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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto sommario dell'Assemblea

Seduta n. 146 di lunedì 16 marzo 2009

Pag. III

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

La seduta comincia alle 11.

La Camera approva il processo verbale della seduta del 12 marzo 2009.

I deputati in missione sono quarantasette.

In morte dell'onorevole Olindo Del Donno.

PRESIDENTE. Rinnova, anche a nome dell'Assemblea, le espressioni della partecipazione al dolore dei familiari dell'onorevole Olindo Del Donno, recentemente scomparso.

Discussione della mozione Franceschini n. 1-00123: Iniziative in merito alla situazione economico-finanziaria degli enti locali.

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverte che sono state presentate le ulteriori mozioni Donadi n. 1-00134 e Galletti n. 1-00135 che, vertendo su materia analoga a quella trattata dalla mozione all'ordine del giorno, saranno discusse congiuntamente.
Dichiara aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni.

PAOLO FONTANELLI (PD). Illustra la mozione Franceschini n. 1-00123, osservando che i comuni e le province versano in una situazione di grave crisi economico-finanziaria, derivante dallo svuotamento dell'autonomia impositiva degli enti territoriali, dal taglio dei trasferimenti erariali e dei fondi destinati alle politiche sociali, dalla inadeguata copertura, nonostante gli impegni assunti dall'Esecutivo, del mancato gettito dovuto all'abolizione dell'ICI sulla prima casa, nonché dall'interpretazione eccessivamente restrittiva, da parte della Ragioneria generale dello Stato e del Ministero dell'economia e delle finanze, delle disposizioni legislative recate dal decreto-legge n. 112 del 2008 in tema di Patto di stabilità interno. Sottolinea quindi la necessità di dare riposte concrete alle istanze dei predetti enti - del cui malessere si è fatta interprete anche la Lega Nord Padania - segnatamente allentando i vincoli derivanti dal Patto di stabilità interno e consentendo alle amministrazioni locali, anche al fine di arginare il disagio economico, sociale e occupazionale connesso alla crisi economica internazionale in atto, di abbattere il debito, di sostenere la spesa per investimenti e di fare fronte agli impegni regolarmente assunti.

ANTONIO BORGHESI (IdV). Nel ricordare preliminarmente che ricorre oggi il trentunesimo anniversario del sequestro dell'onorevole Aldo Moro e dell'uccisione degli uomini della sua scorta, illustra la mozione Donadi n. 1-00134, sottolineando la grave ed insostenibile situazione di crisi economica e finanziaria in cui versano i comuni e le province, che più di altri comparti hanno contribuito al risanamento della finanza pubblica. Evidenziato, inoltre, che le difficoltà degli enti territoriali Pag. IVderivano essenzialmente dagli ingenti tagli ai trasferimenti e al fondo delle politiche sociali, nonché alla inadeguata copertura del mancato gettito derivante dalla soppressione dell'ICI sull'abitazione principale, ritiene inaccettabili i provvedimenti adottati dall'Esecutivo per ripianare gestioni deficitarie e di dissesto finanziario di alcune città, con conseguente penalizzazione dei comuni che si sono distinti per aver ben amministrato. Invita, pertanto, il Governo a definire un Patto di stabilità territoriale che premi gli enti virtuosi e sostenga gli investimenti, ad applicare il comma 8 dell'articolo 77-bis del decreto-legge n. 112 del 2008 e ad adottare iniziative che consentano l'utilizzo degli avanzi di amministrazione per la spesa in conto capitale.

MARIO TASSONE (UdC). Nel ricordare anch'egli i luttuosi avvenimenti verificatisi il 16 marzo 1978, ai quali cittadini e istituzioni hanno risposto con rafforzato impegno a difesa dell'ordinamento democratico, tra i cui principi fondamentali figura il riconoscimento delle autonomie locali, illustra la mozione Galletti n. 1-00135, sottolineando che la situazione di criticità nella quale versano comuni e province, ai quali è stato imposto un gravoso contributo ai fini del risanamento dei conti pubblici, esige iniziative concrete, da parte dell'Esecutivo e delle forze politiche, volte a valorizzare adeguatamente il ruolo che agli enti territoriali compete nel processo di crescita economica e sociale della comunità nazionale.

PAOLA DE MICHELI (PD). Nell'associarsi al ricordo dell'uccisione dell'onorevole Aldo Moro e degli agenti della sua scorta, sottolinea i progressi conseguiti dalle amministrazioni locali in termini di politiche di bilancio e di gestione del personale. Rilevata quindi la centralità degli enti territoriali nel fronteggiare la crisi economica in atto, attesa la loro capacità di investimento e la rilevanza della funzione da questi svolta a tutela dei cittadini più bisognosi, lamenta l'abolizione dell'ICI sulle abitazioni principali e la revisione in senso restrittivo del Patto di stabilità interno, cui è conseguito un complessivo minor gettito ed una ridotta capacità di realizzare investimenti, anche per le amministrazioni più virtuose. Ricorda infine alcune proposte avanzate dalla sua parte politica al fine di destinare più ingenti risorse ad interventi volti a sostenere lo sviluppo del Paese.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI (LNP). Pur condividendo la necessità di rimodulare le regole fortemente restrittive recate dal Patto di stabilità interno e di favorire gli investimenti a livello di enti locali, manifesta netta contrarietà alla reintroduzione dell'ICI sull'abitazione principale, così come auspicato da taluni esponenti dell'opposizione. Nell'invitare, quindi, il Governo ad un'ampia riflessione circa la possibilità di attenuare i vincoli imposti dal predetto Patto di stabilità, premiando, in particolare, le amministrazioni locali più virtuose, precisa che il suo gruppo sta valutando la possibilità di presentare, al riguardo, una specifica mozione, ritenendo peraltro che nell'ambito del disegno di legge sul federalismo fiscale si possa individuare la soluzione definitiva alla crisi finanziaria in cui versano gli enti locali.

BEATRICE LORENZIN (PdL). Nel giudicare parzialmente condivisibili i contenuti delle mozioni presentate dalle opposizioni, in particolare sul ruolo degli enti locali, ritiene inappropriati alcuni giudizi espressi circa l'abolizione dell'ICI sull'abitazione principale, attesa la particolare ingiustizia sottesa a tale forma di tassazione. Evidenziato altresì l'aumento degli sprechi di fondi pubblici registratosi negli ultimi decenni a livello locale, richiama l'esigenza di una rigorosa politica di bilancio, per consentire al Paese di rispettare i vincoli europei e al contempo di superare la grave crisi in atto. Nel ricordare quindi le scelte di politica economica, in particolare sul versante della spesa corrente, compiute dal precedente Esecutivo e confermate dall'attuale Governo, che ha altresì deciso di non aumentare l'imposizione fiscale, sottolinea che l'irrigidimento Pag. Vdei vincoli del Patto di stabilità interno è servito per evitare un giudizio negativo dei mercati, cui sarebbe conseguita l'impossibilità di collocare titoli di Stato. Auspica infine che si possa pervenire ad un documento di indirizzo condiviso.

ANTONIO MISIANI (PD). Nel ritenere che le misure di politica economica varate dal Governo, quali, tra l'altro, il blocco dell'autonomia impositiva, il taglio dei trasferimenti erariali e l'abolizione dell'ICI sull'abitazione principale, abbiano, di fatto, contribuito al dissesto finanziario in cui versano gli enti locali, evidenzia, al riguardo, le forme di protesta trasversale poste in essere dagli amministratori territoriali. Nel paventare, quindi, il rischio che gli enti locali siano costretti a tagliare le spese per investimenti, invita il Governo ad attivarsi fattivamente, tramite lo stanziamento di congrue risorse, affinché siano adeguatamente affrontate le questioni sollevate nel documento di indirizzo presentato dal suo gruppo.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali delle mozioni e prende atto che il Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito, che rinvia ad altra seduta.

Nel trentunesimo anniversario del sequestro dell'onorevole Aldo Moro e dell'uccisione degli agenti della sua scorta.

PRESIDENTE. Si associa, anche a nome dell'intera Assemblea, al ricordo del sequestro dell'onorevole Aldo Moro e dell'uccisione degli agenti della sua scorta, ai cui familiari rinnova la solidarietà della Camera dei deputati.
Invita quindi l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio).

Sull'ordine dei lavori.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Parlando per fatto personale, ricorda, in riferimento a talune considerazioni svolte dal deputato Lorenzin, che il Governo Prodi aveva abolito l'ICI sulla prima casa soltanto per i percettori di redditi più bassi, mentre l'attuale Esecutivo ha esteso tale misura anche ai titolari di redditi elevati.

SIMONE BALDELLI (PdL). Giudica del tutto improprio l'intervento per fatto personale del deputato Giachetti, che, a suo avviso, avrebbe dovuto essere eventualmente svolto nel corso della discussione sulle linee generali testé conclusasi.

PRESIDENTE. In riferimento a quanto verificatosi nella seduta del 12 marzo scorso, allorché i deputati Guido Dussin e Carmelo Lo Monte hanno espresso un voto in sostituzione di colleghi assenti, comunica che il Presidente della Camera ha inviato ai predetti deputati una lettera nella quale si deplora il loro comportamento, giudicandolo contrario ai principi che disciplinano il corretto funzionamento dell'istituzione parlamentare e lesivo della dignità di quest'ultima.

La seduta, sospesa alle 12,50, è ripresa alle 14,35.

I deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono quarantanove.

Discussione del disegno di legge S. 1117: Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione (approvato dal Senato) (A.C. 2105-A ed abbinate).

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.

ANTONIO PEPE (PdL), Relatore per la VI Commissione. Segnala preliminarmente che il provvedimento in discussione, recante Pag. VIla riforma in senso federale del sistema fiscale, completa un processo di riforma dell'organizzazione dello Stato avviato circa venti anni fa e che si inserisce perfettamente nel solco delineato dall'Assemblea Costituente. Ricordato quindi come le forme di decentramento ipotizzate nel testo in discussione non equivarranno in alcun modo ad un indebolimento del ruolo centrale dello Stato, dà conto delle misure di salvaguardia introdotte a tutela delle regioni più deboli, segnatamente del Mezzogiorno. Evidenziato quindi che il provvedimento si pone l'obiettivo di garantire una maggiore autonomia di spesa e di prelievo per gli enti locali, introducendo, al contempo, forme di responsabilizzazione degli stessi, con particolare riferimento ai livelli e alla qualità dei servizi resi ai cittadini, ambito nel quale sarà garantita una forma di collaborazione tra Stato centrale e amministrazioni territoriali, sottolinea come il legislatore si sia ispirato ai principi di perequazione e di sussidiarietà. Richiama quindi i miglioramenti apportati nel corso dell'esame in sede referente, soffermandosi in particolare sull'articolo 7, in relazione al quale sono state introdotte misure finalizzate a garantire, attraverso forme di compartecipazione ai tributi erariali, le risorse necessarie per far fronte alle nuove competenze degli enti locali. Evidenziate inoltre le disposizioni finalizzate a garantire la realizzazione di interventi infrastrutturali e a migliorare il contrasto all'evasione fiscale, sottolinea la necessità di procedere ad un ulteriore riassetto normativo, volto a chiarire meglio il quadro delle nuove competenze di diversi livelli di governo. Nel rivolgere infine un ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito all'iter del disegno di legge in esame, auspica che in Assemblea si instauri lo stesso clima collaborativo registratosi in Commissione, grazie anche all'atteggiamento dell'Esecutivo, che ha inteso accogliere numerose istanze rappresentate dall'opposizione.

GIANCARLO GIORGETTI (LNP), Presidente della V Commissione. In sostituzione del relatore per la V Commissione, illustra le modifiche apportate al disegno di legge in discussione nel corso dell'esame in sede referente, ricordando il proficuo contributo fornito dai gruppi di opposizione. Sottolinea quindi il rafforzamento degli strumenti di controllo parlamentare volti a sovrintendere all'attuazione della delega al Governo in materia di federalismo fiscale, richiamando altresì le modifiche migliorative introdotte in materia di salvaguardia degli equilibri di bilancio, di armonizzazione dei bilanci pubblici, di quantificazione dei cosiddetti costi standard, di coordinamento della finanza pubblica e di più efficiente coinvolgimento degli enti territoriali nella lotta all'evasione fiscale. Evidenziati peraltro taluni aspetti problematici segnalati nel parere della I Commissione, in relazione ai quali prospetta la possibilità di presentare appositi ordini del giorno, ritiene che l'esame svolto in sede referente abbia fugato i dubbi sulla tenuta del sistema della finanza pubblica ispirato al modello federalista.

PRESIDENTE. Prende atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI (LNP). Nel rivolgere un ringraziamento particolare ai Ministri Bossi e Calderoli, per aver dedicato il loro lavoro alla causa del federalismo, richiama le ragioni ispiratrici della battaglia per la riforma in discussione, compiuta dalla sua parte politica in nome dei principi di libertà, di giustizia e di efficienza dello Stato. Nell'ascrivere, quindi, ad alcune forze stataliste della sinistra l'impossibilità di un dialogo costruttivo, auspica per il futuro, il raggiungimento dell'obiettivo di una moderna evoluzione dell'organizzazione del Paese, ossia lo Stato federale, al quale il movimento della Lega Nord ha dedicato le sue battaglie politiche con il sostegno ed il contributo di moltissimi cittadini, cui rivolge un sentito ringraziamento.

ANTONIO BORGHESI (IdV). Manifesta preliminarmente apprezzamento per l'avvenuto puntuale rispetto delle procedure Pag. VIIparlamentari che, per la prima volta nella legislatura, hanno consentito lo svolgimento di un corretto dibattito e di un proficuo confronto tra maggioranza ed opposizione nel corso dell'iter in sede referente, all'esito dei quali al testo del disegno di legge in discussione sono state apportate modifiche migliorative, anche recependo proposte avanzate dai gruppi di minoranza. Sottolineato inoltre che, a suo avviso, gli auspicati effetti della riforma in senso federalista del sistema fiscale si manifesteranno in tempi lunghi, essendo sostanzialmente demandati all'attuazione delle deleghe legislative ad opera dei futuri Esecutivi, ribadisce l'orientamento del suo gruppo nel reputare prioritaria una rivisitazione dei vari livelli di autonome locali addivenendo ad una tempestiva approvazione di un codice delle autonomie. Nell'esprimere altresì perplessità per i delineati meccanismi di quantificazione dei costi e dei fabbisogni cosiddetti standard, giudica la prevista istituzione della città metropolitana di Reggio Calabria del tutto priva di senso ed ispirata a logiche meramente clientelari.

BEATRICE LORENZIN (PdL). Nel sottolineare che il disegno di legge in discussione costituisce un atto politico concreto, che segna una svolta epocale in senso federale per il nostro Paese, evidenzia che il federalismo fiscale persegue quale obiettivo prioritario la valorizzazione del sistema delle autonomie territoriali, con particolare riferimento a quelle meridionali, mediante la realizzazione di uno Stato fondato su governi locali coinvolti in modo trasparente e responsabile nei processi decisionali. Rilevato, altresì, che il nuovo sistema delineato produrrà una riduzione della spesa pubblica e dell'imposizione fiscale, manifesta apprezzamento per le disposizioni relative a Roma capitale, di cui all'articolo 23 del provvedimento in esame.

LINDA LANZILLOTTA (PD). Osserva che l'idea di organizzare la struttura amministrativa statale valorizzando le autonomie locali - a suo avviso essenziale per reagire tempestivamente ed efficacemente ai mutamenti epocali susseguitisi negli ultimi anni e tuttora in atto - è alla base del processo di devoluzione avviato dal centrosinistra con la legge n. 59 del 1997 e proseguito con la modifica del Titolo V della parte seconda della Costituzione. Ricorda, in particolare, che con i menzionati provvedimenti è stata delineata una rivisitazione delle funzioni pubbliche che, nel consentire ai cittadini di apprezzare il senso civico positivo del sacrificio fiscale, ha anche permesso di ricostituire la sintonia degli stessi con lo Stato e di rilegittimare la democrazia. Pur riconoscendo al Ministro Calderoli di avere profuso notevoli sforzi per migliorare il testo del provvedimento, tuttora inficiato da limiti rilevanti, tra i quali quello di incidere sul versante dei costi e della allocazione delle risorse senza intervenire contestualmente sulle funzioni e sull'organizzazione delle amministrazioni locali, auspica che al disegno di legge delega in discussione - che sarà valutato dal suo gruppo senza pregiudizi - possano essere apportate ulteriori modifiche migliorative, al fine di conseguire una più ampia condivisione delle disposizioni da esso recate.

PIER FERDINANDO CASINI (UdC). Rilevato che il disegno di legge delega in discussione denota un evidente intento propagandistico, non riuscendo a perseguire seriamente l'obiettivo di una riforma in senso federale dello Stato, paventa il rischio che dalla sua approvazione possa derivare un incremento della spesa pubblica e della pressione fiscale. Nel ritenere, altresì, che si sarebbe dovuto procedere preliminarmente alla definizione della cosiddetta Carta delle autonomie ed alla liberalizzazione dei servizi pubblici locali, evitando peraltro il ricorso allo strumento della delega legislativa, osserva che, malgrado le modifiche apportate nel corso dell'iter in sede referente, il provvedimento in esame presenta profili di dubbia legittimità costituzionale, lamentando, tra l'altro, l'eccessiva genericità del parametro relativo al costo standard. Preannunzia, quindi, che il suo gruppo presenterà specifiche proposte emendative ed assumerà, Pag. VIIInel prosieguo del dibattito, un atteggiamento costruttivo.

MAURIZIO LEO (PdL). Nel ritenere che il disegno di legge delega in discussione avvii un complessivo percorso di razionalizzazione del sistema fiscale, sanando, tra l'altro, l'asimmetria determinata dalla disomogeneità che ha storicamente connotato l'azione dei centri di spesa e di raccolta, esprime apprezzamento, in particolare per le disposizioni volte all'abolizione delle cosiddette aliquote riservate e all'incremento della compartecipazione all'IVA degli enti locali, nonché per il superamento del criterio della spesa storica a favore di quello del costo standard e per la graduale abolizione dell'IRAP, che rendono lo Stato più moderno, più responsabile e più vicino alle esigenze dei cittadini.

MASSIMO POLLEDRI (LNP). Rivendicato alla sua parte politica il merito di aver sempre contrastato una deleteria impostazione centralistica profondamente radicata nelle tradizioni storiche del Paese, evidenzia che mediante una definizione stabile dei rapporti finanziari tra Stato e sistema delle autonomie e una maggiore responsabilizzazione degli enti locali, sia sul versante dell'autonomia impositiva sia su quello dell'autonomia di spesa, si potrà addivenire ad un miglioramento del sistema istituzionale nel suo complesso e delle condizioni socio-economiche delle regioni del Mezzogiorno.

MARCO CAUSI (PD). Rileva preliminarmente come il federalismo fiscale debba essere considerato un tassello, sia pure importante, di una più generale riforma dello Stato volta alla riorganizzazione delle amministrazioni locali, al superamento del bicameralismo perfetto e all'istituzione del Senato delle autonomie. Ritiene pertanto che la decisione dell'Esecutivo di avviare il processo riformatore con l'attuazione dell'articolo 119 della Costituzione, nonché il contesto comunicativo nel quale ha luogo il relativo dibattito parlamentare, comportino il rischio di determinare talune distorsioni, a fronte delle quali sottolinea l'esigenza di evitare di incorrere in una sorta di neocentralismo regionale, la necessità di rispettare il principio costituzionale della capacità contributiva e l'opportunità di assicurare il coordinamento tra Stato ed enti territoriali in materia di patto di convergenza, al fine di garantire maggiore efficienza nell'allocazione delle risorse pubbliche e di sostenere l'azione degli amministratori locali. Preannunzia, infine, che il suo gruppo incalzerà il Governo e la maggioranza affinché siano apportati al testo del provvedimento i necessari miglioramenti, confidando, in particolare, nella positiva soluzione delle questioni concernenti i rapporti finanziari con le regioni a statuto speciale.

MARIO TASSONE (UdC). Richiama gli elementi di maggiore criticità di un disegno di legge delega recante la riforma in senso federale del sistema fiscale, finalizzato, tra l'altro, a conferire autonomia impositiva alle amministrazioni territoriali, nel rispetto del principio di solidarietà, che saranno così chiamate a rendere conto direttamente ai cittadini del corretto uso delle risorse. Sottolineata, quindi, la necessità di accompagnare tale trasformazione federale dello Stato ad una rivisitazione dell'intero assetto istituzionale, ponendo, ad esempio, il problema del sistema elettorale e del ruolo delle province, preannunzia la presentazione di proposte emendative migliorative del testo.

MAURO PILI (PdL). Nel sottolineare come il provvedimento in discussione costituisca la parte più sostanzialmente caratterizzante di un auspicabile e più ampio processo di riforma delle istituzioni in senso federale, ritiene che l'attuazione del federalismo fiscale offra una importante opportunità per innescare un proficuo circuito economico-finanziario volto al rilancio del sistema-Paese, anche attraverso una maggiore efficienza della spesa pubblica. Nel rilevare inoltre che il disegno di legge in esame è ispirato ai principi di responsabilità, virtuosità ed equità, giudica infondate le critiche formulate dall'opposizione, segnatamente in tema di moltiplicazione Pag. IXdei centri di spesa, sottolineando l'opportunità che l'attuazione del federalismo fiscale avvenga con modalità graduali, flessibili e condivise. Nel ribadire infine la necessità di accompagnare a tale epocale riforma una consistente spinta alla semplificazione amministrativa, evidenzia la delicatezza di una corretta definizione dei livelli essenziali delle prestazioni, ricordando che nel testo del provvedimento sono state recepite talune osservazioni contenute nel parere della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

MAURIZIO FUGATTI (LNP). Espresso apprezzamento per il clima di dialogo costruttivo che ha connotato l'iter in sede referente, sottolinea la necessità di varare una riforma in senso federale del sistema fiscale che, superando il sistema di finanza derivata, potrà conferire piena autonomia impositiva alle amministrazioni locali, le quali dovranno così rendere conto direttamente agli elettori del corretto uso delle risorse, secondo principi di trasparenza, efficienza e responsabilità. Ritiene, inoltre, che il graduale passaggio dal sistema dei trasferimenti fondato sulla spesa storica a quello dell'attribuzione delle risorse sulla base dei fabbisogni standard necessari a garantire sull'intero territorio nazionale il finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni e il funzionamento degli enti locali possa favorire una riduzione dell'imposizione fiscale e degli sprechi.

LINO DUILIO (PD). Nel condividere l'esigenza di un costruttivo dialogo tra le forze politiche, al fine di contribuire a migliorare ulteriormente il testo del disegno di legge in discussione, riconosce al movimento della Lega Nord di aver portato avanti con forza alcune positive istanze federaliste, nonostante abbia a volte ecceduto con pulsioni distruttive, frutto di una visione territoriale talora eccessivamente egoistica. Nel ricordare che anche altre forze politiche in precedenza hanno adottato provvedimenti finalizzati a concedere maggiore autonomia agli enti locali, sottolinea l'esistenza di uno squilibrio tra spese ed entrate a livello locale, che il provvedimento in discussione tenta giustamente di riequilibrare in favore delle autonomie locali. Ritiene infine che sarebbe stato opportuno introdurre il federalismo fiscale solo dopo avere attuato altre riforme fondamentali per la modernizzazione dello Stato, quali ad esempio il Senato federale.

GIORGIO LA MALFA (Misto-LD-R). Nel sottolineare come l'introduzione del federalismo fiscale costituisca una epocale riforma istituzionale di rilevante portata sul sistema della finanza pubblica, lamenta la mancata quantificazione ad opera del Ministro dell'economia e delle finanze delle prevedibili ripercussioni in termini di riduzione dell'incidenza della spesa pubblica e della pressione fiscale, necessarie a consentire il rilancio del sistema-Paese in una congiuntura economico-finanziaria assai delicata. Espressa quindi preoccupazione che dall'attuazione del federalismo fiscale possano derivare più elevati oneri per il sistema di finanza pubblica, nonché gravi ripercussioni in termini di equità distributiva tra Nord Italia e Mezzogiorno, giudica necessario rivedere l'assetto delle autonomie locali abolendone taluni livelli ritenuti inutilmente onerosi. Sottolinea infine che in mancanza di diverse indicazioni del Governo sull'efficacia della riforma in discussione e sulle sue conseguenze in termini di finanza pubblica, la sua componente politica non esprimerà un orientamento favorevole al provvedimento in discussione.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI (UdC). Nel rilevare l'importanza per il futuro del Paese della riforma che introduce il federalismo fiscale, sottolinea l'esistenza di alcune distorsioni del testo in discussione, che appare eccessivamente blindato.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

LUISA CAPITANIO SANTOLINI (UdC). Richiama quindi in particolare la mancanza di chiarezza da parte del Governo Pag. Xsui costi futuri di tale riforma e sui soggetti che dovranno farsi carico del pesante debito pubblico che caratterizza il nostro Paese. Esprime infine disappunto per il mancato accoglimento di talune istanze avanzate dalla sua parte politica, con particolare riferimento al meccanismo dei carichi familiari e delle deduzioni utili al fine di agevolare le famiglie in difficoltà e incentivare la natalità in un Paese caratterizzato da una elevata percentuale di anziani, che la induce ad esprimere il dissenso del suo gruppo sul disegno di legge in discussione.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO (PdL). Nel giudicare l'introduzione del federalismo fiscale un'importante occasione per il Paese per superare la recessione economica e per rimediare alla sua storica lacuna costituita da un inefficiente sistema fiscale che ha portato in passato a gravi deficit di bilancio, reputa opportuno conoscere con maggiore chiarezza i benefici economico-finanziari che il Governo conta di perseguire attraverso l'approvazione del disegno di legge in discussione. Paventando il rischio che un mero spostamento della tassazione tra i diversi livelli istituzionali possa tradursi in un aggiustamento fiscale privo di effettiva utilità per i cittadini, ritiene che il testo del disegno di legge in discussione meriti ulteriori mirate migliorie, volte segnatamente a fare maggiore chiarezza in materia di tassazione addizionale, nonché a prevedere l'abolizione delle province e la previsione di un Senato federale.

ANTONIO MISIANI (PD). Richiamati alcuni provvedimenti di riforma in senso federalista varati dai precedenti Esecutivi già a partire dalla metà degli anni novanta, sottolinea l'esigenza di completare tale riforma dando piena attuazione all'articolo 119 della Costituzione e concedendo una compiuta autonomia finanziaria agli enti locali, che invece è stata resa più fragile da alcune misure adottate dall'attuale Esecutivo, come l'abolizione dell'ICI sull'abitazione principale e l'irrigidimento dei vincoli del Patto di stabilità interno. Rilevata quindi la complessità del sistema perequativo vigente, attesi lo squilibrio tra entrate ed uscite esistente a livello locale e l'eccessiva difformità nei livelli qualitativi dei servizi resi ai cittadini, sottolinea l'importanza dell'introduzione di un sistema di responsabilizzazione delle amministrazioni locali.
Nel riconoscere infine al Governo un'apertura al dialogo che ha consentito l'accoglimento di alcune proposte del suo gruppo, che hanno portato ad un deciso miglioramento dell'impianto del provvedimento, inizialmente eccessivamente sbilanciato verso il cosiddetto modello lombardo, richiama la necessità di sciogliere alcuni nodi tuttora irrisolti, quale, a esempio, un'eccessiva genericità relativamente alla quantificazione dei costi complessivi della riforma in discussione.

MARIO PEPE (PD). Richiamate le origini storiche dell'idea federalista, sottolinea la necessità di non sottrarsi alla sfida del federalismo fiscale, che deve essere tuttavia attuato con un percorso graduale che preveda costanti verifiche. Nel condividere le perplessità relative ad una mancata quantificazione degli oneri per la finanza pubblica derivanti dal disegno di legge in discussione, concorda parimenti sull'opportunità di conferire maggiore centralità al ruolo svolto dagli enti territoriali. Espresso inoltre apprezzamento per l'avvenuto accoglimento di proposte emendative del suo gruppo volte a garantire una equa partecipazione del Mezzogiorno al progetto di federalismo fiscale, auspica che nel prosieguo del dibattito il Governo e la maggioranza si mostrino disponibili a recepire ulteriori modifiche migliorative del testo del provvedimento.

LUCIANO PIZZETTI (PD). Nel ritenere che le misure di politica economica varate dal Governo abbiano mortificato il ruolo degli enti locali, evidenziando una scarsa percezione della crisi ed una eccessiva rigidità del Patto di stabilità interno, sottolinea la necessità di varare una riforma in senso federale del sistema fiscale, rilevando altresì che il testo in discussione è Pag. XIstato migliorato nel corso dell'iter in sede referente. Manifestato, inoltre, apprezzamento per il lavoro svolto dal Ministro Calderoli, rispettoso del ruolo del Parlamento, richiama gli aspetti di maggiore criticità recati dal disegno di legge in esame, quali, tra l'altro, l'assenza di un valido progetto di federalismo istituzionale e la mancata definizione del Codice delle autonomie, preannunziando la presentazione di proposte emendative ulteriormente migliorative del testo.

ORIANO GIOVANELLI (PD). Richiamate preliminarmente le radici storiche delle istanze federaliste nel nostro Paese, che riconoscono nella centralità degli enti locali la forma di organizzazione tipica del sistema statale, sottolinea l'importanza di completare la transizione avviata all'indomani dell'entrata in vigore della Costituzione repubblicana, concedendo un'efficace autonomia funzionale alle amministrazioni territoriali. Apprezzato quindi il clima costruttivo e l'accoglimento da parte del Governo di alcune proposte del Partito democratico, lamenta la presenza di nodi tuttora irrisolti, tra i quali l'assenza di organicità nella cosiddetta Carta delle autonomie locali, che denota una mancanza di visione complessiva della forma di Stato più adatta al nostro Paese e che, a suo avviso, andrebbe definita meglio con ulteriori riforme come l'introduzione del Senato federale. Richiama infine la necessità di rivolgere la dovuta attenzione alle esigenze del Meridione, superando la visione presente in alcune aree del Nord, che considera come un balzello il prelievo di risorse necessarie per attuare politiche perequative.

PAOLO FONTANELLI (PD). Nel rilevare che il testo originario del provvedimento in discussione risulta migliorato a seguito del proficuo confronto registratosi nel corso dell'iter in sede referente, richiama alcuni aspetti di maggiore criticità delle disposizioni recate dal disegno di legge, soffermandosi in particolare, sulla mancata definizione di una riforma in senso federale dello Stato e della cosiddetta Carta delle autonomie; sottolinea inoltre l'opportunità di garantire un continuo controllo del Parlamento sull'attuazione della delega legislativa che si propone di conferire al Governo.

CESARE MARINI (PD). Pur condividendo l'esigenza di concedere autonomia finanziaria agli enti locali, in attuazione del dettato costituzionale, esprime forti perplessità sulla riforma federalista recata dal disegno di legge in discussione, dissenziendo in parte dalle posizione assunte dal suo gruppo e sottolineando l'inadeguatezza dei meccanismi perequativi ipotizzati, la mancanza di una reale autonomia impositiva, nonché l'assenza di precise previsioni sui costi della riforma. Giudica, in particolare, grave la visione miope dell'Esecutivo che, a suo avviso, sembra voler nascondere l'esistenza di una questione meridionale.

LORENZO RIA (PD). Nel sottolineare la complessità della materia oggetto del disegno di legge in discussione, che richiede un approccio connotato da prudenza e non inficiato da posizioni ideologiche, ritiene che parallelamente all'evoluzione dell'ordinamento statuale in senso federale si debba valutare la possibilità di sopprimere le regioni a statuto speciale; osservato inoltre che per garantire una reale efficacia del federalismo fiscale si dovrebbe preventivamente razionalizzare l'assetto delle autonomie locali, che appare ormai superato, sottolinea l'esigenza di razionalizzare gli enti territoriali senza dare adito ad ambiguità. Esprime inoltre apprezzamento per il metodo seguito nell'iter del disegno di legge in esame.

COSIMO VENTUCCI (PdL). Nel richiamare l'evoluzione legislativa inerente la riforma in senso federale dello Stato, manifesta apprezzamento per il clima di dialogo costruttivo che ha connotato l'iter in Commissione, confermato, tra l'altro dall'accoglimento di alcune proposte emendative presentate dall'opposizione. Richiamate, quindi, le misure più rilevanti recate dal disegno di legge delega in Pag. XIIdiscussione, sottolinea l'opportunità di accompagnare il provvedimento con l'adozione di un disegno di legge costituzionale in materia e con la definizione del Codice delle autonomie.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali e prende atto che i relatori ed il rappresentante del Governo rinunziano alla replica.

GIORGIO LA MALFA (Misto-LD-R). Esprime perplessità e stupore per il fatto che il Governo non abbia inteso intervenire in replica al termine di un'approfondita discussione su un provvedimento di particolare rilevanza.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Precisa che il Governo ritiene preferibile intervenire nel prosieguo del dibattito, entrando nel merito delle proposte emendative presentate.

GIORGIO LA MALFA (Misto-LD-R). Giudica sconcertante il chiarimento fornito dal Ministro Calderoli.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Auspica un approfondito intervento del Ministro Calderoli in sede di esame delle singole proposte emendative presentate al disegno di legge in discussione.

PRESIDENTE. Rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.

Sull'ordine dei lavori.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Ritiene che talune affermazioni rese dal deputato Baldelli, in replica ad un intervento da lui svolto, si siano di fatto tradotte, analogamente a quanto accaduto in altre circostanze, in un inammissibile tentativo di surrogare la Presidenza nell'interpretazione del Regolamento.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:

Martedì 17 marzo 2009, alle 14.

(Vedi resoconto stenografico pag. 88)

La seduta termina alle 19,30.