XVI LEGISLATURA
Resoconto sommario dell'Assemblea
Seduta n. 135 di mercoledì 18 febbraio 2009
Pag. VPRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE
La seduta comincia alle 9,30.
La Camera approva il processo verbale della seduta dell'11 febbraio 2009.
I deputati in missione sono settantotto.
Discussione del disegno di legge S. 1305, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge n. 207 del 2008: Proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni finanziarie urgenti (approvato dal Senato) (A.C. 2198).
PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.
RAFFAELE VOLPI (LNP), Relatore per la I Commissione. Espresso preliminarmente rammarico per l'estrema ristrettezza dei tempi riservati alle Commissioni riunite I e V per l'esame di un provvedimento d'urgenza che reca misure eterogenee e frammentarie, su cui è stata peraltro posta la questione di fiducia durante l'iter al Senato, rileva la sostanziale carenza strutturale dei provvedimenti recanti proroga dei termini stabiliti con legge, in considerazione del fatto che il loro esame in seconda lettura è in genere di natura meramente formale e riconducibile alla primaria esigenza di evitarne la decadenza. Nell'illustrare, quindi, il contenuto del decreto-legge in discussione, per le parti rientranti nell'ambito di competenza della I Commissione, osserva che l'esiguità dei tempi disponibili e la conseguente impossibilità di procedere ad un compiuto esame di merito del provvedimento non sono assolutamente ascrivibili a presunte responsabilità istituzionali o politiche dei relatori.
GABRIELE TOCCAFONDI (PdL), Relatore per la V Commissione. Rileva preliminarmente che la decisione della Conferenza dei presidenti di gruppo relativa all'inizio della discussione in Assemblea del disegno di legge di conversione n. 2198 non ha consentito un compiuto esame nel merito, in sede referente, delle disposizioni da esso recate, aventi contenuto eterogeneo e parzialmente unificate dalla finalità di prorogare termini stabiliti con legge; ricorda altresì che il Governo ha presentato una relazione tecnica nella quale ha fornito i chiarimenti richiesti dai relatori. Richiama quindi, con riferimento all'ambito di competenza della V Commissione, le misure più significative contenute nel decreto-legge, come modificato dal Senato, tra le quali la riformulazione della norma mediante la quale la legge finanziaria per il 2009 ha escluso l'applicazione delle misure sanzionatorie a carico degli enti locali per il mancato rispetto del Patto di stabilità interno negli anni 2009-2011, l'interpretazione autentica in tema di riconoscimento della ruralità dei fabbricati ai fini ICI, la proroga del termine di vigenza delle convenzioni in corso in cui sia parte la Tirrenia di Navigazione SpA, il differimento dei termini previsti per l'attuazione del piano di riordino e dismissione delle partecipazioni detenute nei settori non strategici dall'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa SpA e per la conclusione dell'indagine conoscitiva finalizzata all'individuazione dei collegamenti ferroviari destinati Pag. VIalla liberalizzazione, nonché la previsione della realizzazione di nuove infrastrutture carcerarie.
ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Avverte che il Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.
ROBERTO ZACCARIA (PD). Rilevato preliminarmente come, nel corso dell'iter presso l'altro ramo del Parlamento, l'articolato del provvedimento d'urgenza in discussione sia stato notevolmente ampliato, sottolinea la forte eterogeneità del suo contenuto, che comprende non solo molteplici proroghe di termini, ma anche misure ordinamentali, di finanza pubblica e di mera manutenzione normativa. Nel constatare peraltro come una rilevante quota della produzione normativa nel corso dell'attuale legislatura sia introdotta nell'ordinamento attraverso la decretazione d'urgenza, giudica il provvedimento in esame una gravissima forzatura, oltre che peggiorativo della già discutibile prassi di emanare decreti-legge omnibus. Evidenzia altresì, nel merito, la discontinuità di talune misure da esso recate rispetto a precedenti politiche intraprese dal Governo ed esprime contrarietà, tra l'altro, all'ulteriore proroga in materia di class action ed alle norme in tema di privacy e di investimenti immobiliari. Nel sottolineare, inoltre, l'eccessiva ristrettezza dei tempi riservati all'esame del provvedimento d'urgenza, reputa del tutto inaccettabile il modo di legiferare del Governo, che rende arduo il compito del Parlamento persino nella conversione in legge di decreti-legge.
MARIO TASSONE (UdC). Nel ringraziare preliminarmente i relatori per il proficuo lavoro svolto, giudica un'alterazione della procedura legislativa parlamentare la prassi di prorogare termini stabiliti con legge tramite lo strumento della decretazione d'urgenza, stigmatizzando altresì l'estrema ristrettezza dei tempi riservati all'esame in sede referente di un decreto-legge che, di fatto, espropria la Camera delle proprie prerogative. Espresse, quindi, forti perplessità sul tentativo di utilizzare un provvedimento di proroga di termini per disciplinare materie di fondamentale importanza, come l'editoria, l'edilizia penitenziaria e gli enti di ricerca, richiama gli aspetti di maggiore criticità degli interventi delineati, soffermandosi, in particolare, sulle norme inerenti il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per le quali sottolinea l'opportunità di predisporre un testo unico. Ricordato, infine, l'atteggiamento ispirato a spirito costruttivo assunto dal suo gruppo nel corso dell'iter in Commissione, ritiene che la presentazione di specifiche proposte emendative migliorative del testo sarà sostanzialmente vanificata dal presumibile intendimento del Governo di porre la questione di fiducia.
ANTONIO BORGHESI (IdV). Nell'esprimere sdegno per la blindatura del provvedimento d'urgenza in discussione, che reputa un nuovo grave oltraggio alle prerogative della Camera, paventa il rischio di un progressivo e deleterio scivolamento della vita istituzione e politica del Paese verso una forma di regime, auspicando una nuova manifestazione di biasimo e riprovazione da parte della Presidenza della Camera se il Governo darà seguito al preannunziato intendimento di ricorrere alla questione di fiducia. Manifesta quindi netta contrarietà a numerose misure recate - peraltro, a suo giudizio, impropriamente - dal provvedimento d'urgenza in discussione, quali la sanatoria in tema di pubblicità elettorale, il rinvio della class action, nonché le disposizioni in materia di editoria, di concessioni autostradali e di cartolarizzazione, stigmatizzando il mancato perseguimento da parte del Governo dei fenomeni di evasione fiscale. Esprime pertanto l'orientamento contrario del suo gruppo al disegno di legge di conversione in discussione.
PIERGUIDO VANALLI (LNP). Nel ringraziare i relatori e l'Esecutivo per il contributo offerto all'iter del provvedimento d'urgenza in discussione, ritiene Pag. VIIche i deputati intervenuti nel dibattito si siano attardati nello svolgimento di considerazioni inutilmente volte ad evidenziare, a seconda della loro adozione da parte dell'uno o dell'altro schieramento politico, il carattere più o meno virtuoso di taluni decreti-legge recanti proroghe di termini rispetto ad altri di analogo contenuto ed abbiano conseguentemente omesso di sottolineare l'aspetto di maggiore gravità di simili provvedimenti, ravvisabile, a suo avviso, nella impropria diluizione degli interventi da essi recati in un coacervo di norme che finisce per non tenere conto del grado di rilevanza e di urgenza delle singole problematiche affrontate. Ricordato quindi il contributo fornito dal suo gruppo nel corso dell'iter presso l'altro ramo del Parlamento, segnatamente in tema di esclusione delle sanzioni per il mancato rispetto del Patto di stabilità interno, auspica un impegno comune di tutte le forze politiche finalizzato all'approvazione delle riforme necessarie per dare risposte immediate ed efficaci alle esigenze dei cittadini.
MASSIMO VANNUCCI (PD). Nell'esprimere forte riprovazione per la blindatura del provvedimento d'urgenza in discussione, per i tempi eccessivamente ristretti dedicati al suo esame in sede referente, nonché per le modalità seguite anche nel corso dell'iter presso l'altro ramo del Parlamento, lamenta il progressivo ed incessante svilimento del ruolo del Parlamento, che reputa sempre più relegato ad esprimere una mera ratifica dei provvedimenti normativi varati dal Governo.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI
MASSIMO VANNUCCI (PD). Nel ritenere inoltre che la preannunziata posizione della questione di fiducia sia funzionale al superamento di divergenze interne alla maggioranza, reputa opportuno intraprendere un percorso riformatore condiviso - come auspicato anche dal Presidente della Camera nel suo discorso di insediamento - purché ciò avvenga nel rispetto dei principi democratici sanciti dalla Costituzione. Nel sottolineare altresì il dissenso manifestato da diverse categorie di cittadini in relazione a talune misure contenute nel decreto-legge in discussione, esprime contrarietà segnatamente alla proroga della class action e dei termini per adempimenti in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, oltre che alle norme in materia di cartolarizzazioni. Ribadita infine la disponibilità della sua parte politica ad un costruttivo confronto sul merito del provvedimento d'urgenza, attraverso l'esame di un numero contenuto di proposte mirate esprimendo, ove tale disponibilità non fosse accolta dal Governo, l'orientamento contrario del suo gruppo sul disegno di legge di conversione in esame.
ANGELO COMPAGNON (UdC). Stigmatizzato l'abnorme ricorso, da parte dell'Esecutivo, alla decretazione d'urgenza e allo strumento fiduciario, che contravviene ai principi costituzionali e realizza, in maniera talvolta arrogante, un disegno aggravato e continuato di esautoramento del Parlamento dalla funzione legislativa, ribadisce tuttavia l'intendimento del proprio gruppo di dare vita, nelle aule parlamentari, ad un'opposizione non preconcetta e di offrire un contributo costruttivo finalizzato a migliorare non soltanto i testi dei provvedimenti all'esame del Parlamento, ma anche le regole che ne presiedono il funzionamento. Esprime quindi una valutazione critica sul provvedimento d'urgenza in discussione nel suo complesso, evidenziando le forzature, anche sotto il profilo del metodo, riconducibili alla presenza nel testo, di numerose disposizioni aventi natura sostanziale.
SESA AMICI (PD). Nel ringraziare i relatori per il proficuo lavoro svolto, stigmatizza il metodo seguito dal Governo nell'esame di un provvedimento d'urgenza che non interviene unicamente per prorogare i termini stabiliti con legge, ma denota altresì un modo di legiferare del testo contrario agli interessi generali del Paese. Richiamati, quindi gli aspetti di maggiore Pag. VIIIcontrarietà alle disposizioni recate da un decreto-legge, inadeguato e contraddittorio, che tra l'altro, non indica con precisione le modalità di riferimento delle risorse necessarie per la relativa copertura finanziaria, lamenta il fatto che l'eccessiva ristrettezza dei tempi e la sostanziale blindatura del testo hanno reso impossibile effettuare a una compiuta valutazione di merito nel corso dell'iter in sede referente. Preannunzia, infine, il voto contrario del suo gruppo nel caso in cui l'Esecutivo intenda porre la questione di fiducia.
TERESIO DELFINO (UdC). Esprime preliminarmente disagio e crescente apprensione a fronte di una modalità di legiferare che mortifica il confronto parlamentare, con conseguente marginalizzazione del ruolo del Parlamento, alla quale il suo gruppo intende tuttavia opporsi decisamente; evidenzia quindi con forza l'esigenza di garantire un esame partecipato e responsabile, in sede referente come in Assemblea, dei provvedimenti d'urgenza adottati dal Governo. Manifesta inoltre un orientamento contrario, anche nel merito, al decreto-legge in discussione, recante numerose disposizioni sia di carattere ordinamentale sia di natura finanziaria - volte talora a mortificare o ad integrare quanto disposto dai decreti-legge n. 112 e 185 del 2008, nonché dalla legge finanziaria per il 2009 - le quali aggravano la patologia del nostro ordinamento causata dall'incapacità di produrre una legislazione adeguata alle esigenze del Paese.
ANTONIO MISIANI (PD). Sottolineata l' importanza delle disposizioni recate dall'articolo 43-bis del provvedimento d'urgenza in discussione, richiama l'evoluzione legislativa relativa agli interventi di cartolarizzazione di immobili pubblici, ritenuti peraltro fondamentali anche dal Ministro Tremonti. Nel giudicare, quindi, del tutto fallimentare la liquidazione del patrimonio separato relativo alle operazioni di cartolarizzazione effettuate dalla società SCIP, ritiene che da tali interventi, la cui copertura finanziaria appare peraltro discutibile, non abbia beneficiato unicamente lo Stato, rilevando altresì la necessità di istituire una Commissione parlamentare di inchiesta volta a fare piena luce su tale vicenda, che costituisce, a suo avviso, una delle più controverse operazioni di finanza pubblica.
Decorrono da questo momento i termini regolamentari di preavviso per eventuali votazioni elettroniche.
AMEDEO CICCANTI (UdC). Nel lamentare preliminarmente l'eterogeneità delle materie oggetto del decreto-legge in discussione, che peraltro appare privo dei prescritti requisiti di straordinaria necessità ed urgenza, nonché l'eccessiva ristrettezza dei tempi di esame in sede referente, esprime perplessità e preoccupazione per il reiterato ricorso alla posizione della questione di fiducia, che giudica funzionale al superamento di divergenze interne alla maggioranza contribuendo a svilire il ruolo del Parlamento ad una mera ratifica dei provvedimenti varati dal Governo ed integrando di fatto una surrettizia modifica dell'assetto previsto dalla Costituzione. Richiama quindi il contenuto del decreto-legge in esame, che giudica in larga parte non condivisibile, non ispirato a strategia di ampio respiro e contraddittorio rispetto ai preannunziati intendimenti del Governo, esprimendo contrarietà segnatamente alle misure relative al settore dell'editoria ed alla Pubblica Amministrazione. Nel reputare infine il provvedimento d'urgenza in esame come un'occasione persa dal Governo per adottare concrete misure per il rilancio del sistema-Paese, manifesta l'orientamento contrario del suo gruppo al relativo disegno di legge di conversione.
RICARDO FRANCO LEVI (PD). Richiama preliminarmente le principali ragioni di netta contrarietà al provvedimento d'urgenza in discussione, esprimendo, in particolare, un giudizio negativo sull'articolo 41-bis, recante norme in materia di editoria. Nel merito, ritiene che tali disposizioni mettano in discussione la certezza Pag. IXdei contributi erogati dallo Stato, in considerazione del fatto che tali provvidenze erano stabilite con legge e, quindi, sottoposte al controllo del Parlamento, mentre il decreto-legge in discussione avvia, di fatto, un processo di sostanziale delegificazione. Stigmatizzate, infine, le misure a favore dei giornali di partito, rileva come gli interventi delineati in materia rendano più difficoltoso individuare i soggetti proprietari dei mezzi di informazione.
LUDOVICO VICO (PD). Nel manifestare l'orientamento contrario del suo gruppo al disegno di legge di conversione in discussione, esprime perplessità sul dettato dell'articolo 21, comma 1-bis, del decreto-legge, ricordando peraltro come sia stato di fatto disatteso il parere reso al riguardo dalla X Commissione; manifesta inoltre netta contrarietà sulle misure previste dall'articolo 41, comma 16-sexiesdecies in tema di prezzo di carburanti per autotrazione in talune regioni del Nord Italia, che reputa gravemente discriminato per le regioni del Mezzogiorno.
RODOLFO GIULIANO VIOLA (PD). Rileva che le disposizioni del provvedimento d'urgenza in discussione concernenti il regime delle concessioni autostradali non pongono rimedio alle gravi distorsioni della concorrenza introdotte nel settore da precedenti misure proposte dal Governo, che peraltro sono state oggetto di rilievi critici da parte dell'Autorità antitrust e della Corte dei conti. Nel preannunziare, quindi, la presentazione di un ordine del giorno volto ad impegnare l'Esecutivo a prendere una più rigorosa vigilanza nel predetto settore, manifesta un orientamento contrario al decreto-legge in esame.
GIUSEPPINA SERVODIO (PD). Chiede che la Presidenza autorizzi la pubblicazione del testo del suo intervento in calce al resoconto della seduta odierna.
PRESIDENTE. Lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
SANDRO GOZI (PD). Nel chiedere anch'egli che la Presidenza autorizzi la pubblicazione del testo del suo intervento in calce al resoconto della seduta odierna, ritiene che il Governo dovrebbe riferire alla Camera sui disordini verificatisi presso il centro di accoglienza temporanea di Lampedusa.
PRESIDENTE. Autorizza, sulla base dei criteri costantemente seguiti, la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo dell'intervento del deputato Gozi, assicurando altresì che riferirà al Presidente della Camera l'ulteriore richiesta da lui formulata, perché interessi il Governo.
FABIO EVANGELISTI (IdV). Nel ritenere che l'operato del Governo mistifichi il ruolo del Parlamento, rendendolo di fatto un organo di mera ratifica, e leda l'impianto costituzionale del Paese, stigmatizza l'eccessiva ristrettezza dei tempi riservati all'esame del provvedimento d'urgenza in discussione, che ha sostanzialmente obbligato il suo gruppo a non partecipare ai lavori in sede referente. Nell'esprimere, quindi, forti perplessità sulla sussistenza della copertura finanziaria degli oneri derivanti dall'attuazione del decreto-legge, invita il Presidente della Camera ad attivarsi a tutela delle prerogative del Parlamento. Preannunzia, infine, il voto contrario del suo gruppo sul provvedimento in esame e sulla questione di fiducia alla quale l'Esecutivo presumibilmente ricorrerà per l'ennesima volta.
PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali e prende atto che i relatori ed il rappresentante del Governo rinunziano alla replica.
(Esame e votazione di questioni pregiudiziali)
PRESIDENTE. Avverte che sono state presentate le questioni pregiudiziali Donadi n. 1, Amici n. 2 e Vietti n. 3.
Pag. XDAVID FAVIA (IdV). Illustra la questione pregiudiziale Donadi n. 1, esprimendo forte riprovazione per i tempi eccessivamente ristretti concessi alla Camera per l'esame del provvedimento d'urgenza in discussione, nonché per il reiterato ricorso alla decretazione d'urgenza, che a suo giudizio altera il rapporto tra Governo e Parlamento delineato dalla Costituzione, mortificando gravemente le funzioni e le prerogative della Camera. Rilevata inoltre l'estrema eterogeneità del contenuto del decreto-legge legge in discussione, reputa non sussistenti i prescritti requisiti di straordinaria necessità ed urgenza per diverse misure in esso previste, ritenendo altresì che talune disposizioni si pongano in contrasto con l'articolo 81 della Costituzione. Nell'auspicare, infine, che il Parlamento possa effettivamente intraprendere un percorso riformatore ampiamente condiviso, come ipotizzato anche da rappresentanti della maggioranza, dichiara il voto favorevole del suo gruppo sulle questioni pregiudiziali presentate.
ROBERTO ZACCARIA (PD). Illustra la questione pregiudiziale Amici n. 2, lamentando il reiterato ricorso alla decretazione d'urgenza, che, di fatto, stravolge il principio costituzionale disciplinante la conversione in legge dei decreti-legge. Stigmatizzato altresì il presumibile ricorso alla questione di fiducia da parte del Governo, rileva l'insussistenza nel decreto-legge in esame dei prescritti requisiti di necessità, urgenza ed omogeneità; sottolinea infine l'elevata percentuale di norme di carattere sostanziale recate da un provvedimento d'urgenza che dovrebbe, invece, prorogare termini stabiliti con legge.
ROBERTO OCCHIUTO (UdC). Illustra la questione pregiudiziale Vietti n. 3, evidenziando l'eterogeneità delle materie trattate nel decreto-legge in discussione, che appare in aperto contrasto con l'articolo 15 della legge n. 400 del 1988, secondo cui i decreti-legge devono contenere disposizioni omogenee e corrispondenti al titolo. Sottolinea, quindi, che il provvedimento in esame non presenta i requisiti prescritti dall'articolo 77 della Costituzione, lamentando, inoltre, l'eccessivo ricorso da parte dell'Esecutivo alla decretazione d'urgenza.
LUCIANO DUSSIN (LNP). Nel dichiarare il voto contrario del suo gruppo sulle questioni pregiudiziali in esame, sottolinea la necessità di emanare decreti-legge di proroga di termini è dovuta non solo all'inefficienza delle pubbliche amministrazioni, ma anche a scelte politiche intervenute nelle precedenti legislature. Auspica, inoltre, una revisione dei regolamenti parlamentari che garantisca tempi certi di esame dei disegni di legge di conversione, anche al fine di scongiurare il reiterato ricorso alla questione di fiducia.
ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI (PdL). Nel dichiarare voto contrario sulle questioni pregiudiziali presentate, giudica pretestuose le motivazioni addotte dagli esponenti dell'opposizione, rilevando che la necessità e l'urgenza del decreto-legge in esame sono dovute alla grave crisi strutturale in atto, in merito alla quale ricorda le importanti iniziative prontamente assunte dall'Esecutivo.
PRESIDENTE. Avverte che è stata chiesta la votazione nominale.
La Camera, con votazione nominale elettronica, respinge le questioni pregiudiziali Donadi n. 1, Amici n. 2 e Vietti n. 3.
PRESIDENTE. Rinvia il seguito del dibattito al prosieguo della seduta.
Sull'ordine dei lavori.
FILIPPO ASCIERTO (PdL). Esprime apprezzamento per l'operato della Questura di Roma che ha condotto all'arresto del responsabile dell'atto di violenza sessuale commesso pochi giorni fa nella stessa città.
Pag. XILUCA VOLONTÈ (UdC). Reitera la richiesta che il Ministro dell'economia riferisca alla Camera sulle modalità con cui intende impiegare i fondi previsti per le misure anticrisi, nell'ambito delle quali auspica che venga inserito anche il meccanismo del quoziente familiare.
GIUSEPPE RUVOLO (UdC). Chiede che il Governo riferisca sollecitamente alla Camera sulla grave situazione di emergenza esistente nel centro di accoglienza temporanea di Lampedusa.
Per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo.
MARCO ZACCHERA (PdL) e MARIO TASSONE (UdC). Sollecitano la risposta ad atti di sindacato ispettivo da loro rispettivamente presentati.
PRESIDENTE. Assicura che riferirà al Presidente della Camera perché interessi il Governo.
La seduta, sospesa alle 14,25, è ripresa alle 15.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
DANIELA MELCHIORRE (Misto-LD-R). Illustra la sua interrogazione n. 3-00389, sulle iniziative urgenti del Governo per assicurare la piena operatività delle forze dell'ordine a difesa dei cittadini.
ROBERTO MARONI, Ministro dell'interno. Risponde all'interrogazione (vedi resoconto stenografico pag. 57) - Replica il deputato DANIELA MELCHIORRE (Misto-LD-R), che sottolinea come la risposta del Ministro sia in contraddizione con i dati allarmanti che provengono dalle questure.
TERESIO DELFINO (UdC). Illustra la sua interrogazione n. 3-00390, sulle misure urgenti a favore del settore agricolo in relazione ai danni provocati dai recenti fenomeni di maltempo.
LUCA ZAIA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Risponde all'interrogazione (vedi resoconto stenografico pag. 59) - Replica il deputato TERESIO DELFINO (UdC), il quale non si ritiene pienamente soddisfatto della risposta, che giudica non risolutiva delle questioni oggetto dell'atto ispettivo.
GIOVANNI DIMA (PdL). Illustra l'interrogazione Cicchitto n. 3-00391, sugli interventi per la sicurezza del sistema stradale ed autostradale della Calabria.
ALTERO MATTEOLI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Risponde all'interrogazione (vedi resoconto stenografico pag. 61) - Replica il deputato GIOVANNI DIMA (PdL), che invita il Governo a farsi carico della critica situazione dell'autostrada A3 e, più in generale, del dissesto idrogeologico che caratterizza la regione Calabria.
MARIO PEPE (PD). Illustra l'interrogazione Vico n. 3-00392, sulle modalità di utilizzo del fondo per le aree sottoutilizzate in relazione all'accordo stipulato il 12 febbraio 2009 tra il Governo e le regioni sugli ammortizzatori sociali.
ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Risponde all'interrogazione (vedi resoconto stenografico pag. 63) - Replica il deputato LUDOVICO VICO (PD), che, nel giudicare la risposta generica ed elusiva dei quesiti posti con l'atto ispettivo, invita il Governo a ricorrere alle risorse del fondo per le aree sottoutilizzate solo previa consultazione della Conferenza Stato-regioni.
SERGIO MICHELE PIFFARI (IdV). Illustra la sua interrogazione n. 3-00393, sulle iniziative per contrastare le persecuzioni nei confronti delle minoranze cristiane nel mondo.
Pag. XIIELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Risponde all'interrogazione (vedi resoconto stenografico pag. 65) - Replica il deputato GABRIELE CIMADORO (IdV), che, nel dichiararsi insoddisfatto della risposta, giudica poco significative le iniziative assunte dal Governo in ambito internazionale per tutelare la libertà religiosa.
GIOVANNI FAVA (LNP). Illustra l'interrogazione Cota n. 3-00394, sugli orientamenti del Governo in merito alla possibilità di ospitare in Italia prigionieri attualmente detenuti a Guantanamo.
ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Risponde all'interrogazione (vedi resoconto stenografico pag. 67) - Replica il deputato GIOVANNI FAVA (LNP), che, nel dichiararsi soddisfatto della risposta, invita il Governo ad assumere una posizione ferma in ordine alla questione oggetto dell'atto ispettivo.
La seduta, sospesa alle 15,45, è ripresa alle 15,55.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI
I deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono settantotto.
Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 2198.
(Esame dell'articolo unico)
PRESIDENTE. Dà conto delle proposte emendative dichiarate inammissibili dalla Presidenza (vedi resoconto stenografico pag. 68)
FABIO EVANGELISTI (IdV). Parlando sull'ordine dei lavori, ricorda che il deputato Laboccetta è stato rinviato a giudizio, invitandolo a rassegnare le dimissioni del mandato parlamentare.
ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Pone la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo delle Commissioni, identico a quello approvato dal Senato.
ANTONIO BORGHESI (IdV). Manifestato disappunto per la decisione del Governo di porre la questione di fiducia su un provvedimento d'urgenza che peraltro non è stato possibile esaminare compiutamente nel merito, invita la Presidenza ad intervenire per tutelare il ruolo e le prerogative del Parlamento.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI (PD). Lamentato il reiterato ricorso dell'Esecutivo alla questione di fiducia ed alla decretazione d'urgenza, gravemente lesivo delle prerogative parlamentari, osserva che il decreto-legge in esame, di cui sottolinea il carattere eterogeneo, non è stato oggetto di adeguata valutazione neanche in sede referente e reca inopportunamente misure di natura ordinamentale. Ritiene, quindi, che, ove si protragga tale situazione, non sussistano le condizioni per pervenire ad una riforma condivisa dei regolamenti parlamentari.
ANGELO COMPAGNON (UdC). Ritiene che, in assenza di atteggiamenti ostruzionistici da parte dell'opposizione, il ricorso alla decretazione d'urgenza e alla questione di fiducia, che denota una persistente mancanza di rispetto nei confronti del Parlamento, sia riconducibile alle evidenti contraddizioni esistenti all'interno della maggioranza.
SIMONE BALDELLI (PdL). Nel giudicare infondate le argomentazioni sostenute dagli esponenti dell'opposizione testè intervenuti, auspica l'avvio di un costruttivo confronto tra maggioranza ed opposizione su un percorso riformatore volto a rendere più efficiente il sistema istituzionale del Paese.
MAURIZIO FUGATTI (LNP). Nel sottolineare che la posizione della questione Pag. XIIIdi fiducia appare giustificata dalla prioritaria esigenza di assicurare al provvedimento d'urgenza in esame tempi certi di conversione, si associa alle considerazioni del deputato Baldelli.
PRESIDENTE. Avverte che, a seguito della decisione del Governo di porre la questione di fiducia, la Conferenza dei presidenti di gruppo è immediatamente convocata per l'organizzazione del seguito del dibattito.
La seduta, sospesa alle 16,25, è ripresa alle 16,50.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Avverte che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, la votazione per appello nominale sulla questione di fiducia avrà luogo domani alle 16,10: la seduta inizierà alle 15 con le dichiarazioni di voto e, dopo il voto di fiducia, si passerà all'illustrazione degli ordini del giorno ed all'espressione del parere del Governo. Il seguito dell'esame avrà quindi luogo nella seduta di martedì 24 febbraio.
Avverte altresì che il termine per la presentazione degli ordini del giorno è fissato per domani alle 10,30.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:
Giovedì 19 febbraio 2009, alle 15.
(Vedi resoconto stenografico pag. 75).
La seduta termina alle 16,55.