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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto sommario dell'Assemblea

Seduta n. 422 di lunedì 24 gennaio 2011

Pag. III

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

La seduta comincia alle 12,10.

La Camera approva il processo verbale della seduta del 20 gennaio 2011.

I deputati in missione sono sessantadue.

Modifica nella composizione del comitato direttivo di un gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. Comunica che il presidente del gruppo parlamentare Misto ha reso noto che, a seguito delle modifiche intervenute nella composizione del gruppo Misto e delle componenti politiche al suo interno, il comitato direttivo risulta così composto: presidente: Siegfried Brugger, rappresentante della componente politica Minoranze linguistiche; vicepresidenti: Carmelo Lo Monte, rappresentante della componente politica Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud; Daniela Melchiorre, rappresentante della componente politica Liberal Democratici - MAIE; Bruno Tabacci, rappresentante della componente politica Alleanza per l'Italia.

Discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 228 del 2010: Proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle forze armate e di polizia (A.C. 3996-A).

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.

GIANPAOLO DOZZO (LNP), Relatore per la III Commissione. Anche a nome del relatore per la IV Commissione, illustra i contenuti del provvedimento d'urgenza in discussione, con particolare riferimento all'incremento del contributo italiano alla cooperazione civile e militare nel difficile e degradato teatro afgano, alle attività di capacity building rivolte alle amministrazioni locali in Libano, al finanziamento di programmi di cooperazione allo sviluppo e di ricostruzione civile in Iraq, Myanmar e Sudan, nonché alla prosecuzione del processo di stabilizzazione e integrazione nei Balcani. Richiamate, quindi, le modifiche migliorative apportate al testo durante l'iter in sede referente presso le Commissioni riunite affari esteri e difesa, sottolinea la necessità di una sollecita approvazione della legge quadro sulle missioni internazionali, il cui esame pende dinanzi alle predette Commissioni. Ricordate, infine, le norme che prevedono la stipula di contratti di assicurazione a copertura degli interventi all'estero dei nostri militari, nonché le disposizioni che prevedono maggiore flessibilità di spesa in capo ai comandanti di contingenti italiani, auspica la più ampia convergenza politica sulla sollecita conversione di un decreto-legge che conferma la capacità dell'Italia di assumere un ruolo di responsabilità sulla scena internazionale.

Pag. IV

PRESIDENTE. Prende atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire in replica.

ANTONIO RUGGHIA (PD). Nel ritenere che la partecipazione italiana alle missioni all'estero rappresenti un aspetto significativo della politica estera del Paese, giudica del tutto inadeguato lo strumento del decreto-legge rispetto alla rilevanza della materia trattata, auspicando al riguardo l'approvazione di una legge quadro sulle missioni internazionali. Richiamati, quindi, i nodi problematici relativi alla partecipazione dell'Italia nelle differenti aree geografiche di intervento militare e civile, rileva che il previsto aumento dell'impegno militare in Afghanistan dovrebbe accompagnarsi ad un approfondito dibattito parlamentare, mentre la ridotta partecipazione nell'area dei Balcani dovrebbe essere compensata da una più accentuata iniziativa di cooperazione. Nell'invitare, infine, il Governo a chiarire la propria posizione sulle prospettive inerenti il teatro afgano, precisando le strategie adottate e gli obiettivi finora raggiunti, giudica opportuno avviare un'approfondita riflessione sul processo di ricostruzione politica e civile del Paese in questione, nonché sulla prossima exit strategy.

ALDO DI BIAGIO (FLI). Nel rinnovare le espressioni di cordoglio ai familiari dei militari italiani caduti nei teatri esteri, si sofferma sull'entità degli stanziamenti previsti dal decreto-legge in esame, lamentando gli inopportuni tagli al finanziamento delle missioni di stabilizzazione nei Balcani occidentali, con particolare riferimento alla drammatica situazione civile e politica del Kosovo, attualmente all'attenzione del Consiglio d'Europa. Evidenzia quindi il confermato ruolo svolto dall'Italia sullo scacchiere internazionale, sottolineando il livello di eccellenza raggiunto dal nostro Paese sul versante centrale e strategico della sinergica relazione tra cooperazione civile e militare.

MARIO BARBI (PD). Stigmatizzato l'atteggiamento scarsamente collaborativo ed elusivo del Governo e della maggioranza nel corso dell'esame in sede referente del provvedimento d'urgenza in discussione, che non si può considerare un mero atto amministrativo di rifinanziamento, sottolinea la necessità di una discussione parlamentare organica e strutturata in grado di valutare i nodi politico-strategici sottesi alle varie missioni internazionali in corso. Ribadisce quindi la richiesta della sua parte politica di prevedere un fondo permanente per il finanziamento della partecipazione italiana alle missioni internazionali, di definire una cornice normativa in materia e di dedicare alla stessa un'apposita sessione parlamentare. Nel richiamare i contenuti del decreto-legge in discussione, rileva, tra l'altro, l'opportunità di un maggiore impegno in termini diplomatici e di cooperazione nell'area dei Balcani e nell'Africa sub-sahariana, invitando peraltro il Governo ad illustrare i progressi conseguiti dalle missioni operative nel teatro afgano. Lamentata altresì la progressiva riduzione degli stanziamenti destinati alla cooperazione allo sviluppo, della quale richiama il ruolo fondamentale nelle politiche di peace keeping, sottolinea l'alto contributo reso dal personale delle Forze armate e dai suoi caduti.

RICCARDO MIGLIORI (PdL). Nel condividere le considerazioni svolte dal relatore Dozzo, prospetta l'opportunità di superare l'attuale meccanismo di rifinanziamento delle missioni internazionali mediante il ricorso ad una legge quadro in materia. Nel ritenere quindi che l'alto valore e l'impegno dei nostri militari all'estero siano il miglior esempio della credibilità della politica estera italiana, manifesta condivisione circa le preoccupazioni relative alla situazione in Afghanistan, reputando necessario concentrare gli sforzi per consentire l'autosufficienza militare e politica di tale Stato. Evidenziato altresì come la comunità internazionale abbia sottovalutato la drammatica evoluzione della situazione politica in Libano, che rende più complesso il raggiungimento degli obiettivi della missione internazionale in tale area, ritiene necessario un Pag. Vmaggiore sforzo economico internazionale per interventi di sostegno ai Paesi dell'Africa sub-sahariana e dell'area del Mediterraneo, che consenta tra l'altro di arginare i crescenti flussi migratori. Sottolineato quindi il permanere di tensioni interetniche nei Balcani, che impone una revisione degli accordi di Dayton, esprime, a nome del suo gruppo, un giudizio positivo sul provvedimento d'urgenza in discussione.

AUGUSTO DI STANISLAO (IdV). Nel lamentare la carenza di una disciplina uniforme e stabile concernente la partecipazione italiana alle missioni internazionali di pace, ritiene che il mero rifinanziamento periodico di singoli interventi pregiudichi la continuità e la sostanza dell'impegno italiano, denotando l'assenza di una strategia organica da parte dell'Esecutivo. Richiamati quindi i contenuti del provvedimento d'urgenza in discussione, rammenta le problematiche geostrategiche salienti che allo stato caratterizzano i teatri dell'intervento in Libano, Balcani, Africa sub-sahariana e segnatamente Afghanistan, in ordine al quale sottolinea la necessità di un più incisivo ed articolato intervento umanitario per sostenere un credibile processo di pacificazione sociale e politica. Manifesta infine l'orientamento favorevole della sua parte alla prosecuzione della partecipazione alle varie missioni internazionali, esprimendo viceversa contrarietà alla presenza italiana in Afghanistan, nella convinzione che il mutato ambito di intervento, a suo parere eminentemente bellico, sia in netta contraddizione con gli obiettivi originariamente sottesi alle missioni ivi previste.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali e prende atto che il relatore per la III Commissione rinunzia alla replica.

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Espressa soddisfazione per il proficuo lavoro svolto nel corso dell'iter in sede referente, che ha consentito di predisporre importanti misure a sostegno delle missioni internazionali, in un clima di ampia convergenza parlamentare, richiama le attività svolte ed i risultati conseguiti nelle diverse aree geopolitiche di intervento militare e civile. Sottolineato altresì il carattere multilateralista che connota la partecipazione italiana alle predette missioni, al fine di assicurare la stabilizzazione politica, economica e sociale dei territori interessati, manifesta apprezzamento per il professionale impegno profuso dal personale delle Forze armate, associandosi infine al cordoglio espresso ai familiari dei militari italiani caduti nei teatri esteri.

PRESIDENTE. Rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.

La seduta, sospesa alle 14,10, è ripresa alle 15,05.

I deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono sessantuno.

Discussione delle mozioni Amici n. 1-00512 e Mura n. 1-00532: Iniziative volte al contrasto di ogni forma di violenza nei confronti delle donne.

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al resoconto della seduta del 20 gennaio 2011.

PRESIDENTE. Avverte che sono state presentate le ulteriori mozioni Binetti n. 1-00534 e Saltamartini n. 1-00538 che, vertendo su materia analoga a quella trattata dalle mozioni all'ordine del giorno, saranno discusse congiuntamente.
Dichiara aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni.

MARINA SERENI (PD). Illustra la mozione Amici n. 1-00512, ricordando che nel 2008 il Parlamento ha approvato una mozione presentata dal suo gruppo vertente su materia analoga a quella oggetto dei documenti di indirizzo in discussione e che, nonostante il varo della normativa Pag. VIin materia di stalking, appaiono tuttora insufficienti le misure di stampo meramente repressivo predisposte per contrastare il fenomeno della violenza nei confronti delle donne, che sempre più spesso ha origine all'interno del nucleo familiare. Invita, quindi, il Governo ad adottare un piano di intervento nazionale che garantisca, tra l'altro, la predisposizione di campagne informative e formative, nonché di un sistema di misure a tutela delle vittime della violenza volto alla costruzione di azioni concrete di prevenzione.

SILVANA MURA (IdV). Illustra la sua mozione n. 1-00532, sottolineando l'estrema rilevanza civile della tematica relativa alla violenza contro le donne, che sta assumendo proporzioni allarmanti sia in Italia sia in altre parti del mondo, il cui contrasto non può essere basato solo su misure di stampo repressivo, ma va affrontato anche sotto il profilo culturale e sociale, superando le persistenti disparità tra uomo e donna. Giudica al riguardo discutibile l'atteggiamento del Presidente del Consiglio, lamentando la diffusione di un modello basato sulla mercificazione del corpo femminile.

DEBORAH BERGAMINI (PdL). Illustra la mozione Saltamartini n. 1-00538, invitando il Governo a proseguire nelle iniziative già avviate con successo a tutela della dignità femminile, intesa anche come piena integrazione delle donne nel mondo imprenditoriale e del lavoro. Ricordato, altresì, che il Consiglio d'Europa sta discutendo una Convenzione finalizzata alla lotta alla violenza domestica nei confronti delle donne, richiama le proficue misure promosse in materia dall'Esecutivo, tra cui la legge in tema di stalking.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI (UdC). Illustra la mozione Binetti n. 1-00534, richiamando i dati sulla violenza contro le donne dell'Organizzazione mondiale della sanità, in cui si analizzano le cause e si constata la diffusione di un fenomeno che ha assunto connotati di particolare gravità. Nel ritenere quindi indispensabile affrontare tale tematica a livello culturale, anche per superare le resistenze che spesso inducono a non denunciare gli atti di violenza, sottolinea la necessità di non sminuire il valore della famiglia, anche se a volte episodi di violenza si verificano al suo interno. Invita pertanto il Governo ad attivarsi per la necessaria promozione di una incisiva strategia politica e sociale che contempli un'efficace campagna di prevenzione a partire dagli istituti scolastici e l'attivazione di forme di monitoraggio all'interno dei centri di assistenza.

MARIA LETIZIA DE TORRE (PD). Richiamati gli allarmanti dati statistici sulla devastante diffusione di atti di violenza contro le donne, ancor più odiosi e intollerabili quando perpetrati ai danni di minori, manifesta apprezzamento per i contenuti delle mozioni presentate dai gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori. Rileva, quindi, che la sopraffazione maschile sulla donna mina le basi stesse della civiltà umana ed è, dunque, questione eminentemente sociale, implicando gravi e negative ricadute sulla evoluzione culturale e spirituale del genere umano. Precisa, al riguardo, di ritenere i comportamenti «pubblici» non dissociabili da coerenti condotte assunte nell'ambito della vita privata.

PAOLA GOISIS (LNP). Sottolineata preliminarmente la gravità delle questioni sollevate nei documenti di indirizzo in discussione, richiama le misure assunte a livello internazionale al fine di garantire un'uguaglianza di genere e di contrastare ogni forma di violenza perpetuata nei confronti delle donne. Nel ricordare altresì i dati che confermano l'incidenza del fenomeno nel Paese, precisa le meritevoli iniziative adottate dal Governo al fine di contrastare efficacemente tali problematiche, soffermandosi, in particolare, sulle disposizioni inerenti l'introduzione del reato di stalking e dell'arresto obbligatorio in flagranza per la violenza sessuale. Invita pertanto l'Esecutivo a proseguire nelle iniziative già avviate con successo, potenziando la rete nazionale antiviolenza e le attività di prevenzione contro gli atti persecutori; sottolinea infine Pag. VIIl'opportunità di incentivare le misure a favore delle vittime di violenza, coinvolgendo le stesse anche in percorsi di formazione ed inserimento lavorativo.

RENATO FARINA (PdL). Nel sottolineare che la drammatica questione della violenza sulle donne non riceva adeguato rilievo mediatico e politico, ritiene necessaria una autentica rivoluzione culturale, al di là degli indubbi progressi giuridici compiuti anche attraverso gli apprezzabili ed efficaci provvedimenti adottati dal Governo, segnatamente l'introduzione del reato di stalking. Al riguardo, considera imprescindibile valorizzare la famiglia e i livelli di eccellenza già presenti nel Paese nella lotta contro l'odioso fenomeno della sopraffazione di genere, le cui devastanti conseguenze sono oggi amplificate da Internet e dai mezzi informatici.

CATIA POLIDORI (IR). Nel manifestare un orientamento favorevole alla mozione Saltamartini n. 1-00538, ritiene che il fenomeno della violenza sulle donne rappresenti una vera e propria emergenza su scala mondiale, sottolineando la necessità che le forze politiche affrontino tale tematica senza barriere ideologiche. Nel ricordare altresì le iniziative assunte dal Governo al fine di prevenire e contrastare ogni genere di violenza che suscita allarme sociale, soffermandosi, in particolare, sull'introduzione della fattispecie di reato di stalking, giudica del tutto prioritario avviare sin dall'infanzia attività di formazione ed informazione volte a creare corretti rapporti di parità e rispetto fra i soggetti.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali delle mozioni e prende atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito, che rinvia ad altra seduta.

Discussione della mozione Bocchino n. 1-00531: Iniziative per il rispetto dei diritti civili e politici in Bielorussia.

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al resoconto della seduta del 20 gennaio 2011.

PRESIDENTE. Avverte che sono state presentate le ulteriori mozioni Di Stanislao n. 1-00535, Tempestini n. 1-00536 e Antonione n. 1-00537 che, vertendo su materia analoga a quella trattata dalla mozione all'ordine del giorno, saranno discusse congiuntamente.
Dichiara aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (FLI). Nell'illustrare la mozione Bocchino n. 1-00531, richiama le più recenti vicende accadute in Bielorussia in occasione delle elezioni presidenziali, dando segnatamente conto delle reiterate violazioni dei diritti umani e civili ivi perpetrate. Giudica quindi inaccettabili le espressioni di riconoscimento e di solidarietà rivolte dal Presidente del Consiglio Berlusconi al Presidente bielorusso in carica, ritenendo maggiormente opportuna una prudente presa di distanza da regimi politici repressivi ed antidemocratici. Reputata altresì ambigua ed interlocutoria la posizione assunta dal Governo italiano in merito alle sanzioni dapprima comminate e successivamente sospese dall'Unione europea nei confronti delle massime autorità bielorusse, invita l'Esecutivo ad attivarsi per il ripristino delle medesime sanzioni in attesa di passi concreti verso la democratizzazione di quel Paese, nonché a chiedere ufficialmente la scarcerazione dei dissidenti recentemente arrestati e a sostenere le organizzazioni impegnate nella promozione dei diritti politici e umani in Bielorussia.

AUGUSTO DI STANISLAO (IdV). Illustra la sua mozione n. 1-00535, sollevando forti dubbi sulla regolarità dello svolgimento delle recenti elezioni presidenziali in Bielorussia, come evidenziato anche dagli osservatori internazionali. Rilevato quindi che il predetto Stato fa ancora ricorso alla pena di morte, sottolinea come in Bielorussia vi siano numerose e continue violazioni dei diritti civili sanciti dalla Pag. VIIIDichiarazione universale dei diritti dell'uomo, fatto che ha indotto l'Unione europea a valutare l'ipotesi di adottare sanzioni nei confronti del Paese est-europeo. Ricordati infine taluni inappropriati attestati di stima rivolti dal Presidente del Consiglio Berlusconi al Presidente bielorusso, chiede al Governo di riconsiderare radicalmente la propria politica estera nei confronti di tale Stato, attivandosi nelle opportune sedi internazionali affinché sia garantito in Bielorussia il pieno rispetto dei diritti umani e sia fermamente condannata ogni loro ulteriore violazione.

MATTEO MECACCI (PD). Nell'illustrare la mozione Tempestini n. 1-00536, giudica inaccettabili le espressioni di solidarietà rivolte al Presidente bielorusso in carica dal Presidente del Consiglio, ritenendo che quest'ultimo abbia tributato a vari regimi autoritari, quali quello bielorusso, una indebita legittimazione democratica ed abbia altresì compiuto un grave errore di valutazione nel ritenere che l'amicizia con tali regimi possa rivelarsi funzionale alla tutela di interessi economici del nostro Paese. Osservato peraltro come le attestazioni del Presidente del Consiglio al Presidente bielorusso non abbiano trovato riscontri nell'attività svolta dagli altri rappresentanti del Governo competenti per materia, auspica che l'Esecutivo mantenga in proposito un atteggiamento maggiormente appropriato e coerente con il ruolo e la tradizione democratica ed europeista dell'Italia. Invita pertanto il Governo a porre in essere le iniziative previste dal dispositivo della predetta mozione, al fine di dare un segnale tangibile al popolo bielorusso e di tutelare la stessa immagine del nostro Paese nei massimi consessi internazionali.

RICCARDO MIGLIORI (PdL). Illustra la mozione Antonione n. 1-00537, ricordando i rilievi formulati dall'OSCE, che ha evidenziato irregolarità nello svolgimento delle recenti elezioni presidenziali in Bielorussia. Nel rilevare quindi che taluni progressi in direzione di una graduale democratizzazione del Paese est-europeo si sono arrestati in occasione della predetta tornata elettorale, manifesta condivisione per la posizione assunta in tale circostanza dal Ministro Frattini, pur esprimendo preoccupazione per le conseguenze nel dialogo tra la comunità internazionale e la Bielorussia, che ne comprometterebbero l'evoluzione in senso democratico. Nell'auspicare quindi che l'Unione europea adotti criteri uniformi nello stabilire sanzioni per i Paesi non pienamente democratici, invita il Governo ad impegnarsi in sede internazionale affinché in Bielorussia siano garantiti gli standard europei relativamente al rispetto dei diritti civili e delle libertà fondamentali.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali delle mozioni.

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Nel respingere le accuse di ambiguità rivolte al Governo in merito alle relazioni instaurate con le autorità bielorusse, ricorda come il Ministro degli affari esteri abbia espresso netta condanna per i provvedimenti repressivi adottati nei confronti di manifestanti e dissidenti, chiedendo il rilascio dei detenuti politici ed il rispetto dei valori umani, civili e politici costituenti il patrimonio comune della stessa Unione europea. Rammentato quindi il dialogo costantemente mantenuto aperto dal Governo italiano per la tutela e la promozione dei diritti civili, anche nei confronti dei Paesi ancora in via di democratizzazione, osserva come l'intendimento di mantenere buoni rapporti con le autorità di Minsk sia funzionale all'opportunità di stigmatizzare la violazione dei diritti politici, nonché di preservare proficue relazioni umane e culturali tra il popolo italiano e quello bielorusso, cui rinnova sentimenti di sincera solidarietà. Richiama infine le attività poste in essere dal Governo per sostenere le organizzazioni che promuovono la democratizzazione della società bielorussa, nonché l'impegno dell'Esecutivo nelle competenti sedi Pag. IXcomunitarie, anche al fine dell'eventuale irrogazione di sanzioni nei confronti delle autorità di Minsk.

PRESIDENTE. Rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.

Discussione delle mozioni Ghizzoni n. 1-00491 e Buttiglione n. 1-00533, presentate a norma dell'articolo 115, comma 3, del Regolamento, nei confronti del Ministro per i beni e le attività culturali, senatore Sandro Bondi.

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al resoconto della seduta del 20 gennaio 2011.

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni.

GIOVANNA MELANDRI (PD). Illustra la mozione Ghizzoni n. 1-00491, con la quale si chiedono le dimissioni del Ministro Bondi, evidenziando il totale fallimento della politica in materia di tutela dei beni e delle attività culturali intrapresa dal Governo. Rileva, altresì, come lo stesso Ministro non sia stato in grado di contrastare i tagli di risorse, finanziarie ed umane, che hanno penalizzato il settore di sua competenza, inopinatamente considerato dall'Esecutivo non come un fattore di crescita civile ed economica, ma come un costo per la collettività.

ENZO CARRA (UdC). Illustra la mozione Buttiglione n. 1-00533, osservando che l'intollerabile riduzione degli stanziamenti di bilancio e delle risorse umane previsti per il Dicastero per i beni e le attività culturali ha causato guasti irreparabili nella tutela del patrimonio artistico e paesaggistico, determinando la mobilitazione di ampi settori dell'associazionismo culturale nonché reiterati appelli rivolti anche dalla sua parte politica al Ministro Bondi, responsabile di non aver attivato tutte le procedure esperibili per il ripristino di adeguati livelli di cura ordinaria e straordinaria del predetto patrimonio. Rilevata, quindi, la persistente e grave insufficienza delle politiche pubbliche per la cultura in Italia, ritiene che il Ministro competente per la tutela di tale strategico comparto, al quale esprime la sfiducia del suo gruppo, debba rassegnare le dimissioni.

PAOLA GOISIS (LNP). Nel ritenere che al Ministro Bondi non possa essere imputata alcuna responsabilità per il crollo recentemente avvenuto nell'area archeologica di Pompei, dovuto principalmente ad un perdurante stato di incuria, reputa opportuna una rivisitazione degli strumenti di gestione del patrimonio artistico e culturale, anche mediante un'adeguata formazione del personale, il conferimento di più incisive competenze alle amministrazioni locali e l'eliminazione di sprechi nell'impiego delle risorse.

ANTONIO BORGHESI (IdV). Sottolinea che la sua parte politica esprimerà la propria sfiducia al Ministro per i beni e le attività culturali in virtù di un fermo e fondato giudizio negativo sulla complessiva attività svolta nella direzione strategica e amministrativa del Dicastero nel corso di più anni, caratterizzatasi per gravi e personali responsabilità nella inopinata e poco trasparente gestione delle risorse economiche e professionali, nonché per la strenua e ambigua difesa della figura del Presidente del Consiglio.

BENEDETTO FABIO GRANATA (FLI). Nel respingere le critiche circa la natura personale delle motivazioni alla base delle mozioni di sfiducia in discussione, delle quali invece evidenzia il carattere prettamente politico, che sottende ad un giudizio negativo sulla conduzione del Dicastero guidato dal Ministro Bondi, lamenta una visione eccessivamente imprenditoriale del settore della cultura, che rappresenta il patrimonio identitario e le radici del nostro Paese. Sottolineata quindi la drammatica esiguità delle risorse destinate a tale comparto, che sta comportando pesanti Pag. Xdifficoltà ai numerosi lavoratori del mondo della cultura e dello spettacolo, evidenzia le notevoli lacune che si registrano nelle politiche di tutela paesaggistica, ambientale e storica perseguite dall'attuale Esecutivo. Nel ritenere infine che le responsabilità del crollo della Casa dei gladiatori di Pompei siano riconducibili al Ministro Bondi in virtù della gestione commissariale della predetta area, manifesta l'esigenza di destinare adeguate risorse alla gestione del patrimonio culturale italiano.

LUISA BOSSA (PD). Nel manifestare vivo sdegno e netta riprovazione per lo stato di abbandono in cui versa il patrimonio artistico del Paese, ne ascrive la responsabilità politica al Ministro Bondi, lamentando la mancata individuazione di appropriate soluzioni alle problematiche emergenti nel settore dei beni culturali ed ambientali. Stigmatizzata altresì l'acquiescenza dello stesso Ministro alla scelta del Ministro dell'economia e delle finanze di tagliare indiscriminatamente le risorse destinate al comparto cultura, manifesta contrarietà ai criteri adottati per l'affidamento del complesso archeologico di Pompei, ritenendo che i gravi danni dallo stesso riportati siano da ricondurre ad una gestione inadeguata ed inappropriato del sito.

RENZO LUSETTI (UdC). Nel rivendicare il carattere esclusivamente politico della richiesta di sfiducia nei confronti del Ministro Bondi, ritiene che la scarsa incisività mostrata da questi nell'ambito delle decisioni governative sia da ascrivere all'incarico ricoperto dallo stesso nel suo partito, con la conseguenza che il comparto della cultura sconta in maniera drammatica la politica dei tagli lineari adottata dal Ministro Tremonti. Ribadisce infine l'esigenza di una radicale riconsiderazione della linea fin qui seguita nel settore dei beni culturali, che denota la scarsa attenzione del centrodestra nei confronti di un comparto nevralgico e fondamentale per garantire le nostre radici e il futuro del Paese.

EMERENZIO BARBIERI (PdL). Nell'esprimere un giudizio fortemente critico sui contenuti dei documenti di indirizzo in discussione, reputa del tutto inconferenti ancorché prive di logica le argomentazioni volte ad attribuire al Ministro Bondi la responsabilità dei crolli verificatisi nel sito archeologico di Pompei e del fallimento della politica dei beni culturali propria del Governo. Ritenute parimenti infondate le accuse secondo le quali il Ministro Bondi avrebbe indebitamente privilegiato il suo ruolo di coordinatore nazionale del partito di appartenenza, stigmatizza l'atteggiamento strumentale e pregiudiziale di taluni rappresentanti delle opposizioni, rammentando altresì la difficile situazione finanziaria in cui versava il comparto dei beni culturali all'atto dell'insediamento del Ministro in carica. Ricordato peraltro come il Parlamento abbia recentemente rinnovato la fiducia all'Esecutivo, richiama i provvedimenti salienti adottati dal Ministro Bondi nell'esercizio del suo mandato, illustrandone i proficui risultati, nell'auspicio della reiezione delle mozioni di sfiducia in discussione.

EUGENIO MAZZARELLA (PD). Nel ritenere preliminarmente che la sfiducia nei confronti del Ministro Bondi si giustifichi in virtù della sua non condivisibile gestione dei beni culturali, eccessivamente succube delle scelte di rigore in politica economica e caratterizzata da una erronea visione delle politiche di tutela e valorizzazione del patrimonio storico-culturale del nostro Paese, lamenta un utilizzo clientelare delle limitate risorse destinate alla cultura, che dovrebbe indurre lo stesso Ministro a rassegnare le dimissioni.

LUCIANO MARIO SARDELLI (IR). Manifesta indignazione per le vere ragioni, a suo avviso pregiudizialmente politiche e strumentali, alla base della presentazione delle mozioni di sfiducia individuale in discussione, esprimendo altresì apprezzamento e solidarietà al Ministro Bondi al quale, a nome del suo gruppo, rinnova la fiducia ed il sostegno parlamentare.

Pag. XI

MARIO LOVELLI (PD). Richiamate preliminarmente alcune vicende riguardanti l'operato del Ministro Bondi relativamente al patrimonio culturale del comune di Novi Ligure, che confermano l'inefficacia della politica attuata dal Governo nel settore dei beni culturali, ritiene sussistano i presupposti per chiedere le dimissioni dello stesso Ministro.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali delle mozioni.
Rinvia quindi ad altra seduta l'intervento del Ministro ed il seguito del dibattito.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:

Martedì 25 gennaio 2011, alle 11,30.

(Vedi resoconto stenografico pag. 92).

La seduta termina alle 20,15.