XVI LEGISLATURA
Resoconto sommario dell'Assemblea
Seduta n. 221 di lunedì 28 settembre 2009
Pag. IIIPRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE
La seduta comincia alle 14,10.
La Camera approva il processo verbale della seduta del 21 settembre 2009.
I deputati in missione sono sessantuno.
Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.
PRESIDENTE. Comunica che il Presidente del Consiglio dei ministri ha presentato alla Presidenza il disegno di legge n. 2724, di conversione del decreto-legge n. 134 del 2009, recante disposizioni urgenti per garantire la continuità del servizio scolastico ed educativo per l'anno 2009-2010.
Il disegno di legge è stato assegnato alla XI Commissione in sede referente ed al Comitato per la legislazione, per il parere di cui all'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento.
Sull'ordine dei lavori.
NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO (PD). Lamenta la grave situazione ambientale che si registra nell'area di Crotone che, come risulta da una relazione del competente procuratore della Repubblica, sta producendo rischi anche per la salute degli studenti. Chiede, quindi, al Governo di assumere le necessarie iniziative urgenti per affrontare tale emergenza.
PRESIDENTE. Ritiene che le osservazioni del deputato Oliverio possano formare oggetto di un atto di sindacato ispettivo.
Discussione del disegno di legge S. 1749, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge n. 103 del 2009: Disposizioni correttive del decreto-legge anticrisi n. 78 del 2009 (approvato dal Senato) (A.C. 2714).
PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.
CHIARA MORONI (PdL), Relatore per la V Commissione. Illustra il contenuto del provvedimento d'urgenza in discussione, per le parti di competenza della V Commissione, ricordando che si introducono significative modifiche al decreto-legge n. 78 del 2009, prevedendo, tra l'altro, il concerto dei Ministri dell'ambiente e della semplificazione normativa per l'individuazione degli interventi urgenti in materia di reti di energia. Segnala, inoltre, che la lettera c) del comma 1 dell'articolo 1 reca modifiche alle disposizioni sulla Corte dei conti introdotte nel corso dell'iter parlamentare del predetto decreto-legge.
MAURIZIO FUGATTI (LNP). Relatore per la VI Commissione. Illustra il contenuto del decreto-legge in discussione, per le parti rientranti nell'ambito di competenza della VI Commissione, con cui si modifica il decreto-legge n. 78 del 2009, recante disposizioni per il rimpatrio di attività finanziarie e patrimoniali detenute all'estero. Nel segnalare, quindi, che le Commissioni riunite V e VI hanno preso atto Pag. IVdei chiarimenti forniti dal Governo circa una possibile contraddizione tra la lettera del nuovo comma 3 dell'articolo 13-bis ed una nota diramata in merito dall'Agenzia delle entrate, ricorda che il testo pervenuto dal Senato non ha subito modifiche nel corso dell'iter in sede referente.
PRESIDENTE. Prende atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire in replica.
FRANCESCO BARBATO (IdV). Evidenziati i rischi connessi alle nuove forme di infiltrazione della criminalità organizzata nelle attività economiche, anche in ambito internazionale, sottolinea la necessità di una svolta culturale finalizzata a garantire una più compiuta diffusione del principio di legalità, prevedendo, in primo luogo, più incisivi interventi di contrasto da parte degli organi dello Stato, unitamente ad una legislazione coerente con tale obiettivo. Rileva, quindi, che le disposizioni in materia di scudo fiscale appaiono ispirate ad una deprecabile logica di impunità, prevedendo una sorta di amnistia preventiva per chi commette illeciti.
ALBERTO FLUVI (PD). Nel sottolineare che il testo del decreto-legge in discussione è stato stravolto durante il suo iter, paventa il ricorso, da parte dell'Esecutivo, all'ennesima questione di fiducia. Rilevato, quindi, che il Governo non ha chiarito le ragioni per le quali si è inteso ampliare l'ambito di applicazione del condono sul rientro dei capitali illecitamente esportati all'estero, evidenzia che la lotta ai paradisi fiscali e l'introduzione di norme ispirate a maggiore trasparenza sono necessarie anche per evitare il ripetersi di crisi finanziarie. Preannunzia, infine, una ferma battaglia parlamentare da parte del suo gruppo per introdurre modifiche migliorative al provvedimento d'urgenza in discussione.
RENATO CAMBURSANO (IdV). Ritiene peggiorative le modifiche al decreto-legge in esame introdotte al Senato in materia di scudo fiscale, che configurano un condono «tombale» e generalizzato, garantendo, a fronte di sanzioni irrisorie, immunità penale e anonimato ad autori di gravissimi reati fiscali e societari. Stigmatizza, inoltre, l'adozione di un decreto correttivo resasi necessaria in quanto non si è tenuto conto delle proposte emendative presentate dalle opposizioni in sede di conversione del decreto-legge n. 78 del 2009. Espresso, quindi, apprezzamento per l'introduzione del concerto del Ministero dell'ambiente in materia di reti di energia, reputa tuttavia inadeguata e parziale la disciplina del concerto con le autonomie territoriali. Manifesta, infine, contrarietà alle disposizioni in tema di perseguibilità del danno erariale a seguito di specifica notizia di reato, che giudica lesive dell'autonomia della magistratura contabile.
ROBERTO ZACCARIA (PD). Stigmatizzato l'eccessivo ricorso, da parte dell'Esecutivo, alla decretazione d'urgenza, cui sempre più spesso fa seguito l'adozione di successivi provvedimenti correttivi, rileva che tale procedura snatura la funzione parlamentare. Osserva quindi che il cosiddetto scudo fiscale previsto nel decreto-legge in discussione, a suo avviso paragonabile ad un indulto, costituisce un condono foriero di nuova evasione. Ritiene, infine, che le disposizioni recate dal provvedimento producano un evidente conflitto di interessi.
OLGA D'ANTONA (PD). Nel ritenere che il decreto-legge in discussione evidenzi lo stato confusionale in cui versa l'Esecutivo, il quale non appare in grado di varare idonei provvedimenti di natura finanziaria, sottolinea la proficua partecipazione della propria parte politica all'esame svolto presso l'altro ramo del Parlamento, finalizzata a migliorare il testo e a recepire i rilievi formulati in merito dal Presidente della Repubblica. Espresso quindi il giudizio nettamente negativo del suo gruppo sulle disposizioni inerenti il cosiddetto scudo fiscale, osserva che il Governo, ampliando l'ambito di applicazione delle suddette norme, introduce una Pag. Vsorta di amnistia mascherata, che, di fatto, bypassa le previste procedure costituzionali e pregiudica la lotta alla criminalità organizzata.
FABIO EVANGELISTI (IdV). Nel giudicare vergognoso e criminogeno il provvedimento d'urgenza in discussione, con il quale si estromette ancora una volta il Parlamento dall'esercizio della funzione legislativa, paventa il ricorso, da parte del Governo, all'ennesima questione di fiducia. Rilevato, altresì, che il decreto-legge in esame configura una vera e propria amnistia per alcuni reati tributari e societari - in primo luogo, il reato di falso in bilancio -, ritiene che, a seguito delle modifiche apportate nel corso dell'iter al Senato, si palesi una evidente violazione dell'articolo 3 della Costituzione. Evidenziato, quindi, che il suddetto provvedimento prevede, tra l'altro, il sostanziale indebolimento del potere decisionale della magistratura contabile, ricorda che il suo gruppo ha presentato una questione pregiudiziale, appellandosi al Presidente della Repubblica affinché non promulghi il testo in esame.
BRUNO TABACCI (UdC). Giudicato pericoloso il tentativo di far apparire inaffidabili o ininfluenti le forze politiche di opposizione, confermato dal reiterato ricorso alla decretazione d'urgenza e alla questione di fiducia, ritiene che le disposizioni recate dal provvedimento d'urgenza in discussione peggiorino le norme contenute nel decreto-legge n. 78 del 2009, cancellando, tra l'altro, reati odiosi perpetrati nei confronti dei risparmiatori e rendendo poco trasparente il sistema economico nazionale. Osserva, infine, che le disposizioni inerenti il cosiddetto scudo fiscale prefigurano un condono mascherato o una vera e propria amnistia, introdotta tramite procedure chiaramente incostituzionali e senza il necessario coinvolgimento del Parlamento, inviando in tal modo un messaggio devastante al Paese.
ANTONIO DI PIETRO (IdV). Stigmatizza con decisione il contenuto del provvedimento d'urgenza in discussione, che giudica irrazionale, incostituzionale ed immorale, nonché finalizzato esclusivamente a tutelare gli interessi personali del Presidente del Consiglio. Nel ritenere peraltro che il metodo adottato sia scorretto nei confronti dei rilievi del Presidente della Repubblica e lesivo della dignità del Parlamento, evidenzia in particolare i profili di criticità delle disposizioni recanti il cosiddetto scudo fiscale, di cui sottolinea la natura fortemente criminogena, atteso che esse introducono un perverso meccanismo di impunità per gravi reati, tra i quali il falso in bilancio. Invita quindi il Capo dello Stato a non promulgare il provvedimento, auspicando l'introduzione nel testo di una modifica che escluda almeno i pubblici ufficiali dalla platea dei possibili beneficiari delle suddette disposizioni.
MARIO CAVALLARO (PD). Manifesta forte indignazione per l'ennesima grave violazione delle regole costituzionali perpetrata attraverso il decreto-legge in discussione, le cui finalità correttive rivelano la contraddittorietà dell'azione legislativa del Governo, che interviene in settori vitali dell'ordinamento introducendo norme volte a tutelare deprecabili interessi di parte. Espressa, in particolare, contrarietà alle disposizioni relative al falso in bilancio ed al cosiddetto scudo fiscale, che prevedono surrettiziamente una amnistia, auspica che il Parlamento, con un sussulto di dignità, impedisca la conversione in legge del provvedimento d'urgenza in discussione.
Sull'ordine dei lavori.
PIERLUIGI CASTAGNETTI (PD). Ricorda la figura dell'onorevole Franco Boiardi, già membro della Camera dei deputati nella V legislatura, recentemente scomparso, richiamando il proficuo contributo da lui offerto alla vita politica e culturale del Paese.
Si riprende la discussione.
DONATELLA FERRANTI (PD). Stigmatizza che le modifiche in materia di scudo fiscale introdotte nel provvedimento d'urgenza in discussione durante l'iter al Senato estendano la non punibilità con anonimato a numerose fattispecie di reati societari e contabili, favorendo in tal modo il riciclaggio dei proventi di gravi e odiosi reati con il rischio di una recrudescenza di attività criminali e terroristiche. Sottolineata inoltre l'irrisorietà dell'imposta prevista per la regolarizzazione dei capitali illecitamente detenuti all'estero, rileva come le disposizioni introdotte violino il principio di equità fiscale, cardine del sistema democratico e della convivenza civile, e premino i ricchi evasori.
LUDOVICO VICO (PD). Nel giudicare scandaloso il condono per il rientro dei capitali illecitamente esportati all'estero, sottolinea l'ingiusta discriminazione derivante dall'introduzione di un regime tariffario agevolato per le imprese distributrici di energia elettrica con meno di 5 mila utenti, in riferimento al quale paventa il rischio che la Commissione europea apra l'ennesima procedura di infrazione nei confronti dell'Italia.
DORIS LO MORO (PD). Nel giudicare strumentali e mistificatorie le dichiarazioni semplicistiche con cui esponenti del Governo rappresentano all'opinione pubblica italiana la portata e gli effetti del decreto-legge in discussione, rileva come le disposizioni correttive in materia di scudo fiscale snaturino il precedente intervento legislativo, segnatamente attraverso l'estensione dell'immunità penale a gravi reati societari e contabili, nonché l'esclusione degli obblighi di segnalazione di operazioni sospette ai fini del contrasto al riciclaggio e al terrorismo previsti dall'articolo 41 del decreto legislativo n. 231 del 2007 in attuazione di importanti direttive europee. Esprime, quindi, forti critiche su una normativa che ritiene illegittima sotto il profilo della ragionevolezza, dell'equità e della coerenza con l'ordinamento giuridico.
MARCO CAUSI (PD). Sottolineata la ferma contrarietà del suo gruppo alle modifiche introdotte dal Senato in materia di scudo fiscale che, oltre ad eludere le segnalazioni del Presidente della Repubblica, contravvengono alle direttive europee in materia di anticrimine, antiterrorismo e antiriciclaggio, auspica l'approvazione delle proposte emendative dell'opposizione in tema di anonimato, volte a garantire una più efficace lotta ai paradisi fiscali.
ANTONIO RUGGHIA (PD). Nell'esprimere forte contrarietà alle linee guida della politica economica del Governo, che appare incapace di contrastare in modo efficace la crisi in atto, manifesta riprovazione per i contenuti del provvedimento d'urgenza in discussione che, anziché intervenire a sostegno delle categorie più deboli, introduce una inaccettabile amnistia attraverso il cosiddetto scudo fiscale. Espressa altresì perplessità in merito alla destinazione del previsto gettito di tale misura, dichiara la netta contrarietà della sua parte politica alla conversione del decreto-legge in discussione.
ANDREA LULLI (PD). Evidenziata l'attuale fase di crisi economica, che grava in particolare sulle famiglie e sui piccoli lavoratori autonomi, già penalizzati da un sistema di tassazione squilibrato e da una elevata pressione fiscale, giudica vergognoso il provvedimento varato dal Governo, il quale, introducendo una sorta di sanatoria per reati di natura finanziaria attraverso lo scudo fiscale, premia i comportamenti illegali a danno di chi rispetta le leggi, paventando altresì una grave deriva per il sistema di convivenza civile del nostro Paese. Sottolineato quindi come il probabile ricorso alla posizione della questione di fiducia produrrà l'ennesima mortificazione delle istituzioni democratiche e del ruolo delle minoranze, preannunzia Pag. VIIuna forte opposizione alla conversione in legge del decreto-legge n. 103 del 2009.
ANTONINO SALVATORE GERMANÀ (PdL). Ricordato che il provvedimento d'urgenza in discussione è volto a colmare lacune palesatesi nel decreto-legge n. 78 del 2009, sottolinea il nuovo impulso dato alla realizzazione del ponte sullo stretto di Messina. Precisa altresì che il cosiddetto scudo fiscale è esclusivamente volto a richiamare nel Paese capitali attratti all'estero da forme concorrenziali di tassazione, contribuendo legittimamente al riavvio del ciclo economico interno con sensibili benefici per le casse dello Stato.
GUIDO MELIS (PD). Stigmatizzati l'eccessivo ricorso alla decretazione d'urgenza e l'introduzione di disposizioni caotiche, che richiedono l'adozione di successivi provvedimenti correttivi, ritiene che le norme in discussione si configurino come una vera e propria amnistia per alcuni reati tributari e societari e siano diretta conseguenza degli effetti disastrosi determinatisi con l'emanazione del decreto-legge n. 78 del 2009, in termini di rispetto del diritto e del principio di uguaglianza di tutti i cittadini dinanzi alla legge. Sottolinea quindi come in altri Paesi che hanno introdotto forme di scudo fiscale non si siano varate disposizioni tese a tutelare in maniera così evidente chi si è macchiato di comportamenti illeciti.
LIDO SCARPETTI (PD). Espressa forte contrarietà sulla politica economica del Governo - segnatamente in relazione al generale peggioramento dei conti pubblici, alla manovra di finanza pubblica, che reputa inconsistente, ed al cosiddetto scudo fiscale, che giudica iniquo - manifesta indignazione per il comportamento dell'Esecutivo nella gestione della crisi economica in atto, che ritiene in grado di minare sensibilmente la coesione sociale del Paese attraverso il reiterato ricorso a condoni e sanatorie. Stigmatizzata viceversa la mancata assunzione di efficaci provvedimenti utili a fronteggiare le reali emergenze del Paese a fronte della chiusura al dialogo da parte del Governo, ritiene auspicabile uno sforzo corale di tutte le forze politiche per tutelare la credibilità delle istituzioni presso i cittadini.
RITA BERNARDINI (PD). Lamentato come il Governo abbia surrettiziamente sottratto al Parlamento prerogative e funzioni, soprattutto in merito all'iniziativa legislativa, giudica negativamente le disposizioni introdotte dal decreto-legge nel settore energetico, che, con il ricorso ancora una volta ad un sistema di gestione commissariale, perpetuano una politica emergenziale e centralistica. Valuta quindi negativamente le norme riguardanti lo scudo fiscale, che penalizzano i contribuenti onesti senza prevedere in prospettiva una riduzione della elevata pressione fiscale, e la sanatoria di taluni reati tributari e societari, che favorisce la criminalità organizzata determinando una grave lesione dello Stato di diritto e dei principi di democrazia.
RENZO CARELLA (PD). Richiamati gli aspetti salienti del decreto-legge in discussione, rileva che con le modifiche apportate nel corso dell'iter al Senato il Governo ha disatteso gli impegni assunti con il Presidente della Repubblica, giudicando vergognosa la norma in materia di scudo fiscale. Nel paventare, quindi, che l'Esecutivo possa ricorrere per l'ennesima volta alla posizione della questione di fiducia, ritiene urgente l'adozione da parte del Governo di un provvedimento finalizzato a tutelare i risparmiatori e ad agevolare l'accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese.
MARIA ANNA MADIA (PD). Richiamato l'emendamento Schirru 1.115 - di cui è cofirmataria - presentato in Commissione e in quella sede dichiarato inammissibile, chiede al Governo di precisare la portata del comma 7 dell'articolo 17 del decreto-legge n. 78 del 2009, nel senso di escludere dalla previsione della suddetta norma i lavoratori portatori di disabilità. Esprime, quindi, forti critiche sul decreto- Pag. VIIIlegge in esame, che rappresenta l'ennesimo provvedimento anticrisi adottato dal Governo nella più grave disattenzione per le fasce più deboli della popolazione, segnatamente i lavoratori precari, le donne, gli immigrati e i lavoratori a progetto, per i quali giudica insufficiente il cosiddetto bonus precari.
GIULIO CALVISI (PD). Rilevata l'incapacità del Governo di porre in essere una politica economica di ampio respiro in grado di fronteggiare la grave crisi economica in atto, stigmatizza il fatto che la disposizione in materia di scudo fiscale estenda in larga misura l'ambito dell'immunità penale, configurandosi come una vera e propria amnistia. Nel giudicare, inoltre, di dubbia efficacia le disposizioni recate dal decreto-legge in discussione, che considera offensivo per i cittadini, auspica che il Parlamento, in un sussulto di dignità, ne impedisca la conversione in legge.
PIER PAOLO BARETTA (PD). Ritiene che la mancanza di apertura della maggioranza verso le opposizioni tradisca i timori e le preoccupazioni interne alla stessa, nonché una sostanziale assenza di coesione, evidenziando, al riguardo, la necessità di spostare il confronto dialettico da sterili e pregiudiziali polemiche di parte al merito del provvedimento. Manifesta, quindi, forte contrarietà alle disposizioni recate dall'ennesimo decreto-legge anticrisi, che suscitano dubbi di legittimità costituzionale in quanto correttive di disposizioni recate da altro provvedimento d'urgenza. Stigmatizzato, infine, l'allentarsi delle maglie del controllo fiscale attraverso un condono generalizzato e tombale, che copre con l'anonimato non solo i responsabili delle cosiddette fughe di capitali all'estero ma anche l'origine spesso malavitosa del patrimonio evaso, auspica l'introduzione di incisive modifiche nel testo del decreto-legge.
FEDERICO PALOMBA (IdV). Espresso sdegno per le conseguenze che deriveranno dall'approvazione del provvedimento in esame, emanato in spregio sia del dettato costituzionale sia dei rilievi e delle prerogative del Presidente della Repubblica, evidenzia l'ennesima lesione del ruolo del Parlamento, sottolineando i benefici di cui usufruiranno coloro che si sono macchiati di comportamenti scorretti ed illegali, configurandosi così l'introduzione dell'ennesimo condono varato dai Governi di centrodestra. Nel porre l'accento sul clima di impunità che ispira la politica dell'attuale maggioranza - che ritiene possa pregiudicare la tenuta morale del Paese, inducendo al mancato rispetto delle regole - rileva taluni profili di incostituzionalità del decreto-legge n. 103 del 2009, evidenziando uno scarso rispetto nei confronti del Paese proprio da parte di coloro che attribuiscono all'opposizione un atteggiamento anti-italiano.
PRESIDENTE. Avverte che sono state presentate le questioni pregiudiziali Di Pietro n. 1, Vietti n. 2 e Soro n. 3, che saranno esaminate nella seduta di domani, alla quale rinvia il seguito della discussione.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:
Martedì 29 settembre 2009, alle 9.
(Vedi resoconto stenografico pag. 84).
La seduta termina alle 21,20.