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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di mercoledì 7 marzo 2012

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 7 marzo 2012.

Albonetti, Alessandri, Antonione, Bindi, Bocci, Bongiorno, Boniver, Brugger, Buonfiglio, Buttiglione, Caparini, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Commercio, Gianfranco Conte, Corsini, D'Alema, Dal Lago, Della Vedova, Donadi, Dozzo, Renato Farina, Fava, Gregorio Fontana, Franceschini, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Iannaccone, Jannone, La Malfa, Leo, Leone, Lombardo, Lucà, Lupi, Lussana, Mazzocchi, Melchiorre, Migliavacca, Migliori, Milanato, Misiti, Moffa, Mura, Nirenstein, Nucara, Leoluca Orlando, Paniz, Pisicchio, Stefani, Stucchi, Tempestini, Valducci, Vitali.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

Albonetti, Alessandri, Antonione, Bindi, Bocci, Bongiorno, Boniver, Brugger, Buonfiglio, Buttiglione, Caparini, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Commercio, Gianfranco Conte, Corsini, D'Alema, Dal Lago, Della Vedova, Donadi, Dozzo, Dussin, Renato Farina, Fava, Gregorio Fontana, Franceschini, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Iannaccone, Jannone, La Malfa, Leo, Leone, Lombardo, Lucà, Lupi, Lussana, Mazzocchi, Melchiorre, Migliavacca, Migliori, Milanato, Misiti, Moffa, Mura, Mussolini, Nirenstein, Nucara, Leoluca Orlando, Palumbo, Pisicchio, Rampi, Stefani, Stucchi, Tempestini, Valducci, Vitali, Volontè.

Annunzio di proposte di legge.

In data 6 marzo 2012 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
RAZZI: «Disposizioni per favorire il trasferimento in Italia di imprese italiane e straniere operanti all'estero» (5028);
ROSATO: «Delega al Governo per il recepimento della direttiva 2011/82/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2011, intesa ad agevolare lo scambio transfrontaliero di informazioni sulle infrazioni in materia di sicurezza stradale» (5029).

Saranno stampate e distribuite.

Annunzio di proposte di legge d'iniziativa popolare.

In data 6 marzo 2012 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge:
PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA POPOLARE: «Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza» (5030);
PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA POPOLARE: «Norme per la partecipazione politica e amministrativa e per il diritto di elettorato senza discriminazioni di cittadinanza e di nazionalità» (5031).

Saranno stampate, previo accertamento della regolarità delle firme dei presentatori, ai sensi della legge 25 maggio 1970, n. 352, e distribuite.

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

La Commissione europea, in data 6 marzo 2012, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alla XII Commissione (Affari sociali), con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sui movimenti a carattere non commerciale di animali da compagnia (COM(2012)89 final);
Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 92/65/CEE del Consiglio per quanto riguarda le norme sanitarie che disciplinano gli scambi e le importazioni nell'Unione di cani, gatti e furetti (COM(2012)90 final).

Le predette proposte sono altresì assegnate alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 7 marzo 2012.

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Intendimenti relativi a politiche di inclusione sociale a favore degli immigrati, con particolare riferimento ai cittadini extracomunitari iscritti alle liste di collocamento - 3-02146

DOZZO, BOSSI, LUSSANA, FOGLIATO, MONTAGNOLI, FEDRIGA, FUGATTI, ALESSANDRI, ALLASIA, BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BUONANNO, CALLEGARI, CAPARINI, CAVALLOTTO, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, D'AMICO, DAL LAGO, DESIDERATI, DI VIZIA, DUSSIN, FABI, FAVA, FOLLEGOT, FORCOLIN, GIDONI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, ISIDORI, LANZARIN, MAGGIONI, MARONI, MARTINI, MERONI, MOLGORA, LAURA MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MUNERATO, NEGRO, PAOLINI, PASTORE, PINI, POLLEDRI, RAINIERI, REGUZZONI, RIVOLTA, RONDINI, SIMONETTI, STEFANI, STUCCHI, TOGNI, TORAZZI, VANALLI e VOLPI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il Ministro interrogato, in occasione della recente audizione sulle linee programmatiche del suo dicastero, svoltasi presso la Commissione affari sociali della Camera dei deputati l'8 febbraio 2012, ha, tra l'altro, dichiarato: «stiamo compiendo un lavoro molto preciso per realizzare un migliore incontro tra domanda e offerta di lavoro. Invece di far arrivare nuovi immigrati in una situazione di elevata disoccupazione, sia tra la popolazione locale che tra gli immigrati, riteniamo che sia meglio indirizzarsi al bacino degli immigrati presenti, avendo in mente processi di regolarizzazione della manodopera esistente per evitare la piaga della clandestinità»;
in diversi passaggi della propria illustrazione il Ministro interrogato ha fatto, altresì, riferimento alla necessità di approntare politiche di inclusione sociale a favore degli immigrati, rilevando come tra questi strati della popolazione sia molto elevato il tasso di disoccupazione;
da notizie di stampa si apprende che il Governo sarebbe intenzionato a proporre modifiche dell'attuale normativa in tema di soggiorno degli immigrati che abbiano perso il lavoro, prevedendo un allungamento del periodo di permanenza, che verrebbe così portato dagli attuali sei mesi ad un anno;
desta particolare perplessità la formulazione di indirizzi che, constatando la contrazione della domanda di lavoro, si orientano, tuttavia, alla regolarizzazione della manodopera clandestina e alla predisposizione di misure di inclusione sociale, che, rivolgendosi a persone disoccupate, non possono che contemplare anche forme di sostegno al reddito;
va, altresì, considerato che tali forme di sostegno al reddito, rivolgendosi a lavoratori che molto spesso hanno lavorato per brevi periodi, non risultano verosimilmente coperti dalla contribuzione gravante sui rapporti di lavoro stessi, ma finiscono per scaricarsi sulla fiscalità generale -:
quanti siano, in base ai dati a disposizione del Ministro interrogato, i cittadini extracomunitari attualmente iscritti alle liste di collocamento, quanti usufruiscano di forme di sostegno al reddito e in quale modo si ritenga di reperire le risorse necessarie alla copertura dei maggiori oneri sulla finanza pubblica derivanti dagli indirizzi, espressi in premessa, che il Governo intende perseguire. (3-02146)
(6 marzo 2012)

Iniziative volte ad estendere ai lavoratori dello spettacolo l'assicurazione obbligatoria contro la disoccupazione involontaria - 3-02147

CECCACCI RUBINO, BALDELLI e CAZZOLA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la sentenza della Corte di cassazione n. 12355 del 20 maggio 2010 ha escluso il personale artistico, teatrale e cinematografico dall'assicurazione obbligatoria contro la disoccupazione involontaria, poiché prevista al punto 5) dell'articolo 40 del vecchio regio decreto-legge n. 1827 del 1935;
questa esclusione aveva maturato una sua ratio nel 1935, dato che, 77 anni fa, l'organizzazione della produzione dello spettacolo non era ancora di tipo industriale e si dava per scontato la non inquadrabilità di tali figure in quelle dei lavoratori subordinati che il regio decreto-legge n. 1827 del 1935, istitutivo dell'Inps, intendeva tutelare;
negli anni l'evoluzione della realtà produttiva del settore dello spettacolo e dell'intrattenimento è stata tale da dare impulso ad una trasformazione delle dinamiche di lavoro, con l'assunzione di forme di inquadramento giuridico sempre più corrispondenti alle reali esigenze delle imprese dello spettacolo, tali da contemplare forme contrattuali anche di tipo subordinato. Questo, però, ha generato lo storico contenzioso tra i lavoratori artistici, teatrali e cinematografici e l'Inps, in merito alla legittimità dell'assicurazione obbligatoria contro la disoccupazione involontaria;
tali contenziosi sono stati risolti con la suddetta sentenza della Corte di cassazione, adeguandosi alla quale l'Inps, diramando la circolare n. 105 del 5 agosto 2011, ha escluso definitivamente il personale artistico, teatrale e cinematografico dall'indennità di disoccupazione, sia ordinaria che a requisiti ridotti, ed ha esonerato le imprese dello spettacolo dall'assicurare tali lavoratori;
questo esito, come era prevedibile, ha messo in forte agitazione l'intero mondo dello spettacolo, anche delle sue categorie imprenditoriali, perché di fatto si è venuto a creare un grave vulnus giuridico lesivo di diritti costituzionali, quali quelli di uguaglianza e ragionevolezza della norma (articolo 3 della Costituzione) e di tutela e assicurazione sociale (articolo 38 della Costituzione), poiché il discrimine, per l'accesso a questo diritto, l'indennità di disoccupazione, non è più, come dovrebbe essere, la natura giuridica del rapporto di lavoro, bensì l'attività professionale svolta. Viene, quindi, di fatto, discriminato un intero settore produttivo, tra l'altro non trascurabile, del nostro Paese;
secondo dati dell'Enpals, infatti, sono oltre 250.000 i lavoratori che risultano versare in modo discontinuo contributi previdenziali, utilizzando una molteplicità di tipologie contrattuali, il più delle volte di breve durata. Ciò che accomuna questi lavoratori è la natura strutturalmente atipica e intermittente della loro professione, caratterizzata da una molteplicità di impieghi e di datori di lavoro, dall'esercizio di differenti e poliedriche attività e da compensi, per la stragrande maggioranza dei casi, di scarsa regolarità ed aleatori. Il quadro che emerge dalle stime ufficiali è devastante. In un settore dove l'ingresso nel mondo del lavoro si attesta su una media di 24 anni e il livello di scolarizzazione è quello dell'alta formazione artistica ed universitaria, dopo 10 anni di professione la retribuzione media si attesta su appena 7.000 euro netti all'anno, mentre su 120 giornate lavorative, necessarie a maturare l'anno contributivo, la media risulta essere di 36 giornate contributive, quindi molto al di sotto del minimo necessario per ottenere una pensione. In base ai dati dell'Enpals, più del 75 per cento degli assicurati del settore spettacolo risulta al di sotto dei parametri di sussistenza e ben lontani dal maturare il diritto previdenziale, mentre inesistenti sono le assicurazioni sociali;
questo drammatico quadro non riguarda, come erroneamente si crede, il mondo dilettantistico e giovanile, o comunque tutto quel mondo ai margini o con velleità di ingresso nel mondo dello spettacolo, ma quello più importante dei professionisti, giovani e non, che fanno produzione d'alto livello, di notevole sperimentazione creativa e che utilizza e padroneggia le più moderne e innovative tecnologie. Un mondo di professionisti, molti dei quali noti tanto a livello nazionale che internazionale, che rappresentano un orgoglio per l'immagine che danno all'estero del nostro Paese, di terra della cultura e della creatività;
questi lavoratori dello spettacolo, pur pagando, ai fini dell'assicurazione generale obbligatoria, un'aliquota contributiva tra le più alte, equiparata a quelle dei lavoratori dipendenti, non godono, viceversa, delle indennità sociali e assistenziali previste per tali lavoratori ed inoltre sono ingiustamente sfavoriti dal meccanismo di calcolo del montante pensionistico, per il persistere della mancata equiparazione tra massimale retributivo imponibile e massimale retributivo pensionabile, benché due disposizioni di legge (il comma 6 dell'articolo 21 della legge 11 marzo 1988, n. 67, e, per interpretazione autentica, l'articolo 5 del decreto-legge 18 gennaio 1993, n. 11, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 marzo 1993, n. 70) ne prescrivessero da tempo l'adeguamento;
il Parlamento europeo, il 7 luglio 2007, ha approvato lo statuto sociale europeo dell'artista, invitando gli Stati dell'Unione europea a sviluppare e applicare un quadro giuridico e istituzionale finalizzato al sostegno della creazione artistica, mediante l'adozione e l'attuazione di una serie di misure riguardanti la situazione contrattuale, la sicurezza sociale, l'assicurazione malattia, la tassazione diretta e indiretta e la conformità alle norme europee, di questi lavoratori;
è in corso un confronto tra il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e le parti sociali al fine di addivenire in tempi brevi ad un'indifferibile riforma del mercato del lavoro -:
quali iniziative il Ministro interrogato intenda promuovere per intervenire con urgenza sull'annosa questione dell'indennità di disoccupazione, assumendo iniziative per l'abrogazione della vetusta norma del regio decreto-legge n. 1821 del 1935, che, di fatto, esclude questi lavoratori dall'assicurarsi questo diritto, e per avviare un confronto con le parti sociali per addivenire ad una riforma del mercato del lavoro, della previdenza e degli ammortizzatori sociali anche per i lavoratori dello spettacolo. (3-02147)
(6 marzo 2012)

Iniziative in ordine alla maturazione dei requisiti per l'accesso alla pensione del personale del comparto scolastico - 3-02148

CERA, POLI e CAPITANIO SANTOLINI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201 (cosiddetto salva Italia), convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, contiene disposizioni finalizzate alla riduzione della spesa pensionistica;
in particolare, il comma 5 stabilisce che con riferimento esclusivamente a quei soggetti che a decorrere dal 1o gennaio 2012 maturano i requisiti per il pensionamento non trovano applicazione le disposizioni di cui all'articolo 1, comma 21, del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148;
l'articolo 1, comma 21, della citata legge, modificando l'articolo 59, comma 9, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, introduceva la cosiddetta «finestra mobile», secondo la quale la maturazione dei requisiti di pensione dal 1o gennaio 2012 comportava la possibilità di ottenere l'effettivo collocamento a riposo (decorrenza effettiva della pensione) il 1o settembre dell'anno successivo a quello di maturazione dei requisiti;
l'introduzione delle nuove norme previste dall'articolo 24, comma 5, del «decreto salva Italia» ha, pertanto, abolito il sistema delle «finestre mobili»;
l'aver bloccato al 31 dicembre 2011 la maturazione dei requisiti per accedere al pensionamento con le vecchie regole non tiene conto della specificità di alcuni comparti e, nello specifico, del comparto scuola, che ha da sempre avuto un'unica finestra di uscita legata alla funzionalità del sistema e all'allineamento dello sviluppo delle anzianità di servizio e delle carriere, che iniziano proprio all'inizio dell'anno scolastico e accademico -:
se non ritenga opportuno, per ragioni di equità, adottare in tempi rapidi iniziative, anche di carattere normativo, tali da consentire al personale della scuola di andare in pensione con il previgente regime maturando i requisiti entro il 31 agosto 2012. (3-02148)
(6 marzo 2012)

Iniziative di competenza in merito alla procedura di nomina del presidente dell'Automobile Club d'Italia - 3-02149

LO PRESTI e TOTO. - Al Ministro per gli affari regionali, il turismo e lo sport. - Per sapere - premesso che:
in data 1o dicembre 2011, nonostante fosse pendente un ricorso dinanzi al tribunale amministrativo regionale del Lazio con il quale si impugnavano tutti gli atti preparatori, ivi compresi quelli relativi alla convocazione degli aventi diritto, si è svolta l'assemblea per l'elezione del presidente dell'Automobile club d'Italia per il quadriennio 2012-2016 ed in quella sede è risultato eletto l'ingegner Angelo Sticchi Damiani;
proprio in conseguenza di queste irregolarità, successivamente all'elezione, sono stati presentati ricorsi dinanzi all'autorità giudiziaria competente e degli esposti rivolti al Ministro interrogato, aventi ad oggetto l'annullamento delle elezioni del presidente dell'ente a causa di numerose irregolarità anche nello svolgimento delle assemblee periferiche;
nonostante la pendenza dei ricorsi, il Consiglio dei ministri n. 15 del 14 febbraio 2012 ha avviato la procedura per la nomina a presidente dell'Automobile club d'Italia dell'ingegner Angelo Sticchi Damiani;
ragioni quantomeno di opportunità impongono di valutare la compatibilità a ricoprire questa carica da parte di un soggetto condannato per danno erariale dalla Corte dei Conti, sezione giurisdizionale del Lazio, con sentenza n. 2021 del 2005, per aver tenuto un comportamento «contrario ai propri doveri d'ufficio, alla cui osservanza, i convenuti erano particolarmente tenuti» e sottoposto anche ad altri procedimenti, anche di carattere penale, come si è appreso da numerosi articoli di stampa -:
se il Ministro interrogato non ritenga di intervenire con immediatezza, per gli aspetti di propria competenza, interrompendo la procedura di nomina a presidente dell'Automobile club d'Italia dell'ingegner Angelo Sticchi Damiani, nominando un commissario straordinario.
(3-02149)
(6 marzo 2012)

Iniziative in ordine all'attribuzione degli incarichi dirigenziali presso la Presidenza del Consiglio dei ministri - 3-02150

DI PIETRO e BARBATO. - Al Ministro per i rapporti con il Parlamento. - Per sapere - premesso che:
c'è una burocrazia potentissima e costosa che resiste anche ai cambi di Governo; il Governo ha chiesto sacrifici a tutti, anche ai pensionati italiani, e poi ha lasciato intatto il potere dei «funzionari di palazzo», continuando ad utilizzare personale già in pensione o comunque mantenendo consulenze, anche laddove si potrebbero utilizzare risorse interne;
ad esempio, Eugenio Ficorilli, classe 1946, entra alla Presidenza del Consiglio dei ministri nel 1982 e arriva al cerimoniale nel 1994, diventandone il capo nel 2002; continua a dirigere quell'ufficio mentre lo Stato gli paga anche la pensione;
tra i titolari di pensione che ricoprono ruoli di vertice, figura anche Antonio Ragusa, 71 anni di età (come risulta dalle carte dell'inchiesta P4 non si esclude che abbia raccomandato rispettivamente a Finmeccanica e all'Eni un figlio e un nipote tramite il suo amico Bisignani), il quale guida il dipartimento risorse strumentali della Presidenza del Consiglio dei ministri, con uno stipendio lordo vicino a 200 mila euro; Raffaele Di Loreto, nato nel 1946, è un ingegnere edile esperto di pianificazione urbana ed è capo dell'ufficio voli di Stato, di Governo e umanitari; tra i decani della giunta di presidenza c'è Giancarlo Bravi, nato nel 1942, che dirige l'unità tecnica di missione per le celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia;
i giovani oggi sono una spina nel fianco per la crisi occupazionale e tenere ancora nella pubblica amministrazione dei pensionati, che hanno incassato anche liquidazioni d'oro e vengono poi richiamati, con incarichi di consulenza, a svolgere attività dirigenziali apicali, sicuramente non favorisce l'inserimento delle nuove generazioni;
sarebbe opportuno in relazione alla nota circolare sulla sobrietà e l'austerità delle pubbliche amministrazioni, emanata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, che venissero utilizzate le risorse in dotazione alla stessa Presidenza, composte già da 80 dirigenti di prima fascia;
presso la Presidenza del Consiglio dei ministri opera anche Mauro Della Giovanpaola, finito nelle indagini sulla «cricca», il quale svolge l'attività di dirigente di prima fascia come «estraneo». Della Giovanpaola percepisce un compenso di 140.788,90 euro e, come altre decine di dirigenti, viene utilizzato con incarico di consulenza dall'esterno. Tali nomine, ad avviso degli interroganti, appaiono frutto di una deprecabile politica del personale posta in essere dai partiti che si sono succeduti alla guida del Governo nel corso degli anni;
si tenga presente che risultano esservi 214 unità di dirigenti di seconda fascia in dotazione sempre alla Presidenza del Consiglio dei ministri, che dovrebbero avere le competenze e i requisiti per svolgere gli incarichi affidati attualmente ad esterni o a pensionati -:
se non ritenga che sia opportuno affidare gli incarichi di dirigenza, di cui in premessa, attingendo alla dotazione di personale interno della Presidenza del Consiglio dei ministri. (3-02150)
(6 marzo 2012)

Iniziative volte ad eliminare l'attuale regime di monopolio nella gestione della tratta aerea Roma-Milano - 3-02151

NUCARA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il recente provvedimento in materia di liberalizzazioni approvato dal Governo presenta un importante contributo di innovazione in un Paese, quale l'Italia, che ancor oggi occupa il 92o posto nella specifica graduatoria delle nazioni in materia di concorrenza;
nei prossimi mesi è previsto che un nuovo soggetto industriale opererà in concorrenza con l'azienda di Stato per i trasporti su rotaia nel comparto dell'alta velocità, consentendo così significativi risparmi economici e più efficaci livelli di servizi per gli utenti;
a seguito dei noti provvedimenti varati dal Governo pro tempore per il salvataggio dell'Alitalia, vige ancora una situazione di esclusiva nel trasporto aereo relativamente alla tratta Roma-Milano, con i conseguenti inconvenienti connessi alla gestione di servizi in regime di monopolio -:
se il Ministro interrogato non ritenga che il Governo debba predisporre tempestivamente tutte le iniziative necessarie ad eliminare l'attuale situazione di regime di monopolio in essere nella gestione della tratta aerea Roma-Milano, al fine di consentire ai numerosi passeggeri che quotidianamente utilizzano detto servizio di usufruire dei benefici di natura economica e di maggiore qualità ed efficienza del servizio, che sicuramente deriverebbero dalla presenza di ulteriori gestori oltre all'Alitalia. (3-02151)
(6 marzo 2012)

Elementi e iniziative in merito al progetto industriale riguardante l'impianto di raffinazione Isab di Priolo (Siracusa) in relazione alla cessione da parte di Erg di un significativo pacchetto azionario a favore della società russa Lukoil - 3-02152

GIANNI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
sempre meno raffinazione e sempre più energie rinnovabili nel futuro della Erg. La società della famiglia Garrone ha esercitato un'ulteriore quota dell'«opzione put» nella joint venture con il gruppo Lukoil: il colosso russo dell'energia ha versato 400 milioni di euro per entrare in possesso di un altro 20 per cento della Isab, la società che gestisce l'impianto per la raffinazione degli idrocarburi di Priolo, in Sicilia;
l'opzione faceva parte degli accordi tra le due società sottoscritti nel 2008, quando Lukoil divenne socio dei Garrone con il 49 per cento delle quote dietro il versamento di 852 milioni, mentre il rimanente 51 per cento poteva essere ceduto dagli italiani in quote successive entro il 2013. Con l'ultima operazione, la quota della famiglia genovese scende così al 20 per cento della Isab;
Erg manterrà una presenza nel consiglio di amministrazione di Isab e nei comitati gestionali. Erg e Lukoil hanno modificato anche gli accordi sottoscritti nel 2008, in particolare con riferimento al periodo di lock-up di Erg per l'esercizio dell'«opzione put» sulla rimanente quota del 20 per cento di Isab, esteso ora sino al 1o ottobre 2013;
la scelta da parte di Erg di procedere alla cessione, di fatto, dell'intero pacchetto di azioni della Isab potrebbe produrre da parte di Lukoil la scelta di derubricare l'impianto di raffinazione di Priolo a deposito;
se la Lukoil procedesse a retrocedere a deposito l'impianto di raffinazione di Priolo significherebbe che circa 1000 lavoratori tra dipendenti e indotto potrebbero perdere il posto di lavoro, questo in una zona e in una regione dove sono già pesantissimi e insostenibili gli effetti della crisi economica -:
se non ritenga necessario e improcrastinabile avviare le opportune iniziative, di concerto con tutte le istituzioni interessate, al fine di promuovere un incontro con i Ministri russi competenti e la società Lukoil, per conoscere le reali intenzioni della Lukoil relativamente all'impianto di raffinazione gestito dalla Isab di Priolo, scongiurando così la pesantissima crisi occupazionale che deriverebbe dall'utilizzo dell'area della raffineria come solo luogo di deposito della benzina.
(3-02152)
(6 marzo 2012)

Problematiche concernenti l'attuazione delle ordinanze relative alla cosiddetta «emergenza nomadi», con riferimento allo svolgimento del censimento delle persone di etnia rom e sinti - 3-02153

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO, ZAMPARUTTI, MARAN, QUARTIANI e GIACHETTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel maggio 2008 il Governo pro tempore ha adottato un pacchetto di misure d'emergenza che conferivano poteri straordinari ai prefetti di Napoli, Roma e Milano per l'adozione di provvedimenti aventi come destinatari i rom residenti nei cosiddetti campi nomadi di Campania, Lazio e Lombardia. Nel maggio 2009 lo stato di emergenza è stato prorogato fino alla fine del 2010 ed esteso alle regioni del Piemonte e del Veneto;
le predette misure d'emergenza sono state utilizzate per condurre un censimento dei campi nomadi e, conseguentemente, delle persone di etnia rom e sinti residenti in Italia, che ha implicato il rilevamento delle loro impronte digitali, o delle loro fotografie, o dei loro documenti e la creazione di una o più banche dati rom presso le amministrazioni locali responsabili del censimento. Secondo il Ministero dell'interno, durante il primo anno della cosiddetta «emergenza nomadi», 167 campi rom sono stati soggetti al censimento e sono stati compiuti controlli d'identità su 12.346 persone, di cui 5.436 erano minori. Il censimento è proseguito nel 2009 e 2010 con l'estensione dell'emergenza ad altre due regioni;
per quanto riguarda in particolare la città di Roma, il prefetto-commissario Giuseppe Pecoraro aveva dichiarato in un'intervista a un ricercatore dell'Associazione 21 luglio, nel gennaio 2010, che la procedura di raccolta dei rilievi dattiloscopici e fotografici riguardanti le comunità rom e sinte a Roma sarebbe servita a «dividere i buoni dai cattivi». Dai riscontri effettuati con un'indagine svolta dall'Associazione 21 luglio tra il dicembre 2009 e il gennaio 2012 appare evidente come tale procedura violi le norme nazionali e internazionali in materia di discriminazione etnica o razziale;
ed invero le operazioni di raccolta dei rilievi dattiloscopici e fotografici effettuati all'interno degli insediamenti romani hanno riguardato esclusivamente rom e sinti, al di là del loro status giuridico. Sotto l'apparente copertura fornita dalla definizione di «nomadi» sono stati interessati dalla procedura solo e tutti i componenti delle comunità rom e sinte dei campi oggetto delle operazioni delle forze di polizia;
la copiosa documentazione fornita dall'Associazione 21 luglio evidenzia come l'identificazione ha riguardato rom e sinti, a prescindere dalla presenza dei requisiti normativi tassativamente indicati dall'articolo 4 decreto regio n. 773 del 1931 (testo unico di pubblica sicurezza), secondo cui: «L'autorità di pubblica sicurezza ha facoltà di ordinare che le persone pericolose o sospette e coloro che non sono in grado o si rifiutano di provare la loro identità siano sottoposti a rilievi foto segnaletici». Le persone rom intervistate spesso hanno riferito d'essersi sentiti direttamente o indirettamente costrette a sottoporsi alla procedura di raccolta di impronte e fotografie. L'alternativa sarebbe stata quella di non poter continuare ad avere un alloggio nell'insediamento informale che sarebbe stato da lì a poco sgomberato o all'interno di un «villaggio attrezzato». A fronte delle 5.000 persone rom sottoposte alle procedure, al 31 luglio 2011 sono stati solo 119 i permessi di soggiorno per motivi umanitari rilasciati dalla questura di Roma. Secondo i riscontri effettuati, al termine della procedura di richiesta di protezione internazionale, molti rom apolidi di fatto - e quindi evidentemente impossibilitati a ottenere un qualsiasi documento che attesti la loro identità - non hanno potuto ottenere dalla questura di Roma il rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari perché privi del passaporto;
sono stati rilevati dati, la cui raccolta non è legittimata da alcuna forma di censimento o identificazione in base alla normativa italiana, in particolare tramite foto che coinvolgono l'intero gruppo familiare o i minori di 14 anni congiuntamente ai genitori;
secondo la documentazione raccolta dall'Associazione 21 luglio, nelle suddette procedure di raccolta dati sono state interessate esclusivamente persone appartenenti alle comunità rom e sinte. I rom sono stati il più delle volte accompagnati negli uffici della questura di Roma - ufficio immigrazione - di via Teofilo Patini a Roma presso uno sportello a loro dedicato, dove è stato apposto un cartello con la scritta «Sportello nomadi - No asilo politico». Presso questo ufficio sono state rilevate le impronte digitali di ciascuno individuo rom con un'età superiore a 14 anni. Sono state scattate foto alla stessa persona, da sola e insieme all'intero gruppo familiare. I bambini con età inferiore a 14 anni sono stati fotografati con i genitori. Secondo alcune testimonianze è stata rilevata l'altezza di ogni persona. Tre persone rom intervistate hanno affermato che è stata registrata anche l'eventuale presenza e tipologia di tatuaggi. In due casi è stato riportato il coinvolgimento di minori con età inferiore a 14 anni nella raccolta di impronte digitali;
il termine informale «censimento», utilizzato delle autorità locali e dai media per individuare tali procedure di raccolta e archiviazione di impronte e foto delle persone rom e sinte a Roma, sembra voler dunque nascondere il reale intento delle operazioni: un'identificazione e schedatura di massa di rom e sinti realizzate su base etnica;
l'Associazione 21 luglio, in un memorandum inviato il 31 gennaio 2012 al Cerd (The Committee on the elimination of racial discrimination) delle Nazioni Unite, in base alla documentazione prodotta, ha chiesto alle autorità competenti, senza ricevere ad oggi nessuna risposta:
a) la chiusura dello sportello, ubicato a Roma presso i locali dell'ufficio immigrazione della questura, dedicato esclusivamente alla procedura di raccolta e archiviazione dei rilievi dattiloscopici e fotografici che ha coinvolto le comunità rom e sinte;
b) attraverso il coinvolgimento del Garante per la protezione dei dati personali, la cancellazione di tutti i dati che sono stati raccolti in base alla dichiarazione dello stato di emergenza, a prescindere dalla comprovata legittimità in sede giudiziaria, caso per caso, della procedura posta in essere -:
se il Governo intenda verificare il rispetto da parte dell'autorità amministrativa delle ordinanze di attuazione connesse alla dichiarazione dello stato di emergenza del 21 maggio 2008 e delle linee guida emanate dal Ministero dell'interno il 17 luglio 2008, della sentenza del Consiglio di Stato del 16 novembre 2012, con la quale è stato annullato lo stato di emergenza decretato il 21 maggio del 2008 con le ordinanze nn. 3676, 3677 e 3678, concernenti insediamenti di comunità nomadi nelle regioni Campania, Lazio e Lombardia, nonché di tutti i provvedimenti ad esso connessi, e in particolare, qualora sia verificata la presenza dello sportello «per nomadi» all'interno della questura di Roma, se non intenda disporne l'immediata chiusura alla luce del memorandum inviato il 31 gennaio 2012 dall'Associazione 21 luglio al Cerd (The Committee on the elimination of racial discrimination) delle Nazioni Unite. (3-02153)
(6 marzo 2012)