XVI LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 126 di mercoledì 4 febbraio 2009
Pag. 1PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI
La seduta comincia alle 10,05.
GIACOMO STUCCHI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 28 gennaio 2009.
Sul processo verbale (ore 10,10).
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, non vi sono osservazioni di merito. Rivolgo una preghiera (lo dico al collega Stucchi, al quale mi lega anche amicizia): poiché le notizie contenute nel processo verbale non riguardano soltanto i pochi deputati presenti la mattina in Aula, ma sono ascoltate, spesso e volentieri, da un pubblico più vasto, sarebbe utile fare in modo che siano un po' più comprensibili. Capisco l'esigenza di accelerare i tempi, però certe volte è veramente difficile capire di cosa stiamo parlando.
PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, il deputato segretario, la prossima volta, avrà cura di leggere il processo verbale più lentamente.
Se non vi sono ulteriori osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Aprea, Boffa, Brancher, Brugger, Brunetta, Buttiglione, Caparini, Casero, Cicchitto, Colucci, Cota, Donadi, Gregorio Fontana, Gibelli, Giancarlo Giorgetti, La Russa, Lazzari, Lo Monte, Lucà, Mazzuca, Melchiorre, Meloni, Migliavacca, Migliori, Palumbo, Pisicchio, Ravetto, Soro e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Sull'ordine dei lavori (ore 10,15).
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, prima di entrare nel vivo della discussione all'ordine del giorno, vorrei rubare soltanto pochi secondi all'Aula, perché credo sia doveroso ricordare quanto è accaduto ieri nella regione Campania, in particolare a Castellammare di Stabia, dove un consigliere comunale del Partito Democratico è stato assassinato sotto gli occhi del figlio di quattordici anni. Ovviamente, non sappiamo quali siano le dinamiche di ciò che è accaduto. Lo leggeremo e la magistratura ovviamente dovrà indagare.
Appare abbastanza facile dedurre che sia stato un agguato di tipo camorristico,Pag. 2che rientra nell'ambito di agguati così feroci, come quelli che, purtroppo, spesso e volentieri, scandiscono i nostri giorni, in particolare in alcune aree geografiche.
Ovviamente, per quanto ci riguarda, attendiamo con fiducia di capire cosa sia successo, attraverso le indagini della magistratura, ma vogliamo anche stringerci intorno alla famiglia, che ieri è stata così duramente colpita, in particolare al giovane figlio, che ha dovuto subire e vedere quello che accadeva di fronte ai propri occhi.
FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, intervengo per esprimere un sentimento di solidarietà nei confronti del Partito Democratico, ma anche un elemento di preoccupazione per le istituzioni campane. Infine, intendo sottolineare come, nonostante l'impiego dell'esercito (è notizia di queste ultime ore che il Governo si appresti ad emanare un nuovo provvedimento per la realtà campana), i termini della sicurezza non sono assolutamente risolti né potevano essere risolti con un singolo provvedimento.
Quanto è accaduto ieri a Napoli, il vile e tragico agguato nei confronti del consigliere comunale Tommasino, impone a tutti noi (anche perché, fra poco, voteremo delle mozioni con un alto significato politico, anche se dubito con un'effettiva procedurabilità) ancora di più un'assunzione di responsabilità, perché il contrasto alla mafia, alla camorra, alla 'ndrangheta e alle organizzazioni criminali, che imperversano in larghe zone del Paese, abbia una risposta corale.
ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, anche da parte del gruppo dell'UdC esprimo la solidarietà al gruppo del PD, ma soprattutto la vicinanza alla famiglia del consigliere assassinato ieri. Anche noi siamo costretti purtroppo, a fronte dell'ennesimo agguato e fatto di sangue, a sottolineare quanto in questo momento le forze dell'ordine in Italia avrebbero bisogno di essere supportate di più.
Richiamo anch'io il fatto che siamo costretti a prendere atto per l'ennesima volta che iniziative come quelle di impegnare fondi pubblici attraverso l'impiego dell'esercito probabilmente non sono la soluzione migliore per contrastare la criminalità organizzata nelle città, e in città come Napoli e in regioni come la Campania; peraltro, al primo punto dell'ordine del giorno vi è la discussione di una mozione molto delicata che riguarda proprio quella zona. Pertanto, riteniamo che vi debba essere, da parte del Governo, della maggioranza, soprattutto del Parlamento (per quanto ci riguarda non ci tireremo indietro) un impegno ancora maggiore a cogliere quali sono i veri elementi utili per contrastare la criminalità; e in primis noi crediamo debba essere proprio l'impegno delle forze dell'ordine preposte a ciò, e chiediamo quindi di aumentare le dotazioni, le risorse e l'attenzione rispetto a queste.
PRESIDENTE. La Presidenza si unisce alle parole di solidarietà e di cordoglio nei confronti della famiglia.
GIANCARLO LEHNER. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LEHNER. Signor Presidente, mi associo anch'io al cordoglio. Vorrei dire che quello è un territorio a me noto, nel senso che mi reco ogni settimana in quel luogo e ho contatti con le persone. Debbo dire che è un territorio difficile, in cui, a parte l'insorgenza della criminalità organizzata, vi possono essere anche delle terribili beghe locali, e quindi prima di esprimere un giudizio, bisognerà attendere le indagini.Pag. 3
Certamente in quel territorio sarebbe bene che vi fosse sempre più una forte presenza statale: a Napoli per esempio, allorquando sono arrivati i nostri soldati, ho visto persone che si sentivano più tranquille, più serene, e che finalmente avvertivano che era arrivato anche in quelle lande, spesso abbandonate, lo Stato a difesa del cittadino. Direi che questi fatti ci devono far pensare alla responsabilità nostra, al nostro impegno di offrire ai cittadini sostegno e soprattutto sicurezza.
Annunzio di petizioni (ore 10,18).
PRESIDENTE. Invito il deputato segretario a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.
GIACOMO STUCCHI, Segretario, legge:
PASQUALE GIUDICE, da Santa Marina (Salerno), chiede disposizioni per la concessione di un indennizzo ai militari italiani internati durante la seconda guerra mondiale in Germania (571) - alla IV Commissione (Difesa);
ORAZIO RUSCICA, da Modica (Ragusa), e numerosi altri cittadini chiedono interventi a garanzia del lavoro degli insegnanti di religione (572) - alla XI Commissione (Lavoro);
SALVATORE GERMINARA, da Pistoia, chiede:
l'istituzione di collegi giudicanti con la partecipazione di giudici popolari in sede penale, civile e amministrativa (573) - alla Il Commissione (Giustizia);
l'introduzione di norme che consentano al cittadino di sollevare questioni di legittimità costituzionale (574) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
MORENO SGARALLINO, da Terracina (Latina), chiede interventi per combattere la contraffazione dei prodotti «made in Italy» (575) - alla X Commissione (Attività produttive);
MATTEO LA CARA, da Vercelli, chiede:
nuove disposizioni in materia di responsabilità dei medici e del personale sanitario (576) - alla XII Commissione (Affari sociali);
interventi per contrastare l'immigrazione clandestina e la criminalità organizzata, nonché l'aumento delle pene per i reati sessuali e misure a favore delle vittime dei medesimi reati (577) - alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e II (Giustizia);
GABRIELLA CUCCHIARA, da Roma, chiede misure che prevedano l'obbligo di presentazione di documenti per gli eletti a cariche pubbliche (578) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
MARINO SAVINA, da Roma, chiede l'inserimento dell'insegnamento di religione cattolica tra le materie di cui tenere conto nella valutazione complessiva degli alunni (579) - alla VII Commissione (Cultura);
RITA GUMA, da Napoli, e numerosi altri cittadini chiedono interventi per la tutela e il rafforzamento del diritto allo studio, della dignità e dell'integrazione dei cittadini diversamente abili (580) - alla XII Commissione (Affari sociali);
GIOVANNI CARTA, da Roma, e numerosi altri cittadini chiedono l'erogazione di ulteriori indennizzi ai cittadini, agli enti e alle imprese italiani per i beni, i diritti e gli interessi perduti nel territorio della ex Jugoslavia (581) - alla V Commissione (Bilancio);
GIUSEPPE POLITI, da Roma, e numerosissimi altri cittadini chiedono che la pensione di vecchiaia e quella conseguita con quarant'anni di contribuzione non siano assoggettate al meccanismo delle cosiddette «finestre d'uscita», o in alternativa, per la pensione conseguita con quarant'anni di contribuzione, l'esclusione del versamento dei contributi previdenziali per il periodo successivo alla maturazione di tale requisito (582) - alla XI Commissione (Lavoro).
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,20).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Seguito della discussione delle mozioni Laboccetta ed altri n. 1-00005 e Di Pietro ed altri n. 1-00101 concernenti iniziative per la rimozione del sindaco e per lo scioglimento del consiglio comunale di Napoli.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Laboccetta ed altri n. 1-00005 (Ulteriore nuova formulazione) e Di Pietro ed altri n. 1-00101 concernenti iniziative per la rimozione del sindaco e per lo scioglimento del consiglio comunale di Napoli (Vedi l'allegato A - Mozioni).
Ricordo che nella seduta di lunedì 2 febbraio 2009 si è conclusa la discussione sulle linee generali delle mozioni all'ordine del giorno.
Avverto che è stato presentato l'ordine del giorno Zamparutti n. 1, il cui testo è in distribuzione (Vedi l'allegato A - Ordine del giorno).
(Intervento e parere del Governo)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per l'interno, Michelino Davico, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno e sull'ordine del giorno presentato.
MICHELINO DAVICO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, onorevoli colleghi, esprimo il motivato parere del Governo in ordine alle mozioni Laboccetta ed altri n. 1-00005 (Ulteriore nuova formulazione) e Di Pietro ed altri n. 1-00101, nonché sull'ordine del giorno Zamparutti ed altri n. 1 testé presentato questa mattina, sulle eventuali misure da adottare per consentire il corretto svolgimento dell'attività istituzionale della città di Napoli.
Per quanto riguarda la mozione dell'onorevole Laboccetta, relativamente al primo capoverso del dispositivo non si ravvisano i presupposti per l'adozione del provvedimento di rimozione del sindaco di Napoli per gravi motivi di ordine pubblico ai sensi dell'articolo 142 del decreto legislativo n. 267 del 18 agosto 2000, recante il Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, e per giungere conseguentemente, ai sensi dell'articolo 53 dello stesso Testo unico, allo scioglimento del consiglio comunale.
Relativamente all'invio di una commissione con ampi poteri di accertamento e di indagine, fatti salvi i poteri del Parlamento, dall'esito dell'attività istruttoria non risultano i presupposti per l'esercizio di un potere di accesso da parte dello Stato.
Detto potere, come noto, è previsto solo per l'ipotesi di infiltrazione della criminalità organizzata nell'amministrazione comunale.
Gli unici poteri ispettivi che possono essere esercitati dallo Stato nei confronti dell'ente locale riguardano le funzioni statali in materia elettorale, di anagrafe e finanza locale.
Il Ministero dell'economia e delle finanze può altresì esercitare un potere ispettivo in materia di stato giuridico e trattamento economico del personale degli enti locali.
In questo senso con i colleghi di Governo siamo disponibili ad esercitare, nel quadro delle dirette competenze, ogni iniziativa che si riterrà opportuna.
Circa i poteri straordinari attribuiti al sindaco di Napoli, ai sensi della legge n. 225 della 1992 in materia di protezione civile, rappresento che lo stato di emergenza relativo alla situazione di criticità per il sottosuolo di Napoli è cessato il 31 dicembre 2005, mentre quello relativo all'emergenza traffico è cessato il 31 dicembre 2008.Pag. 5Relativamente al punto 2 il Governo è favorevole a riferire sulla questione dell'emergenza rifiuti in Campania al più presto. In tal senso il Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri sta ultimando la relazione di cui all'articolo 9-bis del decreto-legge n. 90 del 2008, convertito con modificazioni nella legge n. 123 del 2008. Per quanto riguarda la mozione dell'onorevole Di Pietro ed altri n. 1-00101 il Governo esprime parere contrario, poiché il vigente ordinamento giuridico non consente interventi dello Stato nei confronti degli enti locali al di fuori delle ipotesi tassativamente previste dagli articoli 141, 142 e 143 del Testo unico per l'ordinamento degli enti locali, approvato con decreto legislativo il 18 agosto 2000 n. 267, ovvero dall'articolo 3 del decreto-legge 6 novembre 2008 n. 172, convertito con modificazioni dalla legge 30 dicembre 2008 n. 210.
Riguardo all'ordine del giorno Zamparutti n. 1 presentato pochi minuti fa ritengo sia accoglibile il primo capoverso del dispositivo, volta a garantire il diritto dei cittadini all'accesso agli atti e quindi a garantire la trasparenza delle amministrazioni locali (come peraltro stabilito dalle normative vigenti). Non è accoglibile il secondo capoverso del dispositivo che riguarda i nuovi stanziamenti, perché attraverso il federalismo fiscale verrà applicato l'articolo 119 della Costituzione che garantisce autonomia delle entrate e delle spese degli enti locali e riserva ai trasferimenti erariali solo una funzione perequativa correlata ad una minore capacità fiscale del territorio.
PRESIDENTE. Sottosegretario, vorrei capire se il parere contrario del Governo sulla mozione Laboccetta ed altri 1-00005 è riferito ai primi due capoversi del dispositivo.
MICHELINO DAVICO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, il parere del Governo è contrario sul primo capoverso, mentre si rimette, offrendo la disponibilità alla valutazione ed a riferire in Aula anche in ordine ai provvedimenti che rientrano nelle nostre competenze per quanto riguarda il secondo capoverso.
PRESIDENTE. Per quanto riguarda il terzo capoverso, immagino che vi sarà parere favorevole a riferire sulla questione alla Camera del deputati con la massima urgenza.
Prendo atto che il Governo esprime parere contrario sul primo capoverso, si rimette all'Aula sul secondo capoverso, mentre esprime parere favorevole sul terzo capoverso.
Sottosegretario, le chiedo di esprimere il parere sulle premesse della mozione Laboccetta ed altri 1-00005.
ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, tutti abbiamo avuto problemi. Adesso, con pazienza, chiediamo al sottosegretario di precisare il parere. Non appena il sottosegretario risponderà alla domanda della Presidenza, darò la parola ai colleghi che l'hanno richiesta.
Signor sottosegretario, le chiederei di ripetere il parere del Governo sulle premesse della mozione Laboccetta ed altri n. 1-00005 (Ulteriore nuova formulazione).
MICHELINO DAVICO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole sulle premesse della mozione Laboccetta ed altri n. 1-00005 (Ulteriore nuova formulazione).
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, immagino che chieda di intervenire sull'ordine dei lavori? Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, poiché prima di votare sarebbe utile capire - confesso che io sono limitato e quindi non capisco - vorrei sapere se, con l'ausilio suo e del sottosegretario, sia possibilePag. 6comprendere meglio e, di conseguenza, esprimermi tranquillamente e serenamente. La ringrazio per questo.
PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, abbiamo anticipato proprio questo suo desiderio.
ROBERTO GIACHETTI. No, signor Presidente, non mi è chiaro: infatti avevo percepito che nelle sue parole il sottosegretario, in riferimento alle questioni previste al secondo capoverso del dispositivo, avesse espresso un parere contrario. Ripeto, avevo avuto la sensazione che le considerazioni del sottosegretario su quanto contenuto nel secondo capoverso del dispositivo, fossero tali da esprimere un parere contrario del Governo perché si faceva riferimento ai poteri straordinari, concessi due volte e ormai decaduti, e all'impossibilità di adottare un altro istituto.
Pertanto, riguardo al contenuto del secondo capoverso del dispositivo, sul quale mi pare di capire che ci sia stato un cambio di opinione in quanto il Governo, ora, si rimette all'Assemblea, le considerazioni che erano alla base della valutazione originaria, che era costituita da un parere contrario, erano relative proprio al fatto che si tratta di questioni che non sono «accessibili», vale a dire praticabili.
Vorrei dunque capire se vi è stata una modifica nel parere, perché il collega Laboccetta è andato a trattare qualcosa, oppure se la logica che portava prima al parere contrario permane e, allora, non si capisce su cosa ci si rimette all'Assemblea.
PRESIDENTE. Il Governo? Prendo atto che il sottosegretario non intende intervenire.
FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, mi ricollego a quanto il collega Giachetti ha cercato di evidenziare, evidentemente senza grande risultato, nonostante l'impegno. Se prendiamo il resoconto, signora Presidente, il sottosegretario ha detto che, per quanto riguarda il secondo capoverso del dispositivo, cioè la richiesta di non rinnovare i poteri straordinari al sindaco di Napoli per la gestione di interventi in materia di protezione civile, rifiuti e così via, questi sono scaduti nel 2005, e che i poteri riguardanti la necessità di fronteggiare l'emergenza determinatasi nel settore del traffico sono scaduti il 31 dicembre 2008: quindi di cosa stiamo parlando? Come si può dire che ci si rimette all'Assemblea? Su che cosa: sul nulla? La prego, signora Presidente, poiché mi sembra di capire che vi sia un elemento di incertezza, se non di impreparazione: forse è il caso di sospendere per cinque minuti la seduta affinché il Governo possa riflettere sul parere espresso.
PRESIDENTE. Molto più semplicemente chiederei al sottosegretario se intenda intervenire, altrimenti al momento dell'indizione della votazione sarei costretta ad adottare la formula: «il Governo si rimette all'Assemblea con parere contrario», ma si tratta di una formula un po' creativa e quindi non è possibile farlo.
Prendo atto che il sottosegretario insiste nel non voler intervenire.
Ovviamente il resoconto stenografico della seduta sarà a disposizione dei colleghi.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, lei ha più volte chiesto al Governo chiarimenti e quindi è chiaro che vi è un problema che riguarda la volontà del Governo, che deve essere apprezzata dalla Presidenza e da quest'Aula e che non è ancora chiara e per questo le chiedo semplicemente di verificare quanto possa essere imputato a elementi procedurali, cioè il fatto che il Governo intenda rimettersiPag. 7all'Aula, di cui il Parlamento dovrà tener conto per quanto riguarda le modalità con le quali procederà al voto.
Ma altra cosa è il problema di merito, che rinvia al contenuto di questo secondo capoverso dell'impegno, in quanto è chiaro che vi sono alcune parti che, poiché la mozione è stata scritta precedentemente sono venute meno, e quindi non sono e non possono essere oggetto di un voto da parte della Camera, sono irricevibili.
Infatti, quando si parla di poteri straordinari che devono essere sottratti ai soggetti istituzionali ai quali sono stati affidati, cioè si chiede che vengano tolti a questi soggetti, è del tutto evidente che la Camera non può votare il contenuto di un indirizzo al Governo, che dal punto di vista dell'indirizzo politico, poiché stiamo parlando di una mozione, potrebbe segnare un elemento distorsivo, in quanto insisterebbe su un impegno del Governo che ricadrebbe su una questione che non compete più al Governo e nemmeno ai soggetti che sarebbero sottoposti all'iniziativa del Governo medesimo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
LUCIANO DUSSIN. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente, è legittimo da parte dei gruppi dell'opposizione cercare di creare i presupposti per chiedere di rinviare l'esame della mozione, visto il contenuto della mozione stessa, però voglio ricordare che essa è un atto di iniziativa parlamentare.
Abbiamo ascoltato le opinioni del Governo, ma sarà l'Assemblea ad esprimere un voto. Al massimo, se i proponenti o qualcun altro vorranno, potranno chiedere una votazione per parti separate. Tuttavia, il contenuto della mozione in esame che fa riferimento ad una previsione certa, contenuta nel testo unico degli enti locali, che prevede la rimozione di un sindaco per determinati comportamenti e per problemi soprattutto di ordine pubblico, è una normativa vigente e, quindi, visto che il testo unico è legge a tutt'oggi, la mozione in esame è imperniata e incentrata su questa previsione e noi chiediamo che venga messa al voto al più presto (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Giochetti, a quale titolo?.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, le sto per citare l'articolo del Regolamento al quale mi richiamo e questa è una prerogativa che non può essere soppressa in un Paese democratico.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Mi riferisco all'articolo 8 del Regolamento perché lei, giustamente, invita il sottosegretario a chiarire il parere. Tuttavia, io penso che la Presidenza abbia il potere e le condizioni di intervenire, quando si crea confusione rispetto alla chiarezza del voto ed alle procedure in quest'aula.
Addirittura mi permetto di dire che in taluni casi la Presidenza, che ha un potere di intervento circa l'ammissibilità di alcuni testi che dobbiamo votare, farebbe bene a valutare attentamente i testi che abbiamo di fronte e, nel caso, esercitare questa sua prerogativa.
Infatti l'articolo 8 del Regolamento, signor Presidente, al comma 1, afferma che il Presidente «rappresenta la Camera» e «assicura il buon andamento dei suoi lavori». Proseguendo, al comma 2, afferma che il Presidente «chiarisce il significato del voto». Dunque, visto che non lo chiarisce il Governo, le chiedo molto umilmente di chiarirci il significato del voto che esprimeremo sul secondo capoverso della mozione in esame.
In particolare, come è del tutto evidente, il collega Luciano Dussin, che è persona amabile e anche sincera, non può dire nulla sulla fattispecie di questo capoverso: si richiama a premesse che hanno un carattere politico (e ci mancherebbe altro che l'Aula non potesse esprimersi suPag. 8questo), si richiama ad un punto di caduta finale, che è quello di chiedere la rimozione del sindaco Jervolino, e ci mancherebbe altro che non lo potesse fare, salvo il fatto che dobbiamo sapere che siamo un po' anche «al circo», perché la rimozione del sindaco Jervolino non la decide la Camera, ma eventualmente qualche altra istituzione in questo Paese, che ha poteri ad hoc previsti dalle nostre leggi.
Comunque, va benissimo anche questo, perché il «circo della politica» consiste anche nel chiedere qualcosa che non riguarda la Camera, ma rimane che il collega Dussin non ha potuto osservare nulla circa il fatto che su questo secondo capoverso del dispositivo consentiamo alla Camera di votare qualcosa che non esiste, anzi, il Governo si rimette all'Assemblea invece di esprimere un parere contrario, cosa che a mio avviso avrebbe potuto fare anche la Presidenza, perché è palesemente inammissibile.
Le chiedo allora, signor Presidente, atteso che lei non si trova lì di passaggio, ma esercita anche una responsabilità sull'ordine dei lavori dell'Aula: dispone forse di qualche elemento per intervenire sul Governo, in particolare sul sottosegretario che già si era espresso in questo senso, al fine di evitare che almeno su una circostanza così evidente la Camera esprima un voto privo di alcun senso? È tutto qui.
PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, ho chiesto ripetutamente al sottosegretario di intervenire: lo faccio di nuovo e mi pare di capire che egli abbia intenzione di farlo. Nel frattempo, ho chiesto agli uffici di fornirmi il resoconto delle parole del sottosegretario che avrei provveduto a rileggere in Aula per mettere in evidenza l'eventuale contraddizione tra la richiesta di rimettersi all'Assemblea e le motivazioni espresse. Credo di non poter fare di più.
MICHELINO DAVICO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MICHELINO DAVICO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, riguardo ai poteri straordinari attribuiti al sindaco di Napoli di cui al secondo capoverso, chiedo al presentatore di sostituire le parole «a non rinnovare» con le parole « a non attribuire nuovamente».
PRESIDENTE. Mi scusi, signor sottosegretario, questa volta non ho capito nemmeno io (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e Italia dei Valori). Francamente, la differenza tra «attribuire nuovamente» e «rinnovare» è qualcosa di assolutamente incomprensibile.
MICHELINO DAVICO, Sottosegretario di Stato per l'interno. I poteri straordinari del sindaco sono scaduti ed è stata chiesta la loro riattribuzione. Se il presentatore della mozione lo ritiene, può sostituire la frase «a non rinnovare» con «a non attribuire nuovamente».
PRESIDENTE. Ho capito. Onorevole Laboccetta, accetta la riformulazione proposta dal sottosegretario?
AMEDEO LABOCCETTA. Signor presidente ...
PRESIDENTE. Onorevole Laboccetta, deve rispondere solo «sì» o «no»?
AMEDEO LABOCCETTA. Signor Presidente, le cose si motivano.
PRESIDENTE. No, non le motiva adesso, mi dica se accetta o se non accetta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
AMEDEO LABOCCETTA. Mi permette per favore di spiegare il motivo per il quale accetto o non accetto?
PRESIDENTE. No, le chiedo di rispondermi «sì» o «no»; glielo chiedo davvero, perché questo è quanto prevede il Regolamento. Onorevole, accetta o non accetta?
AMEDEO LABOCCETTA. È sostanzialmente la stessa cosa.
Pag. 9PRESIDENTE. Sta bene, basta così.
FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signora Presidente, siccome evidentemente non tutti hanno seguito il dibattito, chiedo scusa se mi permetto di aiutare i colleghi in Aula a comprendere di cosa stiamo parlando.
Il sottosegretario Davico in questo caso avrebbe persino qualche ragione filologica però, poiché non ci troviamo all'Accademia della Crusca, ma nell'Aula di Montecitorio, è da sottolineare che in tre minuti egli è passato da un parere contrario, alla richiesta di rimettersi all'Assemblea fino a una proposta di riformulazione: ci troviamo di fronte all'assurdo.
Mi rivolgo ai colleghi della Lega che si sono agitati e che hanno sollevato una questione sul primo capoverso del dispositivo: colleghi, non stiamo parlando del primo, ma del secondo capoverso, ovvero del non rinnovare i poteri straordinari che sono già decaduti. Da questo punto di vista, l'intervento del sottosegretario Davico, per cercare di salvarsi, era, considerare che, se non si può rinnovare una cosa che non esiste più, la si potrebbe attribuire nuovamente.
Dunque cerca di correggere il testo della mozione e di dare una mano all'onorevole Laboccetta il quale non ha capito, perché la sua prima formulazione della mozione era per lo scioglimento del consiglio comunale ai sensi del testo unico, punto e basta. Successivamente ha introdotto la subordinata - che non ci stava, visto il parere negativo del Governo - sul primo punto. Tuttavia, anche sul secondo, è «scivolato» e adesso stiamo discutendo di «lana caprina», perché non è in Aula, a Montecitorio, che si decide il futuro di Napoli. Lo dovrebbero sapere e apprezzare i colleghi della Lega, perché oggi succede a Napoli, domani potrebbe succedere in una città del nord.
PRESIDENTE. A questo punto mi sembra un intervento di merito. Non può fare dichiarazioni di voto, onorevole Evangelisti.
FABIO EVANGELISTI. Ho concluso, signor Presidente. Le ripeto, circa la richiesta avanzata che, forse, qualche minuto di sospensione, con un clima sereno tra gli uffici, il sottosegretario e i proponenti, aiuterebbe a risolvere la questione.
ITALO BOCCHINO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori. A me sembra che il sottosegretario abbia, comunque, chiarito qual è la sua posizione sulla mozione Laboccetta. Egli ha cioè spiegato che, secondo un «appunto» tipico fornito dagli uffici con riferimenti a leggi, commi ed articoli, non è possibile dare una risposta, dal punto di vista normativo, sul primo capoverso, mentre sul secondo capoverso si è rimesso all'Assemblea.
La situazione mi sembra chiarissima ma adesso si sta facendo pressione - ho questa sensazione - affinché si complichi. Il sottosegretario ha detto: il Governo si rimette all'Assemblea rispetto a una richiesta che è semplicissima. Sono scaduti i poteri straordinari che il Governo ha concesso al sindaco di Napoli; costui ha fatto richiesta, antecedentemente alla scadenza di questi poteri, di riottenerli addirittura ampliati; l'onorevole Laboccetta chiede che l'Aula si esprima, a seguito di una remissione del Governo all'Assemblea, che c'è stata, per riaffermare quanto segue: a nostro giudizio, nell'ambito di quel che conta il Parlamento, con un atto di indirizzo quale una mozione che impegna il Governo, il Governo deve rispondere negativamente alla lettera con la quale il sindaco di Napoli chiede il rinnovo di poteri, addirittura ampliandoli. Non c'è nulla di strano, è normale.
Il Governo ha il dovere di rispondere a una sollecitazione del sindaco di Napoli e il Parlamento ha, nei suoi poteri, il dare un indirizzo al Governo e di affermare che, a suo giudizio, deve negare la proroga dei poteri al sindaco di Napoli. Infine, il Governo ha espresso il proprio parere, che è stato di rimettersi all'Assemblea. MiPag. 10sembra che ci sia un eccesso di pressione sul rappresentante del Governo per fargli cambiare parere e non si comprende per quale ragione. Ripeto, è stato espresso il parere, procediamo alla votazione e prendiamo atto di quale essa sarà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chie do di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, è del tutto evidente che siamo in presenza di una proposta di riformulazione alla quale il collega Laboccetta non ha acceduto. Tuttavia questo è secondario e, anzi, potremmo anche prescindere, in questa fase della discussione, dal parere espresso sulla riformulazione dal collega Laboccetta. Il Governo, quando decide e si rimette all'Assemblea su una parte del dispositivo di una mozione, non può proporre una riformulazione. È chiaro che la proposta di riformulazione presentata dal Governo dovrebbe far cambiare parere al Governo: in questo caso, il Governo dovrebbe esprimere un parere positivo su un capoverso che è irricevibile dalla Presidenza e dall'Aula perché interviene su questioni che non sono più agibili, in quanto decadute per quanto riguarda i poteri straordinari, né sarebbero ricevibili per la parte che riguarda l'impegno che l'Aula fa osservare al Governo per quanto attiene l'utilizzo dei poteri che sono nelle mani del Governo per avviare una procedura di scioglimento di un consiglio comunale, non contemplata nella premessa. Infatti, signor Presidente, la premessa deve essere connaturata all'impegno.
Nelle premesse non sono poste le condizioni, come ha anche confermato il Governo, attraverso le quali sia desumibile un fondamento normativo sulla cui base il Governo possa avviare il procedimento di scioglimento del consiglio comunale, che si scioglie o per mafia o per bancarotta. Poiché i due casi non ricorrono, il problema - lo ripeto, signor Presidente -, è anzitutto capire se questo capoverso sia ammissibile e, in secondo luogo, se il Governo ne chiede la riformulazione per esprimere quindi un parere favorevole...
PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, ho qui il resoconto.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. La ringrazio.
PRESIDENTE. Rileggo le parole del sottosegretario: «Per quanto riguarda la mozione dell'onorevole Laboccetta, relativamente al primo capoverso del dispositivo non si ravvisano i presupposti per l'adozione del provvedimento di rimozione del sindaco di Napoli per gravi motivi di ordine pubblico ai sensi dell'articolo 142 del decreto legislativo n. 267 del 18 agosto 2000, recante il Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, e per giungere conseguentemente, ai sensi dell'articolo 53 dello stesso Testo unico, allo scioglimento del consiglio comunale». Mi pare evidente che c'è un'assoluta congruità rispetto al parere contrario. Prosegue quindi il sottosegretario: «Relativamente all'invio di una commissione con ampi poteri di accertamento e di indagine, fatti salvi i poteri del Parlamento, dall'esito dell'attività istruttoria non risultano i presupposti per l'esercizio di un potere di accesso da parte dello Stato. Detto potere, come noto, è previsto solo per l'ipotesi di infiltrazione della criminalità organizzata nell'amministrazione comunale. Gli unici poteri ispettivi che possono essere esercitati dallo Stato nei confronti dell'ente locale riguardano le funzioni statali in materia elettorale, di anagrafe e finanza locale. Il Ministero dell'economia e delle finanze può altresì esercitare un potere ispettivo in materia di stato giuridico e trattamento economico del personale degli enti locali. In questo senso con i colleghi di Governo siamo disponibili ad esercitare, nel quadro delle dirette competenze, ogni iniziativa che si riterrà opportuna. Circa i poteri straordinari attribuiti al sindaco di Napoli, ai sensi della legge n. 225 del 1992 in materia di protezione civile, rappresento che lo stato di emergenza relativo alla situazione di criticità per il sottosuoloPag. 11di Napoli è cessato il 31 dicembre 2005, mentre quello relativo all'emergenza del traffico è cessato il 31 dicembre 2008. Relativamente al punto 2 il Governo è favorevole a riferire sulla questione dell'emergenza rifiuti in Campania al più presto. In tal senso il Dipartimento della protezione civile ....», e via dicendo.
Mi pare evidente che le motivazioni addotte dagli interventi dei colleghi sono assolutamente congrue rispetto al merito; si ravvisa, peraltro, eventualmente la necessità di un voto separato persino sulla seconda parte del dispositivo perché c'è una differente valutazione sui poteri di accertamento e di indagine rispetto alla rinnovazione o meglio, secondo la nuova formulazione, alla nuova attribuzione. A questo punto, quindi, mi pare chiaro ed evidente che il Governo ha espresso parere contrario sul primo capoverso del dispositivo, impossibilità di provvedere sulla prima parte del secondo capoverso del dispositivo sulla quale, coerentemente, non può rimettersi all'Aula, ma non può che esprimere, per mancanza di fondamento, parere contrario e prendo atto che il sottosegretario è d'accordo.
Resta la seconda parte del secondo capoverso che è quella relativa alla riformulazione che il sottosegretario ha chiesto. A tal proposito naturalmente si può obiettare sul fatto che si è seguita una procedura un po' anomala perché il sottosegretario prima si è espresso in un modo e poi ha proposto la riformulazione, tuttavia credo che l'Aula sarà in grado di valutare e giudicare che l'aspetto che riguarda la seconda parte del secondo capoverso ha una natura assolutamente politica.
Mi pare che a questo punto sia tutto chiaro e quindi procederei con l'esame della mozione in oggetto.
(Dichiarazioni di voto)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Testa. Ne ha facoltà.
NUNZIO FRANCESCO TESTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor sottosegretario, mi sembra che il Governo sia in uno stato confusionale. Infatti, ho capito ancora meno dopo i chiarimenti del signor sottosegretario.
Ma veniamo ora al problema delle dimissioni del sindaco Jervolino. La nostra storia, la nostra cultura, la nostra concezione della politica ci vogliono estremi difensori del garantismo, proprio perché abbiamo pagato storicamente il prezzo di un'ingiustificata e quanto mai strumentale scure giustizialista. Riteniamo, pertanto, che i nodi della politica non possono essere sciolti da un iter giudiziario. Eppure colleghi, il rischio che si corre oggi a Napoli è quello di vedere questa scellerata gestione politico-amministrativa terminare per il solo intervento dei magistrati. Ma oggi non si tratta di giustizialismo, ma della presa d'atto di una situazione drammatica divenuta oggettivamente indifendibile. Questa città, che dovrebbe avere come suo palcoscenico l'Europa, si è ritrovata a gestire, in questo ultimo decennio, una quantità di emergenze che non ha pari nel mondo occidentale. Ma allontaniamo ancora una volta da noi lo spettro del giustizialismo. I capi d'accusa per il primo cittadino non possono che essere che politici ed essi basterebbero, da soli, a giustificarne le dimissioni. E invece, scandalo dopo scandalo, inchiesta dopo inchiesta, Napoli continua a pagare un prezzo che tutti i cittadini onesti, gli amministratori e i politici che fanno il proprio lavoro non vorrebbero pagare e non è giusto che paghino. La gogna mediatica delle cronache nazionali e internazionali è divenuta un rosario ininterrotto di servizi, su tutti i media, che raccontano della città come mai è stato fatto, dal dopoguerra ad oggi.
Spetta forse alla magistratura imporre il cambiamento o è necessario che sia la politica a decidere? Sono trascorsi otto anni dalla prima elezione del sindaco Rosa Russo Jervolino. È finita una stagione e bisogna prenderne atto. È finita una stagione che si aprì nel segno di grandi speranze - il rinascimento napoletano di bassoliniana memoria - stagione che haPag. 12trovato fine quando la politica è diventata potere e si è allontanata dall'etica. È lungo - e l'ho già sottolineato - l'elenco dei mille drammi che Napoli ha vissuto e che vivrà ancora se non poniamo rimedio e, dunque fine, a questa esperienza politica partenopea.
Infatti, è sufficiente ricordare l'emergenza rifiuti, l'emergenza sanità, l'emergenza criminalità, l'assoluta mancanza di servizi, lo stato di anarchia, la carcerazione di numerosi amministratori e, purtroppo, il suicidio di un assessore e poi i rimpasti, le sostituzioni e il tracollo finanziario. Tutte vicende che collocano Napoli al penultimo posto per la qualità della vita dei cittadini. Ne abbiamo parlato tanto e se ne parla ancora oltre confine. È giunto ora il momento di prendere delle decisioni anche forti. Il Governo non può più temporeggiare né più esimersi dall'intervenire in maniera radicale per porre fine a questa giunta.
Perciò cari colleghi, non ci tireremo indietro di fronte a una forte assunzione di responsabilità e appoggeremo questa mozione, stimolando il Governo a non rinnovare i poteri speciali. Infatti, si tratta di un'assise da tempo paralizzata che non riesce ad operare nell'interesse collettivo. Chiediamo al Governo se l'oggettivo fallimento etico, politico ed economico non abbia trasformato Napoli in una polveriera sociale, pronta ad esplodere da un momento all'altro. Sosterremo questa mozione e lo faremo anche per cercare di porre fine all'accanimento, spesso falsamente propagandato per senso di responsabilità, a far sopravvivere una maggioranza che ha dimostrato la propria assoluta inadeguatezza.
Certo, non rappresenta un cambiamento di rotta sufficientemente credibile il rimpasto della giunta operato del sindaco. Non lo hanno creduto nemmeno i suoi compagni di partito. La rimozione del sindaco Jervolino e lo scioglimento del consiglio comunale sarebbero stati atti importanti. Apprendiamo, tuttavia, dal Governo che tutto ciò non è possibile perché non vi sono le condizioni.
Però, signor Presidente e onorevoli colleghi, Napoli merita questa presa di coscienza ed è per questo che noi voteremo a favore (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Aniello Formisano. Ne ha facoltà.
ANIELLO FORMISANO. Signor Presidente, discutiamo delle mozioni sul comune di Napoli, per quanto ci riguarda, come Italia dei Valori, nell'ambito di una iniziativa più vasta che prevede per gli uomini dell'Italia dei Valori la presentazione di una mozione qui al Parlamento, di una mozione di sfiducia al comune di Napoli e di una mozione di sfiducia alla regione Campania.
È un'iniziativa complessiva che l'Italia dei Valori sviluppa con riferimento al territorio campano sulla base di una valutazione e di un giudizio politico, ma non soltanto politico. Prima di addentrarmi in questo giudizio voglio condividere le affermazioni fatte nell'illustrazione della mozione dall'onorevole Fabio Evangelisti che ha espresso sentimenti di stima personale nei confronti del sindaco Rosa Russo Jervolino, ma che tuttavia non ci impediscono, al di là della stima personale, di dare un severo giudizio politico.
Vi sono, infatti, secondo noi, e perciò cominciamo da qui la nostra discussione, motivazioni per le quali il giudizio politico, morale ed istituzionale ci porta a concludere per dichiarare cessati un'esperienza politica ed un ciclo politico basati su alcune leadership e su alcune motivazioni che, fatemelo dire, hanno consentito a chi come me è della terra napoletana, di poter dire negli anni 1993,1994 e 1995, quando si trovava fuori Napoli (a Bologna, a Milano, a Torino), ebbene, hanno consentito di poter dire con orgoglio di essere napoletano. Oggi, invece, questi eventi ci impediscono di poter dire con lo stesso orgoglio a Milano, a Torino o a Bologna che siamo napoletani.
Questo è il severo giudizio che diamo su questo ciclo politico e pensiamo chePag. 13ogni utile iniziativa possa servire per ridare la parola agli elettori al fine di poter ritrovare l'essenziale rapporto di fiducia che deve esistere fra i cittadini e i loro amministratori.
Sappiamo che discuterne qui in Parlamento probabilmente è strumentale e sappiamo bene - lo ha ribadito l'onorevole Evangelisti - che le sedi proprie sono il comune di Napoli nel caso di specie e la regione Campania, ma vogliamo cominciare da qui questa strategia dell'Italia dei Valori per tentare di ridare la parola ai cittadini e, fatemelo dire, onorevoli colleghi, ricostruire in tal modo quel rapporto di fiducia che deve essere alla base del mandato conferito agli amministratori, al di là del colore politico degli amministratori stessi.
Il rapporto di fiducia con le istituzioni è talmente sacro che nessun colore politico può metterlo in discussione e quando questo si incrina o si rompe c'è una sola strada: tornare al popolo per riconsacrarlo attraverso una libera elezione. Questo pensiamo si debba fare anche per il comune di Napoli. Infatti, gli ultimi tempi ci hanno consegnato uno spaccato che è qualcosa di impressionante.
Faccio riferimento allo spaccato che ci è stato consegnato dall'inchiesta Romeo, un'inchiesta che ha messo a nudo una trasversalità paurosa, intrecci fra varie forze politiche (di maggioranza e di opposizione), un'inchiesta che ha confermato, laddove ve ne fosse ancora bisogno, che non si può più attendere nel dare la parola al popolo sovrano, un'inchiesta, colleghi, che è venuta fuori grazie alle intercettazioni telefoniche, perché la magistratura ha potuto servirsi di uno strumento essenziale servito anche a scoprire gli stupratori di Guidonia e a disvelare quel che accadeva nel consiglio comunale di Napoli.
È strano che alcuni di quegli attori oggi siano qui a chiedere le stesse cose che chiede l'Italia dei Valori.
Noi non ci siamo in quel sistema e abbiamo la titolarità morale per chiedere che si torni a dare la parola al popolo sovrano, affinché si ricrei quel rapporto giusto di fiducia che deve esserci tra popolo e suoi rappresentanti nelle istituzioni. Si tratta di un sistema che, come dicevo, grazie alle intercettazioni è venuto in luce, ha messo in evidenza collusioni e - questa è la cosa più grave, dal nostro punto di vista - trasversalità che non hanno escluso né partiti di qua, né partiti di là.
Credo che su questo punto dobbiamo seriamente interrogarci anche nelle prossime ore. Le intercettazioni sono un mezzo formidabile di indagine e comportano anche qualche costo personale, perché si può finire nelle intercettazioni senza volerlo. Tuttavia, il rischio che si corre è che, quando si vuole essere servitori dello Stato fino in fondo, si finisca involontariamente nelle intercettazioni, ma se non si ha nulla da temere, non si teme di finire nelle intercettazioni. Ma privare di esse i magistrati significa privarli di uno strumento essenziale e formidabile per andare avanti nello scoprire il malaffare e il malcostume. Questo ci ha consegnato l'indagine sul sistema «Romeo» e questo credo che sia il punto di non ritorno rispetto al quale diventa indispensabile restituire la parola al cittadino elettore.
Questo ci ha consegnato e noi dell'Italia dei valori questo prezzo lo abbiamo pagato e continueremo a pagarlo fino in fondo. Siamo per la strenua difesa delle intercettazioni, non abbiamo paura di essere vivisezionati, perché chi ha un ruolo pubblico deve sentirsi potenzialmente oggetto di attenzione da parte di chicchessia. Quindi, sotto questo aspetto nulla si fermerà in questa intransigente opera che stiamo portando avanti sia al comune di Napoli che alla regione Campania.
C'è però una altra considerazione da aggiungere: siamo disponibili a pagare questo prezzo politico in nome della giustizia e dell'accertamento della verità. Non siamo disponibili quando il processo è fatto sui giornali. Non siamo disponibili quando una certa stampa non libera (e forse a volte per errore anche altra stampa) fanno diventare mediaticamente processabile quello che in realtà non è. Abbiamo letto in questi giorni di un deputatoPag. 14dell'Italia dei Valori camorrista. Così non è, è una bugia. Su questo, non ci stiamo e lo diremo in tutte le sedi.
Vogliamo pagare il prezzo di essere vivisezionati dalla stampa e dai mass media, ma non vogliamo pagare il prezzo di sentir dire bugie sul nostro conto. Ciò è avvenuto per il collega Porfidia e per tanti altri colleghi. Ciò è avvenuto anche per me che vi parlo. L'ho detto in altre sedi: sono disponibile a farmi intercettare ogniqualvolta sia necessario per accertare i fatti e aiutare la giustizia. Non sono disponibile a che si dicano bugie. Questo è il mio certificato «modello 21» dal quale risulta che non sono iscritto nel registro degli indagati. Penso che, come sempre, il tempo sia galantuomo. Su queste cose, l'Italia dei Valori non si fermerà (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luciano Dussin. Ne ha facoltà.
LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente, vorrei fare una premessa. È giusto ricordare che il comune di Napoli e la regione Campania, che sono accomunate in questa vicenda, pagano a carissimo prezzo errori derivanti da responsabilità politiche chiarissime. Il sindaco Jervolino, ma anche il presidente della regione Bassolino, per vincere le elezioni hanno aggregato delle forze politiche che, per ideologie e programmi, sono assolutamente inconciliabili tra loro. Il problema è l'assoluta ingovernabilità di quei territori.
Se vogliamo essere ancora più franchi, queste vicende sono esattamente la fotocopia di quello che è successo con gli ultimi due Governi guidati da Prodi. Se il centrosinistra a livello nazionale sta cambiando pagina e costruendo una compagine che non sia più anche il contrario di se stessa, succede che a livello regionale, provinciale e comunale, relativamente alle giunte di centrosinistra, le incongruenze restano e garantiscono problemi di governabilità.
Leggevo proprio ieri l'altro che in Liguria si sta rischiando quello che è già successo in Campania; la giunta del centrosinistra sa che a breve non avrà più le cave dove portare i rifiuti, ma ha già votato un documento dove si dice che non si costruiranno gli inceneritori. Queste sono responsabilità in termini assoluti che è giusto denunciare per tempo, come avevamo già fatto per le vicende di Napoli (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Far finta che questo problema a livello di governo locale non esista è un errore politico, prova ne è che ad esempio nella regione Friuli e nella città di Roma quando si è andati a votare il centrosinistra ha perso, perché è impossibile dire ai cittadini a livello nazionale: cerchiamo di cambiare maggioranza perché con Rifondazione, i Verdi, i signori del «no», non è possibile governare; e dopo presentarsi nelle regioni, nelle province e nei comuni con le stesse alleanze. Va da sé che i cittadini votano contro, come è già successo.
Nello specifico, quello che il mondo ha visto a Napoli non merita neanche commenti: una città devastata dai rifiuti, una giunta dimezzata dagli arresti non meritano commenti. Posso dire questo: nel comune di Napoli e nel consiglio regionale in Campania sembra di essere di fronte a dei fortini controllati da amministratori che non hanno futuro (perché è inutile che provino a ricandidarsi la prossima volta), ma che lavorano a salvaguardia solo delle loro posizioni. Prova ne è che i partiti hanno chiesto loro un passo indietro, ma hanno rifiutato anche a costo di essere espulsi da questi partiti, perché vogliono garantirsi la loro posizione fino all'ultimo giorno del loro mandato. Non ha importanza per loro se la città si è dissociata dal loro comportamento politico, se i partiti li sentono come un peso enorme da scaricare, loro vogliono rimanere al loro posto. Un'altra prova: se è vero, come è vero, che i sondaggi a Napoli e in Campania danno in picchiata negativa il centrosinistra, uno dovrebbe chiedersi come mai i responsabili di questa catastrofe politica aumentano il numero dei tesserati. Vuol dire che stanno lavorando «pro loro».Pag. 15
Mi rifaccio al contenuto di una lettera aperta del sindaco Jervolino pubblicata sui quotidiani di Napoli in occasione dell'ultima nomina di sei nuovi assessori comunali dopo l'arresto di mezza giunta. Vi si dice: «è una risposta forte e responsabile dopo che serie questioni di etica pubblica hanno lambito l'amministrazione comunale». Se l'arresto di mezza giunta vuol dire lambire l'amministrazione comunale è come dire che l'eruzione del Vesuvio lambì Pompei. Più o meno è la stessa cosa (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)! Una città è stata cancellata ma l'importante è far finta che non sia successo nulla.
Adesso che passi questa mozione o meno, il tempo e la volontà dei cittadini di cambiare amministrazione comunque avranno il sopravvento su tutto quello che possiamo proporre noi. In ogni caso non è possibile che un sindaco cerchi di salvarsi dagli errori che ha commesso nelle sue scelte politiche dicendo che ha le mani pulite, perché si presuppone per certo e doveroso che gli ottomila sindaci che ci sono in questo Paese abbiamo le mani pulite (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Un conto è essere onesti, e su questo non abbiamo nulla da obiettare al sindaco Jervolino, ma un altro conto è essere capaci. Una questione di ordine pubblico a Napoli c'è stata e lo sa tutto il mondo. Quindi o si applica il Testo unico degli enti locali che prevede la rimozione di amministratori assolutamente incapaci oppure aboliamolo e ognuno faccia quello che vuole. Per questi motivi annuncio il convinto voto favorevole del gruppo della Lega Nord per quanto riguarda la mozione Laboccetta (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.
ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la mozione presentata dall'onorevole Laboccetta riguardante la valutazione dei presupposti per la rimozione del sindaco di Napoli e per lo scioglimento del consiglio comunale si inquadra in un processo di discussione che è avviato da molti mesi. Nello stesso tempo, prendiamo atto delle precisazioni formulate dal sottosegretario.
I fatti succedutesi parlano chiaro e, a ben guardare, noi del Movimento per l'Autonomia, e in modo particolare l'onorevole Milo che il 18 giugno 2008 ha presentato un'interrogazione, abbiamo più volte sollecitato le istituzioni competenti, nello specifico il Ministro dell'interno, a verificare le condizioni sulla base dell'articolo 141, comma 1, del decreto legislativo n. 267 del 18 agosto 2000, per proporre la sospensione motivata del consiglio comunale e l'invio di un commissario straordinario. Ragionavamo allora della possibilità di assumere un tale provvedimento non soltanto in relazione ai noti arresti intervenuti a seguito delle inchieste giudiziarie, ma soprattutto con attenzione al ben noto perpetrarsi di condizioni di evidente tracollo della pubblica amministrazione, dell'azione di governo e dello stato dello sviluppo e della convivenza civile nella città di Napoli. Nessuna risposta è venuta dalle istituzioni preposte; le stesse, quando sono garanti della sicurezza nazionale, come nel caso del Ministero dell'interno, dovrebbero prestare la massima attenzione al venir meno delle condizioni complessive della convivenza umana nei territori, in particolare in quello della città di Napoli, al di là delle ragioni puramente tecnico-legislative legate all'ordine pubblico.
Le ultime vicende che hanno riguardato la città di Napoli non lasciano dubbi: si sta vivendo con allarmante evidenza ciò che avevamo previsto. Non vogliamo apparire facili profeti, ma soltanto uomini politici che hanno a cuore l'interesse dei territori di provenienza, fondando la nostra azione sulla valorizzazione strategica dell'autonomia e volendo contribuire a costruire classi dirigenti in grado di governare politicamente realtà anche difficili.
Onorevoli colleghi, la storia recente di Napoli deve farci riflettere su responsabilità primariamente riconducibili a chi haPag. 16esercitato ed esercita ruoli di governo in un contesto ovattato e condiviso. Il problema è strutturale, ben lo sappiamo: sono stati compromessi i livelli elementari dei servizi istituzionali, il territorio non è inserito in un sistema infrastrutturale strategico, la mobilità cittadina è al collasso, la drammatica situazione dei rifiuti, seppure affrontata in prima istanza con interventi positivi, continua ad esistere ed è evidenzia una totale assenza di senso civico. Questa, pur se non riconducibile direttamente all'intervento della classe politica, riguarda la credibilità della medesima che non è più in grado di parlare in termini di guida per il futuro alla popolazione napoletana.
Per troppo tempo si è dimenticata ogni sorta di programmazione strategica della città e si è lasciato campo libero all'eccezionalità e all'emergenza degli interventi. Ciò, si comprende, è andato a danno di zone della città che già avevano drammatiche situazioni di disagio e di abbandono, avendo privilegiato interventi nei quartieri ricchi.
È necessario, anche sinteticamente, ricordare la sospensione dei lavori in aree nevralgiche per il traffico cittadino: piazza Municipio, corso Umberto, via Roma, piazza Borsa, che stanno paralizzando la circolazione stradale con impatto sui livelli di inquinamento per lunghi tempi di sosta. Vogliamo sottolineare l'assenza di un adeguato piano parcheggi che ha determinato il mancato raggiungimento dell'obiettivo prioritario di ridurre il flusso delle auto in circolazione; ciò, pur in presenza dell'ordinanza della Presidenza del Consiglio dei ministri del 2007 attraverso la quale la Presidenza stanziava 236 milioni di euro per la realizzazione di parcheggi. Prendiamo atto che ad oggi non sono state realizzate le opere e che quei fondi non sono più presenti nel bilancio comunale.
Che dire inoltre dello scandalo relativo alla vicenda delle migliaia di pratiche di condono edilizio già oggetto di inchiesta da parte della Corte dei conti? Non è stata attivata alcuna campagna di sensibilizzazione sulla raccolta differenziata dei rifiuti peggiorando in tal modo una situazione di per sé già insostenibile.
Onorevoli colleghi, siamo di fronte ad una situazione di totale assenza di controllo del territorio che ha provocato l'incapacità di governare i fenomeni migratori e ha consentito la formazione di gruppi di extracomunitari sul suolo pubblico e su quello privato, in forma di tendopoli e baraccopoli fuori da qualunque logica di ordine e di possibile riconoscibilità per una ordinata convivenza civile. L'assoluta assenza della politica istituzionale, in particolare del comune, ha contribuito a fomentare i conflitti tra i cittadini napoletani ed extracomunitari alimentando l'insicurezza e il disagio.
Quanto sopra specificato, onorevoli colleghi, oltre alle evidenti incapacità di governo della città, definisce l'incapacità sostanziale di gestione finanziaria del comune. Non a caso accennavamo a ciò nella nostra interrogazione al Ministro Maroni del mese di giugno del 2008, immaginando quanto si sarebbe verificato nei mesi successivi a cominciare dalle intervenute dimissioni dell'assessore comunale al bilancio, Cardillo. Non possiamo ulteriormente accettare che le potenzialità e le eccellenze di Napoli e della Campania rimangano offese da una classe politica che, anziché comprendere di essere arrivata al traguardo della propria esperienza, continua ad autoalimentarsi con operazioni di maquillage.
Davanti a noi abbiamo grandi sfide e le medesime richiedono rinnovate classi dirigenti. Cominciamo dal turismo e chiediamoci a chi dobbiamo imputare il vertiginoso calo delle presenze. Dobbiamo allargare il discorso e al di là di tutti i tentativi messi in atto per rilanciare Napoli e la Campania in termini di sviluppo diciamo che l'unica soluzione è fare sistema, guardare oltre, internazionalizzazione i nostri territori per renderli soggetti attivi e in grado di accogliere i benefici della globalizzazione. Non servono progetti faraonici se non sono inquadrati in un contesto di effettivo cambiamento.Pag. 17
Onorevoli colleghi, il Movimento per l'Autonomia ha nel suo DNA di lavorare politicamente per recuperare ed organizzare ciò che abbiamo a livello territoriale in termini di ambiente naturale, di possibilità economiche (che è la nostra vera ricchezza) e per fare in modo che Napoli e la Campania ritornino ad essere una delle vetrine dell'Italia nel mondo. Le sfide del Mediterraneo e di rinnovate partnership euromediterranee, inoltre, chiedono che le regioni meridionali, in particolare la Campania, siano pronte a giocare un ruolo da player globali. Tutto questo chiede una conoscenza profonda della complessità territoriale, trasparenza, legalità, capacità gestionale e creatività. In una parola chiede politica che a ben guardare negli ultimi anni è totalmente mancata: non possiamo più attendere.
Signor Presidente, alla luce delle considerazioni svolte dal sottosegretario noi ribadiamo di condividere sul piano politico al 100 per cento la mozione presentata dall'onorevole Laboccetta. Nello stesso tempo reiteriamo la richiesta al Ministro Maroni di rispondere nel merito all'interrogazione che abbiamo presentato nel mese di giugno 2008 e, nel contempo, chiaramente non possiamo non tener conto delle riflessioni svolte dal sottosegretario. Quindi, condividendo i capoversi due e tre della mozione presentata dall'onorevole Laboccetta, sul primo capoverso noi non potremo non tenere conto delle riflessioni svolte dal Governo in quest'Aula.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannuzzi. Ne ha facoltà.
TINO IANNUZZI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il gruppo del Partito Democratico convintamente esprimerà un voto contrario nei confronti della mozione presentata dal gruppo PdL che ha originato questo dibattito, nonché nei confronti della mozione dell'Italia dei Valori per una duplice considerazione: una di natura squisitamente giuridico-costituzionale, l'altra strettamente di carattere politico.
La mozione del PdL richiede la decadenza degli organi democraticamente eletti dai cittadini di Napoli ai sensi dell'articolo 142 del Testo unico sull'ordinamento degli enti locali per gravi motivi di ordine pubblico. A sostegno di questa richiesta da un lato viene richiamato un precedente del 1993 che, come ha argomentato il collega Zaccaria, costituisce un riferimento del tutto inconferente e fuori luogo, dal momento che riguardava una fonte normativa completamente diversa e, quindi, si riferiva ad una fattispecie molto più ampia, estesa, complessa ed articolata di quella che viene in considerazione in quest'Aula. Dall'altro lato, a sostegno di questa richiesta, viene avanzata una motivazione a dir poco confusa, approssimativa, contraddittoria e assolutamente incomprensibile.
Si richiama una pluralità di eventi: dalla mancata realizzazione della Coppa America a Napoli, alla questione del termovalorizzatore, alla gestione dei rifiuti, dal traffico urbano, alla salute dei cittadini. Sono eventi l'uno diverso dall'altro, ma che nulla hanno a che vedere con quei gravi motivi di ordine pubblico a fondamento della mozione. Poi, stamattina, abbiamo assistito all'ennesima riformulazione della mozione, con l'indicazione, in maniera assolutamente impropria ed inammissibile, di ulteriori strumenti, che, come ha indicato la risposta del Governo, non possono essere richiamati e utilizzati in questa sede, a cominciare dal riferimento ad una commissione ministeriale di accesso, con poteri di accertamento e di indagine, che legislativamente si lega soltanto ad ipotesi di infiltrazione della criminalità organizzata e che, quindi, nulla ha a che vedere con la vicenda al nostro esame.
Con tutta franchezza, signor Presidente, questa mozione a noi appare improponibile e inammissibile, perché confligge con i canoni e le norme poste dai Regolamenti parlamentari, è del tutto estranea ai Regolamenti e alle prassi parlamentari. Le chiediamo serenamente di verificare come gli uffici abbiano potuto compiere un vaglio positivo di ammissibilità, che, francamente, è del tutto sconcertante.Pag. 18Da questa mozione derivano un attacco e una lesione gravissima al principio di autonomia, che è oggetto di riconoscimento e tutela costituzionale. Infatti, vi è un principio fondamentale nel nostro ordinamento: l'autonomia degli enti locali, in particolare dei comuni. Le comunità locali si organizzano in base alle scelte democraticamente effettuate dai propri cittadini. L'autonomia dei comuni vive nel rapporto di fiducia, nella responsabilità politica e nel controllo, che si svolgono e debbono essere verificati all'interno dell'istituzione comunale, a cominciare dal consiglio comunale, nel rapporto democratico tra sindaco, giunta e consiglio comunale, nelle posizioni politiche, che liberamente e democraticamente i vari gruppi consiliari esprimono nell'assemblea consiliare.
A fondamento di questa mozione, ci sono soltanto valutazioni di carattere politico e amministrativo, che vanno poste e verificate all'interno dell'assemblea cittadina, perché quella è l'unica sede per stabilire, democraticamente e liberamente, se ci sono o meno per un'amministrazione le condizioni per continuare a governare.
Quando vi sono la fiducia, il sostegno e il consenso del consiglio comunale, l'amministrazione comunale ha tutte le condizioni e i titoli per continuare la sua azione di guida e di governo della propria comunità. Tutto questo, invece, non è avvenuto. Si chiede un intervento del Parlamento, dimenticando che, proprio perché il principio di autonomia ha un forte riconoscimento costituzionale, ogni intervento dello Stato in questo campo è del tutto eccezionale e straordinario.
Le stesse fattispecie previste dalla legge vanno interpretate con grande rigore, in maniera assolutamente restrittiva, perché vengono in campo le esigenze primarie di salvaguardia e di vita del principio di autonomia dei comuni e degli enti locali, e del principio democratico. Voglio anche dire, con grande franchezza, che non c'è alcun elemento che faccia emergere i gravi motivi di ordine pubblico, perché la giurisprudenza, dai TAR al Consiglio di Stato, ci ha indicato cosa si intende per ordine pubblico che viene in considerazione in questo campo. È la sintesi di quei beni e valori sociali di rilievo primario, quali la quiete o la sicurezza pubblica o la convivenza pacifica della comunità. Di tutti questi elementi occorre dare conto con una motivazione puntuale, analitica, congrua e dettagliata.
Nella mozione non c'è niente di tutto ciò. Ci sono soltanto faziosità, posizioni strumentali, incredibile e inaccettabile approssimazione giuridica, l'assenza di ogni argomento rispetto alle norme che vengano richiamate. Voglio anche dire che in quest'Aula parliamo tanto di federalismo, di organizzazione federale dello Stato. Avete una bella idea di federalismo! Ne parlate tanto, ma poi volete condizionare e rimettere la vita di un'amministrazione democraticamente eletta dai propri cittadini non alle scelte e alle decisioni libere e democratiche del proprio consiglio comunale, ma ad un intervento dall'esterno del Parlamento. È davvero un'idea singolare di federalismo! Ma il nostro voto contrario si fonda anche su una motivazione di carattere squisitamente politico. Nel 2006, il sindaco di Napoli, Rosa Russo Jervolino, è stata rieletta con un consenso ampio ed imponente.
È vero che c'è stata una vicenda giudiziaria, rispetto alla quale noi diciamo che i fatti all'esame della magistratura sono gravi e delicati. È una vicenda che non ha intaccato di una virgola, peraltro, l'integrità e la limpidezza morale della figura del sindaco di Napoli, che in quella vicenda ha immediatamente sospeso e poi sostituito gli assessori coinvolti.
Ma voglio dire anche un'altra cosa: proprio per un'esigenza di trasparenza del dibattito politico, il Partito Democratico della Campania, rispetto a quella vicenda come ad altre, ha adottato una linea netta e decisa, immediata e tempestiva, perché abbiamo immediatamente sospeso da ogni incarico di partito e da ogni attività politica le persone coinvolte in quell'inchiesta; non per anticipare giudizi o esprimere sentenze, ma perché siamo convinti che chi opera nella vita delle istituzioni e dei partiti, quando vede accumularsi ombrePag. 19sul proprio operato, sin quando quelle ombre non siano dissolte, per evitare che esse si riflettano negativamente sulla vita dell'istituzione che si rappresenta o sul proprio partito, ha il dovere di fare un passo indietro. Questa è la linea del PD: sarebbe ora che anche altri partiti lo facessero con chiarezza e con nettezza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
Abbiamo sostenuto, di fronte ad una situazione di indubbia difficoltà nella città di Napoli, come Partito Democratico la necessità di un rilancio forte dell'azione di governo della Giunta, con un'integrazione e un rinnovamento della squadra di governo a cui il sindaco ha dato luogo nell'autonomia e nell'esercizio dei poteri e delle prerogative che la legge assegna al primo cittadino. Il sindaco è tornato in consiglio comunale, e ha di nuovo verificato democraticamente l'esistenza delle condizioni che consentono di continuare a governare, che sono per un sindaco e per un comune unicamente la verifica della fiducia, del sostegno, del consenso della maggioranza assoluta dei consiglieri comunali che fanno parte di quel consesso.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 11,30)
TINO IANNUZZI. E noi continuiamo a ritenere che il sindaco e la Giunta siano veramente legittimati ad andare avanti. Affiancheremo come Partito Democratico questa azione, chiedendo unicamente buongoverno e buona amministrazione, che sono gli unici obiettivi che ci vedono impegnati come Partito Democratico.
Naturalmente, nel respingere con forza e con nettezza le mozioni del PdL e di IdV, siamo consapevoli che a Napoli e in Campania occorre realizzare una stagione di profonda innovazione della politica e della vita pubblica, di rinnovamento delle classi dirigenti.
Avvertiamo come Partito Democratico per intero questa consapevolezza: io la avverto come una responsabilità enorme ed irrinunciabile, che vivo in ogni momento anche con preoccupazione accorata. Ma questa preoccupazione e questa consapevolezza non possono riguardare unicamente il Partito Democratico, ma a Napoli e in Campania devono riguardare l'intero sistema dei partiti, a cominciare dal PdL.
Ecco perché l'iniziativa di stamattina è sbagliata ed infondata sul piano costituzionale, sul piano legislativo, sul piano politico: voi volete utilizzare uno strumento improponibile ed improprio, quali le due mozioni in discussione, unicamente per sollevare in Parlamento dei polveroni, per utilizzare questa Assemblea come cassa di risonanza di una manovra di mera e, consentitemi, squallida propaganda politica. Napoli e la Campania non hanno bisogno di questo: oggi più che mai hanno bisogno di sviluppare democraticamente e con forza il confronto politico e amministrativo, in consiglio comunale e nel cuore della città. Questo serve a Napoli!
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.
TINO IANNUZZI. Abbiamo bisogno, dopo anni in cui - dobbiamo riconoscerlo - ci sono state anche fasi sbagliate di consociativismo, di una competizione limpida e alla luce del sole, tra proposte, schieramenti e leadership diverse: questa è la sfida che interessa la città di Napoli, e noi la giocheremo con grande forza, con grande coraggio e coerenza.
PRESIDENTE. Onorevole, deve concludere.
TINO IANNUZZI. Vogliamo però dirvi che, per queste ragioni, siamo contrari allo strumento parlamentare che avete utilizzato, che lede e offende profondamente, mortifica e distrugge, vulnera con un precedente pericolosissimo l'autonomia costituzionale del comune di Napoli, della città, la sovranità democratica del popolo napoletano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Pag. 20PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Laboccetta. Ne ha facoltà.
AMEDEO LABOCCETTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, sottosegretario, intervengo credo a conclusione del dibattito che si è svolto sulla mozione con la quale, insieme ai colleghi del mio gruppo, ho sollecitato l'intervento del Governo per la rimozione del sindaco e per lo scioglimento del consiglio comunale di Napoli, e preannunzio il voto favorevole del Popolo della Libertà, gruppo al quale mi onoro di appartenere.
Ho ascoltato con attenzione e con rispetto tutti gli interventi ed ho apprezzato anche quelli più duri e cattivi, non certo quelli di carattere personale, dei colleghi dell'opposizione che, nel legittimo esercizio del diritto di critica, hanno inteso esprimere in Aula, partendo da posizioni differenziate - al di là di tecnicismi, onorevole Zaccaria, più o meno rilevanti o fondati - un giudizio di carattere politico.
Non sono rimasto dispiaciuto per il richiamo che è stato fatto alla natura essenzialmente politica della nostra mozione: a cos'altro avremmo dovuto ispirare la mozione e l'intervento in quest'Aula, tempio della politica, se non a considerazioni di carattere politico? Non ne facciamo, a differenza di altri, una questione morale: il nostro giudizio sulla Jervolino e la sua giunta era e resta di carattere solo politico!
Le questioni morali e le inchieste giudiziarie le lasciamo cavalcare ai cosiddetti intransigenti che, come ho detto in un'altra occasione, sono sempre quelli pronti poi a fare comode e proficue transigenze.
Nessuno deve sentirsi offeso se ci siamo permessi di sottolineare la pochezza, caro onorevole Iannuzzi, di chi ha avuto l'ardire di registrare di nascosto conversazioni di natura politica tra componenti dello stesso partito; nessuno deve sentirsi offeso se ci siamo permessi di ricordare in quest'Aula la vergogna di una città messa in ginocchio dall'emergenza rifiuti per colpa di una classe dirigente inetta, incapace, irresponsabile (una città, un'antica capitale che non è più capace di attrarre investimenti da parte di imprenditori nazionali ed internazionali e che è scivolata nel punto più basso della classifica sulla qualità della vita).
Siamo in sintonia con la pubblica opinione che ormai riserva alla Jervolino un indice negativo di popolarità da Guinness dei primati, addirittura inferiore, signor Presidente, ad ogni soglia di sbarramento!
Chi, onorevole Iannuzzi, se non il Parlamento, vista l'incapacità della classe politica locale, aveva il dovere di proporre la fine di un'esperienza politica ed amministrativa e, perché no, personale che tanto nocumento ha arrecato alla città? Chi, se non il Parlamento, aveva l'obbligo di interpretare il sentimento forte di riscatto sociale che viene gridato quotidianamente nella città di Napoli? Comprendo le posizioni tattiche, i bizantinismi, le non richieste e per la verità sgradevoli difese d'ufficio di fatti e persone che - nessuno può negarlo - sono indifendibili, ma come si può giustificare il fallimento dell'azione di governo di un sindaco e di una giunta arroccati e blindati nel bunker di palazzo San Giacomo a piazza Municipio in Napoli? Solo chi è in malafede o avverte intimamente tutto il senso della propria colpa può rimuovere la responsabilità politica per gli accadimenti di Pianura e di Chiaiano (e parlate di argomenti che non riguardano l'ordine pubblico?) che hanno visto esponenti della malavita organizzata - e questo lo dico al mio Governo - scendere in campo e diventare protagonisti di drammatici fatti che gli organi giudiziari hanno considerato come delitti di devastazione e di saccheggio.
Nessuno in buona fede può negare che la Jervolino ha tradito la stessa fiducia riposta in lei dall'ex Presidente del Consiglio Romano Prodi che le concesse poteri straordinari in materia di viabilità, traffico ed anche sottosuolo, rendendo disponibili risorse finanziarie per centinaia e centinaia di milioni di euro al fine di risolvere quello che è uno dei più gravi problemi della città per le conseguenze ambientali di inquinamento atmosferico ed acustico,Pag. 21per le ricadute sull'ordinato svolgimento della vita quotidiana e sullo sviluppo delle attività economiche.
Mi sia consentito concludere questo intervento, affermando che Rosa Russo Jervolino, pur essendo figlia di quella meravigliosa città, non la ama più.
Se amasse Napoli, non innalzerebbe un muro di gomma di fronte alle critiche e alle richieste - mi rivolgo all'onorevole Iannuzzi - provenienti anche dai più qualificati ambienti culturali del centrosinistra napoletano, i quali l'hanno invitata a farsi da parte, scollandosi da quella poltrona che immaginiamo essere scomoda e alla quale, purtroppo per i napoletani, è morbosamente attaccata. In questo senso parlavo di paranoia del potere e non ho offeso nessuno. Avverto l'esigenza infine di rappresentare all'Aula lo smarrimento che provai assieme a tutta la città quando la Jervolino, colleghi deputati, ebbe l'insensibilità e l'ardire di dichiarare che Giorgio Nugnes, il suo figlioccio politico, il suo braccio destro si era suicidato in un sussulto di dignità, cosa che era mancata ad altri. Fu questa l'espressione che usò Rosetta Jervolino. Un politico procede per riflessioni, un politico procede per ragionamenti, non certo per emozioni, ma non riesco a cancellare dalla mia mente questa frase. Certo, per una cattolica DOC quale era la Jervolino questa è un'espressione che lascia il segno. Facciamo politica, signor Presidente, per lasciare il segno del nostro passaggio.
La Jervolino a Napoli ha lasciato segni devastanti che peseranno come macigni per qualsiasi successore. Noi crediamo che un sussulto di dignità avrebbe invece dovuto averlo da tempo la Jervolino, dimettendosi, come da tempo la città va chiedendo. Questo particolare tipo di accanimento terapeutico deve cessare. Questa è l'accanimento terapeutico che deve cessare. Noi speriamo che questo Parlamento, il Parlamento italiano, vorrà dare un contributo in questa direzione (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.
FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, io non so se questa mattina devo fare il deputato della Repubblica o devo fare il consigliere comunale di Napoli, perché oggi ci troviamo a discutere di un argomento che riguarda, per esempio, la commissione di accesso per il comune di Napoli, la revoca di poteri straordinari, cioè di un argomento che «si deve piangere» Napoli. È Napoli che si deve rialzare e camminare da sola. Che c'entriamo noi, Parlamento della Repubblica? Se Napoli avrà la forza di farlo, lo farà e lo farà nel suo consesso che è il consiglio comunale della città. Si rivolgerà ai canali istituzionali, la prefettura o altro. Altrimenti si lede l'autonomia degli enti locali ed è un fatto gravissimo. Per questa ragione dobbiamo smetterla, perché altrimenti oggi parliamo di Napoli, ma domani parleremo di Milano, e dopodomani di Canicattì, e questo non sarà più il Parlamento della Repubblica ma diventerà ogni giorno il consiglio comunale degli ottomila comuni e più d'Italia.
Allora, visto che in questo Parlamento stiamo cominciando a parlare di federalismo, dico che questo è esattamente il contrario, perché è la forma più clamorosa di centralismo, per cui dal potere centrale si cerca di mettere le mani sui comuni. Per questa ragione io ribadisco con forza che mi asterrò sulla mozione in esame, come mi asterrò anche su quella successiva, presentata dal gruppo Italia dei Valori, Di Pietro n. 1-00101, al quale invece consiglio di ritirarla. Infatti, noi non dobbiamo esercitare ingerenze sugli enti locali: dobbiamo esaltarne l'autonomia e soprattutto far crescere il federalismo e la responsabilità dei pubblici amministratori.
Napoli e tutte le altre città al sud devono cominciare a camminare da sole. Io in Parlamento voglio parlare dei fondi FAS, delle infrastrutture di cui ha bisogno Napoli, la Campania e il Mezzogiorno, voglio parlare della disoccupazione al sud, delle famiglie che non raggiungono laPag. 22terza settimana. Di queste cose devo parlare, ma devo parlarne da parlamentare della Repubblica italiana e non da consigliere del comune di Napoli. A questo vi state riducendo questa mattina.
Per questa ragione mi astengo, e per questa ragione dico: viva Rosa Russo Jervolino, non solo perché è una donna per bene, come poche ce ne sono a Napoli, in Campania e nella politica (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico), non solo per questa ragione, ma soprattutto per un'altra ragione. Perché Rosa Russo Jervolino e il comune di Napoli, contro i quali oggi è stata presentata una mozione, rappresentano in questo momento l'autonomia degli otto mila e più comuni d'Italia, che noi dobbiamo difendere con forza in questa sede.
Così si porta avanti un vero processo di federalismo e di responsabilizzazione della pubblica amministrazione sia al nord, sia (da parte nostra) ancora di più al sud, cominciando proprio da Napoli (Applausi di deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Casini. Ne ha facoltà.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, l'onorevole Testa ha illustrato le ragioni per le quali il gruppo che ho l'onore di presiedere voterà questa mozione per evitare che vi siano malintesi di carattere politico: infatti è chiaro che la mozione evoca questioni tipicamente politiche e un giudizio sull'amministrazione comunale di Napoli.
Tuttavia, chiedo ai colleghi un attimo di attenzione, perché personalmente, nella mia qualità di parlamentare che ha avuto l'onore di rivestire l'incarico di Presidente della Camera, non parteciperò al voto. Lo dico con grande sincerità: sono preoccupato. Mi rivolgo con rispetto all'onorevole Laboccetta e all'onorevole sottosegretario. Badate, assistiamo ad uno svuotamento del Parlamento assai preoccupante: basta pensare che nei giorni scorsi un grande giornale ha ricordato come su quarantacinque provvedimenti approvati dal Parlamento in questa legislatura soltanto uno sia stato di iniziativa parlamentare.
Stiamo parlando di federalismo, con idee diverse, ma nella convinzione che si tratta di una grande questione riguardante l'autogoverno delle comunità locali. La Presidenza della Camera si trova molte volte - i funzionari lo sanno - a esercitare un'azione di respingimento rispetto ad atti di sindacato ispettivo presentati da singoli parlamentari quando essi investano, ad esempio, l'autonomia e le competenze degli organi regionali. Ormai esiste una giurisprudenza consolidata secondo la quale non si presentano interrogazioni che riguardano vicende delle aziende sanitarie locali, perché queste non sono di pertinenza del Parlamento.
In tale contesto dobbiamo riflettere sull'atto che oggi compiamo. Qui non è in causa il sindaco Jervolino, il comune di Napoli, la destra, la sinistra: qui, onorevole Laboccetta, è in gioco un principio che è quello dell'autonomia dell'ente locale e del ruolo del Parlamento (Applausi di deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori), la necessità di evitare che la nostra istituzione diventi sostanzialmente una palestra all'interno della quale noi anticipiamo la propaganda politica legittima che ciascuno di noi farà in campagna elettorale.
Diamo un giudizio pessimo sull'amministrazione comunale di Napoli, ma ritengo che chiedere al Governo di intervenire per sciogliere il consiglio comunale di Napoli è un atto che costituisce un precedente che potremmo applicare per cinquemila comuni d'Italia diversi da Napoli e questo è un principio che, a mio avviso, finisce anche per sminuire il ruolo del Parlamento.
Onorevole Laboccetta, diverso è il discorso del Governo. Il Governo ha una responsabilità diversa: se il Ministro dell'interno constata, ad esempio, che in un comune vi sono infiltrazioni di carattere mafioso, la legge gli consente di intervenire, ed è giusto che intervenga e nessuno in Parlamento ha mai contestato l'idea che il Governo possa intervenire. Ma qui siPag. 23tratta - lei lo ha rilevato appena adesso nel suo intervento che ho ascoltato con attenzione - di considerazioni politiche legittime, legittimissime, ma assolutamente non pertinenti rispetto alla sede e al luogo in cui oggi noi stiamo discutendo.
Dunque, chiedo comprensione ai miei colleghi. Lo faccio per una questione di principio: non partecipo al voto; ritengo che questo voto sia un precedente grave; chiedo ai miei colleghi di gruppo di partecipare al voto perché non voglio che nascano equivoci di carattere politico sul problema del giudizio. Infatti ormai questo appare: domani mattina questo sarà. Ma voi ritenete di aver dato un contributo alla credibilità del Parlamento portando in Parlamento l'anticipazione della campagna elettorale di Napoli o non avremo contribuito a svilire ulteriormente il ruolo delle istituzioni in cui sediamo? Ritengo che sia così, e sono preoccupato. Penso che oggi diamo un'altra piccola mazzata alla credibilità delle nostre istituzioni (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Soro. Ne ha facoltà.
ANTONELLO SORO. Signor Presidente, stamani gli onorevoli Quartiani e Giachetti hanno ripetutamente posto il problema della sostanziale inammissibilità della mozione in esame. La valutazione naturalmente compete alla Presidenza e noi rispettiamo il giudizio che la Presidenza ha dato, ma l'andamento della discussione di questa mattina, i pareri espressi dal Governo, gli interventi da più parti ribaditi e le ultime considerazioni svolte dall'onorevole Casini suggeriscono di prestare attenzione, in particolare da parte dell'onorevole Laboccetta.
Sommessamente mi sentirei di chiedere al proponente di rinunciare, non perché abbiamo dubbi (per le ragioni dette, voteremo contro la mozione in esame), ma pensiamo che non si faccia un buon servizio alla funzione della Camera dei deputati, che si introduca un precedente molto negativo e che tutto sommato non si consegua neanche un modesto risultato politico.
Per questo chiederei al proponente se non sia il caso di rinunciare al completamento della procedura, ritirando la mozione in esame (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente e signor sottosegretario, la mozione è un atto politico, un atto di indirizzo politico, non è una legge che è composta da articoli e commi, con la possibilità di introdurre emendamenti che hanno una portata dispositiva autonoma. La mozione in esame ha un senso compiuto presa nel suo insieme, non nella distinzione in parti separate, per parole e per capoversi. Ha un senso compiuto perché fa una valutazione di carattere politico, lasciando al Governo - che giustamente, in questo caso, deve anche assumere in un certo qual modo un ruolo di imparzialità, soprattutto in un Dicastero come quello dell'interno - una serie di opzioni. È proprio questo il senso politico della mozione.
Quindi, non vorrei che l'intervento della Vicepresidente Bindi, sicuramente in buona fede, che cercava di spezzettare la mozione in parole, periodi e contenuti, venisse a compromettere il significato politico complessivo della mozione, che appunto, dando un giudizio chiaro, lascia al Governo una serie di opzioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
AMEDEO LABOCCETTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
AMEDEO LABOCCETTA. Signor Presidente e colleghi, desidero ringraziare il capogruppo della Lega Nord e ringraziare anche il Governo, per la chiarezza delle posizioni espresse soprattutto oggi in quest'aula. Desidero ringraziare anche l'autorevolePag. 24ex Presidente della Camera, l'onorevole Casini, per la chiarezza e per la posizione leale che ha anticipato qualche minuto fa.
Tuttavia, come ha detto giustamente il collega capogruppo della Lega Nord, la mozione è un unicum ed è un ragionamento solo di carattere politico (perciò ho fatto riferimento ai bizantinismi e agli aspetti tecnici). La mozione in esame, per quanto mi riguarda, è stata dibattuta con la massima chiarezza da parte di tutti. La si giudichi. Il Parlamento, onorevole Casini, si assuma le sue responsabilità e così anche i gruppi. Il suo gruppo, quando lei non era ancora arrivato in aula, è intervenuto e ha dichiarato che avrebbe votato la mozione in esame. Spero e sono convinto che manterrà questa posizione.
La Lega Nord ribadisce che intende votarla.
Ovviamente mi rendo perfettamente conto della posizione del Partito Democratico: non mi illudevo fino a questo punto.
Siamo persone navigate sul piano politico e comprendiamo le ragioni della politica, ma proprio perché questo è il tempio della politica, si chiuda questa discussione e si vada rapidamente al voto prima di questa mozione e poi di quella presentata dall'onorevole Di Pietro.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, faccio anche riferimento all'articolo 89 del Regolamento, oltre che all'ordine dei lavori.
Vorrei dire al collega Cota, esattamente come ho detto questa mattina al collega Luciano Dussin, che le buone intenzioni sono assolutamente comprensibili, ma ciò di cui egli parla non è esattamente quello di cui noi stiamo parlando. Noi oggi abbiamo in esame una mozione che, fino a quando non modificheremo il Regolamento - ma credo che non lo potremo fare -, è nei diritti dei deputati chiedere di votare per parti separate.
Vorrei dire anche che dobbiamo ringraziare il Vicepresidente Bindi. L'onorevole Cota non era presente e non ha assistito a quanto è accaduto precedentemente: i pareri espressi dal Governo, le conseguenze tratte, l'onorevole Laboccetta che andava a parlare con il sottosegretario e questi che cambiava il parere con, infine, poiché si trattava palesemente di un parere inaccettabile, la necessità di cambiarlo ulteriormente proponendo una riformulazione. Onorevole Cota, io la stimo moltissimo, però le manca un pezzo di questo «film»: quello che ha fatto la Vicepresidente Bindi non è stato «spezzettare» la mozione per non darne il senso politico, ma solo cercare disperatamente di rimettere ordine in un bailamme generale, nel quale degli attori in commedia nessuno sapeva quale fosse la parte che doveva recitare.
Ora siamo giunti ad una proposta certa, perché il sottosegretario l'ha anche avallata quando l'ha letta in quest'Aula, come è riportato agli atti dell'Assemblea; a questo punto dobbiamo votare la mozione esattamente per parti separate, così come è stata delineata.
Infine, vorrei dire - sommessamente e con molta meno autorevolezza di quanta ne abbia il presidente Casini - che è da questa mattina che alcuni di noi stanno cercando di rilevare che un conto è l'espressione di un giudizio politico sulla giunta o sul sindaco - che si può esprimere in mille modi -, un conto è la presentazione di una mozione che in tutti i suoi punti è impropria per il dibattito di quest'Aula (tant'è che il Governo aveva espresso parere contrario su tutti i punti eccetto quello che lo chiamava a riferire all'Assemblea) ed è anche vero (abbiamo cercato di dirlo) che crea un precedente.
Mi permetto, sommessamente e umilmente rispetto all'autorevolezza del presidente Casini, di chiedere al suddetto presidente Casini qual è poi la conseguenza logica del fatto che lui non partecipi al voto, perché questa è una sede impropria, e che il suo gruppo, però, voti a favore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) di un'operazione che è soltantoPag. 25politica fuori dalla sede competente e che legittima una procedura tale per cui ha ragione l'onorevole Laboccetta ad affermare: scusi, onorevole Casini, adesso siamo arrivati al dunque e votiamo. Peraltro, quando lei non era ancora presente, il suo gruppo si era già impegnato a votare a favore: ci fa piacere conoscere la sua posizione personale, però francamente la logica conseguenza, questa volta, onorevole Casini, proprio non la vedo.
SERGIO ANTONIO D'ANTONI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SERGIO ANTONIO D'ANTONI. Signor Presidente, l'onorevole Giachetti mi ha anticipato. Ho ascoltato con grande attenzione l'onorevole Casini e trovo le sue parole molto giuste, molto puntuali e molto serie, soprattutto sulla questione della creazione di precedenti in quest'Aula riguardanti un comune importante come quello di Napoli. Abbiamo oltre ottomila comuni, possiamo quindi pensare cosa significhi aprire il Parlamento ad un dibattito continuo sulla gestione delle amministrazioni comunali. Cito un comune della mia regione, il comune di Catania, che è stato ridotto in condizioni assolutamente ingestibili da parte di tutti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Italia dei Valori), fino a costringere il Governo a dover intervenire con un'azione di supporto finanziario, altrimenti il comune avrebbe «chiuso».
Noi, però, non ci siamo mai permessi di utilizzare quest'Aula per chiedere lo scioglimento del consiglio comunale, altrimenti avremmo creato noi il precedente che qui si vuole invocare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Italia dei Valori).
Siccome nessuno, né l'onorevole Laboccetta, né nessun altro in quest'Aula può dare lezioni di moralità o di efficienza a nessun altro - nessuno, tanto meno l'onorevole Laboccetta - si guardi il sindaco (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania )... State calmi, state calmi, non vi ho detto nulla, non ho offeso nessuno.
PRESIDENTE. Punti di vista, onorevole D'Antoni.
SERGIO ANTONIO D'ANTONI. Presidente, li vuole far stare calmi? Non ho fatto niente, sono innocente!
PRESIDENTE. Devono stare calmi tutti, onorevole D'Antoni. Colleghi, lasciate terminare.
SERGIO ANTONIO D'ANTONI. Nessuno può dare lezioni di efficienza e di moralità.
Guardate, ho fatto l'esempio del comune di Catania, gestito da questa maggioranza nazionale con risultati devastanti (Commenti del deputato Buonanno).
Detto questo, faccio presente all'onorevole Casini, proprio perché persona che stimo, che bisogna essere coerenti. Non si può tenere un atteggiamento di serietà e di preoccupazione sulla creazione di un precedente così importante e poi votare questa mozione. C'è una contraddizione che non possiamo tollerare e che il Parlamento deve assolutamente respingere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, non credo serva alimentare una querelle tra me e i colleghi Giachetti e D'Antoni. Voglio solo dire con chiarezza che ho sollevato una questione di metodo in ordine all'ammissibilità della mozione. Se si deve votare è chiaro che ci assumiamo le nostre responsabilità, come ha detto l'onorevole Testa. Io ho sollevato una questione diversa e, dato che siete molto intelligenti, credo che l'abbiate capito.
Pag. 26PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà (Commenti del deputato Casini). Onorevole Casini, la prego.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, sono contento che l'onorevole Casini abbia aggiunto il suo autorevolissimo intervento a quelli del sottoscritto, dell'onorevole Giachetti e dell'onorevole Quartiani che, appunto, stamattina avevano posto proprio il tema dell'ammissibilità.
Detto questo, le chiedo, signor Presidente, nel momento in cui si procederà al voto, a questo punto necessariamente per parti separate per quanto riguarda il dispositivo della mozione Laboccetta, di ricordare che il parere del Governo è contrario sul primo e sul secondo capoverso e favorevole al terzo. Così almeno, in quest'aula, il Governo si porta a casa due voti negativi.
PRESIDENTE. La ringrazio del suggerimento e della collaborazione.
Avverto che è stata chiesta la votazione per parti separate della mozione Laboccetta ed altri n. 1-00005 (Ulteriore nuova formulazione), nel senso di votare distintamente le parti su cui il Governo ha espresso parere favorevole da quelle su cui si è rimesso all'Assemblea o ha espresso parere contrario. Si procederà, pertanto, come già riassunto dalla Presidente Bindi, nel seguente ordine: parte motiva...
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Eravamo però già in fase di...
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, avevo chiesto di intervenire ma non ero stato visto; mi scuso.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Sto per formulare una proposta che credo potrebbe contribuire a rendere più chiara la discussione di questa mattina e l'esito della medesima, in relazione al fatto che stiamo discutendo sulla possibilità che si crei un precedente non di poco conto. Apprezzate le circostanze, farei la seguente proposta: il Governo e i proponenti della mozione, possono, attraverso una breve sospensione, trovare il tempo per riformularla, in modo tale che sia apprezzabilmente una mozione che tutti convengano risponda alle esigenze di ammissibilità. Detto questo, se non è possibile la sospensione, le proporrei di invertire l'ordine del giorno, passare al terzo punto e lasciare, come terzo punto all'ordine del giorno, la mozione che lei sta ponendo in votazione.
PRESIDENTE. La ringrazio ma siamo già in fase di votazione e non ritengo si possa accogliere la sua proposta.
ROBERTO GIACHETTI. Dov'è la fase di votazione?
PRESIDENTE. Sono finite le dichiarazioni di voto e siamo nella fase di votazione!
ROBERTO GIACHETTI. No, non è così!
MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori solo per chiarezza, perché la fase finale della discussione è stato un po' concitata. Ovviamente c'è stata un'evoluzione anche progressiva a proposito dell'esame della mozione. Voglio quindi precisare che, per quanto riguarda il primo punto della mozione, cioè la valutazione dei presupposti per la rimozione del sindaco per gravi motivi di ordine pubblico, prendiamo atto che il Governo qui, in aula, ha detto che non sussistono. Pertanto nella votazione per parti separate su questo punto noi ci asterremo.Pag. 27
Viceversa confermiamo che esprimeremo voto favorevole sulla negazione del rinnovo dei poteri straordinari al sindaco di Napoli perché qui sta tutta la valutazione politica, a prescindere dall'ammissibilità o meno della mozione.
FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Sempre sull'ordine dei lavori? Ne ha facoltà (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). È sull'ordine dei lavori, colleghi!
FABIO EVANGELISTI. È per un richiamo al Regolamento.
Signor Presidente, è accaduto, e non una sola volta, che in presenza di più mozioni all'ordine del giorno nella stessa mattinata siano state posticipate le votazioni al termine della mattinata stessa. Mi permetto di farlo osservare.
PRESIDENTE. La richiesta del collega Quartiani, relativa all'inversione dell'ordine del giorno non è ammissibile. È ammissibile invece, se condivisa, una richiesta di rinvio del seguito dell'esame.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, le sarei grato se ci informasse a norma di quale articolo del Regolamento è inammissibile la richiesta di inversione dell'ordine del giorno in questa fase delle votazioni, però la prego di citarmi, sia l'articolo del Regolamento, sia il comma se è possibile.
PRESIDENTE. È prassi costante. Se non vuole partecipare faccia una rivolta sulla proposta! Onorevole Giachetti la prego...
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, lei non può fare una cosa del genere!
PRESIDENTE. Procediamo alla votazione...
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Quando lei siede lì è il Presidente della Camera e se ne ricordi! Le vorrei dire che, avendo consultato gli uffici poco fa, mi hanno formalmente comunicato che non esistono precedenti in materia, quindi non esiste alcuna consuetudine che l'autorizza a dire che ciò è inammissibile (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori). La prego di rispettare il Regolamento come ha sempre fatto e come certamente farà anche in seguito.
PRESIDENTE. Procediamo alla votazione...
ROBERTO GIACHETTI. Lei deve mettere in votazione la proposta!
ANTONINO LO PRESTI. Ma chi l'ha detto?
PRESIDENTE. Esiste una richiesta di inversione dell'ordine del giorno? È possibile porre in votazione solo la richiesta di rinvio del seguito dell'esame, non quella di inversione dell'ordine del giorno.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente vorrei semplicemente informarla che, anche in ragione di quanto sta accadendo dal punto di vista procedurale in questo momento, è del tutto evidente che le condizioni per partecipare a questa votazione non ci sono e quindi il gruppo Partito Democratico abbandonerà l'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ribadisco che è possibile mettere in votazione la richiesta di rinvio del seguito dell'esame ed esclusivamentePag. 28quella (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Prendo atto che tale richiesta non vi è.
Si procederà pertanto alla votazione nel seguente ordine: parte motiva su cui ...
FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, poco fa abbiamo discusso sulla possibilità che si creasse un pesante precedente, adesso si sta correndo il rischio di creare un altro precedente in termini regolamentari. Dal momento che è in discussione il Regolamento, cioè le regole che ci accomunano in quest'Aula, se lei procederà alla votazione anche il gruppo Italia dei valori abbandonerà l'Aula insieme al gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
GIUSEPPE CONSOLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, rimango attonito o forse, per usare un termine caro al gruppo Italia dei Valori, «inebetito» rispetto a questo comportamento (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Abbiamo profondo rispetto per chi presiede quest'Aula e ci atterremo scrupolosamente, senza sottostare ad alcun tipo di ricatto politico, a quanto deciso da chi, in questo momento, presiede l'Aula, tuttavia desidero che ognuno si assuma le proprie responsabilità.
Se l'Italia dei Valori non desidera votare, contrariamente a ciò che aveva detto, lo dichiari. Non cerchi scuse (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania ). Lo stesso accade per il Partito Democratico, che non sapendo come uscire da questa situazione se la prende con chi sta difendendo le istituzioni. Questo è veramente vergognoso!
PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, le chiedo scusa perché mi rendo anche conto della situazione. Noi non siamo soliti abbandonare l'Aula, non l'abbiamo mai fatto e non lo faremo neanche oggi, pur avendo espresso - in prima persona - le opinioni che ho già detto.
Tuttavia, vorrei rivolgermi ai capigruppo della maggioranza in termini politici, perché siamo in una sede politica. Ebbene, credo che non giovi a nessuno, e tanto meno ai promotori di una mozione che, personalmente, dal punto di vista del metodo (e non politicamente) non condivido, che si voti su una mozione di questo tipo con metà dei componenti dell'Assemblea che sono fuori dall'Aula. Pertanto, non mi rivolgo alla Presidenza per non metterla in imbarazzo perché mi rendo conto che la Presidenza ha responsabilità diverse, ma mi rivolgo sommessamente al capogruppo del Popolo della Libertà, che ha la responsabilità del partito di maggioranza relativa, per chiedere se non sia il caso di svolgere una riflessione, perché non penso che sia una questione di Stato se si vota su questi atti dopo aver espresso il voto su altre questioni. Ritengo che in questo caso l'importante sia che si vada a votare senza dare alibi, pretesti oppure anche consentire legittimamente opinioni che, tuttavia, inducono metà dell'Assemblea ad uscire dall'Aula.
Onorevole Bocchino, mi permetto di rivolgermi a lei, dato che lei è responsabile del suo gruppo, perché non vedo l'onorevole Cicchitto. Penso che sarebbe utile, forse, una riflessione supplementare su questo punto (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
PRESIDENTE. Per correttezza, visto che tra l'altro dall'intervento dell'onorevolePag. 29Casini è stato rimesso sul giusto binario quello che non si può scaricare sulla Presidenza, che sul piano regolamentare deve procedere, perché così è, e non essendo stata richiesta o reiterata la richiesta di mettere in votazione il rinvio del seguito dell'esame, che poteva essere richiesto, ricordo che sulla base del parere espresso dalla Giunta per il Regolamento in data - mi dispiace che non sia presente in questo momento l'onorevole Giachetti - 24 ottobre 1996 e conformemente alla prassi, gli interventi sull'ordine dei lavori - e in particolare le richieste di inversione dell'ordine del giorno - devono essere effettuate quando si sia esaurita la trattazione del punto all'ordine del giorno, ovvero prima che si passi ad un nuovo punto del medesimo. Non è la Presidenza che deve studiare il Regolamento!
Pertanto, si procederà alla votazione nel seguente ordine: parte motiva, su cui il Governo ha espresso parere favorevole; primo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario; secondo capoverso del dispositivo, per la parte relativa all'invio a Napoli di una commissione ministeriale, su cui il parere del Governo deve intendersi contrario; secondo capoverso del dispositivo, come riformulato, per la parte relativa alla non attribuzione di nuovi poteri straordinari al sindaco di Napoli, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea; terzo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
(Votazioni)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Laboccetta ed altri n. 1-00005 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente alla parte motiva, accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 282
Votanti 240
Astenuti 42
Maggioranza 121
Hanno votato sì 237
Hanno votato no 3.
Sono in missione 69 deputati).
Prendo atto che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che avrebbe voluto astenersi e che il deputato Ruben ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Laboccetta ed altri n. 1-00005 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al primo capoverso del dispositivo, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 272
Votanti 246
Astenuti 26
Maggioranza 124
Hanno votato sì 230
Hanno votato no 16.
Sono in missione 68 deputati).
Prendo atto che i deputati Tassone, Dionisi, Volontè, Adornato e Delfino hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere il voto mentre avrebbero voluto astenersi.
FABIO EVANGELISTI. Il Governo è andato sotto!
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Laboccetta ed altri n. 1-00005 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al secondo capoverso delPag. 30dispositivo, per la parte relativa all'invio a Napoli di una commissione ministeriale, sui cui il parere del Governo deve intendersi contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 283
Votanti 246
Astenuti 37
Maggioranza 124
Hanno votato sì 232
Hanno votato no 14.
Sono in missione 68 deputati).
Prendo atto che il deputato Cera ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Laboccetta ed altri n. 1-00005 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al secondo capoverso del dispositivo, nel testo riformulato, per la parte relativa alla non attribuzione di nuovi poteri straordinari al sindaco di Napoli, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 286
Votanti 277
Astenuti 9
Maggioranza 139
Hanno votato sì 273
Hanno votato no 4
Sono in missione 68 deputati).
Prendo atto che il deputato Sisto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Laboccetta ed altri n. 1-00005 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al terzo capoverso del dispositivo, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 288
Votanti 278
Astenuti 10
Maggioranza 140
Hanno votato sì 277
Hanno votato no 1
Sono in missione 68 deputati).
FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.
AMEDEO LABOCCETTA. Signor Presidente, stiamo votando!
PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, siamo in fase di votazione. A che titolo chiede di parlare?
FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento (Proteste dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, anche in questo caso, siccome abbiamo appena votato sulla mozione Laboccetta ad altri 1-00005 (Ulteriore nuova formulazione) e adesso voteremo la mozione di cui è primo firmatario l'onorevole Di Pietro, volevo pregarla di ricordare cortesemente il parere del Governo anche su questa seconda mozione.
PRESIDENTE. Il Governo?
MICHELINO DAVICO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, il parere del Governo è contrario.
Pag. 31ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, poiché, come è del tutto evidente e come abbiamo dichiarato, il nostro gruppo non ha partecipato al voto è chiaro, se ho compreso bene, che dal punto di vista procedurale l'Aula si sta avviando alla votazione su un'altra mozione, essendosi esaurite le votazioni che riguardano la mozione che era oggetto di un atteggiamento che era stato precisato dal nostro gruppo.
Quindi, poiché sulla mozione a seguire non vi sono problemi, a nostro modo di vedere, di ammissibilità né di altra natura procedurale che noi intendiamo richiamare, né volendoci appellare alla necessità di richiami di tipo regolamentare è del tutto evidente che, dal punto di vista regolamentare, adesso stiamo procedendo alla votazione della mozione presentata dai colleghi dell'Italia dei Valori...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Però, se mi è consentito, vorrei fare presente che la votazione precedente oggettivamente non ha consentito ai colleghi della maggioranza che erano rimasti soli, insieme all'UdC, a votare la mozione Laboccetta, di comprendere esattamente che la votazione per parti separate aveva prodotto un parere del Governo di tipo opposto a quello al quale poi i colleghi hanno...
PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, è un richiamo al Regolamento? Sta parlando di una cosa già fatta.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, è un richiamo al Regolamento. Non potevo farlo nel momento in cui lei stava procedendo alla votazione, ma è chiaro che i colleghi della maggioranza hanno votato contro il Governo. Quindi questo è un fatto ulteriore da apprezzare.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Di Pietro ed altri n. 1- 00101, non accettata dal Governo.
Vi vedo un po' agitati. Onorevole Evangelisti, la prego!
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 450
Votanti 225
Astenuti 225
Maggioranza 113
Hanno votato sì 28
Hanno votato no 197).
Prendo atto che il deputato Ciccanti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che i deputati Siragusa, Rossa, Zampa, Mario Pepe (PD), Maran, Bossa, Mattesini, Velo, Fassino, Narducci, Iannuzzi, Ginoble, Mariani, Parisi, Rao e Vannucci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Prendo altresì atto che il deputato Pianetta ha segnalato che non è riuscito a votare e che i deputati Nunzio Francesco Testa, De Poli e Scapagnini hanno segnalato che avrebbero voluto astenersi.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Zamparutti n. 1, accettato dal Governo limitatamente al primo capoverso del dispositivo, non insistono per la votazione.
FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, intervengo soltanto per sottolineare che, su cinque votazioni appena effettuate, in relazione al parere espresso, il Governo ha registrato due voti contrari e un'astensione. Spero che politicamente se ne terrà conto e che il Presidente del ConsiglioPag. 32Berlusconi si rechi presto al Quirinale per rassegnare le dimissioni (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
MARCO ZACCHERA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, intervengo perché pensavo che il collega Evangelisti avesse anche delle punte di intelligenza maggiori. Mi scusi, il Governo esprime un parere giustamente formale sull'atto, noi una volontà politica! La volontà politica di gran parte degli italiani e che ha messo in imbarazzo i colleghi dell'onorevole Evangelisti!
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, siccome in questa sede ognuno si deve assumere la responsabilità di quanto fa, non è che il Governo si esprima su qualcosa e l'Assemblea voti su qualcos'altro. L'Assemblea ha votato legittimamente in modo difforme da quanto evidenziato dal Governo nel parere espresso e bisognerà capire, signor Presidente, anche ai fini degli sviluppi di questo atto che è un atto formale, quali incidenze avrà il voto favorevole dell'Assemblea, che a questo punto è un voto favorevole e basta.
Non è che si tratti di un voto favorevole con la riserva che quello è politico e quell'altro, invece, è chissà che cosa. C'è un voto dell'Assemblea che non ha seguito il parere del Governo e che adesso impegna l'Esecutivo su alcuni indirizzi in merito ai quali il Governo stesso aveva espresso parere contrario. Vale quello che abbiamo approvato, non quello che era nell'intenzione dell'onorevole Zacchera.
PRESIDENTE. Vogliamo solo chiarire che, in base al terzo comma dell'articolo 94 della nostra Carta costituzionale, nel momento in cui una o entrambe le Camere votano su una proposta del Governo in maniera contraria, non vi è obbligo di dimissioni.
Inversione dell'ordine del giorno.
PRESIDENTE. È stata richiesta alla Presidenza una inversione dell'ordine del giorno, nel senso di procedere subito al seguito dell'esame delle mozioni concernenti questioni connesse con l'avvio dell'esercizio della linea ferroviaria di trasposto alta velocità Milano-Bologna. Mi sembra che si tratti di una richiesta condivisa, volta a consentire che si pervenga all'elaborazione di un testo condiviso.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).
Prendo atto non è presente il rappresentante del Governo competente per questa materia. Sospendo pertanto la seduta per dieci minuti.
La seduta, sospesa alle 12,25, è ripresa alle 12,35.
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti del liceo scientifico «S. Anna» di Roma che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Seguito della discussione delle mozioni: Marchignoli ed altri n. 1-00095, Vietti ed altri n. 1-00098, Misiti ed altri n. 1-00102 e Valducci ed altri n. 1-00103 concernenti questioni connesse con l'avvio dell'esercizio della linea ferroviaria di trasporto alta velocità Milano-Bologna.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Marchignoli ed altri n. 1-00095, Vietti ed altri n. 1-00098, Misiti ed altri n. 1-00102 e Valducci ed altri n. 1-00103 concernentiPag. 33questioni connesse con l'avvio dell'esercizio della linea ferroviaria di trasporto alta velocità Milano-Bologna (Vedi l'allegato A - Mozioni).
Ricordo che nella seduta di lunedì 2 febbraio 2009 si è conclusa la discussione sulle linee generali delle mozioni all'ordine del giorno.
(Intervento e parere del Governo)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Mario Mantovani, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.
MARIO MANTOVANI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, le mozioni concernono le questioni connesse con l'esercizio dell'avvio della linea ferroviaria di trasporto alta velocità Milano-Bologna. Preliminarmente va rilevato che sulle tipologie dei servizi oggetto delle mozioni il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti non ha competenza diretta per quanto è riferibile ai trasporti regolati dalle regioni e per i servizi di media e lunga percorrenza esercitati in regime di autonomia commerciale. Pertanto il Ministero non determina e non concorre a determinare la declinazione dell'offerta; quanto sopra fatta salva la titolarità del contratto di servizio nazionale il cui perimetro è funzione, coeteris paribus, delle risorse disponibili stanziate nella legge di bilancio 2009. Resta comunque ferma la piena disponibilità a promuovere un tavolo con i soggetti coinvolti, in particolare le regioni interessate, Trenitalia e RFI, al fine di mitigare o risolvere le criticità in questione.
Detto questo si evidenzia che in merito alla questione della segnalata penalizzazione dei treni regionali rispetto ai treni alta velocità, si deve segnalare che l'armonizzazione delle citate due categorie di treni nelle tratte comuni in afflusso o deflusso dai nodi di Milano e Bologna è stata realizzata dal gestore delle infrastrutture nel pieno rispetto delle tracce orarie dei treni regionali delle fasce pendolari. In realtà, l'offerta regionale pendolari risulta incrementata con l'istituzione di una nuova coppia di treni sulla relazione Piacenza-Milano, in accoglimento di una precisa richiesta fatta dalle regioni Emilia Romagna e Lombardia.
Si sottolinea poi il fatto che l'offerta regionale lombarda è stata definita al termine di un lungo processo che è durato quasi due mesi, con il pieno coinvolgimento della regione Lombardia e delle altre istituzioni interessate, a testimonianza della disponibilità dimostrata dal gruppo FS per tenere conto di tutte le esigenze di volta in volta prospettate. Si sottolinea che si è arrivati anche a modificare, fino a pochi giorni dal cambio orario del 14 dicembre 2008, la programmazione di oltre 700 treni in Lombardia, pari a circa il 70 per cento del traffico complessivo nella regione.
L'orario ferroviario in vigore rappresenta per la Lombardia, con circa cinquantacinque treni regionali aggiuntivi, il primo step di un progetto di potenziamento e sviluppo dei servizi ferroviari. Per quanto riguarda l'Emilia Romagna, l'armonizzazione dell'offerta regionale con quella alta velocità ha avuto come effetto un sensibile incremento della puntualità, soprattutto sulle linee Modena-Carpi-Suzzara, principalmente in relazione alla specializzazione delle linee che quindi non ha avuto alcun effetto negativo per questa tipologia di servizio.
La presenza quindi dei treni alta velocità sul nodo di Bologna non sta creando disservizi per l'utenza regionale per cui l'incremento di offerta in questo segmento non deriva da un tentativo di Trenitalia di compensare un livello del servizio inferiore, ma invece da un'esplicita richiesta della regione motivata da esigenze reali e concrete.
Infatti, in tutte le grandi aree metropolitane del Paese si è di fronte al grave disagio causato dall'eccessivo affollamento dei treni pendolari che nelle ore di punta sono già completamente pieni a diversi chilometri dalla destinazione. In questa situazione non è possibile garantire livelliPag. 34di comfort accettabile, oltre all'effetto negativo di un forte incremento dei tempi di incarrozzamento che, superando costantemente lo standard programmato, rende critica la performance anche ai fini della puntualità.
La richiesta delle regioni deriva, quindi, dalla necessità di garantire livelli di servizio accettabili, oltre che dal tentativo di cogliere una quota importante di domanda potenziale per il trasporto ferroviario con ricadute positive sulla mobilità in termini di minore congestione, sicurezza e tutela dell'ambiente. Rispetto alle altre metropoli europee i nostri grandi centri metropolitani hanno una quota di trasporto pendolare con il mezzo pubblico inferiore di 15-20 punti percentuali; è di tutta evidenza che questo problema potrà essere efficacemente risolto solo con un incremento sostanziale della frequenza e della capacità dei convogli, a fronte del quale sono però necessarie adeguate risorse finanziarie sia per i costi di gestione, da remunerare attraverso i contratti di servizio, sia per il costo degli investimenti necessari per il nuovo materiale rotabile.
A questo proposito non può che ribadirsi l'impegno, così come richiesto dalle varie mozioni presentate, di trovare nuove risorse da destinare in particolare ai servizi ferroviari regionali. Va sottolineato come con le decisioni contenute nel decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 2 del 2009, si sia preso atto, per la prima volta, delle effettive necessità del trasporto ferroviario regionale inserendole in un quadro di riferimento in grado di dare stabilità e prospettive di sviluppo al sistema. Infatti, l'articolo 25 del citato decreto-legge n. 185 ha stanziato 480 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009, 2010 e 2011 per i contratti di servizio dello Stato e delle regioni a statuto ordinario da ripartire con apposito decreto del Ministro dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
In esito ai contatti intercorsi con le regioni, nonché alle risultanze della Conferenza dei presidenti delle regioni e delle province autonome del 18 dicembre scorso, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha proposto che l'intero ammontare, salve diverse disposizioni recate in sede di conversione, sia destinato ai servizi regionali proprio in ragione della prioritaria esigenza di salvaguardare il livello di tale tipologia di servizio. Inoltre, un apposito emendamento al suddetto articolo 25 che dovrebbe essere inserito nel disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 207 del 2008, cosiddetto «milleproroghe», consentirà l'acquisto di materiale rotabile attingendo alle risorse in conto investimenti (Fondo di 960 milioni di euro) liberando così risorse necessarie ai servizi ferroviari. Le cifre stanziate danno quindi la possibilità di sottoscrivere contratti di servizio con caratteristiche di esigibilità, da un lato, e di sostenibilità economica ed industriale, dall'altro.
Si tratta ovviamente di un primo passo importante che richiede ulteriori sforzi. In particolare, si dovrà trovare una soluzione coerente anche per il servizio universale passeggeri di media e lunga percorrenza, identificare un percorso per il rinnovamento del materiale rotabile e individuare strumenti di finanziamento strutturali oltre il triennio. Resta però il fatto incontrovertibile che questa norma fornisce, per la prima volta, una base solida per fare chiarezza e per responsabilizzare tutte le parti interessate, consentendo un livello di programmazione pluriennale indispensabile per questo settore.
Per quanto riguarda il servizio Eurostar city si tratta di convogli a composizione bloccata, progettati proprio per le tratte con velocità fino a 200 chilometri orari, ma con standard di comfort e servizio a bordo della classe Eurostar. Per questa flotta di sessanta convogli il costo complessivo è di circa 400 milioni di euro.
In merito all'utilizzo promiscuo della linea direttissima Firenze-Roma, al quale fa riferimento in particolare la mozione Misiti ed altri n. 1-00102, al fine di garantire servizi intercity o regionali veloci si assicura quanto più volte già affermato, ovvero che nei futuri modelli d'uso dell'infrastruttura le tratte Firenze-Arezzo ePag. 35Orte-Roma saranno utilizzabili anche dai suddetti servizi senza penalizzazione rispetto alla situazione attuale.
Un discorso a parte merita infine la mozione presentata dall'onorevole Vietti ed altri n. 1-00098 che si discosta dalle altre, in quanto oltre a sollecitare Trenitalia sulla questione della compatibilità tra l'alta velocità Milano-Bologna e le esigenze del trasporto locale (così come segnalato dalle altre tre mozioni), fa riferimento alla realizzazione della TAV Torino-Lione. Sotto tale profilo non può che ribadirsi l'impegno del Governo alla realizzazione nei tempi previsti dell'opera in questione con il contributo decisivo degli enti locali. Proprio in queste ore il Ministro Matteoli è a Torino per incontrare i sindaci e i vertici della regione e della provincia e il presidente della comunità montana. In data 16 gennaio 2009 il Consiglio dei Ministri ha riconfermato l'architetto Virano a commissario straordinario del Governo per l'asse ferroviario Torino-Lione con poteri adeguati alla nuova strategia.
L'Osservatorio ha ripreso le sue attività e sta lavorando sulle specifiche tecniche della progettazione preliminare unitaria dell'intera linea Torino-Lione, dal confine francese alla connessione con la linea alta velocità-alta capacità Torino-Milano. Gli altri due obiettivi concernenti le misure concrete di trasferimento intermodale e gli interventi rapidi per il trasporto pubblico locale si sono conclusi con il primo atto integrativo sottoscritto in data 23 gennaio 2009 tra Stato e regione Piemonte che recepisce il pacchetto di interventi prioritari di prima fase per il trasporto.
In conclusione, il Governo ritiene opportuna l'approvazione della mozione dell'onorevole Valducci ed altri n. 1-00103, nonché della mozione Vietti ed altri n. 1-00098 per la parte riguardante l'impegno del Governo sulla Torino-Lione. Ricordo, che il primo capoverso della mozione Vietti ed altri n. 1-00098 è gia ricompreso nel primo e nel secondo capoverso della mozione Valducci ed altri n. 1-00103. In merito alla mozione dell'onorevole Marchignoli ed altri n. 1-00095 il primo e il terzo capoverso sono assorbiti dal primo e dal secondo capoverso della mozione Valducci ed altri n. 1-00103, mentre il secondo capoverso è assorbito dal terzo capoverso della mozione Valducci ed altri n. 1-00103.
PRESIDENTE. Sottosegretario, le chiedo scusa. Lei deve esprimere i pareri, gli assorbimenti sono compito della Presidenza.
MARIO MANTOVANI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Chiedo scusa. I pareri sono stati espressi.
PRESIDENTE. Li dovrebbe rendere in quanto, parlando di assorbimento, alla fine è come se non li avesse espressi.
MARIO MANTOVANI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Allora, il parere del Governo è favorevole sulla mozione Valducci ed altri n. 1-00103, e sulla mozione Vietti ed altri n. 1-00098 per la parte riguardante l'impegno del Governo sulla tratta Torino-Lione. Sulle altre due mozioni Marchignoli ed altri n. 1-00095 e Misiti ed altri n. 1-00102 il Governo si rimette all'Assemblea.
MARIO VALDUCCI, Presidente della IX Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIO VALDUCCI, Presidente della IX Commissione. Signor Presidente, intervengo solo per riferire che, nell'ambito della Commissione, si è raggiunta un'intesa, dato che di fatto esiste una problematica oggettiva, riguardante i disagi molto forti che ci sono e ci sono stati nei confronti dei pendolari, causati da diverse motivazioni. Le mozioni presentate, di fatto, impegnano un po' tutte il Governo nella stessa direzione, tanto che il sottosegretario prima parlava di assorbimento dei punti, ad esempio, della mozione presentata dal gruppo del Partito Democratico rispetto alla mozione che abbiamo presentato noi, come Popolo della Libertà. Pertanto, si è raggiunto l'accordo secondoPag. 36cui ciascun gruppo voterà la sua mozione, mentre gli altri gruppi si asterranno, proprio perché le finalità e gli obiettivi di tutti i gruppi parlamentari sono assolutamente identici.
(Dichiarazioni di voto)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.
AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, ritengo che l'accordo raggiunto, espresso adesso dal Presidente della Commissione trasporti, sia un punto molto importante, perché nelle diverse mozioni ci sono concetti che riportano verso l'unità. Tuttavia, voglio sottolineare che la mozione 1-00102, di cui sono primo firmatario, mette in evidenza, con una certa enfasi, la questione degli investimenti che devono essere fatti sia per le infrastrutture, sia per migliorare il servizio di Trenitalia. Devo dire che nella nostra mozione viene svolta con molta chiarezza l'osservazione relativa all'avviamento rapido non solo delle tratte di alta velocità ferroviaria del centro nord, ma anche degli studi e delle progettazioni delle tratte di alta velocità ferroviaria del centro sud.
Quindi, l'attenzione massima si deve porre sugli investimenti per le infrastrutture ferroviarie, che, per il 2009, ammontano a 960 milioni di euro. Soprattutto, trattandosi di fondi FAS, occorre che siano realizzati con la percentuale prevista dalla legge richiamata dalle tre mozioni. Tuttavia, noi riteniamo che, con un'opportuna discussione, si potesse giungere ad una mozione sola. Credo che le modalità annunciate dal presidente Valducci porteranno, nella discussione in Commissione, nel prossimo futuro, anche alla presentazione di una sola mozione unitaria di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Montagnoli. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO MONTAGNOLI. Signor Presidente, la mozione Valducci 1-00103 è stata presentata da tutta la maggioranza e riguarda un problema che è sotto gli occhi di tutti. Ho ascoltato le parole del sottosegretario e, a dire la verità, come movimento, dico che, in alcuni casi, non condividiamo quanto è stato asserito dallo stesso. Infatti, le realtà locali stanno dimostrando che, dal 14 dicembre, con l'inizio dell'alta velocità, ci sono tantissimi problemi a livello locale, che stanno subendo soprattutto i pendolari (tagli di treni, ritardi). Sono difficoltà che sono state rilevate a livello locale. Ci sono inchieste della procura, come nel caso di Savona. Prima si parlava dell'Emilia, dove un giudice di pace ha condannato Trenitalia per i disservizi che stava causando. Pertanto, nella nostra mozione, facendo riferimento al grande impegno di questo Governo, che punta sulle ferrovie, che ha sbloccato la TAV, bloccata dal Governo precedente e dal Ministro Di Pietro, chiediamo sicuramente un passaggio in più, quello di difendere chi tutti i giorni usa i treni, i pendolari. I dati ci dicono che, nel 2007, 13 milioni di persone hanno usato i nostri treni. Questo è sicuramente un dato importante, soprattutto per la realtà più produttiva di questo Paese, che è il nord. Non possiamo consentire che sia solo Trenitalia a decidere come gestire gli onorari. Io stesso, in un'interrogazione al Ministro Matteoli, ho chiesto il rispetto degli accordi ed una verifica, anche territoriale, in molte situazioni in cui - è un dato di fatto - non sono state rispettate soprattutto la volontà della gente e i numeri.
Sono state raccolte anche delle firme per cercare di far sì che il nuovo orario, entrato in vigore a dicembre, rispettasse le esigenze della gente. Si tratta sicuramente di un passo in avanti nell'alta velocità, la modernizzazione del Paese la vogliamo tutti, soprattutto la vuole il nord, la vuole la Padania, ma dobbiamo difendere l'altra categoria fondamentale, che è quella dei pendolari, quella degli studenti, che tutti i giorni usa i treni.Pag. 37
A proposito dell'accordo con Trenitalia, riguardante le regioni Lombardia ed Emilia, si diceva che esse fossero contente di esso; a noi invece risulta che in Lombardia, lo stesso presidente, ma anche nel Veneto non sono invece tanto d'accordo su quello che poi Trenitalia ha fatto, e su ciò vi sono state delle lamentele a livello locale. È quindi discutibile ritenere come le linee alta velocità e alta capacità, che sono state realizzate, che sono in fase di completamento, facciano parte di quella strategia di miglioramento, di modernizzazione della rete ferroviaria nazionale.
I principi ispiratori secondo i quali è stata sviluppata e si svilupperà la rete di trasporto ferroviario del Paese sono stati quelli di coniugare un efficiente servizio di trasporto passeggeri con il servizio di trasporto merci su rotaia. Dopo l'entrata in vigore dell'orario invernale nello scorso dicembre nulla però si è verificato di tutto ciò; anzi, il servizio offerto da Trenitalia ai passeggeri è peggiorato in ogni sua forma, come accennavo prima. Dal 14 dicembre 2008 si sono registrati più di un milione di passeggeri sulla sola tratta Milano-Roma e viceversa. In merito ai servizi offerti dai treni alta velocità, i passeggeri denunciano un incremento dei ritardi dovuti sia a guasti tecnici derivanti dalla scarsa manutenzione dei convogli, sia, paradossalmente, a ritardi maturati in partenza, dovuti a lungaggini nella predisposizione e allestimento dei convogli stessi.
È sotto gli occhi di tutti (lo accennava prima), anche per tramite di alcuni quotidiani, come l'utenza più penalizzata sia quella dei pendolari. Articoli di stampa ci riportano difficoltà e disagi che sono costretti a subire ogni giorno coloro che utilizzano il treno per recarsi al lavoro: la mancanza di carrozze, di pulizia, i cambiamenti di orario e i ritardi quotidiani sono la costante con cui i lavoratori e gli studenti devono confrontarsi. Le statistiche indicano le tratte Novara-Milano, Piacenza-Milano, Como-Milano, Bergamo-Milano, Alessandria-Milano come quelle più soggette a disservizi. Dalla pubblicazione del nuovo orario risultano soppressi o cambiati nella denominazione, con conseguente ingiustificato aumento del costo dei biglietti, i treni sulla tratta Brennero-Verona-Roma.
Chiediamo pertanto al Governo, a seguito anche di questa mozione, una continua e costante attività di monitoraggio: Trenitalia riorganizzi la distribuzione oraria dei treni dei pendolari, integrandoli con quelli a lunga percorrenza al fine di migliorare l'efficienza e la fruibilità da parte di coloro che sono costretti a utilizzare i mezzi su rotaia per recarsi al lavoro. Chiediamo inoltre che si faccia in modo che Trenitalia utilizzi le risorse derivanti dal notevole incremento dovuto alla vendita dei biglietti dei treni ad alta velocità per ottimizzare i servizi di manutenzione, pulizia e aumento del numero delle carrozze, nonché per tutto quanto si reputi necessario per migliorare la circolazione dei treni dei pendolari.
Va quindi benissimo questa mozione; la volontà è di trovare un accordo in Commissione su cui già stiamo lavorando, tuttavia per lo sviluppo e per la modernizzazione del Paese chiediamo un impegno forte del Governo presso Ferrovie dello Stato e Trenitalia, affinché chi tutti i giorni usa il treno per il proprio lavoro abbia un servizio adeguato. Si penalizzino e si irroghino delle sanzioni a chi non rispetta gli accordi, e su ciò il Governo deve vigilare e non lasciare che sia solo l'amministratore o la società che svolga la verifica dei servizi.
Il nostro movimento è vicino a queste esigenze, perché soprattutto la nostra realtà, più produttiva, ha bisogno di questo servizio, anche in vista del rispetto delle tematiche relative all'ambiente. Sicuramente lo sviluppo delle ferrovie in maniera qualificata, migliorando le esigenze dei nostri cittadini, farà fare un salto di qualità a tutto il Paese. Rivolgiamo quindi un invito al Governo a verificare, a monitorare costantemente la situazione delle ferrovie e i rapporti con le società con cui ha la concessione del servizio (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.
MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, approfitto per chiederle poi una precisazione da sollecitare al sottosegretario: lo ringrazio per il parere favorevole che, se ho ben capito, riguarda i capoversi secondo, terzo, quarto e quinto della nostra mozione; il primo capoverso, il sottosegretario l'ha ritenuto assorbito nella mozione Valducci ed altri n. 1-00103 su cui ha espresso parere favorevole, per cui dovrei dedurne che anche sul primo capoverso il parere è favorevole.
PRESIDENTE. La sua deduzione è giusta, ed è questo il motivo per cui avevo chiesto di evitare di parlare di assorbimenti.
MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Grazie, signor Presidente. Per quanto riguarda la tratta Milano-Bologna, la nostra mozione sottolinea, come peraltro hanno fatto le altre mozioni presentate dai colleghi degli altri gruppi, una criticità: quest'opera, peraltro assolutamente benemerita e a cui guardiamo con sincero apprezzamento, ha tuttavia sollevato, nella sua prima applicazione, qualche problema a proposito dell'utenza pendolare.
La raccomandazione che rivolgiamo al Governo è quindi quella di andare avanti ovviamente sul completamento delle linee dell'Alta velocità in tutto il Paese, ma di trovare ragionevoli compatibilità rispetto alle tratte locali che pure servono un'utenza, soprattutto di lavoratori che si spostano sul breve e medio periodo e che non devono e non possono essere penalizzati da questa pur fondamentale infrastruttura.
La nostra mozione ha approfittato - lo dico esplicitamente - del tema importante dell'alta velocità ferroviaria per sollecitare il Governo anche ad una compiuta definizione del progetto e all'apertura dei cantieri per quanto riguarda la tratta Torino-Lione.
Come è noto, stiamo parlando di un asse, quello della Torino-Lione, di fondamentale sviluppo per il mercato nazionale (evidentemente, non solo locale).
L'interesse al completamento di questo corridoio è di importanza cruciale per l'Italia perché, come sappiamo, non rappresenta solo un'asse infrastrutturale, ma interessa aree vastissime supportate, al sud, dagli assi portuali del sistema tirrenico ed adriatico (dai porti di Genova e di Trieste) e, al nord, dagli assi stradali e ferroviari dei valichi del Sempione, del Gottardo e del Brennero (assi che nel loro complesso consentono al territorio di interagire con l'Europa centrale, in particolare con la realtà produttiva della Baviera e con gli assi strategici che collegano il corridoio con la Ruhr).
Ricordo soltanto che l'allora Presidente Ciampi ebbe a dire che la realizzazione del Corridoio 5 era paragonabile all'ingresso dell'Italia nella zona dell'euro.
Mentre l'Europa si allarga ad oriente, restare fuori dal Corridoio 5 significherebbe restare ai bordi dell'Europa.
Stiamo dunque parlando non solo di Alta velocità ma soprattutto di alta capacità, e cioè di poter trasportare merci, riequilibrando il sistema dei trasporti che oggi vede la ferrovia soccombere rispetto al trasporto su gomma.
Il traffico transalpino si è quadruplicato negli ultimi 25 anni: quello stradale è esploso, aumentando di undici volte, mentre quello ferroviario è in proporzione cresciuto molto meno.
Le previsioni degli interscambi con la Francia, che è il nostro secondo partner commerciale dopo la Germania, ne prevedono il raddoppio, passando da 40 ad 80 milioni di tonnellate. Oggi 9 milioni di tonnellate sono trasportate su ferro e 31 su gomma, è dunque fondamentale invertire questo trend.
Non è pensabile che si raggiunga tale obiettivo, solo potenziando il tracciato storico; esistono, come è noto, problemi anche di compatibilità ecologica ed ambientale e vi sono fondamentali ragioni di competitività, perché non stiamo parlando soltanto del rischio di isolamento di unaPag. 39città, di una provincia o di una regione addirittura, ma di un rischio di penalizzazione per tutto il sistema produttivo italiano.
Viceversa, l'alternativa, l'occasione, la potenzialità è quella di entrare in una rete che in futuro si svilupperà per oltre 10 mila chilometri in tutto il continente.
Entro il 2012 - secondo quanto affermato dal Governo - diventeranno attive le linee ferroviarie Torino-Trieste e Milano-Napoli. Lungo questi assi le merci non potranno rischiare di arrivare al capolinea torinese per poi dover essere trasportate su gomma. Questa sarebbe una penalizzazione non soltanto per quello specifico territorio, ma per tutto il complesso del sistema produttivo nazionale.
Sappiamo che l'Alta velocità avrebbe una ricaduta, per quanto riguarda la Torino-Lione, su quell'area di stimati 100 mila posti di lavoro definitivi e di oltre quattro miliardi di investimenti; dunque, è importante che il Governo - e ho apprezzato quanto ha affermato oggi il sottosegretario - voglia mantenere il cronoprogramma e voglia rispettare la tabella di marcia.
Salutiamo anche noi con soddisfazione la conferma del commissario straordinario Virano che ha ben lavorato nel tentativo di trovare una composizione tra gli interessi dell'opera, quindi gli interessi del Paese, e le esigenze delle popolazioni locali. Raccomandiamo però che questa giusta e auspicata concertazione non si traduca in ritardi, né nella scelta definitiva del tracciato, né nelle progettazioni, né nelle aperture dei cantieri. Questo non ce lo possiamo permettere. Il rischio che il nostro partner d'oltralpe, di fronte ad incertezze o ritardi, possa fare opzioni diverse e che gli altri Paesi europei offrano un tracciato che passa sopra le Alpi è un rischio che assolutamente, non il Piemonte, ma l'Italia non può permettersi.
Pertanto, spero che la visita del Ministro oggi a Torino (l'incontro con i rappresentanti delle comunità locali) possa dare il via libera definitivo all'apertura dei cantieri (perché credo che di apertura dei cantieri oggi dobbiamo parlare), lasciandoci alle spalle tutte le altre discussioni. Certamente l'Osservatorio ed il Governo potranno procedere nella benemerita opera di informazione al fine di rendere consapevoli le popolazioni locali dei benefici che da questa opera verranno in primo luogo a quei territori. Si potranno offrire le doverose e necessarie compensazioni per quelle comunità locali, ma tutto questo non può andare a detrimento di una scelta netta e chiara che è quella che oggi raccomandiamo al Governo: procedere speditamente per realizzare questa opera fondamentale.
Aggiungo, pur non avendolo specificato nel testo della nostra mozione, che vi è una condivisione, anche da parte del nostro gruppo, per quanto riguarda la sollecitazione al Governo a che i 960 milioni di fondi per gli investimenti destinati alle Ferrovie dello Stato vengano ripartiti secondo la prevista programmazione con una equa compensazione tra il nord ed il sud del Paese, perché l'enfasi che abbiamo voluto dare alla realizzazione della Torino - Lione ovviamente non può andare a scapito delle opere infrastrutturali del meridione, perché il nostro è un Paese unico e la rete infrastrutturale evidentemente deve servire anzitutto per unire il sud ed il nord del Paese e poi per collegarlo con il resto d'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.
ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, abbiamo appreso in Aula che è intervenuto un accordo tra i gruppi, per cui ogni gruppo voterà a favore della mozione presentata e si asterrà sulle altre, perché - come ha ricordato il sottosegretario - queste mozioni contengono molti punti in comune e condivisibili.
Vorrei sottolineare questo dato per ricordare che, quando si avvia un confronto tra i gruppi per arrivare ad un'intesa positiva, come in questo caso, è opportuno che la componente politica del gruppo Misto, il Movimento per l'Autonomia, chePag. 40fa parte della maggioranza, venga consultata e coinvolta, in modo tale da poter fornire il proprio contributo.
A proposito di queste mozioni vorrei partire da una prima riflessione, signor sottosegretario. Infatti le mozioni partono dai disagi creati al traffico ferroviario locale in virtù dell'avvio dell'esercizio della linea ferroviaria di trasporto alta velocità Milano-Bologna. Quindi, parliamo di disagi determinati non da una carenza di infrastrutture, ma da un servizio che è entrato in funzione, che è stato avviato e di cui probabilmente non è stato valutato preventivamente l'impatto: ragion per cui questo avvio ha causato un pregiudizio, se non totale, parziale per le tratte locali.
Chiedo a lei e, quindi, al Governo, signor sottosegretario, di valutare con attenzione il disagio per le tratte che non esistono (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia). Penso all'alta velocità Napoli-Bari. Penso all'alta velocità e al prolungamento fino a Reggio Calabria e, attraverso il ponte sullo stretto, sino a Palermo. Non vi è stato alcun accenno di queste questioni né tanto meno si fa riferimento ai disagi per tratte regionali come la Catania-Palermo che, su un percorso di centottanta chilometri, richiedono cinque ore per raggiungere un punto dall'altro, oppure, con riferimento alla Campania, penso all'assenza assoluta di un collegamento con l'alta velocità di un comune capoluogo come Avellino che è tagliato completamente fuori dall'alta velocità stessa.
Avevamo chiesto ai nostri colleghi della maggioranza di inserire all'interno della mozione Valducci ed altri n. 1-00103 un riferimento a questi punti che stanno particolarmente a cuore del Movimento per l'Autonomia. Prendiamo atto che tali punti non sono stati trattati ma che, invece, fanno parte della mozione presentata dal collega Misiti dell'Italia dei Valori e ricomprendono le questioni che noi avevamo chiesto al presidente della Commissione di considerare. Anzi, aggiungo che, per un corretto rapporto, quando non vengono accolte proposte che sono state formulate sarebbe il caso di comunicarlo: infatti il Movimento per l'Autonomia avrebbe potuto presentare una propria autonoma mozione sul tema. Comunque, al di là di tali questioni che riguardano i rapporti all'interno della maggioranza ed i rapporti tra parlamentari, signor sottosegretario, preannunzio il nostro voto a favore della mozione Valducci ed altri n. 1-00103; ci asterremo sulle mozioni Vietti ed altri n. 1-00098 e Marchignoli ed altri n. 1-00095, mentre voteremo a favore per le ragioni che ho illustrato della mozione Misiti ed altri n. 1-00102, perché, pur non essendo intercorsa alcuna forma di interlocuzione, ha fatto proprie alcune questioni che, invece, avevamo proposto al primo firmatario della mozione della maggioranza, l'onorevole Valducci (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Motta. Ne ha facoltà.
CARMEN MOTTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il gruppo del Partito Democratico aveva già posto all'attenzione dell'Assemblea e del Governo i problemi aperti con l'avvio dell'alta velocità nella tratta Milano-Bologna.
Lo aveva fatto con un'interrogazione a risposta immediata pochi giorni prima dell'inaugurazione del nuovo tratto, avvenuta come sappiamo tutti il 14 dicembre 2008. In quell'occasione, fu chiesto al Governo di assumere tutti i provvedimenti utili, affinché l'entrata in esercizio dell'alta velocità ferroviaria sulla tratta Milano-Bologna non causasse disagi a chi si reca quotidianamente al lavoro o utilizza il trasporto ferroviario perché studente.
Quello che purtroppo si temeva e che segnalammo come problema imminente si è puntualmente verificato. Questo è il motivo per cui il gruppo del Partito Democratico ha inteso tornare sull'argomento con la mozione che sottoponiamo al voto dell'aula.
Voglio ribadire, a scanso di equivoci, che l'attivazione dell'alta velocità e lo sviluppo della TAV sono fatti di assolutaPag. 41importanza per il nostro Paese, per il suo sviluppo e per la sua modernizzazione.
È anche del tutto evidente che i problemi riferiti all'asse Milano-Bologna sono rilevabili anche in altre regioni e in gran parte delle aree nelle quali la TAV si è sviluppata. Non si tratta di mettere in contrapposizione lo sviluppo della TAV con la gestione del resto del traffico ferroviario, come molto giustamente il collega Giachetti osservava, illustrando i contenuti della mozione in sede di discussione sulle linee generali, ma è innegabile che un progetto strategico per la mobilità del nostro Paese rischierebbe di fallire se, contemporaneamente, non si affrontassero i problemi di centinaia di migliaia di cittadini, i cosiddetti pendolari, che ogni giorno utilizzano il treno e la cui domanda non è elastica, come la definiscono gli economisti e come riportato pochi giorni fa da un autorevole quotidiano economico, che dedicava uno specifico intervento proprio sul problema degli aumenti per i treni regionali (parlo di aumenti di costo, ovviamente).
La domanda non è elastica, appunto, perché nella maggior parte dei casi quegli utenti del mezzo ferroviario non possono rinunciare al treno, anche se vedono aumentarne il costo.
A questo proposito, Trenitalia e il coordinamento degli assessorati regionali ai trasporti, dopo un lungo confronto, deliberarono di aumentare le tariffe, ma non in un sol colpo, per andare incontro alle esigenze dei pendolari. L'aumento è stato concertato regione per regione.
Per quanto riguarda la regione Emilia-Romagna, è stato convenuto un unico aumento, dal primo febbraio 2009, valevole per i prossimi tre anni sulla base del contratto di servizio stipulato.
Questi aumenti hanno suscitato però forti reazioni da parte degli utenti, anche perché nel decreto-legge n. 185 - il cosiddetto decreto anticrisi, che prima il sottosegretario ricordava - è vero che sono stati stanziati 480 milioni annui per il trasporto ferroviario regionale, ma va precisato che sono solo per il mantenimento del servizio e non sono risorse dedicate a nuovi investimenti.
Quindi, sulla base di ciò, dovrà assolutamente aprirsi una trattativa tra Stato e regioni, che anche il sottosegretario auspicava, per verificare se, con quelle risorse, sia possibile trovare un accordo per abbattere l'aumento dei costi per il trasporto pendolare. Vi è dunque l'urgenza che i 480 milioni siano erogati velocemente per far fronte alla nuova situazione.
A ciò si deve aggiungere che con il nuovo orario, resosi necessario per favorire al massimo la circolazione dei treni ad alta velocità, si sono resi necessari spostamenti di orari per gli altri treni, che sono costretti a rallentare per dare precedenza a quelli superveloci - signor sottosegretario, è questa la realtà - imponendo un allungamento dei tempi di percorrenza ad un'utenza che subisce quotidiani ritardi e sono ritardi per persone che devono raggiungere il posto di lavoro o di studio con evidente grave disagio.
Queste pesanti ricadute si ripercuotono soprattutto sui traffici che gravitano sui nodi di Bologna e Milano, sulla tratta Mantova-Carpi-Modena-Bologna, nonché sulla tratta Firenze-Roma, per il trasferimento sulla linea lenta di servizi Intercity, anche questi utilizzati dai pendolari.
In particolare, da dicembre 2008 sul nodo di Bologna, con le infrastrutture dell'alta velocità-alta capacità ancora da completare, transitano senza fermarsi 18 nuovi treni Eurostar, che dovranno convivere con altri treni, prevalentemente regionali. Trenitalia ha, inoltre, previsto il cambio di denominazione di molti treni Intercity in Eurostar city e questo fatto ha comportato un aumento del costo del biglietto per i viaggiatori.
Ma questa è una scelta in capo a Trenitalia, signor sottosegretario, non è obiettivamente comprensibile e accettabile che l'aumento sia a carico dell'utenza.
Aggiungo che dal 1o gennaio 2009 l'abbonamento agli intercity non è valido per le tratte sovraregionali. Non credo sia giusto e sostenibile chiedere ai cittadini e alle regioni di farsi carico di ulterioriPag. 42aumenti necessari per compensare non effettivi miglioramenti dei servizi ferroviari, ma un obiettivo peggioramento delle condizioni del trasporto che derivano dalla riorganizzazione della rete ferroviaria.
A sollevare forti obiezioni, a rilevare pesanti criticità, all'indomani dell'avvio dell'alta velocità con l'applicazione del nuovo orario, sono stati il presidente della regione Lombardia Formigoni, il presidente della regione Liguria Burlando, il sindaco di Piacenza e l'assessore ai trasporti della regione Emilia Romagna. Non è vero, come ha sostenuto il collega Moffa nella discussione sulle linee generali, che nessuna regione abbia indetto una gara per affidare il servizio pubblico locale. La regione Emilia Romagna lo ha fatto e, a seguito di ciò, il contratto di validità triennale prevede specifici impegni tra cui, ad esempio, un aumento del numero dei treni viaggianti; ma dal momento che i lavori dell'alta velocità non sono ancora finiti, le stazioni di Milano e Bologna non riescono ad assorbire altri convogli.
Sono queste le ragioni fondamentali che hanno suscitato le proteste degli utenti in Emilia Romagna, ma non solo. Infatti, il problema non riguarda unicamente alcune tratte del nord, ma si estende a tutte le tratte nelle quali la TAV crea una disparità rispetto al servizio fornito ai pendolari, i quali - è bene ricordarlo - sono la maggioranza di coloro che utilizzano i trasporti a livello locale, un trasporto che per motivi anche ambientali e di ecocompatibilità andrebbe potenziato, incentivato e migliorato e che non dovrebbe entrare in conflitto con l'estendersi e l'efficientamento dell'alta velocità.
Come hanno ricordato anche altri colleghi di maggioranza, il Censis ci rivela che i pendolari in Italia sono più di 13 milioni e rappresentano una parte rilevante della popolazione che si sposta utilizzando un mezzo di trasporto (il treno) alternativo al mezzo privato, contribuendo così a decongestionare le reti stradali.
Per tutte queste motivazioni, con la presente mozione chiediamo al Governo un impegno affinché le Ferrovie dello Stato prestino l'attenzione dovuta al traffico pendolare, con interventi mirati a superare le attuali criticità in termini di investimenti, tali almeno da mantenere anche per il 2009 lo stesso livello di servizio del 2008, garantendo la copertura dei costi dei servizi aggiuntivi dovuti alla circolazione dei treni ad alta velocità a fronte di un impegno, quale quello della regione Emilia Romagna, che sta investendo risorse considerevoli nel trasporto pubblico locale e che ha rispettato gli accordi previsti nei contratti di servizio stipulati con Trenitalia.
Ognuno, insomma, faccia la sua parte - sono d'accordo, signor sottosegretario - e la regione Emilia Romagna la sta facendo, come anche altre regioni. Sappiamo tutti qual è la situazione economica e di bilancio del Paese, per questo è sicuramente molto apprezzabile la proposta illustrata dal collega Giachetti nel suo intervento, e che porta la firma del collega Meta, volta a contemperare l'esigenza di potenziare e migliorare la qualità del servizio delle tratte regionali senza appesantire il bilancio dello Stato. Intanto, però, chiediamo al Governo una chiara presa di posizione sui temi posti nella mozione che abbiamo presentato, che avrà ovviamente (e qui lo esprimo) il nostro voto favorevole e che auspico possa essere condivisa dall'Aula e dal Governo, nell'interesse di tutti quei cittadini e utenti che utilizzano il trasporto pubblico locale e che contribuiscono alla crescita del Paese con il loro quotidiano lavoro e studio e che si aspettano più attenzione e rispetto verso i loro bisogni.
In conclusione, signor Presidente, come già ricordato da altri colleghi, mi permetta di esprimere un apprezzamento da parte del gruppo del Partito Democratico per il lavoro svolto in Val di Susa dall'architetto Virano, un lavoro grazie al quale si stanno risolvendo molti problemi che all'inizio sembravano apparentemente insolubili. Vogliamo esprimere davvero questo apprezzamento nei confronti di un tecnico e di una persona che si è spesa senza riserve affinché questi problemi fossero affrontati e venissero portati a soluzione.Pag. 43
Infine, accogliendo l'invito del presidente della Commissione trasporti, onorevole Valducci, sicuramente ci sarà bisogno di tornare su questi temi...
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Motta.
CARMEN MOTTA. Concludo, signor Presidente. Occorrerà fare modo che l'Aula possa trovare un ampio accordo sui problemi che è vero interessano alcune regioni in particolare (nel caso che abbiamo segnalato, l'Emilia Romagna), ma che sicuramente possono essere di interesse nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Valducci. Ne ha facoltà.
MARIO VALDUCCI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor sottosegretario, oggi dal Parlamento uscirà un voto favorevole su alcune mozioni che danno alcuni indirizzi chiari al Governo. Il primo è quello di realizzare l'alta velocità. Con la norma sui commissari straordinari si potrà intervenire anche in modo straordinario. Ciò, in un momento di difficoltà economica, è doppiamente utile, non solo per offrire un servizio migliore ai nostri concittadini, ma anche per poter immettere nel mercato quelle risorse finanziarie necessarie a superare un periodo di difficoltà economica come quello in cui ci troviamo. La realizzazione dell'alta velocità - e qui mi riferisco all'onorevole Iannaccone - non riguarda solamente il nord o il centro del nostro Paese, ma tutto il nostro Paese, l'intera Italia. È evidente che ci sono tratti in fase di ultimazione (la Bologna-Firenze tra 340 giorni entrerà in esercizio con l'alta velocità), altri tratti in fase di realizzazione e altri ancora in fase di progettazione. Ricordo, tuttavia, all'onorevole Iannaccone che, nella nostra Commissione, abbiamo votato all'unanimità una risoluzione affinché anche la linea Napoli-Bari dell'alta velocità-alta capacità possa essere al più presto progettata e quindi realizzata, perché riteniamo che questo debba considerarsi un servizio universale a disposizione dei nostri concittadini.
Il secondo punto importante riguarda la necessità che tutti i gruppi parlamentari hanno individuato di dover reperire maggiori risorse finanziarie per l'acquisto del materiale rotabile. Certo, ci sono 960 milioni, di cui 480 destinati al materiale rotabile, ma dobbiamo fare sicuramente uno sforzo per reperire nuove risorse a favore di questi acquisti che servono a migliorare la qualità del servizio, offerto soprattutto ai nostri pendolari e concittadini che quotidianamente usufruiscono delle nostre carrozze e delle nostre ferrovie e che devono essere messi nelle condizioni di arrivare nei posti di lavoro in tempi rapidi e in locali decenti. Queste sono, pertanto, le ragioni per cui la maggioranza voterà a favore della mozione Valducci ed altri n. 1-00103 ma si asterrà sulle altre, proprio perché condividiamo - e l'intero Parlamento li condivide - i punti che ho appena citato (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
(Votazioni)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Marchignoli ed altri n. 1-00095, sulla quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 487
Votanti 191
Astenuti 296
Maggioranza 96
Hanno votato sì 189
Hanno votato no 2).
Prendo atto che il deputato Speciale ha segnalato che non è riuscito ad esprimerePag. 44il voto e che avrebbe voluto astenersi; che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e che la deputata Sereni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Vietti ed altri n. 1-00098, accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 479
Votanti 51
Astenuti 428
Maggioranza 26
Hanno votato sì 48
Hanno votato no 3).
Prendo atto che i deputati Zorzato, Bernardo, De Michele hanno segnalato che avrebbero voluto astenersi e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Misiti ed altri n. 1-00102, sulla quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 488
Votanti 60
Astenuti 428
Maggioranza 31
Hanno votato sì 45
Hanno votato no 15).
Prendo atto che i deputati Cesare Marini, Nicolais e Versace hanno segnalato che avrebbero voluto astenersi e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Valducci ed altri n. 1-00103, accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Vedi votazioni).
(Presenti 490
Votanti 241
Astenuti 249
Maggioranza 121
Hanno votato sì 241).
Prendo atto che i deputati Melis e Grassi hanno segnalato che avrebbero voluto astenersi e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 13,30).
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, intervengo per esprimere la solidarietà, mia personale e del mio gruppo, ai cittadini siciliani contestati in Inghilterra solo perché lavoratori specializzati della Irem di Siracusa, ditta vincitrice di una gara d'appalto su scala europea per la realizzazione di un rigassificatore della raffineria Total di Grimsby, un sentimento di solidarietà che ha trovato voce anche nel Premier britannico.
Con amarezza abbiamo però dovuto registrare il rumoroso silenzio del nostro Presidente del Consiglio che non ha espresso un solo pensiero per i lavoratori siciliani che si trovano lontano dalle proprie famiglie non certo per turismo, maPag. 45per esercitare un diritto di cittadinanza ed il diritto al lavoro. Anzi il Ministro Zaia, che in genere disconosce ciò che non è padano, ha espresso solidarietà ai lavoratori inglesi, probabilmente (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). .. Andate a leggere le dichiarazioni!
PRESIDENTE. Colleghi per favore!
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Probabilmente perché i lavoratori contestati sono siciliani e non lombardi o veneti.
Signor Presidente su questo tema è intenzione del nostro gruppo presentare una mozione, ma chiediamo subito al Governo di venire a riferire in Parlamento per sapere se la posizione dell'Esecutivo sia quella del Ministro Zaia o quella del presidente della regione siciliana che, pur senza la necessaria convinzione, ha stigmatizzato la protesta inglese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
MARIO TASSONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, vorrei sottoporre alla sua cortese attenzione e, quindi anche l'attenzione dell'Aula, una questione estremamente grave riguardante la Calabria dove la situazione è estremamente grave per il maltempo: ci sono pericoli di smottamenti, di frane e, pertanto, ripeto, la situazione è di grave emergenza e complessità.
Le pongo la questione perché, la scorsa settimana, il 29 gennaio, durante lo svolgimento delle interpellanze urgenti il rappresentante del Governo mi ha risposto. Il sottosegretario ha letto con diligenza un rapporto, però mi ha lasciato profondamente insoddisfatto. Potrei aprire una parentesi riguardo al significato che deve avere per noi lo strumento del sindacato ispettivo, in quanto in quell'occasione non ho avuto veramente risposte in termini esaustivi. Qui non c'è da procedere disordinatamente negli interventi. Certamente in Calabria è andato il sottosegretario Bertolaso, però lì si agisce sul piano degli interventi, non su quello della prevenzione.
Vorrei ricordare, signor Presidente che qualche giorno fa abbiamo avuto anche dei lutti in Calabria, sulla Salerno-Reggio Calabria, all'altezza di Rogliano e Altilia Grimaldi ci sono stati due morti e cinque feriti e ci sono problemi grossissimi in provincia di Cosenza, nella città di Catanzaro stessa e a Vibo Valentia, Capo Vaticano, Tropea, Ricadi. Esiste una situazione certamente drammatica e forse è il caso che, al di fuori dello strumento del sindacato ispettivo, il Governo venga, anche la prossima settimana, attraverso la figura del Ministro dell'ambiente o quello delle infrastrutture, a darci un quadro complessivo rispetto a quelle che possono essere le azioni di intervento e di coordinamento delle autonomie locali con i responsabili provinciali.
Ritengo che questa richiesta eviterebbe a ciascuno di noi di ripetere la presentazione di uno strumento di sindacato ispettivo, considerato che la scorsa settimana la risposta del Governo è stata certamente deludente e anche in questo caso, immagino, vi sarebbe la reiterazione di una risposta analoga. Invece, credo che il Governo dovrebbe avere ben chiara la situazione e definire quelli che possono essere i percorsi.
In conclusione, signor Presidente, non mi nascondo che siamo in presenza di un cambiamento climatico che riguarda non solo la regione Calabria ma tutto il pianeta e, ovviamente, anche il nostro Paese. A tal proposito, vi è un rapporto estremamente preoccupante della Coldiretti che evidenzia la sottrazione di migliaia e migliaia di ettari di terreno agricolo in Calabria e credo che ciò abbia creato squilibri, scompensi e, soprattutto, prefiguri una scena quasi infernale rispetto ad una situazione che, certamente, deve essere monitorata e non solo, perché ritengo che si debba davvero agire.
Per tali motivi prego la Presidenza della Camera di intervenire presso il Governo e di vagliare se vi sia la disponibilità da parte dell'Esecutivo di svolgere una valutazione,Pag. 46insieme all'Assemblea, in termini molto più esaustivi e, soprattutto, molto più efficaci, come mi auguro.
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, devo dirle che seguendo l'esempio di molti parlamentari nella scorsa legislatura, anche in questa legislatura non ho cambiato idea rispetto allo sconcerto che provo, quando leggo talune dichiarazioni sui quotidiani. Mi riferisco, in particolare, alle dichiarazioni allarmanti del Ministro dell'interno che, giustamente, ha denunciato un traffico di organi ma, «altrettanto giustamente», ritiene di non dover venire nelle Commissioni parlamentari, né in Parlamento, a spiegare dove si è riscontrato questo traffico di organi di bambini.
Mi riferisco, inoltre, all'assoluto silenzio - che ho fatto presente all'Assemblea e a lei stesso, signor Presidente, negli ultimi mesi - da parte del Ministro degli affari esteri in ordine al rapimento di due suore italiane di cui siamo a conoscenza solamente grazie al fatto che se ne è occupata una nostra collega, durante una vacanza in Kenya.
Mi riferisco - e ho concluso, onorevole Presidente, visto il grande impegno che dimostriamo in questo Parlamento, soprattutto nelle prossime quarantotto ore - anche al Ministro dell'economia e delle finanze e alla Presidenza del Consiglio che, con grande apprezzamento da parte mia almeno, hanno rintracciato nuovi 40 miliardi per i prossimi tre anni. Visto che anche quest'ultima notizia, come le prime due, non aveva avuto nessun rilievo sul piano parlamentare, farebbe piacere al sottoscritto e penso all'intera Assemblea, oltre che alle Commissioni competenti, sapere non tanto dove sono stati trovati questi soldi (perché ci fidiamo tutti della lungimiranza e dell'intelligenza dei Ministri di questo Esecutivo), ma soprattutto come il Governo vorrebbe spenderli, perché ogni giorno veniamo a conoscenza di affermazioni che, francamente, sembrano estemporanee.
E allora, poiché gli impegni sui quali il Presidente del Consiglio ha chiesto la fiducia, al momento del suo insediamento, sono stati non solo numerosi ma anche ben chiari nella loro priorità, sarebbe interessante che non il Presidente del Consiglio, evidentemente per i suoi numerosi impegni, ma un qualche Ministro di questo Governo e, segnatamente, il Ministro dell'economia e delle finanze, un qualche sottosegretario o il Ministro per i rapporti con il Parlamento avesse il piacere, talvolta, non di coordinare le affermazioni rilasciati dai Ministri ai giornali, che possono apparire a un occhio disincantato come il mio, quanto meno contraddittorie, ma almeno intervenire in questo Parlamento per fornire notizie rispetto a quest'ultima fase, ossia cosa intende fare la Presidenza del Consiglio di quei 40 miliardi (ammesso che esistano), perché negli altri Parlamenti del mondo occidentale, lo sottolineo, si può votare contro i grandi interventi di economia che riguardano la crisi del Paese, ma si discute della crisi del Paese e dei soldi che sono a disposizione e non si leggono i giornali, la mattina, per sapere come è cambiata la disponibilità finanziaria o conoscere le ultime idee estemporanee di un qualche sottosegretario.
La ringrazio, signor Presidente, e spero che dopo tanti mesi questa volta lei sia più fortunato nel chiedere ai Ministri di venire a parteciparci delle loro convinzioni, oltre che a parteciparle anche ai direttori dei quotidiani nazionali.
PRESIDENTE. Onorevole Volontè, la sua richiesta sarà sicuramente rappresentata al Governo.
GIULIANO CAZZOLA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIULIANO CAZZOLA. Signor Presidente, intervengo solo per pochi minuti per associarmi, anche a nome del gruppo del Popolo della Libertà, alla richiesta del collega del Partito Democratico di chiederePag. 47al Governo di riferire sulla vicenda dei lavoratori italiani contestati nel Regno Unito.
Ovviamente anche il Popolo della Libertà esprime solidarietà a questi lavoratori. Consideriamo che la protesta di cui sono vittima sia inammissibile nel contesto europeo che prevede tra i suoi principi fondamentali la libertà di circolazione della manodopera e quindi mi associo alla richieste fatte e alle considerazioni sviluppate.
Mi tocca però, per amore di verità e, quantomeno, per ristabilire alquanto la verità sul comportamento del Governo, ricordare a lei, signor Presidente, ai colleghi e anche al collega che ha posto il problema, che il Ministro competente per materia, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e della salute, senatore Maurizio Sacconi, ha preso posizione su questo fatto in maniera molto chiara e molto esplicita e quindi credo che il Governo non sia stato silente.
PRESIDENTE. Non è che non voglia far parlare tutti, ma devo solo far presente (continuerò a dare la parola) che la sospensione della seduta era prevista alle 13,30 come da calendario. Altrimenti, in questo modo, potremmo arrivare sino alle 15, mentre l'interruzione tecnica è dovuta. Pertanto, gli eventuali ulteriori interventi potrebbero essere svolti tranquillamente alla ripresa della seduta.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Viola. Ne ha facoltà.
RODOLFO GIULIANO VIOLA. Signor Presidente, intervengo brevemente, ma potrei farlo anche dopo. Il 23 ottobre è stata presentata (a mia firma e di altri colleghi) un'interrogazione in Commissione al Ministro dell'interno sul tema della sicurezza nella provincia di Venezia.
Capisco che ci sono moltissime necessità ed evidentemente anche altre impellenze che forse il Ministro ritiene più importanti, ma mi pare che, se non si trova il tempo di mettere a regime e in rete i problemi che abbiamo sollevato, la questione corre il rischio di diventare pericolosa.
Pertanto, poiché questo è lo strumento per sollecitare le risposte, lo utilizzo non per disturbare, ma semplicemente perché penso sia il modo per dare risposta non a noi, ma ai cittadini dei territori.
DOMENICO SCILIPOTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo molto brevemente per sottolineare quanto è stato detto all'interno di quest'Aula da parte di alcuni colleghi per quanto riguarda alcune dichiarazioni di un Ministro che ha parlato di un traffico di organi di bambini, mettendo in grande difficoltà tutti gli italiani e lanciando un segnale pericolosissimo.
È un segnale molto pericoloso perché si dicono delle cose, attraverso i giornali e le televisioni, che poi non vengono chiarite nei dettagli. Sarebbe, a mio giudizio, opportuno che il Ministro, prima di fare delle dichiarazioni così generiche, riportasse con la massima attenzione i punti di riferimento che l'hanno portato a dire ciò.
Infatti, nel caso in cui non ci dovessero essere seri punti di riferimento per fare simili affermazioni si tratterebbe di un fatto gravissimo perché si fa del terrorismo nel Paese e si ingenera la confusione più totale nei cittadini italiani. Perciò, ritengo sia opportuno immediatamente che il Ministro venga a riferire in Aula su questo argomento delicatissimo e, di conseguenza, prendere le opportune decisioni.
PRESIDENTE. La sua richiesta sarà rappresentata al Governo.
FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, è vero che era prevista una sospensione tecnica, ma come lei ben sa si sviluppa un dialogo, un confronto, ci sonoPag. 48stimoli, suggestioni e lei stesso ce ne ha appena offerto uno ricordando il calendario dei lavori dell'Assemblea.
Volevo parlare in merito all'intervento del collega del Partito Democratico e del rappresentante del Popolo della Libertà, ma lo farò subito dopo averle ricordato e chiesto un chiarimento (lei è autorevole Presidente di questa Assemblea e membro dell'Ufficio di Presidenza).
Avevamo stabilito un calendario per cui, a far data da due settimane fa, si sarebbero dovuti organizzare i nostri lavori prevedendo votazioni anche il venerdì mattina. Può darsi che io non me ne sia accorto, ma ho l'impressione che, anziché allungarsi, i tempi di lavoro in quest'Aula si siano ristretti, forse a causa dell'umidità. Se vorrà rispondermi, le sarò grato.
Vorrei intervenire anche rispetto alla protesta dei lavoratori britannici, una protesta sacrosanta dal loro punto di vista, sacrosanta solidarietà dal nostro punto di vista. Mi associo alla richiesta di un intervento in Aula del rappresentante del Governo che però non può essere il Ministro Sacconi, deve necessariamente essere il Ministro Frattini. Io stesso ho presentato in merito un'interrogazione a risposta immediata che fra poco più di un quarto d'ora troverà soddisfazione - spero - in Commissione affari esteri, ma il punto è questo: che tipo di risposta si dà sul piano delle relazioni diplomatiche e sul piano internazionale rispetto a quelli che sono i capisaldi dell'Unione europea della libera circolazione dei capitali, delle merci, dei servizi e dei cittadini, ivi compresi i lavoratori? Oggi stiamo parlando dei lavoratori italiani, ma il ragionamento vale anche per i viticoltori francesi, per l'idraulico polacco ed eventualmente per il muratore rumeno o per il torero spagnolo.
Vorrei che si avesse la comprensione di questo perché, a proposito di dichiarazioni sui giornali, sono state fatte ardite dichiarazioni tese persino a sospendere l'efficacia del Trattato di Schengen (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. In ordine all'ultima richiesta, la ringrazio, essa sarà sicuramente rappresentata al Governo anche nei termini che lei ha sollevato.
Per quanto riguarda l'altro rilievo, lei autorevolmente fa anche parte spesso della Conferenza dei presidenti di gruppo: ha ragione in ordine ai tempi previsti, però bisogna tenere in considerazione che mai come questa volta si è esaurito, o meglio si esaurirà, immagino, completamente l'esame degli argomenti previsti dal calendario dei lavori. Non si lavora perché non c'è nient'altro in calendario, questo è il piccolo particolare che volevo aggiungere.
FABIO EVANGELISTI. Allora dobbiamo inserire più argomenti nel calendario dei lavori.
ALDO DI BIAGIO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALDO DI BIAGIO. Signor Presidente, intervengo solo per comunicare al collega dell'Italia dei Valori che proprio ieri è stata presentata un'interpellanza urgente a firma mia e di molti colleghi della maggioranza rivolta al Ministro Frattini e al Ministro Sacconi e alla quale giovedì dovrebbe essere data risposta.
PRESIDENTE. La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 13,50, è ripresa alle 15.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per i rapporti con il Parlamento e il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
Pag. 49(Orientamenti del Governo in relazione all'eventuale partecipazione di Autobrennero nel capitale sociale della società Brennerbasistunnel Se - n. 3-00346)
PRESIDENTE. L'onorevole Brugger ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00346, concernente orientamenti del Governo in relazione all'eventuale partecipazione di Autobrennero nel capitale sociale della società Brennerbasistunnel Se (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).
SIEGFRIED BRUGGER. Signor Presidente, il Ministro delle infrastrutture ha ultimamente espresso opinioni contrarie alla possibilità di partecipazione di Autobrennero, la società di gestione della A 22, nella società pubblica che dovrà realizzare il tunnel di base del Brennero, perché l'Autobrennero sarebbe una società con soci azionari non esclusivamente pubblici e ciò sarebbe di impedimento alla partecipazione alla società pubblica. Conseguenza di tale divieto sarebbe il non conferimento e la liquidazione del fondo, già accantonato, che sarebbe destinato al finanziamento della ferrovia del Brennero, che a tutt'oggi ammonta a 357 milioni di euro e che nel 2014 dovrebbe salire a 500 milioni di euro. In questo modo gli utili accantonati verrebbero restituiti agli azionisti i quali non sarebbero più obbligati a mettere a disposizione fondi per l'infrastruttura ferroviaria.
Poiché il finanziamento della galleria attraverso gli utili dell'autostrada è parte determinante dell'apporto finanziario dell'Italia alla realizzazione dell'opera complessiva, chiedo al Governo delucidazioni in merito.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.
ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Onorevole Brugger, come a lei è noto, la legge finanziaria per il 1997 aveva autorizzato, a decorrere dal 1o gennaio 1998, la società autostradale Autostrada del Brennero ad accantonare, come lei ricordava, in base al proprio piano finanziario ed economico, una quota anche prevalente dei proventi in un fondo destinato al rinnovo dell'infrastruttura ferroviaria attraverso il Brennero ed alla realizzazione delle relative gallerie. Al 31 dicembre 2008 l'accantonamento è stato pari a circa 384 milioni di euro, con una previsione al 30 aprile 2014 per 550 milioni di euro.
A fine di fare chiarezza sulle notizie che sono circolate sugli organi di stampa in questi giorni, e la ringrazio per l'opportunità che fornisce al Governo con questa interrogazione, è opportuno precisare che il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti non ha espresso alcuna opinione contraria alla possibilità di partecipazione di Autobrennero nella società italoaustriaca che sta curando la realizzazione dell'opera. Il Ministro Matteoli non ha formulato alcun parere in merito a quanto lei intende; nei prossimi giorni incontrerà i presidenti delle province di Bolzano e di Trento e, all'esito di questi incontri, verificherà in maniera trasparente ogni decisione che dovrà essere adottata per rispettare quanto previsto dal quadro normativo comunitario.
Sono allo studio, infatti, le diverse ipotesi per poter concretamente utilizzare il fondo accantonato al quale ho fatto riferimento, fra le quali, indubbiamente, figura anche la partecipazione di Autobrennero alla società che cura la realizzazione della galleria. Le soluzioni saranno individuate comunque in via definitiva, glielo confermo, dopo il coinvolgimento delle province autonome di Trento e di Bolzano insieme, naturalmente per la parte di competenza, al Ministero dell'economia e delle finanze. Mi auguro in questo modo di aver risposto in maniera soddisfacente alla sua domanda.
PRESIDENTE. L'onorevole Brugger ha facoltà di replicare.
SIEGFRIED BRUGGER. Signor Ministro, la ringrazio per la risposta, credo che lei abbia quanto meno rassicurato anchePag. 50gli interessati alla costruzione della galleria del Brennero. Vorrei ricordare che il progetto della galleria di base del Brennero e degli accessi ferroviari è essenziale ai fini di una piena mobilità lungo l'asse nord-sud, che è il Corridoio 1 Berlino-Palermo attraverso lo spostamento delle merci e del traffico su gomma al percorso su rotaia.
In Europa ciò costituisce un progetto pilota destinato a costituire un modello di riferimento per lo sviluppo economico e per la qualità dell'ambiente. Credo che su questo aspetto l'Italia una volta tanto abbia veramente compiuto un passo molto importante per un progetto pilota che coinvolge la strada e finanzia la rotaia; si tratta quindi di un progetto molto moderno.
Sapendo che nelle prossime settimane devono essere date delle garanzie nei confronti dell'Europa e nel mese di marzo si deve sapere qual è lo stato del finanziamento dei Paesi interessati, in Italia è bene che la possibilità del cofinanziamento possa rimanere quale è. Fin tanto che l'Autobrennero può dare una buona parte degli utili alla realizzazione della galleria, l'Italia non deve più preoccuparsi di trovare altri fondi. Se, infatti, in un secondo momento la concessione autostradale fosse prorogata di altri 30-40 anni, con gli utili accantonati si arriverebbe all'apporto completo che l'Italia deve dare alla galleria.
Credo che questo aspetto sia molto interessante ed importante, dunque spero che questi soldi possano essere destinati completamente a ciò e da questo punto di vista mi attendo anche risposte concrete dal Ministero.
(Iniziative per lo sgombero degli stabili illegalmente occupati da esponenti dei centri sociali torinesi - n. 3-00347)
PRESIDENTE. L'onorevole Ghiglia ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cicchitto n. 3-00347, concernente iniziative per lo sgombero degli stabili illegalmente occupati da esponenti dei centri sociali torinesi (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.
AGOSTINO GHIGLIA. Signor Presidente, onorevole Ministro, da troppi anni a Torino esiste un numero eccessivo di centri sociali occupati che si sono distinti ripetutamente per devastazioni, aggressioni nei confronti dei privati e delle forze dell'ordine, per danneggiamenti alla cosa pubblica e privata. Ora molti esponenti di questi centri sociali - che si definiscono di volta in volta anarchici, autonomi, squatter, antagonisti - stanno occupando strutture pubbliche e private anche con l'ausilio di sedicenti profughi di cui non è ancora stato deciso dalle prefetture competenti lo status giuridico e stanno occupando case e interi stabili.
Solo negli ultimi mesi a Torino sono stati occupati altri tre palazzi che ospitano complessivamente 250 sedicenti profughi e immigrati clandestini in genere. Il 27 gennaio scorso vi è stato addirittura un assalto alla prefettura di Torino con lancio di cubetti di porfido. Dunque, si interroga il Governo per sapere se finalmente si provvederà allo sgombero di questi centri sociali delinquenziali.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.
ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, voglio innanzitutto rassicurare lei, onorevole Ghiglia, i colleghi del suo gruppo e l'intero Parlamento che è ferma intenzione del Governo garantire la legalità dei comportamenti e la sicurezza dei cittadini rimuovendo ogni situazione di illegalità. In ordine ai fatti che lei ha segnalato, in particolare all'occupazione dell'immobile in corso Peschiera da parte di esponenti dei centri sociali a Torino, la prefettura di quel capoluogo su richiesta delle istituzioni locali ha intrapreso un'azione di verifica sulla possibilità di collocare altrove le persone che vi sono alloggiate. Si tratta di circa duecento stranieri che peraltro risultano essere regolarmente soggiornanti nel nostro Paese.Pag. 51
Per quanto attiene agli incidenti verificatisi lo scorso 27 gennaio e ai quali lei ha fatto riferimento, nel tardo pomeriggio della stessa giornata davanti al municipio di Torino ha avuto luogo un presidio di protesta per sollecitare iniziative a favore dei rifugiati presenti negli immobili di corso Peschiera. Contemporaneamente si svolgeva una riunione tra l'assessore alle politiche sociali del comune di Torino, i rappresentanti delle associazioni di volontariato che si occupano dei rifugiati ed esponenti degli stessi centri sociali, riunione nel corso della quale peraltro non è stato possibile raggiungere un accordo. Al termine della riunione, circa centoventi manifestanti hanno raggiunto la prefettura per essere ricevuti e, in seguito al diniego e alla impossibilità di riceverli, i manifestanti stessi (tra i quali alcuni elementi facenti capo a movimenti estremisti) hanno dato vita ad azioni violente respinte dalle forze di polizia.
Gli scontri, però, sono stati ripresi da telecamere installate presso la prefettura e tutto il materiale video è stato registrato ed è all'esame degli inquirenti, per identificare i responsabili. Naturalmente, l'autorità giudiziaria è stata informata di tutti gli avvenimenti.
Per quanto riguarda, infine, più in generale la tematica, da lei sollevata, delle manifestazioni e delle occupazioni abusive di immobili, non posso che confermare, in questa sede, quanto detto dal Ministro Maroni, già lo scorso 21 gennaio, proprio in questa Aula. Nel caso di occupazione consolidata di un immobile, le forze dell'ordine eseguono lo sgombero, su richiesta dei proprietari e in esecuzione del provvedimento di sequestro preventivo, emesso dall'autorità giudiziaria. Naturalmente, prima di procedere allo sgombero, vengono stabiliti i tempi e le modalità di intervento, per non creare evidentemente più gravi turbative per l'ordine e la sicurezza pubblica e valutando in ogni caso il numero degli occupanti e l'impatto che l'operazione di sgombero può presentare. Comunque, le confermo che la linea del Governo è quella di improntare la sua azione al massimo recupero della legalità per le situazioni che lei ha denunciato.
PRESIDENTE. L'onorevole Ghiglia ha facoltà di replicare.
AGOSTINO GHIGLIA. Signor Ministro, la ringrazio per la risposta estremamente puntuale e completa. Mi tocca ricordare, tuttavia, un suo passaggio, ossia che gli stabili occupati possono essere sgomberati su richiesta dei proprietari. In questo caso, ci troviamo, soprattutto per quanto riguarda i cosiddetti centri sociali più violenti, di fronte a persone che risiedono stabilmente da anni in edifici comunali, quindi dovrebbe essere il sindaco, in questo caso il sindaco Chiamparino, a richiedere lo sgombero. Il sindaco Chiamparino, come il suo predecessore Castellani, da anni rifiutano di richiedere lo sgombero di questi centri delinquenziali, che sono stati definiti un po' di tempo fa, da un procuratore aggiunto della Repubblica di Torino, dei posti dove trova un humus favorevole e un terreno di coltura il nuovo terrorismo.
Cosa possa fare il Governo di fronte a queste situazioni non sta ovviamente a noi dirlo. Quello che ci preme sottolineare è che, ad un certo punto, i motivi di ordine pubblico stanno diventando ricorrenti, settimanali. Sono stati feriti cinque agenti delle forze dell'ordine, nel corso dell'attacco alla prefettura, tre giorni dopo si è svolta un'altra manifestazione in cui i manifestanti avevano addirittura gli scudi di plexiglas, nelle zone dove questi centri sociali insistono le proteste dei cittadini vengono punite con danneggiamenti di automobili e aggressioni (questo è ben conosciuto dalla questura di Torino e dalla prefettura del capoluogo subalpino). I motivi di ordine pubblico sono gravi e urgenti. Noi, nella inazione totale del sindaco della città di Torino, chiediamo, se possibile, un più risoluto intervento delle autorità locali dello Stato, affinché questi centri sociali vengano sgomberati, indipendentemente dalla non volontà del proprietario pro tempore, che è il sindaco della città di Torino (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
(Misure per garantire ai cittadini un adeguato livello di sicurezza e per una campagna di sensibilizzazione contro la diffusione di un clima di intolleranza - n. 3-00348)
PRESIDENTE. L'onorevole Evangelisti ha facoltà di illustrare l'interrogazione Donadi n. 3-00348, concernente misure per garantire ai cittadini un adeguato livello di sicurezza e per una campagna di sensibilizzazione contro la diffusione di un clima di intolleranza (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, il gruppo dell'Italia dei Valori chiede di sapere quali interventi intenda adottare il Governo per garantire ordine e sicurezza, questione che è stata appena posta anche dai colleghi della maggioranza. Però, i problemi non sono solo a Torino. Ieri a Castellammare di Stabia, nonostante l'esercito mandato in Campania, è stato ucciso un consigliere comunale del Partito Democratico, l'altro giorno a Nettuno è stato dato alle fiamme un uomo (non mi interessa se italiano o no), prima e dopo i fatti gravi di Guidonia, si sono succeduti episodi di stupri e violenze nei confronti delle donne in ogni parte d'Italia. Ieri, il ministro Maroni ha detto che bisogna essere cattivi. «No»: c'è anche troppa cattiveria in questo Paese. Bisogna essere equi e determinati, soprattutto contro le organizzazioni criminali che sono dietro il traffico degli esseri umani e dei clandestini, contro le organizzazioni che operano nel Paese, non scaricare sui magistrati le colpe e i limiti di questo Governo, ad esempio impedendo le intercettazioni telefoniche, senza le quali non so come si potranno catturare i responsabili del vile attentato omicida di ieri a Castellammare di Stabia.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.
ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, voglio confermare all'onorevole Evangelisti che il Governo ha risposto con immediatezza in questi mesi alla domanda di sicurezza che proviene dal Paese, con una serie di interventi anche legislativi che sono stati finalizzati proprio a contrastare i fenomeni delinquenziali, l'immigrazione clandestina e la criminalità urbana. E i risultati, nonostante gli episodi indubbiamente gravi ai quali lei ha fatto riferimento, sulla linea generale ci stanno dando ragione; darò alcuni dati in tal senso.
L'iniziativa legislativa alla quale facevo riferimento si è tradotta innanzitutto nel cosiddetto «pacchetto sicurezza», con l'adozione di due decreti-legge già convertiti in legge dal Parlamento proprio in materia di sicurezza pubblica, di contrasto alla criminalità organizzata e immigrazione clandestina, di due decreti legislativi che hanno disciplinato in maniera più puntuale l'esercizio del diritto al ricongiungimento e le procedure per il riconoscimento dello status di rifugiato e di un disegno di legge, che proprio oggi è al voto del Senato, che amplia anche le misure contro l'infiltrazione e il condizionamento mafioso dei comuni e rivisita il procedimento di destinazione dei beni confiscati. Tutta questa iniziativa legislativa che il Governo sta realizzando d'intesa con il Parlamento è stata accompagnata dalla costante azione di controllo del territorio, anche grazie all'impiego di personale delle Forze armate e alla rinnovata condivisione delle responsabilità con gli enti locali.
I risultati, dicevo, sono più che soddisfacenti, se si guarda ai dati che si sono registrati nel 2008 e si raffrontano a quelli del 2007. In particolare, gli omicidi volontari ascrivibili alla criminalità organizzata sono diminuiti del 20 per cento, le lesioni dolose hanno fatto registrare un calo del 4,3 per cento, le percosse del 6 per cento, le violenze sessuali dell'8,8 per cento, le minacce e le ingiurie registrano rispettivamente un calo del 5 e del 6 per cento, i sequestri di persona un calo del 9,9 per cento, gli atti sessuali con minorenni un calo del 15 per cento, e il totale dei delitti ha fatto registrare una flessione generale pari all'11,4 per cento. Ciò quindi dimostraPag. 53l'efficacia dell'attività delle forze dell'ordine e dei provvedimenti che sono stati assunti.
Per quanto riguarda poi gli episodi ai quali lei ha fatto riferimento, in particolare quelli più recenti di Rimini, Nettuno e Guidonia, è evidente che il Governo non può fare altro che in questo caso confermare la sua più ferma condanna verso tali inammissibili atti criminali, assicurando che evidentemente saranno date risposte rapide ed efficaci da parte tutte le istituzioni. È forte intenzione del Governo garantire livelli adeguati di sicurezza nel Paese, consentendo agli organi competenti di esercitare il proprio potere; a conferma di questa volontà, proprio ieri il Ministro dell'interno ha incontrato il presidente della regione Lazio, il presidente della provincia e il sindaco di Roma, per approfondire insieme i temi della sicurezza nella capitale d'Italia.
PRESIDENTE. L'onorevole Evangelisti ha facoltà di replicare.
FABIO EVANGELISTI. Capisco, ma vede, signor Ministro, lei parla di «pacchetto sicurezza»: ma di cosa stiamo parlando? Avete tagliato tre miliardi di euro per le forze dell'ordine, nei tribunali non ci sono i soldi per fare le fotocopie! Di cosa stiamo parlando? La verità è che voi avete giocato con la paura! E allora, se sono veri i dati che lei fornisce qui oggi, un calo generalizzato dei reati nel momento stesso in cui invece, in questi anni, in questo Paese è quintuplicata la presenza degli stranieri, decidetevi: è colpa degli stranieri questo sentimento diffuso di paura? È colpa degli stranieri l'omicidio ieri a Castellammare di Stabia di un esponente del Partito Democratico? Sono colpa degli stranieri i sei uccisi a Castelvolturno per mano della camorra? Perché mandate l'esercito in Campania, per colpa degli stranieri? Parlate sempre degli stranieri: perché non dite che continuano comunque gli sbarchi di clandestini su Lampedusa? Perché non dite che continuano ad aumentare, essendo raddoppiati negli ultimi otto mesi? Perché non dite che oggi il Ministro Maroni è in Libia a concedere la prima tranche dei 5 miliardi di euro che avete concesso al regime di Gheddafi per contrastare l'immigrazione?
Dovevano arrivare più petrolio e più gas, invece sono arrivati più clandestini: questo lei lo sa e lo devono sapere anche i telespettatori che ci ascoltano. La verità è che avete creato un clima di paura rispetto al quale poi scaricate sulla magistratura le responsabilità.
Ad esempio, voglio ripetere qui le parole vergognose di un esponente non del Governo ma dello staff di un Ministro, che dice: «certo non meraviglia che l'aggressione di Nettuno venga subito dopo il provvedimento di scarcerazione dei due rumeni coinvolti nei fatti di Guidonia, c'è sempre una molla che fa scattare la brutalità; certi colleghi non si rendono conto che i loro provvedimenti hanno immediate e indesiderate ricadute sulla realtà, una spirale pericolosa».
È vero, c'è una spirale pericolosa aggravata dalle affermazioni del Ministro Maroni che ieri ha chiesto più cattiveria: non c'è bisogno di più cattiveria, c'è bisogno di rigore e, soprattutto, di determinazione nella lotta alle organizzazioni criminali che infestano il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!
(Iniziative in relazione alle supplenze per assicurare la continuità didattica - n. 3-00349)
PRESIDENTE. L'onorevole Rivolta ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cota n. 3-00349, concernente iniziative in relazione alle supplenze per assicurare la continuità didattica (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.
ERICA RIVOLTA. Signor Presidente, onorevole Ministro, mi rivolgo a lei a nome della Lega Nord per sottoporle un problema annoso, quello delle supplenze. Riteniamo che occorra compiere un'azione forte per risolvere questo problema che comporta la discontinuità nell'insegnamentoPag. 54ai ragazzi, una disomogeneità territoriale importante e soprattutto uno spreco di risorse (e questo alla luce di quanto da lei affermato sulla volontà di questo Governo e del suo operato proprio in direzione del taglio degli sprechi).
Riteniamo che questo sia un problema importantissimo e speriamo che questo Governo - e soprattutto lei, signor Ministro - possa finalmente dare una svolta a tale problematica.
Ovviamente sappiamo dell'assoluta difficoltà delle scuole e delle direzioni didattiche a dare in tempi brevi delle risposte riguardo ai supplenti, e sappiamo che esiste un problema di scuole di serie A e di serie B a seconda che si trovino collocate in montagna o nei piccoli centri del nord e del sud. Ci aspettiamo pertanto da lei una presa di posizione molto, molto forte.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Mariastella Gelmini, ha facoltà di rispondere.
MARIASTELLA GELMINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, il tema trattato dagli onorevoli interroganti in merito alle supplenze è particolarmente serio ed importante, proprio perché le supplenze - così come sono concepite - rappresentano spesso una fonte di spreco, di appesantimento burocratico e di incertezza nelle famiglie e negli studenti.
Voglio ricordare che la legge finanziaria del 2002, varata dal precedente Governo Berlusconi, aveva già affrontato questo tema prevedendo che le istituzioni scolastiche potessero provvedere alla sostituzione del personale assente per non più di quindici giorni con i docenti disponibili ad effettuare ore aggiuntive (e ciò ha contribuito, almeno in parte, a garantire la continuità didattica, nonché economie di spesa confluite sul fondo dell'istituzione scolastica).
I problemi però connessi al conferimento delle supplenze, che sono peraltro evidenziati dalle stesse istituzioni scolastiche, sono stati poi affrontati dall'ultimo regolamento sulle supplenze del personale docente ed educativo. Abbiamo previsto l'attivazione di un servizio informatico che consente di disporre, in tempo reale, del quadro completo delle operazioni effettuate, della disponibilità di posti e di ore, della situazione aggiornata degli aspiranti alla supplenza (e questo per semplificare le procedura di nomina, nonché per ridurre sprechi, telefonate, fax e registri cartacei).
La diminuzione del numero delle istituzioni scolastiche richiedibili dagli interessati da trenta a venti consente poi operazioni più celeri. La previsione, inoltre, di sanzioni più severe - questo è forse l'elemento più significativo - in caso di non reperibilità all'atto della convocazione ci consente di evitare episodi che giudico scandalosi, perché pregiudicano la didattica per gli studenti e rappresentano un'intollerabile fonte di spreco.
Tutto ciò però è solo un primo passo che certamente non basta. Per risolvere la questione delle supplenze occorre intervenire attraverso modifiche alle leggi e ai contratti, quali anche quelle proposte dagli onorevoli interroganti, modifiche che se, da un lato, non dovranno comportare aggravio alla finanza pubblica, dall'altro, dovranno eliminare il contenzioso, snellire ed essenzializzare le procedure, garantire la continuità didattica, essere insomma finalizzate ad una radicale sburocratizzazione e ad una migliore qualità del servizio scolastico, che è il compito principale cui siamo chiamati dal Paese e dalle famiglie.
PRESIDENTE. L'onorevole Rivolta ha facoltà di replicare.
ERICA RIVOLTA. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Ministro perché è in linea con noi nella lotta agli sprechi, che ritengo sia la prima cosa da fare insieme. Nelle premesse della nostra interrogazione vi era anche la proposta di un'équipe territoriale, qualche unità in più proprio da destinare in rete, alle supplenze (questa è una proposta che noi ci permettiamo di fare e che riteniamo estremamente valida).Pag. 55
È evidente che l'obiettivo comune deve essere quello di offrire ai nostri studenti italiani - ripeto, di tutta Italia e non solo della nostra amata Padania - un servizio che deve essere equo e di qualità, così come anche lei aveva preannunciato durante l'audizione, quando ci aveva esposto le linee programmatiche. Quindi io penso che davvero il futuro della scuola debba fondarsi su questi principi - l'equità e la responsabilità - sia da parte del Governo, sia da parte delle istituzioni scolastiche. Equità e responsabilità sono dei principi a noi molto cari, perché sono i pilastri del federalismo, e pertanto, ogni volta che possiamo, noi ribadiamo l'importanza di questi principi. Penso che le supplenze debbano diventare finalmente e completamente delle supplenze di qualità, e qui si riapre l'annoso problema ancora irrisolto della qualità degli insegnanti, che spero sia sempre all'attenzione del Ministro. Comunque ribadiamo ancora una volta l'appoggio della Lega Nord al Ministro con il mandato di continuare la lotta agli sprechi e la lotta verso i furbi che rovinano il nostro Paese, ma soprattutto minano il futuro dei nostri bambini e dei nostri ragazzi che senza una preparazione adeguata e senza dei docenti e dei maestri adeguati avranno meno possibilità, non avranno pari opportunità rispetto ai bambini e agli studenti più fortunati (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
(Iniziative di carattere finanziario a sostegno delle istituzioni scolastiche - n. 3-00350)
PRESIDENTE. L'onorevole Ghizzoni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00350, concernente iniziative di carattere finanziario a sostegno delle istituzioni scolastiche (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).
MANUELA GHIZZONI. Signor Presidente, signora Ministra, le scuole sono in grandissima difficoltà finanziaria (lo riportano tutti i quotidiani, soprattutto quelli locali). Mancano le risorse per pagare i supplenti, mancano le risorse per avviare i corsi di recupero nelle medie superiori e per saldare le utenze. È uno stato di sofferenza - vale la pena ricordarlo - che deriva dai tagli gravissimi imposti e decisi dal Governo Berlusconi nel periodo 2002-2006. Per risolvere questa situazione - voglio ricordarlo - il precedente Governo Prodi nella legislatura passata ha esentato le scuole dal pagamento della TARSU, ha posto in capo al Ministero il pagamento della supplenze per maternità e ha recuperato 342 milioni di risorse aggiuntive nel solo anno 2007.
Ora il Governo Berlusconi assume scelte di indirizzo diverso che ci preoccupano: il taglio di 50 milioni di euro deciso nella finanziaria per il 2009 proprio del fondo di funzionamento delle scuole; il rallentamento dell'erogazione dei trasferimenti dallo Stato alle scuole; incertezza sulle risorse per i corsi di recupero.
In questo stato le scuole non possono nemmeno predisporre il programma annuale. Si tratta di una situazione che ovviamente preoccupa il Partito Democratico perché ostacola il diritto allo studio secondo il dettato costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Mariastella Gelmini, ha facoltà di rispondere.
MARIASTELLA GELMINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, come l'onorevole Ghizzoni sa, abbiamo un primo dovere nei confronti di tutti i cittadini italiani e dell'Europa che consiste nel tenere i conti in ordine e nel ridurre la spesa pubblica. Tutto sta nel come attuare questo obiettivo.
In realtà alcuni provvedimenti presi dal Governo Prodi che puntavano a migliorare la situazione finanziaria delle scuole hanno ottenuto l'effetto contrario. È vero che sono stati posti a carico del bilancio del Ministero gli oneri relativi alle retribuzioni del personale della scuola nominatoPag. 56in sostituzione del personale assente per maternità. È pur vero che gli stanziamenti dei relativi capitoli sono stati aumentati ma è stato contestualmente ridotto il tetto massimo di spesa per le supplenze brevi fissato dalla legge finanziaria 2005. Inoltre le nuove disposizioni per i cosiddetti esami di maturità hanno accresciuto le spese e in base alla clausola di salvaguardia contenuta nella legge finanziaria, Prodi, del 2007, si sarebbe dovuto procedere ad una razionalizzazione del personale della scuola, cosa che non è stata fatta. Il risultato è stato un taglio di 560 milioni di euro degli stanziamenti relativi alle spese di funzionamento delle scuole. Non si è razionalizzato il personale ma il risultato è stato un impoverimento del servizio: per mantenere in questo modo un numero esorbitante di insegnanti, si è pregiudicato il servizio delle scuole agli studenti.
Questa è la situazione che ci siamo trovati di fronte. Per questo, non appena insediati, abbiamo dato subito una risposta ai bilanci delle scuole in crisi e abbiamo incrementato per il 2008 di 200 milioni di euro il Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche, fondi che sono stati erogati in data 29 gennaio 2009. Contestualmente abbiamo erogato la prima rata dei fondi per il medesimo anno pari a 491 milioni. Tanto per fare un esempio e citare qualche numero a paragone, a proposito del presunti tagli, lo scorso anno la medesima rata era stata di 371 milioni di euro ed era stata erogata il 19 marzo. Il Governo Prodi, insomma, aveva dato meno soldi e molto più tardi.
Quanto alle attività di recupero delle carenze formative nelle scuole secondarie di secondo grado, le scuole potranno avvalersi di ulteriori risorse pari a 55 milioni di euro in corso di trasferimento a questo Ministero da parte del Ministero dell'economia, ma già concordati. Abbiamo il dovere insomma di spendere meno ma gli interventi di questo Governo non possono dirsi lesivi della possibilità di funzionamento delle scuole. Abbiamo la possibilità di spendere meglio, ne sono convinta. Possiamo trovare insieme le soluzioni ma oggi non si può affermare che vi sia stata una diminuzione delle risorse sul funzionamento e sui servizi, al contrario queste sono state accresciute.
PRESIDENTE. L'onorevole Coscia, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
MARIA COSCIA. Signor Presidente, ovviamente siamo profondamente insoddisfatti della risposta del Ministro perché ancora una volta si tenta di occultare la realtà. Infatti le risorse di cui parla il Ministro sono risorse che erano nel bilancio di previsione del precedente Governo. Ciò che purtroppo sta accadendo è che si sta procedendo all'erogazione di quelle risorse con ritardo. La verità è che nel bilancio del 2009, il primo bilancio che questo Governo approva, è stato tagliato il finanziamento del fondo di istituto alle scuole di ben 50 milioni di euro, che per le scuole significa tantissimo.
Mi chiedo francamente se il Ministro è pienamente consapevole delle difficoltà obiettive nelle quali si trovano le scuole a definire il programma annuale o, meglio, il bilancio annuale. Le scuole non sono in grado di definire il bilancio annuale perché vi è incertezza sulle risorse che devono arrivare alle scuole nel 2008 e soprattutto non c'è la certezza di ciò che accadrà nel 2009. Quindi faccio appello al Ministro perché vengano date indicazioni certe alle scuole e soprattutto affinché si renda conto di quella che è la situazione. Per le supplenze, ad esempio, vi sono ritardi ma, anche soltanto per far riferimento alle visite fiscali, le scuole non hanno i soldi per pagarle e, quindi, il controllo sull'assenza di malattia non si può fare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
(Orientamenti del Governo in merito alla riforma dell'università e della ricerca - n. 3-00351)
PRESIDENTE. L'onorevole Drago ha facoltà di illustrare l'interrogazione ViettiPag. 57ed altri n. 3-00351 concernente orientamenti del Governo in merito alla riforma dell'università e della ricerca (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.
GIUSEPPE DRAGO. Signor Presidente, onorevole Ministro, in questa legislatura e in quest'Aula non è stato possibile affrontare i temi dell'università e della ricerca, se non in maniera parziale e con tempi contingentati, vista la decretazione d'urgenza del Governo a cui, tra l'altro, ha corrisposto anche un voto di fiducia da parte del Parlamento.
Noi abbiamo comunque valutato positivamente, onorevole Ministro, la presentazione delle linee guida del Governo sull'università, che certamente ha aperto la possibilità di un confronto reale e di dialogo con il Parlamento su questo documento. Dunque la interroghiamo sui temi della governance, del diritto allo studio, del reclutamento universitario: vogliamo capire, onorevole Ministro - e questo glielo chiediamo per conto del gruppo dell'Unione di Centro - se lei intende realmente presentare un disegno di legge al più presto su queste priorità.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Mariastella Gelmini, ha facoltà di rispondere.
MARIASTELLA GELMINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Vietti, l'onorevole Drago e il gruppo dell'UdC per avermi dato l'opportunità di discutere oggi di alcuni temi centrali, che riguardano la riforma dell'università e quindi riguardano il Paese. Li ringrazio anche e soprattutto per lo spirito costruttivo che anima la loro interrogazione, lo spirito giusto per affrontare temi delicati e importanti come questo, in cui gli interessi generali devono prevalere sui particolari e soprattutto dobbiamo abbandonare contrapposizioni politiche totalmente inutili.
I tre temi che venivano menzionati (la governance, il diritto allo studio e il reclutamento) corrispondono ad altrettante priorità, che sono contenute nelle linee guida del Governo e che hanno credo trovato una certa condivisione anche nel mondo accademico. Siamo convinti del fatto che le nostre università devono essere messi in condizioni di lavorare in modo più agile ed efficace. Per questo rivedere la governance, che è rimasta immutata da vent'anni, ma forse anche da prima, rappresenta una necessità urgente. Il Ministero intende avviare su questo tema una consultazione ampia, coinvolgendo tutte le forze politiche e tutto il mondo accademico, per addivenire ad un disegno di legge che fissi alcuni principi essenziali, demandando poi all'autonomia delle sedi la definizione degli assetti specifici, meglio adatti a ciascuna realtà.
I cardini di una riforma devono consistere - ne sono convinta - nell'accentuazione del binomio autonomia-responsabilità, nell'individuazione di rigorosi principi di gestione responsabile delle risorse, nella radicale semplificazione della struttura decisionale, oggi ispirata ad un assemblearismo che di fatto umilia l'effettivo contributo dei docenti alla vita della loro istituzione.
Sul diritto allo studio spero che si voglia convenire sul fatto che la legge n. 1 del 2009 rappresenta una prima risposta concreta alle esigenze degli studenti e delle famiglie. Per la prima volta sono stati stanziati fondi sufficienti a coprire la borsa di studio per gli aventi diritto, mentre crescono di 70 milioni di euro quelli disponibili per le nuove residenze universitarie. Questa è la strada da percorrere: il diritto allo studio si difende e si rafforza finanziando la mobilità degli studenti (e non certo le microsedi sotto casa) e dando aiuti diretti alle famiglie.
Per quanto riguarda il reclutamento del personale docente, credo che non vi siano dubbi sul fatto che si tratta di una riforma non più rinviabile. Le soluzioni possibili in materia di reclutamento sono più d'una ed anche in questo caso intendo ascoltare tutte le posizioni con spirito costruttivo. Dev'essere però chiaro un fatto: i principi cardine (autonomia, responsabilità e meritocrazia) devono sostanziare la riforma.Pag. 58Credo che vi siano le condizioni per utilizzare al meglio il tempo che ci separa dal 2010, un anno a cui certamente dobbiamo arrivare con riforme finalmente approvate. Le riforme devono avere anche una loro stabilità ed è per questo che sono convinta che con l'impegno di tutti vi possano essere le condizioni per farle finalmente, dopo anni di immobilismo e per rilanciare il sistema universitario, che è il modo migliore per dare una mano ai nostri giovani, ma anche per rispondere alla crisi.
PRESIDENTE. L'onorevole Drago, ha facoltà di replicare.
GIUSEPPE DRAGO. Signor Presidente, prendo atto della volontà del Ministro e delle sue dichiarazioni. Concordiamo sul trinomio autonomia, responsabilità e meritocrazia che deve stare alla base del progetto di riforma e attendiamo che il Ministro porti tale progetto in Aula e nelle Commissioni per poterne discutere e per poterci confrontare.
Anche a tal riguardo, devo dire che i tempi non sono neutri. Come lei sa, infatti, il sistema universitario, non solo per le questioni finanziarie, a cui abbiamo messo comunque una pezza con l'ultimo decreto-legge approvato dal Parlamento, ma anche - obiettivamente - per la complessità del sistema, è assolutamente arrivato a un limite di criticità, oltre al quale non possiamo andare.
Tra l'altro, attualmente molti corsi di laurea in molti atenei - e soprattutto i corsi decentrati, che non sono tutti frequentati da pochi studenti, ma in alcuni casi rappresentano una vera e propria eccellenza nel territorio - devono essere adeguati ai requisiti minimi previsti dal decreto Mussi, con ulteriori problemi finanziari.
Anche qui, si pone al centro la tematica della programmazione, che non può essere soltanto la programmazione accademica dei corsi universitari, ma anche quella che parte dal territorio, perché l'università deve servire non soltanto per formare le nuove generazioni, ma anche per essere al servizio del modello di sviluppo che i territori scelgono rispetto alla propria vocazione naturale.
Rispetto a questo, accettiamo la proposta del Ministro e siamo pronti a collaborare in questo spirito costruttivo, ma le chiediamo di accelerare i tempi della riforma vera e propria (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà con votazioni alle ore 16.
La seduta, sospesa alle 15,45, è ripresa alle 16,05.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Brugger, Cota, Donadi, Lo Monte, Lombardo e Soro, sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Seguito della discussione delle mozioni Livia Turco ed altri n. 1-00094, Barani ed altri n. 1-00097, Laura Molteni e altri n. 1-00099, Palagiano e altri n. 00100 e Capitanio Santolini ed altri n. 1-00104 sulla prevenzione e cura delle patologie femminili.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'esame delle mozioni Livia Turco ed altri numero 1-00094 (Nuova formulazione), Barani ed altri n.1-00097, Laura Molteni ed altri n.1-00099 (Nuova formulazione), Palagiano ed altri n.1-00100 e Capitanio Santolini ed altri n.1-00104 sulla prevenzione e cura delle patologie femminili (Vedi l'allegato A - Mozioni).Pag. 59
Avverto che dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che avuto luogo nella seduta del 2 febbraio 2009, è stata presentata la mozione Capitanio Santolini ed altri n.1-00104, che è già stata iscritta all'ordine del giorno.
(Intervento e parere del Governo)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali, Feruccio Fazio, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.
FERRUCCIO FAZIO, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Signor Presidente, quanto alla mozione Livia Turco ed altri n.1-00094 (Nuova formulazione) nel complesso è condivisibile nella sostanza, anche se vi sono alcuni aspetti che non ci consentono di esprimere parere favorevole. In particolare, in relazione al primo capoverso del dispositivo, laddove si parla di «approccio nuovo nella ricerca» non si tratta effettivamente di approccio nuovo, in quanto esistono, di fatto, approcci posti in essere, in particolare dell'Istituto superiore di sanità. Per quanto riguarda la priorità della tutela e promozione della salute materno-infantile, il capoverso è condivisibile. Per quanto riguarda l'adozione di misure di sistema in linea con la necessità di costruire politiche di sostegno, va bene, ma vorrei ricordare che è necessario mettere a sistema la sanità, quindi controllare quelli che sono gli indicatori output, oltre a quello che si inserisce nel sistema stesso. Noi non vogliamo uno Stato assistenziale, bensì uno Stato in cui misuriamo quello che avviene. In questo senso, la motivazione appare condivisibile, ma dovrebbe essere articolata in modo diverso. Per quanto riguarda la lotta ai tumori, di fatto...
PRESIDENTE. Signor sottosegretario, le chiedo scusa. Siamo molto interessati alla sua interlocuzione sulle singole mozioni e ai suoi pareri, però vorremmo anche conoscere, attraverso la formula del parere favorevole o non favorevole, la sua precisa valutazione sulle singole mozioni. Diventa altrimenti difficile poi, in sede di dichiarazione di voto, esprimersi da parte dei deputati.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Presidente! Presidente! Chiedo di parlare.
FERRUCCIO FAZIO, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Signor Presidente, chiedo scusa. Volevo semplicemente articolare la motivazione per i nostri pareri sulle mozioni, e comunque posso esprimerli senza motivare. Il Governo esprime parere contrario sulla mozione Livia Turco ed altri n.1-00094 (Nuova formulazione). Il Governo esprime invece parere favorevole sulle mozioni Barani ed altri n.1-00097 e Laura Molteni ed altri n.1-00099 (Nuova formulazione). Il Governo si rimette all'Assemblea sulle mozioni Palagiano ed altri n.1-00100 e Capitanio Santolini ed altri n.1-00104.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Presidente, chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, adesso le do la parola. Stava parlando il Governo. Ha facoltà di parlare, onorevole Quartiani.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, stava parlando il Governo ed io lo seguivo attentamente, perché stava esprimendo il parere sulle mozioni in modo articolato, punto per punto delle parti impegnative. Capisco che, alla fine, lei possa chiedere un giudizio complessivo, ma il Governo non è obbligato a dare un giudizio complessivo su ciascuna mozione se il suo orientamento è articolato per punti, che possono anche essere oggetto di una votazione per parti separate delle mozioni. Per questo le avevo chiesto di parlare, semplicemente perché stavo apprezzando il fatto che il Governo stesse articolando il proprio parere in maniera diversa e non uniforme rispetto all'insiemePag. 60di ciascuna mozione. Quindi le chiederei, per comprendere meglio, se è possibile far riformulare al Governo, anche sui punti dei singoli impegni di ciascuna mozione, l'orientamento che stava illustrando.
PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, siamo reduci da una mattina nella quale il Governo è stato, in qualche modo, ripreso dall'Aula perché esprimeva delle valutazioni di carattere generico senza formulare il parere sulle mozioni.
Ho detto al sottosegretario che eravamo molto interessati a conoscere i suoi pareri e le sue argomentazioni sulle singole parti della mozione, però gradivamo anche che alla fine delle singole valutazioni esprimesse, anche sulle singole parti, un parere favorevole o contrario.
Evidentemente, il sottosegretario aveva intenzione di argomentare a lungo ma sarebbe, comunque, addivenuto ad un parere contrario. Se vuole, gli concedo volentieri la parola e ci intratteniamo molto volentieri su valutazioni di carattere generale. D'altra parte, per far votare l'Assemblea devo sapere se oltre l'argomentazione «sarebbe condivisibile ma» il Governo esprime un parere favorevole o contrario.
SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, il chiarimento che ella ha dato mi sembra assolutamente esaustivo, e certamente la Presidenza non ha bisogno di un avvocato difensore in questo senso, anche perché mi è sembrato che il Governo all'inizio dell'espressione dei pareri avesse affermato, pur cominciando a motivare per ciascun punto o questione di carattere generale all'interno della prima mozione, su cui si stava pronunciando, che il parere era, comunque, sebbene vi fossero alcune parti condivisibili, contrario. Pertanto, a questo punto, signor Presidente, essendo stati espressi i pareri mi sembra opportuno procedere con le dichiarazioni di voto conseguenti.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, potrebbero esserci degli equivoci, anche alla luce di quello che sosteneva il collega Baldelli. Vorrei semplicemente chiederle, e chiedere cortesemente al Governo, se, nella valutazione di punti condivisibili, qualora noi chiedessimo una votazione per parti separate, fosse possibile enucleare il parere positivo su ciò che il Governo condivide, in maniera da evitare di inglobare tutto in un voto negativo complessivo. Ciò non farebbe male all'Assemblea, né alla politica, né a nessun altro, invece di forzare il Governo a dare un parere unico sulla mozione, e tale parere non può che essere complessivamente negativo, mentre, invece, vi sono dei punti su cui il Governo concorda. Credo che questo possa essere utile.
Se, invece, il Governo ritenesse che tutti e quattro i punti siano inaccoglibili ed esprimesse parere contrario varrebbe, evidentemente, lo stesso ragionamento. Si tratta solo di verificare rapidamente se via sia un dispositivo o dei capoversi su cui il parere del Governo può essere diverso dalla valutazione complessiva negativa che ha sulla mozione.
PRESIDENTE. Chiedo al sottosegretario se intenda argomentare il suo parere sulle singole mozioni e sui singoli capoversi delle mozioni.
FERRUCCIO FAZIO, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Signor Presidente, a questo punto rispondo puntualmente che soltanto sul secondo e ottavo capoverso del dispositivo della mozione Livia Turco ed altri n. 1-00094 (Nuova formulazione) potrebbe esservi, eventualmente, un concerto. Sugli altri capoversi il parere è negativo e non può esservi concerto.
PRESIDENTE. Sta bene.
Pag. 61(Dichiarazioni di voto)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.
LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, nel giro di pochi giorni stiamo, ancora una volta, discutendo su temi che riguardano le donne. Vorrei sottolineare questo aspetto, anche in vista della giornata dell'8 marzo che, come è noto, le donne tengono a ricordare e, in qualche modo, a celebrare.
Il discorso sulle donne ha riguardato la violenza, poi lo stalking e adesso la salute. Si tratta di argomenti importanti, ed è con soddisfazione che registriamo che anche in Assemblea, in questo consesso così autorevole, si discute di un argomento che non riguarda semplicemente le donne, ma che riguarda in generale il benessere di una società e le sue prospettive quando, in qualche modo, essa si china solidale verso le donne, comprende i loro problemi e cerca di risolverli.
È, quindi, un momento positivo. Duole, in questo momento positivo, registrare il fatto che, malgrado i tentativi reiterati di molti di noi di arrivare ad un'impegnativa nei confronti del Governo che fosse condivisa, come è successo con la violenza e con lo stalking, non si sia trovato un punto di accordo sulle questioni che riguardano più da vicino le donne (proprio per dire che non è solo un problema di donne). Questo accordo è stato cercato per lungo tempo, con un po' di fretta e di affanno (questo è vero), ma anche con tanta volontà di arrivare ad un testo condiviso, così come era successo sul discorso della violenza.
Vorrei anche dire che probabilmente trovare un testo condiviso sulla violenza era anche più difficile che in questo caso, poiché esso riguarda la salute delle donne e sul tema vi sono dati e convergenze incontestabili. Molti punti delle mozioni presentate sono simili e convergenti per cui sarebbe stato più facile trovare un accordo, se solo avessimo avuto probabilmente un po' più di tempo.
Tuttavia, è mancata la volontà non solo da un punto di vista concreto, ma anche politico di riuscire a trovare un testo condiviso. Di questo me ne dolgo molto, perché sarebbe stata una grande occasione. Ancora una volta le donne hanno perso una grande occasione per dire al Paese - non solamente a quest'Aula, ma in generale a tutti coloro che ci seguono, ci ascoltano e cercano di capire quello che avviene in quest'Aula - che, quando si parla di argomenti estremamente importanti che riguardano il profondo di una società, le donne sono capaci di dare una lezione di unità, di coordinamento, di condivisione e di solidarietà. Tutto questo non è successo ed insisto nell'affermare il mio rincrescimento per una mancata occasione positiva.
Detto questo e passando alle mozioni, abbiamo presentato una mozione che il Governo ha ritenuto positiva - di questo ne siamo contenti - perché ci sembrava di dover sottolineare che il problema delle donne, lo ripeto, non è solamente un problema di donne, come è stato denunciato anche a livello europeo e dall'ONU (organismi sovranazionali che si interessano di questo problema). È anche vero che le donne hanno problemi e complicazioni che sono tipiche della loro biologia, della loro situazione non solo fisiologica e fisica, ma anche sociale e «ambientale».
È vero che le donne hanno percorsi di vita molto diversi da quelli degli uomini e che quindi tali percorsi producono profondi e complicati cambiamenti anche dal punto di vista sanitario. Le donne hanno problemi che sono loro specifici, ma con questo non vogliamo nel modo più assoluto dire che solo le donne ne hanno, perché è chiaro che anche gli uomini hanno problemi legati alla loro sessualità, al loro apparato riproduttivo ed al fatto di essere uomini.
Quindi, non si trattava di una sottolineatura nel senso di far prevalere le donne sugli uomini, ma nel senso di sottolineare la diversità (che costituisce una ricchezza e una cosa importante) ed il fatto chePag. 62bisogna tener conto delle diverse situazioni in cui uomini e donne si trovano. È vero che le donne hanno una maggiore vulnerabilità rispetto a stili di vita che non sono auspicabili e che, per esempio, le malattie cardiovascolari sono aumentate nelle donne, ma non perché sia cambiata la loro fisiologia o per colpa di qualcuno.
Probabilmente, questa maggiore patologia delle donne nei confronti delle malattie cardiovascolari dipende dal fatto che gli stili di vita sono cambiati. A questo proposito, viene da interrogarsi sul fatto che, quando le donne assumono stili di vita più simili a quelli degli uomini, rispetto a quelli che hanno seguito per tanti anni, pagano delle conseguenze, anche in termini di salute.
Ciò non significa che non bisogna provvedere, ma che bisogna rendersi conto che le donne quando scelgono determinati stili di vita vanno incontro a determinati rischi e ciò andrebbe detto nelle scuole, nei presidi sanitari e nei consultori familiari. Ciò andrebbe detto proprio per prevenire queste malattie e stili di vita che certamente non aiutano le donne dal punto di vista sanitario, così come sul fronte della loro fertilità e della loro possibilità di avere le gravidanze che desiderano.
Poi ci sono ovviamente delle malattie specifiche delle donne, come ci sono malattie specifiche degli uomini. È giusto farsene carico in maniera specifica, perché è giusto fare opera di diffusione e informazione che molto spesso le donne non hanno.
Anche nelle zone più depresse del Paese ci sono situazioni che possono essere prevenute, per esempio l'obesità o le malattie sessualmente trasmesse o l'osteoporosi. Ci sono delle malattie che colpiscono in particolare le donne proprio perché sono donne e hanno un sistema ormonale completamente diverso da quello degli uomini e, quindi, è giusto fare delle opere di prevenzione e di informazione, delle campagne che aiutino le donne - lo ripeto - nei loro percorsi di vita.
Quindi, vorremmo davvero chiedere al Governo di fare uno sforzo, nei limiti - lo sappiamo bene - della scarsità di risorse, per sostenere delle ricerche che aiutino a risolvere le patologie che colpiscono le donne e mirare soprattutto a quelle patologie, spesso infauste, che colpiscono le donne come i tumori al seno. Sappiamo quanto siano drammatici il tumore alle mammelle e alla cervice dell'utero.
Quindi, occorre intervenire, anche da un punto di vista culturale, e questo chiediamo al Governo. Per esempio, sappiamo che in Italia c'è un eccesso di tagli cesarei straordinario rispetto al resto dell'Europa. Questo ci deve interrogare, perché i tagli cesarei praticati in questa maniera sono sicuramente frutto di un business, di una cattiva informazione, di una superficialità - forse - della classe medica che induce le giovani mamme a fare dei tagli cesarei, quando non ce ne sarebbe probabilmente bisogno. Quindi, dobbiamo lavorare per rientrare negli standard europei e per non fare dei tagli cesarei o delle amniocentesi o di tutte quelle ricerche invasive una prassi che non è necessaria.
PRESIDENTE. Onorevole Capitanio Santolini, la prego di concludere.
LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Concludendo, ringraziamo il Governo per aver accettato la nostra mozione. In ogni caso, ci sono alcune questioni che non ci convincono nella mozione firmata da Livia Turco e da altri colleghi, soprattutto per quello che riguarda l'affermazione dell'assoluto diritto di ogni donna di decidere sul numero e i tempi delle gravidanze. Infatti, ci sembra che si sottolinei un diritto all'aborto, che non esiste, dal momento che l'aborto è un'opportunità, una possibilità, ma non è un diritto.
Voteremo a favore delle mozioni della Lega Nord Padania e del Popolo della Libertà. Voteremo contro la mozione dell'Italia dei Valori, perché - anche in quel caso - c'è questa cultura di genere. Si parla di fare una sanità differenziata tra uomini e donne, quando non ci sembra il caso di farlo.
C'è un discorso che riguarda la sanità per le donne straniere che sono temporaneamente in Italia...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
LUISA CAPITANIO SANTOLINI. ... una sanità straordinaria, quando mi pare che ci sia già un sufficiente sostegno a queste donne e, quindi, riteniamo che sia superflua questa affermazione.
Ad ogni modo, grazie per questa giornata e per l'attenzione che si riserva alle donne.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palagiano. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, vorrei subito rispondere all'onorevole Santolini, dicendo che noi non intendiamo fare una sanità differenziata fra uomini e donne; noi prendiamo atto che le donne hanno un'attitudine ad ammalarsi, quella che noi chiamiamo morbilità, maggiore rispetto agli uomini. Sono soggetti che hanno maggiore possibilità di vita - l'età media della donna è di 84 anni, contro i 76 dell'uomo - quindi la donna tende ad ammalarsi di più. La donna va tutelata innanzitutto perché c'è questa sua predisposizione ad ammalarsi, non vogliamo fare un percorso diverso; poiché è più fragile, vogliamo che venga tutelata maggiormente dalla società. Inoltre, la donna svolge un doppio ruolo, un doppio lavoro: esce la mattina come noi uomini e torna a casa per riprendere a lavorare. Gli incidenti domestici interessano il 70 per cento delle donne e non una percentuale simile per gli uomini.
C'è un bisogno di tutela e per suffragare quanto sto dicendo, recentemente l'Organizzazione mondiale della sanità ha giustamente sostenuto - e noi siamo d'accordo con quanto sto per dire - che la parità fra uomo e donna rappresenta una condizione indispensabile per la crescita di un Paese e per la riduzione della povertà. In pratica la dignità di una nazione, il grado di democrazia, si riflette sulle conquiste nel femminile. Purtroppo, questa parità oggi non si è ancora venuta a determinare perché ci sono ancora dei pregiudizi, ma stiamo parlando di sanità.
I limiti per cui la donna oggi non ha gli stessi diritti e deve essere maggiormente tutelata derivano innanzitutto dall'industria farmaceutica. Purtroppo, le donne non possono essere oggetto di sperimentazione, quella in fase «tre», quella innocua per intenderci, perché le donne hanno le influenze ormonali o devono assumere i contraccettivi, quando il farmaco ha un rischio di teratogenità. Le conseguenze, lo sapete tutti, sono che si sa come i farmaci agiscono sull'uomo ma non si sa come agiscono sulla donna, e questo è un altro grave problema. Infatti, alcuni farmaci, per esempio, avranno molti effetti collaterali sulle donne e pochi sugli uomini o avranno un'attività biologica esaltata in certi casi o diminuita.
Abbiamo fatto riferimento ad una serie di accertamenti, quelli che vengono fatti in Italia, per esempio lo screening che tutte le altre mozioni menzionano, e in particolare gli screening oncologici. Ricordo che il più invasivo tumore di tipo ginecologico, il carcinoma dell'ovaio - che è la prima causa di morte tra le neoplasie ginecologiche - oggi può essere combattuto attraverso la prevenzione: si ha una sopravvivenza del 95 per cento a cinque anni. Abbiamo anche preso atto che la prevenzione in Italia non è spalmata uniformemente su tutto il territorio nazionale. Abbiamo fatto una richiesta legittima, abbiamo detto: facciamo sì che quel 76 per cento che rappresenta la media italiana, e che è distribuita per il 90 del cento al nord e il 39 al sud, diventi omogenea. Infatti, se noi faremo prevenzione, se noi metteremo a disposizione - come mi pare anche questo Governo stia cercando di programmare - il vaccino contro il papilloma virus, daremo l'opportunità alle nostre figlie, alle nostre sorelle, alle nostre compagne di essere libere da questo male che ancora oggi miete troppe vittime in Italia.
Abbiamo parlato di tutta una serie di malattie neurodegenerative, per esempio l'Alzheimer, il morbo di Parkinson, che sono maggiormente appannaggio delle donne, con un'incidenza circa doppia rispetto agli uomini; abbiamo parlato del registro dell'endometriosi, questa malattiaPag. 64che colpisce nel 99,9 per cento le donne e che rappresenta una causa di disabilità e di disagio. Abbiamo chiesto il registro, così come oggi vi è un progetto di legge unificato al Senato, relatore la senatrice Laura Bianconi, che vede l'istituzione di questo registro per l'endometriosi.
Il registro, a nostro avviso, è utilissimo; condividiamo, pertanto, questa iniziativa dei nostri colleghi del Senato in quanto ci informa innanzitutto dell'incidenza sul territorio di questa malattia e, soprattutto, della stadiazione della stessa. L'endometriosi sta diventando una malattia sociale, probabilmente saranno previste delle pensioni per queste donne; noi vorremmo distinguere le pazienti affette da endometriosi severa o grave, da quelle che hanno una forma più lieve, in quanto i provvedimenti che lo Stato dovrà assumere nei confronti di tali soggetti dovranno essere differenziati a seconda della gravità della patologia.
Colleghi, io mi sarei augurato che su questa iniziativa volta a sostenere che la donna deve essere maggiormente protetta, e ho supportato questa mia tesi con numeri e dati di fatto, ci fosse stata una univocità di vedute, un voto trasversale a favore della donna e della politica che questo Governo attuerà nei confronti della sanità femminile, ma purtroppo così non è stato.
Ho anche letto le mozioni che hanno presentato la collega Laura Molteni della Lega e l'onorevole Barani, insieme ad altri, del Popolo della Libertà. Sicuramente noi convergiamo sulla lotta al tabagismo che ha proposto l'onorevole Molteni, sulla corretta alimentazione e sulle problematiche relative alla procreazione; tuttavia, saremmo a favore di una maggiore incisività della politica che questo Governo dovrebbe attuare nei confronti della donna.
Mi sembra un po' poco ammettere che esistono delle problematiche relative alla procreazione. L'Italia, infatti, è l'ultimo Paese in Europa per numero di nascite, è l'ultimo: abbiamo un numero di figli per donna che in Italia è dell'1,31, anzi era tale nel 2005 ed ora è scivolato all'1,29, mentre in Olanda è all'1,71, in Norvegia all'1,8, in Islanda al 2,05; sono numeri davvero diversi da quelli dell'Italia! Mi sorprende, quindi, che gli amici della Lega, ma anche quelli del Popolo della Libertà che sono per l'identità nazionale, per la difesa delle radici culturali, etniche o per quella che oggi si chiama italianità, non pensino che la sola prevenzione non possa di per sé rappresentare l'unico strumento di questo Governo per aumentare il numero di nascite.
Noi siamo sicuramente per la prevenzione della sterilità, per la conservazione della fertilità in tutte le pazienti oncologiche che hanno subito la cattiva avventura di avere il cancro, che sono guarite e che vogliono godere della propria genitorialità. Siamo anche favorevoli a mettere a disposizione di tutti i cittadini che ne fanno richiesta i progressi della scienza; quindi, siamo per la preservazione della fertilità, ma anche per la terapia della sterilità con tutti gli strumenti che oggi la scienza ci mette a disposizione.
Abbiamo letto anche la mozione dell'onorevole Barani che ci vede convergenti sicuramente per quanto riguarda l'utilizzo dell'analgesia nel travaglio di parto e la riduzione dei nati pretermine, ma anche su tale aspetto, ricordo all'onorevole Barani, che tutti i bambini che adesso stanno nascendo con prematurità o con immaturità sono frutto anche della legge n. 40 che purtroppo ha determinato in Italia la triplicazione del numero delle gravidanze trigemellari con conseguente nascita di bambini sotto peso o comunque prematuri.
Quindi, con questa mia dichiarazione di voto preannuncio che l'Italia dei Valori voterà a favore, innanzitutto, della mozione del Partito Democratico che è la più vicina alla nostra, ma non si tirerà indietro davanti alle mozioni proposte dalla Lega e dal Popolo della Libertà, in quanto per noi anche un piccolo miglioramento volto in direzione della donna, del mondo femminile e della salute delle donne, rappresenta una sfida che verificheremo sul territorio nei prossimi mesi e nei prossimi anni (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Laura Molteni. Ne ha facoltà.
LAURA MOLTENI. Signor Presidente, con questa mozione noi chiediamo al Governo di impegnarsi per consolidare un nuovo orientamento sul tema della salute delle donne, favorendo una nuova e più attenta sensibilità nei confronti dell'esigenza assistenziale delle donne sul piano psicofisico nelle diverse età e fasi evolutive. È innovativo, infatti, che tra gli impegni a tutela della salute delle donne oggi si chieda al Governo un intervento di sostegno psicologico su particolari stati di disagio psicologico delle donne stesse.
Bisogna evidenziare anche l'importanza delle problematiche relative alla procreazione, implementando interventi di prevenzione e cura delle patologie dell'apparato riproduttivo, anche nella prospettiva della riduzione del rischio di infertilità legato all'innalzamento dell'età media del parto. È, altresì, importante prevenire e contenere il ricorso delle donne all'interruzione volontaria della gravidanza, favorendo l'adozione di forme di supporto della donna dal concepimento alla nascita e realizzando lo spirito originario della legge n. 194 del 1978 che, all'articolo 1, evidenzia che l'IVG (l'interruzione volontaria di gravidanza) non costituisce uno strumento per il controllo delle nascite.
Occorre, inoltre, una particolare attenzione per prevenire le patologie oncologiche, l'osteoporosi, le disfunzioni metaboliche, l'artrosi e i disturbi dell'alimentazione (mi riferisco alle situazioni di anoressia e di bulimia).
Per questi motivi, ponendo una particolare attenzione alle patologie poc'anzi espresse, va potenziato il sistema di screening per contenerne l'esposizione alle morbilità. Vanno anche implementate le campagne di sensibilizzazione sull'astensione dal fumo di sigaretta, informando le donne sui rischi di infertilità ad esso connessi e sulle correlazioni con l'incremento della mortalità fetale e neonatale (mi riferisco alla famosa SIDS, la sindrome improvvisa della morte del feto e del lattante), promuovendo uno stile di vita salubre e un'alimentazione sana e corretta.
Una particolare attenzione va data alle problematiche relative alla chirurgia plastica ricostruttiva che può seguire ad una mastectomizzazione per patologie oncologiche, individuando nuovi protocolli assistenziali atti a garantire la massima trasparenza circa le implicazioni anche di lungo periodo ed elevati livelli di affidabilità e di sicurezza nell'accesso alle cure.
È fondamentale promuovere programmi integrati in ambito sociale e sanitario che diano una risposta effettiva agli stati di disagio psicosociale delle donne (donne vittime di violenza; di stati di depressione conseguenti a separazioni, divorzi, vedovanza o altri eventi familiari traumatici; donne affette da patologie oncologiche soprattutto se soggette ad interventi chirurgici di asportazione del seno; donne vittime di mobbing; donne anoressiche o bulimiche; donne che presentano depressione post partum e altre situazioni analoghe). Anche attraverso un accesso riservato e protetto a consulenze psicologiche on line (in primis come primo aiuto), quale strumento di rilevazione delle situazioni a rischio (insorgenti e nascoste) e di sostegno psicologico a carattere continuativo, al fine di evitare o contenere quelli che poi sono un domani i maggiori costi socio-assistenziali quando queste situazioni degenerano in patologie o dipendenze.
Condividendo anche gli impegni richiesti al Governo dalla mozione del PdL (mozione Barani ed altri n. 1-00097) voteremo a favore sia di questa mozione, sia della mozione dell'UdC (mozione Capitanio Santolini ed altri n. 1-00104), perché le linee politiche in tema di tutela della salute e della vita sono convergenti con alcuni punti che abbiamo espresso nella nostra mozione.
Per quanto riguarda le politiche della sinistra, io non dimentico che dietro le righe di una mozione ci sono precise politiche sanitarie e sociali. Non dimentico quelle che io chiamo le «sinistre» politiche radicali per la «legalizzazione dell'eutanasia».Pag. 66Invece, in merito alla mozione Livia Turco ed altri n. 1-00094, ricordo che dietro sono anche sottese e in agguato sempre politiche «sinistre», portate avanti dalla stessa onorevole Turco (sin da quando era Ministro, ma anche come rappresentante del PD), di una sinistra a favore dell'autorizzazione della registrazione in Italia della pillola abortiva RU486. Si tratta di una pillola definita da molti «pillola killer», in quanto, una volta propinata alle donne negli ospedali che già la usano, dopo l'ingerimento della seconda pasticca spesso segue la firma della paziente per dimissioni volontarie e «l'aborto scorciatoia», fatto in casa, in solitudine, con gravi rischi per la salute compreso quello di morte, così come è già avvenuto in altri Paesi.
La pillola RU486 è imprevedibile nei suoi effetti in quanto l'aborto si può prolungare per un paio di settimane, con ingenti perdite di sangue, vomito, contrazioni dolorose ed esposizioni alle morbilità. Ricordo che, qualora somministrata a chi ha meno di 18 anni può far anche accusare disturbi del completamento dello sviluppo con il rischio dell'infertilità.
Allora, come si compendiano le linee espresse della mozione dell'onorevole Livia Turco e le linee di una politica portata avanti dalla sinistra sino ad oggi con la tutela della salute in tema di prevenzione e cura delle patologie femminili?
Voglio anche evidenziare che la mozione Livia Turco che persegue politiche sanitarie e sociali che si fondano su principi diversi rispetto a quelli sui quali si orientano la maggioranza e il Governo attuali, è una sorta di manifesto per l'8 marzo prossimo.
Questo ve lo dico, perché la prima mozione che ho trovato sottolineava una serie di intendimenti che ben si adeguavano ad una notizia di agenzia uscita proprio il 7 marzo di un anno fa.
Ricordo all'onorevole Livia Turco che, quando è stata Ministro, ha avuto la possibilità di portare avanti un suo preciso programma di politiche per la salute delle donne. Ora che non è più tale, non pretenda di imporre le sue politiche e i suoi indirizzi politici a chi governa oggi il Paese. In particolare, la mozione Livia Turco, a fronte di misure già varate e di impegni assunti dall'attuale Governo, evidenzia comunque una serie di impegni in tema di politica sanitaria e sociale che nei fatti, con questo Governo, sono già concretamente operativi in programmi precisi (mi riferisco, per fare un esempio, all'inclusione delle donne nei trias clinici). Pertanto, questa mozione si traduce in un ennesimo e ultroneo esercizio accademico.
Ricordo all'onorevole Livia Turco che le politiche sanitarie per le donne non sono un manifesto o un programma per l'8 marzo e che, in questi giorni, ricorre la festa di Sant'Agata, patrona delle donne per il mondo cristiano. All'onorevole Turco significo quindi che non esiste solo l'8 marzo. Ebbene, all'onorevole Livia Turco ricordo anche che, da un lato, il «suo» Governo Prodi è fallito a metà mandato e che, dall'altro, al rinnovo del voto e della fiducia popolare lo stesso Governo Prodi è stato bocciato, senza appello, dagli elettori, che hanno conferito la guida del Paese alla coalizione di centrodestra, attribuendole una maggioranza schiacciante.
Ora, stante che alcuni membri del suo stesso partito hanno ritirato le firme dalla sua mozione (nelle giornate di lunedì e martedì), sconfessandola, quindi, sul piano politico, con quale coraggio l'onorevole Turco viene ora a darci lezioni in quest'Aula? Ieri, infatti, non solo ben cinque onorevoli del Partito Democratico, sottoscrittori della sua mozione e appartenenti al suo stesso partito, hanno ritirato la loro firma dal documento, ma di questi ben due sono donne. Donne che hanno ritirato la propria firma su una mozione in tema di salute per le donne, proposta dal loro stesso ex Ministro.
Quindi, l'onorevole Livia Turco cosa pretende oggi da noi della maggioranza, quando sono i suoi stessi colleghi del Partito Democratico a non riconoscersi nei principi e nelle linee politiche sulla salute delle donne, in tema di prevenzione e cura delle patologie femminili, da lei stessa espressi in primis nella sua mozione?
Oggi, in Aula, probabilmente vista la situazione dei giorni precedenti, la mozione Livia Turco è stata sostituita con unPag. 67nuovo testo, dopodiché, verso la fine della mattinata, stante la mal partita, alcune colleghe della stessa Turco, hanno esposto la possibilità di stilare un testo unico, quasi fosse questa l'unica proposta valida sul tema della salute delle donne, proprio perché avrebbe potuto essere sottoscritta da tutte le donne del Parlamento. Ma se è vero che quella poteva essere l'unica proposta valida quale vittoria per le donne, perché le colleghe della sinistra hanno chiesto tale soluzione solo poco prima di votare le varie mozioni, al posto di proporre prima l'indizione di un tavolo con tutte le parlamentari per la stesura di un testo unico sulla salute delle donne? La risposta è, da un lato che gli indirizzi politici sono su molteplici punti inconciliabili e, dall'altro, che oggi è il 4 febbraio, ossia un mese prima dell'8 marzo.
Concludendo, ricordo all'onorevole Livia Turco che saranno i cittadini del Paese a giudicare, gli stessi cittadini che hanno giudicato l'operato del suo Governo, bocciandolo al rinnovo delle Camere nella consultazione elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Signor Presidente, mi sembra abbastanza evidente, dai contributi che sono stati dati dalle oratrici che mi hanno preceduto, come il tema della salute della donna rappresenti davvero, in un certo senso, il cuore del dibattito culturale contemporaneo, perché tocca non soltanto problemi di ordine scientifico, ma anche di ordine sociale e culturale, e in qualche modo rappresenta anche una tradizione culturale forte presente nel nostro Paese.
In primo luogo, se in questo momento ci troviamo qui oggi a discutere della salute della donna, è perché la prima mozione o, per lo meno, la sua calendarizzazione è avvenuta per iniziativa del Partito Democratico. Questo per dire quanto ci stia a cuore il tema della salute della donna e quanto ci stia a cuore la riflessione sulle problematiche connesse con la salute della donna, siano esse affrontate dal punto di vista strettamente clinico, sia nella più ampia prospettiva sociale, aperta anche a quella prospettiva di globalizzazione che rivolge uno sguardo specialmente attento anche alla salute delle donne immigrate.
Non vi è dubbio che il tema della salute della donna sia di grande complessità e non vi è dubbio su ciò che ha detto poc'anzi l'onorevole Laura Molteni, ossia sul dibattito che c'è stato nel Partito Democratico e quindi anche sull'intervento sulla mozione che era stata presentata lunedì e che viene discussa oggi: ciò rappresenta lo sforzo concreto, reale e positivo con cui all'interno del Partito Democratico si cercano comunque soluzioni condivise. Vorrei dire alla collega della Lega, che lo sa benissimo, che oggi credo sia stato visibile a tutta l'Aula lo sforzo costante fatto per addivenire a un dispositivo comune e condiviso, che avesse la sua forza nelle soluzioni concrete e positive a favore della donna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
L'obiettivo era quello di raggiungere la massima condivisione possibile, affinché la donna fosse vista non come una realtà appartenente alle parti, ma come quell'elemento forte di coesione del sistema sociale, perché costituisce un elemento forte di coesione anche all'interno del sistema parlamentare.
Ho ottenuto il consenso del gruppo del Popolo della Libertà, attraverso la persona dell'onorevole Barani, che è capogruppo nella nostra Commissione e che è stato disposto a lavorare insieme; abbiamo lavorato perfino su alcuni punti, fatto delle ipotesi anche con la collega De Nichilo Rizzoli; c'è stata un'ampia convergenza a lavorare insieme con l'onorevole Capitanio Santolini, con l'onorevole Palagiano, eccetera. Dove ho trovato un'ostilità sistematica, chiara, concreta e pregiudiziale è stato proprio da parte della Lega.
Devo dire che non ho capito per quale ragione, avendo dato la garanzia di poter selezionare insieme i punti di convergenza e di poter ottenere anche da parte del Governo un consenso che leggesse nellaPag. 68dimensione positiva e propositiva ciò che c'era da fare per la salute della donna, ci sia stata questa chiusura.
Il sottosegretario Fazio molto gentilmente ha espresso parere favorevole su due dei nostri punti, ma mi deve spiegare perché, dietro l'argomentazione che «già lo stiamo facendo», non possa ricevere un parere favorevole anche il quarto punto della mozione, che parla della lotta ai tumori come programma strategico del Servizio sanitario nazionale; mi deve anche spiegare perché, laddove all'undicesimo punto, quando parliamo di interventi positivi a favore della gravidanza, del percorso di nascita, della prevenzione dell'interruzione volontaria di gravidanza, e quando parliamo di quei famosi aspetti che per la prospettiva di tutti noi è la legge n. 194 del 1978 non applicata (su cui voi avete fatto una campagna fortissima, al quale io mi unisco personalmente e profondamente con la massima convinzione), non ce l'approvate!
Perché non possiamo difendere la salute della donna anche guardando in senso positivo alle politiche per la natalità? Perché non dobbiamo tenere conto che, nella complessità della situazione della donna, «fa» salute anche la rete dei servizi, che abbiamo registrato in un punto che guarda alle politiche che mettono le giovani donne nella condizione di avvicinarsi alla maternità? Non vorrei che dietro tutto questo ci fosse anche il pregiudizio politico e demagogico del voler dire di no!
C'è perlomeno un punto nella mozione presentata che io stessa non voterei; ma le garantisco che sugli altri punti c'è apertura, c'è concretezza, c'è volontà di farsi carico della salute delle donne positivamente! Mi sembra demagogico questo «no»; mi sembra inaudito che ancora una volta, com'è stato nella settimana scorsa, tutte le mozioni passino e l'unica mozione sulla disabilità che non passa è la nostra! Non è possibile! Non potete pensare di costruire l'unità sui valori, l'unità sulla cultura, l'unità sulle persone in questo modo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
Noi chiediamo il voto per parti separate, però chiediamo ai colleghi di tenere il fascicolo in mano. Non limitatevi a guardare il dito del presidente di gruppo! Leggete cosa c'è scritto in ogni punto e vedrete quanto è condivisibile. Avremmo potuto presentare un testo unitario, perché sembra quasi che moltissimi punti siano copiati da una stessa fonte.
Quindi c'era la possibilità di creare un dispositivo condiviso e mi dispiace che non ci si sia arrivati, ma questa è un'offesa e una ferita che ci portiamo dietro. Non so poi cosa andremo a dire l'8 di marzo quando in qualche modo vorremo celebrare la giornata della donna: diremo che non abbiamo voluto che il Parlamento trovasse su questo punto un atteggiamento unico e condiviso; abbiamo soltanto preteso una logica di parte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Italia dei Valori - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, le mozioni all'ordine del giorno hanno un tema, quello della prevenzione e cura delle patologie femminili, e pertanto nella mozione da noi presentata ci siamo voluti limitare a questo tema, senza ovviamente valutare tutto l'universo femminile, come hanno fatto altre mozioni.
Come è ovvio, mi tocca iniziare dall'ultimo intervento svolto dall'onorevole Binetti. Non so, onorevole Binetti, perché molte parti delle vostre mozioni spesso non vengono accettate: è un esame di coscienza che vi dovete fare. Noi non riusciamo a capire perché non riusciamo a capirvi, ma voi non fate nulla per farvi capire, non solo dalla maggioranza, ma anche da altri spezzoni della minoranza (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà)!
Questo, quindi, è un problema vostro, non nostro! Lei stessa ha detto che ha delle difficoltà a condividere certi punti della vostra mozione, forse perché c'è molta demagogia o banale propagandismo.
Le ricordo - e vi ricordo - che il nostro Servizio sanitario nazionale è unoPag. 69dei pochi al mondo che garantisce la salute di tutte le donne nostrane, straniere regolari e straniere abusive senza nessuna distinzione. Eppure, nella vostra mozione era presente questo riferimento ad impegnare il Governo anche per le donne straniere: ci pensiamo già, il Governo ci pensa già, non c'era bisogno di inserire questo riferimento!
Ed ancora: lo sapete che esiste un vero e proprio turismo sanitario di donne dalla zona UE e dai cosiddetti Paesi extracomunitari verso l'Italia, proprio per usufruire del nostro Servizio sanitario nazionale per le sue capacità diagnostiche e terapeutiche? Lo sapete che secondo l'Organizzazione mondiale della sanità - non secondo noi - e secondo il World Health Statistics la vita media delle donne italiane è la seconda al mondo, con 84 anni, a pari merito con la Francia, e che nel gradino più alto ci sono solamente le donne giapponesi, con 85 anni? Con la nostra mozione - questo è il nostro obiettivo - vorremmo superarle ed impegniamo il Governo a cercare di elevare la vita media delle nostre donne ancora di più, con il traguardo forse di superare i 90 anni in pochi anni.
La fortuna delle nostre donne è stata quella di nascere in un Paese occidentale fin dai tempi di Governi come quello di Crispi e Pagliani: mi riferisco ad una data tradizionale e convenzionale, il 1888, quando per la prima volta il Parlamento - questo Parlamento - promulgò la legge sulla tutela dell'igiene e della sanità pubblica, conosciuta come «legge Crispi-Pagliani».
Ed ancora, dopo questa legge ricordo i Governi riformisti negli anni Settanta con il socialista Mariotti e la storica legge n. 833 del 1978 (per varare la quale sono occorsi quarant'anni) che ha definito il nostro sistema sanitario in virtù del quale le nostre donne hanno potuto di godere di professionalità, apparecchiature diagnostiche e terapeutiche di prima qualità che le ha portate a grandi traguardi di qualità della vita, benessere e longevità.
Certo, le donne nate con il burqa e sotto dittature con la falce e il martello sono state più sfortunate e la loro vita media è nettamente inferiore a quella delle nostre. Cito due o tre dati: in Cina essa si attesta a 73 anni, in Marocco a 73, in Pakistan a 62, in Russia a 74 anni (e certo, in queste realtà vi sono ovviamente delle grandi difficoltà).
Si può dire - per ridurlo in un concetto chiave - che burqa e falce e martello sono inversamente proporzionali con qualità di vita, benessere e salute femminile. Io mi vorrei invece complimentare con la commissione Salute donna, già di Forza Italia, adesso del Popolo della libertà, che ha partecipato ai lavori dell'ONU - presieduta dall'allora sottosegretario, onorevole Domenico Di Virgilio - e grazie a tale lavoro la Commissione competente ONU si è proposta di studiare in quale misura un ambiente incentivante per la donna può contribuire al raggiungimento di una sempre maggiore uguaglianza di genere nella società, e di un reale progresso nella condizione di vita dell'universo femminile.
Per quanto riguarda il merito della mozione, che - come Popolo della libertà - abbiamo presentato, tale documento ha posto l'attenzione su questioni tecniche molto precise, dalla medicina d'iniziativa alle battaglie anche culturali sulle patologie delle donne, per impegnare il Governo a creare e promuovere campagne di informazione e a potenziare gli screening. È importante parlare della salute riproduttiva delle donne, promuovere il parto naturale, quello indolore, e la salute neonatale, così come riconoscere le competenze del Sistema sanitario italiano, che come ho già detto è uno dei migliori al mondo. Bisogna investire nella ricerca, in particolare in quella di genere per quanto riguarda, non solo le patologie, ma anche i farmaci e i modelli di cura. La scienza sta progressivamente andando al servizio dei bisogni delle donne. Si possono citare ricerche che indicano le donne come coloro che prendono decisioni solo sulla salute, coloro che gestiscono l'informazione medica della famiglia, sulle procedure mediche e sulla salute dei bambini e delle bambine, in ambiti diversi quali quelli legati ai problemi dell'età, alla salutePag. 70mentale ed emotiva, alla salute riproduttiva, alle violenze. Si cerca sempre più un sistema che possa venire incontro e che ci possa fornire screening precoci, risparmio di tempo e di risorse, corretto approccio e libertà di accesso alle cure e valide relazioni medico-paziente.
Vorrei terminare questa mia breve dichiarazione di voto dicendo anche che, alla luce della valutazione da parte del sottosegretario, il quale si è rimesso all'Aula, sulle varie mozioni - anche su quelle che eventualmente verranno votate per parti separate - il nostro gruppo si asterrà perché ritiene che vi sono in tutte le mozioni degli elementi positivi, elementi che noi non vogliamo trascurare, dando un voto positivo anche con l'astensione. Ovviamente voteremo in senso contrario su tutto quello che il sottosegretario Fazio, come rappresentante del Governo, non ha ritenuto di accettare. Il nostro obiettivo è quello dell'universo donna, in particolare di impegnare il Governo a consentire il raggiungimento di quel fatidico obiettivo dei novanta anni, e di far diventare l'Italia come il primo Paese al mondo per longevità, per benessere fisico e psichico.
Ma non posso non terminare con una riflessione a voce alta rispetto a qualcosa che, come Popolo delle libertà, non ci piace e va contro la nostra mozione (intendiamo impegnare il Governo a cercare di impedire che certe cose succedano). Mi riferisco a un caso di attualità: il caso di Eluana. Stiamo parlando di una donna, e questo caso non è lontano dalle tematiche che stiamo trattando. Infatti, i riflettori sul testamento biologico e la mancanza di un intervento legislativo che sappia prevenire e affrontare situazioni drammatiche come quella di Eluana pongono un grosso problema davanti a tutte le famiglie. Si stanno generando una cultura e dei precedenti molto strani. Quindi, vogliamo che il Governo, anche in questo campo, dia al Paese delle risposte certe affinché non si ripetano casi come questo. Perché se questo dovesse continuare, se questo esempio di cultura «spartana», portata avanti da certi giudici, si dovesse ripetere, allora il pericolo sarebbe quello del monte Taigeto. Gli antichi spartani su tale monte portavano le bambine deformi, malate, non utili alla dura società spartana. Non c'era ipocrisia allora, e l'uccisione selettiva dei neonati e delle neonate era tanto dura quanto ineluttabile e condivisa da tutti.
Oggi nella ricca e opulenta società occidentale sono cambiati i metodi di uccisione e selezione ma la sostanza è sempre la stessa. Noi non possiamo permetterci di far morire nessuno senza idratazione e alimentazione artificiale (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi a titolo personale. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Virgilio. Ne ha facoltà.
DOMENICO DI VIRGILIO. Signor Presidente, interverrò brevemente. Ringrazio l'onorevole Barani che ha citato la commissione istituita dal Ministero della salute, del lavoro e delle politiche sociali il 24 novembre 2005, quando ero sottosegretario, da me presieduta e composta da venticinque donne impegnate in vari ambiti professionali che hanno affrontato tutto l'universo delle situazioni in cui oggi versano la donne che - ricordiamocelo - costituiscono la maggioranza del nostro Paese. Le ricordate componenti la commissione affrontarono i problemi riguardanti la donna e la formazione, donna e lavoro, donna e famiglia, donna e partecipazione, donne e stili di vita, donna e salute, donna e immigrazione, donna e violenza, donna e mobbing, donna e depressione post partum con uno scopo prevalentemente preventivo.
Voglio ricordare - è stato poco citato - che oggi il 10-12 per cento delle ragazze soffrono di anoressia o bulimia ed è un problema grave per il nostro Paese. Voglio ricordare come la prevenzione oncologica sia diversificata notevolmente tra nord e sud: ad esempio, la prevenzione del tumore del seno è poco posta in essere al sud. Questa commissione - concludo - fece un decalogo, che noi stampammo e fu distribuito in tutte le farmacie italiane e a tutti i medici di base, che invitava le donnePag. 71proprio come prevenzione a fare attenzione al tabacco, all'alcool, all'alimentazione, ad incentivare l'attività fisica, ad acquistare un contapassi in modo da potersi regolare sul movimento giornaliero, a bere molti liquidi, a proteggere la pelle dai raggi solari, a trovare alternative allo zucchero e al sale, a praticare qualche attività sportiva e, infine, ad avere uno stretto contatto con il servizio sanitario nazionale onde prevenire le patologie che purtroppo incidono fortemente perché soltanto la prevenzione può limitarle in modo da dare alle donne quel giusto riconoscimento anche in questo campo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Argentin. Ne ha facoltà.
ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, colleghi, ho preso la parola sentendomi però già rappresentata dalla deputata Binetti con la quale concordo e che ritengo abbia fatto un ottimo intervento. Volevo, tuttavia, rivolgermi al sottosegretario Fazio per quanto riguarda l'ultimo punto citato dalla nostra mozione. Ritengo che non si possa considerare rispetto alla salute delle donne la situazione di alcune madri e alcune donne che devono sopportare per tutta una vita lo stato dei loro figli disabili: ad esempio, il fatto che li devono tirare su e giù dalla mattina alla sera. Quindi, è necessario considerare i grandi problemi di salute che ci possono essere rispetto a queste donne e, quindi, la necessità di una rete di servizi.
Onorevole Fazio, visto che nell'ultima interrogazione ho compreso la sua sensibilità su certi temi, la invito a immaginare quanto sia importante rivolgere un'attenzione particolare, anche dal punto di vista prenatale, a tutte le donne portatrici di patologie genetiche e neuromuscolari. Anche in questo caso vi è la necessità di un intervento.
Quindi se demagogia fosse, è presente un po' in tutte le mozioni e non soltanto in quella a prima firma dell'onorevole Livia Turco, diciamolo francamente. Mi raccomando che alcuni punti rimangano ben evidenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, ho chiesto di parlare per formulare una proposta di voto per parti separate della mozione in esame. Tale proposta deriva dalla convinzione che il Partito Democratico ha proposto una mozione riguardante la prevenzione e la cura delle patologie femminili essendo questo un tema di grande rilevanza e sensibilità sociale e civile che si è manifestata nel corso del dibattito e del confronto parlamentare tra gruppi e singoli parlamentari e nell'interlocuzione con il Governo.
Infatti, sono anche convinto e siamo convinti che vi siano parti comuni di ciascuna mozione che consentirebbero, come ha detto anche l'onorevole Binetti nella dichiarazione di voto per il nostro gruppo, di intrecciare il consenso a favore di parti importanti di ciascuna mozione. Quindi, per quanto riguarda la mozione del Partito Democratico, anche per favorire la più ampia convergenza parlamentare, data la rilevanza del tema di cui discutiamo, chiedo alla Presidenza che si proceda alla votazione per parti separate su ciascun capoverso relativo alla parte di impegno della mozione Livia Turco ed altri n. 1-00094.
PRESIDENTE. Riepilogando, secondo quanto affermato dal Governo, per quanto riguarda la mozione Livia Turco ed altri n. 1-00094 (Nuova formulazione), il Governo esprime parere contrario sull'intera mozione, ad eccezione del secondo e dell'ottavo capoverso del dispositivo, su cui il Governo si rimette all'Assemblea.
Il parere è favorevole sulle mozioni Barani ed altri n. 1-00097 e Laura Molteni ed altri n. 1-00099 (Nuova formulazione), mentre il Governo si rimette all'Assemblea sulle mozioni Palagiano ed altri n. 1-00100 e Capitanio Santolini ed altri n. 1-00104.Pag. 72
Anche in virtù dell'esplicita richiesta che è pervenuta testé dall'onorevole Quartiani, voteremo dunque separatamente ciascun capoverso dell'impegno della mozione Livia Turco ed altri n. 1-00094 e successivamente le relative premesse.
(Votazioni)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul primo capoverso del dispositivo della mozione Livia Turco ed altri n. 1-00094 (Nuova formulazione), non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori - Vedi votazionia
).
(Presenti 482
Votanti 481
Astenuti 1
Maggioranza 241
Hanno votato sì 245
Hanno votato no 236).
Prendo atto che il deputato Mattesini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che i deputati Picchi e Mottola hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Prendo altresì atto che la deputata Pelino ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul secondo capoverso del dispositivo della mozione Livia Turco ed altri n. 1-00094, su cui il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori - Vedi votazionia
).
(Presenti 487
Votanti 350
Astenuti 137
Maggioranza 176
Hanno votato sì 254
Hanno votato no 96).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul terzo capoverso del dispositivo della mozione Livia Turco ed altri n. 1-00094 (Nuova formulazione), non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori - Vedi votazionia
).
(Presenti 491
Votanti 490
Astenuti 1
Maggioranza 246
Hanno votato sì 246
Hanno votato no 244).
MASSIMO DONADI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. La votazione è aperta, onorevole Donadi, adesso non posso darle la parola.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul quarto capoverso del dispositivo della mozione Livia Turco ed altri n. 1-00094 (Nuova formulazione), non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Commenti - Vedi votazionia
).
(Presenti 491
Votanti 490
Astenuti 1
Maggioranza 246
Hanno votato sì 244
Hanno votato no 246).Pag. 73
Scusate, abbiate pazienza, ma non posso dare la parola in questo momento, a meno che non si tratti di un richiamo al Regolamento su un punto specifico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul quinto capoverso del dispositivo della mozione Livia Turco ed altri n. 1-00094 (Nuova formulazione), non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 492
Votanti 464
Astenuti 28
Maggioranza 233
Hanno votato sì 220
Hanno votato no 244).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul sesto capoverso del dispositivo della mozione Livia Turco ed altri n. 1-00094 (Nuova formulazione), non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 492
Votanti 463
Astenuti 29
Maggioranza 232
Hanno votato sì 215
Hanno votato no 248).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul settimo capoverso del dispositivo della mozione Livia Turco ed altri n. 1-00094 (Nuova formulazione), non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 494
Votanti 493
Astenuti 1
Maggioranza 247
Hanno votato sì 216
Hanno votato no 277).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ottavo capoverso del dispositivo della mozione Livia Turco ed altri n. 1-00094 (Nuova formulazione), sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 486
Votanti 316
Astenuti 170
Maggioranza 159
Hanno votato sì 250
Hanno votato no 66).
Prendo atto che il deputato Paladini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul nono capoverso del dispositivo della mozione Livia Turco ed altri n. 1-00094 (Nuova formulazione), non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e Italia dei Valori - Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 493
Maggioranza 247
Hanno votato sì 249
Hanno votato no 244).Pag. 74
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul decimo capoverso del dispositivo della mozione Livia Turco ed altri n. 1-00094 (Nuova formulazione), non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori - Vedi votazionia
).
(Presenti 495
Votanti 494
Astenuti 1
Maggioranza 248
Hanno votato sì 245
Hanno votato no 249).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'undicesimo capoverso del dispositivo della mozione Livia Turco ed altri n. 1-00094 (Nuova formulazione), non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori - Vedi votazionia
).
(Presenti 492
Votanti 490
Astenuti 2
Maggioranza 246
Hanno votato sì 244
Hanno votato no 246).
Cosa c'è, onorevole Molteni?
LAURA MOLTENI. Signora Presidente, non è possibile!
PRESIDENTE. Colleghi, scusate, capisco che sono le ultime occasioni di voto plurimo, ma vi consiglio di votare ciascuno per sé (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul dodicesimo capoverso del dispositivo della mozione Livia Turco ed altri n. 1-00094 (Nuova formulazione), non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 484
Votanti 483
Astenuti 1
Maggioranza 242
Hanno votato sì 218
Hanno votato no 265).
FURIO COLOMBO. Presidente!
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul tredicesimo capoverso del dispositivo della mozione Livia Turco ed altri n. 1-00094 (Nuova formulazione), non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico - Vedi votazioni).
(Presenti 481
Votanti 479
Astenuti 2
Maggioranza 240
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 269).
Prendo atto che il deputato Graziano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul quattordicesimo capoverso del dispositivo della mozione Livia Turco ed altri n. 1-00094 (Nuova formulazione), non accettato dal Governo.Pag. 75
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Commenti dei deputati dei gruppo Partito Democratico).
Presenti e votanti 490
Maggioranza 246
Hanno votato sì 245
Hanno votato no 245
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla parte motiva della mozione Livia Turco ed altri n. 1-00094 (Nuova formulazione), non accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico - Vedi votazioni).
(Presenti 494
Votanti 493
Astenuti 1
Maggioranza 247
Hanno votato sì 220
Hanno votato no 273).
Cosa succede? Colleghi...
RITA BERNARDINI. È una votazione falsa!
PRESIDENTE. Onorevole Bernardini...
Indico la votazione nominale...
RITA BERNARDINI. Sono state tutte false le votazioni!
PRESIDENTE. Onorevole Bernardini, abbiamo capito, però adesso basta.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Barani ed altri n. 1- 00097, accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 487
Votanti 484
Astenuti 3
Maggioranza 243
Hanno votato sì 306
Hanno votato no 178).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Laura Molteni ed altri n. 1-00099 (Nuova formulazione), accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Vedi votazioni).
(Presenti 483
Votanti 479
Astenuti 4
Maggioranza 240
Hanno votato sì 293
Hanno votato no 186).
Prendo atto che la deputata Sbai ha segnalato che non è riuscita a votare e che i deputati Grassi e Cassinelli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Palagiano ed altri n. 1-00100, sulla quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 490
Votanti 284
Astenuti 206
Maggioranza 143
Hanno votato sì 223
Hanno votato no 61).
Prendo atto che il deputato Paladini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Capitanio Santolini ed altri n. 1-00104, sulla quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 490
Votanti 304
Astenuti 186
Maggioranza 153
Hanno votato sì 296
Hanno votato no 8).
È così esaurito l'esame delle mozioni all'ordine del giorno.
Sull'ordine dei lavori (ore 17,15).
PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, questa mattina abbiamo fatto una lunga riflessione, anche abbastanza aspra nell'epilogo finale, su un tema che riguardava il comune di Napoli. Vorrei sollecitare il Governo facendomi interprete, in questa sede, di una richiesta di colloquio che gli amministratori di Lampedusa hanno avanzato nei confronti del Presidente del Consiglio. Credo che, quali che siano le decisioni del Governo nei confronti di Lampedusa, non possiamo lasciare da soli quest'isola, questo comune e questi abitanti, che sono a tutti gli effetti cittadini italiani, onorevole collega della Lega (Applausi di deputati del gruppo Italia dei Valori)! Essi, come lei e più di lei, hanno fatto sacrifici nell'affrontare la clandestinità e l'illegalità, dando un pezzo di pane, forse anche in nome suo, a tanti che sono sbarcati in quell'isola o che hanno trovato la morte dei propri figli sulle rive di quell'isola. Pertanto, chiedo al Governo nulla di più che farsi carico di un atto di equità, serietà ed attenzione ovvero che riceva il sindaco di Lampedusa, che ha chiesto ufficialmente un colloquio con il Presente del Consiglio (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Italia dei Valori e di deputati del gruppo Partito Democratico).
ROBERTO COTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, resti a verbale di questa seduta. A fronte dell'intervento dell'onorevole Casini vorrei sottolineare che, dal nostro punto di vista, il Governo sta facendo tutto quello che deve essere fatto (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà) perché oggi più che mai la priorità è quella di una lotta seria all'immigrazione clandestina. Questa lotta seria all'immigrazione clandestina, adesso, la si deve fare (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori), la si deve fare e bisogna essere intransigenti ed essere intransigenti vuol dire che chi arriva sul nostro territorio senza averne titolo deve essere espulso (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e di deputati del gruppo Popolo della Libertà). Questo ci chiedono i cittadini: deve essere espulso, ovviamente fatte salve le norme sul diritto di asilo e sull'assistenza ai minori, cosa che ha fatto il Ministro Maroni, forse unico rispetto a tutti gli altri Ministri, dimostrando una grande sensibilità (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico - Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).
Con riferimento agli abitanti di Lampedusa, siamo stati gli unici a dare rappresentanza a un cittadino di Lampedusa. Infatti, una lampedusana è stata eletta in Parlamento grazie alla Lega, questo vorrei ricordarlo, mentre l'isola di Lampedusa èPag. 77sempre stata dimenticata da tutti i Governi precedenti (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania e di deputati del gruppo Popolo della Libertà - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Detto questo, una volta risolto il problema dell'immigrazione clandestina, l'isola di Lampedusa tornerà a fiorire e molto probabilmente avrà molte più potenzialità rispetto a quante non ne abbia avuto in passato (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
SERGIO ANTONIO D'ANTONI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SERGIO ANTONIO D'ANTONI. Signor Presidente, mi associo alle parole dell'onorevole Casini, chiedendo al Governo in primo luogo di venire in quest'Aula a riferire sulla situazione di Lampedusa, e poi di incontrare il sindaco di Lampedusa, e consiglio all'onorevole Cota di incontrare il sindaco di Lampedusa (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) che appartiene al suo schieramento e di cui la senatrice Maraventano, della quale si è fatto gloria l'onorevole Cota, è il vicesindaco. Parli con il sindaco di Lampedusa, e l'onorevole Cota si accorgerà che l'isola di Lampedusa è stata trasformata in una colonia penale da questo Governo e dal Ministro dell'interno Maroni (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori-Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), altro che lampedusani che si gloriano di avere un vicesindaco! Gli abitanti di Lampedusa si sono accorti di che pasta era fatta la loro vicesindaco e l'hanno contestata, onorevole Cota, si informi! Veda la televisione, legga i giornali!
Esiste un problema di sovranità, di territorialità e di accoglienza degli immigrati, di una politica vera degli immigrati. Per farla, in questo Parlamento e fuori da questo Parlamento, non si può più fare demagogia. Un conto è la lotta agli immigrati clandestini, un conto è la tradizione di tolleranza, di accoglienza e di civiltà del popolo italiano che questo Governo fa di tutto per calpestare (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)! Allora incontrino il sindaco di Lampedusa...
STEFANO ALLASIA. Vergogna!
SERGIO ANTONIO D'ANTONI. ...e svolgano qui un dibattito sull'immigrazione, sulle regole dell'ONU, sul fatto che l'Italia appartiene all'ONU e vuole rispettare le sue regole! Non trasformate Lampedusa in un bagno penale, non ve lo consentiremo! Obama ha chiuso Guantanamo e noi faremo chiudere Lampedusa (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori - Congratulazioni - Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
RITA BERNARDINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, per l'ennesima volta in quest'Aula oggi hanno operato numerosi pianisti che hanno falsificato le votazioni effettuate (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Voglio che questo sia messo agli atti e, da radicale, non mi resta che ringraziare il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, perché dal prossimo mese finalmente avremo in quest'Aula votazioni degne di questo nome, votazioni regolari. Certo tutti i deputati, e questa è veramente la vergogna di quest'Aula, dovranno dare le loro impronte digitali.
ROBERTO SIMONETTI. Le tue impronte, non le mie!
RITA BERNARDINI. Grazie, Presidente Fini, perché ha saputo fare quello che altri Presidenti non hanno saputo fare (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
LEOLUCA ORLANDO. Chiedo di parlare.
Pag. 78PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LEOLUCA ORLANDO. Signor Presidente, questa seduta della Camera si chiude così come è iniziata: con la mortificazione delle autonomie locali, ossia con la mortificazione della capacità di un'amministrazione locale di rappresentare la propria gente. Credo che piuttosto che chiederci se essere cattivi o buoni dobbiamo cercare di essere seri e di applicare le leggi, e le leggi dicono che un sindaco rappresenta una comunità. Credo che il Governo farebbe cosa buona e giusta, oltre che corretta, se accogliesse la richiesta del sindaco, legale rappresentante di una comunità locale, che vuole esporre al Governo del nostro Paese i problemi di un'isola che rischia di pagare disfunzioni ed errori che non sono dell'isola, ma dell'intero Paese. Da questo punto di vista confido che il Governo saprà raccogliere l'appello del sindaco di Lampedusa, evitando di mortificare ancora una volta quelle autonomie locali che tanto si dice essere a cuore soprattutto ad una parte di questo Parlamento, alla Lega Nord (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori e di deputati del gruppo Partito Democratico).
GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Signor Presidente, intanto intervengo per chiedere una cortesia: se può informare l'onorevole D'Antoni che in quest'Aula è in funzione un impianto di amplificazione e non occorre che ogni volta che interviene tenga un comizio, come se si trovasse su una piazza il giorno del 1o maggio. Questo sarebbe un atto di riguardo nei confronti dei suoi colleghi, ai quali potrebbe esporre con meno veemenza ragionamenti più articolati rispetto ai non ragionamenti che egli ci propone.
Ciò detto, signor Presidente, il collega D'Antoni coglie l'occasione per darci questi colpi di teatro, ma si dimentica di dire che l'alternativa a quello che stiamo osservando a Lampedusa è, ahimè, quello che loro hanno sempre fatto, cioè consentire che gli immigrati clandestini giunti là fossero trasferiti sul continente e da lì potessero liberamente circolare in clandestinità, senza che alcun controllo fosse più effettuato. È grazie a questo tipo di politica che questo Paese è diventato il punto di ingresso, in Europa, di tutta l'immigrazione clandestina. Inoltre, ciò ha consentito, in qualche misura, di essere considerati dai nostri partner europei, da questo punto di vista, un Paese poco affidabile sui trattati internazionali.
Ciò premesso, ritengo che il punto chiave sia un altro. Vogliamo lavorare per evitare che Lampedusa sia il punto di approdo del traffico di persone da parte della criminalità che opera dalle coste africane? Forse possiamo farlo e avremmo potuto farlo proficuamente se, rispetto per esempio al Trattato di amicizia italo-libico, avessimo dato un contributo più serio di quello che è stato fornito dall'opposizione in quest'Aula. Il Ministro Maroni ha tutte le ragioni del mondo a non consentire che la pressione su Lampedusa si traduca in un cedimento dell'Italia rispetto alla clandestinità. E il punto non è Guantanamo, perché l'Italia dà tutte le garanzie del caso a chi ospita. Noi salviamo le persone che naufragano in mare, le assistiamo, le rifocilliamo e garantiamo loro una condizione sicuramente più degna di quella che hanno nel loro Paese, dove vengono trasportate dai trafficanti.
Signor Presidente, il punto chiave non è fare comizi di quel tipo e non è ascoltare un sindaco che si è fatto ben sentire, ma gestire questa emergenza realizzando a Lampedusa quello che deve essere realizzato, cioè un centro di identificazione e di espulsione che funzioni.
DONATA LENZI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DONATA LENZI. Signor Presidente, intervengo solo per dire che non è la prima volta che alla fine della seduta, su unaPag. 79richiesta che viene rivolta al Governo, si apre impropriamente una discussione. Se vogliamo fare del fine seduta un momento di discussione politica scegliamo questa strada, altrimenti ognuno stia nell'utilizzo di questo spazio nel modo proprio, per cui ci si rivolge al Governo, si sollecita un intervento e si pone una questione. Non è necessario aprire una discussione. Se proprio si apre una discussione, allora mi permetto di dire che non credo che stia a un altro dei 630 componenti dell'Assemblea stabilire il livello di voce o che cosa deve essere fatto, criticando il contenuto dell'intervento di un collega, come è stato appena fatto.
PRESIDENTE. Onorevole Lenzi, la responsabilità in questo caso è della Presidenza, che ha concesso la parola a tutti. Ho ritenuto opportuno farlo, data la rilevanza dell'argomento.
Annunzio della costituzione della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi.
PRESIDENTE. Comunico che la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi ha proceduto, in data odierna, alla propria costituzione.
Sono risultati eletti: presidente, il senatore Sergio Zavoli; vicepresidenti, i deputati Giorgio Lainati e Giorgio Merlo; segretari, i deputati Davide Caparini ed Enzo Carra.
Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 17,30).
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, come ho fatto prima della pausa antimeridiana, mi ripeto in questo momento, confidando anche nel suo impegno, oltre a quello del Vicepresidente Leone, per una migliore comunicazione tra il Governo e il Parlamento. Mi riferisco a tre casi e a tre Ministri in particolare, uno dei quali cito purtroppo dall'inizio del mese di settembre inutilmente, e non solo per le questioni e gli interventi che rende giustamente a nome dell'intero popolo italiano nelle sedi di Governo anche straniere. Si tratta del Ministro degli esteri Frattini, dal quale mi sembra opportuno - parlo a nome dell'UdC, ma sono esterrefatto che lo faccia solo io e non anche i colleghi della PdL, della Lega o delle altre forze politiche, come pure è stato fatto durante la scorsa legislatura - apprendere qualche notizia riguardo a quelle due povere suore italiane ancora nelle mani dei rapitori delle quali non sappiamo niente.
Il secondo tema riguarda un altro Ministro che mi sembra opportuno che la Presidenza della Camera richiami nella sua autorevolezza. La cosa è interessante e quindi non lo dico, come si vede anche dal tono della voce che sto usando, con nessuna volontà polemica: così come allora Forza Italia, Alleanza Nazionale, la Lega e l'UdC chiesero al Ministro dell'economia Padoa Schioppa di venire in Parlamento a riferire del famoso tesoretto, che c'è stato e poi è sparito durante l'anno 2008, ora scopriamo dai giornali (con grande gioia almeno da parte mia, lo dico senza nessuna ironia) che è intenzione del Governo impegnare 40 miliardi di euro nei prossimi tre anni per affrontare la crisi economica.
È noto che in tutte le democrazie occidentali in questi mesi si discute di come intervenire ulteriormente davanti all'aggravarsi della crisi. In tutte le democrazie occidentali il Ministro - o il segretario, nel caso degli Stati Uniti - del tesoro tiene lunghi colloqui non informali, ma aperti, nelle aule e nelle commissioni parlamentari, per dire quali sono i soldi e come si possono impegnare, il più delle volte con voti bipartisan.
Mi piacerebbe che ci avvicinassimo, ad di là delle tante parole dette in campagna elettorale, a questo aspetto della democraziaPag. 80e quindi, visto che c'è questa ampia disponibilità, si potesse iniziare a discutere, se c'è, come spenderla e con quale accordo o confronto bipartisan arrivarvi. Ciò perché - lo dico ai tanti colleghi esperti della maggioranza - per molte volte ed anche nell'ultimo decreto-legge anti-crisi si è discusso di un voto bipartisan, ma si è posto il voto di fiducia, che vorremmo evitare in futuro.
Per la terza questione, onorevole Presidente, non voglio riferirmi a un invito che è stato rivolto prima dal Presidente Casini e che ha, non si capisce per quale ragione, aperto un dibattito sulle politiche dell'immigrazione, quanto piuttosto ad un gravissimo allarme (gravissimo nella sua importanza) lanciato giustamente dal Ministro dell'interno, Maroni, sulla possibilità (da lui definita comprovata) di un commercio di organi di bambini. Tale questione vorremmo non fosse solo affidata ai quotidiani italiani, ma avesse un minimo di confronto, vista la gravità della situazione, anche nelle Aule parlamentari.
Lo dico - ho concluso, onorevole Presidente Bindi - confidando nel suo rinomato impegno e nell'impegno della Presidenza della Camera, anche per riguardo non tanto al mio gruppo, alla mia persona e alla mia storia parlamentare, quanto agli argomenti che sono stati oramai trattati attraverso interviste su molti quotidiani nazionali, ai quali la televisione pubblica di Stato ha dato un ampio risalto e che vorremmo fossero anche affrontati in un dialogo parlamentare.
PRESIDENTE. Onorevole Volontè, può contare sull'impegno della Presidenza, e in maniera particolare sull'ultimo punto da lei toccato abbiamo già sollecitato, anche per via del risalto avuto sugli organi di stampa, la presenza del Ministro, data la particolare delicatezza del tema al quale lei faceva riferimento.
ANDREA SARUBBI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA SARUBBI. Signor Presidente, il tema è molto diverso da quelli trattati finora e riguarda il maltempo di questo periodo. Abbiamo sentito parlare dei problemi sulla Salerno-Reggio Calabria, ed a Napoli per la caduta di un costone a Posillipo.
Visto che la protezione civile si sta rendendo conto che ci potranno essere ulteriori emergenze, mi permetto di sollecitare la risposta ad una mia interrogazione che ho presentato ormai da parecchio tempo: era venerdì 7 novembre, siamo quasi al 7 febbraio e, quindi, sono passati quasi tre mesi. Tale interrogazione verteva sul comune di Ischia e, in particolare, sulle frane sul versante settentrionale del monte Vezzi. Ci furono delle frane due anni e mezzo fa, anzi ormai quasi tre anni fa (il 30 aprile 2006) e morirono quattro persone; sono passati quasi tre anni e ci sono ancora oggi parecchie famiglie che non sono riuscite a tornare nelle loro case e i finanziamenti promessi alla fine non hanno risolto nessun problema.
Siamo ancora in una situazione di stallo, relativo tanto allo sblocco dei fondi previsti, quanto alla definizione progettuale degli interventi. Permane un'estrema instabilità geologica della zona - lo ripeto: sto parlando di Ischia, quindi, anche di un fiore all'occhiello del turismo italiano - poiché il versante settentrionale del monte Vezzi non è stato messo in sicurezza.
Siccome non ho chiesto la luna al Governo, ma soltanto di capire a che punto sono questi soldi stanziati e quando queste famiglie potranno rientrare a casa, sommessamente - come va di moda dire in quest'Aula - mi permetto a tre mesi di distanza di riproporre questa interrogazione e di sollecitare una risposta.
ANGELO CERA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANGELO CERA. Signor Presidente, vorrei solamente riferire un episodio che ieri sera è apparso su Striscia la notizia. Si tratta di un episodio che vedeva configgere, su problemi evidentemente demaniali, alcuni cittadini di una cittadina lazialePag. 81e dove era anche presente un sindaco che è stato ripetutamente vilipeso in maniera pesantissima da un signore che ne ha fatto oggetto di ogni tipo di sberleffo e ingiuria, dando prova di come può essere mortificato un pubblico amministratore.
Siccome mi è parso evidente che il sindaco non ha assolutamente risposto alle ingiurie e anche alle minacce e alle offese di questo cittadino molto particolare, chiedo che il Ministro dell'interno riguardi - perché è stato un brutto esempio - la trasmissione televisiva, nella quale un pubblico amministratore è stato talmente vilipeso.
Chiedo al Ministro dell'interno e al prefetto di quella provincia se ci siano gli estremi per rimuovere questo sindaco e mandarlo a casa perché non ha fatto nessuna operazione per tutelare se stesso e, soprattutto, l'immagine di sindaco in ripresa televisiva. Chiedo se ci siano gli estremi per mandare a casa un sindaco che non è nelle condizioni di difendere se stesso ed evidentemente quella cittadina.
PRESIDENTE. Onorevole Cera, dopo l'intervento del suo capogruppo di questa mattina sulle autonomie locali, lei mi chiede un impegno di questo genere?
ANGELO CERA. Evidentemente, è una cosa molto diversa!
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, le chiedo scusa se le porterò via qualche istante. Sono desolato (ovviamente non per lei) che non ci sia il Presidente Leone, perché avrei ovviamente gradito poter direttamente rivolgermi a lui. Avendo la possibilità di farlo, ho diligentemente aspettato la fine della seduta per parlare a titolo personale, senza intervenire nuovamente sull'ordine dei lavori. Il Presidente Leone legittimamente (ho qualche dubbio sull'opportunamente e correttamente) poteva darmi una risposta nel momento in cui fossi rientrato in Aula dopo quella votazione. Ha deciso di darla nel momento in cui ero fuori. Vorrei svolgere delle brevissime considerazioni che forse sarebbe stato utile conoscessero i colleghi che hanno ascoltato le parole del Presidente Leone e che, invece, ovviamente non potranno ascoltarle perché se ne sono andati via.
Le lascio agli atti, anche perché, signor Presidente, penso che comunque sia, a prescindere dalla parte in cui siamo, in quest'Aula - sapendo che oggi siamo qui e domani potremmo essere dall'altra parte - dovremmo avere un interesse collettivo e diffuso a far sì che dei punti di riferimento e delle regole concernenti l'andamento delle nostre sedute possano essere tali veramente per tutti e che, in qualche modo, valgano sempre.
Signor Presidente quest'oggi, in un contesto che lei conosce bene, perché grazie al suo intervento siamo riusciti a raddrizzare un pochino i nostri lavori, ci siamo trovati in una situazione nella quale da più parti è stato sollevato, da ultimo anche dal collega Casini, il fatto che ci trovavamo ad esaminare una mozione che aveva dei punti che alcuni di noi ritenevano inammissibili. Tali punti sono stati considerati inammissibili nella propria valutazione addirittura dal Governo.
Ovviamente noi sappiamo che l'istruttoria sull'ammissibilità dei documenti all'esame dell'Aula spetta agli uffici; se la Presidenza ha dato un parere favorevole - ci terrei molto se lei potesse ascoltarmi, tanto non c'è bisogno di una replica, sto esprimendo semplicemente delle mie opinioni e non mi aspetto nessuna replica -, è chiaro che c'è una valutazione che in qualche modo apre una discussione sull'ammissibilità di alcuni punti.
Addirittura la nostra preoccupazione era relativa al fatto che, nonostante il parere del Governo sull'inammissibilità di alcuni punti, potesse succedere che quei punti - che vedremo dopo se sono ammissibili o meno - potessero addirittura essere approvati dall'Aula, perché, come èPag. 82del tutto evidente e fisiologico, l'Aula può votare in modo difforme anche dal parere del Governo, in quanto il documento è stato ammesso.
Questo era il contesto, un contesto di grande incertezza, con il Governo che è intervenuto tre volte per dare tre pareri diversi su quei punti. Lei conosce la vicenda. Questa descrizione del contesto non è un fatto marginale, perché in tutti i precedenti che lei può richiamare, analogamente a quanto accaduto oggi, c'è sempre stata da parte del Presidente un'attenzione e una valutazione al contesto nel quale si configurava una situazione; tale contesto portava il Presidente comunque ad intervenire ripetutamente e anche in modo diffuso sull'argomento e non a liquidarlo con una semplice battuta, perché il contesto conta quando si assumono delle decisioni.
Il collega Quartiani è intervenuto a fronte di questo stato di cose per avanzare una proposta prioritaria, come risulta dagli atti - ho stampato il resoconto in corso di seduta pubblicato su internet, quindi carta canta - avanzando una prima proposta di una sospensione della seduta per dare modo al Governo e alla maggioranza di trovare una formulazione di quel documento che non fosse così palesemente riconducibile a dei possibili criteri di inammissibilità. Questa è stata la proposta principale del collega Quartiani, il quale poi ha avanzato anche una proposta di inversione dell'ordine del giorno, ovviamente con lo spirito di dare tempo al Governo (anche questo fa parte del contesto), in modo da affrontare gli altri punti all'ordine del giorno e dare tempo al Governo di mettere a posto questo documento.
A quel punto, signor Presidente, la risposta del Presidente di turno della Camera non è stata che questa richiesta non era ammissibile. La risposta del Presidente della Camera è stata: «La ringrazio ma siamo già in fase di votazione e non ritengo si possa accogliere la sua proposta». Quindi, non c'entra il fatto che fosse ammissibile o meno, ma: «siamo già in fase di votazione». A quel punto il sottoscritto si alza, signor Presidente della Camera, e dice per la precisione all'onorevole Leone: dov'è la fase di votazione? Di che cosa stiamo parlando? Come è chiusa la fase di votazione? Così mi risponde il Presidente a queste domande: sono finite le dichiarazioni di voto e siamo nella fase di votazione.
Si tratta di un argomento, signor Presidente, che non c'entra assolutamente nulla, perché nella fase di votazione non si possono fare tante cose, ma il fatto che siamo nella fase di votazione non rende inammissibile una richiesta. È chiaro? Bene, io chiedo di parlare e dico che non è così e poi quando affermo che vorrei sapere qual è l'articolo del Regolamento e il comma, se è possibile, in ragione del quale si ritiene inammissibile la richiesta di inversione dell'ordine del giorno, mi si risponde: «è prassi costante».
Le segnalo, inoltre, signor Presidente - perché il ruolo di chi sta seduto lì è importante tanto quanto quello di chi parla da qui - che mi viene risposto: «Se non vuole partecipare faccia una rivolta!». Gli stenografi hanno anche messo un bel punto esclamativo, giustamente. Il Presidente della Camera si rivolge a me e mi dice: se non vuoi partecipare fai una rivolta. Bene. A questo punto io dico: «lei non può fare una cosa del genere». Da questo dibattito emerge poi che il gruppo del Partito Democratico esce dall'Aula e non partecipa al voto.
Questo per spiegarle che le ragioni che sono state addotte, per le quali non era possibile fare l'inversione dell'ordine del giorno, non erano l'ammissibilità, ma il fatto che ci trovavamo in una fase dell'esame dell'Aula - non si sa bene quale - nella quale non si poteva avanzare questa richiesta.
Signor Presidente, i precedenti - è chiaro, infatti, che il collega Leone su questo mi chiama in causa, perciò parlo a titolo personale, facendomi capire che sono io che devo studiare il Regolamento perché lui lo conosce perfettamente - se siamo in grado di valutare fino in fondo lePag. 83cose e se a questo punto ci muoviamo in punto di diritto, non dicono che in quest'Aula è inammissibile la richiesta di inversione dell'ordine del giorno quando è iniziata una discussione; dicono che è inammissibile se non c'è l'unanimità. Queste sono le parole... Prego gli uffici di consentirmi di interloquire con l'onorevole Bindi, dopo potranno comunicare con il Presidente, glielo leggo io all'onorevole Bindi....
PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, lei sa che sta superando i tempi. Io le ho dato la parola per ultimo per consentirle di superarli, però non esageri.
ROBERTO GIACHETTI. Mi avvio a concludere, signor Presidente. Le leggo cosa ha detto il Presidente Violante il 7 marzo 2001 (resoconto di quel giorno a pagina 95) rispondendo ad un deputato: «La prima (delle due questioni) è che relativamente all'inversione dell'ordine del giorno ho chiesto» - quindi ha posto in essere un'attività - «appositamente se vi fosse unanimità perché, in questo caso, come è noto, si può passare all'esame di un provvedimento, anche se non è stato ancora concluso l'esame del precedente». Questo ha affermato l'allora Presidente della Camera Violante dopo la decisione della Giunta per il Regolamento a cui fa riferimento il Presidente Leone nel momento in cui interviene per replicare a me.
Mi limito semplicemente a dire che un altro autorevole esponente della maggioranza, oggi figura di rilievo nelle nostre istituzioni, il Ministro per i rapporti con il Parlamento, in un'altra occasione è intervenuto a proposito di questo dicendo: «Il punto, Presidente, non è formale, perché, anche dopo la pronuncia del giugno 1996, vi sono stati numerosi precedenti di inversione dell'ordine del giorno approvati, comunque, con i voti dell'Assemblea», in riferimento al fatto che l'Assemblea è sovrana.
Questo per dirle, signor Presidente, che i precedenti - e le parla uno che non ha la disponibilità che ovviamente avete voi dei precedenti - vanno anche letti. Allora, rispetto a quello che ha detto l'onorevole Leone, la contestazione che è stata rivolta all'onorevole Quartiani era fuori luogo, perché chiamava in causa un'altra questione, che non c'entrava nulla con questo. Per quanto riguarda i precedenti, di precedenti si ferisce e di precedenti si perisce. I precedenti vanno letti nel loro insieme.
Penso che in una situazione di questo tipo poteva essere nella sensibilità - ognuno poi sceglie di fare quello che vuole e quando presiede ha una responsabilità, la esercita e io porterò sempre rispetto per il Presidente Leone - e che in quel momento egli potesse fare una verifica aggiuntiva e capire se, data la situazione, considerata la richiesta del capogruppo Soro di ritirare la mozione dell'onorevole Laboccetta e quello che si era configurato, potesse essere utile... Sono contento che ci sentono anche dall'alto così abbiamo un concerto di opinioni che ci aiuterà.
Penso, signor Presidente, che quando si citano i precedenti, soprattutto quando si citano contro l'opinione di un deputato e in un emiciclo pieno di deputati, bisognerebbe citarli fino in fondo e fare fino in fondo quel lavoro che serve a far sì che le sedute dell'Aula, anche alla luce di quello che il presidente Casini da ultimo ha affermato in quel contesto, possano portare a dei risultati che, come credo sia stata in questo caso la votazione di quei punti della mozione, non aiutano il buon andamento dell'amministrazione e del procedimento legislativo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, è evidente che avrei preferito - così sarebbe stato se questa seduta avesse superato le 17,30, orario nel quale il Presidente Leone, a seduta normale, avrebbe dovuto presiedere - che ci fosse lui ad ascoltare questa sua ampia argomentazione sulle vicende che si sono verificate questa mattina.
Personalmente, se posso, spero di non aggiungere problemi ad una giornata già abbastanza complicata, non per solidarietàPag. 84di Presidenza, evidentemente, però posso sicuramente svolgere queste brevi riflessioni.
La prima (che lei stesso ha detto) è che questo argomento non andava posto in quel momento, ma è stato fatto dall'onorevole Quartiani. Sul piano dell'ammissibilità, tema che ci ha riguardato per un po' tutta la mattinata, la decisione era stata assunta dal Presidente e credo che nessun Vicepresidente di turno avrebbe potuto ritornare su quella decisione che ha aleggiato durante tutta la seduta. L'ammissibilità sulla quale vi sono pareri molto diversificati è stata valutata in base a quei famosi precedenti che una volta fanno testo in un senso e qualche volta in un altro.
Da questo punto di vista, sicuramente mi riconosco nelle parole del presidente Casini di questa mattina e nelle parole dell'onorevole Zaccaria durante la discussione generale. Credo, inoltre, che al di là dei riferimenti regolamentari sia una valutazione politica dello stesso Parlamento, della sua dignità e delle sue funzioni quella di decidere anche l'ammissibilità di mozioni che hanno un carattere politico così evidente e non hanno nessun fondamento giuridico, come quella che abbiamo discusso questa mattina.
Credo sia stata una mattinata difficile per tutti e che sia stato richiesto a chi ha presieduto questa mattina - prima a chi vi parla e poi al Vicepresidente Leone - di assumere delle decisioni che avevano esse stesse una dose di forte discrezionalità. Io stessa ho, in qualche modo, interpretando il Governo, fatto qualcosa forse non rituale nell'individuare una sorta di pareri separati da parte del Governo che poi hanno portato, su richiesta del gruppo del PD, a votazioni separate.
Il Vicepresidente Leone è subentrato ad una certa fase della discussione. Dalle parole stesse che lei ha detto non si poteva procedere in quel momento all'inversione dell'ordine del giorno a meno che non vi fosse l'unanimità. Io credo che il Vicepresidente Leone, guardando l'Aula, abbia valutato che l'unanimità sul rinvio di quel punto all'ordine del giorno non ci sarebbe comunque stata e, allora, si è assunto la responsabilità di prendere questa decisione. Delle espressioni di scambio tra la Presidenza e i singoli parlamentari potremmo farne una collezione da parte di tutti coloro che presiedono, dato che ciascuno di noi ne usa qualcuna.
Voglio sperare che, dopo questa lunga (e penso doverosa da parte sua) esposizione, questa vicenda si possa considerare conclusa nella maniera migliore, ovvero quella di una collaborazione sempre più forte a servizio dell'istituzione della quale ci onoriamo di far parte. Mi auguro, quindi, che in ordine al funzionamento dell'istituzione stessa ci possa essere una collaborazione e una stima sempre crescente da parte di tutti.
SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, la ringrazio per il chiarimento che ha dato e aggiungo una considerazione non sulla vicenda regolamentare di cui abbiamo parlato sinora. Rispondo ad una annotazione sull'ordine dei lavori rilasciata in quest'Aula poco fa dalla collega Bernardini. Sottolineo il fatto che l'Ufficio di presidenza ha preso delle decisioni in ordine ad un certo meccanismo di votazione in Aula ed evidentemente questo è un fatto.
Certamente, non credo, anche per il rispetto personale che ho della storia dei radicali, che l'onorevole Bernardini possa diventare la portabandiera della battaglia anti pianisti in quest'Aula, semplicemente perché mi corre l'obbligo di sottolineare come la stessa delegazione radicale (presente in quest'Aula in una composizione diversa dall'attuale, ma comunque presente in quest'Aula durante la scorsa legislatura) non abbia mai effettivamente sostenuto, con la stessa forza, quando faceva parte della maggioranza, la stessaPag. 85battaglia contro i pianisti, per la presenza in Aula e per il controllo sistematico delle schede, che invece noi abbiamo condotto per due anni dall'opposizione.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
Giovedì 5 febbraio 2009, alle 14:
1. - Informativa urgente del Governo sulla recente gravissima aggressione nei confronti di un cittadino indiano verificatasi a Nettuno, in provincia di Roma.
2. - Svolgimento di interpellanze urgenti.
La seduta termina alle 17,55.
ERRATA CORRIGE
Nel resoconto stenografico della seduta del 3 febbraio 2009:
a pagina 5, prima colonna, cinquantesima riga, il numero: «0.1.1000.1933», si intende sostituito dal seguente: «0.1.1000.1937»;
a pagina 6, seconda colonna, trentacinquesima riga ed a pagina 32, prima colonna, trentunesima riga, la parola «LDR» si intende sostituita dalla seguente: «ELDR»;
a pagina 6, seconda colonna, quarantesima riga, il numero: «28», si intende sostituito dal seguente: «27».
VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nom. | Moz. Laboccetta e a. 1-5 p. I | 282 | 240 | 42 | 121 | 237 | 3 | 69 | Appr. |
2 | Nom. | Moz. Laboccetta e a. 1-5 p. II | 272 | 246 | 26 | 124 | 230 | 16 | 68 | Appr. |
3 | Nom. | Moz. Laboccetta e a. 1-5 p. III | 283 | 246 | 37 | 124 | 232 | 14 | 68 | Appr. |
4 | Nom. | Moz. Laboccetta e a. 1-5 p. IV | 286 | 277 | 9 | 139 | 273 | 4 | 68 | Appr. |
5 | Nom. | Moz. Laboccetta e a. 1-5 p. V | 288 | 278 | 10 | 140 | 277 | 1 | 68 | Appr. |
6 | Nom. | Moz. Di Pietro e a. 1-101 | 450 | 225 | 225 | 113 | 28 | 197 | 66 | Resp. |
7 | Nom. | Moz. Marchignoli e a. 1-95 | 487 | 191 | 296 | 96 | 189 | 2 | 66 | Appr. |
8 | Nom. | Moz. Vietti e a. 1-98 | 479 | 51 | 428 | 26 | 48 | 3 | 66 | Appr. |
9 | Nom. | Moz. Misiti e a. 1-102 | 488 | 60 | 428 | 31 | 45 | 15 | 66 | Appr. |
10 | Nom. | Moz. Valducci e a. 1-103 | 490 | 241 | 249 | 121 | 241 | 66 | Appr. | |
11 | Nom. | Moz. Livia Turco e a.1-94 n.f. p.I | 482 | 481 | 1 | 241 | 245 | 236 | 61 | Appr. |
12 | Nom. | Moz. Livia Turco e a.1-94 p.II | 487 | 350 | 137 | 176 | 254 | 96 | 60 | Appr. |
13 | Nom. | Moz. Livia Turco e a 1-94 p.III | 491 | 490 | 1 | 246 | 246 | 244 | 60 | Appr. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nom. | Moz. Livia Turco e a 1-94 p.IV | 491 | 490 | 1 | 246 | 244 | 246 | 60 | Resp. |
15 | Nom. | Moz. Livia Turco e a.1-94 p.V | 492 | 464 | 28 | 233 | 220 | 244 | 60 | Resp. |
16 | Nom. | Moz. Livia Turco e a.1-94 p.VI | 492 | 463 | 29 | 232 | 215 | 248 | 60 | Resp. |
17 | Nom. | Moz. Livia Turco e a 1-94 p.VII | 494 | 493 | 1 | 247 | 216 | 277 | 60 | Resp. |
18 | Nom. | Moz. Livia Turco e a.1-94 p.VIII | 486 | 316 | 170 | 159 | 250 | 66 | 60 | Appr. |
19 | Nom. | Moz. Livia Turco e a.1-94 p.IX | 493 | 493 | 247 | 249 | 244 | 59 | Appr. | |
20 | Nom. | Moz. Livia Turco e a.1-94 p.X | 495 | 494 | 1 | 248 | 245 | 249 | 59 | Resp. |
21 | Nom. | Moz. Livia Turco e a 1-94 p.XI | 492 | 490 | 2 | 246 | 244 | 246 | 59 | Resp. |
22 | Nom. | Moz. Livia Turco e a 1-94 p.XII | 484 | 483 | 1 | 242 | 218 | 265 | 59 | Resp. |
23 | Nom. | Moz. Livia Turco e a 1-94 p.XIII | 481 | 479 | 2 | 240 | 210 | 269 | 59 | Resp. |
24 | Nom. | Moz. Livia Turco e a 1-94 p.XIV | 490 | 490 | 246 | 245 | 245 | 59 | Resp. | |
25 | Nom. | Moz. Livia Turco e a 1-94 p.XV | 494 | 493 | 1 | 247 | 220 | 273 | 59 | Resp. |
26 | Nom. | Moz. Barani e a. 1-97 | 487 | 484 | 3 | 243 | 306 | 178 | 59 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 29) | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nom. | Moz. Laura Molteni e a. 1-99 | 483 | 479 | 4 | 240 | 293 | 186 | 59 | Appr. |
28 | Nom. | Moz. Palagiano e a. 1-100 | 490 | 284 | 206 | 143 | 223 | 61 | 59 | Appr. |
29 | Nom. | Moz. Capitanio Santolini e a.1-104 | 490 | 304 | 186 | 153 | 296 | 8 | 59 | Appr. |