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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di giovedì 8 luglio 2010

TESTO AGGIORNATO AL 13 LUGLIO 2010

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta dell'8 luglio 2010.

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Bongiorno, Bossi, Brambilla, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Buttiglione, Caparini, Carfagna, Casero, Castagnetti, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cosentino, Cossiga, Crimi, Crosetto, D'Alema, D'Amico, Dal Lago, De Biasi, Donadi, Fitto, Franceschini, Frattini, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, Jannone, La Russa, Leone, Lo Monte, Lombardo, Lupi, Mantini, Mantovano, Maroni, Martini, Mazzocchi, Mecacci, Melchiorre, Meloni, Menia, Miccichè, Migliavacca, Migliori, Milanato, Mussolini, Nucara, Leoluca Orlando, Picchi, Prestigiacomo, Ravetto, Reguzzoni, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Saglia, Sardelli, Stefani, Stucchi, Tabacci, Tremonti, Urso, Vegas, Vitali, Vito.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta)

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Bongiorno, Bossi, Brambilla, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Caparini, Carfagna, Casero, Castagnetti, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cosentino, Cossiga, Crimi, Crosetto, D'Alema, D'Amico, Dal Lago, De Biasi, Donadi, Fallica, Fitto, Franceschini, Frattini, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, Jannone, La Russa, Leone, Lo Monte, Lombardo, Lupi, Lusetti, Mantini, Mantovano, Maroni, Martini, Mecacci, Melchiorre, Meloni, Menia, Miccichè, Migliavacca, Migliori, Milanato, Mussolini, Nucara, Leoluca Orlando, Pescante, Picchi, Prestigiacomo, Ravetto, Reguzzoni, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Saglia, Sardelli, Stefani, Stucchi, Tabacci, Tremonti, Urso, Vegas, Vitali, Vito.

Annunzio di proposte di legge.

In data 7 luglio 2010 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
GIOACCHINO ALFANO: «Disposizioni per la sospensione della decorrenza di termini relativi ad adempimenti a carico del libero professionista in caso di malattia o di infortunio»" (3611);
NASTRI: «Disposizioni per la disciplina dei centri benessere» (3612);
MIGLIOLI: «Norme sulla libertà religiosa e abrogazione della legislazione sui culti ammessi» (3613).

Saranno stampate e distribuite.

Adesione di un deputato a proposte di legge.

Le seguenti proposte di legge sono state successivamente sottoscritte dal deputato Farina Coscioni:
LUCÀ ed altri: «Norme in materia di impiego degli anziani in attività lavorative socialmente utili» (708);
SERVODIO ed altri: «Istituzione di un servizio di assistenza sanitaria sui treni viaggiatori a lunga percorrenza» (1254);
ARGENTIN ed altri: «Inserimento dello studio della tecnica e della tecnologia atte al superamento delle barriere architettoniche negli edifici pubblici e privati nei programmi didattici delle scuole secondarie di secondo grado e nell'ambito degli insegnamenti impartiti presso le università» (1894);
LANZILLOTTA ed altri: «Norme per rendere trasparenti i costi delle prestazioni delle amministrazioni pubbliche e dei servizi pubblici» (2015);
LIVIA TURCO ed altri: «Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone affette da disabilità grave prive del sostegno familiare» (2024);
SALTAMARTINI ed altri: «Norme per il riconoscimento della guarigione e per la piena cittadinanza e l'integrazione sociale delle persone affette da epilessia» (2060);
FRASSINETTI ed altri: «Norme per l'installazione di purificatori d'aria nelle scuole e negli edifici pubblici» (2453);
MOTTA ed altri: «Disposizioni per lo sviluppo della mobilità ciclistica» (2759);
LIVIA TURCO: «Norme per la promozione della partecipazione dei giovani immigrati al servizio civile nazionale» (3047);
SBROLLINI ed altri: «Disposizioni per garantire la tutela dei minori nell'ambito della comunicazione radiotelevisiva e degli altri mezzi di comunicazione» (3062);
COSENZA ed altri: «Modifica all'articolo 184 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e altre disposizioni contro l'inquinamento ambientale e i danni alla salute derivanti dalla dispersione dei mozziconi dei prodotti da fumo nel suolo e nelle acque» (3344);
MORASSUT ed altri: «Princìpi generali in materia di governo del territorio nonché di perequazione, compensazione e incentivazioni urbanistiche» (3543).

Ritiro di una proposta di legge.

Il deputato Argentin ha comunicato, anche a nome degli altri firmatari, di ritirare la seguente proposta di legge:
ARGENTIN ed altri: «Inserimento dello studio della tecnica e della tecnologia atte al superamento delle barriere architettoniche negli edifici pubblici e privati nei programmi didattici delle scuole secondarie di secondo grado e nell'ambito degli insegnamenti impartiti presso le università» (1894).

La proposta di legge sarà pertanto cancellata dall'ordine del giorno.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

I Commissione (Affari costituzionali):
VACCARO: «Disposizioni in materia di cause ostative alla candidatura nelle elezioni politiche, regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali e di incompatibilità con altre cariche di interesse pubblico» (3437) Parere delle Commissioni II e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
MIGLIOLI: «Norme in materia di protezione umanitaria e di diritto di asilo» (3546) Parere delle Commissioni II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), III, IV, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, VIII, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale), XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

II Commissione (Giustizia):
HOLZMANN: «Delega al Governo per la disciplina della professione intellettuale di ufficiale giudiziario e l'istituzione dell'albo unico nazionale degli esercenti la professione di ufficiale giudiziario» (3530) Parere delle Commissioni I, V, VI, VII, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale) e XIV.

VI Commissione (Finanze):
PAGANO: «Istituzione di un sistema di prevenzione delle frodi nel settore assicurativo» (3544) Parere delle Commissioni I, II, V e XI.

X Commissione (Attività produttive):
MIGLIOLI: «Istituzione del marchio etico per il riconoscimento delle imprese socialmente responsabili» (3565) Parere delle Commissioni I, II, III, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), XI, XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Trasmissione dalla Corte dei conti.

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 7 luglio 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Istituto di previdenza per il settore marittimo (IPSEMA), per gli esercizi dal 2006 al 2008. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 212).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla XI Commissione (Lavoro).

Trasmissione dal ministro della difesa.

Il ministro della difesa, con lettera del 25 giugno 2010, ha trasmesso una nota relativa all'attuazione data all'ordine del giorno Maurizio TURCO ed altri n. 9/3016/11, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 17 dicembre 2009, concernente l'impegno a riferire in Parlamento sull'attuale situazione dei mezzi e delle dotazioni di sicurezza utilizzati nelle missioni internazionali, nonché la costituzione di una commissione ministeriale di indagine sulle cause della morte o del ferimento di militari italiani impegnati in Afghanistan.

La suddetta nota è a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare ed è trasmessa alla IV Commissione (Difesa) competente per materia.

Trasmissione dal ministro dell'interno.

Il ministro dell'interno, con lettera del 28 giugno 2010, ha trasmesso una nota relativa all'attuazione data, per la parte di propria competenza, all'ordine del giorno TASSONE n. 9/2320-A/28, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 20 maggio 2009, concernente le politiche europee di sicurezza e di emergenza immigratoria.

La suddetta nota è a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare ed è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) competente per materia.

Trasmissione dal ministro per le pari opportunità.

Il ministro per le pari opportunità, con lettera del 2 luglio 2010, ha trasmesso una nota relativa all'attuazione data, per la parte di propria competenza, all'ordine del giorno MURA ed altri n. 9/3350-A/28, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 5 maggio 2010, concernente iniziative a sostegno dell'imprenditoria femminile.

La suddetta nota è a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare ed è trasmessa alla X Commissione (Attività produttive) competente per materia.

Trasmissione dal ministro degli affari esteri.

Il ministro degli affari esteri, con lettera del 5 luglio 2010, ha trasmesso una nota relativa all'attuazione data alla risoluzione PIANETTA n. 7/00141, accolta dal Governo ed approvata dalla III Commissione (Affari esteri) nella seduta del 29 aprile 2009, concernente l'azione internazionale dell'Italia per la tutela e la promozione dei diritti umani.

La suddetta nota è a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare ed è trasmessa alla III Commissione (Affari esteri) competente per materia.

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

La Commissione europea, in data 7 luglio 2010, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Verso una politica globale europea degli investimenti internazionali (COM(2010)343 definitivo), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite III (Affari esteri) e X (Attività produttive);
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce disposizioni transitorie per gli accordi bilaterali conclusi da Stati membri e paesi terzi in materia di investimenti (COM(2010)344 definitivo), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite III (Affari esteri) e X (Attività produttive);
Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 97/68/CE per quanto riguarda le disposizioni per i motori immessi sul mercato in regime di flessibilità (COM(2010)362 definitivo) e relativo documento di accompagnamento - Documento di lavoro dei servizi della Commissione - Sintesi della valutazione d'impatto (SEC(2010)828 definitivo), che sono assegnati in sede primaria alla IX Commissione (Trasporti). La predetta proposta di direttiva è altresì assegnata alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dall'8 luglio 2010;
Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sull'applicazione da parte degli Stati membri della direttiva 95/50/CE del Consiglio sull'adozione di procedure uniformi in materia di controllo dei trasporti su strada di merci pericolose (COM(2010)364 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla IX Commissione (Trasporti).

Trasmissione dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato.

Il presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, con lettera in data 7 luglio 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 21 della legge 10 ottobre 1990, n. 287, una segnalazione in merito al regolamento recante nuove norme per la concessione alle emittenti televisive locali dei benefici previsti dall'articolo 45, comma 3, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, e successive modifiche e integrazioni, di cui al decreto ministeriale 5 novembre 2004, n. 292.

Questa documentazione è trasmessa alla VII Commissione (Cultura) e alla IX Commissione (Trasporti).

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Chiarimenti in merito a finanziamenti da parte del Governo italiano relativi ad un progetto di realizzazione di un impianto idroelettrico in Etiopia - 2-00786

A)

I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri degli affari esteri e dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
in Etiopia, sul bacino del fiume Omo, circa 250 chilometri sud-ovest di Addis Abeba, è attualmente in fase di costruzione la diga Gibe III, dotata di impianto idroelettrico, il cui costo complessivo, previsto per la realizzazione, è di 1.470 milioni di euro;
dal sito ufficiale del Gibe III hydroelectric project risulta che il Governo etiope ha avanzato formalmente al Governo italiano una richiesta di finanziamento per il progetto Gibe III e che lo stesso Governo italiano ha previsto di stanziare circa 250 milioni di euro a copertura parziale dei costi del progetto, i cui lavori sono iniziati già nel 2006 e la cui percentuale di realizzazione risulta essere già al 30 per cento del progetto complessivo;
l'impianto Gibe III segue a breve distanza di tempo il completamento di un'altra centrale idroelettrica, chiamata Gibe II, la cui inaugurazione è avvenuta il 13 gennaio 2010 alla presenza del Ministro degli affari esteri, trattandosi di un progetto realizzato anch'esso con un ingente contributo italiano, pari a circa 220 milioni di euro;
il Ministero degli affari esteri, infatti, aveva proceduto allo stanziamento di un credito di aiuto pari a circa 220 milioni di euro, nonostante un parere contrario del dipartimento del tesoro-direzione rapporti finanziari internazionali, che contestava, tra le altre cose, l'eccessiva grandezza dell'ammontare del credito in rapporto alla consistenza del fondo rotativo, tale da far scendere la disponibilità di impegno del fondo a soli 375 milioni di euro e, conseguentemente, rischiando la mancanza di copertura economica per progetti già assunti in precedenza; si è trattato, infatti, del più grande credito d'aiuto mai erogato dal nostro Paese, una somma pari quasi ai due terzi dello stanziamento complessivo previsto dalla legge finanziaria per il 2010 per interventi di cooperazione in tutte le aree del mondo;
il dipartimento del tesoro aveva, altresì, rilevato l'inopportunità di rilasciare un credito di aiuto all'Etiopia - in assoluto il Paese più povero del mondo - determinandosi così una violazione sostanziale della delibera n. 139 del 29 luglio 2003, che - conformemente agli orientamenti e alle deliberazioni assunte dal G7 e dal G8 sull'assistenza finanziaria ai Paesi hipc (ossia high indebitated poor countries) - non prevede nei confronti di Paesi così classificati (tra i quali l'Etiopia) alcuna forma di concessione di crediti di aiuto; il parere esprimeva viva preoccupazione per il fatto che si andava ad approvare un nuovo credito nei confronti dell'Etiopia, nel momento in cui si stava finalizzando in sede internazionale l'accordo di cancellazione del debito bilaterale, di 360 milioni di euro, tra Italia ed Etiopia;
anche il nucleo di valutazione tecnica della direzione generale della cooperazione allo sviluppo aveva presentato un parere in merito al contributo italiano, nel quale si rilevava da un lato l'anomalia dell'affidamento del contratto di realizzazione delle opere alla Salini costruttori s.p.a. attraverso una trattativa diretta, una procedura che non trovava riscontro né nelle procedure vigenti interne alla direzione generale della cooperazione allo sviluppo, né nella normativa italiana, né nelle procedure applicate in materia dalle organizzazioni internazionali e dall'Unione europea; dall'altro si lamentava l'assenza di uno studio di fattibilità preventivo alla stipula del contratto tra l'Etiopia e la Salini costruttori s.p.a., l'insufficienza dello studio di impatto ambientale, l'inadeguatezza delle garanzie sulle modalità di adempimento del monitoraggio da parte di esperti della direzione generale della cooperazione allo sviluppo, nonché l'inopportunità di concedere un credito di aiuto ad un Paese con il quale era già in corso una trattativa per la cancellazione di 360 milioni di euro di debiti;
il 25 gennaio 2010, a soli 12 giorni dall'inaugurazione in presenza del Ministro degli affari esteri, del Premier etiope Zenawi e di gran parte del Governo etiope, il funzionamento della centrale elettrica dell'opera Gibe II si è interrotto a causa dell'avvenuto crollo del tunnel - lungo 26 chilometri ed infrastruttura principale della centrale idroelettrica -, come testimoniato anche da un servizio del Tg3 del 3 febbraio 2010 e da allora l'impianto non è più stato riavviato; tale tunnel era stato costruito dall'azienda italiana Salini costruttori s.p.a., che aveva ricevuto tramite trattativa diretta col Governo Etiope (e quindi in assenza di una gara ad evidenza pubblica) l'appalto per la realizzazione di gran parte dell'opera;
nonostante i Ministri interpellati non abbiano ancora fornito risposta ad un'interrogazione alla Camera dei deputati dall'8 febbraio 2010, a prima firma Realacci, sul Gibe II - che chiedeva tra le altre cose se i Ministri interrogati intendessero verificare il corretto utilizzo delle risorse erogate al Governo etiope e alla Salini costruttori s.p.a. per il progetto Gibe II - il Governo italiano sarebbe in procinto di stanziare ulteriori 250 milioni di euro per il progetto Gibe III, per il quale permangono molte delle obiezioni avanzate già in occasione del finanziamento del Gibe II nei rispettivi pareri del Ministero dell'economia e delle finanze e del nucleo tecnico di valutazione della direzione generale della cooperazione allo sviluppo;
appare preoccupante che dopo i ripetuti tagli degli ultimi anni che hanno posto il settore della cooperazione allo sviluppo in una condizione di criticità acuta, venga stanziato un nuovo credito di aiuto di 250 milioni di euro a favore di un Paese classificato come hipc, non in grado di fornire adeguate garanzie sulla solvibilità del debito, in assenza di un rigoroso piano di fattibilità e di un'adeguata valutazione d'impatto ambientale - tale da escludere che l'invaso possa mettere a rischio la sicurezza e la sopravvivenza dei villaggi e delle popolazioni della bassa valle del fiume Omo - nonché in violazione delle norme italiane e comunitarie in materia di appalti pubblici, che impongono, anche per iniziative di cooperazione, l'espletamento di una procedura di selezione ad evidenza pubblica, e nella mancanza di un'adeguata procedura di controllo sulla gestione dei fondi da parte della direzione generale della cooperazione allo sviluppo;
tale vicenda sembra acquisire un rilievo diplomatico ancor più ampio e delicato proprio in questi giorni, alla luce del recente fallimento dei negoziati in atto da dieci anni tra i nove Paesi aderenti all'Nbi (l'agenzia che coordina lo sfruttamento delle acque del bacino del Nilo), che ha riacceso forti tensioni diplomatiche tra Egitto e Sudan da una parte ed Etiopia, Uganda, Tanzania, Ruanda e Kenya dall'altra, proprio sulla gestione delle acque del Nilo -:
se quanto riportato sul sito ufficiale del Gibe III hydroelectric project, in merito all'imminente stanziamento di ulteriori 250 milioni di euro da parte del Governo italiano per la costruzione della diga, corrisponda al vero e, in caso affermativo, se sia stato adeguatamente valutato il rischio che tale credito di aiuto, che andrebbe a finanziare un'opera la cui costruzione è già stata affidata tramite trattativa diretta alla Salini Costruttori s.p.a., possa tradursi in un ulteriore spreco di risorse pubbliche, anche alla luce dell'esperienza del Gibe II;
se tale procedura, oltre che inopportuna rispetto alle indicazioni dell'ultimo rapporto Ocse-Dac, che chiedeva la riduzione del cosiddetto «aiuto legato», sia conforme alle norme nazionali e comunitarie in materia di appalti pubblici e alle deliberazioni assunte in ambito internazionale sull'assistenza finanziaria ai Paesi in via di sviluppo, volte a vietare la concessione di crediti di aiuto ai Paesi hipc.
(2-00786)
«Mogherini Rebesani, Ginefra, Marchi, Marchignoli, Narducci, Pes, Levi, De Micheli, Gozi, Concia, Brandolini, Laganà Fortugno, Morassut, Coscia, Capano, Bachelet, Realacci, Velo, Sereni, Pistelli, Martella, Marchioni, Andrea Orlando, Rigoni, Garavini, Santagata, Meta, Laratta, Berretta, Bressa, Rossomando, Fluvi, Cavallaro, Bellanova».

Problematiche in ordine alla realizzazione della diga di Gimigliano sul fiume Melito in Calabria - 2-00763

B)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
la programmazione della diga di Gimigliano sul fiume Melito risale al 1978, anno in cui l'opera è stata inclusa in un programma di opere destinate ad essere finanziate dalla Cassa per il Mezzogiorno;
nel lontano 1982 la Cassa per il Mezzogiorno approvava il progetto di costruzione della diga;
nel 1983 l'esecuzione dei lavori veniva affidata in concessione al Consorzio di bonifica Alli Punta di Copanello, confluito nel Consorzio di bonifica Ionio Catanzarese, oggi associato all'Urbi Calabria;
si tratta di un'opera imponente, la più grande in cantiere nel Sud, destinata a incidere molto sul territorio della provincia di Catanzaro e dell'intera Calabria, per l'entità dell'investimento - 260 milioni di euro circa, totalmente finanziati - e per la rilevanza dell'infrastruttura, destinata all'approvvigionamento idrico di decine di comuni e di centinaia di aziende ed imprese;
nonostante la rilevanza dell'opera e la forte attesa da parte del territorio, la diga, con il trascorrere degli anni, è apparsa destinata a non essere completata, tant'è che più volte anche sui giornali nazionali si è denunciato lo scandalo per l'ennesima incompiuta (si confronti Il Sole 24 ore del 6 novembre 2008 - Calabria, lo scandalo della diga incompiuta da 33 anni, di Roberto Galullo);
da ultimo, nel 2008, dopo anni di battaglie, false partenze, ricorsi, arbitrati e trattative, sembrava si fosse vicini ad una svolta, tant'è che è stata indicata la data del 2015 per l'inaugurazione della diga, ma i lavori sono rimasti bloccati, in attesa dell'approvazione di una «perizia esecutiva del progetto delle opere di completamento dell'infrastruttura»;
con nota datata 3 giugno 2010, indirizzata anche ai parlamentari della Calabria, il presidente del Consorzio di bonifica Ionio Catanzarese, Grazioso Manno (che è anche presidente dell'Urbi Calabria), denunciava che aveva scritto al Ministro interpellato e al direttore generale per le dighe, ingegnere Claudio Rinaldi, in data 19 giugno 2008 e in data 17 novembre 2008, senza ottenere alcuna risposta; che aveva anche inviato al Ministro interpellato, in data 21 novembre 2008, una nota riservata, ma anche questa era rimasta senza riscontro;
nella stessa nota il presidente Manno evidenziava ancora che il Consorzio attendeva dal 9 aprile 2009 notizie sulla perizia esecutiva relativa ai «lavori di sbarramento di Gimigliano sul fiume Melito e variante alla SS 109 della Sila Piccola tra il Km. 57,400 ed il Km. 64,100»;
non può sorprendere il fatto che il presidente del Consorzio si lamenti pubblicamente del mancato riscontro delle sue note, considerato che ha atteso lungamente una risposta (559 giorni dalla nota riservata indirizzata al Ministro interpellato, secondo la lettera-denuncia già richiamata) su procedure riguardanti opere la cui esecuzione è affidata proprio al Consorzio di bonifica;
né sorprende che il suo allarme sia stato accresciuto dal fatto che alcuni dei dirigenti ministeriali competenti (in particolare, l'ingegnere Claudio Rinaldi) risultino coinvolti in vicende giudiziarie di grande attualità («i numerosi scandali che stanno venendo fuori (...) non fanno che confermare quanto ho già dichiarato sulla stampa (...) e poi alla procura della Repubblica di Catanzaro con una circostanziata denuncia: intorno alla diga sul fiume Melito - scrive il Presidente Manno - vedo affari, manovre e soldi, nonché gruppi di interesse affaristici a cui nulla importa dello sviluppo della Calabria»);
questa volta il Ministro interpellato si è preoccupato di dare immediato riscontro alla nota del presidente del Consorzio ed ha comunicato che «il progetto della diga sul Melito, in Calabria, sarà sottoposto entro il corrente mese di giugno al parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici», escludendo omissioni «da parte del Ministero e della direzione generale competente, che si è mossa e si muoverà con la doverosa cautela che l'intervento richiede ed ovviamente nel rispetto delle normative vigenti»;
il Ministro interpellato aggiunge nella nota divulgata dalla stampa calabrese che «i toni della protesta di Manno sono (...) fuori luogo e dimostrano una parziale se non del tutto incompleta conoscenza dell'attività fin qui svolta dagli uffici che sono delegati ad occuparsi delle dighe»;
sennonché il presidente del Consorzio lamenta proprio il mancato riscontro alle sue reiterate richieste di informazione. Né sembra che l'indicazione di una data per l'approvazione della perizia da parte del Consiglio superiore dei lavori pubblici sia sufficiente a chiarire l'entità del ritardo e a tranquillizzare sulla correttezza della procedura, considerato che per l'opera sono state impegnate e spese somme rilevanti (secondo fonti giornalistiche, circa 52,4 milioni di euro circa), mentre si avvicina la data prevista per l'ultimazione dell'infrastruttura e i lavori, di non facile esecuzione, sono bloccati -:
se non ritengano necessario attivare una verifica puntuale sulle procedure in corso relative alla realizzazione della diga sul Melito, finanziata per circa 260 milioni di euro, i cui lavori sono da tempo bloccati;
se, considerate le preoccupazioni espresse dal presidente del Consorzio di bonifica Ionio Catanzarese, non ritenga necessario, in particolare, verificare che non ci si siano state irregolarità nella trattazione della procedura relativa alla diga sul Melito.
(2-00763)
«Lo Moro, Gnecchi, Giorgio Merlo, Miotto, Miglioli, Rubinato, Argentin, Verini, Pedoto, Ferranti, Baretta, Calvisi, Tidei, Mariani, Viola, Minniti, Ginoble, D'Antoni, Farinone, Morassut, Fogliardi, Ferrari, La Forgia, Iannuzzi, Sereni, Carella, Fiano, Pompili, Gasbarra, Fedi, Bucchino, De Pasquale, Bocci, Martella, Maurizio Turco, Mecacci, Bernardini».

Iniziative per la cura e la prevenzione della sensibilità chimica multipla - 2-00782

C)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere - premesso che:
la sensibilità chimica multipla (msc) è una patologia che si sviluppa in seguito ad un'esposizione acuta o cronica a sostanze tossiche (profumi, prodotti per l'igiene personale, detersivi, deodoranti ambientali, ammorbidenti, insetticidi, erbicidi, solventi, smog e fumi industriali, sgasamento delle materie plastiche, farmaci e altro), che producono una sensibilizzazione a più sostanze chimiche;
all'inizio i sintomi, quali rinite, asma, dermatite, mal di testa, irregolarità cardiocircolatoria, disturbi digestivi, stanchezza cronica, dolori articolari e muscolari, disturbi uditivi e della vista, compaiono a seguito dell'esposizione e scompaiono evitando la stessa. Con il progredire della malattia i sintomi si cronicizzano con uno stato infiammatorio generale, che produce un danno organico irreversibile (ictus, infarto, cancro, patologie autoimmunitarie, sclerosi multipla, artrite reumatoide, Parkinson e altro);
l'ipotesi più accreditata della causa della sensibilità chimica multipla è una ridotta capacità di metabolizzazione delle sostanze xenobiotiche, a causa di una carenza genetica o della rottura dei meccanismi enzimatici di metabolizzazione a seguito dell'esposizione tossica;
tra la fine del 2004 e l'inizio del 2005 tre regioni hanno riconosciuto la sensibilità chimica multipla come patologia rara: Toscana, Emilia-Romagna, Abruzzo. Nel 2006 anche la regione Lazio ha compiuto questo riconoscimento, rinnovandolo nell'articolo 50 della legge finanziaria per il 2007;
negli ultimi anni diversi malati con sensibilità chimica multipla di grave entità hanno ottenuto l'invalidità al 100 per cento, il riconoscimento ai fini della legge n. 104 del 1992, in un caso anche l'accompagno. Molti altri hanno ottenuto dall'azienda sanitaria locale il rimborso delle cure all'estero per patologia residuale o la fornitura di ausili terapeutici, come purificatori dell'aria, mascherine ai carboni, umidificatori dell'ossigeno in vetro dell'Aehf. In altri casi, purtroppo, molti malati stentano a ottenere qualsiasi assistenza medica oppure si rivolgono a più specialisti, incorrendo in tentativi diagnostici e terapeutici spesso inutili, se non dannosi, e in ogni caso con un pesante aggravio economico;
le difficoltà di accesso dei malati italiani ai servizi sanitari pubblici e privati, a causa della mancanza di unità ambientali controllate (prive di sostanze tossiche), rendono ulteriormente difficile la valutazione del fenomeno -:
se sia a conoscenza dell'incidenza della suddetta malattia nel nostro Paese;
se non ritenga necessario, ai fini della diagnosi precoce e della prevenzione della sensibilità chimica multipla, promuovere la definizione di indirizzi, in collaborazione con le regioni, affinché, attraverso i piani sanitari, sia definito un programma articolato che permetta di assicurare la formazione e l'aggiornamento professionali del personale medico, al fine di facilitare l'individuazione dei soggetti affetti da sensibilità chimica multipla nonché dei soggetti, non sintomatici, appartenenti a categorie a rischio di contrarre la suddetta malattia, e sia adottato presso le unità di pronto soccorso un protocollo di ospedalizzazione per la sensibilità chimica multipla da attuare nei casi di necessità ed urgenza.
(2-00782)
«Mattesini, Mario Pepe (PD), Murer, Gatti, Codurelli, Miotto, Porta, Nannicini, Scarpetti, Schirru, Siragusa, Motta, Pizzetti, Baretta, Naccarato, Mastromauro, Gnecchi, Bucchino, Fedi, Pompili, La Forgia, Arturo Mario Luigi Parisi, Viola, Miglioli, Boccuzzi, Recchia, Iannuzzi, Colombo, Zampa, Argentin, Giorgio Merlo».

Espressione del concerto da parte del Ministro dell'economia e delle finanze in relazione al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, recante i nuovi livelli essenziali di assistenza - 2-00777

D)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
dal momento dell'insediamento ormai due anni fa il Governo e, in particolare, il Ministro della salute sono sollecitati dall'opposizione, dalle associazioni dei malati, dagli operatori del settore a definire ed approvare i nuovi livelli essenziali di assistenza, che devono garantire in modo omogeneo sul territorio cure adeguate, assistenza domiciliare e residenziale, la definizione degli ausili e il nuovo nomenclatore a malati e disabili;
in data 23 ottobre 2009 è stato firmato il nuovo patto della salute tra Governo e regioni e, quindi, non ci dovrebbero essere ulteriori ostacoli all'emanazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri;
particolare rilievo ed urgenza hanno assunto le richieste pervenute dai malati affetti da gravi patologie invalidanti, le cui difficili condizioni di salute non permettono ulteriori dilazioni;
in data 20 giugno 2010 la prima firmataria del presente atto di indirizzo ha iniziato uno sciopero della fame di dialogo, in continuità con l'iniziativa del 7 novembre 2009 - ossia sette mesi fa - quando alcuni malati di sclerosi laterale amiotrofica, i signori Salvatore Usala, Giorgio Pinna, Mauro Serra e Claudio Sabelli, hanno deciso di intraprendere uno sciopero della fame e così di denunciare di essere costretti a vivere una situazione al limite della disperazione, senza aiuti economici adeguati e l'assistenza di cui hanno pur diritto. Iniziativa di cui hanno dato conto con lettera inviata allo stesso Ministro interpellato;
nella risposta ad un'interrogazione a risposta immediata in Assemblea presso la Camera dei deputati, nella seduta del 23 giugno 2010, il Ministro della salute ha dichiarato che quanto di competenza del suo Ministero, ed in particolare l'accordo con le regioni, è stato completato nel febbraio 2010 e che la bozza di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di revisione dei livelli essenziali di assistenza contiene numerose innovative disposizioni che potrebbero significativamente migliorare le condizioni di vita di molti pazienti, in particolare gli attesi adeguamenti nel settore delle protesi e degli ausili, compresi quelli necessari per la comunicazione interpersonale;
nel frattempo il Governo ha presentato un'impegnativa manovra economica che prevede rilevanti tagli alle regioni che non potranno non incidere sulla sanità e sulla salute dei cittadini -:
se risponda al vero che il Ministro interpellato stia valutando la congruità della spesa connessa alla revisione dei livelli essenziali di assistenza e, in caso affermativo, cosa ostacoli l'espressione del concerto da parte dello stesso Ministro interpellato in relazione al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, recante i nuovi livelli essenziali di assistenza.
(2-00777)
«Farina Coscioni, Duilio, Melis, Touadi, Tullo, Beltrandi, Maurizio Turco, Bernardini, Mecacci, Sbrollini, Cesare Marini, Schirru, Fadda, Nannicini, Burtone, D'Incecco, Lenzi, Ferrari, Livia Turco, Villecco Calipari, Tidei, Pedoto, Verini, Fioroni, Lucà, Bordo, Genovese, Giacomelli, Binetti, Bossa, Sarubbi, D'Antona, De Angelis, Zamparutti».

Elementi e iniziative di competenza in relazione all'omicidio del giornalista Walter Tobagi - 2-00781

E)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e i Ministri dell'interno, della giustizia e della difesa, per sapere - premesso che:
l'omicidio di Walter Tobagi, giornalista de Il Corriere della Sera, avvenuto il 28 maggio 1980 a Milano, rappresentò una ferita gravissima per la personalità della vittima, studioso del movimento sindacale, protagonista nella battaglia per il rinnovamento della federazione della stampa, riformista vicino alle posizioni dell'allora Partito socialista;
nonostante l'arresto e la condanna degli esecutori materiali dell'assassinio, la dinamica della vicenda suscitò polemiche ancora oggi irrisolte tanto che Stefano Folli, allora direttore de Il Corriere della Sera, il 28 maggio del 2004 a Milano, in occasione della cerimonia di commemorazione di Tobagi, affermò: «Noi pensiamo che si debba approfondire la vicenda in tutti i suoi aspetti e nello stesso momento noi rispettiamo le acquisizioni fatte dalla magistratura, che ha fatto indagini in tutte le direzioni. Ma riteniamo che non si tratti di una storia che possa considerarsi completamente chiusa»;
la questione se Tobagi potesse essere salvato e se vi fossero responsabilità nel non avere impedito il suo omicidio, pur essendo noti, sei mesi prima dell'atto criminoso, sia gli esecutori che il loro progetto criminale, fu sollevata nel 1983 dall'allora Presidente del Consiglio dei ministri Bettino Craxi, che rese nota un'informativa dei carabinieri di Milano, la cui autenticità venne confermata dall'allora Ministro dell'interno Oscar Luigi Scalfaro;
nel 2003 il giornalista Renzo Magosso, amico di Walter Tobagi, pubblicò il libro «Le Carte di Moro - Perché Tobagi», in cui per la prima volta l'ex sottufficiale dell'antiterrorismo Dario Covolo rivelava di essere stato l'autore dell'informativa che aveva scatenato enormi polemiche, aggiungendo di avere riferito ai suoi superiori anche i nomi dei terroristi che sei mesi dopo compirono il delitto;
in una successiva intervista pubblicata dal settimanale Gente, il 17 giugno 2004, il Covolo confermava a Renzo Magosso quella grave circostanza, dichiarando di averla presentata ai suoi superiori, capitano Umberto Bonaventura e capitano Alessandro Ruffino;
il generale Ruffino e la sorella del defunto generale Bonaventura hanno presentato querela per diffamazione nei confronti del direttore del settimanale Umberto Brindani e dell'autore dell'intervista Renzo Magosso e di Dario Covolo;
il processo svoltosi presso il tribunale di Monza si è concluso il 20 settembre 2007, con la condanna di Magosso e Brindani rispettivamente a 1.000 euro di multa e, in solido, un risarcimento di 240.000 euro alle parti civili, per aver scritto quanto loro riferito in ordine all'omicidio Tobagi da Dario Covolo, malgrado durante il dibattimento lo stesso Covolo abbia confermato parola per parola quanto riportato nell'articolo, ovvero che aveva ricevuto con mesi di anticipo da Rocco Ricciardi, varesino, informatore e confidente, i nomi di chi poi uccise Tobagi e ne riferì ai suoi superiori, nonostante che nel corso del dibattimento Covolo abbia additato in aula il generale in pensione Alessandro Ruffino, querelante, con queste parole: «Ebbi una discussione con Ruffino poche ore dopo il delitto Tobagi, gli dissi che gli avevo dato i nomi in anticipo e che non aveva fatto nulla per salvare il giornalista». A queste parole non hanno replicato né il generale, né gli avvocati di parte civile;
Magosso, nella sua deposizione, ha riferito come l'allora direttore de Il Corriere della Sera Franco Bella lo avesse informato di un colloquio col generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, durante il quale l'ufficiale dava notizia dell'indagine sul figlio di un alto dirigente della Rizzoli-Corriere della Sera, cioè su Marco Barbone. Di Bella incaricava Magosso di trovare conferma del fatto e allo scopo Magosso ebbe un successivo colloquio con l'allora capitano Umberto Bonaventura, che gli rivelò che «la fonte sui nomi degli assassini era sicura e proveniva da Varese». Si trattava di Rocco Ricciardi, informatore dei carabinieri e noto come «il postino» residente proprio a Varese. A conferma dei fatti, Magosso ha prodotto in aula i testi di due suoi articoli pubblicati sul quotidiano l'Occhio, datati 26 e 27 settembre 1980, nei quali si faceva riferimento a «Varese» per le indagini, si faceva il nome di Marco Barbone come assassino di Tobagi e si raccontavano retroscena emersi soltanto molto tempo più tardi negli atti dell'inchiesta giudiziaria;
Marco Barbone ammise la responsabilità dell'omicidio Tobagi soltanto il 5 ottobre 1980, cioè dieci giorni dopo quegli articoli, e la sua confessione venne definita come «inaspettata», «del tutto spontanea», tale da «suscitare grande sorpresa negli inquirenti»;
l'onorevole Franco Corleone - Sottosegretario per la giustizia dal 1996 al 2001 - in un articolo apparso sul quotidiano Il Riformista il 10 luglio 2007, scrive: «Dopo 27 anni questa vicenda non è ancora storia ma rimane cronaca. Il 28 maggio, in occasione dell'anniversario, la morte di Tobagi è stata rievocata in tono rituale, mentre invece attende ancora giustizia. D'altronde, la ferita è aperta da tutti i punti di vista. Infatti, nel silenzio più assoluto, presso il tribunale di Monza è in corso un nuovo processo. In realtà, il procedimento penale vede come imputato il giornalista Renzo Magosso, autore del volume "Le Carte di Moro - Perché Tobagi", querelato dal generale Ruffino e dalla sorella del generale Bonaventura»;
nell'articolo, Corleone fa riferimento ai volumi di Ugo Finetti, «Il caso Tobagi», di Paolo Franchi e Ugo Intini, «Le parole di piombo», di Daniele Bianchessi, «Walter Tobagi», e inoltre alle inchieste di Giovanni Minoli in alcune trasmissioni Rai de «La storia siamo noi», ai numerosi giornalisti che in questi anni «hanno riportato i nuovi elementi emersi dall'inchiesta di Magosso»;
«Magosso - osserva Corleone, nell'articolo del 10 luglio 2007 - è sotto processo per una intervista. La cosa ha dell'incredibile, eppure non suscita scandalo. La giurisprudenza della Cassazione è chiara sul punto, ma la solitudine di Magosso pone un problema politico [...] Renzo Magosso da imputato si è trasformato in accusatore. E questa sembra proprio la riprova che nella vicenda ci sia ancora moltissimo da chiarire»;
«Barbone - afferma inoltre Corleone nell'articolo citato - venne prontamente scarcerato, grazie alla collaborazione con i magistrati, che portò all'arresto di decine di suoi ex compagni. La sua ex fidanzata non venne neppure inquisita, nonostante avesse partecipato al progetto di sequestrare lo stesso Tobagi. Ora il processo contro il giornalista Magosso rischia di trasformarsi, al di là della volontà dei giudici, nella identificazione di un capro espiatorio che sia di monito per chi volesse insistere nel non rassegnarsi a una verità di comodo»;
quest'ultimo grave interrogativo è ripreso da Corleone in un successivo articolo da egli firmato e pubblicato sempre su Il Riformista il 12 settembre 2007: «anche un cieco si accorgerebbe del fine oggettivamente intimidatorio di colpire anche simbolicamente un giornalista impegnato da anni nella ricerca della verità di una tragedia legata alla dolorosa storia d'Italia con l'imputazione di non aver garantito la completezza dell'informazione e l'oggettività dei riscontri»;
«Dario Covolo - afferma Corleone nell'articolo del 12 settembre 2007 - ha confermato che sulla base delle informazioni di Rocco Ricciardi, informatore e infiltrato nei gruppi dell'autonomia della zona di Varese, presentò al capitano Ruffino un primo appunto il 13 dicembre 1979 in cui si parlava di Tobagi. Nella relazione consegnata ai suoi superiori, il carabiniere riferisce che, secondo Ricciardi, vi era un progetto di attentato contro il giornalista, che doveva avvenire vicino alla casa di Tobagi (come quasi sei mesi dopo effettivamente avvenne)»;
«l'informativa di "Ciondolo" (alias Dario Covolo, ndr) - continua Corleone - specifica che Tobagi era "vecchio obiettivo delle Fcc (Formazioni comuniste combattenti, ndr)". E in effetti lo stesso Ricciardi, assieme ad altri militanti delle Fcc (tra cui Caterina Rosenzweig), nel febbraio 1978 aveva effettuato un tentativo di sequestro di Tobagi, in quel caso fallito. Covolo - aggiunge Corleone - non si limita a confermare il contenuto dell'appunto reso noto nel dicembre 1983 da alcuni deputati socialisti e confermato nella sua veridicità dall'allora Ministro dell'interno Oscar Luigi Scalfaro - il quale, il 19 dicembre 1983, confermava l'esistenza di una nota "redatta da un sottufficiale dell'Arma il 13 dicembre 1979" e affermava: "Va rilevato che l'attività dell'Arma dei carabinieri in tutte le vicende surriferite è attività di polizia giudiziaria che implica, come tale, il dovere di riferire in via esclusiva all'autorità giudiziaria, dalla quale dipende" - che innescò una violenta polemica tra l'Avanti!, il quotidiano del Psi, e la procura di Milano e Bettino Craxi, all'epoca Presidente del Consiglio dei ministri»;
Covolo, scrive Corleone, aggiunge: «Ci sono degli appunti successivi a questo, dove si fa nome e cognome di quelli che devono ammazzare. Mi si fa il nome e si dice: "guarda che il gruppo che sta operando dovrebbe essere la Caterina (Rosenzweig, ndr) e il suo fidanzato, il suo convivente Barbone Marco". Non mi si fanno i nomi degli altri, però quei nomi vengono fatti in successivi appunti». «La conclusione di questa parte della deposizione - osserva Corleone - è drammatica: io non so onestamente cosa venne fatto. "Io so che a un certo punto ebbi un grosso diverbio con il capitano Ruffino quando ammazzarono Tobagi, da solo nel suo ufficio [...] per questa relazione, su questo proposito"»;
nel corso della deposizione, riferisce Corleone nell'articolo del 12 settembre 2007, su domanda del pubblico ministero di Monza, Covolo conferma le frasi virgolettate presenti nell'intervista di Magosso, sopra citata: «Nessuna incertezza nel riconoscere le affermazioni come proprie e implicitamente la correttezza del giornalista»;
«dopo aver ricevuto una ovvia risposta negativa alla domanda sul fatto che fossero state fatte fotocopie dei rapporti successivi a quello citato, il pm, dottor Pepè - scrive Corleone - dimenticando che il processo è per querela contro un giornalista per avere pubblicato una intervista di una persona protagonista dei fatti, si impegna impropriamente nel cercare di incrinare la credibilità del teste, contrapponendo alle dichiarazioni di Covolo, ribadite e rafforzate in aula pochi minuti prima, quelle processuali di Rocco Ricciardi e di Barbone che negano rispettivamente di avere fatto i nomi e di avere ipotizzato l'omicidio prima del 28 marzo 1980. Covolo sarcasticamente ha chiesto di essere messo a confronto» ed ha rivendicato la sua ricostruzione «indipendentemente dalle versioni dei colpevoli di gravi delitti e il diritto a dire la sua verità»;
fra gli aspetti, egualmente gravi, dei fatti e delle responsabilità che hanno preceduto e determinato l'assassinio di Walter Tobagi, appare più che motivata, secondo Corleone e ad avviso degli interpellanti, una maggiore attenzione del ruolo di Ricciardi, infiltrato e confidente, la cui collaborazione «prosegue nel tempo, anche dopo l'omicidio Tobagi»;
su questi fatti, nella XIV e XV legislatura sono stati presentati e svolti atti di sindacato ispettivo da parte dei deputati Boato, Biondi, Bielli, Intini, Pisapia (interpellanza n. 2-01009 del 10 dicembre 2003), Boato (interrogazione a risposta immediata del 15 giugno 2004), Boato (interpellanza urgente n. 2-01222 dell'8 luglio 2004), Boato e Buemi (interpellanza n. 2-00721 del 17 settembre 2007), Buemi (interrogazione a risposta scritta n. 4-05760 del 26 novembre 2007);
tutto ciò premesso, come dato ulteriore e grave di novità, si ritiene di dover aggiungere che, in attesa del processo d'appello nel procedimento contro i giornalisti Renzo Magosso e Umberto Brindani, è iniziato sempre presso il tribunale di Monza lo stralcio del processo contro Dario Covolo. Nel corso dell'udienza del 16 gennaio 2008 è stato interrogato, come teste, il generale Niccolò Bozzo, all'epoca dei fatti diretto collaboratore del generale Dalla Chiesa;
il generale Bozzo ha presentato, ed è stato messo agli atti, un documento riservato che era stato preparato proprio dal generale Bonaventura. Nel dattiloscritto venivano date indicazioni al generale Bozzo per fornire, se interrogato dalla magistratura, la versione «concordata» sulle indagini e anche in relazione alle dichiarazioni dell'allora Presidente del Consiglio dei ministri Bettino Craxi, che stavano provocando forti polemiche;
in particolare, si raccomandava a Bozzo di rispondere, se interrogato al riguardo, che Barbone avesse confessato spontaneamente senza che su di lui vi fossero prove di alcun genere circa l'omicidio Tobagi, che (a Bozzo) «non risulta sia stato promesso al Barbone altro che sicurezza per lui ed i familiari ed interessamento per il varo di una legislazione più incisiva in favore dei dissociati» e, a riguardo alla notizia resa nota sull'esistenza di un'informativa che annunciava l'attentato a Tobagi, «non è vero che nel dicembre del '79 i carabinieri ebbero a ricevere una notizia di fonte confidenziale secondo cui si stava preparando un'azione contro Tobagi. Nel dicembre '79 fonti confidenziali segnalarono ai carabinieri di Milano che un'organizzazione eversiva, diversa da quella che sarebbe risultata in seguito essere la "28 marzo" e senza contatti con quelli che ne risultavano membri, stava preparando un'azione da compiersi a Milano»;
va specificato che, nella stessa nota per Bozzo, Bonaventura chiariva che Barbone aveva precisi legami con le Formazioni comuniste combattenti e con Guerriglia rossa e che lo stesso Barbone, in uno dei suoi interrogatori, aveva già fatto i nomi, come appartenenti al suo gruppo, di personaggi legati alle Formazioni comuniste combattenti, come Teresa Zoni (nome che compariva nella famosa informativa resa nota da Scalfaro), Paolo Morandini, con lui in Guerriglia rossa, e perfino lo stesso Rocco Ricciardi;
la nota di Bonaventura con le indicazioni per il generale Bozzo prosegue: «La fonte ipotizzava che l'obiettivo dell'azione potesse essere il giornalista Tobagi, ritenuto obiettivo storico dell'Autonomia, tanto che sia le Fcc e i Reparti comunisti erano stati trovati in possesso di schede che lo riguardavano»; in realtà - ed è ora universalmente noto - la vera informativa, successivamente resa pubblica dall'allora Ministro dell'interno Oscar Luigi Scalfaro recitava testualmente: «Il gruppo sta operando in via Solari», quindi riferiva che si trattava di un gruppo «già operativo» e non di mera ipotesi informativa, considerando anche che Tobagi abitava proprio in via Solari;
un altro paragrafo dell'appunto di Bonaventura per dare al generale Bozzo il «suggerimento» di fornire risposte concordate, specifica: «Il diretto interessato (Tobagi) non fu informato per varie ragioni: sostanzialmente perché la notizia di fonte confidenziale non era direttamente a lui riferita in quanto il suo nome era stato fatto solo in via di ipotesi. Pertanto non lo si voleva allarmare ulteriormente»; al riguardo, dagli atti del processo contro Magosso risulta, invece, che il generale Ruffino nella sua deposizione ha ribadito che Tobagi era stato avvertito in merito a questa informativa;
e ancora, nella nota di Bonaventura si raccomanda al generale Bozzo di tenere presente che «Immediatamente dopo l'omicidio fu attivata la fonte confidenziale la quale escluse che l'organizzazione cui si era riferita potesse essere coinvolta nell'omicidio, in ordine al quale non fu in grado di fornire alcuna notizia»; al riguardo è nota, perché depositata anche agli atti del processo contro Magosso, la dichiarazione spontanea resa nel 1985 da Rocco Ricciardi. il quale, invece, ammette: «Per parte mia mi impegnai nella ricerca di notizie sulla "28 marzo". In proposito riuscii a riferire ai carabinieri una sola voce: Marchettini mi aveva detto che un tale Manfredi (uno dei killer di Tobagi) che conoscevo personalmente, parlando in un bar con il Franzetti, alla presenza di Marchettini stesso, aveva lasciato vagamente ad intendere che aveva rapporti con la "28 marzo". I carabinieri, sempre durante l'estate, identificarono questo Manfredi per Manfredi Di Stefano ed io ne riconobbi la foto»;
nell'appunto riservato di Bonaventura, inoltre, si afferma che «in data 5 giugno 1980 (una settimana dopo l'omicidio) iniziano pedinamenti Barbone (a tale data risale anche la prima relazione di servizio)»; e, sempre nel documento Bonaventura, è attestato che in data 11 giugno 1980, vale a dire meno di due settimane dopo l'omicidio Tobagi, «viene ufficialmente richiesta alla procura una serie di intercettazioni sulle utenze di Rosenzweig-Barbone, Morandini, Montanari Silvana e Mari Stefano»; inoltre, nella medesima data viene richiesta una perizia calligrafica su Barbone;
in tutta evidenza viene, quindi, smentita la versione ufficiale, anche della procura milanese, secondo la quale la collaborazione giudiziaria di Barbone sia da ritenersi eccezionale, inaspettata e spontanea (tanto da avergli guadagnato eccezionali benefici giudiziari ed evitato pesanti condanne), essendo avvenuta solo il 5 ottobre 1980, vale a dire dopo ben 4 mesi dalla data di inizio dei pedinamenti e controlli a suo carico quale sospetto per l'omicidio Tobagi; eppure, ancora nel 1983, con un comunicato stampa del 17 dicembre, la procura della Repubblica di Milano affermava: «Del tutto destituita di fondamento e in netta antitesi con le risultanze processuali è quindi l'ipotesi che gli investigatori, e tanto meno i magistrati, disponessero di elementi di prova, di indizi o di notizie confidenziali a carico del Barbone in ordine all'omicidio Tobagi, prima della spontanea confessione dello stesso»; il documento Bonaventura, ora finalmente reso noto, dice esattamente il contrario, dato che già in data 11 giugno 1980, quasi 4 mesi prima della collaborazione giudiziaria del Barbone, era stata richiesta alla procura milanese l'autorizzazione a intercettare le utenze del Barbone stesso in relazione all'omicidio Tobagi;
l'appunto riservato di Bonaventura si conclude con una raccomandazione più che esplicita: «Pericoloso rivelare quale fosse l'organizzazione di cui la fonte parlava e pericoloso rispondere ad altre domande sul punto, in quanto si correrebbe il rischio di rivelare indirettamente l'identità della fonte, che è ancora attiva»;
d'altra parte Fabrizio Calvi, autore del volume «Ragazzi di buona famiglia - la brigata 28 marzo e l'omicidio Tobagi» recentemente pubblicato, esprime stupore per la mancata riapertura dell'inchiesta da parte del tribunale di Monza;
sia le dichiarazioni dell'ex sottufficiale dell'antiterrorismo Dario Covolo, rese prima nell'intervista a Renzo Magosso e poi davanti al tribunale di Monza, sia quelle più recenti del generale Bozzo possono essere facilmente riscontrate attraverso gli «atti interni» del nucleo operativo dei carabinieri relativo agli anni 1979-80, a cui si riferiscono il fascicolo personale di Dario Covolo e di quelli intestati a Caterina Rosenzweig, Marco Barbone e Paolo Morandini, custoditi presso gli archivi dell'allora sezione antiterrorismo, ora Ros, della Legione dei carabinieri di Milano di via Moscova, documentazione che dovrebbe essere in copia negli uffici dell'ex Sisde e anche presso il Comando generale dell'Arma a Roma in viale Romania -:
nel pieno rispetto dell'autonomia e dell'indipendenza della magistratura e a prescindere dall'esito dei processi in corso, quali iniziative i Ministri interpellati intendano eventualmente assumere a tutela del diritto dei cittadini a essere informati e a conoscere la verità su uno dei più inquietanti casi degli anni terribili della storia d'Italia;
in particolare, se i Ministri interpellati intendano fornire elementi al riguardo, adottando ogni misura di loro competenza per riscontrare i riferimenti espliciti e inequivocabili fatti da testi e imputati davanti al tribunale di Monza, sopra riportati e - ad avviso degli interpellanti - colpevolmente trascurati, a partire dal contenuto delle informative, secondo le quali si sarebbero saputi in anticipo di mesi i nomi dei terroristi che stavano progettando l'attentato a Tobagi e che poi effettivamente l'uccisero, per finire al contenuto del documento presentato dal generale Bozzo davanti al tribunale di Monza nell'udienza del 16 aprile 2010, secondo il quale gli sarebbero state date dai suoi superiori indicazioni per fornire, se interrogato dalla magistratura, la versione «concordata» sulle indagini, adottando ogni provvedimento conseguente.
(2-00781)
«Zamparutti, Bernardini, Maurizio Turco, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Barani, Baretta, Capodicasa, Corsini, Cazzola, Benamati, Ferrari, Motta, Fiano, Ciccioli, Sposetti, Nucara, Vico, Porta, Mannino, Fadda, Pezzotta, Graziano, Servodio, Lehner, Grassi, Mazzoni, Rugghia, Picierno, Renato Farina, Granata, Castagnetti, Mantini, Agostini, Ginoble, Zucchi».

Iniziative per la stabilizzazione dei 650 lavoratori assunti con contratto a tempo determinato con decreto del Ministero dell'interno dell'11 settembre 2007 - 2-00783

F)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
con decreto dell'11 settembre 2007, il Ministero dell'interno ha indetto, per il personale precario della sua stessa amministrazione, una procedura concorsuale per titoli ed esami, al fine di assorbirne 650 unità con contratto a tempo determinato;
al concorso erano ammessi i profili professionali di coadiutori amministrativi contabili, area funzionale B, posizione economica B1, da assegnare agli uffici delle questure e allo sportello unico per l'immigrazione presso le prefetture;
il contratto a tempo determinato, della durata totale di 36 mesi, costituiva requisito necessario per la stabilizzazione definitiva dei 650 precari, secondo la legge allora vigente e successivamente abrogata;
il 2 gennaio 2008, con decreto ministeriale del 3 settembre 2007, decreto ministeriale del 28 dicembre 2007, decreto ministeriale del 20 febbraio 2008, decreto ministeriale del 9 settembre 2008, si è proceduto all'assunzione a tempo determinato delle 650 unità, attraverso concorso pubblico per titoli ed esami;
i 650 coadiutori amministrativi contabili hanno sottoscritto un primo contratto individuale della durata in realtà solo di un biennio (2008-2009), cui agganciare per il 2010 una proroga contrattuale di un ulteriore anno, in quanto, come riportato da una circolare urgentissima dello stesso Ministero dell'interno 31 dicembre 2008, prot. n. M/6161/650 COAD: «avrà, al momento, durata di ventiquattro mesi non sussistendo la piena copertura finanziaria, relativamente ai previsti trentasei mesi. Si fa presente, comunque, che una volta acquisiti i necessari finanziamenti si procederà alla proroga dei citati contratti per ulteriori 12 mesi»;
con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3828 del 27 novembre 2009, concernente «Ulteriori disposizioni urgenti di protezione civile per il contrasto e la gestione dell'eccezionale afflusso di cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea», pubblicata in Gazzetta Ufficiale del 5 dicembre 2009, è stata autorizzata la proroga della durata dei contratti a tempo determinato del personale assunto presso gli sportelli unici (ai sensi dell'articolo 1, comma 349, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, entro i limiti di spesa di 1,6 milioni di euro) fino al 31 dicembre 2010;
il Sottosegretario di Stato per l'interno, onorevole Nitto Francesco Palma, in risposta all'interrogazione presentata il 1o dicembre 2009 dall'onorevole Marco Minniti (4-05236), ha dichiarato che la stessa ordinanza autorizza il Ministero dell'interno e il Ministero del lavoro e delle politiche sociali a utilizzare, per un periodo non superiore a sei mesi, per il tramite di una o più agenzie di somministrazione di lavoro interinale, rispettivamente 650 e 300 unità, da destinare alle sedi interessate dalle procedure di emersione;
secondo le stesse pubbliche amministrazioni interessate, le 650 unità vincitrici di detto concorso (con contratto in scadenza a fine 2010), che attualmente prestano servizio presso gli sportelli unici per l'immigrazione delle prefetture, nonché presso gli uffici immigrazione delle questure, risultano essere indispensabili per l'ordinaria e fluida attività degli uffici territoriali del Governo, nonché degli uffici delle questure;
prova dell'importanza e della serietà con cui questi lavoratori quotidianamente operano sono le diverse note di merito a loro indirizzo da parte di diversi questori e prefetti, nonché le svariate comunicazioni inviate da dette autorità al Ministero dell'interno, atte a mantenere le 650 unità ancora in servizio ben oltre il 2010 e, dunque, con implicita richiesta di stabilizzazione di dette figure;
non si spiegherebbe ad oggi il motivo per cui la pubblica amministrazione abbia investito i fondi necessari all'espletamento di una procedura concorsuale prima, e di formazione con appositi corsi rivolti proprio a detto personale neo assunto dopo, dal momento che gli stessi prestavano già servizio, espletando le medesime mansioni, seppur lavorando per il tramite di agenzia di somministrazione di lavoro interinale;
si fa presente, inoltre, l'accesso da parte di dette 650 unità ad archivi contenenti documentazione ed atti coperti da segreto d'ufficio, dati sensibili a cui precedentemente avevano esclusivo accesso soltanto agenti di pubblica sicurezza, nonché l'uso quotidiano di strumenti e sistemi informatici ministeriali di rilevante importanza ad uso precedentemente esclusivo di organi di polizia;
la loro stabilizzazione scongiurerebbe, dunque, la dispersione di un patrimonio di conoscenza e di nozioni davvero particolari e specifiche maturato in anni di lavoro precario ed esperienza sul campo -:
se il Ministro interpellato intenda adottare tutti i necessari e urgenti provvedimenti per assicurare la stabilizzazione a tempo indeterminato delle 650 unità di cui sopra;
per quali ragioni, a dispetto dei 650 vincitori del predetto concorso, il cui contratto scadrà a fine 2010, si sia pensato di immettere altro personale nell'amministrazione, attraverso un'agenzia di lavoro interinale individuata mediante appalto pubblico, in particolare ulteriori 650 lavoratori interinali, per un periodo massimo di sei mesi, nella posizione economica ex B1;
se il Ministro interpellato intenda indicare i criteri di economicità e di buon andamento della pubblica amministrazione che hanno ispirato la decisione di far ricorso ad un'agenzia interinale per immettere nell'amministrazione ulteriori 650 lavoratori interinali per soli sei mesi, ben sapendo che la spesa media di un lavoratore interinale è circa il doppio di quella rappresentata da un lavoratore a tempo determinato;
come il Ministro interpellato intenda gestire il passaggio tra il 31 dicembre 2010 e il 1o gennaio 2011, visto e considerato che le figure professionali di cui sopra, chiamate a gestire e garantire un servizio indispensabile per l'operatività di prefetture e questure, verranno nei fatti a mancare;
se il Ministro interpellato stia valutando le ricadute negative sul tessuto sociale del Paese se si dovesse improvvisamente interrompere l'erogazione di un servizio fondamentale, come quello garantito da questi lavoratori;
se il Ministro interpellato intenda sostituire il personale civile con personale di polizia e, se così fosse, come il Governo ritenga di garantire la sicurezza nel Paese se si vedrà costretto a dislocare poliziotti per lo svolgimento di attività amministrativa.
(2-00783)
«Sbrollini, Giorgio Merlo, Andrea Orlando, Tenaglia, Rampi, Cardinale, Bobba, Barbi, Fogliardi, Froner, Fontanelli, Naccarato, Boffa, Zucchi, Tempestini, Giovanelli, Minniti, Ferranti, Rosato, Federico Testa, Zunino, Vaccaro, Damiano, Strizzolo, Mariani, Vannucci, Samperi, Margiotta, Gasbarra, Servodio, Pierdomenico Martino, Gentiloni Silveri, Sposetti, Grassi, Rubinato, Bratti, Nicolais, Mazzarella».

Intendimenti del Governo circa il finanziamento dei progetti a favore della città di Catanzaro nell'ambito del programma operativo nazionale sicurezza 2000/2006 - 2-00784

G)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
i finanziamenti del programma operativo nazionale sicurezza di Catanzaro, precisamente 900.000 euro per il progetto già approvato all'unanimità dal consiglio comunale nel 2009, non ci sono più: i fondi in questione sarebbero stati ripartiti tra le varie province calabresi, secondo dei criteri ancora da verificare;
il progetto del consiglio comunale di Catanzaro di cui sopra chiedeva al Governo l'elevazione a direzione generale della questura di Catanzaro, l'immediata assegnazione di parte del personale del reparto mobile della polizia di Stato di Reggio Calabria, il potenziamento del commissariato di polizia di Catanzaro Lido, l'immediata messa in funzione del sistema di videosorveglianza finanziato dal Ministro dell'interno nell'ambito del programma operativo nazionale sicurezza 2000/2006;
i gravi fatti di sangue che hanno colpito il capoluogo regionale nell'ultimo periodo (si ricordano gli omicidi dei giovani Citriniti e Duro) dimostrano che esso non costituisce affatto, come si tendeva a credere, un'«isola felice» (in termini di sicurezza), ma è interessata da un pericoloso giro di criminalità organizzata, capace di smuovere ingenti risorse;
una delle questioni sociali più gravi della zona sud del capoluogo è sicuramente quella legata alla presenza della comunità rom: appare, dunque, necessario affrontare seriamente il problema, eliminando i meccanismi che la vedono come bacino di voti raccolti illegalmente;
tale situazione non si risolve certamente tagliando i fondi destinati alle forze dell'ordine ed eliminando gli strumenti investigativi, ma attraverso risposte concrete da parte del Governo;
la sicurezza costituisce un diritto primario, essenziale ed imprescindibile, che deve poter consentire a tutti di poter circolare e vivere liberamente, senza essere coinvolti, incolpevolmente, in gravi fatti criminali -:
se non intenda, dopo un opportuno chiarimento circa i criteri adottati ai fini dell'individuazione delle province beneficiarie di quei fondi e le motivazioni del mancato raggiungimento da parte degli stessi della destinazione originaria, comunicare gli intendimenti dell'Esecutivo sulla realizzazione del progetto sopra illustrato.
(2-00784)
«Tassone, Occhiuto, Vietti, Mannino, Mantini».

Problematiche concernenti l'organizzazione dell'Expo 2015 - 2-00778

H)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
il 31 marzo 2008 il Bureau international des expositions ha designato Milano quale sede per l'esposizione universale del 2015;
l'Expo 2015 sarà uno straordinario evento universale che ha come tema feeding the planet, energy for life, con l'obbiettivo di predisporre un piano per la visibilità alla tradizione, alla creatività e all'innovazione nel settore dell'alimentazione, raccogliendo tematiche già sviluppate dalle precedenti edizioni di questa manifestazione e riproponendole alla luce dei nuovi scenari globali, al centro dei quali c'è il tema del diritto ad un'alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutto il pianeta;
in data 24 giugno 2010 l'amministratore delegato della società Expo 2015, Lucio Stanca, si è dimesso, riportando la società al 16 febbraio 2009; dopo un anno molto tormentato, di fatto l'Expo 2015 si trova ancora in una situazione di mancanza di governance;
nella seduta n. 114 di mercoledì 14 gennaio 2009, la Camera dei deputati ha approvato parzialmente l'ordine del giorno n. 9/1972/86, nelle parti che riguardano l'impegno a «a reperire la totalità dei fondi necessari per il completamento di tutte le opere previste dal dossier di candidatura di Expo 2015» e «a relazionare annualmente sulle attività e sullo stato patrimoniale della società di gestione e sullo stato di avanzamento delle opere e delle iniziative collegate per il raggiungimento di Expo 2015»;
il 21 aprile 2009 anche in una mozione approvata dalla Camera dei deputati veniva chiesto l'impegno al Governo di relazionare sullo stato dell'Expo 2015;
il 16 dicembre 2009 il Governo ha accolto l'ordine del giorno n. 9/2936-A/254 che lo impegna:
a) «ad individuare le forme opportune affinché le opere previste nell'allegato 1 e allegato 2 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 22 ottobre 2008 non siano considerate nel saldo del patto di stabilità interno dei comuni, in cui insistono tali opere per la quota da imputare nel bilancio per ogni anno fino al compimento dell'opera stessa e comunque non oltre il 2015;
b) a valutare l'opportunità di predisporre, comunque, ogni utile normativa affinché il valore delle opere previste dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 22 ottobre 2008 non incidano negativamente nei bilanci dei comuni in cui sono previste le opere di Expo 2015»;
il Governo, rispondendo ad un'interpellanza urgente alla Camera dei deputati l'11 dicembre 2008, ha affermato che mancano 2,563 miliardi di euro per le opere di Expo 2015 previste dal dossier di candidatura;
con decreto del Ministro dell'interno, in data 23 dicembre 2009, di concerto con i Ministri della giustizia e delle infrastrutture e dei trasporti, è stata istituita presso la prefettura - ufficio territoriale del Governo di Milano la sezione specializzata del comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere, in attuazione dell'articolo 3-quinquies, comma 2, del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 novembre 2009, n. 166. Con successivo decreto del Ministro dell'interno, in data 13 gennaio 2010, è stata formalizzata la composizione della predetta sezione. Tale struttura opera a supporto dell'attività del prefetto e in raccordo con il Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere, nonché con il Gruppo interforze centrale per l'Expo 2015 (Gicex) ed è composta da: un esperto nella materia con funzioni di vice coordinatore; un rappresentante della prefettura di Milano; un rappresentante del dipartimento della pubblica sicurezza; un rappresentante della direzione nazionale antimafia; un rappresentante del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti; un rappresentante dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture; un rappresentante del provveditorato interregionale alle opere pubbliche;
con il medesimo decreto del Ministro dell'interno in data 23 dicembre 2009, di concerto con i Ministri della giustizia e delle infrastrutture e dei trasporti, è stato istituito, presso il dipartimento della pubblica sicurezza - direzione centrale della polizia criminale il Gruppo interforze centrale per l'Expo 2015 (Gicex), composto da rappresentanti di tutte le forze di polizia, esperti in materia di contrasto alle infiltrazioni mafiose nelle opere pubbliche;
la regione Lombardia ha approvato una nuova società destinata ad acquisire le aree per l'Expo 2015, nonostante la Expo 2015 spa ne avrebbe avuto facoltà;
non è chiaro quali saranno le forme per l'acquisizione: secondo indiscrezioni della stampa, la regione vorrebbe acquisire l'area ad un prezzo compreso attorno ai 160 milioni di euro, mentre il comune vorrebbe l'area in comodato d'uso ad un prezzo simbolico, con l'impegno da parte dei proprietari per la realizzazione delle infrastrutture per un valore stimato di 120 milioni di euro, in cambio di diritti edificatori ai privati per il dopo Expo;
nel sito www.expo2015.org è in evidenza che l'Expo 2015, il cui tema è «Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita», sostiene la nuova campagna della Food and agriculture organization delle Nazioni Unite 1billionhungry, recentemente lanciata a Roma, New York, Parigi, Stoccolma, Yokohama e in altre città del mondo; l'obiettivo della campagna è di raccogliere e consegnare alle Nazioni Unite, nel mese di ottobre 2010 in occasione del World food day, 1 miliardo di firme per 1 miliardo di persone che soffrono la fame nel mondo, attirando così l'attenzione del pubblico e facendo pressione sulla comunità internazionale per promuovere politiche contro la fame nel mondo;
nei giorni scorsi è stata presentata la ricerca «Penalty against poverty», prodotta dalle organizzazioni non governative europee racchiuse nel coordinamento Concord, che analizza le performance dei 27 Paesi membri dell'Unione europea in termini di aiuto pubblico allo sviluppo; la ricerca riconosce che l'Unione europea non riuscirà a mantenere il suo impegno quantitativo in termini di aiuto allo sviluppo; la responsabilità dell'ammanco finanziario europeo che genera una crisi di credibilità dipende, soprattutto, da Italia, Germania e Francia. L'Italia è responsabile per la maggioranza del deficit: ultima per generosità tra i Paesi Ocse, superata in Europa anche da Cipro e Malta;
ad avviso degli interpellanti, il Governo, che esprime il commissario strordinario al grande evento Expo 2015, è in contraddizione, aderendo ad una campagna di sensibilizzazione nei confronti della comunità internazionale, quando dai dati della rete delle organizzazioni non governative europee risulta essere fanalino di coda, mentre nel G8 dell'Aquila il Presidente del Consiglio dei ministri, riconoscendo che l'Italia non aveva versato ciò che era stato promesso nelle riunioni del G8 precedenti, aveva preso degli impegni ben precisi, dichiarando che avrebbe ottemperato ai ritardi entro dicembre 2009 e nello stesso tempo dichiarava l'aumento degli aiuti ai Paesi in via di sviluppo -:
con quali modalità il Governo intenda dare seguito agli ordini del giorno e mozioni di cui in premessa;
quale sia, allo stato, la situazione della proprietà delle aree dove dovrebbe sorgere l'Expo, come intendano procedere e quale sia la motivazione della costituzione di una nuova società, dal momento che la società Expo 2015 ha la possibilità di acquisire immobili;
quali siano le risorse statali, degli enti locali e dei privati disponibili per le opere essenziali, necessarie e connesse al raggiungimento di Expo 2015, quali risorse risultino ancora da reperire e quali siano le motivazioni, e se il Governo abbia predisposto, insieme agli enti locali e alla società di gestione, un piano di avvio e chiusura dei cantieri e se questo sia e sarà rispettato e comunque conclusi per l'inaugurazione dell'Expo nel 2015;
quali iniziative il Governo abbia intrapreso o intenda intraprendere affinché vengano attratti capitali privati per la realizzazione delle infrastrutture e se non si ritenga opportuno avviare una campagna di adesione dei privati per le opere di Expo 2015, vista la congiuntura sfavorevole del mondo economico dovuta da una crisi globale del mercato, attraverso un bando pubblico internazionale, con l'obbiettivo di raccogliere le manifestazioni di adesione necessarie per avviare una valutazione sulla fattibilità del completamento delle opere ed evitare l'accollo da parte dello Stato degli interventi previsti con fondi privati;
quali iniziative siano state predisposte per un piano strategico di sviluppo turistico e come intendano intervenire per le infrastrutture turistico-ricettive;
se non ritengano opportuno potenziare l'organico dell'ispettori del lavoro nelle province in cui ricadono le opere previste per Expo 2015 e promuovere un accordo di programma per gli interventi di controllo dei cantieri dell'Expo tra le direzioni provinciali del lavoro, le aziende sanitarie locali, gli enti locali e le forze di polizia, al fine di combattere ogni irregolarità nei molteplici cantieri che saranno attivati fino al 2015;
se sia intenzione del Governo assumere iniziative volte a derogare al «codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE» (decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163) per accelerare le procedure, attivando l'iter conseguente alla dichiarazione di «grande evento»;
quali iniziative il Governo abbia intrapreso affinché venga realizzato l'obiettivo dell'Expo 2015 «Nutrire il pianeta, energia per la vita» e se non ritenga opportuno programmare un piano comunicativo nazionale sul tema dell'Expo e attuare un tavolo permanente tra Governo, Expo, organizzazioni non governative, privati ed enti locali per lo sviluppo di progetti di cooperazione internazionale;
se la sezione specializzata del Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere e il Gruppo interforze centrale per l'Expo 2015 siano già operativi e se i materiali e i mezzi a disposizione siano sufficienti per il contrasto all'infiltrazione mafiosa.
(2-00778)
«Peluffo, Letta, Soro, Fiano, Braga, Codurelli, Colaninno, Corsini, De Biasi, Marco Carra, Farinone, Marantelli, Misiani, Mosca, Pollastrini, Pizzetti, Sanga, Zaccaria, Zucchi, Rosato, Lulli, Vassallo, Cuperlo, Antonino Russo, Garofani, Sani, Giorgio Merlo, Cenni, Madia, Benamati, Nannicini, Albonetti, Bocci, Calvisi, Causi, Losacco, Trappolino».