XVI LEGISLATURA
Resoconto sommario dell'Assemblea
Seduta n. 155 di lunedì 30 marzo 2009
Pag. IIIPRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI
La seduta comincia alle 11.
La Camera approva il processo verbale della seduta del 27 marzo 2009.
I deputati in missione sono quarantasette.
Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.
PRESIDENTE. Comunica che il deputato Pierluigi Mantini, già iscritto al gruppo parlamentare Partito Democratico, ha aderito al gruppo parlamentare Unione di Centro.
Discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 5 del 2009: Misure urgenti a sostegno dei settori industriali in crisi (A.C. 2187-A).
PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.
MARCO MARIO MILANESE (PdL), Relatore per la VI Commissione. Anche a nome del relatore per la X Commissione, richiama il proficuo lavoro svolto durante l'iter presso le Commissioni riunite VI e X ed illustra il contenuto del decreto-legge in discussione, che intende fornire una risposta alla grave crisi finanziaria in atto attraverso interventi specifici per le categorie particolarmente sensibili alla stessa: imprese, lavoratori, famiglie ed enti locali. Si prevedono, tra gli altri, incentivi al rinnovo del parco auto circolante, detrazioni per l'acquisto di elettrodomestici, nonché specifiche misure volte a facilitare l'accesso al credito per le imprese tramite, tra l'altro, l'incremento del fondo di garanzia. Per quanto concerne specifiche disposizioni a sostegno dei lavoratori, segnala la semplificazione delle procedure inerenti l'accesso al sistema degli ammortizzatori sociali e misure a sostegno degli enti locali più virtuosi, quali l'incremento della spesa per investimenti a seguito della rimodulazione degli obiettivi su base regionale, fermo restando il rispetto dei vincoli fissati dal Patto di stabilità interno. Precisa infine che, anche grazie alle modifiche apportate in sede referente, il provvedimento d'urgenza in discussione appare idoneo a fornire risposte adeguate, mantenendo invariati sia i saldi di spesa sia quelli di bilancio.
PRESIDENTE. Prende atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.
SERGIO ANTONIO D'ANTONI (PD). Nel ritenere che il provvedimento d'urgenza in discussione, in linea con le altre iniziative di politica economica assunte dal Governo, preveda un intervento parziale ed inadeguato - anche per il ritardo con cui è stato adottato - ad affrontare compiutamente lo stato di crisi di diversi settori industriali, sottolinea la necessità di garantire nell'immediato effettive tutele nei confronti dei lavoratori in caso di perdita del posto di lavoro, di aumentare del 2 per cento l'aliquota fiscale marginale applicata ai redditi più alti per assicurare maggiore sostegno alle fasce più deboli della popolazione, nonché di consentire ai comuni, in deroga ai limiti previsti nel Pag. IVPatto di stabilità interno, di investire per la realizzazione di opere immediatamente cantierabili. Esprime, infine, forte perplessità in merito alle modalità di copertura degli oneri finanziari derivanti dal decreto-legge in discussione, che appaiono sostanzialmente volte a privare di risorse le aree più deboli del Paese.
CARLO MONAI (IdV). Nel giudicare complessivamente disorganica e non tempestiva l'azione del Governo intesa a contrastare la stagnazione economico-finanziaria in atto, ritiene che il decreto-legge in discussione costituisca una risposta incompleta e inefficace alla crisi che affligge diversi settori industriali, reputando anzitutto eccessivamente ridotta la portata degli incentivi previsti per il rilancio del mercato dell'arredamento e degli elettrodomestici. Lamentata inoltre la scarsa attenzione prestata dall'Esecutivo alle difficoltà delle piccole e medie imprese della filiera tessile e manifatturiera, a fronte invece delle misure approntate in favore dell'industria metalmeccanica pesante, manifesta forti perplessità sull'efficacia degli incentivi per la rottamazione e l'acquisto di autoveicoli ecologici, nonché sulla ristrettezza delle deroghe introdotte al rispetto del Patto di stabilità interno, esprimendo infine rammarico per la scarsa disponibilità mostrata dal Governo a valutare le proposte migliorative del testo del provvedimento d'urgenza in discussione avanzate dal suo gruppo nel corso dell'iter in sede referente.
RAFFAELLO VIGNALI (PdL). Nel ricordare preliminarmente la figura dell'onorevole Ugo Martinat, recentemente scomparso, manifesta apprezzamento per l'azione complessiva di politica economica intrapresa dal Governo per fornire risposte concrete alla crisi finanziaria ed economica in atto. Ritenuto, altresì, che il decreto-legge in discussione appare idoneo a garantire un sostegno reale alle principali filiere produttive del nostro Paese, esprime particolare condivisione per la materia relativa agli ammortizzatori sociali. Auspica, infine, che durante l'iter in Assemblea il testo possa essere ulteriormente migliorato attraverso l'accoglimento di talune proposte emendative presentate.
PRESIDENTE. Si associa ai sentimenti di cordoglio per la scomparsa dell'onorevole Ugo Martinat, che la Presidenza non mancherà di ricordare ufficialmente.
La seduta, sospesa alle 12,35, è ripresa alle 12,50.
LIDO SCARPETTI (PD). Nel ritenere il provvedimento d'urgenza in discussione complessivamente insufficiente ed inidoneo - malgrado il recepimento di talune modifiche migliorative proposte segnatamente dal suo gruppo - ad affrontare efficacemente la crisi economica in atto, sottolinea la necessità di intervenire al più presto attraverso incisive misure strutturali quali una organica riforma degli ammortizzatori sociali, una più penetrante tutela del credito alle piccole e medie imprese ed un più deciso allontanamento dai vincoli del Patto di stabilità interno. Reputato altresì necessario, al fine di attivare una efficace manovra anticiclica, mobilitare risorse e promuovere investimenti, pur nel rigoroso controllo dei conti pubblici, osserva come il costo del denaro in Italia risulti più elevato rispetto alla media degli altri Paesi. Auspica quindi l'instaurazione di un costruttivo e proficuo confronto tra maggioranza ed opposizione, con l'obiettivo di individuare le più idonee misure anti-crisi, senza indulgere in inutili catastrofismi né in immotivati ottimismi di maniera.
ANNA TERESA FORMISANO (UdC). Nell'associarsi alle espressioni di cordoglio per la scomparsa dell'onorevole Martinat, manifesta profonda amarezza per il presumibile intendimento del Governo di porre la questione di fiducia, che vanificherebbe il proficuo lavoro svolto presso le Commissioni riunite VI e X. Pur esprimendo soddisfazione per le disposizioni recanti incentivi per i settori automobilistico e tessile, nonché per le misure a sostegno del credito e per le misure antispeculazione Pag. Vper le società quotate in Borsa, giudica il provvedimento d'urgenza in discussione complessivamente inadeguato ad affrontare la grave crisi in atto; invita pertanto l'Esecutivo ad adoperarsi fattivamente al fine di garantire gli attuali livelli occupazionali, anche attraverso un maggiore impegno in tema di ammortizzatori sociali e di procedura di erogazione della cassa integrazione, nonché a chiarire le modalità inerenti la copertura finanziaria del decreto-legge in esame. Auspica, infine, che il Governo non ricorra allo strumento fiduciario ed accolga alcune proposte emendative migliorative del testo presentate dal suo gruppo.
CATIA POLIDORI (PdL). Nel sottolineare il ruolo strategico svolto dalle piccole e medie imprese nel sistema economico nazionale, ribadisce la necessità di garantire la solidità delle stesse, da un lato colmando i deficit infrastrutturali che affliggono segnatamente il Mezzogiorno e, dall'altro, fissando regole certe e trasparenti circa l'accesso al credito; auspica a tal fine un fattivo impegno del Governo nella presidenza di turno del G8. Ricordata inoltre l'elevata propensione al risparmio delle famiglie italiane, richiama i provvedimenti adottati dal Governo per fronteggiare gli effetti della crisi finanziaria internazionale, sottolineando il puntuale rispetto degli impegni assunti dalla maggioranza durante la campagna elettorale. Stigmatizzate infine le critiche rivolte al contenuto del decreto-legge in discussione da parte dell'opposizione, auspica che all'interno di quest'ultima prevalga un atteggiamento responsabile, in modo da lanciare un segnale forte al mondo produttivo attraverso la conversione in legge del provvedimento d'urgenza in discussione.
La seduta, sospesa alle 13,35, è ripresa alle 15,05.
I deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono quarantasette.
PRESIDENTE. In attesa che giunga in Aula il rappresentante del Governo, sospende la seduta.
La seduta, sospesa alle 15,10, è ripresa alle 15,15.
MATTEO BRAGANTINI (LNP). Nel ricordare preliminarmente che il provvedimento d'urgenza in discussione si inserisce in un più ampio quadro di misure di politica economica varate dall'Esecutivo nell'ambito della strategie di contrasto alla crisi economica in atto, di cui evidenzia i passaggi più qualificanti, con particolare riferimento agli aiuti alle famiglie e ai settori produttivi in difficoltà, segnala talune lacune del testo in esame, in materia di incentivi ai settori dell'industria automobilistica, tessile e del mobile, giudicando opportuno l'ampliamento della platea dei destinatari di tali risorse, includendovi anche le giovani coppie e le fasce più povere della popolazione. Auspica quindi che nel prosieguo dell'iter vengano apportati al testo gli opportuni correttivi, in particolare in materia di Patto di stabilità interno, pur nella convinzione che il Governo ha compiuto tutti gli sforzi possibili a fronte dell'elevato debito pubblico ereditato dal passato.
FRANCO CECCUZZI (PD). Stigmatizzato preliminarmente l'ennesimo ricorso dell'Esecutivo alla decretazione d'urgenza, giudica il decreto-legge in discussione tardivo, lacunoso e disorganico a fronte della grave crisi economica in atto. Nel ritenere, quindi, condivisibili le misure da esso recate in materia di incentivi per il rinnovo del parco auto circolante, sebbene sia stata esclusa la filiera della componentistica, manifesta apprezzamento per il recepimento di talune proposte emendative presentate dal suo gruppo durante l'iter del provvedimento in sede referente, esprimendo, invece, preoccupazione per la radicale trasformazione della Cassa depositi e prestiti. Rilevate, altresì, le carenze del decreto-legge nei confronti del settore manifatturiero, ribadisce il giudizio negativo sulla politica economica del Governo, che non ha saputo prevedere efficaci misure per contrastare la flessione dei consumi né adeguati ammortizzatori sociali a sostegno di quanti hanno perso il posto di lavoro.
Pag. VIANTONIO BORGHESI (IdV). Nel giudicare preliminarmente fallimentare la politica economica attuata dal Governo a causa, in particolare, dell'esiguità delle risorse stanziate al fine di fronteggiare la crisi economica in atto, come si evince dai principali indicatori macroeconomici del Paese, evidenzia che le misure adottate sullo stesso versante negli altri Stati hanno un differente impatto sull'economia. Sottolineato quindi il carattere propagandistico di talune misure recate dal testo in discussione, segnatamente di quelle concernenti i vincoli agli incentivi nel settore dell'industria automobilistica, ricorda che la sua parte politica, contraria ad ogni forma di protezionismo, avrebbe preferito destinare tali fondi direttamente ai cittadini. Richiamata infine l'irrilevanza delle modifiche apportate al Patto di stabilità interno, esprime forte disappunto per le misure concernenti i rimborsi elettorali ai partiti. Evidenziato infine lo scarso impegno dell'attuale Governo nella lotta all'evasione fiscale, preannunzia l'orientamento contrario del suo gruppo sul disegno di legge di conversione del decreto-legge in discussione.
ANDREA LULLI (PD). Espresso preliminarmente un giudizio complessivamente negativo sull'ennesimo provvedimento d'urgenza varato dal Governo per affrontare la crisi economica e sociale in atto, giudica di stampo propagandistico le disposizioni da esso recate e, quindi, inidonee a fornire risposte concrete ai problemi dei lavoratori e delle famiglie. Pur condividendo alcune norme contenute nel decreto-legge in discussione, quale, ad esempio, la semplificazione delle procedure inerenti gli ammortizzatori sociali, sulla cui copertura finanziaria manifesta tuttavia forti dubbi, sottolinea la necessità di assumere iniziative più incisive, come specifiche misure volte alla defiscalizzazione degli investimenti produttivi degli insediamenti industriali e alla rinegoziazione dei debiti delle piccole e medie imprese contratti con le banche. Nel manifestare, infine, forti perplessità sulla politica economica dell'Esecutivo, basata su un approccio del tutto parziale, che, tra l'altro, potrebbe favorire l'innalzamento del debito pubblico e penalizzare gli enti locali più virtuosi, preannuncia la presentazione da parte del suo gruppo di limitate proposte emendative migliorative del testo.
MASSIMO VANNUCCI (PD). Nel giudicare il decreto-legge in discussione assolutamente deludente rispetto alle esigenze dei settori industriali del Paese, che vivono una situazione di grave crisi economica, sottolinea la necessità di prevedere misure più incisive in materia fiscale e a sostegno, tra l'altro, del settore del mobile. Evidenziato, altresì, il carattere meramente propagandistico dell'azione complessiva di politica economica intrapresa dal Governo, ritiene che lo stato di crisi in cui versa l'economia italiana debba essere affrontato in termini concreti, anche mediante l'adozione di misure a sostegno del credito ed una più efficace lotta all'evasione fiscale. Manifestata, infine, preoccupazione per le disposizioni dell'articolo 7-ter in materia di occupazione, nonché per quelle contenute nell'articolo 7-quinquies in materia di fondi, esprime un giudizio sostanzialmente negativo sul provvedimento d'urgenza nel suo complesso.
PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali.
MARCO MARIO MILANESE (PdL), Relatore per la VI Commissione. Nel ringraziare coloro che sono intervenuti nella discussione, esprime apprezzamento per il clima di dialogo costruttivo che ha connotato l'iter del provvedimento d'urgenza in discussione, ritenendo peraltro del tutto esaustivo l'esame svolto in sede referente. Nel confermare, quindi, il giudizio positivo sulle misure di politica economica varate dal Governo per affrontare la grave crisi finanziaria in atto, anche in considerazione dei vincoli di bilancio, stigmatizza alcune dichiarazioni rese da taluni esponenti dell'opposizione sul Presidente del Consiglio.
PRESIDENTE. Prende atto che il rappresentante del Governo rinunzia alla replica Pag. VIIe rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.
Discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 11 del 2009: Sicurezza pubblica e contrasto alla violenza sessuale (A.C. 2232-A).
PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.
CAROLINA LUSSANA (LNP), Relatore. Rileva preliminarmente che il decreto-legge in discussione, che presenta, ad avviso del Governo e della maggioranza, i prescritti requisiti di straordinaria necessità ed urgenza, reca disposizioni volte a garantire una più efficace tutela della sicurezza della collettività, anche a fronte della preoccupante recrudescenza del fenomeno della violenza sessuale, per contrastare il quale si prevede, tra l'altro, un inasprimento delle sanzioni previste dal vigente ordinamento e l'estensione del gratuito patrocinio alle vittime di tale reato. Illustra quindi il contenuto del provvedimento d'urgenza, ricordando, in particolare, le misure in tema di contrasto di atti persecutori, che recepiscono il testo del provvedimento vertente sulla stessa materia ed approvato dalla Camera, nonché le disposizioni finalizzate a rendere più agevole l'identificazione e l'espulsione degli immigrati irregolari ed a garantire un migliore controllo del territorio. Ricorda infine che con le norme relative alle cosiddette ronde si consente ai sindaci di avvalersi di associazioni di cittadini non armati che possono segnalare alle Forze di polizia situazioni di pericolo per l'ordine pubblico, prevedendo peraltro criteri molto stringenti per il ricorso a tale forma di volontariato.
MARIA ROSARIA CARFAGNA, Ministro per le pari opportunità. Nel ringraziare preliminarmente il relatore ed i componenti la Commissione per il proficuo lavoro svolto, preannunzia la massima disponibilità del Governo a valutare positivamente i contributi migliorativi che perverranno nel prosieguo dell'iter in Assemblea del provvedimento d'urgenza in discussione, di cui evidenzia l'importanza in termini di attenzione al contrasto del fenomeno della violenza sulle donne.
MARCO MINNITI (PD). Manifestata preliminarmente riprovazione per il ritardo con cui il Governo ha emanato misure urgenti volte a fronteggiare la preoccupante recrudescenza dei reati di violenza sessuale, nonché per l'avvenuto inserimento nel medesimo decreto-legge di ulteriori provvedimenti in materia di politiche di immigrazione e di controllo del territorio, esprime un giudizio fortemente critico sulle iniziative assunte dall'Esecutivo in tema di sicurezza, lamentando l'assenza di una coerente strategia di fondo e l'adozione di decisioni dettate da meri intenti propagandistici, anche a fronte del mancato raggiungimento degli obiettivi annunciati in campagna elettorale. Stigmatizzata inoltre la scelta del Governo di ridurre il tema dell'immigrazione ad una mera questione criminale, rinunziando a governare il fenomeno, giudica odiose le misure volte, tra l'altro, ad introdurre obblighi di denuncia per il personale sanitario e ad aumentare i tributi legati al permesso di soggiorno. Espressa infine preoccupazione per l'endemica carenza di fondi da destinare alle Forze dell'ordine, che ne compromette la capacità operativa, giudica inopportune e dannose le misure meramente diversive e sensazionalistiche adottate dal Governo in tema di controllo del territorio, quali l'impiego delle Forze armate ed il ricorso ad associazioni di cittadini non armati. Nel manifestare, al riguardo, la più netta contrarietà ad iniziative che reputa pericolosamente in grado di violare l'irrinunciabile monopolio dello Stato nel mantenimento dell'ordine pubblico, rivolge al Governo un accorato invito - non dettato da pregiudizialità di ordine politico-ideologico - a desistere dai suoi intenti e ad aprire con l'opposizione un più proficuo confronto sui temi della sicurezza.
Pag. VIII
ROBERTO RAO (UdC). Giudicato ampiamente condivisibile l'intervento del deputato Minniti, ricorda che la sua parte politica, concordando circa l'esigenza di intervenire su alcune materie quali la sicurezza ed il contrasto alla violenza di genere, ha contribuito ad approvare il provvedimento sullo stalking, di cui riconosce l'alta valenza sociale. Nel ritenere peraltro poco convincenti le disposizioni recate dall'articolo 2 del decreto-legge in discussione in materia di custodia cautelare, giudica inappropriato lo strumento del provvedimento d'urgenza, che priva il Parlamento del proprio ruolo e lo destina esclusivamente a ratificare decisioni assunte in altra sede.
Sottolineata quindi l'esistenza di talune incongruenze in varie decisioni dell'Esecutivo, tra le quali le disposizioni in materia di videosorveglianza ed il prolungamento del tempo di permanenza nei centri di identificazione ed espulsione, giudica inaccettabile la filosofia che ha ispirato il varo delle cosiddette ronde di privati cittadini, impegnate in operazioni di controllo del territorio, in sostituzione delle quali riterrebbe preferibile il coinvolgimento di associazioni di volontariato non connotabili politicamente. Nel lamentare infine gli inaccettabili tagli apportati alle risorse destinate alle Forze dell'ordine, ricorda che la sua parte politica è fermamente contraria all'adozione di qualsiasi misura di stampo propagandistico.
FEDERICO PALOMBA (IdV). Espresso preliminarmente un giudizio nettamente critico sulla politica del Governo in materia di sicurezza, che reputa sostanziarsi in provvedimenti meramente sensazionalistici ma scarsamente efficaci ed in grado per contro di alimentare le paure dei cittadini per cavalcarle a meri fini elettorali, manifesta la disponibilità del suo gruppo a valutare positivamente talune misure recate dal decreto-legge in discussione in materia di contrasto alla violenza sessuale e agli atti persecutori, pur ribadendo la riprovazione per l'eccessivo ricorso da parte del Governo alla decretazione d'urgenza.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE
FEDERICO PALOMBA (IdV). Giudicati inoltre fallimentari i risultati ottenuti dall'Esecutivo nell'attuazione delle politiche di controllo del territorio, segnatamente attraverso il ricorso alle Forze armate, ascrive alla responsabilità del Governo il grave e progressivo depotenziamento delle Forze dell'ordine ed esprime netta contrarietà al previsto ricorso ad associazioni di cittadini non armati, che reputa misura inefficace e pericolosamente contraria ai principi sanciti dalla Carta costituzionale. Preannunzia quindi un orientamento non pregiudizialmente contrario sul disegno di legge di conversione in discussione qualora nel prosieguo dell'iter siano stralciate le disposizioni di cui all'articolo 6 del relativo decreto-legge.
NICOLA MOLTENI (LNP). Esprime preliminarmente apprezzamento per l'eccellente lavoro svolto con tenacia e determinazione dal Ministro Maroni che, unitamente ai Ministri Alfano e Carfagna, ha portato avanti iniziative puntuali ed efficaci per garantire soluzioni concrete in materia di sicurezza per i cittadini, contrasto alla violenza, nonché espulsione e respingimento degli immigrati clandestini, temi considerati prioritari dalla sua parte politica. Nel sottolineare quindi l'inerzia del precedente Esecutivo in tali ambiti, manifesta condivisione per le disposizioni recate dal decreto-legge in discussione, del quale richiama il contenuto, che, in linea con il disegno complessivo del Governo in materia di sicurezza, prevede un più efficace contrasto ai fenomeni di violenza sessuale ed una più concreta tutela delle vittime di tali reati, incrementando, peraltro, mezzi e personale a disposizione delle Forze di polizia.
ENRICO COSTA (PdL). Nel respingere le critiche rivolte da parte dell'opposizione alla scelta del Governo di adottare un ulteriore provvedimento d'urgenza in tema di sicurezza, sottolinea l'avvenuto recepimento nel decreto-legge in discussione Pag. IXdelle norme in materia di contrasto alla violenza sessuale e agli atti persecutori già approvate da un ramo del Parlamento e ampiamente condivise dall'opposizione. Giudicato apprezzabile l'accantonamento della proposta concernente il «blocco androgenico» al fine di pervenire agli opportuni approfondimenti, reputa del tutto infondate e strumentali le critiche relative alla possibilità di ricorrere ad associazioni di cittadini non armati per un capillare controllo del territorio, atteso che ciò agevolerebbe la promozione del volontariato e della partecipazione dei cittadini nel conseguimento di un più accettabile livello di sicurezza pubblica. Nell'auspicare infine che anche sulle misure concernenti l'immigrazione possa svolgersi un confronto scevro da posizioni pregiudiziali e strumentali, rivolge un ringraziamento a quanti hanno contribuito all'iter del provvedimento in discussione.
DONATELLA FERRANTI (PD). Nel ritenere preliminarmente che da parte del Governo siano state lese le prerogative del Parlamento, atteso che senza alcun fondamento è stato utilizzato lo strumento del decreto-legge inserendovi disposizioni già all'esame dei due rami del Parlamento, giudica le misure recate dal provvedimento d'urgenza in discussione demagogiche, frammentarie ed inadeguate a risolvere le gravi problematiche inerenti la sicurezza e la violenza sessuale. Manifesta, quindi, contrarietà alle disposizioni riguardanti le cosiddette ronde, nonché alla scelta di aumentare fino a diciotto mesi il tempo di permanenza degli immigrati nei centri di identificazione ed espulsione, esprimendo preoccupazione per la mancata considerazione della funzione rieducativa della pena e del profilo psicologico del reo.
MARCO FEDI (PD). Sottolinea preliminarmente l'impostazione sostanzialmente illiberale della politica attuata dal Governo, il quale, anche attraverso il reiterato ricorso alla decretazione d'urgenza, persegue una strategia volta a delegittimare il Parlamento, al quale è stata peraltro preclusa la possibilità di un serio confronto sulle necessarie misure di contrasto alla violenza sessuale e agli atti persecutori. Evidenziati quindi taluni profili di incostituzionalità insiti nel decreto-legge in discussione, lamenta la riduzione delle risorse destinate alle Forze dell'ordine, che appaiono ancor più preoccupanti alla luce dell'introduzione delle cosiddette ronde di cittadini, impegnati in operazioni di controllo del territorio, che ritiene inefficaci e di natura propagandistica, nonché facilmente strumentalizzabili politicamente. Sottolineata infine la mancanza di una seria politica di integrazione degli immigrati, ribadisce l'orientamento contrario del suo gruppo sul provvedimento d'urgenza in esame.
MARIO CAVALLARO (PD). Rilevata preliminarmente la necessità che le politiche di contrasto alla criminalità non siano basate su reazioni istintive, lamenta che nel decreto-legge in discussione siano state inserite normative che erano già all'esame dei due rami del Parlamento. Nel ricordare, quindi, che molti episodi di violenza non vengono denunziati, sottolinea la necessità di garantire maggiore assistenza e sostegno alle vittime di tali reati, considerando eccessivamente riduttivo l'approccio sotteso alla previsione del gratuito patrocinio. Manifesta, infine, netta contrarietà alle cosiddette ronde che, anche a causa delle strumentalizzazioni politiche a cui possono prestarsi, appaiono contrarie ai principi propri della democrazia.
FABIO EVANGELISTI (IdV). Espressa preliminarmente una valutazione favorevole delle norme del decreto-legge in discussione in materia di violenza sessuale, manifesta l'orientamento nettamente contrario del suo gruppo sulla possibilità di ricorrere ad associazioni di cittadini non armati per garantire un più fattivo controllo del territorio. Nel giudicare tale misura un'ennesima iniziativa demagogica del Governo, vieppiù estranea ed in patente contrasto con il sistema Pag. Xnormativo che sovrintende alla tutela della sicurezza come configurato dalla Costituzione quale esclusiva competenza dello Stato e del Governo, paventa il rischio che da un'eventuale attuazione di tale norma possa derivare una pericolosa politicizzazione della sicurezza gestita senza intermediazione delle istituzioni. Reputato inoltre che la previsione delle cosiddette ronde possa, unitamente alle più restrittive e penalizzanti misure introdotte in tema di immigrazione, accentuare una preoccupante china di strisciante xenofobia presente nel Paese, ascrive alla responsabilità del Governo il mancato stanziamento di sufficienti risorse per le Forze dell'ordine; stigmatizza infine l'intento dell'Esecutivo di cavalcare il crescente sentimento di insicurezza dei cittadini a fini meramente strumentali.
RITA BERNARDINI (PD). Nel ritenere che la vera emergenza in Italia sia rappresentata dal collasso della giustizia, che necessiterebbe di una riforma organica, stigmatizza il modo di procedere del Governo, che adotta misure pericolose e di stampo demagogico, quali quelle recate dal decreto-legge in discussione. Dai dati ufficiali, infatti, non emerge alcun aumento dei casi di violenza sessuale, motivazione addotta dall'Esecutivo per il ricorso ad un provvedimento d'urgenza che, peraltro, recependo norme già previste da altri atti parlamentari, crea di fatto un corto circuito legislativo. Sottolinea, quindi, la particolare gravità delle previsioni della presunta pericolosità di detenuti in attesa di giudizio, di trattenimento fino a centottanta giorni per i cittadini di Paesi terzi nei centri di identificazione, nonché di quelle concernenti le cosiddette ronde, che giudica lesive dei diritti fondamentali della persona umana.
PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali e prende atto che il relatore ed il rappresentante del Governo rinunziano alla replica.
Rinvia pertanto il seguito del dibattito ad altra seduta.
Discussione della mozione Di Pietro n. 1-00109: Iniziative relative al sistema creditizio italiano, con particolare riferimento alla riforma delle fondazioni bancarie e delle banche popolari quotate.
Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Avverte che è stata presentata l'ulteriore mozione Cicchitto n. 1-00143 che, vertendo su materia analoga a quella trattata dalla mozione all'ordine del giorno, sarà discussa congiuntamente.
Dichiara aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni.
ANTONIO BORGHESI (IdV). Illustra la mozione Di Pietro n. 1-00109, richiamando le ripetute osservazioni dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, che ha sottolineato la necessità di riformare i meccanismi della governance nel sistema creditizio, anche per ridurre gli effetti della crisi del settore finanziario e correggere alcune distorsioni dei mercati. Segnala, in particolare, l'esigenza di intervenire mediante una riforma, segnatamente delle fondazioni bancarie e delle banche popolari quotate, che garantisca una maggiore trasparenza di alcune operazioni finanziarie, che renda più chiari i legami azionari tra banche concorrenti ed introduca disposizioni circa il divieto di cumulo di cariche da parte dei vertici amministrativi.
Ricordati quindi i diversi interventi legislativi recentemente varati per fronteggiare la crisi economica e finanziaria, garantendo l'ingresso di capitale pubblico nelle banche, sottolinea la necessità di prevedere norme più stringenti in materia di elusione fiscale. Ribadisce infine l'esigenza di garantire, come segnalato dalla stessa Autorità garante della concorrenza e del mercato, la effettiva portabilità dei mutui sulla prima casa ed una reale chiarezza nelle disposizioni che regolano i rapporti tra clienti e istituti di credito in caso di conti scoperti.
GIANFRANCO CONTE (PdL). Illustra la mozione Cicchitto n. 1-00143, rilevando che Governo ha già dato attuazione ad alcuni degli impegni contenuti nella mozione Di Pietro n. 1-00109, nella quale vengono richiamati condivisibili rilievi formulati dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato. Richiama, in particolare, le iniziative assunte dall'Esecutivo per una politica dei dividendi che favorisca la patrimonializzazione delle banche, nonché per la presentazione trimestrale di un rapporto sulle azioni avviate per il sostegno finanziario dell'economia, sottolineando la necessità di proseguire nella strada intrapresa dal Governo, garantendo una maggiore attenzione del Parlamento sull'attuazione dei protocolli sottoscritti.
FRANCO CECCUZZI (PD). Sottolinea preliminarmente che il suo gruppo si riserva di presentare una propria mozione sui temi in discussione alla luce della valutazione dei testi delle mozioni di Pietro n. 1-00109 e Cicchitto n. 1-00143, pur convenendo sulla necessità di ridurre i costi dei servizi bancari e di garantire una maggiore chiarezza e trasparenza nel rapporto tra clienti e banche. Ascrive quindi ai Governi di centrosinistra il merito di aver varato le uniche disposizioni realmente efficaci in materia di portabilità dei mutui e detraibilità degli stessi. Nel condividere altresì la necessità di una rivisitazione degli strumenti finanziari, ricorda che la sua parte politica è disponibile a valutare una riforma delle fondazioni bancarie, che però tenga conto delle recenti sentenze della Corte costituzionale; sottolinea infine l'esigenza di adottare misure volte a garantire un effettivo accesso al credito per le famiglie e le imprese.
PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali delle mozioni e prende atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito, che rinvia ad altra seduta.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:
Martedì 31 marzo 2009, alle 10.
(Vedi resoconto stenografico pag. 102).
La seduta termina alle 21,10.