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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di giovedì 14 ottobre 2010

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 14 ottobre 2010.

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Berlusconi, Bindi, Bocchino, Bonaiuti, Bongiorno, Bossi, Brambilla, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Caparini, Carfagna, Casero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cossiga, Crimi, Crosetto, D'Alema, Dal Lago, Donadi, Fitto, Franceschini, Frattini, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Leone, Lombardo, Lo Monte, Lucà, Lupi, Mantovano, Maroni, Martini, Mazzocchi, Melchiorre, Meloni, Menia, Miccichè, Migliavacca, Migliori, Nucara, Leoluca Orlando, Prestigiacomo, Ravetto, Reguzzoni, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Saglia, Sardelli, Stefani, Stucchi, Tabacci, Tremonti, Urso, Vegas, Vito.

Annunzio di proposte di legge.

In data 13 ottobre 2010 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
GARAVINI e LIVIA TURCO: «Istituzione, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, del Sottosegretario di Stato per l'integrazione dei migranti e l'accoglienza dei rifugiati» (3766);
MANNINO ed altri: «Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, in materia di elezione della Camera dei deputati, e al testo unico di cui al decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, in materia di elezione del Senato della Repubblica» (3767);
GARAGNANI: «Modifica all'articolo 270-quinquies del codice penale, in materia di detenzione e diffusione di materiale di propaganda del terrorismo» (3768);
MANCUSO e NASTRI: «Istituzione del Parco archeologico, storico e culturale della civiltà di Golasecca sulla sponda piemontese del Ticino» (3769);
D'ANNA ed altri: «Disposizioni per l'equiparazione dello status giuridico ed economico dei laureati specializzandi medici e non medici che afferiscono alle scuole di specializzazione di area sanitaria» (3770);
DI STANISLAO: «Disposizioni concernenti il disarmo e la non proliferazione nucleare sul territorio italiano, nonché ratifica ed esecuzione della Convenzione sulla messa al bando delle munizioni a grappolo, sottoscritta a Oslo il 3 dicembre 2008» (3771);
PICCOLO ed altri: «Estinzione dell'Istituto "SS. Trinità e Paradiso" di Vico Equense e trasferimento del relativo patrimonio al comune di Vico Equense» (3772);
SCALERA ed altri: «Misure per la promozione dei veicoli alimentati ad energia elettrica» (3773).

Saranno stampate e distribuite.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:
I Commissione (Affari costituzionali):

ZELLER ed altri: «Modifica all'articolo 3 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, in materia di carta d'identità bilingue, italiana e ladina, per i cittadini dei comuni di Cortina d'Ampezzo, Livinallongo del Col di Lana e Colle Santa Lucia della regione Veneto» (3735) Parere delle Commissioni V e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
VII Commissione (Cultura):

CENTEMERO e DI BIAGIO: «Istituzione dell'Anagrafe dei ricercatori italiani all'estero» (3727) Parere delle Commissioni I, II, III e V.

CARLUCCI: «Modifica all'articolo 13 del decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 1980, n. 382, in materia di partecipazione dei professori collocati in aspettativa alle commissioni di concorso e di eleggibilità degli stessi alle cariche accademiche» (3729) Parere delle Commissioni I e V.
X Commissione (Attività produttive):

MARCHIONI e FRONER: «Disciplina delle attività professionali di estetista e di operatore di pratiche estetiche e bionaturali» (3759) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VII, XI, XII (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
XII Commissione (Affari sociali):

POLLEDRI ed altri: «Istituzione dell'Albo professionale dei tecnici sanitari afferenti alla sala autoptica o all'obitorio» (3270) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), V, VII, XI, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

CARLUCCI: «Istituzione della professione sanitaria di ottico-optometrista» (3731) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), V, VII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Trasmissione dal ministro per i rapporti con il Parlamento.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 11 ottobre 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 29, comma 2, del decreto legislativo 28 marzo 2000, n. 76, la relazione concernente le decisioni assunte, ai sensi dell'articolo 127 della Costituzione, in merito alle leggi delle regioni a statuto ordinario che approvano il rendiconto generale della regione, riferita all'anno 2010 (doc. LXXXVI, n. 3).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione da Ministeri.

I Ministeri competenti hanno dato comunicazione dei decreti ministeriali recanti variazioni di bilancio autorizzate ai sensi dell'articolo 3, comma 5, del decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 279, e dell'articolo 23, comma 1, della legge 27 dicembre 2002, n. 289.

Tali comunicazioni sono trasmesse alla V Commissione (Bilancio), nonché alle Commissioni competenti per materia.

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

La Commissione europea, in data 12 e 13 ottobre 2010, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Il contributo della politica regionale alla crescita intelligente nell'ambito di Europa 2020 (COM(2010)553 definitivo), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite V (Bilancio) e X (Attività produttive);
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - La tassazione del settore finanziario (COM(2010)549 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla VI Commissione (Finanze);
Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sull'applicazione del titolo III (Frontiere interne) del regolamento (CE) n. 562/2006 che istituisce un codice comunitario relativo al regime di attraversamento delle frontiere da parte delle persone (codice frontiere Schengen) (COM(2010)554 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla I Commissione (Affari costituzionali);
Relazione della Commissione al Parlamento europeo - Ventottesima relazione annua sulle attività antidumping, antisovvenzioni e in materia di salvaguardia dell'Unione europea (2009) (COM(2010)558 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla X Commissione (Attività produttive);
Libro verde - La politica in materia di revisione contabile: gli insegnamenti della crisi (COM(2010)561 definitivo), che è assegnato in sede primaria alla VI Commissione (Finanze).

Annunzio di provvedimenti concernenti amministrazioni locali.

Il Ministero dell'interno, con lettere in data 11 e 12 ottobre 2010, ha dato comunicazione, ai sensi dell'articolo 141, comma 6, del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, dei decreti del Presidente della Repubblica di scioglimento dei consigli comunali di Gavorrano (Grosseto), Ricadi (Vibo Valentia) e Pollica (Salerno).

Questa documentazione è depositata presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Comunicazione di una nomina ministeriale.

Il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con lettera in data 11 ottobre 2010, ha dato comunicazione, ai sensi dell'articolo 9 della legge 24 gennaio 1978, n. 14, della nomina del dottor Aldo Consentino a commissario straordinario dell'Ente parco nazionale delle Cinque Terre.

Tale comunicazione è trasmessa alla VIII Commissione (Ambiente).

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Chiarimenti in ordine alla realizzazione del progetto di trasporto Civis di Bologna - 2-00833

A)

I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri delle infrastrutture e dei trasporti, dell'interno e per i beni e le attività culturali, per sapere - premesso:
in precedenti interpellanze concernenti il progetto Civis di Bologna il primo firmatario del presente atto sosteneva che il «supertram» è estremamente dannoso per la sicurezza del centro storico cittadino e per i cittadini bolognesi;
articoli di stampa (Il Corriere della Sera edizione di Bologna del 28 settembre 2010) testualmente affermano:
«gli istruttori Atc stanno facendo le prove da un anno ed il risultato di tutte le prove di guida che hanno fatto lo definiscono »a dir poco scandaloso« e lo mettono nero su bianco in un dossier sottoscritto da tutti e che sarà consegnato alla prossima riunione della commissione sicurezza». «In sostanza gli istruttori così com'è il Civis non lo vogliono in strada ed è molto probabile che, finché la Commissione sicurezza non recepirà le osservazioni fatte finora e ripetutamente sottoposte agli enti interessati, si rifiutino di guidarlo da subito». «Problematiche ed anomalie del mezzo: l'istruttore le elenca una dopo l'altra. Quelle più ricorrenti sono legate alla guida ottica: si blocca subito, se la telecamera è esposta a sole, pioggia e neve e il fatto è che non è nemmeno dotata di tergicristalli per pulire il vetro. E poi la traccia disegnata su strada si cancella velocemente con il traffico e il mezzo perde il segnale (...) ». «Il filobus si inceppa, a sentire gli istruttori, al minimo imprevisto (...) il filobus è sempre fuori traiettoria: abbiamo buttato giù pali, urtato marciapiedi, figuriamoci cosa può succedere nelle strade strette del centro medievale di Bologna. Ecco poi le anomalie fisiche: le porte - racconta l'istruttoria - sono sempre a rischio sbattimento, bastano 2 centimetri di dislivello che non si aprono (...) anche i vetri non rispettano il capitolato (...) Morale della favola: Questa vettura mette a rischio la sicurezza nostra e dei cittadini»;
alla luce di quanto riportato dal giornale il progetto Civis si è dimostrato sostanzialmente inagibile o comunque inadatto a svolgere il ruolo per il quale il comune di Bologna ha investito somme rilevanti nel presupposto di un percorso veloce, privo di inconvenienti e soprattutto sicuro per i conducenti e passeggeri: la questione non è di poco conto e nessuno, visto il contenuto delle contestazioni degli istruttori, potrà nascondersi dietro imprevedibili vizi occulti;
ad avviso degli interpellanti, il consiglio di amministrazione di Atc spa, dopo tali fatti, dovrebbe rassegnare le proprie dimissioni;
gli interpellanti rilevano, altresì, i numerosi disservizi verificatisi in questi mesi, oggetto di inchieste della magistratura bolognese, le pesanti pressioni degli enti locali sul commissario di Governo per far proseguire un'infrastruttura devastante per la città e la necessità di sospendere il contratto con l'azienda fornitrice per il venir meno delle condizioni iniziali essenziali per il proseguimento di un'opera che anche il soprintendente regionale per i beni culturali e paesaggistici ha definito in termini preoccupanti (al riguardo si citano le recenti dichiarazioni apparse nei giorni scorsi sul quotidiano Il Resto del Carlino) -:
quali iniziative si intendano adottare dal punto di vista del blocco dei finanziamenti in presenza di una infrastruttura che presenta disfunzioni significative rispetto al progetto originario, concordato con il comune di Bologna;
quali siano gli intendimenti del commissario di Governo e se, in particolare, si intenda assumere un atteggiamento più deciso che non escluda la risoluzione del contratto e nuove perizie atte a tranquillizzare l'opinione pubblica sempre più turbata dal susseguirsi di vicende che creano seri dubbi sulla reale fattibilità del cosiddetto progetto Civis.
(2-00833)
«Garagnani, Gava, Armosino, Boniver, Massimo Parisi, Faenzi, Beccalossi, Formichella, Biava, Gottardo, Stradella, Ceccacci Rubino, Romele, Pugliese, Grimaldi, D'Anna, Petrenga, Mazzuca, Bernini Bovicelli, Pizzolante, Marinello, Soglia, Palmieri, Valentini, Del Tenno, Carlucci, Centemero, Scalera, Di Cagno Abbrescia, Bonciani, Tommaso Foti, Aracri, Biasotti, Bergamini».

Chiarimenti in merito ai tempi di realizzazione, ai costi e alle fonti di finanziamento dell'opera di ammodernamento dell'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria - 2-00850

B)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
l'Anas, che ha il compito di gestire i lavori per l'ammodernamento dell'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, aveva ipotizzato, all'inizio del 2010, che gli stessi lavori sarebbero stati ultimati e consegnati nel 2013, salvo oggi ipotizzare una diversa conclusione degli stessi entro la fine del 2014 (data segnalata anche sui cartelli dei cantieri);
il Presidente del Consiglio dei ministri, smentendo di fatto l'ultimo annuncio dell'Anas, il 29 settembre 2010 ha annunciato che l'autostrada sarà completata nel 2013, di fatto proseguendo la scia di infiniti annunci che si susseguono fin da quando, nel 1996, sono stati avviati i lavori di ristrutturazione sulla Salerno-Reggio Calabria;
il 30 settembre 2010 in Commissione bilancio, tesoro e programmazione della Camera dei deputati è stato esaminato lo schema di delibera del Cipe che ha disposto la riduzione di risorse finanziarie di 178 milioni di euro per il completamento di un tratto autostradale della Salerno-Reggio Calabria;
sempre il 29 settembre 2009, sul sito dell'Anas, anche una dichiarazione del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteoli smentiva il Presidente del Consiglio dei ministri, facendo presente che «dei 443 chilometri della A3, 209 chilometri sono già stati ultimati e 174 chilometri già appaltati e finanziati. Restano circa 50 chilometri i cui progetti sono in fase di realizzazione. L'A3 sarà dunque pronta per il 90 per cento entro il 2014»;
la stessa Anas, sul suo sito, precisava che «i lavori su 209 chilometri sono ultimati e fruibili, rappresentanti circa il 46 per cento dell'intero tracciato. I lavori in esecuzione (151 chilometri) o in fase di gara (14 chilometri) interessano circa 165 chilometri dell'autostrada e per questi si prevede la fruibilità entro il 2014»;
al completamento dell'opera mancherebbero dunque 69 chilometri, e per questo tratto i lavori, secondo l'Anas, sarebbero in «avanzata fase di progettazione»;
per tale ultimo tratto di 69 chilometri servono ancora 2 miliardi e 660 milioni di euro, dei quali 537 già deliberati in modo programmatico dal Cipe;
rimarrebbero da reperire circa 2 miliardi e 123 milioni di euro, ma nessuno dice come e dove si dovrebbero reperire queste risorse;
se dunque per realizzare ex novo l'autostrada Salerno-Reggio Calabria negli anni '60 si impiegarono appena 11 anni (e già esisteva la criminalità organizzata), per ammodernarla serviranno non meno di 18 anni, nonostante le tecniche di costruzione moderne dovrebbero essere di certo più efficienti rispetto quelle di 50 anni fa;
secondo alcuni organi di stampa, l'autostrada Salerno-Reggio Calabria non sarà completata per intero, in quanto probabilmente, rispetto al progetto iniziale, i lavori di completamento si fermeranno alla località di Campo Calabro (luogo in cui presumibilmente si potrà imboccare il famigerato e ancora inesistente ponte sullo Stretto) e non, come previsto, a Reggio Calabria;
il lotto in questione (macrolotto 6) riguarderà i 20 chilometri che separano Scilla da Reggio Calabria, il cui costo originario ammonta a circa 634 milioni di euro, e verrà dunque eseguito per appena la metà dello stesso;
se logica vuole che ad un dimezzamento dei lavori dovrebbe corrispondere un pari dimezzamento dei costi da sostenere, questo non si è verificato, in quanto al prevedibile contenzioso aperto tra Anas e general contractor dell'autostrada è seguito un accordo: i 634 milioni di euro della commessa sono stati ridotti a 415, ma l'Anas ha dovuto concedere un indennizzo alla ditta appaltatrice pari a 91 milioni di euro;
per completare il 50 per cento circa del tratto inizialmente progettato, poco più di 10 chilometri (rispetto ai 20 chilometri iniziali), serviranno, dunque, 506 milioni (rispetto ai 643 iniziali), circa il 78 per cento delle risorse inizialmente previste; oltretutto il tratto che non verrà realizzato corrisponde per le condizioni morfologiche del territorio a uno tra i più complicati per la realizzazione dell'intero lotto autostradale;
il costo finale dell'intera opera di ammodernamento dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria alla fine si dovrebbe aggirare intorno ai 9 miliardi e 698 milioni di euro, circa 22 milioni di euro a chilometri, addirittura 4 volte di più rispetto a quanto si spese quando negli anni '60 l'A3 venne costruita;
in questo quadro già di per sé difficile è doveroso citare lo sdegno per la palpabile presenza della criminalità organizzata negli appalti dei lavori di completamento dell'autostrada, presenza che, ad avviso degli interpellanti, non è mai stata combattuta fino in fondo dagli organi istituzionali e che è quasi stata accettata come se fosse normale per le cosche mafiose guadagnare profitti nell'esecuzione dei lavori;
si parla, ma nessuno ha avuto mai la coscienza e la forza di verificarne la veridicità e disporne i necessari rimedi, di una «tassa» del 3 per cento imposta dalla malavita a tutte le imprese che lavorano a qualunque titolo sull'autostrada (solo questa voce, nel totale delle spese, ammonterebbe a circa 270 milioni di euro), senza contare i subappalti concessi alle imprese «amiche» delle famiglie mafiose e la scelta delle forniture sovraprezzate e di scarsa qualità;
la magistratura, nonostante i controlli continui che dispone (sono 52 gli arresti disposti solo nel mese di giugno 2010), aiutata in questo dagli organi di polizia, carabinieri e guardia di finanza, non è ancora riuscita a risolvere le problematiche che la malavita provoca interferendo con l'opera di ammodernamento dell'autostrada;
nonostante i numerosi moniti provenienti anche dagli amministratori locali, non si è ancora disposta la forma di commissariamento per i lavori, in modo da evitare l'eccessiva burocrazia e controllare ancora meglio il pericolo di infiltrazioni mafiose -:
se non ritenga di chiarire in modo certo i tempi di realizzazione dell'opera, i relativi costi effettivi e le fonti di finanziamento;
quali siano i motivi per cui nella citata delibera del Cipe si sia proceduto ad una consistente riduzione delle risorse già previste per il completamento dell'opera e quali siano le conseguenze che ne potranno derivare;
se non ritenga di fornire elementi certi volti a chiarire i motivi della palese e, ad avviso degli interpellanti, macroscopica differenza tra il costo previsto per la realizzazione dei 22 chilometri del macrolotto 6 Scilla-Reggio Calabria e quelli realmente necessari per il completamento della porzione rimanente;
se, oltre all'indennizzo corrisposto alla ditta appaltatrice citato in premessa, nel corso della realizzazione dell'intera opera, ne siano stati disposti ulteriori per parti di opere non realizzate o modificate e quali siano gli eventuali relativi costi.
(2-00850)
«Casini, Libè, Occhiuto, Tassone, Compagnon, Mereu».

Iniziative per eliminare e prevenire i gravi danni all'ambiente causati dalla diffusione delle buste di plastica - 2-00841

C)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere - premesso che:
poiché una delle maggiori cause di deturpamento del nostro Paese è rappresentata dall'enorme quantità di buste di plastica che circolano e che, una volta utilizzate, vengono troppo spesso disperse nell'acqua o nel suolo, è necessario assumere interventi incisivi e organici contro i danni provocati da questo fenomeno all'ambiente e alla salute;
particolarmente nefasti e gravi sono gli effetti sul mare perché, secondo studi recenti, il tempo di degradamento della plastica dispersa in mare non è minore di 20 anni e in questo lungo periodo di tempo le buste abbandonate sprigionano sostanze chimiche e soffocano l'ecosistema, il che, in seconda battuta, causa anche gravi danni all'industria del turismo;
secondo lo studio «Rifiuti marini: una sfida globale», a cura del programma ambientale delle Nazioni Unite (UNEP), il primo che compie un'analisi accurata sullo stato di salute di dodici grandi mari del Mondo, almeno l'8,5 per cento dei rifiuti presenti nel mare Mediterraneo sarebbe costituito dalle sole buste di plastica;
all'estero il tema della riduzione delle buste in plastica non biodegradabile è ritenuto realmente cruciale per la tutela dell'ambiente come dimostrano:
il fatto che in molti Paesi, sia in Europa che al di fuori di essa, dalla Francia all'Australia, da alcuni Stati degli Usa alla Cina, sono stati già presi provvedimenti in proposito;
il fatto che l'articolo 29 della direttiva europea 2008/98/CE sulla riduzione dei rifiuti, il cui decreto legislativo di attuazione è attualmente all'esame della Commissione ambiente della Camera dei deputati, imponga agli Stati membri l'adozione di programmi di prevenzione dei rifiuti;
inoltre, l'articolo 1, commi 1129 e 1130, della legge n. 296 del 2006, prevede l'avvio di un programma sperimentale a livello nazionale per la progressiva riduzione della commercializzazione di sacchi per l'asporto di merci che non siano biodegradabili, ma nel corso degli anni il termine per l'attuazione di tale previsione è stato prorogato fino alla data, oggi in vigore, del 1o gennaio 2011. La necessità di dare piena attuazione al programma è confermata dal fatto che, di fronte al mancato varo del necessario decreto ministeriale, alcuni comuni, con in testa quello di Roma, hanno emesso o annunciato ordinanze per bandire l'utilizzo delle buste di plastica all'interno dei rispettivi territori -:
quali iniziative, anche in riferimento all'atteso decreto di attuazione del programma sperimentale di cui alla legge n. 296 del 2006, siano in atto o siano in procinto di essere assunte da parte del Governo per eliminare e prevenire i gravi danni all'ambiente causati dalla diffusione delle buste di plastica.
(2-00841)
«Cosenza, Marinello, Marsilio, Stasi, Cesaro, Del Tenno, Pizzolante, Luciano Rossi, Ceroni, Tortoli, Milanese, Mazzoni, Holzmann, Raisi, Ruben, Iapicca, Giorgio Conte, Bellotti, Bonciani, Scalia, Ghiglia, Garofalo, Di Cagno Abbrescia, Barba, Speciale, Girlanda, Barani, Polidori, Rampelli, Palmieri, Minardo, Murgia, Germanà, Tommaso Foti, Bernardo».

Orientamenti del Governo circa la riforma della giustizia minorile - 2-00825

D)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
rispondendo all'interrogazione n. 5-03528 dell'onorevole Palomba in Commissione giustizia della Camera dei deputati, in data mercoledì 6 ottobre 2010, il Governo - nella persona del Sottosegretario Caliendo - ha ritenuto di precisare che lo schema di decreto del Presidente della Repubblica recante il nuovo regolamento di organizzazione del Ministero della giustizia, predisposto sin dal 2008, «è stato oggetto di alcune osservazioni da parte dei ministeri concertanti tali da comportare, di volta in volta, la modifica del testo (...)»; consta viceversa agli interpellanti che tali osservazioni in nessun modo riguardavano la giustizia minorile, oggetto dell'interrogazione dell'onorevole Palomba;
lo stesso Sottosegretario ha, altresì, precisato in tale occasione che l'aggiornamento del progetto si è reso necessario «dovendosi tener conto delle innovazioni normative intervenute e dei provvedimenti predisposti dai vari dipartimenti del dicastero per la riorganizzazione del personale non dirigenziale nell'ambito dei singoli comparti»; consta viceversa agli interpellanti che la riorganizzazione del personale non dirigenziale riguarda solo l'organizzazione giudiziaria, per la quale si è addivenuti al decentramento in direzioni regionali, mentre per gli uffici giudiziari rimane attuale la problematica inerente la suddivisione dei poteri tra capi degli uffici e dirigenti amministrativi;
nella suddetta risposta del Governo si mette in relazione necessaria la riorganizzazione proposta coi tagli al personale e alla spesa, mentre in altri Ministeri le stesse esigenze hanno condotto non ad una riorganizzazione ma ad una semplice revisione degli uffici dirigenziali, ciò che si sarebbe potuto benissimo attuare anche nel settore della giustizia, senza intaccare l'autonomia della giustizia minorile;
ugualmente la citata risposta giustifica con analoghe necessità inderogabili l'accentramento in capo ai due dipartimenti «maggiori» (quello dell'organizzazione giudiziaria e quello dell'amministrazione penitenziaria) di tutta gestione del personale civile e della gestione dei beni, quando l'accentramento investe solo personale e beni della giustizia minorile, restando del tutto inalterato il quadro residuo, e quando la riforma, ove attuata, sortirebbe l'effetto assai singolare di ripartire tra due distinti soggetti una materia oggi unitariamente amministrata nella giustizia minorile;
l'ulteriore argomento addotto dal Governo della necessaria gestione del personale e dei beni e servizi sul duplice livello centrale e periferico è poi, ad avviso degli interpellanti, privo di senso comune, godendo la giustizia minorile di un decentramento che risale al 1955 (decreto del Presidente della Repubblica 28 giugno 1955, n. 1538), quando, ad esempio, il dipartimento della amministrazione penitenziaria gode del decentramento solo dal 1991;
in realtà il progetto, frammentando tra gli organi degli altri dipartimenti esistenti le funzioni della giustizia minorile, sortirebbe, ad avviso degli interpellanti, l'unico risultato che una materia sino ad oggi organizzata e gestita unitariamente sarebbe adesso «governata» da ben tre dipartimenti; e ciò configurerebbe a dir poco un esempio unico di irrazionalità organizzativa ed amministrativa, con inevitabili inefficienze e maggiorazioni di spesa, ostacolando in modo decisivo lo svolgimento delle specifiche funzioni della giustizia minorile;
l'autonomia di tali funzioni si radica in una concreta ed evidente specializzazione, a sua volta avvalorata da una lunga tradizione virtuosa, affrancatasi nel tempo dalle culture carcerarie nel nome della peculiarità dei soggetti (i detenuti minori) al centro dell'attività dell'amministrazione;
l'esigenza di tale specializzazione viene unanimemente riconosciuta a livello nazionale e internazionale da tutti gli esperti del settore e, anzi, alcuni aspetti importanti della gestione trattamentale intra ed extracarceraria del comparto minorile costituiscono esempi significativi di innovazione in merito alla giustizia ripartiva o all'ipotesi di introdurre, anche nel mondo della giustizia ordinaria, la «messa in prova»;
pertanto, gli istituti penali nel settore minorile, le comunità, i centri di prima accoglienza e gli uffici di servizio sociale devono, per la loro spiccata specialità, continuare a mantenere una linea di comando unica, facente capo a un dipartimento della giustizia minorile;
se proprio si vuole risparmiare, si può, in via subordinata e con sacrificio, comunque accettare l'idea di ridurre da tre a due le direzioni generali, accorpandone le funzioni, ma si deve al tempo stesso mantenere il decentramento oggi in atto, al quale corrispondono risparmi sicuri, essendo questo decentramento basato su uffici dirigenziali di livello non generale -:
se non ritenga il Ministro interpellato, tenendo conto delle molte critiche a suo tempo ricevute e delle specifiche caratteristiche della materia, la quale richiede di essere organizzata con strutture autonome e sulla base di una forte specializzazione delle funzioni e del personale, di dover recedere dal progetto in corso di definitiva elaborazione e di dover riconsiderare la riforma nel pieno rispetto dell'autonomia della giustizia minorile.
(2-00825)
(Nuova formulazione) «Ferranti, Melis, Morassut, D'Incecco, Servodio, Concia, Zampa, Gianni Farina, Realacci, Pierdomenico Martino, Martella, Merloni, Minniti, Bellanova, Tidei, Capodicasa, Ferrari, Touadi, Peluffo, Veltroni, Samperi, Capano, Amici, De Pasquale, Maran, Motta, Pedoto, Sereni, Tenaglia, Velo, Zaccaria, Fioroni, Rosato, Lo Moro, Rossomando, Rubinato, Ciriello, Genovese».

Iniziative di competenza del Ministro della giustizia in relazione alla gestione dell'ordine nazionale dei biologi - 2-00847

E)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
nel mese di febbraio 2010 ai dottori Corrado Marino e Giuseppe Vitale, biologi regolarmente iscritti all'ordine nazionale dei biologi, è stato recapitato in forma anonima un plico contenente una relazione con i relativi allegati informatici, dalla quale si evincono gravissime irregolarità nella gestione economico-finanziaria dell'ordine nazionale dei biologi per il periodo 2000-2009. La relazione, a dire dell'ignoto estensore, sarebbe stata redatta attraverso la revisione contabile dei libro giornale e dei bilanci di esercizio dell'ordine. In particolare, dall'analisi della documentazione contabile effettuata dall'anonimo, sarebbero emerse precise e circostanziate violazioni del principio di corretta gestione dell'ente, che vanno dall'anomala appostazione di consistenti investimenti di cui si perde traccia nel corso degli anni alla realizzazione di interessi privati da parte del legale rappresentante del consiglio dell'ordine, fino all'ipotizzata vera e propria appropriazione indebita di fondi ad opera del presidente ovvero di alcuni componenti del consiglio dell'ordine;
in data 23 aprile 2010, i dottori Corrado Marino e Giuseppe Vitale hanno denunciato mediante esposto al Ministro interpellato, a direttori generali ed agli uffici competenti la sussistenza di ipotesi di reato e di violazione contabile che si evincono dallo scritto anonimo, chiedendo l'intervento del Ministro interpellato, al fine dell'esercizio del potere di vigilanza di cui lo stesso Ministro è titolare;
in data 12 maggio 2010, il Ministero della giustizia, con una generica comunicazione, protocollo n. 404 del 2010, a firma del direttore dell'ufficio III, dottoressa Luisa Bianchi, ha interessato il consiglio nazionale dei biologi, cui competono i poteri di vigilanza e di disciplina, affinché venga inoltrata apposita denuncia al procuratore regionale della Corte dei conti, ai sensi dell'articolo 90 del decreto del Presidente della Repubblica 27 febbraio 2003, n. 97, previo accertamento delle irregolarità contabili denunciate;
in merito ai fatti sopra descritti, in data 28 maggio 2010, i dottori Corrado Marino e Giuseppe Vitale hanno depositato presso la procura di Roma un atto di denuncia/querela contro gli eventuali autori dei reati che il procuratore generale della Repubblica di Roma dovesse ravvisare. Il procedimento (n. 4151/2010 registro notizie di reato) è stato affidato alla dottoressa Maria Letizia Golfieri, la quale ha incaricato la guardia di finanza di acquisire sommarie informazioni testimoniali dalle persone informate dei fatti;
in data 7 giugno 2010, è stato notificato al Ministero della giustizia un atto di invito e diffida ad esercitare direttamente e tempestivamente il potere di vigilanza, di cui all'articolo 46 della legge n. 396 del 1967;
con lettera indirizzata al presidente ed ai componenti del consiglio dell'ordine, acquisita e posta a verbale nella riunione del consiglio dell'ordine dei biologi del 30 settembre 2010, i consiglieri dell'ordine nazionale dei biologi Michele Ascione e Nicola Tafuri hanno ribadito la gravità dei fatti emersi circa la mala gestione dell'ordine ed hanno invitato il consiglio ad attivarsi per il recupero delle somme indebitamente sottratte al fondo dei biologi e per ricostituire l'integrità del patrimonio dell'ente;
con lettera aperta del 4 ottobre 2010, pubblicata sul sito www.ilbiologo.it, il presidente pro tempore dell'ordine nazionale dei biologi Fiorenzo Pastoni, unitamente ai consiglieri Nicola Tafuri e Michele Ascione, ha comunicato gli esiti degli accertamenti di una commissione interna dell'ordine. Dagli accertamenti emergono gravi irregolarità gestionali: «Sono stati così verificati e riscontrati i conferimenti di cospicue somme di denaro percepite da diversi soggetti negli ultimi 5 anni di gestione, in ragione delle quali è stato dato mandato ad un insigne avvocato napoletano di procedere in modo opportuno. È stato, altresì, accertato l'utilizzo di carte di credito intestate all'ordine nazionale dei biologi per acquisti e spese estranee ai compiti ed ai fini istituzionali dell'ente. Ulteriori accertamenti dovranno essere eseguiti sull'intera movimentazione bancaria dei conti corrente intestati all'ordine nazionale dei biologi, al fine di accertare la regolarità delle operazioni bancarie e degli incassi anche per quanto concerne gli interessi attivi maturati sui titoli e sugli investimenti fatti dall'ente. Parimenti occorre verificare la corretta e completa acquisizione del corrispettivo finanziario spettante all'ordine nazionale dei biologi per la vendita dell'immobile sito in Roma alla via Sicilia, adibito a sede della cassa di previdenza interprofessionale» -:
se e con quali iniziative ritenga necessario, per garantire il corretto svolgimento delle attribuzioni proprie dell'ordine nazionale dei biologi, esercitare il potere di vigilanza di cui è titolare, ai sensi dell'articolo 46 della legge n. 396 del 1967.
(2-00847)
«D'Anna, Petrenga, De Siano, Cesaro, Stasi, Ciccioli, Pugliese, Ghedini, Pagano, Iapicca, Paolo Russo, Landolfi, Di Caterina, Castiello, Papa, Rivolta, Mario Pepe (PdL), De Girolamo, Laffranco, Bianconi, Gottardo, Gioacchino Alfano, Milo, Sardelli, Belcastro, Iannaccone, Porfidia, Sbai, De Luca, Barani, Mussolini, Grimaldi».

Iniziative volte a promuovere una politica di integrazione in favore degli alunni portatori di handicap - 2-00843

F)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
da oltre 30 anni con la legge Falcucci n. 517 del 1977 il nostro Paese conduce una straordinaria esperienza educativa e didattica, studiata ed invidiata dagli altri Paesi europei che si stanno orientando a questa stessa scelta e che vede tutti gli alunni con disabilità a scuola con i loro compagni;
nella relazione conclusiva della commissione Falcucci, concernente i problemi scolastici degli alunni handicappati (1975), che ha preceduto e preparato l'estensione delle legge sopra citata, sono contenuti importanti indicazioni, di seguito riportate in alcuni passaggi solo esemplificativi: «la scuola proprio perché deve rapportare l'azione educativa alle potenzialità individuali di ogni allievo, appare la struttura più appropriata per far superare la condizione di emarginazione in cui altrimenti sarebbero condannati i bambini handicappati, anche se deve considerarsi coessenziale una organizzazione dei servizi sanitari e sociali finalizzati all'identico obiettivo»; la condizione della piena integrazione scolastica «passa attraverso un nuovo modo di concepire e di attuare la scuola, così da poter veramente accogliere ogni bambino ed ogni adolescente per favorirne lo sviluppo personale, precisando peraltro che la frequenza di scuole comuni da parte di bambini handicappati non implica il raggiungimento di mete culturali minime comuni»; «si dovrebbe giungere per questa via ad allargare il concetto di apprendimento affinché, accanto ai livelli di intelligenza logico-astrattiva, venga considerata anche l'intelligenza sensorio-motrice e pratica e siano soprattutto tenuti presenti i processi di socializzazione». Non vi si nascondevano le difficoltà per cui «la Commissione mentre considera la realizzazione di un nuovo modo di essere della scuola, un obiettivo fondamentale, generale e irrinunciabile, ritiene che esso costituisca il punto di arrivo di un processo necessariamente graduale e realistico»;
questo percorso è stato solo parzialmente intrapreso, per quanto attiene sia alla formazione di tutti i docenti e di quelli specializzati (erroneamente trasformatisi in docenti dedicati al solo allievo con disabilità invece che all'intera azione della scuola), sia all'organizzazione generale del sistema scolastico e delle singole autonome istituzioni scolastiche, sia all'integrazione tra servizi scolastici, sociali e sanitari;
il 20 marzo 2008 è stata firmata, in sede di Conferenza unificata, l'«intesa tra il Governo, le regioni, le province autonome di Trento e Bolzano, le province, i comuni e le comunità montane in merito alle modalità e ai criteri per l'accoglienza scolastica e la presa in carico dell'alunno con disabilità» (repertorio atti n. 39/cu), «finalizzata a stabilire modalità e criteri per ricondurre la complessa materia dell'integrazione scolastica dell'alunno con disabilità all'interno di un progetto complessivo idoneo a ridefinire principi e criteri su cui fondare gli interventi di sostegno e assistenza, di coordinamento e funzionalità dei momenti accertativi e di integrazione delle azioni di tutti i soggetti istituzionali coinvolti»;
maggiori conoscenze sulle difficoltà specifiche di apprendimento consentono oggi di intervenire precocemente ed efficacemente anche per ridurre le difficoltà degli alunni con difficoltà specifiche di apprendimento, per le quali la VII Commissione (Cultura) della Camera dei deputati ha approvato, in sede legislativa, con modificazioni il progetto di legge recante nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico (atto Camera n. 2459), attualmente in corso di esame in seconda lettura presso la VII Commissione Senato (atto Senato n. 1006-1036-B);
dall'anno 2007 è in corso il progetto I Care (imparare, comunicare, agire in una rete educativa) per promuovere nelle istituzioni scolastiche sistematiche azioni e attività di formazione dei docenti e dei dirigenti sugli snodi delle politiche di integrazione, il cui filo conduttore è il diritto all'apprendimento di tutti gli alunni;
in sede di espressione del parere sul regolamento concernente la formazione iniziale degli insegnanti della scuola dell'infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo e secondo grado (atto n. 205), il 18 maggio 2010 la VII Commissione della Camera dei deputati ha posto la seguente condizione: «occorre valutare il rinserimento dell'insegnamento di didattica e pedagogia speciale, attualmente previsto solo nell'ambito del tirocinio formativo attivo, anche nel corso di laurea magistrale e all'articolo 13 è necessario prevedere, durante la specializzazione post abilitazione per il sostegno all'integrazione agli alunni con disabilità, percorsi differenziati volti ad acquisire specifiche competenze per i diversi ambiti di disabilità» (condizione n. 9);
martedì 21 settembre 2010 a Chieri - comune del Torinese di 36 mila abitanti - durante una seduta del consiglio comunale aperto, l'assessore comunale all'istruzione è intervenuto sul tema degli alunni disabili nelle classi ed ha affermato: «basta disabili a scuola. Non imparano e disturbano. Meglio per tutti una comunità, dove mandarli seguiti da personale specializzato»;
nonostante la legittima indignazione dei genitori con figli disabili che desiderano per i loro figli un futuro fatto di integrazione e non di isolamento e nonostante il tentativo del sindaco di Chieri di prendere le distanze dalle parole dell'assessore, pur scusandolo in quanto forse frainteso, l'assessore ha ribadito, in una successiva intervista, la propria posizione, rincarando la dose. «Qualche genitore si è sentito offeso? E perché mai? Ho detto soltanto quel che pensano tutti: quei ragazzi a scuola disturbano (...) bisognerebbe creare luoghi adeguati ai reali bisogni di questi ragazzi. Oggi ci sono comunità specializzate. Non sempre mamma e papà sono d'accordo, ma è nostro compito convincerli (...). Lasciarli in classe con gli altri compagni è inutile! Ci sono ragazzi, qui da noi, che passano la mattina a dare calci e pugni ad un muro. Disturbano e non imparano nulla». E riguardo agli insegnati di sostegno ha aggiunto: «Non possono fare nulla. E questi ragazzi con l'istruzione non hanno nulla a che fare»;
negli ultimi giorni si è pericolosamente ripetuta qualche dichiarazione sulla presenza di «troppi alunni disabili nelle scuole», arrivando ad invocare addirittura la reintroduzione della «rupe Tarpea», senza che il Ministro interpellato intervenisse sulle vicende richiamate -:
quali iniziative il Ministro interpellato intenda assumere per:
a) promuovere con ogni utile iniziativa, una politica dell'integrazione in favore degli alunni portatori di handicap, in modo da contrastare una cultura discriminatoria pericolosamente dilagante, che va a minare profondamente la natura inclusiva della scuola italiana;
b) implementare e consolidare competenze organizzative, formative, valutative sia nella struttura centrale del Ministero, sia a livello delle singole istituzioni scolastiche autonome;
c) procedere alla concreta applicazione dell'intesa in Conferenza unificata del 20 marzo 2008, citata in premessa;
d) dare continuità al progetto di formazione I Care o presentare al Parlamento altri analoghi progetti di formazione in servizio.
(2-00843)
«De Torre, Ghizzoni, Coscia, De Pasquale, Melandri, Nicolais, Pes, Siragusa, De Biasi, Bachelet, Levi, Rossa, Antonino Russo, Mazzarella, Lenzi, Tocci, Verini, Bossa, Agostini, Schirru, Realacci, Froner, Zampa, Corsini, Miotto, Argentin, Albonetti, Concia, Pierdomenico Martino, Narducci, Melis, Bellanova, Baretta, Cavallaro, Ferranti, Ferrari, Sereni, Veltroni, Zaccaria».

Iniziative a sostegno dei contratti di solidarietà, anche attraverso apposite misure di rifinanziamento del fondo per la decontribuzione - 2-00842

G)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere - premesso che:
il protrarsi della crisi economica internazionale, in cui si distinguono negativamente gli indicatori della nostra economia, sta mettendo sempre più in difficoltà interi comparti economici con inevitabili ricadute sull'occupazione e sul reddito dei lavoratori;
tra i diversi istituti previsti dal nostro ordinamento, un utile strumento di attenuazione delle tensioni occupazionali, anche in questa particolare congiuntura negativa, si sono dimostrati i contratti di solidarietà, di cui all'articolo 1 del decreto-legge 30 ottobre 1984, n. 726, convertito dalla legge 19 dicembre 1984, n. 863;
come noto, ai sensi dell'articolo 1, comma 6, del decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78, l'ammontare del trattamento di integrazione salariale prevista per i lavoratori che accedono ai contratti di solidarietà è stato, in via sperimentale per gli anni 2009 e 2010, elevato all'80 per cento della retribuzione;
com'è altrettanto noto, ai sensi dell'articolo 6, comma 4, del decreto-legge 1o ottobre 1996, n. 510, ai datori di lavoro che stipulino i contratti di solidarietà è riconosciuta una riduzione significativa dell'ammontare della contribuzione previdenziale e assistenziale;
la combinazione delle richiamate disposizioni rappresenta il presupposto per il perfezionamento delle condizioni per il ricorso ai contratti di solidarietà. Pertanto, la circostanza dell'indisponibilità delle risorse destinate a finanziare la decontribuzione prevista dal citato decreto-legge del 1996, n. 510, evidenziata nel decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, n. 53530, relativo alla richiesta di riconoscimento del trattamento d'integrazione salariale per i lavoratori della società Lenci Calzature spa, rappresenta un pregiudizio di primario rilievo ai fini dell'attivazione dell'istituto dei contratti di solidarietà;
l'impresa in questione, così come - si presume - la gran parte delle imprese nelle medesime condizioni, lamenta l'impraticabilità della soluzione concordata con le organizzazioni sindacali, a fronte della mancata decontribuzione, che fa venir meno le condizioni economiche per il mantenimento degli attuali livelli occupazionali;
le tensioni che si registrano nel mercato del lavoro italiano richiedono ogni sforzo per scongiurare altre situazioni di sofferenza -:
quali urgenti iniziative si intendano assumere, anche attraverso apposite misure di rifinanziamento del fondo per la decontribuzione, di cui all'articolo 6, comma 4, del decreto-legge 1o ottobre 1996, n. 510, al fine di scongiurare che un importante strumento come i contratti di solidarietà possa essere compromesso dalla mancata corresponsione delle agevolazioni contributive.
(2-00842)
«Gatti, Damiano, Mariani, Barbi, Bellanova, Berretta, Bobba, Bossa, Braga, Brandolini, Ceccuzzi, Cenni, Ciriello, Cuperlo, D'Antoni, D'Incecco, Fluvi, Ginefra, Giovanelli, Gnecchi, Madia, Marantelli, Marchi, Mattesini, Mazzarella, Merloni, Miglioli, Misiani, Mosca, Motta, Murer, Peluffo, Pes, Pollastrini, Rampi, Rugghia, Santagata, Schirru, Touadi, Trappolino, Vannucci, Zunino».

Iniziative per la revisione dei parametri previsti per l'accesso ai contributi a favore delle famiglie con disabili, con particolare riferimento alle spese sostenute per le cure - 2-00851

H)

I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri del lavoro e delle politiche sociali, della salute e dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi il quotidiano La Stampa ha dato voce all'ennesima incredibile vicenda sulle difficoltà che incontrano le famiglie nella generosa assistenza ai loro famigliari;
è la storia di una ragazza di Borgo San Dalmazzo (Cuneo) in coma da otto anni a seguito di un aneurisma;
dal 2002 la ragazza, in stato vegetativo, è assistita a casa dai genitori, entrambi pensionati, che vivono ai limiti del possibile per garantirle tutte le cure necessarie;
a scatenare l'indignazione dei familiari e di quanti conoscono e vivono l'impegno della famiglia è stata la richiesta dell'Inps di una visita di accertamento, pena la revoca della pensione di invalidità, nonostante i servizi sociali abbiano più volte inviato all'istituto il certificato medico della ragazza che ne attesta l'impossibilità ad essere trasportata;
l'aspetto più deprimente è legato, ancora una volta, al fatto di essere considerati dalle strutture pubbliche una pratica più che una persona, con una evidente mancanza del senso di responsabilità di tutti gli organi competenti; infatti, più volte il padre della ragazza si è rivolto agli enti locali per ottenere il contributo specifico regionale per l'affitto, a fronte di una spesa mensile di seicento euro sostenuta dalla famiglia per l'affitto della casa in cui vivono;
la richiesta è stata, però, rigettata perché il reddito familiare (duemila euro mensili) risulterebbe troppo alto per usufruire del predetto contributo regionale;
la stessa risposta è stata data per la richiesta di un lettino antidecubito, poiché questo particolare presidio non risulterebbe nel nomenclatore tariffario approvato dal Ministero della salute;
si tratta di un lettino specifico, indispensabile in casi come questo, dotato di elementi comandati da un computer che si gonfiano e si sgonfiano ciclicamente, per il quale sono necessari oltre quattromila euro;
la famiglia, secondo i parametri assistenziali, risulterebbe «benestante» sulla base dei duemila euro percepiti dai genitori per le loro pensioni, mentre le spese mensili affrontate dai medesimi per le cure sono di gran lunga superiori a tali entrate, spese che, se la ragazza dovesse essere portata in una struttura pubblica, ammonterebbero mensilmente a circa novemila euro;
la «Fondazione La Stampa Specchio dei tempi» ha aperto, nei giorni scorsi, una sottoscrizione per trovare al più presto le risorse necessarie per l'acquisto del lettino antidecubito;
quanto finora premesso rappresenta l'ennesimo «schiaffo» alla dignità umana, confermando, ancora una volta, come sia più semplice, da parte degli enti pubblici, nascondersi dietro un sostanziale rimpallo delle responsabilità, piuttosto che affrontare concretamente e adeguatamente i problemi; è sufficiente pensare che casi come questo sono migliaia, ma vengono tenuti nell'ombra dall'indifferenza pubblica e collettiva;
da un lato ci sono la famiglia e i famigliari, «eroi coraggiosi e silenziosi», che affrontano quotidianamente e dignitosamente una scelta dettata dall'amore nei confronti di una figlia, e dall'altro enti pubblici e burocrazia che negano qualsiasi assunzione di responsabilità rispetto al dettame normativo;
è indispensabile che le istituzioni nazionali e gli enti locali, in accordo tra loro, intervengano a colmare le lacune più vergognose e permettere a chi è in difficoltà di ottenere adeguati sostegni per poter far fronte alle ingenti spese quotidiane -:
quali urgenti iniziative di competenza, anche normative, si intendano avviare, in accordo con le regioni, anche mediante una revisione dei parametri previsti per l'accesso ai contributi, che non tengano conto solo del reddito ma che valutino, soprattutto, le spese sostenute per le cure, al fine di dare puntuali indicazioni agli enti locali per assicurare alle famiglie, con persone in situazioni analoghe a quella in premessa, la possibilità di accedere agli interventi economici e assistenziali previsti dalla vigente normativa.
(2-00851)
«Delfino, Adornato, Binetti, Bosi, Capitanio Santolini, Enzo Carra, Cera, Ciccanti, Compagnon, De Poli, Dionisi, Anna Teresa Formisano, Galletti, Libè, Lusetti, Mantini, Marcazzan, Mereu, Ricardo Antonio Merlo, Mondello, Naro, Occhiuto, Pezzotta, Poli, Rao, Ria, Ruggeri, Scanderebech, Tassone, Nunzio Francesco Testa, Volontè, Zinzi».

Iniziative del Governo in relazione ai fenomeni di degrado connessi alla massiccia presenza di lavoratori immigrati stagionali - 2-00846

I)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e i Ministri dell'interno, del lavoro e delle politiche sociali, delle politiche agricole, alimentari e forestali e per le pari opportunità, per sapere - premesso che:
il prefetto di Reggio Calabria, il giorno venerdì 1o ottobre 2010, ha presieduto una riunione in merito alla situazione degli immigrati presenti nella piana di Gioia Tauro, cui hanno preso parte i vertici provinciali delle forze di polizia, i componenti della commissione straordinaria del comune di Rosarno, i rappresentanti della provincia di Reggio Calabria, della direzione provinciale del lavoro di Reggio Calabria, dell'azienda sanitaria provinciale n. 5, nonché di associazioni operanti nel settore dell'agricoltura e del sociale. L'obiettivo dell'incontro era quello di monitorare la situazione territoriale in vista dell'inizio della stagione della raccolta degli agrumi che richiama ogni anno migliaia di immigrati, clandestini e non, ed esaminare soluzioni utili ad evitare momenti di tensione sociale, come già accaduto nel comune di Rosarno nel dicembre 2008 e, ancora più violentemente, nel gennaio 2010, quando, dopo l'aggressione a colpi di arma da fuoco di alcuni lavoratori immigrati, circa seicento tra loro inscenarono manifestazioni di dura protesta per le strade del paese;
secondo i dati forniti nella suddetta riunione è emerso che, attualmente, sono presenti a Rosarno circa un centinaio di lavoratori stranieri stagionali, alloggiati in casolari dispersi nelle campagne, un altro centinaio circa sono ospitati in analoghe strutture di fortuna nei comuni limitrofi di Gioia Tauro, Laureana di Borrello, Rizziconi e San Ferdinando, Si è ipotizzato, inoltre, che, nei prossimi due mesi, potrebbero arrivare circa 2 mila immigrati in cerca di lavoro;
lo scorso anno erano presenti nella piana circa 2.500 lavoratori stagionali immigrati, sfruttati e sottopagati. Secondo quanto ricostruito dalla procura di Palmi, che ha seguito le indagini sui fatti del 7 gennaio 2010, i braccianti stranieri impiegati a Rosarno nella raccolta degli agrumi percepivano ventidue euro al giorno per lavorare dalle 10 alle 14 ore. I datori di lavoro pagavano 1 euro a cassetta per la raccolta dei mandarini e 50 centesimi per le arance. I caporali, a loro volta, incassavano la somma di 10 euro su ogni lavoratore e tre euro da ogni immigrato per accompagnarli nei luoghi di lavoro. Gli immigrati che si ribellavano a queste condizioni venivano minacciati di morte e spesso anche aggrediti fisicamente;
anche la condizione degli alloggi dei braccianti era disumana: secondo un rapporto di Medici senza frontiere, che ha operato nella zona, il 65 per cento degli immigrati stagionali vive in strutture abbandonate, il 55 per cento dorme per terra, il 64 per cento di essi non ha accesso all'acqua potabile, il 62 per cento non ha accesso ai servizi igienici, e nella più totale mancanza di igiene contraggono infezioni all'apparato respiratorio (13 per cento), che portano a gravi complicazioni polmonari, a malattie osteo-muscolari (22 per cento), a pesanti gastriti ed in molti casi a scabbia e tubercolosi. Il 75 per cento di quei lavoratori non accede ai servizi sanitari di base, il 71 per cento non ha tessera sanitaria e non va, in ogni caso, a cercare l'assistenza per la paura di essere denunciati e perché l'assenza di ambulatori che applichino il codice stp (straniero temporaneamente presente) in molte regioni impedisce loro di ricorrere ai servizi pubblici;
rispetto allo scorso anno, il problema dell'alloggio dei lavoratori non solo non risulta risolto, ma sembra addirittura aggravato dal fatto che alcune delle fabbriche in disuso che i lavoratori hanno utilizzato gli scorsi anni come alloggi di fortuna sono oggi inagibili: distrutta dalle ruspe la «Rognetta», sgomberata un anno fa la «Cartiera», chiusa da mesi l'«Opera Sila»;
l'agricoltura, a Rosarno ed in tutto il Sud d'Italia, si regge sul lavoro stagionale di lavoratori extracomunitari, spesso irregolari. Secondo i dati del primo rapporto Inea su «Gli immigrati in agricoltura», gli irregolari arriverebbero al 95 per cento in Calabria, un dato che la Cgil quantifica in 6000 unità, la maggior parte provenienti dal Maghreb e dall'Africa nera. Dietro questa anomalia, come evidenziato dalla procura di Palmi, ci sono spesso organizzazioni criminali. La politica attuata dal Governo non sembra, però, aver considerato questo dato reale di partenza e, proponendo azioni essenzialmente repressive sintetizzate dai respingimenti del Ministro Maroni e dallo slogan «tolleranza zero» del Ministro Sacconi, non sembra essere riuscita a scalfire le radici di un problema cogente che rischia di esplodere nuovamente;
i controlli repressivi, se non accompagnati da politiche costruttive di integrazione, rischiano, infatti, di fare più danni che benefici, in quanto possono alimentare paure, sospetti e sentimenti di xenofobia nei cittadini della piana. Senza voler entrare nel merito delle indagini e delle accuse, va considerato il risvolto sociale di alcune azioni di polizia che hanno visto coinvolti cittadini rosarnesi, come, ad esempio, il 28 settembre 2010 quando è stato denunciato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina il proprietario di un garage allestito a dormitorio. Gli stessi arresti dei produttori per associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della manodopera clandestina e per truffe ai danni degli enti previdenziali, operati nell'aprile 2010 nell'ambito delle indagini sul caporalato, per quanto lodevoli in sé, hanno comunque generato tensione sociale nella piccola comunità di Rosarno, dove tutti conoscono tutti; la conseguenza è che molti produttori oggi hanno paura dei controlli e degli arresti e non assumeranno nessuno che non sia in regola, ma i braccianti arriveranno lo stesso, con il conseguente stazionamento sul territorio di migliaia di giovani inattivi e affamati, ancora più deboli verso situazioni di sfruttamento. La situazione potrebbe anche degenerare in una pericolosa guerra tra poveri, a causa di una sicura preferenza dei proprietari ad assumere come braccianti cittadini comunitari provenienti dai Paesi dell'Est Europa;
il Ministro dell'interno Maroni il 13 gennaio 2010, intervenendo alla Camera dei deputati, nel corso dell'informativa urgente sui fatti del 7 gennaio 2010, ha affermato che le politiche di integrazione rimangono di competenza delle autorità locali e della regione Calabria e, in un certo senso, degli stessi produttori agricoli, che sono obbligati dalla «legge Bossi-Fini» ad assicurare un alloggio idoneo ai propri lavoratori stagionali. È chiaro, però, che gli agricoltori e le autorità locali, gravate dalla crisi e dal taglio di risorse, non possono essere lasciate soli in queste fondamentali battaglie. Soprattutto, i comuni interessati non sono in grado di sobbarcarsi spese straordinarie per fronteggiare l'eventuale emergenza umanitaria;
il territorio non sembra in definitiva pronto all'emergenza che potrebbe scattare tra circa 20 giorni e allo stato risultano numerosi progetti bloccati o ancora in fase di avvio e fondi spesi male. In particolare, risulta fermo il progetto avviato nel 2007 per trasformare l'ex «Cartiera» in un centro di aggregazione sociale e risultano inutilizzati i box doccia realizzati con uno stanziamento di 200 mila euro all'interno dell'ex fabbrica «Opera Sila». L'osservatorio migranti Africalabria, che lavora a stretto contatto con la realtà degli immigrati, ha denunciato, inoltre, l'inutilità di un progetto in via di approvazione all'interno della fabbrica Beton Medma, confiscata al clan dei Bellocco. Il progetto, finanziato con 2 milioni di euro di stanziamento del Ministero dell'interno e dell'Unione europea sul programma operativo nazionale sicurezza, prevede la costruzione di un centro di formazione per gli immigrati, lasciando irrisolto il problema più immediato degli alloggi. Il centro, che non sarà comunque completato prima di un anno, sarà diviso in tre grandi spazi: ci sarà la sezione per l'intrattenimento e il supporto scolastico dei bambini, poco utile perché i braccianti non vengono con le famiglie e si fermano solo d'inverno, l'area degli sportelli informativi, che duplica un servizio già coperto dagli infopoint del progetto Assi della provincia, e, infine, l'area per la formazione professionale con aule e laboratori, con cui si perde di vista che lo sfruttamento dei braccianti non deriva da un problema di formazione, ma da un sistema economico prosciugato dalla 'ndrangheta, dominato da sciacalli che si sono arricchiti con le truffe, drogato dai falsi braccianti e, in ultima analisi, da un sistema agricolo sempre più ostaggio della criminalità organizzata, come denunciato nel terzo rapporto della Cia su «Criminalità in agricoltura» e dalla Confcommercio, che stima in 3,5 miliardi di euro l'impatto negativo del business criminale sulle imprese del Sud -:
in considerazione di quanto sopra esposto e della estrema complessità di problemi che non possono essere demandati completamente alle autorità locali, quanto sia stato fatto in questo anno dal Governo per rimuovere le cause che hanno portato ai fatti di Rosarno del 7 gennaio 2010 e come si intenda procedere per affrontare la nuova emergenza umanitaria che si avvia ad aprirsi con la stagione della raccolta, per garantire ai lavoratori stagionali dimore in luoghi dalle condizioni igienico-sanitarie adeguate e per evitare che pericolose tensioni sociali possano degenerare nuovamente in episodi di violenza.
(2-00846)
«Messina, Donadi, Evangelisti, Borghesi».

Chiarimenti in merito al riconoscimento, ai fini dello stato di servizio, della partecipazione del colonnello dell'Aeronautica Gianmarco Bellini ad operazioni ONU in Iraq - 2-00798

L)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della difesa, per sapere - premesso che:
il colonnello pilota Gianmarco Bellini in forza all'Aeronautica militare italiana prendeva parte alla guerra del golfo nel 1990-1991;
la sera del 17 gennaio 1991 fu comandato di partecipare alla prima ondata del primo attacco, decollò col suo tornado e, unico a poter eseguire il rifornimento, proseguì l'azione da solo fino all'obiettivo stabilito;
dopo l'attacco fu abbattuto dal nemico e fatto prigioniero per 47 giorni, in cui fu sottoposto a torture fisiche e psicologiche;
liberato il 3 marzo 1991, fu ricoverato su una nave militare Usa come «prigioniero di guerra liberato» e gli venivano diagnosticate due fratture alla colonna vertebrale ed una alla mandibola;
tornato in patria il Presidente della Repubblica volle insignirlo di medaglia d'argento al valor militare, con la seguente motivazione: «Comandante di »Tornado« impegnato nella sua prima, difficile operazione bellica notturna contro obiettivi militari fortemente difesi, riusciva ad effettuare, in presenza di condizioni meteorologiche avverse, il previsto rifornimento in volo e decideva, con chiaro sprezzo del pericolo e senza esitazione, di continuare da solo la missione che gli era stata affidata. Raggiungendo l'obiettivo, subito dopo aver sganciato il carico bellico a bassissima quota su un deposito di munizioni iracheno, veniva fatto segno ad intenso fuoco contraereo. Sceso ulteriormente di quota sul deserto in piena oscurità, veniva colpito dalla violentissima reazione contraerea che rendeva ingovernabile l'aeromobile. Lanciandosi assieme al navigatore veniva fatto prigioniero. Manteneva, in mani nemiche, un contegno fermo ed esemplare, nonostante le violenze fisiche e morali subite. Chiaro esempio di professionalità, dedizione e coraggio, degno erede di una luminosa tradizione.» - Cielo del Kuwait, 18 gennaio 1991 -:
se sia stato riconosciuto sullo stato di servizio del colonnello Gianmarco Bellini il periodo di guerra cui ha preso parte con l'operazione Onu in Iraq, denominata «Locusta», dal 25 settembre 1990 al 7 marzo 1991;
conseguentemente, se le ferite riportate in combattimento riconosciute dalla commissione medica militare siano state messe a matricola e conteggiate come tali, ex articolo 93 del regolamento per la disciplina delle uniformi;
in caso contrario per quale motivo vi sia questa evidente quanto ingiusta discrasia.
(2-00798)
«Gidoni, Brigandì, Luciano Dussin».