, che si possa veramente con urgenza (come aveva detto il sottosegretario Giachino) avviare le procedure di appalto di questa fondamentale infrastruttura entro il prossimo inizio anno.

STEFANO ESPOSITO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO ESPOSITO. Signor Presidente, intervengo solo per sottoscrivere l'ordine del giorno in esame, vista anche l'importanza strategica, non solo per il Piemonte, ma per tutto il Paese, di questa infrastruttura.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Lo Moro n. 9/1713/90, accolto dal Governo come raccomandazione.Pag. 41
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Misiani n. 9/1713/95, accolto dal Governo come raccomandazione.

ANTONIO MISIANI. Signor Presidente, accettiamo la posizione del Governo. L'obiettivo dell'ordine del giorno è di esplicitare la ratio di un emendamento proposto da tutta la Commissione e approvato all'unanimità dal Parlamento, che chiarisce - ci tengo a sottolinearlo - le modalità di calcolo dell'anno base per quanto riguarda il patto di stabilità interno.
Tuttavia, nel testo dell'ordine del giorno è saltata una parola, che invece deve essere inserita nel dispositivo. Le parole: «in quanto la modifica introdotta» devono essere sostituite dalle seguenti: «in quanto la ratio della modifica introdotta». Altrimenti, senza tale integrazione, si perderebbe la comprensione della frase. Quindi chiedo, se è possibile, che sia inserita questa parola, che era presente nel testo originario.

PRESIDENTE. Sta bene. Si tratta di una mera rettifica e credo che il Governo non abbia nulla da aggiungere.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ruben n. 9/1713/96, accettato dal Governo purché riformulato, e che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Enzo Carra n. 9/1713/97, accolto dal Governo come raccomandazione.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Boccuzzi n. 9/1713/98, accolto dal Governo come raccomandazione.

ANTONIO BOCCUZZI. Signor Presidente, ringrazio il Governo per aver accolto come raccomandazione questo ordine del giorno firmato da tutti i deputati piemontesi del Partito Democratico.
Ci troviamo, però, davanti ad una situazione preoccupante, perché rischiano di scomparire nella nostra regione parti importanti del nostro tessuto industriale. Ad oggi sono quaranta i tavoli di crisi aperti. In discussione vi è la possibilità di concedere gli ammortizzatori sociali per 15 mila lavoratori.
Con questo ordine del giorno, accolto dal Governo come raccomandazione, ci riscaldiamo con una coperta corta, per cui chiediamo al Governo un accoglimento pieno, altrimenti chiediamo all'Aula di votare l'ordine del giorno e a tutti i parlamentari della maggioranza eletti in Piemonte di votare a favore dello stesso, ripensando da dove arrivate con la coscienza e la conoscenza delle situazioni che oggi vivono coloro che vi hanno la loro fiducia e vi permettono - così come permettono a tutti noi - di essere qui (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Boccuzzi n. 9/1713/98, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 519
Votanti 512
Astenuti 7
Maggioranza 257
Hanno votato
240
Hanno votato
no 272).

Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Lovelli n. 9/1713/99, accettato dal Governo.

MARIO LOVELLI. Signor Presidente, non chiedo naturalmente la votazione dell'ordine del giorno accettato dal Governo.
Ringrazio ancora una volta il Governo che si prende un impegno, riconoscendo che i fondi sono insufficienti e da riprogrammare. Mi riferisco ai fondi che riguardano i contratti di programma tra lo Stato e Rete ferroviaria italiana, alla convenzionePag. 42con Società autostrade per l'Italia e alla convenzione tra RFI e il general contractor per la realizzazione del terzo valico ferroviario con i relativi protocolli di intesa.
Quindi preannuncio e informo che ho presentato in IX Commissione una risoluzione che consentirà al Governo e agli enti concedenti, in quella sede, di confermare in modo operativo gli impegni che il Governo ha dichiarato di accettare con questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Chiedo ai i presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Boffa n. 91713/100, accolto dal Governo come raccomandazione.

COSTANTINO BOFFA. Signor Presidente, mi permetto di insistere nella richiesta del voto su questo ordine del giorno e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

COSTANTINO BOFFA. Tale ordine del giorno riguarda un comparto essenziale per l'economia italiana, soprattutto quella meridionale. Inoltre, il dispositivo è tale da poter comportare un accoglimento da parte del Governo e da parte dell'Aula.
Infatti, il dispositivo afferma: «impegna il Governo a reperire le risorse necessarie, anche di provenienza comunitaria, per realizzare il rilancio del trasporto ferroviario in Italia» per evitare, quindi, disagi ai pendolari e per consentire a tutte le regioni di sottoscrivere il contratto di servizio con Trenitalia Spa per garantire il servizio universale.
Mi pare un impegno di assoluto buonsenso. Quindi, il dispositivo dell'ordine del giorno è abbastanza generico: mi pare che accoglierlo addirittura come raccomandazione sancirebbe un impegno talmente generico da non poter essere condiviso. Mi permetto, dunque, di insistere per la votazione dell'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Boffa n. 9/1713/100, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 530
Votanti 523
Astenuti 7
Maggioranza 262
Hanno votato
249
Hanno votato
no 274).

Prendo atto che il deputato Marinello ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che l'onorevole Lombardo accetta la riformulazione e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1713/101, accettato dal Governo purché riformulato.
Prendo atto, altresì, che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Iannaccone n. 9/1713/102 e Latteri n. 9/1713/103, accettati dal Governo, e Milo n. 9/1713/104, Lo Monte n. 9/1713/105, Sardelli n. 9/1713/106 e Commercio n. 9/1713/107, accolti dal Governo come raccomandazione.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Iannuzzi n. 9/1713/108.

TINO IANNUZZI. Sì, signor Presidente, accetto la riformulazione e non insisto per la votazione. Solleviamo, con questo ordine del giorno, la questione delle grandi infrastrutture nel sud. Abbiamo subito in questi mesi una serie continua di saccheggi al fondo FAS, siamo alla vigilia della decisione del CIPE sull'utilizzo dei 16 miliardi di euro ricentralizzati dai fondi FAS da parte del Ministro Tremonti. Ci attendiamo il rispetto del vincolo del 85 per cento per il Mezzogiorno. Sappiamo che in questo campo è necessario definire le priorità, lo facciamo ponendo in polePag. 43position l'autostrada Salerno-Reggio Calabria e l'Alta velocità/Alta capacità ferroviaria Napoli-Bari.
Noi rivolgiamo il nostro sguardo al sud, ma non voltiamo le spalle all'intero Paese, perché siamo quelli guardano contemporaneamente il Mezzogiorno e il sistema Italia. Non vogliamo separare, dividere o creare conflitti. Vogliamo, invece, unire tutto il Paese in un grande disegno di sviluppo e di coesione civile e nazionale. Da questo punto di vista, dal Governo attendiamo fatti; nel 2009 attendiamo risorse e ci batteremo con ogni energia per queste due grandi priorità infrastrutturali, perché vanno al cuore degli interessi dell'intero sistema Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ceccuzzi n. 9/1713/109, accettato dal Governo, e che l'onorevole Naccarato accetta la riformulazione proposta dal Governo e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1713/110, accettato dal Governo purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ferranti n. 9/1713/112, accolto dal Governo come raccomandazione, e che l'onorevole Melis accetta la riformulazione proposta dal Governo e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1713/113, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Cuperlo n. 9/1713/114 e Samperi n. 9/1713/115, accolti dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che l'onorevole Gianni Farina accetta la riformulazione proposta dal Governo e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1713/118, accettato dal Governo purché riformulato.
Prendo atto, altresì, che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Concia n. 9/1713/119, accettato dal Governo.
Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Rossomando n. 9/1713/120.

ANNA ROSSOMANDO. Sì, signor Presidente, accetto la riformulazione e non insisto per la votazione.
Tuttavia, la riformulazione proposta dal Governo investe due aspetti: accetto la soppressione della parola «razionale»; per quanto riguarda la seconda modifica, vale a dire la soppressione delle parole da: «laddove», fino alla fine dell'ordine del giorno, effettivamente ha molto più senso inserire tali parole nelle premesse.
Pertanto, non ne faccio una questione di «religione», tuttavia se possiamo spostarle nelle premesse va benissimo, perché in effetti è meglio. In questo caso, accetto la riformulazione proposta dal Governo.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo accetta la proposta dell'onorevole Rossomando.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Bordo n. 9/1713/122, accolto dal Governo come raccomandazione.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione del suo ordine del giorno Giovanelli n. 9/1713/123, accolto dal Governo come raccomandazione.

ORIANO GIOVANELLI. Signor Presidente, prendo atto positivamente del fatto che il Governo ha accolto il mio ordine del giorno n. 9/1713/123, ancorché come raccomandazione, nella speranza che tale accoglimento porti consiglio al Governo e alla maggioranza già a partire dall'esame del disegno di legge in materia di sicurezza in atto al Senato, dove a nostro avviso, ancora una volta, si sta discutendo del tema della sicurezza connesso al tema dell'immigrazione in un modo del tutto unilaterale, dove i temi dell'inclusione, accoglienza e integrazione e sostegno all'interculturalità oggetto del mio ordine del giorno sono totalmente emarginati.
Speriamo che si faccia strada l'idea che più favoriamo l'immigrazione regolare, dalPag. 44punto di vista dei diritti di cittadinanza e dell'integrazione interculturale, più contrastiamo la clandestinità.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.

ORIANO GIOVANELLI. Signor Presidente, mi consenta infine di rivolgere un pensiero a Miriam Makeba, venuta a morire in un luogo così significativo, dov'era accaduto un fatto tragico, dopo aver speso una vita contro la discriminazione razziale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Bossa n. 9/1713/124, accolto come raccomandazione dal Governo.

LUISA BOSSA. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUISA BOSSA. Signor Presidente, mi pare che negli ultimi mesi in quest'Aula, sulla stampa e nelle TV, si sia parlato e si stia parlando del merito, della lotta ai privilegi, della bontà dei concorsi, che devono premiare i più meritevoli: temi così cari al Ministro Brunetta. Dobbiamo dare il buon esempio e, quindi, un ordine del giorno «raccomandato» non lo voglio, ne posso fare a meno, e chiedo che venga votato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bossa n. 9/1713/124, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 507
Maggioranza 254
Hanno votato
239
Hanno votato
no 268).

Prendo atto che il deputato Sbrollini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Montagnoli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine Pedoto n. 9/1713/125, accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Murer n. 9/1713/126, accolto come raccomandazione dal Governo.

DELIA MURER. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DELIA MURER. Signor Presidente, chiedo che l'ordine del giorno in esame venga posto in votazione perché ritengo che sia necessario un impegno più preciso del Governo per realizzare una nuova offerta di asili nido. Ciò per essere in sintonia con l'impegno che anche altri Paesi stanno assumendo per applicare le indicazioni del Trattato di Lisbona ed a fronte del fatto che vi è una grave carenza, nel nostro Paese, di questo servizio e vi è una domanda che di gran lunga sopravanza l'offerta.
Quindi, penso che sia importante che il Parlamento ed il Governo diano un segnale preciso, accogliendo con il voto l'ordine del giorno in esame.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Murer n. 9/1713/126, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 45
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 517
Votanti 515
Astenuti 2
Maggioranza 258
Hanno votato
249
Hanno votato
no 266).

Prendo atto che il deputato Occhiuto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Saluto un gruppo di imprenditori della provincia di Padova, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Sbrollini n. 9/1713/127 e Livia Turco n. 9/1713/129 e Mosella n. 9/1713/130, accolti come raccomandazione dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno D'Incecco n. 9/1713/131, accolto come raccomandazione dal Governo.

VITTORIA D'INCECCO. Signor Presidente, non insisto per la votazione ed accetto l'accoglimento come raccomandazione del mio ordine del giorno. Tuttavia, voglio rafforzare e ribadire la necessità che il Governo, nei provvedimenti anti-crisi che ha promesso di adottare per l'aiuto alle famiglie, ai lavoratori e a tutte le fasce deboli, inserisca interventi mirati di forte contrasto alla povertà e all'esclusione sociale.
Voglio ricordare che il 13 per cento degli italiani è povero. Le famiglie povere sono 2.623.000. Gli individui poveri sono 7.537.000. Gli anziani poveri ammontano complessivamente a 1.600.000 individui. Amici miei, è inconcepibile che le persone anziane, che durante tutto il percorso di vita hanno mantenuto sempre una vita dignitosa, debbano morire povere. È per questo che chiedo al Governo di dare un seguito a questa raccomandazione, e ci tenevo a ribadirlo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Argentin n. 9/1713/132.
Chiedo al rappresentante del Governo di precisare la riformulazione sull'ordine del giorno in esame.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, l'ho già spiegato, ma lo ripeto volentieri. La riformulazione proposta dal Governo è di inserire nel dispositivo, dopo la parola «nonché», le seguenti: «a valutare l'opportunità di».
Pertanto, la prima parte del dispositivo, laddove afferma che «impegna il Governo ad adottare tutte le misure necessarie affinché sempre di più sia possibile una piena integrazione all'interno della società civile delle persone disabili», non viene modificata, perché è assolutamente condivisibile. Come ho già detto, si devono poi aggiungere, dopo la parola «nonché», le seguenti: «a valutare l'opportunità».

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Argentin n. 9/1713/132, accettato dal Governo purché riformulato.

ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, signor sottosegretario, capisco perfettamente che vi è la voglia di rispondere concretamente a questo ordine del giorno, però lei mi insegna che senza i fondi le cose non si fanno. Pertanto, il mio non vuole essere l'accoglimento di un insulto alla mia intelligenza né a quella di tante altre persone, né - mi creda - vuole essere una strumentalizzazione. Però, voglio vedere come ci si pone di fronte alla votazione per l'eliminazione delle barriere architettoniche. Ci si riempie la bocca con argomenti di questo genere, ma poi, quando si devono trovare pochi fondi, diventa tutto difficile.
Magari se vi fosse stato un mutamento almeno rispetto a una parte, oppure fornendoci delle priorità, avrebbe avuto un senso. Così, invece, trovo una difficoltà ePag. 46sono curiosa di vedere che cosa farà il centrodestra rispetto a questo problema (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, è chiaro che il Governo sull'ordine del giorno in esame, ancorché non venga accolta la riformulazione, non ha difficoltà a rimettersi all'Assemblea.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Argentin n. 9/1713/132, sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia - Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori e di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

(Presenti 510
Votanti 503
Astenuti 7
Maggioranza 252
Hanno votato
494
Hanno votato
no 9).

Prendo atto che i deputati De Girolamo, Bocciardo, Ruggeri, Versace e Poli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Berruti ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Grassi n. 9/1713/133 e Miotto n. 9/1713/134, accolti come raccomandazione dal Governo, non insistono per la votazione.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Zampa n. 9/1713/135, accolto come raccomandazione dal Governo.

SANDRA ZAMPA. Signor Presidente, chiedo al Governo di modificare il parere espresso su questo ordine del giorno. Il Governo ha tagliato del 42 per cento i fondi, già insufficienti, destinati al servizio civile volontario e li ha portati al livello più basso da quando il servizio civile volontario è stato istituito in Italia.
Si tratta, lo voglio ricordare a tutti colleghi, di un istituto che dà la possibilità ai nostri giovani di saggiare grandi possibilità sociali, educative e culturali, nonché di sperimentare e praticare effettivamente il civismo. Chiedo al Governo per quale motivo si introduce l'educazione al civismo nelle scuole e poi si impedisce, perché si tagliano i fondi che lo rendono possibile, di sperimentare davvero la cultura della cittadinanza, penalizzando i nostri giovani anche su questo versante.
Chiedo, perciò, al Governo di modificare il parere espresso oppure di procedere alla votazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Zampa n. 9/1713/135.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zampa n. 9/1713/135, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 527
Votanti 522
Astenuti 5
Maggioranza 262
Hanno votato
248
Hanno votato
no 274).

Prendo atto che la deputata De Torre ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Chiedo ai presentatori se insistono per la votazione dell'ordine del giorno Lenzi n. 9/1713/136, accolto dal Governo come raccomandazione.

Pag. 47

DONATA LENZI. Signor Presidente, vorrei invitare a riflettere un po' anche i colleghi sull'ordine del giorno, di cui sono prima firmataria, n. 9/1713/136, che riguarda le tariffe per l'uso domestico dell'energia elettrica per le famiglie numerose.
Sappiamo che le tariffe aumentano non proporzionalmente ma in modo maggiorato rispetto ai consumi per invitare a una maggiore sobrietà e penalizzare chi spreca.
Nel caso delle famiglie numerose o con persone non autosufficienti non si tratta di spreco, ma di un consumo legato al fatto che si è in numero superiore e a volte si devono utilizzare apparecchi di taratura superiore.
Siccome l'ordine del giorno chiede semplicemente un intervento generico a favore delle famiglie numerose, ma poi è rivolto all'Autorità per l'energia perché si faccia carico di risolvere questa iniquità nei confronti delle famiglie, trovo difficile comprendere che lo si debba accogliere solo come raccomandazione e, quindi, insisto per la votazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galletti. Ne ha facoltà.

GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, intervengo solo per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Lenzi n. 9/1713/136 e ricordare al Governo che stiamo parlando dello 0,66 per cento delle famiglie italiane. Centosessantatremila famiglie in tutto in Italia hanno quattro o più figli. Dobbiamo fare in modo che questo numero cresca e l'ordine del giorno va in questa direzione.
Penso davvero che un impegno così poco gravoso possa essere preso in maniera molto più forte dal Governo di come oggi non faccia credere (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lenzi n. 9/1713/136, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 528
Votanti 518
Astenuti 10
Maggioranza 260
Hanno votato
246
Hanno votato
no 272).

Prendo atto che il deputato Abrignani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Sani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Lucà n. 9/1713/137, accolto come raccomandazione dal Governo.

MIMMO LUCÀ. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MIMMO LUCÀ. Devo dire che mi sorprende il parere del Governo. Le famiglie italiane non hanno bisogno in questo momento di raccomandazioni, ma di politiche e di un'assunzione forte di responsabilità del Governo e del Parlamento.
In questa legge finanziaria non c'è una sola misura per le famiglie italiane; ci sono i tagli al fondo per le politiche sociali, c'è il taglio al fondo per la famiglia e sparisce dal 2010 il fondo per la non autosufficienza. Mi domando quale sia la ragione di tanto accanimento contro le esigenze delle famiglie italiane.
Chiedo davvero al Governo di rivedere il parere; diversamente, si vada al voto ePag. 48si capirà qual è l'impegno di questo Governo nei confronti delle esigenze delle famiglie italiane.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lucà n. 9/1713/137, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 525
Votanti 520
Astenuti 5
Maggioranza 261
Hanno votato
247
Hanno votato
no 273).

Prendo atto che il deputato Massimo Parisi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Esposito n. 9/1713/138, accolto come raccomandazione dal Governo.

STEFANO ESPOSITO. Signor Presidente, vorrei ringraziare il Governo per aver accolto questo ordine del giorno e davvero mi auguro che le risorse, anche se poche, già stanziate arrivino al più presto sul territorio perché gli interventi sono necessari.
Mi permetta invece, signor Presidente, di rivolgermi a lei per dirle che, visto che ieri, dopo la nostra iniziativa degli ombrelli, l'ho sentita preoccupata per la sfortuna che portano gli ombrelli, mi sono permesso di donarle - lo farò a fine seduta - essendo di origini partenopee, un oggetto che simbolicamente regalo a lei contro la sfortuna e che riguarda anche tutti i colleghi che ho visto fare gesti di preoccupazione. Se la cosa non la offende, le regalerò questo oggetto a fine seduta.

PRESIDENTE. Non mi offendo e la ringrazio.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Esposito n. 9/1713/138, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo, altresì, atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ginoble n. 9/1713/139, accolto come raccomandazione dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Bratti n. 9/1713/140, accolto come raccomandazione dal Governo

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, a me sembrava che già presentare un ordine del giorno fosse riduttivo rispetto ad un tema come quello della mobilità ciclabile che credo veda in maniera bipartisan a livello locale e regionale schierati a favore dell'incentivazione dell'uso di questo mezzo, sia il centrodestra sia il centrosinistra.
Quindi, non posso essere soddisfatto dell'accoglimento come raccomandazione da parte del Governo e chiedo che il Governo accetti l'ordine del giorno. La raccomandazione sarebbe quella davvero di trovare pochi incentivi perché sappiamo che con la legge n. 366 del 1998 si è riusciti, con poca spesa, ad avere molta resa e sono state aumentate moltissimo le piste ciclabili in tutto il Paese grazie a quel provvedimento.
Quindi, faccio un appello al Governo perché ritorni sui suoi passi e accetti l'ordine del giorno. Peraltro, anche se fosse stato accettato, avrei insistito per la votazione, perché credo che tutti insieme avremmo potuto dare molta forza alle politiche della mobilità ciclabile che tanto sono importanti per il nostro Paese.

PRESIDENTE. Altrimenti insiste per la votazione?

ALESSANDRO BRATTI. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 49
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bratti n. 9/1713/140, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 522
Votanti 517
Astenuti 5
Maggioranza 259
Hanno votato
243
Hanno votato
no 274).

Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Realacci n. 9/1713/141, accolto come raccomandazione dal Governo.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, non insisto per la votazione soprattutto se ciò produce delle politiche. Ieri mi risulta che ieri il sottosegretario Urso abbia partecipato ad un incontro con un settore importante per il nostro Paese, quello degli elettrodomestici bianchi. Si tratta di un settore in cui siamo leader in Europa rispetto a cui è stato chiesto anche di adottare incentivi a favore del ricambio degli elettrodomestici, affinché consumino meno energia e meno acqua.
È un terreno in cui le ragioni dell'impresa, dell'ambiente e dell'economia in un momento difficile si sposano: vale per gli elettrodomestici e per le case. Abbiamo case costruite male: si può fare molto meglio. Abbiamo presentato emendamenti durante la discussione del disegno di legge finanziaria che sono stati bocciati. In aula vedo i sottosegretari Urso, Vegas e Menia: parlate tra di voi!
L'Italia ha bisogno in questo momento di incentivi per le imprese, di una risposta alle famiglie che possono spendere molto meno se le case sono costruite meglio e se gli elettrodomestici sono meno inquinanti e di una risposta ai grandi problemi ambientali. Parlate fra di voi, parlate all'Italia, permettiamo a questo Parlamento di dare delle indicazioni che servono!

PRESIDENTE. Sta bene. Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Mastromauro n. 9/1713/143, accolto come raccomandazione dal Governo.

MARGHERITA ANGELA MASTROMAURO. Signor Presidente, non insisto per la votazione, ma voglio dire al Governo che avrebbe potuto responsabilmente impegnarsi ad individuare risorse per gli interventi previsti dalla legge n. 431 del 1998 come abbiamo richiesto nel nostro ordine del giorno. Si tratta, infatti, di interventi volti a favorire famiglie svantaggiate, redditi particolarmente bassi e situazioni familiari difficili che hanno, quindi, difficoltà ad accedere alla locazione nel libero mercato, tenuto anche conto che il disagio abitativo di queste famiglie si sta notevolmente aggravando a causa dell'attuale congiuntura economica recessiva.
Ci auguriamo, quindi, che, al di là di questo ordine del giorno, il Governo voglia prendere in seria considerazione iniziative in questo senso.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Martella n. 9/1713/144, accolto come raccomandazione dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Braga n. 9/1713/145, accolto come raccomandazione dal Governo.

CHIARA BRAGA. Signor Presidente, intervengo per ringraziare il Governo e il sottosegretario che ha accolto, seppur come raccomandazione, questo ordine del giorno e per sottolineare la centralità di un tema e di un settore che è quello della difesa del suolo. Purtroppo, è un settore che in questo disegno di legge finanziaria ha visto un taglio pesantissimo di risorse e che tuttavia interessa oltre il 60 per cento del nostro Paese.Pag. 50
Sappiamo tutti che intervenire dopo eventi di emergenza è sempre costoso e problematico ed è fondamentale allocare le risorse necessarie perché anche gli enti attivi sul territorio e gli enti locali siano messi nelle condizioni di fare quelle necessarie operazioni di prevenzione nel quadro del dissesto idrogeologico.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fiano n. 9/1713/146, accolto come raccomandazione dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Meta n. 9/1713/147, accolto come raccomandazione dal Governo.

MICHELE POMPEO META. Signor Presidente, in questo caso la posizione del Governo non è affatto convincente, dal momento che nella sostanza chiediamo al Governo di convocare le parti sindacali per il rinnovo dell'annosa questione del contratto degli autoferrotramvieri. Il Governo sembra mostrare i muscoli, in questo caso, forse perché anche in questo settore pensa di spezzare l'unità sindacale. Sappiamo che il sindacato, per quanto concerne questa questione, è molto unito.
Stiamo vivendo in questi giorni i disagi causati all'utenza dalle sofferenze sindacali di questo settore. A ciò si aggiunge la vicenda Alitalia e questa manovra finanziaria nelle prossime settimane ci regalerà attenzione anche nei collegamenti marittimi.
Nella sostanza chiediamo al Governo di convocare le parti sindacali che hanno già svolto tre scioperi generali, ma il Governo da quell'orecchio non ci sente.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MICHELE POMPEO META. Chiedo ai colleghi di mostrare autonomia in questo senso, anche perché nelle Commissioni competenti i colleghi di maggioranza e di opposizione hanno avanzato una serie di interrogazioni per rimuovere questo problema. Chiediamo un gesto di autonomia e al Governo chiediamo di ricreare le condizioni per civili relazioni sindacali, senza farsi suggestionare da obiettivi politici impropri.

PRESIDENTE. Ma insiste per la votazione?

MICHELE POMPEO META. Certamente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Meta n. 9/1713/147, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 513
Votanti 505
Astenuti 8
Maggioranza 253
Hanno votato
237
Hanno votato
no 268).

Prendo atto che i deputati Donadi, Leoluca Orlando, Borghesi e Viola hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Lehner ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Tullo n. 9/1713/148, accolto come raccomandazione dal Governo.

MARIO TULLO. Signor Presidente, chiedo al Governo di ripensare il parere, altrimenti saremo costretti a chiedere di mettere in votazione questo ordine del giorno. Esso riguarda la cantieristica, uno dei punti strategici della nostra industria, sia quella pubblica sia quella privata; un settore che ha difficoltà da tempo per una competizione da parte soprattutto dei concorrentiPag. 51asiatici e che, dinanzi alla crisi finanziaria che sta investendo i mercati, ha ancora più problemi.
Vorrei chiedere ai colleghi della maggioranza di promuovere un incontro tra le città cantieristiche, di adottare opportune iniziative comunitarie per provvedimenti che l'Unione europea ha già autorizzato ad altri Paesi, quindi di farsi carico concretamente di questo settore. La cantieristica italiana è paragonabile ad un malato con la broncopolmonite, non ce la possiamo cavare con l'aspirina, ci vuole l'antibiotico. Pertanto se il Governo ripensa il parere ne siamo lieti, altrimenti chiediamo che sia messo in votazione.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Tullo n. 9/1713/148, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 515
Votanti 510
Astenuti 5
Maggioranza 256
Hanno votato
239
Hanno votato
no 271).

Prendo atto che il deputato Portas ha segnalato che non è riuscito a votare.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Bonavitacola n. 9/1713/149, accolto come raccomandazione dal Governo.

FULVIO BONAVITACOLA. Signor Presidente, in una mattinata nella quale il Governo si è ispirato ad una prevalente ed inconsueta generosità, sui temi marittimi e portuali state dimostrando un'inutile e immotivata avarizia. Questo ordine del giorno tocca un aspetto molto delicato, perché il 31 dicembre 2008 scadono alcune agevolazioni fiscali e contributive per la gente di mare. La finanziaria ne prevede la proroga soltanto per i lavoratori impegnati nel settore della pesca.
La conseguenza è che i piccoli armatori impegnati nel cabotaggio marittimo nei collegamenti tra la penisola e le isole minori non potranno beneficiare di queste agevolazioni e queste linee saranno sicuramente in perdita. La conseguenza è evidente: queste linee rischiano di essere interrotte.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

FULVIO BONAVITACOLA. Mentre noi possiamo venire a Roma attraverso varie modalità di trasporto, per le isole minori l'alternativa alla chiusura di queste linee è quella di arrivarci a nuoto. Pertanto chiedo possibilmente l'accoglimento di una rettifica: se è spaventato dall'espressione «al fine di adottare», il Governo potrebbe proporre di sostituirla con: «nonché a valutare l'opportunità di adottare». Chiedo se potrebbe essere una formulazione condivisa.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, con questa riformulazione il Governo accetta l'ordine del giorno Bonavitacola n. 9/1713/149.

PRESIDENTE. Sta bene.

FRANCESCO BOSI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BOSI. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, mi fa piacere questa accettazione, certo poi occorre dare sostanza anche agli atti conseguenti che andranno intrapresi dal Governo, perché si ha notizia che proprio inPag. 52questi giorni ci sono tagli importanti a tutti i collegamenti per le isole minori, che stanno arrecando grandi disagi alla popolazione.
Accolgo con soddisfazione questa decisione, ma invito il sottosegretario Vegas a farsi interprete dell'esigenza di garantire che non vi siano tagli ai servizi essenziali per i residenti delle isole minori.
Chiedo pertanto di aggiungere la mia firma a questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo, dunque, atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bonavitacola n. 9/1713/149.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Velo n. 9/1713/150, accolto come raccomandazione dal Governo.

SILVIA VELO. Signor Presidente, il tema è esattamente quello proposto nel precedente ordine del giorno e anch'io chiedo al Governo di valutare la possibilità di accogliere pienamente l'ordine del giorno in esame.
Nella legge finanziaria che ci accingiamo ad approvare abbiamo visto ridurre in maniera consistente le risorse previste per il contratto di servizio con la società Tirrenia nonché, come diceva il collega Bonavitacola, la sospensione delle agevolazioni fiscali e contributive per i lavoratori marittimi che operano nei servizi di cabotaggio e di collegamento con le isole minori.
Tali misure mettono a rischio i collegamenti tra le isole minori e la terraferma; pertanto, con questo ordine del giorno impegniamo il Governo a valutare attentamente gli effetti derivanti da tale esclusione, quindi è un impegno minimo, e a promuovere un incontro con regioni e sindacati per ridefinire il servizio di cabotaggio marittimo.

PRESIDENTE. Onorevole Velo, insiste per la votazione?

SILVIA VELO. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione, ma tenendo conto del cambio di opinione da parte del Governo riguardo all'ordine del giorno precedente...

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo accetta il primo capoverso del dispositivo dell'ordine del giorno e, se l'onorevole Velo fosse disponibile a modificare il secondo capoverso dello stesso nel senso di sostituire le parole: «accompagnato da risorse finanziarie» con le seguenti: «accompagnandolo eventualmente con risorse finanziarie» il Governo accetterebbe interamente l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Velo n. 9/1713/150.
Chiedo all'onorevole Motta se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1713/151, accolto come raccomandazione dal Governo.

CARMEN MOTTA. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario per aver accolto come raccomandazione questo ordine del giorno, però chiederei al Governo di riformulare il suo parere con un accoglimento pieno. L'infrastruttura della via Emilia bis non ha assolutamente un carattere localistico, ma costituisce un importantissimo asse viario complanare al tracciato storico della via Emilia ed è un'opera assolutamente indispensabile per alleggerire un traffico divenuto ormai insostenibile in un tratto centrale della via Emilia, tra Reggio Emilia e Piacenza.
Signor sottosegretario, insisto perché vorrei ricordare che questa infrastruttura era stata inserita nel quadro delle opere da realizzare in occasione dell'istituzione dell'Autorità europea per la sicurezza alimentarePag. 53(EFSA) e in un Protocollo interistituzionale sottoscritto il 4 agosto 2004 tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, la regione Emilia Romagna e le amministrazioni locali

PRESIDENTE. La prego di concludere.

CARMEN MOTTA. Concludo, signor Presidente. Per la strategicità dell'opera io chiedo, signor sottosegretario, che questo ordine del giorno sia accettato.

PRESIDENTE. Onorevole Motta, quindi insiste per la votazione?

CARMEN MOTTA. No, signor Presidente, non insisto.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Narducci n. 9/1713/153, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Colombo n. 9/1713/154, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Corsini n. 9/1713/155 accolto dal Governo come raccomandazione, purché riformulato. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Tempestini n. 9/1713/156 e Maran n. 9/1713/157, accolti dal Governo come raccomandazione.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno La Forgia n. 9/1713/159.

ANTONIO LA FORGIA. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO LA FORGIA. Signor Presidente, poiché si tratta di poche righe, mi permetto di richiamare l'attenzione del sottosegretario Vegas sul dispositivo di questo ordine del giorno, che impegna il Governo «ad assumere ogni iniziativa utile a computare nel fondo per le missioni internazionali le risorse necessarie a garantire la manutenzione e la sostituzione dei mezzi impiegati sottoposti ad usura».
È evidente che non si tratta di un'estetica contabile, bensì di garantire - visti i tagli operati sulle risorse a disposizione dell'amministrazione della difesa - l'efficienza dei mezzi e, quindi, la sicurezza degli uomini e delle donne impegnati nelle missioni internazionali. L'accoglimento come raccomandazione dell'ordine del giorno, quindi, non può essere una risposta adeguata e convincente.

PRESIDENTE. Deve concludere.

ANTONIO LA FORGIA. Mi permetto di ritenere che il sottosegretario Vegas fosse comprensibilmente stanco, giunto a questo punto dell'esame degli ordini del giorno.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Non sono affatto stanco.

ANTONIO LA FORGIA. Chiedo, dunque, l'accettazione, altrimenti insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, non so se il sottosegretario Vegas era stanco (probabilmente lo era) ma intervengo semplicemente perché così noi tutti sappiamo di che cosa parliamo e cosa votiamo. Noi stiamo andando al voto perché il sottosegretario Vegas non va oltre la raccomandazione. Probabilmente ci accingiamo a respingere (tuttavia è utile che lo sappiamo) un impegno al Governo ad assumere ogni iniziativa utile - sarà il Governo a stabilire quale sia l'iniziativa utile - a computare nel fondo per le missioni internazionali le risorse necessarie a garantire la manutenzione e la sostituzione dei mezzi impiegati sottoposti ad usura. Il Governo, dunque, non è in grado di accettare un ordine del giornoPag. 54che chiede di sostituire eventualmente, con le iniziative possibili (quindi non si tratta di un obbligo), i mezzi usurati durante le missioni. Ciò mi sembra allucinante.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, premetto che intendo rassicurare l'onorevole Giachetti sul fatto che prima di stancarmi ce ne vuole, perché sono della generazione del dopoguerra e, quindi, resisto più dei giovani (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
È chiaro che questo ordine del giorno può essere accolto solo come raccomandazione, in quanto nel fondo per le missioni non rientrano i soldi per le manutenzioni che, invece, vanno nel conto generale. Altrimenti, dovremmo diminuirli dall'utilizzo del fondo per le missioni, che serve anche per i pagamenti ai nostri soldati, e non credo che vogliamo diminuire l'indennità che hanno per le missioni all'estero per questi mezzi. Si tratta di due questioni diverse, e ciò non vuol dire che non si vuole aumentare o migliorare le dotazioni che servono per i mezzi, bensì non si vuole rischiare di diminuire i soldi destinati al trattamento di missione (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania e di deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno La Forgia n. 9/1713/159, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 510
Votanti 498
Astenuti 12
Maggioranza 250
Hanno votato
231
Hanno votato
no 267).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Laganà Fortugno n. 9/1713/160, accolto dal Governo come raccomandazione purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Farinone n. 9/1713/161, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Touadi n. 9/1713/162 e Gozi n. 9/1713/163, accettati dal Governo purché riformulati.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Garavini n. 9/1713/164, accettato dal Governo purché riformulato.

LAURA GARAVINI. Signor Presidente, intervengo per accogliere la riformulazione proposta, ma anche per sottolineare la necessità che il Governo preveda in finanziaria i fondi necessari per fare finalmente entrare più donne nel mondo del lavoro, anche in Italia, in modo da rispettare gli impegni assunti con l'Agenda di Lisbona.
Il Governo si impegni a tenere fede alle promesse fatte alle donne in Italia e a prevedere i fondi necessari per tingere di rosa il mondo del lavoro. Non voglio dilungarmi in statistiche, ma non posso non ricordare i dati sconfortanti da cui partiamo. Per quanto riguarda l'occupazione femminile l'Italia in Europa è in piena zona retrocessione. L'Italia, infatti, ha fallito in pieno il primo step nel 2005 e anche l'obiettivo finale di avere una quota di occupazione tra le donne del 60 per cento entro il 2010 è difficilmente raggiungibile.

Pag. 55

PRESIDENTE. Deve concludere.

LAURA GARAVINI. Infatti, siamo fermi al 46 per cento di donne dipendenti e questo è un vergognoso penultimo posto in Europa. Non abbiamo tempo da perdere, e in questa finanziaria vi è bisogno di uno sforzo mirato...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Garavini. Prendo atto, quindi, che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Garavini n. 9/1713/164.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Porta n. 9/1713/165, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fedi n. 9/1713/166, accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno De Torre n. 9/1713/167, accolto come raccomandazione dal Governo.

MARIA LETIZIA DE TORRE. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA LETIZIA DE TORRE. Signor Presidente, a me pare che, per qualcosa che già esiste ed è già stato finanziato, una raccomandazione sia troppo poco. Il mio ordine del giorno n. 9/1713/167, infatti, parla dell'insegnamento dell'italiano come seconda lingua agli alunni non italofoni o poco italofoni, di cui si è fatto un grandissimo parlare in quest'Aula, sui giornali e, di conseguenza, tra la gente. Si tratta di un tema di attualità.
In queste ore il Presidente della Repubblica, il Presidente Fini e il Ministro Maroni hanno incontrato alcuni cittadini immigrati al Quirinale, e il Presidente Fini ha detto che i tempi sono maturi per l'approvazione di una nuova legge che li riguardi. Comunque, con riferimento al tema affrontato dall'ordine del giorno in esame, esiste - è una verità che non è stata messa in luce - un piano per l'insegnamento dell'italiano come seconda lingua, già inizialmente finanziato. Con il mio ordine del giorno n. 9/1713/167 si chiede che il Governo lo attui. Sono disponibile ad accettare una riformulazione, se occorre, ma certo l'accettazione da parte del Governo o la votazione dell'Aula sono dirimenti per capire se tutto il gran parlare fosse una pericolosa bolla di sapone. Insisto, pertanto, per la votazione.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Torre n. 9/1713/167, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 509
Votanti 502
Astenuti 7
Maggioranza 252
Hanno votato
233
Hanno votato
no 269).

Prendo atto che le deputate Nirenstein e Argentin hanno segnalato che non sono riuscite a votare.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Levi n. 9/1713/168, accettato dal Governo, purché riformulato.
Onorevole Ghizzoni, accetta la riformulazione proposta dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/1713/169?

MANUELA GHIZZONI. Signor Presidente, voglio ricordare ai colleghi che il mio ordine del giorno n. 9/1713/169 ha ad oggetto i finanziamenti destinati all'edilizia scolastica; pertanto, considerata l'importanzaPag. 56e la delicatezza del tema, credo che il Governo dovrebbe rivedere la propria posizione e accogliere pienamente il mio ordine del giorno.
Avere edifici scolastici sicuri e qualitativamente confortevoli è un diritto che va tutelato e garantito a tutti i nostri giovani. Ho una preoccupazione, che deriva dalla riduzione di 23 milioni sui 100 disponibili nel fondo statale destinato al patto per l'edilizia scolastica, siglato tra Stato, enti locali e regioni per compartecipare alla realizzazione di nuovi edifici scolastici e alla messa in sicurezza di quelli esistenti. È evidente che, se si riduce la quota di partecipazione statale a questo fondo e alla programmazione che è pattizia compartecipata, il rischio è quello di far saltare interamente gli interventi già previsti.
In questo contesto, quindi, chiedo che il Governo modifichi il proprio parere: in caso contrario, insisto per la votazione. Signor Presidente, mi scusi: poiché il tema è delicato, chiedo ai colleghi di ricordare, mentre voteranno, le 27 vittime della scuola Iovine di San Giuliano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ghizzoni n. 9/1713/169, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 494
Astenuti 7
Maggioranza 248
Hanno votato
224
Hanno votato
no 270).

Prendo atto che i deputati Federico Testa e Gnecchi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole, che i deputati Sisto e Lainati hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che la deputata Argentin ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Picierno n. 9/1713/170, accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Coscia n. 9/1713/171, accolto come raccomandazione se riformulato.

MARIA COSCIA. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA COSCIA. Signor Presidente, il nostro segretario Walter Veltroni ha scritto una lettera aperta ai Ministri Tremonti e Gelmini, chiedendo di accantonare temporaneamente i tagli sulla scuola e sull'università e di aprire un confronto, in modo da accogliere l'appello che il Presidente della Repubblica ha giustamente rivolto a più riprese.
Nelle settimane scorse, come è noto, abbiamo cercato in tutti i modi un confronto e abbiamo formulato le nostre proposte alternative. Nello stesso tempo, è anche cresciuto, nel Paese, un movimento largo e autonomo, che è un movimento di protesta, ma sereno e pacifico. Per questo motivo, pensiamo che una classe dirigente responsabile su temi come questi dovrebbe fermarsi un momento e cominciare a ragionare di nuovo senza pregiudizi.
Il mio ordine del giorno n. 9/1713/171, pertanto, voleva facilitare questo confronto, ma abbiamo preso atto che vi sono ulteriori tagli. Invitiamo di nuovo il Governo, però, a riflettere. Per questo motivo, insistiamo per la votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Coscia n. 9/1713/171, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Pag. 57

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 484
Votanti 476
Astenuti 8
Maggioranza 239
Hanno votato
217
Hanno votato
no 259).

Prendo atto che le deputate De Girolamo e Bernini Bovicelli hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario e che i deputati Vaccaro, Ventura, Porcino, Mura, Porfidia ed Esposito hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole. Prendo altresì atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno De Biasi n. 9/1713/172, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Lolli n. 9/1713/173, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno De Pasquale n. 9/1713/174, accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Damiano n. 9/1713/175.

CESARE DAMIANO. Sì, signor Presidente, accetto la riformulazione proposta dal Governo. Vorrei sottolineare il fatto che quest'ordine del giorno propone di prevedere nuove risorse finanziarie per le casse integrazioni e le tutele in un momento di crisi straordinaria e, soprattutto, pone un problema di fondo, quello di dare finalmente tutele, in un momento come questo, a chi ha un contratto di lavoro atipico. È un fatto politico fondamentale. Naturalmente, ci auguriamo che dalle parole si passi ai fatti.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Damiano n. 9/1713/175, accettato dal Governo, purché riformulato.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Codurelli n. 9/1713/176.

LUCIA CODURELLI. Signor Presidente, il mio ordine del giorno è stato accettato previa riformulazione, ma mi preme fare una sottolineatura importante, che già prima la collega Garavini ha fatto (mi sento, tuttavia, di evidenziarlo ulteriormente). Infatti, questo Governo purtroppo da giugno in avanti, con i provvedimenti adottati a livello finanziario, compreso questo, non risponde assolutamente ai bisogni urgenti di questo Paese. Soprattutto, non continua nel solco che ha tracciato il Governo Prodi, con aiuti sostanziali all'occupazione femminile, anche con riferimento alla detrazione per i servizi e agli aiuti per l'occupazione a tempo indeterminato. Invece, abbiamo assistito a provvedimenti in cui è stata favorita la detassazione degli straordinari; c'è stata, inoltre, una limitazione del part time, la cancellazione della legge contro le dimissioni in bianco e così via.

PRESIDENTE. Onorevole Codurelli, la prego di concludere.

LUCIA CODURELLI. Credo che accogliere l'ordine del giorno significhi, però, anche impegnarsi concretamente per cercare le risorse, affinché...

PRESIDENTE. Onorevole Codurelli, la ringrazio. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Codurelli n. 9/1713/176, accettato dal Governo, purché riformulato.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Bobba n. 9/1713/177, accettato limitatamente alPag. 58primo capoverso del dispositivo ed accolto dal Governo come raccomandazione limitatamente al secondo.

LUIGI BOBBA. Signor Presidente, vorrei chiedere al sottosegretario Vegas, che so essere particolarmente attento a questi temi, se sia possibile accettare interamente l'ordine del giorno, riformulando anche il secondo capoverso del dispositivo, nel senso di...

PRESIDENTE. Onorevole Saglia, per cortesia.

LUIGI BOBBA. ...limitarlo alla dizione: «anche attraverso detrazioni aggiuntive per ogni figlio a carico, limitatamente alle famiglie con almeno tre figli e detrazioni fiscali delle spese sostenute dalle famiglie per l'assistenza ai bambini e agli anziani».

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Testo sostituito con l'errata corrige del 14 NOVEMBRE 2008 GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, la riformulazione andrebbe bene, a condizione che prima del secondo capoverso vi sia la consueta premessa: «a valutare l'opportunità di». In questo modo, il Governo potrebbe accettare integralmente l'ordine del giorno Bobba n. 9/1713/177, con le modifiche suggerite dall'onorevole Bobba.
Prendo atto che l'onorevole Bobba accetta la riformulazione proposta dal Governo e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1713/177, accettato dal Governo, purché riformulato.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Bellanova n. 9/1713/178.
GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, la riformulazione andrebbe bene, a condizione che prima del secondo capoverso vi sia la consueta premessa: «a valutare l'opportunità di». In questo modo, il Governo potrebbe accettare integralmente l'ordine del giorno Bobba n. 9/1713/177, con le modifiche suggerite dall'onorevole Bobba.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Bobba accetta la riformulazione proposta dal Governo e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1713/177, accettato dal Governo, purché riformulato.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Bellanova n. 9/1713/178.

TERESA BELLANOVA. Signor Presidente, non posso accettare la riformulazione proposta dal Governo, perché essa svuota il senso e il contenuto dell'ordine del giorno. La legge finanziaria del Governo Prodi aveva previsto un credito di imposta per sostenere l'occupazione stabile nel Mezzogiorno e l'occupazione femminile: 333 euro al mese su tutto il territorio nazionale, 416 euro al mese, per 24 mesi, per l'occupazione femminile.
Signor Presidente, l'occupazione delle donne nel nostro Paese è pari al 46 per cento. A livello europeo è pari al 57 per cento, nel Mezzogiorno è pari al 30 per cento. Noi consumiamo quotidianamente un grave sperpero delle migliori risorse che abbiamo: il capitale femminile. Il Ministro Tremonti dice che la crisi era ampiamente prevista, ma poi colpevolmente...

PRESIDENTE. Onorevole Bellanova, quindi non accetta la riformulazione?

TERESA BELLANOVA. Signor Presidente, solo un attimo.

PRESIDENTE. Onorevole Bellanova, ha esaurito il tempo a sua disposizione.

TERESA BELLANOVA. Con questo ordine del giorno, chiediamo che il Governo si impegni ad adottare strumenti per favorire l'occupazione delle donne nel nostro Paese.

PRESIDENTE. Onorevole Bellanova, accetta o non accetta la riformulazione?

TERESA BELLANOVA. No, signor Presidente, e insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Sta bene. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Anna Teresa Formisano. Ne ha facoltà.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, intervengo per apporre la mia firma all'ordine del giorno della collega Bellanova, che condivido. Intervengo anche per fare una riflessione: qui siamo tutti bravi a parlare del problema dell'occupazione femminile, salvo dimenticarcenePag. 59un minuto dopo, così com'era successo per l'imprenditoria femminile, quando parlavamo di questo settore, nei fatti.
Se continuiamo a parlarne, senza stanziare risorse, è solo un bel parlare, ma la sostanza non cambia. Allora, diciamolo!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bellanova n. 9/1713/178, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 503
Votanti 494
Astenuti 9
Maggioranza 248
Hanno votato
233
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che il deputato Occhiuto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole, che la deputata Bernini Bovicelli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e che la deputata Argentin ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Gnecchi n. 9/1713/179, accettato limitatamente al primo capoverso e accolto dal Governo come raccomandazione limitatamente al secondo capoverso.

MARIALUISA GNECCHI. Signor Presidente, ovviamente registriamo con piacere la disponibilità ad accettare la parte che prevede l'impegno del Governo a mantenere la separazione tra previdenza e assistenza; è importante per noi che l'ordine del giorno sia accettato dal Governo. Accogliamo senza dubbio questa posizione, perché vogliamo mantenere questo impegno in ordine alla separazione, che, invece, nel disegno di legge finanziaria, con la riduzione dello stanziamento da parte dello Stato all'INPS, vedevamo offuscato e, comunque, ridotto nei fatti.
Per quanto riguarda la parte accolta dal Governo come raccomandazione, ci teniamo che rimanga a verbale la nostra posizione: riteniamo, in sostanza, che, se il comma 768 dell'articolo 1 della legge n. 296 del 2006 ha previsto l'innalzamento delle aliquote contributive pensionistiche e il Protocollo del welfare ha previsto un ulteriore incremento per quanto riguarda le forme sostitutive ed esclusive su un protocollo che stabilisce un accordo per l'utilizzo di un finanziamento...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MARIALUISA GNECCHI. ...riteniamo riduttiva la raccomandazione, ma l'accogliamo, purché rimanga una raccomandazione al Governo di rispettare...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Gnecchi.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Miglioli n. 9/1713/180, accolto dal Governo come raccomandazione.

IVANO MIGLIOLI. Signor Presidente, gli ultimi dati dell'INPS ci dicono che, nel corso di quest'anno, la cassa integrazione ordinaria è cresciuta di quasi il 70 per cento e nei soli mesi di agosto e settembre si è registrato un aumento, rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, del 113 per cento. Migliaia e migliaia di lavoratori! Ma a questi, che risultano dalle statistiche, vanno aggiunti i lavoratori e le lavoratrici che non risultano all'INPS: sono i lavoratori invisibili, quelli a tempo determinato, con contratto a progetto, gli interinali, insomma i precari, che sono, ancora una volta, i primi a essere colpiti dalla crisi, i primi ai quali le aziende non rinnoveranno i contratti e che non possono ricorrere alla cassa integrazione ordinaria e speciale o alla mobilità.
Sono quattro milioni di lavoratori...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

Pag. 60

IVANO MIGLIOLI. ...nel nostro Paese. Il mio ordine del giorno chiede al Governo di impegnarsi per prevedere specifiche norme di tutela. Accogliamo la raccomandazione e auspichiamo che nei prossimi provvedimenti siano previste...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Miglioli.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Madia n. 9/1713/181, accolto dal Governo come raccomandazione.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Gatti n. 9/1713/182, accolto dal Governo come raccomandazione.

MARIA GRAZIA GATTI. Signor Presidente, accetto la raccomandazione del Governo, anche perché penso che in questo ordine del giorno due cose siano chiare: primo, che questa finanziaria e il combinato disposto di tutti i provvedimenti economici siano essenzialmente rappresentati da tagli; secondo, che per la contrattazione del salario accessorio nel pubblico impiego o si utilizza la relazione con il sindacato oppure la contrattazione non si fa. Voglio capire, infatti, chi e in che modo definisce i parametri di qualità, innovazione e produttività.
L'unica altra possibilità è che ci sia, al solito, una contrattazione basata su regole non trasparenti e legate a forme strane di relazioni interne agli uffici.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Sereni n. 9/1713/183 e Morassut n. 9/1713/184, accettati dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistono per la votazione dell'ordine del giorno Pompili n. 9/1713/185, accolto come raccomandazione dal Governo.

ROBERTO MORASSUT. Signor Presidente, chiedo di mettere in votazione, anche a nome dell'onorevole Pompili, l'ordine del giorno. Vorrei segnalare ai colleghi, e in particolare ai colleghi eletti nel Lazio e in Campania, che si riferisce ad un'opera particolarmente importante per lo sviluppo di quell'area del basso Lazio, una provincia peraltro non governata dal centrosinistra, e soprattutto per la sicurezza stradale, perché sulla direttrice Flacca-Litoranea statale n. 7, in prossimità di Formia, si continua a morire per il traffico pesante che ancora attraversa quella direttrice per la presenza di tanti poli industriali del mercato ortofrutticolo di Fondi.
Quest'opera è inserita già nel quadro delle intese con la regione Lazio e il Governo dal 2006; in parte finanziata, viene oggi rifinanziata con un progetto preliminare già approvato. L'ordine del giorno punta quindi a trovare comunque, non essendo stato possibile approvare un emendamento, le misure e le intese per arrivare comunque ad una dotazione finanziaria da parte dello Stato che integri quella già predisposta dalla regione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Anna Teresa Formisano. Ne ha facoltà.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, prendo la parola per aggiungere la mia firma all'ordine giorno in esame, perché purtroppo conosciamo quotidianamente i disastri che avvengono su quella strada. E credo che questa dovrebbe essere veramente una delle priorità: se ne parla da anni, credo che sia giunto il momento di intervenire, senza piangere poi quando leggiamo ogni giorno sui giornali il numero di morti che purtroppo quella strada continua a causare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Graziano. Ne ha facoltà.

STEFANO GRAZIANO. Prendo la parola solo per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno in esame.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pompili n. 9/1713/185, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Pag. 61

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 503
Votanti 495
Astenuti 8
Maggioranza 248
Hanno votato
226
Hanno votato
no 269).

Prendo atto che i deputati Tassone e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Siragusa n. 9/1713/186, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Zucchi n. 9/1713/187 accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistono per la votazione dell'ordine del giorno Servodio n. 9/1713/188, accolto come raccomandazione dal Governo.

GIUSEPPINA SERVODIO. Signor Presidente, mi aspettavo qualcosa in più dal sottosegretario. Sono quindi purtroppo costretta a chiedere di metterlo in votazione, perché il mondo agricolo non ha bisogno di raccomandazioni, ma di impegni precisi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Servodio n. 9/1713/188, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 498
Votanti 485
Astenuti 13
Maggioranza 243
Hanno votato
226
Hanno votato
no 259).

Prendo atto che il deputato Nizzi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario, che i deputati Mura e Miglioli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che la deputata Argentin ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Trappolino n. 9/1713/189, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo, inoltre, atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Giorgio Merlo n. 9/1713/190, il cui primo capoverso del dispositivo è accolto come raccomandazione mentre il secondo è accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistono per la votazione dell'ordine del giorno Viola n. 9/1713/192, accolto come raccomandazione dal Governo.

RODOLFO GIULIANO VIOLA. Non posso accettare il parere formulato dal Governo, e invito soprattutto l'Aula, in particolare i parlamentari del nord, a riflettere sul tema seguente. Stiamo parlando di finanziare quei comuni che sono al confine con le regioni a statuto speciale, il cui contributo era stato determinato ancora dal precedente Governo in 25 milioni di euro. Oggi, esso è stato ridotto a 3 milioni e 900 mila euro, che non possono contribuire a colmare quelle differenze enormi che stanno provocando la fuga di decine di comuni, in particolar modo nel Veneto, verso le regioni a statuto speciale vicine. Vi ricordo solo che in occasione delle ultime elezioni del Trentino, contemporaneamente ad esse in molti comuni del Veneto si è votato in maniera simbolica per passare con quelle regioni.
Formulo un invito al Governo a finanziare in maniera adeguata questi comuni, sapendo che purtroppo le regioni a statuto speciale continueranno per molto tempo a creare delle enormi differenze.

Pag. 62

PIER PAOLO BARETTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, intervengo solo per sottoscrivere l'ordine del giorno al nostro esame.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Viola n. 9/1713/192, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 503
Votanti 497
Astenuti 6
Maggioranza 249
Hanno votato
233
Hanno votato
no 264).

Prendo atto che la deputata De Pasquale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che la deputata Argentin ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Oliverio n. 9/1713/193, accettato dal Governo purché riformulato.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Signor Presidente, accetto l'accoglimento dell'ordine del giorno con la riformulazione proposta dal sottosegretario Vegas, che ringrazio. L'ordine del giorno tratta delle infrastrutture della Calabria e della Sicilia, i cui i fondi sono stati presi in prestito dallo sceriffo di Nottingham: questa situazione non si può risolvere né con le belle parole, né con promesse (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)...

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia!

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Leggo da un'agenzia di stampa di qualche giorno fa: non si riesce ad accogliere il grido implorante della popolazione, la statale n. 106 non è strada praticabile, facciamo qualcosa, dobbiamo continuare a denunciare la situazione di emergenza che vive questa strada.
Non è la protesta di un sindaco o di un amministratore, è il grido, l'implorazione di un grande pastore della chiesa calabrese, monsignor Santo Marcianò, arcivescovo di Rossano-Cariati. Signori del Governo, al sud, alla Calabria servono finalmente i fatti, con la massima urgenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

RENATO CAMBURSANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor presidente, chiedo di aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Fiorio n. 9/1713/194.

PRESIDENTE. Sta bene. Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Fiorio n. 9/1713/194, accolto dal Governo come raccomandazione.

MASSIMO FIORIO. Signor Presidente, l'intento dell'ordine del giorno era quello di esprimere e rendere noto al Governo e all'Aula il fatto che alcuni territori piemontesi (ma non solo piemontesi), liguri e lombardi vantano un credito ingente nei confronti dello Stato a partire dal 1995.
Si tratta di un credito che ogni anno viene alimentato da un'addizionale sulle imposte bancarie di bollo: credo che il riconoscimento dell'ordine del giorno, anche se come raccomandazione, abbia un valore e dunque presenterò una risoluzione presso la Commissione competente per approfondire il tema, di modo chePag. 63questi territori possano essere rimborsati di ciò che spetta loro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, intervengo solo per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Fiorio n. 9/1713/194.

MARIA GRAZIA GATTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA GATTI. Signor Presidente, intervengo anch'io solo per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Fiorio n. 9/1713/194.

PRESIDENTE. Sta bene. Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Rubinato n. 9/1713/195, accolto dal Governo come raccomandazione.

SIMONETTA RUBINATO. Signor Presidente, non ho inteso come mai il Governo voglia accogliere il mio ordine del giorno solo nella forma della raccomandazione, che è così attenuata da risultare quasi inconsistente. Siccome ho ascoltato attentamente il dibattito ed anche le dichiarazioni del sottosegretario Vegas lunedì in quest'Aula, in cui il Governo si è impegnato per parte sua a reintegrare entro la fine dell'anno i fondi per le scuole non statali (in particolare, per quelle che gestiscono l'offerta formativa e i servizi all'infanzia e alle primarie), non capisco perché un ordine del giorno come questo, che ha avuto anche dichiarazioni forti di sostegno da parte della maggioranza, non possa essere accettato.
Esso chiede semplicemente di versare il contributo assegnato dalla legge finanziaria per il 2007 ancora non erogato per il 40 per cento e di disporre almeno la reintegrazione di quanto già stabilito con la legge finanziaria del precedente Governo.
Chiedo dunque che il Governo cambi la sua indicazione e che l'ordine del giorno possa essere accettato, altrimenti chiedo che venga posto in votazione.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Avrebbe meglio chiarito l'opinione del Governo il fatto che l'onorevole proponente si fosse decisa a presentare l'ordine del giorno o al disegno di legge finanziaria o a quello di bilancio, dal momento che ha presentato un altro analogo ordine del giorno ad disegno di legge di bilancio.
Forse è il caso di ritirare questo ordine del giorno per discuterne poi quando arriveremo all'esame dell'altro provvedimento, evitando la proliferazione inutile di ordini del giorno vertenti sullo stesso argomento.

SIMONETTA RUBINATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONETTA RUBINATO. Signor Presidente, mi occorre precisare che effettivamente avevo chiesto la presentazione soltanto di un ordine del giorno ed avevo ritirato l'altro; gli uffici hanno semplicemente... si può sbagliare, e quindi in questo senso confermo semplicemente che il mio ordine del giorno è uno e mi basta che di approvato ve ne sia uno.

PRESIDENTE. Sta bene.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Duilio n. 9/1713/196, accolto dal Governo come raccomandazione.

Pag. 64

LINO DUILIO. Signor Presidente, questo ordine del giorno n. 9/1713/196 prevede semplicemente che nella situazione di crisi in cui siamo, il Governo si impegni ad elaborare delle proposte, a presentarle e a sostenerle, per promuovere un coordinamento delle politiche fiscali in sede europea volto a fronteggiare la crisi; il Governo, tuttavia, non lo accetta con coraggio: per rimanere nella metafora manzoniana che abbiamo scomodato questi giorni, Don Abbondio, in confronto, era un intrepido eroe.
Sinceramente non riesco a capire per quale motivo non si possa accettare questo ordine del giorno, per cui chiedo al Governo di cambiare opinione, altrimenti per non sottrarmi al «brivido» della votazione, che è imprevedibile in quest'Aula, visto che la maggioranza gode di molta autonomia, chiedo che venga posto ai voti

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Onorevole Duilio, fuori dalle metafore - e forse lei ne ha un abusato in questa sessione - il motivo per cui il Governo accoglie come raccomandazione il suo ordine del giorno n. 9/1713/196 e non lo accetta come impegno obbligatorio, è che, siccome si discute in sede europea di quali misure adottare e la discussione è abbastanza delicata, un voto del Parlamento o una decisione troppo circoscritta solo ad alcuni temi - come mi sono già permesso di affermare in sede di espressione di parere - rischia, in qualche modo, di legare le mani al Governo e ciò non è assolutamente opportuno. Per questo motivo, mi sono permesso di accoglierlo come raccomandazione e di invitare a non porlo in votazione. Spero, quindi, che lei non insista per la votazione (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

LINO DUILIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LINO DUILIO. Signor Presidente, ribadisco che nel testo del mio ordine del giorno vi è scritto semplicemente solo che si elaborino delle proposte per fare in modo che in sede europea vengano discusse. Insisto, quindi, per la votazione.

PRESIDENTE. Rebus sic stantibus.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Duilio n. 9/1713/196, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 494
Astenuti 5
Maggioranza 248
Hanno votato
223
Hanno votato
no 271).

Prendo atto che la deputata Rubinato ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che la deputata Argentin ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Causi n. 9/1713/197, accolto dal Governo come raccomandazione.

MARCO CAUSI. Signor Presidente, in questo caso, accetto il parere del Governo sul mio ordine del giorno accolto come raccomandazione. Chiedo, tuttavia, un po' di attenzione, perché la raccomandazione che il Governo assume, fa riferimento alla nuova fase storica che si è aperta per contrastare una crisi economica che rischia di essere lunga e pericolosa. È necessario rafforzare il ruolo di tutte le istituzioni sovranazionali, per coordinare le politiche economiche e per avere, anche, nuove istituzioni di vigilanza. Inoltre,Pag. 65siamo tutti convinti che siano anche necessari una radicale riforma di queste istituzioni (penso al Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale ed altre) e il superamento delle vecchie governance e delle vecchie culture, in particolare l'iperliberismo e l'unilateralismo.

PRESIDENTE. Onorevole Causi, deve concludere.

MARCO CAUSI. Vi è una tradizione italiana politica e culturale volta ad un'azione politica di stimolo verso le governance della globalizzazione. Ricordiamo che le prime proposte in merito furono avanzate dall'Interim Committee del Fondo monetario internazionale diretto dall'allora Ministro del tesoro...

PRESIDENTE. La ringrazio.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Boccia n. 9/1713/198, accolto dal Governo come raccomandazione.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno D'Antoni n. 9/1713/199, sul quale il Governo ha formulato un invito al ritiro.

SERGIO ANTONIO D'ANTONI. Signor Presidente, ho apprezzato la sofferenza dell'onorevole sottosegretario Vegas nel non accettare questo mio ordine del giorno. Vi è da prendere atto che, almeno, quando si dice «no» alle aree deboli del Paese e al Mezzogiorno, si soffre; questo è un elemento importante. Tuttavia, vorrei far notare che vi è una contraddizione palese nell'aver accolto diversi ordini del giorno, in particolare sulla fiscalità di sviluppo, mentre sull'unico strumento esistente sulla fiscalità di sviluppo, che è il credito di imposta, si dice «no».
Quindi mettetevi d'accordo, non prendete in giro, perché tutto ciò non serve assolutamente a niente, né al nord, né al centro, né al sud. Pertanto, signor Presidente, chiedo il voto dell'Assemblea sull'ordine del giorno in esame.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno D'Antoni n. 9/1713/199, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 494
Votanti 488
Astenuti 6
Maggioranza 245
Hanno votato
222
Hanno votato
no 266).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Baretta n. 9/1713/200, accolto dal Governo come raccomandazione.

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, volevo chiedere al sottosegretario Vegas i motivi per i quali ha accolto l'ordine del giorno in esame solo come raccomandazione o perché non ha proposto la classica riformulazione: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di».

PRESIDENTE. Vuole rispondere, sottosegretario Vegas?

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Onorevole Baretta, se preferisce la formula classica «a valutare l'opportunità di », non fa differenza.
Ovviamente non ho proposto tale riformulazione semplicemente perché ho troppa stima di lei e non volevo pensare di modificare una cosa da lei scritta.

PIER PAOLO BARETTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 66

PIER PAOLO BARETTA. La ringrazio della stima, ma preferisco la riformulazione testé indicata.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Ventura n. 9/1713/201, accolto dal Governo come raccomandazione, e Naro n. 9/1713/202, accettato dal Governo.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Anna Teresa Formisano n. 9/1713/203, accolto dal Governo come raccomandazione.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, francamente è un po' deludente l'accoglimento come raccomandazione da parte del Governo di questo ordine del giorno, perché stiamo parlando degli italiani all'estero. Vorrei ricordare a questa Assemblea la battaglia che è stata fatta per dare il voto agli italiani all'estero e che ci sono anche dei rappresentanti di tali italiani in quest'Aula.
Allora, come facciamo oggi ad accettare l'accoglimento come raccomandazione per un ordine del giorno che prevede di reintegrare i fondi per i nostri italiani all'estero, per esempio, per i corsi di lingua italiana? È veramente una contraddizione in termini.
Ovviamente, Presidente, mi sarei aspettata qualcosa di più, perché già l'ordine del giorno è poca cosa, ma la raccomandazione è veramente patetica, ma questa evidentemente è la considerazione che ha il Governo degli italiani all'estero.

PRESIDENTE. Dal cattivo pagatore uno prende quello che può... Prendo atto dunque che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Anna Teresa Formisano n. 9/1713/203, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Delfino n. 9/1713/204 e Mannino n. 9/1713/205, accettati dal Governo.
Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Galletti n. 9/1713/206, accettato dal Governo purché riformulato.

GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, prendo atto che il sottosegretario Vegas non ha in me la stessa stima che ha nei confronti dell'onorevole Baretta, visto che mi propone la riformulazione; egli lo fa però su un impegno che il Governo ha preso non più tardi di due giorni fa in quest'Aula. Infatti, quando il Ministro Tremonti è venuto in Aula, fra le poche cose che ha detto, una l'ha detta, ovverosia che è pronto a introdurre, nei provvedimenti che verranno presentati entro il 25 novembre, la cosiddetta IVA per cassa, cioè il pagamento dell'IVA posticipato al momento dell'incasso della fattura.
Vi ricordo anche che questa proposta era presente in tutti i programmi elettorali, dell'Unione di Centro, del Partito Democratico e del Popolo della Libertà. Si tratta di un provvedimento che costa poco, perché costa solo in termini finanziari e non prevede un esborso da parte dello Stato. Quindi, chiedo davvero al Governo di rivedere il suo parere e di accettare l'ordine del giorno così com'è. In caso contrario chiederò la votazione.

ANDREA LULLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere, se me lo permette il collega Galletti, l'ordine del giorno in esame.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, vorrei anch'io sottoscrivere questo ordine del giorno, idealmente a nome di tutto il gruppo Italia dei Valori.

Pag. 67

PIER PAOLO BARETTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA. Chiedo anch'io di aggiungere la firma sull'ordine del giorno in esame.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Galletti n. 9/1713/206, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 493
Votanti 491
Astenuti 2
Maggioranza 246
Hanno votato
234
Hanno votato
no 257).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Prendo atto che l'onorevole Ruvolo accetta la riformulazione proposta dal Governo e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1713/208, accettato dal Governo purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Tassone n. 9/1713/209, accettato dal Governo.
Prendo atto che l'onorevole Ciocchetti accetta la riformulazione proposta dal Governo e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1713/210, accettato dal Governo purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Compagnon n. 9/1713/211 e Occhiuto n. 9/1713/212, accettati dal Governo.
Chiedo all'onorevole Vietti se accetti la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1713/214.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, apprezzo la valutazione positiva che il Governo ha espresso a proposito del primo capoverso del dispositivo dell'ordine del giorno, che riguarda l'istituzione di un fondo che, con criteri oggettivi, vada incontro alle difficoltà dei comuni che, avendo una contabilità virtuosa, si trovano in difficoltà finanziarie momentanee.
Capisco l'imbarazzo del Governo rispetto al secondo capoverso del dispositivo, che contiene una valutazione politica negativa rispetto all'erogazione di fondi - chiamiamola «elemosina» o «elargizione» - ai comuni di Catania e Roma in modo, viceversa, indiscriminato.
Tuttavia, facendo prevalere la valutazione positiva dell'opportunità che l'ordine del giorno venga accolto - salvo poi che il Governo lo prenda sul serio -, proporrei al sottosegretario Vegas una riformulazione che sopprima nel secondo capoverso del dispositivo i riferimenti polemici o negativi in tal senso: «evitare nel futuro ogni intervento di ripiano finanziario urgente senza criteri di carattere generale».
Se su questa nuova formulazione il Governo volesse modificare il parere espresso, sarei disposto a non insistere per la votazione.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Se così modificato, il Governo accetta l'ordine del giorno Vietti n. 9/1713/214.

PRESIDENTE. Sta bene.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Poli n. 9/1713/215, accettato dal Governo.

NEDO LORENZO POLI. Signor Presidente, intervengo solo per esprimere una raccomandazione al Governo, dal momento che ha accettato l'ordine del giorno e, in precedenza, era stata anche presentata un'interpellanza sulla quale ancora il Ministro doveva rispondere.Pag. 68
Chiedo al Governo che gli interventi sugli studi di settore vengano posti in essere prima della scadenza dell'anno, anche al fine di permettere alle aziende di avere maggiore tranquillità nell'affrontare la chiusura dell'esercizio finanziario dell'anno in corso. Rivolgo al Governo la raccomandazione che tali interventi siano compiuti il prima possibile per risolvere questo problema, gravissimo per tutti i piccoli imprenditori.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Capitanio Santolini n. 9/1713/216, accettato dal Governo.
Chiedo all'onorevole De Micheli se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1713/217, accettato dal Governo.

PAOLA DE MICHELI. No, signor Presidente, non insisto per la votazione. Voglio ringraziare il sottosegretario Vegas per l'accoglimento dell'ordine del giorno concernente la cedolare secca per l'affitto e per segnalare all'Assemblea la sottoscrizione di questo ordine del giorno anche da parte di alcuni colleghi della maggioranza, tra i quali l'onorevole Foti, mio concittadino, e l'onorevole Mario Pepe (PdL).
Vorrei ricordare che si tratta di un'opportunità concreta di aiuto alle famiglie italiane, in particolar modo in questo momento difficile. Anche con questo ordine del giorno bipartisan vi sono le condizioni politiche per realizzare questo provvedimento. Siamo disponibili sin da subito per creare anche le condizioni economiche: infatti, signor sottosegretario, vedrà che questo provvedimento si pagherà da solo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ANTONIO PEPE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO PEPE. Signor Presidente, intervengo soltanto per sottoscrivere l'ordine del giorno De Micheli n. 9/1713/217 e per associarmi ai ringraziamenti già rivolti dalla collega nei confronti del Governo per aver accettato l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Sta bene.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Peluffo n. 9/1713/218, accettato dal Governo purché riformulato.

VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Sì, signor Presidente, accettiamo la riformulazione e ringraziamo i colleghi, a partire da quelli della Lega Nord Padania, che hanno aggiunto la loro firma.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, intervengo soltanto per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Peluffo n. 9/1713/218 e per ricordare la centralità infrastrutturale della metropoli di Milano, che è la vera questione del nord.

MASSIMO ENRICO CORSARO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, intervengo anch'io per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Peluffo n. 9/1713/218.

PRESIDENTE. Sta bene.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Verini n. 9/1713/219, accettato dal Governo.

WALTER VERINI. Prendiamo atto naturalmente con favore dell'accoglimento dell'ordine del mio giorno n. 9/1713/219, tuttavia ci permettiamo di chiedere che in sede di lettura al Senato questo impegno venga concretizzato.Pag. 69
Queste associazioni il 1o gennaio non avranno dotazione finanziaria e quindi credo che questo accoglimento non debba essere soltanto formale.

PRESIDENTE. Sta bene.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Antonino Russo n. 9/1713/220, accettato dal Governo.

ANTONINO RUSSO. No, signor Presidente, non insisto per la votazione, perché viene manifestata la volontà di affrontare e risolvere un problema che riguarda un migliaio di persone. Tuttavia, rivolgiamo noi una raccomandazione al Governo: quella di tenere conto del fatto che questi contratti scadono il 31 dicembre 2008 e sarebbe cosa buona far passare un ottimo Natale a questi lavoratori.

PRESIDENTE. Sta bene.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Agostini n. 9/1713/221, accettato dal Governo.

GIUSEPPINA SERVODIO. Signor Presidente, non insisto per la votazione, ma questa volta intervengo per esprimere al sottosegretario Vegas un apprezzamento.
Mi dispiace che qualche minuto fa l'Assemblea abbia bocciato l'ordine del giorno Bellanova n. 9/1713/178, perché con l'ordine del giorno in esame, invece, il Governo si impegna a sostenere le iniziative dell'imprenditoria femminile, in modo particolare attraverso la legge n. 215 del 1992.

ANNA TERESA FORMISANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno in esame, anche perché questo è il completamento del percorso di quello che avevamo già presentato sul provvedimento a.C. 1441-ter, impegnando il Governo a potenziare i fondi dell'imprenditoria femminile. Quindi, crediamo che questa approvazione confermi la volontà del Governo.

IDA D'IPPOLITO VITALE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IDA D'IPPOLITO VITALE. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno in esame, che in realtà ripropone una questione che in altre occasioni molte parlamentari del centrodestra hanno sollevato.
Voglio ricordare all'Assemblea che proprio ieri il World economic forum ha presentato i risultati del Gender Gap Report 2008, l'indice che misura le differenze tra i due sessi di ogni Paese. L'avanzamento dell'Italia dall'ottantaquattresimo al sessantottesimo posto in graduatoria sui 130 Paesi considerati, grazie alla maggiore presenza di donne nelle istituzioni e nella politica, Parlamento e Governo compresi, rappresenta certo una buona notizia, ma l'ottimismo viene meno quando si misura il grado di partecipazione di uomini e donne all'economia del Paese: allora, scopriamo che peggio di noi fa soltanto Malta (poche donne lavorano e ancor meno raggiungono i vertici).
Orbene, è di tutta evidenza che l'aumento dell'occupazione femminile, proprio nei luoghi e nei Paesi dove vi è minore partecipazione delle donne al mercato del lavoro - sto per concludere, signor Presidente - contribuisce alla crescita del PIL. Pertanto, nell'ottica generale di questo Governo di sostenere l'attività di impresa, si colloca opportunamente la richiesta di sostegno a quella imprenditoria femminile che, con la parziale abrogazione della legge n. 215 del 1992, ha perso uno strumento nazionale di sostegno.
Voglio in sintesi concludere sull'opportunità dell'ordine del giorno presentato ed esprimere apprezzamento per l'apertura del Governo sulla questione. Voglio ricordare che proprio nelle aree del Paese a maggior ritardo di sviluppo l'impresa rosa rappresenta il fiore all'occhiello.

Pag. 70

PRESIDENTE. Sta bene.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Andrea Orlando n. 9/1713/222, accettato dal Governo purché riformulato.

ANDREA ORLANDO. Signor Presidente, accetto la riformulazione e non insisto per la votazione. Intervengo anche per ringraziare il Governo per l'accettazione ed irritualmente anche per la riformulazione, perché fa giustizia di molti annunci propagandistici su questo tema fatti da molti esponenti delle forze di governo a livello locale.
Tuttavia, al sottosegretario Vegas vorrei chiedere se la cancellazione del termine in effetti eccessivamente stringente può essere modificata assumendo un impegno temporale diverso da quello, magari entro il prossimo anno. Infatti, se così fosse, si potrebbe dare una risposta compiuta a realtà che sono ormai ad un punto di non ritorno dal punto di vista della funzionalità e della carenza di investimenti (mi riferisco all'arsenale militare di La Spezia e di Taranto).

PIETRO FRANZOSO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIETRO FRANZOSO. Signor Presidente, intervengo solo per apporre la mia firma all'ordine del giorno Andrea Orlando n. 9/1713/222.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Marinello n. 9/1713/223 e Franzoso n. 9/1713/224, accettati dal Governo.

VINCENZO GAROFALO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VINCENZO GAROFALO. Signor Presidente, intervengo solo per apporre la mia firma all'ordine del giorno Franzoso n. 9/1713/224.

PRESIDENTE. Poiché l'ordine del giorno Colucci n. 9/1713/245, accettato dal Governo, riguarda la stessa materia, ne anticipiamo l'esame.

FRANCESCO COLUCCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO COLUCCI. Signor Presidente, l'invito che rivolgo al Governo, che nel frattempo ringrazio per aver accettato il mio ordine del giorno, è di affrontare con la massima sollecitudine le problematiche che le categorie dei ciechi e degli ipovedenti pongono all'attenzione del Governo e del Parlamento.
Evitiamo che le organizzazioni dei ciechi subiscano un trattamento discriminatorio per il nobile e notevole lavoro di assistenza e solidarietà che svolgono a favore di migliaia e migliaia di cittadini sul nostro territorio.
Comunque, ringrazio il Governo per aver accettato il mio ordine del giorno n. 9/1713/245 (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati del gruppo Lega Nord Padania).

SERGIO MICHELE PIFFARI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, intervengo per apporre la mia firma all'ordine del giorno Colucci n. 9/1713/245 e per esprimere la mia solidarietà a quei lavoratori che oggi stanno scioperando nella Valle Seriana, in provincia di Bergamo, per la difesa del loro posto di lavoro.
Ricordo che Bergamo è la quinta provincia, come entità del PIL, in Italia e che la crisi lì sta arrivando seriamente e ricadrà su parecchi territori limitrofi.

Pag. 71

PRESIDENTE. Prendo atto che hanno chiesto di apporre la propria firma all'ordine del giorno Colucci n. 9/1713/245 anche gli onorevoli Fallica e Ciccanti.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Intervengo per apporre la firma mia e, idealmente, di tutta la Lega Nord Padania all'ordine del giorno Colucci n. 9/1713/245.

IVAN ROTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IVAN ROTA. Signor Presidente, intervengo per apporre la mia firma all'ordine del giorno Colucci n. 9/1713/245.

AMEDEO CICCANTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Ciccanti, ho già fatto presente che lei vuole apporre la sua firma all'ordine del giorno Colucci n. 9/1713/245. Vuole parlare lo stesso?

AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, voglio associare tutto il gruppo dell'Unione di Centro nell'apposizione della firma all'ordine del giorno Colucci n. 9/1713/245.

PRESIDENTE. Sta bene.

GIUSEPPE PALUMBO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE PALUMBO. Signor Presidente, intervengo per apporre la mia firma all'ordine del giorno Colucci n. 9/1713/245 e parlo anche a nome degli altri componenti del gruppo Popolo della Libertà della XII Commissione (Affari sociali), che chiedono di aggiungere la loro firma.

PRESIDENTE. Le ricordo, onorevole Palumbo, che si tratta solo un gesto di natura politica. A termini di Regolamento, non si può procedere alla sottoscrizione di un ordine del giorno per gruppi.

GIUSEPPE PALUMBO. Signor Presidente, allora mi limito ad apporre solo la mia firma.

PRESIDENTE. Sta bene.
Torniamo ora all'esame dell'ordine del giorno Pezzotta n. 9/1713/225, accettato dal Governo purché riformulato.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Pezzotta n. 9/1713/225, accettato dal Governo purché riformulato.

SAVINO PEZZOTTA. Signor Presidente, accetto la riformulazione proposta dal Governo, ma voglio rivolgere qualche raccomandazione al sottosegretario Vegas e al Governo.
È stato ricordato, in qualche intervento precedente, che la realtà della provincia di Bergamo è sottoposta a una situazione di crisi del settore manifatturiero che è veramente delicata e difficile e mette in difficoltà tutta una serie di piccole e medie imprese. Vi è un problema di estensione della cassa integrazione guadagni alle aziende che non ne beneficiano e vi è l'esigenza di intervenire su settori, come quelli del tessile e dell'abbigliamento, che sono significativi per quelle realtà.
Ma il nostro è anche un campanello di allarme rispetto a ciò che può succedere, nei prossimi mesi, in questo Paese. Se una realtà manifatturiera e industriale, come quella bergamasca, è colpita così pesantemente dalla crisi, è chiaro che nei prossimi tempi avremo un'estensione di questa situazione e, pertanto, chiediamo e speriamo che il Governo metta in atto, al più presto, misure per fare in modo che gli effetti più dannosi di questa situazione siano contenuti.

ANTONIO MISIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 72

ANTONIO MISIANI. Signor Presidente, voglio esprimere solo due considerazioni. In primo luogo, rivolgo la mia solidarietà e la mia vicinanza ai lavoratori e alle lavoratrici della Valle Seriana, ma idealmente ai lavoratori di tutta Italia che stanno subendo, direttamente, le conseguenze di una pesante crisi. I numeri che registriamo sul territorio ci dicono che la situazione è peggiore di quella che ci viene raccontata dai rapporti delle organizzazioni internazionali, perché si contano a migliaia, anche nelle realtà forti, i posti di lavoro che saltano.
Questo ordine del giorno sollecita il Governo con riferimento ad un territorio, ma estendiamo idealmente l'invito a tutto il Paese. Questo è il momento di sostenere l'economia reale, le famiglie e le imprese di questo Paese di fronte alla crisi più grave che vi sia stata da molti anni a questa parte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

CAROLINA LUSSANA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, intervengono per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Pezzotta n. 9/1713/225 e per condividerne lo spirito da parte di tutti i colleghi deputati del gruppo Lega Nord. Purtroppo, il settore manifatturiero è in crisi nella provincia bergamasca così anche in altre realtà nel nord, considerate ricche fino a poco tempo fa.
Adesso queste realtà produttive, che costituiscono veramente il tessuto più vitale della nostra economia, hanno bisogno di aiuti concreti e di sostegno. Quindi ci aspettiamo un impegno forte del Governo a sostegno dei lavoratori e delle lavoratrici di queste piccole e medie imprese in crisi che devono essere sostenute ed incoraggiate (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

GIANNI FARINA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANNI FARINA. Signor Presidente, intervengo solo per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno in esame.

AMEDEO CICCANTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, intervengo per aggiungere anche la mia firma all'ordine del giorno Pezzotta n. 9/1713/225 e sottolineare la questione relativa alla crisi di alcuni settori importanti.
Oltre a quanto segnalato dal collega Pezzotta, vorrei cogliere l'occasione per segnalare al Governo la grave crisi della filiera del meccanico del sistema bianco (cioè delle lavatrici) che sta colpendo una parte delle Marche e, in particolare, il fabrianese, anch'essa ritenuta una zona ricca, ma che è costituita da un tessuto di piccole e micro imprese che vivono su questo settore.
Vorrei sottoporre al Governo l'opportunità di adottare iniziative al riguardo.

GIACOMO ANTONIO PORTAS. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIACOMO ANTONIO PORTAS. Signor Presidente, intervengo anch'io per aggiungere la mia all'ordine del giorno Pezzotta n. 9/1713/225. Ci sono ordini del giorno ed ordini del giorno, e questo lo ritengo davvero pregnante per il momento che sta vivendo la nazione.
Mi permetta di aggiungere la mia firma, così come il mio collega Farina (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

GABRIELE CIMADORO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, richiamo la sensibilità dell'Aula rispetto a questo tema che è evidenziatoPag. 73soprattutto nella nostra provincia (la provincia bergamasca) e nelle parti più produttive della provincia (quella delle valli) che stanno subendo un terremoto. Mi riferisco alle piccole e medie imprese, che sono la vera struttura portante e che hanno portato l'economia di queste valli in questi ultimi anni ai più alti livelli mondiali. Ricordiamo che la Valle Seriana era considerata la valle dell'oro, non solo in Italia, ma anche in Europa, ed oggi è in condizioni di quasi povertà.
Credo che questo appello che viene dalla provincia di Bergamo, diffuso credo anche su tutto il territorio nazionale ed evidenziato nella nostra provincia, abbia assoluta necessità di attenzione da parte di questo Governo e credo che il Governo in questo caso non si tirerà indietro (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

GIACOMO STUCCHI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, non intervengo per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Pezzotta n. 9/1713/225, anche perché l'ho già fatto un paio d'ore fa. Volevo solo evidenziare un dato meramente politico: oggi si soffre in tante realtà e in modo particolare questo ordine del giorno pone l'attenzione sull'area bergamasca e sulla Valle Seriana che stanno terminando i soldi messi a disposizione per la cassa integrazione in deroga, messi a disposizione ancora una volta dal Ministro Maroni.
Oggi si dice che è necessario avere i soldi per la cassa in deroga, ma durante i due anni del Governo Prodi nessun euro è stato investito in quello strumento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico ). Oggi si viene a fare la polemica politica chiedendo al Popolo della Libertà e alla Lega di fare quello che...

TERESA BELLANOVA. Sei un bugiardo!

GIACOMO STUCCHI. ...ha già fatto fino al 2006, e che dal 2006 al 2008 il Governo Prodi non ha fatto (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!

GABRIELLA CARLUCCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GABRIELLA CARLUCCI. Signor Presidente, vorrei aggiungere la mia firma a questo ordine del giorno e ricordare che i distretti tessili sono importanti anche in Puglia (ce n'è uno molto importante in provincia di Bari, un altro in provincia di Barletta, a Martina Franca e a Spinazzola) e in questi distretti ci sono piccole e piccolissime imprese con tanti o anche magari 25-30 addetti che soffrono di una crisi gravissima.
Pertanto, chiediamo un impegno del Governo e ricordiamo che uno degli strumenti potrebbe essere l'abbassamento dell'IVA sull'abbigliamento che è considerato tuttora un bene voluttuario (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

GREGORIO FONTANA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GREGORIO FONTANA. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma a questo ordine del giorno, perché molto spesso gli ordini del giorno vengono presentati in maniera strumentale anche in occasione dell'esame del disegno di legge finanziaria. Penso, invece, che questo ordine del giorno affronti in maniera equilibrata un problema reale e anche la risposta del Governo testimonia l'attenzione che l'Esecutivo ha per questa crisi e per questo settore che ci sta particolarmente a cuore.

GIORGIO LA MALFA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 74

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, posso richiamare molto sommessamente l'Assemblea ad un aspetto paradossale di questa discussione sull'ordine del giorno in esame? Siamo di fronte - lo dico a tutti i colleghi - ad una grande crisi economica e internazionale con riflessi molto pesanti sull'economia del nostro Paese. Che il nostro Parlamento debba distinguere la condizione della Val Brembana da quella della Val Seriana e della Val Germanasca mi sembra una manifestazione non di provincialismo, ma di inconsapevolezza della dimensione nazionale e internazionale del problema (Applausi di deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Partito Democratico e Italia dei Valori)!
Se la risposta ai problemi dell'Italia e delle valli produttive del Paese è in un ordine del giorno accettato dal Governo, cari colleghi, siamo di fronte ad una prova di irresponsabilità, non ad una prova di responsabilità nazionale (Applausi di deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Partito Democratico e Italia dei Valori)!

CLAUDIO D'AMICO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CLAUDIO D'AMICO. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma questo ordine del giorno.

VINCENZO GIBIINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VINCENZO GIBIINO. Signor Presidente, intervengo anch'io per aggiungere la mia firma a questo ordine del giorno.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, intervengo per evitare di finire forse nel ridicolo. Questo ordine del giorno, così com'è, in realtà ha poco senso o, per lo meno, è troppo limitato. Quindi, il Governo sarebbe disponibile ad accoglierlo, interpretando credo tutto il Parlamento (senza bisogno che qualcuno si alzi a dire che non mette la sua firma), se riformulato nel senso di introdurre nel dispositivo le parole: «i settori produttivi italiani». Così evitiamo il riferimento specifico a Bergamo, piuttosto che a questa o a quella valle.

PRESIDENTE. Ricordo ai colleghi che abbiamo ancora qualche voto da fare e che è convocata la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi alle 14,30.
Chiedo all'onorevole Pezzotta se accetti la riformulazione proposta dal governo.

SAVINO PEZZOTTA. Signor Presidente, accetto la riformulazione perché era nell'intento per il quale abbiamo presentato l'ordine del giorno, nel senso che volevamo dare un segnale di quello che stava succedendo in questo Paese, partendo da una realtà concreta che è tra le più industrializzate e che mostra quello che succederà.

PRESIDENTE. Sta bene. Chiedo al presentatore dell'ordine del giorno Fogliardi n. 9/1713/226 se accetti la riformulazione proposta dal Governo.

GIAMPAOLO FOGLIARDI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario Vegas anche a nome dei cofirmatari. L'auspicio è che veramente il Governo valuti la predisposizione degli interventi necessari al fine di una verifica degli studi di settore ed in modo particolare di quel meccanismo dell'inversione della prova alquanto urgente per un duplice aspetto di motivi.
Il primo, in via contingente, è necessario per affrontare, come è già stato illustrato poc'anzi, il difficile momento che molte imprese stanno attraversando. Il secondo, invece, è di più lunga strada, ma altrettanto importante affinché si possa dar luogo a quella certezza in un campoPag. 75del diritto così delicato quale quello tributario che deve essere ricondotto a quel criterio di capacità contributiva così illustrato nell'articolo 56 della Costituzione. Quindi, accetto la riformulazione.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione del suo ordine del giorno Farina Coscioni n. 9/1713/227.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Farina Coscioni n. 9/1713/227, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 451
Votanti 406
Astenuti 45
Maggioranza 204
Hanno votato
138
Hanno votato
no 268).

Prendo atto che la deputata Bernardini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che la deputata Argentin ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione del suo ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/1713/228, non accettato dal Governo.

MAURIZIO TURCO. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, signor sottosegretario la sua motivazione non regge: il parere negativo è un diritto del Governo, non c'è dubbio. Peraltro alle ore 15,30 il Consiglio dei ministri è riunito per approvare la nota di variazione al bilancio dello Stato. Credo che ci sia un profondo equivoco in quello che lei ha detto per giustificare il parere negativo. Stiamo parlando della gestione della quota annuale a diretta gestione statale. Avete appena distolto 60 milioni di euro da questa quota...

PRESIDENTE. Grazie.

MAURIZIO TURCO. Come grazie?

PRESIDENTE. Lei ha un minuto di tempo a disposizione.

MAURIZIO TURCO. Ma non mi sembra che sia uguale per tutti. Abbiamo appena sentito interventi che duravano tre minuti!

PRESIDENTE. Il tempo a disposizione non è uguale per tutti, ma i componenti del suo gruppo hanno la possibilità di parlare solo per un minuto avendo i dirigenti del gruppo raggiunto un accordo legato al fatto che avete finito i tempi. Tutto qui. Altri gruppi non li hanno finiti. Poi le ho ricordato che è anche stata convocata la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, a cui lei tiene tanto. Vorrei terminare le votazioni (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/1713/228, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 457
Votanti 351
Astenuti 106
Maggioranza 176
Hanno votato
55
Hanno votato
no 296).Pag. 76

Prendo atto che la deputata Bernardini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che la deputata D'Incecco, De Torre e Argentin hanno segnalato che avrebbero voluto astenersi.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Picchi n. 9/1713/229, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Bachelet n. 9/1713/230, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Aprea n. 9/1713/231, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bocci n. 9/1713/232, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Schirru n. 9/1713/233, accolto come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Marantelli n. 9/1713/234, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Marco Carra n. 9/1713/235, accolto come raccomandazione dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Cuomo n. 9/1713/236, non accettato dal Governo.

ANTONIO CUOMO. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO CUOMO. Signor Presidente, non posso accettare né condividere la decisione del sottosegretario, anzi in tutta sincerità la considero una provocazione, perché caro sottosegretario forse non ci siamo spiegati. Con questo ordine del giorno non le chiedevamo l'approvazione per portare a casa una misera soddisfazione, ma le volevamo dare una grande opportunità per rimediare ad una serie di errori consumati a danno del mondo agricolo. Vengo ai fatti velocemente: in questi tre mesi...

PRESIDENTE. Deve concludere.

ANTONIO CUOMO. Le chiedo due minuti.

PRESIDENTE. No, ha quasi terminato il tempo. Ha quattordici secondi, prego.

ANTONIO CUOMO. Signor Presidente, non è possibile: perdiamo tanto tempo per cose inutili e stiamo perpetrando un danno ad un settore fondamentale di questo Paese. Lei non mi può togliere la parola.

PRESIDENTE. Lo posso fare.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cuomo n. 9/1713/236, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 465
Votanti 459
Astenuti 6
Maggioranza 230
Hanno votato
197
Hanno votato
no 262).

Prendo atto che la deputata Sbai ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che i deputati Argentin e Cuperlo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere il voto e che avrebbero voluto astenersi.Pag. 77
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Sarubbi n. 9/1713/237, accolto come raccomandazione dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Laratta n. 9/1713/238, accolto come raccomandazione dal Governo.

FRANCESCO LARATTA. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LARATTA. Signor Presidente, intervengo solo per dire che non possiamo essere favorevoli all'accoglimento come raccomandazione. Con questo ordine del giorno si chiedeva al Governo, in merito al trasporto ferroviario locale, di impegnarsi per reperire le risorse necessarie per realizzare il rilancio del trasporto ferroviario, considerando la grave situazione in cui versa il trasporto locale.
Signor sottosegretario, avete tagliato 5 milioni di euro per il 2008, altrettanto farete per il 2009 e per il 2010. Nel frattempo chiedete alla BEI 15 milioni di investimento per le infrastrutture in Italia. Ma come li spenderete? È possibile che non volete prendere un impegno serio e concreto per il trasporto ferroviario in Italia che versa in una situazione grave?

PRESIDENTE. Onorevole Laratta, insiste per la votazione?

FRANCESCO LARATTA. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Laratta n. 9/1713/238, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 455
Maggioranza 228
Hanno votato
199
Hanno votato
no 256).

Prendo atto che i deputati Zinzi e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che i deputati Cuomo, Graziano, Sanga e Antonino Russo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Pistelli n. 9/1713/239 e Fioroni n. 9/1713/240, accolti come raccomandazione dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistono per la votazione dell'ordine del giorno Giacomelli n. 9/1713/241.

ANTONELLO GIACOMELLI. Signor Presidente, se non temessi di offendere lei e l'Aula, le risponderei come uno di quei concorrenti di una fortunata trasmissione preserale: «Ringrazio il dottore, rifiuto l'offerta e vado avanti». Questa aria di trattativa infastidisce su un punto: voi con la finanziaria avete decurtato le risorse per i corsi di promozione della cultura e della lingua italiana all'estero da 34 milioni a 14 milioni di euro, creando evidentemente una turbativa nelle nostre rappresentanze all'estero. L'ordine nel giorno chiede un impegno; cosa vuole che ci raccomandiamo a vicenda su questo? Credo che sia preferibile la chiarezza e, da questo punto di vista, il voto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Giacomelli n. 9/1713/241, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).Pag. 78

(Presenti 454
Votanti 453
Astenuti 1
Maggioranza 227
Hanno votato
200
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che avrebbe voluto astenersi e che il deputato Bachelet ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Consiglio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Buonanno n. 9/1713/242 e Della Vedova n. 9/1713/243, accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cesario n. 9/1713/244, accolto dal Governo come raccomandazione.

BRUNO CESARIO. Signor Presidente, apprezzo l'accoglimento come raccomandazione del Governo anche se questo ordine del giorno, che è relativo alla costruzione della Cittadella della polizia di Napoli nell'ex manifattura tabacchi, viene da lontano e ha avuto anche l'accoglimento bipartisan nella passata legislatura. Quindi, sappiamo bene quanto sia importante l'opera, considerata l'escalation della criminalità sul territorio napoletano e anche il fatto che la sua localizzazione è in un'area molto a rischio.
Abbiamo bisogno di dotare la polizia degli strumenti necessari e dei luoghi adatti a contrastare la criminalità, quindi chiedo uno sforzo ulteriore al sottosegretario, nel senso di riformulare il parere, vista l'opportunità, perché anche se è un passo in avanti...

PRESIDENTE. Altrimenti, onorevole Cesario, insiste per la votazione?

BRUNO CESARIO. No, signor Presidente. Però chiedo questo sforzo visto che nell'ordine del giorno non c'è un impegno diretto di spesa, ma è relativo ad un finanziamento...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Cesario.
Prendo atto che l'onorevole Bossa ha chiesto di sottoscrivere l'ordine del giorno Cesario n. 9/1713/244.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
Ricordo che, come è stato stabilito a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo di ieri, a partire dalle ore 15 avranno luogo le dichiarazioni di voto dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto, con ripresa televisiva diretta.

Per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 14,25).

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, intervengo per sollecitare nuovamente il Governo a fornire una risposta all'interpellanza che ho presentato sull'omicidio di Walter Tobagi.
Intervengo, altresì, per sollecitare la risposta ad un'interrogazione relativa ad un bambino rumeno, Gratian Gruia, che è stato rimpatriato dal tribunale dei minori di Roma. Ritengo che tale risposta sia urgente, anche in vista dell'incontro che si svolgerà lunedì prossimo tra i Ministri della giustizia e dell'interno italiani e i loro omologhi rumeni, proprio in materia di cooperazione per i minori abbandonati.

Sull'ordine dei lavori (ore 14,28).

MARIO PESCANTE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO PESCANTE. Signor Presidente, come molti colleghi sapranno - anche se la notizia è trapelata solo su un solo quotidiano - il Ministro degli esteri francese in visita a Washington, dichiarandoPag. 79che l'elezione di Obama rappresenta la speranza del mondo, lo ha anche definito come le plus coloré. Credo che non serva una traduzione dal francese.
Allora, affido alla Presidenza l'incarico di rappresentare alle autorità italiane, nella deprecabile eventualità che la signora Carla Bruni lasci la cittadinanza francese dopo questa dichiarazione e richieda la cittadinanza italiana, di valutare tale circostanza (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

MARIO TASSONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, pongo una questione che ho posto anche in altre occasioni sul lavoro delle Commissioni. È una questione incredibile. Ad esempio, è convocata la Commissione Affari costituzionali per rendere il parere sul decreto-legge sulla lotta alla criminalità organizzata.
Lei aveva avuto l'amabilità di dire - era lei di turno - che avrebbe raccolto (come lei ha raccolto, conoscendo la sua sensibilità) la mia sollecitazione. Non si può vivere con questo tipo di articolazione dei lavori al nostro interno. Le Commissioni, infatti, hanno semplicemente un ruolo marginale ed eventuale. Noi dobbiamo andare in commissione Affari costituzionali per dare il mandato al relatore a riferire in Aula, quindi per svolgere due minuti di riunione.
Credo di porre una questione molto forte. Certamente è importante il lavoro svolto in questi giorni, ma credo che al centro e come motore della nostra attività legislativa dovrebbero esserci le Commissioni. Sono davvero deluso e mortificato dalle gestione di questa Presidenza.

PRESIDENTE. Bisogna considerare anche la contingenza del momento della sessione di bilancio, che non ha consentito di accedere alle ipotesi che l'Ufficio di Presidenza aveva già proposto.
Sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 14,30, è ripresa alle 15,05.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Bongiorno, Boniver, Brugger, Buttiglione, Caparini, Cicchitto, Cossiga, Cota, Donadi, Alberto Giorgetti, Lo Monte, Mazzocchi, Melchiorre, Menia, Molgora, Mura, Pescante, Roccella, Soro, Stucchi, Urso e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1713)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brugger. Ne ha facoltà, per tre minuti.

SIEGFRIED BRUGGER. Signor Presidente, il disegno di legge finanziaria che il Governo ha presentato e reso praticamente immodificabile rinvia a interventi reali per l'economia che, in realtà, sono più che urgenti e dovrebbero essere immediati. Non è, infatti, pensabile che il Governo si possa fermare al principio che eventuali risorse aggiuntive nei conti pubblici debbano essere destinate (peraltro non esclusivamente) alla riduzione della pressione fiscale sulle famiglie e sui lavoratori dipendenti e pensionati. Il Governo ha annunciato e poi confermato una leggePag. 80finanziaria leggera, esclusivamente tecnica, come se nulla fosse accaduto e stia accadendo, come se non vi fosse la necessità di strutturali scelte di politica economica. Una legge finanziaria leggera, trasferita nell'economia reale, diventa così una legge finanziaria impotente.
Il Governo ha perso un'ottima opportunità per dimostrare efficienza e tempestività. Non è, infatti, pensabile ritenere che si possa affrontare la crisi finanziaria esclusivamente attraverso l'immissione di liquidità nel sistema bancario. Ciò a cui ci troviamo di fronte è l'unione della crisi finanziaria ad una fase di recessione che deprime la domanda pubblica e incide pesantemente sui redditi delle famiglie e sulla condizione delle imprese. È molto problematico che quanto più la crisi economica si aggravi e richieda un ruolo decisivo della politica, tanto più il Governo abbia escluso ogni opportunità di reale confronto parlamentare.
Come Minoranze linguistiche abbiamo presentato emendamenti di merito su punti essenziali. Il Governo ha accolto le nostre proposte in minima parte, condividendo una più equa valutazione del Patto di stabilità sostenuta, peraltro, da regioni e province autonome. Appare incomprensibile il no alle misure da noi proposte in ordine al sostegno alle famiglie, alla crescita per le donne delle opportunità di ingresso e permanenza nel mercato del lavoro e al sostegno della competitività delle piccole e medie imprese.
La crisi avanza e il Governo insegue; noi aspettiamo un Governo che incalzi. Per questa ragione, come Minoranze linguistiche esprimiamo un voto contrario sul disegno di legge finanziaria.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melchiorre. Ne ha facoltà, per tre minuti.

DANIELA MELCHIORRE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, nella giornata di lunedì abbiamo ascoltato finalmente l'intervento del Ministro Tremonti su questo disegno di legge finanziaria.
In primis il Ministro ha meritoriamente riconosciuto la gravità della situazione che sta attraversando il nostro Paese, ma ha incredibilmente rimandato a data da destinarsi le misure atte a contenere detta crisi. Questo è davvero incredibile. Infatti, non è bastato a questo Governo aver varato il corpo fondamentale della propria manovra finanziaria prima dell'estate, con una congiuntura internazionale completamente diversa da quella che stiamo vivendo nel corso di queste settimane, segnata dal ripetuto crollo delle borse d'affari internazionali; come se non bastasse, nemmeno ora ha provveduto ad un'inversione di rotta adottando i provvedimenti anticrisi necessari.
Noi Liberal Democratici abbiamo sostenuto più volte la necessità di un forte intervento sulla domanda pubblica del nostro Paese. Si tratta, infatti, di interventi a sostegno dei redditi e delle pensioni medio-basse al fine di una ripresa dei consumi, gli unici in grado di salvare le imprese da una crisi che sta già manifestando i suoi effetti nefasti sull'occupazione. Per questo, abbiamo urgenza di ammortizzatori sociali in grado di coprire dal rischio di disoccupazione tanti settori e tante categorie di lavoratori che nei prossimi mesi potranno essere colpiti duramente dalla crisi. Il rischio del passaggio da una crisi finanziaria ad una crisi reale si è ormai concretizzato e i segnali sono evidenti: la riduzione dei risparmi accumulati, la crescita dell'indebitamento da parte delle famiglie, l'inflazione più alta rispetto agli altri Paesi europei e l'inesorabile aumento di prezzi e tariffe.
A questo si aggiunga la irrisolta crisi dei mutui, che esercita una pressione insopportabile sulle famiglie italiane. Si è più volte sottolineato che lo scollamento tra tasso di policy, cioè tasso di interesse ufficiale, ed Euribor rivela, di fatto, un grave problema per chi ha contratto un mutuo: i tagli al costo del denaro operati dalla BCE, infatti, risultano annacquati, non incidendo in modo sostanziale sul costo del mutuo per le famiglie.
Inoltre, noi Liberal Democratici abbiamo esposto in quest'Aula, con grande preoccupazione, il problema relativo all'esposizione eccessiva delle casse previdenzialiPag. 81dei professionisti nell'acquisto di fondi hedge (cioè, prodotti ad alto rischio), garantiti da Lehman ed emessi da società improbabili con sede nelle isole Cayman. Ebbene, il Governo ha fatto finta di nulla e ci ha risposto dicendo che i fondi hedge sono sicurissimi, che tutto rientra nell'autonomia finanziaria degli enti in questione ed ha taciuto riguardo alle isole Cayman, parlando genericamente di Paese terzo a basso carico fiscale.
Credo che preoccuparsi di problemi come questi significhi avere a cuore l'economia reale (e non solo tagliando l'ICI o con il decreto-legge «salva-Alitalia», provvedimenti che tanto hanno pesato sulle tasche degli italiani). Con questa legge finanziaria abbiamo visto solo tagli alla scuola, alla ricerca, all'ambiente, così come alla giustizia.
Onorevoli colleghi, è stato fatto troppo poco. Gli annunci non bastano né a noi né a tutti gli italiani. Per tali motivi, esprimo il voto contrario dei Liberal Democratici. I Repubblicani voteranno a favore di questa legge finanziaria (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Liberal Democratici-Repubblicani e Misto-Movimento per l'Autonomia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Commercio. Ne ha facoltà, per sei minuti.

ROBERTO MARIO SERGIO COMMERCIO. Signor Presidente, colleghi, la nostra posizione non è solo quella che può apparire una sterile contrapposizione tra nord e sud del Paese, essendo innegabile che incentivare politiche per lo sviluppo del Mezzogiorno rappresenta, come in più d'una occasione abbiamo evidenziato, una concreta opportunità di progresso economico per l'intero Paese. Ciò non solo perché il Mezzogiorno possiede maggiore opportunità di crescita produttiva, ma perché ha le potenzialità per far crescere complessivamente il livello di competitività.
In questi giorni, si fa un gran parlare delle statistiche elaborate dall'ISTAT, in particolare sull'indice di povertà e sulle difficoltà delle famiglie. Il fenomeno monitorato al 2007 risulta grave, ma possiamo affermare, senza paura di essere smentiti, che i dati al 2008 saranno molto, molto più pesanti. Si conferma - e questo è un dato preoccupante - un'incidenza del fenomeno nel Mezzogiorno quattro volte maggiore rispetto a quella riscontrato nel resto del Paese. Nel sud è povero il 22,5 per cento delle famiglie, con una percentuale del 65 per cento sul totale, a fronte del 35 per cento sul totale delle famiglie residenti al nord.
Dall'indagine emerge anche una riacutizzazione della questione salariale, soprattutto nel Mezzogiorno: al sud, oltre la metà delle famiglie monoreddito (il 51,6 per cento) risulta esposta al rischio povertà, rispetto al 28,6 per cento del centro-nord. Altri indici presenti nel Rapporto Svimez 2008 sull'economia del Mezzogiorno dimostrano quanto si stia allargando il divario tra il nord e il sud del Paese. Infatti, i dati relativi al 2007 confermano che nel mercato del lavoro si va sempre più divaricando il livello occupazionale fra il centro-nord (ove l'occupazione aumenta) e il centro-sud (ove la crescita risulta pari a zero). In tema di infrastrutture e di mobilità, nel Mezzogiorno il divario risulta ulteriormente accentuato, con il 49,4 per cento, contro il 115,7 per cento del centro-nord.
Sono alcuni dei tanti dati, che confermano il grave gap economico e strutturale esistente tra il nord e il sud, ed è proprio per questo che non siamo più disponibili ad accettare scelte politiche che danneggiano il Mezzogiorno. Non vogliamo più accettare provvedimenti nei quali - un esempio su tutti è rappresentato dal decreto-legge riguardante l'ICI - si sottraggono, per scelte politiche che interessano l'intero Paese, risorse finanziarie destinate al Mezzogiorno, prime fra tutte, quelle destinate alla viabilità in Calabria e in Sicilia. Nel programma del Governo, sottoscritto da tutte le forze di maggioranza, al punto 5, è previsto quanto segue: noi vogliamo un piano decennale straordinario, concordato con le regioni, per il potenziamento, il completamento e la realizzazionePag. 82di infrastrutture (porti, reti stradali ed autostradali, alta capacità ferroviaria, ponte sullo Stretto), in modo da formare un sistema logistico integrato.
Tutto ciò è ribadito, peraltro, da un ordine del giorno, accolto dal Governo, che lo impegna, entro il 31 dicembre 2008, a ripristinare le risorse destinate al Mezzogiorno. Al 31 dicembre mancano 45 giorni, onorevole Ministro Tremonti: vorrà il Governo onorare questo impegno assunto? Finora i patti non sono stati rispettati. È ora di finirla con gli impegni che non vengono rispettati a spese dei cittadini del sud, è ora di finirla con questa favola del Mezzogiorno che campa sulle spalle del nord del Paese.
Ad oggi, signor Presidente, onorevoli colleghi, i fondi FAS sono dirottati, in buona misura, allo scopo di rafforzare le opere da realizzare nel nord del Paese, mentre con i FAS si finanziano spese di gestione correnti anziché politiche addizionali per lo sviluppo. L'origine stessa per cui erano nati quei fondi è stata stravolta, con il risultato che al Mezzogiorno vengono sottratte risorse indispensabili allo sviluppo. Ad oggi, ma la cifra è in continuo aumento, sulle dotazioni dei fondi FAS 2008-2011 sono stati sottratti oltre 13 miliardi di euro. Non stiamo parlando di qualche spicciolo ma di fondi importanti, che avrebbero dovuto sostenere lo sviluppo del Mezzogiorno. Né sono accettabili le osservazioni strumentali di coloro che affermano che una parte dei fondi stornati è a beneficio delle regioni meridionali (si tratta, peraltro, di una piccolissima parte). Sappiamo bene che questa pratica politica è sempre stata presente e che i fondi FAS sono stati saccheggiati anche dai precedenti Governi, i cui sostenitori, peraltro, solo adesso riscoprono improvvisamente l'esistenza di un problema Mezzogiorno. Ciò non giustifica il fatto gravissimo che si continui a operare in questo modo da parte di un Governo e di una maggioranza che si sono impegnati solennemente a sostenere lo sviluppo del sud.
Consideriamo un piccolo passo avanti l'accoglimento dell'emendamento con il quale ci si impegna a trasmettere alle competenti Commissioni parlamentari una relazione annuale, nella quale si indica l'ammontare delle risorse disponibili nel fondo da destinarsi alle aree sottosviluppate, confermando che una quota pari all'85 per cento dovrà essere utilizzata per il Mezzogiorno. Si tratta di una scelta importante, che premia la costanza e la fermezza con le quali il Movimento per l'Autonomia ha condotto la battaglia per difendere le ragioni del Mezzogiorno.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ROBERTO MARIO SERGIO COMMERCIO. Sto per concludere, signor Presidente. Voteremo favorevolmente, perché intendiamo mantenere gli impegni che abbiamo sottoscritto.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ROBERTO MARIO SERGIO COMMERCIO. Tuttavia, ancora una volta - lo ribadiamo - ricordiamo a questo Governo di onorare gli impegni sottoscritti. Abbiamo un solo vincolo: è quello con il popolo del Mezzogiorno.
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Commercio, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà, per dieci minuti.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente del Consiglio, anzi signor Presidente Videla, lei è proprio un capo di Governo modello Argentina. Lei ha umiliato e umilia ogni giorno il Parlamento con colpi di mano che violano ogni regola di democrazia parlamentare. Proprio pochi minuti fa, lei ha promosso e realizzato l'ultimo atto provocatore e promotore di una deriva antidemocratica, ovvero la nomina a presidente della Commissione di vigilanza RAI di una persona scelta dalla sua maggioranza.Pag. 83Lo dico a chi ci ascolta in diretta: questa maggioranza parlamentare ha avuto l'arroganza di scegliere anche chi deve rappresentare l'opposizione. Si tratta di un comportamento tipico, appunto, delle dittature argentine (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori e di deputati dei gruppi Partito Democratico e Unione di Centro).
Non è questo il solo trucco che è stato operato in questi giorni. Anche questa legge finanziaria 2009 viene votata con il trucco. Lo dico non tanto al Presidente del Consiglio, che non c'è, ma a chi ci ascolta. In molti casi, in questi giorni la maggioranza necessaria in Aula non c'era, in quanto molti parlamentari dello schieramento politico del Presidente del Consiglio hanno fatto come fa lui tutti giorni: non erano nemmeno presenti in Aula.
Eppure questi signori risultano aver votato, autentici imbroglioni che fanno questo per ottenere la diaria senza averne diritto, ed ancor più imbroglioni quei loro complici che hanno votato e votano tutti i giorni anche al loro posto, stravolgendo ed umiliando così, per trenta denari, il risultato democratico del voto parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Sa, signor Presidente del Consiglio che non c'è, anche per queste ragioni il bilancio dello Stato va a rotoli, come va a rotoli se accade quel che è successo ieri, quando è stato bocciato da tutta l'Assemblea, ad eccezione di Italia dei Valori che l'ha proposto, il nostro emendamento alla legge finanziaria che si prefiggeva di abolire il doppio rimborso elettorale ai partiti. Quella legge varata dalla sua maggioranza parlamentare, signor Presidente del Consiglio, con il concorso, purtroppo, di buona parte dell'opposizione, permette ai partiti di ottenere il rimborso elettorale per tutta la legislatura, anche se nel frattempo il Parlamento viene sciolto, come è avvenuto per il Governo Prodi, così che oggi ogni partito prende, ogni anno, due volte lo stesso rimborso elettorale, quello per la legislatura interrotta e quello per la nuova legislatura. Stiamo parlando di 300 milioni di euro - lo dico a chi ci ascolta - da qui al 2011: altro che bazzecole, come quei minimi aumenti che sono stati negati, con questa legge finanziaria, ai pensionati al minimo ed ai morti di fame (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!
Signor Presidente del Consiglio, se proprio aveva bisogno di soldi, invece di prenderli all'amministrazione della giustizia, come ha fatto, perché non li ha stornati dalla famigerata «legge mancia» che proprio lei e la sua maggioranza, nell'altra legislatura, avete emanato per una miriade di piccoli interventi di natura clientelare, sollecitati da questo o quel parlamentare per il proprio feudo elettorale? Anche in questo caso noi dell'Italia dei Valori abbiamo presentato un emendamento a questa legge finanziaria per recuperare circa 70 milioni di euro, ed anche in questo caso è stato bocciato. Sa, questi soldi potevano servire per comprare un po' di computer per i tribunali o per mettere un po' di benzina alle volanti e alle macchine dei carabinieri.
Insomma, signor Presidente del Consiglio che non c'è, questa legge finanziaria che lei ci ha proposto è proprio un imbroglio, ed è anche un sopruso, anzi il solito sopruso, perché ancora una volta ci è stata somministrata una pietanza bella e pronta senza alcuna possibilità, per il Parlamento, di modificarla.
A dire il vero, c'era poco da modificare in questa legge finanziaria: non ha previsto nulla per il rilancio dell'economia reale e per i bisogni dei più deboli, ha disposto solo un'infinità di proroghe di provvedimenti già presi, soprattutto dal precedente Governo. Dimenticavo, qualcosa con questa legge finanziaria è stata fatta: si è dimenticato totalmente di finanziare le infrastrutture e si sono ridotti ulteriormente gli investimenti, soprattutto quelli per l'agricoltura e per la tutela dell'ambiente.
Lei la deve smettere, signor Presidente del Consiglio che non c'è, di prendere in giro gli italiani con false promesse e bugie madornali facendo credere ciò che non è vero. Lei ed i suoi sodali di Governo ogni giorno andate in giro ad annunciare al mondo la realizzazione di grandi operePag. 84infrastrutturali faraoniche eppure, né in questa manovra, né in quella triennale di luglio è stato previsto alcun euro per investimenti infrastrutturali. La stessa legge obiettivo non prevede alcun euro, né per quest'anno, né per gli anni successivi. Avete utilizzato quei fondi per coprire l'ICI, e quindi avete ridotto i fondi per le infrastrutture, non li avete aumentati.
Con quali soldi, allora, volete far credere di realizzare grandi opere come la TAV o addirittura il ponte sullo Stretto, mentre ci sono tante cose più urgenti da fare, come il terzo valico, e, soprattutto, con quali soldi, dopo che li avete stornati, pensate di realizzare la Pedemontana, la Brebemi, la TEN, la Valsugana, la Val Trompia, le tangenziali di Varese e di Como (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori), per le quali pure avevamo completato l'iter procedurale e che pure avevano trovato le loro risorse nelle nostre leggi finanziarie? E l'Expo 2015 con che lo facciamo? Con quali soldi? E tutte le strade provinciali interne del sud d'Italia i cui fondi avete stornato per l'ICI, con quali soldi le facciamo? Non ci racconti, signor Presidente del Consiglio, che le farete col prestito BEI: è solo una dichiarazione di intenti che non si può tramutare in alcun prestito se non viene previsto, come non è stato previsto in questa legge finanziaria, l'ammortamento delle rate di mutuo.
Certo, avete detto che al prossimo CIPE approverete interventi per 15-16 miliardi, ma anche questa è un'altra truffa, è un altro imbroglio colossale: le opere che dite di voler realizzare con il prossimo CIPE già sono state approvate, gli investimenti già sono stati previsti, le risorse sono già state stanziate nei CIPE precedenti.
Voi fate il gioco delle tre carte: prendete i soldi che abbiamo stanziato noi, rifate le cose che abbiamo fatto noi e dite che le avete fatte voi. Dalle mie parti si dice che fate come la mosca cavallina, che si mette sulla groppa del mulo, si fa portare a destinazione e poi, all'ultimo minuto, vola via e fa finta di arrivare prima. Truccatori, imbroglioni, succhiatori di sangue!
Lei, signor Presidente del Consiglio, ha detto sin dal primo giorno bugie madornali e falsità colossali, anche con riferimento alla vicenda Alitalia. Aveva detto di avere a portata di mano, come compratori, un gruppo di ardimentosi patrioti italiani, e invece la compagnia è fallita. Lei ha affermato di avere italiani pronti a comprarla, e invece aveva solo un manipolo di amici suoi, per lo più incalliti e recidivi speculatori finanziari, che hanno comprato, con quattro soldi, tutte le poste attive della compagnia, mentre i debiti e le passività, compresi i 300 milioni di prestito-ponte che oggi dovrebbe pagare la vecchia compagnia - e quindi noi - devono pagarli tutti i cittadini italiani. Noi crediamo che tutto ciò sia una volgarità e una menzogna, di cui è bene che il Paese venga a conoscenza. Lei sta criminalizzando i lavoratori di Alitalia semplicemente perché alcuni di loro chiedono di non essere mandati a casa, solo perché si tratta di donne in gravidanza o perché hanno bambini piccoli o sono portatori di handicap. Questa è un'altra delle ingiustizie sociali che il Governo sta portando avanti (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Lei sa perché Alitalia è stata valutata così poco? Sì che lo sa, sono tutti amici suoi! Perché chi doveva stimare il valore di Alitalia, la Banca Leonardo, ha come socio amministratore anche i soci amministratori di CAI, ossia proprio la società acquirente. Insomma, se la sono valutata e se la sono comprata, al prezzo che hanno voluto loro, mentre lei è rimasto a guardare. Non so se è stato solo a guardare, in verità, perché poi queste società fanno tutte capo a Mediobanca, dentro la quale lei ci sta alla grande, sia con le sue società sia con la sua famiglia.
Insomma, a me pare che, anche in questo caso, ossia nella vicenda Alitalia, un altro grande conflitto di interessi la avvolga, come in tante altre vicende della politica e dell'imprenditoria italiana. In definitiva, signor Presidente del Consiglio, lei sta facendo proprio quel che direbbe Crozza: piano piano, poco poco, sta togliendo ai poveri per dare ai ricchi ePag. 85questa legge finanziaria, unitamente alla precedente manovra triennale, lo dimostra.
Proprio ieri, il Ministro dell'economia e delle finanze Tremonti ha annunciato che, in caso di fallimento, i manager devono andare a casa o in galera. Ma non dite bugie. Voi avete presentato una proposta di legge parlamentare in cui prevedete ancora una volta la norma salva-manager, che ancora una volta andrà a favore dei bancarottieri di Cirio, Parmalat e Giacomelli (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). E voi? Questo è il suo modo di governare, signor Presidente del Consiglio: una continua prevaricazione e provocazione.
Per questo motivo, dopo che ha messo il bavaglio sull'informazione ed ha umiliato il Parlamento, non si aspetti da noi il voto per l'approvazione di questo disegno di legge finanziaria. Noi le neghiamo tutto questo, perché riteniamo che lei, signor Presidente del Consiglio, debba scendere giù dal pero. L'Italia non è una sua creatura, né un giocattolo con il quale fare ciò che vuole.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ANTONIO DI PIETRO. Nel nostro Paese vi sono milioni di cittadini che stanno morendo, perché non hanno lavoro e non hanno da mangiare. Concludo: signor Presidente del Consiglio, in queste condizioni lei non può continuare a comportarsi come quella caricatura di Hitler che tanto interpretava Chaplin, quando lo raffigurava tutto intento a giocherellare con il mappamondo, come se fosse una palla da gioco. Lei non può continuare a giocare con la pelle degli italiani...

PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, il tempo a sua disposizione è terminato.

ANTONIO DI PIETRO. ...illudendoli ogni giorno che tutto va bene, mentre il Paese va in fiamme (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Casini. Ne ha facoltà.

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il disegno di legge finanziaria in esame trae origine, come i cittadini sanno, dal decreto-legge n. 112 approvato a fine luglio 2008. Il Ministro dell'economia e delle finanze e il Presidente del Consiglio si vantarono che questo provvedimento fosse stato approvato in nove minuti.
Credo che il tempo, di per sé, possa essere anche sintomo di virtuosità, ma in questo caso penso che, se si fosse dedicato un po' di tempo in più, non si sarebbe sbagliato, perché a settembre questa finanziaria, che ricalca esattamente quel decreto-legge approvato in nove minuti, è una finanziaria che non c'è.
È una finanziaria su cui noi oggi siamo costretti a esprimerci, ma che affronta i problemi dell'Italia senza tenere presente lo tsunami finanziario ed economico che è capitato negli ultimi due mesi.
Tutto questo non figura nella legge finanziaria. La legge finanziaria di fatto è datata luglio. La legge finanziaria che oggi approviamo con il nostro voto convintamente contrario si limita a descrivere un Paese in condizioni di normalità, come se non fosse capitato tutto quello che tutti i cittadini italiani e del mondo sanno. È una legge finanziaria che rende operativi i tagli lineari sulla scuola, sull'università, sui comuni, sulla sicurezza. Cari colleghi, consentitemi di aprire una parentesi sulla sicurezza. Il Governo Prodi aveva destinato 990 milioni per i contratti della polizia di Stato. Mi ricordo che io e l'onorevole Gasparri, in quella circostanza, marciammo con i sindacati di polizia contro il Governo Prodi. I sindacati di polizia definirono quei provvedimenti insultanti per la polizia di Stato. Ai contratti si dedicavano 990 milioni, oggi il Governo Berlusconi destina per questi contratti 560 milioni. Io ho appena avuto un incontro - con i miei colleghi, con l'onorevole Cesa e gli altri, con coloro che hanno parlato nella discussione sulle linee generali, Ciccanti,Pag. 86Capitanio Santolini, Pezzotta e gli altri - con questi sindacati, di tutti gli orientamenti politici, anche dell'UGL.
Ebbene, si sono tagliati 16 milioni per l'ordine pubblico, 15 milioni per gli straordinari, 4 milioni per la pulizia e le ristrutturazioni delle caserme. Due milioni sono stati tagliati addirittura per le trasferte in esecuzione di espulsioni degli extracomunitari. Si continua a dire, onorevoli colleghi, che si stanno espellendo più extracomunitari, ma noi sappiamo che a Lampedusa non sono mai arrivati tanti extracomunitari come negli ultimi tempi (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori).
Poi, come se non bastasse, si sono prese di mira delle categorie. I ciechi sono una categoria presa di mira, con una sorta di insulto, perché le risorse destinate alla cecità in questa legge finanziaria erano briciole. Dunque, questa legge finanziaria è stata fatta da grande scienziati, che si eccitano nel dialogo giornalistico. Onorevoli colleghi del Popolo della Libertà, sono gli stessi che in questa legge finanziaria hanno pubblicizzato come grande conquista della politica italiana la Robin Hood tax, perché bisognava togliere gli extraprofitti alle banche. Oggi, lo stesso Governo che presenta questa legge finanziaria mette i soldi pubblici nelle banche, per far capire quanto sia stata preveggente questa legge finanziaria (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori).
Le famiglie sotto soglia di povertà da 2 milioni e mezzo sono passate a 7 milioni e mezzo, la produzione industriale su base annua cala del 7 per cento. Dove sono le risorse per la famiglia e per l'impresa in questa legge finanziaria? Ci è stato dato un contentino (lo dico ai cittadini italiani): è stato approvato, su iniziativa dell'onorevole Galletti e degli altri miei colleghi, un emendamento all'articolo 1, che destina alle famiglie, se saranno disponibili, maggiori risorse nel corso del 2009.
Vorrei farvi notare che certamente l'affermazione di principio ci piace, ma qualche italiano è così sprovveduto da pensare che ci saranno maggiori risorse aggiuntive nel 2009? È chiaro che questa è una risposta di sordità apparentemente disponibile, ma concretamente di sordità, perché nessun italiano, nemmeno il più ottimista, può pensare che ci saranno risorse aggiuntive. In campagna elettorale, avete parlato di quoziente familiare, ma se non ci sono i soldi - vi può dire qualcuno - come fa l'onorevole Casini a chiedere soldi per il quoziente familiare?
Ebbene, onorevoli colleghi, l'ICI era stata già tolta per i redditi bassi dal precedente Governo e sono ben contento - forse sono uno di quelli che potrà usufruirne - che anche i redditi medio alti possano non avere l'ICI sulla prima casa. Ma quando si tratta di stabilire delle scelte prioritarie si parte dalle priorità: non ho paura di affermare che la mia priorità sono le famiglie numerose, quelle persone nella fascia di povertà e con pensioni sociali che non hanno il problema dell'ICI sulla prima casa, soprattutto quando i redditi sono medio alti. Si sono trovati i finanziamenti per coprire l'ICI, che sono stati tolti ai comuni in nome del federalismo; si sono trovati 300 milioni per l'Alitalia; si sono trovati i 500 milioni per Roma; si sono trovati - onorevoli colleghi della Lega - i 140 milioni per Catania; ma le nostre proposte sulla famiglia sono state, di fatto, dimenticate dal Governo. Oggi il Governo annuncia che presenterà un provvedimento successivo. Pensavamo che potesse bastare un emendamento alla legge finanziaria e che non vi sarebbe stato bisogno di un provvedimento successivo. Il Presidente del Consiglio si lamenta delle lungaggini parlamentari, ma perché non ha approfittato di un suo parlamentare per presentare una proposta per le famiglie affinché si approvassero in questa sede quelle risorse per le famiglie che tutti noi, a parole, diciamo di volere?
Per le piccole e medie imprese, avevamo proposto la detassazione degli utili reinvestiti nelle aziende, più credito, e tassi più vantaggiosi. Inoltre, il nostro partito, l'Unione di Centro, aveva chiesto di posticipare il pagamento dell'IVA al momento dell'incasso delle fatture perPag. 87dare più liquidità al sistema. Finalmente ho visto in una conferenza stampa alla televisione il Presidente del Consiglio affermare la stessa cosa. Mi sono detto: finalmente il Presidente del Consiglio ascolta una nostra proposta, ma, evidentemente, ero io che mi sbagliavo ed i giornalisti che falsificavano - anche se a dire il vero vi era la diretta televisiva -, perché questa mattina un ordine del giorno da noi presentato su questo tema è stato respinto con i vostri voti, con i voti del Popolo della Libertà (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro e di deputati del gruppo Partito Democratico) - Ebbene amici, qui qualcosa non torna. Siamo profondamente insoddisfatti di questa legge finanziaria. Si tratta di una legge finanziaria che non c'è e che non tiene presente in alcun modo quello che sta capitando nell'economia del mondo; una legge finanziaria che, come ho potuto constatare ieri in una visita all'Università la Sapienza e nelle visite e negli incontri che ciascuno di noi ha con gli studenti, toglie risorse al futuro dei nostri figli. Si dice che ci vuole il grembiule, il voto in condotta e il voto nella scuola. Io come genitore sono per il grembiule, per il voto in condotta, per il voto, perché credo che sia giusto che il giudizio si trasformi in voto; sono per valorizzare le università meritevoli, per chiudere i corsi di laurea inutili, per dire «no» alle baronie universitarie, ma, onorevole colleghi, cosa c'entra tutto questo con un taglio indiscriminato all'università e alla scuola da cui vengono penalizzati i meritevoli, e gli immeritevoli, messi tutti in un calderone unificato (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori)? Non ci siamo, ci dispiace, ma mai, come oggi, capiamo le ragioni di un «no» che esprimiamo in piena libertà e in piena conoscenza (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori-Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bitonci. Ne ha facoltà.

MASSIMO BITONCI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, voglio, innanzitutto, sottolineare il lavoro e l'impegno dei colleghi della Commissione bilancio, la competenza dei relatori e del sottosegretario Vegas - che ringrazio -, e il fondamentale ruolo svolto dal presidente Giorgetti che con decisione e autorevolezza ha fatto sì che il Governo non imponesse la fiducia sul provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), lasciando il dovuto spazio democratico alla trattazione della legge di bilancio e della legge finanziaria in Aula.
Trattazione che ha visto l'accoglimento di alcune richieste, già esaminate in Commissione, sui temi degli ammortizzatori sociali e l'aumento del Fondo per la cassa integrazione straordinaria da 450 a 600 milioni di euro.
Sono previsti ammortizzatori sociali anche per i lavoratori aeroportuali (si tratta di 20 milioni per il 2009), maggiori contributi per la specificità delle forze armate, l'aumento dello stanziamento per i servizi d'informazione e la sicurezza, e inoltre il Patto di stabilità, nettamente migliorato, è a favore degli oltre 8 mila comuni d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Le novità introdotte in tema di patto di stabilità riguardano l'esclusione di alcune entrate e spese dai vincoli del suddetto patto come, ad esempio, le maggiori spese per i rinnovi contrattuali, nel caso delle spese sostenute in seguito a dichiarazione dello stato di emergenza per le calamità naturali, o nel caso di cessione di azioni, quote, o distribuzione di dividendi di società operanti nel settore dei servizi pubblici locali. Anche le risorse relative alla vendita del patrimonio immobiliare non sono conteggiate nella base assunta nel 2007, se destinate alla realizzazione di investimenti o alla riduzione del debito. Il mancato rispetto del Patto di stabilità, contrariamente a quanto accadeva in passato, viene sanzionato in maniera proporzionale all'eventuale sfondamento del patto stesso.
Infine, i comuni che hanno rispettato il patto per il triennio 2005-2007 e hanno impegnato le spese per il 2008 per unPag. 88ammontare non superiore a quello medio corrispondente del triennio, in caso di mancato rispetto del patto, non verranno penalizzati. Signor Presidente, signor sottosegretario, Ministro, il rispetto del Patto di stabilità europeo non può diventare un freno per l'economia reale e per la crescita (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania); non può rappresentare il blocco dei comuni. I sindaci devono poter pagare gli impegni già assunti. Ricordo che gli 8 mila comuni d'Italia sono gli unici enti che producono un avanzo positivo, hanno spese limitate e controllate, risorse insufficienti, svolgono un ruolo fondamentale di supplenza nei confronti dello Stato, fanno già una politica keynesiana di sostegno all'economia, realizzano opere pubbliche, scuole, impianti sportivi, caserme, e - ripeto - la maggior parte di questi sono enti virtuosi. Se dobbiamo colpire qualcuno, facciamo rispettare rigidamente il patto a quelle regioni del sud (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) come la regione siciliana che ha 20 mila dipendenti a carico; facciamolo rispettare a chi assorbe tutte le risorse ed i risparmi dei nostri cittadini. Bisogna ricordare che questo anno affrontiamo la legge finanziaria e di bilancio in modo completamente innovativo rispetto al passato. Nel nostro caso il DPEF 2009-2013 è stato approvato dal Consiglio dei ministri contestualmente al decreto-legge n. 112 del 2008, volto a dare attuazione, assieme ad altri provvedimenti, allo stesso DPEF, che, in particolare, fissa all'articolo 1 il livello di indebitamento netto e il rapporto tra debito pubblico e PIL da conseguire nel triennio. La manovra di bilancio si completa con i suddetti disegni di legge, già approvati alla Camera ed ora all'esame del Senato: il disegno di legge A.C. 1441-bis, che reca disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria; il disegno di legge A.C. 1441-ter, che reca disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia nucleare; il disegno di legge A.C. 1441-quater, concernente la delega al Governo in materia di lavori usuranti e di riorganizzazione di enti, misure contro il lavoro sommerso e norme in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro.
La manovra economica per la prima volta è stata approvata prima dell'estate. Si tratta di una strategia finalizzata al raggiungimento di quattro obiettivi principali: riduzione del costo della macchina statale (una riduzione quindi del carico complessivo dello Stato e senza prevedere un aumento della tassazione); l'efficientamento della pubblica amministrazione, con un vero e proprio piano di sviluppo industriale, con uno Stato più vicino alla gente che non spreca risorse nel garantire i servizi; ridurre la burocrazia, tagliando leggi e norme non essenziali e migliorando la semplificazione; reindirizzare l'economia verso lo sviluppo economico, con il sostegno alle nostre imprese e su questo ambito l'azione si svilupperà dal nucleare allo sviluppo delle reti informatiche e infrastrutturali nonché tramite un piano casa per le famiglie e una migliore allocazione dei fondi per lo sviluppo al sud del Paese. Per la prima volta, il contenuto della legge finanziaria è stato ridotto al minimo essenziale, escludendo dal contenuto le disposizioni finalizzate direttamente al sostegno o al rilancio dell'economia, oltre a quelle di carattere microsettoriale e localistico, eliminando quindi norme estranee al contenuto proprio della legge finanziaria, norme che in passato moltiplicavano in modo esponenziale il numero degli articoli.
La Nota di aggiornamento al DPEF rivede al ribasso di 0,4 per cento le stime di crescita del PIL 2008, portandola allo 0,1 per cento rispetto allo 0,5 fissato nel DPEF di giugno. Anche per l'anno 2009 il presunto tasso di crescita dello 0,9 per cento è rivisto allo 0,5 per cento.
Nonostante l'ulteriore deterioramento della congiuntura internazionale causato dall'acuirsi della crisi dei mercati finanziari internazionali, il Governo conferma l'obiettivo di indebitamento netto al 2,5 per cento per il 2008. Per gli anni successivi, si prevede un leggero ritocco chePag. 89non dovrebbe comunque compromettere il pareggio di bilancio entro il 2011. Il bilancio prevede entrate finali per 464 mila milioni di euro. Le spese finali ammontano a 517 mila milioni. Il saldo netto da finanziare corrisponde alla differenza tra entrate finali e spese finali ed è pari a 33.496 milioni di euro. Per quanto riguarda le spese finali, la riduzione è quasi interamente imputabile al forte decremento delle spese in conto capitale, per 15 mila milioni di euro, e al contenimento della spesa corrente per 477 milioni.
Quindi, l'anticipazione della manovra triennale, con il decreto-legge 25 giugno 2008 n. 112, l'indicazione delle risorse rese disponibili per il triennio 2009-2011 e i tagli della spesa corrente programmati hanno consentito a tutta la pubblica amministrazione di attenersi ad una politica di rigore che si è dimostrata da subito tempestiva, alla luce delle peggiorate condizioni delle previsioni macroeconomiche di cui il Governo ha dovuto prendere atto con la Nota di aggiornamento al DPEF del 23 settembre 2008. La rigorosità di questa finanziaria non deve far dimenticare che i conti pubblici devono rimanere sotto controllo: ricordo che la prima volta la manovra triennale contenuta nel decreto-legge n. 112 del 2008 consentirà nel triennio di reperire risorse per 36 miliardi di euro, di cui ben 30 con un serio e rigoroso contenimento della spesa.
Lo strumento alternativo all'aumento della pressione fiscale diventa la riduzione della spesa primaria e comporterà che l'incidenza della spesa sul PIL passerà dal 40 per cento del 2008 al 38 per cento nel 2013, allineandosi in questo modo ai valori degli altri Paesi dell'Unione europea.
Come tutti ben sappiamo, la legge finanziaria risente della crisi economica internazionale: la crisi dei mercati in atto, la diminuzione dei corsi azionari, la minaccia della stagnazione sono la conseguenza di una profonda crisi del sistema capitalistico occidentale. Il sistema bancario, dal canto suo, non deve far mancare il credito alle aziende. È un aspetto fondamentale: le banche non possono non erogare sufficiente supporto. La stretta creditizia è un pericoloso segnale e le scelte si fanno sulle aspettative (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Il tonfo delle Borse deriva dalla crisi dei mutui americani: non solo, il mondo finanziario ha messo a nudo tutte le sue debolezze. Una crisi economica determinata da una crisi del capitalismo e del sistema occidentale: risulta necessario creare un sistema di controllo del mercato finanziario ed evitare che sia il mondo finanziario a controllare il mondo intero. La forte anomalia è evidente.

PRESIDENTE. La invito a concludere, onorevole Bitonci.

MASSIMO BITONCI. Il tasso Euribor rimane sopra il 4 per cento, quando la BCE ha tagliato di mezzo punto il tasso di interesse sino alla 3,25 per cento: vuol dire che le banche non si fidano del denaro e allora la BCE deve osare di più, deve spingere di più sulla politica monetaria, deve tagliare ulteriormente i tassi di interesse, come ha fatto la Federal Reserve. Su tale aspetto e sulla politica economica monetaria europea, in risposta alla crisi, ci deve far riflettere sul ruolo e sugli obiettivi della Banca centrale.
Se parliamo di crisi delle nostre aziende più evidente ancora è la mancanza di una gestione europea efficace nella tutela di alcuni comparti produttivi che si sono rivelati particolarmente fragili a causa dell'esposizione alla concorrenza internazionale (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). L'Europa deve farsi portavoce delle esigenze di liberalizzare il commercio solo laddove vi siano garanzie di tutela della proprietà intellettuale.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Bitonci.

MASSIMO BITONCI. In conclusione, la manovra di bilancio e le azioni messe in atto rappresentano una manovra seria e rigorosa in attesa di importanti provvedimenti del Governo a sostegno dell'economia reale, a favore delle imprese: dalPag. 90versamento dell'IVA per le aziende all'atto del pagamento, ad un piano di investimenti per una politica dell'offerta e della domanda e per il sostegno alle fasce più deboli della popolazione...

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Bitonci.

MASSIMO BITONCI. ...in attesa di quell'importante riforma che sarà la chiave di svolta del sistema Italia, per un fisco più equo e favorevole, per una maggiore trasparenza della spesa e un maggiore controllo da parte dei cittadini, in attesa del federalismo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Congratulazioni).
Signor Presidente, chiedo, infine, che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Bitonci, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sereni. Ne ha facoltà.

MARINA SERENI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, poche ore fa, con il voto sulla presidenza della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi si è consumato uno strappo gravissimo nelle relazioni tra maggioranza ed opposizione; uno strappo - ve lo diciamo - che non rimarrà senza conseguenze nel lavoro parlamentare che ci attende (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori). Non esiste una democrazia in cui la maggioranza si arroghi il diritto di scegliere gli esponenti dell'opposizione.
Tuttavia, vogliamo oggi restare al merito. Il voto del gruppo del Partito Democratico su questa vostra finanziaria non può che essere negativo. Tanto grande è la crisi economica e sociale che il nostro Paese sta vivendo, tanto piccola la risposta che questa legge finanziaria propone. Ci si è detto che bisogna tenere i conti pubblici in ordine: giusto. Quando è toccato a noi governare, abbiamo fatto del risanamento della finanza pubblica una delle nostre priorità, ma oggi siamo di fronte ad una vera emergenza, che non si può liquidare burocraticamente: le famiglie non ce la fanno ad andare avanti, i lavoratori precari diventano disoccupati, aumenta la cassa integrazione, le imprese subiscono gli effetti del terremoto che ha colpito i mercati finanziari. Vi è paura e sfiducia ed è compito della politica dare risposte concrete, immediate. Lo ripeteremo fino alla noia: è urgente alleggerire le tasse sui redditi da lavoro e da pensione, a partire dai più bassi. È una misura di equità sociale, perché aiuta i ceti più colpiti dalla crisi ed è una misura che sostiene l'economia, perché serve a far ripartire i consumi. È urgente aiutare le imprese a resistere di fronte alla crisi internazionale. Quando affronteremo i provvedimenti sulle banche, vi proporremo con forza di condizionare l'aiuto dello Stato alla garanzia che il credito, in favore delle imprese e delle famiglie, non venga ridotto. Ci si è detto che non vi sono i soldi; permetteteci di farvi una domanda: ma se è così, non credete che sarebbe stato meglio non ostacolare la proposta di acquisto di Alitalia da parte di Air France e risparmiare oltre 3 miliardi di euro (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)?
In questi giorni una protesta selvaggia e corporativa sta creando enormi disagi negli aeroporti italiani. Abbiamo nettamente preso le distanze da queste forme di lotta, ma ciò non può nascondere la debolezza di quella che voi avete enfaticamente presentato come la soluzione del problema Alitalia. È urgente uscire dal caos, è urgente trovare un partner straniero. Sarebbe onesto, da parte vostra, ammettere che avete sbagliato a far saltare l'accordo con Air France e che ora il prezzo lo pagano tutti gli italiani. Non ci sono i soldi, dite. Ma allora, invece di tagliare le spese sociali dei comuni, non sarebbe stato meglio magari rinviare l'abolizione dell'ICI sulla prima casa dei piùPag. 91ricchi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Avete buttato lì altri 3 miliardi di euro ed oggi siete costretti a dire che non vi sono i soldi per i libri di testo dei bambini non vedenti o per gli insegnanti specializzati nella lingua dei segni dei bambini sordi.
Dite almeno, oggi, che col senno del poi avreste fatto diversamente. Al Paese servono scelte meno propagandistiche e più efficaci: qualificazione della spesa pubblica, eliminazione degli sprechi, lotta all'evasione fiscale sono essenziali per reperire nuove risorse per lo sviluppo. Ma voi avete imboccato un'altra strada: tagli indiscriminati e meno rigore sul terreno della fedeltà fiscale. Ecco perché i vostri tagli sono iniqui, pericolosi ed irrealistici: iniqui perché colpiscono i più deboli nella società, pericolosi perché toccano settori strategici per lo sviluppo (come l'istruzione, la ricerca e gli investimenti per le infrastrutture e l'ambiente); irrealistici perché è fin troppo facile prevedere che non riuscirete a mantenere le riduzioni della spesa corrente senza vere riforme. Il nostro giudizio su questa legge finanziaria è molto severo, per ciò che c'è, ma soprattutto per ciò che non c'è.
Parliamoci chiaro. Oggi sui giornali dite che tra qualche settimana varerete un provvedimento a sostegno dei redditi più bassi. Se, come sembra, sarà un contributo una tantum certo non potrà essere sufficiente. Ma vi domandiamo, ancora: se riconoscete l'emergenza, perché aspettare? Se li potete trovare tra una settimana i soldi, perché non era possibile trovarli una settimana fa, quando avete respinto ogni nostra proposta in questo senso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?
In questa finanziaria la vita reale delle persone, delle famiglie e delle imprese non è presente. Soltanto la nostra caparbietà e la nostra determinazione hanno fatto sì che si aumentasse il Fondo per gli ammortizzatori sociali, estendendolo ai lavoratori precari, che si introducesse qualche piccola correzione al Patto di stabilità per i comuni e che si approvasse una norma-manifesto che impegna il Governo, voi, ad usare eventuali risorse aggiuntive per sostenere stipendi e pensioni.
Vi siete vantati di aver varato una legge finanziaria in nove minuti e mezzo, ma se è una legge sbagliata e inutile non era meglio pensarci un po' di più? Non avete voluto ascoltare l'opposizione ma, in realtà, non avete voluto ascoltare neppure la vostra maggioranza. Il Paese reale pretende risposte. Ora la luna di miele è davvero finita. Correggete la direzione, cambiate strada. Soltanto gli sciocchi non cambiano mai idea.
La crisi economica è gravissima e la recessione sarà lunga. Il Governo, fin qui, non è stato all'altezza della drammaticità della situazione che abbiamo di fronte. Servirebbe una grande capacità di dialogo con le forze sociali ed economiche. Per noi l'unità delle forze del mondo del lavoro è un bene in sé, tanto più per fronteggiare un momento così difficile sul piano economico e sociale. Chi, oggi, prova a dividere i lavoratori e le loro organizzazioni commette un errore enorme: giovani e anziani, donne e uomini, nord e sud. Questo Paese si salva e si può rimettere in moto se vi è una politica che unisce, se vi è una classe dirigente che si assume la responsabilità di costruire una visione comune, un progetto, se si fanno le riforme necessarie a far funzionare meglio le cose. Servirebbe un grande patto tra produttori, tra lavoratori e imprese per la crescita e la modernizzazione dell'Italia e servirebbe un Governo che punti a costruire questo patto, che sappia unire le forze vitali del Paese anziché giocare la partita, tutta politica, della divisione tra i sindacati.
Abbiamo detto più volte - e lo ribadiamo - che il Partito Democratico è pronto a dare il suo contributo in termini di proposte. Di fronte ad un'emergenza senza precedenti servirebbe, però, un Governo più attento alla funzione del Parlamento. Abbiamo contrastato - noi, l'opposizione - con fermezza, nei giorni scorsi, la tentazione di ricorrere ad un nuovo voto di fiducia. Sarebbe stata un'ennesima e inutile forzatura delle regole delPag. 92normale rapporto tra Governo e Parlamento, come ha ritenuto di sottolineare lo stesso Presidente della Camera.
Servirebbe un Governo disposto ad un confronto diverso con l'opposizione. Non più insulti, polemiche quotidiane e provocazioni che ancora, come ho ricordato all'inizio del mio intervento, solo poche ore fa si sono consumate. Servirebbe, più in generale, un Governo meno attento ai sondaggi, ai titoli dei giornali e dei telegiornali e più attento alle persone in carne ed ossa, ai loro problemi e alle loro necessità. Se non ci penserete voi ci penseremo noi a loro (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e Unione di Centro - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corsaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, l'esigenza di semplificazione e di sburocratizzazione della pubblica amministrazione, di abbreviazione della distanza tra le istituzioni e i cittadini, di semplificazione, anche nelle procedure e nei riti della politica, è una delle necessità più fortemente avvertite dai cittadini italiani. Allo stesso modo, in particolare con l'avvio di questa legislatura, un aspetto fortemente dibattuto all'interno di questa Camera parlamentare è stato il ruolo e l'importanza della prassi parlamentare.
Pertanto, voglio iniziare questo mio intervento semplicemente con la citazione di qualche numero che, essendo tale, è inconfutabile. Era dal 2002 che il Parlamento non era chiamato ad approvare una legge finanziaria senza la posizione del voto di fiducia. In particolare, negli ultimi due anni, quelli caratterizzati dal Governo Prodi, che doveva costruire delle leggi finanziarie che non avevano alcuna logica di sviluppo, alcuna dimensione economica, ma che cercavano solamente di mettere insieme tutto e il contrario di tutto per raffazzonare di qua e di là i voti necessari per sopravvivere, abbiamo assistito alla presentazione di una legge finanziaria 2007 che è stata votata con la fiducia, con la composizione di un articolo, in cui erano inseriti 1364 commi (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà ). La legge finanziaria del 2008 era composta da tre articoli con 1193 commi ed approvata con la posizione del voto di fiducia. Oggi la Camera dei deputati è chiamata a votare, dopo aver discusso per quattro giorni, senza apposizione di voto di fiducia, una finanziaria costituita da tre articoli e 45 commi. Basterebbe questo per spiegare agli italiani qual è vento di moderna trasformazione che ha portato questa legislatura (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà ). Di questo, in particolare, il Popolo del Libertà vuole ringraziare proprio lei, onorevole Presidente Fini, per avere voluto e saputo, con tempestività, con puntualità, ma anche con l'autorevolezza che le appartiene, segnalare l'esigenza di dare riscontro alla necessità della dignità del dibattito e del ruolo parlamentare, così come pure vogliamo ringraziare il Governo e, in particolare, il Ministro Tremonti per aver compreso che sarà il Governo ad uscire rafforzato dall'approvazione di questa finanziaria all'indomani di un importante dibattito che si è svolto in questi giorni all'interno di quest'Aula.
È una finanziaria, come è stato detto anche negli interventi che mi hanno preceduto, che fa parte di un sistema più complesso che ha visto l'Italia, prima degli altri Paesi della Comunità europea, affrontare per le corna una crisi che altri non avevano avvertito come imminente e che ci ha consentito, con la manovra della scorsa estate, di cominciare a mettere mano alla finanza pubblica, al contenimento della spesa, a una pianificazione triennale dei costi e degli impegni dello Stato che non ha precedenti. Con essa non solo si ha una pianificazione prospettica di ciò che in termini di economia, di sviluppo, di operatività industriale vogliamo realizzare nel nostro Paese, ma inoltre si pone l'obiettivo concreto, stabilito e tabellato di definire il programma di arrivo al pareggio di bilancio dello Stato entro il 2011. Ciò significa che dal 2012, cioè entro questa legislatura, per la prima volta lo Stato italiano sarà inPag. 93grado di cominciare a rimborsare parte di quel debito che è stato creato da altre amministrazioni, da altri Governi e da altre stagioni politiche e che soffia assolutamente contro le possibilità e le opportunità di sviluppo del sistema nazionale.
È un sistema che ci ha visti impegnati nella costruzione di una manovra che ha un respiro di 36 miliardi di euro, di cui ben 30 miliardi operati con il taglio della spesa pubblica, con la razionalizzazione della spesa dei bilanci dei Ministeri, dello Stato e della pubblica amministrazione, centrale e periferica, senza che si siano messe le mani nelle tasche degli italiani per tirargli fuori un solo centesimo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà ). Non abbiamo chiesto un centesimo di tasse agli italiani! Anche questa è una forte novità, all'indomani di una stagione in cui un Ministro dell'economia era arrivato all'imprudenza di cercare di spiegare agli italiani quanto fosse bello e nobile pagare le tasse e quanto dovessimo essere tutti contenti dell'aggravamento fiscale che in ogni provvedimento cercava di inserire.
I disegni di legge collegati a questa legge finanziaria, che peraltro abbiamo già approvato, si sono susseguiti in una serie di interventi a favore delle famiglie e delle imprese. Voglio citare a memoria solo alcuni dei principali aspetti che abbiamo già toccato: l'abolizione dell'ICI sulla prima casa; la detassazione degli straordinari; la cancellazione del divieto di cumulo dei redditi tra lavoratori e pensionati (quindi la possibilità di poter consentire famiglie di incrementare la loro capacità reddituale); il decreto che consente di trasportare nel tempo i mutui, perché alla luce della crisi finanziaria si possa consentire alle famiglie di poter continuare a disporre della stessa capacità economica e finanziaria mensile indipendentemente dall'aggravamento delle posizioni finanziarie delle banche; la fissità, per almeno cinque anni, dei libri di testo, che consente finalmente alle famiglie di non essere alla mercé di questo o quel professore che decide di cambiare i libri da un anno all'altro solo perché magari ha qualche contatto con l'editore o con lo scrittore (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Ricordo anche gli interventi a supporto delle imprese in termini di internazionalizzazione e sburocratizzazione della pubblica amministrazione, della trasformazione della cultura della politica energetica, primo vero obiettivo di modernizzazione del sistema nazionale con l'adozione finalmente di criteri di costruzione di una politica di energia nucleare in questo Paese, che è rimasto troppo indietro rispetto alla competizione internazionale (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Si tratta di una manovra che abbiamo voluto anticipare, perché ci eravamo resi conto di quello che stava accadendo a livello internazionale assai prima che ce lo insegnassero dall'ECOFIN, figuriamoci quanto prima che se ne accorgessero i rappresentanti dell'opposizione in quest'Aula.
Questa legge finanziaria si è detto che non dà spazio a particolarismi. In questa legge finanziaria si fissano criteri generali e si rimanda la risposta agli interessi puntuali all'adozione di norme di settore, alla scrittura di decreti e di leggi rispetto ai quali lo stesso Ministro Tremonti in quest'Aula l'altro giorno ha fornito delle importanti anticipazioni. Pur tuttavia, mi pare opportuno in questa sede richiamare alcuni aspetti importanti che il lavoro in Commissione prima e in Aula poi ha consentito di raggiungere. In questo senso mi permetta, signor Presidente, di rivolgere un ringraziamento sincero e sentito per le grandi capacità e professionalità del lavoro svolto dai nostri relatori, onorevoli Gaspare Giudice e Chiara Moroni (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Voglio citare solo alcuni di questi importanti risultati: il rafforzamento del criterio della specificità degli operatori delle forze dell'ordine e delle Forze armate, cui peraltro l'intelligente lavoro del Ministro La Russa ha garantito la riacquisizione di partecipazione, di attenzione, di passione, di rispetto e di amore da parte dei cittadiniPag. 94italiani; la definizione di nuove regole del patto di stabilità, che costruisce il senso di responsabilità nei confronti degli amministratori, il virtuosismo per cui chi sa meglio spendere sarà messo più in grado di avere risorse in futuro, prima vera base perché si possa compiere, con la riforma federale dello Stato che è l'aspetto importante sul quale saremo impegnati nel corso del prossime settimane e nei prossimi mesi. Infine, vi sono: il rinnovo dei contratti pubblici e l'aumento degli emolumenti per i dipendenti del pubblico impiego; la possibilità di corrispondere delle risorse alle società aeroportuali, che gestiscono in questa fase di crisi un settore molto importante e delicato.
A proposito di questioni aeroportuali, è il momento, forse, di fare chiarezza mi rivolgo ai colleghi dell'opposizione e del Partito Democratico. È importante che spiegate - non a noi che purtroppo l'abbiamo già capito bene, ma agli italiani - da che parte state: anche in questi giorni è importante che spieghiate se state dalla parte di quel senatore dell'Italia dei Valori che in piazza invita i cittadini e i dipendenti di Alitalia ad esercitare lo sciopero selvaggio, impedendo lo sviluppo di un'azienda e mettendo gravemente a rischio il posto di lavoro e la possibilità di mantenimento di molte famiglie. Altro che senso di responsabilità, caro onorevole Di Pietro (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)! O se state con noi, dalla parte di chi vuole difendere e impegnarsi perché ai cittadini sia garantito il sacrosanto diritto la mobilità.

PRESIDENTE. Onorevole Corsaro, la prego di concludere.

MASSIMO ENRICO CORSARO. Mi avvio alla conclusione, signor Presidente. Così sulla scuola, spiegate agli italiani - non a noi che l'abbiamo capito purtroppo molto bene - se state dalla parte dei baroni delle università o dei bidelli che non svuotano neanche i cestini nelle scuole (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori) o se state dalla nostra parte nel tentativo di costruire un sistema più efficiente senza sprechi, in cui chi insegna meglio possa guadagnare di più e in cui chi si rifiuta di studiare non abbia il diritto di pretendere l'ottenimento di diplomi di laurea (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Le nostre scelte le abbiamo già fatte, signor Presidente, erano nel programma e sono diventate impegnative con il voto di milioni e milioni di italiani. Le nostre scelte le stiamo realizzando nei programmi, di cui questa legge finanziaria è la prima e più importante delle testimonianze. Al Ministro Tremonti che ha anticipato la presentazione nei prossimi giorni di importantissimi provvedimenti in materia di infrastrutture, in particolare legate alla «infrastrutturazione» meridionale, in materia di supporto ai redditi delle famiglie.

PRESIDENTE. Onorevole Corsaro, deve concludere.

MASSIMO ENRICO CORSARO. Mi avvio a concludere. Al Ministro Tremonti vogliamo dire che il Popolo della Libertà è dalla sua parte. Non mancherà il nostro impegno responsabile, la nostra partecipazione appassionata, il nostro voto determinato e determinante (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pagano. Ne ha facoltà per due minuti.

ALESSANDRO SARO ALFONSO PAGANO. Signor Presidente, pochi minuti sono abbondantemente sufficienti per esprimere un personale parere a questa legge finanziaria: per il modo in cui è stata portata avanti per il modo in cui è stata condotta in Aula, con la capacità di saper ascoltare e di realizzare concreti momenti di confronto e che, al di là delle singole polemiche, penso abbiano realizzato un processo virtuoso.Pag. 95
Fra le mille cose positive che si potrebbero citare, penso da siciliano di potere esprimere in particolare un apprezzamento per quanto è stato realizzato a proposito del FAS, il Fondo per le aree sottoutilizzate. Le polemiche di questi giorni hanno realizzato una sorta di confronto aspro fra le parti, quasi a voler dimostrare una disattenzione da parte del Governo e della maggioranza sull'argomento. Mi pare di poter dire che i fatti confermino che invece siamo in direzione esattamente opposta. Non so se questo possa rappresentare una delusione per l'opposizione e per quanti speravano in una disattenzione nei confronti del sud, ma si possono cogliere dei segnali estremamente positivi (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, parlo non a titolo personale ma per esprimere il punto di vista del mio partito, il Partito repubblicano italiano. Noi votiamo a favore della legge finanziaria, consideriamo che il Governo si sia mosso bene e tempestivamente in questa difficile situazione internazionale e che abbia mostrato prudenza e previdenza nel formulare tempestivamente una legge finanziaria rispettosa degli impegni europei. Pertanto diamo un giudizio positivo di quella che, ad oggi, è l'azione del Governo.
Poiché la crisi c'è e vanno prese iniziative internazionali, europee, ma anche nazionali per fronteggiarla, chiediamo che il Governo delinei il più presto possibile non una piccola manovra finanziaria di sgravi fiscali o di altro, ma un complesso progetto di grande respiro, perché nella crisi italiana di oggi si somma una condizione congiunturale internazionale ad un rallentamento di fondo della nostra crescita che si prolunga da quasi vent'anni. Questo chiediamo al Governo di delineare nelle prossime settimane. Siamo pronti a discutere e pensiamo che il Parlamento debba poter discutere di questo documento (Applausi di deputati dei gruppi Misto-Liberal Democratici-Repubblicani e Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Antoni. Ne ha facoltà.

SERGIO ANTONIO D'ANTONI. Signor Presidente, intervengo solo per dire all'onorevole Pagano che esiste la sindrome di Stoccolma, quella per cui ci si innamora dei propri sequestratori. L'onorevole Pagano si è innamorato dei suoi sequestratori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Hanno tagliato il Fondo per le aree sottoutilizzate per 13 miliardi e lui dice che gli va bene. Viva l'amore per i propri sequestratori. Buona salute, onorevole Pagano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baccini. Ne ha facoltà.

MARIO BACCINI. Signor Presidente, credo che la legge finanziaria sia un atto importante per il Parlamento e per il Paese. La congiuntura economica in questo momento storico ha imposto a tutti noi dei sacrifici e delle scelte e credo che in questo momento non si possa fare a meno di sostenere il Governo del nostro Paese, indipendentemente dagli schieramenti, perché in questo momento il Paese chiede misure importanti e decisive. Per questa ragione i Cristiano Popolari esprimono un voto positivo alla manovra finanziaria.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, di norma non intervengo per i consueti ringraziamenti;Pag. 96lo faccio questa volta perché avevamo rivolto un appello la settimana scorsa al Governo per un esame sereno ed ordinato in Assemblea della legge finanziaria. Credo che sia il momento di ringraziare da un lato il Governo, e dall'altro tutte le forze politiche, di maggioranza ma anche di opposizione, perché si è potuto avere un clima costruttivo. Tutti hanno accettato per un certo verso di fare un passo indietro, ma tutti assieme ne abbiamo fatto uno in avanti verso una riforma del bilancio con i fatti e non con le parole (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parare il relatore di minoranza, onorevole Baretta, ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA, Relatore di minoranza. Signor Presidente, in questo momento volevo sottolineare, come relatore di minoranza, non soltanto le difficoltà che sono state ben presentate dall'intervento dell'onorevole Sereni, ma anche il lavoro che abbiamo svolto in questi giorni.
L'Assemblea ha strappato, e prima di essa la Commissione bilancio, uno spazio che per tutti questi mesi, a partire dall'esame del decreto-legge n. 112 del 2008, non c'era stato; l'abbiamo fatto convinti dell'importanza che il Parlamento discuta e che, pur nella legittima differenza di opinioni - il nostro parere è, infatti, molto negativo sulla finanziaria - ci sia la necessità che il Parlamento mantenga in ogni momento un profilo alto di discussione e di merito.
Poiché ci attendono settimane importanti con l'esame di provvedimenti molto seri per il Paese, per le esigenze dei cittadini, dei lavoratori, degli anziani e anche dell'industria, mi auguro che anche le difficoltà che abbiamo incontrato siano per tutti monito e capacità di affrontare meglio il futuro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Coordinamento formale - A.C. 1713)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1713)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1713, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2009)» (1713):

Presenti e votanti 536
Maggioranza 269
Hanno votato 295
Hanno votato no 241

(La Camera approva - Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Vedi votazionia ).

Prendo atto che i deputati Vassallo e Mura hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Scandroglio ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimerne uno favorevole.
Com'è noto, dopo l'approvazione del disegno di legge finanziaria, il Governo deve presentare una o più note di variazioni al disegno di legge di bilancio che sono successivamente votate dalla Camera, previo esame da parte della Commissione bilancio. Per permettere la formale trasmissione di tale nota da parte del Governo sospenderò brevemente la seduta che riprenderà alle 16,45.

Pag. 97

Sull'ordine dei lavori (ore 16,15).

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, questa mattina il collega Porcino aveva tentato di porre la questione, ma non vi è riuscito perché, giustamente, il Presidente di turno aveva fatto osservare che stavano iniziando le votazioni.
Il collega Porcino, del gruppo Italia dei Valori, voleva evidenziare quello che è accaduto a Bologna dove una decina di ragazzi sono stati raggiunti da un avviso di garanzia per avere occupato pacificamente l'istituto scolastico che frequentano, senza aver compiuto alcun danneggiamento. Nello stesso momento in cui il collega Porcino chiedeva informazioni al Governo sull'accaduto, è uscita la notizia di un'occupazione non di un istituto pubblico, ma di una sede privata della CGIL scuola da parte di un gruppo appartenente ad Azione studentesca, il movimento giovanile di Alleanza Nazionale.
Signor Presidente, le chiedo di trasmettere la mia richiesta al Governo affinché venga a riferire all'Aula su questo episodio che si configura come un'aggressione squadrista alla vigilia della manifestazione nazionale sulla scuola.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 16,16)

PRESIDENTE. Desidero fare una precisazione all'Assemblea. La seduta con votazioni riprenderà alle ore 16,45, mentre la seduta per la comunicazione della nota di variazione riprenderà tra qualche minuto dipendendo anche dagli interventi sull'ordine dei lavori che i colleghi svolgeranno.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Signor Presidente, vorrei denunciare un fatto gravissimo che si sta consumando in queste ore. In un'inchiesta giornalistica di dubbio gusto, promossa dal settimanale L'espresso, dove le virtù di risparmiatore e di docente universitario del professor Ministro onorevole Brunetta sono trasformate attraverso la manipolazione dei fatti in vizi, si sono pubblicati sul sito di la Repubblica le piante dettagliate e satellitari delle residenze del Ministro.
Il Ministro dal 2002, subito dopo l'assassinio di Marco Biagi, vive sotto scorta della polizia, in quanto, essendo stato a lungo economista del lavoro e avendo lui steso anche le norme della legge Biagi, è oggetto di attenzione da parte del terrorismo interno. L'atto da parte di un giornale e di un sito, che si qualificano per quello che hanno fatto come istigazione, è di una gravità assoluta.
Signor Presidente, appartengo all'ordine dei giornalisti, ma questo tesserino che ho in mano è oggi infangato da un atto inaccettabile ed intollerabile. Chiedo al Ministro dell'interno di venire subito in Aula e di attivarsi (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Quello che è un atto di intimidazione e un'indicazione data a quanti vogliono nel Paese creare un clima di terrore e indicare una vittima sacrificale non può essere consentito nemmeno per un minuto. Quel sito deve rimuovere immediatamente quelle immagini e il giornalismo spazzatura non ha diritto di avere cittadinanza in un Paese civile e democratico.
Presidente, faccio una denuncia grave, sulla quale pongo anche formalmente le mie dimissioni da deputato se non avverrà qualcosa di serio e all'altezza del problema (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Tutta la Camera ha il dovere di difendere le istituzioni e, innanzitutto, la sicurezza di un Ministro della Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. La ringrazio onorevole Stracquadanio. Il Presidente non mancheràPag. 98di accogliere la sua richiesta e di sollecitare il Ministro dell'interno.

DONATA LENZI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DONATA LENZI. Signor Presidente, intervengo solo per rimarcare il sommarsi di episodi che da una parte e dall'altra coinvolgono i giovani e che, a mio avviso, sono affrontati con due pesi e due misure. Da una parte l'aprirsi a Bologna, con avvisi di garanzia, di indagini relative a comportamenti all'interno delle scuole e di occupazioni, nelle quali non si è verificata nessuna violenza (si è svolta spesso un'attività di approfondimento), ma che sono mescolati con comportamenti invece da condannare, come l'occupazione della stazione.
Dall'altra, il sommarsi di episodi, soprattutto nella città di Roma, a partire da piazza Navona, poi quello nei confronti di RAI3 e ora l'occupazione dell'ufficio scuola della CGIL, nei confronti dei quali non vi è alcun segno credibile di reazione. Ci sono due pesi e due misure con una visione ideologica che rischia a questo punto di aggravare ulteriormente la situazione e di dar via ad una fase che credevamo passata e legata ad anni dolorosi, gli anni Settanta. Noi non vorremmo vedere ripetersi nulla di quegli anni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, anche noi ci associamo alla solidarietà nei confronti del Ministro Brunetta, ma anche - e voglio dirlo senza timore - alla richiesta di applicazione della legge sempre e nella stessa misura da parte dei nostri responsabili della sicurezza, al di là del colore o delle opinioni dei singoli ragazzi. Se violano la legge evidentemente non c'è colore che tenga.
Signor Presidente, per la verità, avevo chiesto di parlare per un altro motivo. Volevo approfittare della straordinaria presenza in quest'Aula del Ministro degli affari esteri, che, purtroppo, se n'è andato. Pertanto mi rivolgerò a lei, che certamente vorrà darmi ascolto, visto che manca il Governo, ma non è un problema, perché siamo alla fine di una fase della seduta.
Vorrei fare presente, per l'ennesima volta (ancora una volta, lei è alla Presidenza della Camera) la situazione internazionale, dalle suore rapite, a ciò che accade in Congo quotidianamente, con massacri di civili, fino all'affidamento che il Ministro degli affari esteri Frattini (con il suo collega francese, Kouchner e con il Ministro degli affari esteri inglese) avevano fatto nei confronti dell'ONU e che, fino ad oggi, purtroppo, è rimasto inascoltato. Tutto ciò richiede al nostro Paese un'iniziativa, che non può rimanere - come leggiamo da alcune affermazioni - sui quotidiani, ma deve essere un'iniziativa concreta, anche a fronte dell'approvazione unanime di questo Parlamento di una serie di risoluzioni e mozioni che impegnano il Governo in questa direzione, un'iniziativa che dia seguito all'impegno che l'Aula gli ha chiesto di svolgere. L'ho chiesto ieri, l'ho chiesto da martedì e lo chiederò anche nei prossimi giorni.
Non pensi il Governo di piegare la nostra cocciuta la volontà di far applicare le regole internazionali decise da questo Parlamento con una semplice intervista su un quotidiano, ogni qual volta abbia piacere il Ministro degli affari esteri. Ciò che accade in Congo quotidianamente, il destino delle due suore in Somalia, gli aspetti che riguardano i cristiani nei Paesi del Medio Oriente e dell'India, sono questioni che a quest'Aula - e non esclusivamente al sottoscritto - stanno a cuore. Il Ministro degli affari esteri deve fare il piacere, se non vuole soffermarsi con noi, quanto meno di fare ciò che l'Aula gli ha chiesto.

MARCO ZACCHERA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 99

MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, capisco che il momento, forse, non è più opportuno e per questo avevo chiesto di poter parlare questa mattina. Ieri sera, alle 21,15 mentre i deputati uscivano dall'Aula, il Presidente di turno ha dato notizia della scomparsa di un nostro collega, il collega Nino Colucci. So che non era più un parlamentare ma è un peccato - questa è la prassi, per carità di Dio! - che un collega che ha lavorato in quest'Aula non cinquant'anni fa e per una legislatura, ma fino a pochi anni fa e per quattro legislature, venga ricordato all'ultimo momento, uscendo dall'Aula, nel caos generale, magari al termine di una seduta importante, ma anche tumultuosa, come quella di ieri.
Pertanto, anche se, nel frattempo, il momento è diventato simile, permettetemi in pochi istanti di ricordare la figura di un collega, che ha lavorato in questa sede nella X, XI, XII e XIII legislatura, prima nel Movimento sociale italiano e, poi, in Alleanza nazionale. Una presenza costante in questi banchi, uno di quei deputati che si faceva sentire (in tutti i sensi), soprattutto, per difendere la Campania e, in questo caso, la provincia di Salerno. Quindi, visto che siamo tutti provvisori, in quest'Aula, ma anche a questo mondo, quando in futuro scomparirà un collega, che - lo ripeto - ha speso veramente tutta la sua vita dentro al Parlamento (perché, comunque, è rimasto vicino al Parlamento e lo vedevamo spesso in Transatlantico, oppure a lavorare presso il Ministero per gli italiani nel mondo, insieme al collega Tremaglia), mi auguro che venga ricordato, magari, non soltanto con una frase di circostanza, ma, almeno per quelli che lo hanno conosciuto (che sono ancora la maggioranza di questo emiciclo), con un po' più di affetto e di partecipazione. Signor Presidente, vorrei, comunque, ringraziarla per avermi dato la possibilità di farlo adesso. Penso che Nino Colucci resterà veramente una figura di parlamentare impegnato per sé e per il proprio territorio (Applausi).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zacchera, ci uniamo tutti al suo ricordo. Esprimo il rammarico anch'io per non averle potuto dare la parola prima. Credo, tuttavia, che il ricordo resterà agli atti della Camera e non per questo sarà meno sentito o meno partecipato.

FABIO GARAGNANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, anch'io ho colto le dichiarazioni del collega Stracquadanio e manifesto la solidarietà al ministro Brunetta per l'episodio che è stato denunciato in questa sede. Innanzitutto, vorrei soffermarmi - in proposito, già vi è stato un intervento da parte dei colleghi della sinistra - sul clima di intolleranza che caratterizza la mia città, Bologna, soprattutto per quanto riguarda iniziative in materia scolastica.
Se la magistratura è intervenuta, lo ha fatto a seguito di numerosi e ripetuti atti di violenza. Non si tratta solo di violenza fisica, ma anche di impedimento, ostacolo all'esercizio di funzioni pubbliche e occupazione di suolo pubblico. Dal momento che questi atti reiterati non sono stati sanzionati, una volta che la magistratura, nell'ambito della sua autonomia e sulla base di denunce presentate da cittadini, tra i quali il sottoscritto, intervenga, credo che i colleghi che in Aula difendono aprioristicamente certi atti, dovrebbero informarsi sul tipo di azioni compiute da coloro che sono stati indagati: di fatto si tratta di occupazione, interruzione delle lezioni e di atti di violenza analoghi a quelli accaduti alla stazione ferroviaria. Ritengo che il dissenso possa e debba essere manifestato lecitamente in ogni luogo ma nell'ambito delle leggi e senza violare il diritto di altri cittadini - in questo caso si tratta di studenti e docenti - di fare e assistere alle lezioni. Vi è un clima di intimidazione morale - sto per concludere - nei confronti di quella parte del corpo docente che non condivide le manifestazioni e le iniziative della sinistra,Pag. 100il che è assolutamente intollerabile. Non parliamo poi del clima nei confronti delle famiglie degli studenti, che sono pesantemente condizionate da violenze morali, che pur non essendo violenze fisiche incidono significativamente e in modo rilevante: a riguardo ho fatto denunce esplicite sia all'autorità scolastica che giudiziaria.
I colleghi della sinistra, dunque, sarebbe bene che si informassero adeguatamente prima di intervenire in Aula denunciando fatti insussistenti o prendendo la difesa di situazioni che non ne necessitano affatto ma che, come voi affermate, debbono lasciare alla magistratura il compito di fare il proprio dovere.

MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. Signor Presidente, in data 17 giugno 2008 ho presentato un'interpellanza urgente al Ministro degli affari esteri e al Ministro del welfare per sapere quale fosse lo stato di avanzamento dell'iniziativa del Governo riguardante la ratifica della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Con estrema immediatezza, il sottosegretario Stefania Craxi mi dava ampia assicurazione soprattutto in merito al fatto che la Convenzione ONU sulle disabilità sarebbe stata ratificata in tempo da permettere al nostro Paese di partecipare alla nomina del comitato di monitoraggio, così come previsto agli articoli 34 e seguenti della Convenzione stessa. Così non è stato. Lo stesso giorno, ho presentato una proposta di legge di ratifica, sottoscritta da parlamentari della maggioranza e dell'opposizione.
Signor Presidente, a poche settimane dal 3 dicembre, Giornata europea dei disabili, istituita a partire dal 1993 dalla Commissione europea in accordo con le Nazioni Unite, le chiedo di sollecitare la calendarizzazione della menzionata proposta di legge di ratifica, atto Camera 1311, assegnata alla Commissione affari esteri. Il Governo potrà sempre e in qualunque momento proporre un proprio disegno di legge e sarà il Parlamento a studiare il modo di integrare i due atti. Nel caso che il Governo non presentasse alcun disegno di legge è dovere del Parlamento garantire al nostro Paese la ratifica di una Convenzione sottoscritta un anno e 7 mesi fa, che interessa più di cinque milioni di italiani disabili e le loro famiglie.

ALESSANDRO MONTAGNOLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO MONTAGNOLI. Signor Presidente qualche mese fa abbiamo approvato il bilancio della Camera per la cifra importante di più di un miliardo di euro. Ritengo che ci siano degli oneri che si possono assolutamente abbassare, tra i quali le spese di riscaldamento e di illuminazione ed invito pertanto l'Ufficio di Presidenza - ne parlavo anche con il mio collega Stucchi - a fare un ragionamento sulla possibilità di eliminare certe spese veramente eccessive, sia in questo palazzo che anche a palazzo Marini.
Ci sono degli strumenti tecnici che si possono installare per far sì che il riscaldamento sia ad una temperatura corretta. Ricordo che ieri sera una nostra collega ha avuto un piccolo mancamento, ma effettivamente basta passare qui dietro per sentire una temperatura molto elevata.
Siamo in una fase in cui tutti gli enti stanno cercando di ridurre le spese e penso che anche l'Ufficio di Presidenza possa discutere una riduzione degli oneri a carico del bilancio nostro e del bilancio dei cittadini, sia in quest'Aula che a palazzo Marini, dove sovente le luci di tutti gli uffici sono accese e forse c'è anche qualche persona di troppo per cui l'Ufficio di Presidenza dovrebbe fare una verifica.

PRESIDENTE. Il Collegio dei questori non mancherà, credo, di verificare la giustezza delle sue osservazioni e di prendere le dovute decisioni in proposito.Pag. 101
Saluto gli alunni della scuola media statale di Bibbiena (Arezzo), che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 16,45.

La seduta, sospesa alle 16,35, è ripresa alle 17,15.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, spero che nessuno di voi abbia mai pensato che fossi andata da qualche altra parte. Siamo in attesa della nota di variazione al bilancio, che non è ancora materialmente pervenuta da parte del Governo. Come tutti sanno, fino a quando essa non viene consegnata in Parlamento, non può essere assegnata alla Commissione bilancio.
Onorevole Volontè, le do subito la parola. Vorrei spiegare i motivi di questo ritardo: pensavamo che la nota di variazione al bilancio pervenisse da un momento dall'altro. Ciò non è accaduto: abbiamo ritenuto giusto, quindi, informare l'Aula e, al tempo stesso, dopo che avremo ascoltato l'onorevole Volontè, accerteremo le circostanze.

LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, non ho mai pensato che lei fosse stata andata al bar e si fosse dimenticata di venire. Mi rivolgo a lei, sapendo che la prenderà non come offesa, ma come sereno richiamo tra di noi: penso che aver comunicato all'Aula che la seduta sarebbe ripresa alle 16,30 o, al più tardi, alle 16,45, ed avere invece ripreso la seduta alle 17,15 (non per colpa sua, evidentemente, perché ci ha raccontato come sono andate le cose: alla faccia della velocità con cui si scrivono i tre articoli, tanto per dirci le cose in italiano!) sia stata una mancanza di rispetto per tutti noi. Sarebbe stato meglio se ci fosse stato detto: «Sono le 16,50 e manca un'ora; andate a fare quello che volete, ma non state qui a fare il bivacco dalla mattina alla sera»: nessuno di noi ha intenzione di bivaccare qui fino a quando non sappiamo esattamente a che ora riprendiamo. O l'Aula è convocata per fare qualcosa, oppure si sospenda la seduta fino a quando non siamo in grado di lavorare (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Onorevole Volontè, lei ha ragione. Sono stata tentata ad entrare in Aula ogni cinque minuti, ma ogni cinque minuti mi veniva detto che la nota stava pervenendo. Le chiedo scusa.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, ci è stato spiegato per tutta la mattina, nel corso degli interventi sugli ordini del giorno (d'altronde, è stato anche concordato ieri in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo) che si doveva garantire all'Aula la possibilità di licenziare, insieme alla legge finanziaria, il documento di bilancio. Come è ovvio, alla fine si è concordato che occorresse dare all'Aula i tempi per una discussione adeguata sul bilancio: le dichiarazioni di voto, perciò, sono state anticipate alle 15, per poter licenziare con voto conclusivo prima la legge finanziaria e poi il bilancio.
Ci è stato detto, durante la mattina di oggi, che sono intervenute poche variazioni di spesa all'interno dei capitoli di bilancio (peraltro già compromessi dal decreto-legge n. 112 approvato a luglio del 2008): come si sa, si tratta di un bilancio e di una legge finanziaria fortemente ingessati. D'altronde, il Governo ha pressoché respinto quasi tutte le proposte emendative presentate dall'opposizione: appariva a tutti chiaro che, probabilmente, il Governo avrebbe compiuto una lettura lampo delle tabelle e avrebbe dato corso alla nota di variazione.
Vorrei ricordare, signor Presidente, che la nota di variazione al bilancio non è unPag. 102passaggio secondario e, come lei sa, è regolamentata dall'articolo 120, comma 7, del Regolamento della Camera, che afferma che «prima della votazione finale del disegno di legge di bilancio, la Commissione bilancio esamina la nota di variazione ai bilanci di previsione». Ciò vuol dire che non sono stati rispettati dalla maggioranza e dal Governo i tempi richiesti per la presentazione all'Aula della nota di variazione al bilancio e i tempi necessari per consentire alla Commissione bilancio (e naturalmente anche ai colleghi) di leggerla. Dopo che il Governo predispone la nota di variazione al bilancio, infatti, il Parlamento non può rinunciare alla sua prerogativa di controllo: ciascun parlamentare non può rinunciare alle prerogative personali, perché ne porta la responsabilità verso i propri elettori e verso tutti gli italiani. Non si può rinunciare a un ruolo di controllo e di verifica. La nota di variazione al bilancio, quindi, non può essere data per scontata.
Quando il Governo la presenterà, dovrà passare al vaglio della Commissione bilancio, con i tempi consentiti per la lettura della stessa nota di variazione e delle stesse tabelle in cui vengono variate le poste di bilancio. Quindi, signor Presidente, si prospetta sostanzialmente il fatto che, con difficoltà, l'Aula oggi sarà in grado di licenziare il disegno di legge di bilancio, mentre vi sono altri punti all'ordine del giorno, che aspettano di essere discussi e votati dall'Assemblea dopo il disegno di legge di bilancio.
Credo che questo sia un comportamento irresponsabile. Il Governo e la maggioranza tengono un comportamento irresponsabile che, peraltro, fa il paio con il comportamento irresponsabile attraverso il quale oggi si è manifestato un modo assolutamente non consono alle tradizioni democratiche di questa Repubblica. Infatti, oggi da parte dei componenti della maggioranza in Commissione è stato votato un presidente della Commissione di vigilanza RAI diverso da quello che era stato indicato dall'opposizione. Quindi, ancora una volta, si pretende, in modo protervo, di cancellare i diritti e le prerogative dell'opposizione e la capacità di controllo e di intervento del Parlamento. Credo che di questo si dovrà discutere non appena riprenderemo i lavori della Aula.

PRESIDENTE. Comunico che in questo istante (è ancora calda di stampante) il Governo ha trasmesso alla Presidenza una nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2009 e il bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011. Il documento è stato distribuito e trasmesso alla V Commissione (Bilancio) per l'esame, di cui al comma 7 dell'articolo 120 del Regolamento. Riteniamo, anche in relazione a quanto formulato giustamente dal collega Quartiani, che la Commissione bilancio possa disporre di almeno un'ora di tempo per esaminare la nota di variazioni.

GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, conformemente alla prassi, credo che un'ora, come richiesto dai rappresentanti dell'opposizione in Commissione bilancio, possa essere il tempo utile per valutare e deliberare in merito. Quindi, in questo senso, condivido questo tipo di richiesta.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, non intendo contraddire nessun collega né tanto meno ciò che è stato discusso in Commissione bilancio, che ha proprie modalità di funzionamento. Vorrei, però, far presente che la Commissione bilancio risponde ad un Parlamento e a dei parlamentari, che a loro volta hanno bisogno di verificare cosa è scritto nelle tabelle.
Siccome il Governo ci ha messo più di un ora e mezza, anzi due ore, per consegnarciPag. 103la nota di variazioni, credo che dobbiamo prenderci almeno gli stessi tempi del Governo. Quindi, è del tutto evidente che occorrono almeno due ore per consentire alla Commissione bilancio, e poi ai singoli parlamentari di prendere nota delle variazioni di bilancio.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, naturalmente la determinazione dei tempi di esame da parte delle Camere è autonoma determinazione della Commissione bilancio e dell'Assemblea e il Governo si rimette alle decisioni che il Presidente della Camera assumerà. Vorrei solo, però, per completezza di informazione, informare l'onorevole Quartiani che la seduta del Consiglio dei ministri è iniziata alle ore 16,30 e si è conclusa alle ore 16,35 con l'approvazione della nota di variazione (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, apprezziamo sicuramente la capacità del Governo di assumere le decisioni in maniera veloce. È pur vero che la nota di variazioni al bilancio è materialmente arrivata a questa Camera nel momento in cui l'ho annunciata all'Aula.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, mi dispiace dover intervenire di nuovo, ma il Governo mi dà la possibilità di farlo e credo che occorra farlo.
Infatti, non è possibile presentarsi in questo Parlamento due ore dopo la sospensione dei lavori con il Ministro dei rapporti con il Parlamento che ci informa in ritardo. Il Governo poteva farlo alle 16,45, quando l'Aula doveva riprendere i propri lavori.
Il Governo poteva informare la Presidenza della Camera che, in cinque minuti, il Governo aveva licenziato la nota di variazioni e che, probabilmente, c'era una carrozza trainata da formiche o da lumache che, da palazzo Chigi arrivava alla Camera, per trasportare questa enorme nota di variazioni al bilancio, altrimenti non si capisce il perché (per le formiche è enorme, nel senso che ci sono tabelle di un certo rilievo).
Poiché non parliamo di «noccioline», ma dei soldi degli italiani, che, attraverso la fiscalità generale, nutrono il bilancio dello Stato, non possiamo consentire in un'ora soltanto a questo Parlamento di prendere atto che il Governo ha licenziato le nota di variazioni e di votare a favore o contro. Non è così che si fa un bilancio delle aziende, men che meno, quello dello Stato.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, vista la dichiarazione del Ministro Vito, mi domando se il Ministro Brunetta abbia preso parte a quel Consiglio dei ministri. In quel caso, inviterei immediatamente il ministro Vito ad incaricarlo di capire se vi siano stati tanti fannulloni, posto che la nota di variazioni è arrivata soltanto nel momento in cui il Presidente ha aperto la seduta.
Chiederei davvero un po' di serietà; non può il Ministro, quando è convocata l'Aula ad una certa ora, presentarsi e dire: noi abbiamo fatto, adesso vi sono i tempi tecnici. Mi sembra che anche questo sia un modo per prendere in giro questa istituzione. Chiedo, perciò, che prima che si riprenda la seduta, si metta a disposizione un'ora per la Commissione bilancio, e un'altra per i colleghi che intendano informarsi su ciò che devono votare.

Pag. 104

ANDREA SARUBBI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA SARUBBI. Signor Presidente, visto che non vi sono troppi romani nel Consiglio dei ministri, mi chiedo solo se sia necessario un Tuttocittà (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), perché da palazzo Chigi a Montecitorio vi sono solo 500 metri: se siete passati per piazza Venezia avete impiegato 45 minuti; se aveste preso la strada giusta sarebbe stato difficile, anche con le formiche di cui parlava l'onorevole Quartiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, ritengo che l'esperienza del presidente Giorgetti ci possa orientare nella decisione: possiamo assegnare un'ora di tempo alla Commissione bilancio per esaminare la nota di variazione al bilancio di previsione dello Stato; se questa non dovesse essere sufficiente, la Commissione bilancio, nella persona del presidente, ce lo comunicherà, e noi aggiorneremo nuovamente i lavori dell'Aula in base alle necessità; credo che questa sia la decisione più saggia.
Al Consiglio dei ministri sono bastati cinque minuti, questo Parlamento ha bisogno di almeno un'ora. Mi sembra una cosa giusta.
Sospendo la seduta che riprenderà alle 18,30.

La seduta, sospesa alle 17,30, è ripresa alle 18,40.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

PRESIDENTE. Comunico che, secondo quanto mi è stato fatto presente dai gruppi - penso vi sia un intesa in tal senso -, oggi concluderemo l'esame dei documenti di bilancio, rinviando alla prossima settimana la discussione dei restanti argomenti all'ordine del giorno.

Seguito della discussione del disegno di legge: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2009 e bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011 (A.C. 1714). Nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2009 e bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011 (A.C. 1714-bis).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'esame del disegno di legge: Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2009 e bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011 e della relativa nota di variazioni.
Ricordo che nella seduta del 10 novembre 2008 si è concluso l'esame degli articoli del disegno di legge di bilancio. Ricordo altresì che in data odierna il Governo ha trasmesso una nota di variazioni al bilancio a seguito delle modifiche introdotte dalla legge finanziaria, che è stata esaminata dalla Commissione Bilancio, ai sensi dell'articolo 120, comma 7, del Regolamento (Vedi l'allegato A - A.C. 1714). Passiamo all'esame della nota di variazioni. Ha facoltà di parlare il relatore, onorevole Moroni.

CHIARA MORONI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione ha analizzato la nota di variazioni, registrando che l'impatto positivo sui saldi è attribuibile prevalentemente in larga misura all'impianto originario della finanziaria, che l'iter parlamentare si è mosso nel quadro dei saldi dati in una logica prevalentemente compensativa, facendo registrare una lievissimo miglioramento dei saldi e quindi nella logica del mantenimento degli obiettivi fissati dal DPEF, del miglioramento dei saldi e del tendenziale pareggio di bilancio 2011.

PRESIDENTE. Per quanto riguarda gli ordini del giorno avverto che è in distribuzione un errata corrige al fascicolo n. 1 degli ordini del giorno contenente l'ordine del giorno n. 12 Garagnani che non è contenuto nel fascicolo.Pag. 105
Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Biagio sul suo ordine del giorno.

ALDO DI BIAGIO. Signor Presidente, l'ordine del giorno che ho inteso presentare, supportato dai colleghi del Popolo della Libertà nelle ripartizioni estere, racchiude l'essenza del nostro impegno e delle nostre preoccupazioni. Infatti, le disposizioni in esame prevedono un contenimento dei capitoli di spesa destinati alla rete - Italia che si aggira intorno al 66 per cento. Si tratta di un aspetto tale da rendere particolarmente complessa la gestione e l'organizzazione di molteplici settori strategici nelle relazioni con le comunità italiane oltre confine. Le riduzioni operate dalle disposizioni del Governo si rivolgono a comparti di una certa rilevanza per il nostro Paese all'estero, in particolare all'organizzazione e al funzionamento della rete diplomatica consolare e delle politiche sociali e culturali a sostegno degli italiani oltre confine. Questi italiani non sono più espressione della vecchia emigrazione, essendo l'italianità all'estero in questi ultimi anni anche composta da giovani professionisti, da studenti che intendono perfezionare le proprie conoscenze oltre confine, da giovani alla ricerca di nuove frontiere che rappresentano il nostro futuro e il nostro orgoglio, e certamente meritano di essere tutelati da uno Stato moderno e democratico. Tenendo conto di tali considerazioni, invito il Governo a prendere coscienza di tale realtà e del rischio concreto che l'italianità oltre confine sta correndo, per cui mi auguro che l'Esecutivo valuti l'opportunità di tener conto, con futuri interventi politici e normativi, delle esigenze e dei bisogni della nostra comunità all'estero fortemente penalizzati dalle disposizioni del bilancio previsionale dello Stato per l'anno 2009 e del bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011.

(Votazione Nota di variazioni - A.C. 1714)

PRESIDENTE. Passiamo al voto della Nota di variazioni.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2009 e bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011 (A.C. 1714-bis).
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 450
Maggioranza 226
Hanno votato
273
Hanno votato
no 177).

Prendo atto che i deputati Ghizzoni, Margiotta e De Torre hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Monai ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1714)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C.1714).
L'onorevole Rubinato ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1714/11.

SIMONETTA RUBINATO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, intervengo per illustrare un ordine del giorno che riguarda il tema dei tagli che hanno colpito il sistema dell'istruzione non statale. Su tale questione sono stati presentati anche altri ordini del giorno da parte di altri colleghi. Vorrei intervenire per evidenziare la realtà di queste scuole, ancora una volta confidando nel fatto che le dichiarazioni del rappresentante del Governo, il sottosegretario Vegas, e anche dei colleghi della maggioranza, di rassicurazione sul ripristino entro l'anno dei fondi che sono stati tagliati, al di là dell'accoglimento, mi auguro, di questo e di altri ordini del giorno, diventino quanto prima realtà.Pag. 106
Per far comprendere di cosa stiamo parlando, non avendo a mia disposizione un'indagine relativa a tutto il Paese, vorrei tuttavia utilizzare i dati significativi raccolti da una manifestazione organizzata dall'Anci Veneto, nel mese di aprile di questo anno, e che descrive la situazione per quanto riguarda il Veneto.
Il Veneto ha una situazione molto particolare da questo punto di vista: su 1.765 scuole dell'infanzia, le non statali in Veneto sono 1.208 e ospitano il 68,57 per cento dei bambini contro il 31 per cento della popolazione scolastica dai tre ai sei anni che viene, invece, ospitata dalle scuole statali.
La gestione di queste scuole è suddivisa nel seguente modo: il 57,9 per cento è gestita da parrocchie ed enti religiosi; il 24,3 per cento da associazioni di genitori; il 7,4 per cento da comuni, il 6,3 per cento da istituti di pubblica assistenza e beneficenza, l'1,3 per cento da fondazioni di istituzioni private e il 2,8 per cento da altri (cooperative, enti morali e ONLUS).
Queste scuole ospitano una percentuale del 7,3 per cento degli alunni stranieri, con differenze sensibili da zona a zona: in provincia di Treviso abbiamo punte del 20 per cento di bambini stranieri che vengono ospitati. Queste scuole sono anche soggette alle rigorose norme in materia di accoglienza dei bambini disabili con il costo del personale integralmente a loro carico. Il personale religioso rappresenta solo l'11 per cento con una tendenza alla progressiva diminuzione. In Veneto le scuole che registrano un aumento, una continua crescita dall'anno scolastico 2000-2001 al 2005-2006 sono proprio le scuole non statali, aumentate di 400 unità. Soprattutto sono aumentate le scuole gestite da altri soggetti non statali che non siano istituzioni religiose. Queste cifre danno il senso del servizio che tali istituzioni garantiscono sul territorio: se dovessero chiudere, tantissime famiglie non saprebbero dove portare i loro figli.
Vorrei anche ricordare che, in questo momento, stiamo parlando di diritti fondamentali e non semplicemente e non solo di un principio comunque importante come la parità scolastica. Vorrei citare la sentenza della Corte costituzionale n. 50 del 2008, a fronte dei ricorsi della regione Veneto e della regione Lombardia, che avevano censurato di illegittimità costituzionale alcune norme della legge finanziaria per il 2007 relative appunto alle scuole paritarie, in particolare del comma 635 dell'articolo unico, che così recitava: «al fine di dare il necessario sostegno alla funzione pubblica svolta dalle scuole paritarie nell'ambito del sistema nazionale di istruzione, a decorrere dall'anno 2007, gli stanziamenti, iscritti nelle unità previsionali di base «scuole non statali»...

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Rubinato.

SIMONETTA RUBINATO. Signor Presidente, volevo dire questo: un comma della legge finanziaria di Prodi aumentava di 100 milioni di euro l'anno le risorse destinate all'istruzione non statale, da destinare prioritariamente alle scuole dell'infanzia. La Corte costituzionale, nel rispondere al ricorso delle regioni Veneto e Lombardia, evidenziò questo punto, che è quello con cui voglio concludere: «le prestazioni contemplate dalla norma censurata ineriscono a diritti fondamentali dei destinatari ed è imposto, dunque, che si garantisca continuità nell'erogazione delle risorse finanziarie».
Credo sia assolutamente determinante ed importante per i diritti dei cittadini il fatto che venga accolto l'ordine del giorno in esame.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, quando è ripresa la seduta lei ha dichiarato aperta la fase di esame degli ordini del giorno e ha dato la parola all'onorevole Di Biagio, che ha illustrato il suo ordine del giorno n. 9/1714/8. Dopodiché, con grande destrezza e rapidità, ci ha fatto votare - senza darci, a dire ilPag. 107vero, il tempo di ragionarci sopra, ma non discuto di questo - la Nota di variazioni. Ora siamo tornati nuovamente all'esame degli ordini del giorno. Le chiederei un chiarimento regolamentare, perché può darsi che la mia modesta conoscenza parlamentare mi abbia impedito di capire.

PRESIDENTE. Non c'è bisogno, non c'è stato un inghippo di natura regolamentare, vi è stato solo un disguido, tant'è vero che l'intervento dell'onorevole Di Biagio era stato ritenuto come dichiarazione di voto sulla Nota di variazioni: è successo solo questo. Poi abbiamo ripreso regolarmente i lavori. La ringrazio, comunque, della richiesta di precisazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, il mio intervento sarà telegrafico, solo per apprezzare l'iniziativa delle colleghe Rubinato e De Pasquale e per ringraziarle di aver accettato che anche la mia firma sull'ordine del giorno in esame si accostasse alla loro.
Sottolineo che questo diritto all'istruzione, soprattutto primaria, vede anche in Friuli-Venezia Giulia una ramificata rete di servizi affidata proprio alle scuole paritarie, che sono ben 150 nella mia regione, per un totale di popolazione scolastica di circa 10.500 bambini. Sono arrivate solo in queste ore tre richieste, tre appelli da parte della scuola materna Don Baradello di Latisana, da parte della scuola Santa Maria di Pieve di Rosa di Camino al Tagliamento, da parte della scuola Noemi Nigris di Fagagna: sottolineo questo solo per dirvi che vi è una forte preoccupazione da parte del territorio per questi tagli, che finiranno o per ridimensionare i servizi o per far lievitare in maniera considerevole le rette scolastiche, a tutto svantaggio di quelle famiglie meno abbienti, che si troveranno a dover rifiutare l'offerta alternativa e molte volte l'unica offerta che nei piccoli paesi viene data, da parte delle strutture che ho citato. Quindi, confido che il Governo saprà dare risposta a questo settore, che è particolarmente importante per la crescita dei nostri ragazzi.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, nella concitazione dell'avvio di questa seduta pomeridiana - che avviene molto in ritardo, ma abbiamo avuto modo di discuterne prima e avremo modo di discuterne ancora nel prosieguo, perché credo che ci deve essere un comportamento del Governo diverso da come si è profilato in quest'ultima parte della discussione della finanziaria, soprattutto nei confronti dell'opposizione, delle prerogative dell'opposizione e dei singoli parlamentari su una materia così importante come il bilancio - lei, signor Presidente, mi pare d'aver capito - ma posso sbagliare anch'io - che ha dato la parola alla collega Rubinato per l'illustrazione degli ordini del giorno. Ora, è evidente che saremmo entrati in una fase diversa: lei ha aperto una fase della discussione e del voto parlamentare, per poi ritornare repentinamente alla fase precedente. Quindi, a questo punto, molti colleghi avevano inteso o che la collega Rubinato intervenisse sull'ordine del giorno per illustrarlo, o che la collega Rubinato stesse parlando nel merito di una Nota di variazioni che in realtà non è stata illustrata dal relatore. Infatti, nessuno ha potuto comprendere esattamente di quale Nota di variazioni si trattasse: devo dire che è solo un foglietto, ma in questo foglietto sta scritto che risulta una diminuzione delle entrate tributarie pari a 506 milioni di euro e che le entrate per accensione di prestiti sono pari a 685 milioni; poi, di converso, il saldo netto alla finanziaria è pari a 685 milioni di euro e nel complesso le entrate registrano 1 miliardo e 102 milioni di euro e una diminuzione delle spese finali di 1 miliardo e 102 milioni di euro.
Non era difficile illustrarla, però nessuno qui è riuscito a comprendere che si stesse facendo ciò. Pertanto, a normaPag. 108dell'articolo 57, comma 1, del Regolamento, le chiedo, se possibile, di ripetere la fase della discussione e della votazione della Nota di variazioni in modo tale, peraltro, che il relatore di minoranza, che non era stato avvisato che si iniziava a discutere la Nota di variazioni, perché pensava che si fosse iniziato a discutere gli ordini del giorno, sia posto nelle condizioni di esprimere l'opinione della minoranza in questo Parlamento sulla Nota di variazioni e poi si ripeta la votazione sulla Nota di variazioni medesima.
Questa è la proposta che le rivolgo, a nome del mio gruppo.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, ho dato la parola al relatore sulla Nota di variazioni. La relatrice si è alzata e ha parlato. Non avevo iscritti a parlare per quella fase. Poi si è verificato soltanto quel disguido, che ho già chiarito con il collega Borghesi, legato ad un malinteso nei confronti dell'onorevole Di Biagio, a cui ho concesso la parola. Nel momento in cui ho posto in votazione la Nota di variazioni, comunque, chi aveva intenzione di intervenire ed era stato colto, tra virgolette, di sorpresa avrebbe potuto chiedere la parola. Ritengo che l'iter sia stato forse un po' concitato, ma regolare. Quando ho dato la parola all'onorevole Rubinato ho precisato che il suo intervento era relativo all'illustrazione dell'ordine del giorno, di cui ella è la prima firmataria, n. 9/1714/11, e su questo ordine del giorno altri deputati hanno chiesto la parola.
Lei è sempre così attento, onorevole Quartiani, però ritengo che in questa circostanza non si debba accedere alla sua richiesta. Comunque, la ringrazio.

TERESIO DELFINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, intervengo per chiedere di sottoscrivere l'ordine del giorno Rubinato n. 9/1714/11 che pone alla nostra attenzione un tema assolutamente condiviso.
In uno spirito bipartisan voglio anche sottoscrivere, perché ne condivido totalmente il contenuto, l'ordine del giorno Toccafondi n. 9/1714/1, non l'ultimo capoverso delle premesse ma gli impegni verso il Governo rivolti a reintegrare, entro l'anno, questo «benedetto» Fondo per le istituzioni scolastiche non statali e a chiedere che, nell'arco della legislatura, sia reso possibile il totale raggiungimento della parità scolastica. Sarebbe veramente un successo di questa legislatura.

PRESIDENTE. L'onorevole Farinone ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1714/2.

ENRICO FARINONE. Signor Presidente, questo ordine del giorno mira a rafforzare la presenza e la competenza dell'Italia in sede europea, a confronto con le politiche e le scelte dell'Unione europea. Credo che l'Assemblea dovrebbe prestarvi parecchia attenzione - soprattutto la maggioranza - perché abbiamo rilevato, e poniamo questo tema all'ordine del giorno, che vi è stata una diminuzione degli stanziamenti rispetto al 2008 di una cifra importante (parliamo di 344,113 milioni di euro) al Programma 21.3 che fa capo alla missione n. 21, in base a come è organizzata la struttura di bilancio oggi. Cosa è la missione n. 21? È quella che si occupa degli organi costituzionali, a rilevanza costituzionale e della Presidenza del Consiglio dei ministri, cui afferisce, come sappiamo, anche il Dipartimento per le politiche comunitarie, quale centro di spesa della Presidenza del Consiglio.
Ebbene, questa diminuzione da un lato non meraviglia, perché abbiamo detto ripetutamente in quest'Aula, anche ieri, che quello al nostro esame è un disegno di legge finanziaria di tagli e la parola principale del provvedimento è tagli e quindi non meraviglia. Però, d'altro canto, preoccupa e se volete inquieta anche un po' perché il Dipartimento per le politiche comunitarie è la struttura competente della quale si avvale la Presidenza del Consiglio per i rapporti, appunto, con l'Unione europea e con le istituzioni europee.Pag. 109
È chiaro che dobbiamo assolutamente assicurare, anche dal punto di vista del funzionamento complessivo del Dipartimento, la funzionalità operativa e tecnica del Dipartimento medesimo e tutto ciò è nell'interesse del nostro Paese (mi permetto di aggiungere anche del nostro Governo).
È talmente interesse del nostro Governo che il Ministro Ronchi, in un'audizione presso la nostra Commissione, la XIV, lo scorso 16 luglio non solo confermò che la struttura nella quale è articolato il dipartimento, di cui adesso farò cenno, avrebbe dovuto essere confermata, ma che addirittura avrebbe dovuto essere potenziata. Infatti, come spesso è stato rilevato, sia da parte della maggioranza, sia dell'opposizione nella nostra Commissione, è fondamentale la presenza nelle istituzioni comunitarie di personale funzionale italiano adeguato, all'altezza, competente, presente e quindi anche adeguatamente retribuito. Il Ministro Ronchi ricordava come sarebbe stato opportuno, ed era intendimento del suo Ministero, il rafforzamento dell'azione di coordinamento interno al fine di definire una strategia negoziale in grado di rappresentare adeguatamente gli interessi dell'Italia. Questa capacità di rappresentare adeguatamente gli interessi dell'Italia in sede di istituzioni europee è essenzialmente garantita dal lavoro che si svolge nell'ambito del Dipartimento per le politiche comunitarie. Come è organizzato questo dipartimento? È articolato in quattro uffici cui sono preposti coordinatori con incarichi di funzioni di livello dirigenziale e generale e 13 servizi; si tratta, quindi, una struttura importante che naturalmente potrebbe essere messa in difficoltà da una riduzione di impegno di spesa come quella presente nella legge finanziaria appena votata.
Tra le attività svolte dal dipartimento ne voglio sottolineare due perché sono quelle che hanno maggiore attinenza con l'attività che svolgiamo, in modo particolare con riferimento alla XIV Commissione. La prima è il cosiddetto CIACE, il Comitato interministeriale per gli affari comunitari europei che ha una rilevanza molto importante perché si dedica all'approfondimento delle tematiche riguardanti la partecipazione italiana all'Unione europea e si avvale ovviamente, per il proprio funzionamento, di un comitato tecnico permanente che è istituito per l'appunto presso il Dipartimento per le politiche comunitarie.
Credo sia assolutamente nell'interesse di questo Parlamento che quest'Assemblea possa intervenire sia nella cosiddetta fase discendente...

PRESIDENTE. Deve concludere.

ENRICO FARINONE. ...sia nella cosiddetta fase ascendente delle politiche comunitarie. Pertanto, questa attività diventerà sempre più importante ed è il motivo per cui chiediamo, in questo ordine del giorno, di poter verificare, quando verranno ripartite le somme spettanti a ciascun centro di responsabilità, di assicurare il pieno funzionamento di questo dipartimento. La cui seconda missione - concludo, signor Presidente - particolarmente importante ai fini che ho posto in questo intervento, è la struttura di missione per le procedure di infrazione. Non entro nel dettaglio, ma è la struttura che ci consente di evitare di pagare tante sanzioni pecuniarie, come è successo nel passato, perché non ottemperiamo alle normative europee. Con questo ordine del giorno che chiedo all'Aula di votare, si chiede la salvaguardia di questo dipartimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. L'onorevole Garofani ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1714/3.

FRANCESCO SAVERIO GAROFANI. Signor Presidente, con questo ordine del giorno impegnamo il Governo ad assumere le necessarie iniziative per garantire il rapporto tra il PIL e le risorse destinate alla funzione difesa nello stato di previsione del Ministero della difesa per i prossimi anni in misura non inferiore all'1 per cento, garantendo un significativo recupero di risorse soprattutto per quelle da destinare all'esercizio.Pag. 110
Sul punto ci siamo impegnati come gruppo del Partito Democratico ed abbiamo «battagliato» (se così si può dire) in Aula in questi giorni, durante la discussione del disegno di legge finanziaria, proponendo all'attenzione dei colleghi due emendamenti che purtroppo non hanno avuto un esito felice: uno per dare contenuto e risorse al principio della specificità, e l'altro (importante) proprio nel campo dei tagli all'esercizio.
Abbiamo sottolineato, e torniamo a farlo con forza, l'importanza di questo impegno per le Forze armate, ma per tutto il Paese nel momento in cui alle Forze armate è richiesto un impegno straordinario e il Governo chiede un ampliamento anche delle loro funzioni.
Non ci possiamo accontentare di impegni vaghi, anche perché in questo campo abbiamo assistito con un certo sconcerto ad un balletto non qualificante. Infatti, all'inizio della legislatura il Ministro La Russa è venuto nelle aule delle nostre Commissioni ad illustrare le linee programmatiche del Governo nel settore della difesa, annunciando un impegno importante e la volontà di aumentare lo stanziamento delle risorse non dico per raggiungere, ma almeno per avvicinarci alla media dei Paesi europei.
Dopo aver assunto questi impegni, il decreto-legge n. 112 del 2008 ha, invece, proposto tagli drastici al settore della difesa e - discutendo quelle misure - si è detto che in occasione della sessione di bilancio ci sarebbe stata la possibilità di rivedere e di reintegrare le risorse che erano venute a mancare. Non è stato così: con il disegno di legge finanziaria non si è messo riparo - se non in misura del tutto inadeguata e insoddisfacente - e si sono spostati il ragionamento e la riflessione sulle risorse del settore della difesa alla ridefinizione di una discussione sulla definizione del nuovo modello di difesa e sullo strumento militare.
Lo stesso Ministro La Russa ha annunciato - come spesso capita per via mediatica sulle pagine di un grande giornale, Il Sole 24 Ore - il progetto di un disegno di legge delega per rivedere l'attuale modello di Forze armate. Il paradosso di questa situazione a noi sembra consistere nel fatto che si discuta di un modello non in base alle esigenze e alle ambizioni del Paese e alla considerazione che sempre di più le Forze armate rappresentano uno strumento privilegiato della politica estera e internazionale del Paese, ma soltanto in base alle risorse disponibili.
Siamo contro questa logica dei tagli drastici, che soprattutto nel capitolo dell'esercizio rappresentano un impoverimento, ma anche un grande rischio di decadimento, così come ha detto anche il Capo di Stato maggiore della difesa in audizione alle Commissioni di Camera e Senato dello strumento militare. Tali tagli vanno a detrimento del livello addestrativo complessivo, della formazione del personale, delle scorte e delle manutenzioni obbligatorie e, inoltre, producono insolvenze e debiti. Ma ciò che è più grave è che, oltre a questo, incidono pesantemente e negativamente sull'efficienza dello strumento militare e anche sulla sicurezza dei nostri uomini schierati spesso in terreni pericolosi. Penso all'Afghanistan, ne discuteremo nei prossimi giorni quando saremo chiamati a votare il decreto-legge di rifinanziamento delle missioni.

PRESIDENTE. Onorevole Garofani, la prego di concludere.

FRANCESCO SAVERIO GAROFANI. Vado a concludere, signor Presidente, con una esemplificazione che più di tante parole rende la drammaticità di quello che stiamo dicendo. Con i tagli in esercizio che questa scelta del Governo implica, l'Esercito potrà svolgere circa 2.880 esercitazioni a fronte delle 7.500 previsionali nel 2008; la Marina disporrà di 29.800 ore a fronte del 45 mila previsionali del 2008 e l'Aeronautica 30 mila ore di volo a fronte delle 90 mila previste sempre nel 2008 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. L'onorevole Viola ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1714/10.

Pag. 111

RODOLFO GIULIANO VIOLA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'ordine del giorno in questione riguarda il sistema infrastrutturale del Veneto. Non è semplicemente una questione di territorio: oggi il Veneto è attraversato dal Corridoio 5 che non è altro che la naturale prosecuzione di quel percorso che va da Barcellona a Kiev e senza la realizzazione del quale non riusciremo a mettere il nostro Paese in linea con il resto d'Europa.
Nel momento in cui andiamo a toccare con mano una serie di tagli pesantissimi a quel sistema infrastrutturale ci rendiamo conto che interrompiamo quel meccanismo virtuoso che, in qualche misura, negli anni scorsi si era messo in moto e che il Governo Prodi aveva contribuito ad alimentare.
Penso a tutti gli interventi che verranno tagliati con questo disegno di legge di bilancio, a tutto il sistema di garanzia ambientale del territorio, penso alle opere di integrazione previste per il sistema del passante di Mestre che rappresenta un punto importante di questo percorso ma senza il concorso del territorio viene assolutamente a mancare. Noi scaricheremo un traffico che aumenta del 20 per cento ogni anno sul territorio veneziano, senza garantire le adeguate infrastrutture di raccordo.
Ma la cosa più clamorosa, e su cui inviterei tutti i parlamentari a riflettere, è che uno dei perni su cui si basa questo sistema infrastrutturale, cioè il sistema metropolitano di superficie, viene ad essere tagliato in maniera clamorosa: dei 140 milioni necessari per questo sistema 100, che erano stati previsti in un sistema virtuoso dal Governo Prodi grazie ad un emendamento proposto dai parlamentari dell'Ulivo nella scorsa legislatura, vengono di fatto negati. Questo vuol dire impedire di creare quella rete di sistema che garantisce poi ai grandi flussi di correre su altre reti e che permette la movimentazione dei livelli locali; vuol dire che noi faremo pagare solo al territorio, unicamente al territorio, l'eventuale inserimento di grandi infrastrutture.
Allora, lo dico per l'ennesima volta, attenzione a quello che accadrà in quel territorio, non vogliamo che si ripeta un'altra Val di Susa. Lo diciamo perché crediamo nei sistemi infrastrutturali importanti, crediamo nella TAV, crediamo nell'alta capacità. Ma se non diamo le risorse al territorio per realizzare queste opere infrastrutturali di sistema noi impediremmo di fatto che questo possa realizzarsi.
Guardate, la concertazione con il territorio è qualcosa a cui il Partito Democratico ha sempre creduto: impedire che si realizzi vuol dire di fatto mettere le popolazioni di traverso, vuol dire che cominceranno a nascere i comitati e cominceremo ad avere una grande difficoltà di gestione su quel territorio. La regione Veneto, l'altro protagonista di questo aspetto, non se ne è ancora resa conto e da questi banchi diciamo con forza che è necessario che se ne renda conto. Il bilancio ha tagliato in maniera gravissima questo complesso e mette in discussione il sistema federalista di gestione del sistema autostradale del Veneto che era stato concordato - anche questo - nella passata legislatura grazie ad un accordo con la regione. Questo viene completamente negato, si blocca questo sistema, impedendo di fatto la possibilità di garantire un ulteriore sviluppo, ma soprattutto di mettere un tassello fondamentale per lo sviluppo del nostro territorio.
Per questo chiediamo al Parlamento e al Governo di accogliere questo ordine del giorno che chiede semplicemente di capire come possiamo recuperare i fondi che erano a bilancio e che servono per questo sistema, un sistema delicato dal punto di vista ambientale sul quale si è molto investito (pensiamo a tutta l'architrave posta a controllo e a salvaguardia della laguna di Venezia) e che non può essere abbandonato. Tutto ciò viene messo da parte con il disegno di legge di bilancio in esame. Chiediamo al Governo di rivedere la propria posizione ma soprattutto, accogliendo questo ordine del giorno, di mettersi nell'ottica di poter affrontare con forza questi temi.Pag. 112
La salvaguardia di quel territorio è fondamentale. In queste ore ci dicono che ci sono piogge intensissime, il vento da sud sta creando gravissime difficoltà al sistema della laguna e nel frattempo sono stati tolti i soldi per l'emergenza alluvionale che l'anno scorso aveva messo in ginocchio Venezia. Chiediamo se tutto questo significhi affrontare i problemi del territorio o fare tagli che impediscono di risolvere i problemi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. L'onorevole Fedi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1714/5.

MARCO FEDI. Signor Presidente, questo ordine del giorno impegna il Governo a recuperare risorse per le comunità italiane nel mondo: per i cittadini italiani all'estero, per chi ha pari dignità davanti alla nostra Carta costituzionale e deve poter accedere a servizi, a tutele, al diritto alla scuola, al diritto alla formazione che deve essere continua nel tempo, al diritto all'assistenza sociale; ad essere, in altre parole, cittadini veri, autentici e riconosciuti dallo Stato e anche da questo Parlamento e dal Governo che guida il Paese.
Il centrodestra si è presentato con una prima manovra finanziaria di tagli: i tagli più gravi nella storia del Parlamento repubblicano sono stati approvati tra ieri e oggi grazie alla «blindatura» del provvedimento imposta dal Governo e al voto della maggioranza che, di fatto, ha respinto gli emendamenti proposti dall'opposizione. Ma vi è un altro danno, ancora più pericoloso: non aver disegnato un nuovo progetto, non aver progettato riforme, aver deciso tagli lineari su tutti i capitoli. Si è compiuta, infatti, la scelta, tutta politica, di far pesare i tagli, che in effetti nei trasferimenti ai Ministeri erano del 22 per cento, in misura pari al 60 per cento sui capitoli di tre direzioni generali del Ministero degli affari esteri in particolare: la direzione italiani all'estero e politiche migratorie, la direzione per la promozione culturale e quella per la cooperazione allo sviluppo.
Dietro ai tagli vi è anche un vuoto di idee e di progetti, l'assenza di una nuova visione del rapporto tra Italia e italiani all'estero, nonostante il fatto che, grazie al lavoro del Consiglio generale degli italiani all'estero (un organismo di rappresentanza che con questo disegno di legge finanziaria subirà una riduzione del proprio bilancio operativo) e alle risorse messe a disposizione dalla legge finanziaria del Governo Prodi, fra poche settimane si svolgerà, con apertura proprio qui a Montecitorio, la prima Conferenza dei giovani di origine italiana nel mondo.
Ciononostante, con questo disegno di legge finanziaria rischiamo di dare quanto meno un segnale contraddittorio anche alle nuove generazioni che, come è stato ricordato in maniera bipartisan da quanti sono intervenuti, rappresentano il futuro della presenza italiana nel mondo.
Il Partito Democratico crede nel rapporto con le nostre comunità nel mondo; questo ordine del giorno chiede al Governo un impegno a recuperare risorse già dal 2009, e successivamente per il 2010 e 2011, sia per la diffusione e la promozione della lingua italiana nel mondo, sia per l'assistenza dei nostri connazionali all'estero. Tale questione è importantissima per coloro che sono emigrati, soprattutto in alcune parti del mondo, come l'America Latina, e oggi vivono nell'indigenza, anche per l'assenza di un provvedimento sull'introduzione di un assegno di solidarietà, più volte reiterato nell'ambito dei lavori di questo Parlamento, ma mai portato a compimento.
Signor Presidente, i tagli alle tre direzioni generali sono gravissimi e si sommano alla mancanza di attenzione vera e autentica, se non nella forma di impegni assunti dal Governo, anche in questi giorni, sui temi collaterali a quello della promozione e diffusione della lingua e dell'assistenza.
Sull'ICI, che rappresenta una questione molto rilevante, vi è stato un impegno generico ad affrontare il problema e ad estendere l'esonero per gli italiani all'estero. Riguardo alle detrazioni per carichi di famiglia i deputati eletti all'esteroPag. 113del PdL avevano presentato un emendamento che poi è stato ritirato, addirittura prima che venisse messo in discussione. È stato un peccato averlo ritirato, perché noi lo avremmo fatto nostro, l'avremmo votato e sostenuto, in un'azione autenticamente bipartisan e vera di questo Parlamento, volta ad estendere definitivamente le detrazioni per carichi di famiglia ai residenti all'estero, a chi produce un reddito all'estero che, però, sia soggetto a imposizione fiscale in Italia.
Chiedo che su questo ordine del giorno, indipendentemente dal parere del Governo, vi sia un impegno autentico, non generico, come purtroppo sta avvenendo molto spesso.

FABIO PORTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO PORTA. Signor Presidente, intervengo per associarmi all'appello del collega Fedi e far arrivare in quest'Aula il grido di dolore che i nostri connazionali di Melbourne, di Berna, di San Paolo, di Buenos Aires, in questi giorni riunitisi davanti alle ambasciate e ai consolati, stanno trasmettendo a tutto il nostro Paese, chiedendo rispetto, dignità, pari diritti rispetto ai connazionali che vivono sul territorio nazionale e questo non soltanto per dare qualche risorsa in più per l'assistenza e la lingua, ma per mantenere il legame con le nostre comunità nell'interesse non solo loro, ma anche del futuro del nostro Paese.

GIANNI FARINA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANNI FARINA. Signor Presidente, intervengo a sostegno di quest'ultimo ordine del giorno perché non può essere sottaciuto, né ingiustificato l'attuale disimpegno storico del Governo che non ha portato innanzi il confronto e non ha assolto l'indispensabile ruolo di intervento per garantire il diritto alla formazione, alla cultura, a servizi efficienti e a organismi elettivi all'altezza di un Paese civile e moderno.
Insistiamo: invertite la tendenza, valutate con l'attenzione che merita questo ordine del giorno. È un grido disperato e cosciente che va raccolto. Tutte le possibilità vanno attentamente valutate, ove reperire i fondi aggiuntivi per gli anni 2009-2011, anche attraverso strumenti eccezionali e già utilizzati in particolari e gravi situazioni per sanare una situazione frutto di una finanziaria allestita con la noncuranza del ragioniere.

PRESIDENTE. Onorevole deve concludere. L'illustrazione è già stata svolta dal suo collega. Non potrebbe neanche parlare.

GIANNI FARINA. Dalla crisi si esce in avanti. Una risorsa non la si disperde per l'oggi e per il domani.
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale del mio intervento.

PRESIDENTE. Onorevole Gianni Farina, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.

DOMENICO SCILIPOTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, sull'ordine del giorno a cui ha fatto riferimento il collega Porta dichiaro di associarmi e chiedo di apporvi la firma.

PRESIDENTE. Chi intende sottoscrivere gli ordini del giorno lo può comunicare tranquillamente agli uffici.
Nessun altro chiedendo di parlare, invito il rappresentante del Governo ad esprimere i pareri.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine delPag. 114giorno Toccafondi n. 9/1714/1. Insieme a questo ordine del giorno sarebbe opportuno esprimere il parere sugli ordini del giorno Rubinato n. 9/1714/11 e Garagnani n. 9/1714/12. Sull'ordine del giorno Rubinato n. 9/1714/11, per un ovvio motivo di coordinamento tra i due strumenti di indirizzo, il parere del Governo è che il primo capoverso del dispositivo possa essere accolto come raccomandazione, perché ovviamente ha delle caratteristiche particolari ed implica il superamento della nota sentenza della Corte costituzionale. Il secondo capoverso è accettato se riformulato con la soppressione della parola: «quantomeno», perché rappresenta una valutazione di merito e non un invito al Governo.
Correlato ad esso è l'ordine del giorno Garagnani n. 9/1714/12 che il Governo accetta. Spero di essere stato chiaro.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Farinone n. 9/1714/2. Sarebbe esteticamente più corretto sostituire la parola: «taglio» con un'altra espressione, ad esempio con le parole: «riconsiderazione dinamica della spesa», che forse è più idonea rispetto alla situazione attuale, ma non ne faccio una questione di principio.

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Garofani n. 9/1714/3, mentre accetta l'ordine del giorno Franzoso n. 9/1714/4, purché riformulato nel senso di sopprimere l'ultimo capoverso della parte motiva e di sostituire la parte dispositiva nel seguente modo: « impegna il Governo ad assumere le necessarie iniziative che consentano in prospettiva il ripristino della piena funzionalità dell'arsenale militare marittimo di Taranto». Così riformulato l'ordine del giorno sarebbe accettato.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Fedi n. 9/1714/5 e accetta l'ordine del giorno Lupi n. 9/1714/6, a condizione che sia riformulato nel senso di sostituire le parole: «impegna il Governo» con le seguenti: «invita il Governo».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Zacchera n. 9/1714/7, se riformulato aggiungendo dopo le parole «impegna il Governo a», le seguenti parole: «valutare l'opportunità di».
Il Governo accetta gli ordini del giorno Di Biagio n. 9/1714/8 e Faenzi n. 9/1714/9, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Viola n. 9/1714/10, anche perché vi sono delle valutazioni non condivisibili nella parte motiva.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Toccafondi n. 9/1714/1, accettato dal Governo.
Chiedo all'onorevole Farinone se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1714/2, accolto dal Governo come raccomandazione.

ENRICO FARINONE. Sì, signor Presidente e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO FARINONE. Signor Presidente, credo che l'accoglimento come raccomandazione di questo ordine del giorno non sia sufficiente - mi rivolgo al sottosegretario - non solo perché la parola «taglio» ha un suo significato e così come è stata spiegata, cioè «riconsiderazione dinamica della spesa», mi sembra abbastanza ridicola, ma anche perché riteniamo effettivamente - ed è una nostra preoccupazione - che la diminuzione dell'impegno di spesa per il Dipartimento in oggetto possa creare un nocumento grave e serio all'attività dello stesso Ministero e, quindi, alla nostra presenza e al nostro lavoro in sede di istituzioni europee. Per questo motivo, chiedo che l'ordine del giorno in esame venga votato dall'Assemblea (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gozi. Ne ha facoltà.

Pag. 115

SANDRO GOZI. Signor Presidente, intervengo per sottolineare come l'ordine del giorno Farinone n. 9/1714/2 corrisponda a degli impegni che il Ministro ha assunto in Commissione, in occasione di un'audizione formale. Abbiamo condiviso con il Ministro Ronchi due aspetti: è necessario rafforzare l'azione di coordinamento del «sistema Italia», nel momento in cui si affrontano i negoziati comunitari ed è necessario lavorare in cooperazione - maggioranza e opposizione - per diminuire il numero delle procedure di infrazione.
Vogliamo semplicemente che il Governo assuma un impegno formale a non ridurre le già scarse risorse di quel Dipartimento e ad impegnarsi, quindi, con le risorse previste, per continuare a permettere al Governo ed all'Italia di rafforzare l'azione di coordinamento e di proseguire nell'azione di riduzione delle procedure di infrazione. Non capiamo perché, visto che si tratta di un impegno che il Ministro ha assunto, il Governo non debba accettare pienamente l'ordine del giorno in esame, bensì accoglierlo solo come raccomandazione.
Pertanto, inviterei il sottosegretario Vegas a riconsiderare la questione, perché ci siamo basati sulla linea che il Ministro Ronchi ci ha presentato e che condividiamo e ci sembra un po' strano che questo ordine del giorno possa essere solo accolto come raccomandazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sbrollini. Ne ha facoltà.

DANIELA SBROLLINI. Signor Presidente, intervengo soltanto per confermare quanto è stato già detto dai miei colleghi e per sottolineare, ancora di più, la riduzione importante che si realizza con questo provvedimento. Quindi, si tratta di una conferma di quanto è stato già detto dal mio collega (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santagata. Ne ha facoltà.

GIULIO SANTAGATA. Signor Presidente, dichiarando il mio voto favorevole sull'ordine del giorno Farinone n. 9/1714/2, vorrei ricordare all'Aula che l'ultimo voto espresso sugli emendamenti alla legge finanziaria e, quindi, su emendamenti che potevano influenzare le tabelle del bilancio, risale a 23 ore e 25 minuti fa. Mi chiedo come mai il Governo abbia impegnato tutto questo tempo per rifare delle tabelle che, fra l'altro, hanno avuto delle variazioni quasi nulle (parliamo di qualche centinaio di milioni di euro): stiamo parlando, infatti, di una legge finanziaria in cui non avete accolto alcunché delle proposte avanzate dall'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Motta. Ne ha facoltà.

CARMEN MOTTA. Signor Presidente, intervengo molto brevemente per dire che sarebbe quanto mai opportuno che il Governo accogliesse la proposta avanzata dal collega Farinone. In questo ordine del giorno c'è infatti un'espressione che impegna il Governo a continuare su quella strada che il Governo stesso ha indicato: si tratta infatti di un Governo che, insieme al Ministro Tremonti, ha riscoperto l'Europa, la sua importanza e la sua indispensabile presenza attiva in campo politico ed economico; un Governo, dunque, quanto mai impegnato in ambito europeo. Sono sicura che il sottosegretario Vegas dovrebbe riflettere, dal momento che le parole del collega Farinone sull'importanza di trovare i fondi per le risorse, per dare nuova linfa al Dipartimento per le politiche comunitarie, al suo funzionamento, non solo risultano coerenti con quanto il Ministro Ronchi aveva preannunciato, prevedendone il rafforzamento, ma altresì con gli impegni assunti in ambito nazionale ed europeo da parte del Ministro Tremonti, del Presidente del Consiglio e ovviamente dello stesso Ministro Ronchi. Raccomando, pertanto, un'attenzione particolare su questo ordine del giorno, che non è assolutamentePag. 116strumentale ma strategico ai fini della presenza che il nostro Paese vuole giocare in Europa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bachelet. Ne ha facoltà.

GIOVANNI BATTISTA BACHELET. Signor Presidente, preannuncio il mio voto favorevole all'ordine del giorno Farinone n. 9/1714/2 per il seguente motivo: non siamo affatto contrari alla riduzione dei costi della politica. Questo grande taglio di 344 milioni sul programma 21.3, che presiede al funzionamento della Presidenza del Consiglio, non è come tale criticato ma si vuole, semplicemente, impegnare il Governo a non ridurre la dotazione del Dipartimento per le politiche comunitarie. Il medesimo Dipartimento è stato infatti già valorizzato dall'azione del Ministro Bonino, ma anche il Ministro Ronchi ha recentemente dichiarato l'intenzione di potenziarne il ruolo. Peraltro esso contiene, tra l'altro, oltre al CIACE, anche una struttura di missione per le procedure di infrazione comunitaria. Visto che questo Parlamento ha già votato diverse leggi che potrebbero determinare una procedura di infrazione riteniamo imprudente depotenziare il medesimo Dipartimento. Di conseguenza, mentre riteniamo giusto tagliare sui costi della politica, sarebbe sbagliato farlo sulle strutture di supporto comunitario: sembrerebbe che ciò corrisponda anche all'intenzione del Governo, sulla base di quanto detto dal Ministro Ronchi e, dunque, non sembra impossibile che il Governo possa accettare l'ordine del giorno in esame, impegnandosi, anziché accoglierlo come semplice raccomandazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Trappolino. Ne ha facoltà.

CARLO EMANUELE TRAPPOLINO. Signor Presidente, intervengo per annunciare l'espressione del mio voto favorevole sull'ordine del giorno Farinone n. 9/1714/2 che, come ricordava il presentatore, intanto va nella direzione che lo stesso Ministro Ronchi il 16 luglio aveva annunciato in Commissione, ovvero il rafforzamento dell'azione del Dipartimento per le politiche comunitarie, in vista, anche, dei nuovi, importanti e ambiziosi traguardi che il Governo italiano si prefigge rispetto alle politiche comunitarie. Ritengo, quindi, che l'ordine del giorno in esame, al pari degli altri, svolga un ruolo importante, data l'impossibilità che abbiamo avuto in questi giorni di emendare il bilancio. Annuncio, pertanto, il mio voto favorevole sull'ordine del giorno Farinone n. 9/1714/2 e ringrazio il collega Farinone (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA. Signor Presidente, intervengo a titolo personale sull'ordine del giorno Farinone n. 9/1714/2, già da lui ampiamente illustrato, per ribadire la richiesta di garantire appieno il funzionamento del Dipartimento per le politiche comunitarie, in particolare di quelle attività di strategica importanza svolte tramite il Comitato interministeriale per gli affari comunitari europei e la struttura di missione per le procedure di infrazione.
Si tratta di due settori particolarmente rilevanti perché la loro operatività assicura un corretto rapporto tra il Governo italiano e le istituzioni europee occupandosi il CIACE dell'approfondimento delle tematiche riguardanti la partecipazione italiana all'Unione europea e la struttura di missione per le procedure d'infrazione, che è impegnata nella prevenzione del contenzioso comunitario e nel rafforzamento delle attività di coordinamento.
Pertanto leggiamo con una certa nota di stupore il taglio notevole di risorse destinate potenzialmente anche a questi settori, operata dalla legge di bilancio, tanto più perché contraddice le linee programmatiche del Ministero competente espresse in sede di Commissione.Pag. 117
Con questo ordine del giorno si chiede, quindi, al Governo di assumere un impegno formale perché, nella ripartizione delle risorse nell'ambito del bilancio di previsione 2009 della Presidenza del Consiglio, sia comunque garantito il pieno e completo funzionamento del Dipartimento per le politiche comunitarie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cenni. Ne ha facoltà.

SUSANNA CENNI. Signor Presidente, vorrei sottoscrivere questo ordine del giorno già illustrato dal collega Farinone. Considero questo ordine del giorno assolutamente strategico, come è stato ben illustrato.
Molte delle scelte del disegno di legge finanziaria che abbiamo contestato in questi giorni, in modo particolare le scelte del Ministro Tremonti, sono legate alla logica dei tagli che ha ispirato questo Governo, una logica di tagli trasversale, sbagliata e dannosa. Tuttavia, devo dire che questa logica diventa particolarmente odiosa quando va a colpire quei centri di carattere scientifico e tecnico in grado di supportare il ruolo che invece il nostro Paese è chiamato a svolgere nel contesto comunitario in molte questioni che riguardano le politiche nazionali.
È questo il caso del comitato internazionale per gli affari comunitari che dovrebbe rappresentare un supporto tecnico fondamentale per le azioni della politica e del Governo. Quest'Aula ha convintamente dato al suo assenso al trattato di Lisbona e anche nei prossimi giorni, la prossima settimana, il Governo si troverà ad affrontare dei passaggi fondamentali come quelli del 18 e del 19 novembre in occasione della discussione sulla Health Check della PAC. Anche per questa ragione il ruolo degli strumenti tecnici a cui voi fortemente tagliate risorse è ovviamente una scelta che va rivista e quindi mi sento di condividere questo importante ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ceccuzzi. Ne ha facoltà.

FRANCO CECCUZZI. Signor Presidente, vorrei annunciare il mio voto favorevole su questo ordine del giorno che condivido e vorrei approfittare dell'occasione per ricordare come dall'esposizione del collega Farinone emerga un problema grave di metodo, dal momento che questo ordine del giorno afferma che la XIV Commissione non è stata in grado di valutare l'entità dei tagli apportati. Ciò è sintomatico ed esemplificativo, purtroppo, di come tutta la sessione di bilancio sia stata stravolta in quest'occasione, perché la legge finanziaria è stata fatta nottetempo, con il decreto-legge n. 112 del 2008, non consentendo ai deputati della Commissione bilancio e della Commissione finanze di esaminare il documento. Adesso si ricorre ad una catena di Sant'Antonio perché dal decreto-legge n. 112 del 2008 siamo arrivati alla legge finanziaria e poi il Ministro Tremonti ci dice di inserirlo nel provvedimento cosiddetto salva banche e poi da quest'ultimo ci invita a inserirlo nel decreto sul prestito obbligazionario e, quando si arriverà a quest'ultimo, ci dirà di metterlo nel decreto sullo sviluppo economico, comprimendo sempre di più i tempi ed espropriando il Parlamento della sua funzione.
Si è fatta una riforma della sessione di bilancio senza dirlo e senza portarla qui dentro: la legge n. 468 del 1978 non esiste più ed in questo modo si è espropriato il Parlamento della sua funzione. Questo è un ordine del giorno esemplificativo come ce ne potrebbero essere molti altri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Codurelli. Ne ha facoltà.

LUCIA CODURELLI. Signor Presidente intervengo a titolo personale ed anch'io vorrei aggiungere la mia firma a questo ordine del giorno, affinché il GovernoPag. 118riveda la propria posizione. Come hanno già illustrato coloro che mi hanno preceduto, si tratta di un ordine del giorno veramente importante proprio per il ruolo che riveste questo organismo in Europa, ma anche per l'appello, per le richieste che questo Governo ogni giorno si sente rivolgere.
Dunque, è veramente impensabile ridurre, tagliare e non stanziare risorse necessarie affinché questo organismo possa funzionare appieno e possa riuscire a svolgere appieno le attività che è chiamato a svolgere. Com'è pensabile avere l'Italia fuori da qualsiasi regola e da qualsiasi logica in tal senso? Ancora una volta, quindi, ci sentiamo e mi sento di chiedere con forza al Governo di modificare il parere e di accettare l'ordine del giorno Farinone n. 9/1713/2.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Biasi. Ne ha facoltà.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Sottosegretario Vegas, capisco che non sia semplice definire attualmente la distribuzione delle risorse in presenza di tagli di questa natura. Mi rendo conto altrettanto, però, che stiamo parlando di organi costituzionali e a rilevanza costituzionale e della Presidenza del Consiglio dei ministri, che rappresentano un punto di una certa rilevanza nel funzionamento delle nostre istituzioni.
È del tutto evidente, quindi, che, quando si chiede di preservare la parte che riguarda l'Unione europea, si cerca di preservare una parte che riguarda il controllo e il prestigio dell'Italia in Europa, perché sappiamo perfettamente che, se queste Commissioni non funzionano bene - ne abbiamo avuto anche prova rispetto alla difficoltà di dare risposte rapide ed efficaci e di interagire con le strutture europee -, tutte le procedure di infrazione rischiano di vedere l'Italia nell'ennesima posizione di scacco.
Avendo noi votato all'unanimità per il Trattato di Lisbona e avendo preso tutti a cuore il prestigio del nostro Paese, ritengo che un organismo di controllo di questa natura vada assolutamente non soltanto preservato, ma persino rafforzato. Credo che ciò sia davvero nell'interesse del Governo, prima ancora del Parlamento, pena l'ennesima figuraccia all'estero (mi pare che di recente ne abbiamo già fatte abbastanza).
Questo, pertanto, è il motivo per il quale le chiedo di modificare il parere, da accoglimento come raccomandazione a parere favorevole. Se vuole riformulare il dispositivo, penso che possiamo essere d'accordo, ma questo punto di controllo è davvero rilevante, non burocratico ma profondamente politico. Le chiedo davvero di ripensarci molto onestamente. Ritengo sia giusto sottoscrivere l'ordine del giorno Farinone n. 9/1713/2, per il profondo significato politico e istituzionale che esso ha e che interessa tutto il Parlamento, non certamente la minoranza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Miotto. Ne ha facoltà.

ANNA MARGHERITA MIOTTO. Signor Presidente, il Governo ha espresso un parere che riteniamo non sufficiente, essendo limitato all'accoglimento come raccomandazione, per una ragione molto semplice. In momenti di difficoltà, come quelli che stiamo attraversando, occorre operare delle scelte. In queste settimane abbiamo più volte sentito dire, anche da chi è euroscettico, che la scelta dell'Europa è stata determinante per poter salvare il nostro Paese dalla bufera che la crisi finanziaria ha portato con sé.
Quando si operano i tagli, come è stato previsto con la legge finanziaria per il 2009, occorre essere selettivi e compiere scelte che rispondano a criteri di priorità. Se, davvero, la scelta europea è stata una scelta provvidenziale per il nostro Paese, perché tagliare quelle risorse che oggi sono indispensabili, come afferma l'ordine del giorno Farinone n. 9/1713/2, per poter far funzionare in maniera efficace il Dipartimento che si occupa delle procedure diPag. 119infrazione e del coordinamento interno per «definire una strategia negoziale in grado di rappresentare adeguatamente gli interessi dell'Italia»?
Non è questa la fase politica ed economica contrassegnata da esigenze di particolare delicatezza di questa funzione, che dovrebbe svolgere il Dipartimento per le politiche comunitarie? Non sembra a lei, signor sottosegretario, che il taglio imposto alle risorse che riguardano il Dipartimento per le politiche comunitarie, in verità, contraddica le affermazioni che il Governo ha fatto in queste settimane, proprio perché sono gli interessi del Paese che vanno tutelati, garantiti e difesi? Ecco perché è sbagliato il taglio generalizzato delle risorse, il taglio lineare che è stato imposto con il decreto-legge n. 112 del 2008. Ed è sbagliato questo disegno di legge finanziaria, che, senza operare alcuna selettività, lo ha tradotto nella legge finanziaria per il 2009. Ecco perché quest'ordine del giorno andrebbe accettato dal Governo.
Del resto, il Governo ha sempre la possibilità di apportare, con un provvedimento amministrativo, quelle variazioni che possono ripristinare lo stanziamento sufficiente affinché il Dipartimento per le politiche comunitarie possa efficacemente svolgere il ruolo che ha e che - ripeto - nell'attuale situazione di crisi è ancor più strategico per l'interesse del Paese. Per questo, oltre ad aggiungere la mia firma all'ordine del giorno che il collega Farinone ha, in maniera molto efficace, illustrato poco fa, mi auguro che il Governo ci ripensi e modifichi il proprio parere sull'ordine del giorno Farinone n. 9/1714/2 da accoglimento come raccomandazione ad accettazione. In questo senso, mi appresto a votare a favore, qualora, invece, il Governo intenda persistere in un atteggiamento che, francamente, risulterebbe poco comprensibile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lenzi. Ne ha facoltà.

DONATA LENZI. Signor Presidente, devo dire che la battuta del sottosegretario, che ha definito i tagli riconsiderazione dinamica della spesa, mi aveva quasi convinto. Nella fase precedente, si parlava di rimodulazioni della spesa. Abbiamo avuto un cambiamento, ma non si sa perché le riconsiderazioni o rimodulazioni non sono mai in crescita; sono sempre in diminuzione. Quindi, questi sinonimi, alla fine, vanno tutti nella stessa direzione. In questo caso, colpiscono un servizio della Presidenza del Consiglio, cui compete anche l'esame delle infrazioni comunitarie. Vorrei ricordare all'Aula che il Governo Berlusconi 2001-2006 rilasciò un'eredità di 275 procedimenti di infrazione. Il Ministro Bonino, con un impegno lodevole, riuscì in venti mesi a riportarli ai numeri precedenti al 2001. Non vorrei che il segnale che si lascia con questa riduzione di risorse ci porti, alla fine, di nuovo al raddoppio delle procedure di infrazione. In questo caso, sarebbe un elemento grave che ci toccherebbe tutti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Froner. Ne ha facoltà.

LAURA FRONER. Signor Presidente, intervengo per apporre anche la mia firma all'ordine del giorno Farinone n. 9/1714/2 e per richiedere un voto favorevole, in quanto in fin dei conti si chiede al Governo di garantire che, nell'ambito del taglio di risorse per oltre 344 milioni di euro, a carico del Programma 21.3, nel momento in cui verranno ripartite le somme spettanti a ciascun centro di responsabilità, sia assicurato il pieno funzionamento del Dipartimento per le politiche comunitarie e, in particolare, venga garantito lo svolgimento di attività strategiche, come quelle che fanno riferimento al Comitato interministeriale per gli affari comunitari europei e la struttura di missione per le procedure di infrazione. Mi soffermo soprattutto su quest'ultima, ricordando, come diceva poco fa l'onorevole Lenzi, che è di questi giorni l'ennesimo pronunciamento dell'Unione europea in merito alle procedure di infrazione in cui il nostro Paese è incorso. Quindi, non miPag. 120sembra che sia, anche in prospettiva, il caso di permettersi di rinunciare alla piena operatività di strutture come quelle citate.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giacomelli. Ne ha facoltà.

ANTONELLO GIACOMELLI. Signor Presidente, credo che il sentimento prevalente, rispetto alla posizione del Governo, sia, francamente, di sconcerto. Rispetto ai temi posti, in questo e negli altri ordini del giorno, anche nel successivo, vi è uno scarto tra l'importanza del tema e il modo in cui il Governo reagisce, quasi volesse rispondere a fastidiosi postulanti, adottando il principio della raccomandazione. In realtà, il punto è che la sensazione che si dà della politica del Paese è quello di un ritrarsi. Si diminuiscono le risorse per le iniziative culturali dell'Italia all'estero, le risorse per le iniziative militari. Proprio quando tutti ammettiamo che vi è uno scenario internazionale che richiederà un nuovo impegno, il primo messaggio va nella direzione opposta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cesario. Ne ha facoltà.

BRUNO CESARIO. Signor Presidente, anche io condivido l'ordine del giorno Farinone n. 9/1714/2, che fa riferimento ad una consistente riduzione di 344 milioni di euro rispetto al 2008.
Il Dipartimento per le politiche comunitarie, che serve in particolare ad elaborare le procedure di infrazione, avrà, sicuramente delle difficoltà. Vi è l'importante necessità, quindi, di dotarlo di mezzi e strutture capaci, attraverso fondi, che quando verranno ripartiti, dovranno essere garantiti alle strutture che realmente hanno questa competenza.
Ancora una volta si è realizza un taglio, malgrado gli annunci del ministro Ronchi sulla eccezionalità della misura: abbiamo visto che così non è.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà.

FURIO COLOMBO. Signor Presidente, sottosegretario Vegas, la ringrazio per aver detto di accogliere come raccomandazione questo ordine del giorno, ma vorrei permettermi di farle io una raccomandazione: raccomanderò questa sua splendida frase: «riconsiderazione dinamica della spesa» al comico Crozza; credo che ne farà un uso splendido, perché è molto difficile definire un taglio in un modo così straordinario.
Per il resto alla fine di questa giornata che è stata pesante e cupa, perché ci ha dato una rassegna di taglio dopo taglio, vedo una brutta notizia e una buona notizia. La brutta notizia è se non viene accettato questo ordine del giorno, perché significherebbe una mancanza di fondi per collegare l'Italia all'Europa. Significa fornire un'immagine dell'Italia simile a quella dell'astronauta che, quando si taglia il cavo nello spazio, si allontana per sempre dalla navicella; l'Italia ha bisogno dell'Europa e spero che questo non accada.

PRESIDENTE. Deve concludere.

FURIO COLOMBO. La buona notizia sta nelle parole che oggi il Capo dello Stato - credo che ci riguardino molto - ha espresso: «Debbono cadere vecchi pregiudizi, occorre un clima di apertura e di apprezzamento verso gli stranieri». Il Capo dello Stato ha invitato a rispettare «gli elementari diritti umani che non possono conoscere barriere».

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giovanelli. Ne ha facoltà.

ORIANO GIOVANELLI. Signor Presidente intervengo per apporre la mia firma all'ordine del giorno Farinone n. 9/1714/2, per la cui presentazione ringrazio l'onorevole Farinone, e per segnalare che il fatto che non sia stato accettato dal Governo mi dà la sensazione di una gravePag. 121leggerezza. Le argomentazioni che i colleghi hanno portato relativamente all'importanza di questo dipartimento e alla figuraccia che rischiamo di fare in Europa, non pensando che vi sia un dissenso radicale tra di noi su questo punto, mi fanno ritenere che sarebbe responsabile accettarlo.
Non farlo è sinonimo di leggerezza, e la leggerezza - sottosegretario - come l'arroganza, quando si ha a che fare con tematiche che riguardano tutti noi e gli interessi del Paese, è una pessima consigliera.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Amico. Ne ha facoltà.

CLAUDIO D'AMICO. Signor Presidente, intervengo a titolo personale solo per dieci secondi per puntualizzare che l'onorevole Colombo, nella sua lucida follia a favore dell'immigrazione, legge anche a metà le frasi del Presidente della Repubblica. Il Presidente ha parlato di apertura e apprezzamento verso gli stranieri che si fanno italiani, non solo verso gli stranieri; quindi lui stava parlando a persone che avevano ottenuto la cittadinanza italiana, dunque ormai si trattava di cittadini italiani. Non storpiamo, prendendone dei pezzi, i discorsi del Presidente, facendoli diventare un'apertura enorme agli stranieri. Questa è la puntualizzazione che volevo fare.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Farinone n. 9/1714/2, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 411
Maggioranza 206
Hanno votato
147
Hanno votato
no 264).

Prendo atto che i deputati Monai, Livia Turco, De Torre, Nunzio Francesco Testa e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, vi sono altri ordini del giorno sui quali si sono iscritti molti colleghi che hanno tutto il diritto di esprimere la loro posizione su un bilancio che peraltro ci è stato sottoposto in una forma e con una modalità inusuale, peraltro in una giornata nella quale si è consumato uno strappo rilevante nei confronti di una tradizione democratica di questo Paese in una sede parlamentare, in una Commissione bicamerale nella quale si esercita il controllo nei confronti di uno dei sistemi principali che reggono la democrazia di un Paese, il controllo radiotelevisivo. Noi, nonostante ciò, abbiamo dimostrato e stiamo dimostrando di rispondere all'arroganza della destra, del centrodestra e del Governo (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Vorrei che i colleghi evitassero certi ululati perché gli ululati consentirebbero ai colleghi semplicemente di passare la notte qui e magari anche la giornata di domani, come volete, naturalmente. Io sto semplicemente rivolgendomi alla Presidenza di questa Camera, al Governo e alla maggioranza e poi naturalmente ai colleghi dell'opposizione che pazientemente sono rimasti ai loro banchi, presenti per garantire il funzionamento di questa istituzione, e vorrei fare presente che stiamo votando dalla nota di variazione di bilancio in poi con una maggioranza che non ha il numero legale. Il numero legale è 287; la maggioranza un'ora fa aveva 273 voti, e sono ulteriormente diminuiti. Se noi ragionassimo semplicemente per interessi di bottega, potremmo uscire da questa Aula e lasciare laPag. 122maggioranza semplicemente nelle condizioni di non essere in grado di varare il bilancio dello Stato, ed è solo per senso di responsabilità che noi rispondiamo alla vostra arroganza, consentendo a questo Parlamento di decidere e di votare, ed eventualmente, se ne avrete i numeri, di varare il bilancio dello Stato. È con spirito repubblicano che noi facciamo questo, diversamente da voi e dal modo in cui nelle legislature precedenti avete condotto la battaglia di opposizione contro il Governo di centrosinistra.
Lo facciamo quindi con quel senso di responsabilità che compete a forze democratiche che tali sono e che tali resteranno, nonostante i tentativi di rendere questa democrazia una democrazia semplicemente guidata dall'alto e senza la possibilità di trovare momenti di discussione e di valorizzazione del Parlamento repubblicano.
Noi oggi lo stiamo facendo con il nostro comportamento e vorrei che fosse ben chiaro nella testa dei colleghi di maggioranza: voi da soli non sareste in grado di consegnare allo Stato il suo bilancio. Noi dovremmo decidere e, almeno per quanto riguarda il mio gruppo, spetterà alla singola coscienza di ciascun parlamentare che ha chiesto di parlare se rinunciare o meno agli interventi di cui la Presidenza ha buona nota. Sulla base delle convinzioni individuali, quando eventualmente i colleghi saranno chiamati, decideranno: non è una decisione che può prendere un gruppo e imporre un gruppo democratico.
Alla fine, giungeremo alla discussione del bilancio e avremo le dichiarazioni di voto finale e il voto finale senza che l'opposizione abbandoni l'Assemblea - ripeto - pur nelle condizioni nelle quali voi da giorni e da mesi la state conducendo: a colpi di fiducia, di decreti-legge e, quando discutete un disegno di legge, contemporaneamente in altra parte del Parlamento consumate una delle peggiori vicende della storia repubblicana. Nonostante ciò, alla vostra arroganza noi rispondiamo con la nostra presenza democratica (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

MASSIMO DONADI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, intervengo per associarmi alle parole dell'onorevole Quartiani che condivido integralmente. Oggi l'opposizione, rimanendo in quest'aula, offre una grande prova di responsabilità ma mi verrebbe da dire che sta offrendo questa prova di responsabilità ormai da settimane perché ritengo che da settimane, se avessimo quel nuovo sistema di voto che la Presidenza da gennaio ci ha promesso, si sarebbe potuto verificare che quotidianamente questa maggioranza era tale solo nel nome, ma non lo era nei fatti.
Oggi è accaduto qualcosa di veramente grave, signor Presidente. Ciò che è accaduto non ha stupito nessuno. Il sottosegretario con delega alle telecomunicazioni - quindi un autorevole membro del Governo - due settimane fa, dichiarava ai giornali: «Mai un dipietrista alla vigilanza». Egli esprimeva sicuramente la linea del Presidente del Consiglio che ieri sera pubblicamente ha detto: «il presidente della Commissione per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, ce lo votiamo noi: ci scegliamo noi chi votare, scegliamo noi chi eleggere». Siamo di fronte ad uno spregio alla democrazia che, credo, sessant'anni di democrazia parlamentare non abbiano mai conosciuto.
Il Presidente del Consiglio in pieno conflitto di interessi, proprietario di Mediaset, vuole una RAI debole e asservita, pretende di scegliere con il proprio arbitrio chi, eletto con i voti della maggioranza e quindi non rappresentando nessuno se non se stesso e quella maggioranza che arbitrariamente lo ha votato, svolge un ruolo fondamentale, qual è quello di vigilanza della cosiddetta Commissione RAI.
Oggi tutti quanti voi avete scritto una delle pagine più brutte della storia repubblicana.Pag. 123Avete infranto un patto che, da quando esisteva il bipolarismo in questo Paese, era sempre stato rispettato.
Lasciatemi concludere soltanto con due rapidissimi richiami. Infatti si è detto che causa di queste scelte sarebbero state improvvide dichiarazioni. L'onorevole Landolfi, che ancora siede in quest'aula, appena eletto presidente della Commissione per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi affermò che il Presidente del Consiglio Romano Prodi era uno zombi. Questa era sicuramente una «carineria» come si usa dalle vostre parti!

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Donadi.

MASSIMO DONADI. Il presidente della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, Storace, prima di essere eletto, affermò che lui si era insediato per scardinare quel regime incardinato dal centrosinistra: ma di cosa parlate? A voi della democrazia non interessa proprio niente (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Garofani n. 9/1714/3, accolto come raccomandazione dal Governo.

FRANCESCO SAVERIO GAROFANI. Signor Presidente, sono deluso dal fatto che un ordine del giorno così importante e così significativo, su un tema sentito in egual misura - direi con la stessa preoccupazione - dalle forze dell'opposizione e dalle forze della maggioranza (ne abbiamo discusso più di una volta dall'inizio della legislatura), sia stato valutato con sufficienza dal Governo e sia stato solo accolto come raccomandazione. Mi sarei atteso uno sforzo ed un impegno maggiore, per quanto possa essere concreto l'impegno su un ordine del giorno, ma ci saremmo accontentati.
Tuttavia, il senso di responsabilità di cui ha parlato l'onorevole Quartiani e di cui abbiamo dato prova in questi giorni ed in queste settimane in quest'aula mi costringe e ci costringe, in qualche modo, a prendere atto della valutazione del Governo e ad accettare il suo parere.

PRESIDENTE. Quindi prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Garofani n. 9/1714/3.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione proposta dal Governo e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Franzoso n. 9/1714/4.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Fedi n. 9/1714/5, accettato dal Governo.

MARCO FEDI. No, signor Presidente, non insisto: apprezziamo l'accoglimento dell'ordine del giorno in esame. Naturalmente la sua accettazione non può essere considerata dal Governo come un generico impegno, quindi vorrei fare un ulteriore richiamo all'attenzione del Governo e del sottosegretario Vegas, che ha seguito con grande attenzione tutti i nostri lavori.
Ne abbiamo avuti fin troppi di impegni, tanti impegni, anche sulle detrazioni per carichi di famiglia. Tanti impegni in tanti comparti, ma gli impegni generici non ci soddisfano: chiediamo un impegno vero, che si trasformi in atti concreti. Un impegno del tipo «problema noto e soluzione da individuare non si sa bene quando» non ci interessa e non ci soddisfa, lo diciamo con molta franchezza: questo modus operandi purtroppo è stato ben affinato dal Governo in queste pratiche di esame di ordini del giorno.
Vorremmo rivolgere un appello affinché il Governo individui gli strumenti per rendere attuativo, nella concretezza delle cose che abbiamo chiesto, l'ordine del giorno in esame.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione proposta dal Governo e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Lupi n. 9/1714/6, accettato dal Governo.Pag. 124
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione proposta dal Governo e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Zacchera n. 9/1714/7, accettato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Di Biagio n. 9/1714/8, accettato dal Governo.
Passiamo all'ordine del giorno del giorno Faenzi n. 9/1714/9.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno in esame, che va nella stessa direzione dell'ordine del giorno al disegno di legge finanziaria Zucchi n. 9/1713/187 e che impegna il Governo a reperire risorse per assicurare il funzionamento del fondo di solidarietà.

ANITA DI GIUSEPPE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, intervengo per chiedere di sottoscrivere l'ordine del giorno in esame, vista l'importanza che riveste il fondo di solidarietà per gli agricoltori.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Faenzi n. 9/1714/9, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Viola n. 9/1714/10, accolto come raccomandazione dal Governo.
Passiamo all'ordine del giorno del giorno Rubinato n. 9/1714/11, accolto come raccomandazione limitatamente al primo capoverso del dispositivo e per il resto accettato dal Governo.

GIANPAOLO DOZZO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, vorrei capire come si può regolare la Presidenza quando non sono in aula i presentatori di un ordine del giorno.

PRESIDENTE. Onorevole Dozzo, se non ci sono i presentatori resta agli atti l'ordine del giorno, la formulazione del parere nei confronti di quell'ordine del giorno da parte del Governo, mentre decade il diritto di porlo o meno in votazione, con le conseguenze che lei ben comprende.
Prendo atto che l'onorevole Garagnani non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1714/12, accettato dal Governo.

CARLO MONAI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, intervengo sull'ordine del giorno Rubinato n. 9/1714/11.

PRESIDENTE. Si tratta dell'ordine del giorno che abbiamo esaminato poc'anzi.

CARLO MONAI. Signor Presidente, faccio presente che su quell'ordine del giorno ho aggiunto anche la mia firma insieme, appunto, a quella della collega Rubinato che ha dovuto lasciare momentaneamente l'Aula (Commenti dei deputati dei gruppo Popolo della Libertà)...

PRESIDENTE. No, no!

CARLO MONAI. Ho firmato anch'io quell'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Il primo firmatario è l'onorevole Rubinato. Grazie, onorevole Monai. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Pag. 125

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1714)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Simonetti, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, colleghi, non ho chiesto di consegnare quando voi, in questi ultimi due giorni, sia nella seduta antimeridiana, sia in quella pomeridiana, avete fatto auto-ostruzionismo perché non eravate in Aula. Non sono abituato neppure a scrivere gli interventi per cui dovrei consegnare il cervello, cosa che non mi è possibile.
Signor Presidente, in questi ultimi giorni i titoli di giornali ci annunciavano, quotidianamente e in modo roboante, interventi del Ministro Tremonti e del Presidente del Consiglio relativi a progetti in ordine a sostanziosi supporti alla famiglia, bonus per i bebè, interventi per le classi più deboli.
Se vi era un momento nel quale queste intenzioni dovevano tradursi in azioni concrete questo era proprio la legge finanziaria, anche perché abbiamo visto che il saldo netto da finanziare, dopo l'approvazione del disegno di legge finanziaria, migliora di 685 milioni di euro e, pertanto, di un pari importo diminuisce il nostro ricorso al mercato. Il sottosegretario Vegas ha detto che l'obiettivo deve essere quello di migliorare il saldo. Per carità! Tuttavia, questo significa anche che lasciando invariato il saldo si sarebbe potuto effettuare qualche intervento. Visto che si annunciano interventi a favore delle banche per miliardi di euro credo che potevamo, forse, spendere qualche cosa, già in questa finanziaria, per fronteggiare questa situazione.
Il Ministro Tremonti è intervenuto in Aula durante la discussione del disegno di legge finanziaria e le parole che ha più usato sono state «stiamo studiando», «stiamo facendo», «faremo tutto il possibile nel modo giusto». Egli ha parlato quasi sempre al futuro. Signor Presidente, questo non è il tempo di parlare al futuro, ma dovrebbe essere il tempo di parlare al passato, dicendo «abbiamo fatto» o al limite «facciamo», perché la realtà che dobbiamo affrontare è qui, non è futura, e avremmo già dovuto intervenire o, quanto meno, dichiarare in modo dettagliato gli interventi che intendiamo fare, così come hanno fatto i nostri partner europei, così come hanno fatto la Spagna, la Francia e la Germania, che hanno già adottato interventi specifici, li hanno quantificati e, in molti casi, sono andate incontro proprio ai problemi delle famiglie più deboli, a quelli dei pensionati e a quelli dei disoccupati.
Il Ministro, invece, ha parlato sempre al futuro perché in effetti ogni giorno ci sono annunci estremamente roboanti e scintillanti, ma nel concreto non riusciamo a capire perché si è detto «no» a specifici interventi che sono stati promossi nel disegno di legge finanziaria e che andavano in quella direzione.
Invece, nonostante la situazione economica sia cambiata, abbiamo continuato a lavorare su dati macroeconomici non più esistenti e non più realistici e, quindi, di fatto, ci avete costretto ad approvare una legge finanziaria identica a quella che avevate approvato alcuni mesi fa quando ancora il cataclisma non era avvenuto. Si tratta di un cataclisma che porterà a dati negativi, ma porterà, ad esempio, anche una sostanziosa riduzione degli interessi passivi sul debito pubblico.
Avete rifiutato praticamente tutto; il collega Corsaro, intervenendo oggi, ha detto che è la prima volta da quarant'anni che si approva una legge finanziaria senzaPag. 126fiducia. Bella dichiarazione! Forse il collega si è dimenticato che avete definito la vera manovra quella del decreto-legge n. 112 del 2008 che, infatti, è stato approvato con la fiducia, quindi dobbiamo sempre stare attenti a simili dichiarazioni. Avete rifiutato tutto ed avete sconfessato i vostri Ministri. Non vedo più il Ministro Ronchi, apparso oggi tra i vostri banchi, che ieri avete sconfessato. Lo stesso Ministro aveva presentato una proposta in sede Unione europea concernente la riduzione dell'IVA a favore dell'infanzia, ma proprio ieri avevamo presentato un emendamento esattamente in questo senso, e voi lo avete bocciato. Si trattava di un emendamento certamente utile alle famiglie con bambini piccoli che devono sostenere ingenti spese (l'IVA per essi poteva essere realmente ridotta). Quindi, avete smentito un vostro Ministro.
Vedo, invece, il Ministro Brunetta: Ministro, ieri l'hanno smentita e delegittimata, perché noi abbiamo presentato emendamenti che non solo non costavano nulla, ma avrebbero aumentato i saldi di finanza pubblica. Lei, in tutta Italia, quando si muove dichiara che saranno abolite le comunità montane. Crediamo siano un livello istituzionale che non ha più senso oggi e avevamo proposto un emendamento perché fossero abolite e trasformate in unioni tra comuni senza costi a carico dello Stato. Signor Ministro, è stato smentito dal suo Governo e dalla sua maggioranza.
Abbiamo anche fatto delle proposte che ulteriormente andavano nel senso di liberare nuove risorse. Abbiamo proposto di abolire la nuova «legge mancia» che avete voluto istituire in agosto con 70 milioni di euro. Vi abbiamo proposto di ridurre i rimborsi elettorali ai partiti ed, in particolare, quella vergogna che è la duplicazione della distribuzione ai partiti quando le legislature si interrompono. Avete detto di no anche a questo! Stiamo parlando di centinaia di milioni di euro che avrebbero potuto essere destinate ad interventi a favore della famiglia e delle classi più deboli. Tra comunità montane, «legge mancia» e rimborsi elettorali parliamo di non meno di 400-500 milioni di euro.
Inoltre, i colleghi della Lega nord, intervenendo oggi, hanno dichiarato di aver detto finalmente no agli interventi localistici; questi colleghi ci dovrebbero spiegare come mai con i loro voti determinanti ieri sera hanno consegnato 38 milioni di euro ai terremotati del Belice, un terremoto avvenuto quarant'anni fa. Eppure, grazie ai loro voti determinanti, 38 milioni di euro sono andati ad un'altra vergogna, perché dopo quarant'anni non si può dire che i terremotati abbiano ancora dei bisogni insoddisfatti. Pochi minuti prima avevano detto di no ad un altro emendamento che mirava a dare risorse agli alluvionati del Piemonte; alluvione che invece è avvenuta soltanto un anno fa. Pertanto, credo che qualcuno dovrà dare spiegazioni agli italiani o a quella parte degli italiani ai quali solitamente si riferisce questo partito.
La finanziaria esce praticamente come è entrata perché, a parte un'indicazione modesta di indirizzo sull'extragettito (che non sappiamo ancora se ci sarà o meno), e un intervento, dovuto, a favore della cassa integrazione guadagni, in realtà essa conferma una serie di tagli.
Per chiudere il mio intervento, vi voglio ricordare alcuni tagli fatti rispetto al bilancio assestato del 2008: 100 milioni in meno alle politiche del lavoro; 436 milioni in meno allo sviluppo e all'equilibrio territoriale; 600 milioni in meno ai giovani e allo sport.

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, la prego di concludere.

ANTONIO BORGHESI. Se vado a guardare gli stati di previsione dei ministeri trovo 7 miliardi in meno al Ministero dell'economia; 300 milioni in meno a quello della giustizia; 700 milioni in meno al Ministero degli affari esteri, ma voglio ricordare il dato più rilevante: stiamo parlando di 7 miliardi in meno alle infrastrutture, di cui 4 miliardi di minori trasferimenti ad ANAS e Ferrovie e 3 miliardi di minori trasferimenti ai comuniPag. 127per gli investimenti. Questo è il disegno di legge di bilancio, per cui il voto del gruppo dell'Italia dei Valori non potrà che essere contrario (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baretta. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, non sarò lungo e non riprenderò l'insieme delle valutazioni e degli argomenti generali sui quali ci siamo intrattenuti in questi giorni e che ho avuto modo di esprimere anche nella relazione di minoranza. Voglio fare però quattro considerazioni con l'obiettivo esplicito di collegare questa discussione agli appuntamenti futuri. Infatti, non è vero che quando si fa un voto si chiude definitivamente il capitolo. Ciò avviene per l'aspetto tecnico e normativo, ma politicamente è vero che procediamo in un continuum e, quindi, quello che facciamo oggi e ciò che abbiamo fatto in queste settimane sarà ripreso e ritornerà nelle scadenze prossime.
In fin dei conti sono passati solo quattro mesi da quando è iniziata la legislatura e abbiamo visto come sia stata riempita di iniziative che sembrano quasi farci apparire il tempo più lungo. Siccome invece la legislatura sarà lunga, abbiamo bisogno di chiarirci sin da subito su come procedere.
La prima considerazione è questa: la discussione parlamentare sulla formazione del bilancio dello Stato rappresenta, come sappiamo bene, un momento particolare della vita parlamentare. Non è affatto, come invece spesso viene presentata, un'occasione tecnica, burocratica o, addirittura, ragionieristica. Il sottosegretario Vegas sarà sicuramente in grado di apprezzare quanto diceva Pitagora che ricordava che il numero misura la realtà e ne penetra il significato. Quindi, signor sottosegretario, il punto vero è proprio questo: vi è uno scarto tra questa discussione che abbiamo fatto, questo disegno di legge finanziaria, questa discussione sul bilancio e la realtà. Abbiamo ed avete perso un'occasione di uno sguardo d'insieme sulla società italiana e di utilizzare gli strumenti che ci vengono messi a disposizione per dare una risposta coerente con la situazione reale. Questo è il primo limite sul quale vi invito a riflettere, proprio perché le scadenze prossime venture ci richiameranno.
La seconda considerazione è che, in conseguenza di questo limite, questo è un intervento sulla finanziaria e sul bilancio fondato sui tagli. Anch'io trovo del tutto simpatica la definizione di «riconsiderazione dinamica della spesa». La verità è che sono tagli lineari, come si dice. Il decreto-legge n. 112 del 2008 è l'origine. Quindi, il secondo errore è stato non correggere quel provvedimento. Non era necessario stravolgerlo, né modificarlo del tutto. Ci rendiamo conto del quadro di riferimento dentro quale ci muoviamo, ma non avete fatto nemmeno una correzione!
Ricordo che il decreto-legge n. 112 del 2008 opera tagli sulla scuola, sulla sicurezza, sugli enti locali, su un insieme di argomenti come lo spettacolo, i trasporti e la sanità. Il sud è un terreno sul quale molto si è discusso. Tali tagli lineari (di cui il bilancio, di cui adesso stiamo discutendo, è poi il vero protagonista) danno la dimensione del secondo errore cui ho fatto riferimento.
La verità è che alla fine abbiamo una situazione che ci porta ad avere - come dice la relazione al bilancio - un forte decremento delle spese in conto capitale: il sostanziale risultato di miglioramento dipende dalla riduzione della capacità di investimento.
La domanda che noi ci poniamo oggi a futura memoria è: possiamo immaginare che questa linea rigorista (sulla quale noi abbiamo comunque espresso un interesse per la parte relativa al risanamento del bilancio) possa risolvere la questione dell'approccio all'economia italiana e ai suoi problemi? Con sforzo noi abbiamo portato a casa dei risultati: gli ammortizzatori, le modifiche in tema di enti locali, ma non sono sufficienti.
La terza considerazione, come vedete vado veloce: noi oggi pomeriggio abbiamoPag. 128avuto, dopo la votazione della finanziaria, l'appunto sulla prima Nota di variazioni. Abbiamo preso un po' di tempo per vederlo - ovviamente sono carte ponderose - ma a me interessa sottolineare due aspetti della Nota di variazioni, proprio al fine della futura discussione. Invito seriamente tutti i colleghi a riflettere su questi due dati. Il primo: c'è una riduzione delle entrate tributarie pari a 506 milioni di euro. Non voglio in questo momento fare nessuna considerazione di carattere politico; rilevo e invito il Governo e il Parlamento a riflettere che abbiamo una riduzione dell'entrate tributarie. Si potranno discutere tutte le metodologie con le quali si affronta l'argomento, ma questo è un punto che può preoccupare se non è affrontato seriamente. Secondo: il saldo netto migliora di 685 milioni di euro. È stato fatto presente dai colleghi e dal sottoscritto in Commissione bilancio poche ore fa che francamente qualche intervento - penso alla famiglia, penso ad alcuni interventi di cui si è discusso in queste ore - forse poteva essere fatto, senza compromettere l'obiettivo del risanamento del bilancio al 2011.
La quarta ed ultima considerazione - mi rivolgo al Presidente dell'Aula - riguarda le modalità complessive di lavoro. È vero che abbiamo anche fatto dei passi in avanti nel lavoro della Commissione in questi giorni, ma è anche vero che c'è un intasamento. Signor Presidente, è urgente riorganizzare il lavoro della Camera nel rapporto tra Commissioni ed Aula perché in questo modo si fatica davvero ad esercitare bene il nostro dovere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gioacchino Alfano. Ne ha facoltà.

GIOACCHINO ALFANO. Signor Presidente, preannuncio il voto favorevole del gruppo Popolo della Libertà. Chiedo, altresì, che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Onorevole Gioacchino Alfano, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, annuncio il voto contrario del gruppo dell'Unione di Centro e anch'io chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Delfino, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 1714)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale e approvazione - A.C. 1714)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1714, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2009 e bilancio pluriennalePag. 129per il triennio 2009-2011 e relativa Nota di variazioni» (1714):

Presenti e votanti 403
Maggioranza 202
Hanno votato 273
Hanno votato no 130

Prendo atto che i deputati Sani, Ginefra, Boccia e Genovese hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.

(La Camera approva - Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Vedi votazionia ).

Sull'ordine dei lavori (ore 20,30).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonavitacola. Ne ha facoltà.

FULVIO BONAVITACOLA. Signor Presidente, intervengo per unirmi alla commemorazione, fatta da due colleghi di Alleanza Nazionale, del collega Colucci, deputato dalla X alla XIII legislatura che ho conosciuto fin dal 1980, avendo partecipato entrambi al consiglio comunale di Salerno da opposte posizioni, ma nel tempo questo non ha impedito di consolidare una stima che poi è diventata anche un'amicizia. Con grande emozione ed affetto voglio ricordare questo nostro carissimo collega.

PRESIDENTE. Grazie, la Presidenza si associa.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, con molto dolore portiamo all'attenzione dell'Aula - credo in modo condiviso da un gruppo di parlamentari, sia di uno schieramento sia dell'altro, che già oggi hanno assunto una posizione al riguardo - il caso della sentenza del tribunale che, di fatto, ha reintrodotto in Italia la pena di morte. Era da anni che non si consumava in questo Stato una sentenza di morte. Nella scorsa legislatura abbiamo abrogato anche la pena di morte che era prevista nel codice militare.
Signor Presidente, con un tempismo raro nelle aule di tribunale, è arrivata una sentenza che ha colpito noi, ma anche le Aule parlamentari, proprio nel momento in cui si stava pensando di prevedere una legge, e che ha deciso che quella che, forse, non è considerata vita degna di essere vissuta, debba avere una fine. Signor Presidente, morire per fame e per sete è una tortura indegna di un Paese civile. È indegna di un Paese civile (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Popolo della Libertà e Unione di Centro)!
Noi su questo - parlo a titolo personale, ma credo di interpretare gran parte del sentimento dei componenti di quest'Aula, da una parte e dall'altra degli schieramenti - possiamo manifestare il nostro sdegno ed esprimere fieramente la necessità di un nostro impegno di parlamentari, ma vogliamo consegnare al Paese questo momento, consapevoli della necessità di lanciare un messaggio: l'eutanasia non può passare in questo Paese, né l'eutanasia attiva, né l'eutanasia passiva (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, non posso che associarmi con immenso dolore a quanto affermato dal collega Polledri. Si tratta di una sentenza attesa da molti e da molto tempo, una sentenza drammatica che, se il papà di Eluana Englaro andrà avanti nelle sue intenzioni, priverà della vita questa ragazza incolpevole e incosciente, attraverso una morte atroce che significa morire di fame e di sete.
Quando tre anni fa morì Terry Schiavo - lo ricorderete tutti - in America, perPag. 130questa stessa vicenda, ci sembrò un mondo barbaro, lontanissimo da noi, tant'è che noi, nella patria del diritto, stigmatizzammo quella scelta perché Terry Schiavo non doveva morire di fame e di sete. Qui ora, in Italia, patria del diritto, senza che vi sia stato il tempo di legiferare, ma neanche di affrontare l'argomento, la sentenza della Corte cala come una scure sulla vita di una persona.
In quest'Aula credo che tutti dovremmo affermare che la vita umana non è disponibile e non può essere sottoposta al giudizio, per quanto illuminato e pensato, di qualsiasi giudice di questo Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). È scritto nella Costituzione che la vita umana va difesa fino in fondo e i medici sono chiamati a salvare la vita: l'articolo 32 afferma che si ha diritto alle cure, non diritto alle non cure.
Qui si apre una voragine drammatica e spero che la civiltà del nostro Paese sia in grado di opporre proprio una resistenza civile, fatta di valori, di convinzioni e di passione per la vita perché stigmatizzi una sentenza che rende tutti sconfitti (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Saltamartini. Ne ha facoltà, per due minuti.

BARBARA SALTAMARTINI. Signor Presidente, mi rendo conto che l'ora in cui si discute di questo tragico evento purtroppo ci richiede di intervenire brevemente, quindi non faccio altro che associarmi a quanto detto dai miei colleghi, Polledri e Capitanio Santolini, con i quali, insieme a tanti altri parlamentari, oggi abbiamo inteso fare un comunicato congiunto.
Credo che questo sia un elemento molto importante, perché su un tema quale quello della difesa della vita e della battaglia per la vita senza se e senza ma, trovare in quest'Aula la comunione di intenti e l'affinità per potere fare insieme, esponenti di maggioranza e di opposizione, un intervento per condannare ciò che è successo oggi, credo che sia uno degli atti più belli che quest'Aula potesse compiere oggi.
Mi auguro che proprio da questo atto, che ci ha visto insieme, si possa finalmente arrivare a legiferare. Non perché nel nostro ordinamento non ci sia già scritto qualcosa, ma perché forse è opportuno andare più a fondo. Non si può più rinviare una proposta di legge e una legge in Italia sulle cure di fine vita. Noi siamo chiamati a legiferare e non accettiamo che sia altri, fuori dal Parlamento e nelle sue sedi opportune, a decidere (quindi un tribunale) per la morte di una persona. Mi dispiace dirlo, ma la pagina che oggi segna l'Italia apre purtroppo le porte all'eutanasia di Stato e noi, contrari alla pena di morte, non possiamo assolutamente accettare quanto oggi è successo in questa nazione (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Unione di Centro).

LAURA MOLTENI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LAURA MOLTENI. Signor Presidente, ciò che è successo oggi è decisamente sconvolgente, soprattutto se riferito ad un Paese come il nostro, che si definisce civile. È sconvolgente e sembra di rileggere una pagina oscura di storia, quella della rupe Tarpea, che ha un sapore quasi medievale, dove chi nella nostra società non è più attivo e in grado di decidere del proprio futuro è costretto a subire una condanna a morte vera e propria emessa dal nostro tribunale. Si tratta di una condanna a morte per fame e per sete.
Questa decisione ricade su tutti noi e sulla vita dei cittadini, e può spalancare di fatto le porte all'eutanasia. Oggi in Aula è successo un fatto politicamente importante, in quanto diverse componenti politiche si trovano unite per il bene comune, ovvero quello della salvaguardia della vita a tutti costi. La vita, infatti, va difesa, così come recitava la collega prima, secondo il dettato costituzionale in un Paese dove laPag. 131pena di morte non c'è, in un Paese che parla di diritti umani, in un Paese che si pone a tutela e a sostegno dei suoi cittadini.
Con questa sentenza viene data la morte ad una persona, che non potrà fare altro che subirla. Questo è assolutamente scandaloso e molto preoccupante per il futuro di tutti i cittadini del Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Popolo della Libertà e Unione di Centro).

ROSY BINDI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROSY BINDI. Signor Presidente, come lei sa, in Ufficio di Presidenza sono stata la relatrice contro il ricorso che questa Camera ha fatto per il conflitto di attribuzione con la magistratura che puntualmente, come era prevedibile, è stato respinto dalla Corte costituzionale. In quella circostanza volli sottolineare l'importanza di distinguere il merito di quella sentenza dalle procedure e dal rapporto corretto che deve esserci tra i poteri dello Stato.
Ero convinta, e resto convinta che, in assenza di legislazione, il giudice non possa non decidere, a prescindere dal merito, che può essere condiviso o non condiviso, ritenendo, peraltro, che le battaglie nel merito si fanno con gli strumenti giusti e non con gli strumenti sbagliati. Con la stessa convinzione con la quale svolsi il compito di relatore di minoranza presso l'Ufficio di Presidenza, oggi sono libera di affermare la mia perplessità nei confronti della sentenza che è stata emessa dalla Corte di Cassazione, che ha respinto un ricorso e che ci riporta al merito della sentenza sulla vita di Eluana.
Sono tra coloro che su questo argomento nutrono molti dubbi. Non riesco a considerare l'alimentazione forzata un accanimento terapeutico. Tuttavia, so che di fronte a questo argomento, le certezze forse non aiutano, ma una certezza ce l'ho oggi, come ce l'ho sempre avuta nelle legislature precedenti: credo che del contenuto di questa sentenza e degli atti che seguiranno non si possano rendere responsabili soltanto gli estensori di quelle sentenze. Siamo tutti responsabili e lo siamo, soprattutto noi come Parlamento, per non aver dato al nostro ordinamento una legge in questa materia: mi auguro che vi siano le condizioni, che non vi sono state in passato. Lasciatemi dire, colleghi, che trovo un po' di ipocrisia da parte di coloro che oggi parlano di eutanasia di Stato e di condanna a morte, quando nella legislatura precedente, si sono opposti, in tutti i modi, per impedire che il Parlamento legiferasse su questa materia.
Mi auguro che questa vicenda così drammatica aiuti tutti noi ad assumerci le nostre responsabilità, con lo spirito della ricerca e del dialogo, perché su questi argomenti una nazione civile e democratica decide insieme e rispetta tutte le posizioni: nessuno si siede al tavolo con le certezze, ma tutti si siedono al tavolo con lo spirito della ricerca, nel senso del limite che ci deve accomunare per dare a questo Paese una legge giusta su una materia così delicata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

RITA BERNARDINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, queste parole, le ultime pronunciate in quest'Aula dall'onorevole Rosy Bindi, mi riconciliano un po' con l'Assemblea e con gli interventi che ho ascoltato in precedenza. In questa sede si è parlato di tortura, ma credo che la tortura sia quella che Eluana Englaro ed i suoi familiari hanno dovuto sopportare in questi 17 anni. Eluana, nel vivo della sua giovinezza, trovandosi di fronte ad un caso come quello che, poi, si è verificato per la sua vita (quello di un ragazzo in stato vegetativo permanente) disse al padre: mai mi vorrò trovare in una situazione del genere. Eppure, è stata costretta per 17 anni ad essere alimentata artificialmente e ad essere sottoposta a macchinari che l'hannoPag. 132tenuta in vita. Pensate a quel corpo trattato per tutti questi anni come un oggetto: lei sicuramente questo non l'avrebbe voluto. Voglio rendere onore a quel padre, che ha saputo, con dolore, in tutti questi anni, seguire questa vicenda e che ha voluto affidarsi allo Stato di diritto e alla giustizia.
Ritengo che oggi sia stata pronunciata una sentenza che reputo giusta e che aderisce pienamente allo spirito e alla lettera della nostra Costituzione repubblicana.

ANDREA ORSINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA ORSINI. Signor Presidente, oggi è una giornata doppiamente triste - lo hanno sottolineato giustamente molti colleghi che hanno preso la parola prima di me - perché questa sentenza dispone di un bene che non è disponibile, la vita della signora Englaro. Dico «la signora Englaro» perché parliamo di un cittadino italiano, di una persona adulta e non capisco per quale ragione dobbiamo chiamarla «Eluana», per nome. Non lo faremmo parlando di chiunque altro. C'è già, in questo chiamarla per nome, una forma di implicito pietismo, nella migliore delle ipotesi, ma, forse, anche qualcosa di peggio, cioè il considerarla qualcosa di diverso.
La signora Englaro è un cittadino italiano, che vive e che ha una condizione di salute diversa dalla nostra, ma non per questo merita meno rispetto o è titolare di meno diritti. Il diritto alla vita è categoricamente indisponibile per chiunque, anche per un parente dotato delle migliori intenzioni e, soprattutto, è un diritto che non può essere certo reso disponibile, onorevole Bernardini, sulla base di una dichiarazione occasionale fatta venti anni prima, in astratto e in condizioni totalmente diverse. A ognuno di noi, nella vita, sarà capitato di esprimere commenti, più o meno occasionali, su vicende dolorose. Questo non significa che una manifestazione di volontà occasionale, venti anni dopo, possa costituire il pretesto per privare una persona della vita.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ANDREA ORSINI. Signor Presidente, concludo davvero. C'è una cosa altrettanto triste: è vero che questo argomento è talmente drammatico da meritare una discussione seria e serena, nella quale occorrerebbe rispettare tutte le posizioni, anche quelle molto diverse dalla mia (quale sia la mia è evidente). È altrettanto vero che, in assenza di legislazione, non può essere la magistratura a forzare la volontà del legislatore (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e Unione di Centro).

SAVINO PEZZOTTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SAVINO PEZZOTTA. Signor Presidente, mi associo ai colleghi nell'esprimere lo sconcerto per quanto è stato deciso, oggi, nei confronti di Eluana. Non mi pongo sul terreno di esprimere un giudizio nei confronti della magistratura, ritengo tuttavia che sia abbastanza problematico pensare di poterle affidare il bene della vita. Credo che occorra ragionare in altri termini, anche perché, in questo caso, ci troviamo di fronte a una situazione particolare, nella quale nessuno può negare che sia coinvolta una vita vera. Basti pensare a quanto accaduto nelle settimane scorse e a come questa vita ha reagito a una situazione di difficoltà: c'era, dunque, in essa, la capacità di reagire e di respingere elementi che potevano portarla alla fine. Era una vita che voleva vivere. Decidere di voler porre fine ad una vita è una cosa estremamente grave. Credo che occorra riflettere con attenzione e senza strumentalizzazioni, avendo cura del dolore che attraversa vicende di questo genere, perché chiunque vi sia coinvolto soffre le pene dell'inferno. Dobbiamo guardare simili casi dal punto di vista normativo e legislativo, ma avere altresì cura del dolore che li attraversa. Non basta...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

Pag. 133

SAVINO PEZZOTTA. Non basta che condanniamo quanto sta succedendo, cosa giusta ed opportuna, ma abbiamo anche il dovere di pensare e di chiederci come la società attuale che incontrerà sempre più casi di questo genere...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

SAVINO PEZZOTTA. ...riesca, anche da un punto di vista dei servizi di accompagnamento, ad agire. Infatti non è giusto, non è possibile, non è umanamente accettabile che casi di questa natura siano scaricati completamente sulle famiglie.

PRESIDENTE. Grazie onorevole.

SAVINO PEZZOTTA. Credo che dobbiamo trovare delle norme che consentano di accompagnare queste vicende avendo sempre come fine, non la morte, ma il rispetto della vita (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Chiedo scusa, non voglio «tarpare le ali» a nessuno. Questa sera si è sviluppato un dibattito anomalo provocato dall'intervento del collega Polledri ed al limite avrei dovuto concedere la parola ad un deputato per gruppo, per cui mi rimetto alla valutazione dei colleghi. Concedo un minuto ai colleghi che hanno chiesto di parlare, altrimenti sospendo la seduta.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Renato Farina. Ne ha facoltà.

RENATO FARINA. Signor Presidente al di là del fatto che mi associo a moltissimi dei discorsi che ho sentito, ad esempio anche alle parole dell'onorevole Pezzotta, per cui non ho molto da aggiungere, mi colpisce che in questo momento in aula siano presenti coloro che difendono la vita mentre, dall'altra parte, la «squadra» che su questi temi, di solito, ha sempre dato battaglia si sia ritirata quasi come contenta di una vittoria. E questo mi dispiace: di solito i deputati radicali ci sono sempre, stavolta ce n'è una sola, anche se li rappresenta tutti.
Vorrei dire che delle concezioni della vita ho profondo rispetto perché sono certo della buona fede di tutti, ma il dramma del nostro tempo è che si stanno affermando culture diverse. Allora penso che ci si debba riferire alla ragione...

PRESIDENTE. Grazie onorevole.

RENATO FARINA. Mi scusi Presidente, mi lasci finire l'argomento.

PRESIDENTE. Mi dispiace, ma ha finito il suo tempo. Ho fatto una premessa, se vuole concludere la prego di concludere.

RENATO FARINA. Non fa niente, signor Presidente.

GABRIELLA MONDELLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GABRIELLA MONDELLO. Signor Presidente, anch'io mi associo ai colleghi...

PRESIDENTE. Non faccia quei gesti, onorevole Farina! Non si deve comportare in quel modo: ho fatto una premessa!

RENATO FARINA. Mi scuso, signor Presidente.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Mondello.

GABRIELLA MONDELLO. Mi rendo conto, anche interpretando il pensiero dell'onorevole Renato Farina, che l'argomento è estremamente coinvolgente, ma accolgo l'invito del Presidente perché molte cose sono già state dette.
Vorrei solo esprimere il sentimento di profonda tristezza che sto provando, al pari di quanti si sono espressi in precedenza. È vero: si è parlato anche di «tortura», ma se pensiamo a quello che può essere la morte per fame e per sete credo che non si possano trovare vocaboli diversi.Pag. 134
Questa è veramente una condanna a morte, ma soprattutto mi colpisce il concetto del rifiuto (senza toccare e ledere naturalmente l'impegno e la dignità del padre della persona di cui stiamo parlando), cioè che questo avvenga in una società che fa di tutto per respingere ciò che è negativo, triste e doloroso.

PRESIDENTE. Grazie onorevole.

GABRIELLA MONDELLO. È la negazione del sacrificio e invece al sacrificio dovremmo tornare per trovare anche una maggiore gratificazione interiore.

RAFFAELLO VIGNALI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RAFFAELLO VIGNALI. Signor Presidente è stato detto che questa sentenza cade in un vuoto legislativo. Credo che invece la legge sia chiara, come anche la Costituzione che non comincia dall'articolo in cui si parla delle cure mediche, ma da quello in cui si parla della dignità della persona che è stato ignorato, così come è stato ignorato il nostro codice che prevede l'eutanasia attiva e passiva come reato.
Tuttavia volevo fare una considerazione politica rispetto a quanto ho ascoltato. È stato detto che Eluana è stata trattata come un oggetto e ciò non è assolutamente vero: è stata trattata come una persona e come una persona amata. Tratta le persone come oggetto chi parla di testamento biologico perché l'uomo non è soltanto un pezzo di carne o un'entità biologica, ma la vita e la persona sono un mistero e se l'uomo è un oggetto il potere non ha limiti.
Vorrei porre anche una domanda visto che mi sembra giusto interrogarsi perché si tratta di un tema importante.

PRESIDENTE. Grazie onorevole.

RAFFAELLO VIGNALI. Vorrei porre solo la domanda.

PRESIDENTE. Prego.

RAFFAELLO VIGNALI. Mi chiedo se sia lecito portare avanti la condanna a morte di un detenuto nel braccio della morte se questi è in stato vegetativo permanente (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PAOLA GOISIS. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLA GOISIS. Signor Presidente, non voglio svolgere considerazioni giuridiche o considerazioni legate ad un'ideologia o ad una religione. Per queste c'è tanto tempo e ci sono tante discussioni da svolgere in Parlamento o nei luoghi a ciò deputati.
Svolgo soltanto una considerazione dal punto di vista umano: mi chiedo come sia possibile dare la morte ad una persona, in modo particolare da parte di un genitore: ritengo che far morire di fame e di sete una figlia rappresenti una tra le morti più tremende e crudeli. Ho ancora negli occhi la tragedia e tutto il dolore che tutti abbiamo provato a proposito della morte della ragazza americana Terry Schiavo. I giornali ci hanno fatto vedere le fotografie di quella ragazza, ma comunque, a parte quello, credo che arrivare ad una decisione di questo tipo sia contro ogni forma di umanità.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, io mi occupo di questioni prettamente giuridiche e di quelle parlerò. Ritengo che il problema della competenza del giudice a disporre di una materia (che l'articolo 50 del codice penale e l'articolo 5 del codice civile disciplinano sotto il profilo del consenso dell'avente diritto e di atti di disposizione del proprio corpo) induca - e non può essere altro che una traccia - ad una profonda riflessione.
Se nessuno può consentire che qualcuno disponga di atti del proprio corpo e non vi è un consenso valido con riferimentoPag. 135alle proprie lesioni, mi chiedo in virtù di quale norma del nostro ordinamento possa essere compatibile un intervento di questo tipo.
Credo che ci dobbiamo preoccupare innanzitutto di questo problema, ossia della compatibilità, non solo politica, ma anche tecnica e costituzionale, di questi interventi che non esito a definire giuridicamente emotivi. Mi sembra che ciò rappresenti una ragione di riflessione che certamente deve far riflettere l'Aula più di qualunque considerazione di carattere etico.

ALESSANDRO SARO ALFONSO PAGANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO SARO ALFONSO PAGANO. Signor Presidente, parlerò anche a nome dell'onorevole Garagnani e, fedele al suo dettato, razionalizzerò il tempo in maniera telegrafica, sollevando alcuni aspetti che non sono stati trattati dai colleghi che finora sono intervenuti. In primo luogo, si parla di torture per i diciassette anni di Eluana, che, però, si svegliava, dormiva, apriva gli occhi e veniva nutrita.

RITA BERNARDINI. Artificialmente!

ALESSANDRO SARO ALFONSO PAGANO. In secondo luogo, non è vero che acqua e cibo siano cure, ma sono nutrimento. In terzo luogo, nessuno più toglierà dalla testa, non solo a questo Parlamento, ma a tutto il Paese, l'idea un progetto mefistofelico da parte di una certa magistratura. Hanno cominciato con Welby, chiedendo il suicidio (e lo hanno realizzato); sono passati alla signora Eluana che, sulla base di un presunto stile di vita di diciassette anni prima, è stata portata a morire (si tratta, quindi, di una vera e propria forma di omicidio); la sentenza di Modena di qualche giorno fa, inoltre, ha stabilito che, a futura memoria, si potrà adesso stabilire chi dovrà essere ad accudire dal punto di vista amministrativo...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ALESSANDRO SARO ALFONSO PAGANO. Signor Presidente, ho concluso. Questa sentenza apre anche nuovi scenari e, dulcis in fundo, ammesso che si possa credere tale, c'è anche la sentenza di morte nel caso di Eluana. Questo è inaccettabile e riteniamo che il confine tra civiltà e barbarie si misuri su questo. Lavoreremo per evitare che tutto ciò si ripeta (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

Annunzio della elezione del presidente della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi (ore 20,59).

PRESIDENTE. Comunico che la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi ha proceduto, nella odierna seduta pomeridiana, all'elezione del proprio presidente. È risultato eletto il senatore Riccardo Villari.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Venerdì 14 novembre 2008, alle 9,30:

Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 21.

TESTO INTEGRALE DELL'INTERVENTO DEL DEPUTATO GIANNI FARINA IN SEDE DI ILLUSTRAZIONE DEL SUO ORDINE DEL GIORNO N. 9/1713/118 RIFERITO AL DISEGNO DI LEGGE N. 1713

GIANNI FARINA. Già nel lontano 1889, con la legge Crispi, il governo del Re promuove la diffusione della lingua nazionale mediante l'erogazione di sussidi agliPag. 136istituti scolastici ivi esistenti e la costituzione di istituti scolastici statali. Gli istituti statali hanno carattere laico e si uniformano a quelli esistenti in patria.
Era il significato più autentico di un interesse dello Stato sin dagli albori della sua costituzione nazionale unitaria.
Il problema che abbiamo di fronte, alla luce dei drammatici tagli ai finanziamenti dei corsi di lingua italiana nel mondo, agli istituti di cultura italiani, e lo dico nei termini più semplici, è questo: cosa dobbiamo dire a quel giovanetto che vive in uno sperduto villaggio della Baviera, della Sassonia o dell'Appenzello e che all'interno della famiglia si esprime e dialoga con il dialetto delle sue origini o con lo stentato tedesco dei suoi padri?
Ora io vorrei che quel ragazzo possa tra qualche anno raccontare questa storia.
A sei anni sono andato a scuola a Wolsburg o a Herisau e ho imparato il tedesco, nella stessa scuola ho appreso l'italiano e ho contribuito ad insegnarlo agli alunni tedeschi e svizzeri e adesso vorrei scoprire la Calabria, la terra dei miei padri e, chissà?, insegnare l'italiano e il tedesco in una scuola di Cosenza.
Non c'è dubbio che la realtà di oggi richieda ragazzi e uomini che sappiano più lingue, che conoscano più culture.
Per cui, anche se può apparire figlia di una certa utopia, l'espressione, possedere varie culture, varie lingue, essere passati attraverso molteplici esperienze umane, talvolta traumatiche, può diventare un vantaggio per sé, e anche un elemento di progresso per tutta la comunità in cui si vive. L'istruzione e la cultura, l'assistenza diretta e immediata che noi giustamente rivendichiamo come diritto, chiedendo il compiuto ripristino dei finanziamenti dello Stato, diventa anche un contributo al progresso generale delle società in cui viviamo, ad una comunicazione più profonda tra gli uomini, a una comprensione da cui nasce lo spirito solidale e convivente.
C'è in quei tagli, e in particolare per la comunità italiana in America latina per quanto riguarda l'assistenza diretta, il sintomo della trascuratezza, dell'irriconoscenza, la noncuranza e l'oblio frutto di una abissale ignoranza della storia e della ricchezza dell'emigrazione e delle comunità italiane nel mondo.
Mancate detrazioni fiscali, ripristino dell'ICI (basato su un fallace pregiudizio) sulla prima casa per i nostri cittadini all'estero, sono tutti atti legati ad una visione distorta e stolta. I rischi della frattura tra l'Italia e la comunità italiana all'estero sono evidenti.
La lotta diventa più aspra in Italia ed anche per noi in Europa e nel mondo, perché le difficoltà sono reali, finanza prima, economia poi attraversano una fase persino drammatica, i bilanci sono dissestati e si cercherà di scaricare ancora i costi sulla pelle dei più deboli.
Un insigne studioso di italiano a Zurigo ricordava tempo fa che all'inizio del secolo ventesimo fu introdotta la politica della lesina (oggi si direbbe della scure) con un decreto governativo che chiuse 50 delle novantanove scuole italiane all'estero. Temo che ci avviamo verso una situazione simile e in ogni campo.
È la scuola in generale che viene minacciata, il diritto all'apprendimento, il sogno di una compiuta cittadinanza per i cittadini e le cittadine italiani della nuova Europa e del mondo.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO SABINA ROSSA SUL SUO ORDINE DEL GIORNO N. 9/1713/14 RIFERITO AL DISEGNO DI LEGGE N. 1713

SABINA ROSSA. L'ordine del giorno in esame riguarda aspetti attuativi della legge n. 206 del 2004 che ha istituito benefici economici, pensionistici, previdenziali e sanitari per le vittime del terrorismo e delle stragi.
Benefici economici che con le leggi n. 222 e n. 244, rispettivamente del novembre e dicembre 2007, sono stati estesi alle vittime del dovere e della criminalità organizzata con lo stanziamento di 173 milioni di euro (per il 2007).
È una legge, la n. 206, di respiro europeo, e di iniziativa bipartisan, che haPag. 137visto il coordinamento di tutte le forze politiche.
Una legge, è bene ricordarlo, che giunge a distanza di almeno trent'anni e quarant'anni (con Piazza Fontana) dai tragici fatti di un lungo e nefasto periodo della nostra storia recente che è nella memoria di tutti (e che fatica a dirsi concluso).
Vorrei fare presente che a tutt'oggi nonostante le circolari emesse dagli Enti INPS ed INPDAP, nonostante gli interventi legislativi del precedente Governo, nonché l'ordine del giorno collegato alla finanziaria per il 2008 a firma Bornacin-Rossa al quale si sono aggiunte le firme di tutte le forze politiche e accolto dal precedente Governo, permangono carenze e mancate erogazioni di benefici sui punti pensionistici e previdenziali tali da rendere di fatto bloccata e inattuata la legge n. 206 e da richiedere aggiustamenti legislativi. L'ordine del giorno affronta tutti i punti controversi.
Vorrei richiamare l'attenzione del Governo e della maggioranza sulle problematiche ancora aperte e irrisolte e sulla cui soluzione la Presidenza del Consiglio si è recentemente espressa dando ampie rassicurazioni alle Associazioni delle vittime.
Ringrazio il Governo per l'accoglimento e confido che realisticamente vengano non solo considerate ma anche recepite le istanze che l'ordine del giorno affronta punto per punto nei prossimi provvedimenti di bilancio per rispettare gli impegni assunti dalla Presidenza del Consiglio con le Associazioni e dare definitiva attuazione a situazioni che da troppo tempo sono all'attenzione del Governo.

TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO FINALE DEI DEPUTATI ROBERTO MARIO SERGIO COMMERCIO E MASSIMO BITONCI SUL DISEGNO DI LEGGE N. 1713

ROBERTO MARIO SERGIO COMMERCIO. Presidente, colleghi, la nostra posizione non è solo quella che può apparire una sterile contrapposizione tra nord e sud del Paese, essendo innegabile che incentivare le politiche per lo sviluppo del Mezzogiorno rappresenta, come in più di un'occasione abbiamo evidenziato, una concreta opportunità di progresso economico per l'intero Paese, e non solo perché il Mezzogiorno possiede le maggiori opportunità di crescita produttiva, ma perché ha le potenzialità per fare crescere complessivamente il livello di competitività.
In questi giorni si fa un gran parlare delle statistiche elaborate dall'ISTAT, in particolare sull'indice di povertà e sulle difficoltà delle famiglie . Il fenomeno monitorato al 2007 risulta grave, ma possiamo affermare senza paura di essere smentiti che i dati al 2008 saranno molto più pesanti. Si conferma, e questo è un dato preoccupante, una incidenza del fenomeno nel Mezzogiorno quattro volte maggiore a quello riscontrato nel resto del Paese. Nel sud è povero il 22,5 per cento delle famiglie, con una percentuale del 65 per cento sul totale, a fronte di un 35 per cento di famiglie residenti nel nord.
Emerge dall'indagine anche una riacutizzazione della «questione salariale» nel Mezzogiorno: al sud oltre la metà delle famiglie monoreddito (51,6 per cento) risultano esposte al rischio povertà, rispetto al 28,6 per cento nel centro-nord.
Ma altri indici, presenti nel rapporto SVIMEZ 2008 sull'economia del Mezzogiorno, dimostrano quanto si stia allargando il divario tra il nord e il sud del Paese: infatti i dati relativi al 2007 confermano che nel mercato del lavoro si va sempre più divaricando il livello occupazionale tra il centro-nord, ove l'occupazione aumenta, ed il Mezzogiorno ove risulta a crescita zero.
In tema di infrastrutture e di mobilità nel Mezzogiorno, il divario risulta ulteriormente accentuato con il 49,4 contro il 115,7 per cento del centro-nord.
Sono solo alcuni dei tanti dati che confermano il grave gap economico e strutturale esistente tra nord e sud ed è proprio per questo che non siamo più disponibili ad accettare scelte politiche che danneggino il Mezzogiorno.Pag. 138
Non vogliamo più accettare provvedimenti nei quali, un esempio su tutti il decreto ICI, si sottraggono, per scelte politiche che interessano l'intero Paese, risorse finanziarie già destinate al Mezzogiorno: prima fra tutte quelle destinate alla viabilità in Calabria e Sicilia.
Ma nel programma di Governo, sottoscritto da tutte le forze di maggioranza, non vi è forse al punto 5, recito testualmente: «Noi vogliamo un piano decennale straordinario concordato con le regioni per il potenziamento, il completamento e la realizzazione di infrastrutture, porti, reti stradali ed autostradali, alta capacità ferroviaria, ponte sullo stretto in modo da formare un sistema logistico integrato» ribadito da un ordine del giorno accolto dal Governo che lo impegna entro il 31 dicembre 2008 a ripristinare le risorse destinate al Mezzogiorno.
Al 31 dicembre mancano quarantacinque giorni. Onorevole Tremonti, vorrà il Governo onorare l'impegno che si è assunto? Finora i patti non sono stati rispettati.
È ora di finirla con impegni che non vengono mantenuti a spese dei cittadini del sud. È ora di finirla con questa favola di un Mezzogiorno che campa sulle spalle del nord.
Ad oggi i fondi ordinari sono dirottati in buona misura a rafforzare le opere da realizzare al nord, mentre con i FAS si finanziano spese di gestione correnti, anziché politiche addizionali per lo sviluppo.
È l'origine stessa per cui erano nati i fondi FAS che è stata stravolta con il risultato che al Mezzogiorno vengono sottratti fondi indispensabili allo sviluppo.
Ad oggi, ma la cifra è in continuo aumento, sulle dotazioni FAS 2008-2011 sono stati sottratti oltre 13 miliardi di euro.
Non stiamo parlando di qualche spicciolo, stiamo parlando di fondi importanti che avrebbero dovuto sostenere lo sviluppo del Mezzogiorno.
Né sono accettabili le osservazioni strumentali di coloro che affermano che una parte dei fondi stornati sono a beneficio delle regioni meridionali, peraltro una piccolissima parte. Sappiamo bene che questa pratica politica è sempre stata presente e che i FAS sono stati saccheggiati anche dai precedenti governi - i cui sostenitori, peraltro, solo adesso riscoprono improvvisamente l'esistenza del Mezzogiorno - ma ciò non giustifica il fatto gravissimo che si continui ad operare in questo modo da parte di un governo e di una maggioranza che si sono impegnati solennemente a sostenere lo sviluppo del sud.
Consideriamo un piccolo passo in avanti l'accoglimento dell'emendamento con il quale ci si impegna a trasmettere alle competenti Commissioni parlamentari un relazione annuale in cui si indichi l'ammontare delle risorse disponibili del Fondo per le aree sottoutilizzate confermando che 1'85 per cento per cento dovrà essere utilizzato per il Mezzogiorno. È una scelta importante che premia la costanza e la fermezza con cui il gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia ha condotto la battaglia per difendere le ragioni del Mezzogiorno. E consideriamo importante che il Governo si sia impegnato, accogliendo il nostro ordine del giorno, a non utilizzare mai più fondi FAS per scopi non attinenti alle norme istitutive. Ma non possiamo dirci soddisfatti fino a quando tutte le somme stornate non verranno restituite e continueremo a vigilare affinché si operi con atti concreti ed adeguati per rilanciare lo sviluppo e gli investimenti nel Mezzogiorno.
Non è più ammissibile un Paese che viaggia a due velocità. Appare necessario e non più rinviabile che il Mezzogiorno rientri a pieno titolo nell'agenda politica del Governo non attraverso finanziamenti a pioggia ma con opere infrastrutturali e interventi mirati, quali la fiscalità di vantaggio, che consentano agli imprenditori di realizzare nuovi insediamenti produttivi, creando nuove opportunità e speranze per le nuove generazioni.
Al Presidente del Consiglio, onorevole Berlusconi, ed al Ministro Tremonti vogliamo dire con chiarezza che il Movimento per l'Autonomia lavorerà strenuamentePag. 139per il mantenimento e la realizzazione degli accordi di maggioranza in favore del sud.
È per il rispetto di quell'accordo che stiamo in maggioranza e che votiamo a favore. Siamo alleati leali, però diciamo con chiarezza che la nostra soglia di disponibilità è stata in questi mesi superata.
Non possiamo sentirci vincolati rispetto ad alcun provvedimento che danneggia il Sud, né tantomeno siamo disposti a non pretendere il mantenimento degli impegni assunti.
È per questo che giudicheremo ogni comportamento. Abbiamo promesso ai cittadini del sud che il Movimento per l'Autonomia in Parlamento non smetterà di difendere i loro diritti troppo spesso calpestati.
E noi le nostre promesse le manteniamo, anche se questo dovesse comportarci rotture che non vorremmo si determinassero.

MASSIMO BITONCI. Voglio innanzitutto sottolineare il lavoro e l'impegno dei colleghi della Commissione bilancio, la competenza dei relatori e del sottosegretario Vegas e il fondamentale ruolo svolto dal presidente Giorgetti, presidente che con decisione e autorevolezza ha fatto sì che il Governo non imponesse la fiducia sul provvedimento, lasciando il dovuto spazio democratico alla trattazione della legge di bilancio e della finanziaria in aula.
Trattazione in aula che ha visto l'accoglimento di alcune richieste già esaminate in Commissione sui temi degli ammortizzatori sociali, con un aumento del fondo per la cassa integrazione straordinaria, fondo che aumenta da 450 a 600 milioni di euro, ammortizzatori sociali anche per i lavoratori aeroportuali (20 milioni per il 2009), maggiori contributi per la specificità della forze armate, l'aumento dello stanziamento per i servizi di informazione e sicurezza, e del patto di stabilità, nettamente migliorato a favore degli oltre ottomila comuni.
Le novità introdotte, in tema di patto si stabilità, riguardano l'esclusione di alcune entrate e spese dai vincoli del suddetto patto, ad esempio le maggiori spese per rinnovi contrattuali, nel caso delle spese sostenute in seguito a dichiarazione dello stato di emergenza per calamità naturali, o nel caso di cessioni di azioni, quote, distribuzione dividendi di società operanti nel settore dei servizi pubblici locali, anche le risorse relative alla vendita del patrimonio immobiliare non sono conteggiate nella base assunta nel 2007 se destinate alla realizzazione di investimenti o alla riduzione del debito.
Il mancato rispetto del patto di stabilità, contrariamente a quanto accadeva in passato, viene sanzionato in maniera proporzionale all'eventuale sfondamento del patto stesso.
Infine i comuni che hanno rispettato il patto nel triennio 2005-2007 e hanno impegnato spese nel 2008 per un ammontare non superiore a quello medio corrispondente del predetto triennio, in caso di mancato rispetto del patto non verranno penalizzati.
Ma signor Ministro, il rispetto del patto di stabilità europeo non può diventare un freno per l'economia reale e della crescita, non può diventare il blocco dell'attività dei comuni.
I sindaci devono poter pagare gli impegni già assunti, ricordo che gli ottomila comuni d'Italia sono gli unici enti che producono un avanzo positivo, hanno spese limitate e controllate, risorse insufficienti, svolgono un ruolo fondamentale di supplenza nei confronti della Stato.
Fanno già una politica Keynesiana di sostegno dell'economia, realizzano opere pubbliche, scuole, impianti sportivi, caserme, e ripeto sono maggior parte delle volte enti virtuosi.
Se dobbiamo colpire qualcuno, facciamo rispettare rigidamente il patto a quelle regioni del sud, come la regione Sicilia con ventimila dipendenti a carico, facciamolo rispettare a chi assorbe tutte le risorse e i risparmi dei nostri cittadini.Pag. 140
Bisogna ricordare come quest'anno affrontiamo la legge finanziaria e il bilancio in modo completamente innovativo rispetto al passato.
Nel nostro caso il DPEF 2009-2013 è stato approvato dal Consiglio dei ministri contestualmente al decreto-legge n. 112, volto a dare attuazione, insieme ad altri provvedimenti, allo stesso DPEF e che, in particolare, fissa, all'articolo 1, il livello di indebitamento netto ed il rapporto tra debito pubblico e PIL da conseguire nel triennio.
La manovra di bilancio si completa con disegni di legge già approvati dalla Camera ed all'esame del Senato: progetto di legge: 1441-bis «Disposizioni per lo sviluppo economico, la riforma del processo civile, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria»; progetto di legge n. 1441-ter «Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese ed in materia di energia nucleare»; progetto di legge n. 1441-quater «Delega al Governo in materia di lavori usuranti e di riorganizzazione di enti, misure contro il lavoro sommerso e norme in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro».
La manovra economica, per la prima volta è stata approvata prima dell'estate, con una strategia per quattro obbiettivi principali: ridurre il costo della macchina statale, una riduzione quindi del carico complessivo dello Stato e senza prevedere un aumento della tassazione; l'efficientamento della pubblica amministrazione, con un vero e proprio piano di sviluppo industriale con uno Stato più vicino alla gente che non spreca risorse nel garantire i servizi; ridurre la burocrazia tagliando leggi e norme non essenziali, e migliorando la semplificazione; reindirizzare l'economia verso lo sviluppo economico, sostegno delle nostre imprese, e su questo ambito l'azione si svilupperà dal nucleare allo sviluppo delle reti informatiche ed infrastrutturali, un piano casa per le famiglie e una migliore allocazione dei fondi per lo sviluppo del sud del paese.
Quindi per la prima volta il contenuto della legge finanziaria è stato ridotto al minimo essenziale, escludendo dal contenuto le disposizioni finalizzate direttamente al sostegno o al rilancio dell'economia, oltre quelle di carattere, microsettoriale e localistico.
Eliminando quindi norme estranee al contenuto proprio della legge finanziaria; norme che in passato moltiplicavano in modo esponenziale il numero degli articoli.
La nota al DPEF rivede al ribasso di 0,4 per cento le stime di crescita del PIL nel 2008, portandola allo 0,1 per cento rispetto allo 0,5 fissato nel DPEF di giugno. Anche per l'anno 2009 il presunto tasso di crescita dello 0,9 è rivisto allo 0,5 per cento.
Nonostante l'ulteriore deterioramento della congiuntura internazionale causato dall'acuirsi della crisi dei mercati finanziari internazionali, il Governo conferma l'obiettivo di indebitamento netto al 2,5 per cento per il 2008; per gli anni successivi si prevede un leggero ritocco, che non dovrebbe comunque compromettere il pareggio di bilancio entro il 2011 previsto.
Il bilancio prevede entrate finali per 464.000 milioni e spese finali per 517.000 milioni. Il saldo netto da finanziare, corrispondente alla differenza tra entrate finali e le spese finali, è pari a 33.496 milioni di euro. Per le spese finali la riduzione è quasi interamente imputabile al forte decremento delle spese in conto capitale per 15.754 milioni e dal contenimento della spesa corrente di 477 milioni.
Quindi, l'anticipazione della manovra triennale con il decreto-legge n. 112, l'indicazione delle risorse resesi disponibili per il triennio 2009-2011 ed i tagli della spesa corrente programmati, hanno consentito a tutta la pubblica amministrazione di attenersi ad una politica di rigore da subito, che si è dimostrata tempestiva alla luce delle peggiorate condizioni delle previsioni macroeconomiche, di cui il Governo ha dovuto prendere atto con la Nota di aggiornamento del 23 settembre 2008.
La rigorosità di questa legge finanziaria non deve far dimenticare che i contiPag. 141pubblici devono rimanere sotto controllo, ricordo che per la prima volta la manovra triennale contenuta del citato decreto-legge n. 112 del 2008 consentirà nel triennio di reperire risorse per 36,7 miliardi di euro, di cui bel 30,6 miliardi con un serio e rigoroso contenimento delle spese.
Lo strumento alternativo all'aumento della pressione fiscale diventa la riduzione della spesa primaria e comporterà che l'incidenza della stessa sul PIL passerà dal 40,1 per cento del 2008 al 38,6 per cento nel 2013, allineandosi con i valori degli altri paesi dell'Unione europea.
Ma come bene tutti sappiamo, la legge finanziaria risente della crisi economica internazionale. La crisi dei mercati in atto, la diminuzione dei corsi azionari, la minaccia della stagnazione sono la conseguenza di una profonda crisi del sistema capitalistico occidentale.
Veniamo alla crisi dei sistemi finanziari.
Il sistema bancario, dal canto suo, non deve far mancare il credito alle aziende, è un aspetto fondamentale, le banche non possono non erogare sufficiente supporto, la stretta creditizia è un pericoloso segnale, e le scelte si fanno sulle aspettative.
Il tonfo delle borse deriva dalla crisi dei mutui americani, ma non solo, un mondo finanziario che ha messo a nudo tutte le sue debolezze, una crisi economica determinata da una crisi del capitalismo e del sistema occidentale; risulta necessario creare un sistema di controllo del mercato finanziario ed evitare che sia il mondo finanziare a controllare il mondo intero.
La forte anomalia è evidente il tasso euribor che rimane sopra il 4 per cento quando il tasso BCE è stato tagliato di mezzo punto fino al 3,25 per cento, vuol dire che le banche non si fidano a prestarsi il denaro, e su questo il Governo deve intervenire.
E la BCE deve osare di più, deve spingere di più sulla politica monetaria, deve tagliare ulteriormente i tassi di interesse, come ha fatto la Federal Reserve, e su questo aspetto e sulla politica economica e monetaria europea in risposta alla crisi, si deve riflettere. Riflettere sul ruolo e sugli obiettivi della Banca centrale europea, il cui operato, strettamente orientato all'obiettivo della stabilità dei prezzi, si è rivelato non sempre adeguato ad un sistema economico, come quello europeo, che avrebbe avuto bisogno fin da subito di una forte immissione di liquidità, allo scopo di favorire la ripresa economica.
E se parliamo di crisi delle nostre aziende, più evidente ancora è la mancanza di una gestione europea efficace nella tutela di alcuni comparti produttivi, che si sono rivelati particolarmente fragili a causa dell'esposizione alla concorrenza internazionale.
L'Europa deve farsi portavoce dell'esigenza di liberalizzare il commercio solo laddove ci siano garanzie di tutela e a proprietà intellettuale, dell'attuazione di normative di tutela dell'ambiente e dei lavoratori e dei consumatori dello stesso livello di quelle europee.
In caso contrario, l'utilizzo delle barriere doganali non è certo un ritorno al passato, ma una tutela necessaria delle nostre aziende, e del made in italy.
In campo internazionale abbiamo visto come l'elezioni del Presidente americano abbia avuto un effetto positivo sui mercati, ed abbiamo visto come l'America ha affrontato senza divisioni interne le scelte di politica economica per il sostegno del loro Paese. E se fosse lo stesso per il nostro Paese? Se il leader dell'opposizione riconoscesse il ruolo fondamentale del Governo? Se i sindacati non inasprissero le tensioni in maniera così demagogica, se i piloti Alitalia pensassero a preservare il loro posto di lavoro e non i privilegi, se il confronto democratico non fosse pervaso da eccessive polemiche atte a delegittimare l'operato di questa maggioranza, a delegittimare l'avversario ed in questo dovremmo imparare dagli altri Stati, che in periodi come questi di profonda crisi economica unisce i propri sforzi, perché quello che conta non è l'interesse di una parte in contrapposizione con l'altra, ma l'interesse prioritario è il futuro dei nostri figli.
In conclusione, la manovra di bilancio e le azioni messe in atto rappresentanoPag. 142una manovra seria e rigorosa, in attesa di importanti provvedimenti del Governo a sostegno dell'economia reale, a favore delle imprese, dal pagamento dell'IVA per le aziende all'atto del pagamento, un piano degli investimenti per una politica dell'offerta e della domanda per il sostegno alle fasce più deboli della popolazione, in attesa di quella importante riforma che sarà la chiave di svolta del sistema Italia per un fisco più equo e favorevole, per una maggiore trasparenza della spesa e controllo da parte dei cittadini, in attesa del federalismo.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO GIANNI FARINA SULL'ORDINE DEL GIORNO N. 9/1714/5 RIFERITO AL DISEGNO DI LEGGE N. 1714

GIANNI FARINA. La crisi economica e sociale che investe tanta parte del mondo, e segnatamente i paesi di emigrazione italiana, imporrebbe di lavorare all'altezza delle nuove esigenze di confronto e di cooperazione tra società, popoli e istituzioni diverse, ricercando il difficile terreno dello scambio paritario, non solo per gli aspetti economici ma anche per quelli culturali e scientifici.
La questione della scuola e della cultura degli emigrati è componente essenziale di questa strategia che richiede, naturalmente, una articolazione adeguata alle singole realtà.
In questo quadro, va ribadita la validità di politiche per l'integrazione come asse portante delle linee di intervento a livello sovranazionale, nazionale e locale: è chiaro oramai che l'integrazione è intesa come un corretto e proficuo scambio tra realtà sociali e culture diverse senza pratiche di dominio e di imposizioni come purtroppo ancora oggi avviene.
Per realizzare l'obiettivo dell'integrazione interculturale è perciò indispensabile perseguire con tenacia il confronto positivo con le istituzioni, le forze sociali, gli operatori dei paesi di emigrazione.
Il riconoscimento a pieno titolo della lingua e della cultura italiana all'interno delle strutture scolastiche nei vari paesi è condizione essenziale per completare processi di formazione integrata e superare più o meno residuali condizioni di emarginazione.
Non può quindi essere sottaciuto né giustificato l'attuale disimpegno storico del Governo che non ha portato innanzi il confronto, non ha assolto all'indispensabile ruolo di intervento per garantire il diritto alla formazione, alla cultura, a servizi efficienti, a organismi elettivi (Comites, CGIE) all'altezza di un paese civile e moderno.
Insistiamo: invertite la tendenza, valutate con l'attenzione che merita questo ordine del giorno. È un grido disperato e cosciente che va raccolto.
Tutte le possibilità vanno attentamente valutate per reperire fondi aggiuntivi per il 2009, il 2010 e il 2011 anche attraverso strumenti eccezionali già utilizzati in particolari e gravi situazioni.
Occorre sanare una situazione frutto di una finanziaria allestita con la noncuranza del ragioniere cieco che taglia ove gli anelli sono più deboli, il grido di dolore meno forte, la riconoscenza ( parlo dell'assistenza diretta agli indigenti italiani in America latina) non indispensabile perché troppo lontana.
Miopia. Miopia. E ancora miopia.
Dalla crisi si esce razionalizzando e tagliando i rami secchi. E si investe sulle potenzialità, che sono grandi, di milioni di nostri giovani connazionali all'estero. Una risorsa, se non la si disperde, per l'oggi e per il domani.

TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO FINALE DEI DEPUTATI ROBERTO SIMONETTI, GIOACCHINO ALFANO E TERESIO DELFINO SUL DISEGNO DI LEGGE N. 1714

ROBERTO SIMONETTI. Il disegno di legge di bilancio per l'anno 2009 riflette la politica di riduzione della spesa pubblica adottata con urgenza dal Governo con la manovra estiva contenuta del decreto-legge n. 112 del 2008. Inoltre il bilancioPag. 143risulta costruito secondo la nuova impostazione e struttura contabile per missioni e programmi introdotta nel 2008, che tende ad evidenziare le funzioni principali e gli obiettivi strategici e istituzionali perseguiti con la spesa pubblica. L'approvazione del decreto n. 112 prima dell'estate ha di fatto anticipato la manovra economico-finanziaria per l'anno 2009 prevedendo, all'interno del rispetto dei saldi stabiliti dal DPEF, che sia consentita la rimodulazione delle dotazioni finanziarie tra i programmi di ciascuna missione di spesa in annualità e a pagamento differito.
Questo nuovo ambito comporta una complessiva razionalizzazione del disegno programmatorio per conseguire obiettivi di finanza pubblica coerenti con gli impegni di medio periodo assunti con l'Unione europea per il patto di stabilità. Il raggiungimento dei saldi è improntato alle esigenze di contenimento e riqualificazione della spesa attraverso la previsione della riduzione delle dotazioni delle missioni di spesa di ciascun Ministero operata dal decreto n. 112.
La spesa complessiva iscritta per l'anno 2009 è pari a 538,3 miliardi di euro, a cui corrisponde una riduzione in valori assoluti della spesa pari a 6,8 miliardi rispetto al valore iscritto nel bilancio a legislazione vigente preesistente al decreto-legge n. 112 del 2008.
Il bilancio prevede entrate finali per 463.904 milioni e spese finali per 517.442 milioni. Il saldo netto da finanziare, corrispondente alla differenza tra le entrate finali e le spese finali, sempre in termini di competenze, è pari a 33.496 milioni di euro. Riguardo alle spese finali la riduzione è quasi interamente imputabile al forte decremento delle spese in conto capitale per 15.754 milioni ed al contenimento della spesa corrente di 477 milioni.
Ciò si traduce in un taglio del 2,1 per cento della spesa pubblica per l'anno 2009, e, per gli anni 2010 e 2011, è prevista la riduzione della medesima rispettivamente nella misura del 5 per cento e del 5,2 per cento.
Il progetto di bilancio in esame garantisce il risanamento stabile e, oserei, anche «definitivo» dei conti pubblici.
È importante evidenziare che la drasticità dei necessari tagli salvaguarda gli stanziamenti di alcune missioni importanti, anzi, in alcuni casi, sono state destinate maggiori risorse per obiettivi di elevato interesse.
Infatti, dal raffronto delle dotazioni di bilancio per missione si evidenzia che sono state contratte, per esempio, le spese in conto capitale per l'attuazione dei piani di rientro regionali in materia sanitaria che nel precedente esercizio aveva assorbito risorse pari a 9,1 miliardi; non sono stati ridotti gli stanziamenti destinati alla difesa e sicurezza del territorio; sono state incrementate nella misura del 9,4 per cento le risorse destinate alla Missione ordine pubblico e sicurezza; sono state destinate maggiori risorse (+ 14,5 per cento) alla Missione competitività, sviluppo ed imprese; sono state incrementate del 49,3 per cento le dotazioni per infrastrutture pubbliche e logistiche; sono stati più che raddoppiati gli stanziamenti dello sviluppo sostenibile ed, infine, aumentate - nonostante le recenti polemiche - le risorse per ricerca ed innovazione (+ 5,4 per cento).
Il gruppo Lega Nord Padania condivide e voterà favorevolmente il disegno di legge di bilancio per l'anno finanziario 2009, perché coerente con la politica economica del Governo, ispirata in primis ad un processo di riduzione dello spreco e del non razionale utilizzo delle risorse pubbliche. La manovra è finalizzata a liberare nuove risorse da destinare alle sentite esigenze delle famiglie e delle imprese, sempre più in difficoltà per l'acuirsi della crisi economica e finanziaria mondiale.

GIOACCHINO ALFANO. L'avere anticipato al giugno scorso l'esame della manovra finanziaria triennale di stabilizzazione della finanza pubblica ha consentito al Paese di affrontare con i conti pubblici in ordine e in linea con i parametri europei la crisi finanziaria internazionale.
Un contributo importante alla manovra di bilancio è derivato dalla valorizzazionePag. 144della legge di bilancio in veste di strumento non solo di programmazione ma anche di manovra della finanza pubblica, di razionalizzazione e di riqualificazione della spesa pubblica.
Il decreto-legge n. 112, nell'anticipare in larghissima parte gli effetti tipici della legge finanziaria, ha infatti sensibilmente accentuato il contenuto decisionale del bilancio dello Stato attribuendogli un ruolo per molti aspetti inedito.
Il bilancio annuale di previsione e il bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011 sono stati impostati secondo la nuova struttura contabile per missioni e programmi - introdotta con il bilancio 2008 - volta a privilegiare il contenuto funzionale della spesa.
Anche l'attenzione del Parlamento si è conseguentemente concentrata sulle 34 missioni, che identificano le funzioni principali e gli obiettivi strategici perseguiti con la spesa pubblica e, all'interno delle missioni, sui programmi, che rappresentano aggregati omogenei di attività svolte di norma da un unico Ministero per perseguire obiettivi ben definiti.
Nel disegno di legge di bilancio sono state scontate le sensibili riduzioni delle dotazioni finanziarie a legislazione vigente per il triennio 2009-2011 delle missioni di spesa di competenza dei vari Ministeri di spesa, di cui all'articolo 60 del decreto-legge n. 112.
Oggetto di riduzione sono state in prevalenza le risorse derivanti da autorizzazioni legislative di spesa. Dalle riduzioni sono state invece escluse una serie di voci relative a spese di carattere obbligatorio, aventi natura obbligatoria o comunque ritenute «indisponibili».
In considerazione dell'entità delle riduzioni apportate agli stanziamenti di bilancio a legislazione vigente, lo stesso articolo 60 del decreto-legge n. 112, ha tuttavia introdotto in via sperimentale, limitatamente all'esercizio finanziario 2009, significativi elementi di elasticità nella gestione del bilancio. L'obiettivo era quello di consentire di salvaguardare le priorità delle amministrazioni e di favorire un processo di razionalizzazione e di riqualificazione della spesa.
La facoltà di effettuare, attraverso la legge di bilancio, rimodulazioni tra i programmi delle dotazioni finanziarie nell'ambito di ciascuna missione di spesa, è stata utilizzata sia dalle singole amministrazioni in sede di predisposizione dei relativi stati di previsione sia in sede di esame parlamentare per iniziativa del Governo.
La flessibilità del bilancio appare un'esigenza ineludibile alla luce degli andamenti di finanza pubblica alla quale le amministrazioni, dopo l'attuale fase di adattamento alla nuova struttura ed alle nuove modalità di gestione del bilanci, dovranno ricorrere in maniera più intensa e mirata.
Sarà compito del Parlamento approfondire le ragioni che inducono le amministrazioni ad avvalersi della flessibilità di bilancio e verificare la validità degli obiettivi ai quali tali rimodulazioni sono finalizzate.
Distinguere, come è stato fatto, dotazioni di spesa contenute in bilancio in «risorse rimodulabili» e «risorse non rimodulabili» rappresenta sicuramente un elemento di trasparenza e di certezza per i conti pubblici che agevola lo svolgimento delle funzioni parlamentari.
A conclusione dell'esame parlamentare, va sottolineato come anche in questa sessione di bilancio abbia trovato ampia conferma la necessità di procedere speditamente ad una complessiva riforma della legge di contabilità, al fine di consentire che l'esame del disegno di legge di bilancio e del disegno di legge finanziaria si concentrino effettivamente sulle scelte strategiche di fondo che attengono alla politica finanziaria ed alla politica economica del Paese.
Occorre in primo luogo consentire al Parlamento di valutare gli andamenti di finanza pubblica con riferimento all'intero settore pubblico e a tutte le pubbliche amministrazioni.
La copertura delle leggi dovrà inoltre avere riguardo, non solo al saldo netto daPag. 145finanziare, ma anche al fabbisogno del settore statale e all'indebitamento netto, in modo da realizzare un effettivo controllo dei conti pubblici.
Il voto del Parlamento, inoltre, dovrà concentrarsi sui programmi, che rappresentano gli strumenti in cui si articolano le diverse missioni di spesa, in modo da valorizzare il contenuto politico della decisione di bilancio.
Occorrerà infine evitare che sulla legge finanziaria si scarichino tutte le decisioni di rilevanza economico-finanziaria, rendendo di fatto ingovernabile il relativo iter parlamentare.

TERESIO DELFINO. Nell'annunciare il voto contrario del gruppo Unione di Centro al bilancio, esprimiamo molto brevemente le forti motivazioni che lo giustificano.
In primo luogo, il bilancio è datato e non tiene conto delle rilevanti difficoltà che sono maturate nelle ultime settimane, compromettendo gravemente la nostra economia e le condizioni di vita delle famiglie, in particolare di quelle con figli, dei pensionati e dei lavoratori dipendenti.
Su questa situazione è mancata ogni disponibilità del Governo e della maggioranza per realizzare un bilancio che fosse realistico a soprattutto prendesse in considerazione i dati reali dell'economia e dei cittadini.
La scelta di procedere con i tagli lineari ha realizzato gravi iniquità perché non c'è maggiore ingiustizia di trattare in modo uguale situazioni del tutto diseguali.
Ci aspettavamo un comportamento aperto, una disponibilità a coinvolgere tutto