XVI LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 496 di mercoledì 6 luglio 2011
Pag. 1PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE
La seduta comincia alle 10,05.
GREGORIO FONTANA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Bonaiuti, Bongiorno, Brambilla, Bratti, Brugger, Brunetta, Caparini, Carfagna, Casero, Castiello, Catone, Cenni, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cossiga, Craxi, Crimi, Crosetto, Della Vedova, Donadi, Fava, Fitto, Franceschini, Gelmini, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Malfa, Lupi, Mantovano, Martini, Antonio Martino, Meloni, Miccichè, Migliavacca, Migliori, Misiti, Moffa, Mura, Leoluca Orlando, Arturo Mario Luigi Parisi, Pecorella, Picchi, Polidori, Ravetto, Reguzzoni, Romani, Romano, Paolo Russo, Saglia e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Trasferimento a Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 1320 (ore 10,13).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di una proposta di legge a Commissione in sede legislativa.
Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa della seguente proposta di legge, della quale la sottoindicata Commissione ha chiesto il trasferimento in sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento:
alla I Commissione (Affari costituzionali):
GREGORIO FONTANA: «Modifica delle circoscrizioni territoriali dei comuni di Torre Pallavicina e di Soncino nonché delle province di Bergamo e Cremona» (1320).
(La Commissione ha elaborato un nuovo testo).
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,15).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Pag. 2Sull'ordine dei lavori.
EMANUELE FIANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, prendo spunto dalla coda della seduta di ieri dove alcuni colleghi hanno svolto riflessioni - peraltro largamente condivise - sui fatti drammatici della Val Susa avvenuti domenica scorsa. Non ci sarebbe e non c'è alcuna necessità di ribadire qui ancora una volta l'opinione del Partito Democratico su quei fatti, perché lo abbiamo fatto per tempo, mentre quei fatti si svolgevano, e quindi non ho alcuna difficoltà a ribadire i nostri sentimenti di solidarietà nei confronti delle forze dell'ordine che sono state attaccate insieme agli operai del cantiere della TAV da gruppi organizzati di violenti, che secondo noi avevano poco a che fare con la vicenda della Val Susa e molto a che fare con la scelta di attaccare le forze dell'ordine mentre si svolgeva una manifestazione pacifica di dissenso nei confronti di quella infrastruttura.
La violenza nella politica non troverà da questa parte mai nessuno spazio, mentre la concezione che il dissenso vada ascoltato lo troverà sempre, così come anche la sicurezza che nella democrazia i processi decisionali che si svolgono nelle sedi istituzionali proprie vanno alla fine portati fino in fondo, e le opere come la TAV che hanno avuto questo percorso vanno ora realizzate. Ma lo spunto - concludo Presidente - per ritornare sui fatti drammatici della TAV è perché, onorevoli colleghi, vorrei preventivamente mettere sull'avviso che nei giorni prossimi si celebrerà il decennale dei fatti drammatici del G8 di Genova (nei giorni tra il 20 e il 23 luglio prossimo).
Vorrei quindi appellarmi da quest'Aula al Ministro dell'interno Maroni perché tutto ciò che lecitamente è possibile fare sia fatto per prevenire che in quei giorni a Genova si possano ripetere episodi drammatici come quelli che abbiamo visto in Val Susa. Lo diciamo prima acciocché nessuno possa dire dopo: non sapevamo, non ci avevamo pensato, non lo avevamo previsto. La democrazia si nutre di dissenso, si nutre di confronto, si nutre di ascolto. Noi dobbiamo agire preventivamente perché non vi sia spazio per forme violente di espressione del proprio dissenso, e da partito responsabile, quale noi siamo (da partito di governo), abbiamo per tempo espresso il nostro parere su ciò che andava succedendo in Val Susa e lo esprimiamo adesso preventivamente, chiedendo al Governo che agisca prima perché dopo - come sempre - sarebbe più difficile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
AGOSTINO GHIGLIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
AGOSTINO GHIGLIA. Signor Presidente, vorrei brevemente fare alcune sottolineature sui tragici fatti che hanno contraddistinto il fine della scorsa settimana presso il cantiere della Maddalena in Val di Susa per quanto riguarda la TAV. Ovviamente, è scontata - l'abbiamo più volte ripetuta, soprattutto noi che, con coerenza, sosteniamo la TAV da 17 anni e non abbiamo cambiato idea in corso d'opera - la nostra solidarietà nei confronti delle forze dell'ordine, dei feriti, degli oltre 200 agenti che hanno pagato fisicamente (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà) la difesa della legalità, la difesa dello Stato di diritto, la difesa delle istituzioni e anche la difesa dell'opera.
Signor Presidente, se è vero che la democrazia si nutre di dissenso, la democrazia, però, è anche scelta e dovrebbe essere nemica del «doppiogiochismo» e del «cerchiobottismo», quel «doppiogiochismo» e quel «cerchiobottismo» che contraddistinguono un partito che ha schierato ben 22 sindaci, con tanto di fascia tricolore, nella manifestazione anti-TAV della settimana scorsa.
PIERANGELO FERRARI. Pacifica! Pacifica!
AGOSTINO GHIGLIA. Non si può essere a favore della TAV lanciando moniti al Ministro dell'interno e alle forze dell'ordine in Parlamento; non si può essere a favore della TAV a Torino quando - mi spiace dirlo - il sindaco Fassino dà in locazione gratuita a Radio black-out un immobile che chiama a raccolta la teppaglia di mezza Italia e di mezza Europa (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico); non si può dire che si è favore della TAV e, poi, schierare 22 sindaci del PD con fascia tricolore che protestano contro l'opera. E, soprattutto, non si può continuare, nella comunità montana Alta-Val Susa, a tenere un presidente no TAV con il sostegno esclusivo del PD. Se è vero che tutti vogliamo l'opera, se è vero che è necessario ed indispensabile che il dissenso faccia crescere l'attenzione, soprattutto da un punto di vista ambientale sull'opera medesima, se è vero che ci vuole coesione tra le forze politiche, è altrettanto vero che questi obiettivi si possono raggiungere se si abbandona l'ipocrisia di fondo del cercare politicamente e strumentalmente di tenere il piede in due scarpe per poter occhieggiare, da una parte, a chi casomai domani potrebbe regalarci qualche voto e, dall'altra parte, mantenere e palesare una legalità che, spesso, è un po' troppo di facciata, un po' troppo formale e un po' troppo poco sostanziale. Onde evitare che ci siano fraintendimenti, noi, collega, non abbiamo dubbi: le forze dell'ordine stanno dalla parte del giusto e chi va a sfilare, applaudendo quelli che tirano i sassi alle forze dell'ordine, anche se fa finta di fare un corteo pacifico, è da condannare. Ovviamente, mi riferisco a quelli con la fascia tricolore che citavo prima che stavano nel campo di sotto ad applaudire quelli che sopra tiravano le molotov e le pietre alle forze dell'ordine.
Se vogliamo una sintesi positiva a favore dell'opera, se vogliamo tutelare il dissenso, se vogliamo tutelare la democrazia, smettiamola con questa ipocrisia, smettiamola con questo «doppiogiochismo», smettiamola con l'indossare una giacca in Parlamento ed una giacca in Val di Susa, perché è vero che in montagna fa più freddo, ma questa incoerenza alla fine causa incidenti, scontri e feriti da parte di servitori dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
GIANNI FARINA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANNI FARINA. Signor Presidente, sono stato recentemente a Lille nel nord della Francia e giovedì 30 giugno è stato un giorno nefasto per la collettività italiana della circoscrizione consolare di Lille. Il consolato italiano, nel passato uno tra i più importanti della rappresentanza diplomatica italiana, ha chiuso definitivamente i suoi battenti con un mesto abbassa bandiera. D'ora in poi, verrà effettuato unicamente un servizio settimanale, dietro preavviso e su appuntamento, dal personale del consolato generale d'Italia a Zurigo. È uno scandalo! Centinaia di pensionati, lavoratori e lavoratrici italiani, hanno assistito alla scena, inalberando le loro bandiere sindacali ed i cartelli di protesta per una decisione miope ed irresponsabile. Con la chiusura, si colpiscono gli interessi economici e commerciali dell'Italia in una zona di alto valore strategico. Inutilmente, il sindaco di Lille, Martine Aubry, un dirigente di prestigio locale e nazionale, intervenne ripetutamente per iscritto attirando l'attenzione delle autorità italiane a Parigi e, al più alto livello, del Ministro degli affari esteri.
Il consolato è stato chiuso ed è un ulteriore funerale della Repubblica, la mestizia di un Governo che ha smarrito la memoria e ha perduto ogni prestigio politico e morale. Chiediamo attraverso la Presidenza di intervenire presso il Governo e presso il Ministero degli esteri per vedere quali iniziative intraprendere per pervenire all'apertura eventuale di un viceconsolato o, in alternativa, di un'agenzia consolare a Lille per correggere una decisione Pag. 4sbagliata sul piano del risparmio e rispondere alle attese del mondo economico e dei suoi cittadini.
RITA BERNARDINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, mi giunge notizia che sembra che l'Ufficio di Presidenza abbia deciso di rinviare la discussione del bilancio interno della Camera a settembre. Sappiamo tutti che era stato preventivato per i primi giorni del mese di luglio; poi era stato rinviato alla fine del mese di luglio perché si aspettavano le decisioni tremontiane. Adesso c'è questa notizia. Ricordo e vorrei che il Presidente della Camera ne fosse a conoscenza che, in occasione della discussione del precedente bilancio interno della Camera dei deputati, i questori accolsero un nostro ordine del giorno, un ordine del giorno dei radicali, che invitava a presentare il bilancio entro il mese di marzo. Alla Camera dei deputati invece approviamo il bilancio dell'anno precedente e quello di previsione alla fine dell'anno, a settembre. Ritengo che tutto questo sia veramente inconcepibile soprattutto in un momento in cui dobbiamo dare prova di serietà nei confronti dei cittadini che saranno tartassati dalla manovra. Spero che si ritorni indietro da questa, se è una decisione. Mi auguro che sia solamente una voce.
PRESIDENTE. Onorevole Bernardini, rispondo soltanto sul piano formale, senza entrare nel merito della questione che lei ha posto. Lei ha parlato di Ufficio di Presidenza ma ritengo che si riferisse alla Conferenza dei presidenti di gruppo perché l'Ufficio di Presidenza non inserisce o toglie argomenti dal calendario. Formalmente la Conferenza dei presidenti di gruppo non si è ancora pronunziata né ha inserito il provvedimento in data precisa. È chiaro che sarà la stessa Conferenza a valutare la collocazione secondo l'andamento dei lavori.
Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta che riprenderà alle 10,35.
La seduta, sospesa alle 10,25, è ripresa alle 10,40.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI
In morte dell'onorevole Enrico Manca.
PRESIDENTE. Come è già noto ai colleghi, comunico che nella giornata di ieri è deceduto l'onorevole Enrico Manca, già membro della Camera dei deputati dalla sesta all'undicesima legislatura.
La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.
FABRIZIO CICCHITTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, l'onorevole Enrico Manca, che è stato per molti anni deputato, appartiene alla storia del Partito Socialista Italiano. Vi appartiene avendo avuto una posizione assolutamente autonoma nel dibattito di quel partito e avendo sempre avuto una grande sensibilità per il confronto e per l'evoluzione delle forze politiche, sia nei confronti della Democrazia Cristiana sia nei confronti del Partito Comunista. Con l'onorevole Enrico Manca ho avuto molte ragioni di dibattito ed anche di dissenso, però va riconosciuta la sua finezza culturale, il suo impegno parlamentare, il suo lavoro nelle istituzioni ed anche il modo assolutamente degno ed alto con cui egli ha fatto il presidente della RAI. Quindi credo che sia assolutamente giusto che questa Assemblea mantenga un livello degno di memoria storica nei confronti di coloro che sono stati protagonisti, negli Pag. 5anni Sessanta, Settanta e Ottanta, del dibattito politico e culturale in questo Paese. In questo senso lo saluto e lo commemoro (Applausi).
FRANCESCO TEMPESTINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO TEMPESTINI. Signor Presidente, se ne è andato innanzitutto un intelligente ed innovativo uomo della comunicazione e della televisione di questo Paese. È stato per molti anni presidente della RAI, ma è stato soprattutto il sostenitore e l'ispiratore di quella vera e propria svolta culturale rappresentata dalla RAI di Massimo Fichera e dall'innovazione della rete 2. Lo dico perché attraverso questi fatti in quegli anni si segna il passaggio dalla RAI del monopolio culturale della Democrazia Cristiana e di Bernabei ad un'altra RAI, una RAI di un pluralismo fondato sul Parlamento, che poi come sappiamo avrà un percorso negativo, che porterà alla lottizzazione e, se mi si consente, alle vergogne di oggi.
Manca è stato un innovatore nel campo delle comunicazioni perché si collocava dentro un filone dell'innovazione socialista e l'idea di una sinistra che dovesse rinnovarsi e mettere in primo piano innanzitutto le ragioni dell'unità, alle quali si arrivava naturalmente con il bagaglio della propria autonomia politica; rispetto a quest'idea non integralista del rapporto a sinistra tra socialisti e comunisti prima e fra socialisti e Partito Democratico della sinistra poi, l'onorevole Manca ha sacrificato anche l'orientamento, dentro il suo partito, di una collocazione più «integralista», lo dico tra virgolette, che si facesse più carico delle ragioni di parte. Mi piace sottolineare questa idea ed è il punto con cui concludo: mi riferisco al fatto di aver riconosciuto, anche negli anni in cui l'impronta politica di Craxi era potente ed importante nella politica italiana; anche in quel periodo; che nessuno aveva e poteva avere il monopolio e che bisognava per forza di cose cercare di costruire equilibri più avanzati (era uno slogan del tempo, ma in fondo è uno slogan che andiamo a ripercorrere anche oggi e che possiamo anche oggi riutilizzare).
Quell'idea era forse minoritaria nel Partito Socialista, ma aveva un fondamento perché rincorreva un'idea che da soli non si va, senza un'unità più larga. Naturalmente era un'unità che andava costruita sull'innovazione.
Da questo punto di vista, certamente Manca non è stato un vincitore, non solo nelle vicende politiche, ma anche la sua storia personale è stata una storia fatta di sconfitte. Tuttavia, a mio avviso, resta da sottolineare questo elemento, che dovremmo anche oggi considerare nel suo valore: le forze dell'innovazione hanno bisogno di terreni larghi per poter esprimere una capacità reale e per poter esprimere, realmente, un cambiamento.
Penso che dobbiamo tenere a mente questo difficile e contrastato percorso, per ricordare un uomo che ha lasciato nella prima Repubblica una sua impronta positiva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
GIUSEPPE CONSOLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il gruppo Futuro e Libertà desidera, a mio tramite, avendo avuto una lunga frequentazione con l'onorevole Manca, ricordarne le doti di grande esperto nel mondo delle comunicazioni: prima, quale presidente della RAI, poi, quale fondatore dell'ISIMM, il quale continuava la sua opera attraverso questa società che egli stesso aveva creato.
Il gruppo Futuro e Libertà si associa, quindi, al dolore dell'Aula per la scomparsa di questo protagonista della vita degli ultimi decenni (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).
ENZO CARRA. Chiedo di parlare.
Pag. 6PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENZO CARRA. Signor Presidente, anche l'Unione di Centro si associa al lutto della famiglia e al lutto di quel che resta della famiglia socialista, per la morte di Enrico Manca.
Sappiamo che Enrico Manca, ai suoi tempi, fu l'unico autentico rivale di Craxi. Ci piacerebbe che qualcuno indagasse su cosa sarebbe stato il Partito Socialista Italiano con Manca, invece che con Craxi, nel dopo Midas, cioè alla fine degli anni Settanta.
Certamente, però, sappiamo invece che cosa è stata la RAI con lui presidente politico, e che come un «presidente politico» - quale Manca è stato - abbia saputo fare infinitamente meglio di tanti presidenti non politici che ci sono stati «scodellati» negli ultimi decenni.
Questo è un ricordo affettuoso e rispettoso di un grande uomo politico, che noi oggi ricordiamo (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).
Seguito della discussione della proposta di legge: S. 10-51-136-281-285-483-800-972-994-1095-1188-1323-1363-1368 - D'iniziativa dei senatori: Ignazio Roberto Marino ed altri; Tomassini ed altri; Poretti e Perduca; Carloni e Chiaromonte; Baio ed altri; Massidda; Musi ed altri; Veronesi; Baio ed altri; Rizzi; Bianconi ed altri; D'Alia e Fosson; Caselli ed altri; D'Alia e Fosson: Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento (Approvata, in un testo unificato, dal Senato) (A.C. 2350-A) e delle abbinate proposte di legge: Binetti ed altri; Rossa ed altri; Farina Coscioni ed altri; Binetti ed altri; Pollastrini ed altri; Cota ed altri; Della Vedova ed altri; Aniello Formisano ed altri; Saltamartini ed altri; Buttiglione ed altri; Di Virgilio ed altri; Palagiano ed altri. (A.C. 625-784-1280-1597-1606-1764-bis-1840-1876-1968-bis-2038-2124-2595) (ore 10,45).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata, in un testo unificato, dal Senato, d'iniziativa dei senatori Ignazio Roberto Marino ed altri; Tomassini ed altri; Poretti e Perduca; Carloni e Chiaromonte; Baio ed altri; Massidda; Musi ed altri; Veronesi; Baio ed altri; Rizzi; Bianconi ed altri; D'Alia e Fosson; Caselli ed altri; D'Alia e Fosson: Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento; e delle abbinate proposte di legge Binetti ed altri; Rossa ed altri; Farina Coscioni ed altri; Binetti ed altri; Pollastrini ed altri; Cota ed altri; Della Vedova ed altri; Aniello Formisano ed altri; Saltamartini ed altri; Buttiglione ed altri; Di Virgilio ed altri; Palagiano ed altri.
Ricordo che nella seduta del 5 luglio 2011 è stato da ultimo respinto l'articolo premissivo Farina Coscioni 01.02.
Avverto che prima dell'inizio della seduta sono stati ritirati dai presentatori gli emendamenti Buttiglione 1.5 e Pollastrini 1.2065.
(Ripresa esame articolo 1 - A.C. 2350-A)
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2350-A).
Passiamo alla votazione dell'articolo premissivo Farina Coscioni 01.0265.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Farina Coscioni, alla quale ricordo che ha tre minuti di tempo a disposizione. Ne ha facoltà.
MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. Signor Presidente, ieri ripetevo che è davvero arduo il compito che spetta a noi Radicali su un tema e su un provvedimento concernente le dichiarazioni anticipate di trattamento, soprattutto dal momento che questa proposta di legge reca il titolo «Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento». Pag. 7
Questo è un compito difficile perché il testo che vuole questo Governo impone alla persona di accettare trattamenti disumani, di accettare trattamenti degradanti. È una proposta di legge nella quale c'è scritto che l'ultima parola non spetta al soggetto titolare del diritto di scelta, non spetta a chi ha redatto la dichiarazione anticipata di trattamento; sarebbe un compito semplice e facile se il legislatore riuscisse a tenere una sorta di filo conduttore dei principi che già esistono nel nostro ordinamento interno ed internazionale, nella nostra Costituzione, così come anche nelle convenzioni che tutelano le libertà e i diritti fondamentali perché in tal modo si può riuscire a trovare quell'equilibrio tra valori che deve guidare il legislatore in questa scelta.
Tuttavia, le condizioni attuali non lo permettono; maggioranza e Governo stanno mettendo letteralmente le mani sulla libertà di ciascuno, ci impediranno di scegliere come finire i nostri giorni, ci costringeranno a far sopravvivere il nostro corpo, costringeranno a far sopravvivere il corpo privato della propria mente e della propria coscienza, anche chi non lo accetta e anche chi rifiuta tale condizione.
In questo testo di legge manca qualsiasi riferimento al principio, al diritto di autodeterminazione che invece avrebbe dovuto essere il punto nevralgico, il punto centrale da cui partire. Questo principio non è un principio del mondo laico contro quello cattolico dal punto di vista del diritto e dell'ordinamento giuridico, è un principio che non può che appartenere a tutti, a ciascuno di noi perché si alimenta della stessa libertà e dello stesso rispetto del corpo e della mente di ciascuna persona.
Posso dire quindi con certezza - e va in questa direzione l'emendamento presentato dai Radicali e sottoscritto anche dal collega Furio Colombo - che tra giuristi, scienziati, medici, collegi di infermieri, e che dire della maggioranza dei cittadini italiani interpellati, si misura una posizione unanime che contesta l'impianto di questa legge, il fatto di ignorare i principi fondamentali dell'ordinamento giuridico e proprio il principio di autodeterminazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palagiano. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, vorrei ricordare che il titolo della proposta di legge - disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento - già nel suo piccolo rappresenta una legge che definirei «legge truffa».
Innanzitutto, parla di alleanza terapeutica cioè una alleanza fra il paziente e il medico, e mi chiedo di quale alleanza si tratti; in realtà, è sbilanciata nettamente a favore del medico che può addirittura rifiutare le indicazioni date dal paziente.
A proposito di consenso informato, noi riteniamo che debba valere dal momento in cui la persona è cosciente a quando perde la sua coscienza e, quindi, il cittadino deve mantenere il suo diritto di scelta sancito dall'articolo 32 della Costituzione anche quando non è più cosciente. Libertà significa poter decidere sul proprio corpo anche quando non si è più padroni del proprio corpo, quando il corpo non risponde più.
Infine, anche nel caso delle dichiarazioni anticipate di trattamento vi è una dizione falsa. Ricordo che nella letteratura anglosassone si parla di living will, cioè di volontà di vita, oppure di advance directive, l'accezione più usata in tutto il mondo anglosassone, entrambe sanciscono la parola volontà; non un consiglio per il fine vita, non dei suggerimenti o degli orientamenti sul fine vita.
Ricordo che il Comitato nazionale di bioetica ha tradotto in maniera maldestra quelle che sono le dichiarazioni anticipate di trattamento omettendo la parte più significativa, quella che, come ricordavo ieri, si trova alla base di questa legge e cioè il dare effettivamente un valore giuridico alle volontà espresse dal cittadino.
Questa era la via maestra da seguire per questa legge e questa era l'esigenza Pag. 8che vi era in Italia, in cui - come dicevo poc'anzi - vige ancora la discrezionalità dell'azione medica: è il medico che deve decidere per sé e per gli altri. Noi vogliamo un bilanciamento, una vera alleanza terapeutica che, in questo caso, nella proposta di legge, non c'è.
Dicevo di una «legge truffa» e mi rifacevo anche ieri alla classificazione su cui vorrei tornare, quella che usano i neurologi del Glasgow Outcome Scale (la scala degli insulti cerebrali). Si continua a parlare anche della proposta emendativa presentata ieri in Commissione dal relatore, Di Virgilio, in cui l'applicazione del testamento biologico avviene soltanto nei malati ultraterminali, cioè è addirittura previsto l'impiego di una risonanza magnetica cerebrale che debba attestare una mancanza di attività cerebrale.
Si tratta, quindi, di una proposta di legge contro il testamento biologico. Come è possibile stabilire che un testamento biologico si applichi soltanto ad una categoria così esigua di cittadini? Si va quindi fuori pista.
Secondo la classificazione del GOS esiste soltanto il coma lieve, il coma moderato, il coma grave e, poi, esiste quello che prevedeva la proposta di legge licenziata al Senato, il coma vegetativo, che poi è stato riampliato nella versione della Camera, e poi ulteriormente ristretto nella giornata di ieri, a testimonianza che il Governo non vuole una legge sul testamento biologico, ma vuole che vi sia una legge che tuteli la vita di per sé, quello che chiamiamo vitalismo medico, e non la salute dei pazienti.
Occorre non fare confusione: esistono degli stati di minima coscienza, cioè dei pazienti che hanno un'alterata concezione di quello che accade intorno, ma che ogni tanto possono avere un qualche movimento, spesso riflesso, ma comunque di consapevolezza, ed esistono delle persone affette dalla sindrome locked-in, malati cioè che hanno la paralisi di tutti i muscoli ma sono coscienti. Il coma vegetativo è qualcosa di ben definito, è un'atrofia della corteccia cerebrale con perdita delle funzioni primarie, cioè del parlare, dell'udire e così via.
Questa proposta di legge rimane ristretta ad una categoria molto molto limitata di pazienti. Si tratta di un testo incostituzionale, perché va ad interferire con gli articoli 2, 3, 13, e 32 della Costituzione. Quindi, si ravvisano tutti i presupposti per...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Palagiano.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà per un minuto.
SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, stiamo discutendo di una proposta di legge che non dovrebbe essere trascritta sulla carta, ma dovrebbe essere un qualcosa che è stampato nella nostra coscienza. Forzare con strumenti legislativi argomenti come questi: la storia poi ci insegna che vengono smentiti nel breve tempo. Stiamo percorrendo una strada in salita, che sarebbe bene, invece, fosse affrontata fuori da questa sede, dagli italiani, con la propria coscienza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cimadoro. Prendo atto che vi rinunzia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.
FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, arriva in Aula un provvedimento di straordinaria delicatezza, che interpella le coscienze di ciascuno di noi, e se fosse solo questo, poco male. Il fatto è che i temi trattati con questo provvedimento interpellano le coscienze dei cittadini fuori di quest'Aula, i quali ci guardano e vogliono vedere fino a che punto il Parlamento e i singoli parlamentari si vogliono spingere nel dettare regole e nell'imporre linee su una questione tanto delicata, che è il confine tra la vita e la morte e, soprattutto, Pag. 9il confine tra quello che una persona può decidere su se stesso e quello che gli altri possano decidere su di lui.
Perciò, signor Presidente, riteniamo che questo provvedimento sia fortemente invasivo della coscienza delle persone e, per questa ragione, non ci sentiamo di sostenerlo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.
GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, sul provvedimento della maggioranza sul testamento biologico, così com'era e sarà, mi sembra sia necessario indire un referendum. Infatti, temo che questo importante tema, così come verrà condizionato, soprattutto dal tenore degli interventi che ho sentito fino ad oggi, se fosse affrontato in una legge strutturata in questa maniera, comporterebbe che i tribunali, a mio parere, sarebbero sommersi da molti ricorsi. Si arriverebbe, penso, fino alla Corte costituzionale che, naturalmente, non ha tempi brevi.
Credo che sul tema dei diritti civili, per come ci si è orientati e per i chiarimenti che sono stati espressi, sia necessario indire un referendum e lanciare un messaggio a tutte le persone. Le parole a volte, per come vengono dette, valgono fino ad un certo punto. Credo che questo...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Paladini.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Leoluca Orlando. Ne ha facoltà.
LEOLUCA ORLANDO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, siamo in una posizione di straordinaria importanza. Credo che la legge non possa intervenire su un tema che riguarda il diritto alla vita. Amare la vita non è soltanto rispettare le gioie della vita, ma anche rispettare il dolore, e credo che il rispetto per il dolore, per la sua non sopportabilità e per coloro i quali ritengono di non avere più chance e possibilità di guarigione e che sono ridotti ad essere soltanto oggetto di accanimenti, sia una forma esigente di amore per la vita.
Ecco la ragione della nostra opposizione a questa indebita ingerenza dello Stato nella vita dei cittadini e a questa violazione assolutamente inaccettabile di elementari principi di laicità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Aniello Formisano. Ne ha facoltà.
ANIELLO FORMISANO. Signor Presidente, la proposta di legge sul testamento biologico sulla quale sta lavorando il Parlamento è ritenuta necessaria dal 77,2 per cento dei cittadini e dall'81,37 per cento dei medici. Il Parlamento prevede che sia una legge che considera alimentazione e idratazione non terapie, una legge che considera non vincolante per il medico la volontà espressa dal paziente nelle dichiarazioni anticipate di trattamento, una legge che considera le dichiarazioni anticipate di trattamento valide solo se espresse in forma scritta o dattiloscritta con la firma autografa del paziente, escludendo le nuove tecnologie come i media e le ricostruzioni postume.
I cittadini e la comunità medica ritengono, invece, debba essere una legge che considera alimentazione e idratazione terapie (questo per il 73,06 per cento dei medici), una legge che considera essere vincolante per il medico la volontà espressa dal paziente...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Aniello Formisano.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rota. Ne ha facoltà.
IVAN ROTA. Signor Presidente, è chiaro che stiamo trattando un tema delicato e allora, proprio perché questo tema per la sua delicatezza tocca drammaticamente delle famiglie che sono colpite dal dramma di persone che sono ridotte in Pag. 10questa condizione, occorre scindere il ruolo del credente e del cattolico (personalmente lo sono) da quello del legislatore.
Il legislatore deve andare oltre l'appartenenza e l'aspetto religioso della faccenda e guardare a quello che tocca la persona.
Allora, sinceramente, non mi sento di avallare un provvedimento che impedisce alle persone di rispettare la loro volontà e di tutelare quello che è il loro dramma.
Sono due cose completamente diverse. Personalmente ritengo che va data la libertà a chi vive questo dramma di poter decidere liberamente quello che sarà il suo percorso, la sua decisione sofferta (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Favia. Ne ha facoltà.
DAVID FAVIA. Signor Presidente, il limite di questa proposta di legge e quindi il motivo per il quale non la sosterremo è che le dichiarazioni di anticipato trattamento non risultano vincolanti. Quindi crediamo che questo provvedimento sia per tale motivo incostituzionale in quanto comprime la volontà dei singoli ed è chiaro che ognuno deve avere il diritto di disporre del proprio corpo e della propria sorte come meglio crede.
Nella fattispecie, invece, della proposta emendativa Farina Coscioni 01.0265, voterò a favore in quanto mi sembra che i principi in essa previsti siano assolutamente condivisibili in quanto mirano a tutelare l'indipendenza della professione medica e la possibilità del medico di attenersi, nell'esercizio della professione, ai valori etici della propria professione e al principio appunto del rispetto...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Favia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Maurizio Turco. Ne ha facoltà per un minuto.
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, a titolo personale vorrei continuare ad incalzare il relatore per sapere perché continua a dire «no» a proposte emendative che riprendono affermazioni del codice deontologico del medico. Perché dite «no», quando noi affermiamo che il medico deve operare al fine di salvaguardare l'autonomia professionale e non deve avere comportamenti non conformi alla deontologia professionale? Dite «no» perché questa proposta di legge impone ai medici di venire meno ai loro impegni professionali, alla loro deontologia.
È per questo che non avete bisogno di motivare il no a queste nostri articoli premissivi, perché non vi è alcuna ragione, e ci sarebbe da vergognarsi, a dire «no» a quelle parti che riprendono testualmente il codice deontologico. Ed è incomprensibile come dei medici...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Turco.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, intervenendo anch'io a titolo personale voglio ricordare le parole che ha usato Silvio Berlusconi sul caso di Eluana Englaro. Sono parole che in realtà sottendono alle ragioni per cui viene sostanzialmente con questa proposta di legge negato il diritto di scelta del paziente e violata anche la deontologia dei medici. Era in riferimento al fatto che Eluana era viva perché poteva ancora restare incinta, poteva ancora concepire. Ecco, sono davvero interdetta dal fatto che parlamentari di maggioranza possano sostenere una posizione del genere rispetto a casi di estrema gravità in cui persone umane si possono trovare, casi di estrema delicatezza che invece con questa proposta di legge vengono trattati con una violenza inaudita.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zamparutti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, i fautori di questa proposta di legge sono coloro che amano la zona grigia: la zona grigia dell'eutanasia clandestina, la zona grigia che in passato vedeva centinaia di migliaia di donne ricorrere all'aborto clandestino e centinaia di migliaia di famiglie non poter ricostituire una famiglia, perché non c'era la legge sul divorzio. Noi diciamo che una classe politica deve essere in grado di governare i fenomeni e non lasciare soli gli uomini e le donne come voi volete fare con questa proposta di legge.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, vedo in quest'Aula molti sedicenti moderati che si spendono a favore di una legge estrema, che pretende di imporre un sistema di valori a chi non fa riferimento a quei valori. La Costituzione americana dice che ciascuno deve essere libero di perseguire la propria felicità. Invece, qui si vogliono imporre un'etica e una morale a chi ha altre visioni della vita e persino intervenire a legiferare sul diritto alla morte.
Quindi, trovo che sia una legge abnorme, che si ritorcerà inevitabilmente contro chi l'ha promossa e credo anche che - nel caso in cui fosse approvata - dopo questo nulla sarà più come prima (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, vorrei invitare i colleghi tutti ad una riflessione ed anche ad evitare di usare parole incendiarie che non aiutano a capire i problemi reali davanti ai quali ci troviamo. Ho sentito alcune affermazioni chiaramente non condivisibili: è negato il diritto di scelta del paziente. Sarà bene ripetere ancora una volta che il paziente è in grado di rifiutare qualunque cura egli ritenga di non voler accettare.
Ciò che è in questione è: nel caso in cui il paziente non sia in grado di esprimere direttamente la sua volontà, vogliamo accettare un pezzo di carta che testimonia «ora per allora»? O riteniamo che le circostanze straordinarie imposte dalla malattia (la debolezza nella quale si trova, la possibile manipolazione alla quale è esposto) dicano che le cure vitali possono essere rifiutate solo direttamente, che non è delegabile il diritto di rifiutare cure salvavita? Questo è il problema! È sbagliato dare l'impressione che la legge imponga a qualunque cittadino italiano di subire cure che non vuole. Se egli dice che non le vuole, non le subisce.
Inoltre, perché siamo contrari ad un articolo premissivo che ripropone testualmente parti del codice deontologico? Non sono io il relatore e chiedo scusa al relatore se mi permetto in qualche modo di integrarlo. A me sembra evidente: ma anche se fate una proposta emendativa che cita il Vangelo in un posto in cui il Vangelo non c'entra, questo è soltanto un modo per stravolgere il provvedimento. Cose giuste nel posto sbagliato non fanno parte di una buona tecnica legislativa.
Vorrei invitare a fermarci sui problemi veri. Vorrei anche dire agli amici del Partito Democratico che, quando ascolto i colleghi Radicali, ho l'impressione che le loro argomentazioni provano troppo, non sono a favore di punti controversi di questa legge, ma a favore dell'eutanasia. Il Partito Democratico, per quello che mi risulta, non è a favore dell'eutanasia. Mi rivolgo in modo particolare alla collega Livia Turco e agli altri colleghi con i quali ho avuto modo di discutere in Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, intervengo solo per chiarire che il gruppo di Futuro e Libertà per il Terzo Polo voterà contro tutte le proposte emendative, tutti gli articoli e il testo finale Pag. 12di questa proposta di legge non, come nel caso di questo articolo premissivo, per una contrarietà nel merito che ovviamente non c'è, ma perché riteniamo - come è stato detto anche autorevolmente da colleghi come il presidente Castagnetti ieri - che sia un errore approvare questa proposta di legge, che sia un errore fare una legge senza condivisione, che sia un errore fare una legge che, con l'emendamento presentato ieri dal relatore, porterà tutta questa discussione - almeno dal punto di vista formale - ad essere riconducibile ad una casistica assolutamente limitata di persone in quasi morte cerebrale. Parlo da non medico e me lo consentirete, ma, onorevole di Virgilio, mi sono documentato - come si dice - presso colleghi suoi parimenti autorevoli.
Quindi, si rende tutta questa discussione, onorevole Buttiglione, non un modo, come hanno fatto tanti Parlamenti europei, per definire il principio di «ora per allora» della libertà terapeutica, che prevede che, se una persona è consapevole, nulla può essere fatto nemmeno per il suo bene senza il suo consenso, e di trasferire questo principio nel momento in cui tale persona sia incosciente.
Pertanto, tutto questo provvedimento varrà solo per una casistica assolutamente limitata. Si torna all'impostazione primigenia del provvedimento al Senato, cancellando tutto il lavoro che abbiamo compiuto in Commissione. Tuttavia - e concludo -, esprimeremo voto contrario tranne che sugli emendamenti interamente sostitutivi che vogliono rimettere le decisioni nelle mani del medico, secondo deontologia, e dei familiari, caso per caso. Esprimeremo, altresì, voto contrario, come gruppo, su tutte le votazioni che portano «acqua» a questa proposta di legge dalla quale, pur nelle diversità di ciascun componente di questo gruppo, vogliamo segnare una totale distanza e distinzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà per un minuto.
FURIO COLOMBO. Signor Presidente, intervengo per ribadire e confermare che sottoscrivo tutte le proposte emendative che i colleghi Radicali hanno presentato in quest'Aula e che rappresentano un'opposizione e un'incomprensione completa dell'atteggiamento che è stato assunto dalla maggioranza nel presentare questa proposta di legge che non è una proposta di legge, questo tentativo di innovazione che non innova nulla, questa «legge-negazione» nella quale si dice il contrario del titolo della proposta di legge e del proposito che si propone.
Ma il senso più importante che mi sembra di dover dare a questo intervento è di respingere la parola «eutanasia», che viene continuamente buttata lì per creare una situazione di tensione che, invece, non esiste. Esiste, piuttosto, un'opposizione intellettuale, morale, psicologica e storica a ciò che viene proposto in quest'Aula, affinché il Parlamento non abbia un'ulteriore pagina nera (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castellani. Ne ha facoltà.
CARLA CASTELLANI. Signor Presidente, sto seguendo con grande attenzione tutti gli interventi perché indubbiamente stiamo trattando una tematica che ha una grande incidenza sulla quotidianità della vita dei nostri concittadini.
Però, volevo chiedere al collega Della Vedova in quale testo ha avuto modo di confrontare le disposizioni legislative degli altri Paesi europei, perché a me risulta che la Germania ancora non abbia varato una norma in Parlamento che tratta questo tema (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico) e in Francia, dove hanno legiferato nel 2005 dopo un lungo dibattito parlamentare, è previsto che i soggetti maggiorenni, non in grado di intendere e di volere, possono fornire degli orientamenti e non esprimere delle vere e proprie volontà e sarà poi il medico, in sintonia con i familiari, a dover decidere caso per caso. Pag. 13
Quindi, probabilmente il nostro Parlamento non è poi in condizioni così non avanzate, come qualcuno ha avuto modo di dire nei suoi interventi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Farina Coscioni 01.0265, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
I colleghi hanno votato? L'onorevole Giammanco ha votato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 542
Votanti 524
Astenuti 18
Maggioranza 263
Hanno votato sì 187
Hanno votato no 337).
Prendo atto che i deputati Vincenzo Antonio Fontana e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Rota ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo premissivo Farina Coscioni 01.0266.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duilio. Ne ha facoltà, per tre minuti.
LINO DUILIO. Signor Presidente, intervengo su questo articolo premissivo, dal contenuto peraltro condivisibile e quasi lapalissiano per alcuni versi, prendendo spunto da questo per riallacciarmi a quanto detto dal presidente Castagnetti ieri e cioè per ribadire il mio orientamento e la mia convinzione - non solo mia, ma anche di molti altri colleghi - sull'inopportunità assoluta di legiferare su questa materia e cioè di fare in modo che la legge intervenga sulla materia del fine vita, su una questione ultima perché penso che la legge si debba occupare di cose «penultime» e non di cose ultime.
Il perimetro della legge o meglio del diritto, che peraltro credo non debba coincidere esclusivamente con la legge - ce lo dimostrano secoli di storia - ha a che fare anche con la consuetudine e cioè con il modo di trattare alcune questioni che sono affidate alla libertà e al costume che si è consolidato nella tradizione. In questo caso la consuetudine consentirebbe di fare riferimento a quello che accade normalmente in momenti così tragici della vita di ciascuno e cioè di far ricorso a quella pìetas che caratterizza la trama dei rapporti delle persone che amano il morente e chi si trova in questa situazione. Penso che queste problematiche debbano essere affrontate in quella sfera di autonomia e libertà e di orientamento secondo il criterio della pìetas e che quindi debbano essere assolutamente sottratte alla legge, alla sua invasività e al potere, peraltro terribile, dello Stato che si occupa di questa materia.
Lo dico - come ho già affermato in sede di discussione sulle linee generali - all'indirizzo degli amici liberali o cosiddetti liberali che siedono in questo Parlamento, realizzando il paradosso di consegnare in nome della libertà il potere assoluto di intervento su questa materia all'antagonista di sempre della libertà dell'individuo e cioè lo Stato. Per questa ragione, credo che la legge non si debba occupare di queste materie.
Peraltro, sul piano giuridico, penso - e concludo - che, anche quando vi è la dichiarazione anticipata di trattamento, sia assolutamente non comparabile la situazione del cittadino che si trova nella condizione di non poter comunicare le sue facoltà e l'individuazione di un fiduciario, che rappresenta quella pretesa di razionalità che sconfina nel razionalismo poiché si affida ad una terza persona l'esecutività di una volontà che risale a momenti, a contesti e a situazioni che non necessariamente coincidono con la situazione Pag. 14in cui si viene a trovare colui che in quel momento forse sta affrontando la fase terminale della propria vita.
Per queste ragioni mi asterrò...
PRESIDENTE. La ringrazio onorevole Duilio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palagiano. Ne ha facoltà, per cinque minuti.
ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, intervengo per sottolineare che l'articolo 1 della proposta di legge cita gli articoli 2, 3 e 32 della Costituzione per sottolineare, a sua volta, che la legge si muove secondo i dettami della Costituzione e segue ciò che la Costituzione impone nel nostro ordinamento.
Devo ricordare che l'articolo 2 riguarda l'inviolabilità dei diritti fondamentali dell'uomo, l'articolo 3 riguarda l'uguaglianza dei cittadini - siano coscienti o incoscienti - e l'articolo 32 vieta i trattamenti sanitari obbligatori, che invece questa legge impone.
Ricordo ancora una volta - in sede di discussione sulle linee generali sono stato redarguito da alcuni amici dell'UdC - il fatto che fu proprio Aldo Moro a contribuire a scrivere il comma secondo dell'articolo 32, il 28 gennaio 1948, dichiarando che lo scopo dello stesso era quello di evitare che la classe politica potesse cadere in una sensazione e in un delirio di onnipotenza.
Per cui fu scritta questa postilla, per vietare trattamenti obbligatori e per il rispetto della persona umana, quello che tutti chiamiamo dignità e che questa proposta di legge purtroppo non vuole riconoscere. Tutti gli individui che hanno voluto avere una vita dignitosa saranno costretti a malattie più lunghe, a sofferenze maggiori, a morti più lente e a subire tutta la terapia invasiva, portando oggi al vittimismo tecnologico una parte dei cittadini, che non potranno più morire nelle proprie abitazioni, come accadeva fino a poco tempo fa e che grazie all'articolo 3 purtroppo dovranno subire la terapia alimentare obbligatoria per via endovenosa, attraverso un sondino, attraverso la peg, attraverso tutte quelle diavolerie mediche che saranno purtroppo costretti a subire i cittadini italiani per opera di questa proposta di legge illiberale e liberticida.
Questa proposta di legge non ricorda l'articolo 13 della Costituzione, che è l'articolo della libertà, ritengo che il principio della libertà sia un qualcosa che va a trecentosessanta gradi, non possiamo nasconderci dietro il trattamento medico o dietro il sostegno vitale, credo che l'inviolabilità della persona vada al di là di questa o quella classificazione e che la politica non possa avere la tassonomia dei trattamenti, cioè dover dire cosa è lecito fare e cosa è vietato fare. Il corpo viene violato al di là che si tratti di un trattamento medico, al di là che si tratti di un sostegno vitale, un cittadino che non vuole un ago in vena, anche se importante per avere liquidi, idratazione o proteine, nel momento in cui ciò viene fatto obbligatoriamente credo che sia un corpo violato e quindi questa proposta di legge contrasta anche con l'articolo 13 della Costituzione.
Sono una serie articoli, ben quattro, che purtroppo faranno intervenire daccapo la magistratura, che sarà chiamata in causa perché non avete voluto trattare un tema così delicato nel quale gli italiani non vogliono che la politica metta il naso; credo che siano problemi che riguardano la libertà individuale, le scelte dei cittadini, che devono essere liberi, e il diritto a morire. Come c'è il diritto allo studio, come c'è il diritto al lavoro e il diritto alla salute, noi dell'Italia dei Valori rivendichiamo anche il diritto alla morte (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Signor Presidente, mi preme poter rassicurare tutti i colleghi presenti in quest'Aula che questa proposta di legge non impedisce a nessuno di morire nel proprio letto e nella propria casa, Pag. 15ma ognuno potrà morire laddove abbia espresso il desiderio, dove la famiglia l'abbia fatto proprio e dove il fiduciario si incarichi di garantirlo.
Mi piacerebbe che in questo dibattito non si giocasse troppo sulla demagogia, né si giocasse eccessivamente su una tecnologia interpretata come invasiva, ostile e lesiva, quando se vantiamo l'indubbio privilegio di aver allungato la vita umana fino a 93 o 94 anni e ci muoviamo in questa direzione, lo è anche grazie a questi tre valori: la pietas, mai sprovvista di una forte solidarietà, il progresso scientifico e la qualità delle cure e la maggiore sensibilità che si sta creando nei confronti della vita.
Vorrei quindi semplicemente chiedere ai colleghi il rispetto dei fatti e in merito alla citazione recentissima del comma 2 dell'articolo 32 della Costituzione, ricordo che quel comma fu voluto perché una classe medica, in flagrante, grave e pesante contraddizione con la deontologia medica, aveva abusato della propria responsabilità, contravvenendone gravemente. Fu un emendamento che esprimeva un dissenso profondo verso tutto ciò che era stato fatto dai medici nei campi nazisti e non era altro che questo, era un ricordo alla classe medica di assumere integralmente una responsabilità di cura e non una responsabilità di morte (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo e di deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Maurizio Turco. Ne ha facoltà, per un minuto.
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, per rettificare un'errata informazione: in Germania una legge c'è, c'è dal 2002 (Applausi di deputati dei gruppi Partito Democratico e Futuro e Libertà per il Terzo Polo), è stata modificata per la terza volta nel 2009, la legge dice testualmente che se un maggiorenne capace di prestare il proprio consenso abbia predisposto per iscritto il consenso o il rifiuto a sottoporsi a determinati esami per l'accertamento del proprio stato di salute, cure mediche o interventi medici non ancora programmati nel momento della predisposizione, per il caso in cui si trovasse in stato di incapacità di prestare consenso, l'amministratore di sostegno valuta se tali disposizioni si riferiscono alle condizioni attuali di vita e di salute dell'amministrato.
È esattamente quello che noi vorremmo. Se volete la legge tedesca, traducetela, portatela qui e noi la voteremo (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.
ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, noi crediamo che per temi così importanti, ma soprattutto tanto personali, come il fine vita, il Parlamento abbia il dovere di discutere soprattutto con serenità, senza utilizzare anche qui, come in altri provvedimenti - ricordiamo le tante fiducie poste dal Governo - metodi poco democratici. Decidendo tutto da soli, da parte della maggioranza, senza ascoltare le motivazioni che l'opposizione ha addotto, che adduce o che perlomeno vorrebbe addurre sulla nostra vita o sulla nostra morte non è di certo un esempio di democrazia. È invece, a nostro avviso, una negazione della libertà dell'individuo, soprattutto nelle scelte che lo riguardano. Qui il problema non è dove si muore, se morire nel proprio letto o in un ospedale, ma è come si muore, come l'individuo sceglie di morire.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, in aggiunta a quanto ha detto il collega Maurizio Turco, voglio ricordare la diversa posizione della Chiesa cattolica tedesca, che sul testamento biologico ha Pag. 16assunto una posizione che noi potremmo sottoscrivere. Mi chiedo perché ciò che è giuridicamente ammissibile e lecito per un cattolico tedesco diventa invece inammissibile e illecito per la Chiesa italiana, quindi per tutti gli italiani, cattolici e non cattolici. Nessuno può sostituirsi alla persona decidendo per essa, non la Chiesa, non la legge, non i familiari, non il medico (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, lei mi perdonerà se, oltre che rivolgermi alla sua autorevole persona, mi rivolgo anche a chi ci ascolta fuori di qui. Siccome si parla di emendamenti e si fa riferimento soltanto ai numeri, voglio ricordare il testo di questo emendamento: il medico agisce secondo il principio di efficacia delle cure, nel rispetto dell'autonomia della persona, tenendo conto dell'uso appropriato delle risorse. Il medico è tenuto a collaborare alla eliminazione di ogni forma di discriminazione in campo sanitario, al fine di garantire a tutti cittadini stesse opportunità di accesso, disponibilità, utilizzazione e qualità delle cure. Come si fa ad essere contrari ad un emendamento del genere?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, onorevole Buttiglione, io la ascolto sempre con molta attenzione, però le voglio dire che la volontà del paziente deve sempre essere rispettata. Quando il paziente non è cosciente, bisognerà magari risalire a ciò che aveva scritto prima, quando lo era ancora, quindi a quel testamento biologico cui è intestato questa proposta di legge, che in realtà questo provvedimento o vieta o rende del tutto inutile, perché poi sarà comunque sempre il medico a dover decidere, anche contro la volontà espressa in precedenza dal paziente. Quindi, questo è il problema. Poi in un prossimo intervento risponderò anche ad una osservazione dell'onorevole Binetti (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, la collega Binetti ha detto che questa legge non impedisce di morire nella propria casa o nel proprio letto, ma ricordo alla collega che la prima nostra casa è il nostro corpo e voi con questa proposta legge usate una violenza inaudita al nostro corpo, comportandovi come quei rapinatori che usano strumenti di scasso per imporre qualcosa a chi ha deciso che quel corpo non può essere più il suo perché non è più in grado di rispondere e lo ha detto prima. È una violenza inaudita che è in contrasto assoluto con la nostra Carta costituzionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, l'onorevole Buttiglione ha poco fa affermato in quest'Aula che il paziente cosciente è in grado di rifiutare qualsiasi cura e trattamento. Porterò all'onorevole Buttiglione la registrazione di una trasmissione nella quale egli affermava che questo diritto non poteva essere concesso a Piergiorgio Welby, che non poteva staccare il respiratore e che non poteva staccare le macchine che lo tenevano in vita (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico). Quanta ipocrisia, onorevole Buttiglione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
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LUCIO BARANI. Signor Presidente, mi domando qual è il filo conduttore che unisce colleghi autorevoli come l'onorevole Castagnetti, l'onorevole Della Vedova, l'onorevole Palagiano, il gruppo dell'Italia dei Valori e l'onorevole Duilio. Fanno tutti riferimento alla Carta costituzionale ed io ritorno ad essa, ritorno all'articolo 32, perché bisognerebbe conoscerlo, bisognerebbe conoscere i lavori preparatori di quell'articolo, che sono a disposizione. Leggeteli! Leggete i padri costituenti cosa volevano in quel benedetto e sacrosanto articolo 32! Volevano portare avanti il principio di indisponibilità della vita, non volevano, quindi, introdurre una forma di eutanasia cosiddetta passiva e omissiva, per non attivazione o interruzione di cure salvavita, sia per i competenti, cioè coloro capaci di comprendere, che potrebbero lasciarsi morire esercitando, loro sì, il diritto costituzionale previsto dal secondo comma dell'articolo 32 sia per gli incompetenti cioè coloro che non sono in grado di comprendere, di intendere e di volere e che, in base al principio di uguaglianza - perché la nostra Carta costituzionale, che vi piaccia o no, è basata sul principio di uguaglianza - potrebbero esercitare il loro diritto mediante l'e-data il cui effetto giuridico, secondo voi, dovrebbe essere vincolante per il medico.
E no, cari colleghi, questa è una tesi assurda, falsa e non consona a quei principi ispiratori della nostra Carta costituzionale che vi invito a leggere, in particolare l'articolo 32. In primo luogo, come ho già detto, l'uguaglianza tra competenti ed incompetenti non esiste perché non può esistere. Infatti non ci può esser uguaglianza in ordine alla manifestazione di volontà tra la persona pienamente capace di intendere e di volere e il malato in stato vegetativo permanente e cioè completamente incompetente. Il primo può cambiare la sua decisione riguardo alle cure, il secondo non lo può fare. Il rapporto tra paziente e medico non può essere paragonato, come dite voi, con una cultura relativista, radicale e massimalista, ad una relazione contrattuale di tipo commerciale. Infatti, in questo provvedimento si parla di alleanza terapeutica, ovvero di un dialogo continuo, di una relazione che non cessa mai, che è dinamica e non statica. Questa alleanza terapeutica è rivolta alla guarigione, alla lotta contro la malattia, alla lotta contro la morte e comunque al conseguimento di una qualità di vita, non è mai rivolta alla malattia o alla morte.
Con un paziente incompetente il dialogo, l'alleanza terapeutica non è possibile e comunque l'alleanza terapeutica non esiste. Perciò, attribuire agli orientamenti manifestati prima, dalla persona pienamente competente, un valore giuridicamente vincolante per il dopo, in cui è sopraggiunta un'incapacità di intendere e di volere, non significa affatto garantire l'uguaglianza costituzionale, ma al contrario cristallizzare definitivamente la disuguaglianza. Sono concetti quelli della disuguaglianza tipici di altre culture - culture radicali, integraliste, massimaliste e relativiste - ed è per questo che credo, in conclusione, che vi unisce un filo conduttore - non può essere altrimenti - che è quello del relativismo e non dei principi costituzionali e dell'uguaglianza. Vi invito a leggere i lavori preparatori dei padri costituenti e se li leggete forse capirete la bontà e la validità di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.
CARLO MONAI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo impianto normativo ha tutto dello Stato etico, non di uno Stato laico, come disegnato dalla nostra Carta fondamentale. Allora, se da una parte può sembrare quasi grottesco che a parlare di Stato etico sia il Governo Berlusconi, dall'altra è assolutamente importante che all'interno del centrodestra si risveglino quei buoni pensatori di matrice socialista che sono confluiti prima in Forza Italia e che adesso siedono nel PdL (penso anche ad alcuni amici e colleghi della Lega Nord), che rivendicano la libertà del cittadino (l'hanno messa anche Pag. 18nel simbolo). Ma poi questa libertà a cosa si riduce? Ad una sorta di appiattimento verso posizioni clericali, quando questo provvedimento nega all'individuo la libertà di decidere se togliersi questo sondino nasogastrico che magari lo rende vegetale per decine di anni. Questo noi non lo vogliamo, e vi invitiamo ad un appello...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Monai. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mura. Ne ha facoltà.
SILVANA MURA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, basta leggere le prime righe dell'articolo 1 di questo provvedimento per rendersi conto di quale sia la filosofia che lo ha ispirato.
Vorrei infatti richiamare l'attenzione dell'Aula sulla portata dirompente contenuta all'interno del principio che definisce la vita umana come diritto indisponibile. Dichiarare che il diritto alla vita è un diritto indisponibile, anche per il soggetto che quella stessa vita vive, significa negare il diritto dell'autodeterminazione dell'uomo; significa imporre un obbligo alla vita in ogni condizione, che nega il fondamentale e oramai consolidato diritto al rifiuto delle cure da parte dell'individuo. Ci troviamo di fronte ad un evidente quanto preoccupante sconfinamento nello Stato etico, che deve essere inaccettabile per chi si ispira ai principi della filosofia liberale. Qui non si tratta del solito scontro tra guelfi e ghibellini, ma di evitare di dare vita a dei mostri giuridici che una volta nati saranno difficile da abbattere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Stanislao. Ne ha facoltà.
AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente, colleghi, questo è un provvedimento che interpella le coscienze, che ha a che fare con l'etica professionale, con i valori di ognuno, e anche della nostra comunità nazionale, che chiama tutti e ciascuno a battere un colpo non in chiave ideologica, ma nel rispetto e per il rispetto della vita. Io ho difficoltà a partecipare ad un dibattito e ad ascoltare solo gli aspetti tecnici e giuridici, e chi vi parla non è un parlamentare, ma uno che ha vissuto sulla propria pelle questo drammatico evento del fine vita e oggi lo può raccontare.
Pensavo di poter assistere ad un dibattito che fosse pieno, profondo, che intaccasse le coscienze e andasse oltre il Parlamento e si ricollegasse con la coscienza civica. Tutto questo non è possibile e penso che tutti insieme, per colpa di qualcuno, stiamo perdendo una grande occasione per dare un segnale importante alla nostra comunità attraverso il Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.
FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, scegliere tra vivere o morire è una scelta, anche questa, di libertà, e io vorrei, per consentire una migliore qualità della vita agli italiani e alle italiane, che si potesse decidere che finissero, che morissero determinati sistemi: che morissero ad esempio i sistemi delle cricche, che morissero ad esempio le P2, le P3, le P4 (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)...
PRESIDENTE. Onorevole Barbato, la prego di attenersi al tema e di non far scadere il dibattito in modo così evidente. Me lo permetta.
FRANCESCO BARBATO. A proposito di vita e di morte, vi è anche una ragione per rendere migliore la qualità della vita degli italiani che vorrebbero vivere un po' meglio. Mi riferisco al liberarci da questi sistemi, dalla criminalità organizzata, dalla mala politica che troppo spesso ha responsabilità (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Barbato. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Argentin. Ne ha facoltà.
ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, partirei dal principio, che si afferma molto spesso, secondo il quale nella vita l'importante è la salute. Non è vero, l'importante sono le pari opportunità. Quando si dice, infatti, che non parliamo di vita o di morte, posso essere anche d'accordo, ma l'importanza di questo atto è proprio nel fatto che si può morire in modi diversi. Chi può, muore in una clinica in Svizzera, chi non può, muore in una casa, in una stanza, chiuso con un sondino nel naso che non ti permette neanche di potere assaggiare un cibo, di vivere un qualcosa di positivo. Tutto questo non lo vogliono vedere e molte volte lo considerano vita. Il fine vita è un'altra storia, è anche la possibilità di bearsi del fatto che si sta arrivando alla fine della vita. Molte volte questo è impossibile, non c'è consapevolezza, non esistono pari opportunità. Nessuno muore nello stesso...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Argentin. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà.
PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, il tema di oggi è così importante che ne dovremmo avere un grande rispetto. Oggi mi sento di dire che, per avere rispetto della vita, prima di tutto bisogna avere rispetto della morte. Vi state e ci stiamo assumendo un ruolo che non è nostro, un ruolo che non ci compete, un ruolo che schiaccia l'autodeterminazione della persona. Lo dico anche da medico e da necrologo, da chi vede ogni giorno persone che vivono grazie ad una macchina. Tuttavia, a causa di questo provvedimento, se quella persona, per esempio, dovesse dichiarare di non voler subire l'accanimento terapeutico...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zazzera. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Miotto. Ne ha facoltà.
ANNA MARGHERITA MIOTTO. Signor Presidente, il primo dovere che dobbiamo sentire di fronte ad un provvedimento come questo penso sia quello di attenersi al merito. E, perciò, noi del Partito Democratico, come i colleghi avranno visto, vogliamo discutere esclusivamente del merito degli emendamenti. Qui non c'entra niente, caro collega Buttiglione, l'eutanasia, non c'entra niente, con questo articolo, nemmeno la dichiarazione anticipata di trattamento; non c'entra nemmeno l'accanimento terapeutico, ma si tratta di affermare ciò che è scritto nel codice deontologico dei medici e, cioè, che il medico agisce secondo il principio di efficacia delle cure e nel rispetto dell'autonomia della persona, tenendo conto dell'uso appropriato delle risorse. Come vede, questo articolo premissivo «non scassa» il testo della legge e non è nemmeno estraneo per materia altrimenti ci avrebbe pensato la Presidenza a ritenerlo estraneo. È un utile completamento della legge.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Farina Coscioni 01.0266, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 546
Votanti 524
Astenuti 22
Maggioranza 263
Hanno votato sì 180
Hanno votato no 344).
Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'articolo premissivo Farina Coscioni 01.0267.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo semplicemente per comunicarle, a nome del gruppo del Partito Democratico, che sugli articoli premissivi Farina Coscioni 01.0267, 01.0268, fino a 01.0292, il gruppo del Partito democratico medesimo esprime una posizione favorevole e, quindi, coloro che interverranno in seguito sulle suddette proposte emendative parleranno a titolo personale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palagiano. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, vorrei continuare il discorso che ho iniziato nei pochi minuti che ho avuto a disposizione prima sugli articoli della Costituzione. Credo che questo provvedimento, nonostante si proponga il rispetto della Costituzione, in realtà si muova in una situazione esattamente opposta cioè anticostituzionale. Ad esempio, si vieta, ai sensi degli articoli 575, 579 e 580, ogni forma di eutanasia, ma si introduce in realtà un nuovo reato (come si può vedere a pagina 7 del testo) che è stato addirittura bocciato e cassato dalla Commissione affari costituzionali.
Invito tutti i colleghi a leggere le osservazioni della I Commissione affari costituzionali, secondo la quale il principio costituzionale di tassatività della fattispecie penale impone al legislatore di definire con chiarezza la condotta per la quale è prevista una pena. Ed invece la proposta di legge, che è anche mal fatta oltre ad essere anticostituzionale, fa riferimento agli articoli del codice penale 575 (cioè omicidio), 579 (omicidio del consenziente), 580 (istigazione o aiuto al suicidio), che prevedono pene diverse e quindi ovviamente il suggerimento della Commissione è sacrosanto ed è stato puntualmente disatteso. La stessa Commissione poi fa riferimento all'articolo 7 del testo di legge che riguarda il contenzioso tra il fiduciario e il medico. Ed effettivamente è possibile una situazione del genere poiché il provvedimento in questo caso considera quasi con potere paritetico il medico e il fiduciario, che può essere anche una persona che svolge un altro lavoro o un architetto; può essere un libraio, un idraulico. Ebbene, in questo caso, suggerisce giustamente la I Commissione che il ruolo del medico, come già si è espressa in passato la Cassazione, dovrebbe essere superiore. Vi sono più motivi quindi per i quali questo testo è anticostituzionale. Fa riferimento all'eutanasia, si pone il problema che viene ogni volta sbandierato, quello dell'eutanasia. La legge non fa alcuna distinzione tra il lasciar morire e il far morire. Lasciar morire significa lasciare che la malattia abbia il proprio decorso e che quindi venga la morte naturale. Il far morire invece è qualcosa di eutanasico e a mio parere è la somministrazione di veleni o di farmaci ad alte dosi che determinano la cessazione della vita. Non sono emendamenti che proteggono l'eutanasia, cui tutta l'Italia dei Valori è assolutamente contraria, ma si tratta soltanto di una legge che vorremmo che lasciasse all'individuo la possibilità di avere una fine naturale affinché la malattia abbia un suo decorso naturale e si possa morire senza l'accanimento medico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.
SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, come ha già spiegato il nostro collega Palagiano, anche questo emendamento avanza proposte naturali, ovvie. Tuttavia, vorrei leggerlo proprio perché anche chi ascolta in radio in questo momento sappia di cosa stiamo parlando. Il medico deve mantenere il segreto su tutto ciò che gli è confidato o di cui venga a conoscenza nell'esercizio della professione. La morte del paziente non esime il medico dall'obbligo del segreto. Il medico deve informare i suoi collaboratori dell'obbligo del segreto professionale. L'inosservanza del segreto medico costituisce mancanza grave quando possa derivarne profitto proprio o altrui ovvero nocumento della persona assistita o di altri. La rivelazione è ammessa ove motivata da una giusta Pag. 21causa, rappresentata dall'adempimento di un obbligo previsto dalla legge....
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Piffari.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cimadoro. Prendo atto che vi rinuncia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.
FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, quella in esame è certamente una legge di principi, ma credo che l'accecamento ideologico non debba portarci a respingere tutto quello che può essere di aiuto e di sostegno al miglioramento eventuale del provvedimento in esame, che comunque noi non condividiamo. La proposta emendativa in esame tratta del segreto professionale del medico in tutte le sue possibili sfaccettature. Ora non vedo perché la maggioranza non debba approvare la proposta emendativa in esame, che se vogliamo si riferisce anche alla lettera a) dell'articolo 1, secondo cui la presente legge «riconosce e tutela la vita umana, quale diritto inviolabile ed indisponibile, garantito anche nella fase terminale dell'esistenza (...)». Il fatto che il medico sia tenuto a serbare il segreto professionale...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Palomba.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.
GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente e onorevoli colleghi, cercare di migliorare la legge credo sia una cosa positiva e credo anche che sia un errore non lavorare insieme su questi temi, non potendo inoltre valutare solo gli aspetti tecnici del provvedimento in esame. Il rispetto della vita e la tutela della vita toccano le coscienze di tutti, soprattutto quando si tratta e si parla di etica personale. Credo che su temi importanti come questo il Parlamento abbia il dovere di ascoltare anche le opposizioni per cercare di migliorare la legge e di approvare dei provvedimenti di tutti. È, quindi, un errore ed è sbagliato per me non lavorare insieme e soprattutto è un errore valutare esclusivamente gli aspetti tecnici. Credo che...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Paladini.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Leoluca Orlando. Prendo atto che vi rinuncia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Aniello Formisano. Ne ha facoltà.
ANIELLO FORMISANO. Signor Presidente, l'ultima ricerca più rigorosa disponibile sulla materia che stiamo trattando è quella di Eurispes, contenuta nel Rapporto Italia 2011, e che vanta anche un suo precedente storico, visto che identico rilevamento era stato condotto, sempre per il Rapporto, sia nel 2007 sia nel 2009. Nel 2007 si diceva favorevole il 74,7 per cento degli italiani contro il 15 per cento dei contrari, diventati l'81,4 per cento nel 2010 contro il 19 per cento dei non favorevoli. I dati di quest'anno dimostrano un'inversione di tendenza: i favorevoli al testamento biologico sono il 77,2 per cento, facendo registrare un calo del 4,2 per cento, mentre sono aumentati al 14,2 per cento (il 3,3 per cento in più nel giro di un anno) coloro che si schierano contro la sua istituzione a mezzo di un'apposita legge. Secondo Eurispes la differenza è imputabile all'attenzione mediatica che ha riscosso nell'anno 2009 il caso di Eluana Englaro.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Aniello Formisano.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rota. Ne ha facoltà.
IVAN ROTA. Signor Presidente, al di là della specifica proposta emendativa sento parlare di diritto alla vita, sento parlare del luogo dove poter morire serenamente: credo che vi sia anche un altrettanto Pag. 22sacrosanto diritto, che è il diritto di avere una fine dignitosa. Purtroppo, queste persone che sono in una situazione di difficoltà e che sono al fine vita hanno il diritto e hanno la libertà, per sé e per i propri cari, di fare una scelta. Visto che nella proposta emendativa in esame stiamo parlando del medico, come è vero e sacrosanto che il singolo cittadino ha la libertà di scegliere una morte - anzi una fine, più che una morte, perché altrimenti sarebbe eutanasia - una fine dignitosa, è altrettanto vero che il medico va rispettato in quella che è la sua competenza professionale, nella sua etica e nella sua deontologia professionale. Quindi la proposta emendativa in esame...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Rota.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Favia. Ne ha facoltà.
DAVID FAVIA. Signor Presidente, credo che questa chiusura totale da parte della maggioranza nei confronti di un dibattito serio e sereno con l'opposizione sia assolutamente errata. Ne è prova il fatto che stiamo un po' tutti parlando d'altro, senza considerare il tenore della proposta emendativa che stiamo esaminando.
Addirittura vengono da voi respinte, sin dall'inizio della giornata di lavoro, proposte emendative che mirano soltanto a confermare l'eticità e l'obbligo della classe medica di rispondere a principi professionali. Addirittura, credo che queste proposte emendative siano condivise dall'ordine dei medici.
Ci chiediamo che cosa vi sia di straordinariamente sbagliato - e, quindi, da respingere - nel concetto che il medico debba mantenere il segreto su tutto ciò che gli è confidato e di cui viene a conoscenza nell'esercizio della professione. Capiamo che il medico debba...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Favia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Maurizio Turco. Ne ha facoltà.
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, come dicevo poc'anzi, avremmo volentieri votato la legge tedesca, ma, a titolo personale, avrei anche firmato le disposizioni assistenziali sanitarie del paziente cristiano, predisposte dalla Conferenza episcopale tedesca, dove è previsto che il procuratore possa rifiutare o fissare l'interruzione di singole misure mediche dirette all'analisi dello stato di salute, di interventi chirurgici e del trattamento terapeutico, anche se da queste risoluzioni dovessero seguire la morte del paziente o danni gravi o durevoli alla sua salute.
Onorevole Buttiglione, qui non vi è alcun pregiudizio. Vi è un giudizio dei fatti. Vi è chi rispetta la persona e chi nega alla persona una propria individualità (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, sono lieto di vedere che il mio spirito bigotto si è comunicato all'onorevole Maurizio Turco, il quale cita in quest'Aula - come autorità per il Parlamento, laicamente riunito, della Repubblica italiana - i deliberati della Conferenza episcopale tedesca. Non lo seguirò, però, su questo cammino.
Intendo, invece, dire una parola all'onorevole Miotto: perché votiamo contro questo articolo premissivo? È chiaro, onorevole Miotto. Lei lo capisce benissimo, in quanto è una persona sensibile e intelligente. Diciamolo anche a chi ci ascolta per radio. Sono state presentate centinaia di proposte emendative, molte delle quali - non tutte - dicono cose perfettamente condivisibili, ma che sono fuori posto. Collocata fuori posto, una cosa giusta diventa sbagliata, perché le leggi, per essere comprensibili, devono essere brevi e contenere solo tutto ciò che è essenziale. In questo caso, sono tutte cose non essenziali, che complicano la lettura della proposta di legge.
L'onorevole Bernardini mi rimprovera di ipocrisia, in quanto sarei stato contrario Pag. 23alle richieste di Welby. Non lo accuserò di ipocrisia a mia volta, ma solo di scarsa memoria. Io ero contrario alla domanda di Welby di essere ucciso tramite un'iniezione di arsenico, perché quella di Welby fu una campagna a favore dell'eutanasia. Poi, alla fine, Welby morì, in quanto gli furono tolti, su sua domanda, i supporti di cui disponeva. La magistratura italiana ritenne che ciò fosse avvenuto in modo conforme alla legge italiana ed io sono d'accordo, in questo caso, con la magistratura italiana. Se si citano accuse di ieri, occorre citarle in modo corretto.
Onorevole Beltrandi, per rispettare la volontà, occorre prima accertarla. Il problema è: ciò che è stato scritto ieri, nel caso in cui ci si trovi in una situazione drammatica, è accettabile come sicura espressione di volontà? Lei sa che accertare la volontà non è semplice: una cosa è l'opinione del momento, una cosa è la volontà effettiva del paziente. Noi ci rifacciamo ad una ampia casistica, prenda tutti i suicidi: vi è più chiara manifestazione di volontà di morire, del fatto che uno si spari un colpo in testa? Però, se lo salvi, scopri che il più delle volte è contento, in quanto, evidentemente, la volontà che aveva espresso allora non era la sua volontà vera: non voleva più vivere così, ma non voleva morire.
L'ultima osservazione riguarda l'articolo 32 della Costituzione. Mi permetto di leggerlo perché sembra che a volte lo si citi senza averlo letto: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge». Noi stiamo appunto facendo una legge; non c'è un divieto, c'è una riserva di legge.
Perché si insiste su questo punto? È chiaro: i nazisti avevano imposto alle persone di subire dei trattamenti sanitari di ricerca che erano votati a provocare la loro morte nella speranza di ottenere buoni risultati di ricerca. E, infatti, la Costituzione continua: «La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana». Chiunque conosca il dibattito che allora si tenne, sa cosa questo vuol dire: vuol dire che bisogna rispettare il principio kantiano per cui quando si fa una sperimentazione, la sperimentazione deve andare anche a vantaggio del soggetto sul quale si sperimenta, altrimenti la sperimentazione non è lecita. L'idea che ci possa essere qualcuno il quale rifiuta qualcosa che è oggettivamente buono per lui perché ritiene di non voler subire quella condizione, è un'idea che non sfiorava i nostri costituenti. Non si pretenda di usurparne l'autorità a difesa di posizioni che, con grande probabilità, avrebbero rifiutato (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, a titolo personale voglio riprendere quanto sentito a proposito dell'articolo 32 della Costituzione, menzionando, come è già stato fatto in quest'Aula, il lavoro che fece Aldo Moro in sede di Assemblea costituente, per ricordare come, nel definire in maniera così puntuale la parte finale dell'articolo 32, sostenesse che il limite imposto dal rispetto della persona umana era necessario perché il legislatore non cadesse nella tentazione dell'onnipotenza.
Ora, guardando a questa proposta di legge posso dire che Aldo Moro aveva previsto che qualcuno, un legislatore, potesse cadere nel delirio dell'onnipotenza, e nonostante avesse voluto quella parte finale dell'articolo 32 della Costituzione, oggi è dimostrato che quel lavoro è stato inutile.
In altre parole, ancora una volta, anziché rispettare la lettera della Costituzione, questa viene interpretata, cioè violata, come prassi ormai sessantennale da parte di un Paese da cui lo stato di diritto si allontana sempre e sempre di più (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, non comprendo perché noi Radicali ci dovremmo vergognare di parlarne, e tutti ce lo rimproverano, perché in quest'Aula non si può parlare di eutanasia e cioè della dolce morte, quando il 67 per cento dei cittadini italiani sono favorevoli alla dolce morte. Più volte interpellati, negli ultimi anni i cittadini hanno espresso questa posizione; forse dobbiamo dire che il 67 per cento dei cittadini italiani sono incompetenti, come ha detto un collega intervenuto prima, e quindi non possono decidere il modo in cui morire?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, non mi addentro a discernere la volontà vera delle persone e dei pazienti, a me basta quella manifesta, quella espressa. Non riesco ad addentrarmi in altro tipo di considerazioni perché altrimenti mi verrebbe da dire che la considerazione che ha svolto l'onorevole Buttiglione dovrebbe valere anche per i testamenti, ad esempio; se un atto giuridico non viene revocato non si capisce perché si dovrebbe mettere in dubbio. Comunque non ce la fate a fare passare noi come quelli che sono contro la scienza e la tecnologia; è il contrario, la scienza e la tecnologia vengono strumentalizzate da chi propone questa legge per tenere in vita pazienti che non possono rifiutare l'idratazione e l'alimentazione pure consentiti dalla tecnica, senza nemmeno porsi il problema dei costi che questo ha, senza tenere a mente il problema del fatto che...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Beltrandi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Farina Coscioni. Ne ha facoltà.
MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, avete potuto ascoltare che vi sono esponenti dell'UdC che utilizzano strumentalmente la parola eutanasia. Noi non avremmo e non abbiamo presentato proposte emendative se non quando abbiamo letto su questa proposta di legge che vi è, di fatto, il divieto di qualunque forma di eutanasia.
È stato richiamato il caso di Piergiorgio Welby. Per gli esponenti dell'UdC è stata eutanasia anche nel caso di Piergiorgio Welby, e quella volontà era chiara, espressa, detta con le parole. Perché è sempre eutanasia? Perché è sempre eutanasia quando la volontà è espressa da uno vivo e cosciente? E perché è sempre eutanasia quanto questa volontà scritta e manifestata non è considerata tale quando una persona non è più cosciente? Per voi sarà sempre, sempre eutanasia (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà.
FURIO COLOMBO. Signor Presidente, intervengo a sostegno di questa proposta emendativa, in questa parte della discussione. La mitezza che a volte si ascolta in quest'Aula a proposito della legge e a sostegno della legge, e gli argomenti apparentemente miti e fraterni che vengono offerti, non possono far dimenticare il vero spirito che l'ha motivata: lo spirito è nella frase - voi ricorderete - di quella sera in Senato, quando il senatore Quagliariello si è alzato e ha detto: l'avete uccisa; e si riferiva ad Eluana Englaro.
Quella è la scena che dovete tenere in mente per capire di che legge si sta parlando, quali intenzioni la sostengono e quale cultura sottenda a ciò che stiamo votando oggi in quest'Aula.
Quindi, per favore, attenzione alle proposte emendative e attenzione alle trappole di una proposta di legge che nega ciò che dice di voler affermare (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Farina Coscioni 01.0267, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Giorgetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 527
Votanti 503
Astenuti 24
Maggioranza 252
Hanno votato sì 177
Hanno votato no 326).
Prendo atto che il deputato Distaso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Avverto che gli emendamenti Barani 1.2024, 2.2022 e 3.2021 e Palumbo 2.2000 sono stati ritirati.
Passiamo alla votazione dell'articolo premissivo Farina Coscioni 01.0268.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palagiano. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, credo che l'onorevole Colombo abbia perfettamente ragione quando afferma quelle che sono state le premesse. Anche il Ministro Sacconi esordì dicendo: mai più una legge, mai più un caso Eluana e, quindi, una legge per evitare il caso Eluana.
La premessa di questa discussione è stata proprio l'accettazione in Commissione affari sociali dello stesso testo che proveniva dal Senato. Sicuramente è un progetto di legge che avrebbe dovuto far confrontare i sostenitori dell'autonomia della persona, quelli che rivendicano il diritto di morire con dignità, e i sostenitori, invece, del valore della vita come un valore indisponibile persino per il suo titolare. Purtroppo, è diventato uno scontro, un muro contro muro tra ideologie diverse, quando invece questa proposta di legge avrebbe dovuto accomunare tutti, perché riguarda la morte.
La morte credo meriti rispetto e non può diventare un terreno di scontro politico. Invece, vedo che ci si accanisce, perché ormai è diventata una guerra che presenta profonde lacerazioni all'interno di tutti i gruppi politici.
Sto assistendo a scene paradossali: colleghi che in questa Camera hanno sempre sostenuto l'autonomia della persona e che adesso si vedono costretti a votare insieme al Governo in quanto la legge non è migliorabile. Siamo davvero al paradosso. Bisogna essere coerenti e coscienti che si sta approvando una «legge-truffa» che sarà contro le libertà individuali.
Voglio ricordare, a proposito della mistificazione della realtà, che sempre l'articolo 1, di cui stamattina stiamo discutendo, parla di alleviamento della sofferenza. Si parla, cioè, nella premessa, di poter fare delle terapie per alleviare la sofferenza. Allora, poiché sono attento a quello che accade in Commissione, nelle audizioni che abbiamo svolto con i colleghi e i professori che sono stati auditi ricordo il comunicato della Società italiana di cure palliative che recita testualmente che l'alimentazione e l'idratazione indiscriminata a tutti i pazienti potrebbe addirittura avere delle ricadute dolorose sul fine vita. Altro che alleviare le sofferenze!
Per questo dico che il provvedimento inizia, già dall'articolo 1, con un falso ideologico, citando la Costituzione che in realtà non si rispetta, citando l'eutanasia, quando non si tratta di eutanasia, citando degli articoli che non riguardano neanche l'eutanasia, in quanto sarebbe un nuovo reato che la stessa I Commissione ha dichiarato non esistere in Italia, che andrebbe sicuramente affinato per quanto riguarda le norme comportamentali che lo determinerebbero.
Per qualcuno di voi esiste l'eutanasia attiva, ossia la somministrazione di farmaci o di veleni, mentre per qualche altro Pag. 26esiste anche l'eutanasia passiva. Non si sa di che cosa stiamo parlando e questo primo articolo comincia con una serie di affermazioni false, come quando si parla del concetto di vita umana. Da un punto di vista medico credo che qualcosa sia vitale quando utilizza, attraverso processi biochimici, energia esterna che consente la crescita, l'evoluzione ed anche l'involuzione di un essere vivente.
Il concetto di vita è considerato scientificamente (e lo si può andare a vedere su tutti i dizionari o i libri di biochimica) come qualcosa che non appartiene a nessuno. Un elemento è vitale quando, appunto, attraverso l'apporto di energia esterna, porta all'evoluzione e poi anche all'involuzione. Altro è parlare di esistenza.
Per quanto riguarda l'esistenza ci possiamo soffermare: dipende da quello che mettiamo in questo tratto di vita, dai contenuti che ci diamo, sicché possiamo avere esistenze che hanno un grande valore e che ci stanno a cuore, mentre altre senza nessun valore, che detestiamo e che vorremmo non esistessero.
In questo provvedimento ognuno di noi dà un proprio peso alla propria esistenza e ognuno di noi dà un proprio peso alla propria dignità. Questa proposta di legge vorrebbe che venisse espropriata la dignità della morte, ossia quello che noi vogliamo, ciò che sembra di noi agli altri, l'immagine che vogliamo nei confronti degli altri, e appunto costringerci, tutti quanti, a subire una fine in ospedale e non a casa, come accadeva invece tanti anni fa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zacchera. Ne ha facoltà.
MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, avrei voluto intervenire prima, ma il tema è identico. Non sono d'accordo che in quest'Aula vengano usati da nessuno certi toni. Qui non stiamo facendo né «leggi-truffa», né stiamo prendendo in giro le persone. Piuttosto, pongo un problema che già il collega Buttiglione circa un quarto d'ora fa ha sollevato, facendo il caso del suicida.
Mi riferisco a colui che si vuole assolutamente suicidare, ma che poi, salvato all'ultimo momento, capisce, non dico che stava sbagliando, ma che comunque la sua decisione era sbagliata. Qualcun altro poi ha detto che anche per il testamento avviene la stessa cosa. Amici, ma il testamento uno può, essendo vivente, sempre cambiarlo; invece, uno che si è suicidato non può più tornare indietro.
Lo stesso vale per chi eventualmente decide di fare determinate scelte terapeutiche. Una volta che, purtroppo, non sono andate a buon fine non è più possibile rimettere in vita il paziente.
Pertanto, vorrei semplicemente sottolineare la difficile posizione che dobbiamo assumere tutti noi, cercando di fare scelte lasciando, a mio avviso, sempre la possibilità per la persona interessata di potersi in qualche maniera esprimere anche all'ultimo momento, senza che qualcuno la obblighi a prendere determinate decisioni, magari anche sulla base di note che questa persona ha lasciato quando era perfettamente cosciente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Argentin. Ne ha facoltà.
ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, intervengo ancora una volta perché detesto fare opposizione gratuitamente, ma questo è un provvedimento veramente importante dove stare zitti è impossibile.
Credo che sia fondamentale ribadire che la vita, pur essendo una cosa meravigliosa, non è per tutti uguale e che la qualità di un sistema di vita che ti circonda è importante. Quando ci sarà un sistema sanitario che garantirà una buona qualità della vita si potrà evitare di parlare di un provvedimento come questo. Oggi non è possibile.
La libertà di scelta nasce anche da una libertà di vivere con intorno un sistema collettivo che molte volte ti esclude oppure non ti considera proprio. Infatti, il testamento biologico non è necessariamente eutanasia, è solo un modo per uscire fuori da un sistema che comunque la fa da Pag. 27padrone anche per chi non ha mai scelto di star male.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Argentin.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Maurizio Turco. Ne ha facoltà.
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, per l'ennesima volta l'onorevole Buttiglione ci viene a dire che queste proposte emendative sono ridondanti ed estranee alla materia. La materia è l'alleanza terapeutica? Ci sono i medici di mezzo? La garanzia è che quei medici siano richiamati al proprio codice deontologico. Noi comprendiamo, non potete farlo perché questa proposta di legge va contro quel codice deontologico. Non potete sopportare che quei passaggi del codice deontologico siano a premessa di una proposta di legge che non solo li contesta, ma induce alla violazione costante. Ecco perché li abbiamo voluti inserire. Questa non è cattiva pratica legislativa, è chiarezza legislativa. Siccome voi andate cercando invece tutt'altro tipo di legislazione e di pratica legislativa che mette sul titolo...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Turco.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, a titolo personale voglio dire come il tabù dell'eutanasia sia stato evocato da quella che è stata ed è una vera e propria campagna clericale per cui il testamento biologico provocherebbe una deriva inarrestabile verso la legalizzazione dell'eutanasia. Voglio dire che non vi è alcun rapporto di causa ed effetto tra il primo e la seconda, e lo dice proprio chi come noi sostiene anche la legittimità del riconoscimento del diritto all'eutanasia.
Voglio dire che in questo dibattito si è ricorsi senza alcuno scrupolo alla menzogna, scomodando e falsificando anche i dati sulle leggi che hanno legalizzato questa pratica in alcuni Paesi. Nessuno si preoccupa invece dell'eutanasia clandestina, nessuno si preoccupa dell'alta percentuale di suicidi che si verifica tra coloro che sanno di essere stati colpiti da una malattia che non lascia speranze e che prevede solo una lunga sofferenza.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zamparutti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, a proposito di alleanza terapeutica vorrei ricordare le parole di Piergiorgio Welby che si rivolgeva al Ministro Sirchia: «Io ho ancora vivo il ricordo di un uomo di 72 anni colpito dalla SLA. Ricoverato per insufficienza respiratoria grave è stato tracheotomizzato, alimentato artificialmente, ventilato e aspirato in continuazione. Chiedeva ai medici di poter morire. Le terapie gli hanno allungato la vita di due mesi, due mesi in una sala di rianimazione, due mesi di inutili sofferenze, due mesi in cui le visite dei congiunti erano limitate a cinque minuti al giorno. Caro signor Ministro Sirchia, questo è uno degli scenari terribili che lei paventa per il futuro mentre molti terminali vivono in questo presente. Piergiorgio Welby».
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bernardini.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà.
FURIO COLOMBO. Signor Presidente, intervengo per dire e per ricordare, insieme con alcuni dei colleghi che hanno parlato finora, che la parola alleanza, alleanza medica, alleanza terapeutica, suona così incredibilmente ipocrita e così incredibilmente falsificante di ciò che si sta tentando di realizzare, cioè un'imposizione, una carcerazione alla quale non deve esserci via di uscita che non sia quella voluta non dalle circostanze, ma da un'interpretazione estrema della teologia.
Pag. 28Ascoltavo un momento fa il collega Zacchera e mi meravigliavo che parlasse di situazioni come queste, come se stesse discutendo di una questione notarile: il fatto che con il notaio si può discutere, si può cambiare, si può vedere che cosa succederà. Non è una situazione notarile, ma infinitamente più drammatica e fingere che non sia questo ciò di cui stiamo parlando è uno degli aspetti peggiori...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Colombo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, ammettendo pure che il paziente non cosciente, se fosse cosciente, potrebbe aver mutato opinione rispetto a quando ha compilato il testamento biologico, mi chiedo chi è che è in grado di leggere e correttamente interpretare quell'opinione? Certamente non un estraneo, certamente non un medico, per quanto possa essere vicino al paziente.
Quindi, non si capisce per quale motivo si dovrebbe non tenere conto razionalmente della sua ultima volontà espressa per iscritto nel momento nel quale è perfettamente cosciente. Altrimenti, non dovremmo consentire nessuna disposizione anticipata mai, in nessun ambito e in nessun settore. Credo veramente che ci si nasconda dietro motivazioni per non ammettere che si vuole imporre ad altri ciò che non si vuole per sé e questo contraddicendo il principio...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Beltrandi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Anna. Ne ha facoltà.
VINCENZO D'ANNA. Signor Presidente, credo che ognuno abbia il diritto in quest'Aula di esprimersi compiutamente e comprendiamo anche che ci siano esigenze di alcuni gruppi parlamentari di mettersi in evidenza grazie anche al fatto che questi dibattiti sono diffusi da Radio radicale. Volevo però ricordare che, se al tempo di Piergiorgio Welby noi avessimo avuto una legge che disciplinasse, «incartasse» e registrasse la volontà di non dipendere da una macchina e, quindi, di non subire questo accanimento terapeutico, probabilmente si si sarebbe potuta risolvere la situazione diversamente che non con una sentenza di un giudice il quale è ancora più terzo ed estraneo alla volontà del paziente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Farina Coscioni 01.0268, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Buttiglione...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 538
Votanti 513
Astenuti 25
Maggioranza 257
Hanno votato sì 178
Hanno votato no 335).
Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Farina Coscioni 01.0269, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 538
Votanti 514
Astenuti 24
Maggioranza 258
Hanno votato sì 179
Hanno votato no 335). Pag. 29
Prendo atto che il deputato Reguzzoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario, e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Farina Coscioni 01.0270, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 12,30)
PRESIDENTE. Onorevole Della Vedova... Ministro Fitto... Onorevoli Benamati, Zeller, sottosegretario Martini... Hanno votato tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 538
Votanti 514
Astenuti 24
Maggioranza 258
Hanno votato sì 179
Hanno votato no 335).
Prendo atto che il deputato Reguzzoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Farina Coscioni 01.0271, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole De Girolamo, ha votato? I colleghi hanno votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 543
Votanti 518
Astenuti 25
Maggioranza 260
Hanno votato sì 180
Hanno votato no 338).
Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Farina Coscioni 01.0276, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Cicchitto, Traversa, Galati, Marrocu... L'onorevole Alessandri ha votato... Onorevole Mondello... Hanno votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 547
Votanti 530
Astenuti 17
Maggioranza 266
Voti favorevoli 209
Voti contrari 321).
Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Farina Coscioni 01.0277, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Mazzuca, Sbai, Massimo Parisi, Vico, Gasbarra, Fogliardi, Marchignoli... L'onorevole Fogliardi non riesce a votare... Ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 30
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 547
Votanti 523
Astenuti 24
Maggioranza 262
Hanno votato sì 181
Hanno votato no 342).
Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Farina Coscioni 01.0278, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Stasi, Mazzuca, Franzoso, Calvisi, Misuraca... il sottosegretario Mantovano vuole votare?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 548
Votanti 520
Astenuti 28
Maggioranza 261
Hanno votato sì 182
Hanno votato no 338).
Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Farina Coscioni 01.0280, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Mazzuca, Franzoso, Ventucci...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 545
Votanti 522
Astenuti 23
Maggioranza 262
Hanno votato sì 182
Hanno votato no 340).
Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Farina Coscioni 01.0287, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Garagnani, Mazzuca, Traversa, sottosegretario Mantovano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 552
Votanti 509
Astenuti 43
Maggioranza 255
Voti favorevoli 179
Voti contrari 330).
Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Farina Coscioni 01.0292, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Sardelli, Bocci, Razzi, Scilipoti, Veltroni, Galletti, Vico, Giammanco, De Girolamo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 548
Votanti 527
Astenuti 21
Maggioranza 264
Voti favorevoli 195
Voti contrari 332).
Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Farina Coscioni 01.03, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Mazzuca, Franzoso, Giammanco, Bocci, Benamati, Sardelli, Barbareschi, Galletti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 548
Votanti 529
Astenuti 19
Maggioranza 265
Voti favorevoli 78
Voti contrari 451).
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Farina Coscioni 01.030, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Sardelli, Benamati, Antonino Russo, De Girolamo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 545
Votanti 526
Astenuti 19
Maggioranza 264
Voti favorevoli 67
Voti contrari 459).
Prendo atto che i deputati Vannucci e De Girolamo hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'articolo premissivo Farina Coscioni 01.052.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Maurizio Turco. Ne ha facoltà.
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, con questo articolo premissivo che disciplina il fine vita prevediamo che la ventilazione artificiale, l'alimentazione e l'idratazione, in quanto trattamenti sanitari, possano essere sospesi da chi assiste soggetti non in grado di provvedere a se stessi, in linea con quanto previsto dall'articolo 32 della Costituzione. Ogni trattamento sanitario somministrato in assenza del consenso informato o ad esso contrario è perseguibile penalmente e civilmente a tutti gli effetti. Quindi con questo articolo premissivo prevediamo che tutti i trattamenti sanitari siano soggetti alla volontà di chi li deve subire e di punire chi, invece, li imponesse a chi ha in quel momento esprime la volontà di non ricorrere a quei trattamenti sanitari. È un punto qualificante della proposta che ripone in colui che deve accettare o meno quel trattamento che la sua volontà sia l'unica volontà da rispettare (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Farina Coscioni. Ne ha facoltà.
MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. Signor Presidente, è doveroso e urgente intervenire su questi articoli premissivi per far capire che anche uno studente di medicina sa che alimentazione, anzi nutrizione e idratazione artificiale, sono atti medici veri e propri che richiedono un'elevatissima competenza. C'è chi vuol far credere che si tratti di qualcosa come una bottiglia di acqua minerale che si nega o si concede, ma posizionare una Pag. 32cannula nutrizionale nello stomaco è un atto difficile, fare una gastrostomia endoscopica percutanea (PEG) è un atto difficile che solo chirurghi, medici, anestesisti e rianimatori sono in grado di fare e possono compiere. Allo stesso modo inserire un sondino nasogastrico attraverso il naso e superare correttamente il tratto gola-esofago-stomaco è altrettanto difficile e pericoloso e richiede lo stesso un grado di specializzazione particolare, perché la sonda può introdursi in trachea anziché nell'esofago.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, penso che volere imporre a tutti i cittadini coscienti o non coscienti, che lo vogliano o che non lo vogliano, di stare attaccati per anni a un sondino sia incivile e che sia qualcosa che non ha corrispondenti in nessun altro Paese occidentale. Penso invece che debba essere il cittadino, insieme con la famiglia, a dover scegliere se vuole continuare a ricevere la nutrizione artificiale - e in questo caso lo Stato lo deve aiutare e deve aiutare i suoi famigliari - ma che è anche una sua scelta quella di non essere attaccato a una macchina magari per decenni, solo perché oggi la tecnologia lo permette (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, con questo articolo premissivo siamo a un punto veramente fondamentale di questa proposta di legge, perché qui si svela l'aspetto di crudeltà di una normativa, quando si vuole imporre un atto medico, perché nessuno potrà mai sostenere che questo sia un atto naturale, non c'è nulla di naturale come ha ben spiegato la collega Farina Coscioni.
Tra l'altro insisto su una questione che riguarda anche il bilancio sanitario, poiché tutti i fondi che devono essere destinati a questo saranno sottratti ad altre cure. Si tengono in vita persone che non hanno più - lo dicono i medici - speranze di vita a scapito di altre cure, mentre il bilancio della sanità è a somma zero, ciò che si toglie da una parte si mette dall'altra e c'è sempre scarsità di risorse. Questo è un aspetto davvero cruciale. Poi c'è l'elemento della crudeltà: condannare le persone a subire un trattamento è davvero inaccettabile (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, ricordo un periodo della vita di Piergiorgio Welby, quando voleva vivere e la sanità non gli passava più quella «pappa» chiamata pulmocare perché era troppo costosa.
Era una pappa che gli veniva iniettata dentro lo stomaco e ho dovuto lottare per fargliela avere. Ed era il momento in cui Piergiorgio Welby riusciva a scrivere ed a comunicare, cosa che poi non ha potuto più fare, negli ultimi mesi della sua vita. Quindi, secondo questo provvedimento, sarebbe stato obbligato, dopo quel buco che gli è stato fatto nello stomaco, a ricevere quel farmaco, sempre se la sanità pubblica avesse deciso di fornirglielo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà.
FURIO COLOMBO. Signor Presidente, mentre sembra che due principi ispirino l'intera Assemblea, che sono quelli che non si uccide e non si suicida nessuno, in realtà questa proposta di legge è ispirata costantemente alle proibizioni, a ciò che non è permesso, a ciò che non si deve fare, a ciò che è proibito, a ciò che è vietato, a ciò che è impedito, in modo che una sorta di volontà negativa cali su tutto questo Pag. 33processo giuridico. Apparentemente la proposta di legge dovrebbe rendere libero e rispettato l'accesso all'ultimo momento della vita. Vorrei ricordare una frase terribile che è stata detta in quest'Aula quando è accaduto quello che è accaduto al regista Monicelli, quando si è detto che è stato lasciato solo, per ricordare che siamo un Paese che non ha difficoltà a lasciare soli i disabili, non ha difficoltà a chiudere la sanità, non ha difficoltà a creare difficoltà incredibili a coloro che soffrono e poi pensa...
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palagiano. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto contrario dell'Italia dei Valori su questa proposta emendativa. Le motivazioni addotte dai radicali, ad ascoltarle, sono tutte condivisibili. Certamente per mettere una PEG, cioè un catetere che richiede un'endoscopia, inizialmente ci vuole il consenso informato. Per avere un cateterino, anche nasogastrico, ci vuole il consenso informato, però omettono la seconda parte di questa proposta emendativa: ogni trattamento sanitario somministrato in assenza del consenso informato o ad esso contrario è perseguibile penalmente e civilmente a tutti gli effetti.
Credo che chiunque abbia fatto pronto soccorso si renda conto che è capitato a tutti di dover prestare soccorso a una persona che non ha espresso nessun consenso informato, che sta lì e il medico, nella sua scienza e coscienza e nella sua autorevolezza, fa tutto il possibile. Quindi, anche trattamenti che vengono somministrati per il bene del paziente, così come recitano le sentenze della Corte costituzionale del 2002, del 2008 e del 2009, possono essere dati nell'interesse del paziente, perché c'è la presunzione, da parte del medico che interviene, che il paziente vorrebbe sopravvivere. Quindi, si fa tutto il possibile, al di là del consenso informato. Pertanto, certe volte bisogna che l'opera medica sia fatta a prescindere, se non aveva nessuna informazione sulla volontà del paziente, come sancisce la Convenzione di Oviedo, cui l'Italia ha aderito. Per questo preannunziamo il voto contrario dell'Italia dei Valori su questa proposta emendativa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.
LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, intervengo solamente per dire due cose che mi sembrano importanti, soprattutto per chi sta seguendo i nostri lavori fuori da quest'Aula. In primo luogo, vi è ciò che ha detto l'onorevole Palagiano, che mi ha preceduto, e lo ringrazio, perché ritengo che sia impossibile pensare che occorra dare un consenso informato per un trattamento di pronto soccorso d'urgenza. Significherebbe limitare la possibilità dei medici di decidere di intervenire secondo scienza e coscienza in casi di necessità, in assenza di dichiarazioni preventivamente date. Quindi, mi sembrerebbe assurdo perseguire penalmente un'iniziativa del medico in stato di emergenza.
In secondo luogo sappiamo tutti - ne abbiamo ampiamente discusso anche in Commissione - che idratazione ed alimentazione non sono terapie ma cure, atteggiamenti che bisogna avere verso chiunque, anche coloro che non sono in grado di provvedere da soli all'alimentazione e se vengono sottratte ad un paziente, costui muore per mancanza di idratazione ed alimentazione, non per la malattia che ha. È una cosa completamente diversa. Quindi, mi sembra di dover distinguere - lo faremo successivamente, perché ci torneremo sopra - i trattamenti che sono terapeutici da quelli che invece non lo sono.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Burtone. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, intervengo perché, Pag. 34sollecitato dalla collega, volevo rassicurare l'Aula: il consenso informato in pronto soccorso non si dà. Quando c'è un'urgenza si interviene tempestivamente, quindi evitiamo di fare considerazioni che possono diventare strumentali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianni. Ne ha facoltà.
PIPPO GIANNI. Signor Presidente, sarò rapidissimo. Credo ci sia un errore di interpretazione. Ho la sensazione che si voglia introdurre di fatto l'eutanasia nel nostro Paese. Capisco, signor Presidente che l'impatto delle progresso tecnologico ha assottigliato sempre più quella linea sottile che separa l'assistenza dall'accanimento terapeutico, ovvero il confine tra vita e morte, ma non possiamo sospendere l'idratazione e l'alimentazione artificiale, che servono per vivere e non a curare la malattia, perché, altrimenti, di fatto, ciò significherebbe consentire l'autorizzazione all'interruzione e ciò equivarrebbe a un suicidio assistito o al tentativo di introdurre in Italia la pena di morte (Applausi dei deputati del gruppo Iniziativa Responsabile Nuovo Polo).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Avverto altresì che è stata richiesta la votazione per parti separate dell'articolo premissivo Farina Coscioni 01.052, nel senso di votare distintamente la prima parte del medesimo articolo dalle parole «la presente legge» fino alle parole «articolo 32» e la parte consequenziale ed in un secondo momento la parte restante, dalle parole «ogni trattamento».
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Farina Coscioni 01.052, limitatamente alle prima parte ed alla parte consequenziale, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Iannuzzi, onorevole Longo, onorevole Mazzuca, onorevole Paolini, onorevole Petrenga, onorevole Galletti. Ancora l'onorevole Paolini e l'onorevole Petrenga.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 545
Votanti 527
Astenuti 18
Maggioranza 264
Voti favorevoli 75
Voti contrari 452).
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sulla restante parte dell'articolo premissivo Farina Coscioni 01.052, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Mazzuca, onorevole Sardelli, onorevole Scilipoti, onorevole Granata, sottosegretario Ravetto, onorevole D'Antoni, onorevole Scilipoti, ancora l'onorevole Sardelli, onorevole Della Vedova, l'onorevole Bocchino non riesce a votare, onorevole Centemero...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 545
Votanti 526
Astenuti 19
Maggioranza 264
Voti favorevoli 45
Voti contrari 481).
Passiamo alla votazione dell'articolo premissivo Farina Coscioni 01.056. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maurizio Turco. Ne ha facoltà.
Pag. 35
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, cercherò di spiegarmi con altre parole, le parole di Piergiorgio Welby quando inviò una lettera al Presidente della Repubblica. Chiedeva, Piergiorgio, cosa c'è di naturale in un buco nella pancia e in una pompa che la riempie di grassi e proteine, cosa c'è di naturale in uno squarcio nella trachea e in una pompa che soffia l'aria nei polmoni, cosa c'è di naturale in corpo tenuto biologicamente in funzione con l'ausilio di respiratori artificiali, alimentazione artificiale, idratazione artificiale, svuotamento intestinale artificiale, morte artificiale rimandata.
Credo che si possa, per ragioni di fede o di potere, giocare con le parole ma non credo che per le stesse ragioni si possa giocare con la vita e il dolore altrui.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, questa doveva essere una legge sul testamento biologico per anticipare la propria volontà sui trattamenti sanitari in caso di coma profondo; è diventata invece una legge contro il testamento biologico dove la volontà dell'interessato non è tenuta in alcun conto proprio in quei casi in cui occorrerebbe il massimo senso di cristiana umanità. A decidere per lui sarà la lettera della legge che stabilisce di non considerare terapie ma sostegno vitale, e quindi di fatto rendendoli obbligatori, gli interventi di idratazione ed alimentazione artificiali. È una scelta legislativa che aggira il dettato della Costituzione, all'articolo 32, e viola il consenso informato richiesto dalla Convenzione di Oviedo (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, quindi per come si è espressa questa Aula fino a questo momento io cittadino non potrei scrivere nel mio testamento biologico che nel momento in cui non sono più in grado di intendere e di volere, e quindi di poter scegliere, posso io, da lucido, scegliere di non volere il sondino nasogastrico che viene messo tramite un'operazione di una certa complessità; non posso scegliere di non volere un ago puntato nella mia vena per essere idratato, e non posso scegliere di non avere un buco nello stomaco. Questa è la libertà di scelta che voi volete lasciare ai cittadini italiani, cioè una libertà che non esiste più (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Farina Coscioni 01.056, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Moles, onorevole Soglia, onorevole Buonanno, onorevole Calvisi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 538
Votanti 520
Astenuti 18
Maggioranza 261
Voti favorevoli 49
Voti contrari 471).
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Farina Coscioni 01.058, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Sbai, Sardelli, Duilio, Costa, Strizzolo, Galletti, Maurizio Turco...
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 36
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 544
Votanti 525
Astenuti 19
Maggioranza 263
Voti favorevoli 48
Voti contrari 477).
Prendo atto che il deputato Razzi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Farina Coscioni 01.092, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Sardelli, Galletti, Polidori...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 544
Votanti 525
Astenuti 19
Maggioranza 263
Voti favorevoli 57
Voti contrari 468).
Prendo atto che il deputato Razzi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Livia Turco 1.79.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lenzi. Ne ha facoltà.
DONATA LENZI. Signor Presidente, questo è il primo emendamento di quelli che ha presentato il gruppo del Partito Democratico ed è soppressivo dell'articolo 1. Lo sottolineo perché si colloca in continuità con quegli interventi che hanno dichiarato, spiegato ed illustrato ampiamente - ricordo quello dell'onorevole Castagnetti ieri e dell'onorevole Della Vedova oggi - il loro rifiuto pregiudiziale a che ci sia una legge. Questo emendamento propone al Parlamento, con la soppressione dell'articolo 1, di fare un passo indietro e non affrontare questo tema.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signora Presidente, abbiamo votato, come avevamo preannunciato, contro tutte le proposte emendative. Voteremo, invece, a favore di questo emendamento soppressivo dell'articolo 1 perché, come abbiamo più volte ribadito, riteniamo quest'ultimo un errore da tutti i punti di vista. Voglio solo fare una considerazione, siccome una delle motivazioni disarmanti che vengono proposte per sostenere questa proposta di legge è che dobbiamo impedire alla magistratura determinati comportamenti. Lo dico oggi per domani: premesso che, al di là di qualche idiosincrasia, in qualsiasi Paese libero la magistratura è l'ultima istanza per qualsiasi cittadino e massimamente lo è la Corte costituzionale per le libertà e i diritti costituzionalmente garantiti, la proposta di legge che si sta votando servirà esclusivamente a moltiplicare per due, per dieci, per cento, gli interventi della magistratura medesima. Vi sono, infatti, alcuni principi costituzionalmente garantiti che, una volta fissati perfino nella legge, non possono essere ristretti dagli articoli successivi. Anche per questo, quindi, noi voteremo a favore del presente emendamento soppressivo e voteremo, poi, a favore - ma su questo interverremo successivamente - per gli emendamenti che riscrivono completamente l'articolo 1 e l'intera proposta di legge.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Castagnetti. Ne ha facoltà.
PIERLUIGI CASTAGNETTI. Signor Presidente, vorrei confermare, sulla linea di quanto ho detto ieri, che, trattandosi di un emendamento soppressivo, io ed alcuni altri amici che hanno condiviso la mia proposta di astenerci sulle votazioni sugli emendamenti, in questo caso invece votiamo a favore perché va nella direzione Pag. 37che ho indicato di non volere alcuna legge. Dunque, tutto quello che porta l'obiettivo di evitare una legge sul fine vita, lo voterò (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Livia Turco 1.79, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Ghiglia... onorevole Pisicchio... onorevole Lusetti... onorevole Zampa... onorevole Paglia... onorevole Menia... onorevole Vignali...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 526
Votanti 523
Astenuti 3
Maggioranza 262
Voti favorevoli 228
Voti contrari 295).
Prendo atto che il deputato Razzi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Livia Turco 1.2029.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Miotto. Ne ha facoltà.
ANNA MARGHERITA MIOTTO. Signor Presidente, colleghi, entriamo nel merito di una proposta alternativa che il Partito Democratico avanza all'Aula e facciamo un discorso di verità tra di noi. Ciascuno di noi ha la libertà di rifiutare o interrompere le cure e ogni trattamento sanitario quando è cosciente. Allora perché non potrebbe poter realizzare questa volontà qualora si trovi in una condizione di incapacità di intendere e volere, affidando le sue volontà ad un documento scritto? Questo è il senso di un emendamento che presentiamo e che è sostitutivo dell'intera legge perché intende concentrare in un unico articolo gli elementi essenziali che la legge avrebbe dovuto dire e che invece in questo momento non dice. Quali sono gli elementi essenziali? Si deve affermare la centralità delle relazione di cura tra medico e paziente: da un lato quindi «no» all'autodeterminazione assoluta e dall'altro «no» al paternalismo medico. Si deve affermare l'importanza del consenso informato che è l'atto fondante dell'alleanza terapeutica tra medico e paziente, si deve sancire il diritto di poter rifiutare le cure e di potere rifiutare anche le informazioni perché il diritto alla rinuncia e all'informazione deve essere garantito. Si afferma il «no» all'accanimento terapeutico, il «no» all'eutanasia, il «no» all'abbandono terapeutico. Si afferma il principio di affidare alla DAT, quando si è in grado di intendere e volere, le proprie volontà ivi compresa la nutrizione artificiale. Nella DAT si può indicare la volontà di donare gli organi, il corpo post mortem, le modalità di sepoltura e l'assistenza religiosa.
Diciamo di «no» alla definizione di ciò che è trattamento sanitario perché non compete ad una legge, ma indichiamo nel fiduciario la persona alla quale si affida l'adempimento della DAT nell'alleanza terapeutica con il medico.
La DAT peraltro è impegnativa per il medico e si sancisce il diritto alle terapie contro il dolore e alle cure palliative. Colleghi, si tratta di una provvedimento, quello al nostro esame, pieno di contraddizioni che ci porterà dritti in tribunale: è un labirinto di divieti, nega la libertà individuale ed azzera la relazione di cura medico-paziente. Vi è bisogno davvero di un emendamento che riproponga le questioni essenziali di una legge che rispetta la volontà della persona all'interno dell'alleanza terapeutica medico-paziente.
Guardate che non facciamo qualcosa di straordinariamente inedito: questo articolo è molto simile - non potrei dire uguale, perché gli ordinamenti sono diversi - alla legge tedesca e sapete che, dal punto di Pag. 38vista dell'accettabilità e della larga condivisione, anche da un punto di vista etico, la legge tedesca è considerata un esempio. Per questo: un articolo, ed una legge. Mettiamoci perciò in linea con quelle che sono, secondo noi, le attese che vi sono nel Paese di un diritto mite in questo campo così delicato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Argentin. Ne ha facoltà.
ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, intervengo soltanto per dire che appoggio l'emendamento in esame; l'ho firmato e sono convinta che abbia un grande valore, sia etico sia sanitario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Murer. Ne ha facoltà.
DELIA MURER. Signor Presidente, condivido l'emendamento in esame, perché esso garantisce la possibilità per i cittadini di fare una DAT, di inserire nella stessa il proprio volere, di chiedere che questa sia impegnativa per il medico e che garantisca, in caso di incapacità di intendere e di volere, la possibilità di avere un rispetto delle proprie volontà. Credo che questo sia un punto molto importante, come è importante la possibilità di avere nominato un fiduciario. Credo che questi siano elementi utili per fare una legge e per avere una DAT ed il testo che ci accingiamo ad approvare ci impedirà di avere una legge vera sul trattamento di fine vita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bossa. Ne ha facoltà.
LUISA BOSSA. Signor Presidente, una dichiarazione testamentaria ha senso se, attraverso di essa, si può disporre di qualcosa, se si può lasciare una volontà che sia rispettata. Se invece prima si istituiscono le DAT e poi si svuotano di senso, perché si sottrae alla libera disponibilità tutta una serie di cose, mi chiedo a questo punto: perché farle? Ha senso che depositi la mia dichiarazione anticipata di trattamento se so che questa sarà rispettata e che, attraverso di essa, posso disporre di qualcosa. Se, invece, da una parte mi si consente di depositare un testamento e, dall'altra, si introducono tanti paletti da rendere di fatto inutile questo testamento, perché dovrei lasciarlo? Questa è la domanda che pongo alla maggioranza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sarubbi. Ne ha facoltà.
ANDREA SARUBBI. Signor Presidente, questo è il mio primo intervento e credo che mi farò un po' di nemici oggi, perché devo dire che non riesco a capire quello che sta accadendo. Non riesco a capire chi dice: «Io a priori mi asterrò» e non riesco a capire chi dice: «Io a priori voterò no». Secondo me noi siamo chiamati qui per parlare, altrimenti questo non sarebbe un Parlamento, siamo chiamati a confrontarci sui singoli emendamenti. Dunque se c'è un emendamento che alla nostra coscienza dice qualcosa di buono, questo emendamento, che sia soppressivo o meno, va votato (lo dico soprattutto all'onorevole Della Vedova e lo dico anche all'onorevole Castagnetti, col quale condivido molte cose). Insomma, secondo me per farla breve l'emendamento in esame è la migliore risposta che diamo alle richieste che facevamo finora sulla soft law, cioè su una legge mite, perché in un articolo mette insieme tutta la legge, pagine e pagine di dibattiti.
Esso non lascia, in realtà, molti spazi. Mi piace più dell'articolo soppressivo che abbiamo votato precedentemente e che è stato respinto, perché questo emendamento pone alcuni paletti. Parla di una futura irreversibile capacità di intendere e di volere. Però, pur nell'ambito di questi paletti, rispetta la dignità della persona. Pag. 39
Per questo motivo, non solo lo voto, ma lo ho addirittura firmato e mi appello alle forze responsabili dell'una e dall'altra parte del Parlamento, affinché facciano lo stesso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Farina Coscioni, alla quale ricordo che ha un minuto di tempo a disposizione. Ne ha facoltà.
MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. Signor Presidente, svolgo questo breve intervento anche per chiedere la votazione per parti separate dell'emendamento Livia Turco 1.2029.
A mio avviso, questo emendamento - sostitutivo dell'articolo 1 della proposta di legge - è condivisibile se viene eliminata la lettera e), in quanto, come sappiamo, nel nostro ordinamento giuridico non c'è e non esiste la definizione di eutanasia. Pertanto, con questa lettera e), in qualche modo, la introduciamo: introduciamo il divieto all'eutanasia, senza riuscire ad individuare e a darne un significato.
Chiedo, dunque, se è possibile, la votazione per parti separate.
PRESIDENTE. Dunque, se ho capito bene, l'onorevole Farina Coscioni chiede di votare separatamente la lettera e). Possiamo votare prima la lettera e), e poi la parte restante.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, se mi consente, mi appello all'articolo 8 del Regolamento, pregandola di chiarirci bene cosa andremo a votare. Lo dico anche per i colleghi della maggioranza, in quanto voteremo a voto segreto.
C'è un emendamento che aveva un senso. Ovviamente, deve essere ben chiaro che, dividendolo in due, se per caso da parte dell'Aula vi fosse un voto contrario - come si sta verificando su molte questioni - su una delle parti che votiamo (e questo andrebbe bene ai colleghi Radicali), noi sostanzialmente legittimeremmo l'eutanasia.
Pertanto, vorrei che lei, nel momento in cui porrà in votazione le parti separate, spiegasse bene il significato del voto. La ringrazio molto, signor Presidente.
PRESIDENTE. Lo avrei fatto, onorevole Giachetti. Il mio primo intervento era solo per chiarire se avevo compreso bene la proposta.
Si tratta, dunque, di porre in votazione l'emendamento Livia Turco 1.2029, ad esclusione della lettera e) che recita: «è confermato il divieto dell'eutanasia, dell'assistenza e dell'aiuto al suicidio, nonché dell'abbandono terapeutico».
Pertanto, metterei in votazione prima l'emendamento nel suo complesso con esclusione della lettera e), e poi la lettera e), oppure si potrebbe fare il contrario e votare prima la lettera e).
DOMENICO DI VIRGILIO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DOMENICO DI VIRGILIO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, mi sembra che si debba mettere prima in votazione l'intero emendamento e, successivamente, la parte restante. Così è la prassi e così mi sembra che sia più corretto e più logico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Signor Presidente, personalmente voterò contro questo emendamento. Tuttavia, mi sembra che esso abbia una sua ratio, che è stata costruita dall'onorevole Livia Turco, insieme al gruppo, con l'idea di avere una proposta di legge mite, lo dico tra virgolette, con un obiettivo da sempre ribadito: un «no» secco e chiaro, che Pag. 40garantisce loro - perché noi voteremo contro - che questa proposta di legge non venga stravolta e non si trasformi in una opzione eutanasica.
Non credo che questo emendamento possa essere diviso in due parti, perché ciò le pone in flagrante contraddizione l'una con l'altra e toglie quella intentio positiva che esso poteva avere. Non voglio parlare a nome dell'onorevole Livia Turco, la quale è perfettamente in grado di esprimere da sola il suo punto di vista. Tuttavia, voglio esprimere il mio «no» a scompaginare questo emendamento in due parti.
PRESIDENTE. Onorevole Binetti, non si scompagina nulla, perché la lettera e) da sola regge benissimo. Il testo contiene una disposizione che può avere benissimo una sua autonomia.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, senza troppa polemica: capisco che in quest'Aula siamo arrivati al punto che qualcuno pensa anche di decidere come uno debba morire. Tuttavia, su come si dividono le parti da votare separatamente, che è un diritto inalienabile dei deputati, l'onorevole Binetti ci consentirà che, almeno in quel caso, dove c'è una regola rispettabile, sia rispettata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Può rimanere della sua opinione, ma la regola dice che si può separare come si vuole. Detto ciò, stiamo parlando di una norma del Regolamento...
PRESIDENTE. Non solo, c'è anche il comma 4 dell'articolo 87 del Regolamento, che dice che quando vi è un senso compiuto, si può fare.
ROBERTO GIACHETTI. A proposito di senso compiuto, mi permetto, signor Presidente, non per lei, ma lo dico sempre all'onorevole Binetti, la quale, presa dall'orgia di votare contro tutto (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Unione di Centro per il Terzo Polo)... Chiedo scusa, onorevole Binetti, chiedo scusa. Questa finirà su Blob, vi chiedo scusa (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Unione di Centro per il Terzo Polo)...
PRESIDENTE. Onorevole Binetti, non aveva ancora finito la parola che l'onorevole Giachetti ha chiesto scusa.
Prego, onorevole Giachetti.
ROBERTO GIACHETTI. Va bene, per questa cosa avrò la mia pubblicità. Ai fini di quello che noi votiamo e dal senso che si deve dare nell'interpretazione... chiedo scusa, capisco che non avrò aiuto dallo scivolone che ho fatto però sto dicendo una cosa che ritengo importante per tutti!
Signor Presidente, vorrei dire che, ai fini di quello che noi votiamo e del senso che si deve dare alla questione, se noi, come dobbiamo fare, enucleiamo dall'emendamento complessivo un punto nella parte narrativa che sostiene che è vietata l'eutanasia e così via e se su quel punto l'Aula vota «no», è pacifico che la Camera si è espressa per lo meno nel senso che l'eutanasia non è vietata anche se poi magari deve essere regolata in un altro modo. Quindi, suggerirei di fare attenzione a quando diciamo: votiamo «no», perché, a mio avviso, e lo dico anche al collega Di Virgilio, quando andiamo a votare la parte separata, la lettera e), chi vuole ribadire che in questo Paese non vi debba essere l'eutanasia, deve votare a favore di quella parte separata, perché se vota contro la lettera e) e dovesse essere espunta, questo punto, nell'emendamento, non si ritroverebbe.
DOMENICO DI VIRGILIO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DOMENICO DI VIRGILIO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, quello Pag. 41che ho ascoltato or ora mi sembra strumentale. Tutta la legge si fonda su dei paletti, noi diciamo «no» all'eutanasia, «no» all'abbandono, «no» all'accanimento terapeutico. Ora si vuole portare l'Aula a votare un qualche cosa, come la lettera e), che sia contrario alla legge, non è così, assolutamente. Io sono dell'opinione che vada votato l'emendamento in toto, completamente, e rimane il concetto, la gente lo deve sapere, che noi siamo contro l'eutanasia comunque vadano le cose.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, vorrei solo ricordare all'amico Giachetti che regola fondamentale della scienza dell'interpretazione è che ogni testo si legge in un contesto. Il contesto nel quale interviene questo articolo è un contesto in cui l'affermazione ulteriore che si è contro l'eutanasia è superflua e quindi dannosa.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, credo che qui ci sia solo un problema regolamentare, mentre i colleghi ne fanno un problema di merito. Prima di tutto dal punto di vista regolamentare è evidente che prima si procede, come lei ha proposto, a votare la parte dell'emendamento che, se approvato, lascerebbe la votazione nel complesso così com'è, quindi comprensiva della lettera e). Diversamente si avrebbe una norma che non comprenderebbe la lettera e). Votando per parti separate è del tutto evidente che, se i colleghi ne fanno un problema di merito, allora è bene che si rendano conto che, nel momento in cui dovessero votare in modo contrario al mantenimento della lettera e), di fatto esprimono un orientamento favorevole all'eutanasia. Ricordo quindi all'onorevole Buttiglione e a tutti quelli che hanno cercato di spiegare che in realtà ciò non avviene che, poiché si vota per parti separate, la parte separata sta in piedi da sola, indipendentemente dal resto dell'emendamento. Quindi, vorrei, non solo dal punto di vista regolamentare, ma delle conseguenze di carattere politico e di orientamento etico e morale, che i colleghi tengano conto che il loro orientamento di voto comporta sul piano politico un risultato esattamente diverso da quello che alcuni ci hanno spiegato fino ad adesso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fioroni. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FIORONI. Signor Presidente, senza continuare un dibattito che rischia di essere surreale, il tema che tecnicamente si può proporre è che la lettera e) in questo caso, se resta scritta così, in questo caso sarebbe sostitutiva. Se il presentatore la cambia e dice che nella votazione per parti separate la lettera e) non diventa sostitutiva ma aggiuntiva, può avere il voto unanime dell'Aula e questa sarebbe la soluzione; ci eviterebbe di votare contro l'intelligenza e anche contro il buonsenso.
GIUSEPPE PALUMBO, Presidente della XII Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE PALUMBO, Presidente della XII Commissione. Signor Presidente, lei ha detto che vi è la possibilità di votare prima la lettera e) dell'emendamento Livia Turco 1.2029 e poi la restante parte sostitutiva dell'articolo 1. Ma la lettera e), facendo parte dell'articolo 1, sarebbe poi sostitutiva di tutto l'articolo 1. Per cui, se votiamo prima la le lettera e) - e mi sembra che vi sia unanimità di consensi nel vietare l'eutanasia, l'accanimento terapeutico e così via - salterebbe poi tutto l'articolo 1. Pag. 42
Pertanto, o votiamo tutto l'articolo così com'è, o prima l'articolo e, poi, eventualmente, la lettera e), che in ogni caso non deve essere sostitutiva.
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, avevo sommessamente avanzato l'idea di votare prima l'emendamento Livia Turco 1.2029 nel suo complesso ad eccezione della lettera e) dello stesso e successivamente la lettera e), ma mi è stato chiesto il contrario da chi ha avanzato la proposta di votazione per parti separate, e quindi l'avevo preso in considerazione.
Ritengo, invece, si debba porre in votazione prima l'emendamento nel suo complesso, e poi si voti la lettera e), anche perché, trattandosi di un emendamento interamente sostitutivo, faccio notare che, nel caso in cui una parte venisse respinta, non cambierebbe nulla, nel senso che resterebbe il testo precedente dell'articolo.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, ai fini del voto le vorrei chiedere: nel caso in cui questo emendamento venisse in questa parte respinto, cioè nella sua interezza, e si mettesse in votazione la lettera e) e questa fosse approvata, lei dove «l'appiccica» la lettera e)?
PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, per usare la sua terminologia, che da toscana mi piace molto, «l'appiccico» alla seguente espressione: «Ai sensi della presente legge, nel rispetto dei principi di cui agli articoli 2, 3, 13 e 32 della Costituzione nonché della Convenzione di Oviedo è confermato il divieto dell'eutanasia, dell'assistenza e dell'aiuto al suicidio, nonché dell'abbandono terapeutico»; che mi pare abbia un suo significato.
MAURIZIO TURCO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, vorrei solo sapere se è un'innovazione della prassi.
PRESIDENTE. Che cosa intende con «innovazione»?
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, quando si è votato per parti separate, abbiamo votato prima la parte che si doveva togliere, e poi rimaneva il resto; non abbiamo mai fatto l'inverso.
Però, se abbiamo fatto sempre l'inverso, e lei può dire questo...
PRESIDENTE. Onorevole Turco, non credo vi sia una prassi consolidata né in un senso né nell'altro. Penso che la votazione per parti separate debba ispirarsi all'articolo 87, comma 4, del Regolamento, che ci chiede di procedere dando un senso compiuto a ciò che poniamo in votazione.
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, ha un senso compiutissimo: sono due parti separate che vivono autonomamente; possono continuare a vivere autonomamente. Non si comprende...
PRESIDENTE. Onorevole Turco, una volta che abbiamo visto la compiutezza delle parti che mettiamo in votazione, dobbiamo anche verificare la logica.
Trattandosi di un emendamento sostitutivo dell'articolo, è evidente che prima si vota ciò che sostituisce in maniera completa, dopodiché vi si farà l'aggiunta. È vero che, se venisse respinta la prima parte e venisse approvata la seconda, avrebbe comunque un senso compiuto.
PAOLA BINETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Signor Presidente, se viene respinta la prima parte, questa lettera e), che è stata espunta e viene votata, in realtà dovrebbe aggiungersi all'articolo 1, il quale contiene già al suo interno...
Pag. 43PRESIDENTE. Lo sostituisce, onorevole Binetti, l'emendamento Livia Turco 1.2029 è sostitutivo, in tutte le sue parti.
PAOLA BINETTI. Allora va bene.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Livia Turco 1.2029, ad eccezione della lettera e), non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Sottosegretario Ravetto, onorevole Aniello Formisano, onorevole Leo, onorevole Cosenza, onorevole Gianni, onorevole Giachetti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 534
Votanti 518
Astenuti 16
Maggioranza 260
Voti favorevoli 206
Voti contrari 312).
Prendo atto che i deputati Martella e Iannaccone hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Livia Turco 1.2029, limitatamente alla lettera e), non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Grassano, sottosegretario Ravetto, onorevole Pippo Gianni, onorevole Sbai, onorevole Strizzolo, onorevole Mondello, onorevole Fedi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico - Vedi votazioni).
(Presenti 529
Votanti 523
Astenuti 6
Maggioranza 262
Voti favorevoli 214
Voti contrari 309).
FURIO COLOMBO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Su che cosa, onorevole Colombo, sull'ordine dei lavori? Perché altrimenti non posso darle la parola.
FURIO COLOMBO. Signor Presidente, è molto semplice, intervengo per farle una domanda: perché io non ho potuto parlare, benché glielo abbia chiesto molto chiaramente, e lei ha fatto parlare quattro volte le stesse persone (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)? Mi dia una risposta, a me basta.
PRESIDENTE. Onorevole Colombo, evidentemente, come lei si è reso conto, la votazione precedente è stata un po' complicata. Può darsi che tra tutte le mani alzate la sua non l'abbia vista e le chiedo scusa, ma non è il caso di farne una questione di Stato (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Della Vedova 1.2014.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buonfiglio. Ne ha facoltà.
ANTONIO BUONFIGLIO. Signor Presidente, l'emendamento che abbiamo presentato mostra, come ricordava ieri il collega Della Vedova, la posizione di Futuro e Libertà sull'intero impianto normativo e la rappresenta, come appunto veniva ricordato, anche a fronte di persone che hanno ispirazioni culturali e religiose diverse. Pag. 44
Infatti, nonostante sia passato molto tempo da quando la proposta di legge è stata presentata, siamo convinti che la stessa risenta ancora una volta del dato emozionale e del contesto in cui è stata presentata, continuando ad essere la «legge Eluana», mentre per noi è un dato fondamentale che non possa e non debba essere così.
Ed è proprio per questo, e naturalmente questa è la nostra opinione, che forse bisognerebbe fermarsi - lo ricordava ieri il capogruppo Della Vedova - anche perché stiamo scivolando di fronte a un tema serio che affronta, richiama e interroga le coscienze di ognuno di noi, su molti tecnicismi più che su quello che realmente è in gioco.
La dimostrazione è anche data, signor Presidente, non solo dal dibattito che accompagna la proposta di legge, ma anche dall'altalena di situazioni in cui, nel passaggio dalla Camera al Senato, dalla relazione al Senato alla Commissione, e da quello che sembra anche nel testo di un emendamento che è stato presentato e che sarà votato successivamente, si va a limitare il ruolo all'interno delle dichiarazioni anticipate di trattamento.
Infatti, nella relazione di accompagnamento al testo del Senato si leggeva che si voleva intervenire sulle scelte prese pensando all'eventualità di un periodo in cui il paziente si troverà in un stato vegetativo. Poi nel testo presentato alla Camera - dall'articolo 1 all'articolo 3 - era stata ampliata sensibilmente la categoria dei soggetti, estendendola a tutti i soggetti che non fossero in grado di intendere e di volere, e si affermava espressamente che la DAT assume rilievo nel momento in cui è accertato che il soggetto si trovi nell'incapacità permanente di comprendere le informazioni circa il trattamento sanitario e le sue conseguenze e per questo motivo di assumere le decisioni che lo riguardano.
Successivamente ci si è resi conto probabilmente che in questo modo si ampliava notevolmente il campo delle possibilità e oggi sembra che si ritorni, con questo emendamento che sarà votato nel pomeriggio, ad una nuova restrizione che in sostanza, banalizzando, possiamo dire che fa venire in essere l'efficacia delle dichiarazioni anticipate di trattamento 15 minuti prima dell'espianto.
Mi soffermerei sul dato in cui viene fatta valere la volontà e la manifestazione di volontà nel testo, ma lo farei soprattutto parlando e rivolgendomi ai colleghi che sono contrari a questa proposta di legge non per una limitazione della libertà, ma perché temono che questa proposta di legge possa portare, al di là dei suoi fini, ad una deriva eutanasica.
Infatti, abbiamo visto che nel caso che ha animato il dibattito e che ha dato vita a questa proposta di legge la magistratura, che in qualche modo viene considerata lo spauracchio contro il quale viene posta in essere questa proposta di legge, ha desunto una manifestazione di volontà espressa in assenza appunto di un'esplicita previsione di volontà. Immaginate quanto potrà avere gioco quella parte della magistratura tanto demonizzata quando anche con i paletti messi all'interno di un dettato legislativo però ci sia in qualche modo una manifestazione di volontà espressa. Quindi, si tratta di una vera e propria eterogenesi dei fini.
Inoltre, vi è anche un valore pedagogico della proposta di legge perché, una volta che considereremo comunque disponibile in un momento e in un tempo determinato la proposta di legge, è chiaro che questa avrà un valore pedagogico. Vi sono anche ulteriori problemi giuridici dati dal fatto che fino ad oggi nessuno si è interrogato pienamente sul valore giuridico, sulla qualificazione giuridica delle dichiarazioni anticipate di trattamento.
Pertanto rivolgo un appello - lo dico anche in considerazione del voto segreto - a quei 44 parlamentari, molti dei quali del Popolo delle Libertà, alcuni del Governo, che all'inizio di questo dibattito, prima che esso si trasformasse in un dato emozionale, firmarono insieme a me e ad altri colleghi un manifesto nel quale si chiedeva che mai fossero inserite nella legge le dichiarazioni anticipate di trattamento, Pag. 45oppure a quei colleghi del Popolo delle Libertà che avevano presentato un emendamento nel quale si diceva che vi era lo spazio esclusivamente per una soft law.
Di fronte a questo non è importante riconoscere solo la libertà di coscienza, ma anche la possibilità di esercitare l'obiezione di coscienza. Limitiamoci ai principi, a dire «no» all'eutanasia e all'accanimento terapeutico e fermiamoci (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).
MAURIZIO TURCO. Chiedo di parlare per una precisazione.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, per memoria collettiva e soprattutto per gli uffici, per il prosieguo dei lavori vorrei ricordare che abbiamo appena votato contro e che l'Aula ha respinto - sì, l'Aula ha respinto! - la seguente affermazione: «è confermato il divieto dell'eutanasia, dell'assistenza e dell'aiuto al suicidio, nonché dell'abbandono terapeutico».
Serve soprattutto per gli uffici per il prosieguo dei nostri lavori.
PRESIDENTE. Onorevole Maurizio Turco, mi consenta però di fare una precisazione: siccome quello era un emendamento sostitutivo, non si è votato a favore dell'eutanasia, ma contro la sostituzione dell'articolo con la lettera e) dell'emendamento (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Quindi, non diamo delle interpretazioni perché, al di là di come avrei votato se mi fossi trovata al mio banco e non alla Presidenza, eravamo chiamati a votare un articolo sostitutivo, non un principio.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, ovviamente la decisione è presa e mi rimetto alla Presidenza. Tuttavia, la mia opinione - è quello che ho cercato lungamente di esporre all'Assemblea - è che quella era una parte di una premessa. Quindi, non era nulla di sostitutivo, semmai era da inserire in quello che rimaneva dell'emendamento.
Signor Presidente, è vero ciò che lei dice. Le faccio anche presente, però, che normalmente secondo la prassi (che si aggiusta sempre come uno vuole), quando su una materia si è deliberato, su quella materia non si dovrebbe più deliberare (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico). Quindi, quando ho messo sull'avviso tutti, volevo dire che - se lei mi consente - logica, saggezza e forse anche un minimo di rapporti normali tra le forze politiche avrebbero voluto che sulla parte di un emendamento che sostanzialmente è coincidente con quanto previsto nell'articolo che si voleva emendare, la maggioranza avesse votato a favore, perché sostanzialmente concordava con quella opinione.
L'ambiguità che esce con questo voto è che sulla medesima materia, siccome era proposta dal Partito Democratico, anziché dalla maggioranza, la maggioranza ha votato contro. La parte di emendamento che diceva la stessa cosa è stata respinta. Noi ora dovremmo votare ad un certo punto l'articolo 1, nel quale c'è una parte sulla quale già abbiamo votato. E lasci perdere le intenzioni: l'effetto di quel voto è che l'Assemblea ha detto «no» al divieto di eutanasia (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
ANTONIO LEONE. Ma che dici? Che si fanno le leggi per deduzione?
ROCCO BUTTIGLIONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, vorrei invitare i colleghi ad evitare eccessi di faziosità, i quali poi finiscono Pag. 46per contraddire il buon senso e la logica. È ovvio ed è norma generale dell'interpretazione dei testi legislativi, ma anche di quelli filosofici, poetici e di qualunque testo che il testo riceve senso dal contesto. Il fatto che io voglia inserire un'affermazione in un determinato contesto può essere da altri giudicato negativamente, perché il luogo proprio di quell'affermazione è altrove.
È opinione di molti parlamentari, credo della maggioranza di parlamentari di quest'Assemblea, che il luogo proprio di una dichiarazione di fede contro l'eutanasia sia altrove. D'altro canto, ammetterete che suscita un qualche sospetto il vedere i colleghi radicali, lecitamente a favore dell'eutanasia, battersi così tanto a favore di un emendamento contro l'eutanasia e votarlo con tanto entusiasmo. Se fosse avvenuta la cosa contraria, vi sarebbe nato il sospetto di una trappola (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro per il Terzo Polo e Popolo della Libertà)?
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Della Vedova, faccio notare a tutti che stiamo discutendo di un emendamento già votato, ma siccome l'argomento è interessante...
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, non chiedo di parlare sul passato, ma per dichiarazione di voto a titolo personale sulla proposta emendativa Della Vedova 1.2014.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA.. Signor Presidente, intervengo per ribadire le considerazioni del collega Buonfiglio, per ribadire che questa proposta emendativa (per quel che ci riguarda ve ne era una della collega Mura che andava esattamente nella stessa direzione) nasce per trovare un terreno comune tra laici e cattolici. Essa prevede di rinunciare a legiferare sulle DAT. Infatti, lo dico colleghi: se stabiliamo per legge il principio che si possano fare le dichiarazioni anticipate di trattamento, nessuno si illuda che poi le norme successive per vincolare e restringere la possibilità di lasciare le proprie volontà ora per allora «tengano» un solo secondo nei tribunali e alla Corte costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).
È esattamente quello che è successo per un'altra legge di questo tipo, la n. 40 del 2004 sulla fecondazione assistita piena di principi duri «a limitare», e poi giustamente i limiti saltano.
Quindi, questo è un articolo che riscrive completamente il provvedimento. Diciamo «no» all'accanimento terapeutico e all'eutanasia. Decidano i medici, secondo il codice di deontologia medica richiamato per legge, un documento vivo che cambia con il mutare della scienza e della tecnologia, sentendo i familiari. Su questo nessuno vince o perde e vi si potranno riconoscere, anche in quest'Aula e in questo provvedimento, tutti gli italiani o la grande maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Farina Coscioni. Ne ha facoltà.
MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. Signor Presidente, le premesse le ho già svolte in ordine all'emendamento precedente. Chiediamo la votazione per parti separate e, in questo caso, la votazione separata della lettera c) dell'emendamento Della Vedova 1.2014.
PRESIDENTE. La lettera c)?
MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. La lettera c), signor Presidente.
PRESIDENTE. Forse intendeva dire la lettera e), onorevole Farina Coscioni?
MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. No, signor Presidente. Mi riferisco alla lettera c) dell'emendamento Della Vedova 1.2014.
Pag. 47
PRESIDENTE. Ho capito, le chiedo scusa. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Della Vedova 1.2014, ad eccezione della lettera c), non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Pisicchio, Malgeri, Ghiglia, Lusetti, Sardelli...gli onorevoli Pisicchio e Malgeri ancora non votano...occorre un aiuto all'onorevole Pisicchio e all'onorevole Malgeri. I colleghi hanno votato? Gli onorevoli Malgeri e Pisicchio hanno votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge
(Vedi votazionia
).
(Presenti 495
Votanti 482
Astenuti 13
Maggioranza 242
Voti favorevoli 195
Voti contrari 287).
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Della Vedova 1.2014, limitatamente alla lettera c), non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Granata, Sardelli, Fioroni, Ravetto, Castagnetti, Peluffo, De Nichilo Rizzoli...l'onorevole De Nichilo Rizzoli non riesce a votare...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico - Vedi votazionia
).
(Presenti 495
Votanti 482
Astenuti 13
Maggioranza 242
Voti favorevoli 188
Voti contrari 294).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Livia Turco 1.2030.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Burtone. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, svolgo tre considerazioni. La prima è questa: da cosa nasce la DAT per noi? Innanzitutto dalla cultura dell'autodeterminazione, dell'impostazione nuova sul consenso informato.
Il paziente deve essere informato: può accettare o non accettare, c'è un riequilibrio nell'alleanza terapeutica, nessuna imposizione, deve esserci il coinvolgimento. Le cure ostinate si possono anche fare, ma devono essere scelte condivise. Per noi dunque la DAT deve essere l'estensione logica del consenso informato: viene formulata e sottoscritta quando si è in piena coscienza e deve essere utilizzata quando non si è in condizione di intendere.
La seconda considerazione: la DAT non è obbligatoria. Nessuno al diciottesimo anno deve compilarla, deve essere una libera scelta e se si dà la possibilità di fare una dichiarazione anticipata di trattamento essa non può essere orientativa: la scelta che si vuole fare metterà in grave difficoltà innanzitutto gli operatori sanitari. Quindi, noi diciamo che deve essere impegnativa. Dire che essa è impegnativa non vuol dire che il paziente deve essere lasciato solo a decidere, ma l'autodeterminazione significa anche corresponsabilizzare il medico e creare un nuovo patto etico e una nuova alleanza terapeutica medico-paziente-famiglia.
Infine, l'ultima considerazione, signor Presidente: ho letto i nuovi emendamenti che sono stati presentati e ho visto dove è pervenuta l'iniziativa della Commissione: Pag. 48si sta facendo un eccesso di tecnicismo, lo Stato sta diventando scienziato e vuole definire per legge cosa la medicina e il medico devono fare e cosa non devono fare (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico). Lo Stato vuole marcare i limiti, vuole utilizzare la DAT per definire quale è il limite con l'accanimento terapeutico. Tutti noi sappiamo che il limite è definito dal nostro codice deontologico, ossia dal codice deontologico dei medici: il medico non sì può fermare perché lo impone una norma, ma perché lo impone la coscienza professionale e l'interrogativo etico. Per questo, noi pensiamo che la legge non debba entrare nel merito delle terapie da escludere dalla DAT. Se questa deve essere libera, chi la formula deve avere la possibilità di indicare le cure che vuole ricevere e quelle che non vuole in un momento decisivo della propria vita.
Pertanto torno anch'io a fare un appello: ci si fermi e si indichi una strada minima dal punto di vista legislativo, si indichi la strada del «diritto sobrio» e si eviti che lo Stato imponga al medico di entrare in ospedale non con il testo della fisiologia, della farmacologia o della terapia, ma con i trattati di diritto penale o di diritto civile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Livia Turco 1.2030 non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Laratta, Pionati, Scilipoti, Luongo, Polidori, Palagiano, De Corato, Esposito, onorevole Biasotti ha votato? Anche se ha votato resti in Aula...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 475
Votanti 463
Astenuti 12
Maggioranza 232
Voti favorevoli 172
Voti contrari 291).
Sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 16, dopo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sull'ordine dei lavori (ore 13,50).
STEFANO ALLASIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, stamani per un disguido tecnico non sono riuscito ad intervenire in merito agli eventi di domenica in Val di Susa, sulla TAV. Vorrei ribadire un concetto: bisogna evitare ambiguità e porre chiarezza assoluta, a differenza di alcuni partiti di minoranza seduti in quest'Aula che con ambiguità parlano a favore del TAV, anche sul territorio con il presidente della comunità montana della Val di Susa e con i tanti sindaci - fra i quali alcuni esponenti non solo del Partito Democratico, ma anche di un partito locale come i moderati - come il sindaco Mauro Carena e il presidente della regione Liguria, Burlando che ieri e ancora oggi ha ribadito la sua ambiguità in merito all'infrastruttura del TAV in Val di Susa.
Inutile ribadire in questa sede la nostra solidarietà alle forze dell'ordine e agli operai, dobbiamo essere chiari e onesti su cosa sta intendendo questo Governo, il Ministro Maroni, il prefetto, il questore di Torino, il capo della DIGOS Petronzi che in queste ore sta visionando i filmati della guerriglia quando il popolo no TAV con il MoVimento 5 Stelle e tanti esponenti del Partito Democratico hanno messo a ferro e fuoco la Val di Susa domenica. Per sette ore hanno bloccato le attività commerciali e la vita dei valsusini, questa è una presa di posizione che deve essere fatta da tutti Pag. 49gli schieramenti, e per evitare ambiguità ulteriori dovremmo fare in Aula un pensiero politico con mozioni a favore della TAV, ma questo sarà in discussione nei prossimi giorni fra gli argomenti all'ordine del giorno di quest'Aula. Però dobbiamo essere chiari, tutti coloro che sono a favore, di questo Governo, del Ministro Calderoli e del Ministro Maroni, hanno un solo obiettivo e una sola parola d'ordine: legalità. Alcuni esponenti del Partito Democratico questa parola non la conoscono.
PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
La seduta, sospesa alle 13,55, è ripresa alle 15.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro della gioventù e il Ministro per l'attuazione del programma del Governo.
(Iniziative a favore dell'imprenditoria giovanile - n. 3-01730)
PRESIDENTE. L'onorevole Galati ha facoltà di illustrare l'interrogazione Baldelli n. 3-01730, concernente iniziative a favore dell'imprenditoria giovanile (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.
GIUSEPPE GALATI. Signor Presidente, signor Ministro della gioventù, oggi burocrazia e pressione fiscale, unitamente alla crisi, non agevolano chi vuole mettersi in proprio per costituire imprese, in particolare i giovani. I dati elaborati da InfoCamere nel corso dell'ultimo quinquennio ci dimostrano che oltre 43 mila aziende sono venute meno tra gli imprenditori con meno di trenta anni. Infatti, il dato delle imprese individuali di imprenditori con meno di trenta anni oggi costituisce solo il 7 per cento del totale, a fronte invece del dato che le imprese costituite da ultrasettantenni sono circa il 9 per cento. Questo ovviamente dimostra quale sia l'invecchiamento della società italiana in un settore portante quale quello delle imprese e, quindi, della nostra economia. D'altra parte, ci fanno anche comprendere come ci siano una difficile evoluzione dei servizi tecnologici e mentalità antiche e vetuste. Tutto questo quando invece ci vorrebbe forza innovatrice. Le chiedo, quindi, signor Ministro, quali siano le iniziative che il suo Ministero vuole mettere in moto per incoraggiare l'imprenditoria giovanile e soprattutto il talento e l'innovazione dei giovani.
PRESIDENTE. Il Ministro della gioventù, Giorgia Meloni, ha facoltà di rispondere.
GIORGIA MELONI, Ministro della gioventù. Signor Presidente, onorevole Galati, grazie per questa interrogazione relativamente ad un tema sul quale non solamente il Ministero della gioventù, ma il Governo nel suo complesso, ha molto operato in questi anni. Ovviamente, ci rendiamo conto di come, soprattutto in periodo di crisi economica, il coraggio e la capacità dei giovani di lanciarsi in una nuova attività imprenditoriale possa rappresentare una ricchezza straordinaria, sulla quale vale la pena di investire. Come dicevo, non si tratta solo del Ministero della gioventù, perché chiaramente le iniziative che noi abbiamo portato avanti vanno circoscritte all'interno di un lavoro che complessivamente il Governo ha portato avanti sulla valorizzazione dell'impresa. Penso ad esempio al lavoro di semplificazione che il Ministro Brunetta ha portato avanti, che consente oggi di aprire un'impresa on line in un giorno, ma penso al fatto che nella manovra che noi abbiamo appena licenziato Pag. 50c'è un provvedimento, al quale personalmente tengo molto, che introduce un regime fiscale di vantaggio della durata di cinque anni per promuovere la nascita e il consolidamento delle nuove attività, gestite in particolare modo da giovani e da chi sia stato espulso dal mercato del lavoro. In buona sostanza, il Governo garantisce per i primi cinque anni dall'avvio di una nuova attività un'imposta forfettaria del solo 5 per cento. Anche il Ministro Tremonti ha detto che si tratta del regime fiscale più vantaggioso che esista in Europa. Per quanto riguarda l'attività del Ministero della gioventù, noi abbiamo lavorato soprattutto su due filoni: da una parte, per favorire tra i giovani la cultura di impresa e, dall'altra, offrire l'opportunità a quei ragazzi che avessero idee economicamente interessanti che volessero trasformarle in una attività produttiva. Sul primo filone, relativo alla valorizzazione della cultura di impresa, le cito velocemente due provvedimenti. Chiaramente sarà impossibile parlare di tutto quello che abbiamo fatto in tre minuti. Cito in particolar modo il bando destinato alle associazioni studentesche che presentavano progetti in collaborazione con le università pubbliche sulla valorizzazione della cultura di impresa, ma anche sul sostegno alle start up, per il quale complessivamente abbiamo investito 5 milioni di euro. Oggi ci sono ventuno università coinvolte in questa attività che, da una parte, fa valorizzazione di cultura di impresa ma, dall'altra, segue in tutta la fase di start up i ragazzi che volessero avviare una nuova impresa. In questi anni abbiamo fatto attività di informazione complessivamente su 30 mila ragazzi e di formazione su almeno 3 mila ragazzi, che stanno per questo avviando delle imprese. Cito molto velocemente il Fondo Mecenate, che è attivo proprio in questi giorni, che è un Fondo di 40 milioni di euro con il quale il Ministero della gioventù cofinanzia al 40 per cento le iniziative di grandi aziende e di fondazioni di privati che investono risorse proprie sul talento degli under trentacinque. Lo facciamo per riconoscere il valore sociale di queste iniziative, lo facciamo per indirizzare anche risorse private su questioni di particolare interesse: la valorizzazione e la nascita di nuove imprese, lo spin off universitario e, quindi, la trasformazione della ricerca universitaria in attività economiche e produttive e tutto il filone del made in Italy, della valorizzazione dell'arte, della cultura e del talento dei giovani.
Abbiamo fatto molte altre cose, ma mi pare che il Presidente non mi conceda altro tempo. Continueremo a lavorare su questo elemento, perché riteniamo che, in un tempo come questo, si debba prioritariamente investire sul genio, sulla persona e sulla capacità dei singoli di partecipare alla crescita di questa nazione.
PRESIDENTE. L'onorevole Galati ha facoltà di replicare.
GIUSEPPE GALATI. Signor Ministro, la sua risposta, pur in tre minuti, dà l'idea di un Ministero che sta mettendo in campo iniziative plurime per attirare la crescita del talento e dell'innovazione. Credo che questo sia estremamente importante, anche e soprattutto con riferimento al Fondo Mecenate che lei ricordava.
Infatti, credo che oggi, se vi è un modello che va sviluppato, è proprio quello del singolo individuo, con le sue capacità, con la sua cultura e con le sue analisi, per poi garantirgli concretezza nell'azione imprenditoriale. In questo senso, mi permettevo anche di sollecitare un suo impegno: insieme ad altri colleghi, ho presentato il 1o settembre 2010 una proposta di legge sulla imprenditorialità giovanile, che mette in campo proprio questa idea di chi vuole mettere sul terreno dell'impresa le sue capacità ed incentivarlo. Al riguardo, credo che soprattutto i giovani del Mezzogiorno possano costituire un terreno importante.
Credo che, per esempio, l'idea di una serra creativa, cioè del mettere insieme queste idee, metterle in condizione di potersi sviluppare e conoscere, costituisce un elemento fondamentale. In fondo, il Pag. 51nostro Paese si è distinto sempre all'interno della comunità mondiale per i suoi prodotti, per il suo ingegno proprio sul piano manifatturiero ed artistico; credo che questo sia un filone che dobbiamo riprendere con più forza.
In questo senso, anche l'azione che lei ha ricordato a proposito dell'osmosi tra il sistema del lavoro e il sistema delle università è importante, perché, se non vi è questa interfaccia tra la capacità della conoscenza e il mondo del lavoro, rimaniamo indietro. Mi permetto anche di comunicarle piena soddisfazione per il portale del Ministero, perché questo garantisce conoscenza, e anche per un'altra iniziativa che lei ha ricordato, che ho riscontrato in molti giovani, che è quella della stipula dell'accordo che lei ha fatto con gli ordini professionali, per permettere, anche attraverso sistemi on line, di avere conoscenza di tutto questo.
Credo che dobbiamo incentivare questa attività e a lei, che costituisce una punta di diamante del mondo giovanile all'interno del Governo, spetta prendersi questa responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
(Iniziative in relazione alla trasparenza e alla regolarità delle società di poker on line - n. 3-01731)
PRESIDENTE. L'onorevole Barbato ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01731, concernente iniziative in relazione alla trasparenza e alla regolarità delle società di poker on line (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).
FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, pochi minuti fa in Commissione finanze mi è stato detto che ai Monopoli di Stato e al Ministero dell'economia e delle finanze non è dovuto sapere chi vi sia dietro quella società che dovrebbe aprire una sala giochi nell'ex cinema Palazzo nel quartiere San Lorenzo di Roma.
A noi dell'Italia dei Valori già risultano i primi nomi che sono dietro quella società, Camene, e la finanziaria che vi è dietro, la Stube. Risulta esserci tutta la cricca del Salaria Sport Village di Roma: questa è già una garanzia! È la ragione per la quale noi questa sera andremo a difendere i cittadini dall'invasione che si vuole fare con quella sala giochi. Staremo al «Capezzone story», perché questa iniziativa, addirittura, è stata promossa niente meno che dal portavoce del Popolo della Libertà.
Staremo lì stasera come Italia dei Valori. L'FBI e la procura di New York stanno, invece, inseguendo delle altre società, specializzate nel gioco del poker, che operano qui in Italia con grande facilità. Noi vogliamo sapere che cosa fa il Governo per prevenire queste attività illecite.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Gianfranco Rotondi, ha facoltà di rispondere.
GIANFRANCO ROTONDI, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Onorevole Barbato, con il documento in esame lei chiede notizie sulla possibilità che il mercato dei giochi possa essere utilizzato come strumento per ripulire denaro prodotto in altri Stati, come risulterebbe a seguito di un'indagine condotta dall'FBI.
Al riguardo, l'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato ha riferito di aver preso contatti con l'ambasciata italiana a Malta, acquisendo i dati degli assetti societari della predetta. Detti elementi sono stati trasmessi al dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell'interno. Il comando generale della Guardia di finanza ha rappresentato che dalle interrogazioni delle banche date in uso al Corpo non risultano elementi informativi su indagini condotte nel settore dei giochi on line a carico della società Pokerstars.
In relazione ai siti inibiti segnalati, il nucleo speciale delle entrate, deputato, ex legge n. 296 del 2006, al controllo periodico dei reindirizzamenti disposti dall'Amministrazione autonoma dei monopoli di Pag. 52Stato, ha constatato che il sito www.fulltilt.it risulterebbe attivo grazie all'illecito aggiramento verso altro sito. Tale situazione è al vaglio del citato reparto.
Si rileva, altresì, che l'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato ha interessato l'Avvocatura generale dello Stato per acquisire un parere sulla rilevanza delle responsabilità penali accertate in altre giurisdizioni presso soggetti aventi cariche sociali in società connesse a quelle titolari di concessioni pubbliche in materia di gioco a distanza in Italia.
Per quanto riguarda, inoltre, le domande di gara per il rilascio delle duecento concessioni previste dalla legge comunitaria, l'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato ha rappresentato che, allo stato, non risultano domande presentate a nome delle società Fulltiltpoker e Abosolute poker. Per completezza di informazione, l'amministrazione fa presente che un candidato alla procedura accennata ha manifestato l'intenzione di avvalersi, in caso di aggiudicazione, del marchio Fulltiltpoker.
Infine, il Ministero dell'interno ha riferito che è stata avviata una collaborazione tra i monopoli di Stato ed il servizio postale per la vigilanza sui siti che gestiscono giochi illeciti senza autorizzazione.
PRESIDENTE. L'onorevole Barbato ha facoltà di replicare.
FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, il gruppo Italia dei Valori non intende fare alcuno sconto a questo inquietante, immorale ed antisociale settore dei giochi, malgrado il Governo Berlusconi abbia trasformato il nostro Paese in uno Stato «biscazziere». L'Italia è diventata un Paese di giocatori, basti pensare che addirittura la famiglia Berlusconi, tramite la Arnoldo Mondatori editore Spa, non più tardi del marzo 2011, ha acquisito, tramite una società, la Glaming, la concessione di giochi. Ormai non è più solo Berlusconi, ma vi è un intreccio tra la politica, tra i partiti e, addirittura, tra alcuni leader le cui fondazioni vengono alimentate dal ricco mondo dei giochi.
È per questa ragione che noi del gruppo Italia dei Valori vogliamo andare fino in fondo perché vi sono delle società che all'estero vengono bandite, ricercate e oscurate, mentre in Italia vengono sdoganate. Noi non vogliamo consentire che ciò avvenga anche perché sappiamo i danni che il settore dei giochi fa agli italiani, pensiamo alle ludopatie. Ormai più aumenta la crisi, più gli italiani cercano di comprare dieci euro di speranza e di cambiare la loro vita e il loro futuro attraverso i giochi. Ecco perché noi intendiamo da sempre contrastare e ostacolare questo immondo settore.
Per questa ragione noi del gruppo Italia dei Valori non solo diciamo che cosa non bisogna fare nel settore dei giochi e che cosa bisogna contrastare, ma, con la nostra cultura di Governo, in occasione della manovra economica che si discuterà tra pochi giorni, vi diremo anche che le lacrime e il sangue non devono essere sempre versati dai più deboli. Quindi, riproporremo in quest'Aula una mozione per fare un focus sul settore dei giochi perché è in questo settore che dobbiamo mettere le mani in tasca, è lì che dobbiamo andare a prendere i soldi, oltre a bonificare.
PRESIDENTE. Onorevole Barbato, la prego di concludere.
FRANCESCO BARBATO. Bisogna smetterla di fare pagare le crisi economiche sempre ai precari, ai pensionati e ai più deboli. Questo è il lavoro del gruppo Italia dei Valori (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
(Iniziative per il reintegro delle risorse relative ai contributi per le scuole paritarie - n. 3-01732)
PRESIDENTE. L'onorevole Munerato ha facoltà di illustrare l'interrogazione Reguzzoni n. 3-01732, concernente iniziative per il reintegro delle risorse relative ai contributi per le scuole paritarie (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.
Pag. 53
EMANUELA MUNERATO. Signor Presidente, signor Ministro, le scuole paritarie si trovano, attualmente, in una situazione di estrema crisi dovuta all'oggettiva difficoltà nel reperire le necessarie risorse economiche in grado di consentire alle stesse di potere offrire servizi utili agli studenti per il loro percorso formativo.
Organi di stampa locali di Rovigo riportano la notizia secondo la quale numerose scuole materne paritarie della provincia vivrebbero una situazione di difficoltà economica dovuta alla riduzione dei fondi per il sostegno a questi istituti. Per l'anno 2011 sono stati reintegrati 245 milioni di euro dei contributi a favore delle scuole paritarie. Tale intervento avrebbe ottenuto adeguata copertura finanziaria con i proventi derivati dal cosiddetto scudo fiscale. Le associazioni di categoria, in particolare la FISM e la FIDAE, sono allarmate perché le risorse stanziate nel 2011 sono state collocate in un capitolo che potrebbe comportare, per la sua erogazione, una procedura complessa e lunga poiché la disponibilità della somma stanziata sarebbe assoggettata alla vendita di frequenze televisive. Nel caso in cui le somme previste dalla norma finanziaria non venissero reperite ed erogate velocemente alle scuole paritarie, tra cui quelle di Rovigo...
PRESIDENTE. Onorevole Munerato, la prego di concludere.
EMANUELA MUNERATO. Mi rivolgo a lei, signor Ministro, per chiedere quali iniziative il Governo intenda adottare al fine di garantire l'effettività del reintegro del capitolo di bilancio.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Gianfranco Rotondi, ha facoltà di rispondere.
GIANFRANCO ROTONDI, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, si conviene con gli onorevoli interroganti sull'importanza del ruolo svolto dalle scuole non statali.
Al riguardo si fa presente che per l'anno 2010, nonostante la difficile congiuntura economica, sono state reperite risorse aggiuntive rispetto agli stanziamenti ordinari per un totale di 522 milioni di euro. Per l'anno 2011, nello stato di previsione del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, figura uno stanziamento per il sostegno delle scuole paritarie di 251 milioni 876 mila 591 euro, a cui vanno aggiunti ulteriori 245 milioni previsti dall'articolo 1, comma 40, della legge di stabilità nell'ambito dell'utilizzo del fondo di cui all'articolo 7 del decreto-legge n. 5 del 2009, poi convertito in legge n. 33 del 2009.
Pertanto, di intesa tra il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il Ministro dell'economia e delle finanze e il Ministro per i rapporti con le regioni e per la coesione territoriale, sarà attivata la procedura prevista dalla normativa per la ripartizione della somma suddetta.
Con riferimento al citato stanziamento di oltre 251 milioni il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha assegnato parte di esso agli uffici scolastici regionali, con proprio decreto, per il periodo gennaio-agosto 2011. La somma residua, pari a 83 milioni 958 mila euro, sarà ripartita tra gli uffici scolastici regionali per i mesi settembre-dicembre 2011.
Per quanto riguarda il Veneto sono stati assegnati, nell'ambito degli otto dodicesimi, 20 milioni 307 mila 626 euro. Sempre per il Veneto sono in corso di erogazione finanziamenti per complessivi 573 mila 423 euro, a fronte di progetti finalizzati all'integrazione degli alunni con handicap.
PRESIDENTE. L'onorevole Munerato, ha facoltà di replicare.
EMANUELA MUNERATO. Signor Presidente, ringrazio il Ministro per il suo particolare interessamento e mi permetto di ribadire come le possibili conseguenze derivanti dalle disposizioni vigenti abbiano creato estrema preoccupazione per il prosieguo dell'attività formativa tra i gestori Pag. 54degli istituti rodigini interessati (oltre settanta) e tra i genitori degli alunni (circa quattromila).
La problematicità in questione interessa non soltanto la provincia di Rovigo, ma riguarda anche numerosi istituti del Veneto, regione nella quale questa tipologia di strutture è presente in modo capillare su tutto il territorio con oltre 140 mila allievi, i quali, assieme ai loro genitori e ai rispettivi rappresentanti di categoria, hanno a più riprese espresso la loro preoccupazione per i tagli preventivati e per la conseguente riduzione di servizio che ne sarebbe scaturita.
Nonostante la grave crisi finanziaria e la difficile situazione economica in cui si ritrova ad operare l'ente regionale e sebbene anche per questo esercizio la regione Veneto abbia stanziato a bilancio la medesima cifra dello scorso anno per le scuole paritarie, il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, ha manifestato, in più occasioni, la necessità di un intervento risolutore del Governo centrale, al quale la Lega Nord si associa. Inoltre, volevo ricordare che un alunno della scuola paritaria ha un costo più basso rispetto ad un alunno della scuola pubblica.
Signor Ministro, queste scuole molto radicate sul nostro territorio offrono un servizio complementare alla scuola pubblica, ma soprattutto un servizio di supporto fondamentale per le nostre famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
(Iniziative per il riordino dell'imposta provinciale di trascrizione - n. 3-01733)
PRESIDENTE. L'onorevole Velo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01733, concernente iniziative per il riordino dell'imposta provinciale di trascrizione (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).
SILVIA VELO. Signor Presidente, signor Ministro, il decreto legislativo in materia di federalismo fiscale n. 68 del 2011 prevede che il finanziamento delle province si incentri sull'imposta RC auto, che nel 2011 potrà subire una variazione fino al 3,5 per cento, e sull'imposta provinciale di trascrizione.
A seguito dei pesanti tagli subiti dagli enti locali si sta già registrando un consistente e diffuso aumento dell'imposta RC auto e verosimilmente lo stesso accadrà per l'imposta provinciale di trascrizione. A questo aggiungiamo il caro benzina, denunciato più volte anche dal PD e dalle associazioni dei consumatori.
Ora tutto ciò peserà gravemente sui bilanci delle famiglie e su un settore vitale per la nostra economia, come appunto quello dell'auto.
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Velo.
SILVIA VELO. Da mesi l'intera filiera del settore denuncia la grave crisi delle vendite e chiede inascoltata interventi a sostegno. La risposta è stata questa ennesima mazzata fiscale. Come Partito Democratico chiediamo a questo punto al Governo quali iniziative intenda intraprendere per correggere gli effetti devastanti di questi provvedimenti.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Gianfranco Rotondi, ha facoltà di rispondere.
GIANFRANCO ROTONDI, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, si chiede di sapere se non si ritenga opportuno promuovere il riordino dell'imposta provinciale di trascrizione con un provvedimento ad hoc. Al riguardo si fa presente che il comma 6 del citato articolo 17 stabilisce che con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, adottato ai sensi dell'articolo 56 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, sia modificata la misura dell'imposta provinciale di trascrizione di cui al decreto del 1998, in modo che sia soppressa la previsione specifica relativa alla tariffa per gli atti soggetti ad IVA e la relativa misura dell'imposta sia determinata secondo i criteri vigenti per gli atti non soggetti ad IVA. Pag. 55
Il comma 11 del predetto articolo 56 prevede che con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze sono stabilite le misure dell'imposta provinciale di trascrizione per tipo e potenza dei veicoli, in misura tale da garantire il complessivo gettito dell'imposta erariale di trascrizione, iscrizione ed annotazione dei veicoli. Il comma 7 dell'articolo 17 del decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68, dispone che con il disegno di legge di stabilità ovvero con un disegno di legge ad esso collegato, il Governo promuove il riordino dell'IPT, provvedendo tra l'altro alla determinazione uniforme dell'imposta per i veicoli nuovi ed usati in relazione alla potenza del motore e alla classe di inquinamento. Sulla base di tali disposizioni normative che delineano una duplice prospettiva di determinazione della misura dell'IPT, conducendo necessariamente a distinte soluzioni, occorre precisare che attualmente la fattibilità delle soluzioni previste è sottoposta ad un'analisi comparativa da parte degli uffici ministeriali coinvolti, per verificare la scelta migliore che consenta di evitare conseguenze negative per il mercato automobilistico e per i contribuenti.
PRESIDENTE. L'onorevole Velo ha facoltà di replicare.
SILVIA VELO. Signor Presidente, signor Ministro, prendo atto soprattutto dell'ultima frase perché il resto è una ricostruzione della norma che non interessa i cittadini. A costoro interessa un'altra questione: che l'economia italiana non cresce, che le emergenze nel nostro Paese si chiamano lavoro e conti pubblici e che entrambe per trovare una soluzione hanno bisogno di crescita economica, invece si continua ad assistere alla dismissione di pezzi importanti della nostra industria senza che il Governo se ne occupi. Le aziende in crisi sono sempre più numerose. Io vengo da Piombino, il secondo polo siderurgico nazionale, che sta attraversando proprio in queste ore una crisi drammatica ed il Governo è inerte o assente, a parte la lodevole eccezione del sottosegretario Saglia.
Nel frattempo si mettono in campo misure come questa che hanno oggettivamente un effetto depressivo sulla nostra economia. In questa interrogazione volevamo denunciare tale questione e capire cosa intenda fare il Governo. Si tratta della seconda interrogazione che presentiamo e ancora una volta ci viene risposto in maniera burocratica: «valuteremo, vedremo, calcoleremo». Si parla di invarianza di gettito, questo ha ribadito un'altra volta il Ministro Rotondi, ma invarianza di gettito, in un mercato dell'auto che vede crollare i numero delle vendite, vuol dire che su ogni autovettura l'imposta provinciale di trascrizione sarà destinata ad aumentare, danneggiando ancora di più famiglie e settore dell'industria. Ora, come Partito Democratico, con questo atto di sindacato ispettivo chiediamo che il Governo ci ripensi e ponga rimedio ad un gravissimo errore che ha compiuto nel decreto sul federalismo fiscale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
(Iniziative per garantire ai bambini con disabilità un percorso educativo idoneo al loro inserimento nella società - n. 3-01734)
PRESIDENTE. L'onorevole De Poli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01734, concernente iniziative per garantire ai bambini con disabilità un percorso educativo idoneo al loro inserimento nella società (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).
ANTONIO DE POLI. Signor Presidente, signor Ministro, credo che oggi più che mai, in un momento anche di difficoltà economica le categorie più deboli debbano venir tutelate: i nostri figli, chi ha un ragazzo con disabilità deve vedere la vita in un contesto di normalità.
Credo che invece questi tagli, che voi avete apportato in modo particolare alla scuola, stiano determinando sempre meno la possibilità di questi ragazzi di avere una vita normale. I tagli fatti in modo particolare sugli insegnanti di sostegno Pag. 56nell'anno 2010-2011 (ma anche nell'anno 2009-2010) hanno portato a far sì non solo che le classi sono sovraffollate (e dovrebbero avere al massimo 20 alunni, e un insegnante di sostegno ogni ragazzo con disabilità grave), ma anche che tantissimi ragazzi sono senza insegnanti di sostegno. Quindi chiedo, signor Ministro, come intenda garantire ai bambini con disabilità la possibilità di diventare, anche loro, un domani, gli uomini e le donne del futuro.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Gianfranco Rotondi, ha facoltà di rispondere.
GIANFRANCO ROTONDI, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, smentisco l'affermazione che siano diminuite le classi a tempo pieno: in questo anno scolastico sono state attivate 782 classi in più nella scuola primaria. Quanto al presunto taglio dei lavoratori, faccio presente che nei regolamenti di riordino degli istituti tecnici e degli istituti professionali le attività di laboratorio hanno un ruolo centrale per gli indirizzi del settore tecnologico; si prevede la presenza di insegnanti tecnico-pratici in misura oraria crescente dal primo e al quinto anno, e per gli istituti professionali il potenziamento delle attività di didattica laboratoriale, e si prevedono inoltre tirocini e alternanza scuola-lavoro.
Relativamente al sostegno sottolineo che nessuna riduzione ha riguardato né riguarderà i posti di sostegno; sulla base anzi dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 80 del 2010 sono aumentati di ben 4 mila e 400 unità, portando l'organico dei docenti da circa 90 mila a 94.400.
Per l'anno scolastico 2011-2012 è stato confermato interamente l'organico di diritto dei docenti di sostegno agli alunni disabili (oltre 63.400 posti) che è il risultato di un incremento di circa 15 mila posti negli ultimi tre anni. Anche la manovra finanziaria di questi giorni non prevede tagli per il sostegno. In particolare, è confermato il rapporto di un insegnante ogni due studenti disabili e non è prevista l'abrogazione del tetto per il numero degli alunni nelle classi con studenti disabili. Nella manovra si prevede, per un migliore utilizzo delle risorse umane, che i docenti di sostegno siano assegnati complessivamente alla scuola o a reti di scuole, per rendere possibile con flessibilità intervento di personale e l'uso di strumenti finalizzati al tipo di disabilità.
Infine viene assunta a norma di legge quella che era una sana applicazione dei principi generali della didattica, vale a dire che l'azione di integrazione del soggetto disabile non è compito del solo insegnante di sostegno ma dell'intero corpo docente.
PRESIDENTE. L'onorevole De Poli ha facoltà di replicare.
ANTONIO DE POLI. Signor Ministro, credo che se fosse così saremmo veramente nel Paese dove l'integrazione delle persone con disabilità e dove la scuola nel suo complesso andrebbero benissimo. Vediamo in questi giorni che in tutti i settori, dall'università a tutte le altre scuole, stanno protestando per i tagli che hanno avuto. Mi riferisco ai dati che lei ha letto, ma immagino che - come sempre - li ha letti, perché non ne è a conoscenza. Lei parla di istituti tecnici e di istituti professionali, ma io parlo di scuola statale, di scuola primaria, di scuola secondaria di primo grado, non degli istituti tecnici e degli istituti professionali, che sono una cosa diversa!
I ragazzi con disabilità partecipano a tutti i livelli e a tutte le scuole e alle università come qualsiasi altra persona. Ma cosa stiamo dicendo? Andiamo a discriminare ulteriormente le persone che oggi hanno dei bisogni? Lei dice che avete aumentato, ma che cosa? Secondo l'indagine ISTAT del gennaio di quest'anno già eravamo sotto organico su questi aspetti e in tantissime regioni d'Italia. Se la legga, signor Ministro, gliela fornisco io, visto che ce l'ho qui.
Volevo altrettanto ricordare, visto che non ci sono stati tagli sulle politiche sociali, Pag. 57sulle politiche riguardo la disabilità, sull'infanzia e l'adolescenza, sui giovani (è andato via il Ministro competente), sulle famiglie, sulla non autosufficienza, sugli anziani, sui disabili non autosufficienti, che è stato portato a zero il capitolo relativo.
Siamo partiti nel 2007 con un miliardo 564 milioni nelle politiche sociali. Adesso lei sa quante sono le risorse su questi capitoli, calcolando che una parte di esse va al Ministero e non nel territorio?
Nel 2011, sono 273 milioni circa, 69 milioni nel 2012 e 44 nel 2013. Credo che, con queste cifre, non possiamo, purtroppo, ribadire quello che lei ha detto, ma stiamo, purtroppo, entrando in un Paese sempre più lontano per i diritti di cittadinanza di qualsiasi persona e, in modo particolare, per una persona con disabilità (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).
(Iniziative per la revisione del piano industriale 2011-2015 di Ferrovie dello Stato al fine di garantire una migliore offerta del servizio ferroviario nel Mezzogiorno - n. 3-01735)
PRESIDENTE. L'onorevole Commercio ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01735, concernente iniziative per la revisione del piano industriale 2011-2015 di Ferrovie dello Stato al fine di garantire una migliore offerta del servizio ferroviario nel Mezzogiorno (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).
ROBERTO MARIO SERGIO COMMERCIO. Signor Presidente, signor Ministro, nel nuovo piano industriale presentato da Ferrovie dello Stato la Sicilia non appare in nessun programma di sviluppo; è totalmente avulsa dal collegamento a lunga percorrenza con il resto del sistema Paese. È un piano che, a nostro parere, contribuirà ad aggravare quella sperequazione tra nord e sud determinata dall'assenza di infrastrutture e rappresenta l'ennesimo impiego di risorse pubbliche per realizzare quella che ormai si appalesa come una secessione di fatto che accresce la distanza tra le due aree e che penalizza ogni occasione di sviluppo di accesso agli assets di collegamento internazionali del Mezzogiorno. Chiediamo al Governo di cogliere questa straordinaria occasione per dimostrare la sua concreta disponibilità verso il sud promuovendo la revisione integrale del suddetto piano industriale 2011-2015 di Ferrovie dello Stato che contempli un rilancio dell'offerta ferroviaria nelle aree del Mezzogiorno, oggi arretrate dal punto di vista della dotazione infrastrutturale.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Gianfranco Rotondi, ha facoltà di rispondere.
GIANFRANCO ROTONDI, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, il nuovo piano industriale 2011-2015 del gruppo Ferrovie dello Stato giunge a coronamento di un percorso di risanamento e rilancio che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, nella sua veste di autorità vigilante, ha sostenuto e condiviso negli ultimi anni. Infatti, nel piano industriale, l'impegno del gruppo Ferrovie dello Stato sugli investimenti, per un importo complessivo di oltre 27 miliardi di euro, rappresenta un importante volano di sviluppo per l'intero Paese. Complessivamente, nel periodo 2011-2015, sono previsti interventi per oltre 5 miliardi di euro per il sud, sul totale degli investimenti del gruppo Ferrovie dello Stato.
Si ricorda che, negli ultimi anni, sono stati completati al sud interventi di potenziamento della capacità ferroviaria, come il raddoppio della Bari-Lecce, e interventi ancora sono in corso di avanzato completamento. Anche il Nono allegato infrastrutture, ora in discussione alla Conferenza unificata, ha, tra le sue priorità, l'infrastrutturazione organica del Mezzogiorno.
Il nuovo contratto di programma delle Ferrovie dello Stato ha la disponibilità di risorse necessarie all'avvio dei seguenti lavori: asse ferroviario Napoli-Bari, sistemi metropolitani di Napoli, Bari, Catania, Pag. 58Palermo, interventi tecnologici per il miglioramento dell'offerta trasportistica sulla rete ferroviaria del Mezzogiorno, adeguamento ad alta velocità della Palermo-Catania e dell'asse ferroviario Salerno-Reggio-Messina-Palermo, oltre al Ponte sullo Stretto e agli interventi infrastrutturali ad esso collegati. Inoltre, tali iniziative dimostrano le potenzialità che il Paese può esprimere, anche in un campo complesso come quello della mobilità e della logistica.
PRESIDENTE. L'onorevole Commercio ha facoltà di replicare.
ROBERTO MARIO SERGIO COMMERCIO. Signor Presidente, signor Ministro, nel dichiararmi assolutamente insoddisfatto della sua risposta, ricordo che il recente viaggio che il Ministro Tremonti ha compiuto in treno verso il sud per constatare la criticità del sistema infrastrutturale dei trasporti che soffre il Meridione, si è trasformato in poco più che una grande operazione mediatica che non ha certamente messo a nudo tutta la realtà, essendosi concluso a Reggio Calabria ed avendo escluso la Sicilia, regione questa che, ancora oggi, fa parte del «continente Italia». Tra i vari ritardi che sconta la Sicilia vi è quello, che nonostante gli innumerevoli solleciti inviati dal Governo regionale al gruppo Ferrovie dello Stato, non ha ancora potuto sottoscrivere, con la Direzione generale di Trenitalia, il contratto di servizio relativo al trasporto ferroviario, già operativo nel resto del Paese da oltre due anni.
Da tempo ormai i siciliani attendono che i Ministri Tremonti e Matteoli appongano una firma sul documento che trasferisce le risorse dovute, che ammontano - lo ricordiamo - a circa 111,5 milioni di euro dei 120 milioni iniziali, e che sancisce in via definitiva l'accordo per il trasporto pubblico ferroviario tra Stato e regione.
Per rimanere sempre in tema di cifre, la Sicilia, con i suoi 5 milioni di abitanti, che rappresentano circa il 9 per cento della popolazione italiana, si dovrà accontentare, con quel misero 2 per cento di risorse per investimenti destinato dal nuovo piano industriale delle Ferrovie, di meno di un quarto di quello che le sarebbe dovuto toccare per equità. Pertanto, a nostro giudizio si tratta di un piano industriale che ancora una volta conferma l'impostazione a matrice nordista delle strategie aziendali del gruppo. Infine, signor Ministro, colgo l'occasione per invitare formalmente il Ministro Matteoli e il Ministro Tremonti a percorrere la tratta Catania-Palermo - altro che alta velocità! - avvertendo però che per fare 190 chilometri occorrono ben 5 ore e 30 minuti.
(Chiarimenti in merito ad ipotesi di riorganizzazione della Croce rossa italiana, con particolare riferimento all'eventuale smilitarizzazione del relativo corpo militare - n. 3-01736)
PRESIDENTE. L'onorevole Paglia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01736, concernente chiarimenti in merito ad ipotesi di riorganizzazione della Croce rossa italiana, con particolare riferimento all'eventuale smilitarizzazione del relativo corpo militare (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).
GIANFRANCO PAGLIA. Signor Presidente, volevo sapere dal Ministro se corrisponda al vero che è in atto da parte del commissario straordinario della Croce rossa italiana - nominato tre anni fa dal Presidente del Consiglio dei ministri e per due volte prorogato nell'incarico - la presentazione al Consiglio dei ministri di un progetto di smilitarizzazione del corpo militare della Croce rossa italiana, nell'ambito di un processo di riorganizzazione dell'ente, e se e come questa ipotesi si integri con il progetto di più generale «privatizzazione» della Croce rossa italiana.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Gianfranco Rotondi, ha facoltà di rispondere.
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GIANFRANCO ROTONDI, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, il Ministero della difesa, come previsto dall'articolo 10 del decreto del Presidente della Repubblica 21 luglio 1980, n. 613, ha funzioni di vigilanza esclusivamente nei confronti del corpo militare della Croce rossa italiana e solo per ciò che attiene l'erogazione dei fondi per la preparazione del personale e l'acquisto di materiali e mezzi, al fine di assicurare costantemente l'efficienza dei relativi servizi in qualsiasi circostanza. Il personale militare della Croce rossa non appartiene alle Forze armate e non ha mai ricevuto una disciplina contestuale con quella del personale statale appartenente alle Forze armate, essendo tra l'altro personale non dell'amministrazione dello Stato, ma di un ente pubblico non economico.
Ciò premesso, quanto al personale della Croce rossa italiana appartenente alle due componenti ausiliarie delle Forze armate, si dà assicurazione che il Governo, auspice il Ministro della difesa, si farà carico di vigilare perché siano salvaguardate anche per il futuro, in sede di riforma della Croce rossa italiana, secondo quando previsto dall'articolo 2, comma 2, della legge n. 183 del 2010, la loro militarità ed il loro rapporto di ausiliarietà.
PRESIDENTE. L'onorevole Paglia ha facoltà di replicare.
GIANFRANCO PAGLIA. Signor Presidente, io sottoscrivo le parole del Ministro della difesa, con la speranza che se lo ricordi, in quanto comunque il corpo militare della Croce Rossa ha 145 anni di storia, quindi, a mio avviso, vanno rispettati in tutti i sensi.
(Misure a favore dei lavoratori a cui non sono stati rinnovati i contratti di somministrazione di lavoro presso l'INPS - n. 3-01737)
PRESIDENTE. L'onorevole Gianni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01737, concernente misure a favore dei lavoratori a cui non sono stati rinnovati i contratti di somministrazione di lavoro presso l'INPS (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).
PIPPO GIANNI. Signor Ministro, il 15 aprile 2011 1.240 lavoratori in somministrazione dell'INPS non hanno visto, in tutta Italia, il rinnovo del proprio contratto, così come, in precedenza, altri 550, che erano andati a casa al 31 dicembre 2010.
Questi giovani, diplomati e laureati, svolgevano lavori importanti all'interno dell'istituto, occupandosi spesso di disoccupazione, cassa integrazione, contributi pensionistici, avevano smaltito anni e anni di documentazione arretrata messa da parte e avevano anche fatto recuperare all'INPS un bel po' di milioni di euro.
Nel mese di marzo 2011, il Governo aveva dato parere positivo ad una risoluzione approvata all'unanimità in Commissione.
Nello stesso tempo, quest'Assemblea aveva espresso, all'unanimità, un parere positivo su un ordine del giorno presentato da me stesso e da altri colleghi.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
PIPPO GIANNI. I sindacati - ho concluso, signor Presidente -, in maniera unitaria, più volte, hanno rappresentato la necessità che questi lavoratori potessero continuare. Chiedo, dunque, al Governo come intenda agire, visto che parla di occupazione.
PRESIDENTE. Deve concludere.
PIPPO GIANNI. Chiedo al Governo cosa intenda fare in ordine ad una problematica che investe, da un lato, tanti giovani, e dall'altro lato, la possibilità per l'INPS di recuperare un bel po' di risorse.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Gianfranco Rotondi, ha facoltà di rispondere.
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GIANFRANCO ROTONDI, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, confermo innanzitutto quanto l'onorevole Gianni ci ha rappresentato e, cioè, che l'INPS, sulla base delle disposizioni vigenti, si è avvalso di unità lavorative somministrate a tempo determinato con qualifica «B1», mediante contratti di appalto, previo esperimento di procedure di scelta del contraente previste dal decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163.
La richiesta che ci viene rivolta va considerata alla luce dei vincoli posti dalla legge vigente, in quanto l'articolo 9, comma 28, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, con successive modificazioni, prevede che, a decorrere dall'anno 2011, la spesa per personale sostenuta dalle amministrazioni dello Stato, dalle agenzie, dagli enti pubblici non economici, dalle università e dagli enti di cui al predetto decreto, relativa a contratti di formazione e lavoro, ad altri rapporti formativi ed alla somministrazione di lavoro, non può essere superiore al 50 per cento di quella sostenuta, per le rispettive finalità, nell'anno 2009.
Quindi, il Governo non può trascurare il vincolo legislativo vigente, che, peraltro, ha determinato economie di spesa che sono state già scontate dal bilancio. Un intervento legislativo nella direzione auspicata dall'interrogante produrrebbe anche effetti di natura finanziaria e, pertanto, andrebbe valutato sotto tale profilo.
Pur ribadendo la massima attenzione per le situazioni dei lavoratori interessati, faccio presente che l'INPS è stato autorizzato all'assunzione di personale nell'ambito di concorsi pubblici recentemente espletati dall'Istituto.
Da ultimo, informo che il 27 giugno scorso, nell'ambito di una manifestazione sindacale, una delegazione composta dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori somministrati è stata ricevuta dai dirigenti del Ministero dell'economia e delle finanze. Nel corso di tale incontro, i rappresentanti del Ministero, accogliendo un'espressa proposta in tal senso, hanno manifestato la disponibilità dell'amministrazione a partecipare ai lavori di un apposito tavolo tecnico, con il coinvolgimento dei Ministeri competenti, per verificare l'esistenza di possibili soluzioni alla problematica in esame.
PRESIDENTE. L'onorevole Gianni ha facoltà di replicare.
PIPPO GIANNI. Signor Presidente, signor Ministro, mi dispiace che, al suo posto, non vi sia il Ministro Sacconi. Signor Ministro, devo rilevare con grande preoccupazione - per usare un termine eufemistico - quanto mi ha detto nella sua risposta.
Infatti, qui si fa finta di non sapere che l'INPS, negli ultimi cinque anni, ha già mandato a casa in pensione più di 7 mila lavoratori, che vi è un'insufficienza di pianta organica e che questo Governo ha più volte ribadito e ripetuto che intende compiere uno sforzo in termini di occupazione e rilanciare l'economia e quant'altro. Più volte abbiamo detto che siamo «responsabili», ma lo siamo affinché vi sia il lavoro: non siamo «responsabili» solo per votare, altrimenti, caro Ministro, diventeremo «irresponsabili».
È diventato, ormai, increscioso non tenere conto di ciò che è all'ordine del giorno e che viene votato in quest'Aula e, quindi, dei parlamentari, che vengono presi ripetutamente in giro con l'approvazione di ordini del giorno che non vengono rispettati.
Pertanto, la invito, signor Ministro, a farsi carico di parlare con i suoi colleghi di Governo, affinché sia posto un limite a questo stato confusionario di gestire la cosa pubblica (Applausi dei deputati del gruppo Iniziativa Responsabile Nuovo Polo e di deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta...
MARIO TASSONE. Dovrebbero venire i Ministri competenti!
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PRESIDENTE. Onorevole Tassone, per cortesia.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16, con il seguito dell'esame del provvedimento in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento.
La seduta, sospesa alle 15,50, è ripresa alle 16,10.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Bonaiuti, Bongiorno, Brugger, Brunetta, Carfagna, Castiello, Catone, Cicchitto, Colucci, Craxi, Crimi, Crosetto, Dal Lago, Della Vedova, Donadi, Fava, Fitto, Franceschini, Gelmini, Giancarlo Giorgetti, Giro, Jannone, Mantovano, Martini, Meloni, Migliavacca, Misiti, Moffa, Mura, Leoluca Orlando, Polidori, Prestigiacomo, Ravetto, Reguzzoni, Saglia, Stucchi, Tabacci e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Prima di passare al seguito dei lavori saluto i delegati dell'Assemblea nazionale del Sudan, guidata dal Presidente Ahmed Ibrahim Al Tahir, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Si riprende la discussione (ore 16,12).
PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto l'emendamento Livia Turco 1.2030.
(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 2350-A)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Palagiano 1.41 e Livia Turco 1.42.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palagiano. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, l'emendamento 1.41 chiede di sostituire i termini: «tenendo conto» con «nel rispetto» della Costituzione. Ora, non occorre essere deputati per capire la vaghezza dell'espressione che è stata impiegata, «tenere conto della Costituzione», di cui poi vengono richiamati gli articoli 2, 3 e 32, in confronto invece ai termini «nel rispetto della Costituzione». Io faccio sempre riferimento, perché credo che sia l'argomento cardine della proposta, all'articolo 32, che vieta i trattamenti sanitari obbligatori, per dare un senso a questo testamento biologico.
L'esigenza di una legge che desse valore alle volontà dei cittadini è quella che oggi noi dovremmo affrontare e credo che in riferimento al testamento biologico abbiamo solo tre opzioni sul valore da dare a questa legge. Possiamo darle un valore orientativo, un valore vincolante o un valore impegnativo.
Il valore orientativo è quello che vuole dare questa legge, l'orientamento sui trattamenti, i consigli per i trattamenti, sembrano i consigli per gli acquisti. C'è invece una volontà dei cittadini da rispettare per cui le opzioni in gioco diventano due: o la vincolatività, cioè il medico deve seguire pedissequamente quello che lascia scritto il malcapitato, oppure c'è il carattere di impegno e il medico si impegna ad eseguire le volontà contestualizzandole a quello che è il momento scientifico. È quest'ultima l'opzione che noi dell'Italia dei Valori abbiamo scelto. Vogliamo esaltare al massimo l'autonomia del medico che, nel rispetto delle volontà del paziente sancite dal consenso informato, deve agire nel suo interesse.
Ci sono diversi esempi, tra cui quello delle terapie antiretrovirali che poi sono state abbastanza recentemente introdotte ad esempio per la cura dell'AIDS, per cui è possibile che il paziente lasci delle volontà che poi quando dovranno essere applicate non saranno più attuali. Riteniamo Pag. 62quindi che il più elevato compromesso tra queste tre opzioni, orientatività, vincolatività e impegno sia dato dall'impegno. È per questa ragione che noi vorremmo introdurre con questo emendamento il rispetto della Costituzione, affinché le volontà del cittadino vengano esaudite.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scapagnini. Ne ha facoltà.
UMBERTO SCAPAGNINI. Signor Presidente, sono contento di poter parlare per primo perché, in effetti, vorrei farvi sentire quello che ho passato e che tutti possono passare, ma con coraggio e con la forza di riuscire a superare ogni ostacolo. Ve lo sintetizzo, se mi date due minuti. Nel 2007 ebbi un tumore altamente maligno, un melanoma, che praticamente mi lasciava un mese di vita.
Naturalmente ho accettato quello che arrivava, perché quello che ti arriva dalla vita tu non lo sai mai, ma quello che è successo (ed è successa una cosa strana) è che non ci siamo sgomentati, né io, né mio figlio, che più o meno fa il mio stesso mestiere. Siamo stati quattro anni in America ed abbiamo studiato tutti e due, più o meno nello stesso campo, il rapporto tra cervello e sistema immunitario. Siamo riusciti a scoprire che si stava sperimentando, proprio in quei mesi, un anticorpo monoclonale che sembrava essere l'unica cosa capace di poter fermare il melanoma.
Vi dico subito che, se un mese prima mi avessero posto la domanda: «se tu soffrissi molto e stessi per andartene, lo firmeresti un permesso per girare l'interruttore?», tutto sommato non ci avrei pensato molto.
Quando, invece, sono caduto in questo stato così profondo di malattia, in realtà, è successo un fenomeno stranissimo. Sono andato in coma e vi sono rimasto, a Tor Vergata, per 80 giorni (quindi una lunghezza abbastanza spaventosa) in tre tipi di coma differenti. Devo dire che ogni volta che sono uscito da questo coma, mi veniva domandato dal di fuori: «Ma sei vivo? Ci sei?» ed io rispondevo «sì» e alla domanda: «Ma come ti senti?»: «Una chiavica» e ripiombavo di nuovo in questa galleria stranissima.
Ma la cosa più forte che mi è successa ve la devo dire e la dico con tutto il cuore ai miei amici. Di quanto mi è successo quello che più mi ha colpito è stato che, dopo i primi tre giorni di coma a Tor Vergata, avevo praticamente tutti i parametri incompatibili con la vita, perché avevo 6,8 di pH, 50 di pressione e 20 di frequenza, quindi stavano tutti lì in attesa che me ne andassi, eppure resistevo.
Continuavo a resistere e piano piano, piano piano, lentamente, in questi 80 giorni sono riuscito a tornare all'angolo della vita. Però, ero ritornato un bambino, cioè non ero più in grado di respirare, mi chiamavano «l'uomo-tubo», avevo tubi infilati da tutte le parti, perché venivo nutrito per via parenterale, ero stato intubato e, per concludere, mi era venuta anche una Guillain-Barré e quindi mi ero anche paralizzato.
Ero un bambino neonato che non sapeva mangiare, non poteva bere, non poteva respirare e non poteva camminare. Ho iniziato un lungo cammino per un anno, un anno e mezzo e questo periodo mi ha portato, piano piano, passando prima a Tor Vergata, poi al San Raffaele di Velletri, infine al Santa Lucia a come mi vedete adesso.
Adesso non è che sia un fenomeno, però vi posso dire che le cose che più di tutto mi hanno stupito sono due che vi posso confessare. In primo luogo, che non mi sono scimunito (Applausi), perché in effetti avendo anche numerosi episodi di convulsioni tutti se lo aspettavano, compreso il mio amico e rettore di Tor Vergata che diceva a mio figlio: «Giovanni, va beh, chist' tu trovi scemo». Questo non lo so e può essere che sia vero, però, soggettivamente perlomeno mi sento paritetico (Applausi). Ci troviamo tutti quanti vicini ed amici.
L'altro episodio forte - e questo ve la devo raccontare - è che dopo tre giorni in cui ero stato in coma, improvvisamente ho avuto una visione straordinaria: Pag. 63la visione del tunnel di luce che, sapete, non è stato visto solo da me ma da centinaia e centinaia di persone. Nel mio libro ho riprodotto solo un quadro di Bosch, che è del 1480, e che 500 anni fa riproduce esattamente la visione del tunnel di luce che ho visto. Si tratta di un tunnel di luce meraviglioso, attrattivo e straordinario, che ti attira. Si cammina dolcemente e si va verso questa serenità. Però, mi è capitato un incidente di percorso. Ero quasi passato dall'altra parte, quando mia mamma, che è il mio angelo custode, mi ha preso la mano sinistra e soprattutto Padre Pio, che ero andato a trovare un mese prima che mi dessero un mese di sopravvivenza, mi è comparso, mi ha preso la mano destra e mi ha detto: «Ue' guaglio, ma tu che stai facendo? Tu devi seguire la volontà del Signore!» Ed io ho seguito la volontà del Signore e mi sono riacceso, sono ricomparso e sono stato per oltre mezz'ora di nuovo perfettamente cosciente ed ho avuto il tempo di raccontare questo a mio figlio, a mia moglie, alla mia compagna (Applausi). Poi mi sono addormentato e sono stato per 80 giorni in coma.
Vi devo dire - e con questo mi avvio alla conclusione - che ero partito, da blando cattolico e poi sempre più fedele, soprattutto senza avere una determinazione, perché sono 44 anni che studio il cervello e, quindi, certamente iniziavo con una prevalenza di parte scientifica. A mano a mano, però, si è andata mescolando sempre di più una parte di carattere superiore che poco alla volta - e anche questo ve lo devo confessare - mi ha portato ad essere in una posizione in cui oggi devo dire, con tutta coscienza, che effettivamente non sarei, non sono e non voglio essere in condizione di fare decidere agli altri, ma voglio decidere io per due motivi: in primo luogo, perché durante tutto questo coma, in cui in apparenza non c'ero, io c'ero, pensavo, vivevo e potevo decidere; in secondo luogo, perché, come avete visto, sarà pure un caso ma in questi sei mesi, in cui sono passato dalla vita alla morte, hanno scoperto l'anticorpo monoclonale che mi ha portato alla salvezza.
Ecco perché non dico «fate questo o fate quello», ma vi invito a pensare prima di decidere cosa fare. Non basta una parola a tavola o una chiacchiera, ma ci vuole veramente una grande profondità che, soprattutto, ci deve portare al rispetto di quella grande cosa straordinaria che è la luce che ho visto, che è la vita che è il bene tra di noi (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Miotto. Ne ha facoltà.
ANNA MARGHERITA MIOTTO. Signor Presidente, questa testimonianza non può essere lasciata così: sono contentissima e felicissima che il collega Scapagnini sia tornato fra noi, ma devo aggiungere che purtroppo ci sono migliaia di persone che, come lui, vivono e soffrono nelle sale di rianimazione nell'ambito di vicende analoghe (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico), ma un ottimo servizio sanitario e bravi professionisti molto spesso, nella stragrande maggioranza dei casi, riescono a far regredire il coma che - come sappiamo e come è avvenuto nel caso del collega Scapagnini - spesso è temporaneo e reversibile. Proprio per questa ragione e cioè per il fatto che si è trattato di un coma reversibile gli facciamo ancora tantissimi auguri di lunga vita, come alle tante persone che vivono questa esperienza. Voglio precisare però che, mai, mai, la DAT sarebbe stata aperta in una situazione analoga a quella del collega Scapagnini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, intendo rivolgere un ringraziamento al collega Scapagnini, che ci ha squadernato una pagina della sua vita, della sua Pag. 64drammatica e felice esperienza di vita, di morte e - lui immagino intenda - di resurrezione.
Di fronte a una vicenda come quella dell'onorevole Scapagnini, così come di tante altre persone che soffrono nel buio e nel silenzio delle sale di rianimazione, il rispetto che noi dobbiamo a queste persone impone a ciascuno di noi la pietas umana e che non si immagini, nemmeno lontanamente, di obbligare qualcuno a qualcosa. Per cui, se fosse possibile riassumere in uno slogan la mia posizione, quella del gruppo dell'Italia dei Valori e quella di tanti di noi che partecipano a questa discussione è: «Nessun obbligo: una scelta libera». Deve essere garantita una scelta libera a chi crede in Padre Pio o nella Madonna di Medjugorje, ma anche a chi non crede in questi simboli e in queste figure, a chi non è cattolico e anche a chi non è religioso. La differenza tra questo intervento e la discussione che dovremmo fare è quella che attiene alla laicità dello Stato. Lo Stato e le sue regole devono valere per tutti (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori): per chi crede e per chi non crede, per chi sta bene e per chi sta male, per chi vuole fare una cosa e per chi per quella cosa non è portato o proprio la rifiuta. Questo è il senso della battaglia che stiamo facendo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Palagiano 1.41 e Livia Turco 1.42, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Calvisi, Villecco Calipari, Stagno d'Alcontres, Sardelli, Vanalli, Baccini, Pionati, Minniti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge.
(Vedi votazionia
).
(Presenti 499
Votanti 488
Astenuti 11
Maggioranza 245
Hanno votato sì 197
Hanno votato no 291).
Prendo atto che il deputato Occhiuto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario, che la deputata De Pasquale ha segnalato che avrebbe voluto astenersi e che i deputati Barbareschi e Scilipoti hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Farina Coscioni 1.210.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maurizio Turco. Ne ha facoltà.
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, con questo emendamento chiediamo il rispetto anche della Convenzione di Oviedo, della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità e della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali.
Il relatore può tranquillamente, come ha fatto, dire di no, l'onorevole Buttiglione può tranquillamente continuare a dire che è tutto ridondante, la verità è che è tutto un contesto che disturba le radici di questa proposta di legge. Non potete giustamente rifarvi alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità e alla Convenzione di Oviedo, perché sono in contrasto con la vostra proposta di legge, e con quelle convenzioni dovrete fare i conti. È stato già detto in questa sede che questa proposta di legge è la legge-fotocopia - per quelli che saranno i suoi risultati concreti - della legge 19 febbraio 2004, n. 40, state ancora una volta - voi, che dite di voler sottrarre alla magistratura di decidere della vita dei singoli - riponendo nelle Pag. 65mani della magistratura di dover decidere della vita dei singoli perché non avete la forza e il coraggio di assumersi le vostre responsabilità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Farina Coscioni. Ne ha facoltà.
MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. Signor Presidente, vorrei richiamare l'articolo 9 della Convenzione di Oviedo: «I desideri precedentemente espressi a proposito di un intervento medico da parte di un paziente che, al momento dell'intervento, non è in grado di esprimere la sua volontà saranno tenuti in considerazione».
Insomma, la volontà del paziente è preminente, negarla - come si sta facendo con questa proposta di legge - significa porsi fuori dalla Costituzione. Vorrà dire che al pari della legge 19 febbraio 2004, n. 40, come ha detto il collega Maurizio Turco, o dei ricorsi che la maggioranza di centrodestra ha voluto opporre in merito a un inesistente conflitto di interessi a proposito della vicenda Englaro, la Corte costituzionale provvederà, come mi auguro, a ripristinare il diritto violato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, questo emendamento, nella sua incredibile semplicità, si richiama alla Convenzione di Oviedo, articolo 9, alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, articolo 25 e persino, pensate un po', alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Il vostro «no» a un emendamento di questo tipo è la prova provata, la dimostrazione ultima del carattere assolutamente contrario al rispetto dei diritti umani della normativa che si va ad approvare, perché dire di «no» a questi richiami è la conferma di quanto dicevo, quindi volevo anch'io sottolinearlo e fare un invito affinché in questa proposta di legge si tenga conto di queste convenzioni, uno sprazio di umanità in una proposta di legge altrimenti crudele (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, non votare a favore di questo emendamento è di una gravità inaudita, stiamo parlando di trattati internazionali firmati dal nostro Paese e vincolanti per il nostro Paese, quindi votare contro questo emendamento che li richiama significa porsi al di fuori della legalità internazionale. Non è una novità per un Paese in cui la democrazia e lo Stato di diritto sono concetti sempre più lontani e principi assolutamente non praticati, ma è la conferma di un modo di procedere ingannevole, liberticida, reazionario, antistorico, ottusamente proibizionista e costituzionalmente pasticciato (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, sembra quasi incredibile che in quest'Aula occorra richiamare sempre più di frequente la nostra Costituzione, le leggi e i trattati internazionali. In realtà - lo dico anche ai miei colleghi Radicali - le finalità sono chiare: sono quelle di andare contro la Costituzione, le leggi e i trattati internazionali. Si sta per offrire un prodotto che sarà continuamente richiamato nelle aule di giustizia e porterà tante persone, che non hanno la fortuna di incontrare Padre Pio e soprattutto che Padre Pio faccia il miracolo, quelle che potranno, ad andare all'estero per l'ultima parte della loro vita. Ecco quello che volete: non governare la situazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
Pag. 66ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, intervengo semplicemente per dire che qui il richiamo alla Convenzione di Oviedo appare improprio e che, comunque, questo provvedimento riflette interamente lo spirito e la lettera della Convenzione di Oviedo. Come l'onorevole Farina Coscioni ha giustamente citato, la Convenzione di Oviedo ci vincola a tener conto dei desideri espressi dal paziente e questo il provvedimento effettivamente fa. Forse i nostri amici Radicali avrebbero preferito che la Convenzione di Oviedo dicesse che il medico è tenuto a dare stretta esecuzione a quanto contenuto nel testamento vitale del paziente. Ma la Convenzione di Oviedo non dice questo. Tener conto e considerare è cosa diversa dal dare stretta esecuzione. Vuol dire che giustamente si darà esecuzione ai desideri in quanto essi siano ragionevoli, compatibili con l'etica medica e corrispondenti al livello della conoscenza scientifica e ci si allontanerà dai desideri espressi quando essi siano in contrasto o con la legge o con l'etica medica o con lo stato acquisito delle conoscenze mediche.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, nelle parole dell'onorevole Buttiglione a mio avviso c'è la questione di cui discutiamo. La Convenzione di Oviedo ha quella formulazione, il codice di deontologia medica ha la formulazione che conosciamo, ma il dilemma in cui ci stiamo infilando è un altro: prevedere e formalizzare per iscritto, con notaio o senza, le dichiarazioni anticipate di trattamento in quella forma e poi pensare che la stessa legge le possa disattendere o ricondurre entro limiti irragionevoli. Questo è il dilemma giuridico in cui questo provvedimento necessariamente si infilerà fino ad essere smontato - lo dico a scanso delle polemiche future - dalle corti che via via verranno investite per dirimere le controversie che questa proposta di legge incoerente produrrebbe semmai venisse approvata nel testo attuale. Quindi, meglio fermarsi prima.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Farina Coscioni 1.210, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Scapagnini, Golfo e Scanderebech...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 511
Votanti 495
Astenuti 16
Maggioranza 248
Voti favorevoli 195
Voti contrari 300).
Prendo atto che i deputati Barbareschi e Scilipoti hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Farina Coscioni 1.189. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maurizio Turco. Ne ha facoltà.
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, chiedo scusa all'onorevole Buttiglione se lo obbligo ad intervenire in continuazione, ma, come lei sa, i nostri avversari sono gli indifferenti e gli ignavi, non quelli che la pensano diversamente da noi. Questo emendamento chiede di garantire ad ogni persona capace il diritto di conoscere e di essere informata in modo completo e comprensibile, in particolare riguardo alla diagnosi, alla prognosi, ai benefici e ai rischi delle procedure diagnostiche e terapeutiche che le verrebbero proposte.
Ma è possibile che il paziente non abbia nemmeno il diritto di essere informato? Vi pare una cosa logica che qualcuno, che dovrebbe avere il diritto di fare le proprie dichiarazioni anticipate, non sia messo in condizione di sapere e di conoscere, per poter decidere cosa scrivere in quelle dichiarazioni? Non stiamo ponendo Pag. 67dei paletti, ma stiamo mettendo in risalto quello che è un principio liberale conosciuto in tutto il mondo: il conoscere per deliberare. Luigi Einaudi, le basi e le fondamenta di questo Paese: stiamo dimenticando e cancellando tutto! Ma vi rendete conto? Non si vuole nemmeno garantire al paziente il diritto di conoscere quali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Maurizio Turco. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, a me piacerebbe che tutti noi, seguendo il dibattito su questa proposta di legge, avessimo a portata di mano il suo testo integrale, che è il materiale su cui stiamo votando. Infatti, l'articolo 1 di questa proposta di legge, esattamente al comma 1, lettera d), impone l'obbligo al medico di informare il paziente sui trattamenti sanitari più appropriati e così via.
Il diritto all'informazione da parte del paziente ed il dovere del medico di informare sono già previsti nell'articolato della proposta di legge, all'articolo 1, comma 1, lettera d). Quindi, mi sembra che il «no» a questo emendamento sia motivato non dalla contestazione di merito, ma dal fatto che il contenuto è già presente nella proposta di legge.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Farina Coscioni 1.189, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Calderisi, Galletti, Servodio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 512
Votanti 495
Astenuti 17
Maggioranza 248
Voti favorevoli 189
Voti contrari 306).
Prendo atto che i deputati Scilipoti e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 1.2031, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Cristaldi, Consolo, Sardelli, Motta, Volontè, Duilio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 515
Votanti 497
Astenuti 18
Maggioranza 249
Voti favorevoli 188
Voti contrari 309).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Palagiano 1.2020. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palagiano. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, da medico mi hanno insegnato il concetto di autonomia e quello di beneficenza. Il primo è il diritto di autodeterminarsi, sia nelle condizioni di salute, sia in quelle di malattia, il secondo significa che ogni atto medico deve essere rivolto a dare un beneficio al paziente.
L'emendamento in questione, ed anche quello successivo, fanno riferimento proprio al concetto di autodeterminazione. Non capisco perché aggiungere al testo del comma 1, lettera a), che recita «la presente legge riconosce e tutela la vita umana», le parole «e il diritto all'autodeterminazione della persona» rappresenti Pag. 68qualcosa di scandaloso. È a questo proposito che prima, usando parole pesanti, parlavo di truffa. In realtà si tratta di un falso ideologico, di un presupposto ideologicamente sbagliato. Sono abituato ad attribuire alle parole il significato che hanno perché la scienza si basa su principi scientifici certi. Credo che anche in politica, quando si scrive un testo di legge, bisognerebbe partire da principi certi e non superficiali o contestabili. Ebbene, definire la vita come qualcosa di inviolabile e indisponibile credo sia un falso ideologico. Non voglio assolutamente dire che la vita debba essere violata, credo però che sia una cosa diversa essere contro la violabilità della vita.
Lo stesso discorso vale per la disponibilità delle vita. Tutti sappiamo che possiamo lasciarci morire se non riceviamo, per esempio, la dialisi, o un antibiotico o l'amputazione di un arto affetto da cancrena. Questo, di fatto, è nella nostra disponibilità.
Lo stesso ragionamento può essere fatto in relazione all'inviolabilità. Sostenere che la vita è inviolabile vuol dire che questa genera obblighi di rispetto finalizzati all'autoconservazione. Se così non fosse non si potrebbe spiegare come ha fatto Piergiorgio Welby. Egli, in realtà, ha violato la propria vita nel momento in cui non ha più accettato il macchinario che lo opprimeva. Vi è stato un medico che ha staccato la spina, che poi è stato processato ed assolto perché il fatto non sussiste e, quindi, ha violato questo patto e questa condizione di obbligo di rispetto per la vita. Faccio degli esempi pratici per cercare di persuadervi. Il 4 per cento dei pazienti che si sottopone a dialisi ogni anno si sottrae alla terapia, non vi si sottopone più. Anche in questo caso, viola la propria vita. Ebbene, non sono perseguibili coloro che sono stanchi di andare un giorno sì e un giorno no a lavarsi il sangue perché non hanno possibilità di fare un trapianto? Anche costoro violano la vita. Attenzione, non stiamo dicendo che la vita deve essere violata, dico che il presupposto su cui si basa la proposta di legge in esame, ossia che la vita è inviolabile e indisponibile, rappresenta un falso ideologico.
Non valgono le accuse di eutanasia. Il gruppo Italia dei Valori è assolutamente contrario all'eutanasia che viene sempre citata da chi non accetta questa condizione di libertà assoluta. Credo che bisogna distinguere, come dicevo prima, il lasciarsi morire, lasciare che la malattia faccia il proprio decorso, dalla somministrazione di sostanze letali o di farmaci in quantitativi che causano la morte. Questo è ciò che vogliono i sostenitori dell'eutanasia, non certo il gruppo Italia dei Valori che chiede, invece, con l'emendamento in esame, il rispetto della libertà e dell'autodeterminazione della persona.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palagiano 1.2020, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
ANTONIO PALAGIANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, credo non sia stata richiesta la votazione segreta.
PRESIDENTE. Onorevole Palagiano, mi risulta che sia stata richiesta.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 518
Votanti 499
Astenuti 19
Maggioranza 250
Voti favorevoli 191
Voti contrari 308).
Prendo atto che i deputati Scilipoti e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti a votare. Pag. 69
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 1.204, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Sanga, Benamati, Portas...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 515
Votanti 498
Astenuti 17
Maggioranza 250
Voti favorevoli 70
Voti contrari 428).
Prendo atto che i deputati Scilipoti e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 1.2037, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Cesa, Zamparutti, Garagnani, Meloni, Aniello Formisano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 523
Votanti 341
Astenuti 182
Maggioranza 171
Voti favorevoli 33
Voti contrari 308).
Prendo atto che i deputati Barbareschi, Berruti e Scilipoti hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 1.2040, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli De Micheli, Lo Presti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 523
Votanti 507
Astenuti 16
Maggioranza 254
Voti favorevoli 56
Voti contrari 451).
Prendo atto che i deputati Barbareschi e Scilipoti hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 1.2042, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Girlanda, Luongo, Antonino Foti, Vignali...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 522
Votanti 506
Astenuti 16
Maggioranza 254
Voti favorevoli 35
Voti contrari 471).
Prendo atto che i deputati Barbareschi e Scilipoti hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo all'emendamento Farina Coscioni 1.242.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maurizio Turco. Ne ha facoltà.
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, questo emendamento vuole affermare il riconoscimento della tutela della salute e il divieto di sottoporre l'individuo a trattamenti Pag. 70medici indesiderati - ma a me pare che l'individuo qui non possa decidere nulla in questa proposta di legge - e garantisce al paziente l'identificazione delle cure mediche più appropriate.
L'emendamento è molto simile a quello che abbiamo presentato prima e che la collega Binetti ha cercato in qualche modo di «smontare».
La verità è che non vogliamo che il medico stesso si soffermi unicamente sulle cure mediche più appropriate secondo lui, ma noi chiediamo che il cittadino abbia diritto ad essere informato.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
MAURIZIO TURCO. È questa la differenza: se il cittadino ha il diritto di essere informato, il medico ha il diritto di dire quello che secondo lui è più opportuno che il cittadino sappia.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Farina Coscioni 1.242, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Razzi, onorevole Fontana.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 519
Votanti 481
Astenuti 38
Maggioranza 241
Voti favorevoli 44
Voti contrari 437).
Prendo atto che i deputati Barbareschi e Scilipoti hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Farina Coscioni 1.241, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Marmo, onorevole Sardelli, onorevole Bindi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 517
Votanti 499
Astenuti 18
Maggioranza 250
Voti favorevoli 43
Voti contrari 456).
Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Livia Turco 1.2025, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Sardelli, onorevole Cesa... l'onorevole Sardelli ha votato... onorevole Scanderebech.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 521
Votanti 502
Astenuti 19
Maggioranza 252
Voti favorevoli 172
Voti contrari 330).
Prendo atto che la deputata Miotto ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 1.2043, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Scandroglio, onorevole Simeoni, onorevole Goisis, onorevole Galletti, onorevole Perina, onorevole Gnecchi, onorevole D'Antona, onorevole Barbareschi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 527
Votanti 509
Astenuti 18
Maggioranza 255
Voti favorevoli 42
Voti contrari 467).
Prendo atto che la deputata Miotto ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mario Pepe (PD) 1.2026. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mario Pepe (PD). Ne ha facoltà.
MARIO PEPE (PD). Signor Presidente, il senso dell'emendamento che propongo all'Aula non afferisce ad una esigenza di espansione verbale, ma di espansione logica significativa. Infatti io ritengo che il verbo «acquistare» all'interno del testo e nel contesto generale ipotizza un arricchimento dell'alleanza nel corso della collaborazione medico-paziente, mentre ritengo per un fatto di deontologia professionale, per un fatto di intensa terapia e per un fatto anche morale e psicologico, che l'alleanza terapeutica tra medico e paziente ha un significato «a partire». Perché si rischia in provvedimenti di tal genere, che vogliono imbrigliare in una legislazione impervia, contorta e talvolta rugosa, il senso della vita. Ecco perché ritengo che la collaborazione, l'alleanza tra il medico e paziente non è una conquista, è un obiettivo da cui partire per dare dignità alla funzione del medico e al significato della vita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mario Pepe (PD) 1.2026, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Gianni, onorevole Scandroglio, onorevole Abelli, onorevole Misuraca, onorevole Commercio, onorevole Mannino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 529
Votanti 508
Astenuti 21
Maggioranza 255
Hanno votato sì 200
Hanno votato no 308).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Maurizio Turco 1.2046.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Signor Presidente, volevo soltanto richiamare l'attenzione su questo emendamento proposto dal collega Maurizio Turco che, in qualche modo, prevede che, nel caso in cui non passasse alcuno degli emendamenti dei Radicali, che sono a favore dell'eutanasia, venisse, però, predisposto lo spostamento dei pazienti dall'Italia in un altro Paese europeo laddove l'eutanasia è praticata. Questo lo dico perché, essendo venuto un rimprovero pubblico da parte dei Radicali, in quanto non avevamo votato l'emendamento antieutanasia, sia chiaro qual è l'intentio e qual è la rappresentazione culturale della gestione del fine vita da parte loro. Per questo, votiamo contro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maurizio Turco. Ne ha facoltà.
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, intervengo solo per ricordare alla collega Binetti che, almeno in Europa, c'è ancora la libera circolazione dei cittadini. Noi Pag. 72comprendiamo che, per voi, tutto è limitativo, ci deve essere sempre un motivo per cui qualcosa deve essere proibita. La libera circolazione dei cittadini consente anche ai cittadini italiani di potersi curare in un altro Paese europeo, e se c'è in quel Paese europeo l'eutanasia è diritto del cittadino europeo poter usufruire di quei servizi. Voi credete che nei Paesi in cui c'è l'eutanasia ci siano i massacri à gogo; c'è una stretta regolamentazione, una forte legalizzazione, a differenza di quello che accade in questo Paese dove l'eutanasia clandestina...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Maurizio Turco. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castellani. Ne ha facoltà.
CARLA CASTELLANI. Signor Presidente, anche il PdL voterà convintamente contro questo emendamento. Già accade che i nostri cittadini viaggiano fuori dall'Italia, ma per curarsi, per avere una migliore qualità dell'assistenza e per superare situazioni sanitarie di grande difficoltà. Credo che questo emendamento, previsto legittimamente da parte dei colleghi Radicali, sia un inno alla morte piuttosto che un inno alla vita (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, sono a favore dell'eutanasia e lo dico senza nessun problema, anzi ne faccio un vanto, come ne facciamo un vanto noi Radicali perché, come dice la parola, si tratta di una dolce morte. È un tentativo di gestire anche una fase inevitabile della vita delle persone. E me ne vanto di essere il primo firmatario di una proposta di legge che riprende quello di Loris Fortuna, che è stato un grande socialista ed un grande parlamentare del nostro Paese e che ha conquistato diritti civili per il nostro Paese. Vedo che molti socialisti lo hanno dimenticato (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Miotto. Ne ha facoltà.
ANNA MARGHERITA MIOTTO. Signor Presidente, come avete visto, abbiamo votato poco fa l'emendamento Livia Turco 1.2025 da noi proposto e respinto dall'Aula che prevedeva il divieto assoluto dell'eutanasia, nonché l'assistenza e l'aiuto al suicidio. Questa non è l'unica ragione per cui voteremo contro tale emendamento. È chiaro che a carico del Servizio sanitario nazionale non si possono accollare nuovi oneri se non sono inseriti nei livelli essenziali e non potrebbe essere così visto che queste pratiche sono vietate. Noi condividiamo questo divieto e, pertanto, voteremo contro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, non ci sentiamo soli in questa battaglia: sappiamo che gli italiani, che sono persone ragionevoli e consapevoli, sono d'accordo con noi, così come lo erano sul divorzio, così come lo sono stati sull'aborto e sull'obiezione di coscienza. Ecco perché vi diciamo che voi non riuscirete a fermare le persone e la coscienza delle persone. Con questa legge state impedendo all'essere umano di potersi esprimere secondo le sue convinzioni, gli state solamente infliggendo sofferenza, infliggendo patimenti. Ma gli italiani sanno quello che devono fare, anche disobbedendo alle vostre leggi che vanno contro la Costituzione (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
Pag. 73ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, a titolo personale io voglio dire che con questo obbligo a vivere a qualunque costo che volete imporre, non solo si manifesta tutta la fragilità di una classe politica che non sa neanche più distinguere tra quelli che sono i principi fondanti la nostra Costituzione e il diritto internazionale, ma si ricorre alla menzogna, si falsificano i dati sulle leggi che hanno legalizzato in alcuni Paesi l'eutanasia. Chi conosce le leggi in Olanda, in Svizzera e in Belgio sa quali limiti rigorosi sono stati posti e quali accertamenti sono richiesti per il riconoscimento di tale diritto. Voi non vi volete invece assolutamente preoccupare di un grande problema sociale, che è l'eutanasia clandestina e, come ho già detto prima, neppure di quel problema legato all'alta percentuale di suicidi che si verifica fra coloro che sono colpiti da gravi malattie e che non hanno più alcuna speranza (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà.
FURIO COLOMBO. Signor Presidente, come lei sa ho firmato tutti questi emendamenti dei colleghi Radicali e su quello in esame vorrei dire, nonostante dovrebbe essere evidente ai colleghi della maggioranza, che quanto contenuto in esso è un diritto costituzionale inviolabile, che accadrà comunque, che accade comunque e che è accaduto comunque e che quindi rende assolutamente inutile il voto con il quale fra poco l'Assemblea respingerà l'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, intervengo solo per ricordare agli amici Radicali che il diritto di movimento garantito dai Trattati istitutivi dell'Unione europea significa semplicemente il diritto di andare in un altro Paese europeo senza che alcuno lo possa impedire. Tuttavia, il diritto di essere trasferiti in altro Paese europeo, nel quale si pratichi l'eutanasia, questo diritto di essere trasferiti - leggano attentamente i Trattati - non lo troveranno. Mi spiace che sia già intervenuta l'onorevole Miotto, altrimenti le domanderei: è ancora convinta, come all'inizio della seduta di questa mattina, che il provvedimento in esame non abbia nulla a che fare con l'eutanasia e nessuno la voglia usare come un canale per introdurre l'eutanasia nel nostro ordinamento?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 1.2046, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Scilipoti? Onorevole Bruno? Onorevole La Loggia? Onorevole Duilio? Onorevole Baccini?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 525
Votanti 508
Astenuti 17
Maggioranza 255
Voti favorevoli 49
Voti contrari 459).
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 1.2048, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Volontè... onorevole Nicola Molteni... onorevole Biasiotti... onorevole Dal Lago... onorevole Adornato... Pag. 74
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 522
Votanti 503
Astenuti 19
Maggioranza 252
Voti favorevoli 43
Voti contrari 460).
Prendo atto che la deputata Miotto ha segnalato che non è riuscita a votare.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 1.2050, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Sbai... onorevole Gianni... onorevole Pianetta... onorevole Ravetto... onorevole Saltamartini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 527
Votanti 509
Astenuti 18
Maggioranza 255
Voti favorevoli 44
Voti contrari 465).
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Farina Coscioni 1.100, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Rivolta... onorevole Barbareschi... onorevole Sardelli... onorevole Ceccacci... onorevole Martini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 522
Votanti 505
Astenuti 17
Maggioranza 253
Voti favorevoli 45
Voti contrari 460).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Palagiano 1.34.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palagiano. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, vorrei ricordare la riformulazione dell'articolo 1, comma 1, lettera d): «La presente legge (...) impone l'obbligo al medico di informare il paziente sui trattamenti sanitari più appropriati, fatto salvo quanto previsto dall'articolo 2, comma 4, e sul divieto di qualunque forma di eutanasia, riconoscendo come prioritaria» - e qui abbiamo inserito l'emendamento in oggetto - «la volontà del paziente e l'alleanza terapeutica tra il medico e il paziente, che acquista valore peculiare proprio nella fase di fine vita». Dunque, abbiamo soltanto aggiunto le parole: «la volontà del paziente e».
Vorrei ricordare le finalità della legge, che sono proprio relative al rispetto della volontà del paziente. Mi rifiuto di pensare che in una condizione simile a quella della povera Eluana, che è durata ben 17 anni, mi verrebbe impedito da questo provvedimento di scrivere che, in condizioni di stato vegetativo, di coma irreversibile o di un danno irreversibile al cervello, non vorrei più ricevere idratazione né nutrizione, per esempio, dopo il quinto anno.
Questa è la libertà che vorrebbe ogni cittadino: poter stabilire fino a dove si possono spingere le cure. Trovo paradossale questo atteggiamento del legislatore che è «scienziato» nello stabilire quali siano gli atti terapeutici e quali siano i sostegni vitali; il legislatore medico che vuole stabilire quale terapia sì e quale terapia no. Proprio perché la legge all'inizio si proponeva di dare forza e valore Pag. 75giuridico alle volontà del cittadino, questo emendamento, che aggiunge soltanto la volontà del paziente come prioritaria insieme alla alleanza terapeutica, credo che possa essere votato perché in tal modo lasciamo quanto scritto e cioè che c'è il divieto di qualsiasi forma di eutanasia ma vogliamo la libertà di esprimerci in base ai trattamenti che ci verranno propinati quando la mente non sarà più nostra, il corpo non sarà più controllato dalla nostra mente, ma avremo lasciato scritto le nostre volontà in un periodo in cui eravamo perfettamente lucidi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Signor Presidente, noi voteremo contro questo emendamento non perché non ci sia valore nelle cose che sta dicendo l'onorevole Palagiano in questo momento ma perché il concetto di alleanza, se prescinde dal concetto di libera volontà, non è più una alleanza ma è una sudditanza. Noi allora riteniamo che nel concetto di alleanza la volontà e la libertà del paziente siano già sufficientemente e adeguatamente rappresentate.
MAURIZIO TURCO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, chiedo di aggiungere la mia firma a questo emendamento.
PRESIDENTE. Sta bene.
MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. Signor Presidente, vorrei aggiungere la mia firma all'emendamento Palagiano 1.34.
PRESIDENTE. Sta bene.
Onorevole Zamparutti ha chiesto la parola?
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Per aggiungere anche la mia firma.
PRESIDENTE. Sta bene.
Onorevole Beltrandi?
MARCO BELTRANDI. Aggiungo la firma, Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palagiano 1.34, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Occhiuto, Vannucci, Sposetti, Servodio, Rampelli, Palomba, Ginoble, D'Antoni....
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 509
Votanti 489
Astenuti 20
Maggioranza 245
Voti favorevoli 176
Voti contrari 313).
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicco 1.2003, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Reguzzoni, Galletti, Castagnetti, Scandroglio, Dima, Mondello....
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 76
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 515
Votanti 497
Astenuti 18
Maggioranza 249
Voti favorevoli 186
Voti contrari 311).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Farina Coscioni 1.146.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maurizio Turco. Ne ha facoltà.
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, colgo l'occasione per rispondere all'onorevole Buttiglione che diceva che saremmo stati noi ad introdurre in questo provvedimento la parola «eutanasia» perché in questo Paese, come è noto, l'eutanasia è una parola e non ha giuridicamente alcuna definizione.
L'avete introdotta voi, alla lettera d), del comma 1 dell'articolo 1, prevedendo il divieto di qualunque forma di eutanasia e noi, di fronte ad una valutazione generica per quello che riguarda il dato strettamente giuridico della Repubblica italiana, proponiamo la legalizzazione dell'eutanasia, prevedendo responsabilità certe, a differenza vostra che lasciate del tutto nell'incerto. Lasciate tutto ad una definizione che manca in questo provvedimento, però voi la vietate...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Maurizio Turco.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, solo per rassicurare il collega Turco, non ho detto che avete introdotto la parola «eutanasia», ho detto che lecitamente fate una battaglia a favore dell'eutanasia in quest'Aula e in occasione di questa proposta di legge, mentre l'onorevole Miotto - così mi era parso di sentire - aveva detto che nessuno in quest'Aula voleva l'eutanasia e faceva una battaglia a favore dell'eutanasia. Questa mi sembra una cosa, onorevole Miotto, non vera. Non la accuso di menzogna, ma mi pare evidentemente non vera.
Colgo l'occasione per dire anche un'altra cosa: non si può parlare di autodeterminazione. L'autodeterminazione è il contenuto del suicidio, uno si uccide, mentre l'eutanasia è un ordine che si dà ad un altro di essere uccisi, un ordine che è sostenuto dal potere dello Stato, cosa assai diversa dall'autodeterminazione. Come cittadino sono partecipe di quell'ordine, quell'atto di uccidere è fatto anche per conto mio e io non sono d'accordo (Applausi del deputato Renato Farina).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, la differenza tra noi Radicali e l'onorevole Buttiglione credo stia tutta in questa affermazione: noi siamo per la legalizzazione, voi, invece, così come volevate l'aborto clandestino, volete l'eutanasia clandestina, quella che già esiste, quella della quale non vi occupate, quella magari di persone che non vorrebbero assolutamente morire e invece le fanno morire. Di questo non vi occupate, tanto è vero che avete rifiutato persino un'indagine conoscitiva sull'eutanasia clandestina proposta dalla nostra collega Maria Antonietta Farina Coscioni (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, siamo stati accusati da una campagna oscurantista e clericale di voler imporre una cultura di morte volta all'eliminazione delle persone malate come per esempio Eluana, definita addirittura disabile grave, ed è esattamente il contrario. Ci siamo battuti e ci battiamo per la libertà Pag. 77di scelta della persona, sempre e comunque, e quindi per il rispetto, in primo luogo, della scelta di coloro che decidono di continuare a vivere, anche con mezzi artificiali.
Solo che c'è una differenza tra noi e voi: per noi dire «io non lo farei» non diventa un divieto per gli altri, ossia un «tu non lo devi fare» (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
DOMENICO DI VIRGILIO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DOMENICO DI VIRGILIO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, non ho resistito nel non rispondere. È ora che la finiamo con questa «sceneggiata» di voi Radicali. Voi siete per l'eutanasia e noi, invece, vogliamo far lasciare morire in pace i pazienti e non vogliamo ucciderli, come volete fare voi.
L'eutanasia significa una soppressione volontaria della vita. È ora di finirla con quello che state dicendo, perché le persone che ci ascoltano e pensano che non abbiamo nulla da dire, invece le persone che ci ascoltano devono sapere che siete voi ad essere favorevoli a «far finire» tutti i pazienti. Ho vissuto tanti anni negli ospedali e una volta soltanto, su migliaia di pazienti che ho seguito, mi è stata chiesta la fine di una vita e quando ho chiesto il perché, mi è stato risposto che non voleva soffrire. Ma io ho detto che non l'avrei fatto soffrire e che avrei tolto il dolore.
È su questo che fate confusione, ossia la terapia del dolore che abbiamo approvato in questa Camera all'unanimità sulle terapie palliative. Questo dobbiamo diffondere e non l'eutanasia, come voi dite: è ora di finirla con queste fandonie (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, vorrei ricordare che la parola «eutanasia» non è contenuta in una nostra proposta emendativa, ma è nel testo di questa proposta di legge (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico). Questo prima di tutto.
In secondo luogo, ho sentito delle definizioni di eutanasia francamente imbarazzanti. Bisogna augurarsi che questo dibattito parlamentare non sia ascoltato in Europa e nel mondo occidentale, perché farebbe «scompisciare» dal ridere. Scusate per il termine non proprio accademico (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà.
FURIO COLOMBO. Signor Presidente, vorrei suggerire al collega che ha appena parlato - non mi riferisco a Beltrandi ma al relatore per la maggioranza - di stare attento al linguaggio. Pregherei di evitare un linguaggio così improprio come «è ora di finire con queste fandonie», mentre stiamo parlando di vita e di morte e di un argomento così grave.
Ci sono, evidentemente, dei pareri e delle sensibilità diverse e delle persuasioni profondamente diverse. Ma questa non è una ragione per portare la polemica a questo punto. È assolutamente fuori dalla situazione psicologica umana e morale. Pensiamo per un istante a una delle persone che potrebbe essere in queste condizioni ed immediatamente capiamo che sarebbe un linguaggio fuori posto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, anch'io vorrei rapidamente chiedere al relatore per la maggioranza, Di Virgilio, di utilizzare, se possibile, un po' più di sobrietà nel momento in cui si affrontano queste discussioni (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), perché nessuno ha la palla di vetro per stabilire che la sua verità è quella assoluta. Di questi temi si discute civilmente in tutta Pag. 78Europa e in alcuni Paesi d'Europa si assumono decisioni assolutamente in questa direzione.
Credo che i Radicali siano consapevoli che in quest'Aula - e penso anche nel Paese - siano un'evidente minoranza, ma hanno le loro idee e hanno il diritto non di smetterla ma di esprimere, in quest'Aula, quello che pensano. Sicuramente se pensano questo non lo pensano perché si rinchiudono a casa loro, ma perché sicuramente nel Paese ci sarà qualcuno che ha un'opinione diversa da quella dell'onorevole Di Virgilio e questa persona ha tutto il diritto di esprimere la propria opinione senza ricevere reprimende, sullo stile e sul come, da parte dell'onorevole Di Virgilio. Quello che si è sentito in quest'Aula, anche su questo tema, non so quanto sia più nobile di quello che abbiamo ascoltato dai Radicali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.
LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, volevo semplicemente dire che non si può ricorrere all'Europa in maniera alterna, perché si invoca l'Europa in alcune questioni e in altre si ignora la presenza dell'Europa. Mi riferisco alla Convenzione di Oviedo, che è stata citata più di una volta, che non parla mai di volontà ma di desideri e di will, che in inglese significa desideri. Quindi, non si può - lo ripeto - invocare le cose in senso alternato.
In secondo luogo, mi sembra che questa vicenda sia esattamente uguale a quella di 30 anni fa, quando si svolse la discussione sull'aborto.
RITA BERNARDINI. Ma voi avete perso!
LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Anche successivamente, nella legge n. 40 del 2004, si parlava anche allora - ma lo registriamo anche adesso - di autodeterminazione e di clandestinità. Vedo che a distanza di 30 anni le cose sono rimaste allo stesso punto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Porcu. Ne ha facoltà.
CARMELO PORCU. Signor Presidente, vorrei esprimere tutta la mia tristezza in quest'Aula perché gli amici Radicali parlano, con estrema leggerezza, di un confine tra la vita e la morte e soprattutto parlano, con estrema leggerezza, del problema dell'eutanasia. L'eutanasia ripugna alla coscienza civile di un Paese e dovrebbe essere ripudiata dalla coscienza civile di tutti i cittadini. Dovrebbe essere respinta perché colpisce la vita fragile, perché è un rimedio peggiore di tutti i mali e perché, come ha detto Scapagnini poco fa, alla vita c'è sempre rimedio e l'unico rimedio che non c'è è alla morte (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). La morte deve essere respinta come cultura di morte.
Se noi, anziché parlare di morte e di eutanasia, parlassimo di vita dignitosa e civile forse sarebbe un servizio per l'umanità.
Vi prego, colleghi, non parlate così dell'eutanasia, che è un attacco alla vita fragile, quella che noi dobbiamo difendere e non umiliare (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Unione di Centro per il Terzo Polo)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Antona. Ne ha facoltà.
OLGA D'ANTONA. Signor Presidente, stiamo affrontando temi sui quali non dovremmo dividerci come se ci fosse una tifoseria da squadre di calcio. Noi tutti ricordiamo il caso di Monicelli e a me è capitato di vivere un episodio molto triste: una signora molto malata nel mio palazzo, una mattina, ha aspettato che il figlio uscisse di casa, ha aperto la finestra e si è gettata.
Mi creda, signor Presidente, nessuno di noi in quel palazzo, in quella strada - Pag. 79conoscevamo quella signora da anni - è riuscito ad esprimere sentimenti di disapprovazione rispetto a quel gesto perché quella era una persona estremamente sofferente e fisicamente portava i segni terribili della malattia che la stava divorando. Noi tutti - io per prima - mi sono chiesta se non ci fosse un altro modo per quella persona di porre fine a quella terribile sofferenza e se non la si potesse accompagnare nella sua scelta con più dolcezza, con più comprensione e con amore.
Attenzione: non dividiamoci. Qui non ci sono tifoserie da squadre di calcio, ma sentimenti umani, sofferenze, dolori, diverse convinzioni e diversi modi di vivere che attraversano le nostre coscienze.
Quindi, ognuno si esprima, ma eviterei applausi, sentimenti di vittoria e toni accesi: stiamo affrontando il tema della sofferenza e del dolore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palagiano. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, un invito alla pacatezza: il relatore Di Virgilio ha detto una cosa sacrosanta e una cosa sbagliata. La cosa giusta è che l'eutanasia rappresenta una condizione in cui si interrompe la vita attraverso la somministrazione di sostanze. Ha sbagliato però a dire che è ora di finirla, perché ricordo che questo testo fa riferimento al divieto di idratazione e nutrizione, richiamando gli articoli 575, 579 e 580 del codice penale, proprio perché la soppressione dell'idratazione e della nutrizione causerebbe la morte del paziente.
Già è strano che la soppressione, per esempio, della ventilazione non abbia il medesimo effetto, ma voi dite che questo avviene perché non si tratta di una terapia, ma di sostegno vitale. Credo che i Radicali abbiano una tesi diametralmente opposta alla sua e che stiano interpretando quel 7 per cento di pazienti che non risponde a quelle terapie del dolore a cui abbiamo fatto cenno e che sono anche citate in questa legge: il 7 per cento di malati oncologici non risponde alla terapia della morfina. Credo che si tratti - e lei lo sa perché è un medico - dei dolori più insopportabili che può subire un uomo ed io - pur essendo contrario fermamente all'eutanasia - non mi sento di criminalizzare chi ha deciso, per sua scelta, che è rispettabile quanto la nostra, di prendere le difese di una classe di malati che non ha medicine, che è disperata e che purtroppo è costretta a morire nell'arco di pochi giorni.
Credo che il suo ragionamento sia giusto quando parla di eutanasia nei termini di eutanasia attiva - credo che l'eutanasia sia una e basta - e lasciare la malattia al suo decorso e andare verso la morte naturale credo che sia il diritto di ciascun cittadino. Tuttavia il ragionamento dei Radicali, pur non condivisibile, deve essere rispettato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lenzi. Ne ha facoltà.
DONATA LENZI. Signor Presidente, dal momento che abbiamo deciso di approvare la proposta di legge e che 630 persone devono affrontare temi così delicati, vuol dire che abbiamo accettato di distinguere le situazioni nei nove articoli di questa proposta di legge e non di mescolarle tutte quante insieme: l'eutanasia è una cosa, una battaglia dei Radicali, l'abbiamo sentito e ci siamo già tutti opposti, il messaggio credo sia arrivato forte e chiaro; il suicidio è un'altra cosa ancora; l'abbandono terapeutico un'altra.
Veniamo da due anni di discussioni in Commissione, forse abbiamo maturato consapevolezza della difficoltà anche di arrivare a delle definizioni e di indicare delle direttive; adesso dobbiamo fare lo sforzo di permettere ai colleghi di inserirsi in questa discussione guardando il testo e le proposte emendative se vogliamo approvare una buona legge, perché alla fine questa proposta di legge si applicherà negli ospedali. Non dimentico mai, anche quando ho voglia di mollare tutto, che si applicherà a persone che sono in uno stato di grande sofferenza (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Farina Coscioni. Ne ha facoltà.
MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. Signor Presidente, mi preme ricordare che il termine «eutanasia» è stato introdotto in questa proposta di legge dalla maggioranza e dal Governo, sono stati introdotti gli articoli 575, 579 e 580 del codice penale, quindi l'accozzaglia di riferimenti a partire dall'accanimento terapeutico, dall'eutanasia, dall'omicidio del consenziente, dall'assistenza al suicidio non siamo stati noi Radicali a introdurli; noi siamo stati «costretti» a intervenire perché in questa proposta di legge l'accozzaglia dei riferimenti a partire dall'accanimento terapeutico è stato questo Governo e questa maggioranza a introdurla, quindi non potevamo sottrarci a spiegare realmente che cosa accade nella realtà degli ospedali (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Farina Coscioni 1.146, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Marsilio, Ruben, Ventura, Razzi, Oliverio, Cesario, Iannarilli, Repetti, Dal Lago, Brunetta, Misuraca, Carella, Mariarosaria Rossi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 511
Votanti 496
Astenuti 15
Maggioranza 249
Voti favorevoli 46
Voti contrari 450).
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 1.101, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Fitto, Di Biagio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 511
Votanti 495
Astenuti 16
Maggioranza 248
Voti favorevoli 38
Voti contrari 457).
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Farina Coscioni 1.68, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Sardelli, Iapicca, Scilipoti, Calderisi, Cesaro, Benamati e Antonio Pepe...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 514
Votanti 498
Astenuti 16
Maggioranza 250
Voti favorevoli 45
Voti contrari 453).
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 17,50)
PRESIDENTE. Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Farina Coscioni 1.82, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Bossa e Repetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 512
Votanti 495
Astenuti 17
Maggioranza 248
Voti favorevoli 47
Voti contrari 448).
Prendo atto che gli emendamenti Polledri 1.2067 e Buttiglione 1.5 sono stati ritirati.
ANTONIO PALAGIANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, vorrei fare mio l'emendamento Buttiglione 1.5.
ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, l'emendamento Buttiglione 1.5 è stato ritirato ancora prima dell'inizio della seduta con la firma dell'onorevole Buttiglione, per cui non è assolutamente proponibile da parte di un altro gruppo.
PRESIDENTE. Onorevole Palagiano, il ritiro è stato annunciato all'inizio della seduta.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Calgaro 1.2068, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Ginoble, Albonetti, Ghiglia e Lo Presti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 515
Votanti 496
Astenuti 19
Maggioranza 249
Voti favorevoli 431
Voti contrari 65).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lenzi 1.2027, a pagina 359 del fascicolo.
FURIO COLOMBO. Signor Presidente, dica il numero di pagina del fascicolo!
PRESIDENTE. Onorevole Colombo, l'ho detto: pagina 359 del fascicolo (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Colleghi, per cortesia!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lenzi. Ne ha facoltà.
DONATA LENZI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vi prego di legge la proposta emendativa. Essa prevede di inserire all'articolo 1, quello che prevede i principi fondamentali, il diritto della persona a rifiutare in tutto o in parte o a rinunciare a proseguire il trattamento sanitario.
Mi riferisco, quindi, a persone capaci di intendere e di volere. Leviamoci dalla mente tutte le situazioni di persone in stato di coma od altro. Parliamo di persone, come può capitare, capaci di intendere e di volere che hanno un incidente o sono colpite da una malattia cronica. Sono in una situazione nella quale hanno un problema di salute, ma la testa è a posto. Ho pensato a lungo che l'articolo 32 della nostra Costituzione fosse sufficiente, ed esso è richiamato più volte anche in questo articolo che stiamo discutendo. Lo ricordo brevemente: esso prevede che nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario, se non per disposizioni di legge. Pag. 82
Ma, ascoltando i colleghi in questi due anni e vedendo gli emendamenti, che arriveranno, all'articolo 2, che è quello sul consenso informato, mi sono resa conto che l'attualizzazione normativa dell'articolo 32 della Costituzione, del principio, che lì è affermato, di libertà per ciascuno di noi di scegliere, viene messo da qualcuno in discussione.
Vi sono interpretazioni storicizzate e limitanti dell'articolo 32 della Costituzione. Vi è un'idea di fondo per la quale, quando si tratta di scelte salvavita, la nostra possibilità di autodeterminarci viene ridotta moltissimo o addirittura annullata. In realtà, quasi tutte le cure sono in se stesse salvavita. Ricordava prima l'onorevole Palagiano il caso del rifiuto della dialisi. Potrei citare il caso di chi prende una medicina tutte le mattine per la pressione: se non lo fai, alla fine, puoi avere una conseguenza grave.
Se accettiamo il principio, lo dobbiamo accettare riconoscendo che non possiamo entrare come giudici delle coscienze ed interpretare le ragioni che ciascuno di noi può portare. Possiamo solo rispettare questa libertà di fondo di decidere di noi stessi e del nostro corpo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Signor Presidente, condivido quello che ha detto l'onorevole Lenzi, ma voglio fare presente che poco più avanti, all'articolo 3, comma 2, e in qualche modo anche nel comma 3, si ribadisce proprio questo principio del diritto del paziente all'attivazione o non attivazione e alla sospensione dei trattamenti in base a quanto prescritto dalla legge e dal codice di deontologia medica. Quindi, voteremo contro questo emendamento non perché non condividiamo le cose che prevede, ma perché questo stesso principio e valore, in una formulazione pressoché identica, è già contenuto nei commi 2 e 3 dell'articolo 3.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castellani. Ne ha facoltà.
CARLA CASTELLANI. Signor Presidente, intervengo per completare l'informazione data ora dalla collega Binetti. Al comma 5 dell'articolo 2 è previsto che il consenso al trattamento sanitario può essere sempre revocato, anche parzialmente. Quindi, è già previsto. Anche per noi, dunque, è un voto contrario non nel merito, ma perché già previsto dalla proposta di legge in esame.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lenzi 1.2027, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Cesa, Galletti, Gianni, Palmieri, Scilipoti, Scanderebech, Sardelli, Bianconi, Maggioni, Iannaccone, Di Pietro, Belcastro, Iannarilli, Velo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 499
Votanti 484
Astenuti 15
Maggioranza 243
Voti favorevoli 187
Voti contrari 297).
Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito a votare e che la deputata De Pasquale ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Farina Coscioni 1.73.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maurizio Turco. Ne ha facoltà.
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, intanto vorremmo lasciare agli atti che noi eravamo d'accordo con l'emendamento Buttiglione 1.5.
Detto questo, vi è stata molta preoccupazione circa il fatto che vi potrebbero essere gli indigenti che potrebbero ricorrere all'eutanasia per disperazione. Ecco l'emendamento in esame: «in caso di soggetti indigenti o non in grado di provvedere alle spese necessarie, l'azienda sanitaria locale competente si assume tutte le spese relative ai trattamenti sanitari e all'assistenza e, in ogni caso, a tutte le spese necessarie al proseguimento delle cure prescritte dal medico curante.».
È facile essere contro l'eutanasia per gli indigenti, per la disperazione, e poi non prevedere alcuna misura per uscire fuori da quella indigenza, da quello stato che, secondo voi, porterebbe al suicidio o alla richiesta di eutanasia! Prevedete delle misure concrete per evitare tutto questo, anziché continuare a sprecare inutili parole, che vi costeranno care!
PRESIDENTE. Onorevole Maurizio Turco, la prego di concludere.
MAURIZIO TURCO. E costeranno care ai cittadini di questo Paese perché voi state fondando questa proposta di legge su una serie di disposizioni e previsioni inesistenti, che non potranno essere concretamente richieste dai cittadini in una loro chiara e concreta attualità nel momento in cui avranno, come anche voi prevedete, bisogno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Ciriello. Ne ha facoltà.
PASQUALE CIRIELLO. Signor Presidente, mi pare di poter dire, a questo punto del dibattito, che la piega assunta dalla discussione dimostri quanto fondate fossero le preoccupazioni espresse ieri dal Presidente Castagnetti quando ha delineato una sorta di delirio di onnipotenza del legislatore. Credo che questo dipenda dalla circostanza che abbiamo violato tre condizioni che avremmo dovuto rispettare per tirare avanti un discorso proficuo.
La prima è che continuiamo a parlare facendo finta di non sapere che nozioni come quella di morte e di vita, che credevamo ricevute per sempre e per sempre codificate, sono invece profondamente cambiate già rifacendosi a quanto si pensava 30 anni fa.
Per quanto riguarda la seconda, mi consenta una brevissima citazione di Dostoevskij, il quale mette in bocca al più giovane dei suoi fratelli Karamazov l'espressione: «Se Dio non c'è, tutto è possibile», volendo dire che può esservi una sola etica, cioè quella cristiano-cattolica.
Se noi ancoriamo la nostra discussione a questo stesso parametro culturale, facciamo un salto all'indietro di qualche secolo. Non ci può essere dubbio - e lo sostengono anche esponenti di una buona parte del pensiero cattolico - che ormai si riconosce che ci possono essere una o più etica religiosa, una o più etica laica.
Terzo ed ultimo punto è una domanda...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Ciriello.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Farina Coscioni 1.73, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Veltroni, De Girolamo... l'onorevole Veltroni ancora non riesce a votare... l'onorevole Veltroni ha votato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 505
Votanti 490
Astenuti 15
Maggioranza 246
Hanno votato sì 30
Hanno votato no 460). Pag. 84
Avverto che è stato ritirato l'emendamento Bertolini 1.2028.
Passiamo, quindi, all'emendamento Palumbo 1.2005.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palumbo 1.2005, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Scilipoti, Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 513
Votanti 490
Astenuti 23
Maggioranza 246
Hanno votato sì 472
Hanno votato no 18).
Prendo atto che il deputato Barbato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo 1, nel testo emendato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fontanelli. Ne ha facoltà.
PAOLO FONTANELLI. Signor Presidente, esprimo a nome del nostro gruppo, Partito Democratico il voto ovviamente contrario all'articolo 1, in base ai giudizi e alle valutazioni che abbiamo chiaramente espresso sull'insieme del testo della proposta di legge e delle sue norme.
Crediamo che questa sia una proposta di legge sbagliata, irragionevole e nociva, un provvedimento che alimenta un clima di lacerazione nel Paese in una materia sensibile come quella del fine vita. È un clima che non scomparirà certamente in virtù di un'approvazione con un voto di maggioranza, più o meno largo che sia, ma resterà come un elemento di divisione negativa per l'Italia.
Per questo noi abbiamo ritenuto estremamente saggi tutti gli appelli che sono stati lanciati in questi giorni come, ancora ieri, qui in Aula, dall'onorevole Castagnetti, ma che abbiamo letto anche in molti interventi sui giornali: meglio oggi nessuna legge, solo così si farebbe un buon servizio al Paese.
Noi avevamo proposto la sospensione prima ancora di proporre - come abbiamo fatto in seguito, una volta che è stata respinta quest'ipotesi - anche una proposta alternativa. Abbiamo cercato di far avanzare l'idea di una legge equilibrata e giusta, che riconosca realmente e concretamente il valore della DAT, la dichiarazione anticipata di trattamento, un valore che per essere tale deve essere impegnativo e che solo esso può dare senso, in questo contesto, anche al tema dell'alleanza terapeutica.
Lo dico perché il testo che andiamo a votare tradisce in maniera chiara e clamorosa l'intento del titolo della legge, lo tradisce in radice: non c'è, in realtà, nessun rispetto e nessuna considerazione per la libertà di scelta che dovrebbe essere alla base della DAT. Quindi è un testo che non ci convince, incoerente e contraddittorio con i principi costituzionali, con gli articoli 13 e 32, che non realizza, come è stato detto anche da colleghi come Calderisi, alcun bilanciamento tra il diritto alla vita e alla cura che tutti quanti riconosciamo con il diritto di scelta del malato, perché in realtà, in fondo, la libera scelta del paziente è comunque, alla fine, nello stato di incoscienza, subordinata alla scelta di altri e a lui non spetta mai l'ultima parola. Noi pensiamo che la libertà di scelta, l'autodeterminazione così come indicata negli articoli della Costituzione sia una condizione fondamentale per poter affermare quel rispetto della persona di cui si parla, quel rispetto che è in quell'articolo 32 dove si dice che nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario. È questo, è la dignità della persona il primo elemento su cui si deve ragionare e su cui noi abbiamo cercato di ragionare, elemento che è stato invece non adeguatamente e seriamente considerato Pag. 85dal testo e dagli interventi della maggioranza. Ho sentito ieri e anche oggi alcuni interventi...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
PAOLO FONTANELLI. ...sulla necessità di questa legge legata a una sentenza, perché il Paese sembrerebbe in balia dell'anarchia, ha detto Toccafondi. Io credo che semmai l'anarchia in questo Paese sia nella crisi, che non ha governo insomma, non tanto su questi temi, non ci sembra che sia un Paese nel pieno di una deriva eutanasica. Ecco, caliamoci nella realtà e la realtà è che questa legge produrrà il contrario di ciò che vuole, moltiplicherà i contenziosi, chiamerà in causa sempre più giudici e deresponsabilizzerà i medici. Quindi, in questo senso, noi ribadiamo ancora una volta l'appello: «fermatevi»! Cerchiamo invece di ritrovare il filo per una legge condivisa e utile al Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signora Presidente, intervengo per ribadire il voto contrario di Futuro e Libertà all'articolo 1. Le cose sono state dette, qui sembra che stiamo anche fissando questi principi dell'articolo 1 legiferando come una finzione. Fingiamo che questa legge toglierà la potestà ai giudici e invece sappiamo tutti che stiamo facendo una legge che porterà molto più lavoro ai giudici, fingiamo che la legge approvata a maggioranza qui possa superare la Costituzione e la Corte costituzionale e quindi fingiamo di non sapere quale sia il destino della medesima legge. Io credo sia sbagliato, credo e ribadisco che se qui dentro si vota a maggioranza è perché il testo non può essere il testo degli italiani. Fingiamo di non sapere - penso al caso tedesco in cui le direttive anticipate sono state introdotte e poi sono state disciplinante nell'intenzione di disciplinarle e non di negarle come avviene in questo testo - che questi princìpi generali si applicheranno ad una legge che dopo l'approvazione della proposta emendativa della Commissione si applicheranno in teoria ad una platea talmente ristretta da rendere del tutto inutile la discussione che stiamo facendo. Quindi è una finzione. Noi abbiamo scelto di non stare in questa finzione, quindi di votare sempre contro le proposte emendative e gli articoli così come voteremo contro questo provvedimento perché allo stadio in cui siamo sarebbe molto meglio non votare nessuna legge.
Anche perché chiunque abbia avuto il tempo e la voglia di andare a vedere le rilevazioni e i sondaggi sa che la maggioranza qui dentro è disattesa dalla maggioranza nel Paese (anche secondo le rilevazioni scientifiche). Infatti la maggioranza del Paese pensa che su queste questioni debbano essere le scelte delle persone, le scelte delle famiglie, le scelte a cui ciascuno di noi delegherebbe l'opzione finale, a valere e non le leggi fatte con lo faccia cattiva. Se poi davvero ciascuno di noi pensa che si affiderebbe alla legge, non alla propria moglie, ai propri figli, al proprio compagno, alla propria compagna, può anche essere, ma stiamo legiferando male, stiamo legiferando sulla base di un desiderio di rivincita nei confronti della magistratura. Quindi noi votiamo contro convintamente, come voteremo contro tutti gli articoli e infine contro la legge (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, devo dire che ho ascoltato ancora una volta con molta partecipazione l'intervento del collega del Partito Democratico trovandomi d'accordo con lui quasi in tutto, quasi, come già prima con l'onorevole Castagnetti, salvo poi ricordarmi che questa legge è la legge Marino. Il primo firmatario è Ignazio Marino che, se non sbaglio, è un senatore del Partito Democratico. Pag. 86Chi ha voluto questa legge per tutta la legislatura passata, insistendo col dire che esisteva un vuoto normativo che andava assolutamente colmato?
I greci pensavano che la memoria talvolta fosse una maledizione. Mi ha colto la maledizione della memoria. Quanti interventi ho ascoltato dai banchi del Partito Democratico che proclamavano l'assoluta necessità di riempire il vuoto normativo facendo la legge? C'è stata una campagna per cambiare una legge, una campagna che ha ottenuto risultati.
Non c'è una qualche contraddizione, onorevole Castagnetti, nel dire oggi che sarebbe stato meglio non fare la legge? Certo non ho preso né l'iniziativa di quella campagna, né l'iniziativa di fare questa legge. Si è reso necessario farla, cerchiamo di farla nel modo migliore. Sono convinto che tutti dobbiamo moderare i toni. Ho sentito qualche tono acceso e non giustificato anche nella sinistra, in particolare nei banchi radicali della sinistra. Onorevole Giachetti, è giusto richiamare tutti al contegno, però è meglio richiamare prima di tutto i propri, per i quali si è in qualche modo più responsabili. È stata sollevata la questione della volontà del paziente. Ebbene, la volontà del paziente non è incondizionata, la volontà del paziente incontra due limiti.
Il primo limite della volontà del paziente è la dignità professionale del medico. Il paziente non ha il diritto di ordinare al medico né di ucciderlo, né di fare altre cose che il medico in coscienza ritenga di non dover fare. Il secondo limite è l'ordinamento giuridico, perché - ripeto - l'eutanasia non è un atto di autodeterminazione, il suicidio è un atto di autodeterminazione: io uccido me stesso. Nell'eutanasia io ordino a un altro di uccidere me. E allora l'ordinamento giuridico interviene per dire a quell'altro che, si, deve obbedire al mio comando. Quindi non è vero che ognuno fa quello che gli pare. No, signori miei. Voi volete che io, come cittadino, uccida quello che ha detto che vuole essere ucciso. Volete che io faccia una cosa che la mia coscienza non mi consente di fare.
Questa è l'essenza della questione sull'eutanasia. Vogliamo parlarne? Parliamone, ma considerando tutta la drammatica complessità di questo problema. Qualcuno ha citato - l'onorevole D'Antona credo - casi pietosi. Ecco, anch'io ho vissuto casi pietosi. A me è capitato di tenere tra le braccia qualcuno che diceva: voglio morire, fammi morire. E invece voleva dire: aiutami a vivere, non riesco a vivere così, aiutami a vivere in un altro modo. L'aiuto è l'aiuto per morire non buttandosi dalla finestra ma in un altro modo, o è l'aiuto a vivere. Credo che questo dovrebbe interpellarci profondamente. È stato detto che non esiste un sostegno, un aiuto per gli indigenti che hanno bisogno di cure. Non è vero. Esiste la legge n. 38 del 2010, prima firmataria - credo - la mia amica onorevole Binetti.
Protestate perché quella legge è sottofinanziata. Su quello saremo d'accordo. Facciamo una battaglia insieme per finanziare in modo adeguato la legge n. 38 del 2010. È, invece, una menzogna dire che non esiste una legge. Voi avete presentato un emendamento, forse vi è sfuggito il fatto che prima era stata emanata una legge in tale materia, come è stata emanata anche una legge per le politiche contro il dolore. Per tutti questi motivi, noi voteremo a favore dell'articolo 1 del provvedimento attualmente in esame (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.
MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, la Lega Nord Padania voterà a favore dell'articolo 1 che non fa nient'altro che declinare gli articoli 2, 13 e 32 della Costituzione, una Costituzione che è stata sbandierata più volte in quest'Aula, ma che ci porta ad una profonda comprensione. L'articolo 32, come ho già avuto modo di dire, arrivò da un accordo, dopo la guerra, dopo momenti tragici, in cui la dignità della persona e il corpo umano erano stati invasi, tra medici cattolici, Pag. 87socialisti e comunisti. Si è ribadita la salute come un interesse fondamentale dell'individuo, ma un interesse fondamentale anche della collettività, per cui la tutela della salute non è un atto privato, individuale, ma è un atto che nasce da un incontro tra due soggetti, il medico e il paziente, che non sono in una posizione paternalistica, ma in una posizione simmetrica, dialogante, in cui il consenso è fondamentale da parte dell'individuo, ma si incontra con il parere e si incontra con un'indisponibilità, con un'autodeterminazione che non è totale, perché si deve sempre riconoscere nella tutela di quel bene che è la salute. Abbiamo già degli esempi per cui di autodeterminazione non si parla nella Costituzione; si parla di diritto alla salute, si parla di dignità, non si parla di autodeterminazione. Io non posso girare senza casco, perché la mia salute in qualche modo è tutelata; non posso girare senza le norme della legge n. 626 del 1994, anche se volessi. Non posso donare un organo volendo perché, in qualche modo, gli atti di disponibilità del mio corpo sono disposti dall'articolo 5 del codice civile. Credo che, oggi, si sia fatta molta demagogia, ma anche molto allarmismo. È stato detto da alcuni colleghi che, da domani, in qualche modo, lo Stato o i medici avranno il potere invasivo, di conculcare la volontà ed il consenso e di sottoporre ad inutili terapie.
Signor Presidente, oggi abbiamo avuto l'onore di sentire il collega Scapagnini che ci ha detto che, se avesse in qualche modo avuto una disposizione cogente e non una disposizione dialogante con il medico curante, oppure lasciando al medico curante la tutela della salute, non ci sarebbe stato. Non ci sono oggi medici, fuori dalla porta, che vogliono torturare i pazienti; non ci sono preti che vogliono prendere la gente e conculcarla e farla soffrire, ma, in questo Parlamento, noi abbiamo approvato una legge, quella sulle cure palliative, e l'abbiamo approvata prima di questo provvedimento. Non era voluto, da parte del centrodestra e dell'UdC, questo provvedimento come prioritario. Ricordo ai colleghi che adesso dicono che non ci voleva una legge che il senatore Zanda fu il primo ad impegnare il Senato ad intervenire con una legge su questi temi. Non ci saremmo sognati di dover entrare in quello spazio che si chiama pietas perché lo pensavamo presidiato dalla Costituzione e da alcuni articoli del codice penale, 578 e 579, divieto di assistenza e divieto, in qualche modo, di suicidio. Abbiamo ascoltato, invece, un'apologia di reato, perché, fino a prova contraria, il suicidio assistito e l'assistenza al suicidio, per questa Costituzione, per questo Parlamento, sono ancora reato. E, da oggi, con questo articolo, lo restano, fermo restando un ponte importante nei confronti del costituente che è un ponte di civiltà, che è un ponte di moderazione, ma è un ponte di tutela dei principi costituzionali su cui è fondato questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.
CARLO MONAI. Signor Presidente, a nome dell'Italia dei Valori noi confermiamo - purtroppo devo dire, perché avremmo voluto essere protagonisti di una decisione così delicata e così coinvolgente dei valori etici e dei valori costituzionali - di dover essere protagonisti in negativo, nel senso che dobbiamo dirvi che questo articolo non è rispettoso della Costituzione e per questo motivo non può essere da noi sostenuto e votato.
Abbiamo tentato di convincervi con alcuni emendamenti che andavano nella logica di temperare questo sistema normativo, che in qualche modo compulsa il diritto del paziente a decidere sul suo destino e sui suoi trattamenti sanitari con il sussidio del medico curante e con il consenso informato, ma mantenendo viva la sua dignità, rispettosi di questo valore che è essenziale, soprattutto nel momento drammatico del fine vita. Invece siete stati sordi ai nostri richiami, che non avevano nulla di estremista, nulla di eccessivo: semplicemente temperavano quella logica del rapporto fra paziente e medico curante, Pag. 88dando non libero arbitrio al medico, ma rendendo in qualche modo impegnativa la dichiarazione di fine trattamento con una sorta di responsabilizzazione del medico, che dovesse tenere conto comunque delle volontà del paziente.
Con il vostro ragionamento invece vi sostituite, lo Stato si sostituisce alla volontà del cittadino, si impone una sorta di petizione di principio per cui la vita diventa una sorta di feticcio, di idolo che vive di valore proprio al di là e al di sopra della percezione di questo valore che il singolo individuo ha e da questo punto di vista entra in discussione anche il concetto di indisponibilità della vita, che voi ufficializzate nel primo alinea dell'articolo 1, comma 1, dove appunto si riconosce e si tutela la vita umana quale diritto inviolabile ed indisponibile. Potremmo anche essere d'accordo su questi concetti, se non fosse che questo argomento viene da voi utilizzato come una clava etica che si impone sulle sensibilità più varie e più libere dei nostri concittadini, costretti a questo punto a subire dei trattamenti dei quali non volevano avere l'erogazione, quando ovviamente siano incapaci di intendere e di volere. Infatti la premessa paradossale da cui ci muoviamo è che se una persona non è incapace può decidere di suicidarsi senza che questo sia reato, può decidere di interrompere qualsiasi cura senza che questo possa essere messo in discussione da alcuno. Allora non si vede per quale motivo questa stessa volontà che l'articolo 3 della Costituzione riconosce a tutti i cittadini e che l'articolo 32 della Costituzione sottolinea non poter essere soverchiata da atti imposti di natura sanitaria debba cedere nel momento in cui la persona, pur avendo confermato per iscritto in maniera inoppugnabile quali sono le sue volontà, si trova nel momento del bisogno e della sua incapacità, nel momento della sua maggior debolezza.
Ecco che quindi diventa un atto violento quello che vi accingete a compiere, un atto che contrasta con principi costituzionali e con la convenzione di Oviedo. Da questo punto di vista non possiamo che richiamare all'attenzione quelle sensibilità che pure in quest'Aula si erano manifestate con i colleghi che a suo tempo, nella XIV legislatura, avevano firmato una proposta di legge in materia di legalizzazione dell'eutanasia. Dove sono andati Giorgio Lainati, Isabella Bertolini e Luigi Cesaro, che questa legge avevano firmato ed oggi sono diventati paladini di questo oscurantismo clericale?
Ebbene, noi li richiamiamo ad uno scatto di orgoglio e di coerenza ed invitiamo anche loro a votare «no» all'articolo 1 in oggetto (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole, convinto e compatto del Popolo della Libertà sull'articolo 1 in esame, soprattutto perché ha ragione l'onorevole Buttiglione quando afferma che, già nella scorsa legislatura, erano stati molti i deputati e i senatori a sottoscrivere provvedimenti concernenti le dichiarazioni anticipate di trattamento di fine vita. Vorrei ricordarne alcuni: la mozione Cossiga-Schifani era stata portata all'attenzione del Parlamento proprio durante la legislatura del Presidente Prodi.
Vorrei fornire alcuni dati anche con riferimento a questa legislatura: sono 158 i senatori e 321 i deputati che hanno sottoscritto un provvedimento a tal riguardo: la maggioranza del Senato e la maggioranza della Camera hanno firmato una proposta di legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento. Pertanto, chi dice che non è una legge voluta, dice una bugia. È una legge che quasi tutti i parlamentari, di tutti i gruppi, hanno sottoscritto: quindi, la vogliono e ritengono che quel vuoto, quell'anarchia, di cui parlava l'onorevole Toccafondi ieri, esistono veramente e, quindi, vanno colmati.
In sintesi, vorrei dare una risposta al deputato del Partito Democratico che ha fatto riferimento a Dostoevskij: quest'ultimo Pag. 89non è un cattolico, ma un ortodosso e, quindi, la citazione è fuori luogo, fuori spazio e fuori tempo. Non si può citare un non cattolico su una questione come questa.
Con riferimento al contenuto dell'articolo 32 della Costituzione, vorrei ribadire che il potere di rifiutare le cure non può essere considerato come un diritto da porsi sullo stesso piano del diritto alla salute. È come se il diritto alla cura comprendesse, di necessità, il diritto alla non cura. Il secondo comma dell'articolo 32 della Costituzione stabilisce che nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario, se non per disposizioni di legge. Questo dipende dal fatto che viene considerato assolutamente prioritario l'interesse pubblico alla salute, che ammette la possibilità di cure obbligatorie per legge. Ebbene, se la Costituzione avesse messo sullo stesso piano l'autodeterminazione e il rispetto del diritto alla salute non avrebbe consentito l'imposizione dell'obbligo di sottoporsi ad una determinata terapia. Il senso è chiaro.
Proviamo ad ipotizzare la norma costituzionale opposta. La legge può proibire il ricorso a cure mediche? Si tratterebbe di una disposizione assurda. Quindi, la cura e il suo rifiuto per la nostra Costituzione non sono sullo stesso piano. Pertanto, il diritto alla salute di cui all'articolo 32 della Costituzione è fondamentale, mentre quello di rifiutare le cure è strumentale, è finalizzato a rendere meglio realizzabile il primo e ad impedire uno straripamento del potere medico, che potrebbe creare un cortocircuito e, quindi, ritorcersi contro l'individuo e la sua salute.
Quindi, per concludere, questo è ciò di cui si parla nell'articolo 32 della Costituzione, rispettando la dignità umana. I padri costituenti, infatti, nella preparazione di questo articolo, avevano previsto e focalizzato tutto ciò, perché venivano dai campi nazisti, in cui erano state praticate le torture. Dunque, si è dovuto prevedere tale articolo per affermare che non si possono fare esperimenti sull'uomo.
È per questo, che riteniamo che la proposta di legge in oggetto sia necessaria, proprio per il cortocircuito che si è venuto a creare nel conflitto di competenze con poteri che vorrebbero legiferare al posto del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, intervengo per ricordare che è vero, noi siamo sei in quest'Aula, qualcuno ci ha detto sei contro seicentotrenta, però vorrei ricordare che nel Paese siamo decine di milioni. Sei italiani su dieci si dicono favorevoli all'eutanasia, lo evidenzia il rapporto Eurispes presentato il 28 gennaio scorso. A rispondere di essere favorevoli alla possibilità di concludere la vita di un'altra persona dietro sua richiesta, ricorrendo alla pratica dell'eutanasia, è il 67, 9 per cento degli uomini contro il 64,6 per cento delle donne. L'appartenenza politica fa registrare, compagni del Partito Democratico, un picco dell'82 per cento di favorevoli alla pratica della buona morte; chi non si riconosce in alcuna posizione politica è al 69,6 per cento; i votanti di destra fanno registrare un 66 per cento a favore; fra i militanti del centro sinistra il 63,1 per cento si dice favorevole; nelle file del centro, onorevole Buttiglione, ritroviamo un 57,9 per cento di favorevoli. Ebbene, voi state votando una legge contro decine di milioni di italiani. È questo ciò di cui vi assumete la responsabilità per dare sofferenza, per mandare nella clandestinità, per mandare all'estero chi può; questo è quello che state facendo con questa sporca operazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cavallaro. Ne ha facoltà.
MARIO CAVALLARO. Signor Presidente, come gli interventi che mi hanno preceduto dimostrano, il momento della fine della vita, il suo risolversi nella morte, tanto per chi è cristiano, quanto per chi è laico, dovrebbe essere affrontato con la propria fede e con la propria etica, con la Pag. 90propria cultura e con la propria storia esistenziale; per questo dovrebbe essere regolato con un diritto mite, non invasivo e non «completomane». Difendere la vita significa anche e soprattutto non aver paura della morte e non consegnarla ad astratte e causidiche regolazioni normative ma al rapporto umano tra famiglia paziente e medico nel rispetto dell'evoluzione della scienza e nell'incomprimibile centralità della persona umana; essa comprende la nozione, non astratta, di vita autentica, quella che merita di essere vissuta, quella che Seneca definiva «qualis vita, non quanta» vita e di serenità nell'accettazione della sua fine. Questa legge, al contrario, nell'intenzione dei proponenti che erroneamente o strumentalmente affidano ad essa anche la proibizione dell'eutanasia, che è già contenuta ampiamente nel nostro ordinamento, causerà assolutamente e presumibilmente conflitti giudiziari e morali e disagio nei casi in cui sarà applicata alle famiglie dai medici. Ciò senza produrre quei risultati utili e quella tutela della vita che si dovrebbe proporre il legislatore. È per questo che mi riservo, oltre che di seguire le indicazioni del presidente Castagnetti, di non votare ulteriormente questo testo normativo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Dima, onorevole Soro, onorevole Marchignoli.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 517
Votanti 501
Astenuti 16
Maggioranza 251
Voti favorevoli277
Voti contrari 224
(La Camera approva - Vedi votazionia
).
Prendo atto che i deputati Tenaglia, Gianni Farina e Colucci hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Sull'ordine dei lavori (ore 18,40).
PRESIDENTE. Per dare ordine ai nostri lavori, nonché elementi di certezza ai colleghi, desidero far presente che si è giunti ad un'intesa tra i gruppi di carattere meramente procedurale, ferme restando le diverse posizioni di merito, sul seguito dell'esame del provvedimento in materia di dichiarazioni anticipate di trattamento, della quale è stato doverosamente informato il Presidente della Camera, che ne ha preso atto.
L'intesa è nel senso di proseguire i nostri lavori fino alle ore 20 circa di questa sera e di riprenderli domani dalle ore 9,30 alle ore 13,30 circa. Seguiranno, a partire dalle ore 15, le interpellanze urgenti.
L'esame del provvedimento riprenderà martedì prossimo, a partire dalle ore 10,30, prima dell'esame del decreto-legge in materia di immigrazione, per concludersi entro la medesima giornata di martedì.
Le mozioni in materia di emergenza rifiuti a Napoli, di incremento dei controlli relativi alle pensioni di invalidità e di contributi pensionistici saranno collocate, a partire da mercoledì 13 luglio, dopo l'esame del decreto-legge e prima degli altri argomenti già previsti dal calendario.
Si riprende la discussione.
(Esame dell'articolo 2 - A.C. 2350-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2350-A).
È stato richiesto che alla votazione dell'articolo 2 e degli emendamenti allo Pag. 91stesso riferiti si proceda a scrutinio segreto. La richiesta può essere accolta. L'articolo 2 è infatti volto a dettare la disciplina del consenso informato e dell'alleanza terapeutica medico-paziente, disciplinandone i contenuti, le forme, il rifiuto e la revoca da parte del paziente, nonché le tutele nei confronti di minori. Sono altresì individuati i soggetti legittimati in caso di incapacità ed i casi in cui il consenso non sia richiesto.
Le disposizioni in esame, disciplinando i vari profili del consenso informato, incidono, alla luce di una consolidata giurisprudenza costituzionale (sentenza n. 438 del 2008 e n. 253 del 2009) sugli articoli 13 e 32, secondo comma, della Costituzione, peraltro richiamati, come ricordato, anche dal provvedimento in esame.
Sulla base delle medesime considerazioni sono, altresì, da considerarsi segretabili tutte le proposte emendative riferite all'articolo 2.
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, in tema di bioetica è nato da tempo un dibattito intenso e legato, appunto, ai concetti di consenso informato a cui si riferisce, in maniera specifica, questo articolo 2, di dichiarazioni anticipate di trattamento e di alleanza terapeutica tra medico e paziente. Si tratta di temi fortemente connessi, come lei stessa ha ricordato, al diritto costituzionale alla salute e alle sue implicazioni sulle problematiche del cosiddetto fine vita.
Il dibattito è fondato sul riconoscimento del diritto alla salute, di cui ho parlato anche in precedenza con riferimento all'articolo 1, per quanto riguarda il dettato della Costituzione là dove si parla di diritto fondamentale. All'articolo 2 si parla del principio del consenso informato quale presupposto di ogni trattamento sanitario. Tale articolo, che ora arriva al nostro esame, regolamenta il consenso informato come principio di carattere generale, dettando contestualmente la relativa disciplina. Si prevede, infatti, che il consenso informato del paziente costituisca un presupposto necessario per l'attivazione di ogni trattamento sanitario, salvo i casi previsti dalla legge, e che esso possa sempre essere revocato anche seppur parzialmente.
L'espressione del consenso deve essere preceduta da informazioni corrette rese dal medico al paziente. Viene in ogni caso fatto salvo il diritto del paziente di rifiutare, in qualsiasi momento, le informazioni che gli competono, purché il rifiuto sia esplicitato in un documento sottoscritto dall'interessato e riportato nella cartella clinica. Ho così riassunto il contenuto di questo articolo 2.
Però, proprio in questo articolo, che potrebbe essere persino condivisibile nelle sue finalità, viene ancor di più in evidenza il palese elemento di incostituzionalità di cui è piena questa proposta di legge, soprattutto se confrontiamo l'articolo 2 con il resto del provvedimento. Voglio ricordare che l'articolo 3 della nostra Carta costituzionale sancisce formalmente che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge. Però, qui ci troviamo proprio di fronte ad una palese disparità di trattamento tra chi è nella condizione di poter decidere coscientemente e autonomamente sui trattamenti sanitari a cui deve essere eventualmente sottoposto, dopo essere stato informato dai medici in questo senso, e chi, invece, si trova in una condizione di incapacità permanente di comprendere le informazioni circa il trattamento sanitario e si vede protratte le cure anche oltre la sua volontà precedentemente manifestata. In questo modo si finisce per violare, in modo evidente, il principio di uguaglianza che ho appena ricordato, che è sostenuto e tutelato dall'articolo 3 della nostra Carta.
Quindi, l'articolo 2 di questa proposta di legge individua i soggetti legittimati ad esprimere il consenso nei casi in cui il soggetto interessato dalle cure sia cosiddetto interdetto. La norma prevede che in questi casi il consenso informato è prestato dal tutore o amministratore di sostegno, Pag. 92ed è adottato avendo come scopo esclusivo la salvaguardia della salute e della vita del soggetto incapace.
Dunque, ancora una volta un concetto astrattamente condivisibile, quale la necessità della salvaguardia umana, viene introdotto in maniera chiaramente e volutamente strumentale all'interno di un provvedimento di legge. Ma il legislatore non può impadronirsi della vita delle persone negando loro la dignità nel vivere e nel morire in quanto sono diritti esplicitamente garantiti dalla nostra Costituzione. È chiaro che va salvaguardata la vita umana ma è altrettanto chiaro che bisogna anche domandarsi fino a che punto: anche contro la volontà stessa del soggetto? Anche se l'ha manifestata chiaramente? Se va salvaguardata la vita umana, non va forse ancor più salvaguardata la dignità e la volontà di quella persona di cui intendiamo salvaguardare la vita? Che senso ha, in uno Stato che sia realmente laico e quindi rispettoso della volontà e delle convinzioni religiose di ciascuno, prevedere che il rappresentante debba agire avendo tra gli scopi esclusivi quello della salvaguardia dell'incapace?
Al contrario - ed è per questo che ho preso la parola - con i nostri emendamenti abbiamo voluto riprendere quanto sancito dall'articolo 6 della Convenzione di Oviedo del 1997, che è stata più volte richiamata in questo dibattito. Si tratta di una Convenzione che abbiamo ratificato ben dieci anni fa, nella quale si prevede che il rappresentante debba agire per il diretto beneficio dell'incapace, il che vuol dire nel rispetto della sua personalità, della sua salute, della sua dignità, del suo benessere e - in ultimo ma non per importanza - della sua volontà.
Per questo, noi invitiamo i colleghi parlamentari tutti a considerare attentamente gli emendamenti che abbiamo presentato, insieme ad altri, a questo articolo 2 (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 2 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
DOMENICO DI VIRGILIO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Polledri 2.2041 purché riformulato nel senso di aggiungere dopo le parole: «firmato dal paziente» le parole: « e dal medico» e nel senso di sostituire dopo le parole: «tale documento» la locuzione: «può essere inserito» con la locuzione: «è inserito».
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Polledri 2.2039 e invita al ritiro dell'emendamento Binetti 2.2008, dal medesimo contenuto, perché assorbito dall'emendamento Polledri 2.2039.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Barani 2.2023, purché riformulato nel senso di sopprimere oltre alla parola: «minori» come già previsto, le parole «o altrimenti incapaci», perché tra gli incapaci sono compresi anche i minori.
Il parere è favorevole sugli identici emendamenti Binetti 2.2010 e Fioroni 2.2015.
La Commissione esprime, altresì, parere favorevole sull'emendamento Calgaro 2.2012, che assorbe anche l'emendamento Scapagnini 2.2024 dal medesimo contenuto.
La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere contrario, sugli emendamenti Fioroni 2.2016 e Scapagnini 2.2024. Come ho già detto infatti quest'ultimo è assorbito dall'emendamento Calgaro 2.2012...
PRESIDENTE. Onorevole di Virgilio, l'emendamento Fioroni 2.2016 è precluso, se viene approvato l'emendamento Calgaro 2.2012.
DOMENICO DI VIRGILIO, Relatore per la maggioranza. La Commissione invita infine al ritiro dell'emendamento Fioroni 2.2017 ed esprime parere contrario su tutti gli altri emendamenti all'articolo 2.
Pag. 93PRESIDENTE. Il Governo?
EUGENIA ROCCELLA, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Farina Coscioni 2.68.
Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Farina Coscioni 2.68, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Pianetta, Paladini, Berruti, Garavini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 486
Votanti 313
Astenuti 173
Maggioranza 157
Voti favorevoli 35
Voti contrari 278).
Prendo atto che il deputato Cimadoro ha segnalato che avrebbe voluto astenersi e che il deputato Colucci ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Farina Coscioni 2.35, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Tommaso Foti, Pizzolante, Cera, Grassi, Girlanda, Picierno...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 490
Votanti 316
Astenuti 174
Maggioranza 159
Voti favorevoli 27
Voti contrari 289).
Prendo atto che il deputato Cimadoro ha segnalato che avrebbe voluto astenersi e che il deputato Colucci ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Livia Turco 2.22.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Livia Turco. Ne ha facoltà, per 3 minuti.
LIVIA TURCO. Signor Presidente, sono molto colpita dal parere contrario espresso dal relatore su questo emendamento perché il valore di questo emendamento, che è premessa all'articolo 2, chiarisce quello che pensavo fosse condiviso sul consenso informato, vale a dire che il consenso informato non è il disbrigo di una pratica burocratica né tantomeno è la rinuncia da parte del medico ad esercitare la sua scienza e coscienza. Il consenso informato è la promozione e la costruzione paziente di una relazione umana in cui entrano in gioco competenza, ascolto, fiducia e dove l'ascolto è fondamentale per creare fiducia e per curare la persona.
Dunque ecco il mio stupore: come si può non accogliere un emendamento che dice che un atto medico, se condotto con perizia, diligenza e prudenza, è sempre diretto alla tutela della vita e della salute della persona e che tanto più questo si rafforza e si esercita, se c'è l'ascolto e il rispetto della volontà del paziente? Come fate a non accogliere un emendamento che esplicita un punto cardine del codice deontologico medico che, come lei relatore mi dovrebbe insegnare essendo medico, si basa su tre principi: la giustizia, la beneficialità che è appunto rispetto della salute e della vita della persona, e l'autodeterminazione? Sì, questa parola che suona così sconveniente fa parte del codice di Pag. 94deontologia medica, e vuol dire una cosa molto importante e preziosa: il medico fa la fatica di ascoltare il paziente, costruisce con lui una relazione umana.
Penso che nel rifiuto di questo emendamento ci sia soltanto quel pregiudizio, quel muro contro muro, che purtroppo ha contraddistinto l'atteggiamento della maggioranza. Ce ne dogliamo e me ne dolgo molto anche sul piano personale, perché in questi due anni l'opposizione, il Partito Democratico in particolare, ha sempre avuto un atteggiamento propositivo e costruttivo. Quindi è incredibile che voi votiate contro un emendamento che traduce gli elementi basilari del codice di deontologia medica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Livia Turco 2.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 504
Votanti 489
Astenuti 15
Maggioranza 245
Voti favorevoli 197
Voti contrari 292).
Prendo atto che la deputata De Pasquale ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Farina Coscioni 2.72, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Barbareschi, Scilipoti, Cesa, Galletti, Biasotti e Iapicca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 505
Votanti 490
Astenuti 15
Maggioranza 246
Voti favorevoli 186
Voti contrari 304).
Prendo atto che il deputato Barbato ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fioroni 2.2014.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fioroni. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FIORONI. Signor Presidente, questo emendamento ha una finalità tale per cui il corso del dibattito e dei lavori parlamentari mi indurranno a ritirarlo alla fine dell'intervento, ma voglio lasciare al dibattito dell'Aula una considerazione.
Questa non è solo la legge sul testamento biologico, come la chiamiamo, ma anche la regolamentazione del consenso informato. Abbiamo dato aggettivi importanti al consenso informato, che deve essere espresso dal paziente in maniera chiara, perché ha avuto un'informazione chiara, lineare e comparata dei rischi e dei benefici ed è in grado di poter decidere con un medico che gli ha messo a disposizione tutto questo. Quando parliamo del consenso informato evochiamo un intervento complicato, difficile e invasivo. Con questa norma abbiamo introdotto il consenso informato, con questa aggettivazione, anche per i trattamenti lex artis. Questo può indubbiamente aprire un contenzioso che riguarderà il medico che girerà con l'avvocato, riguarderà tante compagnie assicurative che apriranno una stagione nuova nel nostro Paese, quella di poter lucrare sui trattamenti sanitari a prescindere dalla qualità e dal risultato del trattamento sanitario stesso.
Questa è una preoccupazione che, a mio avviso, dovremmo temere, fermo restando che, se questa concezione di consenso va anche sulla DAT, mentre un Pag. 95paziente è in grado di capire, se è arrivato in una posizione drammatica della propria esistenza, che l'intervento sperimentale o sproporzionato è l'ultima chance per trattarlo alla vita ed è consapevole, anche oggi per domani, di poterlo decidere, su tutti gli altri trattamenti, che sia il medico in grado di potergli dire quando non sa di cosa si ammalerà e di cosa avrà bisogno di essere sottoposto per uscirne fuori, credo che questo apra un nuovo scenario del diritto, che renderà più facile per il paziente essere non curato, ma determinerà semplicemente la ricerca del medico di avere le carte a posto e, magari, del paziente o dei suoi familiari di cercare come poter aggredire anche qualcosa che non dipende dalla vita del paziente.
Comunque, come preannunciato, ritiro l'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 2.2026, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Mazzuca, De Girolamo... Ministro Meloni... onorevole Minniti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 513
Votanti 496
Astenuti 17
Maggioranza 249
Voti favorevoli 191
Voti contrari 305).
Passiamo all'emendamento Polledri 2.2041.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal relatore.
Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Polledri 2.2041, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Girlanda, Negro, Marchignoli... Ministro Carfagna...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 514
Votanti 498
Astenuti 16
Maggioranza 250
Voti favorevoli 294
Voti contrari 204).
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Farina Coscioni 2.2009, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, prima vi sono altri emendamenti da porre in votazione.
PRESIDENTE. Revoco l'indizione della votazione.
L'emendamento Livia Turco 2.2031 e gli emendamenti successivi che non sono stati segnalati, nonché l'emendamento Farina Coscioni 2.87, risultano preclusi dall'emendamento Polledri 2.2041.
Passiamo dunque ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Farina Coscioni 2.2009, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Farina Coscioni... Pag. 96
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 524
Votanti 506
Astenuti 18
Maggioranza 254
Voti favorevoli 195
Voti contrari 311).
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 2.2036, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Massimo Parisi, Porfidia, Della Vedova...Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 522
Votanti 363
Astenuti 159
Maggioranza 182
Voti favorevoli 58
Voti contrari 305).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Palagiano 2.2021.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palagiano. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, intervengo per ricordare che l'articolo 2 della proposta di legge in esame riguarda il consenso informato, che è l'espressione pratica dell'articolo 32 della Costituzione.
Ricordo che la Corte di cassazione si è già espressa sul consenso-dissenso informato e che il provvedimento in oggetto richiama soltanto l'attivazione delle terapie, ma non anche l'interruzione o la sospensione delle stesse perché, evidentemente, da questo orecchio non ci sente. Ricordo anche che le terapie possono riguardare, innanzitutto, l'inizio della vita ed arrivare fino al periodo che precede la morte. Quindi, secondo la Costituzione, nessuna parte della nostra vita viene esclusa dal potersi esprimere. In pratica, ci si può esprimere sulle terapie che si devono ricevere anche quando la mente ci ha abbandonato, quando il corpo non risponde più. Questo, va sottolineato, riguarda tutte le terapie che vengono somministrate come, ad esempio, la ventilazione meccanica, l'alimentazione e l'idratazione, nella forma sia temporanea sia continuativa e riguarda anche la salute e la vita dell'incapace.
Proprio il comma 6, che viene richiamato nell'emendamento in esame, secondo questa proposta di legge, salvaguarda soltanto la salute e la vita dell'incapace. Noi, invece, facciamo riferimento a qualcosa di importante, ossia all'articolo 6 della Convenzione di Oviedo. Ricordo che l'Italia ha aderito e ha ratificato nel 2001 la suddetta Convenzione, che rispetta non soltanto la salute e la vita del paziente, ma anche il tutore, ossia quello che sottoscrive il consenso informato, il curatore e l'amministratore di sostegno che, secondo la Convenzione citata, devono agire nel rispetto della dignità, della salute e del benessere dell'incapace e non soltanto della vita. Questo provvedimento è, anche nei confronti dell'incapace, per la tutela della vita e non per la tutela della dignità degli incapaci stessi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palagiano 2.2021, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Gidoni, Tocci, Ventura...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 513
Votanti 494
Astenuti 19
Maggioranza 248
Voti favorevoli 191
Voti contrari 303). Pag. 97
Prendo atto che il deputato Occhiuto ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vassallo 2.2038, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Biava, Rainieri, Brandolini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 510
Votanti 493
Astenuti 17
Maggioranza 247
Voti favorevoli 197
Voti contrari 296).
Prendo atto che i deputati Occhiuto, Gnecchi e Vassallo hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Calgaro 2.2007.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calgaro. Ne ha facoltà.
MARCO CALGARO. Signor Presidente, intervengo per chiedere al relatore e al Governo di cambiare il proprio parere su questo emendamento. In caso contrario lo ritirerò, ma voglio far presente che è un emendamento di cui vi è assoluta necessità in questa proposta di legge, a mio parere. Infatti, non c'è nessun Paese europeo che non differenzi il consenso informato del minore ultraquattordicenne da quello del consenso informato del bimbo piccolo. È evidente che di questo c'è necessità. L'alleanza terapeutica è una cosa seria e per lo svilupparsi del rapporto tra due persone o, per così dire, per rinsaldare questo rapporto nel minore ultraquattordicenne credo che sia assolutamente necessario che la legge preveda una forma nella quale il medico è tenuto a informare il minorenne del trattamento terapeutico che gli verrà effettuato e che gli garantisca anche di avere una qualche forma di consenso suo personale.
Voglio ricordare in secondo luogo che nella nostra società, ormai multietnica, il tema del consenso al trattamento dei minori deve essere affrontato come in molte altre società che hanno la stessa caratteristica con molta attenzione, poiché vi sono culture nelle quali è diffusa una concezione sostanzialmente proprietaria del figlio minore e mi parrebbe utile prestare attenzione affinché venga garantita in concreto una sua corretta informazione e compartecipazione alle decisioni che lo riguardano, soprattutto quando è ultraquattordicenne.
Quindi, domando al relatore se ribadisce il suo parere e in quel caso io ritirerò l'emendamento, ma chiedo di cambiare il parere, perché mi pare una disposizione utile alla legge.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, siccome dai movimenti della bocca non capiamo, vorrei capire se il relatore cambia il parere oppure se lo lascia tale. Nel caso che il parere rimanga tale ed il collega Calgaro ritiri questo suo emendamento, noi lo facciamo nostro.
Senza che io aggiunga parole, le considerazioni che ha svolto il collega Calgaro sono di tale buon senso e di tale ragionevolezza che francamente pare difficile lasciar cadere un'occasione per votare favorevolmente questo emendamento.
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole relatore non intende cambiare il parere espresso sull'emendamento Calgaro 2.2007, che il presentatore pertanto lo ritira e che l'onorevole Giachetti lo fa proprio a nome del gruppo del Partito Democratico.
Passiamo dunque ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Calgaro 2.2007, fatto proprio dal Pag. 98gruppo del Partito Democratico, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Pollastrini, onorevole Volpi, onorevole Occhiuto.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 518
Votanti 481
Astenuti 37
Maggioranza 241
Voti favorevoli 213
Voti contrari 268).
Prendo atto che la deputata De Pasquale ha segnalato che non è riuscita a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Polledri 2.2039, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Scilipoti, onorevole Patarino, onorevole Dima. Hanno votato tutti? Onorevole Pompili?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 517
Votanti 370
Astenuti 147
Maggioranza 186
Voti favorevoli 273
Voti contrari 97).
Prendo atto che il deputato La Loggia ha segnalato che non è riuscito a votare.
Risulta pertanto precluso l'emendamento Farina Coscioni 2.80 e assorbito l'emendamento Binetti 2.2008.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Livia Turco 2.2032.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Livia Turco. Ne ha facoltà.
LIVIA TURCO. Signor Presidente, intervengo per chiedere al relatore: ma la salute è benessere delle persone? L'Organizzazione mondiale della sanità definisce la salute come benessere delle persone. Perché insistere nel psicofisico e addirittura opporsi alla precisazione di concetto di salute così come previsto dall'Organizzazione mondiale della sanità? Mi sembra anche questa una forma di pregiudizio nei confronti di chi presenta le proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Livia Turco 2.2032, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Brandolini, onorevole Mazzuca, onorevole Mosca, onorevole Pompili... l'onorevole Tortoli ancora non vota...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 513
Votanti 493
Astenuti 20
Maggioranza 247
Voti favorevoli 197
Voti contrari 296).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Livia Turco 2.2037.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Livia Turco. Ne ha facoltà.
LIVIA TURCO. Signor Presidente, richiamo l'attenzione su questo emendamento aggiuntivo al comma 7 che riguarda la tutela dei minori. In questo emendamento si dice che i rappresentanti legali, cioè quelli che tutelano i minori, devono Pag. 99essere debitamente informati sui trattamenti sanitari, ma non possono opporsi a quelli che siano manifestamente appropriati e proporzionati.
Vale a dire, un adulto sulla base dell'articolo 32 della Costituzione può rifiutare un trattamento, però non può estendere questo rifiuto ad un figlio. Mi sembra una misura di tutela nei confronti dei minori, e - per essere molto concreti - un genitore che si riconosce nella religione dei Testimoni di Geova può rifiutare un trattamento, però non può estendere questo rifiuto a suo figlio.
Ci sembra una misura di garanzia dei minori, e trovo davvero incredibile che questo emendamento non sia stato considerato e sia stato, come tutti gli altri, rifiutato. Chiedo al relatore di riprenderlo in considerazione, altrimenti avremo l'ennesima riprova che il vostro atteggiamento è un atteggiamento preconcetto e di puro pregiudizio, che non entra nel merito neanche di quando si tratta di difendere i minori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Signor Presidente, colleghi, è evidente che le cose che dice l'onorevole Livia Turco sono totalmente condivisibili. Però la condivisione di queste argomentazioni va letta anche alla luce di quello che dice il comma 8 dell'articolo 2. Tale comma dice che per tutti i soggetti minori interdetti o inabilitati (ed altri), in assenza di dichiarazioni anticipate di trattamento, c'è l'obbligo ad operare sempre tenendo come scopo esclusivo la salvaguardia della salute del paziente. La sua preoccupazione è talmente contenuta nel comma 8 che la stessa onorevole Livia Turco subito dopo suggerisce un ulteriore emendamento che evidentemente non può che essere soppressivo dell'articolo in esame. Allora, il combinato disposto dei due emendamenti proposti dall'onorevole Livia Turco dà ragione del perché ciò che lei propone in una formulazione, che probabilmente è ampiamente soddisfacente, ma comunque è contenuta all'interno del comma 8, ci permette di votare contro un emendamento, ma a favore perché manteniamo quello che è il comma 8 come impegno reale a operare sempre e comunque per la salvaguardia del minore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sbrollini. Ne ha facoltà.
DANIELA SBROLLINI. Signor Presidente, ribadisco l'importanza di questo emendamento. È chiaro che la volontà è di mettere un ostacolo a possibili scelte dettate da ragioni varie da parte dei tutori che vadano nella direzione contraria a quella che è la tutela della salute del minore. Si vuole quindi evitare che ci si opponga a misure che risultino appropriate e proporzionate, e che dal punto di vista sanitario potrebbero essere rifiutate. Noi ribadiamo un principio fondamentale, il minore va sempre tutelato, va sempre aiutato, va sempre curato, e la scelta del tutore, sia esso un genitore o un'altra figura, deve sempre andare nella direzione dell'interesse di cura, quando ovviamente i trattamenti proposti siano adeguati, propri e proporzionati senza alcun dubbio. Quindi, ribadisco l'importanza di questo emendamento.
PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore e il rappresentante del Governo non intendono cambiare parere sull'emendamento in esame.
ANTONIO PALAGIANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, chiedo di poter apporre la mia firma sull'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto. Pag. 100
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Livia Turco 2.2037, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Vella, onorevole Savino, onorevole Picierno...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 504
Votanti 492
Astenuti 12
Maggioranza 247
Voti favorevoli 212
Voti contrari 280).
Prendo atto che la deputata Servodio ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Livia Turco 2.60, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Negro, Cesa, Galletti, Volontè...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 494
Votanti 481
Astenuti 13
Maggioranza 241
Voti favorevoli 193
Voti contrari 288).
Prendo atto che i deputati Zaccaria, Mondello e Cimadoro hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo all'emendamento Barani 2.2023.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione. Chiedo, per cortesia, al relatore di ripetere la riformulazione stessa.
DOMENICO DI VIRGILIO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, gli onorevoli Barani e Castellani chiedono di eliminare la parola: «minori». Aggiungo di eliminare anche le parole: «o altrimenti incapaci», perché in esse possono essere ricompresi anche i minori.
PRESIDENTE. Onorevole Di Virgilio, la tentazione di ritenere che un minore non è incapace verrebbe, ma è un fatto oggettivamente di linguaggio e mi fermo qua.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lenzi. Ne ha facoltà.
DONATA LENZI. Signor Presidente, nel preannunciare il voto contrario, vorremmo anche capire dove si vuole arrivare perché è vero che la parte concernente i minori è il comma 7, però è anche vero che i minori sono dentro la grande configurazione di chi non ha la capacità di intendere e di volere per legge. Poi qui si parla del caso in cui vi sia l'assenza di una dichiarazione anticipata di trattamento che è oggetto dell'articolo 3, non nell'articolo 2. Stiamo parlando di consenso informato. La dichiarazione anticipata di trattamento, in questi casi, tra l'altro, con gli emendamenti preannunciati, non sarebbe neanche possibile prenderla in mano. Oggettivamente, quindi, che cosa si vuol fare? Avete già scritto, nel comma 6, che, nel caso dell'intervento, comunque il personale sanitario deve tener presente di tutelare la vita e la salute della persona. Qual è lo scopo del presente articolo, levato questo passaggio? All'interno dell'articolo 2, questo emendamento è privo di significato, è discordante con il resto, inutilmente ripetitivo. Creerà ulteriore confusione in una materia in cui il tema vero è un altro ed è: chi decide al posto dell'interdetto e dell'incapace? E, infatti, su questo abbiamo presentato altri emendamenti. Voi qui dite che decide il medico e non i genitori? È questo lo scopo che vi proponete?
Pag. 101
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Barani 2.2023, nel testo riformulato accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Scilipoti, Portas...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 498
Votanti 452
Astenuti 46
Maggioranza 227
Voti favorevoli 232
Voti contrari 220).
Prendo atto che il deputato Cazzola ha segnalato che non è riuscito a votare.
Risulta, pertanto, precluso l'emendamento Polledri 2.2040.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzarella 2.2013, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Ghizzoni? Onorevole Iannuzzi? Onorevole Scilipoti? Onorevole Traversa? Onorevole Paolini? Onorevole Mondello? Onorevole Servodio?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 502
Votanti 489
Astenuti 13
Maggioranza 245
Voti favorevoli 206
Voti contrari 283).
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Binetti 2.2010 e Fioroni 2.2015, accettati dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Galletti? Onorevole Proietti Cosimi? Onorevole Calderisi?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro) (Vedi votazioni).
(Presenti 503
Votanti 486
Astenuti 17
Maggioranza 244
Voti favorevoli 380
Voti contrari 106).
Prendo atto che la deputata Pelino ha segnalato che non è riuscita a votare.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vassallo 2.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Mazzuca? Onorevole Scilipoti? Onorevole Farina Coscioni? Onorevole Minardo? Onorevole Mario Pepe (PD)? Onorevole Gnecchi? Onorevole Pisicchio? Onorevole Mondello?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 504
Votanti 488
Astenuti 16
Maggioranza 245
Voti favorevoli 194
Voti contrari 294). Pag. 102
Prendo atto che la deputata Gnecchi ha segnalato che non è riuscita a votare e che il deputato Barbato ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Calgaro 2.2012, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Tommaso Foti? Onorevole Mazzuca? Onorevole Galletti? Onorevole Cesa? Onorevole Castagnetti? Onorevole Farina Coscioni? Onorevole Razzi?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 505
Votanti 488
Astenuti 17
Maggioranza 245
Voti favorevoli 405
Voti contrari 83).
Risultano così preclusi gli emendamenti Fioroni 2.2016, Scapagnini 2.2024 e Palagiano 2.15.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fioroni 2.2017.
Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Fioroni 2.2017 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fioroni 2.2017, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Donadi? Onorevole Esposito? Onorevole Giacomoni?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 492
Votanti 477
Astenuti 15
Maggioranza 239
Voti favorevoli 185
Voti contrari 292).
Prendo atto che i deputati Pelino e Giacomoni hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'articolo 2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lenzi. Ne ha facoltà, per due minuti.
DONATA LENZI. Signor Presidente, sull'articolo in oggetto continuiamo ad avere delle perplessità, che sono legate alla diversa lettura che noi diamo dell'articolo 32 della Costituzione. È stato chiaro nell'intervento dell'onorevole Barani: vi è chi legge tale articolo non come un equilibrio tra il principio di tutela della vita e quello della libertà di ciascuno di noi di scegliere per se stesso, per la propria vita, per le cure che intende ricevere o rifiutare. Questo equilibrio - che la Costituzione, a nostro parere, afferma con forza - viene messo, invece, in discussione, e il diritto alla libertà di scelta viene subordinato ad un principio considerato gerarchicamente superiore, cioè quello della tutela della vita, come testimonia con grande chiarezza l'emendamento che è stato in precedenza approvato, concernente il comma 8.
Si crea, però, un conflitto, perché alla persona viene detto: tu sei libero di decidere con il consenso informato che cosa e quali cure ricevere; mentre al medico e al personale sanitario viene detto: tu devi comunque agire per mantenere in vita. Inevitabilmente, questi due principi, nella pratica sanitaria, vanno in conflitto tra di loro.
Vorrei aggiungere un aspetto, a mio avviso, importante. Quando dobbiamo decidere in merito...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
Pag. 103DONATA LENZI. Mi spiace, sono soltanto due minuti. Con riferimento a questo tema, è fondamentale che, nel provvedimento in esame, venga mantenuto l'equilibrio tra i due principi costituzionali. Oltre che l'obiezione di coscienza del medico, dobbiamo tener presente che dignità della persona vuol dire non considerare il malato solo un corpo, ma una persona con le sue idee, la sua fede, la sua diversa religione, i suoi convincimenti, la sua storia personale e la sua rete di relazioni. E questo lo può portare ad una scelta diversa da quella del medico stesso. Un buon medico cura tutti i pazienti: cristiani, musulmani, atei. È di questo che stiamo parlando e questo principio vogliamo tutelare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Signor Presidente, colleghi, vorrei sottolineare come l'articolo 2 del provvedimento in oggetto rivesta un'importanza enorme, soprattutto, nell'ambito medico. Infatti, è la prima volta che si norma il consenso informato: finora, questo tema aveva avuto come punto di riferimento semplicemente alcune sentenze, tra le quali la più famosa è la cosiddetta sentenza Massimo. Ebbene, è la prima volta che esso rientra in una prassi ordinaria e, in qualche modo, acquisisce quella dignità che il provvedimento dà anche ad un costume, ad un'abitudine che si è andata stratificando negli anni.
Credo che i punti di convergenza presenti nell'articolo in oggetto siano molto più alti di quanto non possano far pensare le divergenze. Alcuni voti apparentemente diversi, espressi attraverso la bocciatura di alcuni emendamenti, sono semplicemente legati ad una formulazione o ad una riformulazione di articoli, i cui principi e valori di riferimento sono già contenuti nell'articolato del provvedimento.
Cosa presuppone, oggi, l'articolo 2 del provvedimento in esame? Presuppone due aspetti molto importanti: mettere in evidenza la responsabilità reciproca, da un lato, di chi informa e, dall'altro lato, di chi vuole essere informato. Da questo punto di vista, nello scambio delle informazioni tra chi dovrebbe possedere una conoscenza e una competenza maggiore e chi dovrebbe acquisire questa conoscenza e questa competenza alla luce di un disegno concreto, che è quello del singolo atto medico che, di volta in volta, si configura, vi è uno scambio di conoscenze; vi è una capacità di riconoscersi una pari dignità, la dignità di chi è in grado di fornire un'informazione e la dignità di chi ascolta questa informazione come strettamente funzionale e corrispondente ad una successiva operazione, che è quella del prendere delle decisioni.
In questo articolo «l'informare» è caratterizzato in modo molto chiaro, con le caratteristiche della completezza, con le caratteristiche della compiutezza e con le caratteristiche della responsabilità ed esattamente come la decisione che ne scaturisce vincola entrambi i soggetti, vincola il paziente che dovrà maturare la decisione e il medico che in quel momento fornisce le spiegazioni necessarie al prendere decisioni in quello che noi chiamiamo, in realtà, un vero e proprio progetto di decisione consensuale. Il problema è come arrivare a che il medico e il paziente giungano ad una decisione condivisa che è l'anticamera chiara, immediata e diretta per una responsabilità condivisa, nota caratteristica dell'alleanza terapeutica. Non ci sarebbe alleanza se non ci fosse libertà da parte di tutte e due le parti e in questa alleanza però va salvaguardato il principio della asimmetria della relazione che è stigmatizzato dal diverso bisogno. Questo articolo della proposta di legge puntualizza molto chiaramente questo e ciò si evince con molta chiarezza quando, a proposito del minore, e quindi a proposito delle fragilità particolari che il minore può avere, in gran parte fisiologiche, si vede come chi lo aiuterà a prendere delle decisioni, chi in qualche modo porta la patria potestà, in quel momento ha come riferimento assoluto quello del bene stesso del minore. Da questo punto di vista, se Pag. 104vogliamo, c'è una sorta di senso comune, un buonsenso che guida questo articolo, ma è un buonsenso che acquisisce forza alla luce di quella che è una visione non solo dell'evoluzione dell'impostazione etica e bioetica della relazione medica ma anche di quello che è il nuovo modello di costruzione del consenso. Noi abbiamo molte volte persone che arrivano a prendere queste decisioni avendo acquisito dati che non sono inerenti alla relazione ma che magari sono stati acquisiti attraverso Internet o attraverso diversi canali. Questo articolo di legge riconduce l'arricchimento informativo all'interno della qualità della relazione e orienta questa relazione a quello che è il benessere, a quella che è la salute, peraltro, appunto, la salute psicofisica a favore della quale noi abbiamo voluto votare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, intervengo solo per ribadire il «no» di Futuro e Libertà per il Terzo Polo a questo articolo e per ricordare semplicemente, lo dico ai colleghi del Popolo della Libertà che vengono da Forza Italia, che nella legislatura precedente, non quella del 2006, quella ancora precedente che poi finì, quando si legiferò a mente fredda, senza la passione dei casi specifici, Forza Italia portò al voto in Commissione al Senato un testo assolutamente in linea con le altre normative europee e che oggi verrebbe visto come il fumo negli occhi. Il consenso informato è il principio da cui dobbiamo partire e su cui dovremmo fermarci, per capire come il consenso informato possa essere trasposto nelle situazioni in cui il paziente non sia in grado di fornire questo consenso. Da qui nasce l'esperienza legislativa delle dichiarazioni anticipate di trattamento, non invece da discussioni che nulla c'entrano con questa legge e che vengono fatte in questo contesto. Ribadisco, e lo ribadiremo da qui alla fine: teniamo presente che con l'emendamento Di Virgilio, tutto quello di cui stiamo discutendo si applica solo ai pazienti in prossimità della morte. Quindi confermo il voto contrario di Futuro e Libertà per il Terzo Polo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.
CARLO MONAI. Signor Presidente, anche questo articolo 2, che riguarda il consenso informato, presenta delle criticità che sostanzialmente inducono l'Italia dei Valori a esprimere un voto contrario alla sua approvazione, proprio perché, a fianco di principi condivisibili che sostanzialmente sottolineano l'importanza del rapporto collaborativo ed informativo tra il medico e il paziente, in una sorta di alleanza terapeutica che certamente è un'acquisizione importante di una relazione psicologica e professionale tra questi due protagonisti della vita, nel momento critico della malattia o della invalidità, presenta sempre questa connotazione un po' sospettosa e un po' diffidente che fa prevalere la volontà del medico su quella del paziente.
Da questo punto di vista, noi ravvediamo una sorta di vulnus a quei principi costituzionali che sono stati già citati, come gli articoli 3 e 32 della Costituzione, ma anche alle Convenzioni internazionali. Cito quella del 13 dicembre 2006 di New York, la Convenzione dell'ONU sulla salute, la Convenzione di Oviedo, già citata.
È significativo come questo ragionamento fosse prima, in epoca meno contraddistinta da un servilismo utilitaristico della maggioranza verso le gerarchie cattoliche, maggiormente indipendente. Cito un passaggio che penso sia importante. Daniele Capezzone, attuale portavoce del Popolo della Libertà, vi ricordate, una decina di anni fa fu protagonista di 28 giorni di sciopero della fame perché lamentava che una serie di proposte di legge di iniziativa popolare promosse dai Radicali italiani non venivano calendarizzate e prese in considerazione. Tra queste c'era anche la proposta di legge sul suicidio assistito e sull'eutanasia e, a fronte di Pag. 105questa battaglia, ben 196 parlamentari si occuparono di questo problema e si fecero paladini di queste iniziative. Allora, colleghi, se questi sono dei valori abbastanza trasversali, che fanno parte di un patrimonio culturale laico che ha sempre contraddistinto questo Parlamento dall'epoca della sua fondazione, dall'Unità d'Italia, penso vi sia una responsabilità maggiore che dobbiamo sentire di non assecondare facili moralismi e inseguire velleitarie posizioni di principio. Il centro di questo ragionamento deve piuttosto rimanere la persona umana, con le sue aspirazioni, con la sua sensibilità e con la sua dignità. Non calpestiamo questi valori, nel nome della Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo solo per preannunciare il voto favorevole del gruppo del Popolo della Libertà. Ricordo ai colleghi che il provvedimento in esame è la proposta di legge sull'alleanza terapeutica, la dichiarazione anticipata di trattamento e il consenso informato.
Il consenso informato è una norma di carattere generale, che mancava nel nostro ordinamento e che centinaia e centinaia di senatori e deputati in più legislature hanno sempre presentato. Si tratta di un provvedimento che tutti riteniamo indispensabile e, come dicevo, di carattere generale.
In questo articolo 2, come dicevo, viene finalmente codificato un consenso informato che deve essere il presupposto di ogni trattamento sanitario, che è preceduto da una corretta informazione medica su tutto (complicanze, conseguenze e cosa può succedere in caso di rifiuto), che deve essere attuale e il paziente deve essere consapevole di quello che gli viene proposto. Esso viene esplicitato in un documento che viene firmato dal paziente ed è sempre revocabile. Viene fatto salvo il diritto del paziente di rifiutare, in tutto o in parte, le informazioni che gli competono. Vengo richiamati gli istituti previsti dal codice civile per i soggetti giuridicamente incapaci.
Viene inoltre esclusa la necessità del consenso informato nel caso di pericolo per la vita della persona in stato di incapacità di intendere e di volere e per il verificarsi di una grave complicanze o di un evento acuto.
Quindi, questo era necessario e finalmente siamo arrivati a portare in una legge quello che quasi tutti deputati e quasi tutti i senatori hanno da sempre richiesto ad un Parlamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
I colleghi intanto prendono posto con calma... onorevoli Nirenstein, Mazzarella, Fogliato, Ascierto... hanno votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 489
Votanti 486
Astenuti 3
Maggioranza 244
Voti favorevoli286
Voti contrari 200
(La Camera approva - Vedi votazionia
).
Prendo atto che il deputato Cimadoro ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Interrompiamo, a questo punto, l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani a partire dalle ore 9,30.
Proposta di trasferimento a Commissioni in sede legislativa di una proposta di legge (ore 19,52).
PRESIDENTE. Comunico che sarà iscritta all'ordine del giorno della seduta di Pag. 106domani l'assegnazione, in sede legislativa, della seguente proposta di legge, della quale le sotto indicate Commissioni, cui era stata assegnata in sede referente, hanno chiesto, con le prescritte condizioni, il trasferimento alla sede legislativa, che proporrò alla Camera a norma del comma 6 dell'articolo 92 del Regolamento:
alle Commissioni riunite VII (Cultura) e XI (Lavoro):
DI CENTA ed altri: «Norme in materia di previdenza e di tutela della maternità per gli atleti non professionisti» (4019).
(Le Commissioni hanno elaborato un nuovo testo).
A tale proposta di legge sono abbinate le proposte di legge: DI CENTA ed altri: «Disposizioni per il sostegno dello sport femminile e per la tutela della maternità delle atlete che praticano attività sportiva agonistica dilettantistica» (1286) e CECCACCI RUBINO ed altri: «Introduzione, in via sperimentale, di un'indennità di maternità per gli atleti che praticano attività sportiva dilettantistica» (3655).
Sull'ordine dei lavori, per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo e per richiami al Regolamento (ore 19,55).
CARLA CASTELLANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CARLA CASTELLANI. Signor Presidente, intervengo per sollecitare una risposta dal Governo su un testo unificato di due risoluzioni presentate lo scorso anno, che riguardavano la normativa per riformare gli indennizzi a favore di soggetti danneggiati da trasfusioni e vaccinazioni obbligatorie e il completamento del censimento delle domande di indennizzo.
Questo testo unificato è stata approvato il 9 febbraio 2011 e nelle conclusioni di esso si chiedeva al Governo di informare i parlamentari richiedenti su quali fossero le prassi e le procedure sui contenziosi e sul completamento delle domande di indennizzo. Poiché sono passati alcuni mesi, il nostro è un sollecito su una tematica che sta a cuore, credo, a tanti parlamentari e, soprattutto, ai cittadini che sono stati colpiti da queste cause.
AMALIA SCHIRRU. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
AMALIA SCHIRRU. Signor Presidente, intervengo per sollecitare la risposta all'interrogazione n. 5-04843, che riguarda la situazione del poligono Quirra, un'area della Sardegna sottoposta da anni ad indagini di natura ambientale e sanitaria soprattutto per far luce sul nesso con l'aumento del numero di tumori in persone e animali e oggi anche inserita in un'attività di indagine da parte del tribunale di Lanusei, il quale in questi giorni, con un decreto, ha ordinato lo sgombero delle attività pastorali dall'area interessata.
Il comitato tecnico per le servitù militari ha certificato in quest'area il grave rischio ambientale per la presenza di residui di attività mineraria (metalli pesanti), dovuta anche ad attività militari. Oggi il tribunale di Lanusei conferma lo sgombero dei pastori attraverso una nota dell'ANSA, che reca il titolo: «Uranio, veleni a Pirra: tribunale conferma sgombero pastori».
A Villaputzu in questi giorni ho incontrato i sindaci, i pastori e la gente comune. Costoro mi hanno espresso la loro preoccupazione per la drammaticità e la complessità della situazione che stanno vivendo, una situazione che sta mettendo in ginocchio l'intera economia del territorio. Non si riesce più a vendere i prodotti e si registra il calo delle presenze turistiche nella zona.
Quindi, entro il 22 luglio, gli allevatori e gli agricoltori dovranno abbandonare le terre che per anni hanno coltivato e nelle quali da sempre vivono, terre nelle quali hanno realizzato anche miglioramenti fondiari. I consigli comunali dei comuni interessati Pag. 107hanno chiesto in questi giorni la proroga dello sgombero almeno fino a settembre per trovare soluzioni e alternative, ma soprattutto per avviare e concludere le indagini epidemiologiche sulla popolazione e quelle in atto sugli animali da parte dell'istituto zooprofilattico e, in particolare, per avviare e procedere immediatamente alle necessarie bonifiche che sono state molte volte annunciate, ma non sono mai iniziate oppure, qualora iniziate, non si sono mai concluse.
Ciò abbiamo richiesto nell'interrogazione che, come parlamentari del Partito Democratico della Sardegna, abbiamo presentato e, in relazione alla quale, attendiamo risposte con fatti concreti.
Infatti, ritengo doveroso per lo Stato e per il Governo venire a riferire in merito alla situazione di crisi di quest'area territoriale. Insieme alla regione si devono assumere tutte le iniziative concrete ed adeguate a superare quella che oggi è una vera e propria emergenza sulla questione Quirra.
Per questo, signora Presidente, le chiedo di sollecitare il Governo in merito a questo argomento per affrontare il problema che riconosciamo complesso, ma su cui non si può soprassedere anche perché la regione Sardegna da troppi anni sta pagando un prezzo troppo alto in termini di servitù militari e di aree sottratte all'economia pastorale ed alla sua vocazione naturale turistica.
LINO DUILIO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LINO DUILIO. Signor Presidente, brevemente anch'io vorrei richiamarmi alla risoluzione di cui ha parlato la collega Castellani, risoluzione alla quale abbiamo lavorato insieme gruppo del Partito Democratico e gruppo del Popolo della Libertà e alla quale sostanzialmente poi ha aderito tutta la Commissione. È una questione, signor Presidente, che affido alla sua sensibilità, si tratta - non è il caso ovviamente di illustrarla in questa sede - del problema dei danneggiati da vaccinazione obbligatoria, che vedono famiglie che hanno in casa persone danneggiate al 100 per cento da una vita, rispetto alle quali io personalmente ritengo vi sia un comportamento che si ispira a una sorta di ostracismo giuridico da parte del Ministero e per cui in sede di Commissione si è chiesto al Governo di rimettere al Consiglio di Stato l'ortodossia della procedura seguita dal Ministero. Prima abbiamo cercato di farlo in sede di discussione e presentando un'interrogazione, dopodiché l'intera Commissione ha approvato una risoluzione a febbraio. Per le vie brevi, mi sembra di aver acquisito che il Governo non ha fatto assolutamente nulla; sono passati cinque mesi, pregherei la Presidenza, conoscendone la sensibilità, di far sì che quando il Parlamento chiede qualcosa - in questo caso si chiedeva solo di verificare l'ortodossia di una procedura presso il Consiglio di Stato - il Governo si adoperi. Non siamo qui per scrivere o parlare inutilmente.
MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, intervengo per felicitarmi con il Governo di un successo del nostro Paese e della linea politica impostata per la prima volta da questo Governo in materia di etichettatura obbligatoria dei prodotti, anche alimentari, prodotti nel nostro Paese. Infatti il Parlamento europeo questo pomeriggio ha approvato il regolamento che reca indicazione di origine obbligatoria estesa a tutte le carni da macello prodotte nell'Unione europea o importate da Paesi terzi. Direi che è un segnale importante perché il Parlamento europeo fino a due anni fa aveva sempre negato questo indirizzo, ed è un segnale ulteriore che si somma a quanto già il Parlamento ha deliberato in tema di etichettatura dei prodotti alimentari e di etichettatura dei prodotti tessili.
Noi abbiamo fatto di questo tema una battaglia importante perché è una battaglia Pag. 108a difesa dei produttori e dei consumatori, delle nostre aziende e dei lavoratori delle aziende; una battaglia che ha visto l'allora Ministro Zaia in prima fila, ha visto anche il nostro gruppo parlamentare difendere con provvedimenti specifici sia il settore del tessile, della calzatura, della pelletteria che i produttori di mobili, di arredi, di legno e tutte le altre produzioni manifatturiere del nostro Paese. Direi quindi un risultato importante in un settore che si pensava fosse uno dei settori non importanti e invece vanta dei numeri di eccellenza; abbiamo nel nostro Paese 27 mila allevamenti di carne da macello superiori a 50 capi, ognuno di questi allevamenti dà lavoro a decine di persone. Il grosso è localizzato soprattutto nelle regioni padane con 4 milioni di capi macellati per un milione 200 mila tonnellate, un fatturato complessivo del settore, tra indotto e diretto, probabilmente di molto superiore ai 10 miliardi di euro.
Quindi, questo è un provvedimento del Parlamento europeo che va nella direzione di quanto noi abbiamo sempre auspicato, della linea adottata da questo Governo e di quello che noi auspichiamo diventi l'Europa, cioè un'Europa della chiarezza e non un'Europa della burocrazia e basta. Di questo mi compiaccio con il Governo e invito in particolare il Ministro Romani e il Ministro Frattini ad andare avanti a perseguire la politica di etichettatura dei prodotti del nostro Paese perché è una tutela non solo dei consumatori ma anche delle tante aziende e dei tanti lavoratori che costituiscono uno dei patrimoni più importanti del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Onorevole Reguzzoni, vorrei solo ricordarle che le prime norme nazionali sulla tracciabilità e l'etichettatura delle carni bovine risalgono ai Governi del periodo 1996-2000.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, a parte la precisazione che lei ha fatto ora, il mio è un richiamo al Regolamento perché è da troppo tempo invalso l'uso in quest'Aula di utilizzare la fase degli interventi sull'ordine dei lavori, a chiusura dei lavori, per fare in modo che ciascun deputato sollevi, in maniera diversa, questioni che nulla hanno a che vedere con la fase degli interventi sull'ordine dei lavori. In particolare, ci sono momenti nei quali il Regolamento non è rispettato, in questo caso non dalla Presidenza che non può preventivamente valutare il merito degli interventi che i colleghi fanno, ma sicuramente il collega Reguzzoni scambia - ed altri con lui - la fase degli interventi sull'ordine dei lavori con gli spot pubblicitari relativamente alla sua parte politica.
Quando si fanno richiami al Regolamento, si fanno a ragion veduta. Signor Presidente, se c'è la necessità di richiamare il Governo su alcuni fatti, se c'è la necessità di intervenire su alcune questioni urgenti, questo è possibile farlo, però rivendicare semplicemente la bontà di alcuni interventi del Governo, dell'opposizione e dei propri capi di partito non può essere concesso in una fase nella quale abbiamo la necessità di utilizzare il tempo in maniera diversa e più appropriata rispetto al Regolamento.
PRESIDENTE. Investiremo la Giunta per il Regolamento individui alcuni criteri. Onorevole Quartiani, capisco, lei ha ragione, ma purtroppo la prassi è tale per cui...
MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Reguzzoni, le concederò la parola successivamente, prima devo dare la parola all'onorevole Pili, all'onorevole Morassut e all'onorevole Strizzolo.
MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, mi faccia intervenire per un minuto a titolo personale.
PRESIDENTE. Onorevole Reguzzoni, gli interventi a titolo personale si svolgono alla fine.
Pag. 109MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, mi faccia rispondere subito alle osservazioni dell'onorevole Quartiani per richiamo al Regolamento e la finiamo qui.
PRESIDENTE. Va bene, onorevole Reguzzoni. Ne ha facoltà.
MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, intervengo per richiamo al Regolamento perché l'onorevole Quartiani, persona di cui ho stima, evidentemente non capisce il senso del mio intervento in merito alle procedure europee. Il nostro Governo sarà chiamato a ratificare, assieme ai ventisette Governi dell'Unione europea, la delibera assunta oggi dal Parlamento europeo. Pertanto, è importante - il richiamo va in questo senso - sottolineare la bontà del provvedimento e che il nostro Governo vada avanti nel realizzarlo. Quindi, mi sembra assolutamente pertinente.
PRESIDENTE. Onorevole Reguzzoni, la ringrazio.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Il Governo deve venire a riferire.
MAURO PILI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURO PILI. Signor Presidente, il 22 giugno scorso il Parlamento ha approvato diverse mozioni, tutte all'unanimità, che recavano disposizioni di impegno al Governo sulla materia relativa alla continuità territoriale da e per la Sardegna. Si tratta di mozioni che hanno una precisa indicazione nel primo dispositivo di impegno relativamente al fatto che il Governo deve venire nelle Commissioni competenti, quindi in Commissione trasporti, per dare notizia alla Camera in merito all'adozione delle decisioni finali sulla vendita della compagnia di navigazione Tirrenia.
Le agenzie di oggi invece raccolgono le indicazioni date invece dal commissario D'Andrea ai sindacati, secondo le quali si sarebbe ormai pronti alla definizione della vendita della Tirrenia stessa senza aver definito in alcun modo e senza che la Camera, così come disposto all'unanimità, avesse contezza degli elementi cardine della continuità territoriale, quindi di una convenzione che costerà allo Stato 72 milioni di euro per otto anni, che non è stata, come abbiamo rilevato nei giorni scorsi, codificata in un contratto noto alle Aule parlamentari. Quindi, mi faccio carico, onorevole Presidente, perché sia la Presidenza a richiamare il Governo ad adempiere al primo dispositivo di impegno delle mozioni presentate da tutti i gruppi parlamentari e approvate all'unanimità dalla Camera dei deputati, che recitano che preventivamente, cioè prima di qualsiasi vendita della compagnia Tirrenia, venga portata all'attenzione della Camera dei deputati e delle Commissioni competenti la convenzione di continuità territoriale che preveda frequenze, tariffe e tratte, affinché possa essere rispettato il principio sacrosanto del diritto alla mobilità di una comunità regionale e non solo, che spenderà, attraverso lo Stato, 72 milioni di euro, dei quali ancora oggi non si sa l'uso che sarà fatto.
ROBERTO MORASSUT. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO MORASSUT. Signor Presidente, intervengo molto brevemente restando nei limiti indicati e rammentati dall'onorevole Quartiani. Voglio sollecitare il Governo a rispondere ad un'interrogazione da me presentata alla fine del 2010 su un tema molto delicato, che riguarda circa diecimila famiglie in tutta Italia, in gran parte concentrate anche a Roma. Si tratta del completamento delle vendite degli alloggi degli enti previdenziali pubblici, di gestione attualmente dell'INPS, che sono passati attraverso le procedure di vendita e di dismissione della SCIP1 e della SCIP2, secondo i dettami della legge n. 413 del 2001. La vendita di questi alloggi, circa 200 mila in tutta Italia, è stata completata per il 90 per cento, Pag. 110secondo l'indirizzo di quella legge con forti sconti, vista la vetustà degli immobili e visto il carattere popolare dell'operazione, sconti pari a circa il 50 per cento, secondo i calcoli all'epoca effettuati.
Sono rimaste fuori da questa procedura circa 10 mila famiglie, le quali hanno accantonato risparmi e non hanno potuto accedere all'acquisto dell'alloggio nel quale vivono da tanti anni solo per il fatto che questi immobili residui sono passati dalla gestione degli enti previdenziali alla SCIP 1 e alla SCIP 2, e poi, dopo lo scioglimento della SCIP 2, sono di nuovo tornati all'INPS.
L'INPS, da molto tempo sollecitato da tante iniziative sindacali e di comitati di inquilini, e anche da iniziative parlamentari, attende una direttiva dai Ministeri dello sviluppo economico e del welfare, per poter riprendere la procedura con le stesse linee della legge n. 410 del 2001, per poter mettere queste famiglie nella condizione di acquistare l'alloggio agli stessi patti e condizioni di quelli che lo hanno già fatto negli anni precedenti.
Si tratta di famiglie titolari di alloggi, nel senso che sono affittuarie da anni, ma si tratta anche di famiglie che sono occupanti senza titolo. Si tratta, quindi, di regolarizzare, con un criterio di giustizia sociale, questa condizione. Concludo dicendo questo: sul merito di questa vicenda l'Assemblea ha già approvato, in occasione dell'ultima discussione e approvazione della manovra economica a fine del 2010, un ordine del giorno. Chiedo al Governo di rispondere all'interrogazione da me presentata e, nello stesso tempo, di farsi carico, nell'ambito della prossima manovra economica, attraverso la presentazione di un emendamento, magari dello stesso Governo, di questa questione, per risolverla in via definitiva.
Infatti, essa può riguardare un problema sociale molto esteso, può venire incontro alle esigenze sociali di tante famiglie, ma può anche consentire allo Stato di recuperare molte risorse, in questo momento, effettivamente, anche utili.
IVANO STRIZZOLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, abbiamo atteso pazientemente il nostro turno, diversamente dal collega della Lega Nord, che, con un atto di prepotenza, ha voluto intervenire subito. Per fortuna, tra non molto gli elettori puniranno questi atteggiamenti arroganti della Lega Nord.
Signor Presidente, le chiedo di sollecitare il Governo a dare una risposta ad un'interrogazione, presentata da me e dai colleghi Rosato e Maran ancora all'inizio di febbraio di quest'anno, relativamente ai problemi legati ad alcune decisioni del Governo, in particolare dei Ministeri dell'economia e delle finanze e delle infrastrutture e dei trasporti, che tardano ad arrivare circa un'iniziativa importante, di grande valenza strategica, che è la realizzazione del cosiddetto superporto Trieste-Monfalcone, per iniziativa di alcuni privati, con capofila Unicredit.
Si tratta di un investimento di circa un miliardo di euro, che, se portato avanti, se attuato, dà una valenza, un'importanza strategica, non solo a questo superporto, ma a tutta l'area dell'alto Adriatico, che dovrebbe garantire il cosiddetto corridoio alto Adriatico-Baltico, per infrastrutture di sviluppo che consentano non solo al Friuli Venezia Giulia, ma a tutta l'area del Nordest e al nord Italia, di entrare in un circuito virtuoso di traffici e di scambi commerciali.
Addirittura, l'11 febbraio di quest'anno era stata annunciata in pompa magna una grande conferenza stampa a Trieste con la presenza dei Ministri degli affari esteri, Frattini, e delle infrastrutture e dei trasporti, Matteoli, e con rappresentanti anche del Governo della Slovenia. All'ultimo momento la conferenza stampa è stata annullata, proprio perché, da parte del nostro Governo, vi è un'assoluta indecisione con riferimento alle scelte che devono essere adottate per questa ipotizzata infrastruttura, che vede un coinvolgimento importante sul piano finanziario dei privati: non solo Unicredit, ma anche la compagnia di navigazione danese Maersk e la Msc italiana. Pag. 111
Signor Presidente, credo che sia importante che il Governo dia una risposta a questa nostra interrogazione e chiarisca, una volta per tutte, qual è la sua posizione.
Vi sono stati tanti annunci portati all'attenzione dei territori maggiormente interessati e abbiamo capito che questo avveniva perché eravamo alla vigilia di importanti scadenze elettorali.
Credo che, dopo questi grandi annunci, non vi sia stato nulla di concreto e che sia necessario ed urgente che il Governo venga in Aula a rispondere a questa nostra interrogazione. Pertanto, signor Presidente, la prego di intervenire per sollecitare il Governo in questo senso.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
Giovedì 7 luglio 2011 alle 9,30:
1. - Assegnazione a Commissioni in sede legislativa della proposta di legge C. 4019 ed abbinate.
2. - Seguito della discussione della proposta di legge:
S. 10-51-136-281-285-483-800-972-994-1095-1188-1323-1363-1368 - D'iniziativa dei senatori: IGNAZIO ROBERTO MARINO ed altri; TOMASSINI ed altri; PORETTI e PERDUCA; CARLONI e CHIAROMONTE; BAIO ed altri; MASSIDDA; MUSI ed altri; VERONESI; BAIO ed altri; RIZZI; BIANCONI ed altri; D'ALIA e FOSSON; CASELLI ed altri; D'ALIA e FOSSON: Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento (Approvata, in un testo unificato, dal Senato) (C. 2350-A)
e delle abbinate proposte di legge: BINETTI ed altri; ROSSA ed altri; FARINA COSCIONI ed altri; BINETTI ed altri; POLLASTRINI ed altri; COTA ed altri; DELLA VEDOVA ed altri; ANIELLO FORMISANO ed altri; SALTAMARTINI ed altri; BUTTIGLIONE ed altri; DI VIRGILIO ed altri; PALAGIANO ed altri (C. 625-784-1280-1597-1606-1764-bis-1840-1876-1968-bis-2038-2124-2595).
- Relatori: Di Virgilio, per la maggioranza; Palagiano, di minoranza.
(ore 15)
3. - Svolgimento di interpellanze urgenti.
PROPOSTA DI LEGGE DI CUI SI PROPONE L'ASSEGNAZIONE A COMMISSIONI IN SEDE LEGISLATIVA
Alle Commissioni riunite VII (Cultura) e XI (Lavoro):
DI CENTA ed altri: «Norme in materia di previdenza e di tutela della maternità per gli atleti non professionisti» (C. 4019).
(Le Commissioni hanno elaborato un nuovo testo).
A tale proposta di legge sono abbinate le proposte di legge:
DI CENTA ed altri: «Disposizioni per il sostegno dello sport femminile e per la tutela della maternità delle atlete che praticano attività sportiva agonistica dilettantistica» (C. 1286) e CECCACCI RUBINO ed altri: «Introduzione, in via sperimentale, di un'indennità di maternità per gli atleti che praticano attività sportiva dilettantistica» (C. 3655).
La seduta termina alle 20,20.
VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nom. | Pdl 2350 abb.-A - articoloprem.01.0265 | 542 | 524 | 18 | 263 | 187 | 337 | 42 | Resp. |
2 | Nom. | articolo prem. 01.0266 | 546 | 524 | 22 | 263 | 180 | 344 | 38 | Resp. |
3 | Nom. | articolo prem. 01.0267 | 527 | 503 | 24 | 252 | 177 | 326 | 38 | Resp. |
4 | Nom. | articolo prem. 01.0268 | 538 | 513 | 25 | 257 | 178 | 335 | 38 | Resp. |
5 | Nom. | articolo prem. 01.0269 | 538 | 514 | 24 | 258 | 179 | 335 | 39 | Resp. |
6 | Nom. | articolo prem. 01.0270 | 538 | 514 | 24 | 258 | 179 | 335 | 38 | Resp. |
7 | Nom. | articolo prem. 01.0271 | 543 | 518 | 25 | 260 | 180 | 338 | 38 | Resp. |
8 | Segr | articolo prem. 01.0276 | 547 | 530 | 17 | 266 | 209 | 321 | 37 | Resp. |
9 | Nom. | articolo prem. 01.0277 | 547 | 523 | 24 | 262 | 181 | 342 | 37 | Resp. |
10 | Nom. | articolo prem. 01.0278 | 548 | 520 | 28 | 261 | 182 | 338 | 37 | Resp. |
11 | Nom. | articolo prem. 01.0280 | 545 | 522 | 23 | 262 | 182 | 340 | 37 | Resp. |
12 | Segr | articolo prem. 01.0287 | 552 | 509 | 43 | 255 | 179 | 330 | 37 | Resp. |
13 | Segr | articolo prem. 01.0292 | 548 | 527 | 21 | 264 | 195 | 332 | 37 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Segr | articolo prem. 01.03 | 548 | 529 | 19 | 265 | 78 | 451 | 37 | Resp. |
15 | Segr | articolo prem. 01.030 | 545 | 526 | 19 | 264 | 67 | 459 | 37 | Resp. |
16 | Segr | articolo prem. 01.052 p.I | 545 | 527 | 18 | 264 | 75 | 452 | 38 | Resp. |
17 | Segr | articolo prem. 01.052 p.II | 545 | 526 | 19 | 264 | 45 | 481 | 38 | Resp. |
18 | Segr | articolo prem. 01.056 | 538 | 520 | 18 | 261 | 49 | 471 | 38 | Resp. |
19 | Segr | articolo prem. 01.058 | 544 | 525 | 19 | 263 | 48 | 477 | 38 | Resp. |
20 | Segr | articolo prem. 01.092 | 544 | 525 | 19 | 263 | 57 | 468 | 38 | Resp. |
21 | Segr | em. 1.79 | 526 | 523 | 3 | 262 | 228 | 295 | 38 | Resp. |
22 | Segr | em. 1.2029 p.I | 534 | 518 | 16 | 260 | 206 | 312 | 37 | Resp. |
23 | Segr | em. 1.2029 p.II | 529 | 523 | 6 | 262 | 214 | 309 | 37 | Resp. |
24 | Segr | em. 1.2014 p.I | 495 | 482 | 13 | 242 | 195 | 287 | 37 | Resp. |
25 | Segr | em. 1.2014 p.II | 495 | 482 | 13 | 242 | 188 | 294 | 37 | Resp. |
26 | Segr | em. 1.2030 | 475 | 463 | 12 | 232 | 172 | 291 | 37 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39) | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nom. | em. 1.41, 1.42 | 499 | 488 | 11 | 245 | 197 | 291 | 51 | Resp. |
28 | Segr | em. 1.210 | 511 | 495 | 16 | 248 | 195 | 300 | 50 | Resp. |
29 | Segr | em. 1.189 | 512 | 495 | 17 | 248 | 189 | 306 | 50 | Resp. |
30 | Segr | em. 1.2031 | 515 | 497 | 18 | 249 | 188 | 309 | 50 | Resp. |
31 | Segr | em. 1.2020 | 518 | 499 | 19 | 250 | 191 | 308 | 49 | Resp. |
32 | Segr | em. 1.204 | 515 | 498 | 17 | 250 | 70 | 428 | 49 | Resp. |
33 | Segr | em. 1.2037 | 523 | 341 | 182 | 171 | 33 | 308 | 48 | Resp. |
34 | Segr | em. 1.2040 | 523 | 507 | 16 | 254 | 56 | 451 | 48 | Resp. |
35 | Segr | em. 1.2042 | 522 | 506 | 16 | 254 | 35 | 471 | 48 | Resp. |
36 | Segr | em. 1.242 | 519 | 481 | 38 | 241 | 44 | 437 | 48 | Resp. |
37 | Segr | em. 1.241 | 517 | 499 | 18 | 250 | 43 | 456 | 48 | Resp. |
38 | Segr | em. 1.2025 | 521 | 502 | 19 | 252 | 172 | 330 | 46 | Resp. |
39 | Segr | em. 1.2043 | 527 | 509 | 18 | 255 | 42 | 467 | 47 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 4 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52) | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
40 | Nom. | em. 1.2026 | 529 | 508 | 21 | 255 | 200 | 308 | 46 | Resp. |
41 | Segr | em. 1.2046 | 525 | 508 | 17 | 255 | 49 | 459 | 46 | Resp. |
42 | Segr | em. 1.2048 | 522 | 503 | 19 | 252 | 43 | 460 | 47 | Resp. |
43 | Segr | em. 1.2050 | 527 | 509 | 18 | 255 | 44 | 465 | 46 | Resp. |
44 | Segr | em. 1.100 | 522 | 505 | 17 | 253 | 45 | 460 | 46 | Resp. |
45 | Segr | em. 1.34 | 509 | 489 | 20 | 245 | 176 | 313 | 46 | Resp. |
46 | Segr | em. 1.2003 | 515 | 497 | 18 | 249 | 186 | 311 | 46 | Resp. |
47 | Segr | em. 1.146 | 511 | 496 | 15 | 249 | 46 | 450 | 47 | Resp. |
48 | Segr | em. 1.101 | 511 | 495 | 16 | 248 | 38 | 457 | 47 | Resp. |
49 | Segr | em. 1.68 | 514 | 498 | 16 | 250 | 45 | 453 | 48 | Resp. |
50 | Segr | em. 1.82 | 512 | 495 | 17 | 248 | 47 | 448 | 48 | Resp. |
51 | Segr | em. 1.2068 | 515 | 496 | 19 | 249 | 431 | 65 | 48 | Appr. |
52 | Segr | em. 1.2027 | 499 | 484 | 15 | 243 | 187 | 297 | 47 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 5 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65) | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
53 | Nom. | em. 1.73 | 505 | 490 | 15 | 246 | 30 | 460 | 47 | Resp. |
54 | Nom. | em. 1.2005 | 513 | 490 | 23 | 246 | 472 | 18 | 47 | Appr. |
55 | Segr | articolo 1 | 517 | 501 | 16 | 251 | 277 | 224 | 47 | Appr. |
56 | Segr | em. 2.68 | 486 | 313 | 173 | 157 | 35 | 278 | 48 | Resp. |
57 | Segr | em. 2.35 | 490 | 316 | 174 | 159 | 27 | 289 | 48 | Resp. |
58 | Segr | em. 2.22 | 504 | 489 | 15 | 245 | 197 | 292 | 47 | Resp. |
59 | Segr | em. 2.72 | 505 | 490 | 15 | 246 | 186 | 304 | 47 | Resp. |
60 | Segr | em. 2.2026 | 513 | 496 | 17 | 249 | 191 | 305 | 47 | Resp. |
61 | Segr | em. 2.2041 rif. | 514 | 498 | 16 | 250 | 294 | 204 | 47 | Appr. |
62 | Segr | em. 2.2009 | 524 | 506 | 18 | 254 | 195 | 311 | 47 | Resp. |
63 | Segr | em. 2.2036 | 522 | 363 | 159 | 182 | 58 | 305 | 47 | Resp. |
64 | Segr | em. 2.2021 | 513 | 494 | 19 | 248 | 191 | 303 | 47 | Resp. |
65 | Segr | em. 2.2038 | 510 | 493 | 17 | 247 | 197 | 296 | 47 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 6 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 77) | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
66 | Segr | em. 2.2007 | 518 | 481 | 37 | 241 | 213 | 268 | 47 | Resp. |
67 | Segr | em. 2.2039 | 517 | 370 | 147 | 186 | 273 | 97 | 47 | Appr. |
68 | Segr | em. 2.2032 | 513 | 493 | 20 | 247 | 197 | 296 | 47 | Resp. |
69 | Segr | em. 2.2037 | 504 | 492 | 12 | 247 | 212 | 280 | 47 | Resp. |
70 | Segr | em. 2.60 | 494 | 481 | 13 | 241 | 193 | 288 | 47 | Resp. |
71 | Segr | em. 2.2023 rif. | 498 | 452 | 46 | 227 | 232 | 220 | 47 | Appr. |
72 | Segr | em. 2.2013 | 502 | 489 | 13 | 245 | 206 | 283 | 47 | Resp. |
73 | Segr | em. 2.2010, 2015 | 503 | 486 | 17 | 244 | 380 | 106 | 47 | Appr. |
74 | Segr | em. 2.19 | 504 | 488 | 16 | 245 | 194 | 294 | 47 | Resp. |
75 | Segr | em. 2.2012 | 505 | 488 | 17 | 245 | 405 | 83 | 47 | Appr. |
76 | Segr | em. 2.2017 | 492 | 477 | 15 | 239 | 185 | 292 | 47 | Resp. |
77 | Segr | articolo 2 | 489 | 486 | 3 | 244 | 286 | 200 | 46 | Appr. |