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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto sommario dell'Assemblea

Seduta n. 553 di mercoledì 23 novembre 2011

Pag. III

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

La seduta comincia alle 15,05.

La Camera approva il processo verbale della seduta di ieri.

I deputati in missione sono ventisette.

Irrogazione di sanzioni ai sensi dell'articolo 60 del Regolamento.

PRESIDENTE. Comunica che l'Ufficio di Presidenza, nella odierna riunione, ha preso in esame gli episodi avvenuti nel corso della parte antimeridiana della seduta dell'Assemblea del 26 ottobre 2011, nonché durante la sospensione della seduta medesima, ed ha deliberato di irrogare ai deputati Claudio Barbaro e Fabio Rainieri la sanzione della censura con interdizione di partecipare ai lavori parlamentari per un periodo di due giorni di seduta, con decorrenza immediata.
Ricorda che, ai sensi dell'articolo 60, comma 3, del Regolamento, le decisioni in tema di sanzioni adottate dall'Ufficio di Presidenza sono comunicate all'Assemblea e in nessun caso possono essere oggetto di discussione.
Invita quindi gli onorevoli Claudio Barbaro e Fabio Rainieri, ove siano presenti, a lasciare l'Aula in ottemperanza alla decisione adottata dall'Ufficio di Presidenza.

Annunzio di petizioni.

GREGORIO FONTANA, Segretario. Dà lettura del sunto delle petizioni pervenute alla Presidenza (vedi resoconto stenografico pag. 1).

Sull'ordine dei lavori.

FRANCESCO BARBATO (IdV). Stigmatizza l'assenza del Governo nell'odierna seduta della VI Commissione, lamentando altresì il ritardo nella nomina dei sottosegretari di Stato. Invita pertanto il Presidente del Consiglio a procedere a tale adempimento per consentire un celere andamento dell'attività parlamentare.

PRESIDENTE. Ricorda che l'articolazione dei lavori dell'Assemblea nella settimana in corso è stata definita in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo.

Discussione del testo unificato dei progetti di legge costituzionale: Introduzione del principio del pareggio di bilancio nella Carta costituzionale (A.C. 4205 ed abbinati-A).

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per la discussione sulle linee generali è riprodotto in calce al resoconto della seduta del 22 novembre 2011.

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.

GIANCARLO GIORGETTI (LNP), Relatore per la V Commissione. Illustra, per gli aspetti di competenza della V Commissione, il testo del provvedimento in discussione, osservando preliminarmente che esso trae origine dalla necessità, emersa in sede comunitaria, di migliorare le performance economiche e la stabilità finanziaria degli Stati membri dell'Unione. Ricordato quindi che, a tal fine, è apparso opportuno rendere più stringenti le regole Pag. IVdi bilancio del nostro Paese, introducendo nella Costituzione il principio dell'equilibrio di bilancio e garantendo così un miglior rispetto dei parametri europei in termini di deficit, evidenzia come da tale ipotesi siano derivate talune complessità applicative, con particolare riferimento ai casi di derogabilità alle predette disposizioni, che, a suo avviso, potrebbero dar vita ad un conflitto tra regole costituzionali e regole europee. Nell'evidenziare infine come l'iter del testo unificato in discussione sia stato accelerato a seguito della recente crisi di Governo, sottolinea l'opportunità di acquisire quanto prima l'orientamento del nuovo Esecutivo sulle delicate disposizioni al vaglio dell'Assemblea.

DONATO BRUNO (PdL), Relatore per la I Commissione. Nel dare conto dell'iter svoltosi presso le Commissioni di merito del testo unificato dei progetti di legge costituzionale in discussione, frutto di un approfondito e costruttivo confronto tra i gruppi parlamentari, illustra il contenuto del provvedimento, che sostituisce l'articolo 81 e modifica gli articoli 100, 117 e 119 della Costituzione, introducendo il principio dell'equilibrio di bilancio, tenendo conto delle diverse fasi del ciclo economico e nel rispetto dei vincoli derivanti dall'ordinamento dell'Unione europea. Precisa, in proposito, che il ricorso all'indebitamento è consentito solo in presenza di eventi eccezionali o al verificarsi di una grave recessione economica, situazioni che non possono essere affrontate con le ordinarie decisioni di bilancio.

PIERO DINO GIARDA, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Nel reputare che il testo unificato dei progetti di legge costituzionale in discussione rappresenti un intervento legislativo di notevole rilevanza, soprattutto alla luce della difficile situazione che sta attraversando il Paese, esprime apprezzamento per la tempestività con la quale il predetto testo è stato calendarizzato nei lavori dell'Assemblea, segnando la riapertura di un costruttivo rapporto tra Governo e Parlamento. Convinto che una rapida approvazione del provvedimento rappresenterà anche a livello internazionale la prima concreta iniziativa volta ad affrontare alcuni problemi della nostra economia, ringrazia tutti i componenti le Commissioni e il Parlamento per la collaborazione assicurata al Governo in questa occasione.

RENATO CAMBURSANO (IdV). Nell'esprimere apprezzamento per la presenza in Aula di due ministri, rivolge un ringraziamento ai presidenti delle Commissioni di merito, giudicando positivo il lavoro svolto sul testo unificato dei progetti di legge costituzionale in discussione, di cui auspica la sollecita approvazione con la più ampia convergenza possibile. Nel riservarsi di presentare proposte emendative volte, tra l'altro, a prevedere l'istituzione di un'autorità indipendente preposta alla vigilanza sull'equilibrio dei conti pubblici, in ottemperanza a quanto previsto da una direttiva comunitaria, ribadisce la piena fiducia nel nuovo Governo, che invita ad adottare immediate misure finalizzate ad affrontare la grave crisi economico-finanziaria in atto. Nel ritenere inoltre opportuna una riflessione sull'esigenza di creare un'effettiva unione politica tra i Paesi europei, al fine di garantire un uniforme equilibrio degli interventi di politica economica, giudica necessaria l'introduzione nella Carta costituzionale del principio del pareggio di bilancio per scongiurare la tendenza in atto ad un eccessivo indebitamento pubblico.

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO (PdL). Nel rilevare l'importanza delle disposizioni in esame, che introducono nella Costituzione il principio del pareggio dei bilanci pubblici sulla scorta di un'iniziativa assunta in sede comunitaria ed ampiamente condivisa dalle forze politiche, respinge talune osservazioni critiche circa il possibile ruolo dominante che taluni organismi economici di controllo potrebbero assumere con le nuove norme. Espresse quindi alcune perplessità circa l'esclusione dai predetti vincoli delle spese sostenute per il settore del Welfare nei Pag. Vmomenti di gravi difficoltà dell'economia, preannunzia la presentazione di proposte di modifica del testo unificato in discussione, sottolineando in particolare la necessità di riaffermare la centralità del Parlamento nelle scelte fondamentali per la vita del Paese.

MANUELA DAL LAGO (LNP). Ricordato che la tematica dell'introduzione del principio del pareggio di bilancio nella Carta costituzionale e l'individuazione delle priorità per una efficiente modifica delle regole di bilancio siano state introdotte nel dibattito legislativo dal precedente Esecutivo, in un difficile contesto economico e politico, già in occasione della presentazione dell'ultimo Documento di economia e finanza, preannunzia l'orientamento favorevole del suo gruppo sul provvedimento in esame, riservandosi una definitiva valutazione solo dopo la discussione delle relative proposte emendative. Nell'auspicare, quindi, un sollecito iter approvativo dell'apprezzabile riforma costituzionale in esame, di cui richiama i contenuti salienti, esprime la netta contrarietà della sua parte politica a qualsiasi uso improprio delle risorse pubbliche ad ogni livello di governo, lamentando in tal senso le inopportune disposizioni recate dal recente decreto su Roma capitale approvato dal Consiglio dei ministri. Sottolineata la necessità di un forte contrasto all'evasione fiscale e al deleterio e diffuso, specie al Sud, fenomeno delle false pensioni di invalidità, richiama l'importanza di una previa armonizzazione dei debiti sovrani prima di procedere ad una rafforzata integrazione politica dell'Unione, lamentando il preponderante e quasi esclusivo peso esercitato nell'attuale contesto politico e finanziario europeo dalla Francia e, soprattutto, dalla Germania.

MARIO TASSONE (UdCpTP). Sottolineato preliminarmente il proficuo lavoro svolto dai relatori su una materia particolarmente complessa, giudica necessario affrontare le problematiche di carattere economico al fine di contrastare la crisi internazionale in atto, esprimendo peraltro perplessità sull'introduzione del principio del pareggio di bilancio nella Costituzione. Nel ritenere quindi opportuno valutare le implicazioni della riforma rispetto alle disposizioni concernenti il federalismo fiscale, rileva come le norme contenute nel testo unificato in discussione comportino anche un ripensamento delle disposizioni attinenti alle relazioni fra lo Stato e gli enti territoriali, di cui agli articoli 117 e 119 della Costituzione, reputando che sarebbe stato più opportuno affrontare tale tematica attraverso gli strumenti di legislazione ordinaria, anche in considerazione del fatto che la soluzione dei problemi economici del Paese non può ricercarsi nella costituzionalizzazione del principio del pareggio di bilancio.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (FLpTP). Dato atto dell'impegno profuso dal precedente Esecutivo, segnatamente dal Ministro dell'economia e delle finanze, per la costituzionalizzazione del principio del pareggio di bilancio, paventa il rischio che l'espunzione dal testo della previsione dell'autorizzazione conforme, con voto esplicito, delle Camere in ordine ai piani di indebitamento in casi eccezionali e con la contestuale indicazione di piani di rientro si traduca in una attenuazione dell'efficacia della rigorosa ed equilibrata riscrittura dell'articolo 81 della Carta costituzionale. Richiamata, quindi, la necessità di introdurre tra le norme sulla finanza locale il principio della compartecipazione delle regioni agli oneri derivanti dalle sanzioni irrogate dalla Corte di giustizia europea allo Stato italiano, auspica la previsione di un limite quantitativo agli interventi statali di salvataggio delle finanze comunali in dissesto e, altresì, di un'analoga misura che fissi un tetto, anche solo indicativo, alla spesa pubblica complessiva.

PIERO DINO GIARDA, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Esprime rammarico per l'apparente cattivo esempio testé manifestato, riconducibile, a suo avviso, ad inesperienza.

Pag. VI

GIANCLAUDIO BRESSA (PD). Nel richiamare la genesi storica dell'articolo 81 della Costituzione, ispirato all'esigenza di garantire un'ordinata gestione della finanza pubblica, nonché le principali ragioni che hanno determinato un andamento crescente del deficit di bilancio, sottolinea che i diritti sociali e il principio di uguaglianza sostanziale non possono essere in alcun modo vanificati, neanche con legge costituzionale. Nel reputare inoltre necessario il provvedimento in discussione, giudica apprezzabile, sebbene perfettibile, il testo licenziato dalle Commissioni di merito, auspicando che la riforma in esame possa rappresentare l'occasione per riaffermare la centralità del Parlamento nella definizione delle politiche pubbliche.

FRANCESCO BARBATO (IdV). Nel ritenere che il testo unificato in discussione sancisca l'introduzione nella Carta costituzionale di un principio di assoluta rilevanza, auspica che ciò possa costituire un primo passo verso un vero cambiamento del sistema politico, nel quale appare necessario garantire maggiore moralità, superando la diffusa corruzione che in alcuni ambiti continua a caratterizzarlo.

GIUSEPPE CALDERISI (PdL). Premessa la necessità di un rigoroso esame del testo in discussione e delle proposte emendative ad esso riferite preannunziate dal nuovo Esecutivo in sede di Commissioni al fine di evitare sostanziali elusioni e aggiramenti dei vincoli costituzionali di bilancio introdotti dalla rivisitazione dell'articolo 81 della Carta costituzionale, osserva che il principio del pareggio di bilancio costituisce una regola condivisibile, opportuna e necessaria, a prescindere dai vincoli posti da norme europee, in considerazione dell'ineludibile e fondamentale principio di equità intergenerazionale. Evidenzia, quindi, che le predette modifiche al testo prospettate dal Governo si risolverebbero in vincoli eludibili, richiedendo nel computo del saldo strutturale calcoli difficili e inevitabilmente soggetti a valutazioni discrezionali senza una esplicita e chiara assunzione di responsabilità politica da parte del Parlamento e del Governo. Lamentato, quindi, che la marginale attività di controllo parlamentare sulla gestione della finanza pubblica determina la deprecabile decadenza di una delle funzioni fondamentali della rappresentanza parlamentare, auspica l'esplicitazione nella Carta costituzionale di un principio che assicuri il predetto controllo attraverso la costituzione di una apposita Commissione bicamerale a composizione paritaria di maggioranza e opposizione. Ritiene infine necessario demandare, con un'apposita disposizione introdotta nella Costituzione, ad una deliberazione assunta dalle Camere in sede di programmazione annuale di finanza pubblica la fissazione di un limite massimo alla spesa, auspicando, altresì, l'attribuzione al Governo, in linea con molteplici altri ordinamenti costituzionali europei, di un potere di veto sulle decisioni di spesa del Parlamento.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

PIERLUIGI MANTINI (UdCpTP). Nel ricordare che il suo gruppo ha sostenuto con convinzione la nascita del nuovo Governo, del quale condivide le linee di intervento annunziate per affrontare la crisi economica in atto, ispirate a principi di rigore, equità e sviluppo, esprime un giudizio positivo sull'inserimento nella Costituzione del principio dell'equilibrio di bilancio, che trae origine da una specifica necessità emersa in sede comunitaria. Evidenziata, altresì, l'opportunità di procedere ad una modifica dell'articolo 117 della Costituzione, al fine di garantire un coordinamento finanziario tra lo Stato e gli altri livelli di governo, auspica un rafforzamento del ruolo della Corte dei conti o l'istituzione di un'autorità indipendente per il controllo preventivo sugli atti del Governo aventi forza di legge. Nel condividere, quindi, le proposte di modifica del testo unificato in discussione annunciate Pag. VIIdall'Esecutivo, ritiene che il predetto testo dovrebbe avere una formulazione più snella ed essenziale, scevra da appesantimenti di natura regolamentare.

ANTONINO LO PRESTI (FLpTP). Sottolineata la necessità di definire un provvedimento fondamentale per il Paese, che rappresenta il primo di una serie di interventi richiesti dalle istituzioni europee, rileva l'assunzione di responsabilità delle forze politiche nel modificare alcune parti della Costituzione, che, a suo avviso, rimane un caposaldo di coerenza normativa. Ricordate altresì le problematiche inerenti l'introduzione del principio dell'equilibrio di bilancio nella Carta costituzionale, richiama gli aspetti più qualificanti del testo unificato in discussione, segnatamente la previsione di un ulteriore ricorso al disavanzo solo nel caso di eventi eccezionali e i vincoli relativi all'indebitamento degli enti locali. Manifesta, infine, l'orientamento favorevole del suo gruppo alla riforma in esame, della quale auspica la sollecita approvazione.

PIER PAOLO BARETTA (PD). Nel sottolineare la necessità di procedere con prudenza e competenza nell'apportare modifiche alla Carta costituzionale, al fine di non alterarne l'equilibrio complessivo, osserva che la grave crisi economico-finanziaria in atto postula l'esigenza di una nuova governance globale ed impone ai singoli Governi la necessità di tenere in ordine i conti pubblici, anche attraverso incisivi interventi normativi, in un contesto di crescita ed equità. Esprime pertanto un giudizio positivo sull'introduzione nella Costituzione del principio del pareggio di bilancio, che tuttavia non dovrebbe impedire, in specifiche situazioni congiunturali, il ricorso al disavanzo per affrontare particolari emergenze. Auspica pertanto che la stesura definitiva del testo unificato in discussione si muova in tale direzione, riaffermando, tra l'altro, i principi propri della democrazia economica.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO (PdL). Nel condividere pienamente le considerazioni svolte dal deputato Calderisi, evidenzia la competenza primaria del Parlamento in ordine alla materia oggetto del testo unificato in discussione. Manifestata, inoltre, forte preoccupazione per le riunioni informali avvenute tra il Governo e il Comitato dei diciotto, che ritiene assolutamente contrarie all'etica parlamentare, preannunzia la presentazione di proposte emendative volte a prevedere, tra l'altro, regole più rigide in tema di gestione del denaro pubblico.

PIERO DINO GIARDA, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Precisa di aver partecipato ad un incontro informale delle Commissioni I e V, nel quale ha espresso - e preannunzia di volerlo fare in altre occasioni simili - opinioni e riflessioni di tipo personale, senza con ciò arrecare pregiudizio alcuno alle prerogative di ciascun parlamentare.

MARCO CAUSI (PD). Osservato come la crisi globale abbia sollecitato le istituzioni comunitarie a rendere più stringenti le regole di bilancio dei Paesi aderenti, rileva l'impegno del Governo nell'introdurre il principio dell'equilibrio di bilancio nella Costituzione, ritenendo necessario semplificare il testo unificato in esame ed approvarlo con la più ampia convergenza possibile. Sottolineata quindi la necessità di adottare politiche fiscali restrittive e politiche monetarie espansive, auspica che il Governo assuma un ruolo attivo in ambito europeo, al fine di favorire opportuni cambiamenti delle politiche comunitarie in grado, tra l'altro, di stabilizzare le turbolenze finanziarie dell'Italia. Richiamati infine gli aspetti qualificanti della riforma in discussione, giudica opportuno introdurre nel testo il principio del coordinamento affinché tutti i livelli di governo possano concorrere con maggior impegno alla stabilità finanziaria del Paese.

Pag. VIII

ROBERTO ZACCARIA (PD). Evidenziata la natura condivisa della riforma costituzionale in discussione, che considera un valore aggiunto spendibile anche fuori del Paese in vista di una maggiore affidabilità internazionale dello stesso, giudica la medesima riforma di nevralgica rilevanza nel quadro della vigente forma di governo parlamentare italiana. Richiamato, quindi, il valore cruciale, a prescindere dalla rispondenza alle sollecitazioni europee, della costituzionalizzazione del principio del pareggio di bilancio, manifesta apprezzamento per la portata discreta e limitata dell'intervento di riforma della Costituzione, anche attraverso il rinvio all'adozione di una successiva legge costituzionale della disciplina più di dettaglio, nonché per i nuovi poteri conferiti alla Corte dei conti e per le equilibrate maggioranze qualificate previste per l'approvazione della legge di bilancio e dei relativi criteri direttivi.

LINO DUILIO (PD). Nell'associarsi all'augurio di buon lavoro rivolto al rappresentante del Governo, osserva che il testo unificato in discussione trae origine dalla necessità, emersa in sede comunitaria, di stabilizzare gli andamenti di finanza pubblica dei Paesi aderenti all'Unione europea, giudicando necessario ma non sufficiente introdurre il principio del pareggio di bilancio nella Costituzione. Nel ritenere quindi del tutto opportuno recuperare un'etica della responsabilità in tutti i livelli di governo, reputa indispensabile definire una disposizione di carattere generale ed essenziale da inserire nella Carta costituzionale, rinviando alla legge ordinaria la declinazione del principio della parità di bilancio. Considera infine fondamentale perseguire, nell'attività di Governo, gli obiettivi dell'equità, della stabilità e dello sviluppo.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali.
Avverte altresì che lo svolgimento delle repliche da parte dei relatori e del rappresentante del Governo potrà avere luogo nella prossima seduta, alla quale rinvia il seguito del dibattito.

Discussione del testo unificato delle proposte di legge: Regolamentazione del mercato dei materiali gemmologici (A.C. 225 ed abbinata-A).

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al resoconto della seduta del 22 novembre 2011.

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali.

MANUELA DAL LAGO (LNP), Relatore. Illustra il contenuto del provvedimento in discussione che contempera efficacemente un'adeguata tutela dei consumatori con la salvaguardia degli interessi degli operatori del settore. Evidenziata, quindi, l'approfondita istruttoria legislativa svolta dalla Commissione in sede referente, sottolinea la rilevanza delle previsioni che consentono la tracciabilità e la corretta individuazione e nomenclatura dei prodotti gemmologici, anche attraverso l'obbligatoria informativa resa ai consumatori circa i trattamenti ricevuti dagli stessi. Segnalato, infine, l'obbligo di iscrizione in appositi elenchi tenuti dalle Camere di commercio per i laboratori abilitati al rilascio di certificazione su prodotti gemmologici, richiama l'apparato normativo previsto dalle ultime disposizioni del provvedimento per sanzionare le eventuali violazioni degli obblighi di legge stabiliti dal testo unificato in esame.

PRESIDENTE. Prende atto che il Governo si riserva di intervenire in replica.

ANTONIO MAZZOCCHI (PdL). Espresso apprezzamento per il proficuo lavoro svolto nel corso dell'iter in sede referente, richiama il contenuto di un testo unificato che, tra l'altro, recepisce le istanze recate dalla proposta di legge a sua firma e manifestate dalle stesse organizzazioni orafe, sottolineando l'importanza Pag. IXdi regolamentare il settore commerciale dei materiali gemmologici colmando il vuoto normativo esistente in materia. Rilevata, infine, la possibilità di consentire la tracciabilità dei prodotti del settore, garantendo in tal modo gli operatori e i consumatori dalla concorrenza sleale, auspica l'approvazione del provvedimento in discussione con il più ampio consenso parlamentare.

GABRIELE CIMADORO (IdV). Rivolti, anche a nome del suo gruppo, i migliori auspici di buon lavoro al nuovo Esecutivo, richiama la rilevanza del provvedimento in discussione ai fini di una rafforzata tutela dei consumatori di prodotti gemmologici a fronte dell'incremento degli episodi di contraffazione e di illegalità riscontrati dalla Guardia di finanzia. Evidenziato, quindi, il significativo valore economico ed occupazionale del comparto nelle distinte articolazioni di prodotto e nella differente distribuzione territoriale, sottolinea l'importanza dell'export per l'oreficeria, che costituisce una eccellenza del made in Italy. Lamentata, quindi, la progressiva perdita di leadership dell'Italia nel settore verificatasi negli ultimi anni, manifesta l'orientamento favorevole del suo gruppo sul testo unificato in esame, di cui richiama le finalità ampiamente condivise dalle forze politiche, segnatamente intese a rafforzare la tutela dei consumatori attraverso obblighi di informativa chiara ed inequivocabile sulle caratteristiche dei prodotti gemmologici, nonché attraverso il contrasto ai comportamenti poco trasparenti e ingannevoli degli operatori, contrari ai principi di responsabilità e professionalità degli stessi.

DONELLA MATTESINI (PD). Sottolineata l'importanza del settore gemmologico nell'ambito del made in Italy, evidenzia come negli ultimi anni tale settore abbia subito gli effetti negativi derivanti dalla crisi economica, che ne ha compromesso la leadership mondiale. Rilevata, quindi, la necessità di procedere ad una regolamentazione che attenui gli effetti della concorrenza sleale, richiama i condivisibili obiettivi del testo unificato in discussione. Osservato, altresì, che l'effettiva tracciabilità di tali prodotti potrà essere garantita solo a seguito dell'adozione di interventi normativi a livello comunitario ed internazionale, auspica l'introduzione di una disciplina delle attività di acquisto dell'oro.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali.

MANUELA DAL LAGO (LNP), Relatore. Prospetta, anche a nome dei presidenti delle Commissioni affari costituzionali e bilancio, l'opportunità che all'ordine del giorno della seduta di martedì 29 novembre sia inserito prioritariamente il provvedimento in esame, anche in considerazione della sua natura condivisa.

PRESIDENTE. Ritiene che nella seduta di martedì prossimo si potrà valutare un'eventuale inversione dell'ordine del giorno definito in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Parlando sull'ordine dei lavori, precisa che, a suo avviso, sarebbe più opportuno esaminare prioritariamente, nella seduta di martedì prossimo, il testo unificato concernente la riforma dell'articolo 81 della Costituzione.

PRESIDENTE. Prende atto che il rappresentante del Governo rinunzia alla replica e rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.

Modifica nella costituzione di una Commissione permanente.

PRESIDENTE. Comunica che nella seduta odierna la VII Commissione permanente ha proceduto alla elezione del deputato Pag. XMaria Coscia a segretario, in sostituzione del deputato Maria Letizia De Torre, dimissionaria dalla carica.

Sull'ordine dei lavori.

Interviene sull'ordine dei lavori il deputato GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE (PD), cui rendono precisazioni il Ministro per la coesione territoriale FABRIZIO BARCA ed il PRESIDENTE.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della prossima seduta:

Martedì 29 novembre 2011, alle 16.

(Vedi resoconto stenografico pag. 64).

La seduta termina alle 19,55.