XVI LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 161 di mercoledì 8 aprile 2009
Pag. 1PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI
La seduta comincia alle 9,05.
GREGORIO FONTANA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).
Sull'ordine dei lavori (ore 9,10).
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, le chiedo scusa, ma ruberò solo pochi secondi.
Colgo l'occasione: poiché nella seduta di ieri qualcuno ha inteso, come è evidente dal resoconto, strumentalizzare le mie parole rispetto ad una procedura che, per quanto mi riguardava, chiamava in causa gli uffici che coadiuvano la Presidenza in ragione di una risposta che stava per essere data a una mia richiesta, è del tutto evidente dal mio intervento che, ovviamente, non solo non era messa in discussione la professionalità degli uffici, ma tanto meno la mia protesta nei confronti della Presidenza era in relazione all'attività degli uffici.
È l'occasione per me per ribadire la mia massima e assoluta stima nei confronti di tutti i funzionari degli uffici della Camera, con l'auspicio che, magari, si utilizzino altre occasioni per fare polemica.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alessandri, Angelino Alfano, Brancher, Brugger, Caparini, Carfagna, Casero, Cicchitto, Cirielli, Cota, Crosetto, Donadi, Duilio, Gibelli, Giancarlo Giorgetti, Jannone, Lamorte, Lucà, Mantovano, Maroni, Martini, Migliavacca, Molgora, Leoluca Orlando, Pescante, Saglia, Soro, Stefani e Stucchi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 23 febbraio 2009, n. 11, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori (A.C. 2232-A) (ore 9,12).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 23 febbraio 2009, n. 11, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,13).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante Pag. 2procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Si riprende la discussione.
ROBERTO MARONI, Ministro dell'interno. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO MARONI, Ministro dell'interno. Signor Presidente, stiamo discutendo un provvedimento molto importante che riguarda la sicurezza, interventi a favore delle forze dell'ordine per il controllo del territorio che inaspriscono le sanzioni per coloro che commettono reati di carattere sessuale e tutta la normativa sullo stalking.
È un provvedimento che il Governo ha fortemente voluto e che intende portare all'approvazione nella sua integrità, come ho avuto modo di dire ieri.
Ma proprio perché il Governo intende arrivare fino in fondo bisogna valutare il fatto che i tempi che abbiamo di fronte sono molto brevi: la prossima settimana non vi saranno sedute del Parlamento, il decreto-legge scade il 26 aprile e la giornata di ieri ha reso evidente che l'atteggiamento legittimamente ostruzionistico, dal punto di vista dell'opposizione, dell'opposizione stessa, rende difficile pensare che la prosecuzione dei lavori in questo modo possa portare all'approvazione di questo disegno di legge nei tempi consentiti per la conversione del decreto-legge.
Ritengo opportuno, signor Presidente, una riflessione sul provvedimento e credo, quindi, che sia utile sospendere la discussione e convocare, se lei lo ritiene, la Conferenza dei presidenti di gruppo, con la presenza del Governo, per valutare le iniziative da prendere per garantire che il decreto-legge sia convertito nei tempi previsti.
PRESIDENTE. Se non vi sono interventi, sospendo la seduta e convoco immediatamente la Conferenza dei presidenti di gruppo. La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 9,15, è ripresa alle 10.
PRESIDENTE. Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo respinto l'emendamento Di Pietro 1.12.
Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento 6.610, soppressivo dei commi 3, 4, 5, 6 e 6-bis dell'articolo 6.
(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 2232-A)
PRESIDENTE. Riprendiamo, dunque, l'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A - A.C. 2232-A), nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione (Vedi l'allegato A - A.C. 2232-A).
Ricordo che le proposte emendative presentate sono riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione (Vedi l'allegato A - A.C. 2232-A).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vietti 1.13. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, questo emendamento ci consente di parlare di una di quelle battaglie che sono state storiche per il Partito Radicale, cioè la battaglia per l'abolizione dell'ergastolo. Vedete, per quanto riguarda il fatto che in queste norme, che sono proposte l'attenzione del Parlamento, si parli e si scriva in continuazione di ergastolo, di nuove fattispecie di reato, di aumento delle pene, noi crediamo che ciò non faccia il gioco dell'obiettivo comune, che è quello di dare la sicurezza ai cittadini. Infatti non è con il rafforzamento delle pene che si combatte la criminalità. Questo è dimostrato da tutti i dati scientifici con i quali si è analizzato il fenomeno della criminalità in Italia. La pena deve essere - come dice l'articolo 27 della Costituzione - rieducativa, Pag. 3e quando noi affermiamo «ergastolo: fine pena mai» sicuramente togliamo questa speranza a colui o a colei che è condannato. Ecco perché noi riprendiamo un antico referendum che fu proposto nel 1980 con la raccolta delle firme (si votò nel 1981). All'epoca devo dire che la parte del Partito Comunista Italiano ebbe un atteggiamento un po' ambiguo su questo referendum, perché se il segretario del PCI di allora, Enrico Berlinguer, si pronunciò ufficialmente a favore del nostro referendum, per l'abolizione dell'ergastolo, però il Partito Comunista Italiano contemporaneamente raccoglieva le firme, a Bologna per esempio, unito in quella fase anche al MSI per l'introduzione nel nostro Paese della pena di morte. Erano gli anni del terrorismo e io credo che proprio la saggezza di coloro - voglio ricordare per esempio Nicolò Amato - che ebbero l'onere e l'onore di dover affrontare la situazione carceraria dell'epoca e l'introduzione di strumenti come la cosiddetta legge Gozzini invece assicurarono un momento di pacificazione nelle carceri. Perché? Perché si è data speranza ai detenuti. Perché - è vero - tutti noi diciamo che la pena deve essere certa e deve essere scontata, ma quando non si danno speranze, quando si dice «fine pena mai» significa veramente buttare la chiave, e io credo che non sia questo quello che debba fare una società democratica, una società civile, e d'altra parte questo è in contraddizione anche con le recenti vittorie ottenute dall'Italia, per esempio, sulla moratoria delle esecuzioni capitali; vittorie ottenute in campo internazionale, alle Nazione Unite. Pensate che anche l'istituzione del Tribunale penale internazionale (anche questa è una battaglia fortemente voluta dai Radicali) ha tolto sia la pena di morte sia l'ergastolo nella sua regolamentazione.
A proposito di questo approfitto per suggerire e ricordare al Governo che è fortemente in ritardo sulle norme di implementazione che l'Italia deve ancora emanare per il Tribunale penale internazionale. In Commissione il sottosegretario Alberti Casellati aveva promesso che entro la metà di marzo il Governo avrebbe predisposto questo disegno di legge e, invece, ancora stiamo aspettando e siamo ormai ai primi giorni di aprile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.
MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, stiamo discutendo sull'emendamento 1.13 a mia prima firma, non è vero?
PRESIDENTE. Sì, onorevole Vietti.
MICHELE GIUSEPPE VIETTI. La ringrazio, perché nella concitazione avevo un dubbio.
Proponiamo una modifica che, in parte, è formale e, in parte, è sostanziale. In sostanza proponiamo di spostare alla lettera a) comma 1, dell'articolo 1, il riferimento all'articolo 612-bis del codice penale, vale a dire il riferimento allo stalking. Pertanto la formula... chiedo scusa, colleghi scusate.
PRESIDENTE. Per favore, pregherei di non disturbare l'onorevole Vietti.
MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Pertanto, il riferimento all'aggravante prevista dall'articolo 576, primo comma, numero 5) del codice penale, che si propone di modificare con questo testo che stiamo votando, diventerebbe: «in occasione della commissione di taluno dei delitti previsti dagli articoli 609-bis, 609-quater, 609-octies e 612-bis».
Infatti il riferimento all'articolo 612-bis secondo la formula del testo proposto, cioè ponendo l'aggravante direttamente in relazione all'autore del delitto previsto dall'articolo 612-bis crea un nesso di causalità francamente molto equivoco: se l'agente di cui all'articolo 612-bis ha posto in essere gli atti persecutori anche in un'epoca che può essere molto antecedente, finisce che noi con la formula del testo applicheremmo comunque l'aggravante per l'omicidio in violazione di qualunque principio di ragionevolezza. Pag. 4
Quindi non proponiamo di eliminare il riferimento allo stalking ma semplicemente, da un punto di vista tecnico, lo includiamo nella lettera a) dell'articolo 1 del testo in esame con la formula «in occasione della commissione», che è quella che il testo propone. Eliminando il riferimento improprio della lettera b) all'autore del delitto evitiamo di creare il rischio di applicare l'aggravante anche quando manca un nesso di causalità diretto o il nesso addirittura è eccessivamente diluito.
Pregherei i colleghi e il Governo di fare su questo una valutazione: a noi sembra una proposta che descrive la fattispecie in modo più appropriato e rischia di evitare interpretazioni che possono essere distorte.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, non nascondo che alcuni degli argomenti utilizzati nell'illustrazione dell'emendamento Vietti 1.13 hanno un fondamento e sicuramente non sono privi di un ragionamento anche sotto il profilo giuridico. Vorrei tuttavia ricordare all'Aula che quello risultante del decreto-legge è il testo sostanzialmente che uscì dalla discussione che affrontammo ancora in epoca precedente, allorché la Camera si occupò del disegno di legge. Come i colleghi ricorderanno vi fu un'analoga discussione su quale fosse la formulazione più opportuna per quanto concerne l'aggravante riferita soprattutto al caso delle cosiddette molestie insistenti.
Tra l'altro, rammento che vi fu una discussione anche all'interno, oltre che della Commissione, del Comitato dei nove, che coinvolse colleghi e colleghe soprattutto dell'opposizione. Si arrivò così ad una definizione di quell'articolato e quindi anche dell'emendamento che poi venne sostenuto, che trovò una soluzione di compromesso. Quella soluzione di compromesso è oggi riproposta nel testo allora definito e su quel testo, pur - devo dirlo con onestà intellettuale - senza convinzione anche da parte di chi parla, si arrivò a questa definita soluzione.
Riaprire quella discussione pare in questo momento sicuramente legittimo, ma non farebbe altro che ritardare la discussione sul provvedimento in esame, sul quale tutti abbiamo convenuto circa l'importanza per quanto riguarda anche la questione relativa appunto alle molestie insistenti. Su questo mi permetto di richiamare alcune notizie di stampa che sono state pubblicate proprio in questi giorni; così come abbiamo affrontato il tema attraverso il decreto-legge, la prima risposta, soprattutto attraverso l'utilizzo dell'ammonimento, ha consentito un intervento immediato da parte dei questori e, in alcuni casi, le nuove disposizioni hanno sicuramente evitato, addirittura con ricorso a provvedimenti restrittivi della libertà, violenze nei confronti delle donne che si stavano perpetrando. Ritengo che su questo argomento la questione possa dirsi non definitivamente chiusa.
Rivedremo la questione, anche attraverso un successivo emendamento, che è quello su cui il Governo e la relatrice hanno già espresso un parere favorevole e che mira sostanzialmente a collegare la pena dell'ergastolo al fatto che la vittima delle molestie insistenti sia la stessa su cui si consuma il delitto più grave. Sicuramente questa precisazione è doverosa, ma come dicevo rimane aperta la questione in termini giuridici. Sotto tale profilo probabilmente si tratterà di vedere anche quale sarà l'applicazione della giurisprudenza di questo articolo, che oggi licenzieremo definitivamente, e sulla base poi anche di questi interventi da parte della giurisprudenza e da parte della dottrina non è escluso che su alcuni argomenti - lo ripeto - che in alcuni casi io stesso ho affrontato (tra l'altro sono presentatore, come i colleghi possono vedere, di un emendamento che vorrebbe riportare la previsione normativa nella linea in cui si è discusso e su cui sono intervenuti i colleghi), se sarà necessario, potremmo anche intervenire in un secondo tempo. Pag. 5
Tuttavia permettetemi, lo dico anche con un sacrificio personale: riaprire oggi una questione che è già stata oggetto di un confronto abbastanza serrato e che aveva visto - lo ripeto - anche colleghi e colleghe del Partito Democratico accettare alla fine questa soluzione, significherebbe ritardare il provvedimento e riaprire una questione che vorremmo definita, proprio per permettere, anche alla luce degli ultimi avvenimenti, di licenziare il provvedimento in esame in maniera definitiva, per consegnare all'ordinamento penalistico e quindi anche all'ordinamento giuridico quelle norme che sono state il frutto - vorrei ribadirlo - di un lavoro non indifferente fatto dalla Commissione e quindi anche dei colleghi dell'opposizione.
Probabilmente vi sono questioni - e concludo, signor Presidente - ancora aperte, ma credo che il tempo poi ci consentirà eventualmente di approfondirne i contenuti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.
FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, voteremo a favore dell'emendamento in esame perché sostanzialmente razionalizza la formulazione tecnica, pur lasciando la medesima conseguenza, e cioè che si tratta di un'aggravante che comporta la pena dell'ergastolo. Avremmo preferito che, invece che dirsi «in occasione della commissione di taluno dei delitti» si fosse detto «nell'atto di commettere taluno dei delitti», come diceva il n. 5), comma 1, dell'articolo 576. Avremmo cioè preferito che vi fosse non un rapporto di occasionalità, ma un rapporto di contestualità tra la commissione di uno delitti e l'omicidio.
Vedremo se sarà possibile recuperare questo aspetto successivamente. Comunque, questa formulazione ci sembra più razionale della precedente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Ricordo ai colleghi che non vi è richiesta di votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Pongo in votazione...
Prendo atto che l'onorevole Evangelisti, a nome del gruppo dell'Italia dei Valori, chiede la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti 1.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Prego i colleghi di votare. Onorevole Mondello? Onorevole De Luca? Onorevole Buttiglione? Hanno votato tutti? Onorevole Ruggeri?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 371
Votanti 366
Astenuti 5
Maggioranza 184
Hanno votato sì 172
Hanno votato no 194).
Prendo atto che i deputati Consolo, Scandroglio, Lunardi, Di Caterina e Castiello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che i deputati Calgaro, Nunzio Francesco Testa e Ria hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bernardini 1.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, il decreto-legge in esame, a partire dall'articolo 1, al quale abbiamo presentato un emendamento ben preciso, è indiscutibilmente espressione di una concezione repressiva della società. Il decreto-legge, infatti, prevede inasprimenti di pene e misure che restringono complessivamente la libertà individuale dei cittadini.
È un decreto-legge che marca una distanza abissale da quelli che sono stati Pag. 6lumi della civiltà giuridica del nostro Paese: penso a Cesare Beccaria e a Piero Calamandrei, i cui principi ed insegnamenti sono tradotti nella nostra Costituzione, in particolare all'articolo 27, che afferma che la pena deve tendere alla rieducazione del reo. Questa concezione della società - quella di Beccaria e di Calamandrei - ormai, vive in modo chiaro, innanzitutto, nell'azione presente e passata dei Radicali, la cui contrarietà all'ergastolo, io motivo con le stesse ragioni con cui motiviamo la nostra contrarietà alla pena di morte.
Infatti, se la pena di morte mette la parola «fine» alla vita fisica di un individuo, l'ergastolo mette la parola «fine» alla vita civile di una persona, spesso, anche con l'aggiunta di quella pena accessoria non scritta negli ordinamenti del nostro Paese, ma ben impressa nella mente di molti esponenti politici, che è l'apposizione del marchio di infamia a chi ha commesso un reato e a cui si dice: tu non cambierai mai.
Sgomenta davvero vedere un Paese che, sul piano internazionale, si è saputo contraddistinguere, ma, lo ripeto, grazie innanzitutto all'azione non violenta dei Radicali, in campagne che hanno portato a far avanzare l'iniziativa contro la pena di morte. Così è stato per la campagna «Nessuno tocchi Caino», che ha portato le Nazioni Unite ad introdurre una moratoria universale delle esecuzioni capitali. Inoltre, come non ricordare la campagna del partito Radicale relativa all'associazione «Non c'è pace senza giustizia», che ha portato all'affermazione, in sede internazionale, della Corte penale internazionale, la quale, per crimini gravissimi come quelli contro l'umanità, non prevede la pena dell'ergastolo.
Oggi, a fronte di quanto è stato fatto sul piano internazionale, sul piano interno andiamo a proporre addirittura l'estensione dell'ergastolo ad altre fattispecie di reato. Non è un caso, perché se nella graduatoria dei Paesi per malamministrazione della giustizia ci collochiamo al centocinquantaseiesimo posto, addirittura dietro Paesi africani quali il Gabon, non a caso ci uniformiamo a questa nostra posizione davvero arretrata sul piano dell'amministrazione della giustizia, uniformando anche il nostro diritto interno attraverso, appunto, l'ulteriore estensione della pena dell'ergastolo ad altre fattispecie di reato. Forse dovremmo guardare ai Paesi africani - penso al Rwanda - che, nonostante i genocidi che hanno causato milioni di morti, hanno comunque avuto la forza di saper guardare al futuro abolendo la pena di morte. Credo che dovremmo guardare a questi Paesi a fronte dell'avanzata a cui stiamo assistendo di una politica tutta emergenzialista, costruita a tavolino, rispetto alla quale è sempre più necessaria l'alternativa di uno Stato liberale e di uno stato di diritto per questo Paese.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bernardini 1.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 370
Votanti 205
Astenuti 165
Maggioranza 103
Hanno votato sì 16
Hanno votato no 189).
Prendo atto che il deputato Ria ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo altresì atto che i deputati Porcu, Lunardi, Saltamartini, Simeoni, Stradella, Sardelli, De Luca, Consolo, Torazzi, Fucci, Carfagna, Di Caterina e Castiello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che i deputati Paladini, Libè, Delfino, Ruvolo, Garavini, Mazzarella, De Micheli, Nunzio Pag. 7Francesco Testa e Tassone hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto astenersi.
Saluto gli studenti dell'istituto tecnico industriale «Leopoldo Nobili» di Reggio Emilia, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Avverto che i subemendamenti Tenaglia 0.3.600.2 e Ferranti 0.3.600.4, nonché gli emendamenti Concia 4.301 e Vaccaro 7.300 sono stati ritirati dai presentatori.
Passiamo all'emendamento Contento 1.3.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, prendo la parola solo per comunicarle che ritiro questo emendamento sulla base delle motivazioni che ho già espresso.
PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo all'emendamento Cavallaro 1.301.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, credo che quando la nostra coscienza e la nostra cultura giuridica si trovano in disaccordo con le decisioni politiche del proprio gruppo sia doveroso dirlo e votare secondo coscienza e secondo la propria cultura giuridica.
Sono convinto che se la norma sarà approvata senza questo emendamento stabilirà soltanto un collegamento tra la qualità di soggetto ritenuto colpevole di stalking e l'omicidio che possa accadere. Per far comprendere quanto questa norma sia deviante rispetto alle regole giuridiche, se un soggetto dovesse essersi reso responsabile di stalking e, magari, a distanza di due o tre anni, per motivi del tutto estranei al comportamento di stalking, dovesse uccidere questa persona, la qualifica soggettiva di responsabile di stalking comporterebbe la pena dell'ergastolo, senza che vi sia alcun rapporto fra il reato di stalking e il successivo omicidio. A me pare, quindi, che sia doveroso stabilire questo collegamento per lo meno in termini temporali, perché addirittura a distanza di anni quella condotta del tutto estranea all'omicidio comporterebbe una pena grave come l'ergastolo.
Personalmente, quindi, ed in coscienza non mi sento di non dover approvare un emendamento che limita e riporta a ragionevolezza l'aggravante.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cavallaro 1.301, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Hanno votato tutti? Onorevole Girlanda?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 400
Votanti 393
Astenuti 7
Maggioranza 197
Hanno votato sì 194
Hanno votato no 199).
Prendo atto che i deputati Nunzio Francesco Testa, Ferrari e Ria hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Consolo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciriello 1.300, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 398
Votanti 397 Pag. 8
Astenuti 1
Maggioranza 199
Hanno votato sì 394
Hanno votato no 3).
Prendo atto che i deputati Calearo Ciman, Sardelli, Petrenga, Consolo, Coscia, Ferrari, Ria e Rampelli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Prendo altresì atto che il deputato De Luca ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che i deputati Scandroglio e Carfagna hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Maurizio Turco 1.302.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, formuliamo la dichiarazione di voto a favore di questo emendamento perché tutto questo decreto-legge rappresenta un prezzo che il Paese e il Parlamento pagano all'anima forcaiola di una maggioranza di Governo che ha scelto questo tema per dare sfogo a istinti che sicuramente sono presenti nell'opinione pubblica del Paese ma che non fanno onore alla tradizione del nostro sistema giuridico.
Questo emendamento intende stabilire un principio che, credo, possa trovare accoglimento anche in chi avverte una simile esigenza di sicurezza ovvero quella di portare davanti ad un tribunale chi è colpevole di commettere reati. Si chiede l'imprescrittibilità di quei reati che colpiscono, con la violenza sessuale (che è uno dei reati di cui si parla nel decreto-legge in esame), in particolare i minori. Sappiamo che ci sono stati molti casi emersi nel corso di questi anni che hanno visto i minori, dopo molti anni dalla commissione dei reati in oggetto, riuscire a trovare la forza e la possibilità di far conoscere quanto era a loro avvenuto, anche per problemi di natura psicologica connessi a questo tipo di reati. Quindi, se davvero si vuole garantire giustizia e sicurezza alle vittime di questi crimini che sono davvero odiosi ed in particolare ai minori, ritengo che stabilire il principio dell'imprescrittibilità darebbe un segnale davvero di attenzione al riguardo.
Altre misure che sono contenute in questo decreto-legge evidentemente non fanno onore alla tradizione del nostro Paese e nemmeno a chi, nel recente congresso del Popolo della Libertà, ha espresso alcune posizioni di natura garantista ed ha richiamato la tradizione nonché l'ascesa in campo del Presidente Berlusconi con la necessità di una riforma complessiva della giustizia in senso garantista e liberale, istanze che in questo decreto-legge sono scomparse. Abbiamo appena ascoltato l'onorevole Pecorella che cerca di far valere quel tipo di impostazione e di tradizione. Per il resto, l'intero decreto-legge in esame fa invece riferimento a un'impostazione forcaiola che credo davvero debba far riflettere anche coloro che nel centrodestra vogliano costruire un'Italia liberale e diversa da quella che abbiamo oggi (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.
PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, al netto delle polemiche, il gruppo dell'UdC esprime un parere favorevole su questo emendamento e anche sul successivo perché se si vuole garantire, come vogliamo, certezza della pena su reati odiosi, occorre tener conto della concreta e specifica dinamica dei medesimi reati e della circostanza che in tutti i delitti relativi ad abusi sessuali su minori vi è un'emersione del fatto che può essere anche non contestuale alla commissione del delitto, come sappiamo ormai da studi consolidati e molto avanti nel tempo. Quindi non ha senso in questo caso la dinamica della prescrizione che finirebbe per favorire gli autori di questi odiosi reati.
Pertanto esprimeremo voto favorevole sia sull'emendamento Maurizio Turco 1.302 che su l'emendamento Maurizio Turco 1.303.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.
FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, noi voteremo a favore di questo emendamento e del successivo perché riteniamo che il legislatore debba anche assumere una funzione pedagogica a con la quale deve cioè additare alla comunità nazionale i valori da tutelare.
Crediamo che il valore del rispetto della donna e dei minori sia uno dei valori più alti che la nostra comunità nazionale deve preservare e tutelare. Pertanto dobbiamo pensare che il diritto di violenza sessuale sia uno di quelli che difficilmente la vittima dimentica se rimane in vita, nel senso che la donna o il bambino portano con sé la violenza sessuale per tutta la vita.
Pertanto, rendere imprescrittibile anche la punizione del delitto di violenza sessuale mi sembra una decisione assolutamente condivisibile, perché risponde alla sensibilità della nostra collettività nazionale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 1.302, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole De Luca? Onorevole Stanca?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 418
Votanti 417
Astenuti 1
Maggioranza 209
Hanno votato sì 199
Hanno votato no 218).
Prendo atto che i deputati Leoluca Orlando, Scilipoti e Veltroni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole, che i deputati Mondello e Rampelli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato De Poli ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Maurizio Turco 1.303.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, anche questo emendamento mira ad eliminare la prescrizione per reati come quello della violenza sessuale sui minori. L'ha detto anche l'onorevole Mantini, ormai ci sono studi consolidati che dimostrano come dalla commissione di questi reati per i minori occorrano spesso molti anni, molti decenni, prima di riuscire a farci i conti, a poterne parlare e a poterli denunciare.
Francamente non capisco perché in un decreto-legge in cui si afferma che si vuole stabilire la certezza della pena - e lo si fa in un modo che noi riteniamo molto demagogico - non si colga l'opportunità di valutare quella che è una realtà dei fatti, quello che viene portato a conoscenza del legislatore e di chi fa studi sociali da questo tipo di analisi, per consentire a chi è stato vittima di violenza sessuale in età infantile di poter avere la possibilità, nel corso dei decenni, di portare a conoscenza dell'autorità giudiziaria quanto allora avvenuto.
Francamente è incomprensibile e sia chiaro che chi vota contro questo emendamento vota per l'impunibilità di coloro che violentano i minori in questo Paese (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE (ore 10,35)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 10Maurizio Turco 1.303, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Orlando ha bisogno di sostegno? Onorevole De Luca ha bisogno di sostegno? Onorevole Bocchino lei sta votando? Onorevole Bocchino... capisco: stava solo indicando qualcuno che aveva bisogno di sostegno, il suo dispositivo funziona! C'è soltanto l'onorevole Orlando che ha ancora difficoltà, volete disabilitare la postazione dell'onorevole Orlando per favore? Adesso ci siamo? Sta bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 424
Votanti 421
Astenuti 3
Maggioranza 211
Hanno votato sì 201
Hanno votato no 220).
Prendo atto che i deputati Leoluca Orlando, Libè hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Distaso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Bernardini 2.1 e Di Pietro 2.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, con questo emendamento affrontiamo un aspetto fondamentale di questo provvedimento, cioè l'obbligo della custodia cautelare durante le indagini per una serie di reati che attengono, diciamo così, alla violenza sessuale. Credo che un Parlamento che si dica liberale non possa concepire nell'ordinamento un obbligo di custodia cautelare che è basato su una presunzione di pericolosità sociale che è assolutamente inammissibile. Sono davvero sorpreso che una maggioranza che fa della libertà e del garantismo a parole la propria missione possa concepire uno strappo così grave al principio costituzionale della presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva passata in giudicato.
Quindi, invito davvero i liberali, coloro che tengono alle garanzie nel nostro Paese a votare a favore di questo emendamento che, lo ripeto, nel caso fosse respinto, con la previsione di questo obbligo di custodia cautelare produrrebbe l'effetto di infrangere una sorta di tabù che si ripercuoterebbe sicuramente nel futuro per altre fattispecie di reato. Stiamo uscendo dalle garanzie costituzionali e processuali (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.
PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, in effetti stiamo discutendo di un punto davvero molto delicato e mi permetto anch'io di richiamare l'attenzione per un voto consapevole.
Siamo in presenza della norma che sostanzialmente introduce un automatismo tra una certa categoria di reati, cioè i reati di violenza sessuale, e la custodia in carcere. Si tratti di casi che sono stati alla nostra attenzione di recente per stupri, violenze, anche per imputati extracomunitari poi rivelatisi non autori di quei fatti. Sono quei reati che indubbiamente, si usa dire, eccitano la piazza, però, vorrei anche dire che eccitano e turbano profondamente le coscienze nostre e di tutti i cittadini perché non si vorrebbe che un imputato per un grave delitto di violenza sessuale poi vada in giro, come si suol dire, sotto i portici, magari negli stessi luoghi frequentati dalla sua vittima.
Tuttavia, viene introdotto un principio di grande delicatezza e anche di grande specialità sotto il profilo giuridico perché sappiamo che la custodia cautelare non è una pena anticipata, non è l'inizio della Pag. 11pena. Occorre sempre la verifica degli elementi di grave allarme sociale, di rischio di reiterazione del reato, di inquinamento delle prove, di pericolo di fuga, mentre qui sostanzialmente si crea un canale di quasi automatismo. Vero è che vi sono alcune accortezze, ossia occorre che siano riscontrati i gravi indizi di colpevolezza, però, non ci sono più le verifiche sui tre elementi che sono richiesti nell'articolo 274 del codice di procedura penale.
Pertanto, noi esprimiamo un voto cosciente, consapevole dell'allarme sociale e della volontà da parte del Parlamento di dare un'indicazione di rigore nei confronti di questi reati, però degli autori di questi reati, non dei presunti autori. Dunque, considerando che vi è sempre la possibilità di uno spazio discrezionale di valutazione da parte del giudice della minore entità o gravità del reato che potrebbe portare anche alla non applicazione della custodia cautelare in carcere, diciamo che possiamo dare un'indicazione di astensione nei confronti di questi identici emendamenti.
Tuttavia, è un'astensione carica anche di dubbi, di perplessità e di consapevolezza del fatto che occorre distinguere tra la pena certa, mite, pubblica e pronta secondo i principi di Beccaria, da erogare ai colpevoli, e, invece, la pena che può essere «anticipata» nel senso della restrizione in carcere solo in presenza di determinati presupposti che nei casi di violenza sessuale verrebbero ad essere depotenziati o addirittura disconosciuti.
Questo automatismo, dunque, tra l'imputazione e la custodia in carcere è un punto molto delicato. Noi diamo un'indicazione di astensione, ma lasciamo anche alla coscienza dei singoli parlamentari e colleghi l'espressione del voto.
CAROLINA LUSSANA, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA, Relatore. Signor Presidente, intervengo per fare alcune precisazioni in merito agli interventi dei colleghi. Noi tutti dobbiamo ricordare il clima in cui è nato questo decreto-legge, che nasce dopo un episodio di cronaca per il quale tutti, mi sembra, ci siamo indignati. Ricordiamo lo stupro di capodanno e la vicenda dell'autore del reato per il quale furono previsti gli arresti domiciliari in luogo della custodia cautelare in carcere.
Ciò rappresenta chiaramente la motivazione politica che ha portato il Governo ad un giro di vite e, quindi, a delle restrizioni per quanto riguarda i reati di violenza sessuale. Tuttavia, ho sentito parlare di automatismo, dunque di obbligo della custodia cautelare in carcere anche in assenza delle esigenze cautelari. Vorrei dire anche all'onorevole Mantini che non è assolutamente così. È vero che con la lettera a), novellando l'articolo 275, noi deroghiamo al principio generale, prevedendo la custodia cautelare in carcere come misura prioritaria. Di conseguenza, deroghiamo al principio generale per cui si dovrebbe provvedere alla custodia cautelare in carcere solo salvo quando un'altra misura non risulti chiaramente adeguata.
Tuttavia, vorrei ricordare che il significato letterale della norma dice che non si deve prescindere dalla valutazione dell'insussistenza di elementi per i quali non ricorrano le esigenze cautelari. Chiaramente è previsto un'inversione dell'onere della prova. Quindi, stabiliamo che vi è la custodia obbligatoria in carcere salvo prova contraria, ovvero salvo l'insussistenza delle esigenze cautelari. Quindi, non vi è alcuno stravolgimento del principio giuridico, ma sicuramente un'indicazione chiara che per determinati reati la custodia cautelare in carcere secondo noi è la via da seguire.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, credo che quanto detto dalla relatrice confermi la gravità di ciò che ci apprestiamo ad approvare. Questa norma è una di quelle più illiberali che siano state introdotte nel nostro ordinamento penale Pag. 12negli ultimi anni. Mi sembra che si rivada ai cosiddetti decreti Cossiga e alle leggi speciali contro il terrorismo, dove si estende il principio della presunzione di colpevolezza, invece di difendere il principio costituzionale della presunzione d'innocenza che, onorevole Lussana, è l'unico principio che vige nel nostro ordinamento (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
Noi proponiamo un emendamento col quale vogliamo eliminare l'obbligo della custodia cautelare, in quanto vi sono altre forme per garantire contro la pericolosità: gli arresti domiciliari, l'obbligo di dimora e tante altre misure che sono applicate per tutti gli altri reati. Voi volete solo aizzare le piazze con la demagogia sulla violenza sessuale, che in questo Paese è diminuita invece di aumentare. È veramente una vergogna perché ci si proclama liberali e, invece, si propone questo tipo di norma (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, credo che su questa vicenda vada fatta un po' di chiarezza.
Ci sono dei reati infamanti, di fronte ai quali l'esistenza dei gravi indizi di colpevolezza merita la dovuta severità da parte anche del magistrato. Noi partiamo dall'idea che quando si usa violenza nei confronti di una persona o di una donna - pensiamo ad esempio allo stupro di gruppo - sia un tantino difficile immaginare che nonostante la presunzione di innocenza, che giustamente la Costituzione richiama, non ci possano essere le doverose cautele che sono previste dal codice di procedura penale. Riteniamo, tra l'altro, che purtroppo in alcune occasioni grazie a Dio pochi magistrati ci hanno abituato a una mancanza di severità che di fronte a gravi reati è incomprensibile all'opinione pubblica.
Quindi, vogliamo anche richiamare questa situazione di fronte a reati così gravi come quelli di cui si discute. Ma in più dobbiamo anche ricordare - perché altrimenti i colleghi che non hanno seguito direttamente in Commissione la vicenda non sono informati adeguatamente - che la Commissione attraverso degli emendamenti, e uno tra l'altro lo modificheremo tra poco attraverso l'introduzione di un ulteriore intervento della Commissione, ha mitigato il principio che all'inizio figurava, immaginando che questo principio non opera in tutti i casi in cui quei gravi reati sono appunto mitigati dall'esistenza delle circostanze attenuanti che ivi sono state previste dal legislatore. Tanto è che se il collega ha la cortesia (Commenti del deputato Mecacci) di leggere l'articolato... e mi meraviglia che la soppressione del principio, attraverso l'emendamento presentato, preveda addirittura la soppressione di questa mitigazione, che in sede di Commissione è stata inserita, perché questo principio opera soltanto quando il reato è nella sua integrale gravità. Ma se sussistono le circostanze attenuanti previste da quei reati non può operare e si torna al principio precedente.
Quindi, e concludo signor Presidente, noi abbiamo combinato le esigenze di severità di fronte a gravi reati con quelle esigenze di mitigazione che sono previste allorché ricorrano le circostanze attenuanti. Crediamo di aver fatto un buon lavoro e quindi chiediamo i nostri colleghi del PdL di votare serenamente, con le indicazioni del gruppo perché questo lavoro è un lavoro non di compromesso, ma di giusto equilibrio tra la severità e la presunzione di innocenza.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Contento. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, sono letteralmente costernata dalle parole che ho sentito dall'onorevole Lussana e dall'onorevole Contento. La prima parla di norme concepite sulla base di un clima frutto di notizie magari poi smentite dai fatti, come è avvenuto nella Pag. 13vicenda dei due rumeni inizialmente accusati dello stupro alla Caffarella. L'onorevole Contento mi risulta essere anche un avvocato. Io mi chiedo se vi state rendendo conto del fatto che con questa norma l'indagato, l'accusato è già di per sé un colpevole, che deve dimostrare la sua innocenza. Vengono scardinati i principi essenziali del nostro ordinamento. Vi è la compressione della libertà personale dei cittadini, viene sottratta del tutto al giudice la valutazione di adeguatezza delle misure. Il fatto è che non riuscite ad emettere le sentenze. I magistrati non sono in grado di lavorare per eccesso di processi (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Bernardini 2.1 e Di Pietro 2.8, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Petrenga... anche l'onorevole De Luca è in difficoltà. Disattivate la postazione. Ci siamo tutti? Ancora l'onorevole Petrenga. Possiamo per favore attivare la postazione dell'onorevole Petrenga? Ci siamo? Non sta votando ancora? Dov'è? Provi a votare, onorevole Petrenga. Ecco, va bene, perfetto.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 448
Votanti 270
Astenuti 178
Maggioranza 136
Hanno votato sì 47
Hanno votato no 223).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Giachetti 0.2.600.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole De Luca... attivate il terminale di voto dell'onorevole De Luca. L'onorevole De Luca ha votato. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 450
Votanti 444
Astenuti 6
Maggioranza 223
Hanno votato sì 213
Hanno votato no 231).
Prendo atto che la deputata Carfagna ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e che la deputata D'Incecco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Giachetti 0.2.600.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Girlanda? Onorevole De Luca, può votare.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 454
Votanti 450
Astenuti 4
Maggioranza 226
Hanno votato sì 216
Hanno votato no 234).
Prendo atto che i deputati Sardelli e Golfo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che la deputata D'Incecco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 142.600 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole De Luca, può votare. Onorevole Laffranco? Ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 457
Maggioranza 229
Hanno votato sì 454
Hanno votato no 3).
Prendo atto che la deputata D'Incecco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
L'emendamento Contento 2.300 è precluso dall'approvazione dell'emendamento 2.600 della Commissione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bernardini 2.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole De Luca, può votare. Ha votato. Onorevole Ascierto? Ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 458
Votanti 261
Astenuti 197
Maggioranza 131
Hanno votato sì 25
Hanno votato no 236).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vietti 2.9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rao. Ne ha facoltà.
ROBERTO RAO. Signor Presidente, intervengo brevemente perché, a nostro giudizio, non appare ragionevole la mancata inclusione, tra i reati per i quali è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza, della fattispecie degli atti sessuali con minorenne, di cui all'articolo 609-quater del codice penale. A tale riguardo, vorremmo evidenziare che, sotto altri profili, per esempio l'applicazione della custodia cautelare in carcere e la limitazione dei benefici penitenziari, lo stesso decreto-legge assimila l'articolo 609-quater del codice penale al 609-bis, concernente la violenza sessuale, e al 609-octies, concernente la violenza sessuale di gruppo. Quindi, la mancata inclusione di questa fattispecie ci sembra assolutamente disomogenea.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti 2.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Rampelli, ha votato? Abbiamo votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 455
Votanti 451
Astenuti 4
Maggioranza 226
Hanno votato sì 215
Hanno votato no 236).
Prendo atto che il deputato Tenaglia ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi e che il deputato Pisacane ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Biagio 2.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Abbiamo votato tutti? Onorevole Laffranco? Ci siamo? L'onorevole Consolo è Pag. 15a posto. Onorevole Concia? Onorevole Pollastrini? Salvate l'onorevole Pollastrini! Ci siamo?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 455
Votanti 454
Astenuti 1
Maggioranza 228
Hanno votato sì 2
Hanno votato no 452).
Prendo atto che il deputato Mazzuca ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario, che il deputato Tenaglia ha segnalato che avrebbe voluto astenersi e che il deputato Pisacane ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bernardini 3.1. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, anche questa norma, che viene introdotta con questo decreto-legge, è davvero grave, perché stabilisce, sostanzialmente, il principio della sospensione dei benefici penitenziari previsti dalla legge Gozzini.
Chiederei davvero all'Aula di prestare un minimo di attenzione perché, oltre ad aver messo in discussione, con le norme precedenti, il principio di non colpevolezza sancito dalla nostra Costituzione, in questo caso si mette in discussione il principio rieducativo della pena, perché si presuppone che chi commette uno dei reati previsti da questo decreto-legge, cioè quelli legati alla violenza sessuale, sostanzialmente non sia titolato a poter godere degli istituti previsti della legge Gozzini, che hanno avuto il merito di favorire nel nostro Paese l'attività di rieducazione della pena.
Sappiamo che i risultati di questa legge sono evidenti a tutti; purtroppo, questo tipo di norma specifica prevista per questo tipo di reati prelude ad altri interventi legislativi, che già sono stati annunciati sempre dalla parte giustizialista e forcaiola di questa maggioranza, che vogliono eliminare per tutti i benefici penitenziari, che sono fondamentali per garantire l'applicazione del principio costituzionale della rieducazione della pena (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.
DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, in realtà la formulazione iniziale del testo riguardante la soppressione dei benefici penitenziari, condizionata dal fatto che bisognava che vi fosse una collaborazione da parte del condannato, in particolare per i reati di violenza sessuale, ci vedeva contrari; così ci siamo proposti, anche in Commissione, in maniera costruttiva.
Da qui è nato un percorso, che sarà illustrato successivamente, per cui, per quanto riguarda i condannati per reati sessuali, è stato individuato un percorso particolare di osservazione all'interno del carcere, supportato da psicologi e psichiatri. Questo, per noi, motiva la dichiarazione di astensione rispetto alla soppressione dell'articolo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, anche questo articolo, di cui chiediamo la soppressione, si pone in evidente contrasto con i principi cardine del nostro sistema costituzionale, tra i quali vi è certamente la finalità rieducativa della pena.
È indiscutibile che la legge Gozzini abbia avuto un effetto positivo per la tutela dei diritti civili dei detenuti, contribuendo a ridurre significativamente i tassi di recidiva degli stessi. Questa norma ci preoccupa anche perché prelude ad ulteriori modifiche di questa fondamentale legge.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bernardini 3.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Abbiamo votato tutti? Onorevole Consolo? Onorevole Nizzi? Onorevole Ascierto? Chi manca ancora? Ci siamo tutti? Sembra di sì. Adesso ha votato l'onorevole Vignali.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 457
Votanti 248
Astenuti 209
Maggioranza 125
Hanno votato sì 14
Hanno votato no 234).
Prendo atto che i deputati Pisacane e Simeoni hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Sardelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione del subemendamento Ferranti 0.3.600.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Biasi. Ne ha facoltà.
EMILIA GRAZIA DE BIASI. Signor Presidente, si tratta di un punto molto importante, di cui varrebbe la pena poter discutere quando esamineremo nel futuro gli altri provvedimenti contro la violenza sessuale: esso riguarda la riabilitazione e il trattamento delle persone che hanno commesso violenza sessuale nei confronti di donne e bambini, persone in generale.
Il problema è il rapporto fra la pena, la riabilitazione e la premialità. Penso che non sia corretto definire la riabilitazione come una forma di premialità, e infatti noi nel subemendamento in esame proponiamo che l'eventuale premialità, l'eventuale riduzione della pena, debba essere relativa alla verifica dell'efficacia del trattamento e dell'effettiva riabilitazione.
Il tema in questione è quello della recidiva: un tema molto importante, molto tecnico. In alcune carceri del nostro Paese si stanno sperimentando dei moduli di intervento che derivano dalle esperienze canadesi, dalle esperienze del Belgio e della Francia; sono dei moduli molto complicati, perché sappiamo perfettamente che non c'è una cura, ma c'è solo la possibilità di un controllo da parte di queste persone, e quindi la possibilità di favorire l'autocoscienza, l'autonomia e la capacità di controllare impulsi che non sono solo impulsi fisici (vorrei che questo punto fosse chiaro), ma sono fondamentalmente impulsi psicologici che derivano da determinate e soggettive storie personali.
È un tema di grandissima delicatezza, si fa anche molta fatica ad affrontarlo nella legislazione perché il limite della soggettività è molto alto e il giudizio sulla riabilitazione dopo il trattamento è anch'esso sufficientemente discrezionale.
È per me molto difficile, come donna, ammettere che esiste anche questo lato del problema, ma penso che proprio perché abbiamo alle spalle una storia di lotta alla violenza sessuale, abbiamo anche la forza di vedere il tema dall'altra parte, per arrivare a dire che il problema non è sorvegliare e punire, e quindi non è solo l'inasprimento della pena, ma è quello di riuscire a cambiare comportamenti, modelli e attitudini.
È evidente che il lavoro è molto a monte, ma credo che la legislazione correttamente si debba anche occupare di definire la possibilità di protocolli con gli enti locali, di programmi di azione all'interno delle carceri, perché la prevenzione di una recidiva è possibile, ma richiede un intervento molto più attento di quanto non si faccia oggi.
Teniamo anche conto che il violentatore è figura emarginata anche nel carcere, perché la violenza sessuale è considerato il delitto più infamante. Credo, allora, che sia una logica di tolleranza Pag. 17quella che ci induce a dire che è possibile trovare una strada di cambiamento; ma una logica di fermezza ci dice che, accanto alla certezza della pena, vi deve essere anche la certezza di una possibilità di riabilitazione, e che solo in presenza di risultati positivi si può ragionare su una premialità; viceversa, faremmo sconti del tutto inutili, temporanei, che porterebbero ad un aggravamento della situazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, intervengo su questo subemendamento, che è aggiuntivo, ma si muove nella stessa logica di prevedere canali differenziati, la logica dell'emergenza, dell'articolo 41-bis, della tortura democratica. Noi crediamo che già oggi il giudice di sorveglianza, senza le leggi speciali che voi avete accumulato nel corso dei decenni, è in grado di valutare la condotta del detenuto e le sue possibilità di riabilitazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rao. Ne ha facoltà.
ROBERTO RAO. Signor Presidente, intervengo brevemente soltanto per dire che il subemendamento in esame, che abbiamo sottoscritto, solleva un problema che riguarda anche le carceri e la situazione nelle carceri del nostro Paese che non si risolve soltanto con nuove strutture, ma anche dotando il sistema carcerario di personale qualificato che possa intervenire in certi casi - soprattutto in questi - per la riabilitazione delle persone.
Siamo di fronte a trentanove vincitori di un concorso (che regolarmente lo hanno vinto e sono risultati idonei) che adesso si trovano «rimpallati» tra il Ministero della giustizia e il Servizio sanitario nazionale, quando potrebbero seriamente contribuire a dare una risposta alla situazione carceraria di questo momento e alla situazione psicologica dei detenuti.
Con questo subemendamento chiediamo che venga fornita una risposta definitiva - che invitiamo comunque il Governo e il Ministero della giustizia a dare - perché si tratta di un diritto chiaramente negato a persone che hanno vinto e che hanno un diritto, appunto, a lavorare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Schirru. Ne ha facoltà.
AMALIA SCHIRRU. Signor Presidente, questo subemendamento - come ha già ricordato l'onorevole Ferranti - vuole occuparsi dei condannati per i delitti, in particolare di quei detenuti che devono scontare la pena prevista dal codice penale. Proponiamo di tenere sotto osservazione queste persone con l'intervento di esperti come psichiatri o psicologi che, attraverso programmi e piani personalizzati e molto individualizzati, possano predisporre interventi sia di cura sia di riabilitazione per evitare il rischio di recidiva, ma soprattutto anche perché potremmo magari trovarci di fronte a diagnosi di malattia mentale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.
DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, abbiamo sentito particolarmente questo subemendamento, di cui ci siamo fatti carico, concepito non in una logica premiale, bensì in una logica che ha a cuore la specificità della personalità del violentatore sessuale e quindi, soprattutto, quella che deve essere la pena ed anche la sua funzione di recupero del condannato. Dobbiamo avere a cuore anche il fatto che chi esce dal carcere, anche in ragione di benefici penitenziari, non commetta altri reati di stupro che vanno sostanzialmente a rovinare la vita della persona offesa.
PRESIDENTE. Onorevole Ferranti, deve concludere.
Pag. 18DONATELLA FERRANTI. Abbiamo, quindi, cercato di contemperare le due funzioni e, soprattutto, ci siamo fatti carico del fatto che dal 2004 vi sono trentanove psicologi vincitori di un concorso, mentre si spendono milioni di euro per psicologi convenzionati.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Ferranti 0.3.600.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Romele? Adesso ha votato. Onorevole Bosi? Hanno votato gli onorevoli Bosi e Giulietti. Onorevole Porcu? Adesso ha votato anche l'onorevole Porcu. Abbiamo votato tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
NICOLÒ CRISTALDI. Signor Presidente, le avevo segnalato che la mia postazione non funzionava.
PRESIDENTE. Onorevole Cristaldi, mi dispiace, il suo richiamo è sfuggito alla mia attenzione e a quella di tutti gli addetti.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 460
Votanti 449
Astenuti 11
Maggioranza 225
Hanno votato sì 215
Hanno votato no 234).
Prendo atto che i deputati Cristaldi e Taddei hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario, che la deputata Cardinale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che i deputati Pisacane e Simeoni hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.3.600.600 (Nuova formulazione) della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Moffa? Adesso funziona. Onorevole Lisi? Onorevole Mazzuca? Adesso va bene. Onorevoli Rampelli, Lunardi e Boniver? L'onorevole Lunardi ha votato. Onorevole Miotto? Adesso ha votato anche l'onorevole Miotto. Mi pare che hanno votato tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 465
Votanti 459
Astenuti 6
Maggioranza 230
Hanno votato sì 459).
Prendo atto che il deputato Pisacane ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo al subemendamento Contento 0.3.600.1.
CAROLINA LUSSANA. Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sul subemendamento Contento 0.3.600.1, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: «All'emendamento 3.600 della Commissione, comma 1, lettera a), capoverso 1-quater, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Le disposizioni di cui al periodo precedente si applicano in ordine al delitto previsto dall'articolo 609-bis del codice penale salvo che risulti applicata la circostanza attenuante dallo stesso contemplata».
PRESIDENTE. Onorevole Contento, accetta la riformulazione del suo subemendamento 0.3.600.1 proposta dal relatore?
Pag. 19MANLIO CONTENTO. Sì, Signor Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla Commissione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Contento 0.3.600.1, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Girlanda? Onorevole Rampelli? Onorevole Laffranco? ci siamo tutti? Onorevole Lunardi, di nuovo. Onorevole Lisi? Onorevole Lunardi adesso vota. Onorevole Lisi, ci siamo? Ecco, adesso ci siamo tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 464
Maggioranza 233
Hanno votato sì 464).
Prendo atto che la deputata Carfagna ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.600 della Commissione, nel testo subemendato, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Chi è in difficoltà? Onorevole Mondello? Onorevoli Laffranco, Cristaldi, Boniver, Savino, Valentini? Ci siamo tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 464
Maggioranza 233
Hanno votato sì 464).
Prendo atto che il deputato Abrignani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Mazzuca ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bernardini 4.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, noi, come delegazione radicale, siamo contrari a questo articolo che consideriamo un'ulteriore eccezione introdotta per alcune fattispecie di reato. È uno stravolgimento dell'istituto del gratuito patrocinio ed è piuttosto curioso vedere che una persona abbiente possa essere comunque ammessa al gratuito patrocinio.
Voteremo contro anche perché riteniamo che ciò introduca una tutela in nome di una considerazione delle donne come una specie protetta, o da proteggere, in cui non ci ritroviamo, e pensiamo che queste risorse pubbliche meglio si potrebbero utilizzare per sostenere quelle donne che si trovano in situazioni oggettivamente difficili (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maurizio Turco. Ricordo all'onorevole Maurizio Turco che non può parlare perché è già intervenuto sul complesso degli emendamenti, quindi non posso dargli la parola.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Farina Coscioni. Ne ha facoltà.
MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. Signor Presidente, l'emendamento in esame è interamente soppressivo dell'articolo 4, poiché è ammesso il patrocinio a spese dello Stato anche se la vittima non si trova in una situazione di disagio economico. Quindi, per la prima volta, e piuttosto curiosamente, viene pertanto previsto che anche una persona abbiente possa essere ammessa al patrocinio a spese dello Stato.
Pag. 20PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, vorrei semplicemente leggere all'Assemblea il terzo comma dell'articolo 24 della Costituzione della Repubblica italiana: «sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni di giurisdizione».
Voi garantite il gratuito patrocinio anche alle persone abbienti. È una norma incostituzionale. Votatela e poi vedremo (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.
PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, l'emendamento proposto dai colleghi della delegazione radicale nel Partito Democratico ha una sua logica dal punto di vista della coerenza testuale con la Costituzione. In effetti il gratuito patrocinio, che non si riesce a garantire a numerose categorie di non abbienti in modo efficace, in questo caso verrebbe ad essere esteso, senza alcun riferimento alla capacità di guadagno e dunque al reddito, solo nei confronti delle persone offese da questa categoria di reato.
Ho fatto riferimento a una coerenza di tipo testuale e un po' meno di tipo sostanziale, perché in effetti noi conosciamo altre forme, non di deroga all'articolo 24, ma altre forme in cui la qualificazione attraverso la legittimazione pubblica ad agire nel processo è il segno di una particolare odiosità sociale e del fatto dunque che non vi è solo una vittima del reato, parte individuale, persona, ma vi è l'intera collettività che si sente lesa in modo profondo, e questo giustifica un esercizio differenziato nell'azione nel processo. Questo è uno di quei casi.
Tuttavia, per trovare un giusto punto di equilibrio tra l'esigenza che l'emendamento pone e le ragioni che vogliono che la collettività nel suo complesso dia un segno, anche sul piano del processo, dell'essere vittima insieme alla vittima, e dunque nel processo, senza che gli oneri del processo ricadano sulla vittima del reato, vi è l'emendamento successivo 4.3 a firma Vietti e Rao (che sarà illustrato) che pone un tetto, cioè una misura a questa ammissione al gratuito patrocinio nella dimensione del doppio del limite ordinario.
Dunque vi è comunque un segno di questa solidarietà civile ma con effetti molto più contenuti rispetto alle critiche suscitate dall'emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.
DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, intervengo per esprimere una dichiarazione di voto contraria all'approvazione dell'emendamento soppressivo Bernardini 4.1 in quanto riteniamo che la previsione dell'articolo 4 costituisca una scelta di indirizzo politico da condividere: si tiene conto, infatti, della particolare situazione di disagio in cui si trova la vittima di un reato di violenza sessuale. Sappiamo che è una vittima che può anche rinunciare alla sua difesa a prescindere, appunto, dalla fissazione di un reddito: si tratta di una vittima che in un contesto sociale e familiare particolare può persino rinunciare a far valere i propri diritti. Quindi riteniamo che sia un elemento importante tant'è vero che il successivo nostro emendamento chiede di estendere tale disposizione anche alle vittime di reati di stalking.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, ritengo che le argomentazioni portate avanti dai colleghi radicali su questo tema meritino accoglimento. L'articolo 24 della Costituzione cerca di dare un aiuto a chi non si può permettere il patrocinio in quanto non abbiente. Il richiamo al Pag. 21dettato costituzionale non può essere smentito da ragioni di opportunità meramente politica. Ritengo in piena coscienza di votare a favore di questo emendamento (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.
FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, l'Italia dei Valori voterà contro l'emendamento soppressivo. Riteniamo che esso non urti per niente con l'articolo 24 della Costituzione il quale si limita a stabilire - questo è già molto importante - che sono assicurati ai non abbienti i mezzi per agire e difendersi ma niente vieta che la collettività dia segnali di civiltà diversi e ulteriori.
Ne abbiamo visto alcuni negli articoli precedenti: ad esempio, la previsione in base alla quale se, nell'atto di commettere un delitto di violenza sessuale, la vittima muore, la conseguenza è grave perché è stabilita la pena dell'ergastolo. Abbiamo visto che nei casi in cui si indaghi per reati di violenza sessuale c'è una preferenza per la custodia cautelare, salvo che non vi siano altre misure possibili o che questa non si riveli necessaria. Abbiamo visto una restrizione nell'articolo 4-bis dei benefici penitenziari giustificata dall'esigenza di una certezza della pena necessaria in tali casi.
Mi pare che un altro e l'ultimo segnale che la collettività indica in favore delle donne e anche dei bambini - pensiamo anche a loro - soggetti a violenza, possa essere quello che la collettività assuma a proprio carico le spese processuali. Vorrei aggiungere un'altra considerazione. Ammettiamo l'ipotesi di una donna violentata il cui marito sia ricco: dobbiamo andare a vedere il reddito del marito o dobbiamo andare a vedere il reddito della donna? Meglio sostenere e far capire alla donna violentata che non ha problemi di carattere economico e che, quindi, immediatamente può ricorrere al giudice perché comunque lo Stato ne assume la difesa. In casi in cui sappiamo che insiste una certa difficoltà alla denuncia o alla querela delle violenze subite tale previsione è certamente un aiuto e un sostegno.
Ecco le ragioni per le quali crediamo che lo Stato non vada in bolletta, considerato anche il numero abbastanza limitato di violenze sessuali, ma che sia opportuno che lo Stato dia un segnale di straordinaria importanza civile nel momento in cui alle vittime di violenza garantisce anche il sostegno patrimoniale nell'iniziare i processi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, intervengo per motivare il voto contrario del gruppo Popolo della Libertà sull'emendamento in esame. Si tratta di un emendamento che evidenzia una scelta politica molto netta da parte del Governo. È una scelta politica che ha motivazioni molto solide, perché condivido molto le osservazioni che sono state espresse in precedenza dall'onorevole Mantini, che ha evidenziato come di fronte ad un reato particolarmente infamante, come i reati che attengono alla sfera sessuale, sia tutta una collettività che si pone al fianco della vittima, che si deve porre al fianco di una vittima, la quale chiaramente non deve essere in una posizione di privilegio rispetto ad altre vittime di reati altrettanto seri e altrettanto gravi, però è una vittima che in molte circostanze ha difficoltà a farsi avanti, a far valere le proprie regioni, a denunciare.
Ebbene lo Stato deve, anche attraverso scelte politiche di questo genere, affiancarsi, in una sorta di bilanciamento di interessi: da un lato vi sono gli interessi costituzionalmente garantiti e sanciti dall'articolo 24, dall'altro...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Costa.
Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bernardini 4.1, non accettato dalla Commissione né dal Pag. 22Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Mondello? Onorevole Simeoni? Onorevole Vitali? Onorevole Laffranco? Onorevole Favino? Onorevole Lisi? Onorevole Miotto? Ci siamo, tutti? Ancora l'onorevole Lisi ha difficoltà? Adesso siamo tutti a posto, bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 463
Votanti 458
Astenuti 5
Maggioranza 230
Hanno votato sì 21
Hanno votato no 437).
Prendo atto che il deputato Scandroglio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Gianni Farina 4.300.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, riteniamo di esprimerci in modo contrario all'emendamento in esame, perché addirittura ritiene di dover estendere il gratuito patrocinio, a prescindere quindi dal reddito della vittima, anche per il reato di stalking. Io credo che coloro che propongono questo binario diverso per le vittime di violenza sessuale fanno in realtà una violenza alle donne, le discriminano, le trattano da subordinate. Infatti, non si spiega come mai una donna, che magari è vittima di violenza non sessuale, non debba essere ammessa al gratuito patrocinio, magari pure se torturata. Ma se c'è di mezzo il sesso, allora c'è il gratuito patrocinio. Siete sessuofobici, ce l'avete qui (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Samperi. Ne ha facoltà.
MARILENA SAMPERI. Signor Presidente, intervengo per riaffermare la validità di questo emendamento. Noi vogliamo estendere il gratuito patrocinio anche agli atti persecutori e alle molestie insistenti.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI (ore 11,30)
MARILENA SAMPERI. Si tratta di un primo intervento che tenta di offrire alle vittime di aggressioni sessuali particolarmente traumatiche un aiuto, non solo psicologico, ma anche un sostegno, che deve essere legale, economico e sociale e che lo Stato dovrebbe sempre offrire.
Anche in questo caso, chiediamo l'estensione di un gesto simbolico e politico per tutelare le donne, che sono sempre la parte più debole e più fragile. Ricordiamoci, infatti, che gli atti persecutori si svolgono spesso all'interno di relazioni affettive e domestiche. Pertanto, la donna è sempre più fragile all'interno di queste relazioni e ha bisogno, a prescindere dal reddito, di sentire che lo Stato, a tutto campo, sotto l'aspetto sociale, economico e legale, offra loro una rete di sostegno.
Sappiamo bene che il 90 per cento degli atti persecutori sono ancora sotto traccia e non vengono spesso manifestati, né denunciati. Vogliamo dare un segnale chiaro e forte di una rete di protezione e di una condanna decisa da parte dello Stato per questi odiosi reati.
CAROLINA LUSSANA, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA, Relatore. Signor Presidente, intervengo per motivare il parere contrario all'emendamento Gianni Farina 4.300. Pag. 23
È chiaro che condividiamo assolutamente la necessità - e per questo il Governo è intervenuto anche attraverso il decreto-legge - di dare finalmente, attraverso l'introduzione della fattispecie degli atti persecutori, una tutela alle vittime di stalking, che sono donne, ma anche uomini. Tuttavia, non ritengo che, in questo caso, si dovesse arrivare alla previsione del gratuito patrocinio anche per questo tipo di reato.
Si tratta, infatti, onorevole Samperi, di un reato diverso rispetto alla violenza sessuale. Non è vero che nei casi di molestie insistenti non si arriva a denunciare. Infatti, grazie all'entrata in vigore del decreto-legge, abbiamo visto - lo ha detto anche il vicecapo della Polizia in occasione di un'audizione presso la Commissione alla Camera e, inoltre, sono stati riportati dei dati da tutti i quotidiani nazionali - che le vittime di stalking denunciano questo tipo di reato. Finalmente - questa è la novità che vi è adesso, e che prima non era presente - le vittime hanno la possibilità di essere tutelate, non solo sotto il profilo giudiziario, attraverso una fattispecie autonoma di reato (abbiamo parlato più volte, infatti, dell'insufficienza delle norme concernenti la violenza privata e le molestie), ma soprattutto, anche con la possibilità di intervenire in via cautelare attraverso l'ammonimento da parte del questore.
Altra cosa, invece, è la violenza sessuale, con riferimento alla quale il fenomeno del sommerso, anche quando si tratta di violenze, purtroppo, perpetrate nelle famiglie, è maggiormente diffuso. In quel caso, i dati riportano una percentuale di non denuncia tra il 93 e il 96 per cento.
Ecco la motivazione per cui, in quel caso, riteniamo un segnale forte da parte del Governo aver previsto il gratuito patrocinio a prescindere dal reddito per questo tipo di vittime. Proprio per spingerle a denunciare e per far sentire vicina e forte la presenza dello Stato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mussolini. Ne ha facoltà.
ALESSANDRA MUSSOLINI. Signor Presidente, così come sono sempre stata a favore del gratuito patrocinio per la violenza sessuale, voglio ricordare che per due soli voti non è stato approvato anche il gratuito patrocinio per lo stalking (e fosse stata ripetuta la votazione sarebbe passato). Quindi, l'Assemblea si era espressa in modo deciso su questo argomento.
Contesto, ancora una volta, il modo nel quale viene descritta la donna: fragile e debole. Quando mai! Noi donne siamo fortissime, sono gli uomini ad essere deboli, fragili e un tantino impotenti psicologicamente, quando commettono questi reati di violenza sessuale e di stalking contro le donne. Noi forti, gli uomini deboli.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianni Farina 4.300, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
L'onorevole Mondello non riesce a votare, l'onorevole Boniver? L'onorevole Mondello ha votato, aspettiamo l'onorevole Boniver. Perfetto. L'onorevole Laffranco? Ha votato anche l'onorevole Laffranco.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 462
Votanti 429
Astenuti 33
Maggioranza 215
Hanno votato sì 187
Hanno votato no 242).
Prendo atto che la deputata De Girolamo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che i deputati Pag. 24Barbareschi e Compagnon hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vietti 4.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rao. Ne ha facoltà.
ROBERTO RAO. Signor Presidente, intervengo brevemente soltanto perché questo può apparire un emendamento controtendenza, ma a nostro giudizio è soltanto un emendamento di ragionevolezza. L'articolo in questione, infatti, interviene sulla disciplina del patrocinio a spese dello Stato - come ben sanno i colleghi - al fine di consentire alla persona offesa da taluni reati a sfondo sessuale l'accesso al gratuito patrocinio, anche in deroga ai limiti di reddito ordinariamente previsti.
Nella relazione tecnica al testo intanto si computa un costo medio del patrocinio in sede di processo penale pari a 903 euro, un importo che, come tutti sanno, soprattutto i colleghi che operano in questo settore, è notevolmente sottostimato per i procedimenti di questo genere che sono normalmente assai complessi.
Per questa ragione, l'emendamento che abbiamo proposto prevede che la persona offesa possa essere ammessa al patrocinio qualora sia titolare di un reddito non superiore al doppio di quello stabilito dall'articolo 76 del Testo unico in materia spese di giustizia.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti 4.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Ancora l'onorevole Laffranco, è una mattina sfortunata onorevole!
Dichiaro chiusa la votazione.
Onorevole Torrisi, mi scusi, non è riuscito a votare.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 458
Votanti 265
Astenuti 193
Maggioranza 133
Hanno votato sì 31
Hanno votato no 234).
Prendo atto che il deputato Barbato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata Pes ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Prendo atto che i deputati Compagnon, Barbareschi e Oliverio hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che i deputati Mondello e Torrisi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Ricordo che l'emendamento Concia 4.301 è stato ritirato dai presentatori.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Vietti 5.7 e Franceschini 5.9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bressa. Ne ha facoltà.
GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, a questo punto entriamo nella dimensione di assoluta confusione di questo provvedimento, tipica dell'azione di Governo quando si ha a che fare con temi che possono creare allarme sociale. Fino adesso abbiamo discusso in maniera molto seria una questione la cui gravità è fuori discussione. Il Governo ha adottato un decreto-legge in tema di stupro e di violenza alle donne, uno dei delitti più odiosi e nefandi che si possano immaginare; anche questa volta, però, coglie l'occasione per inserire in questo decreto-legge delle norme che non hanno alcuna logica connessione con l'argomento trattato. Si continua a perseguire l'obiettivo di alimentare una sorta di panico morale, cioè il tentativo di concentrare l'attenzione su una condizione, su un episodio, su un gruppo di persone che vengono considerate come una minaccia ai valori e agli interessi della società. Partendo dal sicuro allarme sociale che il delitto di stupro e la violenza alle donne creano, si pensa bene di mettere Pag. 25mano ad un tema che riguarda l'immigrazione e, più specificatamente, l'esecuzione dell'espulsione stessa.
Questo tentativo continuo che voi fate, questa sorta di stillicidio per cui quello che conta è alimentare il Governo della paura, ancora una volta vi porta ad inserire in un decreto-legge, la cui logica e il cui senso non sfuggono ad alcuno, una norma che non c'entra assolutamente niente: lo avete fatto con questa norma, lo avevate fatto con le ronde e, alla fine, il buon senso e il valore della nostra opposizione hanno fatto sì che quella parte venisse stralciata. La parte relativa all'esecuzione dell'espulsione, però, rimane.
Qui entriamo in una fase che è estremamente delicata perché si tratta di una norma che abbiamo già avuto modo di illustrare come palesemente incostituzionale. Voi garantite una sorta di norma che discrimina in maniera profonda e del tutto irragionevole le persone che vengono rinchiuse nei centri di identificazione e lo fate sulla base di un criterio assolutamente arbitrario perché la permanenza in questi centri è determinata dalla capacità dei Paesi di origine di queste persone di rispondere alle domande che noi, in veste di Governo e di amministrazione, rivolgiamo allo scopo di identificarli. Lo fate reiterando continuamente, di sessanta giorni in sessanta giorni, la reclusione in questi centri, trasformandola in una sorta di arresto preventivo e facendo ancora una volta passare la logica della criminalizzazione di per se stessa dell'immigrazione. Tutto questo non ha nulla a che vedere con la cultura e la civiltà delle nostre leggi e dei principi della nostra Costituzione. Per di più, fate un'operazione che contraddice anche le direttive che noi dovremo recepire. Le direttive comunitarie prevedono il massimo della detenzione nei centri di identificazione quando vi sia esplicito il rifiuto di identificarsi e non perché sussistano delle difficoltà nell'identificazione e la cosa peggiore che fate in questo provvedimento è che prevedete la retroattività di questa norma.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
GIANCLAUDIO BRESSA. A questo punto, siamo chiaramente contro la previsione contenuta in una sentenza della Corte costituzionale del 2001, la quale stabiliva che il trattenimento è misura incidente sulla libertà personale che non può esser adottata al di fuori dalle garanzie dell'articolo 13 della Costituzione. Voi, in questo provvedimento, riuscite ancora una volta a calpestare i principi cardine della convivenza civile, a calpestare ancora una volta i capisaldi della nostra Costituzione. Lo fate introducendo una norma che nulla ha a che fare con l'oggetto dal decreto-legge. È un'abitudine della quale voi ormai abusate ed alla quale noi continueremo ad opporci con forza e veemenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.
PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, in effetti l'articolo 5 è assai delicato, è il punto, direi, dell'intero provvedimento sul quale persistono i dubbi le critiche e le contrarietà più forti. È certo che l'abbinamento tra immigrazione e sicurezza è sempre piuttosto delicato perché vi è una propaganda che non aiuta né la sicurezza né l'integrazione dei nuovi cittadini, necessari all'economia e alle nostre famiglie, come sappiamo, così come è necessario il rigore nei confronti di chi delinque. Come anticipava correttamente il collega Bressa, vi è un'impostazione che è contraria anche alla direttiva europea 2008/115/CE, per parlare solo della più recente, perché si prevede un periodo di trattenimento fino a centottanta giorni non solo nel caso di resistenza o non collaborazione del soggetto immigrato nel territorio nazionale a fornire le proprie generalità ma anche e, anzi, soprattutto nel caso in cui si realizzi la condizione di una non collaborazione da parte dello Stato, una difficoltà dunque oggettiva e non imputabile al soggetto per quel che riguarda la capacità di identificazione. In altri termini, si propone una misura ovvero il trattenimento fino a centottanta Pag. 26giorni cioè sei mesi in luoghi - è ovvio, al di là delle parole che non vogliamo più usare, perché talvolta la realtà è anche peggiore delle parole - di privazione della libertà. Si tratta quindi di sei mesi di privazione della libertà per fatto altrui, sulla base di un principio nazista del diritto che è la responsabilità penale a titolo oggettivo.
Non possiamo accettare questa soluzione, onorevoli colleghi, perché non è questo il modo per integrare al meglio chi viene in Italia e non è questo modo per punire chi delinque.
Certamente declinare le generalità è il primo atto di contatto necessario sia ai fini dell'integrazione sia ai fini ovviamente della repressione di chi delinque, tuttavia le difficoltà non possono essere imputate ai soggetti per un periodo tanto lungo.
Preciso, inoltre, e ricordo che lo stesso Consiglio superiore della magistratura ha giustamente riosservato - dico riosservato perché vi sono già sentenze cospicue della Corte costituzionale - che non può bastare il giudice di pace a far da vaglio in questi casi di privazione della libertà perché il giudice di pace, per quanto inserito nell'ordinamento a pieno titolo, è un giudice che ha competenze limitate e non è dunque il più idoneo su questo tema. Si propone il giudice monocratico, ma giudice ordinario, per l'esercizio, appunto, del vaglio sui ricorsi in tema di trattenimento nei CIE.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
PIERLUIGI MANTINI. Speriamo davvero che con un residuo di saggezza l'Assemblea voglia considerare una revisione di questa norma attraverso un accantonamento o anche l'accoglimento di questi emendamenti soppressivi.
ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, ho chiesto la parola perché si affronta uno degli aspetti più importanti del decreto-legge al nostro esame e l'onorevole Bressa ha riproposto una vulgata che ascoltiamo con una certa frequenza: quella secondo la quale il centrodestra, ed il Governo che è espressione del centrodestra, sarebbero poco sensibili alle norme europee, mentre il centrosinistra sul punto non ci risparmia lezioni delle quali siamo profondamente grati.
Finora è stato detto che la disposizione che si vuole eliminare con l'emendamento in oggetto sarebbe, al tempo stesso, contraria alle norme comunitarie e all'orientamento della Corte costituzionale.
Per quanto riguarda le norme comunitarie, proprio quella direttiva che veniva richiamata dall'onorevole Mantini e cioè la direttiva del 16 dicembre 2008/115/CE, all'articolo 15 prevede il trattenimento ai fini dell'allontanamento, mentre nei commi 5 e 6 disciplina in modo specifico il trattenimento stabilendo come periodo ordinario finalizzato all'allontanamento quello di sei mesi, che è esattamente il limite massimo contenuto nell'articolo 5 del decreto-legge al nostro esame.
Al comma 6 si dice, in più, che gli Stati membri non possono prolungare il periodo di sei mesi di cui al paragrafo 5, salvo per un periodo limitato non superiore a dodici mesi, quindi l'Unione europea prevede addirittura, come limite massimo, diciotto mesi e noi ci stiamo fermando a sei mesi.
Inoltre i requisiti che la direttiva sui rimpatri prevede per la protrazione fino a diciotto mesi sono la mancata cooperazione da parte del cittadino del Paese terzo interessato o i ritardi nell'ottenimento della necessaria documentazione da parte dei Paesi terzi, esattamente i requisiti che permettono la protrazione da sessanta giorni a sei mesi previsti dall'articolo 5 del decreto-legge al nostro esame. Quindi, non solo vi è piena conformità con le disposizioni europee, ma anzi vi è un utilizzo più contenuto del limite massimo previsto dalle stesse disposizioni.
Quanto alla Corte costituzionale, il meccanismo individuato nell'articolo 5 prevede questa possibilità, anzi questo obbligo, Pag. 27ogni 60 giorni, del vaglio giudiziario che viene eseguito da un magistrato, come il giudice di pace, che è un magistrato a pieno titolo, la cui legittimazione a valutare il trattenimento è stata convalidata dalla Consulta. Questo vaglio avviene, quindi, a scadenze di 60 giorni, così come da giurisprudenza della Corte costituzionale.
Questo, per concludere, garantisce un equilibrio tra il rispetto dei diritti e l'efficacia negli allontanamenti e dunque nelle espulsioni effettive, proprio quell'equilibrio che è saltato, purtroppo, nella precedente legislatura e di cui oggi patiamo le conseguenze tanto da trovarci nella necessità di dotarci delle misure necessarie per rimediare ai danni che altri hanno provocato (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gozi. Ne ha facoltà.
SANDRO GOZI. Signor Presidente, intervengo per rispondere a quanto ha appena sostenuto il Governo. Innanzitutto, vorrei ricordare che non è dare lezioni al Governo constatare che questa disposizione non dovrebbe essere qui, priva di logica, nel contesto generale del provvedimento, come ha detto l'onorevole Bressa, e che certamente solleva notevoli perplessità, quindi siamo in disaccordo con il Governo, dal punto di vista comunitario.
In primo luogo, è molto peculiare la tecnica che il Governo ha scelto per attuare una direttiva perché le direttive non si attuano a spizzichi e bocconi, ma tenendo presente innanzitutto l'obiettivo principale che perseguono, il loro scopo, non le singole norme a seconda che facciano comodo o meno a questo o a quell'altro Governo degli Stati membri. Vorrei ricordare al Governo che quella direttiva che lo stesso ha sostenuto a Bruxelles ha uno scopo che è molto diverso da quello per cui viene invocata in questo contesto: essa, innanzitutto, mira a porre le basi per organizzare un sistema di rimpatri volontari, che dovrebbe essere legato a nuove politiche di cooperazione e sviluppo, ossia a collegare quella dimensione esterna delle politiche di immigrazione, inclusi anche i procedimenti di espulsione, alle politiche di cooperazione e di sviluppo con i Paesi terzi. È il discorso che si fa sempre per cui il problema dell'immigrazione va risolto alla radice, iniziando con la cooperazione con i Paesi di origine: questo è l'obiettivo che la direttiva persegue. Ovviamente tale obiettivo è totalmente ignorato dal Governo che, invece, estrapola una singola disposizione, togliendola quindi dall'economia generale della direttiva, e la invoca per fini propri che, a nostro parere, sollevano più che perplessità e sono veramente incompatibili con il testo della direttiva. Il testo del Governo appare infatti incompatibile con la direttiva, se si tengono presenti lo scopo della stessa e il combinato disposto di vari articoli, proprio nella parte in cui equipara la mancata cooperazione al rimpatrio da parte del cittadino e i ritardi nell'ottenimento della necessaria documentazione da parte dei Paesi terzi che nella direttiva, vorrei ricordarlo al sottosegretario Mantovano, sono in realtà ipotesi distinte, non sono perfettamente equiparate o equiparabili. La resistenza all'identificazione da parte del soggetto che va espulso legittima il trattenimento, mentre i ritardi del Paese d'origine, invece, legittimano solo il prolungamento della permanenza.
Invece, con questo provvedimento del Governo che, lo ricordo, è totalmente sconnesso dal resto della direttiva, il rischio è che sia possibile una detenzione preventiva (una sorta di arresto preventivo) basata unicamente e semplicemente su una semplice difficoltà di accertamento dell'identità, malgrado la piena disponibilità al rimpatrio da parte dell'interessato. È evidente che questo non corrisponde allo scopo della disposizione specifica, né a quello della direttiva e che in questo modo si discriminano i cittadini che provengono dai Paesi maggiormente arretrati rispetto a quelli dei Paesi che, invece, sono in grado più velocemente o più facilmente di disporre la documentazione necessaria. Pag. 28
Quindi, certamente è una discriminazione a contrario nei confronti di cittadini che pagano per colpe dei Paesi. Soprattutto noi contestiamo il fatto che staccando questo articolo dal resto della direttiva il Governo dimentica un Protocollo che ha firmato nel giugno del 2008 a Bruxelles in sede di Consiglio dei Ministri. Il Protocollo stabilisce che la direttiva non può venire invocata da uno Stato membro per introdurre disposizioni più restrittive e per inasprire la legislazione interna. Quindi, la direttiva non può essere invocata da uno Stato membro per introdurre disposizioni più restrittive rispetto a quelle già vigenti nei singoli Paesi. Ciò, invece, è esattamente quello che il Governo sta facendo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.
DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, è stato già sottolineato dai colleghi che mi hanno preceduto il valore e il significato vero di questa direttiva comunitaria. Intendo, quindi, soffermarmi su questa particolare modalità di detenzione amministrativa basata su una semplice difficoltà nell'accertamento dell'identità legale del soggetto, o sull'acquisizione di documentazione e di corredo malgrado magari la piena disponibilità e la preparazione al rimpatrio da parte del soggetto. Non dobbiamo dimenticare che la privazione della libertà personale è un bene costituzionalmente garantito. Quindi, di chiunque si tratti nel nostro Paese (che ha questi valori fondamentali) occorre verificare che vi sia un procedimento di controllo del titolo della detenzione che sia assolutamente rigoroso ed effettuato attraverso un contraddittorio pieno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, questo articolo del decreto-legge in esame prevede il trattenimento presso i centri d'identificazione e di espulsione anche nel caso in cui lo straniero collabori con le forze di polizia. Lo straniero, inoltre, è trattenuto anche se sono le nostre amministrazioni a ritardare l'acquisizione dei documenti d'identificazione. In realtà la filosofia di questo decreto-legge e di questo articolo è che vi sono clandestini di serie A e di serie B. I primi sono quelli in realtà ridotti a schiavi, ma non stanno in galera. Sono quelli che fanno la ricchezza di alcune imprese soprattutto del nord e del nord-est, perché a queste persone trattate come schiave non si pagano i contributi e tutto il resto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ascierto. Ne ha facoltà.
FILIPPO ASCIERTO. Signor Presidente, se il Governo ha introdotto una nuova normativa sugli ex centri di permanenza temporanea, definendoli centri per l'identificazione e l'espulsione per rendere più comprensibile quale è la finalità di questi centri, è perché oggi in Italia vi è un'immigrazione clandestina che ormai ha superato il limite all'interno delle città, che è fagocitata dalla criminalità, che è utilizzata per lo spaccio di sostanze stupefacenti e per la gestione della prostituzione nelle stesse città.
Noi vogliamo lottare contro il degrado e vogliamo recuperare le città, quindi c'è bisogno di fermezza nei confronti del crimine. Chi viene in Italia è benvenuto se arriva nei modi regolari, ovvero quelli previsti dalle leggi. Tuttavia, non possiamo concepire l'immigrazione clandestina come un fenomeno da condurre, da regolare e casomai anche da omologare.
Allora io capisco che la sinistra vorrebbe in qualche modo tutelare i clandestini e si appella un po' a delle cose che sinceramente trovano anche poca consistenza sotto il profilo giuridico, anche se fate riferimento all'Europa. E devo dire Pag. 29che il sottosegretario Mantovano vi ha ben spiegato le cose come stanno. Ma vorrei anche porre alla vostra attenzione quello che avviene ad esempio in Spagna, un paese a cui voi fate riferimento, il vostro caro Zapatero. Ebbene, è proprio Zapatero che qualche volta ha usato delle maniere molto drastiche nei confronti dell'immigrazione clandestina. Vorrei ricordare il respingimento alla frontiera nei confronti dei clandestini, talvolta usando anche le maniere forti e qualche volta anche l'uso delle armi e l'accompagnamento coatto alla frontiera. E vorrei ricordare che sono stati usati anche dei sistemi, come ad esempio le camicie di forza per coloro che non volevano salire sugli aerei per essere allontanati dalla Spagna. Insomma, ci sono delle maniere che il vostro Zapatero ha adottato e che non sono certamente le nostre.
Le nostre sono azioni dirette a fare modo che chi deve venire in Italia, deve venire in modo regolare. Quindi, ci vuole un deterrente nei confronti di chi sfrutta gli esseri umani e soprattutto nei confronti di chi viene nel nostro Paese e attraverso la clandestinità entra in quel filone della criminalità, creando problemi non solo alla cittadinanza, ma anche problemi, nei casi migliori, di degrado e di disordine cittadino. Ed allora ecco perché i centri di identificazione e di espulsione sono importanti ed è importante anche poterli accudire e custodire - non è una detenzione - in questi centri fino a quando non verranno identificati. I termini precedenti erano insufficienti. Quindi, venivano rimessi in libertà e tornavano a quelle che erano poi le loro azioni e, credetemi, gran parte - non perché lo dico io, ma perché l'ha detto anche il capo della polizia quando è stato audito nelle Commissioni di Camera e Senato - il 70 per cento di costoro ritornavano a delinquere all'interno delle nostre città. Ecco perché ritengo che l'azione fatta dal Governo sia un'azione seria che va supportata e ritengo, quindi, che questo sia un articolo serio che può ridare un po' di certezza e soprattutto di ordine alle città.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, sono stato stimolato ad intervenire dal dibattito che ho ascoltato ed in particolare dall'ultimo intervento, quello dell'onorevole Ascierto. Quest'ultimo probabilmente non conosce bene l'argomento e non conosce bene la materia, perché quando arriva a dire che poi comunque l'immigrazione clandestina è nel solco della criminalità commette un'equazione che dobbiamo respingere in Italia, in Europa e nel mondo, perché chi emigra anche clandestinamente è spinto spesso dalla fame, dalla guerra, dalla paura per il rischio della propria vita. E allora è sbagliato impostare in questi termini la questione.
Quanto al riferimento a Zapatero, spiegategli che anche in Italia è possibile il respingimento alle frontiere con le maniere forti. Quindi, non si tratta di questo. E per quanto riguarda l'immigrazione clandestina, voi che siete garantisti, a differenza di noi che siamo giustizialisti e manettari, che volete appunto sempre le garanzie per gli imputati, allora ricordate che voi non avete avuto il coraggio, perché è impossibile, di introdurre il reato di immigrazione clandestina. Nonostante questo, volete detenere delle persone per 18 mesi senza che abbiano commesso alcun reato. E allora questo è alla faccia della tutela dei diritti di ciascuno e dell'uguaglianza dei diritti di fronte alla legge! Detto questo, anche noi in un nostro provvedimento di legge, in una nostra proposta di legge abbiamo immaginato di alzare il periodo di trattenimento nei centri di accoglienza, ma appunto per puntare alla identificazione di colui che arriva sulle nostre coste, perché anche questo bisogna saperlo.
I clandestini che arrivano a Lampedusa, o comunque con i barconi e prima ancora con i gommoni, sono una minima parte dei clandestini che operano nel nostro Paese, perché tutti gli altri arrivano con l'aereo, con l'autobus o con le navi. Pag. 30Pertanto, evidentemente non stiamo parlando della stessa cosa. Certamente, c'è bisogno di identificare. Noi abbiamo ricordato al Governo - lo ricordiamo ogni giorno - che esiste già un reato, quello di colui che dà false generalità. È in quel caso che si può immaginare una più lunga detenzione, perché siamo in presenza di un reato, ma non nel caso di un clandestino che non ha commesso alcun reato, arrivando sulle nostre coste spinto dalla fame, dalla sete e dalla paura della guerra.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pezzotta. Ne ha facoltà.
SAVINO PEZZOTTA. Signor Presidente, conosco la sensibilità dell'onorevole Mantovano, però la sua risposta non mi ha soddisfatto, perché non ha affrontato il problema e si è nascosto dietro un'interpretazione abbastanza personale di norme e di regole. Credo che siamo di fronte alla questione del rapporto e della dignità che riconosciamo alle persone, perché questa è la questione che stiamo sollevando. Il prolungamento della detenzione di una persona, di un cittadino di un altro Paese, si configura, a mio parere, come una violazione e un restringimento della libertà delle persone. È una predetenzione, è decidere che una persona deve fare sei mesi di detenzione senza colpa alcuna, solo per il fatto che è in Italia. Ciò non c'entra assolutamente nulla con la clandestinità.
Ecco perché noi chiediamo che, in luogo dei centottanta giorni, sei mesi, si riduca il periodo di detenzione, perché anche con un periodo inferiore sono possibili gli accertamenti e non si viola la libertà e la dignità della persona. Credo che questa sia una questione puramente di umanità e di attenzione alla persona. Se continuiamo a introdurre elementi di discriminazione e di separazione, non riusciamo a far altro che mettere in evidenza che, nonostante tutta la questione della sicurezza, che viene avanzata in questi tempi, questo Governo è incapace di avere oggettivamente una politica dei flussi. Ecco perché una riduzione del periodo di detenzione è estremamente utile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rao. Ne ha facoltà.
ROBERTO RAO. Signor Presidente, non ripeterò le cose che hanno già detto prima di me molto bene il collega Pezzotta e il collega Mantini. Come per le ronde, questa è un'altra parte del provvedimento su cui abbiamo chiesto al Governo un passo indietro. Questa parte del provvedimento lascia in sospeso il nostro giudizio su un provvedimento che poteva essere in larga parte altrimenti condivisa. È inutile essere o meglio fare i cattivi con gli extracomunitari. Il periodo massimo di trattenimento dello straniero nei centri di identificazione e di espulsione, che avete indicato in centottanta giorni, è eccessivo, soprattutto se lo paragoniamo agli attuali sessanta. Con il nostro emendamento, abbiamo chiesto di allungare il periodo rispetto agli attuali sessanta giorni, ma ovviamente non lo avete accolto. Vediamo se anche questa vicenda, prima o poi, nei passaggi tra Camera e Senato, finirà come le ronde. Si rischia, infatti, di trasformare queste strutture in veri e propri campi di detenzione, che, a nostro giudizio, sono estranei alla cultura giuridica italiana (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolini. Ne ha facoltà.
LUCA RODOLFO PAOLINI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale. Ricordo ai colleghi che in un'Aula parlamentare, pur nella diversità di idee politiche, si dovrebbe anche dire come stanno le cose. I centottanta giorni vanno per proroghe successive, quindi è evidente che se l'immigrato, che peraltro entra dalla finestra, che non vuol dire chi è, che ostacola l'accertamento della sua identità, dice chi è il giorno dopo, non arriva a centottanta giorni. Questa è una cosa veramente Pag. 31inesatta che raccontate, non tanto qui a noi, che siamo scafati, ma alla gente (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Create voi del vero allarmismo, dicendo cose inesatte. Sulla criminalità degli immigrati vi invito a leggere gli studi di Luca Ricolfi, che non vi è molto simpatico perché ha scritto il libro Perché siamo antipatici riferito alla sinistra, che riporta dati che dicono che gli immigrati regolari sono mediamente tre volte più criminali degli italiani, cioè hanno un tasso di criminalità tre volte maggiore, e quelli irregolari da quindici a diciassette, a seconda delle tipologie di reato.
Leggete e poi commentiamo le cose che sono basate su studi seri (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.
BRUNO TABACCI. Signor Presidente, intervengo solo per fare una semplice osservazione: ma davvero questo Parlamento è convinto di poter risolvere la questione dell'immigrazione attraverso interventi di polizia? Ma veramente è convinto che è così? Allora, confermate quello che siete: dei governanti assolutamente modesti e incapaci di guardare al di là del vostro naso (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori).
Infatti, il problema dell'immigrazione non si risolve così, questa è una visione miope. Poi vi possono anche essere gli strumenti di polizia, ma senza una politica di caratura mondiale, che ritrovi le ragioni dello sviluppo per i Paesi che non ce l'hanno, è impossibile pensare di ricacciare gli africani in Africa. Questa cosa è impostata male!
Non è necessario che sia il Papa a ricordarci queste cose; basterebbe un Parlamento italiano nella pienezza del suo prestigio e della riconoscibilità delle sue intenzioni (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà.
FURIO COLOMBO. Signor Presidente, intervengo per ricordare - può essere utile ai colleghi - che è appena uscito un libro di un bravo giornalista e ricercatore di nome Tibaldo. Il libro si intitola Sotto un cielo stellato. Vita e morte di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti e ripropone tutte le documentazioni usate a quel tempo contro gli italiani in America, in particolare a New York.
Essi risultavano tre volte più criminogeni di quanto non fossero gli americani; essi risultavano tre volte più pericolosi e questo incoraggiava la condanna a morte, che poi è seguita, per gli innocenti Sacco e Vanzetti. Questa è la storia: faremmo bene a ricordarla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ciccanti. Ne ha facoltà.
AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, rispetto a qualche intervento svolto precedentemente, volevo far osservare che molte volte l'identità deve essere riscontrata, se chi la fornisce non ha al seguito i propri documenti.
Molte volte questo riscontro deve essere fatto con i Paesi di provenienza e si perde tempo soprattutto per colpa del Ministero dell'interno e del Ministero degli affari esteri, ma questa colpa dovrebbe essere pagata dall'immigrato. Questo non mi sembra giusto: ecco perché vi è una violazione dei diritti umani.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, l'onorevole Mantovano ha portato in quest'Aula il riferimento alle direttive comunitarie. Credo che questo riferimento sia sempre un azzardo: le direttive comunitarie nascono in condizioni, circostanze e situazioni molto diverse. Pag. 32
Abbiamo detto chiaramente che questo tempo molto ampio di detenzione - praticamente è una detenzione - in questi centri di identificazione deve essere respinto, perché ci troviamo, in questo caso, tranquillamente in quell'assioma e in quell'equazione per cui l'immigrazione equivale alla criminalità.
Ritengo che, forse proprio per il rispetto della dignità e dei principi fondamentali di civiltà, dovremmo certamente mantenere e, soprattutto, registrare una riflessione al riguardo.
CAROLINA LUSSANA, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA, Relatore. Signor Presidente, intervengo per alcune precisazioni, perché volevo spiegare la filosofia di questo articolo 5. Questa filosofia del Governo, condivisa pienamente dalla maggioranza, vuole contrastare, a differenza di chi siede nei banchi dell'opposizione, il fenomeno dell'immigrazione clandestina.
Avete fatto una propaganda - consentitemi il termine - vergognosa sulle ronde; evitiamola sul prolungamento del trattenimento nei centri di identificazione e di espulsione. Questa norma nasce dall'esperienza concreta, dal fatto che abbiamo visto, purtroppo, che i termini attualmente previsti sono inadeguati in molti casi per arrivare all'identificazione del clandestino.
E allora, come correttamente ha illustrato il sottosegretario Mantovano, il nostro Governo non fa altro che adeguarsi ad una direttiva comunitaria, prevedendo la possibilità di prorogare di 60 giorni e di ulteriori 60 giorni, previa convalida del giudice di pace, il trattenimento dell'immigrato qualora sia egli stesso che non presti le proprie generalità o quando non c'è la cooperazione dei Paesi membri: questo ci dice la direttiva europea e questo facciamo!
Vorrei però fare anche un'ulteriore considerazione. Ho sentito chiedere: cosa c'entra questa norma con il decreto-legge in esame, che parla di stupri? Il decreto-legge parla anche di misure per il contrasto e per la sicurezza pubblica: è chiaro che quando si parla di immigrati clandestini, che non si abbia a che fare con un concetto di sicurezza pubblica dev'essere assolutamente contestato.
E per quanto riguarda l'equazione «criminalità-immigrati», parliamo allora di stupri. Il dato del Viminale ci dice che il 40 per cento degli stupri è commesso dagli immigrati, a fronte di un 6 per cento di immigrati presenti sul territorio nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
LUISA BOSSA. E gli italiani? Non te li scordare!
CAROLINA LUSSANA, Relatore. Questo lo dobbiamo dire, dobbiamo leggere il dato nella sua interezza!
E per concludere, ricordiamoci purtroppo lo stupro di Bologna, di una ragazzina di 15 anni da parte di un soggetto clandestino, che era stato più volte preso ma mai identificato ed era a piede libero, libero di commettere un ulteriore stupro. Con la norma in esame il Governo farà in modo che ciò non sia più possibile per il futuro, non avvenga più per il futuro (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
MATTEO MECACCI. Signor Presidente, la filosofia del provvedimento, in particolare dell'articolo in esame, che pone ancora una volta sull'immigrato l'onere della prova (si presume la colpevolezza dell'immigrato che non voglia farsi identificare, e quindi semplicemente per questo motivo viene trattenuto), è la filosofia delle vostre riforme sulla giustizia e sulla sicurezza: forti con i deboli e deboli con i forti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Garantisti per voi stessi, e forcaioli con i poveracci che arrivano sulle coste del nostro Paese! Deboli con i forti, Pag. 33come con Gheddafi, con cui fate accordi contro l'immigrazione clandestina che non serviranno a niente (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Unione di Centro)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Maurizio Turco. Ne ha facoltà.
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, purtroppo solo alla fine la collega Lussana ha introdotto il problema politico, e cioè ancora una volta ha insistito sul «contrastare»: il problema è che andrebbe governato il fenomeno, perché sappiamo che la capacità delle persone, uomini e donne di Governo, è quella di prevedere, prevenire e poi provvedere! Voi siete arrivati e siete rimasti a voler unicamente occuparvi del problema finale, senza voler in minima parte cercare di comprendere davvero cosa c'è dietro questo.
PRESIDENTE. Deve concludere.
MAURIZIO TURCO. Dietro questo c'è soprattutto lo sfruttamento da parte di molti imprenditori di questo Paese, che voi non avete voluto contrastare (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico)! Sono le vere vittime del lavoro nero, sono quelle che hanno contribuito...
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Casini. Ne ha facoltà.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, anzitutto ringrazio l'onorevole Lussana, perché col suo intervento ha dimostrato una cosa: che il Parlamento serve a qualcosa, perché è giusto anche contrastarsi su queste idee, ma quello che ci dispiace di più come opposizione è che la maggioranza non intervenga su queste tesi.
L'onorevole Lussana ha stabilito un parallelismo tra immigrazione clandestina e criminalità. Questo lo dimostrano i dati, è difficilmente contrastabile, ma noi stiamo facendo un altro rilievo, onorevole Lussana: noi stiamo dicendo che questa è una trasformazione chiara, palese dei centri di detenzione in carcerazione preventiva, senza nessuna forma di giurisdizione che rispetti l'individuo! E riteniamo che se la classe politica entra nell'ordine di idee di contrastare la criminalità dotandosi di mezzi che sono estranei alle giurisdizioni dei Paesi civili, noi perderemo la lotta contro il crimine, e non riusciremo nemmeno a salvaguardare quei principi di società e di civiltà giuridica che hanno fatto grande il nostro Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico)!
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Casini.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, ho finito subito (Commenti del deputato Torazzi). Onorevole collega, lei ha citato lo stupro di Bologna; ma allora diciamo la verità, incominciamo a parlare delle tante violenze che capitano nelle case anche per colpa di familiari o di gente italiana! Questo, altrimenti, è un doppiopesismo inaccettabile!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Argentin. Ne ha facoltà.
ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, visto lo strano binomio che continuate a ripetere relativo al fatto che molte volte l'extracomunitario debba essere affiancato alla definizione di stupratore, voglio ricordare che nel nostro Paese la metà dell'assistenza è garantita proprio dagli extracomunitari che sono in qualche modo entrati nel nostro Paese pieni di paura e di pericoli, e che forse molti stupri soltanto grazie alla loro presenza nelle nostre famiglie vengono in qualche modo evitati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vassallo. Ne ha facoltà.
Pag. 34SALVATORE VASSALLO. Signor Presidente, devo dire che gli argomenti usati dall'onorevole Lussana e prima ancora da un deputato della Lega rendono impellente segnalare che qui viene usato un argomento chiaramente razzista per giustificare alcune (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)...
ALBERTO TORAZZI. La statistica non è razzista!
SALVATORE VASSALLO. Il punto è questo: se sulla base dell'argomento secondo cui tra gli immigrati è presente un tasso di criminali maggiore che tra altre categorie (ossia è presente tra gli immigrati una percentuale maggiore di criminali) e siamo disposti a sottoporre gli immigrati come categoria a norme che violano principi fondamentali di rispetto dei diritti dell'uomo, ciò vuol dire che siamo su presupposti (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)...
CAROLINA LUSSANA, Relatore. I clandestini!
PRESIDENTE. Colleghi, scusate. Prego onorevole Vassallo, concluda il suo intervento.
SALVATORE VASSALLO. Sulla base di questo argomento, qualora dovessimo scoprire che tra quelli più bassi c'è un tasso di criminalità maggiore, si sarebbe disposti a sottoporre queste persone, come categoria, ad una violazione dei loro diritti. Questo è un principio inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
PRESIDENTE. Stanno assistendo ai nostri lavori gli alunni della scuola media «Malfatti» di Mori, in provincia di Trento. L'Assemblea rivolge loro un saluto (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Anna Teresa Formisano. Ne ha facoltà.
ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, vorrei sottoporre all'attenzione dell'Aula - e mi rivolgo alle persone che hanno una sensibilità maggiore - la definizione di immigrato clandestino.
In Italia oggi ci sono centinaia, per non dire migliaia, di immigrati che lavorano - con un lavoro regolare - nelle nostre aziende e nelle nostre case, e che dal 2007 hanno fatto domanda per entrare nei flussi migratori e non sono entrati (Commenti del deputato Torazzi). Anche questi sono immigrati clandestini: questa è la realtà! Allora non nascondiamoci dietro un dito; non si può fare di tutta l'erba un fascio: ci sono persone perbene tra gli italiani, ma anche tra gli immigrati (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Luciano Dussin. Ne ha facoltà.
LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente, innanzitutto apprezzo le parole di buon senso che abbiamo ascoltato prima dal sottosegretario, onorevole Mantovano. Penso che il suo sia stato l'unico degli interventi cui abbiamo assistito a meritare una certa attenzione, perché entra nel merito, non fa demagogia e soprattutto non distribuisce offese a piene mani, come abbiamo sentito ora, su temi che necessitano invece di essere affrontati in maniera seria.
Il fenomeno dell'immigrazione ha bisogno di regole: le regole che si è data l'Unione europea (che prevede un trattenimento massimo di 18 mesi per chi non contribuisce a farsi identificare), le regole che ci stiamo dando noi, le regole che non c'erano all'epoca della legge Turco-Napolitano.
PRESIDENTE. Onorevole Luciano Dussin, deve concludere.
LUCIANO DUSSIN. Se non distinguiamo il fenomeno dei clandestini da Pag. 35quello dei regolari faremmo solo del male ai cittadini extracomunitari regolari, perché non riusciremo a dar loro...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Luciano Dussin.
DONATELLA FERRANTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, credo che il collegamento che ha voluto instaurare la relatrice Lussana tra decreto-legge, interventi sugli immigrati e stupri sia una buccia di banana su cui è caduta (e mi dispiace dirlo, onorevole Lussana).
In realtà, tutto ciò non c'entra nulla: questo collegamento non esiste, perché le statistiche ci dimostrano che le violenze sessuali sono addebitabili, purtroppo, per lo più ai cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Calvisi. Ne ha facoltà.
GIULIO CALVISI. Signor Presidente, gli immigrati non sono solo autori di reati, ma sono anche vittime. Voglio solo ricordare due dati: l'87 per cento delle donne immigrate vittime di reato presentano un colpevole di nazionalità italiana. Il secondo dato: l'immigrazione clandestina equiparata alla criminalità è una «fesseria», è davvero una fesseria, perché in Europa ci sono 5 milioni di persone entrate come clandestine che sono diventate regolari e in Italia ci sono 1,5 milioni di persone, su 4 milioni, entrate come clandestine, che oggi sono regolari. Quella tanto decantata distinzione tra regolari e irregolari non è così forte e probabilmente se noi diamo una chance a queste persone esse faranno parte...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Calvisi.
PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, mi rivolgo a lei, alla sua attenzione. L'articolo 49 del nostro Regolamento è molto chiaro: «Le votazioni hanno luogo a scrutinio palese. Sono effettuate a scrutinio segreto le votazioni riguardanti le persone, nonché, quando ne venga fatta richiesta ai sensi dell'articolo 51, quelle che incidono sui principi e sui diritti di libertà di cui agli articoli 6, da 13 a 22 e da 24 a 27 della Costituzione (...)». In base a questo, le chiedo che la votazione sugli identici emendamenti in esame abbia luogo a scrutinio segreto.
PRESIDENTE. Onorevole Casini, oltre alla richiesta del suo gruppo, era pervenuta alla Presidenza anche la richiesta di votazione a scrutinio segreto da parte del gruppo del Partito Democratico.
È stata appunto richiesta la votazione a scrutinio segreto sugli identici emendamenti Vietti 5.7 e Franceschini 5.9, soppressivi dell'articolo 5. L'articolo 5, infatti, essendo volto ad ampliare fino ad un periodo massimo di centottanta giorni il periodo di trattenimento dello straniero nei centri di identificazione e di espulsione, e disponendo, altresì, che la nuova disciplina si applichi anche ai cittadini extracomunitari già trattenuti nei centri medesimi alla data in vigore del decreto-legge in esame, incide direttamente sull'articolo 13 (che riguarda la libertà personale) della Costituzione.
Con riferimento alla secretabilità delle disposizioni relative al trattenimento nei centri di identificazione si veda l'orientamento assunto dalla Presidenza nel corso della XIV legislatura relativo all'esame dell'Atto Camera 2454 (legge sull'immigrazione), nonché la sentenza della Corte costituzionale n. 105 del 2001, nella quale è stato precisato che il trattenimento presso i centri di permanenza temporanea è una misura che non può essere adottata, se non con le garanzie di cui all'articolo 13 della Costituzione. Pag. 36
Pertanto, ovviamente, la Presidenza della Camera ammette la richiesta di votazione segreta per gli identici emendamenti Vietti 5.7 e Franceschini 5.9 soppressivi dell'articolo 5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, non è in discussione se l'immigrazione è una cosa buona o cattiva, o se gli immigrati sono buoni o cattivi.
Onorevoli colleghi, vi è una discussione sulla politica dell'immigrazione che parte da una consapevolezza: con l'alternanza al Governo, l'attuale maggioranza e l'attuale opposizione, si sono confrontate su come questo Paese, che è contemporaneamente frontiera da est e da sud, possa gestire una quantità di immigrazione che non siamo in grado di contenere.
Siccome su questo punto ci stiamo giocando il futuro, ovvero come sarà l'Italia di domani, intanto potremo gestire una convivenza, in quanto riusciremo a fare anche delle politiche d'integrazione; e intanto saremo in grado di farle, in quanto i numeri sono diversi.
Voglio dire un'ulteriore cosa. Ci troviamo in una situazione particolarmente delicata perché, mentre poniamo in essere delle politiche come Paese, contemporaneamente, l'Europa ci accusa di essere il transito tramite il quale, da sud, tutti gli immigrati arrivano al centro dell'Europa. Questo è il tema di cui discutiamo. La permanenza nei centri non è una decisione italiana, è una decisione che, come è stato illustrato e spiegato, deriva dall'Europa. Perché deriva dall'Europa? Perché le situazioni si sono complicate.
Questa è la risposta che oggi dobbiamo fornire. Sarebbe particolarmente sbagliato discutere, come stiamo facendo, in termini demagogici, ma dobbiamo essere molto pragmatici e sapere cosa realmente può fare questo Paese per la civile convivenza degli italiani, degli immigrati regolari, ma anche di chi arriva in Italia senza avere troppe illusioni (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
PRESIDENTE. Intendo sapere se anche il gruppo Italia dei Valori ha avanzato la richiesta di votazione a scrutinio segreto.
FABIO EVANGELISTI. Si, signor Presidente.
PRESIDENTE. La votazione a scrutinio segreto è stata, pertanto, richiesta dai gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei valori.
Passiamo ai voti.
Avverto pertanto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Vietti 5.7 e Franceschini 5.9, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Laffranco, Calderisi? L'onorevole Calderisi ha votato. Con calma. C'è qualche altro collega che non ha votato o che non riesce a votare? Onorevole Rampelli? (Commenti). Scusate, è inutile urlare, basta semplicemente stare in silenzio. Se vi potete abbassare, c'era una collega che non riusciva a votare.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Prolungati applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori - Il deputato Buonanno si dirige verso i banchi del gruppo Partito Democratico, trattenuto dai commessi). (Vedi votazionia
).
(Presenti 469
Votanti 457
Astenuti 12
Maggioranza 229
Voti favorevoli 232
Voti contrari 225).
Prendo atto che i deputati Barbareschi, Vernetti e Ferranti hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Pag. 37Chiedo scusa, colleghi, ovviamente è stato approvato l'emendamento soppressivo dell'articolo 5. Chiedo alla relatrice, onorevole Lussana, come intenda procedere.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Mi perdoni, onorevole Giachetti, ho chiesto al relatore... Ho visto l'onorevole Buonanno. Abbiamo visto. Prego, onorevole Lussana, poi richiamerò anche l'onorevole Buonanno.
CAROLINA LUSSANA, Relatore. Signor Presidente, all'esito di questa votazione credo sia impossibile proseguire i nostri lavori, quindi chiedo la sospensione immediata dei lavori.
PRESIDENTE. Chiedo scusa ai colleghi: ci sono diversi colleghi che desiderano intervenire sull'ordine dei lavori. Il relatore ha chiesto una sospensione dei lavori perché il Comitato dei nove possa riunirsi e verificarne l'andamento.
PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, siamo d'accordo su una sospensione per far riunire il Comitato dei nove.
Vorrei esprimere una considerazione politica. Mi rifiuto - lo dico ai colleghi dell'opposizione - di leggere questo risultato come una vittoria dell'opposizione contro la maggioranza: questa è una vittoria del Parlamento e della sua serietà (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori)!
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, sospendo la seduta.
La seduta, sospesa alle 12,35 è ripresa alle 13,15.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il presidente della II Commissione, onorevole Bongiorno. Ne ha facoltà.
GIULIA BONGIORNO, Presidente della II Commissione. Signor Presidente, ho chiesto di parlare per segnalare che, a seguito della soppressione dell'articolo 5 del decreto-legge in esame, il Comitato dei nove ha la necessità di riunirsi al fine di riscrivere un emendamento ai fini della copertura finanziaria. Pertanto, considerato che alle 15 è previsto lo svolgimento del question time e che sarà necessario per noi ottenere il parere della Commissione bilancio, chiedo alla Presidenza che l'esame in Aula del provvedimento possa riprendere alle 16.
PRESIDENTE. Mi sembra utile dare alla Commissione il tempo di attendere che la Commissione bilancio esprima il parere e poi proseguire con i lavori.
ANTONELLO SORO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONELLO SORO. Signor Presidente, intervengo per convenire sulla richiesta della presidente Bongiorno, ma anche per anticipare che il gruppo del Partito Democratico intende ritirare tutte le proposte emendative - con eccezione di due o tre proposte emendative presentate dai deputati radicali - e gli ordini del giorno.
La condizione in cui questo decreto-legge viene ora a trovarsi, cioè di coincidere con un testo nei confronti del quale avevamo già anticipato un giudizio positivo, ci mette nelle condizioni di voler rapidissimamente procedere all'approvazione del disegno di legge di conversione in esame nei termini convenuti. Voteremo a favore di questo provvedimento e vogliamo anticiparlo fin d'ora, anche perché, forse, questo è utile nel lavoro di preparazione del Comitato dei nove (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, nei nostri interventi di ieri avevamo posto due questioni che oggi si sono verificate, cioè lo stralcio di alcuni commi dell'articolo 6 e la sottolineatura di una riflessione rispetto all'articolo 5 che ha portato alla votazione di oggi. Oltre a questo, comprendendo l'intervento della presidente Bongiorno rispetto ai tempi di ripresa dei lavori in aula per il pomeriggio, voglio anch'io anticipare, a nome dell'Unione di Centro, che il nostro gruppo intende ritirare tutte le proposte emendative presentate e gli ordini del giorno, senza alcuna eccezione, e non intende più intervenire, ritenendo quanto ottenuto un punto ottimale che, per quanto ci riguarda, ci porterà ad esprimere un voto favorevole sul provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
ITALO BOCCHINO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, prendiamo atto di quanto è accaduto in Aula e, rispettando la sovranità del Parlamento, non possiamo che far questo. Prendiamo atto di quanto dichiarato dai gruppi di opposizione, ne comprendiamo le ragioni parlamentari, ma anche le ragioni politiche, poiché, avendo ottenuto un risultato dal punto di vista di merito, giustamente ora danno una disponibilità che, per quanto ci riguarda, per certi aspetti è tardiva, ma dobbiamo fare i conti con la realtà.
Vogliamo, però, cogliere questa occasione innanzitutto per ribadire la bontà della norma che è stata cancellata. Rispettando la decisione assunta dall'Assemblea, riteniamo di dover ribadire la bontà di quella norma e lo facciamo rivolgendoci ai colleghi che spesso ci richiamano a seguire con più attenzione quanto l'Europa ci chiede, ci impone o ci suggerisce e poi, quando si giunge a determinati argomenti, contrastano con forza delle scelte che la stessa Europa ci ha indicato. Mentre sulla questione delle cosiddette ronde abbiamo ritenuto utile che possano essere discusse attraverso uno strumento adeguato - quello del disegno di legge, peraltro già all'esame di questo ramo del Parlamento - ribadiamo, invece, la necessità che, in merito a questo provvedimento, si valutasse positivamente la scelta che il Governo aveva sottoposto all'Assemblea.
Diciamo questo per amore di verità e per sottolineare che è stato un errore cassare quella norma ma preso atto di ciò dobbiamo andare avanti, approvare il provvedimento quanto prima, evitare la decadenza del decreto-legge, prendere atto che ci sono norme importanti quali il finanziamento per le forze dell'ordine e la sicurezza e quelle in materia di stalking. Sarebbe gravissima la decadenza delle medesime norme dopo i risultati positivi che hanno fatto registrare nel primo mese di applicazione. Quindi, pur ribadendo la positività della norma che è stata bocciata, riteniamo che si debba procedere celermente all'approvazione del provvedimento per facilitarne la conversione (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, anche il gruppo dell'Italia dei Valori è disponibile a ritirare i propri emendamenti e ordini del giorno per arrivare ad una rapida approvazione di un provvedimento depurato, a questo punto, da quella che avevamo definito una macchia ovvero la norma sulle ronde.
Con questo voto - non parlo in questo momento a titolo personale bensì a nome del mio gruppo - l'Italia dei Valori ha voluto evidenziare una sua propria coerenza. Noi sentiamo la necessità di dover dire al rappresentante del Popolo della Libertà che di quanto avvenuto non può egli farne carico soltanto ad una parte di Pag. 39questo Parlamento: la norma era così contestata che ha senz'altro potuto contare - come il voto dell'Italia dei Valori ha evidenziato - su un congruo apporto di voti che sono venuti dal centrodestra, approfittando del voto segreto. Quindi rispettiamo tutti la volontà del Parlamento e prendiamo atto che oggi non si è scritta una brutta pagina parlamentare, anzi, la aggiungiamo a quella di ieri e del giorno precedente. Credo che oggi potremo finalmente chiudere una settimana di lavoro orgogliosi di quel che abbiamo fatto (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
GAETANO PORCINO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GAETANO PORCINO. Signor Presidente, mi permetto di segnalare alla Presidenza quella che io ritengo essere un'anomalia. Abbiamo, poco fa, votato con il voto segreto. Non faccio parte di coloro che si sono astenuti, per cui non parlo a titolo personale, per difendere me stesso, ho espresso un voto. Tuttavia trovo sia un'anomalia e una scorrettezza, visto che il voto è segreto, il fatto che compaia in tutta evidenza il voto degli astenuti. Se il voto è segreto chiedo che venga modificato il sistema elettronico affinché il voto resti segreto. Se compare in tutta evidenza (Commenti)... Vorrei pregare i colleghi di farmi... Vorrei pregare il collega gentilmente di farmi concludere... (Commenti del deputato Gozi).
Ho votato secondo coscienza, ho votato, stai dicendo una stupidaggine caro collega... Io ho votato!
PRESIDENTE. Onorevole Porcino, si rivolga alla Presidenza, lei sta ponendo una questione regolamentare e fa bene a farlo.
GAETANO PORCINO. Desidero concludere, signor Presidente. Se il voto è segreto - e la parola stessa lo dice - ritengo che tutti i votanti debbano essere tutelati dalla segretezza. Torno a ripetere che non sto difendendo me stesso, perché io ho votato e non mi sono astenuto, tuttavia ritengo che sia un'anomalia che vada corretta il fatto che compaia sul monitor il voto - che non è più segreto - di coloro che si astengono. Tutto qui. Spero che questa mia richiesta venga accolta dalla Presidenza.
PRESIDENTE. Onorevole Porcino, la questione da lei posta è stata più volte - lo dico per chi ovviamente non siede per la prima volta in questo Parlamento - sottoposta alla Giunta per il Regolamento. Più volte l'indirizzo espresso, in maniera chiara e netta, è stato quello di seguire la procedura con la quale abbiamo, anche in questa occasione, espresso il voto segreto. Qualora il suo gruppo volesse nuovamente porre la questione all'attenzione della Giunta per il Regolamento, naturalmente ne avrà tutta l'opportunità e la Giunta deciderà nel merito dell'eventuale questione posta dal suo gruppo.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 15 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata e alle 16 con il seguito dell'esame del provvedimento in materia di sicurezza.
La seduta, sospesa alle 13,25, è ripresa alle 15.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per i rapporti con il parlamento ed il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca che ringrazio per la loro presenza.
(Orientamenti del Governo in merito all'introduzione dell'obbligo, a carico di medici ed operatori sanitari, di segnalare all'autorità di pubblica sicurezza immigrati non in regola - n. 3-00475)
PRESIDENTE. L'onorevole Bindi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione Pag. 40n. 3-00475, concernente orientamenti del Governo in merito all'introduzione dell'obbligo, a carico di medici ed operatori sanitari, di segnalare all'autorità di pubblica sicurezza immigrati non in regola (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).
ROSY BINDI. Signor Presidente, signor Ministro, la solidarietà dimostrata e testimoniata in queste ore in Abruzzo va custodita ed incoraggiata come un bene prezioso, un elemento di civiltà da non disperdere con norme inutilmente punitive come quella che trasforma i medici in agenti di polizia.
L'episodio di una giovane donna immigrata ivoriana che in un ospedale napoletano è stata segnalata dopo il parto agli organi di polizia per essere identificata è la spia di un clima preoccupante, sicuramente alimentato e sostenuto dall'approvazione, ancorché in un solo ramo del Parlamento, di una norma che chiede ai medici di denunciare e non di curare.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ROSY BINDI. Vorremmo sapere quali sono le intenzioni del Governo in proposito.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.
ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevole Bindi, naturalmente il Governo condivide lo spirito di collaborazione e di civiltà che in queste ore sta caratterizzando il nostro Paese, ma rispetto all'episodio specifico da lei segnalato vi sono alcune imprecisioni.
Voglio infatti, in primo luogo, riportare le risultanze dell'ispezione presso l'ospedale Fatebenefratelli di Napoli svolta dalla competente azienda sanitaria locale. La suddetta ispezione ha accertato che la richiesta di identificazione della madre avanzata dall'ospedale al commissariato di pubblica sicurezza di zona costituiva esclusivamente un atto propedeutico alla dichiarazione di nascita e non una denuncia di reato né tanto meno, come ipotizzato dall'onorevole interrogante, un'applicazione anticipata del disegno di legge in discussione alla Camera.
La dichiarazione di nascita, che può essere resa oltre che dai genitori anche dal medico e da altra persona che ha assistito al parto, deve essere corredata dall'attestazione di avvenuta nascita contenente, tra l'altro, le generalità della puerpera. Nel caso di specie l'ospedale si è trovato in presenza di una persona che non parlava correttamente l'italiano e priva di documenti, pertanto il nosocomio è dovuto ricorrere alle forze dell'ordine ai soli fini dell'acquisizione dell'identità della madre per poter procedere, come ho detto, alla dichiarazione di nascita del figlio.
La stessa ispezione ha chiarito che dopo il parto il bambino è stato tenuto vicino alla madre e da questa allattato poiché il reparto è dotato di rooming in.
La direzione dell'ospedale Fatebenefratelli di Napoli ha anche diffuso, il 1o aprile scorso, un comunicato nel quale si precisa che in alcun modo e in nessun momento si è proceduto alla denuncia della puerpera, ma ci si è attenuti ai sensi degli obblighi relativi alla dichiarazione di nascita per il riconoscimento del nascituro.
Anche l'assessorato regionale alla sanità ha ribadito che non è stata effettuata nessuna denuncia della straniera, ma sono state applicate le disposizioni normative attualmente in vigore.
Per quanto riguarda la situazione normativa più generale, sottolineo che la proposta normativa (peraltro si tratta di un emendamento di iniziativa parlamentare al disegno di legge in materia di sicurezza presentato dal Governo) cui ha fatto riferimento anche poc'anzi l'onorevole Bindi, adegua la legislazione italiana a quella vigente in tutti i paesi europei, elimina il divieto di segnalazione della posizione irregolare dello straniero che accede alle cure mediche e ospedaliere e non introduce alcun obbligo di denuncia. Pag. 41
Non esiste alcun Paese europeo dove vi sia, per il medico, come attualmente è previsto in Italia, il divieto di segnalazione.
PRESIDENTE. L'onorevole Bindi ha facoltà di replicare.
ROSY BINDI. Signor Presidente, signor Ministro, mi consenta di leggerle quello che è scritto sulla facciata dell'ospedale degli incurabili di Napoli. È un ospedale del Cinquecento. «Qualsiasi donna ricca o povera, patrizia o plebea, indigena o straniera, purché incinta, bussi e le sarà aperto».
A quella donna l'ospedale è stato aperto ma è stata sottoposta ad un eccesso di indagini, tanto che era fornita di una fotocopia del proprio passaporto, e l'eccesso di zelo non può che essere altro che un'adeguata acquiescenza, da parte di medici troppo zelanti, ad una norma che, se venisse approvata, avrebbe un timbro chiaramente incostituzionale. Il diritto alla salute, Ministro, è un diritto della persona e non può essere condizionato neppure dallo stato giuridico della persona stessa. La facoltà di segnalare, e non l'obbligo, è un artifizio dal momento che questo Governo ha introdotto il reato di clandestinità. Crediamo che il nostro Paese non meriti una negazione di civiltà come quella che questa norma contiene. Sappiamo bene che quella norma è stata approvata da un ramo del Parlamento. Chiediamo al Governo di farsi carico di abrogare quella norma e di adeguarsi a quello che è successo oggi in quest'Aula, dove il Governo ha dovuto fare marcia indietro sulle ronde e sulla permanenza nei centri di identificazione, perché il nostro Paese è un Paese solidale e civile e i medici vogliono curare e non denunciare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
(Misure a favore delle persone escluse dalla cosiddetta «operatività bancaria», anche in relazione al fenomeno dell'usura - n. 3-00476)
PRESIDENTE. L'onorevole Melchiorre ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00476, concernente misure a favore delle persone escluse dalla cosiddetta «operatività bancaria», anche in relazione al fenomeno dell'usura (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).
DANIELA MELCHIORRE. Signor Presidente, signor Ministro, poniamo oggi l'attenzione sull'usura, un fenomeno che ormai ha raggiunto in Italia dimensioni incredibili per i devastanti effetti che è in grado di produrre su un altissimo numero di vittime. Come accade di frequente le vittime di usura sono in prevalenza soggetti revocati dal credito ed esclusi, quindi, dalla operatività bancaria. Infatti, quando un soggetto che riceve assegni in pagamento non ha la possibilità di bancarli a proprio nome è costretto a ricorrere all'usuraio, che accetta di liquidarli di solito previa immediata trattenuta di una quota che generalmente, in caso di assegno a vista libero, si aggira almeno intorno al 5 per cento, oppure si eleva al 10 per cento per gli assegni con clausola non trasferibile.
Ora, per limitare il fenomeno sarebbe opportuno disporre per legge che le banche si dotino in favore di coloro che hanno ricevuto delle segnalazioni negative di speciali conti operativi sui quali tali soggetti possano effettuare le operazioni di base, così da escluderne, in ogni caso, il ricorso all'usura.
Chiedo dunque, signor Ministro, quali misure intenda adottare il Governo in favore di coloro che sono esclusi dal circuito bancario e che rischiano di essere trascinati nel baratro dell'usura.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.
ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevole Melchiorre, onorevoli deputati, sono innanzitutto lieto di annunciare che proprio recentemente (la settimana scorsa) il Senato è intervenuto sulla materia oggetto dell'interrogazione a risposta immediata Pag. 42con l'approvazione unanime di un testo di riforma di norme in contrasto alla criminalità e di aiuto alle persone vittime di usura, testo che il Governo si augura possa essere rapidamente licenziato anche da questo ramo del Parlamento e diventare, quindi, definitivamente legge con lo stesso consenso unanime che si è registrato al Senato.
D'altra parte la questione sollevata dalla sua interrogazione a risposta immediata, onorevole Melchiorre, è attualmente affrontata e disciplinata dalla legge n. 108 del 1996. Tale normativa, che del resto sono sicuro lei conosce bene, visto la sua competenza in materia, reca disposizioni che consentono l'accesso al circuito bancario ai soggetti che altrimenti ne sarebbero esclusi e l'articolo 15 di tale legge istituisce il Fondo per la prevenzione dell'usura. Il Fondo è gestito da una commissione che ripartisce a favore dei citati soggetti, che ne hanno bisogno, i contributi che devono essere destinati a garanzia dei crediti bancari. Dall'entrata in vigore della suddetta legge - e quindi prendendo in considerazione i dati dell'esperienza sul funzionamento della legge n. 108 del 1996 - sono stati erogati oltre 333 milioni di euro.
Per il 2008 la Commissione ha stabilito una ripartizione di contributi per un totale di 70 milioni di euro e per il 2009 è prevista, per adesso, un'ulteriore ripartizione di contributi per una somma complessiva di oltre 11 milioni di euro.
In via generale, voglio comunque segnalare come l'attenzione della Banca d'Italia sulla tematica dell'usura sia costante e che ci sono degli accordi fra le associazioni imprenditoriali di categoria, i comitati, le fondazioni e le associazioni antiusura e l'ABI al fine di poter aiutare le persone che sono state vittime di questo grave reato.
A tal fine le banche aderenti all'accordo devono garantire a favore dei cittadini protestati la possibilità di accedere ad un servizio bancario di base, ad esempio, che dia la possibilità di effettuare una serie di operazioni prive di rischio di credito, ma tali da consentire il reinserimento dei protestati nel sistema del credito legale.
Analoga iniziativa volta a favorire la bancarizzazione di soggetti che, pur non essendo vittime di usura, incontrano difficoltà ad accedere a servizi bancari e finanziari è stata promossa dall'ABI nell'ambito dell'iniziativa «patti chiari». Come dicevo però, sta per arrivare alla Camera un nuovo disegno di legge che ha introdotto delle modifiche alla legge n. 108 del 1996 in analogia con l'esperienza di altri Paesi europei e il Governo auspica che l'immediata approvazione di tale provvedimento alla Camera possa consentire un più efficace contrasto a questo grave fenomeno.
PRESIDENTE. L'onorevole Melchiorre ha facoltà di replicare.
DANIELA MELCHIORRE. Signor Presidente, ministro Vito, veramente ho posto un altro tipo di domanda, nel senso che non siamo assolutamente soddisfatti della sua risposta. Innanzitutto, perché lei ha fatto uno spot elettorale su un disegno di legge ancora in approvazione e pendente qui alla Camera sull'usura. Io le ho chiesto, invece, come si previene il fenomeno dell'usura.
L'argomento usura è servito solo per introdurre un fenomeno che viene ormai stimato come correlato a quello del ricorso all'usura se si pensa che regioni come Campania, Lazio e Sicilia sono quelle dove c'è il più alto tasso di protestati e parimenti il più alto tasso di persone usurate.
Quindi, il problema è di altra natura. Addirittura, il sottosegretario Mantovano stesso, in riferimento a quell'accordo - forse lei si riferiva a quello del 2007 - con le banche, con l'ABI, con il Ministero stesso dell'interno, ossia quell'accordo che in sostanza prevedeva delle forme almeno per limitare il ricorso dei protestati all'usura prevedendo un sistema servizio bancario di base a favore dei protestati, ha detto in data 22 febbraio che occorre attuare i protocolli siglati dalle banche. Pag. 43
Gli istituti di credito, dunque, non rispettano gli accordi sottoscritti proprio in virtù di questo motivo, ossia che non c'è evidentemente un largo uso da parte delle banche di questi accordi. Da lì nasce la nostra richiesta perché, evidentemente, così non viene fatto. Le misure sono ancora assolutamente insufficienti.
Per quanto riguarda poi il discorso «patti chiari» vorrei anche aggiungere che il conto corrente per protestati e segnalati avrebbe l'obiettivo di diffondere l'educazione finanziaria tra i risparmiatori, ma non ha fatto assolutamente nulla per tutelare i risparmiatori stessi dalla crisi finanziaria aperta dal fallimento Lehman Brothers.
Quindi, chiediamo azioni concrete per la prevenzione dell'usura e non sapere quelle che già si sono fatte. Le ricordo che il fondo che è stato istituito per le vittime dell'usura ha subito un depauperamento di circa 30 milioni di euro perché quei soldi sono andati a finire nel fondo per le vittime della criminalità organizzata a cui possono giungere, per un errore fatto in sede di approvazione, anche i parenti dei criminali mafiosi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Liberal Democratici-Repubblicani).
(Iniziative urgenti per l'impiego di un ospedale modulare mobile, collocato presso l'aeroporto militare di Guidonia, per il soccorso alla popolazione abruzzese - n. 3-00477)
PRESIDENTE. L'onorevole Bosi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00477, concernente iniziative urgenti per l'impiego di un ospedale modulare mobile, collocato presso l'aeroporto militare di Guidonia, per il soccorso alla popolazione abruzzese (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).
FRANCESCO BOSI. Signor Presidente, signor Ministro, la mia interrogazione si illustra da sé. È stata presentata in termini collaborativi davanti alla grave emergenza determinatasi in Abruzzo. Con i colleghi del mio gruppo ho ritenuto di segnalare la disponibilità di un'importante struttura ospedaliera immediatamente trasferibile via treno (c'è solo qualche problema in caso di aereo).
Ritengo sia importante poterla utilizzare e sapere, comunque, se è intenzione del Governo e della Protezione civile utilizzarla, dal momento che dispone di sale operatorie, di sala rianimazione e quant'altro.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.
ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, desidero in primo luogo esprimere a nome di tutto il Governo, oltre al mio personale dolore, sentimenti di solidarietà e vicinanza di tutte le istituzioni dello Stato alla popolazione abruzzese così tragicamente colpita dal grave terremoto. Voglio dire però, come d'altra parte risulta all'onorevole Bosi, che le operazioni di soccorso sono state avviate con immediatezza e proseguono senza sosta.
Tali operazioni stanno dando la loro concreta solidarietà e garanzia ai cittadini e vedono impegnate anche le Forze armate e l'Arma dei carabinieri, oltre che naturalmente tutte le altre forze dell'ordine (Polizia, Corpo forestale dello Stato, Vigili del fuoco), il personale della protezione civile e i volontari, sin dalle prime ore dell'emergenza. Attualmente, per quanto riguarda solo l'Esercito, visto che a questo fa riferimento l'interrogazione dell'onorevole Bosi, stanno operando tre task force di Esercito, Marina ed Aeronautica per un totale di circa 1.530 uomini, 96 mezzi speciali, 104 mezzi ruotati, 27 velivoli (segnatamente per sgomberi sanitari), 20 elicotteri e 7 aerei. Sono, inoltre, stati resi disponibili un avamposto medico avanzato ed un centro sanitario campale. È stato immediato anche l'intervento dei Carabinieri del comando regionale dell'Abruzzo, via via potenziati da ulteriori 300 unità che hanno fatto raggiungere la cifra di circa 2.300 unità. Pag. 44
Sono molteplici le attività e gli interventi fino ad ora effettuati dal personale militare in queste drammatiche ore. Per quanto però riguarda la specifica questione dell'ospedale da campo presso l'aeroporto di Guidonia, dobbiamo far notare che l'Aeronautica militare e l'organizzazione non governativa associazione «Fatebenefratelli per i malati lontani» hanno sottoscritto un accordo di collaborazione concernente l'impiego di un ospedale da campo e il suo stoccaggio e dispiegamento presso il citato aeroporto. Tale accordo trae origine da una specifica richiesta dell'associazione proprietaria della struttura ospedaliera.
Al riguardo, pure in presenza di un'evidente scontata disponibilità da parte del Ministro della difesa per la messa a disposizione dell'ospedale da campo in parola, per tale emergenza si deve far rilevare che attualmente presso il citato aeroporto di Guidonia sono presenti soltanto alcuni moduli e soprattutto che il completamento della struttura sanitaria proiettabile è purtroppo previsto solo per la fine del corrente anno.
I moduli dell'ospedale esistente sono attualmente trasportabili solo per via ordinaria con impiego di autocarri pesanti e scarrabili e non è stato, inoltre, compiuto un dispiegamento completo, né è stato ancora testato lo stesso ospedale da campo. L'utilizzo dell'ospedale in parola da parte della difesa, alla quale peraltro non è pervenuta alcuna richiesta in tal senso, sarebbe consentito comunque solo previa informativa dell'associazione che ne è proprietaria.
PRESIDENTE. Ministro Vito, la prego di concludere.
ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Consentitemi comunque, signor Presidente, di concludere esprimendo ancora il ringraziamento al personale delle Forze armate e dell'Arma dei carabinieri impegnato in queste ore presso il territorio abruzzese.
PRESIDENTE. L'onorevole Bosi ha facoltà di replicare.
FRANCESCO BOSI. Signor Presidente, so bene che l'ospedale modulare di cui abbiamo parlato appartiene al Fatebenefratelli e, per una convenzione con l'Aeronautica militare, è gestito da tale Forza armata. Mi risulta direttamente, altrimenti non avrei presentato questa interrogazione, che c'è immediata disponibilità non solo del Fatebenefratelli, ma anche dell'Aeronautica militare. Evidentemente c'è qualche possibile completamento, ma sicuramente può essere immediatamente «circuitata» nelle zone del disastro. Con questo poi voglio unirmi anch'io alle parole del Ministro di apprezzamento e ringraziamento per l'azione importante che stanno svolgendo le nostre Forze armate, sia pur fra mille difficoltà, a operare in termini di grande apporto e sicurezza sullo scenario, sul teatro di questa enorme tragedia. Resta comunque una segnalazione di cui il Governo può tener conto, che penso possa risultare utile.
(Impiego di militari nel soccorso alle popolazioni colpite da calamità naturali e riflessi di tale impiego sulle missioni all'estero - 3-00478)
PRESIDENTE. L'onorevole De Angelis ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cicchitto n. 3-00478, concernente impiego di militari nel soccorso alle popolazioni colpite da calamità naturali e riflessi di tale impiego sulle missioni all'estero (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.
MARCELLO DE ANGELIS. Signor Presidente, chiedo scusa per l'emozione che trasparirà da questo mio intervento, la mia famiglia è aquilana, io stesso sono reduce da due giorni di lavoro a L'Aquila come volontario della Croce rossa italiana. Sapete dai giornali qual è la situazione, tutte le interrogazioni più o meno hanno fatto riferimento alla crisi in atto. Questo mi permette anche di essere testimone diretto dello straordinario responso della protezione civile integrata dalle nostre Forze armate e di polizia. Penso agli alpini Pag. 45del IX reggimento, agli uomini e alle donne della forestale e della finanza, ai vigili del fuoco: sono stati tutti quanti straordinari. Alcuni di questi alpini li ho incontrati in missione a Kabul, ci sono ufficiali di paracadutisti che ho incontrato in Libano.
Il paradosso è che come membro della Commissione difesa mi corre il dovere di chiedere al Governo se la necessità di impiegare nei prossimi mesi il nostro personale nella crisi abruzzese potrà incidere sulla disponibilità del suo impiego all'estero.
PRESIDENTE. Salutiamo il Ministro della difesa, che è giunto adesso fra di noi. Naturalmente a questa interrogazione risponderà lui e non il Ministro per i rapporti con il Parlamento. Il Ministro della difesa, Ignazio La Russa, ha facoltà di rispondere.
IGNAZIO LA RUSSA, Ministro della difesa. Signor Presidente, ringrazio intanto il Ministro Elio Vito per aver risposto alla prima interrogazione a cui non ho potuto rispondere personalmente proprio perché sono di rientro dall'Abruzzo dove ho potuto de visu attingere anche ulteriori informazioni utili per la risposta a questa interrogazione.
Come sapete, le Forze armate si sono mobilitate, dopo la decisione di affidare alla protezione civile il coordinamento secondo richiesta, e hanno inviato 1.500 uomini con mezzi, tra cui 20 elicotteri, 6 aerei e automezzi vari, nello sforzo comune di dare sostegno, solidarietà e aiuto alle popolazioni colpite. Sono stati subito impiegati nell'opera meritoria di allestire una tendopoli, che ieri era completa e non solo ad opera delle Forze armate, con 17 mila posizioni che sono state occupate, oltre alle 10 mila persone che sono andate negli alberghi. I militari si sono uniti anche ai carabinieri di stanza nella regione (sono 2 mila di stanza in tutta la regione), a cui si sono aggiunti 300 carabinieri soprattutto in operazioni anti-sciacallaggio.
Quello di cui posso dare contezza è che questa situazione - certo, purché non si protragga all'infinito - non influirà minimamente sull'efficienza e sulla possibilità delle Forze armate di rispondere in maniera adeguata ai compiti che abbiamo nelle missioni all'estero, in particolare in Afghanistan, dove anzi approfitto dell'interrogazione per dire che, in occasione delle elezioni che vi saranno a giugno, manderemo ulteriori rinforzi di circa 450 uomini più carabinieri per contribuire a far svolgere nell'assoluta legalità e, ci auguriamo, nel massimo ordine quell'importante appuntamento.
Mi pare di poter concludere la risposta ricordando che l'articolo 1, comma 5, della legge 14 novembre del 2000, n. 331, testualmente recita: «Le Forze armate concorrono alla salvaguardia delle libere istituzioni e svolgono i compiti specifici in circostanze di pubblica calamità e in altri casi di straordinaria necessità ed urgenza». È ciò che sta appunto avvenendo a L'Aquila e lo stanno facendo, lasciatemelo dire ancora una volta, con grande spirito di abnegazione, con grande capacità, raccogliendo la nostra gratitudine e il nostro incondizionato grazie.
PRESIDENTE. L'onorevole De Angelis ha facoltà di replicare.
MARCELLO DE ANGELIS. Signor Presidente, non ho bisogno di due minuti per esprimere la mia piena soddisfazione per la risposta del Ministro. Questo impiego delle nostre Forze armate in Abruzzo, anche se in una vicenda così tragica, forse potrà aiutare molti nostri concittadini che sono sempre stati critici o perlomeno dubbiosi per quanto riguarda il lavoro svolto dai nostri uomini e donne con le stellette, ad esempio in Afghanistan, in Iraq, in Kosovo. Hanno l'occasione di vedere veramente come si comportano i nostri militari in situazione di crisi e come sanno esprimere con professionalità la loro solidarietà.
Sono testimone del fatto che è esattamente ciò che è accaduto con le popolazioni dell'Afghanistan, dell'Iraq, del Kosovo, questa è un'occasione ulteriore per noi tutti per essere estremamente fieri delle nostre Forze armate.
(Interrogazione Cota n. 3-00473)
PRESIDENTE. Dovremmo ora passare allo svolgimento dell'interrogazione Cota n. 3-00473, che tuttavia non avrà luogo, avendo il gruppo della Lega Nord Padania comunicato l'intenzione di non partecipare al cosiddetto question time, cosiddetto perché non dovremmo usare parole straniere all'interno di quest'Aula.
(Interventi per l'immediata messa in sicurezza degli edifici scolastici, anche con riferimento all'annunciato «piano casa» - n. 3-00474)
PRESIDENTE. L'onorevole Di Giuseppe ha facoltà di illustrare l'interrogazione Di Pietro n. 3-00474, concernete interventi per l'immediata messa in sicurezza degli edifici scolastici, anche con riferimento all'annunciato «piano casa» (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.
ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, Ministro, secondo alcuni rapporti stilati quali quello di Cittadinanza attiva e di Legambiente, circa il 42 per cento degli edifici scolastici non sarebbe agibile, ma è ancora peggio che molte scuole dal punto di vista della sicurezza degli impianti e delle strutture siano in condizioni di pericolo per chi vi abita.
Di fronte al dramma nazionale che il nostro Paese sta vivendo, il terremoto in Abruzzo, è tornata all'attenzione la questione sulla sicurezza degli edifici scolastici. Vede, signor Ministro, io sono abruzzese, sono di Roseto degli Abruzzi, ed ho vissuto ambedue le esperienze: sia quella del terremoto di San Giuliano di Puglia, sia quella, purtroppo ancor più negativa, del terremoto de L'Aquila ed è per questo motivo che oggi io e soprattutto il gruppo l'Italia dei Valori vogliamo impegnare il Governo a valutare la necessità di incrementare gli interventi di immediata messa in sicurezza degli edifici scolastici, ma soprattutto vogliamo sapere quali interventi voglia mettere in atto il Governo a tal proposito.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Mariastella Gelmini, ha facoltà di rispondere.
MARIASTELLA GELMINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole interrogante per la scelta dell'argomento, ossia il tema dell'edilizia scolastica che mai come in questi giorni è di attualità ed è anche estremamente doloroso.
Devo dire che dal momento del suo insediamento il Governo, ancor prima della tragedia dell'Abruzzo, aveva ben chiara l'importanza dell'edilizia scolastica e il fatto che ci trovassimo di fronte ad una vera e propria emergenza nazionale. Non a caso già nel primo provvedimento sulla scuola venivano stanziati dei fondi per la messa in sicurezza degli edifici e abbiamo proceduto da subito, in particolare, alla messa in sicurezza delle prime cento scuole situate nelle zone a maggiore rischio sismico, quelle più in difficoltà, dove i problemi legati alla staticità degli edifici erano più evidenti.
Abbiamo anche proceduto, dopo la tragedia di Rivoli, ad una ricognizione nazionale e nella Conferenza Stato-regioni abbiamo raggiunto un'intesa importantissima, che io ho giudicato storica, perché per la prima volta si è superata la frammentazione delle competenze che spesso è all'origine di un'assenza di interventi sul tema dell'edilizia, e con la disponibilità delle regioni, delle province e dei comuni ci siamo dati il compito di effettuare sopralluoghi in tutti gli edifici scolastici, costituendo delle squadre di intervento su base regionale. Questa ricognizione è in atto e ci consentirà di aggiornare l'anagrafe sull'edilizia scolastica che oggi ci fornisce elementi riferiti esclusivamente al rischio di tipo strutturale. Occorre, però, disporre di un'analisi, ma soprattutto di dati più precisi riferiti anche agli elementi non strutturali e, quindi, al termine di questa fase di ricognizione che durerà sei mesi, avremo informatizzato tutti i dati. Abbiamo anche stanziato 1 miliardo di euro che verrà assegnato proprio per gli interventi più urgenti, altri 300 milioni Pag. 47sono già a disposizione e stiamo accelerando i tempi per il loro investimento, posto che si tratta di trasferire queste risorse agli enti territoriali.
Ma è chiaro che abbiamo preso posizione con il Ministro Matteoli soprattutto sulla vicenda dell'Abruzzo. Ne approfitto per dire che domani sarò a L'Aquila, dove, con il direttore scolastico regionale e con i dirigenti scolastici, i prefetti, il presidente della regione, il presidente della provincia e il sindaco procederemo ad una riunione operativa, anche se già da oggi sono al lavoro squadre di intervento per la ricognizione del rischio.
Abbiamo stanziato risorse per l'immediata ricostruzione della Casa dello studente e stiamo, con il commissario Bertolaso, cercando di risolvere il problema dell'ufficio scolastico regionale, perché, purtroppo, anche quello è stato fortemente danneggiato e non è agibile.
Abbiamo bisogno sul posto di un ufficio che possa coordinare i lavori. Lo voglio dire da subito proprio per tranquillizzare gli studenti e le famiglie che, magari, sono preoccupate anche per la fine dell'anno scolastico: nessuno perderà l'anno scolastico, anche i ragazzi che dovranno affrontare la maturità.
All'interno del decreto-legge che verrà approvato in Consiglio dei ministri invocheremo l'emergenza e introdurremo norme di flessibilità per fare in modo che si possa comunque completare l'anno scolastico e, quindi, poter sostenere l'esame di maturità.
PRESIDENTE. L'onorevole Zazzera, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, ringrazio il Governo e, ovviamente, in questo momento mi sento di non dare, rispetto a quanto ha detto il Ministro, né un parere di approvazione né un parere di dissenso, ma una presa d'atto delle buone intenzioni del Governo rispetto a un problema grave.
Non è il momento di fare polemiche: è il momento dell'unità nazionale, della condivisione, soprattutto in virtù di quanto è accaduto solo qualche giorno fa in Abruzzo, però non dobbiamo limitarci a questo, ma dobbiamo riflettere e approfittare di questo momento per trarne insegnamento.
Noi dell'Italia dei Valori abbiamo fatto anche una proposta perché si possano trovare le risorse necessarie per mettere in sicurezza gli edifici scolastici, che, al di là del terremoto, continuano ad essere edifici insicuri. Abbiamo, per esempio, chiesto di istituire un Fondo rotativo presso la Cassa depositi e prestiti per investimenti ad interesse ridotto o a tasso zero da destinare agli enti locali, anche facendoli sforare dal Patto di stabilità, in maniera tale che quei fondi siano realmente disponibili per le scuole.
Il fatto che gli edifici siano insicuri non lo diciamo solo noi, non lo dice l'Italia dei Valori, ma lo dicono i dati di una terra, peraltro, difficile, perché ha già vissuto la piaga del terremoto: la Lucania. Voglio ricordare che 100 su 700 di quegli istituti non hanno né un certificato di agibilità statica né un certificato igienico-sanitario. Chiedo, poi, al Governo se l'aumento degli studenti per classe possa essere utile a rendere le classi più sicure. Alcuni istituti non hanno neppure un piano di evacuazione in caso di terremoto e credo che scuole più popolose e classi con un numero maggiore di alunni non aiutino certamente a rendere quelle scuole più sicure.
Non dobbiamo piangere quando la tragedia è accaduta; bisogna prevenire, bisogna trovare quei 14 miliardi che Bertolaso vi chiede per mettere in sicurezza le scuole, magari non dando ai banchieri 12 miliardi - e concludo - perché non dovremo più sbagliare (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sull'ordine dei lavori (ore 15,35).
MARIO PEPE (PdL). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIO PEPE (PdL). Signor Presidente, vi sono molti deputati cattolici in Aula che si stanno preparando per i riti della Pasqua: sono cattolici penitenti e praticanti. A questi amici vorrei dire che preghiere e cantici devono essere di preparazione alle opere buone, e non essere considerati di per sé stessi delle opere buone. Abbiamo il disastro del terremoto dell'Abruzzo, e so che la Camera si è attivata per una sottoscrizione; credo però che la Camera possa e debba fare di più. Propongo all'Ufficio di Presidenza di dare un segnale forte, come quello di adottare la ricostruzione di un edificio strategico, come per esempio l'ospedale: un ospedale che è caduto per le tangenti pagate alla cattiva politica. E ritengo che sia il momento che la politica possa restituire ai cittadini abruzzesi quel danaro: basta sacrificare un mese dell'indennità parlamentare per ricostruire almeno la struttura grezza dell'ospedale, un mese dell'indennità parlamentare anche a rate; e se a questo sforzo si uniscono anche i gruppi parlamentari noi potremmo realizzare veramente quell'opera, e credo che questo sia un contributo importante per avvicinare il «Palazzo» alla gente, in questo momento difficile non solo dall'Abruzzo e ma anche per l'Italia intera.
PRESIDENTE. Onorevole Mario Pepe (PdL), sono sicuro che molti vorranno aderire alla sua proposta, e comunque è già aperta la sottoscrizione della Camera dei deputati.
GIANCARLO LEHNER. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LEHNER. Signor Presidente, per sottoscrivere cosa bisogna fare, dove bisogna andare? Vorrei sottoscrivere, ma non so dove andare. Al gruppo?
PRESIDENTE. Riceverete una lettera. Non i gruppi: tutti i deputati riceveranno una lettera che comunica loro le modalità di partecipazione. Ma penso che non sia poi necessario avere un eccesso di spirito di corpo: la Caritas ha aperto una sottoscrizione, ci sono tanti che stanno sottoscrivendo; diversi giornali hanno aperto sottoscrizioni. Se si partecipa a una di quelle raccolte, non voglio competere in teologia con l'onorevole Mario Pepe (PdL), ma credo che davanti a Dio, davanti agli uomini sia praticamente la stessa cosa.
La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 15,40, è ripresa alle 16.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bocci, Brancher, Brugger, Caparini, Carfagna, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cota, Donadi, Gibelli, Mantovano, Menia, Migliori, Leoluca Orlando, Soro, Stucchi, Valducci e Vitali sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 2232-A (ore 16,02).
(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 2232-A)
PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta sono stati da ultimo approvati gli identici emendamenti Vietti 5.7 e Franceschini 5.9, rimanendo così precluse tutte le restanti proposte emendative riferite all'articolo 5. Pag. 49
Avverto che, come già precedentemente preannunciato, gli emendamenti sottoscritti da deputati appartenenti ai gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori sono stati ritirati, ad eccezione delle seguenti proposte emendative: Soro 6.1, Vietti 6.7, Di Pietro 6.20 e Bernardini 6.2, 6.3 e 9.1. È stato altresì ritirato l'articolo aggiuntivo Abrignani 12.02.
Avverto inoltre che la Commissione ha presentato l'emendamento 13.600, con riferimento al quale la Commissione bilancio ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A - A.C. 2232-A).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.700, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, intervengo soltanto per chiarire - ma nella sua comunicazione già risultava chiaro - che si tratta di un emendamento imposto dalla Commissione bilancio dal momento che, per un errore durante la discussione in sede di Commissione competente, era stato espresso un parere favorevole su un emendamento, successivamente approvato, che aumentava lo stanziamento di spesa, ma che era privo di copertura. Si tratta quindi sostanzialmente di un atto dovuto, signor Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.700, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Prego i colleghi di accelerare... onorevole Buonanno, si affretti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 313
Votanti 273
Astenuti 40
Maggioranza 137
Hanno votato sì 272
Hanno votato no 1).
(Sono in missione 62 deputati).
Prendo atto che i deputati Ghizzoni, Sbrollini, Letta, Garavini, Tullo, Sarubbi, Castiello, De Torre, De Micheli e Strizzolo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Prendo altresì atto che i deputati Anna Teresa Formisano, Argentin, Meta e D'Ippolito Vitale hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Ciccanti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Rivolgo un saluto ai docenti e agli allievi dell'istituto tecnico commerciale e per geometri «Pinto Anelli» di Castellana Grotte, in provincia di Bari, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.600 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 342
Votanti 301
Astenuti 41
Maggioranza 151
Hanno votato sì 298
Hanno votato no 3).
Prendo atto che i deputati Garavini, Strizzolo e Scandroglio hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Meta, Argentin Pag. 50e D'Ippolito Vitale hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Soro 6.1, Vietti 6.7, Di Pietro 6.20 e 6.610 della Commissione.
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione: si tratta della soppressione dei commi 3, 4, 5, 6 e 6-bis dell'articolo 6, secondo quanto preannunciato in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo.
CAROLINA LUSSANA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole.
PRESIDENTE. Prendo atto che il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla Commissione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Soro 6.1, Vietti 6.7, Di Pietro 6.20 e 6.610 della Commissione, accettati dal Governo e di cui la Commissione raccomanda l'approvazione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 374
Maggioranza 188
Hanno votato sì 324
Hanno votato no 50).
Prendo atto che il deputato Romele ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 6.0501 del Governo, accettato dalla Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 376
Votanti 327
Astenuti 49
Maggioranza 164
Hanno votato sì 325
Hanno votato no 2).
Prendo atto che i deputati Nunzio Francesco Testa, Pisacane, De Poli, Giulietti, Fadda, Morassut, Mario Pepe (PD), Garavini e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bernardini 9.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
L'onorevole Antonione ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 395
Votanti 223
Astenuti 172
Maggioranza 112
Hanno votato sì 10
Hanno votato no 213).
Prendo atto che i deputati Garavini, Gibiino, Giacomoni, Boffa, Mazzuca e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.12.0600.600 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 51
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 391
Votanti 344
Astenuti 47
Maggioranza 173
Hanno votato sì 341
Hanno votato no 3).
Prendo atto che i deputati Argentin, Tenaglia, Lusetti, Garavini, Galletti, Poli, Coscia, Giacomoni, Boffa e Mazzuca hanno segnalato che non sono riusciti a votare che la deputata Bernardini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 12.0600 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 400
Votanti 350
Astenuti 50
Maggioranza 176
Hanno votato sì 347
Hanno votato no 3).
Prendo atto che i deputati Mario Pepe (PD), Barbato, Damiano, Lisi, Giacomoni, Mazzuca, Boffa e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Cenni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
GIUSEPPE ROMELE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE ROMELE. Signor Presidente, credo sia notorio che il sottoscritto, per naturale convincimento di tutti i colleghi, sia uno dei più presenti in questa Assemblea da sempre. Ebbene, io sto continuando a perdere votazioni, al punto che non faccio neanche in tempo a comunicarlo ai resocontisti, perché questo «baracchino»non funziona. Le chiedo, Presidente, formalmente, di staccare questa funzione e di ripristinare il precedente sistema di voto, perché io comunque ho sempre votato, anche prima, e ne ho piene le scatole di perdere votazioni che ho diritto mi vengano riconosciute.
PRESIDENTE. Prego gli uffici di verificare il funzionamento del dispositivo di voto dell'onorevole Romele.
Ricordo che l'emendamento Abrignani 12.02 è stato ritirato.
Passiamo alla votazione dell'articolo 12.0601 (Nuova formulazione) della Commissione.
CAROLINA LUSSANA, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA, Relatore. Signor Presidente, intervengo per comunicare alcune correzioni meramente formali della proposta emendativa in esame. È soppressa la parola «dovute »; le parole «e/o» sono sostituite dalla congiunzione «o»; sono soppresse le parole «entro e», quindi manteniamo le parole: «non oltre il 31 dicembre 2010».
PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 12.0601 (Nuova formulazione) della Commissione, nel testo corretto, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
GABRIELLA MONDELLO. Chiedo di parlare.
Pag. 52
PRESIDENTE. Adesso non deve parlare, deve votare, onorevole... metta il dito, non si agiti e voti. Onorevole Foti, lei sa che non può votare per la sua collega...onorevole Mondello, si sieda, voti, dopodiché le darò la parola: lei sa che non le posso dare la parola con la votazione in corso (o lo dovrebbe sapere, almeno).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 421
Votanti 374
Astenuti 47
Maggioranza 188
Hanno votato sì 371
Hanno votato no 3).
Prendo atto che i deputati Petrenga e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
GABRIELLA MONDELLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GABRIELLA MONDELLO. Signor Presidente, intervengo sul funzionamento del sistema di voto. Peraltro, avevo chiesto la parola ripetutamente prima dell'inizio dell'ultima votazione (purtroppo si vede che alcuni di noi non sono considerati e visti). Mi associo all'onorevole Romele: io sono presente e non riesco a votare: oggi ho perso dai quattro ai cinque voti. Chiedo di ritornare all'antico, mi metta pure sui giornali. Sono sempre stata presente: io farò causa alla Camera per danno biologico (Commenti), biologico - lo ripeto - perché mi procura...
PRESIDENTE. Onorevole Mondello, la prego...le chiedo scusa se prima non l'ho vista. Ha parlato, la prego di sedersi.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.600 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Chiedo agli uffici di verificare...l'onorevole Mondello ha votato...l'onorevole Romele ha votato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 431
Maggioranza 216
Hanno votato sì 375
Hanno votato no 56).
Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.701, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
L'onorevole Mondello ha votato...l'onorevole Romele ha votato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 428
Votanti 376
Astenuti 52
Maggioranza 189
Hanno votato sì 374
Hanno votato no 2).
Prendo atto che la deputata Argentin, ha segnalato che non è riuscita a votare.
Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2232-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 2232-A).
Avverto che gli ordini del giorno presentati dai deputati appartenenti ai gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori sono stati ritirati.
Avverto, inoltre, che sono stati ritirati anche gli ordini del giorno Ascierto n. 9/2232-A/1, Zacchera n. 9/2232-A/2 e Cota n. 9/2232-A/30.
Nessuno chiedendo di parlare, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno Di Biagio n. 9/2232-A/3, Porfidia n. 9/2232-A/4, Laboccetta n. 9/2232-A/6, Mussolini n. 9/2232-A/8, D'Ippolito Vitale n. n. 9/2232-A/9 e Paglia n. 9/2232-A/20.
ALESSANDRA MUSSOLINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo?
ALESSANDRA MUSSOLINI. Signor Presidente, per illustrare l'ordine del giorno da me presentato.
PRESIDENTE. Onorevole Mussolini, in questa fase non può intervenire per illustrare l'ordine del giorno. Qual è il parere del Governo?
ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, esprimerò il parere del Governo sugli ordini del giorno di Biagio n. 9/2232-A/3, Laboccetta n. 9/2232-A/6 e D'Ippolito Vitale n. 9/2232-A/9. Il Ministro Carfagna, invece, esprimerà il parere del Governo sugli altri ordini del giorno, che rientrano nella competenza del suo Ministero.
Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Di Biagio n. 9/2232-A/3, in quanto si tratta di sollecitare un'iniziativa legislativa che compete ai membri del Parlamento.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Laboccetta n. 9/2232-A/6 e formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno D'Ippolito Vitale n. 9/2232-A/9.
PRESIDENTE. Onorevole Carfagna, qual è il parere del Governo sugli altri ordini del giorno presentati?
MARIA ROSARIA CARFAGNA, Ministro per le pari opportunità. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Porfidia n. 9/2232-A/4 purché sia riformulato nel senso di sostituire, nel dispositivo, nel primo capoverso, le parole «a condurre» con le parole «a promuovere» e, nel secondo capoverso, le parole «a prendere» con le parole «a valutare».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Mussolini n. 9/2232-A/8. Il Governo accetta l'ordine del giorno Paglia n. 9/2232-A/20, purché il dispositivo sia riformulato sostituendo le parole «ad adottare» con le seguenti «a valutare l'adozione di».
PRESIDENTE. Si intende che l'ordine del giorno Di Biagio n. 9/2232-A/3 sia stato ritirato.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Porfidia n. 9/2232-A/4, accettato dal Governo purché riformulato.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Laboccetta n. 9/2232-A/6, accettato dal Governo.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Mussolini n. 9/2232-A/8, accettato dal Governo.
ALESSANDRA MUSSOLINI. Signor Presidente, ringrazio il Governo. L'ordine del giorno, che ho dovuto formulare in questi termini perché altrimenti sarebbe stato inammissibile, si riferisce alla previsione in questo decreto-legge dello stanziamento di circa un milione di euro per l'attivazione di un numero verde.
Come è noto, è già attivo un numero verde presso il Ministero delle pari opportunità, Pag. 54il 1522. Si tratta di pochi soldi. Ricordo che stiamo pagando una multa per l'Eu 112 che non è stato ancora attivato: è un numero onnicomprensivo, un numero d'urgenza ancora non attivo. Quindi, mi auguro per davvero che possa essere ridotto lo stanziamento di un milione di euro a 100 mila euro per questo ennesimo numero verde e che i restanti 900 mila euro siano stanziati, ad esempio, per il latte artificiale e i pannolini, per i quali non abbiamo trovato i fondi, o per i bambini e le donne terremotati, per l'anno 2009.
PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mussolini n. 9/2232-A/8, accettato dal Governo.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno D'Ippolito Vitale n. 9/2232-A/9, formulato dal Governo.
IDA D'IPPOLITO VITALE. Signor Presidente, nell'annunciare il ritiro dell'ordine del giorno, vorrei tuttavia esprimere una certa sorpresa rispetto ad un parere del Governo che in altra occasione, su un ordine del giorno con analogo contenuto, è stato diverso. Perché rimanga agli atti e per rivolgere un ulteriore invito al Governo a farsi carico della questione che è alla base dello stesso ordine del giorno richiamato, vorrei ricordare la vexata quaestio relativa all'assunzione degli idonei al concorso indetto dal Ministero dell'interno per il ruolo di commissario della Polizia di Stato.
Si tratta in realtà di un numero limitatissimo di idonei. In altra occasione, con espresso provvedimento legislativo, si è proceduto all'assorbimento degli idonei di graduatorie ancora aperte. Mi rendo conto che la questione è delicata, ma vorrei ricordare che il Ministero dell'interno ha indetto un concorso per l'assunzione di ben 80 unità, a sottolineare dunque una carenza di organico; tuttavia, con uno sforzo da parte del Governo ed un'attenzione mirata, si potrebbe rispondere alle aspettative di personale interno allo stesso Ministero, già in servizio presso gli uffici con diversa funzione, di ricoprire quegli organici che comunque risultano carenti.
Confido che l'attenzione dimostrata in altre occasioni su identiche questioni di merito, nonché l'accoglimento di altri ordini del giorno alla Camera e al Senato possano indurre il Governo ad assumere una nuova posizione ed a rivalutare il parere espresso, anche con riferimento, soprattutto nel merito, ad una soluzione della questione proposta.
MARIA ROSARIA CARFAGNA, Ministro per le pari opportunità. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIA ROSARIA CARFAGNA, Ministro per le pari opportunità. Signor Presidente, considerato che il tema del terremoto è purtroppo di stretta attualità, vorrei rassicurare l'onorevole Mussolini e comunicare a quest'Aula che, già da ieri, sono partiti gli scatoloni raccolti dal Ministero per le pari opportunità con beni di primo consumo e di prima necessità per i più piccoli. Arriverà una tonnellata di latte in polvere, che già da ieri è stata inviata.
Credo che su questo tema sia preferibile evitare la demagogia e fare i fatti, come il Ministero per le pari opportunità sta facendo, stanziando, altresì, 100.000 euro dei fondi a disposizione del Dipartimento per le pari opportunità. Non lo pubblicizziamo, perché riteniamo opportuno e preferibile agire con i fatti; per questo abbiamo evitato di pubblicizzarlo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione formulata dal Governo e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Paglia n. 9/2232-A/20, accettato dal Governo purché riformulato.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2232-A)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Pag. 55
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicco. Ne ha facoltà.
ROBERTO ROLANDO NICCO. Signor Presidente, colleghe e colleghi e rappresentanti del Governo, vi è sicuramente una forte richiesta di maggiore sicurezza che i cittadini e specialmente le categorie più deboli, anziani e donne, rivolgono alle istituzioni. A fronte di ciò, voglio ribadire che per noi il punto centrale di ogni politica di sicurezza, il vero e fondamentale deterrente è la certezza della pena. È un terreno sul quale l'ultima relazione del Ministro della giustizia ha purtroppo ribadito tutta la drammaticità della situazione, il permanere di tempi biblici nei procedimenti civili e penali, la prescrizione come conclusione inevitabile di troppi procedimenti e la maggioranza dei procedimenti contro ignoti.
Non si può poi non rilevare una certa disorganicità nelle nostre risposte: ci occupiamo di sicurezza pubblica con iniziative tese più a seguire l'onda emotiva suscitata da specifiche vicende, che con un intervento razionale, volto a rimuovere le cause profonde della situazione attuale.
Ciò detto sul piano generale, per quanto concerne il merito del decreto-legge oggi in discussione concordiamo certamente con uno dei punti centrali del provvedimento in esame: l'introduzione di nuove norme in materia di atti persecutori, ovvero stalking. Come è noto, proprio le minoranze linguistiche sono state tra le promotrici dell'iniziativa legislativa in materia.
Allo stesso modo concordiamo con la necessità di inasprire le misure in materia di violenza sessuale, dall'estensione dell'obbligatorietà della custodia cautelare alla limitazione dell'accesso ai benefici penitenziari. Ci auguriamo che la normativa proposta produca effettivamente questo esito.
Per quanto concerne il controllo del territorio, accogliamo con favore la soppressione dei commi da 3 a 6-bis dell'articolo 6.
Comprendiamo le pulsioni dei cittadini a voler diventare parte attiva, a fronte di situazioni di palesi criticità, ma riteniamo che la costituzione delle cosiddette ronde sia di assai dubbia efficacia e possa alimentare ulteriore confusione in un settore tra i più delicati. È un terreno complesso e sensibile in cui occorre una specifica professionalità e non è ammesso improvvisare. Ciò non significa che i cittadini non debbano svolgere un ruolo di positiva collaborazione, anzi possono essere già oggi capillari antenne sensibili sul territorio. Le forze dell'ordine, dal canto loro, devono rappresentare sempre più un interlocutore vero per la comunità, un presidio continuo ed attivo, non burocratico, con interventi mirati e selettivi. Occorre, insomma, una nuova sinergia tra forze dell'ordine meglio coordinate e qualificate e cittadini, ma senza commistione di ruoli.
Per questi motivi, il nostro voto sul decreto-legge, così come riformulato dall'Assemblea, sarà favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze linguistiche).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.
ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei sviluppare brevemente qualche riflessione che va al di là del contenuto del decreto-legge sulla sicurezza che stiamo esaminando e che ci accingiamo a votare.
Vorrei svolgere una prima valutazione sullo svolgimento dei lavori in quest'Aula. È ormai evidente che esiste un divario tra ciò che prevede la nostra Costituzione, ossia la possibilità per il Governo di presentare decreti-legge, e ciò che consente il nostro Regolamento. Infatti, un ostruzionismo spinto fino alle estreme conseguenze determina l'impossibilità per il Governo di approvare un decreto-legge e l'impossibilità per la maggioranza di portare avanti, con gli strumenti che sono consentiti e previsti dalla Costituzione, il programma che ha presentato agli elettori. Dobbiamo uscire da questa condizione. Pag. 56Non so se mortifichi di più il Parlamento il ricorso al voto di fiducia, oppure un ostruzionismo spinto fino alle estreme conseguenze che paralizza, blocca i lavori del Parlamento ed impedisce al Governo e alla sua maggioranza di approvare i provvedimenti che ritiene coerenti rispetto al programma presentato agli elettori. Ritengo che sia una priorità assoluta quella di procedere con rapidità ad una riforma del Regolamento parlamentare che consenta, certo, all'opposizione di svolgere il suo ruolo, ma soprattutto alla maggioranza che ha ottenuto i numeri in seguito al voto del popolo di portare avanti, di realizzare e di attuare il programma con il quale si è presentato agli elettori.
Veniamo, allora, al contenuto di questo decreto-legge, che è diventato bersaglio di tante critiche e di tante contestazioni. Voglio dire subito che il Movimento per l'Autonomia condivide il contenuto e lo spirito di questo decreto-legge, perché riteniamo che, nel nostro Paese, si avverta l'emergenza sicurezza, quindi l'esigenza di fornire una risposta ai nostri cittadini che chiedono sicurezza ed il Governo e il Parlamento devono garantire delle soluzioni efficaci.
Cosa contiene questo decreto-legge? Contiene misure che prevedono un contrasto fermo, deciso e determinato a tutti i fenomeni di violenza sessuale, comprese le molestie ed il cosiddetto stalking; esso contiene, inoltre, una misura che consente il gratuito patrocinio per le vittime di violenza sessuale e, quindi, anche in questo caso, una risposta ad una opinione pubblica particolarmente allarmata rispetto ai tanti episodi che si sono verificati in questi ultimi mesi.
È vero che, nel 2008, si è registrato un calo di episodi di violenza sessuale pari ad oltre l'8 per cento, ma è altrettanto vero che molto resta da fare per garantire assoluta sicurezza ai nostri cittadini, in modo particolare alle donne.
Abbiamo ascoltato spesso, soprattutto da parte dell'opposizione, critiche all'azione di Governo che avrebbe indebolito l'attività di contrasto alla criminalità, riducendo i finanziamenti, gli stanziamenti ed i fondi a favore delle forze di polizia.
Questo provvedimento prevede un potenziamento del controllo del territorio, consentendo, attraverso uno stanziamento aggiuntivo di 150 milioni di euro, di incrementare gli organici delle forze di polizia. Si tratta esattamente di quanto, più volte, è stato richiesto in quest'Aula e di una risposta che il Governo ha inteso dare.
Desidero altresì esprimere una valutazione sulla vicenda delle cosiddette ronde. Probabilmente, se non si fosse utilizzato questo termine alcuni atteggiamenti pregiudiziali sarebbero venuti meno. L'articolo tanto incriminato prevede che i sindaci possano - quindi, non si tratta di un obbligo - avvalersi di associazioni per potenziare il controllo del territorio. Infine, signor Presidente - sto per concludere - il contrasto del fenomeno dell'immigrazione clandestina è un impegno che bisogna portare avanti con determinazione, prudenza e saggezza, garantendo i giusti doveri di solidarietà e di rispetto della persona umana e rispetto al quale non possiamo venire meno. Quindi, invitiamo il Governo ad andare avanti con determinazione sulla linea che è stata tracciata e a recuperare quei punti che, per varie ragioni, sono stati stralciati. Pertanto, il Movimento per l'Autonomia esprimerà un voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.
FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, finalmente siamo arrivati a votare un provvedimento soltanto per la tutela della dignità e della libertà della donna ed il diritto dei bambini e delle persone deboli a non essere violati nella loro dignità. È il risultato per il quale abbiamo collaborato fin dal primo momento, quando l'Italia dei Valori, già dalle prime riunioni della Commissione, ha affermato che avrebbe collaborato in vista del miglioramento di un provvedimento che recepisce Pag. 57le migliori istanze della società italiana, quelle che, di fronte alla violenza nei confronti delle donne e dei bambini, si ribellano e chiedono una maggiore severità e certezza della pena.
Alla Camera dei deputati abbiamo votato a favore delle norme sullo stalking; per queste ragioni abbiamo votato convintamente a favore delle norme più restrittive - ossia quelle norme che, in presenza della morte della persona violata e di gravi delitti di violenza sessuale, prevedono la pena dell'ergastolo - e degli altri articoli nei quali si prevede una più spiccata tutela della donna.
Crediamo che, in certi momenti, la collettività nazionale debba trasmettere un messaggio molto chiaro, quello per cui la donna, i bambini e le persone deboli devono essere rispettati e chi viola queste persone deve pagare una pena severa e la deve pagare fino in fondo, senza sconti.
Grazie anche all'opposizione forte del gruppo dell'Italia dei Valori ed alla saggezza del Parlamento possiamo così discutere di un provvedimento omogeneo, depurato da aspetti che niente avevano a che vedere con il problema fondamentale della sensibilità della nostra collettività nazionale. Si trattava di provvedimenti ed articoli assolutamente stravaganti, ai quali il Governo ha cercato di attaccarne altri, come se un treno in corsa potesse raccogliere tanti vagoncini che non c'entrano niente.
Ricordiamo la proposta emendativa che prevedeva la possibilità di trasferimento d'ufficio dei magistrati che, con molta saggezza, il Presidente della Camera ha dichiarato inammissibile e ricordiamo altri emendamenti che il Governo, un Governo confuso in cerca di una chiarezza che non aveva e che non avrà, ha cercato di mettere dentro questo provvedimento e che, o il Parlamento o la Presidenza della Camera hanno dichiarato inammissibili.
Ecco dunque che il gruppo dell'Italia dei Valori si trova finalmente e positivamente di fronte ad un provvedimento che riguarda soltanto la tutela della donna, dei bambini e dei soggetti deboli. Su questo provvedimento il gruppo dell'Italia dei Valori, al quale ha contribuito, esprimerà convintamente il proprio voto favorevole, perché riteniamo che, di fronte a crimini tanto efferati che colpiscono la donna ed i bambini nella loro sensibilità e nella loro dignità, con effetti verosimilmente irreversibili, la collettività nazionale debba fornire una risposta forte, fortissima, quella alla quale noi di Italia dei Valori abbiamo contribuito con questo provvedimento.
Questo è il motivo per cui, rimossi tutti gli ostacoli rappresentati dalla presenza in questo provvedimento di interventi e di misure che con esso non avevano niente a che vedere, il gruppo dell'Italia dei Valori esprimerà un voto convintamente favorevole sul provvedimento in esame che è estremamente positivo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rao. Ne ha facoltà.
ROBERTO RAO. Signor Presidente, oggi abbiamo scritto, al di là delle polemiche che ci sono state, credo una pagina positiva per il Parlamento e per la libertà dell'esercizio del mandato parlamentare.
È evidente a tutti che il decreto-legge che ci apprestiamo a votare è, rispetto a quello iniziale, una cosa ben diversa nella sostanza e nella forma e, grazie al serio lavoro delle opposizioni, si è arrivati alla conclusione, da noi auspicata fin da ieri con chiarezza, di stralciare le norme relative alle cosiddette ronde.
Certo, se a questo risultato, si fosse arrivati ieri tramite un accordo serio tra le forze politiche, in una circostanza assai dolorosa come quella che sta vivendo l'Italia in questi giorni, avremmo tutti dimostrato maggiore buonsenso e maggiore buona volontà.
La norma sulle ronde era per noi una disposizione inaccettabile non tanto per la figura che introduce, quanto per la filosofia sottostante e per la deriva pericolosa che da essa può nascere: la cosiddetta «giustizia fai da te», come hanno rilevato anche diversi esponenti della maggioranza in varie occasioni.
Autorizzare le ronde senza dare mezzi e risorse alle forze dell'ordine e speculando Pag. 58esclusivamente sulle emozioni avrebbe significato alimentare un sentimento generalizzato di confusione e di paura nella collettività oltre a certificare, e questo noi non potevamo accettarlo, l'impotenza dello Stato che abdica, che avrebbe abdicato in tal modo, alla sua imprescindibile, costituzionale funzione di garanzia della sicurezza pubblica.
Fortunatamente, grazie alla nostra ferma opposizione parlamentare, insieme a quella degli altri gruppi dell'opposizione, il Governo è stato costretto ad accettare la richiesta di stralcio precedentemente, ieri, respinta in maniera molto brusca. A nulla è valso ricordare che la norma in questione sarà inserita nel disegno di legge sulla sicurezza pubblica attualmente all'esame delle Commissioni affari costituzionali e giustizia di Montecitorio; la stessa norma noi la contrasteremo con la stessa serietà e con la stessa determinazione.
La seconda grande vittoria è quella che attiene all'approvazione dell'emendamento soppressivo dell'allungamento del tempo di permanenza degli immigrati nei centri di identificazione ed espulsione. Era una norma già respinta dal Senato che la maggioranza ha tentato di introdurre forzatamente attraverso il decreto-legge e che il libero voto di questa Camera ha definitivamente respinto, riaffermando ancora una volta che quest'Aula non è un mero votificio, non è un impiccio, ma conserva intatta la sua dignità di luogo di rappresentanza della sovranità popolare.
La dilatazione temporale del trattenimento presso i centri di identificazione e di espulsione rischiava, infatti, di trasformarsi in una custodia cautelare mascherata che, di solito, si riserva solo ai criminali accertati e pericolosi. La disposizione, in alcuni punti certamente conforme alla direttiva comunitaria sui rimpatri, suscitava poi perplessità laddove poneva in alternativa le condizioni della mancata cooperazione al rimpatrio del cittadino del Paese terzo interessato o dei ritardi nell'ottenimento della necessaria documentazione dai Paesi terzi che, invece, nella direttiva della Comunità europea, costituiscono presupposti diversi dall'intervento.
Il testo del decreto-legge che ci apprestiamo a votare è, oggi, ridotto in gran parte a quelle anticipazioni di disposizioni contenute nel disegno di legge in materia di sicurezza, nonché alle norme previste nel disegno di legge sulle molestie insistenti, ampiamente condivise, come abbiamo detto in quest'Aula, sin dal primo giorno della discussione sulle linee generali.
L'Unione di Centro ha valutato positivamente il provvedimento sugli atti persecutori. Anche quando non sono state condivise le soluzioni tecniche, non è mancato l'apprezzamento per la risposta normativa ad un fenomeno persecutorio particolarmente odioso. Negativo è stato l'atteggiamento iniziale dell'Esecutivo, che ha ritenuto di operare unilateralmente, tentando di esautorare il Parlamento delle proprie prerogative.
L'importanza degli argomenti trattati e l'esigenza di intervenire era, infatti, già stata ampiamente riconosciuta dalla Camera che, quasi all'unanimità, aveva licenziato, il 29 gennaio scorso, le disposizioni sugli atti persecutori, attualmente all'esame della Commissione giustizia del Senato, e già si accinge all'esame di quelle sulla prevenzione e repressione dei delitti di violenza sessuale. L'Unione di Centro è disponibile a valutare costruttivamente, come ha sempre fatto, qualsiasi provvedimento del Governo in materia, a condizione, però, che abbia come scopo principale quello di rivedere i tagli lineari del Ministro Tremonti proprio in questo settore, dal momento che le maggiori risorse e le assunzioni previste nel decreto-legge costituiscono esclusivamente, a nostro giudizio, ancora degli spot.
Signor Presidente, mi auguro che la Lega voti, alla fine, questo disegno di legge per l'impegno profuso dal suo relatore in quest'Aula e per come il provvedimento è stato sostenuto durante questi giorni. Altrimenti non sarebbe infondato il sospetto che, per far passare la violenza sessuale e lo stalking, si siano inseriti, su questo Pag. 59treno, degli emendamenti e delle questioni che sicuramente non attenevano alla sicurezza dei cittadini.
Nonostante alcune osservazioni critiche, nello spirito costruttivo del dibattito sviluppatosi in quest'Aula e nella convinzione che oggi si sia fatto un passo avanti nel rispetto del Parlamento, delle sue prerogative e della sua sovranità, l'Unione di Centro esprimerà un voto a favore sul provvedimento così come emendato da quest'Assemblea, che riconosce ora gran parte delle osservazioni fatte dalle opposizioni diventando, finalmente, patrimonio comune e condiviso (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Soro. Ne ha facoltà.
ANTONELLO SORO. Signor Presidente, anche noi pensiamo che quella di oggi sia stata una bella giornata di vita democratica. Si è trattata sicuramente di una bella giornata per l'opposizione, sia per il lavoro svolto, sia per le ragioni sostenute e affermate. Tuttavia, credo, più generalmente, che sia stata una bella giornata di vita democratica per il Parlamento che ha potuto riaffermare - e non era affatto scontato - che è possibile coniugare un momento, che pensiamo debba essere non occasionale, di coesione nazionale sul sostegno al lavoro, di argine e di governo della grande crisi che il Paese sta affrontando e dell'emergenza che, in questo momento, è rappresentata dal terremoto, con un normale dispiegarsi della dialettica fra la maggioranza e la minoranza, in una forma civile e con l'affermazione e il sostegno libero alle proprie ragioni.
È stata una bella giornata grazie alla decisione del Governo, di questa mattina, di accogliere la nostra richiesta di rimandare, in un canale di ordinaria attività legislativa, le norme che introducevano, in qualche modo, la figura nuova delle ronde nel nostro Paese, ossia di una milizia privata (la si chiami come si vuole). Al di là delle giustificazioni portate, essa rappresentava una vera novità e questa decisione è andata nella direzione del buon senso e della ragionevolezza.
Quando questo accade è sempre un successo di tutti, non c'è uno che ha vinto. Quando vince il buon senso, vince l'Italia migliore, il Parlamento nella sua accezione più alta.
Ma è stato anche un modo di ritornare nella forma della Costituzione, perché non può essere il decreto-legge (votato all'urgenza e caratterizzato da un profilo di straordinarietà) lo strumento attraverso il quale far passare norme ordinamentali che non solo incidono sui diritti delle persone, ma anche sulle forme organizzative per regolare questi diritti.
Quindi, c'è un ritorno formale, ma soprattutto sostanziale. Pensiamo che quella norma, stralciata con un emendamento soppressivo votato da tutta la Camera, come abbiamo sostenuto - credo - argomentando in modo persuasivo, fosse contro la Costituzione e minasse un principio fondamentale della nostra Costituzione e delle democrazie liberali, laddove il diritto alla sicurezza non viene delegato ai privati, ma garantito dallo Stato nella sua autorità principale con la forza e con l'autorità che può avere nel sottrarre ambiti di sovranità alle singole persone.
Questo è il dovere di un Parlamento: affermare che la sicurezza non viene affidata ai privati e abbiamo ragione di essere soddisfatti per la decisione adottata questa mattina. Ma stamattina è accaduta un'altra cosa: in un momento di libertà il Parlamento ha soppresso quell'articolo 5 venato da una cultura largamente estranea alle tradizioni della nostra civiltà giuridica.
Nell'articolo 5 erano contenute misure già bocciate (ancorché modificate, in questo caso) dal Senato e la volontà di reiterarle rappresentava una violenza nei confronti di un orientamento che aveva messo, il Senato prima, e oggi la Camera, in sintonia con un sentimento che è molto più largo delle maggioranze e delle minoranze di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Tale sentimento appartiene alla tradizione più profonda e più vera del nostro Pag. 60Paese che affonda le proprie radici nelle radici cristiane di cui qualche volta si è fatto un uso strumentale e che, molto spesso, vengono tradite nei comportamenti, nelle scelte legislative e nelle misure ordinamentali, come in questo caso si rischiava di fare.
Quindi, pensiamo sia un grande successo per il Parlamento e per la sua capacità di modificare cose scontate. Pensiamo che quel voto abbia anche segnalato un'idea strategica differente all'interno della maggioranza. Non vogliamo in questa circostanza fare inutili polemiche o lucrare su un momento di difficoltà che può capitare a tutte le maggioranze. Pensiamo che quello di oggi sia il sintomo di una divergenza più profonda che ha radici più lontane e che ha un'idea diversa del Paese e di come possa essere affrontato dalla nostra democrazia il problema terribile della immigrazione. Si tratta di un problema che interroga tutte le democrazie del mondo e che richiede da parte di tutti la ricerca di soluzioni informate ai sentimenti di una civiltà avanzata e non a quelli di una repressione violenta o al tentativo di nascondere sotto il tappeto i problemi esistenti.
Non pensiamo che questo Governo abbia saputo affrontare il problema dei clandestini nel nostro Paese. Non è stato sufficiente fare la faccia feroce - come qualche volta è accaduto anche in quest'Aula - per impedire la crescita esponenziale di approdo di clandestini nel nostro Paese. Il problema è più complesso di quello di costruire una Guantanamo nel nostro Paese.
Il problema è trovare misure condivise nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), civili, informate a una cultura dell'accoglienza che è la cultura delle grandi democrazie. Il nostro può essere un grande Paese, che si siede al tavolo delle grandi democrazie del mondo, solo se si fa carico di affrontare le grandi sfide del tempo nel quale viviamo.
Stamattina si è dato un segnale: si è indicata una direzione di senso che è diversa da quella che veniva proposta. Pensiamo che questa sia la premessa per una riflessione più approfondita.
Vorremmo che il Governo e la maggioranza utilizzino il tempo che ci separa dalle misure che riaffronteranno questi problemi non per una ritorsione interna alla maggioranza, non per celebrare giustizie interne, ma per ragionare nell'interesse generale del nostro Paese.
A questo punto, il decreto-legge in esame ridiventa quello che noi pensavamo dovesse essere già, con un testo approvato nel Parlamento da noi condiviso. Si tratta di una delle pagine più belle del nostro Parlamento, quando ha voluto dare esito positivo ad una lunga battaglia delle donne italiane, poi diventata la battaglia di tutto il Parlamento, che ha votato questa norma, che, introducendo un reato nuovo, ha individuato sanzioni e quello che è bene e quello che è male in modo palese con questa bella legge che insieme avevamo già votato alla Camera e che oggi con questo decreto-legge diventa patrimonio ancora condiviso.
Per questo, voteremo a favore del decreto-legge e per questo invitiamo la maggioranza a cogliere dall'esperienza di questa giornata tutte le indicazioni positive. Ce ne sono molte, che riguardano anche la libertà dei parlamentari. Vorrei sommessamente segnalare a tutti i colleghi che, quando si vota in libertà, qualche volta si fanno scelte che dispiacciono ad una o all'altra maggioranza di turno, ma sono l'espressione più bella e diretta di quell'idea del Parlamento come luogo più alto di rappresentanza del popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati dei gruppi Unione di Centro e Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cicchitto. Ne ha facoltà.
FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, su una cosa, una soltanto, sono d'accordo con il presidente Soro, ovvero sulla positività di un confronto parlamentare nel quale - come dire - «le si dà e Pag. 61le si prende» e, quindi, di un libero confronto parlamentare che si sviluppa nel consenso e nel dissenso. Nel consenso perché abbiamo davanti a noi una terribile tragedia che viene affrontata da tutte le forze politiche con grande impegno e senso di responsabilità e nel dissenso che si è manifestato nel corso di questo dibattito.
Voglio anche dire che non si può tagliare con un bisturi il provvedimento che abbiamo discusso per il quale la parte che viene considerata positiva in un certo senso è merito dell'opposizione e la parte che viene considerata negativa addebitata alla maggioranza. Rivendico al Ministro Carfagna e al Governo l'azione che sta svolgendo a favore delle donne per battere la persecuzione e ogni forma di violenza (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Questo ha rappresentato un atto caratteristico di questo Governo, del Ministro che ha presentato il provvedimento in esame, in un confronto positivo che si è verificato con l'opposizione, ed il Governo ha dato una grande importanza a questo lavoro politico per una prima risposta - sappiamo tutti che le leggi non bastano - a fenomeni drammatici che colpiscono una parte viva ed essenziale della nostra vita sociale.
Voglio anche rivendicare, sia nelle parti che sono state approvate, sia nelle parti che non sono passate in questa circostanza in Parlamento, la «battaglia» che abbiamo collocato in questo provvedimento per quello che riguarda la sicurezza e la lotta all'immigrazione clandestina (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Voglio dire con franchezza che siamo abituati alle vicende parlamentari e anche una larga maggioranza può andare incontro a dei problemi, ma diciamo anche fin da ora che, siccome siamo fortemente convinti di ciò che abbiamo proposto in questo decreto-legge, compreso l'articolo 5, per cui ricorreremo a tutte le misure parlamentari per far sì che nella democrazia e nella libertà il contenuto dell'articolo 5 diventi legge dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Questo è un impegno che noi abbiamo come Popolo della Libertà e che abbiamo come Governo. Ciò non perché si voglia porre in essere, onorevole Soro, una repressione violenta; tutto il popolo italiano ha un problema duplice e di difficile soluzione perché è molto difficile riuscire ad affrontare contemporaneamente il problema dell'accoglienza di chi viene in questo Paese per lavorare e il problema di non essere il «ventre molle» dell'Europa, per cui accanto all'accoglienza nei confronti dell'«immigrazione positiva» c'è anche l'intervento nei confronti dell'immigrazione clandestina che porta problemi e drammi specialmente alla parte più povera della popolazione che si trova più a contatto con questa situazione (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Quindi l'articolo 5, insieme ad altre misure, a questo intendeva rispondere e noi riteniamo che a questo bisogna rispondere, non per una venatura autoritaria, reazionaria e repressiva, ma perché abbiamo questo problema e se voi lo negate, negate anche la problematica che c'è nelle vostre stesse amministrazioni locali, le quali sono sensibili non solo sull'articolo 5, ma anche sulla questione che lei ha chiamato delle milizie: ebbene ci sono «milizie» a Bologna, nella provincia di Milano e in una serie di comuni di centrosinistra (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico).
Allora dobbiamo cercare di distinguere la propaganda dalla realtà, la mistificazione degli slogan dalla demistificazione di essi. Non abbiamo avuto problemi nel togliere dal provvedimento quella norma che non riguardava le cosiddette ronde, ma una cosa più seria: la partecipazione e la collaborazione di cittadini, regolata attraverso sindaci e prefetti, all'opera delle forze dell'ordine in una operazione non repressiva e non violenta. Solo se la regoleremo, noi eviteremo milizie, violenze e così via; questo è il nodo. Pag. 62
Noi respingiamo al mittente la visione cupa che è stata data di una maggioranza che invece si misura con il problema della persecuzione e della violenza sessuale, che si misura e si è misurata con il problema dell'immigrazione clandestina, che si misura sulla regolazione di aggregazioni di cittadini che vogliono collaborare alla loro sicurezza. Riteniamo che questa non sia né propaganda, né un'operazione reazionaria, ma anzi un'operazione che cerca di coniugare insieme l'accoglienza con il rigore, che è un elemento essenziale per affrontare questo problema (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Se ci guardiamo intorno in Europa, se guardiamo in Spagna, in Inghilterra, altro che repressione violenta, milizie e così via, ci sono da parte dei Governi di sinistra o di centrosinistra c'è sull'immigrazione una linea assi dura. Quindi, respingiamo al mittente l'attacco che ci è stato fatto: prendiamo atto della dialettica parlamentare: ci collocheremo i futuri provvedimenti nell'ambito della dialettica parlamentare per dare una risposta a problemi reali che, voi tutti lo sapete come noi, rappresentano una delle preoccupazioni più rilevanti del popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, anche noi della delegazione radicale all'interno del gruppo del Partito Democratico siamo felici di aver partecipato a questa battaglia parlamentare che ci ha visti uniti e ci ha visto anche ottenere il successo dello stralcio dell'articolo 6, riguardante le ronde, e del formarsi di una maggioranza in quest'Aula contro il trattenimento fino a 180 giorni in quelle che sono delle vere e proprie carceri, un tempo chiamati CPT e oggi chiamati centri di identificazione e di espulsione.
Però non possiamo dirci ugualmente d'accordo su quel che rimane di questo decreto-legge, sia per il metodo sia per il merito. Per quanto riguarda il merito, non comprendiamo perché il Governo non abbia voluto attendere il provvedimento sulla violenza sessuale che era stato già approvato dal Senato, e quindi seguire il suo iter, e non comprendiamo perché il Governo abbia voluto anticipare le norme sullo stalking che erano state approvate da quest'Aula per passare all'esame del Senato. Non comprendiamo il motivo, anche perché se un decreto-legge si giustifica con i criteri della necessità e dell'urgenza, ebbene sicuramente tali criteri non ci sono in questo provvedimento, pur se nella relazione con cui è stato presentato c'è scritta una vera e propria falsità che non siamo stati noi a smentire, ma è stato lo stesso Ministro Carfagna. Nella relazione, infatti, abbiamo trovato scritto che in Italia c'è stato un aumento dei reati di violenza sessuale: questo non è vero, semmai vi è stata una diminuzione, ma con questa motivazione si è giustificato il decreto.
Entrando nel merito del provvedimento, non siamo d'accordo perché si intende affrontare i problemi della sicurezza, quelli che sicuramente ci sono in ambito di violenza sessuale che, dobbiamo ricordarlo in questa sede, viene sicuramente consumata nella maggior parte dei casi nelle famiglie, nonché il problema della sicurezza, con la cosiddetta faccia feroce. Allora, la risposta che si dà è maggiori pene, l'ergastolo, nuove fattispecie di reato, doppi binari processuali per alcune categorie di reati, smantellamento della legge Gozzini e dei benefici penitenziari, cattura obbligatoria e carcere in violazione della presunzione di innocenza, abuso dell'incidente probatorio. Voi pensate che in questo modo, mentre smantellate il processo accusatorio, si risolvano i problemi di questo tipo di reati? No, non è così. È passato un anno dall'inizio della legislatura e ancora non sono state date risposte serie sul problema più grave che dobbiamo affrontare in Italia, che è quello della giustizia.
Voi parlate di sicurezza: ma quale sicurezza c'è in un Paese quando ci sono 3 milioni e mezzo di processi penali arretrati, Pag. 63quando ogni anno cadono in prescrizione - e voi parlate di certezza della pena! - 140 mila processi? C'è un'amnistia strisciante che viene fatta ogni anno in Italia di cui nessuno ha il coraggio di assumersi la responsabilità. Non c'è stata alcuna riforma seria della giustizia, eppure la giustizia in Italia è un corpo malato, dovete rendervene conto, sono lì i problemi, è lì il corpo malato, agonizzante della giustizia italiana. Siamo arrivati a 62 mila detenuti che aumentano con il ritmo di mille al mese: dove volete arrivare? Ve l'ha detto anche il vostro Ministro della giustizia, Angelino Alfano: queste carceri sono incostituzionali perché si va contro l'articolo 27 della Costituzione e perché in realtà ognuno di questi detenuti passa nelle carceri solamente per undici giorni e viene poi scarcerato.
Allora che bisogno c'è di tenere 62-63 mila detenuti? A che punto arriveremo con le vostre leggi? È la sconfitta, ve lo diciamo, dello Stato di diritto; è la sconfitta della democrazia. Credo che occorra un'azione forte. Vi è un elemento di speranza in questo Parlamento, seppure esso abbia le sue difficoltà, anche di iniziativa, perché è difficile fare il parlamentare quando si è costretti e segregati continuamente all'approvazione di decreti-legge. Eppure un elemento di speranza è giunto: avete approvato una mozione per la riforma della giustizia. Ci appelliamo al Ministro Alfano perché questa riforma venga effettivamente presentata e attuata nel più breve tempo possibile. Questa è la risposta che si attende il Paese, che, fino ad oggi, non ha giustizia, non ha una giustizia giusta (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Coordinamento formale - A.C. 2232-A)
PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2232-A)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di conversione n. 2232-A , di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Girlanda? Onorevole Ascierto? Onorevole Rampelli? L'onorevole Ascierto ha votato. Hanno votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Conversione in legge del decreto-legge 23 febbraio 2009, n. 11, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori» (2232-A):
Presenti 405
Votanti 403
Astenuti 2
Maggioranza 202
Hanno votato sì 397
Hanno votato no 6
(La Camera approva - Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori e di deputati del gruppo Popolo della Libertà - Vedi votazionia
).
Prendo atto che il deputato Barbato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Seguito della discussione delle mozioni Di Pietro ed altri n. 1-00109, Cicchitto, Cota, Milo e Conte n. 1-00143, Vietti ed altri n. 1-00144 e Fluvi ed altri Pag. 64n. 1-00145 concernenti iniziative relative al sistema creditizio italiano, con particolare riferimento alla riforma delle fondazioni bancarie e delle banche popolari quotate (ore 17,08).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'esame delle mozioni Di Pietro ed altri n. 1-00109 (Nuova formulazione), Cicchitto, Cota, Milo e Conte n. 1-00143, Vietti ed altri n. 1-00144 e Fluvi ed altri n. 1-00145 (Nuova formulazione) concernenti iniziative relative al sistema creditizio italiano, con particolare riferimento alla riforma delle fondazioni bancarie e delle banche popolari quotate (Vedi l'allegato A - Mozioni).
Avverto che dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta del 30 marzo 2009, sono state presentate le mozioni Vietti ed altri n. 1-00144 e Fluvi ed altri n. 1-00145, che sono già state iscritte all'ordine del giorno.
(Intervento e parere del Governo)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo, onorevole Cosentino, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE (ore 17,10)
NICOLA COSENTINO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, sulla questione posta dalle mozioni in discussione occorre, innanzitutto, premettere che l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha precisato che nella segnalazione del 29 gennaio 2009, in continuità con la propria policy, ha svolto una ricognizione delle criticità che, da un punto di vista concorrenziale, rendono meno efficiente il funzionamento del settore bancario.
PRESIDENTE. Scusate, per favore. Invito gli onorevoli deputati a rendere possibile il corretto e ordinato svolgimento dei lavori. Con questo brusio è impossibile capire quello che dice il Governo, quindi, per favore, chi deve svolgere private conversazioni adesso può farlo fuori dell'Aula. Prego, signor sottosegretario.
NICOLA COSENTINO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. All'indicazione delle criticità sono seguiti gli auspici all'adozione di interventi da parte delle autorità competenti (Governo, Autorità di vigilanza, istituzioni comunitarie), diretti a regolare più adeguatamente il settore. Il contributo dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, pertanto, va letto come stimolo a tenere in considerazione anche nella presente congiuntura il punto di vista concorrenziale.
In relazione ai vari temi affrontati, si fa presente quanto segue. Con riferimento alla sottoscrizione di strumenti finanziari da parte del Ministero dell'economia e delle finanze, l'articolo 12, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, prevede che la sottoscrizione degli strumenti finanziari citati nel medesimo articolo è subordinata, in primo luogo, alla firma da parte della banca e del Ministero dell'economia e delle finanze di un protocollo d'intenti, avente ad oggetto sia una disponibilità complessiva e le condizioni di credito da concedere a favore delle famiglie delle piccole e medie imprese, sia le politiche di dividendi che l'emittente deve adottare in coerenza con l'esigenza di patrimonializzazione; in secondo luogo, l'adozione da parte della banca emittente di un codice etico contenente tra l'altro previsioni in materia di politiche di remunerazione dei vertici aziendali.
Sempre ai sensi del citato articolo 12, il decreto ministeriale 25 febbraio 2009 prevede che il protocollo di intenti sia definito tra il Ministero dell'economia e delle finanze e le banche emittenti sulla base dell'accordo quadro tra il Ministero dell'economia e delle finanze e l'Associazione bancaria italiana sottoscritto il 25 Pag. 65marzo 2009, e che debba tra l'altro contenere impegni circa, in primo luogo, il mantenimento per almeno un triennio di risorse finanziarie a favore delle piccole e medie imprese non in decremento rispetto al biennio 2007-2009, al fine di evitare situazioni di restrizione del credito; in secondo luogo, la quantificazione del contributo alla dotazione del Fondo di garanzia per i finanziamenti erogati alle piccole e medie imprese di cui all'articolo 11 del decreto-legge n. 185 del 2008, al fine di aumentare la dote del Fondo e moltiplicare le opportunità di finanziamento garantito; in terzo luogo, l'applicazione di condizioni di credito che, nel rispetto della sana e prudente gestione, siano adeguate a favorire lo sviluppo e il mantenimento di iniziative imprenditoriali; in quarto luogo, interventi congiunturali per favorire le famiglie in difficoltà nel pagamento delle rate sui mutui contratti per l'acquisto dell'abitazione; in quinto luogo, una politica dei dividendi che favorisca la patrimonializzazione della banca; in sesto luogo, la presentazione trimestrale di un rapporto sulle azioni intraprese per il sostegno finanziario all'economia.
Il successivo comma 3 dello stesso articolo 2 del decreto ministeriale in tema di codice etico dispone che fermo restando il rispetto delle disposizioni di vigilanza al riguardo dettate dalla Banca d'Italia, siano previsti limiti alla remunerazione dei vertici degli operatori di mercato, inclusi i trader, e siano fissati limiti e condizioni alla corresponsione di indennità collegate alla cessazione del rapporto. L'accordo quadro sottoscritto il 25 marzo 2009 tra il Ministero dell'economia e delle finanze e l'Associazione bancaria italiana riflette e dà attuazione a tale disposizione.
Pertanto, la citata normativa nel dettare le condizioni per la sottoscrizione da parte dello Stato degli strumenti finanziari, ha specificatamente previsto impegni volti ad assicurare che le risorse pubbliche siano effettivamente indirizzate al finanziamento dell'economia reale, senza voler entrare nel merito della governance delle banche. Peraltro, interventi sull'assetto di governance delle banche imposti attraverso la sottoscrizione del protocollo di intenti non sarebbero consentiti ai sensi della normativa primaria richiamata.
La condivisione da parte delle imprese concorrenti di uno o più amministratori è un fenomeno che trova riscontro non solo in Italia, ma caratterizza anche i sistemi capitalistici di Francia e Germania. La segnalazione dell'Antitrust dà conto delle criticità del fenomeno, che merita certamente un approfondimento. In Italia, come negli altri Paesi dell'Unione europea, non è previsto un divieto ad hoc di condivisione di amministratori tra imprese concorrenti.
Peraltro, un divieto di condivisione di amministratori tra imprese concorrenti non sarebbe sufficiente in un sistema, quale il nostro, caratterizzato dalla diffusione delle partecipazioni incrociate e dei patti parasociali.
Quanto alle banche popolari quotate, nella mozione si auspica un intervento normativo che adegui la vigente disciplina alla realtà attuale, al fine di consentire cambiamenti efficienti degli assetti azionari. Le caratteristiche dimensionali ed operative assunte dalle banche popolari quotate rendono difficilmente giustificabile l'applicazione nei loro confronti dello stesso regime originariamente previsto per le banche cooperative, che per dimensioni sono destinate ad operare in funzione di un territorio circoscritto. In particolare, quando si continua ad applicare il principio del voto capitario a società con centinaia di migliaia di aderenti, che per lo più non partecipano alle assemblee, e in aggiunta si impedisce il voto per delega oltre il ristretto ambito (Commenti)... Quanto alle fondazioni, l'Antitrust (Commenti)... signor Presidente, a questo punto consegniamo l'intervento...
PRESIDENTE. Colleghi, per favore, invito a creare le condizioni perché i lavori possano proseguire ordinatamente ed il sottosegretario possa svolgere la sua relazione. Prego, onorevole sottosegretario.
NICOLA COSENTINO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Quanto Pag. 66alle commissioni di massimo scoperto, nella mozione si richiama l'invito dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato ad introdurre un unico indicatore sintetico che riunisca le diverse voci di spesa del cliente che vada in scoperto. In proposito si richiama in primo luogo l'articolo 2-bis, comma 2, del decreto-legge n. 185 del 2008. Inoltre, la direttiva 2008/48/CE sul credito al consumo in corso di recepimento nel disegno di legge comunitaria per il 2008 prevede l'inclusione della commissione di massimo scoperto nell'indicatore sintetico di costo da fornire alla clientela (Commenti)... Il Governo comunque è pronto ad esprimere il parere anche sulle mozioni, perché così non si può più andare avanti.
PRESIDENTE. Scusate, per favore! Prosegua, signor sottosegretario. Il sottosegretario deve ancora esprimere i pareri.
NICOLA COSENTINO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo esprime parere contrario sulla mozione Di Pietro ed altri n. 1-00109 (Nuova formulazione), mentre esprime parere favorevole sulle mozioni Vietti ed altri n. 1-00144 e Cicchitto, Cota, Milo e Conte n. 1-00143.
PRESIDENTE. Signor sottosegretario, qual è il parere sulla mozione Fluvi ed altri n. 1-00145 (Nuova formulazione)?
NICOLA COSENTINO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo esprime parere contrario sulla mozione Fluvi ed altri n. 1-00145 (Nuova formulazione).
PRESIDENTE. Grazie, signor sottosegretario. Colgo l'occasione per salutare un folto gruppo di cittadini di Mattinata che sono qui oggi per assistere ai nostri lavori, in particolare i componenti del laboratorio di Culturarte «Unione Amici di Lourdes», sezione di Mattinata. Grazie della visita (Applausi).
(Dichiarazioni di voto)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, non ho praticamente compreso nulla dell'intervento del rappresentante del Governo, ma mi pare di aver capito che abbia espresso un parere contrario sulla nostra mozione. Il clima è sostanzialmente pasquale e per questo manifesterò una bontà per me inusuale, e mi limiterò a preannunciare la nostra dichiarazione di voto sulle mozioni. Ovviamente, esprimeremo un voto favorevole sulla nostra mozione Di Pietro ed altri n. 1-00109 (Nuova formulazione) che - vorrei ricordarlo - presenta una nuova formulazione (probabilmente molti sono rimasti fermi alla vecchia stesura, ma comunque non importa). Chiediamo inoltre che la mozione Cicchitto, Cota, Milo e Conte n. 1-00143 venga votata per parti separate, nel senso di votare separatamente la premessa, sulla quale esprimiamo un orientamento contrario perché eccessivamente elogiativa del Governo; invece, voteremo a favore del dispositivo, così come esprimeremo un voto favorevole sia sulla mozione Vietti ed altri n. 1-00144, sia sulla mozione Fluvi ed altri n. 1-00145 (Nuova formulazione) (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.
MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, ringrazio il Governo per il parere favorevole espresso sulla nostra mozione. Francamente, la prima versione della mozione degli amici dell'Italia dei Valori non mi sembrava assolutamente condivisibile, ma debbo dare atto che nella versione successiva la mozione è stata profondamente emendata, e pertanto il nostro gruppo si asterrà. Pag. 67
Francamente non mi pare che si possa trarre spunto da alcune considerazioni, per la verità alquanto stravaganti, dell'Autorità garante della concorrenza per pretendere delle modifiche di carattere legislativo che riguardino il sistema delle fondazioni ma anche, per qualche verso, quello delle banche, e che vadano ad incidere su alcuni principi che ormai si debbono considerare consolidati nel nostro ordinamento.
Mi riferisco in particolare, per quanto riguarda il sistema delle fondazioni, al fatto che la modifica prevista con la cosiddetta riforma Ciampi ha riconosciuto a questi enti la natura di persone giuridiche private senza scopo di lucro dotate di piena autonomia statutaria e gestionale. Questa natura è stata confermata dalle sentenze della Corte costituzionale del 2001, e le fondazioni sono state definite soggetti dell'organizzazione delle libertà sociali. Zagrebelsky, giurista certamente non sospetto di appartenere alla nostra area, ha detto in modo molto efficace che le fondazioni bancarie sono un'infrastrutturazione sociale di un sistema economico pluralistico che non attribuisce esclusivamente all'amministrazione pubblica la responsabilità di perseguire il bene della comunità. Noi questa definizione, con un linguaggio che ci è maggiormente proprio, la traduciamo in un rispetto del principio di sussidiarietà, e proprio per questo riteniamo che non si possa rimettere in discussione la natura privatistica di questi enti.
Anche per quanto riguarda i controlli, mi permetto di ricordare che è il Ministero dell'economia delle finanze che deve controllare i profili di legittimità del funzionamento delle fondazioni e la loro sana e prudente gestione. Immaginare una duplicazione di competenze e di controllo finirebbe per creare un contrasto che non sarebbe, peraltro, neppure giustificato dalle specifiche competenze dell'Autorità garante della concorrenza.
Non credo che dobbiamo trovare alibi per riprendere una battaglia che a suo tempo fu fatta dall'attuale Ministro dell'economia e delle finanze, in straordinaria sintonia, allora, con la Lega, pensando di poter, in qualche modo, entrare nei patrimoni delle fondazioni sul territorio, approfittando di un momentaneo radicamento politico locale. Quella battaglia fu sconfitta; credo che ci dobbiamo mettere una pietra sopra e rifuggire da qualunque tentazione di tornarci sopra. Non è che la crisi delle banche, l'intervento dei Tremonti-bond, e una, forse, inevitabile entrata del capitale pubblico negli istituti di credito, può consentire, per approssimazioni successive, di immaginare nuovamente un'occupazione delle fondazioni bancarie.
Un secondo aspetto che è toccato dalla mozione dell'Italia dei Valori e anche dall'Autorità della concorrenza è relativo alle banche popolari. Le banche popolari hanno una natura particolare, che anche la riforma del diritto societario ha rispettato. Non vedo, dunque, alcuna ragione per smantellare l'assetto di questa peculiare forma organizzativa del credito in Italia, che continua a rappresentare un'importante e positiva specificità del nostro sistema creditizio.
Ovviamente siamo d'accordo con l'Autorità garante della concorrenza e del mercato quando auspica una migliore disciplina dei mutui e delle commissioni di scoperto, ma diciamo - e su questo non condividiamo la mozione dell'Italia dei Valori - che ci vogliono, se si deve intervenire, norme di carattere legislativo, e non si può immaginare di delegare a decreti attuativi, peraltro in presenza di deleghe in altra particolare materia, il compito di fronteggiare queste problematiche.
Concludo ricordando che è all'ordine del giorno della Camera da molti mesi una proposta avanzata dall' Unione di Centro per la riforma del libro primo del codice civile sulle associazioni e sulle fondazioni. Probabilmente, anziché fare interventi settoriali, che vengano qua e là ad introdurre modifiche posticce ad un sistema che ha bisogno di una sua coerenza, è opportuno che si discuta una riforma organica delle associazioni e delle fondazioni, nell'ambito della quale avremo modo di disciplinare Pag. 68anche le fondazioni di origine bancaria, oltre a quelle che si occupano di sanità, di cultura e di assistenza. In quel contesto, probabilmente potremo fare anche quegli interventi e quegli adeguamenti di carattere legislativo che questo dibattito, comunque ha il merito di aver sollecitato (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fluvi. Ne ha facoltà.
ALBERTO FLUVI. Signor Presidente, mi limiterò ad esprimere il voto del nostro gruppo sulle mozioni, che ovviamente è favorevole per quanto riguarda la mozione del Partito Democratico. Voteremo a favore anche a favore della mozione Vietti ed altri n. 1- 00144, mentre ci asterremo sulla mozione Di Pietro ed altri n. 1-00109, e voteremo contro la mozione della maggioranza. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Onorevole Fluvi, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bernardo. Ne ha facoltà.
MAURIZIO BERNARDO. Signor Presidente, mi limiterò ad una brevissima considerazione, perché credo che sia doveroso consentire ai colleghi di recarsi verso le proprie città. Qualche collega che ci ha preceduto non ha capito l'intervento del sottosegretario Cosentino, che ha voluto mettere in risalto (considerata l'importanza delle mozioni e il momento che stiamo vivendo) e ripercorrere quanto ha realizzato il Governo in azioni a sostegno delle famiglie e delle imprese italiane. Ecco perché noi diciamo che vi è un impegno che viene posto come invito al nostro Governo perché prosegua nelle diverse azioni compiute attraverso i provvedimenti che conosciamo, e così anche nel controllo e nella vigilanza necessari perché non vi siano comportamenti scorretti. Credo, infine, sia opportuno ricordare il ruolo che le fondazioni stanno giocando oggi nei confronti della Cassa depositi e prestiti, anche a sostegno degli interventi nelle opere pubbliche per il Paese, e ricordare quella riforma cui si sta apprestando il Governo sulle banche popolari. È per questo che noi esprimiamo voto favorevole.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
Saluto il Forum dei giovani di Sorrento, oggi in visita alla Camera (Applausi).
(Votazioni)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Di Pietro ed altri n. 1-00109 (Nuova formulazione), non accettata dal Governo.
Invito i colleghi a prendere posto per partecipare alla votazione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Chi è in difficoltà lì? L'onorevole Mondello... è sempre in difficoltà, onorevole Mondello, bisogna aggiustare qualche cosa... l'onorevole Mondello ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 309
Votanti 178
Astenuti 131
Maggioranza 90
Hanno votato sì 19
Hanno votato no 159
Sono in missione 53 deputati).
Prendo atto che il deputato Mazzarella ha segnalato che non è riuscito ad esprimere Pag. 69voto contrario e che le deputate Zampa e Livia Turco hanno segnalato che avrebbero voluto astenersi.
Ricordo che il gruppo Italia dei Valori ha chiesto la votazione per parti separate della mozione Cicchitto, Cota, Milo e Conte n. 1-00143 nel senso di votare distintamente la parte motiva dal dispositivo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Cicchitto, Cota, Milo e Conte n. 1-00143, limitatamente alla parte motiva, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Di Virgilio? Si soccorra l'onorevole Di Virgilio... sempre l'onorevole Mondello... ha votato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 314
Votanti 299
Astenuti 15
Maggioranza 150
Hanno votato sì 153
Hanno votato no 146
Sono in missione 53 deputati).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Cicchitto, Cota, Milo e Conte n. 1 -00143, limitatamente al dispositivo, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Brava, onorevole Mondello, questa volta ha votato... onorevole Barani... onorevole Garavini... onorevole Codurelli... onorevole Ciccanti... fate votare l'onorevole Ciccanti... onorevole Ciccanti, però lei deve votare...disabilitate il dispositivo in modo che possa votare.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 317
Votanti 303
Astenuti 14
Maggioranza 152
Hanno votato sì 170
Hanno votato no 133).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Vietti ed altri n. 1-00144, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
L'onorevole Ciccanti ha votato... l'onorevole Mondello ha votato? L'onorevole Paolo Russo e l'onorevole Mazzuca... fateli votare... onorevole De Corato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 322
Votanti 316
Astenuti 6
Maggioranza 159
Hanno votato sì 314
Hanno votato no 2).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Fluvi ed altri n. 1-00145 (Nuova formulazione), non accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Golfo... onorevole Rampelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e Unione di Centro - Vedi votazionia
).
(Presenti 323
Votanti 322
Astenuti 1
Maggioranza 162 Pag. 70
Hanno votato sì 165
Hanno votato no 157).
Programma dei lavori dell'Assemblea per il periodo aprile-giugno 2009 e calendario dei lavori per il mese di aprile 2009.
PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato predisposto, ai sensi dell'articolo 23, comma 6, terzo periodo, del Regolamento, il seguente programma dei lavori per il periodo aprile-giugno 2009:
Aprile
Settimana 20-23 aprile:
Esame dei disegni di legge:
n. 2098 - Ratifica ed esecuzione del Protocollo che modifica la Convenzione relativa all'Organizzazione idrografica internazionale;
n. 2099 - Ratifica ed esecuzione della Convenzione relativa all'adesione della Repubblica ceca, della Repubblica di Estonia, della Repubblica di Cipro, della Repubblica di Lettonia, della Repubblica di Lituania, della Repubblica di Ungheria, della Repubblica di Malta, della Repubblica di Polonia, della Repubblica di Slovenia e della Repubblica slovacca alla Convenzione firmata a Bruxelles il 23 luglio 1990, relativa all'eliminazione delle doppie imposizioni in caso di rettifica degli utili di imprese associate;
n. 2208 - Ratifica ed esecuzione dello Scambio di Note tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera relativo ai confini «mobili» sulla linea di cresta o displuviate.
Esame della mozione Franceschini ed altri n. 1-00146 concernente iniziative in vista dello svolgimento dell'Expo Milano 2015.
Esame della Relazione della XIV Commissione sul Programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per il 2009 e sul programma di 18 mesi del Consiglio dell'Unione europea presentato dalle Presidenze francese, ceca e svedese.
Esame del disegno di legge n. 1441-bis-B - Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile (collegato alla manovra di finanza pubblica) (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato).
Nella settimana 20-23 aprile avrà luogo l'esame dei seguenti documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni:
Doc. IV, n. 4 - Domanda di autorizzazione a eseguire la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del deputato Angelucci.
Doc. IV-quater, n. 9 - Deliberazione in materia d'insindacabilità ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione nei confronti di Maurizio Ronconi, deputato all'epoca dei fatti;
Doc. IV-quater, n. 10 - Deliberazione in materia d'insindacabilità ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione nei confronti del deputato Souad Sbai;
Doc. IV-quater, n. 11 - Deliberazione in materia d'insindacabilità ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione nei confronti di Vittorio Sgarbi, deputato all'epoca dei fatti.
Mercoledì 22 aprile si procederà all'elezione dei componenti del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa e del Consiglio di presidenza della Corte dei conti.
Giovedì 23 aprile si procederà altresì all'elezione dei componenti della Commissione di vigilanza della Cassa depositi e prestiti.
Pag. 71Settimana 27-30 aprile:
Esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.
Esame del disegno di legge n. 2180 - Disposizioni in materia di sicurezza pubblica (Approvato dal Senato - ove concluso dalle Commissioni).
Esame delle mozioni:
Franceschini ed altri n. 1-00148 concernente iniziative per il contrasto della povertà e dell'emarginazione;
concernente finanziamenti per realizzare la parità scolastica (in corso di presentazione).
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1415 ed abbinate - Norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali. Modifica della disciplina in materia di astensione del giudice e degli atti di indagine. Integrazione della disciplina sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche.
Esame del disegno di legge di ratifica n. 2042 ed abbinate - Adesione della Repubblica italiana al Trattato concluso il 27 maggio 2005 tra il Regno del Belgio, la Repubblica federale di Germania, il Regno di Spagna, la Repubblica francese, il Granducato di Lussemburgo, il Regno dei Paesi Bassi e la Repubblica d'Austria, relativo all'approfondimento della cooperazione transfrontaliera, in particolare allo scopo di contrastare il terrorismo, la criminalità transfrontaliera e la migrazione illegale (Trattato di Prüm). Istituzione della banca dati nazionale del DNA e del laboratorio centrale per la banca dati nazionale del DNA. Delega al Governo per l'istituzione dei ruoli tecnici del Corpo di polizia penitenziaria. Modifiche al codice di procedura penale in materia di accertamenti tecnici idonei ad incidere sulla libertà personale (Approvato dal Senato).
Maggio
Seguito dell'esame di argomenti previsti nel calendario del mese di aprile e non conclusi.
Esame delle proposte di legge:
n. 1672 ed abbinate - Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale per la lotta contro la pedofilia e lo sfruttamento sessuale dei minori, nonché per la tutela dei minori nei procedimenti penali;
n. 611 ed abbinati - Disposizioni in materia di violenza sessuale;
n. 624 ed abbinate - Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alle terapie del dolore;
n. 44 ed abbinate - Disposizioni in materia di sicurezza stradale.
Esame del disegno di legge n. 2320 - Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2008 (Approvato dal Senato) e del doc. LXXXVII, n. 1 - Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2007.
Esame delle mozioni:
Cota ed altri n. 1-00076 concernente una moratoria per la costruzione di nuove moschee e centri culturali islamici;
Palumbo ed altri n. 1-00124 sulle iniziative per sostenere la partecipazione di Taiwan all'Assemblea mondiale della sanità in qualità di osservatore.
Esame congiunto del conto consuntivo della Camera dei deputati per il 2008 e del progetto di bilancio interno della Camera dei deputati per il 2009.
Giugno
Esame dei disegni di legge:
n. 2260 - Disposizioni per il rafforzamento della competitività del settore agroalimentare (ove concluso dalla Commissione); Pag. 72
n. 1741 - Delega al Governo per il riordino della legislazione in materia di gestione delle crisi aziendali (ove concluso dalle Commissioni);
n. 2008 ed abbinate - Istituzione del Garante nazionale per l'infanzia e l'adolescenza.
Esame della proposta di legge n. 1090 - Delega al Governo per la riforma della disciplina delle persone giuridiche e delle associazioni non riconosciute, di cui al titolo II del libro primo del codice civile.
Esame della proposta di legge costituzionale n. 1990 - Modifiche agli articoli 114, 117, 118, 119, 120, 132 e 133 della Costituzione, in materia di soppressione delle province (ove concluso dalla Commissione).
Esame della proposta di legge n. 1806 - Modifiche al testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, in materia di regime tributario dei redditi derivanti dalla locazione di immobili e di detrazione per canoni di locazione (ove concluso dalla Commissione).
Nell'ambito del programma avrà altresì luogo l'esame di disegni di legge collegati approvati dalla Camera (ove modificati dal Senato).
Nell'ambito del programma è inoltre previsto lo svolgimento di atti del sindacato ispettivo e potrà aver luogo l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di ulteriori documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.
A seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo è stato altresì predisposto, ai sensi dell'articolo 24, comma 3, del Regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di aprile 2009:
Lunedì 20 aprile (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna):
Discussione sulle linee generali dei disegni di legge:
n. 2098 - Ratifica ed esecuzione del Protocollo che modifica la Convenzione relativa all'Organizzazione idrografica internazionale;
n. 2099 - Ratifica ed esecuzione della Convenzione relativa all'adesione della Repubblica ceca, della Repubblica di Estonia, della Repubblica di Cipro, della Repubblica di Lettonia, della Repubblica di Lituania, della Repubblica di Ungheria, della Repubblica di Malta, della Repubblica di Polonia, della Repubblica di Slovenia e della Repubblica slovacca alla Convenzione firmata a Bruxelles il 23 luglio 1990, relativa all'eliminazione delle doppie imposizioni in caso di rettifica degli utili di imprese associate;
n. 2208 - Ratifica ed esecuzione dello Scambio di Note tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera relativo ai confini «mobili» sulla linea di cresta o displuviate.
Discussione sulle linee generali della mozione Franceschini ed altri n. 1-00146 concernente iniziative in vista dello svolgimento dell'Expo Milano 2015.
Discussione sulle linee generali della Relazione della XIV Commissione sul Programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per il 2009 e sul programma di 18 mesi del Consiglio dell'Unione europea presentato dalle Presidenze francese, ceca e svedese.
Martedì 21 (votazioni dalle 14,30 alle 20,30) e mercoledì 22 aprile (votazioni dalle 9,30 alle 14 e dalle 16 alle 19):
Seguito dell'esame dei disegni di legge:
n. 2098 - Ratifica ed esecuzione del Protocollo che modifica la Convenzione relativa all'Organizzazione idrografica internazionale; Pag. 73
n. 2099 - Ratifica ed esecuzione della Convenzione relativa all'adesione della Repubblica ceca, della Repubblica di Estonia, della Repubblica di Cipro, della Repubblica di Lettonia, della Repubblica di Lituania, della Repubblica di Ungheria, della Repubblica di Malta, della Repubblica di Polonia, della Repubblica di Slovenia e della Repubblica slovacca alla Convenzione firmata a Bruxelles il 23 luglio 1990, relativa all'eliminazione delle doppie imposizioni in caso di rettifica degli utili di imprese associate;
n. 2208 - Ratifica ed esecuzione dello Scambio di Note tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera relativo ai confini «mobili» sulla linea di cresta o displuviate.
Seguito dell'esame della mozione Franceschini ed altri n. 1-00146 concernente iniziative in vista dello svolgimento dell'Expo Milano 2015.
Seguito dell'esame della Relazione della XIV Commissione sul Programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per il 2009 e sul programma di 18 mesi del Consiglio dell'Unione europea presentato dalle Presidenze francese, ceca e svedese.
Mercoledì 22 aprile, dalle ore 19, al termine delle votazioni, avrà luogo la discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1441-bis-B - Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile (collegato alla manovra di finanza pubblica) (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato).
Giovedì 23 aprile (votazioni dalle 9,30 alle 14,30):
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1441-bis-B - Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile (collegato alla manovra di finanza pubblica) (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato).
Seguito dell'esame di eventuali argomenti previsti nei giorni precedenti e non conclusi.
Lunedì 27 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna):
Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2180 - Disposizioni in materia di sicurezza pubblica (Approvato dal Senato - ove concluso dalle Commissioni).
Discussione sulle linee generali delle mozioni:
Franceschini ed altri n. 1-00148 concernente iniziative per il contrasto della povertà e dell'emarginazione;
concernente finanziamenti per realizzare la parità scolastica (in corso di presentazione).
Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2042 - Adesione della Repubblica italiana al Trattato concluso il 27 maggio 2005 tra il Regno del Belgio, la Repubblica federale di Germania, il Regno di Spagna, la Repubblica francese, il Granducato di Lussemburgo, il Regno dei Paesi Bassi e la Repubblica d'Austria, relativo all'approfondimento della cooperazione transfrontaliera, in particolare allo scopo di contrastare il terrorismo, la criminalità transfrontaliera e la migrazione illegale (Trattato di Prüm). Istituzione della banca dati nazionale del DNA e del laboratorio centrale per la banca dati nazionale del DNA. Delega al Governo per l'istituzione dei ruoli tecnici del Corpo di polizia penitenziaria. Modifiche al codice di procedura penale in materia di accertamenti tecnici idonei ad incidere sulla libertà personale (Approvato dal Senato).
Martedì 28 (votazioni dalle 14,30 alle 20,30), mercoledì 29 (votazioni dalle 9,30 Pag. 74alle 14 e dalle 16 alle 21) e giovedì 30 aprile (votazioni dalle 9,30 alle 14,30, con eventuale prosecuzione pomeridiana):
Seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2180 - Disposizioni in materia di sicurezza pubblica (Approvato dal Senato - ove concluso dalle Commissioni).
Seguito dell'esame delle mozioni:
Franceschini ed altri n. 1-00148 concernente iniziative per il contrasto della povertà e dell'emarginazione;
concernente finanziamenti per realizzare la parità scolastica (in corso di presentazione).
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1415 ed abbinate - Norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali. Modifica della disciplina in materia di astensione del giudice e degli atti di indagine. Integrazione della disciplina sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche.
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2042 - Adesione della Repubblica italiana al Trattato concluso il 27 maggio 2005 tra il Regno del Belgio, la Repubblica federale di Germania, il Regno di Spagna, la Repubblica francese, il Granducato di Lussemburgo, il Regno dei Paesi Bassi e la Repubblica d'Austria, relativo all'approfondimento della cooperazione transfrontaliera, in particolare allo scopo di contrastare il terrorismo, la criminalità transfrontaliera e la migrazione illegale (Trattato di Prüm). Istituzione della banca dati nazionale del DNA e del laboratorio centrale per la banca dati nazionale del DNA. Delega al Governo per l'istituzione dei ruoli tecnici del Corpo di polizia penitenziaria. Modifiche al codice di procedura penale in materia di accertamenti tecnici idonei ad incidere sulla libertà personale (Approvato dal Senato).
Nella settimana 20-23 aprile avrà luogo l'esame dei seguenti documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni:
Doc. IV, n. 4 - Domanda di autorizzazione a eseguire la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del deputato Angelucci.
Doc. IV-quater, n. 9 - Deliberazione in materia d'insindacabilità ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione nei confronti di Maurizio Ronconi, deputato all'epoca dei fatti;
Doc. IV-quater, n. 10 - Deliberazione in materia d'insindacabilità ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione nei confronti del deputato Souad Sbai;
Doc. IV-quater, n. 11 - Deliberazione in materia d'insindacabilità ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione nei confronti di Vittorio Sgarbi, deputato all'epoca dei fatti.
Nel corso della stessa settimana avrà luogo lo svolgimento di una informativa urgente concernente il fenomeno della pirateria informatica attraverso la messaggistica dei cellulari.
Mercoledì 22 aprile si procederà all'elezione dei componenti del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa e del Consiglio di presidenza della Corte dei conti.
Giovedì 23 aprile si procederà altresì all'elezione dei componenti della Commissione di vigilanza della Cassa depositi e prestiti.
Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question-time) avrà luogo il mercoledì (dalle ore 15).
Lo svolgimento di interrogazioni e di interpellanze avrà luogo (salvo diversa previsione) il martedì (antimeridiana); lo Pag. 75svolgimento di interpellanze urgenti il giovedì o il venerdì, secondo l'andamento dei lavori.
Il Presidente si riserva di inserire nel calendario l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di ulteriori documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.
L'organizzazione dei tempia per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario dei lavori sarà pubblicata in calce al Resoconto stenografico della seduta odierna.
L'organizzazione dei tempi relativi all'esame delle mozione concernente finanziamenti per realizzare la parità scolastica sarà pubblicata successivamente alla sua presentazione.
La Presidenza si riserva di effettuare la valutazione in ordine al contingentamento del disegno di legge n. 2180 - Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, sulla base del testo che verrà licenziato dalle Commissioni.
I termini per l'esame del disegno di legge n. 2320 - Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2008 (Approvato dal Senato) sono stati così rimodulati:
mercoledì 22 aprile per le Commissioni competenti;
venerdì 22 maggio per la XIV Commissione.
Modifica nella composizione della Giunta per le autorizzazioni.
PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Giunta per le autorizzazioni la deputata Anna Rossomando, in sostituzione del deputato Lorenzo Ria, dimissionario.
Modifica nella composizione della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per le questioni regionali il deputato Anna Margherita Miotto, in sostituzione del deputato Lorenzo Ria, dimissionario.
Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, sarò brevissimo. Sono solo il portavoce di una riflessione utile nell'ambito di ciò che ciascuno di noi ritiene possa occorrere per alleviare la situazione delle popolazioni terremotate. Alcuni colleghi (nella fattispecie, l'onorevole Concia, che ne ha parlato con l'onorevole Moffa; si tratta soprattutto di parlamentari che, per ragioni diverse, sono vicini a quella situazione, anche fisicamente) si domandavano se fosse possibile utilizzare la Presidenza come tramite per chiedere al Governo se fosse possibile individuare una soluzione, attraverso un intervento presso la Società autostrade, per far sì che, nei prossimi giorni, appena possibile, sia garantito alle popolazioni residenti a L'Aquila che dovessero utilizzare l'autostrada di poterlo fare senza pagare il pedaggio esibendo un documento di riconoscimento che certifichi la residenza in provincia de L'Aquila.
So che possono apparire cose banali e sulle quali magari il Governo ha già riflettuto. Tuttavia, se fosse possibile effettuare una verifica e soprattutto realizzare Pag. 76questa piccola cosa, essa farebbe parte delle tante piccole cose che in momenti come questi potrebbero essere utili.
PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, provvederemo a far presente al Governo questa sua legittima e giusta istanza e speriamo possa essere accolta al più presto.
MARCO BELTRANDI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, intervengo anch'io sull'ordine dei lavori perché è assolutamente necessario, da parte mia, chiedere l'intervento della Presidenza della Camera cui mi rivolgerò nei prossimi giorni con una lettera.
Dunque si tratta di questo: oggi, come era previsto e preannunciato, la Commissione di vigilanza RAI ha potuto soltanto ascoltare il Presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni; nemmeno oggi ha potuto votare le tribune politiche in periodo non elettorale e non potrà più farlo, per la semplice ragione che tale periodo si concluderà sabato.
È da oltre un anno che queste tribune non si fanno, così come la Commissione di vigilanza, da oltre un anno, non può svolgere a quesiti con risposta immediata da parte dei vertici RAI.
Ricordo che questi quesiti per competenza possono solo essere presentate da deputati e senatori membri della Commissione di vigilanza; quindi, è da oltre un anno che il Parlamento non esercita il proprio controllo sulla RAI TV.
Infine, inizia il periodo elettorale (inizia sabato) ed ancora una volta non c'è un regolamento per la par condicio; quindi, la campagna elettorale inizierà senza regolamento e la situazione rimarrà tale per diversi giorni perché entriamo nella settimana Pasquale.
Tutto questo, signor Presidente, non sta avvenendo per caso, ma avviene per la semplice ragione che, da quando Sergio Zavoli è presidente, non soltanto egli, senza minimamente motivarlo, ha impedito la convocazione della Commissione per oltre un mese e mezzo come io tempestivamente gli avevo chiesto, ma per giunta ha convocato la Commissione solo il mercoledì come se fosse impossibile convocarla il martedì e il giovedì.
Questa situazione di illegalità è veramente senza precedenti ed è estremamente grave: come componente della Commissione sono stato impedito nello svolgere atti obbligati dovuti per legge che attendono da mesi e mesi.
Voglio segnalare ciò al Presidente della Camera e lo segnalerò anche al Presidente del Senato, perché, senza un loro intervento, non solo questa Commissione ormai ha già certificato e reso definitive situazioni di illegalità che comprimono i diritti degli italiani, ma oltretutto, continuando a lavorare con questo ritmo, si appresta a perpetuare lo stesso problema a tempo indefinito e senza avere il tempo di svolgere le attività per le quali ha una valenza costituzionale e che solo la Commissione può fare.
Pertanto, come membro di questa Commissione, sento il dovere, non solo di denunciare tutto questo con la massima forza, ma anche di informare il Presidente della Camera che questa Commissione, ancora oggi, è nelle condizioni di non funzionare per scelte di un presidente che evidentemente ha deciso di assecondare le richieste meno nobili di molti partiti politici, soprattutto del centrodestra, che non volevano le tribune elettorali e che quindi ne hanno ostacolato il lavoro. Tuttavia, ripeto che il presidente aveva il dovere di far svolgere alla Commissione gli atti dovuti, obbligati per legge. Non si tratta infatti di atti facoltativi, ma di atti obbligati: lo ha detto il Presidente della Repubblica lo scorso 8 settembre.
Pertanto, con la massima forza, la prego di trasmettere questo mio messaggio al Presidente della Camera; lo farò io stesso con una lettera nei prossimi giorni (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Beltrandi, provvederò sicuramente a segnalare il suo intervento e la situazione di disagio che si è determinata in Commissione e non solo in Commissione, ma immagino anche in RAI.
AMEDEO CICCANTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, intendo segnalare molto brevemente l'interrogazione a risposta scritta del 13 novembre 2008 n. 4-01624 riguardante gli incarichi ad interim di funzioni dirigenziali senza valutazione comparativa presso l'agenzia delle entrate che è stata rivolta al Ministro dell'economia e delle finanze e che ancora non ha avuto risposta.
Segnalo inoltre l'interrogazione a risposta scritta n. 4-01679 del 20 novembre 2008 rivolta al Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali riguardanti l'ingiustificata proroga delle votazioni per il rinnovo della cassa previdenza ragionieri che ancora non ha avuto risposta e l'interrogazione a risposta scritta n. 4-01739 del 26 novembre 2008 riguardante il trattenimento in servizio dei pubblici dipendenti costretti al pensionamento per limiti di età dopo aver superato i quarant'anni che ancora non ha avuto risposta scritta.
Due di queste tre sono state già sollecitate ma la sollecitazione non ha avuto alcun esito, spero che questa sia la volta buona.
PRESIDENTE. Onorevole Ciccanti, provvederemo a sollecitare nuovamente i Ministri, perché è loro dovere rispondere alle interrogazioni dei parlamentari, che sono i rappresentanti del popolo.
GIANLUCA BUONANNO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, forse per poter parlare prima bisogna iscriversi al gruppo dell'Unione di Centro, perché ogni volta parlano sempre loro anche se lo hanno chiesto dopo. Ma al di là di questa breve constatazione ...
PRESIDENTE. Onorevole Buonanno, lei mette in dubbio la probità di questa Presidenza?
GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, ho alzato la mano prima...
PRESIDENTE. Stia attento come risponde! Prego.
GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, ho alzato la mano prima e può testimoniarlo la persona che è al suo fianco. Comunque, signor Presidente...
PRESIDENTE. Onorevole Buonanno, non metta in dubbio la probità di questa Presidenza. Ho letto i nomi nell'ordine in cui mi sono stati segnalati.
GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, evidentemente glielo hanno suggerito dopo...
PRESIDENTE. Può darsi! Ma stia attento a come parla!
GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, le parlo di una questione che da neodeputato ho riscontrato. Si tratta di... (Commenti del deputato Tassone).
Signor Presidente, un deputato, con nove legislature di anzianità, sta disturbando uno che è alla sua prima legislatura. Stavo dicendo...
PRESIDENTE. Vada avanti, non si faccia intimidire! In fondo, quel deputato è buono, glielo posso garantire.
GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, ho bisogno della sua protezione per dire che oggi si è registrata, a mio giudizio, una pagina molto brutta per quanto riguarda la sicurezza del nostro Paese. Con il voto di oggi, infatti, usciranno (sono i dati del Ministero dell'interno) 1.038 clandestini Pag. 78e dal 26 aprile prossimo andranno in giro per il nostro Paese, grazie al voto di chi, nel 2006, aveva votato a favore dell'indulto. Pertanto, oggi abbiamo votato, anzi avete votato, per la seconda volta, un indulto con cui 1.038 clandestini usciranno e andranno in giro per le strade di tutta Italia. Mi auguro, almeno, che, se proprio devono fare qualcosa, vadano nelle zone dove risiedono i deputati che hanno votato per loro.
La sicurezza del Paese è sacrosanta e mandare in giro gente che è clandestina e che, quindi, entra in maniera irregolare nel nostro Paese, è uno scandalo. È uno scandalo di questo Parlamento sostenere e votare questi provvedimenti, perché, quando si parla di sicurezza, si dovrebbe avere anche la coscienza non di pensare a stare all'interno di questo Palazzo, dove tutti sono serviti e riveriti, ma di andare sulle strade.
Chi è sindaco - e come me, al mio fianco ve ne sono altri due - sa che quando andiamo nelle nostre città e nei nostri comuni la gente ci chiede sicurezza. Ma noi cosa gli rispondiamo? Che il Parlamento ha votato per mandare in giro altri 1.038 clandestini, dopo che nel 2006 sono stati mandati in giro 27 mila delinquenti grazie all'indulto, votato da Forza Italia, da Alleanza Nazionale, dal Partito Democratico, dall'Italia dei Valori e dagli ex democristiani. Questo è lo Stato e la sicurezza che si vuole dare? Questo è il messaggio che diamo ai cittadini? Questa è veramente la sorpresa dell'uovo di Pasqua, perché agli italiani dobbiamo dire che nell'uovo di Pasqua, così grande, ci sono 1.038 clandestini, che escono dall'uovo e che vanno in giro. Per poter campare, questa gente, cosa farà? Spiegatemi voi: visto che sono clandestini, cosa faranno? Più che delinquere, cosa andranno a fare? Forse spacceranno, o andranno a rubare, o a violentare. Questo è, purtroppo, il destino di quella gente! Questa è l'amara realtà!
Solo a Lampedusa usciranno 700 clandestini. Questi dati dobbiamo farli conoscere a tutti, perché questa è la realtà. Quando sento i radicali che fanno sempre la morale, mi sento male. Loro pensano sempre a quelli che sono in carcere. Sì, ma pensiamo anche al motivo per cui sono in carcere. Oppure, andiamo a chiedere a quelli che sono stati violentatori se si domandano perché uno ha l'occhio nero. Pensiamo alle vittime di quegli stupri e alle famiglie che hanno subito queste violenze. Queste sono cose vergognose! Qui c'è un'Italia al contrario. Si vanno a verificare le vicende di persone che sono solo criminali e non si vanno a tutelare quelli che si comportano bene. Signor Presidente, qua dentro non siamo in Italia, non siamo nel nostro Paese. Qui viviamo su Marte! L'ho già detto altre volte. Voi siete tanti marziani, perché quando uscite da questi palazzi e da questi portoni, non capite qual è la realtà vera del Paese. Dovete venire con noi, in mezzo alla strada e andare veramente a cercare di risolvere i problemi delle persone e a sentire quali sono i loro bisogni. Non c'è bisogno di auto blu o di scorte e di tutto quello che ne deriva. Abbiamo bisogno di politici che vanno per la strada. Quello ci vuole!
Questo è un Parlamento che dorme in piedi per certi aspetti (purtroppo) e che non capisce la realtà del Paese. Siamo qui per cercare di dire con la nostra voce che questo è un Paese che ha bisogno di un cambiamento radicale.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
GIANLUCA BUONANNO. Concludo, signor Presidente. Ieri si è registrata un'altra pagina vergognosa: con il problema che vi è in Abruzzo, così sentito, - anche noi rivolgiamo i nostri migliori auguri e stiamo cercando dalle nostre zone di portare un aiuto - siamo stati a discutere per quaranta minuti se c'era o meno bisogno della «pausa per la pipì».
Queste sono cose vergognose, con quello che succede nel nostro Paese, e chi fa queste discussioni è gente che sta qui da decine di anni! Ma si rende conto? Questa è gente che non sa cosa significa vivere nella strada a contatto con la gente comune. Pag. 79
Purtroppo, signor Presidente, questo Parlamento ha bisogno di una rivoluzione moderna, vera, non con i forconi e i fucili, ma di una rivoluzione per cui la gente che viene qui deve venire a lavorare e a fare gli interessi del popolo, non gli interessi di dove uno poggia il sedere.
PRESIDENTE. Onorevole, le ho dato trenta secondi in più; se fosse stato dell'UdC forse non glieli avrei dati.
MARIO TASSONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, intervengo brevemente. Vi è un problema che riguarda gli avvocati che sono impegnati nei gratuiti patrocini. Abbiamo discusso in quest'Aula anche oggi, con l'articolo 4, del gratuito patrocinio. Ne abbiamo discusso anche in un provvedimento recentemente approvato che va sotto il nome di stalking, però c'è un dato: da moltissimi mesi questi avvocati non sono pagati.
Non c'è, da parte del Ministero competente, una messa a disposizione dei fondi per pagare gli onorari. Questo è gravissimo perché di fatto viene ad essere stemperato, fino ad essere smorzato, l'istituto del gratuito patrocinio. Eppure abbiamo discusso sull'opportunità o meno di estendere tale istituto.
Tutto questo stride ed è in contrasto con la realtà. Ci sono state manifestazioni e proteste soprattutto a Catanzaro, ma anche in altre città e in altre province vi è stato un movimento perché, come dicevo poc'anzi, signor Presidente, vi è un ritardo immotivato che non riusciamo a capire.
Ho presentato anche un'interrogazione e, per fare presto, l'ho presentata in Commissione giustizia. Però, signor Presidente - questa è la seconda parte del mio intervento e quindi mi avvio a concludere - è ormai decaduto l'istituto del sindacato ispettivo. C'è il question time e ci sono le interpellanze urgenti che, quando si possono svolgere, fanno permanere il controllo del Parlamento sull'attività e sull'operato del Governo, ma soltanto in questi due momenti.
Le interpellanze e le interrogazioni non ci sono più e l'interrogazione a risposta immediata in Commissione è certamente un istituto che attraversa un processo di consunzione ed è passato in desuetudine. Signor Presidente, si tratta di un aspetto grave che vede il Parlamento privato di un suo ruolo fondamentale, ossia quello dell'atto di indirizzo e di controllo sull'operato del Governo.
Possiamo anche approvare le leggi e sentire il collega della Lega che manifesta tutto il suo livore - sbagliando forse momento, perché può trasferire la sua contestazione nell'area della maggioranza di cui fa parte - però certamente, signor Presidente, questo è un dato che voglio sottolineare per la sua gravità, perché il Parlamento viene sacrificato nel suo ruolo e nel suo significato profondo di rappresentante delle istanze popolari.
Per tornare all'argomento, pongo a lei la questione della mia interrogazione, ma pongo a lei, signor Presidente, anche un problema di un istituto previsto dalle norme anche reiterate e anche riportate in provvedimenti urgenti che, di fatto, proprio per mancanza di risorse viene ad essere sostanzialmente ridotto e limitato e rischia di essere ovviamente cancellato e annullato.
PRESIDENTE. Onorevole Tassone, la ringrazio anche per essersi contenuto nei tempi. Sa che, essendo lei dell'Unione di Centro, non avrei potuto darle più dei cinque minuti regolamentari. Provvederò a far presenti le sue preoccupazioni, quelle di carattere generale anche in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, dal momento che si tratta di un problema non individuale, ma di decadenza di uno strumento fondamentale di controllo parlamentare.
ALESSANDRO MONTAGNOLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
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ALESSANDRO MONTAGNOLI. Signor Presidente, seguo un po' l'intervento del mio collega Buonanno. Penso che questa di oggi sia una pagina cupa di questo Parlamento. C'è chi esulta: l'opposizione, il Partito Democratico, l'Unione di Centro, l'Italia dei Valori, qualche nostro «amico di viaggio» del Popolo della Libertà, i clandestini e i mafiosi e c'è invece chi perde. Oggi perde il popolo, fatto da gente che, ormai da tempo, chiede sicurezza.
Vengo da una realtà di cui sono sindaco, nel Veneto, in cui ormai più del 10 per cento è formato da cittadini non italiani, e c'è un problema evidente di sicurezza. Le norme che aveva previsto il Ministro Maroni erano, secondo anche direttive europee, di buonsenso e volevano risolvere il problema. Oggi, sicuramente prendiamo atto di questo voto, ma i cittadini debbono riconoscere chi non solo nel territorio, ma anche qui nel palazzo, pretende e dice ad alta voce che vuole la sicurezza dei propri cittadini.
È un problema anche degli enti locali. Infatti, queste persone clandestine, magari minori, vanno a finire a carico dei bilanci dei comuni del nord, che stanno scoppiando e che non ne possono più con i vincoli del patto di stabilità; abbiamo sicuramente da un lato l'obbligo e la volontà di dare le cure alle persone, ma dall'altro lato non possiamo più sopportare questo esodo pesantissimo. Solo i clandestini in Italia, oggi, per quanto riguarda la sanità costano 250 milioni di euro. Non riteniamo giusto che siano i nostri cittadini a pagare queste somme.
È impensabile e sinceramente da sindaco non so come spiegare ai miei cittadini che debbo pagare delle risorse, debbo aumentare le tasse per dei clandestini. Infatti, oggi il Parlamento si assume una responsabilità pesantissima e la Lega Nord non solo qui, ma soprattutto nel territorio, ha portato avanti le battaglie della gente che dice: «Basta, è ora di finirla». Questa è la volontà nostra, del nostro Ministro e siamo convinti che alla fine prevarrà la ragione della nostra maggioranza e, soprattutto, del nostro movimento politico.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, desidero ringraziare la Presidenza e gli uffici, il personale direttivo e tutto il personale della Camera, prima della pausa per le feste pasquali, per la professionalità con la quale prestano la loro attività e consentono a noi di determinare, io spero, un buon esito del lavoro di questo ramo del Parlamento; a giudicare naturalmente non saremo noi stessi ma saranno e sono gli italiani. Tuttavia, credo che debba essere riconosciuto al personale direttivo e a tutti i dipendenti della Camera la professionalità con la quale continuano a prestare la loro collaborazione anche al lavoro dei singoli parlamentari e dei gruppi.
A nome del mio gruppo voglio rivolgere alla Presidenza e a tutto il personale della Camera gli auguri di buona Pasqua.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Quartiani, gli auguri sono cordialmente ricambiati a lei, al suo gruppo, agli altri gruppi e a tutti i parlamentari presenti e sopratutto a quelli assenti. Molti auguri anche agli uffici, i cui servizi tutti noi sappiamo stimare nel modo adeguato, ai parlamentari e alle loro famiglie.
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Lunedì 20 aprile 2009, alle 16:
1. - Discussione dei disegni di legge:
Ratifica ed esecuzione del Protocollo che modifica la Convenzione relativa all'Organizzazione idrografica internazionale, fatto a Monaco Principato il 4 luglio 2005 (2098).
- Relatore: Corsini. Pag. 81
Ratifica ed esecuzione della Convenzione relativa all'adesione della Repubblica ceca, della Repubblica di Estonia, della Repubblica di Cipro, della Repubblica di Lettonia, della Repubblica di Lituania, della Repubblica di Ungheria, della Repubblica di Malta, della Repubblica di Polonia, della Repubblica di Slovenia e della Repubblica slovacca alla Convenzione firmata a Bruxelles il 23 luglio 1990, relativa all'eliminazione delle doppie imposizioni in caso di rettifica degli utili di imprese associate, fatta a Bruxelles l'8 dicembre 2004, e norme di adeguamento dell'ordinamento interno (2099).
- Relatore: Pini.
Ratifica ed esecuzione dello Scambio di Note tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera relativo ai confini «mobili» sulla linea di cresta o displuviale, effettuato a Roma il 23 e il 26 maggio 2008 (2208).
- Relatore: Narducci.
2. - Discussione della mozione Franceschini ed altri n. 1-00146 concernente iniziative in vista dello svolgimento dell'Expo Milano 2015.
3. - Relazione della XIV Commissione sul Programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per il 2009 e sul programma di 18 mesi del Consiglio dell'Unione europea presentato dalle Presidenze francese, ceca e svedese (Doc. XVIII, n. 10).
- Relatore: Gottardo.
La seduta termina alle 18,10.
TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO ALBERTO FLUVI SULLE MOZIONI NN. 1-00109, 1-00143, 1-00144 E 1-00145
ALBERTO FLUVI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la discussione su queste mozioni ripropone il dibattito sulla crisi.
Nella dichiarazione di voto sul decreto-legge anticrisi dicevo che non abbiamo la stessa lettura circa la profondità della crisi.
Eppure anche voi vivete il territorio, avete rapporti con i lavoratori e con le imprese. Non potete non vedere che rispetto al passato vi è una novità rilevante. Non siamo di fronte ad alcuni settori in crisi che possono essere compensati dal buon andamento di altri.
Il crollo della domanda mondiale ed il calo di quella interna va mettendo a dura prova l'intero sistema produttivo. Al calo della domanda si aggiunge il problema del credito. Questi due aspetti coordinati assieme stanno mettendo in seria difficoltà l'intero sistema economico; stanno mettendo in difficoltà anche quelle imprese che non hanno problemi di ordinativi; stanno mettendo in difficoltà proprio quelle aziende che in questi ultimi anni hanno fatto investimenti. Quegli investimenti oggi pesano; quegli oneri finanziari rischiano di piegare anche le aziende più innovative.
Ecco perché dovevamo percorrere con maggiore decisione la strada che consenta alle imprese di consolidare il debito.
Con l'approvazione di un nostro emendamento al decreto anticrisi, abbiamo aperto il percorso che consentirà alle imprese, alle piccole e medie imprese, di ristrutturare il debito a breve in debito a medio e lungo termine. È un segnale importante, ma occorrono maggiori risorse e, soprattutto, maggiore velocità nell'adozione dei provvedimenti applicativi della norma.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, ci è sempre stato assicurato dal Ministro Tremonti che il sistema bancario italiano è in condizioni migliori rispetto a quello degli altri Paesi. Lo hanno difeso un grado contenuto di leva finanziaria; un modello imprenditoriale ancorato alla tradizionale attività creditizia; un quadro regolamentare ed una vigilanza prudenti.
Ciò nonostante, come ci ha detto il Governatore Draghi in Commissione finanze il 17 marzo 2009 «dalla fine di Pag. 82settembre le banche italiane hanno perso oltre il 50 per cento, una flessione analoga a quella osservata per le principali banche europee».
Così come nelle stesso periodo i premi sui Credit Default Swap (CDS) sono cresciuti di 70 punti, collocandosi al valore medio europeo. Nonostante le rassicurazioni del Ministro era chiaro che si dovesse intervenire, soprattutto per patrimonializzare gli istituti di credito.
Era chiaro sin dall'autunno scorso, quando il Partito Democratico presentò propri emendamenti per consentire alle banche di utilizzare quegli strumenti finanziari ibridi previsti poi dal decreto-legge n. 185. Un ritardo che ha scaricato sul sistema economico le difficoltà delle banche.
Si sono persi mesi importanti. È dalla fine di ottobre che il sistema economico ha cominciato a denunciare criticità con il sistema del credito.
Per aumentare i propri ratios patrimoniali le banche avevano due strade: o procedere ad aumenti di capitale o ridurre gli impieghi: mi sembra evidente che si sia scelta questa seconda strada. Ma è possibile che non si comprendono le difficoltà delle imprese? Riduzione di affidamenti, fatture non scontate, difficoltà ad ottenere prestiti. Tutto questo sta diventando la normalità quotidiana.
Se non si riesce a richiudere questo canale, se non comincia a tornare liquidità nelle aziende, l'intero settore produttivo rischia di entrare in grande difficoltà.
Da qualche settimana i principali istituti di credito nazionali hanno cominciato a richiedere l'intervento dello Stato. Nonostante i quattro-cinque mesi di ritardo, mi auguro che il tutto possa velocemente tradursi un una iniezione di liquidità del sistema economico.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, prioritario è fronteggiare l'emergenza, dotare il sistema di uno strumento utile a fronteggiare la crisi, ma occorre farlo con la consapevolezza che siamo di fronte ad una svolta; alla crisi di un modello di sviluppo che immaginava di creare ricchezza attraverso la finanziarizzazione dell'economia.
Vorrei invitare i colleghi a riflettere su un dato di fatto. La scomparsa anche fisica delle granchi banche d'affari - le grandi protagoniste di questa fase della storia del capitalismo - oltre ad una valenza simbolica impressionante, ha anche il significato del mutamento di fase e della necessità di creare nuovi equilibri e nuovi assetti.
Vi è la consapevolezza di tutto questo? Vedremo! Vedremo se i grandi della terra riusciranno a mantenere gli impegni assunti al G20 di Londra.
Se in novembre a Washington il G20 si era limitato a declamare una serie di principi per uscire dalla crisi, questa volta si è provato a mettere a fuoco una serie di interventi. Soprattutto a Londra c'è stato il riconoscimento dell'indipendenza reciproca come mai era accaduto prima.
La Cancelliera Merkel si è presentata al G20 dicendo che «la crisi economica è nata da quella finanziaria, che è nata dalla assenza di regole, che ha portato alla assenza di fiducia. Dunque ci vogliono regole finanziarie per ripristinare la fiducia e far ripartire l'economia».
Anche se sono convinto che sia difficile distinguere se le maggiori responsabilità della crisi siano da addebitare a cause macroeconomiche o a difetti di regolazione, non c'è dubbio che la scarsa attenzione ai rischi dei prodotti derivati, alla inadeguatezza nell'analisi dei rischi, e dei nuovi standard del capitale, ai sistemi di incentivi collegati a bonus sui risultati a breve, hanno favorito la diffusione della crisi finanziaria. Così come è stato impostato il riconoscimento del ignorato il dato dei paradisi fiscali e del segreto bancario.
Il tema delle regole, della trasparenza, della vigilanza si pone con forza. Altro che capacità di autoregolamentazione del mercato.
In questo senso vanno anche le conclusioni del rapporto De Larosiere.
Il gruppo di alto livello - presieduto appunto dall'ex direttore del Fondo Monetario Internazionale - appunto Jacques de La Rosiure, è stato costituito dalla Commissione dell'Unione europea nell'ottobre Pag. 832008 al fine di formulare proposte in vista della emanazione di un nuovo quadro di vigilanza delle istituzioni finanziarie transnazionali.
Non può che far piacere sottolineare come le conclusioni del Rapporto De Larosiere ricalchino le proposte che, nel 2007, il Ministro Tommaso Padoa Schioppa fece all'Ecofin.
Siamo convinti che sebbene i problemi legati alle crisi in atto non possono essere risolti semplicemente con una maggiore regolamentazione, una revisione dell'approccio regolamentare in materia di mercati finanziari, a livello comunitario ed internazionale, sia una condizione imprescindibile per scongiurare il ripetersi di crisi sistematiche.
È con questo spirito che abbiamo affrontato questo dibattito, è con questo spirito che ci apprestiamo a votare la nostra mozione.
ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO
Ddl di ratifica nn. 2098, 2099 e 2208
Tempo complessivo: 2 ore per ciascun disegno di legge di ratifica.
Relatore | 5 minuti |
Governo | 5 minuti |
Richiami al Regolamento | 5 minuti |
Tempi tecnici | 5 minuti |
Interventi a titolo personale | 19 minuti (con il limite massimo di 3 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 1 ora e 21 minuti |
Popolo della Libertà | 22 minuti |
Partito Democratico | 23 minuti |
Lega Nord Padania | 11 minuti |
Unione di Centro | 10 minuti |
Italia dei Valori | 9 minuti |
Misto: | 6 minuti |
Movimento per l'Autonomia | 2 minuti |
Liberal Democratici-Repubblicani | 2 minuti |
Minoranze linguistiche | 2 minuti |
Mozione n. 1-00146 - Iniziative in vista dello svolgimento dell'Expo Milano 2015
Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).
Governo | 25 minuti |
Richiami al Regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 5 minuti |
Interventi a titolo personale | 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 4 ore 19 minuti |
Popolo della Libertà | 1 ora e 19 minuti |
Partito Democratico | 1 ora e 8 minuti |
Lega Nord Padania | 36 minuti |
Unione di Centro | 31 minuti |
Italia dei Valori | 29 minuti |
Misto: | 16 minuti |
Movimento per l'Autonomia | 9 minuti |
Liberal Democratici-Repubblicani | 4 minuti |
Minoranze linguistiche | 3 minuti |
(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.
Relazione della XIV Commissione sul programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per il 2009 e programma di 18 mesi del Consiglio dell'Unione europea
Tempo complessivo, escluse le dichiarazioni di voto: 4 ore e 15 minuti.
Relatore | 20 minuti |
Governo | 20 minuti |
Interventi a titolo personale | 40 minuti (con il limite massimo di 6 minuti per ciascun deputato) |
Gruppi | 2 ore e 55 minuti |
Popolo della Libertà | 52 minuti |
Partito Democratico | 45 minuti |
Lega Nord Padania | 24 minuti |
Unione di Centro | 21 minuti |
Italia dei Valori | 20 minuti |
Misto: | 13 minuti |
Movimento per l'Autonomia | 7 minuti |
Liberal Democratici-Repubblicani | 3 minuti |
Minoranze linguistiche | 3 minuti |
Per le dichiarazioni di voto sono attribuiti a ciascun gruppo 10 minuti. Al gruppo Misto sono assegnati 13 minuti.
Pag. 86
Ddl n. 1441-bis-B - Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, nonché in materia di processo civile (collegato)
Tempo complessivo: 20 ore, di cui:
Discussione generale | Seguito esame | |
Relatori |
20 minuti
(complessivamente) |
30 minuti
(complessivamente) |
Governo | 20 minuti | 30 minuti |
Richiami al Regolamento | 10 minuti | 10 minuti |
Tempi tecnici | 2 ore | |
Interventi a titolo personale | 1 ora e 7 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) | 1 ora e 52 minuti (con il limite massimo di 14 minuti per ciascun deputato) |
Gruppi | 5 ore e 3 minuti | 7 ore e 58 minuti |
Popolo della Libertà | 1 ora e 21 minuti | 2 ore e 14 minuti |
Partito Democratico | 1 ora e 17 minuti | 2 ore e 17 minuti |
Lega Nord Padania | 41 minuti | 1 ora e 8 minuti |
Unione di Centro | 38 minuti | 57 minuti |
Italia dei Valori | 36 minuti | 53 minuti |
Misto: | 30 minuti | 29 minuti |
Movimento per l'Autonomia | 16 minuti | 15 minuti |
Liberal Democratici-Repubblicani | 8 minuti | 8 minuti |
Minoranze linguistiche | 6 minuti | 6 minuti |
Doc. IV, n. 4 - Domanda di autorizzazione a eseguire la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del deputato Angelucci
Tempo complessivo: 3 ore (*).
Relatore per la maggioranza | 15 minuti |
Relatore di minoranza | 10 minuti |
Richiami al Regolamento | 5 minuti |
Tempi tecnici | 5 minuti |
Interventi a titolo personale | 22 minuti (con il limite massimo di 4 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 2 ore 3 minuti |
Popolo della Libertà | 38 minuti |
Partito Democratico | 32 minuti |
Lega Nord Padania | 17 minuti |
Unione di Centro | 14 minuti |
Italia dei Valori | 14 minuti |
Misto: | 8 minuti |
Movimento per l'Autonomia | 4 minuti |
Liberal Democratici-Repubblicani | 2 minuti |
Minoranze linguistiche | 2 minuti |
(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 10 minuti per il gruppo di appartenenza del deputato interessato.
Mozione n. 1-00148 - Iniziative per il contrasto della povertà e dell'emarginazione
Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).
Governo | 25 minuti |
Richiami al Regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 5 minuti |
Interventi a titolo personale | 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 4 ore 19 minuti |
Popolo della Libertà | 1 ora e 19 minuti |
Partito Democratico | 1 ora e 8 minuti |
Lega Nord Padania | 36 minuti |
Unione di Centro | 31 minuti |
Italia dei Valori | 29 minuti |
Misto: | 16 minuti |
Movimento per l'Autonomia | 9 minuti |
Liberal Democratici-Repubblicani | 4 minuti |
Minoranze linguistiche | 3 minuti |
(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.
Pag. 88
Ddl n. 1415 e abb. - Intercettazioni telefoniche
Seguito dell'esame: 14 ore.
Relatore per la maggioranza | 30 minuti |
Relatori di minoranza |
30 minuti
(complessivamente) |
Governo | 30 minuti |
Richiami al Regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 2 ore |
Interventi a titolo personale | 1 ora e 58 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) |
Gruppi | 8 ore e 22 minuti |
Popolo della Libertà | 2 ore e 20 minuti |
Partito Democratico | 2 ore e 25 minuti |
Lega Nord Padania | 1 ora e 12 minuti |
Unione di Centro | 59 minuti |
Italia dei Valori | 56 minuti |
Misto: | 30 minuti |
Movimento per l'Autonomia | 16 minuti |
Liberal Democratici-Repubblicani | 8 minuti |
Minoranze linguistiche | 6 minuti |
Ddl n. 2042 e abb. - Ratifica Trattato di Prüm
Tempo complessivo: 13 ore e 30 minuti di cui:
Discussione generale | Seguito esame | |
Relatori | 20 minuti (complessivamente) | 20 minuti (complessivamente) |
Governo | 20 minuti | 20 minuti |
Richiami al Regolamento | 10 minuti | 10 minuti |
Tempi tecnici | 1 ora |
Interventi a titolo personale | 56 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) | 1 ora e 5 minuti (con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 4 ore e 14 minuti | 4 ore e 35 minuti |
Popolo della Libertà | 1 ora e 4 minuti | 1 ora e 16 minuti |
Partito Democratico | 56 minuti | 1 ora e 19 minuti |
Lega Nord Padania | 37 minuti | 40 minuti |
Unione di Centro | 34 minuti | 33 minuti |
Italia dei Valori | 33 minuti | 31 minuti |
Misto: | 30 minuti | 16 minuti |
Movimento per l'Autonomia | 16 minuti | 9 minuti |
Liberal Democratici-Repubblicani | 8 minuti | 4 minuti |
Minoranze linguistiche | 6 minuti | 3 minuti |
VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nom. | Ddl 2232-A - em. 1.13 | 371 | 366 | 5 | 184 | 172 | 194 | 64 | Resp. |
2 | Nom. | em. 1.2 | 370 | 205 | 165 | 103 | 16 | 189 | 64 | Resp. |
3 | Nom. | em. 1.301 | 400 | 393 | 7 | 197 | 194 | 199 | 63 | Resp. |
4 | Nom. | em. 1.300 | 398 | 397 | 1 | 199 | 394 | 3 | 63 | Appr. |
5 | Nom. | em. 1.302 | 418 | 417 | 1 | 209 | 199 | 218 | 63 | Resp. |
6 | Nom. | em. 1.303 | 424 | 421 | 3 | 211 | 201 | 220 | 62 | Resp. |
7 | Nom. | em. 2.1, 2.8 | 448 | 270 | 178 | 136 | 47 | 223 | 61 | Resp. |
8 | Nom. | subem. 0.2.600.3 | 450 | 444 | 6 | 223 | 213 | 231 | 61 | Resp. |
9 | Nom. | subem. 0.2.600.2 | 454 | 450 | 4 | 226 | 216 | 234 | 60 | Resp. |
10 | Nom. | em. 2.600 | 457 | 457 | 229 | 454 | 3 | 60 | Appr. | |
11 | Nom. | em. 2.3 | 458 | 261 | 197 | 131 | 25 | 236 | 60 | Resp. |
12 | Nom. | em. 2.9 | 455 | 451 | 4 | 226 | 215 | 236 | 60 | Resp. |
13 | Nom. | em. 2.7 | 455 | 454 | 1 | 228 | 2 | 452 | 60 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nom. | em. 3.1 | 457 | 248 | 209 | 125 | 14 | 234 | 60 | Resp. |
15 | Nom. | subem. 0.3.600.3 | 460 | 449 | 11 | 225 | 215 | 234 | 60 | Resp. |
16 | Nom. | subem. 0.3.600.600 | 465 | 459 | 6 | 230 | 459 | 60 | Appr. | |
17 | Nom. | subem. 0.3.600.1 rif. | 464 | 464 | 233 | 464 | 60 | Appr. | ||
18 | Nom. | em. 3.600 | 464 | 464 | 233 | 464 | 60 | Appr. | ||
19 | Nom. | em. 4.1 | 463 | 458 | 5 | 230 | 21 | 437 | 60 | Resp. |
20 | Nom. | em. 4.300 | 462 | 429 | 33 | 215 | 187 | 242 | 60 | Resp. |
21 | Nom. | em. 4.3 | 458 | 265 | 193 | 133 | 31 | 234 | 60 | Resp. |
22 | Segr | em. 5.7, 5.9 | 469 | 457 | 12 | 229 | 232 | 225 | 58 | Appr. |
23 | Nom. | em. 6.700 | 313 | 273 | 40 | 137 | 272 | 1 | 62 | Appr. |
24 | Nom. | em. 6.600 | 342 | 301 | 41 | 151 | 298 | 3 | 62 | Appr. |
25 | Nom. | em. 6.1, 6.7, 6.20, 6.610 | 374 | 374 | 188 | 324 | 50 | 60 | Appr. | |
26 | Nom. | articolo agg. 6.0501 | 376 | 327 | 49 | 164 | 325 | 2 | 60 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 38) | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nom. | em. 9.1 | 395 | 223 | 172 | 112 | 10 | 213 | 60 | Resp. |
28 | Nom. | subem. 0.12.0600.600 | 391 | 344 | 47 | 173 | 341 | 3 | 60 | Appr. |
29 | Nom. | articolo agg. 12.0600 | 400 | 350 | 50 | 176 | 347 | 3 | 58 | Appr. |
30 | Nom. | articolo agg. 12.0601 | 421 | 374 | 47 | 188 | 371 | 3 | 57 | Appr. |
31 | Nom. | em. 13.600 | 431 | 431 | 216 | 375 | 56 | 57 | Appr. | |
32 | Nom. | em. 13.701 | 428 | 376 | 52 | 189 | 374 | 2 | 57 | Appr. |
33 | Nom. | Ddl 2232-A - voto finale | 405 | 403 | 2 | 202 | 397 | 6 | 51 | Appr. |
34 | Nom. | Moz. Di Pietro e a. 1-109 n.f. | 309 | 178 | 131 | 90 | 19 | 159 | 53 | Resp. |
35 | Nom. | Cicchitto,Cota,Milo,Conte1-143 Ip | 314 | 299 | 15 | 150 | 153 | 146 | 53 | Appr. |
36 | Nom. | Cicchitto,Cota,Milo,Conte1-143 IIp | 317 | 303 | 14 | 152 | 170 | 133 | 53 | Appr. |
37 | Nom. | Moz. Vietti e a. 1-144 | 322 | 316 | 6 | 159 | 314 | 2 | 53 | Appr. |
38 | Nom. | Moz. Fluvi e a. 1-145 n.f. | 323 | 322 | 1 | 162 | 165 | 157 | 53 | Appr. |