Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

Cerca nel sito

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Per visualizzare il contenuto multimediale è necessario installare il Flash Player Adobe e abilitare il javascript

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute >>

XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di giovedì 10 marzo 2011

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 10 marzo 2011.

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brunetta, Buttiglione, Caparini, Carfagna, Casero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cossiga, Crimi, Crosetto, D'Alema, Dal Lago, Della Vedova, Donadi, Fava, Fitto, Frattini, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, Jannone, La Russa, Leone, Lupi, Mantovano, Maroni, Martini, Meloni, Miccichè, Migliavacca, Leoluca Orlando, Prestigiacomo, Ravetto, Reguzzoni, Rigoni, Roccella, Romani, Rotondi, Saglia, Stefani, Stucchi, Tremonti, Vitali, Vito, Volontè.

Annunzio di proposte di legge.

In data 9 marzo 2011 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
CRISTALDI ed altri: «Istituzione della Federazione delle città mediterranee» (4156);
PAGANO ed altri: «Istituzione di una zona franca per lo sviluppo e la legalità nei territori della provincia di Caltanissetta e nei comuni ad essa limitrofi appartenenti alle province di Enna e di Agrigento» (4157);
MIOTTO ed altri: «Disposizioni concernenti la promozione e la valorizzazione dell'invecchiamento attivo della popolazione attraverso l'impiego delle persone anziane in attività di utilità sociale» (4158);
GARAVINI: «Ratifica ed esecuzione della Convenzione civile del Consiglio d'Europa sulla corruzione, fatta a Strasburgo il 4 novembre 1999, e della Convenzione penale del Consiglio d'Europa sulla corruzione, fatta a Strasburgo il 27 gennaio 1999, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno» (4159);
GAVA: «Istituzione dell'Autorità garante del rispetto dei termini contrattuali» (4160);
FALLICA: «Disposizioni in materia di recupero e di utilizzo delle opere pubbliche incompiute» (4161);
VIGNALI: «Introduzione dell'articolo 74-sexies del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, in materia di applicazione dell'imposta sul valore aggiunto per le prestazioni di commercio elettronico diretto regolate con l'intervento di intermediari finanziari abilitati» (4162);
NASTRI: «Disposizioni per il sostegno della produzione di olio extravergine di oliva di qualità» (4163);
MARIANI ed altri: «Disposizioni per il trasferimento delle infrastrutture stradali alle regioni e per la loro gestione, nonché istituzione dell'Autorità per i servizi e l'uso delle infrastrutture di trasporto» (4164);
BRIGUGLIO ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta su eventuali condizionamenti dell'attività dei membri del Parlamento attuati mediante offerte di provvigioni illecite o altri indebiti vantaggi» (4165).

Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

La proposta di legge DELFINO ed altri: «Norme per la prevenzione, la cura e la riabilitazione dell'autismo e disposizioni per l'assistenza alle famiglie delle persone affette da questa malattia» (3677) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Libè.

La proposta di legge LOLLI ed altri: «Disposizioni per la ricostruzione e lo sviluppo economico-sociale dei territori colpiti dal sisma del 6 aprile 2009, nonché per la prevenzione dei rischi sismici» (4107) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Bersani, Bindi, Franceschini, Mariani, Agostini, Albonetti, Amici, Argentin, Bachelet, Barbato, Barbi, Baretta, Bellanova, Beltrandi, Bernardini, Berretta, Bobba, Boccia, Boccuzzi, Boffa, Bonavitacola, Bordo, Borghesi, Bossa, Brandolini, Bressa, Briguglio, Bucchino, Buonfiglio, Burtone, Calvisi, Cambursano, Capano, Capodicasa, Cardinale, Carella, Causi, Cavallaro, Ceccuzzi, Cenni, Ciriello, Codurelli, Colaninno, Colombo, Concia, Corsini, Coscia, Cuomo, Cuperlo, D'Alema, Dal Moro, Damiano, D'Antona, D'Antoni, De Biasi, De Micheli, De Pasquale, De Torre, Di Biagio, Di Giuseppe, D'Incecco, Duilio, Evangelisti, Fadda, Gianni Farina, Farina Coscioni, Farinone, Fassino, Favia, Fedi, Ferranti, Ferrari, Fiano, Fiorio, Fioroni, Fluvi, Fogliardi, Froner, Garavini, Garofani, Gasbarra, Gatti, Genovese, Gentiloni Silveri, Ghizzoni, Giachetti, Giacomelli, Ginefra, Giovanelli, Gnecchi, Gozi, Granata, Grassi, Graziano, La Forgia, Laganà Fortugno, Laratta, Lenzi, Letta, Levi, Lo Moro, Losacco, Lovelli, Lucà, Lulli, Luongo, Madia, Maran, Marchi, Marchioni, Cesare Marini, Marrocu, Martella, Pierdomenico Martino, Mastromauro, Mattesini, Mazzarella, Mecacci, Melandri, Melis, Giorgio Merlo, Merloni, Messina, Meta, Migliavacca, Miglioli, Minniti, Miotto, Misiani, Mogherini Rebesani, Monai, Mosca, Murer, Naccarato, Nannicini, Narducci, Nicolais, Oliverio, Andrea Orlando, Palagiano, Palomba, Arturo Mario Luigi Parisi, Pedoto, Peluffo, Mario Pepe (PD), Pes, Piccolo, Picierno, Piffari, Pistelli, Pizzetti, Pollastrini, Pompili, Porcino, Porta, Portas, Proietti Cosimi, Quartiani, Raisi, Rampi, Recchia, Rigoni, Rosato, Rossa, Rossomando, Rota, Ruben, Rubinato, Rugghia, Antonino Russo, Samperi, Sani, Santagata, Sarubbi, Sbrollini, Scarpetti, Schirru, Sereni, Servodio, Siragusa, Soro, Sposetti, Strizzolo, Tempestini, Federico Testa, Tidei, Tocci, Touadi, Trappolino, Tullo, Livia Turco, Maurizio Turco, Vaccaro, Vassallo, Velo, Veltroni, Ventura, Verini, Vico, Villecco Calipari, Zaccaria, Zampa, Zamparutti, Zazzera, Zucchi, Zunino.

Trasmissione dal Senato.

In data 9 marzo 2011 il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza la seguente proposta di legge:
S. 2271. - Senatori CASSON ed altri: «Norme in materia di misure per il contrasto ai fenomeni di criminalità informatica» (approvata dalla 2a Commissione permanente del Senato) (4166).

Sarà stampata e distribuita.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

VI Commissione (Finanze):
GALATI: «Agevolazioni fiscali per il recupero e il reimpiego del patrimonio immobiliare situato nei centri storici per favorire lo sviluppo, la salvaguardia e la tutela del territorio» (4091) Parere delle Commissioni I, II, V, VII, VIII (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), X, XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali XVI.

XII Commissione (Affari sociali):
PEDOTO ed altri: «Incentivi per la ricerca e disposizioni per favorire l'accesso alle terapie nel settore delle malattie rare, ai sensi dell'articolo 9 del regolamento (CE) n. 141/2000, del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 1999» (3828) Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, X, XI, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
NUNZIO FRANCESCO TESTA ed altri: «Norme per la promozione del parto fisiologico e la salvaguardia della salute della partoriente e del neonato» (3873) Parere delle Commissioni I, V, VII, XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Modifica nell'assegnazione di progetti di legge a Commissione in sede consultiva.

Su richiesta della III Commissione (Affari esteri), il parere della medesima Commissione sui seguenti progetti di legge - assegnati, in sede referente, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) - sarà acquisito ai sensi del comma 1-bis dell'articolo 73 del regolamento:
BUTTIGLIONE: «Modifiche alla legge 4 febbraio 2005, n. 11, recante norme generali sulla partecipazione dell'Italia al processo normativo dell'Unione europea e sulle procedure di esecuzione degli obblighi comunitari, nonché modifica dell'articolo 32 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, in materia di destinazione temporanea di dipendenti delle amministrazioni pubbliche presso istituzioni europee e internazionali e amministrazioni di Stati esteri» (2854);
STUCCHI ed altri: «Modifiche alla legge 4 febbraio 2005, n. 11, recante norme generali sulla partecipazione dell'Italia al processo normativo dell'Unione europea e sulle procedure di esecuzione degli obblighi comunitari» (2862);
GOZI ed altri: «Norme generali sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativo e delle politiche dell'Unione europea» (2888);
PESCANTE ed altri: «Modifiche alla legge 4 febbraio 2005, n. 11, recante norme generali sulla partecipazione dell'Italia al processo normativo dell'Unione europea e sulle procedure di esecuzione degli obblighi comunitari» (3055);
«Norme generali sulla partecipazione dell'Italia al processo normativo dell'Unione europea e sulle procedure per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea» (3866).

Annunzio di sentenze della Corte costituzionale.

La Corte costituzionale ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 30, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87, copia delle seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del regolamento, sono inviate alle sottoindicate Commissioni competenti per materia, nonché alla I Commissione (Affari costituzionali), se non già assegnate alla stessa in sede primaria:
con lettera in data 18 febbraio 2011, sentenza n. 52 del 9-18 febbraio 2011 (doc. VII, n. 576), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 6, comma 2, della legge della regione Toscana 29 dicembre 2009, n. 85 (Riconoscimento della «Fondazione Toscana Gabriele Monasterio per la ricerca medica e di sanità pubblica» come ente di diritto pubblico):
alla XI Commissione permanente (Lavoro);

con lettera in data 18 febbraio 2011, sentenza n. 53 del 9 - 18 febbraio 2011 (doc. VII, n. 577), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 8, comma 1, lettera r), della legge della regione Lombardia 5 febbraio 2010, n. 7 (Interventi normativi per l'attuazione della programmazione regionale e di modifica ed integrazione di disposizioni legislative - Collegato ordinamentale 2010), nella parte in cui ha sostituito l'articolo 20, comma 3, della precedente legge regionale 19 maggio 1997, n. 14 (Disciplina dell'attività contrattuale della regione e degli enti del sistema regionale elencati all'allegato A della legge regionale 27 dicembre 2006, n. 30 «Disposizioni legislative per l'attuazione del documento di programmazione economico-finanziaria regionale, ai sensi dell'articolo 9-ter della legge regionale 31 marzo 1978, n. 34, recante "Norme sulle procedure della programmazione, sul bilancio e sulla contabilità della regione" - Collegato 2007», in materia di acquisizione di forniture e servizi):
alla VIII Commissione permanente (Ambiente);

con lettera in data 3 marzo 2011, sentenza n. 67 del 23 febbraio-3 marzo 2011 (doc. VII, n. 581), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 11, comma 1, della legge della regione Basilicata 30 dicembre 2009, n. 42 (Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione annuale e pluriennale della regione Basilicata Legge finanziaria 2010);
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 54, commi 1 e 2, della legge reg. Basilicata n. 42 del 2009;
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 7, comma 1, lettera c), della legge reg. Basilicata n. 1 del 2010, nella parte in cui prevede che all'Allegato A della legge regionale 14 dicembre 1998, n. 47 (Disciplina della valutazione di impatto ambientale e norme per la tutela dell'ambiente), è aggiunto il punto 25;
dichiara l'illegittimità costituzionale dei punti 2.1.2.1., 2.2.2. e 2.2.3.1. dell'Appendice A al Piano di Indirizzo Energetico Ambientale Regionale (P.I.E.A.R.), allegato alla legge reg. Basilicata n. 1 del 2010, limitatamente ai vincoli posti nei siti della Rete Natura 2000 (siti di importanza comunitaria SIC, pSIC e zone di protezione speciale ZPS e pZPS);
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1 della legge della regione Basilicata 29 gennaio 2010, n. 10 (Modifiche all'articolo 11 della legge regionale 30 dicembre 2009, n. 42);
dichiara estinto il giudizio relativo alle questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 72, commi 2 e 3, della legge reg. Basilicata n. 42 del 2009 promosse, in riferimento agli artt. 3, 97 e 117, secondo comma, lettera l), della Costituzione, dal Presidente del Consiglio dei ministri con il ricorso n. 42 del 2010:
alle Commissioni riunite VIII (Ambiente) e XI (Lavoro);
con lettera in data 3 marzo 2011, sentenza n. 68 del 23 febbraio-3 marzo 2011 (doc. VII, n. 582), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale degli articoli 2, quanto ai commi 1, 2 e 4 del sostituito articolo 4 della legge della regione Puglia 23 dicembre 2008, n. 45 (Norme in materia sanitaria), 13, 15, 16, comma 3, 17, 18, 19, comma 8, 20, 21, commi 1, 4, 5 e 6, e 26 della legge della regione Puglia 25 febbraio 2010, n. 4 (Norme urgenti in materia di sanità e servizi sociali);
dichiara l'illegittimità costituzionale degli articoli 16, commi 1 e 2, 19, comma 1, 22, comma 1, 24, commi 1 e 3, della legge della regione Puglia n. 4 del 2010, nella parte in cui non escludono il personale delle aziende ospedaliero-universitarie o, comunque, non prevedono un rinvio a protocolli di intesa tra università ed enti ospedalieri, né alcuna forma d'intesa con il rettore;
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 30 della legge della regione Puglia n. 4 del 2010, quanto al comma 1 del sostituito articolo 25 della legge della regione Puglia 3 agosto 2007, n. 25 (Assestamento e seconda variazione al bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2007), limitatamente alle parole «a tempo indeterminato», e quanto al comma 4 del medesimo articolo 25, nella parte in cui prevede la stabilizzazione di personale della precedente impresa o società affidataria dell'appalto, senza alcuna forma selettiva;
dichiara cessata la materia del contendere con riferimento al giudizio concernente l'articolo 19, comma 6, della legge della regione Puglia n. 4 del 2010, promosso dal Presidente del Consiglio dei ministri;
dichiara la manifesta inammissibilità delle questioni di legittimità costituzionale degli articoli 2, quanto ai commi 1, 2 e 4 del sostituito articolo 4 della legge della regione Puglia n. 45 del 2008, 13, 15, 16, commi 1, 2 e 3, 17, 18, 19, commi 1, 6 e 8, 20, 21, commi 1, 4, 5 e 6, 22, comma 1, 24, commi 1 e 3, 26 e 30 della legge della regione Puglia n. 4 del 2010, promosse dal Presidente del Consiglio dei ministri, in riferimento agli articoli 24 e 31 della Costituzione;
dichiara inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 30, quanto ai commi 2, 3, 5 e 6 del sostituito articolo 25 della legge della regione Puglia n. 25 del 2007, della legge della regione Puglia n. 4 del 2010, promossa dal Presidente del Consiglio dei ministri, in riferimento agli articolo 97 della Costituzione:
alle Commissioni riunite XI (Lavoro) e XII (Affari sociali);

con lettera in data 3 marzo 2011 , sentenza n. 69 del 23 febbraio - 3 marzo 2011 (doc. VII, n. 583), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1, commi da 55 a 63, comma 69 e commi da 84 a 91 della legge della regione Campania 21 gennaio 2010, n. 2, recante «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della regione Campania - Legge finanziaria anno 2010)»;
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 1, comma 83, della legge della regione Campania n. 2 del 2010, promossa con riferimento all'articolo 117, secondo comma, lettera l), della Costituzione:
alle Commissioni riunite VIII (Ambiente) e XI (Lavoro);

con lettera in data 3 marzo 2011, sentenza n. 70 del 23 febbraio - 3 marzo 2011 (doc. VII, n. 584), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale della legge della regione Basilicata 29 gennaio 2010, n. 4 (Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 28 giugno 1994, n. 28, individuazione, classificazione, istituzione, tutela e gestione delle aree protette in Basilicata):
alla VIII Commissione permanente (Ambiente).

La Corte costituzionale ha depositato in cancelleria le seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del regolamento, sono inviate alle sottoindicate Commissioni competenti per materia, nonché alla I Commissione (Affari costituzionali), se non già assegnate alla stessa in sede primaria:

sentenza n. 60 del 21-25 febbraio 2011 (doc. VII, n. 578), con la quale:
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 3, comma 1, comma 2, alinea e lettera c), comma 3, e dell'articolo 4, comma 1, alinea e lettera b), della legge della regione Veneto 22 gennaio 2010, n. 5 (Norme per favorire la partecipazione dei lavoratori alla proprietà e alla gestione d'impresa), sollevata, in riferimento all'articolo 97 della Costituzione, dal Presidente del Consiglio dei ministri;
dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 3, comma 1, comma 2, alinea e lettera c), comma 3, e dell'articolo 4, comma 1, alinea e lettera b), della legge della regione Veneto n. 5 del 2010 sollevate, in riferimento agli articoli 23 e 117, secondo comma, lettera e), della Costituzione, dal Presidente del Consiglio dei ministri:
alle Commissioni riunite VI (Finanze) e XI (Lavoro);

sentenza n. 61 del 21-25 febbraio 2011 (doc. VII, n. 579) con la quale:
dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 1, comma 2, lettera a), e comma 3, lettera b); dell'articolo 2, comma 1; dell'articolo 3, comma 1; dell'articolo 4, comma 2; dell'articolo 8, comma 2; dell'articolo 14, commi 1 e 2; dell'articolo 17, commi 2, 5, 6 e 7; dell'articolo 18, commi 1 e 3, e dell'articolo 20, comma 1, della legge della regione Campania 8 febbraio 2010, n. 6 (Norme per l'inclusione sociale, economica e culturale delle persone straniere presenti in Campania), proposte, in riferimento all'articolo 117, secondo comma, lettere h) ed l), della Costituzione, dal Presidente del Consiglio dei ministri;
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 1, comma 2, lettera a), e comma 3, lettera b); dell'articolo 2, comma 1; dell'articolo 3, comma 1; dell'articolo 4, comma 2; dell'articolo 8, comma 2; dell'articolo 14, commi 1 e 2; dell'articolo 17, commi 2, 5, 6 e 7; dell'articolo 18, commi 1 e 3, e dell'articolo 20, comma 1, della legge della regione Campania n. 6 del 2010, proposta, in riferimento all'articolo 117, secondo comma, lettere a) e b), della Costituzione ed in relazione agli articoli 3, comma 5, 4, 5, 10, 10-bis, 11, 13, 14, 19, 35 e 40, comma 1-bis, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero);
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 17, comma 2, della legge della regione Campania n. 6 del 2010, proposta, in riferimento all'articolo 117, secondo comma, lettere a) e b), della Costituzione ed in relazione all'articolo 40, commi 1 e 1-bis, del decreto legislativo n. 286 del 1998;
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 17, comma 5, della legge della regione Campania n. 6 del 2010, proposta, in riferimento all'articolo 117, secondo comma, lettere a) e b), della Costituzione ed in relazione all'articolo 40, comma 6, del decreto legislativo n. 286 del 1998;
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 18, commi 1 e 3, della legge della regione Campania n. 6 del 2010, proposta, in riferimento all'articolo 117, secondo comma, lettere a) e b), della Costituzione ed in relazione all'articolo 35 del decreto legislativo n. 286 del 1998;
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 20, comma 1, della legge della regione Campania n. 6 del 2010, proposta, in riferimento all'articolo 117, secondo comma, lettere a) e b), della Costituzione ed in relazione all'articolo 39-bis del decreto legislativo n. 286 del 1998;
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 16 della legge della regione Campania n. 6 del 2010, proposta, in riferimento all'articolo 117, terzo comma, della Costituzione ed in relazione all'articolo 1, comma 4, del decreto legislativo n. 286 del 1998 e per violazione dell'articolo 80, comma 19, della legge 23 dicembre 2000, n. 388 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - Legge finanziaria 2001):
alla I Commissione permanente (Affari costituzionali);

sentenza n. 62 del 21-25 febbraio 2011 (doc. VII, n. 580) con la quale:
dichiara inammissibile il ricorso per conflitto di attribuzione (reg. confl. enti n. 5 del 2010) proposto dalla Provincia autonoma di Trento nei confronti dello Stato, in relazione alla convenzione 7 dicembre 1999 tra ANAS s.p.a. e Autostrada Brescia-Verona-Vicenza-Padova s.p.a., ed al decreto 21 dicembre 1999 del ministro dei lavori pubblici, di concerto con il ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica;
dichiara inammissibile il ricorso per conflitto di attribuzione (reg. confl. enti n. 5 del 2010) proposto dalla Provincia autonoma di Trento nei confronti dello Stato, in relazione alla convenzione 9 luglio 2007 tra ANAS s.p.a. e Autostrada Brescia-Verona-Vicenza-Padova s.p.a., per violazione degli articoli 97, 116, primo comma, 117, terzo comma, e 118 della Costituzione, degli articoli 8 e 14 del decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1972, n. 670 (Approvazione del testo unico delle leggi costituzionali concernenti lo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige) e del principio di leale collaborazione;
dichiara inammissibile il ricorso per conflitto di attribuzione (reg. confl. enti n. 6 del 2010) proposto dalla Provincia autonoma di Trento nei confronti dello Stato, in relazione ai seguenti atti: a) parere della Conferenza delle regioni e delle Province autonome 27 gennaio 2010; b) delibera CIPE 26 giugno 2009, n. 51 (Legge n. 443 del 2001 - Interventi fondo infrastrutture quadro di dettaglio delibera CIPE 6 marzo 2009); c) delibera CIPE 15 luglio 2009, n. 52 (Legge n. 443 del 2001 - Allegato opere infrastrutturali al Documento di programmazione economico-finanziaria - DPEF - 2010-2013);
dichiara cessata la materia del contendere in ordine al conflitto di attribuzione proposto dalla Provincia autonoma di Trento con il ricorso indicato in epigrafe (reg. confl. enti n. 5 del 2010), ed avente ad oggetto la convenzione 9 luglio 2007 tra ANAS s.p.a. e Autostrada Brescia-Verona-Vicenza-Padova s.p.a.;
dichiara cessata la materia del contendere in ordine al conflitto di attribuzione proposto dalla Provincia autonoma di Trento con il ricorso indicato in epigrafe (reg. confl. enti n. 6 del 2010), ed avente ad oggetto il Programma delle infrastrutture e insediamenti produttivi strategici di preminente interesse nazionale, approvato dal Consiglio dei ministri il 15 luglio 2009, inserito nel 7o Documento di Programmazione Economica e Finanziaria:
alla VIII Commissione permanente (Ambiente);

sentenza n. 71 del 23 febbraio-3 marzo 2011 (doc. VII, n. 585) con la quale:
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 31, comma 4, del decreto legislativo 12 maggio 1995, n. 196 (Attuazione dell'articolo 3 della legge 6 marzo 1992, n. 216, in materia di riordino dei ruoli, modifica alle norme di reclutamento, stato ed avanzamento del personale non direttivo delle Forze armate), sollevata, in riferimento all'articolo 3 della Costituzione, dalla Corte dei conti, sezione giurisdizionale per la regione Puglia:
alla IV Commissione permanente (Difesa).

Trasmissione dal sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 21 febbraio 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 15-bis, comma 1, della legge 4 febbraio 2005, n. 11, e successive modificazioni, l'elenco delle procedure giurisdizionali e di precontenzioso con l'Unione europea, aggiornato al 31 gennaio 2011 (doc. LXXIII-bis, n. 7).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso a tutte le Commissioni permanenti e alla Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Trasmissione dal Comitato interministeriale per la programmazione economica.

La Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica, in data 8 marzo 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, comma 4, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, la delibera CIPE n. 74/2010 del 22 luglio 2010, concernente «Contratto di programma tra il Ministero dello sviluppo economico e la società ST Microelectronics Srl (ora Numonyx Italy Srl). Contributo a favore dell'impianto produttivo di Catania», che è trasmessa alla X Commissione (Attività produttive) e alla V Commissione (Bilancio).

Annunzio di risoluzioni
del Parlamento europeo.

Il Presidente del Parlamento europeo ha trasmesso il testo di ventidue risoluzioni e una decisione approvate nella sessione dal 14 al 17 febbraio 2011, che sono assegnate, a norma dell'articolo 125, comma 1, del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, nonché, per il parere, alla III Commissione (Affari esteri) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), se non già assegnate alle stesse in sede primaria:
risoluzione legislativa sul progetto di decisione del Consiglio relativa alla conclusione dell'accordo tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da un lato, e la Repubblica sudafricana, dall'altro, che modifica l'accordo sugli scambi, lo sviluppo e la cooperazione (doc. XII, n. 682) - alla III Commissione (Affari esteri);
risoluzione legislativa sul progetto di decisione del Consiglio relativa alla conclusione di un accordo tra l'Unione europea, l'Islanda, il Liechtenstein e la Norvegia su un meccanismo finanziario del SEE per il periodo 2009-2014, di un accordo tra l'Unione europea e la Norvegia su un meccanismo finanziario norvegese per il periodo 2009-2014, di un protocollo aggiuntivo dell'accordo tra la Comunità economica europea e l'Islanda riguardante disposizioni speciali applicabili alle importazioni nell'Unione europea di taluni pesci e prodotti della pesca per il periodo 2009-2014 e di un protocollo aggiuntivo dell'accordo tra la Comunità economica europea e la Norvegia riguardante disposizioni speciali applicabili alle importazioni nell'Unione europea di taluni pesci e prodotti della pesca per il periodo 2009-2014 (doc. XII, n. 683) - alla III Commissione (Affari esteri);
risoluzione sulla proposta di decisione del Consiglio concernente la conclusione dell'accordo tra l'Unione europea e la Repubblica federativa del Brasile su alcuni aspetti relativi ai servizi aerei (doc. XII, n. 684) - alla III Commissione (Affari esteri);
risoluzione legislativa sul progetto di decisione del Consiglio relativa alla conclusione, a nome dell'Unione europea, di un accordo fra la Comunità europea e la Repubblica d'Islanda, il Regno di Norvegia, la Confederazione svizzera e il Principato del Liechtenstein su disposizioni complementari in relazione al Fondo per le frontiere esterne per il periodo 2007-2013 (doc. XII, n. 685) - alla III Commissione (Affari esteri);
risoluzione legislativa sul progetto di decisione del Consiglio sulla conclusione, a nome dell'Unione europea, del protocollo tra l'Unione europea, la Comunità europea, la Confederazione svizzera e il Principato del Liechtenstein sull'adesione del Principato del Liechtenstein all'accordo tra l'Unione europea, la Comunità europea e la Confederazione svizzera riguardante l'associazione della Confederazione svizzera all'attuazione, all'applicazione e allo sviluppo dell'acquis di Schengen (doc. XII, n. 686) - alla III Commissione (Affari esteri);
risoluzione legislativa sul progetto di decisione del Consiglio relativa alla conclusione di un protocollo tra l'Unione europea, la Confederazione svizzera e il Principato del Liechtenstein sull'adesione del Principato del Liechtenstein all'accordo tra la Comunità europea e la Confederazione svizzera relativo ai criteri e ai meccanismi che permettono di determinare lo Stato competente per l'esame di una domanda di asilo introdotta in uno degli Stati membri o in Svizzera (doc. XII, n. 687) - alla III Commissione (Affari esteri);
risoluzione legislativa sul progetto di decisione del Consiglio relativa alla conclusione dell'accordo tra l'Unione europea e la Repubblica federativa del Brasile in materia di esenzione dal visto per soggiorni di breve durata per i titolari di passaporti ordinari (doc. XII, n. 688) - alla III Commissione (Affari esteri);
risoluzione legislativa relativa al progetto di decisione del Consiglio concernente la conclusione dell'accordo tra l'Unione europea e la Repubblica federativa del Brasile in materia di esenzione dal visto per soggiorni di breve durata per i titolari di passaporti diplomatici o di servizio/ufficiali (doc. XII, n. 689) - alla III Commissione (Affari esteri);
risoluzione sull'attuazione della direttiva sui servizi 2006/123/CE (doc. XII, n. 690) - alle Commissioni riunite II (Giustizia) e X (Attività produttive);
risoluzione legislativa sul progetto comune, approvato dal comitato di conciliazione, di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ai diritti dei passeggeri nel trasporto effettuato con autobus e che modifica il regolamento (CE) n. 2006/2004 (doc. XII, n. 691) - alla IX Commissione (Trasporti);
risoluzione legislativa sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che definisce i livelli di prestazione in materia di emissioni dei veicoli commerciali leggeri nuovi nell'ambito dell'approccio comunitario integrato finalizzato a ridurre le emissioni di CO2 dei veicoli leggeri (doc. XII, n. 692) - alla VIII Commissione (Ambiente);
risoluzione legislativa sulla proposta di regolamento del Consiglio (Euratom) che fissa i livelli massimi ammissibili di radioattività per i prodotti alimentari e per gli alimenti per animali in caso di livelli anormali di radioattività a seguito di un incidente nucleare o in qualsiasi altro caso di emergenza radioattiva (rifusione) (doc. XII, n. 693) - alla XII Commissione (Affari sociali);
risoluzione legislativa sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2001/83/CE per quanto concerne la prevenzione dell'ingresso nella filiera farmaceutica legale di medicinali falsificati sotto i profili dell'identità, della storia o dell'origine (doc. XII, n. 694) - alla XII Commissione (Affari sociali);
risoluzione sugli aspetti pratici della revisione degli strumenti dell'Unione europea per il sostegno al finanziamento delle PMI nel prossimo periodo di programmazione (doc. XII, n. 695) - alle Commissioni riunite VI (Finanze) e X (Attività produttive);
risoluzione su «Verso sistemi pensionistici adeguati, sostenibili e sicuri in Europa» (doc. XII, n. 696) - alla XI Commissione (Lavoro);
risoluzione legislativa sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante applicazione della clausola bilaterale di salvaguardia dell'accordo di libero scambio Unione europea-Corea (doc. XII, n. 697) - alla III Commissione (Affari esteri);
risoluzione legislativa sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che accorda alla Banca europea per gli investimenti una garanzia dell'Unione europea in caso di perdite dovute a prestiti e garanzie a favore di progetti realizzati al di fuori dell'Unione europea (doc. XII, n. 698) - alla III Commissione (Affari esteri);
risoluzione legislativa sul progetto di decisione del Consiglio relativa alla conclusione dell'accordo di libero scambio tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Corea, dall'altra (doc. XII, n. 699) - alla III Commissione (Affari esteri);
risoluzione sulla situazione in Egitto (doc. XII, n. 700) - alla III Commissione (Affari esteri);
risoluzione sullo stato di diritto in Russia (doc. XII, n. 701) - alla III Commissione (Affari esteri);
decisione sulla proposta di decisione del Consiglio sugli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione (doc. XII, n. 702) - alla XI Commissione (Lavoro);
risoluzione sugli scontri al confine tra Thailandia e Cambogia (doc. XII, n. 703) - alla III Commissione (Affari esteri);
risoluzione sullo Yemen: persecuzione dei minori autori di reati, in particolare il caso di Muhammed Taher Thabet Samoum (doc. XII, n. 704) - alla III Commissione (Affari esteri).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

La Commissione europea, in data 9 marzo 2011, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio e al Comitato economico e sociale europeo - Relazione di attività EURES 2006-2008 presentata dalla Commissione in conformità all'articolo 19, paragrafo 3, del regolamento (CEE) n. 1612/68 - «Verso un mercato europeo del lavoro: il contributo di EURES» (COM(2010)731 definitivo/2), che è assegnata in sede primaria alla XI Commissione (Lavoro). Tale documento sostituisce il documento COM(2010)731 definitivo, già assegnato in data 14 dicembre 2010;
Proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione, a nome dell'Unione europea, della Convenzione per la conservazione e la gestione delle risorse alieutiche d'alto mare nell'Oceano Pacifico meridionale (COM(2011)103 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri).

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B  al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di risposte scritte ad interrogazioni.

Sono pervenute alla Presidenza dai competenti Ministeri risposte scritte ad interrogazioni. Sono pubblicate nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Tempi e modalità di realizzazione della linea alta velocità/alta capacità Milano-Genova (terzo valico dei Giovi) - 2-00972.

A)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
con precedenti interrogazioni a risposta in Commissione n. 5-01403 e n. 5-01985 era stato richiesto al Governo di fornire un resoconto puntuale sulle modalità di realizzazione della linea AV/AC Milano-Genova (terzo valico dei Giovi) e il Sottosegretario Bartolomeo Giachino, in data 12 novembre 2009, aveva fornito il quadro riepilogativo seguente: «Il Cipe, con la delibera n. 80 del 2006, ha approvato il progetto definitivo dell'intervento, fissando il limite di spesa in 4.962 milioni di euro. Va ricordato che, per effetto di quanto disposto dall'articolo 13 del decreto-legge n. 7 del 2007, convertito dalla legge n. 40 del 2007, erano state revocate improvvidamente dal precedente Governo le concessioni a Tav e, conseguentemente, gli affidamenti delle linee AV/AC Milano-Genova, Milano-Verona e Verona-Padova. Con l'articolo 12 del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito dalla legge n. 133 del 2008, il Governo Berlusconi ha disposto il ripristino delle convenzioni con i general contractor, trasferendone, senza soluzione di continuità, la titolarità, originariamente prevista in capo a Tav e a Rfi. Da ultimo il Cipe, con delibera n. 52 del 2009 del 15 luglio 2009 ha previsto, in via programmatica, l'assegnazione di un finanziamento di importo pari a 500 milioni di euro per la realizzazione di una prima fase costruttiva dell'intervento.»;
il Cipe, con la delibera n. 97 del 6 novembre 2009, ha approvato un I lotto costruttivo della linea AV/AC Genova-Milano (terzo valico dei Giovi), con un'assegnazione complessiva di 500 milioni di euro, di cui 400 milioni a valere su risorse della legge obiettivo e 100 milioni sul fondo infrastrutture;
dall'informativa fornita dall'amministratore delegato di Rfi in Commissione trasporti in data 23 novembre 2010 risulta che i costi dell'opera sono nel frattempo lievitati in 6.200 milioni di euro;
il commissario straordinario del terzo valico dei Giovi, ingegner Walter Lupi, nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in data 5 agosto 2009, ha avuto il compito di intraprendere le iniziative necessarie per l'individuazione del lotto costruttivo connesso ai finanziamenti stanziati dal Cipe e di promuovere la sottoscrizione dell'atto integrativo alla convenzione principale fra Cociv e Rfi necessario per il concreto avvio dei lavori;
alla luce di queste premesse in data 8 febbraio 2010 si è svolta presso la stazione ferroviaria di Genova-Sampierdarena la cerimonia di inaugurazione dei lavori del I lotto alla presenza di Ministri e dei vertici aziendali del gruppo Ferrovie dello Stato spa;
a oltre un anno di distanza da quell'evento in realtà le opere non sono state effettivamente avviate e secondo le notizie apparse su vari organi di informazione la causa sarebbe da addebitare ad un contenzioso irrisolto tra il consorzio Cociv, concessionario dei lavori, e Rfi, stazione appaltante;
tale situazione di stallo ha trovato conferma nel corso del convegno svoltosi a Milano in data 7 febbraio 2011, nel corso del quale è stato lanciato il progetto «MiNova» per un'alleanza strategica fra le due città legata alle infrastrutture e allo sviluppo del sistema portuale ligure;
lo sviluppo di questo ultimo progetto e il decollo del corridoio europeo 24 Genova-Rotterdam, che prevede la realizzazione di una rete ferroviaria fra i due porti, in buona parte già attuata dalla Confederazione elvetica e da completare in Germania e in Italia nella tratta fra il confine della Svizzera e Milano e da Milano verso Genova, tratta che comprende il terzo valico dei Giovi come tassello fondamentale, appaiono essenziali -:
se il Governo intenda ancora dare attuazione al progetto del terzo valico dei Giovi, il cui progetto definitivo è stato approvato dal Cipe nel 2006, mentre il I lotto costruttivo è stato approvato il 6 novembre 2009, in quanto, dopo l'avvio dei cantieri annunciato nel corso della cerimonia inaugurale tenutasi a Genova l'8 febbraio 2010, i lavori non sono mai effettivamente cominciati;
quali siano le attività portate avanti dal commissario straordinario e quale sia lo stato del contenzioso tra Rfi e il concessionario Cociv;
se il Governo intenda comunque rispettare gli accordi procedimentali con gli enti locali sottoscritti ai tempi della prima approvazione del progetto definitivo avvenuta con delibera Cipe n. 80 del 2006 e quali siano le opere effettivamente previste nel I lotto costruttivo approvato dal Cipe il 6 novembre 2009.
(2-00972) «Lovelli, Tullo, Letta, Meta, Velo, Rossa, Lucà, Pizzetti, Portas, Zucchi, Nicco, La Forgia, Livia Turco, Mariani, Braga, Tidei, De Pasquale, Minniti, Melis, Miglioli, Sereni, Pollastrini, Gatti, Causi, Carella, D'Incecco, Migliavacca, Fogliardi, Bonavitacola, Piccolo, Fluvi, Tenaglia, Tempestini, Damiano, Ceccuzzi, Fioroni, Gentiloni Silveri».

Iniziative di competenza del Ministero della salute in merito al progetto riguardante la realizzazione del nuovo ospedale San Marco e del centro di eccellenza ortopedico in località Librino (Catania) - 2-00957.

B)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere - premesso che:
in base alla delibera n. 2916 del 2005 fu approvato dal Ministero della salute il progetto riguardante la realizzazione del nuovo ospedale S. Marco e del centro di eccellenza ortopedico in località Librino per un importo complessivo di 168 milioni di euro. Il suddetto finanziamento è a carico del Ministero della salute per il 90 per cento e della Regione siciliana per il 10 per cento;
in seguito a tale programma, il 5 aprile 2007 è stata approvata la gara per la realizzazione del suddetto ospedale alla ditta Uniter per euro 125 milioni circa più iva, stabilendo un tempo di esecuzione di 1.115 giorni. Il progetto appaltato prevede la realizzazione, chiavi in mano, di poco più di 700 posti letto, di cui 100 circa allocati in una torre destinata al centro di eccellenza di ortopedia e i rimanenti 600 posti letto destinati alle unità operative del vecchio ospedale Vittorio Emanuele, che sarebbe stato successivamente dismesso. Inoltre, il progetto prevede anche la realizzazione di una piattaforma comune di servizi per il centro di eccellenza ed il nuovo ospedale S. Marco;
il nuovo piano sanitario regionale approvato di recente dalla Regione siciliana prevede per la provincia di Catania l'accorpamento dell'azienda O.V.E., S. Marta, S. Bambino e Ferrarotto, con l'azienda ospedaliera policlinico universitario per un totale di 1.050 posti letto, così distribuiti: 700 circa al policlinico universitario e 400 circa da locarsi presso il costruendo ospedale S. Marco di Librino;
di recente è stata data notizia dalla stampa locale che il centro di eccellenza di ortopedia non verrà più realizzato e che al suo posto, nella cosiddetta torre, verrà realizzato un posteggio multipiano, asilo nido per i dipendenti e negozi, i posti letto dell'ospedale S. Marco di Librino saranno ridotti a 450 circa;
da quanto su esposto si evince chiaramente la perplessità degli interpellanti sulla validità e sulla correttezza della operazione, non essendo sicuramente le spese per la realizzazione delle modifiche paragonabili a quelle necessarie per la realizzazione dei posti letto ridotti di circa 200 -:
considerato che il Ministero della salute è il principale finanziatore di tali opere, se sia a conoscenza delle suddette modifiche di realizzazione del progetto e quali iniziative intenda assumere con urgenza nell'ambito delle proprie competenze, essendo l'opera in avanzato stato di costruzione.
(2-00957) «Palumbo, Germanà, Catanoso, Scapagnini, Porcu, Mancuso, Grimaldi, Vincenzo Antonio Fontana, Torrisi, Gibiino, Scandroglio, Bocciardo, Garofalo, Aprea, Mario Pepe (IR), Moles, D'Anna, Fallica, Di Virgilio, Fucci, Romano, Girlanda, Pagano, Biava, Castellani, Cristaldi, Pelino, Pianetta, Gianni, Razzi, Rondini, Romele, Stagno D'Alcontres, De Camillis, Divella, Milanato, Antonio Pepe».

Intendimenti del Ministro dell'interno in merito all'invio di una commissione di accesso presso l'azienda sanitaria locale Milano 1 - 2-00950

C)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
il 23 dicembre 2010 la giunta regionale della Lombardia, su proposta del presidente Roberto Formigoni, di concerto con gli assessori regionali alla sanità, Luciano Bresciani, e alla famiglia, conciliazione, integrazione e solidarietà sociale, Giulio Boscagli, ha varato le nomine dei direttori generali delle 15 aziende sanitarie locali, delle 29 aziende ospedaliere della Lombardia e dell'Areu, l'Azienda regionale emergenza e urgenza;
nell'elenco risulta nella casella azienda sanitaria locale Milano 1 la nomina a direttore del dottore Pietrogino Pezzano di Palizzi, provincia di Reggio Calabria, direttore dell'azienda sanitaria locale della provincia Monza e Brianza, incarico con decorrenza 1o gennaio 2005 e scadenza 31 dicembre 2007 (delibera della giunta regionale n. 19984 del 23 dicembre 2004) e successivamente riconfermato con decorrenza 1o gennaio 2008 e scadenza 31 dicembre 2010 (delibera della giunta regionale n. 006334 del 22 dicembre 2007), legale rappresentante dell'ente con esercizio dei poteri di gestione e responsabilità dei risultati come risulta dal suo curriculum vitae, presente nella rete;
nell'articolo de la Repubblica Milano «Le mani della 'ndrangheta sui palazzi della sanità» del giornalista Davide Carlucci si legge: «Nelle carte dell'inchiesta è finito anche Pietrogino Pezzano, direttore generale dell'Asl di Monza, fotografato in compagnia di Candeloro Polimeno e Saverio Moscato, altri due personaggi considerati in odor di 'ndrangheta - Moscato è nipote del boss Natale Iamonte - e per questo arrestati nel blitz. Pezzano avrebbe parlato di un appalto per condizionatori d'aria con un imprenditore mafioso arrestato, Giuseppe Sgrò. E sarebbe stato in contatto anche con Pino Neri, altro personaggio di spicco della 'ndrangheta a Pavia, molto legato a Chiriaco e considerato tramite con la politica e la massoneria»; Chiriaco è in carcere da luglio 2010 dopo il maxi blitz avvenuto seguito delle indagini della direzione distrettuale antimafia di Milano;
nel corso della trasmissione Annozero andata in onda il 9 dicembre 2010, nel servizio «Ndrangheta - appalti e sanità», il giornalista Stefano Bianchi ha intervistato il dottor Pietrogino Pezzano, detto dottor Doberman, per la sua passione per i cani;
nella stampa del luglio del 2010 si fa riferimento ad atti in cui si parla di «una reciproca disponibilità esistente tra gli accoliti della »locale di Desio« e Pezzano», come dimostrato da un «favore» che Giuseppe Sgrò rende a Pezzano per il tramite del capo-società Candeloro Pio (entrambi arrestati nell'operazione «Infinito»), il quale mette a disposizione uno dei suoi camion per trasportare fino in Calabria alcune piante destinate al Pezzano stesso;
il direttore dell'azienda sanitaria locale Pezzano ha nominato direttore sanitario il dottor Giovanni Materia, marito di Peg Strano, prefetto di Lodi, che aveva chiesto la revoca della scorta al consigliere regionale lombardo Giulio Cavalli riassegnata due giorni dopo;
ad ottobre del 2010 il sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia di Messina Angelo Cavallo, il magistrato che conduce l'inchiesta su abuso d'ufficio, due ipotesi di falso del pubblico ufficiale e truffa per un concorso «pilotato» che nel 2006 consentì all'ex presidente del consiglio comunale di Messina Umberto Bonanno di essere assunto al policlinico di Messina come esperto in medicina del lavoro, ha firmato otto richieste di rinvio a giudizio, tra cui una nei confronti del dottor Giovanni Materia, ex direttore sanitario del policlinico di Messina, il quale avrebbe garantito «a priori» a Bonanno, ancor prima dello svolgimento della selezione pubblica (valutazione dei titoli e prova orale), il superamento della selezione stessa, assicurando la partecipazione personale tra i membri della commissione esaminatrice -:
se corrispondano al vero le notizie apparse sulla stampa e quali iniziative intenda intraprendere alla luce del fatto che il dottor Pietrogino Pezzano risulta coinvolto nell'inchiesta «Infinito» del luglio del 2010, in particolare se non ritenga opportuno inviare una commissione di accesso, ai sensi del combinato disposto degli articoli 143 e 146 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali (decreto legislativo n. 267 del 2000), presso l'azienda sanitaria locale Milano 1, al fine di accertare la sussistenza dei presupposti per la rimozione degli organi direttivi della medesima azienda sanitaria locale;
quali iniziative intenda intraprendere con riferimento alla nomina del dottor Giovanni Materia coinvolto in un'indagine della direzione distrettuale antimafia di Messina, condotta dal sostituto procuratore Angelo Cavallo, per un concorso pilotato presso il policlinico di Messina.
(2-00950) «Peluffo, Fiano, Mosca, Braga, Codurelli, Corsini, De Biasi, Duilio, Farinone, Colaninno, Marantelli, Misiani, Pizzetti, Sanga, Zaccaria, Zucchi, Giorgio Merlo, Garofani, Recchia, Ferrari, Soro, Ginefra, Boffa, Barbi, Touadi, Antonino Russo, Scarpetti, Federico Testa, Vico, Realacci, Marchi, Colombo, Marco Carra, Pollastrini».

Tempi e modalità del trasferimento alla Regione siciliana delle competenze statali in materia di grandi derivazioni di acqua pubblica - 2-00964

D)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e i Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
il decreto del Presidente della Repubblica 30 luglio 1950, n. 878, attribuisce alla Regione siciliana competenze sulla gestione delle acque pubbliche, con esclusione delle grandi derivazioni;
la Corte costituzionale, tramite sentenza n. 6 del 1957, assegna alla regione i beni del demanio dello Stato, comprese le acque pubbliche esistenti nella regione, ad eccezione di quelli che interessano la difesa dello Stato o servizi di carattere nazionale;
la legge 6 dicembre 1962, n. 1643, all'articolo 1, comma 1, attribuiva all'Ente nazionale per l'energia elettrica (Enel) il compito di esercitare nel territorio nazionale le attività di produzione, importazione ed esportazione, trasporto, trasformazione, distribuzione e vendita dell'energia elettrica da qualsiasi fonte prodotta;
la legge 5 gennaio 1994 n. 36, «legge Galli», riguardante «Disposizioni in materia di risorse idriche», prevede che tutte le acque superficiali e sotterranee sono pubbliche e costituiscono una risorsa utilizzata secondo criteri di solidarietà;
è, inoltre, stabilito che l'uso dell'acqua per il consumo umano è prioritario rispetto agli altri usi del medesimo corpo idrico superficiale e sotterraneo e che ulteriori usi sono ammessi quando la risorsa è sufficiente e a condizione che non ledano la qualità dell'acqua per il consumo umano;
l'articolo 10 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, stabilisce che «con le modalità previste dai rispettivi statuti, si provvede a trasferire alle regioni a statuto speciale e alle province autonome di Trento e Bolzano (...) le funzioni ed i compiti» di cui all'articolo 89 del medesimo decreto legislativo, che, tra l'altro, trasferisce le funzioni relative «alla gestione del demanio idrico, ivi comprese tutte le funzioni amministrative relative alle derivazioni di acqua pubblica, alla ricerca, estrazione e utilizzazione delle acque sotterranee, alla tutela del sistema idrico sotterraneo nonché la determinazione dei canoni di concessione e all'introito dei relativi proventi, fatto salvo quanto disposto dall'articolo 29, comma 3» del medesimo decreto legislativo;
con l'emanazione del decreto legislativo n. 79 del 1999, in attuazione della direttiva 96/1992/CE («Norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica»), è stata realizzata la condizione di cui all'articolo 29, comma 3, del decreto legislativo n. 112 del 1998; pertanto, anche le competenze in materia di grandi derivazioni idroelettriche sono trasferite alle regioni;
ad oggi, nonostante diversi incontri tra i rappresentanti della Regione siciliana e le istituzioni statali per l'attribuzione delle competenze in materia di grandi derivazioni, non si è giunti a detto trasferimento a favore della Regione siciliana -:
quali siano i motivi di questo ritardo, nonostante vi sia una normativa che disciplina chiaramente la materia.
(2-00964) «Ruvolo, Sardelli».

Elementi in merito allo stato di inquinamento dell'area di Quirra, con particolare riferimento allo stato di salute delle persone e degli animali - 2-00982

E)

I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, della difesa, della salute e delle politiche agricole, alimentari e forestali, per sapere - premesso che:
secondo notizie di stampa di questi giorni (La Nuova Sardegna del 4 e 5 gennaio 2011) da un'indagine (ancora non consegnata) svolta dai servizi veterinari delle aziende Usl n. 8 (Cagliari) e n. 3 (Lanusei) emergerebbe che, nella zona circostante il poligono interforze di Quirra-Perdasdefogu, sarebbero numerose e gravi le malformazioni di animali e ben il 65 per cento degli allevatori di Quirra si sarebbe ammalato di leucemie e linfomi. Sembrerebbe una prima conferma di quanto sostenuto più volte dalla ricercatrice Antonietta Morena Gatti, direttrice del laboratorio dei biomateriali dell'università di Modena ed uno dei maggiori esperti in materia di nano patologie. Infatti, le particelle infinitesimamente piccole - le nanoparticelle - di materiali esplodenti e di metalli, quali il tungsteno, possono provocare tumori gravissimi e malformazioni;
l'assessorato regionale della difesa dell'ambiente (nota protocollo n. 15565 del 29 aprile 2004) e l'azienda Usl n. 8 (nota protocollo n. 2942/95 del 23 aprile 2004) hanno risposto con una voluminosa serie di documentazioni alla richiesta di informazioni a carattere ambientale inoltrata (nota del 17 marzo del 2004) dalle associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d'intervento giuridico e rivolta alle amministrazioni pubbliche competenti (Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, assessorato regionale della difesa dell'ambiente, aziende Usl n. 8 e n. 3, comuni di Villaputzu e di Escalaplano) sulle insorgenze tumorali e sulle malformazioni verificatesi nell'area di Quirra, vicino al poligono sperimentale e di addestramento interforze, nei comuni di Villaputzu e di Escalaplano;
risultava così che, con deliberazione della giunta regionale n. 2/1 del 21 gennaio 2003, era stato fatto il punto sullo stato di attuazione del programma di interventi relativo alla «compromissione ambientale del Salto di Quirra» stabilito con la precedente deliberazione n. 8/3 del 14 marzo 2002 nei seguenti termini:
a) era stato avviato il programma per la valutazione del rischio chimico-tossicologico per la prevenzione della salute della popolazione all'esposizione di alte concentrazioni di metalli pesanti (importo 130.000 euro) da parte del presidio multizonale di prevenzione (pmp) dell'azienda Usl. n. 8;
b) era stata avviata l'indagine da parte dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna sulla catena alimentare al fine di evidenziare eventuali presenze di metalli pesanti ed arsenico oltre i limiti di legge (importo 59.000 euro);
c) i primi dati raccolti dal servizio igiene pubblica dell'azienda Usl n. 8, esclusivamente sui dati relativi ai ricoveri ospedalieri dei residenti nel comune di Villaputzu (in particolare fra il 1998 ed il 2001), non avrebbero evidenziato alcuna anomalia: tuttavia, avrebbero dovuto essere completati da specifica indagine epidemiologica sulla popolazione interessata al fine di verificare eventuali patologie direttamente collegabili alla presenza dell'attività mineraria e dei relativi residuati (importo complessivo 150.000 euro);
d) era stato accelerato il monitoraggio delle acque superficiali ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 1999 e successive modifiche ed integrazioni dell'area in esame (avviato nel marzo 2002 in tutto il territorio regionale) ed è stata realizzata una stazione di prelevamento sul Rio Quirra: in merito non sarebbe stato evidenziato inquinamento da arsenico a valle del Rio Corr'e Cerbu;
e) era stato effettuato uno screening su un campione di n. 150 volontari (50 per cento residenti civili, 50 per cento dipendenti militari e delle società Socam e Vitrociset) residenti nella zona di Quirra: fino al 13 novembre 2002 «non è emersa alcuna patologia immediatamente correlabile all'inquinamento», tuttavia l'indagine è stata limitata (si veda la nota dell'azienda Usl n. 8 protocollo n. 2942/95 del 23 aprile 2004), di fatto, a sole 131 persone;
f) con deliberazione della giunta regionale n. 39/46 del 10 dicembre 2002 era stato concesso un finanziamento di 150.000 euro al comune di Villaputzu per la realizzazione del piano di caratterizzazione dell'area (articolo 17 del decreto legislativo n. 22 del 1997 e successive modifiche ed integrazioni e decreto ministeriale n. 471 del 1999), la cui realizzazione era stata affidata dall'assessorato regionale della difesa dell'ambiente alla Progemisa spa nel luglio 2002;
g) i comuni di Villaputzu e di San Vito avevano adottato ordinanze contingibili ed urgenti (rispettivamente la n. 20 del 14 novembre 2002 e la n. 41 del 5 agosto 2002) relative al divieto di utilizzo di ampie aree lungo il corso del Rio Corr'e Cerbu a partire dalla miniera dismessa di Baccu Locci (circa 8 km);
l'azienda Usl n. 8, dopo le indagini effettuate, ha sottolineato che «è evidente la necessità di sviluppare ulteriormente l'osservazione epidemiologica ed ambientale con uno studio sia retrospettivo che prospettico». Il presidio multizonale di prevenzione dell'azienda Usl n. 8 (nota protocollo n. 2626 del 27 febbraio 2003), al termine di un'indagine preliminare condotta con prelievi di terreno e sedimenti nell'alveo e nelle vicinanze del Rio Corr'e Cerbu e del Rio Quirra, ha affermato di aver riscontrato l'assenza di contaminazione da «uranio impoverito», mentre sono risultati presenti «quantità elevate di metalli pesanti ed in particolar modo di arsenico» (fino a 1.402 milligrammi/chilo; in campione di terreno agricolo senza sedimenti prelevato alla confluenza del Rio Quirra con il Rio Corr'e Cerbu) lungo tutto il corso del Rio Corr'e Cerbu, anche nei campioni di acqua prelevati: «il quadro ambientale (...) appariva molto critico per l'alta potenzialità dei metalli tossici capaci di interessare anelli decisivi della catena alimentare». Il medesimo presidio multizonale di prevenzione affermava di ritener necessario il completamento di tutte le indagini ambientali in materia per averne un quadro affidabile;
a tutt'oggi non sono state fornite informazioni certe e definitive sull'evoluzione degli ulteriori accertamenti preannunciati con la documentazione sopra richiamata relativamente allo stato di inquinamento dell'area di Quirra e sullo stato epidemiologico della popolazione residente;
si susseguono, invece, notizie più allarmanti, quali quelle riportate dagli organi di stampa e richiamate in premessa, dalle quali emergerebbe - se vero - che le amministrazioni centrali e regionali avrebbero omesso di tenere un costante monitoraggio sulla situazione che già da tempo appariva di pesante compromissione ambientale con gravissimo rischio per la salute di persone ed armenti. O, peggio ancora, avrebbero omesso di riconoscere e di comunicare l'esistenza di quelle serissime compromissioni, cosa che, però, mai può andare a discapito della tutela di diritti fondamentali, come quello alla salute riconosciuto dall'articolo 32 della Costituzione;
le acque del poligono militare più grande d'Europa sono un cimitero di missili, radio bersagli, razzi. Ogni tanto i residuati vengono a galla. L'ultimo episodio risale agli inizi del mese di febbraio 2011, quando un missile si è incagliato nelle reti di un peschereccio a cinque miglia dal poligono. Il missile era ancora «vivo», carico di trecento chili di esplosivo, fatti brillare al largo;
pochi giorni fa sono state ritrovate 5 casse con materiali altamente radioattivi scoperti dalla magistratura nel poligono militare sardo. Il ritrovamento è avvenuto in uno dei due depositi ispezionati nella base tra Ogliastra e Sarrabus. Si sospetta la presenza di uranio impoverito;
in presenza di tale vivo allarme, occorre eliminare eventuali seri dubbi circa la compromissione ambientale e l'adempimento da parte delle amministrazioni pubbliche del loro dovere di accertare la situazione, di informarne le popolazioni interessate e di porre in essere i rimedi alla situazione di compromissione ambientale della salute -:
se i Ministri interpellati siano a conoscenza della situazione esposta e se abbiano disposto indagini su di essa e quali ne siano gli eventuali risultati;
quali siano, comunque, le loro conoscenze in proposito e attraverso quali vie e strumenti le abbiano acquisite;
quali iniziative intendano attuare, eventualmente in raccordo con la regione autonoma della Sardegna, al fine di appurare il reale stato di inquinamento dell'area di Quirra e lo stato di salute delle persone e delle specie animali, selvatiche e di allevamento, ivi presenti;
quali siano le attività svolte presso il poligono sperimentale e di addestramento interforze di Perdasdefogu;
se tutte le attività ivi svolte avvengano effettivamente sotto il controllo delle autorità militari e civili italiane, con particolare riferimento all'uso di materiale che sviluppa nano particelle perniciose ed ai controlli sulle ricadute per l'ambiente e la salute;
se vi siano, e quali siano, i risultati di iniziative precedenti e in corso volte ad appurare i reali effetti su ambiente, popolazione residente e specie animali presenti nelle zone circostanti il suddetto poligono interforze;
quali iniziative intendano attuare - con l'urgenza pari alla straordinaria gravità che sembra riguardare la situazione ambientale - per rendere edotte le popolazioni interessate, oltre che le amministrazioni locali, di tutto quanto risulta essere accertato in relazione a quanto riportato in premessa con il supporto dell'autorevolezza, ma anche con il peso della responsabilità, posto che le popolazioni sono oramai stremate dalle ricorrenti voci sul grave pericolo cui sono esposte insieme agli animali che ivi stazionano;
come intendano velocizzare l'iter di approvazione delle decine di pratiche di approvazione di indennizzo e salvaguardare la salute dei cittadini;
se non intendano sospendere immediatamente le convenzioni che permettono l'utilizzo del poligono da parte di aziende produttrici di armi e di eserciti stranieri;
come e quando intendano procedere ad un'opera di bonifica, prevenzione e controllo ferreo delle attività che si svolgeranno sul luogo.
(2-00982) «Palomba, Di Stanislao, Evangelisti, Donadi».

Orientamenti del Governo per la tutela della salute della popolazione della valle Bormida, in relazione all'inquinamento provocato dall'ex stabilimento dell'Acna - 2-00990

F)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere - premesso che:
all'interno del sito industriale Acna, ricadente nei territori dei comuni di Cengio in provincia di Savona e di Saliceto in provincia di Cuneo e del fiume Bormida, fu accertata un'ingente fonte inquinante; tale situazione, nel corso dei decenni, ha interessato il terreno dell'ex fabbrica e tutta la vallata del fiume Bormida; i dati acquisiti nel corso degli anni hanno evidenziato che il sito risultava caratterizzato da grave inquinamento del suolo, delle falde, dei corpi idrici superficiali e da ingenti quantitativi di rifiuti tossici depositati senza adeguate forme di protezione in prossimità del fiume Bormida;
nel 1987 le regioni Piemonte e Liguria richiesero al Ministero dell'ambiente la dichiarazione della valle Bormida quale zona ad elevato rischio di crisi ambientale; con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 18 novembre 1987, furono individuati i 51 comuni interessati nelle province di Cuneo, Asti ed Alessandria; successivamente, con la legge n. 426 del 1998, il sito è stato inserito fra quelli da bonificare di interesse nazionale;
con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 18 marzo 1999 è stato dichiarato lo stato di emergenza derivante dalla condizione di crisi socio-ambientale dell'area riguardante il territorio ove ricadeva il sito industriale dell'Acna ed è stata affidata la gestione ad un commissario delegato;
in data 4 dicembre 2000 fu sottoscritto l'accordo di programma ai sensi dell'articolo 9, comma 4, del decreto ministeriale n. 471 del 1999 fra il Ministero dell'ambiente, il Ministero della sanità, il Ministero dell'industria, del commercio ed dell'artigianato e la regione Liguria, la regione Piemonte, il commissario delegato, l'Acna co spa in liquidazione ed Enichem spa (ora Syndial), in cui si definivano gli interventi necessari al risanamento ambientale e al riutilizzo delle aree per lo sviluppo di attività produttive ecocompatibili;
la Commissione europea in data 8 ottobre 2009 ha ritenuto che la Repubblica italiana, non avendo sottoposto il progetto denominato messa in sicurezza del sito industriale ex-Acna di Cengio a valutazione d'impatto ambientale ai sensi degli articoli da 5 a 10 della direttiva, sia venuta meno agli obblighi imposti dagli articoli 2, paragrafo 1, e 4, paragrafo 1, della direttiva n. 85/337/CEE del Consiglio del 27 giugno 1985, concernente la valutazione d'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati, come modificata dalla direttiva n. 97/11/CE;
la Commissione europea ha inoltre ritenuto che la Repubblica italiana avendo omesso di qualificare come discarica le operazioni di deposito e interramento nell'area A1 del sito ex-Acna di Cengio di terreno contaminato non scavato, di terreno rimosso e di rifiuti pericolosi già in loco come pure ivi trasportati dalle aree del sito (A2, A3, A4) e avendo di conseguenza omesso di garantire la corretta applicazione nel caso di specie della direttiva n. 99/31/CE del Consiglio del 26 aprile 1999 relative alle discariche di rifiuti, sia venuta meno agli obblighi imposti dalla direttiva n. 99/31/CE del Consiglio del 26 aprile 1999 relative alle discariche di rifiuti;
nella «Relazione relativa alla caratterizzazione del sito da bonificare di interesse nazionale ex-Acna di Cengio - Aree Pubbliche - Integrazione 2007-2008» realizzata da Arpa Piemonte-Polo bonifiche, è testualmente scritto quanto segue: «Nel lavoro di caratterizzazione iniziale realizzato in corrispondenza delle aree pubbliche sono state realizzate alcune indagini geofisiche, al fine di evidenziare eventuali interramenti abusivi. In particolare, nel comune di Saliceto queste indagini hanno individuato un'area con rifiuti interrati in località Pian Sottano. In località Case Bazzaretti, a seguito delle indagini geofisiche sono stati effettuati 46 pozzetti esplorativi al fine di verificare visivamente la presenza di detti rifiuti e/o interramenti abusivi; in corrispondenza di alcuni di essi sono state prelevate alcune evidenze di contaminazione. Il sito di Case Bazzaretti risulta ancora essere quello con un maggiore livello di contaminazione, tanto che sono stati individuati 6 punti di prelievo caratterizzati da superamenti dei limiti di legge, fino ad una profondità di tre metri dal piano campagna»;
come rilevato dalla «Relazione tecnica descrittiva Messa in Sicurezza d'emergenza» redatta dal Centro regionale bonifiche del Piemonte (Creb), l'area di Case Bazzaretti ricade nel campo di inondazione della piena del novembre 1994 e tale circostanza rende opportuno lo studio di un'operazione di messa in sicurezza e stabilizzazione atta ad impedire che un'ondata di piena del fiume Bormida possa provocare l'erosione del sito, trascinando porzioni di terreno contaminato;
il Ministro interpellato in data 13 ottobre 2010 a Cengio ad un incontro pubblico ha dichiarato «Qui a Cengio è stato fatto un lavoro eccellente, tanto migliore quanto più complessa che altrove era la situazione, con una condizione di inquinamento stratificato nei decenni, dalle fabbriche di esplosivi di fine ottocento fino all'Acna. Nelle 4 zone più inquinate, i lavori di bonifica sono sostanzialmente conclusi»;
secondo il presidente della regione Piemonte, Roberto Cota, il quale, durante l'incontro svoltosi il 13 ottobre a Cengio, in provincia di Savona, ha dichiarato, «certifichiamo una bonifica profonda e completa, che non lascia ombre e non lascia pericoli», sarebbe sancita la fine della bonifica in val Bormida dopo l'inquinamento provocato dell'ex stabilimento dell'Acna;
in data 9 febbraio 2011 il presidente della regione Piemonte Roberto Cota e il presidente della regione Liguria Claudio Burlando hanno concordato con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare un'accelerazione della definizione della transazione sul danno ambientale e hanno manifestato un'unità di intenti per il reimpiego del sito con attività pulite coinvolgendo Finpiemonte e Filse -:
quale sia la situazione reale di bonifica del sito ex-Acna, in particolare per quanto concerne le zone dove sono presenti 4 milioni di metri cubi di rifiuti pericolosi, nonché l'area Bazzaretti nel comune di Saliceto (Cuneo), per la quale il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nel 2008, con determina dirigenziale, prescrisse la messa in sicurezza, ma nella quale, ad oggi, non risulta avviato alcun lavoro di bonifica;
quali siano le garanzie certe per la tutela della salute della popolazione della valle Bormida, in primis dei residenti nelle prossimità dell'ex fabbrica, ma anche di tutti i cittadini della valle Bormida che, allo stato attuale della situazione, sembrano condannati a convivere, per i prossimi decenni, con milioni di metri cubi di rifiuti tossico-nocivi;
quale sia la quantificazione dell'importo economico preciso del danno ambientale dovuto alla valle Bormida secondo quanto prescritto dalla normativa nazionale ed europea;
quali misure si intendano intraprendere per coinvolgere, attivamente, la popolazione e le associazioni ambientaliste, al fine di rendere trasparenti e condivise tutte le decisioni future in merito alla questione dell'ex-Acna.
(2-00990) «Fiorio, Lovelli, Bobba, Fogliardi, Lucà, Mario Pepe (PD), Carella, Fiano, Agostini, Barbi, Ferrari, Tidei, Damiano, Trappolino, Servodio, Cenni, Vannucci, Zucchi, Bratti, Codurelli, Meta, Villecco Calipari, Capano, Minniti, Boccuzzi, Mariani, Braga, Marco Carra, Rossomando, Cambursano, Cuomo, Esposito, Giorgio Merlo, Portas, Misiani, Marrocu, Ceccuzzi».

Interventi per assicurare un'adeguata dotazione organica presso gli uffici del tribunale di Sulmona - 2-00978

G)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
il tribunale di Sulmona, composto da una sezione civile ed una penale e dall'ufficio giudice per le indagini preliminari-giudice per l'udienza preliminare, ha un bacino di utenza assai vasto, che comprende diversi territori montani della zona, per un totale di più di centomila abitanti;
da diversi mesi si lamenta un'evidente carenza di organico e di mezzi: pochi giorni fa gli avvocati sulmonesi hanno ribadito il loro appello alle istituzioni affinché si provveda ad un'implementazione dell'organico;
il 16 febbraio 2011 si è tenuta un'assemblea convocata dall'ordine degli avvocati, nella quale sono state elencate ed esplicitate le specifiche carenze del presidio, accentuate, secondo i legali, dal trasferimento anticipato dei giudici;
nella pianta organica del tribunale sono previsti sei giudici togati: attualmente, però, ve ne sono in servizio solo tre, dopo il trasferimento di due ed il pensionamento di un terzo; tra l'altro, uno dei tre giudici rimasti in servizio presso il tribunale è di prima nomina e non può svolgere, quindi, udienze penali;
per quanto riguarda i dipendenti amministrativi, dei cinquanta previsti sono attualmente in servizio solo trenta; inoltre, da quanto si apprende anche da organi di stampa, nel mese di settembre 2011 dovrebbe lasciare il suo incarico anche il presidente del tribunale;
data la vastità del bacino di utenza del tribunale, per evitare ulteriori ritardi nei procedimenti in corso nelle prossime udienze di giudice per le indagini preliminari e giudice per l'udienza preliminare, dovrebbe essere stilato uno specifico calendario, in modo da permettere alla corte d'appello di inviare dei supplenti ogni volta che ce ne sarà bisogno;
il Ministro interpellato ha già avuto modo di assicurare un'attenzione particolare sia all'istituto penitenziario che al tribunale di Sulmona, prospettando i necessari interventi per il potenziamento dell'organico e delle strutture -:
quali siano i prossimi e possibili interventi che si intendono adottare per fronteggiare la difficile situazione nella quale si trovano attualmente gli uffici del tribunale di Sulmona, con particolare riferimento alla mancanza di organico.
(2-00978) «Pelino, Baldelli».

Informazioni circa lo sviluppo del processo civile telematico, con particolare riferimento alla possibilità di prevedere uno stanziamento finanziario adeguato - 2-00989

H)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
il processo d'informatizzazione della pubblica amministrazione - avviato al fine di rispondere alle esigenze di cittadini e imprese e allineare il Paese ai migliori standard europei - coinvolge, tra gli altri, l'ambito della giustizia civile;
la gestione dei procedimenti civili attraverso gli strumenti dell'Information Communication Technology (I.C.T.) è stata avviata con il decreto del Presidente della Repubblica n. 123 del 2001 («Regolamento recante disciplina sull'uso di strumenti informatici e telematici nel processo civile, nel processo amministrativo e nel processo dinanzi alle sezioni giurisdizionali della Corte dei Conti»), che ha introdotto, tra i vari servizi, il processo civile telematico;
il processo civile telematico consente ai vari attori del processo, esterni (avvocati, ausiliari del giudice) e interni (magistrati, cancellieri), la consultazione via internet dei dati e dei documenti relativi ai procedimenti, il deposito telematico degli atti di parte, la richiesta e il rilascio di copie semplici e autentiche, la redazione e il deposito telematico degli atti del giudice, le comunicazioni e le notificazioni, la registrazione telematica degli atti giudiziari, l'archiviazione e la conservazione di tutti i documenti, i pagamenti telematici;
dopo una prima fase di sperimentazione presso il tribunale di Milano - svolta nel 2006 e relativa solo ad alcuni servizi di registrazione e consultazione ed esclusivamente per i procedimenti di ingiunzione - il processo civile telematico è stato progressivamente esteso ad altri tribunali e tipologie di procedimento, ed ha visto ampliare il numero dei servizi offerti e degli attori coinvolti (notai, enti autarchici - Inps, Inail - altre pubbliche amministrazioni, Avvocatura generale dello Stato, soggetti privati erogatori di servizi - ad esempio Abi servizi spa);
la rilevanza sociale del processo civile telematico risulta innegabile alla luce dei vantaggi offerti: progressiva riduzione della durata dei processi, aumento dell'efficienza, della trasparenza e dell'accessibilità dei servizi, abbattimento dei costi di stampa e trasmissione, razionale impiego delle risorse umane e tecniche, supporto per gli attori coinvolti nelle varie attività processuali;
ciononostante, la diffusione del processo civile telematico non avviene in maniera completa ed uniforme in tutto il territorio nazionale, né tantomeno in tempi adeguati agli obiettivi posti nell'ambito del piano di e-government della giustizia civile;
nella relazione sullo stato dell'amministrazione della giustizia, presentata il 18 gennaio 2011, il Ministro interpellato ha riconosciuto che nell'ultimo triennio ha avuto luogo una decisa contrazione delle risorse finanziarie destinate al settore informatico, che, tra l'altro, ha comportato nei primi giorni del 2011 un blocco provvisorio dei servizi di assistenza informatica, cui è stata temporaneamente trovata soluzione attraverso uno storno di circa 5 milioni di euro da altri capitoli di spesa del Ministero della giustizia;
assicurare un veloce svolgimento dei procedimenti assume particolare importanza per i cittadini e le imprese in considerazione del momento di crisi;
la scarsità di risorse rischia invece di rallentare il processo di informatizzazione della giustizia, nella cui amministrazione l'Italia soffre di una perdurante lentezza, come evidenziato dai dati sui processi pendenti nel settore civile, nonché dai richiami ricevuti da parte dell'Unione europea e della Corte di giustizia Strasburgo -:
quali siano i dati aggiornati relativi allo sviluppo del processo civile telematico - con particolare riferimento alla diffusione territoriale, al numero, all'omogeneità e alla completezza dei servizi offerti - e se il Governo intenda estendere, e in quali tempi, il processo civile telematico alle aree ancora escluse;
quali iniziative normative e programmatiche il Governo intenda porre in essere al fine di garantire uno stanziamento finanziario adeguato alla copertura nazionale del processo civile telematico e, in generale, allo sviluppo dell'e-government della giustizia civile italiana.
(2-00989) «De Micheli, Boccia, Maran, Vaccaro, Lulli, Colaninno, Oliverio, Vassallo, Letta, Vico, Sbrollini, Benamati, Melandri, Rampi, Bossa, Zunino, Iannuzzi, Ferranti, Tenaglia, Pizzetti, Fluvi, Migliavacca, Mosca, Sposetti, Andrea Orlando, Baretta, Graziano, Marchioni, Vannucci, Zucchi».

Problematiche inerenti ai rapporti fra lo Stato italiano e la Repubblica di San Marino, con particolare riferimento ai profili di carattere fiscale - 2-00971

I)

I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri dell'economia e delle finanze e degli affari esteri, per sapere - premesso che:
negli ultimi mesi i rapporti fra lo Stato italiano e la Repubblica di S. Marino sono diventati particolarmente tesi;
il Ministro dell'economia e delle finanze italiano ha inserito la piccola Repubblica nella black list dei Paesi rifugio degli evasori fiscali; a ciò si è aggiunto il recente rapporto dell'Ocse che ha rilevato che «ci sono numerose lacune nell'ordinamento» di S. Marino, «di una gravità tale da non consentire uno scambio di informazioni ai fini fiscali in linea con gli standard Ocse»;
a giudizio degli interpellanti non si può negare che, nonostante lo sforzo compiuto nell'ultimo anno dal Governo sanmarinese di promuovere accordi con istituzioni del nostro Paese e provvedimenti che vadano nella direzione di allineare la propria legislazione alle regole Ocse, permangono gravi carenze sul piano normativo e della trasparenza per quanto riguarda una parte dei soggetti, (società fiduciarie, trust, società di persone straniere con sede a S. Marino e altri) che strutturano l'economia del Titano e che queste opacità mettono in ombra anche la parte sana del tessuto economico e imprenditoriale. Ma non si può pensare che la crisi economica di S. Marino, non abbia ripercussioni su tutto il territorio circostante;
a causa della crisi che nell'ultimo anno ha prodotto una riduzione delle entrate del 30 per cento, l'uscita dal territorio sanmarinese di molte aziende e banche e la perdita di posti di lavoro (900 in meno di cui 400 italiani frontalieri), il Governo di S. Marino ha varato nel dicembre 2010 una finanziaria di tagli e risanamento (la prima volta nella storia della Repubblica del Titano) per incassare 12 milioni di euro atti a coprire parzialmente il deficit. Parte di essi derivano purtroppo da una mancata detrazione del 9 per cento (con un prelievo che varia da cento a quattrocento euro mensili) sulle buste paga dei lavoratori frontalieri, che sono circa 7 mila, italiani in grande maggioranza residenti nelle province di Rimini, Pesaro e Forlì;
questa decisione determina un peggioramento delle condizioni economiche dei lavoratori frontalieri italiani occupati a San Marino e modifica e differenzia le retribuzioni tra sanmarinesi e italiani che svolgono le medesime mansioni lavorative, non garantendo quindi la parità di trattamento, delle tutele e dei diritti. Il tema dell'uguaglianza dei trattamenti sui luoghi di lavoro è un elemento fondamentale e viene visto dai «nostri frontalieri italiani» come una vera e propria discriminazione che li determina come lavoratori di serie B;
la mancata detrazione si aggiunge alle regole fiscali applicate dall'Italia per i frontalieri, finora definita ogni anno per mezzo della legge finanziaria;
l'atteggiamento del Governo italiano nei confronti di S. Marino è stato negli ultimi mesi di totale chiusura, mentre è da tutti, compresi gli esponenti della maggioranza delle regioni Marche ed Emilia-Romagna, rilevata la necessità di tornare ad una normalizzazione dei rapporti bilaterali italo-sanmarinesi, anche per supportare la piccola Repubblica nel suo percorso di adeguamento alle regole dell'Unione europea. Va sottolineato che in questi giorni il Governo di S. Marino ha avviato attraverso i canali diplomatici formale richiesta di integrazione all'Unione europea, non escludendo la possibilità di una richiesta di adesione (l'eventuale successo del prossimo referendum propositivo potrebbe segnare un primo piccolissimo passo) -:
quale sia la strategia del Governo per affrontare con urgenza gli attuali problemi che coinvolgono i nostri concittadini lavoratori frontalieri;
quali azioni intenda promuovere per riprendere il dialogo con la Repubblica di S. Marino al fine di individuare soluzioni di positiva e leale collaborazione;
se la volontà del Governo sanmarinese di rientrare negli standard Ocse, manifestata anche attraverso l'approvazione di alcune leggi in tal senso, sia stata presa in adeguata considerazione dal Ministro dell'economia e delle finanze al fine di rivedere il proprio atteggiamento nei confronti del Governo sanmarinese.
(2-00971) «Marchioni, Lenzi, Bratti, Miglioli, Bressa, Giacomelli, Albonetti, Migliavacca, Gozi, Zampa, Antonio Martino, Vannucci, Sposetti, Gnecchi, Narducci, Gasbarra, De Torre, Tocci, Morassut, Pistelli, Fogliardi, Levi, Castagnetti, Mogherini Rebesani, Recchia, D'Antona, Andrea Orlando, Calearo Ciman, Gianni, Cesario, Mura, Cimadoro, Argentin, Pisicchio, Benamati, Laratta, Ciriello, Laganà Fortugno, Mattesini».

Iniziative di competenza del Ministro dell'interno per verificare la trasparenza e la legalità dell'azione amministrativa presso il comune di Bitonto (Bari) - 2-00977

L)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
nella città di Bitonto negli ultimi anni si sono succeduti una serie di omicidi, molti casi di lupara bianca, rapine, furti in abitazioni e in esercizi commerciali e la città è da tempo teatro di spaccio di sostanze stupefacenti;
solo nei mesi di luglio e di agosto 2010 sono stati commessi ben due omicidi;
il perpetuarsi di questa lunga serie di episodi malavitosi ha, naturalmente, generato una crescente paura e un profondo senso di sfiducia nei cittadini, i quali sempre più hanno visto assottigliarsi il loro diritto ad una completa fruizione degli spazi della città e quasi mai la risposta dell'amministrazione comunale è sembrata adeguata rispetto alla denuncia di questi ultimi gravi accadimenti innanzi riferiti;
nei primi giorni di agosto 2010 si è appreso essere stata inoltrata al sindaco del comune di Bitonto da parte di Michele De Palo, in qualità di vicepresidente del circolo ricreativo «La Vela Crociata», sito in Bitonto, in via Carelli n. 13, una richiesta di autorizzazione per una pubblica manifestazione denominata «festa della birra», da tenersi su un'ampia area pubblica antistante le piscine comunali, dal 20 al 29 del suddetto mese; per la medesima iniziativa, inoltre, risulta agli interpellanti essere pervenuta richiesta di patrocinio all'amministrazione comunale di Bitonto, che lo avrebbe concesso; nonostante i permessi già concessi, la manifestazione è stata annullata a causa del parere negativo delle forze di polizia, motivato espressamente in relazione ad esigenze di ordine e sicurezza pubblica, «in considerazione del sicuro assembramento di persone, anche pregiudicate, che affollerebbero il sito della manifestazione», come risulta dalla nota della polizia municipale di Bitonto del 20 agosto 2010;
si apprende, inoltre, che l'assessore all'ambiente presso il comune di Bitonto, Francesco Ragno, sia stato socio fondatore del suddetto circolo;
inoltre, pare che sempre lo stesso Michele De Palo sia stato incaricato, in via del tutto ufficiosa, visto che non vi è alcuna traccia di un atto amministrativo di incarico, di effettuare dei lavori di tinteggiatura presso il Palazzo della Città, in corso Vittorio Emanuele, lavori che il De Palo avrebbe effettivamente eseguito e per i quali avrebbe percepito una retribuzione -:
se il Ministro interpellato non ritenga di dover far luce con urgenza riguardo alle circostanze esposte in premessa, le quali, laddove risultassero effettivamente rispondenti al vero, getterebbero più di un'ombra sulla trasparenza e sulla legalità dell'azione amministrativa in capo al comune di Bitonto, ed, eventualmente, quali iniziative in merito intenda adottare.
(2-00977) «Boccia, Ginefra, Ventura, Garavini, Recchia, Vico, Boffa, Andrea Orlando, Esposito, Velo, De Micheli».

Iniziative in merito ai ritardi nell'attuazione dei programmi operativi italiani che beneficiano dei fondi strutturali, al fine di evitare la revoca dei finanziamenti europei - 2-00995

M)

I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri per i rapporti con le regioni e per la coesione territoriale e dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
dalle tabelle elaborate dalla Commissione europea nel gennaio 2011 sullo stato degli impegni/pagamenti per Paese/obiettivo ed esecuzione dei fondi strutturali al 31 dicembre 2010, emergono ritardi preoccupanti sullo stato di attuazione dei programmi operativi italiani relativi al periodo di programmazione 2007-2013; la media dei pagamenti effettuati a valere sui diversi programmi operativi non supera il 15 per cento;
il regolamento (CE)539/2010 del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 giugno 2010 ha posticipato la scadenza per la certificazione della spesa: l'Italia dovrà certificare complessivamente circa 7 miliardi di euro entro il 31 dicembre 2011; ciò comporta una spesa nel prossimo anno di un importo pari a quanto è stato speso nei primi quattro anni (dal 1o gennaio 2007 ad oggi);
se le spese rendicontate saranno inferiori al valore obiettivo si rischia la revoca dei fondi comunitari. Il rischio di definanziamento è particolarmente elevato non solo per i programmi operativi regionali come il p.o.r. Calabria, il p.o.r. Campania, il p.o.r. Sicilia, il p.o.r. Abruzzo, il p.o.r. Puglia e il p.o.r. Lazio, ma anche per importanti programmi operativi interregionali e nazionali come il programma operativo nazionale ricerca e sviluppo, il programma operativo interregionale attrattori culturali ed energia, il programma operativo nazionale reti e mobilità (questi ultimi due non hanno ancora ottenuto l'approvazione da parte della Commissione europea);
il commissario europeo Johannes Hahn ha lanciato l'allarme sul pericolo concreto di una perdita di risorse importanti e ha espresso profonda preoccupazione sui tempi necessari per una riprogrammazione, richiedendo scelte rapide e risposte chiare al Governo italiano; l'allarme è stato lanciato sulla base dei dati comunicati ufficialmente dal Ministero dell'economia e delle finanze al 31 ottobre 2010, secondo i quali i pagamenti italiani effettuati per finanziare i progetti rappresentano solo il 9 per cento delle risorse finanziarie assegnate ai programmi operativi, mentre quelli giuridicamente vincolanti si attestano intorno al 19 per cento;
la delibera Cipe dell'11 gennaio 2011, prendendo atto del fortissimo ritardo accumulato e del grave rischio di disimpegno, ha definito gli «Indirizzi per l'accelerazione e la riprogrammazione della spesa dei fondi strutturali 2007-2013» al fine di ottimizzare gli investimenti pubblici. Pertanto, le amministrazioni competenti sono invitate a individuare obiettivi in termini di impegni giuridicamente vincolanti entro il termine limite del 31 maggio 2011 e del 31 dicembre 2011, pena la riprogrammazione/rimodulazione a favore di altri programmi dello stesso obiettivo comunitario e cofinanziati dallo stesso fondo strutturale. Inoltre, ha stabilito che i grandi progetti non confermati entro 30 giorni dalla data di approvazione della delibera sono da considerarsi non realizzabili nell'attuale periodo di programmazione. Infine, si precisa che per i programmi attuativi delle regioni del Mezzogiorno è prevista una revisione entro 30 giorni (dall'adozione della delibera del Cipe) per renderli coerenti con il piano nazionale per il sud e l'approvazione entro i 15 giorni dalla conclusa revisione;
la medesima delibera Cipe segnala anche la riduzione delle assegnazioni dei fondi per le aree sottoutilizzate 2000-2006 e 2007-2013, avvenuta per effetto della riduzione della dotazione finanziaria della missione di spesa sviluppo e riequilibrio territoriale, come disposta dall'articolo 2 del decreto-legge n. 78 del 2010;
la particolare congiuntura economica ha messo molti Stati membri in seria difficoltà nel reperire le risorse per il cofinanziamento, ma, a differenza di altri Paesi, l'Italia si presenta in tale congiuntura con maggiore debolezza, anche per effetto di scelte governative operate nell'attuale legislatura;
l'Italia ha scelto, ad avviso degli interpellanti, irresponsabilmente di sottrarre 28 miliardi di euro di fondi per le aree sottoutilizzate per interventi di carattere emergenziale o per far fronte a spese ordinarie di parte corrente, anziché destinare tali risorse alla finalità di garantire l'«addizionalità» delle politiche, finanziare interventi «strutturali» per le regioni del Sud e adeguare i servizi essenziali dei territori depressi del nostro Paese agli standard di vita dell'Unione europea. In tale modo, è stato interrotto quel processo virtuoso iniziato dal precedente Governo, caratterizzato dalla «programmazione unitaria» di fondi strutturali europei e di fondi per le aree sottoutilizzate da destinare alle politiche di coesione, nell'ambito del quadro strategico nazionale;
la ricognizione, la concentrazione e la riprogrammazione delle risorse avviate con il decreto-legge n. 112 del 2008, in luogo di riqualificare il disegno del quadro strategico nazionale per centrare le politiche su infrastrutture strategiche e su pochi, ma decisivi, interventi, hanno operato un progressivo «svuotamento» della principale fonte finanziaria del quadro strategico nazionale, destinandola a fonte di finanziamento delle politiche anticicliche su tutto il territorio nazionale;
il decreto-legge n. 225 del 2010, cosiddetto «milleproroghe» di recente convertito in legge, con modificazioni dal Parlamento, dispone nell'ambito delle proroghe ex lege al 31 marzo 2011, anche la proroga della riprogrammazione delle risorse non impegnate, correlate a programmi operativi 2000-2006 e a programmi operativi 2007-2013, originate da progetti finanziati a valere sui fondi di cofinanziamento nazionale, oggetto di rimborso a carico del bilancio comunitario e del fondo di rotazione (prorogando l'articolo 6-sexies, comma 2, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133). Tuttavia, tale norma - con riferimento alla ricognizione delle risorse non impegnate attraverso obbligazioni giuridicamente vincolanti - specifica solo che dovrà, essere effettuata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, sentito il Ministro dello sviluppo economico. Tale disposizione è, dunque, priva di qualsiasi riferimento alla necessaria concertazione e intesa con le regioni e i soggetti attuatori delle politiche di coesione;
ulteriore fattore di debolezza italiana è il previsto assoggettamento delle risorse per il cofinanziamento dei fondi strutturali europei ai vincoli del patto di stabilità operato con la legge n. 220 del 2010 (legge di stabilità per il 2011); ciò rende, di fatto, impossibile impegnare ed erogare i fondi necessari alla realizzazione di interventi infrastrutturali compatibilmente con il rispetto degli obiettivi del patto di stabilità interno per gli enti locali per il triennio 2011-2013 -:
quali iniziative intendano assumere i Ministri interpellati, ciascuno per le proprie parti di competenza, in considerazione del forte ritardo italiano sullo stato di attuazione dei programmi operativi per la programmazione 2007-2013, al fine di scongiurare il rischio di disimpegno di ingenti risorse che verrebbero sottratte alle politiche di sviluppo, con danni gravissimi per il rilancio degli investimenti infrastrutturali sia a livello locale che nazionale;
se non ritengano di assumere tempestivamente ogni iniziativa di competenza al fine di escludere dal computo del saldo finanziario, in sede di applicazione delle regole del patto di stabilità interno per gli enti locali per il triennio 2011-2013, i cofinanziamenti nazionali relativi ai programmi dei fondi strutturali europei, analogamente a quanto previsto per le risorse provenienti dall'Unione europea;
se non ritengano necessario attivarsi in sede europea, in considerazione della difficile congiuntura economica, per sostenere la proposta concernente l'innalzamento, in via temporanea e transitoria, della quota di cofinanziamento comunitario previsto per tutti gli obiettivi, dall'attuale 50 per cento al 75 per cento.
(2-00995) «Gozi, Meta, Brandolini, Pompili, Zampa, Farinone, Trappolino, Levi, Recchia, Rubinato, Arturo Mario Luigi Parisi, Luongo, Velo, Nannicini, Pes, Narducci, Bordo, Nicolais, Sanga, Antonino Russo, Zaccaria, Tempestini, Sani, Tocci, Melis, Touadi, Rugghia, Duilio, Calvisi, Concia».