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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di mercoledì 20 aprile 2011

TESTO AGGIORNATO AL 28 APRILE 2011

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 20 aprile 2011.

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Antonione, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Boniver, Bossi, Brambilla, Brugger, Brunetta, Buttiglione, Caparini, Carfagna, Casero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Crimi, Crosetto, D'Alema, D'Amico, Dal Lago, Della Vedova, Donadi, Fava, Fitto, Franceschini, Frattini, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, Jannone, La Malfa, La Russa, Leone, Lo Monte, Lombardo, Lucà, Lupi, Mantovano, Maroni, Martini, Melchiorre, Meloni, Miccichè, Migliavacca, Leoluca Orlando, Pescante, Prestigiacomo, Ravetto, Reguzzoni, Roccella, Romani, Rotondi, Saglia, Sardelli, Stefani, Stucchi, Tabacci, Tremonti, Volontè.

Annunzio di proposte di legge.

In data 19 aprile 2011 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
MAURIZIO TURCO ed altri: «Modifica all'articolo 697 del codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, in materia di limite massimo di età per il reclutamento dei volontari delle Forze armate in ferma prefissata e di partecipazione dei medesimi ai concorsi per il reclutamento nelle carriere iniziali delle Forze di polizia» (4295);
NASTRI: «Disposizioni concernenti la programmazione, la realizzazione e l'organizzazione degli interporti e delle piattaforme logistiche territoriali nazionali» (4296);
GIANNI: «Istituzione di zone franche produttive nei siti contaminati di interesse nazionale» (4297);
SBAI: «Modifiche al testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, riguardanti la disciplina del permesso di soggiorno e l'istituzione della Consulta permanente per l'integrazione» (4298).

Saranno stampate e distribuite.

Annunzio di un disegno di legge.

In data 19 aprile 2011 è stato presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge:
dai ministri dell'economia e delle finanze, per le riforme per il federalismo, per la semplificazione normativa e per i rapporti con le regioni e per la coesione territoriale:
«Proroga dei termini per l'esercizio della delega di cui alla legge 5 maggio 2009, n. 42, in materia di federalismo fiscale» (4299).

Sarà stampato e distribuito.

Adesione di deputati a proposte di legge.

La proposta di legge PAOLO RUSSO: «Istituzione della festa nazionale del 17 marzo per la celebrazione della proclamazione dell'Italia unita» (229) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Graziano.
La proposta di legge D'ANNA ed altri: «Disposizioni per l'equiparazione dello status giuridico ed economico dei laureati specializzandi medici e non medici che afferiscono alle scuole di specializzazione di area sanitaria» (3770) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Mosca.
La proposta di legge CAPARINI ed altri: «Modifiche agli articoli 61 e 640 del codice penale, concernenti l'introduzione di una circostanza aggravante per i reati commessi in danno di persona che abbia compiuto il sessantacinquesimo anno di età» (3924) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Beccalossi.

Modifica del titolo di una proposta di legge.

La proposta di legge n. 3973, d'iniziativa del deputato GARAGNANI, ha assunto il seguente titolo: «Disposizioni in materia di insegnamento della storia nel secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione».

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

I Commissione (Affari costituzionali):
LUCIANO DUSSIN: «Modifica all'articolo 3 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, in materia di durata di validità della carta d'identità, nonché disposizioni in materia di iscrizione degli stranieri nell'anagrafe della popolazione residente» (4229) Parere delle Commissioni II e V.

II Commissione (Giustizia):
MAGGIONI ed altri: «Modifiche agli articoli 1130 e 2770 del codice civile e all'articolo 63 delle disposizioni per l'attuazione del codice civile, in materia di amministrazione dei condominii e dei relativi crediti» (4139) Parere della I Commissione;
LUPI e SCALERA: «Modifiche all'articolo 5 della legge 4 maggio 1983, n. 184, in materia di affidamento dei minori, e all'articolo 433 del codice civile, concernente le persone obbligate alla prestazione degli alimenti» (4279) Parere delle Commissioni I, V e XII.

VI Commissione (Finanze):
CECCACCI RUBINO ed altri: «Modifica alla tabella A allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, in materia di aliquota agevolata dell'imposta sul valore aggiunto relativa alle opere artistiche e letterarie vendute per la prima volta direttamente dall'autore» (4197) Parere delle Commissioni I, V, VII e XIV.

VII Commissione (Cultura):
GARAGNANI: «Disposizioni in materia di insegnamento della storia nel secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione» (3973) Parere delle Commissioni I, V e XI.

IX Commissione (Trasporti):
JANNONE: «Modifica degli allegati II e IV al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 196, concernente l'istituzione di un sistema comunitario di monitoraggio e di informazione sul traffico navale, in attuazione della direttiva 2011/15/UE della Commissione, del 23 febbraio 2011» (4237) Parere delle Commissioni I, III, V, VIII e XIV.

XII Commissione (Affari sociali):
LAFFRANCO: «Disciplina della professione di educatore di asilo nido e istituzione del relativo albo professionale» (4199) Parere delle Commissioni I, II, V, VII, XI, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e XI (Lavoro):
MOFFA e VINCENZO ANTONIO FONTANA: «Disposizioni relative al personale non dirigente in posizione di comando o fuori ruolo nonché ai titolari di incarichi di funzione dirigenziale presso la Presidenza del Consiglio dei ministri» (4173) Parere della V Commissione.

Trasmissione dal Presidente del Consiglio dei ministri.

Il Presidente del Consiglio dei ministri, con lettera in data 13 aprile 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 25 febbraio 1999, n. 66, il rapporto informativo sull'attività svolta dall'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo, riferito all'anno 2010 (doc. LXXV. n. 4).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla IX Commissione (Trasporti).

Trasmissione dalla Corte dei conti.

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 18 aprile 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Ente nazionale di previdenza e assistenza dei medici e degli odontoiatri (ENPAM), per gli esercizi 2008 e 2009. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 299).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla XI Commissione (Lavoro).

Trasmissione dal ministro della giustizia.

Il ministro della giustizia, con lettera in data 18 aprile 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 20, ultimo comma, della legge 26 luglio 1975, n. 354, e successive modificazioni, la relazione sull'attuazione delle disposizioni di legge relative al lavoro dei detenuti, per l'anno 2010 (doc. CXVIII, n. 3).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla II Commissione (Giustizia).

Trasmissione dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato.

Il presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, con lettera in data 20 aprile 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 21 della legge 10 ottobre 1990, n. 287, una segnalazione in merito all'articolo 10 del decreto legislativo 11 febbraio 1998, n. 32, recante «Razionalizzazione del sistema di distribuzione dei carburanti, a norma dell'articolo 4, comma 4, lettera c), della legge 15 marzo 1997, n. 59».

Questa documentazione è trasmessa alla X Commissione (Attività produttive).

Trasmissione dal difensore civico della Basilicata.

Il difensore civico della Basilicata, con lettera in data 14 aprile 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 16, comma 2, della legge 15 maggio 1997, n. 127, la relazione sull'attività svolta dallo stesso difensore civico relativa all'anno 2010 (doc. CXXVIII, n. 32).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla I Commissione (Affari costituzionali).

Richiesta di un parere parlamentare su atti del Governo.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 20 aprile 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 2 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di adeguamento ed armonizzazione dei sistemi contabili (359).

Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla V Commissione (Bilancio).

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Iniziative normative in materia di prevenzione degli incidenti sul lavoro, anche con riferimento alle piccole e medie imprese - 3-01600

MELCHIORRE e TANONI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
all'indomani della pronuncia della sentenza di condanna della corte d'assise di Torino nei confronti degli amministratori e dirigenti della Thyssen-Krupp per la morte di 7 operai avvenuta il 6 dicembre 2007 e a seguito della sciagura occorsa negli stabilimenti della Saras di Cagliari, si è riacceso a livello politico e parlamentare il dibattito in merito alla sicurezza del lavoro nel nostro Paese, in relazione all'adeguatezza dell'apparato sanzionatorio (anche in relazione alle pene principali e accessorie), alla congruità e al coordinamento del sistema dei controlli e all'armonizzazione della tecnologia nella produzione con i costi per la sicurezza per le aziende;
la sentenza di condanna per i fatti verificatisi presso gli stabilimenti della Thyssen-Krupp rivela che lo strumento sanzionatorio può risolversi in pene anche molto severe, ma anche che quest'ultimo rimane comunque estrema ratio nel contrasto dell'illiceità connessa alle violazioni delle misure di sicurezza sul lavoro rispetto alla prevenzione;
è, infatti, presumibile che, a seguito del riconoscimento, seppur ancora in primo grado, di responsabilità penali gravi anche nei confronti di manager o comunque soggetti apicali che fino a ieri delegavano le politiche della sicurezza ai responsabili di stabilimento, le aziende più grandi saranno in grado di studiare e di dotarsi opportunamente di modelli di organizzazione del lavoro più articolati e sicuri, in tale direzione sostenendo, altrettanto opportunamente, costi superiori, mentre non è certo che le imprese medio-piccole, che le statistiche continuano a segnalare come a più alto rischio segnatamente in alcuni settori (edili, agricole e in subappalto), anche di fronte alla gravità di incorrere in sanzioni molto pesanti, miglioreranno i loro standard di sicurezza con il rischio di nuove tragedie -:
se il Ministro interrogato, come anticipato da notizie di stampa, intenda operare sul fronte della prevenzione attraverso iniziative normative, anche di natura costituzionale, garantendo l'incisività e l'affidabilità dei controlli e sollecitando la prevenzione anche da parte delle imprese medio-piccole. (3-01600)

Iniziative per una adeguata tutela e una corretta informazione a favore dei risparmiatori in relazione all'acquisto di titoli azionari - 3-01601

REGUZZONI, LUSSANA, LUCIANO DUSSIN, FOGLIATO, MONTAGNOLI, ALESSANDRI, ALLASIA, BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BUONANNO, CAL LEGARI, CAPARINI, CAVALLOTTO, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, DAL LAGO, D'AMICO, DESIDERATI, DI VIZIA, DOZZO, GUIDO DUSSIN, FAVA, FEDRIGA, FOLLEGOT, FORCOLIN, FUGATTI, GIDONI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, ISIDORI, LANZARIN, MAGGIONI, MOLGORA, LAURA MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MUNERATO, NEGRO, PAOLINI, PASTORE, PINI, PIROVANO, POLLEDRI, RAINIERI, RIVOLTA, RONDINI, SIMONETTI, STEFANI, STUCCHI, TOGNI, TORAZZI, VANALLI e VOLPI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
i giudici della seconda sezione penale del tribunale di Milano hanno pronunciato il 18 aprile 2011 una sentenza di assoluzione per le quattro banche Morgan Stanley, Bank of America, Citigroup e Deutsche Bank, accusate di aggiotaggio nell'ambito delle operazioni finanziarie che hanno determinato il crack Parmalat;
le accuse dalle quali le banche sopra citate sono state assolte sono quelle di aver manipolato le comunicazioni al mercato per sostenere i prezzi delle azioni e delle obbligazioni emesse da Parmalat, in cambio di elevate commissioni, per le quali i pubblici ministeri di Milano avevano chiesto la confisca di 120 milioni di euro;
per gli stessi fatti per i quali è stata pronunciata assoluzione per i vertici delle banche coinvolte sono state pronunciate sentenze di segno opposto nei confronti dei vertici di Parmalat: si ricorda, in particolare, l'emissione di bond per 350 milioni di euro organizzato da Deutsch Bank e comunicato al mercato nel novembre 2003, molti mesi dopo il collocamento, per evitare il crollo delle azioni, o l'emissione da 500 milioni di Parmalat Brasile;
nel contesto dei medesimi fatti per i quali è stata pronunciata l'assoluzione, altri istituti di credito quali Nextra e Ubs, hanno patteggiato una sanzione di 500 mila euro e una confisca di un milione di euro per ciascuno dei manager imputati;
la sentenza citata rischia di assumere, a parere degli interroganti, una rilevanza assai negativa per i risparmiatori che si sono affidati ad istituti di credito, che non hanno fornito comunicazioni corrette sulle reali condizioni della società emittente, e suscita perplessità anche per la sua contraddittorietà rispetto ad altre pronunce sulla medesima vicenda;
in particolare, la sentenza inciderà pesantemente sui risarcimenti per coloro che non hanno aderito a transazioni comunque assai penalizzanti;
con la sentenza in esame sembra ripetersi, secondo gli interroganti, la beffa subita dai risparmiatori che, consigliati da istituti di credito, hanno acquistato le azioni di Alitalia, di Cirio o i famigerati bond argentini, per ritrovarsi poi con dei «titoli spazzatura»;
la frequenza con la quale si sono determinate situazioni, come quelle da ultimo citate, evidenzia gravi mancanze da parte degli organi di vigilanza e rende evidente la necessità di porre in essere strumenti di tutela più efficaci, in grado di garantire l'affidamento dei risparmiatori verso il sistema bancario, anche in considerazione dell'importanza primaria che nel nostro Paese riveste il risparmio privato per il rispetto degli equilibri di finanza pubblica imposti dall'Unione europea -:
se, alla luce di quanto sopra illustrato, il Ministro interrogato abbia assunto o intenta assumere iniziative, anche normative, volte a rendere più efficaci gli interventi degli organi preposti alla vigilanza dei mercati, nonché ad imporre obblighi più stringenti per i collocatori, per garantire una corretta informazione agli investitori, in particolare a quelli più deboli, quali i piccoli risparmiatori, che non possono autonomamente attingere ad informazioni sulla reale situazione della società emittente. (3-01601)

Iniziative in relazione al manifesto affisso il 15 aprile 2011 a Milano recante le parole «Via le Br dalle Procure» - 3-01602

MANTINI, RAO, RIA, GALLETTI, COMPAGNON, CICCANTI, NARO, VOLONTÈ, TASSONE, SCANDEREBECH, OCCHIUTO e LIBÈ. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il 15 aprile 2011 a Milano, negli spazi riservati alla propaganda elettorale, è stato affisso dall'«Associazione dalla parte della democrazia» un manifesto con scritta bianca su sfondo rosso recante la dicitura «Via le Br dalle Procure»;
altri manifesti simili nei toni erano apparsi nei giorni scorsi, sempre negli spazi riservati alla propaganda elettorale, su iniziativa di candidati alle elezioni amministrative di Milano appartenenti alle forze politiche dell'attuale maggioranza di Governo;
presidente onorario dell'associazione è l'avvocato Roberto Lassini, candidato nella lista del Popolo della Libertà per le prossime elezioni comunali di Milano, iscritto dalla procura di Milano nel registro degli indagati con l'accusa di vilipendio all'ordine giudiziario, insieme ad altre due persone, dopo l'intervista a Il Giornale, in cui rivendicava la responsabilità politica del manifesto;
sarebbero in corso accertamenti per individuare altri presunti responsabili anche in relazione a un altro manifesto, dove c'era scritto «Toghe rosse ingiustizia per tutti»;
nonostante l'ignobile provocazione, Roberto Lassini non ha manifestato alcuna intenzione di ritirare la sua candidatura dalla lista del Popolo della Libertà per l'elezioni comunali di Milano;
nell'intervista rilasciata a Il Giornale sul contenuto del manifesto incriminato Lassini ha affermato di ritenere che «i militanti abbiano fatto una sintesi dell'espressione» del Presidente del Consiglio dei ministri, che ha parlato di brigatismo giudiziario;
l'episodio conferma il degradante clima e la degenerazione che sta assumendo lo scontro istituzionale e politico-parlamentare che si sta vivendo, anche a causa di quelle che secondo gli interroganti rappresentano reiterate norme punitive nei confronti della magistratura e di favore nei confronti dei processi riguardanti il Presidente del Consiglio dei ministri;
il manifesto rappresenta un oltraggio a tutti i caduti, magistrati e non, per mano di terroristi;
il 9 maggio 2011 si celebrerà al Quirinale il «Giorno della memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice» -:
se non ritenga opportuno accogliere l'istanza che si leva da più parti alla moderazione sulla giustizia, riaffermando nel contempo la più netta condanna per l'ignobile manifesto di Milano. (3-01602)

Elementi e iniziative in merito ai dati relativi alle entrate provenienti dal canone RAI per l'anno 2010 - 3-01603

TOTO, DELLA VEDOVA e PERINA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
secondo i dati forniti dal bollettino del dipartimento delle finanze del Ministero dell'economia e delle finanze, le entrate per il 2010 derivanti dall'imposta sulla detenzione di apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni - come definita dall'articolo 1 del regio decreto-legge 21 febbraio 1938, n. 246, e comunemente indicata come «canone Rai» - si sono attestate a 938 milioni di euro, rispetto ai 1,5 miliardi di euro raccolti nel 2009 (meno 37 per cento circa);
se venisse confermato, il significativo calo delle entrate porrebbe seriamente a rischio la già difficile tenuta economica della Rai e chiamerebbe l'amministrazione e presumibilmente il Governo ad interventi di natura straordinaria sulla gestione;
con una propria dichiarazione alla stampa, il direttore generale della Rai-Radiotelevisione italiana, dottor Mauro Masi, ha smentito i dati del Ministero dell'economia e delle finanze, fornendo un dato sulle entrate in leggera crescita rispetto al 2009 (più 15 milioni di euro), sottolineando che «le apparenti diversità promanano esclusivamente da banali problematiche di natura contabile»;
l'entità della differenza tra i due dati forniti non può essere ascritta alla categoria delle discrepanze contabili o statistiche, ma segnala una preoccupante opacità nei conti dell'azienda televisiva di Stato, cui è opportuno porre rimedio nell'interesse dell'azienda, dei suoi lavoratori, dei suoi fornitori e, soprattutto, dei cittadini, nella loro veste di fruitori del servizio pubblico erogato dalla Rai e in qualità di contribuenti;
i limiti di affollamento pubblicitario cui è soggetta la Rai, molto più rigorosi rispetto a quelli gravanti sull'emittenza privata (articolo 8 della legge n. 223 del 1990, poi confermato dal testo unico della radiotelevisione, di cui al decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177; articolo 10 del decreto del Presidente della Repubblica del 28 marzo 1994), limitano la raccolta pubblicitaria dell'azienda, escludendola, di fatto, dalla competizione sul mercato delle inserzioni commerciali e rendendola dipendente dall'andamento delle entrate del canone;
l'ipotesi più volte prospettata per contrastare l'evasione del canone, vale a dire l'inserimento dell'imposta nella bolletta elettrica, basandosi sul contestabile presupposto che l'uso dell'energia elettrica implichi la detenzione di un apparecchio atto o adattabile alla ricezione di radioaudizioni, presenta più di un profilo problematico sul piano giuridico, oltre a prefigurare una complessa inversione dell'onere della prova per quanti, pur disponendo di un contratto di fornitura dell'energia elettrica, non dispongano di un apparecchio radiotelevisivo;
il cambiamento radicale nel mercato televisivo verificatosi nei decenni, dal momento dell'istituzione del canone televisivo nel 1938 ad oggi, impone di ripensare il metodo di finanziamento della Rai, anche alla luce delle esperienze di quei Paesi europei nei quali le tv pubbliche si sostengono interamente con gli introiti pubblicitari -:
se i dati forniti dal bollettino del dipartimento delle finanze del Ministero dell'economia e delle finanze relativamente alle entrate per il 2010 derivanti dall'imposta sulla detenzione di apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni - comunemente indicata come «canone Rai» - siano confermati e, nel caso, quali misure il Governo intenda adottare per evitare che il calo delle entrate comprometta gli equilibri finanziari e l'operatività della Rai-Radiotelevisione italiana. (3-01603)

Tempi di adozione del provvedimento correttivo del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, in materia di incentivi per l'energia prodotta da fonti rinnovabili - 3-01604

BERSANI, REALACCI, FRANCESCHINI, MARAN, VENTURA, VILLECCO CALIPARI, LENZI, QUARTIANI, GIACHETTI, MARIANI, LULLI, BENAMATI, BOCCI, BRAGA, BRATTI, ESPOSITO, GINOBLE, IANNUZZI, MARANTELLI, MARGIOTTA, MORASSUT, MOTTA, VIOLA, COLANINNO, FADDA, FRONER, MARCHIONI, MARTELLA, MASTROMAURO, PELUFFO, PORTAS, SANGA, SCARPETTI, VICO, ZUNINO, BINDI, BELLANOVA, BERRETTA, BOFFA, BORDO, BRANDOLINI, CAPODICASA, CARDINALE, CARELLA, CAUSI, CECCUZZI, CENNI, CODURELLI, D'ALEMA, DE BIASI, DE PASQUALE, FARINONE, FERRARI, FIANO, FIORONI, FLUVI, GATTI, GHIZZONI, GIOVANELLI, GNECCHI, GOZI, LARATTA, LO MORO, LOSACCO, LOVELLI, MADIA, MARCHI, CESARE MARINI, MATTESINI, MIGLIOLI, MIOTTO, MISIANI, MOGHERINI REBESANI, MURER, NANNICINI, NARDUCCI, PEDOTO, PES, PISTELLI, PIZZETTI, ROSSA, RUBINATO, RUGGHIA, ANTONINO RUSSO, SAMPERI, SCHIRRU, SERENI, SERVODIO, SIRAGUSA, STRIZZOLO, TENAGLIA, TIDEI, TOCCI, TOUADI, TRAPPOLINO, TULLO, VANNUCCI, VASSALLO, VELO, RIGONI, ROSSOMANDO, VERINI, MARCO CARRA, GRAZIANO, NACCARATO, BUCCHINO, GASBARRA, ZUCCHI, BOSSA, RAMPI e LUCÀ. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
i prevedibili effetti perversi prodotti dal decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, in materia di incentivi alle fonti rinnovabili, si stanno rivelando in tutta la loro gravità, generando incertezza e un drammatico arresto della crescita delle fonti rinnovabili in Italia. In particolare, gli effetti del provvedimento colpiscono mortalmente il vasto comparto produttivo legato al settore del fotovoltaico, che attualmente è uno dei settori più vitali e a più forte crescita industriale e tecnologica del Paese;
tale decreto legislativo avrebbe dovuto riformare gli incentivi in modo da centrare gli obiettivi europei, che per il nostro Paese prevedono il raggiungimento del 17 per cento di fonti rinnovabili sul consumo energetico finale al 2020 e che sono stati recepiti dal piano di azione nazionale che il Governo italiano ha inviato a Bruxelles;
in realtà il decreto legislativo, se da un lato non recepisce nessuna delle numerosissime condizioni poste nei pareri resi all'unanimità dalle commissioni competenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, dall'altro lato getta nella totale incertezza l'intero settore delle rinnovabili e ha già bloccato tutti gli investimenti in essere, disponendo l'anticipazione al 31 maggio 2011 della scadenza, inizialmente prevista al 31 dicembre 2013, del terzo conto energia sul fotovoltaico e rimandando a un decreto del Ministro interrogato, da emanarsi di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare entro il 30 aprile 2011, la definizione del IV conto energia, ossia degli incentivi di cui potrà usufruire il settore delle rinnovabili;
in generale, l'approvazione del decreto legislativo ha suscitato da subito un diffuso ed elevatissimo allarme in tutte le associazioni di imprenditori del settore delle rinnovabili (tra cui Anev, Aper, Anie-Gifi, Assosolare, Asso energie future) e nella stragrande maggioranza delle imprese, tanto che, nelle ore immediatamente precedenti l'approvazione del decreto legislativo, il Governo ha ricevuto decine di migliaia di e-mail di protesta; Gifi-Anie, associata a Confindustria, ha denunciato che sono a rischio 40 miliardi di euro di investimenti programmati, con conseguenti gravi effetti per l'occupazione del settore; il sistema bancario ha già annunciato la sospensione dei finanziamenti;
il settore delle rinnovabili in questo periodo di crisi economica è stato tra i pochi che, in controtendenza, ha aumentato l'occupazione. Secondo le stime di Asso energie future sono circa 120.000 coloro che direttamente o indirettamente sono occupati nel settore del fotovoltaico, mentre secondo la Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa sono circa 85.000 le imprese coinvolte nel settore delle fonti rinnovabili;
il Ministro interrogato, l'8 marzo 2011, ha dichiarato che entro il 20 marzo 2011 avrebbe emanato il nuovo decreto sul IV conto energia, in maniera da chiarire e risolvere i gravi problemi di certezza giuridica aperti dal decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28;
la Camera dei deputati, il 16 marzo 2011, ha approvato all'unanimità una mozione a prima firma Franceschini, in cui si impegna il Governo a tener conto, nell'ambito delle norme del IV conto energia, delle indicazioni emerse dal Parlamento e della grande valenza economica del settore; in particolare il Governo è impegnato:
a) a non lasciare nell'incertezza tutto il settore delle energie rinnovabili e ad anticipare l'emanazione del decreto ministeriale di cui all'articolo 25 del decreto legislativo di recepimento della direttiva 2009/28/CE, entro la prima decade di aprile del 2011 (termine, peraltro, già non rispettato);
b) a fare salvi gli investimenti che siano stati avviati sulla base del precedente quadro normativo di incentivazione, ristabilendo un orizzonte di certezza sull'ammontare degli incentivi di cui beneficiano le imprese e che assicurano il rimborso dei finanziamenti bancari, interpretando il riferimento «all'entrata in esercizio degli impianti», contenuto nel decreto legislativo approvato, nel senso dell'effettiva produzione di energia elettrica, anche indipendentemente dall'allaccio alla rete elettrica;
c) a prevedere che i necessari «aggiustamenti», ossia la tendenziale riduzione nel tempo degli incentivi per le fonti rinnovabili, tengano in debito conto i congrui tempi di transizione, al fine di garantire gli investimenti effettuati dalle imprese del settore;
d) a rendere ancor più trasparente l'impatto di tutte le agevolazioni dei costi dell'energia elettrica di famiglie e imprese;
e) a determinare gli incentivi previsti in modo tale da armonizzarli con il livello di incentivazione adottato nei principali Paesi dell'Unione europea;
f) ad assumere iniziative per definire un sistema di incentivazione che garantisca nel nostro Paese una prospettiva di crescita di lungo termine per il settore fotovoltaico, che consenta un maggior radicamento nell'economia reale e favorisca le ricadute positive sul sistema produttivo nazionale;
g) nella rideterminazione del sistema di incentivi per il fotovoltaico, a tenere in considerazione, oltre alla loro sostenibilità, gli investimenti già effettuati per la realizzazione di impianti fotovoltaici, l'esigenza di accrescere l'efficienza energetica nell'edilizia e l'opportunità di prevedere meccanismi di adeguamento del livello dell'incentivo alle dinamiche dei costi delle tecnologie e degli impianti e a prevedere, altresì, una modulazione in riduzione degli incentivi, secondo la maggiore potenza degli impianti;
h) nell'ambito della quantificazione delle tariffe incentivanti, a favorire la realizzazione di impianti integrati su edifici e manufatti, salvaguardando il territorio agricolo dalle speculazioni;
i) nella definizione dei nuovi incentivi, a mantenere un adeguato sostegno al settore delle energie rinnovabili, con una progressiva riduzione degli incentivi fino al raggiungimento della grid party in linea con la progressiva riduzione dei costi di produzione del kilowattora da fonti rinnovabili;
l) a favorire, nell'ambito delle bioenergie, la filiera corta attraverso il ricorso agli impianti di piccola taglia e l'utilizzo di materie prime provenienti dal territorio, nonché, nella rimodulazione degli incentivi, a favorire gli investimenti degli enti pubblici e la produzione destinata all'autoconsumo;
m) a sostenere la ricerca e lo sviluppo dei processi di industrializzazione delle nuove tecnologie del settore fotovoltaico;
n) per quanto riguarda le fonti tradizionali, ad assumere iniziative per porre definitivamente fine al sistema di incentivazione tariffaria, noto come CIP6, di cui alla delibera del Comitato interministeriale prezzi n. 6 del 29 aprile 1992;
o) ad adottare misure che responsabilizzino il Gestore della rete elettrica, al fine di assicurare tempi contenuti e certi per l'allaccio alla rete elettrica;
p) a valutare l'opportunità, in prospettiva, di ridurre la soglia di potenza degli impianti, oltre la quale può essere adottato il sistema delle aste a ribasso, fissata dal decreto legislativo in 5 megawatt, ai fini di uno sviluppo del settore basato su meccanismi reali di mercato;
lo scopo di tale mozione è di evitare che il Governo proceda di nuovo a varare norme su una materia così importante per il futuro del Paese, ignorando gli indirizzi proposti dal Parlamento;
dopo le imprese del settore, le banche e il Parlamento, il «decreto rinnovabili» preoccupa anche la Commissione europea, che, attraverso il Commissario per l'energia, Guenther Oettinger, ha scritto un'allarmata lettera al Ministro interrogato, in cui afferma che «le modifiche alla disciplina degli incentivi per le rinnovabili che compromettono direttamente o indirettamente investimenti in corso sollevano serie preoccupazioni tra gli investitori, sia nazionali che internazionali. Le conseguenze di tali modifiche sugli investimenti nel settore europeo delle rinnovabili destano la mia preoccupazione»;
il Commissario europeo avverte che «l'Italia è tenuta a raggiungere la quota del 17 per cento dei consumi finali lordi di energia da fonti rinnovabili entro l'anno 2020. (...) Risulta perciò fondamentale che il Governo italiano crei quanto prima un quadro interno d'incentivazione chiaro, stabile e prevedibile per garantire lo sviluppo delle rinnovabili, senza correre il rischio che i necessari investimenti privati siano rimandati e diventino più costosi, ostacolando cosi il raggiungimento del suddetto obiettivo»;
sempre secondo il Commissario europeo, «le modifiche che alterano il ritorno finanziario dei progetti esistenti rischiano di violare principi generali di diritto nazionale e comunitario, ma soprattutto di compromettere la stabilità degli investimenti nel settore, con possibili ripercussioni sulla ripresa economica»; con tali affermazioni il Commissario europeo conferma che il decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, e il IV conto energia sono retroattivi, con il rischio di mettere in ginocchio un settore economico e sociale importante -:
quando il Governo intenda assumere le necessarie iniziative volte ad emanare il provvedimento correttivo, adeguandosi pienamente agli indirizzi proposti a più riprese dal Parlamento. (3-01604)

Chiarimenti in merito all'ambito di attività della figura del biologo nutrizionista - 3-01605

D'ANNA. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
con interrogazione a risposta immediata in Commissione affari sociali n. 5-03829, presentata il 17 novembre 2010 dai deputati D'Anna e Barani, è stato chiesto al Governo di conoscere le ragioni per le quali il parere del Consiglio superiore di sanità, reso in data 15 dicembre 2009, relativo allo svolgimento di attività in materia di nutrizione, non fosse stato ufficialmente reso noto dal Ministero della salute;
intervenendo nella seduta della Commissione affari sociali del 18 novembre 2010, il Sottosegretario Roccella ha chiarito che il Ministero della salute aveva ritenuto di non diffondere il richiamato parere per la posizione assunta rispetto ai soggetti che svolgono la professione di dietista che non potrebbero svolgere la propria attività al di fuori di strutture del servizio sanitario nazionale ed in collaborazione con il medico;
il richiamato parere del Consiglio superiore di sanità distingueva peraltro la posizione del medico, del biologo e del dietista;
in particolare, con riferimento ai biologi, il parere ha chiarito che essi possono «elaborare e determinare diete nei confronti sia di soggetti sani, sia di soggetti cui è stata diagnosticata una patologia, solo previo accertamento delle condizioni fisio-patologiche effettuate dal medico-chirurgo» e che «il biologo può autonomamente elaborare profili nutrizionali al fine di proporre alla persona che ne fa richiesta un miglioramento del proprio stato di benessere, quale orientamento nutrizionale finalizzato al miglioramento dello stato di salute», potendo, in tale ambito «suggerire o consigliare integratori alimentari, stabilendone o indicandone anche le modalità di assunzione»;
nella richiamata seduta della Commissione affari sociali gli interroganti si sono dichiarati solo parzialmente soddisfatti per la risposta ottenuta dal rappresentante del Governo, richiamando l'esigenza di una semplificazione del quadro normativo;
la sentenza del tribunale di Roma n. 3527 del 2011, pronunciata in riferimento ad una causa per diffamazione intentata dall'Ordine nazionale dei biologi rispetto ad affermazioni apparse sulla stampa relative alla facoltà per i biologi nutrizionisti di prescrivere diete e ritenute diffamanti, richiamando anche il citato parere del Consiglio superiore di sanità, sembra avallare un'interpretazione restrittiva dell'attività del biologo nutrizionista, attraverso una distinzione prevalentemente di carattere lessicale tra la «prescrizione» e la semplice «elaborazione» delle diete;
l'articolo 3, primo comma, lettera b), della legge 24 maggio 1967, n. 396, specifica che, tra gli altri, forma oggetto della professione di biologo la «valutazione dei bisogni nutritivi ed energetici dell'uomo, degli animali e delle piante» -:
se il Ministro interrogato intenda chiarire l'ambito di svolgimento dell'attività del biologo nutrizionista, anche in relazione alle circostanze richiamate nella premessa, e se intenda adottare iniziative normative o interpretative in materia.
(3-01605)

Iniziative in materia di controlli sulle importazioni di alimenti e materie prime provenienti dal Giappone, al fine di tutelare la salute dei cittadini e garantire un'adeguata informazione - 3-01606

ROTA, PALAGIANO, MURA, DONADI, BORGHESI, EVANGELISTI, PIFFARI e CIMADORO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
in conseguenza dell'incidente nucleare giapponese del marzo 2011, l'Unione europea ha cominciato ad attivarsi al fine di realizzare un sistema comune di allerta rapido e la stessa Russia ha deciso nuove analisi al fine di verificare la presenza di radioattività proveniente dal Giappone;
il problema sanitario e ambientale, viste le caratteristiche proprie dell'inquinamento nucleare, non si può affrontare solo con un innalzamento del livello di attenzione e di monitoraggio limitato nel tempo;
seppure attualmente la situazione in Europa si può ancora definire sotto controllo, il vero problema è cosa succederà nel medio-lungo periodo. E ciò anche in considerazione del fatto che la situazione dei reattori nucleari giapponesi non è affatto ancora sotto controllo e che ci vorranno ancora diverse settimane per la loro stabilizzazione;
dopo oltre un mese i maggiori esperti mondiali non sono ancora riusciti a bloccare la fuoriuscita di materiale radioattivo e, soprattutto, non sono in grado di valutare con una certa precisione la possibile evoluzione;
attualmente il Governo giapponese ha portato la sua valutazione della gravità dell'incidente alla centrale nucleare di Fukushima al livello massimo di 7 della scala internazionale, finora raggiunto solo dall'incidente di Chernobyl del 1986, e nessuno è attualmente in grado di escludere la possibilità che nel prossimo periodo le radiazioni nucleari superino quelle della centrale nucleare ucraina;

la maggior parte dei radionuclidi fuoriusciti dalla centrale giapponese arriva sull'Europa con un effetto ancora per il momento trascurabile dal punto di vista dell'inquinamento atmosferico;
la stessa cosa, però, non si può dire dal punto di vista della possibile presenza di cibi contaminati dalla radioattività, in conseguenza sia del fatto che quotidianamente vengono importati direttamente o indirettamente alimenti e materie prime da quella regione, sia del rischio più che concreto che il livello di radioattività a livello atmosferico nel futuro potrebbe essere destinato ad aumentare, con inevitabili depositi sul terreno di particelle radioattive e ricadute evidenti sulla salute pubblica;
ancora non si hanno notizie precise sull'evoluzione dell'evento e sull'andamento della meteorologia, così come non si è a conoscenza delle misurazioni e dei dati in possesso dell'Ispra;
si ricorda che in tutta la fase subito successiva all'incidente alla centrale nucleare di Chernobyl del 1986, l'Istituto superiore di sanità cominciò fin da subito a fornire informazioni chiare e conseguenti raccomandazioni di carattere alimentare, ma anche di comportamento;
fortunatamente non si è ancora in una situazione paragonabile a quella del 1986, ma è chiaro che è indispensabile sia rivedere in maniera radicale l'intero sistema dei controlli, al fine di tutelare la salute dei cittadini, sia programmare un efficace e costante programma di informazione puntuale ai cittadini;
è evidente che la soluzione più saggia dovrebbe essere, a parere degli interroganti, quella di un totale ripensamento del nostro Paese - come sta già avvenendo in diversi Stati - e la sua uscita dallo scellerato programma di produzione di energia nucleare;
il 12 e il 13 giugno 2011 si voterà per il referendum promosso dall'Italia dei Valori contro il nucleare, al fine di abrogare proprio la normativa che intende dare il via libera alla realizzazione di centrali nucleari sul territorio nazionale -:
al di là del necessario coordinamento con gli altri Stati membri dell'Unione europea in materia di controlli sanitari conseguenti al disastro nucleare del Giappone, quali iniziative a livello nazionale il Ministro interrogato abbia finora attivato e se non ritenga di intensificare un programma di controllo sulle importazioni provenienti direttamente o indirettamente dalle aree di cui in premessa, al fine di garantire e tutelare la salute dei cittadini, prevedendo, altresì, un opportuno programma di informazione alla popolazione.
(3-01606)

Iniziative per una maggiore efficienza del sistema del soccorso di emergenza - 3-01607

BALDELLI, DE NICHILO RIZZOLI e BARANI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
è noto che sul trasporto e sulla rete di emergenza sono presenti alcune criticità, tra cui la difficoltà di integrazione del sistema territoriale con gli altri servizi quali quelli forniti dai medici di continuità assistenziale, di medicina generale e dei pediatri di libera scelta;
esiste una difformità territoriale nell'organizzazione del sistema di trasporto;
il sistema del soccorso di emergenza, nonostante la sua importanza e le cospicue risorse utilizzate in termini di uomini e mezzi, si presenta ancora frazionato nei singoli ambiti regionali e spesso risulta utilizzato in modo non appropriato (ad esempio, chiamate al numero 118 non motivate da necessità sanitarie e iper-afflusso ai pronto soccorso);
servirebbe migliorare la fase dell'integrazione tra i servizi ospedalieri e quelli territoriali -:
quali siano le iniziative che il Ministro interrogato intenda intraprendere per rispondere alle problematiche ancora non risolte del sistema dell'emergenza/urgenza. (3-01607)