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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di mercoledì 26 gennaio 2011

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 26 gennaio 2011.

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Berlusconi, Bindi, Bocchino, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Bratti, Brugger, Brunetta, Buttiglione, Caparini, Carfagna, Casero, Castagnetti, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Commercio, Gianfranco Conte, Cossiga, Crimi, Crosetto, D'Alema, Dal Lago, Donadi, Gianni Farina, Fava, Fitto, Franceschini, Franzoso, Frattini, Galati, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, Jannone, La Russa, Leone, Lo Monte, Lombardo, Lupi, Lusetti, Malgieri, Mantovano, Maroni, Martini, Melchiorre, Meloni, Miccichè, Migliavacca, Mura, Leoluca Orlando, Pecorella, Prestigiacomo, Ravetto, Reguzzoni, Rigoni, Roccella, Romani, Rotondi, Saglia, Sardelli, Stefani, Stucchi, Tabacci, Tremonti, Vitali, Vito, Volontè, Zacchera.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Bergamini, Berlusconi, Bindi, Bocchino, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Bratti, Brugger, Brunetta, Buttiglione, Caparini, Carfagna, Casero, Castagnetti, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Commercio, Gianfranco Conte, Cossiga, Crimi, Crosetto, D'Alema, Dal Lago, Donadi, Gianni Farina, Fava, Fitto, Franceschini, Franzoso, Frattini, Galati, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, Jannone, La Russa, Leone, Lo Monte, Lombardo, Lupi, Mantovano, Maroni, Martini, Melchiorre, Meloni, Miccichè, Migliavacca, Mura, Leoluca Orlando, Pecorella, Prestigiacomo, Ravetto, Reguzzoni, Rigoni, Roccella, Romani, Rotondi, Saglia, Sardelli, Stefani, Stucchi, Tremonti, Vitali, Vito, Volontè, Zacchera.

Annunzio di proposte di legge.

In data 25 gennaio 2011 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
NASTRI: «Modifica all'articolo 1 della legge 16 agosto 1962, n. 1354, in materia di denominazione della birra» (4028);
COMPAGNON: «Disposizioni a sostegno delle famiglie con bambini affetti da malattie rare» (4029);
POLI ed altri: «Disposizioni concernenti la facoltà di rinunzia all'accredito contributivo presso l'assicurazione generale obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia ed i superstiti o le forme sostitutive ed esclusive della medesima, da parte dei lavoratori dipendenti del settore privato e autonomi che abbiano maturato il diritto alla pensione di anzianità con il sistema retributivo» (4030).

Saranno stampate e distribuite.

Adesione di un deputato a proposte di legge.

Le seguenti proposte di legge sono state successivamente sottoscritte dal deputato Carlucci:
PRESTIGIACOMO: «Disposizioni in materia di pari opportunità tra uomini e donne nell'accesso alle cariche elettive» (687);
PRESTIGIACOMO: «Nuove disposizioni in materia di contrasto dei reati di violenza sessuale» (688);
PRESTIGIACOMO: «Disposizioni in materia di prostituzione» (689);
PRESTIGIACOMO: «Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184, in materia di adozione e affidamento internazionali» (690);
LA RUSSA: «Modifiche all'articolo 589 del codice penale, in materia di omicidio colposo, e all'articolo 6 del decreto-legge 3 agosto 2007, n. 117, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 ottobre 2007, n. 160, concernente la somministrazione di bevande alcoliche» (726);
LA RUSSA: «Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di permessi premio e di misure alternative alla detenzione» (727);
LA RUSSA ed altri: «Modifiche all'articolo 20 della legge 23 febbraio 1999, n. 44. Interpretazione autentica della nozione di evento lesivo per l'ammissione ai benefici della sospensione o della proroga di termini in favore delle vittime di richieste estorsive e di usura» (728);
LA RUSSA ed altri: «Misure tributarie a sostegno della famiglia» (729);
LA RUSSA ed altri: «Disposizioni per la riorganizzazione e la riqualificazione degli istituti penitenziari» (731);
LA RUSSA e TOMMASO FOTI: «Concessione di un credito d'imposta in favore dei rivenditori di generi di monopolio e dei gestori di impianti di distribuzione di carburante per l'acquisto e l'installazione di sistemi di sicurezza e di apparecchiature per l'uso di mezzi di pagamento elettronici» (732);
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE PANIZ: «Modifiche agli articoli 116, 117 e 119 della Costituzione. Attribuzione dello statuto di autonomia provinciale alla provincia di Belluno» (747);
PANIZ: «Modifiche al codice civile e all'articolo 3 della legge 1o dicembre 1970, n. 898, in materia di scioglimento del matrimonio e della comunione tra i coniugi» (749);
PANIZ: «Introduzione dell'articolo 283-bis e modifica all'articolo 286 del codice delle assicurazioni private, di cui al decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, in materia di risarcimento dei danni causati da animali selvatici a carico del Fondo di garanzia per le vittime della strada» (750);
ASCIERTO: «Disposizioni per la concessione di una promozione a titolo onorifico agli ufficiali e sottufficiali delle Forze armate collocati nella riserva o in congedo assoluto» (845);
PECORELLA e COSTA: «Riforma della parte generale del codice penale» (872);
PECORELLA e COSTA: «Introduzione dell'articolo 550-bis del codice di procedura penale, in materia di ricorso immediato al giudice» (877);
PECORELLA e COSTA: «Modifica all'articolo 650 del codice di procedura penale, in materia di immediata esecutività delle sentenze emesse ai sensi degli articoli 448 e 599, comma 4, del medesimo codice» (878);
PECORELLA e COSTA: «Disposizioni in materia di messa alla prova dell'imputato» (879);
PECORELLA e COSTA: «Introduzione dell'articolo 73-bis del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, recante sanzioni penali a carico di coloro che acquistano sostanze stupefacenti o psicotrope da soggetti minorenni» (880);
PECORELLA e COSTA: «Modifiche alla legge 8 febbraio 1948, n. 47, al codice penale e al codice di procedura penale in materia di diffamazione, di diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione, di ingiuria e di condanna del querelante» (881);
PECORELLA e COSTA: «Disposizioni per il riordino del Corpo di polizia penitenziaria» (882);
COLUCCI: «Modifiche al codice civile in materia di cognome dei figli» (960);
COLUCCI: «Disposizioni concernenti la raccolta e l'utilizzo delle cellule staminali da cordoni ombelicali a fini terapeutici e di ricerca» (961);
PECORELLA: «Riforma dell'ordinamento della professione di avvocato» (1004);
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE HOLZMANN: «Abrogazione dell'articolo 59 della Costituzione concernente i senatori a vita» (1041);
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE HOLZMANN: «Modifiche allo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige» (1043);
SANTELLI: «Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, e altre norme in materia di cittadinanza» (1048);
SANTELLI: «Modifiche al codice civile in materia di cognome dei coniugi e dei figli» (1053);
BERTOLINI: «Modifica all'articolo 29 del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, in materia di introduzione dell'accertamento del DNA per il ricongiungimento familiare» (1071);
CRISTALDI ed altri: «Istituzione del comitato territoriale per la sicurezza e misure per garantire la sicurezza nelle città» (1120);
PAROLI: «Istituzione di una casa da gioco stagionale nei comuni di San Pellegrino Terme e Gardone Riviera» (1127);
CATANOSO: «Disposizioni per la tutela della dignità e della riservatezza dei familiari delle vittime di gravi reati» (1149);
CATANOSO: «Modifica all'articolo 12 della legge 10 agosto 2000, n. 246, in materia di stabilizzazione dei vigili del fuoco volontari discontinui» (1150);
CATANOSO: «Disposizioni per il riconoscimento e il sostegno delle comunità giovanili» (1151);
CATANOSO: «Disposizioni per il recupero, il ripristino, la manutenzione e la salvaguardia dei limoneti di Acireale» (1153);
CECCACCI RUBINO: «Nuova disciplina dello spettacolo dal vivo» (1156);
CECCACCI RUBINO: «Introduzione dell'insegnamento "attività teatrali e intelligenza emotiva" nei programmi scolastici» (1157);
CATANOSO: «Modifiche alla legge 31 ottobre 1955, n. 1064, in materia di utilizzo delle generalità» (1167);
CATANOSO ed altri: «Istituzione del Parco nazionale dell'Etna» (1168);
SANTELLI: «Modifica all'articolo 258 del codice civile in materia di effetti del riconoscimento dei figli naturali» (1170);
CATANOSO: «Disposizioni a tutela dei consumatori in materia di commercializzazione delle bevande confezionate in lattine o in altri contenitori metallici» (1186);
CATANOSO: «Disposizioni in favore delle aziende agricole danneggiate dal virus della tristezza degli agrumi (Citrus tristeza virus)» (1187);
BERTOLINI: «Disposizioni concernenti l'etichettatura, il confezionamento, la prescrizione e la vendita dei medicinali contenenti sostanze pericolose per la guida degli autoveicoli» (1198);
CIRIELLI: «Disposizioni concernenti le missioni all'estero svolte dal personale appartenente alle Forze armate e alle Forze di polizia ad ordinamento militare» (1213);
CATANOSO ed altri: «Nuovo ordinamento del Corpo militare della Croce rossa italiana» (1232);
COSTA e OSVALDO NAPOLI: «Modifica all'articolo 98 del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di iscrizione dei segretari delle comunità montane all'albo dei segretari comunali e provinciali» (1237);
CASTIELLO ed altri: «Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, recanti istituzione delle comunità marine costiere» (1259);
CASTIELLO: «Istituzione del Centro operativo di Afragola nell'ambito della soprintendenza per i beni archeologici di Napoli e Caserta» (1260);
CATANOSO: «Modifica all'articolo 7-quater del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, in materia di inquadramento dei dirigenti ingegneri del dipartimento di prevenzione nel ruolo sanitario» (1291);
CAZZOLA ed altri: «Delega al Governo per il completamento della riforma del sistema previdenziale mediante la revisione dei requisiti e del metodo di calcolo dei trattamenti di pensione, il riordino degli enti pubblici previdenziali e lo sviluppo delle forme pensionistiche complementari» (1299);
GHIGLIA ed altri: «Modifiche al testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, nonché al codice penale e al codice di procedura penale, in materia di rilascio del permesso di soggiorno e di atti volti a impedire l'accertamento dell'identità personale» (1313);
CIRIELLI: «Modifica all'articolo 576 del codice penale in materia di circostanze aggravanti del reato di omicidio volontario» (1321);
GIOACCHINO ALFANO: «Modifica all'articolo 1 della legge 15 dicembre 2004, n. 308, concernente gli effetti della sanatoria per lavori eseguiti senza l'autorizzazione paesaggistica o in difformità da essa» (1327);
CAZZOLA ed altri: «Delega al Governo per la tutela previdenziale dei lavoratori occupati in attività usuranti» (1367);
ANGELI: «Disposizioni per la regolarizzazione della figura dei vice consoli onorari d'Italia all'estero» (1384);
CRISTALDI ed altri: «Disposizioni concernenti l'adozione dei libri di testo, il costo dei viaggi di studio e la pubblicità del finanziamento degli istituti scolastici» (1393);
CRISTALDI ed altri: «Disposizioni per la pubblicità delle informazioni concernenti l'erogazione di contributi e finanziamenti da parte dello Stato» (1400);
DE ANGELIS ed altri: «Disposizioni per la promozione, il sostegno e la valorizzazione della musica popolare amatoriale bandistica, corale e folcloristica» (1411);
DE ANGELIS ed altri: «Norme per la tutela e la valorizzazione della rete dei tratturi dell'Abruzzo, del Molise e della Puglia» (1412);
DE ANGELIS ed altri: «Modifiche alla legge 29 marzo 1985, n. 113, in materia di formazione e collocamento obbligatorio dei centralinisti telefonici non vedenti e ipovedenti» (1413);
DE ANGELIS ed altri: «Norme in materia di uso di sostanze psicotrope su bambini e adolescenti» (1414);
TOMMASO FOTI: «Disposizioni per l'incentivazione della pratica sportiva dei cittadini disabili e per la promozione degli sport paralimpici» (1418);
CRISTALDI ed altri: «Disposizioni concernenti la promozione di iniziative per lo sviluppo dei rapporti tra le università dei Paesi del Mediterraneo» (1434);
APREA: «Riforma delle istituzioni scolastiche italiane all'estero e disposizioni in materia di iniziative di formazione linguistico-culturale in favore dei cittadini italiani e dei soggetti di origine italiana all'estero» (1450);
SCALERA ed altri: «Modifiche all'articolo 68 della legge 22 aprile 1941, n. 633, in materia di riproduzione di libri di testo per uso personale e senza fini di lucro» (1461);
SAGLIA e CAZZOLA: «Delega al Governo per la promozione della partecipazione dei lavoratori alla proprietà e alla gestione delle imprese» (1549);
DE ANGELIS ed altri: «Modifica all'articolo 3 della legge 1o dicembre 1970, n. 898, in materia di scioglimento e cessazione degli effetti civili del matrimonio» (1556);
CENTEMERO: «Provvidenze a favore della stampa italiana all'estero» (1560);
GIAMMANCO ed altri: «Norme per la graduale dismissione dell'uso di animali da parte dei circhi e per il sostegno dello spettacolo circense» (1564);
PICCHI: «Modifiche al codice di cui al decreto legislativo 10 febbraio 2005, n. 30, recanti l'introduzione di un nuovo istituto in materia di proprietà industriale» (1569).

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

I Commissione (Affari costituzionali):
PISICCHIO: «Disciplina delle fondazioni politiche» (3962) Parere delle Commissioni II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V e VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria);
MAURIZIO TURCO ed altri: «Istituzione della Giornata della memoria delle vittime italiane di reati di pedofilia commessi da religiosi» (3968) Parere delle Commissioni II, V, VII e XII.

II Commissione (Giustizia):
NICOLA MOLTENI ed altri: «Nuove norme in materia di disciplina del concorso notarile» (3918) Parere delle Commissioni I, V, VII e XIV.

XII Commissione (Affari sociali):
MIOTTO ed altri: «Esclusione degli invalidi affetti dalle patologie di cui al decreto del ministro dell'economia e delle finanze 2 agosto 2007 dalle verifiche dell'Istituto nazionale della previdenza sociale sull'accertamento dell'invalidità» (3964) Parere delle Commissioni I, V e XI;
MIGLIOLI: «Disciplina della figura professionale di operatore di discipline bionaturali» (3980) Parere delle Commissioni I, II, V, VII, X, XI, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Annunzio della trasmissione di un'integrazione a una domanda di autorizzazione a eseguire perquisizioni domiciliari.

Con lettera pervenuta il 26 gennaio 2011, il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Milano ha trasmesso un'integrazione alla domanda di autorizzazione a eseguire perquisizioni domiciliari nei confronti del deputato Silvio Berlusconi, nell'ambito del procedimento penale n. 55781/2010 RGNR (doc. IV, n. 13).

Tale integrazione è stata trasmessa alla Giunta competente.

La domanda di autorizzazione sarà ristampata, unitamente alla suddetta integrazione, e distribuita (doc. IV, n. 13-bis).

Trasmissione dalla Corte dei conti.

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 24 gennaio 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Istituto nazionale di ricerca metrologica (INRIM), per l'esercizio 2009. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 281).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla VII Commissione (Cultura).

Trasmissione dal ministro della salute.

Il ministro della salute, con lettera in data 21 gennaio 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 11 della legge 15 marzo 2010, n. 38, la prima relazione, relativa all'anno 2010, concernente lo stato di attuazione della suddetta legge, recante «Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore» (doc. CCXXXVIII, n. 1).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla XII Commissione (Affari sociali).

Trasmissione da Ministeri.

I Ministeri competenti hanno dato comunicazione dei decreti ministeriali recanti variazioni di bilancio autorizzate ai sensi delle sottoindicate disposizioni legislative:
articolo 3, comma 5, del decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 279;
articolo 1, comma 2, della legge 18 dicembre 1997, n. 440;
articolo 3, comma 151, della legge 24 dicembre 2003, n. 350;
articolo 1, comma 20, della legge 23 dicembre 2005, n. 266;
articolo 17, comma 14, della legge 23 dicembre 2009, n. 192.

Tali comunicazioni sono trasmesse alla V Commissione (Bilancio), nonché alle Commissioni competenti per materia.

Annunzio di risoluzioni del Parlamento europeo.

Il Presidente del Parlamento europeo ha trasmesso il testo di ventidue risoluzioni e due dichiarazioni approvate nella sessione dal 13 al 16 dicembre 2010, che sono assegnate, a norma dell'articolo 125, comma 1, del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, nonché, per il parere, alla III Commissione (Affari esteri) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), se non già assegnate alle stesse in sede primaria:
risoluzione legislativa sul progetto di decisione del Consiglio relativa alla conclusione dell'accordo di facilitazione del rilascio dei visti tra l'Unione europea e la Georgia (doc. XII, n. 627) - alla III Commissione (Affari esteri);
risoluzione sul rafforzamento della sicurezza chimica, biologica, radiologica e nucleare nell'Unione europea - Piano d'azione CBRN dell'Unione europea (doc. XII, n. 628) - alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e VIII (Ambiente);
risoluzione legislativa sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 377/2004 del Consiglio relativo alla creazione di una rete di funzionari di collegamento incaricati dell'immigrazione (doc. XII, n. 629) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
risoluzione legislativa sul progetto di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sull'ordine di protezione europeo (doc. XII, n. 630) - alla II Commissione (Giustizia);
risoluzione legislativa sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la prevenzione e la repressione della tratta degli esseri umani e la protezione delle vittime, che abroga la decisione quadro 2002/629/GAI (doc. XII, n. 631) - alla II Commissione (Giustizia);
risoluzione legislativa sul progetto di decisione del Consiglio relativo alla conclusione dell'accordo di riammissione delle persone in posizione irregolare tra l'Unione europea e la Georgia (doc. XII, n. 632) - alla III Commissione (Affari esteri);
risoluzione legislativa sulla proposta di regolamento del Consiglio relativo all'attuazione di una cooperazione rafforzata nel settore della legge applicabile al divorzio e alla separazione personale (doc. XII, n. 633) - alla II Commissione (Giustizia);
risoluzione legislativa sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica del regolamento (CE) n. 1060/2009 relativo alle agenzie di rating del credito (doc. XII, n. 634) - alla VI Commissione (Finanze);
risoluzione legislativa sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che abroga le direttive 71/317/CEE, 71/347/CEE, 71/349/CEE, 74/148/CEE, 75/33/CEE, 76/765/CEE, 76/766/CEE e 86/217/CEE del Consiglio relative alla metrologia (doc. XII, n. 635) - alla X Commissione (Attività produttive);
risoluzione legislativa sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio riguardante l'iniziativa dei cittadini (doc. XII, n. 636) - alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);
risoluzione sulla comunicazione della Commissione sul programma di lavoro della Commissione per il 2011 (doc. XII, n. 637) - alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);
risoluzione sul futuro del partenariato strategico UE-Africa a seguito del terzo vertice UE-Africa (doc. XII, n. 638) - alla III Commissione (Affari esteri);
risoluzione sulla situazione dei diritti fondamentali nell'Unione europea (2009-2010) - Attuazione effettiva in seguito all'entrata in vigore del trattato di Lisbona (doc. XII, n. 639) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
risoluzione sull'impatto della pubblicità sul comportamento del consumatore (doc. XII, n. 640) - alla X Commissione (Attività produttive);
risoluzione legislativa sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un'azione dell'Unione europea per il marchio del patrimonio europeo (doc. XII, n. 641) - alla VII Commissione (Cultura);
risoluzione legislativa sul progetto di decisione del Consiglio relativa alla conclusione dell'accordo fra l'Unione europea e la Confederazione svizzera, che stabilisce i termini e le condizioni per la partecipazione dalla Confederazione svizzera al programma «Gioventù in azione» e al programma d'azione nel campo dell'apprendimento permanente (2007-2013) (doc. XII, n. 642) - alIa III Commissione (Affari esteri);
risoluzione legislativa sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce le regole e i principi generali relativi alle modalità di controllo da parte degli Stati membri dell'esercizio delle competenze di esecuzione conferite alla Commissione (doc. XII, n. 643) - alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);
risoluzione sulla relazione annuale sui diritti umani nel mondo e sulla politica dell'Unione europea in materia (doc. XII, n. 644) - alla III Commissione (Affari esteri);
risoluzione su una nuova strategia per l'Afghanistan (doc. XII, n. 645) - alla III Commissione (Affari esteri);
risoluzione sulla creazione di un meccanismo permanente anti-crisi per salvaguardare la stabilità finanziaria nella zona euro (doc. XII, n. 646) - alla V Commissione (Bilancio);
risoluzione sulla Malesia: la pratica della fustigazione (doc. XII, n. 647) - alla III Commissione (Affari esteri);
risoluzione sui rifugiati eritrei tenuti in ostaggio nel Sinai (doc. XII, n. 648) - alla III Commissione (Affari esteri);
dichiarazione su un maggiore sostegno dell'Unione europea a favore degli sport di base (doc. XII, n. 649) - alla VII Commissione (Cultura);
dichiarazione su una strategia dell'Unione europea per i senzatetto (doc. XII, n. 650) - alla XII Commissione (Affari sociali).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

La Commissione europea, in data 25 gennaio 2011, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio e al Comitato economico e sociale europeo relativa ai lavori svolti dal Forum congiunto dell'Unione europea sui prezzi di trasferimento nel periodo aprile 2009 - giugno 2010 e proposte correlate: 1. Orientamenti sui servizi infragruppo a basso valore aggiunto e 2. Approcci possibili ai casi triangolari extra UE (COM(2011)16 definitivo), che è assegnata, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alla VI Commissione (Finanze), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissione dalla Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.

Il presidente della Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, con lettera in data 25 gennaio 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 13, comma 1, lettera n), della legge 12 giugno 1990, n. 146, copia dei verbali delle sedute della Commissione relative ai mesi di novembre e dicembre 2010.

Questa documentazione è trasmessa alla XI Commissione (Lavoro).

Trasmissione dalla regione autonoma della Sardegna.

La presidenza della regione autonoma della Sardegna, con lettera in data 21 gennaio 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 2, comma 5, della legge regionale 7 ottobre 2005, n. 13, il decreto n. 3 del presidente della regione stessa in data 14 gennaio 2011, con cui è stato sciolto il consiglio comunale di Villacidro e nominato il rispettivo commissario straordinario.
Questa documentazione è depositata presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Trasmissione dal Garante del contribuente della regione Umbria.

Il Garante del contribuente della regione Umbria, con lettera in data 12 gennaio 2011, ha trasmesso la relazione sullo stato dei rapporti tra fisco e contribuenti nel campo della politica fiscale riferita all'anno 2010, predisposta ai sensi dell'articolo 13, comma 13-bis, della legge 27 luglio 2000, n. 212.
Questa documentazione è trasmessa alla VI Commissione (Finanze).

Comunicazione di una nomina ministeriale.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 25 gennaio 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 11 della legge 23 agosto 1988, n. 400, la comunicazione relativa alla nomina del dottor Giancarlo Trevisone a commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura.

Tale comunicazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla II Commissione (Giustizia).

Richiesta di un parere parlamentare su atti del Governo.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 14 gennaio 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, comma 611, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, dell'articolo 2, comma 634, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e dell'articolo 27, comma 3, della legge 18 giugno 2009, n. 69, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto del Presidente della Repubblica recante regolamento di approvazione dello statuto dell'Agenzia nazionale per lo sviluppo dell'autonomia scolastica e di riordino della stessa (326).

Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla VII Commissione (Cultura), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 25 febbraio 2011. È altresì assegnata, ai sensi del comma 2 dell'articolo 96-ter del regolamento, alla V Commissione (Bilancio), che dovrà esprimere i propri rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario entro il 10 febbraio 2011.

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

MOZIONI BOCCHINO, GALLETTI, VERNETTI, LO MONTE, MELCHIORRE ED ALTRI N. 1-00531, DI STANISLAO ED ALTRI N. 1-00535, TEMPESTINI ED ALTRI N. 1-00536 E ANTONIONE, STEFANI, SARDELLI ED ALTRI N. 1-00537 CONCERNENTI INIZIATIVE PER IL RISPETTO DEI DIRITTI CIVILI E POLITICI IN BIELORUSSIA

Mozioni

La Camera,
premesso che:
il 19 dicembre 2010 si sono svolte in Bielorussia le elezioni presidenziali, il cui esito ufficiale è stata la vittoria del Presidente in carica Alexandr Lukashenko, con una percentuale di consensi pari al 79,67 per cento dei voti;
come purtroppo è avvenuto sistematicamente fin dal 1996, la validità della recente consultazione è stata contestata dall'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), che ha riscontrato pesanti irregolarità nelle fasi di voto e di scrutinio; il giudizio negativo sulle elezioni dell'Osce - insieme alle critiche della stessa organizzazione internazionale per l'azione di repressione messa in essere dalla polizia bielorussa nei confronti dei circa diecimila manifestanti che, denunciando i brogli, avevano protestato per le strade di Minsk - ha indotto il 31 dicembre 2010 il Governo bielorusso a sospendere unilateralmente le attività dell'ufficio Osce di Minsk;
la reazione del Governo bielorusso alla manifestazione di protesta è stata spropositata: circa 600 attivisti sono stati arrestati, tra i quali sei candidati alla presidenza; un candidato, Vladimir Neklyayev, ferito dalla polizia durante le manifestazioni di piazza, è stato arrestato in ospedale da uomini in borghese; lo stesso Neklyayev, insieme ad altri tre ex candidati presidenziali - Andrei Sannikov, Nikolai Statkevich e Alex Mikhalevich - si trova attualmente nel centro di detenzione del Kgb della Repubblica di Bielorussia;
le vicende delle scorse settimane rappresentano l'ennesimo episodio di violazione delle libertà individuali e dei diritti politici da parte del Governo guidato da Lukashenko: dal 1994 ad oggi si ripetono con frequenza arresti e detenzioni arbitrarie di esponenti dell'opposizione e della società civile, come nei casi di Alexander Kozulin (già candidato alle elezioni presidenziali nel 2006 e privato della libertà per oltre due anni), del giovane attivista di Malady Front Arstyom Dubski e dei leader dell'associazione di liberi imprenditori Mikalay Autukhovich e Vladimir Asipenka (questi ultimi due sono ancora reclusi); la stampa e la distribuzione dei giornali è appannaggio di un'azienda monopolista governativa, che discrezionalmente redige la lista dei giornali diffusi nel Paese; dal 1o febbraio 2010 internet è sotto il controllo diretto della Presidenza; il 3 settembre 2010 è stato trovato morto Aleh Byabenin, giornalista e fondatore del più autorevole sito di contro-informazione Charter 97, in circostanze considerate poco coerenti con la versione ufficiale, che parla di suicidio; alle organizzazioni non governative indipendenti viene sistematicamente negata la registrazione (necessaria per operare legalmente nel Paese), impedendo così lo svolgimento di qualsiasi attività; sono frequenti gli episodi di interferenze arbitrarie nella sfera privata e familiare degli individui, nonché le discriminazioni perpetrate nei confronti di minoranze etniche (in special modo polacche e rom) e sessuali (gay e transessuali); la libertà di insegnamento è duramente messa a repentaglio dalle pressioni ideologiche del regime;
il 25 ottobre 2010, il Consiglio dell'Unione europea aveva esteso fino al 31 ottobre 2011 il divieto d'ingresso nel territorio dei Paesi dell'Unione europea per 41 alti rappresentanti del Governo bielorusso, vigente dal 2008, allo stesso tempo confermando la sospensione dell'applicazione del divieto per 36 alti funzionari, incluso il presidente Lukashenko, in ossequio alla decisione del Governo di accettare regole di campagna elettorale che rispondessero agli standard democratici internazionali;
secondo fonti di stampa internazionale, a seguito delle elezioni presidenziali, i Paesi membri dell'Unione europea, in un incontro tra rappresentanti diplomatici svoltosi a Bruxelles il 7 gennaio 2011, avrebbero espresso un generale consenso sulla necessità di un'azione comune nei confronti della Bielorussia atta a conseguire tre priorità:
a) il rilascio dei manifestanti arrestati;
b) il supporto della società civile, con il consolidamento dei diritti democratici nel Paese;
c) la perseguibilità dei responsabili delle violazioni;
tuttavia, la contrarietà dei rappresentanti di alcuni Paesi membri circa la riattivazione delle sanzioni vigenti nei confronti degli alti funzionari bielorussi (richiesta dai Governi tedesco, svedese, britannico, polacco, francese, olandese e ceco) avrebbe reso impossibile il raggiungimento di un accordo sui provvedimenti concreti da intraprendere;
è parsa, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, finora ambigua la posizione adottata dal Governo italiano: sulla base delle sopra indicate fonti giornalistiche, questo avrebbe espresso in sede europea la sua contrarietà alla riattivazione delle sanzioni; intervenendo alla Camera dei deputati, in risposta ad un'interrogazione parlamentare sull'argomento, il Ministro per i rapporti con il Parlamento, onorevole Elio Vito, pur affermando che l'Italia «assieme a molti altri Paesi membri, è a favore di un approccio articolato, che preveda forme anche energiche di pressione, compresa la limitazione nella concessione di visti d'ingresso a personalità a funzionari bielorussi responsabili delle violenze», ha aggiunto come, a giudizio del Governo italiano, la risposta europea sia tale che «non interrompa del tutto la collaborazione politica con le autorità di Minsk» e che «non possa limitarsi di riportare indietro le lancette dell'orologio con un semplice ritorno alla situazione pre-2008, quando di fatto l'Unione si rifiutava di parlare con Minsk»;
la questione dei rapporti tra l'Unione europea e la Bielorussia sarà nell'agenda della riunione dei Ministri degli esteri dell'Unione europea del 31 gennaio 2011,

impegna il Governo:

a chiedere ufficialmente al Governo bielorusso l'immediata scarcerazione di quanti siano stati arrestati a seguito delle manifestazioni politiche del 19 dicembre 2010 e dei giorni successivi;
ad agire in sede di Unione europea affinché, fino a quando il Governo bielorusso non abbia intrapreso atti concreti nella direzione della democratizzazione del Paese, siano ripristinate le sanzioni nei confronti della Bielorussia al momento sospese, in particolare il divieto d'ingresso nel territorio dei Paesi dell'Unione europea per 36 alte cariche bielorusse, incluso il Presidente Lukashenko;
ad adottare tutte le iniziative possibili per sostenere le attività delle organizzazioni politiche bielorusse ed internazionali impegnate per il consolidamento della democrazia, delle libertà individuali e dei diritti umani nel Paese est-europeo.
(1-00531) «Bocchino, Galletti, Vernetti, Lo Monte, Melchiorre, La Malfa, Guzzanti, Adornato, Barbareschi, Barbaro, Bellotti, Binetti, Bongiorno, Bosi, Briguglio, Buonfiglio, Buttiglione, Calgaro, Capitanio Santolini, Enzo Carra, Casini, Ciccanti, Cera, Cesa, Commercio, Compagnon, Consolo, Giorgio Conte, Cosenza, De Poli, Di Biagio, Della Vedova, Delfino, Dionisi, Divella, Anna Teresa Formisano, Granata, Lamorte, Lanzillotta, Latteri, Libè, Lo Presti, Lombardo, Lusetti, Mantini, Marcazzan, Menia, Mereu, Riccardo Antonio Merlo, Misiti, Mondello, Moroni, Mosella, Angela Napoli, Naro, Occhiuto, Paglia, Patarino, Perina, Pezzotta, Pisicchio, Poli, Proietti Cosimi, Raisi, Rao, Ria, Ronchi, Rosso, Ruben, Ruggeri, Scalia, Scanderebech, Tabacci, Tanoni, Tassone, Nunzio Francesco Testa, Toto, Tremaglia, Urso, Volontè, Zinzi».
(20 gennaio 2011)

La Camera,
premesso che:
il 25 ottobre 2010 il Consiglio dell'Unione europea aveva invitato le autorità bielorusse a garantire che le elezioni si sarebbero tenute il mese successivo si svolgessero in conformità alle regole e alle norme internazionali in materia di elezioni democratiche, nonché agli impegni assunti dalla Bielorussia stessa nell'ambito dell'Osce e dell'Onu per quanto riguarda i miglioramenti da apportare alla propria legge elettorale, al fine di allinearla alle norme internazionali in materia di elezioni democratiche, assicurando anche che avrebbe consultato tempestivamente l'Osce in merito alle modifiche previste;
l'Assemblea nazionale bielorussa ha, invece, approvato una riforma del codice elettorale senza aver preventivamente consultato l'Osce;
la dichiarazione sui risultati e le conclusioni preliminari della missione internazionale di osservazione delle elezioni presidenziali in Bielorussia sono state rese note dall'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell'Osce e dall'Assemblea parlamentare dell'Osce il 20 dicembre 2010 e hanno evidenziato, malgrado i pochi miglioramenti intervenuti nel periodo pre-elettorale, che le elezioni presidenziali del 19 dicembre 2010 non si sono svolte nel rispetto delle norme internazionali in materia di elezioni libere, eque e trasparenti; le elezioni hanno comunque portato alla rielezione del Presidente Lukashenko, con l'80 per cento dei voti;
a seguito delle critiche mosse dagli osservatori dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa circa le irregolarità del voto durante le ultime elezioni presidenziali, il Presidente bielorusso ha disposto il 31 dicembre 2010 l'immediata chiusura dell'ufficio dell'Osce a Minsk;
oltre 700 persone sono state arrestate per aver partecipato alla manifestazione del 19 dicembre 2010 a Minsk e la maggior parte di esse sono state rilasciate dopo aver scontato brevi pene amministrative, mentre 24 militanti e giornalisti dell'opposizione, tra cui 6 candidati presidenziali, sono stati accusati di aver organizzato disordini di massa, attacchi violenti e resistenza armata, il che potrebbe comportare pene detentive fino a 15 anni;
all'indomani di tali gravi fatti, alcuni Paesi dell'Unione europea hanno dichiarato Lukashenko quale «persona non grata», mentre sono in corso discussioni in all'interno dell'Unione europea sulla necessità di ripristinare sanzioni nei confronti degli esponenti del Governo bielorusso, anche con l'adozione di una nuova risoluzione del Parlamento europeo;
tale ipotesi prevedrebbe, tra l'altro, di impegnare il Consiglio, la Commissione e l'Alto rappresentante dell'Unione europea: a rivedere la politica dell'Unione europea nei confronti della Bielorussia, anche esaminando la possibilità di imporre sanzioni economiche mirate e di congelare tutti gli aiuti macrofinanziari forniti attraverso prestiti del Fondo monetario internazionale e operazioni di prestito della Banca europea per gli investimenti e della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo; a modificare l'orientamento della politica europea di vicinato e dell'assistenza nazionale a favore della Bielorussia, in modo da garantire un adeguato sostegno alla società civile; a reintrodurre immediatamente il divieto di visto per i dirigenti bielorussi, estendendolo anche ai funzionari pubblici, ai magistrati e agli ufficiali di sicurezza potenzialmente responsabili dei brogli e delle rappresaglie postelettorali, nonché dell'arresto degli esponenti dell'opposizione, e a congelare i beni di tali persone;
il Governo polacco e il Parlamento lituano, in tal senso, hanno già imposto restrizioni di viaggio ai rappresentanti del regime di Minsk e, nel contempo, semplificato l'accesso all'Unione europea per i cittadini bielorussi;
tale sospensione non dovrebbe essere applicata ai rappresentanti di organizzazioni non governative e della società civile;
già il 15 febbraio 2010 furono arrestati in Bielorussia 40 attivisti, per la maggior parte membri dell'Unione dei polacchi di Bielorussia (Upb), tra cui Angelika Borys (presidente dell'Upb), Igor Bancer (portavoce dell'Upb), Mieczyslaw Jaskiewicz (vicepresidente), Andrzej Poczobut (presidente del consiglio di vigilanza dell'Upb) e Anatol Lebedzka, leader del partito di opposizione bielorusso, il Partito civico unito, allo scopo di impedire loro di partecipare al processo concernente la Casa dei polacchi di Ivyanets; la comunità dei polacchi, circa 400.000 persone, è costantemente oggetto di repressione e censura da parte delle autorità bielorusse;
il ricorso alla violenza da parte della polizia e dei servizi del Kgb nei confronti dei manifestanti durante la giornata elettorale e, in particolare, la brutale aggressione a Vladimir Neklyayev, hanno comportato gravi violazioni dei principi democratici fondamentali, come quelli della libertà di riunione e della libertà di espressione, nonché dei diritti umani;
preoccupazione hanno destato i tentativi delle autorità bielorusse di affidare alla custodia dello Stato Danil Sannikov, figlio di tre anni del candidato alle elezioni presidenziali Andrei Sannikov e di Irina Chalip, una giornalista investigativa, i quali dal giorno delle elezioni si trovano entrambi in carcere;
il Presidente del Parlamento europeo, l'Alto rappresentante dell'Unione europea e il Segretario generale dell'Onu hanno condannato la repressione della manifestazione del 19 dicembre 2010 e le ulteriori misure adottate dalle forze di polizia nei confronti dell'opposizione democratica, dei mezzi di comunicazione indipendenti e degli attivisti della società civile;
risulta che gli avvocati che rappresentano i manifestanti, gli oppositori politici o le loro famiglie sono minacciati di perdere la loro licenza o essere radiati;
la dichiarazione del vertice di Praga sul partenariato orientale aveva ribadito gli impegni, sottoscritti anche dalla Bielorussia, nei confronti dei principi del diritto internazionale e dei valori fondamentali, tra i quali la democrazia, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali;
il 1o febbraio 2010 Alexander Lukashenko aveva firmato un decreto che imponeva la censura su internet e aveva creato un «centro d'analisi» in grado di monitorare internet e di esigere che i fornitori di accesso al servizio potessero bloccare nel giro di 24 ore qualsiasi sito web specificato, fatto che ha posto la Bielorussia allo stesso livello di Paesi come la Cina, la Corea del Nord e l'Iran;
il Consiglio dell'Unione europea ha ribadito la propria disponibilità ad approfondire le relazioni con la Bielorussia subordinatamente al raggiungimento in Bielorussia di sviluppi positivi verso la democrazia, i diritti umani e lo Stato di diritto, così come la disponibilità ad assistere il Paese nel conseguimento di questi obiettivi;
la mossa della Federazione russa, che ha riconosciuto le elezioni e descritto la repressione come un «affare interno», è stata deplorata anche dalla Commissione europea intenta a avviare un processo di dialogo, consultazione e coordinamento politico con i Paesi terzi limitrofi della Bielorussia, che intrattengono tradizionalmente relazioni speciali con tale Paese, onde massimizzare l'efficienza della politica dell'Unione europea nei confronti della stessa e cooperare al fine di coniugare opportunamente la risposta al deficit democratico e alle violazioni dei diritti umani con la necessità di evitare l'isolamento internazionale del Paese;
va ricordato, infine, che in occasione del primo vertice bilaterale tra un Capo di Governo di un Paese membro dell'Unione europea e il Presidente bielorusso, che si è svolto il 30 novembre 2009 a Minsk, il Presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi dichiarò pubblicamente, rivolgendosi a Lukashenko: «La sua gente la ama e questo è dimostrato dai risultati delle elezioni, che sono sotto gli occhi di tutti, che noi apprezziamo e conosciamo», elezioni che furono, invece, definite dall'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa in grave violazione degli standard internazionali sottoscritti dai Paesi membri dell'Osce;
nel 2014 è previsto che si svolga in Bielorussia il campionato mondiale di hockey su ghiaccio;
secondo notizie a mezzo stampa, la posizione del Governo italiano - in linea con le dichiarazioni a sostegno di Lukashenko del Presidente del Consiglio dei ministri del novembre 2009 - sarebbe contraria a una dura condanna politica di quanto avvenuto nel corso delle elezioni presidenziali del 2010,

impegna il Governo:

a sostenere con forza l'azione europea circa l'introduzione di sanzioni personali, come la sospensione dei visti verso l'Unione europea, nei confronti degli esponenti del Governo e dell'apparato di sicurezza bielorusso che si sono resi responsabili delle gravissime violazioni delle norme democratiche e dei diritti umani in occasione delle ultime elezioni presidenziali, quanto meno fintantoché tutti i prigionieri e i detenuti politici non saranno stati liberati e scagionati da ogni accusa;
a sospendere l'adozione di iniziative bilaterali con il regime bielorusso, che minano la credibilità e l'efficacia della politica estera europea;
a chiedere nelle sedi opportune e attraverso i canali diplomatici il rilascio immediato e incondizionato di tutte le persone arrestate durante la giornata elettorale e all'indomani della stessa, nonché dei prigionieri di coscienza riconosciuti da Amnesty international;
a chiedere alle autorità bielorusse di fornire ai detenuti accesso senza restrizioni ai propri familiari, all'assistenza legale e alle cure mediche;
a condannare fermamente le azioni delle autorità bielorusse nei confronti dei membri dell'organizzazione che rappresenta la minoranza nazionale polacca e a ribadire il proprio appello alla Bielorussia affinché rispetti i diritti umani e i diritti di tutti i suoi cittadini;
a chiedere con forza che vengano garantite la libertà dei media, la libertà di associazione e di riunione, la libertà di religione per le chiese diverse dalla Chiesa ortodossa bielorussa e gli altri diritti e libertà politiche;
a sostenere la posizione avanzata in sede europea secondo la quale sarebbe auspicabile che non si svolgano in Bielorussia i campionati mondiali di hockey su ghiaccio previsti per il 2014, fintantoché restano ancora in prigione i detenuti politici.
(1-00535) «Di Stanislao, Evangelisti, Donadi, Borghesi, Leoluca Orlando».
(24 gennaio 2011)

La Camera,
premesso che:
il 25 ottobre 2010 il Consiglio dell'Unione europea aveva invitato le autorità bielorusse a garantire che le elezioni si sarebbero tenute il mese successivo si svolgessero in conformità alle regole e alle norme internazionali in materia di elezioni democratiche, nonché agli impegni assunti dalla Bielorussia stessa nell'ambito dell'Osce e dell'Onu per quanto riguarda i miglioramenti da apportare alla propria legge elettorale, al fine di allinearla alle norme internazionali in materia di elezioni democratiche, assicurando anche che avrebbe consultato tempestivamente l'Osce in merito alle modifiche previste;
l'Assemblea nazionale bielorussa ha, invece, approvato una riforma del codice elettorale senza aver preventivamente consultato l'Osce;
la dichiarazione sui risultati e le conclusioni preliminari della missione internazionale di osservazione delle elezioni presidenziali in Bielorussia sono state rese note dall'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell'Osce e dall'Assemblea parlamentare dell'Osce il 20 dicembre 2010 e hanno evidenziato, malgrado i pochi miglioramenti intervenuti nel periodo pre-elettorale, che le elezioni presidenziali del 19 dicembre 2010 non si sono svolte nel rispetto delle norme internazionali in materia di elezioni libere, eque e trasparenti; le elezioni hanno comunque portato alla rielezione del Presidente Lukashenko, con l'80 per cento dei voti;
a seguito delle critiche mosse dagli osservatori dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa circa le irregolarità del voto durante le ultime elezioni presidenziali, il Presidente bielorusso ha disposto il 31 dicembre 2010 l'immediata chiusura dell'ufficio dell'Osce a Minsk;
oltre 700 persone sono state arrestate per aver partecipato alla manifestazione del 19 dicembre 2010 a Minsk e la maggior parte di esse sono state rilasciate dopo aver scontato brevi pene amministrative, mentre 24 militanti e giornalisti dell'opposizione, tra cui 6 candidati presidenziali, sono stati accusati di aver organizzato disordini di massa, attacchi violenti e resistenza armata, il che potrebbe comportare pene detentive fino a 15 anni;
all'indomani di tali gravi fatti, alcuni Paesi dell'Unione europea hanno dichiarato Lukashenko quale «persona non grata», mentre sono in corso discussioni in all'interno dell'Unione europea sulla necessità di ripristinare sanzioni nei confronti degli esponenti del Governo bielorusso, anche con l'adozione di una nuova risoluzione del Parlamento europeo;
tale ipotesi prevedrebbe, tra l'altro, di impegnare il Consiglio, la Commissione e l'Alto rappresentante dell'Unione europea: a rivedere la politica dell'Unione europea nei confronti della Bielorussia, anche esaminando la possibilità di imporre sanzioni economiche mirate e di congelare tutti gli aiuti macrofinanziari forniti attraverso prestiti del Fondo monetario internazionale e operazioni di prestito della Banca europea per gli investimenti e della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo; a modificare l'orientamento della politica europea di vicinato e dell'assistenza nazionale a favore della Bielorussia, in modo da garantire un adeguato sostegno alla società civile; a reintrodurre immediatamente il divieto di visto per i dirigenti bielorussi, estendendolo anche ai funzionari pubblici, ai magistrati e agli ufficiali di sicurezza potenzialmente responsabili dei brogli e delle rappresaglie postelettorali, nonché dell'arresto degli esponenti dell'opposizione, e a congelare i beni di tali persone;
il Governo polacco e il Parlamento lituano, in tal senso, hanno già imposto restrizioni di viaggio ai rappresentanti del regime di Minsk e, nel contempo, semplificato l'accesso all'Unione europea per i cittadini bielorussi;
tale sospensione non dovrebbe essere applicata ai rappresentanti di organizzazioni non governative e della società civile;
già il 15 febbraio 2010 furono arrestati in Bielorussia 40 attivisti, per la maggior parte membri dell'Unione dei polacchi di Bielorussia (Upb), tra cui Angelika Borys (presidente dell'Upb), Igor Bancer (portavoce dell'Upb), Mieczyslaw Jaskiewicz (vicepresidente), Andrzej Poczobut (presidente del consiglio di vigilanza dell'Upb) e Anatol Lebedzka, leader del partito di opposizione bielorusso, il Partito civico unito, allo scopo di impedire loro di partecipare al processo concernente la Casa dei polacchi di Ivyanets; la comunità dei polacchi, circa 400.000 persone, è costantemente oggetto di repressione e censura da parte delle autorità bielorusse;
il ricorso alla violenza da parte della polizia e dei servizi del Kgb nei confronti dei manifestanti durante la giornata elettorale e, in particolare, la brutale aggressione a Vladimir Neklyayev, hanno comportato gravi violazioni dei principi democratici fondamentali, come quelli della libertà di riunione e della libertà di espressione, nonché dei diritti umani;
preoccupazione hanno destato i tentativi delle autorità bielorusse di affidare alla custodia dello Stato Danil Sannikov, figlio di tre anni del candidato alle elezioni presidenziali Andrei Sannikov e di Irina Chalip, una giornalista investigativa, i quali dal giorno delle elezioni si trovano entrambi in carcere;
il Presidente del Parlamento europeo, l'Alto rappresentante dell'Unione europea e il Segretario generale dell'Onu hanno condannato la repressione della manifestazione del 19 dicembre 2010 e le ulteriori misure adottate dalle forze di polizia nei confronti dell'opposizione democratica, dei mezzi di comunicazione indipendenti e degli attivisti della società civile;
risulta che gli avvocati che rappresentano i manifestanti, gli oppositori politici o le loro famiglie sono minacciati di perdere la loro licenza o essere radiati;
la dichiarazione del vertice di Praga sul partenariato orientale aveva ribadito gli impegni, sottoscritti anche dalla Bielorussia, nei confronti dei principi del diritto internazionale e dei valori fondamentali, tra i quali la democrazia, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali;
il 1o febbraio 2010 Alexander Lukashenko aveva firmato un decreto che imponeva la censura su internet e aveva creato un «centro d'analisi» in grado di monitorare internet e di esigere che i fornitori di accesso al servizio potessero bloccare nel giro di 24 ore qualsiasi sito web specificato, fatto che ha posto la Bielorussia allo stesso livello di Paesi come la Cina, la Corea del Nord e l'Iran;
il Consiglio dell'Unione europea ha ribadito la propria disponibilità ad approfondire le relazioni con la Bielorussia subordinatamente al raggiungimento in Bielorussia di sviluppi positivi verso la democrazia, i diritti umani e lo Stato di diritto, così come la disponibilità ad assistere il Paese nel conseguimento di questi obiettivi;
la mossa della Federazione russa, che ha riconosciuto le elezioni e descritto la repressione come un «affare interno», è stata deplorata anche dalla Commissione europea intenta a avviare un processo di dialogo, consultazione e coordinamento politico con i Paesi terzi limitrofi della Bielorussia, che intrattengono tradizionalmente relazioni speciali con tale Paese, onde massimizzare l'efficienza della politica dell'Unione europea nei confronti della stessa e cooperare al fine di coniugare opportunamente la risposta al deficit democratico e alle violazioni dei diritti umani con la necessità di evitare l'isolamento internazionale del Paese;
va ricordato, infine, che in occasione del primo vertice bilaterale tra un Capo di Governo di un Paese membro dell'Unione europea e il Presidente bielorusso, che si è svolto il 30 novembre 2009 a Minsk, il Presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi dichiarò pubblicamente, rivolgendosi a Lukashenko: «La sua gente la ama e questo è dimostrato dai risultati delle elezioni, che sono sotto gli occhi di tutti, che noi apprezziamo e conosciamo», elezioni che furono, invece, definite dall'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa in grave violazione degli standard internazionali sottoscritti dai Paesi membri dell'Osce;
nel 2014 è previsto che si svolga in Bielorussia il campionato mondiale di hockey su ghiaccio;
secondo notizie a mezzo stampa, la posizione del Governo italiano - in linea con le dichiarazioni a sostegno di Lukashenko del Presidente del Consiglio dei ministri del novembre 2009 - sarebbe contraria a una dura condanna politica di quanto avvenuto nel corso delle elezioni presidenziali del 2010,

impegna il Governo:

a sostenere con forza l'azione europea circa l'introduzione di sanzioni personali, come la sospensione dei visti verso l'Unione europea, nei confronti degli esponenti del Governo e dell'apparato di sicurezza bielorusso che si sono resi responsabili delle gravissime violazioni delle norme democratiche e dei diritti umani in occasione delle ultime elezioni presidenziali, quanto meno fintantoché tutti i prigionieri e i detenuti politici non saranno stati liberati e scagionati da ogni accusa;
a chiedere nelle sedi opportune e attraverso i canali diplomatici il rilascio immediato e incondizionato di tutte le persone arrestate durante la giornata elettorale e all'indomani della stessa, nonché dei prigionieri di coscienza riconosciuti da Amnesty international;
a chiedere alle autorità bielorusse di fornire ai detenuti accesso senza restrizioni ai propri familiari, all'assistenza legale e alle cure mediche;
a condannare fermamente le azioni delle autorità bielorusse a danno delle minoranze e a ribadire il proprio appello alla Bielorussia affinché rispetti i diritti umani e i diritti di tutti i suoi cittadini;
a chiedere con forza che vengano garantite la libertà dei media, la libertà di associazione e di riunione, la libertà di religione per le chiese diverse dalla Chiesa ortodossa bielorussa e gli altri diritti e libertà politiche.
(1-00535) (Testo modificato nel corso della seduta)«Di Stanislao, Evangelisti, Donadi, Borghesi, Leoluca Orlando».
(24 gennaio 2011)

La Camera,
premesso che:
in occasione delle ultime elezioni presidenziali avvenute in Bielorussia il 19 dicembre 2010 l'Osce, insieme all'Unione europea e agli Stati Uniti, ha nuovamente denunciato la non democraticità delle procedure elettorali, che hanno portato alla rielezione del Presidente Lukashenko con l'80 per cento dei voti; tali organizzazioni, insieme a molte altre, hanno, inoltre, denunciato con forza l'arresto ingiustificato di centinaia di attivisti che manifestavano la sera del 19 dicembre 2010 per denunciare tali irregolarità;
a seguito delle critiche mosse dagli osservatori dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa circa le irregolarità del voto durante le ultime elezioni presidenziali, il Presidente bielorusso ha disposto il 31 dicembre 2010 l'immediata chiusura dell'ufficio dell'Osce a Minsk;
il 12 gennaio 2011, in una dichiarazione congiunta del Presidente del Parlamento europeo e dei Presidenti rispettivamente della Commissione affari esteri, della sottocommissione per i diritti umani e delle delegazioni per le relazioni con la Bielorussia e per l'Assemblea parlamentare Euronest - in seno al Parlamento europeo - è stata stigmatizzata la brutale repressione delle pacifiche dimostrazioni avvenute il 19 dicembre 2010; una repressione caratterizzata da una violenza sproporzionata e arresti di massa, nonché dal ferimento di centinaia di attivisti bielorussi, giornalisti e rappresentanti della società civile;
nella stessa dichiarazione, veniva messo in luce come le elezioni del 19 dicembre 2010 si fossero svolte senza un adeguato rispetto degli standard internazionali di elezioni libere, giuste e trasparenti e si poneva la necessità di ripensare le relazioni dell'Unione europea con la Bielorussia, in particolare prevedendo la sospensione dei visti verso l'Unione europea e il congelamento dei beni all'estero di esponenti del Governo e dell'apparato di sicurezza bielorusso coinvolti nei gravi fatti del 19 dicembre 2010, condizionando la futura attenuazione o sospensione di queste misure al rilascio di tutti i leader delle opposizioni detenuti dal 19 dicembre 2010;
tra gli arrestati vi sono anche sei candidati alla presidenza che, insieme ad altre decine di attivisti, sono stati maltrattati dalle forze di polizia durante la detenzione - come denunciato da numerose organizzazioni non governative indipendenti - e sono attualmente sotto processo, rischiando lunghe condanne detentive, mentre giungono notizie preoccupanti anche sulla sorte di minori con legami di parentela con alcuni degli oppositori arrestati;
secondo notizie a mezzo stampa, all'indomani dei gravi fatti avvenuti il 19 dicembre 2010, alcuni Paesi dell'Unione europea, come Germania e Polonia, ma anche Gran Bretagna, Francia, Svezia, Olanda e Repubblica ceca, si sarebbero espressi per la necessità di sanzioni ferme e chiare e misure restrittive per i membri dell'establishment di Lukashenko, mentre la posizione del Governo italiano sembrerebbe ai firmatari del presente atto di indirizzo, da alcune notizie a mezzo stampa, contraria ad una dura condanna politica di quanto avvenuto nel corso delle elezioni presidenziali del 2010;
del resto tale posizione sembrerebbe in linea con gli ottimi rapporti personali del Presidente del Consiglio dei ministri con il Presidente bielorusso, confermati dalle dichiarazioni rilasciate già in occasione del primo vertice bilaterale tra un Paese membro dell'Unione Europea e il Presidente bielorusso, che si tenne a Minsk il 30 novembre del 2009, nelle quali, secondo quanto riportato dagli organi di informazione, Berlusconi pubblicamente, rivolgendosi a Lukashenko, affermava che: «La sua gente la ama e questo è dimostrato dai risultati delle elezioni, che sono sotto gli occhi di tutti, che noi apprezziamo e conosciamo»;
la necessità di rivedere le relazioni europee e bilaterali con la Bielorussia e di introdurre nuove sanzioni è finalizzata all'obiettivo di ripristinare quanto prima una situazione di normalità democratica sotto il profilo del rispetto dei diritti umani, della libertà di espressione e manifestazione, nonché dalla necessità di ottenere in via immediata il rilascio degli oppositori politici e di tutti i giornalisti ed esponenti della società civile, che hanno espresso il legittimo dissenso sulle modalità in cui sono state tenute le ultime elezioni;
il dialogo con la Bielorussia, il suo coinvolgimento stabile in un'area di democrazia e il suo ingresso nel novero dei Paesi che rispettano i diritti umani e i principi dello stato di diritto resta l'obiettivo principale nell'interesse strategico, tanto dell'Italia quanto dell'Unione europea;
tuttavia, solo a fronte del riaprirsi di un dialogo politico e di una disponibilità del Governo bielorusso a conformarsi al rispetto degli standard europei e internazionali in materia di tutela dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, le sanzioni potrebbero essere attenuate o tolte, come già avvenuto nel recente passato quando l'Unione europea a seguito delle elezioni del 2006 approvò sanzioni nei confronti del medesimo Presidente bielorusso per le modalità con cui erano state gestite le elezioni nel 2006 e successivamente represse le conseguenti manifestazioni di protesta,

impegna il Governo:

ad assumere una dura presa di posizione politica, sia a livello europeo che a livello bilaterale, nei confronti dei comportamenti del Governo bielorusso contro le opposizioni democratiche di quel Paese e ad adottare ogni iniziativa utile volta ad ottenere l'immediata scarcerazione di quanti siano stati arrestati a seguito degli avvenimenti del 19 dicembre 2010;
ad adottare - in seno alla riunione del Consiglio dei Ministri degli esteri prevista per il 31 gennaio 2011 - ogni iniziativa utile volta a sostenere, in linea con la dichiarazione congiunta del 12 gennaio 2011 dei Presidenti del Parlamento europeo e di importanti Commissioni, l'introduzione di sanzioni personali, come la sospensione dei visti verso l'Unione europea, nei confronti degli esponenti del Governo e dell'apparato di sicurezza bielorusso che si sono resi responsabili delle gravissime violazioni delle norme democratiche e dei diritti umani in occasione delle ultime elezioni presidenziali;
ad adottare ogni iniziativa utile a livello europeo volta a sostenere l'introduzione di sanzioni personali, come il congelamento dei beni all'estero di esponenti del Governo e dell'apparato di sicurezza bielorusso coinvolti nei gravi fatti del 19 dicembre 2010, condizionando il loro eventuale futuro ritiro al rilascio di tutti i leader dell'opposizione detenuti dal 19 dicembre 2010;
a farsi sostenitore della necessità di aumentare il sostegno finanziario alla società civile bielorussa, ai media indipendenti e alle organizzazioni non governative, anche prevedendo il rilascio di borse di studio e di visti di viaggio a favore degli studenti, molti dei quali sono stati espulsi dall'università a causa della loro partecipazione alle manifestazioni del 19 dicembre 2010;
ad adottare ogni iniziativa utile a livello europeo volta ad introdurre una riduzione delle tasse per il rilascio di visti a favore dei cittadini bielorussi, anche valutando l'opportunità di abolirle del tutto nei confronti di studenti, scienziati e artisti di cittadinanza bielorussa;
ad adottare ogni iniziativa utile, sia nelle sedi europee che a livello bilaterale, volta a favorire l'immediata riapertura dell'ufficio dell'Osce a Minsk.
(1-00536) «Tempestini, Mecacci, Maran, Amici, Barbi, Beltrandi, Bernardini, Colombo, Corsini, Farina Coscioni, Losacco, Narducci, Pistelli, Porta, Maurizio Turco, Zamparutti».
(24 gennaio 2011)

La Camera,
premesso che:
in occasione delle ultime elezioni presidenziali avvenute in Bielorussia il 19 dicembre 2010 l'Osce, insieme all'Unione europea e agli Stati Uniti, ha nuovamente denunciato la non democraticità delle procedure elettorali, che hanno portato alla rielezione del Presidente Lukashenko con l'80 per cento dei voti; tali organizzazioni, insieme a molte altre, hanno, inoltre, denunciato con forza l'arresto ingiustificato di centinaia di attivisti che manifestavano la sera del 19 dicembre 2010 per denunciare tali irregolarità;
a seguito delle critiche mosse dagli osservatori dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa circa le irregolarità del voto durante le ultime elezioni presidenziali, il Presidente bielorusso ha disposto il 31 dicembre 2010 l'immediata chiusura dell'ufficio dell'Osce a Minsk;
il 12 gennaio 2011, in una dichiarazione congiunta del Presidente del Parlamento europeo e dei Presidenti rispettivamente della Commissione affari esteri, della sottocommissione per i diritti umani e delle delegazioni per le relazioni con la Bielorussia e per l'Assemblea parlamentare Euronest - in seno al Parlamento europeo - è stata stigmatizzata la brutale repressione delle pacifiche dimostrazioni avvenute il 19 dicembre 2010; una repressione caratterizzata da una violenza sproporzionata e arresti di massa, nonché dal ferimento di centinaia di attivisti bielorussi, giornalisti e rappresentanti della società civile;
nella stessa dichiarazione, veniva messo in luce come le elezioni del 19 dicembre 2010 si fossero svolte senza un adeguato rispetto degli standard internazionali di elezioni libere, giuste e trasparenti e si poneva la necessità di ripensare le relazioni dell'Unione europea con la Bielorussia, in particolare prevedendo la sospensione dei visti verso l'Unione europea e il congelamento dei beni all'estero di esponenti del Governo e dell'apparato di sicurezza bielorusso coinvolti nei gravi fatti del 19 dicembre 2010, condizionando la futura attenuazione o sospensione di queste misure al rilascio di tutti i leader delle opposizioni detenuti dal 19 dicembre 2010;
tra gli arrestati vi sono anche sei candidati alla presidenza che, insieme ad altre decine di attivisti, sono stati maltrattati dalle forze di polizia durante la detenzione - come denunciato da numerose organizzazioni non governative indipendenti - e sono attualmente sotto processo, rischiando lunghe condanne detentive, mentre giungono notizie preoccupanti anche sulla sorte di minori con legami di parentela con alcuni degli oppositori arrestati;
secondo notizie a mezzo stampa, all'indomani dei gravi fatti avvenuti il 19 dicembre 2010, alcuni Paesi dell'Unione europea, come Germania e Polonia, ma anche Gran Bretagna, Francia, Svezia, Olanda e Repubblica ceca, si sarebbero espressi per la necessità di sanzioni ferme e chiare e misure restrittive per i membri dell'establishment di Lukashenko, mentre la posizione del Governo italiano sembrerebbe ai firmatari del presente atto di indirizzo, da alcune notizie a mezzo stampa, contraria ad una dura condanna politica di quanto avvenuto nel corso delle elezioni presidenziali del 2010;
del resto tale posizione sembrerebbe in linea con gli ottimi rapporti personali del Presidente del Consiglio dei ministri con il Presidente bielorusso, confermati dalle dichiarazioni rilasciate già in occasione del primo vertice bilaterale tra un Paese membro dell'Unione Europea e il Presidente bielorusso, che si tenne a Minsk il 30 novembre del 2009, nelle quali, secondo quanto riportato dagli organi di informazione, Berlusconi pubblicamente, rivolgendosi a Lukashenko, affermava che: «La sua gente la ama e questo è dimostrato dai risultati delle elezioni, che sono sotto gli occhi di tutti, che noi apprezziamo e conosciamo»;
la necessità di rivedere le relazioni europee e bilaterali con la Bielorussia e di introdurre nuove sanzioni è finalizzata all'obiettivo di ripristinare quanto prima una situazione di normalità democratica sotto il profilo del rispetto dei diritti umani, della libertà di espressione e manifestazione, nonché dalla necessità di ottenere in via immediata il rilascio degli oppositori politici e di tutti i giornalisti ed esponenti della società civile, che hanno espresso il legittimo dissenso sulle modalità in cui sono state tenute le ultime elezioni;
il dialogo con la Bielorussia, il suo coinvolgimento stabile in un'area di democrazia e il suo ingresso nel novero dei Paesi che rispettano i diritti umani e i principi dello stato di diritto resta l'obiettivo principale nell'interesse strategico, tanto dell'Italia quanto dell'Unione europea;
tuttavia, solo a fronte del riaprirsi di un dialogo politico e di una disponibilità del Governo bielorusso a conformarsi al rispetto degli standard europei e internazionali in materia di tutela dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, le sanzioni potrebbero essere attenuate o tolte, come già avvenuto nel recente passato quando l'Unione europea a seguito delle elezioni del 2006 approvò sanzioni nei confronti del medesimo Presidente bielorusso per le modalità con cui erano state gestite le elezioni nel 2006 e successivamente represse le conseguenti manifestazioni di protesta,

impegna il Governo:

ad assumere una dura presa di posizione politica, sia a livello europeo che a livello bilaterale, nei confronti dei comportamenti del Governo bielorusso contro le opposizioni democratiche di quel Paese e ad adottare ogni iniziativa utile volta ad ottenere l'immediata scarcerazione di quanti siano stati arrestati a seguito degli avvenimenti del 19 dicembre 2010, per motivi di natura politica;
ad adottare - in seno alla riunione del Consiglio dei Ministri degli esteri prevista per il 31 gennaio 2011 - ogni iniziativa utile volta a sostenere, in linea con la dichiarazione congiunta del 12 gennaio 2011 dei Presidenti del Parlamento europeo e di importanti Commissioni, l'introduzione di sanzioni personali, come la sospensione dei visti verso l'Unione europea, nei confronti degli esponenti del Governo e dell'apparato di sicurezza bielorusso che si sono resi responsabili delle gravissime violazioni delle norme democratiche e dei diritti umani in occasione delle ultime elezioni presidenziali;
ad adottare ogni iniziativa utile a livello europeo volta a sostenere l'introduzione di sanzioni personali, come il congelamento dei beni all'estero di esponenti del Governo e dell'apparato di sicurezza bielorusso coinvolti nei gravi fatti del 19 dicembre 2010, condizionando il loro eventuale futuro ritiro al rilascio di tutti i leader dell'opposizione detenuti dal 19 dicembre 2010;
a farsi sostenitore della necessità di aumentare il sostegno finanziario alla società civile bielorussa, ai media indipendenti e alle organizzazioni non governative, anche prevedendo il rilascio di borse di studio e di visti di viaggio a favore degli studenti, molti dei quali sono stati espulsi dall'università a causa della loro partecipazione alle manifestazioni del 19 dicembre 2010;
ad adottare ogni iniziativa utile a livello europeo volta ad introdurre una riduzione delle tasse per il rilascio di visti a favore dei cittadini bielorussi, anche valutando l'opportunità di abolirle del tutto nei confronti di studenti, scienziati e artisti di cittadinanza bielorussa, in particolare nell'ambito di un accordo tra l'Unione europea e la Bielorussia per la facilitazione dei visti;
ad adottare ogni iniziativa utile, sia nelle sedi europee che a livello bilaterale, volta a favorire l'immediata riapertura dell'ufficio dell'Osce a Minsk.
(1-00536) (Testo modificato nel corso della seduta)«Tempestini, Mecacci, Maran, Amici, Barbi, Beltrandi, Bernardini, Colombo, Corsini, Farina Coscioni, Losacco, Narducci, Pistelli, Porta, Maurizio Turco, Zamparutti».
(24 gennaio 2011)

La Camera,
premesso che:
a seguito delle elezioni presidenziali di marzo 2006, il Consiglio dell'Unione europea ha adottato delle sanzioni contro la Bielorussia, adottando misure restrittive contro i responsabili politici e amministrativi delle violazioni degli standard elettorali internazionali, con l'obiettivo di indurre il Governo della Bielorussia a conformarsi alle regole basilari di un ordinamento democratico;
nel 2008, a seguito della liberazione di alcuni militanti dell'opposizione incarcerati due anni prima, l'Unione europea ha deciso di spronare il Governo bielorusso a proseguire sulla via di una graduale democratizzazione e di mandare un segnale di incoraggiamento in tal senso, sospendendo le sanzioni, tra le quali figurano limitazioni alle concessioni di visti ed il congelamento dei beni finanziari all'estero di una lista di alti esponenti bielorussi, compreso il Presidente Lukashenko;
nell'ottobre 2010 l'Unione europea ha deciso di confermare il «congelamento» delle misure restrittive, prorogandolo fino al 31 ottobre 2011, anche nel quadro della politica di dialogo critico nel frattempo avviata con il Governo di Minsk nell'intento di instaurare un canale di comunicazione più strutturato ed efficace;
il medesimo Consiglio affari esteri di ottobre 2010 aveva, altresì, indicato che «chiari e visibili progressi nella condotta delle elezioni» del 19 dicembre 2010 avrebbero avuto effetti positivi nei rapporti tra Unione europea e Bielorussia;
il 20 dicembre 2010 gli osservatori internazionali dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione europea (Osce) hanno riscontrato che, nonostante alcuni miglioramenti, esiste ancora una lunga strada da percorrere da parte della Bielorussia affinché siano raggiunti gli standard richiesti dall'Osce per certificare la correttezza nello svolgimento del procedimento elettorale, in particolare per quel che concerne le operazioni di spoglio e di conteggio dei voti. Alle manifestazioni di piazza che sono seguite si è risposto con centinaia di arresti e violente repressioni contro gli oppositori del Governo, compresi diversi candidati presidenziali, in assoluta violazione di tutti gli standard democratici sulla libertà politica e sulla libertà di protesta e manifestazione;
secondo alcune fonti, nelle settimane successive alle elezioni si sarebbero susseguiti espulsioni di studenti universitari dagli atenei bielorussi e licenziamenti di lavoratori, con motivazioni meramente politiche, alimentando un'atmosfera di insicurezza e di repressione delle libertà democratiche;
il 31 dicembre 2010 è scaduto il mandato della missione Osce a Minsk e le autorità bielorusse non hanno al momento ancora rinnovato l'accordo con l'Osce per prolungare il mandato di tale missione, almeno di un altro anno, rischiando di vanificare l'opera di raccordo e di dialogo intrapresa in tale ambito sin dal 2003;
la comunità internazionale, in particolare l'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Catherine Ashton, ha condannato con decisione sia lo svolgimento delle elezioni che i gravi episodi di violenza registrati successivamente, richiedendo la liberazione immediata delle persone detenute per motivi politici;
il Governo italiano ha da subito espresso la più ferma condanna delle misure repressive adottate dalle autorità della Bielorussia. Il Ministro degli affari esteri Frattini, con dichiarazioni rese il 20 dicembre 2010, ha qualificato come «inaccettabili» le violenze ai danni dei manifestanti e gli arresti di esponenti dell'opposizione. Lo stesso Ministro Frattini ha successivamente ribadito al suo omologo bielorusso Martynov la forte preoccupazione del Governo italiano in merito alla condotta di Minsk, anche in relazione ai riflessi sul dialogo con l'Unione europea delle misure prese dalla Bielorussia;
oltre agli eventi politico-elettorali dell'ultimo mese, meritano ugualmente di essere posti in rilievo i legami consolidati di fratellanza e di amicizia tra l'Italia e la Bielorussia costruiti in questi anni attraverso l'operato dei rispettivi Governi e quel movimento dal basso che lega entrambi i Paesi, attraverso progetti di accoglienza, permessi studio e adozioni instauratisi a seguito del disastro nucleare di Chernobyl che oggi più che mai coinvolgono nel nostro Paese migliaia di famiglie;
in virtù di questo legame tra i due popoli, negli ultimi anni l'Italia ha avviato, unico Paese nel consesso europeo, attraverso le delegazioni di rappresentanza parlamentare internazionale, quali i gruppi parlamentari presso l'Osce e presso il Consiglio d'Europa, ed anche a livello governativo attraverso più tavoli di confronto, un proficuo dialogo volto a creare quella dialettica costruttiva per «condurre» la parte bielorussa verso una maggiore apertura verso l'Unione europea;
occorre assolutamente evitare di arrivare ad una netta contrapposizione tra le parti, andando a danneggiare il percorso di avvicinamento con la Bielorussia, ponendo con ogni probabilità pericolosamente a repentaglio i risultati positivi fin qui raggiunti nelle relazioni italo-bielorusse sulle adozioni internazionali e gli accordi attualmente in discussione sui permessi studio; quindi, una sterile condanna senza ricorrere ad un atteggiamento di critica, pressante ma costruttiva, potrebbe portare ad atteggiamenti negativi relativi al destino di centinaia di bambini,

impegna il Governo:

a sollecitare l'immediato rilascio di quanti siano ancora detenuti per motivazioni di natura esclusivamente politica;
a sollecitare il Governo bielorusso ad accettare l'estensione di almeno un anno del mandato relativo alla missione Osce a Minsk per garantire la funzionalità di tale ufficio;
ad impegnarsi assieme ai partner dell'Unione europea per esercitare le necessarie pressioni, anche attraverso l'eventuale temporaneo ripristino di sanzioni verso i responsabili degli abusi, affinché le autorità di Minsk imbocchino con decisione il cammino verso il raggiungimento degli standard europei in materia di stato di diritto e libertà democratiche;
ad effettuare concreti gesti di solidarietà e di sostegno alla società civile bielorussa, nello spirito di una collaborazione con l'Unione europea che va incoraggiata e rilanciata, e a continuare nel dialogo con le autorità bielorusse per evitare di erigere nuovi muri tra l'Est e l'Ovest dell'Europa e per favorire ed incentivare l'azione congiunta, soprattutto in settori di grande impatto sociale, come quello delle adozioni internazionali, che coinvolgono tantissime famiglie del nostro Paese.
(1-00537) (Nuova formulazione) «Antonione, Stefani, Sardelli, Angeli, Baldelli, Barbieri, Biancofiore, Bonciani, Boniver, Di Caterina, Renato Farina, Lunardi, Malgieri, Migliori, Moles, Mussolini, Osvaldo Napoli, Nicolucci, Nirenstein, Palmieri, Pianetta, Picchi, Scandroglio, Zacchera, D'Amico, Dozzo, Giancarlo Giorgetti, Pini, Cesario, Grassano, Moffa, Razzi, Ruvolo».
(24 gennaio 2011)

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Orientamenti del Governo circa i tempi e le modalità del disimpegno del contingente militare italiano dall'Afghanistan - 3-01418

DI STANISLAO, DONADI, EVANGELISTI e LEOLUCA ORLANDO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
lunedì 3 gennaio 2011 il Governo afghano ha affermato che il numero di poliziotti afgani uccisi nel corso del 2010 è diminuito di circa il 7 per cento, nonostante la violenza diffusa in tutto il Paese all'inizio del decimo anno di guerra;
le vittime straniere, invece, militari e civili, sono a livelli record, nonostante la presenza di circa 150.000 truppe a guida Nato. Il 2010 è stato l'anno più sanguinoso da quando i talebani sono stati cacciati dalle forze afgane sostenute dagli Stati Uniti alla fine del 2001;
Bashary, il portavoce del Ministero dell'interno, ha dichiarato che 2.447 poliziotti afgani sono stati feriti, mentre 5.225 ribelli sono stati uccisi e 949 feriti;
si è registrato un totale di 6.716 incidenti di sicurezza nel 2010, come agguati, bombe su strada, attentati suicidi e lanci di razzi;
la rivolta si è spostata, nel corso degli ultimi due anni, dalle sue tradizionali roccaforti nel sud-est in zone un tempo pacifiche del nord-ovest del Paese. Il nord, in particolare, è diventato un nuovo cruento fronte di guerra;
le Nazioni Unite hanno detto che 2.412 civili sono stati uccisi e 3.803 feriti tra gennaio e ottobre del 2010, il 20 per cento in più rispetto al 2009;
il Ministero della difesa ha detto che 821 soldati afgani sono stati uccisi nel 2010. Il generale di brigata Josef Blotz, un portavoce della Nato - International security assistance force (Isaf), ha dichiarato che l'alto numero di vittime tra le forze di sicurezza afgane «è un testamento al loro sacrificio, ai loro sforzi, al loro impegno, stanno combattendo per il loro Paese»;
Blotz ha dichiarato, inoltre, che l'aumento del numero di truppe straniere in guerra in Afghanistan avvenuto nel 2010 aveva portato ad una prevedibile ripresa della violenza, «ma ovviamente questo era un passo necessario nella strategia globale»;
le forze straniere hanno subito un numero di decessi record nel 2010, con 711 soldati uccisi, circa i due terzi dei quali americani, secondo www.iCasualties.org, che svolge attività di monitoraggio di siti web. È stato di gran lunga l'anno più letale per le truppe straniere;
una revisione della strategia di guerra portata avanti dal Presidente Usa Barack Obama nel mese di dicembre 2010 rileva come siano stati fatti progressi contro i talebani e Al Qaeda, ma che permangono gravi problemi;
i leader della Nato hanno convenuto al vertice di Lisbona nel mese di novembre 2010 di porre fine alle operazioni di combattimento e di sicurezza e di lasciare la responsabilità in mano a forze afgane entro la fine del 2014. Obama ha promesso di iniziare a ritirare le truppe Usa a partire dal luglio 2011;
ma i critici sostengono che la data del 2014, fissata dal Presidente Hamid Karzai, è troppo ambiziosa, che vi sono carenze in Afghanistan e nelle sue forze di sicurezza e che la fissazione di una data per il ritiro delle truppe rende più forti e temerari gli insorti;
nella relazione inviata nei giorni scorsi alle Nazioni Unite da parte di Staffan De Mistura, responsabile della missione Onu di assistenza all'Afghanistan, viene riportato che i «prossimi mesi saranno duri e ci sarà un peggioramento delle condizioni di sicurezza». I talebani «sono ancora là e programmano spettacolari attentati» a macchia di leopardo in tutto il Paese;
il momento che si accinge a vivere l'Afghanistan è uno dei più difficili e, soprattutto, pericolosi in assoluto da quasi dieci anni a questa parte;
sebbene gli altri alleati, a cominciare da Obama, hanno convenuto di attuare una revisione della strategia di guerra, l'Italia non si è affatto posta il problema;
Anders Fogh Rasmussen, Segretario generale della Nato, ha rilasciato dichiarazioni preoccupate nel corso del primo incontro del 2011 con la stampa, il 24 gennaio 2011, affermando: «Permettetemi di dire che non mi aspetto che il 2011 sarà facile. Continueremo a entrare nei territori degli insorti. E ci aspettiamo che le violenze continueranno mentre il nemico ci combatte» e che i primi passaggi di consegne fra forze Nato e forze afgane «è un processo che dipende dalle condizioni sul terreno» -:
quali azioni il Governo intenda adottare per stabilire tempi e modi per l'effettivo e immediato disimpegno del nostro contingente da quel teatro di guerra, come sempre più si va configurando l'Afghanistan, con un particolare riferimento alla zona che vede impegnati i nostri militari.
(3-01418)
(25 gennaio 2011)

Stato di attuazione del piano per il Sud - 3-01417

BALDELLI e LISI. - Al Ministro per i rapporti con le regioni e per la coesione territoriale. - Per sapere - premesso che:
il Governo sta lavorando intensamente per mettere in moto le energie migliori del Meridione e superare definitivamente lo storico ritardo accumulato nei confronti del resto d'Italia;
lo sviluppo del Sud rientra tra le priorità fondamentali dell'azione del Governo;
ammontano a 100 miliardi di euro le risorse complessive che, attraverso il piano nazionale approvato a novembre del 2010 dal Consiglio dei ministri, saranno destinate al Sud;
il Governo, attraverso il piano, ha stabilito alcune aree di intervento prioritarie: infrastrutture, legalità, ambiente, beni culturali, turismo e rafforzamento della pubblica amministrazione;
l'obiettivo del Governo, inoltre, è quello di intervenire sul sistema delle regole che deve garantire la certezza della spesa e, a tal fine, nel piano è prevista la nomina di commissari straordinari nel caso in cui gli interventi non abbiano tempi certi -:
quale sia lo stato di attuazione del piano per il Sud.
(3-01417)
(25 gennaio 2011)

Iniziative di competenza per la realizzazione del policlinico di Caserta - 3-01419

PORFIDIA, BELCASTRO, CALEARO CIMAN, CATONE, CESARIO, D'ANNA, GIANNI, GRASSANO, IANNACCONE, MILO, MOFFA, MARIO PEPE (IR), PIONATI, PISACANE, POLIDORI, RAZZI, ROMANO, RUVOLO, SARDELLI, SCILIPOTI e SILIQUINI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il 31 marzo 1999 fu stipulato l'accordo di programma tra l'allora Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il Ministero della sanità e gli enti locali, che, dopo quattro anni di incontri, dava vita, anche economicamente, alla realizzazione del policlinico di Caserta;
con tale scelta, finalmente, si passava alla fase operativa, ristabilendo un equilibrio sul territorio regionale, con l'obiettivo primario della delocalizzazione dei posti letto dal centro storico di Napoli;
il 19 ottobre 2000 in regione, l'allora presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, e il sindaco di Caserta, Luigi Falco, firmarono l'accordo di programma per la variante urbanistica al piano regolatore su quei 250 mila metri quadrati a sud-est della città, in frazione Tredici, delimitati dalla variante Anas, per ospitare la struttura disegnata dallo studio Pica Ciamarra, capolista di un'associazione temporanea di imprese;
dopo il completamento delle procedure burocratiche di esproprio delle aree e l'espletamento del bando di gara, si giunse, il 29 dicembre 2004, al contratto di appalto stipulato fra la Seconda Università di Napoli e la Immobilgi Federici Stirling;
la prima pietra venne depositata il 4 febbraio 2005;
la data presunta di fine lavori venne indicata al 28 dicembre 2008;
l'area interessata è di 250.965 metri quadrati, di cui più di 45 mila metri quadrati di superfici coperte e 205.162 metri quadrati di spazi liberi, il tutto, compresi circa 1900 posti auto, per un costo complessivo di 206,5 milioni di euro, finanziati per due terzi dalla regione Campania e dal Ministero della salute e per un terzo da quello dell'istruzione, dell'università e della ricerca scientifica;
il 31 marzo 2009, con la delibera n. 30 del consiglio di amministrazione della Seconda Università di Napoli, viene dichiarato risolto il contratto di appalto con la Immobilgi Federici Stirling per «gravi e continue inadempienze»;
nella fase successiva alla rescissione unilaterale del contratto d'appalto della Seconda Università di Napoli, quest'ultima, riportandosi a quanto previsto dall'articolo 140 del nuovo codice degli appalti, che contempla le «procedure di affidamento in caso di risoluzione del contratto per grave inadempimento dell'esecutore» aveva progressivamente interpellato i soggetti che avevano partecipato all'originaria procedura di gara, risultanti dalla relativa graduatoria, al fine di stipulare un nuovo contratto per l'affidamento del completamento dei lavori;
in taluni casi si procede interpellando il soggetto che ha formulato la prima migliore offerta e l'affidamento avviene alle medesime condizioni già proposte dall'originario aggiudicatario in sede di offerta, nel caso specifico fu consultata, quindi, la seconda in graduatoria, la ditta Pizzarotti di Parma;
tale ditta, dopo un primo cenno di disponibilità, in seguito ad una visita al cantiere, ha rinunciato all'appalto;
sul policlinico di Caserta grava anche la scure di un'«ipoteca ambientale», rappresentata dalla presenza di cave e cementifici (Cementir, che recentemente, tra molte polemiche, ha ricevuto da parte della regione Campania il via libera per l'ampliamento dell'attività estrattiva);
a poche centinaia di metri dal cantiere, nel 2007, l'allora commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso, individuò la zona deno- minata «Lo Uttaro», come luogo idoneo per una grande discarica;
venne conseguentemente aperta la discarica che, circa un anno dopo, venne posta sotto sequestro dalla magistratura;
da quanto si apprende, tale problema sarebbe in via di risoluzione: infatti, la provincia, guidata dal presidente Domenico Zinzi, ha reso noto l'avvio dell'attività di svuotamento del cosiddetto «panettone», ovvero l'enorme cumulo di rifiuti solidi urbani ubicato in località «Lo Uttaro»;
al momento c'è una causa in corso tra la Seconda Università di Napoli e l'azienda Immobilgi Federici Stirling, controllata dall'imprenditore Mario Granata, che contesta l'illegittimità della rescissione unilaterale del contratto da parte della Seconda Università di Napoli, datata 31 marzo 2009, con la quale vengono richiesti diversi milioni di euro, a titolo di risarcimento per i danni provocati dalla rescissione del contratto -:
se si sia a conoscenza della situazione sopra descritta e quali iniziative si intendano assumere, per quanto di competenza, al fine di trovare una soluzione alle problematiche segnalate, anche in considerazione delle notevoli risorse economiche già impegnate dallo Stato e dell'attuale commissariamento della sanità campana.
(3-01419)
(25 gennaio 2011)

Iniziative in merito a richieste di restituzione da parte dell'Agenzia delle entrate del cosiddetto «bonus incapienti» - 3-01420

MIOTTO, BARETTA, MARAN, LENZI, BOCCIA, QUARTIANI, GIACHETTI, FLUVI, ARGENTIN, BOSSA, BUCCHINO, BURTONE, D'INCECCO, GRASSI, MURER, PEDOTO, SARUBBI, SBROLLINI, LIVIA TURCO, CECCUZZI, BRAGA, MARIANI e CODURELLI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
organi di stampa riportano la notizia che cinquantamila persone, destinatarie del «bonus incapienti», erogato nel 2007 dal Governo Prodi e pari a 150 euro, a norma dell'articolo 44 del decreto-legge n. 159 del 2007, si siano viste recapitare la richiesta di restituzione di circa 200 euro, comprensive del bonus oltre ad interessi e sanzioni per somme indebitamente riscosse;
il cosiddetto bonus incapienti era destinato a persone con un reddito inferiore a 7.500 euro l'anno, che poteva arrivare a 10 mila se ci fossero stati dei familiari a carico;
si trattava di persone che rientravano in una delle fasce economicamente più deboli della società, con redditi così esigui da non essere soggetti ad imposte;
gli aventi diritto furono individuati dal sostituto d'imposta, evitando dispendiose procedure di richiesta documentata da parte degli interessati, ed infatti i pensionati ricevettero il bonus direttamente dall'Inps;
ora, a distanza di tre anni, l'Agenzia delle entrate chiede a migliaia di persone la restituzione di tale somma, oltre a sanzioni ed interessi, in quanto avrebbe accertato il non possesso dei requisiti;
si tratta di una situazione che investe l'intero territorio nazionale -:
se il Ministro interrogato sia al corrente della situazione e come ritenga di dover prontamente intervenire, affinché si possa sanare tale situazione che riguarda persone e nuclei familiari tra i più deboli e disagiati della nostra società, in analogia con provvedimenti approvati in altre simili situazioni verificatesi precedentemente.
(3-01420)
(25 gennaio 2011)

Attività del «tavolo tecnico» costituito presso il Ministero dell'economia e delle finanze relativo ai debiti delle piccole e medie imprese verso il sistema bancario - 3-01421

REGUZZONI, LUSSANA, LUCIANO DUSSIN, FOGLIATO, MONTAGNOLI, ALESSANDRI, ALLASIA, BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BUONANNO, CALLEGARI, CAPARINI, CAVALLOTTO, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, DAL LAGO, D'AMICO, DESIDERATI, DI VIZIA, DOZZO, GUIDO DUSSIN, FAVA, FEDRIGA, FOLLEGOT, FORCOLIN, FUGATTI, GIDONI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, ISIDORI, LANZARIN, MAGGIONI, MOLGORA, LAURA MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MUNERATO, NEGRO, PAOLINI, PASTORE, PINI, PIROVANO, POLLEDRI, RAINIERI, RIVOLTA, RONDINI, SIMONETTI, STUCCHI, TOGNI, TORAZZI, VANALLI e VOLPI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il 3 agosto 2009 il Ministro interrogato, il presidente dell'Abi e le associazioni dei rappresentanti delle imprese hanno firmato un avviso comune per la sospensione dei debiti delle piccole e medie imprese verso le banche, con l'obiettivo di aiutare le imprese in un momento storico di grave crisi economico-finanziaria;
l'accordo, in particolare, prevedeva la sospensione per 12 mesi, ovvero per 6 mesi, del pagamento della quota capitale implicita nei canoni di operazioni di leasing rispettivamente «immobiliare» ovvero «mobiliare»; l'allungamento a 270 giorni delle scadenze del credito a breve termine per sostenere le esigenze di cassa, con riferimento alle operazioni di anticipazione su crediti certi e esigibili; il contributo al rafforzamento patrimoniale delle imprese di piccole e medie dimensioni, prevedendo un apposito finanziamento o altre forme di intervento per chi realizzava processi di rafforzamento patrimoniale;
il termine per l'accesso alla moratoria è stato successivamente prorogato al 31 gennaio 2011;
per le imprese italiane la moratoria è stato un efficace strumento per alleviare le tensioni finanziarie conseguenti alla grave crisi che ha colpito tutte le economie occidentali; secondo uno studio di Intesa San Paolo sui dati dei bilanci aziendali del 2009, il 40 per cento delle imprese italiane ha chiuso l'esercizio in perdita e il 20 per cento non è stato in grado di generare flussi di cassa; i dati al 30 settembre 2010 parlano di circa 180 mila imprese che hanno aderito alla moratoria, per un ammontare complessivo di 55 miliardi di euro di debiti sospesi;
le imprese che hanno goduto della sospensione oggi non sono nella condizione di riprendere i pagamenti senza mettere a repentaglio il loro equilibrio finanziario;
Confindustria ed Abi stanno studiando soluzioni per consentire un'uscita morbida dalla moratoria per le imprese che hanno ancora problemi di tensione finanziaria;
presso il Ministero dell'economia e delle finanze è stato costituito un tavolo tecnico che sta valutando eventuali nuove iniziative per favorire la maggiore capitalizzazione delle imprese e il riscadenzamento del debito verso il sistema bancario, nel rispetto delle normative vigenti e della concorrenza -:
verso quali soluzioni si stia indirizzando il tavolo tecnico costituito presso il Ministero dell'economia e delle finanze e quali siano i tempi di attuazione delle soluzioni a cui sta lavorando.
(3-01421)
(25 gennaio 2011)

Iniziative per modificare i vincoli del patto di stabilità interno a favore dei cosiddetti comuni virtuosi - 3-01422

GALLETTI, DE POLI, CICCANTI, COMPAGNON, VOLONTÈ, NARO, LIBÈ e OCCHIUTO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi si è assistito alla protesta di una dozzina di piccoli comuni del Veneto, che hanno annunciato la chiusura dei loro municipi e la restituzione ai prefetti delle loro competenze;
tale protesta origina dalle difficoltà, più volte segnalate, che incontreranno queste amministrazioni nel garantire i servizi principali alle collettività, per effetto dei rigorosi criteri di calcolo del patto di stabilità combinati con i tagli imposti agli enti locali dalla manovra estiva;
sono, infatti, notevoli i vincoli che vengono imposti a chi non rispetta il tetto fissato dal patto: il divieto di assumere personale nuovo, l'impossibilità di accendere nuovi mutui e la riduzione del 10 per cento dell'impegno di spesa rispetto a quanto preventivato nel bilancio 2009;
in alcuni casi si tratta di una situazione paradossale, poiché si tratta di comuni che, pur non avendo rispettato i citati parametri, hanno presentato bilanci con saldi spesso ampiamente in attivo;
si calcola che a marzo 2011, con i primi bilanci, la platea di comuni interessati dal mancato rispetto dei parametri si allargherà e molti stanno pensando di non firmare il bilancio 2010, con l'inevitabile conseguenza del commissariamento dell'ente locale;
più volte è stato chiesto con proposte emendative e atti di indirizzo di rendere meno rigidi i vincoli del patto di stabilità, soprattutto per i comuni virtuosi che hanno fatto investimenti - per esempio, scuole elementari, impianti sportivi, lavori stradali ed altro - e che ora devono caricarsi responsabilità e costi che non sono a loro imputabili -:
se non ritenga di adottare urgenti iniziative volte a rimuovere le criticità segnalate, al fine di non penalizzare sindaci e collettività per dei vincoli del patto di stabilità giudicati unanimemente troppo rigidi.
(3-01422)
(25 gennaio 2011)

Problematiche riguardanti la normativa relativa al meccanismo dei cosiddetti certificati verdi - 3-01423

DI BIAGIO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
malgrado i progressi definiti dal Governo italiano negli ultimi anni sul versante della politica energetica, così come evidenzia anche il rapporto del 2009 dell'Agenzia internazionale dell'energia, la normativa italiana in materia presenta ancora importanti lacune e frammentarietà, che non consentono di tratteggiarne un quadro globale coerente e fattivo;
la sfida del raggiungimento degli obiettivi comunitari riguardo al «pacchetto energia-ambiente» dell'Unione europea, per adeguarsi agli obiettivi concordati per la diffusione delle energie rinnovabili, impone che entro il 2020 l'Italia dovrà abbattere le emissioni di anidride carbonica e, quindi, il 17 per cento dell'energia che si consuma dovrà provenire da fonti rinnovabili;
a tal fine è stato predisposto un sistema promozionale delle fonti rinnovabili, attraverso meccanismi di incentivazione, che ad oggi risultano collocarsi tra i più alti d'Europa e finanziati dallo Stato attraverso oneri di sistema che gravano sulla bolletta dei cittadini, nella componente tariffaria definita A3;
su tali dinamiche, in data 28 novembre 2010, Report, programma di approfondimento giornalistico della Rai, ha evidenziato importanti criticità legate, in particolare, alla gestione e al monitoraggio dei sopra indicati sistemi di incentivazione;
il suddetto reportage giornalistico approfondiva le criticità legate al meccanismo dei certificati verdi, ovvero di titoli quotati e venduti in borsa dai produttori di energia verde, quindi energia prodotta da sistemi alternativi, che sulla base della normativa vigente sono acquistati dai produttori di energia cosiddetta sporca, in quanto strumento principale di cui il nostro Stato si è dotato per promuovere le fonti rinnovabili;
nelle premesse il nostro ordinamento avrebbe, dunque, definito un sistema apparentemente virtuoso, ma nel quale non sembrano mancare inevitabili quanto deprecabili vie di uscita, soprattutto per quanto riguarda l'importazione dell'energia elettrica dall'estero; infatti, all'obbligo in capo ai produttori di conseguire una determinata quota di energia da fonte rinnovabile, accanto ai certificati verdi è stato riconosciuto dalla normativa in vigore un sorta di escamotage più economico, che permetterebbe di acquistare energia dall'estero solo se provvista di un certificato di «garanzia d'origine»;
il cosiddetto certificato di garanzia - meno costoso di quello verde - dovrebbe attestare la configurazione di energia «verde» acquistata e portata in Italia dall'estero;
così come evidenziato dal reportage della Rai, al momento manca un adeguato sistema di controllo, con la conseguenza che spesso ciò che si acquista all'estero non è energia verde; dunque, la legge italiana permetterebbe di fare riferimento a fonti estere, per lo più non alternative, piuttosto che a quelle realmente alternative operanti in Italia;
l'Italia al momento importa il 12 twh di elettricità rinnovabile dall'estero, per cui in 10 anni il nostro Paese avrebbe pagato 500 milioni di euro ai produttori stranieri, risorse prelevate dalle bollette e, quindi, sostenute dai cittadini;
tale discrasia normativa e procedurale renderebbe vana qualsivoglia politica di incentivazione e di promozione dell'energia alternativa nel nostro Paese, continuando a valorizzare i grossi produttori che traggono vantaggio dall'importazione di energia «finta verde», mettendo sempre più in ombra, oltre che in seria difficoltà, quei piccoli produttori, che, invece, renderebbero realmente fattivo e lungimirante il sistema dei certificati verdi;
stando agli aspetti evidenti, legittimati da una normativa confusa e deficitaria, dinanzi ad un obbligo legittimo e orientato all'implementazione della produzione di energia pulita, è stato riconosciuto anche lo strumento per superarlo;
da quanto emerge dai documenti a disposizione del Parlamento, il Governo sarebbe intenzionato a rinnovare il meccanismo di incentivazione dell'importazione di elettricità da fonti rinnovabili proveniente da Paesi diversi dagli Stati membri dell'Unione europea, senza procedere, ad avviso dell'interrogante, alle rettifiche auspicate e legittimando ulteriormente le criticità sopra indicate;
pur comprendendo l'esigenza di conseguire gli obiettivi nazionali in materia di energie rinnovabili, le soluzioni percorribili in tal senso potrebbero essere rintracciate nello sviluppo della filiera della generazione e del consumo di energia rinnovabile in Italia, piuttosto che nel rinnovato riconoscimento degli incentivi all'importazione capaci di creare evidenti e conclamate distorsioni del mercato;
la conferma di un sostanziale vuoto regolatorio andrebbe a legittimare ulteriormente i grandi produttori di energia, confermandone una sorta di «monopolio» nel settore e limitando, malgrado le iniziali intenzioni, le possibilità di crescita e di sviluppo delle piccole realtà operanti nel campo dell'energia alternativa -:
quali siano le iniziative e le misure che si intendano predisporre al fine di colmare l'evidente quanto deplorevole anomalia normativa e procedurale evidenziata in premessa, allo scopo di tutelare i produttori di energia verde, rispettare i vincoli comunitari e attuare un piano energetico nazionale esplicativo del fabbisogno di energia rinnovabile sul territorio nazionale e regionale, e se si intenda condurre un'analisi fattiva del meccanismo degli incentivi nella sua completezza, al fine di assumere le opportune iniziative normative di rettifica della disciplina vigente.
(3-01423)
(25 gennaio 2011)

Strategie del Governo per lo sviluppo economico del Paese - 3-01424

TABACCI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il presidente della Confindustria ha dichiarato pubblicamente l'insufficienza dell'azione del Governo;
appare evidente che in una congiuntura del tutto propizia per le relazioni industriali, segnata dalla dimostrazione di forte consapevolezza sociale e civile data dai lavoratori della Fiat, mancano linee di politica industriale;
tale situazione pregiudica le politiche del Mezzogiorno e quelle, altrettanto necessarie, dei distretti produttivi del Centro e del Settentrione;
non si intravede nessun collegamento funzionale con le politiche di finanza pubblica, del lavoro, della pubblica amministrazione;
è urgente e di particolare attualità politica e di interesse generale rilanciare il ruolo economico del Paese -:
come il Ministro interrogato intenda porre rimedio a queste evidenti manchevolezze e se non ritenga indifferibile integrare nelle attività dell'amministrazione minuta del Ministero le strategie dello sviluppo economico e come intenda farne partecipe il Parlamento.
(3-01424)
(25 gennaio 2011)

MOZIONI GHIZZONI, ZAZZERA ED ALTRI N. 1-00491 E BUTTIGLIONE, GRANATA, TABACCI, MELCHIORRE ED ALTRI N. 1-00533, PRESENTATE A NORMA DELL'ARTICOLO 115, COMMA 3, DEL REGOLAMENTO, NEI CONFRONTI DEL MINISTRO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI, SENATORE SANDRO BONDI

Mozioni

La Camera,
premesso che:
il crollo della Schola Armaturarum di Pompei rappresenta, anche dal punto di vista simbolico, il fallimento della politica in materia di tutela dei beni e delle attività culturali, e più in generale del valore dei saperi, portata avanti dal Governo in carica sin dai suoi primi provvedimenti;
la cultura è stata considerata, nei fatti e con dichiarazioni esplicite, non come un fattore di crescita civile ed economica, ma come un costo per la collettività, da ridimensionare con progressivi tagli degli stanziamenti del bilancio statale e con iniziative volte a snaturare il valore e la finalità del nostro patrimonio culturale;
il crollo dell'Armeria dei Gladiatori rappresenta uno dei più gravi danni al nostro patrimonio artistico degli ultimi decenni e, giustamente, è stato definito dal Presidente della Repubblica come una vergogna nazionale. Un episodio che, ripreso e divulgato dalle principali agenzie di informazione e dai quotidiani internazionali, ha arrecato un irreparabile pregiudizio per l'immagine dell'Italia nel mondo;
il Ministro per i beni e le attività culturali non è stato in grado di andare al di là di atti puramente simbolici e ininfluenti, quali la mancata partecipazione alle riunioni del Consiglio dei ministri in cui venivano adottate le misure di taglio alle risorse del Ministero, né di promuovere alcuna seria iniziativa per la tutela del patrimonio artistico e culturale italiano, come dimostra il crollo di Pompei, peraltro preceduto da quello delle arcate di Traiano alla Domus Aurea e da quello di elementi del Colosseo;
peraltro, la scelta di procedere nel luglio 2008, con l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3692, al commissariamento della gestione del sito archeologico «per la realizzazione di interventi urgenti di protezione civile diretti a fronteggiare la grave situazione di pericolo in atto nell'area archeologica di Pompei», così come la decisione di dichiarare conclusa la fase emergenziale nel giugno 2010, con l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3884, ha visto il pieno coinvolgimento del Ministero per i beni e le attività culturali, sia per quanto attiene alle procedure adottate, che per quanto concerne la supervisione e la valutazione delle iniziative e dei relativi risultati;
ne discende che appare del tutto priva di fondamento giuridico e fattuale la dichiarazione del Ministro volta ad asserire la sua totale estraneità nella responsabilità di quanto accaduto a Pompei;
del resto, anche sulla gestione commissariale non sono mancate le riserve e le critiche di quanti hanno a cuore la tutela del principale sito archeologico del mondo, circa l'applicazione del modello «Protezione civile», basato su deroghe e gestioni fuori controllo, opere faraoniche e grossolane iniziative di marketing, affidamenti senza evidenza pubblica e mortificazione delle competenze del mondo scientifico, che da anni studia e vigila sul delicato equilibrio di un sito unico al mondo;
il nostro sistema dei beni e delle attività culturali risulta penalizzato nel suo complesso dall'azione del Governo e dalla visione che ha imposto il Ministro dell'economia e delle finanze, il quale neanche un mese fa dichiarò che «la gente non mangia cultura» e che, pertanto, alla luce di questa massima, ha proposto con i disegni di legge di stabilità e di bilancio pesanti tagli di risorse per lo svolgimento delle funzioni del Ministero per i beni e le attività culturali, in un Paese che ospita un sesto delle risorse artistiche e archeologiche di tutto il mondo e che ricava una parte significativa del suo prodotto interno lordo dal turismo domestico ed estero;
il Ministro ha privilegiato la sua attività di coordinatore nazionale del partito del Popolo della Libertà, piuttosto che i difficili compiti di direzione strategica e amministrativa del patrimonio artistico nazionale;
egli si è quindi dimostrato inadeguato al ruolo conferitogli;
per tali motivi:
visto l'articolo 94 della Costituzione;
visto l'articolo 115 del Regolamento della Camera dei deputati;
esprime la propria sfiducia al Ministro per i beni e le attività culturali, senatore Sandro Bondi, e lo impegna a rassegnare le proprie dimissioni.
(1-00491) «Ghizzoni, Zazzera, De Biasi, Bachelet, Coscia, De Pasquale, De Torre, Levi, Lolli, Mazzarella, Melandri, Nicolais, Pes, Rossa, Antonino Russo, Siragusa, Agostini, Albonetti, Amici, Argentin, Barbato, Baretta, Bellanova, Benamati, Berretta, Bersani, Bindi, Bobba, Bocci, Boccia, Boccuzzi, Boffa, Bonavitacola, Bordo, Borghesi, Bossa, Braga, Brandolini, Bratti, Bressa, Burtone, Calvisi, Cambursano, Capano, Capodicasa, Cardinale, Carella, Marco Carra, Castagnetti, Causi, Cavallaro, Ceccuzzi, Cenni, Cimadoro, Ciriello, Codurelli, Colaninno, Colombo, Concia, Corsini, Cuomo, Cuperlo, D'Alema, D'Antona, D'Antoni, D'Incecco, Dal Moro, Damiano, Grassi, Graziano, Iannuzzi, La Forgia, Laganà Fortugno, Laratta, Lenzi, Letta, Lo Moro, Losacco, Lovelli, Lucà, Lulli, Luongo, Madia, Maran, Marantelli, Marchi, Marchignoli, Marchioni, Margiotta, Mariani, Cesare Marini, Marrocu, Martella, Pierdomenico Martino, Mastromauro, Mattesini, Melis, Giorgio Merlo, Messina, Meta, Migliavacca, Miglioli, De Micheli, Di Giuseppe, Di Pietro, Di Stanislao, Donadi, Esposito, Evangelisti, Fadda, Gianni Farina, Farinone, Fassino, Favia, Ferranti, Ferrari, Fiano, Fiorio, Fluvi, Fogliardi, Fontanelli, Aniello Formisano, Franceschini, Froner, Garavini, Garofani, Gasbarra, Gatti, Genovese, Gentiloni Silveri, Giacomelli, Ginefra, Ginoble, Giovanelli, Gnecchi, Gozi, Minniti, Miotto, Misiani, Mogherini Rebesani, Monai, Morassut, Mosca, Motta, Mura, Murer, Naccarato, Nannicini, Narducci, Oliverio, Andrea Orlando, Leoluca Orlando, Paladini, Palagiano, Palomba, Peluffo, Mario Pepe (PD), Piccolo, Picierno, Piffari, Pistelli, Pizzetti, Pollastrini, Pompili, Porcino, Porta, Portas, Quartiani, Rampi, Realacci, Recchia, Rigoni, Rosato, Rossomando, Rota, Rubinato, Rugghia, Samperi, Sanga, Sani, Santagata, Sarubbi, Sbrollini, Schirru, Sereni, Servodio, Soro, Sposetti, Strizzolo, Tempestini, Tenaglia, Federico Testa, Tidei, Tocci, Touadi, Trappolino, Livia Turco, Vaccaro, Vannucci, Vassallo, Velo, Veltroni, Ventura, Verini, Vico, Villecco Calipari, Viola, Zaccaria, Zampa, Zucchi, Zunino, Scarpetti, Merloni, Fedi, Tullo».
(11 novembre 2010)

La Camera,
premesso che:
le politiche pubbliche per la cultura sono fondamento indispensabile della civiltà italiana;
la qualità, la vastità, le stratificazioni del patrimonio culturale italiano - impareggiabili nel mondo - esigono un adeguato e sempre più integrato e complesso sistema di esercizio della tutela, stabilita dall'articolo 9 della Costituzione ed attribuita esclusivamente allo Stato;
le missioni della tutela del patrimonio e del paesaggio, della valorizzazione e gestione dei beni culturali pubblici e privati, della promozione delle attività culturali, dello sviluppo delle produzioni culturali, esigono la piena assunzione di responsabilità da parte di tutti i soggetti costitutivi la Repubblica, in base alle loro rispettive competenze ed attraverso l'individuazione delle risorse indispensabili per farvi fronte;
tale assunzione di responsabilità è cruciale per la definizione stessa dell'identità nazionale contemporanea dell'Italia, compito specialmente significativo in occasione del centocinquantenario dell'unità;
l'Italia trae elementi e valori fondamentali per il proprio ruolo nel mondo proprio dalla dimensione culturale, peraltro simboleggiata dal primato conseguito con i siti ed i contesti definiti patrimonio dell'umanità dall'Unesco;
il vasto settore delle industrie creative e delle professioni culturali rappresenta una parte determinante della ricchezza nazionale, in termini di occupazione, di competenze tecnico-scientifiche, di creazione di prodotto interno lordo, stimato nel Libro bianco sulla creatività del 2008 come uno dei principali macrosettori dell'economia italiana;
occorre confutare l'infondata teoria circa una presunta autonoma capacità di «autofinanziamento» della cultura, sulla base di astratte ipotesi di sfruttamenti economici di «giacimenti culturali», o dei proventi turistici; poiché i compiti primari dei poteri pubblici non potranno mai essere sostituiti da meccanismi di mercato, che non potrebbero essere remunerativi rispetto agli imprescindibili e gravosi oneri della tutela, del restauro, della manutenzione, della gestione; si tratta piuttosto di integrare i compiti del pubblico e le opportunità attivabili attraverso meccanismi concreti di incentivazione dell'intrapresa privata, che le attuali disposizioni finanziarie e di bilancio si sono invece incaricate di rendere molto più difficili, se non proibitivi (detrazioni fiscali, crediti d'imposta, sponsorizzazioni, deducibilità di acquisizioni, mostre, spettacoli ed iniziative culturali ed altro); nel contesto della caduta dei contributi privati, le sponsorizzazioni si sono ridotte dai 258 milioni di euro nel 2008 ai 181 milioni di euro del 2010, le erogazioni liberali sono diminuite di oltre il 6 per cento tra il 2008 e il 2009, mentre i contributi in conto capitale per gli investimenti effettuati da privati per la tutela e valorizzazione del patrimonio storico artistico vedono lo stanziamento per il 2011 ridursi del 40 per cento;
in particolare, il bilancio dell'attuale Governo in materia di politiche culturali è disastroso, in quanto la quota sul prodotto interno lordo del bilancio della cultura si riduce per la prima volta, nel 2011, allo 0,18 per cento, mentre le riduzioni programmate del bilancio Ministero per i beni e le attività culturali nel quinquennio 2008-2013 raggiungono l'impressionante importo di 2.851.192.154,72 euro;
nel settore della manutenzione e del restauro del patrimonio, la capacità annua consolidata di spesa è stata di circa 450 milioni di euro all'anno, ma la disponibilità totale per il 2011 è pari ad appena 102 milioni di euro, incluso il fondo del lotto, così da ridimensionare in modo intollerabile il livello della cura ordinaria e straordinaria del patrimonio, instaurando le condizioni del suo deterioramento e degrado; in particolare, oltre a 4 milioni di euro per il fondo di riserva, i 49 milioni di euro della programmazione ordinaria risultano così ripartiti: 5 milioni di euro a disposizione del segretario generale, 7,3 milioni di euro per archivi e beni librari, 132 mila euro per architettura e arte contemporanea, 5,5 milioni di euro per i beni storico artistici (soprintendenze e musei), 10,4 milioni di euro per il patrimonio archeologico, 20,5 per i beni architettonici e la tutela del paesaggio;
il ridimensionamento del personale del Ministero per i beni e le attività culturali sta lasciando drammaticamente scoperti settori tecnici indispensabili, tra cui in particolare architetti ed archeologi; la dotazione organica passerebbe in soli tre anni dalle 23.000 unità del 2008 a poco più di 18.000 nel 2011; il personale tecnico in servizio è pari appena al 13 per cento dell'organico; restano scoperti - e spesso coperti con doppi incarichi di sicura inefficienza - decine di posti di dirigenti di prima e soprattutto di seconda fascia, inclusi numerosi soprintendenti; nella recente riorganizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali è stata ulteriormente indebolita la struttura posta a difesa del paesaggio italiano;
i recenti drammatici crolli verificatisi nell'area archeologica di Pompei sono divenuti emblematici presso l'opinione pubblica italiana ed internazionale dello stato di degrado che minaccia il nostro patrimonio culturale;
il Presidente del Consiglio superiore per i beni culturali, professor Andrea Carandini, ha reso noto, a nome dell'intero Consiglio, al Capo dello Stato che «in tali condizioni, il nostro Ministero non è più in grado di attuare quanto l'articolo 9 della Costituzione impone: curare il patrimonio culturale»;
nel comparto delle attività culturali, le risorse disponibili sono state dimezzate in due anni, e il pur inadeguato impegno assunto dal Governo di riportare il fondo unico per lo spettacolo almeno a 400 milioni di euro è stato disatteso, lasciando le risorse disponibili per il 2011 ad appena 258 milioni di euro;
il rifinanziamento per appena sei mesi dei meccanismi innovativi - e non assistenziali, ma produttivi, come dimostrato dalla stessa direzione competente del Ministero per i beni e le attività culturali - di tax credit e tax shelter si presenta come una misura beffarda: un disincentivo alla programmazione d'impresa, anziché un incentivo per il cinema italiano;
anche l'unica riforma di settore che è stata approvata, quella relativa alle fondazioni lirico-sinfoniche, è impossibile da attuare a causa della mancanza delle condizioni minime per l'espletamento delle attività già programmate e delle necessità contrattuali;
i pesanti tagli apportati ai trasferimenti verso regioni ed enti locali si stanno riflettendo in modo generalizzato sui bilanci della cultura, con conseguenze molto gravi di ulteriore impoverimento delle attività di valorizzazione e gestione del patrimonio e di quelle dello spettacolo dal vivo, e con un forte impatto negativo in termini di chiusura di enti ed imprese culturali nonché di occupazione, come documentato da un recente rapporto di Federculture;
tutti i ripetuti appelli rivolti dal Ministro Bondi al Governo di cui fa parte, nonché le sue richieste rese pubbliche per il ripristino di risorse economiche e professionali indispensabili allo svolgimento dei compiti istituzionali del Ministero per i beni e le attività culturali sono stati ignorati, ed i suoi pubblici impegni sono stati disattesi - a titolo di esempio, quelli per le assunzioni di personale tecnico all'indomani dei crolli a Pompei, e quelli per il finanziamento dello spettacolo assunti in occasione della Festa del cinema di Roma e nel corso di cerimonie alla presenza del Presidente della Repubblica;
dunque, il Ministro - a differenza di altri suoi colleghi - ad avviso dei firmatari del presente atto, non è stato in grado di far valere la propria iniziativa presso il Presidente del Consiglio dei ministri, presso il Ministro dell'economia e delle finanze e in seno alla collegialità del Consiglio dei ministri, così non riuscendo ad arginare un irreparabile guasto delle politiche pubbliche per la cultura in Italia, che la linea prevalente nel Governo tende a definire come un costo superfluo per le finanze pubbliche;
in base all'articolo 94 della Costituzione e secondo l'articolo 115 del Regolamento della Camera dei deputati;
esprime la propria sfiducia al Ministro per i beni e le attività culturali e lo impegna a rassegnare le dimissioni.
(1-00533) «Buttiglione, Granata, Tabacci, Melchiorre, Adornato, Binetti, Bosi, Capitanio Santolini, Enzo Carra, Casini, Cera, Cesa, Ciccanti, Compagnon, De Poli, Delfino, Dionisi, Anna Teresa Formisano, Galletti, Libè, Lusetti, Mantini, Marcazzan, Mereu, Ricardo Antonio Merlo, Mondello, Naro, Occhiuto, Pezzotta, Poli, Rao, Ria, Ruggeri, Scanderebech, Tassone, Nunzio Francesco Testa, Volontè, Zinzi, Bocchino, Della Vedova, Giorgio Conte, Moroni, Barbaro, Bellotti, Bongiorno, Briguglio, Buonfiglio, Consolo, Cosenza, Di Biagio, Divella, Lamorte, Lo Presti, Menia, Angela Napoli, Paglia, Patarino, Perina, Proietti Cosimi, Raisi, Ronchi, Rosso, Ruben, Scalia, Toto, Tremaglia, Urso, Calgaro, Lanzillotta, Mosella, Pisicchio, Vernetti, La Malfa, Tanoni».
(20 gennaio 2011)