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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di mercoledì 22 giugno 2011

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 22 giugno 2011.

Alessandri, Angelino Alfano, Bindi, Bonaiuti, Bongiorno, Bossi, Brambilla, Brugger, Brunetta, Caparini, Carfagna, Casero, Catone, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cossiga, Crimi, Crosetto, D'Alema, Dal Lago, Donadi, Fassino, Fava, Fitto, Franceschini, Frattini, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giro, La Russa, Leone, Lo Monte, Lombardo, Lupi, Mantovano, Maroni, Martini, Melchiorre, Meloni, Miccichè, Migliavacca, Leoluca Orlando, Polidori, Prestigiacomo, Ravetto, Reguzzoni, Rigoni, Roccella, Romani, Romano, Rosso, Rotondi, Saglia, Sardelli, Stefani, Stucchi, Tabacci, Tremonti, Vito, Volontè.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta)

Alessandri, Angelino Alfano, Antonione, Bindi, Bonaiuti, Bongiorno, Bossi, Brambilla, Brugger, Brunetta, Caparini, Carfagna, Casero, Catone, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cossiga, Crimi, Crosetto, D'Alema, Dal Lago, Donadi, Fassino, Fava, Fitto, Franceschini, Frattini, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giro, La Russa, Leone, Lo Monte, Lombardo, Lupi, Mantovano, Maroni, Martini, Melchiorre, Meloni, Miccichè, Migliavacca, Leoluca Orlando, Polidori, Prestigiacomo, Ravetto, Reguzzoni, Rigoni, Roccella, Romani, Romano, Rotondi, Saglia, Sardelli, Stefani, Stucchi, Tabacci, Tremonti, Vernetti, Vito.

Annunzio di proposte di legge.

In data 21 giugno 2011 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
BITONCI: «Modifiche ai decreti legislativi 31 dicembre 1992, n. 545 e n. 546, in materia di incompatibilità, di astensione e ricusazione nonché di formazione professionale dei componenti delle commissioni tributarie» (4437);
LEVI ed altri: «Modifica all'articolo 5 del decreto-legge 1o settembre 2008, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2008, n. 169, concernente la disciplina dell'adozione dei libri di testo nella scuola primaria e nella scuola secondaria di primo e di secondo grado» (4438);
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE BERSANI ed altri: «Modifica all'articolo 133 della Costituzione, in materia di mutamento delle circoscrizioni provinciali e di soppressione delle province, nonché norme per la costituzione delle città metropolitane e il riassetto delle province» (4439);
MARINELLO: «Modifiche agli articoli 182 e 190 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, in materia di circolazione dei velocipedi e di comportamento di pedoni, corridori e podisti» (4440);
DI STANISLAO: «Modifica all'articolo 1, comma 563, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, concernente l'applicazione dei benefìci in favore delle vittime del dovere» (4441);
ANTONINO RUSSO ed altri: «Modifiche all'articolo 5-bis del decreto-legge 1o settembre 2008, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2008, n. 169, concernente le graduatorie ad esaurimento per l'assunzione dei docenti, nonché disposizioni in materia di giurisdizione sulle relative controversie» (4442).

Saranno stampate e distribuite.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

II Commissione (Giustizia):
RAO ed altri: «Modifica dell'articolo 416-ter del codice penale, in materia di scambio elettorale politico-mafioso» (4391) Parere della I Commissione;
RENATO FARINA ed altri: «Introduzione dell'articolo 378-bis del codice penale in materia di favoreggiamento o agevolazione delle associazioni di tipo mafioso» (4396) Parere della I Commissione.

X Commissione (Attività produttive):
SCILIPOTI ed altri: «Disposizioni per la riorganizzazione e l'efficienza del mercato dei prodotti petroliferi e per il contenimento dei prezzi dei carburanti per uso di autotrazione» (4200) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VIII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
RENATO FARINA ed altri: «Divieto di approvvigionamento di energia elettrica da paesi che non garantiscano che la stessa non e prodotta da centrali nucleari» (4401) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VIII e XIV.

XII Commissione (Affari sociali):
LAURA MOLTENI ed altri: «Istituzione e disciplina dell'indagine farmacogenetica» (4083) Parere delle Commissioni I, II, V, VII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Commissioni riunite III (Affari esteri) e X (Attività produttive):
GOTTARDO ed altri: «Disposizioni in favore delle imprese italiane coinvolte nella crisi socio-politica verificatasi in Egitto, Libia e Tunisia» (4394) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale) e XIV.

Annunzio della pendenza di un procedimento penale ai fini di una deliberazione in materia d'insindacabilità.

In data 22 giugno 2011 - ai sensi dell'articolo 3, comma 4, della legge n. 140 del 2003 - dal giudice di pace della Maddalena, è pervenuta, unitamente alla comunicazione che il procedimento è stato sospeso, copia degli atti relativi ad un procedimento penale (il n. 110/10 RG GdP) nei confronti del deputato Silvio Berlusconi, affinché la Camera deliberi se i fatti per i quali si procede concernono o meno opinioni espresse o voti dati da un membro del Parlamento nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione.

Tali atti sono stati assegnati alla competente Giunta per le autorizzazioni. Copia dell'ordinanza di trasmissione da parte del giudice di pace della Maddalena sarà stampata e distribuita (doc. IV-ter, n. 21).

Trasmissione dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 22 giugno 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 52, comma 4, lettera c), della legge 27 dicembre 2002, n. 289, la relazione della regione Molise concernente l'attuazione degli adempimenti previsti dall'accordo del 14 febbraio 2002 tra lo Stato, le regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, in materia di accesso alle prestazioni diagnostiche e terapeutiche e di indirizzi applicativi sulle liste di attesa, riferita all'anno 2010 (doc. CCI, n. 30).
Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla XII Commissione (Affari sociali).

Annunzio di sentenze della Corte costituzionale.

La Corte costituzionale ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 30, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87, copia delle seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del regolamento, sono inviate alle sottoindicate Commissioni competenti per materia, nonché alla I Commissione (Affari costituzionali), se non già assegnate alla stessa in sede primaria:
con lettera in data 19 maggio 2011, sentenza n. 170 dell'11-19 maggio 2011 (doc. VII, n. 631), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 5 della legge della regione Abruzzo 14 luglio 2010, n. 24 (Interventi a sostegno dell'Aeroporto d'Abruzzo); dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 5, comma 4, della legge della regione Abruzzo 10 agosto 2010, n. 38 (Interventi normativi e finanziari per l'anno 2010): alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e XI (Lavoro);
con lettera in data 10 giugno 2011, sentenza n. 181 del 7-10 giugno 2011 (doc. VII, n. 633), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 5-bis, comma 4, del decreto-legge 11 luglio 1992, n. 333 (Misure urgenti per il risanamento della finanza pubblica), convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 1992, n. 359, in combinato disposto con gli articoli 15, primo comma, secondo periodo, e 16, commi quinto e sesto, della legge 22 ottobre 1971, n. 865 (Programmi e coordinamento dell'edilizia residenziale pubblica; norme sulla espropriazione per pubblica utilità; modifiche e integrazioni alle leggi 17 agosto 1942, n. 1150; 18 aprile 1962, n. 167; 29 settembre 1964, n. 847; ed autorizzazione di spesa per interventi straordinari nel settore dell'edilizia residenziale, agevolata e convenzionata), come sostituiti dall'articolo 14 della legge 28 gennaio 1977, n. 10 (Norme per la edificabilità dei suoli); dichiara, ai sensi dell'articolo 27 della legge 11 marzo 1953, n. 87 (Norme sulla costituzione e sul funzionamento della Corte costituzionale), l'illegittimità costituzionale, in via consequenziale, dell'articolo 40, commi 2 e 3, decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità); dichiara inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 5-bis, comma 3, del decreto-legge n. 333 del 1992, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 359 del 1992, sollevata in riferimento agli articoli 3 e 117 della Costituzione, dalla Corte di appello di Lecce: alla VIII Commissione (Ambiente);
con lettera in data 10 giugno 2011, sentenza n. 182 del 7-10 giugno 2011 (doc. VII, n. 634), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 12, comma 2, lettera b), della legge della regione Toscana 29 dicembre 2010, n. 65 (Legge finanziaria per l'anno 2011); dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 1, comma 1, della legge della regione Toscana n. 65 del 2010, promossa dal Presidente del Consiglio dei ministri, in riferimento all'articolo 117, terzo comma, della Costituzione: alle Commissioni riunite V (Bilancio) e XII (Affari sociali);
con lettera in data 10 giugno 2011, sentenza n. 183 del 7-10 giugno 2011 (doc. VII, n. 635), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 62-bis, secondo comma, del codice penale, come sostituito dall'articolo 1, comma 1, della legge 5 dicembre 2005, n. 251 (Modifiche al codice penale e alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di attenuanti generiche, di recidiva, di giudizio di comparazione delle circostanze di reato per i recidivi, di usura e di prescrizione), nella parte in cui stabilisce che, ai fini dell'applicazione del primo comma dello stesso articolo, non si possa tenere conto della condotta del reo susseguente al reato: alla II Commissione (Giustizia);
con lettera in data 10 giugno 2011, sentenza n. 184 del 7-10 giugno 2011 (doc. VII, n. 636), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 20, comma 8, della legge della regione Sardegna 7 agosto 2007, n. 5 (Procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, forniture e servizi, in attuazione della direttiva 2004/18/CE del 31 marzo 2004 e disposizioni per la disciplina delle fasi del ciclo dell'appalto), nella parte in cui prevede che «per gli appalti di lavori, servizi e forniture di importo inferiore alla soglia comunitaria, le stazioni appaltanti possono prevedere nel bando la procedura di esclusione automatica delle offerte risultate anomale»; dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 20, comma 9, della suddetta legge regionale n. 5 del 2007, nella parte in cui dispone che, «qualora il numero delle offerte ammesse sia inferiore a cinque, non si applica» «l'esclusione automatica di cui al comma 8», anziché prevedere che la facoltà di esclusione automatica non è esercitabile quando il numero delle offerte ammesse è inferiore a dieci: alla VIII Commissione (Ambiente);
con lettera in data 15 giugno 2011, sentenza n. 187 dell'8-15 giugno 2011 (doc. VII, n. 639), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale degli artt. 30, 40, comma 2, e 42, commi 7 e 9, della legge della regione Marche 15 novembre 2010, n. 16 (Assestamento del Bilancio 2010): alla VIII Commissione (Ambiente);
con lettera in data 15 giugno 2011, sentenza n. 188 dell'8-15 giugno 2011 (doc. VII, n. 640), con la quale: dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 10, comma 1, lettera j), della legge della regione Puglia 28 gennaio 2005, n. 2 (Norme per l'elezione del Consiglio regionale e del Presidente della Giunta regionale): alla I Commissione (Affari costituzionali);
con lettera in data 15 giugno 2011, sentenza n. 189 dell'8-15 giugno 2011 (doc. VII, n. 641), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 2, comma 10, della legge della regione Basilicata 25 ottobre 2010, n. 31 (Disposizioni di adeguamento della normativa regionale al decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150. Modifica articolo 73 della legge regionale 30 dicembre 2009, n. 42. Modifiche della legge regionale 9 febbraio 2001, n. 7. Modifica articolo 10 legge regionale 2 febbraio 1998, n. 8 e s.m.i.); dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 5 della medesima legge della regione Basilicata n. 31 del 2010; dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 36 della legge della regione Basilicata 30 dicembre 2010, n. 33 (Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione annuale e pluriennale della regione Basilicata. Legge finanziaria 2011): alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e XI (Lavoro);

con lettera in data 15 giugno 2011, sentenza n. 190 dell'8-15 giugno 2011 (doc. VII, n. 642), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale della legge della regione Lombardia 21 settembre 2010, n. 16, recante «Approvazione del piano di cattura dei richiami vivi per la stagione venatoria 2010/2011, ai sensi della legge regionale 5 febbraio 2007, n. 3 (Legge quadro sulla cattura dei richiami vivi)»; dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 2 della legge regionale della Toscana 6 ottobre 2010, n. 50, recante «Disciplina dell'attività di cattura di uccelli da richiamo appartenenti alle specie cacciabili per l'anno 2010 ai sensi dell'articolo 4 della legge 11 febbraio 1992, n. 157 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio) e dell'articolo 34 della legge regionale 12 gennaio 1994, n. 3 (Recepimento della legge 11 febbraio 1992, n. 157 "Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio")»: alla XIII Commissione (Agricoltura);
con lettera in data 15 giugno 2011, sentenza n. 191 dell'8-15 giugno 2011 (doc. VII, n. 643), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1, comma unico, della legge della regione Liguria 29 settembre 2010, n. 15, recante «Modifica della legge regionale 6 giugno 2008, n. 12: Calendario venatorio regionale triennale e modifiche alla legge regionale 1o luglio 1994, n. 29 (Norme regionali per la protezione della fauna omeoterma e per il prelievo venatorio) e sue modificazioni e integrazioni»: alla XIII Commissione (Agricoltura);
con lettera in data 15 giugno 2011, sentenza n. 192 dell'8-15 giugno 2011 (doc. VII, n. 644), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 27 della legge della regione Piemonte 3 agosto 2010, n. 18 (Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2010 e disposizioni finanziarie); dichiara cessata la materia del contendere relativamente alla questione di legittimità costituzionale dell'articolo 15 della legge della regione Piemonte n. 18 del 2010, proposta, in riferimento all'articolo 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione, dal Presidente del Consiglio dei ministri: alle Commissioni riunite VIII (Ambiente) e X (Attività produttive).

La Corte costituzionale ha depositato in cancelleria le seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del regolamento, sono inviate alle sottoindicate Commissioni competenti per materia, nonché alla I Commissione (Affari costituzionali), se non già assegnate alla stessa in sede primaria:
sentenza n. 175 del 7-8 giugno 2011 (doc. VII, n. 632 ) con la quale:
dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 17-bis, comma 2, 23, quinto comma, 24, primo comma, del regio decreto 22 gennaio 1934, n. 37 (Norme integrative e di attuazione del regio decreto-legge 27 novembre 1933, n. 1578, sull'ordinamento della professione di avvocato e di procuratore), come novellato dal decreto-legge 21 maggio 2003, n. 112 (Modifiche urgenti alla disciplina degli esami di abilitazione alla professione forense), convertito, con modificazioni, dalla legge 18 luglio 2003, n. 180, sollevate, in riferimento agli articoli 3, 4, 24, 41, 97 e 117 della Costituzione, dal Tribunale amministrativo regionale per la Lombardia: alla II Commissione (Giustizia);

sentenza n. 185 del 7-10 giugno 2011 (doc. VII, n. 637) con la quale:
dichiara inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 3 della legge della regione Friuli-Venezia Giulia 11 agosto 2010, n. 14 (Norme per il sostegno all'acquisto dei carburanti per autotrazione ai privati cittadini residenti in Regione e di promozione per la mobilità individuale ecologica e il suo sviluppo), proposta, in riferimento all'articolo 117, secondo comma, lettera a), della Costituzione, dal Presidente del Consiglio dei ministri;
dichiara inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 3 della citata legge della regione Friuli-Venezia Giulia n. 14 del 2010, proposta, in riferimento all'articolo 117, primo comma, della Costituzione ed agli articoli 107 e 108 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (TFUE), dal Presidente del Consiglio dei ministri;
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 3 della medesima legge della regione Friuli-Venezia Giulia 11 agosto 2010, n. 14, proposta, in riferimento all'articolo 117, primo comma, della Costituzione ed alla direttiva 2003/96/CE (Direttiva del Consiglio che ristruttura il quadro comunitario per la tassazione dei prodotti energetici e dell'elettricità), dal Presidente del Consiglio dei ministri: alla X Commissione (Attività produttive);

sentenza n. 186 del 7-10 giugno 2011 (doc. VII, n. 638) con la quale:
dichiara inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 187-sexies, commi 1 e 2, del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58 (Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, ai sensi degli articoli 8 e 21 della legge 6 febbraio 1996, n. 52), sollevata, in riferimento agli articoli 3 e 27 della Costituzione, dalla Corte di appello di Torino: alla VI Commissione (Finanze).

Trasmissioni dalla Corte dei conti.

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 20 giugno 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria degli Enti parco dei Monti Sibillini, delle Dolomiti bellunesi, delle Foreste casentinesi, Monte Falterona e Campigna, del Pollino e della Val Grande, per gli esercizi dal 2006 al 2009. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dagli enti ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 324).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla VIII Commissione (Ambiente).

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 21 giugno 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Autorità portuale di Savona, per gli esercizi dal 2007 al 2009. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 325).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla IX Commissione (Trasporti).

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 21 giugno 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Istituto nazionale di economia agraria (INEA), per gli esercizi dal 2007 al 2009. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 326).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla XIII Commissione (Agricoltura).

Trasmissione dal ministro per i rapporti con il Parlamento.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 16 giugno 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 12, comma 1, del decreto legislativo 25 febbraio 1999, n. 66, concernente «Istituzione dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo e modifiche al codice della navigazione, in attuazione della direttiva 94/56/CE del Consiglio del 21 novembre 1994»;
le relazioni d'inchiesta relative agli incidenti occorsi agli aeromobili: ASW27-18E, marche D-KGSA, in località Fiamignano (Rieti), in data 9 agosto 2009; Mooney M20S, marche I-HB-DHY, presso l'aviosuperficie «Giubiliana» (Ragusa), in data 26 maggio 2006; F.260D, marche I-ISAA, in località Calderara di Reno (Bologna), in data 29 luglio 2004; Grob G103C, marche I-IVVN, in località Corno del Renon (Bolzano), in data 18 agosto 2009;
i rapporti d'inchiesta relativi agli inconvenienti gravi occorsi agli aeromobili: Airbus A319, marche CS-TFU, Airbus A320, marche G-MIDX, e Airbus A320, marche F-GKXF, in prossimità del punto ROBAS, in data 9 luglio 2009; MD-82, marche IDACY, all'aeroporto di Fiumicino (Roma), in data 9 maggio 2009.

Questa documentazione è trasmessa alla IX Commissione (Trasporti).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

Il Consiglio dell'Unione europea, in data 22 giugno 2011, ha trasmesso, ai sensi del Trattato sull'Unione europea, la posizione del Consiglio in prima lettura in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla messa a disposizione sul mercato e all'uso dei biocidi (5032/2/11 REV 2), che è assegnata, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alla XII Commissione (Affari sociali), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Comunicazioni ai sensi dell'articolo 3, comma 44, della legge 24 dicembre 2007, n. 244.

La CONSIP Spa, con lettere in data 8 e 14 giugno 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 44, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, le comunicazioni concernenti atti comportanti spese per emolumenti o retribuzioni, con l'indicazione del nominativo dei destinatari e dell'importo dei relativi compensi.

Tali comunicazioni sono trasmesse alla V Commissione (Bilancio).

Comunicazione di una nomina ministeriale.

Il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con lettera in data 16 giugno 2011, ha dato comunicazione, ai sensi dell'articolo 9 della legge 24 gennaio 1978, n. 14, della conferma della nomina dell'avvocato Stefano Sabino Francesco Pecorella a commissario straordinario dell'Ente parco nazionale del Gargano.

Tale comunicazione è trasmessa alla VIlI Commissione (Ambiente).

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

ERRATA CORRIGE

Nell'Allegato A al resoconto della seduta del 30 maggio 2011, a pagina 4, prima colonna, alle righe dalla ventesima alla ventiseiesima, deve leggersi: «CAPARINI: "Soppressione dell'Istituto mutualistico artisti interpreti esecutori (IMAIE) e modifiche alle leggi 22 aprile 1941, n. 633, e 5 febbraio 1992, n. 93, concernenti il trasferimento delle sue competenze alla Società italiana degli autori ed editori (SIAE)" (4387).» e non: «CAPARINI: "Soppressione dell'Istituto mutualistico artisti interpreti esecutori e modifiche alle leggi 22 aprile 1941, n. 633, e 5 febbraio 1992, n. 93, concernenti il trasferimento delle sue competenze alla Società italiana degli autori ed editori" (4387).», come stampato.

RELAZIONE TERRITORIALE SULLE ATTIVITÀ ILLECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI NELLA REGIONE CALABRIA APPROVATA DALLA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLE ATTIVITÀ ILLECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI (DOC. XXIII, N. 7)

Doc. XXIII, n. 7 - Risoluzione

RISOLUZIONE

La Camera,
esaminata la relazione territoriale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella Regione Calabria (Doc. XXIII n. 7), approvata all'unanimità dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella seduta del 19 maggio 2011;

premesso che:
la Commissione, nella sua attività d'inchiesta, sta svolgendo una serie di indagini a carattere regionale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti con- centrandosi, sino ad oggi, particolarmente sulle regioni del Mezzogiorno;
la relazione in esame è il frutto di una complessa attività istruttoria, che ha visto la Commissione impegnata in tre distinte missioni sul territorio calabrese tra dicembre 2009 e giugno 2010, nel corso delle quali ha esaminato la situazione grazie a un numero significativo di audizioni e sopralluoghi;
la relazione, che si caratterizza per la sua completezza, riporta dati obiettivi emersi nel corso delle audizioni o nelle verifiche tecniche svolte nel corso dei sopralluoghi;
l'inchiesta svolta dalla Commissione ha consentito di mettere in evidenza come, a distanza di oltre tredici anni (ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 2696 del 21 ottobre 1997) dall'istituzione dell'ufficio del commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Calabria nel settore dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani, poi ampliato al settore delle acque e delle bonifiche per gli anni compresi dal 2002 al 2008, non è stato realizzato nessuno degli obiettivi previsti dai piani regionali per i rifiuti, predisposti dal commissario delegato per l'emergenza rifiuti, nell'ambito di una suddivisione del territorio regionale in tre macroaree («Calabria Nord», «Calabria Centro», «Calabria Sud»); peraltro, tale suddivisione è stata realizzata in modo assolutamente non corrispondente al dato geografico, posto che la «Calabria Sud» comprende non solo tutta la provincia di Reggio Calabria ma anche la zona di Rossano (CS) e la provincia di Crotone che, viceversa, per la loro posizione, avrebbero dovuto essere collocate nel sistema «Calabria Nord»;
le ricadute di tale suddivisione non sono da poco, se si considera che i rifiuti «viaggiano» da un capo all'altro della regione, prima e dopo il loro trattamento, dal momento che le discariche di servizio non sono localizzate nelle vicinanze degli impianti di trattamento, ma a centinaia di chilometri dagli stessi, per di più in un territorio montuoso e privo di adeguata viabilità, come quello calabrese;
l'esito delle iniziative commissariali è stato del tutto insoddisfacente, posto che le società miste pubblico - private, costituite dal commissario per realizzare la raccolta differenziata, versano tutte in stato di insolvenza e che la raccolta differenziata non è decollata, essendo, pressoché, inesistente sul 90 per cento del territorio regionale, a tal punto da raggiungere, nella media, la modesta percentuale del 4,2 per cento per gli anni 2005, 2006, 2007 e 2008;
il fallimento della raccolta differenziata ha contribuito in maniera rilevante alla crisi dell'intero sistema: in Calabria non sono state realizzate nel corso di tutto il commissariamento nuove discariche pubbliche, sicché tutto il sistema delle discariche è rimasto affidato ai privati;
ciò è accaduto anche per via dei numerosi conflitti tra l'ufficio del commissario delegato e gli enti locali, che hanno paralizzato tutte le iniziative commissariali, nonostante gli ampi poteri che il legislatore ha riconosciuto al commissario;
ad oggi sono operative le discariche di Pianopoli (CZ) e di Catanzaro-Alli, entrambe di proprietà del privato «Enerambiente SpA», nonché la discarica di Crotone, località Columbra, la più grossa della Calabria, gestita dalla «Sovreco srl», facente parte del gruppo Vrenna, mentre tutte le altre discariche, pubbliche e private, sono praticamente esaurite; la discarica di Pianopoli, in data 18 novembre 2010, è stata posta sotto sequestro con decreto urgente del pubblico ministero di Lamezia Terme, convalidato dal GIP, in data 22 novembre 2010, per violazione degli articoli 137, comma 1, del decreto legislativo n. 152 del 2006 e 674 del codice penale;
la gestione integrata dei rifiuti comprende gli impianti di trattamento - che in Calabria fanno capo per la gran parte a una società privata, la TEC-Veolia - nonché il termovalorizzatore di Gioia Tauro, anch'esso gestito dalla stessa società;
con riguardo a quest'ultimo impianto, dal Rapporto rifiuti 2008 ISPRA-ONR e dal successivo rapporto del 2009 risulta che, negli anni 2007 e 2008, l'inceneritore ha trattato un quantitativo di rifiuti, rispettivamente, di 114 mila tonnellate e di 97 mila tonnellate di combustibile da rifiuto a fronte di una potenzialità complessiva di 120 mila tonnellate e che ha usato come combustibile cdr proveniente anche da altre regioni e, segnatamente, dal Veneto, dalla Toscana e dalla Lombardia;
alla luce dei dati sopra esposti, appare evidente la superfluità del raddoppio dell'impianto di incenerimento di Gioia Tauro, il cui completamento è previsto per il 2012 e al quale, tuttavia, non è possibile sottrarsi per non dover pagare forti penali, in forza del concluso contratto di appalto;
in un contesto di acclarata inefficienza e di disservizio pubblico devono, inoltre, essere sottolineati, in negativo, i costi della struttura commissariale, indicati nella relazione della Corte dei conti-sezione regionale di controllo per la Calabria, che - con riferimento al periodo compreso tra il mese di gennaio 2006 e il mese di agosto 2009 - sono stati complessivamente pari a 13.838.659,64 euro;
tra le voci di bilancio relative alle suddette annualità meritano di essere sottolineate le seguenti: 1) i «compensi al personale amministrativo» che, nell'anno 2007, hanno raggiunto la rilevante somma di 3,44 milioni di euro, a fronte di una media negli altri anni di circa euro 1,5 milioni; 2) i «compensi per collaborazioni» - non meglio specificate - che, nell'anno 2007, hanno raggiunto il picco di 979 mila euro e, nell'anno 2008, sono stati di ben 717 mila euro;
in via generale, si tratta di costi molto elevati, che non trovano alcun riscontro nel servizio reso; in particolare, la voce «compensi per collaborazioni» appare del tutto ingiustificata;
rilevanti sono, poi, le spese «per la gestione di discariche, impianti e stazioni» che, nel decennio, sono state complessivamente pari a euro 249.144.297,53, con un crescendo costante;
se si volessero fare dei rapidi confronti, per ogni cittadino calabrese sono stati spesi ben 123,89 euro solo per la gestione delle discariche e delle stazioni di trasferenza da parte del commissario, cui vanno ad aggiungersi le somme pagate a titolo di tariffa dai comuni: il tutto per un servizio non reso, ovvero reso male;
i costi sopra indicati prescindono dalle condanne, contenute in ben tre lodi arbitrali, del complessivo importo di oltre 100 milioni di euro - importo che, paradossalmente, è pari al costo di un inceneritore di media taglia - subite dall'ufficio del commissario delegato, a causa della mancata realizzazione del termovalorizzatore di Bisognano, dei ritardi e degli inadempimenti relativi alla costruzione degli impianti di trattamento e delle discariche di servizio, nonché al raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro (lodo n. 121/10) e, infine, dei crediti vantati dalla TEC-Veolia per maggiori costi di gestione degli impianti: tutto ciò a fronte di un'attività di recupero crediti svolta dall'ufficio del commissario nei confronti dei comuni per le tariffe rsu non versate, che è del tutto insoddisfacente, posto che nell'anno 2009 vi è stato un incremento dei crediti non riscossi della struttura commissariale verso i comuni, che sono passati dalla somma di 143 milioni 874 mila euro, alla data del 31 dicembre 2008, a quella di 149 milioni di euro, alla data del 31 dicembre 2009;
deve essere infine stigmatizzato il fatto che nella gestione commissariale in Calabria, per un verso, nessuno dei contratti stipulati dai commissari delegati risulta sottoposto al controllo preventivo della Corte dei conti e, per altro verso, vi è stata una produzione alluvionale di ordinanze commissariali, spesso contraddittorie e confuse, con conseguenze non da poco, dal momento che le inefficienze del sistema pubblicistico hanno finito con il favorire l'inserimento nel ciclo dei rifiuti della criminalità organizzata, che è particolarmente presente nella provincia di Reggio Calabria, laddove, a fronte di un giro d'affari di complessivi 150 milioni di euro all'anno, pari al 2 per cento del PIL del territorio, solo 12 imprese delle 161 che si occupano di rifiuti hanno ottenuto la certificazione antimafia negativa, mentre 115 imprese risultano addirittura sconosciute al sistema;
l'inserimento mafioso della 'ndrangheta emerge in tutta la sua evidenza dalle indagini della Procura della Repubblica in Reggio Calabria, che spesso vedono il coinvolgimento nelle attività criminose nello specifico settore dei rifiuti anche di soggetti politici;
a tale proposito, il dottor Giuseppe Pignatone, procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, ha citato emblematicamente il caso del sindaco di Gioia Tauro, Giorgio Dal Torrione - poi rinviato a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa o partecipazione - il quale era anche segretario generale di un comune vicino a quello di Gioia Tauro, nonché dei collegamenti tra ambienti politici e ambienti malavitosi - cosca Libri, De Stefano, Condello, Piromalli e, nell'ambito dell'indagine «Armonia», diverse cosche ioniche reggine - quali erano emersi in un procedimento penale, significativamente, denominato «Rifiuti SpA»;
nella suddetta vicenda processuale era accertata l'alleanza tra i Condello e i Libri, cosche un tempo rivali (ciascuna delle quali, tuttavia, conservava il controllo di una parte della città di Reggio Calabria) che tuttavia - dopo la lunga guerra di mafia che, tra il 1985 e il 1991, li aveva visti contrapposti - già agli inizi degli anni 2000, avevano stretto sul piano imprenditoriale degli accordi, che partivano proprio dal settore particolarmente lucroso dei rifiuti; sicché, sulla base del denaro e dell'interesse avevano superato i vecchi rancori;
il dottor Carmelo Casabona, questore di Reggio Calabria, nel corso della sua audizione del 1o dicembre 2009, ha riferito che vi è una imprenditoria che, con il sostegno della 'ndrangheta e ricorrendo all'influenza tipica della mafia in genere, si immette nel settore dei rifiuti, gestendo appalti, come risulta provato dalla sentenza n. 5635/01 R. GIP di Reggio Calabria del 22 dicembre 2008, che, nel condannare un imprenditore, Matteo Alampi, ha fatto luce sulla metodologia adottata dalla 'ndrangheta nel sistema della raccolta dei rifiuti;
lo stesso dottor Casabona, prendendo spunto da tale processo, ha rimarcato l'esistenza, nelle gare di appalto, di accordi tra tutti i concorrenti, alcuni dei quali accettano di fare la figura delle comparse, per un preciso tornaconto, come quello di vedersi affidati servizi in subappalto ovvero di ottenere altri appalti, privi di interesse per la criminalità;
sul punto, il questore ha parlato dell'esistenza «quasi di una consorteria», che consente la gestione degli appalti in base agli appetiti del momento e di una fase «quasi democratica» del sistema illecito nella distribuzione degli appalti. Proprio ricorrendo a tali sistemi è accaduto nella vicenda «Alampi» che le cosche dei Libri e dei Condello, storicamente avverse tra loro, in questa occasione, non si sono scontrate, anzi hanno raggiunto un accordo;
il questore di Reggio Calabria ha citato le vicende che hanno visto coinvolta nel recente passato la società Leonia, che effettua la raccolta dei rifiuti nella città di Reggio Calabria. Ebbene, la Leonia ha subito numerosi attentati: nel 2007 hanno sparato a un auto compattatore, nel corso del 2008 vi è stata una esplosione di colpi in direzione di un altro mezzo e altri attentati e, in data 1o novembre 2009, sono state incendiate quattro autovetture della famiglia De Caria, responsabile della ditta Leonia. Il problema degli inquirenti - ha concluso il questore di Reggio Calabria - era quello di «capire se dietro a tutto questo possano esservi contrapposizioni oppure estorsioni», in ogni caso, di stampo mafioso;
la Commissione si è soffermata, inoltre, con apposito capitolo, sul ruolo egemone che il gruppo Vrenna esercita sul territorio calabrese e sui rapporti con ambienti istituzionali;
in tale contesto ambientale si spiegano le ragioni per cui la Calabria è divenuta terra di smaltimento di rifiuti speciali, anche pericolosi, posto che l'Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale (ISPRA) ha calcolato una capacità di smaltimento di rifiuti speciali calabrese molto alta, di quasi 43 mila tonnellate per anno, pari a circa il 7 per cento dei rifiuti nazionali, quantitativo che non corrisponde assolutamente alla produzione di rifiuti speciali nella regione;
è significativo anche il fatto che la «IAM», società mista pubblico-privata, che ha in gestione un depuratore a Gioia Tauro, sia destinataria del percolato proveniente dalla Sicilia, nonostante che tale depuratore spesso sia in difficoltà per la depurazione dei liquami del territorio calabrese, con conseguente contaminazione della falda;
gli inadempimenti del commissario delegato hanno investito anche il sito di interesse nazionale (SIN) di Crotone, Cerchiara e Cassano, tutti comuni afflitti da un grave inquinamento ambientale, determinato dalla «ferrite di zinco» dello stabilimento «ex Pertusola» di Crotone e dalla «fibretta di amianto in polvere», usata fino agli anni Novanta negli stabilimenti «ex Montedison» di Crotone, nonché dalla «fosforite» derivante dalla produzione di fertilizzanti in questi ultimi stabilimenti;
nel periodo di competenza - che va dal mese di novembre 2002 al mese giugno 2008, anno in cui l'esecuzione degli interventi di bonifica è stata demandata a «Syndial SpA», società del gruppo Enichem, quale soggetto responsabile della contaminazione - l'ufficio del commissario per l'emergenza rifiuti non ha provveduto a porre in essere alcuna iniziativa per la messa in sicurezza e/o la bonifica dei siti inquinati, lasciando cadere nel vuoto le decisioni assunte nelle varie conferenze di servizi tenute presso il Ministero dell'ambiente e le conseguenti prescrizioni;
le varie conferenze di servizi, istruttorie o decisorie, tenutesi presso il Ministero dell'ambiente e tutte le riunioni operative effettuate tra le autorità locali della città di Crotone, nella realtà, hanno avuto solo carattere di mera interlocutorietà, senza alcun segnale di concretezza nell'affrontare e risolvere l'annosa questione dell'inquinamento dei terreni, delle falde acquifere e dei fondali marini, determinato dalle pregresse attività industriali all'interno del sito in questione;
la situazione non è concretamente migliorata nel corso di questi ultimi tre anni, posto che la Syndial è in forte ritardo nell'attività di bonifica dei siti inquinati e che il Ministero non ha ancora attuato i poteri sostitutivi di azione in danno, che la legge gli conferisce per l'adempimento delle obbligazioni assunte dalla società proprietaria dei siti inquinati;
a questo punto, la Commissione di inchiesta - anche alla luce delle osservazioni del dottor Gianfranco Mascazzini, ex direttore generale della direzione generale qualità della vita del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nel corso della sua audizione del 12 aprile 2011- non può non esprimere tutte le sue perplessità sulla scelta operata dalla Syndial, circa il trasferimento dei rifiuti nocivi dalle aree inquinate dell'ex Pertusola e dell'ex Fosfotec alla costruenda discarica di Giammiglione, località sita a ridosso della città di Crotone in una zona collinare, al confine del comune di Scandale, comune interno a 350 s.l.m., inserito nella comunità montana «Alto Marchesato Crotonese»;
in pratica, nel caso di specie, il piano prevedeva il trasferimento dell'inquinamento dalla zona costiera a quella collinare dello stesso comune di Crotone, con centinaia di migliaia di viaggi di camion che avrebbero dovuto attraversare l'intera costa crotonese, carichi di molti milioni di metri cubi di materiali contenenti scoria cubilot, fosfogessi e fibretta d'amianto, da trasferire nella discarica di Giammiglione. Viceversa, appare preferibile la bonifica in situ e, cioè, l'opportunità di chiudere all'interno di un volume confinato i materiali inquinanti e di trattarli sul posto, evitando escavazione e trasporto degli stessi, tanto più che il meccanismo dell'isolamento e del marginamento con tecniche sempre più raffinate - che oggi presentano un ragionevole rapporto costi/benefici - consente di attivare e scommettere sulle tecnologie di bonifica in situ;
in tal modo si evita il pericolo della fuoriuscita dell'inquinante grazie all'isolamento - chi se ne occupa sa quali regole rispettare - ed è anche possibile costruire nuovamente sui siti interessati, sia pure con una serie di cautele;
in conclusione sul punto, nelle more del lungo iter per l'autorizzazione all'apertura della discarica di Giammiglione - che risale addirittura al lontano 1998 e che è stata oggetto di forti manifestazioni pubbliche di contestazione da parte della stessa popolazione crotonese - meglio sarebbe stato isolare le suddette aree inquinate e iniziare il loro trattamento in loco, provvedendo a inertizzare il materiale inquinato, piuttosto che affidarsi a una costruenda nuova discarica in cui trasferire i prodotti inquinati, con il concreto rischio della dispersione del materiale inquinato nel corso del suo trasferimento da un sito all'altro;
per quanto riguarda l'inquinamento marino del territorio di Crotone, essendo impossibile la rimozione dell'inquinante, si sarebbe potuto realizzare una cassa di colmata nella quale refluire i sedimenti contaminati, ma tale opera non è stata realizzata;
alla luce di queste considerazioni, appare evidente che le problematiche connesse alla bonifica del SIN di Crotone non sono state - ancora ad oggi - adeguatamente affrontate;
la Commissione, valutati i risultati del tutto negativi della gestione commissariale, accompagnata da costi elevati e dall'assenza di trasparenza di tale ufficio, ritiene che la struttura commissariale debba essere sostituita, con il ritorno alla gestione ordinaria dei rifiuti da parte degli enti locali, mentre il riparto di competenze tra lo Stato, la regione Calabria e gli enti locali nella materia oggetto dell'inchiesta impone una reciproca leale collaborazione nella soluzione delle questioni evidenziate nella relazione, soprattutto allo scopo di favorire la lotta alla criminalità organizzata e contrastare il degrado ambientale che consegue all'abuso del territorio;
in particolare, tenuto conto della particolare situazione in cui versa la regione Calabria, appare opportuno e necessario procedere con urgenza alla realizzazione, degli impianti necessari in grado di trattare i rifiuti e ad avviare la raccolta differenziata verso gli obiettivi indicati dall'attuale direttiva 98/2008 -:
la fa propria e impegna il Governo, per quanto di competenza, a intraprendere ogni iniziativa utile al fine di risolvere le questioni evidenziate nella relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, in raccordo e leale collaborazione con i competenti organismi nazionali, della regione Calabria e degli enti locali interessati anche al fine di creare le condizioni per una gestione ordinaria del ciclo integrato dei rifiuti.
(6-00084)
«Pecorella, Bratti, Volpi, Proietti Cosimi, Grassano, Piffari».

MOZIONI META ED ALTRI N. 1-00642, PILI ED ALTRI N. 1-00639, MEREU ED ALTRI N. 1-00657 E PALOMBA ED ALTRI N. 1-00658 CONCERNENTI INIZIATIVE PER GARANTIRE LA CONTINUITÀ TERRITORIALE MARITTIMA CON LA SARDEGNA E SULLE PROCEDURE DI PRIVATIZZAZIONE DELLA SOCIETÀ TIRRENIA

Mozioni

La Camera,
premesso che:
la vicenda degli aumenti fuori misura delle tariffe per i collegamenti marittimi è diventata una vera e propria emergenza per la Sardegna;
a seguito della procedura di privatizzazione della società Tirrenia, tuttora in corso e in via di definizione, è divenuta carente l'attività commerciale che la stessa svolgeva con la Sardegna; gli effetti sono rilevanti con ritardi nelle prenotazioni estive, la cancellazione di alcune linee di collegamento e, appunto, l'aumento indiscriminato delle tariffe - con rincari dal 50 per cento al 120 per cento - da parte delle altre compagnie a scapito dei residenti in Sardegna, del trasporto merci e della mobilità turistica, con grave danno per l'economia della Sardegna;
in particolare, la società Tirrenia ha in parte interrotto e in parte ridotto le linee del nord Sardegna per Genova, consentendo, di fatto, di conquistare una posizione di vantaggio competitivo a diversi vettori tale da consentire, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, alle stesse società di effettuare una sorta di «cartello sulle tariffe» e di consolidare una posizione dominante dannosa per la crescita dell'economia turistica e commerciale della Sardegna;
in relazione all'aumento delle tariffe ha inciso in maniera determinante la decisione del Governo di autorizzare nel 2009 la società Tirrenia a svolgere in regime di libero mercato, quindi senza limiti tariffari, durante la stagione estiva le tratte più redditizie tra cui Civitavecchia-Olbia e Genova-Porto Torres, creando così i presupposti per scardinare il sistema tariffario fino ad allora calmierato proprio dalle tariffe applicate dalla Tirrenia;
il ciclo di audizioni programmato dalla IX Commissione (Trasporti) della Camera dei deputati - già avviate nella prima settimana di maggio 2011 - con le compagnie private che effettuano il servizio di trasporto marittimo e con il commissario della società Tirrenia hanno rafforzato l'ipotesi che ci si trovi di fronte ad una sorta di «cartello delle tariffe» fra le compagnie;
su tale cartello, che, con ogni probabilità, è stata favorito dalle carenze di trasporto della società Tirrenia, è opportuno che l'Autorità garante della concorrenza e del mercato e le autorità competenti effettuino i dovuti approfondimenti in quanto i rialzi dei costi delle materie prime energetiche e dei servizi nautici, indicati come giustificazione degli aumenti dalle compagnie di trasporto private, in realtà sono insufficienti a motivare tali incrementi tariffari;
dietro quella che, ai firmatari del presente atto di indirizzo, appare «l'operazione cartello» delle compagnie private che effettuano il trasporto marittimo si individua, inoltre, una linea di interesse che punta direttamente all'acquisizione della società Tirrenia a prezzi di favore; la compagnia pubblica ha per decenni calmierato le tariffe; ora è in amministrazione straordinaria per essere liquidata; il suo valore è notevole, si parla di circa un miliardo di euro, ma il Governo ha ricevuto una offerta per 380 milioni di euro proprio dagli armatori che hanno raddoppiato le tariffe; nel caso in cui la Tirrenia venisse incorporata nei gruppi concorrenti che oggi guidano l'incremento delle tariffe, queste ultime continuerebbero ancora a crescere forti del fatto che si verrebbe a costituire di fatto una situazione di monopolio del trasporto marittimo per la Sardegna;
infatti, se le operazioni di acquisizione degli armatori privati del gruppo Snav, Msc e Moby dovessero andare in porto, essi si troverebbero senza dubbio in una posizione di privilegio tale che le «operazioni di cartello» viste in questo periodo si consoliderebbero a scapito dei diritti dei cittadini residenti e, soprattutto, a scapito dell'economia turistica e commerciale della regione;
come denunciato dall'amministrazione provinciale di Cagliari in un incontro sulla questione il 30 aprile 2011, «il rilevante aumento delle tariffe registrato dall'inizio dell'anno sta generando una situazione di grave pregiudizio per tutti i cittadini residenti in Sardegna, ma non solo, nonché per il sistema economico e turistico dell'isola. Il rincaro applicato dalle compagnie di navigazione e le incertezze sulla privatizzazione della Tirrenia si riflettono negativamente sulla possibilità che i cittadini sardi possano spostarsi sul territorio nazionale con pari opportunità e servizi soddisfacenti, a costi sostenibili. La grave situazione venutasi così a creare sta inoltre condizionando negativamente l'economia dell'isola, in particolare quella turistica, tanto più in prossimità della stagione estiva»;
è urgente, quindi, porre rimedio alla situazione che si è concretizzata nel trasporto marittimo per la Sardegna al fine di evitare un altro duro colpo all'economia dell'isola di cui il turismo rappresenta una componente considerevole; gli operatori del settore ricettivo alberghiero già denunciano un crollo del 35 per cento delle prenotazioni per la prossima stagione estiva a seguito dei rincari delle tariffe dei traghetti;
il Governo deve intervenire sulla vicenda in maniera più puntuale rispetto a quanto fatto fino ad ora, sopratutto per quel che riguarda gli oneri di servizio che la società Tirrenia, nonostante la gestione commissariale, deve ancora svolgere in relazione alla garanzia della tutela della continuità territoriale, così come disposto dalle convenzioni ancora in essere ai sensi dell'articolo 19-ter del decreto-legge n. 135 del 2009, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 novembre 2009, n. 166;
per contrastare l'aumento eccessivo dei costi dei traghetti la regione Sardegna ha deciso di noleggiare alcune navi, attraverso la controllata Saremar, per garantire già dalla prossima estate collegamenti marittimi con l'isola a prezzi concorrenziali. Tale soluzione comunque non affronta la questione nell'ottica politica di lungo termine e non sembra risolvere nemmeno il problema attuale della Sardegna, in quanto gli elevati costi del trasporto marittimo consentono alla flotta regionale di effettuare collegamenti solo con la parte nord della regione, garantendo solo le tratte Olbia-Civitavecchia e Genova-Porto Torres;
nel frattempo, il Ministero dello sviluppo economico ha autorizzato il commissario per la gestione della società Tirrenia in amministrazione straordinaria ad accettare l'offerta della Compagnia italiana di navigazione (Cin) che riunisce i principali operatori del settore, che sono gli stessi armatori che hanno raddoppiato le tariffe dei traghetti sulle tratte da e per la Sardegna. Con l'autorizzazione si avvia la fase conclusiva del processo di privatizzazione della società di navigazione che prevede, tra l'altro, l'autorizzazione preventiva al closing da parte dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato,

impegna il Governo:

a fare in modo che, nell'attuale fase di vera e profonda emergenza, la compagnia di navigazione Tirrenia svolga pienamente la propria missione pubblica di garanzia dei collegamenti marittimi, assicurando la continuità territoriale ai residenti e ai non residenti, e la naturale funzione di calmiere delle tariffe;
a promuovere la definizione di un quadro normativo che, in accordo con l'Unione europea e nel rispetto delle prerogative della regione Sardegna, risolva in maniera definitiva la continuità territoriale marittima con la Sardegna, così come avvenuto nel settore del trasporto aereo;
a fornire con urgenza elementi al Parlamento sulle procedure di privatizzazione in atto relative alla società Tirrenia spa e a chiarire le motivazioni che non hanno consentito alla Tirrenia spa di dare corretta attuazione agli obblighi previsti dal contratto di servizio per garantire la continuità territoriale;
a valutare l'opportunità, anche alla luce della situazione fino ad ora illustrata, di assumere iniziative per istituire in tempi brevi un'autorità indipendente per il settore dei trasporti con compiti di regolamentazione del mercato di riferimento.
(1-00642)
«Meta, Calvisi, Fadda, Marrocu, Melis, Arturo Mario Luigi Parisi, Pes, Schirru, Soro, Tullo, Velo, Lovelli».

La Camera,
premesso che:
l'articolo 18 del Trattato dell'Unione europea riconosce il diritto al cittadino dell'Unione europea di «circolare e soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri secondo le procedure e le condizioni previste dal trattato stesso e dalla legislazione successiva»;
il trasporto marittimo non rientra fra le materie attribuite dall'articolo 117 della Costituzione alla legislazione dello Stato, né fra quelle rimesse alla legislazione concorrente Stato-regioni. Tuttavia, le disposizioni volte a garantire la continuità del servizio pubblico di trasporto marittimo sono riconducibili alla materia «determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali», di cui all'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione, di competenza statale;
in sede di conversione del decreto-legge 5 agosto 2010, n. 125, sono stati definiti gli obiettivi al fine di assicurare il conseguimento della privatizzazione di cui all'articolo 19-ter del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 novembre 2009, n. 166, garantendo la continuità del servizio pubblico di trasporto marittimo e la continuità territoriale con le isole;
le convenzioni di cui al comma 6 del predetto articolo 19-ter del decreto-legge n. 135 del 2009, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 166 del 2009, sono state conseguentemente prorogate dal 1o ottobre 2010 fino al completamento della procedura competitiva limitatamente alle clausole necessarie alla gestione del servizio pubblico per assicurare la continuità territoriale;
in base al decreto-legge 5 agosto 2010, n. 125, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o ottobre 2010, n. 163, per far fronte alla gestione di criticità del settore del trasporto marittimo, legate all'esigenza di garantire la continuità territoriale, e per favorire la conclusione dei processi di privatizzazione in atto, le regioni possono utilizzare le risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate relative ai programmi di interesse strategico regionale di cui alla delibera del Cipe n. 1/2009 del 6 marzo 2009, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 137 del 16 giugno 2009;
tali precise indicazioni contenute nel decreto-legge richiamato obbligano l'amministrazione straordinaria della Tirrenia a porre in essere tutte le iniziative necessarie al fine di garantire la continuità territoriale tra la Sardegna e gli altri scali portuali del Paese;
risulta fin troppo evidente che, se tali procedure tese a garantire il rispetto della continuità territoriale di cui alle convenzioni richiamate non venissero messe in atto, continuerebbero a favorire, come sta gravemente avvenendo, quello che ai firmatari del presente atto di indirizzo appare un vero e proprio «sequestro» di massa ai danni dei sardi e un isolamento senza precedenti della regione;
il mancato inserimento tra le rotte già prenotabili della Tirrenia della Olbia-Genova ha di fatto generato una situazione gravissima sul piano del rincaro dei prezzi dei biglietti da parte delle altre compagnie che dinnanzi a questo scenario indefinito e complice finiscono, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, per agire in regime di cartello monopolistico ai danni della Sardegna;
sono stati denunciati rincari dei prezzi dei biglietti da parte delle compagnie marittime che risultano in alcuni casi quasi raddoppiate;
la generica affermazione delle stesse compagnie, secondo le quali si tratterebbe di un rincaro dovuto al prezzo del carburante, risulta ingiustificato e non plausibile se non con il tentativo di approfittare di una situazione di totale assenza di controllo sul rispetto della continuità territoriale marittima da e per la Sardegna;
la privatizzazione del gruppo Tirrenia risulta in fase avanzata e l'atteggiamento tenuto dalla gestione commissariale, nel disattendere le clausole della continuità territoriale, favorisce direttamente e indirettamente gli stessi soggetti concorrenti all'acquisizione,

impegna il Governo:

a riferire urgentemente nelle competenti sedi parlamentari sullo stato d'attuazione delle procedure di privatizzazione della Tirrenia;
ad assicurare che l'amministrazione straordinaria della Tirrenia dia corretta attuazione al contratto di servizio relativamente alla continuità territoriale da e per la Sardegna;
a garantire il rispetto di tutte le clausole relative alla continuità territoriale e l'attivazione di tutte quelle rotte indispensabili al fine di evitare comportamenti monopolistici diretti alla sola massimizzazione del profitto da parte di altre compagnie di navigazione;
ad attivare, per quanto di propria competenza, una verifica sulla legittimità degli aumenti proposti dalle compagnie di navigazione operanti sulle tratte sarde;
ad assumere iniziative normative relative alla continuità territoriale marittima da e per la Sardegna, anche con l'eliminazione del doppio regime residenti-non residenti che risulta anacronistico e non rispettoso del principio di eguaglianza, di pari diritti di movimento dei cittadini europei in tutte le regioni e a pari condizioni.
(1-00639)
«Pili, Murgia, Nizzi, Vella, Porcu, Iannarilli, Scalera, Carlucci, Centemero, Aprea, Iapicca».

La Camera,
premesso che:
l'articolo 18 del Trattato dell'Unione europea riconosce il diritto al cittadino dell'Unione europea di «circolare e soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri secondo le procedure e le condizioni previste dal trattato stesso e dalla legislazione successiva»;
il trasporto marittimo non rientra fra le materie attribuite dall'articolo 117 della Costituzione alla legislazione dello Stato, né fra quelle rimesse alla legislazione concorrente Stato-regioni. Tuttavia, le disposizioni volte a garantire la continuità del servizio pubblico di trasporto marittimo sono riconducibili alla materia «determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali», di cui all'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione, di competenza statale;
in sede di conversione del decreto-legge 5 agosto 2010, n. 125, sono stati definiti gli obiettivi al fine di assicurare il conseguimento della privatizzazione di cui all'articolo 19-ter del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 novembre 2009, n. 166, garantendo la continuità del servizio pubblico di trasporto marittimo e la continuità territoriale con le isole;
le convenzioni di cui al comma 6 del predetto articolo 19-ter del decreto-legge n. 135 del 2009, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 166 del 2009, sono state conseguentemente prorogate dal 1o ottobre 2010 fino al completamento della procedura competitiva limitatamente alle clausole necessarie alla gestione del servizio pubblico per assicurare la continuità territoriale;
tali precise indicazioni contenute nel decreto-legge richiamato obbligano l'amministrazione straordinaria della Tirrenia a porre in essere tutte le iniziative necessarie al fine di garantire la continuità territoriale tra la Sardegna e gli altri scali portuali del Paese;
risulta fin troppo evidente che se tali procedure tese a garantire il rispetto della continuità territoriale di cui alle convenzioni richiamate non venissero messe in atto, continuerebbero a favorire, come sta gravemente avvenendo, quello che ai firmatari del presente atto di indirizzo appare un vero e proprio «sequestro» di massa ai danni dei sardi e un isolamento senza precedenti della regione;
il mancato inserimento a partire dal mese di gennaio 2011 tra le rotte già prenotabili della Tirrenia della «Olbia-Genova» ha, di fatto, generato una situazione gravissima sul piano del rincaro dei prezzi dei biglietti da parte delle altre compagnie, che, dinnanzi a questo scenario indefinito e complice, finiscono, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, per agire in regime di cartello monopolistico ai danni della Sardegna;
a seguito della procedura di privatizzazione della società Tirrenia, tuttora in corso e in via di definizione, è divenuta carente l'attività commerciale che la stessa svolgeva con la Sardegna; gli effetti sono rilevanti con ritardi nelle prenotazioni estive, la cancellazione di alcune linee di collegamento e, appunto, l'aumento indiscriminato delle tariffe - con rincari dal 50 per cento al 120 per cento - da parte delle altre compagnie a scapito dei residenti in Sardegna, del trasporto merci e della mobilità turistica, con grave danno per l'economia della Sardegna;
in particolare, la società Tirrenia ha in parte interrotto e in parte ridotto le linee del nord Sardegna per Genova, consentendo, di fatto, di conquistare una posizione di vantaggio competitivo a diversi vettori tale da consentire, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, alle stesse società di effettuare una sorta di «cartello sulle tariffe» e di consolidare una posizione dominante dannosa per la crescita dell'economia turistica e commerciale della Sardegna;
la generica affermazione delle stesse compagnie, secondo le quali si tratterebbe di un rincaro dovuto al prezzo del carburante, risulta ingiustificato e non plausibile, se non con il tentativo di approfittare di una situazione di totale assenza di controllo sul rispetto della continuità territoriale marittima da e per la Sardegna;
la privatizzazione del gruppo Tirrenia risulta in fase avanzata e l'atteggiamento tenuto dalla gestione commissariale, nel disattendere le clausole della continuità territoriale, favorisce direttamente e indirettamente gli stessi soggetti concorrenti all'acquisizione;
le audizioni promosse dalla IX Commissione della Camera dei deputati - svoltesi nella prima settimana di maggio 2011 - con le compagnie private che effettuano il servizio di trasporto marittimo e con il commissario della società Tirrenia hanno rafforzato l'ipotesi che ci si trovi di fronte ad una sorta di «cartello delle tariffe» fra le compagnie;
infatti, se l'operazione di acquisizione della Tirrenia da parte degli armatori privati del gruppo Snav, Msc e Moby dovesse andare in porto, essi si troverebbero senza dubbio in una posizione di privilegio tale che le «operazioni di cartello» si consoliderebbero a scapito dei diritti dei cittadini residenti e, soprattutto, a scapito dell'economia turistica e commerciale della regione;
è urgente, quindi, porre rimedio alla situazione che si è concretizzata nel trasporto marittimo per la Sardegna al fine di evitare un altro duro colpo all'economia dell'isola di cui il turismo rappresenta una componente considerevole; gli operatori del settore ricettivo alberghiero già denunciano un crollo del 35 per cento delle prenotazioni per la prossima stagione estiva a seguito dei rincari delle tariffe dei traghetti;
il Governo deve intervenire sulla vicenda con maggiore incisività, soprattutto per quel che riguarda il rispetto degli oneri di servizio che la società Tirrenia, nonostante la gestione commissariale, deve ancora svolgere e dovrà confermare anche dopo la privatizzazione in relazione alla garanzia della tutela della continuità territoriale, così come disposto dalle convenzioni ancora in essere ai sensi dell'articolo 19-ter del decreto-legge n. 135 del 2009,

impegna il Governo:

a riferire urgentemente nelle competenti sedi parlamentari sullo stato d'attuazione delle procedure di privatizzazione della Tirrenia prima della definizione del contratto di vendita;
ad assicurare che l'amministrazione straordinaria della Tirrenia dia corretta attuazione al contratto di servizio relativamente alla continuità territoriale da e per la Sardegna, garantendo efficienti collegamenti sia con il nord che con il sud Sardegna;
a fare in modo che, nell'attuale fase di vera e profonda emergenza, la compagnia di navigazione Tirrenia svolga pienamente la propria missione pubblica di garanzia dei collegamenti marittimi, assicurando la continuità territoriale, ai residenti e ai non residenti, e la naturale funzione di calmiere delle tariffe;
a definire e garantire, preventivamente alla vendita della Tirrenia, e d'intesa con le regioni interessate, il rispetto di tutte le clausole relative alla continuità territoriale marittima, compresa l'attivazione di tutte quelle rotte indispensabili, al fine di evitare comportamenti monopolistici diretti alla sola massimizzazione del profitto da parte di altre compagnie di navigazione, definendo in modo chiaro e preciso: tipologia di navi, periodi, frequenze e tariffe in regime di continuità territoriale;
ad attivare, per quanto di propria competenza, una verifica sulla legittimità degli aumenti proposti dalle compagnie di navigazione operanti sulle tratte sarde;
a promuovere la definizione delle necessarie iniziative, anche normative, che, in accordo con l'Unione europea e nel rispetto delle prerogative della regione Sardegna, risolvano in maniera definitiva la continuità territoriale marittima con la Sardegna, così come previsto nella risoluzione unitaria già approvata dalla Commissione trasporti della Camera dei deputati per il trasporto aereo, garantendo una tariffa unica per residenti e non residenti.
(1-00639)
(Nuova formulazione) «Pili, Murgia, Nizzi, Vella, Porcu, Iannarilli, Scalera, Carlucci, Centemero, Aprea, Iapicca».
(4 maggio 2011)

La Camera,
premesso che:
il trasporto, come elemento essenziale del «diritto alla mobilità» previsto all'articolo 16 della Costituzione, costituisce un servizio di interesse economico generale e, quindi, tale da dover essere garantito a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro dislocazione geografica;
il decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 novembre 2009, n. 166, disponendo misure di adeguamento alla normativa comunitaria in materia di liberalizzazione, ha dato il via al processo di privatizzazione della società di navigazione Tirrenia spa e delle sue collegate regionali;
successivamente, in sede di conversione del decreto-legge 5 agosto 2010, n. 125, sono stati definiti gli obiettivi al fine di assicurare e garantire il regolare svolgimento e raggiungimento della procedura di privatizzazione di Tirrenia spa, garantendo altresì la continuità del servizio pubblico di trasporto marittimo e la continuità territoriale con le isole e la regione Sardegna in particolare;
sin dai primi momenti della fase d'esecuzione della procedura di privatizzazione, ad oggi non ancora conclusa, si sono tuttavia riscontrate numerose inadempienze rispetto ai principi e alle indicazioni contenute nel decreto-legge in questione, che hanno portato di fatto alla cancellazione e in parte alla diminuzione di alcune rotte operate dal vettore del servizio di trasporto marittimo pubblico, provocando di fatto l'interruzione del servizio di continuità territoriale e l'inserimento nel mercato delle compagnie private operanti in regime di concorrenza, che ha dato luogo, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, alla formazione di una sorta di cartello economico con conseguente repentino aumento delle tariffe;
questa situazione, generando gravissime difficoltà ai cittadini sardi e in generale ai viaggiatori diretti verso la regione Sardegna, rappresenta un gravissimo atto di scarsa considerazione e rispetto nei confronti della Sardegna, interessata da circa l'80 per cento delle rotte effettuate dalla società Tirrenia, e un duro colpo alle attività turistico-ricreative collegate al trasporto passeggeri marittimo, che si stima vedranno un decremento delle prenotazioni di più del 30 per cento rispetto agli anni precedenti;
risulta insufficiente l'occasionale e stagionale affitto di navi a carico delle casse della società regionale a cui recentemente si è fatto ricorso per fronteggiare la situazione di emergenza. Servono invero un provvedimento specifico e la piena assunzione di responsabilità nel programmare e assicurare stabilmente la continuità territoriale della Sardegna con tutti i vettori e i sistemi integrati di trasporto, con un livello di servizio adeguato per quantità e qualità;
va ribadito che il concetto di continuità territoriale si inserisce nel complesso generale di garanzia dell'uguaglianza sostanziale dei cittadini e di coesione di natura economica e sociale, promosso in sede europea;
recenti studi sulla competitività complessiva della Sardegna hanno certificato un indice molto al di sotto della media nazionale e, inoltre, una tendenza al peggioramento anche in rapporto ai valori medi espressi dal resto del Mezzogiorno. Sono dati strettamente legati alla scarsa e gravemente penalizzante dotazione d'infrastrutture materiali e sociali dell'isola; inoltre, secondo l'Istat la Sardegna è distante quasi 40 punti dall'indice medio nazionale;
tutta la vicenda rappresenta una vera e propria emergenza per la regione Sardegna e necessita un intervento risolutorio da parte del Governo, nel più breve tempo possibile e con la massima incisività, anche in considerazione dell'imminente inizio della stagione turistica,

impegna il Governo:

ad adottare iniziative che, nel rispetto del processo di privatizzazione della compagnia di navigazione Tirrenia spa, garantiscano pienamente da parte del vettore la propria missione di soggetto pubblico, assicurando la continuità territoriale ai cittadini, sia residenti che non, nel rispetto del diritto di eguaglianza e di mobilità di tutti i cittadini europei;
a garantire il ripristino di tutte le rotte, precedentemente previste, indispensabili per i collegamenti tra la Sardegna e il territorio nazionale e a favorire una politica tariffaria il più accessibile possibile, al fine di evitare comportamenti monopolistici;
a richiedere, ai sensi dell'articolo 12 della legge 10 ottobre 1990, n. 287, all'Autorità garante della concorrenza e del mercato di effettuare un'indagine sui motivi del repentino rialzo delle tariffe effettuate dagli operatori marittimi privati;
a promuovere iniziative nelle sedi opportune finalizzate all'attuazione concreta del riconoscimento alla regione Sardegna del principio dell'insularità e dei benefici economici che conseguentemente ne deriverebbero.
(1-00657)
«Mereu, Galletti, Compagnon, Ciccanti, Volontè, Naro».

La Camera,
premesso che:
il Consiglio dei ministri, con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 13 marzo 2009, ha definito i criteri di privatizzazione nonché le modalità di dismissione della partecipazione detenuta dallo Stato, tramite Fintecna spa, nel capitale della società Tirrenia di navigazione spa, autorizzando il Ministero dell'economia e delle finanze ad alienare il 100 per cento della propria partecipazione indiretta nella società, insieme alle partecipazioni totalitarie detenute da questa nelle società marittime regionali e non trasferite gratuitamente alle regioni ai sensi dell'articolo 57 del decreto-legge n. 112 del 2008 (convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008);
anche sulla base dei rilievi mossi dalla Commissione trasporti della Camera dei deputati, sia con l'approvazione della risoluzione n. 8-00011 sia in sede di espressione del prescritto parere parlamentare reso nella seduta del 3 dicembre 2008, l'articolo unico del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri ha posto le seguenti condizioni:
a) l'alienazione della partecipazione deve essere effettuata ricorrendo alla procedura competitiva, trasparente e non discriminatoria con potenziali acquirenti secondo quanto disposto dalla normativa vigente in tema di privatizzazioni;
b) la procedura di dismissione avrà ad oggetto la totalità del capitale di Tirrenia di navigazione spa;
c) ai fini dell'alienazione della partecipazione, il venditore dovrà verificare, anche mediante i propri consulenti, che i piani industriali che verranno richiesti ai potenziali acquirenti risultino coerenti con le convenzioni di servizio pubblico di cui alla legge n. 296 del 2006 (legge finanziaria per il 2007);
a seguito della pubblicazione del bando da parte di Fintecna, il 23 dicembre 2009, sono pervenute sedici lettere di manifestazione di interesse. Nelle fasi successive della procedura, le società interessate si sono ridotte a otto, delle quali solo una, la Mediterranean Holding - partecipata dalla regione Sicilia - ha formalizzato un'offerta vincolante, il cui importo è stato successivamente aumentato. Il 28 luglio 2010 l'offerta è stata accettata da Fintecna;
tuttavia, per contrasti insorti successivamente fra Fintecna e Mediterranean Holding, la procedura di privatizzazione è stata dichiarata chiusa senza esito e, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 5 agosto 2010, la Tirrenia è stata posta in amministrazione straordinaria secondo la procedure della legge n. 166 del 2004 (cosiddetta legge Marzano). L'amministratore unico di Tirrenia e Siremar, Giancarlo D'Andrea, designato ai sensi del decreto-legge n. 103 del 2010, è stato nominato commissario straordinario con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in data 5 agosto 2010;
nel mese di settembre 2010 sono stati pubblicati gli inviti a presentare manifestazioni di interesse per l'acquisizione di Tirrenia spa e per Siremar;
nel corso di un'audizione svoltasi il 20 aprile 2011 presso la Commissione trasporti della Camera dei deputati, il commissario straordinario di Tirrenia ha fornito aggiornamenti, precisando che la procedura di vendita di Tirrenia si sarebbe potuta concludere entro il mese di giugno 2011;
in realtà, la gara per la privatizzazione della Tirrenia ha fatto un grosso passo avanti solo il 19 maggio 2011, quando il gruppo di armatori della Cin (Compagnia italiana di navigazione), una cordata composta da Vincenzo Onorato (Moby), Gianluigi Aponte (Msc) e Manuel Grimaldi (Grimaldi Group), hanno presentato l'unica offerta di 380 milioni di euro: l'unica offerta nell'ambito di una vicenda che si trascina ormai da oltre tre anni;
successivamente, il Ministero dello sviluppo economico ha autorizzato il commissario per la gestione della società Tirrenia in amministrazione straordinaria ad accettare l'offerta dalla Cin, avviando la fase conclusiva del processo di privatizzazione della società di navigazione che prevede l'autorizzazione preventiva del closing da parte dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato;
in data 8 giugno 2011 l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha ricevuto da Cin la notifica sull'acquisizione di Tirrenia. Al riguardo, il presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, Antonio Catricalà, a margine di un'audizione svolta al Senato della Repubblica, ha dichiarato espressamente di aver ricevuto la notifica da parte di Cin e che il collegio dovrà decidere se aprire o meno un'istruttoria. In quest'ultima ipotesi, ovvero se il collegio deciderà di aprirla, esso determinerà anche le misure che dovranno accompagnare una eventuale autorizzazione definitiva;
fino a tre anni fa, la Tirrenia era l'ultima azienda a capitale interamente statale presente in Italia e nel 2007 registrava una esposizione verso terzi pari a 903 milioni di euro, circa tre volte il patrimonio dell'intero gruppo;
ogni anno, lo Stato versava nelle casse della compagnia circa 200 milioni di euro;
il processo di privatizzazione della Tirrenia, però, non è nato solo dall'esigenza di mettere mano alle sue finanze disastrate, quanto dall'adeguamento alla normativa europea che, come si legge in un parere della Corte dei conti redatto nel 2009, prevede la privatizzazione di Tirrenia «nel più ampio quadro della liberalizzazione del cabotaggio in Italia» allo scadere della «convenzione ventennale tra lo Stato italiano e la società, in virtù della quale questa poteva godere delle sovvenzioni pubbliche»;
detta liberalizzazione, tuttavia, non ha sortito gli effetti sperati e, a seguito del fallimento delle prime gare pubbliche per la vendita della società è iniziata l'amministrazione controllata, fino all'ultima iniziativa del Governo nel 2010 che ha introdotto la possibilità di sovvenzioni pubbliche per chi avesse acquistato la società per i successivi otto anni;
Banca Profilo, nominata advisor dell'intera operazione, valutò una base d'asta da 380 milioni di euro (considerando che lo Stato garantisce per chi acquista Tirrenia 72 milioni di euro l'anno per otto anni, si parla di un esborso di ben 576 milioni di euro). La Cin fece una prima offerta di 300 milioni di euro e, data la disponibilità ad alzare l'offerta dietro la possibilità di ulteriori garanzie, si arrivò così a pareggiare la base d'asta con la chiusura della gara del 19 maggio 2011;
in questo momento, dunque, come già detto in premessa, gli unici disposti ad assumere in via definitiva l'onere di acquistare Tirrenia, le sue tratte e i suoi dipendenti sono i tre armatori della Cin (Onorato, Aponte e Grimaldi);
tale vicenda, tuttavia, deve essere inquadrata nell'ambito di un grave processo di distorsione nei collegamenti tra la Sardegna e la penisola riportata dalle cronache recenti con il triste appellativo di «caro traghetti» e che riguarda proprio il comportamento tenuto dai principali operatori del settore, che in questi ultimi mesi hanno aumentato in modo esponenziale le tariffe dei traghetti sulle tratte da e per la Sardegna;
da una tabella pubblicata nei primi giorni di maggio 2011 sul Corriere della Sera, infatti, emerge chiaramente come i prezzi per le traversate da e per la Sardegna segnalano aumenti che vanno dal 70 all'80 per cento: una vera e propria «pugnalata» inferta nei confronti di una regione, quale appunto quella della Sardegna, che vive prevalentemente di turismo e rischia di subire gravissime ripercussioni sia dal punto di vista economico che sul piano occupazionale;
il 17 maggio 2011 l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, inoltre, ha deciso di avviare un'istruttoria nei confronti delle società Moby, Snav, Grandi navi veloci e Forship (marchio «Sardinia Ferries») e delle loro controllanti, per verificare se abbiano posto in essere un'intesa restrittiva della concorrenza, finalizzata all'aumento coordinato dei prezzi per il trasporto passeggeri da e per la Sardegna. Le citate società oggetto dell'istruttoria rappresentano i principali operatori attivi sulle rotte interessate dagli aumenti e ne rappresentano una parte sostanziale, non inferiore al 75 per cento in termini di frequenze e al 60 per cento in termini di passeggeri. Il provvedimento di avvio dell'istruttoria, notificato nel corso di alcune ispezioni condotte in collaborazione con il nucleo speciale tutela mercati della Guardia di finanza, è stato deciso, alla luce delle numerose segnalazioni arrivate all'Autorità garante della concorrenza e del mercato da privati cittadini, associazioni dei consumatori e dalle regioni Sardegna e Liguria, che denunciavano ormai da tempo significativi incrementi dei prezzi relativi al periodo estivo 2011. Le analisi preliminari condotte dagli uffici dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato sulla dinamica dei prezzi delle compagnie private confermano un incremento generalizzato dei prezzi praticati dagli operatori, incremento medio stimato nell'ordine del 90-110 per cento rispetto ai prezzi dell'anno precedente;
ad avviso delle principali associazioni dei consumatori, ovvero Adoc, Codacons, Movimento difesa del cittadino e Unione nazionale consumatori, i rincari dei traghetti con destinazione Sardegna non sono in alcun modo collegabili all'andamento dei prezzi dei carburanti, che seppur aumentati, non possono certo giustificare un aumento di tale entità. In particolare, il Casper, il Comitato contro le speculazioni e per il risparmio costituito da Adoc, Codacons, Movimento difesa del cittadino e Unione nazionale consumatori, nel febbraio 2011, aveva presentato un esposto all'Autorità garante della concorrenza e del mercato nel quale si denunciavano rincari, giudicati esorbitanti, dei traghetti con destinazione Sardegna e si chiedeva di verificare eventuali manovre speculative o di cartello a danno dei consumatori;
la regione Sardegna è stata la prima regione in Italia a mobilitarsi contro il caro traghetti, sollevando il problema davanti all'Autorità garante della concorrenza e del mercato per contrastare gli aumenti. La giunta regionale sarda ha deciso poi di intervenire per calmierare il prezzo del trasporto marittimo tra la Sardegna e la penisola, attraverso la controllata Saremar (compagnia al 100 per cento di proprietà della regione Sardegna), attivando almeno due nuove rotte gestite direttamente dalla società regionale, in modo da contenere le tariffe in vista dell'approssimarsi dalla stagione estiva. La sperimentazione dovrebbe scattare il 15 giugno 2011 per concludersi il 15 settembre 2011 e riguardare le seguenti tratte: Olbia o Golfo Aranci con Civitavecchia o Napoli; Olbia o Golfo Aranci con La Spezia, Carrara e Livorno; Porto Torres con Genova o Savona;
tuttavia la soluzione tampone adottata dalla regione, oltre a privilegiare innegabilmente il nord della Sardegna a discapito della Sardegna meridionale, dovrebbe portare la tariffa a un costo medio ancora eccessivo e in contrasto con il principio della continuità territoriale marittima;
per risolvere il problema in maniera più radicale e meno provvisoria, nonché bloccare la vendita della Tirrenia ad armatori già operanti nelle tratte da e per la Sardegna, in conformità all'articolo 14 dello statuto autonomistico della Sardegna, era stata anche avanzata l'ipotesi di studiare il modo per mettere la regione Sardegna in una posizione privilegiata nella corsa per l'acquisizione della Tirrenia;
l'aumento delle tariffe marittime nega il diritto dei cittadini sardi e non sardi a spostarsi, abbattendosi, come si è detto, su un ganglio essenziale dell'economia dell'isola come il turismo;
durante il mese di maggio 2011 gli albergatori sardi hanno denunciato un calo di prenotazioni pari al 30 per cento;
la crisi dell'economia della regione Sardegna si incrocia con la vicenda della privatizzazione di Tirrenia su più piani e la cordata che, verosimilmente, acquisterà detta compagnia marittima è costituita degli stessi armatori che gestiscono i collegamenti con la Sardegna,

impegna il Governo:

a porre in essere, in sede di definizione del processo di privatizzazione della Tirrenia, ogni iniziativa di competenza tesa a limitare e calmierare il rincaro delle tariffe del trasporto marittimo da e per la Sardegna, al fine di garantire la piena applicazione sia del principio della «continuità territoriale» nei confronti delle regioni insulari, intesa come possibilità per tutti i cittadini di spostarsi nel territorio nazionale con pari opportunità, servizi soddisfacenti e prezzi uniformi, sia dell'articolo 16 della Carta costituzionale che sancisce il principio di circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, principio che è a sua volta espressione dei diritti irrinunciabili di cui agli articoli 2 e 3 della Carta stessa che i padri costituenti collocarono nella prima parte della Costituzione, nel nocciolo duro delle norme che, qualora cambiate, metterebbero in discussione l'intero impianto dell'ordinamento giuridico italiano;
a porre in essere ogni iniziativa di competenza volta a ridurre il divario esistente tra la popolazione residente nel territorio nazionale peninsulare e quella residente nel territorio insulare, con specifico riguardo alla Sardegna, assicurando che tutto il sistema dei trasporti da e verso la Sardegna, consenta ad ogni cittadino di fruire di servizi di trasporto regolari, con costi di tariffazione pari a quelli medi nazionali;
a porre in essere ogni iniziativa di competenza volta ad adottare un approccio sistematico alle problematiche evidenziate dal presente atto di indirizzo - problematiche che si ricollegano inevitabilmente alla politica di coesione sociale economica perseguita a livello comunitario e nazionale - al fine di risolvere le gravi ripercussioni negative derivanti dall'isolamento geografico e dall'accesa speculazione perpetrata a danno dei cittadini e dei residenti nella regione Sardegna, nonché delle imprese ivi operanti;
ad adottare immediate iniziative di sostegno nei confronti delle micro, piccole e medie imprese operanti nella regione Sardegna, che per l'approvvigionamento delle materie prime, o la commercializzazione dei propri prodotti, sono costrette a ricorrere al trasporto marittimo sopportandone i costi relativi;
ad adottare ogni iniziativa di competenza volta a garantire che i servizi di trasporto marittimo nel nord della Sardegna vengano esercitati alle stesse condizioni di mercato anche nel sud della Sardegna;
ad adottare ogni iniziativa di competenza volta ad evitare che l'imminente privatizzazione finalizzata alla trasformazione e razionalizzazione della società Tirrenia non rischi di determinare un regime pressoché sovrapponibile al monopolio, con conseguente peggioramento e vanificazione dell'effetto della continuità territoriale e delle condizioni di mobilità dei soggetti utenti del trasporto marittimo, in spregio a qualsiasi principio comunitario in materia di liberalizzazione e apertura al mercato;
a fornire con urgenza elementi al Parlamento sulla definizione della procedura di privatizzazione relativa alla società Tirrenia spa.
(1-00658)
«Palomba, Donadi, Evangelisti, Borghesi, Monai, Barbato, Cambursano, Cimadoro, Di Pietro, Di Giuseppe, Di Stanislao, Favia, Aniello Formisano, Messina, Mura, Leoluca Orlando, Paladini, Palagiano, Piffari, Porcino, Rota, Zazzera».

MOZIONI MESSINA ED ALTRI N. 1-00641, FALLICA ED ALTRI N. 1-00605, SCANDEREBECH ED ALTRI N. 1-00656, CAPODICASA ED ALTRI N. 1-00659, MOSELLA ED ALTRI N. 1-00660, COMMERCIO ED ALTRI N. 1-00665 E RUVOLO ED ALTRI N. 1-00666 CONCERNENTI INIZIATIVE A SOSTEGNO DELL'ECONOMIA DELL'ISOLA DI LAMPEDUSA, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AL SETTORE TURISTICO

Mozioni

La Camera,
premesso che:
il primo trimestre del 2011 ha fatto registrare un grande fermento politico e sociale che ha interessato il Maghreb, ma anche il Mashreq. Contro i regimi autoritari dei Paesi arabi si sono verificati, infatti, significativi moti popolari, che, accesisi in Algeria, si sono tumultuosamente estesi in Tunisia e in Egitto (dove i rispettivi Presidenti sono stati costretti alle dimissioni), ma anche in Bahrain, nello Yemen, in Siria, provocando molti morti e feriti;
contestualmente anche in Libia si sono verificate rivolte contro il colonnello Gheddafi, ma qui, purtroppo, la crisi è più grave e vede attualmente coinvolti, per motivi umanitari, anche i Paesi occidentali. Dopo l'iniziale operazione Odissey dawn (odissea all'alba), sostenuta anche dal nostro Paese, vi è stata una riorganizzazione delle catene di comando e controllo in ambito Nato e l'Italia è entrata decisamente nel conflitto, con un contributo che, come ufficialmente comunicato il 25 aprile 2011 dal Presidente del Consiglio dei ministri, consisterà in bombardamenti con «raid mirati» contro «specifici obiettivi militari selezionati sul territorio libico»;
la crisi in questa parte del Mediterraneo sta provocando e continuerà a provocare problemi e disagi per il nostro Paese, con ripercussioni economiche evidenti nell'isola di Lampedusa. In particolare, l'insicurezza dovuta alla guerra libica che vede attivamente coinvolta l'Italia e l'emergenza creata dal massiccio arrivo nel nostro Paese di profughi e immigrati, con immagini e notizie drammatiche diffuse da tutti i media, hanno compromesso l'immagine dell'isola nel mondo;
a causa dei continui sbarchi di immigrati e profughi, aggravati anche da ciò che sta accadendo nel Nord Africa, l'isola di Lampedusa è divenuta il territorio più colpito dalla crisi. L'economia lampedusana è principalmente basata sul turismo e l'assessore di Lampedusa che se ne occupa ha calcolato danni per più di 4 milioni di euro al settore turistico dell'isola, relativi al solo periodo di Pasqua; si è stimato che, con la cancellazione dei voli turistici programmati per le festività da parte del vettore Astreus e del tour operator Holding turismo, si è avuta la perdita di circa 7.000 posti che, calcolando soggiorni di sei notti, corrisponderebbero a 42.000 presenze. Aggiungendo, inoltre, gli arrivi della tratta sociale da Palermo e Catania e i passeggeri Siremar, si stima che le presenze del periodo pasquale sarebbero arrivate a circa 84.000. Considerando una spesa media di cinquanta euro al giorno per turista, si arriva a calcolare una perdita netta per l'economia isolana di quattro milioni e duecentomila euro;
gli ultimi risvolti del coinvolgimento bellico dell'Italia in Libia, inoltre, comporterà, come già detto, un coinvolgimento attivo nei bombardamenti e ciò fa rimanere una forte incertezza e preoccupazione per tutta la stagione estiva dell'isola di Lampedusa;
a fine marzo 2011, nel corso della sua visita nell'isola di Lampedusa, il Presidente del Consiglio dei ministri aveva fatto promesse esplicite: «Chiederemo per Lampedusa il Nobel per la Pace, una moratoria fiscale, previdenziale e bancaria perché Lampedusa diventi zona franca, un piano per il turismo che comprenderà una trasmissione di Rai e Mediaset che parli dell'isola in termini entusiastici, un campo di golf e un casinò. Anche io diventerò lampedusano: sono andato su internet e ho comprato una casa a Cala Francese (...) Ho un piano colore da attivare anche a Lampedusa: per intenderci vorrei che l'isola avesse i colori di Portofino». Sarebbe ora che almeno alcune di queste promesse fossero mantenute;
in questo scenario di crisi, è necessario un sostegno all'economia che vada ben oltre la creazione di una campagna di promozione turistica nazionale, rivolta, tra l'altro, al mercato domestico, quale quella che è stata proposta con il nome «magic Italy», spot voluto dal Governo che ha il limite di concentrarsi solo sulla promozione del turismo storico-artistico e delle città d'arte e non anche sul turismo balneare, che è sostanzialmente il segmento turistico trainante per Lampedusa: se, infatti, a livello nazionale il turismo marino rappresenta il 44 per cento, nel Sud e nelle Isole raggiunge rispettivamente il 73 e il 77 per cento,

impegna il Governo:

ad assumere le necessarie iniziative dirette a sospendere per i residenti nell'isola di Lampedusa almeno fino al 31 dicembre 2011 i termini per l'adempimento di obblighi di natura tributaria e contributiva, nonché del pagamento dei premi per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali;
ad assumere, inoltre, le opportune iniziative per prevedere, comunque, che la ripresa della riscossione dei tributi, dopo tale data, avvenga con le modalità di pagamento agevolate già adottate in precedenti e analoghi casi di eccezionale gravità, come quelli collegati a calamità naturali;
ad intraprendere le opportune iniziative di competenza per favorire la proroga e la rinegoziazione dei mutui per l'acquisto e/o la ristrutturazione di immobili destinati ad attività turistiche o ad esse connesse nell'isola di Lampedusa;
a sostenere con maggiori e più mirati investimenti il settore del turismo nell'isola di Lampedusa, che attualmente viene percepita dal turista come teatro di guerra, mentre appare necessaria una straordinaria promozione internazionale di questi territori.
(1-00641)
«Messina, Leoluca Orlando, Donadi, Borghesi, Evangelisti».
(23 maggio 2011)

La Camera,
premesso che:
la situazione determinatasi nell'isola di Lampedusa a causa dell'afflusso di migliaia di immigrati dal Nord Africa, in particolare dalla Tunisia, comporta gravissimi disagi per gli abitanti dell'isola;
l'evolversi della situazione politico-militare della Libia potrebbe determinare un'ulteriore ondata di profughi da tale Stato e acuire la già critica situazione che grava sulla popolazione lampedusana;
l'economia di Lampedusa si basa quasi esclusivamente sul turismo e sulle attività ad esso connesse (pesca, commercio) e perciò è certa un'ennesima sua battuta d'arresto; infatti, gli albergatori hanno già ricevuto parecchie disdette delle prenotazioni. Inoltre, alcuni vettori hanno deciso di annullare i voli per le festività pasquali (ad esempio, il vettore Astreus con il tour operator Holding turismo ha annullato i voli del 23 aprile 2011 da Bergamo). Si calcola una perdita netta per l'economia isolana per oltre 4 milioni di euro nella sola settimana pasquale e in proiezione danni ingentissimi per la prossima stagione estiva,

impegna il Governo

ad assumere iniziative per introdurre, sia per i privati che per le aziende che operano nell'isola, un'esenzione dal pagamento delle imposte e delle tasse che perduri fino alla risoluzione dell'emergenza immigrazione, al fine di arginare i danni sin qui subiti e di sostenere concretamente le condizioni di vita dei nostri concittadini delle isole Pelagie.
(1-00605)
«Fallica, Vessa, Iapicca, Grimaldi, Stagno d'Alcontres, Terranova, Pugliese, Cicu, Moles, Sbai, Iannarilli, Berardi, De Angelis».
(23 marzo 2011)

La Camera,
premesso che:
la crisi politica e militare che ha investito i Paesi nord-africani ha provocato un'ondata di immigrati, provenienti principalmente dalla Tunisia e dalla Libia, che hanno raggiunto con ogni mezzo il nostro Paese attraverso l'isola di Lampedusa, provocando fortissimi disagi quotidiani alla popolazione isolana ed un danno enorme all'economia lampedusana, che vive essenzialmente di turismo;
il sindaco di Lampedusa, Dino De Rubeis, ha denunciato, infatti, un calo della presenza di turisti sull'isola pari all'80 per cento rispetto al 2010 e, nonostante gli oltre cento passaggi televisivi promozionali, resta ancora forte la diffidenza dei turisti, tanto che, secondo il presidente del consorzio albergatori dell'isola, Antonio Martello, si tratta di «un danno paragonabile a una calamità naturale»;
gli annunciati voli a tariffe ridotte si sono rivelati poco più di una trovata pubblicitaria, mentre, per quanto riguarda la possibilità di spendere anche in alta stagione i buoni-vacanza per gli indigenti, ad essere convenzionati sono in tutto due alberghi su 82, e tra i più costosi;
circa tre mesi fa il Presidente del Consiglio dei ministri aveva promesso la realizzazione di un casinò e di un campo da golf, oltre agli sgravi fiscali, alla moratoria sui debiti, alla zona franca, all'abbattimento sui costi del carburante per i pescatori, alla candidatura dell'isola al Nobel della Pace ed altro;
nei giorni scorsi il Presidente del Consiglio dei ministri ha confermato ancora di voler mantenere tutti gli impegni presi dal Governo nei confronti di Lampedusa e per accelerare il piano di interventi ha conferito un incarico speciale di coordinamento al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Stefania Prestigiacomo;
il Consiglio dei ministri del 16 giugno 2011 ha approvato un piano di interventi straordinari per l'isola di Lampedusa, per un totale di 26 milioni di euro, riguardante interventi sulle fogne e sulla rete idrica, riqualificazione dei trasporti e risistemazione degli edifici pubblici e la sospensione dei pagamenti dei mutui fino a dicembre 2011; inoltre, si è riparlato anche dell'istituzione di una «zona franca» che lo stesso Presidente del Consiglio dei ministri porterà all'attenzione dell'Europa,

impegna il Governo:

a dare seguito in tempi rapidi al piano previsto dal Consiglio dei ministri e a prevedere ulteriori iniziative volte a sospendere anche il pagamento di tutti i tributi dovuti dai residenti dell'isola;
ad assumere iniziative tese a rafforzare le infrastrutture portuali, stradali e aeroportuali dell'isola.
(1-00656)
«Scanderebech, Naro, Galletti, Compagnon, Ciccanti, Volontè».
(21 giugno 2011)

La Camera,
premesso che:
l'isola di Lampedusa, a seguito dell'intensificarsi di un'ondata migratoria cresciuta in modo esponenziale nel primo semestre del 2011, anche a causa dei sommovimenti sociali e del conflitto in atto sulla costa nordafricana, è stata sottoposta ad uno sforzo che ha messo a dura prova le strutture di accoglienza, nonché i delicati equilibri economico-sociali dell'isola;
a causa del ritardo con cui sono stati effettuati gli interventi di accoglienza, dato il flusso straordinario di migranti e l'impreparazione con cui si sono fronteggiati questi eventi di carattere straordinario, si è determinata una situazione di collasso delle strutture e di grave emergenza, anche di carattere igienico-sanitario, durata settimane, determinando gravi disagi ed esasperazione nella popolazione;
il fenomeno, data la sua straordinarietà ed il collegamento con le vicende che hanno interessato ed interessano i Paesi rivieraschi del Mediterraneo, ha attirato l'attenzione dei media di tutto il mondo, rilanciando immagini che contrastano con la vocazione e gli interessi prevalentemente turistici di Lampedusa;
la concomitanza di questi avvenimenti con l'avvio della stagione estiva ha seriamente danneggiato gli operatori del settore turistico, che costituisce il segmento di gran lunga prevalente tra le attività imprenditoriali che si svolgono nell'isola;
a seguito di questi eventi il Governo si è impegnato ad effettuare interventi immediati a sostegno dell'economia isolana;
quelli già attivati, come la campagna promozionale volta a pubblicizzare il prodotto turistico, non hanno sortito alcun apprezzabile effetto, come si evince dal crollo delle prenotazioni che risulta essere superiore all'85 per cento rispetto al 2010, con danni rilevanti alle imprese esercenti attività nel campo turistico e nell'indotto,

impegna il Governo:

a predisporre in tempi rapidi iniziative di rilancio e di sostegno all'economia di Lampedusa che, tra l'altro, prevedano:
a) misure di ristoro dei danni subiti dalle imprese operanti nel settore turistico, anche al fine di prevenire e contenere licenziamenti di personale conseguenti alla crisi;
b) interventi volti a migliorare i trasporti aerei e marittimi per garantire la continuità territoriale a prezzi accessibili e concorrenziali;
c) la prosecuzione della campagna promozionale, di cui è stata, al contrario, annunciata la sospensione, con l'estensione anche al mercato estero, oltre a quello domestico;
d) una moratoria sui mutui contratti con istituti di credito, con interessi passivi a carico dello Stato e rimborsi traslati a due anni;
e) sospensione del pagamento dei tributi dei ruoli esattoriali scaduti ed in scadenza per il triennio 2011/2013, con rateizzazione diluita negli anni successivi;
f) sgravio dei contributi previdenziali per il triennio 2011/2013 per il personale assunto e per le nuove assunzioni;
g) avvio delle procedure per l'istituzione di una zona franca.
(1-00659)
«Capodicasa, D'Antoni, Berretta, Burtone, Cardinale, Causi, Genovese, Antonino Russo, Samperi, Siragusa, Gianni Farina».
(21 giugno 2011)

La Camera,
premesso che:
le rivolte e gli scontri armati che ormai da mesi si ripetono in tanti Paesi del Nord Africa hanno prodotto una situazione di instabilità e di rischio per le loro popolazioni, accelerando e moltiplicando i flussi migratori che già si registravano verso l'Europa;
tale fase è tutt'altro che conclusa e difficilmente si potrà concludere a breve, considerato che alla sua base vi è la richiesta delle popolazioni di trasformazioni radicali, di libertà, di garanzia dei diritti umani, di democrazia, che richiede percorsi lunghi e complessi prima di portare all'auspicabile stabilizzazione;
l'Italia per la sua posizione funge da avamposto dell'Europa ed è direttamente esposta ai flussi migratori che dal Nord Africa e dall'Africa subsahariana spingono verso il Nord del Mediterraneo;
è l'isola di Lampedusa a subire le conseguenze più immediate dei continui sbarchi di migranti che fuggono dalle loro terre in rivolta, subendo ingenti danni economici per il calo della domanda turistica, che rappresenta la principale fonte economica dell'isola, tant'è che già a fine marzo 2011 si valutavano pari a 5 milioni di euro i danni subiti dal settore per il solo periodo pasquale;
fonti attendibili stimano che alla fine della stagione turistica 2011 saranno circa 800 mila le presenze che mancheranno all'isola, con una perdita di oltre 50 milioni di euro, senza contare che solo la stagione estiva pesa sull'economia dell'isola per 130 milioni di euro;
alla luce della difficile situazione nella quale versava, e versa tuttora Lampedusa, Alleanza per l'Italia presentava alla fine di marzo 2011 un'interrogazione proprio allo scopo di conoscere quali fossero le intenzioni e, soprattutto, le azioni del Governo per garantire il necessario sostegno all'economia dell'isola di Lampedusa, così coinvolta ed impegnata nell'accoglienza dei migranti;
il 29 aprile 2011 il Ministro Brambilla annunciava nel corso di una conferenza stampa le iniziative del Governo finalizzate alla promozione del turismo a Lampedusa. Infatti, ritenendo conclusa l'emergenza sbarchi, dava avvio alla seconda fase del piano straordinario di rilancio dell'isola, che, attraverso la comunicazione e i «buoni vacanza» per Lampedusa, avrebbe dovuto risollevare l'immagine e l'economia dell'isola siciliana;
mentre a Lampedusa gli sbarchi dei migranti continuano a ripetersi con ritmo sostenuto, le misure promesse dal Governo in occasione della visita del Presidente del Consiglio dei ministri nell'isola non hanno trovato ancora alcuna attuazione,

impegna il Governo:

ad adottare misure più incisive, dirette e immediate per sostenere il settore del turismo come motore principale dell'economia lampedusana e per tutelare le imprese che in esso operano;
a prevedere ogni iniziativa possibile per evitare che l'intero peso della crisi dei Paesi mediterranei venga scaricato sulla popolazione e sull'economia lampedusana, aumentando a dismisura i danni ingenti già subiti dall'isola a causa della situazione;
ad incentivare la promozione dell'immagine di Lampedusa e dell'intera Sicilia.
(1-00660)
«Mosella, Tabacci, Pisicchio, Brugger».
(21 giugno 2011)

La Camera,
premesso che:
si è determinata nel corso degli ultimi mesi una drammatica situazione nell'isola di Lampedusa a causa del considerevole flusso di immigrati in fuga dalla Tunisia, dalla Libia e dalla costa nord dell'Africa;
vi sono stati evidenti ritardi nella comprensione della natura e della dimensione del fenomeno da parte di tutte le autorità preposte, comprese quelle europee, che si sono semplicemente limitate ad evocare i rischi di grandi processi migratori, senza predisporre misure idonee alla reale gestione dell'emergenza;
l'isola di Lampedusa, famosa per i fondali marini e per le sue meraviglie paesaggistiche, viene oramai associata alle immagini dei clandestini tristemente ammassati sui barconi, sui moli, nel centro di accoglienza. Questo scenario sta determinando previsioni catastrofiche sull'afflusso dei turisti, principale fonte di reddito delle famiglie lampedusane;
nei giorni scorsi il Presidente del Consiglio dei ministri ha dichiarato di voler confermare tutti gli impegni presi dal Governo nei confronti dell'isola;
le decisioni prese recentemente dal Consiglio dei ministri per il rilancio di economia e turismo a Lampedusa prevedono un piano con misure compensative per fronteggiare lo stato di emergenza e rilanciare economia e turismo sull'isola, anche attraverso la sospensione dei pagamenti di tributi, contributi, mutui e leasing. fino alla fine del 2011, la realizzazione di interventi volti alla verifica del ciclo integrato delle acque e all'adeguamento e riqualificazione della rete idrica e fognaria esistente, la promozione delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica, la riqualificazione delle strutture dell'area marina protetta, la riqualificazione ambientalmente sostenibile della rete di trasporto pubblico locale, nonché il lancio di campagne pubblicitarie;
il piano di rilancio prevede, inoltre, uno stanziamento di 26 milioni di euro, cui si affianca anche la richiesta, che comunque dovrà essere presentata in modo ufficiale all'Unione europea, di costituire a Lampedusa una «zona franca»,

impegna il Governo:

a rendere operativo, in tempi brevi, il piano per il rilancio ed il sostegno dell'economia turistica dell'isola, prevedendo anche l'adozione di misure economiche straordinarie a tutela dei lavoratori in cassa integrazione guadagni straordinaria a causa delle crisi già in atto;
a proseguire la campagna promozionale per il rilancio dell'immagine dell'isola, estendendola anche al mercato estero;
a porre in essere ogni iniziativa affinché si predispongano, per il futuro, gli strumenti per il definitivo superamento di ogni eventuale emergenza, mettendo a disposizione le risorse umane, logistiche e finanziarie per approntare un'accoglienza dei migranti che assicuri il rispetto dei diritti umani e della dignità di ogni persona e le condizioni di sicurezza per i residenti.
(1-00665)
«Commercio, Lo Monte, Latteri, Lombardo, Brugger».
(22 giugno 2011)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)

La Camera,
premesso che:
in questo inizio di 2011 hanno avuto luogo o sono ancora in corso, in molti Paesi arabi, delle rivolte popolari che in alcuni casi hanno rovesciato democraticamente i vecchi regimi, mentre in altri la situazione è ancora di aperto conflitto;
in alcuni di questi Paesi, in particolare la Libia, la richiesta di maggiore democrazia ha portato ad un conflitto armato nel quale il nostro Paese ha avuto e sta avendo un ruolo attivo e di primo piano;
la crisi in atto, in particolare sul fronte libico, sta provocando un esodo di notevoli proporzioni verso il nostro Paese e l'isola di Lampedusa rappresenta il punto di approdo naturale di migliaia di nuovi profughi;
questa situazione ha creato difficoltà agli abitanti dell'isola costretti a subire tali sbarchi e, al contempo, ha determinato un crollo dell'economia locale basata, soprattutto, sulle attività legate al turismo che ha subito un vero e proprio tracollo;
il permanere del conflitto sul territorio libico rischia, nonostante l'impegno del Governo che è riuscito a creare una situazione di decentramento in tempi rapidi dei nuovi arrivati, di aggravare ancora di più l'attuale crisi economica;
in questo scenario si rende necessario un ulteriore, rapido ed articolato intervento del Governo al fine di sostenere fattivamente le popolazioni e l'economia locale;
il 16 giugno 2011 il Consiglio dei ministri ha approvato un piano di sostegno e di interventi speciali per Lampedusa per un importo di 26 milioni di euro ed ha nominato il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Stefania Prestigiacomo, come coordinatrice degli interventi per il rilancio di Lampedusa;
tra le decisioni importanti va annoverata quella di prevedere per Lampedusa un modello di sviluppo oil free, cioè totalmente basato sulle rinnovabili che ne rafforza l'immagine di isola protesa verso un turismo sostenibile;
la popolazione lampedusana ha chiesto, in più occasioni, interventi di sostegno all'economia come la sospensione temporanea del pagamento di tributi, contributi e rate dei mutui,

impegna il Governo:

a proseguire nell'opera di sostegno alla popolazione e di rilancio dell'economia nell'isola di Lampedusa attraverso:
a) una rapida attuazione del piano già previsto nel Consiglio dei ministri del 16 giugno 2011;
b) ulteriori iniziative volte a prevedere, sia per i privati che per le aziende, un'esenzione dal pagamento delle imposte e delle tasse che perduri fino alla definitiva risoluzione dell'emergenza legata agli sbarchi nell'isola;
c) la realizzazione di tutte le procedure necessarie al fine di istituire nell'isola di Lampedusa una zona franca;
d) iniziative tese a migliorare le infrastrutture dell'isola a partire da quelle portuali e aeroportuali;
e) una forte azione presso le competenti organizzazioni internazionali, al fine di arrivare al riconoscimento da parte dell'Unesco dell'isola di Lampedusa come patrimonio dell'umanità;
f) la promozione dell'isola di Lampedusa come capitale della dieta mediterranea.
(1-00666)
«Ruvolo, Gianni, Sardelli».
(22 giugno 2011)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)