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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto sommario dell'Assemblea

Seduta n. 116 di lunedì 19 gennaio 2009

Pag. III

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

La seduta comincia alle 15,05.

La Camera approva il processo verbale della seduta del 14 gennaio 2009.

I deputati in missione sono quarantasei.

Organizzazione dei tempi di esame dei disegni di legge di ratifica.

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per l'esame dei disegni di legge di ratifica iscritti all'ordine del giorno è riprodotto in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea.

Discussione del disegno di legge di ratifica: Convenzione con il Governo degli Stati Uniti d'America per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le frodi o le evasioni fiscali (A.C. 1907).

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali.

ALESSANDRO RUBEN (PdL), Relatore. Premesse alcune considerazioni sulla problematica generale della doppia imposizione fiscale, illustra il contenuto della Convenzione in discussione sottolineandone la rispondenza al modello di convenzione-tipo elaborato dalla Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), pur applicandosi alla sola imposizione sui redditi. Osserva inoltre che l'approvazione del disegno di legge in esame porrà le basi per una proficua collaborazione in campo economico e commerciale tra Italia e Stati Uniti.

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Avverte che il Governo si riserva di intervenire in replica.

FABIO EVANGELISTI (IdV). Ricordato che la Convenzione in discussione è volta ad evitare una duplicazione di imposizione sugli stessi fenomeni economici e giuridici, ne sottolinea la rilevanza dal punto di vista della politica internazionale, atteso che essa pone le basi per una più proficua collaborazione economica tra Italia e Stati Uniti. Lamentato, quindi, il ritardo con cui è stato presentato il relativo disegno di legge di ratifica, preannunzia l'orientamento favorevole del suo gruppo.

FRANCESCO TEMPESTINI (PD). Nell'esprimere l'orientamento favorevole del suo gruppo sul disegno di legge di ratifica in discussione, sottolinea la rilevanza sul piano giuridico ed economico dei contenuti della Convenzione, che giudica strumento utile all'accrescimento delle potenzialità delle economie degli Stati firmatari, nonché valido sussidio alle attività di contrasto del narcotraffico e dell'evasione fiscale.

GUGLIELMO PICCHI (PdL). Sottolinea la rilevanza del provvedimento in discussione, che soddisfa le aspettative delle imprese italiane, manifestando particolare apprezzamento per l'assimilazione dell'IRAP all'imposta sulle persone fisiche. Lamentato anch'egli il ritardo con cui viene ratificata la Convenzione, che garantirà, peraltro, maggiore chiarezza relativamente alle retribuzioni dei dipendenti a Pag. IVcontratto di strutture diplomatiche e consolari, preannunzia il voto favorevole del suo gruppo sul relativo disegno di legge di ratifica.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali e prende atto che il relatore rinunzia alla replica.

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Nel sottolineare la rilevanza della Convenzione in discussione, alla luce del volume degli investimenti reciprocamente posti in essere dagli Stati firmatari, auspica la sollecita approvazione del relativo disegno di legge di ratifica.

PRESIDENTE. Rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.

Sull'ordine dei lavori.

FABIO EVANGELISTI (IdV). Ricorda che ricorre oggi il quarantesimo anniversario della morte di Jan Palach.

Discussione del disegno di legge di ratifica: Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione con la Grande Giamahiria araba libica popolare socialista (A.C. 2041-A).

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.

ENRICO PIANETTA (PdL), Relatore. Illustra i contenuti del Trattato in discussione, che giudica positivamente, sottolineandone la portata innovativa nelle relazioni tra Italia e Libia, in quanto, oltre ad instaurare una nuova forma di partenariato bilaterale, pone le condizioni per la risoluzione di numerosi contenziosi pregressi e per l'avvio di una più proficua collaborazione nel contrasto all'immigrazione clandestina, alla criminalità organizzata e al terrorismo internazionale. Richiamata inoltre la rilevanza strategica del Trattato in discussione e dell'attività diplomatica italiana nel mondo arabo moderato per la stabilizzazione e la sicurezza nel Mediterraneo e per l'approfondimento del dialogo euro-africano, illustra le misure fiscali previste dal disegno di legge di ratifica per la copertura degli oneri conseguenti al Trattato stesso. Auspica infine la sollecita emanazione di un provvedimento volto a riconoscere in maniera univoca e coerente i diritti morali e patrimoniali dei cittadini italiani rimpatriati dalla Libia nel 1970.

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Avverte che il Governo si riserva di intervenire in replica.

FRANCESCO TEMPESTINI (PD). Nel preannunziare che il voto favorevole del suo gruppo sul disegno di legge di ratifica in discussione sarà motivato essenzialmente dal fatto che il Trattato pone fine ad un lungo contenzioso derivante dal periodo coloniale, ne sottolinea l'importanza come accordo di partenariato energetico. Richiama, quindi, le criticità del provvedimento in discussione, segnatamente con riferimento all'incompatibilità tra le disposizioni da esso recate e l'articolo 5 del Trattato NATO, cui l'Italia aderisce, sottolineando, inoltre, che a fronte dell'impegno dell'Italia e dell'Unione europea per la realizzazione di un sistema di controllo dell'immigrazione clandestina non vi è alcuna garanzia da parte della Libia in termini di clausole per la salvaguardia dei diritti umani dei migranti.

ROCCO BUTTIGLIONE (UdC). Pur esprimendo apprezzamento per le finalità sottese al disegno di legge di ratifica in discussione, che pone termine al lungo contenzioso derivante dal periodo coloniale, ne richiama gli aspetti di maggiore criticità, soffermandosi, in particolare, sulle inopportune dichiarazioni rese dal leader libico nei confronti dello Stato di Israele e sulle insufficienti disposizioni inerenti il problema dei clandestini in Libia, che, a suo avviso, imporrebbe la Pag. Vprevisione di un piano di assistenza umanitaria. Sottolineata quindi la necessità di promuovere una Conferenza mediterranea in tema di immigrazione, paventa i rischi che potrebbero derivare dall'uso propagandistico di tale Accordo da parte del regime libico, anche in considerazione dei principi derivanti dall'Alleanza Atlantica. Preannunzia, infine, voto favorevole sul provvedimento in esame, auspicando, nel contempo, l'accoglimento della proposta emendativa presentata dal suo gruppo concernente il legittimo risarcimento nei confronti dei cittadini italiani rimpatriati dalla Libia.

FABIO EVANGELISTI (IdV). Pur ritenendo che il provvedimento in discussione rechi alcune misure degne di condivisione, osserva che il Trattato in oggetto è stato stipulato dal Governo italiano con un intento meramente propagandistico e pertanto non appare idoneo a risolvere i problemi relativi all'immigrazione clandestina. Manifestata, quindi, forti perplessità sulle disposizioni contenute nell'articolo 4 e sulla copertura finanziaria, osserva che, risultando l'ENI il principale destinatario della norma recata dall'articolo 3, occorre valutare gli eventuali risvolti negativi per i consumatori in termini di incremento della bolletta energetica. Auspica, infine, l'istituzione di una commissione che si occupi di vigilare, in sede di attuazione del Trattato, sull'effettivo rispetto dei diritti umani.

CLAUDIO D'AMICO (LNP). Nel ritenere preliminarmente che il provvedimento in discussione non consideri i legittimi diritti dei cittadini italiani rimpatriati dalla Libia, il cui sistema politico non presenta ancora le caratteristiche di una libera democrazia parlamentare, sottolinea la necessità di salvaguardare i rapporti privilegiati che il nostro Paese intrattiene con tale Stato in campo energetico. Nel richiamare, quindi, le condivisibili finalità del Trattato in discussione, esprime particolare apprezzamento per le norme inerenti il contrasto al fenomeno dell'immigrazione clandestina, anche in considerazione della possibilità di cooperare nella vigilanza dei flussi migratori in territorio libico, auspicando per il futuro un dialogo ancor più proficuo fra i due Stati contraenti.

MARIO BARBI (PD). Nel sottolineare l'importanza del Trattato in via di ratifica, che auspica possa contribuire a rendere più sicura e stabile l'area del Mediterraneo, nonché a rendere più efficace il contributo della Libia al processo di pace in Medio Oriente, esprime soddisfazione per la conclusione del contenzioso coloniale, cui hanno contribuito diversi Governi, succedutisi negli ultimi anni, pur sottolineando l'esistenza di taluni rilievi critici in ordine alla questione dei cittadini italiani espulsi nel 1970 dallo Stato nordafricano. Sottolineato quindi come l'impegno economico previsto dagli accordi sia comunque eccessivo, e che la relativa copertura appaia sensibilmente a carico delle compagnie petrolifere, giudica incomprensibili e insufficienti le misure di contrasto all'immigrazione, ritenendo errato un approccio a suo avviso xenofobo al problema della povertà nel mondo. Evidenziate altresì le possibili contraddizioni tra l'accordo con la Libia ed il Trattato costitutivo della NATO, giudica positivamente le conseguenze del Trattato in discussione sui rapporti bilaterali tra l'Italia e lo Stato nordafricano, di cui sottolinea la natura non fondamentalista, anche se autoritaria.

MATTEO MECACCI (PD). A nome dei deputati Radicali eletti nelle liste del Partito Democratico, osserva che il Trattato in discussione, recante nel complesso clausole che non soddisfano gli interessi politici, economici e strategici dell'Italia, inidoneo a chiudere il contenzioso che ha contraddistinto i rapporti bilaterali tra il nostro Paese e la Libia, è piuttosto destinato ad aprirne altri, soprattutto sotto il profilo della collaborazione nel settore della Difesa. Evidenzia, quindi, che l'Italia è il primo membro della NATO e dell'Unione europea a stipulare un accordo bilaterale con uno Stato che fino a pochi anni fa è stato destinatario di sanzioni da Pag. VIparte della comunità internazionale e che, di recente, ha ribadito la sua posizione nettamente antisemita, peraltro invocando la cooperazione degli Stati arabi contro Israele. Auspica pertanto che ciascun deputato valuti il disegno di legge di ratifica in discussione, espressione della doppiezza che connota l'attuale politica estera italiana, non in base all'appartenenza politica ma secondo coscienza, attesa anche la mancata previsione, nel testo del Trattato, di clausole atte, da un lato, a garantire un'efficace tutela dei diritti umani e, dall'altro, a salvaguardare i crediti vantati dalle imprese italiane nei confronti della Libia. Nel preannunziare, infine, iniziative di protesta delle associazioni dei cittadini italiani rimpatriati dal predetto Paese, sottolinea che il cospicuo numero di proposte emendative che la sua parte politica si accinge a ripresentare in Assemblea esprime il profondo dissenso della stessa sul provvedimento in discussione.

MARCO MARSILIO (PdL). Sottolinea preliminarmente l'importanza storica del Trattato in discussione che, a suo avviso, segna un punto di svolta nei complessi rapporti tra Italia e Libia, contribuendo a rendere più sicuri entrambi i Paesi grazie alla forte azione di contrasto all'immigrazione clandestina.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

MARCO MARSILIO (PdL). Ricorda quindi di aver presentato una proposta emendativa finalizzata a prevedere un adeguato risarcimento per i cittadini italiani rimpatriati dalla Libia, evidenziando con forza la necessità di sanare tale annosa questione, avvertita da molti deputati della sua parte politica, e la cui mancata soluzione rappresenterebbe un grave errore politico per il Governo di centrodestra.

ENZO CARRA (PD). Evidenziata la portata storica del Trattato in discussione, frutto del lungo e travagliato lavoro posto in essere dai Governi italiani succedutisi negli ultimi anni e dell'intelligente azione della diplomazia libica, ritiene che l'Accordo in oggetto apra nuove prospettive in campo economico, culturale, religioso e della sicurezza con riferimento ai rapporti tra il nostro Paese e la Libia, consentendo, tra l'altro, il definitivo superamento di tutte le questioni rimaste aperte dopo la fine del periodo coloniale.

FURIO COLOMBO (PD). Nel ritenere, in dissenso dal suo gruppo, che il Trattato in discussione violi per taluni aspetti la Costituzione e i principi dell'Alleanza Atlantica, come per il mancato riconoscimento dei legittimi diritti dei cittadini italiani rimpatriati dalla Libia, stigmatizza le dichiarazioni rese dal leader libico nei confronti dello Stato di Israele. Nel ricordare quindi come il drenaggio dell'immigrazione verso le coste italiane rappresenti l'unica vera finalità sottesa al disegno di legge di ratifica in discussione, esprime serie perplessità sulle disposizioni inerenti l'utilizzo delle Forze armate italiane nel controllo dei flussi migratori in territorio libico, rilevando altresì che tale Stato non ha mai siglato le relative Convenzioni internazionali in tema di diritti umanitari. Ricorda, infine, di aver sottoscritto le proposte emendative presentate dal deputato Mecacci.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali.

ENRICO PIANETTA (PdL), Relatore. Nel ringraziare i deputati intervenuti nell'ampio dibattito, sottolinea che il Trattato in discussione costituisce un punto di arrivo nel percorso di normalizzazione dei rapporti tra l'Italia e la Grande Giamahiria al quale si sono proficuamente dedicati i Governi italiani succedutisi negli ultimi anni. Evidenziata, in particolare, la determinazione con la quale l'Esecutivo in carica ha perseguito l'obiettivo di chiudere il contenzioso bilaterale con la Libia, retaggio del nostro passato coloniale, osserva che il Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione in discussione, agganciandosi Pag. VIIa precedenti accordi stipulati con il predetto Paese e ponendosi in un contesto di collaborazione con l'Unione europea, costituirà un ulteriore tassello del disegno di stabilizzazione dell'area strategica del Mediterraneo e del Nord Africa, con indubbio beneficio per tutta la comunità internazionale. Nell'auspicare, infine, che sia avviata a soluzione anche la dolorosa questione relativa ai cittadini italiani rimpatriati, ritiene che la complessa problematica dell'immigrazione clandestina richieda - oltre alle concrete misure contemplate dal Trattato - una strategia di contrasto alla criminalità organizzata dedita al traffico di esseri umani.

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Nel ringraziare il relatore ed i deputati intervenuti, ritiene che il Trattato stipulato con la Libia, frutto dell'impegno di diversi Governi, rappresenti la testimonianza della capacità del nostro Paese di saper guardare al futuro. Nel replicare quindi ad alcuni rilievi critici, ritiene che gli accordi sottoscritti con il Paese nordafricano seguano lo stesso approccio dimostrato dalla nuova amministrazione statunitense sul problema del mantenimento della pace globale, che prevede una maggiore attenzione al dialogo ed il rifiuto della contrapposizione dura. Sottolinea quindi che non vi è alcuna violazione del Trattato NATO, come evidenziato dall'esplicito riferimento presente nell'articolo 4 alla centralità dell'ONU e all'impegno al rispetto dei principi di legalità internazionali. Rilevato quindi che l'ingente onere economico previsto per il nostro Paese è giustificato dalla necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento energetico, ribadisce l'impegno del Governo nel contrasto all'immigrazione clandestina, che ritiene possibile perseguire grazie alla lotta al traffico di esseri umani. Nell'evidenziare infine la volontà dell'Esecutivo di non intervenire nel dibattito avviato nelle competenti Commissioni circa il risarcimento dei cittadini italiani rimpatriati dalla Libia, auspica che il Trattato in discussione possa contribuire alla stabilità del Mediterraneo e al processo di pace in Medio Oriente.

PRESIDENTE. Rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:

Martedì 20 gennaio 2009, alle 9,30.

(Vedi resoconto stenografico pag. 42).

La seduta termina alle 18,45.