XVI LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 507 di martedì 26 luglio 2011
Pag. 1PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE
La seduta comincia alle 13,05.
DONATO LAMORTE, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 21 luglio 2011.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Barbi, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brugger, Brunetta, Carfagna, Casero, Catone, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cossiga, Crimi, Crosetto, D'Alema, Dal Lago, Della Vedova, Donadi, Fava, Fitto, Franceschini, Frattini, Garavini, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Leo, Lo Monte, Lombardo, Mantovano, Marchi, Maroni, Martini, Melchiorre, Meloni, Miccichè, Misiti, Moffa, Mura, Angela Napoli, Nucara, Andrea Orlando, Leoluca Orlando, Polidori, Prestigiacomo, Ravetto, Reguzzoni, Roccella, Romani, Romano, Rotondi, Saglia, Stefani, Stucchi, Tabacci, Tassone, Tremonti, Veltroni e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Discussione della mozione Esposito, Ghiglia, Allasia, Calgaro, Cambursano ed altri n. 1-00638 concernente iniziative per destinare le risorse disponibili presso l'Agenzia olimpica Torino 2006 a favore della regione Piemonte (ore 13,10).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione Esposito, Ghiglia, Allasia, Calgaro, Cambursano ed altri n. 1-00638, concernente iniziative per destinare le risorse disponibili presso l'Agenzia olimpica Torino 2006 a favore della regione Piemonte (Vedi l'allegato A - Mozioni).
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi riservati alla discussione delle mozioni è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (vedi calendario).
Avverto che è stata presentata la mozione Di Biagio ed altri n. 1-00698 (Vedi l'allegato A - Mozioni), che, vertendo su materia analoga a quella trattata dalla mozione all'ordine del giorno, verrà svolta congiuntamente. Il relativo testo è in distribuzione.
Avverto altresì che la mozione Esposito, Ghiglia, Allasia, Calgaro, Cambursano ed altri n. 1-00638 è stata sottoscritta dall'onorevole Vernetti che, con il consenso degli altri sottoscrittori, ne diventa il sesto firmatario.
(Discussione sulle linee generali)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali della mozione.
È iscritto a parlare l'onorevole Esposito, che illustrerà anche la sua mozione n. 1-00638. Ne ha facoltà.
STEFANO ESPOSITO. Signor Presidente, innanzitutto, credo che vada ricordato che questa mozione è stata sottoscritta da tutti i gruppi parlamentari e che ha come oggetto una questione molto rilevante. Infatti, i Giochi olimpici di Torino 2006 sono stati una grandissima occasione di investimento, ma anche di promozione, non solo per l'intero territorio piemontese, ma per l'Italia tutta.
Peraltro, va ricordato che l'investimento da parte dello Stato per la realizzazione degli impianti e di tutte le necessarie infrastrutture dedicate alle Olimpiadi sono state finanziate in maniera cospicua per oltre un miliardo di euro.
A questo proposito, fu creata appositamente per la gestione di questi fondi l'Agenzia Torino 2006, che, con l'ultimo decreto «milleproroghe» approvato da quest'Aula, è stata prorogata fino al 2014. Questa proroga si è resa necessaria in quanto sono ancora aperti alcuni contenziosi con le imprese che hanno realizzato gli impianti e si spera di arrivare a conclusione.
Voglio ricordare - credo che sia un elemento di cui andare orgogliosi tutti - che l'Agenzia Torino 2006, nella gestione e nella realizzazione degli impianti, ha risparmiato una cospicua dote di risorse. Questo a dimostrazione della buona gestione fatta da chi aveva la responsabilità dell'Agenzia stessa, ma anche, e soprattutto, degli enti locali interessati: il comune di Torino, la provincia e la regione Piemonte.
A questo proposito, dopo il termine dei giochi, la Fondazione 20 marzo 2006, a cui sono stati affidati da parte degli enti locali proprietari tutti gli impianti, ha scelto una strada particolarmente innovativa per una parte di questo patrimonio, e ha bandito una gara per l'utilizzo di questi impianti. Ciò in modo da non ricadere in quelle che sono esperienze a noi tutti note di altri Paesi che hanno tenuto le Olimpiadi e che hanno lasciato gli impianti olimpici in uno stato di abbandono. Questa gara ha visto la partecipazione di due grandi network internazionali e l'affidamento al network Live Nation.
Un'altra parte degli impianti, invece, è stata direttamente affidata ai comuni sede degli impianti stessi e utilizzata per attività invernali dedicate: per esempio, l'hockey per il palazzetto del ghiaccio di Pinerolo e così via.
A questo punto, si pone un problema e un tema. Come sempre avviene, per questi impianti è necessaria un'attenta manutenzione; per la parte riguardante gli impianti affidati al soggetto privato il problema non c'è ma sussiste, invece, per tutti quegli impianti che sono gestiti direttamente dagli enti locali. Ne abbiamo avuto notizia e certificazione e ricordo che questa certificazione, di cui parlo, è nota almeno dal 2010, quando in quest'Aula venne presentato un ordine del giorno, accolto dal Governo a firma Cota, Esposito, Osvaldo Napoli, Giorgio Merlo e Rossomando, nel quale si chiedeva la possibilità - e il Governo aveva dato a suo tempo il suo assenso - all'utilizzo di una parte di quei fondi residui, pari a circa 40 milioni, proprio per svolgere tre tipi di attività: una necessaria manutenzione degli impianti; un investimento serio per la promozione turistica di quelle aree e, soprattutto, la verifica della possibilità di realizzare, in accordo con il CONI, che per la verità finora è sempre stato un po' latitante, un progetto denominato «Coverciano della neve». Questo progetto ha l'ambizione di utilizzare tutti gli impianti invernali realizzati per le Olimpiadi e metterli a disposizione delle nazionali italiane degli sport invernali. Da qui emerge il nome di «Coverciano della neve», in omologia con la più nota Coverciano del calcio. Questo progetto, naturalmente, ha anche necessità di risorse e, soprattutto, di una disponibilità sia politica sia delle strutture preposte allo sport, in particolare il CONI di cui dicevo.
Il Ministero dell'economia e delle finanze ha avuto la certificazione, da parte del commissario dell'Agenzia Torino 2006, della piena disponibilità di queste risorse. Pag. 3Ci tengo, però, a sottolineare che non stiamo parlando di risorse che sono in capo al bilancio dello Stato, ma di risorse ferme sul conto corrente dell'Agenzia Torino 2006 e che non vengono utilizzate in alcun modo.
Per questo nella mozione che abbiamo presentato - e su cui speriamo che il Governo dia la piena disponibilità all'approvazione - chiediamo che questi 40 milioni possano essere utilizzati immediatamente per gli scopi che prima illustravo e posti in capo alla regione Piemonte, almeno per la parte più significativa che è quella del coordinamento tra tutti i siti, sia quelli gestiti attraverso il socio privato sia, soprattutto, quelli gestiti in montagna dai comuni montani, per una seria azione in primo luogo di promozione turistica e, poi, per verificare le condizioni per la realizzazione di questo progetto denominato «Coverciano della neve».
I tempi sono molto stretti. Come tutti sapete - e sicuramente il sottosegretario lo saprà - abbiamo la necessità di avere certezza dell'utilizzo di questi fondi prima dell'inizio della stagione invernale, perché la programmazione non si fa in due giorni e, soprattutto, perché ci viene un allarme e un grido di aiuto da parte delle amministrazioni locali, che ospitano questi impianti, per poter finalmente dare il giusto riconoscimento a quei territori e poter attrarre risorse turistiche.
Laddove questa mozione venisse approvata è necessario, da parte del Governo, intervenire rapidamente con un apposito articolo di legge, all'interno del primo decreto-legge disponibile, che liberi l'Agenzia dai vincoli attuali e consenta, sulla base degli impegni di questa mozione, di poter utilizzare, in accordo con la regione, con la provincia di Torino e con gli enti locali, queste risorse. Tuttavia, noi individuiamo principalmente nella regione il soggetto che deve svolgere il ruolo di programmazione, coordinamento e indirizzo, perché altrimenti è inevitabile uno spezzettamento di cui non abbiamo bisogno. Piuttosto, abbiamo la necessità di tenere insieme il patrimonio post-olimpico, di farne un progetto unitario e, possibilmente, di stringere il CONI alle sue responsabilità, cominciando magari a individuare come centri federali alcuni spazi che già sono disponibili.
Faccio un esempio su tutti, parlando di una struttura in capo direttamente alla regione, ossia l'Oval, che è uno dei più bei palazzetti per lo short track, oggi utilizzato mediamente sei giorni l'anno per la funzione per la quale è stato realizzato. Tenete presente che esistono le condizioni per le quali la Nazionale di short track possa, a fronte della disponibilità di quello spazio, trasferire tutto il suo centro federale nella città di Torino, ma questo vale anche per gli altri impianti, quello del curling, dell'hockey e del pattinaggio.
Noi quindi confidiamo, vista anche la trasversalità di questa mozione, che non solo venga approvata prima della chiusura estiva del Parlamento, ma che soprattutto il Governo si impegni a garantire una rapida emanazione della legge necessaria, affinché questi soldi, magari transitando attraverso l'attuale Agenzia Torino 2006, possano finire nella disponibilità della regione Piemonte, che, in accordo con tutti gli enti locali interessati, possa produrre quel progetto unitario di cui c'è tanto bisogno in questo momento sulle nostre montagne olimpiche e di cui, peraltro, la Val di Susa, attraversata da una discussione su ben altro tema, non potrebbe che giovarsi, visti anche i recenti gridi di allarme lanciati dagli operatori turistici, collegati alle note e non edificanti vicende per la realizzazione della TAV Torino-Lione.
Quindi, ci auguriamo che su questo versante ci possa essere una risposta che consenta a tutti i parlamentari del territorio che hanno sottoscritto questa mozione di poter dare finalmente una notizia positiva e prospettica per le nostre montagne (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Barbaro, che l'illustrerà anche la mozione Di Biagio ed altri n. 1-00698, di cui è cofirmatario. Ne ha facoltà.
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CLAUDIO BARBARO. Signor Presidente, svolgerò alcune considerazioni che non sono del tutto dissimili da quelle che ha illustrato il collega che mi ha preceduto, però abbiamo inteso - come gruppo di Futuro e Libertà per il Terzo Polo - presentare una nostra mozione per conferire maggior rigore e - se è possibile - maggiore dignità all'argomento, per una serie di fatti che adesso illustrerò.
A tal proposito, ritengo utile preliminarmente sottolineare che l'Agenzia per lo svolgimento dei Giochi olimpici Torino 2006 è stata istituita dalla legge n. 285 del 2000 con un ben preciso compito: coordinare e monitorare la progettazione edilizia, infrastrutturale e impiantistica di tutte le strutture operative e funzionali nell'ambito delle manifestazioni sportive delle Olimpiadi invernali Torino 2006. Tuttavia, all'indomani della chiusura delle Olimpiadi, le funzioni di questo ente pubblico non furono considerate esaurite, come si evince dal testo della legge n. 244 del 2007, nel quale si parla, infatti, di attività residue che il commissario liquidatore doveva svolgere in un lasso temporale di tre anni, divenuti poi sette con il decreto-legge n. 225 del 2010.
A questa necessaria premessa alla mozione che sono qui oggi ad illustrare corrisponde, invece, uno scenario che fa da sfondo ad una situazione fattuale inaccettabile. Il degrado delle strutture realizzate in occasione delle Olimpiadi invernali Torino 2006 e la scarsa manutenzione degli impianti olimpici realizzati nella provincia di Torino sono la specchio infatti di una crisi gestionale e amministrativa che non può essere ulteriormente procrastinata.
Solo per fare alcuni esempi, gli impianti di montagna Cesana Pariol, Pragelato Plan, cui si aggiungono Pinerolo e Torre Pellice, soffrono della mancanza di manutenzione dei progetti di lungo periodo. Sono, pertanto, divenuti il simbolo dell'assenza di una visione strategica, di una cultura appiattita sul presente. La possibilità di sanare tale situazione è però concreta: in questo caso non si tratta infatti di reperire risorse in un momento storico di estrema difficoltà economica, ma occorre rendere utilizzabili i 40 milioni di avanzo di bilancio dell'Agenzia olimpica, cifra confermata dal Ministero dell'economia e delle finanze, cui si aggiungono fondi in un primo tempo destinati alla gestione degli impianti olimpici, che adesso si trovano bloccati per contenziosi sorti con le società che si sono occupate della loro realizzazione. Questo è l'assurdo: esistono i mezzi, ma sembra non esserci condivisione unanime sulla loro finalità.
Mi auguro - e ci auguriamo, come gruppo di Futuro e Libertà per il Terzo Polo - che l'odierna occasione impegni il Governo a sbloccare le risorse disponibili presso l'Agenzia per destinarle, secondo criteri prestabiliti e improntata al principio dell'equità, a tutti i siti olimpici, potenziali poli di attrazione turistica.
Non dobbiamo infatti limitare il nostro discorso ai soli centri coinvolti nelle Olimpiadi invernali di Torino 2006, ma estenderlo a tutti quei luoghi legati al mondo dello sport che hanno beneficiato in misura minore dell'attenzione dei decisori pubblici e che si trovano oggi in condizioni di difficoltà gestionali e amministrative.
Il rischio più concreto del persistere della situazione appena illustrata è anche di carattere economico: lo Stato e le sue strutture decentrate potrebbero ritrovarsi a sostenere alcuni costi imprevisti e l'intero comparto turistico legato al mondo dello sport invernale potrebbe subire riflessi negativi. Occorre sciogliere la non positiva saldatura tra il degrado dei siti olimpici e l'impoverimento dell'offerta turistica, ma non a caso prima ho fatto riferimento a criteri prestabiliti. Credo che uno dei principali problemi degli eventi sportivi internazionali organizzati in Italia sia quello di scontare un vizio endemico delle strutture che vengono preposte all'organizzazione e dei comitati organizzatori che vanno a dirigere l'organizzazione di queste manifestazioni e che in genere sono invece eventi che dovrebbero essere messi in piedi per cercare di dare delle risposte a quelle che da una parte sono carenze strutturali, ma dall'altra sono Pag. 5messe in piedi anche e soprattutto per dare risposte - mi riferisco all'argomento sportivo - alla pratica sportiva di base, che dovrebbe essere incrementata e agevolata dallo svolgimento di queste manifestazioni.
Dovrebbero, in sintesi, rappresentare un'occasione unica per lo sviluppo della promozione dello sport in Italia, ma anche per l'affermazione dello sport come fenomeno culturale, con delle grandi implicazioni di carattere sociale. Perché ciò avvenga è necessario che un evento come quello olimpico produca grandi ricadute sulla pratica sportiva di base, soprattutto nel momento in cui c'è grande richiesta di sport nel nostro Paese, ed è evidente che gli aspetti infrastrutturali sono - qui rasento l'ovvietà - fondamentali per permettere un salto di qualità alla pratica sportiva nel nostro Paese, per renderla sempre più diffusa e sempre più al passo con le altre nazioni più evolute sotto il profilo sportivo. Tanto per fare un esempio e per rimanere a casa nostra, uno dei pochi eventi che in Italia ha tracciato la storia dello sport italiano - mi riferisco alle Olimpiadi di Roma 1960 - è stato concepito in termini diversi anche per quello che riguarda la possibilità che le infrastrutture che sono andate a costituire la parte centrale dell'ossatura dell'evento olimpico hanno poi determinato una grande crescita per lo sport. Tuttora - mi riferisco a cinquant'anni dopo lo svolgimento delle Olimpiadi a Roma - la spina dorsale delle Olimpiadi romane costituisce il principale punto di riferimento per chi pratica attività sportiva a Roma, e non mi riferisco soltanto agli spettatori, ma anche a coloro che possono essere messi in grado, proprio grazie all'oculata gestione dell'impiantistica sportiva delle Olimpiadi romane, di svolgere attività sportiva.
Tornando al discorso dei criteri prestabiliti, sicuramente il territorio deve svolgere la sua funzione, ma anche le istituzioni sportive debbono avere una funzione altrettanto importante perché soltanto su quest'equilibrio si potrà determinare la crescita dello sport locale, si potrà incidere culturalmente su un concetto di crescita dello sport diffuso che possa essere propedeutico a uno sviluppo dello sport in generale e, semmai, porre riparo e rimedio ai criteri di sviluppo dell'impiantistica sportiva che sicuramente non erano - relativamente alle Olimpiadi di Torino - in linea con quanto appena detto.
Infine, il tesoretto custodito dall'Agenzia per lo svolgimento dei Giochi olimpici potrebbe essere lo strumento decisivo per rilanciare lo sport e il turismo dei siti olimpici, ma se vogliamo che il nostro Paese possa aspirare in modo legittimo ad ospitare grandi eventi e manifestazioni sportive, come le Olimpiadi 2020, dobbiamo dimostrare non solo una capacità propositiva e progettuale per cui l'Italia è conosciuta e apprezzate in tutto il mondo, ma anche amministrativa e gestionale.
Mi permetto di fare un altro inciso, ed è questo uno dei motivi per i quali abbiamo presentato una mozione separata, proprio per conferire maggiore vigore, ma soprattutto per dare maggiore dignità, alle riflessioni che abbiamo appena fatto: ci troviamo in presenza di una candidatura dell'Italia alle prossime Olimpiadi del 2020, la candidatura di Roma che mi auguro e spero possa essere sostenuta da tutto il Paese, ma se il retaggio dell'ultimo evento olimpico che abbiamo svolto in Italia - così come è accaduto anche per altri eventi internazionali che hanno costituito un trampolino di lancio esclusivamente per coloro che ne hanno fatto parte e non hanno dato risposte di alcun genere alla collettività, se non per quello che riguarda l'evento spot, nato all'inizio della manifestazione e che si è concluso con essa - e tali caratteristiche non dovessero far parte dei criteri che andranno a determinare lo spirito con il quale verrà presentata la candidatura di Roma alle prossime Olimpiadi, è evidente che ci troviamo in una situazione di estrema criticità, che noi non potremmo non denunciare.
Per cui, rifacendomi esattamente a questa difficoltà ulteriore che è stata vissuta da questo evento internazionale, così come altri, mi auguro che l'errore compiuto Pag. 6in questa circostanza, soprattutto con la programmazione della manutenzione dei siti olimpici, possa evitare che la candidatura di Roma possa diventare uno strumento per pochi, ma possa essere uno strumento ulteriore di diffusione dello sport nel nostro Paese.
Avviandomi a concludere, sono passati cinquant'anni perché le Olimpiadi invernali tornassero in Italia, ma non deve trascorrere un tempo altrettanto lungo per rendersi conto che il mondo dello sport, non sono invernale, sta soffrendo a causa della mancanza di fondi, come testimonia la chiusura di molte società, e che oggi disponiamo di mezzi per dare un po' di ossigeno ad un settore strategico per gli interessi del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Calgaro. Ne ha facoltà.
MARCO CALGARO. Signor Presidente, voglio spiegare il perché della mozione n. 1-00638, di cui sono uno dei firmatari, e perché è necessario approvarla e prendere i provvedimenti che essa propone nel più breve tempo possibile. È necessario, per questo, fare un po' di storia delle Olimpiadi di Torino del 2006. Come tutti sanno, le Olimpiadi invernali del 2006, le XX Olimpiadi invernali, sono state un grande successo mondiale e hanno certamente portato lustro all'Italia, al Piemonte, a Torino e alla sua provincia.
Voglio solo qui brevemente ricordare che, nei fatti, l'essersi aggiudicata le Olimpiadi ha voluto dire per Torino e per la sua provincia terminare un difficilissimo percorso di riconversione industriale e di crisi senza avere grandi problemi sociali, controllando e mantenendo la disoccupazione a livelli accettabili e trasformando strutturalmente e socialmente la città, con la finalità, come diceva lo slogan scelto da un candidato sindaco, poi morto durante la campagna elettorale, di diventare una città in cui vale la pena di far crescere i propri figli.
Voglio dire che questa trasformazione non è ancora terminata: ha subito dei punti di arresto in conseguenza della crisi economica mondiale, ma è a buon punto, e ha fatto sì che Torino sia diventata così attraente dal punto di vista turistico e culturale dall'avere risvegliato nei torinesi l'orgoglio della cittadinanza, che è stato testimoniato nei giorni olimpici dall'enorme presenza di volontari di tutte le età e, negli ultimi mesi, dall'entusiasmo tangibile e visibile con cui è stato festeggiato il 150o anniversario dell'Unità d'Italia.
Infatti, nessuna città è stata spontaneamente «imbandierata» dai cittadini come Torino. Anche nella provincia torinese l'evento olimpico ha avuto una ricaduta positiva, sia in termini di infrastrutture viarie sia in termini di turismo invernale ed estivo, ma tutti sanno che l'evento olimpico, sia quello invernale sia quello estivo, ovunque nel mondo, a fronte delle importanti ricadute positive che, indubbiamente, porta in termini di sviluppo del territorio e di immagine, ha anche degli aspetti più problematici, che hanno sempre un riverbero negli anni successivi all'evento e che tocca alle istituzioni locali saper gestire in modo positivo.
Mi riferisco soprattutto a due aspetti: il primo è il deficit che sempre viene a dover essere sostenuto dagli enti locali e che ha ricadute sui bilanci degli anni successivi. Voglio solo citare il default di Atlanta, la tassa di scopo ancora oggi pagata dagli abitanti di Montréal, la difficilissima situazione affrontata da Sydney, la situazione di Albertville e di Lillehammer.
A questo proposito, voglio ricordare, anche al collega che ha parlato prima, che, se andasse a vedere Albertville e Lillehammer, troverebbe una situazione che si ripete ovunque nel mondo laddove si organizzino le Olimpiade invernali, e cioè l'abbandono sostanziale dei luoghi in cui sono state fatte, soprattutto per quel che concerne le gare di bob e di salto dal trampolino, perché questi sono, evidentemente, impianti di scarso utilizzo di massa, il cui reimpiego nel periodo post olimpico è da sempre un problema vero. Se uno va vicino ad Albertville a vedere Pag. 7l'orrendo cemento della pista di bob, che ancora oggi è presente sul territorio, se ne può fare un'idea.
Quindi, ritengo davvero inutile fare della polemica politica su questi temi, che tutte le città che hanno organizzato un'Olimpiade, anche invernale, affrontano.
Il trampolino, come dicevo, la pista da bob o l'impianto per la velocità su ghiaccio sono impianti finalizzati ad attività sportive non di massa e, ovunque sono stati costruiti, vengono utilizzati, nei migliori dei casi, dalle svariate federazioni come impianti di gare e di allenamento fino alle successive Olimpiadi che si tengono nello stesso continente. È, pertanto, evidente come il tema del post-olimpico interessi da una parte il tema del corretto utilizzo delle strutture, ma dall'altra parte anche quello della loro riconversione: non basta manutenerle, ma bisogna progettare come riconvertirle.
Senza dilungarmi tanto, vorrei sottolineare come a Torino l'ottimo risultato dell'evento sia stato garantito dal buon funzionamento del TOROC, cioè il comitato organizzativo, dall'ottimo funzionamento dell'Agenzia olimpica - che ha svolto il compito di stazione appaltante per le opere necessarie allo svolgimento delle Olimpiadi - e ancor di più, dall'equilibrio e dall'unità di intenti mostrati all'interno della cosiddetta cabina di regia costituita da Governo, regione, provincia e comune. Se di qualcosa c'è da rammaricarsi, è che in vista dell'evento olimpico la cabina di regia ha funzionato benissimo ed oggi nel post-olimpico, quando vi sono sia gli ottimi risultati portati dalle Olimpiadi per il territorio sia i problemi, quest'unità di intenti è andata sfaldandosi e lascia lo spazio a sciocche polemiche politiche.
Cosa è successo dopo l'evento olimpico? È stata costituita la Fondazione 20 marzo 2006, cui è stata trasferita la proprietà degli impianti olimpici in città e in provincia. Tale fondazione è costituita da comune di Torino, provincia di Torino, regione e CONI. Inizialmente la fondazione ha attribuito la gestione dei beni ad una società in house di diritto privato, la TOP (Torino Olimpyc Park, o Parco Olimpico Torino), la quale dopo alterne vicissitudini non proprio esemplari, che non sto qui a ricordare, si è trasformata in società Srl e ha messo a gara il 70 per cento delle quote societarie. Tale gara è stata vinta dalla società statunitense Live Nation, che ha come braccio operativo torinese la società Set Up. La società Parco Olimpico Torino ha attualmente in concessione per trenta anni la gestione degli impianti posseduti dalla fondazione sopra ricordata.
Ma veniamo alla nostra mozione. L'Agenzia olimpica è attualmente gestita da un commissario liquidatore e la sua esistenza è stata prorogata al 2014 dal cosiddetto decreto milleproroghe del 2010. Nei bilanci di quest'Agenzia continuano a giacere 40 milioni di euro inutilizzati, riconducibili ad un avanzo di bilancio, cioè, in estrema sintesi, ad un'attenta e parsimoniosa gestione dei finanziamenti ottenuti. La mozione chiede naturalmente e con forza che nei tempi più brevi possibili vengano assunte le iniziative tese a liberare le risorse disponibili presso l'Agenzia e che tali risorse vengano gestite per la manutenzione, il rilancio e, dove necessario, la conversione degli impianti olimpici citati.
Risulta evidente come la destinazione specifica delle risorse debba essere, nella nostra opinione, gestita da una cabina di regia, che sul modello olimpico veda coinvolte nel quadro di regia non solo la regione Piemonte, ma anche il comune e la provincia di Torino e i comuni sede degli impianti olimpici. Solo in questo modo sarà possibile realizzare in modo compiuto e positivo il progetto Coverciano della neve, che non deve e non può essere soltanto un progetto di riutilizzo a scopo di allenamento nei prossimi anni degli impianti olimpici - e quindi di loro manutenzione - ma deve essere un progetto di lancio e promozione turistica dei comuni sede degli impianti e di riconversione degli impianti stessi, soprattutto di quelli che storicamente e ovunque devono essere riconvertiti dopo il loro positivo utilizzo olimpico (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Siliquini. Ne ha facoltà.
MARIA GRAZIA SILIQUINI. Signor Presidente, anche a nome del gruppo Popolo e Territorio dichiaro ovviamente di sostenere questa mozione, che vede impegnati i parlamentari che hanno giustamente a cuore il problema esposto nella mozione e spiegato anche negli interventi che mi hanno preceduto.
Sono, infatti, passati cinque anni da quando si sono svolte le Olimpiadi invernali a Torino, un momento storico, un momento di grande partecipazione e di grande entusiasmo, ma anche un momento di grande concretezza, in cui sono state realizzate effettivamente opere grandiose.
Una manifestazione che ha dato lustro all'intera nazione e ha poi avuto soprattutto - fatto molto importante - un ritorno promozionale per la città che, insieme alle manifestazioni per l'unità d'Italia, ha fatto collocare la città di Torino - e, di conseguenza, tutto il Piemonte - in una dimensione decisamente migliore rispetto a vent'anni fa. Tuttavia si potrebbe fare di più. Questo è l'obiettivo della mozione. Come spesso accade in Italia, le strutture realizzate per tale occasione, costate diversi milioni di euro, sono oggi in stato di degrado e di abbandono a causa di un inspiegabile blocco della somma di circa 40 milioni di euro derivanti dall'avanzo di gestione dell'Agenzia per lo svolgimento di giochi olimpici di Torino 2006. A questi fondi vanno poi aggiunte altre somme risparmiate nella complessiva gestione dell'evento.
Questo accantonamento improduttivo porta un danno a Torino e al Piemonte, quindi al Paese. Richiamo l'attenzione del Governo e del sottosegretario affinché vengano sensibilizzati, cosicché non accada - come purtroppo spesso è accaduto nel nostro Paese - che opere di pregio alla fine diventino cattedrali nel deserto, inutilizzate, lasciate all'abbandono e alla fatiscenza. Queste strutture potrebbero essere gestite in maniera produttiva e corretta, divenire fruibili per le popolazioni locali, e essere utilizzate per la promozione soprattutto del turismo sportivo, un turismo che - lo voglio sottolineare - a Torino ha visto un trend di crescita, dopo il primo innalzamento per le Olimpiadi, che si è conservato negli anni. Questo vuol dire che i turisti che hanno visitato Torino hanno sicuramente apprezzato i grandi tesori che disvela questa città, però bisogna incentivarli, bisogna aiutarli a venire. Poiché abbiamo patrimonio economico e opere che vanno in fatiscenza, mettendo le cose insieme si potrebbe avere questo risultato. Ancora una volta la burocrazia, che spesso è un male italico, ci attanaglia. Avevamo promesso di limitarla e oggi richiamo quindi l'attenzione del Governo sulla necessità di dare un taglio alla burocrazia che impedisce l'utilizzo di questi beni, di queste somme economiche. Già nel febbraio 2010 questa Camera ha approvato una mozione simile a quella che ci apprestiamo di nuovo a votare, però non è cambiato nulla e i fondi rimangono inspiegabilmente bloccati.
Signor sottosegretario, ci rivolgiamo a lei in quanto questa situazione non è più onestamente tollerabile. In questo periodo in cui chiediamo sacrifici a tutti, noi, con la nostra mozione, chiediamo invece di utilizzare queste somme, utilizzare questi beni, dare un via libera a una realizzazione operativa e concreta. Quindi, in una parola, chiediamo a lei e al Ministro di agire.
Le infrastrutture, sia quella di cui stiamo trattando sia moltissime altre, sono costate moltissimo e non possano essere abbandonate in questi termini; devono essere valorizzate, devono essere messe a reddito (come si suole dire), e occorre farne dei biglietti da visita di prestigio per chi vuole visitare il nostro Paese, numero che, come ho detto, è in crescita. Chiediamo inoltre se non si giunto il momento di procedere ad una ricognizione completa e ragionata di tutte queste realtà, con il concorso degli enti locali, che sono sicuramente disponibili, attraverso un piano nazionale, per addivenire ad una razionalizzazione delle stesse, ad una valorizzazione e ad una corretta gestione. Pag. 9
Non dobbiamo mai dimenticarci che noi abbiamo un compito importante, quello di gestire il nostro Paese nell'interesse degli italiani con la stessa diligenza di un buon padre di famiglia. Quindi, invitiamo il Governo a prendere atto di questa nostra corale richiesta.
Diamo per piacere un segnale di inversione di tendenza, sblocchiamo in termini celerissimi questi fondi e trasferiamoli alla regione Piemonte per far sì che queste piccole per le di cui siamo dotati, queste costruzioni che stanno lì a deteriorarsi e non certo a migliorare, si possano portare a conoscenza e ad utilizzo. Evitiamo, quindi, una brutta figura. Tutte queste considerazioni, come il Governo potrà vedere, sono condivise; chi mette l'accenno più su un argomento, chi più su un altro, ma sono condivise. Voglio auspicare che il signor Ministro e il signor sottosegretario possano prendere atto positivamente e concretamente delle nostre richieste.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Scanderebech, che ha testé sottoscritto la mozione Esposito, Ghiglia, Allasia, Calgaro, Cambursano ed altri n. 1-00638. Ne ha facoltà.
DEODATO SCANDEREBECH. Signor Presidente, anch'io mi associo a quello che è stato già detto, ma, soprattutto, volevo fare un po' il riassunto dell'importanza e della ricaduta occupazionale, ma anche economica e sociale, che possono avere le opere post-olimpiche. Detto questo, naturalmente, rileggo pari pari le affermazioni rilasciate allora dal sindaco Chiamparino, subito dopo le Olimpiadi. «L'atmosfera delle Olimpiadi», affermava Chiamparino, «si è diffusa in tutta la città. Dobbiamo evitare un effetto negativo sulla vita quotidiana una volta che sono finite le Olimpiadi. La maggior parte dei luoghi di ghiaccio di Torino e gli edifici olimpici saranno utilizzati come strutture polivalenti, mentre impianti sportivi ed alloggi in più in montagna aumenteranno la capacità e il fascino delle località alpine conosciute come La Via Lattea».
In questa affermazione del sindaco Chiamparino, quindi, in qualche modo si intravedeva quello che doveva essere, poi, il futuro di Torino e della provincia di Torino, la ricaduta occupazionale e la riconversione sociale anche dei territori e della popolazione. Rifacendomi proprio a questo, rielenco anche, come testimonianza, cos'è successo subito dopo i primi mesi dalla fine delle Olimpiadi. C'è stato subito un sondaggio che evidenziava l'apprezzamento molto positivo della ricaduta post-olimpica; in questo sondaggio, naturalmente sulla Torino futura, il 57,1 per cento degli intervistati - stiamo parlando, quindi di circa il 60 per cento degli intervistati stessi - individuava nelle opere olimpiche, apprezzandole, un qualcosa di molto positivo per il futuro di Torino. Così come il 48 per cento degli intervistati apprezzava le bellezze e la viabilità della città e il 41,6 per cento le grandi opere ed infrastrutture. Ma l'altro dato positivo di questo sondaggio sulla Torino futura era quello che evidenziava come i settori maggiormente beneficiati dall'investimento per la crescita dello sviluppo territoriale fossero, in particolare, quelli dell'arte, della cultura e del turismo. Ciò a dimostrazione che si doveva investire già allora in turismo, cultura e nell'arte e, quindi, nel patrimonio artistico e culturale di cui dispone oggi Torino. Non dimentichiamo il Museo Egizio, secondo al mondo dopo quello de Il Cairo, non dimentichiamo il Museo della Sindone e non dimentichiamo il patrimonio storico e culturale di cui dispone Torino.
Tutte queste bellezze naturali ed artistiche di cui oggi ancora Torino per fortuna dispone, sono state in qualche modo valorizzate dall'effetto mediatico delle Olimpiadi e, in modo particolare quindi, tramite i siti olimpici dovevano essere potenziate, divulgate e fatte conoscere meglio nel mondo. Tutto questo, naturalmente, è successo per i primi mesi subito dopo il post-olimpico, dopo il 2006; in seguito, invece, tutti questi eventi mediatici sono stati sempre più messi da parte e, dopo ben sei mesi, un secondo sondaggio diminuiva già del 20 per cento quelle che Pag. 10erano le potenzialità di veicolare positività sul territorio delle strutture post-olimpiche.
Se allora da circa il 60 per cento siamo passati al 40 per cento oggi purtroppo, per lo stato in cui si trovano le strutture, non si può dire che queste abbiano dato un valore aggiunto alla ricaduta del post-olimpico. Oggi diremo che siamo qui per celebrare delle strutture fatiscenti sulle quali però non possiamo dimenticare che, per fortuna ripeto, l'Agenzia olimpica Torino 2006 ha risparmiato qualcosa come 40 milioni di euro.
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Scanderebech.
DEODATO SCANDEREBECH. Mi accingo a concludere, signor Presidente. Volevo soltanto sottolineare questo. Quindi in un momento così strategico, così importante, è evidente l'importanza di questi 40 milioni sulla ricaduta occupazionale, se questi venissero ben investiti, sul turismo. Oggi, a causa dei «no TAV», in Piemonte, nella Val di Susa, si stanno allontanando sempre di più i turisti tant'è vero che si registra un 50 per cento di rinunce negli hotel.
Noi davanti ad un evento così devastante dobbiamo intervenire con forza e con urgenza affinché questi 40 milioni vengano in qualche modo utilizzati bene per rilanciare il turismo alternativo alla monocoltura industriale. Poiché - ripeto - l'interesse del territorio non guarda al colore politico...
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Scanderebech.
DEODATO SCANDEREBECH. ...è importante che questo Governo, prima possibile, nel prossimo decreto-legge, con un articolo faccia sì che questi soldi, queste risorse vengano urgentemente impiegate nell'interesse, per il bene del territorio (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.
RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, richiamerei, se me lo permette, l'attenzione del sottosegretario Crimi, sottosegretario allo sport. Avrà notato che sono andato alla Presidenza della Camera. La causa sta tutta in me. Non mi risultava o, meglio, non ricordavo a quale Dicastero facesse riferimento e dal Presidente mi è stato ricordato che fa capo direttamente alla Presidenza del Consiglio.
Bene, motivo in più per rivolgermi a lei che non deve rispondere a nessun altro Ministro se non al Presidente del Consiglio. E chi più di altri se non il Presidente del Consiglio può decidere sui tempi e sui modi e anche sui contenuti del provvedimento che con questa proposta veniamo a chiedere. Il nostro impegno è rivolto al Governo e, quindi, direttamente alla Presidenza del Consiglio per suo tramite, signor sottosegretario.
Per fare che cosa? Gli interventi che si sono succeduti, dal primo del collega Esposito in poi, con qualche annotazione di colore che poteva forse anche essere fatta in modo diverso, pongono una questione importante, che cioè siamo in un momento molto delicato per l'economia di questo Paese e per la crescita dei territori e abbiamo lì giacenti 40 milioni di euro in capo all'Agenzia oggi commissariata che sono inutilizzati: 40 milioni non sono noccioline.
Sappiamo in quale momento delicato viviamo per la finanza pubblica e non solo; sappiamo anche la necessità o le necessità dei territori, nella fattispecie del territorio che oggi è alla nostra attenzione .Non solo di Torino, non solo del Piemonte - mi permetta, sottosegretario Crimi - ahimè neanche solo del nostro Paese, per quello che sta avvenendo in Val di Susa e cioè le contestazioni pesanti relative alla realizzazione di una grande infrastruttura che si chiama linea ferroviaria ad alta capacità Lione-Torino. E quale altro strumento, immediatamente disponibile, oggi il Governo ha per dare un segnale forte di attenzione verso quel territorio se non la immediata messa a disposizione di questi 40 milioni di euro che sono residui della buona gestione dell'Agenzia, come stazione Pag. 11appaltante, nella realizzazione delle opere olimpiche risalente a cinque anni fa? Se c'è stato un residuo di avanzo vuol dire che si è ben operato.
Noi siamo abituati in questo Paese, ahimè, a fare che cosa? Ad incrementare le risorse disponibili perché non sono mai sufficienti, a battere cassa perché vi sono sempre delle varianti in corso d'opera, vi sono sempre necessità aggiuntive. Una volta tanto noi piemontesi - e lo dico con orgoglio - siamo riusciti a dimostrare che Torino può essere capitale non geografica, non politica, ma di un segno di cambiamento verso il Paese; e ciò lo abbiamo dimostrato con le Olimpiadi 2006, sia nella parte realizzativa delle opere, conseguendo addirittura un avanzo di bilancio, sia nello svolgimento poi delle Olimpiadi stesse. Ciò ha suscitato l'attenzione non solo del Paese tutto, ma anche fuori dall'Italia, dimostrando così l'ottima riuscita di quell'evento sportivo.
Ebbene, noi oggi ci troviamo queste strutture sportive che sono - per fortuna aggiungo io, a questo punto - per la stragrande maggioranza (veniva quantificato prima da qualche collega, credo Calgaro, nella misura del 70 per cento) destinate ai privati, auspicabilmente mantenute dignitosamente, in modo tale che possano essere utilizzate sul territorio dagli italiani e non solo, ossia anche dai turisti stranieri che vengono in Italia per ricordare magari momenti belli vissuti cinque anni fa che, quindi, riscoprono la bellezza dell'Italia e del Piemonte.
Allora perché non avere immediatamente da parte del Governo un provvedimento, anche alla luce del decreto milleproroghe che datava a fine 2014 la persistenza dell'agenzia e quindi della figura istituzionale ancora in vigore del commissario, che non si concretizzerebbe in una decurtazione di risorse a sua disposizione? Infatti, quelle risorse neanche il commissario le può utilizzare. Il commissario semmai potrebbe utilizzare quegli altri 40 milioni di euro circa che sono a disposizione ancora in attesa della conclusione dei contenziosi con alcune imprese costruttrici. Ma quelli precedenti, quelli a cui facevo riferimento prima, sono a disposizione.
Signor sottosegretario, allora, mi chiedo perché, non dico ovviamente prima dell'interruzione estiva, ma davvero la prego, si faccia carico lei presso la Presidenza del Consiglio e non ci metta mano né naso il Ministro dell'economia. Glielo dico convintamente, le parla uno che è in Commissione bilancio: so benissimo cosa vuol dire trattare con il Ministro dell'economia. Il Ministro dell'economia in questa partita non gioca nessun ruolo. Perché? Perché sono risorse già stanziate, già definite, rimangono lì e non può diversamente utilizzarle.
Noi non vogliamo fare un cattivo servizio a questo Paese; non vogliamo, per chi ritorna in Italia o chi dall'Italia va in Val di Susa o nelle valli attigue, che constati che quegli impianti, costati sacrifici e fior di quattrini, che dal 2000 in poi, in modo trasversale, bipartisan si direbbe oggi, tutte le forze politiche presenti in quegli anni in Parlamento hanno voluto fortemente per quell'appuntamento, costituiscano un depauperamento della ricchezza complessiva del Paese.
Sono state appena ricordate dal collega che mi ha preceduto le ricadute positive che questo potrebbe voler significare in quel territorio delicatissimo. Lo ricordo e concludo: noi abbiamo contestazioni quotidiane. Basta aprire il giornale per vedere che cosa è successo sabato sera, che è cosa è successo domenica ancora nella Val di Susa. A quelli che fanno di professione i contestatori non riusciremo certamente a far cambiare idea, soprattutto se si nascondono dietro ad una maschera, ma faccio riferimento a quelli che invece vivono quotidianamente sul territorio, gli esercizi commerciali, le attività economiche presenti sul territorio, se questi cioè potessero contare sull'avvio di nuovo di una ripresa che parta da questo fondo a disposizione dei comuni.
Tuttavia - e lo dico da oppositore - fate attenzione a che tali risorse non vengano messe a disposizione direttamente ai comuni, ma alla regione Piemonte, al Pag. 12Presidente della giunta regionale, Roberto Cota, il quale, con altri colleghi, nel febbraio 2010 aveva sottoscritto un ordine del giorno che era stato approvato dal Governo.
Ebbene, allo stesso Presidente Cota - che, allora, era presidente del gruppo parlamentare della Lega Nord e che, oggi, è Presidente della giunta regionale - date queste risorse finanziarie, mettegliele a disposizione, con un programma preciso e concordato con le amministrazioni locali nei cui territori sono ubicati questi impianti.
Questo le chiedo, in modo «più caldo» rispetto agli interventi che mi hanno preceduto, ma poiché credo per davvero che, se vi sia la possibilità di risolvere, lei se ne farà carico (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Osvaldo Napoli. Ne ha facoltà.
OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, la mozione intende valorizzare il patrimonio impiantistico ed infrastrutturale realizzato in occasione dei XX Giochi olimpici invernali di Torino 2006.
Per tale occasione sono stati costruiti alcuni impianti che rappresentano in ambito europeo, per non dire mondiale, il massimo dell'eccellenza e della tecnologia. A tale proposito, posso citarvi a puro titolo esemplificativo: l'impianto per il salto con gli sci a Pragelato, l'impianto per le gare di bob, slittino e skeleton a Cesana Torinese, l'impianto per le gare di hockey a Torino, il villaggio olimpico di Bardonecchia e di Torino stessa.
Affinché tali opere e quelle ad esse connesse possano continuare ad essere punto di riferimento per le discipline sportive invernali e, più in generale, anche ad avere un ruolo di attrazione sotto il profilo turistico e ricettivo, è necessario che siano oggetto - tenuto conto dei tempi della loro ultimazione (2004-2006) - di intervento di manutenzione e riqualificazione.
Si tratta di interventi strategici, anche alla luce del fatto che almeno sino all'anno 2022 non saranno svolte in Europa competizioni olimpiche nell'ambito degli sport invernali, con conseguente mancanza di impianti moderni per allenamenti e competizioni, tranne appunto quelli realizzati in occasione dei Giochi olimpici Torino 2006, ultima olimpiade organizzata nel continente europeo.
Senza dubbio, il soggetto che può svolgere al meglio il compito di ammodernare e riqualificare l'impianto in questione è l'Agenzia per lo svolgimento dei Giochi olimpici Torino 2006, ossia il soggetto che ha realizzato gli impianti, e la regione deve provvedere alla manutenzione, riqualificazione e rilancio della promozione turistica nella Val di Susa.
I sindaci si sono resi disponibili a condurre questi impianti, almeno fino alle Olimpiadi di Sochi del 2014, ma con garanzie ben precise da parte di Governo e regione.
Occorre tener presente che tali impianti garantiscono benessere su tutto il territorio piemontese e danno visibilità mondiale a tutto il Piemonte. Ad oggi, le economie accertate e giacenti nella disponibilità della stessa Agenzia sono circa 40 milioni di euro: risorse che hanno rischiato e rischiano ancora oggi di essere destinate, per altre finalità, ad altri territori ed altre regioni.
Pertanto, faccio una domanda, anche come amministratore: ma scusate, che senso ha realizzare e penalizzare chi risparmia e ha una capacità di gestione efficiente, una rigidità sabauda tale da risparmiare 40 milioni, rischiando in tal modo che tali risorse possano finire in un'altra zona che, al contrario, non ha tali capacità?
Dunque, mi pongo un problema: la necessità delle nostre montagne olimpiche e del Piemonte più in generale, è di sbloccare l'utilizzo di tali risorse. In particolare, dovrebbe essere modificata la destinazione di tali risorse da investimenti a parte corrente, consentendo così di finanziare il rilancio di tutti i siti olimpici, compreso il patrimonio.
Tale imposizione costituirebbe, per i siti olimpici, un ulteriore elemento di valorizzazione e farebbe del Piemonte una Pag. 13vera e propria palestra per le discipline invernali, sia a livello nazionale che internazionale; farebbe del Piemonte - come diceva bene prima un collega - la «Coverciano» degli sport invernali.
Certo che mettiamo in difficoltà le altre località invernali italiane, ma dobbiamo pur avere un riferimento forte, dove troviamo impianti che sono costati alla comunità decine e decine di milioni di euro, e che possono e devono essere il punto di riferimento nazionale dello sport invernale a livello mondiale. A mio avviso, sarebbe un vero peccato e uno spreco imperdonabile mandare in rovina tali impianti.
Come diceva anche il collega precedente parlando della TAV, parliamo della Valle di Susa, dell'alta e della bassa Valle di Susa signor Presidente, parliamo delle connessioni che vi sono fra le due parti del territorio. Quello che sta succedendo, quanto è accaduto ieri con l'incendio dei mezzi della società Italcoge e con le rinnovate, brutali aggressioni di questa mattina contro gli stessi lavoratori, dovrebbero convincere anche il più renitente dei magistrati a prendere quei provvedimenti minimi a tutela dell'ordine pubblico. Una democrazia normale non può esistere immaginando la carcerazione preventiva per un cittadino comune o anche per un deputato della Repubblica contro il quale le accuse devono ancora essere provate e, dall'altra parte, escludendo il carcere per chi va in giro fracassando la testa ad agenti, carabinieri e lavoratori. Il non trasferire quei fondi sul territorio locale significa anche incentivare chi protesta a dire che ha ragione; per non tacere dell'ultimo insulto: la sostituzione del tricolore, letteralmente strappato dal monumento ai caduti a Susa per essere sostituito con la bandiera dei no TAV. Mi chiedo se il vilipendio del tricolore sia un reato erga omnes oppure se diventi tale solo se a commetterlo è solo una formazione politica.
In Valle di Susa c'è soltanto un problema di ordine pubblico e il ringraziamento va alle forze dell'ordine, al questore, a chi ogni giorno si sacrifica: duemila agenti che vanno avanti e indietro per tutta la Valle di Susa quando potrebbero essere sul territorio contro la delinquenza comune. Di chi è questa responsabilità?
Ricordo a tutti che questo ha portato al 20 per cento delle disdette turistiche, al 50 per cento in meno delle presenze. Che ne sarà della stagione invernale in questa situazione che mette a repentaglio una economia turistica che con 17 mila presenze alberghiere annue e un milione e mezzo di presenze complessive, rappresenta il 50 per cento del turismo complessivo di Torino e del Piemonte, ed è il secondo bacino turistico del Piemonte? Il secondo! Mi pongo la domanda di come non possiamo non capire che quei 40 milioni, anche per il significato che ciò assume nei confronti di chi fa questa protesta al di fuori della normalità, hanno necessità di restare sul territorio. Mi auguro, e con questo mi avvio a concludere, che il Governo si renda conto dell'enorme patrimonio che si rischia di perdere in questo modo e si impegni a liberare le risorse economiche già esistenti, che giacciono inutilizzate da anni e che erano finalizzate al Piemonte, e mi auguro, sono sicuro, dovrebbero esserlo ancora.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Giorgio Merlo. Ne ha facoltà.
GIORGIO MERLO. Signor Presidente, sarò molto rapido anche perché molte argomentazioni che condivido sono state già svolte, a cominciare da quelle dell'onorevole Esposito, primo firmatario di questa mozione. Signor sottosegretario, mi rivolgo a lei rapidissimamente: le motivazioni avrà capito molto bene quali sono, tutti i colleghi di maggioranza e di opposizione, e già questo è una forza, le hanno espresse con forza e determinazione.
Tutti sappiamo che queste valli, le valli del Pinerolese, la Valle di Susa, depositarie e custodi dei siti olimpici, possono invertire la rotta, anche sotto il profilo dell'offerta turistica, nel momento in cui si sbloccano alcune cose. Tenendo presente che sino al 2022 non si svolgeranno più gare olimpiche in Europa, per quanto riguarda gli sport invernali, tutti sanno che Pag. 14questi grandi siti olimpici non possono diventare cattedrali nel deserto, è stato detto poc'anzi dall'onorevole Cambursano e dall'onorevole Napoli; tutti sanno che lo stesso rilancio del turismo in Valle di Susa, in quelle valli, è legato in modo quasi obbligato al rilancio dei siti olimpici. Tutti sappiamo però che adesso quelle risorse vanno stanziate, sono ferme, lo ricordava Esposito poc'anzi, questi 40 milioni non possono continuare a stare in letargo. Signor sottosegretario, io personalmente, ma penso anche tutti gli altri colleghi, ci aspettiamo da lei risposte concrete, non chiacchiere, ci aspettiamo che non diluisca nel tempo il parere su questa mozione. Il parere ci deve essere, io personalmente do per scontato che ci sarà e che sarà positivo, ma è venuto il momento che anche il Governo si assuma delle responsabilità e dica una parola chiara sul rilancio del turismo in quelle valli, sull'utilizzo di quei siti olimpici, ma soprattutto sulla necessità di far sì che la regione diventi soggetto centrale per quanto riguarda la gestione di quei fondi, investendo, coinvolgendo e valorizzando anche i comuni montani sede dei siti olimpici.
Oggi il Piemonte si aspetta questo perché lo slogan «Corveciano della neve» è molto bello, tuttavia credo sia venuto il momento delle scelte concrete. Pertanto - e concludo - dobbiamo sbloccare questi benedetti fondi, dobbiamo rilanciare quelle valli anche per le motivazioni a cui faceva riferimento poc'anzi l'onorevole Napoli, legate alla Torino-Lione. Vi è una caduta drammatica della domanda turistica legata ai noti eventi, ma vi è soprattutto la necessità di sbloccare questi fondi.
Se riusciamo - e questo dipende da lei, sottosegretario Crimi - in questa fase a far sì che questi fondi vengano stanziati e subito, possiamo dare una notizia positiva al Piemonte, possiamo dare una notizia positiva a quei comuni che ospitano questi siti e soprattutto possiamo gettare le premesse per rilanciare il turismo invernale. Se questo non avverrà, vi sarà una responsabilità indiretta - cosa che ovviamente escludo - da parte del Governo nel non voler dare una risposta.
Ecco perché diamo molta importanza alla sua risposta, ecco perché il futuro di quelle zone dipende prevalentemente, anche e soprattutto, da come utilizzeremo quei 40 milioni di euro (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Togni. Ne ha facoltà.
RENATO WALTER TOGNI. Signor Presidente, abbiamo firmato la mozione convinti della validità del suo contenuto pur avendo personalmente perplessità su tutta la vicenda olimpica. Una breve storia dell'Agenzia per lo svolgimento dei Giochi olimpici è necessaria, anche se i colleghi che mi hanno preceduto hanno già sviscerato il problema in maniera molto esaustiva.
L'Agenzia per lo svolgimento dei Giochi olimpici invernali di Torino 2006 è stata istituita con legge 9 ottobre 2000, n. 285, e doveva scadere il 31 dicembre 2010. Nell'ultimo decreto-legge cosiddetto milleproroghe l'Agenzia è stata prorogata fino al 2014, infatti il commissario dell'Agenzia per lo svolgimento dei Giochi olimpici Torino 2006, oltre all'attività di liquidazione dell'Agenzia stessa, stabilita nell'articolo 3, è autorizzato a realizzare, d'intesa con gli enti istituzionali promotori, interventi a supporto dello svolgimento di manifestazioni internazionali a carattere sportivo, turistico, culturale o sociale, tra cui le Olimpiadi Master Torino 2013, ciò al fine di favorire l'utilizzazione del patrimonio olimpico ed evitare che i siti olimpici restino inutilizzati e costosi per l'erario pubblico.
Il 24 febbraio 2010 il Governo ha accolto un ordine del giorno presentato dalla Lega Nord, primo firmatario l'onorevole Cota, oggi presidente del Piemonte, e da altri parlamentari, che metteva in evidenza un avanzo di bilancio dell'Agenzia per lo svolgimento dei Giochi olimpici Torino 2006 di circa 50 milioni di euro. Tale cifra era certificata dal Ministero dell'economia e delle finanze e dal commissario della medesima Agenzia. In base alla documentazione di allora risultava che circa 23 milioni di euro erano da Pag. 15considerarsi vincolati a sanare i contenziosi pendenti, sicché si evidenziava una disponibilità per un residuo di 27 milioni di euro.
L'ordine del giorno accolto impegnava il Governo a disporre che parte delle risorse disponibili nel bilancio dell'Agenzia, nella misura di 10 milioni di euro, venisse destinata in maniera esclusiva al funzionamento degli impianti olimpici di montagna e per la promozione turistica della Val di Susa. A distanza di oltre un anno dal citato ordine del giorno tutto è rimasto fermo e i fondi dell'Agenzia restano ancora bloccati.
Dagli approfondimenti effettuati alla data odierna sembra che l'avanzo di bilancio sia di 40 milioni di euro e che a tale cifra vadano aggiunti altrettanti fondi risparmiati nella complessiva gestione dell'evento olimpico. A tali somme occorre sottrarre le somme per la definizione dei contenziosi con alcune imprese costruttrici. In ogni caso, occorre un intervento immediato del Governo per liberare le risorse disponibili perché non è possibile lasciare inutilizzati gli impianti olimpici.
Come evidenziava il collega Napoli, da questo risparmio dell'Agenzia - come l'ha definito, con criterio sabaudo - si evidenzia la differenza fra l'Agenzia per lo svolgimento dei Giochi olimpici ed il TOROC, che era un'altra Agenzia, la quale, praticamente, si occupava della sponsorizzazione dei Giochi stessi. Bisogna ora fare un ragionamento che rappresenta un po' il filo conduttore che giustificherà le conclusioni che trarrò.
Le olimpiadi dovevano essere un grande volano per il turismo, soprattutto per le nostre valli alpine; invece, purtroppo, pur essendo stato un grande evento, si è dimostrato tale, fondamentalmente, per la città di Torino, per dar lustro all'allora sindaco Chiamparino e per dargli una grossa mano per la sua rielezione. Accanto a questo, inoltre, esse sono state un grande volano per la Valle di Susa. Infatti, tutte le altre valli hanno vissuto solo di riflesso l'evento, colpa sicuramente degli amministratori locali poco attenti, ma sicuramente anche colpa di una volontà politico-economica che faceva capo alla famiglia Agnelli, che era stata il grande sponsor delle Olimpiadi invernali di Torino 2006 nella Valle di Susa.
Il TOROC - che citavo prima - è l'esempio lampante di questa mia affermazione. Infatti, il CdA vedeva l'ex sindaco Castellani come presidente, Evelina Christillin come vicepresidente, il direttore generale era Paola Rota (ex dirigente FIAT), il vicedirettore un altro manager FIAT e, infine, l'avvocato Giovanni Agnelli presidente onorario. Alla sua morte subentrò alla presidenza onoraria Luca Cordero di Montezemolo. Ebbene, il TOROC nasce come fondazione privata che doveva agire con fondi propri per la sponsorizzazione turistica dell'evento. Purtroppo, è dovuto intervenire il Governo per sanare quello che hanno prodotto tutti i personaggi di cui ho parlato prima, cioè dei debiti ingentissimi (si parla di centinaia di milioni di euro); questo grazie ad un'amministrazione a dir poco approssimativa.
Faccio un piccolo inciso: quando si parla di costi della politica - e qualcuno dei personaggi che ho citato prima parla costantemente da indignato dei costi della politica - si dovrebbe fare anche mente locale a quello che è stato prodotto in questa occasione. Noi saremmo un po' stufi di vedere questi grandi eventi sportivi gestiti e trasformati in occasione di malaffare o di mala gestione. Penso che anche sulla questione olimpica di Torino 2006 si dovrà, prima o poi, aprire il libro, per vedere cosa è successo.
Per cui la pessima esperienza del TOROC ci spinge con forza ad affermare che i fondi citati nella mozione devono essere assolutamente gestiti dalla regione Piemonte. Vi è bisogno sì di manutenzione degli impianti, ma vi è bisogno, soprattutto, di promozione turistica per i siti olimpici, perché questi siti e questi impianti non restino cattedrali nel deserto, di cui la nostra montagna non ha bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.
Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16 con il seguito della discussione della proposta di legge recante norme per la tutela delle vittime di reati per motivi di omofobia e transfobia, solo per l'esame e la votazione delle questioni pregiudiziali di costituzionalità e della questione sospensiva presentate.
La seduta, sospesa alle 14,15, è ripresa alle 16,05.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bongiorno, Caparini, Gregorio Fontana, Jannone e Migliavacca sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Seguito della discussione della proposta di legge: Soro ed altri: Norme per la tutela delle vittime di reati per motivi di omofobia e transfobia (Per l'esame e la votazione delle questioni pregiudiziali di costituzionalità e della questione sospensiva presentate) (A.C. 2802-A) (ore 16,06).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge d'iniziativa dei deputati Soro ed altri: Norme per la tutela delle vittime di reati per motivi di omofobia e transfobia.
(Esame di questioni pregiudiziali - A.C. 2802-A)
PRESIDENTE. Avverto che sono state presentate le questioni pregiudiziali di costituzionalità Buttiglione ed altri n. 1, Bertolini ed altri n. 2 e Lussana ed altri n. 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 2802-A).
Ove respinte, si passerà all'esame della questione sospensiva Bertolini ed altri n.1.
Ricordo che, a norma del comma 4 dell'articolo 40 del Regolamento, sulle questioni pregiudiziali presentate avrà luogo un'unica discussione, nella quale potrà intervenire, oltre ai proponenti (purché appartenenti a gruppi diversi) di ciascuno degli strumenti presentati, un deputato per ciascuno degli altri gruppi.
Chiusa la discussione, l'Assemblea deciderà con unica votazione, atteso che tutte e tre le questioni pregiudiziali risultano sollevate per motivi di costituzionalità.
L'onorevole Lussana ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 3.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, innanzitutto colgo l'occasione di questo dibattito per ribadire la più severa condanna da parte del gruppo della Lega Nord nei confronti di ogni forma di discriminazione sessuale e, di conseguenza, l'inaccettabilità di ogni forma di violenza e condotta offensiva che abbia come motivazione il modo in cui la vittima vive la propria sessualità.
Dico questo perché non vorrei che la presentazione della nostra questione pregiudiziale, e quindi la nostra contrarietà di fondo al provvedimento, venga strumentalmente utilizzata per lanciare accuse di omofobia che noi rimandiamo effettivamente al mittente.
La nostra Assemblea si è già occupata della questione in esame e, infatti, nella seduta del 13 ottobre del 2009, ha approvato una questione pregiudiziale di costituzionalità presentata proprio dall'UdC Pag. 17che ravvisava nel testo alcune violazioni dei principi fondamentali della nostra Costituzione. Sono passati circa due anni, ma a nostro giudizio quelle motivazioni restano ancora valide ed il testo al nostro esame, purtroppo, non ha superato quei limiti ed il conflitto con la nostra Carta costituzionale.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI (ore 16,09)
CAROLINA LUSSANA. Infatti, di che cosa stiamo parlando? Stiamo introducendo norme per la tutela di vittime di reati per motivi di omofobia e transfobia, però queste norme presentano diversi profili di violazione della Costituzione.
In particolare, la disposizione dell'articolo 1 viola il principio di uguaglianza, così come sancito dall'articolo 3 della Costituzione, sotto il profilo della ragionevolezza della discriminazione introdotta dalla nuova circostanza aggravante. Essa consiste, per l'appunto, nell'avere, nei delitti non colposi contro la dignità e l'incolumità individuale, contro la personalità individuale, contro la libertà personale e contro la libertà morale, commesso il fatto per motivi di omofobia e transfobia intesi come odio e discriminazione in ragione dell'orientamento sessuale di una persona verso persone del suo stesso sesso, persone del sesso opposto e persone di entrambi i sessi.
Appare evidente che la circostanza aggravante, così configurata, offra una protezione privilegiata alla persona offesa in ragione del proprio orientamento sessuale.
In particolare, discrimina tra chi subisce forme di violenza, perché vi è una tutela rafforzata del motivo sottostante l'azione (l'odio che si viene a definire come omofobia e transfobia) rispetto, invece, a chi subisce altre forme di violenza.
In questo modo, quindi, si introdurrebbe un trattamento diverso nel sanzionare delitti non colposi senza alcuna ragionevole giustificazione, né nella logica del maggior danno, né del maggior pericolo per il bene giuridico tutelato dalla norma penale secondo la giurisprudenza costante della Corte costituzionale. Infatti, la nostra Corte costituzionale prevede delle tutele differenziate solo in ragione o della logica del maggior danno o del maggior pericolo per il bene giuridico tutelato. Quindi, con la finalità in sostanza di rimuovere una discriminazione di fatto se ne andrebbero a creare delle altre. Infatti, non solo non si giustificherebbe la previsione dell'aggravante specifica per l'atto offensivo motivato dall'omosessualità o dalla transessualità del soggetto passivo e non per altri atti offensivi basati su motivazioni magari di medesima o anche superiore gravità sostanziale. Penso, ad esempio, ai reati commessi in ragione della condizione di handicap o di malattia della persona offesa o della sua età anziana o in un contesto di prevaricazione e assoggettamento. Peraltro, si tratta di situazioni nelle quali sussiste un oggettivo status di debolezza della vittima.
Ma veniamo anche ad un altro profilo di contrasto con la nostra Costituzione: la norma che configura, infatti, la citata aggravante presenta caratteri di indeterminatezza tale da porsi in contrasto con l'articolo 25 della Costituzione. Nella delicata indagine circa la ricorrenza dei motivi di omofobia e transfobia che determinerebbero l'aggravante della pena si fa riferimento a motivazioni di odio e discriminazione in ragione dell'orientamento sessuale. Ebbene in assenza di una nozione di orientamento sessuale, la circostanza aggravante nella parte in cui dà rilevanza all'orientamento sessuale, viola il principio di tassatività della fattispecie penale.
L'indeterminatezza concettuale dell'espressione di orientamento sessuale per la genericità del disposto normativo non consente di individuare le fattispecie meritorie di una particolare tutela e contrasta con elementari principi costituzionali che impongono la prevedibilità delle conseguenze delle proprie condotte, in particolar Pag. 18modo di quelle penalmente rilevanti. A proposito, si veda la sentenza n. 370 del 1996. L'eventuale tentativo, inoltre, di definire in maggiore dettaglio le motivazioni in presenza delle quali ricorrerebbe l'aggravante in oggetto sortisce l'effetto opposto, ossia quello di accrescere a tal punto l'ampiezza delle fattispecie da rendere estremamente discrezionale l'apprezzamento del giudice sull'intenzione dell'autore del reato e sugli orientamenti personali della persona offesa.
Sul punto occorre ricordare che le aggravanti previste dal nostro sistema penale, che fanno in tal modo riferimento ad una posizione soggettiva della persona offesa, si fondano su caratteristiche oggettive che rimandano o all'età della persona offesa, come ho detto, o alle condizioni di disabilità oppure a qualità che sono riscontrabili oggettivamente, come quella di pubblico ufficiale o di persona incaricata di pubblico servizio o di persona rivestita della qualità di ministro del culto cattolico o di culto ammesso nello Stato ovvero di agente diplomatico o consolare di uno Stato estero nell'atto o a causa dell'adempimento delle funzioni di servizio.
Quindi, la disposizione in esame - poiché non si basa sul presupposto di condizioni oggettive - difetta dei caratteri di tassatività e di determinatezza imposti dall'articolo 25 della Costituzione, così configurando una condizione di minorità della persona offesa non basata su motivi oggettivi.
Per tutte queste ragioni e perché riteniamo tale testo proposto in contrasto con il principio di pari dignità sociale di tutti i cittadini affermato dall'articolo 3 della nostra Costituzione, il gruppo della Lega Nord Padania ha presentato questa questione pregiudiziale di costituzionalità e, quindi, si dichiara contraria al prosieguo dell'esame della proposta di legge in discussione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 16,15).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno avere luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sull'attentato contro il contingente militare italiano in Afghanistan.
PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea ed i membri del Governo). Vi prego di prestare un attimo di attenzione, colleghi.
Come è purtroppo a tutti quanti noi noto, un altro grave lutto ha colpito il nostro contingente militare in Afghanistan. Nella mattinata di ieri, durante un'operazione congiunta condotta da forze italiane e afgane nella zona a nord-ovest della valle di Bala Murghab, a seguito di un attacco terroristico ha perso la vita il primo caporalmaggiore Davide Tobini, che aveva appena compiuto 28 anni. Era originario di Roma e apparteneva al 183o reggimento paracadutisti «Nembo» di Pistoia.
Nel medesimo scontro a fuoco sono rimasti feriti altri due militari italiani. Si tratta di Francesco Arena, nato a Vibo Valentia nel 1979, colpito all'arto superiore destro e, fortunatamente, non in pericolo di vita, e di Simone D'Orazio, originario di Roccaraso, di 29 anni, gravemente ferito al torace e attualmente, per quanto risulta, in condizioni ancora stazionarie.
In questo momento in cui tutto il Paese si stringe attorno ai familiari del nostro militare caduto, sento di dover loro esprimere, a nome di tutta l'Assemblea, i sensi del più profondo cordoglio e della più solidale partecipazione nel dolore, unitamente agli auguri di pronta guarigione per i militari rimasti feriti. Con questo spirito invito l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio (l'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Generali applausi cui si associano i membri del Governo).
Si riprende la discussione.
(Ripresa esame questioni pregiudiziali - A.C. 2802-A)
PRESIDENTE. L'onorevole Buttiglione ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 1.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, il provvedimento sul quale oggi siamo chiamati a pronunciarci ha un impatto pratico limitato ma un valore simbolico molto elevato. Si tratta di riconoscere, come aggravante per alcuni reati, l'aver agito per una motivazione di ostilità verso la omosessualità.
Ogni norma introdotta nell'ordinamento giuridico viene posta per un qualche fine. Cominciamo con il domandarci quale sia la finalità di questa norma. Alcuni dicono che la norma vuole reagire ad aggressioni contro gli omosessuali compiute per un'ostilità preconcetta nei loro confronti. Domando al Governo e al Ministro dell'interno se risulti un incremento significativo di tali aggressioni negli ultimi anni o negli ultimi mesi. So bene che alcuni casi sono stati denunciati di recente, ma non è mi chiaro se il fenomeno sia in aumento o se, invece, sia semplicemente cresciuta l'attenzione dei giornali nei suoi confronti. A me, personalmente, sembra che il livello di accettazione nei confronti degli omosessuali sia piuttosto cresciuto che non diminuito nella società italiana ma, ovviamente, il legislatore non si può basare su percezioni soggettive e per questo sarebbe bene avere, dal Ministro dell'interno e dal Ministro della giustizia, dati certi sulla estensione e sulle tendenze evolutive del fenomeno.
Ammettiamo, tuttavia, per ipotesi che il fenomeno sia in crescita e, anzi, abbia assunto una dimensione preoccupante e si renda necessaria una repressione più intensa da parte dello Stato. Siamo sicuri che la cosa migliore da fare sia incrementare la sanzione penale? In Italia tutti concordano, a parole, sulla necessità di considerare la sanzione penale come l'ultima trincea della difesa sociale e, quindi, concordano teoricamente sull'opportunità di depenalizzare il più possibile la difesa sociale. Tuttavia, in ogni occasione si invocano o si prevedono nuove aggravanti e nuovi reati, come se questo fosse l'unico modo di combattere il crimine o, almeno, di dimostrare solidarietà alle vittime.
Già Alessandro Manzoni e, prima di lui, suo nonno, Cesare Beccaria, hanno insegnato che ciò che intimorisce i delinquenti e protegge i cittadini non è l'elevatezza della pena, ma la certezza della pena e la rapidità della sua irrogazione. Ha più effetto deterrente di difesa sociale la certezza di subire, senza indugio, una pena mite che non la probabilità teorica di subirne una più grave.
Nell'era premoderna la maggior parte dei reati rimaneva impunita, tuttavia sui pochi delinquenti che riusciva a catturare la società si vendicava con straordinaria ferocia: scontavano la pena per se stessi e anche per tutti quelli che erano riusciti a farla franca.
La scienza moderna del diritto penale inizia invece affermando il principio esattamente opposto: anche ammettendo, dunque, per ipotesi che esista un legittimo allarme sociale per una crescita di aggressioni omofobiche, è probabile che la risposta adeguata non sia un aumento delle pene, ma piuttosto un maggiore controllo del territorio da parte delle forze dell'ordine, soprattutto nelle aree più frequentate dalla comunità omosessuale, e un maggiore impegno degli investigatori, accompagnato da misure idonee a migliorarne la preparazione professionale e l'equipaggiamento tecnico. In quest'ambito, siamo pronti a dare tutto il nostro sostegno alle misure che il Governo intenda eventualmente proporre, dopo avere verificato le dimensioni reali del fenomeno e le sue tendenze evolutive.
Sarebbe anche desiderabile un maggiore impegno dell'autorità giudiziaria nel perseguimento di questi reati, ma - come è noto - vige in Italia il principio dell'obbligatorietà dell'azione penale e nessuno - meno che mai il Parlamento - può permettersi Pag. 20di chiedere ai giudici di intensificare la repressione di un certo tipo di reati a causa dell'allarme sociale e della sensazione di insicurezza che essi provocano.
Abbiamo visto le ragioni per le quali l'aggravante proposta appare verosimilmente di scarsa efficacia e come, per reprimere le aggressioni omofobiche, altri siano gli strumenti eventualmente da adottare.
Veniamo adesso alle ragioni per le quali essa è evidentemente incostituzionale. La nostra Costituzione, come tutte le Costituzioni moderne, si fonda sull'eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Nel mondo moderno gli esseri umani non erano tutti uguali: un osso rotto ad un uomo non aveva lo stesso valore di un osso rotto ad una donna, quello di un cristiano non aveva lo stesso valore di quello di un ebreo e quello di un lombardo non aveva lo stesso valore di quello di un latino e - meno che mai - quello di un servo non aveva lo stesso valore di quello di un uomo libero. Esisteva un tariffario nel quale era registrato il diverso diritto di ogni categoria di sudditi. A questo pone fine...
PRESIDENTE. Pregherei i colleghi di ascoltare o comunque di consentire di ascoltare a chi vuole farlo. Prosegua pure, onorevole Buttiglione.
ROCCO BUTTIGLIONE. Nel continente europeo - la storia del diritto anglosassone è diversa - la rivoluzione francese ha posto fine a questa situazione e questo è un retaggio della grande rivoluzione, nel quale tutti ci riconosciamo. La norma della quale stiamo parlando ci riporta indietro verso un diritto personale che crea situazioni di privilegio o di svantaggio davanti alla legge. Lo stesso reato, commesso contro un omosessuale, verrebbe punito in modo diverso se commesso contro un eterosessuale. Perché? Si potrebbe rispondere che i comportamenti di chi aggredisce un altro essere umano senza nessuna provocazione per un semplice intento discriminatorio è particolarmente abietto e merita di essere punito con particolare severità. La risposta però non colpirebbe nel segno: l'aggravante dei motivi abbietti o futili esiste già nell'ordinamento e si applica alle aggressioni contro gli omosessuali per ragioni di omofobia esattamente come si applica alle aggressioni contro i marocchini per ragioni di marocchinofobia o a quelle contro i campani per ragioni di campanofobia.
A questa mia argomentazione è possibile opporre due obiezioni, che mi appresto ora a discutere. La prima dice che in altri Paesi una norma simile esiste: è vero, negli Stati Uniti, e poi anche in altri Paesi, si è affermato, già diversi anni fa, il principio della affirmative action. All'inizio esso fu introdotto per favorire l'integrazione della comunità negra; si tratta di una discriminazione positiva adottata per compensare gli effetti di un lungo periodo di discriminazione negativa. Più tardi, il principio fu esteso anche ad altri ambiti.
Oggi molti giuristi americani preferirebbero non averlo mai introdotto e cercano comunque di limitarne per quanto possibile l'applicazione. Infatti, una volta cominciato è assai difficile fermarsi, ogni gruppo abbastanza forte reclama per sé stesso vantaggi particolari e privilegi in competizione ed in lotta gli uni con gli altri. La maggioranza dei cittadini finisce con il sentirsi discriminata per i privilegi di cui godono diverse minoranze e alla fine il tutto produce non più integrazione ma più disintegrazione. Non sempre quello che fanno in altri Paesi è lodevole e da imitare, soprattutto quando, alla lunga, i risultati risultano essere assai diversi da quelli auspicati all'inizio.
La seconda obiezione possibile è che, in realtà, un principio di discriminazione positiva sarebbe già entrato nel nostro ordinamento. Si adducono a questo proposito numerosi esempi, di questi uno solo è pertinente: l'ordinamento riconosce in alcuni casi una particolare protezione ai cittadini di religione ebraica. Conosciamo tutti le ragioni storiche e morali che stanno alla base di questa eccezione, si tratta tuttavia di un'eccezione e tale, a mio avviso, deve restare. Si usa dire che ogni regola ha le sue eccezioni, questa è la Pag. 21nostra eccezione, ma, se le eccezioni si moltiplicano, la legge cessa di funzionare. Naturalmente ciascuno di coloro che reclamano un'eccezione per sé stessi presenta il proprio caso come unico e irripetibile, in realtà ogni cedimento indebolisce il principio e prepara quello successivo, alla fine avremmo tante eccezioni e nessuna legge.
I sostenitori di questa proposta di legge fanno riferimento anche ad altre figure che godono di una particolare protezione legislativa: prendiamo per esempio il pubblico ufficiale, le altre gli somigliano. Il pubblico ufficiale gode di una protezione accresciuta per due regioni: può trovarsi in situazioni che lo espongono ad atti di ostilità a causa dell'ufficio che ricopre, inoltre attraverso di lui si aggredisce lo Stato che egli rappresenta. Nel caso dell'omosessuale, queste due ragioni non ricorrono. Cosa si difende nell'omosessuale oltre la dignità della persona umana?
PRESIDENTE. Onorevole Buttiglione, la invito a concludere.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, mi avvio alla conclusione. Questa dignità è uguale per tutti. Noi riteniamo che il principio dell'eguaglianza dei cittadini davanti alla legge vada preservato anche in questo caso, venir meno ad esso contrasterebbe con il diritto naturale e con la Costituzione italiana (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro per il Terzo Polo e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. L'onorevole Pecorella ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Bertolini ed altri n. 2, di cui è cofirmatario.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, voglio dire subito, con forza e con convinzione, che ogni condotta dettata da un movente discriminatorio è particolarmente odiosa, perciò il punto di partenza nell'esame del testo all'attenzione dell'Aula non può che essere costituito ovviamente dall'inaccettabilità di qualsiasi condotta offensiva motivata dai modi in cui la vittima vive la sua sessualità. Ciò che va visto sul piano costituzionale è se il movente così indicato - cioè le modalità con cui la vittima vive la sua sessualità - crei una disparità di trattamento irragionevole e perciò in contrasto con l'articolo 3 della Costituzione.
La ratio della norma è la discriminazione come movente particolarmente riprovevole a cui corrisponde una più efficace tutela della vittima. Ci sono sicuramente altre forme di discriminazione che non sono meno gravi e che non sono tenute in considerazione, non meno gravi e riprovevoli di quelle contenute nell'aggravante al nostro esame; si pensi ai reati commessi in ragione delle condizioni di handicap o di malattia della persona offesa, o della sua età o delle sue convinzioni politiche. Ma per un altro profilo l'aggravante entra in collisione con i principi costituzionali: mi riferisco al diritto alla privacy. In materia sessuale il nostro codice, benché sia del 1930, ha tenuto particolarmente conto della tutela della vittima di abusi sessuali, prevedendo la querela così da lasciare a lei - cioè alla vittima - la valutazione se esporsi alla curiosità del pubblico o se preferire non procedere in sede penale. L'aggravante viceversa imporrebbe oggi che la condizione sessuale di un dato individuo divenga comunque oggetto di un accertamento pubblico e giudiziario.
Credo che, anche da questo punto di vista, la norma, così com'è stata scritta, e cioè non collegando ad alcuna possibilità per la vittima di scegliere il silenzio piuttosto che non l'esposizione al pubblico, determini una violazione della privacy.
Vi è un altro profilo che merita attenzione dal punto di vista costituzionale: il principio di tassatività. È troppo vago il concetto di orientamento sessuale. Perciò, per tornare, invece, nell'alveo della costituzionalità e per proporre una norma accettabile, partendo dal presupposto che ho subito detto, e cioè che qualunque discriminazione per motivi sessuali o per altri motivi deve essere particolarmente rimarcata dall'ordinamento, da un lato, la norma dovrebbe tenere conto di tutti i casi Pag. 22di discriminazione indicati dall'articolo 3, e cioè, oltre al sesso, la razza, la lingua, la religione, le opinioni politiche, le condizioni personali o sociali; dall'altro, la norma dovrebbe dare un contenuto più preciso a quel concetto di orientamento sessuale della vittima che è, francamente, difficilmente definibile ed afferrabile.
Credo, quindi, che la norma non sia di per sé da rigettare, ma ponga un problema serio, che è quello della discriminazione come movente di comportamenti criminali, ma, così com'è scritta, è in contrasto con un principio cardine, che è quello della parità con altri moventi ugualmente gravi, ed è in contrasto con il principio della chiarezza e della tassatività, che è e deve essere alla base di qualunque norma, per escludere l'arbitrio da parte del giudice.
Quindi, con la convinzione che il problema esiste, sostengo, però, che la norma, così com'è scritta, sia in contrasto con la Costituzione (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Donadi. Ne ha facoltà per cinque minuti.
MASSIMO DONADI. Signor Presidente, l'Italia dei Valori voterà contro tutte le questioni pregiudiziali di costituzionalità. Lo faremo con grande determinazione, convinti come siamo che il sostegno ad una proposta di legge che argini e prevenga la discriminazione e la violenza contro le persone omosessuali e transessuali sia un atto di civiltà e di progresso politico e sociale.
La forza di una democrazia poggia proprio sul rispetto e sulla difesa che assicura alle minoranze e l'approvazione di questa proposta di legge darebbe un segno netto della qualità della nostra democrazia e della nostra civiltà giuridica; la darebbe a questa Assemblea, innanzitutto, e a tutti i cittadini.
Con l'insistente rifiuto di approvare un'efficace tutela contro l'omofobia e la transfobia, invece, il Parlamento viene meno al dovere fondamentale, di natura morale ancora prima che politica, di dare protezione a tutti i cittadini e di contribuire a realizzare un'uguaglianza sostanziale, che la nostra Costituzione ci impone.
Voteremo contro anche perché tutte le questioni pregiudiziali ci appaiono prive di rilievo giuridico e appaiono soltanto come il frutto di un giudizio, o, peggio ancora, di un pregiudizio di natura morale nei confronti dell'omosessualità o della transessualità. È del tutto infondato, innanzitutto, sostenere che mancherebbe addirittura nel nostro ordinamento la nozione di orientamento sessuale o di identità di genere, in quanto si tratterebbe - così si è affermato - di una caratteristica mutevole, frutto di scelte legate alla propria sfera personale, e nello specifico, alla vita sessuale.
Non è così! L'essere eterosessuali o omosessuali è una condizione della persona; non è un vizio, una malattia della quale ci si possa in qualche modo liberare (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico). L'orientamento sessuale è una condizione ascritta all'uomo, che l'individuo non sceglie, non determina, ma che al massimo può decidere di manifestare o meno all'esterno, a volte con grande difficoltà e tra mille conflitti (Commenti del deputato Polledri).
Se non si parte dalla condivisione di questo fondamentale concetto, non è nemmeno possibile avere tra di noi - lo dico con onestà, colleghi - un serio e vero confronto su un tema e su un intervento legislativo così difficile e delicato come questo. Del resto, come potete negare che l'orientamento sessuale, come fattore di rischio soggettivo nel diventare vittime di reati, sia già oggi contenuto nella nostra legislazione e addirittura indicato dai Trattati fondativi dell'Unione europea? Gli articoli 10 e 19 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea stabiliscono rispettivamente che l'Unione mira a combattere le discriminazioni fondate sul sesso, la razza o l'origine etnica, la religione o le convinzioni personali, la disabilità, l'età o l'orientamento sessuale e ad Pag. 23adottare ogni provvedimento necessario per evitare il ripetersi di queste circostanze.
E, ancora, la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea vieta qualunque discriminazione fondata, tra le altre, sull'orientamento sessuale.
Le questioni pregiudiziali, poi, sono infondate anche quando sostengono che questa proposta di legge violerebbe l'articolo 3 della Costituzione, introducendo un trattamento differenziato dei reati commessi in ragione dell'orientamento sessuale o dell'identità di genere della vittima rispetto ad altre situazioni ugualmente meritevoli di tutela, in cui i delitti contro la persona sono ugualmente commessi in ragione o approfittando dello stato in cui la persona versa. Qualcuno ha fatto addirittura l'esempio degli anziani o dei barboni, come persone che potrebbero essere ugualmente meritevoli di una tutela specifica. Ma come non si può vedere che il numero elevatissimo e sempre crescente di atti di omofobia e di transfobia richiedono che il legislatore provveda e con urgenza ad una tutela adeguata?
Così pure del resto è già stato fatto per svariate altre situazioni di potenziale rischio. Penso alle norme che vigono - e che abbiamo approvato anche di recente in questo Parlamento - a favore dei portatori di handicap, dei minori, degli stranieri o di chi rischia di essere vittima di un reato nell'esprimere una fede religiosa.
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Donadi.
MASSIMO DONADI. Il fatto che oggi si introduca un reato specifico o aggravato per tentare di mettere un argine ai reati di cui sono vittima le persone omosessuali o transessuali non può essere considerato l'introduzione di un privilegio o la violazione di una norma costituzionale, anzi ne rappresenta la più esatta e piena attuazione.
Non vi è, infine, violazione del principio di tassatività, di cui all'articolo 25 della Costituzione.
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Donadi.
MASSIMO DONADI. L'orientamento sessuale e l'identità di genere non sono generici o indiscriminati.
La verità è che con queste questioni pregiudiziali si è voluto camuffare, dietro uno schermo apparentemente neutro e politicamente corretto delle argomentazioni giuridiche, nient'altro che un giudizio negativo sull'omosessualità.
PRESIDENTE. Deve proprio concludere, onorevole Donadi.
MASSIMO DONADI. Sono trattati come qualcosa che non solo non è meritevole di tutela, ma deve essere condannato secondo un canone di presunta normalità. Queste questioni pregiudiziali sono la dimostrazione stessa di un'omofobia, dalla quale nemmeno questo Parlamento va esente (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pisicchio. Ne ha facoltà per cinque minuti.
PINO PISICCHIO. Signor Presidente, il gruppo di Alleanza per l'Italia non condivide la questione pregiudiziale di costituzionalità posta al provvedimento in esame, facendo risalire le nostre ragioni al medesimo percorso logico che i suoi presentatori hanno inteso adottare, ma con argomentazioni perfettamente opposte.
In particolare, non convince l'obiezione relativa alla pretesa violazione dell'articolo 3 della Costituzione, argomentata in modo da considerare i motivi di omofobia e transfobia, intesi come odio e discriminazione in ragione dell'orientamento sessuale di una persona, in conflitto con il dettato costituzionale.
Si ritiene, inoltre, che la fattispecie possa considerarsi assorbita dall'articolo 61 del codice penale, che al comma 1 consente di contestare l'aggravante per avere agito per motivi abietti o futili. Pag. 24
Ma il punto, onorevoli colleghi, è proprio questo. L'impianto della proposta colpita dalla questione pregiudiziale intende conferire la dignità di una sanzione giuridica, con la previsione della circostanza aggravante, ad un riconoscimento che già si è realizzato sul piano sociale e sul piano della cultura democratica del nostro Paese. Si tratta di un riconoscimento - si badi bene - che va proprio nella direzione dell'offrire concretezza e contenuto di civiltà giuridica al principio fondamentale di uguaglianza compreso nell'articolo 3.
Come non avvertire l'adesione con la proposta alla nostra attenzione alla norma-principio, soprattutto nella sua parte prescrittiva, laddove fa riferimento al dovere dell'ordinamento di rimuovere gli ostacoli che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana?
Il tema, evidentemente, non risuona nuovo nelle Aule parlamentari. Già nella passata legislatura, infatti, la Commissione giustizia, che ebbi l'onore di presiedere, se ne occupò e, se la legislatura non fosse finita anticipatamente, il provvedimento avrebbe visto la luce con una condivisione molto ampia, perché i diritti di libertà e la lotta al pregiudizio e alla violenza non sono prerogative di una sola parte politica, ma coinvolgono tutto il Parlamento.
Rammento che il dibattito, alto, che in quella circostanza venne affrontato trovò un punto di convergenza nell'argomento più classico presente nella letteratura del liberalismo europeo, in base al quale gli atteggiamenti che incitano apertamente alla violenza ed alla discriminazione per motivi razziali, religiosi o sessuali non possono ricevere la tutela riservata alla libertà di manifestazione del pensiero perché rappresentano una minaccia concreta alla libertà e alla convivenza civile.
Se si vuole comprendere quanta verità e quanta attualità siano contenuti in questo principio, che può esser fatto risalire a filosofi come John Locke, basterà guardare alla drammatica cronaca nella civilissima Norvegia in questi giorni.
D'altro canto, la proposta colpita dalla pregiudiziale trova un suo importante precedente nel nostro ordinamento ed è quello della cosiddetta legge Mancino, che condanna gesti, azioni, slogan diretti alla discriminazione, all'odio, alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.
Alla stregua delle obiezioni mosse a questa proposta anche la condotta prevista dalla legge Mancino sarebbe stata ricompresa nella fattispecie di cui all'articolo 61 del codice penale. Senonché, il legislatore del 1993, con avvedutezza, non ha ritenuto che il pregiudizio razziale fosse da considerare come abietto o futile, ma ha voluto che l'esecrazione sociale riservata a quell'atteggiamento odioso ricevesse un'adeguata sanzione giuridica; ed è quello che vuol fare oggi la proposta al nostro esame, che dunque riteniamo perfettamente coerente, non meno della legge Mancino, con le previsioni costituzionali (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza per l'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Anna. Ne ha facoltà per cinque minuti.
VINCENZO D'ANNA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il gruppo Popolo e Territorio voterà la questione pregiudiziale di costituzionalità perché ci convincono le argomentazioni che sono venute dal relatore, e anche perché la proposta di legge in esame viola pesantemente l'articolo 3 della Costituzione laddove - è palese - non ponga l'eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alle violenze subite.
Siamo tutti d'accordo che è inaccettabile qualsiasi condotta offensiva motivata dai modi in cui la vittima vive la propria sessualità, ma è necessario introdurre aggravanti per condotte che già costituiscono reati e che inevitabilmente sono in contrasto con gli articoli 3 e 13 della Costituzione?
Veniva fatto notare in sede di discussione generale che spesso in alcune comunità sono commessi dei reati solo in quanto vittima del reato è una bambina, una ragazza, una donna, e che la parzialità della scelta limitata all'omofobia era tale da apparire incostituzionale sotto il Pag. 25profilo della stessa ragionevolezza. Noi abbiamo già una legge contro le discriminazioni di ogni tipo, non facendone una casistica. Infatti, nel momento in cui facciamo una casistica delle discriminazioni, discriminiamo a nostra volta, dimenticandoci che qualcuno possa essere o possa sentirsi a sua volta una cosa a parte, una cosa che non rientra nell'ordinarietà della società, ma costituisce qualcosa che è diverso e, quindi, facilmente identificabile e discriminabile.
La violenza, l'aggressione verbale, le criminalizzazioni sono parimenti inaccettabili e punibili indipendentemente dalle vittime e dalle cause che hanno portato gli aggressori a compiere violenza, che siano omosessuali, eterosessuali, o transessuali, uomini o donne, disabili o meno, alti, bassi, giovani, anziani, magri, grassi, malati o in buona salute. Potrei continuare per ore nella distinzione dell'unicità che contraddistingue ciascuno di noi come persona, per cui qualunque tipo di offesa potrebbe rappresentare una discriminazione.
È proprio per questo che la legge italiana prevede i turpi e futili motivi, perché a quello si riferiscono indipendentemente da quali essi siano, e indipendentemente dal fatto che possano cambiare con la moda e con il tempo.
È ideologia ghettizzante e violenta nei suoi esiti la pretesa di introdurre aggravanti penali in relazione alle vittime e non alla gravità del fatto compiuto. Ripeto che siamo d'accordo nel condannare ogni forma di violenza che riguarda le scelte di vita; quello su cui non siamo d'accordo è ricorrere ad una legge che proponga un'aggravante per i reati originati da un atteggiamento violento nei confronti degli omosessuali. È incostituzionale quello stesso articolo più volte evocato in quest'Aula nel recente passato perché, quando focalizziamo la nostra attenzione nella legge sulla condizione degli omosessuali, ne facciamo dei diversi e degli emarginati.
Vogliamo una corsia preferenziale per gli omosessuali oppure la volontà di attribuire particolare evidenza giuridica e sociale alle scelte sessuali dell'individuo in quanto si vuole che esse siano percepite come equipollenti o indifferenti? Qui si cerca di far passare il concetto che la categoria omosessuale sia l'unica emergenza nel nostro Paese.
L'intolleranza, cari colleghi, colpisce anche altre categorie che sono sotto il tiro da parte dei violenti e dei criminali perché odiate a causa della loro diversità. Penso ai barboni che troppo spesso vengono addirittura ammazzati in modo orrendo...
PRESIDENTE. Concluda, onorevole D'Anna.
VINCENZO D'ANNA. Noi ribadiamo, quindi, il nostro voto a favore della decretazione di incostituzionalità della proposta di legge sull'omofobia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Perina. Ne ha facoltà.
FLAVIA PERINA. Signor Presidente, cari colleghi, ad oltre mille giorni dall'approdo in Aula del primo provvedimento contro l'omofobia, torniamo qui a discuterne, immagino per l'ultima volta.
L'approvazione della pregiudiziale di costituzionalità, infatti, metterà una pietra tombale su tale tema e sancirà una volta per tutte che questo Parlamento può essere prodigo di solidarietà verbale per le vittime dell'omofobia, ma non può e non vuole indicare con chiarezza alla società italiana sanzioni specifiche per la violenza omofoba.
L'aspetto per me più sorprendente è l'ostinazione con cui la maggioranza in quest'Aula ha fatto muro contro ogni tipo di formulazione di norme contro l'omofobia, pur teorizzandone in tante occasioni la necessità e l'importanza. Penso alle aperture dei Ministri Alfano e Carfagna dopo l'appello del Presidente Napolitano.
Sarebbe stato più onesto pronunciare un deciso «non possumus» ed evitare la perdita di tempo delle infinite riscritture e riproposizioni.
Ora siamo al bivio finale, un bivio che è politico prima che legislativo. Archiviando questo provvedimento la maggioranza Pag. 26si trincera in una battaglia ideologica di retroguardia che altrove è appannaggio delle destre estreme, negando l'esistenza del problema dell'omofobia e la sua rilevanza anche legislativa e rifiutando di guardare all'orizzonte della società reale, vera, dove le regole di convivenza civile hanno bisogno di un costante aggiornamento, e tocca alla politica provvedere.
In questo modo, il Parlamento respinge una sfida anche pedagogica: dare risposte che avranno effetti sulla società di domani, che indicheranno la strada, lanciando messaggi e creando incentivi o deterrenti verso certi tipi di comportamento. Risposte che servono, non solo ad arginare emergenze, ma a dire agli altri, a noi stessi e ai nostri figli, che tipo di società vogliamo costruire per il futuro.
L'utilizzo della questione pregiudiziale di costituzionalità per fermare la legge sull'omofobia è evidentemente strumentale. La proposta di legge che discutiamo introduce un'aggravante che non è certo una novità per il nostro diritto penale. La motivazione del reato e la condizione soggettiva della persona offesa assurgono a circostanza aggravante in molte situazioni. Misure di questo tipo esistono nella cosiddetta legge Mancino, ma anche nell'ultimo pacchetto sicurezza che ha introdotto aggravanti a tutela di soggetti deboli vittime di reati come minori, anziani e disabili. Ad esempio, per la violenza sessuale, è ritenuta un'aggravante l'aver commesso il fatto su una persona sottoposta a limitazioni della libertà personale. E, allora, chi contesta questa proposta di legge, anche accusando il lento scivolamento del diritto penale verso funzioni improprie come la rassicurazione dell'opinione pubblica, per essere preso sul serio dovrebbe essere coerente.
Si potrebbe anche ragionare sulla necessità di abolire le aggravanti che individuano le categorie protette, a patto che questo atteggiamento libertario non venisse scoperto sempre con regolare puntualità quando ad essere protette sono alcune categorie e mai quando lo sono altre. Non si può fare i libertari solo con le discriminazioni degli altri.
Votando la pregiudiziale di costituzionalità non si stabilirà l'incostituzionalità di un principio che trova ampio spazio nel nostro ordinamento. Al contrario si renderà chiaro che alla discriminazione sociale e morale della diversità sessuale corrisponde tuttora una discriminazione politica che tutto fa fuorché ben sperare.
Cari colleghi, pochi giorni fa abbiamo sentito in quest'Aula lezioni di garantismo sparse a piene mani in difesa di un nostro collega. Oggi abbiamo l'occasione di darne una che non riguarda persone o categorie potenti o ben tutelate, ma un mondo più debole, esposto a irrisione e violenza sempre più frequentemente, spesso inerme: penso soprattutto ai più giovani e ai ragazzi delle scuole.
Questo voto è l'occasione per dimostrare che la politica è capace di pronunciamenti forti anche a tutela di chi forte non è. Spero che non sia sciupata e per questo Futuro e Libertà voterà contro tutte le eccezioni di costituzionalità (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Franceschini. Ne ha facoltà.
DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, vorrei un attimo richiamare un'Assemblea, che, come spesso capita, è abbastanza distratta, sull'oggetto di questa pregiudiziale e su quello che purtroppo quest'Aula sta per fare.
La proposta di legge a prima firma onorevole Soro, in quel momento capogruppo del Partito Democratico, è stata presentata dopo una serie di episodi ripetuti, che le cronache hanno riportato, di violenza e di aggressione contro persone colpevoli soltanto di essere omosessuali, aggredite o insultate esattamente per questo.
Non sto a ricordare l'episodio che ha coinvolto la nostra collega, onorevole Concia, aggredita vicino alla Camera, e il fiume positivo di solidarietà e di parole ed impegni - quello veramente trasversale - che è seguito a quell'aggressione. E, anzi, Pag. 27vorrei cogliere l'occasione per ringraziare l'onorevole Concia per tutto il lavoro che con molta tenacia e determinazione (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori) ha portato avanti su un problema che riguarda migliaia e migliaia di persone e che deve interessare la nostra attività di legislatore.
La legge è stata per molto tempo in Commissione, è stata discussa, è stata dibattuta, è stata affrontata in tutti i suoi aspetti, è approdata in Aula nel dicembre 2009 e in quell'occasione è stata approvata una pregiudiziale di costituzionalità, presentata anche in quel caso, perché veniva contestata la previsione di una fattispecie di reato legata all'orientamento sessuale.
Il lavoro che è seguito a quella bocciatura, di nuovo in Commissione, ha portato - vorrei che i singoli parlamentari della maggioranza almeno questo lo sapessero e lo conoscessero come elemento di valutazione - a un nuovo testo che non prevede una fattispecie di reato, ma prevede una circostanza aggravante, e cioè il fatto molto comprensibile anche per i non giuristi e i non addetti ai lavori che, se viene commesso un reato di violenza, di percosse, di omicidio, di lesioni nei confronti di una persona che viene percossa o aggredita per ciò che è nella sua vita e, quindi, con un intento palesemente discriminatorio (ti picchio perché sei omosessuale, ti picchio o ti aggredisco perché sei nero, ti picchio per il tuo orientamento religioso), per motivi di razza, di etnia, di religione, di orientamento sessuale, in questi casi scatta nel nostro ordinamento una aggravante.
Ciò è in linea assoluta con la legislazione straniera: i dossier della Camera riportano in modo puntiglioso che le norme che prevedono aggravanti o reati legati alle diversità di orientamento sessuale ci sono in Germania, ci sono in Spagna, ci sono nel Regno Unito: norme molto puntuali e precise.
La norma, così com'è stata riscritta, recepisce integralmente l'articolo 19, paragrafi 1 e 2, del Trattato di Lisbona ratificato all'unanimità nel 2008 da questa Camera.
Quindi abbiamo già unanimemente votato una norma che contempla esattamente la previsione di norme «per combattere discriminazioni fondate sul sesso, la razza, l'origine etnica, la religione o le convinzioni personali, la disabilità, l'età o l'orientamento sessuale». Sono norme del Trattato di Lisbona già ratificate da questa Camera. La norma prevista nell'ultimo testo bocciato in Commissione prevede esattamente la trasposizione letterale nel nostro ordinamento del Trattato di Lisbona. Allora perché votare contro, chiedo ai deputati. Non c'entra nulla con il tema, che pure è stato affrontato, delle coppie omosessuali, delle adozioni e via dicendo, non c'entra nulla. Qui si tratta soltanto di prevedere una giusta aggravante per intenti discriminatori nei confronti non soltanto delle persone per il loro orientamento sessuale, ma di carattere generale, come ha ricordato il Ministro Carfagna, che ha invitato quest'Assemblea ad un voto positivo e trasversale.
Chiedo - e concludo - perché almeno non lavorare per migliorare il testo, respingere le questioni pregiudiziali e poi lavorare sul testo per cambiarlo, se si ritiene che la norma possa essere scritta in modo migliore. Per questo motivo il nostro voto è ovviamente contro le questioni pregiudiziali e l'invito è a respingere, a votare, a far sentire un voto di coscienza come è stato annunciato molte volte sulle agenzie e sui giornali da parte dei parlamentari di maggioranza, per poi entrare nel merito. Comunque questo voto farà chiarezza e spazzerà via le tante ipocrisie e le tante parole sprecate e contraddette poi in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Nucara. Ne ha facoltà, per tre minuti.
FRANCESCO NUCARA. Signor Presidente, dico solo poche parole per annunziare il mio voto contrario a tutte le questioni pregiudiziali di costituzionalità. Credo che non ci siano i diversi: se uno è diverso, vuol dire che un altro è diverso dall'altro, allora qual è la maggioranza dei Pag. 28diversi? C'è un problema, un retaggio culturale, che poco fa l'onorevole Franceschini ha brillantemente illustrato, secondo cui picchiare un omosessuale è meno grave del picchiare una persona normale. Ma questo è il vero problema, il vero dramma e questo retaggio culturale si trasferisce anche nelle aule di giustizia: un omosessuale è diverso, in senso negativo; invece per me non è diverso, è uguale a tutti gli altri. Quindi le motivazioni che stanno nelle questioni pregiudiziali non hanno senso: non si può, infatti, dire che un omosessuale addirittura sarebbe più protetto di un uomo che omosessuale non è. L'omosessuale è culturalmente più debole e, quindi, caso mai va meglio protetto di una persona che omosessuale non è. Per questi motivi io, a nome anche del Partito Repubblicano, voterò contro tutte le questioni pregiudiziali di costituzionalità.
PRESIDENTE. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle questioni pregiudiziali di costituzionalità Buttiglione ed altri n. 1, Bertolini ed altri n. 2 e Lussana ed altri n. 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Giorgetti? Onorevole Fioroni? Onorevole Cosentino?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 564
Votanti 543
Astenuti 21
Maggioranza 272
Hanno votato sì 293
Hanno votato no250
(La Camera approva - Vedi votazionia
).
La proposta di legge n. 2802-A si intende conseguentemente respinta.
ANNA PAOLA CONCIA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANNA PAOLA CONCIA. Signor Presidente, una parte di questo Parlamento oggi ha deciso di stare dalla parte dei violenti e non dalla parte delle vittime. Una parte del Parlamento non ha voluto...
PRESIDENTE. Onorevole Concia, le ho dato la parola sull'ordine dei lavori; capisco lo spirito del suo intervento, ma non può continuarlo.
FRANCESCO BARBATO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori? Prego, ne ha facoltà.
FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, volevo sottoporre all'attenzione sua e di quest'Aula una gravissima situazione che stamani ho registrato in Irpinia dove c'è una azienda del gruppo FIAT, la Irisbus-Iveco, che sta mettendo in strada circa 685 lavoratori...
PRESIDENTE. Onorevole Barbato, mi spiace dover far presente anche a lei quello che ho fatto presente all'onorevole Concia, ma la Presidenza darà la parola su materie, quali quella che lei si accingeva a sollevare, al termine dei lavori, non nel passaggio tra un punto all'ordine del giorno e l'altro.
Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2322 - Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2010 (Approvato dal Senato) (A.C. 4059-A/R) (ore 17,03).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti Pag. 29dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2010.
Ricordo che nella seduta del 29 giugno 2011 sono stati stralciati gli articoli 15, 23, 28, 29, 31, 32, 33, 35, 36, 37 e 40 ed è stato da ultimo respinto l'articolo 1.
Ricordo, altresì, che il provvedimento è stato iscritto all'ordine del giorno dell'odierna seduta a seguito della richiesta avanzata dal presidente della Commissione Politiche dell'Unione europea che, con lettera del 21 luglio, ha comunicato alla Presidenza che, nell'ambito del Comitato dei nove, è stato raggiunto un accordo unanime tra i rappresentanti di tutti i gruppi in ordine alla necessità di limitare il contenuto del provvedimento alle sole disposizioni strettamente necessarie a dare esecuzione agli obblighi europei scaduti o in scadenza; e ciò attraverso una serie di emendamenti della Commissione, presentati all'unanimità.
A tal fine, i rappresentanti di tutti i gruppi hanno rinunciato al termine per la presentazione di subemendamenti agli emendamenti della Commissione ed hanno altresì ritirato tutte le proposte emendative precedentemente presentate per l'esame in Assemblea.
Di tutto ciò la Conferenza dei presidenti di gruppo ha preso atto nella riunione del 21 luglio scorso, convenendo all'unanimità sul percorso indicato.
Avverto inoltre che, essendo stati ritirati anche i due emendamenti del Governo precedentemente presentati, il fascicolo in distribuzione reca ora le sole proposte emendative presentate dalla Commissione Politiche dell'Unione europea.
Ha chiesto di intervenire il presidente Pescante. Ne ha facoltà.
MARIO PESCANTE, Presidente della XIV Commissione. Signor Presidente, chiedo una breve sospensione della seduta di circa venti minuti per consentire al Comitato dei nove di valutare i pareri formulati dalla V Commissione (Bilancio) sul provvedimento e che necessitano di alcuni emendamenti di recepimento.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE (ore 17,04).
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, sospendo la seduta fino alle ore 17,30.
La seduta, sospesa alle 17,05, è ripresa alle 17,55.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, vorrei solo farle notare che la seduta è stata sospesa alle 17,05 e il Presidente ci aveva annunciato che i lavori sarebbero ripresi alle 17,30, per permettere una rapida riunione del Comitato dei nove.
Signor Presidente, visto che riprendiamo i lavori alle 18, forse qualcuno avrebbe dovuto avere la buona maniera di annunziare all'Assemblea che vi erano dei problemi e che la riunione sarebbe proseguita.
Che noi aspettiamo mezz'ora, tre quarti d'ora e magari un'ora, senza che nessuno ci comunichi nulla, non è una normalità, non penso sia la normalità e non penso sia neanche un buon modo di governare i nostri lavori.
MARIO PESCANTE, Presidente della XIV Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIO PESCANTE, Presidente della XIV Commissione. Signor Presidente, mi meraviglio che il collega si meravigli. Anch'io sono stato, spesse volte, nelle sue stesse vesti in quest'Aula. Moltissime volte ho ascoltato che i lavori erano sospesi e poi la sospensione si è protratta oltre il previsto. Si è svolta una discussione democratica Pag. 30di un Comitato, che è un organismo democratico del Parlamento. Evidentemente, se abbiamo impiegato venti minuti in più non la deve prendere come un'offesa e, soprattutto, come presidente non ho responsabilità in questo senso.
PRESIDENTE. Presidente Pescante, mi sembra che l'onorevole Giachetti non volesse assolutamente mettere in discussione i lavori svolti. Tra l'altro, sono entrato e ho visto che stavate lavorando molto bene e mi sembra si sia arrivati ad una buona conclusione. Il Comitato dei nove, poi, serve esattamente a questo, cioè a risolvere e a dirimere i problemi.
L'onorevole Giachetti sottolineava alla Presidenza in quanto tale - ovviamente non mai riferito alla singola persona - che nel momento in cui si annunzia che i lavori riprenderanno alle 17,30 e, per motivi reali, giustificati, come lei ha appena detto, i lavori riprendono invece dopo mezz'ora, basterebbe un avviso all'Assemblea da parte della Presidenza e non da parte del presidente della Commissione o del relatore. Mi sembra di aver inquadrato l'argomento.
Considerato che il lavoro svolto - che ho potuto constatare personalmente - è andato positivamente all'interno del Comitato dei nove, dobbiamo ora riprendere l'esame del provvedimento.
Avverto che la Commissione ha presentato gli emendamenti 6.301, 20.300, 38.300, 39.300 e 41.0310, nonché le nuove formulazioni degli emendamenti 2.300, 3.300, 13.300 e 21.300, che sono in distribuzione.
Con riferimento a tali proposte emendative, risulta alla Presidenza che i rappresentanti di tutti i gruppi abbiano rinunziato alla fissazione del termine per la presentazione dei subemendamenti.
Avverto, inoltre, che la Commissione ha ritirato l'emendamento 27.300.
Le Commissioni Affari costituzionali e Bilancio hanno espresso i pareri prescritti (Vedi l'allegato A - A.C. 4059-A/R), che sono distribuiti in fotocopia.
In tale ultimo parere la Commissione bilancio ha formulato alcune condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81, comma 4, della Costituzione. Al fine di recepire tali condizioni, la Commissione ha presentato i subemendamenti 0.21.300.300 e 0.41.0308.300, che sono in distribuzione.
(Esame dell'articolo 2 - A.C. 4059-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 4059-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 2.300 (Nuova formulazione): la nuova formulazione rappresenta un aggiustamento tecnico formulato dal Comitato dei nove riunitosi oggi alle ore 14.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.300 (Nuova formulazione) della Commissione. Ricordo che la Commissione bilancio ha subordinato il parere favorevole sulle proposte emendative 10.301, 11.301, 13.300. 41.0304, 41.0305, 41.0306, 41.0307 della Commissione all'approvazione dell'emendamento 2.300 (Nuova formulazione) della Commissione al fine di garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.300 (Nuova formulazione) della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione. Pag. 31
(Segue la votazione).
Onorevole Nizzi, onorevole Cesaro, onorevole Berruti, onorevole Raisi, onorevole Goisis, onorevole Mura, onorevole Portas, onorevole La Loggia, onorevole Paniz, onorevole Siliquini, onorevole Pepe, onorevole Laboccetta, onorevole Traversa.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 534
Maggioranza 268
Hanno votato sì 533
Hanno votato no 1).
Essendo l'emendamento 2.300 (Nuova formulazione) della Commissione soppressivo dell'articolo 2 non si procederà alla votazione dell'articolo 2.
(Esame dell'articolo 3 - A.C. 4059-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 4059-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 3.300 del quale il Comitato dei nove alle ore 14 ha presentato una nuova formulazione.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.300 (Nuova formulazione), della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Bernardo, onorevole Lussana, onorevole Calderisi, onorevole Russo, onorevole Boniver, onorevole Castagnetti. Onorevole Calderisi, tolga la pallina e vedrà che vota. Onorevole Cesaro, onorevole Della Vedova.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 540
Maggioranza 271
Hanno votato sì 539
Hanno votato no 1).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Della Vedova, onorevole Perina, onorevole Pisicchio, onorevole Moroni, onorevole Granata, onorevole Martinelli, onorevole Traversa.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 542
Maggioranza 272
Hanno votato sì 541
Hanno votato no 1).
(Esame dell'articolo 4 - A.C. 4059 A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 4059 A/R), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Perina, onorevole Russo, onorevole Traversa, onorevole Mariarosaria Pag. 32Rossi, onorevole Esposito, onorevole Strizzolo. L'onorevole Esposito ha la tastiera in blocco.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 546
Votanti 545
Astenuti 1
Maggioranza 273
Hanno votato sì 544
Hanno votato no 1).
(Esame dell'articolo 5 - A.C. 4059-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 4059-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 5.300.
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il parere del Governo è favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.300 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Gatti... Onorevole Sardelli... Onorevole Galletti... Onorevole Nizzi... Onorevole Traversa... Onorevole Scanderebech...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 541
Votanti 539
Astenuti 2
Maggioranza 270
Hanno votato sì 538
Hanno votato no 1).
Prendo atto che il deputato Colucci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Repetti... Onorevole Zacchera... Onorevole Nizzi... Onorevole Nicolucci... Onorevole Marmo... Onorevole Villecco Calipari... Onorevole Castagnetti... Onorevole Mondello... Onorevole Cesaro... Onorevole Vignali...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 547
Votanti 546
Astenuti 1
Maggioranza 274
Hanno votato sì 545
Hanno votato no 1).
(Esame dell'articolo 6 - A.C. 4059-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C.4059-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione dei propri emendamenti 6.300 e 6.301.
PRESIDENTE. Il Governo?
Pag. 33LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il Governo concorda con il parere espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.300 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Sbai... Onorevole Castagnetti... Onorevole Minniti... Onorevole Corsaro... Onorevole Saltamartini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 542
Votanti 539
Astenuti 3
Maggioranza 270
Hanno votato sì 539).
Prendo atto che i deputati Reguzzoni e Mecacci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.301 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Vignali... Onorevole Migliori... Onorevole Mura... Onorevole Nizzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 541
Votanti 538
Astenuti 3
Maggioranza 270
Hanno votato sì 537
Hanno votato no 1).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Marchignoli... Onorevole Di Caterina... Onorevole Cesaro... Onorevole Vignali...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 544
Votanti 543
Astenuti 1
Maggioranza 272
Hanno votato sì 542
Hanno votato no 1).
(Esame dell'articolo 7 - A.C. 4059-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 4059-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANLUCA PINI. Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 7.300.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il Governo concorda con il parere espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.300 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli colleghi, non possiamo votare l'emendamento 7.300, ma il mantenimento dell'articolo 7, come giustamente ha sottolineato il Ministro Vito. Si vota il mantenimento dell'articolo, quindi, il parere è favorevole.
Onorevole Vignali... Onorevole Rosato... Onorevole Lo Monte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 545
Votanti 544
Astenuti 1
Maggioranza 273
Hanno votato sì 542
Hanno votato no 2).
Si è votato il mantenimento dell'articolo 7, perché l'emendamento 7.300 della Commissione era soppressivo. È tutto regolare.
Poiché vi era l'emendamento 7.300 della Commissione, volto a sopprimere l'articolo 7, si è votato il mantenimento dell'articolo 7. La Camera si è espressa a favore del mantenimento dell'articolo 7. Pertanto, l'articolo 7 del provvedimento in esame non è stato soppresso. Però, se non è stata chiara la votazione e se vi sono delle richieste fatelo presente.
Vedo che vi è unanimità all'interno della Commissione. Infatti, anche il Ministro continuava ad esprimere voto contrario. Ho detto per tre volte che si votava il mantenimento dell'articolo.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, poiché il Governo e la Commissione si erano pronunciati, secondo me ricorrono le condizioni per ripetere la votazione. Il Presidente e la Commissione si erano pronunciati relativamente all'emendamento soppressivo. Dopodiché, il parere sul mantenimento dell'articolo non è stato espresso, perché coincide esattamente con il contrario della soppressione.
Allora, delle due l'una: lei deve fare presente all'Assemblea che il parere del Governo e del relatore è contrario al mantenimento dell'articolo. Non si può, invece, indurre in errore l'Assemblea dicendo che, siccome si vota il mantenimento dell'articolo, vi è il parere favorevole del Governo e della Commissione. Poiché questo ha indotto tutti noi a un piccolo errore, che ha portato a mantenere l'articolo, ricorrono, a mio avviso, le condizioni per ripetere la votazione e annullare la precedente.
PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, poiché non vi sono affatto polemiche possiamo applicare, in questo caso, l'articolo 57 del Regolamento, perché se ne sono verificate le condizioni.
Sottolineo solo il fatto che la Presidenza ha più volte fatto presente che si stava votando il mantenimento dell'articolo 7 e ricordo che normalmente, quando si vota sugli articoli, la Presidenza non esprime i pareri perché, per consuetudine, quando si vota l'articolo la Presidenza si limita a richiamare all'Assemblea che si sta votando l'articolo che, quindi, l'Assemblea può o meno sopprimere.
Ciò detto, dato che vi è solo un problema legato a una cattiva informazione dell'Assemblea, se non vi sono obiezioni da parte di nessuno annullo la votazione precedente e indìco di nuovo la votazione sul mantenimento dell'articolo 7. Pertanto, se l'Assemblea non vuole mantenere l'articolo 7 deve esprimere voto contrario.
Passiamo ai voti.
Poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo 7, sarà posto in votazione il mantenimento di tale articolo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 7.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Chi deve votare? Onorevoli Garagnani, Stefani ... Pag. 35
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 545
Votanti 543
Astenuti 2
Maggioranza 272
Hanno votato sì 5
Hanno votato no 538).
Dunque, l'articolo 7 è soppresso.
(Esame dell'articolo 8 - A.C. 4059-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 4059-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANLUCA PINI, Relatore. La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 8.300. Pertanto, per quanto riguarda la votazione siamo nella stessa identica situazione di prima e, quindi, si deve esprimere voto contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo 8, sarà posto in votazione il mantenimento di tale articolo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 8.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Sardelli ...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 540
Votanti 537
Astenuti 3
Maggioranza 269
Hanno votato sì 11
Hanno votato no 526).
(Esame dell'articolo 9 - A.C. 4059-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 (Vedi l'allegato A - A.C. 4059-A/R), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Garagnani, Calearo Ciman, Fedi, Toccafondi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 545
Votanti 543
Astenuti 2
Maggioranza 272
Hanno votato sì 538
Hanno votato no 5).
(Esame dell'articolo 10 - A.C. 4059-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 4059-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione dei suoi emendamenti 10.301 e 10.300.
Pag. 36PRESIDENTE. Il Governo?
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.301 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Formichella, Cosentino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 545
Votanti 544
Astenuti 1
Maggioranza 273
Hanno votato sì 543
Hanno votato no 1).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.300 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Palomba, Granata, Fogliardi, Veltroni, Farina Coscioni, Fogliardi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 542
Votanti 541
Astenuti 1
Maggioranza 271
Hanno votato sì 541).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 516
Votanti 515
Astenuti 1
Maggioranza 258
Hanno votato sì 515).
Prendo atto che i deputati Malgieri, Mistrello Destro, Mondello, Castagnetti, Ascierto, Coscia e Grassi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
(Esame dell'articolo 11 - A.C. 4059-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 4059-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione dei suoi emendamenti 11.301 e 11.300.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.301 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Casini, Cesa, Barani, Traversa, Agostini, Castagnetti, Velo...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 37
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 547
Votanti 546
Astenuti 1
Maggioranza 274
Hanno votato sì 546).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.300 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Della Vedova, Traversa, Grassi, Castagnetti, Ginoble...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 547
Votanti 546
Astenuti 1
Maggioranza 274
Hanno votato sì 546).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Castagnetti, Mazzuca, Martini, Boniver, Traversa, Golfo, Malgieri...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 546
Votanti 545
Astenuti 1
Maggioranza 273
Hanno votato sì 545).
Prendo atto che la deputata Servodio ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
(Esame dell'articolo 12 - A.C. 4059-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 4059-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 12.300.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il il Governo accetta l'emendamento 12.300 della Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Ricordo che, poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo 12, sarà posto in votazione il mantenimento di tale articolo. Ricordo altresì che la Commissione ed il Governo si sono espressi favorevolmente alla soppressione di tale articolo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 12.
Dichiaro aperta la votazione..
(Segue la votazione).
Onorevoli Mondello, Castagnetti, Traversa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 547
Votanti 546
Astenuti 1
Maggioranza 274
Hanno votato sì 7
Hanno votato no 539). Pag. 38
(Esame dell'articolo 13 - A.C. 4059-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 4059-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione delle sue proposte emendative 13.300 (Nuova formulazione) e 13.301.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il Governo accetta gli emendamenti 13.300 (Nuova formulazione) e 13.301 della Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.300 (Nuova formulazione) della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Traversa, Goisis...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 550
Votanti 549
Astenuti 1
Maggioranza 275
Hanno votato sì 543
Hanno votato no 6).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.301 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Traversa, Calearo Ciman, Caparini, Cicchitto, Siliquini, Stefani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 548
Votanti 313
Astenuti 235
Maggioranza 157
Hanno votato sì 308
Hanno votato no 5).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Vella, Di Caterina, Traversa, Aniello Formisano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 546
Maggioranza 274
Hanno votato sì 546).
(Esame dell'articolo 14 - A.C. 4059-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 4059-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 14.300.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, Pag. 39il Governo accetta l'emendamento 14.300 della Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Ricordo che, poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo 14, sarà posto in votazione il mantenimento di tale articolo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 14.
Dichiaro aperta la votazione..
(Segue la votazione).
Onorevoli Mazzuca, Nizzi, Traversa, Golfo, Tortoli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 546
Votanti 545
Astenuti 1
Maggioranza 273
Hanno votato sì 6
Hanno votato no 539).
(Esame dell'articolo 16 - A.C. 4059-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 4059-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 16.300.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il Governo accetta l'emendamento 16.300 della Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Ricordo che, poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo 16, sarà posto in votazione il mantenimento di tale articolo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 16.
Dichiaro aperta la votazione..
(Segue la votazione).
Onorevoli Cesa, Casini, Ghizzoni, Grassi, Calearo Ciman, Lo Monte, Garagnani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 545
Votanti 544
Astenuti 1
Maggioranza 273
Hanno votato sì 4
Hanno votato no 540).
(Esame dell'articolo 17 - A.C. 4059-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 4059-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 17.300.
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il Governo accetta l'emendamento 17.300 della Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Ricordo, che, poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo Pag. 40dell'articolo 17, porrò in votazione il mantenimento di tale articolo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 17.
Dichiaro aperta la votazione..
(Segue la votazione).
Onorevoli Sbai, Lo Monte, Nizzi, Traversa, Granata...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 547
Votanti 546
Astenuti 1
Maggioranza 274
Hanno votato sì 1
Hanno votato no 545).
Prendo atto che la deputata Capitanio Santolini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
(Esame dell'articolo 18 - A.C. 4059-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 4059-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione si rimette all'Assemblea sul suo emendamento 18.300.
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Avverto che, poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo 18, porrò in votazione il mantenimento di tale articolo.
Passiamo quindi alla votazione dell'articolo 18.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maggioni. Ne ha facoltà.
MARCO MAGGIONI. Signor Presidente, intervengo semplicemente per ricordare che su questo articolo, che prevedeva la responsabilità civile dei magistrati, noi intendiamo fare un distinguo. Non lo ritiriamo perché non ci crediamo, ma, per il buon prosieguo dei lavori e per l'accordo che è stato trovato, non voteremo, astenendoci.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Formichella. Ne ha facoltà.
NICOLA FORMICHELLA. Signor Presidente, intervengo anch'io per motivare l'astensione del gruppo del Popolo della Libertà per gli stessi motivi, essenzialmente. Non è che non crediamo al merito dell'articolo 18 e ai discorsi che abbiamo fatto in precedenza, ma, per una questione di responsabilità e per approvare questo disegno di legge comunitaria, che ha già avuto date difficoltà, ci asteniamo e collaboriamo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Ricordo che, poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo 18, porrò in votazione il mantenimento di tale articolo, sul quale la Commissione e il Governo si rimettono all'Assemblea.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 18.
Dichiaro aperta la votazione..
(Segue la votazione).
Onorevoli Vella, Ventura, Rossi, Nizzi, Cesa, Galletti, Mondello, De Micheli... Pag. 41
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 542
Votanti 302
Astenuti 240
Maggioranza 152
Hanno votato sì 22
Hanno votato no 280).
Prendo atto che la deputata Cosenza ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
(Esame dell'articolo 20 - A.C. 4059-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 4059-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 20.300.
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il Governo accetta l'emendamento 20.300 della Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 20.300 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Cesa, Galletti, Casini, Nizzi, Lusetti, Di Pietro, Galletti, Marmo, Follegot...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 541
Votanti 538
Astenuti 3
Maggioranza 270
Hanno votato sì 535
Hanno votato no 3).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Traversa, Girlanda, Galletti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 544
Votanti 543
Astenuti 1
Maggioranza 272
Hanno votato sì 542
Hanno votato no 1).
Prendo atto che il deputato Realacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
(Esame dell'articolo 21 - A.C. 4059-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 4059-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo subemendamento 0.21.300.300, che è volto a recepire le condizioni poste dalla Commissione bilancio. La Commissione raccomanda altresì l'approvazione del suo emendamento 21.300 (Nuova formulazione).
Pag. 42PRESIDENTE. Il Governo?
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il Governo li accetta.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.21.300.300 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Calearo Ciman, Speciale, Rampelli.... Onorevoli Rampi, Pes...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 542
Votanti 512
Astenuti 30
Maggioranza 257
Hanno votato sì 511
Hanno votato no 1).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 21.300 (Nuova formulazione) della Commissione come subemendato, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Casini, Cicchitto, Mazzuca, Traversa, Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 541
Votanti 332
Astenuti 209
Maggioranza 167
Hanno votato sì 330
Hanno votato no 2).
Avverto che, poiché l'emendamento 21.300 della Commissione (Nuova formulazione) è interamente sostitutivo dell'articolo 21, non si porrà in votazione l'articolo 21.
(Esame dell'articolo 22 - A.C. 4059-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 4059-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 22.300 della Commissione, in quanto è favorevole alla soppressione dell'articolo 22.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il Governo lo accetta.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Ricordo che, poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo 22, sarà posto in votazione il mantenimento di tale articolo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 22.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Mazzuca, Baretta, Rao...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 548
Votanti 545
Astenuti 3
Maggioranza 273
Hanno votato sì 6
Hanno votato no 539).
(Esame dell'articolo 24 - A.C. 4059-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 24 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 4059-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 24.300.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il Governo lo accetta.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 24.300 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Bocci, Patarino, Angela Napoli, Sbai, Landolfi, Lo Monte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 540
Votanti 539
Astenuti 1
Maggioranza 270
Hanno votato sì 521
Hanno votato no 18).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 24, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Galletti, Casini, Scanderebech, Traversa... Onorevole Casini... Onorevole Golfo
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 541
Votanti 540
Astenuti 1
Maggioranza 271
Hanno votato sì 540).
(Esame dell'articolo 25 - A.C. 4059-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 25 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 4059-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 25.301 della Commissione, in quanto è favorevole alla soppressione dell'articolo 25.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il Governo lo accetta.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Ricordo che, poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo 25, sarà posto in votazione il mantenimento di tale articolo. Ricordo altresì che la Commissione e il Governo si sono espressi a favore della soppressione dell'articolo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 25.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Traversa, onorevole Russo, onorevole Mazzuca, onorevole Casini...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 44
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 547
Votanti 545
Astenuti 2
Maggioranza 273
Hanno votato sì 7
Hanno votato no 538).
(Esame dell'articolo 26 - A.C. 4059-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 26 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 4059-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 26.300, in quanto è favorevole alla soppressione dell'articolo.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il il Governo lo accetta.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Ricordo che, poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo 26, sarà posto in votazione il mantenimento di tale articolo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 26.
Dichiaro aperta la votazione..
(Segue la votazione).
Onorevole Casini, onorevole Galletti, onorevole Scanderebech, onorevole Garagnani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 545
Votanti 543
Astenuti 2
Maggioranza 272
Hanno votato sì 4
Hanno votato no 539).
(Esame dell'articolo 27 - A.C 4059-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 27. Avverto che l'unica proposta emendativa ad esso presentata, l'emendamento 27.300 della Commissione, è stata ritirata (Vedi l'allegato A - A.C. 4059-A/R).
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 27.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Lo Monte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 549
Votanti 548
Astenuti 1
Maggioranza 275
Hanno votato sì 538
Hanno votato no 10).
(Esame dell'articolo 30 - A.C. 4059-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 30 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 4059-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 30.300, in quanto è favorevole alla soppressione dell'articolo.
Pag. 45PRESIDENTE. Il Governo?
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il Governo lo accetta
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Ricordo che, poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo 30, sarà posto in votazione il mantenimento di tale articolo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 30.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Casini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 542
Votanti 539
Astenuti 3
Maggioranza 270
Hanno votato sì 17
Hanno votato no 522).
Prendo atto che i deputati Sposetti e Rampelli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Palagiano e Verini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
(Esame dell'articolo 34 - A.C. 4059-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 34 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 4059-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 34.300.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il Governo lo accetta.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 34.300 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Mazzuca, onorevole D'Amico, onorevole Golfo, onorevole Palagiano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 531
Votanti 530
Astenuti 1
Maggioranza 266
Hanno votato sì 523
Hanno votato no 7).
Prendo atto che il deputato Lulli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Gianni ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 34, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Sposetti, onorevole Chiappori, onorevole Granata, onorevole Ventucci, onorevole Siliquini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 543
Votanti 542
Astenuti 1
Maggioranza 272
Hanno votato sì 542).
Prendo atto che il deputato Rampelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Gianni ha segnalato che non è riuscito a votare.
(Esame dell'articolo 38 - A.C. 4059-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 38 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 4059-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 38.300.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il Governo accetta l'emendamento 38.300 della Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 38.300 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Farina Coscioni, Verini, Lo Monte, Mondello, Rampelli, Cicchitto, Veltroni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 545
Votanti 544
Astenuti 1
Maggioranza 273
Hanno votato sì541
Hanno votato no3).
Prendo atto che il deputato Gianni ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 38, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Cicchitto, Garagnani, Malgieri...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 544
Votanti 542
Astenuti 2
Maggioranza 272
Hanno votato sì 542).
Prendo atto che il deputato Gianni ha segnalato che non è riuscito a votare.
(Esame dell'articolo 39 - A.C. 4059-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 39 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 4059-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 39.300.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il Governo accetta l'emendamento 39.300 della Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 39.300 della Commissione, accettato dal Governo. Pag. 47
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Mazzuca, Lo Monte, Veltroni, Bocciardo, Murer, Motta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 540
Votanti 539
Astenuti 1
Maggioranza 270
Hanno votato sì 539).
Prendo atto che il deputato Gianni ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 39, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Mazzuca, Galletti, Di Virgilio, Traversa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 543
Votanti 542
Astenuti 1
Maggioranza 272
Hanno votato sì 542).
Prendo atto che il deputato Gianni ha segnalato che non è riuscito a votare.
(Esame dell'articolo 41 - A.C. 4059-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 41 e degli articoli aggiuntivi ad esso presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 4059-A/R).
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 41.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Mazzuca, Speciale, Gatti, Crosio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 543
Votanti 541
Astenuti 2
Maggioranza 271
Hanno votato sì 541).
Prendo atto che il deputato Zaccaria ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Gianni ha segnalato che non è riuscito a votare.
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sugli articoli aggiuntivi presentati all'articolo 41.
GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione dei propri articoli aggiuntivi 41.0304, 41.0305, 41.0306, 41.0307, 41.0308 e 41.0310. La Commissione raccomanda altresì l'approvazione del proprio subemendamento 0.41.0308.300.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il Governo accetta gli articoli aggiuntivi 41.0304, 41.0305, 41.0306, 41.0307, 41.0308 e 41.0310 della Commissione, nonché il subemendamento 0.41.0308.300 della Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 41.0304 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli De Corato, Di Caterina, Gatti, Grassi...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 48
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 541
Votanti 540
Astenuti 1
Maggioranza 271
Hanno votato sì 540).
Prendo atto che il deputato Gianni ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 41.0305 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Galletti... Onorevole Scanderebech...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 543
Votanti 542
Astenuti 1
Maggioranza 272
Hanno votato sì 542).
Prendo atto che il deputato Gianni ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 41.0306 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Galletti... Onorevole Antonino Russo... Onorevole Mondello... Onorevole Mariarosaria Rossi ....
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 545
Votanti 544
Astenuti 1
Maggioranza 273
Hanno votato sì 544).
Prendo atto che il deputato Gianni ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 41.0307 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Garagnani... Onorevole De Girolamo... Onorevole Strizzolo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 541
Votanti 540
Astenuti 1
Maggioranza 271
Hanno votato sì 540).
Prendo atto che il deputato Gianni ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.41.0308.300 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole De Girolamo... Onorevole Mazzuca... Onorevole Tortoli... Onorevole Caparini... Onorevole Grassi... Onorevole Bachelet... Onorevole Scanderebech...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 544
Votanti 542
Astenuti 2
Maggioranza 272
Hanno votato sì 542).
Prendo atto che il deputato Gianni ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Pag. 4941.0308 della Commissione, nel testo subemendato, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Peluffo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 533
Votanti 532
Astenuti 1
Maggioranza 267
Hanno votato sì 532).
Prendo atto che il deputato Gianni ha segnalato che non è riuscito a votare e che le deputate Zampa e Coscia hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 41.0310 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole De Micheli... Onorevole Granata... Onorevole Giachetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 536
Maggioranza 269
Hanno votato sì 536).
Prendo atto che i deputati Viola, Barbato, Rampelli e Gianni hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
(Ripresa esame dell'articolo 10 - A.C. 4059-A/R)
PRESIDENTE. Avverto che, per un mero errore materiale, nel corso dell'esame del provvedimento non è stata recepita, mediante la presentazione di un apposito subemendamento, una condizione della Commissione bilancio, contenuta nel parere espresso, in data 29 giugno 2011, ai sensi dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, relativa all'emendamento 10.300 della Commissione,
Pertanto, se non vi sono obiezioni, dobbiamo porre nuovamente in votazione l'emendamento 10.300, previa votazione della condizione della Commissione bilancio, che si intende presentata come subemendamento della Commissione e che assume pertanto la numerazione 0.10.300.1. Sarà posto infine in votazione l'articolo 10.
Annullo pertanto le votazioni numeri 16 e 17.
Prendo atto che il Governo accetta il subemendamento 0.10.300.1 della Commissione, nonché l'emendamento 10.300 come subemendato della Commissione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.10.300.1 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Granata... Onorevole Pisicchio... Onorevole Lo Monte... Onorevole Grassi... Onorevole Repetti... Onorevole Traversa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 542
Votanti 541
Astenuti 1
Maggioranza 271
Hanno votato sì 539
Hanno votato no 2).
Prendo atto che il deputato Gianni ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.300 della Commissione, come subemendato, accettato dal Governo. Pag. 50
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Ciccioli... Onorevole Servodio... Onorevole Lo Monte... Onorevole Traversa... Onorevole Speciale...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 540
Votanti 539
Astenuti 1
Maggioranza 270
Hanno votato sì 538
Hanno votato no 1).
Prendo atto che il deputato Gianni ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Ghizzoni... Onorevole Girlanda... Onorevole Goisis...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 537
Votanti 536
Astenuti 1
Maggioranza 269
Hanno votato sì 536).
Prendo atto che il deputato Gianni ha segnalato che non è riuscito a votare.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 4059-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 4059-A/R).
Avverto che gli ordini del giorno Palomba n. 9/4059-A/R/2, Messina n. 9/4059-A/R/14, Cimadoro n. 9/4059-A/R/16, Rota n. 9/4059-A/R/18, Barbato n. 9/4059-A/R/20, Commercio n. 9/4059-A/R/30, Lo Monte n. 9/4059-A/R/31 e Donadi n. 9/4059-A/R/34 sono stati ritirati dai presentatori.
Avverto, inoltre, che la Presidenza, ai sensi dell'articolo 88, comma 1, del Regolamento, non ritiene ammissibile l'ordine del giorno Beltrandi n. 9/4059-A/R/1 in quanto, essendo volto ad impegnare il Governo affinché l'Italia partecipi alle prossime olimpiadi con la bandiera dell'Unione europea, risulta estraneo rispetto al contenuto del provvedimento.
Qual è il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati?
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Nastri n. 9/4059-A/R/3 e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Favia n. 9/4059-A/R/4, a condizione che siano espunte dalla premessa le parole da «gli atti amministrativi» a «direttiva servizi».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Porcino n. 9/4059-A/R/5 e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4059-A/R/6.
Il Governo invita al ritiro dell'ordine del giorno Evangelisti n. 9/4059-A/R/7, altrimenti il parere è contrario.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Leoluca Orlando n. 9/4059-A/R/8 per quanto di sua competenza (lo facciamo già) e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Paladini n. 9/4059-A/R/9.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Di Pietro n. 9/4059-A/R/10 (Nuova formulazione), a condizione che siano espunte dal dispositivo le parole «a promuovere l'introduzione di una norma transitoria di lungo periodo al fine di realizzare e garantire il principio della tutela dell'affidamento derivante dalla certezza del diritto in considerazione degli investimenti ancora in essere eseguiti dagli attuali concessionari», non essendo ipotizzabile il prolungamento del periodo transitorio oltre il 31 dicembre 2005, in quanto in contrasto con il diritto europeo. Pag. 51
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Borghesi n. 9/4059-A/R/11, e accetta gli ordini del giorno Monai n. 9/4059-A/R/12 e Piffari n. 9/4059-A/R/13.
PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno Messina n. 9/4059-A/R/14 è stato ritirato.
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il Governo accetta l'ordine del giorno Di Giuseppe n. 9/4059-A/R/15.
PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno Cimadoro n. 9/4059-A/R/16 è stato ritirato.
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Mura n. 9/4059-A/R/17.
PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno Rota n. 9/4059-A/R/18 è stato ritirato.
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il Governo invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'ordine del giorno Aniello Formisano n. 9/4059-A/R/19, in quanto si ritiene superato poiché il Governo ha già provveduto con un provvedimento relativo alla riforma della legge n. 11 del 2005.
PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno Barbato n. 9/4059-A/R/20 è stato ritirato.
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Cambursano n. 9/4059-A/R/21 e formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, per l'ordine del giorno Palagiano n. 9/4059-A/R/22.
Il Governo, inoltre, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Zazzera n. 9/4059-A/R/23 e accetta l'ordine del giorno Zamparutti n. 9/4059-A/R/24.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Farina Coscioni n. 9/4059-A/R/25 e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/4059-A/R/26. Il Governo invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'ordine del giorno Mecacci n. 9/4059-A/R/27, in quanto risulta superato. Il Governo non accetta gli ordini del giorno Calvisi n. 9/4059-A/R/28 e Bernardini n. 9/4059-A/R/29.
PRESIDENTE. Ricordo che gli ordini del giorno Commercio n. 9/4059-A/R/30 e Lo Monte n. 9/4059-A/R/31 sono stati ritirati.
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Di Biagio n. 9/4059-A/R/32 e Raisi n. 9/4059-A/R/33.
PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno Donadi n. 9/4059-A/R/34 è stato ritirato.
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Brugger n. 9/4059-A/R/35 e accetta l'ordine del giorno Caparini n. 9/4059-A/R/36.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Paroli n. 9/4059-A/R/37, a condizione che il dispositivo sia riformulato inserendo, dopo le parole «impegna il Governo a tenere conto, nell'attuare il regime di sostegno per la cogenerazione ad alto rendimento, degli effettivi risparmi di energia primaria e dei conseguenti benefici energetici ed ambientali», le seguenti: «a valutare l'opportunità, compatibilmente con il controllo dei costi a carico degli utenti, di prevedere che il diritto all'incentivo per gli impianti cogenerativi ad alto rendimento riconosciuti come tali, sia subordinato al rispetto della normativa vigente alla data di entrata in esercizio degli Pag. 52impianti e sia garantito per tutta la durata prevista dall'incentivo», così riformulando il secondo capoverso.
Inoltre, si propone di riformulare così il terzo capoverso: «a valutare l'opportunità di prevedere una congrua durata del regime di sostegno per interventi che riguardano le unità di cogenerazione ad alto rendimento connesse funzionalmente a reti di teleriscaldamento urbano insieme alle reti medesime».
Il Governo invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'ordine del giorno Bratti n. 9/4059-A/R/38 e accetta l'ordine del giorno Reguzzoni n. 9/4059-A/R/39.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Realacci n. 9/4059-A/R/40 e accetta l'ordine del giorno Rosato n. 9/4059-A/R/41, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare ogni iniziativa, anche di carattere normativo, per consentire di effettuare quanto prima il pagamento di quanto fatturato e dovuto alla data del 31 dicembre 2010».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Zacchera n. 9/4059-A/R/42, a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare ogni iniziativa, anche di carattere normativo, volta a favorire tali iniziative al fine di creare sul territorio una vera e propria rete di consorzi di garanzia tesi ad aiutare le piccole e medie imprese, limitare i ritardi di pagamento ed, in definitiva, rafforzare così il sistema produttivo a tutto vantaggio dell'economia e dell'occupazione».
Il Governo accetta gli ordini del giorno Oliverio n. 9/4059-A/R/43, Ciccanti n. 9/4059-A/R/44 e Frassinetti n. 9/4059-A/R/45.
PRESIDENTE. Sottosegretario, le ricordo che l'ordine del giorno Ciccanti n. 9/4059-A/R/44 è stato ritirato. Ricordo, altresì, che l'ordine del giorno Beltrandi n. 9/4059-A/R/1 è stato dichiarato inammissibile e che l'ordine del giorno Palomba n. 9/4059-A/R/2 è stato ritirato.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Nastri n. 9/4059-A/R/3, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Favia n. 9/4059-A/R/4, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Porcino n. 9/4059-A/R/5, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4059-A/R/6, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Evangelisti n. 9/4059-A/R/7 accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo e non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Leoluca Orlando n. 9/4059-A/R/8, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Paladini n. 9/4059-A/R/9, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Di Pietro n. 9/4059-A/R/10 (Nuova formulazione), accettato dal Governo, purché riformulato. Prendo atto che l'onorevole Ciccanti chiede di aggiungere la propria firma all'ordine del giorno Di Pietro n. 9/4059-A/R/10 (Nuova formulazione).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/4059-A/R/11, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Monai n. 9/4059-A/R/12, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Piffari n. 9/4059-A/R/13, accettato dal Governo.
Ricordo che l'ordine del giorno Messina n. 9/4059-A/R/14 è stato ritirato. Pag. 53
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Di Giuseppe n. 9/4059-A/R/15, accettato dal Governo.
Ricordo che l'ordine del giorno Cimadoro n. 9/4059-A/R/16 è stato ritirato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mura n. 9/4059-A/R/17, accolto dal Governo come raccomandazione.
Ricordo che l'ordine del giorno Rota n. 9/4059-A/R/18 è stato ritirato.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Aniello Formisano n. 9/4059-A/R/19 accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo e non insistono per la votazione.
Ricordo che l'ordine del giorno Barbato n. 9/4059-A/R/20 è stato ritirato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cambursano n. 9/4059-A/R/21, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Palagiano n. 9/4059-A/R/22 accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo e non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Zazzera n. 9/4059-A/R/23, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Zamparutti n. 9/4059-A/R/24, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Farina Coscioni n. 9/4059-A/R/25, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Farina Coscioni n. 9/4059-A/R /25, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Sisto, D'Incecco, Galati, Calderisi, Mario Pepe, Tenaglia, Bongiorno, Vito, De Micheli, Zaccaria, Grassi, Colaninno...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 524
Votanti 523
Astenuti 1
Maggioranza 262
Hanno votato sì 229
Hanno votato no 294).
Onorevole Maurizio Turco, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/4059-A/R/26, accolto dal Governo come raccomandazione?
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, qui parliamo della golden share per la quale, per aver voluto mantenere soprattutto in Telecom Italia, ENI, Finmeccanica ed ENEL un controllo dello Stato, siamo già stati condannati dalla Corte europea. Non solo, la Commissione europea ha chiesto all'Italia di uniformarsi a questa sentenza. Il 16 febbraio la Commissione europea ha scritto all'Italia per chiedere cosa il nostro Paese intenda fare e il Governo non ha risposto.
Noi crediamo che la golden share sia uno di quei principi liberali, come si dice in economia, sul quale nel corso dei decenni abbiamo un po' approfittato per avere un'industria di Stato, ma non dello Stato, un'industria nelle mani dei partiti. Non voglio andare oltre, mi basta citare ENI, ENEL, Finmeccanica e Telecom per mettervi di fronte alle vostre responsabilità, anche penali (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Il Governo mantiene invariato il parere.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/4059-A/R/26, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Pizzolante, Mazzuca, Pianetta, Raisi, Reguzzoni, Parisi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 515
Votanti 466
Astenuti 49
Maggioranza 234
Hanno votato sì 17
Hanno votato no 449).
Prendo atto che la deputata De Torre ha segnalato che non è riuscita a votare.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Mecacci n. 9/4059-A/R/27 non accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mecacci n. 9/4059-A/R/27, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Cicchitto, Nirenstein, Grassi, Granata, Tortoli, De Torre...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 529
Votanti 528
Astenuti 1
Maggioranza 265
Hanno votato sì 263
Hanno votato no 265).
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Calvisi n. 9/4059-A/R/28, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Calvisi n. 9/4059-A/R/28, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli La Russa, Repetti, Migliori, Calderisi, Cicchitto, Boccuzzi, Giulietti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia
).
(Presenti 533
Votanti 532
Astenuti 1
Maggioranza 267
Hanno votato sì 266
Hanno votato no 266).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bernardini n. 9/4059-A/R/29, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione...
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, capisco che lei va di corsa, ma chiedo di parlare per dichiarazione di voto. Mi fa parlare?
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Revoco l'indizione della votazione.
RITA BERNARDINI. Signor Presidente, quest'ordine del giorno tende a recepire una direttiva europea che riguarda l'emersione del lavoro nero degli immigrati che non hanno regolare permesso di soggiorno. Credo sia molto importante, perché più teniamo nella clandestinità le persone irregolari - che sono centinaia di migliaia nel nostro Paese - e più queste persone sono facile preda anche della criminalità organizzata.
Credo che se non vogliamo considerare queste persone...
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per cortesia, potete lasciare che il rappresentante del Governo possa ascoltare l'onorevole Bernardini, ché, poi, magari, cambia parere?
RITA BERNARDINI. Se non vogliamo considerare queste persone nel loro lavoro come schiave - perché sappiamo che sono utilizzate in modo irregolare e, quindi, pagate con stipendi da fame proprio dalla Pag. 55criminalità organizzata, perché sa che non possono ribellarsi in alcun modo - chiediamo per coloro che denunciano questi fatti - quando i fatti sono comprovati - che vengano concessi dei permessi di soggiorno temporanei.
Credo sia una cosa ragionevole, che potrebbe far rientrare nella legalità tante persone che oggi sono in mano alla criminalità organizzata.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, possiamo pensare anche di modificare il parere se i presentatori accettano la riformulazione «a valutare la possibilità di».
PRESIDENTE. Il Governo propone una riformulazione, cambiando il parere, nel senso di inserire nel dispositivo le parole: «a valutare la possibilità di». Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bernardini n. 9/4059-AR/29, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Biagio n. 9/4059-A/R/32, accolto dal Governo come raccomandazione.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Raisi n. 9/4059-A/R/33, accolto dal Governo come raccomandazione.
ENZO RAISI. Signor Presidente, questo è un ordine del giorno importante perché si parla della direttiva Bolkestein che in qualche modo va a cancellare un importante strumento come il commercio ambulante che per gli italiani e per l'Italia, il nostro Paese, è stato importantissimo per supportare la carenza della rete commerciale nei piccoli paesi.
Parliamo del commercio ambulante che riguarda anche mercati storici per noi italiani. La direttiva Bolkestein non può cancellare anche quello che è un pezzo della nostra identità culturale e, pertanto, chiediamo al Governo un impegno da parte sua per estrapolare dalla direttiva Bolkestein la categoria del commercio ambulante, che è una spina dorsale della rete distributiva del nostro territorio.
Ciò è dovuto anche al fatto che nel nostro territorio i comuni vengono serviti dalla rete del commercio ambulante, per cui ritengo che da parte del Governo ci sia il dovere di accettare questo ordine del giorno. Accettarlo come raccomandazione mi sembra una sciocchezza; l'ordine del giorno o si accetta o non si accetta. Se non si accetta, prendo atto che il Governo è contro il commercio ambulante, però insisto per la votazione (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).
PRESIDENTE. Il Governo?
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, siamo disposti anche a modificare il parere, in quanto nel contenuto e nella forma siamo favorevoli a quanto espresso dall'onorevole Raisi. Tenga presente, comunque, che l'accoglimento dell'ordine del giorno come raccomandazione era dovuto al fatto che comunque potremmo incorrere in infrazioni per contrasto con norme europee. Era questo il motivo per accoglierlo come raccomandazione, fermo restando che nel settore degli ambulanti siamo tutti favorevoli a cercare di fare il massimo per mantenere quello che rappresenta nella nostra storia (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Raisi n. 9/4059-A/R/33, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Brugger n. 9/4059-A/R/35, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Caparini n. 9/4059-A/R/36, accettato dal Governo. Pag. 56
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Paroli n. 9/4059-A/R/37, accettato dal Governo, purché riformulato.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Bratti n. 9/4059-A/R/38 formulato dal Governo.
ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, questo è un ordine del giorno che era stato predisposto ancora prima della discussione del decreto-legge in materia di rifiuti che, come sappiamo, non ha avuto luogo per i motivi noti, anche se oggi ci è stato detto in Commissione che probabilmente verrà riproposto, perché tra i tanti problemi che oggi causano l'emergenza rifiuti campana, c'è anche il rischio di incorrere pesantemente in infrazioni comunitarie.
Pertanto, il motivo per cui troviamo l'ordine del giorno qui è esattamente questo. Continuiamo a sostenere che si potrebbe in parte contrastare questa emergenza attraverso un impegno non solo, come diceva il decreto-legge, in maniera bilaterale tra le regioni, ma tra tutte le regioni d'Italia.
Soprattutto continuiamo a sostenere che le regioni che potrebbero essere più interessate sono quelle del Nord e del Centro-Nord perché sono anche le regioni che possono più facilmente assorbire la presenza dei tanti rifiuti che provengono dalla Campania.
Sosteniamo, inoltre, che già oggi, visto che ci sono gestori importanti che gestiscono l'unico inceneritore che c'è in Campania, questi, dal momento che gestiscono anche impianti importanti nel Nord Italia, potrebbero trasferire una serie di rifiuti, soprattutto rifiuti speciali, all'interno di questi impianti. Tra l'altro, continuiamo a sostenere, così come sta capitando, l'utilizzo delle cave in Campania e per tali motivi chiediamo di votare l'ordine del giorno in esame.
PRESIDENTE. Il presentatore non accede all'invito al ritiro ed insiste per la votazione dell'ordine del giorno Bratti n. 9/4059-A/R/38. Il Governo conferma il parere?
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, se il presentatore fosse d'accordo, anche perché credo che la questione sia stata ampiamente discussa la settimana scorsa, propongo una riformulazione atta a salvare il primo capoverso del dispositivo, a sopprimere i due successivi capoversi e a mantenere l'ultimo capoverso, cioè quello che recita: «a controllare che immediatamente la regione Campania in collaborazione con le province (...)» e così via..
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Bratti non accetta la riformulazione proposta dal Governo e insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bratti n. 9/4059-A/R/38, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Mazzuca... Onorevole Gava... Onorevole Mario Pepe... Onorevole Misuraca... Onorevole Rampelli... Onorevole Paolini... Onorevole Corsaro... Onorevole Romele...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Italia dei Valori - Vedi votazionia
).
(Presenti e votanti 538
Maggioranza 270
Hanno votato sì 270
Hanno votato no 268).
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Reguzzoni n. 9/4059-A/R/39, accettato dal Governo. Pag. 57
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Realacci n. 9/4059-A/R/40, accolto dal Governo come raccomandazione.
ERMETE REALACCI. Signor Presidente, forse il Governo può modificare il parere, visto che questo ordine del giorno prevede sostanzialmente di non eccedere nel considerare rifiuti anche quelli che si producono in occasione di attività edilizie ed estrattive. Infatti, questo rende molto complicata la vita a tante nostre imprese.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il Governo si rimette all'Assemblea.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Realacci n. n. 9/4059-A/R/40, sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Follegot... Onorevole Stefani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 529
Votanti 501
Astenuti 28
Maggioranza 251
Hanno votato sì 487
Hanno votato no 14).
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Rosato n. 9/4059-A/R/41, accettato dal Governo, purché riformulato.
ETTORE ROSATO. Signor Presidente, non va bene, perché la riformulazione del Governo è assolutamente inaccettabile. Quindi, chiederei di porre in votazione il mio ordine del giorno.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il Governo si rimette all'Assemblea (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Futuro e Libertà per il Terzo Polo).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rosato n. 9/4059-A/R/41, sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Granata... Onorevole Russo... Onorevole Calearo Ciman... Onorevole Gnecchi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 521
Votanti 323
Astenuti 198
Maggioranza 162
Hanno votato sì 266
Hanno votato no 57).
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Zacchera n. 9/4059-A/R/42, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Oliverio n. 4059-A/R/43, accettato dal Governo.
Ricordo che l'ordine del giorno Ciccanti n. 9/4059-A/R/44 è stato ritirato.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Frassinetti n. 4059-A/R/45, accettato dal Governo. Pag. 58
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4059-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vernetti. Ne ha facoltà. Non c'è l'onorevole Vernetti? Si intende che abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intanto intervengo per ringraziare il presidente della XIV Commissione, Pescante, perché devo dire che con grande pazienza è riuscito, comunque, a recuperare ciò che era possibile recuperare di questo provvedimento.
Nella prima fase di esame da parte dell'Aula abbiamo lottato in tutti i modi perché erano state inserite, all'interno di questo provvedimento, delle misure che non condividevamo. In particolare, ricordo le misure in ordine alla responsabilità dei magistrati e quelle sulla fiducia. In realtà, ora ci riteniamo soddisfatti per il fatto che questi elementi, che a nostro giudizio non andavano bene, siano stati espunti dal testo che oggi abbiamo discusso.
Devo anche dire che il Governo - e chi rappresentava il Governo nella XIV Commissione e nel Comitato dei nove - ci ha anche dato l'assicurazione che nel disegno di legge comunitaria 2011, che a breve sarà presentato, sarà ripreso anche quel nostro emendamento sui pagamenti che aveva visto, alla fine, una votazione quasi unanime da parte dell'Assemblea. Abbiamo chiesto - e lo riteniamo importante - che questa proposta emendativa sia recuperata all'interno del prossimo disegno di legge comunitaria, sia pure con le eventuali modifiche richieste anche da motivazioni adeguate di finanza pubblica.
Ciò detto, riteniamo, dunque, che questo accordo, intervenuto con la volontà di tutti, di recuperare almeno gli aspetti più urgenti ed evitare anche ulteriori costi a carico del nostro Paese per infrazioni, sia positivo. Quindi, comunico, signor Presidente, che il nostro gruppo, alla luce di questi fatti e dell'esclusione degli elementi che ho ricordato prima, che non ci trovavano concordi, ritiene di poter esprimere oggi un voto favorevole su questo provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, esprimeremo voto favorevole per le note ragioni non senza sottolineare, però, la vicenda che ha subito questo provvedimento e non senza denunciare, con buona pace del sottosegretario Bellotti, credo sottosegretario di Stato al welfare, che ci ha messo tutto l'impegno possibile, che il Governo della Repubblica italiana da una decina di mesi, nella totale indifferenza del Presidente del Consiglio, degli altri componenti del Governo e delle forze di maggioranza, è senza un Ministro per le politiche comunitarie. Non vi è nemmeno un sottosegretario per gli affari esteri, che abbia una qualche pertinenza nel proprio ufficio con le politiche comunitarie, che il Governo si sia degnato di mettere a disposizione del Parlamento per seguire questo provvedimento.
Credo sia scandaloso che il Governo rimanga senza un Ministro per le politiche comunitarie. Non penso che il Ministro per le politiche comunitarie possa recuperare la credibilità che, come sa chiunque butta un occhio su quello che dicono i media europei, il Governo italiano ha totalmente perso in sede di Unione europea. Credo che questo sia gravissimo. Fate il Ministro, mettetelo a Monza, mettetelo dove volete, perché è intollerabile che la Repubblica italiana resti senza Ministro e senza nemmeno un sottosegretario che abbia la delega per gli affari europei.
PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Iannaccone che aveva chiesto di parlare per dichiarazioni di voto: s'intende che vi abbia rinunziato. Pag. 59
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, certamente intendo intervenire per dichiarazione di voto per dire che la politica europea deve essere, per sua essenza, bipartisan perché nella politica europea affrontiamo questioni che toccano gli interessi del Paese al di là delle sottolineature che questa o quella coalizione di Governo può fare.
Abbiamo costruito in Commissione - voglio darne atto a tutti i membri della Commissione, in particolare al presidente Pescante - la giusta atmosfera per lavorare efficacemente al servizio del Paese sui temi delle politiche comunitarie. Abbiamo assistito in occasione di questa legge comunitaria a quello che potrei definire un colpo di mano, ossia ad un tentativo da parte del Governo e della maggioranza di alterare drammaticamente questo clima, trasformando la legge comunitaria in una specie di legge omnibus, con la sostituzione del vecchio decreto cosiddetto milleproroghe e con l'inserimento di ogni tipo di argomenti, che non avevano congruità di materia con l'indirizzo comunitario. Questo è grave non per ragioni meramente formali, ma perché inevitabilmente finisce con lo strumentalizzare la politica europea e con il rompere quell'armonia che, in materia di politica europea come in materia di politica estera, ci deve essere.
Oltretutto c'è stato il tentativo di risolvere surrettiziamente questioni gravi e importanti che toccano interessi fondamentali come quelli della giustizia attraverso una scappatoia all'interno della legge comunitaria. Se si vuole cambiare la legislazione in materia di responsabilità civile dei giudici si predispone una legge in Commissione giustizia e in quella sede si affrontano i nodi, non si presenta un emendamento meramente tecnico alla legge comunitaria. Questo tentativo è stato battuto qui in Aula e devo dire che, dopo quanto avvenuto in tale sede, siamo riusciti in Commissione - e voglio ringraziare il relatore Pini ed il presidente Pescante, per la seconda volta - a ricostruire un clima corretto. Abbiamo discusso, su alcune questioni non si è trovato pieno accordo, tuttavia alla fine siamo riusciti ad elaborare un testo, risolvendo un problema grave. Infatti, vi renderete conto che dopo la bocciatura in Aula dell'articolo 1 della legge comunitaria non era semplice trovare una possibilità per rimetterla in carreggiata, eppure era necessario per il bene dell'Italia. Lo abbiamo fatto dando dimostrazione - e scusate se per una volta lodo la mia parte politica, l'opposizione e in particolare l'Unione di Centro - di grande flessibilità politica e della capacità di mettere al primo posto l'interesse nazionale, piuttosto che quello di sfruttare una vittoria politica, cosa che per certi aspetti sarebbe stata legittima, ma che avrebbe messo in grave difficoltà il sistema del Paese
Da questi avvenimenti dobbiamo tutti imparare una lezione, ossia imparare ad usare in modo corretto la legge comunitaria. Ciò non significa «spoliticizzarla» perché nella legge comunitaria passano materie di importanza straordinaria e assoluta. Abbiamo in questo caso «riportato» tutte le questioni suscettibili di portarci in conflitto con l'Unione europea, tenendo conto quindi dell'interesse nazionale e abbiamo elaborato una vera legge di esecuzione europea. Certamente - e colgo l'occasione per dire due cose - discutiamo contemporaneamente di un rapporto sullo stato dell'Unione europea e giustamente non ne ho sentito parlare in nessuno degli interventi fatti fino ad ora. Dico giustamente perché ne discutiamo con un tale ritardo che daremmo istruzioni teoricamente per un semestre di presidenza che è già da lungo tempo passato. La Commissione - io personalmente, ma anche la Commissione - ha fatto delle proposte anche regolamentari per fare in modo che la legge comunitaria e il rapporto sullo stato dell'Unione vengano discussi e approvati in tempi certi. Sarebbe importante - ce ne rendiamo tutti conto - istituire una sessione europea in questo Parlamento Pag. 60in modo da poter dare al Governo le istruzioni per le procedure negoziali effettivamente in corso.
Per esempio, sarebbe stato importante in questa occasione avere la possibilità di dare al Governo delle indicazioni - spero ci sarà un'altra occasione - sulle posizioni da tenere in materia di bilancio europeo. Stiamo discutendo il bilancio europeo per i prossimi sette anni - dal 2013 al 2020 - e dalle scelte che vengono fatte in tale materia dipende il futuro dell'agricoltura italiana e non solo. Infatti, da tali scelte dipende anche, in buona misura, il futuro dell'Europa su molte questioni e su temi specifici che toccano il nostro Paese. Ciò, secondo una politica che vuole più Europa in Italia, perché siamo europei e perché fuori dall'orizzonte europeo non c'è soluzione ai nostri problemi nazionali. Vi è però anche una politica che vuole essere più presente in Europa per difendere i giusti interessi italiani all'interno della vicenda europea. Per dirvene una: non è accettabile che in sede europea contemporaneamente si decida di avere una maggiore solidarietà - com'è giusto - nei confronti delle regioni più povere, ma anche di aprire un capitolo di politiche di coesione a favore delle regioni più ricche comprimendo il sostegno che viene dato al Mezzogiorno d'Italia, in modo tale da rendere di molto inferiore rispetto al passato e al necessario il sostegno allo sviluppo che abbiamo il diritto di riprometterci dall'Unione europea. Sarebbe importante discutere qui anche di politiche agricole...
PRESIDENTE. Onorevole Buttiglione, la invito a concludere.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, mi avvio alla conclusione. La Camera non può sottrarsi alla responsabilità di rivedere anche il tema regolamenti in modo da assicurare la tempestiva discussione delle questioni europee, così come è importante mandare un messaggio al Senato: stiamo approvando un disegno di legge importante di riforma della partecipazione dell'Italia alle politiche comunitarie, è importante che anche il Senato recepisca rapidamente questo provvedimento per permetterci di entrare nella competizione europea ad armi pari con i grandi Paesi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maggioni. Ne ha facoltà.
MARCO MAGGIONI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la necessità di approvare questo disegno di legge comunitaria 2010 è sicuramente sotto gli occhi di tutti, il provvedimento è indispensabile. È un provvedimento che ha l'obiettivo di recepire nell'ordinamento del nostro Paese quelle direttive che ancora non erano state recepite, che hanno portato proprio in questi mesi a procedure di infrazione e che generano costi alla collettività. Proprio in queste settimane, mentre si sta discutendo di economia, di manovra finanziaria, dobbiamo porre la massima attenzione su tutto ciò che rappresenta un costo per questo Paese. Da qui la necessità assoluta di approvare questo disegno di legge comunitaria 2010 che sicuramente non è partita qui in Aula sotto i migliori auspici. Da questo punto di vista dobbiamo, come Lega Nord Padania, far rilevare come a nostro modo di vedere se è necessaria, lecita e legittima una battaglia politica da parte dell'opposizione sui contenuti di questo provvedimento, ebbene non siamo d'accordo sul metodo che è stato utilizzato, vale a dire bocciare un mese fa l'articolo 1. Bocciare l'articolo 1 di questa legge di fatto non ha portato ad avere né vinti e né vincitori, semplicemente si perde il Paese.
Noi abbiamo quindi discusso e lavorato alacremente in Commissione affinché si potesse arrivare, come poi siamo arrivati, ad avere un testo condiviso che certifica un forte senso di responsabilità tra tutte le forze politiche presenti in Commissione. Non potevamo ancora una volta esimerci dal portare a compimento questo provvedimento nell'iter parlamentare. Abbiamo già avuto modo durante le votazioni dei Pag. 61vari emendamenti di sottolineare come in particolare sulla vicenda del famoso articolo 18, sulla responsabilità civile dei magistrati, la Lega Nord Padania insieme agli alleati si è astenuta perché volevamo mandare un messaggio ben chiaro inerente il fatto che a questo provvedimento crediamo e il fatto che l'abbiamo espunto dai lavori non significa che riteniamo non debba essere presentato ancora in quest'Aula sotto altre forme, in altri contenuti o in altri provvedimenti.
Quindi, non è stato un dietrofront, ma semplicemente un'ulteriore prova di responsabilità. Desidero a questo punto ringraziare innanzitutto il relatore, collega onorevole Pini, che ha lavorato alacremente e in modo costante alla stesura e alla redazione di questo provvedimento.
Desidero poi ringraziare il Governo, nella persona del sottosegretario Bellotti, e, da ultimo, intendo anche ringraziare il presidente Pescante, che ha ben condotto i lavori in Commissione (Applausi), cercando un clima positivo che potesse portare alla giusta e debita conclusione dell'iter parlamentare del disegno di legge comunitaria 2010 (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gozi. Ne ha facoltà.
SANDRO GOZI. Signor Presidente, voteremo a favore di questo provvedimento perché lo consideriamo un atto di responsabilità, di cui ci facciamo carico nell'interesse nazionale del nostro Paese e per il ruolo europeo. Però, questo non toglie il giudizio negativo che diamo su come questo provvedimento è stato concepito e gestito. Stiamo approvando il disegno di legge comunitaria 2010 nel luglio 2011. Forse verrà approvato, speriamo, entro la fine dell'ottobre 2011: decisamente un record negativo, che avremmo voluto evitare.
Si tratta di un record negativo che si collega a un altro record negativo, che ha molto a che fare con il modo in cui questo provvedimento ha vissuto nella nostra Aula, cioè il fatto che dal 15 novembre 2010 manchi il Ministro per le politiche comunitarie. Visti gli errori macroscopici e l'approssimazione del Governo e della maggioranza in materia europea, direi che di questo Ministro se ne sente sempre di più un bisogno urgente, soprattutto nel momento in cui, a livello europeo, si avrebbe bisogno di un ruolo molto più attivo ed efficace dell'Italia.
In realtà, questo ruolo non c'è. Si sta discutendo il bilancio comunitario e non abbiamo un Ministro per le politiche comunitarie. Abbiamo discusso il Patto di stabilità con un Ministro Tremonti molto silenzioso e tutti a Bruxelles si lamentano delle assenze ripetute dei Ministri di questo Governo nelle riunioni dei Consigli dei ministri settoriali.
Questo, certamente, non giova alla tutela del nostro interesse nazionale e non giova alla credibilità europea. Ma veniamo all'iter: questa maggioranza ci aveva chiesto di ridurre gli emendamenti e di andare in fretta, all'inizio. Poi, la stessa maggioranza e il Governo hanno appesantito il disegno di legge comunitaria: hanno agganciato al treno di quest'ultimo dei vagoni che nulla avevano a che fare con il suo oggetto. Quindi, hanno snaturato un provvedimento che dovrebbe essere per sua natura bipartisan - non impolitico, non apolitico, ma bipartisan - trasformandolo in un provvedimento profondamente partisan e profondamente sbagliato.
Poi vi siete divisi tra di voi, con la Lega che andava da una parte e il Popolo della Libertà dall'altra, e il Governo paralizzato, senza un Ministro per le politiche comunitarie, che stava a guardare. E noi a preoccuparci della mancanza di credibilità che aumentava agli occhi dell'Europa. Voglio ricordare le date dell'iter di questo provvedimento, perché, se fosse stato per noi, esso sarebbe già legge da aprile. Il disegno di legge comunitaria è stato presentato al Senato nell'agosto 2010. Si tratta della legge comunitaria 2010; quindi, è stato presentato con otto mesi di ritardo.
Arriva in Aula alla Camera il 28 marzo e il 6 aprile la maggioranza forza la mano, inverte l'ordine del giorno e lo fa slittare Pag. 62a dopo l'approvazione della legge sul processo breve. Dopo questo primo slittamento, il relatore, invece di farne proseguire l'esame, ne richiede il rinvio in Commissione. Avete poi utilizzato il rinvio in Commissione per aggiungere ulteriori emendamenti, facendo passare il disegno di legge dai 18 articoli iniziali a ben 41. Il 18 maggio il provvedimento è nuovamente calendarizzato in Aula, ma slitta ancora a giugno, per l'approvazione del cosiddetto decreto omnibus.
Slitterà ancora una seconda volta per fare spazio al decreto-legge sullo sviluppo e per la verifica di Governo. Il 29 giugno vi abbiamo, per fortuna dell'Italia, battuto sull'articolo 1, respingendolo e sancendo così la morte di un provvedimento che era nato male ed era stato gestito molto peggio. Questo disegno di legge comunitaria è stato, infatti, la cartina di tornasole del vostro fallimento in materia di politica europea.
Non c'era assolutamente quello che ci doveva essere - ricordo solo il dibattito in quest'Aula che abbiamo tenuto sulla direttiva rimpatri - e c'era quello che assolutamente non ci sarebbe dovuto essere. Per fortuna dell'Italia - e ripeto per fortuna del nostro interesse nazionale e per fortuna della necessità di adempiere ai nostri obblighi europei - avete poi fatto retromarcia su tutto.
È solo grazie al nostro senso di responsabilità che stiamo permettendo all'Italia di chiudere numerose infrazioni che rischiavano di costarci da un minimo di 1 milione e 400 mila euro ad un massimo di 12 milioni di euro al giorno, calcolati sulla base delle 16 direttive che stiamo recependo e sulla base delle due sentenze della Corte di giustizia che stiamo eseguendo, signor Presidente, oltre ovviamente ad un ennesimo duro colpo alla nostra credibilità in Europa. Si tratta di soldi dei contribuenti, soldi di tutti gli italiani, che rischiavate di sprecare per perseguire fini, che nulla hanno a che fare con l'interesse generale e con l'interesse comunitario.
Ora questo disegno di legge comunitaria risponde ai suoi scopi. Lo scopo di questa legge comunitaria, come per qualsiasi legge comunitaria, è quello di mettere l'Italia in regola con l'Europa e di attuare le norme europee nella maniera migliore possibile, rispetto alla realtà italiana e rispetto all'interesse nazionale italiano. È per questo che noi siamo favorevoli a questo disegno di legge comunitaria.
Ma, visto come gestite la politica europea, quale credibilità potete sperare di avere in Europa? Altro che interesse nazionale! Io voglio ricordarlo, ovvero voglio ricordare le ragioni per cui abbiamo votato contro quell'articolo 1 a fine giugno. Volevate, infatti, utilizzare in modo del tutto strumentale la legge comunitaria per stravolgere la legge sulla responsabilità civile dei giudici. Volevate usare la legge comunitaria per sottrarre i manager RAI alle sentenze della Corte dei conti, che hanno accertato violazioni - gravemente colpose secondo la Corte - delle regole sulle incompatibilità e sulle nomine. Volevate utilizzare la legge comunitaria per modificare il codice civile e per inserire il contratto di fiducia, cosiddetto trust. Tutto attraverso la legge comunitaria. Il paradosso è stato raggiunto quando, da una parte a Lussemburgo, di fronte alla Corte di giustizia dell'Unione europea, il Governo difendeva la legge italiana sulla responsabilità civile dei giudici, e dall'altra, il relatore, in fretta e in furia, presentava una proposta emendativa - che poi ha dovuto ritirare - che contraddiceva, in tema di responsabilità civile dei giudici, quanto nello stesso momento il Governo difendeva di fronte ai giudici della Corte di giustizia dell'Unione europea.
Certamente noi abbiamo, poi, nell'ultima fase apprezzato lo sforzo che il presidente e tutti i gruppi politici hanno fatto per evitare che le infrazioni fossero aggravate ed evitare che si dovesse dare seguito a quelle sentenze della Corte giustizia, pagando delle multe. Tuttavia, rimane il dato politico ed il dato politico è che siete molto lontani dall'Europa, siete molto lontani da quel ruolo che l'Italia Pag. 63oggi dovrebbe e potrebbe svolgere in Europa, siete molto lontani da quel ruolo che dovremmo svolgere assieme alla Germania, ad esempio. Noi siamo scomparsi sulla scena europea anche per il modo con cui gestite provvedimenti come la legge comunitaria. L'Europa la scoprite solo quando il mondo irrompe nel vostro cortile di casa o quando può farvi comodo per la vostra propaganda o per i vostri interessi particolari!
Questa volta, grazie ad una nostra assunzione di responsabilità, gli italiani non dovranno pagare per i vostri errori.
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Gozi.
SANDRO GOZI. Ma tutti gli italiani da tempo pagano un prezzo troppo alto per i vostri macroscopici errori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Formichella. Ne ha facoltà.
NICOLA FORMICHELLA. Signor Presidente, sarò sintetico. Sappiamo tutti che questa legge comunitaria arriva alla conclusione dopo un iter molto travagliato. Il provvedimento conferma la capacità del Parlamento di mettere da parte le logiche di schieramento quando sono in gioco gli interessi nazionali, però c'è da dire una cosa: la messa da parte di logiche di schieramento è dall'una e dall'altra parte (non solo da una parte e dall'altra parte no).
Nonostante i forti contrasti emersi nel corso dell'esame in Aula è stato possibile, con l'accordo di tutte le forze politiche e grazie all'opera infaticabile di mediazione del presidente Pescante, arrivare ad un testo condiviso che garantirà - è questa la cosa importante - l'attuazione entro il prossimo autunno di oltre 20 direttive scadute o in scadenza e la soluzione di procedure di infrazione in fase avanzata. Credo che in questo contesto vada particolarmente apprezzato il senso di responsabilità del nostro Governo e della nostra maggioranza, che hanno insistito nella ricerca di un accordo ponendo al primo posto l'interesse del Paese. In questa prospettiva, abbiamo rinunciato a soluzioni alternative come il ricorso a decreti-legge o a disegni di legge ad hoc che avrebbero peraltro pregiudicato le competenze della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
Però, Presidente, bisogna dire una cosa: anche se sono stati richiamati i ritardi con cui viene approvata la legge comunitaria nelle ultime tre legislature, la legge comunitaria è stata approvata nell'anno in corso soltanto due volte, e questo non per mancanza di volontà politica ma semplicemente perché non ci sono, molto spesso, le condizioni legislative e regolamentari per arrivare ad una approvazione veloce. All'interno della nostra Commissione abbiamo lavorato, e abbiamo approvato a marzo in quest'Aula la riforma della legge n. 11 che ha apportato profonde innovazioni in materia anche mediante lo sdoppiamento della comunitaria in due distinti provvedimenti.
Quindi il ritardo non dipende da un problema politico - come veniva detto prima - ma semplicemente, secondo noi, da un problema regolamentare. Fatte queste considerazioni, preannunzio il voto favorevole del gruppo Popolo della Libertà al disegno di legge comunitaria 2010.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Correzioni di forma - A.C. 4059-A/R)
GIANLUCA PINI, Relatore. Chiedo di parlare ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, ai fini del coordinamento formale delle disposizioni contenute nel disegno di legge A.C 4059-A/R, propongo all'Assemblea le seguenti correzioni di forma, stante la bocciatura dell'articolo 1 e considerato Pag. 64il fatto che non c'erano precedenti in quest'Aula di una problematica di tecnica legislativa così delicata (qualcosa è sfuggito). Pertanto, a seguito della reiezione dell'articolo 1 da parte dell'Assemblea (avvenuto lo scorso 29 giugno), all'articolo aggiuntivo 10-bis, comma 1, le parole: «, entro il termine e con le modalità di cui all'articolo 1 della presente legge» devono essere obbligatoriamente soppresse, perché altrimenti avremmo un riferimento normativo assolutamente incongruo e non funzionale, rendendo la norma che stiamo approvando confusa.
I termini e le modalità relativi all'esercizio della delega di cui all'articolo aggiuntivo 10-bis sono infatti ora contenuti all'articolo 2 del provvedimento, come modificato a seguito dell'approvazione da parte dell'Assemblea dell'emendamento 2.300 (Nuova formulazione) della Commissione, che - ricordo - è il primo emendamento che abbiamo votato oggi per l'esame del provvedimento.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, le correzioni di forma proposte dal relatore si intendono approvate.
(Così rimane stabilito).
(Coordinamento formale - A.C. 4059-A/R)
PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).
Prima di passare alla votazione finale sul disegno di legge comunitaria ricordo ai colleghi che subito dopo la conclusione del provvedimento si passerà al seguito della discussione della Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2009, con riferimento alla quale sarà posta ai voti una risoluzione.
Mi sembra siano intercorse intese tra i gruppi nel senso di rinunciare alle dichiarazioni di voto. Quindi si passerà alla relazione e poi immediatamente della votazione della risoluzione.
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 4059-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 4059-A/R, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Ciccanti, onorevole Guido Dussin...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
S. 2322 - «Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2010» (Approvato dal Senato) (4059-A/R):
Presenti 466
Votanti 464
Astenuti 2
Maggioranza 233
Hanno votato sì 464.
(La Camera approva - Vedi votazionia
).
Prendo atto che i deputati Laboccetta, Pistelli, Berruti, Nirenstein e Alessandri hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Seguito della discussione della Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2009 (Doc. LXXXVII, n. 3-A/R) (ore 19,50).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea.
Ricordo che, nella seduta del 28 marzo 2011, si è conclusa la discussione sulle Pag. 65linee generali, svolta congiuntamente a quella sul disegno di legge comunitaria 2010, e che il relatore ha rinunciato ad intervenire in sede di replica.
Avverto che l'onorevole Gozi ha ritirato la risoluzione n. 6-00082 di cui era primo firmatario ed ha sottoscritto la risoluzione Fucci, Buttiglione ed altri n. 6-00083 (Vedi l'allegato A - Risoluzioni).
(Parere del Governo - Doc. LXXXVII, n. 3-A/R)
PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulla risoluzione Fucci, Gozi, Buttiglione ed altri n. 6-00083.
LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole sulla risoluzione Fucci, Gozi, Buttiglione ed altri n. 6-00083 a condizione che quest'ultima venga così modificata: nel secondo capoverso della premessa le parole: «una di rendiconto e l'altra programmatica», siano sostituite dalle seguenti: «una programmatica, entro il 31 dicembre di ogni anno, e l'altra di rendiconto, entro il 31 gennaio»; dopo il secondo capoverso della premessa sia inserito il seguente: «in attuazione del nuovo testo dell'articolo 15 della legge n. 11 del 2005, il Governo ha trasmesso alle Camere il 18 maggio 2011 la Relazione programmatica per il 2011 che è esaminata dalla Camera unitamente agli strumenti di programmazione politica e legislativa delle istituzioni dell'Unione europea, secondo la procedura stabilita dalla Giunta per il regolamento nel parere del 14 luglio 2010»; nella premessa siano soppressi i capoversi dal terzo al settimo e dal dodicesimo al diciassettesimo; nell'ottavo capoverso della premessa siano soppresse le parole: «inoltre» e le parole: «che denunciano un debole coordinamento redazionale»; nel dispositivo, dopo la lettera p), siano soppresse le parole: «con riferimento al regime linguistico dell'Unione europea» e siano soppresse le lettere da q) a t).
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Fucci accoglie la proposta di riformulazione avanzata dal rappresentante del Governo.
ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, chiedo di apporre, anche a nome di tutto il gruppo dell'Italia dei Valori, la mia firma sulla risoluzione Fucci, Gozi, Buttiglione ed altri n. 6-00083.
PRESIDENTE. Sta bene.
(Votazione - Doc. LXXXVII, n. 3-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Fucci, Gozi, Buttiglione, Borghesi ed altri n. 6-00083, nel testo riformulato, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Colaninno, Servodio, Mario Pepe (PD), Terranova...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 475
Votanti 472
Astenuti 3
Maggioranza 237
Hanno votato sì472.
(La Camera approva - Vedi votazionia
).
Modifica nella composizione della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi.
PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del Senato ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per l'indirizzo Pag. 66generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi la senatrice Dorina Bianchi in sostituzione del senatore Paolo Barelli, dimissionario.
Su un lutto del deputato Michele Bordo.
PRESIDENTE. Comunico che il collega Michele Bordo è stato colpito da un grave lutto: la perdita del padre.
La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire al collega le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidero ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea.
Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 19,55).
CARMINE SANTO PATARINO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CARMINE SANTO PATARINO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, venerdì scorso è venuto a mancare un nostro ex-collega, l'onorevole Francesco Paolo Liuzzi. Fu deputato nella XII legislatura, medico cardiologo e pediatra molto amato nel suo comune e nella provincia jonica. Politico di razza, di grande onestà, competenza e coerenza. Fu giovanissimo vicesindaco per il Movimento sociale italiano nel suo comune di Crispiano. Fu poi consigliere provinciale e fu più volte consigliere regionale. È stato sindaco di Crispiano, ruolo che ha svolto anche dopo essere stato colpito da una grave malattia. Più volte dirigente provinciale e nazionale per il Movimento Sociale Italiano e per Alleanza Nazionale. Lascia la moglie, tre figli e nipotini e un grande vuoto nella sua città e nell'intera provincia per la politica provinciale e nazionale. Voglio che la Camera si associ al lutto che ha colpito la famiglia Liuzzi e dalla nostra Camera vogliamo rivolgere alla famiglia le nostre sentite condoglianze.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Patarino. Certamente la Presidenza non solo si associa alle sue parole ma invierà le sentite condoglianze di tutta l'Assemblea e della Presidenza stessa alla famiglia del collega scomparso.
DONATA LENZI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DONATA LENZI. Signor Presidente, riprendo un tema che sarà all'attenzione dell'Aula martedì, lo anticipo, e mi riferisco a ciò che sta uscendo sui giornali, le riviste, i siti, e-mail: il tema della casta. Infatti alla campagna già in corso, già segnalata in quest'aula, si è aggiunto in questi ultimi due giorni la testimonianza di un nullafacente, purtroppo autodenunciatosi nostro collega, il quale però ha ritenuto opportuno allargare questa sua autodefinizione a tutti i 630 componenti di quest'Aula. Non entro nel merito (ne discuteremo la prossima settimana) circa l'opportunità, che mi vede assolutamente convinta, di partecipare anche noi, attraverso la riduzione delle nostre indennità, all'attuale situazione di difficoltà, ai sacrifici che abbiamo chiesto al Paese, che il Governo ha chiesto al Paese. Non entro nel merito dell'elenco delle varie opportunità, molte a me assolutamente sconosciute su acquisto di automobili, entrate gratis in teatro, altri vantaggi del genere di cui la gran parte di noi non solo non sa nulla ma si è ben guardata di andare anche ad informarsi.
Dico però che posso capire un giornalista, un elettore, un cittadino che pensi che fare politica sia spingere un bottone. Ma mi risulta difficile comprendere - forse perché ho un'alta considerazione della politica, di che cosa voglia dire fare politica - che lo possa pensare un collega. Chi è in un partito strutturato, vero, radicato sul territorio, il sabato e la domenica è alle iniziative pubbliche, a riunioni di partito, a fare volantinaggio oppure studia, si prepara, cerca di capire, si organizza, incontra gente, incontra rappresentanti della società civile, degli interessi Pag. 67organizzati che chiedono leggi, modifiche ed emendamenti. Che tutto questo lavoro venga ignorato, disprezzato, occultato da chi fa parte di quest'aula secondo me merita almeno una richiesta di scuse (Applausi).
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Lenzi. Sarà certamente per tutti un'occasione per approfondire i temi da lei sottolineati la discussione della prossima settimana voluta dal Presidente Fini, dall'Ufficio di Presidenza e dalla Conferenza dei capigruppo sul bilancio della Camera dei deputati. Credo che quello sia il momento più opportuno per approfondire e confrontarsi sui temi da lei richiamati.
GIULIANO CAZZOLA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIULIANO CAZZOLA. Signor Presidente, porterò via poco tempo ma interverrò più o meno sugli stessi argomenti che ha posto l'onorevole Lenzi. Vorrei denunciare un fatto:-alcune sere fa, su una delle reti Mediaset, a proposito di conflitto di interessi, una rubrica di gossip dal nome Bikini (nomina sunt consequentia rerum) ha ritenuto di dare un contributo alla canea dell'antipolitica, inseguendo con una telecamera nascosta i parlamentari, mentre facevano una cosa che gli uomini, le persone fanno da che mondo è mondo, anche se magari non in termini così appetitosi come facevano i nostri colleghi nei ristoranti vicini ai palazzi del potere.
I nostri colleghi cenavano. Cenavano in compagnia, spesso anche da soli - perché capita anche a noi di essere soli - e venivano inseguiti con una telecamera nascosta per presentare al mondo che la casta alla sera cena.
Io credo di non dover aggiungere altro per stigmatizzare questo modo di fare informazione, augurandomi che, fra qualche anno, magari un giovane incaricato di fare una tesi di laurea sulla fine della Seconda Repubblica, forse leggendo queste mie parole sorrida e pensi che le cose non dovrebbero andare proprio così, che non si può fare lotta politica e non si può fare informazione in questo modo, presentando delle persone, persone che lavorano tutto sommato tutto il giorno e che magari saltano anche il pranzo, come sanguisughe se alla sera cenano (Applausi).
PRESIDENTE. Lo dico adesso sinteticamente perché so che ci sono altri colleghi che hanno chiesto di parlare: io vorrei evitare di aprire un dibattito su questo tema, perché - ribadisco - credo che la sede più idonea ed opportuna per sviluppare e confrontarsi su questi contenuti sia, nel corso della settimana prossima (lunedì e martedì), la discussione sul bilancio della Camera, che avrà proprio ad oggetto non solo il bilancio della Camera, ma anche ovviamente la funzionalità delle risorse che la Camera destina all'attività dell'istituzione parlamentare.
Però, non voglio togliere la parola a nessuno; lo dico perché in tanti hanno chiesto di parlare, solo per questo.
CARLO MONAI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CARLO MONAI. Signor Presidente, siccome vorrei intervenire per fatto personale, se vi sono altri interventi lasciamo pure che si svolgano; dopodiché, chiuderò con la risposta alla collega.
PRESIDENTE. Direi che può intervenire. Prego, onorevole Monai ne ha facoltà.
CARLO MONAI. Signor Presidente e onorevoli colleghi, nullafacente qui non è né l'onorevole Monai né, men che meno, l'onorevole Lenzi, ancorché da openpolis vedo che la classifica la vede un po' più indietro di quanto non sia la posizione di altri colleghi e di chi parla. Ma questo poco importa. Quello che interessa, colleghi (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)...
Pag. 68PRESIDENTE. Scusate, lasciate intervenire il collega. Prego, onorevole Monai.
CARLO MONAI. ... è che dobbiamo avere tutti la consapevolezza che le indennità e i benefici di cui i parlamentari - e non solo loro - beneficiano effettivamente, forse, sono un po' sproporzionati rispetto all'impegno che ci viene richiesto in questa stessa Aula (Commenti).
PRESIDENTE. Scusate, il collega sta esprimendo un'opinione. Prego, onorevole Monai.
CARLO MONAI. Tante volte anche i colleghi degli altri gruppi politici hanno deplorato come in questa legislatura si stia lavorando poco. Siamo forse poco impegnati in Commissione e in Aula, e non lo dice l'onorevole Monai, lo abbiamo detto anche in tanti, in questo stesso contesto.
Celso diceva che ius est ars boni et aequi, lo diceva nel II secolo dopo Cristo. Noi siamo dei legislatori e forse è il caso che, di fronte all'indignazione montante nel Paese rispetto al tema della casta e dei costi della politica, anche noi qui dentro si cominci a fare una qualche riflessione sulla necessità e sull'attualità di una riflessione più generale su questo tema, senza mistificazioni, senza che vi siano i Savonarola di turno. Infatti, la mia è una posizione che denuncia uno scarto fra quello che è il nostro impegno qui dentro e quello che è il beneficio che ne possiamo trarre oggi per il futuro.
LUCA RODOLFO PAOLINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA RODOLFO PAOLINI. Signor Presidente, io intendo sottoscrivere quasi in toto quello che ha detto la collega del Partito Democratico per i motivi già esposti, ma soprattutto per una questione: il Consiglio superiore della magistratura, quando un magistrato viene attinto da campagne di stampa diffamatorie o denigratorie, apre una pratica a tutela.
Credo che come istituzione - questo non è un problema di singole persone - la Camera dovrebbe tutelare, anche sul piano della corretta informazione ai cittadini, quelli tra di noi che lavorano e che sono la grandissima parte.
In mezzo a questo consesso, ci rappresentano come dei morti di fame, della gente che si è arricchita con la politica, quando basta vedere le dichiarazioni dei redditi e le professioni: ci sono imprenditori che hanno portato lustro all'Italia, generali, magistrati, tutta gente che non ha nulla da invidiare a nessuno e che nella vita si è fatta le ossa con il proprio lavoro e senza raccomandazioni e, infine, è arrivata qui con percorsi diversi, a volte seguendo un percorso politico, a volte con percorsi più avventurosi.
È comunque inaccettabile, come diceva poco fa la collega, che ci vengano attribuite anche cose che non sono di nostra pertinenza. La gente è convinta che noi abbiamo tutti l'autista, che abbiamo tutti la macchina blu; una persona mi ha scritto: avete 2 mila 900 euro al mese per l'affitto.
Chiedo allora, formalmente, signor Presidente, che lei si faccia latore al Presidente della Camera affinché, a costo di spendere qualche cosa, i cittadini vengano informati correttamente. Infatti, come ripeto, è giusto che se uno ha commesso un furto risponda di furto, ma se uno ha commesso un furto non può rispondere di omicidio o di strage (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
SOUAD SBAI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SOUAD SBAI. Signor Presidente, cari colleghi, in un momento storico così difficile, in cui l'estremismo rivela sempre più la sua mania di protagonismo e nel quale si cerca con difficoltà di non fare esplodere lo scontro di civiltà nella stessa Europa, con onestà vorrei continuare a denunciare in Aula fatti come questo, Pag. 69creati da un multiculturalismo criminogeno, spesso ad esclusivo danno delle donne.
Nessuno, caro Presidente, cari colleghi, ci farà smettere di pensare e di combattere per i diritti delle persone che sono il fondamento della Costituzione italiana.
Mi rivolgo quindi all'Aula per denunciare il caso di una ragazza pakistana, di cui non si conosce l'identità; risulta ricoverata al policlinico Santa Orsola di Bologna per aver ingerito acido muriatico per cause ancora sconosciute. Le prime notizie, dopo quindici giorni - ripeto: dopo quindici giorni - di incredibile e inaccettabile silenzio imposto sulla vicenda, parlano di ingestione per tentato suicidio al fine di evitare un matrimonio forzato con un connazionale.
Cosa ancora più inaccettabile, caro Presidente, è la circostanza per cui un individuo, non legato alla ragazza da alcun legame né famigliare né personale, ha tentato di raggiungerla in ospedale, non si sa per quale scopo, prima di essere fermato ed allontanato.
Chiedo formalmente al Ministro Maroni e alla Ministra Carfagna, di intervenire su questa vicenda allucinante per la quale abbiamo già presentato, io e l'onorevole Isabella Bertolini, una interrogazione a risposta immediata sullo scandaloso, ripeto scandaloso, silenzio che l'ha caratterizzata sino ad ora (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
ANTONINO LO PRESTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, intervengo soltanto per sollecitare una risposta all'interrogazione n. 3-01350, naturalmente a mia firma.
PRESIDENTE. L'impegno della Presidenza nel sollecitare quanto da lei richiesto, vista anche la sintesi, sarà doppio.
GIOVANNI BATTISTA BACHELET. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIOVANNI BATTISTA BACHELET. Signor Presidente, vorrei ancora aggiungere una cosa breve su quanto detto prima, perché opportunamente ne ho l'occasione.
Il collega dell'Italia dei Valori ha citato il sito openpolis, la classifica lì riportata e il fatto che la nostra collega Lenzi non sia molto in alto nella stessa. Tale fatto, al cui proposito ho già discusso due anni fa con i ricercatori che tengono quel sito, è la dimostrazione che quell'indicatore non sia una misura dell'attività parlamentare. La collega Lenzi, nel direttivo del nostro gruppo, è fra le persone più attive di tutto il gruppo; tuttavia, poiché non ha presentato mille proposte di legge e altri parametri tenuti in conto dall'indicatore di openpolis e di openparlamento, risulta evidentemente meno attiva di altri.
Inoltre, in openpolis non si considera l'attività nelle Commissioni.
Credo sia molto giusto che ci siano dei controlli accurati su chi di noi lavora.
Tuttavia, ho già segnalato due volte agli autori di quella ricerca che, se alcuni nomi si trovano in basso, tipo quello dell'onorevole Lenzi che è nel direttivo ed è tra quelli che sta in Parlamento dalla mattina alla sera, vuol dire che quegli indicatori non funzionano.
FABIO GARAGNANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, intervengo brevemente. Lei prima ci ha ricordato che martedì vi sarà il dibattito sul bilancio della Camera e la considerazione che faccio in questo momento rischia di perdersi nella discussione del bilancio. Semplicemente, facendo eco a quanto hanno detto l'onorevole Cazzola, l'onorevole Lenzi e, in un contesto diverso, altri colleghi, ritengo che la Presidenza della Camera e l'Ufficio di Presidenza debbano avere molto più coraggio nel difendere le prerogative dei parlamentari, Pag. 70di chi lavora, il loro operato, a fronte di una situazione di delegittimazione costante dei parlamentari che sono ridotti molto spesso ad un ruolo di pura presenza fisica nel votare in Aula, privi spesso anche di un ruolo all'interno dei gruppi di appartenenza, assolutamente non considerati.
Ma ciò che non è accettabile è che il silenzio, o quasi silenzio, dell'Ufficio di Presidenza della Camera e del Presidente della Camera si prolunghi nell'indifferenza generale. Per cui, la mia è, da un lato, una protesta, da un lato, una sollecitazione all'Ufficio di Presidenza a mostrare più coraggio nel difendere la realtà della vita parlamentare e nel respingere le insinuazioni che provengono da ogni parte (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, non intendo evidentemente svolgere un intervento di merito perché lei bene ha ricordato che avremo l'occasione del bilancio interno della Camera per discutere attorno a questioni che riguardano le prerogative, il ruolo e l'esercizio della funzione di rappresentanza parlamentare, e dunque anche dei costi che questa alta istituzione deve sopportare e chiedere ai cittadini per poter funzionare e per poter esercitare fino in fondo anzitutto la funzione legislativa e quella di controllo nei confronti del Governo e dell'esecutivo.
Detto questo, signor Presidente, però occorre - ci è stata data l'occasione, quindi voglio sottolinearlo anch'io - richiamare noi stessi, noi tutti parlamentari, di ogni gruppo politico, al fatto che, spesso, quando si è di fronte ad un'informazione inesatta ed errata, è bene che non ci si presti a contribuire all'assalto mediatico all'istituzione, della quale facciamo parte, ma è compito, anche dei parlamentari, contribuire a garantire non solo il buon nome, ma l'esatta informazione attorno a ciò che si dice e a ciò che si comunica. Mi è capitato, infatti, di vedere scritto che, ad esempio, i parlamentari si sono aumentati l'indennità, e non è vero, onorevole Monai, che in questa sede non ci si è mai occupati della razionalizzazione e della riduzione delle spese, anche questo lo vedremo sul bilancio.
Tuttavia, per quanto riguarda i singoli parlamentari dal 2005, questo Parlamento ha fatto riforme importanti del suo modo di funzionare, a cominciare dai «sacrifici», lo dico tra virgolette, che ci siamo autoimposti, magari sicuramente non sufficienti e che ci autoimporremo ancora in futuro. Ricordiamo però che nel 2005 abbiamo diminuito del 10 per cento l'indennità di carica, che questa è stata ulteriormente congelata sino ad oggi, che ci apprestiamo a congelarla o a ridurla ancora, che sono state fatte una serie di riforme, non sufficienti ma comunque importanti, relativamente ai costi del vitalizio e che sono state ridotte di 300 milioni di euro le spese, risorse che sono restituite allo Stato per altri impieghi, diversi da quelli della dotazione del Parlamento.
Poi, signor Presidente, concordo sul fatto che, se ci deve essere qualche misurazione della capacità di lavoro dei parlamentari, questa, pur considerando importante e opportuno il lavoro svolto da agenzie di valutazione esterna, come Openpolis o altre ancora, tuttavia, il voto ai parlamentari è dato soprattutto dal consenso e dal voto che essi e il loro partito prendono alle elezioni.
È questa la misura più importante di verifica del consenso e della bontà del lavoro che si compie in questa istituzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
FRANCESCO BARBATO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, vorrei sottoporre all'attenzione sua, del Parlamento e del Governo la gravissima Pag. 71situazione che stamattina ho registrato ancora una volta davanti agli stabilimenti dell'Irisbus Iveco di Grottaminarda, dove vi sono 685 lavoratori che rischiano il loro posto di lavoro. Per la verità, sono felice che la FIAT abbia esposto la seconda trimestrale del 2011 con un utile di 530 milioni di euro, ma non sono per nulla felice che la FIAT diventi sempre più esterofila, perché sta portando fuori dall'Italia il lavoro e l'occupazione.
Noi dell'Italia dei Valori riteniamo che su questi temi dobbiamo misurarci. Anzi, voglio chiedere scusa agli italiani e alle italiane se ho fatto poco per loro, compresi i lavoratori della Irisbus di Grottaminarda, anche se davanti al loro stabilimento sono stato oggi, ieri e anche l'altro ieri, che era domenica, e ho trascorso la notte con loro nel presidio a difesa del posto di lavoro.
Signor Presidente, vorrei leggerle un lettera che intendo anche consegnarle, che ho ricevuto da un ragazzo, dal figlio di un lavoratore della Irisbus di Grottaminarda: «Egregio onorevole Barbato, la prego di leggere questa lettera. Sono un ragazzo di undici anni figlio di un operaio della Irisbus Iveco, industria situata in Valle Ufita. Come lei sa, l'Irisbus sta per essere chiusa e mio padre mi ha spiegato che la situazione è grave. Da quanto ho capito dai giornali l'Irisbus non ha più nessuna intenzione di costruire autobus in Italia. Se una famiglia aveva molti problemi economici prima, immaginate quanti ne abbia adesso. Infatti, se quest'ultima, sostenendosi con un solo stipendio, riusciva a malapena ad arrivare alla fine del mese, adesso, ritrovatasi senza soldi, come farà a sopravvivere? Il futuro dei giovani cambierà radicalmente. Mio padre mi ha raccontato che quando lui era bambino suo padre non riusciva a sostenere i suoi studi e, quindi, ha potuto soltanto ricevere la licenza di terza media. Io non vorrei che mi accadesse la stessa cosa. Nella manifestazione a cui anche lei ha partecipato, svoltasi a Grottaminarda il 15 luglio, ho portato uno striscione con su scritto «un appello alle nostre istituzioni». Non permettete che vadano via le nostre poche risorse italiane. Questo fa capire quanto sia importante l'Irisbus per la nostra amata Irpinia. La invito a continuare ad aiutarci e ad esporre questa lettera al Governo e al Parlamento. Grazie per quello che sta facendo per noi e per le industrie in crisi. Vi ringrazio di cuore e sarò felice se manderete una risposta a questa lettera».
Signor Presidente, chiedo scusa a questo giovane, al suo papà e ai lavoratori dell'Irisbus di Grottaminarda se non sono riuscito a fare abbastanza, a garantire il loro futuro, la loro sicurezza, la loro serenità, a farli vivere come una famiglia normale e a non consentire loro di poter avere un lavoro.
Chiedo scusa per quello che non sono riuscito ancora a fare da parlamentare, da uomo politico. È questa la prima cosa che, a mio avviso, dovremmo fare, perché probabilmente non riusciamo a dare le risposte che il Paese attende, sia come Parlamento, sia come Governo.
Quindi, anziché rinzelarci, chiediamo scusa se molto spesso dicono che in politica c'è la casta. Oggi c'è stata una riunione presso il Ministero - concludo così - dove non c'erano rappresentanti né del Governo, né della Conferenza Stato-regioni per la questione Irisbus, quindi, molto spesso, questa politica dimostra di essere una casta di perditempo, mentre farebbe meglio a dare più risposte agli italiani!
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
Mercoledì 27 luglio 2011, alle 10:
(ore 10 e ore 16)
1. - Seguito della discussione della mozione Cazzola, Gnecchi, Fedriga, Poli, Della Vedova, Moffa, Borghesi, Lanzillotta, Lo Monte ed altri n. 1-00690 concernente iniziative relative alla disciplina dei contributi pensionistici.
Pag. 722. - Seguito della discussione delle mozioni Nirenstein, Corsini, Polledri, Adornato, Della Vedova, Gianni, Vernetti ed altri n. 1-00669 e Leoluca Orlando ed altri n. 1-00687 concernenti iniziative relative alla crisi siriana.
3. - Seguito della discussione delle mozioni Reguzzoni, Baldelli ed altri n. 1-00671, Cimadoro ed altri n. 1-00684, Moffa ed altri n. 1-00688, Anna Teresa Formisano, Della Vedova, Lanzillotta, Lo Monte ed altri n. 1-00689 e Lulli ed altri n. 1-00696 concernenti iniziative volte a contrastare il fenomeno della contraffazione e ad assicurare il rispetto dei requisiti di sicurezza e di conformità dei prodotti all'ordinamento comunitario.
4. - Seguito della discussione dei disegni di legge:
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo dello Stato del Qatar sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Doha il 12 maggio 2010 (C. 4142).
- Relatore: Stefani.
Ratifica ed esecuzione del Protocollo emendativo della Convenzione del 1988 tra gli Stati membri del Consiglio d'Europa ed i Paesi membri dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico - OCSE - sulla reciproca assistenza amministrativa in materia fiscale, fatto a Parigi il 27 maggio 2010 (C. 4143).
- Relatore: Barbi.
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo quadro di partenariato globale e cooperazione tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Indonesia dall'altra, con Atto finale, fatto a Giacarta il 9 novembre 2009 (C. 4192).
- Relatore: Biancofiore.
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Comunità europea e i suoi Stati membri da un lato e la Repubblica sudafricana dall'altro, che modifica l'Accordo sugli scambi, lo sviluppo e la cooperazione, firmato a Kleinmond, Sud Africa, l'11 settembre 2009 (C. 4201).
- Relatore: Osvaldo Napoli.
S. 2648 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di mutua assistenza amministrativa per la prevenzione, l'accertamento e la repressione delle infrazioni doganali tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica argentina, con Allegato, fatto a Roma il 21 marzo 2007 (Approvato dal Senato) (C. 4388).
- Relatore: Pianetta.
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Regno Hascemita di Giordania sulla cooperazione e sulla mutua assistenza in materia doganale, fatto a Roma il 5 novembre 2007 (C. 4373).
- Relatore: Scandroglio.
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo che modifica per la seconda volta l'Accordo di partenariato tra i membri del gruppo degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, da un lato, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altro, firmato a Cotonou il 23 giugno 2000, riveduto per la prima volta a Lussemburgo il 25 giugno 2005, con Atto finale e dichiarazioni allegate, aperto alla firma a Ouagadougou il 22 giugno 2010 (C. 4374).
- Relatore: Barbi.
S. 2622 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo nel campo della cooperazione militare tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Regno del Marocco, fatto a Taormina il 10 febbraio 2006 (Approvato dal Senato) (C. 4433).
- Relatore: Narducci.
S. 2623 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di partenariato economico tra gli Stati del Cariforum, da una parte, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altra, con Allegati, Protocolli, Dichiarazioni e Atto finale, fatto a Bridgetown, Barbados, il 15 ottobre 2008 (Approvato dal Senato) (C. 4470).
- Relatore: Stefani.
5. - Seguito della discussione delle mozioni Cesa, Franceschini, Della Vedova, Di Pietro, Tabacci ed altri n. 1-00607 e Vannucci, Ciccanti, Favia ed altri n. 1-00693 concernenti iniziative in relazione ai danni causati dall'eccezionale ondata di maltempo che ha colpito le Marche nel mese di marzo 2011.
6. - Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
TOMMASO FOTI; IANNUZZI ed altri; IANNUZZI; BOCCI ed altri: Disposizioni per la riqualificazione e il recupero dei centri storici e dei borghi antichi d'Italia (C. 169-582-583-1129-A).
- Relatore: Stradella.
7. - Seguito della discussione delle mozioni Esposito, Ghiglia, Allasia, Calgaro, Cambursano, Vernetti ed altri n. 1-00638 e Di Biagio ed altri n. 1-00698 concernenti iniziative per destinare le risorse disponibili presso l'Agenzia olimpica Torino 2006 a favore della regione Piemonte.
(ore 15)
8. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
La seduta termina alle 20,20.
VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nom. | Pdl 2802-A - quest. preg. 1, 2, 3 | 564 | 543 | 21 | 272 | 293 | 250 | 27 | Appr. |
2 | Nom. | Ddl 4059-A/R - em. 2.300 n.f. | 534 | 534 | 268 | 533 | 1 | 26 | Appr. | |
3 | Nom. | em. 3.300 n.f. | 540 | 540 | 271 | 539 | 1 | 26 | Appr. | |
4 | Nom. | articolo 3 | 542 | 542 | 272 | 541 | 1 | 26 | Appr. | |
5 | Nom. | articolo 4 | 546 | 545 | 1 | 273 | 544 | 1 | 26 | Appr. |
6 | Nom. | em. 5.300 | 541 | 539 | 2 | 270 | 538 | 1 | 26 | Appr. |
7 | Nom. | articolo 5 | 547 | 546 | 1 | 274 | 545 | 1 | 26 | Appr. |
8 | Nom. | em. 6.300 | 542 | 539 | 3 | 270 | 539 | 26 | Appr. | |
9 | Nom. | em. 6.301 | 541 | 538 | 3 | 270 | 537 | 1 | 26 | Appr. |
10 | Nom. | articolo 6 | 544 | 543 | 1 | 272 | 542 | 1 | 26 | Appr. |
11 | Nom. | Votazione annullata | Annu. | |||||||
12 | Nom. | mantenimento articolo 7 | 545 | 543 | 2 | 272 | 5 | 538 | 26 | Resp. |
13 | Nom. | mantenimento articolo 8 | 540 | 537 | 3 | 269 | 11 | 526 | 26 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nom. | articolo 9 | 545 | 543 | 2 | 272 | 538 | 5 | 26 | Appr. |
15 | Nom. | em. 10.301 | 545 | 544 | 1 | 273 | 543 | 1 | 26 | Appr. |
16 | Nom. | Votazione annullata | Annu. | |||||||
17 | Nom. | Votazione annullata | Annu. | |||||||
18 | Nom. | em. 11.301 | 547 | 546 | 1 | 274 | 546 | 26 | Appr. | |
19 | Nom. | em. 11.300 | 547 | 546 | 1 | 274 | 546 | 26 | Appr. | |
20 | Nom. | articolo 11 | 546 | 545 | 1 | 273 | 545 | 26 | Appr. | |
21 | Nom. | mantenimento articolo 12 | 547 | 546 | 1 | 274 | 7 | 539 | 26 | Resp. |
22 | Nom. | em. 13.300 n.f. | 550 | 549 | 1 | 275 | 543 | 6 | 26 | Appr. |
23 | Nom. | em. 13.301 | 548 | 313 | 235 | 157 | 308 | 5 | 26 | Appr. |
24 | Nom. | articolo 13 | 546 | 546 | 274 | 546 | 26 | Appr. | ||
25 | Nom. | mantenimento articolo 14 | 546 | 545 | 1 | 273 | 6 | 539 | 26 | Resp. |
26 | Nom. | mantenimento articolo 16 | 545 | 544 | 1 | 273 | 4 | 540 | 26 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39) | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nom. | mantenimento articolo 17 | 547 | 546 | 1 | 274 | 1 | 545 | 26 | Resp. |
28 | Nom. | mantenimento articolo 18 | 542 | 302 | 240 | 152 | 22 | 280 | 26 | Resp. |
29 | Nom. | em. 20.300 | 541 | 538 | 3 | 270 | 535 | 3 | 26 | Appr. |
30 | Nom. | articolo 20 | 544 | 543 | 1 | 272 | 542 | 1 | 26 | Appr. |
31 | Nom. | subem. 0.21.300.300 | 542 | 512 | 30 | 257 | 511 | 1 | 26 | Appr. |
32 | Nom. | em. 21.300 n.f. | 541 | 332 | 209 | 167 | 330 | 2 | 26 | Appr. |
33 | Nom. | mantenimento articolo 22 | 548 | 545 | 3 | 273 | 6 | 539 | 26 | Resp. |
34 | Nom. | em. 24.300 | 540 | 539 | 1 | 270 | 521 | 18 | 26 | Appr. |
35 | Nom. | articolo 24 | 541 | 540 | 1 | 271 | 540 | 26 | Appr. | |
36 | Nom. | mantenimento articolo 25 | 547 | 545 | 2 | 273 | 7 | 538 | 26 | Resp. |
37 | Nom. | mantenimento articolo 26 | 545 | 543 | 2 | 272 | 4 | 539 | 26 | Resp. |
38 | Nom. | articolo 27 | 549 | 548 | 1 | 275 | 538 | 10 | 26 | Appr. |
39 | Nom. | mantenimento articolo 30 | 542 | 539 | 3 | 270 | 17 | 522 | 26 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52) | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
40 | Nom. | em. 34.300 | 531 | 530 | 1 | 266 | 523 | 7 | 26 | Appr. |
41 | Nom. | articolo 34 | 543 | 542 | 1 | 272 | 542 | 26 | Appr. | |
42 | Nom. | em. 38.300 | 545 | 544 | 1 | 273 | 541 | 3 | 26 | Appr. |
43 | Nom. | articolo 38 | 544 | 542 | 2 | 272 | 542 | 26 | Appr. | |
44 | Nom. | em. 39.300 | 540 | 539 | 1 | 270 | 539 | 26 | Appr. | |
45 | Nom. | articolo 39 | 543 | 542 | 1 | 272 | 542 | 26 | Appr. | |
46 | Nom. | articolo 41 | 543 | 541 | 2 | 271 | 541 | 26 | Appr. | |
47 | Nom. | articolo agg. 41.0304 | 541 | 540 | 1 | 271 | 540 | 26 | Appr. | |
48 | Nom. | articolo agg. 41.0305 | 543 | 542 | 1 | 272 | 542 | 26 | Appr. | |
49 | Nom. | articolo agg. 41.0306 | 545 | 544 | 1 | 273 | 544 | 26 | Appr. | |
50 | Nom. | articolo agg. 41.0307 | 541 | 540 | 1 | 271 | 540 | 26 | Appr. | |
51 | Nom. | subem. 0.41.0308.300 | 544 | 542 | 2 | 272 | 542 | 26 | Appr. | |
52 | Nom. | articolo agg. 41.0308 | 533 | 532 | 1 | 267 | 532 | 26 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65) | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
53 | Nom. | articolo agg. 41.0310 | 536 | 536 | 269 | 536 | 26 | Appr. | ||
54 | Nom. | subem. 0.10.300.1 | 542 | 541 | 1 | 271 | 539 | 2 | 26 | Appr. |
55 | Nom. | em. 10.300 | 540 | 539 | 1 | 270 | 538 | 1 | 26 | Appr. |
56 | Nom. | articolo 10 | 537 | 536 | 1 | 269 | 536 | 26 | Appr. | |
57 | Nom. | odg 9/4059-A/R/25 | 524 | 523 | 1 | 262 | 229 | 294 | 25 | Resp. |
58 | Nom. | odg 9/4059-A/R/26 | 515 | 466 | 49 | 234 | 17 | 449 | 25 | Resp. |
59 | Nom. | odg 9/4059-A/R/27 | 529 | 528 | 1 | 265 | 263 | 265 | 25 | Resp. |
60 | Nom. | odg 9/4059-A/R/28 | 533 | 532 | 1 | 267 | 266 | 266 | 24 | Resp. |
61 | Nom. | odg 9/4059-A/R/38 | 538 | 538 | 270 | 270 | 268 | 24 | Appr. | |
62 | Nom. | odg 9/4059-A/R/40 | 529 | 501 | 28 | 251 | 487 | 14 | 24 | Appr. |
63 | Nom. | odg 9/4059-A/R/41 | 521 | 323 | 198 | 162 | 266 | 57 | 24 | Appr. |
64 | Nom. | Ddl 4059-A/R - voto finale | 466 | 464 | 2 | 233 | 464 | 25 | Appr. | |
65 | Nom. | Doc. LXXXVII,3-A/R - Ris.6-83 rif. | 475 | 472 | 3 | 237 | 472 | 25 | Appr. |