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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di mercoledì 22 aprile 2009

TESTO AGGIORNATO AL 30 APRILE 2009

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 22 aprile 2009.

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Antonione, Aprea, Balocchi, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Bongiorno, Boniver, Bossi, Brambilla, Brancher, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Buttiglione, Caparini, Carfagna, Casero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cosentino, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, Donadi, Fitto, Gregorio Fontana, Frassinetti, Gelmini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Leone, Lo Monte, Lombardo, Lucà, Lupi, Mantovano, Maran, Maroni, Martini, Mazzocchi, Melchiorre, Meloni, Menia, Messina, Miccichè, Migliavacca, Molgora, Mura, Leoluca Orlando, Palumbo, Pecorella, Pescante, Prestigiacomo, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Paolo Russo, Scajola, Soro, Stefani, Stucchi, Tremonti, Urso, Valducci, Vegas, Vietti, Vito, Zeller.

Annunzio di proposte di legge.

In data 21 aprile 2009 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
BIANCOFIORE: «Istituzione delle zone franche del Brennero e di Tarvisio» (2385);
DI PIETRO ed altri: «Disposizioni concernenti l'applicazione delle detrazioni per interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica degli edifici siti nei comuni della provincia dell'Aquila e di altri comuni della regione Abruzzo colpiti dagli eventi sismici del 6 aprile 2009» (2386);
GIOACCHINO ALFANO: «Modifica all'articolo 47 della legge 20 maggio 1985, n. 222, concernente la destinazione di una quota dell'otto per mille del gettito dell'imposta sul reddito delle persone fisiche a diretta gestione statale ad interventi in favore delle popolazioni della regione Abruzzo colpite dal sisma del 6 aprile 2009» (2387).

In data 22 aprile 2009 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
TORRISI e CASSINELLI: «Introduzione dell'articolo 5-bis della legge 7 marzo 1986, n. 65, concernente l'istituzione e la disciplina delle unità di prossimità della polizia municipale per il contrasto della criminalità diffusa nei grandi centri urbani» (2388);
CICCHITTO ed altri: «Disciplina transitoria per lo svolgimento dei referendum previsti dall'articolo 75 della Costituzione da tenersi nell'anno 2009» (2389);
COMPAGNON: «Disciplina della professione di autista di rappresentanza» (2390);
NUNZIO FRANCESCO TESTA e PISACANE: «Disposizioni per il contrasto dell'abusivismo edilizio nonché in materia di definizione di sanatorie e condoni» (2391);
COSENZA: «Disposizioni per il ripristino, il recupero, la manutenzione e la salvaguardia dei limoneti dell'isola di Procida» (2392);
PISICCHIO ed altri: «Modifiche alla legge 3 febbraio 1963, n. 69, in materia di ordinamento della professione di giornalista» (2393);
CIOCCHETTI: «Norme per la promozione dell'attività sportiva attraverso la costruzione e la ristrutturazione di impianti sportivi» (2394);
PORFIDIA: «Norme in materia di sicurezza nelle istituzioni scolastiche» (2395).

Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

La proposta di legge LULLI ed altri: «Modifica dell'articolo 3 del decreto legislativo 25 settembre 1999, n. 374, in materia di esercizio dell'agenzia in attività finanziaria» (1082) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Brandolini.
La proposta di legge BERRETTA ed altri: «Abilitazione dei laureati in scienze politiche e in altre materie equiparate all'insegnamento delle discipline giuridiche ed economiche nonché della filosofia, psicologia e scienze dell'educazione nella scuola secondaria superiore» (2091) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Gnecchi.

Modifica del titolo di una proposta di legge.

La proposta di legge n. 2185, d'iniziativa dei deputati TOUADI ed altri, ha assunto il seguente titolo: «Disciplina della professione di mediatore interculturale e delega al Governo in materia di ordinamento dei corsi di formazione per il suo esercizio».

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

VI Commissione (Finanze):
FEDERICO TESTA: «Diritto allo studio: detrazioni fiscali per l'acquisto di libri e materiali scolastici» (2327) Parere delle Commissioni I, V e VII.

XII Commissione (Affari sociali):
TOUADI ed altri: «Disciplina della professione di mediatore interculturale e delega al Governo in materia di ordinamento dei corsi di formazione per il suo esercizio» (2185) Parere delle Commissioni I, II, V, VII, XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
ANNA TERESA FORMISANO e DRAGO: «Modifiche alla legge 14 agosto 1991, n. 281, in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo» (2359) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, XIII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Annunzio di progetti di atti comunitari e dell'Unione europea.

Il ministro per le politiche europee, con lettera in data 21 aprile 2009, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 3 e 19 della legge 4 febbraio 2005, n. 11, progetti di atti comunitari e dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.

Tali atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Annunzio di provvedimenti concernenti amministrazioni locali.

Il Ministero dell'interno, con lettere in data 16 aprile 2009, ha dato comunicazione, ai sensi dell'articolo 141, comma 6, del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, dei decreti del Presidente della Repubblica di scioglimento dei consigli comunali di Dizzasco (Como), Gazzo Veronese (Verona), Fidenza (Parma), Giffone (Reggio Calabria), Pozzonovo (Padova), Cassina de' Pecchi (Milano), Castel Frentano (Chieti) e Ascoli Piceno.
Questa documentazione è depositata presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Trasmissione dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato.

Il presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, con lettera in data 21 aprile 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 21 della legge 10 ottobre 1990, n. 287, una segnalazione in merito alle modalità di individuazione del numero chiuso per l'accesso ai corsi di laurea in odontoiatria.
Questa documentazione è trasmessa alla VII Commissione (Cultura) e alla XII Commissione (Affari sociali).

Comunicazioni di nomine ministeriali.

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettere in data 16 e 17 aprile 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, le seguenti comunicazioni, relative al conferimento, ai sensi dei commi 4 e 10 del medesimo articolo 19, di incarichi di livello dirigenziale generale, che sono trasmesse alla I Commissione (Affari costituzionali), nonché alle Commissioni sottoindicate:

alla VIII Commissione (Ambiente) le comunicazioni concernenti il conferimento dei seguenti incarichi nell'ambito del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti:
all'ingegner Pasquale Cialdini, l'incarico di direttore della direzione generale per la vigilanza e la sicurezza nelle infrastrutture, nell'ambito del dipartimento per le infrastrutture, gli affari generali ed il personale;
all'architetto Ciriaco D'Alessio, l'incarico di provveditore interregionale per le opere pubbliche per il Piemonte e la Valle d'Aosta;
all'ingegner Ciro Esposito, l'incarico di consulenza, studio e ricerca;
all'ingegner Eugenio Gaudenzi, l'incarico di presidente della prima sezione del consiglio superiore dei lavori pubblici;
all'ingegner Walter Lupi, l'incarico di consulenza, studio e ricerca;
al dottor Luciano Novella, l'incarico di direttore della direzione generale per lo sviluppo del territorio, la programmazione ed i progetti internazionali, nell'ambito del dipartimento per le infrastrutture, gli affari generali ed il personale;
all'ingegner Claudio Rinaldi, l'incarico di presidente della quarta sezione del consiglio superiore dei lavori pubblici;

alla IX Commissione (Trasporti) le comunicazioni concernenti il conferimento dei seguenti incarichi nell'ambito del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti:
al dottor Cosimo Caliendo, l'incarico di direttore della direzione generale per i porti, nell'ambito del dipartimento per i trasporti, la navigazione ed i sistemi informativi e statistici;
all'ingegner Enzo Celli, l'incarico di direttore della direzione generale per le investigazioni ferroviarie;
all'ingegner Roberto Garrisi, l'incarico di direttore della direzione generale territoriale del Nord-Ovest, dipendente dal dipartimento per i trasporti, la navigazione ed i sistemi informativi e statistici;
al dottor Massimo Provinciali, l'incarico di direttore della direzione generale per il trasporto ferroviario, nell'ambito del dipartimento per i trasporti, la navigazione ed i sistemi informativi e statistici;
all'ingegner Giancarlo Storto, l'incarico di direttore della direzione generale territoriale del Centro-Sud, dipendente dal dipartimento per i trasporti, la navigazione ed i sistemi informativi e statistici;
al dottor Carmelo Trotta, l'incarico di direttore della direzione generale territoriale del Sud e Sicilia, dipendente dal dipartimento per i trasporti, la navigazione ed i sistemi i informativi e statistici;
all'ingegner Sergio Dondolini, l'incarico di direttore della direzione generale per la sicurezza stradale, nell'ambito del dipartimento per i trasporti, la navigazione ed i sistemi informativi e statistici;
al dottor Aldo Sansone, l'incarico di direttore della direzione generale per gli aeroporti ed il trasporto aereo, nell'ambito del dipartimento per i trasporti, la navigazione ed i sistemi informativi e statistici;
all'architetto Maurizio Vitelli, l'incarico di direttore della direzione generale per la motorizzazione, nell'ambito del dipartimento per i trasporti, la navigazione ed i sistemi informativi e statistici;

alla XII Commissione (Affari sociali) la comunicazione concernente il conferimento del seguente incarico nell'ambito della Presidenza del Consiglio dei ministri:
al dottor Massimiliano Vittiglio, l'incarico di coordinatore dell'ufficio I «Gestione degli interventi finanziari per la gioventù e affari generali» nell'ambito della struttura di missione denominata «Dipartimento della gioventù».

Richiesta di un parere parlamentare su atti del Governo.

Il ministro degli affari esteri, con lettera in data 16 aprile 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 25 della legge 24 gennaio 1979, n. 18, la richiesta di parere parlamentare sulle intese, raggiunte dal Governo italiano con i paesi membri dell'Unione europea, per garantire le condizioni necessarie per l'esercizio del voto degli italiani residenti nei paesi membri dell'Unione europea nelle elezioni per il Parlamento europeo (73).

Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla III Commissione (Affari esteri), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 12 maggio 2009.

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

RELAZIONE DELLA XIV COMMISSIONE SUL PROGRAMMA LEGISLATIVO E DI LAVORO DELLA COMMISSIONE EUROPEA PER IL 2009 E SUL PROGRAMMA DI 18 MESI DEL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA PRESENTATO DALLE PRESIDENZE FRANCESE, CECA E SVEDESE (DOC. XVIII, N. 10)

Risoluzioni

La Camera,
esaminati il programma legislativo e di lavoro per il 2009 della Commissione europea e il programma dei diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea presentato dalle Presidenze francese, ceca e svedese;
tenuto conto della relazione della XIV Commissione e delle relazioni approvate dalle Commissioni di settore;
considerato che:
a) il programma legislativo della Commissione europea per il 2009 - anche in ragione della prossima conclusione della legislatura europea - si concentra opportunamente su un numero ristretto di obiettivi e di iniziative, incentrati, in particolare, sulla risposta alla crisi economica e finanziaria internazionale;
b) l'esame degli strumenti di programmazione legislativa conferma come l'Unione europea non riesca ad agire in modo pienamente adeguato a fronte di questioni la cui complessità e scala globale rende insufficiente l'azione dei soli Stati membri e postula un intervento europeo, mentre interviene con eccessivo dettaglio in altri settori ove l'azione a livello nazionale, regionale o locale sarebbe più adeguata;
c) il rilancio del processo di integrazione europea presuppone, pertanto, «più Europa-più sussidiarietà»;
d) a questo scopo occorre l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, che assicurerebbe un necessario adeguamento della struttura istituzionale, dei principi, degli strumenti e procedure di azione dell'Unione europea, introducendo al tempo stesso regole più rigorose per il riparto e l'esercizio delle competenze tra livello europeo e nazionale;
e) è necessario, altresì, rafforzare il coordinamento delle politiche economiche e dotare l'Unione europea di risorse finanziarie adeguate per il perseguimento di obiettivi ed interventi ad alto valore aggiunto europeo;
sottolineato che:
a) l'esame degli strumenti di programmazione legislativa dell'Unione europea è un passaggio di estrema importanza ai fini di un intervento precoce ed efficace del Parlamento nella fase di formazione delle politiche e delle decisioni dell'Unione europea;
b) un ulteriore rafforzamento dell'intervento del Parlamento sarebbe assicurato dall'introduzione, mediante le modifiche regolamentari appropriate, di una sessione comunitaria di fase ascendente - da svolgersi nei primi mesi di ogni anno - abbinando l'esame del programma legislativo e degli altri strumenti di programmazione dell'Unione europea con quello della relazione annuale sulla partecipazione italiana all'Unione europea;
c) occorre, inoltre, valutare attentamente, al fine di consolidare il dialogo politico diretto con la Commissione europea, l'introduzione nel regolamento di procedure che consentano agli organi parlamentari di adottare atti o osservazioni specificamente e direttamente indirizzati alla Commissione stessa;
d) in questo contesto l'attuazione delle disposizioni relative al ruolo dei Parlamenti nazionali previste dal Trattato di Lisbona deve costituire una priorità assoluta per la Camera dei deputati;
e) un particolare rilievo riveste la procedura di allerta precoce per il controllo di sussidiarietà, nell'ambito della quale andrà assicurata la consultazione dei consigli e delle assemblee legislative regionali italiane, nonché l'esame dei contributi e delle osservazioni che il Comitato delle regioni potrà fornire a tale scopo ai Parlamenti nazionali,

impegna il Governo:

con riguardo al Trattato di Lisbona:
a) a favorire, nel rispetto delle norme costituzionali dei singoli Stati, il completamento del processo di ratifica;
b) a predisporre tutti gli strumenti e le procedure necessari a garantire l'applicazione delle disposizioni del Trattato di riforma una volta che esso entrerà in vigore;
con riguardo alla crisi economico-finanziaria:
a) ad adoperarsi affinché l'Unione europea stanzi risorse aggiuntive per sostenere la ripresa e l'occupazione, anche utilizzando il margine esistente tra il massimale delle prospettive finanziarie e quello delle risorse proprie previsti dal quadro finanziario vigente;
b) ad avvalersi di tutte le opportunità previste dal Piano di ripresa economica europea, approvato dalla Commissione europea il 26 novembre 2008, e dalle relative misure di attuazione, assicurando, in particolare, che il sistema produttivo italiano benefici di una congrua percentuale dei prestiti della Banca europea degli investimenti, quanto meno non inferiore alla quota del capitale della banca sottoscritta dal nostro Paese;
c) ad assicurare, inoltre, l'ulteriore rafforzamento a livello europeo e nazionale delle misure già adottate a favore delle piccole e medie imprese a fronte della crisi, anche mediante un'applicazione più flessibile delle regole in materia di aiuti di Stato;
con riferimento alla governance economica e alla Strategia di Lisbona:
a) ad adoperarsi per definire una rinnovata strategia per la crescita e l'occupazione successiva al 2010, che contempli un nucleo ristretto di obiettivi comuni realmente prioritari ed indichi con puntualità le risorse finanziarie, europee e nazionali, destinate alla loro realizzazione;
b) a coinvolgere pienamente i Parlamenti nazionali nonché gli enti locali, anche attraverso il Comitato delle regioni, nella predisposizione delle linee direttrici integrate per la crescita e l'occupazione dei programmi nazionali di riforma e degli altri strumenti di governance economica e della Strategia di Lisbona;
con riferimento alle politiche per l'occupazione:
a) a promuovere politiche per l'occupazione che combinino flessibilità lavorativa, protezione sociale e sicurezza occupazionale, una maggiore equità sociale, lotta alle disparità territoriali e tutela delle fasce deboli, in aderenza agli obiettivi della Strategia di Lisbona;
b) ad adoperarsi per l'adozione a livello europeo di ulteriori misure per la mobilità transfrontaliera dei giovani e per l'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, nonché per consolidare e sviluppare ulteriormente politiche attive mirate all'inclusione delle persone con disabilità nel mondo del lavoro;
con riguardo ai mercati finanziari:
a) a sostenere la rapida approvazione delle proposte legislative riguardanti i requisiti patrimoniali delle banche, la solvibilità delle compagnie d'assicurazione e degli organismi d'investimento collettivo in valori mobiliari, la disciplina delle agenzie di valutazione del credito, la vigilanza finanziaria e le norme contabili;
b) a sostenere l'elaborazione di ulteriori misure relative all'adeguatezza della normativa applicabile a tutti gli operatori finanziari, ai principali investitori attivi nei mercati dei capitali e ai mercati degli strumenti derivati, nonché la revisione dei principi contabili internazionali;
c) a promuovere un'effettiva convergenza delle attività di regolamentazione e vigilanza sui mercati finanziari, anche attraverso la concentrazione a livello europeo di alcune funzioni in capo ad una o più autorità o sistema di autorità, sulla scorta delle raccomandazioni espresse dal gruppo di esperti ad alto livello sulla vigilanza finanziaria nell'Unione europea costituito dalla Commissione europea (cosiddetto «gruppo de Larosière»);
con riferimento alla politica fiscale:
a) ad adoperarsi per un coordinamento minimo dei sistemi fiscali nazionali, al fine di evitare che, in una fase di crisi globale, la concorrenza fiscale tra gli Stati membri possa degenerare in comportamenti dannosi o con effetti negativi sulla competitività complessiva dell'economia europea e sulle politiche di bilancio;
b) a sostenere a questo scopo le iniziative della Commissione europea volte all'introduzione di una base consolidata comune per l'imposizione sulle società, anche valutando l'ipotesi di introdurre soglie minime comuni per l'imposizione sul reddito di impresa;
c) a promuovere la razionalizzazione della disciplina dell'imposta sul valore aggiunto, attraverso la progressiva soppressione delle deroghe concesse a singoli Stati membri e la definizione di un unico elenco di beni e servizi assoggettabili ad aliquote ridotte;
con riferimento alla revisione del bilancio europeo:
a) a trasmettere tempestivamente alle Camere dati e informazioni dettagliate sugli effetti finanziari per l'Italia delle differenti ipotesi di riforma delle spese e delle entrate dell'Unione europea;
b) ad adoperarsi affinché, nell'ambito della riflessione in corso e del negoziato, che sarà successivamente avviato, siano tenuti in adeguata considerazione i seguenti obiettivi:
1) ridefinire con chiarezza e trasparenza il legame tra priorità politiche e spese dell'Unione europea e riaffermare il principio di solidarietà e parità tra gli Stati membri;
2) privilegiare soluzioni che concentrino le risorse comunitarie su interventi a sostegno delle nuove priorità e sfide strategiche, in particolare quelle concernenti la competitività, l'innovazione, la conoscenza, la solidarietà e, soprattutto, la regolazione dei flussi migratori e la gestione del fenomeno dell'immigrazione clandestina;
3) assicurare che il bilancio dell'Unione europea attribuisca, anche attraverso il ricorso all'emissione di titoli di debito europei, risorse significative a progetti e «prodotti» europei ad altissimo valore aggiunto, in particolare nel campo della sanità, della ricerca o a progetti nel settore delle infrastrutture;
4) salvaguardare nel quadro finanziario post 2013 le risorse per la politica di coesione, mantenendone il suo fondamento regionale, anche alla luce dell'espresso riconoscimento nel Trattato di Lisbona, della dimensione territoriale della coesione;
5) estendere il cofinanziamento anche a settori cui attualmente esso non si applica, quale, in particolare, l'agricoltura, al fine di assicurare che gli stanziamenti del bilancio dell'Unione europea producano un «effetto leva» e incrementino così il volume delle risorse complessivamente disponibili;
con riguardo allo spazio di libertà, sicurezza e giustizia:
a) a concorrere attivamente, in stretto raccordo con le Camere, all'elaborazione del nuovo programma per lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia per il periodo 2010-2015, che dovrebbe essere adottato dal Consiglio europeo nel dicembre 2009;
b) a sostenere le iniziative della Commissione europea volte a porre in essere un approccio comune e condiviso in materia di migrazione, favorendo al massimo le sinergie tra i diversi Paesi e i diversi apparati competenti, attraverso la creazione di un sistema europeo di controllo delle frontiere, il rafforzamento della cooperazione operativa e l'introduzione di un nuovo meccanismo di valutazione di Schengen;
c) ad adoperarsi per una rapida approvazione del pacchetto criminalità organizzata, nonché delle misure volte a migliorare la qualità e l'efficacia dell'attività delle amministrazioni della giustizia, mediante il riconoscimento reciproco e l'esecuzione delle decisioni in materia civile, commerciale e, ove possibile, penale;
d) a rafforzare le occasioni e le sedi di collaborazione di organi e strutture qualificate, con particolare riguardo a quelle competenti in materia di contrasto alla criminalità, terrorismo, immigrazione clandestina e controllo alle frontiere;
con riferimento alla politica estera, alle relazioni esterne e alla politica commerciale:
a) ad adoperarsi per rilanciare il progetto di un'Unione per il Mediterraneo, dando seguito alle conclusioni del Consiglio europeo di marzo 2009;
b) a sostenere lo sviluppo del partenariato orientale - secondo le linee definite dal Consiglio europeo del 19-20 marzo 2009 - assicurando tuttavia il mantenimento del criterio di ripartizione delle risorse finanziarie per la politica di vicinato, sinora destinate per un terzo al partenariato orientale e per due terzi al partenariato mediterraneo;
c) a promuovere la cooperazione tra gli enti locali e regionali nell'ambito del partenariato mediterraneo, sia attraverso relazioni dirette sia mediante l'Assemblea regionale e locale euromediterranea (Arlem), che sarà riconosciuta come organo consultivo dell'Unione per il Mediterraneo;
d) ad adoperarsi per una rapida conclusione dei negoziati commerciali sul piano bilaterale e dell'agenda di Doha per lo sviluppo nell'ambito dell'Organizzazione mondiale del commercio;
con riguardo alle infrastrutture e alle reti transeuropee:
a) ad adoperarsi affinché, sia utilizzando i margini consentiti dal quadro finanziario vigente, sia attraverso un incremento dei prestiti e delle garanzie della Banca europea degli investimenti, l'Unione europea stanzi risorse finanziarie aggiuntive per la realizzazione delle opere relative alla rete transeuropea di trasporto (TEN-T);
b) a promuovere iniziative utili a favorire la realizzazione e lo sviluppo nei singoli Stati membri delle reti a banda larga, con particolare riferimento ai territori nei quali si presentano in misura marcata situazioni di divario digitale (digital divide);
con riguardo al mercato interno e alla politica per le imprese:
a) ad adoperarsi per una rapida attuazione, a livello europeo e nazionale, dei principi e delle misure previste nell'Atto sulle piccole imprese, presentato dalla Commissione europea nel giugno 2008, nonché per l'adozione di regole specifiche in materia di appalti pubblici, volte a tenere conto delle particolari caratteristiche ed esigenze delle piccole e medie imprese, nonché della promozione dell'innovazione e dell'ambiente;
b) a sostenere le misure volte alla riduzione degli oneri amministrativi e a migliorare le condizioni quadro per il settore industriale, al fine di conservare una base industriale solida nell'Unione europea;
con riguardo alla politica energetica:
a) a promuovere tutte le iniziative idonee a garantire la sicurezza dell'approvvigionamento e l'efficienza energetica, non soltanto con riferimento alla definizione di un quadro tendenzialmente stabile nel medio e lungo termine dei rapporti con i maggiori fornitori, ma anche attraverso l'adozione di misure concrete per promuovere la ricerca sulle tecnologie innovative, ivi inclusa l'opzione relativa all'energia nucleare, per favorire la differenziazione delle fonti ed incentivare i risparmi energetici con l'adozione di tecnologie a minor impatto inquinante e a minor consumo;
b) ad adoperarsi per la rapida approvazione delle proposte in materia di efficienza energetica, presentate dalla Commissione europea nell'ottobre 2008;
con riguardo alla politica agricola comune;
a) ad invitare le istituzioni dell'Unione europea a completare la valutazione dell'impatto dell'andamento demografico sull'agricoltura europea, nonché a compiere un'analisi delle conseguenze della crisi economica mondiale per i mercati agricoli e per il settore rurale, anche in vista della riforma del bilancio dell'Unione europea;
b) ad adoperarsi affinché l'Unione europea definisca tempestivamente un piano di misure adeguate per salvaguardare il settore rurale dal declino e mantenere così l'indipendenza alimentare dell'Unione europea, potenziando le sinergie fra la politica di sviluppo rurale e le altre politiche dell'Unione europea, in particolare la politica di coesione;
c) a promuovere la conclusione dei negoziati commerciali bilaterali in corso, al fine di completare il programma di Doha per lo sviluppo, fornendo nuovi sbocchi commerciali per le imprese dell'Unione europea;
con riferimento alla cultura, all'istruzione e alla formazione professionale:
a) ad adoperarsi affinché nell'ambito dell'esame della comunicazione sul dialogo università-imprese, prevista dal programma legislativo della Commissione europea, siano precisati adeguatamente le modalità e le misure attraverso le quali migliorare e intensificare la cooperazione tra i due settori, prevedendo forme di scambi di esperienze dirette attraverso progetti ad hoc e forme di partenariato, anche con riferimento all'area euromediterranea;
b) a promuovere la definizione di una strategia dell'Unione europea per la gestione del settore culturale europeo nel suo complesso, al fine di valorizzare ulteriormente il contributo dei settori culturale e creativo alla crescita e all'occupazione, nonché allo sviluppo sostenibile e al dialogo interculturale;
c) a sostenere le iniziative dell'Unione europea per lo sviluppo e l'attuazione della formazione continua lungo tutto il corso della vita, nonché le misure di ulteriore incentivazione del multilinguismo;
d) a potenziare le iniziative di comunicazione e di informazione relative alle misure dell'Unione europea nei settori della ricerca, istruzione e formazione, cultura, multilinguismo;
con riguardo allo sport:
a) ad adoperarsi affinché - già a trattati vigenti e, soprattutto, dopo l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona - l'Unione europea, nell'applicazione delle sue politiche, nonché nell'interpretazione dei principi generali e delle differenti disposizioni del trattato aventi rilievo per lo sport, riconosca effettivamente la specificità dello sport;
b) ad adoperarsi, in particolare, affinché le istituzioni dell'Unione europea competenti riconsiderino l'applicazione del principio della libera circolazione degli atleti affermato dalla sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee 15 dicembre 1995 in causa C-415/93, al fine di tutelare le strutture di formazione sportiva (cosiddetti «vivai») delle società amatoriali.
(6-00017) «Gottardo, Pescante, Formichella, Pini».

La Camera,
esaminata la relazione sul programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per il 2009 e sul programma di 18 mesi del Consiglio dell'Unione europea presentato dalle Presidenze francese, ceca e svedese;
considerato che sia il programma legislativo e di lavoro della Commissione europea che il programma del Consiglio dell'Unione europea si muovono nell'ottica di rafforzare l'integrazione europea e l'efficacia delle istituzioni che la rappresentano;
considerato che la relazione presentata dalla XIV Commissione (politiche dell'Unione europea) appare, ai firmatari del presente atto di indirizzo, vincolata ad una dimensione troppo generica e che, al contrario, appaiono necessari interventi specifici e concreti nella direzione di una sempre maggiore integrazione europea;
premesso che in questa ottica appare necessario:
a) intervenire con iniziative specifiche finalizzate a sbloccare lo stallo che si è determinato riguardo il processo di ratifica del Trattato di Lisbona, in modo da determinarne rapidamente l'entrata in vigore delle nuove regole in materia di governance dell'Unione europea;
b) assumere impegni concreti affinché si realizzi uno spazio comune in materia di sicurezza, regolando a questo scopo in maniera coerente e condivisa i flussi migratori intracomunitari ed extracomunitari, in base a principi di solidarietà, di effettiva occupazione e di capacità di sussistenza. In questa ottica appare necessario ed improcrastinabile favorire la cooperazione tra gli Stati membri per la creazione di un sistema di controllo comune delle frontiere ed al contempo intervenire per sviluppare una legislazione comune in tema di asilo;
c) assumere iniziative specifiche volte a facilitare il riconoscimento reciproco dei vari Paesi in materia penale ed anche civile, al fine di contrastare in maniera adeguata la criminalità. In questa ottica tali iniziative dovranno mirare ad evitare l'eleggibilità nelle istituzioni rappresentative, come il Parlamento europeo, di soggetti con a proprio carico sentenze penali passate in giudicato;
d) sollecitare la creazione di un authority di vigilanza europea, su nomina dei Paesi membri per il controllo e la supervisione dell'operato delle banche, inclusa la Banca centrale;
e) promuovere una politica comune di contrasto all'evasione fiscale;
f) aumentare la trasparenza nelle politiche di assegnazione dei fondi europei, anche attraverso la possibilità di verificare avanzamento e procedure di assegnazione on-line, e la revisione dei criteri di assegnazione e la supervisione in capo ai ministeri;
g) istituire degli specifici consorzi europei per lo sviluppo energetico rinnovabile;
h) favorire la differenziazione delle fonti energetiche, provvedendo all'incentivazione delle fonti energetiche rinnovabili e delle politiche di risparmio energetico, anche attraverso l'adozione di tecnologie a minor impatto ambientale, accantonando la tecnologia legata al nucleare di terza generazione;
i) assumere tutte le iniziative necessarie per mettere in campo una serie di interventi mirati allo sviluppo di una politica del lavoro capace di coagulare flessibilità e sicurezza, opportunità e diritti, investendo sulla sicurezza del reddito come molla di sviluppo. Appare, altresì, necessario sottoscrivere un patto sociale europeo per l'erogazione di aiuti ed ammortizzatori sociali ai lavoratori disoccupati, in relazione alle effettive capacità di sostentamento, alla numerosità del nucleo familiare, alla possibilità di ricollocamento nel mercato del lavoro comunitario;
l) dare la necessaria priorità alle iniziative in grado di garantire in concreto le pari opportunità tra uomo e donna, con particolare riferimento all'accesso al lavoro, alla formazione, alla promozione professionale e alle condizioni di lavoro, anche attraverso la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro;
m) promuovere politiche sociali di sostegno alla maternità e paternità, anche attraverso l'incremento delle strutture e dei servizi per l'infanzia e, in particolare, per la fascia neonatale e pre-scolastica;
n) potenziare l'integrazione e la collaborazione delle università nazionali con quelle europee per lo sviluppo della ricerca;
o) promuovere una carta dei diritti della conoscenza europea per un pari accesso all'informazione da parte dei cittadini, anche attraverso l'eliminazione del divario oggi ancora esistente tra il nostro Paese e altri Paesi membri, nell'accesso ad internet e ai servizi informatici,

impegna il Governo

ad attivarsi concretamente nelle forme più opportune affinché le necessità espresse in premessa trovino un rapido inserimento all'interno della politica legislativa della Commissione europea e ne diventino parte integrante.
(6-00018) «Evangelisti, Borghesi, Donadi, Razzi, Aniello Formisano».

La Camera,
premesso che,
la XIV Commissione (politiche dell'Unione europea) e, per le parti di rispettiva competenza, le Commissioni permanenti e il Comitato per la legislazione, hanno operato un esame approfondito e articolato del programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per il 2009 e del programma di diciotto mesi del Consiglio, presentato dalle Presidenze francese, ceca e svedese, svolgendo anche rilevanti audizioni su diversi aspetti toccati dai documenti esaminati;
l'esame degli strumenti di programmazione legislativa dell'Unione europea si è confermato un passaggio di estrema importanza ai fini dell'intervento del Parlamento nella fase di formazione delle politiche e delle decisioni dell'Unione europea, esaltandone la possibilità di concorrere alla definizione delle scelte e degli obiettivi politici e aumentandone la capacità di effettiva incisività rispetto a proposte non ancora definite in modo netto e definitivo;
in quest'ottica l'esame dei programmi legislativi ha costituito l'occasione per una riflessione sull'esigenza che il Parlamento riformi e ammoderni gli strumenti legislativi e regolamentari esistenti, tenendo conto dell'evoluzione dell'assetto istituzionale nazionale ed europeo, specie in vista dell'auspicata entrata in vigore del Trattato di Lisbona;
sono ancora da migliorare i tempi di avvio e di conclusione dell'esame dei progetti di atti comunitari, che vanno adeguati al ciclo decisionale dell'Unione europea, mentre è urgente l'introduzione di una sessione comunitaria di fase ascendente da svolgersi nei primi mesi di ogni anno, ai fini della definizione di indirizzi al Governo sia su aspetti di carattere generale sia su questioni specifiche, abbinando sin dall'inizio l'esame del programma legislativo della Commissione europea e degli altri strumenti di programmazione dell'Unione europea con quello della relazione annuale sulla partecipazione italiana all'Unione europea;
andrebbe poi attentamente esaminata la possibilità di ridefinire le competenze della XIV Commissione e delle Commissioni di merito nella fase ascendente, così come andrebbe approfondita la portata delle future disposizioni relative al ruolo dei Parlamenti nazionali, con particolare riferimento alle procedure di allerta precoce per il controllo di sussidiarietà e alle consultazioni dei consigli e delle assemblee legislative regionali italiane;
la formula «più Europa, più sussidiarietà» ricomprende le due direttrici di sviluppo più proficue per la costruzione europea, prefigurando una natura federale della costruzione europea dove Stati, Parlamenti nazionali e Governi trovino la loro funzione e lo spazio per una sovranità coordinata con il processo decisionale comunitario e con il crescente ruolo del Parlamento europeo;
per quanto attiene al merito del programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per il 2009, sono da segnalare luci e ombre per la distanza tra la gravità del momento che sta attraversando l'Europa e l'insufficiente capacità di leadership della Commissione europea;
in particolare, nonostante la presenza di elementi incoraggianti, come la focalizzazione su un numero limitato di obiettivi politici, di iniziative strategiche e prioritarie, il programma rimane troppo poco ambizioso rispetto alla necessità di compiere un deciso salto di qualità in quasi tutti i principali ambiti dell'azione politica (crisi economica, infrastrutture, spazio di libertà, sicurezza e giustizia, partenariato euromediterraneo) e sostanzialmente incapace di orientare sulle scelte chiave del futuro europeo: la riforma del bilancio, il coordinamento delle politiche fiscali nazionali e la governance economica, la politica sociale, l'emissione di titoli pubblici europei per la costruzione delle grandi reti infrastrutturali, la costruzione di una politica energetica europea per ridurre la nostra vulnerabilità strategica, la questione della difesa comune europea, una politica comune sull'immigrazione e l'integrazione che si allontani dal mero controllo dei confini;
proprio il contesto e l'occasione della crisi economica hanno segnalato - all'interno del tentativo generoso delle istituzioni europee di offrire una risposta tempestiva e flessibile - le lacune sia sotto il profilo dell'insufficienza delle risorse comunitarie messe a disposizione, sia sotto quello della «debolezza» e assenza di vincolatività degli strumenti di mero coordinamento delle politiche economiche e di occupazione,

impegna il Governo:

a sollecitare lo stanziamento di un maggiore importo di fondi comunitari in funzione anti-crisi e, coerentemente, ad aumentare le risorse nazionali destinate allo sviluppo, al sostegno dei redditi e al contrasto delle conseguenze sociali più pesanti della crisi, introducendo le necessarie direttive amministrative che consentano alle amministrazioni, statali, regionali e locali, l'erogazione di aiuti alle imprese secondo i più flessibili criteri dettati dalle recenti comunicazioni della Commissione europea dei mesi di gennaio e febbraio 2009;
a promuovere un'effettiva convergenza delle attività di regolamentazione e vigilanza sui mercati finanziari, anche attraverso la concentrazione a livello europeo di alcune funzioni in capo ad una o più autorità di regolamentazione ovvero ad un sistema europeo di vigilanza, sulla scorta delle raccomandazioni espresse dal gruppo di esperti ad alto livello sulla vigilanza finanziaria nell'Unione europea costituito dalla Commissione europea (cosiddetto «gruppo de Larosiére»);
a promuovere un effettivo rafforzamento della regolamentazione finanziaria e dei meccanismi per la gestione delle crisi a livello globale, operando in seno al Fondo monetario internazionale, al Financial stability forum e al Comitato di Basilea;
a sostenere lo sviluppo di una rappresentanza unitaria dell'Unione europea o quanto meno dell'area euro nelle istituzioni finanziarie internazionali, con particolare riguardo al Fondo monetario internazionale;
a promuovere nelle sedi europee ogni iniziativa legislativa e regolamentare volta ad aumentare i poteri del Parlamento europeo e a prevedere strumenti più vincolanti, trasparenti e stringenti per la convergenza delle politiche economiche e fiscali dei singoli Stati;
a sostenere, nell'ambito della discussione sulla riforma del bilancio dell'Unione europea, la necessità di concentrare le spese su obiettivi ad alto valore aggiunto europeo, come: competitività, innovazione, conoscenza, solidarietà, regolazione dei flussi migratori;
a salvaguardare, nel quadro finanziario post 2013, le risorse per la politica di coesione, mantenendone il suo fondamento regionale;
ad assicurare, altresì, che il bilancio dell'Unione europea attribuisca, anche attraverso il ricorso all'emissione di titoli di debito europei, risorse significative a progetti e «prodotti» europei ad altissimo valore aggiunto, in particolare nel campo della sanità, della ricerca e delle infrastrutture;
ad estendere il cofinanziamento anche a settori in cui attualmente esso non si applica, come, in particolare, all'agricoltura, al fine di assicurare che gli stanziamenti del bilancio dell'Unione europea producano un «effetto leva» e incrementino così il volume delle risorse complessivamente disponibili;
a riproporre in ogni occasione la centralità degli interventi in favore delle piccole e medie imprese, prospettando un consistente aumento dei finanziamenti a loro rivolti, la riduzione e la semplificazione degli oneri amministrativi per le piccole e medie imprese e l'introduzione di regole più flessibili per la concessione di aiuti di Stato alle stesse piccole e medie imprese e in materia di iva e di una disciplina specifica in materia di appalti, nonché l'attuazione delle altre misure indicate dal cosiddetto Small business act;
a promuovere un effettivo coordinamento delle politiche economiche e dell'occupazione, adoperandosi a tal fine per definire una rinnovata strategia per la crescita e l'occupazione successiva al 2010, che contempli un nucleo ristretto di obiettivi comuni realmente prioritari ed indichi con puntualità le risorse finanziarie, europee e nazionali, destinate alla loro realizzazione;
a coinvolgere pienamente e tempestivamente il Parlamento nella definizione della Strategia di Lisbona dopo il 2010, facendolo partecipare più attivamente e sistematicamente alla predisposizione degli strumenti di coordinamento e di programmazione previsti;
a promuovere un forte rinnovamento nell'approccio europeo al tema dell'immigrazione, superando l'idea meramente conservativa e «securitaria», contenuta nel deludente «Patto per l'asilo e l'immigrazione», che si limita al giusto contrasto dell'immigrazione illegale e al controllo delle frontiere, ma dimentica di delineare una vera governance europea delle politiche di integrazione, a partire dagli impegni presi nella cosiddetta Agenda sociale in tema di coesione sociale e misure anti-discriminatorie, temi questi che, invece, rappresenteranno il vero futuro per chi vuole un continente europeo più dinamico, plurale e prospero;
a riproporre il tema del «mutamento climatico» della green economy e di un'Europa all'avanguardia della nuova economia sostenibile quale priorità assoluta nella strategia europea di sviluppo e contrasto della crisi, sulla base del cosiddetto «pacchetto clima-energia», e l'avvio dell'esame del terzo «pacchetto energia», adottando coerentemente le misure necessarie a sostenere il risparmio energetico, lo sviluppo delle energie rinnovabili, la riconversione ecologica del sistema produttivo, adottando anche uno specifico piano nazionale di attuazione;
a sostenere in occasione dell'elaborazione del nuovo programma per lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia per il periodo 2010-2015 - che verrà adottato dal Consiglio europeo nel dicembre 2009 - le misure volte a migliorare la qualità e l'efficacia dell'attività delle amministrazioni della giustizia, in particolare mediante il riconoscimento reciproco e l'esecuzione delle decisione e il rafforzamento della cooperazione, sul piano operativo, delle forze di polizia;
a svolgere un'azione incessante e pressante perché si acceleri il processo di allargamento verso i Balcani occidentali, rimuovendo gli ostacoli e i veti che ancora impediscono la conclusione di importanti accordi di associazione e stabilizzazione, nonché a promuovere un rinnovato protagonismo dell'Unione del Mediterraneo, in particolare assicurando che la proporzione delle risorse destinate a questa regione e al nuovo e auspicabile partenariato orientale rimanga nella misura convenuta;
a fornire tempestivamente al Parlamento, in relazione agli strumenti di programmazione politica e legislativa delle istituzioni dell'Unione europea, inclusa la strategia politica annuale della Commissione europea, indicazioni circostanziate sui profili aventi particolare rilevanza o impatto per l'Italia e sugli orientamenti del Governo al riguardo.
(6-00019) (Nuova formulazione) «Gozi, Albonetti, Castagnetti, Farinone, Garavini, Giachetti, Lucà, Luongo, Merloni, Pompili, Verini, Zampa».

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Iniziative del Governo con riferimento al recente sequestro del rimorchiatore d'altura italiano Buccaneer nonché in relazione all'espansione del fenomeno della pirateria presso le coste somale - 3-00487

VIETTI, VOLONTÈ, ADORNATO, COMPAGNON, CICCANTI, OCCHIUTO, RAO, GALLETTI e LIBÈ. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
sono sempre più frequenti gli arrembaggi ed i sequestri di navi, soprattutto cargo mercantili, operati da pirati somali, che agiscono con piccole e veloci imbarcazioni in partenza da grandi navi in mare aperto;
sarebbero circa 300 i marinai in ostaggio e una ventina i battelli all'ancora al largo di Eyl, nel Puntland, regione semiautonoma a nord est della Somalia, divenuta punto di riparo per questi nuovi corsari;
l'11 aprile 2009 il rimorchiatore d'altura italiano Buccaneer è stato sequestrato dai pirati nel Golfo di Aden ed è, al momento, alla fonda davanti a Lasqorey, un porto all'estremità nord del Puntland;
i dieci membri italiani dell'equipaggio ed altri sei marinai versano in buone condizioni e le trattative per la loro liberazione, condotte dall'autorità del Puntland, sono iniziate da tempo;
esiste, tuttavia, il rischio che tensioni tra le predette autorità somale ed i pirati possano compromettere il buon esito della trattativa, anche perché non sono ben chiare le richieste dei sequestratori;
inoltre, come dichiarato dal direttore della televisione di Bosaso, Mowliid Haji Abdi, i pirati hanno, nei giorni scorsi, avuto una violenta discussione tra di loro, da cui è scaturita una sparatoria, che ha causato la morte di uno dei pirati, per divergenze relative alle richieste di riscatto;
un altro rischio potenziale è che la banda sia oggetto di un assalto da parte di gruppi rivali, decisi ad impossessarsi del «prezioso bottino»;
la trattativa potrebbe, infine, complicarsi anche a seguito delle accuse del governatore della zona di Sanag, Mohamoud Said Nur, secondo cui il rimorchiatore italiano non venne sequestrato dai pirati somali, rma fermato dalla sicurezza della regione semiautonoma del Puntland, perché «trasportava rifiuti tossici», che intendeva gettare nelle acque somale e che «dobbiamo avere giustizia per questi atti e non chiediamo alcun riscatto per la loro liberazione»;
tale versione è stata smentita dalla Micoperi, la ditta proprietaria del rimorchiatore, che ha confermato che la nave era vuota e non poteva trasportare alcun materiale, tanto meno tossico o radioattivo, anche perché la Buccaneer era partita da Singapore, dove i controlli sono scrupolosi;
il Ministro interrogato ha escluso operazioni di intervento militare come quelli effettuati dalla Marina francese e da quella americana, che hanno liberato con dei blitz alcuni ostaggi nelle mani dei pirati;
l'espandersi del fenomeno della pirateria è in realtà un sintomo delle disastrose condizioni umanitarie, politiche e militari in cui versa la Somalia, evoca la disfatta della politica del nation building delle organizzazioni internazionali e potrebbe rappresentare una forma di finanziamento per gruppi terroristici integralisti -:
quale sia lo stato delle trattative e come intenda il Governo affrontare la recrudescenza di un crimine considerato debellato nel XVII secolo, dietro cui potrebbe nascondersi la regia del terrorismo di matrice islamica e che pone a rischio gli scambi commerciali e l'incolumità fisica dei marittimi italiani imbarcati su navi oggetto di possibili sequestri.(3-00487)

Orientamenti del Governo in relazione alla Conferenza Onu sul razzismo (cosiddetta Durban II) attualmente in corso a Ginevra - 3-00488

CICCHITTO, BOCCHINO e PIANETTA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
la Conferenza mondiale contro il razzismo, la discriminazione razziale, le xenofobia e l'intolleranza, svoltasi a Durban nel 2001, si è risolta in un processo politico contro lo Stato di Israele, confermato di fatto nella dichiarazione finale;
il testo della bozza della Conferenza di Ginevra riprende nel primo paragrafo la stessa dichiarazione di Durban, con la quale si riafferma il concetto della discriminazione israeliana contro i palestinesi;
in ragione di queste affermazioni il Governo italiano, con il Ministro interrogato, ha assunto una posizione coraggiosa e lungimirante e, ritenendo questa bozza inaccettabile e inemendabile, ha correttamente deciso di non partecipare alla Conferenza di Ginevra;
come ha affermato il Presidente americano Barack Obama, è corretto credere nell'Onu, ma non è possibile «accettare un linguaggio controproducente e affermazioni ipocrite contro Israele»;
le dichiarazioni del Presidente iraniano Ahmadinejad del 20 aprile 2009, che ha definito Israele «la più orribile manifestazione del razzismo», confermano, secondo gli interroganti, una volontà di inquisizione nei confronti di Israele anche in occasione di questa Conferenza di Ginevra;
il consenso che queste parole pronunciate da Ahmadinejad hanno avuto da alcuni rappresentanti dei Paesi arabi e africani conferma questo clima anti-israeliano;
si ritiene molto corretto e lungimirante l'atteggiamento del Governo italiano e degli altri Governi che hanno inteso non partecipare a questa conferenza;
secondo gli interroganti, sarebbe stato auspicabile che anche altri Paesi dell'Unione europea avessero seguito l'esempio dell'Italia, in modo da dare un'immagine di coesione da parte della stessa Unione europea -:
quali siano le valutazioni del Governo sulle dinamiche venutesi a creare all'interno della Conferenza e quindi cosa intenda fare per evitare che la giusta causa della lotta contro il razzismo venga mortificata da prese di posizione strumentali e inaccettabili.(3-00488)

Iniziative del Governo in merito ai rilievi mossi dal comitato di esperti dell'Organizzazione internazionale del lavoro e dal Consiglio d'Europa in materia di trattamento dei lavoratori migranti - 3-00489

EVANGELISTI, BORGHESI e MONAI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il 21 marzo 2009 si è celebrata in tutto il mondo la Giornata contro il razzismo e l'Italia è arrivata a questo appuntamento con una pesante segnalazione del comitato di esperti (formato da 20 giuslavoristi provenienti da tutto il mondo) dell'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo, agenzia Onu che ogni anno pubblica un rapporto sull'applicazione degli standard internazionali del lavoro in tutti i Paesi), i quali hanno rilevato che «è evidente e crescente l'incidenza della discriminazione e della violazione dei diritti umani fondamentali nei confronti degli immigrati in Italia. Nel Paese persistono forme di razzismo e xenofobia anche verso i richiedenti asilo e rifugiati, rom compresi»;
quello che viene denunciato, nella pagina dedicata all'Italia, è un comportamento senza precedenti per un Paese europeo democratico, in quanto contravviene alla Convenzione 143 (Convenzione sulle migrazioni in condizioni abusive e sulla promozione della parità di opportunità e di trattamento dei lavoratori migranti), da noi ratificata nel 1981;
in particolare, si lamentano, nelle considerazioni fatte anche da un altro organismo dell'Onu per l'eliminazione della discriminazione razziale (Cerd), che persistono gravi violazioni dei diritti umani verso lavoratori migranti dell'Africa, dell'Est Europa e dell'Asia, con maltrattamenti, salari bassi e orari eccessivi in situazioni di lavoro schiavistico;
la lunga lista di accuse contenuta in questi rapporti Onu comprende anche l'insistenza nel nostro Paese di dibattiti razzisti e xenofobi ispirati da odio contro gli stranieri, maltrattamenti delle forze di polizia verso i rom, specie quelli di origine rumena, durante i raid per lo sgombero dei campi, utilizzo da parte di alcuni leader politici di «retorica aggressiva e discriminatoria nell'associare i rom alla criminalità, creando così un sentimento di ostilità e antagonismo nell'opinione pubblica»;

il comitato menzionato ha invitato, quindi, il Governo italiano a dare risposte entro il mese di settembre 2009, non tra cinque anni come è prassi per questo tipo di convenzioni, sollecitando l'adozione di misure e interventi per contrastare il clima di intolleranza e per garantire la tutela dei migranti a prescindere dal loro status;
la Caritas, e non da sola, da anni esprime preoccupazione per forme di intolleranza e discriminazione verso gli immigrati, in particolare nel mondo del lavoro;
dopo la diffusione di queste osservazioni non si sono fatte attendere le reazioni del Ministro interrogato, che giudica «false e inaccettabili» queste considerazioni, e del Ministro del lavoro della salute e delle politiche sociali, che sostiene che non si tratta di un atto ufficiale, ma solo di osservazioni;
nonostante ciò, in occasione della pubblicazione del suo secondo rapporto sull'Italia in meno di un anno, il Consiglio d'Europa, per voce del suo Commissario per i diritti umani, Thomas Hammarberg, ha, nei giorni scorsi, confermato che il nostro Paese ha fatto «passi insufficienti nella giusta direzione sul fronte della lotta al razzismo, per assicurare eguali diritti alle popolazioni rom e sinti e per chiarire la propria posizione in merito alla politica migratoria adottata»;
nel suo rapporto, Hammarberg scrive di essere piuttosto preoccupato dai resoconti che arrivano dall'Italia, che continuano ad evidenziare una tendenza al razzismo e alla xenofobia, anche in ambito sportivo -:
quali siano le risposte che il Governo intenda fornire, magari già nel mese di giugno 2009 in occasione della Conferenza internazionale del lavoro, in merito ai rilievi mossi dal comitato di esperti dell'Organizzazione internazionale del lavoro e dal Consiglio d'Europa e quali siano le misure adeguate che intenda adottare affinché ci sia effettiva parità di trattamento, nelle condizioni di lavoro, per tutti i migranti.(3-00489)

Decisione del questore di Bolzano in merito ad una manifestazione degli Schützen che si svolgerà il 25 aprile 2009 - 3-00490

ZELLER. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 25 aprile 2009 i tiratori scelti del Sudtirolo, gli Schützen, intendono organizzare una manifestazione che si concluderà davanti al monumento dell'alpino di Brunico per protestare contro quello che ritengono «un simbolo fascista quando in Europa i monumenti che glorificano le dittature sono spariti»; il predetto monumento era stato, infatti, eretto nel periodo fascista per celebrare la guerra coloniale in Abissinia;
il questore di Bolzano ha, invece, deciso per asseriti «motivi di sicurezza pubblica» di cambiare il percorso del corteo, che non potrà, quindi, terminare davanti al monumento dell'alpino e di limitare l'orario per lo svolgimento della manifestazione a solo due ore, dalle ore 18 alle ore 20;
il questore ha, inoltre, deciso di limitare il numero delle persone nella casa Pacher, dove si terrà il dibattito serale: da 400 normalmente consentite a 280 persone;
dalle notizie di stampa apparse negli ultimi giorni si apprende che un autorevole esponente del Popolo della libertà si vanta del fatto che questa decisione del questore sia il frutto delle sue pressioni politiche;
gli Schützen hanno protestato contro queste limitazioni inspiegabili ed anche il presidente Durnwalder ha espresso il suo disappunto -:
se il Ministro interrogato condivida la decisione del questore di Bolzano e se intenda intervenire per rimuovere ogni ostacolo al libero esercizio del diritto costituzionale di riunione, nonché di manifestare liberamente e in forma pacifica il proprio pensiero.(3-00490)

Costi per l'attivazione della social card e intendimenti del Governo in merito a misure a favore di coloro che si trovano sotto la soglia di povertà - 3-00491

LIVIA TURCO, SERENI, BRESSA, QUARTIANI, GIACHETTI, ARGENTIN, BINETTI, BOSSA, BUCCHINO, BURTONE, CALGARO, D'INCECCO, GRASSI, LENZI, MIOTTO, MOSELLA, MURER, PEDOTO e SBROLLINI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il decreto-legge n. 112 del 2008 prevede, all'articolo 81, comma 32, la concessione ai residenti di cittadinanza italiana, che versano in condizione di maggior disagio economico, di una carta acquisti, del valore di 40 euro al mese (cosiddetta social card utilizzabile per il sostegno della spesa alimentate e al pagamento delle bollette energetiche, nonché alla forniture di gas, con onere a carico dello Stato);
la carta acquisti è concessa agli anziani di età superiore o uguale ai 65 anni o ai bambini di età inferiore ai 3 anni (in questo caso il titolare della carta è il genitore) che siano in possesso di particolari requisiti;
l'inchiesta «Poveri noi» di Giovanna Boursier, andata in onda domenica 5 aprile, alle ore 21.30, su Rai tre, all'interno della trasmissione Report, condotta da Milena Gabanelli, evidenziava il dato che, rispetto alla stima di 1 milione e trecentomila cittadini italiani titolari del diritto di ricevere la social card, solo 517.000 carte alla data di domenica 5 aprile 2009 erano cariche, su un totale di 700.000 domande effettuate;
sempre dall'inchiesta «Poveri noi» di Giovanna Boursier i costi stimati per produrre 2 milioni di carte e attivarne un terzo sembrano essere stati circa 21 milioni di euro, ripartiti in 2 milioni e 170 mila euro nella carta, 400.000 euro per spedire 1 milione e 300 mila lettere ai presunti beneficiari, 10 milioni e mezzo per i centri di assistenza fiscale per la compilazione dei moduli, 2 milioni nel personale dei call center ed infine nei costi non ben precisati per la pubblicità e la formazione degli addetti, nonché per la stipula della convenzione con il circuito Mastercard per ogni transazione effettuata con la social card;
dal 28 gennaio 2009, con la conversione in legge del cosiddetto «decreto anticrisi», i detentori della social card hanno anche diritto ad un rimborso sul latte artificiale e sull'acquisto dei pannolini per i neonati fino a tre mesi, ma tale misura, sempre dall'inchiesta «Poveri noi» di Giovanna Boursier, non risulta ancora operativa;
uno strumento efficace di contrasto alla povertà dovrebbe essere una misura che non seleziona tra le persone povere, ma che aiuta tutti coloro che si trovino sotto una soglia di povertà stabilita, integrandone il reddito come avviene con la misura del reddito minimo adottata in quasi tutti i Paesi europei, ad eccezione di Grecia ed Italia, dove non esiste una legge nazionale che obbliga ad assumere tale misura, nonostante esista, in proposito, una raccomandazione del Consiglio dei Ministri della Comunità europea fin dal 1992, dove si sancisce l'obbligo per il Paese di garantire ai suoi cittadini non solo un minimo economico, ma anche un minimo esistenziale socioculturale -:
se corrisponda al vero che fino ad ora i costi necessari per attivare la social card siano stati 21 milioni di euro e che ancora non sia operativo né lo sconto sul latte artificiale né sui pannolini e se il Governo non ritenga, a fronte di costi così eccessivi rispetto alle carte effettivamente rilasciate e attivate, di procedere ad una revisione di tale misura, garantendo a tutti coloro che si trovino sotto la soglia di povertà misure economiche adeguate e concrete affinché a tutti sia garantita una reale integrazione socioeconomica.
(3-00491)

Intendimenti del Governo in merito all'opportunità di liberalizzare l'attività di patronato e assistenza sociale, nonché di prevedere anche per i sindacati l'obbligo di rendicontazione del bilancio di esercizio - 3-00492

COTA, LUCIANO DUSSIN, DAL LAGO, REGUZZONI, ALESSANDRI, ALLASIA, BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BRIGANDÌ, BUONANNO, CALLEGARI, CAPARINI, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, D'AMICO, DOZZO, GUIDO DUSSIN, FAVA, FEDRIGA, FOGLIATO, FOLLEGOT, FORCOLIN, FUGATTI, GIBELLI, GIDONI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LANZARIN, LUSSANA, MACCANTI, LAURA MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MONTAGNOLI, MUNERATO, NEGRO, PAOLINI, PASTORE, PINI, PIROVANO, POLLEDRI, RAINIERI, RIVOLTA, RONDINI, SALVINI, SIMONETTI, STEFANI, STUCCHI, TOGNI, TORAZZI, VANALLI e VOLPI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
secondo l'inchiesta condotta dal quotidiano Il Giornale, riportata sul numero del 16 aprile 2009, in beffa al periodo di crisi che stiamo attraversando, i centri di assistenza fiscale di Cgil, Cisl e Uil hanno aumentato le tariffe per la compilazione della dichiarazione dei redditi (modello 730, Unico);
sempre secondo l'articolo citato, al contribuente nel 2009 la compilazione dei redditi costerà fino al 100 per cento in più rispetto al 2008, ma solo per chi non è iscritto al sindacato; sembrerebbe, difatti, che l'aumento è un escamotage per indurre pensionati e contribuenti ad iscriversi al sindacato;
si ricorda che, stante la vigente legislazione, non esiste alcun obbligo di rendicontazione in capo ai sindacati, per cui è impossibile conoscere il loro fatturato, né sapere dove e come vengono spesi i soldi dei contribuenti;
le entrate patrimoniali delle associazioni sindacali possono classificarsi in «contributo sindacale ordinario», derivante dal tesseramento e da un contributo periodico a carico degli associati nella misura annualmente stabilita dagli organi statutari delle singole associazioni, variamente denominato («quota di ammissione», «contributo di iscrizione», «quota annuale di iscrizione» ed altro), e «contributi straordinari», versati - questi ultimi - in occasione di prestazioni speciali di assistenza;
il tesseramento costituisce la fonte di reddito più cospicua: gli iscritti alla triplice - secondo i dati riportati sul quotidiano - sono circa 11 milioni, che mensilmente versano lo 0,40 per cento (circa 40 euro annui) del proprio stipendio direttamente alle casse dei sindacati;
il meccanismo di riscossione automatica, peraltro, era stato abolito nel 1995 a seguito della consultazione referendaria; tuttavia, è ancora in vigore, in quanto, in mancanza di intervento legislativo, tale meccanismo è stato rimesso all'autonomia contrattuale delle parti, che l'hanno generalmente inserito nelle clausole dei contratti collettivi nazionali di lavoro;
la seconda fonte di reddito, in ordine di consistenza, è rappresentata dai centri di assistenza fiscale, che secondo un meccanismo unico in Europa incassano soldi dall'Inps (nel 2006 ammontavano a 120 milioni di euro), soldi dai contribuenti, sia iscritti che non, per via della dichiarazione dei redditi (in media circa 300 milioni) e soldi dall'erario (circa 180-200 milioni) per le dichiarazioni inviate all'agenzia delle entrate;
i privilegi riservati ai sindacati non si limitano al monopolio dei servizi di assistenza fiscale e di patronato ed alla mancanza di un obbligo di rendicontazione; sono, infatti, ancora in vigore le disposizioni di cui ai commi 5 e 6 dell'articolo 3 del decreto legislativo 16 settembre 1996, n. 564, ritenute contrarie ad ogni logica di contenimento della spesa pubblica, che riconoscono la doppia pensione per i sindacalisti in aspettativa, che usufruiscono di contributi figurativi a carico dell'Inps e, in aggiunta, di un versamento sindacale extra, e per quelli distaccati -:
se corrisponda al vero quanto denunciato da Il Giornale e tutto ciò che è riportato in premessa e quali siano gli intendimenti del Governo in merito all'opportunità di liberalizzare l'attività di patronato e assistenza sociale, nonché di prevedere anche per sindacati e relative associazioni l'obbligo, al pari di una qualunque impresa, di rendicontazione del bilancio di esercizio e conseguente pubblicazione, in linea con l'esigenza di trasparenza e chiarezza oramai richiesta a gran voce dai contribuenti italiani. (3-00492)