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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di martedì 16 febbraio 2010

TESTO AGGIORNATO AL 26 MAGGIO 2010

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 16 febbraio 2010.

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Belcastro, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brancher, Bratti, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Carfagna, Carlucci, Casero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cosentino, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, De Biasi, Fava, Fitto, Franceschini, Frattini, Garavini, Gelmini, Genovese, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, Granata, Jannone, La Russa, Leone, Lo Monte, Lupi, Lusetti, Mantovano, Marinello, Maroni, Martini, Mazzocchi, Melchiorre, Meloni, Menia, Miccichè, Migliavacca, Molgora, Angela Napoli, Nucara, Leoluca Orlando, Arturo Mario Luigi Parisi, Pecorella, Pescante, Prestigiacomo, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Saglia, Sardelli, Scajola, Stefani, Tabacci, Tassone, Tremonti, Urso, Valducci, Vernetti, Vitali, Vito.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Belcastro, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Bongiorno, Bossi, Brambilla, Brancher, Bratti, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Caparini, Carfagna, Carlucci, Casero, Casini, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cosentino, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, D'Alema, De Biasi, Fava, Fitto, Gregorio Fontana, Franceschini, Frattini, Garavini, Gelmini, Genovese, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, Jannone, La Russa, Leo, Leone, Lo Monte, Lupi, Lusetti, Mantovano, Marinello, Maroni, Martini, Mazzocchi, Melchiorre, Meloni, Menia, Miccichè, Migliavacca, Migliori, Molgora, Angela Napoli, Nucara, Leoluca Orlando, Arturo Mario Luigi Parisi, Pecorella, Pescante, Prestigiacomo, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Saglia, Sardelli, Scajola, Stefani, Tabacci, Tassone, Tremonti, Urso, Valducci, Vernetti, Vitali, Vito.

Annunzio di proposte di legge.

In data 11 febbraio 2010 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
VIETTI: «Interpretazione autentica dell'articolo 2751-bis del codice civile in materia di privilegio dei crediti riguardanti la retribuzione delle prestazioni rese dai professionisti in forma associata» (3203);
LABOCCETTA: «Modifica all'articolo 192 del codice di procedura penale in materia di valutazione delle dichiarazioni rese dal coimputato del medesimo reato o da persona imputata in un procedimento connesso» (3204);
VASSALLO ed altri: «Modifica dell'articolo 5 della legge 22 maggio 1975, n. 152, in materia di tutela dell'ordine pubblico e di uso di indumenti indossati per ragioni di natura religiosa o etnico-culturale» (3205);
STUCCHI ed altri: «Disposizioni per la cessione gratuita del compendio demaniale delle mura storiche al comune di Bergamo» (3206);
STUCCHI ed altri: «Disposizioni per il consolidamento, il restauro, la conservazione, la manutenzione e la valorizzazione delle mura storiche della città di Bergamo» (3207).

In data 15 febbraio 2010 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
SCILIPOTI: «Disciplina dell'esercizio della professione di naturopata» (3212);
VIETTI: «Modifiche al testo unico delle leggi sanitarie, di cui al regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, alla legge 2 aprile 1968, n. 475, e alla legge 8 novembre 1991, n. 362, e altre disposizioni concernenti il servizio farmaceutico» (3213).

Saranno stampate e distribuite.

Annunzio di disegni di legge.

In data 12 febbraio 2010 è stato presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge:
dai ministri per la pubblica amministrazione e l'innovazione e per la semplificazione normativa:
«Disposizioni in materia di semplificazione dei rapporti della Pubblica Amministrazione con cittadini e imprese e delega al Governo per l'emanazione della Carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche e per la codificazione in materia di pubblica amministrazione» (3209).

In data 15 febbraio 2010 è stato presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge:
dal ministro degli affari esteri:
«Ratifica ed esecuzione del Protocollo ai sensi dell'articolo 34 del Trattato sull'Unione europea recante modifica, per quanto attiene all'istituzione di un archivio di identificazione dei fascicoli a fini doganali, della Convenzione sull'uso dell'informatica nel settore doganale, fatto a Bruxelles l'8 maggio 2003» (3211).

Saranno stampati e distribuiti.

Annunzio di una proposta di legge d'iniziativa regionale.

In data 11 febbraio 2010 è stata presentata alla Presidenza, ai sensi dell'articolo 121 della Costituzione, la seguente proposta di legge:
PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLA TOSCANA: «Costituzione del Consorzio per la gestione e la salvaguardia della laguna di Orbetello» (3208).

Sarà stampata e distribuita.

Adesione di deputati a proposte di legge.

La proposta di legge GIORGIO MERLO: «Istituzione di un servizio medico permanente di pronto intervento per i treni a lunga percorrenza o a lunga durata di percorrenza» (2145) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Osvaldo Napoli.

La proposta di legge FUCCI ed altri: «Norme per lo svolgimento di servizi di utilità sociale da parte delle persone anziane» (2753) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Jannone e Vella.

Trasmissione dal Senato.

In data 15 febbraio 2010 il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge:
S. 1955. - «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 194, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative» (approvato dal Senato) (3210).

Sarà stampato e distribuito.

Assegnazione di una proposta di inchiesta parlamentare a Commissione in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, la seguente proposta di inchiesta parlamentare è assegnata, in sede referente, alla sottoindicata Commissione permanente:

X Commissione (Attività produttive):
LULLI ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale» (doc. XXII, n. 16) - Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento) e V.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

I Commissione (Affari costituzionali):
LANZILLOTTA: «Modifica dell'articolo 5 della legge 22 maggio 1975, n. 152, concernente il divieto dell'uso di indumenti o altri oggetti che impediscano l'identificazione nei luoghi pubblici o aperti al pubblico» (3183) Parere della II Commissione (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni).

II Commissione (Giustizia):
TORRISI: «Modifiche al codice civile e al codice di procedura civile in materia di affidamento condiviso dei figli» (3105) Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria) e XII (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento);
LEVI ed altri: «Modifica all'articolo 132-bis delle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale, di cui al decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 271, in materia di priorità dei processi a carico di membri del Parlamento nella formazione dei ruoli di udienza e nella trattazione dei processi» (3136) Parere della I Commissione.

VI Commissione (Finanze):
DEL TENNO: «Nuova disciplina del diritto speciale istituito in favore del comune di Livigno su generi che fruiscono di particolari agevolazioni fiscali» (2771) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VIII, X e XIV;
GALLETTI ed altri: «Modifiche agli articoli 86 e 90 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, in materia di trattamento tributario delle cooperative edilizie a proprietà indivisa» (2903) Parere delle Commissioni I, II, V e VIII;
PAGANO ed altri: «Introduzione dell'articolo 48-ter del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, in materia di compensazione dei crediti da parte dei soggetti privati nei riguardi delle pubbliche amministrazioni» (3167) Parere delle Commissioni I, II, V, X e XIV.

X Commissione (Attività produttive):
REGUZZONI ed altri: «Norme per l'etichettatura e la tracciabilità dei prodotti nel settore del mobile» (3125) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VIII, XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

XII Commissione (Affari sociali):
NACCARATO: «Modifiche alla legge 30 marzo 2001, n. 125, e altre disposizioni in materia di alcol e di problemi alcolcorrelati» (3027) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VII, IX, X, XI, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
GARAGNANI ed altri: «Modifiche alla legge 13 maggio 1978, n. 180, in materia di trattamenti sanitari obbligatori per malattia mentale» (3038) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), V e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Commissioni riunite VII (Cultura) e X (Attività produttive):
PICCHI: «Modifiche al codice della proprietà industriale, di cui al decreto legislativo 10 febbraio 2005, n. 30, per la reintroduzione del diritto di brevetto in favore delle università e degli enti pubblici di ricerca» (2607) Parere delle Commissioni I, II, V, XIII e XIV.

Annunzio della pendenza di un procedimento giudiziario ai fini di una deliberazione in materia d'insindacabilità.

In data 13 febbraio 2010 - ai sensi dell'articolo 3, comma 4, della legge n. 140 del 2003 - dal tribunale ordinario di Milano - prima sezione civile è pervenuta, unitamente alla comunicazione che il procedimento è stato sospeso, copia degli atti relativi ad un procedimento civile (atto di citazione del Gruppo editoriale L'Espresso) nei confronti del deputato Silvio Berlusconi, affinché la Camera deliberi se i fatti per i quali si procede concernano o meno opinioni espresse o voti dati da un membro del Parlamento nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione.

Tali atti sono stati assegnati alla competente Giunta per le autorizzazioni. Copia dell'ordinanza di trasmissione da parte del tribunale civile di Milano sarà stampata e distribuita (doc. IV-ter, n. 14).

Trasmissione dal Presidente del Senato.

Il Presidente del Senato, con lettera in data 10 febbraio 2010, ha comunicato che la 2a Commissione permanente (Giustizia) del Senato ha approvato, a conclusione dell'esame, ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del regolamento del Senato, una risoluzione sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alle competenze, alla legge applicabile, al riconoscimento e all'esecuzione delle decisioni e degli atti pubblici in materia di successioni e alla creazione di un certificato successorio europeo (COM(2009)154 definitivo) (atto comunitario n. 48) (atto Senato doc. XVIII, n. 20).

Questa comunicazione è trasmessa alla II Commissione (Giustizia).

Trasmissioni dal Presidente del Consiglio dei ministri e dal ministro dell'economia e delle finanze.

Il Presidente del Consiglio dei ministri e il ministro dell'economia e delle finanze, con lettera in data 28 gennaio 2010, hanno trasmesso il seguente documento: «Nota di aggiornamento 2010-2012». Con successiva comunicazione, pervenuta in data 11 febbraio 2010, il Presidente del Consiglio dei ministri e il ministro dell'economia e delle finanze hanno qualificato tale documento come nota informativa (doc. XXVII, n. 19).
Tale documentazione - che sarà stampata - è trasmessa alla V Commissione (Bilancio).

Il Presidente del Consiglio dei ministri e il ministro dell'economia e delle finanze, con lettere i data 28 gennaio 2010, hanno trasmesso il seguente documento: «Programma di stabilità dell'Italia - Aggiornamento 2009» (doc. XXVII, n. 20).
Tale documentazione - che sarà stampata - è trasmessa alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione dal ministro della difesa.

Il ministro della difesa, con lettera in data 30 gennaio 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 3, del decreto legislativo 28 novembre 1997, n. 464, come sostituito dall'articolo 4 del decreto legislativo 27 giugno 2000, n. 214, la relazione sullo stato di avanzamento dei provvedimenti di ristrutturazione delle Forze armate, riferita all'anno 2009 (doc. XXXVI-bis, n. 2).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla IV Commissione (Difesa).

Trasmissione dal ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione.

Il ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, con lettera in data 4 febbraio 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, comma 591, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, la prima relazione contenente i dati relativi alla partecipazione da parte delle amministrazioni pubbliche a consorzi e società, relativa agli anni 2007, 2008 e 2009 (doc. CCXXVI, n. 1).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione dal ministro per i rapporti con il Parlamento.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 9 febbraio 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, comma 4, del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni, la relazione sullo stato della sicurezza stradale, aggiornata all'anno 2007 (doc. CXLIV, n. 1).

Questa documentazione sarà trasmessa alla IX Commissione (Trasporti).

Trasmissione dal ministro per le politiche europee.

Il ministro per le politiche europee, con lettera in data 10 febbraio 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 15-bis, comma 1, della legge 4 febbraio 2005, n. 11, introdotto dall'articolo 7, comma 1, della legge 6 febbraio 2007, n. 13, l'elenco delle procedure giurisdizionali e di precontenzioso con l'Unione europea, aggiornato al 31 dicembre 2009 (doc. LXXIII-bis, n. 4).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso a tutte le Commissioni permanenti e alla Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Trasmissione dal ministro degli affari esteri.

Il ministro degli affari esteri, con lettera in data 11 febbraio 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, comma 3, della legge 6 febbraio 1992, n. 180, la relazione sulle attività svolte nell'anno 2009 nell'ambito della partecipazione dell'Italia alle iniziative di pace e umanitarie in sede internazionale (doc. LXXXI, n. 3).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla III Commissione (Affari esteri).

Annunzio di risoluzioni del Parlamento europeo.

Il Presidente del Parlamento europeo ha trasmesso il testo di sette risoluzioni e una decisione approvate nella sessione dal 14 al 17 dicembre 2009, che sono assegnate, a norma dell'articolo 125, comma 1, del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, nonché, per il parere, alla III Commissione (Affari esteri) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), se non già assegnate alle stesse in sede primaria:
risoluzione sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce uno strumento europeo di microfinanziamento per l'occupazione e l'integrazione sociale (strumento di microfinanziamento Progress) (doc. XII, n. 402) - alla XI Commissione (Lavoro);
decisione sulla verifica dei poteri (doc. XII, n. 403) - alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);
risoluzione sulle prospettive dell'Agenda di Doha per lo sviluppo a seguito della settima Conferenza ministeriale dell'OMC (doc. XII, n. 404) - alla III Commissione (Affari esteri);
risoluzione sulle misure restrittive nei confronti di determinate persone ed entità associate a Osama Bin Laden, alla rete Al-Qaeda e ai Talebani, nei confronti dello Zimbabwe e in considerazione della situazione in Somalia (doc. XII, n. 405) - alla III Commissione (Affari esteri);
risoluzione sulla necessità di migliorare il quadro giuridico che regola l'accesso ai documenti in seguito all'entrata in vigore del trattato di Lisbona, regolamento (CE) n. 1049/2001 (doc. XII, n. 406) - alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);
risoluzione sulla Bielorussia (doc. XII, n. 407) - alla III Commissione (Affari esteri);
risoluzione sulla violenza nella Repubblica democratica del Congo (doc. XII, n. 408) - alla III Commissione (Affari esteri);
risoluzione sulla proposta di legge contro l'omosessualità in Uganda (doc. XII, n. 409) - alla III Commissione (Affari esteri).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

Il ministro per le politiche europee, con lettera in data 11 febbraio 2010, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 3 e 19 della legge 4 febbraio 2005, n. 11, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.

Tali atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

La Commissione europea, in data 12 e 15 febbraio 2010, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante applicazione della clausola bilaterale di salvaguardia dell'accordo di libero scambio UE-Corea (COM(2010)49 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla X Commissione (Attività produttive);
Proposta di regolamento (UE) n...../.... del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 479/2009 del Consiglio per quanto riguarda la qualità dei dati statistici nel contesto della procedura per i disavanzi eccessivi (COM(2010)53 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla V Commissione (Bilancio).

Annunzio di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee.

Nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea del 16 gennaio 2010, C 11, e del 30 gennaio 2010, C 24, sono state pubblicate le seguenti sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee, relative a cause in cui la Repubblica italiana è parte o adottate a seguito di domanda di pronuncia pregiudiziale proposta da un'autorità giurisdizionale italiana, che sono inviate, ai sensi dell'articolo 127-bis del regolamento, alle sottoindicate Commissioni competenti per materia nonché alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
2010/C 11/11 - Causa C-12/09: Sentenza della Corte (Settima sezione) 12 novembre 2009 - Commissione delle Comunità europee/Repubblica italiana (Inadempimento di uno Stato - Direttiva 2006/17/CE - Prescrizioni tecniche per la donazione, l'approvvigionamento e il controllo di tessuti e cellule umani - Omessa trasposizione entro il termine impartito) (doc. LXXXIX, n. 89) - alla XII Commissione (Affari sociali);
2010/C 24/07 - Causa C-540/07: Sentenza della Corte (Seconda sezione) 19 novembre 2009 - Commissione delle Comunità europee/Repubblica italiana (Inadempimento di uno Stato - Libera circolazione dei capitali - Articolo 56 CE - Articoli 31 e 40 dell'Accordo SEE - Fiscalità diretta - Ritenuta alla fonte sui dividendi in uscita - Imputazione presso la sede del beneficiario del dividendo, in forza di una convenzione contro la doppia imposizione) (doc. LXXXIX, n. 90) - alla VI Commissione (Finanze);
2010/C 24/08 - Causa C-89/08 P: Sentenza della Corte (Grande sezione) 2 dicembre 2009 - Commissione europea/Irlanda, Repubblica francese, Repubblica italiana, Eurallumina SpA, Aughinish Alumina Ltd (Impugnazione - Aiuti di Stato - Esenzione dall'accisa sugli oli minerali - Regolamento (CE) n. 659/1999 - Articolo 1, lettera b), v) - Difetto di motivazione - Compiti del giudice - Motivo di ordine pubblico rilevato d'ufficio dal giudice comunitario - Violazione del principio del contraddittorio - Portata dell'obbligo di motivazione) (doc. LXXXIX, n. 91) - alla VI Commissione (Finanze);
2010/C 24/09 - Causa C-169/08: Sentenza della Corte (Grande sezione) 17 novembre 2009 (domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dalla Corte costituzionale) - Presidente del Consiglio dei ministri/regione autonoma della Sardegna (Libera prestazione dei servizi - Articolo 49 CE - Aiuti di Stato - Articolo 87 CE - Normativa regionale che istituisce un'imposta sullo scalo turistico di aeromobili adibiti al trasporto privato di persone nonché di unità da diporto che grava unicamente sugli esercenti aventi il domicilio fiscale fuori dal territorio regionale) (doc. LXXXIX, n. 92) - alla VI Commissione (Finanze);
2010/C 24/24 - Causa C-13/09: Sentenza della Corte (Settima sezione) 26 novembre 2009 - Commissione delle Comunità europee/Repubblica italiana (Inadempimento di uno Stato - Direttiva 2006/86/CE - Prescrizioni in tema di rintracciabilità - Notifica di reazioni ed eventi avversi gravi - Prescrizioni tecniche per la codifica, la lavorazione, la conservazione, lo stoccaggio e la distribuzione di tessuti e cellule umani - Omessa trasposizione entro il termine (doc. LXXXIX, n. 93) - alla XII Commissione (Affari sociali).

Annunzio di sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo.

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 12 febbraio 2010, ha dato comunicazione, ai sensi della legge 9 gennaio 2006, n. 12, delle seguenti sentenze pronunciate dalla Corte europea dei diritti dell'uomo nei confronti dello Stato italiano, passate in giudicato nel mese di dicembre 2009, che sono inviate alla VIII Commissione (Ambiente) nonché alla III Commissione (Affari esteri):
sentenza 26 maggio 2009: Rossitto n. 7977/03, in materia urbanistica. L'eccessiva durata del vincolo di inedificabilità apposto su un terreno in previsione della sua futura espropriazione, senza il riconoscimento di alcuna indennità al proprietario gravato da tale peso, costituisce violazione dell'articolo 1 del Protocollo n. 1 in quanto ostacola il pieno esercizio del diritto di proprietà (doc. CLXXIV, n. 170);
sentenza 22 dicembre 2009: Guiso-Gallisay n. 58858/00, in materia di criteri di calcolo dell'equa soddisfazione ex articolo 41 CEDU nei casi di espropriazione indiretta. La Grande Chambre ha confermato il revirement della giurisprudenza inaugurato dalla sentenza del 21 ottobre 2008, con la quale la Corte aveva modificato il proprio orientamento in tema di calcolo del risarcimento dei danni da espropriazione indiretta finora seguito (consistente nel riconoscere alle vittime una somma pari al valore attuale del fondo espropriato aumentata del plusvalore apportato dalla costruzione delle opere), affermando che, al fine di valutare il pregiudizio subito, occorre prendere in considerazione la data a partire dalla quale gli interessati hanno avuto la certezza giuridica di aver perso i loro diritti di proprietà sul bene espropriato (doc. CLXXIV, n. 171).

Annunzio di un provvedimento concernente un'amministrazione locale.

Il Ministero dell'interno, con lettera in data 10 febbraio 2010, ai sensi dell'articolo 141, comma 6, del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ha dato comunicazione della revoca del decreto del Presidente dalla Repubblica 22 gennaio 2010, recante scioglimento del consiglio comunale di Castel San Vincenzo (Isernia).

Questa documentazione è depositata presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Comunicazioni ai sensi dell'articolo 3, comma 44, della legge 24 dicembre 2007, n. 244.

L'Azienda sanitaria provinciale di Caltanissetta, con lettere in data 25 gennaio 2010, ha trasmesso alla Presidenza, ai sensi dell'articolo 3, comma 44, della legge 24 dicembre 2007, n, 244, le comunicazioni concernenti atti comportanti spese per emolumenti o retribuzioni, con l'indicazione dei destinatari e dell'importo dei relativi compensi.

Tali comunicazioni sono trasmesse alla V Commissione (Bilancio).

Comunicazione di una nomina ministeriale.

Il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con lettera in data 15 febbraio 2010, ha dato comunicazione, ai sensi dell'articolo 9 della legge 24 gennaio 1978, n. 14, della conferma dell'avvocato Giacomo Diego Gatta a commissario straordinario dell'Ente parco nazionale del Gargano.
Tale comunicazione è trasmessa alla VIII Commissione (Ambiente).

Richieste di parere parlamentare su atti del Governo.

Il ministro per i beni e le attività culturali, con lettera in data 12 febbraio 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 32, comma 2, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto ministeriale per il riparto dello stanziamento, iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero per i beni e le attività culturali per l'anno 2010, relativo a contributi da erogare ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi (188).

Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla VII Commissione (Cultura), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il l'8 marzo 2010.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 11 febbraio 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, comma 3, della legge 7 luglio 2009, n. 88, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2008/118/CE del Consiglio del 16 dicembre 2008, relativa al regime generale delle accise e che abroga la direttiva 92/12/CEE (189).

Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla VI Commissione (Finanze), nonché, ai sensi del comma 2 dell'articolo 126 del regolamento, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), che dovranno esprimere il prescritto parere entro il 28 marzo 2010. E' altresì assegnata, ai sensi del comma 2 dell'articolo 96-ter del regolamento, alla V Commissione (Bilancio), che dovrà esprimere i propri rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario entro l'8 marzo 2010.

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B  al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di risposte scritte ad interrogazioni.

Sono pervenute alla Presidenza dai competenti Ministeri risposte scritte ad interrogazioni. Sono pubblicate nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

MOZIONI LEOLUCA ORLANDO ED ALTRI N. 1-00327, CASINI ED ALTRI N. 1-00056, FAVA ED ALTRI N. 1-00059, TOUADI ED ALTRI N. 1-00328 E BONIVER, COMMERCIO, IANNACCONE ED ALTRI N. 1-00329 CONCERNENTI LE INIZIATIVE VOLTE A FAVORIRE IL PROCESSO DI PACE NELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO E A FRONTEGGIARE L'EMERGENZA UMANITARIA IN ATTO

Mozioni

La Camera,
premesso che:
la crisi in atto nella Repubblica democratica del Congo desta sempre più preoccupazione, poiché lì si sta sviluppando una nuova fase del conflitto regionale in atto da quindici anni, un conflitto di ordine economico (sfruttamento illegale delle risorse minerarie) e geostrategico (un Kivu sempre più dipendente politicamente e militarmente dal Rwanda);
attualmente il conflitto oppone, secondo le fonti ufficiali: le Forze democratiche di liberazione del Rwanda (FdlR), hutu rwandesi fuggiti dal Rwanda in seguito agli avvenimenti rwandesi di aprile-giugno 1994 (la loro presenza nel Kivu è sempre stata usata dall'attuale regime rwandese a connotazione tutsi come pretesto per invadere militarmente il Kivu, inviando le sue proprie truppe nel 1996-1997, nel 1998-2003 e, ultimamente, nel febbraio 2009, in occasione dell'operazione militare Umoja wetu contro le FdlR); le forze armate della Repubblica democratica del Congo (FaRdC), l'esercito congolese che ha intrapreso delle operazioni militari (Kimya II, da aprile a dicembre 2009, e Amani leo, da gennaio 2010) per il disarmo e il rimpatrio forzato delle FdlR; c'è da notare che le truppe dell'esercito congolese impegnate in dette operazioni sono quelle del Congresso nazionale per la difesa del popolo (Cndp di Laurent Nkunda), integrate nell'esercito nazionale in seguito agli accordi di Goma firmati nel marzo 2009. Sebbene la base di questo ex movimento ribelle congolese (ora diventato partito politico) abbia una connotazione plurietnica, i suoi responsabili politici e militari sono, tuttavia, di estrazione quasi esclusivamente tutsi;
come i movimenti ribelli del passato, l'Afdl e il Rcd, anche il Cndp è appoggiato, militarmente, politicamente e economicamente, dal Rwanda;
come è ormai evidente, il conflitto del Kivu è un conflitto prettamente rwandese esportato e combattuto su suolo congolese. Le due parti in causa lo dimostrano: da una parte, le FdlR (che sono essenzialmente un pretesto nelle mani di Kigali per controllare il Kivu) e, dall'altra, l'attuale regime rwandese, che agisce attraverso gruppi armati congolesi erroneamente denominati ribelli. Il conflitto assicura al regime rwandese di avere una propria presenza nel Kivu, permettendogli di controllarlo militarmente e politicamente e di conseguire grandi vantaggi economici mediante lo sfruttamento illegale delle risorse minerarie esportate dal Kivu stesso verso l'occidente via Rwanda; il commercio minerario illegale nella Repubblica democratica del Congo, tra l'altro, consente a molti attori di continuare a comprare minerali dai settori controllati dai gruppi ribelli, finanziando così tali stessi gruppi, il che contribuisce ad alimentare e inasprire il conflitto;
si teme che l'attuale conflitto, che colpisce non solo il Nord Kivu, ma anche il Sud Kivu e il Maniema, possa estendersi a tutta la regione dei Grandi Laghi, poiché già, nel nord-est del Paese, dove si incontrano le frontiere di Uganda, Sudan e Congo, il Lord resistance army, letteralmente Esercito di liberazione del Signore, un gruppo di ribelli ugandesi famoso per la sua ferocia, sta massacrando senza pietà e apparentemente senza motivo la popolazione del Congo;
come denunciato dall'organizzazione umanitaria Medici senza frontiere, nel suo rapporto annuale, la tragedia del Congo ha il triste primato di una delle crisi più ignorate del globo, di fronte alla quale la comunità internazionale appare impotente;
dal 1994, anno in cui due milioni di rifugiati arrivarono nel Kivu, in seguito ai massacri perpetrati in Rwanda, tragedia che ha segnato l'inizio dell'attuale conflitto del Kivu. In questa tragedia ha giocato un ruolo importante il fattore etnico hutu-tutsi, perché tale elemento è stato strumentalizzato a fini politici, militari, economici e geostrategici;
la regione vive in stato d'emergenza e di guerra, ovvero da quando furono massacrate fra 800.000 e 1.100.000 persone, nella maggior parte di etnia tutsi (watussi), una minoranza rispetto agli hutu, gruppo etnico maggioritario a cui facevano capo ai gruppi paramilitari responsabili dell'eccidio: interahamwe, impuzamugambi e gli inkotanyi;
il secondo conflitto congolese è quello del 1998-2003, al tempo del Rcd, movimento cosiddetto ribelle creato e sostenuto dal Rwanda. Al Rcd è subentrato poi il Cndp di Laurent Nkunda, sempre appoggiato dal Rwanda, come dimostrato dal rapporto del gruppo degli esperti dell'Onu per la Repubblica democratica del Congo e pubblicato in dicembre 2008, ma reso pubblico all'inizio del mese di dicembre 2009;
il New York Times, nel novembre 2009, ha pubblicato stralci di un rapporto riservato redatto da un gruppo di esperti Onu, nel quale si accerta il fallimento della missione delle Nazioni Unite nella Repubblica democratica del Congo (Monuc) e dal quale si apprende che venticinquemila caschi blu ingaggiati per le operazioni di peacekeeping non sono riusciti a bloccare una rete criminale molto ampia gestita dalle Forze democratiche di liberazione del Rwanda (FdlR), ma anche da membri del Cndp, dell'esercito congolese, della classe politica congolese e rwandese, di multinazionali e Governi occidentali, commercianti e uomini d'affari, tutti implicati in diversi modi nel commercio illegale delle risorse minerarie del Kivu e nel traffico clandestino delle armi;
durante l'ultima conferenza episcopale dei vescovi dell'Africa, monsignor Edward Hiiboro Kussala, vescovo di Tombura-Yambio, ha chiesto che l'Europa e tutta la comunità internazionale guardino con più attenzione al suo Paese, intervenendo per porre fine a una situazione di massacri quotidiani nei confronti dei cristiani che vivono in Africa;
il 1o gennaio 2010 i missionari della rete pace per il Congo hanno fatto pervenire una lettera al Presidente degli Stati Uniti, nella quale viene chiesto, tra l'altro, uno sforzo affinché cessi il sostegno americano ai regimi ugandese e ruandese, condizionando l'aiuto a una vera apertura democratica e al rispetto dei diritti economici, politici e territoriali dei Paesi della regione, prevedendo anche eventuali sanzioni, e che la politica riprenda il suo ruolo nei confronti dell'economia e alle multinazionali venga chiesto conto della correttezza del loro agire in Paesi terzi: in particolare, che venga utilizzato lo strumento della tracciabilità delle materie prime esportate e vengano previste sanzioni adeguate;
nonostante la presenza delle forze internazionali (Monuc), la popolazione è presa in ostaggio ed è sotto choc. Alla lunga serie di massacri, stupri, incendi di villaggi, sequestri, furti, saccheggi di cui è vittima, si aggiunge la destabilizzazione organizzata delle forze vive della società, delle comunità religiose, la repressione di giornalisti, sindacalisti e operatori sociali. Il rapporto di Medici senza frontiere prova che il Kivu è abbandonato ai predatori e che la guerra è anzitutto «la guerra per il controllo dei minerali»;
infatti, la causa principale del conflitto nell'est della Repubblica democratica del Congo è certamente lo sfruttamento illegale delle sue risorse minerarie (coltan, cassiterite, oro e altro) da parte delle multinazionali (europee, americane, canadesi e orientali), che controllano i siti minerari, attraverso gruppi armati (Forze democratiche di liberazione del Rwanda (FDLR), il Congresso nazionale per la difesa del popolo (Cndp), i combattenti Mai Mai e lo stesso esercito nazionale (FaRdC)) e mafiosi che si autofinanziano mediante il commercio illegale dei minerali in cambio di armi e dollari;
occorrerebbe una regolarizzazione del mercato delle risorse minerarie, in modo da impedire che i gruppi armati si finanzino attraverso di esso e, quindi, introdurre un sistema di certificazione di origine dei minerali (miniera - intermediari - commercianti - esportatori - raffinatori - industrie tecnologiche occidentali), per poter evitare l'importazione di minerali prodotti da gruppi armati;
il ruolo svolto dall'Unione africana nella ricerca di soluzioni alla crisi della regione dei Grandi Laghi africani è stato minimo;
il ruolo maggiore è stato svolto dall'Onu e dalla comunità internazionale, ma con risultati scarsi e deludenti. Queste ultime due entità non sono state efficaci, perché hanno difeso prima di tutto i propri interessi politici e economici nella regione e, in secondo luogo, perché vittime di un «complesso di colpa» nei confronti del Rwanda, per non avere non solo impedito, ma nemmeno fermato il genocidio del 1994. Fu proprio all'inizio del genocidio che il Consiglio di sicurezza dell'Onu decise di ridurre drasticamente gli effettivi militari della missione Minuar;
attualmente lo stallo internazionale, che coinvolge l'Onu e la comunità internazionale, è anche dovuto al fatto che il vigente regime rwandese mantiene ben salda la conduzione dei giochi, costringendo, di fatto, varie nazioni a non poter prendere nessun provvedimento nei confronti del Rwanda, perché Paul Kagame potrebbe reagire mettendo in causa i principali protagonisti del dramma rwandese del 1994: il Segretario generale dell'Onu, il responsabile delle operazioni di pace, il comandante militare della Minuar, l'Amministrazione degli Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Francia, Belgio;
l'attivismo dimostrato in Africa centrale da Francia e Gran Bretagna, con varie promesse di aiuti umanitari, non risulta abbia prodotto vere e concrete iniziative per promuovere missioni umanitarie e di soccorso, per la gestione della crisi con mezzi militari e civili;
al momento, contro quella che è considerata la catastrofe umanitaria «peggiore mai vista in Africa», l'Unione europea non si è ancora assunta la responsabilità di mandare un contingente di pace, preferendo l'azione diplomatica;
Amnesty international ha chiesto da tempo un impegno più forte del Consiglio di sicurezza Onu per porre fine alle violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario nella Repubblica democratica del Congo;
bisogna ricordare che il Presidente congolese, Joseph Kabila, ha ultimamente chiesto che per la missione Monuc si preveda un suo ritiro progressivo entro il 30 giugno 2010, lasciando supporre che questa non resterà nella Repubblica democratica del Congo ancora a lungo;
il Parlamento europeo ha recentemente approvato una risoluzione (17 dicembre 2009) sulla violenza nella Repubblica democratica del Congo,

impegna il Governo:

ad attivarsi in prima linea, di concerto con i partner europei, per sostenere l'importanza della presenza della missione Monuc, che rimane necessaria, perché sia fatto tutto il possibile per consentirle di svolgere pienamente il proprio mandato, al fine di proteggere le persone minacciate e per favorire ogni sforzo diplomatico indispensabile per rispondere alla violenza con la diplomazia e l'invito al dialogo, sollecitandone la ripresa, posto che proprio la diplomazia e il dialogo hanno portato all'istituzione del programma Amani per la sicurezza, la pacificazione, la stabilizzazione e la ricostruzione del Nord e del Sud Kivu;
a intraprendere ogni azione utile affinché il Consiglio di sicurezza dell'Onu adotti tutte le misure possibili necessarie per rendere più efficace il lavoro della missione Monuc nella difesa dei civili e per fare in modo che il suo mandato e le sue regole d'ingaggio possano essere applicati con determinazione e su base permanente, al fine di garantire più efficacemente la sicurezza della popolazione - senza sostenere in alcun modo le unità congolesi che non rispettano i diritti umani - compreso il personale umanitario;
a favorire e sostenere, con il coinvolgimento delle istituzioni europee, soluzioni di carattere politico in quell'area nella direzione della ricerca della verità su ciò che è accaduto nel passato e su ciò che sta accadendo nel presente, nella lotta contro l'impunità di cui usufruiscono attualmente gli autori di crimini di guerra e di crimini contro l'umanità, affinché sia resa giustizia alle vittime.
(1-00327)
«Leoluca Orlando, Donadi, Evangelisti, Di Stanislao, Borghesi».

La Camera,
premesso che:
da oltre quindici anni nella Repubblica democratica del Congo, in particolare nella provincia del Nord Kivu, è in atto un conflitto etnico e politico che ha provocato una drammatica emergenza umanitaria;
si tratta di un tragico residuo dell'atroce genocidio di un milione di tutsi e hutu nel 1994, in Rwanda; una guerra che vede contrapposti gli ex ribelli del Congresso nazionale per la difesa del popolo del dissidente filo-rwandese Laurent Nkunda, integrate nell'esercito nazionale in seguito agli accordi di Goma del marzo 2009, che affermano di agire per difendere la comunità tutsi, e le Forze democratiche per la liberazione del Rwanda (FdlR), di etnia hutu presenti nel Nord Kivu dopo gli avvenimenti del 1994 in Rwanda;
si teme che l'attuale conflitto in Nord Kivu possa estendersi a tutta la regione dei Grandi Laghi, poiché già nel nord del Paese, dove si incontrano le frontiere di Uganda, Sudan e Congo, il Lord resistance army, letteralmente Esercito di liberazione del Signore, un gruppo ribelli ugandesi famoso per la sua ferocia, sta massacrando senza pietà e apparentemente senza motivo la popolazione del Congo;
come denunciato dall'organizzazione umanitaria Medici senza frontiere, nel suo rapporto annuale, la tragedia del Congo ha il triste primato di una delle crisi più ignorate del globo, di fronte alla quale la comunità internazionale appare impotente e la missione Onu un fallimento;
il New York Times, nel novembre 2009, ha pubblicato stralci di un rapporto riservato redatto da un gruppo di esperti Onu, nel quale si accerta il fallimento della missione delle Nazioni Unite nella Repubblica democratica del Congo (Monuc) e dal quale si apprende che venticinquemila caschi blu ingaggiati per le operazioni di peacekeeping non sono riusciti a bloccare una rete criminale molto ampia gestita dalle Forze democratiche per la liberazione del Rwanda (FdlR), ma anche da membri del Cndp, dell'esercito congolese, della classe politica congolese e rwandese, di multinazionali e Governi occidentali, commercianti e uomini d'affari, tutti implicati in diversi modi, nel commercio illegale delle risorse minerarie del Kivu e nel traffico clandestino delle armi;
contro quella che è considerata la catastrofe umanitaria «peggiore mai vista in Africa», l'Unione europea non si è assunta la responsabilità di mandare un contingente di pace, prediligendo l'azione diplomatica;
è risultato assente il ruolo svolto dall'Unione africana nel ricercare soluzioni alla crisi della regione dei Grandi Laghi africani;
la situazione dei profughi resta di grande vulnerabilità con delle conseguenze molto serie: ci sono bambini gravemente malnutriti, specie nelle zone più remote, dove le persone si nascondono per settimane, se non mesi, nelle foreste, quando i loro villaggi vengono attaccati, mentre epidemie di colera e diarrea hanno già ucciso decine di persone nei centri di accoglienza, spesso improvvisati;
questa situazione sorprende, soprattutto, dopo l'esperienza del 1994, quando il mancato invio di una forza di pace europea contribuì al genocidio rwandese: in cento giorni furono massacrati oltre 800 mila tutsi e hutu moderati;
non si ha più contezza degli sfollati, ormai allo sbando, che non hanno accesso né a cibo, né a acqua potabile, né ad altri beni di prima necessità;
più volte è stato sollecitato il rafforzamento del contingente di caschi blu, soprattutto da parte di Amnesty international, che ha chiesto un impegno più forte del Consiglio di sicurezza Onu per porre fine alle violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario nella Repubblica democratica del Congo;
il Parlamento europeo ha recentemente approvato una risoluzione (17 dicembre 2009) sulla violenza nella Repubblica democratica del Congo,

impegna il Governo:

a rilanciare, presso le sedi istituzionali dell'Unione europea, la proposta di intervenire con missioni umanitarie e di soccorso anche con unità militari, per la gestione della crisi e il ristabilimento della pace, così come fatto in Ciad per tutelare i profughi del Darfur;
ad assumere ogni utile iniziativa d'intesa con i partner europei nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e insieme all'Unione africana, volta a rafforzare e rendere più incisiva l'azione della missione Monuc, che allo stato non sembra in grado di fronteggiare la situazione attuale;
a prevedere un adeguato sostegno economico e tecnico-logistico a tutte le organizzazioni umanitarie presenti nell'area.
(1-00056)
(Nuova formulazione) «Casini, Vietti, Adornato, Ciccanti, Compagnon, Naro, Volontè, Bosi, Buttiglione, Capitanio Santolini, Cera, Cesa, Ciocchetti, De Poli, Delfino, Dionisi, Drago, Anna Teresa Formisano, Galletti, Libè, Mannino, Occhiuto, Oppi, Pezzotta, Pisacane, Poli, Rao, Romano, Ruggeri, Ruvolo, Tassone, Nunzio Francesco Testa, Zinzi, Mondello, Mantini, Enzo Carra, Lusetti, Mereu, Ria».

La Camera,
premesso che:
si osserva con crescente preoccupazione l'evolversi della crisi in atto nella provincia orientale del Congo, nota come Kivu settentrionale, dove si sta sviluppando una nuova fase del conflitto regionale in atto da quindici anni tra milizie hutu e tutsi, le une sostenute dal Governo centrale di Kinshasa, le altre da formazioni ribelli variamente collegate a soggetti politico-militari operanti nel confinante Rwanda;
è da sottolineare l'inefficacia dimostrata finora dalla missione Onu nota come Monuc, che pure dispone di oltre 16.500 effettivi, ma che risulta paralizzata dal fatto di essere distribuita male sul terreno ed essere composta in larga misura da unità provenienti da Paesi che si concepiscono come rivali, come India, Pakistan e Bangladesh;
vanno apprezzati gli sforzi fatti nell'ambito dell'Unione africana e dalle organizzazioni internazionali subcontinentali africane per pervenire ad una composizione della crisi;
si rileva, altresì, l'attivismo dimostrato in Africa centrale dalle diplomazie di Francia e Gran Bretagna;
si evidenzia come, a dispetto dell'orientamento negativo finora espresso dall'Unione europea, siano comunque affiorate proposte tendenti all'allestimento di una forza europea di rapido intervento, da inviare nel Kivu settentrionale, allo scopo di aprire dei corridoi umanitari per soccorrere le popolazioni civili vittime delle violenze e degli scontri e, se possibile, stabilizzare il fronte e facilitare il raggiungimento di un cessate il fuoco;
la nuova crisi politico-militare in atto in Africa centrale, secondo i firmatari del presente atto di indirizzo, è suscettibile di alimentare nuove pressioni migratorie verso la parte settentrionale del continente ed oltre, anche verso l'Europa meridionale,

impegna il Governo

a prendere parte attiva agli sforzi della diplomazia internazionale volti a fermare i massacri in atto nel Kivu settentrionale, anche in vista di un eventuale intervento promosso dai Paesi dell'Unione europea, all'interno ovvero all'esterno della cornice comunitaria.
(1-00059)
«Fava, Cota, Luciano Dussin, Dal Lago, Reguzzoni, Alessandri, Allasia, Bitonci, Bonino, Brigandì, Buonanno, Callegari, Caparini, Chiappori, Comaroli, Consiglio, Crosio, D'Amico, Dozzo, Guido Dussin, Fedriga, Fogliato, Follegot, Forcolin, Fugatti, Gibelli, Gidoni, Giancarlo Giorgetti, Goisis, Grimoldi, Lanzarin, Lussana, Maccanti, Laura Molteni, Nicola Molteni, Montagnoli, Munerato, Negro, Paolini, Pastore, Pini, Pirovano, Polledri, Rainieri, Rivolta, Rondini, Salvini, Simonetti, Stefani, Stucchi, Togni, Torazzi, Vanalli, Volpi».

La Camera,
premesso che:
è dal 1994 che la Repubblica democratica del Congo vive in uno stato d'emergenza e di guerra, dapprima con l'arrivo di oltre due milioni di profughi rwandesi, poi con la cosiddetta guerra di liberazione dal regime di Mobutu (guidata da Laurent-Desiré Kabila, ma in realtà diretta con la regia di Rwanda, Uganda, Burundi e dai loro alleati), fino ad arrivare al secondo conflitto congolese esploso dieci anni fa, nell'agosto del 1998, ben più violento ed attuale, che è costato la vita a milioni di persone e continua ad essere la causa, diretta o indiretta, della morte di addirittura 45.000 persone ogni mese;
la situazione sta drammaticamente precipitando, in particolare nel sud del Kivu, una delle 11 regioni del Paese, dove si contano circa due milioni di sfollati e una lunga e dolorosa serie di massacri, stupri, incendi di villaggi, sequestri, furti e saccheggi, di cui la popolazione civile del Kivu è vittima. La popolazione è presa in ostaggio e vengono perseguitate, soprattutto, le forze vive della società, come le comunità religiose, le associazioni civili che si battono per la pace, le organizzazioni di donne, i giornalisti, i sindacalisti e gli operatori sociali. Il Kivu è abbandonato ai predatori e la situazione sembra volgere verso una progressiva occupazione e annessione di fatto da parte dei Paesi vicini;
nei soli primi sei mesi del 2009 sono stati denunciati dall'Onu ben 5.387 casi di violenza contro donne e bambini, il 90 per cento dei quali imputabili ai gruppi armati regolari e irregolari. Anche l'associazione internazionale in difesa dei diritti umani Watch international, nel mese di agosto 2009, ha denunciato la drammatica emergenza umanitaria nella Repubblica democratica del Congo e ha anticipato alcuni fatti gravissimi contenuti nel rapporto del gruppo di esperti al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del novembre 2009, che, demolendo il perdurante muro di omertà sulle responsabilità della guerra in corso da anni, ha denunciato anche il palese fallimento delle operazioni militari dei caschi blu dell'Onu nel Nord e Sud Kivu;
il recente rapporto del gruppo di esperti delle Nazioni Unite richiama, infatti, numerose responsabilità, tra le quali è segnalata quella dell'Uganda, per lo sfruttamento delle risorse minerarie, quella del Randa, in quanto principale punto di transito dei minerali saccheggiati nella Repubblica democratica del Congo dai gruppi ribelli (FdlR, Cndp e altri, coinvolti in reti criminali per la commercializzazione dei minerali in cambio di armi), quella della Cina, per il suo ruolo ambiguo volto a finanziare alcuni gruppi ribelli che controllano le miniere di coltan, oro e diamanti, nonché di alcune organizzazioni non governative, per aver abbandonato la loro attività umanitaria per finanziare sanguinari ribelli rwandesi hutu, che combattono contro il Governo legittimo congolese. Inoltre, tale rapporto segnala responsabilità ancora più preoccupanti, come quella degli stessi caschi blu dell'Onu per non essere riusciti a mantenere la pace nella regione e per l'accertata esistenza di taluni casi di collusione con i ribelli armati irregolari. Il testo getta, dunque, un'ulteriore ombra sulla Monuc (United Nations mission in democratic Republic of Congo), la più grande missione di pace della comunità internazionale, che, nonostante disponga di 20 mila soldati presenti operanti nel Nord e nel Sud Kivu e richieda enormi costi (un miliardo di dollari l'anno), non ha prodotto fino ad oggi i risultati sperati, ossia la risoluzione della crisi del Paese e della regione dei Grandi Laghi;
l'esercito congolese, dal suo canto, non dispone di risorse umane, tecniche e finanziarie sufficienti per assolvere ai propri compiti, è mal pagato e costituito da un insieme di forze molto diverse tra loro e ha visto arruolare frettolosamente fra le sue fila anche forze destabilizzatrici e violente, come quelle del Congresso nazionale per la difesa del popolo (Cndp) di Laurent Nkunda (nei confronti del quale il Governo congolese ha chiesto al Rwanda l'estradizione), con il rischio, dunque, di incrementare un'insicurezza permanente;
il deterioramento della situazione umanitaria e del numero crescente di sfollati nel Paese è stato denunciato anche dall'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. In occasione dell'apertura del quattordicesimo vertice dell'Unione africana, svoltosi il 2 febbraio 2010 ad Addis Abeba, Ban Ki Moon ha annunciato di voler aumentare il proprio impegno per mettere fine alle violenze, in particolare agli stupri di massa perpetrati contro donne e bambini, dichiarando, inoltre, l'intenzione di battersi affinché le violenze sessuali siano riconosciute e punite come crimine contro le leggi internazionali e crimini di guerra, e dunque suscettibili di essere deferiti alla Corte penale internazionale per crimini contro l'umanità;
il disastro umanitario che si sta consumando in Congo riguarda l'Italia molto da vicino, non solo perché in quel Paese ci sono decine di cooperatori, missionari e volontari italiani, che hanno scelto un difficile e coraggioso impegno civile, ma soprattutto perché da quella realtà devastata dai conflitti si generano i flussi migratori della disperazione, tanto temuti nel nostro Paese. Senza un impegno per contribuire alla pacificazione di quella regione, nessuna frontiera potrà reggere all'urto di tale disperazione. Inoltre, l'Africa è il continente che custodisce enormi riserve di materie prime, di cui il mondo ricco ha sempre più bisogno e la questione del controllo di tali risorse è all'origine dell'acuirsi delle guerre;
la guerra che si combatte da anni in Congo origina, infatti, dalla lotta per il controllo degli importanti minerali di cui è ricco il Paese (cassiterite, coltan, oro, wolfram, petrolio, gas e metano), in particolare per l'accaparramento del coltan, un componente base indispensabile alla costruzione di oggetti tecnologici quotidiani, come cellulari, personal computer, videocamere;
il problema dello sfruttamento illegale e dell'esportazione fraudolenta dei minerali della Repubblica democratica del Congo - parte dei quali finiscono in molti Paesi, come quelli dell'Europa, il Canada, gli Stati Uniti e l'Asia - è uno dei fattori che alimentano i conflitti nella regione dei Grandi Laghi africani e ciò sollecita la comunità internazionale ad intervenire con strumenti differenziati e innovativi. Significative in tal senso sono le proposte che si stanno avanzando negli Stati Uniti e in Europa con l'intento di dotare la comunità internazionale di un sistema di tracciabilità dei minerali estratti, al fine di contrastare i traffici minerari illegali che coinvolgono una vasta rete di complicità, interne e internazionali, e che stanno fomentando una disastrosa guerra nel Paese;
la profonda crisi che da circa un decennio caratterizza la regione dei Grandi Laghi africani, coinvolgendo ben sette nazioni africane, sta mettendo in serio pericolo un importante ecosistema, tale da rappresentare il cosiddetto secondo polmone del mondo, dopo la foresta amazzonica. Ciò richiama l'urgente necessità di rimettere l'ambiente al centro dello sviluppo economico della regione, come priorità di azione per tutto il continente africano,

impegna il Governo:

ad assumere ogni utile iniziativa, d'intesa con i partner europei nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e con l'Unione africana, per sollecitare un rafforzamento dell'azione e delle capacità operative della missione Monuc, per giungere ad una necessaria e urgente ridefinizione del suo mandato e delle sue priorità, al fine di consentire un intervento di protezione effettivo della popolazione civile minacciata da gruppi armati;
ad attivarsi per avanzare in sede europea la proposta di costituire una missione specifica, umanitaria e di soccorso, analogamente a quanto è avvenuto per i profughi del Darfur;
a farsi promotore di un'azione sul piano politico e diplomatico che favorisca il dialogo tra tutti i Governi della regione dei Grandi Laghi africani, in grado di esercitare una pressione che incoraggi non solo una soluzione negoziale di riconciliazione e di pace, ma anche la promozione di una cooperazione economica nella regione, capace di accogliere le attese e gli sforzi compiuti dalla Conferenza internazionale nella regione dei Grandi Laghi di Dar es Salaam, svoltasi nel 2004 in Tanzania, per la pace, la sicurezza, la governabilità, la democrazia, lo sviluppo economico, l'integrazione regionale;
ad assumere iniziative volte ad aumentare i finanziamenti, nazionali ed europei, destinati agli aiuti umanitari per le regioni orientali della Repubblica democratica del Congo, dando la priorità ad aiuti, donazioni o progetti di cooperazione internazionale, in favore delle associazioni delle donne congolesi impegnate nella tutela dei diritti della parità di genere e nella costruzione di una commissione per la verità e la riconciliazione sui crimini a sfondo sessuale, nonché per il recupero degli ex bambini soldato;
ad aderire e a sostenere concretamente l'appello lanciato il 30 novembre 2009 dall'Onu e da 380 organizzazioni non governative, che sollecita tutti gli Stati membri della stessa Onu a fare la loro parte al fine di raccogliere 7,1 miliardi di dollari da destinare alle azioni umanitarie nel 2010;
ad attivarsi in sede europea per sostenere e rendere operativa la proposta, sollecitata anche dal Parlamento europeo, in favore di una regolamentazione comunitaria per la tracciabilità dei minerali naturali provenienti dalla Repubblica democratica del Congo, comprendente una disciplina del mercato del coltan, analogamente a quanto avviene per i diamanti con il vigente protocollo di Kimberley.
(1-00328)
«Touadi, Villecco Calipari, Maran, Tempestini, Veltroni, Narducci, Barbi, Pistelli, Corsini, Arturo Mario Luigi Parisi, Colombo, Fedi, Porta, Sarubbi, Mogherini Rebesani».

La Camera,
premesso che:
non accenna a placarsi la gravissima crisi militare ed umanitaria che coinvolge la Repubblica democratica del Congo, in particolare nella provincia orientale di confine nota come Kivu settentrionale, ricca di diamanti, cobalto, zinco, rame e tantalio, dove si sta sviluppando una nuova fase del conflitto regionale in atto da quindici anni tra milizie di etnia hutu appartenenti alle Forze democratiche per la liberazione del Rwanda (FdlR) - presenti nell'area dagli anni '90 e sostenute dal Governo centrale congolese - contrapposte a formazioni ribelli di etnia principalmente tutsi, legate alla formazione denominata Congresso nazionale per la difesa del popolo (Cnpd), che fa capo a soggetti politico-militari operanti nel confinante Rwanda; si tratta del drammatico strascico della guerra civile della primavera del 1994 in Rwanda, dove milizie hutu massacrarono circa 1.000.000 di civili tutsi o hutu moderati;
si ha motivo di temere che l'attuale crisi possa estendersi a tutta l'area, particolarmente sensibile in quanto in essa convergono le frontiere di Uganda, Sudan e Congo, area dove opera l'Esercito di resistenza del Signore (o Lord resistance army), i cui dirigenti sono stati accusati dalla Corte penale internazionale di aver attuato numerose violazioni dei diritti umani, compresi l'omicidio, le mutilazioni, la riduzione in schiavitù sessuale di donne e bambini ed il rapimento di bambini per costringerli a partecipare alle ostilità;
la tragedia del Congo ha il triste primato di essere una delle crisi più ignorate del globo, di fronte alla quale la comunità internazionale appare impotente e la missione Onu rischia di rivelarsi un fallimento;
il conflitto attuale perdura dal 1998 con un numero di morti valutati in cinque milioni, un milione e 600 mila sfollati, oltre 50 mila donne stuprate ed un esercito di bambini soldato che nessuno è in grado di censire, come pure non si è in grado più di conoscere il numero degli orfani di guerra e dei bambini abbandonati; secondo le organizzazioni umanitarie, lo stupro è utilizzato come un'arma e come metodo per annientare il tessuto tribale in centinaia di villaggi travolti dalla guerra; la stessa Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ha difficoltà nel portare aiuti alle popolazioni, sia per motivi geografici, sia per i continui attacchi del Lord resistance army e del FdlR, che ostacolano le missioni umanitarie e aggrediscono i convogli, distruggendo i carichi e mettendo a rischio anche l'incolumità degli operatori umanitari;
con la risoluzione n. 1906 del 23 dicembre 2009, adottata all'unanimità, il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha prorogato fino al 31 maggio 2010 la missione di pace denominata Monuc, che opera nell'area da circa 10 anni e che dispone di poco meno di 20.000 effettivi - il secondo contingente dell'Onu in ordine di grandezza dopo quello in Darfur -, chiedendo all'esercito di Kinshasa di «prendere immediatamente misure che mirano a proteggere i civili, comprese donne e bambini, dalle violazioni della legge umanitaria internazionale...»; l'intenzione dell'Onu è di adottare un ulteriore rinnovo di dodici mesi, ma solo se verranno rispettate le richieste fatte all'esercito congolese e comunque in un quadro di un progressivo disimpegno;
peraltro, la missione Monuc è stata oggetto di diverse accuse: dall'iniziale incapacità ad operare, attribuita al fatto di essere distribuita male sul terreno ed essere composta in larga misura da unità non sufficientemente addestrate, organizzate e motivate, a causa della loro provenienza da Paesi in via di sviluppo, a quella più grave di aver appoggiato l'esercito congolese nelle recenti iniziative antiguerriglia, rendendosi così responsabile del massacro di circa 1.400 civili nell'ultimo anno;
l'Italia è il sesto contributore alle operazioni di peacekeeping delle Nazioni Unite e per il funzionamento di Monuc ha versato 47 milioni di euro nel solo 2007; il Sottosegretario per gli affari umanitari delle Nazioni Unite ha di recente ringraziato il nostro Paese per quanto sta facendo in campo umanitario e per la soluzione della crisi; numerose sono le iniziative sia del Governo che delle organizzazioni non governative italiane nell'area;
la cooperazione allo sviluppo italiana è stata presente, nel biennio 2008-2009, con progetti per oltre 7,5 milioni di euro rivolti soprattutto al settore sanitario per arginare il diffondersi di epidemie e malattie infettive; è stata costante negli anni, l'attenzione del Governo italiano; da ultimo, nel gennaio 2010, l'onorevole Margherita Boniver, inviato speciale del Ministro degli affari esteri per le emergenze umanitarie e le situazioni di vulnerabilità, si è recata nella Repubblica democratica del Congo, a Kinshasa e a Goma, capoluogo del distretto di Kivu, toccando con mano quella che gli analisti internazionali non esitano a definire la più grande catastrofe umanitaria dei tempi moderni;
a conclusione della missione, un'iniziativa d'emergenza della cooperazione allo sviluppo italiana è in fase d'avanzata definizione per un importo complessivo pari a 1,8 milioni di euro e volta ad intervenire nei settori della protezione e reintegrazione psicosociale delle donne e dei minori vittime di violenze, dell'accesso all'acqua e della riabilitazione di strutture sanitarie, scolastiche e sociali;
nell'ambito dell'Unione europea, a fronte dell'esclusione di un intervento diretto, sono comunque affiorate proposte tendenti all'allestimento di una forza europea di rapido intervento, da inviare nel Kivu settentrionale, allo scopo di aprire dei corridoi umanitari per soccorrere le popolazioni civili vittime delle violenze e degli scontri e, se possibile, stabilizzare il fronte e facilitare il raggiungimento di un cessate il fuoco;
peraltro, l'Unione europea è già impegnata sia nel sostegno umanitario (45 milioni di euro nel 2009), sia nella riforma del settore della sicurezza della Repubblica democratica del Congo attraverso due missioni in ambito PESD (Politica europea di sicurezza e difesa): la missione EUSEC, che fornisce assistenza all'organizzazione delle nuove Forze armate congolesi, e la missione EUPOL, che sostiene la formazione di un corpo di polizia allineato alle esigenze delle nuove istituzioni democratiche del Paesi,

impegna il Governo:

a farsi promotore, presso l'Unione europea, di proposte che prevedano un maggior intervento in ambito umanitario nelle aree di conflitto della Repubblica democratica del Congo per la gestione della crisi e il ristabilimento della pace;
ad assumere ogni utile iniziativa in tale ambito volta a rafforzare e rendere più incisiva l'azione della missione Monuc;
ad inserire la Repubblica democratica del Congo nella lista dei Paesi prioritari nella cooperazione allo sviluppo e a destinare, compatibilmente con le disponibilità di bilancio, un maggior sostegno economico alle iniziative di aiuto pubblico allo sviluppo (APS), finalizzate allo sviluppo ed al soccorso umanitario della Repubblica democratica del Congo e a vigilare affinché gli aiuti pervengano effettivamente alle popolazioni bisognose;
a favorire, anche con sostegni economici e giuridico-tecnici, l'adozione di una nuova legislazione in materia nella Repubblica democratica del Congo e di ogni forma connessa di garanzia a tutela dei minori, anche attraverso il rispetto delle competenze della magistratura locale, per quanto riguarda le dichiarazioni di adottabilità dei minori orfani, e in generale l'adeguamento agli standard internazionali sanciti dalla Convenzione dell'Aja in materia.
(1-00329)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga) «Boniver, Commercio, Iannaccone, Antonione, Pianetta, Baldelli, Angeli, Biancofiore, Belcastro, Bonciani, Renato Farina, Lunardi Malgieri, Migliori, Moles, Osvaldo Napoli, Nicolucci, Nirenstein, Picchi, Repetti, Tremaglia, Zacchera».

INTERPELLANZE ED INTERROGAZIONI

Iniziative inerenti alla raccolta e alla conservazione del cordone ombelicale - 2-00506

A) Interpellanza

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere - premesso che:
negli ultimi due anni le scelte politiche di regolazione della materia del banking del cordone ombelicale, allogenico e autologo, hanno subito significativi mutamenti rispetto al passato;
l'articolo 8-bis del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248 («Disposizioni inerenti alla conservazione di cellule staminali del cordone ombelicale»), prorogava al 30 giugno 2008 il termine di cui all'articolo 10, comma 3, della legge 21 ottobre 2005, n. 219, per la predisposizione, con decreto del Ministro interpellato, di una rete nazionale di banche per la conservazione di cordoni ombelicali. A tal fine e per incrementare la disponibilità di cellule staminali del cordone ombelicale ai fini di trapianto, veniva prevista l'autorizzazione della raccolta autologa, la conservazione e lo stoccaggio del cordone ombelicale da parte di strutture pubbliche e private autorizzate dalle regioni e dalle province autonome di Trento e Bolzano: la raccolta doveva avvenire senza oneri per il servizio sanitario nazionale e previo consenso alla donazione per uso allogenico in caso di necessità per paziente compatibile;
l'ordinanza del 19 giugno 2008 del Ministro interpellato, ravvisata la necessità, ai fini della predisposizione del decreto ministeriale sopra richiamato, della pregiudiziale definizione, in conformità alle disposizioni vigenti, dei requisiti minimi organizzativi, strutturali e tecnologici delle strutture deputate allo svolgimento delle attività previste, come pure delle linee guida per il loro accreditamento, sulla base delle indicazioni a tal fine fornite dal centro nazionale sangue e dal centro nazionale trapianti, da condividere con le regioni, e ritenuto che la scadenza del 30 giugno 2008 non consentiva di ultimare i previsti preliminari incombenti, prorogava il termine di validità dell'ordinanza del Ministro della salute del 4 maggio 2007 al 28 febbraio 2009;
il decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 207, all'articolo 35, comma 14, differiva al 31 dicembre 2009 il termine di cui all'articolo 10, comma 3, della legge 21 ottobre 2005, n. 219, per la predisposizione, con decreto del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, previo accordo con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, di una rete nazionale di banche per la conservazione di cordoni ombelicali. Il comma 15 dell'articolo 35 del decreto-legge n. 207 del 2008 abrogava l'articolo 8-bis, comma 1, del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, e successive modificazioni;
l'ordinanza del 26 febbraio 2009 del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, («Disposizioni in materia di conservazione di cellule staminali da sangue del cordone ombelicale»), considera, nonostante le informazioni diffuse dai mass media promuoventi la conservazione del sangue cordonale per un possibile futuro uso proprio (autologo), l'attività di raccolta ad uso autologo ancora gravata da rilevanti incertezze in ordine alla capacità di soddisfare eventuali esigenze terapeutiche future. Considerato, inoltre, che nell'ambito della donazione pubblica è già contemplata e correttamente praticata la raccolta del sangue cordonale per uso cosiddetto «dedicato», ovvero conservato esclusivamente per quel bambino o per quella famiglia, nella quale già esiste una patologia o il rischio di avere ulteriori figli affetti da malattie geneticamente determinate, consente, quindi, la raccolta del cordone ombelicale, senza oneri a carico dei richiedenti, presso le strutture trasfusionali pubbliche, nonché presso quelle individuate dall'articolo 23 della legge n. 219 del 2005 e presso le strutture di cui all'accordo tra il Ministro della salute, le regioni e le province autonome del 10 luglio 2003, autorizzate ed accreditate ai sensi delle disposizioni normative vigenti, secondo tali modalità:
a) per uso allogenico a fini solidaristici, ai sensi dell'articolo 3, comma 3, della legge n. 219 del 2005;
b) per uso dedicato al neonato o a consanguineo con patologia in atto al momento della raccolta, per la quale risulti scientificamente fondato e clinicamente appropriato l'utilizzo di cellule staminali da sangue cordonale, previa presentazione di motivata documentazione clinico-sanitaria;
c) per uso dedicato nel caso di famiglie a rischio di avere figli affetti da malattie geneticamente determinate, per le quali risulti scientificamente fondato e clinicamente appropriato l'utilizzo di cellule staminali da sangue cordonale, previa presentazione di motivata documentazione clinico-sanitaria rilasciata da parte di un medico specialista nel relativo ambito clinico;
al comma 7 dell'articolo 1 viene demandato ad un decreto del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, da emanarsi entro il 31 dicembre 2009, la disciplina per la conservazione di sangue da cordone ombelicale per uso autologo, sulla base di indicazioni appropriate sostenute da evidenze scientifiche consolidate. L'articolo 3, prevede, inoltre, che l'autorizzazione all'esportazione di campioni di sangue da cordone ombelicale per uso autologo venga rilasciata di volta in volta dalla regione o dalla provincia autonoma di competenza, sulla base di modalità definite con accordo Stato-regioni. Nelle more della definizione dell'accordo, l'autorizzazione all'esportazione di campioni di sangue cordonale per uso autologo viene rilasciata dal ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, dietro richiesta dei soggetti interessati e secondo le modalità già in essere;
la conferenza Stato-regioni e province autonome ha approvato il 25 marzo 2009 l'accordo per la realizzazione degli obiettivi del piano sanitario nazionale per l'anno 2009, tra i quali interventi in materia di biobanche di materiale umano, finalizzato ad incrementare la raccolta e la conservazione del sangue cordonale volontariamente donato ad uso trapiantologico, per far fronte all'aumento del fabbisogno nazionale ed internazionale in questo settore terapeutico;
il Ministro interpellato ha provveduto a sottoporre alla conferenza Stato-regioni due importanti provvedimenti che completano l'architettura nazionale della rete delle banche del cordone ombelicale, anche nei termini di definizione degli standard minimi di qualità:
a) schema di decreto ministeriale, recante «Istituzione di una rete nazionale di banche per la conservazione di sangue da cordone ombelicale»;
b) schema di accordo tra Governo, regioni e province autonome, recante «Requisiti organizzativi, strutturali e tecnologici minimi per l'esercizio delle attività sanitarie delle banche di sangue da cordone ombelicale»;
ne consegue, pertanto, che la scelta politica, alla luce della normativa citata, è stata molto chiara nell'affermare che solamente il banking del sangue cordonale per uso allogenico, nonché di quello dedicato nei casi specificamente previsti, è da considerarsi livello essenziale di assistenza;
le richieste di raccolta del sangue cordonale per uso autologo per esportazione sono in netto incremento. Va considerato che l'impegno del ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali e delle strutture sanitarie regionali è notevole, coinvolgendo il medesimo ministero (nel prossimo futuro le regioni) per l'autorizzazione all'esportazione dei campioni, le direzioni sanitarie sede del parto per la documentazione attestante la negatività ai marcatori sierologici di infezione, l'avvenuto counselling e la rispondenza del confezionamento ai requisiti previsti in materia di trasporto e spedizione dei materiali biologici, nonché le unità operative di ostetricia per la raccolta del cordone: questa attività deve essere posta al carico del cittadino, necessariamente con modalità condivise tra Governo, regioni e province autonome, per i risvolti di valenza normativa, etica ed organizzativa che tale materia pone nel suo complesso -:
se il Ministro interpellato ritenga opportuno assumere iniziative volte a definire, d'intesa con la Conferenza Stato-regioni:
a) una quota minima di compartecipazione alla spesa da parte dell'utente, per le attività connesse alla raccolta e conservazione del cordone ombelicale per uso autologo;
b) l'inserimento della figura professionale dell'ostetrica, che appare fondamentale, nell'ambito del processo di donazione e per la stessa qualità della raccolta, così come indicato nei livelli essenziali di assistenza;
c) il coinvolgimento delle associazioni di volontariato per l'opera di sensibilizzazione nei confronti della popolazione.
(2-00506)
«Gava, Mistrello Destro, Milanato, Zorzato».

Eventuali iniziative ispettive al fine di verificare il rispetto dei diritti sindacali in riferimento ad alcuni trasferimenti disposti nell'ambito della Asl 3 di Catania - 3-00620

B) Interrogazione

BURTONE e CARDINALE. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
con delibera n. 998 del 2008, il direttore generale dell'azienda sanitaria locale 3 di Catania ha disposto il trasferimento di diversi direttori medici di presidio, tra i quali Giarre, Paternò e Bronte, in sedi diverse da quelle di assegnazione o in servizi non oggetto dell'originario concorso. Tali trasferimenti sono avvenuti senza le preventive procedure previste dal contratto e in violazione delle norme che disciplinano le relazioni sindacali, avendo proceduto senza il preventivo assenso dell'interessato e dell'organizzazione sindacale di appartenenza al trasferimento di un dirigente sindacale, che in atto fruisce dei diritti sindacali ai sensi del contatto collettivo di lavoro;
con lo stesso atto deliberativo, il direttore medico del presidio di Acireale è stato rimosso dall'incarico e gli è stato affidato l'incarico di responsabile dell'unità operativa complessa assistenza anziani e assistenza domiciliare integrata, per il quale lo stesso non possiede i titoli, prevedendo il decreto assessoriale del 3 maggio 2007 la specializzazione in geriatria e l'espletamento della procedura concorsuale;
con la stessa delibera la direzione medica del presidio ospedaliero di Aci reale è stata affidata ad un dirigente di struttura semplice non afferente all'unità operativa-direzione medica del presidio ospedaliero, avvalendosi dell'articolo 18 del contratto collettivo nazionale di lavoro dell'8 giugno 2000, che, nello specifico, prevede caso mai il conferimento ad interim a direttore medico di altro presidio dell'incarico di che trattasi;
contro la delibera suddetta sono tuttora pendenti ricorsi instaurati innanzi al giudice del lavoro, mentre il ricorso presentato dal dirigente sindacale è stato accolto;
le scelte della direzione aziendale dell'azienda sanitaria locale 3 appaiono senz'altro censurabili, poiché il superiore provvedimento è stato adottato senza alcun rispetto delle regole contrattuali e delle norme vigenti;
la gestione del personale da parte dei vertici aziendali si presta a numerose osservazioni, anche in riferimento al ricorso immotivato e reiterato all'articolo 15-septies del decreto legislativo n. 502 del 1992;
di recente è stata effettuata la conferma di un incarico, nonostante l'emanazione di direttive assessoriali che lo vietano;
si fa, inoltre, ricorso all'impiego di personale a rapporto convenzionale nei reparti ospedalieri, ad incarichi di consulenza, all'indizione di bandi di concorso su posti già coperti;
l'adozione di atti programmatori importanti - atto aziendale, rimodulazione della rete ospedaliera - è avvenuta senza la preventiva informazione alle organizzazioni sindacali, l'approvazione del consiglio dei sanitari e il confronto con le istituzioni locali interessate -:
se non intenda valutare se sussistono i presupposti per inviare un'ispezione al fine di accertare se si rilevino condotte lesive dei diritti sindacali. (3-00620)

Iniziative per il riconoscimento dei titoli accademici rilasciati dalle università pontificie - 2-00446

C) Interpellanza

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
i titoli accademici rilasciati dalle Università Pontificie non sarebbero automaticamente riconosciuti dallo Stato italiano e considerati automaticamente equipollenti ai titoli accademici rilasciati dalle università italiane statali;
il predetto riconoscimento-equipollenza non si pone tanto per la licenza in teologia e similari, quanto per il «baccalaureato», la licenza ed il dottorato delle facoltà di scienze dell'educazione, scienze della formazione, psicologia, filosofia e altre;
stante la generale situazione di incertezza e discrezionalità delle singole università italiane nel procedere al riconoscimento dei titoli rilasciati dalle Università Pontificie, il possessore del diploma di laurea in scienze dell'educazione ottenuto presso l'Università Pontificia salesiana potrebbe non essere ammesso ai concorsi pubblici o non essere assunto presso enti di diritto privato (ad esempio, associazioni e cooperative), che ricevono finanziamenti da enti pubblici;
risulta all'interpellante che taluni Stati europei avrebbero provveduto ad un accordo con la Santa Sede finalizzato al riconoscimento dei gradi e titoli accademici -:
se il Governo intenda adottare iniziative finalizzate a chiarire se il titolo rilasciato dalla facoltà di scienze dell'educazione dell'Università Pontificia salesiana di Roma sia equipollente al titolo di scienze della formazione e/o scienze dell'educazione rilasciati dalle università italiane di diritto pubblico;
se, nell'ipotesi negativa, non ritenga opportuno avviare il necessario iter che conduca, attraverso un decreto di equipollenza, a tale riconoscimento.
(2-00446) «Compagnon».

Iniziative volte alla prevenzione del fenomeno del consumo di sostanze stupefacenti e di bevande alcoliche da parte degli adolescenti - 3-00863

D) Interrogazione

COMPAGNON. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
dall'indagine 2008 in materia di uso di tabacco, alcol e droghe illegali condotta dal dipartimento delle dipendenze dell'azienda sanitaria locale numero 3 dell'Alto Friuli su tutte le classi seconde e quarte delle medie superiori di Gemona, Tolmezzo e Tarvisio risulta che, nel corso dell'anno, un adolescente su quattro abbia assunto cannabis ed uno su 13 inalanti (solventi, trielina, gas);
dalla predetta indagine condotta con 1084 questionari validi emergono dati significativi anche circa l'uso di cocaina (2,3 per cento, almeno una volta nel corso del 2008), eroina ed ecstasy (0,7 per cento);
dalle statistiche di cui sopra risulta che l'uso delle bevande alcoliche da parte degli adolescenti predilige i superalcolici e le cosiddette alcopops, ovvero le nuove bibite alcoliche aromatizzate alla frutta, sulle quali si sono concentrate predatorie strategie di marketing destinate specificamente ai giovani e giovanissimi;
il consumo di sostanze stupefacenti e di bevande alcoliche rappresenta un elevato fattore di rischio per la salute dei consumatori;
le istituzioni scolastiche rappresentano la sede eletta per educare, a cominciare dalla scuola primaria, alla prevenzione di tale fenomeno -:
se e quali iniziative intenda adottare al fine di inserire nei piani dell'offerta formativa iniziative volte alla prevenzione del fenomeno del consumo di sostanze stupefacenti e di bevande alcoliche da parte di preadolescenti e adolescenti e se intenda prevedere adeguate risorse per la necessaria formazione dei docenti volta a trasmettere ai giovani la conoscenza e la consapevolezza della pericolosità degli effetti nocivi che tale consumo arreca alla salute fisica e psichica. (3-00863)

Interventi per il contrasto del fenomeno del bullismo nelle scuole e per la valorizzazione dell'insegnamento della cosiddetta «intelligenza emotiva» - 3-00746

E) Interrogazione

MACCANTI e REGUZZONI. - Ai Ministri dell'istruzione, dell'università e della ricerca e della giustizia. - Per sapere - premesso che:
le cronache giornalistiche hanno diffuso notizie su gravissimi episodi di bullismo che alcuni studenti dell'istituto professionale «Albe Steiner» di Torino continuano a perpetrare nei confronti di coetanei e insegnanti;
a distanza di tre anni dal gravissimo episodio del 2006, che aveva visto vittima dei bulli un ragazzo disabile, filmato e messo in onda su Youtube, l'istituto scolastico in parola ha subito altri inquietanti atti di bullismo, tra cui l'aggressione di un tredicenne, marchiato a fuoco sul braccio da due compagni di classe, di un anno più grandi;
il bullismo è un fenomeno estremamente variegato e complesso, perpetrato dagli adolescenti anche fuori dell'ambito scolastico, nei confronti dei più deboli o socialmente emarginati;
la valutazione del comportamento, anche ai fini del contrasto di azioni lesive della dignità dei compagni di scuola o dei docenti, ha portato, in alcuni casi, alla bocciatura dello studente;
i comportamenti prevaricatori del bullo producono conseguenze a chi li subisce e sarebbe opportuno considerare e valutare gli stessi comportamenti dei minori d'età inferiore a 14 anni, sotto il profilo del diritto e del recupero socio-psicologico, poiché come taluni studiosi affermano da molto tempo, la pubertà precoce è una realtà scientifica e l'essere adolescente non è una malattia che possa garantire «la non imputabilità» in caso di reati o il «perdono giudiziario»;
la circostanza che la violazione delle regole, poste a garanzia delle libertà di tutti, dia luogo alle conseguenze sanzionatorie, previste dalla legge, rappresenta un tassello educativo importante per lo sviluppo della personalità, attraverso l'educazione alla legalità;
l'entrata in vigore dello statuto delle studentesse e degli studenti, il decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249, ha consentito di superare un modello sanzionatorio di natura esclusivamente repressiva-punitiva, quale era quello delineato dal previgente regio decreto n. 653 del 1925, introducendo un nuovo sistema ispirato al principio educativo, in base al quale il provvedimento disciplinare verso il discente deve prevedere anche comportamenti attivi di natura «riparatoria-risarcitoria»;
in ambito scolastico, infatti, la misura disciplinare, oltre ad un valore sanzionatorio, ha prima di tutto una funzione educativa;
ai sensi dell'articolo 4, comma 7, del decreto del Presidente della Repubblica n. 249 del 1998, i dirigenti e i consigli d'istituto competenti adottano un proprio regolamento disciplinare, prevedendo, da un lato, procedure snelle ed efficaci e, dall'altro, una variegata gamma di misure sanzionatorie nel rispetto del principio di proporzionalità tra sanzione irrogabile ed infrazione disciplinare commessa;
il dettato dell'articolo 4, comma 7, del decreto del Presidente della Repubblica n. 249 del 1998 consente «il temporaneo allontanamento dello studente dalla comunità scolastica solo in caso di gravi o reiterate infrazioni disciplinari, per periodi non superiori a quindici giorni», salvo i casi in cui ricorrano due ipotesi eccezionali e tassative di particolare gravità previste dal successivo comma 9, quali la commissione di gravi reati e il pericolo d'incolumità delle persone;
il sopra citato articolo 4, al comma 10, recita: «Nei casi in cui l'autorità giudiziaria, i servizi sociali o la situazione obiettiva rappresentata dalla famiglia o dallo stesso studente sconsiglino il rientro nella comunità scolastica di appartenenza, allo studente è consentito di iscriversi, anche in corso d'anno, ad altra scuola»;
nonostante le lodevoli iniziative del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca in merito all'istituzione di una rete di servizi per il contrasto al bullismo (osservatorio regionale, numero verde, campagna di comunicazione), finalizzate al sostegno alla qualità dell'insegnamento, alla promozione della salute, alla prevenzione del disagio giovanile e al contrasto della violenza, del bullismo e dell'illegalità, il bullismo sta diventando un'emergenza sociale;
alla luce degli studi dello psicologo Goleman, «l'intelligenza emotiva» è la pulsione primaria di ogni formazione e di ogni attività sia individuale sia di gruppo, teoria avvalorata da ulteriori approfondimenti che affermano si tratti «di quella parte della nostra intelligenza che viene meno quando insorgono quegli episodi di bullismo di cui abbiamo letto nei giorni scorsi, gli stupri, l'anoressia, la bulimia e tutto ciò che sta facendo calare il mondo giovanile in una sorta di angoscia primordiale» -:
se intendano valutare l'opportunità di istituire un comitato permanente formato da sociologi, psicologi, rappresentanti della comunità locale e figure giuridiche, esperti nelle problematiche adolescenziali, in modo tale da attuare un programma di recupero, svolto per determinate ore settimanali, nell'ambito dei lavori socialmente utili, a favore di bambini e adolescenti portatori di handicap;
se, alla luce di quanto espresso in premessa, non ritengano, altresì, utile assumere iniziative, anche di carattere normativo, affinché siano previste «giuste sanzioni» nei confronti dei minorenni sobillatori o che si limitino ad assistere passivamente ad aggressioni, considerandoli responsabili di concorso in bullismo, nonché nei confronti degli adulti troppo indulgenti, affinché tali condotte siano considerate assimilabili al favoreggiamento;
se, infine, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca non ritenga utile sviluppare in collaborazione con le agenzie educative territoriali attività che valorizzino l'insegnamento dell'intelligenza emotiva, che applicato fin dai primi anni dell'apprendimento scolastico, anche attraverso il gioco del teatro, da sempre arte comunicativa ed educativa, può aiutare i giovani ad avere comportamenti umani positivi, come l'autoconsapevolezza, l'autocontrollo e l'empatia. (3-00746)

Iniziative volte all'assegnazione di adeguate risorse finanziarie alle scuole piemontesi - 3-00802

F) Interrogazione

VIETTI e COMPAGNON. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
le scuole piemontesi stanno attraversando una gravissima situazione finanziaria: nell'esercizio finanziario 2009 non hanno ricevuto alcun finanziamento per le spese di funzionamento, scarseggiano le risorse per le supplenze e ad oggi non sono ancora stati assegnati i fondi per gli esami di Stato, per i gruppi sportivi scolastici e per la retribuzione delle ore eccedenti effettuate nell'anno scolastico 2008-2009;
non si conoscono i tempi entro cui i finanziamenti saranno erogati e, contemporaneamente, si è continuato a utilizzare le disponibilità dei docenti per la copertura delle assenze brevi, per le quali è impensabile impiegare supplenti o effettuare accorpamenti in aule per ragioni di sicurezza;
i residui attivi relativi agli anni dal 2006 al 2009 sono già stati impegnati o spesi per il pagamento di personale o di prestazioni effettuate nel passato, mentre in alcuni istituti si chiede alle famiglie di versare un contributo volontario alla scuola per l'acquisto del materiale di facile consumo destinato alle attività didattiche o ai laboratori -:
se non ritenga di procedere in tempi rapidi all'assegnazione di risorse finanziarie in grado di garantire il funzionamento, la retribuzione dei supplenti e le prestazioni aggiuntive dei docenti delle scuole piemontesi, al fine di consentire la programmazione del 2010 e di evitare che questa situazione possa incidere ulteriormente sulla qualità del servizio offerto agli alunni e alle loro famiglie. (3-00802)

Iniziative di carattere normativo per l'istituzione dell'orientamento scolastico obbligatorio - 3-00828

G) Interrogazione

GOISIS. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
gli interventi che lo psicologo attua nella scuola intercettano l'insorgenza di comportamenti inadeguati e dannosi, migliorando la qualità dell'apprendimento, della socializzazione e dei vissuti emotivi affettivi. Tali vantaggi si riversano non solo sullo studente, principale oggetto di destinazione, ma su tutta la comunità, sia scolastica sia in senso lato, con un abbattimento dei costi (spese sanitarie, giudiziarie, sociali);
la qualità di tali interventi è garantita a livello giuridico dalla legge 18 febbraio 1989, n. 56, che istituendo la figura di psicologo ne definisce gli ambiti di intervento e di competenza;
anche in Italia, come in altri Paesi europei, è emersa l'esigenza di avere una figura istituzionale di psicologo -:
se, anche alla luce dell'azione di classificazione e riorganizzazione degli indirizzi della scuola secondaria, non ritenga necessario intraprendere iniziative di carattere normativo per introdurre l'orientamento scolastico obbligatorio, ai fini di indirizzare la scelta e minimizzare la quota di studenti che abbandonano precocemente gli studi o cambiano indirizzo. (3-00828)

RATIFICA ED ESECUZIONE DELL'ACCORDO TRA IL GOVERNO DELLA REPUBBLICA ITALIANA E IL CONSIGLIO FEDERALE SVIZZERO PER LA REALIZZAZIONE DEL NUOVO COLLEGAMENTO FERROVIARIO MENDRISIO-VARESE, FATTO A ROMA IL 20 OTTOBRE 2008 (A.C. 3033)

A.C. 3033 - Articolo 1

ARTICOLO 1 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 1.
(Autorizzazione alla ratifica).

1. Il Presidente della Repubblica è autorizzato a ratificare l'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio federale svizzero per la realizzazione del nuovo collegamento ferroviario Mendrisio-Varese, fatto a Roma il 20 ottobre 2008.

A.C. 3033 - Articolo 2

ARTICOLO 2 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 2.
(Ordine di esecuzione).

1. Piena ed intera esecuzione è data all'Accordo di cui all'articolo 1, a decorrere dalla data della sua entrata in vigore, in conformità a quanto disposto dall'articolo 9 dell'Accordo stesso.

A.C. 3033 - Articolo 3

ARTICOLO 3 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 3.
(Entrata in vigore).

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

A.C. 3033 - Ordini del giorno

ORDINI DEL GIORNO

La Camera,
preso atto che:
i trasporti ferroviari italo-svizzeri rappresentano un aspetto da sempre importante per l'attraversamento delle Alpi come dimostrato anche dagli imponenti lavori in atto sia sulla linea del Gottardo che del Sempione-Loetscherberg;
che sia sulla linea del Gottardo che del Sempione è stata recentemente interrotta l'attività della società mista che gestiva i treni «CISALPINO» costituita al 50 per cento tra le ferrovie italiane e quelle svizzere;
che ciò ha comportato negative ripercussioni sul trasporto interfrontaliero, la soppressione di alcuni treni, un peggioramento del materiale rotabile e la soppressione di numerose fermate in territorio italiano sia sulla linea del Gottardo che - significativamente - sulla linea del Sempione, con comprensibile disagio all'utenza sia pendolare che turistica,

impegna il Governo

a prendere le più opportune iniziative su Trenitalia e le società ad esse collegate affinché i servizi passeggeri attraverso le Alpi e segnatamente tra Italia e Svizzera vengano rilanciati sia nella scelta del materiale rotabile che nella predisposizione degli orari, ripristinando un adeguato numero di treni e di fermate che prendano in considerazione e risolvano anche le esigenze dei viaggiatori con particolare riguardo alla linea Lugano-Como-Milano che Domodossola-Milano.
9/3033/1. Zacchera, Narducci.

La Camera,
preso atto che:
i trasporti ferroviari italo-svizzeri rappresentano un aspetto da sempre importante per l'attraversamento delle Alpi come dimostrato anche dagli imponenti lavori in atto sia sulla linea del Gottardo che del Sempione-Loetscherberg;
che sia sulla linea del Gottardo che del Sempione è stata recentemente interrotta l'attività della società mista che gestiva i treni «CISALPINO» costituita al 50 per cento tra le ferrovie italiane e quelle svizzere;
che ciò ha comportato negative ripercussioni sul trasporto interfrontaliero, la soppressione di alcuni treni, un peggioramento del materiale rotabile e la soppressione di numerose fermate in territorio italiano sia sulla linea del Gottardo che - significativamente - sulla linea del Sempione, con comprensibile disagio all'utenza sia pendolare che turistica,

impegna il Governo

a prendere le più opportune iniziative segnalando a Trenitalia e alle società ad essa collegate la necessità di rilanciare i servizi passeggeri attraverso le Alpi e segnatamente tra Italia e Svizzera sia nella scelta del materiale rotabile sia nella predisposizione degli orari, ripristinando un adeguato numero di treni e di fermate che prendano in considerazione e risolvano anche le esigenze dei viaggiatori con particolare riguardo alla linea Lugano-Como-Milano che Domodossola-Milano.
9/3033/1. (Testo modificato nel corso della seduta) Zacchera, Narducci.

La Camera,
premesso che:
la realizzazione del nuovo collegamento ferroviario Mendrisio-Varese riveste un'importanza strategica di primo piano per il futuro dello scalo aereo di Malpensa, tanto che già nella fase del suo potenziamento erano state considerate le possibilità, in termini di utenza, rappresentata dal confinante Cantone Ticino;
il collegamento ferroviario succitato migliora di fatto i collegamenti tra Italia e Svizzera, ed opera in un'area di altissimo sviluppo economico ma anche ad alta densità dal punto di vista demografico e degli insediamenti industriali;
il tratto ferroviario Mendrisio-Varese concorre a semplificare le possibilità di spostamento di oltre 40 mila frontalieri che tutti i giorni si muovono tra Italia e Svizzera e riguarda un'area dove sicuramente bisogna fare di più per evitare emissioni inquinanti;
il potenziamento del collegamento ferroviario Mendrisio-Varese si colloca nello scenario più ampio delle infrastrutture in fase di realizzazione - il cosiddetto corridoio Nord-Sud - che attraversano le Alpi e collegano l'Europa centrale con il nostro Paese;
che l'area geografica del Cantone Ticino è fortemente interessata alle prospettive di sviluppo che legittimamente si attendono dallo svolgimento dell'Expo-Milano 2015,

impegna il Governo

a valutare, per il completamento dell'opera, tutte le possibilità di un più stretto raccordo con gli enti locali, in particolare assicurando un adeguato coordinamento tra la regione Lombardia e rete ferroviaria italiana, garantendo la realizzazione dell'opera senza oneri aggiuntivi per i comuni di Arcisate e Induno Olona.
9/3033/2.Narducci, Marantelli, Braga, Tempestini.