XVI LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 324 di mercoledì 19 maggio 2010
Pag. 1PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI
La seduta comincia alle 10,35.
LORENA MILANATO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Brugger, De Biasi, Lamorte, Lo Presti, Volontè sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Stucchi; Barbieri ed altri; Schirru ed altri; Volontè e Delfino; Osvaldo Napoli e Carlucci; Prestigiacomo; Ciocchetti; Marinello ed altri; Grimoldi ed altri; Naccarato e Miotto; Caparini ed altri; Cazzola ed altri; Commercio e Lombardo; Pisicchio: Norme in favore dei lavoratori che assistono familiari gravemente disabili (A.C. 82-322-331-380-527-691-870-916-1279-1377-1448-1504-1995-2273-A) (ore 10,38).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge d'iniziativa dei deputati Stucchi; Barbieri ed altri; Schirru ed altri; Volontè e Delfino; Osvaldo Napoli e Carlucci; Prestigiacomo; Ciocchetti; Marinello ed altri; Grimoldi ed altri; Naccarato e Miotto; Caparini ed altri; Cazzola ed altri; Commercio e Lombardo; Pisicchio: Norme in favore dei lavoratori che assistono familiari gravemente disabili.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,39).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso ed anche per consentire alla V Commissione (Bilancio) di concludere i propri lavori, sospendo la seduta, che riprenderà alle 11.
La seduta, sospesa alle 10,40, è ripresa alle 11,10.
Pag. 2Si riprende la discussione.
(Esame degli articoli - A.C. 82-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato della Commissione.
Avverto che la I Commissione (Affari costituzionali) e la V Commissione (Bilancio) hanno espresso il prescritto parere sugli emendamenti presentati dalla Commissione, (Vedi l'allegato A - A.C. 82-A ed abbinate).
Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il Presidente della XI Commissione, onorevole Moffa. Ne ha facoltà.
SILVANO MOFFA, Presidente della XI Commissione. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ci rendiamo conto di quanto sia stato complesso il lavoro portato avanti dalla Commissione bilancio.
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Moffa, colleghi, dateci la possibilità di ascoltare perché, avendo fatto una lunga interruzione, abbiamo bisogno di capire come procedere con i nostri lavori. Pertanto, è fondamentale che tutti possano ascoltare - compreso il Presidente ovviamente - le parole del presidente Moffa. Prego onorevole Moffa, vada avanti.
SILVANO MOFFA, Presidente della XI Commissione. Signor Presidente, stavo appunto dicendo che ci rendiamo conto di quanto sia stato complesso e difficile il lavoro della Commissione bilancio. Qui ci troviamo di fronte ad un provvedimento di particolare valore, che riguarda una fascia ristretta di cittadini e situazioni contingenti particolarmente delicate. Stiamo parlando dell'assistenza che i familiari portano a componenti del nucleo familiare che si trovano in condizioni di disabilità. Stiamo, quindi, affrontando un tema sul quale la Commissione lavoro si è spesa molto, nei mesi scorsi, per trovare un punto di equilibrio vista la necessità di venire incontro a questa esigenza oggettiva, che non sfugge alla sensibilità di alcuno e che trova concorde - credo e penso di poter dire, avendo ascoltato gli interventi in discussione sulle linee generali di tutti i gruppi politici - l'intero Parlamento nazionale.
È evidente che permangono delle perplessità rispetto alle quali non ho nulla da aggiungere al lavoro condotto egregiamente dalla Commissione bilancio. Mi rendo conto che stiamo anche scegliendo un percorso che, per la prima volta, potrebbe essere un po' distonico rispetto alla consuetudine e all'iter che hanno sempre accompagnato l'esame di provvedimenti che incidono anche, evidentemente, sull'articolo 81 della Costituzione. Pur tuttavia, signor Presidente e onorevoli colleghi, mi sento la responsabilità di chiedere che si vada avanti nell'esame di questo provvedimento, atteso che il lavoro che la Commissione ha portato avanti, anche nell'individuare delle coperture, incide minimamente sul livello retributivo e sul livello pensionistico e consente, sostanzialmente, di non alterare l'equilibrio economico che attiene agli enti di previdenza. Sotto questo profilo, nel rispetto delle opinioni e dei pareri che sono stati dati, mi affido alla sensibilità del Parlamento perché il provvedimento possa andare avanti ed essere varato nella giornata odierna.
PRESIDENTE. La proposta del presidente della Commissione lavoro è, quindi, quella di andare avanti con l'esame del provvedimento.
DARIO FRANCESCHINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, chiederei un po' di attenzione all'Aula, anche se mi rendo conto che l'attenzione dell'Aula ormai si trova soltanto in momenti di particolare rilievo politico, mentre dovremmo avere la possibilità di avere l'attenzione anche nei momenti di particolare rilievo parlamentare. Pag. 3
Mi rivolgo al presidente della Commissione e alla Commissione lavoro...
PRESIDENTE. Presidente Leone, mi scusi. Onorevole Stradella, grazie.
DARIO FRANCESCHINI. Mi rivolgo al presidente della Commissione e alla Commissione nella sua interezza per ringraziarli della scelta politica importante che hanno fatto oggi: una scelta che può dare un contributo vero per superare le difficoltà in cui è piombato il Parlamento. Uso un termine forte perché ritengo che tutti dobbiamo avere la consapevolezza - mi rivolgo al presidente Cicchitto e al presidente del gruppo della Lega - del clima in cui noi stiamo lavorando e dell'impressione che sta montando nel Paese per un insieme di elementi che riguardano diversi fattori (l'indennità dei parlamentari, l'idea che siamo una Camera di fannulloni) rispetto alla quale ritengo che non vi debbano essere distinzioni tra maggioranza e opposizione, ma vi debba essere il dovere politico di trovare soluzioni, di essere di esempio per il Paese e, contemporaneamente, di riappropriarsi di quella parte di sovranità parlamentare che via via - non mi interessa in questo momento se per scelta politica o pigramente - è stata sottratta a quest'Aula.
Ora ritengo che la scelta di oggi della Commissione lavoro di andare avanti con le coperture che ha individuato, nonostante il parere contrario del Governo su tali coperture, sia una scelta che deve essere accolta positivamente da tutti i gruppi parlamentari e lo dico, quindi, rivolgendomi anche al presidente Cicchitto e al presidente Reguzzoni. In questo caso non voglio usare alcun argomento di dialettica politica o di strumentalizzazione. È importante che il Parlamento rivendichi la sua sovranità e che mantenga un rapporto di dialettica con il Governo che non deve in alcun modo incrinare - lo capiamo bene - la solidarietà politica e il sostegno politico totale che ogni maggioranza dà al suo Esecutivo. Ma, all'interno di questo equilibrio, mi pare che sia possibile fare come abbiamo fatto oggi, almeno su provvedimenti condivisi e importanti - infatti quello in esame riguarda la disabilità - su cui si è costruito in Parlamento un lavoro, forse lontano dai riflettori, ma utile e produttivo e che risolve i problemi di categoria del Paese: quando il Parlamento nella sua sovranità trova una copertura la difende in quest'Aula.
Ritengo che oggi se andremo avanti sulla proposta del presidente Moffa avremo fatto un passo importante che non conviene né alla maggioranza né all'opposizione, ma conviene a tutto il Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).
GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, ieri intervenendo in quest'Aula ho detto che la Commissione bilancio svolge un ruolo ingrato. Non vorrei che tra i colleghi si diffondesse la convinzione che vi sia un gusto sadico tra i componenti della Commissione bilancio a non votare provvedimenti meritevoli e condivisibili. Difficilmente ci siamo trovati di fronte ad un provvedimento più meritevole e condivisibile di quello al nostro esame. Pertanto quando ai commissari della Commissione bilancio viene posto il problema di esprimere un parere ed eventualmente un parere contrario, non credo che questi lo facciano a cuor leggero. Detto questo - ritengo sia giusto far conoscere il travaglio interiore di tanti membri della Commissione - capisco le ragioni politiche ed istituzionali che consigliano molti a procedere nell'esame e rispetto la decisione che è stata presa.
Dico soltanto che faticosamente in questi mesi la Commissione bilancio ha cercato di fare passi in avanti per trovare una soluzione condivisa e per trovare una copertura, che metta al riparo questo provvedimento da tutti gli eventuali problemi che questo possa incontrare in futuro, affinché la proposta non soltanto Pag. 4venga approvata dalla Camera dei deputati, ma anche dal Senato della Repubblica e diventi legge dello Stato dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, passando anche gli altri esami cui deve essere sottoposta.
Quello che voglio dire è questo: è opportuno iniziare la discussione di questo provvedimento.
Tuttavia, sui punti delicati, dove nasce veramente il problema della copertura - mi riferisco in particolare agli articoli 2 e 4 - credo che qualche piccolo ulteriore approfondimento possa permettere di trovare una soluzione condivisa, che salvi ovviamente quelle che sono purtroppo le necessità e le esigenze di tipo finanziario, ma che risponda alle attese di tanti al di fuori di quest'aula e che sono condivise da tanti all'interno di quest'aula (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente e colleghi, anche il nostro gruppo ieri, in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, ha lamentato una condizione di grande imbarazzo da parte di tutti i parlamentari - non soltanto dell'opposizione, ma credo anche della maggioranza - nel compiere il proprio dovere, cioè nel fare attività legislativa. Il Presidente della Camera, alle nostre lamentele, ha risposto con un'espressione molto forte, affermando che siamo di fronte ad una difficoltà, accresciuta rispetto al passato, a legiferare da parte della Camera. Non è un'espressione da poco.
Prendo per buone le affermazioni che il presidente Giorgetti ha appena fatto in termini di sforzo di responsabilità della sua Commissione. Tuttavia, presidente Giorgetti, noi non possiamo non notare come statisticamente in questi due anni, ma soprattutto negli ultimi mesi, la Commissione, da lei presieduta, eserciti un vaglio che di fatto diventa una sostanziale censura nei confronti sia di qualunque provvedimento di iniziativa parlamentare sia di qualunque emendamento diverso dalle proposte governative.
Questo è un dato di fatto. Siamo nella condizione paradossale in cui l'opposizione deve chiedere al Governo di fare dei decreti-legge, perché diversamente restiamo disoccupati (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro). Questo è il punto su cui invito anche i colleghi della maggioranza a riflettere, perché è un problema di questa Camera, del suo funzionamento e del suo ruolo. Il provvedimento in esame si trascina da sei mesi, registrando la convergenza di tutti e registrando un continuo «andirivieni» dalla Commissione al quasi approdo all'Aula e al ritorno in Commissione e oggi ci si viene a dire che non vi sono le coperture.
Apprezzo la posizione del presidente della Commissione, Moffa, che con coraggio ha proposto di procedere all'esame. Dopodiché, dal momento che non ci interessano le vittorie di Pirro e anche a noi interessa che il provvedimento in esame, così condiviso e così rilevante per i cittadini e per le famiglie italiane, entri davvero in vigore, io non lascio cadere la proposta del presidente Giorgetti di cercare un ulteriore approfondimento affinché le coperture siano garantite e davvero mantenute. Concretamente, signor Presidente, la mia proposta è quella di iniziare e di procedere nell'esame e nel voto del provvedimento in esame. Nel frattempo il presidente Giorgetti e la sua Commissione facciano il lavoro che lui ha proposto, cioè cerchino coperture a tenuta stagna. Dopodiché, tutti quanti voteremo il provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
PRESIDENTE. Solo come osservazione all'intervento dell'onorevole Vietti: è impossibile pensare di poter iniziare a votare, e poi, nel frattempo, trovare le coperture, perché il provvedimento prevede già immediatamente un emendamento, proposto in maniera vincolante dalla Commissione bilancio, con il quale si chiede la soppressione di un articolo. Quindi, la Pag. 5scelta che noi dobbiamo compiere è se seguire la proposta del presidente Moffa oppure se decidere, prima di iniziare l'esame del provvedimento, un ulteriore rinvio affinché la Commissione bilancio possa, secondo quel che ho percepito dall'intervento del presidente Giorgetti e premessa la volontà positiva di tutto il Parlamento, trovare la copertura necessaria perché vengano meno le proposte emendative soppressive per vincoli di bilancio.
MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, ho condiviso e apprezzato diversi passaggi degli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto. Vi sono, però, a mio avviso, alcune questioni su cui è importante porre l'accento.
Nessuno vuole discutere la sovranità del Parlamento, collega Franceschini, ma è anche vero che non possiamo ritornare alla spesa allegra né possiamo approvare provvedimenti che non abbiano la copertura finanziaria. Non vogliamo che il nostro Paese si ritrovi nella condizione in cui è finita la Grecia e in cui si ritrovano altri Stati più sfortunati.
Pertanto, è giusto il rigore che viene imposto ed è giusto che - anche ai sensi delle modifiche normative recentemente introdotte - vi siano percorsi molto rigidi in termini di espressione del parere da parte della Commissione bilancio.
Inoltre, ritengo che sul lavoro del Parlamento vi siano delle polemiche pretestuose. Abbiamo approvato dall'inizio dell'anno sessantanove leggi. Si tratta di un numero impressionante e, se lo facciamo presente ai cittadini, diventa poi di difficile comprensione, ed è difficile anche seguirlo. Lavoriamo, a differenza della legislatura precedente, con due soli gruppi di maggioranza e, dunque, il procedimento di formazione delle leggi è molto più semplice e induce il Parlamento ad essere molto più efficiente di quanto lo sia mai stato.
Non credo, però, che il problema riguardi il numero delle leggi, ma la qualità del lavoro svolto. Pertanto, condividiamo sicuramente lo spirito di questo provvedimento e per certi aspetti la Lega è in condizione - anche se non lo fa - di rivendicare una sorta di primogenitura. In ogni caso, condividiamo questo provvedimento e vogliamo lavorare affinché possa essere esaminato.
Pertanto, anche apprezzando la conclusione dell'intervento del collega Vietti e la richiesta del presidente Giorgetti, suggerisco al Presidente della Camera una possibilità di lavoro. Questa mattina potremmo iniziare l'esame del provvedimento, almeno esaminando l'articolo 1 che non è oggetto di un parere contrario da parte della Commissione bilancio, rinviando l'esame degli articoli 2, 3 e 4 al pomeriggio. Nel caso in cui il parere della Commissione bilancio fosse ancora contrario ci si potrà comportare di conseguenza. L'obiettivo di noi tutti è approvare un provvedimento che abbia la copertura finanziaria e non renda costituzionalmente impossibile poi la promulgazione da parte del Presidente della Repubblica. Credo che fare un lavoro solo per farlo non convenga a nessuno.
Pertanto, credo che questo possa essere un percorso fattibile e chiedo ai colleghi e al Presidente Lupi, in prima persona, se si possa procedere in tale senso.
PRESIDENTE. Prima di ulteriori interventi, purtroppo devo confermare che, anche se dovessimo passare all'esame dell'articolo 1 e degli emendamenti ad esso riferiti, vi è un parere contrario della V Commissione su un emendamento della Commissione che immagino condiviso dal Comitato dei nove e da tutta la Commissione di merito. Pertanto, non potremmo ancora una volta che arrestarci immediatamente oppure violare, tra virgolette, il parere della Commissione bilancio e procedere.
Pertanto, si tratta a mio avviso - e ascolteremo anche l'onorevole Cicchitto - di decidere se darci ancora qualche ora per poter trovare la copertura necessaria Pag. 6e indispensabile - ma su questo punto dobbiamo essere molto seri e radicali - vista la condivisione da parte di tutta l'Assemblea del provvedimento o se procedere nell'esame del provvedimento, tenendo conto ovviamente del parere della V Commissione ed eventualmente inviare il provvedimento al Senato perché in quella sede si possano trovare le opportune, dovute e doverose, a norma della Costituzione, coperture finanziarie.
FABRIZIO CICCHITTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, devo distinguere nettamente il nostro atteggiamento che riguarda il tema specifico dei disabili - come diceva poco fa anche il collega Reguzzoni - dalla valutazione, invece, complessiva che ho sentito in quest'Aula e al di fuori di essa rispetto ai nostri lavori parlamentari, perché la mia valutazione è totalmente diversa da quella espressa poco fa dal collega Franceschini. La mia valutazione deriva dai dati.
Infatti, nel biennio sono state approvate definitivamente ventuno proposte di legge di iniziativa parlamentare, ben otto in più rispetto a quelle approvate nella scorsa legislatura, con un incremento, quindi, di oltre il 60 per cento.
Nell'iter di approvazione dei disegni di legge sono stati approvati ben 1.719 emendamenti, il 26 per cento proposti dalle opposizioni in numero maggiore di quelli proposti dal Governo (21 per cento). Per quanto riguarda i decreti-legge, il Parlamento è intervenuto a modificarne il testo nella quasi totalità dei casi apportando complessivamente 1.411 modifiche. Anche in sede di esame dei decreti-legge, un numero non trascurabile di emendamenti approvati sono stati di iniziativa dei parlamentari dell'opposizione.
Il Governo ha fatto ricorso alla questione di fiducia 32 volte su 20 provvedimenti, di cui 16 decreti-legge e 4 disegni di legge.
Nella XV legislatura, il Governo Prodi ha posto la questione di fiducia per 27 volte su 14 provvedimenti, 9 volte su decreti-legge e 5 volte su disegni di legge. Considerato che il Governo Prodi si dimise il 24 gennaio del 2008, prendendo a riferimento questa data, il numero delle questioni di fiducia poste dal Governo Prodi corrisponde a quelle chieste dal Governo Berlusconi nel medesimo periodo di tempo, 27 nei primi 21 mesi.
Questi dati sono tratti da un rapporto presentato dal Ministro Vito al Parlamento. Questo per dire che non condividiamo affatto l'immagine che è stata data, in quest'Aula e fuori da quest'Aula, di un Parlamento che non lavora, che è incapace di andare avanti, che è messo dal Governo nella impossibilità di procedere (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Voglio anche aggiungere che respingiamo nel modo più assoluto prese di posizioni assunte anche ad alto livello istituzionale, dal presidente Franceschini e così via, di polemica rispetto al ruolo della Commissione bilancio, perché c'è un articolo 81 della Costituzione che non va dimenticato e c'è anche una situazione economica generale per cui questo Parlamento non può decretare e legiferare in deficit. In caso contrario, ripercorreremmo delle strade che hanno portato il debito pubblico nelle condizioni nelle quali siamo.
Tutto ciò deve essere chiaro e lo diciamo sia al Presidente della Camera sia al presidente Franceschini, perché deve essere chiaro quello che è il nostro atteggiamento (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)!
Detto ciò è, quindi, chiarito che quello che stiamo facendo o possiamo fare oggi esclude qualunque deriva per cui questo Parlamento cominci a legiferare in contrapposizione con la Commissione bilancio.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE (ore 11,30)
FABRIZIO CICCHITTO. Ci facciamo carico di un fatto, ossia che stiamo parlando Pag. 7di una categoria, quella dei disabili, che per definizione rappresenta il massimo della difficoltà e della sofferenza nella società italiana. Ci facciamo carico di ciò al netto di strumentalizzazioni che su questo tema, in modo indegno, vengono fatte in questa Assemblea.
TERESA BELLANOVA. Vergogna! Vergognati!
FABRIZIO CICCHITTO. Per queste ragioni vediamo anche di cogliere sia quello che ha detto il presidente Moffa, e quindi di andare avanti nei lavori, ma anche di cogliere l'aspetto costruttivo di quanto detto dal presidente Giorgetti. Se si vuole fare un'operazione propagandistica la respingiamo, e ci auguriamo di poter approvare un provvedimento con una copertura finanziaria che non venga rimessa in questione o che non venga smontata.
Ragion per cui chiediamo al Presidente di poter procedere in modo intelligente nei nostri lavori, così da concentrarci sulle parti che sfuggono alla mannaia, per vedere se è possibile un lavoro in contemporanea con la Commissione bilancio che possa consentire, alla fine di questa giornata, di avere lavorato e di avere contemporaneamente approvato un provvedimento con una copertura.
Quindi, credo che siamo disponibili - non precostituendo nessun principio che venga meno a quello che abbiamo detto - a portare a casa questo provvedimento, però vedendo e cogliendo gli aspetti positivi di quello che ha detto il presidente Giorgetti poco fa (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
DARIO FRANCESCHINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, chiedo scusa, ma il presidente Cicchitto evidentemente non ha ascoltato o non ha voluto ascoltare le cose che abbiamo detto. Qui non c'è stato nessun attacco al Parlamento, anzi c'è stata una difesa del ruolo del Parlamento e dei singoli parlamentari di maggioranza e di opposizione. Abbiamo anche cercato di sottrarre il tema di oggi, non soltanto perché si tratta del tema dei disabili, ma perché sotto il provvedimento di oggi c'è un nodo sostanziale rispetto alla vita parlamentare.
Abbiamo cercato di sottrarlo dal normale scontro tra maggioranza e opposizione e abbiamo anche valutato l'ipotesi - ascoltando le parole del presidente Giorgetti - che fosse possibile invertire l'ordine del giorno, esaminare il disegno di legge di ratifica e passare nel pomeriggio all'esame di questo provvedimento, registrando un possibile cambiamento di opinione della Commissione bilancio o la previsione di una copertura diversa.
Tuttavia, il tono è di chi non vuole assolutamente fare nulla, e interpreta il suo ruolo soltanto come sostegno alle decisioni dell'Esecutivo. Mi dispiace ciò, perché noi oggi abbiamo alzato una palla al gruppo di maggioranza relativa in quest'Assemblea, nel senso cioè di appropriarsi di un ruolo su un tema sul quale c'è una condivisione sostanziale.
In questo provvedimento - lo ha detto bene il presidente Moffa - non è che non ci sono le coperture: ci sono, sono sufficienti, ce le ha indicate la XI Commissione (Lavoro), ma c'è un parere contrario. Ritengo che, a questo punto, si debba andare avanti nell'approvazione del provvedimento accogliendo la proposta del presidente della Commissione lavoro (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).
PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo che, al di là della polemica tra di noi, il presidente Cicchitto abbia sollevato un problema molto serio sul quale l'opposizione certamente deve interrogarsi come tutte le altre componenti del Parlamento. Pag. 8
Ricordo che, anni fa, il Parlamento argentino sistematicamente prese la deriva di varare delle leggi senza copertura. Sappiamo come è andata a finire la storia.
Però, onorevole Cicchitto, per essere credibili nel discorso che lei ha fatto (che sul piano teorico io sottoscrivo dalla A alla Z, pur essendo all'opposizione, perché ho senso di responsabilità rispetto alla situazione del Paese), bisogna che noi stringiamo un patto di lealtà in ordine al tema delicatissimo dell'individuazione delle coperture. Infatti, se per certe cose, che interessano ad una parte della maggioranza in particolare, le coperture si trovano sempre e per altre cose non si trovano mai, allora il problema che lei pone è assolutamente giusto, ma fuori dal tema che questa mattina stiamo affrontando (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
Credo che l'onorevole Franceschini e l'onorevole Cicchitto - lo dico con grande serenità - dovrebbero sedersi ad un tavolo della Conferenza dei presidenti di gruppo, ad un tavolo non informale, perché questo tema non può essere lasciato cadere: esso caratterizzerà i nostri lavori nei prossimi mesi. Infatti, cari colleghi, davanti al Ministro dell'economia, che pone la questione dei provvedimenti nei termini nei quali l'ha posta anche nella giornata di ieri davanti all'Europa (leggete l'intervista della Merkel di ieri sul Corriere della Sera, che pone la questione dei conti pubblici così come la sta ponendo), questa questione diventa dirimente. Noi, da qui alle prossime settimane, ogni martedì affronteremo questa stessa identica questione per provvedimenti diversi.
Quindi, qui ci vuole grande lealtà. Onorevole Giorgetti, la conosco da presidente della V Commissione (Bilancio) da quando ho avuto l'onore di presiedere la Camera. Lei è una persona per bene e seria: sul tema delle coperture ci deve essere lealtà. Noi non possiamo trovare esponenti della maggioranza, come il presidente Moffa, che ci vengono a dare indicazioni in ordine alle coperture e avere un atteggiamento diverso da parte della V Commissione (Bilancio). Se noi, senza trasformare anche questo tema in un elemento di divisione della politica italiana, vogliamo affrontare correttamente e metodologicamente le questioni, dobbiamo avere una garanzia concreta in ordine ai temi delle coperture.
Non ci può essere copertura per operazioni spericolate, in ordine a temi spericolati, che non voglio citare per non introdurre polemiche, e invece su altre questioni le coperture sistematicamente non ci sono mai. Non vorrei che ci fossero le coperture per i forti e mancassero le coperture per i deboli che questo provvedimento, ad esempio, affronta in modo sistematico.
Allora, onorevoli colleghi, penso che questo dibattito non sia improprio ma rappresenti un momento serio del Parlamento, perché in un periodo di crisi economica e finanziaria non interrogarsi su queste questioni significa essere come minimo superficiali (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro e di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cicchitto. Io non dovrei dargli la parola perché interviene per la seconda volta (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)... Lasciatemi parlare, aspettate di capire quello che dico e poi protestate. Non dovrei dargli la parola, ma ho dato la parola all'onorevole Franceschini per due volte. È stato un errore, perché non ero presente alla fase precedente della discussione in cui l'onorevole Franceschini era già intervenuto. Ma forse è un errore utile, perché in questa sede è bene che ci sia uno scambio approfondito nel tentativo di trovare una soluzione. Ovviamente, non vale come precedente ma, onorevole Cicchitto, ha la facoltà di parlare.
FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, voglio raccogliere in termini positivi la sfida che ha lanciato l'onorevole Casini, una sfida che implica due cose: un confronto sul merito dei problemi e una riflessione sul fatto che questo non può diventare un Parlamento che legifera in Pag. 9deficit, perché ci è impedito dalla Costituzione e dalla situazione economica che stiamo vivendo.
Devo dire anche all'onorevole Franceschini che, se io ho frainteso il suo intervento, lui ha frainteso totalmente il mio. Il mio non era un intervento di chiusura, ma di chi si preoccupa, come ha detto poco fa l'onorevole Casini, di portare a compimento un provvedimento che abbia anche una copertura seria e che non venga contestato subito dopo.
Allora, siccome certe volte le questioni procedurali risolvono anche questioni politicamente serie, condividendo la filosofia contenuta nell'intervento dell'onorevole Casini, a mia volta colgo l'unico aspetto costruttivo e non polemico presente nel secondo intervento dell'onorevole Franceschini.
Propongo, pertanto, tenuto conto di quanto ha detto poco fa il presidente Giorgetti, di fare ciò che ha suggerito l'onorevole Franceschini: cioè di esaminare adesso il disegno di legge di ratifica dell'Accordo internazionale e di rinviare nel pomeriggio il confronto sul testo unificato sui disabili, in modo tale da avere maggior tempo e far sì che ci sia una coerenza di atteggiamento tra la Commissione bilancio e la Commissione lavoro.
Mi sembra che questo, onorevole Franceschini, non sia un atteggiamento di rottura, ma sia un atteggiamento costruttivo che tiene conto di due dati: del dato della categoria con la quale noi ci stiamo misurando, che non ci consente di scherzare, e del dato di fondo che questo Parlamento non può legiferare in deficit (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'onorevole Tabacci, che l'ha chiesta, vorrei cercare di chiarire all'Assemblea i termini della questione che stiamo dibattendo.
È stata proposta una inversione dell'ordine del giorno nel senso di passare al disegno di legge di ratifica, rinviando al pomeriggio l'esame di questo provvedimento. È una proposta irrituale perché la discussione del provvedimento è già iniziata. In condizioni normali una proposta di inversione dell'ordine del giorno si mette ai voti.
In questo caso possiamo procedere oltre i limiti del Regolamento, ma solo se esiste l'accordo complessivo di tutti i gruppi: volenti non fit iniuria, perciò se tutti siamo d'accordo lo possiamo fare. Invece, l'opposizione da parte di un gruppo mi costringerebbe a proseguire con l'esame del punto all'ordine del giorno.
BRUNO TABACCI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BRUNO TABACCI. Signor Presidente, credo che nessuno possa mettersi in testa di assecondare un percorso legislativo senza le coperture necessarie, quindi è giusto che la Commissione bilancio svolga fino in fondo il suo lavoro. Certamente viene da riflettere sullo stato in cui è stato ridotto in questi anni il lavoro parlamentare, e poiché mi è capitato di fare l'opposizione anche al Governo Prodi, il fatto che oggi l'onorevole Cicchitto ci porti i dati sul numero dei voti di fiducia e su come si sono articolati durante il Governo Prodi e ora durante il Governo Berlusconi non risolve la questione.
Se la predicazione del Governo è quella di ritenere che il Parlamento è qualcosa di totalmente inutile, va da sé che poi si arriva a questi punti che sono decisivi, determinanti, e la questione della finanza pubblica non è un problema sul quale possiamo scherzare.
Tra l'altro, vorrei svolgere una riflessione su un fatto: i deputati sono presenti in Aula quando si deve votare, mentre l'altra settimana, quando c'è stata l'informativa del Ministro dell'economia Tremonti, c'era un'assenza generalizzata. In questi casi, invece, bisognerebbe essere presenti affinché tutto il Parlamento si possa rendere conto con grande precisione della delicatezza della situazione che abbiamo di fronte.
D'altro canto, poiché il Governo ci ha abituato a considerare la crisi come superata, affermando che siamo i migliori in Pag. 10Europa, che siamo i più bravi, che la crisi è dietro le nostre spalle, evidentemente ha indotto il Parlamento a sottovalutare la difficoltà del problema nel quale ci troviamo.
Tutte queste cose messe insieme fanno sì che all'esterno ritengono che noi qui siamo delle persone che mangiano il pane a tradimento, all'interno siamo insoddisfatti e nella dialettica Governo-Parlamento è passata l'idea che siamo ormai in una Repubblica presidenziale. Tutte queste cose non solo sono totalmente sbagliate, ma prima ci mettiamo un fermo, meglio è, e allora si troveranno anche le coperture previste dall'articolo 81 della Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza per l'Italia).
GABRIELE CIMADORO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, al di là della decisione che il Gruppo prenderà sul se accettare o meno l'inversione dell'ordine del giorno e anche al di là del ruolo irrinunciabile che il Parlamento svolge democraticamente, di legiferare, credo che sia in atto nel Paese un attacco violento da parte di tutti gli organi di stampa e delle televisioni nei confronti dei parlamentari e della classe politica in generale, Senato e Camera. Credo che la classe politica vada rispettata e ritengo che questa opinione che si sta diffondendo nel Paese, molto spesso dovuta anche ad alcuni membri sia della Camera e del Senato sia del Governo, metta nelle condizioni il Paese e soprattutto noi parlamentari di essere molto fragili.
Credo che la dignità dei parlamentari, dei senatori e dei deputati, vada confermata e pregherei il Presidente Buttiglione di riferire al Presidente della Camera Fini questa condizione di debolezza per porre in atto una difesa, dal momento che tutti gli organi di stampa stanno mettendo in evidenza gli «stipendi», le retribuzioni e le prebende dei deputati e dei senatori, anche se nel Paese ci sono condizioni peggiori, molto più gravi, alle quali occorre far fronte ed sulle quali bisogna intervenire. Noi vorremmo essere difesi da questo Parlamento, da questa Presidenza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Duilio al quale, tuttavia, ricordo che per il suo gruppo ha già parlato due volte l'onorevole Franceschini. Credo che a questo punto il dibattito sia stato esaurientemente svolto e anche all'onorevole Porcino, che ha chiesto la parola, ricordo che per il suo gruppo è intervenuto l'onorevole Cimadoro.
A questo punto mi sembra di registrare il consenso dell'Assemblea per un'inversione dell'ordine del giorno.
GAETANO PORCINO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà..
GAETANO PORCINO. Signor Presidente, poiché faccio parte del Comitato dei nove per il mio gruppo ed ho ascoltato molte osservazioni, vorrei svolgere alcune puntualizzazioni, perché, al di là delle carezze o degli schiaffi degli onorevoli Cicchitto e Franceschini, vi sono altri gruppi che rappresentano i cittadini italiani in questo Parlamento. Noi abbiamo fatto tutto il possibile per arrivare ad un testo condiviso e, come gruppo Italia dei Valori, abbiamo già compiuto alcune rinunce per quanto riguarda la platea dei beneficiari, proprio per stare nei termini delle coperture che abbiamo trovato.
Intanto, vorrei dire all'onorevole Cicchitto che probabilmente non ha letto bene il testo, perché le coperture non solo ci sono, ma, a detta dell'onorevole Cazzola che ha fatto i calcoli, le risorse sono addirittura di più di quelle che servono, perché l'INPS avrebbe un avanzo di bilancio di 320 milioni di euro. Pag. 11
Signor Presidente, al di là di questo, considerato che abbiamo trovato un accordo condiviso e che il provvedimento ha avuto un iter travagliato ed è di grande rilevanza e di grande importanza per decine di migliaia di famiglie e considerato che ieri pomeriggio abbiamo fatto la stessa discussione e abbiamo dato tempo alla Commissione bilancio per trovare le soluzioni per stamattina e le soluzioni non sono state trovate, non vorremmo che oggi pomeriggio la soluzione si trovi limitando ulteriormente la platea dei beneficiari. A quel punto, infatti, verrebbe stravolto totalmente il provvedimento che, con tanta fatica, siamo riusciti a confezionare e, quindi, non ci sarebbe più l'accordo delle parti, come, invece, c'era stamattina.
Per essere chiari nei confronti dell'Assemblea e per dare un'idea compiuta a chi ci ascolta da casa, chiedo che sia avviata, se non altro, la discussione sul complesso delle proposte emendative.
Come gruppo Italia dei Valori, ad esempio, avevamo chiesto l'estensione delle norme ai dipendenti degli enti locali e ai dipendenti della scuola, perché pensiamo che non sia possibile, anche per rispetto della Costituzione, che alcune categorie usufruiscano di alcuni vantaggi ed altre categorie non possano farlo. Questo aspetto è stato accolto in una proposta emendativa e noi abbiamo tutti, concordemente, approvato il testo che stiamo portando in Assemblea, comprese le proposte emendative. Se, tra un'ora, trovassimo il testo medesimo «stravolto», allora saremmo punto e a capo come sei mesi fa e non avrebbe più senso continuare a discutere di un provvedimento che poi è «tagliato» in tante di quelle parti che non andrebbe a garantire più la platea dei soggetti che dovrebbero essere garantiti (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
SILVANO MOFFA, Presidente della XI Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SILVANO MOFFA, Presidente della XI Commissione. Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo che sia importante prendere atto di una generale condivisione che mi sembra si sia registrata e che è partita da una proposta provenuta dal presidente della Commissione bilancio, che è esattamente quella - vorrei trasferire questo mio pensiero e questa mia riflessione al gruppo Italia dei Valori, per non guastare il lavoro comune che è stato portato avanti in Commissione - di non entrare nel merito del provvedimento, della cui sostanza si è condiviso ogni aspetto: se ne apprezzano la natura e la sostanza dell'intervento.
Qui stiamo ragionando. Credo che sia anche un atto di intelligenza politica aderire a questa richiesta: stiamo affrontando soltanto il tema della copertura finanziaria connessa ad un'aliquota che abbiamo introdotto. Credo che, se vi sono le condizioni (che il presidente della Commissione bilancio ha esternato) affinché si lavori ulteriormente per superare quella riserva che ancora permane nella Commissione bilancio sul rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, faremmo tutti un grande passo in avanti e saremmo nella certezza di venire oggi, nel pomeriggio, come è stato ribadito da tutti, per approvare il provvedimento in esame.
Mi appello davvero all'intera Assemblea ed a tutti gruppi, affinché si colga questa opportunità, nel convincimento che questa sera potremo finalmente varare questo provvedimento.
PRESIDENTE. Mi sembra che esista una volontà dell'Assemblea di arrivare all'approvazione di questo provvedimento. Se alla luce delle ultime cose dette siamo tutti d'accordo e le ultime perplessità sono superate, propongo di agire in questo modo: rinviamo questo provvedimento, lo riprendiamo nel pomeriggio con i prescritti pareri, passiamo al provvedimento successivo.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).
Discussione del disegno di legge: S. 1933 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Bosnia-Erzegovina, dall'altra, con Allegati, Protocolli e Atto finale con dichiarazioni allegate, fatto a Lussemburgo il 16 giugno 2008 (Approvato dal Senato). (A.C. 3446) (ore 11,55).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Bosnia-Erzegovina, dall'altra, con Allegati, Protocolli e Atto finale con dichiarazioni allegate, fatto a Lussemburgo il 16 giugno 2008.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al resoconto stenografico della seduta del 18 maggio 2010.
Sull'ordine dei lavori.
ROBERTO RAO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO RAO. Signor Presidente, visto che siamo in fase di inversione dell'ordine del giorno, vorrei rubare un minuto all'Assemblea sull'ordine dei lavori. In quest'Aula si è parlato spesso, talvolta anche a sproposito, di censura dell'informazione e di libertà di stampa violata. In alcuni casi il protagonista di questo dibattito è stato quello che molti hanno definito un paladino della libertà di informazione, il giornalista Michele Santoro. Oggi, dopo che tutti abbiamo letto le notizie e le cifre riportate da diverse testate nazionali, ritengo che ad essere violato sia stato il portafoglio dei contribuenti (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro e di deputati del gruppo Popolo della Libertà).
I cittadini italiani che pagano regolarmente il canone, dal giorno alla notte, si sono visti cancellare una trasmissione di grandissimo ascolto, quello che si definisce un asset aziendale in termini di impresa. In aggiunta si preparano a vedere prelevate ingenti risorse pubbliche, per decisione della direzione generale della RAI e del suo consiglio di amministrazione.
Parliamo di 10 milioni di euro, una cifra esorbitante per un'azienda in deficit preoccupante e già in crisi (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico e di deputati del gruppo Popolo della Libertà). È un'operazione che comprende una inspiegabile buonuscita per il conduttore, che spesso fa la morale a quest'Aula, e la creazione di non meglio definiti progetti sperimentali.
Ora chiediamo al Ministro Tremonti, Ministro dell'economia e delle finanze, che deve vigilare anche sull'azienda pubblica, di venire in Aula per chiarire dettagliatamente l'impatto di questa operazione sulle casse dell'azienda di servizio pubblico, visto che non credo a caso il rappresentante del consiglio di amministrazione RAI, indicato proprio dal suo Ministero, ieri è stato uno dei due soli esponenti del consiglio di amministrazione che si è astenuto su questa votazione.
Signor Presidente, mi avvio alla conclusione. In un momento di crisi come quello che stiamo vivendo tutti nel nostro Paese, i cittadini ben più di noi, in cui si sta per abbattere sui contribuenti italiani una stangata di proporzioni elevatissime e ci stiamo preparando ad una stagione di grandi sacrifici per tutti, c'è un dovere di maggiore chiarezza e trasparenza nei confronti del Parlamento e dell'intero Paese, soprattutto alla luce di tutti i precari della RAI, che stanno per essere messi al bando, e del piano industriale, che prevede 1.200 esuberi per l'azienda in tre anni (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico e di deputati del gruppo Popolo della Libertà).
FRANCESCO BOCCIA. Chiedo di parlare.
Pag. 13PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO BOCCIA. Signor Presidente, intervengo per segnalare una vicenda della quale quest'Assemblea ha discusso spesso. Mi sto riferendo all'azienda Eutelia e alle manifestazioni che ci sono state a margine di nostre discussioni sulla vicenda Eutelia. In data 11 marzo, alcuni agenti di polizia hanno identificato tre parlamentari del gruppo del Partito Democratico: i deputati Vico, Boccuzzi ed Esposito.
La cosa grave che apprendiamo oggi è che, in realtà, nei verbali, essi risultano essere gli istigatori di un blocco stradale. A seguito di ciò è stato poi redatto un verbale, che ha causato alcune sanzioni pecuniarie. Vorrei ricordare all'Assemblea che l'articolo 3 della legge 140 del 2003 definisce, in maniera chiara, che quelle sanzioni pecuniarie non potranno mai essere irrogate ai deputati. Quelle sanzioni pecuniarie tuttavia sono state inflitte anche ai lavoratori che hanno partecipato a quella manifestazione e noi abbiamo il sospetto - per questo anticipiamo un'interpellanza urgente al Ministro dell'interno - che la lista di quei lavoratori coincida non con i lavoratori identificati, ma con i lavoratori che furono accreditati prima a palazzo Chigi e poi qui a Montecitorio, per partecipare alla discussione.
Sicuramente la polizia, in questi contesti, fa il proprio dovere e segnala le vicende che accadono, tuttavia faccio fatica a pensare che i deputati Vico, Boccuzzi, Esposito - ce n'erano tanti altri, molti deputati della Commissione lavoro, del Partito Democratico e di altri gruppi parlamentari - abbiano addirittura istigato i lavoratori ad un blocco stradale. Per queste ragioni sottoponiamo all'Assemblea questo tema.
Noi presenteremo un'interpellanza soprattutto per chiedere chiarimenti sulla lista dei lavoratori che, a partire da quel verbale, dovranno rispondere e dovranno farlo anche con una sanzione pecuniaria e chiariamo che sicuramente il gruppo del Partito Democratico ed il Partito Democratico si faranno carico di questo aspetto. Ci aspettiamo che intervengano il Governo e il Ministero dell'interno e chiediamo sin da ora che, in qualche modo, sui nostri colleghi, vengano seguite le stesse procedure che sono state adottate - lo ricordo agli amici della Lega Nord - per una manifestazione per le «quote latte», alla fine degli anni Novanta e per blocchi stradali molto più gravi, perché quello di Roma, in realtà, non risulta poi essere giunto a compimento nella sostanza.
In quelle occasioni questa Assemblea stralciò le loro posizioni. Stessa cosa accadde nella vicenda in cui la collega Mussolini occupò l'intero marciapiede con un tavolo di ping-pong. Non voglio fare la lista delle vicende che hanno caratterizzato blocchi reali stradali, fatti da deputati della Repubblica, tuttavia abbiamo trovato oggettivamente inammissibile la qualificazione di istigazione contenuta in un verbale della questura di Roma, rispetto al quale vorremmo andare fino in fondo.
Ribadiamo e riconfermiamo che non consentiremo che quelle sanzioni vengano - in qualche modo - fatte pagare ai lavoratori che da mesi, da dieci mesi, non percepiscono gli stipendi e solo a causa dei ritardi con i quali il Governo si è mosso, forse dopo il commissariamento, otterranno protezione con riferimento a questo aspetto.
PRESIDENTE. Hanno chiesto la parola sull'ordine dei lavori gli onorevoli Barbareschi, Cavallaro e Barbato. Darò loro la parola al termine dei lavori. Procederemo adesso invece con il provvedimento. Prima intendo fare una dichiarazione: la procedura di inversione dell'ordine del giorno che abbiamo adottato, che è irrituale e và al di là di quanto previsto dal Regolamento, essendo la discussione del provvedimento rinviato già iniziata, ovviamente, non costituisce precedente. Tale procedura è stata possibile solo perché vi è stata l'adesione totale da parte dell'Assemblea. L'avevo detto prima, lo ribadisco adesso a scanso di possibili equivoci.
Pag. 14Si riprende la discussione.
(Discussione sulle linee generali - A.C. 3446)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Il relatore, presidente della Commissione, onorevole Stefani, ha facoltà di svolgere la relazione.
STEFANO STEFANI, Relatore. Signor Presidente, l'Accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Bosnia-Erzegovina, dall'altra, fatto a Lussemburgo il 16 giugno 2008 e oggetto del disegno di legge di ratifica in esame, è finalizzato ad integrare la Bosnia nel contesto politico ed economico europeo, anche nella prospettiva di una futura candidatura all'ingresso nell'Unione europea.
Con la conclusione di questo Accordo, tutti i Paesi dei Balcani occidentali sono ora dotati di stabili ed articolate relazioni contrattuali con l'Unione europea. La Commissione europea, nella sua ultima relazione dell'ottobre scorso, ha evidenziato come il Paese abbia compiuto progressi limitati per quanto riguarda la conformità con i criteri politici: l'attuazione delle riforme è stata rallentata dalla mancanza di consenso e di volontà politica e dalla complessità del quadro istituzionale.
Come abbiamo verificato direttamente a Sarajevo io ed i colleghi Antonione e Fassino, nel corso della missione della nostra Commissione nella regione, vi è purtroppo, nella classe politica bosniaca, la consapevolezza che il 2010 sarà speso invano nelle schermaglie elettorali in vista delle consultazioni politiche che si terranno nel mese di ottobre.
Persistono, infatti, le tensioni tra le comunità etniche e resta necessaria la presenza militare internazionale. Vi è, tuttavia, l'auspicio che passi in avanti si possano realizzare nel corso della Conferenza internazionale Unione europea-Balcani occidentali, che si terrà proprio a Sarajevo il prossimo 2 giugno.
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Stefani. Vorrei pregare i colleghi, che sono impegnati in discussioni private, a sgombrare l'emiciclo, per consentire all'Assemblea di ascoltare la relazione dell'onorevole Stefani (Applausi del deputato Narducci).
STEFANO STEFANI, Relatore. L'Accordo presenta alcuni elementi di novità rispetto ai precedenti. In particolare, include una disposizione, l'articolo 112, che subordina l'erogazione dell'aiuto comunitario sia all'ottenimento di risultati concreti da parte della Bosnia-Erzegovina nel conformarsi ai criteri politici di Copenaghen, sia all'impegno per l'attuazione delle riforme democratiche.
Esso introduce, altresì, un sistema di clausole che consente di esportare verso l'Unione, beneficiando di un trattamento preferenziale, anche se parte della lavorazione delle merci proviene da Stati terzi. L'Accordo prevede un dialogo politico regolare sulle questioni bilaterali ed internazionali e favorisce lo sviluppo del commercio - attraverso la creazione di una zona di libero scambio - degli investimenti e della cooperazione tra le parti in numerosi settori, tra cui anche la giustizia e gli affari interni.
L'Accordo riconosce, inoltre, la qualità del Paese come potenziale candidato all'adesione all'Unione europea sulla base del Trattato sull'Unione europea e del rispetto dei criteri definiti dal Consiglio europeo di Copenaghen.
Il disegno di legge in esame, già approvato dal Senato il 28 aprile scorso, si compone di quattro articoli: i primi due recano, rispettivamente, l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione. L'articolo 3 reca la clausola di copertura degli oneri derivanti dal provvedimento, pari a euro 6.940 annui a decorrere dal 2010, ai quali si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 3 della legge 4 giugno 1997, n. 170, sulla lotta alla desertificazione. Pag. 15
Ricordo che, come rilevato anche nel parere espresso dalla Commissione bilancio, il Governo si è impegnato, nel corso dell'esame in Senato, a non utilizzare più tale copertura per le future leggi di ratifica.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
STEFANO STEFANI, Relatore. Concludo, osservando che l'Italia, con questa ratifica, conferma il suo ruolo di apripista dell'integrazione europea dei Balcani occidentali che il Ministro Frattini, con grande impegno, sta sostenendo, con l'appoggio di tutte le forze parlamentari (Applausi).
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.
LAURA RAVETTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, la ratifica da parte del Parlamento italiano dall'Accordo di stabilizzazione e di associazione con la Bosnia-Erzegovina rappresenta un atto di particolare significato, che conferisce sostanza all'impegno profuso dall'Italia a favore del rafforzamento dei rapporti tra l'Unione europea e la Bosnia-Erzegovina, e sul piano più generale al processo di avvicinamento dei Balcani occidentali all'Europa.
Da tempo l'Italia sostiene la necessità di una progressiva integrazione di questi Paesi nell'Unione europea, ed è impegnata a fondo per favorire un approccio comunitario che dia concretezza a tale prospettiva, nel rispetto delle necessarie condizionalità. Grazie ad una serie di iniziative, tra cui la presentazione nell'aprile 2009 da parte del Ministro Frattini di un piano in otto punti, con l'obiettivo di far avanzare la prospettiva europea della regione, l'Italia ha quindi assunto in ambito comunitario un ruolo di impulso e di riferimento per quanto riguarda l'articolazione della strategia europea nei confronti dei Balcani occidentali.
In questo contesto, il rafforzamento della prospettiva europea di Sarajevo è suscettibile di rappresentare uno strumento indispensabile ad incoraggiare il Governo a portare avanti con coerenza il processo di riforma interno: ponendo infatti le premesse per l'avanzamento del percorso europeo del Paese, l'Accordo offre a Sarajevo un'opportunità unica per il raggiungimento di pace, stabilità e prosperità. L'importanza di procedere speditamente alla sua ratifica appare dunque evidente.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Tempestini. Ne ha facoltà.
FRANCESCO TEMPESTINI. Signor Presidente, colleghi, la nostra è una posizione favorevole alla ratifica dell'Accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee e la Bosnia-Erzegovina. Vogliamo però accompagnare questa nostra posizione, a cui seguirà il voto, con una considerazione di carattere più generale: quanto sta accadendo in queste settimane in Bosnia-Erzegovina conferma le preoccupazioni ed i sentimenti di allarme (così possiamo definirli, senza alcuna esagerazione) per lo stato di instabilità e di difficoltà che si sta vivendo sul terreno, per ora solo istituzionale, nella Repubblica bosniaca.
Sarebbe troppo lungo entrare nel merito delle considerazioni, in base alle quali si può parlare di gravi preoccupazioni per l'instabilità di quello Stato. Certamente pesa il fatto che non siamo nelle condizioni, al momento, di prevedere la conclusione dell'iter tendente a restituire uno stato di normalità istituzionale alla Repubblica bosniaca, con il ritiro della presenza dell'Alto Rappresentante. Siamo di fronte ad una condizione di grande instabilità, determinata da ciò che sta accadendo nella Repubblica serba, per le iniziative della sua Presidenza, che entrano in diretto contrasto con gli orientamenti dell'Unione europea.
Insomma, un quadro di grande preoccupazione, che ci fa dire che l'Accordo probabilmente non sarà sufficiente a dare un impulso: servirà piuttosto per rendere possibile una condizione di dialogo. Ci Pag. 16auguriamo però davvero (e a proposito di ciò ci rivolgiamo al Governo) che si possa mettere in campo, soprattutto nei prossimi appuntamenti tra Unione europea e Balcani, quel «di più» che occorre per far uscire, partendo proprio dall'epicentro bosniaco, i Balcani da un possibile percorso di instabilità; che sarebbe oltremodo grave, perché si tratterebbe di un'instabilità ai nostri confini, e soprattutto minerebbe uno dei capisaldi di un possibile percorso di allargamento, in chiave democratica e di sviluppo, dell'Unione europea nell'area dei Balcani.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Di Stanislao. Ne ha facoltà.
AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente, quello di cui discutiamo oggi è un provvedimento atteso ed importante che - come sappiamo - accelererà il futuro processo di inclusione della Bosnia-Erzegovina nell'Unione europea. L'Accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Bosnia-Erzegovina, dall'altra, rappresenta lo strumento principale di quel processo di stabilizzazione e di associazione nei confronti dei Paesi dei Balcani occidentali.
La stabilizzazione della situazione politica, economica ed istituzionale della regione attraverso lo sviluppo delle istituzioni e la riforma della pubblica amministrazione, l'intensificazione della cooperazione commerciale ed economica, il rafforzamento della sicurezza nazionale e regionale, lo sviluppo della cooperazione in numerosi settori, compreso quello della giustizia e degli affari interni, rappresentano le finalità principali che si intendono raggiungere con questo Accordo, grazie al quale tutti i Paesi dei Balcani occidentali saranno dotati di stabili ed articolate relazioni contrattuali con l'Unione europea.
L'obiettivo di fondo di tale processo è quello di porre le condizioni per l'adesione all'Unione europea dei Paesi in questione, stante anche la situazione più avanzata della Croazia.
La Bosnia-Erzegovina - è bene ricordarlo - è un Paese che è stato tenuto sotto tutela internazionale fin dalla Conferenza di Dayton del 1995, con esiti non necessariamente positivi. Tra quelli sicuramente negativi si può ricordare il fatto di aver convocato Slobodan Milosevic al tavolo di coloro i quali avrebbero dovuto assicurare la pace in quella parte del mondo (pace che lo stesso Milosevic ha continuato a calpestare fino a tutto il 1999).
La Commissione europea nel 1999 aveva in effetti avviato i negoziati per quel patto di stabilità ma anche per sostenere i tentativi per il raggiungimento della pace, da perseguirsi attraverso l'affermazione della giustizia internazionale in tutti i Balcani.
L'Accordo instaura pertanto un'associazione tra le Parti che mira a consolidare la democrazia e lo stato di diritto in Bosnia-Erzegovina, a stabilizzare il Paese e la regione a livello politico, economico ed istituzionale, a fornire un contesto adeguato per il dialogo politico e a sostenere la Bosnia-Erzegovina nello sviluppo di una cooperazione internazionale adeguata, anche attraverso il riavvicinamento della sua legislazione a quella comunitaria.
Come già sottolineato lo scorso 17 febbraio dal sottosegretario Mantica nel corso della sua audizione presso la III Commissione sulla situazione dei Balcani occidentali, ci troviamo di fronte alla necessità di sostenere la Bosnia-Erzegovina affinché proceda con decisione nel cammino di integrazione comunitaria. Certamente la situazione interna del Paese si presenta delicata, ben nota a tutti noi per il rischio del riacutizzarsi di tensioni di stampo etnico.
Ci accingiamo pertanto a ratificare questo Accordo alla vigilia delle elezioni in Bosnia-Erzegovina previste per il prossimo ottobre, molto importanti per lo sviluppo e la prospettiva di quel Paese; tra l'altro, la Corte europea ha chiesto che venga modificata la sua Costituzione perché si avvii un processo di deetnicizzazione del Paese. C'è da augurarsi che la classe politica non sprofondi nelle già evidenti schermaglie preelettorali, con il rischio di gettare via un'importante occasione per avvicinarsi all'Europa. Pag. 17
In conclusione, la ratifica da parte degli Stati appartenenti all'Unione europea di questo Accordo costituisce un importante incentivo nel senso di un progressivo riavvicinamento nel contesto europeo di tale Paese ed il nostro gruppo sosterrà con un voto favorevole questo processo, pur nella consapevolezza che molta attenzione dovrà essere posta ai profili problematici rispetto alla comunità internazionale costituiti dalla situazione del Kosovo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 3446)
PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore e il rappresentante del Governo rinunziano alla replica.
(Esame degli articoli - A.C. 3446)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 3446), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
Invito i colleghi ad affrettarsi; trattandosi della prima votazione vi sarà più tolleranza, poi si procederà più speditamente.
(Segue la votazione).
Onorevoli Narducci, Vico, Traversa, Misuraca, Rampi, Concia, Cazzola, Lazzari, Corsaro? Onorevole Narducci è riuscito a votare?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 487)
Maggioranza 244
Hanno votato sì 487).
Prendo atto che i deputati Bachelet, Mastromauro, Terranova e Cesare Marini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 3446), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Narducci, Vico, Mazzuca, Villecco Calipari, Miglioli, Moffa, Fogliardi, Ciocchetti, De Torre? L'onorevole Miglioli non riesce a votare. Andate in soccorso dell'onorevole Miglioli. Onorevole Lo Monte? L'onorevole Miglioli è stato privato addirittura dell'apparecchio, che ora è stato rimesso a posto. Adesso funziona.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 494)
Maggioranza 248
Hanno votato sì 494).
Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 3446), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Sanga, Leone, Narducci, Malgeri?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 499
Maggioranza 250
Hanno votato sì 499).
Prendo atto che i deputati Monai e Romano hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 3446), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Narducci, onorevole Vella, onorevole Nizzi, onorevole Armosino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 500
Maggioranza 251
Hanno votato sì 500).
Prendo atto che il deputato Romano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3446)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, mi rimetto alla dichiarazione fatta in sede di discussione sulle linee generali dall'onorevole Di Stanislao, per confermare il voto favorevole del gruppo dell'Italia dei Valori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.
ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, noi non siamo intervenuti durante la discussione sulle linee generali, ma intendo brevemente illustrare la posizione del nostro gruppo rispetto a questo Accordo, che indubbiamente (come tutti gli altri che vengono esaminati in questa Assemblea) aiuta a migliorare i rapporti del nostro Paese e della Comunità europea con Stati esteri. Vi sono però alcune perplessità, soprattutto perché - forse noi non ce lo ricordiamo più - l'eco del conflitto nei Balcani là è ancora vivo, e le contrapposizioni tra gli Stati che si sono create sono ancora troppe, direi eccessive anche nei rapporti. Questo tipo di Accordo - che migliora il rapporto con la Comunità europea e che è finalizzato a creare condizioni migliori per una futura candidatura all'ingresso nell'Unione europea - è auspicabile (come abbiamo sempre detto, per tutte le nazioni), anche se devo far presente che, forse, se fossimo stati più prudenti nell'accettare le varie adesioni alcune situazioni si sarebbero potute prevenire.
Non entro nel merito del contenuto del provvedimento che indubbiamente è un contenuto nobile e che fa i primi passi, ma le perplessità sono nelle difficoltà che indubbiamente ci sono per questo Paese ad indirizzarsi verso un'integrazione completa a causa di una instabilità politica e istituzionale, non solo all'interno del Paese ma nel rapporto con i Paesi confinanti.
È vero che con questo Accordo si chiedono riforme democratiche ed il mantenimento degli impegni che eventualmente vengono presi. Ormai tutti i Paesi dei Balcani occidentali si sono, di fatto, dotati di stabili e articolate relazioni contrattuali, che aiutano anche l'interscambio (che è uno degli aspetti più importanti). Detto questo, per quanto ci riguarda vi sono delle perplessità (come Paese, Parlamento e Governo) su questa previsione di sei, sette miliardi di euro, per coprire questo Accordo, che si continuano a prendere Pag. 19dai fondi per la desertificazione. Non c'è un approfondimento vero su dove reperire le risorse. C'è una certa superficialità rispetto all'impegno economico che il nostro Governo sta prendendo con questi Trattati. Per cui, al di là di queste considerazioni, il gruppo dell'Unione di Centro voterà sicuramente a favore di questo Accordo ma, diversamente dagli altri, questo Accordo, in prospettiva, è un po' più problematico e quindi richiede un'attenzione maggiore, soprattutto da parte del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 3446)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 3446, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Simeoni, onorevole Porcino, onorevole Zunino, onorevole Briguglio, onorevole Bianconi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(S. 1933 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Bosnia-Erzegovina, dall'altra, con Allegati, Protocolli e Atto finale con dichiarazioni allegate, fatto a Lussemburgo il 16 giugno 2008) (Approvato dal Senato) (3446):
(Presenti e votanti 499
Maggioranza 250
Hanno votato sì 499).
Prendo atto che i deputati Cimadoro, Romano e Zamparutti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Sull'ordine dei lavori (ore 12,30).
PRESIDENTE. Aveva chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Barbareschi. Prendo atto che il collega vi rinunzia.
FRANCESCO BARBATO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, innanzitutto vorrei stigmatizzare anche la sua conduzione di quest'Aula e glielo dico senza peli sulla lingua perché lei non può...
PRESIDENTE. Invito i colleghi a defluire, se possibile, in silenzio in modo da consentire all'onorevole Barbato di svolgere il suo intervento. Prego, onorevole Barbato.
FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, soprattutto per dirle che non può fare intervenire tre parlamentari sull'ordine dei lavori e, poi, dire ad altrettanti parlamentari, che avevano chiesto di intervenire: «lei interviene dopo». Lei ha consentito, discrezionalmente, allo stesso parlamentare di intervenire due volte sull'ordine dei lavori.
Questo suo «governo» dell'Aula - abbastanza fazioso per la verità - è da stigmatizzare ed è anche troppo discrezionale e l'ho vissuto sulla mia pelle già qualche altra volta quando lei mi ha contestato e mi ha tolto la parola semplicemente perché avevo detto «viva l'Italia». Se anche dire «viva l'Italia» non va bene, mi dica che cosa dobbiamo dire, oppure ci farà lei il «dettatino» ed interverremo secondo quanto lei ci dirà, così saremo, forse, più bigotti e filosofici.
Fatta questa contestazione al suo modo di presiedere, volevo parlare, dopo l'intervento Pag. 20del collega Boccia, di quanto è avvenuto con i lavoratori di Agile-ex Eutelia, perché sono tra quei parlamentari che hanno già ricevuto, notificata a casa, la sanzione di oltre 2.500 euro che dovremmo pagare perché ci siamo permessi di stare insieme a dei lavoratori dinanzi a Palazzo Chigi, su via del Corso. Anzi, ci viene addirittura contestata l'istigazione di cittadini perché stavamo con loro a protestare.
Non condivido, inoltre, anche l'impostazione del collega Boccia, perché mi sembra un'impostazione troppo burocratica nel trattare quel che è accaduto. È accaduta una cosa gravissima e non perché è stata notificata a me parlamentare e agli altri parlamentari una sanzione, perché sotto questo profilo sono contento di essere come tutti gli altri cittadini e pagherò gli oltre 2.500 euro che mi ha contestato la polizia con quel suo verbale. Contesto e mi ribello per questa modalità inusuale con la quale, per la prima volta, vengono individuati dei cittadini che stanno manifestando il loro sdegno, la loro protesta, la loro disperazione, perché, probabilmente, non si sa che in questo Paese ci sono cittadini che protestano sui tetti dei capannoni industriali, sulle gru della Innse di Milano, sui terrazzi dei Provveditorati agli studi. Insomma, sono sulle vette dei capannoni, sulle nuove vette della disperazione del terzo millennio, cioè le vette dove si stanno disperando lavoratori e lavoratrici di questo Paese, che vedono a rischio il loro futuro, il loro lavoro e il loro salario.
Allora, se protestare e rivendicare delle ragioni sacrosante, quali il diritto al lavoro, è diventato osceno per questo Parlamento e in questo Paese, di che cosa dobbiamo parlare? Che cosa dobbiamo fare? Per la verità, sono contento di aver avuto quel verbale, anzi vi dico: «fatemene ancora di più», perché sarò presente insieme all'Italia dei Valori, insieme a tutti questi lavoratori che non hanno più un futuro, che rischiano il loro lavoro.
Questo è il compito dei deputati! Per fortuna che c'era un gruppo di parlamentari insieme a quei lavoratori i quali si sentono sempre più soli e abbandonati, soprattutto dalla politica e dalle istituzioni. Questo è il motivo per il quale ero insieme ai lavoratori davanti a Palazzo Chigi e saremo anche davanti al Parlamento ed eventualmente alzeremo ancora di più la voce a difesa della dignità di questa gente che oggi in questo Paese viene calpestata. In questo Paese non ci si occupa più delle ragioni vere e allora si sta, forse, tentando di bloccare, di mettere il bavaglio. Ho visto troppo spesso...
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Barbato.
FRANCESCO BARBATO. Concludo, signor Presidente, tutte le volte che sono andato dove ci sono i lavoratori che protestano davanti agli stabilimenti e davanti alle fabbriche, troppo spesso ho visto decine di cingolati, centinaia di operatori delle forze dell'ordine, mancavano soltanto i carri armati! Ma che volete fare, volete caricare chi in questo momento sta protestando perché vede un suo diritto sfuggirgli di mano, vede sfuggirgli il suo futuro?
Dunque, caro Presidente, su questioni come quella che era stata annunciata prima in Aula, sollevata dal collega Boccia, cioè sul fatto che abbiamo ricevuto un verbale, noi quel verbale lo paghiamo, ma vi diciamo: fatecene altri di verbali perché l'Italia dei Valori starà nelle piazze tra la gente, davanti agli stabilimenti con i lavoratori, con le vere ragioni del Paese. Siamo contenti di pagare tanti e tanti altri verbali ancora, perché è nostro lavoro stare a fianco dei cittadini!
PRESIDENTE. Onorevole Barbato, lei è libero di criticare la conduzione dell'Assemblea. Devo tuttavia dirle che non mi sembra di essere stato fazioso. Ho dato la parola una volta in più all'onorevole Cicchitto e all'onorevole Franceschini per risolvere un problema che poi è stato effettivamente risolto. Se avessi dato la parola a tutti quelli che l'avevano chiesta nel momento in cui sono iniziati gli interventi sull'ordine dei lavori, non avremmo completato Pag. 21l'esame del provvedimento, come lei adesso vedrà, perché si accorgerà di quanto è lunga la lista.
GIULIANO CAZZOLA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIULIANO CAZZOLA. Signor Presidente, intervengo per fatto personale, molto tranquillo e molto amichevole. L'onorevole Porcino mi ha attribuito di aver fatto i conti sull'atto Camera n. 82. Ad onor del vero devo testimoniare che non ho quel merito o quel demerito, a seconda dei punti di vista, perché la relazione che è stata esaminata in Commissione lavoro è stata redatta dall'INPS, dagli enti previdenziali, in passato anche dall'INPDAP, che ci hanno accompagnato nel formulare proposte di merito e anche nel vedere quanto quelle proposte di merito davano sul versante dei costi e della finanza pubblica.
Non sono io l'autore delle stime, l'autore della valutazione, ma molto più autorevolmente l'Istituto nazionale di previdenza. Colgo l'occasione per ribadire, come ho detto nel mio intervento su quel tema rispetto anche alla discussione che si è svolta questa mattina e che si svolgerà nel pomeriggio, che la copertura finanziaria non è un bancomat - e quindi non c'è un'autocandidatura delle Commissione di merito a darsi una copertura finanziaria che loro preferiscono - in quanto a decidere della copertura finanziaria, tra gli organi della Camera, è la Commissione bilancio.
Vorrei, quindi, cogliere l'occasione per esprimere alla Commissione bilancio la mia solidarietà e la mia stima per il lavoro che fa a presidio dei nostri conti pubblici.
MARIO CAVALLARO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIO CAVALLARO. Signor Presidente, le agenzie di stampa qualche ora fa hanno diffuso la notizia che un fotografo italiano, Fabio Polenghi, è stato ucciso a Bangkok negli scontri che si sono succeduti tra le forze governative e coloro che protestano contro il Governo, che vengono definiti come «camicie rosse».
Ora, indipendentemente dal fatto che forse era opportuna una formale maggiore attenzione a questo tema, che mi pare assai significativo, vorrei soltanto chiedere che il Governo venga a riferire su tale grave episodio.
Ciò soprattutto per una preoccupazione: di questa persona è stata data la definizione di freelance, che, in qualche misura, spesso suona come poco significativa e come poco accattivante; in realtà si tratta di uomini e donne liberi, che lavorano per la diffusione di un'informazione libera. Pertanto, credo che meritino il nostro cordoglio - che ovviamente va diretto alla famiglia - ed anche la nostra attenzione, l'attenzione del Parlamento su questo tema (Applausi del deputato Sarubbi).
MARIO TASSONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, ritorno su una questione - e parlo anche a nome del collega Roberto Occhiuto - su cui quest'Assemblea ha posto nel passato attenzione attraverso l'esame di atti del sindacato ispettivo. Mi riferisco ad una vicenda - che ritorna alla ribalta anche in questi giorni e soprattutto nella giornata di ieri - che riguarda l'ufficio giudiziario di Reggio Calabria, in particolar modo la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria e il sostituto procuratore antimafia Lombardo, che è stato oggetto per la seconda volta di una lettera minatoria. È una lettera con cui si assicura una morte immediata e quant'altro. È la seconda volta, signor Presidente.
Quest'Assemblea, come ricordavo, si è interessata della vicenda; ne abbiamo discusso e il Governo aveva preso impegni i quali però non hanno trovato riscontro rispetto ad una problematica che era emersa dopo Natale, nei primi giorni dell'anno: Pag. 22tutti ricorderanno la bomba posta davanti alla Corte d'appello di Reggio Calabria e il ritrovamento di un'automobile piena di armi e di esplosivo posta lungo il percorso del Presidente della Repubblica, che si trovava proprio in quel giorno a Reggio Calabria. Poi questa minaccia nei confronti del dottor Lombardo, che, come detto, è stata reiterata nella giornata di ieri.
Perché proprio Lombardo? Lombardo è titolare di alcune indagini e di alcune inchieste, anche delicate. In queste ore i magistrati della Direzione distrettuale antimafia, con a capo il dottor Pignatone, stanno facendo delle valutazioni. La vicenda poi per competenza, come si sa, va alla Direzione distrettuale di Catanzaro.
Tutte queste cose che sto dicendo e rammentando devono avere un senso e hanno un senso. Riguardo a queste notizie, che hanno poi una loro collocazione e una loro forte ribalta sui mass media, una volta passato del tempo, perdiamo le tracce di inchieste, di risultati e, quel che è più grave, non sappiamo - come ricordavo poc'anzi - cosa è successo, chi sono i responsabili della bomba posta davanti alla Corte d'appello di Reggio Calabria. Ricordo che dopo queste vicende di Reggio Calabria, in quella città si è tenuta una riunione del Consiglio dei Ministri e si è promesso, anzi si è assunto un impegno molto forte da parte del Ministro della giustizia e del Ministro dell'interno per un pacchetto sulla giustizia e sulla sicurezza e, in particolare, che alcuni posti di sostituto procuratore della Repubblica sarebbero stati coperti a Reggio Calabria, ma fino ad oggi non abbiamo grandi risultati. Anzi, per quanto riguarda la Calabria vi sono risultati estremamente preoccupanti e allarmanti, visto e considerato che alcune procure - lo ricordavamo proprio l'altro giorno con un'interpellanza - rischiano di rimanere senza personale. In altre parole, a Crotone vi sarà soltanto il procuratore della Repubblica tra qualche mese.
Poi vi è la vicenda di Locri, dove un ufficio giudiziario rischia di essere smantellato. Siamo al collasso e poi proclamiamo l'efficienza al contrasto della criminalità organizzata!
Proclamiamo un grande impegno corale, con Consigli dei ministri, dichiarazioni e conferenze stampa.
Signor Presidente, mi auguro che questa vicenda del dottor Lombardo, che sarà oggetto di un atto di sindacato ispettivo da parte dell'onorevole Occhiuto e da parte mia, possa essere corroborata e corredata da una risposta sincera da parte del Governo e non da un rituale e da una liturgia inutile, dove vi sono promesse e assunzioni di impegni, ma i risultati sono scarsi e pochi. Anzi, si registra una recrudescenza della criminalità molto forte e un'arroganza molto preoccupante che certamente fa capire che il percorso è molto lungo, se vogliamo debellare la criminalità organizzata non a parole, ma con atti significativi e consequenziali.
PRESIDENTE. Onorevole Tassone, tutta la Camera condivide la solidarietà a un valoroso magistrato oggetto di minacce mafiose.
GIUSEPPE GIULIETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE GIULIETTI. Signor Presidente, l'onorevole Cavallaro ha posto la questione poco fa. Tuttavia, prima le vorrei chiedere, conoscendo la sua attenzione a questi temi, se fosse possibile alla ripresa dei lavori, nei modi e nelle forme che saranno decise, avere un'informativa sulla vicenda che si è consumata e che ha portato alla morte in Thailandia non di un fotografo alle prime armi, ma di Fabio Polenghi, che aveva una lunga esperienza, così come l'avevano Russo che morì in Cecenia, Ciriello che morì in Palestina e Baldoni, i cui resti sono rientrati da poco tempo.
È una vicenda delicatissima perché, in una situazione difficilissima di un Paese con cui abbiamo, come sa, relazioni diplomatiche, egli stava tentando di illuminare Pag. 23uno dei momenti più tragici e svolgeva il suo mestiere per consentirci di conoscere qualcosa di luoghi lontani dove spesso i cronisti non vanno più perché sono luoghi difficili, come difficile è il mestiere di cronista in quelle aree.
Sono sicuro che la Presidenza della Camera vorrà rappresentare e ha già rappresentato la solidarietà, a nome di tutto Parlamento, ai familiari di Polenghi che, lo ripeto, non era un fotografo alle prime armi - e sarebbe stato, comunque, un fatto gravissimo di fronte alla perdita di vite umane - ma una persona che stava tentando di documentare le vicende avvenute in quell'area. Forse sarebbe opportuno avere anche un'informativa sulle modalità della sua morte, su quello che è accaduto e sui contatti del Governo italiano, che immagino avrà già assunto in Thailandia, per essere quantomeno informati.
Questo, purtroppo, non cambia le sorti di Polenghi e dei suoi familiari, ma auspico che almeno vi sia una ricostruzione precisa e dettagliata, frutto di una pressione diplomatica del nostro Paese, e che sia raccontata la storia di Fabio Polenghi, affinché tale vicenda non cada in un cono assoluto di oscurità e si dica «anche questa archiviamola». Credo che almeno il Parlamento possa svolgere questa funzione (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico e del deputato Renato Farina).
PRESIDENTE. Onorevole Giulietti, condivido la sua preoccupazione e il suo dolore e provvederò a informare il Governo e a chiedere che, al più presto, si svolga un'informativa.
STEFANO ESPOSITO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
STEFANO ESPOSITO. Signor Presidente, spero che, a nome della Presidenza della Camera, lei troverà anche modo di condividere questo fatto gravissimo, che è già stato illustrato dagli onorevoli Boccia e Barbato.
Mi spiace che un Parlamento che da due giorni discute della propria inefficienza (e che è su tutti i giornali) abbia trattato la questione posta dall'onorevole Boccia relativa alle denunce con sanzione ai lavoratori di Eutelia che hanno manifestato più volte a Roma, anche con un episodio che in quest'Aula ha visto momenti complicati; mi riferisco a quando una delegazione di persone disperate gettò dei volantini violando effettivamente il Regolamento, ma dimostrando una gravissima situazione che tuttora non è risolta.
Come risponde lo Stato italiano? Multandoli. Denunciandoli e multandoli.
Se poi scoprissimo - e io le chiedo su questo di fare una formale verifica, signor Presidente - che quei 21 denunciati sono gli stessi che sono entrati in questa tribuna (perché nessuno di loro è stato identificato in piazza), mi chiedo se sia corretto che, il giorno successivo ad una manifestazione, le forze dell'ordine e il prefetto di Roma utilizzino la lista degli ingressi alla Camera dei lavoratori di Eutelia per denunciarli.
A me non interessa essere tra i parlamentari a cui è arrivata la multa, lo dico con grande franchezza. In un momento in cui le denunce nei confronti dei parlamentari sono per corruzione o per atti poco chiari che hanno prodotto l'acquisto di case, è un gallone e un onore essere coinvolti in una vicenda che ha attinenza con i blocchi stradali (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).
Non intendo utilizzare le mie prerogative da parlamentare per garantirmi di non pagare la multa. Vorrei sapere se questa Camera dei deputati, che è stata totalmente indifferente alle comunicazioni su questo argomento (perché quei 21 lavoratori ne rappresentano mille e forse 10 mila), intende assumere una posizione, a cominciare dalla Presidenza della Camera, perché la mia tutela deve essere la loro tutela. Qualche tutela che abbiamo deve essere esportata all'esterno se vogliamo essere credibili.
Voglio sapere dal Ministro Maroni che è il responsabile - perché la multa che ho ricevuto, signor Presente, è del Ministero Pag. 24dell'interno - se, in un momento di crisi come questo, con una manovra finanziaria alle porte e con migliaia di lavoratori che perdono il posto, questa è la risposta dello Stato. La risposta che diamo ai lavoratori disperati sono 2.582 euro di multa per delle manifestazioni? Con il prefetto di Roma - mi assumo la responsabilità di quello che dico - a cui i sindacati hanno rivolto un appello perché questo non avvenisse e che ha detto di aver ricevuto forti pressioni? Venga in quest'Aula il Ministro dell'interno a spiegarci che cosa intende fare (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)!
Sia il Ministro dell'interno a provvedere a cancellare questa vergogna! Non la cancelli a noi, non è importante, ma a quei 21 lavoratori. Si è trattato di manifestazioni sempre pacifiche di persone disperate.
Forse, signor Presidente, un atto di solidarietà nei loro confronti in questa giornata, anche da parte di quest'Assemblea e della sua massima istituzione, ossia la Presidenza della Camera, male non farebbe.
Non è una vicenda burocratica questa. Non ha attinenza con alcuna volontà di coprirmi o di coprirci come casta: laddove dovessimo utilizzare le prerogative lo faremo esclusivamente per agganciare alle nostre prerogative quei 21 lavoratori.
Tuttavia, vorrei sapere dalla Presidenza della Camera se quell'elenco di 15 lavoratori, che corrisponde esattamente ai 15 più 6 che sono stati denunciati, è uscito da quest'Aula. Se così fosse, o siamo alla casualità oppure c'è qualcuno che racconta bugie; e se qualcuno ha consegnato quelle documentazioni alle forze dell'ordine il giorno successivo, quindi in contumacia, se ne deve assumere la responsabilità.
Signor Presidente, le chiedo di dare al più presto una risposta su questo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Onorevole Esposito, devo dire innanzitutto che credo che tutta la Camera condivida la solidarietà con i disoccupati, non solo quelli di Eutelia ma tutti quelli che oggi in Italia sono in difficoltà e vedono il loro posto di lavoro in pericolo o addirittura lo hanno già perso. Di questo sono sicuro.
Devo dire che la Camera non ha fornito elenchi a nessuna autorità, né risulta che alcuna autorità li abbia richiesti. Abbiamo provveduto a degli accertamenti e il primo risultato di questi accertamenti appare stabile e sicuro ed è che non esiste alcuna richiesta né alcuna fornitura di liste da parte della Camera dei deputati.
Quanto al resto, provvederò a far presente al Ministro Maroni la sua richiesta.
ANTONIO DI PIETRO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, noi deputati dell'Italia dei Valori chiediamo una sola cosa e non vorremmo essere fraintesi. Non voglio entrare nel merito del diritto-dovere dell'ufficiale di polizia di fare un verbale, nel merito del privilegio dei deputati, che sono deputati e non debbono per questo avere alcun privilegio.
Le chiedo, a prescindere da ogni cosa, di fare un intervento presso il Governo, affinché ai lavoratori di Eutelia, a torto o a ragione, questa multa venga tolta, perché è proprio un'offesa agli elementari diritti di sopravvivenza economica e fisica di queste persone. Sono mesi e mesi che costoro stanno lì senza ricevere nessuno stipendio, truffati, bidonati, trattati a pesci in faccia, e nei loro confronti ognuno, ogni giorno, dice «domani, domani, domani». Non sanno più cosa fare! La disperazione ha portato una persona a svenarsi nel senso che si è tolta il sangue dalle vene.
Quindi, c'è quella persona che non ce la fa più. Si deve capire che anche quello che può sembrare formalmente corretto (una multa perché uno ha invaso un pezzo di strada) in realtà è fatto ad una persona che non è più in grado di resistere ad una situazione opprimente.
Quindi, la richiesta che le formuliamo - per favore - è di intervenire non sui Pag. 25parlamentari, perché non vorrei che dovesse uscire un'informazione esattamente contraria: i parlamentari lasciateli dove stanno, si debbono assumere la responsabilità di quello che hanno fatto e sono ben orgogliosi di averlo fatto.
Quello che noi chiediamo è: prendetevela con i parlamentari, ma lasciate in pace i disperati che non hanno da mangiare (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico)!
PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, non rientra nelle facoltà, nei poteri e nelle competenze della Presidenza intervenire in questo senso. È una facoltà, invece, del Parlamento. Lei o altri parlamentari utilizzate le facoltà di sindacato ispettivo che avete, presentate un'interpellanza, così come avete invitato il Ministro Maroni a riferire, e noi trasmetteremo questa richiesta. Quelle sono le sedi nelle quali è possibile far notare al Ministro Maroni il vostro giudizio sulla inopportunità di questo modo di procedere, non dimenticando che l'osservanza della legge è inderogabile in uno Stato democratico e di diritto.
RENATO FARINA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RENATO FARINA. Signor Presidente, si apprende dagli organi di stampa (leggo un solo titolo: «Scuole private: ecco il nuovo redditometro») che l'Agenzia delle entrate ha equiparato la spesa per le scuole costose - così viene detto genericamente - a beni di lusso e, quindi, a indicatori di ricchezza. Naturalmente, seguiranno precisazioni.
Intanto, però l'effetto annuncio è grave. Genera, in un momento di crisi, il sentimento di detestabilità delle scuole non statali, le trasforma in qualcosa di torbido, sospetto, lussuoso, dunque in tempi grami qualcosa di fortemente negativo, un ricettacolo per figli di poco di buono...
PRESIDENTE. Onorevole Rampelli, a tutela della sua privacy, vorremmo non essere costretti ad ascoltare la sua telefonata...
RENATO FARINA. Se parla più forte lo sentiamo tutti, può essere interessante.
Credo che questa sia una cosa molto negativa. La libertà di educazione è un diritto primario e non negoziabile. Il trasformare l'espressione di un diritto in un pretesto per una schedatura di possibili truffe ai danni dello Stato - quale è a tutti gli effetti l'acquisizione del nome degli iscritti a istituti scolastici cosiddetti «costosi» - è una forma di discriminazione che funziona di fatto come deterrente della libertà.
L'anno scorso, in aprile, si pose lo stesso problema e la risposta del direttore dell'Agenzia delle entrate fu fumosa; oggi si ripropone.
Come giustamente ha detto prima all'onorevole Di Pietro, lei potrà affermare che esistono gli strumenti di sindacato ispettivo. Faccio presente questa piccola questione: al di fuori delle interpellanze urgenti ho presentato venti tra interpellanze, interrogazioni a risposta scritta e interrogazioni a risposta in Commissione. Su ventuno strumenti di sindacato ispettivo a mia firma ho avuto una sola risposta.
Allora, cancelliamo questa possibilità, oppure modifichiamo il Regolamento in modo tale che, per ogni legislatura, si possa presentare una sola interrogazione, ma almeno si possa avere diritto ad una risposta. Adesso è diventato difficile anche raccogliere le 30 firme necessarie per l'interpellanza urgente, perché con la storia delle impronte digitali non ci si può muovere un attimo che si perde il voto e si diventa un delinquente assenteista.
Quello che voglio chiedere è che si stabilisca il principio per cui ci sia, non dico un'obbligatorietà della risposta, ma almeno una consuetudine in questo senso. I colleghi più esperti mi hanno spiegato che bisogna sollecitare alla fine della seduta la risposta del Governo. Posso abbonarmi evitando di far perdere tempo ai colleghi, in modo tale che tutte le volte risulti agli atti che lo richiedo? Come si fa a ovviare a questo problema? I colleghi più esperti dicono che alle risposte scritte c'è sempre una risposta, ma io ne ho Pag. 26presentate nove senza una risposta in due anni. Ci sono delle raccomandazioni che voi potete fare? Ci sono dei privilegiati che hanno diritto a risposte più veloci?
Visto che si parla di riforma del Regolamento, vorrei proporre che si stabilisca che è inutile presentare atti di sindacato ispettivo, visto che, come dice sempre il Presidente Fini, non facciamo quasi niente. Quando lavoriamo non è data la possibilità di avere un riscontro e, quindi, succede che uno fa un discorso come questo; infatti, se uno scrive un'interrogazione sa che non avrà risposta se non l'anno successivo, quando l'Agenzia delle entrate ridirà la stessa cosa, ma quello che è stato scritto l'anno prima non vale più.
PRESIDENTE. Onorevole Farina, ciò nonostante, io la invito a presentare un'interrogazione o un'interpellanza, e le assicuro anche la mia firma, perché sono consapevole della gravità del problema. Molte persone, per ragioni ideali, mandano i loro figli ad una scuola di loro scelta affrontando gravi sacrifici economici. Non è giusto che vengano equiparati a dei potenziali evasori fiscali.
Quanto alla questione di ordine più generale che lei solleva, la Presidenza ne è consapevole, bisognerà prendere delle iniziative perché la sistematica violazione da parte del Governo dell'obbligo di presentarsi in Parlamento a rispondere agli atti di sindacato ispettivo nel lungo periodo non è tollerabile e lede una prerogativa fondamentale dell'istituzione parlamentare.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, ho chiesto di parlare dopo l'intervento del collega Cazzola, che ha sostanzialmente determinato uno strascico della discussione che abbiamo abbandonato sul primo punto all'ordine del giorno e rinviato al pomeriggio.
Credo che sarebbe stato più opportuno riparlarne dopo, ma è una scelta individuale dell'onorevole Cazzola quella di porre questa questione in questo momento, con un richiamo all'ordine dei lavori ai sensi dell'articolo 41 del nostro Regolamento.
A questo punto anche io mi appello all'articolo 41, perché almeno mettiamo un punto di chiarezza anche per la ripresa dei lavori nel pomeriggio, dopo il question time, sul testo unificato che riguarda i lavoratori che assistono i familiari gravemente disabili.
Il punto è il seguente: l'onorevole Cazzola ha chiarito che, nella Commissione di cui fa parte, la copertura finanziaria era stata data sulla base di una verifica fatta presso l'INPS; quindi, la congruità della copertura era tale per cui era stata fatta una verifica da parte degli organi parlamentari, in particolare della Commissione di merito, la Commissione lavoro.
Questa copertura è stata contestata, in realtà, non già dalla Commissione bilancio perché, come si evince dal testo scritto che ci è stato consegnato dal presidente della Commissione bilancio relativamente ai pareri, la Commissione bilancio ha preso atto dei chiarimenti e della relazione tecnica del Governo, e quindi su questa base, in virtù dell'articolo 86 del nostro Regolamento e dell'articolo 81 della Costituzione, ha dichiarato la propria contrarietà agli emendamenti con riferimento alle loro coperture finanziarie.
Signor Presidente, come lei sa, l'articolo 81, quarto comma, della nostra Costituzione recita che «ogni altra legge che importi nuove o maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte» e questo è un elemento di garanzia per l'esercizio della sovranità parlamentare, nonché un elemento di garanzia per i cittadini contribuenti che hanno bisogno di avere un riscontro preciso sulle modalità di esercizio del potere legislativo anche in ordine alle coperture finanziarie e all'utilizzo delle disponibilità di risorse, che sono poste in essere nel bilancio dello Stato grazie al fatto che i contribuenti assegnano alle istituzioni il ruolo fondamentale di Pag. 27poter utilizzare queste stesse risorse nell'ambito di orientamenti anche di carattere legislativo.
Questo articolo della Costituzione non può essere appannaggio esclusivo del Governo; anzi, come l'articolo 86 del Regolamento prevede, è la Commissione bilancio il soggetto al quale questo ramo del Parlamento assegna la responsabilità di verificare la copertura finanziaria delle norme e degli emendamenti ad esse relativi. Ciò non significa che la Commissione bilancio ha l'ultima parola perché, come sappiamo - lo abbiamo verificato oggi - e come peraltro statuisce la lettera dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, in presenza di una indisponibilità da parte della Commissione di merito a cambiare il testo oggetto di un parere contrario della Commissione bilancio, il Regolamento prevede che il testo venga messo in votazione con una pronuncia della Camera sul parere contrario della Commissione bilancio, che s'intende, in tal caso, presentato come emendamento.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, è chiaro che qui stiamo discutendo non in punta di Regolamento o di diritto, ma di un esercizio fondamentale della potestà legislativa che è in capo all'Aula. Non siamo nelle condizioni di dover sempre sottacere il fatto che la Commissione bilancio, come più volte si è determinato nel corso di questa prima fase della legislatura, si fa esclusivamente prolungamento, all'interno dell'esercizio della formazione delle norme da parte del Parlamento, delle indicazioni del Governo.
Questo è quanto per la prima volta oggi abbiamo registrato; pertanto, vorrei dire anche all'onorevole Cazzola che, se si raggiungerà una condizione nella quale si troverà una copertura agli emendamenti, con il consenso della Commissione, nel pomeriggio ciò consentirà al Parlamento di esercitare un'iniziativa di carattere legislativo che sarà sostanzialmente posta in termini bipartisan da tutte le forze parlamentari. Diversamente, si procederà ad un voto e questo in virtù del fatto che la Commissione bilancio non ha l'ultima parola, perché l'ultima parola è quella sovrana dell'Aula e della Camera dei deputati.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Quartiani. La forma, dicevo un filosofo antico, è il movimento del contenuto: garantire la forma è garantire la difesa delle prerogative proprie del contenuto.
FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, questa mattina, in piazza della Croce rossa, si è svolta una manifestazione dei familiari delle vittime della tragedia verificatasi il 29 giugno dell'anno scorso a Viareggio, quando una cisterna di gas è scoppiata, si è incendiata ed ha causato oltre trenta vittime. I manifestanti chiedevano le dimissioni dell'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, il dottor Moretti. Domani questa stessa delegazione, magari irrobustita da altre presenze, si presenterà davanti al Senato per portare la protesta all'attenzione del Parlamento.
A me risulta - vorrei che la Presidenza svolgesse una verifica in questo senso e magari smentisse le mie parole - che qui alla Camera è ferma in Commissione trasporti la proposta di legge atto Camera n. 3007 ed abbinate, che prevede un risarcimento per le vittime della strage di Viareggio. Ad oggi siamo in presenza di una situazione paradossale: vi è stato un danno enorme, che nessuno potrà mai quantificare, e soltanto pochi giorni fa è arrivata la notizia che forse sono stati inviati alcuni avvisi di garanzia. Ancora non sappiamo, però, chi siano i possibili responsabili di quella strage. Al tempo stesso, i familiari non hanno ricevuto alcun sostegno, eppure hanno dovuto lasciare le case, oltre che subire il dolore e il lutto per la perdita dei propri familiari.
Sarebbe assolutamente necessario, quindi, per quello che è nelle possibilità Pag. 28della Presidenza, magari anche attraverso una sollecitazione nei confronti del Governo, provare a fornire alcune risposte, intanto, per quanto ci riguarda, accelerando la discussione e il licenziamento dell'atto Camera n. 3007 (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, la Presidenza provvederà a segnalare il problema e a sollecitare la Commissione competente.
GIANLUCA BUONANNO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, intervengo in merito ad una notizia che ho appreso stamattina, essendo componente della Commissione antimafia. Nel corso di una riunione ho sentito una cosa che mi ha lasciato allibito, sia come giovane parlamentare sia come cittadino: oggi, in un Paese che, come tutti vediamo, ha mille difficoltà, abbiamo boss mafiosi che percepiscono la pensione. Parliamo di gente che fa fatica ad andare avanti nel nostro popolo, che ha lavorato una vita e che ha difficoltà e poi siamo capaci di lasciare la pensione a delinquenti incalliti, che devono marcire in galera, dando loro appunto la pensione! Addirittura si tratta di boss mafiosi ai quali sono stati confiscati i beni - grazie anche all'opera importante del Ministro Maroni, del Governo e di tutte le forze dell'ordine! Vi è, però, un'altra parte dello Stato che riesce comunque a pagare le pensioni a queste persone. Questa situazione paradossale mi lascia allibito e fa capire che il nostro Paese, per certi aspetti, è un po' da «repubblica delle banane».
Leggendo il giornale sempre stamattina, ho scoperto che vi è un boss mafioso, uno di quelli che hanno agito per sciogliere nell'acido un giovane insieme a Giovanni Brusca (altro boss mafioso ed anche assassino del magistrato Falcone e della sua scorta), il quale, condannato all'ergastolo (dovrebbe quindi stare in galera finché campa), per depressione è stato mandato a casa: ciò non ha assolutamente senso! Bisognerebbe pensare che chi ha preso tali decisioni convochi la mamma del bambino che è stato sciolto nell'acido anni fa per chiedere se lei ha la depressione! Questo non è uno Stato serio, se chi è stato condannato all'ergastolo, poiché ha la depressione, deve essere mandato a casa!
Chiedo l'intervento anche del Ministro della giustizia, del quale ho molta stima, affinché intervenga su questi fatti: quando un cittadino legge queste notizie, come può avere fiducia nelle istituzioni? È una vergogna! È un'autentica vergogna!
Sempre oggi si legge in un'intervista del figlio di Schifani, uno dei componenti della scorta di Falcone - che, quando è morto il suo papà insieme al magistrato, aveva quattro mesi e che oggi ha diciotto anni -, il quale vive ancora male tutto ciò che gli è capitato e che ha potuto leggere e verificare, pur non ricordandolo.
Questo è un esempio: egli dice di non riuscire a perdonare. Ma vogliamo ascoltare le persone che soffrono ancora oggi di ciò che è accaduto, senza contare quelli che non ci sono più, o vogliamo pensare che alla fine i mafiosi, con ciò che concerne tutto il sistema, siano i più tutelati rispetto alle vittime e ai parenti delle vittime? A me sembra che sia un mondo al contrario. Da giovane deputato, questo intervento è ovviamente di sfogo per un sistema che mi fa schifo e che credo faccia schifo a tutti. So di usare magari anche termini poco consoni all'Aula, ma sinceramente ho una rabbia dentro per come vedo questo Paese, che potrebbe essere un Paese fantastico ed invece, per molti aspetti, sembra un Paese da terzo mondo, per fare ancora un complimento.
PRESIDENTE. Molte delle parole che lei ha pronunciato inducono ad una riflessione. Potrebbe presentare un'interpellanza al Ministro della giustizia, affinché venga in Aula a spiegare ed a rendere ragione di ciò.
GABRIELLA CARLUCCI. Chiedo di parlare.
Pag. 29PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GABRIELLA CARLUCCI. Signor Presidente, intervengo per segnalare alla Presidenza che alla fine di ottobre ho presentato una mozione sullo screening mammografico, in quanto è uno dei punti di forza della prevenzione del tumore del seno.
È un tipo di servizio che viene erogato gratuitamente dallo Stato attraverso le regioni a tutte le donne fra i cinquanta e i settanta anni, che ricevono una lettera e di conseguenza si recano alla ASL che le ha convocate per sottoporsi alla mammografia. Purtroppo, questo servizio viene erogato male, nel senso che c'è una disparità di trattamento tra le fortunate cittadine delle regioni del nord e le sfortunate cittadine delle regioni del sud. Pertanto, ho presentato una mozione, che alla fine è stata firmata da più gruppi, anche da gruppi di opposizione.
Questa mozione è stata sottoposta anche all'attenzione del Ministro della salute, che l'ha condivisa, nel senso che il Ministro Fazio ha più volte garantito la sua adesione alle richieste contenute in questa mozione, in cui vengono inserite una serie di indicazioni da dare anche alle regioni. Per esempio, nell'approvarla in via informale, il Ministro ha sostenuto che bisogna comunque fare una campagna di sensibilizzazione dell'opinione pubblica, affinché le cittadine che sanno di godere di questo diritto, lo richiedano a gran voce ai loro presidenti di regione.
Detto questo, nonostante sia stata presentata ad ottobre 2009, siamo arrivati alla fine di maggio 2010. Benché sia stata sottoposta alla Conferenza dei presidenti di gruppo più volte la richiesta per portare questa mozione in Aula, tutto ciò non è ancora avvenuto. Questo è un argomento molto importante, poiché la prevenzione salva la vita: c'è una letteratura intera che spiega come prendere questa forma tumorale all'inizio e grazie alla mammografia questo si può fare, si possono salvare vite umane. Mi chiedo perché questa mozione ancora non sia arrivata all'attenzione dell'Aula. Quindi, chiedo al Presidente gentilmente di farsi portavoce della mia richiesta presso la Conferenza dei presidenti di gruppo.
PRESIDENTE. Certamente la sua richiesta verrà portata all'attenzione della Conferenza dei presidenti di gruppo. È un tema di grande rilievo che può realmente contribuire molto alla prevenzione delle forme più gravi di cancro.
Non essendovi altre richieste di parlare, sospendo la seduta.
La seduta, sospesa alle 13,20, è ripresa alle 15.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per i beni e le attività culturali, il Ministro per il turismo e il Ministro per i rapporti con il Parlamento.
(Problematiche connesse alla costituzione del nuovo Istituto per la tutela dei diritti degli artisti interpreti esecutori (Imaie) e alla liquidazione di tali diritti. - n. 3-01070)
PRESIDENTE. L'onorevole Borghesi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01070, concernente problematiche connesse alla costituzione del nuovo Istituto per la tutela dei diritti degli artisti interpreti esecutori (Imaie) e alla liquidazione di tali diritti (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, signor Ministro, c'era una volta l'Imaie, un istituto privato a tutela di artisti, interpreti ed esecutori. Con una serie di azioni e con procedure discutibili l'ente è stato soppresso, i lavoratori messi Pag. 30in mobilità ed ora sembra finire nell'orbita e nel controllo del suo Ministero, con un piccolo particolare: l'ente aveva un «gruzzoletto» di 120 milioni di euro, che d'ora in avanti, probabilmente, saranno gestiti direttamente da lei. Vorremmo sapere cosa ne pensa di questa vicenda.
PRESIDENTE. Il Ministro per i beni e le attività culturali, Sandro Bondi, ha facoltà di rispondere.
SANDRO BONDI, Ministro per i beni e le attività culturali. Signor Presidente, le difficoltà dell'Imaie erano note da tempo agli operatori del settore. Il profondo stato di crisi in cui versava l'Istituto era dovuto non solo al mancato svolgimento della funzione di accertamento e ripartizione dei diritti tra i legittimi titolari, ma anche alla scarsa funzionalità delle procedure di ripartizione delle somme acquisite dall'Istituto, previste dal legislatore nel 1992.
Si è reso, pertanto, necessario rappresentare tale situazione di estrema difficoltà al prefetto di Roma che, all'esito di una approfondita istruttoria, cui ha collaborato anche la guardia di finanza, ha dichiarato l'estinzione dell'associazione, per la cronica difficoltà a realizzare gli scopi statutari previsti. Il prefetto ha, conseguentemente, chiesto al presidente del tribunale di Roma la nomina dei commissari liquidatori ai sensi del codice civile.
Il contenzioso amministrativo, successivamente instaurato dai vertici del disciolto Imaie, che si sono opposti ad ogni cambiamento, ha confermato la piena legittimità dell'operato del prefetto ed ha consentito l'avvio del procedimento di liquidazione dell'Istituto. Nel contempo, al fine di rimuovere le cause strutturali della crisi, che trovano origine - come ho detto - nella stessa inadeguatezza dei meccanismi di funzionamento dell'ente, si è reso necessario disporre un intervento normativo urgente mirante a un duplice scopo: da un lato assicurare piena tutela ai legittimi titolari dei diritti e dall'altro impedire il licenziamento dei dipendenti dell'Imaie, che sarebbe inevitabilmente conseguito alla cessazione dell'attività dell'associazione.
In tal senso, l'articolo 7 del decreto-legge, che ho proposto al Consiglio dei ministri, in corso di conversione, lungi dal voler interferire sul contenzioso pendente, prevede l'istituzione di un nuovo Imaie, quale associazione privata costituita, a differenza del vecchio Imaie, non dalle organizzazioni sindacali, ma direttamente dagli artisti, interpreti ed esecutori, assistiti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative.
In ogni caso, prima di entrare nel merito delle richieste formulate dall'onorevole interrogante, mi preme precisare immediatamente che i commissari liquidatori dell'Imaie sono stati nominati, dal presidente del tribunale di Roma, nelle persone dell'avvocato Giovanni Galoppi, del professore Enrico Laghi, dell'avvocato Giuseppe Tepedino e che le somme accertate dal vecchio Imaie, fino al 14 luglio 2009, saranno direttamente ripartite tra gli aventi diritto dai commissari liquidatori, che hanno recentemente reso note le procedure per la richiesta - da parte degli aventi diritto medesimi - del pagamento dell'acconto del 30 per cento del credito ammesso al passivo.
Passando poi al merito dell'interrogazione, sottolineo che uno degli elementi di maggiore novità introdotto dal decreto-legge è costituito dall'espressa previsione della vigilanza ministeriale. Questa previsione, lungi dal voler creare, come ipotizzato dagli onorevoli interroganti, una sorta di inappropriata gestione ministeriale delle funzioni, o peggio dei fondi dell'Imaie, mira proprio a prevenire e ad impedire il ripetersi, per il futuro, di situazioni di paralisi e di inefficacia nello svolgimento dei compiti di interesse generale del nuovo Istituto.
PRESIDENTE. L'onorevole Borghesi ha facoltà di replicare.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, mi reputo assolutamente insoddisfatto della risposta e questo perché la procedura che ha citato il Ministro dimostra un fatto. I primi commissari sono quelli che hanno permesso poi di arrivare Pag. 31alla soppressione dell'ente (Galoppi, Nastasi e Ferrazza: Galoppi, presidente del collegio sindacale dell'Associazione, di nomina ministeriale; Nastasi, capo di gabinetto del Ministro; Ferrazza, presidente dell'Ente teatrale italiano), e il procedimento amministrativo, che avrebbe garantito la situazione e che - come ha detto il Ministro - avrebbe accertato la regolarità dell'operazione svolta, è stato un ricorso presentato dallo stesso Ministro al Consiglio di Stato.
Io registro - ma registro semplicemente - che il presidente della sezione che ha deliberato su quel ricorso è padre di una consulente dell'ufficio legislativo del Ministro per i beni e le attività culturali, incaricata dal Ministro stesso fino alla durata del mandato ministeriale, con uno stipendio annuo di 35 mila euro. Trovo francamente che questo rappresenti l'allargamento e una nuova dimostrazione del «sistema Protezione civile», che evidentemente è un sistema di Governo (di questo Governo), e che evidentemente viene seguito anche dagli stessi ministri, ai quali forse interessa molto poco (comunque meno) quella che sarà la sorte dei 50 dipendenti di questo ente, che non fruiva di finanziamento pubblico e che improvvisamente si trova ora sottomesso alla gestione di un Ministro che potrà determinare l'amministrazione e l'utilizzo di queste somme.
Effettivamente questo era l'obiettivo finale: appropriarsi di quel «gruzzoletto» ed estendere il «sistema Protezione civile» ben noto a tutti, con incarichi dati a figli di generali, di magistrati della Corte dei conti, proprio di coloro che magari poi devono giudicare del tuo operato (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
(Iniziative per la revisione del sistema di gestione e distribuzione dei finanziamenti pubblici previsti dal Fondo unico per lo spettacolo, tramite il pieno coinvolgimento delle regioni - n. 3-01071)
PRESIDENTE. L'onorevole Rivolta ha facoltà di illustrare l'interrogazione Reguzzoni n. 3-01071 concernente iniziative per la revisione del sistema di gestione e distribuzione dei finanziamenti pubblici previsti dal Fondo unico per lo spettacolo, tramite il pieno coinvolgimento delle regioni (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.
ERICA RIVOLTA. Signor Presidente, signor Ministro, l'interrogazione in esame riguarda proprio il FUS, che con la legge n. 163 del 1985 è stato istituito proprio con la finalità di sostenere finanziariamente le azioni riguardanti le attività cinematografiche, di spettacolo, di danza, musicali e quant'altro. Questa legge aveva un'impronta estremamente centralista. Gli anni sono passati, e noi le chiediamo, signor Ministro, se non ritenga opportuno intervenire ora con delle apposite iniziative normative al fine di modificare la gestione e la distribuzione dei fondi pubblici previsti proprio dal FUS, rimettendoci alla Conferenza Stato-regioni e con il coinvolgimento di gran lunga superiore delle regioni, che di fatto stanno sostenendo in gran parte le attività culturali e di spettacolo del nostro Paese.
PRESIDENTE. Il Ministro per i beni e le attività culturali, Sandro Bondi, ha facoltà di rispondere.
SANDRO BONDI, Ministro per i beni e le attività culturali. Signor Presidente, la tematica posta nell'interrogazione a prima firma Reguzzoni è molto complessa ed è stata più volte affrontata in questa Aula e anche nell'Aula del Senato. Sappiamo tutti che - come lei ha ricordato - il sostegno alle attività di spettacolo si basa in via principale sull'intervento finanziario dello Stato, che definisce in via regolamentare e amministrativa le aliquote di riparto del Fondo unico per ogni singolo settore di intervento nell'ambito dello spettacolo.
Questo sistema è tutt'ora vigente nonostante la riforma del Titolo V, parte seconda della Costituzione, che ha condotto ad un rafforzamento del principio autonomistico, riservando la materia dello spettacolo e più in generale delle attività Pag. 32culturali alla competenza legislativa concorrente tra lo Stato e le regioni. La stessa Corte costituzionale, investita della questione, ha fornito una risposta orientata a contemperare il principio del ruolo delle autonomie territoriali con quello di funzionalità dell'intero sistema nazionale e di redistribuzione delle risorse nell'ambito dello spettacolo.
La Corte in particolare ha riconosciuto il carattere accentuatamente statalistico ed essenzialmente fondato su poteri ministeriali. La stessa Corte ha, però, affermato che, anche per la materia dei contributi allo spettacolo, doveva ritenersi possibile ravvisare la cosiddetta chiamata in sussidiarietà, con un ruolo appunto importante da parte delle regioni e degli enti locali. La valorizzazione del pluralismo istituzionale nel nostro ordinamento richiede necessariamente che sia assicurato un adeguato coordinamento ed una costante collaborazione fra tutti i soggetti istituzionali. Richiede - come è stato evidenziato giustamente anche dall'onorevole interrogante - l'individuazione di momenti e sedi di concertazione, anche in funzione di riequilibrio economico-territoriale.
Ciò, però, non può e non deve significare l'estromissione delle regioni dalla gestione di tali politiche, in quanto costituiscono parte di un iter decisionale e gestionale che, in applicazione del principio di leale cooperazione, prevede il necessario ricorso a strumenti di concertazione paritaria con lo Stato. Proprio per questo, con i miei uffici, sto compiendo gli opportuni approfondimenti, nell'ambito del confronto istituzionale fra i diversi livelli di governo, sia con le regioni, sia con le categorie interessate, per definire un assetto giuridico della materia dei finanziamenti alle attività di spettacolo che, nel contempo, riconosca a pieno il ruolo dei territori e delle autonomie locali senza, però, cadere nel rischio di una parcellizzazione dispersiva di risorse che sono già, purtroppo, molto scarse.
Su questo punto la riforma del settore si deve ispirare ad un modello di gestione che riconosca alle regioni un ruolo più incisivo, anche attraverso il coordinamento in sede di Conferenza Stato-regioni, attribuendo un potere di gestione diretta dei fondi da parte delle regioni per i profili per i quali non occorre necessariamente una considerazione complessiva a livello nazionale. In questa prospettiva si muove il progetto di legge presentato dall'onorevole Carlucci - da me condiviso -, attualmente all'esame della Commissione cultura, che costituisce un'ottima base per la sintesi delle diverse esigenze che occorre comporre nella materia, nello spirito che lei, giustamente, ha ricordato.
PRESIDENTE. L'onorevole Rivolta ha facoltà di replicare.
ERICA RIVOLTA. Signor Presidente, ringrazio il Ministro perché ha citato, giustamente, le sentenze della Corte costituzionale che dettavano dei principi a nostro avviso molto importanti. Il coinvolgimento delle regioni deve essere sempre crescente, ma sosteniamo che un impianto federalista, anche in questo settore, sia fondamentale. La invito, quindi, a seguire con coraggio questa strada, senza avere la paura di una parcellizzazione, perché l'obiettivo che vediamo è sempre quello di una distribuzione più equa, anche di questo Fondo, a livello territoriale, con la responsabilità, da parte di tutti gli operatori, sia enti locali sia regioni, ma anche le varie fondazioni che operano, dai quali ci aspettiamo che, con un comportamento trasparente e responsabile, riescano a portare avanti le loro attività in rispetto a tutte quelle realtà più piccole che magari vengono soffocate.
Dare maggior potere in questo caso, quindi, alle regioni e agli enti locali significa saper valorizzare quelle realtà che effettivamente sul territorio fanno promozione culturale, producono spettacoli, dando lavoro a tante persone. Una maggiore attenzione - signor Ministro, ho parlato di coraggio e penso che non le manchi - e dare una svolta più federalista anche a questo settore è indispensabile. La invito a proseguire su questa strada e ad approfondire, a livello di Conferenza Stato-regioni, questo cammino che può essere Pag. 33non solo un momento di equità e, quindi, di ridistribuzione, ma anche di impulso nei confronti di quelle realtà culturali e di spettacolo che meritano tutta la nostra attenzione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
(Iniziative per un piano organico volto a consentire un sistema permanente di controllo e manutenzione dei monumenti di Roma - n. 3-01072)
PRESIDENTE. L'onorevole Enzo Carra ha facoltà di illustrare l'interrogazione Ciocchetti n. 3-01072, concernente iniziative per un piano organico volto a consentire un sistema permanente di controllo e manutenzione dei monumenti di Roma (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.
ENZO CARRA. Signor Presidente, signor Ministro, l'anfiteatro Flavio, il Colosseo, è salito agli onori delle cronache recentemente per altre vicende edilizie, ma resta preoccupante quella che si è verificata l'11 maggio quando un pezzo della volta, al primo piano del Colosseo, è crollata facendo dire a qualche osservatore e a diversi giornali che il Colosseo cade a pezzi. Forse non sarà così, vogliamo essere meno tragici in questa situazione, tuttavia crediamo che serva effettivamente un piano organico per affrontare la vetustà e l'importanza storica del Colosseo.
PRESIDENTE. Il Ministro per i beni e le attività culturali, Sandro Bondi, ha facoltà di rispondere.
SANDRO BONDI, Ministro per i beni e le attività culturali. Signor Presidente, vorrei in primo luogo rilevare, onorevole Carra, la piena condivisione e l'assoluta sintonia rispetto alle finalità e agli obiettivi indicati dagli onorevoli interroganti. Siamo tutti d'accordo sulla necessità di approntare programmi, mezzi e risorse adeguate per assicurare all'inestimabile patrimonio archeologico e storico-artistico della capitale una tutela efficace e costante.
Vorrei tuttavia dire che non poco è già stato messo in atto dal Governo, da questo Governo e da quelli precedenti. Nel febbraio 2008 fu stilato un protocollo di intesa tra il Ministero dei beni e delle attività culturali e il comune di Roma, frutto delle proposte della commissione Stato-comune per la sistemazione dell'area monumentale centrale di Roma costituita nel 2006. Questo protocollo prevedeva il censimento dei beni, la verifica del degrado e del dissesto per la valutazione del rischio e del piano di priorità.
L'ordinanza del 28 maggio 2009 prevede che il commissario delegato, sulla base delle risorse finanziarie disponibili, predispone un apposito piano degli interventi da sottoporre a preventiva approvazione della commissione. Ricordo sommariamente i punti fondamentali di questa ordinanza: misure per la messa in sicurezza e la salvaguardia delle aree archeologiche, opere di manutenzione straordinaria e consolidamento per impedire il degrado dei beni archeologici e per consentire la piena fruizione da parte dei visitatori, in ultimo iniziative per il superamento del contesto emergenziale con particolare riferimento a quelle funzionali alla sicurezza dei siti, del personale ivi impiegato e dei visitatori ed al ripristino ambientale.
Quanto al primo punto è stato redatto un piano che comprende allo stato 62 interventi, di cui 46 già avviati, molti dei quali - voglio sottolinearlo - proposti o elaborati in sinergia con la sovrintendenza.
Il secondo filone del progetto propone la scelta innovativa di sperimentare un sistema più moderno per la verifica dello stato di conservazione del patrimonio culturale che porta ad un piano di manutenzione programmata. Il programma annuale degli interventi secondo canoni di pubblicità e trasparenza dell'azione amministrativa è stato presentato anche al Consiglio superiore dei beni culturali e paesaggistici che, nella seduta del 15 febbraio Pag. 34scorso, ha positivamente valutato il lavoro svolto. Alla struttura commissariale sono stati assegnati sinora 31 milioni di euro. Gli impegni assunti ad oggi sono pari a circa 23 milioni di euro. Risulta pertanto impegnato il 72 per cento delle risorse assegnate, a riprova della capacità della struttura commissariale di dare concretezza al proprio intervento.
Vorrei, pertanto, porre in evidenza in questa sede il fatto che tutti gli interventi messi in campo non hanno mai richiesto l'attivazione dei poteri di deroga e sono in linea con tutte le procedure ordinarie...
PRESIDENTE. La prego di concludere, Ministro Bondi.
SANDRO BONDI, Ministro per i beni e le attività culturali. ..sia quanto alla realizzazione dei lavori sia sotto il profilo del rispetto della disciplina di tutela.
PRESIDENTE. L'onorevole Enzo Carra ha facoltà di replicare.
ENZO CARRA. Ricorderei al Ministro, del quale ovviamente apprezzo la risposta, che non sono tanto gli interventi straordinari che vanno perseguiti immediatamente quanto un piano organico sulla manutenzione di quel monumento. Non so se lei ci sia mai stato o se lei ultimamente sia stato al Colosseo perché se ci fosse stato non avrebbe detto le cose che ha detto qui in tono felpato e molto tranquillo perché è un monumento che cade letteralmente a pezzi. C'è addirittura una mostra di gladiatori che tutto il mondo ci invidia (lei sa benissimo quale pubblicità i gladiatori hanno dato all'Italia se non altro per film recenti) le cui teche sono talmente sporche che non lasciano neanche intravedere che cosa ci sia dentro.
Questo è il Colosseo: una specie di suk intorno e tra l'altro tutti i giornali di Roma e le cronache romane lo riferiscono ogni giorno. Quindi, non sarei così tranquillo e, soprattutto, vorrei che, per la manutenzione ordinaria, vi fossero risorse maggiori rispetto a quelle che voi stanziate o pensate di stanziare: sono 700.000 euro l'anno, ma devono essere perlomeno raddoppiate. Non faccio polemiche e non polemizzo con lei, perché evidentemente anche lei penserà certamente al bene di questo importantissimo patrimonio nazionale e mondiale che è il Colosseo; inoltre, pensate che, se cade qualche pezzo di Colosseo (si tratta della manutenzione ordinaria di un monumento che ha duemila anni di storia e che perciò ha anche diritto ad avere i suoi acciacchi) con questo cade anche la nostra cultura (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
(Interventi del Governo per la «destagionalizzazione» dei flussi turistici - n. 3-01073)
PRESIDENTE. L'onorevole Mistrello Destro ha facoltà di illustrare l'interrogazione Baldelli n. 3-01073, concernente interventi del Governo per la «destagionalizzazione» dei flussi turistici (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.
GIUSTINA MISTRELLO DESTRO. Signor Ministro, premetto che il turismo in Italia rappresenta un importante settore dell'economia nazionale, anzi produce il 20 per cento del PIL nazionale: in Italia un occupato su 20 lavora in questo comparto (valore superiore a quello della media europea ed in costante crescita). Tuttavia, purtroppo, la crisi economica ha colpito anche il settore del turismo e ha prodotto un calo, seppure contenuto, della domanda e delle presenze, portando a meno 3,1 per cento le camere occupate. In questo quadro, signor Ministro, sarebbe opportuno migliorare i servizi del comparto e agevolare la destagionalizzazione dei flussi, ma soprattutto capire quale può essere l'investimento che il suo Ministero prevede per il futuro.
PRESIDENTE. Il Ministro per il turismo, Michela Vittoria Brambilla, ha facoltà di rispondere.
MICHELA VITTORIA BRAMBILLA, Ministro per il turismo. Signor Presidente Pag. 35e onorevoli colleghi, noi stiamo progressivamente realizzando una strategia volta a ristrutturare la nostra offerta turistica, proprio al fine di accrescerne la competitività, assecondando la spontanea evoluzione del mercato, che vede i turisti orientare le loro scelte non più solamente per destinazione, bensì per motivazione, in relazione al compimento di attività ricreative e di svago. L'idea di un turismo per motivazione sta alla base di diverse iniziative assunte, a partire dalla valorizzazione dei prodotti nazionali di eccellenza, che per essere tali dovranno offrire una serie di servizi e attrattive tematiche, destinati ai più svariati target sociali, sino a singole iniziative normative come in materia ad esempio di turismo montano o sportivo.
Scendendo più nel dettaglio, abbiamo assunto l'impegno di rilanciare il sistema Italia anche attraverso la creazione di circuiti turistici nazionali di eccellenza a carattere tematico, per offrire al potenziale turista italiano ed estero gli itinerari più adatti alle proprie inclinazioni e perseguire altresì l'ulteriore importante obiettivo della destagionalizzazione. Si pensi, ad esempio, alla valorizzazione del turismo culturale, volto a far conoscere l'immenso patrimonio artistico ed architettonico di cui dispone il nostro Paese o ancora pensiamo al turismo religioso, al turismo termale del benessere, al turismo della natura, al turismo enogastronomico, al movimento turistico legato allo sport.
Se la destagionalizzazione dei flussi appare di estrema rilevanza ai fini dello sviluppo delle nostre imprese, essa si rivela ancora più strategica per il Mezzogiorno del nostro Paese, area in cui tale obiettivo è più agevolmente perseguibile grazie alle condizioni climatiche favorevoli. A fini attuativi, d'intesa con le regioni, abbiamo messo a disposizione del comparto turistico una somma pari a ben 118 milioni di euro, destinati a finanziare progetti di eccellenza, predisposti sia da soggetti pubblici sia da soggetti privati. Tali progetti, oltre a sostenere le ricchezze turistiche tipiche del nostro Paese (ovvero mare, montagna e cultura), sono rivolti proprio a incentivare la predetta destagionalizzazione del comparto, attraverso la realizzazione dei predetti circuiti di eccellenza nei settori del turismo cosiddetto emozionale.
Altro esempio di quanto è stato fatto nel perseguimento degli obiettivi di rilancio del turismo, anche nell'indicata ottica della destagionalizzazione, si può individuare nell'attuazione da parte di questo Governo della normativa in tema di buoni vacanza per l'erogazione di tali buoni da destinare ad interventi di solidarietà a favore delle fasce sociali più deboli e per favorire la destagionalizzazione dei flussi turistici nei settori del turismo balneare, montano e termale.
Tale iniziativa è, altresì, simbolo della particolare attenzione che abbiamo riservato al turismo sociale per garantire ad un maggior numero di cittadini l'accesso alla vacanza intesa come possibilità di miglioramento della qualità della propria vita. Al fine di dare continuità all'iniziativa ne è già stato predisposto il rifinanziamento.
Tanto è stato fatto, ma molto resta da fare per rilanciare l'immagine del Paese, che specie in questi momenti di crisi va valorizzata, trattandosi certamente del nostro asset più strategico.
PRESIDENTE. L'onorevole Mistrello Destro ha facoltà di replicare.
GIUSTINA MISTRELLO DESTRO. Signor Presidente, signor Ministro, mi devo complementare per l'illustrazione che ci ha fornito e per la strategia che il suo ministero sta mettendo in atto per un comparto così importante e significativo del sistema economico di questo Paese.
Mi complimento anche perché ho capito qual è l'investimento economico che lei e il suo Ministero volete destinare a questo settore: credo si tratti della vera scommessa che questo Paese deve fare sul turismo che, come lei ben ha illustrato, non è solo quello di vacanza, ma anche quello termale, sportivo e culturale.
Questo Paese ha un patrimonio straordinario e lei lo ha ricordato in più occasioni; credo che sia questa la vera sfida Pag. 36che il suo Ministero deve affrontare, incentivare e aiutare, soprattutto in questo momento di crisi.
Le auguro un buon lavoro, signor Ministro, perché credo che questo sia veramente importante per il Paese. Non a caso il nostro Primo Ministro, il Presidente Berlusconi, ha voluto dedicare un Ministero proprio ed esclusivamente al turismo e lei sta portando avanti, anche con coraggio in un momento così difficile, il suo compito: le auguro un buon lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
(Interventi a favore dei lavoratori della società Engineering.it - n. 3-01074)
PRESIDENTE. L'onorevole Nicco ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01074, concernente iniziative a favore dei lavoratori della società Engineering.it (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).
ROBERTO ROLANDO NICCO. Signor Presidente, signor Ministro, nella vicenda descritta nella nostra interrogazione riteniamo vi sia un'evidente anomalia. Gli ammortizzatori sociali sono uno strumento fondamentale in presenza di situazioni di crisi aziendale. La Engineering.it pare aver superato le difficoltà connesse alla fase di ristrutturazione che avevano giustificato l'intervento della cassa integrazione.
In tale nuovo e positivo contesto, di cui ovviamente ci rallegriamo con l'azienda, i lavoratori hanno richiesto una ricollocazione all'interno del processo produttivo. Ci risulta che nell'incontro del 13 maggio presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali Engineering abbia manifestato un atteggiamento di totale chiusura alle richieste avanzate dalle organizzazioni sindacali, anche per quanto concerne l'applicazione del decreto-legge cosiddetto Sacconi e la rotazione dei lavoratori in cassa integrazione. Già oggi in risposta vi è stato un primo sciopero nella sede di Pont-Saint-Martin.
Chiediamo, pertanto, al Governo quali azioni intenda porre in essere per una positiva soluzione della vertenza.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.
ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, come ha ricordato l'onorevole Nicco, la società Engineering Spa è interessata da un processo di riorganizzazione con concessione di trattamento di cassa integrazione guadagni straordinaria.
Nel corso di una riunione recentemente tenutasi presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali per la verifica della situazione aziendale in attuazione dell'accordo del dicembre 2008, la società ha illustrato l'andamento del piano di riorganizzazione e ha dichiarato di aver adempiuto a tutti gli impegni previsti.
In particolare, i rappresentanti dell'azienda hanno evidenziato che l'applicazione degli strumenti concordati per il riequilibrio degli organici ha consentito un andamento decrescente dell'utilizzo della cassa integrazione guadagni straordinaria.
È stata inoltre confermata l'effettuazione di corsi di formazione previsti ed illustrati nel precedente incontro di verifica per il personale collocato in cassa integrazione.
Le parti hanno riconosciuto che il piano di riorganizzazione, in applicazione degli interventi preventivati, ha prodotto risultati positivi in termini di competitività e di riposizionamento sul mercato. Nel corso dell'incontro, le organizzazioni sindacali hanno richiesto - come ricordava l'onorevole Nicco - l'utilizzo dei lavoratori in cassa integrazione guadagni straordinaria ai sensi del decreto-legge n. 78 del 2009 in progetti di formazione e di riqualificazione che possano includere attività produttiva connessa all'apprendimento. Ciò, al fine di creare ulteriori opportunità di riassorbimento del personale. Al riguardo, la società, pur confermando la prosecuzione delle azioni previste per il reinserimento del personale sospeso, ha Pag. 37ritenuto che, al momento, il predetto strumento non offra utilità concrete in quanto i lavoratori potranno essere impiegati al termine del periodo di cassa integrazione. Occorre al riguardo ribadire, onorevole Nicco, che rientra nella determinazione imprenditoriale valutare l'opportunità di ricorrere, a fronte di programmi di riorganizzazione, agli strumenti previsti dal legislatore al fine di incentivare la conservazione e la valorizzazione del capitale umano.
A fronte di questa situazione, pertanto, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali si è riservato di convocare, ove richiesto dalle parti, un ulteriore incontro. Le assicuro quindi che il Governo, nell'ambito delle proprie funzioni di mediazione e conciliazione previste dal vigente ordinamento, continuerà a seguire la vicenda con la massima attenzione.
PRESIDENTE. L'onorevole Nicco ha facoltà di replicare.
ROBERTO ROLANDO NICCO. Signor Presidente, prendiamo atto dell'impegno del Governo a convocare un ulteriore incontro con le parti. Avremmo voluto conoscere sin da ora e in modo più preciso quali sono gli orientamenti del Governo nel merito della questione. Mi sembra che siamo ancora una volta di fronte alla solita ed inaccettabile logica per cui le perdite vengono socializzate e i profitti rimangono, invece, ai privati; tale logica in questa vicenda non è affatto un luogo comune, ma una seria e concreta realtà. Mettiamoci un attimo, signor Ministro, nei panni di quei cento cassintegrati da oltre un anno, con la prospettiva di un altro anno di cassa integrazione e, alla fine di questo percorso, lo spettro del licenziamento, come già avvenuto per altri loro colleghi.
A noi sembra troppo grande, insostenibile e immorale la contraddizione tra la loro perdurante precarietà e la situazione economica e finanziaria che si è venuta determinando per l'azienda. Tra l'altro, si tratta di lavoratori quasi tutti già con i capelli grigi, nella fascia dei cinquantenni, per i quali sappiamo che è più difficile trovare una nuova collocazione. Riteniamo anche censurabile il comportamento dell'azienda, se è vero, come risulta da fonti sindacali, che mentre permane la cassa integrazione, all'interno di Engineering.it, vengono utilizzati consulenti e lavoratori atipici.
Noi perciò chiediamo, signor Ministro, al Governo che esca da una posizione di arbitro e faccia valere tutto il suo peso politico perché vi sia un pronto reintegro di tutti quei lavoratori. Francamente è inaccettabile e paradossale che vi siano cento lavoratori in cassa integrazione in una azienda con 10 milioni di utile.
(Misure per integrare l'organico dei magistrati, delle forze di polizia e del personale amministrativo presso i distretti giudiziari di Catanzaro, Lamezia Terme e Vibo Valentia - n. 3-01075)
PRESIDENTE. L'onorevole Garavini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01075, concernente misure per integrare l'organico dei magistrati, delle forze di polizia e del personale amministrativo presso i distretti giudiziari di Catanzaro, Lamezia Terme e Vibo Valentia (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).
LAURA GARAVINI. Signor Presidente, con questa interrogazione a risposta immediata, intendiamo porre all'attenzione della Camera un problema che interessa diversi tribunali nel nostro Paese e non soltanto in località del nord Italia, ma soprattutto in località martoriate da quella che è la principale forma di mafia e cioè dalla 'ndrangheta, una delle più pericolose a livello mondiale. Un problema che interessa la «sottopresenza» di magistrati (ci sono procure che arrivano addirittura ad una carenza dell'83 per cento, mancano quindi otto magistrati su dieci). È un problema che però si estende anche al personale di polizia giudiziaria e al personale amministrativo. Pag. 38
Che cosa significa concretamente questo? Significa che non si possono portare avanti i processi e, se non si riescono a portare avanti i processi, allora non si riesce a giungere a condanne vere e proprie.
Ciò significa che questi criminali di cui stiamo parlando - i quali, come dicevo prima, sono tra i più pericolosi non soltanto nel nostro Paese, ma a livello mondiale - sono destinati a tornare a piede libero.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
LAURA GARAVINI. Per questo motivo, signor Ministro, chiediamo un aumento di personale e di mezzi.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.
ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, l'onorevole Garavini sa che, per fare fronte alla situazione di scopertura degli uffici giudiziari meno richiesti, il Governo è intervenuto con il decreto-legge n. 193 del 2009, convertito dalla legge n. 24 del 2010, approvata all'unanimità da tutte le forze politiche del Parlamento.
Con tale provvedimento si è inteso rafforzare gli strumenti a disposizione del Consiglio superiore della magistratura, organo deputato alla copertura di organico delle sedi, ivi comprese quelle disagiate. In particolare, si è consentito al Consiglio superiore della magistratura - nei casi in cui difettino aspiranti al trasferimento presso le sedi disagiate - di procedere, fino al 31 dicembre 2014, al trasferimento d'ufficio non solo dei magistrati cosiddetti ultradecennali, ma anche di quelli che abbiano conseguito la prima e la seconda valutazione di professionalità.
Inoltre, è stato previsto l'ampliamento del numero delle sedi annualmente individuabili come disagiate, nonché dei magistrati ivi destinabili. È stata introdotta la cosiddetta assegnazione provvisoria di sede, che consentirà di coprire le sedi meno ambite, anche attraverso il sistematico utilizzo dei magistrati di nuova nomina. Si è poi rafforzato lo strumento del trasferimento d'ufficio e si è accresciuta la possibilità di attribuire ai magistrati nominati con il decreto ministeriale 2 ottobre 2009 le funzioni requirenti al termine del loro tirocinio.
Vengo ora alla situazione degli organici ristretti segnalati dall'onorevole interrogante. Il Ministero della giustizia ci fornisce i seguenti dati: in relazione ai cinque posti vacanti presso il tribunale di Catanzaro, quattro sono stati pubblicati con bollettino del 5 febbraio 2010. La procedura di trasferimento dei due magistrati che hanno presentato domanda è attualmente in corso. Il Consiglio superiore della magistratura, sempre in data 5 febbraio 2010, ha pubblicato una delle quattro vacanze di organico del tribunale di Vibo Valentia ed una delle cinque vacanze esistenti nel tribunale di Lamezia Terme. Entrambe le procedure si sono concluse senza aspiranti.
Circa le procure, il Consiglio superiore della magistratura, in data 17 marzo 2010, ha pubblicato un posto di sostituto presso la procura di Lamezia Terme e due posti di sostituto presso la procura di Catanzaro e quella di Vibo Valentia. Per tali procedimenti, anch'essi andati deserti, il Consiglio superiore della magistratura attiverà la procedura di copertura dei posti vacanti, a norma delle recenti modifiche introdotte e, quindi, anche mediante il trasferimento d'ufficio.
Inoltre, per effetto della legge finanziaria per il 2008, il ruolo organico della magistratura è stato aumentato di quarantadue unità. Al momento della distribuzione tra i diversi uffici, saranno attentamente valutate le specifiche esigenze di incremento.
Quanto alla prosecuzione dell'attività dei lavoratori interinali amministrativi oltre il termine del 31 maggio 2010, oggetto anch'esso dell'interrogazione, il Ministero della giustizia sta valutando con il Ministero dell'interno la possibilità di ricorrere, a tal fine, al Fondo unico giustizia, per dotarsi dei fondi necessari. Pag. 39
Infine, circa il personale delle forze di polizia presso le sezioni di polizia giudiziaria, il Ministero dell'interno comunica che negli uffici interessati la dotazione organica risulta essere pressoché integralmente coperta.
PRESIDENTE. L'onorevole Garavini ha facoltà di replicare.
LAURA GARAVINI. Signor Presidente, mi rivolgo al signor Ministro: non posso che essere insoddisfatta di questa risposta, perché la realtà di queste località dimostra che le misure messe in atto - anche con il decreto-legge recentemente approvato, tra l'altro, anche con il nostro impegno di opposizione - evidentemente non vanno a coprire queste grandi difficoltà e carenze.
Per di più, signor Ministro, tra le righe del suo intervento traspare quasi una posizione di «scaricabarile» nei confronti del Consiglio superiore della magistratura. Mi sembra un atteggiamento fuori luogo, che rispecchia l'abitudine del suo Governo di agire più contro la magistratura che non a favore della giustizia.
Mi sembra, dunque, un atteggiamento poco costruttivo, quando invece mi sarei augurata misure più chiare, come ad esempio l'assegnazione dei giovani uditori, prevedendo che possano adempiere il loro tirocinio nelle sedi disagiate presso le quali potrebbero andare ad esercitare questa loro attività.
Così come mi sembra ridicolo valutare l'ipotesi di ricorrere, ancora una volta, al Fondo unico giustizia, ormai preso come il pozzo di san Patrizio (senza fondo), quando invece abbiamo avuto di recente, in Commissione antimafia, la comunicazione che le risorse a disposizione sono ben inferiori rispetto a quelle che vengono preannunciate ad ogni conferenza stampa dal Ministero dell'interno; neppure questa, quindi, mi sembra una soluzione ipotizzabile.
Tengo, invece, a precisare che non si può limitare la lotta alla mafia soltanto ad alcune località - che magari danno un riscontro in termini di visibilità mediatica - e soltanto a interventi di tipo repressivo, ma deve essere estesa anche alle zone non capoluogo di regione che sono altrettanto, se non più, martoriate da problemi di criminalità organizzata e, soprattutto, deve essere nell'ottica di una collaborazione e di un sostegno di tutti coloro che quotidianamente sono impegnati nella lotta alla mafia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16.
La seduta, sospesa alle 15,45, è ripresa alle 16,05.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bongiorno, Brancher, Brugger, Bruno, Colucci, Crimi, Ferranti, Gregorio Fontana, Franceschini, Jannone, Lo Monte, Mantini, Mazzocchi, Menia, Paniz, Ravetto, Stefani, Tabacci, Vito e Zaccaria sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Si riprende la discussione del testo unificato delle proposte di legge n. 82-A ed abbinate.
SILVANO MOFFA, Presidente della XI Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SILVANO MOFFA, Presidente della XI Commissione. Signor Presidente, è ancora in corso la riunione e sta per ultimare i suoi lavori la Commissione bilancio. Avremmo bisogno subito dopo, avendo Pag. 40ormai capito anche l'indirizzo che si sta determinando in quella sede, di riunire il Comitato dei nove. Pertanto, la pregherei di concederci mezz'ora prima di ritornare in Aula.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Vedo già lo sguardo intenso...
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, non è lo «sguardo intenso»: penso che sia interesse di tutti arrivare alla conclusione di questo provvedimento. Tuttavia, credo che sia anche interesse di tutti, signor Presidente, parlarci seriamente e dirci altrettanto seriamente come stanno le cose, perché questo è un circo che va avanti da 24 ore, un circo. Questo circo prevedeva, come ultima rappresentazione, l'interruzione a mezzogiorno e mezza e l'inversione dell'ordine del giorno per dare il tempo alla Commissione bilancio di riunirsi al fine di verificare la possibilità di trovare una soluzione, affinché l'ipotesi avanzata dal presidente della Commissione - di andare avanti nonostante il parere contrario della Commissione bilancio - potesse essere arginata anche dopo un vivace dibattito politico.
Ebbene, abbiamo sospeso. Avevamo stabilito la ripresa della seduta alle 16. Abbiamo ripreso alle 16,10 non credo perché lei, signor Presidente, fosse da qualche altra parte ma probabilmente perché vi è stato un ulteriore slittamento. Poco fa avevo capito, in via informale, che lo slittamento sarebbe dovuto essere di un quarto d'ora. Adesso arriviamo a mezz'ora.
Signor Presidente, vorrei semplicemente che lei, visto che l'articolo 8 del Regolamento le affida la responsabilità anche del buon andamento dei lavori di questa Assemblea, desse non a chi parla né ai deputati della mia parte, ma a tutti coloro che sono qui la possibilità di capire quale sia lo stato dell'arte. In caso contrario, penso sia opportuno ritornare al punto di partenza ed esaminare il provvedimento nelle condizioni date, perché alla luce anche del dibattito che si è verificato ritengo inaccettabile quello che si sta verificando ora, vale a dire che rinviamo di mezz'ora in mezz'ora senza arrivare a conclusione.
La prego, signor Presidente, di venirci incontro. Ripeto che non ci opponiamo a questo rinvio di mezz'ora, ma tra mezz'ora - alle quattro e tre quarti - il provvedimento deve essere preso in esame nel punto in cui si trova, perché diversamente la presa in giro si consuma nel suo complesso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, condivido le preoccupazioni del collega Giachetti, perché i tempi vengono sfilacciati. Tuttavia, penso che il presidente della Commissione lavoro, il collega Moffa, sia una persona seria e dopo aver parlato anche prima che iniziasse la seduta credo di aver capito che vi siano tutte le condizioni per raggiungere un risultato positivo, così come è stato auspicato questa mattina da più parti in quest'Aula.
Pertanto, ritengo giusto che si debba effettivamente verificare immediatamente quali sono i tempi necessari perché non vi possano essere più lungaggini. Tuttavia, penso che questa sia forse la più opportuna delle sospensioni, al fine di cogliere quell'obiettivo che tutti noi oggi abbiamo auspicato.
SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, condivido la preoccupazione del collega Giachetti in ordine alla ripresa dei lavori e alla serie di precedenti che abbiamo pure visto in questa e in altre legislature, per cui si rischia di aggiornare di mezz'ora in mezz'ora la seduta. Pag. 41
Ritengo che, essendo ancora la riunione della Commissione bilancio in corso e avendo il presidente Moffa - dall'alto della presidenza che rappresenta nella Commissione lavoro e con la sobrietà che lo contraddistingue - stimato in mezz'ora il tempo per cui è necessario riunire il Comitato dei nove a seguito delle conclusioni e dei pareri che la Commissione bilancio sta rilasciando in questi istanti, sia saggio, così come ha detto il collega Compagnon, accedere alla richiesta del presidente Moffa, nella convinzione che questi siano dei tempi certi per l'Assemblea.
FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, già ieri pomeriggio ci sono stati diversi interventi che facevano riferimento all'attività dell'Assemblea e ai lavori parlamentari. Stiamo vivendo giorni di polemiche; davanti a noi ci sono momenti difficili in cui chiederemo al Paese sacrifici importanti.
A fronte di questa drammatica situazione economica e sociale, l'immagine che stiamo dando di un Parlamento, di una Camera, che non riesce a mantenere un adeguato ritmo dei propri lavori è davvero devastante. Però - l'ho detto ieri e sono costretto a ripetermi - non si tratta di una calamità naturale, non si tratta di un volere divino, non è un'incapacità generalizzata. Ogni provvedimento ha un nome e un cognome. Si presentano norme pasticciate, si impongono i voti sulla questione di fiducia e anche quando siamo in presenza di un provvedimento come questo che ha il consenso pressoché unanime dell'Aula di Montecitorio si inciampa e non si riesce a procedere, perché ovviamente non si sa dare la copertura finanziaria.
Allora c'è una responsabilità, che non si può attribuire al presidente della Commissione lavoro, Moffa, e neppure al presidente della Commissione bilancio, Giancarlo Giorgetti, ma va attribuita a chi deve aprire i rubinetti dell'economia e può finanziare questo provvedimento cominciando davvero ad operare i tagli a chi finora ha preso, dando ai lavoratori che hanno in casa un figlio disabile e che meriterebbero ben diversa attenzione e soprattutto un maggiore rispetto da parte di tutti. Ci tenevo a sottolineare tutto ciò (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, la Presidenza ha verificato che la Commissione bilancio ha appena espresso il parere. Quindi, presidente Moffa, anche perché il lavoro che sta facendo la Camera su questo provvedimento mi sembra positivo, ritengo che mezz'ora debba essere mezz'ora. Credo quindi - prima di sospendere darò la parola all'onorevole Vico - che possiamo riprendere i lavori verso le 16,45.
Mi raccomando, presidente Moffa, affido anche a lei la responsabilità che alle 16,45 puntuali possiamo iniziare a parlare del complesso degli emendamenti e poi ad affrontare i singoli emendamenti proposti agli articoli.
Sull'ordine dei lavori (ore 16,15).
LUDOVICO VICO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUDOVICO VICO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo per segnalare che la società araba Ramco non si è presentata oggi al tavolo del Ministero dello sviluppo economico in ordine alla vicenda Vinyls e Syndial.
Com'è noto ai colleghi, ma soprattutto alle migliaia di lavoratori italiani, la Ramco ha manifestato l'interesse alla acquisizione degli asset di Vinyls (ovvero gli impianti di Porto Torres, Porto Marghera e Ravenna) alla condizione della cessione dell'intero ciclo del cloro con Syndial (società ENI) che a sua volta riguarda gli impianti di Assemini (Cagliari), Cirò Marina Pag. 42e Porto Marghera. Come è noto a noi tutti, si tratta di circa 7 mila lavoratori diretti e indiretti.
Voglio anche segnalare nuovamente in quest'Aula che gli impianti della Vinyls sono fermi dal mese di ottobre 2009 e che in tutto il periodo la gestione commissariale non ha prodotto alcun risultato, configurandosi per la scarsa attività e per la lentezza dell'iniziativa.
Onorevole Presidente, intanto il nostro Paese ha importato dal centro Europa per i trasformatori nazionali italiani della gomma, della plastica, dell'automobile, dell'arredo e dell'edilizia migliaia e migliaia di prodotti del ciclo PVC e del cloro. Stiamo parlando di aziende e trasformatori italiani che impegnano circa 25 mila addetti.
Mi permetto di chiedere, signor Presidente, che a questo punto sia la Presidenza del Consiglio ad assumere l'iniziativa di richiamare la Ramco per continuare nella trattativa e, in via subordinata, in ragione anche delle decisioni dell'Unione europea, che la stessa Presidenza del Consiglio non escluda l'impegno di ENI a farsi carico del ciclo del cloro, che è indispensabile per il futuro industriale italiano e per fornire materie prime e servizi per l'immediato riavvio degli impianti Vinyls che sono fermi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,45.
La seduta, sospesa alle 16,20, è ripresa alle 16,50.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Reguzzoni. Ne ha facoltà.
MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, oggi è stata una giornata faticosa, tesa al raggiungimento di un'intesa - che spetterà poi di illustrare al presidente della Commissione - che credo possa essere proficua. Viste le polemiche di questi giorni e anche di questa mattina in quest'Aula, mi pare giusto sottolineare un risultato importante, frutto del lavoro parlamentare, anche se non direttamente dell'Aula, ma di una Commissione. Questo pomeriggio finalmente - era uno degli obiettivi che noi ritenevamo prioritari - la Commissione bicamerale per il federalismo ha approvato il decreto attuativo sul federalismo demaniale (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania e di deputati del gruppo Italia dei Valori).
Questo è un risultato molto importante, frutto sicuramente di un lavoro del Ministro Bossi, del Ministro Calderoli e del Governo, ma anche di un confronto positivo e costruttivo con tutte le forze politiche, sia con chi ha votato a favore, come i nostri alleati ovviamente, sia con chi tra l'opposizione ha votato a favore, si è astenuto o ha votato contro, perché il lavoro è stato positivo. Credo che sia un importante segnale che in un momento di crisi siamo riusciti a dare al Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Si riprende la discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 82-A ed abbinate.
PRESIDENTE. Riprendiamo la discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 82 ed abbinate: Norme in favore dei lavoratori che assistono familiari gravemente disabili.
Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso un nuovo parere (Vedi l'allegato A - A.C. 82-A ed abbinate), revocando le condizioni precedentemente formulate. Nel medesimo parere la Commissione bilancio ha formulato tre ulteriori condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione.
Al fine di recepire la condizione riferita all'emendamento 1.10, la Commissione ha presentato il subemendamento 0.1.10.1. Avverto che la Commissione ha ritirato gli emendamenti 2.10, 2.11 e 4.10. Si intende conseguentemente decaduto il subemendamento Borghesi 0.2.11.1. Sono stati ritirati anche gli emendamenti Iannaccone 1.1 e 1.2.
(Esame dell'articolo 1 - A.C. 82-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 82-A ed abbinate).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Signor Presidente, innanzitutto siamo contenti che si possa dare approvazione completa ad un progetto di legge che si rivolge alla sensibilità di tante famiglie che in qualche modo si stanno facendo carico, quasi da sole, dell'incremento dei bisogni che un bambino disabile, che diventa un adulto e un anziano disabile, comporta. Da questo punto di vista, l'obiettivo che mi sembra importante trasmettere a tutti coloro che hanno seguito questa vicenda anche in queste giornate è l'idea di una grande sensibilità trasversale nel Parlamento, che è capace di capire, anche in tempi di crisi, come le famiglie non possano essere lasciate sole.
La centralità della famiglia nella vita politica non è soltanto legata ad alcuni obiettivi che tante volte siamo abituati a collegare, come ad esempio il grande tema del quoziente familiare. La sensibilità verso la famiglia passa anche attraverso modalità specifiche con cui si dà risposta a bisogni specifici. Nelle famiglie un ragazzo handicappato richiede interventi che non sono solo di tipo economico, come quelli che prevedono la possibilità di un aumento di indennità o di voucher che vengano incontro ai bisogni. La direzione giusta è quella di facilitare la qualità del rapporto che la famiglia può mantenere con i ragazzi, anche attraverso forme di pensionamento anticipato o la possibilità di garantire la presenza in famiglia ed evitare quindi da un lato il turnover delle figure professionali che vengono dall'esterno e dall'altro anche quella sindrome di burnout che porta poi molte famiglie alla situazione di non essere in grado di fronteggiare il carico che presuppone un'attenzione ad una persona handicappata: questo ci sembra un segno eccellente.
Ci sembra un segno eccellente proprio il fatto che ciò vada nella direzione di facilitare la relazione di cura, ma anche la possibilità di anticipare l'uscita dal mondo del lavoro.
Teniamo presente che in un crescendo oggi abbiamo delle figure, che potremmo quasi considerare i nuovi grandi disabili, che sono gli anziani ultraottantenni, che da un certo punto di vista sono un frutto positivo di una società che è capace di allungare la vita delle persone, ma nello stesso tempo sono il segno di una necessità di cura più avanzata. Il tema dell'attenzione a questi anziani non tocca più soltanto i genitori nei confronti dei figli o i figli nei confronti dei genitori; molte volte è un tema che tocca i nipoti nei confronti degli anziani, o comunque persone che ci vivono accanto e che hanno bisogno di cura. Riuscire a garantire tutto questo è un segno positivo e concreto di questo Parlamento; perciò mi auguro veramente che gli emendamenti vengano approvati, tenendo conto anche del valore che è rappresentato dalla rete familiare che circonda l'handicap (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bobba. Ne ha facoltà.
LUIGI BOBBA. Signor presidente, credo che questa giornata in qualche modo sia da segnare sul calendario, perché il provvedimento, che è stato oggetto di un percorso che ha cominciato il suo iter in molte legislature senza mai arrivare in Aula, oggi arriva definitivamente all'esame dell'Assemblea della Camera dei deputati. Credo che questo aspetto debba essere considerato un elemento qualificante, perché interveniamo su una platea di soggetti, certamente ridotta in termini numerici, ma che presenta un carico di bisogni e di difficoltà che necessita di una copertura, di un sostegno, come questo testo unificato propone.
È altrettanto evidente che il provvedimento interviene su uno degli aspetti che Pag. 44riguarda il grande tema della disabilità e che, come è stato ricordato nell'intervento precedente, non si può risolvere tutto semplicemente con trasferimenti di natura monetaria, ma occorrono servizi adeguati per le famiglie che si trovano ad avere al proprio interno un familiare gravemente disabile.
Dunque l'intervento monetario non può essere considerato esaustivo, ma la rete dei servizi sul territorio diventa elemento essenziale e qualificante di un sostegno adeguato alle famiglie che presentano questa problematicità.
Pertanto, nell'esprimere una valutazione globale positiva sul provvedimento, certamente dobbiamo tenere presente anche che, da un lato, interveniamo su una platea ristretta di soggetti e, dall'altro lato, che il Parlamento dovrebbe occuparsi meglio di un complesso di interventi specialmente nell'area dei servizi, oggi particolarmente carenti soprattutto in alcune aree del Paese.
Inoltre il provvedimento, con il sostegno attraverso un anticipo della pensione del familiare che ha assistito per diciotto anni in modo continuativo un proprio parente gravemente disabile, prende in esame il fatto che la famiglia, come l'ISTAT ha evidenziato in molti suoi rapporti, è ancora l'elemento essenziale di tutela, di sostegno, di protezione e di accompagnamento della persona gravemente disabile. Dunque, si interviene con un anticipo del provvedimento di quiescenza onde sostenere quel peso che la dimensione familiare si è via via assunta, magari anche in assenza di servizi adeguati sul territorio.
Credo che l'intervento nel senso di un anticipo del trattamento pensionistico, a fronte di un numero determinato di annualità di versamenti contributivi, di una determinata età e di un periodo di assistenza continuativa, presenti tre elementi positivi. Il primo elemento positivo, che è contenuto negli articoli principali del provvedimento, è che comunque sosteniamo dei soggetti che presentano una grave debolezza sociale. In secondo luogo, intervenendo attraverso questo provvedimento sul nucleo familiare, evitiamo probabilmente l'istituzionalizzazione di questi soggetti, che, come è ben noto, produce il decadimento della qualità del vivere di queste persone.
In terzo luogo - poi dirò qualcosa anche sugli articoli che riguardano la copertura finanziaria -, credo che alla lunga questo provvedimento produca un effettivo risparmio nel medio-lungo periodo, nel senso che i maggiori costi che si sarebbero determinati qualora il familiare gravemente disabile fosse stato istituzionalizzato vengono in qualche modo assorbiti da una presenza all'interno del contesto familiare come elemento qualificante.
La platea dei soggetti beneficiari è uno degli elementi di criticità (o di parziale insoddisfazione) di questo provvedimento e lo è, in particolare, il subemendamento presentato in ordine ai pareri della Commissione bilancio. Infatti, rimane un'area di soggetti - parlo dei lavoratori della scuola e degli enti locali - che non si vede riconosciuto il diritto risarcitorio, che invece viene riconosciuto a tutti gli altri lavoratori che soddisfano le condizioni previste dalla legge.
Allo stesso modo, la cancellazione della obbligatorietà della concessione del riconoscimento di questo diritto evidentemente produce un vulnus che spero sarà corretto al Senato. A tale proposito, nella successiva fase dei lavori sarà affrontato un ordine del giorno che richiede un impegno urgente in modo da non determinare «figli e figliastri», ossia che lavoratori che presentano lo stesso carico di bisogni - perché nella loro dimensione familiare hanno un familiare gravemente disabile - vengano trattati in modo differente rispetto ai lavoratori del settore privato o lavoratori autonomi.
Infine, in merito alla copertura finanziaria, vi è stata una modifica che è intervenuta a seguito del parere espresso dalla Commissione bilancio. La Commissione lavoro aveva individuato una forma di copertura che a noi sembrava più che soddisfacente e che interveniva con un aumento dell'aliquota contributiva per alcune Pag. 45categorie di lavoratori già in pensione o con una pluralità di attività lavorative. Si è trovata, invece, una diversa copertura con un'accisa sugli alcolici, ma poiché questo elemento soddisfa la spesa che si viene a configurare per quel complesso di lavoratori che potranno godere di questo provvedimento, l'importante è che si sia conseguito un effettivo risultato.
In conclusione, il provvedimento, come sempre, presenta luci ed ombre. Mi pare, però, che sia positiva e da sottolineare con la matita blu, ossia con un segno positivo, la strada che oggi il Parlamento può prendere con questo provvedimento e che dunque valga la pena di non buttare via il bambino con l'acqua sporca. Occorre evidenziare le parti positive che ci conducono ad intervenire con un provvedimento molto atteso da famiglie che hanno un carico di bisogno molto alto e a cui le istituzioni pubbliche effettivamente debbono qualcosa, anche perché hanno sostenuto costi e fatiche molto grandi negli anni passati. Pertanto, in qualche modo il provvedimento in esame è anche un atto dovuto nei confronti di queste famiglie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciccanti. Ne ha facoltà per cinque minuti.
AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, la ringrazio per avermi dato la parola. Devo dire - dopo aver formulato un ringraziamento alla Commissione di merito e, in particolar modo, al relatore Delfino (il quale ci onora della sua appartenenza al gruppo dell'Unione di Centro) per aver sostenuto questo provvedimento con convinzione - che comunque, alla fine di un percorso abbastanza accidentato, questa è una risposta parziale.
Noi ci siamo trovati a dare, alla fine di questo provvedimento, soprattutto nel pomeriggio nel corso della discussione in Commissione bilancio, una risposta per la quale a situazioni uguali corrisponde un trattamento diseguale e differenziato.
Infatti, questo trattamento differenziato avviene nell'ambito dei dipendenti della pubblica amministrazione, perché discrimina i dipendenti delle scuole e degli enti locali. Ci troviamo ad avere un trattamento differenziato tra gli altri dipendenti pubblici e i dipendenti privati e i lavoratori autonomi. Per questi vi è un diritto soggettivo che viene riconosciuto attraverso un beneficio a carattere risarcitorio, però, mentre per i lavoratori autonomi e i dipendenti privati si richiede un'assistenza di diciotto anni, per i dipendenti pubblici non vi è nessun limite in termini di assistenza per poter usufruire di questi benefici.
Vi è un'altra considerazione: la Commissione bilancio ha ristretto la platea dei beneficiari, non accettando la copertura per gli emendamenti 1.10, 2.10 e 2.11 della Commissione. La competenza della Commissione bilancio attiene al profilo finanziario. Il relatore Toccafondi, nel coprire soltanto le disposizioni del provvedimento originario, ha in qualche modo interferito nel merito, perché ha tagliato e amputato il provvedimento di emendamenti che ne completavano il disegno, approvati all'unanimità da tutta la Commissione di merito.
L'inidoneità della copertura finanziaria, che è stata sottolineata questa mattina in Aula, è stata poi superata nel pomeriggio, cambiando i riferimenti di copertura finanziaria e ottenendo il parere favorevole. Questa mattina il provvedimento poteva essere coperto con l'aumento di oneri contributivi per alcune categorie di lavoratori. Nel pomeriggio il Governo, seppure con qualche riserva, accetta il parere della maggioranza della Commissione bilancio di finanziare, invece, la copertura attraverso la maggiorazione dell'accisa sui superalcolici. Attenzione: questa copertura non funziona, perché all'aumento del costo degli alcolici corrisponde una riduzione del consumo.
Questa copertura, comunque, non copre tutto il provvedimento, come chiedevamo noi dell'Unione di centro. Noi avevamo trovato la copertura in modo alternativo, ma la maggioranza non l'ha voluta accettare. Avevamo proposto che vi fosse un contributo di solidarietà, con un aumento del 2 per cento per i redditi sopra i 200 mila euro, un contributo di solidarietà Pag. 46triennale, come è stato già sperimentato negli anni 2001-2005 dallo stesso Governo di centrodestra.
Pertanto, quando la solidarietà si deve esprimere, si accetta che venga espressa da alcune categorie di lavoratori con aumento di contribuzione. Quando, invece, si chiede ai super redditi il contributo di solidarietà, la maggioranza lo nega. Questo non lo possiamo accettare in termini di principio, ma ci rendiamo conto che l'unico lasciapassare che potevamo avere oggi era il parere favorevole della Commissione bilancio con una condizione dettata dalla maggioranza. Non capiamo, ma ci adeguiamo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Farina Coscioni. Ne ha facoltà.
MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. Signor Presidente, intervengo esprimendo la mia amarezza, perché quando parliamo di disabili dobbiamo sempre accontentarci. Voglio dire con il mio intervento che non sono qui per accontentarmi. Noi abbiamo proposto degli emendamenti.
Le modifiche che si propongono sono volte ad estendere, nel campo dell'assistenza ai disabili non autosufficienti, anche a persone non legate da vincoli di parentela con il disabile assistito, i benefici lavorativi e previdenziali già previsti per i familiari, che sono - come si legge da questo provvedimento - il coniuge, il genitore, il fratello, la sorella o il figlio.
Le modifiche che vogliamo apportare rappresentano un ampliamento di quella rete di ammortizzatori sociali privati che, come tali, riducono di molto l'impatto economico sul welfare pubblico che, viceversa, avrebbe già da molto tempo fatto collassare i conti dello Stato nell'attuale congiuntura sfavorevole, ove non ci fosse stato il prezioso ausilio di tali reti private. Questa, del resto, è opinione comune di tutti gli analisti economici, che collegano gli effetti non particolarmente dirompenti della crisi economica anche e soprattutto a questa peculiarità presente nel sistema Paese. Quindi l'allargamento dei benefici previdenziali anche a persone non legate da vincoli di parentela con il disabile assistito, oltre a recepire la realtà dei fatti, va a rafforzare le peculiarità del sistema Paese. Gli emendamenti vogliono normare una rete assistenziale, già apprestata in molti casi ai disabili non autosufficienti da questa ulteriore categoria di persone che può - proprio in virtù di tale regolamentazione - incrementarsi di molto.
Ovviamente si prevede che queste persone, che assistono i disabili non autosufficienti, debbano possedere una serie di requisiti aggravati - rispetto a quelli richiesti dalla legge per i familiari - per poter usufruire dei relativi benefici. Quindi abbiamo pensato, per il settore pubblico, che si prevedano almeno tre anni di residenza con il disabile non autosufficiente, da comprovarsi con certificazione storico-anagrafica, laddove per i familiari nulla è richiesto.
Abbiamo previsto all'articolo 2 per il settore privato che il periodo di costanza di assistenza e convivenza con il disabile non autosufficiente sia pari, ad esempio, a venti anni, rispetto ai diciotto previsti per i familiari. Inoltre, più in generale, questo allargamento mira ad orientare correttamente l'attenzione del legislatore direttamente sulla qualità dell'assistenza prestata al disabile non autosufficiente che è - o almeno dovrebbe essere - lo scopo precipuo di tutta la normativa sull'assistenza ai disabili.
Infatti - permettetemi di evidenziarlo - la qualità dell'assistenza è spesso ignorata perché aprioristicamente presupposta dai rapporti di parentela dell'assistente con l'assistito, come è avvenuto nella recente modifica dell'articolo 33 della legge n. 104 del 1992, con la quale si è abolito quell'unico parametro, per forza induttivo, che poteva riconnettere i benefici all'esclusiva finalità assistenziale del disabile grave, vale a dire la continuità ed esclusività della stessa. Viceversa i parametri - per forza di cose deduttivi - che potevano qualificare il momento assistenziale andavano implementati, per esempio, con il requisito della residenza di chi assiste il disabile nello stesso comune di residenza Pag. 47di quest'ultimo, ovvero ad una distanza non superiore a determinati chilometri.
PRESIDENTE. Onorevole Farina Coscioni, la prego di concludere.
MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. Infine ci tengo a richiamare - mi avvio alla conclusione, signor Presidente - l'attenzione sul fatto che quanto proposto con i nostri emendamenti è in perfetta sintonia con la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, che è stata recepita con la legge n. 18 del 2009, che costituisce fonte primaria che, oltre a dover informare con i suoi principi tutta la nostra normativa sulla disabilità, comporta un preciso obbligo, in capo all'Italia, di adeguare a tali principi tutta la legislazione esistente in materia, ex articolo 4 della Convenzione.
Infatti - concludo signor Presidente - l'ampliamento della platea degli assistenti permette al disabile non autosufficiente di esercitare in concreto la libertà di scelta nell'assistenza, come espressamente previsto dall'articolo 19 della Convenzione ONU sulla disabilità, anche se mi rendo conto che sul tema di questa Convenzione il Governo sta palesando tutta la sua inadempienza.
Infatti il Governo ancora non ha provveduto ad insediare l'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità previsto dalla Convenzione (e doveva essere insediato entro il giugno del 2009).
PRESIDENTE. Scusi onorevole Farina Coscioni, quindi gli emendamenti a sua prima firma 1.3 e 2.1 sono ritirati?
MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. Signor Presidente, se verrà espresso un parere contrario a tali emendamenti li ritirerò, auspicando che sull'ordine del giorno che ho presentato vi sia da parte del Governo un parere favorevole.
PRESIDENTE. Sta bene. Nel caso il loro contenuto sarà trasfuso in un ordine del giorno, sul quale il Governo provvederà ad esprimere il parere.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Argentin. Ne ha facoltà.
ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, cercherò di essere breve. Prima di tutto intendo ringraziare la XI Commissione, in particolare la collega Schirru, per questo lavoro che ormai sono anni che in qualche modo viene portato avanti. Ieri un collega della maggioranza mi ricordava che probabilmente non avevo letto bene i resoconti e le relazioni della Commissione. Posso assicurare il collega che avevo letto tali atti con attenzione e che sono profondamente convinta che su un tale argomento non si possa usare l'espressione «con noi» o «prima di noi». Questo aspetto, comunque sia, andava visto ora, subito, immediatamente. Le dirò che, se non è stato fatto prima, chi non l'ha fatto si deve prendere la relativa responsabilità (e su questo aspetto la responsabilità è piena). Però - come ha detto il collega Ciccanti - credo che sia fondamentale ricordare che noi, ancora una volta, siamo costretti a presentare emendamenti perché ci si sono, e ci saranno sempre, nel mondo della disabilità i più forti e i meno forti. Anche quando parliamo dei più «sfigati», dei più disagiati, sappiamo che se uno è figlio di una commessa o di un dipendente pubblico forse potrà avere questo prepensionamento; se invece si tratta di una mamma insegnante probabilmente questo non potrà avvenire. Credo che tutto ciò sia gravissimo.
Capisco che c'è stato uno sforzo economico enorme per supportare questa legge però - fatemelo dire con grande onestà - non so se l'interesse ultimo sono stati i disabili. Forse è la situazione politica che aveva bisogno dei disabili in questo momento, e noi - come sempre - ci facciamo usare. Va bene così, ci arrivano poche briciole, ma diamo però un messaggio importante, quello delle barriere culturali. In altre parole finalmente siamo riusciti a dire che lì dove c'è un disagio è necessaria un'attenzione verso le persone che vivono insieme al disagiato. Questo è quello che ha realizzato la XI Commissione, un atto importantissimo, Pag. 48culturalmente. Vedete, i soldi forse sono pochi, forse non basteranno, il progetto è sperimentale; comunque sia, abbiamo fatto capire alle famiglie (che molte volte, anzi forse troppe volte, sono sole) che possono contare su qualcuno, che non sono proprio «trasparenti» come spesso accade.
Non voglio fare atti di vittimismo, anzi, voglio dire che il mondo delle disabilità è molto più ricco potenzialmente di tanti altri mondi. Tuttavia credo sia necessario non fare di questo argomento un atto di demagogia, ma di rispetto e di riconoscimento di diritti, perché ancora una volta voglio sottolineare che quello che abbiamo ottenuto - ringrazio tutte le persone che ci hanno lavorato, veramente tutte, dalla destra, alla sinistra, al centro - non è qualcosa che ci hanno regalato, non è un privilegio, è il riconoscimento di un disagio, di un diritto, che altrimenti - ancora una volta - qualcuno poteva dimenticare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)
PRESIDENTE. Saluto gli studenti della Scuola media di Certaldo in provincia di Firenze, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciocchetti. Ne ha facoltà.
LUCIANO CIOCCHETTI. Signor Presidente, intervengo soltanto per esprimere due brevissime riflessioni in merito a questa importante norma che il Parlamento si appresta a votare e per sottolineare anche il fatto che, dopo alcune legislature di battaglie portate avanti, finalmente si arriva ad approvare un testo che riconosce il lavoro di cura e di assistenza - perché è un vero e proprio lavoro, certamente fatto con amore, sacrificio e impegno - che le famiglie portano avanti nel sostenere le persone che vivono con disabilità gravi e gravissime.
Dovevamo fare di più. Non c'è dubbio che ci sono - come hanno già espresso il mio collega Amedeo Ciccanti e il relatore Teresio Delfino che ringrazio - delle cose che debbono essere corrette, perché ci sono delle contraddizioni nei diritti in qualche modo legate anche all'attività di lavoro che si svolge. Credo che questo andrà affrontato, speriamo anche nella lettura al Senato, successivamente ed eventualmente con modifiche che possano davvero riconoscere una battaglia così importante che le associazioni familiari da anni portano avanti e che ha coinvolto tutti i parlamentari, tutti i gruppi politici, di qualsiasi colore. La prendiamo come una prima soluzione, ma abbiamo bisogno che a questo problema vero ci sia la possibilità di dare una risposta chiara, precisa e determinata.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baretta. Ne ha facoltà.
PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, credo non sfugga a nessuno il passo in avanti importante che abbiamo fatto da questa mattina ad oggi pomeriggio in ordine almeno a due aspetti della questione. Il primo attiene alle modalità di lavoro parlamentare: se n'è discusso questa mattina in maniera schietta in quest'Aula e abbiamo potuto dimostrare tutti insieme, oggi, nel corso del pomeriggio, che se c'è una volontà del Parlamento, in quest'Aula, dentro questo Palazzo, si può concorrere a trovare anche le soluzioni finanziarie per i provvedimenti condivisi.
È un aspetto che vale la pena sottolineare perché può rappresentare una metodologia di confronto, una metodologia di soluzione ai problemi. La Commissione bilancio ha lavorato oggi in quest'ottica e credo che abbia dato il segno, anche nel rapporto dialettico con il Governo, che esiste la possibilità che il Parlamento affronti in maniera diretta i problemi e ne ricerchi la soluzione.
Il secondo aspetto positivo è, certamente, in ordine al fatto che - come tutti i colleghi che hanno parlato sinora hanno evidenziato - arriva finalmente in porto un provvedimento voluto da tutti e atteso da molti.
Non c'è dubbio, però, che nel momento in cui approviamo questo provvedimento dobbiamo rendere evidente a noi stessi, Pag. 49prima di concludere l'iter, che una parte dei lavoratori interessati non sarà coinvolta nella soluzione odierna. Vi è, cioè, a fronte della positiva identificazione di una copertura che viene accettata a questo punto dall'intero Parlamento, una riduzione della platea, che comporta per significative aree di cittadini e di lavoratori la non possibilità di usufruire di questo diritto.
In quest'ottica è intervenuto il collega Ciccanti poco fa, che ha sottolineato come sia possibile ricomprendere quella parte di platea che oggi viene esclusa dal provvedimento attraverso un allargamento delle coperture, non con una messa in discussione delle coperture individuate - quelle ci sono -, ma attraverso un allargamento dato dall'aumento del 3 per cento per i redditi superiori ai 200 mila euro.
Si tratta di un provvedimento triennale perché tutta la legge ha carattere sperimentale. Dunque mi rivolgo caldamente al presidente Moffa, mi rivolgo al Comitato dei nove e caldamente raccomando, prima di concludere, di non trascurare questa proposta alla quale mi associo perché, con un contributo di solidarietà che darebbe anche un bel segnale al Paese, noi comprenderemmo tutta la platea e daremmo una risposta compiuta a questo importante provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pisicchio. Ne ha facoltà.
PINO PISICCHIO. Signor Presidente, intervengo soltanto per esprimere anche la nostra soddisfazione dai banchi della componente di Alleanza per l'Italia del gruppo Misto e anche la mia personale perché tra le dodici proposte di legge che sono confluite nel testo finale è compresa anche una mia proposta di legge.
Veda, onorevole Presidente, vedano onorevoli colleghi, oggi si è compiuto da parte di quest'Assemblea un gesto che credo vada molto al di là anche del pur importantissimo significato sociale che il provvedimento in esame va ad assumere. I colleghi lo hanno ricordato sono anni - ripeto: anni - che si aspetta la conclusione di questo tormentato iter. Il significato è questo: finalmente il Parlamento, quest'Aula, l'Aula di Montecitorio, riesce a portare a segno un provvedimento di origine parlamentare. Ritengo che tale fatto si ponga nella logica, nella calligrafia minima dell'espressione democratica che deve trovare all'interno di quest'Aula la sua esaltazione e la sua dimensione più alta.
Dunque al di là dell'imperfezione - sicuramente c'è qualche risposta mancante all'interno di questo provvedimento - credo che questo nostro voto che ci apprestiamo ad esprimere adesso, d'intesa con una valutazione positiva compiuta dalla Commissione bilancio, sia il gesto politico che impareremo da questo momento in poi a sviluppare sempre più spesso.
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
Le ricordo che sono rimasti il subemendamento 0.1.10.1 e l'emendamento 1.10 della Commissione, mentre tutte le altre proposte emendative sono state ritirate.
TERESIO DELFINO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo subemendamento 0.1.10.1 e del suo emendamento 1.10 nella parte che residua in caso di approvazione del subemendamento.
PRESIDENTE. Il Governo?
LAURA RAVETTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.1.10.1 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Repetti, l'aspettiamo non si preoccupi... onorevole Santelli... onorevole Castellani e onorevole La Loggia... onorevole Causi... onorevole Franceschini l'aspettiamo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 501
Votanti 288
Astenuti 213
Maggioranza 145
Hanno votato sì 288).
Prendo atto che il deputato Lusetti ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.10 della Commissione, nel testo subemendato, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Di Virgilio? Onorevole Mazzuca? Onorevole Granata? Onorevole Giachetti? Onorevole Madia? Onorevole Paglia? Onorevole Lusetti? Onorevole Romano? Onorevole Servodio?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 502
Votanti 499
Astenuti 3
Maggioranza 250
Hanno votato sì 499).
Prendo atto che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Essendo stati ritirati tutti gli altri emendamenti presentati, passiamo alla votazione dell'articolo 1.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Granata? Onorevole Di Virgilio? Onorevole Colombo?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 502
Votanti 297
Astenuti 205
Maggioranza 149
Hanno votato sì 297).
Prendo atto che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
(Esame dell'articolo 2 - A.C. 82-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 82-A ed abbinate).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
TERESIO DELFINO, Relatore. Signor Presidente, essendo stati ritirati tutti gli altri emendamenti, la Commissione, su indicazione della Commissione bilancio, esprime parere favorevole sull'emendamento 2.21, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
PRESIDENTE. Il Governo?
LAURA RAVETTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.21, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Crimi? Onorevole Traversa? Onorevole Beccalossi? Onorevole Fogliardi? Onorevole Giachetti? Onorevole Fedi?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 502
Votanti 501
Astenuti 1
Maggioranza 251
Hanno votato sì 501).
Prendo atto che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Rosso? Onorevole Di Virgilio? Onorevole Traversa? Onorevole Zamparutti? Onorevole Capano? Onorevole Minasso?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 501
Votanti 500
Astenuti 1
Maggioranza 251
Hanno votato sì 500).
Prendo atto che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
(Esame dell'articolo 3 - A.C. 82-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 82-A ed abbinate).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
TERESIO DELFINO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione degli emendamenti 3.10 e 3.11 della Commissione.
PRESIDENTE. Il Governo?
LAURA RAVETTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.10 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Mazzuca? Onorevole Colombo? Onorevole Martino?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 501
Maggioranza 251
Hanno votato sì 501).
Prendo atto che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.11 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 52
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 499
Votanti 498
Astenuti 1
Maggioranza 250
Hanno votato sì 498).
Prendo atto che i deputati Rubinato e Cesa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Mazzuca... onorevole Cicchitto... onorevole Veltroni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 485
Votanti 484
Astenuti 1
Maggioranza 243
Hanno votato sì 484).
Prendo atto che i deputati Rubinato, Baccini, Traversa, Ginoble, Pizzolante e Cesa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
(Esame dell'articolo 4 - A.C. 82-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 82-A ed abbinate).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione. Ricordo che sarà posto in votazione solo l'emendamento 4.21, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, che, ovviamente, come il relatore sa, recepisce la condizione posta dalla V Commissione (Bilancio).
TERESIO DELFINO, Relatore. Signor Presidente, l'emendamento 4.21, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, sostituisce la copertura prevista dal testo del provvedimento e la Commissione esprime parere favorevole.
PRESIDENTE. Vi è, quindi, un parere favorevole sull'emendamento 4.21, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, che sostituisce i primi due commi dell'articolo 4, vale a dire quelli che si riferiscono alla copertura.
Il Governo?
LAURA RAVETTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Concordo.
SILVANO MOFFA, Presidente della XI Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SILVANO MOFFA, Presidente della XI Commissione. Signor Presidente, desidero precisare che l'emendamento è interamente sostitutivo.
PRESIDENTE. Precisiamo allora, anche sulla base di quanto precisano gli uffici, che il predetto emendamento è sostitutivo dei commi 1 e 2 dell'articolo 4, mentre il comma 3 rimane invariato e recita quindi: «Il Ministero dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.»
Tutto ciò vuol dire, presidente Moffa, che voteremo prima l'emendamento 4.21, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, e poi complessivamente l'articolo 4, nel testo che includerà il comma 3 già previsto.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.21, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Boccia... onorevole Mazzuca... onorevole Leone... onorevole Armosino... onorevole Servodio... onorevole Briguglio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 500
Votanti 499
Astenuti 1
Maggioranza 250
Hanno votato sì 499).
Prendo atto che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Paglia... onorevole Briguglio... onorevole Bocchino... onorevole Ceccacci Rubino... Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 502
Votanti 501
Astenuti 1
Maggioranza 251
Hanno votato sì 501).
Prendo atto che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 82-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 82-A ed abbinate).
L'onorevole Commercio ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/82-A/4.
ROBERTO MARIO SERGIO COMMERCIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'oggetto dell'ordine del giorno - cioè gli effetti dei permessi e dei congedi parentali riconosciuti ai familiari dei disabili gravi sui cosiddetti istituti differiti: TFR, ferie, tredicesima e gratifica natalizia - è stato nel tempo motivo di incertezze sul piano interpretativo e quindi applicativo da parte delle amministrazioni. Ragione per cui si è ritenuto opportuno impegnare il Governo ad adottare un atto normativo che disciplini la materia e dia un indirizzo univoco allo scopo di evitare situazioni di discriminazione tra lavoratori che usufruiscono del medesimo beneficio.
A tal proposito, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha affermato perentoriamente in più occasioni che la fruizione dei permessi di cui all'articolo 42 del decreto-legislativo n. 151 del 2001 non può incidere negativamente sulla maturazione di ferie e tredicesima mensilità. Occorre in questa sede precisare che la quota parte relativa alla tredicesima mensilità è già compresa nell'indennità giornaliera oraria e viene corrisposta dall'INPS ai lavoratori che fruiscono dei permessi lavorativi e non è pertanto di pertinenza del datore di lavoro.
Per quanto riguarda, invece, le ferie, l'INPS ha avuto modo di ribadire, attraverso numerose circolari, che la quota parte delle ferie non è di propria pertinenza in quanto la regolamentazione relativa è prevista dai singoli contratti collettivi di lavoro. Con nota dell'8 marzo 2005, il dipartimento per la funzione pubblica - organo di riferimento per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni - forte di un parere all'Avvocatura dello Stato, si è pronunciato in maniera analoga dichiarando che, vista la ratio di tutela e protezione della normativa in esame a favore di soggetti particolarmente deboli (tra cui lavoratori e familiari di persone portatrici di handicap) e vista l'evidente finalità sociale della disposizione esaminata, non si può non interpretare la normativa in esame nel senso che la tredicesima mensilità non subisce decurtazioni o riduzioni nell'ipotesi nella quale il lavoratore Pag. 54scelga di fruire di permessi disposti dalla legge. Nella stessa nota, però, nemmeno il dipartimento affronta la questione della maturazione delle ferie per chi fruisce dei permessi lavorativi per l'assistenza ad un familiare con handicap grave, limitandosi a precisare e ad invitare le singole amministrazioni a rendere omogeneo l'indirizzo che i permessi lavorativi non debbono incidere negativamente sulla maturazione della tredicesima mensilità.
Noi pertanto riteniamo non più eludibile un intervento normativo che colmi una lacuna giuridica che fino ad oggi ha alimentato la confusione, che si registra da parte dei datori di lavoro pubblici e privati e degli enti previdenziali a livello territoriale, con interventi e interpretazioni che di fatto tendono a restringere i diritti sanciti dalla legge e quindi a stravolgere l'intento del legislatore nonché un intervento, signor Presidente, che sostenga una concreta azione positiva per le famiglie già così pesantemente provate dal problema.
Signor Presidente io avrei concluso, aggiungo soltanto una nota: in queste condizioni non si possono fare interventi.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ROBERTO MARIO SERGIO COMMERCIO. Molti colleghi probabilmente dovrebbero spostarsi altrove per chiacchierare di altro (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud).
PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Commercio.
L'onorevole Farina Coscioni ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/82-A/3.
MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. Signor Presidente, il mio ordine del giorno parte da un articolo importantissimo della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità: l'articolo 19, il quale prevede che le persone con disabilità abbiano la possibilità di scegliere, su base di uguaglianza con gli altri, il proprio luogo di residenza e dove e con chi vivere e non siano obbligate a vivere in una particolare sistemazione.
Vorrei aggiungere che, nella stesura dell'ordine del giorno, mi sono venute in mente le parole di una scrittrice sarda, Michela Murgia, quando, in occasione dell'uscita del suo libro «Accabadora», un giornalista le ha domandato che cosa fossero i fillus de anima, se fossero bambini in affido. Lei ha risposto che la pratica dei figli dell'anima non sorge in una situazione di conflittualità, perché sono famiglie dell'anima, nelle quali un elemento distintivo è la volontarietà, la volontà. Tutti devono essere d'accordo. Il bambino stesso deve dare il suo consenso.
La Murgia ha poi detto che lei stessa è fill'e anima. Non è un meccanismo facile da capire, perché a noi oggi manca il forte contesto relazionale di cogenitorialità che era proprio delle piccole comunità rurali, dove la solidarietà era l'unica forma di Stato sociale possibile.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE (ore 17,50)
MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. Ebbene, il mio ordine del giorno n. 9/82-A/3 vuole superare l'insistenza ontologica sulla famiglia tradizionale, ossia sulla famiglia come cellula della società, come nucleo i cui membri sono legati da vincoli di sangue (come vuole questo provvedimento).
Noi ci orientiamo verso quella volontà politica di accentrare i compiti, superando la famiglia cosiddetta tradizionale. Infatti, il provvedimento che andiamo a sostenere, incentra tutto sui compiti legati al legame di sangue: certamente, è più economico, in fondo si tratta di un potente ammortizzatore sociale, però lo è sempre meno in una realtà come quella della nostra società, che non è strutturata per «fare famiglia».
Vorrei concludere dicendo che, a fianco dei disabili, vi sono tantissime persone che vivono e lavorano, e che non hanno legami di sangue: ritengo che si debba andare verso tale apertura, perché, in realtà, la famiglia è un fatto culturale. Pag. 55
Con questo ordine del giorno auspico, dunque, l'impegno - o la volontà - da parte del Governo ad adottare, nel campo dell'assistenza ai disabili non autosufficienti, idonei provvedimenti volti all'estensione, a tali categorie di persone, di quei benefici lavorativi e previdenziali già previsti per i familiari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
ILEANA ARGENTIN. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, intervengo soltanto per apporre la mia firma all'ordine del giorno Farina Coscioni n. 9/82-A/3.
PRESIDENTE. Sta bene.
L'onorevole Di Stanislao ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/82-A/5.
AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente, non vorrei rubare tempo ai colleghi, ma ritengo necessaria, almeno una volta all'anno, una riflessione così importante, con riferimento ad un provvedimento così profondo che ci ha costretto in termini positivi e propositivi ad impegnarci a trovare anche le somme necessarie per un primo intervento. Certo, si tratta di somme parziali e non definitive, ma delle quali dobbiamo prendere atto.
Vorrei segnalare un aspetto: nel mio ordine del giorno ho preso spunto da un dato, ossia i 3 milioni di persone affette da disabilità. Si tratta di un fenomeno che interessa il 15 per cento delle famiglie italiane.
Inoltre, vorrei segnalare alcune iniziative, a mio avviso assolutamente importanti e fondamentali, che riguardano l'organizzazione e gli interventi in ordine alla disabilità. Questo tema è stato trattato in maniera fondamentale dalla Commissione europea, il 3 e 4 dicembre, nella conferenza di Bruxelles, organizzata in cooperazione con il Forum europeo delle persone con disabilità, in cui sono stati fissati alcuni obiettivi che, forse, pur nel disinteresse generale, dovremo in qualche modo cogliere per farne oggetto non solo di riflessione, ma anche e soprattutto di azione. In quell'occasione, è stato detto che bisogna contribuire ad una migliore comprensione dei temi relativi alla vita indipendente, con particolare accento sull'autonomia economica, i servizi nella comunità e le tecnologie assistive.
Inoltre, il 3 dicembre 2009, il Presidente Napolitano, in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, nel suo intervento incoraggia a mantenere i flussi di spesa a favore dei disabili, anche durante la crisi economica.
Un ulteriore elemento riguarda una nostra organizzazione nazionale, il Movimento italiano disabili, la quale, in data 4 gennaio 2010 ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio dei ministri e, per conoscenza a tutti i Ministri, ma anche a noi deputati e senatori nella quale ribadisce alcune necessità e problematiche come la riforma degli assegni sociali, che sono fermi da molti anni e il cui importo è pari a 256 euro al mese.
In questa missiva viene messa in evidenza «la confusione che si crea tra il sociale e il sociale disabile, dal quale non vi è alcuna differenziazione, tra persone disagiate e persone disagiate ma anche disabili». Inoltre, le pensioni minime corrispondono a 458 euro in quanto molte volte il disabile è costretto, con questa pensione - se così si può chiamare - ad entrare per motivi di salute in pensione anticipatamente e si trova, quindi, in netto svantaggio verso un pensionato che riceve pensione minima, ma che non è disabile.
Per questi motivi il mio ordine del giorno n. 9/82-A/5 impegna il Governo ad avviare un confronto diretto con i disabili ed i loro familiari al fine di giungere a proposte che vadano ad incidere direttamente e in maniera positiva sulla loro vita. Da ultimo, ma non per ultimo, impegna il Governo ad avviare un dialogo con il Movimento italiano disabili e con le associazioni di categoria al fine di difendere e sostenere il mondo della cooperazione sociale Pag. 56e il lavoro importantissimo di tutti gli operatori del settore che oggi vivono un momento particolarmente difficile.
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito del rappresentante del Governo a esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
LAURA RAVETTO. Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Garagnani n. 9/82-A/1, a condizione che il dispositivo venga riformulato nel senso di sostituire le parole: «ad adottare», con le seguenti: «a valutare l'opportunità di adottare»; accetta l'ordine del giorno Pepe Mario (PD) n. 9/82-A/2; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Farina Coscioni n. 9/82-A/3, a condizione che il dispositivo venga riformulato nel senso di sostituire le parole: «ad adottare», con le seguenti: «a valutare l'opportunità di adottare»; accetta l'ordine del giorno Commercio n. 9/82-A/4, a condizione che il dispositivo venga riformulato nel senso di sostituire le parole: «ad adottare», con le seguenti: «a valutare l'opportunità di adottare»; accetta l'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/82-A/5, a condizione che il dispositivo, al secondo capoverso, venga riformulato nel senso di sostituire le parole: «e non mortificare», con le seguenti: «e sostenere»; accetta l'ordine del giorno Frassinetti n. 9/82-A/6; accetta l'ordine del giorno Capitanio Santolini n. 9/82-A/7; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Mannino n. 9/82-A/8; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Castellani n. 9/82-A/9; accetta l'ordine del giorno Moffa n. 9/82-A/10; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Codurelli n. 9/82-A/11, a condizione che venga espunto l'ultimo capoverso della premessa e che il dispositivo sia riformulato nel senso di impegnare il Governo: «a valutare l'opportunità di trasferire ai comuni le possibili risorse», mantenendo inalterata la parte restante del periodo. Altrimenti, il Governo esprime parere contrario sulla premessa e accoglie come raccomandazione il dispositivo.
PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione proposta dal Governo e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Garagnani n. 9/82-A/1, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mario Pepe (PD) n. 9/82-A/2, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Farina Coscioni n. 9/82-A/3, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Commercio n. 9/82-A/4 e Di Stanislao n. 9/82-A/5, accettati dal Governo, purché riformulati.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Frassinetti n. 9/82-A/6 e Capitanio Santolini n. 9/82-A/7, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Mannino n. 9/82-A/8 e Castellani n. 9/82-A/9, accolti dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Moffa n. 9/82-A/10, accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Codurelli n. 9/82-A/11, accolto dal Governo come raccomandazione, purché riformulato.
CESARE DAMIANO. Sì, signor Presidente, insistiamo perché l'ordine del giorno Codurelli n. 9/82-A/11 sia posto in votazione.
LAURA RAVETTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Pag. 57LAURA RAVETTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, se i presentatori dell'ordine del giorno Codurelli n. 9/82-A/11 non accettano la riformulazione, esprimo parere contrario.
PRESIDENTE. Sta bene.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario, ma conosciamo la prassi e sappiamo bene che se non si accetta la riformulazione il Governo non accetta l'ordine del giorno. Forse il sottosegretario e il Governo potrebbero impiegare qualche secondo in più in un bilancio complessivo sui lavori relativi a questo provvedimento e agli sforzi che sono stati fatti. A questo punto, forse, si potrebbe fare uno sforzo ulteriore per arrivare a immaginare un parere su questo ordine del giorno diverso dall'accoglimento come raccomandazione, addirittura con una riformulazione.
Penso che l'esito dell'esame di questo provvedimento meriti, da parte del Governo, un po' più di attenzione.
PRESIDENTE. A questo punto, forse, il Governo non ritiene opportuno commentare ulteriormente.
LAURA RAVETTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LAURA RAVETTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, onestamente non capisco quale sia l'ostacolo a sopprimere l'ultimo paragrafo delle premesse dell'ordine del giorno Codurelli n. 9/82-A/11. Comunque, considerato lo spirito della discussione e pur non concordando sul modo in cui la premessa è stata formulata, però condivido lo spirito dell'impegno come opportunità e come valutazione e, pertanto, si può accogliere l'ordine del giorno Codurelli n. 9/82-A/11 come raccomandazione.
PRESIDENTE. Sta bene. Chiedo, dunque, ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Codurelli n. 9/82-A/11, accolto dal Governo come raccomandazione.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, mi dispiace semplicemente fare un'annotazione che abbiamo già avuto altre volte modo di fare. Corre una leggera differenza - e vorrei capire quale - tra l'impegno che il Governo si assume quando chiede una riformulazione, che è quella espressa dalla formula «valutare l'opportunità di» realizzare, fare iniziative e altro ancora. In questo caso il Governo accetta l'ordine del giorno in esame e, quindi, assume un impegno che ha una validità anche in sede giurisdizionale, mentre la raccomandazione è solo un impegno di carattere politico. Tuttavia, la differenza tra la valutazione del Governo e la raccomandazione è molto lieve, al punto che non se ne coglie esattamente la forza.
Pertanto, credo che un ulteriore passo in avanti da parte del Governo possa anche essere quello di introdurre la formulazione «a valutare l'opportunità di» e di trasformare la raccomandazione per la parte dell'impegno in accettazione e, quindi, da questo punto di vista si potrebbe poi votare per parti separate la parte contenente le motivazioni da quella che riguarda dispositiva.
LAURA RAVETTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LAURA RAVETTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, come ha precisato il collega, in effetti condivido l'impostazione Pag. 58sull'impegno e l'accoglimento deriva proprio dalla riformulazione «a valutare l'opportunità di». Quindi, nel momento in cui viene riformulato in questo senso - e solo in questo senso - è accolto come raccomandazione.
PRESIDENTE. Pertanto, a questo punto il Governo insiste nell'accogliere l'ordine del giorno in esame come raccomandazione. Chiedo, dunque, ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Codurelli n. 9/82-A/11, accolto dal Governo come raccomandazione.
DONATA LENZI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DONATA LENZI. Signor Presidente, nell'aggiungere la mia firma all'ordine del giorno in esame, mi permetto di precisare che il significato che esso assume mentre votiamo questa legge è rilevante, ed è per questo che volevamo fosse accolto nella sua complessità.
Cosa stiamo votando oggi? Stiamo riconoscendo a famiglie che da 18 anni hanno in casa un disabile grave la possibilità che uno dei due genitori si metta in pensione, avendo una pensione anticipata di cinque anni, per continuare ad assistere in assoluta e totale solitudine il proprio figlio o il proprio parente.
Questo ordine del giorno rappresenta una presa d'atto da parte del Parlamento che questo provvedimento che oggi approviamo è un atto dovuto, che riconosce il dolore delle famiglie, ma che un sistema complessivo di welfare dovrebbe fare di più e farsi carico di quella solitudine, garantendo un sostegno e un aiuto attraverso la rete dei servizi.
Per questi motivi, chiediamo che l'ordine del giorno in esame sia messo ai voti.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, vorrei capire dal sottosegretario Ravetto se il suo diniego riguarda l'ultimo capoverso della premessa dell'ordine del giorno in oggetto. Ho capito bene? Il resto non è oggetto del diniego?
Nel caso in cui togliessimo l'ultima premessa, l'ordine del giorno verrebbe accettato ovvero accolto come raccomandazione? Perché se viene accolto comunque come raccomandazione, allora chiediamo che sia messo ai voti così com'è. Diversamente, se dovesse essere espunto questo capoverso dalla premessa e vi fosse un parere favorevole all'ordine del giorno in quanto tale, chiederemmo la votazione per parti separate. In altri termini, se venisse espunto questo capoverso - su cui ovviamente il Governo darà parere contrario e immagino la maggioranza voterà contro - a quel punto però, bocciato questo capoverso, penso che rimarrebbe comunque un parere favorevole sull'ordine del giorno in quanto tale. Se questo fosse possibile, forse ci può aiutare ad uscire dall'impasse.
LAURA RAVETTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Onorevole Giachetti...
PRESIDENTE. Onorevole Ravetto, lei può prendere la parola quando la Presidenza la autorizza. Stavo premettendo che è lei che deve riformulare l'ordine del giorno. La riformulazione deve farla proprio lei.
Prego, ha facoltà di parlare.
LAURA RAVETTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, così ho fatto e lo ripeto. La riformulazione non riguarda solo e tanto le premesse, quanto l'impegno. Il parere favorevole lo dà il Governo purché vengano sostituite le parole «a trasferire» con le parole «a valutare l'opportunità di trasferire». Visto che mi sembra che dall'intervento della collega e anche dell'onorevole Quartiani ci sia questa disponibilità, in questo caso il parere sarà favorevole.
Pag. 59PRESIDENTE. Onorevole Giachetti?
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, allora chiediamo che l'ordine del giorno sia posto in votazione.
PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Codurelli n. 9/82-A/11, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Moles... onorevole Gava...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori - Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 493
Maggioranza 247
Hanno votato sì 249
Hanno votato no 244).
Prendo atto che il deputato Girlanda ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 82-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Commercio. Ne ha facoltà.
ROBERTO MARIO SERGIO COMMERCIO. Signor Presidente, l'approvazione di questo provvedimento rappresenta la traduzione normativa della solidarietà familiare in effettiva solidarietà sociale: un primo passo per garantire a quelle famiglie, in qualità di luogo privilegiato per la cura delle persone con grave disabilità e della loro centralità affettiva, le giuste e necessarie tutele indispensabili per svolgere il ruolo di protezione ed assistenza cui sono deputate.
I disabili hanno dimostrato in questi anni di poter essere per il Paese non un peso, ma una grande risorsa. Occorreva, dunque, rilanciare il tema delle disabilità nel dibattito politico e culturale e dare spunti, motivazioni e contenuti forti a quanti credono che la sfida della globalizzazione non si vince negando diritti, ma, al contrario, superando ogni forma di assistenzialismo ed ottimizzando l'impiego delle risorse.
Oggi, con l'approvazione di un provvedimento che consente ai genitori e agli altri familiari di persone con gravi forme di disabilità di ottenere il pensionamento anticipato che fino a ieri nessuno sembrava volere, si è impressa un'accelerazione e innovazione legislativa e, fatto ancora più importante, si è imposto un profondo cambiamento in quella che siamo soliti chiamare cultura dell'handicap. Nella famiglia, considerata come unità sistemica, la realtà e la presenza di ogni componente influenza quella di tutti gli altri, a maggior ragione quella in chi vive un portatore di handicap, in una famiglia che deve affrontare una quotidianità complessa e, per certi aspetti, usurante.
Proprio questo ultimo aspetto era oggetto della nostra proposta di legge, che mirava a far rientrare il lavoro di cura delle persone con disabilità grave tra le mansioni usuranti di cui al decreto Salvi. Si tratta di una famiglia che si colloca in una posizione di frontiera, in una terra di nessuno, tra la salute e la malattia, fra l'uguaglianza e la devianza, alla stregua di altri casi contemplati nel sistema giuridico italiano e nei quali viene riconosciuta a fini previdenziali la valenza sociale di alcune situazioni particolarmente gravose, come ad esempio quelle delle donne in maternità. La previsione dell'accesso al pensionamento anticipato di quei lavoratori che assistono familiari gravemente disabili rappresenta il giusto ristoro riconosciuto dallo Stato a coloro che hanno Pag. 60condotto un'esistenza già così pesantemente provata e un atto d'amore verso cittadini meno fortunati.
Nonostante in Assemblea, onorevoli colleghi, sia approdato un testo che ci ha parzialmente soddisfatto, il Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud voterà favorevolmente il provvedimento, che rappresenta comunque il traguardo di una campagna di sensibilizzazione dell'opinione pubblica e del mondo della politica ed una battaglia di civiltà e solidarietà condotta strenuamente da oltre vent'anni da soggetti istituzionali, dal mondo del volontariato sociale, ma anche da semplici cittadini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Porcino. Ne ha facoltà.
GAETANO PORCINO. Signor Presidente, quello che abbiamo appena finito di trattare con un iter abbastanza travagliato e dibattuto è un provvedimento di grande valenza sociale e di grande rilevanza, al quale noi come gruppo dell'Italia dei Valori abbiamo riservato un grande interesse e una grande attenzione.
Questo provvedimento riguarda una platea vastissima, enorme purtroppo, di famiglie che soffrono un disagio psicologico e familiare, ma subiscono anche un disagio fisico, lavorativo e sociale. Oggi noi raggiungiamo un traguardo certamente importante, anche se rimane il rammarico di un traguardo ancora più grande che avremmo potuto raggiungere se le cose fossero andate un po' diversamente e adesso chiarirò cosa voglio dire.
Infatti non siamo completamente soddisfatti, lo siamo solo parzialmente e nonostante questo, per senso di responsabilità - come diceva il collega Bobba, per non buttare insieme all'acqua sporca il bambino - come gruppo dell'Italia dei Valori sosterremo questo provvedimento. Le perplessità c'erano e rimangono, signor Presidente, ne cito solo alcune. Noi forse per la prima volta in Commissione lavoro, con un impegno unanime e con un lavoro egregio - per questo voglio ringraziare sia il presidente, sia tutti i componenti della Commissione -, eravamo riusciti a portare avanti un testo condiviso, di grande responsabilità e di grande valenza. Non si capisce perché - non lo capisco tuttora - non siano state accettate due coperture che avevamo trovato: la prima era stata trovata attraverso le tabelle dell'INPS e non era solo una copertura parziale, ma andava addirittura in surplus rispetto alla cifra che era richiesta per coprire il provvedimento; la seconda era stata proposta per mantenere il testo così com'era in Commissione bilancio, con l'aumento dell'aliquota del 2 per cento per i percettori di reddito oltre i 200 mila euro. Non si capisce perché la Commissione bilancio non le abbia accettate.
Io mi apprestavo a rivolgere dei ringraziamenti al Governo perché aveva inserito negli emendamenti le richieste che noi dell'Italia dei Valori avevamo fatto; le richieste erano di inserire le categorie che erano state escluse dall'articolo 72 della legge n. 112, ovvero tutti gli appartenenti agli enti locali e al comparto scuola, e di eliminare quella clausola che noi consideriamo non dovuta dell'assenso della pubblica amministrazione per coloro che chiedono di usufruire del vantaggio che questo provvedimento comporta.
Non abbiamo fatto in tempo a rallegrarci in Commissione Lavoro, che invece si è realizzato quel dubbio che avevo palesato stamattina quando avevo detto in Aula: spero che il provvedimento non torni emendato con una copertura parziale. Così è stato, purtroppo le mie perplessità si sono rivelate fondate.
Noi abbiamo riavuto un testo con una copertura diversa rispetto a quella che avevamo chiesto, ma solo parzialmente, perché sono state di nuovo stralciate quelle parti che ho appena citato ovvero scuola, enti locali e l'obbligatorietà dell'accoglimento delle richieste di esonero da parte della pubblica amministrazione. Dato che il lavoro è stato ritenuto egregio e idoneo da parte della Commissione, noi ci siamo impegnati a presentare un ordine del giorno a prima firma del presidente, che è stato accettato, chiedendo le stesse Pag. 61cose: l'impegno del Governo, in sede parlamentare al Senato, di estendere, con il quadro delle risorse disponibili, i benefici di cui all'articolo 1 anche al personale di scuola ed enti locali.
Le perplessità rimangono anche per altri motivi, che ho espresso in Commissione e nel mio intervento in discussione generale: il fatto che per il privato rimanga un diritto soggettivo, mentre per il pubblico è facoltà dell'amministrazione concederlo in base alle proprie esigenze funzionali. Questa è stata chiamata una legge sperimentale, anche se le leggi sperimentali non esistono. Questo è un altro dei nostri dubbi e perplessità, ossia che il provvedimento abbia valenza fino al 2012.
Un'altra questione che avevamo sollevato è quella della disparità di trattamento tra settore pubblico e settore privato, perché nel privato basta avere versato 20 anni di contributi mentre nel pubblico se ne richiedono 35.
Le perplessità e i dubbi, come dicevo prima, rimangono. Nonostante tutto, signor Presidente, come dicevo in premessa, riteniamo che questa legge risolva un problema a decine di migliaia di famiglie e che sia un riconoscimento al disagio e alle sofferenze. Oltre ad essere una norma giuridica, questa di oggi è una battaglia di umanità e un riconoscimento del dolore delle tante famiglie che patiscono.
Quindi, nonostante la nostra soddisfazione parziale, concludo, signor Presidente, dicendo che per senso di responsabilità - e ringrazio ancora la Commissione, un po' di meno il Governo - noi dell'Italia dei Valori sosterremo questo provvedimento a favore di tutte le famiglie e della platea che in ogni caso viene raggiunta da questa tappa fondamentale in questo campo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.
LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, arrivati finalmente al termine di un lungo percorso, stiamo per approvare un provvedimento che, secondo me, dà un segnale importante a questo Paese: un segnale di come si può intendere la solidarietà fra persone e istituzioni ed un segnale, a mio avviso importante, che la politica può fare qualcosa di meglio e di più di quanto di solito si legge sui giornali. Pertanto, mi sembra doveroso riconoscere che finalmente stiamo per varare un provvedimento che esula dalle solite polemiche, tanto più se sarà approvato all'unanimità.
In questo testo ci sono molte limitazioni che dobbiamo tenere presenti, ma esse sono il frutto di un lavoro faticoso e molto lungo che ha svolto la Commissione lavoro, a cui va dato atto di aver raggiunto un notevole risultato e di aver manifestato una grande volontà di arrivare ad un testo condiviso. Le limitazioni erano necessarie e lo si è dimostrato in queste ore, dal momento che si è rischiato che non ci fosse la copertura finanziaria, pur trattandosi - insisto su questo aspetto - di un testo limitato nella sua applicazione. Ciononostante, si rischiava di non trovare la copertura, perché la Commissione bilancio aveva espresso un parere favorevole a condizione di sopprimere gli articoli 2 e 4, che prevedevano la copertura finanziaria.
Diamo atto alla Commissione bilancio di avere fatto un passo indietro, considerate anche le insistenze e le trattative che sono state compiute in questi giorni, però dobbiamo anche riconoscere che questo è un primo passo, un importante primo passo, senza dubbio necessario - guai se non lo si facesse - altrimenti non si potrebbero fare neanche quelli successivi. Tuttavia, il testo unificato che stiamo per approvare non risolve alla radice i problemi delle famiglie con disabili - questo non ce lo possiamo dire - e credo che per onestà sia necessario riconoscere che i problemi dei disabili sono molti altri e che probabilmente dovremo compiere un secondo ed un terzo passo per venire incontro alle istanze di questi soggetti deboli.
Ciò detto, ci troviamo ad affrontare un passaggio importante, che io accolgo con grande soddisfazione, e credo che sia giusto riconoscere la rilevanza di questo provvedimento, che non sta solamente nel Pag. 62fatto che abbassiamo di cinque anni l'età pensionabile, seppure con dei limiti per alcune categorie e con le riserve che sono state espresse dai colleghi, ma anche nel dare un segnale importante al lavoro svolto dalle famiglie quando in casa c'è un disabile al 100 per cento.
È un riconoscimento doveroso, che è stato compiuto già in altre leggi in passato - non è la prima volta che accade -, ma questo è un ulteriore riconoscimento del fatto che le famiglie, che sono costrette ad andare a lavorare, svolgono anche un lavoro gravoso, faticoso e spesso doloroso nelle proprie case e presso i propri cari. Queste famiglie ci danno un segnale di affetto, di solidarietà, di cura, di attenzione, a volte di eroismo che compiono in assoluta solitudine e spesso senza i fari accesi delle cronache e dei giornali.
Si tratta del riconoscimento - che è arrivato faticosamente dopo molti anni, perché da molto si discute di questo provvedimento - che le famiglie sono essenziali per il buon andamento del welfare. Infatti, senza queste famiglie che svolgono un simile lavoro di cura, sicuramente ci sarebbero oneri maggiori per lo Stato ed un welfare più faticoso da portare avanti. Si tratta dunque del riconoscimento che come ammortizzatori sociali le famiglie funzionano e funzionano molto bene. Questo non sempre viene detto e questa è l'occasione per ribadirlo.
Il provvedimento in esame non è esaustivo, perché (per fare un esempio) bisognerebbe affrontare il problema delle famiglie che sono costrette a lasciare il lavoro davanti ad un disabile gravissimo, ossia di quelle mamme che si ritrovano un bambino disabile gravissimo al 100 per cento dalla nascita e sono costrette ad abbandonare una carriera di soddisfazione per seguire questo loro caro.
Bisognerebbe immaginare per queste mamme la possibilità di tornare a lavorare una volta risolti, o comunque superati, alcuni problemi di carattere logistico, economico e organizzativo e invece non si può fare. Sarebbe bene riconoscere a queste mamme una flessibilità nel mondo del lavoro che le leggi precedenti riconoscono, ma non a sufficienza. A dircelo sono tutte le associazioni di familiari con disabili che abbiamo incontrato durante l'iter legislativo del provvedimento.
Quindi, abbiamo molte istanze ancora da soddisfare, ma credo che, se la Camera e il Parlamento lo vorranno, ci saranno i tempi e i modi per affrontare gli aspetti in materia di lavoro che non sono solamente quelli pensionistici.
Inoltre, il fatto che si prevede debba trattarsi soltanto di disabili al 100 per cento. Ricordo che è misura temporanea, non è una misura strutturale, perché fra tre anni bisognerà verificarne l'esito e quanto è stato affrontato e superato o meno durante questo periodo. Il fatto che per l'appunto siano previste grosse limitazioni dovute al fatto che i disabili devono essere stati assistiti per 18 anni di fila senza interruzione...
ROBERTO GIACHETTI. Il Governo dove è?
PRESIDENTE. Scusi se la interrompo, onorevole Capitanio Santolini. I parlamentari parlano all'Aula e al Governo. Dov'è il Governo? Non lo vedo... Eccolo, perfetto. Prosegua pure, onorevole Santolini.
LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Il fatto, come dicevo, che questi disabili devono essere assistiti per 18 anni senza interruzione è un esempio delle limitazioni notevoli che dicevo prima.
Il provvedimento testimonia la cura, l'attenzione e anche il rigore che le Commissioni hanno applicato proprio rispetto alla crisi che stiamo attraversando e al fatto che non ci possiamo permettere il lusso di scialare dei soldi e di non fare controlli rigorosi su tali questioni.
Il fatto che la Commissione bilancio abbia compiuto un passo indietro ed abbia trovato una copertura finanziaria mi sembra il minimo che dovesse essere fatto. C'è ancora molto da fare, però sono fiduciosa che questo sia un risultato positivo che aprirà la strada per ulteriori provvedimenti. Pag. 63
Aggiungo che è stato fatto un grande lavoro anche dal nostro gruppo. Ringrazio davvero l'onorevole Delfino, che in maniera assolutamente pervicace ha voluto questa legge da moltissimi anni e ci si è dedicato con grande passione, e non posso non ringraziare il presidente della Commissione Moffa, che ha dimostrato, portando avanti questo provvedimento, la buona volontà da parte della maggioranza.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Infine, sottolineo - e concludo - che l'ordine del giorno, che è stato concordato dai gruppi, spero venga davvero attuato dal Governo, perché riguarda il fatto che si possa in qualche modo superare il principio di discrezionalità e che si estenda la platea al personale della scuola e degli enti locali.
Credo infatti che, poiché si tratta di un ordine del giorno presentato da tutti i gruppi e quindi da tutta l'Aula, non debba essere semplicemente un ordine del giorno (come di solito avviene), ma debba costituire davvero un impegno del Governo che verificheremo quanto prima.
Pertanto, saremo ancora attenti alle vicende di questo iter, ma siamo molto contenti di essere arrivati a questa conclusione. Se mi consente, rivolgo un grazie alle associazioni dei familiari che ci hanno aiutato in questo cammino, un grazie alle mamme che seguono questi figli in maniera spesso così dolorosa e un grazie al Parlamento per questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Munerato. Ne ha facoltà.
EMANUELA MUNERATO. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, a nome del gruppo che rappresento, la Lega Nord, intendo esprimere soddisfazione per il provvedimento che ci accingiamo ad approvare, perché siamo tra i proponenti dell'iniziativa legislativa e perché per noi l'oggetto della proposta di legge in esame, ovvero quello di riconoscere dei benefici ai fini previdenziali ai familiari di persone con handicap grave, è una battaglia storica che portiamo avanti da più legislature.
Ricordo che già nella scorsa legislatura la Commissione lavoro della Camera aveva discusso il testo, che però non ha avuto seguito legislativo. Dicevo, dunque, che è una battaglia storica e per questo motivo intendo innanzitutto ringraziare i colleghi di maggioranza e di opposizione per il lavoro comune e lo spirito di collaborazione con cui si è lavorato per elaborare un testo unificato, sul quale si è registrato un grande consenso da parte di diversi schieramenti politici. Un ringraziamento particolare va anche alla Commissione bilancio per l'indispensabile lavoro svolto. Del resto, non poteva che essere così, vista l'importanza e la rilevanza che il tema della disabilità riveste. Lungi da strumentalizzazioni e demagogie varie, lo spirito costruttivo ci ha permesso di licenziare un testo equilibrato, che va a rispondere alle esigenze di agevolare i familiari conviventi di disabili. Quel che ne è uscito fuori è un provvedimento largamente condiviso, che ha saputo soprattutto recepire le attese dei soggetti interessati e delle associazioni rappresentative, ovvero lavoratori e lavoratrici pubblici e privati che quotidianamente, con grandi sacrifici, cercano di conciliare la propria vita ordinaria e la propria attività lavorativa con l'impegno di assistenza e cura dei familiari in situazioni di disabilità grave.
Sono a tutti note le molteplici difficoltà che incontrano le famiglie in cui è presente un portatore di handicap grave, con invalidità pari al 100 per cento e pertanto bisognoso di assistenza continua, perché incapace di compiere i più elementari atti di vita quotidiana. Non sempre le strutture di servizio offerte dalla società in cui viviamo riescono a fronteggiare le concrete necessità di tali famiglie. Troppo spesso accade, in presenza di un figlio affetto da disabilità grave, che uno dei genitori si vedrà costretto ad abbandonare prematuramente il proprio lavoro per potersi dedicare al lavoro di cura e assistenza continua Pag. 64che l'handicap del figlio richiede, anche quindi con ricadute pesanti sulla vita familiare. Le statistiche ci dicono che in Italia ci sono circa 2 milioni 824 mila disabili, di cui 960 mila uomini e 1 milione 864 mila donne. Il numero dei disabili di sei anni o più che vive in famiglia è di circa 2 milioni 615 mila unità, pari al 4,85 per cento della popolazione, mentre le famiglie con almeno un disabile grave sono 1 milione 403 mila, pari al 6,6 per cento delle famiglie italiane, il che ci conferma che quando parliamo di disabilità non dobbiamo pensare al singolo individuo, bensì al nucleo familiare cui appartiene.
Per questo motivo, intendiamo consentire al lavoratore o alla lavoratrice, familiare di soggetti in condizioni di disabilità grave - intendo pertanto non solo il coniuge o il genitore, bensì anche il fratello, la sorella o il figlio -, una sorta di scivolo contributivo, di alleggerimento pensionistico. Ai dipendenti pubblici è riconosciuto l'esonero dal servizio per cinque anni che precedono la maturazione del diritto a pensione, con un trattamento economico pari al 70 per cento di quello complessivamente goduto. Per i dipendenti privati è prevista la facoltà di richiedere l'erogazione anticipata del trattamento pensionistico, purché abbiano versato almeno venti annualità di contributi previdenziali, a fronte di un periodo pari almeno a diciotto anni di assistenza continuativa di un familiare convivente disabile.
Tale diritto previdenziale è usufruibile dal lavoratore al compimento del sessantesimo anno di età e dalle lavoratrici al compimento del cinquantacinquesimo ed è riconosciuto a condizione che il familiare disabile non sia stato ricoverato, in modo continuativo, in un istituto specializzato a tempo pieno, nei diciotto anni utili al conteggio. Ovviamente suddetto diritto potrà essere goduto da un solo familiare convivente, per ciascuna persona disabile grave presente all'interno nel nucleo familiare.
Cari colleghi, non crediamo certo che questo provvedimento sia esaustivo del problema disabilità, ma siamo sicuri che esso rappresenti una risposta adeguata alle esigenze ed alle attese delle tante persone che da anni si dedicano al lavoro di cura e di assistenza di familiari disabili in condizioni di gravità. Colleghe e colleghi, dimostriamo che questo Parlamento - quando si tratta di problemi così importanti - sa lasciare da parte le polemiche e la partigianeria, per raccogliersi in un unico sentimento che si traduce in provvedimenti sentiti ed importanti come questo. È per questo che annuncio, a nome del mio gruppo, voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Schirru. Ne ha facoltà.
AMALIA SCHIRRU. Signor Presidente, non riprenderò tutti i concetti e le analisi fatte nell'ambito della discussione sulle linee generali. In quella sede, siamo già intervenuti, mettendo in evidenza non soltanto i punti di forza, ma anche le criticità di questo provvedimento, che abbiamo voluto con tutte le nostre forze.
Si tratta di un provvedimento che guarda al problema dell'assistenza dei lavoratori offerta ai propri familiari gravemente disabili, un provvedimento ormai frutto di un lavoro comune, grazie proprio alla disponibilità al confronto ed al dialogo tra tutte le forze politiche che erano presenti nelle Commissioni e che si sono poi espresse qui in Parlamento.
Abbiamo espresso anche qualche criticità, l'abbiamo manifestata anche qui, con un voto di astensione, tuttavia c'è la consapevolezza - c'è stata sempre - che il testo che voteremo rappresenti un primo passo in avanti. Sappiamo che non è tutto quello che avrebbero voluto e che hanno chiesto i soggetti interessati; anche noi auspicavamo di avere qualcosa di più, qualcosa di maggiormente rispondente a ciò che ci chiedono, da 15 anni, le famiglie con persone disabili.
È per questo che abbiamo presentato alcuni emendamenti, tentando di rispondere, nel miglior modo possibile e concretamente, Pag. 65alla realtà molto diversificata anche all'interno della sfera della disabilità. Tuttavia, come hanno ribadito i miei colleghi, non siamo riusciti a raggiungere quella volontà comune, che invece abbiamo manifestato in Commissione lavoro e soprattutto nel Comitato ristretto, che ha tentato di migliorare in particolar modo l'articolo 1 del testo unificato, quello che riguardava soprattutto i lavoratori del pubblico impiego. Le condizioni della Commissione bilancio non ci hanno permesso di ottenere tutto, di comprendere tutto, ma va riconosciuto che, fino all'ultimo momento, in poche ore, si è lavorato per trovare risorse alternative a quelle individuate dalla Commissione lavoro.
Abbiamo preso atto di questo impegno e penso che insieme ancora ci adopereremo perché in Senato questo testo possa essere migliorato, nel senso, soprattutto - ripeto - di estendere la platea dei beneficiari e quindi di offrire pari opportunità a tutti i lavoratori e le lavoratrici, che in famiglia hanno svolto per diciotto anni, svolgono e dovranno svolgere ancora - mi auguro - un doppio lavoro: quello di cura dei propri cari con gravi disabilità.
Di fronte ad un provvedimento di questa portata, che abbiamo - lo ripeto - voluto con tanta forza e determinazione, non era possibile stare su posizioni diverse. Anche per questo ringrazio l'onorevole Farina Coscioni, che ha ritirato i propri emendamenti, che erano importanti perché erano tesi a riconoscere la misura del prepensionamento di cinque anni prima ad un familiare qualsiasi, un familiare che poteva essere scelto dal disabile (in poche parole, che si rivolgeva a riconoscere la convivenza e comunque la realtà di chi ha per tanti anni, al di là dei rapporti di parentela, assistito il disabile). Noi abbiamo voluto dimostrare con responsabilità la disponibilità a costruire un provvedimento che è diventato davvero patrimonio oggi (e lo diventerà) di tutto il Parlamento, per dare risposte concrete alle famiglie e ai bisogni dei cittadini che in questo caso, appunto, sono i più deboli del nostro Paese. Per questo, signor Presidente, onorevoli colleghi, preannunzio il voto favorevole del gruppo Partito Democratico (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Unione di Centro).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vincenzo Antonio Fontana. Ne ha facoltà.
VINCENZO ANTONIO FONTANA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, come è noto il testo unificato delle proposte di legge afferenti alle norme in favore dei lavoratori che assistono familiari gravemente disabili prevede benefici di natura previdenziale in favore dei lavoratori che assistono familiari gravemente disabili sulla cui necessità, a leggere gli interventi sia nei resoconti delle Commissioni coinvolte, sia in quelli della Camera, tutti sono assolutamente concordi. Da tutti, altresì, viene riconosciuta l'urgenza e la non procrastinabilità di detto provvedimento, anche se poi, all'atto pratico, questi intenti sono finora caduti nel vuoto. Nel frattempo però i costi per le famiglie che assistono disabili gravi aumentano e gli istituti esistenti posti a tutela dei disabili e di chi li assiste, per la cronica insufficienza di fondi, sono sempre più effimeri.
L'iter di questo provvedimento (di questo testo, che oggi unifica più proposte di legge) è stato molto travagliato ed ha presentato non pochi problemi, soprattutto per quanto riguarda le difficoltà a reperire le relative risorse economiche; una gestazione molto lunga che si trascina, appunto, da parecchi anni e che finalmente oggi approda in Aula. L'impianto dell'ultima versione del testo unificato delle proposte di legge rappresenta il frutto di una intensa attività di approfondimento, e la sua predisposizione è stata resa possibile anche dall'importante e decisiva attività di interlocuzione svolta dal presidente della XI Commissione (l'onorevole Moffa) nei confronti dei soggetti istituzionalmente competenti, e comunque da tutta la stessa Commissione, dalla V Commissione (Bilancio), anch'essa fortemente impegnata per la soluzione del provvedimento stesso.
Quello che oggi trattiamo è un provvedimento fortemente atteso dai soggetti interessati, Pag. 66dalle associazioni rappresentative di tali soggetti e da un'intera fascia di lavoratori pubblici e privati che ha fatto enormi sacrifici nella propria vita per assicurare l'assistenza ai propri familiari colpiti da queste gravi patologie. A conforto del lavoro di sintesi che è stato prodotto, è utile ricordare che le Commissioni che si sono espresse in sede consultiva hanno tutte formulato un parere favorevole e, quando la Commissione affari sociali ha inserito un'osservazione, questa è stata prontamente recepita nel testo unificato all'esame dell'Aula.
Di diverso tenore sono state le condizioni formulate nel parere della Commissione bilancio, che aveva chiesto la soppressione degli articoli 2 e 4, con ciò determinando il rischio di vanificare uno dei principali obiettivi del provvedimento. Condizioni, poi, per fortuna superate con le nuove coperture individuate, appunto, dalla stessa Commissione. Ma in proposito è subito apparsa chiara l'esistenza di margini per risolvere le questioni poste proprio dalla Commissione bilancio e per adeguare la misura delle maggiori entrate previste e per determinare un eventuale prolungamento della vigenza degli interventi che vada oltre il triennio sperimentale. E a tal proposito, vorrei aggiungere che mi conforta molto - lo hanno già detto altri colleghi - l'approvazione degli ordini del giorno, importantissimi e fondamentali, soprattutto quello riguardante l'obbligatorietà dell'applicazione della norma, che non lasci spazi a discrezionalità e concernente anche il possibile allargamento ad una platea più vasta ed esattamente ai lavoratori del settore della pubblica istruzione e ai lavoratori dipendenti degli enti locali.
Questo ci conforta molto e sono convinto che il Governo si mobiliterà affinché questo provvedimento possa essere magari arricchito nel corso dell'esame al Senato. Non è detto, comunque, che lo sforzo economico che comporta tale provvedimento sia solo un ulteriore esborso di risorse; in questa direzione, infatti, non si può sottovalutare anche l'investimento sociale che rappresenta dal punto di vista dell'assistenza socio-sanitaria, assicurata dalle strutture pubbliche che potrebbero contare su una preziosa forma di collaborazione. Il traguardo che stiamo per raggiungere oggi si dirige verso una conquista di civiltà che può consentire ai lavoratori che assistono familiari gravemente disabili di dedicarsi ai congiunti con continuità, assicurando quel conforto umano che nessuna terapia è in grado di fornire e quel tipo di amorevole assistenza che non può trovare corrispettivo in alcuna dimensione monetaria.
Concludo ringraziando il presidente Moffa e l'intera Commissione per il lavoro svolto e per la virtuosa collaborazione che vi è stata durante tutto l'iter legislativo, iter che ha consentito di trovare oggi la luce per l'assoluta condivisione del provvedimento. Ringrazio, inoltre, i parlamentari ed il Governo per la sensibilità dimostrata nonostante le gravi difficoltà economico-finanziarie del momento e le enormi difficoltà riscontrate nella spasmodica ricerca delle relative coperture finanziarie. Questa collaborazione e disponibilità hanno consentito quest'oggi il raggiungimento di un grande risultato per un problema grave e serio che si trascinava già da troppo tempo e che coinvolge soggetti affetti da gravi patologie assieme ai loro congiunti, soprattutto se lavoratori.
Oggi, cari colleghi, con l'approvazione di questo provvedimento scriveremo una bella pagina di storia per l'attività di questo Parlamento e di questa legislatura. Certo, mettiamo le cose in chiaro: a questo risultato hanno partecipato e concorso tutti, ma la maggioranza è la maggioranza in tutti i casi e questo provvedimento è approvato dalla Camera, da questo Governo e da questa maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Antonio Pepe. Ne ha facoltà.
ANTONIO PEPE. Signor Presidente, saluto con particolare soddisfazione il fatto Pag. 67che l'Assemblea si avvii ad approvare, nonostante le difficoltà di bilancio, questo provvedimento. Tale provvedimento dimostra un'attenzione importante verso i familiari che assistono persone diversamente abili, che sostengono certamente con grosso sacrificio, ma con grosso amore, il peso di questa assistenza e che vivono quotidianamente grosse difficoltà organizzative ed economiche che incidono sulla qualità della vita non solo del familiare, ma dell'intera famiglia. La famiglia svolge nella nostra società una funzione sicuramente importante ma va aiutata, va sostenuta, va protetta; ma vanno aiutate, sostenute e protette soprattutto le famiglie che hanno al loro interno soggetti diversamente abili. Sono, questi, atti non solo di solidarietà, ma soprattutto dovuti.
Oggi si fa un primo passo in avanti in questa direzione, ma è necessario fare di più. Penso, ad esempio, che sarà necessario intervenire aumentando le detrazioni fiscali per queste famiglie che hanno al loro interno soggetti diversamente abili e che bisogna prevedere e intervenire con altri benefici, anche se diversi da quelli previsti da questo provvedimento, per quei lavoratori autonomi non iscritti alla gestione INPS, che bisogna offrire a queste famiglie ulteriori servizi e bisogna sostenere il volontariato che assiste queste famiglie; soprattutto penso anche che bisogna meglio organizzare e disciplinare quello che viene definito il «dopo di noi», cioè come organizzare anche economicamente la vita del disabile dopo la morte del familiare che lo assiste.
Ricordo che qualche anno fa, in sede di conversione di un decreto-legge del dicembre 2005, il Parlamento intervenne su questo tema, modificando il codice civile ed inserendo l'articolo 2645-ter sulla trascrizione degli atti di destinazione per la realizzazione di interessi meritevoli di tutela. Ma certamente bisogna intervenire ancora e in modo più puntuale anche su questo tema, ma soprattutto a sostegno dell'intera disabilità.
Certamente approvando questo provvedimento oggi il Parlamento segna una giornata importante e penso che per questo tutti quanti noi dobbiamo essere particolarmente soddisfatti (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Porcu. Ne ha facoltà.
CARMELO PORCU. Onorevoli colleghi, voi sapete quanto me che il concetto di fortuna e il concetto di disabilità non vanno, purtroppo, quasi mai d'accordo. Una delle poche volte nella quale questi due concetti si possono sposare è quando c'è una famiglia alle spalle del disabile. L'unica fortuna spesso e volentieri che può avere un disabile è avere una famiglia che con amore si occupi della sua vita (Applausi).
Ecco perché oggi, signor Presidente, riflettendo con le ragioni del cuore e con le ragioni dell'intelligenza in questo momento dico che il Parlamento italiano, venendo incontro, sia pure in maniera parziale e, purtroppo, non definitiva per la mancanza dei fondi, alle esigenze delle famiglie che adempiono questa grande opera di umanità e di socialità, assistendo al loro interno le persone disabili, il Parlamento italiano ha scritto una bella pagina di politica, di umanità e di morale.
Di tutto questo, cari colleghi, dobbiamo essere ampiamente e grandemente orgogliosi. Certamente la strada è lunga, ma deve passare il concetto che i disabili e le loro famiglie non sono un peso per la società: sono una grande, immensa risorsa morale. Grazie a voi, onorevoli colleghi (Applausi-Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lisi. Ne ha facoltà.
UGO LISI. Signor Presidente, non voglio tediare oltre i colleghi, ma vorrei anche esprimere la mia personale soddisfazione, essendo uno dei deputati che ha avanzato la proposta di legge atto Camera n. 322, insieme ai colleghi Barbieri, Duilio, Alessandri e Carlucci, proponendo tali norme in questa importantissima materia. Pag. 68Le parole di Carmelo Porcu lasciano il segno, un segnale, una traccia in quest'Aula. Ricordo - ne cito una - una delle tante associazioni nazionali, la SFIDA, il sindacato famiglie italiane diverse abilità, che ha chiesto a viva voce il provvedimento in esame. A queste famiglie e a questi ragazzi, uomini, donne, giovani e meno giovani, va il provvedimento in esame e il nostro lavoro ed impegno anche per il futuro.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
SILVANO MOFFA, Presidente della XI Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SILVANO MOFFA, Presidente della XI Commissione. Signor Presidente, credo che dopo le parole che abbiamo ascoltato, prima dell'onorevole Argentin e, da ultimo, dell'onorevole Carmelo Porcu, non vi sia null'altro da aggiungere. Credo di poter dire che siamo al termine di una giornata molto impegnativa, dove il Parlamento si è seriamente impegnato per trovare una soluzione ad un problema che è all'attenzione delle Camere da ben 15 anni e che per 22 mesi la Commissione lavoro ha trattato, nella sua interezza, con grande attenzione e con unanime sensibilità.
Al termine di questa giornata, che davvero segna un momento storico (si scrive una pagina che ha un impatto sociale enorme e che qualifica il Parlamento nazionale), voglio ringraziare i funzionari, sia della Commissione bilancio sia della Commissione lavoro, che si sono prodigati per trovare una soluzione a problemi complessi e non facili. Voglio ringraziare il relatore, l'onorevole Delfino, che ci ha messo cuore e passione. Voglio ringraziare la Commissione e voglio rivolgere un ringraziamento particolare - me lo consenta, signor Presidente - proprio al presidente della Commissione bilancio e a tutta la Commissione bilancio (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania), che non si è fermata e ha superato ogni difficoltà per consentire oggi di chiudere i nostri lavori con grande orgoglio, come diceva l'onorevole Carmelo Porcu (Applausi).
(Coordinamento formale - A.C. 82-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 82-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato delle proposte di legge nn. 82-322-331-380-527-691-870-916-1279-1377-1448-1504-1995-2273-A, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Vitali? Onorevole Di Virgilio? Onorevole Romano? Onorevole Madia?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi - Vedi votazionia
).
(Norme in favore dei lavoratori che assistono familiari gravemente disabili) (82- 322-331-380-527-691-870-916-1279-1377-1448-1504-1995-2273-A):
(Presenti 466
Votanti 465
Astenuti 1
Maggioranza 233
Hanno votato sì 465).
Approvazione in Commissione.
PRESIDENTE. Comunico che nella seduta di oggi, mercoledì 19 maggio 2010, la VII Commissione permanente (Cultura), ha approvato, in sede legislativa, la seguente proposta di legge:
Senatore Caforio ed altri: «Abrogazione dell'articolo 1-septies del decreto-legge 5 dicembre 2005, n. 250, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 febbraio 2006, n. 27, in materia di equipollenza di diploma di laurea in scienze motorie al diploma di laurea in fisioterapia» (Approvata dalla 7a Commissione permanente, Istruzione, del Senato della Repubblica), con modificazioni e con il seguente nuovo titolo: «Abrogazione dell'articolo 1-septies del decreto-legge 5 dicembre 2005, n. 250, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 febbraio 2006, n. 27, in materia di equipollenza di diploma di laurea in scienze motorie al diploma di laurea in fisioterapia e disposizioni relative al conseguimento della laurea in fisioterapia da parte di studenti laureati in scienze motorie» (2131), con l'assorbimento delle seguenti proposte di legge: Siliquini ed altri: «Abrogazione dell'equipollenza del diploma di laurea in scienze motorie al diploma di laurea in fisioterapia» (1192); Evangelisti ed altri: «Abrogazione dell'articolo 1-septies del decreto-legge 5 dicembre 2005, n. 250, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 febbraio 2006, n. 27, in materia di equipollenza del diploma di laurea in scienze motorie al diploma di laurea in fisioterapia» (2317), che pertanto saranno cancellate dall'ordine del giorno.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
Giovedì 20 maggio 2010, alle 9,30:
Svolgimento di interpellanze urgenti.
La seduta termina alle 19.
VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nom. | Ddl 3446 - articolo 1 | 487 | 487 | 244 | 487 | 64 | Appr. | ||
2 | Nom. | articolo 2 | 494 | 494 | 248 | 494 | 63 | Appr. | ||
3 | Nom. | articolo 3 | 499 | 499 | 250 | 499 | 62 | Appr. | ||
4 | Nom. | articolo 4 | 500 | 500 | 251 | 500 | 62 | Appr. | ||
5 | Nom. | Ddl 3446 - voto finale | 499 | 499 | 250 | 499 | 61 | Appr. | ||
6 | Nom. | TU pdl 82-A e ab - subem. 0.1.10.1 | 501 | 288 | 213 | 145 | 288 | 62 | Appr. | |
7 | Nom. | em. 1.10 | 502 | 499 | 3 | 250 | 499 | 62 | Appr. | |
8 | Nom. | articolo 1 | 502 | 297 | 205 | 149 | 297 | 62 | Appr. | |
9 | Nom. | em. 2.21 | 502 | 501 | 1 | 251 | 501 | 62 | Appr. | |
10 | Nom. | articolo 2 | 501 | 500 | 1 | 251 | 500 | 62 | Appr. | |
11 | Nom. | em. 3.10 | 501 | 501 | 251 | 501 | 62 | Appr. | ||
12 | Nom. | em. 3.11 | 499 | 498 | 1 | 250 | 498 | 61 | Appr. | |
13 | Nom. | articolo 3 | 485 | 484 | 1 | 243 | 484 | 61 | Appr. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 17) | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nom. | em. 4.21 | 500 | 499 | 1 | 250 | 499 | 60 | Appr. | |
15 | Nom. | articolo 4 | 502 | 501 | 1 | 251 | 501 | 60 | Appr. | |
16 | Nom. | odg 9/TU pdl 82-A e ab/11 | 493 | 493 | 247 | 249 | 244 | 60 | Appr. | |
17 | Nom. | TU pdl 82-A e ab - voto finale | 466 | 465 | 1 | 233 | 465 | 59 | Appr. |