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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di mercoledì 27 maggio 2009

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 27 maggio 2009.

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Balocchi, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brancher, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Caparini, Carfagna, Casero, Casini, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cosentino, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, Donadi, Fallica, Fassino, Fitto, Gregorio Fontana, Frattini, Gelmini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Malfa, La Russa, Leo, Leone, Lo Monte, Lombardo, Lucà, Lupi, Mantovano, Maroni, Martini, Mazzocchi, Melchiorre, Meloni, Menia, Miccichè, Migliavacca, Migliori, Milanato, Mura, Nucara, Leoluca Orlando, Palumbo, Pecorella, Pescante, Picchi, Prestigiacomo, Ravetto, Rigoni, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Saglia, Scajola, Soro, Stefani, Stucchi, Tremonti, Urso, Valducci, Vegas, Vitali, Vito, Zacchera.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta)

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Balocchi, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brancher, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Carfagna, Casero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cosentino, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, Donadi, Fallica, Fassino, Fitto, Gregorio Fontana, Frattini, Gelmini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Malfa, La Russa, Leo, Leone, Lo Monte, Lombardo, Lucà, Lupi, Mantovano, Maroni, Martini, Mazzocchi, Melchiorre, Meloni, Menia, Miccichè, Migliavacca, Migliori, Milanato, Mura, Nucara, Leoluca Orlando, Pecorella, Pescante, Prestigiacomo, Ravetto, Rigoni, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Saglia, Scajola, Soro, Stefani, Stucchi, Tremonti, Urso, Valducci, Vegas, Vitali, Vito, Zacchera.

Annunzio di proposte di legge.

In data 26 maggio 2009 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE DI PIETRO ed altri: «Modifiche agli articoli 56, 57, 114, 117, 118, 119, 120, 121, 132 e 133 della Costituzione. Diminuzione del numero dei parlamentari e dei componenti dei consigli e delle giunte regionali nonché soppressione delle province, per la riduzione dei costi della politica» (2470);
DI PIETRO ed altri: «Disposizioni per la riduzione dei costi della politica e per il contenimento della spesa pubblica» (2471);
RAZZI: «Modifiche all'articolo 58 del decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 200, concernente il rilascio gratuito di atti da parte dell'autorità consolare, e all'articolo 18 della legge 21 novembre 1967, n. 1185, concernente l'esenzione dalla tassa annuale sulle concessioni governative relativa al passaporto in favore dei cittadini italiani residenti all'estero» (2472);
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE CASINI ed altri: «Modifiche agli articoli 56 e 57 della Costituzione, per la riduzione del numero dei parlamentari» (2473);
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE CASINI ed altri: «Modifica all'articolo 121 della Costituzione, per la riduzione del numero dei consiglieri regionali» (2474);
BARBIERI: «Disposizioni per la corresponsione di borse di studio ai medici specializzandi ammessi alle scuole di specializzazione negli anni dal 1983 al 1991» (2475);
SORO ed altri: «Abrogazione della legge 23 luglio 2008, n. 124, recante disposizioni in materia di sospensione del processo penale nei confronti delle alte cariche dello Stato» (2476).

Saranno stampate e distribuite.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:
II Commissione (Giustizia):
COSENZA: «Introduzione del titolo VI-bis del libro II del codice penale e dell'articolo 25-quinquies.1 del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, in materia di delitti contro l'ambiente» (2420) Parere delle Commissioni I e VIII;
BERNARDINI ed altri: «Norme per l'adeguamento dell'ordinamento interno alle disposizioni dello Statuto istitutivo della Corte penale internazionale» (2445) Parere delle Commissioni I, III (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), IV, V, VII, VIII e XII.
VII Commissione (Cultura):
«Riconoscimento della personalità giuridica alla Scuola per l'Europa di Parma» (2434) Parere delle Commissioni I, III, V, XI e XIV.
Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e III (Affari esteri):
PIANETTA ed altri: «Istituzione della Commissione parlamentare per la tutela e la promozione dei diritti umani» (2375) Parere della V Commissione.

Trasmissioni dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettere in data 22 maggio 2009, ha dato comunicazione, ai sensi dell'articolo 8-ter del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1998, n. 76, dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri - che sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) nonché alla VIII Commissione (Ambiente) - con cui sono autorizzati, in relazione ai seguenti interventi da realizzare tramite contributi assegnati in sede di ripartizione della quota dell'otto per mille dell'IRPEF devoluta alla diretta gestione statale:
l'utilizzo delle economie di spesa realizzate dal comune di Predore (Bergamo) a valere sul contributo concesso nel 2000 per la conclusione del programma dì messa in sicurezza dell'intero abitato, estendendo le opere di protezione attiva e passiva anche ad altre aree del versante sovrastante l'abitato;
l'utilizzo delle economie di spesa realizzate dal comune di Frosolone (Isernia) a valere sul contributo concesso nel 2003 per la realizzazione di ulteriore opere riguardanti la sistemazione idraulica, a monte e a valle del Vallone Cerasello.

Annunzio di sentenze della Corte costituzionale.

La Corte costituzionale ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 30, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87, copia delle seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del regolamento, sono inviate alle sottoindicate Commissioni competenti per materia, nonché alla I Commissione (Affari costituzionali), se non già assegnate alla stessa in sede primaria:
con lettera in data 8 maggio 2009, sentenza n. 137 del 4-8 maggio 2009 (doc. VII, n. 228), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 17 e della tabella B della legge della regione Lazio 28 dicembre 2006, n. 28 (Bilancio di previsione della regione Lazio per l'esercizio finanziario 2007):
alla V Commissione permanente (Bilancio);

con lettera in data 8 maggio 2009, sentenza n. 138 del 4-8 maggio 2009 (doc. VII, n. 229), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale degli articoli 2, commi 1, lettera b), e 2, 4, comma 1, 5 e 7, comma 4, della legge della regione Emilia-Romagna 19 febbraio 2008, n. 2 (Esercizio di pratiche ed attività bionaturali ed esercizio delle attività dei centri benessere), nonché, in via conseguenziale, di tutte le restanti disposizioni legislative contenute nel Titolo I della predetta legge, dell'articolo 6, limitatamente alla lettera c) del comma 2, dell'articolo 7, limitatamente alla lettera b) del comma 1, e dell'articolo 9, limitatamente alle parole «e dalla presente legge» con le quali si chiude il comma 1, della medesima legge;
dichiara inammissibile la questione di legittimità costituzionale di tutte le altre disposizioni legislative contenute nel Titolo II della medesima legge della regione Emilia-Romagna n. 2 del 2008:
alla XII Commissione permanente (Affari sociali);

con lettera in data 8 maggio 2009, sentenza n. 151 del 1o aprile - 8 maggio 2009 (doc. VII, n. 236), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 14, comma 2, della legge 19 febbraio 2004, n. 40 (Norme in materia di procreazione medicalmente assistita), limitatamente alle parole «ad un unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre»;
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 14, comma 3, della legge n. 40 del 2004 nella parte in cui non prevede che il trasferimento degli embrioni, da realizzare non appena possibile, come stabilisce tale norma, debba essere effettuato senza pregiudizio della salute della donna;
dichiara manifestamente inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 14, comma 1, della legge n. 40 del 2004, sollevata, in riferimento agli articoli 3 e 32, primo e secondo comma, della Costituzione, dal tribunale ordinario di Firenze, con ordinanza r.o. n. 323 del 2008;
dichiara manifestamente inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 6, comma 3, della legge n. 40 del 2004, sollevate, in riferimento agli articoli 3 e 32 della Costituzione, dal tribunale ordinario di Firenze con ordinanza r.o. n. 323 del 2008 e, in riferimento agli articoli 2, 3, 13 e 32 della Costituzione, dallo stesso tribunale con ordinanza r.o. n. 382 del 2008;
dichiara manifestamente inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 14, comma 4, della legge n. 40 del 2004, sollevata, in riferimento agli articoli 2, 3, 13 e 32 della Costituzione, dal tribunale ordinario di Firenze:
alla XII Commissione permanente (Affari sociali);

con lettera in data 22 maggio 2009, sentenza n. 159 del 18-22 maggio 2009 (doc. VII, n. 238), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale degli articoli 6, comma 2, 8, commi 1 e 3, 9, comma 3, 11, comma 5, 12, comma 3, e 14, commi 2, ultimo periodo, e 3, della legge della regione Friuli-Venezia Giulia 18 dicembre 2007, n. 29 (Norme per la tutela, valorizzazione e promozione della lingua friulana);
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 18, comma 4, della legge della regione Friuli-Venezia Giulia n. 29 del 2007, sollevata dal Presidente del Consiglio dei ministri, in riferimento all'articolo 6 della Costituzione, in relazione all'articolo 4, commi 1 e 2, della legge 15 dicembre 1999, n. 482 (Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche):
alla I Commissione permanente (Affari costituzionali);

con lettera in data 22 maggio 2009, sentenza n. 160 del 18-22 maggio 2009 (doc. VII, n. 239), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale degli articoli 27, comma 1, lettere l), p), t), punti 1 e 5, della legge della regione Campania 30 gennaio 2008, n. 1 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della regione Campania - Legge finanziaria 2008);
dichiara, ai sensi dell'articolo 27 della legge 11 marzo 1953, n. 87, l'illegittimità costituzionale, in via consequenziale, dell'articolo 20, comma 2, della legge della regione Campania 27 febbraio 2007, n. 3 (Disciplina dei lavori pubblici, dei servizi e delle forniture in Campania);
dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 6, 7, comma 3, 14, commi 2, 3 e 4, 18, 20, comma 2, 33, 36, commi 7 e 8, 53, comma 2, 58, comma 4, 59, comma 5, 60, comma 4, della legge regionale n. 3 del 2007, promosse, in riferimento al principio di leale collaborazione:
alla VIII Commissione permanente (Ambiente).

La Corte costituzionale ha depositato in cancelleria le seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del regolamento, sono inviate alle sottoindicate Commissioni permanenti per materia, nonché alla I Commissione (Affari costituzionali), se non già assegnate alla stessa in sede primaria:
sentenza n. 139 del 4-8 maggio 2009 (doc. VII, n. 230) con la quale:
dichiara cessata la materia del contendere in ordine alla questione di legittimità costituzionale dell'articolo 2, comma 36, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, sollevata, in riferimento agli articoli 117 e 118 della Costituzione, nonché agli articoli 5 e 120, secondo comma, della Costituzione, e all'articolo 11 della legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 (Modifiche al Titolo V della parte II della Costituzione), con il ricorso iscritto al n. 19 del registro ricorsi del 2008;
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 2, comma 35, della stessa legge n. 244 del 2007, sollevata, in riferimento ai medesimi parametri, con il ricorso iscritto al n. 19 del registro ricorsi del 2008;
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 27 del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248 (Proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti in materia finanziaria), convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, nel testo modificato dall'articolo 4-bis, comma 14, del decreto-legge 3 giugno 2008, n. 97 (Disposizioni urgenti in materia di monitoraggio e trasparenza dei meccanismi di allocazione della spesa pubblica, nonché in materia fiscale e di proroga di termini), convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto 2008, n. 129, sollevata, in riferimento agli articoli 117, 118 e 119 della Costituzione, nonché agli articoli 5 e 120 della Costituzione e 11 della legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, con il ricorso iscritto al n. 24 del registro ricorsi del 2008:
alla XIII Commissione permanente (Agricoltura);

sentenza n. 140 del 4-8 maggio 2009 (doc. VII, n. 231) con la quale:
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 384, primo comma, del codice penale, sollevata, in riferimento agli articoli 2, 3 e 29 della Costituzione, dal tribunale di Como:
alla II Commissione permanente (Giustizia);

sentenza n. 141 del 4-8 maggio 2009 (doc. VII, n. 232) con la quale:
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 2, comma 2, secondo periodo, del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546 (Disposizioni sul processo tributario in attuazione della delega al Governo contenuta nell'articolo 30 della legge 30 dicembre 1991, n. 413) - come modificato dall'articolo 3-bis, comma 1, lettera b), del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203 (Misure di contrasto all'evasione fiscale e disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria), convertito, con modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, della legge 2 dicembre 2005, n. 248 -, sollevata, in riferimento all'articolo 102, secondo comma, della Costituzione, dalla Commissione tributaria provinciale di Genova:
alla II Commissione permanente (Giustizia);

sentenza n. 142 del 4-8 maggio 2009 (doc. VII, n. 233) con la quale:
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 416 del codice di procedura penale, sollevata, con riferimento agli articoli 24, secondo comma, e 111, terzo comma, della Costituzione, dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Varese:
alla II Commissione permanente (Giustizia);

sentenza n. 148 del 4-8 maggio 2009 (doc. VII, n. 234) con la quale:
dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 3, commi da 30 a 32, della legge n. 244 del 2007, promosse, in riferimento agli articoli 117 e 118 della Costituzione ed al principio di leale collaborazione, di cui agli articoli 5 e 120, secondo comma, della Costituzione ed 11 della legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 (Modifiche al Titolo V della parte seconda della Costituzione), dalla regione Veneto;
dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 3, commi da 27 a 29, della legge n. 244 del 2007, promosse, in riferimento agli articoli 117 e 118 della Costituzione ed al principio di leale collaborazione, di cui agli articoli 5 e 120, secondo comma, della Costituzione ed 11 della legge costituzionale n. 3 del 2001, dalla regione Veneto:
alla I Commissione permanente (Affari costituzionali);

sentenza n. 149 del 4-8 maggio 2009 (doc. VII, n. 235) con la quale:
dichiara inammissibile il conflitto di attribuzione sollevato dallo Stato nei confronti della regione Sardegna con il ricorso indicato in epigrafe limitatamente alla parte relativa alla denunciata incompatibilità con l'articolo 15 dello statuto sardo della normativa regionale in base alla quale è stato emanato l'atto di promulgazione della legge statutaria della regione Sardegna 10 luglio 2008, n. 1 (Disciplina riguardante la forma di governo e i rapporti fra gli organi, i principi fondamentali di organizzazione e di funzionamento della regione, l'esercizio del diritto di iniziativa popolare e i referendum regionali, i casi di ineleggibilità e incompatibilità alla carica di presidente della regione, consigliere regionale e assessore regionale);
dichiara che non spettava al presidente della regione Sardegna procedere alla promulgazione della suddetta legge statutaria della Sardegna n. 1 del 2008;
annulla, per l'effetto, la promulgazione medesima:
alla I Commissione permanente (Affari costituzionali);

sentenza n. 152 del 6-19 maggio 2009 (doc. VII, n. 237) con la quale:
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 7 del decreto del Presidente della Repubblica 25 ottobre 1981, n. 738 (Utilizzazione del personale delle forze di polizia invalido per causa di servizio) sollevata, in riferimento all'articolo 3 della Costituzione, dal tribunale amministrativo regionale della Puglia, sezione di Lecce:
alla I Commissione permanente (Affari costituzionali);

sentenza n. 161 del 18-22 maggio 2009 (doc. VII, n. 240) con la quale:
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 9, comma 2, della legge 27 dicembre 1956, n. 1423 (Misure di prevenzione nei confronti delle persone pericolose per la sicurezza e per la pubblica moralità), così come sostituito dall'articolo 14 del decreto-legge 27 luglio 2005, n. 144, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 luglio 2005, n. 155 (Misure urgenti per il contrasto del terrorismo internazionale), nella parte in cui prevede la pena della reclusione da uno a cinque anni in caso di inosservanza degli obblighi e delle prescrizioni inerenti la sorveglianza speciale con l'obbligo o il divieto di soggiorno, sollevata, in riferimento agli articoli 3 e 27, terzo comma, della Costituzione, dal tribunale di Caltanissetta:
alla II Commissione permanente (Giustizia).

Trasmissione dalla Corte dei conti.

Il presidente della Corte dei conti, con lettera in data 26 maggio 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 11-ter, comma 6, della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni, la relazione, resa dalla Corte stessa a sezioni riunite nell'adunanza del 25 maggio 2009, sulla tipologia delle coperture adottate e sulle tecniche di quantificazione degli oneri relativamente alle leggi approvate dal Parlamento nel quadrimestre gennaio-aprile 2009 (doc. XLVIII, n. 5).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione dal ministro dell'interno.

Il ministro dell'interno, con lettere del 18 maggio 2009, ha trasmesso due note relative all'attuazione data agli ordini del giorno LANDOLFI ed altri n. 9/1857/19, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 26 novembre 2008, riguardante l'istituzione presso le prefetture delle stazioni uniche appaltanti, e per la parte di propria competenza, all'ordine del giorno LO MORO ed altri n. 9/1713/90, accolto come raccomandazione dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 13 novembre 2008, concernente la gestione del Fondo di prevenzione del fenomeno dell'usura nonché la previsione di iniziative di sostegno alle famiglie coinvolte.

Le suddette note sono a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare e sono trasmesse alla I Commissione (Affari costituzionali) competente per materia.

Trasmissioni dal ministro della giustizia.

Il ministro della giustizia, con lettera in data 26 maggio 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 20, ultimo comma, della legge 26 luglio 1975, n. 354, e successive modificazioni, la relazione sull'attuazione delle disposizioni di legge relative al lavoro dei detenuti, per l'anno 2008 (doc. CXVIII, n. 1).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla II Commissione (Giustizia).

Il ministro della giustizia, con lettera in data 26 maggio 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 5, comma 3, della legge 22 giugno 2000, n. 193, la relazione, relativa all'anno 2008, sullo svolgimento da parte dei detenuti di attività lavorative e di corsi di formazione professionale per qualifiche richieste da esigenze territoriali (doc. CXCIV, n. 1).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla II Commissione (Giustizia) e alla XI Commissione (Lavoro).

Trasmissione dal ministro dello sviluppo economico.

Il ministro dello sviluppo economico, con lettera in data 26 maggio 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 23, comma 1, del decreto legislativo 3 settembre 2003, n. 257, la relazione sull'attività svolta dall'ENEA e dalle società e consorzi partecipati, riferita all'anno 2007 (doc. CCIV, n. 1).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla X Commissione (Attività produttive).

Richiesta di un parere parlamentare su atti del Governo.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 25 maggio 2009, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 1, comma 3, e 3 della legge 25 febbraio 2008, n. 34, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante disciplina sanzionatoria per le violazioni delle disposizioni di cui al regolamento (CE) 2005/183/CE che stabilisce i requisiti per l'igiene dei mangimi (94).

Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla II Commissione (Giustizia), nonché, ai sensi del comma 2 dell'articolo 126 del regolamento, alla XIV Commissione permanente (Politiche dell'Unione europea). Tali Commissioni dovranno esprimere il prescritto parere entro il 6 luglio 2009.

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Intendimenti del Governo in merito ad atti intimidatori compiuti ai danni della Lega Nord nel bolognese - 2-00345

A)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
nella notte tra sabato 21 e domenica 22 marzo 2009 un ordigno ha distrutto la sede della Lega Nord di via Pietralata, nella zona bolognese del Pratello, recentemente inaugurata;
l'episodio è solo la più recente e grave di una serie di intimidazioni cominciata nel mese di gennaio 2009, con il danneggiamento della sede leghista di via Malcontenti, e proseguita il 7 marzo 2009, con l'attacco ad un banchetto della Lega Nord allestito in via Indipendenza;
viene ipotizzato un collegamento tra l'attentato e la campagna anarchica per l'abolizione dei centri di identificazione ed espulsione;
stando alle ricostruzioni della stampa locale, è probabile che gli attentatori avessero studiato le precauzioni poste in essere dalle forze dell'ordine per proteggere la sede, inclusi i movimenti del presidio mobile;
in seguito all'accaduto, e per prevenire ulteriori attacchi, la questura ha disposto un servizio di vigilanza fissa nei pressi dell'immobile -:
quali siano gli intendimenti del Governo in merito ai fatti generalizzati nella premessa, in particolare con riferimento alla possibilità che le attività della Lega Nord costituiscano il bersaglio di un'offensiva terroristica strutturata in atto nel bolognese e con riguardo all'adeguatezza delle contromisure adottate.
(2-00345) «Cota, Alessandri, Polledri, Rainieri».

Problematiche relative alla collaborazione con la giustizia del boss camorrista Augusto La Torre - 2-00395

B)

I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri dell'interno e della giustizia, per sapere - premesso che:
Augusto La Torre è stato il capo indiscusso dell'omonimo sodalizio camorristico operante in Mondragone (considerato fra i più efferati per numero di delitti compiuti e per modalità particolarmente feroci) e rientrante nell'orbita del più noto e famigerato clan dei casalesi;
il predetto, nel febbraio del 2003, dopo che analoga scelta era stata effettuata anche da altri esponenti del medesimo sodalizio, aveva iniziato a collaborare con la giustizia, ammettendo la responsabilità di gravissimi fatti di sangue, fra cui la cosiddetta «strage di Pescopagano», avvenuta nell'aprile del 1990, nella quale perirono 6 soggetti ed altri rimasero feriti con conseguenze particolarmente gravi, e di numerosi altri gravissimi fatti di sangue da lui commessi direttamente o in qualità di mandante;
la direzione distrettuale antimafia di Napoli, che aveva gestito la collaborazione del La Torre, ritenendola in un primo momento particolarmente importante, aveva richiesto prima il programma provvisorio e successivamente il programma di protezione;
subito dopo la redazione del verbale illustrativo, la medesima direzione distrettuale antimafia di Napoli aveva accertato che il La Torre aveva taciuto fatti di particolare rilevanza sui rapporti criminali intercorsi, soprattutto, con alcuni imprenditori e dai predetti soggetti si era fatto versare somme di denaro;
per tale ultima vicenda il La Torre era stato raggiunto da ordinanza cautelare per estorsione ai danni di vari imprenditori, reati tutti commessi dopo l'inizio della collaborazione e per i quali risulta poi essere stato condannato con sentenza ormai passata in giudicato ed era stata immediatamente chiesta ed ottenuta la revoca del programma di protezione;
malgrado la revoca del programma, siccome il La Torre aveva continuato a rendere dichiarazioni, la procura napoletana aveva chiesto alla commissione centrale di mantenere il programma di protezione per i familiari del soggetto più volte citato;
nel corso degli anni erano emersi altri gravissimi episodi di infedeltà da parte del La Torre, quali accuse non veritiere nei confronti di alcuni soggetti effettuate per coprire responsabilità di altri (in particolare, il La Torre aveva accusato un suo affiliato di avere trasportato droga dall'Olanda, lì dove, invece, tale attività era stata svolta da un altro affiliato, che. successivamente «pentitosi», aveva raccontato il vero e dichiarato come il La Torre aveva intenzione di ricostruire il clan; per questa vicenda il La Torre è stato condannato in primo grado dal tribunale di Napoli per calunnia, aggravata dalla finalità di favorire il proprio sodalizio mafioso), nuove richieste di denaro avanzate ad imprenditori (per tale situazione, a fine del 2007, è stato raggiunto da altra ordinanza cautelare) ed aveva anche avviato la ricostruzione del proprio sodalizio (fatto dichiarato dai collaboratori di giustizia Scuttini e Falace);
dalle dichiarazioni di vari collaboratori di giustizia che con lui sono stati detenuti - il La Torre per fortuna non ha mai riottenuto la libertà - era emerso un intento vendicativo nei confronti del magistrato che si era occupato della sua collaborazione e che successivamente aveva richiesto la revoca del programma di protezione (il dottor Raffaele Cantone, attualmente in servizio presso la Corte di cassazione), tanto da tentare di organizzare un attentato ai suoi danni attraverso soggetti stranieri con lui in rapporti e da richiedere tramite altro ex collaboratore (tal Carmine Di Girolamo, attualmente detenuto in regime di cui all'articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario) di farlo seguire ed individuare le abitudine sue e dei suoi familiari;
di recente, grazie alle dichiarazioni di altri collaboratori di giustizia - così come riferito in più occasioni dalla stampa (da ultimo Il Mattino del 18 maggio 2009 ed il sito Antimafia 2000) - il La Torre avrebbe tentato di coinvolgere un soggetto già condannato all'ergastolo (tal Forte) per portare a termine l'attentato nei confronti non solo del dottor Cantone, ma anche di altro ex pubblico ministero della direzione distrettuale antimafia di Napoli, la dottoressa Antonietta Troncone, attualmente procuratore aggiunto a Nola, ritenuta «responsabile» dal La Torre di avere sentito uno degli ultimi collaboratori (tal Viesto), che avevano portato alla luce reati ulteriori commessi dal più volte citato La Torre;
il detenuto avrebbe - secondo quanto riportato dalla stampa e dichiarato da un altro collaboratore (tal Graziano) - persino appreso notizie sulla vita privata della dottoressa Troncone e sui figli della predetta, dei quali saprebbe il luogo di abitazione e di studio, chiedendo a suoi adepti di effettuare una ritorsione contro costoro, non potendo colpire il magistrato perché sottoposto a misure di tutela;
malgrado il La Torre abbia commesso una pluralità di fatti così gravi, per alcuni dei quali sono anche intervenute sentenze di condanna, abbia calunniato persone innocenti, abbia organizzato attentati ai danni di magistrati, abbia ripreso contatti con ambienti criminali, viene sentito ancora in dibattimento come «collaboratore», le sue dichiarazioni utilizzate dalla procura per chiedere misure cautelari e continua ad ottenere ad oggi attenuanti collegate alla sua «collaborazione» -:
se siano state adottate tutte le misure di tutela nei confronti dei magistrati citati;
come sia possibile che, malgrado fatti così gravi, il La Torre continui ad essere trattato come un collaboratore di giustizia ed i suoi familiari continuano ad essere protetti, con un gravissimo aggravio di spese ai danni del contribuente;
come mai non sia mai stata adottata la richiesta revoca dei benefici e delle attenuanti ottenute, malgrado essa sia obbligatoria, ai sensi del decreto-legge n. 8 del 1991, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 82 del 1991, come modificato dalla legge n. 45 del 2001, e malgrado ne ricorrano certamente i presupposti;
se siano state adottate tutte le misure carcerarie necessarie per evitare che il La Torre continui, di fatto, a tenere rapporti con l'esterno.
(2-00395) «Garavini, Bellanova, Boccia, Brandolini, Corsini, De Micheli, Ferranti, Fluvi, Fontanelli, Froner, Genovese, Ginoble, Giovanelli, Giulietti, Gozi, Laratta, Marchi, Mattesini, Madia, Morassut, Mosca, Martella, Meta, Motta, Naccarato, Andrea Orlando, Picierno, Pompili, Porfidia, Porta, Rampi, Ria, Sani, Siragusa, Tidei, Livia Turco, Vassallo, Vico, Zampa».

Iniziative ispettive, ai fini dell'eventuale esercizio dell'azione disciplinare, con riferimento all'archiviazione di un procedimento a carico dell'ex pubblico ministero Luigi De Magistris presso il tribunale di Salerno - 2-00387

C)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
le inquietanti vicende dell'ex pubblico ministero di Catanzaro Luigi De Magistris, duramente sanzionato dal Consiglio superiore della magistratura, che ne ha disposto l'allontanamento da Catanzaro ed il trasferimento ad altra sede ed altra funzione, in ragione delle gravissime illiceità dallo stesso perpetrate nella conduzione di indagini penali, sono state oggetto di particolare attenzione da parte del giornalista televisivo Michele Santoro, conduttore della trasmissione televisiva Annozero;
nel corso di diverse puntate del predetto programma, il medesimo conduttore, unitamente ai colleghi Marco Travaglio e Sandro Ruotolo, ha divulgato l'immagine, ad avviso degli interpellanti falsa, del magistrato, oggi aspirante a più remunerativi e più protetti approdi parlamentari, quale vittima del potere ed intemerato servitore dello Stato espropriato della sua funzione e della sua missione moralizzatrice attraverso un complotto ordito ai suoi danni dalle più alte cariche del Paese, dal Consiglio superiore della magistratura, dal Ministro della giustizia del tempo e da tanti magistrati, avvocati e politici coinvolti, a vario titolo, nelle indagini, ad avviso degli interpellanti, prive di fondamento;
Santoro, Travaglio e Ruotolo, unitamente ad altri componenti dell'ormai tristemente noto circuito giornalistico, hanno strenuamente difeso l'immagine di un soggetto, il quale ha palesato, finalmente da candidato, i reali scopi della sua azione e quale fosse il disegno, preordinato e lucido, al quale aveva improntato il suo agire quotidiano nell'esercizio della sua funzione, accompagnato da una sorta di attacco mediatico nei confronti di decine di soggetti coinvolti dalle sue indagini;
la trasmissione Annozero ha costituito e costituisce la più importante ribalta mediatica della quale il De Magistris ha potuto usufruire al solo fine di veicolare una sua immagine di magistrato corretto ed onesto, dissimulando, ad avviso degli interpellanti, quella reale;
mentre il conduttore Santoro si occupava della promozione del De Magistris, sua cognata, la dottoressa Maria Teresa Belmonte, giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Salerno e moglie di Giocondo Santoro, avvocato che esercita nella stessa sede giudiziaria presso la quale la consorte svolge funzioni giurisdizionali, trattava, disponendone l'archiviazione, un delicatissimo processo a carico del De Magistris e di alcuni giornalisti della carta stampata;
la richiesta di archiviazione porta la firma della dottoressa Gabriella Nuzzi, già sostituto a Salerno e trasferita dal Consiglio superiore della magistratura ad altra sede ed altra funzione in relazione all'anomala gestione dei procedimenti penali nei quali era coinvolto il De Magistris;
la dottoressa Belmonte, pur versando nella situazione sopra descritta, non ha neppure inteso richiedere di potersi astenere dalla trattazione dei procedimenti coinvolgenti il De Magistris, al fine di allontanare, da se stessa e dalla magistratura italiana, il sospetto, più che legittimo nell'opinione pubblica, circa la mancanza di terzietà e di serenità di giudizio;
il fatto sopra rappresentato ha provocato e provoca sconcerto nell'opinione pubblica, rendendo, a parere degli interpellanti, l'immagine di una magistratura piegata agli interessi di parte, arrogante e pervasa da diffuso senso di impunità;
il Consiglio superiore della magistratura, sicuramente edotto della particolare situazione, non ha inteso, finora, intervenire ad evitare il ripetersi di situazioni del tipo di quella che, in epoca recente, ha determinato un vero e proprio conflitto tra la procura di Catanzaro e quella di Salerno -:
se non intenda assumere iniziative ispettive ai fini dell'eventuale esercizio dell'azione disciplinare.
(2-00387) «Laboccetta, Brigandì, Marinello, Papa, Vitali, Fucci, Lehner, Cristaldi, Biava, Piso, Sbai, Luciano Rossi, Landolfi, Motta, Pini, Iapicca, Fallica, Ventucci, Taglialatela, Proietti Cosimi, Mazzocchi, Speciale, Aracri, Pugliese, Bianconi, De Angelis, Savino, Martinelli, Nicolucci, Lombardo, Laffranco, Patarino, Renato Farina, Stracquadanio, Pecorella, Gioacchino Alfano, Lo Presti, Bellotti, Consolo, Angelucci, Ciccioli, Lamorte, Milanese».

Iniziative di competenza del Ministro dello sviluppo economico in merito al sistema di rilevazione dei dati di ascolto radiofonici - 2-00388

D)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
a partire dall'anno 2009 l'Audiradio ha scelto di elevare da 24 a 30 i casi minimi necessari per la pubblicazione dei dati di ascolto rilevato, lasciando invariato il campione, costituito da 120.000 (centoventimila) interviste telefoniche;
come si legge sul comunicato stampa di Radio Lombardia del 23 aprile 2009, sulla scorta di questa considerazione, Rcs - Radio communication service srl ha presentato un esposto all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e all'Autorità garante della concorrenza e del mercato, con il quale si chiede di verificare il sistema di rilevazione dei dati di ascolto radiofonici, sulla base della legge n. 249 del 1997, che prevede che la commissione per i servizi ed i prodotti dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni «curi le rilevazioni degli indici di ascolto, vigili sulla correttezza delle indagini ed effettui verifiche sulla congruità delle metodologie»;
tra i profili di illegittimità dell'attuale sistema, secondo Rcs - Radio communication service srl, sussistono il mancato espletamento della funzione di cura e vigilanza da parte dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, la violazione del principio di indipendenza e neutralità tecnologica, poiché l'indagine è affidata a una società di diritto privato, e, non da ultimo, un conflitto di interessi, contrario alla disciplina prevista. Gli amministratori della società Audiradio, infatti, sono i principali network radiofonici nazionali e le più importanti agenzie pubblicitarie. Una circostanza che configura un quadro di illegittima e contraddittoria sovrapposizione tra «rilevatori» e «rilevati», non garantendo la necessaria imparzialità;
l'azione intrapresa da Rcs - Radio communication service srl ha coinvolto anche l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, poiché i rilevamenti di ascolto hanno la capacità di determinare la struttura concorrenziale nella raccolta pubblicitaria, creando una posizione sempre più dominante dei network nazionali a scapito dell'emittenza locale -:
se non intenda adottare ogni iniziativa di sua competenza per far sì che sia rispettata, tutelata e valorizzata la preziosità delle emittenti radiofonici locali italiane.
(2-00388) «Renato Farina, Volpi, Comaroli, Fugatti, Negro, Goisis, Soglia, Di Centa, Crosio, Marinello, Centemero, Laura Molteni, Polledri, Mussolini, Antonione, Vella, Biancofiore, Mazzoni, Galati, Lehner, Pianetta, Picchi, Pelino, Stracquadanio, Bertolini, Zacchera, Polidori, Bernini Bovicelli, Contento, Sbai, Paniz, Ascierto, Mistrello Destro, Bocciardo, Porcu, Paglia, Giammanco, Brigandì, Vanalli, Malgieri, Moles».

Ipotesi di chiusura di alcune scuole di specializzazione dell'Università Magna Graecia di Catanzaro - 2-00393

E)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
il decreto ministeriale del 31 marzo 2009 ha assegnato 5000 borse ministeriali destinate alle specializzazioni mediche, non rispettando in tal modo le reali esigenze dell'intero territorio nazionale, messe in risalto dalla Conferenza Stato-regioni che ne aveva richieste 8848;
inoltre, lo stesso provvedimento ha previsto l'accorpamento di ben 16 scuole di specializzazione dell'Università Magna Graecia di Catanzaro con l'Università Federico II di Napoli e con l'Università di Bari, assegnando a queste ultime due il ruolo di capofila;
tale decisione è gravemente lesiva dell'università calabrese, in quanto penalizza fortemente i giovani laureati del luogo, che da ora in poi dovranno sopportare gravi disagi e costi elevati per frequentare sedi universitarie lontane;
il provvedimento risulta, altresì, dannoso non solo per la sopravvivenza della facoltà di medicina e chirurgia del capoluogo calabrese, ma anche per quelle appartenenti ad atenei di piccole dimensioni e di recente istituzione, soprattutto se del Mezzogiorno;
occorre sottolineare che tale decisione è stata assunta dal ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca senza una consultazione degli organi accademici, come richiede l'autonomia universitaria, e che ancora una volta la Calabria viene penalizzata nella formazione dei suoi giovani studenti, che si trovano costretti ad emigrare per completare il loro corso di studi -:
quali provvedimenti urgenti e immediati si ritenga opportuno adottare al fine di evitare la chiusura di queste scuole di specializzazione, le quali hanno raggiunto il loro prestigio grazie, soprattutto, al rapporto diretto professionale ed umano tra studenti e professori e alla loro elevata qualità didattica, che fanno di tali scuole un motivo di vanto non solo per la città di. Catanzaro, ma per tutto il Sud d'Italia.
(2-00393) «Tassone, Vietti, Occhiuto».

Tempi di emanazione del decreto del ministero dell'economia e delle finanze relativo all'assegnazione dei fondi a favore di Sea previsti dalla legge n. 449 del 1995 - 2-00389

F)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
la legge n. 449 del 1995 ha stanziato 482,5 milioni di euro a favore di Sea per lo sviluppo infrastrutturale di Malpensa 2000, prevedendo un meccanismo di assegnazione dei fondi;
alla data del 15 marzo 2009 Sea ha maturato crediti verso Enac per 57,2 milioni di euro, di cui 47,9 milioni sono in attesa del compimento dell'emanazione di un decreto da parte del ministero dell'economia e delle finanze che consenta la messa a disposizione della competenza e della cassa necessarie ad effettuare i trasferimenti a favore di Sea;
a seguito delle ultime informazioni ricevute dal dipartimento delle Ragioneria generale dello Stato (ispettorato generale del bilancio), si segnala che il fondo dedicato alle riassegnazioni per il 2009, già in questa prima fase dell'anno, è quasi esaurito e non potrà accogliere la richiesta Sea di 47,9 milioni di euro presentata a Enac nel giugno 2008;
il non accoglimento della richiesta è dovuto alla scarsità delle risorse finanziarie disponibili presso il ministero dell'economia e delle finanze, che non ha permesso di stanziare una somma che comprendesse tutte le richieste inevase accumulatesi negli anni precedenti;
il fondo dedicato alle riassegnazioni è stato rifinanziato nel 2009 per un totale di circa 900 milioni di euro, di cui solo 11 milioni a disposizione del ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
relativamente alla residua quota di crediti Sea presso Enac vi è una seconda richiesta di riassegnazione per 9,2 milioni di euro in via di evasione da parte di Enac;
sono in fase di emissione ulteriori richieste Sea ad Enac per il reintegro di pagamenti effettuati ad appaltatori nel corso del mese di dicembre 2008 per un controvalore di 1,4 milioni di euro e, nel corso del 2009, saranno pagati ad appaltatori ulteriori 10 milioni euro, incrementando il credito Sea verso Enac di altri 11,4 milioni di euro;
i ritardi nei pagamenti hanno comportato la necessità per Sea di finanziare autonomamente tali esborsi, ricorrendo ad una linea bancaria di anticipazione (garantita dai crediti verso Enac), il cui costo è pari al tasso Euribor 3 mesi più lo 0,39 per cento e con obbligo di rimborso da parte di Sea entro il 26 aprile 2010 delle somme anticipate non ancora liquidate da Enac;
al 15 marzo 2009 la linea bancaria di anticipazione risulta utilizzata per 55,9 milioni di euro, per cui, se entro aprile 2010, Sea non ottenesse il saldo del credito evidenziato in precedenza dovrebbe procedere all'apertura di nuovi finanziamenti per onorare gli impegni con l'istituto finanziatore -:
se il Ministro interpellato, essendo a conoscenza della situazione, non intenda intervenire in tempi rapidissimi, al fine di ripristinare una normale operatività del fondo, dato che, dall'emanazione della legge n. 449 del 1985, il 2009 è il primo anno nel quale si verifica una situazione insostenibile che consiste nel posporre all'anno successivo l'emanazione del decreto di riassegnazione e, nel nuovo anno, nel non effettuarla per mancato rifinanziamento del capitolo di spesa relativamente ai sospesi dell'anno precedente.
(2-00389) «Cota, Crosio».

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Ulteriori iniziative del Governo in materia di contrasto all'immigrazione clandestina - 3-00540

COTA, LUCIANO DUSSIN, DAL LAGO, REGUZZONI, ALESSANDRI, ALLASIA, BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BRIGANDÌ, BUONANNO, CALLEGARI, CAPARINI, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, D'AMICO, DOZZO, GUIDO DUSSIN, FAVA, FEDRIGA, FOGLIATO, FOLLEGOT, FORCOLIN, FUGATTI, GIBELLI, GIDONI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LANZARIN, LUSSANA, MACCANTI, LAURA MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MONTAGNOLI, MUNERATO, NEGRO, PAOLINI, PASTORE, PINI, PIROVANO, POLLEDRI, RAINIERI, RIVOLTA, RONDINI, SALVINI, SIMONETTI, STEFANI, STUCCHI, TOGNI, TORAZZI, VANALLI e VOLPI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'attuale Governo ha avviato sin dal suo insediamento un indirizzo molto chiaro e inflessibile in tema di contrasto all'immigrazione clandestina, articolandolo in diverse direzioni: sia tramite l'adozione di provvedimenti d'urgenza capaci di dispiegare in maniera immediata l'azione di contrasto, sia attraverso disegni di legge in via di approvazione, sia infine mediante un'intensa attività di negoziazione sul piano internazionale, che ha avuto come traguardo più significativo la ratifica ed esecuzione del Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra la Repubblica italiana e la Grande Giamahiria araba libica popolare sociale;
in particolare, i frutti di questa azione si sono tradotti in un'efficace azione di respingimento di clandestini, come risulta da alcuni significativi dati: nei giorni dal 6 al 10 maggio 2009 sono stati intercettati a bordo di natanti in acque internazionali e ricondotti in Libia, Paese di partenza, 471 cittadini stranieri, che, in tre distinte occasioni, avevano tentato di raggiungere clandestinamente le nostre coste; per effetto di questa operazione gli sbarchi nel mese di maggio 2009 hanno fatto registrare una riduzione di cinque volte rispetto al maggio 2008;
la pressione degli arrivi su Lampedusa si è drasticamente ridotta grazie alle citate operazioni e anche la situazione dei centri di accoglienza è tornata rapidamente alla normalità, mostrando l'assoluta pretestuosità delle polemiche sollevate sulle scelte coinvolgenti l'isola intraprese dal Governo;
l'effetto degli accordi stipulati con la Libia è stato quello di consentire il contrasto dell'immigrazione clandestina proveniente dai porti della Libia attraverso un'azione coordinata tra le forze di polizia italiane e quelle libiche, alle quali si aggiungono le unità di Frontex;
il grande merito delle citate operazioni è stato quello di realizzare, in piena sicurezza, un'azione di polizia in acque internazionali, che ha impedito l'approdo in Italia di unità navali dedite al traffico di clandestini, senza tuttavia trascurare le esigenze di soccorso umanitario -:
quali ulteriori iniziative il Governo intenda assumere per proseguire nella linea, già meritoriamente intrapresa, di contrasto all'immigrazione clandestina.
(3-00540)

Risorse umane e finanziarie per affrontare l'emergenza sicurezza nei quartieri periferici delle metropoli italiane, con particolare riferimento a Milano e Roma - 3-00541

SORO, SERENI, BRESSA, MINNITI, QUARTIANI, GIACHETTI, AMICI, FERRANTI, FIANO, DUILIO, FARINONE, DE BIASI, MORASSUT, META, GAROFANI, POMPILI, CAUSI, CARELLA, COSCIA, GASBARRA, MADIA, ARGENTIN, TOCCI, BACHELET, TIDEI, RUGGHIA, RECCHIA e TOUADI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella serata di domenica 24 maggio 2009 a Milano, nel quartiere Quarto Oggiaro, è stato assassinato Francesco Crisafulli, pregiudicato e fratello dei più noti Alessandro e Biagio, entrambi condannati all'ergastolo per associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti;
da notizie di stampa si apprende che l'assassino è stato già identificato e, secondo i dirigenti della squadra mobile, si tratterebbe di un omicidio non legato alla guerra tra clan, ma a motivi personali;
quale che sia il movente, è certo, però, che a Milano c'è un'ondata di nuova delinquenza e la città sta vivendo una nuova emergenza legalità, con interi quartieri, come Quarto Oggiaro, che rischiano di essere ostaggio della criminalità organizzata e mafiosa;
negli stessi giorni a Roma, nel quartiere periferico del Trullo, è stato ucciso in strada un giovane pregiudicato, colpito da diversi colpi di pistola;
il quartiere Trullo è un abituale teatro di violenze e della criminalità e per questo necessita di avere una stazione dei carabinieri o un posto di polizia, tuttora assente;
questi episodi dimostrano che, nonostante la volontà e la professionalità degli apparati di polizia, che tempestivamente agiscono per «scovare» gli autori dei delitti, molte parti delle nostre città sono in preda alla delinquenza e vivono in un clima di illegalità;
manca, da parte del Governo, una politica di prevenzione del crimine, che non può prescindere dal controllo del territorio operato dagli organi di polizia;
su questo mancato controllo pesa come un macigno il taglio di risorse operato dal decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, che alcuni «interventi tampone» del Governo non sono riusciti a colmare, come non si stancano di denunciare praticamente tutte le sigle dei sindacati di polizia -:
quali risorse umane e finanziarie il Governo intenda destinare per affrontare l'emergenza sicurezza che interessa i quartieri periferici delle metropoli italiane, a cominciare da Milano e Roma, al fine di ridurre e prevenire la criminalità comune e organizzata.
(3-00541)

Piano di ristrutturazione finanziaria del quotidiano Il Mattino e intendimenti del Governo sulla concessione dei contributi statali all'editoria per la salvaguardia del pluralismo dell'informazione - 3-00542

BARBATO e DONADI. - Al Ministro per i rapporti con il Parlamento. - Per sapere - premesso che:
lo storico quotidiano Il Mattino, colpito dalla crisi, rischia la chiusura; è di pochi mesi fa, infatti, la notizia che il quotidiano fondato nel 1892 da Edoardo Scarfoglio e Matilde Serao, la più antica voce del Meridione in Italia, con sede a Napoli, dovrà tagliare 37 posti di lavoro, chiudere la sede di Roma e gli uffici di Milano e Reggio Calabria;
l'azienda editoriale Il Mattino spa il 18 marzo 2009 ha, infatti, presentato un piano di ristrutturazione «in presenza di crisi», che contiene, oltre al taglio del personale e alla chiusura di diverse sedi, una serie di trasferimenti e riduzioni delle retribuzioni per chi resta in organico;
sembra, però, che la crisi non sia giustificata da un calo delle vendite (Il Mattino è e resta di gran lunga giornale leader in Campania), bensì da una forte contrazione nei primi mesi del 2009 delle entrate pubblicitarie;
non si è pensato di avviare un concreto piano di rilancio e investimenti, per immaginare un prodotto più moderno e al passo con le nuove tecnologie, ma si è preferito offuscare la funzione storica essenziale de Il Mattino: quella di essere la principale e più autorevole voce del Mezzogiorno, in grado di informare opportunamente sulle scelte politiche ed economiche italiane;
come si legge nel piano di ristrutturazione finanziaria, il nuovo Mattino sarà «fortemente orientato alla sua area di diffusione primaria», cioè racconterà ai campani cosa accade in Campania, come un quotidiano locale; non avrà più la redazione di Roma; non avrà più gli uffici di corrispondenza di Milano e di Reggio Calabria; il nuovo Mattino non avrà più nessun cronista in Parlamento, nei ministeri, alla conferenza Stato-regioni, nei luoghi chiave dove si prendono decisioni fondamentali per chi vive a Napoli e nel Mezzogiorno. Le informazioni da Roma e dal mondo arriveranno «in maniera organica e continua» - si legge ancora nel piano - dall'utilizzo «di conoscenze presenti nelle testate del gruppo», ovvero de Il Messaggero, i cui autorevoli giornalisti, stante la loro professionalità, certamente non riprodurrebbero quella visione meridionalista, che è stata, e dovrà continuare ad essere, la mission di un giornale autorevole;
sul piano presentato dall'azienda la redazione de Il Mattino ha cominciato una dura vertenza, opponendosi a un progetto di ristrutturazione che pagherebbero i giornalisti e i lettori; «l'identità de Il Mattino è a rischio e con il suo principale giornale rischia di fare un passo indietro tutto il Mezzogiorno». È l'appello del comitato di redazione de Il Mattino, a cui si sono aggiunti tanti messaggi di solidarietà arrivati in queste settimane, dal consiglio regionale della Campania, dal consiglio comunale di Napoli, da sindacati, politici, da lettori e collaboratori della storica testata, i quali hanno fondato un gruppo su Facebook («Salviamo Il Mattino») forte di 4.000 adesioni;
il giornale fa capo al gruppo editoriale romano de Il Messaggero di Caltagirone editore, che, com'è noto, gode dei contributi concessi dallo Stato all'editoria -:
se il Governo sia a conoscenza della situazione sopra descritta e se non ritenga che le sovvenzioni date ai gruppi editoriali debbano salvaguardare proprio il pluralismo dell'informazione sancito dalla Costituzione e i patrimoni culturali ad esso legati.
(3-00542)

Interventi per il potenziamento e l'ammodernamento dell'aeroporto di Reggio Calabria - 3-00543

NUCARA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nei giorni passati l'aeroporto di Reggio Calabria è stato chiuso per alcune ore causa un fenomeno atmosferico dovuto ad un improvviso aumento della temperatura, che crea all'altezza del bagnasciuga una fitta nebbia dovuta al vapore acqueo che sale dal mare. Mentre tutta l'area circostante, compresa la pista, era in uno stato di perfetta visibilità;
ai passeggeri che ponevano la domanda sul perché non si decollasse, vista la più che ottima visibilità in tutta l'area tranne che nel bagnasciuga (si ricorda che l'Aeroporto dello Stretto si trova sul mare), i tecnici rispondevano che non c'erano problemi per il decollo, ma che, tuttavia, in caso di necessitato rientro, non si poteva atterrare, poiché la torre di controllo dell'aeroporto non era dotata di un secondo radar;
di questo inconveniente in passato è stato vittima anche l'allora Ministro Lunardi. Ma ancora oggi ad esso non si è provveduto, nonostante che l'Aeroporto dello Stretto serva un'utenza che si ripartisce tra le due città metropolitane - Messina e Reggio Calabria - come di recente definite dal consiglio regionale e dal Parlamento;
nell'accordo di programma quadro definito tra il Ministro delle infrastrutture, l'Enac e la regione Calabria sono destinate risorse inadeguate per un aeroporto che ha bisogno di essere potenziato e modernizzato, anche in considerazione della programmata chiusura dell'aeroporto di Catania in vista dei previsti lavori;
se a ciò si aggiunge l'impraticabilità dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria per i prossimi anni e un servizio ferroviario tutt'altro che adeguato, si avrà un quadro completo delle difficoltà di comunicazione tra le due città - nonostante siano state qualificate come città metropolitane - ed il resto del territorio nazionale, con conseguenti disagi per tutta la popolazione e continui disincentivi allo sviluppo di qualsiasi attività economica -:
quali iniziative intenda intraprendere, con urgenza, il Ministro interrogato per risolvere il problema di un potenziamento dell'aeroporto, anche in vista dell'imminente stagione estiva, e quali interventi, nell'ambito dell'accordo di programma quadro citato in premessa, intenda avviare per risolvere un problema che rischia di diventare annoso.
(3-00543)

Orientamenti del Governo in merito alla liberalizzazione dei servizi pubblici, con particolare riferimento a quelli locali - 3-00544

VIETTI, COMPAGNON, GALLETTI, TABACCI, CICCANTI, VOLONTÈ, ANNA TERESA FORMISANO, PEZZOTTA, RUGGERI e NARO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
intervenendo lunedì 24 maggio 2009 ad un convegno, il Presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, Antonio Catricalà, ha sottolineato la necessità di ridurre i costi di alcuni servizi primari per i cittadini attraverso una maggiore concorrenza nei settori dell'energia, delle telecomunicazioni, delle assicurazioni, del credito e dei servizi professionali;
il Presidente Catricalà ha rimarcato il fatto che, nonostante le dichiarazioni di facciata, tutte nel senso di andare avanti nella concorrenza, esistono «interventi sporadici ma significativi che, in Parlamento, tentano di riportare indietro le lancette dell'orologio»;
l'allarme lanciato dal Presidente Catricalà coincide con le conclusioni dell'indagine fatta dall'Istituto Bruni Leoni la scorsa settimana sull'indice delle liberalizzazioni, che dipingono un'Italia con «un piede nel mercato e uno nell'interventismo statale» e che vi è una «assenza di volontà politica di incisività dell'azione politica»;
il Presidente di Confindustria ha puntato l'indice contro le società pubbliche dei servizi locali, alfieri «dell'avanzata impressionante del neostatalismo», e sottolinea il fatto che la parola «liberalizzazione» sembra essere sparita dal dibattito pubblico;
la polemica sul numero dei deputati e sul loro costo per le casse dello Stato, sollevata nei giorni scorsi dal Presidente del Consiglio dei ministri, non coinvolge stranamente il mondo delle società pubbliche locali, che risultano, invece, essere dispensatrici di circa 6 mila «poltrone» alla politica;
il testo contenuto nel decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, che riordina le regole per i servizi locali, è risultato ambiguo e contraddittorio, tanto che il Ministro per i rapporti con le regioni ha dovuto rinunciare ad emanare il regolamento attuativo, la cui scadenza era fissata al 16 febbraio 2009 -:
quali siano i motivi di questo silenzio istituzionale su un argomento, che ci pone in forte condizione di inferiorità rispetto agli altri Paesi europei e che è ritenuto unanimemente la strada più diretta per il contenimento dei costi dei servizi per gli utenti e un freno all'aumento dell'inflazione previsto nei prossimi mesi, e quali iniziative intenda assumere a riguardo.
(3-00544)

Interventi a favore della Scuola archeologica italiana di Atene, anche in vista della celebrazione del suo centenario - 3-00545

CICCHITTO, BOCCHINO, CENTEMERO, VERSACE e MANCUSO. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
la Scuola archeologica italiana di Atene ha una tradizione storica e culturale pluriennale e riconosciuta a livello internazionale, che rappresenta una punta di eccellenza della ricerca italiana in campo archeologico;
nel 1900 venne creata a Creta una stabile missione archeologica italiana, alle dipendenze della Scuola nazionale di archeologia a Roma, che organizzò gli illustri scavi di Gortyna, di Festos e della Villa di Haghia Triada, i più importanti siti archeologici di Creta. Con regio decreto 9 maggio 1909, n. 373, e l'annesso regolamento, l'Italia arrivò ad avere la sua stazione archeologica in Grecia, denominata Scuola archeologica italiana di Atene, che affiancò le prestigiose Ecole française (1846), Deutsches institut (1874), American school (1882), British school (1886) e Istituto austriaco (1898). Nel 1914 la Scuola iniziò la pubblicazione della rivista scientifica ufficiale l'«Annuario della Scuola di Atene e delle missioni archeologiche italiane in Oriente». Ad oggi l'attività di scavo della Scuola si svolge soprattutto a Creta e a Lemnos;
in questi anni si sono susseguite numerose pubblicazioni di alto livello scientifico, che hanno raccolto scritti di carattere archeologico, storico ed antropologico. Ampio anche il ventaglio delle manifestazioni scientifiche sviluppate con alcune delle più importanti strutture culturali italiane ed europee;
tra l'altro, nel 2003, la Scuola ha ospitato ufficialmente la visita del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, visita replicata nel 2008 dal Presidente Giorgio Napolitano. Lo stesso Stato ellenico, attraverso il Ministro della cultura, Voulgarakis, ha riconosciuto i meriti acquisiti dall'istituzione italiana, consegnando nelle mani del direttore il «diploma» al merito per i novantotto anni di collaborazione e di contributo alla cultura greca;
al di là di questi prestigiosi riconoscimenti, paradossalmente, la dotazione annuale di questa prestigiosa ed unica istituzione culturale italiana è andata progressivamente a ridursi, dai due miliardi di lire (1.020.000 euro) del 2000 agli 806.000 euro (al netto degli accantonamenti, 640.000 euro) del 2008. Nel 2009, poi, la situazione economica si è aggravata ulteriormente. Il budget previsto si è ridotto, infatti, previ accantonamenti, a soli 553.000 euro. Una condizione praticamente insostenibile rispetto a spese fisse annuali che si aggirano intorno agli 850.000 euro;
realtà in chiara controtendenza rispetto alle altre strutture culturali estere. L'Ecole française d'Athenes gode, infatti, di uno stanziamento annuale di 5 milioni di euro, l'American school of classical studies at Athens di 9 milioni di dollari e la British school at Athens di 500.000 sterline solo per la ricerca;
in questo contesto, lo stesso Senato della Repubblica, nella seduta dell'11 dicembre 2008, in sede di esame del disegno di legge n. 1209, ha impegnato «il Governo ad affrontare e risolvere le problematiche di cui all'emendamento 3.Tab.A.4 ed in particolare il competente ministero per i beni e le attività culturali, in sede di applicazione dell'articolo 60 del decreto n. 112, rimodulando le risorse, a tener conto delle necessità della Scuola italiana di archeologia di Atene, considerandole prioritarie»;
tale situazione appare ancor più inaccettabile alla luce dell'ormai imminente celebrazione del centenario della Scuola archeologica italiana di Atene (1909-2009), che prevedrà alcune prestigiose ed importanti manifestazioni culturali, in grado di celebrare l'importante evento -:
quali interventi, anche di natura economica, il Ministro interrogato intenda porre in essere al fine di evitare la marginalizzazione del rilevante lavoro di ricerca e di insegnamento della Scuola, assicurandone, nel contempo (come peraltro sta avvenendo per le altre scuole archeologiche internazionali presenti ad Atene), la prosecuzione ed il rilancio della prestigiosa attività scientifica in vista della celebrazione del centenario della Scuola stessa.
(3-00545)