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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto sommario dell'Assemblea

Seduta n. 230 di lunedì 12 ottobre 2009

Pag. III

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

La seduta comincia alle 14,35.

La Camera approva il processo verbale della seduta del 5 ottobre 2009.

I deputati in missione sono cinquantotto.

Annunzio di petizioni.

GREGORIO FONTANA (PdL). Segretario. Dà lettura del sunto delle petizioni pervenute alla Presidenza (vedi resoconto stenografico pag. 1).

Discussione del testo unificato delle proposte di legge: Modifica all'articolo 61 del codice penale, concernente l'introduzione della circostanza aggravante relativa all'orientamento o alla discriminazione sessuale (A.C. 1658-1882-A).

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per la discussione sulle linee generali è riprodotto in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.

ANNA PAOLA CONCIA (PD), Relatore. Nell'illustrare il contenuto del provvedimento in discussione, volto a modificare l'articolo 61 del codice penale tramite l'introduzione della circostanza aggravante relativa all'orientamento o alla discriminazione sessuale, richiama il proficuo lavoro svolto in sede referente, nel corso del quale il clima di sostanziale condivisione ha favorito l'approvazione pressoché unanime (ad eccezione dei gruppi UdC e IdV) e senza modifiche emendative del testo unificato in esame. Nel ricordare, quindi, i dati che confermano l'esigenza di contrastare in modo efficace l'omofobia e la transfobia, attraverso la previsione di una tutela penale adeguata e di interventi di carattere socio-culturale, ritiene che sarebbe stato opportuno introdurre nell'ordinamento il nuovo reato di atti di discriminazione motivati dall'orientamento sessuale, auspicando, comunque, che anche nel corso dell'esame in Assemblea si registri un clima di sereno confronto parlamentare, che possa portare alla sollecita approvazione del testo unificato in discussione.

MARIA ROSARIA CARFAGNA, Ministro per le pari opportunità. Avverte che il Governo si riserva di intervenire in replica.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI (UdC). Nel riconoscere che il testo unificato in discussione affronta una materia di estrema importanza e delicatezza e manifestato apprezzamento per la scelta della Commissione di rinunciare al riferimento all'identità di genere, esprime forti perplessità in merito alla nozione di «orientamento sessuale» contenuta nel testo, ritenendo che la dignità della persona umana debba essere tutelata mediante azioni di difesa dei soggetti e non attraverso la previsione di una nuova circostanza aggravante. Preannunziata quindi la presentazione, da parte del suo gruppo, di una questione pregiudiziale per motivi di costituzionalità, ringrazia la relatrice Pag. IVper aver cercato di predisporre un testo il più possibile condiviso ed auspica che il provvedimento sia approvato con il più ampio consenso, precisando che il giudizio della propria parte politica sullo stesso dipenderà dall'eventuale recepimento di modifiche migliorative.

JEAN LEONARD TOUADI (PD). Nel ritenere del tutto prioritario fronteggiare la situazione di emergenza che si è creata a seguito dei ripetuti episodi di intolleranza di carattere omofobo verificatisi nel Paese, reputa inderogabile rifarsi ai principi della Costituzione al fine di rendere esigibili nuovi diritti e riaffermare l'uguaglianza di tutti i cittadini. Sottolineata, quindi, l'efficacia delle misure recate dal testo unificato in discussione, giudica necessario introdurre adeguati strumenti repressivi e prevedere altresì interventi di carattere socio-culturale. Nel ringraziare, infine, il relatore per il proficuo lavoro svolto, ritiene che sarebbe stato opportuno introdurre nell'ordinamento una specifica ipotesi di reato, preannunziando altresì la presentazione, da parte del suo gruppo, di limitate proposte emendative volte a migliorare il testo in esame.

ROBERTO RAO (UdC). Nel riconoscere la serietà e l'onestà intellettuale dimostrate dalla relatrice nel corso dell'iter del provvedimento in Commissione, prende atto delle significative aperture manifestate, la cui portata sarà valutata dal suo gruppo che, allo stato, esprimerà voto contrario sul testo unificato in discussione. Precisa, quindi, che l'obiettivo della propria parte politica è quello di garantire la tutela dei diritti fondamentali per tutti i cittadini, educando al rispetto e alla tolleranza ed evitando di introdurre categorie di vittime che portano a nuove disparità di trattamento. Preannunzia, infine, la presentazione di una questione pregiudiziale per motivi di costituzionalità, prospettando l'opportunità di un rinvio in Commissione del provvedimento per ulteriori approfondimenti.

RITA BERNARDINI (PD). Nel dare atto dell'impegno profuso dal relatore durante l'iter in sede referente e della sensibilità dimostrata sul tema dal Ministro per le pari opportunità, preannunzia, a nome dei deputati radicali eletti nelle liste del Partito Democratico, la presentazione di proposte emendative volte a promuovere azioni positive per tutelare il pieno godimento dei diritti civili e sociali da parte delle persone omosessuali e transessuali, segnatamente attraverso l'istituzione di un ente autonomo di vigilanza. Nel ritenere altresì che sarebbe stato preferibile intervenire sulla cosiddetta legge Mancino, esprime un giudizio critico sull'approccio sostanzialmente repressivo che ispira il provvedimento in esame.

FEDERICO PALOMBA (IdV). Nel sottolineare la straordinaria delicatezza del tema in discussione, ricorda la proposta di legge presentata dal suo gruppo, che prevedeva un'ipotesi specifica di reato, ritenendo immotivata la questione pregiudiziale preannunziata. Evidenziata, quindi, la necessità di garantire il rispetto dei diritti della persona come entità originale e non ripetibile, preannunzia la presentazione di emendamenti volti a rafforzare la tutela prevista dal testo unificato in discussione, del quale richiama gli aspetti critici, auspicando un segnale forte del Parlamento attraverso disposizioni sanzionatorie, a fronte dei crescenti atteggiamenti di odio sociale nei confronti di chi ha un orientamento sessuale diverso.

PIETRO TIDEI (PD). Nel ritenere il provvedimento in discussione meritevole di un pronunciamento unitario da parte del Parlamento, in quanto volto a dare immediata attuazione ai principi costituzionali di uguaglianza e libertà di espressione del pensiero, esprime forte preoccupazione per il reiterarsi di inaccettabili episodi di intolleranza ed intimidazione di cui sono fatte segno persone omosessuali e transessuali. Sottolineata la necessità di garantire alle stesse una piena tutela dei loro diritti, rileva altresì il colpevole ritardo con cui l'ordinamento interno si accinge a dar seguito ad impegni assunti in materia in sede internazionale e comunitaria, Pag. Vauspicando un fattivo contributo della maggioranza nell'approvazione di un provvedimento che costituisce un primo passo in tale direzione.

DONATELLA FERRANTI (PD). Nel ritenere che il testo unificato in discussione, sintesi tra diverse sensibilità dimostrate, costituisca la concreta attuazione del diritto sostanziale di uguaglianza sancito dall'articolo 3 della Costituzione e di numerose direttive europee volte a garantire un'effettiva tutela della persona da qualunque forma di violenza omofobica, evidenzia che, nonostante la palese genericità del testo, la circostanza aggravante oggetto del provvedimento garantisce il pieno rispetto dell'articolo 25 della Costituzione sotto il profilo della determinatezza della fattispecie penale.

EMILIA GRAZIA DE BIASI (PD). Sottolineata preliminarmente la straordinaria importanza delle disposizioni recate dal testo unificato in discussione, rileva che la discriminazione operata nei confronti di un soggetto pone una questione pubblica di cittadinanza e, di conseguenza, lo Stato non può essere indifferente ai ripetuti episodi di omofobia che si stanno verificando nel Paese. Nel ritenere, quindi, necessario predisporre adeguati interventi preventivi di carattere socio-culturale al fine di contrastare tale deprecabile fenomeno, ringrazia il relatore e i componenti la II Commissione per il proficuo lavoro svolto nel corso dell'iter in sede referente.

MARIO CAVALLARO (PD). Nel rilevare preliminarmente che la nozione di orientamento sessuale non è estranea all'ordinamento comunitario né a quello interno e che dunque non necessita di ulteriori specificazioni, ritiene pienamente legittima la circostanza aggravante contenuta nel testo unificato in discussione, ispirata a garantire la tutela di coloro che vivono una condizione di diversità. Manifesta, infine, apprezzamento per la sensibilità e la disponibilità dimostrate dal Ministro Carfagna nel corso dell'iter del provvedimento, del quale auspica la sollecita approvazione.

SESA AMICI (PD). Nel ritenere che il testo unificato in discussione sia idoneo ad affrontare il complesso tema della lotta al fenomeno dell'omofobia, ringrazia il relatore e i componenti la II Commissione per il proficuo lavoro svolto, auspicando che anche nel corso dell'iter in Assemblea si instauri il medesimo clima costruttivo; invita peraltro le forze politiche a non strumentalizzare il parere espresso dalla I Commissione circa la necessità di definire adeguatamente la nozione di orientamento sessuale. Sottolineata, quindi, l'opportunità di introdurre una nuova circostanza aggravante, reputa necessario che il Governo si impegni fattivamente su una drammatica questione che richiede una risposta concreta e sinergica.

JOLE SANTELLI (PdL). Espressa piena condivisione per le finalità del testo unificato in discussione, volto a garantire la tutela della dignità e della libertà della persona, manifesta perplessità in merito alla nozione eccessivamente indeterminata di «orientamento sessuale», in ordine alla quale prospetta la possibilità di un rinvio in Commissione del provvedimento, al fine di procedere ad un ulteriore approfondimento della materia.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali.

ANNA PAOLA CONCIA (PD), Relatore. Nel ringraziare il Ministro Carfagna e tutti i deputati intervenuti, manifesta rammarico per l'assenza dei componenti la II Commissione. Precisa, quindi, che la nozione di orientamento sessuale è già presente sia nell'ordinamento comunitario sia in quello interno, segnatamente nel decreto legislativo n. 276 del 2003.

MARIA ROSARIA CARFAGNA, Ministro per le pari opportunità. Nel ringraziare la relatrice per il proficuo lavoro svolto nel corso dell'iter in sede referente di un provvedimento che finalmente introduce l'aggravante per reati commessi con finalità discriminatorie e legate agli orientamenti sessuali e all'identità di genere, Pag. VIritiene tuttavia opportuno il rinvio in Commissione del testo unificato, al fine di predisporre una normativa più ampia che tenga conto di quanto previsto, in materia, dal Trattato di Lisbona.

PRESIDENTE. Avverte che è stata presentata la questione pregiudiziale per motivi di costituzionalità Vietti n. 1 e rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.

Discussione della proposta di legge costituzionale: Modifiche agli articoli 114, 117, 118, 119, 120, 132 e 133 della Costituzione, in materia di soppressione delle province (A.C. 1990 ed abbinate).

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per la discussione sulle linee generali è riprodotto in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.

DONATO BRUNO (PdL), Relatore. Rilevato che la proposta di legge costituzionale in discussione, di cui illustra il contenuto, è volta ad abolire l'ente provincia modificando la Costituzione in tal senso, osserva che la I Commissione, dopo un'approfondita istruttoria, gli ha conferito il mandato a riferire all'Assemblea in senso contrario. Nel ricordare, quindi, che la maggior parte dei gruppi parlamentari non condivide la calendarizzazione del provvedimento in questa fase, atteso che risulta in via di predisposizione da parte del Governo il cosiddetto codice delle autonomie, sottolinea che è da tutti condivisa la necessità di ridurre i costi e razionalizzare il sistema delle province, anzitutto attraverso il riordino degli enti minori non elettivi.

ALDO BRANCHER, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Avverte che il Governo si riserva di intervenire in replica.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO (PdL). Ricordato l'ampio dibattito svoltosi in Commissione, osserva che le disposizioni recate dalla proposta di legge costituzionale in discussione, di cui sottolinea il carattere propagandistico, rischiano di produrre effetti economici negativi, del tutto contrastanti con la logica ispiratrice dell'abolizione delle province, rispetto alla quale si dichiara tendenzialmente favorevole. Fa presente quindi di aver sottoscritto una questione sospensiva volta ad indurre il Parlamento a riflettere sull'importante tematica in discussione, al fine di pervenire alla predisposizione di una normativa più chiara ed efficace.

MARIO TASSONE (UdC). Nel richiamare il dibattito svoltosi sul provvedimento in esame nel corso dell'iter in sede referente, stigmatizza il mutato orientamento dei gruppi del Popolo della Libertà e del Partito Democratico circa la soppressione delle province. Espressa altresì preoccupazione per la grave confusione che caratterizza il dibattito sulle riforme istituzionali, ritiene che rappresenti un negativo messaggio per il Paese il mancato mantenimento delle promesse elettorali da parte dei due maggiori soggetti politici. Nel rilevare inoltre che procedere al riordino delle autonomie locali avrebbe costituito una buona occasione per superare il bipolarismo, lamenta la mancata presentazione alle Camere del disegno di legge sul cosiddetto codice delle autonomie, ascrivendo all'avvenuta approvazione del federalismo fiscale il mutato orientamento della maggioranza sul tema in discussione.

PAOLO FONTANELLI (PD). Giudicata impropria e foriera di confusione l'odierna calendarizzazione della proposta di legge costituzionale in materia di soppressione delle province, sottolinea come sarebbe stato preferibile affrontare tale tematica nel più ampio quadro del riordino delle autonomie locali, in relazione al quale denuncia il grave ritardo del Governo. Reputa quindi di prioritaria importanza dare piena attuazione alla riforma del Titolo V della Costituzione. Sottolineato Pag. VIIcon forza il carattere propagandistico e demagogico del provvedimento in discussione, la cui approvazione complicherebbe il quadro normativo, evidenzia che il suo gruppo ritiene utile il superamento delle province solo laddove si proceda contestualmente alla creazione delle cosiddette città metropolitane.

ANTONIO BORGHESI (IdV). Stigmatizza l'atteggiamento contrario all'approvazione del provvedimento in discussione assunto dalla maggioranza e da una parte dell'opposizione, denunziando l'assenza di una reale volontà di tagliare i costi inutili della politica a beneficio di una più virtuosa ed efficiente gestione della cosa pubblica. Ricorda, in tal senso, autorevoli teorie a favore della soppressione delle province, nonché il diverso assetto istituzionale esistente in altri Paesi relativamente all'amministrazione del territorio.

MAURIZIO BIANCONI (PdL). Sottolineato come l'opinione pubblica giudichi necessaria la soppressione delle province al fine di ridurre i costi dello Stato e rendere più efficiente la pubblica amministrazione, esprime perplessità per taluni approcci populistici a tale materia, evidenziando la necessità di predisporre una normativa più chiara ed organica, che non aggravi i problemi già esistenti di costi, di personale e di funzioni, che non si risolvono con l'abolizione sic et simpliciter delle province. Evidenziata la presenza di un elevato numero di enti e organismi, a livello locale, nazionale e sovranazionale, giudica necessaria una semplificazione che renda più credibili le istituzioni e la politica. Ritiene infine che macroaree ripartite sulla base delle caratteristiche produttive possano costituire l'entità territoriale in grado di riorganizzare in futuro la gestione della pubblica amministrazione.

LORENZO RIA (UdC). Ricordato come il riassetto degli enti locali sia oggetto da oltre due decenni di un ampio dibattito e di pervasivi interventi normativi, sottolinea il ruolo strategico funzionale attribuito alla provincia nel vigente modello amministrativo locale. Giudicati quindi superficiali la previsione della sua soppressione e il mero ridimensionamento, rammenta di aver presentato una proposta di legge ordinaria volta a ridefinire il ruolo della provincia come ente di secondo grado, per esaltarne le funzioni di coordinamento territoriale, contribuendo altresì al risanamento dei conti pubblici.

SESA AMICI (PD). Sottolineata la necessità di ridefinire le funzioni delle province, in modo che i cittadini possano meglio valutarne efficienza ed efficacia, ritiene semplicistico proporne l'abolizione, ricordando di aver chiesto al presidente Bruno la calendarizzazione di una proposta di legge del suo gruppo relativa alla cosiddetta carta delle autonomie. Nel giudicare, quindi, apprezzabile l'obiettivo di ridurre i costi della politica, ritiene che le riforme costituzionali debbano necessariamente essere condivise.

CARLO MONAI (IdV). Nel ritenere paradossale che i due maggiori soggetti politici, inizialmente propensi a sopprimere le province, concordino ora nell'avversare il provvedimento in discussione, denuncia la sclerotizzazione della burocrazia locale ad opera di una certa classe politica per finalità eminentemente clientelari, con evidenti ripercussioni negative in termini di efficiente gestione del territorio. Richiama infine i contenuti della proposta di legge costituzionale in esame, di cui auspica l'approvazione con un atto di coerenza da parte del Parlamento.

GIAN LUCA GALLETTI (UdC). Sottolineata l'importanza di procedere alle riforme strutturali necessarie per il Paese, ritiene che la proposta di sopprimere le province, attribuendo le loro funzioni ad altri enti, non abbia alcun carattere demagogico. Nel ricordare, quindi, che la legge sul federalismo fiscale rafforza il ruolo delle province, assicura che il suo gruppo porterà avanti la coraggiosa battaglia per l'abolizione delle stesse sia in Parlamento che nel Paese.

Pag. VIII

RENATO CAMBURSANO (IdV). Nel respingere le accuse di demagogia e di populismo indirizzate dal gruppo del Popolo della Libertà alla sua parte politica, ribadisce la volontà della stessa di perseguire con coerenza e determinazione l'obiettivo del sensibile contenimento dei costi della politica, a partire dalla soppressione delle province, enti sostanzialmente inutili. Esprime altresì sconcerto per il mutato orientamento sul tema in esame da parte della maggioranza e del Partito Democratico.

DAVID FAVIA (IdV). Nel rilevare che la proposta di legge costituzionale in discussione è finalizzata ad un'effettiva riduzione dei costi della politica, osserva che, essendo la provincia un ente istituzionale previsto dalla Costituzione, il codice delle autonomie, in quanto legge ordinaria, potrebbe soltanto modificarne le funzioni e non incidere efficacemente su un ente inadeguato e poco sentito dai cittadini.

SERGIO MICHELE PIFFARI (IdV). Sottolinea la finalità sottesa alla proposta di legge costituzionale in esame di sopprimere le province, ritenute enti inutili, per porre un freno alla crescita fuori misura della spesa pubblica, che a suo avviso è inaccettabile conseguenza della dannosa proliferazione di enti locali che si sovrappongono in modo non efficiente nella gestione dei servizi pubblici sul territorio.

MASSIMO DONADI (IdV). Nel ritenere che le promesse effettuate in campagna elettorale vadano mantenute con serietà, osserva che il cosiddetto codice delle autonomie non potrà abolire le province, non avendo carattere di legge costituzionale. Sottolinea, quindi, la necessità di sopprimere tali enti, riallocandone le funzioni ai comuni ed alle regioni, per realizzare un'effettiva riduzione dei costi della politica ed un efficace federalismo fiscale.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali e prende atto che il relatore rinunzia alla replica.

ALDO BRANCHER, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Richiamati i principi costituzionali sottesi all'istituzione delle province, sottolinea le ragioni che inducono il Governo a ritenere inopportuna la soppressione di tali enti locali. Evidenzia quindi che, per conseguire un risparmio di spesa, appare preferibile procedere ad una complessiva razionalizzazione del sistema degli enti minori, spesso inefficienti, e degli uffici periferici dello Stato, nonché ad una razionalizzazione delle province esistenti, sopprimendo solo quelle che non rispondono a parametri di efficienza individuati dal legislatore. Ricorda che tali obiettivi vengono perseguiti in un apposito disegno di legge governativo riguardante le autonomie locali, del quale richiama gli aspetti più qualificanti. Pur esprimendo, infine, apprezzamento per le finalità sottese alle abbinate proposte di legge in discussione, preannunzia che il Governo si rimetterà all'Assemblea circa le determinazioni da assumere nel prosieguo del dibattito.

PRESIDENTE. Avverte che è stata presentata la questione sospensiva Bianconi n. 1.
Rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.

Per fatto personale.

Intervengono per fatto personale i deputati ROBERTO GIACHETTI (PD) e ANTONIO BORGHESI (IdV).

Sull'ordine dei lavori.

Interviene sull'ordine dei lavori il deputato GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO (PdL).

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:

Martedì 13 ottobre 2009, alle 10,30.

(Vedi resoconto stenografico pag. 66).

La seduta termina alle 19,55.