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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di martedì 23 giugno 2009

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 23 giugno 2009.

Albonetti, Angelino Alfano, Amici, Balocchi, Barbi, Bergamini, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brancher, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Carfagna, Casero, Castellani, Cesa, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cosentino, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, D'Incecco, Di Virgilio, Donadi, Gianni Farina, Renato Farina, Fassino, Fitto, Gregorio Fontana, Frattini, Galati, Gelmini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Leone, Lo Monte, Lombardo, Lupi, Lusetti, Malgieri, Mantovano, Maroni, Martini, Mazzocchi, Melchiorre, Meloni, Menia, Miccichè, Migliavacca, Migliori, Molgora, Angela Napoli, Nucara, Leoluca Orlando, Palumbo, Pecorella, Pescante, Prestigiacomo, Rigoni, Roccella, Romani, Rotondi, Saglia, Scajola, Soro, Stefani, Stucchi, Tremonti, Livia Turco, Valducci, Vegas, Vitali, Vito, Volontè, Zacchera.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta)

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Amici, Antonione, Balocchi, Barbi, Bergamini, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brancher, Briguglio, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Caparini, Carfagna, Casero, Castellani, Cesa, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cosentino, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, D'Incecco, Di Virgilio, Donadi, Gianni Farina, Renato Farina, Fassino, Fiano, Fitto, Gregorio Fontana, Frattini, Galati, Gelmini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Leone, Lo Monte, Lombardo, Lupi, Lusetti, Malgieri, Mantovano, Maroni, Martini, Mazzocchi, Melchiorre, Meloni, Menia, Miccichè, Migliavacca, Migliori, Milanato, Molgora, Angela Napoli, Nucara, Leoluca Orlando, Palumbo, Pecorella, Pescante, Prestigiacomo, Rigoni, Roccella, Romani, Rosato, Rotondi, Saglia, Scajola, Soro, Stefani, Stucchi, Tremonti, Livia Turco, Urso, Valducci, Vegas, Vitali, Vito, Volontè, Zacchera.

Annunzio di proposte di legge.

In data 18 giugno 2009 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
ARACRI: «Disposizioni concernenti il termine di preavviso per la sospensione e l'esercizio del diritto di recesso da parte delle banche nei contratti di concessione di linee di credito in favore di imprese e persone fisiche che operano per scopi inerenti all'attività imprenditoriale o professionale» (2520);
LEO: «Modifica dell'articolo 37-bis del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, concernente il contrasto dell'elusione fiscale e dell'abuso del diritto in materia tributaria» (2521).

In data 19 giugno 2009 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
DE CORATO: «Disposizioni per l'esenzione dall'imposizione fiscale del trattamento previdenziale risarcitorio corrisposto al personale militare in quiescenza» (2522);
LETTA e MOSCA: «Modifiche alla legge 7 giugno 2000, n. 150, in materia di disciplina delle attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni, nonché alle leggi 25 marzo 1993, n. 81, e 22 febbraio 2000, n. 28, in materia di comunicazione istituzionale durante la campagna elettorale» (2523).

In data 22 giugno 2009 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa del deputato:
MINASSO: «Norme per la tutela dei padri separati» (2524).

Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

La proposta di legge MARINELLO ed altri: «Modifiche all'articolo 348 del codice penale e all'articolo 141 del testo unico delle leggi sanitarie, di cui al regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, in materia di esercizio abusivo di una professione» (910) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Ria.

La proposta di legge ALESSANDRI ed altri: «Modifiche al decreto legislativo 1o settembre 1998, n. 333, recante attuazione della direttiva 93/119/CE, relativa alla protezione degli animali durante la macellazione o l'abbattimento» (1458) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Reguzzoni.

La proposta di legge STEFANI ed altri: «Modifiche alla legge 25 marzo 1997, n. 68, e all'articolo 1 della legge 31 marzo 2005, n. 56, concernenti l'Istituto nazionale per il commercio estero» (1938) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Reguzzoni.

La proposta di legge PICIERNO ed altri: «Disposizioni per favorire la testimonianza e la conservazione della memoria storica sui fatti di mafia e terrorismo» (2417) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Binetti e Graziano.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

I Commissione (Affari costituzionali):
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE COMMERCIO ed altri: «Istituzione di una Sezione speciale della Corte costituzionale, avente le competenze già attribuite all'Alta Corte prevista dall'articolo 24 dello Statuto speciale della Regione siciliana» (1579) Parere delle Commissioni II e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
PICIERNO ed altri: «Disposizioni per favorire la testimonianza e la conservazione della memoria storica sui fatti di mafia e terrorismo» (2417) Parere delle Commissioni V, VII e XI;
GALATI: «Modifica al decreto legislativo 19 maggio 2000, n. 139, in materia di nomina a prefetto e di promozione a viceprefetto rispettivamente dei viceprefetti e dei viceprefetti aggiunti collocati in quiescenza» (2464) Parere delle Commissioni V e XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale).

II Commissione (Giustizia):
LUSSANA: «Nuove disposizioni per la tutela del diritto all'oblio su internet in favore delle persone già sottoposte a indagini o imputate in un processo penale» (2455) Parere delle Commissioni I e VII.

VII Commissione (Cultura):
CIOCCHETTI: «Norme per la promozione dell'attività sportiva attraverso la costruzione e la ristrutturazione di impianti sportivi» (2394) Parere delle Commissioni I, V, VI, VIII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
PORTA ed altri: «Modifiche alla legge 22 aprile 1941, n. 633, in materia di riconoscimento del diritto d'autore relativamente alle opere a fumetti» (2427) Parere della I Commissione;
BITONCI ed altri: «Istituzione di un Fondo per il restauro, il recupero e la valorizzazione culturale, turistica e sociale delle Mura castellane di Cittadella» (2439) Parere delle Commissioni I, V, VIII, XII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
GOISIS: «Istituzione del ruolo unico dei professori universitari e del ruolo dei ricercatori nonché disciplina relativa allo stato giuridico, al reclutamento e alla valutazione dell'attività scientifica e didattica dei medesimi» (2460) Parere delle Commissioni I, II, V, X, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale) e XII;
SANTELLI: «Abrogazione dell'articolo 75-bis del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, in materia di produzione e vendita di prodotti audiovisivi» (2465) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni) e X;

VIII Commissione (Ambiente):
TASSONE ed altri: «Disposizioni per la predisposizione e l'installazione di alloggi di emergenza di uso duale in caso di calamità naturali, di disastri causati dall'uomo e di eventi non convenzionali» (2243) Parere delle Commissioni I, V, VII, X, XI, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

XI Commissione (Lavoro):
GIULIO MARINI: «Modifica all'articolo 35 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, in materia di reclutamento del personale delle pubbliche amministrazioni» (2462) Parere delle Commissioni I e V.

Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e XII (Affari sociali):
«Norme in materia di riconoscimento e sostegno alle comunità giovanili» (2505) Parere delle Commissioni II, V, VII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Annunzio di sentenze della Corte costituzionale.

La Corte costituzionale ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 30, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87, copia delle seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del regolamento, sono inviate alle sottoindicate Commissioni competenti per materia, nonché alla I Commissione (Affari costituzionali), se non già assegnate alla stessa in sede primaria:
con lettera in data 29 maggio 2009, sentenza n. 164 del 18-29 maggio 2009 (doc. VII, n. 241), con la quale: dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 3, commi 1, 2, 3, 5 e 7, della legge della regione Valle d'Aosta 16 ottobre 2006, n. 22, recante «Ulteriori modificazioni alla legge regionale 6 aprile 1998 n. 11 (Normativa urbanistica e di pianificazione territoriale della Valle d'Aosta)»:

alla VIII Commissione (Ambiente);
con lettera in data 29 maggio 2009, sentenza n. 165 del 18-29 maggio 2009 (doc. VII, n. 242), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 2, commi 1 e 3, della legge della regione Friuli-Venezia Giulia 6 marzo 2008, n. 6 (Disposizioni per la programmazione faunistica e per l'esercizio dell'attività venatoria), nella parte in cui sottopone al regime giuridico della zona faunistica delle Alpi tutto il territorio della regione Friuli-Venezia Giulia;
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 19 della legge regionale n. 6 del 2008;
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 23, commi 8 e 9, della legge regionale n. 6 del 2008;
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 44 della legge regionale n. 6 del 2008;
dichiara inammissibile la questione di legittimità costituzionale degli articoli 14 e 17 della medesima legge regionale n. 6 del 2008;
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 23, comma 7, della legge regionale n. 6 del 2008;

alla XIII Commissione (Agricoltura);

con lettera in data 29 maggio 2009, sentenza n. 166 del 18-29 maggio 2009 (doc. VII, n. 243), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 6 della legge della regione Basilicata 26 aprile 2007, n. 9 (Disposizioni in materia di energia);
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 3 della legge della regione Basilicata n. 9 del 2007, sollevata dal tribunale amministrativo per la Basilicata, in riferimento agli articoli 3, 41, primo comma, 97, primo comma, e 117, terzo comma, della Costituzione:

alla X Commissione (Attività produttive);

con lettera in data 11 giugno 2009, sentenza n. 173 del 22 aprile - 11 giugno 2009 (doc. VII, n. 247), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 240, commi 4 e 5, del codice di procedura penale, nella parte in cui non prevede, per la disciplina del contraddittorio, l'applicazione dell'articolo 401, commi 1 e 2, dello stesso codice;
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 240, comma 6, codice di procedura penale, nella parte in cui non esclude dal divieto di fare riferimento al contenuto dei documenti, supporti e atti, nella redazione del verbale previsto dalla stessa norma, le circostanze inerenti l'attività di formazione, acquisizione e raccolta degli stessi documenti, supporti e atti;
dichiara inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 240, commi 3, 4, 5 e 6, codice di procedura penale, sollevata dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Vibo Valentia, in riferimento agli articoli 24, 111, primo, secondo e quarto comma, e 112 della Costituzione (r.o. n. 50 del 2008);
dichiara inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 240, commi 3, 4, 5 e 6, codice di procedura penale, sollevata dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Milano, in riferimento agli articoli 24, primo e secondo comma, 111, primo, secondo e quarto comma, e 112 della Costituzione (r.o. n. 84 del 2008):

alla II Commissione (Giustizia);

con lettera in data 12 giugno 2009, sentenza n. 177 del 10 - 12 giugno 2009 (doc. VII, n. 249), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 47-ter, commi 1, lettera a), seconda parte, e 8, della legge 26 luglio 1975, n. 354 (Norme sull'ordinamento penitenziario e sull'esecuzione delle misure privative e limitative della libertà), nella parte in cui non limita la punibilità ai sensi dell'articolo 385 del codice penale al solo allontanamento che si protragga per più di dodici ore, come stabilito dall'articolo 47-sexies, comma 2, della suddetta legge n. 354 del 1975, sul presupposto, di cui all'articolo 47-quinquies, comma 1, della medesima legge, che non sussista un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti:

alla II Commissione (Giustizia).

La Corte costituzionale ha depositato in cancelleria le seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del regolamento, sono inviate alle sottoindicate Commissioni permanenti per materia, nonché alla I Commissione (Affari costituzionali), se non già assegnate alla stessa in sede primaria:
sentenza n. 167 del 18-29 maggio 2009 (doc. VII, n. 244) con la quale:
dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 4 e 18 della legge della regione Umbria 26 maggio 2004, n. 8 (Ulteriori modificazioni ed integrazioni della legge regionale 28 febbraio 1994, n. 6 - Disciplina della raccolta, coltivazione, conservazione e commercio dei tartufi), sollevate, in riferimento agli articoli 3, 41, 42 e 117, terzo comma, della Costituzione, dal Tribunale amministrativo dell'Umbria:

alla XIII Commissione (Agricoltura);

sentenza n. 168 del 18-29 maggio 2009 (doc. VII, n. 245) con la quale:
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 1, comma 1251, lettera c-bis) e lettera c-ter), della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - Legge finanziaria 2007), introdotte dall'articolo 2, comma 462, della suddetta legge n. 244 del 2007, promossa, in riferimento agli articoli 117, quarto comma, 118 e 119 della Costituzione, dalla regione Veneto:

alla XII Commissione (Affari sociali);
sentenza n. 169 del 18-29 maggio 2009 (doc. VII, n. 246) con la quale:
dichiara inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 3 della legge della regione Basilicata 26 aprile 2007, n. 9 (Disposizioni in materia di energia), sollevata dal Tribunale amministrativo per la Basilicata, in riferimento agli articoli 3, 41, primo comma, 97, primo comma, e 117, terzo comma, della Costituzione;

alla X Commissione (Attività produttive);

sentenza n. 174 del 10 - 11 giugno 2009 (doc. VII, n. 248) con la quale:
dichiara improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse il ricorso di cui in epigrafe, nella parte relativa all'adozione, da parte della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, dell'articolo 5, commi 4 e 7, della delibera approvata il 14 maggio 2009, recante: «Disposizioni in materia di comunicazione politica, messaggi autogestiti, informazione e tribune della concessionaria del servizio radiotelevisivo pubblico relativo alle campagne per i referendum popolari aventi ad oggetto l'abrogazione di alcune disposizioni del testo unico delle leggi sull'elezione della Camera dei deputati, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, e del testo unico delle leggi sull'elezione del Senato della Repubblica, approvato con decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, indetti per i giorni 21 e 22 giugno 2009»;
dichiara che spettava alla Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi adottare la disciplina contenuta nell'articolo 7, commi 1 e 3, della medesima delibera approvata il 14 maggio 2009, in quanto da interpretare nei sensi di cui in motivazione:

alla I Commissione (Affari costituzionali);

sentenza n. 178 del 10 - 12 giugno 2009 (doc. VII, n. 250) con la quale:
dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 656, comma 6, del codice di procedura penale, sollevate, in riferimento agli articoli 25, primo comma, 111, secondo comma, e 97, primo comma, della Costituzione, dal tribunale di sorveglianza di Bari:

alla II Commissione (Giustizia);

sentenza n. 179 del 10 - 12 giugno 2009 (doc. VII, n. 251) con la quale:
dichiara inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 336 del codice civile, sollevata, in riferimento agli articoli 3, 30 e 31 della Costituzione, dal tribunale per i minorenni di Ancona:

alla II Commissione (Giustizia).

Trasmissioni dalla Corte dei conti.

La Corte dei conti, con lettera in data 9 giugno 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 4, comma 2, della legge 14 gennaio 1994, n. 20, il conto finanziario della Corte stessa relativo all'anno 2008, approvato con decreto del presidente della Corte dei conti in data 8 giugno 2009.
Questa documentazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla V Commissione (Bilancio).

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 18 giugno 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Istituto nazionale di statistica (ISTAT), per gli esercizi 2006 e 2007. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 103).
Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione dal ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali.

Il ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, con lettera in data 12 giugno 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 10 della legge 28 agosto 1997, n. 285, la relazione - riferita all'anno 2006 - sullo stato di attuazione della citata legge n. 285 del 1997, recante disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza (doc. CLXIII, n. 1).
Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla XII Commissione (Affari sociali).

Trasmissione dal Ministero della difesa.

Il Ministero della difesa, con lettera in data 15 giugno 2009, ha comunicato, ai sensi dell'articolo 7 della legge 27 luglio 1962, n. 1114, di aver autorizzato la proroga di un incarico assunto da un proprio dipendente civile presso un organismo internazionale.
Questa documentazione è depositata presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Trasmissione dal sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 15 giugno 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 8, comma 3, del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303, e dell'articolo 13, comma 6, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 9 dicembre 2002, il conto finanziario della Presidenza del Consiglio dei ministri per l'anno 2008, approvato in data 28 maggio 2009.
Questa documentazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione dal ministro dell'economia e delle finanze.

Il ministro dell'economia e delle finanze, con lettera in data 17 giugno 2009, ha trasmesso la relazione, aggiornata al mese di gennaio 2009, sul monitoraggio degli incassi e dei pagamenti del bilancio dello Stato e delle spese aventi impatto diretto sul conto delle pubbliche amministrazioni per l'anno 2009.
Questa documentazione è trasmessa alla V Commissione (Bilancio).

Annunzio di progetti di atti comunitari e dell'Unione europea.

Il ministro per le politiche europee, con lettera in data 19 giugno 2009, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 3 e 19 della legge 4 febbraio 2005, n. 11, progetti di atti comunitari e dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.

Tali atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Richieste di parere parlamentare su atti del Governo.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettere in data 19 giugno 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 2, commi 634 e 635, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e dell'articolo 26, comma 1, secondo periodo, del decreto-legge 25 giugno 2008 n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, le richieste di parere parlamentare sugli schemi di decreto del Presidente della Repubblica recanti:
regolamento di riordino dell'Unione nazionale ufficiali in congedo d'Italia (96);
regolamento di riordino della Lega navale italiana (97);
regolamento di riordino dell'Unione italiana tiro a segno (98).

Tali richieste sono state assegnate, dal Presidente del Senato della Repubblica, d'intesa con il Presidente della Camera dei deputati, alla Commissione parlamentare per la semplificazione della legislazione, che dovrà esprimere i prescritti pareri entro il 23 luglio 2009.

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B  al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di risposte scritte ad interrogazioni.

Sono pervenute alla Presidenza dai competenti Ministeri risposte scritte ad interrogazioni. Sono pubblicate nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

ERRATA CORRIGE

Nell'Allegato A al resoconto della seduta 17 giugno 2009, alla pagina 5, prima colonna, prima riga, la dicitura «lettera g)» deve intendersi soppressa.

DISEGNO DI LEGGE: S. 1534 - CONVERSIONE IN LEGGE, CON MODIFICAZIONI, DEL DECRETO-LEGGE 28 APRILE 2009, N. 39, RECANTE INTERVENTI URGENTI IN FAVORE DELLE POPOLAZIONI COLPITE DAGLI EVENTI SISMICI NELLA REGIONE ABRUZZO NEL MESE DI APRILE 2009 E ULTERIORI INTERVENTI URGENTI DI PROTEZIONE CIVILE (APPROVATO DAL SENATO) (A.C. 2468)

A.C. 2468 - Ordini del giorno

ORDINI DEL GIORNO

La Camera,
premesso che:
il comma 5-ter dell'articolo 14 del decreto-legge in esame precisa che le eventuali risorse economiche che saranno destinate dall'Unione europea all'Italia per il sisma del 6 aprile 2009 devono considerarsi aggiuntive rispetto a quelle già stanziate dal Governo italiano;
il principale strumento finanziario dell'Unione europea per rispondere alle calamità naturali sostenendo la ricostruzione delle regioni colpite è il Fondo di solidarietà dell'Unione europea (FSUE), istituito (Regolamento (CE) n. 2012 del 2002 del Consiglio dell'11 novembre 2002;
l'intervento del Fondo consente di coprire una parte delle spese pubbliche sostenute dallo Stato beneficiario per attuare i seguenti interventi di emergenza:
a) ripristino immediato delle infrastrutture e delle attrezzature nei settori dell'elettricità, delle condutture idriche e fognarie, delle telecomunicazioni, dei trasporti, della sanità e dell'istruzione;
b) realizzazione di misure provvisorie di alloggio e organizzazione dei servizi di soccorso destinati a soddisfare le necessità immediate della popolazione;
c) messa in sicurezza immediata delle infrastrutture di prevenzione e misure di protezione immediata del patrimonio culturale;
d) ripulitura immediata delle zone danneggiate, comprese le zone naturali;
il FSUE dispone di una dotazione annuale di 1 miliardo di euro, un quarto della quale deve rimanere a disposizione il 1o ottobre di ogni anno per far fronte ad eventuali esigenze fino alla fine dell'anno;
secondo notizie di stampa la Commissione europea - se sarà confermata la stima di 10 miliardi di euro di danni nelle zone colpite dal sisma - erogherebbe 480 milioni di euro dal Fondo di solidarietà, pari quindi a circa il 5 per cento dell'ammontare complessivo dei danni,

impegna il Governo

ad adoperarsi, per quanto di competenza, per:
garantire che le zone colpite dagli eventi sismici beneficino del massimo ammontare possibile di aiuti finanziari erogati dal Fondo di solidarietà dell'Unione europea di cui al Regolamento (CE) n. 2012/2002 del Consiglio dell'11 novembre 2002;
promuovere un incremento della dotazione finanziaria complessiva del fondo, al fine di incrementare, nell'ipotesi di catastrofi naturali, l'intervento dell'Unione europea a favore delle zone colpite, in coerenza con il principio di solidarietà su cui si fonda la costruzione europea.
9/2468/1. Razzi.

La Camera,
premesso che:
a seguito degli eventi calamitosi dell'ottobre 2002 avvenuti nella provincia di Catania fu disposto, con l'articolo 4 del decreto-legge 4 novembre 2002, n. 245, convertito con legge del 27 dicembre 2002 n. 286, che, ai sensi dell'articolo 9, comma 2 della legge 27 luglio 2000, n. 212, venisse adottato un provvedimento dal Ministro dell'economia e delle finanze avente l'effetto di concedere la sospensione degli adempimenti e versamenti tributari e contributivi per quei soggetti colpiti dalle calamità che la stesso decreto-legge n. 245 aveva identificato nei soggetti che «erano residenti, avevano sede operativa, o esercitavano la propria attività lavorativa, produttiva o di funzione nei comuni» colpiti da calamità;
il decreto del Ministro dell'economia e delle finanze del 14 novembre 2002, con l'integrazione di cui all'articolo 2, comma 117, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, all'articolo 1, comma 1, che si riferisce alle persone fisiche, dispone che l'agevolazione riguarda i soggetti che alla data del 29 ottobre 2002 avevano la residenza o la sede operativa nei comuni colpiti;
la sede operativa delle persone fisiche, essendo riferita esclusivamente all'attività del contribuente persona fisica, va riferita al posto di esercizio del proprio lavoro, sia esso in proprio che in qualità di dipendente, e gli uffici finanziari hanno chiesto all'amministrazione finanziaria centrale di confermare o meno tale orientamento interpretativo;
il comma 2, lettera b), dell'articolo 36-bis del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, prevedeva l'attualizzazione del debito per tutti i soggetti che versino gli importi sospesi dovuti residui senza avvalersi della facoltà di rateizzarli. Sebbene vi siano molti contribuenti che intendono avvalersi della suddetta norma, l'amministrazione finanziaria, non ha ancora chiarito quale è il tasso e il metodo di attualizzazione da applicare al relativo calcolo, rendendo di fatto inapplicabile una norma avente l'obiettivo di eliminare una gran quantità di ruoli sospesi, di produrre un gettito nel breve, e di chiudere migliaia di posizioni sospese,

impegna il Governo

ad adottare i necessari provvedimenti affinché:
le agevolazioni di cui all'articolo 1, comma 1, del decreto del Ministro dell'economia e delle finanze del 14 novembre 2002, con l'integrazione di cui all'articolo 2, comma 117, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, vengano applicate a tutte le persone fisiche che alla data del 29 ottobre 2002 erano residenti, avevano sede operativa, o esercitavano la propria attività lavorativa, produttiva o di funzione nei comuni individuati;
l'amministrazione finanziaria chiarisca agli uffici locali le modalità, e il tasso, di attualizzazione delle rate non ancora scadute;
a valutare l'opportunità di adottare i provvedimenti necessari affinché si definiscano le problematiche legate a tutti gli eventi sismici e calamitosi occorsi negli anni passati in Italia a seguito dei quali sono stati adottati provvedimenti provvisori di emergenza, di carattere finanziario e normativo, non ancora conclusi.
9/2468/2. Catanoso.

La Camera,
premesso che:
Abruzzolavoro, ente strumentale della Regione Abruzzo, ha realizzato una piattaforma informativa allo scopo di mettere in rete le informazioni in possesso dei diversi attori per rendere disponibili i dati sulla sicurezza e l'emersione del lavoro sommerso;
gli interventi previsti si propongono di: implementare la rete di tutti i servizi pubblici e privati impegnati nella prevenzione e nella vigilanza; favorire l'integrazione dei sistemi informativi dei vari enti ed organismi che saranno coinvolti nell'attuazione della strategia; aumentare la frequenza dei controlli da parte degli organi di vigilanza; programmare incisive campagne di sensibilizzazione su temi specifici nell'ambito della sicurezza del lavoro e della sua corrispondenza alle leggi e ai contratti; diffondere la cultura dei comportamenti sicuri;
le esperienze fino ad ora condotte nelle azioni riguardanti la costituzione dell'archivio informatico per il monitoraggio e il controllo sulla sicurezza e sulla regolarità del lavoro e della rete regionale relativa alla sicurezza del lavoro sono risultate significative;
è in preparazione un massiccio intervento per la ricostruzione delle aree terremotate della regione che richiederà un consistente impiego di manodopera,

impegna il Governo

a favorire, nella misura del possibile, lo sviluppo e il consolidamento della piattaforma informatica per la sicurezza e l'emersione del lavoro irregolare predisposta da Abruzzolavoro.
9/2468/3. Cazzola, Pelino, Castellani, Dell'Elce, De Angelis, Di Biagio, Lorenzin, Antonino Foti, Vincenzo Antonio Fontana.

La Camera,
premesso che:
bisogna determinare un notevole, forte e consistente intervento organico per risolvere con ogni urgenza le condizioni logistiche ai fini abitativi, e le prime momentanee accoglienze in immobili funzionali a fronte di una acquisizione aggiornata dei dati oggettivi in relazione alle abitazioni private, agli immobili pubblici, alle infrastrutture materiali, alle viabilità intercomunali;
è necessario prevedere con ogni celerità la prima sistemazione e la ricostruzione degli immobili per evitare i gravosi danni provenienti dalle difficoltà abitative e dallo stato di incertezza che regna nelle tendopoli insieme alla predisposizione con ogni urgenza delle modifiche urbanistiche e territoriali per allocare gli alloggi residenziali e per modificare o integrare le aree di sviluppo produttivo industriale avviando concretamente la rinascita economica e produttiva delle aree colpite dal sisma dell'aprile 2009 con politiche incentivanti, con detrazioni fiscali, con sostegni agevolativi in modo da ripristinare le dinamiche endogene dello sviluppo e costituire quel trend fisiologico di dinamismo socio-economico che caratterizza le aree suddette,

impegna il Governo

a fronte degli interventi urgenti, immediati e successivamente definitivi che bisogna attuare prioritariamente per le popolazioni e le comunità dell'Abruzzo, profondamente colpite da calamità inusitate e drammatiche, con la dotazione certa di poste economiche e finanziarie da programmare nello spazio di un quinquennio, a predisporre un dossier ricognitivo delle eventuali residue pratiche, prodotte ai sensi delle leggi vigenti dopo eventi sismici già dichiarati, che si richiamano all'ultimo trentennio e che restano ancora inevase producendo ulteriori danni e sacrifici per i cittadini e per le comunità.
9/2468/4. Mario Pepe (PD).

La Camera,
premesso che:
il rischio di infiltrazioni malavitose nelle fasi di emergenza e nelle opere di ricostruzione è stato scongiurato attraverso previsioni normative molto stringenti, per quanto riguarda l'esposizione al rischio di usura delle fasce più deboli di popolazione, in un momento in cui ogni cittadino subirà effetti devastanti sulla possibilità di accedere al credito;
al fine di favorire un più rapido accesso al credito di soggetti residenti nei comuni del cratere che si trovino nelle circostanze di cui all'articolo 28 e seguenti del decreto legislativo 30 dicembre 1999, n. 507. alla data dell'evento sismico del 6 aprile 2009, coerentemente con i principi di prevenzione del rischio di usura previsti dalla legge 7 marzo 1996, n. 108,

impegna il Governo:

ad applicare in sanatoria la normativa di cui alla legge 7 marzo 1996, n. 108, su tutte le somme iscritte a ruolo a carico di persone fisiche e giuridiche, residenti o esercenti attività professionali ed economiche nei comuni del cratere alla data del 6 aprile. Le somme dovute ad Equitalia verranno calcolate al netto delle more e degli oneri accessori;
a consentire la possibilità di richiedere la riabilitazione secondo il disposto dell'articolo 17 e successivi della citata legge n. 108 del 1996 nei termini ridotti nella misura del 50 per cento.
ad anticipare, secondo gli stessi principi guida, i termini di quanto previsto dall'articolo 11 del decreto ministeriale 9 agosto 2000, n. 316; tale anticipazione infatti si riflette sulla permanenza della segnalazione delle infrazioni all'interno della Centrale di allarme interbancaria istituita presso la Banca d'Italia ai sensi dell'articolo 10-bis della legge 15 dicembre 1990, n. 386, da cui i soggetti interessati dovranno essere cancellati secondo una riduzione dei tempi del 50 per cento rispetto a quanto previsto dalla normativa vigente;
a ridurre analogamente nella misura del 50 per cento tutti i termini di permanenza dei dati all'interno delle banche dati informatiche previste dalla deliberazione del Garante per la protezione dei dati personali n. 8 del 16 novembre 2004, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 23 dicembre 2004, n. 300.
9/2468/5. De Angelis.

La Camera,
premesso che:
il territorio abruzzese appare segnato in maniera diffusa e profonda dalla presenza di strutture di interesse storico-artistico di grande varietà, sia tipologica che cronologica, disseminate nel suo paesaggio dalla fascia costiera a quella collinare e pedemontana fino alle aree interne;
tale patrimonio di interesse storico-artistico, anche quello privato sottoposto a vincolo ai sensi del codice dei beni culturali e del paesaggio, costituisce una risorsa culturale inestimabile non solo per il valore intrinseco degli immobili e delle opere in essi contenute ma, soprattutto, per il valore che questi assumono nel complesso del sistema turistico abruzzese;
la Regione Abruzzo ha nel settore del turismo un importante quota del proprio prodotto interno e proprio un rapido recupero delle attività turistiche della Regione può rappresentare una delle leve per recuperare stabilità economica alle popolazioni colpite dagli eventi sismici;
è in preparazione un massiccio intervento per la ricostruzione delle aree terremotate della Regione Abruzzo;
il provvedimento in esame all'articolo 4, lettera b), prevede le modalità di predisposizione e di attuazione, da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, d'intesa con le amministrazioni interessate e con la Regione Abruzzo, di un piano di interventi urgenti per il ripristino degli immobili pubblici, danneggiati dagli eventi sismici, compresi quelli adibiti all'uso scolastico e le strutture edilizie universitarie e del Conservatorio di musica di L'Aquila, l'Accademia internazionale per le arti e le scienze dell'immagine di L'Aquila, nonché le caserme in uso all'amministrazione della difesa e gli immobili demaniali o di proprietà di enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, formalmente dichiarati di interesse storico-artistico ai sensi del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42;
il provvedimento in esame esclude, dal piano degli interventi urgenti, gli immobili di soggetti privati, ancorché formalmente dichiarati di interesse storico-artistico ai sensi del codice dei beni culturali e del paesaggio, sopra citato, con l'inevitabile rischio di non veder recuperati, alla comunità abruzzese, importanti beni architettonici già parte del patrimonio culturale della Regione e del relativo sistema turistico,

impegna il Governo

a valutare la possibilità, nel corso dell'attuazione dei piani d'intervento lungo tutto il periodo della ricostruzione e nell'ambito delle risorse disponibili, di riconoscere un sostegno economico anche per il recupero di quegli immobili di proprietà di soggetti privati, formalmente dichiarati di interesse storico-artistico ai sensi del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, come peraltro già disposto in precedenti analoghe situazioni.
9/2468/6. Pelino, Cazzola, Castellani, Dell'Elce, De Angelis.

La Camera,
premesso che:
la tragedia che ha colpito l'Abruzzo il 6 aprile 2009 ha visto impiegati in attività di soccorso moltissimi volontari della protezione civile composti per lo più da dipendenti pubblici o privati che in occasioni come queste prestano la loro opera gratuitamente mossi solamente da spirito di solidarietà;
i dipendenti che sono impiegati in attività di soccorso ed assistenza in zone colpite da eventi straordinari hanno diritto al mantenimento del posto di lavoro, nonché al mantenimento del trattamento economico e previdenziale;
ai datori di lavoro pubblici o privati che ne facciano richiesta viene risarcito l'equivalente degli emolumenti versati al lavoratore legittimamente impegnato come volontario indicando la qualifica professionale del dipendente, la retribuzione oraria o giornaliere spettante, le giornate di assenza dal lavoro in seguito all'evento calamitoso, nonché le modalità di accreditamento del rimborso;
dopo il periodo di volontariato il lavoratore presenta al datore di lavoro il documento rilasciato dalla Prefettura o dalla Provincia che accerta e certifica il periodo esatto che il volontario è stato impegnato in attività di soccorso affinché questi lo possa presentare assieme alla richiesta di risarcimento;
i datori di lavoro lamentano che i tempi di restituzione dei rimborsi degli emolumenti anticipati arrivino fino a due anni,

impegna il Governo

a valutare forme alternative a quelle previste dal decreto del Presidente della Repubblica 8 febbraio 2001, n. 194, per il rimborso degli emolumenti anticipati dai datori di lavoro ai dipendenti legittimamente impegnati come volontari della protezione civile.
9/2468/7. Caparini.

La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame prevede, all'articolo 17, che non siano più dovute, ove previste, le percentuali di corrispettivo riconosciute agli appaltatori a titolo di maggiorazione per le lavorazioni eseguite su più turni e di premio di produzione, sui lavori contabilizzati a decorrere dal 1o marzo 2009;
è necessario prorogare il termine del 1o marzo, di cui al primo punto di questa premessa, al 1o maggio 2009 e fare salvi i diritti acquisiti in relazione ad attività realmente effettuate per ragioni di diritto e per venire incontro alle esigenze dei soggetti interessati che hanno investito in attività economiche,

impegna il Governo

ad adottare ulteriori iniziative normative volte a prorogare il termine dal 1o marzo 2009 al 1o maggio 2009 e soprattutto di fare salvi i diritti acquisiti degli appaltatori in relazione ad attività realmente effettuate per riconoscere a costoro le percentuali di corrispettivo che devono essere erogate e per permettere agli stessi una continuità nell'attività economica intrapresa, nonché l'equo riconoscimento economico di quanto dovuto.
9/2468/8. Cicu, Fallica, Moles.

La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame prevede, all'articolo 17, che non siano più dovute, ove previste, le percentuali di corrispettivo riconosciute agli appaltatori a titolo di maggiorazione per le lavorazioni eseguite su più turni e di premio di produzione, sui lavori contabilizzati a decorrere dal 1o marzo 2009;
è necessario prorogare il termine del 1o marzo, di cui al primo punto di questa premessa, al 1o maggio 2009 e fare salvi i diritti acquisiti in relazione ad attività realmente effettuate per ragioni di diritto e per venire incontro alle esigenze dei soggetti interessati che hanno investito in attività economiche,

impegna il Governo

a verificare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte a prorogare il termine dal 1o marzo 2009 al 1o maggio 2009 e soprattutto di fare salvi i diritti acquisiti degli appaltatori in relazione ad attività realmente effettuate per riconoscere a costoro le percentuali di corrispettivo che devono essere erogate e per permettere agli stessi una continuità nell'attività economica intrapresa, nonché l'equo riconoscimento economico di quanto dovuto.
9/2468/8. (Testo modificato nel corso della seduta) Cicu, Fallica, Moles.

La Camera,
premesso che:
occorre garantire ai dipendenti pubblici con contratto a tempo indeterminato residenti nei comuni all'interno del cratere al 6 aprile 2009 la possibilità di ottenere il trattamento di fine rapporto o di fine servizio maturato,

impegna il Governo

ad adottare ulteriori iniziative volte a prevedere che ai dipendenti pubblici con contratto a tempo indeterminato, residenti nei comuni all'interno del cratere al 6 aprile 2009, sia data facoltà di ottenere a domanda il trattamento di fine rapporto o fine servizio maturato.
9/2468/9. Aracu.

La Camera,
premesso che:
occorre garantire ai dipendenti pubblici con contratto a tempo indeterminato residenti nei comuni all'interno del cratere al 6 aprile 2009 la possibilità di ottenere il trattamento di fine rapporto o di fine servizio maturato,

impegna il Governo

a verificare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative volte a prevedere che ai dipendenti pubblici con contratto a tempo indeterminato, residenti nei comuni all'interno del cratere al 6 aprile 2009, sia data facoltà di ottenere a domanda il trattamento di fine rapporto o fine servizio maturato.
9/2468/9. (Testo modificato nel corso della seduta) Aracu.

La Camera,
premesso che:
le eccezionali precipitazioni di fine aprile 2009 hanno causato ingenti danni nel territorio delle province di Alessandria, Asti, Cuneo e Piacenza;
i danni hanno interessato opere pubbliche, beni mobili e immobili, attività produttive e aziende industriali, agricole e commerciali;
i dissesti idrogeologici hanno interessato in maniera diffusa una gran parte del territorio creando una serie di cedimenti e smottamenti sulle strade locali a causa di centinaia di frane;
si tratta di una situazione territoriale allarmante, è stato richiesto con provvedimento datato 15 maggio 2009 lo stato di calamità naturale; gli enti locali competenti non sono in grado di fronteggiare con risorse proprie,

impegna il Governo:

ad individuare le risorse del Fondo di cui all'articolo 17, comma 4, esattamente ad autorizzare la spesa di 50 milioni di euro per l'anno 2009 al fine di consentire l'adozione di tutte le necessarie e urgenti iniziative volte a rimuovere le situazioni di pericolo, a ripristinare i danni accertati per la messa in sicurezza e risanamento dei versanti, per il consolidamento dei dissesti idrogeologici e per il riassetto idraulico, nonché ad assicurare l'indispensabile assistenza alle popolazioni delle province di Alessandria, Asti, Cuneo e Piacenza colpite dagli eventi alluvionali dell'aprile 2009, nonché per il ripristino e la ricostruzione delle infrastrutture viarie, allo scopo di permettere il ritorno alle normali condizioni di vita dei cittadini;
ad escludere dal patto di stabilità interno relativo agli anni 2009 e 2010 sia le spese sostenute dalla regione Piemonte, dalle province di Asti, Alessandria, Cuneo e Piacenza e dai comuni di tali province per fronteggiare gli eccezionali eventi alluvionali di cui sopra, sia le entrate degli anzidetti enti locali allo stesso titolo acquisite da parte di altri enti o soggetti pubblici o privati.
9/2468/10. Tommaso Foti, Ghiglia, Armosino, Stradella, Zacchera.

La Camera,
premesso che:
l'articolo 1, comma 4-ter, del decreto-legge 23 gennaio 1993, n. 16, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 1993, n. 75, prevede che, ai fini dell'applicazione dell'articolo 7, comma 3, quarto periodo, del decreto-legge 11 luglio 1992, n. 333, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 1992, n. 359, e dell'articolo 8, comma 2, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, per i cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato, si consideri direttamente adibita ad abitazione principale l'unità immobiliare posseduta a titolo di proprietà o di usufrutto in Italia, a condizione che non risulti locata;
le disposizioni del provvedimento in esame prevedono la concessione di contributi e di finanziamenti agevolati garantiti dallo Stato, per la ricostruzione o riparazione di immobili adibiti ad abitazione considerata principale ai sensi del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, distrutti, dichiarati inagibili o danneggiati ovvero per l'acquisto di nuove abitazioni sostitutive dell'abitazione principale distrutta,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di riconoscere le suddette garanzie e concessioni agli immobili di proprietà dei cittadini italiani iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE) dei comuni colpiti degli eventi sismici del 6 aprile 2009, ovvero all'unità immobiliare posseduta a titolo di proprietà o di usufrutto in Italia, a condizione che non risulti locata.
9/2468/11. Di Biagio, Picchi, Angeli, Berardi, Zacchera.

La Camera,
premesso che:
l'articolo 5 del provvedimento in esame reca disposizioni relative alla sospensione dei processi civili, penali e amministrativi, al rinvio delle udienze e alla sospensione dei termini, nonché alle comunicazioni e notifiche di atti per i soggetti che alla data del 5 aprile 2009 erano residenti, avevano sede operativa o esercitavano la propria attività lavorativa, produttiva o di funzione nei comuni e nei territori colpiti dagli eventi calamitosi;
molti sono i cittadini stranieri, residenti nelle zone coinvolte dagli eventi sismici, che hanno perso la vita tra le macerie delle proprie case o che hanno perso la casa e il lavoro;
i dati attestano a circa 4.000, di cui quasi 600 minorenni, gli stranieri residenti nella zona dell'epicentro del sisma che ha colpito l'Abruzzo;
a seguito dell'evento calamitoso si è verificato il blocco di molte attività lavorative e produttive con la conseguente perdita del posto di lavoro anche per centinaia di lavoratori stranieri;
la vigente normativa in materia di immigrazione impone come condizione per la permanenza regolare nel nostro Paese, il possesso di un regolare contratto di lavoro,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di riconoscere ai cittadini extracomunitari che alla data del 5 aprile 2009 erano residenti, avevano sede operativa o esercitavano la propria attività lavorativa o produttiva di funzione nei comuni e nei territori colpiti dagli eventi sismici, che a seguito degli eventi sismici del 6 aprile 2009 abbiano visto compromesse le condizioni per la permanenza regolare nel nostro Paese, e che siano in attesa di rilascio o di rinnovo del permesso di soggiorno, il rilascio di un permesso di soggiorno con motivazioni umanitarie.
9/2468/12. Angeli, Di Biagio.

La Camera,
premesso che:
l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia rappresenta un'importante componente del servizio nazionale di protezione civile, di cui all'articolo 6 della legge 24 febbraio 1992 n. 255 ed è un centro di competenza del dipartimento della protezione civile. La sua attività, che è reputata di altissimo livello dalla comunità scientifica mondiale, è fondamentale per l'opera di prevenzione e soccorso in caso di eventi sismici. Tra le attività realizzate dall'INGV vi è la costruzione della mappatura dettagliata del rischio sismico atteso nel territorio nazionale. Senza contare che, nello spazio di poche decine di secondi dall'avvenimento sismico, l'INGV è in grado di individuarne l'epicentro permettendo così un veloce e corretto intervento di soccorso da parte delle strutture della protezione civile. Il miglior funzionamento dell'INGV è pertanto fondamentale per evitare o ridurre i danni di ulteriori eventi sismici;
l'INGV utilizza, oltre che 554 unità a tempo indeterminato, centinaia di contrattisti con rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato. Questo personale è impegnato interamente nella ricerca scientifica (ricercatori, tecnologi, collaboratori tecnici) ed è fondamentale per il funzionamento dell'Ente. Di queste centinaia la maggior parte è stata dichiarata stabilizzabile ai sensi della normativa contenuta nelle Leggi finanziarie 2007 e 2008. L'ente ha manifestato, nel monitoraggio promosso dal Governo sul lavoro flessibile nelle pubbliche amministrazioni, la volontà di procedere alle stabilizzazioni;
la copertura finanziaria di tale processo sarebbe interamente sostenuta all'interno della dotazione ordinaria dell'Istituto. L'INGV è uno degli enti più virtuosi per quanto riguarda la spesa per il personale. Essa incide, in rapporto al budget, soltanto per il 59,8 per cento ben al di sotto della soglia massima di legge stabilita all'80 pr cento. Le stabilizzazioni permetterebbero di rimanere al di sotto di tale percentuali. Inoltre l'INGV è fortemente in attivo ricevendo oltre 20 milioni di euro da fonti esterne per la propria attività di ricerca. Il processo di stabilizzazione non avrebbe pertanto maggiori oneri per lo Stato. Ciò che si frappone al completamento del processo di stabilizzazione è l'incapienza della pianta organica dell'Istituto. Con una pianta organica di poco inferiore alle 600 unità di personale diventa impossibile, ai sensi della normativa in vigore, completare le stabilizzazioni nonostante vi siano la volontà dell'istituto e le risorse finanziarie per realizzarle,

impegna il Governo

ad operare, entro il 31 luglio 2009, le necessarie modifiche affinché l'organico dell'Ente sia costituito dal personale di ricerca e dal personale tecnico-amministrativo, di ruolo e non di ruolo, in servizio alla predetta data, nei limiti della dotazione organica deliberata a tal fine dal consiglio direttivo dell'Istituto stesso e nel pieno rispetto dei vincoli di legge per la spesa per il personale in rapporto al budget complessivo.
9/2468/13. (nuova formulazione) Madia, Gatti, Cazzola, Damiano, Di Biagio, Angeli, Bellanova, Berardi, Berretta, Calabria, Giachetti, Miglioli, Recchia, Tocci, Ghizzoni.

La Camera,
premesso che:
l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia rappresenta un'importante componente del servizio nazionale di protezione civile, di cui all'articolo 6 della legge 24 febbraio 1992, n. 255, ed è un centro di competenza del Dipartimento della Protezione Civile. La sua attività, che è reputata di altissimo livello dalla comunità scientifica mondiale, è fondamentale per l'opera di prevenzione e soccorso in caso di eventi sismici. Tra le attività realizzate dall'INGV vi è la costruzione della mappatura dettagliata del rischio sismico atteso nel territorio nazionale. Senza contare che, nello spazio di poche decine di secondi dall'avvenimento sismico, l'INGV è in grado di individuarne l'epicentro permettendo così un veloce e corretto intervento di soccorso da parte delle strutture della protezione civile. Il miglior funzionamento dell'INGV è pertanto fondamentale per evitare o ridurre i danni di ulteriori eventi sismici;
l'INGV utilizza, oltre che 554 unità a tempo indeterminato, centinaia di contrattisti con rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato. Questo personale è impegnato interamente nella ricerca scientifica (ricercatori, tecnologi, collaboratori tecnici) ed è fondamentale per il funzionamento dell'ente. Di queste centinaia di lavoratori la maggior parte è stata dichiarata stabilizzabile ai sensi della normativa contenuta nelle leggi finanziarie 2007 e 2008. L'ente ha manifestato, nel monitoraggio promosso dal Governo sul lavoro flessibile nelle pubbliche amministrazioni, la volontà di procedere alle stabilizzazioni;
la copertura finanziaria di tale processo sarebbe interamente sostenuta all'interno della dotazione ordinaria dell'Istituto. L'INGV è uno degli enti più virtuosi per quanto riguarda la spesa per il personale. Essa incide, in rapporto al budget, soltanto per il 59,8 per cento, ben al di sotto della soglia massima di legge stabilita all'80 pr cento. Le stabilizzazioni permetterebbero di rimanere al di sotto di tale percentuali. Inoltre l'INGV è fortemente in attivo ricevendo oltre 20 milioni di euro da fonti esterne per la propria attività di ricerca. Il processo di stabilizzazione non avrebbe pertanto maggiori oneri per lo Stato. Ciò che si frappone al completamento del processo di stabilizzazione è l'incapienza della pianta organica dell'Istituto. Con una pianta organica di poco inferiore alle 600 unità di personale diventa impossibile, ai sensi della normativa in vigore, completare le stabilizzazioni nonostante vi siano la volontà dell'istituto e le risorse finanziarie per realizzarle,

impegna il Governo

ad adottare, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, ulteriori iniziative normative affinché l'organico dell'Ente sia costituito dal personale di ricerca e dal personale tecnico-amministrativo, di ruolo e non di ruolo, in servizio alla predetta data, nei limiti della dotazione organica deliberata a tal fine dal Consiglio direttivo dell'Istituto stesso e nel pieno rispetto dei vincoli di legge per la spesa per il personale in rapporto budget complessivo.
9/2468/13. (Nuova formulazione nel testo modificato) Madia, Gatti, Cazzola, Damiano, Di Biagio, Angeli, Bellanova, Berardi, Berretta, Calabria, Giachetti, Miglioli, Recchia, Tocci.

La Camera,
premesso che:
il 20 maggio 2009 la Commissione cultura ha svolto una missione a L'Aquila, sulla quale sono state svolte comunicazioni del Presidente nella seduta del 27 maggio 2009 che hanno evidenziato le indicazioni fornite dalle popolazioni colpite dal terremoto del 6 aprile 2009 volte ad intervenire al più presto nei settori dell'istruzione, dell'università e dei beni culturali delle zone terremotate;
sollecitazioni in tal senso sono state ribadite da studenti e insegnanti del Campo scuola di Paganica nel corso dell'incontro svolto il 10 giugno 2009 alla Camera con la Presidente e i rappresentanti della Commissione cultura;
il disegno di legge in esame reca numerosi profili di competenza della Commissione;
va rilevata l'esigenza di semplificare e snellire le procedure di attribuzione alla Regione Abruzzo di finanziamenti aggiuntivi in tema di edilizia scolastica, considerando in particolare l'esigenza di agevolare gli interventi da parte degli enti locali esentando i comuni colpiti dagli eventi sismici dalla compartecipazione finanziaria degli interventi già programmati, che quindi potranno essere realizzati, anche senza l'intervento finanziario dei comuni interessati;
esiste, altresì, l'esigenza di rendere più snelle le procedure per la messa a disposizione delle risorse statali già disponibili, consentendo l'immediata utilizzazione di circa sette milioni di euro da destinare ai primi interventi di ripristino delle strutture scolastiche parzialmente inagibili, in modo che queste possano essere adeguatamente utilizzate con l'inizio del prossimo anno scolastico 2009-2010, senza alcun aggravio di spesa, in quanto le risorse utilizzate risultano già disponibili nell'ambito del capitolo 7151 dello stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca;
va evidenziata al contempo l'esigenza di prevedere risorse aggiuntive da destinare al settore scolastico per le popolazioni abruzzesi colpite dal terremoto, assicurando altresì maggiori risorse al settore universitario interessato dagli interventi predisposti dal Governo e integrando gli stanziamenti previsti a favore del recupero dei beni culturali colpiti dal sisma,

impegna il Governo:

a prevedere che con delibera del CIPE, da adottare entro quindici giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto in esame, alla regione Abruzzo sia riservata, per il 2009, una quota, non inferiore a 200 milioni di euro, aggiuntiva alle risorse già destinate al finanziamento degli interventi in materia di edilizia scolastica dalla delibera del CIPE del 6 marzo 2009, secondo quanto previsto dall'articolo 18 del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2;

ad interpretare in sede applicativa l'articolo 4, comma 5, primo periodo, del decreto in esame nel senso di prevedere che per le medesime finalità possono essere utilizzate, con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, le risorse disponibili all'atto dell'entrata in vigore del presente decreto sul capitolo 7151 dello stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, relativo alle finalità di cui all'articolo 2, comma 1-bis, del decreto legge 1o settembre 2008, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2008, n. 169;

ad interpretare in sede applicativa il medesimo articolo 4, comma 5, nel senso di prevedere che, al fine di assicurare una sollecita ripresa delle attività didattiche e delle attività dell'amministrazione scolastica e al fine di garantire un regolare inizio dell'anno scolastico 2009-2010, nelle zone colpite dagli eventi sismici sia prevista:
a) l'immissione in ruolo di personale docente e personale amministrativo tecnico ausiliare nella disponibilità del turn-over;
b) la conferma dell'incarico per l'anno scolastico 2009-2010 per il personale con contratto a tempo determinato;

a prevedere che alla realizzazione degli interventi finalizzati a recuperare, reperire e realizzare strutture idonee a garantire la ripresa delle attività didattiche e delle attività dell'amministrazione scolastica, provvedano la Protezione Civile, attraverso la verifica dell'agibilità degli edifici scolastici, e il presidente della Provincia di L'Aquila, in qualità di Commissario delegato, di intesa con i sindaci dei comuni interessati, attuando e definendo un piano straordinario di messa in sicurezza, di ristrutturazione e costruzione degli edifici, ricorrendo anche all'individuazione di strutture logistiche temporanee di prima emergenza;

a definire i necessari interventi sui beni artistico-architettonici, ai sensi dei quali per gli interventi di primo recupero e salvaguardia dei beni culturali mobili, coinvolti dagli eventi sismici e per quelli finalizzati alla loro pronta restituzione alla pubblica istruzione in sedi alternative, siano stanziate risorse tali da consentire interventi immediati.
9/2468/14. Aprea, Lolli, Granata, Ghizzoni, Goisis, Ciocchetti, Zazzera, Latteri, Frassinetti, Coscia, Mazzarella, Nicolais.

La Camera,
premesso che:
il 20 maggio 2009 la Commissione cultura ha svolto una missione a L'Aquila, sulla quale sono state svolte comunicazioni del Presidente nella seduta del 27 maggio 2009 che hanno evidenziato le indicazioni fornite dalle popolazioni colpite dal terremoto del 6 aprile 2009 volte ad intervenire al più presto nei settori dell'istruzione, dell'università e dei beni culturali delle zone terremotate;
sollecitazioni in tal senso sono state ribadite da studenti e insegnanti del Campo scuola di Paganica nel corso dell'incontro svolto il 10 giugno 2009 alla Camera con la Presidente e i rappresentanti della Commissione cultura;
il disegno di legge in esame reca numerosi profili di competenza della Commissione;
va rilevata l'esigenza di semplificare e snellire le procedure di attribuzione alla Regione Abruzzo di finanziamenti aggiuntivi in tema di edilizia scolastica, considerando in particolare l'esigenza di agevolare gli interventi da parte degli enti locali esentando i comuni colpiti dagli eventi sismici dalla compartecipazione finanziaria degli interventi già programmati, che quindi potranno essere realizzati, anche senza l'intervento finanziario dei comuni interessati;
esiste, altresì, l'esigenza di rendere più snelle le procedure per la messa a disposizione delle risorse statali già disponibili, consentendo l'immediata utilizzazione di circa sette milioni di euro da destinare ai primi interventi di ripristino delle strutture scolastiche parzialmente inagibili, in modo che queste possano essere adeguatamente utilizzate con l'inizio del prossimo anno scolastico 2009-2010, senza alcun aggravio di spesa, in quanto le risorse utilizzate risultano già disponibili nell'ambito del capitolo 7151 dello stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca;
va evidenziata al contempo l'esigenza di prevedere risorse aggiuntive da destinare al settore scolastico per le popolazioni abruzzesi colpite dal terremoto, assicurando altresì maggiori risorse al settore universitario interessato dagli interventi predisposti dal Governo e integrando gli stanziamenti previsti a favore del recupero dei beni culturali colpiti dal sisma,

impegna il Governo:

a valutare l'opportunità di prevedere che con delibera del CIPE, alla regione Abruzzo sia riservata, per il 2009, una quota, non inferiore a 200 milioni di euro, aggiuntiva alle risorse già destinate al finanziamento degli interventi in materia di edilizia scolastica dalla delibera del CIPE del 6 marzo 2009, secondo quanto previsto dall'articolo 18 del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2;

ad interpretare in sede applicativa l'articolo 4, comma 5, primo periodo, del decreto in esame nel senso di prevedere che per le medesime finalità possono essere utilizzate, con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, le risorse disponibili all'atto dell'entrata in vigore del presente decreto sul capitolo 7151 dello stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, relativo alle finalità di cui all'articolo 2, comma 1-bis, del decreto legge 1o settembre 2008, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2008, n. 169;

a prevedere che alla realizzazione degli interventi finalizzati a recuperare, reperire e realizzare strutture idonee a garantire la ripresa delle attività didattiche e delle attività dell'amministrazione scolastica, provvedano la Protezione Civile, attraverso la verifica dell'agibilità degli edifici scolastici, e il presidente della Provincia di L'Aquila, in qualità di Commissario delegato, di intesa con i sindaci dei comuni interessati, attuando e definendo un piano straordinario di messa in sicurezza, di ristrutturazione e costruzione degli edifici, ricorrendo anche all'individuazione di strutture logistiche temporanee di prima emergenza;

a definire i necessari interventi sui beni artistico-architettonici, ai sensi dei quali per gli interventi di primo recupero e salvaguardia dei beni culturali mobili, coinvolti dagli eventi sismici e per quelli finalizzati alla loro pronta restituzione alla pubblica istruzione in sedi alternative, siano stanziate risorse tali da consentire interventi immediati.
9/2468/14. (Testo modificato nel corso della seduta) Aprea, Lolli, Granata, Ghizzoni, Goisis, Ciocchetti, Zazzera, Latteri, Frassinetti, Coscia, Mazzarella, Nicolais.

La Camera,
premesso che:
le organizzazioni di volontariato ed in genere tutto il settore del no profit operante nell'ambito della protezione civile, dell'assistenza sociale e della sanità, si sono particolarmente distinti nell'opera di soccorso alle popolazioni abruzzesi colpite dal terremoto del 6 aprile 2009, contribuendo ad alleviarne le sofferenze;
le associazioni di volontariato sono considerate ONLUS di diritto per mezzo di una clausola di automaticità inserita nella legge 4 dicembre 1997, n. 460 (articolo 10, comma 8). Attraverso tale clausola le associazioni di volontariato iscritte ai registri possono avvalersi anche delle agevolazioni concesse alle ONLUS;
tuttavia si riscontrano crescenti difficoltà a conciliare la gestione di attività anche storiche con i vincoli sempre più stringenti posti dalla normativa, in particolare con i vincoli imposti dal decreto del Ministero delle finanze del 25 maggio 1995 (cosiddetto decreto sulla marginalità) e più di recente con l'articolo 30, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2 (cosiddetto decreto anticrisi), con il quale si nega l'automaticità della qualifica di ONLUS a quelle associazioni di volontariato che ponessero in essere attività commerciali fuori dal concetto di marginalità di cui al citato decreto sulla stessa marginalità;
appare quantomai opportuno un intervento finalizzato a rendere le associazioni di volontariato più libere di svolgere le attività statutarie, ad alto livello sociale, senza la minaccia di perdere le agevolazioni connesse o addirittura il loro status di organizzazione di volontariato,

impegna il Governo:

ad emanare disposizioni integrative ed interpretative del decreto del Ministero delle finanze del 25 maggio 1995 pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 134 del 10 giugno 1995, concernente criteri per l'individuazione delle attività commerciali e produttive marginali svolte dalle organizzazioni di volontariato nel senso di porre come discriminante, in particolare per le associazioni operanti nei settori della protezione civile, dell'assistenza sociale e della sanità, non l'impiego di mezzi organizzati professionalmente, ma il fine sociale che si concreta nell'assistenza o nell'intervento diretti, attività delle quali l'eventuale impresa economica organizzata costituisce mera attività di supporto (cosiddetto requisito della professionalità);
a tal fine a valutare l'abrogazione della lettera b) del comma 2 dell'articolo 1 del citato decreto nonché l'introduzione di specifiche norme di richiamo del trattamento fiscale d'impresa qualora l'organizzazione eserciti attività commerciali e produttive non rientranti nella marginalità.
9/2468/15. Lupi.

La Camera,
premesso che:
le organizzazioni di volontariato ed in genere tutto il settore del no profit operante nell'ambito della protezione civile, dell'assistenza sociale e della sanità, si sono particolarmente distinti nell'opera di soccorso alle popolazioni abruzzesi colpite dal terremoto del 6 aprile 2009, contribuendo ad alleviarne le sofferenze;
le associazioni di volontariato sono considerate ONLUS di diritto per mezzo di una clausola di automaticità inserita nella legge 4 dicembre 1997, n. 460 (articolo 10, comma 8). Attraverso tale clausola le associazioni di volontariato iscritte ai registri possono avvalersi anche delle agevolazioni concesse alle ONLUS;
tuttavia si riscontrano crescenti difficoltà a conciliare la gestione di attività anche storiche con i vincoli sempre più stringenti posti dalla normativa, in particolare con i vincoli imposti dal decreto del Ministero delle finanze del 25 maggio 1995 (cosiddetto decreto sulla marginalità) e più di recente con l'articolo 30, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2 (cosiddetto decreto anticrisi), con il quale si nega l'automaticità della qualifica di ONLUS a quelle associazioni di volontariato che ponessero in essere attività commerciali fuori dal concetto di marginalità di cui al citato decreto sulla stessa marginalità;
appare quantomai opportuno un intervento finalizzato a rendere le associazioni di volontariato più libere di svolgere le attività statutarie, ad alto livello sociale, senza la minaccia di perdere le agevolazioni connesse o addirittura il loro status di organizzazione di volontariato,

impegna il Governo:

a valutare l'opportunità di emanare disposizioni integrative ed interpretative del decreto del Ministero delle finanze del 25 maggio 1995 pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 134 del 10 giugno 1995, concernente criteri per l'individuazione delle attività commerciali e produttive marginali svolte dalle organizzazioni di volontariato nel senso di porre come discriminante, in particolare per le associazioni operanti nei settori della protezione civile, dell'assistenza sociale e della sanità, non l'impiego di mezzi organizzati professionalmente, ma il fine sociale che si concreta nell'assistenza o nell'intervento diretti, attività delle quali l'eventuale impresa economica organizzata costituisce mera attività di supporto (cosiddetto requisito della professionalità);
a tal fine a valutare l'abrogazione della lettera b) del comma 2 dell'articolo 1 del citato decreto nonché l'introduzione di specifiche norme di richiamo del trattamento fiscale d'impresa qualora l'organizzazione eserciti attività commerciali e produttive non rientranti nella marginalità.
9/2468/15. (Testo modificato nel corso della seduta) Lupi.

La Camera,
premesso che:
l'articolo 6, comma 1, lettera d), del decreto in esame definisce in modo specifico la sospensione dei contributi consortili, così come era già stato fatto per il sisma delle regioni Umbria e Marche con l'articolo 1-bis del decreto-legge 27 ottobre 1997, n. 364, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 1997, n. 434;
i tributi consortili rientrano nella categoria generale dei tributi ai sensi dell'articolo 23 della Costituzione;
a seguito degli eventi sismici del 31 ottobre 2002 verificatosi nelle regioni Molise e Puglia, con il decreto-legge 4 novembre 2002, n. 245, convertito, con modificazione, dalla legge 27 dicembre 2002, n. 286, si è stabilito che «con provvedimento adottato ai sensi dell'articolo 9, comma 2, della legge 27 luglio 2000, n. 212, sono sospesi fino al 31 marzo 2003 i termini per l'adempimento di obblighi di natura tributaria» e con successivi provvedimenti il termine è stato prorogato fino al 30 giugno 2008;
con il decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, si sono stabiliti, per i cittadini delle regioni Molise e Puglia che avevano usufruito della sospensione, le modalità e i tempi di restituzione, nonché l'abbattimento del 60 per cento dell'ammontare complessivo dei contributi e dei tributi sospesi, così come era già stato fatto con la legge n. 244 del 2007 (articolo 2, comma 109) e con il decreto-legge n. 61 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 103 del 2008 (articolo 2, comma 1) e successive modifiche;
alla luce di queste norme, molti consorziati del «Consorzio di bonifica integrale larinese», ricadenti nell'area del cosiddetto cratere sismico, hanno sospeso i versamenti dei contributi consortili dal 31 ottobre 2002, fino al 30 giugno 2008 e chiedono oggi di poter restituire quanto dovuto ai sensi del citato decreto-legge n. 185 del 2008;
il Consorzio di bonifica integrale larinese, per non incorrere in un dissesto finanziario, derivante dalle minori entrate dovute alle sospensioni e al successivo abbattimento dei tributi non versati dai consorziati, si è visto costretto a intimare il pagamento dei tributi nei confronti dei consorziati che invece ritenevano di poter usufruire delle sospensioni previste dalle normative vigenti;
la sentenza n. 73/02/2009 della seconda sezione della Commissione tributaria provinciale di Campobasso specifica che: «il Consorzio di bonifica di Larino, a seguito dell'ordinanza di sospensione del pagamento dei tributi, non poteva richiedere il pagamento dei contributi consortili nel periodo de quo, ne deriva che gli atti di intimazione di pagamento emessi sulla base delle cartelle di pagamento notificate alla contribuente sono nulle per violazione dei termini di sospensione previsti dalla richiamata ordinanza del P.C.M»,

impegna il Governo:

a chiarire, con proprio provvedimento che la sospensione dei tributi previsti dalla normativa vigente, per i territori del Molise e della Puglia che hanno subito il sisma del 31 ottobre 2002, riguardano anche i tributi consortili;
ad utilizzare le risorse previste nel decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, per la copertura finanziaria delle minori entrate del Consorzio di bonifica larinese che diversamente andrebbe verso il dissesto finanziario.
9/2468/16. De Camillis.

La Camera,
premesso che:
l'articolo 6, comma 1, lettera f), del decreto-legge in esame riconosce la sospensione del pagamento dei canoni di locazione relativi ad immobili distrutti o dichiarati non agibili di proprietà dello Stato;
occorre assicurare l'applicazione di tale misura anche agli inquilini delle case popolari, famiglie a basso reddito che rischiano di ritrovarsi ad affrontare un contenzioso con l'ente proprietario a causa dell'inagibilità totale o temporanea dei loro alloggi;
allo stesso tempo occorre garantire un adeguato ristoro all'ente proprietario degli immobili per i mancati introiti derivanti dai predetti canoni,

impegna il Governo

ad adottare le opportune misure applicative, eventualmente anche attraverso ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri ai sensi dell'articolo 5, comma 2, della legge 24 febbraio 1992, n. 225, affinché sia sospeso il pagamento dei canoni di locazione degli immobili di edilizia residenziale pubblica distrutti o dichiarati non agibili limitatamente al periodo di non agibilità e siano rimborsati i canoni di locazione sospesi agli enti proprietari, anche attraverso un credito d'imposta, di ammontare equivalente ai canoni sospesi, da utilizzare nell'ambito dell'esercizio fiscale 2010.
9/2468/17. Gibiino, Frassinetti, Giammanco.

La Camera,
premesso che:
l'articolo 6, comma 1, lettera f), del decreto-legge in esame riconosce la sospensione del pagamento dei canoni di locazione relativi ad immobili distrutti o dichiarati non agibili di proprietà dello Stato;
occorre assicurare l'applicazione di tale misura anche agli inquilini delle case popolari, famiglie a basso reddito che rischiano di ritrovarsi ad affrontare un contenzioso con l'ente proprietario a causa dell'inagibilità totale o temporanea dei loro alloggi;
allo stesso tempo occorre garantire un adeguato ristoro all'ente proprietario degli immobili per i mancati introiti derivanti dai predetti canoni,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare le opportune misure applicative, eventualmente anche attraverso ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri ai sensi dell'articolo 5, comma 2, della legge 24 febbraio 1992, n. 225, affinché sia sospeso il pagamento dei canoni di locazione degli immobili di edilizia residenziale pubblica distrutti o dichiarati non agibili limitatamente al periodo di non agibilità e siano rimborsati i canoni di locazione sospesi agli enti proprietari, anche attraverso un credito d'imposta, di ammontare equivalente ai canoni sospesi, da utilizzare nell'ambito dell'esercizio fiscale 2010.
9/2468/17. (Testo modificato nel corso della seduta) Gibiino, Frassinetti, Giammanco.

La Camera,
premesso che:
si prende atto positivamente del contribuito fornito dai gruppi del Genio campale delle Forze armate nelle attività di soccorso e ricostruzione nei territori colpiti dall'evento sismico in Abruzzo e nelle attività istituzionali a supporto delle esigenze delle Forze armate sul territorio nazionale e nelle operazioni fuori area;
esiste la necessità di garantire ai suddetti gruppi una capacità produttiva costante nel tempo che ne garantisca la possibilità di intervento con i caratteri della continuità avvalendosi di personale professionalmente specializzato e in possesso di necessari requisiti di sicurezza,

impegna il Governo

ad assumere con ogni possibile tempestività una iniziativa legislativa che consenta al Genio campale di avvalersi della manodopera necessaria per le peculiari lavorazioni richieste, senza limitazioni temporali, in deroga alle disposizioni di cui all'articolo 49 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133.
9/2468/19. Villecco Calipari, Garofani, Recchia, Rugghia, Vico.

La Camera,
premesso che:
si prende atto positivamente del contribuito fornito dai gruppi del Genio campale delle Forze armate nelle attività di soccorso e ricostruzione nei territori colpiti dall'evento sismico in Abruzzo e nelle attività istituzionali a supporto delle esigenze delle Forze armate sul territorio nazionale e nelle operazioni fuori area;
esiste la necessità di garantire ai suddetti gruppi una capacità produttiva costante nel tempo che ne garantisca la possibilità di intervento con i caratteri della continuità avvalendosi di personale professionalmente specializzato e in possesso di necessari requisiti di sicurezza,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di assumere ogni possibile iniziativa che consenta al Genio campale di avvalersi della manodopera necessaria per le peculiari lavorazioni richieste, senza limitazioni temporali, in deroga alle disposizioni di cui all'articolo 49 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133.
9/2468/19. (Testo modificato nel corso della seduta) Villecco Calipari, Garofani, Recchia, Rugghia, Vico.

La Camera,
premesso che:
il Governo, con il decreto in esame ha stabilito che sono fatti salvi gli effetti prodotti dalle ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri adottate sulla base del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 21 settembre 2007, pubblicate nella Gazzetta Ufficiale n. 222 del 24 settembre 2007;
nel decreto in esame è anche ribadito che le richiamate ordinanze continuano ad applicarsi per assicurare il completamento delle opere in corso di realizzazione e programmate nella regione Sardegna;
le opere relative alla Sassari-Olbia sono programmate nell'evento dei 150 anni dell'Unità d'Italia e, per lo stesso intervento, il Governo ha disposto la pubblicazione delle gare d'appalto già dallo scorso agosto 2008 e si è in attesa di definire la ripartizione dei fondi FAS tra Stato e Regione per l'avvio delle opere;
si prende atto che tale opera non risulta essere affidata all'unità di missione del G8 ma alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Struttura di Missione per le Celebrazioni del 150o anniversario dell'Unità Nazionale - quale stazione appaltante per conto del soggetto attuatore;
per la strada statale Sassari-Olbia (svincolo SS 131 bivio Ploaghe - SS 597 - SS 199) sono stati già banditi gli appalti per l'adeguamento al tipo B con piattaforma a quattro corsie;
il Governo si è concretamente impegnato con il disposto dell'articolo 17 del decreto in esame «al completamento delle opere in corso di realizzazione e programmate» e appare necessario prevedere nell'ambito delle ordinanze commissariali un apposito provvedimento che consenta di rispettare integralmente i contratti in essere sottoscritti per la realizzazione delle opere stesse,

impegna il Governo

a valutare il coordinamento, con atto commissariale, del termine a partire dal quale non sono più dovute le percentuali di corrispettivo riconosciute agli operatori a titolo di maggiorazione per le lavorazioni eseguite in più turni, relativamente agli interventi oggetto dell'ordinanza n. 3629 del 20 novembre 2007, con la data di entrata in vigore del decreto-legge (28 aprile 2009), evitando che con la data del 1o marzo 2009 indicata nel decreto si possa provocare un effetto retroattivo, incidendo su posizioni già consolidate delle imprese esecutrici dei lavori oggetto della citata ordinanza.
9/2468/20. Pili, Murgia, Vella, Nizzi, Testoni.

La Camera,
premesso che:
in seguito al gravissimo evento sismico del 6 aprile 2009 che ha colpito particolarmente la città de L'Aquila, oltre a numerosi altri comuni dell'Abruzzo, si rende utile fissare un termine di più ampio respiro per l'attuazione del piano di risanamento regionale di cui all'accordo tra il Ministro della salute, il Ministro dell'economia e delle finanze e la regione Abruzzo del 6 marzo 2007 e revocare la nomina del commissario ad acta effettuata ai sensi dell'articolo 4 del decreto legge 1o ottobre 2007, n. 159, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 novembre 2007, n. 222,

impegna il Governo:

a valutare l'opportunità di fissare al 31 dicembre 2011 il termine ultimo per completamento del piano di risanamento regionale, in relazione alle difficoltà connesse allo stato di emergenza derivante dal sisma che ha colpito la regione Abruzzo e al rispetto degli adempimenti previsti dall'accordo di cui in premessa, subordinando la proroga alla redazione, a cura della regione Abruzzo, entro 60 giorni dalla data di approvazione della legge di conversione del presente decreto-legge, di un nuovo piano di rientro e di riqualificazione e razionalizzazione del Servizio sanitario regionale, accompagnato dalla rimodulazione di idoneo piano finanziario, e all'approvazione, da parte del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali e del Ministero dell'economia e delle finanze, del piano di rientro riformulato e prevedendone, altresì, la decorrenza dalla data dell'approvazione del piano;
ad adottare, altresì, al fine di garantire una più diretta responsabilità della Giunta regionale della regione Abruzzo al rispetto degli obblighi assunti con la sottoscrizione dell'accordo di cui al comma 1, lettera q), dell'articolo 6 del decreto in esame, gli atti necessari per la revoca della nomina del commissario ad acta effettuata ai sensi dell'articolo 4 del decreto-legge 1o ottobre 2007, n. 159, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 novembre 2007, n. 222, e la contestuale nomina, entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto in esame, da parte del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, sentito il Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, del Presidente della Giunta regionale della regione Abruzzo quale Commissario ad acta per tutto il periodo di vigenza del piano di rientro.
9/2468/21. Toto.

La Camera,
premesso che:
in seguito al gravissimo evento sismico del 6 aprile 2009 che ha colpito particolarmente la città de L'Aquila, oltre a numerosi altri comuni dell'Abruzzo, si rende utile fissare un termine di più ampio respiro per l'attuazione del piano di risanamento regionale di cui all'accordo tra il Ministro della salute, il Ministro dell'economia e delle finanze e la regione Abruzzo del 6 marzo 2007,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di fissare al 31 dicembre 2011 il termine ultimo per completamento del piano di risanamento regionale, in relazione alle difficoltà connesse allo stato di emergenza derivante dal sisma che ha colpito la regione Abruzzo e al rispetto degli adempimenti previsti dall'accordo di cui in premessa, subordinando la proroga alla redazione, a cura della regione Abruzzo, entro 60 giorni dalla data di approvazione della legge di conversione del presente decreto-legge, di un nuovo piano di rientro e di riqualificazione e razionalizzazione del Servizio sanitario regionale, accompagnato dalla rimodulazione di idoneo piano finanziario, e all'approvazione, da parte del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali e del Ministero dell'economia e delle finanze, del piano di rientro riformulato e prevedendone, altresì, la decorrenza dalla data dell'approvazione del piano.
9/2468/21. (Testo modificato nel corso della seduta) Toto.

La Camera,
premesso che:
appare necessario assicurare la piena operatività del Dipartimento della protezione civile a cui è affidato il compito di fronteggiare l'emergenza determinatasi a seguito dei recenti eventi sismici e quello di supportare il commissario delegato nell'attuazione delle disposizioni di cui all'articolo 2, commi da 1 a 9, del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, per i connessi aspetti amministrativi e contabili ai sensi dell'articolo 6 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3771;
appare, altresì, necessario evidenziare come il comma 4-bis, dell'articolo 7 non rechi alcuna ripartizione in merito all'autorizzazione di spesa ivi prevista né alcuna disposizione che determini, almeno in percentuale, la somma da assegnare al Corpo nazionale dei vigili del fuoco;
in favore delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, il medesimo articolo 7, al comma 3, prevede la concessione di un'autorizzazione di spesa pari a 1,4 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009,

impegna il Governo

ad emanare un apposito provvedimento con il quale vengono stabilite le modalità, anche speciali, per il potenziamento delle esigenze operative del Dipartimento della protezione civile e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco mediante procedure di reclutamento di personale, che ne valorizzino la professionalità specifica ed il servizio prestato nel settore, nonché a reperire ulteriori risorse per le esigenze del Dipartimento della protezione civile e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
9/2468/22. (nuova formulazione) Guido Dussin, Lanzarin, Togni.

La Camera,
premesso che:
le misure di ambito agricolo contenute dal decreto in esame riguardano, in particolare:
la sospensione del pagamento delle rate dei mutui e dei finanziamenti di qualunque genere, comprese le operazioni di credito agrario di esercizio e di miglioramento e di credito ordinario;
la sospensione fino al 31 dicembre 2009 del versamento dei contributi previdenziali ed assistenziali e dei premi per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali ai datori di lavoro ed ai lavoratori autonomi del settore agricolo (compresa la quota a carico dei lavoratori dipendenti e di quelli con contratto di collaborazione coordinata e continuativa);
l'utilizzo del Corpo forestale dello Stato per la prosecuzione dell'intervento di soccorso e delle attività necessarie al superamento delle emergenze;
la corresponsione di un'indennità, pari al trattamento straordinario di integrazione salariale, agli imprenditori agricoli ed agli imprenditori ittici, allo scopo erogata dall'INPS a richiesta dell'interessato e su autocertificazione senza che essa concorra alla formazione del reddito;
la disciplina agevolata delle modalità di attuazione dei piani di sviluppo rurale (PSR) ai produttori che svolgono attività agricola, relativamente alle anticipazioni delle spettanze dell'anno in corso e delle successive annualità. In particolare si procederà con sei mesi di anticipo all'erogazione del 75 per cento dei fondi ed il saldo del 25 per cento sarà erogato a fine anno;
sempre il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, nell'ambito del perimetro normativo assicurato dal decreto-legge, ha provveduto ad inviare alla Commissione Europea una nota che evidenzia l'urgenza di attivare ulteriori iniziative in favore delle aree colpite dal sisma dell'Abruzzo, consistenti, in particolare: nell'anticipazione del pagamento dei premi relativi alla politica agricola comune (PAC) con erogazione di un pagamento anticipato a partire dal 18 giugno 2009, pari al 50 per cento dell'aiuto richiesto e saldo del rimanente 50 per cento a decorrere dal 16 ottobre 2009 previ controlli puntuali; nell'attivazione automatica dei diritti all'aiuto per gli agricoltori colpiti dal sisma; nella possibilità di presentare la domanda unica di aiuto 2009 tramite una procedura semplificata e considerando la medesima domanda come conferma di quella del 2008; nella disapplicazione delle sanzioni per ritardata presentazione, oltre il termine del 15 maggio 2009, della domanda unica 2009 fino al 9 giugno 2009;
ai sensi dell'ordinanza di protezione civile del 19 maggio 2009, è stato previsto che l'intera quota di cofinanziamento nazionale del PSR 2007-2013 della Regione Abruzzo sia assicurata dallo Stato attraverso la disponibilità del fondo di rotazione di cui alla legge n. 183 del 1987, concernente il coordinamento delle politiche riguardanti l'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee e l'adeguamento dell'ordinamento interno agli atti normativi comunitari, con la mobilitazione del personale necessario a fornire assistenza tecnica alla Regione Abruzzo nella fase di gestione del proprio PSR. È da evidenziare che analoghe condizioni presenti per le aziende agricole colpite dagli eventi sismici avuti nella Regione Abruzzo nel mese di aprile 2009, si ravvisano per le imprese agricole delle province di Parma e di Reggio Emilia che hanno subito il sisma del 23 dicembre 2008;
sarebbe auspicabile che le predette misure di favore che il decreto legge in esame dispone per gli agricoltori della Regione Abruzzo possano essere applicate anche nei riguardi degli agricoltori delle province di Parma e di Reggio Emilia interessati dal terremoto del 23 dicembre 2008,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare specifici provvedimenti normativi diretti a prevedere che misure analoghe a quelle disposte dal decreto in esame, in favore delle imprese agricole colpite dagli eventi sismici dell'aprile 2009 nella Regione Abruzzo, trovino applicazioni anche per gli agricoltori delle province di Parma e di Reggio Emilia interessati dal terremoto del 23 dicembre 2008.
9/2468/23.Rainieri, Negro.

La Camera,
premesso che:
l'articolo 11 del provvedimento istituisce un Fondo per la prevenzione del rischio sismico dotato di 44 milioni di euro per l'anno 2010, 145,1 milioni per l'anno 2011, 195,6 milioni per ciascuno degli anni 2012, 2013 e 2014, 145,1 milioni per l'anno 2015, e 44 milioni per l'anno 2016;
rispetto alla formulazione originaria dell'articolo il Fondo appare provvedere agli interventi antisismici sull'intero territorio nazionale, invece che nella sola area abruzzese ed appenninica; interventi di adeguamento antisismico sono già stati avviati da decenni da diversi provvedimenti normativi, alcuni dei quali sono ancora in corso di attuazione;
si prospetta la necessità di unificare le normative e le modalità della loro applicazione, al fine di non determinare disparità di trattamento tra i cittadini, a fronte di identica situazione giuridica,

impegna il Governo:

a destinare le risorse del Fondo per la prevenzione del rischio sismico anche a copertura degli interventi di analoghi provvedimenti in corso di attuazione; ad uniformare su tutto il territorio nazionale le disposizioni in materia di agevolazioni per interventi antisismici;
ad introdurre in un prossimo provvedimento di legge, anche al fine della riduzione della spesa pubblica, il bonus del 55 per cento fiscale per gli interventi antisismici attuati da privati ed un analogo credito di imposta per gli interventi posti in essere dalle imprese, eventualmente nei limiti della dotazione annuale di bilancio.
9/2468/25.Mario Pepe (PdL).

La Camera,
premesso che:
l'articolo 11 del provvedimento istituisce un Fondo per la prevenzione del rischio sismico dotato di 44 milioni di euro per l'anno 2010, 145,1 milioni per l'anno 2011, 195,6 milioni per ciascuno degli anni 2012, 2013 e 2014, 145,1 milioni per l'anno 2015, e 44 milioni per l'anno 2016;
rispetto alla formulazione originaria dell'articolo il Fondo appare provvedere agli interventi antisismici sull'intero territorio nazionale, invece che nella sola area abruzzese ed appenninica; interventi di adeguamento antisismico sono già stati avviati da decenni da diversi provvedimenti normativi, alcuni dei quali sono ancora in corso di attuazione;
si prospetta la necessità di unificare le normative e le modalità della loro applicazione, al fine di non determinare disparità di trattamento tra i cittadini, a fronte di identica situazione giuridica,

impegna il Governo:

ad uniformare su tutto il territorio nazionale le disposizioni in materia di agevolazioni per interventi antisismici;
a valutare la possibilità di introdurre in un prossimo provvedimento di legge, anche al fine della riduzione della spesa pubblica, il bonus del 55 per cento fiscale per gli interventi antisismici attuati da privati ed un analogo credito di imposta per gli interventi posti in essere dalle imprese, eventualmente nei limiti della dotazione annuale di bilancio.
9/2468/25.(Testo modificato nel corso della seduta) Mario Pepe (PdL).

La Camera,
esaminato il decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo nel mese di aprile 2009 e ulteriori interventi urgenti di protezione civile;
tenuto conto che nei giorni scorsi si è verificato un evento calamitoso che ha interessato le province di Treviso, Vicenza, e Pordenone, ove il forte vento, i nubifragi, le violente prolungate grandinate e una devastante tromba d'aria hanno distrutto cose mobili e immobili, colpito le attività produttive e le infrastrutture pubbliche e messo in ginocchio le colture e gli allevamenti;
considerato che il Governo ha promesso il proprio sostegno alle imprese agricole danneggiate e pertanto l'ispettorato all'agricoltura ha dato corso alle verifiche dei danni;
preso atto, in particolare, che la tromba d'aria del 6 giugno scorso ha devastato il territorio di Riese Pio X e la frazione di Vallà, con la forza simile di un terremoto, creando numerosi feriti, scoperchiando case, colpendo attività produttive, infrastrutture pubbliche, viarie e a rete, capannoni, industrie, edifici pubblici e privati, automobili e servizi;
considerato che i tecnici, provinciali e comunali, stanno effettuando un censimento preciso delle abitazioni, degli stabilimenti e dei beni danneggiati, con la stessa metodologia già convalidata per il terremoto dell'Abruzzo, per verificare i numerosi edifici inagibili e per conteggiare i danni, rilevando la necessità di un numero elevato di 500 interventi, che complessivamente si stimano tra i 400 e 500 milioni di euro;
preso atto che la regione Veneto ha chiesto lo stato di emergenza per tutta l'area interessata dal pesantissimo evento meteorologico, promettendo il sostegno alle famiglie e alle aziende rimaste danneggiate;
preso atto, altresì, che i danni a seminativi, frutteti, vigneti ed allevamenti si calcolano in circa 60 milioni di euro; i danni alle colture, che in certi casi hanno superato il 150 per cento, hanno compromesso le piante anche per la buona riuscita della fioritura del prossimo anno; in particolare i danni ai frutteti, divelti dalla tromba d'aria, hanno messo a repentaglio il lavoro di cinque stagioni, colpendo in modo irreparabile gli agricoltori;
tenuto conto che la provincia di Treviso di concerto con il comune di Riese Pio X si sono attivati per coordinare l'emergenza, riuscendo a ripristinare il traffico in gran parte della rete viaria, a ripristinare la corrente elettrica e a sistemare i circa 200 sfollati nelle strutture ricettive;
ritenuto che occorrerebbe, in tempi brevi, mettere in sicurezza le costruzioni danneggiate, ripristinare le infrastrutture pubbliche colpite, assicurare l'alloggio agli sfollati e permettere la ripresa delle attività economiche, delle aziende manifatturiere e delle aziende agricole e a tal fine occorrono nell'immediato idonee risorse economiche per far fronte al ripristino dei territori colpiti ed in particolare alla ricostruzione del territorio di Riese Pio X devastato dalla violenta tromba d'aria,

impegna il Governo

ad adoperarsi per assicurare i finanziamenti necessari per far fronte ai danni e alle emergenze esposte in premessa ed in particolare alla ricostruzione del territorio di Riese Pio X.
9/2468/26. Luciano Dussin, Lanzarin, Guido Dussin, Dozzo, Bitonci.

La Camera,
esaminato il decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo nel mese di aprile 2009 e ulteriori interventi urgenti di protezione civile;
tenuto conto che l'articolo 16, comma 5, prevede la costituzione di elenchi speciali presso la prefettura di fornitori e prestatori di servizi non soggetti a rischio di inquinamento mafioso, cui possono rivolgersi gli esecutori dei lavori oggetto del presente decreto;
considerato che non è chiaro come verranno costituiti tali elenchi;
ritenuto che dovrebbe essere lo stesso decreto ministeriale previsto dal medesimo comma 5 dell'articolo 16, che stabilisce i criteri dei controlli, a stabilire anche le modalità dell'individuazione delle imprese pulite,

impegna il Governo

in applicazione dell'articolo 16, comma 5, a determinare attraverso il decreto ministeriale di cui al comma 5, dell'articolo 16, anche le modalità dell'individuazione dei fornitori e prestatori di servizi non soggetti a rischio di inquinamento mafioso, cui possono rivolgersi gli esecutori dei lavori oggetto del presente decreto, da iscrivere negli appositi elenchi previsti presso il prefetto territorialmente competente.
9/2468/27. Lanzarin, Guido Dussin, Togni.

La Camera,
esaminato il decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo nel mese di aprile 2009 e ulteriori interventi urgenti di protezione civile;
premesso che all'articolo 12, comma 1, lettera p) si prevede l'istituzione di nuovi giochi di sorte legati al consumo;
tenuto conto che il decreto del ministro dell'economia e delle finanze del 20 settembre 2005, n. 249, aveva tra l'altro stabilito, nell'articolo 2, comma 2, le caratteristiche dei terminali di gioco, stabilendo che si intendono tali «i registratori di cassa, il cui modello risulta approvato e che hanno superato con esito positivo i controlli di conformità previsti dall'articolo 7 del decreto del ministro delle finanze 23 marzo 1983 e successive modificazioni, che soddisfano al contempo gli specifici requisiti di conformità definiti da AAMS, ai fini del gioco»;
ritenuto opportuno mantenere questa previsione che offre un duplice vantaggio per il «gioco del resto» nel senso di:
1) assicurare una maggiore cautela fiscale ed un maggior controllo nell'uso dei terminali essendo i registratori di cassa soggetti ad un controllo preventivo da parte dell'Agenzia delle entrate e ad un controllo periodico da parte di tecnici abilitati;
2) ottenere da parte del consumatore un maggior interesse a richiedere all'esercente il rilascio dello scontrino fiscale per ciascuna transazione effettuata, favorendo così l'emersione di una maggiore materia imponibile,

impegna il Governo

in sede di applicazione dell'articolo 12, comma 1, lettera p) a prevedere l'istituzione di nuovi giochi di sorte legati al consumo, in conformità alla disciplina stabilita dal regolamento concernente la disciplina dei giochi di sorte legati al consumo di cui al decreto ministeriale 20 settembre 2005, n. 249, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 5 dicembre 2005, n. 283.
9/2468/28. Togni, Lanzarin, Guido Dussin.

La Camera,
in sede di approvazione del disegno di legge n. 2468,

impegna il Governo

ad individuare gli strumenti e le coperture più opportuni per definire ai sensi dell'articolo 1, le modalità di predisposizione e di attuazione da parte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, d'intesa con le Amministrazioni interessate, di un piano di interventi urgenti sui dissesti idrogeologici verificatisi nei territori abruzzesi a seguito della crisi sismica del 5 e 6 aprile 2009 e dei successivi eventi alluvionali, con priorità per quelli che costituiscono pericolo per i centri abitati e le infrastrutture.
9/2468/29.Caldoro, Castellani.

La Camera,
in sede di approvazione del disegno di legge n. 2468,

impegna il Governo

a valutare la possibilità nell'ambito delle competenze del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare in tema di dissesto idrogeologico, di riconoscere priorità a causa degli eventi sismici dell'aprile 2009 e dei successivi fenomeni alluvionali verificatisi agli interventi da effettuarsi nei territori abruzzesi necessitati dallo stato di pericolo per i centri abitati e le infrastrutture.
9/2468/29. (Testo modificato nel corso della seduta) Caldoro, Castellani.

La Camera,
in sede di approvazione del disegno di legge n. 2468,

impegna il Governo

ad individuare gli strumenti più opportuni per prevedere la sospensione del pagamento delle rate dei mutui anche per le imprese e le attività turistiche operanti e localizzate nelle zone collinari e montane della regione Abruzzo, al di fuori dei territori dei comuni di cui all'articolo 1, comma 2, ferma restante la sussistenza del nesso di causalità di cui al comma 3 del citato articolo 1.
9/2468/30. Barani, Castellani.

La Camera,
in sede di approvazione del disegno di legge n. 2468,

impegna il Governo

ad individuare gli strumenti più opportuni affinché i soggetti residenti in Abruzzo che svolgono alla data del 6 aprile 2009 la propria attività lavorativa fuori dal territorio regionale, abbiano la precedenza, in sede di trasferimento a domanda presso le sedi abruzzesi, con particolare riguardo per coloro che ai sensi dell'articolo 33 comma 5 della legge 5 febbraio 1992 n. 104, assistono familiari disabili.
9/2468/31. Castellani, Mantini.

La Camera,
in sede di approvazione del disegno di legge n. 2468,

impegna il Governo

a verificare l'opportunità di individuare gli strumenti più opportuni affinché i soggetti residenti in Abruzzo che svolgono alla data del 6 aprile 2009 la propria attività lavorativa fuori dal territorio regionale, abbiano la precedenza, in sede di trasferimento a domanda presso le sedi abruzzesi, con particolare riguardo per coloro che ai sensi dell'articolo 33 comma 5 della legge 5 febbraio 1992 n. 104, assistono familiari disabili.
9/2468/31. (Testo modificato nel corso della seduta) Castellani, Mantini.

La Camera,
esaminato il decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo nel mese di aprile 2009 e ulteriori interventi urgenti di protezione civile;
premesso che ai fini del recupero degli emolumenti anticipati dai datori di lavoro ai propri dipendenti impegnati in attività di volontariato della protezione civile, attualmente si applica la procedura prevista dal comma 5 dell'articolo 9 e del comma 4 dell'articolo 10 del decreto del Presidente della Repubblica 8 febbraio 2001, n. 194;
considerato che ad oggi tali emolumenti arrivano dopo 2 anni ai datori di lavoro;
tenuto conto che occorre individuare, con apposita normativa, un'alternativa alla procedura sopraccitata, prevedendo la possibilità per i datori di lavoro di persone impegnate nel volontariato di poter compensare nel F24 i rimborsi che devono avere dallo Stato per gli emolumenti anticipati;
tenuto conto altresì che la crisi economica mondiale da una parte e l'ammontare delle persone impegnate ad attività della protezione civile in occasione del terremoto dell'Abruzzo, rendono molto copioso per le aziende di poter pagare comunque i dipendenti anche se questi ultimi mancano dal lavoro perché impegnati in attività della protezione civile,

impegna il Governo

nelle more di una modifica normativa, che preveda la possibilità per i datori di lavoro di compensare nel F24 i rimborsi che devono avere dallo Stato per gli emolumenti anticipati ai propri dipendenti impegnati nel volontariato, a garantire, nell'immediato, il sollecito rimborso degli emolumenti anticipati ai volontari impegnati ad attività della protezione civile in occasione del terremoto dell'Abruzzo.
9/2468/32. Vanalli, Caparini, Lanzarin, Guido Dussin, Togni.

La Camera,
esaminato il decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo nel mese di aprile 2009 e ulteriori interventi urgenti di protezione civile;
premesso che ai fini del recupero degli emolumenti anticipati dai datori di lavoro ai propri dipendenti impegnati in attività di volontariato della protezione civile, attualmente si applica la procedura prevista dal comma 5 dell'articolo 9 e del comma 4 dell'articolo 10 del decreto del Presidente della Repubblica 8 febbraio 2001, n. 194;
considerato che ad oggi tali emolumenti arrivano dopo 2 anni ai datori di lavoro;
tenuto conto che occorre individuare, con apposita normativa, un'alternativa alla procedura sopraccitata, prevedendo la possibilità per i datori di lavoro di persone impegnate nel volontariato di poter compensare nel F24 i rimborsi che devono avere dallo Stato per gli emolumenti anticipati;
tenuto conto altresì che la crisi economica mondiale da una parte e l'ammontare delle persone impegnate ad attività della protezione civile in occasione del terremoto dell'Abruzzo, rendono molto copioso per le aziende di poter pagare comunque i dipendenti anche se questi ultimi mancano dal lavoro perché impegnati in attività della protezione civile,

impegna il Governo

nelle more di una modifica normativa, che preveda la possibilità per i datori di lavoro di compensare nel F24 i rimborsi che devono avere dallo Stato per gli emolumenti anticipati ai propri dipendenti impegnati nel volontariato, a valutare la possibilità di garantire, nell'immediato, il sollecito rimborso degli emolumenti anticipati ai volontari impegnati ad attività della protezione civile in occasione del terremoto dell'Abruzzo.
9/2468/32. (Testo modificato nel corso della seduta) Vanalli, Caparini, Lanzarin, Guido Dussin, Togni.

La Camera,
premesso che:
la tragedia del terremoto dell'Aquila ha fatto emergere la consapevolezza che una tale catastrofe sia soprattutto la conseguenza delle gravissime mancanze della politica urbanistica ed edilizia degli ultimi 60 anni;
in questo periodo il processo di sovraurbanizzazione è infatti stato tale da far crescere il patrimonio edilizio di ben 90 milioni di vani portandolo agli attuali 120 milioni di vani cifra che fa dell'Italia, secondo i dati EUROSTAT, il primo paese in Europa per disponibilità di abitazioni (il 20 per cento delle quali non sono occupate) e con un valore medio di due vani a persona;
ai fini dei criteri da seguire nella ricostruzione dell'Abruzzo occorre tenere presente che i 120 milioni di vani di cui sopra sono distribuiti in due categorie di costruzioni:
1) gli edifici costruiti prima del 1945, che vanno considerati come «storici» ai fini della tutela e che sono formati da 30 milioni di vani. Questo patrimonio realizzato in oltre 3.000 anni di storia costituisce l'identità stessa della civiltà italiana ed è da considerare un «bene unico e irriproducibile». Sebbene fragile, è sopravvissuto agli innumerevoli terremoti che si sono succeduti nella storia, per cui può e deve essere salvaguardato integralmente;
2) gli edifici costruiti dal 1945 in poi, composti da circa 90 milioni di vani, che vanno a loro volta distinti tra quelli realizzati dal 1945 al 1970 consistenti in circa 47 milioni di vani, in generale non anti-sismici, perché realizzati nell'emergenza post-bellica e prima dell'introduzione delle leggi antisismiche e quelli realizzati dopo il 1970, comprendenti circa 43 milioni di vani;
la vulnerabilità degli edifici sia pubblici che privati post-bellici privi di qualità e non antisismici si traduce in danni elevatissimi di fronte a terremoti che colpiscono il nostro Paese e che sono di intensità medio-alta se non addirittura modesta rispetto ad altre zone del pianeta, con ingentissimi danni economici e con un altissimo bilancio in termini di perdite di vite umane (120 milioni di vittime nell'ultimo secolo e 80 miliardi di euro per la ricostruzione post-sismica negli ultimi 25 anni: dati ISAT);
tale vulnerabilità è particolarmente allarmante per l'Italia dove il 67 per cento dei comuni è collocato in zona sismica e dove secondo dati del Cineas (consorzio per l'ingegneria nelle assicurazioni del Politecnico di Milano), oltre la metà dei 60 milioni di italiani vive in zone a rischio,

impegna il Governo:

ad improntare i criteri della ricostruzione dell'Abruzzo all'insegna da un lato della tutela dei beni «storici» e del centro storico dell'Aquila che costituisce uno dei più pregiati e più vivacemente vissuti centri storici d'Europa e all'insegna dall'altro della rottamazione degli edifici post-bellici privi di qualità e non antisismici;

a realizzare, a partire dal centro storico dell'Aquila, una banca dati degli edifici, consultabile on-line e da lasciare in dotazione al comune, introducendo per gli immobili colpiti dal terremoto in Abruzzo, nella prospettiva di una successiva generalizzata estensione a livello nazionale, il fascicolo di fabbricato quale documento in cui siano precisati i dati dì analisi geotecnica del sottosuolo su cui insiste l'edificio, la consistenza statica della struttura con dati relativi a idoneità, vulnerabilità, impiantistica e valore culturale dello stesso;

a valutare l'adozione di un piano di rottamazione dell'edilizia post-bellica, priva di qualità e non antisismica su scala nazionale;

ad avviare una politica di razionalizzazione della spesa pubblica che comprenda anche una legge organica per la copertura finanziaria dei danni causati da calamità naturali.
9/2468/33. Zamparutti, Mecacci, Bernardini, Maurizio Turco, Farina Coscioni, Beltrandi.

La Camera,
premesso che:
la tragedia del terremoto dell'Aquila ha fatto emergere la consapevolezza che una tale catastrofe sia soprattutto la conseguenza delle gravissime mancanze della politica urbanistica ed edilizia degli ultimi 60 anni;
in questo periodo il processo di sovraurbanizzazione è infatti stato tale da far crescere il patrimonio edilizio di ben 90 milioni di vani portandolo agli attuali 120 milioni di vani cifra che fa dell'Italia, secondo i dati EUROSTAT, il primo paese in Europa per disponibilità di abitazioni (il 20 per cento delle quali non sono occupate) e con un valore medio di due vani a persona;
ai fini dei criteri da seguire nella ricostruzione dell'Abruzzo occorre tenere presente che i 120 milioni di vani di cui sopra sono distribuiti in due categorie di costruzioni:
1) gli edifici costruiti prima del 1945, che vanno considerati come «storici» ai fini della tutela e che sono formati da 30 milioni di vani. Questo patrimonio realizzato in oltre 3.000 anni di storia costituisce l'identità stessa della civiltà italiana ed è da considerare un «bene unico e irriproducibile». Sebbene fragile, è sopravvissuto agli innumerevoli terremoti che si sono succeduti nella storia, per cui può e deve essere salvaguardato integralmente;
2) gli edifici costruiti dal 1945 in poi, composti da circa 90 milioni di vani, che vanno a loro volta distinti tra quelli realizzati dal 1945 al 1970 consistenti in circa 47 milioni di vani, in generale non anti-sismici, perché realizzati nell'emergenza post-bellica e prima dell'introduzione delle leggi antisismiche e quelli realizzati dopo il 1970, comprendenti circa 43 milioni di vani;
la vulnerabilità degli edifici sia pubblici che privati post-bellici privi di qualità e non antisismici si traduce in danni elevatissimi di fronte a terremoti che colpiscono il nostro Paese e che sono di intensità medio-alta se non addirittura modesta rispetto ad altre zone del pianeta, con ingentissimi danni economici e con un altissimo bilancio in termini di perdite di vite umane (120 milioni di vittime nell'ultimo secolo e 80 miliardi di euro per la ricostruzione post-sismica negli ultimi 25 anni: dati ISAT);
tale vulnerabilità è particolarmente allarmante per l'Italia dove il 67 per cento dei comuni è collocato in zona sismica e dove secondo dati del Cineas (consorzio per l'ingegneria nelle assicurazioni del Politecnico di Milano), oltre la metà dei 60 milioni di italiani vive in zone a rischio,

impegna il Governo

ad improntare i criteri della ricostruzione dell'Abruzzo all'insegna da un lato della tutela dei beni «storici» e del centro storico dell'Aquila che costituisce uno dei più pregiati e più vivacemente vissuti centri storici d'Europa e all'insegna dall'altro della rottamazione degli edifici post-bellici privi di qualità e non antisismici.
9/2468/33. (Testo modificato nel corso della seduta) Zamparutti, Mecacci, Bernardini, Maurizio Turco, Farina Coscioni, Beltrandi.

La Camera,
premesso che:
l'Università de L'Aquila è frequentata da numerosi studenti (oltre 30.000) molti dei quali, ben il 35 per cento del totale, provengono da altre regioni;
questi studenti «fuori sede», in particolare quelli provenienti da regioni lontane come la Calabria e la Sicilia, oltre ad aver già versato un tributo di sangue a seguito del crollo della casa dello studente, rischiano oggi di non avere garantito il diritto allo studio;
per i fuori sede, infatti, fra le tante difficoltà che devono essere affrontate dopo il terremoto, c'è anche quella di poter continuare a frequentare l'Università de L'Aquila, essendo pressoché impossibile trovare un alloggio;
inoltre, gli esami e le attività didattiche si svolgono in tende prive dei più elementari requisiti, compresi quelli igienici e sanitari, in un contesto degradato dal fango e insicuro per le continue scosse di terremoto,

impegna il Governo

ad adoperarsi, al fine di risolvere il problema dei fuori sede dell'Università de L'Aquila, disponendo che le università italiane accettino le legittime istanze di trasferimento per tutte le facoltà, comprese quelle a numero programmato, così da garantire un immediato inserimento nelle attività didattiche in corso, lasciando comunque che le tasse universitarie siano versate alla scuola de L'Aquila e comunque che le tasse di qualsiasi studente che dovesse trasferirsi dall'Università de L'Aquila ad altra università siano per due anni versate all'Università de L'Aquila.
9/2468/34. Maurizio Turco, Zamparutti, Mecacci, Bernardini, Farina Coscioni, Beltrandi.

La Camera,
premesso che:
l'Università de L'Aquila è frequentata da numerosi studenti (oltre 30.000) molti dei quali, ben il 35 per cento del totale, provengono da altre regioni;
questi studenti «fuori sede», in particolare quelli provenienti da regioni lontane come la Calabria e la Sicilia, oltre ad aver già versato un tributo di sangue a seguito del crollo della casa dello studente, rischiano oggi di non avere garantito il diritto allo studio;
per i fuori sede, infatti, fra le tante difficoltà che devono essere affrontate dopo il terremoto, c'è anche quella di poter continuare a frequentare l'Università de L'Aquila, essendo pressoché impossibile trovare un alloggio;
inoltre, gli esami e le attività didattiche si svolgono in tende prive dei più elementari requisiti, compresi quelli igienici e sanitari, in un contesto degradato dal fango e insicuro per le continue scosse di terremoto,

impegna il Governo

ad adoperarsi, al fine di risolvere il problema dei fuori sede dell'Università de L'Aquila, disponendo che le università italiane accettino le legittime istanze di trasferimento per tutte le facoltà, comprese quelle a numero programmato, così da garantire un immediato inserimento nelle attività didattiche in corso.
9/2468/34. (Testo modificato nel corso della seduta) Maurizio Turco, Zamparutti, Mecacci, Bernardini, Farina Coscioni, Beltrandi.

La Camera,
premesso che:
la gestione della ricostruzione dell'Abruzzo affidata alla impostazione commissariale del Governo risulta sottratta ad una piena partecipazione degli enti e delle comunità locali ai processi decisionali il che rischia di tradursi in un pericoloso e generale distacco delle istituzione preposte alla ricostruzione dalla vita quotidiana dei cittadini;
al contempo non è dato conoscere quale elaborazione di idee e quali progetti davvero rilevanti stiano concependo gli enti locali per la ricostruzione;
occorre compensare tale impostazione con un'iniziativa davvero strutturale che - recuperando in pieno il fondamento della democrazia liberale, il «conoscere per deliberare» - renda l'operato delle autorità preposte alla ricostruzione conoscibile e valutabile, assicurando la massima trasparenza, controllo e possibilità di partecipazione ai cittadini;
i metodi a cui si ispirerà la ricostruzione fisica delle zone terremotate condizioneranno anche quella sociale in una realtà in cui il terremoto in Abruzzo non ha colpito solo degli immobili e degli edifici presenti su un territorio più o meno ampio ma una città nel suo complesso distruggendo non solo abitazioni, uffici, fabbriche ma il sistema di relazioni più o meno denso che dentro quel contesto, pur debole, ha funzionato negli anni dando vita a quel che gli analisti chiamano capitale sociale;
oggi, grazie alla rivoluzione digitale e a Internet, è tecnicamente possibile instaurare un rapporto diretto con i cittadini, a tutti i livelli istituzionali. La realizzazione di tutto ciò non ha bisogno necessariamente di modifiche normative né di ulteriori spese a carico dell'erario;
è proprio in questa direzione che và la proposta radicale di istituire un'anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati: uno strumento democratico che pone il candidato, l'eletto o il nominato sotto la lente del cittadino, in modo che questi possa conoscere il suo operato e monitorare le sue scelte;
se l'anagrafe degli eletti e dei nominati fosse già stata introdotta ad ogni livello istituzionale, probabilmente avremmo da tempo sanato alcune delle ferite inferte alla democrazia e evitato illegalità ad ogni livello in molte regioni e città del Paese,

impegna il Governo:

a intervenire perché sia data piena attuazione, anche attraverso lo strumento dell'anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati, a quanto già il T.U.E.L. approvato con decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, stabilisce sia all'articolo 6 sulle forme della partecipazione popolare e dell'accesso dei cittadini alle informazioni e ai procedimenti amministrativi, sia all'articolo 10 sul «Diritto di accesso e di informazione» dei cittadini a tutti gli atti dell'amministrazione comunale e provinciale e, in generale, alle informazioni di cui è in possesso l'amministrazione in modo che le spese e i finanziamenti legati alla ricostruzione dell'Abruzzo siano rendicontate e rese pubbliche in Internet, cominciando proprio dalla gestione della Protezione civile fino alla fine della ricostruzione;

a valutare lo stanziamento di più o meno fondi agli enti locali anche in base ai criteri di trasparenza, pubblicità e possibilità di accesso e controllo dei cittadini dell'attività degli enti stessi oltre che dell'operato degli eletti in quegli enti e dei nominati da essi.
9/2468/35. Bernardini, Zamparutti, Mecacci, Maurizio Turco, Farina Coscioni, Beltrandi.

La Camera,
premesso che:
l'articolo 13 del decreto-legge in discussione individua tra le fonti di finanziamento degli interventi i fondi dell'assistenza farmaceutica territoriale attraverso:
1) la riduzione del 12 per cento del prezzo dei medicinali equivalenti di cui all'articolo 7 della legge 405 del 2001;
2) una trattenuta dell'1,4 per cento a carico dei farmacisti sull'importo al lordo delle eventuali quote di partecipazione alla spesa a carico dell'assistito e delle trattenute convenzionali e di legge;
3) la rideterminazione delle quote di spettanza per i generici «puri» vale a dire per i medicinali equivalenti di cui all'articolo 7 della legge 405 del 2001 la riduzione del tetto di spesa farmaceutica per l'anno 2009 dello 0,4 per cento, passando quindi dal 14 per cento al 13,6 per cento del finanziamento cui concorre ordinariamente lo Stato;
rilevato che tale intervento riduce le risorse destinate all'assistenza territoriale che il piano sanitario nazionale e tutti i piani sanitari regionali si impegnano ad incrementare;
rilevato, altresì, che la spesa farmaceutica territoriale costituisce l'unica componente di spesa del servizio sanitario nazionale che presenta, anche grazie ai provvedimenti messi in campo in questi anni, una diminuzione reale a fronte invece di aumenti di tutte le altre voci di spesa, anche con percentuali a due cifre;
preso atto che la ragione sostanziale, per la quale, per provvedimenti di urgenza, il Governo e le regioni intervengono sulla spesa farmaceutica convenzionata è quella che tale spesa sia l'unica controllabile fra tutte quelle del servizio sanitario nazionale, e ciò grazie esclusivamente alla attività di reports mensili di Federfarma, mentre, dopo 17 anni di aziende sanitarie i dati della spesa di tutti le altre voci del servizio sanitario nazionale sono disponibili solo dopo anni e risultando, altresì, spesso, nebulosi e poco affidabili;
preso atto che correttamente la Camera dei deputati, a fronte anche di ripetute segnalazioni da parte di autorevoli organi dello Stato (Guardia di finanza, Ragioneria generale dello Stato) i quali indicavano da tempo in cifre di miliardi di euro gli effetti dei mancati o approssimativi controlli sostanziali sulla spesa nelle aziende sanitarie del servizio sanitario nazionale, ha istituito una Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali, la quale, tra l'altro, ha il compito di «indagare sui fenomeni di cattiva gestione o di gestione inefficiente delle risorse e dei fondi sanitari, negli ospedali, nei policlinici, nei distretti sanitari, nei consultori familiari e comunque in qualsiasi struttura sanitaria pubblica o privata, che determinino indebiti esborsi di denaro pubblico nel comparto sanitario»;
rilevato che in concomitanza con l'iter di approvazione del decreto-legge in discussione, sono occorsi due importanti fatti che rafforzano il ruolo delle farmacie territoriali quali co-protagoniste dell'assistenza sanitaria territoriale e segnatamente:
la legge recentemente approvata in via definitiva da questa Assemblea relativa a «Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile» la quale, all'articolo 11, prevede una delega al Governo in materia di nuovi servizi erogati: dalle farmacie nell'ambito del servizio sanitario per assicurare la partecipazione delle farmacie al servizio di assistenza domiciliare integrata, collaborare ai programmi di educazione sanitaria della popolazione, realizzare campagne di prevenzione delle principali patologie a forte impatto sociale e consentire la prenotazione in farmacia di visite ed esami specialistici;
la sentenza della Corte di giustizia europea che ha riconosciuto la farmacia quale parte del servizio sanitario, incardinato sulla tutela della salute e non pertanto assimilabile ad un esercizio commerciale;
ritenuto, infine, che il ruolo delle farmacie territoriali vada tutelato quale risorsa strategica del servizio sanitario nazionale, in quanto, come risulta anche da altre esperienze realizzate nell'ambito della Comunità europea, l'assistenza sanitaria territoriale organizzata anche con le farmacie, risulta più efficace, più gradita dall'utenza e meno onerosa per il Fondo sanitario nazionale,

impegna il Governo:

a ristabilire, dal 2010, il tetto del 14,0 per cento del fondo sanitario nazionale quale base per garantire la sostenibilità della rete territoriale delle farmacie in particolari quelle rurali;
a garantire l'attuazione in tempi rapidi all'articolo 11 della legge in corso di pubblicazione «Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile» relativo alla delega al Governo in materia di nuovi servizi erogati dalle farmacie nell'ambito del Servizio sanitario nazionale, il quale, come è noto prevede un nuovo ruolo delle farmacie nel servizio sanitario nazionale, individuando altresì le risorse finanziarie concrete per l'attuazione di tali servizi;
a promuovere presso la Commissione di inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi regionali, recentemente insediata, l'impegno ad esaminare, in via prioritaria, le cause dello sfondamento della spesa farmaceutica ospedaliera che per ammissione del coordinatore degli assessori regionali arriverebbe su scala nazionale all'80 per cento.
9/2468/36. Laffranco, Girlanda, Catone, Barani.

La Camera,
premesso che:
il decreto-legge in esame reca numerosi interventi finalizzati al recupero socio-economico dei territori della regione Abruzzo interessati dal sisma dello scorso aprile;
in questo quadro si ritiene di dover intervenire, mediante gli strumenti previsti dall'articolo 252-bis del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, sui siti industriali inquinati di Bussi sul Tirino (sito nazionale) e su quelli di Pile (Aquila) ed Avezzano (siti regionali) ai fini della loro classificazione quali siti di preminente interesse pubblico per la riconversione industriale;
il sito di Bussi sul Tirino era già stato selezionato tra quelli prioritari a seguito dell'istruttoria del Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare, così come i siti di Pile e di Avezzano erano risultati comunque ammissibili pur se non prioritari in sede della suddetta istruttoria in quanto rispondenti ai requisiti richiesti;
nella medesima istruttoria sono state valutate le rispettive risorse per gli interventi citati, ed ugualmente erano state individuate ulteriori risorse per 10 milioni di euro per assistenza e supporto tecnico-scientifico specialistico;
dovrebbero - altresì - essere previsti interventi di bonifica e di risanamento ambientale, ai sensi dell'articolo 252 del citato decreto legislativo n. 152 del 2006, nel sito di interesse nazionale Fiumi Saline ed Alento;
il ricorso agli strumenti di cui agli articoli 252 e 252-bis del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 potrà consentire di avviare i processi di bonifica e di risanamento ambientale dei siti inquinati e di adeguare mediante il cofinanziamento statale la dotazione infrastrutturale in attrezzature e servizi, capaci di promuovere processi di reindustrializzazione, con le conseguenti ricadute occupazionali ed economiche,

impegna il Governo

ad adottare tempestivi provvedimenti al fine di completare i citati interventi, anche attraverso l'individuazione delle risorse necessarie.
9/2468/37. Scelli, Mantini.

La Camera,
premesso che:
il decreto-legge in esame reca numerosi interventi finalizzati al recupero socio-economico dei territori della regione Abruzzo interessati dal sisma dello scorso aprile;
in questo quadro si ritiene di dover intervenire, mediante gli strumenti previsti dall'articolo 252-bis del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, sui siti industriali inquinati di Bussi sul Tirino (sito nazionale) e su quelli di Pile (Aquila) ed Avezzano (siti regionali) ai fini della loro classificazione quali siti di preminente interesse pubblico per la riconversione industriale;
il sito di Bussi sul Tirino era già stato selezionato tra quelli prioritari a seguito dell'istruttoria del Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare, così come i siti di Pile e di Avezzano erano risultati comunque ammissibili pur se non prioritari in sede della suddetta istruttoria in quanto rispondenti ai requisiti richiesti;
nella medesima istruttoria sono state valutate le rispettive risorse per gli interventi citati, ed ugualmente erano state individuate ulteriori risorse per 10 milioni di euro per assistenza e supporto tecnico-scientifico specialistico;
dovrebbero - altresì - essere previsti interventi di bonifica e di risanamento ambientale, ai sensi dell'articolo 252 del citato decreto legislativo n. 152 del 2006, nel sito di interesse nazionale Fiumi Saline ed Alento;
il ricorso agli strumenti di cui agli articoli 252 e 252-bis del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 potrà consentire di avviare i processi di bonifica e di risanamento ambientale dei siti inquinati e di adeguare mediante il cofinanziamento statale la dotazione infrastrutturale in attrezzature e servizi, capaci di promuovere processi di reindustrializzazione, con le conseguenti ricadute occupazionali ed economiche,

impegna il Governo

ad adottare, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, tempestivi provvedimenti al fine di completare i citati interventi, anche attraverso l'individuazione delle risorse necessarie.
9/2468/37. (Testo modificato nel corso della seduta) Scelli, Mantini.

La Camera,
premesso che:
è necessario reperire risorse adeguate per far fronte a nuovi impegni di carattere finanziario di natura pluriennale finalizzati alla realizzazione delle opere di ricostruzione dei territori abruzzesi colpiti dal terremoto dello scorso aprile;
a tal fine è opportuno tenere presente che è prevista per il 31 maggio 2010 la scadenza della concessione per la gestione del gioco del «Gratta e vinci», che negli ultimi anni ha registrato una fase di progressivo aumento e che le prospettive future del mercato indicano in ulteriore crescita;
attualmente il mercato italiano dei giochi presenta numerosi operatori che vantano tutti i requisiti necessari a garantire la gestione del gioco;
su richiesta dell'amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato (AAMS), a seguito di un'istanza presentata il 18 marzo 2009 per il rinnovo della concessione richiesta dall'attuale concessionario, è stato emesso il parere del Consiglio di Stato nel quale si evidenzia che la clausola di rinnovo contenuta nella convenzione in scadenza non è vincolante per AAMS e che quindi tale rinnovo richiesto non rappresenta un obbligo per l'Amministrazione;
un bando di gara per più operatori attuerebbe quanto previsto dalla normativa comunitaria, con l'affidamento della concessione a più operatori sulla base di criteri tecnico-gestionali ed economici, preventivamente definiti dall'AAMS e consentirebbe di reperire maggiori risorse per lo Stato,

impegna il Governo

al fine prioritario di reperire risorse aggiuntive da destinare alla ricostruzione delle zone dell'Abruzzo colpite dal terremoto dello scorso aprile, a richiedere all'amministrazione autonoma Monopoli di Stato di predisporre un apposito bando di gara conforme ai requisiti comunitari per la gestione del gioco «Gratta e vinci» in modalità multi operatore, con una ritenuta addizionale dello 0,7 per cento sulla raccolta complessiva da destinarsi appunto in favore delle popolazioni abruzzesi colpite dagli eventi sismici.
9/2468/38. Girlanda.

La Camera,
esaminato il disegno di legge n. 2468, recante conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo nel mese di aprile 2009 e ulteriori interventi urgenti di protezione civile;
ritenuto necessario completare il quadro delle misure disposte dal decreto-legge con provvedimenti che abbiano ad oggetto specifico i danni alla persona e che, siano indirizzati, in particolare, al sostegno dei cittadini rimasti invalidi o deceduti in conseguenza degli eventi sismici;
sottolineato che provvedimenti analoghi sono stati più volte adottati in passato, in relazione a precedenti terremoti,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare misure volte a riconoscere ai cittadini rimasti invalidi o deceduti in conseguenza degli eventi sismici oggetto del decreto-legge la qualifica di infortunato del lavoro e, conseguentemente, i benefici che da tale qualifica discendono, prevedendo altresì la possibilità di corrispondere immediatamente anticipazioni su tali benefici, in attesa del completamento delle procedure di accertamento delle singole posizioni.
9/2468/39. Paolo Russo.

La Camera,
premesso che:
nel decreto in esame il Governo, all'articolo 2, viene affidate al dipartimento della Protezione civile il compito di progettare ed approvare nei comuni di cui all'articolo 1 del decreto stesso il piano degli interventi finalizzati alla realizzazione di moduli abitativi destinati ad una durevole utilizzazione, nonché delle opere di urbanizzazione e servizi;
nell'intenzione più volte espressa dal Governo, in tal modo, si intende dare alle persone colpite dal terremoto che hanno perso la propria abitazione una dignitosa sistemazione nelle more della ricostruzione e della ristrutturazione dei centri urbani e dei nuclei residenziali preesistenti al sisma;
il piano costituisce variante automatica agli strumenti urbanistici vigenti, la sua approvazione produce l'effetto dell'imposizione del vincolo preordinato all'esproprio e dunque le aree destinate alla realizzazione dei cosiddetti moduli residenziali saranno, nella loro interezza, di proprietà dei singoli comuni;
gli eventi sismici registratisi nello scorso mese di aprile non hanno distrutto soltanto abitazioni uffici e fabbriche, ma anche e soprattutto il sistema di relazioni più o meno denso che dentro il contesto urbano in questione, pure indebolito negli ultimi anni, ha funzionato, nonché il complesso degli investimenti pubblici e privati che in una città, come L'Aquila, si sono naturalmente concentrati nei decenni precedenti;
la scarsa disponibilità di risorse impone la necessità di ragionare sull'impiego delle risorse con particolare attenzione al fatto che per ricostruire L'Aquila non sarà sufficiente garantite la ricostruzione del patrimonio edilizio esistente;
l'articolo 52 del decreto legislativo n. 112 del 1998 stabilisce che hanno rilievo nazionale i compiti relativi alla identificazione delle linee fondamentali dell'assetto del territorio nazionale con riferimento ai valori naturali e ambientali, alla difesa del suolo e alla articolazione territoriale delle reti infrastrutturali e delle opere di competenza statale, nonché al sistema delle città e delle aree metropolitane, anche ai finì dello sviluppo del Mezzogiorno e delle aree depresse del Paese e che detti compiti sono esercitati attraverso intese nella Conferenza unificata,

impegna il Governo:

a redigere un elenco degli elaborati progettuali che il piano degli interventi di cui al comma 1 dell'articolo 2 del decreto in discussione, da approvarsi dal commissario delegato, deve necessariamente contenere;
ad inserire nell'elenco di cui al punto precedente un progetto ovvero uno studio di fattibilità - da elaborare con il coinvolgimento degli enti locali e mediante le più estese forme di partecipazione - che abbia come oggetto le forme, i contenuti possibili, i tempi e gli oneri del riuso ovvero della riconversione ecologica, in caso di impiego di ambiti precedentemente non urbanizzati, delle aree destinate alla realizzazione dei cosiddetti moduli residenziali, da porre in essere una volta venuta meno ovvero ridotta l'esigenza di offrire un alloggio provvisorio alle popolazioni colpite dal sisma;
a precisare, mediante un'apposita intesa con la regione Abruzzo, titolare ai sensi del Titolo V della Costituzione di poteri legislativi concorrenti in materia di governo del territorio, la natura e gli effetti giuridici dei piani redatti ed approvati dal commissario delegato con particolare attenzione ai modi, ai tempi ed alle condizioni alle quali i comuni potranno utilizzare dette aree una volta superata l'emergenza;
a stabilire in modo esplicito all'atto dell'affidamento degli interventi - nelle more della definizione dell'intesa con la regione di cui al punto precedente - che le aree destinate alla realizzazione dei cosiddetti moduli residenziali fanno parte dei patrimonio indisponibile dei comuni interessati analogamente a quanto stabilito dalla legge 18 aprile 1962, n. 167 in materia di edilizia residenziale pubblica;
a stipulare con i sindaci dei comuni colpiti, il presidente della provincia de L'Aquila ed il presidente della regione un'apposita intesa istituzionale di Programma per la ricostruzione sostenibile del territorio interessato dal sisma, che abbia come oggetto la definizione e l'attuazione di un programma integrato di azioni e di progetti prioritari concernenti il sostegno allo sviluppo economico, l'organizzazione dell'offerta dei servizi e delle attrezzature di interesse collettivo, il recupero dei beni storici di interesse storico-artistico danneggiato e la protezione del patrimonio naturale;
a trovare le necessarie intese con la Conferenza unificata per giungere alla predisposizione di un primo stralcio delle linee fondamentali dell'assetto del territorio nazionale relativo alle zone colpite dal sisma - con riferimento alla regione funzionale all'interno della quale sono collocate - che:
a) identifichi il sistema dei valori naturali e ambientali sottoposti a specifiche forme di tutela ovvero da proteggere;
b) individui il complesso organico di opere per la difesa del suolo e la messa in sicurezza del territorio da realizzare;
c) definisca un assetto equilibrato ad efficiente e le forme di gestione più opportune del sistema dei centri urbani e dei nuclei residenziali diffusi sul territorio con particolare attenzione alla localizzazione delle attrezzature pubbliche e di interesse collettivo e delle sedi dei pubblici uffici, nonché alla distribuzione delle aree per le attività economiche.
9/2468/40. Farina Coscioni, Maurizio Turco, Zamparutti, Bernardini, Mecacci.

La Camera,
premesso che:
l'articolo 13 del decreto in esame, dispone, al comma 1, lettera b), la rimodulazione, con riferimento ai farmaci equivalenti, delle spettanze dell'azienda farmaceutica, del grossista e del farmacista sul prezzo di vendita al pubblico, pari, rispettivamente a 58,65 per cento, 6,65 per cento e 26,7 per cento, con una quota rimanente dell'8 per cento ridistribuita tra grossista e farmacista, per il quale resta fermo comunque il limite minimo del 26,7 per cento; in caso di violazione delle citate quote di spettanze sul prezzo dei farmaci per aziende, grossisti e farmacisti, la norma in esame stabilisce conseguenze a carico dell'azienda farmaceutica e del grossista che comportano consistenti riduzioni dei guadagni, mentre nel caso più grave per la farmacia è prevista la chiusura per un periodo non inferiore a quindici giorni;
l'introduzione di tale sistema sanzionatorio a carico dei soli farmaci equivalenti rischia di produrre effetti distorsivi della concorrenza nel mercato farmaceutico, in quanto rimane confermata per i farmaci coperti da brevetto e commercializzati come specialità farmaceutiche la possibilità di applicare i cosiddetti «extra-sconti»;
la stessa Autorità garante della concorrenza e del mercato italiana è intervenuta recentemente sull'argomento, ribadendo la necessità di tenere in maggiore considerazione, nella definizione di iniziative legislative, le esigenze di promozione e diffusione dei farmaci generici, auspicando una politica di settore mirata a favorire lo sviluppo del comparto oltre all'adozione di specifici interventi regolamentari. Tale politica, infatti, è destinata a produrre effetti positivi sul livello dei prezzi e sulla differenziazione dell'offerta di farmaci a brevetto scaduto (concorrenza statica); inoltre, essa può rappresentare uno stimolo ad investire nella ricerca e nello sviluppo di nuovi farmaci soggetti a copertura brevettale (concorrenza dinamica), piuttosto che in un artificioso allungamento del ciclo di vita dei prodotti a brevetto scaduto (segnalazione del 15 maggio 2009, ai sensi della legge 10 ottobre 1990, n. 287);
in seconda istanza, il diverso regime sanzionatorio applicato ai farmaci equivalenti rischia di incidere negativamente anche sulla spesa pubblica nel settore farmaceutico;
il consumo nazionale di farmaci equivalenti continua, infatti, ad attestarsi su cifre nettamente inferiori a quelle ormai consolidate negli altri paesi europei: dal 2001 ad oggi, infatti i farmaci equivalenti hanno registrato un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 40 per cento in termini di volumi, grazie alla progressiva scadenza dei brevetti che in Italia avevano visto un prolungamento notevole rispetto al resto d'Europa. A dispetto di questo tasso di crescita, tuttavia, i generici rappresentano ancora solo il 5,9 per cento dei farmaci venduti in Italia (percentuale, questa, di lungo inferiore a quella della media europea);
una politica sensibile al corretto utilizzo dei farmaci generici può consentire significativi risparmi di spesa: i risparmi annuali apportati dal ricorso ai farmaci generici hanno oscillato, rispettivamente, dai 200 milioni di euro del 2001 agli oltre 500 milioni del 2008;
nella prospettiva della definizione dei costi standard, secondo quanto previsto dalla legge n. 42 del 2009 sul federalismo fiscale, la corretta gestione della spesa farmaceutica rappresenterà uno strumento fondamentale per il rispetto dei limiti economici e per continuare a garantire il più ampio accesso alle cure;
in questo senso, la disciplina introdotta all'articolo 13, comma 1, lettera b) rischia di limitare gli spazi di manovra riconosciuti alle regioni dal decreto-legge n. 347 del 2001 nella modulazione delle politiche di distribuzione del farmaco,

impegna il Governo

a promuovere la riattivazione di un Tavolo di concertazione con le regioni e le associazioni di categoria coinvolte per procedere ad una revisione organica del sistema di remunerazione dei farmaci erogati a carico del Servizio sanitario nazionale, che si ponga come obiettivo prioritario il superamento degli effetti distorsivi introdotti dall'articolo 13, comma 1, lettera b) in esame, in linea con quanto rilevato dalla lettera dell'Autorità garante per la concorrenza ed il mercato richiamata in premessa.
9/2468/41. Laura Molteni, Barani.

La Camera,
premesso che:
l'articolo 13 del decreto in esame, dispone, al comma 1, lettera b), la rimodulazione, con riferimento ai farmaci equivalenti, delle spettanze dell'azienda farmaceutica, del grossista e del farmacista sul prezzo di vendita al pubblico, pari, rispettivamente a 58,65 per cento, 6,65 per cento e 26,7 per cento, con una quota rimanente dell'8 per cento ridistribuita tra grossista e farmacista, per il quale resta fermo comunque il limite minimo del 26,7 per cento; in caso di violazione delle citate quote di spettanze sul prezzo dei farmaci per aziende, grossisti e farmacisti, la norma in esame stabilisce conseguenze a carico dell'azienda farmaceutica e del grossista che comportano consistenti riduzioni dei guadagni, mentre nel caso più grave per la farmacia è prevista la chiusura per un periodo non inferiore a quindici giorni;
l'introduzione di tale sistema sanzionatorio a carico dei soli farmaci equivalenti rischia di produrre effetti distorsivi della concorrenza nel mercato farmaceutico, in quanto rimane confermata per i farmaci coperti da brevetto e commercializzati come specialità farmaceutiche la possibilità di applicare i cosiddetti «extra-sconti»;
la stessa Autorità garante della concorrenza e del mercato italiana è intervenuta recentemente sull'argomento, ribadendo la necessità di tenere in maggiore considerazione, nella definizione di iniziative legislative, le esigenze di promozione e diffusione dei farmaci generici, auspicando una politica di settore mirata a favorire lo sviluppo del comparto oltre all'adozione di specifici interventi regolamentari. Tale politica, infatti, è destinata a produrre effetti positivi sul livello dei prezzi e sulla differenziazione dell'offerta di farmaci a brevetto scaduto (concorrenza statica); inoltre, essa può rappresentare uno stimolo ad investire nella ricerca e nello sviluppo di nuovi farmaci soggetti a copertura brevettale (concorrenza dinamica), piuttosto che in un artificioso allungamento del ciclo di vita dei prodotti a brevetto scaduto (segnalazione del 15 maggio 2009, ai sensi della legge 10 ottobre 1990, n. 287);
in seconda istanza, il diverso regime sanzionatorio applicato ai farmaci equivalenti rischia di incidere negativamente anche sulla spesa pubblica nel settore farmaceutico;
il consumo nazionale di farmaci equivalenti continua, infatti, ad attestarsi su cifre nettamente inferiori a quelle ormai consolidate negli altri paesi europei: dal 2001 ad oggi, infatti i farmaci equivalenti hanno registrato un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 40 per cento in termini di volumi, grazie alla progressiva scadenza dei brevetti che in Italia avevano visto un prolungamento notevole rispetto al resto d'Europa. A dispetto di questo tasso di crescita, tuttavia, i generici rappresentano ancora solo il 5,9 per cento dei farmaci venduti in Italia (percentuale, questa, di lungo inferiore a quella della media europea);
una politica sensibile al corretto utilizzo dei farmaci generici può consentire significativi risparmi di spesa: i risparmi annuali apportati dal ricorso ai farmaci generici hanno oscillato, rispettivamente, dai 200 milioni di euro del 2001 agli oltre 500 milioni del 2008;
nella prospettiva della definizione dei costi standard, secondo quanto previsto dalla legge n. 42 del 2009 sul federalismo fiscale, la corretta gestione della spesa farmaceutica rappresenterà uno strumento fondamentale per il rispetto dei limiti economici e per continuare a garantire il più ampio accesso alle cure;
in questo senso, la disciplina introdotta all'articolo 13, comma 1, lettera b) rischia di limitare gli spazi di manovra riconosciuti alle regioni dal decreto-legge n. 347 del 2001 nella modulazione delle politiche di distribuzione del farmaco,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di promuovere la riattivazione di un Tavolo di concertazione con le regioni e le associazioni di categoria coinvolte per procedere ad una revisione organica del sistema di remunerazione dei farmaci erogati a carico del Servizio sanitario nazionale, che si ponga come obiettivo prioritario il superamento di possibili effetti distorsivi introdotti dall'articolo 13, comma 1, lettera b) in esame, in linea con quanto rilevato dalla lettera dell'Autorità garante per la concorrenza ed il mercato richiamata in premessa.
9/2468/41. (Testo modificato nel corso della seduta) Laura Molteni, Barani.

La Camera
premesso che:
nel decreto in esame, all'articolo 3, viene prevista la concessione di contributi per la ricostruzione o riparazione di immobili adibiti ad abitazione principale distrutti o dichiarati inagibili ovvero per l'acquisto di nuove abitazioni sostitutive dell'abitazione principale;
nell'intenzione più volte espressa dal Governo, si intende dare alle persone colpite dal terremoto che hanno perso la propria abitazione una dignitosa sistemazione all'interno delle aree destinate alla realizzazione dei cosiddetti moduli residenziali da parte della Protezione civile in attesa della ricostruzione o della riparazione degli edifici distrutti o dichiarati non agibili;
il comune de L'Aquila ha stabilito con la delibera n. 58 del 25 maggio 2009 la possibilità per i cittadini del comune che si trovano nella momentanea indisponibilità della residenza per sé e il proprio nucleo familiare e dell'immobile nel quale venivano svolte a carattere professionale dichiarati inagibili dalla Protezione civile (categorie di danno C, D, E, F e G nonché B nei limiti temporali per l'esecuzione dei lavori prescritti) di installare manufatti ad uso residenziale e per attività ammesse, sulle seguenti tipologie di aree:
a) aree edificabili a destinazione residenziale;
b) zone destinate dal PRG vigente per verde pubblico e attrezzato, servizi pubblici, attrezzature generali, parco pubblico urbano territoriale;
c) zone di rispetto dell'abitato;
d) zone agricole;
nella stessa delibera citata sopra si stabilisce che per i manufatti temporanei è ammessa un'altezza massima fino a 6 metri ed è altresì prevista la possibilità della loro trasformazione in strutture permanenti ad eccezione di quelle realizzate nelle cosiddette zone di rispetto dell'abitato,

impegna il Governo

a non garantire le coperture finanziarie previste per gli interventi di costruzione di abitazioni temporanee in aree agricole ovvero nelle aree pubbliche destinate alla realizzazione di attrezzature pubbliche in tutti i casi nei quali il proprietario dell'area ed il comune non abbiano stipulato un'apposita convenzione che obbliga il primo, con le opportune e necessarie garanzie, alla rimessa in pristino dell'area nella quale si prevede la realizzazione del manufatto temporaneo.
9/2468/42. Beltrandi, Farina Coscioni, Maurizio Turco, Zamparutti, Bernardini.

La Camera,
premesso che:
l'evento sismico verificatosi il 6 aprile 2009 in Abruzzo, ha provocato il crollo di numerose costruzioni residenziali e di edifici pubblici di carattere strategico (prefettura, tribunale, ospedale, residenza universitaria) presenti nella città de L'Aquila;
l'evento calamitoso ha fatto emergere inaccettabili carenze e ritardi presenti in molte regioni del Paese in materia di adeguamento degli edifici pubblici e privati ad elevati standard antisismici;
l'articolo 1-bis (che anticipa al 30 giugno 2009 l'entrata in vigore della normativa antisismica sulle costruzioni) e l'articolo 11 del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39 dedicano la necessaria ma non sufficiente attenzione alle esigenze di riduzione del rischio sismico, non prevedendo la predisposizione e realizzazione di un vero e proprio piano antisismico nazionale;
appare, quindi, opportuno avviare politiche di supporto e di incentivazione per la concreta attuazione di piani strategici nazionali e regionali anti-sismici,

impegna il Governo

ad assumere, in stretta collaborazione con tutti gli organi istituzionali centrali e periferici, gli organi amministrativi, tecnico-scientifici e professionali, le regioni e gli enti locali ogni opportuna iniziativa politico-legislativa volta a promuovere nel Paese un'autentica, effettiva ed efficace etica anti-sismica, ad incentivare la ricerca scientifica per la prevenzione dei terremoti, nonché a patrocinare il rigoroso rispetto dei criteri antisismici e di sicurezza per le nuove e vecchie costruzioni.
9/2468/43. Compagnon, Mantini.

La Camera,
premesso che:
L'Aquila e il suo territorio (equilibri socio-economici), e in questo caso la presenza delle sedi delle istituzioni comunali, provinciali, regionali e statali e le strutture connesse sono state devastate e azzerate nell'uso e nelle disponibilità dal drammatico evento del 6 aprile;
le personalità politiche, amministrative e universitarie aquilane segnalano la necessità forte e urgente di far ripartire i servizi di quotidiano bisogno quali uffici burocratici, amministrativi e corsi e servizi universitari;
tra le richieste avanzate a livello istituzionale quella del rettore dell'Università de L'Aquila riveste a tutti gli effetti carattere di emergenza e urgenza teso a non disperdere l'enorme patrimonio umano e professionale, un giacimento di conoscenze da non mortificare di cui i depositaria l'intera università e da tutti riconosciuto anche a livello nazionale;
pertanto il rettore ritiene che per far ripartire al più presto le attività didattiche e amministrative dell'ateneo universitario de L'Aquila è indispensabile utilizzo nei tempi e nei modi dovuti della caserma Pace (ex sede Opin) e della caserma Pasquali de L'Aquila;
giova ricordare che l'Università de L'Aquila è tra le prime in Italia per qualità dell'offerta formativa e per numero di studenti. Prima del sisma erano stati attivati ben 49 corsi di laurea per oltre 27.000 studenti,

impegna il Governo

ad assegnare immediatamente per le esigenze e i motivi sopra descritti con modalità da concordare con il rettore dell'Università de L'Aquila, la caserma Pace di Sulmona per le attività connesse alla facoltà di economia dell'Università de L'Aquila e la caserma Pasquali da utilizzare per le attività didattiche, amministrative e burocratiche sempre dell'Università degli studi de L'Aquila.
9/2468/44. Di Stanislao.

La Camera,
premesso che:
a distanza di alcuni anni nelle zone colpite dagli eventi sismici del novembre 2002 e del 9 gennaio 2003 nei territori del Molise e della Puglia, si è creata una notevole confusione circa le misure collegate alla dichiarazione dello stato di emergenza;
si è assistito ad una serie continua di richiami normativi, e regolamentari disposti da più enti, che hanno finito per accavallarsi l'un altro creando notevole confusione nelle popolazioni interessate ed evidenti rischi di disagi nella fornitura di servizi e prestazioni da parte degli enti preposti;
appare necessario fare chiarezza in particolare riguardo alla sospensione dei versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi assicurativi disposta a seguito di calamità naturali;
in particolare appare necessario intervenire per specificare che tale disposizione opera ex lege e non è sottoposta ad alcuna autorizzazione o istanza preventive;
la sospensione è destinata a tutti i soggetti che, alla data degli eventi sismici del 31 ottobre 2002, avevano l'unico requisito, normativamente richiesto, della residenza anagrafica o delta sede legale o della sede operativa, nei territori maggiormente colpiti dagli eventi sismici stessi, a prescindere dall'attività svolta o assunta o modificata, antecedentemente o successivamente a quella data;
tale disposizione non è dunque vincolata o subordinata ad alcuna autorizzazione o istanza preventiva;
il periodo di sospensione interessato, per tutte le regioni colpite da calamità naturale, è senza soluzione di continuità ed unico, come unico è l'evento calamitoso e, con riferimento al Molise, esso va dal 31 ottobre 2002 al 30 giugno 2008, termine ultimo stabilito ai sensi dell'articolo 5, comma 10, lettera a) del decreto-legge n. 93 del 28 maggio 2008;
la restituzione avviene a cura degli stessi soggetti che si sono avvalsi della sospensione e, se presenti e fino a quando saranno presenti, a cura dei rispettivi sostituti d'imposta; deve essere previsto inoltre un unico sistema di restituzione, per tributi e contributi, così come rimodulato nel provvedimento in questione,

impegna il Governo

a prendere le opportune iniziative affinché nel più breve tempo possibile venga chiarito, nei modi previsti dalla legge, che la sospensione dei versamenti dei contributi presidenziali e assistenziali e dei premi assicurativi disposta a seguito di calamità naturali per le zone del Molise e della Puglia colpite dagli eventi sismici del novembre 2002 e del 9 gennaio 2003 opera ex lege e non è sottoposta ad alcuna autorizzazione o istanza preventiva, a chiarire altresì i soggetti cui è destinata, le modalità che ne regolano la disciplina ed il periodo per cui è stata disposta.
9/2468/45. Di Giuseppe.

La Camera,
premesso che:
la realizzazione delle opere e degli interventi emergenziali di cui al presente decreto, anche a causa dei tempi necessariamente rapidi per consentire una prima sistemazione dalle famiglie rimaste senza casa prima del pervenire dei rigori climatici invernali caratteristici delle zone interne appenniniche, necessità di un attenta attività di controllo per assicurare il rispetto delle norme sul trattamento dei lavoratori e sulla sicurezza dei cantieri;
si dovrebbe evitare l'assegnazione degli appalti pubblici al massimo ribasso, ma scegliere, viceversa, il metodo dell'offerta economicamente più vantaggiosa, correlando strettamente l'indicazione dei costi per la sicurezza alla tipologia dell'opera e alle caratteristiche del cantiere che devono risultare congrui e verificabili;
sarebbe altresì opportuno prevedere meccanismi premiati, sia dal punto di vista economico che per il raggiungimento dei requisiti necessari per la partecipazione alle gare, per le imprese che facciano registrare comportamenti positivi nei confronti della sicurezza (assenza di infortuni gravi nei propri cantieri, indici di gravità e/o di frequenza più bassi rispetto alla medie, formazione certificata, utilizzo degli enti paritetici, coinvolgimento delle rappresentanze dei lavoratori per la sicurezza e delle rappresentanze dei lavoratori per la sicurezza territoriali, eccetera);
bisogna assicurare il coordinamento a livello regionale e territoriale di tutti i soggetti della prevenzione nonché il potenziamento delle funzioni di vigilanza con lo sviluppo di strategie integrate;
pur mantenendo ognuno l'autonomia e le prerogative delle proprie funzioni, una vera risorsa è rappresentata dai RLS, RLST e dal sistema paritetico: ispettorati del lavoro ed ASL potrebbero, così, maggiormente concentrarsi sui casi che necessitano una più particolare attenzione e soprattutto verso coloro che vivono all'esterno dei sistemi nei quali è previsto l'intervento contrattuale;
si deve prevedere l'intensificazione dei controlli per garantire il rispetto delle norme sul trattamento dei lavoratori esulta sicurezza dei cantieri da parte delle regioni, d'intesa con gli ispettorati provinciali e regionali del lavoro e l'INPS,

impegna il Governo:

a potenziare le dotazioni organiche degli ispettorati del lavoro, nonché degli ispettori INPS;
a prendere le opportune iniziative per obbligare le amministrazioni comunali ed i soggetti privati, nell'affidare i lavori per gli interventi di ricostruzione e di ripristino, di richiedere alle imprese - incluse quelle subappaltatrici - copia dei versamenti contributivi, previdenziali ed assicurativi relativi ai lavoratori impiegati nelle attività di ricostruzione.
9/2468/46. Paladini.

La Camera,
premesso che:
il 13 giugno scorso sono state selezionate sedici aziende per realizzare i new village per il dopo terremoto: esse avranno a disposizione 316 milioni di euro e tempi strettissimi per montare i prefabbricati che saranno collocati in venti aree del comune de L'Aquila;
una parte consistente delle opere è stata affidata a tre aziende abruzzesi, che realizzeranno 8 lotti su 30, per un totale di 84 milioni di euro di lavori: il consorzio Consta, la Maltauro e Taddei ed i fratelli Frezza;
Armido Frezza - che con il fratello realizzerà uno dei trenta lotti, per un importo di quasi 11 milioni di euro - ha firmato gli ultimi lavori dell'ospedale San Salvatore, che non ha retto il terremoto dei 6 aprile;
la società Frezza aveva realizzato, tra l'altro la ristrutturazione del piano terra del blocco operatorio, dove le colonne sono letteralmente scoppiate durante il sisma;
secondo quanto è stato denunciato il 29 marzo scorso dal direttore dei lavori Sergio Angelini, la fornitura delle attrezzature mediche - accorpate con la realizzazione dai lavori edili - aveva subito un ricarico fino al 60 per cento, quando la normativa prevede una percentuale massima dell'11,74 per cento;
i familiari delle sette vittime di via XX settembre 79 hanno accusato la società Frezza - secondo quanto denunciato in un loro esposto presentato dopo il terremoto - di avere realizzato alcuni garage scavando sotto le fondamenta del palazzo crollato;
occorre la massima trasparenza nella gestione della ricostruzione post-terremoto e il massimo controllo sull'esecuzione dei lavori,

impegna il Governo:

a prendere le opportune iniziative affinché l'opera di ricostruzione non sia affidata alle stesse imprese che hanno realizzato negli anni scorsi nuovi edifici che non hanno retto all'evento sismico e sulle quali gravano pesanti sospetti sui quali la magistratura sta o dovrà indagare;

ai fini della trasparenza e della conoscibilità degli atti, delle procedure e delle decisioni adottate, a prendere le necessarie iniziative al fine di fare pubblicare da parte del commissario straordinario, tramite Internet, l'elenco dei fornitori, comprensivo dell'oggetto della fornitura e del relativo importo, lo stato delle somme erogate e dei relativi beneficiari, gli interventi programmati, gli avvisi, lo stato di realizzazione delle opere, nonché tutta la normativa nazionale, regionale, provinciale e comunale, afferente gli interventi di ricostruzione conseguenti agli eventi sismici verificatisi nella regione Abruzzo a partire dal 6 aprile 2009.
9/2468/47. Messina.

La Camera,
premesso che:
il 13 giugno scorso sono state selezionate sedici aziende per realizzare i new village per il dopo terremoto: esse avranno a disposizione 316 milioni di euro e tempi strettissimi per montare i prefabbricati che saranno collocati in venti aree del comune de L'Aquila;
una parte consistente delle opere è stata affidata a tre aziende abruzzesi, che realizzeranno 8 lotti su 30, per un totale di 84 milioni di euro di lavori: il consorzio Consta, la Maltauro e Taddei ed i fratelli Frezza;
Armido Frezza - che con il fratello realizzerà uno dei trenta lotti, per un importo di quasi 11 milioni di euro - ha firmato gli ultimi lavori dell'ospedale San Salvatore, che non ha retto il terremoto dei 6 aprile;
la società Frezza aveva realizzato, tra l'altro la ristrutturazione del piano terra del blocco operatorio, dove le colonne sono letteralmente scoppiate durante il sisma;
secondo quanto è stato denunciato il 29 marzo scorso dal direttore dei lavori Sergio Angelini, la fornitura delle attrezzature mediche - accorpate con la realizzazione dai lavori edili - aveva subito un ricarico fino al 60 per cento, quando la normativa prevede una percentuale massima dell'11,74 per cento;
i familiari delle sette vittime di via XX settembre 79 hanno accusato la società Frezza - secondo quanto denunciato in un loro esposto presentato dopo il terremoto - di avere realizzato alcuni garage scavando sotto le fondamenta del palazzo crollato;
occorre la massima trasparenza nella gestione della ricostruzione post-terremoto e il massimo controllo sull'esecuzione dei lavori,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di assumere iniziative affinché l'opera di ricostruzione sia affidata a soggetti ed imprese che garantiscano massimo rigore ed affidabilità.
9/2468/47. (Testo modificato nel corso della seduta) Messina.

La Camera,
premesso che:
la prima stesura dell'articolo 11 del decreto legge al nostro esame prevedeva verifiche ed interventi per la riduzione del rischio sismico;
il dipartimento della Protezione civile era autorizzato ad avviare e realizzare in termini di somma urgenza un piano di verifiche speditive finalizzate alla realizzazione di interventi volti alla riduzione del rischio sismico di immobili, strutture e infrastrutture prioritariamente nelle aree dell'Appennino centrale contigue a quelle interessate dagli eventi sismici di cui al presente decreto;
la realizzazione delle predette verifiche avrebbe dovuto avere luogo in collaborazione con gli enti locali interessati ed essere realizzati anche attraverso tecnici dei medesimi enti e di ogni altra amministrazione od ente pubblico operante nei territori interessati;
il mancato avvio dei lavori di messa in sicurezza degli immobili pubblici entro sei mesi dagli esiti delle verifiche di cui sopra avrebbe determinato l'inutilizzabilità dell'immobile;
il piano era irrealistico, ancorché indispensabile ed urgente, perché addossava le spese relative alle regioni ed alle amministrazioni locali senza prevedere né fondi statali né l'esclusione di tali spese, da parte delle amministrazioni interessate, dal computo del piano di stabilità interno;
per la realizzazione degli interventi che si sarebbero resi necessari a seguito delle verifiche effettuate ai sensi del citato articolo 11 era concesso, ai soggetti privati, un credito d'imposta in misura pari al 55 per cento delle spese sostenute entro il 30 giugno 2011 ed effettivamente rimaste a carico dal contribuente e, comunque, fino ad un importo massimo del medesimo credito di imposta di 48.000 euro. Il credito d'imposta maturato in relazione agli interventi di cui sopra, sarebbe stato utilizzabile in cinque quote annuali costanti di pari importo;
per finanziare il programma di ristrutturazioni previsto, che riteniamo improcrastinabile e strategico, una vera e propria emergenza nazionale, si sarebbe dovuto dirottare a tale scopo le risorse già previste per altre opere pubbliche di minor urgenza;
in ogni caso, l'attuale testo dell'articolo 11 istituisce un Fondo per la prevenzione del rischio sismico, cui sono attribuiti 44 milioni di euro per l'anno 2010, 145,1 milioni per l'anno 2011, 195,6 milioni per ciascuno degli anni 2012, 2013 e 2014, 145,1 milioni per l'anno 2015, e 44 milioni per l'anno 2016, senza precisare come queste risorse dovrebbero essere impiegate, e dunque, dando totale discrezionalità per il loro utilizzo al Governo ed al commissario straordinario,

impegna il Governo:

a impostare un piano di verifiche per stabilire un programma di interventi volti alla riduzione del rischio sismico di immobili ed infrastrutture dando la priorità alle aree ad alto rischio sismico e reperendo, sia pure in un'ottica pluriennale, le necessarie risorse;
ad indirizzare le risorse di cui all'articolo 11 del provvedimento al nostro esame alla concessione di un credito d'imposta a soggetti che ristrutturano nelle aree a maggior rischio i propri immobili in funzione antisismica.
9/2468/48. Piffari.

La Camera,
premesso che:
la prima stesura dell'articolo 11 del decreto legge al nostro esame prevedeva verifiche ed interventi per la riduzione del rischio sismico;
il dipartimento della Protezione civile era autorizzato ad avviare e realizzare in termini di somma urgenza un piano di verifiche speditive finalizzate alla realizzazione di interventi volti alla riduzione del rischio sismico di immobili, strutture e infrastrutture prioritariamente nelle aree dell'Appennino centrale contigue a quelle interessate dagli eventi sismici di cui al presente decreto;
la realizzazione delle predette verifiche avrebbe dovuto avere luogo in collaborazione con gli enti locali interessati ed essere realizzati anche attraverso tecnici dei medesimi enti e di ogni altra amministrazione od ente pubblico operante nei territori interessati;
il mancato avvio dei lavori di messa in sicurezza degli immobili pubblici entro sei mesi dagli esiti delle verifiche di cui sopra avrebbe determinato l'inutilizzabilità dell'immobile;
il piano era irrealistico, ancorché indispensabile ed urgente, perché addossava le spese relative alle regioni ed alle amministrazioni locali senza prevedere né fondi statali né l'esclusione di tali spese, da parte delle amministrazioni interessate, dal computo del piano di stabilità interno;
per la realizzazione degli interventi che si sarebbero resi necessari a seguito delle verifiche effettuate ai sensi del citato articolo 11 era concesso, ai soggetti privati, un credito d'imposta in misura pari al 55 per cento delle spese sostenute entro il 30 giugno 2011 ed effettivamente rimaste a carico dal contribuente e, comunque, fino ad un importo massimo del medesimo credito di imposta di 48.000 euro. Il credito d'imposta maturato in relazione agli interventi di cui sopra, sarebbe stato utilizzabile in cinque quote annuali costanti di pari importo;
per finanziare il programma di ristrutturazioni previsto, che riteniamo improcrastinabile e strategico, una vera e propria emergenza nazionale, si sarebbe dovuto dirottare a tale scopo le risorse già previste per altre opere pubbliche di minor urgenza;
in ogni caso, l'attuale testo dell'articolo 11 istituisce un Fondo per la prevenzione del rischio sismico, cui sono attribuiti 44 milioni di euro per l'anno 2010, 145,1 milioni per l'anno 2011, 195,6 milioni per ciascuno degli anni 2012, 2013 e 2014, 145,1 milioni per l'anno 2015, e 44 milioni per l'anno 2016, senza precisare come queste risorse dovrebbero essere impiegate, e dunque, dando totale discrezionalità per il loro utilizzo al Governo ed al commissario straordinario,

impegna il Governo:

a valutare l'opportunità di impostare un piano di verifiche per stabilire un programma di interventi volti alla riduzione del rischio sismico di immobili ed infrastrutture dando la priorità alle aree ad alto rischio sismico e reperendo, sia pure in un'ottica pluriennale, le necessarie risorse;
ad indirizzare le risorse di cui all'articolo 11 del provvedimento al nostro esame alla concessione di un credito d'imposta a soggetti che ristrutturano nelle aree a maggior rischio i propri immobili in funzione antisismica.
9/2468/48. (Testo modificato nel corso della seduta) Piffari.

La Camera,
premesso che:
con l'articolo 17 del decreto-legge al nostro esame si sposti la sede del G8 dalla Maddalena a L'Aquila;
il Governo intende ottenere dei risparmi quantificati dalla relazione tecnica del decreto-legge n. 39 del 2009 in 220 milioni di euro senza dare spiegazioni su come si arriva a tale cifra;
i risparmi deriverebbero dal taglio dei premi di produzione accordati alle ditte appaltatrici dei lavori per il rispetto dei tempi (ritmi intensi di lavoro, lavoro a turni 24 ore su 24 ore, ...). Le ditte che non accettassero di rinegoziare vedrebbero i loro corrispettivi dovuti per le prestazioni di opera professionale ridotti del 50 per cento rispetto ai compenso originariamente pattuito. Tale riduzione interviene sui lavori contabilizzati a decorrere dal 1o marzo 2009: si tratta dunque anche di una norma retroattiva, stante che il decreto è entrato in vigore il 28 aprile 2009;
secondo i dati della Protezione civile riportati dal quotidiano La nuova Sardegna del 15 maggio scorso, le spese totali per il G8 a La Maddalena avrebbero dovuto ammontare a circa 377 milioni e 500 mila curo. Mentre erano stanziati 323 milioni di euro: la differenza è di ben 54 milioni e 500 mila euro;
il 90 per cento dei fondi per il G8 a La Maddalena è sempre stato comunque a carico della regione Sardegna: tra fondi propri della regione e fondi FAS (comunque attribuiti all'isola secondo il parametro del 12,6 per cento sul complesso nazionale) si arriva alla cifra di 907 milioni di euro su un totale di 1 miliardo e 10 milioni di euro (tra opere dirette ed indirette) così distribuite:
opere dirette, cioè per le opere previste per il G8, le infrastrutture a La Maddalena: 308 milioni (più i rincari in corso d'opera calcolati in 68 milioni e 881 mila euro - totale: 377 milioni e 500 mila euro);
opere indirette: 711 milioni. Per le cosiddette opere collaterali: tra le quali le strade statali Olbia-Sassari, Olbia-Arzachena ed Olbia-San Teodoro; gli interventi sulla portualità turistica; il riassetto del collettore fognario costiero;
la vera ragione per cui il G8 è stato spostato in Abruzzo probabilmente non è dunque la solidarietà nei confronti dei terremotati; infatti, le risorse per completare i lavori a La Maddalena erano di molto inferiori a quanto programmato ed è perciò verosimile che il vertice sia stato spostato proprio per l'impossibilità di concludere i lavori progettati. Non solo dunque una questione di tempi, ma anche di soldi,

impegna il Governo:

a recuperare le risorse necessarie per la realizzazione ed il completamento degli interventi originariamente previsti per lo svolgimento del vertice del G8 a La Maddalena e, in particolare, per la realizzazione delle cosiddette opere collaterali;
a prendere le opportune iniziative al fine di rimborsare le spese documentate sostenute dagli operatori economici in vista del vertice del G8 a La Maddalena nonché il loro previsto mancato guadagno;
a trasmettere al Parlamento una relazione dettagliata riguardante le opere realizzate, avviate e non ultimate, rispetto a quelle programmate per l'organizzazione del vertice G8 a La Maddalena.
9/2468/49. Palomba.

La Camera,
premesso che:
con l'articolo 17 del decreto-legge al nostro esame si sposti la sede del G8 dalla Maddalena a L'Aquila;
il Governo intende ottenere dei risparmi quantificati dalla relazione tecnica del decreto-legge n. 39 del 2009 in 220 milioni di euro senza dare spiegazioni su come si arriva a tale cifra;
i risparmi deriverebbero dal taglio dei premi di produzione accordati alle ditte appaltatrici dei lavori per il rispetto dei tempi (ritmi intensi di lavoro, lavoro a turni 24 ore su 24 ore, ...). Le ditte che non accettassero di rinegoziare vedrebbero i loro corrispettivi dovuti per le prestazioni di opera professionale ridotti del 50 per cento rispetto ai compenso originariamente pattuito. Tale riduzione interviene sui lavori contabilizzati a decorrere dal 1o marzo 2009: si tratta dunque anche di una norma retroattiva, stante che il decreto è entrato in vigore il 28 aprile 2009;
secondo i dati della Protezione civile riportati dal quotidiano La nuova Sardegna del 15 maggio scorso, le spese totali per il G8 a La Maddalena avrebbero dovuto ammontare a circa 377 milioni e 500 mila curo. Mentre erano stanziati 323 milioni di euro: la differenza è di ben 54 milioni e 500 mila euro;
il 90 per cento dei fondi per il G8 a La Maddalena è sempre stato comunque a carico della regione Sardegna: tra fondi propri della regione e fondi FAS (comunque attribuiti all'isola secondo il parametro del 12,6 per cento sul complesso nazionale) si arriva alla cifra di 907 milioni di euro su un totale di 1 miliardo e 10 milioni di euro (tra opere dirette ed indirette) così distribuite:
opere dirette, cioè per le opere previste per il G8, le infrastrutture a La Maddalena: 308 milioni (più i rincari in corso d'opera calcolati in 68 milioni e 881 mila euro - totale: 377 milioni e 500 mila euro);
opere indirette: 711 milioni. Per le cosiddette opere collaterali: tra le quali le strade statali Olbia-Sassari, Olbia-Arzachena ed Olbia-San Teodoro; gli interventi sulla portualità turistica; il riassetto del collettore fognario costiero;
la vera ragione per cui il G8 è stato spostato in Abruzzo probabilmente non è dunque la solidarietà nei confronti dei terremotati; infatti, le risorse per completare i lavori a La Maddalena erano di molto inferiori a quanto programmato ed è perciò verosimile che il vertice sia stato spostato proprio per l'impossibilità di concludere i lavori progettati. Non solo dunque una questione di tempi, ma anche di soldi,

impegna il Governo:

a recuperare le risorse necessarie, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, per la realizzazione ed il completamento degli interventi originariamente previsti per lo svolgimento del vertice del G8 a La Maddalena e, in particolare, per la realizzazione delle cosiddette opere collaterali;
a prendere le opportune iniziative al fine di rimborsare le spese documentate sostenute dagli operatori economici in vista del vertice del G8 a La Maddalena nonché il loro previsto mancato guadagno;
a trasmettere al Parlamento una relazione dettagliata riguardante le opere realizzate, avviate e non ultimate, rispetto a quelle programmate per l'organizzazione del vertice G8 a La Maddalena.
9/2468/49. (Testo modificato nel corso della seduta) Palomba.

La Camera,
premesso che:
il tema del finanziamento della politica è stato discusso nelle aule parlamentari in occasione della recente introduzione della soglia di sbarramento del 4 per cento per accedere al Parlamento europeo;
l'effetto concreto è stato quello di privare le liste che non hanno raggiunto il quorum non soltanto della loro rappresentanza parlamentare ma anche della possibilità di accesso a una qualche forma di rimborso elettorale. Ciò, tuttavia, non ha comportato alcuna forma di risparmio per le casse dello Stato. La norma di legge attribuisce, infatti, ai partiti che hanno superato la soglia del 4 per cento i soldi negati alle liste non l'hanno superata;
si tratta di una cifra che ammonterebbe a circa 30 milioni di euro;
sarebbe stato giusto prevedere nella legge la restituzione allo Stato di questa somma ed indirizzarla alla ricostruzione dell'università de L'Aquila;
con i suoi 27 mila studenti iscritti, quasi un terzo della popolazione residente, l'Università de L'Aquila è senza dubbio la prima azienda cittadina. Una realtà su cui il terremoto si è abbattuto in maniera violenta, lasciando solo il 20 per cento di edifici inagibili,

impegna il Governo

a valutare di adottare le opportune iniziative normative al fine di prevedere la riduzione del rimborso di cui all'articolo 1 della legge 3 giugno 1999, n. 157, in relazione alle spese elettorali sostenute per le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo del 6-7 giugno 2009 pari alla somma citata in premessa per finalizzarli alla ricostruzione dell'Università de L'Aquila.
9/2468/50. Scilipoti, Barbato.

La Camera,
premesso che:
gli effetti del terremoto del 6 aprile 2009 nella provincia de L'Aquila hanno avuto pesanti conseguenze anche sulla rete viaria locale;
si sono verificati numerosi cedimenti strutturali, con smottamenti di scarpate stradali, crolli e distacchi di materiale lapideo dalle pendici di monte, crolli di ponti e cedimenti strutturali del piano viabile;
la struttura provinciale della viabilità nonostante il personale addetto sia per più della metà terremotato, si sta adoperando per garantire la viabilità necessaria per i soccorsi e per gli spostamenti dei cittadini. I danni rilevati al momento sono ingenti e ammonterebbero a circa 18 milioni di euro;
la situazione, purtroppo, è destinata ad aggravarsi a causa del perdurare dello sciame sismico. La provincia de L'Aquila, poiché allo stato attuale non ha le risorse disponibili, auspica un pronto intervento dell'autorità di Protezione civile in quanto il collasso della trama stradale provinciale impedirebbe qualsiasi forma di attività, con gravi conseguenze per il sistema dei soccorsi, per i cittadini e per gli imprenditori che stanno faticosamente, in mezzo a mille difficoltà, riprendendo le attività,

impegna il Governo

ad adottare le opportune iniziative normative al fine di finanziare la ristrutturazione delle strade della regione Abruzzo danneggiate dal sisma del 6 aprile 2009.
9/2468/51. Misiti.

La Camera,
premesso che:
il terremoto che ha colpito la regione Abruzzo ha inevitabilmente reso necessaria la dichiarazione di stato di emergenza per le zone colpite dal sisma;
con dichiarazione dello stato di emergenza si è provveduto, come in altri casi precedenti, alla sospensione per il pagamento dei tributi e dei contributi;
tale disposizione in mancanza di un riferimento esplicito alla necessaria copertura economica rischia di paralizzare i servizi, che da questi tributi dipendono, servizi ovviamente indispensabili nell'area colpita dal sisma;
appare evidente come sia necessario garantire che gli enti locali proprio nelle zone colpite dal sisma possano al più presto recuperare la propria autonomia gestionale e garantire a pieno l'erogazione dei servizi fondamentali per la cittadinanza,

impegna il Governo

ad intervenire precisando nel dettaglio le risorse economiche destinate a garantire il funzionamento e l'erogazione dei relativi servizi alla popolazione, alla regione Abruzzo, alla provincia de L'Aquila, agli altri enti locali ed agli enti pubblici locali dei territori coinvolti nello stato di emergenza.
9/2468/52. Borghesi.

La Camera,
premesso che:
il decreto-legge in esame, seppure in parte leggermente migliorato durante l'esame al Senato, rispetto alla sua versione originaria come pubblicata in Gazzetta Ufficiale, mantiene inalterate alcune criticità, tra le quali spicca l'estrema genericità e fumosità degli impegni e degli interventi per la difficile opera di ricostruzione;
è giusto che il commissario straordinario gestisca la primissima emergenza, ossia la delicata fase in cui e fondamentale la massima rapidità d'intervento, ma superato questo momento è indispensabile che gli amministratori locali diventino i soggetti protagonisti della ricostruzione in Abruzzo e l'unità nella gestione complessiva diventa essenziale;
l'idea del Governo è che, non per alcuni mesi, ma per i prossimi anni, la gran parte delle funzioni di governo nei territori colpiti dal terremoto sarà nelle mani di un'istituzione monocratica quale quella del commissario;
questo decreto del Governo è sostanzialmente una completa delega in bianco, una legge prevalentemente di princìpi che saranno poi concretizzati in piena discrezionalità e autonomia con le previste ordinanze del Presidente del Consiglio dei ministri, escludendo così comuni, gli enti locali, e le province dalle decisioni più importanti per affidare la gestione complessiva a un solo potere centrale,

impegna il Governo

a prevedere il previo coinvolgimento degli enti locali interessati nell'emanazione delle previste ordinanze, che finiscono per rappresentare il principale strumento attuativo del decreto-legge in esame.
9/2468/53. Evangelisti.

La Camera,
premesso che:
l'articolo 2 del decreto in esame affida al commissario delegato la progettazione e realizzazione dei cosiddetti «moduli abitativi destinati a una durevole utilizzazione», ossia le «casette» provvisorie per gli sfollati delle tendopoli, che diventeranno quasi certamente delle strutture permanenti sul territorio locale;
le aree con i moduli non rimarranno li solo per qualche anno, ma resteranno probabilmente per sempre: si tratta di una zona che cambierà in modo definitivo il volto urbanistico de L'Aquila e degli altri comuni coinvolti;
ma una simile importante scelta che riguarda la ricostruzione, viene affidata soltanto nelle mani del commissario, passando sopra le competenze delle istituzioni locali, prime fra tutte i sindaci;
peraltro l'articolo 2 prevede che detti moduli abitativi pur nel rispetto sostanziale delle norme di sicurezza sanitarie, potranno derogare a quanto previsto dal decreto del Ministero della sanità del 5 luglio 1975, relativamente ai requisiti igienico-sanitari principali dei locali d'abitazione, nonché ai requisiti dimensionali minimi dei locali di abitazione, le dotazioni minime dei servizi igienici, ed i parametri di illuminazione e di ventilazione,

impegna il Governo:

a prevedere il parere vincolante dei sindaci interessati nella localizzazione e nella realizzazione dei moduli abitativi;
a disporre affinché la localizzazione e la realizzazione dei suddetti moduli abitativi, debba rispettare obbligatoriamente standard prestazionali minimi in termini di verde, parcheggi e servizi;
a prevedere che, superata la fase emergenziale, i moduli abitativi ancora presenti sul territorio debbano rispettare pienamente i requisiti di sicurezza sanitaria e le disposizioni di cui al suddetto decreto del ministro della sanità.
9/2468/54. Aniello Formisano.

La Camera,
premesso che:
l'articolo 2 del decreto in esame affida al commissario delegato la progettazione e realizzazione dei cosiddetti «moduli abitativi destinati a una durevole utilizzazione», ossia le «casette» provvisorie per gli sfollati delle tendopoli, che diventeranno quasi certamente delle strutture permanenti sul territorio locale;
le aree con i moduli non rimarranno li solo per qualche anno, ma resteranno probabilmente per sempre: si tratta di una zona che cambierà in modo definitivo il volto urbanistico de L'Aquila e degli altri comuni coinvolti;
ma una simile importante scelta che riguarda la ricostruzione, viene affidata soltanto nelle mani del commissario, passando sopra le competenze delle istituzioni locali, prime fra tutte i sindaci;
peraltro l'articolo 2 prevede che detti moduli abitativi pur nel rispetto sostanziale delle norme di sicurezza sanitarie, potranno derogare a quanto previsto dal decreto del Ministero della sanità del 5 luglio 1975, relativamente ai requisiti igienico-sanitari principali dei locali d'abitazione, nonché ai requisiti dimensionali minimi dei locali di abitazione, le dotazioni minime dei servizi igienici, ed i parametri di illuminazione e di ventilazione,

impegna il Governo:

a disporre affinché la localizzazione e la realizzazione dei suddetti moduli abitativi, debba rispettare obbligatoriamente standard prestazionali minimi in termini di verde, parcheggi e servizi;
a prevedere che, superata la fase emergenziale, i moduli abitativi ancora presenti sul territorio debbano rispettare pienamente i requisiti di sicurezza sanitaria e le disposizioni di cui al suddetto decreto del ministro della sanità.
9/2468/54. (Testo modificato nel corso della seduta) Aniello Formisano.

La Camera,
premesso che:
nelle operazioni di soccorso e di sostegno alle popolazioni colpite dal sisma nella regione Abruzzo si sono distinti come sempre in occasione di calamità naturali che hanno colpito le popolazioni civili nel nostro paese i vigili del fuoco;
quello dei vigili del fuoco è un corpo scelto che ha fatto del sostegno al prossimo la sua stessa ragione di esistenza;
in occasione del sisma in Abruzzo si sono purtroppo evidenziate tutte quelle carenze strutturali che gli stessi vigili del fuoco denunciano da anni, la loro attività, infatti, si svolge spesso senza il sostegno adeguato e dovuto dei mezzi e delle strutture necessarie;
nel corso degli anni è stata inoltre denunciata più volte una carenza strutturale di personale a disposizione del corpo, molto spesso infatti i vigili del fuoco operano in condizioni di emergenza nell'emergenza, costantemente sotto-organico;
per garantire la piena operatività su tutto il territorio nazionale del sistema della prevenzione incendi, del soccorso e della sicurezza pubblica, appare necessario incrementare al più presto il numero dell'organico anche attraverso l'assunzione straordinaria di personale;
appare inoltre necessario riconoscere la piena valorizzazione dell'attività di soccorso pubblico prestata dal personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e quindi proseguire nel processo di riallineamento dei trattamenti economici del medesimo personale nei confronti di quello dei comparti sicurezza e difesa, anche in ragione della riconosciuta specificità dei compiti e delle condizioni di impiego del comparto soccorso pubblico;
al fine di assicurare l'operatività del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, anche in relazione all'eccezionale impegno connesso all'emergenza sismica nella regione Abruzzo, appare improcrastinabile autorizzare le spese per la manutenzione, l'acquisto di mezzi e la loro relativa gestione,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di interventi specifici e mirati finalizzati ad aumentare il numero dei vigili del fuoco, a destinare al Corpo dei vigili del fuoco le risorse economiche necessarie a garantire la corretta manutenzione dei mezzi a disposizione del Corpo, oltre che l'acquisto di nuovi mezzi e dotazioni che possano permettere una maggiore operatività, ed infine a valutare la necessità di proseguire nel processo di riallineamento dei trattamenti economici del personale dei vigili del fuoco nei confronti di quello dei comparti sicurezza e difesa.
9/2468/55. Monai.

La Camera,
premesso che:
nelle operazioni di soccorso e di sostegno alle popolazioni colpite dal sisma nella regione Abruzzo si sono distinti come sempre in occasione di calamità naturali che hanno colpito le popolazioni civili nel nostro paese i vigili del fuoco;
quello dei vigili del fuoco è un corpo scelto che ha fatto del sostegno al prossimo la sua stessa ragione di esistenza;
in occasione del sisma in Abruzzo si sono purtroppo evidenziate tutte quelle carenze strutturali che gli stessi vigili del fuoco denunciano da anni, la loro attività, infatti, si svolge spesso senza il sostegno adeguato e dovuto dei mezzi e delle strutture necessarie;
nel corso degli anni è stata inoltre denunciata più volte una carenza strutturale di personale a disposizione del corpo, molto spesso infatti i vigili del fuoco operano in condizioni di emergenza nell'emergenza, costantemente sotto-organico;
per garantire la piena operatività su tutto il territorio nazionale del sistema della prevenzione incendi, del soccorso e della sicurezza pubblica, appare necessario incrementare al più presto il numero dell'organico anche attraverso l'assunzione straordinaria di personale;
appare inoltre necessario riconoscere la piena valorizzazione dell'attività di soccorso pubblico prestata dal personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e quindi proseguire nel processo di riallineamento dei trattamenti economici del medesimo personale nei confronti di quello dei comparti sicurezza e difesa, anche in ragione della riconosciuta specificità dei compiti e delle condizioni di impiego del comparto soccorso pubblico;
al fine di assicurare l'operatività del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, anche in relazione all'eccezionale impegno connesso all'emergenza sismica nella regione Abruzzo, appare improcrastinabile autorizzare le spese per la manutenzione, l'acquisto di mezzi e la loro relativa gestione,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, di interventi specifici e mirati finalizzati ad aumentare il numero dei vigili del fuoco, a destinare al Corpo dei vigili del fuoco le risorse economiche necessarie a garantire la corretta manutenzione dei mezzi a disposizione del Corpo, oltre che l'acquisto di nuovi mezzi e dotazioni che possano permettere una maggiore operatività, ed infine a valutare la necessità di proseguire nel processo di riallineamento dei trattamenti economici del personale dei vigili del fuoco nei confronti di quello dei comparti sicurezza e difesa.
9/2468/55. (Testo modificato nel corso della seduta) Monai.

La Camera,
premesso che:
il decreto al nostro esame si caratterizza, tra le altre cose, da un eccessivo ruolo accentratore dei poteri decisori e autorizzatori nelle mani del governo centrale in tutte le fasi della ricostruzione, lasciando poco spazio e un ruolo tutto sommato del tutto marginale alle amministrazioni locali direttamente interessate;
un governo centrale, che opera sostanzialmente tramite il commissario delegato dopo aver semplicemente «sentiti gli enti locali»;
a fronte di interventi così complessi e prolungati nel tempo, tale impostazione va trasformata in un vero coinvolgimento e in una intesa con le amministrazioni locali coinvolte, anche perché tale via è stata seguita positivamente per Marche, Umbria e Friuli, situazioni in cui il territorio ha partecipato da subito, secondo le competenze di ciascun ente, alla definizione delle scelte urbanistico-edilizie ed economico-sociali nella fase post emergenziale;
è necessario che la ricostruzione venga fatta rapidamente, con un controllo amministrativo centrale e soprattutto la partecipazione attiva della popolazione, coinvolgendo in tutte le fasi i sindaci dei comuni interessati e i presidenti della provincia e della regione,

impegna il Governo

a prevedere, ai fini della supervisione dell'attuazione degli interventi previsti dal presente decreto, l'istituzione di una cabina di regia composta dal presidente della regione Abruzzo, dal presidente della provincia de L'Aquila, dal sindaco del comune de L'Aquila, dal commissario delegato.
9/2468/56. Zazzera, Mantini.

La Camera,
premesso che:
il decreto-legge in esame reca interventi finalizzati a dare una risposta tempestiva, incisiva e concreta alla drammatica situazione di emergenza conseguente alla crisi sismica che ha investito la regione Abruzzo, ed in particolare la città de L'Aquila e la sua provincia nel mese di aprile 2009;
sono noti gli effetti gravissimi del sisma: altissimo il tributo di vite umane, migliaia i feriti e coloro che porteranno per sempre su di sé il segno fisico e psicologico di questa tragedia, oltre sessantamila le persone che hanno perso la propria abitazione;
gli interventi previsti sono stati - in modo prioritario - indirizzati a dare una adeguata risposta ai bisogni più immediati della popolazione abruzzese così duramente colpita dal sisma, quale il problema abitativo;
di fronte ad una tragedia così grande è necessario dare alla popolazione così duramente colpita segnali forti di solidarietà e di sostegno in particolare per coloro che hanno subito un danno fisico diretto,

impegna il Governo

a prevedere il riconoscimento della qualifica di infortunati del lavoro ai cittadini della regione Abruzzo rimasti invalidi o deceduti in conseguenza degli eventi sismici dell'aprile 2009 o che abbiano subito per la stessa causa un aggravamento delle preesistenti invalidità.
9/2468/57. Tortoli, Mantini.

La Camera,
premesso che:
il decreto-legge in esame reca interventi finalizzati a dare una risposta tempestiva, incisiva e concreta alla drammatica situazione di emergenza conseguente alla crisi sismica che ha investito la regione Abruzzo, ed in particolare la città de L'Aquila e la sua provincia nel mese di aprile 2009;
sono noti gli effetti gravissimi del sisma: altissimo il tributo di vite umane, migliaia i feriti e coloro che porteranno per sempre su di sé il segno fisico e psicologico di questa tragedia, oltre sessantamila le persone che hanno perso la propria abitazione;
gli interventi previsti sono stati - in modo prioritario - indirizzati a dare una adeguata risposta ai bisogni più immediati della popolazione abruzzese così duramente colpita dal sisma, quale il problema abitativo;
di fronte ad una tragedia così grande è necessario dare alla popolazione così duramente colpita segnali forti di solidarietà e di sostegno in particolare per coloro che hanno subito un danno fisico diretto,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di prevedere il riconoscimento della qualifica di infortunati del lavoro ai cittadini della regione Abruzzo rimasti invalidi o deceduti in conseguenza degli eventi sismici dell'aprile 2009 o che abbiano subito per la stessa causa un aggravamento delle preesistenti invalidità.
9/2468/57. (Testo modificato nel corso della seduta) Tortoli, Mantini.

La Camera,
premesso che:
gli eventi sismici dell'aprile scorso che hanno interessato la regione Abruzzo, ed in particolare la città de L'Aquila e la sua provincia, hanno avuto effetti devastanti sul tessuto produttivo di tale territorio;
tali effetti si vanno a sommare a quelli dell'attuale crisi economica mondiale, la quale ha ridisegnato gli equilibri finanziari internazionali evidenziandone anche la fragilità;
in questo quadro la microfinanza costituisce uno strumento fondamentale per la lotta alla povertà ed all'esclusione sociale e l'Italia, attraverso l'istituzione del Comitato nazionale italiano per il microcredito, ha dimostrato una concreta attenzione ai nuovi paradigmi di sviluppo strutturale sostenibile;
nel corso della recente riunione del G8 dei ministri per lo sviluppo economico, è stata ribadita la convinzione che il microcredito debba essere sempre più concepito come uno strumento strategico per il finanziamento dello sviluppo,

impegna il Governo

a favorire, anche al fine di consentire la promozione e il sostegno di programmi di microcredito finalizzati allo sviluppo economico e sociale dei territori dei comuni abruzzesi interessati dal sisma, l'attività del Comitato nazionale italiano del microcredito, istituito dall'articolo 4-bis, comma 8, del decreto-legge 10 gennaio 2006, n. 2, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 marzo 2006, n. 81, anche attraverso il reperimento di risorse da destinare al suo funzionamento.
9/2468/58. Conte, Mantini, Lolli, Pisicchio, Guido Dussin.

La Camera,
premesso che:
gli eventi sismici dell'aprile scorso che hanno interessato la regione Abruzzo, ed in particolare la città de L'Aquila e la sua provincia, hanno avuto effetti devastanti sul tessuto produttivo di tale territorio;
tali effetti si vanno a sommare a quelli dell'attuale crisi economica mondiale, la quale ha ridisegnato gli equilibri finanziari internazionali evidenziandone anche la fragilità;
in questo quadro la microfinanza costituisce uno strumento fondamentale per la lotta alla povertà ed all'esclusione sociale e l'Italia, attraverso l'istituzione del Comitato nazionale italiano per il microcredito, ha dimostrato una concreta attenzione ai nuovi paradigmi di sviluppo strutturale sostenibile;
nel corso della recente riunione del G8 dei ministri per lo sviluppo economico, è stata ribadita la convinzione che il microcredito debba essere sempre più concepito come uno strumento strategico per il finanziamento dello sviluppo,

impegna il Governo

a favorire, anche al fine di consentire, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, la promozione e il sostegno di programmi di microcredito finalizzati allo sviluppo economico e sociale dei territori dei comuni abruzzesi interessati dal sisma, l'attività del Comitato nazionale italiano del microcredito, istituito dall'articolo 4-bis, comma 8, del decreto-legge 10 gennaio 2006, n. 2, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 marzo 2006, n. 81, anche attraverso il reperimento di risorse da destinare al suo funzionamento.
9/2468/58. (Testo modificato nel corso della seduta) Conte, Mantini, Lolli, Pisicchio, Guido Dussin.

La Camera,
considerata l'opportunità di porre in essere tutti gli strumenti, anche di carattere fiscale, volti ad alleviare le difficoltà dei cittadini e delle imprese residenti nelle zone della regione Abruzzo colpite dal recente sisma,

impegna il Governo

ad adottare tutte le necessarie iniziative volte a far si che, nell'esecuzione dei rimborsi per crediti d'imposta, sia riconosciuta priorità ai cittadini ed alle imprese avente residenza fiscale nei comuni della regione Abruzzo colpiti dal sisma dell'aprile scorso.
9/2468/59. Leo.

La Camera,
considerata la necessità di assicurare il rispetto del principio di solidarietà nazionale e fermo restando che l'attuale consistenza del Fondo strategico per il Paese a sostegno dell'economia reale e del Fondo infrastrutturale è attribuibile per l'85 per cento alle regioni del Mezzogiorno e per il rimanente 15 per cento alle regioni del Centro-Nord,

impegna il Governo

al fine di assicurare il rispetto del principio di solidarietà nazionale, a valutare l'opportunità di destinare la parte rimanente del fondo strategico per il Paese a sostegno dell'economia reale, alle regioni obbiettivo 1.
9/2468/60. De Girolamo, Germanà, Marinello, Gibiino, Pili, Fucci, Savino, Antonino Foti, Lo Presti, De Camillis, Granata, Castiello, Vincenzo Antonio Fontana, Vessa, La Loggia, Franzoso, Formichella, Di Caterina, Sisto, Fallica, Mussolini, Santelli, Lehner, Iapicca.

La Camera,
premesso che:
le zone colpite dal terremoto in Abruzzo sono realtà territoriali, L'Aquila compresa, che nel corso dei tempo hanno subito un forte processo di emigrazione;
molti dei residenti hanno cercato un lavoro all'estero, vista la situazione economica poco felice della loro terra natia, ma non si è mai perso il legame affettivo, culturale ed economico con l'Abruzzo, la loro terra di origine, e hanno conservato nel cuore l'immagine delle montagne abruzzesi che tempra il carattere permettendo a tanti di emergere professionalmente nei paesi di accoglimento;
grazie ai forti legami sopra menzionati, migliaia di abruzzesi emigrati hanno conservato e curato gli immobili ereditati dai loro genitori e in molti casi hanno investito i loro risparmi nella costruzione o nell'acquisto di una propria abitazione nei comuni colpiti duramente dal sisma del 6 aprile. Sono gli abruzzesi che d'estate animano i suddetti comuni rientrando per le «vacanze al paese» e contribuendo anche in tali occasioni all'economia locale;
questi cittadini emigrati, spesso occupati per anni nelle miniere del Belgio, hanno perso il frutto dei loro risparmi, investiti nella realizzazione della loro casa nelle zone di origine, le istituzioni italiane non possono lasciarli soli, negando quella solidarietà che loro hanno manifestato, in ogni parte del mondo, con raccolta di fondi in favore delle zone terremotate ed invio di materiali di prima necessità agli abruzzesi colpiti dal sisma;
nel comune de L'Aquila gli iscritti all'AIRE costituiscono il 4,9 per cento della popolazione residente e nella provincia de L'Aquila sono 33.375, con rimesse pari a 3.335.000 euro, nel 2007, e di questi cittadini il 30,1 per cento è di età superiore ai 65 anni, una percentuale alta in cui sono compresi molti abruzzesi che intendono passare l'età della pensione nella terra d'origine,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di estendere ai cittadini abruzzesi residenti all'estero e iscritti all'AIRE la concessione di contributi per la ricostruzione della prima casa attribuita ai cittadini italiani residenti nei comuni delle zone terremotate d'Abruzzo.
9/2468/61. Narducci, Bucchino, Gianni Farina, Fedi, Garavini, Porta, D'Incecco.

La Camera,
premesso che:
la ricostruzione dei centri storici de L'Aquila e dei comuni individuati ai sensi dell'articolo 1 costituisce parte essenziale dell'intervento dello Stato in favore dei cittadini colpiti dal sisma del 6 aprile 2009;
la nota della Presidenza dei Consiglio in data 15 giugno 2009 conferma l'intento di ricostruire a totale carico dello Stato immobili di interesse storico, artistico e paesistico, anche individuati dai sindaci e dalle sovrintendenze,

impegna il Governo

a porre in essere tutte le misure necessarie alla garanzia di tale obiettivo comprendendo negli indennizzi le case dei non residenti e le seconde case.
9/2468/62. Mantini, Libè.

La Camera,
premesso che:
sebbene i problemi più rilevanti sono quelli a carico delle persone è fondamentale indirizzare lo sforzo ed il sostegno per riavviare nel più breve tempo possibile l'attività produttiva nella regione, allo scopo di fornire un segnale forte di ripresa alla comunità abruzzese;
pertanto, ai fini di rapida ripresa delle attività economiche nell'area interessata dagli eventi sismici è necessario adottare misure che agevolino i cittadini, le imprese, anche agricole, ed i professionisti con residenza od operanti in uno dei comuni interessati,

impegna il Governo

a sostenere con adeguate risorse e in tempi rapidi una zona franca, circoscritta ai comuni interessati dagli eventi sismici, in cui le imprese e i lavoratori ivi operanti possano beneficiare, per un congruo periodo di anni, di benefici ad agevolazioni fiscali e previdenziali attraverso significative riduzioni delle imposte sui redditi da impresa, degli oneri previdenziali con copertura figurativa e di tutte le aliquote dell'imposta sul valore aggiunto nonché di agevolazioni a valere sulla base imponibile IRAP per ogni lavoratore a tempo indeterminato, la sospensione delle addizionali comunali e regionali all'IRPEF.
9/2468/63. Libè, Mantini.

La Camera,
esaminato il provvedimento in titolo;
esaminato in particolare il contenuto dell'articolo 12;
considerata necessaria la diffusione di una cultura del gioco responsabile, al fine di limitare al massimo le disastrose conseguenze economiche e sociali che il gioco può provocare nelle fasce deboli della popolazione;
considerato che è essenziale dedicare sempre maggiori risorse all'informazione, alla prevenzione e alla riparazione dei danni che la dipendenza del gioco può provocare;
valutata la possibilità di introdurre da parte dell'amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato nuovi giochi e lotterie;
considerata la volontà di disciplinare nuove forme di gioco;
ritenuto necessario contenere la diffusione del numero delle sale gioco sull'interno territorio nazionale, al fine di prevenire fenomeni di commistione criminale nella gestione delle sale stesse, fenomeni di microcriminalità diffusi,

impegna il Governo

ad adottare tutte le misure necessarie per limitare il numero di nuove concessioni per l'esercizio e la raccolta sul territorio dello Stato, stabilendo distanze minime tra i punti di raccolta, adattando procedimenti di assegnazione delle concessioni ad evidenza pubblica onerosi per gli assegnatari, destinando importanti quote degli introiti a campagne di informazione e ad interventi di riparazione dei danni che la dipendenza dal gioco può provocare.
9/2468/64. Polledri, Laura Molteni.

La Camera,
esaminato il provvedimento in titolo;
esaminato in particolare il contenuto dell'articolo 12;
considerata necessaria la diffusione di una cultura del gioco responsabile, al fine di limitare al massimo le disastrose conseguenze economiche e sociali che il gioco può provocare nelle fasce deboli della popolazione;
considerato che è essenziale dedicare sempre maggiori risorse all'informazione, alla prevenzione e alla riparazione dei danni che la dipendenza del gioco può provocare;
valutata la possibilità di introdurre da parte dell'amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato nuovi giochi e lotterie;
considerata la volontà di disciplinare nuove forme di gioco;
ritenuto necessario contenere la diffusione del numero delle sale gioco sull'interno territorio nazionale, al fine di prevenire fenomeni di commistione criminale nella gestione delle sale stesse, fenomeni di microcriminalità diffusi,

impegna il Governo

a valutare tutte le misure utili affinché le nuove concessioni per l'esercizio e la raccolta sul territorio dello Stato possano essere assegnate con procedure di evidenza pubblica, destinando importanti quote di introiti a campagne di informazione e ad interventi di prevenzione della dipendenza che il gioco può provocare.
9/2468/64. (Testo modificato nel corso della seduta) Polledri, Laura Molteni.

La Camera,
premesso che:
l'articolo 4 del decreto in corso di conversione, al comma 1, lettera b), dispone che con ordinanze del Presidente del Consiglio dei ministri siano stabilite le modalità di predisposizione di un piano di interventi urgenti per il ripristino degli edifici pubblici nella città de L'Aquila;
tra gli immobili pubblici, danneggiati o distrutti dagli eventi sismici, sono state individuate le strutture edilizie universitarie, per la cui ricostruzione la relazione tecnica stima un fabbisogno complessivo di circa 89 milioni di euro;
sin dai primi giorni dell'emergenza il Governo si è posto l'obiettivo di rendere possibile in tempi rapidi il ritorno alla normalità delle attività istituzionali dell'Università de L'Aquila;
l'Università aquilana conta 27 mila iscritti, di cui circa 13 mila fuori sede;
gli studenti universitari, che sono stati tra le principali vittime di questa tragedia, rappresentano non solo un patrimonio culturale su cui investire per il futuro ma un vero e proprio motore economico-sociale per l'intero capoluogo abruzzese;
è molto forte la preoccupazione che migliaia di studenti, sin dal prossimo anno accademico, possano lasciare l'Università de L'Aquila per iscriversi ad altri atenei;
alcuni genitori, in questi giorni, hanno già manifestato l'intenzione di non riscrivere i propri figli all'Università de L'Aquila;
seppure in questa fase appaiono prioritarie le necessità di carattere abitativo della popolazione residente, appare evidente come sia necessario intervenire per evitare la delocalizzazione delle strutture universitarie e la dispersione degli studenti verso altre sedi;
particolarmente importanti sono state le iniziative varate dal Ministero della gioventù a sostegno delle giovani generazioni colpite dall'evento sismico del 6 aprile scorso;
per quanto riguarda, più nello specifico, la popolazione universitaria, il Ministero dell'università dovrebbe studiare alcune forme di sostegno (esonero delle tasse universitarie, borse di studio per gli studenti disagiati, tirocini presso enti pubblici e privati, eccetera) per incentivare gli studenti a rimanere nella città de L'Aquila e dar loro prospettive più serene anche in vista di un futuro ingresso nel mondo del lavoro;
in questo contesto un altro problema meritevole di attenzione è quello relativo all'offerta di un adeguato numero di alloggi da destinare agli studenti fuori sede,

impegna il Governo

a trovare le soluzioni più idonee per garantire la tempestiva ripresa della funzionalità amministrativa e didattica dell'ateneo evitando qualsiasi ipotesi di delocalizzazione delle attività universitarie al di fuori dalla città de L'Aquila nonché a prevedere - sin dal prossimo anno accademico - adeguate forme di sostegno agli studenti universitari al fine di scongiurare fenomeni di dispersione che avrebbero conseguenze gravissime per il capoluogo abruzzese.
9/2468/65. Marsilio, Rampelli.

La Camera,
premesso che:
l'articolo 4 del decreto in corso di conversione, al comma 1, lettera b), dispone che con ordinanze del Presidente del Consiglio dei ministri siano stabilite le modalità di predisposizione di un piano di interventi urgenti per il ripristino degli edifici pubblici nella città de L'Aquila;
tra gli immobili pubblici, danneggiati o distrutti dagli eventi sismici, sono state individuate le strutture edilizie universitarie, per la cui ricostruzione la relazione tecnica stima un fabbisogno complessivo di circa 89 milioni di euro;
sin dai primi giorni dell'emergenza il Governo si è posto l'obiettivo di rendere possibile in tempi rapidi il ritorno alla normalità delle attività istituzionali dell'Università de L'Aquila;
l'Università aquilana conta 27 mila iscritti, di cui circa 13 mila fuori sede;
gli studenti universitari, che sono stati tra le principali vittime di questa tragedia, rappresentano non solo un patrimonio culturale su cui investire per il futuro ma un vero e proprio motore economico-sociale per l'intero capoluogo abruzzese;
è molto forte la preoccupazione che migliaia di studenti, sin dal prossimo anno accademico, possano lasciare l'Università de L'Aquila per iscriversi ad altri atenei;
alcuni genitori, in questi giorni, hanno già manifestato l'intenzione di non riscrivere i propri figli all'Università de L'Aquila;
seppure in questa fase appaiono prioritarie le necessità di carattere abitativo della popolazione residente, appare evidente come sia necessario intervenire per evitare la delocalizzazione delle strutture universitarie e la dispersione degli studenti verso altre sedi;
particolarmente importanti sono state le iniziative varate dal Ministero della gioventù a sostegno delle giovani generazioni colpite dall'evento sismico del 6 aprile scorso;
per quanto riguarda, più nello specifico, la popolazione universitaria, il Ministero dell'università dovrebbe studiare alcune forme di sostegno (esonero delle tasse universitarie, borse di studio per gli studenti disagiati, tirocini presso enti pubblici e privati, eccetera) per incentivare gli studenti a rimanere nella città de L'Aquila e dar loro prospettive più serene anche in vista di un futuro ingresso nel mondo del lavoro;
in questo contesto un altro problema meritevole di attenzione è quello relativo all'offerta di un adeguato numero di alloggi da destinare agli studenti fuori sede,

impegna il Governo

a trovare le soluzioni più idonee per garantire la tempestiva ripresa della funzionalità amministrativa e didattica dell'ateneo evitando qualsiasi ipotesi di delocalizzazione delle attività universitarie al di fuori dalla città de L'Aquila nonché a valutare se e come prevedere - sin dal prossimo anno accademico - adeguate forme di sostegno agli studenti universitari al fine di scongiurare fenomeni di dispersione che avrebbero conseguenze gravissime per il capoluogo abruzzese.
9/2468/65. (Testo modificato nel corso della seduta) Marsilio, Rampelli.

La Camera,
premesso che:
l'Italia è uno dei paesi a maggiore rischio sismico del Mediterraneo, per la frequenza dei terremoti che hanno storicamente interessato il suo territorio e per l'intensità che alcuni di essi hanno raggiunto, con un immenso prezzo pagato in termini di vite umane e di costi per la collettività. Basti pensare al solo sisma di cent'anni fa nello Stretto di Messina, la più grave sciagura per eventi naturali avvenuta nel nostro Paese, in cui persero la vita oltre 100 mila persone;
i terremoti che hanno colpito la Penisola hanno causato danni economici consistenti, valutati per gli ultimi quaranta anni in circa 135 miliardi di euro, che sono stati impiegati per il ripristino e la ricostruzione post-evento. A ciò si devono aggiungere le conseguenze non traducibili in valore economico sul patrimonio storico, artistico, monumentale;
nonostante ciò, come è stato più volte ribadito dai massimi esperti in materia, incluso il capo della Protezione civile, gran parte del patrimonio edilizio italiano è di qualità scadente, lontana dagli standard antisismici indispensabili nel nostro Paese;
avviando immediatamente un piano straordinario di consolidamento e miglioramento sismico degli edifici pubblici e privati, come è stato evidenziato nei giorni successivi al sisma in Abruzzo, non solo si potrebbe mettere in sicurezza gran parte della popolazione, ma si potrebbe rilanciare un'economia legata all'edilizia di qualità, attivare il sistema delle piccole e medie imprese e produrre anche un rilevante effetto sul terreno occupazionale;
al di là della necessità di prevedere obblighi di carattere normativo per gli edifici di nuova realizzazione è indispensabile agevolare l'esecuzione di interventi di adeguamento e miglioramento antisismico degli edifici di proprietà privata collocati nelle zone a media ed alta sismicità, attraverso la concessione di una detrazione di imposta del 55 per cento a beneficio dei proprietari degli immobili,

impegna il Governo:

a considerare la detrazione di imposta del 55 per cento per la messa in sicurezza sismica strategica nella prevenzione antisismica e ad individuare le risorse finanziarie necessarie per consentire l'ampliamento delle agevolazioni fiscali già previste per gli interventi di efficientamento energetica degli edifici anche agli interventi antisismici, privilegiando interventi di riqualificazione e valorizzazione del patrimonio edilizio, senza produrre ulteriore consumo di territorio;
ad avviare in tempi brevi la costituzione di una efficace rete tecnica di controllo ed assistenza per le costruzioni nelle zone di alta e media sismicità, nel rispetto del principio di adeguatezza, prevedendo, se necessario, l'assunzione dell'occorrente personale tecnico qualificato.
9/2468/66. Realacci, Mariani, Bocci, Braga, Bratti, Esposito, Ginoble, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Viola, Zamparutti, Mantini.

La Camera,
premesso che:
l'Italia è uno dei paesi a maggiore rischio sismico del Mediterraneo, per la frequenza dei terremoti che hanno storicamente interessato il suo territorio e per l'intensità che alcuni di essi hanno raggiunto, con un immenso prezzo pagato in termini di vite umane e di costi per la collettività. Basti pensare al solo sisma di cent'anni fa nello Stretto di Messina, la più grave sciagura per eventi naturali avvenuta nel nostro Paese, in cui persero la vita oltre 100 mila persone;
i terremoti che hanno colpito la Penisola hanno causato danni economici consistenti, valutati per gli ultimi quaranta anni in circa 135 miliardi di euro, che sono stati impiegati per il ripristino e la ricostruzione post-evento. A ciò si devono aggiungere le conseguenze non traducibili in valore economico sul patrimonio storico, artistico, monumentale;
nonostante ciò, come è stato più volte ribadito dai massimi esperti in materia, incluso il capo della Protezione civile, gran parte del patrimonio edilizio italiano è di qualità scadente, lontana dagli standard antisismici indispensabili nel nostro Paese;
avviando immediatamente un piano straordinario di consolidamento e miglioramento sismico degli edifici pubblici e privati, come è stato evidenziato nei giorni successivi al sisma in Abruzzo, non solo si potrebbe mettere in sicurezza gran parte della popolazione, ma si potrebbe rilanciare un'economia legata all'edilizia di qualità, attivare il sistema delle piccole e medie imprese e produrre anche un rilevante effetto sul terreno occupazionale;
al di là della necessità di prevedere obblighi di carattere normativo per gli edifici di nuova realizzazione è indispensabile agevolare l'esecuzione di interventi di adeguamento e miglioramento antisismico degli edifici di proprietà privata collocati nelle zone a media ed alta sismicità, attraverso la concessione di una detrazione di imposta del 55 per cento a beneficio dei proprietari degli immobili,

impegna il Governo:

a valutare l'opportunità di considerare la detrazione di imposta del 55 per cento per la messa in sicurezza sismica strategica nella prevenzione antisismica e ad individuare le risorse finanziarie necessarie per consentire l'ampliamento delle agevolazioni fiscali già previste per gli interventi di efficientamento energetica degli edifici anche agli interventi antisismici, privilegiando interventi di riqualificazione e valorizzazione del patrimonio edilizio, senza produrre ulteriore consumo di territorio;
ad avviare in tempi brevi la costituzione di una efficace rete tecnica di controllo ed assistenza per le costruzioni nelle zone di alta e media sismicità, nel rispetto del principio di adeguatezza, prevedendo, se necessario, l'assunzione dell'occorrente personale tecnico qualificato.
9/2468/66. (Testo modificato nel corso della seduta) Realacci, Mariani, Bocci, Braga, Bratti, Esposito, Ginoble, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Viola, Zamparutti, Mantini.

La Camera,
premesso che:
l'Abruzzo, in particolare il comune de L'Aquila, è stato colpito da un grave evento sismico che ha causato la morte di centinaia di persone e ingenti danni alle case, agli edifici pubblici ed al tessuto produttivo;
l'articolo 14 del decreto-legge 39 del 2009 prevede che al fine di finanziare gli interventi di ricostruzione il CIPE assegni agli stessi interventi la quota annuale di un importo non inferiore a 2.000 milioni e non superiore a 4 milioni di euro nell'ambito della dotazione del Fondo per le aree sottoutilizzate per il periodo di programmazione 2007-2013;
tali importi saranno utilizzati senza il vincolo dì destinare tali risorse nella quota dell'85 per cento alle regioni obiettivo «convergenza»;
la tragedia chiama tutti a partecipare concretamente alla ricostruzione dell'Abruzzo nelle forme più adeguate e nei tempi più celeri;
il Sud, e in particolare le regioni obiettivo «convergenza» hanno visto nell'ultimo anno il continuo stillicidio di utilizzo dei Fondi per le aree sottoutilizzate per scopi e in aree diverse da quelle interessate dai programmi finanziati dai fondi FAS;
ancora oggi il piano regionale operativo al quale devono essere assegnati circa 4 miliardi di euro vede un atteggiamento dilatorio da parte del CIPE;
in una fase di difficoltà economica e di crisi finanziaria la priorità è nel sostenere interventi e programmi relativi alla ricostruzione delle aree dell'Abruzzo colpite dall'evento sismico, al quale tutti sono chiamati a partecipare;
la previsione di utilizzo di una somma rilevante, dai 2 miliardi di euro ai 4 miliardi di euro destinati a programmi indifferibili per colmare le gravi lacune che limitano lo sviluppo del Sud, è accettabile se non diventa l'ennesima spoliazione definitiva di risorse destinate in larga parte al Sud,

impegna il Governo

ad assegnare le somme previste dall'articolo 14 del decreto-legge 39 del 2009 che reca interventi per la ricostruzione dell'Abruzzo a seguito di un grave evento sismico, in qualità di anticipazione e prevedendo al contempo le forme e la tempistica per il reintegro delle stesse nelle disponibilità dei fondi FAS al fine di avviare e completare i programmi e le opere necessarie ed indifferibili nelle regioni ricadenti nelle aree obiettivo «convergenza».
9/2468/67. Lo Monte, Belcastro, Commercio, Iannaccone, Milo, Latteri, Lombardo, Sardelli.

La Camera,
premesso che:
il drammatico sisma che ha colpito la popolazione abruzzese ha arrecato danni a tutte le strutture del territorio, comprese le dighe. Tre di queste, tutte collegate al grande lago artificiale di Campotosto, complesso tra i più grandi in Europa sita nelle vicinanze de L'Aquila e dei comuni limitrofi, sono state soggette a fenomeni tellurici tali da aver danneggiato le strutture stesse;
l'ente che vigilava sulla sicurezza delle 541 dighe italiane (Registro Italiano Dighe-RID) è stato soppresso e le funzioni svolte sono attualmente attribuite al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
la soppressione del RID ha causato una conseguente perdita di efficacia operativa, ancorché sia stata istituita il 24 gennaio 2008, presso il Ministero, una direzione generale per le dighe e le infrastrutture idriche ed elettriche;
non esiste un «Sistema di monitoraggio nazionale complessivo delle dighe italiane», in grado di garantire un sistema di allerta che permetta di avvertire in modo immediato i cittadini interessati nel caso di un'eventuale rottura o problema imminente per una diga;
per scongiurare tale calamità, sarebbe necessaria proprio l'istituzione dei «Sistema di monitoraggio nazionale complessivo delle dighe italiane» che abbia anche la missione, in caso di eventuale rottura d'una diga, di informare tempestivamente la cittadinanza in pericolo in modo tale da fornire ad essa, in pochi minuti, la possibilità di sottrarsi alla furia distruttrice delle migliaia di tonnellate di metri cubi d'acqua che possono fuoriuscire da una diga;
a questo fine sarebbe sufficiente l'utilizzo di un software che invii un sms, o altro sistema di comunicazione equivalente, per allertare immediatamente la popolazione informandola della rottura e del pericolo imminente;
ad un tale «Sistema di monitoraggio nazionale complessivo delle dighe italiane», dovrebbe accompagnarsi la redazione ed attuazione di un «Piano di emergenza dighe nazionale» sempre al fine di tutelare le popolazioni a valle degli invasi;
il «Sistema di monitoraggio nazionale complessivo delle dighe italiane» e il «Piano complessivo di emergenza dighe nazionale» dovrebbero essere utilizzati in sinergia con i sistemi di monitoraggio già esistenti a livello nazionale, potenziandone il livello di efficacia ed efficienza,

impegna il Governo

ad adottare urgentemente tutte le opportune iniziative volte alla prevenzione dei rischi potenzialmente causabili da eventi naturali in grado di minacciare la sicurezza delle dighe italiane e la vita delle popolazioni abitanti nei pressi delle stesse, come da direttive già emanate dal ministro competente per la creazione di un sistema di monitoraggio idraulico di tutte le grandi dighe dislocate sul territorio nazionale, sistema non ancora realizzato anche se in fase di realizzazione, estendendo tale Sistema anche ad altri fenomeni naturali, quali ad esempio un sisma quindi, nell'ambito delle iniziative già intraprese, ad istituire con particolare e specifica urgenza il «Sistema di monitoraggio nazionale complessivo delle dighe italiane», ed un «Piano complessivo di emergenza dighe nazionale», per la sicurezza delle popolazioni interessate, facendo ricorso per la necessaria copertura finanziaria ai fondi già assegnati al soppresso RID ed attualmente giacenti presso il Ministero dell'economia e finanze.
9/2468/68. Mecacci, Zamparutti, Maurizio Turco, Farina Coscioni, Bernardini, Beltrandi.

La Camera,
premesso che:
il drammatico sisma che ha colpito la popolazione abruzzese ha arrecato danni a tutte le strutture del territorio, comprese le dighe. Tre di queste, tutte collegate al grande lago artificiale di Campotosto, complesso tra i più grandi in Europa sita nelle vicinanze de L'Aquila e dei comuni limitrofi, sono state soggette a fenomeni tellurici tali da aver danneggiato le strutture stesse;
l'ente che vigilava sulla sicurezza delle 541 dighe italiane (Registro Italiano Dighe-RID) è stato soppresso e le funzioni svolte sono attualmente attribuite al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
la soppressione del RID ha causato una conseguente perdita di efficacia operativa, ancorché sia stata istituita il 24 gennaio 2008, presso il Ministero, una direzione generale per le dighe e le infrastrutture idriche ed elettriche;
non esiste un «Sistema di monitoraggio nazionale complessivo delle dighe italiane», in grado di garantire un sistema di allerta che permetta di avvertire in modo immediato i cittadini interessati nel caso di un'eventuale rottura o problema imminente per una diga;
per scongiurare tale calamità, sarebbe necessaria proprio l'istituzione dei «Sistema di monitoraggio nazionale complessivo delle dighe italiane» che abbia anche la missione, in caso di eventuale rottura d'una diga, di informare tempestivamente la cittadinanza in pericolo in modo tale da fornire ad essa, in pochi minuti, la possibilità di sottrarsi alla furia distruttrice delle migliaia di tonnellate di metri cubi d'acqua che possono fuoriuscire da una diga;
a questo fine sarebbe sufficiente l'utilizzo di un software che invii un sms, o altro sistema di comunicazione equivalente, per allertare immediatamente la popolazione informandola della rottura e del pericolo imminente;
ad un tale «Sistema di monitoraggio nazionale complessivo delle dighe italiane», dovrebbe accompagnarsi la redazione ed attuazione di un «Piano di emergenza dighe nazionale» sempre al fine di tutelare le popolazioni a valle degli invasi;
il «Sistema di monitoraggio nazionale complessivo delle dighe italiane» e il «Piano complessivo di emergenza dighe nazionale» dovrebbero essere utilizzati in sinergia con i sistemi di monitoraggio già esistenti a livello nazionale, potenziandone il livello di efficacia ed efficienza,

impegna il Governo

ad adottare urgentemente tutte le opportune iniziative, d'intesa con il dipartimento della Protezione civile per la finalità del servizio nazionale, volte alla prevenzione dei rischi potenzialmente causabili da eventi naturali in grado di minacciare la sicurezza delle dighe italiane e la vita delle popolazioni abitanti nei pressi delle stesse, come da direttive già emanate dal ministro competente per la creazione di un sistema di monitoraggio idraulico di tutte le grandi dighe dislocate sul territorio nazionale, sistema non ancora realizzato anche se in fase di realizzazione, estendendo tale Sistema anche ad altri fenomeni naturali, quali ad esempio un sisma quindi, nell'ambito delle iniziative già intraprese, ad istituire con particolare e specifica urgenza il «Sistema di monitoraggio nazionale complessivo delle dighe italiane», ed un «Piano complessivo di emergenza dighe nazionale», per la sicurezza delle popolazioni interessate, facendo ricorso per la necessaria copertura finanziaria ai fondi già assegnati al soppresso RID ed attualmente giacenti presso il Ministero dell'economia e finanze.
9/2468/68. (Testo modificato nel corso della seduta) Mecacci, Zamparutti, Maurizio Turco, Farina Coscioni, Bernardini, Beltrandi.

La Camera,
premesso che:
emigrati e connazionali provenienti dall'Abruzzo risiedono all'estero ed hanno negli anni mantenuto un forte rapporto con le realtà territoriali, L'Aquila compresa, colpite dal terremoto del 6 aprile scorso;
molti di questi hanno conservato il legame affettivo, culturale ed economico con l'Abruzzo, grazie ai forti legami hanno conservato e curato gli immobili ereditati dai loro genitori, hanno acquistato nuovi immobili e in molti casi hanno investito i loro risparmi nella costruzione o nell'acquisto di una abitazione nei comuni colpiti duramente dal sisma, le istituzioni italiane debbono garantire analoga attenzione agli emigrati abruzzesi che risiedono fuori dai confini nazionali e che stanno manifestando - con le comunità italiane e le comunità locali - la loro solidarietà nei confronti delle zone colpite dal terremoto con raccolte fondi sostenute anche dai Governi dei paesi di residenza,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di estendere la concessione di contributi per la ricostruzione della prima casa accordata ai cittadini italiani residenti nelle zone terremotate d'Abruzzo anche ai residenti all'estero.
9/2468/69. Fedi, Bucchino, Gianni Farina, Narducci, Garavini, Porta.

La Camera,
premesso che:
il terremoto che ha colpito l'Abruzzo ha determinato gravissimi lutti e conseguenze drammatiche per l'intera popolazione, per il tessuto produttivo e per le istituzioni;
in particolare l'amministrazione della giustizia versa in una situazione di grave e totale emergenza, perché sia gli Uffici giudiziari de L'Aquila che di Chieti, in dipendenza degli eventi sismici, sono completamente o parzialmente inagibili;
è fondamentale assicurare in tempi rapidi la piena funzionalità dell'attività giudiziaria anche in ragione della circostanza che L'Aquila è sede distrettuale competente per tutta la regione Abruzzo per le cause di appello e per i procedimenti di criminalità organizzata,

impegna il Governo

al fine di garantire il funzionamento degli uffici giudiziari di cui al comma 1 dell'articolo 5 del decreto-legge in esame e assicurarne la gestione e la riorganizzazione nella fase di emergenza, nonché per provvedere alla riparazione e al ripristino degli stessi, nonché del tribunale di Chieti, e il recupero della loro piena funzionalità al termine del periodo di sospensione dei processi, a destinare prioritariamente una quota sufficiente delle risorse di cui all'articolo 14, comma 1, del presente decreto, agli scopi predetti.
9/2468/70. (nuova formulazione) Tenaglia.

La Camera,
premesso che:
dal decreto-legge in esame emerge un modello fortemente centralizzato di definizione e gestione degli interventi per la ricostruzione dei comuni abruzzesi colpiti dal sisma del 6 aprile scorso, ben diverso da quelli adottati in occasione di precedenti terremoti anche di particolare gravità;
le risorse previste dal decreto-legge sono molto inferiori agli 8,5 miliardi di euro promessi e provengono in gran parte dai fondi FAS per il Mezzogiorno; per la ricostruzione della prima casa non è previsto un contributo a fondo perduto del 100 per cento come è sempre avvenuto;
il provvedimento in esame, poi, si limita ad offrire risposte atte a fronteggiare la fase meramente emergenziale, tralasciando però alcuni aspetti di fondamentale importanza per la ripresa dei territori interessati dall'evento sismico;
in particolare assume un rilievo prioritario nella fase post-emergenza individuare con precisione tutti quei comuni che hanno avuto danni materiali ed economici a causa del terremoto;
il decreto n. 3 del 16 aprile 2009, a firma del commissario delegato per l'emergenza, si limita infatti ad individuare il cosiddetto cratere, ossia l'area che interessa tutti quei comuni che hanno riportato ingenti danni e che dovranno essere indennizzati, potendo accedere altresì a sospensioni fiscali disposte dall'amministrazione centrale;
il decreto in esame appare quindi del tutto insufficiente a garantire la piena ricostruzione anche di quei comuni che pur non essendo direttamente colpiti dall'evento sismico, e dunque non rientranti nelle previsioni del decreto n. 3, riportano danni ad abitazioni e ad attività produttive tali da renderne impossibile l'agibilità o la ripresa dell'attività economica, pregiudicando così il loro diritto alla ricostruzione e alla ripresa dell'economia del territorio,

impegna il Governo

ad adottare entro un mese dall'approvazione del provvedimento in esame un secondo elenco che ricomprenda con esattezza tutti quei comuni interessati dal sisma che, pur non rientranti nel cosiddetto cratere, hanno riportato danni tali da pregiudicarne l'utilizzo delle abitazioni o la redditività delle attività economiche, e a stanziare altresì tutte le risorse necessarie ad assicurare pienamente anche il loro diritto alla ricostruzione e alla ripresa dell'economia del territorio.
9/2468/71. Ginoble, Lolli, Tenaglia, Livia Turco, D'Incecco, Mariani, Bocci, Braga, Bratti, Esposito, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Realacci, Viola, Mantini.

La Camera,
premesso che:
il terremoto che ha colpito l'Abruzzo ha com'è noto determinato gravissimi lutti e drammatiche conseguenze gravemente pregiudizievoli per l'intera popolazione, per il tessuto produttivo e per il futuro delle istituzioni locali;
l'articolo 12 del presente provvedimento attribuisce all'amministrazione autonoma dei monopoli di Stato la facoltà di ampliare l'offerta al pubblico di giochi (nuove lotterie, nuovi giochi a distanza e nuove modalità di gioco) e di rafforzare le misure di controllo nel settore al fine di assicurare maggiori entrate non inferiori a 500 milioni annui a decorrere dal 2009,

impegna il Governo

a effettuare un accurato monitoraggio dell'impatto e degli effetti delle pratiche di gioco (lotterie, giochi a distanza, scommesse ippiche, eccetera) sulla popolazione e di presentare al Parlamento, entro un anno dall'approvazione del presente decreto, una relazione che dia conto dei risultati di tale monitoraggio.
9/2468/72. Duilio.

La Camera,
premesso che:
il terremoto che ha colpito l'Abruzzo ha com'è noto determinato gravissimi lutti e drammatiche conseguenze gravemente pregiudizievoli per l'intera popolazione, per il tessuto produttivo e per il futuro delle istituzioni locali;
l'articolo 12 del presente provvedimento attribuisce all'amministrazioneautonoma dei monopoli di Stato la facoltà di ampliare l'offerta al pubblico di giochi (nuove lotterie, nuovi giochi a distanza e nuove modalità di gioco) e di rafforzare le misure di controllo nel settore al fine di assicurare maggiori entrate non inferiori a 500 milioni annui a decorrere dal 2009,

impegna il Governo

a effettuare un accurato monitoraggio dell'impatto e degli effetti delle pratiche di gioco (lotterie, giochi a distanza, scommesse ippiche, eccetera) sulla popolazione, assicurando adeguata conoscenza e pubblicità dei risultati.
9/2468/72. (Testo modificato nel corso della seduta) Duilio.

La Camera,
premesso che:
dal decreto-legge in esame emerge un modello fortemente centralizzato di definizione e gestione degli interventi per la ricostruzione dei comuni abruzzesi colpiti dal sisma del 6 aprile scorso, ben diverso da quelli adottati in occasione di precedenti terremoti anche di particolare gravità;
le risorse previste dal decreto-legge sono molto inferiori agli 8,5 miliardi di euro promessi e provengono in gran parte dai fondi FAS per il Mezzogiorno; per la ricostruzione della prima casa non è previsto un contributo a fondo perduto del 100 per cento come è sempre avvenuto;
il provvedimento in esame, poi, si limita ad offrire risposte atte a fronteggiare la fase meramente emergenziale, tralasciando però alcuni aspetti di fondamentale importanza per la ripresa dei territori interessati dall'evento sismico;
non è individuata, infatti, alcuna ipotesi di soluzione a favore di quegli affittuari di immobili privati che, in caso di inerzia del proprietario nell'avvalersi dei contributi previsti per la ricostruzione degli immobili, si troverebbero privi dell'abitazione e di qualsiasi diritto sull'immobile,

impegna il Governo:

ad adottare ogni utile provvedimento affinché non sia computato ai fini della decorrenza del contratto di locazione il periodo intercorrente tra il 6 aprile e la completa riparazione o ricostruzione dell'immobile nonché a garantire che i contratti di locazione in scadenza nell'anno 2009 siano automaticamente rinnovati, alle stesse condizioni, per un periodo analogo a quello del contratto in essere, salvo rinuncia del locatario;
a garantire un'adeguata soluzione per quegli affittuari che, nelle ipotesi di inerzia del proprietario ad avvalersi dei contributi previsti per la ricostruzione di immobili concessi in affitto alla data precedente al sisma del 6 aprile 2009, si trovino privati dell'abitazione nella quale dimoravano e nei confronti della quale non possono vantare alcun diritto.
9/2468/73. Margiotta, Lolli, Tenaglia, Ginoble, Livia Turco, D'Incecco, Mariani, Bocci, Braga, Bratti, Esposito, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Realacci, Viola, Mantini.

La Camera,
premesso che:
desta forte preoccupazione l'indeterminata e generica copertura finanziaria relativa ai diversi interventi contemplati nel decreto-legge;
nel decreto-legge c'è un'assoluta mancanza di chiarezza rispetto al percorso tecnico/operativo e finanziario per una ricostruzione «conservativa» del capoluogo abruzzese e degli altri comuni terremotati, in particolare per quel che riguarda la ricostruzione dei centri storici;
sembra prevalere la logica del «presto ad ogni costo», nell'illusione di inaugurare un nuovo, efficace percorso della ricostruzione post-emergenza, riproducendo scelte che hanno condotto a soluzioni temporanee divenute permanenti, di interventi di nuovo insediamento, piuttosto che di natura conservativa dell'assetto sociale e culturale, di tutela del patrimonio storico e artistico, nonché di sopravvivenza del senso di appartenenza e di coesione della comunità;
per la ricostruzione della città e degli altri comuni distrutti, il decreto-legge prevede lo stanziamento di finanziamenti limitati e diluiti nel tempo, con il pericolo che le case temporanee divengano «merce di scambio», soprattutto per le fasce della popolazione meno abbienti, rispetto ad una costosa impresa di riedificazione o ripristino in gran parte a carico del proprietario innescando in tal modo un processo di impoverimento sociale;
ad aggravare la situazione, per la prima volta nella storia del nostro Paese, si fa un distinguo tra case dei residenti e non residenti: questi ultimi, infatti, vengono inspiegabilmente e ingiustamente esclusi dai contributi per la ricostruzione, quando il maggio scorso proprio il Presidente del Consiglio aveva dato rassicurazioni in tal senso;
se i non residenti non saranno inclusi tra i beneficiari, la ricostruzione della città non ci sarà e quindi non ci sarà il ripristino del tessuto sociale,

impegna il Governo

ad assicurare, nell'ambito della propria iniziativa legislativa, le risorse necessarie a garantire la ricostituzione del tessuto della città de L'Aquila e degli altri comuni, colpiti dagli eventi sismici, in particolare dei loro centri storici, mediante la concessione di contributi di importo adeguato anche ai non residenti, già a partire dal primo provvedimento utile.
9/2468/74. Lolli, Tenaglia, Ginoble, Livia Turco, D'Incecco, Mariani, Bocci, Braga, Bratti, Esposito, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Realacci, Viola, Mantini.

La Camera,
premesso che:
nella fase di emergenza, è stato necessario e giusto mantenere il centro decisionale in capo al dipartimento nazionale della Protezione civile con la cooperazione di regione, province, comuni;
dal decreto-legge in esame, però, anche per la fase della ricostruzione dei comuni abruzzesi colpiti dal sisma del 6 aprile scorso emerge un modello fortemente centralizzato di definizione e gestione degli interventi, ben diverso da quelli adottati in occasione di precedenti terremoti anche di particolare gravità;
dal decreto-legge in esame emerge un modello fortemente centralizzato di definizione e gestione degli interventi per la ricostruzione dei comuni abruzzesi colpiti dal sisma del 6 aprile scorso, ben diverso da quelli adottati in occasione di precedenti terremoti anche dì particolare gravità;
a questo riguardo va segnalato che il decreto-legge pone un fondamentale problema di governance, considerato che dalla normativa in esame risulta inequivocabilmente che gli unici soggetti titolati a decidere sono il Presidente del Consiglio ed il commissario delegato;
conseguenza di quanto disposto è l'espropriazione da qualsiasi funzione decisionale, relativa alla ricostruzione, della regione, della provincia e dei comuni interessati dal sisma;
bisognerebbe invece assegnare massima centralità da subito alle istituzioni locali, ed in modo particolare ai sindaci;
desta, inoltre, forte preoccupazione l'indeterminata e generica copertura finanziaria relativa ai diversi interventi contemplati nel decreto-legge;
le risorse previste dal decreto-legge sono insufficienti anche per quanto riguarda risorse sostitutive per i comuni a copertura delle previste mancate entrate, causate dall'impossibilità di procedere alla riscossione ovvero in conseguenza del minor gettito relativo alla diminuzione delle utenze, dei corrispettivi di prestazione individuale, legali al calo delle utenze, ad un calo delle imposte dirette ed indirette e del gettito delle imposte e tasse locali, in sostanza dalla paralisi delle attività civili e produttive. Tali mancate entrate riguardano anche le aziende interamente o parzialmente partecipate dagli enti locali;
è necessario un convinto sostegno alle amministrazioni locali a partire dal rientro alle ordinarie funzioni amministrative dei comuni, che significa anzitutto il sostegno straordinario al bilancio degli enti locali e, in particolare al comune de L'Aquila, affinché si possa immediatamente individuare la collocazione temporanea degli uffici e la realizzazione degli stessi;
non è pensabile, anche dal punto di vista della sostenibilità finanziaria, un processo di rientro alla normalità se non attraverso il sostegno finalizzato alla piena funzionalità dei governi locali, a partire dai comuni. In tal senso, il testo in esame appare contenere evidenti limiti e non prevede interventi fondamentali per il superamento della fase di emergenza,

impegna il Governo:

a definire per la fase della ricostruzione a una nuova forma di governance che preveda un forte e diretto coinvolgimento, oltre che della regione, anche dei sindaci e del presidente della provincia;
a stanziare, nel primo provvedimento utile, risorse sostitutive per i comuni e per le loro aziende, a copertura delle mancate entrate citate in premessa e a prevedere risorse straordinarie affinché la gestione della fase post emergenza non sia a carico dei singoli bilanci comunali.
9/2468/75. Amici, Lolli, Tenaglia, Ginoble, Livia Turco, D'Incecco, Mariani, Bocci, Braga, Bratti, Esposito, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Realacci, Viola, Mantini.

La Camera,
premesso che:
nella fase di emergenza, è stato necessario e giusto mantenere il centro decisionale in capo al dipartimento nazionale della Protezione civile con la cooperazione di regione, province, comuni;
dal decreto-legge in esame, anche per la fase della ricostruzione dei comuni abruzzesi colpiti dal sisma del 6 aprile scorso emerge un modello fortemente centralizzato di definizione e gestione degli interventi,

impegna il Governo:

a definire per la fase della ricostruzione una forma di governance che preveda un forte e diretto coinvolgimento, oltre che della regione, anche dei sindaci e del presidente della provincia;
a stanziare, risorse sostitutive per i comuni e per le loro aziende, a copertura delle mancate entrate citate in premessa e a prevedere risorse straordinarie affinché la gestione della fase post emergenza non sia a carico dei singoli bilanci comunali.
9/2468/75. (Testo modificato nel corso della seduta) Amici, Lolli, Tenaglia, Ginoble, Livia Turco, D'Incecco, Mariani, Bocci, Braga, Bratti, Esposito, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Realacci, Viola, Mantini.

La Camera,
premesso che:
l'articolo 7 reca autorizzazioni di spesa per finanziare la prosecuzione, fino al 31 dicembre 2009, di interventi di assistenza e soccorso nei confronti delle popolazioni colpite dal sisma e di attività necessarie al superamento dell'emergenza realizzate da Vigili del fuoco e dalle Forze di polizia, nonché disposizioni per la proroga - fino al 31 dicembre 2009 - di contratti di lavoro stipulati dalla regione Abruzzo nei settori della protezione civile, della sanità e dell'informatica;
lo stanziamento risulta insufficiente per garantire la funzionalità e la giusta valorizzazione del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco,

impegna il Governo

a stanziare, già nel primo provvedimento utile, le risorse per colmare il deficit di organico del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco; a garantire il finanziamento per la manutenzione e l'acquisto di mezzi necessari all'attività dei Vigili del fuoco; infine, a prevedere un sostegno al reddito dei Vigili del fuoco utilizzando anche l'aumento della misura dell'indennità notturna e festiva.
9/2468/76. Bressa, Lolli, Tenaglia, Ginoble, Livia Turco, D'Incecco, Mariani, Bocci, Braga, Bratti, Esposito, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Realacci, Viola, De Angelis, Castellani, Paglia, Mantini.

La Camera,
premesso che:
l'articolo 7 reca autorizzazioni di spesa per finanziare la prosecuzione, fino al 31 dicembre 2009, di interventi di assistenza e soccorso nei confronti delle popolazioni colpite dal sisma e di attività necessarie al superamento dell'emergenza realizzate da Vigili del fuoco e dalle Forze di polizia, nonché disposizioni per la proroga - fino al 31 dicembre 2009 - di contratti di lavoro stipulati dalla regione Abruzzo nei settori della protezione civile, della sanità e dell'informatica,

impegna il Governo

a stanziare, compatibilmente con le esigenze di bilancio, le risorse per colmare il deficit di organico del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco; a garantire il finanziamento per la manutenzione e l'acquisto di mezzi necessari all'attività dei Vigili del fuoco; infine, a prevedere un sostegno al reddito dei Vigili del fuoco utilizzando anche l'aumento della misura dell'indennità notturna e festiva.
9/2468/76. (Testo modificato nel corso della seduta) Bressa, Lolli, Tenaglia, Ginoble, Livia Turco, D'Incecco, Mariani, Bocci, Braga, Bratti, Esposito, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Realacci, Viola, De Angelis, Castellani, Paglia, Mantini.

La Camera,
premesso che:
la situazione di grave difficoltà logistica e organizzativa degli uffici pubblici e il disagio notevolissimo delle popolazioni coinvolte dalla tragedia del 6 aprile 2009 hanno determinato la scelta di non svolgere le elezioni amministrative, per il rinnovo della provincia de L'Aquila e di alcuni consigli comunali, previste per la primavera del 2009;
non si è in grado oggi di stabilire quale sarà la situazione di efficienza tecnico-amministrativa degli uffici preposti alla gestione degli adempimenti connessi allo svolgimento delle elezioni mentre continuerà a dover essere garantita la massima attenzione e la concentrazione degli sforzi sull'assistenza alla popolazione e per il ripristino pieno dei servizi pubblici primari e secondari nei territori del sisma;
la previsione di una tornata elettorale amministrativa nei mesi invernali, tra il 15 novembre e il 15 dicembre secondo la previsione del decreto in esame, potrebbe dar luogo ad ulteriori problemi legati alla situazione climatica non favorevole e rendere necessarie ulteriori accortezze nella predisposizione di sedi e luoghi idonei allo svolgimento delle consultazioni elettorali;
ai fini dell'ottenimento di un risparmio di spesa non indifferente, destinabile alla ricostruzione e agli aiuti alla popolazione, è conveniente prevedere l'accorpamento delle elezioni amministrative rinviate al prossimo turno elettorale amministrativo della primavera 2010,

impegna il Governo

a rinviare le elezioni del presidente della provincia, del consiglio provinciale, dei sindaci e dei consigli comunali, nella provincia de L'Aquila, accorpandole con il turno elettorale amministrativo generale previsto per la primavera del 2010.
9/2468/77. Fontanelli, Lolli, Tenaglia, Ginoble, Livia Turco, D'Incecco, Mariani, Bocci, Braga, Bratti, Esposito, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Realacci, Viola.

La Camera,
premesso che:
la situazione di grave difficoltà logistica e organizzativa degli uffici pubblici e il disagio notevolissimo delle popolazioni coinvolte dalla tragedia del 6 aprile 2009 hanno determinato la scelta di non svolgere le elezioni amministrative, per il rinnovo della provincia de L'Aquila e di alcuni consigli comunali, previste per la primavera del 2009;
non si è in grado oggi di stabilire quale sarà la situazione di efficienza tecnico-amministrativa degli uffici preposti alla gestione degli adempimenti connessi allo svolgimento delle elezioni mentre continuerà a dover essere garantita la massima attenzione e la concentrazione degli sforzi sull'assistenza alla popolazione e per il ripristino pieno dei servizi pubblici primari e secondari nei territori del sisma;
la previsione di una tornata elettorale amministrativa nei mesi invernali, tra il 15 novembre e il 15 dicembre secondo la previsione del decreto in esame, potrebbe dar luogo ad ulteriori problemi legati alla situazione climatica non favorevole e rendere necessarie ulteriori accortezze nella predisposizione di sedi e luoghi idonei allo svolgimento delle consultazioni elettorali;
ai fini dell'ottenimento di un risparmio di spesa non indifferente, destinabile alla ricostruzione e agli aiuti alla popolazione, è conveniente prevedere l'accorpamento delle elezioni amministrative rinviate al prossimo turno elettorale amministrativo della primavera 2010,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di rinviare le elezioni del presidente della provincia, del consiglio provinciale, dei sindaci e dei consigli comunali, nella provincia de L'Aquila, accorpandole con il turno elettorale amministrativo generale previsto per la primavera del 2010.
9/2468/77. (Testo modificato nel corso della seduta) Fontanelli, Lolli, Tenaglia, Ginoble, Livia Turco, D'Incecco, Mariani, Bocci, Braga, Bratti, Esposito, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Realacci, Viola.

La Camera,
premesso che:
l'evento sismico del 6 aprile scorso, oltre ad un triste numero di persone decedute, ha causato anche centinaia di feriti alcuni dei quali rimasti inabili;
una condizione che ha colpito uomini e donne, che oltre ad aver perso la propria casa e il proprio lavoro, risultano adesso inabili e dunque con una situazione personale aggravata dalle condizioni di salute;
tutto ciò richiede una risposta tempestiva da parte del Governo che si faccia carico delle conseguenze derivanti dall'evento sismico, anche attraverso l'equiparazione delle vittime del terremoto alle vittime del lavoro, previo accertamento delle unità sanitarie locali competenti, coinvolgendo in ciò l'Inail che, a tal fine, potrebbe anticipare le prestazioni necessarie;
l'equiparazione tra vittime del lavoro e vittime dei terremoti è già stata disposta per casi analoghi al sisma che ha colpito la provincia de L'Aquila,

impegna il Governo:

a prevedere una forma di riconoscimento dei cittadini delle zone colpite dal terremoto rimasti invalidi, deceduti o dispersi alla qualifica di infortunati del lavoro, compresi coloro che da tale evento abbiano subìto l'aggravamento della loro invalidità;
a prevedere la corresponsione di una rendita per tutti quei cittadini, che in conseguenza dell'evento sismico risultino permanentemente invalidi, nonché l'equiparazione per superstiti di cittadini che sono deceduti o dispersi con i superstiti di lavoratori deceduti sul lavoro o per malattia professionale;
a riconoscere ai cittadini temporaneamente inabili in conseguenza dell'evento sismico del 6 aprile il trattamento economico di malattia per un periodo di sei mesi, previa certificazione.
9/2468/78. Motta, Lolli, Tenaglia, Ginoble, Livia Turco, D'Incecco, Mariani, Bocci, Braga, Bratti, Esposito, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Martella, Mastromauro, Morassut, Realacci, Viola, Gnecchi, Damiano, Bellanova, Berretta, Bobba, Boccuzzi, Codurelli, Gatti, Letta, Madia, Mattesini, Miglioli, Mosca, Rampi, Santagata, Schirru, Mantini.

La Camera,
premesso che:
l'evento sismico del 6 aprile scorso, oltre ad un triste numero di persone decedute, ha causato anche centinaia di feriti alcuni dei quali rimasti inabili;
una condizione che ha colpito uomini e donne, che oltre ad aver perso la propria casa e il proprio lavoro, risultano adesso inabili e dunque con una situazione personale aggravata dalle condizioni di salute;
tutto ciò richiede una risposta tempestiva da parte del Governo che si faccia carico delle conseguenze derivanti dall'evento sismico, anche attraverso l'equiparazione delle vittime del terremoto alle vittime del lavoro, previo accertamento delle unità sanitarie locali competenti, coinvolgendo in ciò l'Inail che, a tal fine, potrebbe anticipare le prestazioni necessarie;
l'equiparazione tra vittime del lavoro e vittime dei terremoti è già stata disposta per casi analoghi al sisma che ha colpito la provincia de L'Aquila,

impegna il Governo

a verificare la possibilità di:
prevedere una forma di riconoscimento dei cittadini delle zone colpite dal terremoto rimasti invalidi, deceduti o dispersi alla qualifica di infortunati del lavoro, compresi coloro che da tale evento abbiano subìto l'aggravamento della loro invalidità;
prevedere la corresponsione di una rendita per tutti quei cittadini, che in conseguenza dell'evento sismico risultino permanentemente invalidi, nonché l'equiparazione per superstiti di cittadini che sono deceduti o dispersi con i superstiti di lavoratori deceduti sul lavoro o per malattia professionale;
riconoscere ai cittadini temporaneamente inabili in conseguenza dell'evento sismico del 6 aprile il trattamento economico di malattia per un periodo di sei mesi, previa certificazione.
9/2468/78. (Testo modificato nel corso della seduta) Motta, Lolli, Tenaglia, Ginoble, Livia Turco, D'Incecco, Mariani, Bocci, Braga, Bratti, Esposito, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Martella, Mastromauro, Morassut, Realacci, Viola, Gnecchi, Damiano, Bellanova, Berretta, Bobba, Boccuzzi, Codurelli, Gatti, Letta, Madia, Mattesini, Miglioli, Mosca, Rampi, Santagata, Schirru, Mantini.

La Camera,
premesso che:
gli eventi sismici del 6 aprile 2009 hanno duramente colpito l'economia abruzzese ed è urgente introdurre misure per le imprese, interventi adeguati per le professioni, il commercio, l'agricoltura ed il turismo danneggiati in modo durissimo dagli eventi;
il decreto-legge in esame non stanzia fondi adeguati per affrontare l'immediata emergenza delle imprese colpite dal terremoto e per la ricostruzione del tessuto economico, le risorse risultano insufficienti, in modo particolare per quanto riguarda i fondi destinati alla zona franca urbana;
i previsti 45 milioni di euro per un periodo di tre o quattro anni sono una cifra irrisoria in relazione alla zona franca urbana, che peraltro si riferisce alle sole piccole aziende ed alle aziende di nuovo insediamento;
le procedure che riguardano le imprese sono farraginose e troppo complesse per permettere ai tanti proprietari di imprese grandi, piccole e piccolissime, di riaprire velocemente le proprie attività e rientrare nel breve periodo delle spese inattese dovute all'evento sismico;
particolarmente gravosa la mancanza nel provvedimento della previsione della perizia giurata nel caso di richiesta di indennizzi da parte delle attività produttive per la riparazione o per il nuovo acquisto di beni immobili strumentali, scorte e altri materiali danneggiati dagli eventi sismici;
è indispensabile evitare che le attività del commercio, dell'artigianato, dei servizi, delle professioni siano spostati definitivamente fuori dai centri storici ed in particolare debbono essere reperite soluzioni alternative per i capannoni industriali,

impegna il Governo:

a incrementare nel primo provvedimento utile le risorse destinate al finanziamento delle zone franche urbane ai territori dell'Abruzzo colpite dal terremoto del 6 aprile 2009;
a destinare maggiori risorse per indennizzare le attività d'impresa o professionali i cui locali, anche in regime di locazione, siano stati distrutti o gravemente danneggiati dal sisma;
a prevedere un contributo per le imprese che non faccia riferimento solo al danno emergente, ma anche al lucro cessante, per garantire al tessuto sociale delle zone colpite la possibilità dì riattivarsi;
a stabilire procedure più semplificate per permettere ai tanti proprietari di imprese grandi, piccole e piccolissime, di riaprire le attività e rientrare nell'immediato delle spese inattese derivanti dagli eventi sismici;
a prevedere un intervento economico specifico per il potenziamento delle strutture turistiche, site nei territori dei comuni colpiti dal terremoto con particolare riferimento alle opere finalizzate al rilancio dell'offerta turistica invernale.
9/2468/79. Lulli, Lolli, Tenaglia, Ginoble, Livia Turco, D'Incecco, Mariani, Bocci, Braga, Bratti, Esposito, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Realacci, Viola, Mantini.

La Camera,
premesso che:
gli eventi sismici del 6 aprile 2009 hanno duramente colpito l'economia abruzzese ed è urgente introdurre misure per le imprese, interventi adeguati per le professioni, il commercio, l'agricoltura ed il turismo danneggiati in modo durissimo dagli eventi;
il decreto-legge in esame non stanzia fondi adeguati per affrontare l'immediata emergenza delle imprese colpite dal terremoto e per la ricostruzione del tessuto economico, le risorse risultano insufficienti, in modo particolare per quanto riguarda i fondi destinati alla zona franca urbana;
i previsti 45 milioni di euro per un periodo di tre o quattro anni sono una cifra irrisoria in relazione alla zona franca urbana, che peraltro si riferisce alle sole piccole aziende ed alle aziende di nuovo insediamento;
le procedure che riguardano le imprese sono farraginose e troppo complesse per permettere ai tanti proprietari di imprese grandi, piccole e piccolissime, di riaprire velocemente le proprie attività e rientrare nel breve periodo delle spese inattese dovute all'evento sismico;
particolarmente gravosa la mancanza nel provvedimento della previsione della perizia giurata nel caso di richiesta di indennizzi da parte delle attività produttive per la riparazione o per il nuovo acquisto di beni immobili strumentali, scorte e altri materiali danneggiati dagli eventi sismici;
è indispensabile evitare che le attività del commercio, dell'artigianato, dei servizi, delle professioni siano spostati definitivamente fuori dai centri storici ed in particolare debbono essere reperite soluzioni alternative per i capannoni industriali,

impegna il Governo

a verificare l'opportunità di:
incrementare nel primo provvedimento utile le risorse destinate al finanziamento delle zone franche urbane ai territori dell'Abruzzo colpite dal terremoto del 6 aprile 2009;
destinare maggiori risorse per indennizzare le attività d'impresa o professionali i cui locali, anche in regime di locazione, siano stati distrutti o gravemente danneggiati dal sisma;
prevedere un contributo per le imprese che non faccia riferimento solo al danno emergente, ma anche al lucro cessante, per garantire al tessuto sociale delle zone colpite la possibilità dì riattivarsi;
stabilire procedure più semplificate per permettere ai tanti proprietari di imprese grandi, piccole e piccolissime, di riaprire le attività e rientrare nell'immediato delle spese inattese derivanti dagli eventi sismici;
prevedere un intervento economico specifico per il potenziamento delle strutture turistiche, site nei territori dei comuni colpiti dal terremoto con particolare riferimento alle opere finalizzate al rilancio dell'offerta turistica invernale.
9/2468/79. (Testo modificato nel corso della seduta) Lulli, Lolli, Tenaglia, Ginoble, Livia Turco, D'Incecco, Mariani, Bocci, Braga, Bratti, Esposito, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Realacci, Viola, Mantini.

La Camera,
premesso che:
la situazione determinatasi nella provincia de L'Aquila in seguito al recente tragico terremoto richiede numerosi e diversificati interventi, anche di natura tecnico-amministrativa, volti a garantire la più rapida ripresa delle attività scolastiche e a consentire, anche attraverso misure di emergenza, che studenti, famiglie e personale scolastico possano riattivare la comunità scolastica ed educativa come simbolo e luogo in cui venga riconquistata una normalità di vita, di relazioni, di impegni scolastici e professionali;
le misure presenti nel provvedimento in esame sono ancora largamente insufficienti a dare risposte esaustive alla complessità dei problemi;
è assolutamente necessaria la ripresa immediata, sistematica e ordinaria delle attività didattiche e delle attività dell'amministrazione scolastica nelle zone colpite dagli eventi sismici per restituire fiducia e speranza ai giovani, alle loro famiglie, nonché per consentire la ripresa della continuità della vita quotidiana;
al fine di garantire il diritto allo studio è necessario assicurare l'avvio del prossimo anno scolastico e il suo successivo regolare proseguimento avviando la verifica dell'agibilità degli edifici scolastici attuando e definendo un piano straordinario di messa in sicurezza, di ristrutturazione e costruzione degli edifici, ricorrendo anche all'individuazione di strutture logistiche temporanee di prima emergenza,

impegna il Governo:

a reperire finanziamenti aggiuntivi necessari a realizzare un piano straordinario di edilizia scolastica e di messa in sicurezza e, al fine di garantire il regolare inizio del prossimo anno scolastico, a individuare strutture temporanee;
ad intraprendere gli sforzi necessari a garantire la ripresa immediata delle attività didattiche e delle attività dell'amministrazione scolastica valutando l'opportunità di sospendere nelle province colpite dal terremoto le previste riduzioni di personale avviate dal Governo su tutto il territorio nazionale, di prevedere l'immissione in ruolo di personale docente e personale amministrativo tecnico ausiliare nella disponibilità del turn-over e di riconfermare il personale a tempo determinato anche per il prossimo anno scolastico,
a rendere disponibili quote aggiuntive di permessi sia per il personale in servizio residente nelle zone colpite dal sisma, che per sostenere eventuali iniziative di volontariato finalizzate all'attività di docenza;
a intervenire su alcune procedure amministrative in atto che riguardano il personale della scuola, al fine di snellirne al massimo le modalità e di rendere non perentorie le scadenze per coloro che risiedono e/o prestano attività lavorativa nelle zone coinvolte dal sisma;
a garantire le necessarie forme di flessibilità per i lavoratori attualmente ospitati in strutture lontane dalle sedi di servizio.
9/2468/80. Coscia, Lolli, Ghizzoni, Fioroni, De Pasquale, Sarubbi, De Torre, Pes, Siragusa, Rossa, Antonino Russo, De Biasi, Levi, Picierno, Bachelet, Nicolais, Mazzarella, Mantini.

La Camera,
premesso che:
la situazione determinatasi nella provincia de L'Aquila in seguito al recente tragico terremoto richiede numerosi e diversificati interventi, anche di natura tecnico-amministrativa, volti a garantire la più rapida ripresa delle attività scolastiche e a consentire, anche attraverso misure di emergenza, che studenti, famiglie e personale scolastico possano riattivare la comunità scolastica ed educativa come simbolo e luogo in cui venga riconquistata una normalità di vita, di relazioni, di impegni scolastici e professionali;
è assolutamente necessaria la ripresa immediata, sistematica e ordinaria delle attività didattiche e delle attività dell'amministrazione scolastica nelle zone colpite dagli eventi sismici per restituire fiducia e speranza ai giovani, alle loro famiglie, nonché per consentire la ripresa della continuità della vita quotidiana;
al fine di garantire il diritto allo studio è necessario assicurare l'avvio del prossimo anno scolastico e il suo successivo regolare proseguimento avviando la verifica dell'agibilità degli edifici scolastici attuando e definendo un piano straordinario di messa in sicurezza, di ristrutturazione e costruzione degli edifici, ricorrendo anche all'individuazione di strutture logistiche temporanee di prima emergenza,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di:
reperire finanziamenti aggiuntivi necessari a realizzare un piano straordinario di edilizia scolastica e di messa in sicurezza e, al fine di garantire il regolare inizio del prossimo anno scolastico, a individuare strutture temporanee;
intraprendere gli sforzi necessari a garantire la ripresa immediata delle attività didattiche e delle attività dell'amministrazione scolastica valutando l'opportunità di sospendere nelle province colpite dal terremoto le previste riduzioni di personale avviate dal Governo su tutto il territorio nazionale, di prevedere l'immissione in ruolo di personale docente e personale amministrativo tecnico ausiliare nella disponibilità del turn-over e di riconfermare il personale a tempo determinato anche per il prossimo anno scolastico,
rendere disponibili quote aggiuntive di permessi sia per il personale in servizio residente nelle zone colpite dal sisma, che per sostenere eventuali iniziative di volontariato finalizzate all'attività di docenza;
intervenire su alcune procedure amministrative in atto che riguardano il personale della scuola, al fine di snellirne al massimo le modalità e di rendere non perentorie le scadenze per coloro che risiedono e/o prestano attività lavorativa nelle zone coinvolte dal sisma;
garantire le necessarie forme di flessibilità per i lavoratori attualmente ospitati in strutture lontane dalle sedi di servizio.
9/2468/80. (Testo modificato nel corso della seduta) Coscia, Lolli, Ghizzoni, Fioroni, De Pasquale, Sarubbi, De Torre, Pes, Siragusa, Rossa, Antonino Russo, De Biasi, Levi, Picierno, Bachelet, Nicolais, Mazzarella, Mantini.

La Camera,
premesso che:
le misure presenti nel provvedimento in esame sono ancora largamente insufficienti a dare risposte esaustive alla complessità dei problemi;
è assolutamente necessaria la ripresa immediata, sistematica e ordinaria delle attività didattiche e delle attività dell'amministrazione scolastica nelle zone colpite dagli eventi sismici per restituire fiducia e speranza ai giovani, alle loro famiglie, nonché per consentire la regolare ripresa della vita quotidiana anche al fine di assicurare una forte crescita culturale, economica e di ricerca che garantisca futuro alla comunità abruzzese,

impegna il Governo

a reperire adeguate risorse necessarie ad assicurare ed agevolare il regolare avvio del prossimo anno scolastico e il suo successivo regolare proseguimento anche al fine di garantire il diritto allo studio.
9/2468/81. De Pasquale, Ghizzoni, Lolli, Coscia, Fioroni, Sarubbi, De Torre, Pes, Siragusa, Rossa, Antonino Russo, De Biasi, Levi, Picierno, Bachelet, Nicolais, Mazzarella.

La Camera,
premesso che
è assolutamente necessaria la ripresa immediata, sistematica e ordinaria delle attività didattiche e delle attività dell'amministrazione scolastica nelle zone colpite dagli eventi sismici per restituire fiducia e speranza ai giovani, alle loro famiglie, nonché per consentire la regolare ripresa della vita quotidiana anche al fine di assicurare una forte crescita culturale, economica e di ricerca che garantisca futuro alla comunità abruzzese,

impegna il Governo

a reperire adeguate risorse necessarie ad assicurare ed agevolare il regolare avvio del prossimo anno scolastico e il suo successivo regolare proseguimento anche al fine di garantire il diritto allo studio.
9/2468/81. (Testo modificato nel corso della seduta) De Pasquale, Ghizzoni, Lolli, Coscia, Fioroni, Sarubbi, De Torre, Pes, Siragusa, Rossa, Antonino Russo, De Biasi, Levi, Picierno, Bachelet, Nicolais, Mazzarella.

La Camera,
premesso che:
le misure presenti nel provvedimento in esame sono ancora largamente insufficienti a dare risposte esaustive alla complessità dei problemi;
sono assolutamente necessari interventi finalizzati a recuperare, reperire e realizzare strutture idonee a garantire la ripresa delle attività didattiche e delle attività dell'amministrazione scolastica, attraverso la verifica dell'agibilità degli edifici scolastici attuando e definendo un piano straordinario di messa in sicurezza, dì ristrutturazione e costruzione degli edifici,

impegna il Governo

a reperire risorse aggiuntive necessarie all'immediata messa in sicurezza degli edifici scolastici e, altresì, ad attuare un censimento della situazione effettiva delle strutture scolastiche, nella consapevolezza che la sicurezza degli edifici scolastici è una condizione minima di civiltà ed una priorità a cui non ci si può sottrarre.
9/2468/82. De Torre, Ghizzoni, Lolli, Coscia, Fioroni, De Pasquale, Sarubbi, Pes, Siragusa, Rossa, Antonino Russo, De Biasi, Levi, Picierno, Bachelet, Nicolais, Mazzarella, Mantini.

La Camera,
premesso che
sono assolutamente necessari interventi finalizzati a recuperare, reperire e realizzare strutture idonee a garantire la ripresa delle attività didattiche e delle attività dell'amministrazione scolastica, attraverso la verifica dell'agibilità degli edifici scolastici attuando e definendo un piano straordinario di messa in sicurezza, dì ristrutturazione e costruzione degli edifici,

impegna il Governo

a reperire risorse necessarie alla messa in sicurezza degli edifici scolastici e, altresì, ad attuare un censimento della situazione effettiva delle strutture scolastiche, nella consapevolezza che la sicurezza degli edifici scolastici è una condizione minima di civiltà ed una priorità a cui non ci si può sottrarre.
9/2468/82. (Testo modificato nel corso della seduta) De Torre, Ghizzoni, Lolli, Coscia, Fioroni, De Pasquale, Sarubbi, Pes, Siragusa, Rossa, Antonino Russo, De Biasi, Levi, Picierno, Bachelet, Nicolais, Mazzarella, Mantini.

La Camera,
premesso che:
le misure presenti nel provvedimento in esame sono ancora largamente insufficienti a dare risposte esaustive alla complessità dei problemi;
il sisma ha colpito duramente i beni culturali mobili - quali opere d'arte, collezioni bibliografiche e fondi archivistici - il cui recupero dalle originarie sedi lesionate o distrutte è ancora in corso così come il trasferimento in sedi provvisorie, fermo restando che la celere riapertura di musei, archivi e biblioteche contribuirebbe tanto al ritorno alla normalità per le popolazioni coinvolte quanto alla ripresa economica e culturale delle province interessate dal sisma;
il patrimonio culturale mobile è espressione dell'identità culturale dell'area così violentemente colpita dal terremoto e del Paese intero,

impegna il Governo

a valutare con atti successivi la necessità di reperire adeguate risorse finalizzate al restauro del patrimonio danneggiato e della sua restituzione alla fruizione pubblica e a considerare l'opportunità di prevedere misure di organizzazione e di sostegno dell'opera dei tanti volontari che si offrono per il recupero dei beni culturali mobili.
9/2468/83. Ghizzoni, Lolli, Coscia, De Pasquale, Sarubbi, De Torre, Pes, Siragusa, Rossa, Antonino Russo, De Biasi, Levi, Picierno, Bachelet, Nicolais, Mazzarella, Mantini.

La Camera,
premesso che:
il sisma ha colpito duramente i beni culturali mobili - quali opere d'arte, collezioni bibliografiche e fondi archivistici - il cui recupero dalle originarie sedi lesionate o distrutte è ancora in corso così come il trasferimento in sedi provvisorie, fermo restando che la celere riapertura di musei, archivi e biblioteche contribuirebbe tanto al ritorno alla normalità per le popolazioni coinvolte quanto alla ripresa economica e culturale delle province interessate dal sisma;
il patrimonio culturale mobile è espressione dell'identità culturale dell'area così violentemente colpita dal terremoto e del Paese intero,

impegna il Governo

a valutare con atti successivi la necessità di reperire adeguate risorse finalizzate al restauro del patrimonio danneggiato e della sua restituzione alla fruizione pubblica e a considerare l'opportunità di prevedere misure di organizzazione e di sostegno dell'opera dei tanti volontari che si offrono per il recupero dei beni culturali mobili.
9/2468/83. (Testo modificato nel corso della seduta) Ghizzoni, Lolli, Coscia, De Pasquale, Sarubbi, De Torre, Pes, Siragusa, Rossa, Antonino Russo, De Biasi, Levi, Picierno, Bachelet, Nicolais, Mazzarella, Mantini.

La Camera,
premesso che:
come annunciato dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, è del tutto condivisibile la sospensione dei pagamenti delle tasse universitarie per gli studenti colpiti dal terremoto,

impegna il Governo

in garanzia al diritto allo studio a reperire le risorse necessarie a coprire le minori entrate derivanti dalla sospensione dei pagamenti delle tasse degli studenti che frequentano a L'Aquila l'Università, l'Accademia delle Belle Arti e il Conservatorio.
9/2468/84. Siragusa, Ghizzoni, Lolli, Coscia, De Pasquale, Sarubbi, De Torre, Pes, Rossa, Antonino Russo, De Biasi, Levi, Picierno, Bachelet, Nicolais, Mazzarella.

La Camera,
premesso che:
come annunciato dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, è del tutto condivisibile la sospensione dei pagamenti delle tasse universitarie per gli studenti colpiti dal terremoto,

impegna il Governo

in garanzia al diritto allo studio a valutare la possibilità di reperire le risorse necessarie a coprire le minori entrate derivanti dalla sospensione dei pagamenti delle tasse degli studenti che frequentano a L'Aquila l'Università, l'Accademia delle Belle Arti e il Conservatorio.
9/2468/84. (Testo modificato nel corso della seduta) Siragusa, Ghizzoni, Lolli, Coscia, De Pasquale, Sarubbi, De Torre, Pes, Rossa, Antonino Russo, De Biasi, Levi, Picierno, Bachelet, Nicolais, Mazzarella.

La Camera,
premesso che:
la legge 22 dicembre 2008, n. 201, recante, tra l'altro, la definizione degli adempimenti tributari per le regioni Marche ed Umbria, ha previsto la restituzione in misura ridotta al 40 per cento dei contributi previdenziali ed assistenziali, nonché della entrate di natura patrimoniale ed assimilata (cosiddetta «busta pesante») oggetto di sospensione per effetto degli eventi sismici che hanno colpito i territori delle due regioni nel settembre 1997;
la suddetta legge ha previsto altresì che la restituzione debba avvenire in centoventi rate mensili di pari importo da versare entro il giorno 16 di ciascun mese a decorrere dal 16 giugno 2009;
le modalità di restituzione stabilite dall'amministrazione dello Stato sono molto complesse e difficilmente applicabili perché, ponendo in capo ai cittadini la ricostruzione della proprie posizioni pendenti, li costringono a recuperare una documentazione vecchia di dodici anni e inoltre la complicata modulistica da presentare richiede spesso una conoscenza approfondita di cui non tutti i cittadini sono in possesso;
le regioni Umbria e Marche, gli enti locali così come le categorie economiche, sociali e gli ordini professionali del territorio hanno chiesto in più occasioni, ed in particolare con l'approssimarsi della scadenza del 16 giugno, di rinviare l'inizio della restituzione e di definire procedure più semplici, informando adeguatamente i cittadini sugli adempimenti da compiere;
l'intasamento e il sovraccarico degli uffici pubblici preposti a fornire questa stessa documentazione (Agenzia delle entrate), vista anche la coincidenza con importanti scadenze fiscali, hanno costretto i cittadini a sostenere in questi giorni disagi incredibili e, tra le persone costrette a code interminabili fin dalle prime ore del mattino, si sono registrati anche alcuni casi di malore;
a seguito dei suddetti disagi anche il direttore generale dell'Agenzia delle entrate, Attilio Befera, in data 15 giugno 2009, ha assicurato che «eventuali ritardi, errori o inesattezze commessi nella presentazione delle istanze e delle dichiarazioni nonché nell'esecuzione dei versamenti non impediranno, ai contribuenti di Marche, Umbria e Molise, colpiti dai terremoto del 1997 e del 2002, di usufruire delle agevolazioni spettanti e saranno valutati con la massima flessibilità, evitando comportamenti formalistici»;
in data 16 giugno 2009, si è tenuta presso la prefettura di Perugia una riunione di coordinamento alla presenza del prefetto, della presidente della regione Umbria, del direttore generale dell'agenzia delle entrate, del direttore generale di Equitalia Perugia, della direttrice dell'Agenzia INPS di Foligno e del vice questore vicario;
nel corso della suddetta riunione è stato sottoscritto un accordo che, attesa la scadenza dei termini, considerata la situazione di grave difficoltà e risultando che una parte dei cittadini non ha potuto adempiere alla procedura di restituzione, prevede l'impegno da parte dell'Agenzia delle entrate «a continuare l'assistenza ai contribuenti, invitandoli a recarsi, anche nei prossimi giorni, presso i propri sportelli, ove - nel rispetto dell'ordinamento vigente - saranno definite le pratiche senza applicazione delle sanzioni e degli interessi di mora dipendenti dal ritardo a loro non imputabile e l'impegno di Equitalia - sempre nel rispetto dell'ordinamento vigente - a non riattivare immediatamente le azioni e le procedure cautelari ed esecutive a suo tempo sospese, per il tempo ragionevolmente necessario a superare le criticità»,

impegna il Governo

ad emanare, nel più breve tempo possibile e, d'intesa con le regioni interessate, norme volte a formalizzare e precisare i contenuti dell'accordo sopra menzionato a garanzia dei cittadini che abbiano incontrato difficoltà a restituire le somme dovute entro i termini prefissati.
9/2468/85. Sereni, Vannucci, Verini, Bocci, Cavallaro.

La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame reca interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo nel mese di aprile 2009;
mentre la regione Abruzzo e i comuni della provincia de L'Aquila si trovano ad affrontare una drammatica emergenza, per le regioni Umbria e Marche lo stato di emergenza proclamato a seguito della crisi sismica che ha colpito le due regioni nel settembre 1997 è concluso;
tuttavia, la ricostruzione nelle due regioni non è terminata, piuttosto si è conclusa per le due regioni la possibilità di usufruire degli istituti normativi particolari previsti per gli stati di emergenza;
la stima del danno per le due regioni, determinata formalmente subito dopo il sisma, ammontava a 8.442 milioni di euro per l'Umbria e a 4.374 milioni di euro per le Marche;
il fabbisogno stimato dopo la crisi sismica non è mai aumentato nel corso degli anni, e, se si prendesse a riferimento tale stima, occorrerebbero ancora risorse ingenti per le due regioni per completare la ricostruzione dì monumenti, opere pubbliche e seconde case;
non si può ritardare ancora il completamento degli interventi previsti e il definitivo ritorno alla normalità per le popolazioni interessate e la completa ripresa economica e sociale del territorio;
inoltre, esiste una ingiusta disparità di trattamento tra chi ha avuto il rimborso IVA relativo alle ricostruzioni e chi ancora è in attesa di tale beneficio,

impegna il Governo

ad adottare al più presto iniziative volte a stanziare ulteriori risorse per la prosecuzione degli interventi di ricostruzione nei territori delle regioni Marche ed Umbria colpiti dagli eventi sismici iniziati il 26 settembre 1997, al fine di consentire alle due regioni di continuare, senza soluzione di continuità, la ricostruzione e a prorogare il recupero dell'IVA per i lavori di riparazione e/o ricostruzione degli edifici danneggiati dallo stesso sisma del 97 così da non penalizzare i cittadini che non hanno ancora completato le opere.
9/2468/86. Vannucci, Sereni, Verini, Bocci, Cavallaro.

La Camera,
premesso che:
il decreto-legge in esame è stato emanato a seguito del terribile terremoto che il 6 aprile scorso ha colpito il territorio dell'Abruzzo sconvolgendone l'assetto logistico, abitativo, lavorativo ed infrastrutturale;
tra le strutture danneggiate dal sisma vi è anche il presidio ospedaliero «San Salvatore» de L'Aquila, ospedale inaugurato solo pochi anni fa;
l'ospedale San Salvatore ha avuto 460 posti letto danneggiati, 8 sale operatorie lesionate, 2 sale di ginecologia perse;
fino ad oggi sono stati recuperati solo 116 posti letto e 2 sale operatorie, nonché 80 posti letto sono stati individuati tramite convenzioni con privati, mentre altri 50 posti letto sono stati resi disponibili grazie all'installazione dell'ospedale da campo per il Summit «G8» che si svolgerà a L'Aquila dall'8 al 10 luglio 2009;
entro la fine del mese di settembre dovrebbero essere recuperati altri 110 posti letto,

impegna il Governo:

ad individuare tutte le risorse finanziarie necessarie affinché nel più breve tempo possibile sia ripristinata la piena operatività del presidio ospedaliero «San Salvatore» attraverso la riapertura di tutte le sale operatorie, dei reparti, delle specialità e della tecnologie andate distrutte con il sisma del 6 aprile;
a mettere a disposizione, senza ulteriori formalità, le risorse statali di cui all'articolo 20 della legge n. 67 del 1988, destinate agli interventi, di cui alla delibera del consiglio regionale d'Abruzzo n. 69/6 del 26 giugno 2002 e proposti dalla regione Abruzzo con nota del 22 febbraio 2008, localizzati nella provincia de L'Aquila e nei comuni delle altre provincie abruzzesi colpiti dal sisma e non ancora assegnate.
9/2468/87. Livia Turco, D'Incecco, Mantini.

La Camera,
premesso che:
è all'esame dell'Aula l'AC 2468 recante conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo nel mese di aprile 2009, e ulteriori interventi urgenti di protezione civile;
in particolare, l'articolo 17 del provvedimento in esame reca disposizioni volte a permettere lo svolgimento del Vertice del G8 di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in data 21 settembre 2007, che avrà luogo nei giorni dall'8 al 10 luglio 2009, nel territorio della città de L'Aquila, anche al fine di contribuire al rilancio dello sviluppo socio-economico dei territori colpiti dalla crisi sismica iniziata il 6 aprile 2009;
tuttavia, tale spostamento dell'evento del G8, pur senza essere capace finora di sortite concreti effetti a favore delle popolazioni colpite dal sisma, ha frattanto pregiudicato, interrotto o sospeso le opere in corso di realizzazione, e quelle programmate o da programmare e non ancora iniziate, previste da diversi mesi nella regione Sardegna, tra cui basta citare, tra le più importanti, la realizzazione della nuova SS 597/199 Sassari-Olbia;
in particolare, poi, il comma 3 del medesimo articolo, al fine di conseguire il contenimento della spesa pubblica ha stabilito che non sono più dovute, ove previste, le percentuali di corrispettivo riconosciute agli appaltatori per gli interventi oggetto dell'ordinanza n. 3629, a titolo di maggiorazione per le lavorazioni eseguite su più turni e di premio di produzione, sui lavori contabilizzati a partire dal 1o marzo 2009, pregiudicando così tutte quelle imprese che alla data di entrata in vigore del decreto-legge, il 28 aprile 2009, avevano già affrontato gli oneri dovuti all'organizzazione del lavoro su più turni, confidando nelle maggiorazioni di corrispettivo contrattualmente stabilite;
desta preoccupazione la sorte sia di importanti opere infrastrutturali, in particolare nell'area de La Maddalena, sia di quelle imprese appaltatrici e sub-appaltatrici che si sono trovate improvvisamente scoperte per oneri già assunti, a causa di un evento imprevisto, loro non addebitabile,

impegna il Governo:

anche al fine di rimediare in parte al danno oggettivamente subito dai cittadini sardi e dalle imprese operanti nella regione Sardegna, a considerare tale regione, e in particolare l'isola de La Maddalena, quale territorio privilegiato per lo svolgimento di possibili futuri vertici internazionali, che dovessero tenersi nel nostro Paese;
a reperire quanto prima tutte le risorse necessarie alla realizzazione e al completamento delle opere e soprattutto delle infrastrutture programmate o da programmare in vista del vertice del G8, sia con riferimento a quelle funzionalmente legate allo svolgimento del vertice, sia con riferimento a quelle previste quali opere collaterali;
a stanziare quanto prima tutte le risorse necessarie per risarcire in futuro le perdite subite sia da quelle imprese operanti nei servizi alberghieri, turistici e di affitto che avevano bloccato la propria attività in quanto prenotati per il vertice del G8, sia nei confronti delle imprese appaltatrici e sub-appaltatrici che si sono trovate scoperte rispetto ad oneri già assunti a seguito dello spostamento del vertice, avuto particolare riguardo alla situazione di quelle imprese che avevano già affrontato gli oneri dovuti all'organizzazione del lavoro sui più turni, confidando nelle maggiorazioni di corrispettivo contrattualmente stabilite.
9/2468/88. Calvisi, Fadda, Marrocu, Melis, Arturo Mario Luigi Parisi, Pes, Schirru.

La Camera,
premesso che:
le attività produttive delle zone colpite dal sisma verificatosi in Abruzzo il 6 aprile scorso hanno subito gravi danni in ordine alla distruzione totale o parziale di immobili, impianti, macchinari, attrezzature, arredamenti e scorte;
oltre ai citati danni materiali risulta evidente il danno economico derivante dalla sospensione totale o parziale dell'attività e, in ogni caso, dalla ridotta domanda di beni e servizi indotta dall'evento calamitoso, con particolare riferimento alle attività artigianali, commerciali e turistiche,

impegna il Governo

a prevedere, nelle ordinanze che verranno emanate nei prossimi mesi, nel calcolo degli indennizzi che saranno concessi alle attività produttive danneggiate dal sisma, anche la valutazione del «mancato guadagno» e del «calo del fatturato» che hanno colpito le aziende a seguito dell'evento calamitoso.
9/2468/89. Bocci, Mariani, Realacci, Braga, Bratti, Esposito, Ginoble, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Viola, Zamparutti.

La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame contiene una serie di disposizioni finalizzate alla realizzazione di interventi per consentire alle popolazioni e ai territori colpiti dal sisma dell'aprile scorso di tornare ad una situazione di normalità;
in particolare il decreto-legge di cui si chiede la conversione in legge individua tre fasi di attuazione delle politiche di intervento: la prima, quella dell'emergenza immediata, incentrata sull'adozione di ordinanze legate alla gestione dei primi bisogni; la seconda fase, quella dell'emergenza ordinaria, ancora in atto caratterizzata dalla necessità di risolvere il problema abitativo in pochi mesi; infine, la terza fase è connessa alle politiche di ricostruzione delle abitazioni, delle strutture pubbliche, delle opere infrastrutturali e degli impianti produttivi;
al fine di permettere una rapida ripresa del settore produttivo abruzzese appare importante promuovere la realizzazione di interventi di reindustrializzazione e risanamento ambientale, individuando i siti di Bussi sul Tirino, Pile e Avezzano, quali «siti di preminente interesse pubblico per la riconversione industriale», così come stabilito dall'articolo 252-bis del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, nonché prevedendo ulteriori interventi di bonifica e risanamento nel sito di bonifica di interesse nazionale Fiumi Saline e Alento,

impegna il Governo

ad individuare le risorse necessarie per avviare, insieme alla politica di ricostruzione prevista dal provvedimento in esame, i necessari interventi che possano agevolmente consentire una rapida ripresa dell'attività produttiva, anche e soprattutto attraverso i descritti interventi di messa in sicurezza e bonifica ambientate dei siti già riconosciuti dalla normativa vigente.
9/2468/90. Braga, Mariani, Realacci, Bocci, Bratti, Esposito, Ginoble, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Viola, Zamparutti, Mantini.

La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame contiene una serie di disposizioni finalizzate alla realizzazione di interventi per consentire alle popolazioni e ai territori colpiti dal sisma dell'aprile scorso di tornare ad una situazione di normalità;
in particolare il decreto-legge di cui si chiede la conversione in legge individua tre fasi di attuazione delle politiche di intervento: la prima, quella dell'emergenza immediata, incentrata sull'adozione di ordinanze legate alla gestione dei primi bisogni; la seconda fase, quella dell'emergenza ordinaria, ancora in atto caratterizzata dalla necessità di risolvere il problema abitativo in pochi mesi; infine, la terza fase è connessa alle politiche di ricostruzione delle abitazioni, delle strutture pubbliche, delle opere infrastrutturali e degli impianti produttivi;
al fine di permettere una rapida ripresa del settore produttivo abruzzese appare importante promuovere la realizzazione di interventi di reindustrializzazione e risanamento ambientale, individuando i siti di Bussi sul Tirino, Pile e Avezzano, quali «siti di preminente interesse pubblico per la riconversione industriale», così come stabilito dall'articolo 252-bis del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, nonché prevedendo ulteriori interventi di bonifica e risanamento nel sito di bonifica di interesse nazionale Fiumi Saline e Alento,

impegna il Governo

ad individuare, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, le risorse necessarie per avviare, insieme alla politica di ricostruzione prevista dal provvedimento in esame, i necessari interventi che possano agevolmente consentire una rapida ripresa dell'attività produttiva, anche e soprattutto attraverso i descritti interventi di messa in sicurezza e bonifica ambientate dei siti già riconosciuti dalla normativa vigente.
9/2468/90. (Testo modificato nel corso della seduta) Braga, Mariani, Realacci, Bocci, Bratti, Esposito, Ginoble, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Viola, Zamparutti, Mantini.

La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame contiene una serie di disposizioni finalizzate alla realizzazione di interventi per consentire alle popolazioni e ai territori colpiti dal sisma dell'aprile scorso di tornare ad una situazione di normalità;
in particolare il decreto-legge di cui si chiede la conversione in legge individua tre fasi di attuazione delle politiche di intervento: la prima, quella dell'emergenza immediata, incentrata sull'adozione di ordinanze legate alla gestione dei primi bisogni; la seconda fase, quella dell'emergenza ordinaria, ancora in atto caratterizzata dalla necessità di risolvere il problema abitativo in pochi mesi; infine, la terza fase è connessa alle politiche di ricostruzione delle abitazioni, delle strutture pubbliche, delle opere infrastrutturali e degli impianti produttivi;
uno degli ambiti di intervento più importanti è quello relativo alla ristrutturazione ed al recupero dei centri storici, la cui funzione sociale e culturale merita un'attenzione ed un impegno straordinari,

impegna il Governo:

ad affidare ai comuni l'incarico di predisporre, previa intesa con le amministrazioni pubbliche interessate, programmi di recupero, e relativi piani finanziari relativi ai centri storici e ai centri e nuclei urbani e rurali colpiti dal sisma del 6 aprile;
a stabilire che i piani di recupero debbano prevedere sia la ricostruzione, o il recupero di edifici pubblici o di uso pubblico, con priorità per gli edifici scolastici, compresi quelli di culto ed ecclesiastici, dell'edilizia residenziale pubblica e privata e delle opere di urbanizzazione secondaria, distrutti o danneggiati dalla crisi sismica, e degli immobili utilizzati dalle attività produttive, sia il ripristino e la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria connesse agli interventi previsti;
a prevedere la possibilità di interventi sostitutivi da parte della regione Abruzzo in caso di inerzia da parte degli enti locali;
ad effettuare un costante monitoraggio dello stato di attuazione dei programmi di recupero, elaborando precise stime, suddivise per singolo comune, indicanti i danni subiti dalle opere, la sintesi degli interventi proposti, una prima valutazione dei costi, le volumetrie, superfici e destinazioni d'uso delle opere e i soggetti realizzatori degli interventi;
a programmare un sostegno particolare nei confronti dei comuni con popolazione inferiore a 10.000 abitanti spesso privi delle necessarie strutture operative;
a prevedere la possibilità che i proprietari degli immobili danneggiati si costituiscano in consorzi obbligatori per la realizzazione degli interventi di ristrutturazione.
9/2468/91. Mastromauro, Mariani, Realacci, Bocci, Braga, Bratti, Esposito, Ginoble, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Martella, Morassut, Motta, Viola, Zamparutti, Mantini.

La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame contiene una serie di disposizioni finalizzate alla realizzazione di interventi per consentire alle popolazioni e ai territori colpiti dal sisma dell'aprile scorso dì tornate ad una situazione di normalità;
in particolare il decreto-legge di cui si chiede la conversione in legge individua tre fasi di attuazione delle politiche di intervento: la prima, quella dell'emergenza immediata, incentrata sull'adozione di ordinanze legate alla gestione dei primi bisogni; la seconda fase, quella dell'emergenza ordinaria, ancora in atto caratterizzata dalla necessità di risolvere il problema abitativo in pochi mesi; infine, la terza fase è connessa alle politiche di ricostruzione delle abitazioni, delle strutture pubbliche, delle opere infrastrutturali e degli impianti produttivi;
per limitare il più possibile i danni in caso di eventuali eventi sismici futuri è assolutamente indispensabile avviare un programma di prevenzione del rischio sismico, attraverso la messa in sicurezza dell'intero patrimonio edilizio e di quello infrastrutturale,

impegna il Governo:

ad autorizzare il dipartimento della protezione civile, d'intesa con le regioni, ad avviare e realizzare in tempi rapidi un piano di verifiche speditive finalizzate alla realizzazione di interventi volti alta riduzione del rischio sismico di immobili, strutture e infrastrutture prioritariamente nella aree dell'Appennino centrale contigue a quelle interessate dagli eventi sismici dello scorso aprile;
a prevedere un meccanismo di collaborazione con gli enti locali interessati al fine di rendere più spedito ed efficace il piano di verifiche;
ad individuare le risorse necessarie per l'avvio graduale del programma di monitoraggio e verifica dello stato di salute del patrimonio edilizio e infrastrutturale;
a quantificare e reperire ulteriori risorse necessarie per limitare i fenomeni di instabilità dei versanti e di dissesto idrogeologico nel territorio della regione Abruzzo e soddisfare le necessità di consolidamento degli abitati soggetti a fenomeni franosi e erosivi nonché della messa in sicurezza delle infrastrutture a rete minacciate dai medesimi fenomeni;
a prevedere la possibilità di consentire deroghe alla normativa vigente in materia di assunzione del personale delle regioni interessate, al fine di poter incrementare il personale tecnico qualificato necessario per lo svolgimento delle verifiche e dei controlli previsti dalla nuova normativa sismica.
9/2468/92. Mariani, Realacci, Lolli, Tenaglia, Ginoble, Livia Turco, D'Incecco, Bocci, Braga, Bratti, Esposito, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Viola.

La Camera,
considerando che in seguito agli eventi sismici dell'aprile 2009, che hanno interessato l'Abruzzo, è aumentata la consapevolezza del Paese sull'importanza della prevenzione sismica e della necessità di adoperare metodi di progettazione di edifici ed infrastrutture sempre più legati alle recenti conoscenze scientifiche in materia;
considerando che la normativa italiana ha da sempre posto particolare attenzione alle costruzioni in zona sismica;
considerando che l'articolo 1-bis del disegno di legge n. 2468 pone il limite al 30 giugno prossimo alla possibilità di adoperare, in alcune situazioni, le norme tecniche vigenti prima del decreto ministeriale 14 gennaio 2008 «Norme tecniche per le ricostruzioni»;
considerando che in mancanza del citato articolo 1-bis la possibilità di scelta della norme di riferimento era estesa fino al 30 giugno 2010, di conseguenza sia le attività di progettazione che quelle di produzione di materiali e manufatti in molti casi stanno procedendo sulla base della normativa previgente;
considerando che la data del 30 giugno è talmente ravvicinata da compromettere una serie di attività già avviate,

impegna il Governo

a chiarire che l'applicazione dell'articolo 1-bis ha valore per i progetti presentati dopo il 30 giugno 2009.
9/2468/93. Costa, Tortoli.

La Camera,
considerando che a seguito dell'evento sismico del 6 aprile 2009 sono stati dichiarati inagibili molti degli edifici interessati dal sisma, solo nella città de L'Aquila il sindaco ha dichiarato inagibile l'intera area del centro storico vietandone l'accesso, precludendo così la verifica circa le condizioni di funzionalità o di danni subìti dagli impianti fotovoltaici già in esercizio e per quelli in costruzione;
considerando che nella stessa zona è stata interrotta l'erogazione dei servizi pubblici, tra cui la fornitura di energia elettrica, comportando la disattivazione degli impianti fotovoltaici esistenti, indipendentemente dal fatto che fossero danneggiati o meno con la conseguente mancata produzione di energia e, quindi, mancata erogazione degli incentivi previsti dalla legge per l'energia prodotta con tali impianti;
considerando inoltre che, nelle situazioni in cui è stato invece possibile verificare la funzionalità degli impianti fotovoltaici, è stata riscontrata una diminuzione dell'energia prodotta rispetto alle quantità attese, anche a fronte di moduli fotovoltaici all'apparenza integri;
considerando che la ridotta produzione può essere conseguenza del danneggiamento subìto dai dispositivi elettronici di conversione da corrente continua a corrente alternata, gli inverter, a seguito delle violenti scosse e vibrazioni cui sono stati sottoposti, comportando la necessità di effettuare una riparazione o una sostituzione del dispositivo;
considerando che l'evento sismico ha avuto ripercussioni sull'intero territorio regionale, comportando la chiusura di numerosi uffici pubblici, per inagibilità o per necessità di interventi di ripristino, paralizzando di fatto l'attività amministrativa che causa ritardo nell'iter di valutazione ed autorizzazione per tutti gli impianti fotovoltaici progettati ed in attesa di essere realizzati;
considerando che sono inoltre stati sospesi i lavori di costruzione di numerose installazioni già autorizzate o in corso di realizzazione;
considerando infine che un aspetto che può procurare ulteriori danni a privati ed imprese deriva dalla normativa vigente sul «conto energia» che prevede una decurtazione del 2 per cento della tariffa incentivante riconosciuta agli impianti fotovoltaici che entrano in servizio a partire dal 1o gennaio 2010,

impegna il Governo:

ad adoperarsi per adottare provvedimenti che mitighino i danni subìti da cittadini ed imprese in conseguenza del terremoto dello scorso aprile, prevedendo misure basate sul prolungamento dei periodi di erogazione della tariffa incentivante prevista per l'energia prodotta da fotovoltaico, in particolare mediante:
la prosecuzione del periodo di tariffa incentivante, per un tempo pari al periodo di fermo di produzione, per gli impianti solari fotovoltaici in esercizio alla data del 6 aprile 2009;
indennizzi, nel caso di danni ai componenti dell'impianto fotovoltaico, comprensivo dei moduli fotovoltaici e degli inverter, mediante l'applicazione di una maggiorazione della tariffa incentivante in vigore al 6 aprile 2009;
la sospensione della scadenza del 1o gennaio 2010, prevista dal decreto ministeriale 17 febbraio 2007, da cui decorre la decurtazione della tariffa incentivante riconosciuta agli impianti fotovoltaici che entreranno in esercizio dopo tale data, per i soggetti che alla data del 6 aprile 2009 avevano in corso l'installazione, ovvero l'iter di autorizzazione, di nuovi impianti fotovoltaici.
9/2468/94. Massimo Parisi, Tortoli.

La Camera,
premesso che:
all'articolo 4, comma 1, lettera b) del decreto-legge in esame è previsto che, con le ordinanze del Presidente dei Consiglio di cui all'articolo 1 del medesimo decreto, vengano stabilite le modalità di predisposizione ed attuazione, da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, d'intesa con le amministrazioni interessate e con la regione Abruzzo, sentiti i sindaci dei comuni interessati, di un piano di interventi urgenti per il ripristino degli immobili pubblici danneggiati dagli eventi sismici, comprese le strutture edilizie universitarie e del Conservatorio di musica de L'Aquila, nonché le caserme in uso all'amministrazione della difesa e gli immobili demaniali o di proprietà di enti ecclesiastici di interesse storico-culturale;
le predette ordinanze del Presidente del Consiglio possono essere adottate, ai sensi dell'articolo 5, comma 2, della legge 24 febbraio 1992, n. 225, anche in deroga ad ogni disposizione vigente, e nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico;
l'affidamento di tali interventi, in considerazione del quadro emergenziale determinato dal sisma del 6 aprile 2009, dovrebbe avvenire secondo procedure snelle, accelerate e trasparenti;
nel giugno 2008, la Commissione europea ha adottato una importante comunicazione relativa ad una serie di misure da intraprendere per favorire lo sviluppo delle piccole e medie imprese (PMI), meglio noto come Small Business Act per l'Europa, anche per facilitare la partecipazione delle PMI agli appalti pubblici,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità che, ai fini dell'affidamento e dell'esecuzione degli interventi di ripristino di cui all'articolo 4 comma 1, lettera b) del decreto-legge in esame, le ordinanze della Presidenza del Consiglio, previste all'articolo 1 del medesimo decreto-legge, tengano conto di taluni criteri che, nel rispetto dei princìpi comunitari, siano tesi a perseguire una serie di obiettivi, tra i quali: il coinvolgimento, nell'opera di ricostruzione, dell'intera realtà dimensionale delle imprese edili, ivi comprese quelle piccole e medie; l'utilizzazione di procedure di semplificazione, celeri e trasparenti, con ricorso preferenziale alla procedura negoziata, all'affidamento congiunto della progettazione ed esecuzione, al criterio di aggiudicazione all'offerta economicamente più vantaggiosa, alla facoltà di procedere all'esclusione automatica delle offerte anomale per gli interventi d'importo contenuto entro la soglia comunitaria, nonché, in fase di esecuzione dei lavori, ad un ampliamento della possibilità di ricorso al subappalto, fino al cinquanta per cento dell'importo della categoria prevalente.
9/2468/95. Toccafondi, Tortoli.

La Camera,
premesso che:
al fine di agevolare la ripresa delle attività nelle zone colpite dal sisma del 6 aprile 2009, l'articolo 6, comma 1, lettera a) del decreto-legge in esame prevede il differimento di taluni adempimenti a carattere oneroso a carico di enti pubblici, famiglie, lavoratori ed imprese, disponendo la sospensione dei termini relativi ai certificati di pagamento dei contratti pubblici;
tuttavia, tale previsione penalizza fortemente le imprese esecutrici di lavori pubblici, le quali, per effetto della sospensione dei termini per l'emissione dei certificati di pagamento, vedrebbero rinviati i pagamenti loro dovuti dalle stazioni appaltanti per lavori regolarmente eseguiti e contabilizzati, senza poter vantare il diritto al riconoscimento degli interessi legali e moratori previsti dalla normativa sui pubblici contratti in caso di ritardato pagamento;
la disposizione, peraltro, risulta ancor più gravosa tenuto conto dell'esigenza di agevolare concretamente la ripresa economica delle imprese operanti nelle zone colpite dal sisma,

impegna il Governo

ad individuare le più opportune misure volte ad agevolare le procedure di pagamento delle imprese titolari di contratti pubblici, operanti nelle aree interessate dall'evento sismico del 6 aprile 2009, evitando sospensioni o differimenti dei termini per l'emissione dei relativi certificati di pagamento.
9/2468/96. Palmieri, Tortoli.

La Camera,
premesso che:
il territorio abruzzese con le sue peculiarità sociali, architettoniche, richiede che venga salvaguardata la propria identità territoriale con la ricostruzione dei centri storici;
nel decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39 il Senato ha approvato un emendamento all'articolo 14 e cioè il comma 5-bis con il quale si stabilisce che i sindaci dei comuni, d'intesa con il presidente della regione Abruzzo e il presidente della provincia nelle materie di sua competenza, predispongano piani di ricostruzione del centro storico delle città definendo le linee di indirizzo strategico;
la norma non specifica le modalità con cui debbano essere attuate le suddette linee di interesse strategico,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità che:
all'attuazione delle linee di indirizzo strategico si provveda mediante i piani di recupero di cui al Titolo IV della legge 5 agosto 1978, n. 457 e i piani di risanamento delle parti comuni degli edifici con le modalità dell'articolo 12 della legge 17 febbraio 1992, n. 179;
la proposta di piano sia adottata con deliberazione della Giunta unitamente alla convenzione contenente le previsioni stabilite dall'articolo 28, comma quinto, della legge 17 agosto 1942, n. 1150 e successive modificazioni;
la proposta di piano sia pubblicata, ai sensi della legge 17 agosto 1942, n. 1150, con la procedura prevista per i piani particolareggiati e divenga efficace dopo la deliberazione della Giunta comunale.
9/2468/97. Picchi, Tortoli.

La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, concernente «Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo», all'articolo 17 ha disposto il trasferimento dalla Sardegna al territorio della città de L'Aquila del grande evento dell'organizzazione del vertice G8 di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 21 settembre 2007;
lo stesso articolo, al comma 3, ha previsto, tra l'altro, che non sono più dovute, ove previste le percentuali di corrispettivo riconosciute agli appaltatori degli interventi oggetto dell'ordinanza n. 3629 del 20 novembre 2007, a titolo di maggiorazione per le lavorazioni eseguite su più turni e di premio di produzione, sui lavori contabilizzati a decorrere dal 1o marzo 2009;
la disposizione ha la finalità, espressamente annunciata, di conseguire il contenimento della spesa pubblica eliminando le maggiorazioni di corrispettivo aventi la funzione di consentire l'accelerazione dei tempi di esecuzione delle opere in Sardegna, essendo venuto meno l'obiettivo di ultimare le opere nei tempi necessari all'organizzazione dell'evento;
tuttavia il termine del 1o marzo indicato dalla norma, a partire dal quale non sono più riconosciute le maggiorazioni, non appare ragionevole, considerando che il decreto-legge è entrato in vigore il 28 aprile 2009: per questo aspetto la disposizione avrebbe effetto retroattivo, andando ad incidere su posizioni già consolidate delle imprese esecutrici dei lavori;
la disposizione, perciò, modificando le clausole contrattuali già stipulate, non appare equa, considerando che, per il periodo 1o marzo-28 aprile 2009, le imprese hanno già affrontato gli oneri dovuti all'organizzazione del lavoro su più turni, confidando nelle maggiorazioni di corrispettivo contrattualmente stabilite,

impegna il Governo

a ricercare le opportune soluzioni affinché vengano corrisposte alle imprese operanti in Sardegna le percentuali di corrispettivo riconosciute a titolo di maggiorazione per le lavorazioni eseguite su più turni e di premio di produzione, ove previste nei contratti di appalto, relativamente ai lavori contabilizzati fino alla data di entrata in vigore del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39.
9/2468/98. Minardo, Tortoli, Mazzoni, Palmieri, Toccafondi, Picchi, Massimo Parisi.

La Camera,
premesso che:
nell'articolo 2 del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39 sono contenute le norme relative all'apprestamento e realizzazione urgente di moduli abitativi per le persone le cui abitazioni sono state distrutte o danneggiate;
la necessità di assicurare in tempi brevi i relativi alloggi comporta l'avvio immediato di interventi di ricostruzione o ristrutturazione degli edifici;
l'entità dei danni subiti da alcuni edifici non ne rende economicamente e staticamente conveniente il recupero;
nell'ambito del processo di recupero degli immobili va tenuto presente l'obiettivo della riqualificazione non solo edilizia ma anche urbanistica,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità che la ricostruzione degli immobili ovvero quelli la cui ristrutturazione, come verificato dal comune non sia tecnicamente ed economicamente possibile, sia consentita, nell'ambito dello stesso comune, anche sa area diversa da quella di origine eventualmente in deroga agli strumenti urbanistici e con diversa ricomposizione planovolumetrica. Nel caso di trasferimento della volumetria in altra area, l'area di origine sarà gravata da vincolo di inedificabilità, salvo diversa prescrizione comunale. Gli interventi di ricostruzione degli immobili dovranno essere realizzati nel rispetto della vigente normativa antisismica, anche con l'accorpamento volumetrico tra più immobili nonché con l'aumento di cubatura nella misura massima del 20 per cento a condizione che, per gli immobili residenziali, sia garantito un incremento delle prestazioni energetiche dell'edificio previste dal decreto legislativo n. 192 del 2005 in misura non inferiore al 30 per cento.
9/2468/99. Mazzoni, Minardo, Tortoli, Palmieri, Toccafondi, Picchi, Massimo Parisi.

La Camera,
premesso che:
il violento sisma che ha colpito la regione Abruzzo lo scorso 6 aprile ha confermato il fondamentale ruolo che il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco è chiamato ad assicurare nel Sistema nazionale della Protezione civile e, più in generale, per la sicurezza della collettività;
il gravissimo evento ha reso ancor più evidente che il salvataggio di vite umane richiede l'intervento di mezzi e personale altamente specializzati ed in grado di intervenire con immediatezza;
tutti i rappresentanti politico-istituzionali, in varie occasioni, hanno riaffermato la centralità del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco quale struttura tecnico-operativa nonché direzionale del sistema della protezione civile italiana;
ad oggi risulta una grave carenza di personale del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco pari a circa 3000 unità, di mezzi e dotazioni logistiche necessari per l'espletamento delle attività di soccorso e, soprattutto, una ingiustificata disparità dei trattamenti economici del personale del Corpo nazionale rispetto a quelli delle Forze di polizia,

impegna il Governo

ad adottare le iniziative legislative necessarie volte a ripianare le gravi carenze di organico del personale del Corpo nazionale del Vigili del fuoco attraverso l'assunzione di almeno 600 vigili, assicurare il potenziamento dei mezzi e delle dotazioni logistiche necessari per l'espletamento dell'attività di soccorso attraverso lo stanziamento di almeno 10 milioni di euro, e proseguire, in maniera concreta, attraverso lo stanziamento di 15 milioni di euro per il finanziamento della speciale indennità operativa per il servizio di soccorso tecnico urgente espletato all'esterno, nel processo di riallineamento dei trattamenti economici del personale del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco rispetto a quelli delle Forze di polizia.
9/2468/100. Versace, Lanzarin, Paglia.

La Camera,
premesso che:
il violento sisma che ha colpito la regione Abruzzo lo scorso 6 aprile ha confermato il fondamentale ruolo che il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco è chiamato ad assicurare nel Sistema nazionale della Protezione civile e, più in generale, per la sicurezza della collettività;
il gravissimo evento ha reso ancor più evidente che il salvataggio di vite umane richiede l'intervento di mezzi e personale altamente specializzati ed in grado di intervenire con immediatezza;
tutti i rappresentanti politico-istituzionali, in varie occasioni, hanno riaffermato la centralità del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco quale struttura tecnico-operativa nonché direzionale del sistema della protezione civile italiana;
ad oggi risulta una grave carenza di personale del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco pari a circa 3000 unità, di mezzi e dotazioni logistiche necessari per l'espletamento delle attività di soccorso e, soprattutto, una ingiustificata disparità dei trattamenti economici del personale del Corpo nazionale rispetto a quelli delle Forze di polizia,

impegna il Governo

ad adottare, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, le iniziative legislative necessarie volte a ripianare le gravi carenze di organico del personale del Corpo nazionale del Vigili del fuoco attraverso l'assunzione di un congruo numero di vigili, assicurare il potenziamento dei mezzi e delle dotazioni logistiche necessari per l'espletamento dell'attività di soccorso attraverso lo stanziamento di ulteriori fondi e proseguire, in maniera concreta, attraverso altro stanziamento per il finanziamento della speciale indennità operativa per il servizio di soccorso tecnico urgente espletato all'esterno, nel processo di riallineamento dei trattamenti economici del personale del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco rispetto a quelli delle Forze di polizia.
9/2468/100. (Testo modificato nel corso della seduta) Versace, Lanzarin, Paglia.

La Camera,
visto il decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39 recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo nel mese di aprile 2009 e ulteriori interventi urgenti di protezione civile,

impegna il Governo

affinché laddove non sia possibile effettuare la ricostruzione degli edifici pubblici o di pubblico interesse, incluse le strutture di istruzione superiore, nello stesso sito originario, la stessa dovrà avvenire in aree già individuate a tale destinazione dai piani regolatori, o comunque in via prevalente in tali aree.
9/2468/101. Catone.

La Camera,
premesso che:
gli eventi sismici che il 6 aprile scorso hanno distrutto interi territori della provincia de L'Aquila hanno causato notevoli danni anche all'apparato produttivo ed economico;
in particolare per il comparto agricolo si ipotizza un danno di oltre 100 milioni di euro, concentrato innanzitutto nel settore della zootecnia, derivante dalle perdite dovute alla mancata consegna dei prodotti e dai danni diretti provocati nelle campagne alla viabilità rurale, alle case e alle strutture agricole come i magazzini, i fienili e le stalle con la perdita di animali;
la situazione nelle campagne è disastrosa con gravissimi danni ad animali, abitazioni e ad aziende agricole;
in alcuni casi non è stato possibile garantire un'alimentazione adeguata degli animali mentre le difficili condizioni della viabilità interna hanno reso impossibile in molte zone la consegna dei prodotti alimentari deperibili; molti animali sono andati dispersi mentre gli altri spaventati stanno riducendo la produzione di latte e uova;
si stima che siano oltre 400 le aziende agricole danneggiate, ortofrutticole, agriturismi, ma sono soprattutto gli allevamenti da latte ad essere stati colpiti dal sisma con difficoltà per l'approvvigionamento di fieno e mangimi per l'alimentazione del bestiame e le consegne di latte;
il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, nei giorni immediatamente successivi all'evento calamitoso, aveva annunciato operazioni finanziarie per oltre 40 milioni di euro per rendere più leggeri il fisco e i mutui degli agricoltori e allevatori terremotati. Aveva, inoltre, promesso di chiedere alle regioni di rinunciare a favore de L'Abruzzo ad una parte della loro quota dei 4 miliardi assicurati dalla Pac;
l'assessorato regionale abruzzese all'agricoltura ha chiesto un ulteriore stato di calamità specifico per le aziende agricole danneggiate dagli eventi sismici,

impegna il Governo:

a predisporre un piano di interventi che preveda soluzioni efficaci per consentire al comparto agricolo e zootecnico di uscire dalla fase di emergenza e interventi strutturali per ripristinare le condizioni ottimali, nei prossimi mesi, della produzione, dell'allevamento, della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli e zootecnici;
ad istituire un tavolo con gli enti territoriali, locali e con le associazioni di categoria al fine di predisporre un piano di interventi concertati che vada oltre la fase di emergenza.
9/2468/102. Servodio, Lolli, Tenaglia, Ginoble, D'Incecco, Oliverio, Mariani, Zucchi, Brandolini, Marco Carra, Fiorio, Dal Moro, Agostini, Cenni, Cuomo, Lusetti, Marrocu, Mario Pepe (PD), Sani, Trappolino, Braga, Bratti, Margiotta, Mastromauro, Realacci.

La Camera,
premesso che:
il comma 1, lettere a) e b) dell'articolo 13, penalizza e disattende l'Accordo del Tavolo farmaceutico, del 15 ottobre 2008, che prevedeva la riduzione dei prezzi solo ed esclusivamente per i prodotti generici, privi di copertura brevettale;
la libera interpretazione del dettato legislativo ha già dato adito a riduzione di prezzo per prodotti che non godono o non hanno goduto di copertura brevettuale in Italia, in quanto commercializzati prima dell'entrata in vigore della legge del 1978, che introduceva la stessa protezione brevettale, nonostante gli stessi godessero di copertura brevettuale all'estero e venivano poi commercializzati su licenza in Italia;
le attuali interpretazioni danneggiano l'industria farmaceutica, in quanto sottopongono questi prodotti alla riduzione del prezzo, in base alla lettera a), senza alcun beneficio per la spesa pubblica, poiché il prezzo è regolato dal mercato, in virtù della presenza di prodotti generici o equivalenti. Inoltre riconoscono, in base alla lettera b), uno sconto sulle quote di spettanza alla farmacia, penalizzando ulteriormente le aziende farmaceutiche,

impegna il Governo

a risolvere il conflitto interpretativo precisando che le esenzioni di cui alle lettere a) e b) del comma 1 dell'articolo 13, si applicano ai medicinali coperti da brevetto, specificando che esso può essere stato conseguito non solo in Italia, ma anche all'estero.
9/2468/103. Palumbo, Barani.

La Camera,
premesso che:
il comma 1, lettere a) e b) dell'articolo 13, penalizza e disattende l'Accordo del Tavolo farmaceutico, del 15 ottobre 2008, che prevedeva la riduzione dei prezzi solo ed esclusivamente per i prodotti generici, privi di copertura brevettale;
la libera interpretazione del dettato legislativo ha già dato adito a riduzione di prezzo per prodotti che non godono o non hanno goduto di copertura brevettuale in Italia, in quanto commercializzati prima dell'entrata in vigore della legge del 1978, che introduceva la stessa protezione brevettale, nonostante gli stessi godessero di copertura brevettuale all'estero e venivano poi commercializzati su licenza in Italia;
le attuali interpretazioni danneggiano l'industria farmaceutica, in quanto sottopongono questi prodotti alla riduzione del prezzo, in base alla lettera a), senza alcun beneficio per la spesa pubblica, poiché il prezzo è regolato dal mercato, in virtù della presenza di prodotti generici o equivalenti. Inoltre riconoscono, in base alla lettera b), uno sconto sulle quote di spettanza alla farmacia, penalizzando ulteriormente le aziende farmaceutiche,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di risolvere il conflitto interpretativo precisando che le esenzioni di cui alle lettere a) e b) del comma 1 dell'articolo 13, si applicano ai medicinali coperti da brevetto, specificando che esso può essere stato conseguito non solo in Italia, ma anche all'estero.
9/2468/103. (Testo modificato nel corso della seduta) Palumbo, Barani.

La Camera,
premesso che:
l'articolo 16, comma 6, del decreto-legge in esame, come emendato dal Senato, interpreta il comma 6-bis dell'articolo 74 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nel senso che l'esclusione della riduzione degli assetti organizzativi, ivi previsti, per i Vigili del fuoco non può che essere comprensiva della riduzione stabilita dal comma 404 dell'articolo 1 della legge n. 296 del 2006, come è dato evincere dal comma 4 dello stesso articolo 74;
tale norma interpretativa fa salvi, comunque, gli obiettivi di risparmi di spesa di cui al comma 6-bis dell'articolo 74 del citato decreto-legge n. 112 da conseguire attraverso procedure di razionalizzazione e riorganizzazione della stessa amministrazione a cui favore opera l'esclusione della riduzione,

impegna il Governo

ad assicurare che i previsti risparmi di spesa siano realizzati attraverso procedure di riorganizzazione e razionalizzazione del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, struttura esclusa dalle riduzioni, mediante rimodulazione delle dotazioni organiche da attuare - ai sensi dell'articolo 141 del decreto legislativo n. 217 del 2005 - con decreto del ministro dell'interno di concerto con i ministri delta pubblica amministrazione e innovazione e dell'economia e delle finanze.
9/2468/104. Antonino Foti, Vincenzo Antonio Fontana, Di Biagio.

DISEGNO DI LEGGE: S. 1078-B - DISPOSIZIONI PER L'ADEMPIMENTO DI OBBLIGHI DERIVANTI DALL'APPARTENENZA DELL'ITALIA ALLE COMUNITÀ EUROPEE - LEGGE COMUNITARIA 2008 (APPROVATO DAL SENATO, MODIFICATO DALLA CAMERA E NUOVAMENTE MODIFICATO DAL SENATO) (A.C. 2320-BIS-B)

A.C. 2320-bis-B - Parere della I Commissione

PARERE DELLA I COMMISSIONE SULLA PROPOSTA EMENDATIVA PRESENTATA

NULLA OSTA

nell'emendamento Zeller 23.1 contenuto nel fascicolo n. 1.

A.C. 2320-bis-B - Parere della V Commissione

PARERE DELLA V COMMISSIONE SUL TESTO DEL PROVVEDIMENTO E SULLA PROPOSTA EMENDATIVA PRESENTATA

Sul testo del provvedimento elaborato dalla Commissione di merito:

NULLA OSTA

sull'emendamento Zeller 23.1 trasmesso dall'Assemblea:

NULLA OSTA

A.C. 2320-bis-B - Articolo 23

ARTICOLO 23 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO APPROVATO DAL SENATO

Art. 23.
(Vendita e somministrazione di bevande alcoliche).

1. In conformità alle linee di indirizzo contenute nella strategia comunitaria in materia di riduzione dei danni derivanti dal consumo di alcol, di cui alla comunicazione della Commissione europea COM (2006) 625 def., del 24 ottobre 2006, dopo l'articolo 14 della legge 30 marzo 2001, n. 125, è inserito il seguente:
«Art. 14-bis. - (Vendita e somministrazione di bevande alcoliche in aree pubbliche). - 1. La somministrazione di alcolici e il loro consumo sul posto, dalle ore 24 alle ore 7, possono essere effettuati esclusivamente negli esercizi muniti della licenza prevista dall'articolo 86, primo comma, del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, e successive modificazioni.
2. Chiunque vende o somministra alcolici su spazi o aree pubblici diversi dalle pertinenze degli esercizi di cui al comma 1 è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 2.000 a euro 12.000. Se il fatto è commesso dalle ore 24 alle ore 7, anche attraverso distributori automatici, si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 5.000 a euro 30.000. Per le violazioni di cui al presente comma è disposta anche la confisca della merce e delle attrezzature utilizzate.
3. Resta fermo quanto previsto dall'articolo 14 della presente legge, dall'articolo 6-bis del decreto-legge 27 giugno 2003, n. 151, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o agosto 2003, n. 214, e dall'articolo 6 del decreto-legge 3 agosto 2007, n. 117, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 ottobre 2007, n. 160, e successive modificazioni».

PROPOSTA EMENDATIVA RIFERITA ALL'ARTICOLO 23 DEL DISEGNO DI LEGGE

ART. 23.
(Vendita e somministrazione di bevande alcoliche).

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:
2. All'articolo 6 del decreto-legge 3 agosto 2007, n. 117, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 ottobre 2007, n. 160, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 2, alinea, dopo le parole: «devono interrompere la somministrazione di bevande alcoliche dopo le ore 2 della notte» sono inserite le seguenti: «, ovvero, successivamente, almeno mezz'ora prima dell'orario di chiusura del locale,»;
b) al comma 3 sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «, nonché il divieto, per un anno dalla data del fatto, della somministrazione di bevande alcoliche dopo le ore 2 della notte».
23. 1. Zeller, Brugger.

A.C. 2320-bis-B - Ordini del giorno

ORDINI DEL GIORNO

La Camera,
premesso che:
l'articolo 23, comma 1, capoverso articolo 14-bis, comma 2, potrebbe prestarsi a ingenerare equivoci e incertezze in sede interpretativa quanto all'ambito di applicazione delle sanzioni ivi previste, per cui potrebbero risultare penalizzate attività che - nell'intenzione del legislatore - non devono incorrere nelle medesime sanzioni,

impegna il Governo

a chiarire che le disposizioni richiamate al primo periodo del citato comma 2, non si applicano alle attività di vendita o somministrazione di bevande alcoliche in occasione di manifestazioni, sagre, fiere o feste paesane previamente autorizzate ovvero in occasione di manifestazioni in cui si promuovono la produzione ed il commercio di prodotti tipici locali, come anche alle attività di vendita e somministrazione di bevande alcoliche su aree pubbliche da parte di venditori ambulanti autorizzati.
9/2320-bis-B/1.Pini, Gozi.

La Camera,
considerato che con la legge quadro sull'inquinamento acustico del 26 ottobre 1995 n. 447, venivano stabiliti i principi fondamentali in materia di tutela dell'ambiente esterno e dell'ambiente abitativo dall'inquinamento acustico assegnando, tra l'altro, allo Stato il compito di disciplinare con appositi decreti la determinazione dei requisiti acustici delle sorgenti sonore e dei requisiti acustici passivi degli edifici e dei loro componenti, e di indicare criteri per la progettazione, l'esecuzione e la ristrutturazione delle costruzioni edilizie e delle infrastrutture dei trasporti, ai fini della tutela dall'inquinamento acustico;
considerato che con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 1997 furono fissati i requisiti acustici passivi degli edifici ma che il decreto relativo ai criteri di progettazione non è stato ancora emanato;
considerato che l'Assemblea generale del Consiglio Superiore dei lavori pubblici, nell'adunanza del 5 ottobre 2001, si è espressa sull'argomento rilevando pesanti criticità sull'impostazione della materia contenuta nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 1997 asserendo tra l'altro che «tale decreto contiene inesattezze nei riferimenti normativi e nelle definizioni delle grandezze acustiche...fissa valori dell'indice di isolamento acustico riferito a categorie di edifici senza fare alcun riferimento alla classificazione acustica della zona in cui l'edificio ricade...»;
considerato che tale considerazione d'incertezza normativa e di oggettiva impossibilità nel poter prevedere, in fase progettuale, il comportamento acustico dell'edificio finito, ha di fatto impedito l'avvio di un processo virtuoso di miglioramento continuo sia dell'azione progettuale che di quella realizzativa rispetto alla situazione esistente al 1997;
considerato che per quanto riguarda i materiali isolanti mancava una precisa disposizione che regolamentasse i criteri di misurazione e di dichiarazione delle caratteristiche di isolamento acustico, mancanza colmata solo con l'emanazione del decreto di attuazione della marcatura CE dei materiali e prodotti da costruzione del 5 marzo 2007, che andava ad incrementare l'aleatorietà dell'efficacia delle scelte progettuali in una situazione di per sé già complessa;
riscontrato che all'articolo 11 del presente Atto Senato 1078/B viene riconosciuta la necessità di riordino delle disposizioni vigenti, in particolare con lo specifico riferimento ai requisiti acustici passivi degli edifici ed alla definizione dei criteri per la progettazione, esecuzione e ristrutturazione delle costruzioni edilizie e delle infrastrutture dei trasporti, dando tempo sei mesi per l'adozione dei relativi provvedimenti normativi;
riscontrato inoltre che al comma 5 dello stesso articolo 11 si sospende l'efficacia del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 1997 per i rapporti sorti dopo l'entrata in vigore della legge di cui l'articolo 11 è parte;
ritenuto essenziale riportare chiarezza di regole in un settore che vede dilatare sempre più il numero di contenziosi tra cittadini ed imprese sui termini di applicazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 1997 per una mancanza normativa che risale al 1997 e che crea solo danni sia agli utenti che alle imprese,

impegna il Governo

ad adoperarsi affinché vengano adottate le opportune iniziative per fare fronte al preoccupante fenomeno del contenzioso tra cittadini ed imprese.
9/2320-bis-B/2.Dal Lago.

La Camera,
premesso che:
importanti settori del sistema produttivo sono fortemente minacciati dalla sleale concorrenza proveniente dai Paesi del sud est asiatico, ove i metodi di produzione sono difficilmente controllabili dall'Unione europea;
recentemente la Commissione europea ha aperto un'investigazione, dietro denuncia dei produttori europei, relativa al commercio sleale sulla importazione di tubi senza saldatura (SPT) dalla Cina;
le imprese cinesi ricevono molteplici sussidi dal Governo che permettono loro di vendere i prodotti a prezzi assolutamente inferiori rispetto a quelli praticati nei mercati europei, ostacolando quindi la competitività del sistema delle imprese europee e nazionali;
i prezzi di esportazione dei tubi arrivano ad essere il 55 per cento inferiori ai prezzi di quelli prodotti in Europa, mentre il volume delle esportazioni cinesi si è quadruplicato dal 2006 al 2008, con il conseguente ampliamento della quota di mercato in Europa, che é passata dal 7 per cento nel 2006 al 21,5 per cento nel 2008;
in questo momento la Cina rappresenta il primo Paese produttore di tubi senza saldatura, ricoprendo circa il 50 per cento della produzione mondiale;
ciò dipende dal continuo incremento della capacità produttiva che risulta di gran lunga superiore alla crescita della domanda interna. I produttori cinesi hanno quindi l'assoluta necessità di crescere nei mercati di esportazione, facendo temere per il futuro, dove le stime di crescita della produzione sono ancora più alte, l'adozione di strategie sempre più aggressive nei confronti dei mercati europei;
le imprese europee e nazionali non sono in grado di sostenere l'aggressiva concorrenza proveniente dalle aree emergenti che è ingiustamente favorita da costi di produzione e di manodopera molto bassi, dovuti a scarse misure di tutela del lavoro e alla mancanza di ogni controllo sulla qualità dei prodotti;
la redditività dell'industria europea è scesa dal 16,3 per cento nel 2006 al 7,9 nel terzo trimestre 2008 ed al 4,3 per cento nell'ultimo trimestre del 2008, mentre nel primo trimestre del 2009 la stessa è stata addirittura negativa con -1,52 per cento;
molti Paesi hanno da tempo adottato misure contro le esportazioni cinesi; il Canada, ad esempio, ha imposto dazi alle importazioni dalla Cina dall'80 per cento al 120 per cento e gli Stati Uniti hanno già avviato iniziative antidumping;
emerge quindi l'esigenza di una politica europea che garantisca l'applicazione di misure maggiormente protettive per i mercati comunitari al fine di prevenire forme di concorrenza sleale a danno dei produttori nazionali ed europei;
la Commissione europea ha imposto dazi provvisori sulle importazioni dei tubi senza saldatura che vanno dal 15 per cento al 25 per cento, valori che avendo una natura provvisoria sono stati tenuti prudentemente bassi. Sarebbe, pertanto, opportuno adottare misure più stringenti nel caso di applicazione di dazi definitivi,

impegna il Governo

ad attivarsi presso l'Unione europea affinché la stessa chieda in sede di WTO che vengano adottate misure maggiormente protettive per i mercati comunitari al fine di prevenire forme di concorrenza sleale a danno dei produttori europei e nazionali, ricorrendo all'imposizione di misure antidumping che siano maggiormente rigorose.
9/2320-bis-B/3.Reguzzoni.

MOZIONI MOGHERINI REBESANI ED ALTRI N. 1-00174, EVANGELISTI ED ALTRI N. 1-00190 E PIANETTA, DOZZO, IANNACCONE ED ALTRI N. 1-00191 CONCERNENTI INIZIATIVE PER IL DISARMO E LA NON PROLIFERAZIONE NUCLEARE IN VISTA DEL PROSSIMO VERTICE DEL G8

Mozioni

La Camera,
premesso che:
la diffusione di armi nucleari - nonostante siano trascorsi quasi 40 anni dall'entrata in vigore del Trattato di non proliferazione nucleare e, nel frattempo, si sia registrata l'adesione di gran parte degli Stati del mondo dotati di armi nucleari e non - rappresenta ancora oggi una delle più grandi minacce alla pace e alla sicurezza internazionale;
l'attuale quadro internazionale richiede un attento monitoraggio ed una forte iniziativa che tenga conto delle differenti dimensioni del problema: la condotta di Paesi «proliferanti» aderenti o non al Trattato di non proliferazione nucleare; le forme di controllo e di garanzie internazionali sugli arsenali nucleari esistenti; l'inadeguata rispondenza all'impegno enunciato nel Trattato di non proliferazione della cessazione della corsa agli armamenti nucleari e del disarmo nucleare da parte dei Paesi sottoscrittori dello stesso trattato;
la prossima conferenza del riesame del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari nel 2010, infatti, dovrà assicurare un serio confronto sulla mancanza di progressi significativi - riassunti nelle «13 azioni pratiche da adottare per arrivare all'eliminazione completa degli armamenti nucleari», già adottati nella conferenza del 2000 - e sulla possibilità di assumere impegni condivisi e concreti, tanto più alla luce di minacce crescenti di proliferazione delle armi nucleari e di loro disponibilità da parte di organizzazioni criminali e reti terroristiche;
proprio in relazione ad un rinnovato impegno della comunità internazionale nella direzione del disarmo e della non proliferazione nucleare, significative sono state le testimonianze pubbliche di ispirazione bipartisan, promosse negli Stati Uniti da Henry Kissinger, George P. Shultz, William J. Perry e Sam Nunn, nel Regno Unito da Hurd, Rifkind, Owen e Robertson tra gennaio 2007 e gennaio 2008 e in Germania da Helmut Schmidt, Richard von Weizsäcker, Egon Bahr e HansDietrich Genscher nel gennaio 2009;
la campagna internazionale «zero globale», promossa di recente da Michail Gorbaciov e da autorevoli esponenti della società civile internazionale, ha raccolto numerose adesioni in pochi mesi, indicando come l'obiettivo del totale disarmo nucleare debba essere considerato parte integrante e scelta di fondo di una nuova strategia di sicurezza globale;
su questo argomento anche in Italia è stato pubblicato il 24 luglio 2008 un appello pubblico su Il Corriere della Sera, firmato da alcuni autorevoli esponenti politici di entrambi gli schieramenti, tra cui gli ultimi Ministri degli affari esteri, della difesa e degli affari europei, in favore di una totale eliminazione delle armi nucleari, nel solco di una consolidata tradizione politica nazionale che portò l'Italia a ratificare il Trattato di non proliferazione nucleare già nel 1975;
molte sono le iniziative in corso in tutto il mondo a sostegno degli obiettivi di non proliferazione nucleare e disarmo, guidate dalla campagna «Mayors for peace», promossa dai sindaci di Hiroshima e Nagasaki insieme ai numerosi altri enti locali - sostenitori della proposta del «Protocollo Hiroshima-Nagasaki» e della Convenzione sulle armi nucleari, che raccolga sotto un unico «protocollo quadro» tutte le convenzioni/trattati, perché siano tutte in armonia e concorrano al fine comune del disarmo totale - e dalla coalizione «Abolition now!», animata da più di 2000 associazioni e organizzazioni non governative;
il Parlamento europeo ha approvato il 5 giugno 2008 una risoluzione sull'attuazione della strategia europea in materia di sicurezza, di cui, al paragrafo 26, dichiara che è del parere che la ricorrenza, il 1o luglio 2008, del 40o anniversario del Trattato di non proliferazione debba essere vista come un'opportunità per l'Unione europea di promuovere la necessità di un disarmo nucleare nella sua strategia contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa, in vista della commissione preparatoria della prossima conferenza di riesame del Trattato di non proliferazione, e «ribadisce al riguardo» la necessità che le potenze nucleari «riconosciute» presentino iniziative di disarmo volte a rendere l'Europa un'area denuclearizzata e a concludere una convenzione universale sulla messa al bando delle armi nucleari;
il Consiglio europeo del 13 dicembre 2008 ha approvato un documento di revisione della strategia di sicurezza europea (Report on the implementation of the European security strategy - Providing security in a changing world), che pone nuovamente la proliferazione di armi di distruzione di massa in testa alle 5 minacce alla sicurezza internazionale, ma, soprattutto, che offre, nell'ambito di una strategia di prevenzione, indicazioni specifiche su come conseguire avanzamenti concreti attraverso le Nazioni Unite e nuovi accordi internazionali, a partire da negoziati per la conclusione di un trattato multilaterale di messa al bando della produzione di materiale fissile per le armi nucleari;
è stata presentata la proposta di convenzione sulle armi nucleari, come documento di lavoro dalla Costa Rica e dalla Malaysia alla prima sessione del comitato preparatorio per la conferenza di riesame del Trattato di non proliferazione del 2010 e all'Assemblea generale delle Nazioni Unite;
il Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha presentato il 24 ottobre 2008 a New York, in occasione delle celebrazioni per la Giornata delle Nazioni Unite per il disarmo nucleare, un piano in 5 punti, che include un invito alla piena applicazione del Trattato di non proliferazione mediante accordi e convenzioni specifiche sulle armi nucleari;
il 5 dicembre 2008 la Presidenza di turno francese dell'Unione Europea ha indirizzato una lettera al Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, sollecitando la programmazione di un ampio dibattito dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite sulle questioni relative al disarmo nucleare;
l'8 dicembre 2008 il Segretario di Stato per gli affari esteri britannico, David Miliband, ha ribadito, dalle colonne del quotidiano The Guardian, la scelta strategica del disarmo come elemento fondamentale per combattere la proliferazione nucleare;
il 9 dicembre 2008 l'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza europea Javier Solana ha esplicitamente appoggiato le posizioni espresse dai Governi francese e britannico, nel corso di un suo intervento pronunciato nell'ambito della conferenza su «Pace e disarmo: un mondo senza armi nucleari»;
l'elezione di Barack Obama a nuovo Presidente degli Stati Uniti d'America è stata accompagnata da una serie di impegnative dichiarazioni ufficiali della nuova amministrazione statunitense, che indicano nel disarmo nucleare uno degli obiettivi prioritari dei prossimi anni, da perseguire attraverso una revisione generale della dottrina strategica nazionale e aprendo una nuova stagione di dialogo internazionale, a partire da una più forte collaborazione con la Federazione russa, che favorisca il superamento dello stato di pronto uso dei missili balistici statunitensi e russi e la drastica riduzione dei depositi di armi e materiale nucleare;
il trattato per la riduzione delle armi strategiche (Start I) tra Usa e Federazione russa scadrà, infatti, nel dicembre 2009 e - come recentemente annunciato dai Presidenti Obama e Medvedev - prenderanno presto avvio negoziati tra i due Paesi per giungere, sul tema della riduzione degli arsenali nucleari, alla conclusione di un nuovo trattato vincolante;
il 5 aprile 2009, il Presidente degli Stati Uniti d'America, parlando a Praga, in piazza Hradcani, davanti a trentamila persone, ha indicato alla comunità internazionale l'obiettivo di «un mondo senza armi nucleari», descrivendo un percorso concreto da seguire, dalla riduzione degli arsenali nucleari alla messa al bando globale dei test nucleari, dalla moratoria della produzione dei materiali fissili utilizzati per la costruzione di armi nucleari al rafforzamento dell'autorità preposta alle ispezioni internazionali, fino al ripensamento della cooperazione nucleare a scopi civili;
in preparazione del vertice annuale del G8 del mese di luglio 2009 a L'Aquila, l'Italia potrà concorrere in misura significativa, in qualità di Paese che detiene la presidenza di turno, alla definizione dell'agenda e delle priorità del summit, con l'opportunità di dare centralità al tema della non proliferazione e del disarmo nucleare e di collocarlo nell'ambito di una più generale discussione sulla governance mondiale e sulle politiche per la sicurezza e la pace internazionale,

impegna il Governo:

a favorire, in occasione della presidenza di turno del G8, l'inserimento di impegni rilevanti e concreti nella dichiarazione finale del summit, in relazione all'obiettivo dell'eliminazione totale degli arsenali nucleari e all'effettivo perseguimento dei già citati «13 practical steps to nuclear disarmament», adottati dalla conferenza del riesame del Trattato di non proliferazione del 2000, con particolare riferimento alla messa al bando totale dei test nucleari, alla negoziazione di un trattato internazionale per la messa al bando della produzione di materiale fissile per gli armamenti nucleari, alla riaffermazione del principio di «irreversibilità» delle riduzioni degli arsenali militari, all'innalzamento dell'efficacia delle verifiche e del regime internazionale di ispezione;
a incoraggiare in tutte le sedi internazionali, a partire dal vertice G8 de L'Aquila, ogni sforzo teso a perseguire la riduzione sostanziale e unilaterale degli arsenali militari, a deplorare ogni azione intrapresa dagli Stati in possesso di armamenti nucleari per ampliare o rinnovare la propria dotazione di armamento nucleare, così come a sostenere ogni sforzo teso alla conclusione positiva dei colloqui già avviati per giungere entro il 2009 - in vista della scadenza del trattato Start I - alla firma di un nuovo trattato sulla riduzione delle armi strategiche;
ad assumere in ogni sede multilaterale, in vista della conferenza del riesame del Trattato di non proliferazione del 2010, la proposta di modello di convenzione sulle armi nucleari, già fatta propria dal Segretario generale dell'Onu, e «che potrebbe fornire il quadro delle misure da adottare nell'ambito di un processo di disarmo giuridicamente vincolante», come invita a fare la risoluzione del 9 marzo 2005 del Parlamento europeo;
a stimolare in sede Nato una riflessione sulla necessità di ripensare il ruolo e il valore fin qui assegnato alle armi nucleari e a promuovere, più in generale, un dialogo costruttivo con tutti i Paesi in possesso di armi nucleari per favorire, in coerenza con l'articolo VII del Trattato di non proliferazione, la possibilità di costituire aree regionali libere da armi nucleari, e indicando come, in tal senso, possa operare la stessa Europa occidentale, in una più generale prospettiva di perseguimento dell'«opzione zero», già indicata dall'articolo VI del Trattato di non proliferazione.
(1-00174)
(Nuova formulazione) «Mogherini Rebesani, Fassino, Sereni, Concia, Farinone, Fontanelli, Ginefra, Graziano, La Forgia, Laganà Fortugno, Marchi, Mariani, Mattesini, Motta, Pistelli, Pizzetti, Realacci, Rosato, Rossomando, Samperi, Sarubbi, Sbrollini, Siragusa, Villecco Calipari, Marco Carra».

La Camera,
premesso che:
la diffusione di armi nucleari - nonostante siano trascorsi quasi 40 anni dall'entrata in vigore del Trattato di non proliferazione nucleare e, nel frattempo, si sia registrata l'adesione di gran parte degli Stati del mondo dotati di armi nucleari e non - rappresenta ancora oggi una delle più grandi minacce alla pace e alla sicurezza internazionale;
l'attuale quadro internazionale richiede un attento monitoraggio ed una forte iniziativa che tenga conto delle differenti dimensioni del problema: la condotta di Paesi «proliferanti» aderenti o non al Trattato di non proliferazione nucleare; le forme di controllo e di garanzie internazionali sugli arsenali nucleari esistenti; l'inadeguata rispondenza all'impegno enunciato nel Trattato di non proliferazione della cessazione della corsa agli armamenti nucleari e del disarmo nucleare da parte dei Paesi sottoscrittori dello stesso trattato;
la prossima conferenza del riesame del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari nel 2010, infatti, dovrà assicurare un serio confronto sulla mancanza di progressi significativi - riassunti nelle «13 azioni pratiche da adottare per arrivare all'eliminazione completa degli armamenti nucleari», già adottati nella conferenza del 2000 - e sulla possibilità di assumere impegni condivisi e concreti, tanto più alla luce di minacce crescenti di proliferazione delle armi nucleari e di loro disponibilità da parte di organizzazioni criminali e reti terroristiche;
proprio in relazione ad un rinnovato impegno della comunità internazionale nella direzione del disarmo e della non proliferazione nucleare, significative sono state le testimonianze pubbliche di ispirazione bipartisan, promosse negli Stati Uniti da Henry Kissinger, George P. Shultz, William J. Perry e Sam Nunn, nel Regno Unito da Hurd, Rifkind, Owen e Robertson tra gennaio 2007 e gennaio 2008 e in Germania da Helmut Schmidt, Richard von Weizsäcker, Egon Bahr e HansDietrich Genscher nel gennaio 2009;
la campagna internazionale «zero globale», promossa di recente da Michail Gorbaciov e da autorevoli esponenti della società civile internazionale, ha raccolto numerose adesioni in pochi mesi, indicando come l'obiettivo del totale disarmo nucleare debba essere considerato parte integrante e scelta di fondo di una nuova strategia di sicurezza globale;
su questo argomento anche in Italia è stato pubblicato il 24 luglio 2008 un appello pubblico su Il Corriere della Sera, firmato da alcuni autorevoli esponenti politici di entrambi gli schieramenti, tra cui gli ultimi Ministri degli affari esteri, della difesa e degli affari europei, in favore di una totale eliminazione delle armi nucleari, nel solco di una consolidata tradizione politica nazionale che portò l'Italia a ratificare il Trattato di non proliferazione nucleare già nel 1975;
molte sono le iniziative in corso in tutto il mondo a sostegno degli obiettivi di non proliferazione nucleare e disarmo, guidate dalla campagna «Mayors for peace», promossa dai sindaci di Hiroshima e Nagasaki insieme ai numerosi altri enti locali - sostenitori della proposta del «Protocollo Hiroshima-Nagasaki» e della Convenzione sulle armi nucleari, che raccolga sotto un unico «protocollo quadro» tutte le convenzioni/trattati, perché siano tutte in armonia e concorrano al fine comune del disarmo totale - e dalla coalizione «Abolition now!», animata da più di 2000 associazioni e organizzazioni non governative;
il Parlamento europeo ha approvato il 5 giugno 2008 una risoluzione sull'attuazione della strategia europea in materia di sicurezza, di cui, al paragrafo 26, dichiara che è del parere che la ricorrenza, il 1o luglio 2008, del 40o anniversario del Trattato di non proliferazione debba essere vista come un'opportunità per l'Unione europea di promuovere la necessità di un disarmo nucleare nella sua strategia contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa, in vista della commissione preparatoria della prossima conferenza di riesame del Trattato di non proliferazione, e «ribadisce al riguardo» la necessità che le potenze nucleari «riconosciute» presentino iniziative di disarmo volte a rendere l'Europa un'area denuclearizzata e a concludere una convenzione universale sulla messa al bando delle armi nucleari;
il Consiglio europeo del 13 dicembre 2008 ha approvato un documento di revisione della strategia di sicurezza europea (Report on the implementation of the European security strategy - Providing security in a changing world), che pone nuovamente la proliferazione di armi di distruzione di massa in testa alle 5 minacce alla sicurezza internazionale, ma, soprattutto, che offre, nell'ambito di una strategia di prevenzione, indicazioni specifiche su come conseguire avanzamenti concreti attraverso le Nazioni Unite e nuovi accordi internazionali, a partire da negoziati per la conclusione di un trattato multilaterale di messa al bando della produzione di materiale fissile per le armi nucleari;
è stata presentata la proposta di convenzione sulle armi nucleari, come documento di lavoro dalla Costa Rica e dalla Malaysia alla prima sessione del comitato preparatorio per la conferenza di riesame del Trattato di non proliferazione del 2010 e all'Assemblea generale delle Nazioni Unite;
il Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha presentato il 24 ottobre 2008 a New York, in occasione delle celebrazioni per la Giornata delle Nazioni Unite per il disarmo nucleare, un piano in 5 punti, che include un invito alla piena applicazione del Trattato di non proliferazione mediante accordi e convenzioni specifiche sulle armi nucleari;
il 5 dicembre 2008 la Presidenza di turno francese dell'Unione Europea ha indirizzato una lettera al Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, sollecitando la programmazione di un ampio dibattito dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite sulle questioni relative al disarmo nucleare;
l'8 dicembre 2008 il Segretario di Stato per gli affari esteri britannico, David Miliband, ha ribadito, dalle colonne del quotidiano The Guardian, la scelta strategica del disarmo come elemento fondamentale per combattere la proliferazione nucleare;
il 9 dicembre 2008 l'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza europea Javier Solana ha esplicitamente appoggiato le posizioni espresse dai Governi francese e britannico, nel corso di un suo intervento pronunciato nell'ambito della conferenza su «Pace e disarmo: un mondo senza armi nucleari»;
l'elezione di Barack Obama a nuovo Presidente degli Stati Uniti d'America è stata accompagnata da una serie di impegnative dichiarazioni ufficiali della nuova amministrazione statunitense, che indicano nel disarmo nucleare uno degli obiettivi prioritari dei prossimi anni, da perseguire attraverso una revisione generale della dottrina strategica nazionale e aprendo una nuova stagione di dialogo internazionale, a partire da una più forte collaborazione con la Federazione russa, che favorisca il superamento dello stato di pronto uso dei missili balistici statunitensi e russi e la drastica riduzione dei depositi di armi e materiale nucleare;
il trattato per la riduzione delle armi strategiche (Start I) tra Usa e Federazione russa scadrà, infatti, nel dicembre 2009 e - come recentemente annunciato dai Presidenti Obama e Medvedev - prenderanno presto avvio negoziati tra i due Paesi per giungere, sul tema della riduzione degli arsenali nucleari, alla conclusione di un nuovo trattato vincolante;
il 5 aprile 2009, il Presidente degli Stati Uniti d'America, parlando a Praga, in piazza Hradcani, davanti a trentamila persone, ha indicato alla comunità internazionale l'obiettivo di «un mondo senza armi nucleari», descrivendo un percorso concreto da seguire, dalla riduzione degli arsenali nucleari alla messa al bando globale dei test nucleari, dalla moratoria della produzione dei materiali fissili utilizzati per la costruzione di armi nucleari al rafforzamento dell'autorità preposta alle ispezioni internazionali, fino al ripensamento della cooperazione nucleare a scopi civili;
in preparazione del vertice annuale del G8 del mese di luglio 2009 a L'Aquila, l'Italia potrà concorrere in misura significativa, in qualità di Paese che detiene la presidenza di turno, alla definizione dell'agenda e delle priorità del summit, con l'opportunità di dare centralità al tema della non proliferazione e del disarmo nucleare e di collocarlo nell'ambito di una più generale discussione sulla governance mondiale e sulle politiche per la sicurezza e la pace internazionale,

impegna il Governo:

a favorire, in occasione della presidenza di turno del G8, l'inserimento di impegni rilevanti e concreti nella dichiarazione finale del summit, in relazione all'obiettivo dell'eliminazione totale degli arsenali nucleari e all'effettivo perseguimento dei già citati «13 practical steps to nuclear disarmament», adottati dalla conferenza del riesame del Trattato di non proliferazione del 2000, con particolare riferimento alla messa al bando totale dei test nucleari, alla negoziazione di un trattato internazionale per la messa al bando della produzione di materiale fissile per gli armamenti nucleari, alla riaffermazione del principio di «irreversibilità» delle riduzioni degli arsenali militari, all'innalzamento dell'efficacia delle verifiche e del regime internazionale di ispezione;
a incoraggiare in tutte le sedi internazionali, a partire dal vertice G8 del 2009, ogni sforzo teso a perseguire la riduzione sostanziale trasparente, verificabile ed irreversibile, sia in ambito multilaterale sia nel quadro di accordi bilaterali, degli arsenali nucleari, in particolare, a sostenere ogni sforzo teso alla conclusione positiva dei colloqui già avviati tra USA e Russia per giungere entro il 2009 - in vista della scadenza del trattato Start I - alla firma di un nuovo trattato sulla riduzione delle armi strategiche;
ad assumere in occasione della riunione finale del comitato preparatorio alla Conferenza del riesame del Trattato di non proliferazione che si terrà a New York nel maggio 2010 un atteggiamento attivo nel sostegno, alle iniziative di disarmo nucleare avanzate dall'Unione Europea ed in particolare al negoziato su un Trattato che metta al bando la produzione di materiale fissile per fini esplosivi (FMCT) che contenga meccanismi di verifica, nonché all'entrata in vigore del Trattato sul bando totale degli esperimenti nucleari (CTBT);
a stimolare in sede Nato una riflessione sulla necessità di ripensare il ruolo e il valore fin qui assegnato alle armi nucleari e a promuovere, più in generale, un dialogo costruttivo con tutti i Paesi in possesso di armi nucleari per favorire, in coerenza con l'articolo VII del Trattato di non proliferazione, la possibilità di costituire aree regionali libere da armi nucleari, e indicando come, in tal senso, possa operare la stessa Europa occidentale, in una più generale prospettiva di perseguimento dell'«opzione zero», già indicata dall'articolo VI del Trattato di non proliferazione.
(1-00174)
(Ulteriore nuova formulazione) «Mogherini Rebesani, Fassino, Sereni, Concia, Farinone, Fontanelli, Ginefra, Graziano, La Forgia, Laganà Fortugno, Marchi, Mariani, Mattesini, Motta, Pistelli, Pizzetti, Realacci, Rosato, Rossomando, Samperi, Sarubbi, Sbrollini, Siragusa, Villecco Calipari, Marco Carra».

La Camera,
premesso che:
il 5 aprile 2009 il Presidente degli Stati Uniti d'America Barack Obama ha tenuto a Praga un discorso che potrebbe rivelarsi di notevole importanza per la necessaria definizione dei futuri rapporti internazionali. Ha dichiarato, infatti, che gli Stati Uniti «adotteranno iniziative concrete» per giungere ad un mondo senza armi nucleari, precisando di «non essere un ingenuo» e di sapere che si tratta di un traguardo difficile. «Ma affermare che le armi nucleari sono inevitabili è come dire che l'uso delle armi nucleari è inevitabile. L'umanità deve tornare ad essere padrona del suo destino». Gli Usa manterranno un arsenale nucleare «sicuro ed efficace», ma ha aggiunto che nel frattempo comincerà a ridurlo. La guerra fredda, ha sottolineato, ha lasciato «una pericolosa eredità di migliaia di armi nucleari»;
secondo Obama, gli Stati Uniti hanno la «responsabilità morale» di dover agire per giungere all'eliminazione delle armi nucleari. Per questo si impegnerà affinché il Senato americano ratifichi il trattato che mette al bando qualsiasi tipo di test nucleare. Inoltre, il Presidente Obama ha annunciato che entro il 2010 gli Stati Uniti organizzeranno un vertice globale proprio sulla sicurezza nucleare;
rispetto alla situazione antecedente al 1989, il cosiddetto mondo dei blocchi, l'attuale realtà, anche rispetto alla proliferazione delle armi nucleari, appare purtroppo molto più complessa da governare. La necessità di un progredire verso un governo multilaterale del mondo contemporaneo complica, infatti, la gestione del processo inevitabile di disarmo nucleare. Negli ultimi anni nuovi Stati hanno intrapreso la corsa agli armamenti nucleari, circostanza che sarebbe stata del tutto impraticabile nel «mondo dei blocchi»: Corea del Nord ed Iran rappresentano due realtà molto differenti tra loro, ma accomunate dalla medesima insofferenza ai richiami internazionali ed all'azione di moral dissuasion, anche particolarmente serrata, che è stata condotta nei loro confronti dalla comunità internazionale. Appare inevitabile focalizzare quali potranno essere nei prossimi anni gli strumenti di intervento nei loro confronti per procedere al disarmo nucleare;
il Pakistan è uno dei Paesi più poveri del mondo, eppure, in virtù di logiche ereditate dal passato, mantiene il proprio armamento atomico. In questi ultimi anni proprio il Pakistan è stato coinvolto nella grande battaglia contro Al Qaeda. A differenza di molti degli Stati occidentali, che hanno partecipato a quella battaglia, seguendo la strategia d'offensiva dell'amministrazione Bush, il Pakistan è un Paese mussulmano e confina direttamente proprio con l'Afghanistan. In questi ultimi mesi, lasciato colpevolmente solo dagli alleati occidentali, è stato sempre più sottoposto all'aumento dell'influenza dell'estremismo terrorista: la rete di Al Qaeda ha delle basi fisse nel suo territorio ed i partiti fondamentalisti stanno aumentando di molto il loro seguito. Il rischio potrebbe essere quello di consegnare all'estremismo mussulmano l'intero Paese, finora considerato tra i principali alleati occidentali, con tutti i suoi armamenti atomici. Anche questa eventualità è una delle ragioni per le quali appare del tutto fallimentare l'azione portata avanti dall'amministrazione Bush;
il Pakistan confina, oltre che con l'Afghanistan, anche con l'India, che, però, non aderisce al Trattato di non proliferazione e che dovrebbe detenere da 60 a 90 testate. Dunque, sarà necessario individuare gli strumenti di dissuasione alla proliferazione atomica anche nei confronti del gigante asiatico. Al momento questa appare un'ipotesi particolarmente complicata, per non dire irrealistica;
lo stesso Pakistan non aderisce al Trattato di non proliferazione e, oltre che con Afghanistan e l'India, confina anche con l'Iran. Siamo, dunque, di fronte ad un'area geopolitica che presenta una complessità enorme: ad una popolazione di oltre un miliardo di persone corrisponde un livello di povertà diffuso ed in alcuni casi drammatico. In questo contesto l'Iran sta procedendo a dotarsi di energia nucleare, mentre il Pakistan e l'India sono già dotati di armamenti nucleari. Subito ad est di quest'area, la Corea del Nord. Qualsiasi programma di disarmo nucleare dovrà inevitabilmente e realisticamente confrontarsi con questa realtà;
nel 2003 la Libia ha rinunciato sia agli armamenti atomici che alle armi chimiche. Nel suo intervento presso il Senato della Repubblica, il Colonnello Gheddafi ha rivendicato la decisione, ponendo, però, un interrogativo che resta valido e su cui appare inevitabile riflettere: «perché la Corea del Nord cerca oggi la bomba atomica? E perché fa lo stesso l'Iran?». Secondo il leader libico, questo dipenderebbe dal fatto che non sono stati adeguatamente ricompensati. La rinuncia della Libia agli armamenti atomici rappresenta un grande patrimonio per il progresso di una prospettiva di disarmo generalizzato;
sempre nel suo intervento a Praga, il Presidente Obama ha poi puntualizzato due aspetti fondamentali. Riferendosi alla Corea del Nord, ha dichiarato che: «Ha violato le norme esistenti col suo lancio missilistico» e «deve adesso essere costretta a mutare direzione»;
appare inevitabile chiedersi come si potrà tradurre realisticamente questa volontà di costringere il Paese asiatico a mutare direzione. Una domanda collegata alla considerazione per la quale appare irrealistico procedere ad un piano di disarmo nucleare solo per i Paesi firmatari del Trattato di non proliferazione. In questo senso Obama ha affrontato anche la questione nucleare iraniana, affermando che l'eliminazione della minaccia nucleare di Teheran eliminerà a sua volta la spinta principale per creare uno scudo antimissile. Ma se la minaccia nucleare iraniana persisterà, secondo Obama, gli Stati Uniti possono solo andare avanti con il loro programma di difesa antimissile. Il Presidente Usa ha detto che per Teheran è giunto adesso il momento di fare una «chiara scelta» su quale strada vuole seguire con il suo programma nucleare;
il disarmo nucleare è, dunque, una condizione necessaria verso la quale indirizzarsi con convinzione, evitando appelli generici del tutto inefficaci e focalizzando, invece, le risorse e gli strumenti da utilizzare per coinvolgere Paesi attualmente impegnati a dotarsi di energia atomica o, comunque, refrattari ad una gestione finalizzata al disarmo,

impegna il Governo:

in occasione del prossimo G8, a dedicare una specifica sessione alla questione del disarmo nucleare, focalizzando gli interventi concreti da attuare per dissuadere i Paesi che attualmente paiono impegnati a dotarsi di armamenti nucleari, così come quelli che ne sono già in possesso e non hanno aderito al Trattato di non proliferazione;
a sostenere in questa ottica l'azione di quei Paesi moderati del mondo islamico che hanno rinunciato espressamente a programmi di militarizzazione nucleare e rappresentano, anche per questo, il principale alleato occidentale nell'azione di dissuasione atomica;
a prevedere un piano di aiuti economici al Pakistan, finalizzati al consolidamento di un regime democratico e laico;
a sviluppare gli interventi di cooperazione internazionale, in particolare nei confronti dei Paesi arabi moderati, vincolando tali piani di intervento alla condivisione e diffusione in questi Paesi dei principi fondamentali in tema di rispetto dei diritti umani;
a sviluppare una politica europea di collaborazione ed amicizia nei confronti della Russia, rilanciando gli accordi di Pratica di Mare relativi ai rapporti tra Nato e Russia, affinché sia superata la logica dell'alleanza militare a favore di una concezione di alleanza strategica, nel cui ambito la Russia non sia più considerata ancora come elemento esterno, ma sia, invece, coinvolta in un programma di governo comune con la Nato, come parte integrante dell'Europa;
a sviluppare nei confronti della Libia e della Turchia un'azione di costante coinvolgimento nelle scelte strategiche dell'Europa, in modo da estendere a questi Paesi quei valori fondanti che reggono le democrazie occidentali, a partire dal rispetto dei diritti umani, evitando, al contempo, che proprio questi due Paesi possano correre il rischio di ricadere nell'area di influenza dell'estremismo religioso di matrice islamica.
(1-00190)
«Evangelisti, Donadi, Borghesi, Barbato, Cambursano, Cimadoro, Favia, Aniello Formisano, Giulietti, Messina, Misiti, Mura, Monai, Leoluca Orlando, Paladini, Palagiano, Palomba, Pisicchio, Porcino, Piffari, Razzi, Rota, Scilipoti, Zazzera, Di Giuseppe, Di Stanislao».

La Camera,
premesso che:
il 5 aprile 2009 il Presidente degli Stati Uniti d'America Barack Obama ha tenuto a Praga un discorso che potrebbe rivelarsi di notevole importanza per la necessaria definizione dei futuri rapporti internazionali. Ha dichiarato, infatti, che gli Stati Uniti «adotteranno iniziative concrete» per giungere ad un mondo senza armi nucleari, precisando di «non essere un ingenuo» e di sapere che si tratta di un traguardo difficile. «Ma affermare che le armi nucleari sono inevitabili è come dire che l'uso delle armi nucleari è inevitabile. L'umanità deve tornare ad essere padrona del suo destino». Gli Usa manterranno un arsenale nucleare «sicuro ed efficace», ma ha aggiunto che nel frattempo comincerà a ridurlo. La guerra fredda, ha sottolineato, ha lasciato «una pericolosa eredità di migliaia di armi nucleari»;
secondo Obama, gli Stati Uniti hanno la «responsabilità morale» di dover agire per giungere all'eliminazione delle armi nucleari. Per questo si impegnerà affinché il Senato americano ratifichi il trattato che mette al bando qualsiasi tipo di test nucleare. Inoltre, il Presidente Obama ha annunciato che entro il 2010 gli Stati Uniti organizzeranno un vertice globale proprio sulla sicurezza nucleare;
rispetto alla situazione antecedente al 1989, il cosiddetto mondo dei blocchi, l'attuale realtà, anche rispetto alla proliferazione delle armi nucleari, appare purtroppo molto più complessa da governare. La necessità di un progredire verso un governo multilaterale del mondo contemporaneo complica, infatti, la gestione del processo inevitabile di disarmo nucleare. Negli ultimi anni nuovi Stati hanno intrapreso la corsa agli armamenti nucleari, circostanza che sarebbe stata del tutto impraticabile nel «mondo dei blocchi»: Corea del Nord ed Iran rappresentano due realtà molto differenti tra loro, ma accomunate dalla medesima insofferenza ai richiami internazionali ed all'azione di moral dissuasion, anche particolarmente serrata, che è stata condotta nei loro confronti dalla comunità internazionale. Appare inevitabile focalizzare quali potranno essere nei prossimi anni gli strumenti di intervento nei loro confronti per procedere al disarmo nucleare;
il Pakistan è uno dei Paesi più poveri del mondo, eppure, in virtù di logiche ereditate dal passato, mantiene il proprio armamento atomico. In questi ultimi anni proprio il Pakistan è stato coinvolto nella grande battaglia contro Al Qaeda. A differenza di molti degli Stati occidentali, che hanno partecipato a quella battaglia, seguendo la strategia d'offensiva dell'amministrazione Bush, il Pakistan è un Paese mussulmano e confina direttamente proprio con l'Afghanistan. In questi ultimi mesi, lasciato colpevolmente solo dagli alleati occidentali, è stato sempre più sottoposto all'aumento dell'influenza dell'estremismo terrorista: la rete di Al Qaeda ha delle basi fisse nel suo territorio ed i partiti fondamentalisti stanno aumentando di molto il loro seguito. Il rischio potrebbe essere quello di consegnare all'estremismo mussulmano l'intero Paese, finora considerato tra i principali alleati occidentali, con tutti i suoi armamenti atomici. Anche questa eventualità è una delle ragioni per le quali appare del tutto fallimentare l'azione portata avanti dall'amministrazione Bush;
il Pakistan confina, oltre che con l'Afghanistan, anche con l'India, che, però, non aderisce al Trattato di non proliferazione e che dovrebbe detenere da 60 a 90 testate. Dunque, sarà necessario individuare gli strumenti di dissuasione alla proliferazione atomica anche nei confronti del gigante asiatico. Al momento questa appare un'ipotesi particolarmente complicata, per non dire irrealistica;
lo stesso Pakistan non aderisce al Trattato di non proliferazione e, oltre che con Afghanistan e l'India, confina anche con l'Iran. Siamo, dunque, di fronte ad un'area geopolitica che presenta una complessità enorme: ad una popolazione di oltre un miliardo di persone corrisponde un livello di povertà diffuso ed in alcuni casi drammatico. In questo contesto l'Iran sta procedendo a dotarsi di energia nucleare, mentre il Pakistan e l'India sono già dotati di armamenti nucleari. Subito ad est di quest'area, la Corea del Nord. Qualsiasi programma di disarmo nucleare dovrà inevitabilmente e realisticamente confrontarsi con questa realtà;
nel 2003 la Libia ha rinunciato sia agli armamenti atomici che alle armi chimiche. Nel suo intervento presso il Senato della Repubblica, il Colonnello Gheddafi ha rivendicato la decisione, ponendo, però, un interrogativo che resta valido e su cui appare inevitabile riflettere: «perché la Corea del Nord cerca oggi la bomba atomica? E perché fa lo stesso l'Iran?». Secondo il leader libico, questo dipenderebbe dal fatto che non sono stati adeguatamente ricompensati. La rinuncia della Libia agli armamenti atomici rappresenta un grande patrimonio per il progresso di una prospettiva di disarmo generalizzato;
sempre nel suo intervento a Praga, il Presidente Obama ha poi puntualizzato due aspetti fondamentali. Riferendosi alla Corea del Nord, ha dichiarato che: «Ha violato le norme esistenti col suo lancio missilistico» e «deve adesso essere costretta a mutare direzione»;
appare inevitabile chiedersi come si potrà tradurre realisticamente questa volontà di costringere il Paese asiatico a mutare direzione. Una domanda collegata alla considerazione per la quale appare irrealistico procedere ad un piano di disarmo nucleare solo per i Paesi firmatari del Trattato di non proliferazione. In questo senso Obama ha affrontato anche la questione nucleare iraniana, affermando che l'eliminazione della minaccia nucleare di Teheran eliminerà a sua volta la spinta principale per creare uno scudo antimissile. Ma se la minaccia nucleare iraniana persisterà, secondo Obama, gli Stati Uniti possono solo andare avanti con il loro programma di difesa antimissile. Il Presidente Usa ha detto che per Teheran è giunto adesso il momento di fare una «chiara scelta» su quale strada vuole seguire con il suo programma nucleare;
il disarmo nucleare è, dunque, una condizione necessaria verso la quale indirizzarsi con convinzione, evitando appelli generici del tutto inefficaci e focalizzando, invece, le risorse e gli strumenti da utilizzare per coinvolgere Paesi attualmente impegnati a dotarsi di energia atomica o, comunque, refrattari ad una gestione finalizzata al disarmo,

impegna il Governo:

in occasione del prossimo G8, a dedicare una specifica sessione alla questione del disarmo nucleare, focalizzando gli interventi concreti da attuare per dissuadere i Paesi che attualmente paiono impegnati a dotarsi di armamenti nucleari, così come quelli che non hanno aderito al Trattato di non proliferazione;
a sostenere in questa ottica l'azione di quei Paesi moderati del mondo islamico che hanno aderito al TNP e rappresentano, anche per questo, il principale alleato occidentale nell'azione volta a universalizzare detto Trattato e a farne rispettare gli obblighi di non proliferazione;
a prevedere un piano di aiuti economici al Pakistan, finalizzati al consolidamento di un regime democratico e laico;
a sviluppare gli interventi di cooperazione internazionale, in particolare nei confronti dei Paesi arabi moderati, collegando tali piani di intervento alla condivisione e diffusione in questi Paesi dei principi fondamentali in tema di rispetto dei diritti umani;
a sviluppare una politica europea di collaborazione ed amicizia nei confronti della Russia, rilanciando gli accordi di Pratica di Mare relativi ai rapporti tra Nato e Russia, affinché sia superata la logica dell'alleanza militare a favore di una concezione di alleanza strategica, nel cui ambito la Russia non sia più considerata ancora come elemento esterno, ma sia, invece, coinvolta in un programma di partnership con la Nato, come parte integrante dell'Europa.
(1-00190)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Evangelisti, Donadi, Borghesi, Barbato, Cambursano, Cimadoro, Favia, Aniello Formisano, Giulietti, Messina, Misiti, Mura, Monai, Leoluca Orlando, Paladini, Palagiano, Palomba, Pisicchio, Porcino, Piffari, Razzi, Rota, Scilipoti, Zazzera, Di Giuseppe, Di Stanislao».

La Camera,
premesso che:
il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (Treaty on the non-proliferation of nuclear weapons) rappresenta il solo strumento convenzionale a livello multilaterale vincolante nei confronti degli Stati che possiedono armi nucleari;
il citato Trattato, aperto alla firma il 1o luglio 1968 ed entrato in vigore il 5 marzo 1970, pur essendo stato sottoscritto da 191 Paesi, tra cui le maggiori potenze nucleari mondiali, non ha consentito di eliminare dal mondo la minaccia nucleare, al punto che la diffusione delle armi atomiche rappresenta ancora oggi uno dei maggiori pericoli per la pace e la sicurezza internazionali;
dopo la fine della guerra fredda, infatti, se da un lato si è assistito ad una riduzione degli ordigni nucleari esistenti, dall'altro si è verificato un sensibile incremento dei Paesi in grado di produrre tali armi, con evidenti rischi per la sicurezza mondiale;
in conseguenza di ciò, a livello internazionale, si sono moltiplicate le iniziative volte ad individuare strumenti idonei per impedire la proliferazione delle armi nucleari e scongiurare i rischi che ne derivano, anche al fine di affrontare il problema relativo alle scorte di materiale nucleare e radioattivo, suscettibili di trafugamento a fini illeciti e terroristici;
l'articolo VIII del predetto Trattato prevede la convocazione ogni cinque anni di una conferenza di riesame, che accerti l'attuazione del Trattato stesso, e la prossima conferenza si terrà a New York, nella sede delle Nazioni Unite, nella primavera del 2010;
tale conferenza potrebbe rappresentare l'occasione opportuna per affrontare con rinnovato slancio il tema della non proliferazione nucleare, come si evince anche dalla relazione sull'attuazione della strategia europea in materia di sicurezza, approvata dal Consiglio europeo il 13 dicembre 2008, in cui, tra l'altro, si sottolinea l'esigenza che la citata conferenza abbia successo, al fine di rafforzare il regime di non proliferazione, e si assicura ogni sforzo affinché in seno a tale meeting venga esaminata la possibilità di individuare, in modo equilibrato, efficace e concreto, i mezzi per accelerare gli sforzi internazionali contro la proliferazione, proseguire il disarmo ed assicurare lo sviluppo responsabile degli usi pacifici dell'energia nucleare da parte dei Paesi che lo desiderino;
in questa prospettiva, il vertice annuale del G8, che si terrà nel mese di luglio 2009 a L'Aquila, potrebbe rappresentare per l'Italia, che ne assumerà la presidenza, un'occasione irripetibile per portare al centro dell'agenda politica internazionale il tema della non proliferazione e del disarmo nucleare, quale elemento essenziale per la sicurezza internazionale;
la posizione del Governo italiano, ed in primis del Presidente del Consiglio dei ministri Berlusconi, collima perfettamente con il pronunciamento del Presidente degli Stati Uniti Obama, il quale, all'atto del suo insediamento, ha dichiarato che tutti i Paesi del mondo hanno diritto all'accesso al nucleare civile, a condizione che abbiano sottoscritto il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari,

impegna il Governo:

a continuare a promuovere, nel contesto della presidenza di turno del G8, l'adozione, d'intesa con i partner, di impegni nel senso dell'eliminazione totale degli arsenali nucleari e dell'effettivo perseguimento dei «tredici passi pratici» adottati dalla conferenza del riesame del Trattato di non proliferazione del 2000, con particolare riferimento alla messa al bando totale dei test nucleari, alla negoziazione di un trattato internazionale per la messa al bando della produzione di materiale fissile per gli armamenti nucleari, alla riaffermazione del principio di «irreversibilità» delle riduzioni degli arsenali militari, all'innalzamento dell'efficacia delle verifiche e del regime internazionale di ispezione;
a incoraggiare in tutte le sedi internazionali, a partire dal vertice G8 del 2009, ogni sforzo teso a perseguire la riduzione sostanziale, trasparente, verificabile ed irreversibile, sia in ambito multilaterale, sia nel quadro di accordi bilaterali, degli arsenali nucleari, sostenendo ogni sforzo teso alla conclusione positiva dei colloqui già avviati tra Usa e Russia per giungere entro il 2009 - in vista della scadenza del trattato Start I - alla firma di un nuovo trattato sulla riduzione delle armi strategiche;
a sostenere attivamente, in occasione della conferenza del riesame del Trattato di non proliferazione che si terrà a New York nel maggio 2010, le iniziative di disarmo nucleare avanzate dall'Unione europea e, in particolare, il negoziato su un trattato che metta al bando la produzione di materiale fissile per fini esplosivi (FMCT), che contenga meccanismi di verifica, nonché l'entrata in vigore del Trattato sul bando totale degli esperimenti nucleari (CTBT);
a favorire in tutte le sedi internazionali, ivi compresa l'Alleanza atlantica, un'approfondita riflessione sulla necessità di ripensare il ruolo delle armi nucleari, promuovendo fra tutti gli attori in causa un dialogo costruttivo che miri a favorire, in coerenza con l'articolo VII del Trattato di non proliferazione, la creazione di aree regionali libere da armi nucleari, in linea con la posizione comune dell'Unione europea che ha riconosciuto nel 2005 l'importanza di zone libere da armi nucleari per la pace e la sicurezza, sulla base di intese liberamente raggiunte tra gli Stati delle aree geografiche interessate.
(1-00191)
«Pianetta, Dozzo, Iannaccone, Boniver, Cicu, Renato Farina, Gidoni, Moles, Baldelli».

MOZIONI VILLECCO CALIPARI ED ALTRI N. 1-00182, SALTAMARTINI ED ALTRI N. 1-00193, DI GIUSEPPE ED ALTRI N. 1-00194 E CAPITANIO SANTOLINI ED ALTRI N. 1-00195 CONCERNENTI INIZIATIVE PER L'AFFERMAZIONE DEI DIRITTI DELLE DONNE E PER LA PARITÀ DI GENERE IN VISTA DEL PROSSIMO VERTICE DEL G8

Mozioni

La Camera,
premesso che:
nel luglio del 2009 si svolgerà il vertice annuale del G8, ospitato e presieduto dall'Italia, che avrà una responsabilità centrale nella fissazione dell'agenda e delle priorità del summit, concorrendo così in maniera significativa alla ricerca di soluzioni e approcci condivisi ai temi della governance mondiale e delle grandi questioni globali;
il G8 si è caratterizzato fino ad oggi come un forum informale a carattere prevalentemente maschile, considerando che solo tre donne dal 1975 ad oggi hanno preso parte ai suoi lavori e che il tema dei diritti delle donne su scala globale non è mai entrato nell'agenda di questo vertice;
in un momento cruciale quale quello che stiamo vivendo - per le implicazioni che la crisi economica sta manifestando su scala mondiale e per la necessità di ripensare gli strumenti e le istituzioni della governance globale - appare essenziale che il prossimo vertice del G8, nell'affrontare l'analisi dei problemi più urgenti e nel prospettare le possibili soluzioni, prenda in considerazione le differenze di genere e i diritti delle donne, sia quali attrici determinanti il cambiamento, sia quali destinatarie specifiche delle politiche perseguite;
nonostante da decenni si parli in numerosi atti internazionali di parità di genere ed empowerment delle donne, infatti, solo parziali progressi sono stati compiuti sul terreno dell'eliminazione delle discriminazioni subite dalle donne nella vita pubblica e privata, nonché nell'ottica di un compiuto riconoscimento del contributo da loro fornito al welfare e all'economia mondiale, attraverso un lavoro quotidiano non retribuito e ignorato dalle statistiche nazionali e internazionali;
tra i parziali progressi compiuti nell'ultimo decennio, va senz'altro ricordato il passo in avanti compiuto dalla comunità internazionale nel riconoscere la prospettiva di genere come parte integrante del settore della pace e della sicurezza, a partire dall'approvazione nel 2000 della risoluzione n. 1325 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che ha stabilito una serie di obiettivi basati su tre principali direttive: la prevenzione dei conflitti, la protezione specifica e la partecipazione delle donne in tutto il ciclo del conflitto;
su questo tema anche l'Unione europea ha manifestato un impegno crescente attraverso iniziative del Consiglio e della Commissione, per garantire la piena applicazione della prospettiva di genere nelle missioni di politica di difesa e sicurezza europea, nonché con l'approvazione da parte del Parlamento europeo di risoluzioni che hanno riconosciuto la specificità della condizione delle donne nei conflitti armati e il ruolo potenziale che esse possono svolgere nella risoluzione pacifica delle controversie, nella fase post-conflitto e, più in generale, nella politica internazionale;
tuttavia, l'attuazione di un approccio integrato che garantisca la piena implementazione e l'armonizzazione delle politiche di genere nelle diverse fasi di intervento, nonché la loro coerente collocazione nel quadro delle strategie generali adottate per la promozione della pace e della sicurezza internazionale, appare ancora insufficiente, anche considerando che dal 2005 ad oggi solo una decina di Paesi hanno adottato un piano nazionale d'azione per garantire la piena implementazione della risoluzione n. 1325;
l'imminente G8 a presidenza italiana rappresenta, dunque, un'occasione fondamentale per rilanciare il tema dei diritti delle donne su scala globale e, in particolare, per avanzare sul terreno della piena applicazione delle politiche di genere quale elemento essenziale nella gestione delle crisi da conflitto,

impegna il Governo:

ad adottare ogni iniziativa utile nell'ambito del G8 volta a rafforzare la capacità della comunità internazionale di agire con coerenza ed efficacia per l'empowerment delle donne e l'uguaglianza di genere, anche attraverso l'istituzione, nell'ambito delle Nazioni Unite, di un'agenzia unica, adeguatamente finanziata e con un forte mandato;
ad adottare quanto prima un piano nazionale d'azione per l'implementazione della risoluzione n. 1325, garantendo il pieno coinvolgimento dei Ministri degli affari esteri, della difesa e per le pari opportunità, nonché di tutte quelle organizzazioni della società civile già impegnate nell'elaborazione, realizzazione e monitoraggio delle politiche in questo settore;
ad introdurre sistematicamente la prospettiva di genere nell'elaborazione e attuazione delle politiche e nelle iniziative assunte dall'Italia nel settore della sicurezza e in quello della difesa, con particolare attenzione al settore della formazione del personale destinato alle missioni di pace, anche prevedendo meccanismi che incentivino la nomina di donne in ruoli operativi a livello nazionale e internazionale;
a sostenere, anche finanziariamente, le organizzazioni della società civile impegnate nei teatri di guerra per l'assistenza, la protezione e la promozione delle donne, con particolare attenzione a quelle organizzazioni impegnate contro la violenza sulle donne nelle aree di conflitto;
a riconoscere che la partecipazione delle donne alla vita politica locale, nazionale e internazionale nei Paesi in via di sviluppo è uno strumento irrinunciabile, anche per il raggiungimento dei cosiddetti «obiettivi del millennio» e per uno sviluppo equo, sostenibile e democratico, e ad intraprendere un'azione coordinata con gli altri Paesi partecipanti al vertice per l'elaborazione e l'introduzione di meccanismi per rimuovere gli ostacoli che limitano di fatto l'effettiva partecipazione delle donne alla vita politica, economica e sociale nel proprio Paese;
ad avviare una riflessione nell'ambito del G8 sulla necessità di stimolare la creazione di indicatori alternativi del welfare, che, permettendo di contabilizzare a livello statistico anche il lavoro non retribuito, possano fornire una stima più attendibile di quelle attività, come il lavoro domestico e di cura, che, pur contribuendo a sostenere significativamente il welfare e parte dell'economia mondiale, non figurano tuttora nel calcolo del prodotto interno lordo.
(1-00182)
«Villecco Calipari, Fassino, Sereni, Amici, Argentin, Bellanova, Brandolini, Ceccuzzi, Cenni, Codurelli, Concia, Corsini, D'Antona, De Biasi, Farinone, Ferranti, Froner, Gatti, Ghizzoni, Gnecchi, Gozi, Lenzi, Lo Moro, Marchi, Mastromauro, Mattesini, Melandri, Mogherini Rebesani, Motta, Murer, Narducci, Pes, Pistelli, Pollastrini, Quartiani, Realacci, Rossa, Rossomando, Rubinato, Samperi, Touadi, Livia Turco, Sbrollini, Siragusa, Vassallo, Velo, Vico, Zampa».

La Camera,
premesso che:
la presidenza italiana del prossimo vertice del G8, che si svolgerà a L'Aquila a partire dall'8 luglio 2009, offre una straordinaria opportunità di portare all'attenzione della comunità internazionale il tema della violenza contro le donne e di combattere ogni discriminazione per il raggiungimento degli obiettivi di libertà, eguaglianza e difesa dei diritti umani e civili delle donne;
come afferma l'Organizzazione mondiale della sanità, «tutte le donne sono a rischio di subire violenza»; questa, a seconda della sua dislocazione geo-politica, può assumere molteplici manifestazioni:
a) la violenza sessuale, che comprende lo stupro, l'abuso sessuale e lo sfruttamento sessuale;
b) la «violenza domestica», nella quale rientrano tutte le forme di maltrattamento fisico e psicologico, gli abusi sessuali e tutta una serie di atti di coercizione della libertà personale. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, la violenza domestica rappresenta il caso più frequente di mancato rispetto dei fondamentali diritti umani, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Per le donne tra i 15 e i 44 anni il rischio di subire violenze domestiche o stupri è maggiore del rischio di cancro, incidenti o malaria;
c) la violenza sulla salute, che vede le donne quali soggetti più esposti al contagio di malattie mortali, quali l'hiv e l'epatite. Così come, in molte parti del mondo, le donne sono a rischio di morte durante il parto a causa della mancanza di un'adeguata assistenza medico-sanitaria. Le donne sono, inoltre, vittime di pratiche, quali le mutilazioni genitali femminili e la sterilizzazione forzata;
d) la violenza contro le bambine, che si manifesta in molteplici modi, tra cui i matrimoni forzati e la prostituzione minorile;
e) la violenza nei conflitti armati. Essa provoca tra le donne un enorme numero di vittime, sempre crescente nei conflitti degli ultimi anni, tanto che il Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia dell'Aja nel 1993, per la prima volta nella storia, ha riconosciuto la violenza sessuale come un crimine contro l'umanità. Nel 1998 lo statuto di Roma, che istituì il Tribunale penale internazionale, stabilì che lo stupro, la schiavitù sessuale, la prostituzione forzata e la sterilizzazione forzata erano assimilabili a crimini contro l'umanità e, pertanto, potevano costituire elemento di genocidio. Infine, con la risoluzione n. 1820 del 19 giugno 2008, le Nazioni Unite hanno definito lo stupro, anche di massa, un'arma di guerra vera e propria, «adoperata come tattica di guerra per umiliare, dominare, impaurire, disperdere e/o rimuovere forzatamente gli appartenenti a comunità e gruppi etnici; osservando che la violenza sessuale perpetrata in questo modo può in alcuni casi perdurare oltre la fine dell'ostilità». La stessa risoluzione riafferma «l'importanza del ruolo delle donne nella prevenzione e nella risoluzione dei conflitti, nonché nei processi di pacificazione» e sottolinea «l'importanza della loro piena partecipazione in tutti gli sforzi per il mantenimento e la promozione della pace e della sicurezza», nonché la necessità di «aumentare la partecipazione femminile nei processi decisionali sulla prevenzione e la risoluzione dei conflitti»;
f) la violenza nel lavoro, che colpisce le donne con numerose discriminazioni nell'accesso al mercato del lavoro e nella disparità di trattamento nelle condizioni di occupazione. Violenza che diviene particolarmente discriminatoria quando si somma ad una maggiore vulnerabilità delle donne immigrate o disabili;
la crisi economica internazionale segna un aumento generale della disoccupazione e, in particolare, della disoccupazione giovanile e femminile. Le donne sono il soggetto maggiormente vulnerabile nel mercato del lavoro globale, cosa che induce a temere non solo una generale diminuzione del loro reddito, ma anche un potenziale aumento della violenza domestica e sociale;
è necessario che gli Stati, sotto la presidenza italiana del G8, si pongano come obiettivo la promozione del rispetto e della dignità umana delle donne e la rimozione di ogni discriminazione di genere, nonché la liberazione della donna da ogni forma di violenza;
il 9 e 10 settembre 2009 è prevista a Roma una conferenza internazionale, nel quadro del G8, contro la violenza sulle donne, alla quale parteciperanno personalità internazionali ed una rappresentanza delle vittime, col fine di individuare un piano di azione per l'affermazione, in ogni parte del mondo, dei diritti civili ed umani delle donne,
impegna il Governo:
a fare in modo che le conclusioni raggiunte nell'ambito del convegno internazionale sulla violenza contro le donne che si terrà a Roma il 9 e 10 settembre 2009, nel quadro degli impegni del G8, divengano parte integrante degli impegni della comunità internazionale.
(1-00193)
«Saltamartini, Lussana, Lorenzin, Iannaccone, Boniver, Aprea, Beccalossi, Bergamini, Bernini Bovicelli, Bertolini, Biancofiore, Biava, Bocciardo, Bongiorno, Calabria, Carlucci, Castellani, Castiello, Cazzola, Ceccacci Rubino, Centemero, Comaroli, Cosenza, Costa, Dal Lago, De Camillis, De Girolamo, De Nichilo Rizzoli, D'Ippolito, Faenzi, Frassinetti, Giammanco, Goisis, Golfo, Lanzarin, Maccanti, Milanato, Mistrello Destro, Laura Molteni, Mondello, Moroni, Munerato, Mussolini, Angela Napoli, Pastore, Pelino, Pianetta, Piso, Polidori, Rivolta, Mariarosaria Rossi, Santelli, Savino, Siliquini, Sisto, Stasi».
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)

La Camera,
premesso che:
uno dei fronti principali su cui si sta sviluppando la genesi di un nuovo mondo globale è certamente quello dell'estensione dei confini dei valori di fondo che hanno caratterizzato l'evoluzione del mondo occidentale, il migliore dei mondi possibili;
tra questi valori di fondo vi è il riconoscimento della parità di diritti e condizioni tra uomini e donne. Le nuove generazioni non debbono pensare che tale principio, oramai accettato e condiviso, faccia parte del patrimonio genetico del nostro mondo. Al contrario, l'affermazione della piena parità tra uomini e donne in Occidente è figlia di un processo estremamente lungo e complesso, di tante battaglie combattute nell'arco di moltissimi anni, dell'ostinazione di pochi contro i pregiudizi dei tanti;
in Italia per moltissimi anni è sopravvissuto il cosiddetto delitto d'onore: codice penale, articolo 587: «Chiunque cagiona la morte del coniuge, della figlia o della sorella, nell'atto in cui ne scopre la illegittima relazione carnale e nello stato d'ira determinato dall'offesa recata all'onor suo o della famiglia, è punito con la reclusione da tre a sette anni. Alla stessa pena soggiace chi, nelle dette circostanze, cagiona la morte della persona che sia in illegittima relazione carnale col coniuge, con la figlia o con la sorella.» Le disposizioni sul delitto d'onore sono state abrogate solo con la legge 5 agosto 1981, n. 442. Dopo il referendum sul divorzio, dopo la riforma del diritto di famiglia e dopo il referendum sull'aborto;
l'affermazione della pari dignità della donna nelle società occidentali è, dunque, una conquista figlia anche del processo di secolarizzazione, da cui queste sono state coinvolte e caratterizzate. È una conquista decisiva, che non può, però, essere considerata come acquisita: va, invece, difesa e rilanciata con determinazione e convinzione, contro ogni tentativo di rimetterla in discussione;
va sottolineato, infatti, che se in Occidente il principio della parità tra uomo e donna appare come acquisito, nella pratica resta spesso lettera morta. Le donne continuano ad essere discriminate quotidianamente, in particolare sui luoghi di lavoro. Il lavoro femminile è, infatti, un'emergenza di civiltà quotidiana. In Europa, ed in Italia in particolare, molte donne sono costrette ad abbandonare la propria professione in caso di maternità: questa è una scelta che mostra impietosamente il grado di inciviltà di ogni singola comunità. In Europa ed in Italia le donne continuano ad essere vittime di violenze quotidiane e, purtroppo, troppo spesso la violenza sulle donne tende ad essere moralmente giustificata;
nel 2005 Rachel Mayanja, Sottosegretario generale e Consigliere speciale dell'Onu per la parità tra i sessi e la promozione della donna, presentando il suo rapporto sul miglioramento delle condizioni di vita delle donne, ha ricordato che gli obiettivi di Pechino sulla parità non sono ancora realtà. La piattaforma di Pechino chiedeva agli Stati membri di proporre candidature femminili negli organismi di direzione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite e delle istituzioni specializzate. All'epoca del rapporto, presso il segretariato delle Nazioni Unite solo il 37,1 per cento del personale era rappresentato da donne, con un aumento soltanto dell'11 per cento rispetto al 1998. Il numero delle addette è aumentato del 7,8 per cento presso la direzione, del 9,4 per cento presso il sottosegretariato generale e del 6,9 per cento presso il segretariato generale aggiunto. Le donne sono il 25,7 per cento degli amministratori delle operazioni di peace-keeping e solo l'11,4 per cento dei direttori di settore. Solo due missioni sono dirette da donne, come rappresentanti speciali del segretariato generale. Solo dieci missioni dispongono di consiglieri e consigliere per la parità. Al 31 dicembre 2003, nelle istituzioni del sistema delle Nazioni Unite, soltanto tre missioni hanno realizzato l'obiettivo della parità tra i sessi;
è necessario, dunque, agire su due fronti: uno interno all'Occidente, nel quale vanno difese le conquiste ottenute, impegnando le risorse necessarie affinché si traducano in comportamenti quotidiani culturalmente e socialmente condivisi; uno esterno all'Occidente, affinché principi di emancipazione femminile e di piena parità tra uomo e donna, anche attraverso un processo di graduale secolarizzazione, si diffondano in società ed in culture rimaste chiuse ed arroccate su posizioni sessiste e razziste, spesso di origine religiosa, che relegano la donna al di fuori del contesto sociale, facendone, di fatto, un essere inferiore, senza dignità e senza diritti. Tali posizioni sono incompatibili con una politica di sviluppo sostenibile dell'umanità e sono assolutamente inaccettabili,

impegna il Governo:

ad intervenire con misure specifiche mirate all'affermazione dell'effettiva parità tra uomo e donna sui luoghi di lavoro, parità che non si risolve affatto nell'equiparazione tra uomini e donne dell'età pensionabile, che anzi in Italia risulterebbe al momento un fattore di ulteriore discriminazione ai danni delle donne;
a sostenere economicamente tutte quelle iniziative di cooperazione internazionale che hanno come obiettivo la difesa e la promozione dei diritti delle donne in Paesi esterni al mondo occidentale, in particolare in quelli attualmente teatro di missioni internazionali;
a sostenere concretamente i Governi laici e moderati dei Paesi arabi, in cui si stanno sviluppando i presupposti per una progressiva secolarizzazione della società e delle sue istituzioni;
a promuovere nel prossimo G8 una specifica sessione di confronto che possa delineare linee guida di intervento, anche in relazione alle missioni internazionali, con lo scopo di promuovere l'affermazione della pari dignità tra uomini e donne;
ad intervenire presso le Nazioni Unite affinché nei confronti dei Paesi che continuano a discriminare le donne, anche per motivi religiosi, possano esser prese misure di intervento comune in sede internazionale.
(1-00194)
«Di Giuseppe, Mura, Evangelisti, Donadi, Borghesi, Palagiano».
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)

La Camera,
premesso che:
la Commissione europea ha tracciato la roadmap per combattere la «disparità» tra gli uomini e le donne, a casa e sul lavoro, entro il 2010, prevedendo la revisione dell'intera legislazione comunitaria sull'eguaglianza dei sessi;
il conseguimento degli obiettivi fissati dalla tabella di marcia per la parità tra donne e uomini 2006-2010 (COM(2006)0092) in seno all'Unione europea costituisce una condizione essenziale per un'efficace integrazione della dimensione legata alle differenze basate sul sesso nella cooperazione allo sviluppo;
tra i settori prioritari di azione della roadmap si segnalano la pari rappresentanza nel processo decisionale, l'eliminazione degli stereotipi sessisti e la promozione della parità tra i sessi nelle politiche esterne e di sviluppo dell'Unione europea;
tra gli obiettivi principali indicati nella decisione n. 771/2006/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, che ha indetto il 2007 «Anno europeo delle pari opportunità per tutti», si segnala quello della tutela del diritto alla parità e alla non discriminazione, indipendentemente dal sesso;
tuttavia, nonostante le istituzioni dell'Unione europea abbiano attribuito sempre più importanza all'integrazione della donna e all'emancipazione femminile, resta ancora molto da fare per mettere in pratica gli impegni politici e per garantire finanziamenti adeguati;
la particolare congiuntura che stiamo vivendo e le sfide che ci attendono sia in campo economico che sociale richiedono uno sforzo comune da parte di uomini e donne ed in tale ottica, come richiamato dalla Dichiarazione di Beijing, «un maggior potere alle donne e la loro piena partecipazione, su base paritaria, in tutti settori della società, inclusa la partecipazione nei processi decisionali e l'accesso al potere, sono fondamentali per conseguire eguaglianza, sviluppo e pace»;
la riunione del mese di luglio 2009 del G8 costituisce l'occasione per la riaffermazione dei principi della Dichiarazione di Beijing e degli obiettivi fissati alla Conferenza mondiale sui diritti umani del 2005 in tema di parità sessuale ed eliminazione di ogni forma di discriminazione e violenza nei confronti delle bambine;
nel mondo esiste ancora una disomogeneità di situazioni, spesso anche molto accentuate, riguardante lo stato delle misure per la promozione e la protezione delle donne, per cui è dovere delle nazioni più avanzate in tale campo sollecitare l'adozione di provvedimenti che assicurino l'empowerment delle donne, quale unica chiave di volta per sconfiggere ogni forma di violenza e discriminazione;
le condizioni socio-economiche sono il principale ostacolo che i Paesi in via di sviluppo incontrano nel garantire un processo di rivendicazione dei diritti delle donne, ed ecco perché l'inserimento di tale tema nell'agenda del prossimo vertice mondiale costituisce una rilevante opportunità;
l'empowerment delle donne accelera il conseguimento di tutti gli altri obiettivi di sviluppo del millennio per quanto riguarda la riduzione della povertà e il miglioramento degli indicatori demografici, sociali ed economici;
i programmi di cooperazione allo sviluppo dell'Unione europea e dei suoi Stati membri potrebbero essere integrati con misure volte ad eliminare ogni discriminazione basata sul sesso e l'empowerment delle donne, quale strumento principale per rafforzare i diritti umani e combattere la povertà;
è opportuno valutare la possibilità di condizionare l'erogazione degli aiuti allo sviluppo alla garanzia di standard minimi relativi alla condizione delle donne e all'attuazione di politiche anti-discriminatorie, soprattutto perché nella maggior parte dei Paesi in via di sviluppo tali politiche o non sono contemplate o non hanno una priorità,

impegna il Governo:

a considerare la parità tra donne e uomini un diritto fondamentale e una condizione necessaria per il conseguimento degli obiettivi di crescita, occupazione e coesione sociale;
ad intensificare gli sforzi per l'applicazione della risoluzione delle Nazioni Unite n. 1325 del 2000 su «Women peace and security»;
ad accelerare e rafforzare l'integrazione delle donne in tutte le politiche, in particolare negli ambiti identificati dalla tabella di marcia della Commissione europea;
a monitorare a livello nazionale e regionale l'effettiva implementazione delle politiche volte ad eliminare ogni discriminazione basata sul sesso;
ad adottare misure atte a consentire alle donne di poter raggiungere posizioni apicali nel mondo della politica, dell'economia e della finanza;
a prevedere maggiori risorse finanziarie per assicurare un'effettiva attivazione di tali politiche;
in occasione del prossimo vertice del G8:
a) a sensibilizzare gli Stati partecipanti a favorire l'attuazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nn. 1325 del 2000 e 1820 del 2008 sulle donne, la pace e la sicurezza, attraverso la conseguente adozione di piani d'azione nazionali;
b) a sollecitare gli Stati membri a fornire aiuti e assistenza tecnica ai Paesi terzi che intendano sviluppare strategie nazionali per l'attuazione delle risoluzioni sopra menzionate;
c) a considerare la parità tra donne e uomini elemento chiave di tutti i partenariati e tutte le strategie di sviluppo nazionali;
d) a sostenere, presso i partner del G8, l'importanza di programmi e politiche che agevolino nei Paesi in via di sviluppo l'istruzione delle donne, della loro salute, della loro emancipazione e della lotta contro la mutilazione genitale femminile;
e) a favorire la partecipazione delle donne alla vita economica e politica, al processo decisionale, alla prevenzione e alla soluzione dei conflitti, nonché ai processi di pace e di ricostruzione.
(1-00195)
«Capitanio Santolini, Anna Teresa Formisano, Buttiglione, Vietti, Volonté, Compagnon, Ciccanti, Naro, Occhiuto, Libè».
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)