XVI LEGISLATURA
Resoconto sommario dell'Assemblea
Seduta n. 305 di martedì 13 aprile 2010
Pag. IIIPRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE
La seduta comincia alle 10,35.
La Camera approva il processo verbale della seduta dell'8 aprile 2010.
I deputati in missione sono sessantasette.
Sull'ordine dei lavori.
ANTONIO BORGHESI (IdV). Chiede che il Governo riferisca in Assemblea, anziché in sede di Commissione, sulla vicenda relativa ai tre volontari di Emergency arrestati in Afghanistan.
PRESIDENTE. Assicura che riferirà al Presidente della Camera la richiesta del deputato Borghesi.
Discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 29 del 2010: Interpretazione autentica di disposizioni del procedimento elettorale e relativa disciplina di attuazione (A.C. 3273).
PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.
GIUSEPPE CALDERISI (PdL), Relatore. Illustra il disegno di legge di conversione in discussione, del quale auspica la sollecita approvazione, sottolineando come le disposizioni di interpretazione autentica e la disciplina di attuazione recate dal relativo decreto-legge siano finalizzate a rendere effettivo l'esercizio del diritto politico di elettorato attivo e passivo per un sereno e pieno svolgimento delle competizioni elettorali, anche in forza del principio del favor electionis. Richiamato quindi l'approfondito esame del provvedimento d'urgenza svoltosi nel corso dell'iter in sede referente, precisa che, alla luce dei risultati delle recenti elezioni regionali, non sia sotteso un contenzioso politico alla conversione in legge del predetto decreto-legge, le cui disposizioni hanno trovato applicazione non tanto nella fattispecie inizialmente profilatesi come occasio legis, bensì in numerose altre fattispecie. Evidenziato altresì che le norme in discussione troveranno applicazione anche nelle future competizioni elettorali, reputa comunque opportuna una complessiva revisione della disciplina relativa alla presentazione delle liste, sottolineando peraltro come lo stesso Presidente della Repubblica non abbia ravvisato evidenti vizi di illegittimità costituzionale del decreto-legge in esame. Esprime infine un orientamento contrario all'eventualità, prospettata dall'opposizione, di lasciar decadere il decreto-legge facendo salvi i rapporti giuridici frattanto sorti sulla base delle disposizioni da esso recate.
PRESIDENTE. Prende atto che il Governo si riserva di intervenire in replica.
FABIO EVANGELISTI (IdV). Manifesta l'assoluto dissenso del suo gruppo sul provvedimento d'urgenza in discussione, sottolineando anzitutto gli evidenti vizi di incostituzionalità delle norme in esso contenute, lesive in particolare degli articoli 72, 2, 3 e 122 della Costituzione, oltre all'assenza dei requisiti di necessità ed urgenza di cui all'articolo 77 della Carta Pag. IVcostituzionale. Nel ritenere palese l'abuso della funzione di interpretazione autentica da parte del decreto-legge, così come constatato dalla Corte costituzionale, in contrasto peraltro con il principio della separazione dei poteri, rileva che il provvedimento d'urgenza in discussione, essendo intervenuto nel corso di un procedimento elettorale pendente di fronte ad organi di garanzia, dimostra il persistere di inaccettabili torsioni cui il Governo ha sottoposto l'intero sistema democratico, svuotando le istituzioni e sovvertendo le regole democratiche proprie delle competizioni elettorali. Ribadisce pertanto la ferma contrarietà del suo gruppo al provvedimento d'urgenza in discussione.
MARIO TASSONE (UdC). Nel rilevare che il decreto-legge in discussione appare condiviso solo da una parte della maggioranza, ricorda di aver invitato il Governo, nel corso dell'iter in sede referente, a ritirare un provvedimento d'urgenza ispirato esclusivamente alla tutela di interessi particolari, evidenziando che le regole per la presentazione delle liste non hanno carattere flessibile poiché sono volte a garantire condizioni di uguaglianza per tutto il corpo elettorale. Sottolineato, quindi, che il decreto-legge in esame non contiene disposizioni di interpretazione autentica ma reca una disciplina innovativa e presenta palesi profili di illegittimità costituzionale, ritiene che non possa essere invocato il principio del favor electionis, che non sarebbe stato richiamato con tanta intensità se la questione non avesse riguardato il partito di maggioranza relativa. Considera, altresì, necessaria un'approfondita riflessione sulla formulazione del Titolo V della parte seconda della Costituzione, evidenziando la contraddizione esistente tra il preannunciato federalismo ed un provvedimento di stampo centralista come quello in discussione.
SALVATORE VASSALLO (PD). Sottolinea come non sia opportuno introdurre nell'ordinamento le disposizioni recate dal comma 1 dell'articolo 1, che rappresentano la parte più controversa del provvedimento d'urgenza in discussione, evitando in tal modo di modificare impropriamente la legislazione vigente in una materia particolarmente delicata come quella elettorale, che dovrebbe essere disciplinata non tramite decreto-legge, ma con norme chiare ed univoche, anche al fine di non condizionare l'opinione pubblica nel corso delle competizioni elettorali con interpretazioni ad hoc delle disposizioni vigenti. Rileva, inoltre, che il decreto-legge in esame, lungi dall'essere dettato da motivazioni di carattere interpretativo, risponde in realtà soltanto all'esigenza di consentire la riammissione della lista del PDL nella competizione elettorale svoltasi nel Lazio e rappresenta pertanto una spregiudicata forzatura delle procedure elettorali democratiche, al mero fine di tutelare interessi di parte.
BEATRICE LORENZIN (PdL). Nel ricordare che lo strumento del decreto-legge è stato già utilizzato per disciplinare alcuni specifici aspetti del procedimento elettorale, richiama la distinzione esistente tra sistema elettorale, demandato alla competenza regionale, e procedimento elettorale, evidenziando il carattere interpretativo e non innovativo del provvedimento d'urgenza in discussione. Ribadisce, quindi, che il principio fondamentale posto alla base del decreto-legge è quello del favor electionis, auspicando per il futuro una maggiore chiarezza sugli interessi che devono prevalere nella presentazione delle liste e delle firme.
DAVID FAVIA (IdV). Nel manifestare riprovazione per l'avvenuta emanazione di un decreto-legge palesemente incostituzionale, tra l'altro adottato a procedimento elettorale in corso, esprime stupore per il mancato ritiro del medesimo, di fatto dimostrandosi di scarsa utilità ai fini dell'esito della recente tornata elettorale. Giudicato il rispetto delle regole prevalente rispetto al principio del favor electionis, richiamato dai rappresentanti della maggioranza, ascrive al mancato rispetto della disciplina vigente da parte dei presentatori di talune liste le problematiche al cui Pag. Vsuperamento era rivolto il provvedimento d'urgenza in discussione. Richiamati, inoltre, i molteplici profili di incostituzionalità del decreto-legge, manifesta grave contrarietà alle disposizioni recate dal medesimo, giudicandole non di mera interpretazione autentica bensì innovative e di modifica della disciplina elettorale vigente. Invita infine il Governo a ritirare il decreto-legge in esame, che giudica inutile e dannoso, al fine di non inficiare l'avvio di un condiviso percorso di riforme.
ROBERTO ZACCARIA (PD). Nel giudicare inutile il provvedimento d'urgenza in discussione che, sebbene di contenuto limitato, presenta numerosi profili di dubbia legittimità costituzionale, evidenzia che questo non contiene disposizioni di interpretazione autentica ma reca una disciplina innovativa. Considerata, quindi, singolare l'interpretazione fornita dalla maggioranza con riguardo alle prerogative del Presidente della Repubblica nell'emanazione dei decreti-legge, ritiene che la soluzione più logica sarebbe quella di lasciar decadere il provvedimento d'urgenza facendo salvi gli effetti giuridici prodotti dalla sua applicazione.
FRANCESCO BARBATO (IdV). Nel ribadire le censure di illegittimità costituzionale mosse al decreto-legge in discussione, esprime grave riprovazione per l'atteggiamento di insofferenza verso ogni regola e procedura contrastante con meri interessi di parte, a suo parere ripetutamente palesato dal Presidente del Consiglio e dalla maggioranza. Nel ritenere altresì inutili le disposizioni recate dal decreto-legge in esame, reputa viceversa necessario ripristinare un rapporto autentico tra politica e morale - segnatamente in ordine gli istituti dell'ineleggibilità e dell'incompatibilità - soprattutto alla luce della preoccupante situazione occupazionale emergente soprattutto nel Mezzogiorno e del crescente divario tra il Nord e il Sud del Paese, relativamente ai quali stigmatizza la deleteria inerzia del Governo.
La seduta, sospesa alle 13,35, è ripresa alle 14,10.
I deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono settantatré.
Sull'ordine dei lavori.
KARL ZELLER (Misto-Min.ling.). Esprime, a nome della sua componente politica, sentimenti di sincero cordoglio ai familiari delle vittime del tragico incidente ferroviario verificatosi ieri in Val Venosta, rivolgendo altresì un augurio di pronto ristabilimento ai feriti.
GIANCLAUDIO BRESSA (PD). Nell'associarsi, a nome del suo gruppo, alle espressioni di cordoglio rivolte dal deputato Zeller ai familiari delle vittime del disastro ferroviario verificatosi in Val Venosta, auspica una riflessione in sede parlamentare sulle problematiche connesse al dissesto idrogeologico del Paese.
GIORGIO HOLZMANN (PdL). Si associa, a nome del suo gruppo, alle espressioni di cordoglio e di solidarietà ai familiari delle vittime e dei feriti del disastro ferroviario verificatosi in Alto Adige, rivolgendo altresì un sentito ringraziamento a tutti coloro che si sono prodigati nelle operazioni di soccorso.
FEDERICO PALOMBA (IdV). Nell'esprimere anch'egli, a nome del suo gruppo, sentimenti di sincero cordoglio per il grave incidente ferroviario verificatosi nella giornata di ieri in Alto Adige, auspica che ne vengano rapidamente individuate le cause e le eventuali responsabilità.
MAURIZIO FUGATTI (LNP). Esprime, a nome del suo gruppo, cordoglio per le vittime del tragico incidente ferroviario verificatosi in Val Venosta, nonché solidarietà e vicinanza alle istituzioni della provincia autonoma di Bolzano.
Pag. VIPRESIDENTE. Si associa ai sentimenti di cordoglio e di solidarietà espressi dai deputati intervenuti.
Si riprende la discussione.
PIERANGELO FERRARI (PD). Giudicate pericolose per le regole democratiche del Paese le norme recate dal decreto-legge in esame, evidenzia come alla base della motivazione che ha portato alla sua emanazione vi sia un errore materiale di dirigenti del Popolo della libertà di Roma. Reputa pertanto riprovevole la decisione di intervenire con un provvedimento d'urgenza nel corso della campagna elettorale, peraltro in favore di una lista riconducibile al Capo del Governo. Stigmatizzato altresì il rifiuto della maggioranza di ricercare una soluzione politicamente condivisa, come auspicato anche dal Presidente della Repubblica, ritiene che da tale vicenda emerga con forza la mancanza di una cultura istituzionale nell'attuale classe dirigente di centrodestra, che reputa assolutamente inadeguata a gestire le responsabilità di Governo del Paese, nonostante essa sia risultata vincitrice nel recente confronto elettorale.
CARLO MONAI (IdV). Nel ritenere profondamente scorretto cambiare le regole della democrazia adottando un provvedimento d'urgenza a procedimento elettorale in corso, considerato peraltro come un «grandissimo pasticcio» dal Presidente della Repubblica, esprime un giudizio fortemente negativo su un decreto-legge inutile e dannoso, che reca una disciplina innovativa e palesi profili di incostituzionalità. Stigmatizzato inoltre l'atteggiamento di stampo golpista del Governo, che vara leggi ad personam ed insulta la magistratura e gli organi istituzionali di garanzia, auspica il ritiro del provvedimento d'urgenza in discussione, che umilia il Parlamento recando un vulnus alla certezza del diritto.
FEDERICO PALOMBA (IdV). Nel giudicare inutile il decreto-legge in discussione che, tra l'altro, presenta numerosi profili di illegittimità costituzionale, ritiene che la soluzione più logica sarebbe stata quella di lasciar decadere il provvedimento d'urgenza che, essendo stato adottato nel corso di un procedimento elettorale pendente di fronte ad organi di garanzia, dimostra come il Governo, al fine di riparare ad un errore della maggioranza e di tutelare interessi di parte, abbia di fatto sovvertito le regole democratiche proprie delle competizioni elettorali. Evidenziato, altresì, che le norme contenute nel decreto-legge non appaiono di mera interpretazione autentica bensì innovative e di modifica della disciplina elettorale vigente, ribadisce l'invito al Governo a ritirare il provvedimento in esame, anche al fine di non inficiare l'avvio di un condiviso percorso di riforme.
Decorrono da questo momento i termini regolamentari di preavviso per eventuali votazioni elettroniche.
ANTONIO BORGHESI (IdV). Stigmatizzato l'abuso da parte dell'Esecutivo della decretazione d'urgenza che, spesso associata alla posizione della questione di fiducia, esautora il Parlamento delle sue prerogative, rileva che il provvedimento d'urgenza in discussione non ha natura interpretativa ma reca disposizioni innovative e presenta numerosi profili di palese illegittimità costituzionale, vertendo peraltro su materia riservata alla legislazione ordinaria. Sottolineata, quindi, la rilevanza del principio di uguaglianza, segnatamente in materia elettorale, manifesta la netta contrarietà del suo gruppo al decreto-legge in esame che, a suo avviso, dovrebbe essere lasciato decadere.
AUGUSTO DI STANISLAO (IdV). Sottolinea che il provvedimento d'urgenza in discussione, oltre che aver negativamente condizionato l'opinione pubblica, ha determinato un grave vulnus nell'ordinamento giuridico, atteso che non reca norme di carattere meramente interpretativo, ma ha apportato sostanziali modifiche alla vigente disciplina, peraltro a procedimento Pag. VIIelettorale in corso. Lamenta inoltre l'assenza dei prescritti requisiti di straordinaria necessità ed urgenza, nonché la lesione dei principi sanciti, tra l'altro, dagli articoli 49 e 51 della Costituzione.
SIMONE BALDELLI (PdL). Chiede, ai sensi dell'articolo 44 del Regolamento, la chiusura della discussione sulle linee generali.
Dopo un intervento contrario del deputato SERGIO MICHELE PIFFARI (IdV) ed uno favorevole del deputato SIMONE BALDELLI (PdL), la Camera, con votazione nominale elettronica, approva la richiesta di chiusura della discussione sulle linee generali.
PRESIDENTE. Ricorda che, essendo stata deliberata la chiusura della discussione sulle linee generali, ha facoltà di parlare un deputato tra gli iscritti non ancora intervenuti per ciascuno dei gruppi che ne facciano richiesta.
SERGIO MICHELE PIFFARI (IdV). Nel ribadire i profili di illegittimità costituzionale del decreto-legge in discussione, segnatamente lamentando l'avvenuta emanazione dello stesso a procedimento elettorale già avviato, nonché la lesione della potestà legislativa esclusiva delle regioni, esprime perplessità e contrarietà sul contenuto e sull'efficacia delle disposizioni recate dal provvedimento d'urgenza.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI
SERGIO MICHELE PIFFARI (IdV). Giudicato quindi il decreto-legge in esame inutile e dannoso, ritiene preferibile che lo stesso venga lasciato decadere, consentendo in tal modo al Parlamento di concentrarsi sulle più gravi emergenze che affliggono il Paese.
PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali.
GIUSEPPE CALDERISI (PdL), Relatore. Esprime rammarico per il fatto che l'opposizione non abbia riconosciuto talune violazioni di legge commesse da parte di alcuni uffici elettorali in occasione della presentazione delle liste per le recenti consultazioni amministrative.
MICHELINO DAVICO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Nel sottolineare preliminarmente che le disposizioni in esame si sono rese necessarie per consentire il sereno svolgimento della recente tornata elettorale, esprime apprezzamento per l'ampio ed approfondito dibattito svoltosi, rivolgendo un ringraziamento al relatore per il prezioso contributo fornito nel corso dell'iter del provvedimento d'urgenza in esame. Rileva quindi come l'intervento posto in essere con il decreto-legge in discussione debba ritenersi pienamente ammissibile, atteso che la necessità ed urgenza dello stesso è riconducibile alla volontà dell'Esecutivo di garantire a tutti i cittadini il pieno esercizio del diritto di voto consentendo loro di scegliere liberamente tra tutte le liste in competizione. A tal fine, ricorda che si è proceduto al varo di disposizioni meramente interpretative della vigente disciplina in materia elettorale, respingendo i rilievi critici dell'opposizione circa un presunto intervento a procedimento elettorale in corso.
(Esame dell'articolo unico)
PRESIDENTE. Avverte che la Presidenza non ritiene ammissibili gli articoli aggiuntivi Ria 2.0200 e 2.0500 del Governo.
Avverte altresì che la V Commissione ha espresso il prescritto parere.
Comunica inoltre che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, fermo restando l'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare: Pag. VIIIil gruppo Italia dei Valori è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
LORENZO RIA (UdC). Invita la Presidenza a riconsiderare la declaratoria di inammissibilità del suo articolo aggiuntivo 2.0200, chiamando eventualmente l'Assemblea ad assumere una deliberazione al riguardo.
PRESIDENTE. Nel ritenere inopportuno che l'Assemblea si pronunci sulla questione sollevata dal deputato Ria, richiama le ragioni per le quali conferma la declaratoria di inammissibilità dell'articolo aggiuntivo da lui presentato.
ROBERTO GIACHETTI (PD). Nel giudicare ineccepibili le determinazioni della Presidenza circa l'inammissibilità di talune proposte emendative, lamenta che gli stessi criteri rigorosi non vengono seguiti dal Governo nella formulazione del testo dei decreti-legge.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE
PRESIDENTE. Ricorda che è stato dichiarato inammissibile anche l'articolo aggiuntivo 2.0500 del Governo.
Intervengono sul complesso delle proposte emendative presentate i deputati MARIO TASSONE (UdC) e PIERFELICE ZAZZERA (IdV).
SIMONE BALDELLI (PdL). Chiede, ai sensi dell'articolo 44 del Regolamento, la chiusura della discussione sul complesso delle proposte emendative presentate.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI
Dopo un intervento contrario del deputato ANTONIO BORGHESI (IdV), la Camera, con votazione nominale elettronica, approva la richiesta formulata dal deputato Baldelli.
PRESIDENTE. Ricorda che, essendo stata deliberata la chiusura della discussione, hanno facoltà di parlare i primi firmatari o altro proponente degli emendamenti non ancora illustrati, che non siano già intervenuti.
Prende altresì atto che non vi sono richieste di intervento ai sensi dell'articolo 85, comma 4, del Regolamento.
GIUSEPPE CALDERISI (PdL), Relatore. Esprime parere contrario su tutte le proposte emendative presentate.
MICHELINO DAVICO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Concorda.
GIANCLAUDIO BRESSA (PD). Richiama le ragioni per le quali, con il suo emendamento Dis. 1. 1, si propone la soppressione dell'articolo unico del disegno di legge di conversione in esame.
GIOVANNI PALADINI (IdV). Ritiene che le disposizioni recate dal provvedimento d'urgenza in esame comporteranno un inaccettabile stravolgimento della certezza del diritto, giudicando arrogante e truffaldino l'atteggiamento della maggioranza.
Intervengono per dichiarazione di voto a titolo personale i deputati DOMENICO SCILIPOTI (IdV), RITA BERNARDINI (PD) e GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE (PD).
La Camera, con votazione nominale elettronica, approva l'emendamento Bressa Dis. 1.1, interamente soppressivo dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Non accettato dalla Commissione né dal Governo).
PRESIDENTE. Avverte che dall'approvazione dell'emendamento Bressa Dis. 1.1 discende la reiezione dell'intero provvedimento; non si procederà, pertanto, all'esame Pag. IXdelle ulteriori proposte emendative e alla votazione finale del disegno di legge di conversione n. 3273.
La seduta, sospesa alle 17,50, è ripresa alle 18.
Proposta di trasferimento a Commissione in sede legislativa di una proposta di legge.
PRESIDENTE. Comunica che sarà iscritto all'ordine del giorno della seduta di domani il trasferimento alla XI Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 2587, recante modifica all'articolo 1 della legge 3 dicembre 1962, n. 1712, concernente la composizione dei comitati consultivi provinciali presso l'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:
Mercoledì 14 aprile 2010, alle 10,30.
(Vedi resoconto stenografico pag. 74).
La seduta termina alle 18,05.