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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di lunedì 11 luglio 2011

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta dell'11 luglio 2011.

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Berlusconi, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brunetta, Buttiglione, Carfagna, Casero, Catone, Cicchitto, Colucci, Cossiga, Crimi, Crosetto, D'Alema, D'Amico, Dal Lago, D'Antoni, Della Vedova, Farinone, Fitto, Franceschini, Frattini, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Leone, Lupi, Mantovano, Maroni, Martini, Antonio Martino, Meloni, Miccichè, Misiti, Moffa, Leoluca Orlando, Polidori, Prestigiacomo, Ravetto, Reguzzoni, Roccella, Romani, Rotondi, Saglia, Stefani, Tremonti, Vernetti, Vito.

Annunzio di proposte di legge.

In data 7 luglio 2011 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
REALACCI: «Modifiche al codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e altre disposizioni per la promozione della qualità architettonica nonché in materia di disciplina della progettazione» (4492);
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE PASTORE ed altri: «Modifica dell'articolo 133 della Costituzione, in materia di istituzione e soppressione delle province nonché di modificazione delle circoscrizioni provinciali» (4493).

In data 8 luglio 2011 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
BORGHESI: «Disposizioni per la formazione di unioni tra i comuni con popolazione inferiore a 20.000 abitanti nonché modifica all'articolo 32 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267» (4494);
BORGHESI: «Modifica all'articolo 31 del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 207, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2009, n. 14, concernente l'indennizzo in favore delle persone affette da sindrome da talidomide» (4495);
DI PIETRO ed altri: «Disposizioni per la semplificazione della normativa in materia agricola e agroalimentare» (4496);
ANDREA ORLANDO ed altri: «Delega al Governo in materia di riordino delle circoscrizioni degli uffici giudiziari» (4497).

Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

La proposta di legge GIDONI ed altri: «Disposizioni in favore delle imprese o società italiane coinvolte nella crisi socio-politica sviluppatasi in Libia, Tunisia ed Egitto» (4368) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Castiello, Cirielli, Gava, Minasso, Mistrello Destro e Reguzzoni.

La proposta di legge costituzionale BERSANI ed altri: «Modifica all'articolo 133 della Costituzione, in materia di mutamento delle circoscrizioni provinciali e di soppressione delle province, nonché norme per la costituzione delle città metropolitane e il riassetto delle province» (4439) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Pizzetti.

La proposta di legge SCANDROGLIO ed altri: «Attribuzione agli avvocati del potere di autenticazione delle scritture private e di attestazione della conformità all'originale» (4468) è stata successivamente sottoscritta dai deputati De Luca e Scalera.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

I Commissione (Affari costituzionali):
BELLOTTI: «Modifiche al testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, in materia di porto d'armi» (4323) Parere delle Commissioni II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), IV, V e XII;
MARIO PEPE (IR) e MARMO: «Modifiche alla legge 15 febbraio 1953, n. 60, e al testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di incompatibilità tra il mandato parlamentare e le cariche di presidente della provincia e di sindaco di comune con popolazione superiore a 20.000 abitanti» (4409);
D'ANTONA e VELTRONI: «Modifica all'articolo 1 della legge 3 agosto 2004, n. 206, concernente l'estensione dei benefici previsti per le vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice in favore delle vittime della violenza politica» (4430) Parere delle Commissioni II, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale) e XII;
DE TORRE ed altri: «Modifiche alla legge 15 dicembre 1999, n. 482, in materia di riconoscimento e di tutela delle minoranze linguistiche storiche dei rom e dei sinti» (4446) Parere delle Commissioni V, VII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

II Commissione (Giustizia):
SCANDROGLIO ed altri: «Attribuzione agli avvocati del potere di autenticazione delle scritture private e di attestazione della conformità all'originale» (4468) Parere delle Commissioni I e V.

VII Commissione (Cultura):
SCALERA ed altri: «Disposizioni per la conservazione e la valorizzazione dell'Emeroteca-Biblioteca Tucci di Napoli» (4317) Parere delle Commissioni I, V e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
SCALERA ed altri: «Disposizioni per la conservazione, il recupero e la valorizzazione del complesso monumentale dell'ex Real Polverificio Borbonico di Scafati» (4318) Parere delle Commissioni I, V e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
SCALERA ed altri: «Disposizioni per la conservazione, il restauro e la valorizzazione del complesso monumentale di Santa Maria del Quadruviale di Cava de' Tirreni» (4319) Parere delle Commissioni I, V e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

IX Commissione (Trasporti):
CAVALLARO ed altri: «Modifica all'articolo 148 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, in materia di sorpasso dei velocipedi» (4397) Parere delle Commissioni I e II;
MARINELLO ed altri: «Modifiche agli articoli 182 e 190 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, in materia di circolazione dei velocipedi e di comportamento di pedoni, corridori e podisti» (4440) Parere delle Commissioni I, II e VII.

XI Commissione (Lavoro):
DAMIANO ed altri: «Norme sulla rappresentanza e sulla rappresentatività delle organizzazioni sindacali, sull'efficacia dei contratti collettivi di lavoro e sui diritti dei lavoratori in materia di informazione e consultazione aziendale» (4340) Parere delle Commissioni I, II, V, VI e X;
JANNONE: «Disposizioni per il sostegno dell'occupazione temporanea giovanile nel periodo estivo (4429) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, X, XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Annunzio di una domanda di autorizzazione all'acquisizione di tabulati di utenze telefoniche nonché alla perquisizione di cassette di sicurezza.

Con nota pervenuta l'8 luglio 2011, il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli ha trasmesso una domanda di autorizzazione all'acquisizione di tabulati telefonici nonché alla perquisizione di cassette di sicurezza nei confronti del deputato Marco Mario MILANESE nell'ambito del procedimento penale n. 43725/09 Rgnr. La domanda è stata assegnata alla competente Giunta per le autorizzazioni.
Copia di essa è stata stampata e distribuita (doc. IV, n. 21).

Trasmissioni dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettere in data 4 luglio 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 52, comma 4, lettera c), della legge 27 dicembre 2002, n. 289, le relazioni, rispettivamente, della regione Veneto (doc. CCI, n. 31) e della regione Lombardia (doc. CCI, n. 32) concernenti l'attuazione degli adempimenti previsti dall'accordo del 14 febbraio 2002 tra lo Stato, le regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, in materia di accesso alle prestazioni diagnostiche e terapeutiche e di indirizzi applicativi sulle liste di attesa, riferite all'anno 2010.
Questi documenti - che saranno stampati - sono trasmessi alla XII Commissione (Affari sociali).

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 6 luglio 2011, ha dato comunicazione, ai sensi dell'articolo 8-ter del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1998, n. 76, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri con cui è autorizzato l'utilizzo delle economie di spesa realizzate dal Monastero benedettino di San Giovanni Evangelista in Parma, a valere sul contributo concesso nel 2009, per il restauro delle coperture, le opere di miglioramento antisismico e il restauro pittorico delle cappelle del Bono e di Santa Francesca Romana.
Tale comunicazione è trasmessa alla V Commissione (Bilancio) e alla VII Commissione (Cultura).

Trasmissioni dalla Corte dei conti.

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 8 luglio 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n.259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della Lega navale italiana, per l'esercizio 2010. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n.259 del 1958 (doc. XV, n.331).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla IV Commissione (Difesa), alla V Commissione (Bilancio) e alla IX Commissione (Trasporti).

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 8 luglio 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n.259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Unione nazionale ufficiali in congedo d'Italia (UNUCI), per gli esercizi dal 2006 al 2009. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n.259 del 1958 (doc. XV, n.332).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla IV Commissione (Difesa) e alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissioni dal ministro per i rapporti con il Parlamento.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 30 giugno 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 20, comma 1, della legge 8 luglio 1998, n. 230, recante nuove norme in materia di obiezione di coscienza, la relazione, riferita all'anno 2010, sull'organizzazione, sulla gestione e sullo svolgimento del servizio civile (doc. CLVI, n. 4).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla I Commissione (Affari costituzionali).

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 1o luglio 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 12, comma 1, del decreto legislativo 25 febbraio 1999, n. 66, concernente «Istituzione dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo e modifiche al codice della navigazione, in attuazione della direttiva 94/56/CE del Consiglio, del 21 novembre 1994», la relazione di inchiesta relativa all'incidente occorso all'aeromobile Stampe SV 4C marche F-BDJP, l'11 settembre 2009, in località Punta Castagna (La Spezia).
Questa documentazione è trasmessa alla IX Commissione (Trasporti).

Trasmissione dal ministro degli affari esteri.

Il ministro degli affari esteri, con lettera in data 7 luglio 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 9, comma 2, della legge 29 ottobre 1997, n.374, per la parte di propria competenza, la relazione sullo stato di attuazione della citata legge n.374 del 1997, recante «Norme per la messa al bando delle mine antipersona», riferita al primo semestre 2010 (doc. CLXXXII, n.4).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla III Commissione (Affari esteri), alla IV Commissione (Difesa) e alla X Commissione (Attività produttive).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

La Commissione europea, in data 7 e 8 luglio 2011, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
Proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione dell'accordo di cooperazione scientifica e tecnologica tra l'Unione europea, da una parte, e la Repubblica democratica popolare di Algeria dall'altra (COM(2011)395 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
Relazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sull'attuazione dell'assistenza macrofinanziaria a favore di paesi terzi nel 2010 (COM(2011)408 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Valutazione intermedia del programma per l'apprendimento permanente (COM(2011)413 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla VII Commissione (Cultura);
Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo - L'Unione europea e le regioni limitrofe: un approccio rinnovato alla cooperazione in materia di trasporti (COM(2011)415 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al roaming sulle reti pubbliche di comunicazioni mobili all'interno dell'Unione (Rifusione) (COM(2011)402 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla IX Commissione (Trasporti). Tale proposta è altresì assegnata alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dall'11 luglio 2011.

Annunzio di provvedimenti concernenti amministrazioni locali.

Il Ministero dell'interno, con lettere in data 6 luglio 2011, ha dato comunicazione, ai sensi dell'articolo 141, comma 6, del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, dei decreti del Presidente della Repubblica di scioglimento dei consigli comunali di Pizzo (Vibo Valentia), Marzi (Cosenza) e Stornara (Foggia).
Questa documentazione è depositata presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Richieste di parere parlamentare su atti del Governo.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 8 luglio 2011, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 1 e 26 della legge 4 giugno 2010, n. 96, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2007/61/CE, relativa a taluni tipi di latte conservato parzialmente o totalmente disidratato destinato all'alimentazione umana (378).
Tale richiesta, in data 8 luglio 2011, è stata assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla XIII Commissione (Agricoltura) nonché, ai sensi del comma 2 dell'articolo 126 del regolamento, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), che dovranno esprimere i prescritti pareri entro il 17 agosto 2011. È stata altresì assegnata, ai sensi del comma 2 dell'articolo 96-ter del regolamento, alla V Commissione (Bilancio), che dovrà esprimere i propri rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario entro il 28 luglio 2011.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 8 luglio 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1 della legge 4 giugno 2010, n. 96, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2009/54/CE, sull'utilizzazione e la commercializzazione delle acque minerali naturali (379).
Tale richiesta, in data 8 luglio 2011, è stata assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla XII Commissione (Affari sociali) nonché, ai sensi del comma 2 dell'articolo 126 del regolamento, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), che dovranno esprimere i prescritti pareri entro il 17 agosto 2011. È stata altresì assegnata, ai sensi del comma 2 dell'articolo 96-ter del regolamento, alla V Commissione (Bilancio), che dovrà esprimere i propri rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario entro il 28 luglio 2011.
Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 8 luglio 2011, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 1 e 39 della legge 4 giugno 2010, n. 96, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2009/12/CE, concernente i diritti aeroportuali (380).
Tale richiesta, in data 8 luglio 2011, è stata assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla IX Commissione (Trasporti) nonché, ai sensi del comma 2 dell'articolo 126 del regolamento, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), che dovranno esprimere i prescritti pareri entro il 17 agosto 2011. È stata altresì assegnata, ai sensi del comma 2 dell'articolo 96-ter del regolamento, alla V Commissione (Bilancio), che dovrà esprimere i propri rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario entro il 28 luglio 2011.

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

ERRATA CORRIGE

Nell'Allegato A ai resoconti della seduta dell'8 giugno 2011, a pagina 4, prima colonna, diciottesima riga, deve leggersi: «legge 15 febbraio 1953, n. 60,» e non: «legge 13 febbraio 1953, n. 60» come stampato.

Nell'Allegato A al resoconto della seduta dell'8 ottobre 2009, a pagina 4, seconda colonna, diciottesima riga, le parole: «e XI» si intendono sostituite dalle seguenti: «VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale) e XII».

MOZIONI NIRENSTEIN, CORSINI, POLLEDRI, ADORNATO, DELLA VEDOVA, GIANNI, VERNETTI ED ALTRI N. 1-00669 E LEOLUCA ORLANDO ED ALTRI N. 1-00687 CONCERNENTI INIZIATIVE RELATIVE ALLA CRISI SIRIANA

Mozioni

La Camera,
premesso che:
dal 15 marzo 2011, nell'ambito delle rivoluzioni popolari chiamate complessivamente «primavera araba», anche in Siria si svolge una rivolta contro il regime alawita di Bashar al Assad. Iniziata con una manifestazione di universitari, in pochi giorni si è trasformata in un movimento popolare di enormi proporzioni. Il 18 marzo 2011 è stato proclamato il «giorno della collera» contro il regime, sfociato nel sangue con la repressione violenta delle manifestazioni da parte delle forze di sicurezza. Il primo focolaio degli scontri è stata Daraa, al confine con la Giordania, ma le proteste si sono presto estese, fra l'altro, a Homs, Banias, Latakia, Samnin e Damasco;
secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, in tre mesi sono stati uccisi oltre 1.400 civili e circa 10.000 sono stati arrestati. Più di 10 mila siriani in fuga dalle violenze hanno trovato rifugio in Turchia. Altri 5.000 profughi sono accampati sul lato siriano del confine con la Turchia;
nei primi giorni della rivolta il presidente Bashar al Assad ha dichiarato: «si tratta solo di un piccolo malcontento che non giustifica un cambiamento politico». A tre mesi di distanza le richieste di cambiamento politico continuano a crescere e l'intero Paese è oramai caratterizzato da una situazione di vero e proprio conflitto civile, represso duramente anche con la tortura e l'assassinio di bambini, come documentato da diversi filmati e dalle testimonianze dei parenti delle vittime;
la repressione è guidata dalla famigerata quarta divisione corazzata agli ordini di Maher al Assad, fratello del Rais Bashar al Assad, dimostrando così che la famiglia Assad, il cui capostipite Hafez già nel 1982 aveva compiuto un massacro di 20.000 dissidenti nella città di Hama, continua sulla linea di una sanguinosa repressione dei dissidenti da parte di una minoranza etnico religiosa, attualmente sostenuta con forti mezzi dal regime iraniano;
Bashar al Assad ha consolidato anche il sostegno all'organizzazione terroristica di Hamas, riconosciuta come tale anche dall'Unione europea dal 2004, la cui presenza a Damasco consta del principale ufficio dell'organizzazione guidato da Khaled Mashal. Assad mantiene anche stretti rapporti con gli Hezbollah, organizzazione estremista islamica sciita, armata dall'Iran con l'aiuto siriano, che tiene oggi il Libano in uno stato di intimidazione tramite un Governo minoritario;
la Repubblica islamica dell'Iran osserva con attenzione quel che accade in Siria, offrendo appoggio alle forze del regime e alla repressione della rivolta nel Paese; secondo quanto riferiscono diverse testate giornalistiche e testimonianze, a guidare i poliziotti antisommossa nella città di Latakia ci sarebbero elementi che non vestono la divisa della polizia e che tra loro parlano in persiano; sono stati notati anche diversi elementi identificati come Hezbollah;
il 5 giugno 2011, nell'anniversario dell'inizio della guerra dei sei giorni, centinaia di siriani palestinesi hanno cercato ripetutamente di sfondare il confine tra Siria e Israele e fare irruzione attraverso la linea di frontiera lanciando pietre e ordigni incendiari. Secondo quanto emerso da fonti di intelligence, il regime di Damasco avrebbe offerto 1000 dollari a ogni rivoltoso disposto a recarsi al confine e a provocare la reazione dei soldati israeliani, di modo da distogliere l'attenzione mondiale dalle stragi perpetrate in Siria contro i manifestanti anti-governativi;
il 20 giugno 2011, il presidente Assad ha parlato per la terza volta dall'inizio delle agitazioni in Siria, accusando la rivoluzione popolare di essere «una cospirazione progettata all'estero e perpetrata all'interno del nostro Paese»;
nel mese di aprile 2011, tuttavia, il Rais aveva ammesso che «la distanza tra il Governo e la sua gente ha generato la rabbia popolare». C'è la «piena e assoluta convinzione nel processo di riforma perché rappresenta l'interesse nazionale», ha affermato anche Assad. «Il problema è quale riforma vogliamo e quali sono i suoi contenuti»;
appare evidente, dunque, per ammissione dello stesso Presidente Assad, che in Siria non si trattava e non si tratta di un malcontento marginale e che, al contrario, appaiono indispensabili cambiamenti politici fondamentali;
nel maggio 2011, l'Unione europea ha imposto sanzioni a 13 esponenti del regime siriano che prevedono il bando del visto d'ingresso all'interno dei Paesi dell'Unione europea e il congelamento dei beni posseduti sul territorio europeo;
il 22 giugno il Ministro degli esteri siriano, Walid al Muallim, a seguito dell'accordo raggiunto in sede di Unione europea per estendere la lista delle sanzioni nei confronti del regime siriano a tre iraniani accusati di fornire sostegno alla violenta repressione messa in atto dal governo di Damasco, ha dichiarato: «Cancelleremo l'Europa dalla nostra mappa geografica. Da ora in poi guarderemo ad est» e ha definito le sanzioni «un atto di guerra»;
il rischio che la Siria si trasformi, di fatto, in una fonte di instabilità gravissima per il Medio Oriente e per il mondo intero è molto serio. Soltanto una corretta politica di sanzioni e di condanne può bloccarne la deriva e fermare la strage e la violazione di tutti i diritti umani, che peraltro ha radici consolidate nella storia del regime alawita;
la Siria è rimasta soggetta ininterrottamente a uno stato di emergenza nazionale in vigore dal 1963 che, negli anni, è stato impiegato per reprimere e punire anche il pacifico dissenso;
militanti politici, difensori dei diritti umani, blogger, esponenti della minoranza curda e altre persone che avevano criticato il Governo o avevano attirato l'attenzione sulle violazioni dei diritti umani sono stati sottoposti ad arresti arbitrari e spesso a detenzioni prolungate, oppure sono stati condannati a pene detentive al termine di processi iniqui davanti a tribunali altamente inadeguati; tra questi figuravano prigionieri di coscienza. Ad altri ex detenuti è stato altresì interdetto l'espatrio;
secondo il rapporto diritti umani del 2011 di Amnesty international, la tortura e altri maltrattamenti sono comunemente utilizzati contro i dissidenti, il sistema giudiziario funziona secondo evidenti scelte politiche, le morti sospette in custodia sono svariate e la pena di morte è prevista in un largo numero di casi. In due occasioni, il 18 dicembre 2008 e il 21 dicembre 2010, all'Assemblea generale delle Nazioni Unite la Siria ha votato contro la risoluzione per la moratoria delle esecuzioni capitali;
le donne hanno continuato a veder loro negata la parità rispetto agli uomini in ambito legislativo, in particolare in riferimento alla legge sullo status personale in materia di matrimonio e di eredità e al codice penale, che prevede pene minori per l'omicidio e altri reati violenti commessi nei confronti di donne, in cui la difesa dell'«onore» della famiglia viene considerata un'attenuante;
la Siria è abitata da una maggioranza arabo-sunnita e da 74 gruppi etnici e religiosi, di cui alcuni vedono violati costantemente i propri diritti. I curdi, che comprendono il 10 per cento della popolazione e risiedono per lo più nel nord-est del Paese, continuano a subire discriminazioni; migliaia di essi sono risultati d'un tratto apolidi e pertanto privati della parità di accesso anche ai diritti socio-economici;
l'asse Damasco-Teheran, che si è consolidato e integrato sotto il profilo militare durante la guerra Iran-Iraq tra il 1980 e il 1988, oggi è saldamente presidiato e difeso dai «consiglieri» pasdaran, in quanto la possibile caduta del regime di Bashar el Assad costituirebbe un vulnus esiziale per la Repubblica islamica, che infatti definisce le manifestazioni in corso in Siria «un complotto dell'Occidente»;
nel febbraio 2011, a pochi giorni dalla caduta del regime di Mubarak in Egitto, due navi da guerra iraniane, dopo aver attraversato il canale di Suez per la prima volta dopo la rivoluzione islamica del 1979, hanno attraccato nel porto di Latakia in Siria. In seguito al loro arrivo, il 2 marzo 2011, Mahmoud Ahmadinejad e Bashar al Assad hanno firmato il protocollo che avvia i lavori, subito iniziati, per trasformare il porto di Latakia in una grande base militare per la marina iraniana, in grado di ospitare navi da guerra, sommergibili e batterie lanciamissili antinave e antiaeree;
le speranze della comunità internazionale, in primis degli Stati Uniti, sembrano ormai, anche nelle dichiarazioni del Sottosegretario di Stato Hillary Clinton, da ritenersi irrealistiche e irrealizzabili;
è di questi giorni un appello rivolto ai 15 componenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu, firmato da 7 scrittori di fama internazionale, Bernard-Henri Levy, Amos Oz, David Grossman, Salman Rushdie, Umberto Eco, Orhan Pamuk e Wole Soyinka, che chiede di approvare una risoluzione di condanna della repressione in Siria come crimine contro l'umanità;
in questo quadro appare necessario un intervento diplomatico sistematico finalizzato a evitare che la questione siriana venga lasciata a sé stessa,

impegna il Governo:

a operare affinché si crei, a livello internazionale, una pressione determinante nei confronti del Governo siriano volta a far cessare qualsiasi violenza nei confronti del popolo siriano e a garantire che siano compiute scelte politiche che rispecchino le sue richieste;
a promuovere l'estensione delle sanzioni contro il regime siriano di modo che la riprovazione del consesso internazionale assuma un carattere concreto;
a monitorare la posizione internazionale della Siria di modo che non possa compiere azioni di destabilizzazione regionale;
ad adoperarsi per impedire che la Siria introduca potenze e forze di sicurezza straniere sul suo territorio onde reprimere i manifestanti;
a esercitare pressioni, a livello europeo e internazionale, affinché una missione di inchiesta delle Nazioni Unite, già richiesta dall'Alto Commissario per i diritti umani, possa visitare la Siria e valutare la situazione umanitaria del Paese, nonché ad assumere iniziative perché il regime siriano garantisca l'accesso alla stampa internazionale;
a impegnarsi in sede di Nazioni Unite affinché il Consiglio di sicurezza si pronunci sulla crisi siriana.
(1-00669)
«Nirenstein, Corsini, Polledri, Adornato, Della Vedova, Gianni, Vernetti, Boniver, Maran, Renato Farina, Lorenzin, D'Antona, Calderisi, Pianetta, Urso, Di Virgilio, Barbieri, Bertolini, Picchi, Cosenza, Fiano».

La Camera,
premesso che:
la Siria è stata sottoposta alla legge di emergenza fin dal 1963, legge che di fatto ha sospeso la maggior parte dei diritti costituzionali dei cittadini siriani con la giustificazione dello stato di guerra con Israele;
l'onda lunga della rivoluzione araba (cosiddetta primavera araba), che recentemente ha visto coinvolti i paesi del Maghreb e del Mashrek, ha, come è ormai noto, violentemente interessato anche la Siria, sorprendendo autorevoli commentatori e analisti che per mesi avevano ritenuto il regime immune da rivolte e richieste di cambiamento;
per la prima volta, infatti, in quarant'anni sono stati attaccati i simboli del regime: la sede del partito Ba'ath al potere è stata incendiata, le gigantografie di al-Assad sfregiate e la statua di Hafez al-Assad (padre dell'attuale Presidente e, a sua volta, Capo dello Stato dal 1971 al 2000) rovesciata; eventi inimmaginabili solo alcune settimane fa;
le proteste sono dapprima iniziate, quasi in sordina, a Damasco, quando il 16 marzo 2011 le forze di sicurezza hanno spezzato un raduno silenzioso in piazza Marjeh di circa 150 manifestanti che reggevano le foto di parenti e amici imprigionati; poi, le proteste si sono estese anche a Dara'a - piccolo centro agricolo vicino al confine con la Giordania, dopo l'arresto di alcuni studenti accusati di aver imbrattato i muri della scuola con scritte contro il regime - e nella regione meridionale dell'Hawran, nella sua forma più violenta, allargandosi alle principali città del paese, fino a scuotere il porto di Latakia, sul Mediterraneo, 350 chilometri a nord-ovest della capitale;
fin dalla sua ascesa al potere, nel 2000, Bashar al-Assad aveva suscitato forti speranze di riforme (cosiddetta primavera di Damasco), solo alcuni mesi fa alimentate dallo stesso Segretario di Stato americano, Hillary Clinton, anche se è notizia di questi giorni che la stessa si è detta, però, «scoraggiata» dalla violenza in atto in quel paese e ha affermato che per il Governo siriano il tempo delle riforme sta scadendo e che: «Il Governo di Damasco deve avviare le riforme o sarà costretto a confrontarsi con un'opposizione più organizzata»;
comunque, il 24 marzo 2011 al-Assad ha dovuto, sotto la spinta di proteste sempre più veementi, annunciare l'adozione di provvedimenti per aumentare gli standard di vita e per abolire, soprattutto, la legge di emergenza in vigore in Siria dal 1963;
tali misure sono risultate insufficienti perché, con il passare del tempo, migliaia di persone hanno sempre più aderito alle proteste, apparse da subito fuori controllo, per chiedere il ripristino delle libertà civili e la fine reale dello stato di emergenza;
la situazione in Siria, di settimana in settimana, precipita sempre più rapidamente; venerdì 20 maggio 2011, infatti, a un mese dalla revoca dello stato d'emergenza e dopo un breve periodo di relativa calma, la repressione è tornata a farsi particolarmente sanguinosa; migliaia di siriani sono intanto di nuovo tornati in piazza il 1o luglio 2011 per chiedere la caduta del regime in quasi tutte le località del paese, compresi alcuni quartieri di Damasco e Aleppo, rimaste finora relativamente ai margini della contestazione; attraverso internet è possibile ormai vedere immagini, ancorché di scarsa qualità perché registrate clandestinamente e con il rischio reale di perdere la vita, che confermano la brutalità della repressione in atto;
recentemente, due missioni del comitato della Croce rossa internazionale hanno potuto recarsi in due diverse province siriane, colpite dall'offensiva militare decisa dal regime per reprimere il movimento di protesta in corso ormai da quasi quattro mesi, per visitare la regione di Dara'a e quella di Idlib, al confine con la Turchia, e per consentire al personale del comitato della Croce rossa internazionale di valutare il tipo di assistenza necessaria;
Amnesty International ha più volte condannato la repressione violenta da parte delle forze di sicurezza e riferito dell'uccisione e dell'arresto di decine di persone;
secondo fonti internazionali, i morti dall'inizio della repressione da parte delle forze di sicurezza sarebbero già oltre 1300 e decine di migliaia gli arresti; altrettanti quelli in fuga verso i confini turchi per sfuggire alle violenze;
all'aggravarsi della situazione, il regime ha tentato di correre al riparo ordinando il rilascio di 260 prigionieri politici, per lo più curdi e islamisti, e annunciando l'aumento fino al 30 per cento dei salari dei dipendenti pubblici. Il Presidente al-Assad si è anche impegnato a studiare una serie di riforme politiche, anche attraverso l'apertura a nuove formazioni politiche, ad allentare la censura sui media e a concedere più potere alle organizzazioni non governative: insomma riforme che, se effettivamente attuate, potrebbero risultare a dir poco rivoluzionarie;
la Siria non è un paese storicamente coeso e omogeneo, ma una società multietnica e multireligiosa, come l'Iraq e il Libano (per certi versi anche la Libia), e nessun attore internazionale o regionale (fossero gli Stati Uniti o l'Arabia Saudita e l'Iran) sembra interessato a un cambio di regime in Siria;
le minoranze confessionali (drusi, armeni, cristiani) ed etniche (curdi) temono la futura rappresaglia di un regime incattivito perché messo alle corde ed è, quindi, comprensibile che, unitamente a tanti cittadini siriani, si trovino a preferire la «stabilità» a vere riforme, fintantoché la comunità internazionale non adotterà una corretta politica di sanzioni e di condanne nei confronti del regime;
la comunità alawita ha davanti a sé il dilemma se arroccarsi a difesa dei clan del regime oppure schierarsi con la maggioranza degli insorti (sunniti), ma, allo stesso tempo, la violenta rimozione del regime potrebbe portare a uno scontro senza fine tra le diverse fazioni;
l'Unione europea ha, nel mese di maggio 2011, adottato sanzioni nei confronti di alcuni esponenti del regime siriano, prevedendone il bando del visto d'ingresso all'interno dei paesi dell'Unione europea e il relativo congelamento dei beni posseduti in territorio europeo;
si apprende da un'agenzia stampa dell'Ansa che: «Sette scrittori di tutto il mondo hanno lanciato oggi da Parigi un appello al Consiglio di sicurezza dell'Onu affinché venga adottato "un progetto di risoluzione contro la repressione in Siria che metta fine ai massacri in quanto sarebbe tragico e moralmente inaccettabile rinunciarvi", si legge nella lettera dei sette intellettuali firmatari: Umberto Eco, David Grossman, Bernard-Henri Levy, Amos Oz, Orhan Pamuk, Salman Rushdie e Wole Soyinka»;
il Governo tedesco ha reso noto che intende impegnarsi per fare approvare dal Consiglio di sicurezza dell'Onu una risoluzione di condanna delle violenze in Siria entro la fine del mese di luglio 2011,

impegna il Governo:

ad attivarsi affinché il Consiglio di sicurezza dell'Onu si pronunci nel più breve tempo possibile per fornire una chiara risposta all'inaccettabile susseguirsi di violenze e repressione in Siria attraverso l'adozione di una risoluzione di condanna;
a farsi promotore di un deciso intervento diplomatico, di concerto con le istituzioni europee, volto a far cessare qualsiasi atto di violenza nei confronti della popolazione siriana;
ad adottare ogni utile iniziativa, anche in occasione della stipula di eventuali accordi bilaterali di cooperazione, per favorire e sostenere scelte politiche che tengano conto delle richieste di rinnovamento e cambiamento di quanti da mesi stanno affrontando la dura repressione del regime siriano.
(1-00687)
«Leoluca Orlando, Evangelisti, Donadi, Di Stanislao, Borghesi».
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).

MOZIONI REGUZZONI, BALDELLI ED ALTRI N. 1-00671, CIMADORO ED ALTRI N. 1-00684, MOFFA ED ALTRI N. 1-00688 E ANNA TERESA FORMISANO ED ALTRI N. 1-00689 CONCERNENTI INIZIATIVE VOLTE A CONTRASTARE IL FENOMENO DELLA CONTRAFFAZIONE E AD ASSICURARE IL RISPETTO DEI REQUISITI DI SICUREZZA E DI CONFORMITÀ DEI PRODOTTI ALL'ORDINAMENTO COMUNITARIO

Mozioni

La Camera,
premesso che:
il fenomeno della contraffazione ha ormai assunto proporzioni mondiali, interessando tutti i settori economici, con particolare impatto sul tessuto produttivo italiano di eccellenza;
quasi ogni giorno le cronache riportano notizie di sequestri di merci contraffatte e fabbricate in Cina, i cui materiali risultano essere estremamente nocivi per la salute dei consumatori. È questo il caso dell'ultimo sequestro avvenuto in Veneto che ha interessato 560.000 paia di occhiali da sole con marchio CE non conforme, senza filtro uva e con tracce di nichel, mentre sono diversi i casi di sequestri di prodotti cosmetici contraffatti immessi sul mercato da ambulanti cinesi;
questi fatti recenti, così come la notizia del giugno 2011 del maxisequestro della Guardia di finanza di Padova di 700 milioni di articoli di bigiotteria contraffatti e potenzialmente pericolosi per la salute, fanno riemergere con forza la necessità di arginare la contraffazione, fenomeno contro cui la Lega Nord da anni lotta, sia nelle aule parlamentari sia fuori a fianco di cittadini ed imprenditori;
una delle ultime interrogazioni presentate dal gruppo Lega Nord alla Camera dei deputati, sulla tutela ed autenticità del marchio CE sui prodotti destinati al mercato europeo, ha ricevuto il consenso esplicito anche da parte della Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa, a testimonianza di quanto il mondo dell'artigianato e della piccola impresa sia seriamente minacciato e danneggiato dalla contraffazione;
in quel contesto è stato denunciato come diversi produttori cinesi hanno l'abitudine di copiare il marchio CE, che i produttori italiani devono apporre sui loro prodotti a dimostrazione della conformità degli stessi ai requisiti di sicurezza previsti dalle direttive europee, facendolo risultare in tutto identico a quello originale ad eccezione del minor spazio lasciato tra le due lettere, ad indicare la versione cinese del marchio «China Export»; quest'ultimo viene apposto sui prodotti cinesi destinati all'esportazione che non hanno eseguito alcuna prova di conformità agli standard di sicurezza europei;
la difficoltà nella distinzione tra i due marchi rappresenta una grave distorsione delle regole della concorrenza, anche in considerazione dei prezzi estremamente inferiori dei prodotti cinesi rispetto a quelli delle nostre imprese e reca un danno sia ai consumatori, che sono erroneamente indotti a pensare di acquistare un prodotto con determinate garanzie di qualità e di sicurezza certificate, sia ai produttori, con gravi ripercussioni sull'economia del Paese e sull'occupazione;
il Ministro per i rapporti con il Parlamento, nel rispondere alla citata interrogazione, ha sostenuto la fondatezza della questione denunciata, precisando che nella fattispecie esisterebbero due diversi livelli di illecito: non solo quando il marchio viene apposto in modo graficamente irregolare ma anche, e ancor più grave, quando lo stesso sottende l'effettiva assenza dei requisiti di sicurezza e conformità regolati dalle specifiche normative tecniche di settore. L'intervento non ha tuttavia chiarito quale strategia il Governo dovrà adottare per porre definitivamente fine all'uso del marchio contraffatto «China Export»;
la contraffazione è un fenomeno in continua espansione e risulta tanto più grave su quei prodotti come i farmaci, gli alimenti, il tessile ed i giocattoli che, venendo a contatto con i consumatori, rischiano di danneggiare la loro salute, a partire dalla nascita di allergie fino ad arrivare ai casi di sviluppo di vere e proprie patologie;
l'Italia è uno dei Paesi più danneggiati dal mercato del falso perché ha una struttura produttiva composta per la grande maggioranza da imprese piccole e medio-piccole che, per la loro esperienza e capacità, sono in grado di offrire sul mercato prodotti di altissima qualità ed eccellenza;
secondo i dati forniti dal Censis, il mercato del falso nel nostro Paese ha realizzato nel corso del 2008 un «fatturato» di 7 miliardi e 107 milioni di euro. Le perdite per il bilancio dello Stato in termini di mancate entrate fiscali sono state calcolate in 5 miliardi e 281 milioni di euro; sono 130 mila i posti di lavoro sottratti all'economia regolare;
negli ultimi anni i sequestri di prodotti contraffatti hanno registrato un notevole aumento in quasi tutti i comparti, ad eccezione dell'elettronica, i cui prodotti sono ancora fortemente copiati. L'Italia, in particolare, nel recepire la direttiva 2004/108/CE con il decreto legislativo 6 novembre 2007, n. 194, ha esplicitamente vietato di apporre sugli apparecchi e i relativi imballaggi ed istruzioni per l'uso segni che possano indurre in errore il consumatore in relazione al significato o alla forma grafica della marcatura CE, prevedendo l'applicazione di apposite sanzioni nel caso di violazioni della norma;
nonostante gli espliciti divieti e le sanzioni previste dal sopra citato decreto legislativo, l'utilizzo del marchio contraffatto «China Export» risulta ancora molto diffuso, come peraltro emerge dalle segnalazioni provenienti dal mondo delle imprese e dai consumatori,

impegna il Governo:

a farsi promotore, in ambito comunitario, di iniziative volte a porre fine all'uso fraudolento del marchio CE, quale acronimo di «China Export»;
a prevedere meccanismi di garanzia della conformità dei prodotti ai requisiti di sicurezza previsti dalle direttive comunitarie, a tutela delle imprese e dei consumatori;
ad implementare i controlli sul territorio nazionale e alle dogane volti a bloccare l'ingresso di prodotti falsati che inducono in inganno i consumatori, creando un danno alle imprese e, più in generale, all'economia del Paese.
(1-00671)
«Reguzzoni, Baldelli, Lussana, Montagnoli, Luciano Dussin, Fogliato, Dal Lago, Fava, Maggioni, Alessandri, Allasia, Bitonci, Bonino, Bragantini, Buonanno, Callegari, Caparini, Cavallotto, Chiappori, Comaroli, Consiglio, Crosio, D'Amico, Desiderati, Di Vizia, Dozzo, Guido Dussin, Fedriga, Follegot, Forcolin, Fugatti, Gidoni, Goisis, Grimoldi, Isidori, Lanzarin, Molgora, Laura Molteni, Nicola Molteni, Munerato, Negro, Paolini, Pastore, Pini, Pirovano, Polledri, Rainieri, Rivolta, Rondini, Simonetti, Stefani, Togni, Torazzi, Vanalli, Volpi, Stucchi, Mistrello Destro, Galati, Ascierto, Golfo».

La Camera,
premesso che:
la contraffazione nel nostro Paese rappresenta, secondo gli ultimi studi condotti dal Censis e le risultanze derivanti dalle indagini eseguite dalla Guardia di finanza, una vera e propria economia parallela che ogni anno fattura più di 7 miliardi di euro, con conseguenti ingentissime perdite per il bilancio dello Stato in termini di mancate entrate fiscali e contributive e ben 130 mila posti di lavoro sottratti all'economia regolare;
il fenomeno della contraffazione, inoltre, si avvale di metodi sempre più sofisticati e risulta in aumento nel nostro Paese, come del resto testimoniano i dati ufficiali più recenti con riferimento all'anno 2010 e i primi 5 mesi dell'anno 2011:
a) nel corso del 2010 la Guardia di finanza ha sequestrato 110 milioni di prodotti contraffatti o pericolosi e sono state denunciate all'autorità giudiziaria ben 13.234 persone. Nel corso delle indagini compiute nel 2010 è stato accertato come il fenomeno della contraffazione si stia progressivamente sviluppando nell'ambito di una molteplicità di settori merceologici che vanno dai ricambi delle auto ai caschi per le motociclette, dai farmaci ai cosmetici, dagli oggetti di bigiotteria, alle figurine, dai giocattoli agli alimenti. In buona sostanza, sebbene l'alta moda, l'abbigliamento e i suoi accessori si siano confermati settori in cui la contraffazione e la falsa indicazione del made in Italy sono ancora fortemente diffusi, le operazioni condotte nel 2010 hanno evidenziato un notevole aumento dei sequestri di beni di largo consumo (+ 36 per cento) e di prodotti pericolosi per la salute (+33 per cento). Si conferma, inoltre, il coinvolgimento sempre maggiore della criminalità organizzata italiana e straniera nell'industria del falso: 341 sono le persone che sono state denunciate per associazione per delinquere finalizzata alla contraffazione e 98 quelle arrestate, il 50 per cento in più rispetto al 2009;
b) nei soli primi 5 mesi del 2011 sono state sequestrate quasi 37 milioni di merci contraffatte. Il comparto moda continua ad essere quello in cui si registrano i sequestri più ingenti (quasi 16 milioni di prodotti), anche se il settore che attualmente manifesta il più marcato trend in aumento (+35 per cento rispetto ai primi cinque mesi del 2010) è quello dei beni di largo consumo, tra cui emergono i sequestri di cosmetici contraffatti o insicuri, aumentati di sei volte rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno;
la contraffazione di alcuni prodotti, in particolare, come quelli farmaceutici, gli alimentari, i giocattoli o le parti di veicoli, rappresenta un pericolo immediato per i consumatori, minacciandone la salute e la sicurezza. In materia di contraffazione di farmaci si segnala, in particolare, l'allarme lanciato il 25 marzo 2011 dall'Adiconsum (Associazione difesa consumatori e ambiente) che ha pubblicato un'indagine dalla quale emerge che ogni anno in Europa 200.000 persone muoiono di malaria perché curati con farmaci contraffatti, mentre 50.000 bambini perdono la vita dopo aver ricevuto una vaccinazione antimeningite rivelatasi in seguito contraffatta;
l'Italia, inoltre, è uno dei Paesi a maggiore rischio di perdita di competitività a causa dello sviluppo del mercato del falso, sia perché caratterizzata da un tessuto produttivo composto in gran parte da piccole e medie imprese che sovente riscontrano enormi difficoltà nel contrastare adeguatamente il fenomeno, sia perché l'Italia vanta una significativa quota di produzione e di export nel settore dei beni di lusso che corrisponde a uno di quei settori maggiormente esposti alla concorrenza sleale dei prodotti contraffatti;
alla base dello sviluppo dell'industria della contraffazione concorrono vari fattori tra i quali si annovera, in particolare, la globalizzazione del mercato che ha spostato le produzioni nei Paesi asiatici e in quelli dell'est europeo, dove il costo della manodopera è molto più esiguo che in Italia. La produzione mondiale di merci contraffatte proviene, infatti, per il 70 per cento dal sud-est asiatico (soprattutto Cina, ma anche Thailandia, Taiwan e Corea) e la relativa destinazione interessa per il 60 per cento l'Unione europea;
la produzione di merci contraffatte in Italia si concentra per il 69 per cento nelle regioni del Sud ed interessa, in particolare, la regione Campania (cd, dvd, abbigliamento) che guida con largo margine la classifica con quasi la metà dei prodotti sequestrati su tutto il territorio nazionale. Alla Campania seguono la regione Lombardia nei settori della componentistica elettronica e dei profumi, il Veneto specie nei settori degli occhiali e delle calzature, le Marche, la Toscana (in particolare, Prato nel settore della pelletteria) e la Puglia;
secondo quanto emerge dalla recentissima indagine «Le caratteristiche della criminalità organizzata cinese in Italia», presentata in data 18 maggio 2011 dall'Osservatorio socio-economico sulla criminalità del Cnel, la contraffazione di prodotti costituisce il principale business delle organizzazioni criminali cinesi in Italia e Roma rappresenta il principale centro di smistamento e stoccaggio di questa merce che, in numerosissimi casi, reca il marchio contraffatto CE, quale acronimo di «China Export» in violazione delle disposizioni contenute nel decreto legislativo 6 novembre 2007, n. 194, di recepimento della direttiva 2004/108/CE che vietano l'utilizzazione di segni che possano indurre in errore il consumatore in relazione al significato o alla forma grafica della marcatura CE che, come noto significa «Conformité Européenne» ed indica che il prodotto che lo porta è conforme ai requisiti essenziali previsti da direttive in materia di sicurezza, sanità pubblica e tutela del consumatore;
il fenomeno della contraffazione si presenta come un insieme complesso di violazioni a leggi, norme, regolamenti e vincoli contrattuali che regolano i diritti di proprietà intellettuale e di sfruttamento commerciale di prodotti di ogni genere ed è caratterizzato dalla presenza in Italia di due realtà particolarmente massicce: a) le merci contraffatte, ovvero le merci che recano illecitamente un marchio identico ad un marchio registrato; b) le merci usurpative, cioè quelle merci che costituiscono riproduzioni illecite di prodotti coperti da copyright;
attorno a queste due tipologie predominanti, esiste un'ulteriore realtà di vari fenomeni illeciti, o al limite del lecito, che costituiscono un habitat favorevole alla contraffazione, alla pirateria e a ogni altra attività criminale ad esse connessa. Fra questi si menzionano: a) le sovrapproduzioni illegittime approntate da licenziatari di produzione infedeli e da questi smerciate, con o senza il marchio originale, ma comunque in violazione del contratto di licenza; b) le produzioni destinate contrattualmente a specifiche aree geografiche, ma dirottate da licenziatari commerciali infedeli fuori dalle zone di loro pertinenza; c) la produzione di prodotti che, senza violare direttamente marchi o modelli, ne imitano in maniera tendenziosa e confusiva l'aspetto;
i disastri prodotti dalla contraffazione si configurano come l'esatto opposto dei benefici prodotti dalla sana concorrenza, in cui i produttori competono l'uno contro l'altro per il favore del consumatore sulla base della qualità e del prezzo. Lo scopo del contraffattore è invece quello di realizzare guadagni attraverso l'inganno, assumendo fraudolentemente l'identità di un produttore famoso e affidabile, in modo da evitare gli investimenti necessari per creare prodotti autenticamente di buona qualità. Il contraffattore non ha, quindi, nessun interesse ad investire nella buona qualità dei materiali impiegati, nei sistemi di controllo della qualità degli oggetti prodotti, nella ricerca e sviluppo volta alla continua innovazione e, infine, nello sviluppo di tecniche di comunicazione e vendita volte a proporre i propri prodotti;
la contraffazione che, nell'immaginario collettivo continua ad essere considerata un trascurabile fenomeno di «microcriminalità» più folcloristica che preoccupante, presenta invece le caratteristiche di un vero e proprio cancro che aggredisce progressivamente la società in tutto il suo insieme;
nella seduta del 13 luglio 2010 la Camera dei deputati ha approvato il testo unificato doc. XXII, n. 12-16-A, che istituisce una Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale;
durante l'audizione svoltasi il 16 febbraio 2011 del comandante generale della Guardia di finanza, generale di corpo d'armata Nino Di Paolo, è emersa con tutta evidenza l'esigenza di intervenire nella lotta alla contraffazione anche e soprattutto attraverso un cambiamento della cultura e della percezione da parte del consumatore, facendo conoscere il valore, non solo culturale ma anche tecnico della merce che si acquista. Il consumatore, in buona sostanza, deve percepire che attingere all'offerta illecita non è un affare, non soltanto in termini di pericolosità ma anche in termini economici;
durante l'audizione dei rappresentanti di Confindustria del 16 marzo 2011 è stata altresì evidenziata l'esigenza di arricchire la legislazione attualmente vigente sulla contraffazione con normative più precise in materia di commercio elettronico a livello internazionale;
durante l'audizione del sottocapo di Stato maggiore del comando generale dell'Arma dei carabinieri, generale di divisione Antonio Ricciardi, svoltasi recentissimamente, ovvero il 22 giugno 2011, nell'analizzare nello specifico gli aspetti relativi alla lotta all'agropirateria, è stato sottolineato come, per quanto concerne gli aspetti relativi alle problematiche legate all'italian sounding, ovvero l'evocazione in etichetta dei prodotti tipici italiani, che penalizza gravemente le produzioni agroalimentari nazionali, si registri una carenza di strumenti di tutela a livello internazionale per la mancanza di una normativa che renda obbligatoria l'indicazione in etichetta della vera origine del prodotto agroalimentare,

impegna il Governo:

ad adottare con urgenza ogni iniziativa di competenza, anche presso le competenti sedi europee, volta ad arginare il dirompente fenomeno della contraffazione che minaccia i consumatori e le imprese del nostro Paese, sollecitando gli Stati membri dell'Unione europea ad attuare un efficace e continuo monitoraggio in tempo reale delle importazioni extracomunitarie provenienti in particolare dal sud-est asiatico, e segnatamente dalla Cina, così da garantire la piena attuazione dei divieti e delle correlative sanzioni previste dal decreto legislativo 6 novembre 2007, n.194, di recepimento della direttiva 2004/108/CE;
ad assumere ogni iniziativa, anche normativa, volta a potenziare il controllo della diffusione delle merci contraffatte su siti di compravendita on line, come e-Bay, promuovendo al contempo le opportune iniziative affinché l'Unione europea - oltre al nostro Paese - si faccia carico di portare avanti dei regolamenti a livello di Wto (World trade organization - Organizzazione mondiale del commercio) nell'ottica di riordinare l'intera normativa in materia;
a rafforzare ulteriormente le politiche di tutela e di controllo della qualità dei prodotti agricoli e di contrasto alla contraffazione ed all'«agropirateria» sui mercati interni ed esteri;
ad adottare le opportune iniziative tese ad avviare specifiche campagne informative nelle scuole di istruzione primaria e secondaria sulla gravità del fenomeno della contraffazione, rafforzando al contempo gli strumenti di sensibilizzazione dei consumatori italiani utilizzati sino ad oggi dalle istituzioni pubbliche;
a valutare l'opportunità di adottare ogni atto di competenza volto a dotare le dogane italiane di strumenti tecnologici adeguati al controllo qualitativo delle merci, al fine di individuare la presenza di sostanze vietate per legge e pericolose per la salute pubblica;
ad individuare specifici indirizzi per sostenere il made in Italy e per promuovere l'immagine dell'Italia all'estero, anche attraverso l'implementazione di strumenti efficaci a contrastare gli abusi di mercato e la contraffazione a garanzia delle imprese e a tutela dei consumatori, valutando altresì l'opportunità di incrementare le risorse finanziarie attualmente previste dalla decisione di bilancio 2011 per sostenere la lotta alla contraffazione pari a soli 0,9 milioni di euro (tab.3, missione 1, competitività e sviluppo delle imprese (11), programma 1.1. cap. 2385).
(1-00684)
«Cimadoro, Donadi, Borghesi, Evangelisti, Barbato, Cambursano, Di Pietro, Di Giuseppe, Di Stanislao, Favia, Aniello Formisano, Messina, Monai, Mura, Leoluca Orlando, Paladini, Palagiano, Palomba, Piffari, Porcino, Rota, Zazzera».

La Camera,
premesso che:
la contraffazione è un fenomeno che in Italia ha raggiunto livelli insostenibili e che interessa praticamente tutte le tipologie di prodotti e non c'è un settore produttivo che non sia interessato dal fenomeno;
la vastità e la portata delle contraffazioni deve portare lo Stato ad attuare efficaci azioni anticontraffazione che devono basarsi sulla conoscenza e sulla quantificazione del fenomeno tenendo, altresì, conto degli effetti discorsivi della contraffazione sia in riferimento ai settori produttivi che a quelli dell'occupazione, dei consumi, delle entrate fiscali, dei flussi commerciali e, non ultimi, quelli relativi agli investimetiti;
ormai la contraffazione è diventata una linea di attività e interesse della criminalità organizzata che vede in essa la possibilità di ricavare enomi introiti tanto che si renderebbe necessario anche il monitoraggio continuativo, con particolare attenzione per il coinvolgimento della criminalità organizzata italiana e internazionale nel commercio e produzione di prodotti contraffatti, con una particolare attenzione nei riguardi delle direttrici in entrata e in uscita dei prodotti contraffatti gestiti dalla criminalità organizzata;
il Governo Berlusconi ha dato un grande impulso al contrasto alla contraffazione con l'approvazione della legge n. 99 del 2009 (cosiddetta legge sviluppo) che reca il pacchetto contraffazione. In tale contesto sono state previste misure relative alla protezione dei diritti di proprietà intellettuale e dei prodotti made in Italy e con la stessa legge è stato istituito presso il Ministero dello sviluppo economico il Consiglio nazionale anticontraffazione con le funzioni di indirizzo, impulso e coordinamento di tutte le amministrazioni centrali e locali che si occupano di lotta alla contraffazione;
nel triennio 2008-2010 il rapporto Iperico sulla contraffazione affermava che si erano operati 56.055 sequestri, per un totale di oltre 174 milioni di articoli contraffatti;
nel citato rapporto si riferisce che sempre nel triennio 2008-2010 il maggior numero di sequestri si è verificato nel Lazio con 12.158 operazioni pari al 22 per cento del totale dei sequestri effettuati a livello nazionale, a seguire la Lombardia, 8.664 sequestri, il 15 per cento del totale, la Campania, 6.760 sequestri pari al 12,1 per cento, la Puglia con 5.358 sequestri il 9,6 per cento;
le prime quattro regioni raggiungono complessivamente il 60 per cento delle azioni di sequestro realizzate dalla Guardia di finanza e dall'Agenzia delle dogane;
il 72 per cento dei sequestri riguardano le categorie merceologiche degli accessori, dell'abbigliamento e delle calzature;
analoga attenzione va rivolta alla contraffazione degli stessi marchi e non solo dei prodotti in quanto tali,

impegna il Governo:

a dare ulteriore impulso al contrasto della contraffazione dei prodotti e dei marchi, con particolare attenzione alle forme di contraffazione del marchio CE;
a concordare a livello europeo un'azione di contrasto efficace della contraffazione dei prodotti e dei marchi, in particolare quello CE, nonché un'azione coordinata e continuativa di monitoraggio e contrasto dei prodotti contraffatti gestiti dalla criminalità organizzata e sulle direttrici in entrata e in uscita dall'Italia e nel resto dei paesi aderenti all'Unione europea;
a garantire, anche attraverso l'assunzione di ulteriori iniziative, anche di carattere normativo, l'aumento di efficacia dei controlli dei prodotti, ai fini della sicurezza e tutela dei consumatori e dei produttori;
ad inviare rapporti annuali al Parlamento che contengano i dati relativi alle azioni di contrasto delle contraffazioni, sulle direttrici in entrata e in uscita dall'Italia dei prodotti contraffatti.
(1-00688)
«Moffa, Belcastro, Calearo Ciman, D'Anna, Grassano, Gianni, Guzzanti, Iannaccone, Lehner, Marmo, Milo, Mottola, Nola, Orsini, Mario Pepe (Misto-R-A), Pionati, Pisacane, Porfidia, Razzi, Ruvolo, Sardelli, Scilipoti, Siliquini, Soglia, Stasi, Taddei».

La Camera,
premesso che:
nel corso degli ultimi anni si è registrata una crescita costante del fenomeno della contraffazione e della violazione dei diritti di proprietà intellettuale che sta minacciando il nostro sistema industriale, la cui capacità competitiva è basata soprattutto sulla qualità della produzione;
i danni prodotti da questo fenomeno risultano ancor più preoccupanti in un momento congiunturale di crisi economica generalizzata come quello attuale;
oltre ad essere uno degli Stati dell'Unione europea maggiormente colpito da questo fenomeno, a causa della struttura del sistema-Paese, composta per la maggioranza di imprese piccole e medio piccole che hanno difficoltà ad attrezzarsi per contrastare il fenomeno, l'Italia è uno dei paesi che ha più da perdere in competitività per effetto del diffondersi del fenomeno;
secondo le stime del WTO, i beni contraffatti ammontano all'8 per cento del commercio mondiale, mentre l'OCSE quantificava nel 2007 in 200 miliardi di dollari il giro d'affari complessivo della contraffazione. Il valore del mercato domestico del falso in Italia si aggirava sui 7 miliardi di euro nel 2008, senza considerare la quota di merci contraffatte che partono dal nostro Paese e senza contare la perdita di gettito fiscale per le casse dello Stato determinate dal fenomeno contraffattivo;
il fenomeno non sembra manifestare flessioni nonostante l'incessante attività di contrasto da parte dei nuclei specializzati delle forze dell'ordine che hanno portato a continui ed ingenti sequestri di merce contraffatta (l'ultimo, di 13.000 pezzi in tre fabbriche abusive che producevano calzature, risale allo scorso 6 luglio);
è superfluo considerare che le attività legate alla contraffazione costituiscono per la criminalità organizzata una fonte di reddito proficua a fronte di rischi penali molto bassi;
un altro elemento che caratterizza il fenomeno allo stato attuale è la sua diffusione attraverso internet che consente, grazie ad un anonimato dell'offerta di fatto, di riproporre la medesima offerta di prodotti contraffatti servendosi di una diversa identità e/o di un diverso fornitore di accesso;
la tipologia della merce contraffatta ha subito negli anni una evoluzione, passando dal settore tessile abbigliamento e pelletteria (soprattutto delle grandi firme della moda italiana) a prodotti di uso comune (apparecchi sanitari, ricambi auto, giocattoli, ed altro) fino a toccare gli alimenti ed i farmaci con gravi conseguenze sulla sicurezza e salute del cittadino consumatore;
in particolare, per i consumatori, i casi di disturbi ed incidenti causati da prodotti contraffatti hanno riguardato l'uso di farmaci, alcolici, integratori alimentari e i beni di uso quotidiano (in particolare giocattoli, calzature e abbigliamento);
secondo una stima della Cia-Confederazione italiana agricoltori, l'agropirateria internazionale nei confronti dell'agroalimentare made in italy ha raggiunto un giro di affari pari a circa 60 miliardi di euro. In Italia si realizza più del 21 per cento dei prodotti a denominazione d'origine registrati a livello comunitario. A questi vanno aggiunti gli oltre 400 vini Doc, Docg e Igt e gli oltre 4000 prodotti tradizionali censiti dalle regioni e inseriti nell'albo nazionale. Una lunghissima lista di prodotti che ogni giorno, però, rischia di essere contraffatto, imitato o sofisticato;
i danni derivanti da tale situazione sono purtroppo, destinati a crescere, visto che a livello mondiale ancora non esiste una vera difesa dei nostri Dop, Igp e Stg, che comprendono formaggi, oli d'oliva, salumi, prosciutti e ortofrutticoli. La tutela dei prodotti a denominazione di origine non esiste ancora fuori dal territorio dell'Unione ed è quindi interesse prioritario del nostro Paese e dell'Unione europea riuscire ad ottenere il mutuo riconoscimento a livello internazionale delle denominazioni;
nonostante l'articolo 16, paragrafo 2 della direttiva 93/68/CEE stabilisce che: «È vietato apporre sui recipienti (o sulla targhetta) marcature che possano indurre in errore i terzi circa il significato ed il simbolo grafico della marcatura CE (...)», che l'articolo 11, paragrafo 3, recita: «È vietato apporre sui giocattoli marcature che possano indurre in errore i terzi circa il significato ed il simbolo grafico della marcatura CE», che l'articolo 15, paragrafo 3, dispone: «Gli Stati membri adottano le misure necessarie a vietare che si appongano sui prodotti o sui relativi imballaggi marcature che possano indurre in errore i terzi circa il significato ed il simbolo grafico della marcatura CE», gli Stati membri in realtà non sembrano in grado di vietare l'immissione sul loro mercato, e quindi su quello europeo, di prodotti provenienti da paesi non dell'Unione europea e già marchiati;
infatti, sempre più numerosi i produttori cinesi che copiano il marchio CE, di conformità alle direttive europee, apposto sui prodotti provenienti dai paesi membri dell'Unione, attraverso una loro versione corrispondente al marchio China Exportation, eludendo quindi tutte le prove di conformità agli standard di sicurezza europei ed inondando i nostri mercati di prodotti di dubbia efficacia, sicurezza e qualità,

impegna il Governo:

a considerare la lotta alla contraffazione una priorità europea, oltre che nazionale, e a promuovere forme di coordinamento più stringenti a livello di Unione europea;
a sollecitare le istituzioni europee affinché si adoperino fattivamente presso le massime istituzioni cinesi perché cessi l'uso fraudolento del marchio CE quale acronimo della sigla China Exportation;
a predisporre una massiccia campagna pubblica di informazione e sensibilizzazione anche attraverso accordi con istituti scolastici medi e superiori, università e centri di ricerca. Agenzia delle dogane, Guardia di finanza e Poligrafico dello Stato, per l'inserzione nei programmi didattici di momenti formativi specificamente dedicati alla materia;
ad assumere iniziative, anche normative dirette a contrastare la contrafazione via internet, sia a livello nazionale sia a livello europeo;
a favorire, con accordi bilaterali con paesi extra dell'Unione europea, la cooperazione amministrativa per la lotta alla fonte del fenomeno nei paesi di origine.
(1-00689)
«Anna Teresa Formisano, Della Vedova, Lanzillotta, Lo Monte, Galletti, Ruggeri, Pezzotta, Delfino, Ciccanti, Compagnon, Naro, Volontè, Raisi, Mosella, Pisicchio, Tabacci, Vernetti, Commercio, Latteri, Lombardo».
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)