XVI LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 397 di giovedì 18 novembre 2010
Pag. 1PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI
La seduta comincia alle 10.
GREGORIO FONTANA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Bocchino, Bonaiuti, Bongiorno, Brugger, Brunetta, Bucchino, Caparini, Carfagna, Casero, Centemero, Cicchitto, Colucci, Gianfranco Conte, Cossiga, Craxi, Crimi, D'Alema, D'Amico, Dal Lago, Di Biagio, Donadi, Fitto, Franceschini, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giro, La Russa, Lo Monte, Lorenzin, Mantovano, Maroni, Martini, Melchiorre, Meloni, Miccichè, Migliavacca, Mura, Narducci, Leoluca Orlando, Palumbo, Ravetto, Reguzzoni, Rigoni, Roccella, Romani, Rotondi, Sardelli, Stefani, Tabacci e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Annunzio delle dimissioni di un Ministro e di sottosegretari di Stato.
PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del Consiglio dei Ministri ha inviato, in data 17 novembre 2010, la seguente lettera: «Onorevole Presidente, la informo che il Presidente della Repubblica, con propri decreti in data odierna, adottati su mia proposta, ha accettato le dimissioni rassegnate dall'onorevole Andrea Ronchi dalla carica di Ministro senza portafoglio, nonché dall'onorevole Adolfo Urso, dall'onorevole Antonio Buonfiglio, dall'onorevole Roberto Menia e dal signor Giuseppe Maria Reina dalla carica di sottosegretario di Stato, rispettivamente, allo sviluppo economico, alle politiche agricole alimentari e forestali, all'ambiente e tutela del territorio e del mare e alle infrastrutture e trasporti. Firmato: Silvio Berlusconi».
Seguito della discussione del disegno di legge: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013 (A.C. 3779-A); Nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013 (ore 10,03).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013; Nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013.
Ricordo che nella seduta del 17 novembre 2010 è stato da ultimo approvato l'articolo 16.
(Esame dell'articolo 17 - A.C. 3779-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 3779-A).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Duilio. Ne ha facoltà.
LINO DUILIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei svolgere alcune considerazioni sull'articolo 17 al nostro esame e sul complesso degli emendamenti che, peraltro, consistono in un unico emendamento presentato dal sottoscritto, che considero - oltre che rilevante sul piano del contenuto - anche emblematico di un certo modo di gestire la problematica della trattazione e approvazione del bilancio, emblematico al punto tale da consentirmi di svolgere alcune considerazioni di carattere più generale sull'approvazione del nostro bilancio e della nota di variazione che seguirà.
Partirei da questo emendamento, con il quale si chiede al Governo di presentare al Parlamento, entro il 30 giugno dell'anno 2011, una relazione sulle spese facoltative - individuate dal Governo, rispetto alle spese obbligatorie - che ci permetta di individuare i criteri in base ai quali si è operata questa scelta. Mi riferisco a spese che - essendo facoltative - si prestano ad una rimodulazione, ad una modificazione - lo diciamo in termini più semplici per chi ascolta fuori di qui - a differenza delle spese obbligatorie che, derivando da disposizioni di legge, non possono essere manipolate, lo dico tra virgolette. Questa è la ragione, peraltro, per la quale il Governo ha messe le spese obbligatorie direttamente a bilancio, anziché trattarle nell'ambito della legge di stabilità.
La cosa originale - uscendo dalla tecnicalità - è che questa distinzione tra spese obbligatorie, disposte per legge, e spese facoltative, di natura discrezionale, dovrebbe essere fatta con riferimento alle esigenze reali dell'Amministrazione, ad un censimento che permetta sostanzialmente al Parlamento, nella sua autorevolezza e autorità, di condividere o meno il progetto che il Governo presenta. Siamo, qui, in presenza della nuova filosofia del bilancio, che abbiamo introdotto - vorrei ricordarlo - con la parentesi dei venti mesi del Governo Prodi, con un nuovo bilancio organizzato per missioni e per programmi, in modo da dare al Parlamento la possibilità di entrare nel merito e di fare delle scelte politiche. Per questa ragione, per motivi di trasparenza e di «democrazia di bilancio», è molto importante questo discorso sulle spese facoltative.
Come sono state costruite le tabelle relative alle spese facoltative? Attraverso un interpello alle amministrazioni che o non hanno risposto - vi risulta? - oppure hanno risposto con riferimenti un po' generici, per cui, in presenza di questo dato piuttosto precario, il Governo ha pensato bene di quantificare nella misura orientativa dell'80 per cento le spese obbligatorie messe a bilancio, mentre la differenza l'ha inserita nella voce spese facoltative.
Questo modo di procedere lo considero raffazzonato e superficiale; è un modo che la dice lunga sulla capacità di interpretare correttamente la nuova filosofia del bilancio e che non consente nemmeno al Parlamento di entrare nel merito delle scelte politiche di cui parlavo prima.
Chiedo pertanto al Governo di approvare questo emendamento, è un appello che rivolgo all'indirizzo del viceministro Vegas che, come al solito, non ascolta quando i parlamentari parlano, sempre a conferma del fatto che il Governo è totalmente disinteressati al Parlamento. In questo caso non ascolta non per colpa sua ma anche a causa di autorevoli colleghi del Popolo della Libertà che, essendo disinteressati all'attività parlamentare, vanno a disturbare i membri del Governo, per cui noi dell'opposizione ci parliamo fra di noi.
Parliamo comunque ai cittadini che ascoltano con i mezzi consentiti fino ad ora, fino a quando - magari - non sarà più possibile ascoltare nemmeno ciò che accade in questa sede. Vorrei dire, allora, a questi cittadini che è emblematico questo emendamento, perché noi chiediamo al Pag. 3Governo che, almeno entro il 30 giugno 2011, ci spieghi con una relazione in base a quale criterio si è operata la divisione tra spese obbligatorie e spese facoltative, in modo che il Parlamento possa dire la sua e possa operare le scelte che ritiene più opportune.
Come ho detto, attraverso l'organizzazione del bilancio per missioni e per programmi, abbiamo introdotto una rivoluzione, lo dico tra virgolette, alla quale vorrei dedicare questi ultimi minuti del mio intervento.
In materia finanziaria, come sappiamo, il bilancio dello Stato è la cosa più importante da analizzare in Parlamento, molto più importante anche del disegno di legge di stabilità che riguarda una piccola percentuale delle voci presenti nel bilancio dello Stato. Andiamo ad individuare, dunque, le grandi missioni - sono circa 33/34 - ed i programmi all'interno di queste missioni: parliamo della scuola, della sanità, della giustizia, della difesa, della sicurezza e così via. A me sembra chiaro che, a maggior ragione in tempi di crisi e di ristrettezze di bilancio, il Parlamento potrà e dovrà operare delle scelte e stabilire, per esempio, che secondo una opportuna gerarchia di priorità occorrerà mettere al primo posto i problemi della sicurezza, della coesione sociale quindi del welfare, e altro ancora.
Questa è la filosofia che abbiamo introdotto. Essa ha già avuto un «azzoppamento» radicale dalla politica che il Governo sta seguendo oramai da troppo tempo, cioè quella dei tagli lineari operati fuori dalla sessione di bilancio, soprattutto con i decreti, con il decreto-legge n. 78 del 2010, ad esempio, si è fatta una massiccia manovra di circa 25 miliardi di euro, solo per il 2011, che ha operato sostanzialmente dei tagli «brutali», direi quasi rozzi e volgari, in particolare sulle spese in conto capitale, lasciando correre la spesa corrente, e peraltro registrando delle decisioni con coperture che non esito a definire improbabili, per cui nell'equilibrio tra spese e coperture che conseguenza è quella che leggiamo periodicamente, adesso un po' più frequentemente, della notizia per cui il debito dello Stato continua ad aumentare.
In proposito, nessuno si pone una domanda semplice: perché aumenta il debito pubblico? Perché questo debito sembra un mostro ingovernabile, che continua a crescere? Semplicemente perché quando si fanno operazioni come quelle che ho appena citato, che si tratti del decreto sulla manovra finanziaria o che si tratti di questo disegno di legge di stabilità, con le spese che sono certe e coperture che sono improbabili, ex post si verifica e si certifica inevitabilmente che le spese si sono realizzate e le entrate non sono invece state realizzate, il che contribuisce ad aumentare il debito.
Il collega Vannucci è già intervenuto in questa sede e ha affermato che si riservava di documentare con dovizia di particolari l'utilizzo dei fondi, tipo il «fondo Letta» piuttosto che il fondo per l'economia reale ed altro, per finanziare spese correnti, peraltro con una discrezionalità assoluta a danno delle spese di investimento, operando scelte che sono destinate ad aumentare il cancro che sta devastando la finanza pubblica del nostro Paese.
È proprio in questa situazione che ritengo noi, a maggior ragione, avremmo dovuto e dovremmo cominciare a realizzare la nuova filosofia che abbiamo introdotto dando vita ad un bilancio per missioni e per programmi: proprio perché siamo in tempi di ristrettezze economiche, proprio perché siamo in difficoltà, proprio perché siamo in presenza di un Governo che, guarda caso, anche prima che ci fosse la crisi economica, dopo due anni e mezzo, presentava un bilancio quasi identico in termini di tendenzialità, cioè aumento del debito, aumento del deficit, crollo del PIL e così via.
Proprio perché siamo in una situazione del genere, avremmo dovuto utilizzare l'occasione del bilancio per operazioni di equilibrio tra le diverse missioni e programmi, operazioni che consentissero di individuare una gerarchia di priorità, come dicevo prima, al fine di assicurare effetti positivi sullo sviluppo, assolutamente Pag. 4necessario, dell'economia del nostro Paese, sulla coesione sociale e sulle esigenze di maggiore giustizia sociale. Insomma, il bilancio doveva e dovrebbe essere visto come un'occasione irripetibile del Parlamento per poter dar vita, all'interno di un equilibrio tra le diverse voci che lo qualificano in termini di missioni e di programmi, ad una resipiscenza ed a decisioni di maggiore equità e di maggiore giustizia.
Faccio qualche esempio emblematico, avviandomi a concludere, riferendomi ai diritti dei più deboli, rispetto a questa logica brutale dei tagli lineari, che colpisce alla cieca, che non fa scelte di priorità, che non stabilisce che bisogna dare di più a qualcuno dando di meno a qualcun altro.
Noi dell'opposizione abbiamo presentato una serie di emendamenti che andavano proprio in questa direzione, prevedendo più X milioni di euro su questa missione e sui questi programmi, meno X milioni di euro su quella missione e sui relativi programmi, evidentemente con nessuna influenza negativa sui tagli del bilancio. Si trattava e si tratta di una proposta che andava a privilegiare decisioni di merito e di qualità.
Nel campo del sociale - lo ha detto la collega Miotto quando è intervenuta - si è azzerato il Fondo per la non autosufficienza, per esempio. Non pensate che ciò provochi conseguenze che danneggiano i più deboli nel nostro Paese? Nel disegno di legge di stabilità, nel testo presentato all'inizio, avevate inserito un comma all'articolo 1, che poi è stato cancellato da un emendamento presentato dai colleghi dell'MpA e da un altro dell'Unione di Centro, il che peraltro ha provocato l'incidente che ha costretto il Governo ad incorporare nel provvedimento alcuni contenuti del successivo decreto-legge che sarebbe dovuto essere emanato e approvato sicuramente con la fiducia in un secondo momento. In quel comma c'era scritto: poiché abbiamo operato tagli brutali con il decreto-legge n. 78 del 2010, e questo provocherà conseguenze molto negative sul trasporto pubblico locale e sull'edilizia sanitaria per le regioni, se le regioni lo chiederanno, per evitare che vi siano queste conseguenze, per cui - aggiungo io - i più deboli resteranno a terra o dovranno pagare biglietti salati e non sarà possibile costruire edifici sanitari adeguati nelle regioni, si potranno utilizzare la risorse che sono state appostate per il Fondo aree sottoutilizzate, cioè il famoso FAS.
Detto in altri termini, ancora una volta si è detto: arrangiatevi! Se volete evitare che la gente resti a piedi, prendete i soldi che dovrebbero servire per lo sviluppo dell'economia delle regioni più povere del nostro Paese. Avete avuto, cioè, un atteggiamento pilatesco - ma Ponzio Pilato era un galantuomo al confronto - anziché fare una scelta che portasse sostanzialmente a dire: abbiamo sbagliato con la logica dei tagli lineari a devastare il trasporto pubblico locale, a devastare l'edilizia sanitaria nelle nostre regioni, quindi ci assumiamo la responsabilità in sede di bilancio di mettere un più qualcosa su queste voci ed un meno qualcosa su altre voci, esercitando quella attività discrezionale che la politica e il Parlamento, per onorare il significato più alto della propria missione, devono compiere. I cittadini non possono pagare il prezzo di questo qualunquismo, genericismo, di quest'atteggiamento indifferenziato, con il quale ormai avete abituato gli italiani a sentire solo promesse. Promettete tutto a tutti, ma oggi i conti ci stanno dimostrando che questo non è possibile. Avendo provocato questo disastro, dovreste oggi assumervi le vostre responsabilità.
Almeno in sede di bilancio potevate cogliere l'opportunità di un maggiore equilibrio, con scelte più oculate. Potrei fare qualche ulteriore esempio, come quello richiamato dall'onorevole Fiano nel suo intervento a proposito della sicurezza nel nostro Paese: ma come è possibile che, nel momento in cui si parla ai cittadini della sicurezza e delle forze dell'ordine, che, peraltro, si comportano in maniera encomiabile, si taglino, poi, le risorse per la sicurezza in modo brutale?
Ancora una volta, ciò accade perché non si ha la capacità e la responsabilità di assicurare le risorse che sono necessarie, Pag. 5togliendole, nello stesso tempo, da settori che politicamente vengano ritenuti meno importanti secondo scelte che inevitabilmente e responsabilmente occorre fare, quando vi sono poche risorse rispetto ai bisogni del Paese.
Lo sappiamo tutti, onorevole Viceministro, onorevole relatore, che la famosa coperta è corta, ma proprio quando la coperta è corta si alza la voce della politica più autorevole, che è in grado di farle quelle scelte, assumendosi la responsabilità di andare nella direzione di una maggiore giustizia e di una maggiore coesione sociale.
Potrei parlare, ancora, dell'Amministrazione penitenziaria, di cui non parla mai nessuno. Vi siete mai chiesti come vivono gli agenti nelle nostre case circondariali e nelle nostre carceri? Noi siamo andati a visitare le carceri e abbiamo trovato una situazione penosa per i carcerati e per coloro che sono addetti alla loro sorveglianza. Su questo, come su altri problemi, continuate a fare demagogia e, quando arriva il momento opportuno di fare delle scelte, operando, come ho detto, delle opzioni in sede di bilancio che consentano di andare nella direzione di privilegiare un settore rispetto ad un altro, ancora una volta siete grigi, lineari, colpite alla cieca, non vi assumete mai la responsabilità di dire più uno e meno uno, ma semplicemente proponete tagli percentuali indifferenziati.
Una sola volta, in questa occasione, avete fatto una scelta, che fortunatamente vi abbiamo fatto correggere. Era una scelta che produceva non un taglio lineare uguale per tutti, ma un taglio più che doppio rispetto a tutti gli altri. Era per le scuole paritarie, ma guarda un po'. Per le scuole paritarie non statali avevate previsto tagli che erano due volte e mezzo quelli che avevate previsto negli altri settori. So che il tema, come dire, è controverso per alcuni, ma non per me.
Ve lo abbiamo detto, abbiamo presentato degli emendamenti: almeno ricostituite la situazione che c'era prima, allineando i tagli rispetto a quelli che avete operato negli altri settori. Analogo comportamento avevate tenuto per le università non statali, il che aumenta in me quei dubbi «esistenziali» che ciascuno di noi ha e mi fa chiedere: questo Governo, che un giorno sì e l'altro pure parla di università non statali o delle scuole paritarie, alla fine anche qui fa solo propaganda? Come mai prevede tagli che sono due volte e mezzo quelli previsti in altri settori?
Credo che sia ora di finirla con questa situazione di decisioni indifferenziate. Potrei parlare, ancora, dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile, un altro settore che sconta una retorica insopportabile, perché tutti continuano a parlare di sviluppo sostenibile e poi, quando andiamo a vedere quali sono le decisioni, finiamo nel calderone, nel pentolone dove si mette di tutto e di più, senza operare alcuna scelta.
Avete la fortuna - se così posso dire - di una situazione nella quale le fondamenta e l'ossatura del nostro sistema ci vedono in una condizione migliore rispetto agli altri Paesi grazie al costume degli italiani, non grazie ai vostri meriti, grazie al fatto che gli italiani amano risparmiare da sempre, sono un popolo saggio. State cercando di appropriarvi di questa situazione, di cui ovviamente siamo lieti, quasi che fosse merito del vostro Governo. Questa situazione di maggiore solidità del nostro Paese è tale «nonostante» questo Governo, non «grazie» ad esso, proprio perché abbiamo i fondamentali del Paese che sono sani grazie alla sagacia e alla saggezza degli operatori, delle famiglie, di coloro che risparmiano, degli studenti, delle persone anziane che non arrivano alla fine del mese e continuano ad andare avanti facendo il proprio dovere.
Mi avvio a concludere, citando un altro esempio di un comportamento che reputo irresponsabile. Mi riferisco alla ricerca: l'altro giorno è stato presentato - lo dico a beneficio di chi ascolta, qui dentro e fuori - il cosiddetto Programma nazionale di riforma, che dobbiamo presentare all'Europa, perché, dall'anno prossimo, si cercherà di edificare una politica economica sovranazionale, per costruire la quale ogni Paese deve comunicare in anticipo i propri conti e le proprie intenzioni Pag. 6per i prossimi dieci anni, affinché, entro il 2020, si possano conseguire obiettivi di maggiore sviluppo e così via.
Bene, cosa era scritto in questo programma, sciatto, senza ambizioni, frutto dell'affastellamento di voci senza, forse, nemmeno rendersi conto di quello che vi era dentro? Che cosa vi era scritto? Prendo, ad esempio, la voce «ricerca», all'interno della quale era scritto che oggi abbiamo una destinazione di risorse per il settore della ricerca dell'1,18 per cento rispetto ad un obiettivo comunitario che è fissato, da tempo, al 3 per cento del prodotto interno lordo: l'Europa, che oggi è all'1,9 per cento, entro il 2020 si propone di raggiungere il 3 per cento.
L'Italia cosa si propone di fare per i prossimi dieci anni secondo il Piano nazionale di riforma che abbiamo presentato in Europa? Si propone di passare dall'1,18 per cento all'1,5 per cento. Ciò significa che mentre oggi siamo distanti dalla media europea di 0,8 punti in termini di investimento e ricerca, nel 2020 saremo distanti di 1,5 punti; quasi si raddoppierà la distanza tra noi e l'Europa per quanto riguarda gli investimenti nel settore della ricerca. Com'è possibile andare avanti in questo modo?
PRESIDENTE. La invito a concludere.
LINO DUILIO. Credo che non sia possibile, quindi mi avvio alla conclusione signor Presidente.
Potrei fare altri esempi e parlare degli obiettivi, previsti dal suddetto Piano, che riguardano i drop-out, ossia i cosiddetti ragazzi che spariscono dalla scuola per effetto degli abbandoni e che perdiamo di vista, non sapendo dove vanno a finire. Anche a proposito di tale tema vi è, nel Piano nazionale di riforma, un obiettivo per il recupero di questi ragazzi che è vergognoso rispetto agli obiettivi che si pongono gli altri Paesi.
Ritengo, conclusivamente, che con questa decisione sul bilancio abbiamo perso l'ennesima, straordinaria occasione, quanto meno nelle condizioni di ristrettezze in cui operiamo, di effettuare delle scelte di maggiore equità, maggiore giustizia sociale, maggiore sostegno all'economia del nostro Paese. Anche questo è l'ennesimo esempio, se ce ne fosse bisogno, per decidere che voi, per il bene del Paese, togliate il disturbo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,28).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso e anche per permettere al Comitato dei nove di riunirsi, sospendo la seduta che riprenderà alle ore 10,50.
La seduta, sospesa alle 10,30, è ripresa alle 10,55.
Si riprende la discussione.
(Ripresa esame dell'articolo 17 - A.C. 3779-A)
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 17 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.
MARCO MARSILIO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Duilio 17.1.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, poiché sono stato destinato questa mattina dal Governo ad un altro incarico, Pag. 7nel ringraziarlo, non formulerò un parere sull'emendamento in esame, e lascio la parola al collega. Credo che motivi di opportunità facciano propendere per il fatto di non continuare da parte mia l'esame della legge di stabilità seduto in questo banco.
Colgo l'occasione per scusarmi con lei, signor Presidente, e con tutti i colleghi per aver in tutti questi anni (Applausi)... forse in tutti questi anni non ho sempre... qualche volta ho infastidito qualche collega, perché è capitato che non abbia formulato un parere sempre entusiasticamente favorevole su qualche emendamento, e di questo mi scuso.
Detto ciò, però, nel ringraziare tutti anche di questa calorosa accoglienza, concluderò, come dice il poeta, affermando che partire è un po' morire (Applausi - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ritengo che il corale applauso dell'Assemblea alle sue parole, cui idealmente si associa anche la Presidenza, sia la prova della stima e della considerazione che lei si è conquistato in questi anni. Auguri per il suo nuovo prestigioso incarico, anche da parte della Presidenza.
Il parere lo formulerà allora il sottosegretario Casero.
LUIGI CASERO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PIER PAOLO BARETTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, mi permetta di associarmi alle sue parole, ma anche all'applauso corale che l'Aula ha rivolto per augurare all'ex Viceministro Vegas un buon lavoro nel compito delicato di garanzia che lo attende in un momento così particolare della nostra economia, e per il ruolo che assumerà, che rappresenta un punto importante per lo sviluppo dei mercati italiani anche all'estero.
Il Viceministro Vegas è stato sempre un interlocutore di rispetto, competente. Come ha detto poco fa, ci siamo trovati molto spesso su posizioni diverse. A me personalmente è capitato, anche prima di sedere in Aula, di conoscerlo come interlocutore serio, anche da posizioni contrapposte. Mi sembra doveroso, anche a nome del Partito Democratico, augurare all'ex Viceministro Vegas i migliori auguri di buon lavoro per il Paese, e soprattutto per i compiti che lo attendono (Applausi).
SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, gli abbracci che sta ricevendo in questo momento testimoniano l'affetto, la stima e la simpatia con la quale molti colleghi stanno salutando il Viceministro Vegas. A nome del gruppo ritengo doveroso prendere la parola in questo momento per ringraziare il Viceministro Vegas per la competenza, la presenza e l'attenzione che ha sempre dedicato ai lavori dell'Aula, della Commissione bilancio e della Commissione finanze, e ringraziarlo davvero in maniera affettuosa per tutto questo percorso parlamentare.
Trent'anni di attività parlamentare, vissuta sia nel ruolo amministrativo, sia nel ruolo politico, sia nel ruolo di Governo, testimoniano veramente l'impegno e la grande passione che il Viceministro Vegas è riuscito a trasferire nell'attività parlamentare, politica e di Governo. L'alto incarico, al quale viene chiamato oggi, rappresenta quindi un ulteriore segnale di stima e di considerazione nei confronti della persona, della figura politica e della competenza tecnica che l'onorevole Vegas ha saputo dimostrare.
Onorevole Vegas, la ringrazio a nome del gruppo del Popolo della Libertà e concludo con una battuta, visto che lei stesso ne ha fatta una: partire è un po' morire; ma è molto meglio partire. Onorevole Pag. 8Vegas, tanti auguri per il suo nuovo incarico. La portiamo sempre nel cuore, grazie per la sua competenza e per la sua presenza in quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
CHIARA MORONI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CHIARA MORONI. Signor Presidente, intervengo per associarmi agli auguri di buon lavoro per l'onorevole Vegas. Tutta l'Aula ha dimostrato oggi di aver apprezzato, in tanti anni di manovre finanziarie con l'onorevole Vegas, il suo rigore, la sua competenza tecnica e, in qualche modo, il suo carattere: anche quando i pareri non sono sempre stati, come lui ha detto, entusiasticamente favorevoli, la sua presenza nelle manovre finanziarie è sempre stata un punto di grande equilibrio. Siamo certi che la sua competenza e il suo equilibrio saranno di garanzia anche in questo nuovo importante incarico che andrà ad assumere.
Per tutti gli anni che ha trascorso insieme a noi - e credo si associno soprattutto i membri della Commissione bilancio - lo ringraziamo per il contributo che ha dato nelle manovre finanziarie anche e soprattutto all'istituzione parlamentare.
In momenti politici pure molto delicati, come questo, gli auguriamo di cuore un buon lavoro per il suo nuovo incarico e un buon lavoro, in un momento molto delicato in cui la sua presenza sarà importante (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per l'Italia e di deputati del gruppo Popolo della Libertà).
ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, anche dal gruppo di Italia dei Valori viene un augurio di buon lavoro all'ex Viceministro Vegas per il nuovo e prestigioso incarico. Io rientro personalmente tra quelli ai quali tante volte ha espresso parere contrario sugli emendamenti presentati in Commissione bilancio e in Aula, ma naturalmente questo non ha nulla a che fare con la sua grande competenza e capacità, che tutti riconosciamo all'onorevole Vegas.
Posso anche dire che il nostro gruppo, attraverso l'onorevole Cambursano, già sei mesi fa aveva chiesto che si giungesse rapidamente alla nomina del presidente della Consob. Naturalmente, se c'è una cosa che l'avvicinarsi delle crisi di Governo genera è una velocizzazione delle nomine e, in questo caso, noi siamo lieti che questa nomina sia andata per la presidenza della Consob al Viceministro Vegas, al quale - lo ribadisco a nome di tutto il gruppo - auguriamo davvero buon lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
MAURIZIO FUGATTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, anche a nome del gruppo della Lega rivolgo i complimenti per il nuovo incarico del Viceministro Vegas alla Consob e anche il dispiacere per il fatto che un uomo così capace e competente non faccia più parte di quest'Aula e di questo Governo.
Ricordiamo la competenza e la capacità dei lavori, sia in Commissione che in Aula, del Viceministro Vegas, la capacità di sdrammatizzare, nei momenti di difficoltà e nei momenti in cui si presentavano le varie istanze tra le parti in campo all'interno delle Commissioni e dell'Aula, e la capacità, sempre e comunque, di ascoltare le istanze che arrivavano da tutte le parti e di cercare possibilmente di coglierne anche le positività.
Buon lavoro, Viceministro Vegas, dal gruppo della Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
LUCIANO MARIO SARDELLI. Chiedo di parlare.
Pag. 9PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIANO MARIO SARDELLI. Signor Presidente, intervengo per augurare buon lavoro al Viceministro Vegas e, soprattutto, per ricordare, con l'applauso bipartisan, che in questo Parlamento, che molto spesso si autocensura e si autoaffligge, esistono competenze, professionalità e valori straordinari che servono il Paese con grande attenzione e con grande responsabilità.
LINO DUILIO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LINO DUILIO. Signor Presidente, intervengo telegraficamente solo per chiedere se è possibile al relatore, al Governo e, informalmente anche al presidente della Commissione, di rivedere il parere, perché è meramente procedurale quello che si chiede. Informate il Parlamento su quali criteri avete utilizzato per le spese facoltative e con l'occasione, visto che ho la parola, mi associo anch'io nel fare i complimenti e nel salutare il Viceministro Vegas, che conosco da molti anni in Commissione bilancio, e che non esito a definire un vero civil servant. Auguri e buon lavoro.
GIAN LUCA GALLETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, i nostri sono sentimenti contrastanti perché da una parte ci dispiace perdere un viceministro con le capacità dell'onorevole Vegas. Ho avuto modo di incominciare la mia esperienza da parlamentare nel 2006 e lui sedeva con me nei banchi dell'opposizione e ho trovato in lui un aiuto anche per comprendere i bilanci dello Stato. Inoltre, l'ho visto operare come sottosegretario di questo Ministro e ne ho veramente apprezzato le capacità. Devo soprattutto ringraziarlo per quello che ha fatto in questi anni per il mondo delle autonomie locali. Si occupava per il Governo in particolare della problematica dei comuni e delle regioni e devo dire che l'ha fatto in momenti difficili, come quelli che abbiamo vissuto in questi anni, con il massimo di responsabilità. Abbiamo, però, il piacere anche di vederlo alla presidenza della Consob e, qui, per due motivi: uno, perché siamo sicuri che il Governo questa volta ha scelto bene, ha scelto un uomo di capacità che farà bene il presidente della Consob, con tutte le responsabilità che quell'incarico comporta e, dall'altra parte, finalmente, la Consob ha un presidente bravo, ma, comunque, ha anche un presidente, perché questa carenza dal punto di vista della nomina andava avanti ormai da troppo tempo. Anche noi, quindi, come UdC, ci associamo alle congratulazioni all'onorevole Vegas e lo ringraziamo per il lavoro che ha svolto (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
AURELIO SALVATORE MISITI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, sembrerebbe che sempre, in questi casi, gli auguri non si dovrebbero negare a nessuno, invece, nella presente occasione, questi auguri e complimenti sono sentiti veramente, perché, negli ultimi giorni, in un momento difficile, soprattutto nella Commissione bilancio, dove si è trattato di seguire un percorso che era veramente su un crinale molto stretto, Vegas se l'è cavata bene, con un rapporto cordiale con tutti noi ed è riuscito a riportare in Aula la proposta delle detrazioni per il risparmio energetico già previste al 55 per cento. Questo cambiamento, questo approfondimento, che lui ha voluto dal Ministero dell'economia e delle finanze, ci ha portato ad avere sicuramente il consenso della maggioranza dell'Aula al disegno di legge di stabilità.
Dico questo nel merito, quindi, perché la Consob è un'organizzazione difficile; a parte il vuoto che c'è stato in questo periodo, sono stato anche amico del precedente Pag. 10responsabile della Consob, il quale mi ha sempre informato dicendo che era appunto un lavoro assolutamente difficile. Credo che lo sarà di più in questo periodo di crisi, per cui il nuovo presidente dovrà combattere contro ogni possibile deformazione nell'ambito dell'attività che questo organismo, fondamentale per l'economia italiana, deve svolgere. Pertanto, il mio augurio è personale, ma, anche a nome del Movimento per le Autonomie, spero che possa dare un grosso contributo per far sviluppare le aziende, soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia e nelle regioni meno fortunate di questo Paese. Grazie, signor Presidente, per avermi dato la parola (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud).
MASSIMO DONADI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMO DONADI. Signor Presidente, non è per distinguermi - lo dico con assoluta serenità - dal coro di auspici e di auguri al sottosegretario Vegas, nei confronti del quale voglio a mia volta esprimere stima e apprezzamento per il lavoro che ha svolto in questi anni da Viceministro. Quindi non c'è niente di personale, voglio sottolinearlo, assolutamente nulla di personale nei confronti del Viceministro Vegas, al quale esprimo non solo il mio personale apprezzamento, ma quello di tutto il gruppo per la professionalità, le qualità e il lavoro svolto in questi anni di esperienza di Governo.
Tuttavia non posso, a nome del mio gruppo, non sottolineare il fatto che a livello di opportunità e di metodologia di scelta noi non approviamo minimamente il fatto che il Governo abbia provveduto a intervenire, seppure con gravissimo ritardo, nella nomina del nuovo presidente della Consob indicando una persona che, al di là delle sue innegabili qualità personali che non possono meritare altro che encomio, comunque passa direttamente a svolgere, da una funzione di Governo, una funzione di garanzia. Troviamo che questa commistione tra chi governa l'economia del Paese e chi dovrebbe svolgere funzioni terze di garanzia e di controllo sia un pessimo esempio che questo Governo ancora una volta dà di gestione del bene pubblico e di gestione dell'interesse collettivo. Quindi, non me ne voglia il Viceministro Vegas, perché nessuna delle mie parole è indirizzata a lui, ma sono tutte indirizzate ancora una volta a questo Governo, che dimostra di non avere senso delle istituzioni, senso di quello che è l'elemento più qualificante e pregnante di una democrazia, cioè la separazione delle funzioni. Mi dispiace, ma è un'occasione mancata, mi dispiace ma di questo ritengo che il Viceministro Vegas sia vittima e non certo persona da condannare (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori e di deputati del gruppo Partito Democratico).
GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, devo dire mi sento un po' orfano da oggi perché tutta la mia esperienza di presidente della Commissione bilancio ha avuto come interlocutore l'onorevole Vegas nelle vesti di rappresentante del Governo e vorrei dire semplicemente due cose in onore di Giuseppe Vegas nell'augurargli buon lavoro come presidente della Consob. La prima, signor Presidente, ed è una cosa importante. Credo che egli abbia rappresentato per il Governo l'anima dialogante e che parlava con il Parlamento, che comprendeva le ragioni, i meccanismi, le sensibilità del Parlamento. È qualcosa di importante che egli ha saputo cogliere, secondo me anche in virtù dell'esperienza professionale precedente, e che ha permesso in tante situazioni di risolvere questioni delicate e complicate.
La seconda cosa che vorrei dire è che Vegas ha accompagnato anche il Parlamento in questa difficile fase di transizione dalla legge finanziaria alla legge di stabilità nella sua qualità di studioso e Pag. 11proprio in termini collaborativi con il Parlamento. Quindi, noi perdiamo in questo senso una risorsa importante e quello che vorrei chiedere a Vegas, anche nella sua nuova veste di presidente della Consob, è di non venir meno al suo contributo scientifico, in questo caso nella fase di implementazione della nuova disciplina di bilancio. Grazie e buon lavoro, onorevole Giuseppe Vegas (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Popolo della Libertà e di deputati del gruppo Partito Democratico).
GIULIO SANTAGATA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIULIO SANTAGATA. Signor Presidente, a titolo personale, senza niente togliere alla mia stima personale per l'onorevole Vegas e per le sue indubbie qualità personali, trovo quanto meno strano che in questo Parlamento nessuno faccia notare la difficoltà di accettare l'idea che si passi direttamente dai banchi del Governo ad un'autorità di vigilanza. Personalmente mi sembra una questione grave (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
ANTONIO MARTINO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO MARTINO. Signor Presidente, io sono d'accordo con l'onorevole Donadi sul fatto che le qualità di Vegas siano innegabili. A differenza di altri, tuttavia, non credo che esse siano necessariamente positive. Vorrei fargli un augurio particolare, possa l'amico Vegas tornare alle idee che aveva nel 1994 e che stranamente ha smarrito per strada (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duilio 17.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Capodicasa? Onorevole Pelino? Onorevole Pecorella?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 542
Votanti 539
Astenuti 3
Maggioranza 270
Hanno votato sì 252
Hanno votato no 287).
Prendo atto che il deputato Ruggeri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che i deputati Belcastro e Milo hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'articolo 17.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baretta. Ne ha facoltà.
PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, le ragioni della nostra contrarietà all'articolo in esame sono ovviamente coerenti con il voto che abbiamo appena espresso a favore dell'emendamento che aveva come obiettivo stabilire regole precise e limiti a quello che è un problema che va ben oltre l'articolo in questione: stiamo cioè discutendo della discrezionalità, che può arrivare in maniera molto rapida ad un'arbitrarietà, di un solo centro di potere all'interno del Governo e di conseguenza all'interno del Paese. La possibilità, per il Ministro dell'economia, di muoversi con eccessiva libertà all'interno del bilancio dello Stato è già stata dimostrata - indipendentemente anche dalla persona stessa del Ministro Tremonti, che pure vi ha messo del proprio - da un eccesso di concentrazione di poteri che vi è in un unico punto. Il Ministro dell'economia in Italia ha un elenco di titoli Pag. 12«spagnolesco»: Ministro dell'economia, delle finanze, del bilancio e diventa quindi un eccesso di concentrazione. Lo si è visto anche nel dibattito politico, al di là adesso delle strumentalizzazioni, che non mi interessa fare, ma le discussioni che sono normali anche in una compagine governativa sono arrivate quasi tutte a concentrarsi nei rapporti tra i singoli Ministri e il titolare del dicastero dell'economia.
Ricordo anche che all'inizio di questa vicenda, con la nuova legge di stabilità, avevamo stabilito una rigorosa gestione delle missioni e dei programmi. Uno dei primi atti che ha fatto il Ministro dell'economia non è stato solo quello di presentare in ritardo al Parlamento l'ex DPEF, ma anche di scrivere in prima battuta, di suo pugno, una richiesta di deroga all'obbligo di utilizzare rigorosamente programmi e missioni. Siamo quindi di fronte ad un atteggiamento e ad una scelta che non esito a definire arbitrari e che hanno conseguenze gravi e delicate nella gestione del bilancio dello Stato. Con la legge n. 196 del 2009 (che ha previsto la nuova legge di stabilità) avevamo pensato e deciso di costruire una nuova cultura del bilancio. Lo ricordava adesso lo stesso presidente Giorgetti nel suo intervento di saluto all'onorevole Vegas, quando ha detto: «Con la nuova legge di stabilità noi costruivamo una cultura del bilancio moderna e adeguata alle nuove regole».
Ebbene, con l'articolo in oggetto e con l'atteggiamento che, complessivamente, lo ispira, si finisce per allentare quella logica di rigore e di coerenza, che io chiamo - vorrei sottolinearlo - la «cultura del bilancio», oserei dire la «democrazia del bilancio» in uno Stato moderno. Pertanto, in questo senso, siamo contrari all'articolo in oggetto: esso allenta questo atteggiamento di rigore e di serietà di cui vi è bisogno.
Chiediamo, dunque, al Ministro dell'economia e delle finanze - chiunque egli sia - e al Governo nel complesso - qualunque esso sia - di riflettere seriamente sull'eccesso di concentrazione di poteri in un solo dicastero (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 549
Votanti 544
Astenuti 5
Maggioranza 273
Hanno votato sì 294
Hanno votato no 250).
Prendo atto che i deputati Belcastro e Milo hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che la deputata Farina Coscioni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Essendosi concluso l'esame degli articoli, e dei relativi emendamenti riferiti al disegno di legge di bilancio, sospendiamo l'esame del provvedimento.
Come già ricordato, l'esame degli ordini del giorno e il voto finale sul disegno di legge di bilancio avranno luogo dopo la conclusione dell'esame del disegno di legge di stabilità.
Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2011) (A.C. 3778-A) (ore 11,25).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2011).
Ricordo che nella seduta del 16 novembre 2010 si è conclusa la discussione congiunta sulle linee generali ed hanno avuto luogo le repliche.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi relativi al seguito Pag. 13dell'esame è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (vedi calendario).
(Esame dell'articolo unico - A.C. 3778-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico, nel testo della Commissione, con annessi allegati 1 e 2, elenco 1, tabella 1 e tabelle A, B, C, D, E, e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3778-A).
Avverto che la I Commissione (Affari costituzionali) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A - A.C. 3778-A).
Informo l'Assemblea che in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
Costando il testo di un solo l'articolo, composto da 169 commi, al fine di consentire una più ampia valutazione delle questioni poste dal provvedimento, la Presidenza ha ritenuto di ammettere alla discussione e al voto un numero maggiore di emendamenti, in sostanza il triplo di quelli che sarebbero consentiti, secondo prassi consolidata.
A tal fine, i gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori, Unione di Centro e il gruppo Misto (per le componenti politiche Movimento per le Autonomie, Alleanza per l'Italia e Minoranze linguistiche) sono stati invitati a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
Avverto che nel fascicolo degli emendamenti relativi al disegno di legge di stabilità sono riportati solo gli emendamenti dichiarati ammissibili in Commissione bilancio nel corso dell'esame in sede referente, ivi respinti e nuovamente presentati ai fini dell'esame del provvedimento in Assemblea.
Non sono pubblicati gli emendamenti che riproducono proposte emendative già dichiarate inammissibili in Commissione, ovvero quelle ritirate o decadute per assenza del presentatore, nonché quelle non previamente presentate nel corso dell'esame in sede referente e non riferite a parti modificate dalla Commissione.
A norma dell'articolo 121, comma 5, la Presidenza non ritiene ammissibili, per carenza o inidoneità della copertura, le seguenti proposte emendative: Rubinato 1.191, già dichiarato ammissibile in Commissione bilancio con riferimento al testo originario del disegno di legge di stabilità, risulta inammissibile per carenza di compensazione limitatamente ai numeri 3) e 4) del capoverso 148-bis, a seguito delle modifiche introdotte durante l'esame in sede referente. Il taglio dei trasferimenti a titolo di sanzione, disposto dall'articolo 14, comma 3, del decreto-legge n. 78 del 2010, è infatti ora interamente utilizzato per finanziare il meccanismo di premialità previsto dall'attuale comma 120 dell'articolo 1 del provvedimento in esame.
I limiti posti dall'emendamento al predetto taglio dei trasferimenti rendono pertanto necessaria una copertura ulteriore rispetto a quella recata dall'emendamento. La copertura resta invece sufficiente con riferimento alle restanti parti dell'emendamento.
De Micheli 1.174 e Leo 1.175. Tali emendamenti risultano inammissibili per carenza di compensazione in quanto recano maggiori oneri - tra cui l'innalzamento da 480 a 840 milioni di euro del tetto di spesa ivi previsto - e risultano sprovvisti di copertura.
Tocci 1.102, risulta inammissibile per carenza di compensazione in quanto, a seguito delle modifiche apportate in sede referente, la tabella C non reca più - con riferimento alle voci di parte corrente - le sufficienti disponibilità per l'anno 2011.
Secondo le precisazioni fornite dal relatore in sede di Comitato dei nove, su cui hanno convenuto i rappresentanti di tutti i gruppi, la relazione tecnica, presentata dal Governo nella seduta di ieri con riferimento all'emendamento 1.500 della Commissione, reca la tabella C nel testo risultante dalla riduzione lineare per un importo pari a 40 milioni di euro per Pag. 14l'anno 2011, di cui al comma 164, secondo periodo, dell'articolo 1, come modificato in sede referente. Tale tabella, unitamente alla relazione tecnica, è in distribuzione e sarà pubblicata nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna, dopo gli emendamenti (Vedi l'allegato A -A.C. 3778-A).
All'esito dell'esame in Assemblea, ove non fosse ulteriormente modificata nel corso del medesimo, tale tabella dovrà intendersi sostituita a quella allegata al testo A, dovendosi conseguentemente intendersi espunto il citato secondo periodo del comma 164.
Ovviamente, qualora tale disposizione venisse modificata, il Governo sarà chiamato a predisporre un nuovo testo della predetta tabella C.
Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento 1.501, che è in distribuzione, e con riferimento al quale il termine per la presentazione dei subemendamenti è fissato alle ore 11,30 di oggi.
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Vannucci. Ne ha facoltà.
MASSIMO VANNUCCI. Signor Presidente, per poter esporre il complesso delle nostre proposte di modifica alla legge di stabilità debbo prima dare un giudizio di insieme sulla legge stessa, sulle sue carenze e sulle sue insufficienze.
Come è arrivata la legge in questo ramo del Parlamento? Il Ministro ha detto: sarà solo una legge tabellare. Di fatto, confermava sostanzialmente le scelte fatte con il decreto-legge n. 78 del 2010. Di fronte a questa scelta la maggioranza non ha retto. È stata palese la vostra difficoltà, siete dovuti tornare indietro e avete dovuto cercare di «arricchire» la legge di stabilità.
Ma, signor Presidente, come è stato fatto questo presunto arricchimento? Lo voglio ricordare: dei circa 6 miliardi di euro di entrate, 2 miliardi sono frutto di accantonamenti che avevamo fatto con il decreto-legge n. 78 e che speravate di poter spendere in maniera arbitraria; 2,4 miliardi di euro dalle probabili aste sulle frequenze del digitale terrestre che si libereranno; circa un miliardo di euro dal fisco e dai giochi. Come vediamo, coperture ipotetiche, coperture una tantum, coperture, diremmo, anche sconcertanti.
Da circa due anni ci affidiamo ai giochi. Non può essere che la disperazione di questo Paese o dei cittadini di questo Paese a far aumentare costantemente l'unica entrata che ha segno positivo: quella dei giochi.
Queste ipotetiche coperture ci servono per dare una risposta del tutto parziale. E in alcuni casi, addirittura, noi copriamo le nostre necessità per sei mesi. Mi riferisco alle missioni internazionali, alle strade sicure, ai ticket sanitari. Gli utilizzi di queste risorse sono difficilmente discutibili, sono spese obbligatorie. Sono discutibili solo perché sono parziali o sono limitate.
Dunque, cosa abbiamo cercato di fare con i nostri emendamenti? Abbiamo cercato di incidere sulla cosa che manca realmente in questa legge di stabilità, una cosa che manca ormai da sempre in tutta la politica economica che portate avanti in questo tempo di crisi. Ebbene, cosa manca? Manca la crescita, la possibilità di far crescere questo nostro Paese. La crescita non è nelle vostre capacità - lo avete dimostrato sempre quando avete governato - così come non è nei vostri obiettivi, ma oggi sta diventando un vero pericolo.
Voglio ricordarvi come, con il decreto-legge n. 78 del 2010, lo stesso Governo fu costretto ad ammettere che quella manovra sarebbe stata depressiva per mezzo punto di prodotto. La Banca d'Italia corresse il Governo e disse: no, cresceremo, grazie al decreto-legge n. 78 del 2010, meno dell'1 per cento. Il presidente della Commissione finanze del Senato, senatore Baldassarri, stimò una decrescita del 2 per cento. Io ritengo che anche con questa legge di stabilità, non riusciremo a crescere.
Signor Presidente, perché insistiamo molto sulla crescita? Noi non disconosciamo i problemi del nostro Paese, il forte debito pubblico, ma un debito può essere compatibile con la crescita. Quando parliamo Pag. 15del debito, infatti, l'Europa ci richiama alla percentuale del nostro debito sul prodotto. Due sono le azioni che dobbiamo fare: la prima, certamente, consiste nel contenimento del debito, ma l'altra, sicuramente, attiene alla capacità di crescita che potrebbe avere questo Paese.
Dunque, cercherò di spiegare come questa legge di stabilità non servirà a crescere, poiché vi sono norme puramente ragionieristiche. Non ho nulla contro i ragionieri o i contabili. Ho già detto durante la discussione sulle linee generali che un contabile lavora sui numeri che gli vengono forniti. Noi, invece, come legislatori, dovremo determinare i numeri da fornire ai contabili e ai ragionieri: questo è il compito di una politica economica. Non c'è politica economica in questa legge di stabilità, c'è ragioneria: purtroppo, una cattiva ragioneria.
Le voglio citare alcune norme controproducenti e depressive, in quanto siamo spesso di fronte ad assumere norme che producono effetti immediati, di diminuzione della spesa, ma che, nel breve periodo, provocano decrescita. Questo è proprio dei cattivi ragionieri. Ieri siamo riusciti a risolvere la questione relativa al 55 per cento per l'efficienza energetica, ma ve ne sono altre che non vengono risolte e in tale direzione vanno le nostre proposte emendative.
La più eclatante, signor Presidente, riguarda la rozzezza del patto di stabilità. Per quanto concerne i commi dall'86 al 122, interveniamo con proposte emendative importanti - molte delle quali a firma del nostro presidente di gruppo, per segnalarne l'importanza - le quali vertono, per la gran parte, proprio su questo aspetto: la rozzezza del patto di stabilità. Il presidente Baretta lo ha definito ottuso ed ha ragione. Ma è possibile che non possiamo risolvere il problema, per i comuni che ne hanno la possibilità e che hanno fondi in cassa, di pagare i fornitori o di fare opere? No, non lo risolviamo, anzi lo aggraviamo.
Voglio segnalarle un'altra norma ragionieristica, ottusa e pericolosa: prevediamo ancora un'ulteriore stretta alla possibilità dei comuni di fare investimenti, di fare opere pubbliche. Riduciamo dal 15 all'8 per cento la percentuale delle entrate correnti che può essere destinata al pagamento degli interessi. Blocchiamo gli investimenti in questo Paese e lo facciamo impropriamente, signor Presidente, anche per quel che riguarda i profili di legittimità. In base alla legge n. 196 del 2009 potremmo fare entrare, nella legge di stabilità, solo le norme relative al patto di stabilità. Invece, cosa facciamo con questa norma?
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI (ore 11,30)
MASSIMO VANNUCCI. Signor Presidente, gliela voglio citare, è il comma 106, noi l'allarghiamo a tutti comuni. Quindi non solo ai tremila comuni del Patto di stabilità ma a tutti gli ottomila comuni italiani provocando di fatto una riduzione degli investimenti, quindi una riduzione della crescita e una riduzione del lavoro. Voglio citarvi ancora la chicca che si trova in questo vostro provvedimento: il comma 50. Noi diciamo da mesi che riconosciamo di essere, come pubblica amministrazione, debitori verso i fornitori per circa 60 miliardi, uno dei temi del Patto di stabilità e delle necessarie modifiche è appunto questo, rimuovere questa difficoltà. Bene, se andate al comma 50 voi troverete una norma che consente alle regioni sottoposte al piano di rientro dai disavanzi sanitari e badate, sono cinque e sono molto popolose (Lazio, Campania, Puglia, Calabria, Molise), praticamente mezza Italia, di non onorare gli impegni verso i loro fornitori anche in presenza di decreto ingiuntivo del tribunale o di pignoramento per ancora un anno dopo la scelta del decreto-legge n. 78 del 2010. Ditemi voi che Stato di diritto è questo? Che Stato liberale è questo? Ditemi la ratio di questa norma, ditemi come quelle regioni, quelle ASL, quelle aziende sanitarie locali potranno garantire la qualità, il valore degli acquisti che andranno a fare quando i fornitori sanno già che non potranno riscuotere i loro crediti Pag. 16nemmeno in presenza di un decreto ingiuntivo.
Queste sono norme che deprimono la crescita e la possibilità di crescita. Ma dove deprimete ancora la crescita? La deprimete nel fatto che le opportunità di crescita di questo Paese noi non le sfruttiamo. Ieri abbiamo fatto una discussione sulla legge di bilancio e vi abbiamo fatto vedere come sia stato trattato il settore dei beni culturali che è il vero patrimonio, il vero tesoro di questo Paese. Abbiamo dimostrato come la vostra politica attrattiva sul turismo sia inefficace, abbiamo dimostrato come la furbizia del falso rigore, dei falsi tagli corrisponda in realtà ad una mancata crescita perché i tagli non avvengono sulla spesa corrente, non avvengono sulla spesa per l'acquisto di beni e servizi ma avvengono sugli investimenti, avvengono sui lavori pubblici, avvengono rinunciando a politiche, come ad esempio quella dell'Italia nel mondo, avvengono non facendo una sana politica industriale, avvengono non affrontando il tema delle riforme necessarie, delle riforme strutturali. Lo avete dimostrato anche presentando il piano nazionale delle riforme completamente vuoto. Allora dove articoliamo i nostri emendamenti? I primi li voglio citare: quelli dell'onorevole Fluvi, dell'onorevole Baretta vanno appunto in questa direzione, invertire il trend di crescita, cercare di favorire l'aumento di una domanda interna, fare, attraverso una sana politica fiscale, una redistribuzione della ricchezza a favore dei redditi bassi. Solo in questo modo possiamo far riprendere un po' i consumi e far crescere il nostro Paese. Interveniamo con gli emendamenti dell'onorevole Ventura sul credito di imposta; sulla ricerca, altra grande assente, con una norma del tutto parziale. Ho già parlato del patto di stabilità. Voglio citare i nostri emendamenti tesi a far riprendere all'Italia nel mondo un ruolo, quelli dell'onorevole Lulli; voglio citarvi il tema fondamentale del sud affrontato con gli emendamenti Vico, oppure il settore dell'agricoltura oggi abbandonato. Leggete oggi le cronache dei giornali economici che sottolineano cosa l'Italia riuscirà a fare con la nuova politica agricola comunitaria: tagli di oltre un miliardo dall'Europa per non aver rispettato gli impegni. Ieri è intervenuto l'onorevole Zucchi: ci sono emendamenti anche in questo senso. Ci sono emendamenti per la infrastrutturazione del Paese, la banda larga, quelli dell'onorevole Meta. Ho fatto un rapido excursus sulle nostre proposte emendative per sollecitarvi ad una discussione vera reale.
Infatti, se noi liquidassimo questa legge di stabilità così come è entrata in questo ramo del Parlamento, non corrisponderemmo all'impegno che abbiamo verso questo Paese. L'ultimo emendamento che voglio citare - ne ho parlato ieri - è un po' una sfida che vogliamo lanciarvi. Si tratta dell'emendamento proposto dall'onorevole Causi sulle minori spese per debito. Noi continuiamo a sostenere che l'inganno sta lì, sta nel riepilogo del bilancio, nella «missione 34» che non è emendabile, quella per gli interessi, l'avete sovrastimata con la solita furbizia che abbiamo visto negli anni trascorsi e per la quale vi siete giocati 5 miliardi e mezzo di euro di risparmi dovuti al calo dei tassi di interesse. Pertanto, con un emendamento vogliamo fissare un principio, ossia che quell'eventuale risparmio vada ai saldi, vada veramente ad abbassare il debito e non si spalmi sulla spesa corrente, come avete sempre fatto.
Pertanto, nell'intervenire sul complesso degli emendamenti, spero che, in questa giornata e nella giornata di domani, ci sia una discussione vera. Evitiamo, colleghi parlamentari, di ipotecare il futuro. Voi state facendo questo punto! Voi rischiate di far pagare questa crisi ai giovani, a chi verrà dopo di noi! Questo è proprio il contrario di ciò che invece dovrebbe fare una buona politica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Presidente Conte, la prego di non dare fastidio all'onorevole Sposetti.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Cesare Marini. Ne ha facoltà.
CESARE MARINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, noi esprimemmo come gruppo del Partito Democratico l'astensione sulla legge quadro del federalismo perché ritenemmo che, al di là delle prospettazioni propagandistiche, questa legge rappresentava un'occasione per rinnovare il patto sociale che è alla base della convivenza civile del Paese. Sapevamo che si trattava anche di una risposta che dovevamo ad una questione, quella cioè settentrionale, che era nata e che, pur non comprendendo fino in fondo quali fossero i contenuti, comunque rappresentava un malessere diffuso dei cittadini che abitavano sopra Firenze e a cui era giusto che il Parlamento, lo Stato italiano, desse una risposta. Fu questo il motivo per cui capimmo che comunque il federalismo non lo si poteva evitare, anzi tentammo anche di correggerlo.
Debbo dire che fu importante l'accettazione, da parte del Ministro Calderoli, di un emendamento all'articolo 1 e di un altro successivo all'articolo sui criteri per le infrastrutture, che ponevano tra gli obiettivi che doveva raggiungere il federalismo anche la soluzione della situazione particolare di arretratezza del Mezzogiorno la necessità, quindi, che si arrivasse a quello che è stato sempre un traguardo storico, cioè il superamento del dualismo economico del Paese. Ho tentato di richiamare questi principi che sono contenuti nel federalismo ai miei emendamenti 1.7 e 1.9.
Mi rivolgo soprattutto ai colleghi che hanno fatto del federalismo una bandiera politica e chiedo: il vostro federalismo è vero, è un fatto di coscienza al quale voi intendete dar seguito oppure è solo un argomento di propaganda? Ritenete che vada attuato nella sua interezza, nei principi che vengono dettati, oppure è qualcosa che deve solo servire per motivare la vostra azione politica?
Credo che il federalismo sia uno strumento importante nel disciplinare la spesa pubblica e, come tale, va rispettato una volta che è diventato legge dello Stato. Non solo: va attuato ogniqualvolta ci troviamo dinanzi ad un disegno di legge che viene trasformato in provvedimento definitivo e che contiene principi che riguardano la spesa pubblica.
Quindi, mi chiedo: ma questa legge di stabilità - che poi è la vecchia legge finanziaria - non è forse una norma che regola il bilancio dello Stato e, quindi, interviene nel disciplinare la spesa pubblica? Siamo d'accordo che sia così ed allora rappresenta un'occasione importante. Perché sprecarla? Perché far sì che questa legge passi del tutto inosservata per quanto riguarda le grandi questioni del Paese?
Questo è un altro capolavoro dell'affabulazione del ministro Tremonti, il quale ci ha abituato a grandi discorsi, a grandi prospettive e ad una politica economica sempre dichiarata - dal Ministro - come estremamente importante per il Paese e, soprattutto, accettata, compresa ed apprezzata dall'Unione europea. Invece, dobbiamo fare i conti, nonostante il prevalere all'interno del Governo della «linea Tremonti», di una fase di stagnazione economica che si protrae per troppo tempo. Si tratta senza dubbio di una fase di stagnazione economica peggiore delle situazioni che hanno gli altri grandi paesi del mondo industrializzato. Il Paese è indiscutibilmente più povero; basta leggere tutti gli indici ISTAT per comprendere come il Paese affronta in maniera grave l'attuale situazione, nella quale vi è un sistema industriale che incontra difficoltà sui mercati internazionali.
Continua ad aumentare il debito pubblico, nonostante una politica di freno assoluto della spesa. Siamo investiti da gravissimi fenomeni di dissesto idrogeologico di fronte ai quali mi pare che non vi sia una politica adeguata. Quindi, di fronte a questi scenari e con questa legge che disciplina una spesa di 5 miliardi e mezzo, vi chiedo: ritenete in coscienza che possa essere utile per affrontare i problemi del Paese? No, troppe sono le improvvisazioni di questo Governo. Tali improvvisazioni sono venute chiaramente alla luce da quello che abbiamo appreso ieri: una sentenza Pag. 18che ha dichiarato incostituzionale la legge di taglio dei trasferimenti alle comunità montane.
I colleghi delle Commissioni competenti ricorderanno la discussione su quel taglio per cui il Ministro Tremonti fu ben felice di trovare altri soldi, tagliando i trasferimenti alle comunità montane e dimenticando - è strano che il Governo si possa dimenticare queste cose - che le comunità montane avevano acceso dei mutui sulla base delle entrate stabilite dalla legge (quindi, non ipotetiche, ma certe). Inoltre, il Governo si era dimenticato che la comunità montane avevano - soprattutto alcune - in dotazione personale proveniente dagli LSU (che sono a carico di una legge nazionale e, quindi, dello Stato). Quindi, era naturale che il taglio dei trasferimenti fosse incostituzionale e che, quindi, il giudice costituzionale avrebbe emesso una sentenza che dichiarava del tutto illegittima quella norma.
Tutto ciò però fa capire che c'è improvvisazione, che non vi è la dovuta riflessione quando si affrontano i problemi e che molte volte si affrontano le questioni nazionali con uno spirito goliardico che certo non fa onore ad una maggioranza e ad un Governo che vuole essere degno dell'attuale situazione del Paese.
Colleghi, vorrei dire alcune cose sul Mezzogiorno, che credo non possa essere trascurato in una legge di stabilità e quindi di spesa di fondi pubblici. Abbiamo, colleghi, senza dubbio - sono dati ufficiali di tutti i rilevatori che esistono in Italia - un aumento della forbice del divario tra nord e sud e - cosa non prevista, che contraddice anche alcune analisi - il Mezzogiorno soffre più delle altre aree del Paese la situazione di crisi, nata in Italia. Si era scritto e detto che questa crisi si traduceva, per quanto riguardava il sistema produttivo italiano, in una minore capacità di esportazione e alcuni affrettati commentatori avevano detto che, poiché il Mezzogiorno non aveva un'industria che esportava all'estero, ma soprattutto nelle altre aree del Paese, avrebbe sofferto di meno la crisi in atto, mentre invece, dai dati, emerge che, proprio il Mezzogiorno, è l'area del Paese che paga, più delle altre, l'attuale crisi.
C'è, nell'insieme dei provvedimenti che sono in discussione in quest'Aula - e che la maggioranza si appresta ad approvare - qualcosa che può far pensare, non dico ad una politica nuova, ma ad un'inversione di tendenza, di marcia rispetto alla totale indifferenza per quanto riguarda il dualismo economico del Paese e le situazioni di maggiore difficoltà di alcune aree del paese. Non invoco, certamente, trasferimenti per alimentare i consumi (intervento storico attuato nel Mezzogiorno d'Italia nei recenti passati), non vogliamo più che siano alimentati i consumi perché abbiamo capito che tali provvedimenti sono serviti soltanto a risolvere molti problemi agli apparati produttivi, laddove esistevano ed erano forti, ossia nel centro-nord, ma sono serviti poco a risolvere le questioni dello sviluppo territoriale locale.
Vogliamo una politica di sviluppo, sulla base dello stesso principio del federalismo, ai sensi dell'articolo 1 di siffatto provvedimento, che prefigura come obbiettivo dello stesso federalismo quello del superamento del dualismo storico del Paese. Chiediamo una politica di sviluppo perché il Mezzogiorno è una risorsa del Paese e va intesa come risorsa del Paese. Il Mezzogiorno è una risorsa che può servire - in un momento di crisi produttiva ed economica della società italiana - a dare un grande contributo per riprendere il percorso dello sviluppo. Inseguiamo quindi la visione di un Mezzogiorno funzionale alla ripresa dello sviluppo nazionale dell'economia.
Se questa può essere la giusta impostazione del problema, che cosa bisogna fare? Credo che vadano affrontate alcune situazioni di enorme debolezza del Mezzogiorno come il territorio perché si sa che, negli ultimi anni, e attualmente, sono in corso processi gravi di degenerazione idrogeologica. Abbiamo dinanzi agli occhi quello che è successo in provincia di Messina e in Calabria. Si riprendono alcune maledizioni antiche, tra le quali la definizione data, con grande capacità Pag. 19folklorica, dallo stesso Giustino Fortunato che definì la Calabria: «Sfasciume pendulo sul mare» proprio perché è un territorio debole dal punto di vista idrogeologico e che, pertanto, si presta a subire per intero le conseguenze dell'inclemenza del tempo.
Abbiamo un deficit di infrastrutture molto grave rispetto alle altre aree del Paese, che impedisce la nascita di un apparato produttivo moderno e soprattutto la sopravvivenza dell'attuale apparato produttivo perché fa aumentare enormemente i costi di trasporto, i costi di produzione e quindi rende poco competitive le industrie del Mezzogiorno rispetto a quelle delle altre aree del Paese.
Abbiamo un deficit di servizi: i nostri servizi - soprattutto immateriali - sono molto indietro; è necessario un adeguamento dei servizi, soprattutto quelli tecnologicamente avanzati, rispetto al modo in cui vengono realizzati sul territorio in tutta l'Europa.
Abbiamo il gravissimo problema del lavoro, che rappresenta un'altra emergenza. La disoccupazione dilaga, il lavoro si riduce (non aumenta), la situazione è gravissima per quanto riguarda la condizione umana dei cittadini, tant'è vero che in ogni censimento l'area della povertà in Italia aumenta e investe soprattutto il Mezzogiorno.
Rispetto a questo gravissimo fenomeno, credo non solo sia necessario che un Governo se ne faccia carico, ponendo in essere quegli interventi per evitare che continui ad ampliarsi: esiste infatti un principio solidaristico alla base di qualsiasi patto sociale, di qualsiasi nazione, che prevede che, rispetto a questi fenomeni, lo Stato non possa rimanere indifferente, anzi, la sesta o la settima potenza industriale credo non possa permettere che, all'interno di un terzo del proprio territorio, aumenti il fenomeno delle famiglie povere.
Vi è un costo eccessivo della previdenza sul lavoro e, al riguardo, molte volte si trascura un dato: le aree che hanno una vocazione verso l'ortofrutta hanno necessità di un maggior numero di ore lavorative per ettaro. Quando il costo previdenziale è eccessivo, questo incide direttamente sulle produzioni esistenti, soprattutto sulle produzioni di qualità. Si tratta di un altro problema che credo vada segnalato.
PRESIDENTE. Onorevole Marini, la prego di concludere.
CESARE MARINI. Grazie, signor Presidente, mi avvio alla conclusione. Lei è sempre gentilissimo e approfitto della sua gentilezza per un minuto in più che lei - credo - non mi negherà.
Vi è la questione sulla prospettiva dell'area di libero scambio, di un nuovo mercato che nasce, ma l'Italia come lo affronta? Non preoccupandosi di arrivare a questo mercato di libero scambio e di potenziare e costruire nuove infrastrutture. Bisogna far sì che l'autostrada del Sole venga completata nel più breve tempo possibile.
Vi è la questione della defiscalizzazione rispetto alla quale vogliamo che vi siano dei premi per i nuovi investimenti, non una defiscalizzazione che riguarda le aziende esistenti che reinvestono utili. Vogliamo defiscalizzazione per nuovi investimenti, perché ne abbiamo bisogno. Vorrei concludere, affrontando una questione che riguarda noi meridionali: vi sono responsabilità dei meridionali? Certo che ci sono, ci sono responsabilità sulle quali chiediamo all'intera nazione di intervenire perché riteniamo che ovunque vi sia illegalità, incapacità e inadeguatezza dei gruppi dirigenti si debba agire con forza, perché questi elementi negativi vanno eliminati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Velo. Ne ha facoltà.
SILVIA VELO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, con la manovra del luglio scorso, il decreto-legge n. 78 del 2010 - non è la prima volta che ne parliamo in quest'Aula - il Governo e la maggioranza hanno deciso di punire ancora una volta e Pag. 20ancora più duramente milioni di pendolari italiani che ogni mattina, fra mille difficoltà e problemi, usano il mezzo pubblico di trasporto per recarsi al proprio luogo di studio, di lavoro o altro.
Il Governo lo ha fatto, a luglio, concentrando la parte più consistente della manovra di bilancio sui tagli ai trasferimenti delle risorse regionali che servono a finanziare il trasporto pubblico locale.
Noi lo avevamo denunciato. Avevamo detto che quei tagli erano insostenibili, che le regioni, le aziende di trasporto su gomma e i contratti di servizio per il trasporto ferroviario non potevano reggere. Voi allora avete negato, anzi con maggiore ignavia avete taciuto sulle nostre denunce, salvo poi, attraverso il disegno di legge di stabilità che ci apprestiamo a votare, ammettere l'entità del disastro da voi compiuto, la sua insostenibilità. Infatti, nella prima stesura della manovra avete provato a metterci una pezza. Il problema è che il modo da voi individuato per rimediare al vostro stesso disastro ormai è diventato una tradizione di questa legislatura: prima si compie il disastro e poi, con una legge successiva, si cerca di rimediare, salvo poi utilizzare strumenti di rimedio che sono peggiori del disastro. Anche in questo caso avete dimostrato, per l'ennesima volta, la vostra inadeguatezza, la vostra visione di breve respiro rispetto alle reali esigenze del Paese, la vostra incapacità di programmazione. La toppa è peggio del buco. Ancora una volta, infatti, avete utilizzato la scorciatoia del FAS. Lo avete fatto, prevedendo nella manovra di stabilità la possibilità per le regioni di utilizzare i fondi FAS per finanziare i tagli al trasporto pubblico locale. Ancora una volta, si sceglie di spostare risorse destinate agli investimenti per finanziare la spesa corrente, in un crescendo vizioso che sta danneggiando gravemente l'economia di questo Paese ed i suoi conti pubblici. Cresce la spesa corrente, calano gli investimenti. Complimenti! È l'esatto contrario di quello che un Governo responsabile dovrebbe fare in generale ed ancora di più in una fase di recessione come questa. Si brucia la legna per vendere la cenere. Noi come Partito Democratico, in particolare come gruppo della Commissione trasporti, abbiamo ragionato sulla necessità di trovare un rimedio ed abbiamo presentato su questo tema un gruppo di emendamenti molto circoscritto, nel tentativo di rimediare al disastro, in difesa del servizio di trasporto pubblico e dei pendolari. Su questo la maggioranza dei parlamentari che ha lavorato in Commissione bilancio ha individuato un comune sentire ed un comune intento.
Infatti, in Commissione bilancio è stato approvato un emendamento soppressivo che ha cancellato la possibilità di dirottare fondi FAS sulla copertura del TPL. Si è eliminata in questo modo la cialtroneria e la stortura più evidente, ma non si è risolto il problema, perché i tagli restano. Sul maxiemendamento abbiamo nuovamente presentato alcune nostre proposte emendative. Il mio emendamento, 1.5, è una piccola cosa che, però, può essere significativa per le famiglie italiane e per i milioni di pendolari. Prevede, cioè, la possibilità di detrarre fiscalmente le spese sostenute per gli abbonamenti per il trasporto pubblico locale. È un provvedimento che era contenuto già nelle precedenti leggi finanziarie e da voi cancellato, che ha un costo minimo per il bilancio dello Stato, ma che può alleviare le difficoltà dei tanti pendolari italiani. Soprattutto abbiamo presentato un emendamento di cui è primo firmatario il collega Lovelli, che ripristina i fondi necessari alle regioni per sostenere la continuità del servizio di trasporto pubblico locale, non il miglioramento - guardate bene - semplicemente la continuità ai livelli attuali, che sono tutt'altro che soddisfacenti.
Invito il Governo, ma soprattutto il Parlamento, i colleghi, quelli che sicuramente in ogni luogo d'Italia avranno incontrato pendolari disperati per le difficoltà che trovano la mattina per recarsi al lavoro o a scuola, i colleghi che sicuramente hanno la consapevolezza che da questa efficienza, dall'efficienza della mobilità delle persone nel nostro Paese, passa anche, anzi direi soprattutto, un bel pezzo della competitività dell'Italia. Pag. 21
Invito tutti a riflettere bene su queste proposte, perché opporsi ad esse significa assumersi una gravissima responsabilità: significa assumersi la responsabilità di condividere l'intento di assestare l'ennesimo colpo ai danni dei pendolari; significa prendersi la responsabilità non solo di negare ai pendolari il diritto a un miglioramento del servizio, che oggi è inadeguato, ma significa comunicargli da oggi che a gennaio prossimo vi sarà un ulteriore peggioramento, una riduzione del servizio, un peggioramento della qualità e anche un aumento dei costi.
Infatti, nel maxiemendamento si prevede di stornare nuovamente una quota di risorse alle regioni solo nel caso in cui si operi un aumento delle tariffe. Quindi, si taglia il servizio e se ne aumentano i costi; si peggiora il servizio e lo si rende più costoso. Oggi abbiamo la possibilità di rimediare, almeno in parte, a questa possibilità e a questo futuro prossimo. Chi decide di non riflettere su questo e di negare questo diritto ai pendolari sarà, agli occhi dei pendolari stessi, colui che dovrà essere ringraziato ogni giorno, da gennaio in poi, nel travaglio del viaggio mattutino e del ritorno serale a casa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.
ERMETE REALACCI. Signor Presidente, sarò sintetico, come obbliga il tempo, ma anche perché voglio sollevare una sola questione. La collega Velo, la collega Mariani e altri colleghi avranno modo di sollevare tutti i temi che non ci trovano concordi in questa manovra.
Io voglio dire una cosa che, invece, credo debba stare a cuore a tutti: ho apprezzato il buonsenso con cui il Governo ha inserito, anche se in una misura indebolita, il finanziamento della misura del credito di imposta del 55 per cento già in questa manovra. Presentiamo proposte emendative che tendono a ripristinarne la forza originaria, ma vorrei che tutti i colleghi - sicuramente molti di loro già lo sanno - abbiano coscienza di cosa si sta parlando.
Stiamo parlando di quella che è stata di gran lunga la più importante misura anticiclica messa in moto nel corso di questi anni. Il credito di imposta del 55 per cento ha dato fiato ad un vasto sistema di piccole e medie imprese nell'edilizia e nell'indotto legato ai nuovi materiali, alle caldaie, ai serramenti, al solare termico diffuso in tutta Italia; ha generato un giro di affari di oltre 11 miliardi di euro; è stato usato da 840 mila famiglie italiane; ha prodotto 50 mila posti lavoro. Si tratta di una manovra di straordinario interesse: bisogna rafforzarla e rinnovarla.
Aggiungo che i calcoli che vengono fatti sui costi per lo Stato, a mio avviso, sono pessimistici, perché questa manovra non solo ha aumentato il fatturato, attirando capitali privati che forse non si sarebbero messi in moto, ma, soprattutto, ha fatto emergere potentemente il nero, il sommerso. Purtroppo è una riprova di ciò il fatto che questa manovra sia stata usata molto poco nelle regioni del sud, dove il nero nell'edilizia è troppo presente. Basta vedere l'andamento delle regioni per capire come regioni anche popolose, come la Campania, utilizzino, per esempio, questa manovra molto meno della Toscana; è chiaro che questo è legato anche all'illegalità e al nero che è presente nell'edilizia.
Al riguardo abbiamo presentato in questa manovra non un emendamento, ma un ordine del giorno che invita - lo abbiamo già fatto nel passato e il Governo ci aveva detto che sarebbe stato fatto; capiamo che non è possibile farlo ora - a ragionare su questo nuovo strumento (che riteniamo di grande efficacia non solo perché lo abbiamo prodotto noi, nacque all'epoca del Governo dell'Ulivo, ma perché crediamo che sia nell'interesse del Paese) in merito alla sua estensione ad un altro terreno di grande delicatezza per il nostro Paese, che è la sicurezza antisismica.
Abbiamo una buona parte del patrimonio edilizio esistente che non è in grado di reggere ai terremoti. Sappiamo che, purtroppo, molte delle vittime de L'Aquila Pag. 22sono legate alla non capacità delle abitazioni di reggere le scosse di terremoto. Questo è un problema che nessun Governo è in grado di risolvere con un colpo di bacchetta magica, è necessaria un'azione di lungo periodo. Tale azione però, mentre per il patrimonio pubblico (ospedali, scuole e così via) deve essere a carico dello Stato, per il patrimonio privato deve attivare capitali privati e il credito di imposta del 55 per cento può essere utile proprio in questa direzione.
Aggiungo che la misura in oggetto va ad incidere su un terreno che è strategico per l'edilizia in Italia. Il 3 dicembre prossimo è in programma una manifestazione di tutto il comparto dell'edilizia, che soffre in maniera formidabile questa crisi e che è il terreno della qualificazione delle imprese. Sappiamo che in Italia il patrimonio edilizio è di bassa qualità: una casa italiana consuma mediamente il doppio di una casa tedesca, irlandese o svedese. Tutto ciò significa consumi energetici, inquinamento e bollette più salate per le famiglie.
Con la misura in esame si qualifica un vasto tessuto di imprese ed è stato questo il vero piano casa, lo dico senza polemica onorevoli colleghi, che in tutta Italia non ha funzionato. Vi do solo il dato relativo alla Lombardia, una regione che non può essere sospettata di ostilità nei confronti del Governo. Qui il piano casa ha prodotto in un anno 191 richieste di intervento, la normativa concernente la detrazione del 55 per cento ne ha prodotte 170 mila!
Cerchiamo di portare avanti il Paese, di scommettere sul futuro, di partire dalle cose che funzionano e non dalla propaganda. Per questo è bene quello che è stato fatto ora, ma rafforziamolo in futuro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Avverto che è in distribuzione la versione corretta del subemendamento Borghesi 0.1.500.6.
Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 1 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.
MARCO MARIO MILANESE, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario su tutti gli emendamenti ad eccezione degli emendamenti 1.500 e 1.501 della Commissione di cui si raccomanda l'approvazione. Vorrei però evidenziare che in relazione agli identici emendamenti Brugger 1.180 e Froner 1.181 il parere per adesso è contrario, ma è in corso un approfondimento e, dunque, se si arriverà alla loro votazione nel frattempo, ne chiederò l'accantonamento.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza?
PIER PAOLO BARETTA, Relatore di minoranza. Il parere è favorevole sugli emendamenti Fluvi 1.3 e 1.4, Baretta 1.20, Fluvi 1.22, Mariani 1.33, Lulli 1.50, Ghizzoni 1.89, Causi 1.71, De Micheli 1.75, Vannucci 1.77, Ventura 1.92, Ghizzoni 1.103, Miotto 1.105, Bressa 1.106, Damiano 1.113, 1.119, 1.120 e 1.121, Mariani 1.126, Rubinato 1.138, Bobba 1.142, Baretta 1.143, Ghizzoni 1.147, Amici 1.157, Levi 1.158 e 1.159, Lolli 1.167, Marchi 1.170, De Micheli 1.174, Franceschini 1.176, Froner 1.181, Lovelli 1.190, Marchi 1.195, Baretta 1.213, Vannucci 1.214, Nannicini 1.215, Franceschini 1.217, Baretta 1.218, Mariani 1.220, Oliverio 1.221, Tullo 1.222, Andrea Orlando 1.223, Strizzolo 1.227, Miotto 1.234, Barbi 1.240, De Biasi 1.249, Tempestini 1.252, Murer 1.256, Vico 1.260, Ghizzoni 1.276 e 1.279, Realacci 1.297, Lulli 1.298, Amici 1.283, Rubinato 1.304, Ferranti 1.306, Marchioni 1.310, Meta 1.35, Vannucci 1.315, Cenni 1.319, Naccarato 1.320, Lenzi, 1.172 e Tempestini 1.333.
Il parere è, infine, favorevole sugli emendamenti Marco Carra Tab. A. 4, Ferranti Tab. B. 4, Braga Tab. C. 2, Realacci Tab. A. 1, Causi Tab. B. 1, Meta Tab. C. 1 e Narducci Tab. C. 8.
PRESIDENTE. Invito l'onorevole Cambursano, in qualità di relatore di minoranza, ad esprimere il parere.
Pag. 23
RENATO CAMBURSANO, Relatore di minoranza. Signor Presidente, il parere è favorevole, oltre che sugli emendamenti appena ricordati dall'onorevole Baretta, su quelli che abbiamo segnalato: Borghesi 1.90, Borghesi 1.23, Borghesi 1.45, Borghesi 1.148, Messina 1.196 e Barbato 1.165.
Inoltre, il parere è favorevole sui subemendamenti Borghesi 0.1.500.6 (versione corretta) e Borghesi 0.1.500.5; nonché, naturalmente, su tutti gli altri non segnalati a firma dei colleghi dell'Italia dei Valori.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUIGI CASERO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Fluvi 1.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fluvi. Ne ha facoltà.
ALBERTO FLUVI. Signor Presidente, con l'emendamento in esame si apre un blocco di proposte di modifica alla legge di stabilità che riguardano il fisco. Mi consentirà, signor Presidente, di richiamare nel tempo che mi è concesso alcuni riferimenti di carattere più generale, fra l'altro presenti nel dibattito in questi giorni, sollevati da più parti, in maniera particolare dai colleghi del Partito Democratico, sulla valutazione della legge di stabilità e sulla gestione da parte del Governo di questi due anni e mezzo, ormai, di crisi economico-finanziaria.
Da quando si è aperta la crisi finanziaria, il Governo ha giustificato la propria inattività, il proprio immobilismo con l'obiettivo del contenimento della finanza pubblica: ha sostanzialmente sacrificato ogni atto su questo altare. Anche i tagli a cui stiamo assistendo, inseriti nella legge di stabilità, agli enti locali, alle regioni, ai comuni, al trasporto pubblico locale, alla scuola, all'università, e l'elenco è sicuramente più lungo, sono giustificati con la preoccupazione di non finire come la Grecia.
A parte il fatto che immaginavo che la settima potenza del mondo, la settima economia del mondo, qual è ancora la nostra, avesse altri punti di riferimento: senza nulla togliere al Paese ellenico, pensavo che la nostra economia si dovesse confrontare con quella della Francia, della Germania, con le economie più sviluppate del pianeta. Ma soprattutto immaginavo che aveste compreso, dopo questi due anni di gestione della crisi, che le giuste preoccupazioni per la tenuta della finanza pubblica, per la tenuta dei conti dello Stato debbono essere accompagnate da politiche di stimolo alla crescita.
In poche parole, se l'economia non riprende a crescere, anche il bilancio dello Stato rischia dal punto di vista della sua stabilità. Non solo. Anche i fatti stanno lì a darci ragione: non avete messo in sicurezza i conti dello Stato (basta considerare i dati sulla crescita del prodotto oppure sul deficit o sul debito in rapporto al PIL, che si sta ormai incamminando intorno ad una cifra simbolica del 120 per cento). Non avete, per così dire, compreso - e lo state confermando con il disegno di legge di stabilità - che sono necessarie misure di stimolo ed è necessario, proprio per tenere in salvaguardia la finanza pubblica, mettere benzina nel motore dell'economia perché essa ricominci a crescere.
Anche noi conosciamo le difficoltà del bilancio dello Stato e anche noi siamo consapevoli delle difficoltà della finanza pubblica. Ne abbiamo più volte dato prova, quando abbiamo avuto esperienze di Governo, laddove siamo riusciti a coniugare sempre politiche di rigore con politiche di sviluppo, secondo un unico minimo comune denominatore: l'equità. È questo un tema importante che dovrebbe assillare tutti noi e che dovrebbe accompagnare qualunque provvedimento del Governo. In tempi di crisi, come quella che stiamo attraversando, il tema dell'equità deve essere presente e, come dicevo prima, ci deve assillare.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ALBERTO FLUVI. Sto per concludere, signor Presidente, con una considerazione: oltre a questo, è necessario utilizzare la leva fiscale anche a parità di gettito per spostare il carico tributario dal lavoro ad altri assi, dal lavoro alla rendita.
È questa un'occasione per cominciare, in maniera graduale, ad affrontare il tema dell'IRAP e, appunto, della deducibilità della componente del lavoro sull'IRAP. Proponiamo di iniziare con un 10 per cento, finanziato attraverso una tassazione sulla speculazione finanziaria. È un primo passo, non certo conclusivo, ma che vuole dare un segnale in questa direzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Fluvi 1.3. Ricordo che i relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fluvi 1.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Fassino, Castagnetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 550
Votanti 548
Astenuti 2
Maggioranza 275
Hanno votato sì 251
Hanno votato no 297).
Prendo atto che il deputato Casini ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fluvi 1.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fluvi. Ne ha facoltà.
ALBERTO FLUVI. Signor Presidente, tale proposta rappresenta una variante rispetto all'emendamento appena respinto. Mentre con l'emendamento Fluvi 1.3 proponevamo di ridurre stabilmente la parte indeducibile dell'IRAP, quella relativa al costo del lavoro, con l'emendamento Fluvi 1.4 proponiamo di innalzare la franchigia IRAP, rivolgendoci sostanzialmente alle piccole e piccolissime imprese.
Ho ben presente, come sicuramente tutti i colleghi in quest'Aula, la discussione che abbiamo tenuto qualche settimana fa sulla mozione riguardante gli accordi di Basilea 3 e sulle preoccupazioni, peraltro, giuste, che tutti noi abbiamo avuto per l'impatto che questa nuova normativa di regolamentazione potrebbe avere sul sistema economico del nostro Paese ed in particolare sul sistema delle piccole e piccolissime imprese.
In quella sede, come oggi, noi ribadiamo un punto, ovvero la necessaria vigilanza attorno all'applicazione delle norme di regolamentazione degli accordi di Basilea 3, che è necessario accompagnare con interventi di sostegno e di stimolo al sistema economico del nostro Paese.
Guardiamo in maniera particolare alle piccole e piccolissime imprese, alle migliaia di artigiani, alle migliaia di commercianti, che rappresentano l'architrave del nostro sistema economico. Invito a votare favorevolmente questo emendamento che - badate bene - costa solo 200 milioni di euro e che è correttamente coperto, non con coperture, come a volte si immagina, un po' fantasiose. Invito i colleghi a vedere e a leggere con attenzione questo emendamento che - ripeto - innalza la franchigia IRAP per migliaia e migliaia di artigiani e commercianti, dando, in questo modo, un sostegno importante in un momento di difficoltà dell'economia del nostro Paese.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Ricordo che i relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 25Fluvi 1.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Migliori...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 543
Votanti 540
Astenuti 3
Maggioranza 271
Hanno votato sì 249
Hanno votato no 291).
Prendo atto che il deputato Sposetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Galletti 1.16.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.
LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, siamo arrivati ad un capitolo che mi permetto di definire doloroso, perché riguarda il problema delle famiglie, delle deduzioni e delle detrazioni per le famiglie che hanno dei carichi familiari. Questo è un argomento che, come è noto, ci sta particolarmente a cuore e abbiamo insistito sul discorso delle deduzioni perché è una battaglia che l'UdC fa da sempre, non in maniera solitaria ringraziando il cielo. Il problema è, però, l'assoluta indifferenza e incapacità di accogliere le nostre proposte da parte del Governo e anche da parte della maggioranza che vota contro questi nostri emendamenti. Siamo reduci, poche settimane fa, dalla Conferenza nazionale della famiglia che è stata, a mio avviso, ottima di contenuti, ma pessima dal punto di vista del Governo, perché, al di là dei proclami e delle dichiarazioni di principio e delle affermazioni secondo cui siamo tutti pronti a sostenere la famiglia e le sue esigenze, non è successo praticamente nulla. La dimostrazione che non è successo nulla è che in questi disegni di legge di stabilità e di bilancio che stiamo approvando in Parlamento, non c'è una riga, non c'è una parola, che riguardi la famiglia.
Alla Conferenza nazionale della famiglia è stato detto, dal sottosegretario Giovanardi, che si tratta di un'esigenza urgente, necessaria, crescente, sentita, che invoca la responsabilità del Governo e degli enti locali. Sono parole del Ministro. Il Ministro Sacconi, invece, ci è venuto a dire che le spese per la famiglia sono ingenti; le uscite da parte dello Stato rasentano i 18 miliardi di euro. Ricordo, tuttavia, come è stato riportato su tutti i giornali, che tutto quello che risparmia nell'IRPEF un percettore di reddito sono 120 euro all'anno per mandare un figlio all'asilo nido, 40 euro per le attività sportive del bambino, 48 euro se il figlio va a scuola con i mezzi pubblici e, poi, ci sono alcuni contributi per le colf a e le baby-sitter. Su 100 euro spesi in tasse scolastiche, la famiglia ne risparmia 19. Non mi pare che si possa dire che ci sono politiche familiari degne di questo nome e non mi pare che vi sia nessuna intenzione di raccogliere la sfida delle famiglie e le indicazioni della Conferenza nazionale della famiglia, voluta - ed insisto - dal Governo.
Non è stata un'idea del Forum delle famiglie anche se il Forum delle famiglie ha avuto un ruolo di protagonista, e molto importante. Il nostro emendamento va esattamente in questa direzione e propone anzi cifre che sono abbastanza basse, nel senso che si propongono deduzioni con redditi piuttosto bassi. Ci rendiamo conto che siamo in un momento di crisi e di difficoltà. Ci rendiamo conto che non possiamo chiedere una spesa da parte dello Stato eccessiva, ma almeno un riconoscimento di questa necessità e di questa urgenza. Sono qui da anni, sostenuta da tutto il partito e dico sempre le stesse cose: mi sembra che fosse almeno doveroso.
Il problema di fondo è che noi parliamo di deduzioni che sono la cosa più Pag. 26corretta. Abbiamo rimproverato il Governo Prodi di avere trasformato le deduzioni in detrazioni. Per noi sono corrette le deduzioni e quindi è giusto parlare di deduzioni, ma volete parlare temporaneamente di detrazioni? Va bene. Volete discutere su come procedere? Va bene. Ma l'importante è che si metta a tema questo discorso e che non si faccia finta di niente perché la questione non può essere accettata e non può essere sostenuta da quest'Aula.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Ricordo che i relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Galletti 1.16, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Pepe... onorevole Giachetti... almeno abbiamo acclarato una cosa, che la «patente» di Pirandello, onorevole Giachetti, lei non ce l'ha, anzi avrà le file e le code che chiederanno di prevederla in futuro!
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 536
Votanti 530
Astenuti 6
Maggioranza 266
Hanno votato sì 241
Hanno votato no 289).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ciccanti 1.18.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.
LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, per completare il ragionamento svolto sul precedente articolo, il problema, com'è noto, è la copertura finanziaria perché dobbiamo sempre avere questa attenzione giustamente. Allora abbiamo pensato che bisogna agire sulla ritenuta dei redditi di capitale e sui redditi diversi di natura finanziaria relativi ad operazioni finanziarie di durata inferiore ai 12 mesi perché siano assoggettate ad un'aliquota del 20 per cento, cosa che ad oggi non è. Bisogna fare eccezione riguardo ai titoli e agli strumenti finanziari emessi dallo Stato, da enti o da amministrazioni pubbliche, e così via. Cosa vuol dire? Che volendo, la possibilità di recuperare somme ingenti da una manovra di questo genere è possibile, che avendo la volontà politica - perché tecnicamente si può fare - recuperare una cifra da devolvere al problema delle politiche familiari è possibile, e la cosa grave è che non si mette mano a un provvedimento che ci sembra assolutamente indispensabile, che siamo in molti a chiedere e le obiezioni che ci vengono fatte non sono assolutamente accettabili.
Approfitto del tempo che ho per illustrare anche l'emendamento successivo che riguarda le deduzioni. Sempre con la premessa che le risorse possono essere trovate, non faremo battaglie di religione su detrazioni o deduzioni. Abbiamo detto la nostra, anzi suggeriamo al Governo di adottare - come peraltro è stato detto da Giovanardi alla Conferenza della famiglia - il «fattore famiglia», che il Forum delle famiglie ha presentato con successo alla Conferenza nazionale delle famiglie e lo richiamo ancora una volta, perché è una misura più equa e più corretta, e più rispondente all'articolo 53 della Costituzione. Si tratta in definitiva di tener conto nei carichi familiari, anche degli anziani, anche dei disabili, anche di coloro che hanno problemi di assistenza e di cura.
Quindi, si tratta di un ampio arco di possibili interventi a favore della famiglia, che sollevi la famiglia dai suoi compiti di cura, di educazione e di crescita. Dunque, ci sembra venuto il tempo, siamo maturi per superare il discorso del quoziente familiare e credo che anche il Governo abbia intenzione di fare questo. Noi siamo d'accordo, allora cominciamo a discuterne Pag. 27e a parlarne seriamente. Tuttavia mi rendo conto che con queste premesse sarà difficile poter intervenire in maniera seria e in maniera sensibile sul problema dei redditi delle famiglie. Non possiamo basarci solo su quello che avviene a livello locale (mi riferisco ai comuni, che hanno adottato quozienti ISEE e provvedimenti a misura di famiglia), ma dobbiamo cominciare a lavorare e a ragionare in termini di fisco a livello nazionale, perché il Ministero dell'economia e delle finanze non può continuare a far finta di niente quando le famiglie stanno soffrendo non solo per iniquità ed ingiustizia, ma perché le famiglie hanno assolutamente bisogno di solidarietà, di riconoscimento e di veder riconosciuto il lavoro che fanno a livello di tutta la nazione, come spina dorsale di questa nazione. Sono veramente stupita di questa incapacità del Governo e della maggioranza di accogliere, in provvedimenti di questo genere, emendamenti come quello in esame, dal momento che poi a parole sono tutti molto bravi, in televisione e sui giornali, ad affermare l'importanza della famiglia (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Galletti. Ne ha facoltà.
GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, il problema che hanno sollevato l'onorevole Capitanio Santolini ed il gruppo dell'Unione di Centro con l'emendamento in esame è un problema che noi in occasione di ogni finanziaria ripresentiamo e che, dopo vent'anni, non ha ancora avuto una risposta dal mondo politico. È ora di dare una risposta alle famiglie italiane, che sono state quelle che in questa crisi hanno retto davvero la convivenza civile. Noi dobbiamo una risposta precisa e la dobbiamo con una politica fiscale che vada loro incontro: bisogna farlo subito, non possiamo più aspettare (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pezzotta. Ne ha facoltà.
SAVINO PEZZOTTA. Signor Presidente, io credo che siamo arrivati al dunque: abbiamo continuato a parlare di famiglia, abbiamo fatto una conferenza a livello nazionale e alcuni Ministri si sono «sprecati». Quindi, ora siamo arrivati al punto nodale: approviamo o no l'emendamento in esame? Se non lo approviamo vuol dire che tutte le cose che abbiamo detto sono false, sono ipocrite, quindi oggi bisogna veramente dare un segnale alle famiglie italiane che vi è un interesse e non solo parole (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ciccanti. Ne ha facoltà.
AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, l'Unione di Centro in qualche modo esiste politicamente per tante altre belle cose, ma sopratutto perché della famiglia ha fatto il suo tema centrale. Ogni partito ha una sua mission, noi abbiamo quella della famiglia, soltanto che questo argomento in qualche modo in campagna elettorale è diventato tema di tutti i partiti, compreso il Popolo della Libertà, che ha individuato nel quoziente familiare uno dei punti fondamentali del proprio programma. Ebbene, oggi noi chiediamo alla maggioranza e soprattutto al Popolo della Libertà di votare a favore dell'emendamento in esame, perché così rendono merito alle loro dichiarazioni elettorali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.
TERESIO DELFINO. Signor Presidente, diciamo da sempre con convinzione che i figli sono una grande risorsa per questo Paese. Il nostro tasso di natalità è quello più basso esistente nell'Europa occidentale delle democrazie avanzate. Vi sono Paesi Pag. 28che hanno fatto grandi politiche per la famiglia. Qui siamo in un Paese in cui abbiamo tante volte fatto tanti annunci su tante proposte, come quella sul quoziente familiare, e mai le abbiamo adottate.
Mi auguro, almeno, che questo Governo - che tra le sue intenzioni ha enunciato il tema in oggetto - questa volta, dimostri serietà e coerenza rispetto a tale impegno (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.
ROBERTO OCCHIUTO. Signor Presidente, con le nostre proposte emendative sull'argomento in oggetto non abbiamo voluto proporre il quoziente familiare, che sarebbe, comunque, una buona cosa e che il Governo si è impegnato a realizzare. Infatti, ci rendiamo conto che questo è l'obiettivo e l'approdo, ma che, tuttavia, bisogna arrivarci gradualmente attraverso un sistema di detrazioni e di deduzioni sugli oneri della famiglia. Abbiamo trovato una copertura finanziaria, che sarebbe potuta servire a lanciare un primo segnale alle famiglie.
PRESIDENTE. La invito a concludere, onorevole Occhiuto.
ROBERTO OCCHIUTO. Non vorremmo che, in occasione della prossima campagna elettorale, le forze politiche indicassero, di nuovo, nel proprio programma il quoziente familiare: sarebbe davvero una grande presa in giro, visto che il Governo non ha avuto il coraggio né la capacità di lanciare un solo segnale verso le famiglie italiane (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bosi. Ne ha facoltà.
FRANCESCO BOSI. Signor Presidente, mi rivolgo anche al rappresentante del Governo, bisogna valutare davvero con grande severità il rifiuto di accettare proposte emendative che hanno un valore enorme dal punto di vista simbolico, ma che non stravolgono il quadro delle risorse finanziarie. Si tratta, infatti, di detrazioni a famiglie che sopportano degli oneri, sono sacrosante e - lo ripeto - non stravolgono, come diceva il collega, il bilancio dello Stato.
PRESIDENTE. La invito a concludere, onorevole Bosi.
FRANCESCO BOSI. Si è detto che il quoziente familiare sarebbe stato realizzato e che, invece, non si fa, perché costa troppo: ebbene, tali deduzioni sono sopportabili e, dunque, le si approvi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, durante la campagna elettorale, tutti - dalla sinistra alla destra ma, in modo particolare, le forze che oggi governano il Paese - hanno affermato, con grande energia e in modo assolutamente convincente, l'importanza della questione famiglia nel nostro Paese. Evidentemente, la questione famiglia è importante, ma per molti non è urgente.
Signor Ministro Tremonti, troppe volte, vi sono altre questioni più urgenti: c'è sempre qualcosa di più urgente che non la famiglia, e a questo qualcosa i diritti della famiglia vengono sistematicamente sacrificati.
Rivolgo, oggi, un appello a tutta quest'Assemblea, senza distinzione di partito, al fine di affermare che la questione famiglia è importante, ma è anche urgente, che è una questione prioritaria e bisogna anche assumersi la responsabilità di trovare le risorse ad essa necessarie.
PRESIDENTE. La invito a concludere, onorevole Buttiglione.
ROCCO BUTTIGLIONE. Noi non abbiamo avuto paura di svolgere anche questo Pag. 29compito ingrato: ci assumiamo la responsabilità, e speriamo che vogliate condividerla, di dire che per la famiglia vale effettivamente la pena di assumere responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, questi provvedimenti rischiano di non avere storia. L'azione che stiamo intraprendendo in questo momento è proprio volta a dare senso e significato ad un impegno che, più volte, abbiamo portato avanti e che, tuttavia, non ha avuto mai alcun riscontro con riferimento alla famiglia.
Se questo può valere, non vi è dubbio che il nostro richiamo sia molto forte. Attraverso le proposte emendative illustrate dai colleghi - innanzitutto, dall'onorevole Capitanio Santolini - cerchiamo di dare senso e significato ad una politica non assistenziale alla famiglia. Attraverso una serie di proposte di detrazioni e di deduzioni, intendiamo, infatti, alleggerire il peso e il carico familiare e dare la possibilità, anche sul piano economico, per una proiezione molto più seria ed un ritorno molto più forte.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MARIO TASSONE. Questa nostra posizione, purtroppo, rappresenta una denuncia pura e semplice, nell'assenza di una politica forte e sana per la famiglia: vogliamo, invece, una politica che dia dignità, forza e spinta ad una manovra di questo tipo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Anna Teresa Formisano. Ne ha facoltà.
ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, io volevo fare soltanto una considerazione. Quella che oggi viene chiamata la legge di stabilità (o, per far capire agli italiani, la legge finanziaria) ha una grande vittima, che è la famiglia e voglio spiegare in un minuto perché.
I tagli imposti su tutti i Ministeri hanno come destinatario finale soprattutto la famiglia. Tagli alle spese sociali: il destinatario finale è la famiglia. Tagli sulla sanità: il destinatario finale è la famiglia. Tagli sulle scuole e l'istruzione: il destinatario finale è ancora la famiglia. E potrei continuare (i trasporti e il resto).
Allora, come facciamo tutti - non l'Unione di Centro - a dire che vogliamo riavvicinare gli italiani alla politica, se fuori da quest'Aula le famiglie non ce la fanno e in quest'Aula nessuno ha interesse a sostenerla?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.
PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, mi rivolgo a lei. La famiglia, lei lo sa, è la prima formazione sociale e anche il primo motore della sussidiarietà. Ed è diventata anche il primo ammortizzatore sociale della crisi.
Ora noi siamo stufi - dobbiamo dirlo con chiarezza - di votare convegni, pur interessanti, di votare family card non finanziate; vorremmo votare qualche fatto, pur nella comprensibile sostenibilità delle misure. Vorremo votare gli emendamenti dell'Unione di Centro è l'appello che rivolgiamo a tutta l'Aula.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lusetti. Ne ha facoltà.
RENZO LUSETTI. Signor Presidente, intervengo sempre a titolo personale. Qualche giorno fa si è tenuta a Milano una conferenza governativa sul tema della famiglia. Ora, noi vorremmo dal Governo un po' meno convegni e un po' più provvedimenti sul tema della famiglia; un po' più di disponibilità ad accogliere emendamenti come questo. Pag. 30
È un emendamento che tratta di sgravi fiscali per figli, per anziani, per le famiglie, attraverso una politica di detrazioni e deduzioni. Allora rivolgo un appello ai colleghi della maggioranza e un appello anche all'onorevole Milanese, relatore del provvedimento, perché accolga l'essenza di questo emendamento, che va verso la direzione di un alleggerimento per le famiglie del carico fiscale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nunzio Francesco Testa. Ne ha facoltà.
NUNZIO FRANCESCO TESTA. Signor Presidente, la famiglia ha dato un grosso contributo allo Stato in questo grave momento di crisi, perché la famiglia è il più grosso ammortizzatore sociale che noi abbiamo in Italia. E questo è il momento di fare una inversione di tendenza, cioè è il momento che lo Stato dia qualcosa alle famiglie.
Con queste detrazioni si manterrà un livello di vita più tranquillo, e mi riferisco soprattutto a quelle famiglie che, oltre al problema della crisi, hanno anche quello di persone disabili in casa. Ecco, far condurre a queste persone una vita più tranquilla è un imperativo categorico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Enzo Carra. Ne ha facoltà.
ENZO CARRA. Signor Presidente, in un Paese in cui ricorrentemente si accendono grandi dibattiti sulle famiglie e sulle sue variazioni, l'unica che non ottiene mai l'interessamento da parte del Governo è la famiglia tradizionale. Questo è inconcepibile!
In questo emendamento noi chiediamo soltanto di ripensare ad una nuova politica fiscale di detrazioni nei riguardi della famiglia tradizionale e, da questo punto di vista, direi: il Popolo della Libertà recuperi una assenza significativa, quella del Presidente del Consiglio alla recente conferenza sulla famiglia. Voti questo emendamento e dimostri che vuole fare qualcosa per la famiglia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Signor Presidente, credo che questo nostro appello corale a favore della famiglia non possa sfuggire. Voglio soltanto richiamare l'attenzione su quello che è stato uno dei punti più forti usciti dalla conferenza nazionale, quello che si chiama il «fattore famiglia», cioè l'assunzione di responsabilità che non si possono tassare le famiglie che hanno un reddito ai limiti della povertà.
Questo emendamento, proprio nella misura in cui richiama l'attenzione sul sistema di deduzioni e detrazioni, richiama contestualmente l'attenzione su quella soglia di povertà verso la quale stiamo spingendo le famiglie, non solo in ragione della crisi economica esterna, ma anche in ragione di una operazione che, attraverso la pressione fiscale, le impoverisce e le mette in condizione di non poter fronteggiare né l'attenzione ai figli e alle vite nascenti, né l'attenzione agli anziani e ai disabili.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
PAOLA BINETTI. Stiamo lasciando le famiglie assolutamente sole, condannandole ad uno stato di impoverimento progressivo di cui dovremo rendere conto anche, non alle prossime, ma alle attuali generazioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.
MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, non sfugge a nessuno il fatto che l'emendamento sia legato ad un momento contingente e che venga utilizzato politicamente. Tuttavia, non voglio sminuire gli Pag. 31interventi dei colleghi, di cui è nota la sensibilità sul tema per motivi di storia e di orientamento.
Ebbene, questa maggioranza non è meno sensibile al tema della famiglia, anche se voterà contro questo emendamento. Vi sono battaglie che si combattono nel lungo periodo. Io non sottovaluto e invito a non sottovalutare i contenuti e l'impegno programmatico emerso dal recente forum aperto dal Governo sulle famiglie.
Infatti, innanzitutto si è parlato di famiglia e vorrei immaginare che da altre parti si ha un'idea diversa della famiglia: quella dell'articolo 29, formata da un uomo e da una donna (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Invito a guardare verso l'altra parte e immaginare se riuscite a trovare un idem sentire.
Si è parlato di una famiglia orientata alla procreazione. Invito a guardare dall'altra parte dell'emiciclo e vedere se vi è una condivisione sulla RU486 o su qualcos'altro.
Certo, occorrerebbero più soldi, ma invito ancora a ricordare che, magari, alcuni provvedimenti sono stati realizzati e che gli ammortizzatori sociali hanno consentito a questo Governo e a molte famiglie di non sprofondare nella povertà.
Quando il Ministro Sacconi parla di una grande opera di rimodulazione degli incentivi e dei sussidi - i quali, alla fine, sulla famiglia, ci portano ad avere risultanze uguali a quelle della Francia, ma che vengono disperse in una serie di effrazioni - immaginiamo che anche l'Unione di Centro possa essere al nostro fianco in questa grande opera di rimodulazione.
Pertanto, signor Presidente, invito l'Unione di Centro a non utilizzare le famiglie in modo politico. Infatti, vorrei anche chiedere: quale politica sulle famiglie avreste potuto condividere con l'onorevole Bresso, se aveste vinto in Piemonte (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Vorrei immaginare quale politica sulle famiglie avreste potuto condividere!
Dunque, magari noi non voteremo questo emendamento e avremo delle colpe perché non abbiamo mai seguito sempre questo tema, però, non giochiamo sulla pelle delle famiglie il consenso elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lorenzin. Ne ha facoltà.
BEATRICE LORENZIN. Signor Presidente, il tema sollevato oggi dagli emendamenti dei colleghi dell'Unione di Centro non può lasciarci in silenzio. La famiglia è al centro dell'azione del Governo, non solo come illustrato durante la Conferenza del forum delle famiglie, ma come attuato fin dai primi passi di questo Governo Berlusconi con il decreto-legge n. 112 del 2008.
Purtroppo, spesso, anche con buona fede, con attenzione, vedo invocare interventi singoli di piccole misure a favore della famiglia senza che si veda quello che sta avvenendo a livello sistemico.
In un tempo di burrasca, abbiamo tenuto la barra al centro dei conti pubblici, abbiamo aiutato la famiglia all'interno di un sistema del welfare condiviso con le parti sociali, insieme ad un grande investimento sugli ammortizzatori sociali (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), impedendo a 600 mila famiglie di rimanere senza reddito in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), sostenendo l'economia, giorno per giorno, in una fase in cui, spesso, sui territori o in qualche parte del Parlamento, si sono viste accendere conflittualità inutili e strumentalizzazioni quotidiane che non hanno contribuito positivamente a disegnare un profilo delle famiglie.
Ricordiamoci inoltre che, per fortuna, le famiglie italiane non sono indebitate, a differenza delle altre famiglie europee. Dobbiamo aiutarle, con le operazione che stiamo sostenendo nel credito italiano, aiutarle con la portabilità dei mutui, così come è stato fatto fin dalle prime iniziative Pag. 32di questo Governo, aiutarle con misure concrete; ancora molto c'è da fare. Chi con noi condivide, diceva bene l'onorevole Polledri, una visione sul quoziente familiare, sulle misure attive da adottare a tutela della maternità, per incentivare la natalità nel nostro Paese, si deve unire in battaglie che sono valoriali per la crescita e lo sviluppo di tutta l'Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bobba. Ne ha facoltà.
LUIGI BOBBA. Signor Presidente, ho partecipato per conto del Partito democratico, nella delegazione dello stesso, alla conferenza sulla famiglia a Milano insieme al senatore Treu. Devo dire che la conferenza era ben organizzata e sono emerse proposte alquanto qualificate. Il problema è che la politica seguita in questi anni, non me ne voglia l'onorevole Lorenzin, è stata esattamente agli antipodi di quanto si è detto in quella conferenza. Le risorse che c'erano sono state drasticamente tagliate e diminuite, come abbiamo visto succedere in questo bilancio di previsione sul fondo a sostegno alla famiglia che è stato radicalmente tagliato, così come vorrei ricordare che due anni fa era stata annunciata come una grande innovazione a sostegno delle famiglie più povere la social card, e come è finita? Non sono stati spesi neanche i soldi, alle famiglie non è arrivato praticamente nulla. Credo allora che la scelta prevista dall'emendamento proposto dall'onorevole Galletti e dagli altri, e mi associo a questo, sia positiva in quanto introduce per lo meno una qualche restituzione a fronte di una maggiore tassazione che le famiglie hanno perché hanno figli e in secondo luogo perché introduce una visione che, ahimè, è stata a lungo annunciata ma mai praticata, e cioè che l'investimento sulle famiglie e sui figli è un investimento e non una spesa. In un Paese già così povero di futuro, se non facciamo questo investimento significa non riuscire per nulla a guardare con un occhio di riguardo al futuro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.
MAURO LIBÈ. Signor Presidente, volevo intervenire un attimo su questo tema che mi pare il dibattito abbia ampliato in modo notevole. Ci auguriamo che i cittadini stiano ascoltando perché qui si capisce veramente quando la politica è «parolaia» o quando vuol fare qualcosa. Tutti «ci laviamo la bocca» giorno per giorno con sostegno alla famiglia, è facile stare seduti tranquillamente in Parlamento e dare lezioni agli altri, bisogna fare i fatti. Avevate qui l'occasione per farlo, mi piace ricordare che il collega Polledri parla parla, ma poi le uniche amministrazioni che hanno avviato un poco di quoziente familiare, sono stati i comuni. Una cosa che doveva essere fatta dal Governo è partita dove l'Unione di Centro era in maggioranza. Noi su questo ci siamo impegnati partendo da Parma, non è un caso se è diventato un nome, un marchio il «Quoziente Parma», vogliamo continuare su questa strada. Voi se volete continuare con le chiacchiere, fate pure, anziché fare convegni dove si spendono soldi, la famiglia ha bisogno di risorse e, cara onorevole Lorenzin, non c'è la giustificazione che le famiglie italiane sono poco indebitate o non indebitate, qui ci sono molte famiglie che hanno bisogno di sostegni reali, non glieli stiamo dando, smettiamola almeno con la propaganda, risparmiamo su quello e stiamo zitti (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Camillis. Ne ha facoltà.
SABRINA DE CAMILLIS. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo per evidenziare come questa maggioranza sicuramente ha a cuore le politiche a favore della famiglia. Pag. 33
Siamo convinti però che bisogna e si può fare di più. Si condividono quindi le preoccupazioni espresse dai colleghi dell'UdC e - Ministro, sono alla sua destra - siccome sono certa e convinta che il Governo vuole e deve mettere in campo ulteriori politiche a favore della famiglia, perché così si sta dicendo, chiederei, se fosse possibile, che il Governo intervenisse invitando l'UdC a trasformare questo emendamento in ordine del giorno, per far sì di riuscire ad avere la possibilità di condividerne i contenuti...
PRESIDENTE. Grazie onorevole De Camillis.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Maurizio Turco. Ne ha facoltà.
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, in questo breve minuto vorrei semplicemente dire a chi oggi parla della famiglia che in questo Paese ci sono delle famiglie e, se oltre al divorzio ci fosse stato anche il divorzio breve, ci sarebbero molte altre famiglie che esistono nei fatti, ma a cui è negato qualsiasi diritto. Vi è un problema di fondo di ipocrisia sostanziale. Dovremmo chiederci e riflettere del perché il Presidente Berlusconi ha dovuto mancare l'appuntamento. Lo ha dovuto fare perché non ha potuto rivendicare la sua famiglia, la condizione in cui egli vive e in cui vivono milioni di cittadini italiani. Questo è un problema sociale che voi negate. Voi lo negate alla radice e invece di parlare in questi termini di detrazione pensate non alla famiglia del malato, ma al malato, non agli ospedali privati, alla scuola pubblica, agli alunni della scuola pubblica... (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Grazie onorevole Maurizio Turco.
Solo per informare l'Aula, ormai il dibattito su questo tema così importante si è riaperto e quindi lo proseguiamo, ma la Presidenza, andando ad una attenta rilettura dell'emendamento Ciccanti 1.18, osserva che è l'emendamento Galletti 1.19, ossia quello successivo, che ha ad oggetto esattamente il tema della discussione del quoziente familiare, i bonus eccetera. Tuttavia, dato che il dibattito si è aperto, a questo punto lo concludiamo, tenendo conto ovviamente che poi, su quello successivo, invito tutti i colleghi a ricordarsi che il dibattito sul tema del quoziente familiare ovviamente si è già svolto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Casini. Ne ha facoltà.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, le chiacchiere stanno a zero, le elezioni del Piemonte non c'entrano nulla e quella che è la nostra concezione della famiglia credo che sia documentato in tutti gli atti parlamentari. Credo che il modo migliore quando non si hanno argomenti di merito è parlare di altro e coinvolgere cose che non c'entrano nulla.
Qui siamo alla detrazione, abbiamo un emendamento che propone delle detrazioni. Si può votare o non votare. Si può non votare prendendo tante scuse, ma l'unico risultato è che gli atti parlamentari riporteranno che l'emendamento non si è votato. La social card non esiste più, il bonus famiglie nemmeno, facciamo grandi convegni in cui diciamo cose splendide sulla famiglia, anche condivisibili, ma il risultato in Parlamento è zero.
Siamo contenti visto che, almeno oggi, tutti gli appartenenti al nostro gruppo hanno potuto parlare di famiglia. Al termine, quello che fa fede per noi sono gli atti parlamentari. Lì si vedrà chi vota a favore, chi vota contro e chi si astiene (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fioroni. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FIORONI. Signor Presidente, l'onorevole Lorenzin ha fatto una battuta significativa che il Ministro Tremonti dovrebbe ricordare, ossia ha detto che le famiglie italiane hanno risparmiato. Pag. 34Ricordiamoci che noi siamo usciti dalla crisi non per il lavoro di risparmio sui conti e sui debiti pubblici che ha fatto questo Governo, ma siamo usciti prosciugando i risparmi della famiglia, della piccola e media impresa di questo Paese. Il nostro è un debito prevalentemente provocato dallo Stato e noi stiamo entrando dentro una finanziaria che progressivamente continuerà a scaricare i danni del debito pubblico sulle famiglie.
In questa situazione, ritengo gravissimo continuare a far finta di nulla rispetto alle difficoltà che la famiglia italiana ha. Invece di disquisire su quale tipo di famiglia sia la migliore, rendiamoci conto che i figli e i genitori hanno le stesse difficoltà in qualunque situazione si trovino. Si sta ignorando la loro difficoltà nel momento in cui per mesi avete detto che bisognava cambiare il welfare e non ci si rende conto che, nel cambiare il welfare, non avete previsto una sola azione di aiuto nei confronti della famiglia per quello che fa...
PRESIDENTE. Onorevole Fioroni, la prego di concludere.
GIUSEPPE FIORONI. Una sola cosa, signor Presidente, e concludo. Credo che in questo caso occorra smettere di predicare per passare a (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fioroni. Prendo atto che l'onorevole Cera rinunzia al suo intervento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, ne approfitto così per presentare il nostro emendamento Borghesi 1.23 (ne avevamo uno anche noi su questo tema). Vorrei, inoltre, dire che ho sentito per davvero la fiera delle parole. Infatti, basta confrontare alcuni dati del bilancio, mi riferisco in particolare alla funzione obiettivo «Protezione sociale» dell'assestato 2010, per vedere che tra l'assestato del 2010 e il bilancio di previsione c'è una riduzione di 11 miliardi e 965 milioni. Credo che questo sia un dato incontrovertibile, che è scritto sulle vostre carte e dimostra come in realtà su questo tema non avete fatto e non state facendo nulla.
Inoltre, ho sentito dire che le famiglie italiane non sono indebitate. Ma di che cosa stiamo parlando? 1.800 miliardi di euro di debito pubblico significa 35.000 mila euro di debito pro capite anche per i neonati! Altro che le famiglie italiane non hanno debiti: ne hanno tantissimi! C'è una tassa impropria che sta ulteriormente colpendo le famiglie e che è data dal fatto che dal 2001 non avete più modificato i limiti di reddito da utilizzare ai fini delle detrazioni per carichi di famiglia (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Siccome mediamente abbiamo avuto un'inflazione annua intorno al 2 per cento, questa è un'altra botta che abbiamo caricato addosso alle famiglie! Pertanto, nel nostro emendamento Borghesi 1.23 noi proponevamo proprio una revisione e un incremento del 10 per cento per poter usufruire dell'esenzione per carichi di famiglia. Quindi, a parte questo emendamento dell'Unione di Centro che noi voteremo, vi invitiamo anche a considerare e valutare il nostro successivo emendamento che voteremo più tardi e che non presenterò più, salvo dire che è il nostro emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori e di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Moffa. Ne ha facoltà.
SILVANO MOFFA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il tema della famiglia è complesso e delicato. Noi comprendiamo anche le ragioni illustrate da alcuni colleghi a partire dall'Unione di Centro sul necessario recupero di quel quoziente familiare che, come tutti sanno, è anche all'interno del programma con il quale ci siamo presentati alle elezioni agli italiani. Con grande franchezza credo però che dobbiamo essere molto coerenti e rispettare un impegno assunto, affinché questo Pag. 35disegno di legge di stabilità prosegua il suo iter senza scossoni.
Nello stesso tempo, però, voglio aggiungere che il tema del quoziente familiare, proprio per la sua particolare natura e per la complessità che lo status delle famiglie italiane oggi riveste anche nelle sue trasformazioni (anche questo è un elemento sul quale probabilmente non si è ragionato abbastanza), non meriterebbe di esser affrontato con un semplice emendamento. Infatti, il Parlamento dovrebbe dedicarvi un approfondimento molto più serio. Mi auguro e auspico che in questa Camera vi possa essere un dibattito e una sessione dedicata al tema delle famiglie e a come affrontare economicamente oggi quel che riguarda la tenuta della famiglia sotto il profilo sociale ed economico in tutti i suoi risvolti e in tutte le sue implicazioni.
Infatti, questo sarebbe un modo serio di affrontare la questione, non riducendoci ad una schermaglia che probabilmente finirebbe con il minare anche la sostanza e l'approccio culturale del quale do atto allo stesso partito dell'UdC.
Allora, a questo proposito, chiedo un impegno al Governo: si faccia davvero una sessione, Ministro dell'economia e delle finanze! Oggi abbiamo la necessità di intervenire, non solo con sgravi fiscali, ma anche con misure ulteriori e più forti per dare alle giovani generazioni anche il senso di un percorso e di un futuro. Credo che l'impegno del Governo debba essere quello di dare una risposta seria ad un problema tremendamente serio. Non è vero che quanto detto sulla tenuta del risparmio sia così certo. Indubbiamente, rispetto alla media europea, le famiglie italiane hanno una capacità di risparmio sicuramente superiore, ma oggi la crisi finanziaria sta fortemente intaccando anche quella capacità di tenuta. Pertanto, una sessione dedicata a questi problemi aprirebbe davvero la strada non alla politica per la famiglia, ma alle politiche per le famiglie italiane (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Miotto. Ne ha facoltà.
ANNA MARGHERITA MIOTTO. Signor Presidente, quattro sono le misure per aiutare la famiglia. La misura contenuta nell'emendamento dell'UdC è solo una e concerne il fisco. È importante sottolineare che, su questo aspetto, non si è fatto nulla. In questi due anni avete azzerato quei pochi trasferimenti alle famiglie che avevate disposto con la finanziaria precedente, con questo bilancio avete azzerato i servizi - gli asili nido innanzitutto - e avete ridimensionato anche le politiche di conciliazione.
Quando parlate di politiche per la famiglia, dovete dire la verità! La verità l'ha detta il vostro sottosegretario Giovanardi, che in Commissione XII, un po' sconsolato, ha denunciato il dimezzamento dei fondi che aveva a disposizione.
Pertanto, non venite a difendere ciò che non è difendibile.
PRESIDENTE. Onorevole Miotto, la prego di concludere.
ANNA MARGHERITA MIOTTO. Avete distrutto le politiche a sostegno della famiglia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Antonio Pepe. Ne ha facoltà.
ANTONIO PEPE. Signor Presidente, sono convinto che tutti abbiamo a cuore il sostegno delle famiglie, specialmente delle famiglie più numerose. La famiglia svolge nella nostra società un'importante funzione sociale e certamente ha bisogno di interventi diretti a suo sostegno perché - come è stato ricordato dalla collega Lorenzin - abbiamo già attuato vari interventi indiretti. Mi riferisco agli ammortizzatori sociali, all'aiuto al credito, ma anche Pag. 36al riconoscimento per le famiglie numerose introdotto nel provvedimento sul federalismo fiscale.
Parliamo degli interventi diretti: ho presentato personalmente un provvedimento per introdurre gradualmente nel nostro sistema il quoziente familiare. Questo provvedimento - insieme ad altri presentati da vari gruppi presenti in Parlamento - è all'esame della Commissione finanze, io sono il relatore e, certamente, questo provvedimento doveva essere esaminato nel quadro più ampio della riforma fiscale, che è all'attenzione del Governo. Non penso che questo provvedimento... (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)
PRESIDENTE. Onorevole Pepe, deve concludere.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baretta. Ne ha facoltà.
PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, il gruppo del Partito Democratico voterà a favore di questo emendamento. Il dibattito sul quoziente familiare, nel merito, non è ancora concluso e mi auguro che possa procedere per trovare una soluzione unitaria. Non tutto quello che riguarda le opinioni di merito è da noi condiviso.
Abbiamo scelto un'altra strada, che illustreremo nell'emendamento successivo, ma di fronte al tema della famiglia non abbiamo dubbi né incertezze e siamo convinti che la centralità di questo argomento debba rappresentare una priorità per il Paese, come finora non è avvenuto.
Per questo lo appoggiamo e votiamo a favore di questo emendamento (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Unione di Centro).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baccini. Ne ha facoltà.
MARIO BACCINI. Signor Presidente, mi sembra che il dibattito sulle politiche per la famiglia sia, in termini di priorità, condiviso da tutto il Parlamento.
L'Unione di Centro ha posto un problema di priorità importante e condivisibile, ma ritengo che, soprattutto per l'importanza delle politiche della famiglia e delle priorità come da tutti è stato annunciato, così come ricordava il collega Moffa, dobbiamo essere lucidi ed evitare che questo problema divenga un manifesto ideologico.
Il tavolo di riforma fiscale aperto dal Ministro Tremonti, a mio parere, visto che offre la possibilità di consultare le forze sociali e gli interlocutori più sensibili su queste tematiche, può diventare - approfitto della presenza del Ministro Tremonti per rivolgergli un appello, e concludo signor Presidente - la sede in cui esaminare il problema della famiglia in maniera più oculata (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zacchera. Ne ha facoltà.
MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, riprendendo anche quello che diceva il collega, questo è un argomento serio, importante e sicuramente non da banalizzare. Capisco le difficoltà economiche, sono convinto che si è fatto molto anche se non abbastanza, però credo che non sia positivo impostare un discorso sulla famiglia sul «sì» o sul «no» a degli emendamenti.
Bisogna - credo che la mia opinione personale sia condivisa dalla maggioranza - intervenire maggiormente sulla famiglia, con delle scelte di fondo che non sono solo di carattere economico.
Qualche collega prima ha alzato la voce. Mi permetto di ricordare a questi colleghi che la famiglia naturale bisogna difenderla, non soltanto con interventi di carattere economico; mentre altre persone che qui urlano a favore della famiglia poi la disconoscono. Secondo me questo è molto più importante e più grave di un sì o un no agli emendamenti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Pag. 37
Ricordo che i relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciccanti 1.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli De Girolamo, Vella, Casini, Fitto, Landolfi, Pizzolante, Bianconi, Monai, Cesare Marini, Calderisi, Palagiano, Papa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 551
Votanti 544
Astenuti 7
Maggioranza 273
Hanno votato sì 255
Hanno votato no 289).
Prendo atto che il deputato Ruben ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Galletti 1.19.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.
Abbiamo già svolto un ampio dibattito su questa materia, prego pertanto i colleghi di limitarsi alle sole dichiarazioni di voto.
Prego, onorevole Capitanio Santolini.
LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, raccolgo la sua raccomandazione. Abbiamo sollevato un problema e sono molto contenta che l'Aula l'abbia ripreso con vari modi e vari toni.
Tre annotazioni rapidissime. Primo: vorrei dire al collega che è intervenuto prima che qui si parla di soldi, di bilancio dello Stato, di Patto di stabilità, non parliamo di altro; quindi mi pare giusto che si metta l'accento sugli sgravi, sui provvedimenti economici a favore della famiglia. Non vedo dove si potrebbe discutere di questo se non in questa sede.
Secondo: gli ammortizzatori sociali richiamati dall'onorevole Lorenzin, d'accordo, sono stati positivi e non potevamo fare diversamente, ma non sono distintivi per le famiglie con i carichi familiari. Essi sono per tutti i percettori di reddito, a prescindere se abbiano o no figli o a prescindere da quanti figli abbiano, dipende dal lavoro e dalle mansioni che svolgono; quindi, non si può dire che siano state messe in campo politiche familiari, che sono per definizione distintive e promozionali.
Sono d'accordo ad aprire una sessione di ragionamento ampio. Anche io chiedo al Ministro Tremonti di lavorare al tavolo per la riforma fiscale su questo argomento. Rimane il fatto che per ora le misure sono state praticamente nulle, che non è stato fatto praticamente niente e che, quindi, noi siamo profondamente scontenti. Mi auguro che, nella prossima campagna elettorale, se ci sarà, non si tiri fuori il discorso della famiglia, perché sarebbe davvero una presa in giro.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Galletti 1.19.
Ricordo che i relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Galletti 1.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Cesare Marini, Anna Teresa Formisano, Porfidia, Palumbo e Pili...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 547
Votanti 540
Astenuti 7
Maggioranza 271
Hanno votato sì 244
Hanno votato no 296). Pag. 38
Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Baretta 1.20.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baretta. Ne ha facoltà.
PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, il tema della famiglia ritorna con questo emendamento. Noi abbiamo fatto una scelta molto concreta, molto immediata, non innovativa dal punto di vista del contenuto, attenendoci scrupolosamente ai limiti della legge di stabilità, ma molto significativa nel merito e nel segnale. Abbiamo scelto di aumentare le detrazioni per i figli a carico. Parlare di famiglia è molto giusto, ma poi bisogna essere concreti. I servizi alla famiglia e le strutture che ruotano intorno alla famiglia costituiscono certamente un aiuto altrettanto importante, ma non c'è dubbio che c'è una priorità. Anche quando si parla di famiglia, la priorità è la famiglia stessa, che costruisce il futuro del Paese e il futuro di se stessa. Questo futuro passa attraverso i figli, attraverso la possibilità di farli crescere, educarli e di farli vivere in un ambiente sereno e accogliente. Ebbene, oggi, con la difficoltà di reddito legata anche alle condizioni della crisi economica che stiamo attraversando, sappiamo che l'indebitamento delle famiglie sta crescendo ed anche il loro impoverimento. I dati sono preoccupanti e ci preoccupano proprio perché le conseguenze di questi dati di impoverimento ricadono soprattutto sulla possibilità di far crescere i figli, ma prima ancora di farli. Il nostro Paese è uno dei più longevi del mondo - questa è una caratteristica importante e positiva, anche se ci obbligherà a ridiscutere di welfare - ma purtroppo, al contrario, è uno dei meno prolifici. Dal 1975 siamo passati da 2,5 figli per donna ad 1,3 di adesso e si sa che il trend di recupero è molto scarso. Ebbene, questo non è soltanto un segnale della globalizzazione e dell'evoluzione dei costumi, ma anche un segnale di difficoltà pratiche, che le giovani coppie hanno nel poter mettere al mondo i figli con serenità e con fiducia.
Basti pensare ad alcuni dati, perché gli argomenti vanno sostenuti con punti di riferimento precisi. Vorrei far riferimento ai fondi relativi alla famiglia: la dotazione del Fondo per le politiche della famiglia passerà dai 346 milioni di euro dal 2008 a 52 milioni nel 2011; il Fondo nazionale per le politiche sociali passerà da 929 milioni nel 2008 a 75 milioni nel 2011; il Fondo per la non autosufficienza da 300 milioni di euro passerà a zero; il Fondo nazionale per il sostegno agli affitti dai 205 milioni passerà a 33 milioni di euro. In modo clamoroso, il Fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza da 100 milioni nel 2008 passerà a zero milioni di euro nel 2011.
Voglio dire, approfittando della presenza del Ministro dell'economia e delle finanze, che il problema non è se ci devono essere dei tagli, la domanda è: siamo convinti davvero che l'entità complessiva di questi tagli sia sostenibile?
Ecco perché chiediamo, signor Presidente, che vi sia un intervento preciso ed aumentino le detrazioni a favore delle famiglie con figli.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sereni. Ne ha facoltà.
MARINA SERENI. Signor Presidente, il collega Baretta ha ricordato i dati e altre colleghe e colleghi prima di me, su altri emendamenti, hanno detto una cosa molto semplice: voi state usando la famiglia. La maggioranza che ha sostenuto questo Governo e il Governo stanno usando la famiglia come argomento di propaganda.
Abbiamo ascoltato il Ministro Sacconi, pochi giorni fa, a Milano, fare una testimonianza ideologica sulla sua idea della famiglia, ma, nel frattempo, voi state smantellando ogni tipo di politica per le famiglie.
Qui stiamo parlando di legge di stabilità: abbiamo scelto un tema molto chiaramente, il tema fiscale. Se vi è bisogno di fare qualcosa per le famiglie, vi è bisogno di farlo oggi. Non si capisce come si possa tenere una conferenza e uscirne senza un Pag. 39euro di risorse e senza una proposta concreta, pensando che basti parlarne per rassicurare e sostenere le famiglie italiane e il loro sforzo di solidarietà e di cura, che è stato davvero l'unico ammortizzatore sociale dentro questa crisi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rubinato. Ne ha facoltà.
SIMONETTA RUBINATO. Signor Presidente, la ricchezza di un Paese - è stato detto più volte - non è soltanto misurata dal flusso del PIL, ma anche dalla ricchezza delle famiglie, che è uno stock macroeconomico. Da questo punto di vista, il nostro Paese, a differenza di altri Paesi europei, non ha fatto i conti con l'impoverimento dello stock di ricchezza delle nostre famiglie.
Ce lo ha detto l'ISTAT, ce lo ha detto un recente sondaggio dell'IPSOS per l'Acri: una famiglia ogni tre è riuscita a risparmiare qualcosa in questo periodo, ma il 37 per cento ha consumato tutto quello che ha guadagnato e ben una famiglia su quattro ha dovuto indebitarsi o attingere ai risparmi accumulati. La soglia della povertà relativa sta aumentando ed interessa soprattutto le famiglie con figli, per cui anche questa proposta emendativa, che tutto sommato mette molto poco a favore delle famiglie, è solo una goccia nel mare, un mare che, a quanto pare, il Governo non si vuole apprestare a solcare neanche in questa legislatura.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Livia Turco. Ne ha facoltà.
LIVIA TURCO. Signor Presidente, mi rivolgo all'onorevole Lorenzin, che ha prima richiamato il fatto che le politiche per la famiglia siano anche le politiche del lavoro, le politiche di fondo del Paese, e che non si possa guardare soltanto alle politiche specifiche.
Qui si tratta di una politica di fondo del nostro Paese, si tratta di una politica fiscale che vuole farsi carico di quello che è il dramma che vivono le donne italiane. Tante volte abbiamo sentito dire che le donne italiane sono egoiste; purtroppo, le donne italiane non riescono ad avere i figli che desiderano.
Una grande politica per la famiglia dovrebbe partire da questo fatto concreto: aiutare le donne e le famiglie ad avere i figli che desiderano, e quindi incidere sul costo dei figli. Questa detrazione fiscale incide sul costo dei figli; quindi, è al contempo un fatto concreto e una grande politica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Concia. Ne ha facoltà.
ANNA PAOLA CONCIA. Signor Presidente, voglio invitare i colleghi di centrodestra a una riflessione: quando si tratta di caricare sulle famiglie tutto il welfare, cosa unica in Europa (l'assistenza agli anziani, la cura dei bambini, il sostentamento dei figli precari, la cura dei figli disabili), non si va a guardare quale sia l'orientamento sessuale delle coppie, non si va a guardare il loro certificato di matrimonio.
Invece, quando si tratta di dare agevolazioni fiscali alle famiglie, si va a guardare nell'anamnesi familiare e dentro i loro letti, quali certificati abbiano o meno. Questa è la vostra grandissima ipocrisia! Non è la politica ipocrita che aiuta le famiglie italiane, care colleghe e cari colleghi, ma è una politica che sa guardare in faccia la realtà. Gli italiani sapranno guardare in faccia chi aiuta le famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vannucci. Ne ha facoltà.
MASSIMO VANNUCCI. Signor Presidente, la discussione dello scorso anno Pag. 40sulla legge finanziaria, ad un certo punto, vide l'accadimento di un fatto: il Presidente Berlusconi telefonò alla convention della CNA e disse «toglieremo l'IRAP». Il giorno dopo gli rispose il Viceministro Vegas, che oggi abbiamo salutato, e disse: «forse è meglio pensare ai redditi delle famiglie e all'IRPEF»; alla domanda su come fare, rispose: «siccome è progressiva, pensiamo di intervenire attraverso deduzioni e detrazioni». Successivamente, la legge finanziaria arrivò in Aula e non vi era nulla di tutto questo.
Signor Ministro, l'albero continua ad essere storto, però oggi con l'emendamento dell'onorevole Baretta...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MASSIMO VANNUCCI. ...avete la possibilità di recuperare un anno di ritardo, fatelo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciccanti. Ne ha facoltà.
AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, impiegherò solo un minuto per dichiarare il voto favorevole dell'UdC all'emendamento in esame che si associa al pacchetto presentato dall'UdC stessa sulla famiglia.
Il voto è favorevole, soprattutto, perché il suddetto emendamento fa, con modulazioni diverse, la detrazione per i figli a carico. Vorrei che ci fossero tanti altri emendamenti, anche da parte della maggioranza, su questo tema per poterli votare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.
RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, esprimo il voto favorevole del gruppo dell'Italia dei Valori su questo emendamento Baretta 1.20 per le ragioni che ha già anticipato il collega Borghesi e che ritroviamo poi nel suo successivo emendamento 1.23. Ossia, se vogliamo passare dalle parole ai fatti, visto che vi definite Governo e maggioranza del fare, sarebbe bene che smetteste di parlare ed incominciaste ad agire. Questa è un'opportunità, fatelo, accogliete l'emendamento in oggetto, se volete davvero dare un segno di cambiamento, altrimenti continuate sulla stessa strada di prima: predicare bene e razzolare male.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale per confermare anche il mio voto sull'emendamento Baretta 1.20 e anche per rivolgermi, in questo caso, non al Popolo della Libertà, ma al gruppo Futuro e Libertà, in particolare al collega Moffa.
Caro collega, al di là del merito e della condivisione delle questioni, ho apprezzato molto nell'intervento del suo leader Fini, a Perugia, l'essere diretto, il dire con chiarezza determinate cose e accostare a questo anche delle scelte conseguenti. Nel suo intervento di oggi ho notato un po' di ipocrisia. Si deve sapere - deve saperlo lei, onorevole Moffa, devono saperlo coloro che ci ascoltano e devono saperlo tutti in modo che ognuno si assuma le proprie responsabilità - che se i ventitré voti del gruppo Futuro e Libertà nella votazione precedente, come penso anche in questa, anziché essere contro la proposta che è stata avanzata, con tutte le chiacchiere di cui lei ha parlato...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ROBERTO GIACHETTI. ... ma che poi hanno visto un voto contrario, fossero stati a favore, tutto quello di cui abbiamo parlato sarebbe stato accolto. Non lo è stato perché il gruppo Futuro e Libertà ha votato contro quello di cui lei ha parlato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
Pag. 41
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, intervengo solo per dire al collega Giachetti che, come ben si sa, non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.
L'impegno che, nonostante tutto, abbiamo preso rispetto alla tenuta del percorso della legge finanziaria, semplicemente, lo manteniamo. Esiste la questione della famiglia, del 5 per mille, vi sono una serie di temi che abbiamo sollevato anche prima, ma se vi è un impegno lo si mantiene, semplicemente questo, caro Giachetti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Ricordo che i relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baretta 1.20, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Lo Monte, De Girolamo, Veltroni, Cesario, Boccuzzi, Jannone...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 532
Maggioranza 267
Hanno votato sì 251
Hanno votato no 281).
Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Prima di passare all'emendamento Fluvi 1.22, siccome molti colleghi me lo chiedono, per consentire loro di organizzare le proprie attività, desidero informare l'Assemblea di quanto si è convenuto concordemente con tutti i gruppi circa l'articolazione dei lavori della sessione di bilancio.
Stamane concluderemo i lavori alle 14: la pausa sarà dalle 14 alle 15, ed i lavori riprenderanno quindi alle ore 15. Si è convenuto insieme che l'esame degli emendamenti, anche per permettere poi al Governo, ed in particolare ai tecnici del Ministero, di elaborare la Nota di variazioni, si concluderà entro le 20,30.
Domani mattina riprenderemo alle 9, con l'esame degli ordini del giorno sul disegno di legge di stabilità. Alle 10,30, indicativamente, ci saranno le dichiarazioni di voto sul disegno di legge di stabilità, alle 11,30 il voto finale. Ci sarà poi la sospensione, per permettere appunto al Consiglio dei ministri di approvare la Nota di variazioni; riprenderemo alle 12,30 con l'esame della Nota di variazioni, l'esame degli ordini del giorno al disegno di legge di bilancio, le dichiarazioni di voto finale e il voto finale del disegno di legge di bilancio.
Informo altresì che l'esame del disegno di legge di ratifica in materia di attribuzione del seggio supplementare all'Italia, che era previsto in coda alla sessione di bilancio, avrà luogo nel corso della prossima settimana.
Poiché, in relazione all'andamento della sessione di bilancio, la Commissione cultura non concluderà, visti i tempi che ci siamo dati, i propri lavori entro la giornata di venerdì, la discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 3687 in materia di università avrà luogo a partire da lunedì prossimo, 22 novembre.
Passiamo quindi alla votazione dell'emendamento Fluvi 1.22.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fluvi. Ne ha facoltà.
ALBERTO FLUVI. Signor Presidente, comprendo l'imbarazzo dei colleghi della maggioranza quando parliamo del tema della famiglia: avete organizzato pochi giorni fa a Milano la Conferenza nazionale sulla famiglia, e alla prima occasione utile per trasformare quegli impegni, assunti da parte del sottosegretario Giovanardi ma anche da parte degli altri ministri, non siete in grado di farvi fronte. È infatti in questa occasione che verifichiamo se si è poi realmente in condizione di tradurre gli impegni e i programmi che si annunciano pubblicamente in fatti concreti: nel corso della discussione del disegno di legge di stabilità. Pag. 42
Non solo non siete in condizione di fare ciò, ma come ha correttamente ricordato il collega Baretta illustrando l'emendamento precedente, con la legge di stabilità vengono tagliate risorse al Fondo sociale, e quindi al Fondo per l'infanzia, per i non autosufficienti e quant'altro; vengono tagliati i trasferimenti agli enti locali, regioni, province e comuni; vengono tagliate le risorse alla scuola e all'università, mettendo in sostanza a rischio la tenuta stessa dei servizi utili alla famiglia, ai ragazzi ed alle ragazze.
Avete rinviato il tutto - l'abbiamo ascoltato nei vostri interventi - ad una grande riforma fiscale, a quei tavoli che il Ministro Tremonti sta avviando per porre a riforma il nostro sistema fiscale. Onestamente, ho l'impressione che questo rinvio non sia altro che un rinvio alle calende greche: se rispettiamo i tempi stabiliti dal Ministro Tremonti e da quei tavoli di confronto, certamente utili e necessari, ciò significa rinviare il tutto forse a fra qualche anno. Nel mezzo però ci sono famiglie, e c'è la crisi che le famiglie stanno vivendo.
Illustrando un precedente emendamento, ho fatto riferimento ad un tema, quello dell'equità, a cui noi tutti dovremmo tenere: dovremmo essere assillati da tale argomento, quello dell'equità, soprattutto in un momento di crisi come quello che stiamo attraversando. Vorrei fornire solamente pochi dati, ma che a mio avviso rendono bene conto di quello che voglio intendere con il concetto di equità.
Nel nostro Paese oltre 300 miliardi di euro sfuggono all'imposizione fiscale (circa 100 miliardi di euro di mancati introiti).
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ALBERTO FLUVI. Signor Presidente, credo di disporre ancora di alcuni minuti.
PRESIDENTE. No, onorevole Fluvi, ha ancora 35 secondi.
ALBERTO FLUVI. Nel nostro Paese oltre il 70 per cento delle entrate IRPEF deriva da lavoro dipendente e da pensionati. Il reddito, la ricchezza, del nostro Paese è posseduta dal 45 per cento del decile più alto della popolazione. Cosa intendo dire con ciò? Intendo dire che in questi anni si è allargata la forbice tra chi ha e chi non ha.
Con l'emendamento, che ci accingiamo a votare, cosa intendiamo fare? Vogliamo adeguare al costo della vita quel limite di reddito, che rende possibile l'inserimento dei familiari a carico. È una piccola misura, che però è concreta, al di là di tanti discorsi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sereni. Ne ha facoltà.
MARINA SERENI. Signor Presidente, da luglio ad oggi abbiamo dato in varie occasioni alla maggioranza e al Governo la possibilità di riflettere sul punto che l'onorevole Fluvi toccava.
Vi è una grande ingiustizia nel nostro Paese e vi è un'ingiustizia nel modo in cui il carico fiscale è distribuito. Vi avevamo chiesto di far pagare qualcosa in più, per esempio, ai capitali scudati, vi avevamo chiesto di cominciare a condurre davvero una riflessione sulle modalità per far pagare qualcosa in più a chi specula e a chi si arricchisce attraverso la rendita finanziaria. Tali misure avrebbero potuto consentire di spostare parte delle risorse alle famiglie, alle famiglie con figli.
Oggi, con questo emendamento, vi proponiamo di poter comunque rimediare: innalzare almeno il margine di possibilità, per le famiglie meno abbienti, di detrarre carichi familiari (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Fluvi 1.22.
Ricordo che i relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fluvi 1.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Pag. 43
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Casini, Cristaldi, Sbai, Cesare Marini, Saltamartini, Capodicasa... Onorevole De Torre. La aspettiamo. Onorevole Merloni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 484
Maggioranza 243
Hanno votato sì 225
Hanno votato no 259).
Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 1.23.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà.
PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, con questo emendamento, che chiediamo all'Aula di sostenere, dimostriamo come nei fatti si possa aiutare la famiglia, perché ho l'impressione che fino ad ora abbiamo assistito ad una bella fiera dell'ipocrisia.
Su un tema così delicato, come quello della famiglia, c'è bisogno di fare quello che si dice: occorre essere coerenti quando si parla di difendere la famiglia, intesa come nucleo di base della comunità e della convivenza civile, dove si realizzano rapporti tra persone, dove si crea l'educazione per i minori, dove si creano i rapporti della coppia, intesa nella forma più laica che questo Paese può rappresentare.
Invece voi dite a parole di difendere la famiglia, di difenderla, però, in modo ideologico, di difenderla solo nella sua accezione più confessionale, perché, poi, i fatti dicono un'altra cosa e, cioè, che, da un lato, a parole, difendete la famiglia e, dall'altro, avete, come espressione della Presidenza del Consiglio dei ministri, uno che va a mignotte (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), uno che va con le escort, uno che esce con le minorenni, uno che frequenta... e sfascia la propria famiglia.
AMEDEO LABOCCETTA. Ma come ti permetti?
MAURIZIO BIANCONI. Presidente, lo faccia smettere!
PIERFELICE ZAZZERA. Quale esempio, quindi, può venire dal Capo del Governo che è espressione dello sfascio dei valori e della cultura, rispetto, invece, a quelli che devono essere i fatti?
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Zazzera.
PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, sto concludendo. Noi, invece, crediamo che la famiglia, nell'accezione più ampia del suo termine, va difesa con gli incentivi fiscali, con la difesa del sistema di educazione di questo Paese che è il sistema della scuola e investendo risorse nella formazione dei saperi e dell'università e non andando magari a fare il puttaniere in giro (Vive proteste dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Ricordo che i relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 1.23, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Cesare Marini... onorevole De Luca... onorevole Corsaro... onorevole Cesario... onorevole Iannaccone... onorevole Marchioni... onorevole Pini... onorevole Piccolo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 44
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 488
Votanti 477
Astenuti 11
Maggioranza 239
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 265).
Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e che il deputato Piffari ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Mariani 1.33 e Tabacci 1.34.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mariani. Ne ha facoltà.
RAFFAELLA MARIANI. Signor Presidente, con questo emendamento volevamo approfondire, anzi rendere stabile, una misura che, diversamente, con il 31 dicembre, sarebbe scaduta e la cui vigenza riguardava le agevolazioni fiscali per la riqualificazione energetica dei fabbricati. Questa misura è stata introdotta dal Governo Prodi con la finanziaria per l'anno 2007; riguardo ad essa, dobbiamo fare rilevare che molte agevolazioni hanno prodotto circa 800 mila interventi, da quando è stata istituita, per un fatturato di oltre 11 miliardi di euro. Grazie a questa misura si è potuto calcolare un numero di posti di lavoro prodotto ogni anno pari a circa 50 mila posti.
Queste agevolazioni statali hanno permesso a molti cittadini ed imprese una scelta ecologica e a tutto questo ha corrisposto una crescita della produzione di tecnologie e di lavoro. È un'importante fonte di reddito per migliaia di piccole e medie e imprese che, come abbiamo sentito anche oggi, non hanno trovato altre forme di aiuto dal Governo Berlusconi.
Tutto questo in un momento di crisi economica e anche di difficoltà finanziaria molto forte. Le minori entrate derivanti dalle agevolazioni di cui stiamo parlando sono state compensate sicuramente dalle maggiori entrate derivanti dalle imposizioni fiscali sui nuovi investimenti ed anche dal contributo che questi strumenti hanno dato alla riduzione dell'evasione fiscale. Per non parlare dell'impatto occupazionale e della riduzione del lavoro nero. È stata una misura molto azzeccata dal Governo Prodi di cui rivendichiamo con forza l'importanza e che avevamo chiesto di poter far diventare una misura stabile, una misura che potesse dare certezze sia ai cittadini sia alle imprese, una misura insomma di crescita richiesta con appelli pressanti dal mondo produttivo ed economico.
Il 9 luglio - lo ricordo - quest'Aula approvò un ordine del giorno del Partito Democratico in cui ci si impegnava ad applicare, ad emanare i provvedimenti perché questa misura potesse divenire una misura permanente. Nel frattempo l'Unione europea ha approvato direttive comunitarie sull'efficienza energetica e questo percorso, a cui l'Unione europea ha dato avvio rispetto all'approvazione degli obiettivi 20-20-20, fissa i requisiti di sostenibilità energetica che dovrebbero avere tutti gli edifici, quelli nuovi e quelle vecchi.
Pensate, colleghi, alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, sottolineo esistente. Infatti parliamo sempre di evitare consumo del suolo, di valorizzazione dell'edilizia con tutto quello che attiene al comparto che lavora attorno a questo nel nostro Paese e che riguarda milioni di edifici. Nel nostro Paese si attesta anche la necessità di una riqualificazione di quattro edifici su cinque. Servono misure, servono risorse e serve che lo Stato si possa far carico di questo con intelligenza e con misure che facciano avviare questo obiettivo di crescita.
Noi riteniamo che attraverso questo emendamento che abbiamo presentato si possa dare un segnale molto positivo. Siamo anche consapevoli tuttavia che la scelta che ha fatto il Governo di riscrivere, attraverso una sua proposta, un emendamento che almeno proroga di un anno le agevolazioni del 55 per cento sia in questo momento il massimo che potevamo ottenere e per questo motivo, convinti di aver condotto il Governo su una posizione che Pag. 45noi ritenevamo fondamentale, ritiriamo il nostro emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Mariani 1.33 lo ritirano e che ugualmente fa l'onorevole Tabacci per l'identico emendamento Tabacci 1.34.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Meta 1.35.
Ricordo che i relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Meta 1.35, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Cristaldi... onorevole Gatti... onorevole Vella... onorevole Scilipoti... onorevole Casini... onorevole Codurelli... onorevole Ciccioli... onorevole Vignali...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 480
Votanti 478
Astenuti 2
Maggioranza 240
Hanno votato sì 217
Hanno votato no 261).
Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Galletti 1.37.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Signor Presidente, ciò che colpisce nel giudizio dato su questo emendamento è che compie uno sforzo molto concreto: individuare le risorse alle quali attingere per poter dare una risposta positiva sostanzialmente ai bisogni delle famiglie che abbiamo elencato e su cui ci siamo soffermati - credo - peraltro tutti i componenti dell'Unione di Centro a testimonianza di una vocazione politica fortemente espressa a favore della famiglia. Questo emendamento intende recuperare delle fonti di finanziamento e lo fa andando a colpire le rendite finanziarie che sono quelle più direttamente esposte alla speculazione.
Quelle sono le stesse rendite finanziarie - attenzione, signor Presidente - alle quali noi attribuiamo una delle motivazioni più forti della crisi attuale che stanno vivendo anche le famiglie italiane, oltre alle aziende. La speculazione finanziaria è esposta esclusivamente ad una tassazione che oscilla intorno al 13 per cento, che è di gran lunga inferiore rispetto a quella tassazione cui è esposto ognuno di noi nel proprio lavoro professionale, nella vita di famiglia, nelle aziende e nel mondo istituzionale.
Noi vogliamo sostanzialmente ristabilire un criterio di giustizia e di equità. Per quale ragione possibile lo speculatore deve potere intascare sempre e solo il vantaggio, scaricando peraltro - come è accaduto - sugli utenti, che sono rappresentati dalla popolazione normale, le conseguenze di scelte nefaste e invece noi dobbiamo aumentare la pressione fiscale su famiglie e aziende?
Io credo davvero che tassare le rendite finanziarie esattamente come si sta facendo adesso in Europa, andando ad incidere su quelle di carattere speculativo, potrebbe essere la risposta positiva a quanti dicono che non vi sono risorse per la famiglia, mentre invece potrebbero essere facilmente recuperabili (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Ricordo che i relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Galletti 1.37, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Centemero? Onorevole Tortoli?
Pag. 46Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 472
Votanti 464
Astenuti 8
Maggioranza 233
Hanno votato sì 204
Hanno votato no 260).
Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare, che il deputato Pini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Cavallaro ha segnalato che non riuscito ad esprimere voto favorevole.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 con votazioni. Ripartiremo dall'emendamento Borghesi 1.45.
La seduta, sospesa alle 14, è ripresa alle 15.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Bocchino, Bongiorno, Brambilla, Borghesi, Brugger, Brunetta, Bucchino, Caparini, Carfagna, Casero, Centemero, Cicchitto, Colucci, Cossiga, Crimi, D'Alema, D'Amico, Dal Lago, Di Biagio, Fitto, Gregorio Fontana, Franceschini, Alberto Giorgetti, Giro, Lo Monte, Lombardo, Lorenzin, Mantovano, Martini, Melchiorre, Miccichè, Migliavacca, Narducci, Nucara, Prestigiacomo, Ravetto, Reguzzoni, Roccella, Romani, Rotondi, Sardelli, Tabacci, Tremonti, Vitali e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Si riprende la discussione del disegno di legge n. 3778-A.
PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto l'emendamento Galletti 1.37.
(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 3778-A)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 1.45.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.
RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, vorrei rivolgermi al sottosegretario Casero, che vedo, anche se di spalle, e che, come ricorderete, era apparso sui media in predicato di diventare Ministro dello sviluppo economico. Ebbene, mi rivolgo a lei ancora nella veste di sottosegretario, che sostituisce, in modo altrettanto valente, il Viceministro che ha lasciato la sua carica.
Signor sottosegretario, con l'emendamento in oggetto vorrei riferirmi al grosso, grande e grave problema che ha questo Paese. Mi riferisco al problema delle piccole e medie imprese, che faticano a restare sul mercato, a produrre a costi competitivi e, soprattutto, a crescere; ciò mentre altri Paesi della stessa Unione europea - la Germania in particolare - non hanno soltanto una multinazionale, come il nostro gruppo FIAT, ma ne hanno più di una.
Pertanto, credo che, se vogliamo crescere e competere con le altre nazioni dell'Europa e non soltanto, dovremmo fare tutto il possibile e, tendenzialmente, anche l'impossibile per far crescere queste nostre imprese. Mi riferisco sia a quelle medie, che sanno già stare sul mercato internazionale, sia a quelle piccole, per consentire ad esse di stare all'onore del mondo, Pag. 47producendo reddito e, in particolare, creando occupazione che, in questo momento, è essenziale per la tenuta produttiva, economica, finanziaria e, soprattutto, sociale di questo Paese.
Signor sottosegretario, con questa premessa, che è indispensabile, ricordo che questo nostro Paese ha un tessuto di piccole e anche di piccolissime imprese. Se non le sollecitiamo e non le sosteniamo con provvedimenti che vanno nella direzione di favorire la loro crescita e la capitalizzazione, probabilmente, molto presto, come già tante stanno facendo, non reggeranno la competizione, metteranno i propri lavoratori e i propri dipendenti sul lastrico, prima in cassa integrazione e poi in mobilità, e chiuderanno i battenti.
Con il nostro emendamento Borghesi 1.45, facciamo una richiesta a costo zero. Infatti, è nelle regole delle proposte emendative che debbano esservi le relative coperture, che andiamo a reperire in altrettanti capitoli di altra natura che voi avete previsto. Ciò per arrivare ad escludere dall'imposizione fiscale il rendimento che potrebbe derivare - quindi, quello presunto - dall'aumento del capitale sociale, e a detassare gli utili reinvestiti, tenendo conto, però, di due esigenze che hanno le imprese:
la prima di stimolare la ripresa della domanda di beni strumentali nuovi, quindi di innovazione e di ammodernamento per essere, per l'appunto, competitive e arrivare a quella produttività di impresa che è uno degli obiettivi essenziali delle nostre aziende; la seconda, di ridurre e alleviare il peso fiscale di chi effettua investimenti che conducono all'ampliamento della capacità produttiva; la terza, infine, di incrementare le deduzioni forfetarie dell'imposta regionale sulle attività produttive, l'IRAP. Per i primi cinque dipendenti - ecco perché la nostra attenzione, soprattutto con questo terzo nostro suggerimento, terza nostra parte dell'emendamento - diciamo: guardate alle piccolissime imprese, aiutiamole a non mettere sul lastrico i loro dipendenti, aiutiamole a non far gravare il costo del lavoro sull'IRAP.
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Cambursano.
RENATO CAMBURSANO. Voi vi siete lavati tante volte la bocca con la riduzione dell'IRAP. Bene, qui c'è un'opportunità. Mi auguro per davvero che la prendiate e che ci sia il pieno consenso dell'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Toccafondi. Ne ha facoltà.
GABRIELE TOCCAFONDI. Signor Presidente, l'intervento dell'onorevole Cambursano è molto simile a tanti interventi dei colleghi dell'opposizione, che hanno parlato questa mattina e che pongono l'accento sul fatto che questa manovra non comporterebbe stimoli allo sviluppo del nostro Paese, e quindi alla ripresa economica, con incentivi alle imprese. Non solo alle grandi imprese, ma soprattutto alle piccole e medie imprese, quelle cioè che costituiscono il tessuto produttivo italiano.
In particolare, questa proposta di emendamento dell'Italia dei Valori, esposta dal collega Cambursano, escluderebbe imposizioni fiscali per stimolare gli investimenti e questo è sicuramente positivo. Tuttavia, come lo stesso Cambursano ha detto, la copertura fiscale ricadrebbe su tutti gli italiani. Ciò, come ognuno può ben comprendere, rischierebbe di generare ulteriori problemi alle imprese, piccole e medie, e alle famiglie.
Questo è un punto forse fondamentale, perché vede, signor Presidente, anche stamattina molti colleghi dell'opposizione hanno ribadito il concetto che nel nostro Paese nel breve, medio e lungo periodo, ci sarebbero alcuni problemi di avanzamento dello sviluppo. Al proposito, si è fatto riferimento, per esempio, a un dato che ci impone l'Unione europea rispetto al cosiddetto PNR, cioè al Piano nazionale delle riforme, per il quale il nostro Paese - ad esempio sul settore fondamentale dello sviluppo, la ricerca - sarebbe, a detta di molti esponenti dell'opposizione, molto indietro Pag. 48rispetto ai parametri dell'Unione europea. Tant'è che il rapporto Eurostat dei 27 Paesi dell'Unione europea indica che il nostro Paese, per la spesa per ricerca riferita al prodotto interno lordo, passerebbe dalla percentuale dell'1,18 per cento, attuale percentuale rispetto al PIL che il Paese destina alla ricerca, ad un modesto - così lo hanno definito le opposizioni - 1,53 per cento.
Potrebbe risultare, ai più, una percentuale minima di aumento della spesa percentuale del PIL rispetto a una spesa di sviluppo, come quella della ricerca, se presa in riferimento alla percentuale finale dell'1,53 per cento. Ma bisogna anche tenere presente che l'attuale spesa è intorno all'1 per cento, e quindi l'aumento sarebbe sicuramente importante, ovvero più del 50 per cento dell'attuale spesa.
È vero, e lo hanno ricordato e non ho problemi a riconfermarlo, che l'Europa unita dei 27 si attesterebbe invece in percentuale intorno al 3 per cento, mentre l'attuale percentuale rispetto al PIL dei 27 Paesi facenti parte dell'Unione europea è intorno all'1,9 per cento.
Sono, quindi, passi fondamentali quelli che ricordava l'onorevole Cambursano, ossia incidere sullo sviluppo attraverso il nostro tessuto imprenditoriale, la grande impresa, ma non solo, anche quella piccola e media. Occorre, tuttavia, tenere anche conto del contesto economico nazionale e internazionale, attualmente, in certo qual modo, ancora in sofferenza, e, soprattutto, a quello che non esito definire come il vero macigno della spesa pubblica nazionale, che si chiama debito nazionale.
Il nostro debito pubblico nazionale è attualmente pari al 118 per cento del prodotto interno lordo: in termini numerici, significa 1.800 miliardi di euro; ricordo, signor Presidente, che solo l'anno scorso, solo di interessi, il nostro Paese ha speso 85 miliardi di euro.
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Toccafondi.
GABRIELE TOCCAFONDI. È, quindi, ben chiaro a tutti che, se questo debito fosse sensibilmente ridotto, ci sarebbero più risorse per tutti: per le imprese, per le famiglie (altro tema che abbiamo affrontato alla fine della mattinata), per lo sviluppo di questo Paese. È, però, altrettanto chiaro che con questo macigno è difficile parlare di sviluppo, dei problemi delle famiglie e delle nostre imprese.
Penso che questa manovra - il disegno legge di stabilità e il disegno di legge di bilancio - sia, invece, indirizzata nella giusta direzione per lo sviluppo del nostro Paese, aiutando le famiglie italiane (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Micheli. Ne ha facoltà.
PAOLA DE MICHELI. Signor Presidente, intervengo rapidamente per dichiarare il voto favorevole da parte del Partito Democratico sull'emendamento dei colleghi dell'Italia dei Valori, anche perché in esso vi sono alcuni spunti della riforma fiscale che il Partito Democratico ha presentato recentemente all'assemblea di Varese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, in riferimento al dibattito emerso successivamente all'intervento dell'onorevole Cambursano, mi collego a quanto ha già ricordato l'onorevole Toccafondi, oltre a quanto è stato già espresso relativamente ai saldi che dobbiamo rispettare e alla partita di vincoli che l'Europa ci impone, con riferimento, quindi, ad una economia che non è più solo nazionale, ma che deve inserirsi in un quadro internazionale del complesso europeo.
Gli esempi degli interventi nei confronti della Grecia e il probabile futuro intervento nei confronti dell'Irlanda, promuovono il dovere di questo Parlamento a non sforare quanto è già stato stabilito in sede di legislazione economica per quanto riguarda i saldi da rispettare. Pag. 49
L'emendamento al nostro esame, a mio avviso, può avere indicazioni che possono essere considerate non accoglibili, ma non da un punto di vista economico. Per fare volano, quindi, rispetto a quanto già indicato dall'onorevole Toccafondi, vi sono interventi emendativi già approvati nel maxiemendamento del Governo, i quali danno fiato ai territori anche da un punto di vista economico. Faccio riferimento a tutta quanta la partita legata agli enti locali, nell'ambito della quale vi è stato un primo grande avvicinamento, da parte del Governo, nei confronti delle esigenze dei territori e degli enti locali. Faccio, quindi, riferimento ai 344 milioni di euro legati al trasferimento dell'ICI, ai 480 milioni di euro legati al Patto, ai 60 milioni di euro per coprire gli interessi passivi sui ritardi nei pagamenti: una partita, quindi, da 800 milioni di euro, che, per le casse degli enti locali, possono essere trasformati in volano economico per i territori, attraverso una spesa comunque consenziente e che determina una ricaduta positiva per l'intero sistema.
Anche i fondi - gli 850 milioni legati al lavoro - che sono stati destinati alla riduzione delle tasse legate alla produttività, vanno nel senso e nello spirito che ha indicato prima l'onorevole Cambursano, quello di dare, attraverso la manovra economica e finanziaria, un volano diretto e indiretto per il rilancio dell'economia nazionale. Anche il miliardo di euro, che sono cifre enormi, collegato alle partite degli ammortizzatori sociali, sono soldi che non devono essere considerati squisitamente una spesa a fondo perduto, ma devono essere considerati come necessari per mantenere in vita le maestranze che grazie a tutti gli altri interventi di sviluppo economico possano in tempi brevi essere ricollocate, essere riutilizzate dall'industria italiana, affinché appunto non ci si debba poi approvvigionare di manodopera estera.
Abbiamo la necessità di ricollocare i nostri giovani, di ricollocare a volte anche i nostri genitori, le persone fra i 40 e i 50 anni che sono rimaste in balia della ricerca di un posto di lavoro e che devono essere aiutate attraverso gli ammortizzatori sociali, anche con le casse straordinarie in deroga, affinché non perdano le loro capacità che tanto hanno dato all'industria. Quest'ultima ora si vanta del proprio marchio, del proprio brand - la difesa del made in Italy ne è un esempio -; tutto ciò non nasce soltanto dalla lungimiranza degli imprenditori ma nasce soprattutto dalla capacità delle maestranze di rendere i prodotti finiti di così alta qualità e così ricercati nel mercato nazionale e internazionale.
Anche per quanto riguarda le giovani generazioni gli 800 milioni destinati all'università non possono essere considerati squisitamente una spesa corrente e non un investimento nel futuro. Pertanto anche queste cifre servono a dimostrare quale sia la volontà di questa maggioranza di non tralasciare lo sviluppo dell'intero sistema nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti...
SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.
ROBERTO GIACHETTI. È ora di passare ai voti...
PRESIDENTE. Prego, onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, posto che non sarebbe stata la prima volta che la Presidenza ha interrotto la votazione persino dopo averla aperta, nel caso in cui una persona chiedendo la parola non fosse stata notata dalla Presidenza stessa, a maggior ragione, se lei, signor Presidente, mi conforta nel sostenere che io la parola l'ho chiesta...
Comunque, intervengo per sottolineare due cose che in realtà non sono inerenti alla votazione di questo articolo però...
PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, immagino che lei parli a titolo personale, perché per il suo gruppo è già intervenuto un collega.
Pag. 50SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, il mio intervento non è sull'emendamento, ma per prima cosa serve a verificare effettivamente la sconvocazione di tutte le Commissioni; e in seguito, giusto per lasciare agli atti la vicenda di stamane, viste le parole irriguardose nei confronti del Presidente del Consiglio pronunciate dall'onorevole Zazzera, che giustamente è stato interrotto dal Presidente Lupi. Ricordo alla Presidenza la lettera che lo stesso Presidente della Camera ha inviato ai Vicepresidenti per il caso in cui dovesse verificarsi di nuovo questa ipotesi. Nel caso in cui, cioè, in mancanza di argomentazioni si dovesse supplire a tale mancanza con insulti di vario genere, i Vicepresidenti di turno, così come ha fatto stamane il Vicepresidente Lupi, hanno la facoltà di togliere la parola al collega che utilizzi un linguaggio non consono a questa Assemblea, anche senza i due richiami. A tale riguardo invito anche l'Ufficio di Presidenza a valutare il tono delle dichiarazioni rese nel corso della discussione che abbiamo affrontato nella seduta antimeridiana dal collega Zazzera per eventualmente trarne le debite conseguenze.
PRESIDENTE. Tali esternazioni verranno valutate, non mi pare che in questo momento ci siano gli estremi per elevare censure.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 1.45, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Beccalossi, Nannicini, sottosegretario Roccella, Touadi, Mondello, Carra, sottosegretario Giro, Osvaldo Napoli, Latteri.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 478
Votanti 476
Astenuti 2
Maggioranza 239
Hanno votato sì 216
Hanno votato no 260).
Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lulli 1.50.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.
LUDOVICO VICO. Signor Presidente, si potrebbe subito dire che un tempo vi era Industria 2015, ma non tanto tempo fa, semplicemente nella finanziaria del 2007. Il 22 settembre del 2006, infatti, l'allora Governo Prodi licenziava una nuova politica industriale per il Paese. Con Industria 2015 si stabilivano le linee strategiche per lo sviluppo e la competitività del sistema produttivo italiano, fondato elementarmente su due filiere: quella produttiva, che doveva integrarsi con la manifattura, con i servizi avanzati e le nuove tecnologie, e, l'altra, di analisi sugli scenari economico-produttivi futuri che attendevano, già da allora, il nostro Paese, in una prospettiva medio lunga, interrottasi con la crisi.
Allora si decise - con quella legge finanziaria - che la strategia di quel Governo, e gli strumenti che avrebbe adottato, sarebbero stati in grado di riorganizzare il sistema industriale italiano, perlomeno in tre direttrici: quello dell'impresa, della finanza innovativa, dei progetti di innovazione industriale.
Signor Presidente, signori del Governo, onorevoli colleghi, in verità, il Governo Berlusconi, nel giugno 2008, in sede di Consiglio dei Ministri di allora, approvò il piano triennale per lo sviluppo, il quale si articolava, abbastanza seriamente, in più direzioni; citerò le più significative: sviluppo e competitività, energia, innovazione, liberalizzazione, internazionalizzazione, tutela del made in Italy.
Cosa sia accaduto in tutto questo periodo è abbastanza noto agli addetti ai lavori, molto più noto al sistema delle imprese e, per effetto indotto, alle migliaia e migliaia di lavoratori che, di fronte alla crisi Pag. 51da un lato, e all'assenza di politica industriale e di misure da parte del Governo in carica, e del Ministero dello sviluppo economico in particolare dall'altro, si sono trovati in condizioni di grandi difficoltà.
In maniera esemplificativa mi permetterò di segnalare a questo Parlamento, sempre a suffragio dell'emendamento che speriamo sia condiviso dalla maggioranza dell'Aula...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
LUDOVICO VICO. Mi permetterò di fare almeno alcuni esempi simbolici. Il primo: i contratti di innovazione tecnologica, che sono uno dei perni della competitività e dello sviluppo, ci danno questo dato ormai, onorevoli colleghi, ossia che allo stato, nel 2010, non è stata fatta nessuna programmazione.
Inoltre, i contratti di innovazione, più di altri progetti, avrebbero dovuto essere coerenti con le linee guida di cui parlavo prima, dato che il loro carattere di rilevante interesse per lo sviluppo tecnologico del Paese è fondamentale e aggiungo che in quella parte di contratti di innovazione che sono stati focalizzati sono stati posti alle condizioni di costi superiori a dieci milioni di euro.
Mi appello a tutti voi per dire come si stiano emarginando le piccole e medie imprese fissando quel tipo di tetti. Inoltre, non è stata erogata, ad oggi, nessuna quota dei progetti di innovazione industriale, nonostante 145 imprenditori abbiano scritto al Presidente del Consiglio per sbloccare quella impasse. Sono ancora e ancora più lontani da qualunque avvio concreto le attività e il bando made in Italy che in questo consesso trovano sempre e positivamente un grande consenso.
PRESIDENTE. Deve concludere.
LUDOVICO VICO. Concludo con l'ultima considerazione. Onorevoli colleghi, si sappia che i contratti di programma sono al palo. Basterebbe dire questo per chiedervi di votare favorevolmente l'emendamento che vi abbiamo sottoposto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lulli. Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI. Signor Presidente, politica industriale zero. Questo è un Paese che affronta la crisi in modo disarmante per il mondo delle imprese. Certo, ci si fa vanto di essere intervenuti sugli ammortizzatori sociali - ci mancherebbe altro che lasciassimo milioni di persone senza nessuna copertura - ma il problema è che non si investe un euro sullo sviluppo dell'industria manifatturiera.
Dove sono i provvedimenti per i distretti industriali? Dove sono i provvedimenti per le reti di impresa o per le aree in crisi? Zero. E il Ministro per lo sviluppo economico, latitante, per ora non si presenta neppure nella Commissione di merito. Un segno positivo su questo emendamento sarebbe una piccola inversione di tendenza, davvero opportuna. Mi auguro che l'Aula sappia darla, ma purtroppo penso che non sarà così (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 1.50, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Cesare Marini, onorevole Barbi, onorevole Gasbarra, onorevole Iapicca, onorevole Ravetto, onorevole Lusetti. Aspettiamo il nostro atletico questore Colucci...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 491
Maggioranza 246
Hanno votato sì 225
Hanno votato no 266).
Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi. Pag. 52
Passiamo alla votazione dell'emendamento Galletti 1.58. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pezzotta. Ne ha facoltà.
SAVINO PEZZOTTA. Signor Presidente, credo che con il nostro emendamento abbiamo sollevato un problema vero e importante, sul quale non ci sembra ci sia una grande attenzione. Sono almeno due milioni e 600 mila in Italia le persone non autosufficienti, di cui due milioni sono anziani. Anche questo è un problema che riguarda il tema della famiglia. Man mano che andiamo avanti a discutere, più ci rendiamo conto che il vero escluso da questa manovra è la dimensione familiare perché in ogni famiglia una persona sempre di più avrà a che fare con questo problema.
Teniamo presente che sicuramente il declino demografico ci consegna nuove problematicità perché sono molte le persone che hanno più di 65 anni, sono il 20 per cento della popolazione italiana, ma si prevede che tra quarant'anni diventeranno quasi il 40 per cento. Oggi il problema vero riguarda proprio la questione di come queste persone, che non sono più in grado di badare a se stesse, siano accompagnate. Fino ad oggi, di fronte a 6 mila e 300 miliardi spesi dallo Stato per l'indennità di accompagnamento, le famiglie spendono oltre 9 miliardi per retribuire 774 mila badanti; sono 130 mila le persone che sono confinante nella loro abitazione; una famiglia su dieci vive almeno con un componente che ha problemi di disabilità. In questo ambito, sono oltre un milione e 700 mila le persone con invalidità motoria (circa il 3 per cento della popolazione italiana), altre 500 mila le persone che hanno una invalidità per malattia e il 5,5 per cento della popolazione italiana dichiara di soffrire anche di disturbi di depressione e cose di questo genere.
Questa è la situazione sulla quale noi siamo invitati a riflettere. Mentre parliamo molto di famiglia, continuiamo a lasciarla sola. Per cui, in questo contesto, quella dell'autosufficienza non è una questione marginale, sulla quale si può agire o non agire a seconda delle situazioni, ma è una questione di fondo e centrale perché collegata ai mutamenti demografici che sono in corso. Per cui lo Stato negli anni passati ha trasferito circa 400 milioni di euro alle regioni per questo tipo di sostegno, adesso siamo di fronte ad un provvedimento che toglie tutte le risorse alla non autosufficienza. Credo veramente che sia una cosa inaccettabile dal punto di vista umano e dal punto di vista etico e morale.
L'emendamento non chiede altro che di ripristinare, dando anche alcune indicazioni di copertura della spesa interferendo sulle transazioni finanziarie, questa possibilità di continuare a dare, anche se ancora in misura limitata, alle famiglie e alle persone non autosufficienti l'assistenza e l'accompagnamento di cui hanno bisogno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.
LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale per rinforzare, se possibile, quanto ha detto il collega Pezzotta. Rifiutare questo emendamento significa in realtà dire: famiglia arrangiati, per me non esisti e quindi provvedi da sola a tutto ciò che puoi fare come lavoro di cura e di attenzione. Se è vero come è vero che il 96 per cento degli anziani gravita in famiglia e il 94 per cento dei non autosufficienti o dei disabili gravitano nella famiglia, significa dire famiglia per me non esisti e tutti i tuoi problemi te li risolvi da sola. Quindi, il Governo si assume una grande responsabilità che non possiamo non denunciare.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Galletti 1.58, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Belcastro... Onorevole Sardelli... Onorevole Sbai... Onorevole Paladini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 505
Votanti 504
Astenuti 1
Maggioranza 253
Hanno votato sì 231
Hanno votato no 273).
Prendo atto che la deputata Golfo ha segnalato che non è riuscita a votare e che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pezzotta 1.68.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pezzotta. Ne ha facoltà.
SAVINO PEZZOTTA. Signor Presidente, parto da una constatazione: l'Italia è ultima tra i paesi industrializzati al pari della Corea del Nord per quanto riguarda gli aiuti pubblici per la lotta alla povertà nel mondo. Si tratta di una prestazione molto deludente che anno dopo anno vede un calo degli interventi a sostegno della cooperazione internazionale. Anche questa volta la vicenda si ripete. La logica messa in atto è sempre di ridurre questo tipo di aiuti. Poi magari facciamo le campagne elettorali dicendo «aiutiamoli a casa loro». Ma, intanto, togliamo le risorse per aiutarli a casa loro.
Credo che gli amici della Lega Nord Padania dovrebbero riflettere con un po' di attenzione su questa questione proprio sulla base di quanto loro sono andati (e vanno) dichiarando costantemente. Si parla molto anche di corrispondere e di essere in grado di dare delle risposte.
Inoltre, abbiamo un dato che mostra qual è il divario tra quello che pensano gli italiani e quello che il Governo fa su questo terreno. La maggioranza degli italiani, secondo alcune ultime rilevazioni, è favorevole alla cooperazione internazionale per quel che riguarda gli aiuti ai Paesi meno sviluppati che hanno bisogno di interventi di contrasto della povertà.
A questo punto non vale nemmeno che si tiri fuori la storia della crisi economica perché sarebbe una causa che limiterebbe le nostre possibilità su questo terreno. Anche a questo proposito, bisognerebbe avere il coraggio di pensare quali sono gli strumenti di allocazione di risorse da mettere in campo per questi temi e per questi problemi. Infatti, se la logica è sempre quella che abbiamo rilevato più volte (ovvero che i tagli lineari sono l'unica strada per controllare e contenere il debito pubblico), è chiaro che determiniamo una condizione di ingiustizia. Infatti, fare parti uguali su questioni disuguali significa pienamente generare elementi di ingiustizia nei vari campi ed interessi.
Il nostro Paese partecipa ai vertici mondiali - da ultimo quello sugli obiettivi del millennio organizzato dalle Nazioni Unite - e si riempie la bocca con grandi promesse. Basterebbe vedere le promesse fatte al G8 di Genova o al G8 de L'Aquila, le promesse e gli impegni sottoscritti per quanto riguardava il raggiungimento degli obiettivi del millennio, e poi fare i conti con la realtà. Così vediamo che noi, invece di versare quanto promesso e quanto abbiamo detto, facciamo passi indietro. Ciò vuol dire che la nostra credibilità a livello internazionale e mondiale, anche su questo elemento, continua a diminuire.
Certo, promettere non costa niente, ma ci fa perdere credibilità, che è comunque un costo che noi paghiamo su questo tipo di terreno. Per questo, l'obiettivo del nostro emendamento non è di chiedere di più, ma di ripristinare almeno le risorse che c'erano.
Indichiamo, anche qui, un intervento sulle transazioni finanziarie, perché riteniamo che, per battersi per la pace, non basti solo impegnarsi, come abbiamo fatto, sugli interventi di tipo militare. Anzi, più riduciamo gli interventi militari e più avanziamo su quelli della cooperazione internazionale, meglio facciamo. Poi, forse, se spendessimo meno per le armi e più per gli aiuti ai Paesi del terzo mondo, probabilmente Pag. 54daremmo un'idea diversa del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pezzotta 1.68, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Cesare Marini, Mario Pepe (PdL)...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 509
Maggioranza 255
Hanno votato sì 238
Hanno votato no 271).
Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Causi 1.71. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.
MARCO CAUSI. Signor Presidente, questo emendamento ci permette di discutere insieme due temi che sono già stati alla nostra attenzione nel corso dei lavori della giornata di oggi. Da un lato, vi è il tema del sostegno ai redditi familiari, in particolare alle famiglie con figli, tramite l'aumento delle detrazioni fiscali relative ai figli; dall'altra parte, vi è il tema dell'evoluzione della spesa per interessi sui conti del bilancio dello Stato.
Per quanto riguarda il primo tema, e cioè il rapporto tra interventi fiscali e carichi familiari, mi consenta, signor Presidente, di ricordare che solo a parole tutti quanti sembriamo d'accordo nel dire che tramite adeguate riforme fiscali si debba ridurre il carico dell'imposta progressiva sul reddito, tenendo conto dei carichi familiari e, soprattutto, della prole.
Questo solo a parole, perché il Governo, questo Governo, oggi dice che non si può fare perché mancano le risorse, ma non più tardi di due anni e mezzo fa ha rinunciato a un gettito di tre miliardi e mezzo, abolendo l'ICI sulla prima casa alla metà delle famiglie italiane più ricche, quindi a quelle che pagavano l'ICI superiore a 300 euro, perché l'altra metà era già stata totalmente esentata.
Adesso sempre questo Governo propone, nel decreto sul fisco municipale, una cedolare secca sugli affitti, il cui costo dovrebbe essere circa di un miliardo 700 milioni, tutto a vantaggio dei proprietari di case affittate. Pensate che, se rinunciassimo alla cedolare secca, con questo miliardo 700 milioni potremmo aumentare di 300 euro le detrazioni per ogni figlio a carico in Italia, perché la previsione di 100 euro in più di detrazione per i figli a carico costa circa 600-700 milioni di euro.
Abbiamo, quindi, di fronte anche una scelta di equità e di redistribuzione, e non soltanto una scelta di meritevolezza. In questo emendamento vi proponiamo di nuovo il tema di un aumento immediato delle detrazioni per i figli a carico, ma, a differenza degli emendamenti che questa mattina ha illustrato l'onorevole Fluvi, che erano finanziati con una riforma della tassazione delle rendite finanziarie del tutto analoga a quella proposta poco prima di me dall'onorevole Pezzotta, in questo emendamento vi proponiamo, invece, un meccanismo di finanziamento totalmente diverso, che è basato, in qualche modo, su un impegno programmatico a valere sulla possibilità di trovare queste somme nell'assestamento di bilancio del 2011. Veniamo, infatti, all'evoluzione della spesa per interessi.
Nel bilancio a legislazione vigente, la spesa per interessi viene aumentata da 74 ad 84 miliardi di euro. Si tratta di una stima molto prudenziale. Teniamo questa stima, ma chiediamo, molto semplicemente, che il Governo si impegni, in assestamento a metà anno (se dovesse verificarsi quello che si è già verificato quest'anno, ossia un risparmio di 5 miliardi sulla spesa per interessi), di destinarne, Pag. 55soltanto allora e, quindi, quando il risparmio sarà sicuro e in occasione dell'assestamento, il 50 per cento, ossia la metà, ad un aumento delle detrazioni per i figli a carico.
Questa è una proposta che mantiene inalterate le stime prudenziali sulla spesa per interessi: non si attua nulla se a metà dell'anno prossimo dovessero verificarsi scenari negativi, ma se, invece, si dovessero verificare scenari meno pessimistici, permette di decidere fin da oggi di allocare quelle risorse disponibili fra sei mesi all'aumento delle detrazioni per i figli. Questo è un messaggio di ottimismo e di speranza per tutte le famiglie italiane e per tutti i contribuenti che pagano l'IRPEF (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Causi 1.71, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Mattesini, Scalera, Rampelli, Delfino, Giulietti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 516
Maggioranza 259
Hanno votato sì 240
Hanno votato no 276).
Prendo atto che il deputato Nunzio Francesco Testa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento De Micheli 1.75.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Micheli. Ne ha facoltà.
PAOLA DE MICHELI. Signor Presidente, illustro rapidamente il mio emendamento perché nasce dalla segnalazione di un cittadino che ci ha indicato uno spreco.
Sulla base di una legge del 1999 esiste l'opportunità per i cittadini meno abbienti di avere una riduzione dei tassi di interesse per l'acquisto di alcune tipologie di abitazione. Il problema è che, strada facendo, i suddetti tassi sono cambiati, sono scesi, ma il Governo centrale trasferisce alle regioni, e le regioni agli istituti di credito, ancora importi e cifre relativi a tassi di interesse vigenti nel 1999.
Quello in esame è, quindi, un emendamento che corregge una distorsione e che consentirebbe di recuperare un po' di risorse, probabilmente non tantissime, ma che potrebbero essere reimpiegate per potenziare questa misura in un momento nel quale la casa è un problema per tantissimi italiani, considerato anche purtroppo il protrarsi della crisi.
Approfitto dei minuti che mi rimangono per segnalare, in anticipo rispetto agli interventi dei miei colleghi, una questione relativa ad un altro emendamento, Marchi 1.170, proposto dal Partito Democratico concernente il Patto di Stabilità.
Vorrei segnalare a quest'Aula - e se mi è consentito anche al sottosegretario Casero, che in questo momento vedo poi impegnato, e al relatore - che all'interno delle parte relativa al Patto di stabilità degli enti locali, presente nel disegno di legge di stabilità, c'è una questione dirimente molto grave che anche molti colleghi di maggioranza ci hanno segnalato, vale a dire il comma 106. Questo prevede che gli enti locali non possono superare l'8 per cento del rapporto con la spesa corrente rispetto al nuovo indebitamento. Su questo tema il Partito Democratico ha ripetutamente sollecitato il Governo ad intervenire in un modo diverso.
Noi abbiamo chiesto di intervenire sul debito pregresso, sostituendo l'attuale modello di Patto di stabilità interno, che invece si rifà esclusivamente al deficit Pag. 56(deficit che peraltro gli enti locali non producono più, perché dall'anno 2009 sono in pareggio di bilancio).
Il comma in questione, il 106, determina invece un'impossibilità per il 95 per cento dei comuni italiani di accedere al debito; in una situazione nella quale - e ci rifacciamo in proposito agli interventi di ieri - i maggiori tagli di trasferimenti sono riferiti proprio alle spese in conto capitale degli enti locali; inoltre, non vi è possibilità di pagare le opere e quindi gli investimenti degli enti locali già realizzati perché nel disegno di legge di stabilità in esame non è previsto lo sblocco dei residui passivi. Ancora, nelle nostre città, nei nostri comuni non vi è più la possibilità di trarre grandi ricavi dagli oneri di urbanizzazione, perché la situazione dell'edilizia è ormai nota. Se non si può quindi nemmeno ricorrere all'indebitamento, anche se a tasso agevolato, con la Cassa depositi e prestiti, il rischio - l'ANCE oggi lo afferma chiaramente - è che si blocchino completamente gli investimenti in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Micheli 1.75, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Gasbarra, Rampelli, Lovelli e Berruti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 517
Votanti 511
Astenuti 6
Maggioranza 256
Hanno votato sì 239
Hanno votato no 272).
Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vannucci 1.77.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calvisi. Ne ha facoltà.
GIULIO CALVISI. Signor Presidente, chiedo l'attenzione del relatore Milanese e del sottosegretario Casero, perché l'emendamento in esame del collega Vannucci concerne il tema dell'edilizia scolastica.
La situazione oggi è la seguente: il Governo ha soppresso il Fondo istituito dal Governo Prodi che destinava, per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, 150 milioni di euro per il 2008 e per il 2009. Non ha quindi rifinanziato un fondo che era previsto. Il Governo ha poi annunciato di destinare per la messa in sicurezza degli edifici scolastici 360 milioni di euro di risorse FAS, però quei fondi non sono stati ancora sbloccati. I comuni virtuosi, che potrebbero intervenire perché magari hanno qualche avanzo di bilancio, non possono farlo per vincoli che conosciamo bene sul Patto di stabilità interno.
La situazione relativamente alla sicurezza nelle nostre scuole è quella che è. Ve l'abbiamo ricordato ieri: solo il 46 per cento delle scuole italiane ha il certificato di agibilità statica, contro il 98 per cento della Germania e addirittura il 53 per cento dell'Albania.
A questo punto un'opposizione responsabile, con l'emendamento del collega Vannucci, vi illustra dove andare a prendere i soldi da subito. È un emendamento senza necessità di copertura, non costa niente: si tratta di utilizzare le risorse residue del Fondo per l'adeguamento dei prezzi dei materiali da costruzione, istituito dal decreto-legge n. 162 del 2008; risorse che non sono più necessarie, perché la ripartizione è stata già fatta e perché la dinamica dei prezzi oggi nel nostro Paese è diversa.
La proposta, quindi, è quella di utilizzare per l'edilizia scolastica tali risorse residue. Il mondo delle costruzioni non solo non si oppone, ma addirittura sollecita. La VII Commissione mi pare che abbia registrato un orientamento favorevole Pag. 57da tutte le parti politiche; si potrebbero quindi recuperare dai 60 ai 120 milioni di euro.
Si tratta di una misura molto importante e chiederei quindi al relatore per la maggioranza, d'accordo con il relatore di minoranza, onorevole Baretta, con cui abbiamo parlato, di accantonare questo emendamento e di fare una verifica contabile su quanto notiamo come opposizione, perché, con l'accordo di tutti, possiamo sbloccare risorse fresche per l'edilizia scolastica e tutti sappiamo quanto ci sia bisogno di un tale intervento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PIER PAOLO BARETTA, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER PAOLO BARETTA, Relatore di minoranza. Signor Presidente, il collega Calvisi ha chiesto, a nome del gruppo, l'accantonamento dell'emendamento Vannucci 1.77. Vogliamo, dunque, insistere e chiedere se è possibile.
MARCO MARIO MILANESE, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO MARIO MILANESE, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, possiamo anche procedere con l'accantonamento e fare ulteriori verifiche, però da una prima verifica che abbiamo fatto - mi rivolgo in particolare agli onorevoli Calvisi e Vannucci - dobbiamo rilevare che queste risorse, che vanno in economia al 31 dicembre 2010, dovranno trovare una copertura per il 2011.
PRESIDENTE. Onorevole Paladini, vuole gentilmente lasciare libera l'attenzione dell'onorevole Ravetto? Prego, onorevole Milanese.
MARCO MARIO MILANESE, Relatore per la maggioranza. Quindi, sembrerebbe un intervento oneroso per 40 milioni di euro. Comunque siamo disponibili ad accantonare l'emendamento Vannucci 1.77 e a chiedere ulteriore conferma alla Ragioneria generale dello Stato.
PRESIDENTE. Sta bene, se non vi sono obiezioni l'emendamento Vannucci 1.77 si intende accantonato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.501 della Commissione.
MARCO MARIO MILANESE, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO MARIO MILANESE, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, onorevoli colleghi, quest'emendamento, oltre ad apportare delle mere correzioni di coordinamento tecnico che andrò ad esporre, contiene due importanti disposizioni che, nonostante le limitate risorse disponibili - e qui è da segnalare lo sforzo che il Governo ha fatto, ma soprattutto questo Parlamento nella sua interezza -, si è stati in grado di inserire.
La prima disposizione, relativa alla proroga della misura delle detrazioni fiscali del 55 per cento in materia di efficienza energetica, è una misura attesa sia da parte delle famiglie quanto dal mondo imprenditoriale (in particolare dalle piccole e medie imprese) in ragione della mole di investimenti che è riuscita a sviluppare in tutti questi anni.
Pur tuttavia, in considerazione delle limitate disponibilità finanziarie, si è previsto un intervento che consente la detraibilità della spesa sostenuta per gli interventi in 10 anziché in 5 anni, come avvenuto per il periodo di imposta 2010. Si dispone ciò anche per uniformare la misura del 55 per cento alla detrazione del 36 per cento, quest'ultima misura fissa e non soggetta a proroga, che vale per le spese di ristrutturazione e che è su base decennale e non quinquennale. Pag. 58
La seconda modifica invece è diretta ad estendere le risorse allocate nell'allegato 1 anche per interventi a favore della sclerosi laterale amiotrofica. Al riguardo è importante sottolineare come quanto inserito oggi in questa proposta emendativa voglia essere un sostegno per incrementare le misure necessarie ad assicurare l'adozione di modelli di gestione sanitaria appropriati dal punto di vista degli obiettivi di prevenzione delle complicanze e soprattutto di mantenimento delle...
PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Milanese, c'è un disguido: lei sta parlando dell'emendamento 1.500 della Commissione, mentre noi stiamo sull'emendamento 1.501 della Commissione, che nel nostro ordine viene prima.
MARCO MARIO MILANESE, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, l'emendamento 1.501 della Commissione è stato presentato per un problema tecnico relativo alla liberalizzazione delle frequenze. Vale a dire che è stata posta una data per liberare le frequenze (la cui gara dovrà essere aggiudicata nel 2011), data che è stata, appunto, fissata al 31 dicembre del 2012. Questo serve per poter realizzare il bando di gara in maniera legittima e lecita, e per dare a chi intende partecipare alla gara stessa il termine ultimo entro il quale potrà venire in possesso delle frequenze.
PAOLA DE MICHELI. Chiedo di parlare per una precisazione.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLA DE MICHELI. Signor Presidente, ho ascoltato il relatore che prima ha illustrato l'altro emendamento. Quindi adesso siamo sulla proposta emendativa relativa alle frequenze?
PRESIDENTE. Sì, onorevole De Micheli, questo è l'ordine di votazione degli emendamenti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.501 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Bianconi, onorevole Migliori, onorevole Zinzi, onorevole Causi, onorevole Lovelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 518
Maggioranza 260
Hanno votato sì 514
Hanno votato no 4).
Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI (ore 16,05)
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tabacci 1.80, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Veltroni, onorevole Andrea Orlando...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 515
Votanti 514
Astenuti 1
Maggioranza 258
Hanno votato sì 243
Hanno votato no 271).
Prendo atto che la deputata Zamparutti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere Pag. 59voto favorevole e che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tabacci 1.81, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Lo Monte, onorevole Giulietti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 510
Maggioranza 256
Hanno votato sì 242
Hanno votato no 268).
Prendo atto che la deputata Capitanio Santolini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lo Monte 1.83, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 497
Maggioranza 249
Hanno votato sì 238
Hanno votato no 259).
Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi, che il deputato Barbato ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto favorevole, che i deputati Antonino Foti, Isidori e Laura Molteni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Zinzi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione del subemendamento Miotto 0.1.500.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sarubbi. Ne ha facoltà.
ANDREA SARUBBI. Signor Presidente, questo è un subemendamento che avremmo preferito non presentare perché, in base a quello che leggiamo sui giornali di questi giorni, e, in particolare, su quelli di ieri, sembrava che il problema fosse risolto.
Il problema in questione è quello dei malati di SLA, cioè di sclerosi laterale amiotrofica. È una malattia aggressiva - lo sappiamo in molti -, gli stati invalidanti sono molto pesanti anche sul piano assistenziale ed è una malattia che, a parlarne, commuove un po' tutti, dato che non c'è nessuno tra noi, in quest'Aula, che possa dire di non essere d'accordo su un aiuto maggiore ai malati di sclerosi laterale amiotrofica.
In questi mesi, vi sono state delle iniziative di sensibilizzazione anche forti, alcuni atti parlamentari, alcune interpellanze, alcune interrogazioni; vi è stato uno sciopero della fame dell'onorevole Maria Antonietta Coscioni e vari incontri anche da parte dei deputati della maggioranza e dell'opposizione, dunque bipartisan.
Sembra un tema, quindi, sul quale siamo tutti d'accordo tant'è vero che - e qui vengo al punto - l'altro ieri mattina, il giorno 16, quando i malati di sclerosi laterale amiotrofica vanno davanti a Palazzo Chigi a protestare contro il Governo, contro i tagli del presente disegno di legge, in piazza con loro va anche l'ex Ministro Guidi che molti di voi ricorderanno. Qualcosa che sembra, dunque, stia a cuore a tutti. Allora, cosa accade? Che finalmente (pioveva tantissimo, stavano lì con le carrozzine, alcuni non riuscivano a stare) vengono condotti a Palazzo Chigi, ufficialmente per parlare con il Ministro Tremonti poi, come spesso accade, vengono dirottati su un impiegato di alto livello, il capo dell'ufficio legislativo, se non ricordo male.
Insomma, fatto sta che arrivano lì con le loro richieste e strappano dal Governo Pag. 60la promessa di ricevere 100 milioni. Non sono tanti, ma gli si promettono 100 milioni di euro. Premessa sul metodo (poi, magari, sul merito possiamo essere anche d'accordo per quest'anno sui 100 milioni): questo dei malati di SLA non è un problema che si risolve con le elemosine, cioè non è un problema che va risolto con le emergenze anno per anno. Per garantire i livelli essenziali di assistenza, dovrebbe essere fatto qualcosa di permanente e non di episodico, dovremmo parlare, appunto, di diritti e non di elemosine.
Detto questo, vorrei dire una parola sui 100 milioni, cioè su come sono stati ricavati questi 100 milioni, perché non ce ne siamo accorti. Che non me ne sia accorto io sta bene, visto che non sono un grande esperto della materia, che non se ne sia accorta, invece, la nostra capogruppo in Commissione affari sociali, la quale è più esperta di me, già è un po' più grave; ma non se ne è accorto proprio nessuno dei circa 250 deputati dell'opposizione. Semplicemente perché questi 100 milioni in realtà non ci sono. È stata fatta un'operazione contabile un po' strana: l'anno scorso vi erano 600 milioni che venivano utilizzati per varie funzioni come, per esempio, gli accordi con i comuni per i lavoratori socialmente utili, il contributo per i libri di testo o alcuni obblighi internazionali che l'Italia ha con finalità sociali, come la partecipazione a banche ed istituti internazionali. Mettendo insieme tutte queste voci l'anno scorso si arrivava ad uno stanziamento di 600 milioni. Quest'anno non solo questo stanziamento è stato tagliato...
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Sarubbi.
ANDREA SARUBBI. ... del 40%, quindi siamo a 350 milioni, ma è stato detto ai malati di SLA di non preoccuparsi perché i soldi per loro ci sarebbero stati, quando, invece, gli stessi malati di SLA sono soltanto una delle altre voci, cioè è stata aggiunta una voce in più. Erano 600 milioni, sono diventati 350 e, in più, ci mettiamo i malati di SLA.
Siccome questi 100 milioni non li vediamo, con il subemendamento chiediamo soltanto di farli apparire dal cilindro, di far spuntare il coniglio e di farcelo vedere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Argentin. Ne ha facoltà.
ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, intervengo per dire che su questo subemendamento mi asterrò perché credo che, se dobbiamo fare una battaglia per patologie, la cosa potrebbe essere complicatissima. Credo che la SLA sia una delle patologie più gravi, ma sono convinta che il vero problema di questo Governo è la mancata attenzione alle persone che hanno delle grosse difficoltà, e sono tutti i fondi che sono stati tagliati in generale. Mi asterrò, quindi, per dare un senso di protesta, nel senso che non si può dare ad alcuni a discapito di altri.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Duilio. Ne ha facoltà.
LINO DUILIO. Signor Presidente, brevemente vorrei anch'io perorare la causa di questo subemendamento che è relativo ad una questione della quale, per onestà intellettuale, mi sono occupato marginalmente perché è una questione portata avanti dalla collega Farina Coscioni da sempre, direi. Voglio confidare nel fatto che il Governo accolga questo subemendamento perché ritengo che la destinazione di risorse appostate esplicitamente per questa causa sia un dovere morale oltre che un dovere politico (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Signor Presidente, prima di tutto a noi sembra che questa promessa fatta ieri dal Governo, come Pag. 61ricordava il collega Sarubbi, ai malati scesi in piazza a testimoniare con la loro sofferenza fisica e, quindi, anche con tutto il disagio che questo poteva significare, stia diventando uno stile e un modo di ottenere dal Governo un'attenzione che sarebbe lecito aspettarsi con modalità diciamo più umane e più semplici (Applausi del deputato Argentin). Non dovrebbe essere necessario mostrare sino in fondo tutte le proprie difficoltà per ottenere attenzione.
Secondariamente, però, voglio dire che il collega Sarubbi forse è ottimista, ma quei 100 milioni non sono previsti nell'emendamento, mentre invece vorremmo che vi fosse una destinazione esplicita di questi fondi che per quanto insufficienti, possono essere come minimo una sorta di campanello di allarme per ricordarsi di questi malati.
Come terzo punto, signor Presidente, non posso fare a meno di ricordare che questi sono quegli stessi malati che, quando si sono sentiti trascurati in altre situazioni e in altre circostanze dal sistema sanitario nazionale ma anche dal nostro sistema sociale, ci hanno rivolto richieste per noi inaccettabili. Ci hanno rivolto una richiesta che molte volte era ai limiti con quella che posso considerare una richiesta di eutanasia.
Non possiamo lasciare soli questi malati perché sono gli stessi malati che, con la maggiore lucidità, con la maggiore chiarezza, con la maggiore consapevolezza non solo dello stato di malattia ma anche delle conseguenze dello svolgersi e dello svilupparsi di questa malattia, chiedono di porre fine alla loro vita.
Ritengo che questo Governo, che in modo particolare ha sempre saputo fare della battaglia per la vita un suo must ma che non ha mai sostenuto nei fatti concreti con iniziative specifiche e con decisione adeguate questo stesso obiettivo, possa attraverso questa scelta mostrare per davvero che come la famiglia non è uno spot elettorale nemmeno la vita è uno spot elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
MARCO MARIO MILANESE, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO MARIO MILANESE, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, ho in precedenza iniziato ad illustrare l'emendamento 1.500 della Commissione, anche se per un errore rispetto all'emendamento 1.501 della Commissione. Tuttavia, in questo caso, chiedo se è possibile, prima di parlare della parte che riguarda la SLA, esporre la motivazione per la quale non è stata inserita nell'emendamento la quantificazione dello stanziamento almeno per questa parte.
PRESIDENTE. Se l'onorevole Miotto, che è prima firmataria del subemendamento in esame, consente possiamo procedere all'accantonamento per andare nel senso di quanto auspicato adesso dall'onorevole Milanese.
Tuttavia anche il subemendamento Borghesi 0.1.500.6, pur non essendo identico al precedente nella forma, affronta la medesima la materia; quindi, invito l'onorevole Milanese a precisare meglio fino a quale subemendamento, a suo avviso, è opportuno l'accantonamento.
MARCO MARIO MILANESE, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, se lei è d'accordo, illustrerei l'emendamento 1.500 della Commissione, accantonando tutti i subemendamenti così da fornire anche altre spiegazioni tecniche, dopodiché si potrebbero votare i subemendamenti.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, a me sembra evidente che il relatore abbia tutta la possibilità di illustrare e di rispondere ai colleghi come vuole, anche spiegando qual è la ratio dell'emendamento 1.500 della Commissione. Pag. 62Non c'è bisogno in questo caso di accantonare i subemendamenti, che tra l'altro non si possono accantonare perché devono essere votati prima dell'emendamento 1.500 della Commissione. Quindi, delle due l'una: o il relatore chiede di accantonare l'intera materia e la riprendiamo più avanti, subemendamenti ed emendamenti compresi, tutti insieme in blocco, oppure si lascia parlare il relatore, che ci spiega qual è la ratio del suo emendamento, e poi si riprende a votare dal subemendamento.
PRESIDENTE. È chiaro. Onorevole relatore, interviene subito?
MARCO MARIO MILANESE, Relatore per la maggioranza. Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Quindi, illustrerà l'emendamento 1.500 della Commissione e darà tutte le spiegazioni necessarie anche in riferimento alle altre proposte emendative. Ne ha facoltà.
MARCO MARIO MILANESE, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente e onorevoli colleghi, io salterei la prima parte di cui già ho parlato sugli incentivi del 55 per cento e ritornerei soltanto sulla parte dell'emendamento che riguarda appunto la sclerosi laterale amiotrofica. Noi abbiamo allocato queste risorse nell'allegato 1 per questi interventi, come ho detto anche precedentemente, a favore della sclerosi laterale amiotrofica. Si è detto ancora che noi si inserisce in questa proposta emendativa un sostegno che dovrà incrementare le misure necessarie ad assicurare l'adozione di modelli di gestione sanitaria appropriata dal punto di vista dagli obiettivi di prevenzione delle complicanze e soprattutto di mantenimento della dignità e della qualità della vita delle persone colpite dalla sclerosi laterale amiotrofica e del loro nucleo familiare. Per questa specifica ragione è stata valutata e considerata appropriata l'opportunità di inserire il finanziamento per tale iniziativa nell'ambito dell'allegato 1, che presenta una dotazione finanziaria complessiva di 350 milioni di euro per l'anno 2011, da dividere tra diverse iniziative di carattere sociale e le cui risorse saranno oggetto di riparto attraverso una procedura che prevede l'adozione di un decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri, che dovrà essere successivamente sottoposto alla verifica del Parlamento ed in particolare delle Commissioni parlamentari competenti per i profili di carattere finanziario, al parere delle quali il Governo dovrà per forza conformarsi.
Ciò nella sostanza consentirà che, anche a seguito di un approfondimento della complessiva portata delle esigenze, il Parlamento possa assumere le decisioni più opportune in ordine alla problematica che riguarda un numero sempre maggiore di cittadini, purtroppo. Sarà, dunque, sempre e soltanto il Parlamento ad assumere la decisione finale ed allora potremo vedere se le risorse vi saranno o meno.
PRESIDENTE. Prendo atto che il parere, quindi, rimane contrario sui subemendamenti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palagiano. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, in questo momento il relatore ci sta confermando che non vi è un euro sul provvedimento. Inserire un'altra voce nell'allegato 1, dove sono previste agevolazioni per i libri scolastici e per la stabilizzazione di alcuni lavoratori socialmente utili, significa che, dividendo la ricchezza, si ha la povertà. Vi è una precisa richiesta e l'onorevole Binetti è stata molto chiara: la richiesta di eutanasia è altissima nei pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica. Soltanto 20 su 100 di questi pazienti desiderano essere ventilati artificialmente, perché sanno che la malattia è progressiva, sanno che la malattia porta e conduce a morte nel 50 per cento dei casi, nel giro di 18 mesi se non si è ventilati.
Credo che il Parlamento e il Governo in questo momento stiano perdendo una grande occasione per aiutare delle persone che hanno una malattia devastante, in cui Pag. 63vi è una paralisi progressiva di tutti i muscoli, fino a quelli respiratori, ed il cervello lucido assiste a questa devastazione di tutto l'organismo.
Rivolgo un invito a tutti i colleghi che sono qui presenti, specialmente, a coloro che hanno un po' più a cuore le persone che hanno contratto questa malattia. Ricordo che si tratta di una malattia che interviene tra il cinquantesimo e il sessantesimo anno di età, che può colpire qualsiasi persona si trovi in condizioni di apparente benessere; è la malattia più crudele che esiste. Ricordo che Paesi a noi vicino, come la Francia, ma anche Israele, prevedono una badante formata per ciascuno di questi pazienti. La SLA non colpisce soltanto 5 mila pazienti: sono 5 mila famiglie ad essere coinvolte da questa malattia devastante.
Noi abbiamo proposto una via d'uscita, che non è soltanto una richiesta di soldi che non vi sono. Mi rendo conto che vi sono anche delle questioni di bilancio, tuttavia, ritengo che, davanti alla SLA, dovremmo reagire tutti come se vi fosse un'inondazione, un terremoto, una situazione di emergenza. Pertanto, abbiamo proposto - mi rivolgo al relatore, ma anche al Governo - di poter utilizzare quel 55 per cento di risparmio che sarà realizzato: esso è stato quantificato dal Governo in 124 milioni di euro, che sono stati dedicati agli autotrasporti.
Credo che si tratti di una questione umanitaria e di priorità: cerchiamo di far «slittare» tali fondi, dedicandoli espressamente a questi cittadini. Purtroppo, essi non hanno speranza di vita: almeno, restituiamo un po' di dignità a loro e alle loro famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.
MAURO LIBÈ. Signor Presidente, prendo atto della buona volontà espressa dal relatore, ma se non c'è chiarezza, resta sempre forte il dubbio. In questa sede, è stato assunto un impegno forte, dopo che questi amici, malati di una malattia grave, hanno dovuto manifestare. È già stato detto, ma ricordo che vi è stato un impegno forte da parte del Ministro. Ci aspettavamo che, nel provvedimento in oggetto, vi fosse chiarezza, almeno, sui fondi con riferimento ai quali il Ministro aveva preso un impegno.
Vorrei dire che non esiste solo il problema della SLA: vi è il problema di tutte quelle malattie che comportano una complessità assistenziale forte, che dimentichiamo perché, certe volte, sono anche malattie di nicchia. Non dobbiamo dimenticarci che non si tratta solo di una questione sanitaria, ma anche di una questione sociale grave.
Parliamo tanto di tutela della vita, di difesa, parliamo e discutiamo sull'eutanasia, ma dobbiamo ricordarci che la sostanza è sempre data dalle risorse: chi è più forte ha anche la possibilità di attrezzarsi per sostenere questi malati. Vi sono, però, tantissime famiglie deboli che hanno ancora più difficoltà. Magari, alcuni malati di questo tipo, che sono bloccati fisicamente, vivono al sesto o all'ottavo piano e hanno famiglie che devono lavorare, perché non hanno i soldi per mantenersi. Alla fine, queste persone sostengono tali sacrifici che sono portati non per volontà, ma costrizione, a cercare la morte.
La politica ha il dovere di dare le risorse necessarie affinché queste persone non siano costrette a rinunciare alla vita. Noi qui stiamo facendo, ancora una volta, un esame di buone intenzioni, ma, come dicevo, la fumosità del provvedimento non dà certezze. Noi vogliamo queste certezze e chiediamo che nel provvedimento in oggetto sia indicato chiaramente non che i fondi verranno ripartiti successivamente: non vorrei essere in malafede io, ma molte volte, questo serve anche a promettere un po' a tutti, per dividere, poi, alla fine, quei fondi in modo poco equo o arrivare ad una divisione che porta a non mantenere gli impegni.
In questa sede, abbiamo chiesto un impegno e il Governo, che ha dato un segnale positivo, deve seguirlo fino in fondo, prevedendo oggi, in modo chiaro, le Pag. 64risorse per questi malati, senza dimenticarsi di tutte le altre categorie che ho citato prima (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.
MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, stiamo parlando di una malattia inguaribile, stiamo parlando di persone che soffrono e, personalmente, sono stato toccato da un caso del genere in famiglia. Quindi, è una questione di cui dobbiamo parlare con molta sincerità e con molta tranquillità.
Innanzitutto, vorrei ingraziare chi ha fatto «pressione» indipendentemente: vorrei ringraziare un collega ed un amico, Mario Melazzini, che ha portato un contributo grande alla politica. In un momento in cui molti pensavano che la sofferenza non conoscesse un momento di speranza, vi è stata una persona, che - magari, con meno pubblicità di altri, che pensavano ad altre soluzioni - ha accettato la malattia e ha difeso la vita, pur essendo colpito da una malattia così grave.
Allora, vorrei essere chiaro. Il Governo è intervenuto - e devo ringraziare, a nome della Lega Nord Padania, il Ministro Tremonti, il relatore per la maggioranza e la Commissione - e ha voluto precisare, in questa parte finale di 375 milioni di euro, una destinazione e finalizzazione a favore di interventi per ricerca, campagne di informazione e assistenza domiciliare. Questo è il procedimento che abbiamo seguito anche per altre patologie: ricordo che, quando abbiamo parlato di cure palliative, abbiamo dovuto destinare un fondo anche alla Conferenza Stato-regioni, perché - non sfuggirà ai colleghi, soprattutto della XII Commissione - è necessario un accordo, una finalizzazione e una definizione dei diritti.
Il collega dell'Italia dei Valori è intervenuto parlando di una parte tecnica dell'assistenza ventilatoria. Ebbene, è ovvio che sull'assistenza ogni regione si può muovere in vario modo. Può attrezzare delle case della salute, può insistere di più sul trattamento domiciliare, ma questo rientra nella facoltà delle regioni. Per questo credo che occorra un passaggio anche in Conferenza Stato-regioni.
Oggi ci viene detto che deve essere messa una cifra, un numero. Ma perché noi dobbiamo oggi legare, in qualche modo, le mani delle regioni e del fondo alla cifra di 100 milioni di euro? Chi ha stabilito che c'è bisogno di 100 milioni? Perché non 150 milioni? Perché non 200 milioni? Perché non 75 milioni? Perché non 50 milioni? Non si può fare un ragionamento sull'onda dell'emotività e stabilire 100 milioni di euro, un numero.
Allora, credo che sia più corretto stabilire un principio, avere un impegno politico, il riconoscimento da parte della maggioranza di un impegno preso, e lasciare che siano poi le regioni, insieme al Governo, a definire se saranno 50 milioni di euro, se saranno 100 milioni, se saranno 150 milioni. Parlo a nome del mio gruppo, ma credo anche a nome della maggioranza: noi su questo aspetto abbiamo preso un impegno, perché vogliamo continuare a guardare le facce di questi malati dritti negli occhi, in quelli loro e delle loro famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Galletti. Ne ha facoltà per un minuto.
GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, mi rivolgo all'onorevole Milanese. Su certi argomenti non si può barare. Noi in questa legge di stabilità stiamo barando su molte cose. Bariamo sul trasporto pubblico locale, vendendolo due volte; bariamo sugli ammortizzatori sociali alle regioni e glieli vendiamo due volte. Io vi chiedo, però, di non barare su questo argomento, che riguarda una malattia grave, riguarda la salute dei cittadini. Quando diciamo che i soldi per la SLA saranno attinti dal «fondone» dei 350 milioni di euro, stiamo creando delle illusioni che saranno poi disattese e già lo Pag. 65sappiamo (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
Allora, preferisco davvero che si faccia un discorso serio e si dica che non ci sono i soldi per varie ragioni. Diteci: lo faremo, mettetelo in un ordine nel giorno, vi ridiremo, come abbiamo detto sulla famiglia, che non va bene. Però, chiedo vi sia più serietà.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
GIAN LUCA GALLETTI. Vi chiediamo solo serietà (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Maurizio Turco. Ne ha facoltà per un minuto.
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, vorrei qui ricordare che appena pochi giorni fa, con la «legge mancia», questo Parlamento è riuscito a dare un milione di euro a gestione privata ad una associazione proprio sulla SLA.
Nel momento in cui, casualmente, si parla di tutti i malati, i soldi non ci sono. Se ci fossero le associazioni, le organizzazioni o comunque qualcosa che vada al di là del singolo, per assicurare al singolo un diritto, quello di curarsi; ci troviamo di fronte a queste difficoltà.
Aveva ragione Luca Coscioni: la battaglia per andare dal corpo dei malati al cuore della politica sarà difficilissima.
Vi eravate impegnati a portare in questo Parlamento, entro il 30 settembre, il provvedimento sui livelli essenziali di assistenza.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
MAURIZIO TURCO. Non siete riusciti a fare quello, pensate un po' se ci illudiamo che sareste capaci di fare una minuzia come questa (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Occhiuto, al quale ricordo che ha un minuto di tempo a disposizione. Ne ha facoltà.
ROBERTO OCCHIUTO. Signor Presidente, io voterò a favore di questo subemendamento per un atto di riguardo nei confronti degli ammalati di sclerosi laterale amiotrofica (SLA), ma chiedo al Governo di avere lo stesso riguardo, evitando, su un argomento di questo tipo, una norma che poi è soltanto una norma spot. Vorrei ricordare che le risorse si prendono dallo stesso Fondo già impegnato per i lavori socialmente utili (LSU) di Napoli, così come per i buoni per i libri della scuola.
Dunque, su questa finalità non si possono fare spot, in un momento nel quale il disegno di legge di stabilità taglia le risorse per il Fondo nazionale per le non autosufficienze, riduce le risorse per le politiche sociali e riduce drasticamente le risorse per il 5 per mille, destinate proprio a quelle associazioni di promozione sociale che, spesso, si sostituiscono in maniera sussidiaria ad uno Stato che non guarda con la giusta attenzione ai problemi sociali del Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.
TERESIO DELFINO. Signor Presidente, certamente la proposta emendativa della Commissione costituisce, obiettivamente, un riconoscimento di attenzione formale alla questione di questa gravissima patologia. Noi, però, siamo convinti - e lo diciamo con cuore aperto al collega Polledri - che, davanti alle difficoltà maggiori, più alta dev'essere l'attenzione e la concreta possibilità di risposta che il Parlamento e il Governo debbono dare.
Pertanto, è vero: si rinvia alle regioni che valuteranno. Non sappiamo se ci vuole uno, dieci, venti o cento. Tuttavia, è chiaro che mettere questa attenzione in un Fondo già destinato a tante altre finalità rischia veramente di essere un riconoscimento più formale, che sostanziale. Pag. 66
Ad ogni modo, annunzio, ovviamente, il voto favorevole al subemendamento Miotto 0.1.500.1.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole presidente Palumbo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE PALUMBO. Signor Presidente, ho visto questi malati davanti al Parlamento. Per chiarezza, anche io apprezzo la finalità dell'intervento del Governo in relazione al problema della destinazione di questi 100 milioni di euro ai portatori di sclerosi laterale amiotrofica (SLA).
Il problema, tuttavia, mi sembra evidente: infatti, ogni volta, ci scontriamo con i problemi regionali. Occorre finalizzare tali risorse ai malati di SLA: se noi stanziamo questi 100 milioni di euro ed essi non vengono finalizzati ai malati di SLA (ci sono tante altre malattie giuste che evidentemente dovrebbero essere considerate), allora evidentemente le promesse che abbiamo fatto a questi malati non sarebbero mantenute.
Dunque, o presentiamo un ordine del giorno, oppure si chiarisca che i 100 milioni di euro (presi dai 375 milioni destinati ad altre finalità) sono finalizzati solamente ai malati di SLA. Occorre fare chiarezza su questo punto. Questo è il problema principale (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà e dei deputati del gruppo Unione di Centro).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Farina Coscioni. Ne ha facoltà.
MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. Signor Presidente, si sta per scrivere un'ulteriore pagina vergognosa della storia politica del nostro Paese, se questo subemendamento sarà bocciato dall'Aula.
Una pagina vergognosa si è scritta, invece, lunedì mattina, quando i malati di sclerosi laterale amiotrofica e i loro familiari sono stati ricevuti non dal Ministro Tremonti, non dal Viceministro Vegas, non da un sottosegretario, ma da un capo ufficio legislativo del Ministero dell'economia e delle finanze. Cosa vuol dire? È evidente che i malati e i disabili gravi sono, per questo Governo, persone semplici, che non hanno diritto di cittadinanza, ma sono senza voce, «silenziate» e non meritevoli di essere ricevute da un Ministro.
L'impegno assunto dal Governo in loro favore non è garanzia di nulla, perché attualmente, in questo preciso momento, è impossibile sapere cosa avverrà, cosa accadrà e cosa ci sarà scritto nel futuro decreto. Ancora una volta gli impegni del Governo a favore dei malati e dei disabili sono una farsa, che si traduce in una meschina, intollerabile e cinica speculazione sulla pelle di centinaia di migliaia di persone, malate di sclerosi laterale amiotrofica e di altre gravi malattie, e di tutte le loro famiglie (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, vorrei rivolgermi ai colleghi con molto rispetto, a lei, onorevole Milanese, come relatore per la maggioranza, ai colleghi della maggioranza e dell'opposizione, per sottolineare come l'onorevole Palumbo sia stato molto chiaro.
Il problema si pone in questi termini: in questa tabella quello che nella scorsa legge finanziaria corrispondeva a 2 miliardi e 200 milioni di euro è stato ridotto a 800 milioni di euro. Noi abbiamo dato ai malati di SLA assicurazioni, ma sappiamo che questa tabella dovrà tagliare su tutto quello che per altri comparti, la scuola, altri ambiti di malattia, già era stato distribuito lo scorso anno. Allora, senza finalizzazione, possiamo anche votare questa proposta emendativa, ma stiamo prendendo in giro i malati di SLA. Chiedo quindi l'accantonamento, perché penso che con un po' di buona volontà si possa dare ai malati di SLA un minimo di Pag. 67risposta, che deve essere però accertata e chiara. Non deve essere una presa in giro, perché di questo fondo alla fine i malati non vedranno una lira (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
PRESIDENTE. Onorevole Milanese, ha sentito la richiesta dell'onorevole Casini? Lei acconsente all'accantonamento?
MARCO MARIO MILANESE, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, fermo restando che ritengo - parlo per me personalmente e per il mio partito, ma penso che anche il Governo la pensi allo stesso modo - che il problema sia gravissimo e sentito da tutti, dal Governo, dalla maggioranza e da tutto il Parlamento, possiamo accantonarlo, posto che cercheremo di risolvere il problema che con il Governo stiamo già valutando (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, la questione è la seguente: siamo giunti al subemendamento 0.1.500.1, ovviamente se accantoniamo un subemendamento dobbiamo accantonare anche l'emendamento della Commissione.
PRESIDENTE. Certamente, questo è inequivocabile.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Nel merito, signor Presidente, le chiedo di valutare se la richiesta di accantonamento da parte dei colleghi, anche da parte del collega Casini, riguarda l'insieme della proposta emendativa del Governo. Bisogna sapere che in tale proposta è contenuto il «55 per cento» in edilizia, l'aumento delle poste per l'autotrasporto e la questione della SLA. Allora, a questo punto, piuttosto che accantonare tutto, propongo di sospendere la seduta per dieci minuti; troviamo l'accordo che riguarda la specifica questione della SLA e riprendiamo dai subemendamenti per arrivare all'emendamento nel suo complesso.
PRESIDENTE. Mi sembra che la proposta dell'onorevole Quartiani sia molto ragionevole, onorevole Milanese, quindi riterrei opportuna una sospensione di dieci minuti per consentirvi di trovare l'accordo che tutti auspicano sulla vicenda dei malati di SLA.
MARCO MARIO MILANESE, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, non sospenderei la seduta perché preferirei continuare. Accantoniamo il subemendamento, nel frattempo stiamo valutando la questione da un punto di vista tecnico, perché vorrei ricordare, rispetto all'andamento dei lavori, che questa problematica è conosciuta al Ministero dell'economia e delle finanze, in quanto vi era un decreto alla firma della Ragioneria sul quale c'erano problematiche tecniche e che tale questione è stata posta ieri pomeriggio, come ha ricordato giustamente la collega Farina Coscioni, in un momento altamente drammatico. Non c'era quindi soltanto il problema relativo al capoufficio legislativo. Ieri al Ministero dell'economia e delle finanze - anch'io ero presente - abbiamo avuto la netta sensazione del grave problema esistente. Ci siamo sentiti tutti toccati.
Arrivati a questo punto dico che avevamo pensato di introdurre in questa proposta emendativa il fondo di cui all'allegato 1, affinché si potesse giungere - anche come impegno del Governo e del Parlamento - alla firma del primo DPCM. Tuttavia, stiamo studiando le problematiche tecniche, quindi, fermarsi adesso sarebbe forse inutile, se sarà necessario farlo più tardi chiederemo la sospensione.
PRESIDENTE. Onorevole Milanese, non sta a me commentare, ma l'obiezione dell'onorevole Quartiani, che alla Presidenza pare ragionevole, era di tutt'altra natura rispetto alla questione del fondo SLA. Pag. 68
A questo punto, infatti, dobbiamo decidere che cosa si accantona, perché non è sufficiente accantonare il subemendamento Miotto 0.1.500.1 e i subemendamenti relativi alla questione della SLA, ma bisogna accantonare tutti quei subemendamenti che rientrano nella tabella che ha richiamato l'onorevole Quartiani.
Quindi, auspico di nuovo l'opportuna sospensione della seduta per dieci minuti.
RENATO CAMBURSANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, conveniamo sulla sospensione.
AMEDEO CICCANTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, stante la complessità della materia, occorrerebbero almeno 20 minuti di sospensione.
PRESIDENTE. Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 17.
La seduta, sospesa alle 16,45, è ripresa alle 17,35.
PRESIDENTE. Avverto che la Commissione ha presentato un subemendamento all'emendamento 1.500, che è in distribuzione (Vedi l'allegato A - A.C. 3778-A).
Ha chiesto di parlare il relatore per la maggioranza, onorevole Milanese. Ne ha facoltà.
MARCO MARIO MILANESE, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, preannuncio la presentazione di un subemendamento all'emendamento 1.500 della Commissione, con il quale andiamo a finalizzare interventi per la SLA, quindi interventi in tema di sclerosi laterale amiotrofica: ricerca, campagna di informazione e promozione dell'assistenza domiciliare dei malati - articolo 1, comma 1264, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 - prevedendo una dotazione di 100 milioni di euro.
Quindi, sostituire il punto 3.4 con quanto ho appena detto; conseguentemente, al comma 40, terzo periodo, sostituire le parole «350 milioni» con «250 milioni»; all'elenco 1, all'ultima voce, sostituire la parola «350» con «250».
Dico subito che riguardo al Fondo di cui stiamo parlando chiedo l'impegno del Governo affinché venga successivamente reintegrato.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUIGI CASERO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo è d'accordo sulla proposta emendativa presentata dal relatore.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, solo per capire perché non abbiamo neanche in mano...
PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, è distribuzione.
ROBERTO GIACHETTI. No, non era un una polemica. Tuttavia, in base alle dichiarazioni del relatore e alle non dichiarazioni del Governo, il relatore ha finito il suo intervento dicendo che chiedeva un impegno al Governo a garantire che in futuro (bah, già il futuro di questo Governo è abbastanza problematico!) dovrebbe inserire, se non ho capito male, altri 100 milioni di euro che andrebbero a coprire questa voce che, diversamente, in questo momento, andrebbe a detrarre dei quattrini da quello che già è previsto, se non ho capito male.
A parte il fatto, signor Presidente, che noi legiferiamo non sulla base delle promesse ma sulla base degli atti, e sappiamo bene quanto gli impegni del Governo non Pag. 69siano stati portati in porto fino all'ultimo, figuriamoci se adesso possiamo fidarci di questo! Deve essere chiaro che, al momento, nella proposta della Commissione - per questo noi chiediamo ovviamente che sia votata comunque la nostra proposta emendativa - non si stanno inserendo 100 milioni di euro per la SLA, ma si stanno togliendo (non si sa da dove) 100 milioni di euro da quanto previsto in una proposta emendativa. Si trattava comunque di 100 milioni di euro previsti per situazioni disagiate, per persone che hanno sofferenze e problematicità, e si sta dicendo che 100 di quei 350 milioni di euro vengono dirottati sulla SLA.
Ovviamente noi riteniamo che si tratti di un passo avanti, ma deve essere chiaro che il Governo sta facendo un'operazione che è differente dalla nostra. Ci siamo occupati in quest'Aula - concludo, signor Presidente - di cose abbastanza importanti come la coda dei cani, il colore dei chicchi di riso, tantissime cose sulle quali sembrava che il Governo andasse in crisi se non si fossero risolte. Non riusciamo a trovare, dopo neanche un'ora, un accordo per fare in modo che non si sottraggano risorse ai poveracci per dare 100 milioni di euro ai malati di SLA, ma stiamo aprendo evidentemente una guerra tra poveri.
Per questo motivo sono voluto intervenire sull'ordine dei lavori, signor Presidente, per chiarire che il gruppo del Partito Democratico mantiene ovviamente la sua proposta emendativa perché distinta da quella del Governo.
PRESIDENTE. Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto alberghiero di Soverato, in provincia di Catanzaro, e della scuola alberghiera Kaiserhof di Merano, in provincia di Bolzano, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
ANTONIO PALAGIANO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, trovo inaccettabile che il Governo non abbia voluto mettere 100 milioni di euro di tasca propria ma, nell'attivare una vera e propria guerra tra poveri, voglia togliere 100 milioni di euro concernenti i contributi sull'acquisto dei libri scolastici, la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili, insomma incidendo su quelle categorie che già hanno subito i tagli delle precedenti finanziarie e che avrebbero bisogno di più ossigeno.
Quindi, non c'è stata una nuova idea da parte del Governo di far fronte alla situazione.
Signor Presidente, avevo anche suggerito di intervenire con la detrazione del 55 per cento in materia di risparmio energetico che avrebbe consentito un risparmio di 124 milioni. Inoltre, avevamo proposto di dirottare i fondi che il Governo ha indirizzato a sostegno del settore dell'autotrasporto nei confronti di queste persone che hanno poche prospettive di vita e una malattia devastante.
Prendiamo atto con nostro rammarico della scarsa sensibilità del Governo e, quindi, chiediamo che venga votato anche il nostro subemendamento (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
GIAN LUCA GALLETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Galletti, lei ha già parlato, su che cosa chiede di intervenire?
GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, sul nuovo subemendamento...
PRESIDENTE. Non stiamo votando quello. Stiamo per votare il subemendamento Miotto 0.1.500.1. Forse vuole parlare sull'ordine dei lavori?
GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, parlerò sull'ordine dei lavori quando sarà posto in votazione il nuovo testo della Commissione.
Pag. 70PRESIDENTE. Subito dopo che avremo votato il subemendamento Miotto 0.1.500.1.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, intervengo semplicemente solo per chiarire, così da poter svolgere tutti gli ulteriori passaggi. È chiaro che il subemendamento 0.1.500.500 della Commissione è passato al vaglio di ammissibilità della Presidenza. Quindi, diamo per scontato che formalmente sia stato considerato ammissibile e che sia stato assunto il parere favorevole della V Commissione, in modo tale che le questioni che riguardano impegni del Governo e buone intenzioni siano al di fuori della forma esatta della proposta emendativa.
PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, il vaglio della Presidenza da lei auspicato c'è stato. Le ricordo che l'emendamento è formulato dalla V Commissione. Quindi, nel momento in cui è formulato dalla V Commissione si dà per scontato il parere favorevole della Commissione medesima (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Miotto 0.1.500.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 537
Votanti 510
Astenuti 27
Maggioranza 256
Hanno votato sì 225
Hanno votato no 285).
Prendo atto che il deputato Cuomo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione del subemendamento della Commissione 0.1.500.500. Vorrei avere certezza che sia stato effettivamente posto in distribuzione e, quindi, a conoscenza dei colleghi.
RENATO CAMBURSANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, stiamo trattando del medesimo argomento, ovvero dei subemendamenti Miotto 0.1.500.1 e Borghesi 0.1.500.6. Il nostro prevede una diversa copertura sia rispetto a quello della collega Miotto, sia di quello del quale ci è stata data lettura - e poi adesso vedremo il testo scritto - da parte del relatore. Sia il relatore che il gruppo dell'Italia dei Valori prevedono di recuperare 100 milioni all'interno dei 350 previsti.
Peccato che loro prevedano di recuperarli dai lavori socialmente utili, mentre il nostro dall'autotrasporto. Ecco perché le chiedo gentilmente di mettere prima in votazione il nostro, perché è in elenco.
MASSIMO VANNUCCI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMO VANNUCCI. Signor Presidente, mi sembra che la richiesta dell'onorevole Cambursano sia da sostenere, ma, più in generale, credo che il subemendamento del relatore non risolva il problema e che, anche dal punto di vista procedurale, sia una enormità.
Il relatore ha proposto una norma che fissa una data per il Governo per adottare il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri solo per un argomento, che è quello della SLA. Vorrei fare registrare che nel disegno di legge di stabilità abbiamo appostato 350 milioni di euro per tre voci: impegni internazionali per banche Pag. 71e fondi internazionali, che l'altro anno ebbero uno stanziamento di 130 milioni; lavori socialmente utili, che l'altro anno ebbero stanziamenti per 370 milioni; interventi per assicurare la gratuità parziale dei libri di testo. La somma di queste cifre corrisponde a 603 milioni di euro; oggi le dobbiamo contenere in 350 milioni.
Dopo di che prevediamo di presentare prima un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri per la SLA e prevedo già che questa somma si ridurrà ulteriormente. Non ci stiamo dentro, non risolviamo alcun problema; magari ne risolviamo uno, scaricando i problemi su altri temi, forse ancora più gravi. Infatti, se non avessimo le risorse per gli impegni internazionali, come per la gratuità dei libri di testo o per i lavoratori socialmente utili, sarebbe grave. Signor Presidente, quanto meno il subemendamento faccia riferimento non ad un argomento specifico, ma ai quattro temi previsti dall'elenco; sarebbe più comprensibile.
Credo che si possa decidere per tutto nei termini previsti, facendo un'equilibrata distribuzione delle risorse e, se necessario, integrando in quella fase le risorse necessarie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fioroni. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FIORONI. Signor Presidente, pregherei solo la Commissione e il Governo di valutare per un attimo che il tema dei lavoratori socialmente utili prevalentemente riguarda le scuole di questo nostro Paese. In alcune regioni, al bisogno delle scuole, si somma anche la circostanza per cui quei lavori socialmente utili sono l'unico reddito per le famiglie.
Non si può creare un dramma per il quale si apre uno spiraglio insufficiente e inadeguato per i malati di SLA e, dall'altro, si mandano sul lastrico le famiglie di coloro che stanno lavorando dentro la crisi, senza poter dare loro risposte, con una coperta corta; li abbiamo visti ogni anno venire a protestare perché, purtroppo, al Ministero della pubblica istruzione, o dell'istruzione, come lo chiamate adesso, i soldi non ci sono.
Inviterei l'Assemblea ad evitare di dividerci tra coloro che vogliono licenziare i lavoratori socialmente utili della Campania, di parte della Calabria e di parte della Sicilia e coloro che vogliono dare una risposta ai malati di SLA con una cifra inadeguata. Credo che questo sia uno scempio e vi prego di evitare di fare un braccio di ferro tra sofferenze, che è indegno di quest'Aula.
GIAN LUCA GALLETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, noi avevamo posto un problema e avevamo richiesto una sospensione della seduta; non si tratta di un problema dell'UdC, ma di un problema di civiltà. Abbiamo chiesto che si trovasse un finanziamento per i malati di SLA. Penso che questo debba essere un obiettivo non di un partito, ma di tutto il Parlamento.
Alla fine di quella sospensione abbiamo un subemendamento che trova una soluzione a quel problema. Credo che di questo il Parlamento debba essere soddisfatto. Noi lo siamo per primi, perché abbiamo posto un problema e abbiamo trovato una soluzione, ma credo che questa debba essa una soddisfazione per tutto il Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
Poi, sinceramente - lo dico ai colleghi del Partito Democratico - ci siamo astenuti sulla proposta emendativa da loro proposta perché sapevamo di avere trovato un accordo con il Governo, ma, così come diciamo spesso alla maggioranza che fare politica significa scegliere, diciamo la stessa cosa a loro: fare politica vuole dire scegliere.
Noi, in questo caso, abbiamo scelto, all'interno di quel capitolo, di privilegiare i malati di SLA. Sì, ci assumiamo le nostre responsabilità fino in fondo e ne siamo orgogliosi e fieri (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Nannicini. Ne ha facoltà.
ROLANDO NANNICINI. Signor Presidente, vorrei chiarire una cosa. La proposta emendativa Miotto inseriva nella tabella C, in termini proporzionali, il finanziamento di 100 milioni di euro, quindi ampliava, dal punto di vista delle possibilità di finanziamento, il sostegno e la vicinanza nei confronti di un problema serio, verso una malattia così grave.
Oggi, restringendo i 350 milioni di euro sottraendone 100, non si risolve il problema dei lavori socialmente utili (che hanno necessità di 370 milioni di euro e con 250 milioni di euro non si risolve il problema), della gratuità dei libri di testo (103 milioni di euro), come diceva il collega Vannucci, e l'impegno internazionale delle banche.
Abbiamo, quindi, bocciato una proposta emendativa che dava una soluzione e sceglieva, perché andava in un ambito più vasto.
Altro problema: il Governo con entrate una tantum...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ROLANDO NANNICINI.... pensa di finanziare tutti gli anni poste di spesa che sono rigide, come la gratuità dei libri di testo, l'impegno internazionale e gli LSU. Non si può continuare con i fondi speciali!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, in questa Aula qualche collega parlava di una questione di civiltà, ma il relatore, dopo una sospensione ed un'ora di dibattito, ha trovato i cento milioni finalizzati alla SLA e abbiamo dato una risposta finalmente certa, sicura e univoca a questi malati.
Quindi, la risposta di civiltà l'abbiamo data, ma il relatore ha chiesto al Governo un'altra cosa - che noi condividiamo - ossia di tornare, in un prossimo futuro, ma già forse al Senato, a rimpinguare i 350 milioni di euro per dare tutte le altre risposte.
Condividiamo l'intervento del collega Galletti perché oggi, a seguito dell'interruzione che aveva chiesto il presidente Casini, usciamo da quest'Aula dicendo che abbiamo dato una risposta di civiltà ai malati di SLA, a tutti coloro che soffrono, caro Palagiano, a tutti coloro che chiedono a questo Parlamento di intervenire nelle loro sofferenze.
Dovremmo, quindi, essere tutti soddisfatti, eppure vi è una strumentalizzazione che noi non riusciamo a capire. Voteremo convintamente il subemendamento in esame perché è una risposta di civiltà della quale noi andiamo fieri ed orgogliosi (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Baretta. Ne ha facoltà.
PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, ci asterremo sull'emendamento del Governo. Non possiamo negare che vi è stato un tentativo, dopo tutta questa discussione, di trovare una soluzione, ma non c'è dubbio che questa non risolve né il problema dei malati di SLA, né il problema della distribuzione della tabella, come invece era possibile.
Siccome, come è stato detto prima da un collega, la politica significa scegliere, se si fosse scelto di approvare la nostra proposta emendativa avremmo avuto una copertura che consentiva di avere sia i 350 milioni per la tabella, sia 100 milioni aggiuntivi per la SLA. In questo senso, mi sembra quindi che sia doveroso rimarcare questo punto di insufficienza dello stato della discussione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.
RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, anche noi ci asterremo sul subemendamento Pag. 730.1.500.500 della Commissione per le stesse ragioni che ci hanno indotto, invece, a proporre quello successivo, come ricordavo prima, il subemendamento Borghesi 0.1.500.6 (versione corretta), con il quale indicavamo un altro percorso all'interno della stessa tabella.
Noi abbiamo votato il subemendamento Miotto 0.1.500.1. Evidentemente non vi sono le condizioni per aprire una guerra tra poveri, come è stato detto, tra i lavoratori socialmente utili e coloro che soffrono di gravi malattie, come quella di cui stiamo parlando. Il nostro gruppo dell'Italia dei Valori si asterrà quindi sul subemendamento in esame.
MARCO MARIO MILANESE, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO MARIO MILANESE, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, prendo la parola solo per una doverosa correzione, perché probabilmente si è verificato un refuso. Nella parte consequenziale del subemendamento 0.1.500.500 della Commissione le parole: «: ricerca, campagna di informazioni e promozione dell'assistenza domiciliari dei malati» devono intendersi sostituite dalle seguenti: «per ricerca e assistenza domiciliare dei malati».
PRESIDENTE. Non si tratta di una correzione meramente formale, ma credo non vi sia nulla da eccepire, sebbene la sostanza è oggettivamente diversa dopo l'intervento del relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.1.500.500 della Commissione, nel testo modificato, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Duilio e Narducci...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 536
Votanti 329
Astenuti 207
Maggioranza 165
Hanno votato sì 325
Hanno votato no 4).
Prendo atto che il deputato Tempestini ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Avverto che, a seguito dell'approvazione del subemendamento 0.1.500.500 della Commissione, risultano preclusi i subemendamenti Borghesi 0.1.500.6 (versione corretta) e Miotto 0.1.500.2, in quanto il punto 3.4 dell'elenco 1 risulta già sostituito dal subemendamento della Commissione.
Passiamo alla votazione del subemendamento Borghesi 0.1.500.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.
RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, siamo ancora in argomento: non più sulla SLA, ma come diversamente distribuire i 350 milioni. Noi, con il subemendamento in esame, proponiamo di destinare 124 milioni, così come individuati per l'autotrasporto, invece al trasporto pubblico locale.
Non più tardi di ieri credo tutti i gruppi parlamentari hanno avuto modo di sentire dalla viva voce dei presidenti delle regioni di destra, di sinistra, di centro, come sono messe le regioni rispetto al problema dei tagli provocati dal decreto-legge n. 78 del 2010 (manovra estiva), e poi dalle tabelle del disegno di legge di stabilità, che confermano quei tagli. Essi ammontano a 4 miliardi e 300 milioni per il 2011, 4 miliardi e mezzo dal 2012 e seguenti; a fronte invece di tagli operati sulle spese direttamente sostenute dall'amministrazione centrale dello Stato, pari soltanto a 200 milioni.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI (ore 18)
RENATO CAMBURSANO. Vi sono quindi metri di misura diversi rispetto ai tagli che in questo caso non sono lineari, ma che vanno invece decisamente a colpire le risorse delle regioni. E ne vedremo delle belle, signor Presidente e signori del Governo; in particolare, che cosa capiterà a far data dal 1o gennaio ai cittadini, lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi, studenti, che non avranno più il servizio del trasporto pubblico locale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.
ERMETE REALACCI. Signor Presidente, intervengo solo per sottoscrivere il subemendamento in esame, perché lo ritengo giusto: la questione del taglio al trasporto pubblico locale si sentirà molto sulle tasche dei cittadini, sull'equilibrio del bilancio delle regioni, e anche sulle questioni di congestione e di ambiente. Si tratta di un problema delicatissimo, che non è stato affrontato adeguatamente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Borghesi 0.1.500.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole De Girolamo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 531
Votanti 316
Astenuti 215
Maggioranza 159
Hanno votato sì 37
Hanno votato no 279).
Prendo atto che i deputati Boccuzzi, Calvisi, Oliverio e Lo Moro hanno segnalato che avrebbero voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Mariani 0.1.500.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Sardelli, Miglioli, Boccuzzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 530
Votanti 526
Astenuti 4
Maggioranza 264
Hanno votato sì 237
Hanno votato no 289).
Prendo atto che la deputata Golfo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e che la deputata Velo ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Baretta 0.1.500.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Patarino, Sbai, Golfo, Cenni, Duilio, Galletti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 538
Votanti 536
Astenuti 2
Maggioranza 269
Hanno votato sì 247
Hanno votato no 289).
Prendo atto che i deputati Alessandri e Bragantini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Fassino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole. Pag. 75
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.500 della Commissione.
PAOLA DE MICHELI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLA DE MICHELI. Signor Presidente, intervengo per chiedere la votazione per parti separate dell'emendamento 1.500 della Commissione, escludendo la parte relativa al punto 3.4 dell'elenco 1.
PRESIDENTE. Va bene, onorevole, considero la sua richiesta. Intanto, ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zeller. Ne ha facoltà.
KARL ZELLER. Signor Presidente, riteniamo che sia una decisione saggia da parte della Commissione e del relatore prolungare le agevolazioni per il risparmio energetico. Si tratta di una richiesta avanzata da tutte le forze politiche del Parlamento, tra cui anche la Südtiroler Volkspartei Minoranze linguistiche.
Crediamo che tale misura abbia avuto effetti molto positivi per la politica ambientale. Ricordo che è stata introdotta dal Governo Prodi nel 2007. Essa ha avuto un indotto positivo anche sull'economia, soprattutto per i piccoli artigiani, e ha contribuito a fare emergere il lavoro nero. Annuncio pertanto il voto favorevole della Südtiroler Volkspartei Minoranze linguistiche su questo emendamento.
PRESIDENTE. Rispondo all'onorevole De Micheli: la votazione per parti separate, da lei richiesta, non è possibile, semplicemente perché il testo relativo al punto 3.4 dell'emendamento 1.500 della Commissione è stato subemendato a seguito dall'approvazione dal subemendamento 0.1.500.500 della Commissione.
Non risulta pertanto possibile la votazione per parti separati, in quanto tale punto - il 3.4 - è stato sostanzialmente già votato. Dobbiamo quindi votare l'emendamento 1.500 della Commissione nel suo complesso.
RENATO CAMBURSANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, non è la stessa cosa, perché il subemendamento che è stato votato precedentemente, proposto alla Commissione e sul quale l'Italia dei Valori e il Partito Democratico si sono astenuti, ha una formulazione diversa rispetto a quella del punto 3.4 dell'emendamento 1.500 della Commissione.
Pertanto, dobbiamo considerare quel subemendamento già votato, da chi lo ha votato o si è astenuto, e votare il resto, ovvero la partita relativa agli ecoincentivi.
Se così è - e credo che così sia e, soprattutto, che così debba essere - allora noi diciamo subito che siamo favorevoli a questa proposta emendativa, che reintroduce, anche se tardivamente, sia rispetto alla legge di stabilità...
PRESIDENTE. Onorevole Cambursano, abbiamo capito, è chiaro. Però ribadisco - poi interverrà l'onorevole Baretta - che è stata richiesta la votazione per parti separate dell'emendamento 1.500 della Commissione, nel senso di votare distintamente la parte relativa al punto 3.4, che inizia con le seguenti parole: «Interventi di carattere sociale aggiungere» e via dicendo. Esso è stato modificato dal subemendamento 0.1.500.500 della Commissione, già approvato.
A questo punto, dobbiamo votare l'emendamento della Commissione nel suo complesso così come subemendato, quindi - lo ripeto - va votato nel suo complesso. Non è che possiamo non votarlo.
PIER PAOLO BARETTA, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER PAOLO BARETTA, Relatore di minoranza. Signor Presidente, ovviamente affido a lei la procedura, ma le dico questo: il Partito Democratico vota volentieri Pag. 76a favore del 55 per cento e si astiene sull'altra parte dell'emendamento. Come può fare? Perché questo è il problema. Penso che la soluzione più semplice sia separare le votazioni, altrimenti siamo costretti a prendere una decisione non coerente con l'atteggiamento che abbiamo avuto finora.
D'altra parte, abbiamo fatto una votazione su un subemendamento che sostituisce una parte dell'emendamento in esame, ma è sempre un emendamento del Governo composito, cioè composto da più parti. Non c'è solo quello che ho citato.
A noi interessa poter votare a favore del 55 per cento (credo che ciò interessi anche alla maggioranza e all'Aula), mentre vogliamo astenerci sulla parte relativa alla SLA. Le modalità le veda lei, che è il Presidente, ma questa è la posizione che noi abbiamo, e credo che convenga che ad esempio sul 55 per cento...
PRESIDENTE. Va bene, la Presidenza ha compreso lo scopo. Procediamo in questo modo: votiamo prima l'emendamento 1.500 della Commissione ad eccezione del punto 3.4, come modificato con l'approvazione del subemendamento 0.1.500.500 della Commissione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.500 della Commissione, ad eccezione del punto 3.4, nel testo subemendato, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 522
Maggioranza 262
Hanno votato sì 515
Hanno votato no 7).
Prendo atto che l'onorevole Commercio non è riuscito a votare, per un problema tecnico. Prendo atto che non sono riusciti a votare neanche gli onorevoli Reguzzoni, De Torre, Pionati e Sardelli.
Passiamo alla votazione del punto 3.4 dell'emendamento 1.500 della Commissione come modificato dal subemendamento 0.1.500.500 della Commissione.
Ricordo che i relatori di minoranza sulla parte dell'emendamento in esame hanno invitato ad astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.500 della Commissione, limitatamente al punto 3.4, nel testo subemendato, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 534
Votanti 331
Astenuti 203
Maggioranza 166
Hanno votato sì 328
Hanno votato no 3).
Prendo atto che il deputato Sardelli ha segnalato che non è riuscito a votare, che i deputati Calvisi, Lulli e Pompili hanno segnalato che avrebbero voluto astenersi e che il deputato Gianni Farina ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ghizzoni 1.89.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ghizzoni. Ne ha facoltà.
MANUELA GHIZZONI. Signor Presidente, approfitto dell'illustrazione del nostro emendamento soprattutto per fare chiarezza sulla reale disponibilità del Fondo di finanziamento ordinario per l'università.
Nei giorni scorsi la propaganda del Governo ha comunicato al Paese - non Pag. 77nego - con una certa efficacia che, grazie al maxiemendamento della settimana scorsa, sono stati dati un miliardo in più all'università e risorse al disegno di legge Gelmini.
Questa è una menzogna, non corrisponde a verità, non c'è alcun miliardo in più a favore dell'università e non ci sono risorse per la presunta riforma. Anzi, al netto degli 800 milioni che sono stati iscritti nel maxiemendamento, il Fondo di finanziamento ordinario per il prossimo anno 2011 registra ancora un segno meno, meno 276 milioni, dato che il disegno di legge di stabilità varato dal Consiglio dei Ministri il 15 ottobre aveva previsto un taglio su questo fondo di un miliardo e 76 milioni di euro.
Si fa presto a raggiungere questa cifra, basta sommare il taglio lineare di 126 milioni con i 550 milioni del cosiddetto Fondo Padoa-Schioppa-Mussi che avete soppresso e i 400 milioni che avevate recuperato per quest'anno, con lo scudo fiscale, e che, ovviamente, per il prossimo anno non ci sono più. È facile fare la somma: 126 più 550 più 400 fanno 1 miliardo e 76 milioni di euro che avete tagliato al Fondo di finanziamento ordinario. È certamente positivo, quindi, che con il maxiemendamento abbiate stanziato 800 milioni, ma non si tratta di risorse in più, si tratta, semmai, della restituzione di risorse che avevate sottratto.
Colleghi, vi chiedo, soprattutto a quelli della maggioranza, un attimo di attenzione, perché con la disponibilità che il fondo raggiunge in questo modo siamo a 6,9 miliardi; si pagano a malapena gli stipendi di coloro che sono iscritti nei ruoli dell'università, dato che è a tutti noto che per questo scopo - e si tratta di spese obbligatorie - occorrono 6,8 miliardi.
È falso e demagogico affermare che all'università sono state date risorse in più. Le rassicurazioni del Ministro Gelmini sulla possibilità di trovare altre risorse - rassicurazioni che sono state riprese ieri in una dichiarazione del senatore Valditara e, oggi, da un famoso quotidiano economico-finanziario - sono solo parole, parole al vento. Adesso noi, che stiamo discutendo il disegno di legge di stabilità, abbiamo bisogno di fatti, di cifre scritte nero su bianco, mentre quelle finora iscritte a bilancio presentano un segno rosso in quanto hanno un segno meno, e questo deve essere chiaro.
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Ghizzoni.
MANUELA GHIZZONI. Signor Presidente, ritengo di avere ancora un minuto. In queste condizioni, quindi, è ideologico e velleitario, peraltro, parlare di un emendamento per ulteriori assunzioni di personale. Non le potete fare perché vi sono appena le risorse per pagare gli stipendi di quelli che sono di ruolo.
Signor Presidente, lo so che questa disposizione, inserita nel maxiemendamento, che parla, appunto, di assunzioni teoriche di personale, di professori associati è la modalità per camuffare l'impossibilità del Ministro di assumere un impegno e una promessa fatta, che era quella di assumere 9 mila associati in sei anni. Questa è una promessa inadeguata, che ho spiegato essere demagogica, ma, soprattutto, è una promessa mancata, è l'espressione più chiara del vostro modo di governare, cioè promesse demagogiche e promesse non mantenute (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Ricordo che i relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 1.89, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Sardelli... onorevole Crosio... onorevole Bruno... onorevole Oliverio... onorevole Fogliato... onorevole Lo Monte... onorevole Giulietti...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 78
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 528
Votanti 525
Astenuti 3
Maggioranza 263
Hanno votato sì 243
Hanno votato no 282).
Prendo atto che i deputati Vico e Siragusa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 1.90.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palagiano. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, una riforma universitaria buona non può non prevedere un reclutamento obiettivo della classe docente. Credo che lo spot che è stato lanciato dal Ministro Gelmini per fare una riforma universitaria lascia serie perplessità, ovviamente, se non si mette nel piatto una cospicua somma o, comunque, la somma necessaria per garantire a 9 mila ricercatori, così come aveva promesso il Governo, di poter fare dei concorsi per accedere alla seconda fascia.
C'è poco da dire; vedo soltanto i fatti che vorrei esporre un po' a tutti i colleghi: la Commissione cultura, attraverso i relatori, ha proposto un emendamento, che è stato approvato, che era quello di mettere effettivamente a concorso, per i vecchi ricercatori - quelli che secondo Science Research Index sono al primo posto e, secondo diverse fonti, tra i primi al mondo -, 1.500 posti all'anno, per un totale di 9 mila posti. È proprio questa la proposta dell'Italia dei Valori, quella di non lasciare soltanto promesse, ma dare effettivamente sostanza a quella che è una volontà del Governo.
Vorremmo che effettivamente questi ricercatori, i più bravi e quindi non parliamo di un ope legis, riescano ad arrivare al livello successivo della docenza e, quindi, alla seconda fascia, quella di professore associato.
Mi chiedo come sia possibile: dalla Commissione cultura questo tipo di proposta veniva a costare allo Stato un miliardo e 700 milioni, tant'è vero che la Commissione bilancio ha detto che non c'è copertura; invece, attraverso questo disegno di legge di stabilità il Governo stanzia 800 milioni di euro per il 2011, 500 milioni per il 2012 e 500 milioni per il 2013, ma non per i concorsi di ricercatore bensì per il Fondo ordinario dell'università.
Vi ricordo che il fondo ordinario dell'università deve servire per il funzionamento degli atenei, per la manutenzione ordinaria, per le spese del personale docente e non docente e persino per la ricerca scientifica.
È ovvio, quindi, e vi chiederete tutti come si farà a garantire a questi ricercatori italiani, che - ripeto - sono tra i primi al mondo, un percorso di carriera se mancheranno i fondi.
Sarà l'ennesima promessa come è stato fatto appena pochi minuti fa per quanto riguarda la tabella 1: 350 milioni di euro sì, ma da dividere in quattro, anziché in tre, come è stato fatto per la legge sulle cure palliative dove sono state chieste due reti e ce le avete concesse, ma non avete stanziato un euro, come fate in tutte le maniere e sempre quando avete occasione di promettere, ma non stanziate mai un euro.
Pertanto abbiamo identificato nel nostro emendamento la possibilità di coprire realmente i concorsi per i ricercatori e attraverso questo emendamento vorremmo che il Governo ci ripensasse dando effettivamente respiro a questa categoria che è stata molto maltrattata in questi anni (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Ricordo che i relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 1.90, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Sardelli... onorevole Costa... onorevole Migliori... onorevole Pizzolante... onorevole Pili... onorevole Versace... onorevole Laratta... onorevole Parisi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 531
Votanti 530
Astenuti 1
Maggioranza 266
Hanno votato sì 249
Hanno votato no 281).
Prendo atto che il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ventura 1.93.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lulli. Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI. Signor Presidente, con questo emendamento poniamo uno dei problemi strategici che abbiamo di fronte e che mettono in evidenza come questa legge di stabilità e la vostra politica economica e industriale siano del tutto inadeguate per la situazione in cui si trova il nostro Paese.
Dopo che vi è stata la discussione nelle Commissioni di merito, avete inserito questa norma che introduce un finanziamento di 100 milioni di euro per il 2011 per reintrodurre il credito d'imposta su ricerca e innovazione. È del tutto evidente che possiamo apprezzare il fatto che si ritorni a introdurre il credito di imposta per incentivare la ricerca e l'innovazione, che dovrebbero essere l'asse di riferimento con il quale un Governo tenta in qualche modo di tracciare una strada per uscire dalla crisi e spingere il Paese nella direzione della ricerca e dell'innovazione, dando anche spazio a chi ha maggiore intraprendenza, creatività voglia di scommettere sul futuro, e noi sappiamo quanto bisogno ne ha il nostro Paese.
Vi proponiamo di aumentare questo stanziamento non solo per il 2011, prevedendo, da qui al 2015, 700 milioni di euro. Si dirà: dove troviamo le risorse? Noi una proposta qui ve la facciamo. Rimoduliamo gli interventi in tabella C dove sono previsti interventi per oltre 4 miliardi di euro. Si tratta qui di decidere se vogliamo per davvero scommettere su questo punto della ricerca e dell'innovazione.
Facciamo una scelta: è così che si comporta una classe dirigente in un Paese che ha enorme bisogno di scommettere su questi temi. Qui il punto è: perché non ve la sentite? Caro relatore e caro Governo, perché non ve la sentite di rimodulare gli interventi in tabella C e di scommettere su questo punto? Io gradirei una risposta, perché qui il punto non è andare a trovare altre risorse o aggiungere nuove tasse o ricercare nuove entrate: si tratta di fare una scelta nel rispetto delle compatibilità dei conti pubblici. Perché non vogliamo andare in questa direzione?
Oggi il CIPE ha deliberato, recuperando un ritardo enorme, questi interventi di 700 milioni circa per la ricerca. Vi erano aziende che da molto tempo aspettavano questa decisione. Ma anche in questo caso si tratta sempre di ricorrere al bancomat dei FAS, in ritardo, creando problemi alle imprese e ai centri di ricerca che in qualche modo hanno programmi di intervento. Non è possibile continuare in questa direzione, cioè mortificando quelle imprese e quei ricercatori che in qualche modo scommettono ancora sul futuro del nostro Paese.
Io vi chiedo davvero: è così difficile rimodulare gli interventi in tabella C per privilegiare una scelta importante come questa? È davvero impossibile dare fiducia a quelle aziende, a quei ricercatori e a quei centri di ricerca che credono ancora nel futuro del Paese? Gradirei una risposta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Ricordo che i relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole. Pag. 80
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ventura 1.93, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole De Poli? Onorevole Galletti? Onorevole Scilipoti? Onorevole Cesare Marini? Onorevole Marco Carra?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 528
Votanti 527
Astenuti 1
Maggioranza 264
Hanno votato sì 242
Hanno votato no 285).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Galletti 1.99, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Ghiglia? Onorevole Migliori? Onorevole Cesare Marini? Onorevole Ferranti? Onorevole Giulietti? Onorevole Pizzolante?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 525
Votanti 524
Astenuti 1
Maggioranza 263
Hanno votato sì 242
Hanno votato no 282).
Prendo atto che i deputati Reguzzoni e Scapagnini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ghizzoni 1.103.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pes. Ne ha facoltà.
CATERINA PES. Signor Presidente, questa manovra finanziaria contiene, tra i numerosi tagli distribuiti generosamente al sistema scolastico e universitario italiano, un passaggio che è particolarmente insidioso: una decurtazione delle risorse da destinare alle borse di studio scolastiche di circa l'80 per cento in un anno. Vengono cioè tagliati circa 85 milioni di euro. Questo significa che, dal prossimo anno, centinaia di migliaia di studenti italiani, che fino ad oggi lo Stato ha considerato idonei a ricevere le borse di studio, rischiano di non poterne più beneficiare.
Vorrei ricordare che il contributo per le borse di studio viene dato soprattutto alle famiglie meno abbienti che hanno un reddito basso. Questo Governo quindi mentre, da un lato, dichiara di sostenere la famiglia, dall'altro, si accanisce proprio contro le famiglie più povere, per le quali la spesa per gli studi dei propri figli è sempre più onerosa.
Ciò si traduce nei fatti nella negazione del più elementare diritto allo studio. Quante sono oggi in Italia le famiglie ai limiti della povertà, che in ragione della crisi economica non possono permettersi le tasse scolastiche, i libri, gli zaini e quant'altro?
Vorrei aggiungere che il provvedimento, se approvato, ci farà precipitare indietro di decenni, agli anni bui di quando lo studio era una questione di censo e la scuola e i suoi luoghi erano un club esclusivo riservato a pochi.
Per questo motivo, con l'emendamento in esame, chiediamo che vengano reinseriti gli 85 milioni di euro decurtati dai contributi per le borse di studio: la scuola e il diritto all'istruzione, infatti, sono stati già abbondantemente tartassati da questo Governo con il taglio di 8 miliardi di euro e la conoscenza è un diritto di ogni cittadino. I contributi economici agli studenti meno abbienti, ma non per questo meno meritevoli, rappresentano una delle conquiste più nobili, democratiche e progressiste di questo Paese.
Vi chiediamo, quindi, di ripensarci e di reintrodurre quanto tolto. Il modo lo aveva indicato il collega Lulli poco Pag. 81fa: rimoduliamo gli interventi con riferimento alla tabella C. Si può e, se si vuole, si può fare. Si tratta di operare una scelta che va nel sentiero della conoscenza, delle uguali opportunità e dei diritti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Ricordo che i relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 1.103, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Cesare Marini, Bianconi, Scilipoti, Mattesini, Concia, Dussin, Francesco De Luca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 525
Votanti 524
Astenuti 1
Maggioranza 263
Hanno votato sì 246
Hanno votato no 278).
Prendo atto che il deputato Barbato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Miotto 1.105.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Livia Turco. Ne ha facoltà.
LIVIA TURCO. Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, poco fa si è votato un emendamento con il quale si accantonano 100 milioni di euro per i malati di SLA e - è stato detto - per l'assistenza domiciliare ad essi.
Nel nostro Paese, i malati di SLA sono 5 mila e, dunque, vi chiedo: come si potrà migliorare l'assistenza di queste persone, quando dotate il Fondo per le politiche sociali, che dovrebbe riguardare l'insieme della nostra popolazione e finanziare la rete integrata dei servizi sociali, di 200 milioni di euro? Vogliamo denunciare il vero e proprio massacro che state facendo con il disegno di legge di stabilità in ordine alle politiche sociali. Si tratta di politiche preziose, perché i servizi sociali per le nostre famiglie e per le persone più deboli e più fragili del nostro Paese sono qualcosa di prezioso.
Dieci anni fa, con la legge quadro n. 328 del 2000, frutto di grandi battaglie, lasciammo il Fondo per le politiche sociali con una dotazione di 950 milioni di euro, dicendo che era una creatura in fasce e che doveva essere incrementato. Ebbene, con il disegno di legge di stabilità in oggetto, voi portate tale Fondo da 950 milioni a 200 milioni di euro.
Non vorrei essere nei panni dei sindaci - voi che parlate di federalismo -, che devono scegliere tra l'assistenza domiciliare agli anziani, l'assistenza domiciliare ai disabili, il pulmino per portare a scuola le persone disabili e l'asilo nido (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ebbene, non vorrei essere nei loro panni.
Questo è il vostro federalismo: dovreste vergognarvi (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché stiamo parlando di servizi fondamentali per le persone, per le famiglie e, soprattutto, per i più fragili. Voi portate al massacro le politiche sociali del nostro Paese! Sappiate che state facendo questo e assumetevene tutta la responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.
Passiamo ai voti.
Ricordo che i relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Miotto 1.105, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Golfo, Della Vedova, Gasbarra, Burtone...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 521
Votanti 519
Astenuti 2
Maggioranza 260
Hanno votato sì 238
Hanno votato no 281).
Prendo atto che la deputata De Torre ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bressa 1.106, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Di Virgilio, Veltroni, Concia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 514
Votanti 513
Astenuti 1
Maggioranza 257
Hanno votato sì 237
Hanno votato no 276).
Prendo atto che i deputati Giacomoni e Mazzuca hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario, che il deputato Realacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Mosella ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Damiano 1.113.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pizzetti. Ne ha facoltà.
LUCIANO PIZZETTI. Signor Presidente, con questo emendamento intendiamo sopprimere la possibilità che una quota parte del finanziamento al Fondo sociale per l'occupazione e la formazione possa essere attribuita alle regioni per esigenze connesse al trasporto pubblico locale. Certo, il trasporto pubblico locale è in sofferenza, ma non si risponde al problema distraendo risorse a sostegno di lavoro e formazione. Anche perché formazione e lavoro rappresentano il punto di maggiore criticità del Paese, con una crisi che non è solo passata, ma comincia a far vedere adesso gli effetti più drammatici sugli insediamenti industriali e sull'occupazione. Vi sono interi territori che si stanno desertificando industrialmente.
Colgo l'occasione di questo emendamento per esemplificare con fatti concreti, che dovrebbero interrogare l'insieme del Parlamento, e in particolare il Governo, e che intervengono su un territorio composto da alcune decine di migliaia di abitanti. Su questo territorio della mia provincia di Cremona, si verifica che due strutture industriali, appartenenti allo stesso gruppo Co.Ge.Me.-Siderimpex, stanno per essere, di fatto, dismesse: centocinquanta dipendenti che se ne vanno, la gran parte collocata nella zona della precarietà.
Voglio portare all'attenzione dell'intero Governo, affinché ne assuma la gestione diretta, la vicenda Tamoil. Tamoil è un gruppo di proprietà della famiglia libica che dirige il Governo in quel Paese e gestisce in Italia 2.075 punti vendita, alimentati da una raffineria, con sede a Cremona, che genera il 5 per cento delle capacità totali di raffinazione e copre il 7,5 per cento dei consumi petroliferi del Paese, generando nel 2009 un fatturato pari a 4,5 miliardi di euro. Questa raffineria è situata nella mia città, Cremona, una piccola città e una piccola provincia. Occupa trecento dipendenti diretti e mille operatori dell'indotto. Quote importanti.
Ebbene, il 12 novembre, pochi giorni fa, il gruppo Tamoil, senza alcun preavviso e senza alcuna relazione istituzionale locale, in un comunicato di undici righe ha informato circa la decisione di chiudere l'impianto di raffinazione, trasformando un'area di 800 mila metri quadrati in un semplice deposito che impegnerà trenta Pag. 83persone. Faccio presente i numeri: dai trecento dipendenti diretti e dai mille dell'indotto, si arriverà a trenta persone.
Il Governo tenga conto del fatto che Tamoil, sino all'altro ieri, aveva dichiarato, d'intesa con le istituzioni locali e le organizzazioni sindacali, la volontà di investire nel rinnovamento.
Ecco, io vorrei chiedere al Governo, in riferimento a questo emendamento, di prendere a cuore tale questione, di interessarsene direttamente a livello di Presidenza del Consiglio...
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Pizzetti.
LUCIANO PIZZETTI. Sto terminando, signor Presidente.
Dunque chiedo al Governo di intervenire per far recedere il gruppo libico dalla decisione assunta e per far sì che, quanto meno, questa decisione venga rinviata nel tempo, attivando le iniziative allo scopo necessarie. Con questi esempi molto concreti, volevo evidenziare che questo emendamento è importante per affrontare le questioni rilevanti che si stanno determinando.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 1.113, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Pizzolante, Bressa, Berardi, Aprea, Bianconi, Pili, Fogliardi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 519
Votanti 518
Astenuti 1
Maggioranza 260
Hanno votato sì 237
Hanno votato no 281).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Delfino 1.116.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.
TERESIO DELFINO. Signor Presidente, uno dei pochi provvedimenti d'iniziativa parlamentare nella legislatura in corso è quello recante misure in favore dei lavoratori che assistono familiari gravemente disabili.
Questo provvedimento, sostanzialmente approvato alla Camera all'unanimità, sia sotto il profilo del merito sia della copertura, pare trovi al Senato delle difficoltà. Cogliamo quindi l'occasione per ricordare al Governo che in questa sede aveva dato l'assenso al provvedimento e che non c'è assolutamente alcun problema di copertura.
In ogni caso - è questa la ragione dell'emendamento -, per eliminare ogni ulteriore ostacolo che si possa frapporre alla definitiva approvazione di un provvedimento sul quale questa Assemblea si era espressa unanimemente a favore, chiediamo che l'emendamento in esame venga approvato perché ha una funzione eminentemente cautelativa e, signor Presidente e signori rappresentanti del Governo, è diretto a sollecitare una coerenza profonda tra quello che si approva in una Camera all'unanimità e quello che poi accade nel prosieguo dell'iter del provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà per un minuto.
RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il mio voto favorevole e chiedo di aggiungere la mia firma all'emendamento Delfino 1.116. Infatti, credo che esso meriti altrettanta attenzione di quello relativo alla SLA. Stiamo parlando, infatti, di lavoratori che assistono familiari gravemente disabili ed è per questo che chiederei da parte del Governo la medesima attenzione di prima.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Argentin. Ne ha facoltà.
Pag. 84
ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, intervengo in primo luogo perché desidero aggiungere la mia firma all'emendamento in esame; in secondo luogo, perché ritengo che questo sia un emendamento fondamentale. Infatti, rifacendomi a quanto detto prima, finalmente non parliamo di una categoria di persone, ma della famiglia quindi dei disabili in genere.
Credo sia una vergogna pensare che ci siano disabili di serie A e disabili di serie B. Non capisco pertanto il vostro emendamento relativo alla SLA. Non riesco a comprenderlo soprattutto perché voi parlate di assistenza domiciliare quando dovreste sapere che, per quanto riguarda la SLA, l'assistenza è soltanto di tipo socio-sanitario. Quindi, in base alla legge nazionale, avete già creato una disapplicazione potenziale dei soldi che avete stanziato. Desidero quindi ringraziare il collega Delfino e spiegargli che le sue motivazioni incontrano la mia piena comprensione e il mio modo di essere.
PRESIDENTE. Onorevole Pes, tutti coloro che intendono aggiungere la propria firma all'emendamento Delfino 1.116 potranno farlo comunicandolo agli uffici competenti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delfino 1.116, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Frassinetti, Simeoni, Bianconi, Calderisi, Capodicasa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 519
Votanti 516
Astenuti 3
Maggioranza 259
Hanno votato sì 238
Hanno votato no 278).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 1.119, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Possa, Simeoni, Scandroglio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 510
Votanti 509
Astenuti 1
Maggioranza 255
Hanno votato sì 231
Hanno votato no 278).
Prendo atto che i deputati Fassino e Realacci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Damiano 1.120.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rampi, al quale ricordo che ha tre minuti di tempo a disposizione. Ne ha facoltà.
ELISABETTA RAMPI. Signor Presidente, mi avevano detto che avrei avuto cinque minuti a disposizione.
PRESIDENTE. C'è un accordo...
ELISABETTA RAMPI. Signor Presidente, questo emendamento riguarda il fenomeno della precarietà del lavoro, che nella nostra società caratterizza in modo preponderante non solo le condizioni lavorative, ma anche la vita di milioni di persone, per lo più giovani e donne, che stanno pagando un prezzo altissimo in termini di autonomia e di possibilità di costruirsi un futuro.
In questo quadro reso più fosco dalla crisi e dalle scelte operate dal Governo sia nelle iniziative legislative, si pensi da ultimo al collegato lavoro, sia nelle nuove proposte in campo, si allontanano molti Pag. 85lavoratori da ogni prospettiva di stabilizzazione ed aumenta il rischio di un ulteriore allargamento dell'area di precarietà.
Nell'era della competizione globale i mancati investimenti, i ritardi nelle riforme strutturali e nella politica industriale sono stati compensati, in parte, dall'abbattimento del costo del lavoro mediante contratti precari e dalla stagnazione delle retribuzioni dei lavoratori a tempo indeterminato. Questa strada però è insostenibile, ci riporta indietro e non fa certamente crescere il Paese.
La frattura tra lavoro dipendente, relativamente sicuro e protetto, e lavoro instabile condiziona pesantemente le aspirazioni e i progetti di una sempre più vasta platea di cittadini e di famiglie, come dimostrato anche dall'andamento demografico del nostro Paese, tra i più bassi del mondo, come dimostrato dal progressivo deteriorarsi degli equilibri individuali e sociali.
Dal Governo ci saremmo aspettati, in un momento tanto grave, misure utili a rilanciare economia, a combattere davvero l'evasione fiscale, a garantire un maggiore potere di acquisto alle famiglie, a sostenere le imprese, l'occupazione, a incentivare le assunzioni stabili. A questo proposito, ricordo l'efficacia delle misure contenute nella legge finanziaria 2007, che hanno raddoppiato le transizioni dal precariato alla stabilità.
Le modifiche migliorative del provvedimento oggi in discussione, adottate per lo più per stemperare le tensioni sociali esistenti, dimostrano che avevamo ragione, che la manovra del Governo non era immodificabile, tanto che la copertura ai provvedimenti adottati era stata individuata proprio da noi per correggere l'impostazione originaria.
Questo emendamento si propone di compiere un'azione di civiltà nel campo delle tutele, estendendo la protezione a coloro che non hanno garanzie; si rivolge ai lavoratori coordinati e continuativi, a progetto, in regime di monocommittenza, ai quali non è stato rinnovato il contratto di lavoro e per i quali è prevista l'erogazione di una somma una tantum, oggi pari al 30 per cento del reddito percepito nell'anno precedente qualora abbiano conseguito un reddito lordo tra i 5 mila e i 20 mila euro e per i quali sono state accreditate almeno tre mensilità di contribuzioni separata.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ELISABETTA RAMPI. Mi avvio a concludere, signor Presidente,
Noi chiediamo in via straordinaria per gli anni 2011 e 2012 di innalzare la somma riconosciuta dal 30 al 60 per cento, al fine di equiparare, per quanto possibile, le loro condizioni a quelle di altri lavoratori
Ci preme inoltre segnalare che le modalità di erogazione attualmente in vigore sono alquanto farraginose, tanto da impedirne l'accesso; auspico quindi l'approvazione di questo emendamento da parte dell'Aula.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 1.120, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Ventura, Gottardo, Rosato, Bressa.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 517
Votanti 516
Astenuti 1
Maggioranza 259
Hanno votato sì 239
Hanno votato no 277).
Prendo atto che il deputato Sposetti ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Damiano 1.121.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gnecchi. Ne ha facoltà.
MARIALUISA GNECCHI. Signor Presidente, credo che non stiano arrivando solo a noi lei e-mail di protesta di tutti i lavoratori e le lavoratrici che si rendono conto dei danni che l'articolo 12 del decreto-legge 31 maggio 2010 n. 78, convertito con legge 30 luglio 2010 n. 122, sta creando.
Non stanno ancora arrivando le e-mail di tutti coloro che dovrebbero riuscire a rientrare nei 10 mila fortunati che potranno avere la deroga - e, quindi, mantenere il pensionamento secondo le vecchie finestre -, ma ciò solo perché i 10 mila non sono ancora sicuri di essere tra i fortunati della lotteria, perché quella è una lotteria.
Con questo emendamento vogliamo ampliamo la platea da 10 mila a 25 mila lavoratori e lavoratrici in mobilità, che potranno mantenere la possibilità di andare in pensione con le finestre previste dal protocollo del welfare del 2007.
A dire il vero noi abrogheremmo tutto l'articolo 12 della legge n. 122 del 2010. Abbiamo infatti presentato varie proposte emendative per permettere a chi ha 40 anni di contributi di andare in pensione dal mese successivo al perfezionamento dei requisiti o, almeno, con le finestre previste dal protocollo del welfare, così come abbiamo preparato proposte emendative, per permettere a chi ha avuto concessa la prosecuzione volontaria dall'INPS o dall'INPDAP di poter andare in pensione con i vecchi requisiti.
Ovviamente tutte quelle proposte emendative non sono state neanche riconosciute ammissibili, ma teniamo a sottolineare di averle presentate, perché cercavamo di ridare certezza ai lavoratori e alle lavoratrici.
Non dare certezza sulle pensioni significa creare sfiducia nelle istituzioni, alimentare la sfiducia nei confronti del Parlamento e nei confronti di tutte le istituzioni, mentre noi vogliamo che sia chiaro che questa sfiducia deve essere solo ed esclusivamente contro questo Governo, che continua a intervenire sulle pensioni e a creare insicurezza in tutti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 1.121, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Vella, Pili, Paladini, Antonio Pepe.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 519
Votanti 518
Astenuti 1
Maggioranza 260
Hanno votato sì 239
Hanno votato no 279).
Prendo atto che le deputate Argentin e De Torre hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mariani 1.126. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Braga. Ne ha facoltà.
CHIARA BRAGA. Signor Presidente, con l'emendamento Mariani 1.126 portiamo all'attenzione di quest'Aula un tema di cui abbiamo discusso nelle scorse settimane ed è la necessità di far fronte ai pesantissimi danni che hanno colpito, a seguito degli eventi alluvionali eccezionali, la regione Veneto, ma anche altre quattro regioni: la Calabria, la Toscana, il Friuli Venezia Giulia e la Liguria.
Fino ad ora il Governo è stato in grado di dare una risposta solo parziale, e certamente non esaustiva, alle necessità della regione Veneto, stanziando i primi 20 milioni di euro per fronteggiare l'emergenza e poi, con una successiva ordinanza, 300 milioni di euro. Occorre, però, che oggi, mentre discutiamo il disegno di legge di stabilità, si dia sostanza ad un principio essenziale di equità, garantendo anche alle altre regioni una risposta pronta, immediata e adeguata, recuperando quelle risorse. Pag. 87
Ciò è ancor più necessario di fronte ad una legge di stabilità che taglia del 30 per cento le risorse e i fondi ordinari per la difesa del suolo. Crediamo che sia questo il momento e per tale motivo abbiamo presentato un emendamento integrativo finalizzato a prevedere una quota aggiuntiva di risorse.
Negli emendamenti successivi - che saranno successivamente oggetto di discussione in Aula - chiediamo anche che il Governo assuma una posizione e prenda un impegno nei confronti, ad esempio, degli enti locali, mettendoli nelle condizioni di poter escludere dal Patto di stabilità anche le spese che vengono sostenute con risorse proprie e adottando adempimenti che garantiscano alle imprese e ai cittadini di avere rapidi riconoscimenti ai danni subìti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mariani 1.126, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Di Caterina, onorevole Bocciardo, onorevole Frassinetti, onorevole Casero, onorevole Pionati, onorevole De Girolamo, onorevole Razzi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 515
Votanti 514
Astenuti 1
Maggioranza 258
Hanno votato sì 234
Hanno votato no 280).
Prendo atto che i deputati Monai e Genovese hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Avverto che a seguito dell'approvazione dell'emendamento 1.500 della Commissione risultano precluse le seguenti proposte emendative segnalate dai gruppi: Tempestini 1.133, Galletti 1.141 Bobba 1.142, Baretta 1.143, Cesario 1.145 e Ghizzoni 1.147.
PIER PAOLO BARETTA, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER PAOLO BARETTA, Relatore di minoranza. Signor Presidente, a me sembra che, avendo formulato delle proposte emendative su una tabella che non è completamente assegnata - tutta la discussione di prima lo dimostra - francamente non mi sembra che debbano essere precluse, perché intervengono sull'assegnazione di cifre che non sono state completamente definite, quindi la prego di riconsiderare questa valutazione proprio per questo fatto.
PRESIDENTE. Chiederò agli uffici e le darò una risposta non appena avranno esaminato le sue osservazioni; intanto passiamo alla votazione dell'emendamento Rubinato 1.138. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rubinato. Ne ha facoltà.
SIMONETTA RUBINATO. Signor Presidente, chiederei un momento di attenzione sia al rappresentante del Governo, sia al relatore perché questo emendamento - che è stato a mio avviso frettolosamente bocciato in Commissione - non ha alcun onere aggiuntivo ed è meramente di semplificazione di una procedura.
Si tratta del rifinanziamento delle istituzioni scolastiche non statali, peraltro limitato al 2011, che è stato reintegrato (per la pressione del Parlamento bipartisan) con 245 milioni di euro.
Questo rifinanziamento, però, passa per il fondo «esigenze indifferibili e urgenti» come l'anno scorso.
Si tratta di una contabilità speciale presso lo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze che prevede un articolato e complesso procedimento affinché le risorse affluiscano nel bilancio del Ministero dell'istruzione per essere poi Pag. 88trasferite agli uffici scolastici regionali. Tanto complicata è la proceduta che ad oggi, 18 novembre, manca ancora la firma del Ministro Tremonti al decreto interministeriale che deve distribuire le risorse dell'anno scolastico 2009-2010 stanziate sullo scudo fiscale, con il problema che le scuole - penso soprattutto all'emergenza della mia regione, il Veneto, ma anche alle scuole materne e dell'infanzia del Veneto, dell'Emilia Romagna - hanno ricevuto soltanto il 55 per cento dei contributi pubblici pur stanziati, con la difficoltà e la necessità di accendere finanziamenti presso istituti di credito per pagare stipendi al personale e le spese.
Ora noi finanziamo nuovamente con 245 milioni di euro questa esigenza, che - lo ripeto - soprattutto per alcune regioni (Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna) è particolarmente importante, esattamente con una procedura che è quella del comma 40, che dispone la ripartizione delle risorse comunque passando attraverso un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. Faccio notare ai colleghi che il comma 40 non dà alcun termine quest'anno affinché il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sia emanato, né questo decreto avrà un'evidenza pubblica poiché non è prevista la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Ci preoccupa dover passare per il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, tanto più in un momento di instabilità politica come l'attuale. Il mio emendamento propone di saltare il passaggio del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di allocare queste risorse direttamente alla legge finanziaria di questa stessa maggioranza, quella del 2009, che prevede anche lì una particolare procedura di concertazione con le regioni, ma che prevede un termine, un decreto interministeriale entro 30 giorni dall'entrata in vigore della legge finanziaria.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Viola. Ne ha facoltà.
RODOLFO GIULIANO VIOLA. Signor Presidente, intervengo solo per apporre la mia firma a questo emendamento, per sottolinearne l'importanza, per riconfermare quanto diceva la collega Rubinato. Moltissime delle scuole materne sono in gravissima difficoltà per il ritardo nell'erogazione di finanziamenti. Aver apposto una quota importante di 243 milioni di euro è fondamentale, ma è altrettanto fondamentale fare in modo che queste risorse arrivino. Anch'io vengo dal Veneto e sono stato contattato in particolare dalla FISM perché venisse realizzata questa iniziativa.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rubinato 1.138, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Sbai, Consiglio, Ruvolo, Nirenstein...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 518
Maggioranza 260
Hanno votato sì 237
Hanno votato no 281).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 1.148, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Revoco l'indizione della votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Donadi. Ne ha facoltà per due minuti. Abbiamo raggiunto un accordo tra tutti al riguardo.
MASSIMO DONADI. Signor Presidente, noi abbiamo sei emendamenti, abbiamo 40 minuti, per cui non vedo perché due minuti. Noi non abbiamo raggiunto nessun accordo.
Pag. 89PRESIDENTE. Abbiamo raggiunto tutti insieme l'accordo di finire alle 20,30, ovviamente. Questo è quello che abbiamo concordato. Comunque stiamo perdendo tempo e quindi la ascolto.
MASSIMO DONADI. Signor Presidente, questo emendamento riguarda la sospensione degli oneri fiscali e dei contributi per le imprese e le persone fisiche colpite dagli eventi alluvionali di queste ultime settimane in Veneto. Vorrei fare una breve premessa, per questo le chiedo di avere un minimo di pazienza.
Infatti, come questo Parlamento in altre situazioni ha dimostrato - al di là di posizioni di fazione e di schieramento politico - di saper affrontare in modo coeso e unanime questioni di straordinaria importanza, credo che il Veneto meriti una riflessione particolare, non solo e non tanto per questo emendamento, ma sulla sua situazione complessiva.
Noi vorremmo riconoscere dal Governo la prontezza e anche l'importanza degli interventi fino a qui annunciati. Riteniamo veramente che l'annuncio fatto dal Presidente del Consiglio di stanziare 300 milioni di euro per l'emergenza in Veneto sia un segnale che va nella direzione giusta. Ad oggi, tuttavia, rileviamo che queste somme non sono ancora state stanziate e restano, quindi, un impegno e una promessa che sicuramente verrà mantenuta, ma non si tratta di un dato concreto di oggi.
La regione Veneto legittimamente ha ritenuto di non stanziare nel suo bilancio fondi per l'emergenza ritenendo che debba provvedere lo Stato. Quindi, comprendo che da parte della maggioranza vi sia la volontà di rimandare al Governo la soluzione di questo problema, ma non vorrei che alla fine tra una responsabilità rimpallata e l'altra andasse a finire che nessuno provvede. Infatti, vorrei ricordare che già al 30 novembre scadranno i primi adempimenti fiscali e contributivi. Certamente nemmeno il nostro emendamento può provvedere visto che la legge finanziaria entrerà in vigore dal 1o di gennaio, ma qui si parla di sospendere dal 1o gennaio al 30 giugno adempimenti fiscali e contributivi che comunque ci saranno.
In ogni precedente evento calamitoso si è utilizzato il primo strumento normativo a disposizione (fosse la legge finanziaria o il «milleproroghe») che propriamente si prestava a questo intervento. Quindi, la domanda che rivolgo a quest'aula è: perché lasciarci sfuggire oggi la possibilità di fare una cosa che tutti diciamo essere giusta e doverosa per rinviarla ad un provvedimento che non vorrei che alla fine non trovasse applicazione in un contesto politico che non è chiaro, né sereno, né tranquillo?
Rivolgo un appello, perché sono convinto che questa cosa stia davvero a cuore a tutti i parlamentari qui seduti oggi. Sfruttiamo questa opportunità. È una cosa che credo tutti legittimamente potremmo rivendicare come fatta nell'interesse collettivo e non facciamo altro che disporre che dall'entrata in vigore della legge finanziaria queste incombenze fiscali e contributive siano sospese. Se poi il Governo provvederà nei prossimi giorni con un decreto-legge sicuramente sarà la cosa più giusta e più corretta, che potrà portare ad una soluzione complessiva del problema, ma intanto almeno qui noi faremmo un importante passo avanti (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 1.148, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Revoco l'indizione della votazione...
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fogliardi. Ne ha facoltà.
GIAMPAOLO FOGLIARDI. Signor Presidente, intervengo per sottolineare l'intervento dell'onorevole Donadi e per evidenziare i termini estremamente gravi della questione in oggetto: anche la stampa di oggi a livello veneto ha messo in risalto questi aspetti. Oltretutto, si tratta di una questione che dovrà essere affrontata perché Pag. 90per le aziende che sono in quelle situazioni il solo rinvio di sei mesi non serve assolutamente a nulla. Serve un provvedimento in questo senso e va fatto nella maniera più urgente possibile. Quindi, vorrei evidenziare la gravità e l'eccezionalità (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 1.148, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Fioroni... Onorevole Mura... Onorevole Reguzzoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 518
Votanti 516
Astenuti 2
Maggioranza 259
Hanno votato sì 238
Hanno votato no 278).
Prendo atto che la deputata Carlucci ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Occhiuto 1.151.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.
ROBERTO OCCHIUTO. Signor Presidente, intervengo solo per segnalare che abbiamo proposto questo emendamento per evitare che le famiglie italiane da maggio prossimo debbano pagare - come invece prevede il Governo - il ticket per le prestazioni sanitarie specialistiche.
Vorrei ricordare che questo finanziamento di 834 milioni di euro era stato assicurato dal Governo nel Patto per la salute siglato con le regioni nel novembre del 2009. Poi queste risorse sono scomparse e oggi sono garantite solo per i primi cinque mesi del 2011.
In conclusione, signor Presidente, questo significa due cose: o che ritenete questo disegno di legge di stabilità una finanziaria elettorale, che può contenere norme di finanziamento solo per i prossimi cinque mesi, oppure che in questo Paese nemmeno il Governo onora gli impegni che si assume (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Occhiuto 1.151, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Stradella, Corsaro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 519
Maggioranza 260
Hanno votato sì 238
Hanno votato no 281).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Amici 1.157. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tempestini. Ne ha facoltà.
FRANCESCO TEMPESTINI. Signor Presidente, prendo la parola per dire, con molta sobrietà, ma anche con molta chiarezza, che con la preclusione degli emendamenti che la Presidenza, probabilmente a ragione, ha annunciato, salta un emendamento che puntava soltanto a fare chiarezza su un punto.
Tra gli obblighi internazionali di questo Paese vi è quello del rifinanziamento di alcuni fondi internazionali. Tra questi ve ne è uno che si chiama Fondo per Pag. 91l'Aids, la malaria e la tubercolosi. Si tratta di un fondo che funziona, che sta salvando nel mondo, ogni anno, alcuni milioni di persone.
Di fronte al fatto che in questo disegno di legge di stabilità non vi era un riferimento, insieme alla parte più civile di questo Paese abbiamo, nel corso di queste ultime settimane, protestato e manifestato in ogni modo la nostra contrarietà. Alla fine la montagna ha partorito il topolino: in questo famoso comma 40, che si è riempito di tante cose, alla fine il Governo ha introdotto un riferimento al rifinanziamento dei fondi internazionali.
Ci siamo limitati a prevedere almeno la rata di annualità per il Fondo Aids, malaria e tubercolosi. Fate in modo che possiamo andare a testa alta in tutti i Paesi dell'Africa subsahariana, perché siamo stati il Paese che ha fatto bene da questo punto di vista negli anni passati; oggi dobbiamo stare in silenzio, con la testa china. Adesso siamo nelle condizioni per cui quell'emendamento è precluso, perché - qualcuno lo ha detto prima - la guerra dei poveri...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
FRANCESCO TEMPESTINI. Signor Presidente, mi dia il tempo di finire. La guerra dei poveri ci trova nelle condizioni di mettere insieme i malati della SLA e i precari delle città che soffrono per altri motivi. Non è un comportamento, colleghi, da Paese civile. Il Governo, davvero, si vergogni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Amici 1.157, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Stagno D'Alcontres, Di Virgilio, Calderisi, Vernetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 518
Votanti 516
Astenuti 2
Maggioranza 259
Hanno votato sì 239
Hanno votato no 277).
Prendo atto che la deputata De Girolamo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e che la deputata Schirru ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Dovevo una risposta all'onorevole Baretta. A proposito della sua osservazione, desidero specificare che l'emendamento della Commissione ha modificato il totale dell'elenco di cui al comma 40, fissandolo in 874 milioni. Conseguentemente, non può essere posto in votazione un emendamento che, modificando uno degli addendi, comporti una variazione della predetta tabella. Questo è quanto, ovviamente, è previsto.
LUIGI BOBBA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI BOBBA. Signor Presidente, non sono un esperto di regole parlamentari, ma faccio fatica a capire questa preclusione. Soprattutto, voglio vedere come il Governo, la maggioranza ed il relatore spiegheranno a più di 15 milioni di contribuenti italiani e a quasi 30 mila enti, associazioni ed organizzazioni di volontariato che abbiamo scherzato!
Quando compilavano la dichiarazione dei redditi, gli abbiamo detto che potevano destinare il 5 per mille ad una di queste entità e adesso, invece, gli diciamo, senza modificare la legge, che quel 5 per mille è diventato l'1,25 per mille. Mi sembra una sceneggiata incredibile ed impossibile, che non può essere Pag. 92accettata così com'è (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori)!
PRESIDENTE. Ovviamente la Presidenza ha risposto nella forma prevista alle questioni.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Levi 1.158.
Sempre su questo onorevole Levi? Mi sembra che la Presidenza si sia già espressa, tra l'altro è stata data l'opportunità anche di fare una dichiarazione più politica da parte dell'onorevole Bobba, vi chiedo quindi la cortesia di poter procedere.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Levi. Ne ha facoltà.
RICARDO FRANCO LEVI. Signor Presidente, interverrò sul mio emendamento 1.158 e su quello successivo, 1.159.
Si parla qui di editoria ed informazione, un settore nel quale il Governo, sin dal suo inizio, ha proceduto, per così dire, con una manovra «a tenaglia»: da un lato togliendo certezza, dall'altro togliendo risorse. Tanto più si toglieva certezza sui diritti delle imprese di potere rimanere sul mercato ed offrire informazioni libera ai cittadini, tanto più si toglievano risorse.
Con questi due emendamenti in successione, che illustro insieme, chiediamo da un lato di alleviare il taglio brutale che è stato compiuto negli ultimi anni, innalzando da 100 a 150 milioni di euro l'intervento previsto per il 2011 e, dall'altro, solo per il 2011, di ristabilire la certezza del diritto delle imprese editrici, ripristinando quello che si chiama normalmente il diritto soggettivo.
Sono due richieste complementari che cercano di porre rimedio alla sciagurata politica dell'editoria e dell'informazione che questo Governo ha condotto nel corso della sua esistenza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Levi 1.158, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Calderisi, Sardelli, Nola...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 512
Votanti 498
Astenuti 14
Maggioranza 250
Hanno votato sì 221
Hanno votato no 277).
Prendo atto che il deputato Mecacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Levi 1.159, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Sardelli, Granata, Cosentino, Capano, Sposetti, Burtone...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 515
Votanti 501
Astenuti 14
Maggioranza 251
Hanno votato sì 223
Hanno votato no 278).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciccanti 1.161, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Di Virgilio, Granata, Sardelli, Marchi...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 93
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 513
Votanti 512
Astenuti 1
Maggioranza 257
Hanno votato sì 236
Hanno votato no 276).
Prendo atto che i deputati Negro e Schirru hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Franzoso 1.164.
PIETRO FRANZOSO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIETRO FRANZOSO. Signor Presidente, ritiro l'emendamento in oggetto perché do atto al Governo che, sia pure in una situazione di ristrettezze economiche, ha trovato delle risorse - non certo quelle richieste per l'emittenza locale - per il 2012 e il 2013 pari a 15 milioni di euro. Motivo per cui lo ringrazio.
PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo alla votazione dell'emendamento Barbato 1.165.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.
FRANCESCO BARBATO. Deputato Presidente, signori deputati, durante la requisitoria della procura generale della Corte dei conti tenutasi il 12 ottobre scorso, a seguito di un processo avviato per un'indagine della guardia di finanza, più precisamente da parte del GAT, il Gruppo antifrodi telematiche, che indagava sul mancato collegamento di apparecchi e slot machine alla rete telematica da parte dei concessionari di Stato, il pubblico ministero ha chiesto il pagamento per danno con dolo ai concessionari stessi e in solido ai vertici dell'AAMS, i monopoli di Stato.
Il pubblico ministero ha chiesto in via principale il pagamento di 98 miliardi di euro; poi, viste le interferenze della politica che aveva intanto fatto nominare due commissioni, una dal Ministero dell'economia e delle finanze e l'altra dai monopoli stessi, ha pronunziato due subordinate: la prima chiedeva il pagamento di 2,7 miliardi di danni; la seconda richiedeva invece il pagamento di 800 milioni di euro. E addirittura ha pronunziato poi una terza subordinata, con la quale si affidava al buon cuore della Corte di fissare dei nuovi parametri per una rideterminazione degli importi che i concessionari stessi erano tenuti a pagare.
Intanto è stato nominato il CTU. Perché? Perché si doveva dare tempo alla politica di determinare tali nuovi parametri. Ed ecco il maxiemendamento del Governo, con il quale esso ha fissato dei parametri e delle sanzioni ridicoli ai concessionari: da 16 a 2 mila euro o dal 120 per cento al 240 per cento della maggiore imposta. Insomma, con il provvedimento di oggi, con il quale si interviene sui giochi, si mette in campo un vero e proprio condono: non è neanche un condono mascherato, bensì una vera e propria sanatoria.
Si tratta di una sanatoria con cui questo Stato ancora una volta viene saccheggiato e derubato. Perché? Perché una certa politica ha funzionato così, una certa politica ha aiutato, ha accompagnato, ha favorito i concessionari dei giochi; una certa politica che ha iniziato ad occuparsi dei giochi nel 2004, quando si cominciavano a fare favori e si aiutavano i concessionari. In cambio che cosa si aveva?
PRESIDENTE. La invito a concludere.
FRANCESCO BARBATO. Ho cinque minuti a disposizione, Signor Presidente.
I concessionari restituivano con vacanze premio: i concessionari di giochi, questo mondo così immorale e antisociale, pagava e conquistava e teneva a buon prezzo tanti politici e tanti partiti. E li mandava in vacanza nei Mari caraibici, e vi erano persone che amavano le immersioni Pag. 94subacquee: questi politici e questi parlamentari riuscivano a fare vacanze subacquee.
Ciò non basta: le facevano in posti e ospiti di persone che avevano ospitato a Saint Martin poco tempo prima Nitto Santapaola, quando era latitante. Non solo, poi, disponevano di questo tipo di vacanze offerte, ma addirittura portavano anche le mogli, perché anche le mogli dovevano godere di tali benefit. Questa è la politica, no (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)?
PRESIDENTE. La invito nuovamente a concludere.
FRANCESCO BARBATO. Ho cinque minuti, Signor Presidente.
PRESIDENTE. Lasci perdere.
FRANCESCO BARBATO. Le mogli e le donne italiane, quando vanno ai Caraibi, pagano le vacanze con le proprie carte di credito e il proprio portafoglio!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Barbato 1.165, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Andrea Orlando e Zazzera.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 502
Votanti 462
Astenuti 40
Maggioranza 232
Hanno votato sì 185
Hanno votato no 277).
Prendo atto che il deputato Calvisi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lolli 1.167.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lolli. Ne ha facoltà.
GIOVANNI LOLLI. Signor Presidente, nell'emendamento in esame affrontiamo un tema di cui ci siamo occupati più volte, e sul quale siamo sempre riusciti ad esprimerci unitariamente: la restituzione delle tasse per i terremotati dell'Abruzzo.
Il Parlamento più volte ha dichiarato che i terremotati abruzzesi debbono essere trattati come i terremotati di Umbria, Marche e Molise.
Vorrei illustrarvi come sta attualmente la situazione: in Abruzzo abbiamo ricominciato a pagare tasse, tributi e contributi e già su questo piano c'è una prima differenza: sapete che in Molise rimasero cinque anni senza pagarle! In Abruzzo abbiamo ricominciato a pagare i mutui, gravati degli interessi, e ora, a gennaio, incominceremo a pagare anche la restituzione delle tasse che non abbiano pagato.
A parte l'ingiustizia palese rispetto alle altre situazioni, vorrei che consideraste la situazione concreta delle persone. Considerate un lavoratore autonomo, al quale è crollata l'officina o il negozio, che non ha ricevuto praticamente altro che 800 euro per tre mesi, che magari ha ricominciato a lavorare in una condizione di assoluta precarietà, che ha ricominciato a pagare le tasse e che adesso dovrebbe pagare anche gli arretrati!
PRESIDENTE. La prego di concludere.
GIOVANNI LOLLI. Il paradosso è che L'Aquila diventa il luogo in cui si pagano più tasse rispetto a tutto il resto d'Italia e la beffa è di avere promesso una zona franca, mentre invece si pagano più tasse. Avevamo raccolto tutti questi elementi in un emendamento, raccogliendo...
PRESIDENTE. Onorevole Lolli, deve concludere.
GIOVANNI LOLLI. Sto per concludere. Nell'emendamento è stato considerato Pag. 95quanto chiesto dalla comunità e quanto verrà chiesto nella manifestazione di sabato.
Tuttavia, dal momento che mi conoscete - e su queste cose non ho mai voluto fare strumentalizzazione politica - e dal momento che mi rendo conto che oggi non è possibile per voi votare tale proposta, non essendo stata inserita nel provvedimento, mi assumo la seguente responsabilità, ritirando l'emendamento.
È previsto un successivo provvedimento, il cosiddetto «milleproroghe» e io mi rivolgo al Governo e ai parlamentari abruzzesi: lo abbiamo elaborato unitariamente, allora votate unitariamente con me l'ordine del giorno che abbiamo presentato, con alcuni parlamentari, per impegnare il Governo a risolvere questo problema con il provvedimento «milleproroghe» (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
AUGUSTO DI STANISLAO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Di Stanislao, l'emendamento Lolli 1.167 è stato testé ritirato. Non le posso concedere la facoltà di intervenire su tale proposta. Poi potrà intervenire sull'ordine del giorno.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Marchi 1.170.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marchi. Ne ha facoltà.
MAINO MARCHI. Signor Presidente, l'emendamento concerne il Patto di stabilità interno, che è stato riscritto dal Governo, ma quasi senza risolvere alcun problema, perché l'impatto della manovra estiva è rimasto pressoché del tutto inalterato.
La Corte dei conti aveva già calcolato che, tra i tagli e l'inasprimento del Patto di stabilità, l'impatto sul bilancio per il 2011 per gli enti locali sarebbe stato di 4 miliardi. Adesso il Governo sostanzialmente mette a disposizione 480 milioni - quindi ben poco rispetto a quello che serve - e riscrive le regole per cui qualche ente locale ci guadagna e qualche altro ci rimette.
Nella sostanza, quindi, rimane del tutto inalterato l'impatto sui servizi e, per alcuni versi, peggiora quello per gli investimenti, perché, come ha sottolineato l'onorevole De Micheli, vi sono anche norme più restrittive per l'accensione dei mutui e quindi per gli investimenti.
Oltre a ciò, i sindaci non potranno presentare bilanci probabilmente fino all'inizio dell'anno, fino al 31 gennaio, perché il Governo afferma che indicherà il modo di distribuire questo beneficio di 480 milioni con un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. Noi, invece, proponiamo che ciò venga stabilito con questo emendamento, secondo criteri certi, come hanno proposto l'ANCI e l'UPI, e che siano tolti i 100 milioni a disposizione dell'Expo, perché una manifestazione nazionale ed europea come l'Expo non può essere messa a carico dei bilanci degli enti locali e del Patto di stabilità interno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marchi 1.170, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Andrea Orlando, Di Virgilio, Grassi, Pili, Fioroni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 510
Votanti 509
Astenuti 1
Maggioranza 255
Hanno votato sì 236
Hanno votato no 273).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lenzi 1.172.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lenzi. Ne ha facoltà.
DONATA LENZI. Signor Presidente, proseguo l'intervento del mio collega (ci passiamo la palla). Questo emendamento interviene ancora sul Patto di stabilità e interviene sul seguente punto. I soldi che sono state messi a disposizione (480 milioni) sono per i comuni italiani o i comuni italiani in questo modo (gli otto mila comuni italiani), ancora una volta, si sacrificano a favore di uno solo, Milano? Con l'altra finanziaria li abbiamo dati a Roma e questa volta si danno a Milano, ma in realtà l'Expo viene posto a carico del sistema delle autonomie. Ai comuni si chiedono sacrifici. Le risorse vanno a favore di uno soltanto. Stiamo mentendo ai sindaci, stiamo mentendo ai cittadini. I tagli che saranno fatti nei servizi andranno a vantaggio soltanto delle attività, dei finanziamenti, delle valorizzazioni, dei soldi che gireranno - non sappiamo ancora come - in un unico territorio. È una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lenzi 1.172, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Paolo Russo, onorevole Di Caterina, onorevole Nicola Molteni, onorevole Cavallotto, onorevole Picierno...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 514
Votanti 513
Astenuti 1
Maggioranza 257
Hanno votato sì 239
Hanno votato no 274).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Franceschini 1.176, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Golfo, onorevole Bernardini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 495
Votanti 494
Astenuti 1
Maggioranza 248
Hanno votato sì 230
Hanno votato no 264).
Prendo atto che i deputati Fassino e Capitanio Santolini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che la deputata Velo ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo agli identici emendamenti Brugger 1.180 e Froner 1.181.
MARCO MARIO MILANESE, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO MARIO MILANESE, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, all'inizio della seduta, quando abbiamo espresso il parere, avevamo dato un parere contrario, ma avevamo anche chiesto, se fossimo arrivati alla votazione degli emendamenti in esame prima degli approfondimenti necessari, di accantonare gli stessi.
PRESIDENTE. Sta bene, accantoniamo gli identici emendamenti Brugger 1.180 e Froner 1.181.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lovelli 1.190.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lovelli. Ne ha facoltà.
MARIO LOVELLI. Signor Presidente, con l'emendamento in esame sottoponiamo all'attenzione dell'Aula un argomento che, all'inizio dell'esame della legge di stabilità, era centrale, cioè quello che riguarda il trasporto pubblico locale. In corso d'opera è stato manomesso il testo (che già era insufficiente) con un maxiemendamento che finisce per incidere sulle condizioni generali del trasporto pubblico locale (quindi, parliamo di 13 milioni di persone che in Italia usano il mezzo pubblico per trasferirsi verso il luogo di lavoro o verso il luogo di studio), imponendo di fatto, obbligatoriamente, un meccanismo di aumenti tariffari cui sono legati i trasferimenti da parte dello Stato.
Questa impostazione è inaccettabile, signor Presidente, perché finisce per penalizzare ulteriormente il livello dei servizi, e diminuirli, come è stato calcolato oggi in un convegno dell'Astra che porta a questa conclusione. Noi vi proponiamo di esaminare con attenzione questo emendamento, che serve per mettere in campo risorse adeguate per le nostre regioni e per gli enti locali, e per invertire una tendenza che - se sarà seguita - porterà come logica conseguenza la diminuzione dei servizi per i nostri concittadini e anche una diminuzione degli investimenti sulla intermodalità dei trasporti, che è fondamentale anche dal punto di vista ambientale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lovelli 1.190, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Gatti, onorevole Migliori, onorevole Piso, onorevole Codurelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 516
Maggioranza 259
Hanno votato sì 241
Hanno votato no 275).
Prendo atto che il deputato Piso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marchi 1.195, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Sbai... onorevole Cassinelli... onorevole Calvisi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 513
Maggioranza 257
Hanno votato sì 237
Hanno votato no 276).
Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Messina 1.196.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà, per un minuto.
RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, non un minuto, ma quello che è necessario perché qui stiamo parlando del Patto di stabilità che penalizza pesantemente i comuni, soprattutto quelli virtuosi, come già è stato detto in altre occasioni e anche questa sera.
Credo - ed è stato ricordato - che le somme stanziate da questo disegno di legge di stabilità a favore dei comuni siano per lo più destinate a due o tre interventi che faranno la parte del leone. Mi riferisco a Milano, per l'Expo 2015, a Parma e a poche altre cose.
La proposta che facciamo con questo emendamento è quella di elevare l'aliquota per gli investimenti, lo sblocco per il pagamento degli investimenti; infatti, l'articolo 14, comma 11, del decreto-legge n. 78 del 2010 (la manovra estiva) fissa Pag. 98allo 0,78 per cento la quota dei residui passivi in conto capitale accumulati fino al 2008. Se vogliamo fare un'opera meritoria nei confronti dei comuni, delle imprese, dobbiamo elevare questa percentuale. In che misura? Almeno del 2 per cento perché si sbloccherebbe una quota importante di investimenti che sono lì. Stiamo parlando di comuni virtuosi che hanno le proprie risorse a disposizione per pagare coloro che hanno prestato servizi ed opere, strade e scuole.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Messina 1.196, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 493
Votanti 492
Astenuti 1
Maggioranza 247
Hanno votato sì 228
Hanno votato no 264).
Prendo atto che i deputati Tocci e Monai hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Sardelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Galletti 1.203, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Oliverio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 510
Maggioranza 256
Hanno votato sì 237
Hanno votato no 273).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciccanti 1.208, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Patarino... onorevole Centemero... onorevole Mura... onorevole Sanga...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 506
Maggioranza 254
Hanno votato sì 233
Hanno votato no 273).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baretta 1.213, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Ravetto... onorevole Simeoni... onorevole Vella... onorevole Zazzera... onorevole Oliverio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 516
Maggioranza 259
Hanno votato sì 243
Hanno votato no 273).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vannucci 1.214, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Traversa... onorevole Bossa... onorevole Vannucci... onorevole Oliverio... onorevole Coscia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 516
Maggioranza 259
Hanno votato sì 245
Hanno votato no 271).
Prendo atto che il deputato Nizzi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Nannicini 1.215.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nannicini. Ne ha facoltà.
ROLANDO NANNICINI. Signor Presidente, richiamo il Governo, i colleghi e la Presidenza all'attenzione sul Patto di stabilità per i comuni e le province. Abbiamo avuto tagli per 1.936 milioni dal bilancio 2010 al bilancio 2011, non 1.800 milioni come previsto dal decreto-legge n. 78 del 2010 per comuni e province. Quello che è più grave, però, è che i comuni dovranno concorrere per 4,4 miliardi, con l'obiettivo dell'11,4 sull'obiettivo generale, sull'indebitamento netto, sulla cassa, e le province per altri 700 milioni.
Quindi non è solo questione di tagli, ma le province avranno 700 milioni in meno di disponibilità di cassa e i comuni avranno 4,4 miliardi in meno con il Patto di stabilità presentato dal Governo.
Noi abbiamo presentato questo emendamento che vuole favorire per 500 milioni gli investimenti dei comuni dicendo di tagliare la tabella C non sull'indebitamento e sul saldo netto da finanziare, ma essenzialmente sulla cassa. Ridiamo ai comuni almeno mezzo miliardo, 500 milioni con cui lavorare, per pagare gli investimenti programmati perché, molti lavori sono fermi. Mi sento dire giustamente di no, giustamente e scherzosamente dal Governo, perché è in corso una trattativa per modificare di nuovo il Patto di stabilità. Ma quando fate un accordo per restituire agli enti locali la possibilità di pagare gli investimenti fatti se hanno residui attivi in conto capitale nelle loro casse? Lo vogliamo sapere! Lo vogliamo dire in Parlamento e vogliamo sollecitare una trattativa in questo senso del Governo e degli enti locali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nannicini 1.215, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Girlanda...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 515
Votanti 514
Astenuti 1
Maggioranza 258
Hanno votato sì 238
Hanno votato no 276).
Prendo atto che il deputato Duilio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Franceschini 1.217.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boccia. Ne ha facoltà.
FRANCESCO BOCCIA. Sarò rapido, signor Presidente. Questo è un emendamento sul quale chiediamo il voto di tutti i deputati, soprattutto dei deputati veneti, perché l'intero gruppo del Partito Democratico, a prima firma Franceschini, chiede una deroga al Patto di stabilità per i comuni e le province colpite dall'emergenza calamitosa e dalle conseguenze legate al ripristino di alcune opere che sono state già finanziate. Lo dico soprattutto ai deputati della Lega. Chiediamo che le Pag. 100risorse spese nei giorni delle calamità non vengano considerate ai fini del calcolo di stabilità, perché altrimenti bisognerà intervenire successivamente; in ogni caso proponiamo questa deroga per gli anni 2011, 2012 e 2013, facendo riferimento anche alle spese già sostenute.
Non votare questo emendamento significa assumersi la responsabilità di uscire dal patto tutti i comuni e le province che sono state toccate da quegli eventi calamitosi in quei giorni e sicuramente nei prossimi mesi quando dovremo discutere delle ulteriori deroghe al Patto di stabilità.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Franceschini 1.217, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli De Girolamo e Scilipoti. Onorevole Tenaglia, non posso non aspettarla! È abruzzese, quindi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 518
Votanti 516
Astenuti 2
Maggioranza 259
Hanno votato sì 244
Hanno votato no 272).
Prendo atto che il deputato Duilio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baretta 1.218, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Giachetti, Sbrollini, Sbai, Burtone, Fogliardi Pittelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 517
Maggioranza 259
Hanno votato sì 241
Hanno votato no 276).
Prendo atto che i deputati Duilio e Gianni Farina hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mariani 1.220, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Mogherini Rebesani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 514
Votanti 513
Astenuti 1
Maggioranza 257
Hanno votato sì 240
Hanno votato no 273).
Prendo atto che il deputato Duilio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Oliverio 1.221, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Cicchitto,Reguzzoni, Ravetto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 521
Maggioranza 261
Hanno votato sì 244
Hanno votato no 277).
Prendo atto che il deputato Duilio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tullo 1.222, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 516
Maggioranza 259
Hanno votato sì 242
Hanno votato no 274).
Prendo atto che il deputato Duilio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Andrea Orlando 1.223.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Andrea Orlando. Ne ha facoltà.
ANDREA ORLANDO. Signor Presidente, intervengo per chiedere il voto a tutto il Parlamento sull'emendamento in esame, per far sì che sia attuata una legge che proprio questa Camera ha approvato all'unanimità: mi riferisco alla legge istitutiva dell'Agenzia per i beni confiscati. Infatti, progressivamente i fatti rischiano di svuotare la volontà che è stata appunto espressa da questa Assemblea.
Già è difficile capire come una struttura con trenta dipendenti possa gestire una mole di beni di 18 miliardi di euro, secondo le dichiarazioni del Governo. Già è difficile capire come una norma importante, che è stata introdotta con l'istituzione dell'Agenzia, quella che prevede l'assegnazione ai comuni e che corregge una norma perniciosa prevista nella finanziaria, che prevedeva soltanto il ricorso all'asta, rischia di essere svuotata dalle condizioni materiali di applicazione, dato che i comuni italiani in larga parte non hanno gli strumenti necessari per intervenire sui beni che sono assegnati. Ma in ultimo - e questo è il punto dell'emendamento in esame - sarebbe davvero paradossale ed assurdo se quei pochi comuni in grado di intervenire sui beni confiscati, facendolo si trovassero nella condizione di sforare il Patto di stabilità.
Si parla di atti simbolici e sarebbe davvero un simbolo nefasto il fatto che un comune che è in grado di intervenire su un bene confiscato non lo può fare, perché altrimenti si trova a sforare il Patto di stabilità.
Chiedo a tutti i colleghi che hanno approvato l'istituzione dell'Agenzia di essere coerenti e di votare a favore dell'emendamento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Andrea Orlando 1.223, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Castellani, Biava, Ravetto, Andrea Orlando...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 515
Maggioranza 258
Hanno votato sì 239
Hanno votato no 276).
Prendo atto che il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Strizzolo 1.227.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Strizzolo. Ne ha facoltà.
IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, intervengo per dire che assieme ai colleghi Maran e Rosato abbiamo presentato Pag. 102l'emendamento in esame perché riteniamo che la partita legata all'ex articolo 10, contenuto nel maxiemendamento presentato dal Governo in Commissione, non dia giusta ed equa soddisfazione ai rapporti finanziari fra la nostra regione, il Friuli-Venezia Giulia, e lo Stato.
Riteniamo che sia importante pertanto accogliere l'emendamento in esame, al fine di non mettere assieme ingiustamente due partite che sono nettamente distinte. Pertanto, invito il Parlamento e i colleghi a votare a favore dell'emendamento che abbiamo presentato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Strizzolo 1.227, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli De Girolamo, Castellani, Cesario, Sposetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 513
Maggioranza 257
Hanno votato sì 238
Hanno votato no 275).
Prendo atto che il deputato Sposetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lo Monte 1.231, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Concia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 499
Maggioranza 250
Hanno votato sì 231
Hanno votato no 268).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Miotto 1.234, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Rivolta, Cesario, Rampi, Villecco Calipari...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 517
Maggioranza 259
Hanno votato sì 240
Hanno votato no 277).
Prendo atto che la deputata Rivolta ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Barbi 1.240, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Chiedo scusa ai colleghi che chiedono di intervenire, ma non ho segnalazioni relative al loro intervento. Avete ragione, ma è necessario segnalarlo prima che la votazione venga aperta.
Onorevole Marco Carra...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 507
Votanti 506
Astenuti 1
Maggioranza 254
Hanno votato sì 234
Hanno votato no 272).
Prendo atto che il deputato Allasia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere Pag. 103voto contrario e che il deputato Barbi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lo Monte 1.242, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Strizzolo, Messina...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 514
Votanti 513
Astenuti 1
Maggioranza 257
Hanno votato sì 237
Hanno votato no 276).
Passiamo alla votazione dell'emendamento De Biasi 1.249.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Biasi. Ne ha facoltà, per un minuto.
EMILIA GRAZIA DE BIASI. Signor Presidente, questo emendamento solleva un tema che abbiamo già dibattuto, ma non posso dire ampiamente, perché il silenzio del Governo in Commissione e in Aula è stato davvero assordante. Si tratta di un emendamento con cui si intende dare al Fondo unico per lo spettacolo 150 milioni di euro.
Dal 1985, anno di istituzione del Fondo unico per lo spettacolo, ad oggi tale Fondo, in euro correnti, con eurobase del 1985, è calato del 51,3 per cento. Ciò significa che le attività che riguardano la prosa, il cinema, la musica, le fondazioni lirico-sinfoniche, gli spettacoli viaggianti, i circhi, gli artisti di strada e la danza sono sostenute nel nostro Paese, per il 2011 e per il triennio relativo, con 260 milioni di euro.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
EMILIA GRAZIA DE BIASI. Come sapete, in Italia, le persone vanno più a teatro che alle partite, tuttavia, capisco che la contrattazione è davvero dispari. Qui fuori vi è una parte del mondo della cultura che sta protestando.
PRESIDENTE. Deve concludere.
EMILIA GRAZIA DE BIASI. Non capisco sinceramente alcuni colleghi - mi rivolgo ad alcuni colleghi della maggioranza - che in Commissione dicono di fare battaglia - anche per una legge che, peraltro, è stata votata all'unanimità e non viene finanziata da questo Governo, cioè la riforma dello spettacolo dal vivo mentre qui, molto probabilmente, si chiameranno fuori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Biasi 1.249, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 512
Votanti 511
Astenuti 1
Maggioranza 256
Hanno votato sì 240
Hanno votato no 271).
Prendo atto che il deputato Mecacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tempestini 1.252, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Coscia, Ria, Giulietti, De Angelis, Gasbarra...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 514
Maggioranza 258
Hanno votato sì 238
Hanno votato no 276).
Prendo atto che i deputati Froner e Mecacci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato De Angelis ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Murer 1.256...
ROBERTO GIACHETTI. No, signor Presidente! L'intervento è segnalato! L'onorevole Murer era già con la mano alzata!
PRESIDENTE. Revoco l'indizione della votazione.
Chiedo scusa, perché questo era un intervento segnalato e non risultava alla Presidenza (Commenti). Colleghi, scusate, è stato un errore della Presidenza e non dell'onorevole Giachetti. Prego, onorevole Murer, ha facoltà di parlare per dichiarazione di voto.
DELIA MURER. Signor Presidente, chiedo un po' di silenzio. Con questo emendamento si riparla di famiglia. Noi vogliamo riportare il Fondo per le famiglie a 130 milioni di euro. Questo fondo è stato tagliato dal Governo e ridotto a 52,5 milioni di euro, ben distanti dai 276 milioni di euro che aveva iniziato a stanziare, con molte critiche ricevute, il Governo Prodi.
Io vorrei ricordare a tutti i colleghi che, oltre ad essere stati bocciati gli emendamenti che prevedevano altri interventi per le famiglie, nella nostra Commissione, in Commissione affari sociali, questo emendamento è stato votato da tutti, anche dai colleghi di maggioranza, che io richiamerei a un po' di coerenza.
Vorrei anche ricordare che il sottosegretario Giovanardi è venuto in Commissione per dirci che per mantenere le politiche in atto servivano almeno 96 milioni di euro; si è fatta una conferenza sulla famiglia, che si è rivelata del tutto ideologica, e non ci sono le risorse.
Io chiedo coerenza a tutti i parlamentari e soprattutto a quelli della Commissione affari sociali e chiedo un sostegno a questo emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Murer 1.256, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Rivolta, Mura, Rivolta, Nola, Rossi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 516
Maggioranza 259
Hanno votato sì 238
Hanno votato no 278).
Prendo atto che il deputato Rugghia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vico 1.260, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Gatti, Rivolta, Castellani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 505
Maggioranza 253
Hanno votato sì 231
Hanno votato no 274). Pag. 105
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 1.276, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Nizzi, Marco Carra, Germanà...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 511
Maggioranza 256
Hanno votato sì 236
Hanno votato no 275).
Prendo atto che il deputato Rugghia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 1.279, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Castellani, Germanà, Ravetto, Mondello, Lussana, Menia, Mondello, Della Vedova...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 514
Maggioranza 258
Hanno votato sì 237
Hanno votato no 277).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Amici 1.283, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Ravetto e Veltroni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 514
Maggioranza 258
Hanno votato sì 239
Hanno votato no 275).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.297, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Lussana, Mura, Cesario, Calvisi, Pescante, Ghiglia, Bocciardo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 520
Votanti 519
Astenuti 1
Maggioranza 260
Hanno votato sì 240
Hanno votato no 279).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 1.298, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Tempestini, Dionisi, Nastri, Codurelli.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 517
Maggioranza 259
Hanno votato sì 240
Hanno votato no 277). Pag. 106
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rubinato 1.304, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Della Vedova, Russo, Tempestini, Papa, Dionisi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 521
Maggioranza 261
Hanno votato sì 243
Hanno votato no 278).
Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.306, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Rivolta, onorevole Sposetti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 515
Maggioranza 258
Hanno votato sì 240
Hanno votato no 275).
Prendo atto che la deputata Zampa ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Marchioni 1.310.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marchioni. Ne ha facoltà per un minuto.
ELISA MARCHIONI. Signor Presidente, questo emendamento è stato approvato all'unanimità dalla Commissione X (Attività produttive) con il parere favorevole del Governo. Abbiamo già sottolineato con tanti interventi come questa finanziaria non abbia stimoli per l'economia.
In questo emendamento si chiede una cifra direi risibile, 10 milioni di euro, per finanziare la promozione del marchio Italia all'estero attraverso l'ENIT. È un finanziamento che darebbe visibilità al turismo italiano ed è l'unica occasione in cui in questa finanziaria si parla di turismo. In questo modo daremmo l'opportunità di lavorare a tutti gli operatori turistici che di questo campano e si tratta di una cifra davvero bassa. Chiedo al Parlamento di votare a favore di un emendamento che dà un po' di spinta alla nostra economia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marchioni 1.310, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Della Vedova, Di Caterina, Calderisi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 518
Votanti 512
Astenuti 6
Maggioranza 257
Hanno votato sì 240
Hanno votato no 272).
Prendo atto che il deputato Razzi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vannucci 1.315, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Cesario, Gatti, Touadi, Galati, Landolfi, Ghiglia.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 513
Maggioranza 257
Hanno votato sì 237
Hanno votato no 276).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Cenni 1.319.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cenni. Ne ha facoltà.
SUSANNA CENNI. Signor Presidente, si tratta di un emendamento che prevede un accantonamento in tabella A per finanziare una norma di spesa per agevolazioni fiscali destinate alle colture in serra, che andrebbe a sostituire la cosiddetta «accisa zero» per il gasolio in serra. Si tratta di 47 milioni di euro circa, quindi non è uno stanziamento cospicuo, ma darebbe risposta a una grande fetta di imprese che svolgono questa attività.
Voglio ricordare che su questa materia da due anni c'è un continuo rinvio da parte del Governo ad un provvedimento successivo che poi puntualmente non arriva.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
SUSANNA CENNI. In questi giorni ci sono moltissime dichiarazione di giubilo per l'accoglimento della dieta mediterranea come patrimonio dello UNESCO. È patrimonio immateriale. Non vorrei che se non si rispondesse a queste necessità immateriale divenisse l'agricoltura italiana (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cenni 1. 319, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Dima, Maggioni....
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 514
Maggioranza 258
Hanno votato sì 239
Hanno votato no 275).
Prendo atto che i deputati Pionati ed Alessandri hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che i deputati Vannucci e Razzi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Naccarato 1.320, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Ricordo che i relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Fogliardi, Nola, Burtone, Novelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 516
Maggioranza 259
Hanno votato sì 239
Hanno votato no 277).
Prendo atto che i deputati Vannucci e Razzi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci Tab. A.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Casero, Calabria, Mura....
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 514
Maggioranza 258
Hanno votato sì 238
Hanno votato no 276).
Prendo atto che i deputati Vannucci e Razzi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Marco Carra Tab. A.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marco Carra, al quale ricordo che ha un minuto di tempo a disposizione. Prego, ne ha facoltà.
MARCO CARRA. Signor Presidente, con questo emendamento votato dalla Commissione agricoltura all'unanimità, con il parere favorevole del Governo, quindi del Ministro Galan, ci rivolgiamo ai 35 mila produttori di latte che in materia di quote hanno rispettato le regole e per farlo si sono spesso indebitati mettendo a rischio il loro reddito e in molti casi mettendo a rischio la stessa sopravvivenza dell'azienda, a fronte dei 500 o poco più, che queste regole non le hanno rispettate e ai quali Agea e il commissario straordinario per le quote hanno comunicato ieri la riscossione coattiva delle multe.
Per questa ragione chiediamo che vengano stanziati effettivamente i 45 milioni previsti dalla legge n. 33 del 2009 a parziale risarcimento per quei produttori che, come ho detto prima, nel corso di questi anni si sono indebitati.
Pensiamo che i numerosi deputati di maggioranza che hanno manifestato interesse, votando per questo emendamento in Commissione, debbano mantenere una loro coerenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marco Carra Tab. A.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 512
Votanti 510
Astenuti 2
Maggioranza 256
Hanno votato sì 239
Hanno votato no 271).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Causi Tab. B.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 503
Maggioranza 252
Hanno votato sì 231
Hanno votato no 272).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti Tab. B.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Cesario....
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 511
Votanti 510
Astenuti 1
Maggioranza 256
Hanno votato sì 237
Hanno votato no 273).
Prendo atto che il deputato Zacchera ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Meta Tab. C.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Casini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 513
Maggioranza 257
Hanno votato sì 238
Hanno votato no 275).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Braga Tab. C. 2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Luciano Rossi, Giulietti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 514
Votanti 512
Astenuti 2
Maggioranza 257
Hanno votato sì 237
Hanno votato no 275).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Narducci Tab. C.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Narducci. Ne ha facoltà.
FRANCO NARDUCCI. Signor Presidente, ho sicuramente molta considerazione e rispetto per l'attuale crisi della finanza pubblica, ma i tagli alle voci di spesa non sono tutti uguali: mi riferisco al taglio alla Società Dante Alighieri, e non sono cifre milionarie; stiamo parlando di un taglio che è già stato operato in itinere nel 2010 e di una ulteriore diminuzione di risorse prevista per il 2011.
Signor Presidente, considerando che Gianni Letta è anche vicepresidente della Società Dante Alighieri, mi appello a tutti gli onorevoli colleghi affinché approvino questo emendamento, perché si tratta di rendere giustizia ad una Società che promuove e proietta l'immagine positiva dell'Italia nel mondo, la nostra cultura e la nostra lingua: vale a dire i valori veri, tutti quelli che rappresentano una grande forza per l'Italia.
È possibile che su questi aspetti non si riesca a trovare una convergenza e a dire «sì» a un emendamento che renderebbe giustizia al lavoro fatto da decine di migliaia di cittadini italiani in ogni parte del mondo, e al ruolo della Società Dante Alighieri?
PIER PAOLO BARETTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, intervengo per apporre la mia firma all'emendamento Narducci Tab. C. 8 e per raccomandare caldamente al Governo di riconsiderare la sua posizione su questa particolare questione che riguarda la Società Dante Alighieri.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Narducci Tab. C. 8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Simeoni, Mura.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 510
Votanti 507
Astenuti 3
Maggioranza 254
Hanno votato sì 244
Hanno votato no 263).
Dobbiamo passare adesso alle proposte emendative accantonate.
Chiedo, quindi, al relatore e al rappresentante del Governo di specificare quale sia il loro parere sugli emendamenti Vannucci 1.77 e sugli identici emendamenti Brugger 1.180 e Froner 1.181.
MARCO MARIO MILANESE, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, il parere sull'emendamento Vannucci 1.77 resta purtroppo contrario, in quanto è oneroso e privo di copertura, mentre, per gli identici emendamenti Brugger 1.180 e Froner 1.181 propongo una riformulazione nel modo seguente: Al comma 132, primo periodo, sostituire le parole da «fermo restando l'obiettivo complessivamente determinato» fino alla fine del comma, con le seguenti: «definendo gli obiettivi complessivi di saldo finanziario con riferimento agli enti locali della regione o provincia autonoma, nell'ambito degli accordi di cui ai commi 130 e 131 e nel rispetto dei relativi termini. In caso di mancato accordo si applicano, per gli enti locali di cui al presente comma, le disposizioni previste in materia di Patto di stabilità interno per gli enti locali del restante territorio nazionale».
PRESIDENTE. Prendo atto che il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vannucci 1.77, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Cardinale...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 504
Votanti 502
Astenuti 2
Maggioranza 252
Hanno votato sì 232
Hanno votato no 270).
Passiamo agli identici emendamenti Brugger 1.180 e Froner 1.181, sui quali il relatore ha proposto una riformulazione molto ampia. Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione.
SIEGFRIED BRUGGER. Signor Presidente, accettiamo la riformulazione, però vogliamo anche avere garanzie sull'ordine del giorno che è a conoscenza del Governo e che illustra le parti sulle quali ha siamo d'accordo.
PRESIDENTE. Onorevole Froner?
LAURA FRONER. Signor Presidente, anche noi crediamo sia stata presa in considerazione la nostra volontà di eliminare l'effetto di duplicazione delle misure a carico dei sistemi regionali e provinciali e, in modo particolare, a carico degli enti locali e quindi accettiamo la riformulazione e appoggiamo anche l'ordine del giorno che sarà presentato dai colleghi del SVP.
PRESIDENTE. Come ho sottolineato c'è una riformulazione molto ampia. Non essendoci obiezioni né da parte dei proponenti, né dei gruppi, chiedo al Governo il parere, anche in relazione all'ordine del giorno preannunciato.
LUIGI CASERO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è favorevole Pag. 111e si impegna anche ad accettare domani l'ordine del giorno che sarà presentato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Brugger 1.180 e Froner 1.181, nel testo riformulato, accettati dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Froner, Strizzolo
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 495
Votanti 480
Astenuti 15
Maggioranza 241
Hanno votato sì 473
Hanno votato no 7).
La Presidenza ringrazia di cuore tutti i colleghi, in particolare per la disponibilità di coloro che potevano intervenire e hanno accettato quanto concordato tra i capigruppo e la Presidenza.
Abbiamo concluso l'esame dell'articolo unico e degli emendamenti ad esso riferiti, pertanto rinviamo l'esame del disegno di legge di stabilità per l'anno 2011. Come già preannunciato, infatti, l'esame degli ordini del giorno e la votazione finale avranno luogo nella seduta di domani.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani, concordato tra tutti i gruppi.
Venerdì 19 novembre 2010, alle 9:
1. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2011) (C. 3778-A).
- Relatori: Milanese, per la maggioranza; Baretta e Cambursano, di minoranza.
2. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013 (C. 3779-A).
Nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013.
- Relatori: Marsilio, per la maggioranza; Calvisi e Borghesi, di minoranza.
La seduta termina alle 20,15.
VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nom. | Ddl 3779-A - em. 17.1 | 542 | 539 | 3 | 270 | 252 | 287 | 36 | Resp. |
2 | Nom. | articolo 17 | 549 | 544 | 5 | 273 | 294 | 250 | 33 | Appr. |
3 | Nom. | Ddl 3778-A - em. 1.3 | 550 | 548 | 2 | 275 | 251 | 297 | 29 | Resp. |
4 | Nom. | em. 1.4 | 543 | 540 | 3 | 271 | 249 | 291 | 29 | Resp. |
5 | Nom. | em. 1.16 | 536 | 530 | 6 | 266 | 241 | 289 | 29 | Resp. |
6 | Nom. | em. 1.18 | 551 | 544 | 7 | 273 | 255 | 289 | 21 | Resp. |
7 | Nom. | em. 1.19 | 547 | 540 | 7 | 271 | 244 | 296 | 22 | Resp. |
8 | Nom. | em. 1.20 | 532 | 532 | 267 | 251 | 281 | 23 | Resp. | |
9 | Nom. | em. 1.22 | 484 | 484 | 243 | 225 | 259 | 21 | Resp. | |
10 | Nom. | em. 1.23 | 488 | 477 | 11 | 239 | 212 | 265 | 20 | Resp. |
11 | Nom. | em. 1.35 | 480 | 478 | 2 | 240 | 217 | 261 | 20 | Resp. |
12 | Nom. | em. 1.37 | 472 | 464 | 8 | 233 | 204 | 260 | 20 | Resp. |
13 | Nom. | em. 1.45 | 478 | 476 | 2 | 239 | 216 | 260 | 42 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nom. | em. 1.50 | 491 | 491 | 246 | 225 | 266 | 37 | Resp. | |
15 | Nom. | em. 1.58 | 505 | 504 | 1 | 253 | 231 | 273 | 35 | Resp. |
16 | Nom. | em. 1.68 | 509 | 509 | 255 | 238 | 271 | 34 | Resp. | |
17 | Nom. | em. 1.71 | 516 | 516 | 259 | 240 | 276 | 33 | Resp. | |
18 | Nom. | em. 1.75 | 517 | 511 | 6 | 256 | 239 | 272 | 32 | Resp. |
19 | Nom. | em. 1.501 | 518 | 518 | 260 | 514 | 4 | 32 | Appr. | |
20 | Nom. | em. 1.80 | 515 | 514 | 1 | 258 | 243 | 271 | 33 | Resp. |
21 | Nom. | em. 1.81 | 510 | 510 | 256 | 242 | 268 | 33 | Resp. | |
22 | Nom. | em. 1.83 | 497 | 497 | 249 | 238 | 259 | 33 | Resp. | |
23 | Nom. | subem. 0.1.500.1 | 537 | 510 | 27 | 256 | 225 | 285 | 29 | Resp. |
24 | Nom. | subem. 0.1.500.500 | 536 | 329 | 207 | 165 | 325 | 4 | 29 | Appr. |
25 | Nom. | subem. 0.1.500.5 | 531 | 316 | 215 | 159 | 37 | 279 | 28 | Resp. |
26 | Nom. | subem. 0.1.500.3 | 530 | 526 | 4 | 264 | 237 | 289 | 29 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39) | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nom. | subem. 0.1.500.4 | 538 | 536 | 2 | 269 | 247 | 289 | 29 | Resp. |
28 | Nom. | em. 1.500 p. I | 522 | 522 | 262 | 515 | 7 | 27 | Appr. | |
29 | Nom. | em. 1.500 p. II | 534 | 331 | 203 | 166 | 328 | 3 | 27 | Appr. |
30 | Nom. | em. 1.89 | 528 | 525 | 3 | 263 | 243 | 282 | 27 | Resp. |
31 | Nom. | em. 1.90 | 531 | 530 | 1 | 266 | 249 | 281 | 27 | Resp. |
32 | Nom. | em. 1.93 | 528 | 527 | 1 | 264 | 242 | 285 | 27 | Resp. |
33 | Nom. | em. 1.99 | 525 | 524 | 1 | 263 | 242 | 282 | 27 | Resp. |
34 | Nom. | em. 1.103 | 525 | 524 | 1 | 263 | 246 | 278 | 27 | Resp. |
35 | Nom. | em. 1.105 | 521 | 519 | 2 | 260 | 238 | 281 | 27 | Resp. |
36 | Nom. | em. 1.106 | 514 | 513 | 1 | 257 | 237 | 276 | 27 | Resp. |
37 | Nom. | em. 1.113 | 519 | 518 | 1 | 260 | 237 | 281 | 27 | Resp. |
38 | Nom. | em. 1.116 | 519 | 516 | 3 | 259 | 238 | 278 | 27 | Resp. |
39 | Nom. | em. 1.119 | 510 | 509 | 1 | 255 | 231 | 278 | 27 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 4 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52) | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
40 | Nom. | em. 1.120 | 517 | 516 | 1 | 259 | 239 | 277 | 26 | Resp. |
41 | Nom. | em. 1.121 | 519 | 518 | 1 | 260 | 239 | 279 | 26 | Resp. |
42 | Nom. | em. 1.126 | 515 | 514 | 1 | 258 | 234 | 280 | 27 | Resp. |
43 | Nom. | em. 1.138 | 518 | 518 | 260 | 237 | 281 | 27 | Resp. | |
44 | Nom. | em. 1.148 | 518 | 516 | 2 | 259 | 238 | 278 | 27 | Resp. |
45 | Nom. | em. 1.151 | 519 | 519 | 260 | 238 | 281 | 27 | Resp. | |
46 | Nom. | em. 1.157 | 518 | 516 | 2 | 259 | 239 | 277 | 27 | Resp. |
47 | Nom. | em. 1.158 | 512 | 498 | 14 | 250 | 221 | 277 | 27 | Resp. |
48 | Nom. | em. 1.159 | 515 | 501 | 14 | 251 | 223 | 278 | 27 | Resp. |
49 | Nom. | em. 1.161 | 513 | 512 | 1 | 257 | 236 | 276 | 27 | Resp. |
50 | Nom. | em. 1.165 | 502 | 462 | 40 | 232 | 185 | 277 | 27 | Resp. |
51 | Nom. | em. 1.170 | 510 | 509 | 1 | 255 | 236 | 273 | 27 | Resp. |
52 | Nom. | em. 1.172 | 514 | 513 | 1 | 257 | 239 | 274 | 27 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 5 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65) | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
53 | Nom. | em. 1.176 | 495 | 494 | 1 | 248 | 230 | 264 | 27 | Resp. |
54 | Nom. | em. 1.190 | 516 | 516 | 259 | 241 | 275 | 27 | Resp. | |
55 | Nom. | em. 1.195 | 513 | 513 | 257 | 237 | 276 | 27 | Resp. | |
56 | Nom. | em. 1.196 | 493 | 492 | 1 | 247 | 228 | 264 | 27 | Resp. |
57 | Nom. | em. 1.203 | 510 | 510 | 256 | 237 | 273 | 27 | Resp. | |
58 | Nom. | em. 1.208 | 506 | 506 | 254 | 233 | 273 | 27 | Resp. | |
59 | Nom. | em. 1.213 | 516 | 516 | 259 | 243 | 273 | 27 | Resp. | |
60 | Nom. | em. 1.214 | 516 | 516 | 259 | 245 | 271 | 27 | Resp. | |
61 | Nom. | em. 1.215 | 515 | 514 | 1 | 258 | 238 | 276 | 27 | Resp. |
62 | Nom. | em. 1.217 | 518 | 516 | 2 | 259 | 244 | 272 | 27 | Resp. |
63 | Nom. | em. 1.218 | 517 | 517 | 259 | 241 | 276 | 27 | Resp. | |
64 | Nom. | em. 1.220 | 514 | 513 | 1 | 257 | 240 | 273 | 27 | Resp. |
65 | Nom. | em. 1.221 | 521 | 521 | 261 | 244 | 277 | 27 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 6 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78) | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
66 | Nom. | em. 1.222 | 516 | 516 | 259 | 242 | 274 | 27 | Resp. | |
67 | Nom. | em. 1.223 | 515 | 515 | 258 | 239 | 276 | 27 | Resp. | |
68 | Nom. | em. 1.227 | 513 | 513 | 257 | 238 | 275 | 27 | Resp. | |
69 | Nom. | em. 1.231 | 499 | 499 | 250 | 231 | 268 | 27 | Resp. | |
70 | Nom. | em. 1.234 | 517 | 517 | 259 | 240 | 277 | 27 | Resp. | |
71 | Nom. | em. 1.240 | 507 | 506 | 1 | 254 | 234 | 272 | 27 | Resp. |
72 | Nom. | em. 1.242 | 514 | 513 | 1 | 257 | 237 | 276 | 27 | Resp. |
73 | Nom. | em. 1.249 | 512 | 511 | 1 | 256 | 240 | 271 | 27 | Resp. |
74 | Nom. | em. 1.252 | 514 | 514 | 258 | 238 | 276 | 27 | Resp. | |
75 | Nom. | em. 1.256 | 516 | 516 | 259 | 238 | 278 | 27 | Resp. | |
76 | Nom. | em. 1.260 | 505 | 505 | 253 | 231 | 274 | 27 | Resp. | |
77 | Nom. | em. 1.276 | 511 | 511 | 256 | 236 | 275 | 27 | Resp. | |
78 | Nom. | em. 1.279 | 514 | 514 | 258 | 237 | 277 | 27 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 7 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91) | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
79 | Nom. | em. 1.283 | 514 | 514 | 258 | 239 | 275 | 27 | Resp. | |
80 | Nom. | em. 1.297 | 520 | 519 | 1 | 260 | 240 | 279 | 27 | Resp. |
81 | Nom. | em. 1.298 | 517 | 517 | 259 | 240 | 277 | 27 | Resp. | |
82 | Nom. | em. 1.304 | 521 | 521 | 261 | 243 | 278 | 27 | Resp. | |
83 | Nom. | em. 1.306 | 515 | 515 | 258 | 240 | 275 | 27 | Resp. | |
84 | Nom. | em. 1.310 | 518 | 512 | 6 | 257 | 240 | 272 | 27 | Resp. |
85 | Nom. | em. 1.315 | 513 | 513 | 257 | 237 | 276 | 27 | Resp. | |
86 | Nom. | em. 1.319 | 514 | 514 | 258 | 239 | 275 | 27 | Resp. | |
87 | Nom. | em. 1.320 | 516 | 516 | 259 | 239 | 277 | 27 | Resp. | |
88 | Nom. | Tab. A.1 | 514 | 514 | 258 | 238 | 276 | 27 | Resp. | |
89 | Nom. | Tab. A.4 | 512 | 510 | 2 | 256 | 239 | 271 | 27 | Resp. |
90 | Nom. | Tab. B.1 | 503 | 503 | 252 | 231 | 272 | 27 | Resp. | |
91 | Nom. | Tab. B.4 | 511 | 510 | 1 | 256 | 237 | 273 | 27 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 8 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 96) | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
92 | Nom. | Tab. C.1 | 513 | 513 | 257 | 238 | 275 | 27 | Resp. | |
93 | Nom. | Tab. C.2 | 514 | 512 | 2 | 257 | 237 | 275 | 27 | Resp. |
94 | Nom. | Tab. C.8 | 510 | 507 | 3 | 254 | 244 | 263 | 27 | Resp. |
95 | Nom. | em. 1.77 | 504 | 502 | 2 | 252 | 232 | 270 | 27 | Resp. |
96 | Nom. | em. 1.180, 1.181 rif. | 495 | 480 | 15 | 241 | 473 | 7 | 27 | Appr. |