Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

Cerca nel sito

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Per visualizzare il contenuto multimediale è necessario installare il Flash Player Adobe e abilitare il javascript

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute >>

XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Martedì 15 maggio 2012

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 15 maggio 2012.

  Albonetti, Alessandri, Antonione, Bindi, Bongiorno, Brugger, Buonfiglio, Buttiglione, Caparini, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Commercio, Gianfranco Conte, D'Alema, D'Amico, Dal Lago, De Biasi, Della Vedova, Donadi, Dozzo, Fava, Gregorio Fontana, Franceschini, Giancarlo Giorgetti, Iannaccone, Leo, Leone, Lombardo, Lucà, Lupi, Lussana, Margiotta, Mazzocchi, Mecacci, Melchiorre, Migliavacca, Migliori, Milanato, Misiti, Moffa, Nucara, Leoluca Orlando, Palumbo, Pescante, Pisicchio, Paolo Russo, Stefani, Stucchi, Valducci.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

  Albonetti, Alessandri, Bindi, Bongiorno, Boniver, Brugger, Buonfiglio, Buttiglione, Caparini, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Commercio, Gianfranco Conte, D'Alema, D'Amico, Dal Lago, De Biasi, Della Vedova, Donadi, Dozzo, Fava, Gregorio Fontana, Franceschini, Gidoni, Giancarlo Giorgetti, Iannaccone, Jannone, Leo, Leone, Lombardo, Lucà, Lupi, Lusetti, Lussana, Margiotta, Mazzocchi, Mecacci, Melchiorre, Migliavacca, Migliori, Milanato, Misiti, Moffa, Nucara, Leoluca Orlando, Palumbo, Pescante, Pisicchio, Paolo Russo, Stefani, Stucchi, Valducci.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 14 maggio 2012 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
  BELTRANDI ed altri: «Modifiche agli articoli 152 e 230 del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, concernenti l'introduzione dell'obbligo di redazione del bilancio consolidato e dei conti patrimoniali di inizio e fine mandato degli amministratori nell'ordinamento contabile degli enti locali» (5195);
  FAENZI: «Disposizioni concernenti l'organizzazione e le funzioni dell'Agenzia per lo sviluppo del settore ippico nonché in materia di scommesse ippiche» (5196);
  FEDERICO TESTA: «Modifica all'articolo 12 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, e altre disposizioni concernenti le concessioni di grandi derivazioni d'acqua per uso idroelettrico» (5197).

  Saranno stampate e distribuite.

Annunzio di una proposta di legge d'iniziativa popolare.

  In data 14 maggio 2012 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge:
  PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA POPOLARE: «Abrogazione dei rimborsi elettorali in occasione di elezioni per il rinnovo della Camera, del Senato, del Parlamento europeo, degli organi regionali» (5198).

  Sarà stampata, previo accertamento della regolarità delle firme dei presentatori, ai sensi della legge 25 maggio 1970, n. 352, e distribuita.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:
   I Commissione (Affari costituzionali):
  MOLGORA e TORAZZI: «Istituzione di un contributo di solidarietà a scopi sociali sugli assegni vitalizi dei parlamentari (5037) Parere delle Commissioni V e XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale);
  MELIS ed altri: «Modifiche al decreto legislativo 12 aprile 1996, n. 197, in materia di diritto di elettorato nelle elezioni comunali e circoscrizionali per i cittadini di Stati dell'Unione europea residenti in Italia» (5081) Parere della XIV Commissione;
  PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA POPOLARE: «Abrogazione dei rimborsi elettorali in occasione di elezioni per il rinnovo della Camera, del Senato, del Parlamento europeo, degli organi regionali» (5198) Parere delle Commissioni II, V e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
   IV Commissione (Difesa):
  VILLECCO CALIPARI: «Concessione di una promozione a titolo onorifico ai militari delle Forze armate e dei Corpi di polizia a ordinamento militare profughi a seguito dell'applicazione del trattato di pace fra l'Italia e le Potenze alleate ed associate, firmato a Parigi il 10 febbraio 1947» (4994) Parere delle Commissioni I, II, V e XI.

  VIII Commissione (Ambiente):
  S. 3162. – LANZARIN ed altri: «Modifiche al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e altre disposizioni in materia ambientale» (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato) (4240-B) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, IX, X, XII, XIII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Annunzio della convocazione di una Commissione permanente per l'elezione del presidente.

  La Commissione Cultura, scienza ed istruzione è convocata dal Presidente della Camera mercoledì 23 maggio, alle ore 14, per l'elezione del suo presidente.

Trasmissioni dalla Corte dei conti.

  La Corte dei conti – sezione del controllo sugli enti – con lettera in data 11 maggio 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della Fondazione «Istituto italiano di tecnologia» (IIT), per l'esercizio 2010, Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 421).

  Questo documento è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla X Commissione (Attività produttive).

  Il presidente della Corte dei conti, con lettera in data 14 maggio 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 60, comma 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, la relazione sul costo del lavoro pubblico, aggiornata al mese di maggio dell'anno 2012 (doc. XC, n. 4).

  Questo documento è stato trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla XI Commissione (Lavoro).

Trasmissioni da Ministeri.

  I Ministeri competenti hanno dato comunicazione dei decreti ministeriali recanti variazioni di bilancio autorizzate ai sensi delle sottoindicate disposizioni legislative:
   articolo 3, comma 5, del decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 279;
   articolo 23, comma 1, della legge 27 dicembre 2002, n. 289;
   articolo 3, comma 151, della legge 24 dicembre 2003, n. 350;
   articolo 1, comma 350, della legge 24 dicembre 2007, n. 244;
   articolo 617, comma 2, del codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66.

  Tali comunicazioni sono trasmesse alla V Commissione (Bilancio), nonché alle Commissioni competenti per materia.

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 14 maggio 2012, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, la comunicazione della Commissione relativa all'imposizione di diritti nazionali sulle infrastrutture stradali ai veicoli leggeri privati (COM(2012)199 final), che è assegnata, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alla VIII Commissione (Ambiente), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  La Commissione europea, in data 14 maggio 2012, ha trasmesso un nuovo testo della Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sui risultati raggiunti e sugli aspetti qualitativi e quantitativi dell'attuazione del Fondo europeo per i rimpatri per il periodo 2008-2009 (relazione presentata ai sensi dell'articolo 50, paragrafo 3, lettera b), della decisione n. 575/2007/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 maggio 2007) (COM(2011)858 final/2), che sostituisce il documento COM(2011)858 definitivo, già assegnato, in data 14 dicembre 2011, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alla I Commissione (Affari costituzionali), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Annunzio di un provvedimento concernente un'amministrazione locale.

  Il Ministero dell'interno, con lettera in data 10 maggio 2012, ha dato comunicazione, ai sensi dell'articolo 141, comma 6, del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, del decreto del Presidente della Repubblica di scioglimento del consiglio provinciale di Genova.

  Questa documentazione è depositata presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Comunicazione di nomina ministeriale.

  La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 11 maggio 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, la comunicazione concernente il conferimento alla dottoressa Maddalena Ragni, ai sensi del comma 4 del medesimo articolo 19, dell'incarico di livello dirigenziale generale di direttore ad interim della direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Toscana.

  Tale comunicazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla VII Commissione (Cultura).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

ERRATA CORRIGE

  Nell’Allegato A al resoconto della seduta del 14 maggio 2012, a pagina 5, prima colonna, ventiquattresima riga, dopo la parola: «sanzioni),» si intende inserita la seguente: «III,».

MOZIONI MOGHERINI REBESANI, LA MALFA, BONIVER, PEZZOTTA, PAGLIA, MOSELLA, COMMERCIO ED ALTRI N. 1-00971, DI STANISLAO ED ALTRI N. 1-00987, MISITI ED ALTRI N. 1-00988, DOZZO ED ALTRI N. 1-00989, PIANETTA ED ALTRI N. 1-00993, MOFFA ED ALTRI N. 1-01004 E OSSORIO ED ALTRI N. 1-01009 CONCERNENTI INIZIATIVE PER IL DISARMO E LA NON PROLIFERAZIONE NUCLEARE IN VISTA DEL PROSSIMO VERTICE NATO

Mozioni

   La Camera,
   premesso che:
    il rischio della proliferazione nucleare e di un uso di armi nucleari, anche su scala regionale, rappresenta a tutt'oggi una minaccia ancora presente nel contesto internazionale, non solo in considerazione della condotta di alcuni Stati che minacciano di mettere a repentaglio il regime di progressivo disarmo, non proliferazione ed uso pacifico del nucleare codificato dal trattato di non proliferazione nucleare, ma anche alla luce di nuove minacce di natura asimmetrica come quella rappresentata dal terrorismo internazionale;
    nel corso degli ultimi anni, proprio la consapevolezza di tale scenario ha prodotto numerose iniziative assunte per incoraggiare la comunità internazionale a procedere concretamente verso l'obiettivo di un mondo libero da armi nucleari, superando progressivamente la logica della deterrenza, attraverso trattati internazionali per la riduzione degli armamenti, dichiarazioni di principio, revisioni delle concezioni strategiche e delle dottrine nucleari di singoli Paesi e di alleanze militari internazionali;
    in questo ambito di grande rilievo ed impulso per l'intera comunità internazionale è stata la nuova politica adottata dall'amministrazione Usa, inaugurata con il discorso pronunciato dal Presidente Obama il 5 aprile 2009 a Praga, nel quale è stato indicato alla comunità internazionale l'obiettivo di «un mondo senza armi nucleari», da conseguire attraverso la riduzione degli arsenali nucleari, la messa al bando globale dei test nucleari – anche attraverso una ratifica del Trattato per il bando totale delle esplosioni nucleari (Comprehensive Test Ban Treaty – Ctbt) da parte statunitense, la moratoria della produzione dei materiali fissili utilizzati per la costruzione di armi nucleari, il rafforzamento dell'autorità preposta alle ispezioni internazionali, il ripensamento della cooperazione nucleare a scopi civili;
    il 23 giugno 2009, la Camera dei deputati e il 17 dicembre 2009 il Senato della Repubblica hanno approvato mozioni parlamentari sostenute da larghissimo consenso, che incoraggiano il Governo italiano a lavorare, in ogni sede internazionale multilaterale, per raggiungere l'obiettivo di un mondo libero da armi nucleari;
    il 26 febbraio 2010 i Ministri degli affari esteri di Germania, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo e Norvegia hanno inviato una lettera al Segretario generale della Nato per richiedere l'apertura di un ampio dibattito in seno all'Alleanza atlantica, con particolare riferimento alla prospettiva di una riduzione e di un ritiro delle armi nucleari tattiche statunitensi presenti sul territorio europeo;
    il Parlamento europeo ha approvato con voto bipartisan il 10 marzo 2010 una risoluzione che «richiama l'attenzione sull'anacronismo strategico delle armi tattiche nucleari e sulla necessità che l'Europa contribuisca alla loro riduzione ed eliminazione dal proprio territorio nel contesto di un dialogo di più ampio respiro con la Russia; prende atto in tale contesto della decisione adottata il 24 ottobre 2009 dal Governo di coalizione tedesco di adoperarsi per il ritiro delle armi nucleari dalla Germania nell'ambito del processo globale di conseguimento di un mondo denuclearizzato; si compiace della lettera inviata il 26 febbraio 2010 dai Ministri degli affari esteri di Germania, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo e Norvegia al Segretario generale della Nato, in cui si chiede l'avvio di un ampio dibattito in seno all'Alleanza sulle modalità di conseguimento dell'obiettivo politico generale di un mondo senza armi nucleari». Nella stessa risoluzione si ribadisce come «nell'ambito degli accordi di condivisione nucleare o degli accordi bilaterali in ambito Nato sono a tutt'oggi schierate in cinque Paesi membri non nucleari dell'Alleanza 150-200 armi tattiche nucleari (Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi e Turchia)»;
    il Consiglio dell'Unione europea nella decisione 2010/212/CFSP del 29 marzo 2010, relativa alla posizione dell'Unione europea nella Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione nucleare, del 2010, con esplicito riferimento alle armi nucleari non-strategiche ha esortato «tutti gli Stati che posseggono tali armi ad includerle nei rispettivi processi generali di controllo degli armamenti e di disarmo, in vista della loro riduzione ed eliminazione secondo modalità verificabili e irreversibili»;
    nella nuclear posture Review pubblicata dal Dipartimento della difesa degli Usa il 6 aprile 2010, l'amministrazione statunitense ridefinisce la sua dottrina strategica, a partire da una riduzione del ruolo e del numero delle armi nucleari nella politica di sicurezza nazionale e afferma che: «sebbene le armi nucleari abbiano dimostrato di essere una componente chiave delle assicurazioni americane agli alleati e partner, gli Stati Uniti hanno fatto sempre più affidamento su elementi non-nucleari per rafforzare le architetture di sicurezza regionali, tra cui una presenza avanzata di forze convenzionali americane ed efficaci difese di teatro contro i missili balistici. Con la progressiva riduzione del ruolo delle armi nucleari nella strategia di sicurezza nazionale statunitense, questi elementi non nucleari assumeranno una quota maggiore degli oneri di deterrenza. Inoltre, un elemento indispensabile di un'efficace deterrenza regionale è non solo di tipo non-nucleare, ma anche non militare – i solidi legami politici di fiducia tra gli Stati Uniti e i loro alleati e partner»;
    l'8 aprile 2010 a Praga è stato sottoscritto dal Presidente americano Obama e da quello russo Medvedev il nuovo Trattato sulla riduzione degli arsenali nucleari (New Strategic Arms Reduction-Treaty – New Start), ratificato il 22 dicembre 2010 dal Senato Usa e il 25 e 26 gennaio 2011 dalla Duma e dal Consiglio federale della Federazione russa;
    il 28 maggio 2010 si è conclusa a New York la Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione nucleare con l'approvazione di un documento finale consensuale che contiene un piano d'azione in 64 punti. Dopo il fallimento della Conferenza di riesame del 2005, si è così raggiunto un accordo unanime su misure concrete: rilancio delle «garanzie negative di sicurezza»; invito a ratificare il Trattato per il bando totale delle esplosioni nucleari (Comprehensive Test Ban Treaty – Ctbt); sollecitazione a concludere un trattato per il bando della produzione di materiali fissili e la riduzione di quelli esistenti (Fissile Majerial Cutoff Treaty – Fmct) sotto il controllo dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Iaea); convocazione di una conferenza internazionale nel 2012 per realizzare una zona priva di armi di distruzione di massa e dei rispettivi vettori in Medio Oriente;
    il 3 giugno 2010 la Camera dei deputati ha approvato una nuova mozione parlamentare, con consenso unanime, che impegna, tra le altre cose, il Governo italiano «ad approfondire con gli alleati, nel quadro del nuovo concetto strategico della Nato di prossima approvazione, il ruolo delle armi nucleari sub-strategiche, e a sostenere l'opportunità di addivenire – tramite passi misurati, concreti e comunque concertati tra gli alleati – ad una loro progressiva ulteriore riduzione, nella prospettiva della loro eliminazione»;
    il 19 novembre 2010 è stato adottato a Lisbona il nuovo «Concetto strategico per la difesa e sicurezza dei membri della Nato» dal titolo «Active Engagement, Modem Defence», che – pur ribadendo che «finché esisteranno armi nucleari, la Nato resterà un'alleanza nucleare» – assume l'impegno «a realizzare un mondo più sicuro per tutti e a creare le condizioni per un mondo senza armi nucleari, conformemente agli obiettivi del Trattato di non proliferazione nucleare, in modo da promuovere la stabilità internazionale sulla base del principio di una sicurezza immutata per tutti»;
    nel nuovo concetto strategico della Nato, i Paesi Alleati affermano inoltre che «con i cambiamenti nel contesto della sicurezza dopo la fine della Guerra fredda, abbiamo ridotto drasticamente il numero di armi nucleari presenti in Europa e la nostra dipendenza dalle armi nucleari nell'ambito della strategia della Nato. Ci adopereremo per creare le condizioni per ulteriori riduzioni in futuro», sulla base del principio che «il controllo degli armamenti, il disarmo e la non proliferazione contribuiscono alla pace, alla sicurezza e alla stabilità internazionale, garantendo una sicurezza immutata per tutti i membri dell'Alleanza»;
    nell'ambito della stessa revisione strategica che si è compiuta in sede Nato si è riconosciuto che l'alleanza ha drasticamente ridotto il numero di armi nucleari di stanza in Europa, oltre che l'affidamento sulle armi nucleari nella strategia Nato. L'alleanza ha ribadito, del resto, che «la garanzia suprema della sicurezza degli Alleati è assicurata dalle forze nucleari strategiche, in particolare quelle degli Usa; le forze nucleari strategiche indipendenti di Gran Bretagna e Francia, che hanno un loro proprio ruolo deterrente, contribuiscono alla complessiva deterrenza e sicurezza degli Alleati»;
    così come stabilito dalla dichiarazione del summit di Lisbona del 20 novembre 2010, l'adozione del nuovo concetto strategico della Nato ha dato avvio alla «Nato's Defence and Deterrence Posture Review», un processo di revisione dell'intera posizione dell'Alleanza in materia nucleare, convenzionale e missilistica, che si concluderà nel vertice previsto nel maggio 2012 negli Usa a Chicago;
    il 14 aprile 2011 è stato sottoscritto al vertice dei ministri degli esteri Nato a Berlino, da parte di Polonia, Norvegia, Germania e Paesi Bassi, un «non-paper sul rafforzamento della trasparenza e della fiducia in relazione alle armi nucleari tattiche in Europa» indirizzato al Segretario generale della Nato. Il documento ha ricevuto il sostegno di Belgio, Repubblica Ceca, Ungheria, Islanda, Lussemburgo e Slovenia. Tale iniziativa ha inteso sollecitare un più sistematico dialogo tra Nato e Federazione russa, con l'adozione di una serie di misure di trasparenza reciproca tra Usa e Russia che possano favorire una progressiva riduzione e una successiva definitiva eliminazione delle armi nucleari tattiche dal territorio europeo;
    il 27 maggio 2011 è stata approvata la «Dichiarazione sulla non proliferazione e sul disarmo» al vertice G8 di Deauville, in Francia. In essa, è stato riaffermato il sostegno incondizionato al Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp) come pietra angolare del regime internazionale di non proliferazione; è stato rivolto un appello «a tutti gli Stati non ancora parti del trattato di non proliferazione (Tnp), della Convenzione sulle armi chimiche (Cwc) e della Convenzione sulle armi biologiche e tossiche (Btwc), ad aderire senza indugio»; è stato riaffermato l'impegno a dare attuazione alle decisioni della Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione nucleare del 2010 per quanto riguarda la «costituzione in Medio Oriente di una zona libera dalle armi nucleari e dalle altre armi di distruzione di massa», facendo tutti gli sforzi necessari alla preparazione della conferenza che si terrà nel 2012; è stato confermato l'impegno per la «cessazione definitiva di tutti i test sulle armi nucleari, attraverso una rapida entrata in vigore del «“Comprehensive Nuclear-Test-Ban Treaty” (Ctbt) e una sua universalizzazione» e ribadito il «sostegno per il lavoro svolto dal “Comprehensive Nuclear-Test-Ban Treaty Organization” (Ctbto), nella costruzione di tutti gli elementi del regime di verifica, in particolare il Sistema di monitoraggio internazionale (Ims) e le ispezioni in loco»; è stato rivolto un invito a tutti gli Stati partecipanti alla Conferenza sul disarmo affinché avviino immediatamente negoziati internazionali per giungere alla conclusione di un trattato sulla messa al bando della produzione di materiale fissile;
    nel dicembre 2011, la «Nuclear Threat Initiative» ha pubblicato il rapporto «Reducing Nuclear Risks in Europe: A Framework for Action», accompagnato da 10 obiettivi concreti (10 per il 2012) indicati dall'ex senatore americano Sam Nunn in vista del vertice Nato di maggio 2012 a Chicago, che mirano a sottolineare tra l'altro la necessità di cambiare lo status delle armi nucleari tattiche in Europa, assumendo l'obiettivo di completarne il rientro in territorio statunitense nell'arco dei prossimi cinque anni, definendo i passaggi intermedi e la tempistica definitiva dell'implementazione di questo obiettivo in base agli sviluppi del più ampio contesto politico e di sicurezza nelle relazioni tra Nato e Federazione russa,

impegna il Governo:

   a svolgere un ruolo attivo a sostegno delle misure di disarmo e di non proliferazione nucleare in tutte le sedi internazionali proprie e, in particolare, in vista del prossimo vertice Nato di maggio 2012 a Chicago, a sostenere nell'ambito della «Defence and Deterrence Posture Review» l'assunzione di una «declaratory policy» della Nato che indichi come scopo fondamentale delle sue armi nucleari la deterrenza dell'uso di armi nucleari da parte di altri, in linea con le «declaratorypolicies» di Usa e Gran Bretagna in materia di impiego dell'arma nucleare e di garanzie negative di sicurezza, e che incoraggi contestualmente la riduzione del ruolo degli arsenali tattici per la deterrenza nucleare;
   a sostenere, nell'ambito della «Defence and Deterrence Posture Review» e in vista del prossimo vertice Nato di maggio 2012 a Chicago, l'opportunità di rafforzare le misure di trasparenza da parte dell'Alleanza atlantica, in coerenza con la politica in materia di arsenali nucleari adottata con la recente «Nuclear Posture Review» degli Usa e coerente con il nuovo concetto strategico della Nato;
   a sostenere, nell'ambito della «Defence and Deterrence Posture Review» e in vista del prossimo vertice Nato di maggio 2012 a Chicago, l'opportunità di ridurre ulteriormente il numero di armi nucleari tattiche in Europa, nella prospettiva della loro eliminazione, anche tramite il sostegno a proposte concrete che consentano di definire, in via consensuale nell'ambito dell'Alleanza atlantica, passaggi intermedi ed una tempistica definitiva per l'implementazione di questo obiettivo, anche in base agli sviluppi del più ampio contesto politico e di sicurezza nelle relazioni tra Nato e Federazione russa e in un quadro di reciprocità;
   a sostenere in occasione del vertice Nato del maggio 2012, l'obiettivo di approfondire le consultazioni e di rafforzare il dialogo tra la Nato e la Federazione russa, a partire dal rilancio delle attività del Consiglio Nato-Russia (NRC), sull'insieme delle questioni relative alla sicurezza euro-atlantica, dalla difesa missilistica alle armi convenzionali e nucleari, per consolidare la fiducia reciproca e per favorire l'adozione, su base volontaria, di misure di trasparenza, di sicurezza, di monitoraggio, di riduzione ulteriore dello stato di operatività dei sistemi di arma nucleare in modo da promuovere la stabilità e la sicurezza internazionale (conclusioni della conferenza sul riesame del Trattato di non proliferazione nucleare del 2010, azione 5e) e di progressiva riduzione delle armi nucleari tattiche in Europa, nella prospettiva della loro eliminazione;
   a contribuire nelle sedi internazionali proprie, in coerenza con gli obiettivi già indicati dal vertice G8 dell'Aquila, alla piena realizzazione degli impegni assunti a conclusione della Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione nucleare del maggio 2010, operando per il rafforzamento del regime internazionale di non proliferazione, per l'attuazione del sistema delle «garanzie negative di sicurezza», per l'entrata in vigore del Trattato per la messa al bando delle sperimentazioni, per l'avvio di negoziati per la messa al bando della produzione di materiale fissile (Fmct), per la realizzazione di una zona priva di armi di distruzione di massa e dei rispettivi vettori in Medio Oriente e per l'adozione universale del protocollo aggiuntivo dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, con l'obiettivo di consolidare le capacità ispettive dell'agenzia;
   a promuovere la formazione relativa alla materia del disarmo, della non proliferazione e del controllo degli armamenti, nel quadro delle Nazioni Unite, dell'Unione europea e sul piano nazionale, con particolare riferimento, in quest'ultimo caso, alla formazione professionale dei funzionari diplomatici e degli ufficiali delle Forze armate.
(1-00971)
(Nuova formulazione) «Mogherini Rebesani, La Malfa, Boniver, Pezzotta, Paglia, Mosella, Commercio, Baccini, Boccuzzi, Bossa, Brandolini, Cambursano, Marco Carra, Coscia, De Biasi, D'Incecco, Farinone, Grassi, Marchi, Mattesini, Melandri, Menia, Moles, Motta, Nicco, Peluffo, Pistelli, Porta, Rosato, Rubinato, Rugghia, Sbrollini, Servodio, Siragusa, Codurelli».
(26 marzo 2012)


   La Camera,
   premesso che:
    nel corso del 2011 è entrato in vigore il nuovo Trattato sulla riduzione degli arsenali nucleari (New Strategic Arms Reduction-Treaty – New Start), firmato nell'aprile 2010 dai Presidenti Barack Obama e Dimitri Medvedev, che preannunciava «un mondo più sicuro» e una «nuova era» nelle relazioni tra le due superpotenze ex-nemiche durante la guerra fredda e proclamava il superamento di tensioni e diffidenze ancora recenti;
    già il 26 febbraio 2010 i Ministri degli affari esteri di Germania, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo e Norvegia avevano inviato una lettera al Segretario generale della Nato per richiedere l'apertura di un dibattito proprio nel corso della conferenza dei Ministri degli affari esteri dell'Alleanza atlantica tenutasi poi il 22 aprile 2010 a Tallin, in Estonia, sul ritiro delle armi nucleari tattiche statunitensi presenti sul territorio europeo. L'istanza avanzata dai cinque Paesi europei sembrava collocarsi all'interno di una prospettiva coerente con la nuova strategia anticipata dal Presidente Obama;
    il 28 maggio 2010, infatti, dopo quasi un mese di lavori, si concludeva a New York, sotto l'egida dell'Onu, la conferenza quinquennale di revisione del Trattato di non proliferazione nucleare (Npt – non-proliferation Treaty) che ha ormai quarant'anni di vita. In quell'occasione i 189 Paesi membri hanno approvato un documento finale di 28 pagine nel quale sono stati precisati i passi successivi nella strada verso il disarmo globale. In sostanza, le cinque potenze nucleari riconosciute (Stati Uniti, Russia, Gran Bretagna, Francia e Cina) si sono impegnate ad accelerare la riduzione degli arsenali, a diminuire l'importanza strategica delle armi nucleari e a presentare un rapporto sui progressi di tali iniziative nel 2014;
    in quella sede, inoltre, è stata indetta per il 2012 una Conferenza internazionale «per la denuclearizzazione del Medio Oriente» e l'eliminazione dalla regione di altre armi di distruzione di massa;
    uno dei princìpi fondamentali del Trattato di non proliferazione nucleare stabilisce che i Paesi non nucleari aderenti al Trattato rinuncino all'acquisizione di armi atomiche a fronte di un progressivo disarmo nucleare da parte di quelli a cui il Trattato di non proliferazione nucleare inizialmente riconosce il diritto di possedere tali armi; va detto, però, in generale, che nessuna delle cinque potenze nucleari che aderiscono al Trattato (gli Stati Uniti, tra l'altro, risultano ancora in possesso di 5.113 testate nucleari funzionanti) si è conformata all'articolo VI dello stesso, che prevede lo smantellamento dei propri arsenali atomici;
    anche a causa di ciò, le richieste dei Paesi occidentali di adottare misure più restrittive per impedire la proliferazione (l'adozione di un «protocollo aggiuntivo» che renda più severe le ispezioni, ovvero l'applicazione di misure punitive per chi volesse avvalersi dell'articolo X del Trattato di non proliferazione nucleare che prevede di poter ritirare l'adesione al trattato) sono state percepite da quei Paesi non nucleari come misure ingiustamente penalizzanti nei loro confronti, visto che i primi ancora non ottemperano, appunto, ai loro obblighi;
    non mancano contraddizioni ancora irrisolte: tre potenze nucleari non hanno mai aderito al Trattato di non proliferazione nucleare (Israele, India e Pakistan) e per ciascuno di questi Paesi si è da più parti sottolineata la presenza di un trattamento di favore da parte di Washington; squilibri e disparità di trattamento che hanno ovviamente suscitato risentimenti e irritazione di diversi Paesi a livello mondiale, soprattutto di quelli come Turchia e Egitto che insistono fortemente affinché si arrivi a un Medio Oriente privo di armi di distruzione di massa;
    l'Italia, per conciliare gli obblighi derivanti dal Trattato di non proliferazione nucleare con la presenza di armi atomiche, ricorre al sistema della «doppia chiave». Le armi nucleari restano in possesso degli Stati Uniti e sotto il suo stretto controllo e solo gli Usa potranno decidere se ricorrere all'arma nucleare. Tuttavia, l'uso è consentito solo dopo l'autorizzazione dello Stato territoriale, cioè dell'Italia. In questo modo, solo formalmente l'Italia non esercita alcun controllo sulle testate nucleari degli Usa e, quindi, la loro presenza non è incompatibile con il Trattato di non proliferazione nucleare. Tuttavia, non sono pubblici i dettagli del sistema connesso alla «doppia chiave»;
    la risoluzione n. 1887, adottata nel mese di settembre 2009 dal Consiglio di sicurezza dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu), già prefigurava un mondo senza armi atomiche, esortando i Paesi a rafforzare il Trattato di non proliferazione nucleare. Il documento «chiede a tutti gli Stati che non fanno parte del Trattato di non proliferazione nucleare di entrare nel Trattato come Stati non nucleari, in modo da raggiungere l'universalità in una data prossima»;
    il Trattato di non proliferazione nucleare è stato senza dubbio il principale argine alla diffusione dell'arma nucleare anche se ha perso «peso specifico» con l'entrata in scena di nuovi protagonisti e non appare più così scontato che l'effetto deterrente, che aveva una sua ratio e anche una qualche efficacia in un mondo bipolare, possa contribuire a evitare futuri conflitti di fronte a un aumentato numero di Paesi possessori di armi nucleari;
    in questo scenario, il Governo di coalizione tedesca ha elaborato la proposta di rimuovere le armi atomiche attualmente esistenti in Germania, mentre ad assumere la leadership per l'eliminazione delle armi nucleari in Europa sono poi stati i Paesi del Benelux, primo fra tutti il Belgio, sostenuti dalla Norvegia, che tuttavia non ospita armi nucleari sul suo territorio. Anche l'Olanda ha avviato un dibattito in merito. La Corte internazionale di giustizia, nel parere del 1996 sulle armi nucleari, ha affermato che il loro uso è contrario al diritto internazionale umanitario;
    l'Italia ha ratificato tutti i più importanti strumenti di diritto umanitario, ma, avendo sul proprio suolo (ad Aviano), armi nucleari, è stata costretta a effettuare una dichiarazione secondo cui il protocollo addizionale alle Convenzioni di Ginevra non si applica alle armi nucleari. Il parere della Corte internazionale di giustizia, inoltre, ha confermato che il possesso delle armi nucleari e la stessa deterrenza nucleare non sono contrari al diritto internazionale. Il parere in questione, però, ha stabilito che l'uso dell'arma nucleare è sottoposto alle regole del diritto internazionale umanitario. L'Italia dovrebbe, pertanto, ritirare la riserva interpretativa al I protocollo addizionale alle quattro Convenzioni di Ginevra del 1949, che stabilisce che il I protocollo non si applica alle armi nucleari. Inoltre, c’è l'obbligo di uno Stato non nucleare, aderente al Trattato di non proliferazione nucleare, di non possedere o ricevere armi nucleari. Per aggirare l'ostacolo è stato escogitato il sistema per cui l'ordigno nucleare può essere impiegato dallo Stato nucleare, purché non vi sia l'opposizione dello Stato non nucleare sul cui territorio le armi sono stanziate, rischiando di andare contro lo scopo e l'oggetto del Trattato di non proliferazione nucleare;
    durante il vertice di Lisbona tenutosi nel mese di novembre 2010, è stato concepito un nuovo «Concetto strategico per la difesa e la sicurezza dei membri della Nato» che vedrà la conclusione nel previsto summit di maggio 2012 a Chicago, con la previsione che i Paesi Occidentali aggiornino la propria posizione nel campo della difesa e della deterrenza; in quella sede è stata da più parti riaffermata la necessità di procedere a un più stretto controllo degli armamenti, al disarmo e alla non proliferazione intesi come base fondamentale per la pace, la sicurezza e la stabilità internazionali; tuttavia, malgrado l'esplicito impegno di «creare le condizioni per un mondo senza armi nucleari», il nuovo concetto strategico della Nato ha, comunque, ribadito che «fintantoché ci sono armi nucleari nel mondo, la Nato rimarrà un'Alleanza nucleare»;
    va ricordato che, sebbene non vi siano dati ufficiali, alcuni Paesi europei, tra cui l'Italia, ancora ospitano armi nucleari tattiche (ant): Belgio (10-20), Germania (10-20), Olanda (10-20) e Turchia (circa 50), mentre da un rapporto dell'associazione ambientalista americana natural resources defence Council emerge che gli Stati Uniti mantengono in Italia 90 bombe nucleari: 50 ad Aviano (Pordenone) e 40 a Ghedi Torre (Brescia). Tre di questi Paesi che ospitano – Belgio, Germania e Olanda – si sono espressamente dichiarati a favore della rimozione dai loro territori delle armi nucleari tattiche, mentre il nostro Paese mantiene una posizione ambivalente sostenendo, da un lato, una posizione a favore del disarmo nucleare globale e, dall'altra, ampia fedeltà alla Nato;
    altresì, un recente rapporto dell'Ican (la Campagna internazionale per la messa al bando delle armi nucleari) dimostra che la proliferazione nucleare si basa sul contributo fondamentale di gruppi assicurativi e bancari, compresi quelli italiani;
    il rapporto in questione sui finanziamenti globali ai produttori di armi nucleari mostra che molti dei principali gruppi bancari e assicurativi internazionali finanziano e favoriscono la proliferazione nucleare. La metà di questi grandi gruppi d'investimento, che comprendono banche, fondi pensione e compagnie assicurative, ha sede negli Stati Uniti e un terzo, invece, in Europa. Sono molti sono gli istituti bancari italiani che sono in prima linea: spiccano Intesa Sanpaolo e Unicredit, affiancate da Banca Leonardo, dalla Monte dei paschi di Siena, da Banca popolare di Milano, Banca popolare di Sondrio, Banca popolare dell'Emilia Romagna, Banca popolare di Vicenza, Credito emiliano, Banco Popolare, Gruppo Carige, Mediobanca e Ubi Banca. Sono tutte in diversa misura coinvolte nei finanziamenti ai colossi della produzione mondiale di armamenti. Emerge anche Finmeccanica, il cui capitale è detenuto per il 30,2 per cento dal Ministero dell'economia e delle finanze. Il principale gruppo industriale italiano nel settore dell'alta tecnologia e tra i primi dieci player mondiali nel settore dell'aerospazio, della difesa e della sicurezza, detiene, infatti, il 25 per cento delle azioni di Mbda, una joint venture (impresa in partecipazione) che vanta un fatturato annuale di 2,7 miliardi di euro e un portafoglio commesse di 11,9 miliardi di euro, un'impresa leader nella costruzione di missili e sistemi missilistici, impegnata anche nella costruzione di missili nucleari per l'aeronautica francese. In generale, i grandi gruppi della finanza mondiale sopra citati investono ingenti somme di denaro nelle società che producono armamenti nucleari, fornendo prestiti ma anche attraverso l'acquisto di azioni e obbligazioni. Giocano, quindi, un ruolo chiave nella proliferazione dell'industria militare nucleare e nello sviluppo di alcune delle più pericolose e distruttive armi che l'uomo abbia mai inventato;
    il presidente Obama ha più volte comunicato che intendeva fare del disarmo nucleare globale uno dei pilastri della politica estera degli Stati Uniti; la nuclear posture Review, pubblicata nel 2011, ha, infatti, riaffermato la necessità di diminuire il ruolo delle armi nucleari, alla luce anche delle crescenti capacità delle armi convenzionali. Lo stesso documento ribadiva che le armi nucleari tattiche ancora presenti in Europa continuano a svolgere l'importante funzione politica di contribuire alla coesione dell'alleanza e di rassicurare gli alleati che si sentono esposti a minacce regionali;
    nel frattempo, il 26 marzo 2012 si è tenuto a Seul il secondo vertice sulla sicurezza nucleare che ha visto riuniti 53 leader mondiali e che ha confermato l'impegno comune per il disarmo, la non proliferazione e l'utilizzo pacifico dell'energia nucleare, ma anche una forte riaffermazione dei rischi alla sicurezza legati al terrorismo nucleare; il summit è stato concepito come il seguito di quello sopra citato, organizzato nel 2010, con lo scopo più generale di favorire la denuclearizzazione internazionale; intervenendo al summit, il Presidente americano Obama ha, tra l'altro, significativamente affermato che con oltre 1.500 armi nucleari e 5.000 testate nucleari gli Stati Uniti hanno «più armi di quelle necessarie»;
    la questione più delicata rimane la convocazione di una conferenza sulla creazione di una zona priva di armi di distruzione di massa in Medio Oriente (che dovrebbe tenersi a Helsinki sotto l'egida del Segretario generale delle Nazioni Unite), una regione per la quale tale progetto risulta ancor più ambizioso, visto che la proibizione non riguarderebbe solo le armi nucleari, ma anche quelle chimiche e biologiche, tenendo in debito conto la cronica tensione politico-militare ivi esistente e che nessuno dei principali Paesi coinvolti – Iran, Israele, Siria ed Egitto – ha tutte le carte in regola in fatto di armi di distruzione di massa;
    a Bruxelles si discute in questi giorni su come dare attuazione concreta al nuovo concetto strategico della Nato del 2010 e, soprattutto, su quali proposte convergere affinché emergano elementi evolutivi per una nuova dottrina sull'uso dell'arma nucleare,

impegna il Governo:

   a sostenere con determinazione, nelle opportune sedi internazionali, in particolare proprio in vista del prossimo vertice Nato di maggio 2012, un'intesa sul disarmo nucleare che sia giuridicamente vincolante come lo sono i trattati che già proibiscono le armi chimiche e biologiche;
   a sostenere gli sforzi del Segretario generale delle Nazioni Unite nel delicato compito di portare allo stesso tavolo negoziale, attraverso la convocazione della citata conferenza, tutti i Paesi di un'area ad alta tensione, come quella mediorientale, per affrontare un tema altamente controverso come quello delle armi nucleari, chimiche e biologiche;
   a valutare se l'attuale regime delle basi e delle istallazioni americane sopra citate sia ancora compatibile con il mutato assetto dei rapporti internazionali, soprattutto dopo le dichiarazioni del Presidente Obama al recente vertice di Seul;
   a rendere noto il sistema della «doppia chiave» e a ritirare la riserva interpretativa al I protocollo addizionale alle quattro Convenzioni di Ginevra del 1949, che stabilisce che il I protocollo non si applica alle armi nucleari;
   a farsi portavoce e promotore durante il summit a Chicago della necessità, riaffermata da più parti, di procedere a un più stretto controllo degli armamenti, al disarmo e alla non proliferazione intesi come base fondamentale per la pace, la sicurezza e la stabilità internazionali, valutando la possibilità di avviare maggiori e mirati controlli sulle banche, sulle società di intermediazione mobiliare (sim), sulle società di gestione del risparmio, sulle società di investimento a capitale variabile (sicav), nonché sugli intermediari finanziari iscritti nell'elenco speciale di cui all'articolo 107, comma 1, del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1o settembre 1993, n. 385, sulle fondazioni bancarie e sui fondi pensione che finanziano la produzione e il commercio di armi nucleari.
(1-00987) «Di Stanislao, Di Pietro, Donadi».
(2 aprile 2012)


   La Camera,
   premesso che:
    la diffusione di armi nucleari rappresenta oggi una delle più grandi minacce alla pace e alla sicurezza internazionale;
    la presenza e il ruolo di tali armi negli ultimi anni sono stati oggetto di un vivace dibattito sull'opportunità o meno di una loro ulteriore riduzione o completa distruzione;
    il disarmo nucleare è previsto dall'articolo VI del Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp) che prevede: «ognuna delle Parti si impegna a perseguire quanto prima negoziati in buona fede sulle misure effettive sulla cessazione della corsa agli armamenti nucleari e il disarmo nucleare, e per un Trattato sul disarmo generale e completo sotto controllo internazionale rigoroso ed effettivo»;
    il 26 febbraio 2010 Germania, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo e Norvegia hanno richiesto alla Nato di discutere la riduzione e il ritiro di tutte le armi nucleari tattiche statunitensi presenti sul territorio europeo;
    l'8 aprile 2010 a Praga il Presidente Obama e il Presidente Medvedev hanno stipulato il nuovo Trattato sulla riduzione degli arsenali nucleari (New Strategic Arms Reduction-Treaty – New Start), considerato il più importante accordo degli ultimi 20 anni, in quanto riguarda la riduzione del limite massimo del numero di testate nucleari e di vettori di lancio operativi che ciascun Paese può possedere;
    le conferenze di revisione del Trattato si sono svolte ogni cinque anni, a partire dall'anno in cui il Trattato è entrato in vigore nel 1970, nel tentativo di trovare un accordo per raggiungere una dichiarazione finale per l'attuazione delle disposizioni del Trattato, emanando raccomandazioni sulle misure da intraprendere per rafforzarlo;
    la conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione nucleare del 28 maggio 2010 ha approvato un piano di azione di 64 punti, tra cui: l'universalità del Trattato, il disarmo nucleare; la non proliferazione nucleare, inclusi la promozione ed il rafforzamento dei controlli di sicurezza; misure per promuovere l'uso pacifico e sicuro dell'energia nucleare; il disarmo e la non proliferazione a livello regionale; l'attuazione della risoluzione del 1995 sul Medio Oriente; le misure per scongiurare il ritiro dal Trattato; le misure volte a rafforzare ulteriormente il processo di revisione; le modalità promuovere l'impegno con la società civile nel rafforzamento delle norme del Trattato di non proliferazione nucleare, promuovendo anche l'educazione al disarmo;
    l'Unione europea si è attivamente impegnata a contribuire all'attuazione del piano d'azione adottato alla conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione nucleare nel 2010, comprese le intese raggiunte per quanto riguarda il Medio Oriente;
    il 27 maggio 2011 è stata approvata la «Dichiarazione sulla non proliferazione e sul disarmo» al vertice G8 di Deauville, in Francia, in cui è stato riaffermato il sostegno incondizionato al Trattato di non proliferazione come pietra miliare del regime internazionale di non proliferazione;
    il 26 marzo 2012 i 53 Capi di Stato e di Governo si sono riuniti a Seul per il secondo summit sulla sicurezza nucleare, impegnandosi al disarmo, alla non proliferazione e all'utilizzo pacifico dell'energia nucleare,

impegna il Governo:

   a sostenere, nel prossimo vertice Nato di maggio 2012 a Chicago, l'opportunità dell'adozione di misure da parte della Nato che portino a una concreta riduzione del numero di armi nucleari tattiche presenti in Europa, valutando anche la prospettiva di una loro eliminazione;
   a contribuire affinché l'Unione europea diventi punto di riferimento internazionale per il disarmo e la riduzione dell'armamento nucleare, sostenendo con determinazione la strategia contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa.
(1-00988) «Misiti, Fallica, Grimaldi, Iapicca, Miccichè, Pittelli, Pugliese, Soglia, Stagno d'Alcontres, Terranova».
(2 aprile 2012)


   La Camera,
   premesso che:
    la diffusione di armi nucleari rappresenta oggi una delle più grandi minacce alla pace e alla sicurezza internazionale;
    la presenza e il ruolo di tali armi negli ultimi anni sono stati oggetto di un vivace dibattito sull'opportunità o meno di una loro ulteriore riduzione o completa distruzione;
    il disarmo nucleare è previsto dall'articolo VI del Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp) che prevede: «ognuna delle Parti si impegna a perseguire quanto prima negoziati in buona fede sulle misure effettive sulla cessazione della corsa agli armamenti nucleari e il disarmo nucleare, e per un Trattato sul disarmo generale e completo sotto controllo internazionale rigoroso ed effettivo»;
    il 26 febbraio 2010 Germania, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo e Norvegia hanno richiesto alla Nato di discutere la riduzione e il ritiro di tutte le armi nucleari tattiche statunitensi presenti sul territorio europeo;
    l'8 aprile 2010 a Praga il Presidente Obama e il Presidente Medvedev hanno stipulato il nuovo Trattato sulla riduzione degli arsenali nucleari (New Strategic Arms Reduction-Treaty – New Start), considerato il più importante accordo degli ultimi 20 anni, in quanto riguarda la riduzione del limite massimo del numero di testate nucleari e di vettori di lancio operativi che ciascun Paese può possedere;
    le conferenze di revisione del Trattato si sono svolte ogni cinque anni, a partire dall'anno in cui il Trattato è entrato in vigore nel 1970, nel tentativo di trovare un accordo per raggiungere una dichiarazione finale per l'attuazione delle disposizioni del Trattato, emanando raccomandazioni sulle misure da intraprendere per rafforzarlo;
    la conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione nucleare del 28 maggio 2010 ha approvato un piano di azione di 64 punti, tra cui: l'universalità del Trattato, il disarmo nucleare; la non proliferazione nucleare, inclusi la promozione ed il rafforzamento dei controlli di sicurezza; misure per promuovere l'uso pacifico e sicuro dell'energia nucleare; il disarmo e la non proliferazione a livello regionale; l'attuazione della risoluzione del 1995 sul Medio Oriente; le misure per scongiurare il ritiro dal Trattato; le misure volte a rafforzare ulteriormente il processo di revisione; le modalità promuovere l'impegno con la società civile nel rafforzamento delle norme del Trattato di non proliferazione nucleare, promuovendo anche l'educazione al disarmo;
    l'Unione europea si è attivamente impegnata a contribuire all'attuazione del piano d'azione adottato alla conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione nucleare nel 2010, comprese le intese raggiunte per quanto riguarda il Medio Oriente;
    il 27 maggio 2011 è stata approvata la «Dichiarazione sulla non proliferazione e sul disarmo» al vertice G8 di Deauville, in Francia, in cui è stato riaffermato il sostegno incondizionato al Trattato di non proliferazione come pietra miliare del regime internazionale di non proliferazione;
    il 26 marzo 2012 i 53 Capi di Stato e di Governo si sono riuniti a Seul per il secondo summit sulla sicurezza nucleare, impegnandosi al disarmo, alla non proliferazione e all'utilizzo pacifico dell'energia nucleare,

impegna il Governo:

   a sostenere, nel prossimo vertice Nato di maggio 2012 a Chicago, l'opportunità dell'adozione di misure da parte della Nato che portino a una concreta riduzione del numero di armi nucleari tattiche presenti in Europa, valutando anche la prospettiva di una loro eliminazione, tenuto conto del nuovo concetto strategico approvato a Lisbona;
   a contribuire affinché l'Unione europea diventi punto di riferimento internazionale per il disarmo e la riduzione dell'armamento nucleare, sostenendo con determinazione la strategia contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa.
(1-00988)
(Testo modificato nel corso della seduta)  «Misiti, Fallica, Grimaldi, Iapicca, Miccichè, Pittelli, Pugliese, Soglia, Stagno d'Alcontres, Terranova».
(2 aprile 2012)


   La Camera,
   premesso che:
    la complessa tematica del disarmo e della non proliferazione nucleare, contrariamente a quanto si ritiene comunemente, è ben chiara ai Paesi ed alle organizzazioni internazionali fin dai primi anni dell'era nucleare, tanto che una risoluzione per l'utilizzo del nucleare esclusivamente a scopi pacifici e per lo stop ad ulteriori acquisizioni di armamenti venne votata dall'Onu già nel gennaio del 1946;
    le armi nucleari, per la loro stessa natura, sono in grado di determinare distruzioni gravissime, ma non è possibile preventivarne la dismissione unilaterale senza considerare le conseguenze che una loro riduzione non bilanciata può provocare sugli equilibri internazionali;
    un vero disarmo nucleare è conseguentemente possibile solo in un contesto davvero mondiale, che veda una pari assunzione di impegno da parte di tutti i Paesi già dotati di armi atomiche o che aspirino ad acquisirne. Qualunque iniziativa asimmetrica vanificherebbe ogni effetto deterrente con la conseguenza perversa di rafforzare proprio la posizione di chi non accetta le regole condivise;
    dopo la corsa agli armamenti del periodo della Guerra fredda, si è da tempo avviata una stagione internazionale di dialogo positivo sul tema, a partire proprio dalle due principali potenze che hanno contributo fattivamente alla conclusione del Trattato di non proliferazione nucleare del 1968 e, oggi, stanno conducendo una revisione ciascuna delle proprie prospettive strategiche, firmando tra loro il nuovo Trattato sulla riduzione degli arsenali nucleari (New Strategic Arms Reduction-Treaty – New Start) l'8 aprile 2010 a Praga;
    anche l'Alleanza atlantica sta rivedendo la propria politica riguardo alle armi nucleari, con un processo di revisione iniziato nel 2010 a Lisbona, che si concluderà al vertice del prossimo maggio 2012 a Chicago;
    se Occidente e Federazione russa hanno assunto impegni forti e coerenti in direzione del disarmo, si rischia, invece, che altri Stati mantengano o sviluppino armi nucleari al di fuori del Trattato di non proliferazione nucleare e di qualunque dialogo internazionale. Si ricorda che non aderiscono al Trattato di non proliferazione nucleare Paesi, che potrebbero avere peso ed ambizioni crescenti nello scenario internazionale, in alcuni dei quali esistono possibilità di infiltrazioni di matrice terroristica, in altri governano regimi sui quali è dubbio il peso della sola moral suasion internazionale;
    un problema aggiuntivo è rappresentato dalla circostanza che le conoscenze tecnologiche richieste per produrre ordigni nucleari sono le stesse indispensabili alla produzione di energia elettronucleare; proprio per questo è importante il regime di penetranti controlli che l'Agenzia internazionale per l'energia atomica garantisce, in ottemperanza alle previsioni del Trattato di non proliferazione nucleare e dei rispettivi accordi bilaterali sulle salvaguardie tra l'Agenzia e i singoli Stati;
    appare conseguentemente necessario attribuire maggiori poteri di accesso e di intervento all'organismo deputato a verificare l'impiego di materiale nucleare a scopo militare, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, attribuendo un vero potere di ingresso e di ispezione anche non concordata con gli Stati interessati sulla base dell'universalizzazione del protocollo aggiuntivo quale nuovo standard internazionale per la sicurezza nucleare, seppure questa fattispecie abbia dimostrato difficoltà di attuazione, prefigurando, altresì, un'estensione dei suoi poteri anche ai Paesi non firmatari del Trattato di non proliferazione nucleare,

impegna il Governo:

   a farsi promotore di una strategia diretta al rafforzamento del regime globale di non proliferazione e di disarmo basato sul Trattato di non proliferazione nucleare che miri ad includere nello stesso il maggior numero di Paesi a livello mondiale, nel quadro di un'azione veramente globale, altrimenti non efficace;
   a sostenere in sede Onu la necessità di rafforzare ed espandere il numero di soggetti membri del Trattato di non proliferazione nucleare e di incrementare concretamente le possibilità di intervento dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica;
   ad indirizzare in ambito Nato la politica di disarmo in maniera concertata con gli altri membri e nel quadro negoziale con la Federazione russa sul controllo degli armamenti.
(1-00989)
(Nuova formulazione) «Dozzo, Stefani, Allasia, Gidoni, Chiappori, Molgora, Fugatti, Fedriga, Fogliato, Lussana, Montagnoli, Bitonci».
(2 aprile 2012)


   La Camera,
   premesso che:
    il 14 aprile 2011 si è tenuto a Berlino il vertice dei Ministri degli esteri; in quell'occasione è stato sottoscritto da parte di Polonia, Norvegia, Germania e Paesi Bassi un «non-paper sul rafforzamento della trasparenza e della fiducia in relazione alle armi nucleari tattiche in Europa» indirizzato al Segretario generale della Nato. Il documento ha ricevuto il sostegno di Belgio, Repubblica Ceca, Ungheria, Islanda, Lussemburgo e Slovenia. L'iniziativa era finalizzata evidentemente a stimolare un sistematico dialogo tra Nato e Federazione russa, con l'adozione di una serie di misure di trasparenza reciproca, in particolare tra Usa e Russia, che possano favorire una progressiva riduzione e una successiva definitiva eliminazione delle armi nucleari tattiche dal territorio europeo;
    il 27 maggio 2011 al vertice del G8 di Deauville, in Francia è stata approvata la «Dichiarazione sulla non proliferazione e sul disarmo» con la quale si è riaffermato il sostegno incondizionato al Trattato di non proliferazione (Tnp) ed è stato rivolto un appello «a tutti gli Stati non ancora parti del trattato di non proliferazione (Tnp), della Convenzione sulle armi chimiche (Cwc) e della Convenzione sulle armi biologiche e tossiche (Btwc) ad aderire senza indugio». Sempre allo stesso vertice si è poi focalizzato l'attenzione alla «costituzione in Medio Oriente di una zona libera dalle armi nucleari e dalle altre armi di distruzione di massa». Inoltre, al vertice si erano focalizzati i passaggi necessari alla preparazione della conferenza che si terrà nel 2012. È stato ribadito l'impegno per la «cessazione definitiva di tutti i test sulle armi nucleari, attraverso una rapida entrata in vigore del “Comprehensive Nuclear-Test-Ban Treaty” (Ctbt) e una sua universalizzazione» e confermato il «sostegno per il lavoro svolto dal “Comprehensive Nuclear-Test-Ban Treaty Organization” (Ctbto). Infine, è stato rivolto un invito a tutti gli Stati partecipanti alla Conferenza sul disarmo affinché avviino immediatamente negoziati internazionali per giungere alla conclusione di un trattato sulla messa al bando della produzione di materiale fissile;
    nel dicembre 2011, la «Nuclear Threat initiative» ha pubblicato il rapporto «Reducing Nuclear Risks in Europe: A Framework for Action»; il rapporto è stato correlato da 10 obiettivi concreti (10 per il 2012) indicati dall'ex senatore americano Sam Nunn in vista del vertice Nato di maggio 2012 a Chicago;
    pochi giorni fa, però, il Segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen ha reso noto che non si terrà il summit fra la Federazione russa e la Nato previsto per maggio 2012 a Chicago;
    appare evidente che la decisione americana di proseguire il programma missilistico di difesa europeo ed anche le divergenze emerse tra Stati uniti e Russia durante la crisi mediorientale stiano influendo i rapporti tra le due superpotenze;
    Rasmussen a riguardo ha dichiarato: «Ho personalmente discusso la questione con il neoeletto Presidente Putin, con il quale abbiamo convenuto che la data prevista per il summit di Chicago Nato-Russia risulta attualmente problematica, in quanto al momento il calendario politico russo è già fitto di impegni riguardanti la politica nazionale. Confermo, invece, che ci sarà il prossimo mese un incontro con il Ministro degli affari esteri russo, a dimostrazione che continuiamo a credere nel dialogo e in un'effettiva collaborazione. Cosa che proseguirà tanto prima quanto dopo il summit di Chicago, poiché il dialogo con la Russia continuerà anche nel futuro»;
    da parte sua, il segretario stampa di Putin ha affermato che «al momento non sono in atto preparativi per il summit di Chicago». In effetti già nel 2011 Dmitrij Rogozin, l'allora ambasciatore russo presso la Nato, aveva rimarcato il problema relativo alla presenza di Putin al suddetto summit, facendo intendere che la partecipazione del Presidente al vertice era stata messa in dubbio dalla situazione d’impasse creatasi per via delle discussioni fra Russia e America sul sistema missilistico che va formandosi in Europa. La medesima posizione è stata, poi, ribadita da diversi altri diplomatici russi;
    come detto, la crisi sulla questione del sistema missilistico va di pari passo con l'attiva opposizione di Mosca circa la politica della Nato in Medio Oriente, che riguarda sia le operazioni in Libia, sia il blocco sugli interventi nella questione siriana, che la differenza di principi per quanto riguarda l'approccio sul problema iraniano;
    appare evidente che la strada del disarmo nucleare non può prescindere dai rapporti tra Usa e Federazione russa e, quindi, tra la Nato e quest'ultima; solo perseguendo la strada del miglioramento di tali rapporti si può realisticamente pensare ad un progressivo quanto necessario disarmo nucleare su scala mondiale;
    in questo quadro assume particolare importanza l'incontro di Pratica di Mare del 2002, che aprì la strada alla nascita del Consiglio Nato-Russia, che nel 2010 al vertice di Lisbona è stato celebrato da tutti i leader europei;
    al summit Nato si incontreranno, quindi, delegazioni provenienti da diversi Paesi, ognuno dei quali con differenti posizioni per quanto riguarda i rapporti con la Russia e la questione della sicurezza internazionale. Prima di questo summit a Camp David si terrà un incontro con otto potenze internazionali;
    al momento Washington e i suoi alleati, a quanto pare, hanno bisogno di tempo per valutare il corso del nuovo Governo russo, mentre Mosca è interessata a capire come reagirà l'Occidente alla sua nuova impostazione in politica estera,

impegna il Governo:

   a svolgere un ruolo attivo a sostegno delle misure di disarmo e di non proliferazione nucleare in tutte le sedi internazionali proprie e, in particolare, in vista del prossimo vertice Nato di maggio 2012 a Chicago;
   a rilanciare lo spirito di Pratica di Mare, facilitando la collaborazione ed il dialogo tra Nato e Federazione russa, nell'ottica di un progressivo ed efficace programma di disarmo nucleare, a partire dal rilancio delle attività del Consiglio Nato-Russia (NRC);
   a sostenere, nell'ambito della «Defence & Deterrence Posture Review» e in vista del prossimo vertice Nato di maggio 2012 a Chicago, l'opportunità di misure di trasparenza da parte della Nato in un quadro di reciprocità con la Federazione russa;
   a sostenere, sempre nell'ambito della «Defence & Deterrence Posture Review» e in vista del prossimo vertice Nato di maggio 2012 a Chicago, l'assunzione di una «declaratory policy» della Nato che indichi come scopo fondamentale delle sue armi nucleari la deterrenza dell'uso di armi nucleari da parte di altri, in linea con le «declaratory policies» di Usa e Gran Bretagna, incoraggiando contestualmente la riduzione del ruolo degli arsenali tattici per la deterrenza nucleare;
   a sostenere l'opportunità di ridurre ulteriormente il numero di armi nucleari tattiche in Europa, nella prospettiva della loro progressiva eliminazione, definendo i passaggi intermedi e la tempistica definitiva dell'implementazione di questo obiettivo in base agli sviluppi del più ampio contesto politico e di sicurezza nelle relazioni tra Nato e Federazione russa;
   a contribuire nelle sedi internazionali proprie, in coerenza con gli obiettivi già indicati dal vertice G8 dell'Aquila, alla piena realizzazione degli impegni assunti a conclusione della Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione del maggio 2010.
(1-00993)
(Nuova formulazione) «Pianetta, Baldelli, Frattini».
(2 aprile 2012)


   La Camera,
   premesso che:
    la Nato, stanti le trasformazioni determinate dalla globalizzazione, appare assumere una rilevanza sempre più decisiva nel quadro internazionale, sia in termini di impegni diretti con missioni di stabilizzazione e pacificazione dei conflitti, sia in termini di partenariati, favorendo così soluzioni e gestione delle aree di crisi;
    tale ruolo, in una situazione che si fa sempre più complicata, con l'orizzonte adombrato da pesanti minacce per via di un radicalismo politico-religioso che dimostra pericolose ambizioni nel campo della proliferazione nucleare, diventa ancor più determinante;
    con tali premesse il ruolo dell'Italia appare fondamentale per il ruolo strategico che svolgiamo nell'area mediterranea, che continua ad essere una delle zone più conflittuali dell'intero pianeta;
    tale ruolo del nostro Paese dovrà emergere con forza nel prossimo vertice della Nato, che si terrà nel mese di maggio 2012 a Chicago, poiché la situazione globale appare estremamente ingarbugliata e, per certi versi, preoccupante;
    l'ultimo vertice, tenutosi a Seul, sulla sicurezza nucleare, alla presenza dei maggiori leader mondiali, si è risolto con un impegno comune per il disarmo, la non proliferazione e l'utilizzo pacifico dell'energia nucleare, riaffermando, però, al contempo, che vi sono forti rischi per la sicurezza legati al possibile terrorismo nucleare;
    affermazione di principio che, nei fatti, non fa altro che confermare una situazione di stallo in cui, attualmente, sembrano infrangersi le dichiarazioni del Presidente degli Stati Uniti Obama del 5 aprile 2009 a Praga, con le quali il Presidente americano si dava e dava alla comunità internazionale l'obiettivo di «un mondo senza armi nucleari», da conseguire attraverso la riduzione degli arsenali nucleari, la messa al bando globale dei test nucleari – anche attraverso una ratifica del Trattato per il bando totale delle esplosioni nucleari (Comprehensive Test Ban Treaty – Ctbt) da parte statunitense;
    sempre a Seul è stato fatto un «invito» agli Stati affinché attuino un maggior controllo dell'uranio altamente arricchito e del plutonio, stante il rischio oggettivo collegato al traffico illecito di tali materiali radioattivi;
    in tal senso, seppur non decisivi, vanno sicuramente apprezzati gli sforzi compiuti da numerosi Paesi che hanno eliminato grosse quantità di uranio arricchito, a partire dalla Russia (48 tonnellate) e dagli Stati Uniti (7 tonnellate), che avrebbero consentito la produzione di migliaia di ordigni nucleari;
    nonostante gli sforzi sinora compiuti, il quadro internazionale rimane caratterizzato da un evidente stallo delle relazioni tra Stati Uniti e Russia sulla delicata questione delle difese antimissilistiche presenti in Europa; difatti, il 22 marzo 2012 la Nato ha annunciato che il summit Russia-Nato che si sarebbe dovuto tenere a latere del vertice a Chicago il 20-21 maggio 2012 non avrà luogo;
    Anders Fogh Rasmussen, Segretario generale dell'Alleanza atlantica, ha sostenuto di aver convenuto col Primo ministro russo Vladimir Putin, che avrebbe dovuto essere uno dei protagonisti del summit come Presidente, che non era possibile far coincidere le rispettive agende;
    è facile comprendere come, dietro un presunto problema organizzativo, si nasconda un raffreddamento dei rapporti bilaterali tra la Nato e la Russia;
    a questo si aggiunge la non adesione al trattato di non proliferazione nucleare da parte di alcuni Stati, come Israele, India e Pakistan, che svolgono, nello scacchiere internazionale, un ruolo primario;
    per non parlare dei casi dell'Iran e della Corea del Nord, che suscitano enormi preoccupazioni per quanto riguarda la possibilità d'innesco di conflitti nelle aree in questione con il possibile ricorso ad armamenti nucleari;
    a tutto ciò si aggiungono i conflitti che permangono in varie aree del mondo, che renderebbero ancora più necessaria una forte coesione e unità d'intenti tra i Paesi appartenenti all'alleanza Nato;
    tale scenario internazionale rende ancora più urgente adoperarsi per procedere concretamente verso l'obiettivo di un mondo libero dagli ordigni nucleari;
    in tal senso va sviluppato il dibattito, in seno all'Alleanza atlantica, che abbia la prospettiva, ferma restando la necessità primaria di garantire la sicurezza degli Stati appartenenti a tale alleanza, di arrivare ad una rapida e progressiva riduzione della armi nucleari tattiche degli Usa presenti sul territorio europeo;
    non va dimenticato che in tal senso, con voto bipartisan, il Parlamento europeo ha avuto modo di esprimersi, il 10 marzo 2010, con una risoluzione in cui si chiedeva il ritiro delle armi tattiche nucleari presenti in Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi e Turchia,

impegna il Governo:

   a proseguire nell'opera preziosa, sin qui svolta dal nostro Paese, sul fronte della pace, al fine di favorire, nel prossimo vertice della Nato a Chicago, nel mese di maggio 2012, ulteriori passi in avanti sul fronte del disarmo nucleare, sia in materia di armi tattiche che convenzionali;
   a fare in modo di porre al centro del proprio intervento al prossimo vertice Nato la necessità della riapertura di un dialogo serio tra gli Usa e la Russia sulla delicata questione della difesa missilistica in Europa, tenuto conto sia dell'importanza strategica di tale questione per l'intera Europa, sia perché sarebbe impossibile, se non si fosse in grado di affrontare e superare quest'ostacolo al dialogo, continuare seriamente sulla strada della non proliferazione nucleare e dell'auspicabile futura messa al bando delle stesse armi nucleari;
   a sostenere la necessità di arrivare ad un'ulteriore diminuzione delle armi tattiche nucleari presenti in Europa, come segnale concreto della volontà di arrivare al loro smantellamento complessivo, proponendo, in tal senso, che si cominci con l'abolizione del segreto militare che vieta l'informazione precisa sul numero e sui luoghi dove le stesse sono ospitate;
   ad attivarsi al fine di arrivare, sempre al prossimo vertice Nato, all'assunzione di una «declaratory policy» della Nato che indichi come scopo fondamentale delle sue armi nucleari quello della deterrenza all'uso di armi nucleari da parte di altri, in linea con le «declaratory policies» di Usa e Gran Bretagna;
   ad adoperarsi affinché si arrivi ad attribuire all'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) maggiore funzionalità, al fine di rendere tale struttura effettivamente efficiente nel suo ruolo di controllo, così come eventualmente deciso dal Consiglio di sicurezza dell'Onu, assumendo forti iniziative affinché per tutti gli Stati diventi primario l'obiettivo della pace nel mondo anche rispetto a qualsiasi presunta sovranità nazionale.
(1-01004) «Moffa, Guzzanti, Calearo Ciman, Catone, Cesario, D'Anna, Gianni, Grassano, Lehner, Marmo, Milo, Mottola, Orsini, Pionati, Pisacane, Polidori, Razzi, Romano, Ruvolo, Scilipoti, Siliquini, Stasi, Taddei».
(11 aprile 2012)


   La Camera,
   premesso che:
    la Nato, stanti le trasformazioni determinate dalla globalizzazione, appare assumere una rilevanza sempre più decisiva nel quadro internazionale, sia in termini di impegni diretti con missioni di stabilizzazione e pacificazione dei conflitti, sia in termini di partenariati, favorendo così soluzioni e gestione delle aree di crisi;
    tale ruolo, in una situazione che si fa sempre più complicata, con l'orizzonte adombrato da pesanti minacce per via di un radicalismo politico-religioso che dimostra pericolose ambizioni nel campo della proliferazione nucleare, diventa ancor più determinante;
    con tali premesse il ruolo dell'Italia appare fondamentale per il ruolo strategico che svolgiamo nell'area mediterranea, che continua ad essere una delle zone più conflittuali dell'intero pianeta;
    tale ruolo del nostro Paese dovrà emergere con forza nel prossimo vertice della Nato, che si terrà nel mese di maggio 2012 a Chicago, poiché la situazione globale appare estremamente ingarbugliata e, per certi versi, preoccupante;
    l'ultimo vertice, tenutosi a Seul, sulla sicurezza nucleare, alla presenza dei maggiori leader mondiali, si è risolto con un impegno comune per il disarmo, la non proliferazione e l'utilizzo pacifico dell'energia nucleare, riaffermando, però, al contempo, che vi sono forti rischi per la sicurezza legati al possibile terrorismo nucleare;
    affermazione di principio che, nei fatti, non fa altro che confermare una situazione di stallo in cui, attualmente, sembrano infrangersi le dichiarazioni del Presidente degli Stati Uniti Obama del 5 aprile 2009 a Praga, con le quali il Presidente americano si dava e dava alla comunità internazionale l'obiettivo di «un mondo senza armi nucleari», da conseguire attraverso la riduzione degli arsenali nucleari, la messa al bando globale dei test nucleari – anche attraverso una ratifica del Trattato per il bando totale delle esplosioni nucleari (Comprehensive Test Ban Treaty – Ctbt) da parte statunitense;
    sempre a Seul è stato fatto un «invito» agli Stati affinché attuino un maggior controllo dell'uranio altamente arricchito e del plutonio, stante il rischio oggettivo collegato al traffico illecito di tali materiali radioattivi;
    in tal senso, seppur non decisivi, vanno sicuramente apprezzati gli sforzi compiuti da numerosi Paesi che hanno eliminato grosse quantità di uranio arricchito, a partire dalla Russia (48 tonnellate) e dagli Stati Uniti (7 tonnellate), che avrebbero consentito la produzione di migliaia di ordigni nucleari;
    nonostante gli sforzi sinora compiuti, il quadro internazionale rimane caratterizzato da un evidente stallo delle relazioni tra Stati Uniti e Russia sulla delicata questione delle difese antimissilistiche presenti in Europa; difatti, il 22 marzo 2012 la Nato ha annunciato che il summit Russia-Nato che si sarebbe dovuto tenere a latere del vertice a Chicago il 20-21 maggio 2012 non avrà luogo;
    Anders Fogh Rasmussen, Segretario generale dell'Alleanza atlantica, ha sostenuto di aver convenuto col Primo ministro russo Vladimir Putin, che avrebbe dovuto essere uno dei protagonisti del summit come Presidente, che non era possibile far coincidere le rispettive agende;
    è facile comprendere come, dietro un presunto problema organizzativo, si nasconda un raffreddamento dei rapporti bilaterali tra la Nato e la Russia;
    a questo si aggiunge la non adesione al trattato di non proliferazione nucleare da parte di alcuni Stati, come Israele, India e Pakistan, che svolgono, nello scacchiere internazionale, un ruolo primario;
    per non parlare dei casi dell'Iran e della Corea del Nord, che suscitano enormi preoccupazioni per quanto riguarda la possibilità d'innesco di conflitti nelle aree in questione con il possibile ricorso ad armamenti nucleari;
    a tutto ciò si aggiungono i conflitti che permangono in varie aree del mondo, che renderebbero ancora più necessaria una forte coesione e unità d'intenti tra i Paesi appartenenti all'alleanza Nato;
    tale scenario internazionale rende ancora più urgente adoperarsi per procedere concretamente verso l'obiettivo di un mondo libero dagli ordigni nucleari;
    in tal senso va sviluppato il dibattito, in seno all'Alleanza atlantica, che abbia la prospettiva, ferma restando la necessità primaria di garantire la sicurezza degli Stati appartenenti a tale alleanza, di arrivare ad una rapida e progressiva riduzione della armi nucleari tattiche degli Usa presenti sul territorio europeo;
    non va dimenticato che in tal senso, con voto bipartisan, il Parlamento europeo ha avuto modo di esprimersi, il 10 marzo 2010, con una risoluzione in cui si chiedeva il ritiro delle armi tattiche nucleari presenti in Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi e Turchia,

impegna il Governo:

   a proseguire nell'opera preziosa, sin qui svolta dal nostro Paese, sul fronte della pace, al fine di favorire, nel prossimo vertice della Nato a Chicago, nel mese di maggio 2012, ulteriori passi in avanti sul fronte del disarmo nucleare, sia in materia di armi tattiche che convenzionali;
   a fare in modo di porre al centro del proprio intervento al prossimo vertice Nato la necessità della riapertura di un dialogo serio tra gli Usa e la Russia sulla delicata questione della difesa missilistica in Europa, tenuto conto sia dell'importanza strategica di tale questione per l'intera Europa, sia perché sarebbe impossibile, se non si fosse in grado di affrontare e superare quest'ostacolo al dialogo, continuare seriamente sulla strada della non proliferazione nucleare e nel campo del disarmo;
   ad attivarsi al fine di arrivare, sempre al prossimo vertice Nato, all'assunzione di una «declaratory policy» della Nato che indichi come scopo fondamentale delle sue armi nucleari quello della deterrenza all'uso di armi nucleari da parte di altri, in linea con le «declaratory policies» di Usa e Gran Bretagna;
   ad adoperarsi affinché si arrivi ad attribuire all'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) maggiore funzionalità, al fine di rendere tale struttura effettivamente efficiente nel suo ruolo di controllo, così come eventualmente deciso dal Consiglio di sicurezza dell'Onu, assumendo forti iniziative affinché per tutti gli Stati diventi primario l'obiettivo della pace nel mondo anche rispetto a qualsiasi presunta sovranità nazionale.
(1-01004)
(Testo modificato nel corso della seduta)  «Moffa, Guzzanti, Calearo Ciman, Catone, Cesario, D'Anna, Gianni, Grassano, Lehner, Marmo, Milo, Mottola, Orsini, Pionati, Pisacane, Polidori, Razzi, Romano, Ruvolo, Scilipoti, Siliquini, Stasi, Taddei».
(11 aprile 2012)


   La Camera,
   premesso che:
    nel prossimo mese di maggio 2012 si svolgerà a Chicago il summit dei diversi Paesi appartenenti alla Nato. I punti di partenza non paiono del tutto convergenti. In particolare, molti dei partecipanti registrano differenti posizioni per quanto riguarda i rapporti con la Russia e la questione della sicurezza internazionale. Prima di questo summit, a Camp-David, si terrà un incontro con otto potenze internazionali;
    al vertice avrebbe dovuto partecipare anche la Russia, ma pochi giorni fa il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen ha reso noto che non si terrà il summit con la Federazione russa;
    Rasmussen a riguardo ha dichiarato: «Ho personalmente discusso la questione con il neoeletto presidente Putin, con il quale abbiamo convenuto che la data prevista per il summit di Chicago Nato-Russia risulta attualmente problematica, in quanto al momento il calendario politico russo è già fitto di impegni riguardanti la politica nazionale. Confermo, invece, che ci sarà il prossimo mese un incontro con il Ministro degli affari esteri russo, a dimostrazione che continuiamo a credere nel dialogo e in un'effettiva collaborazione. Cosa che proseguirà tanto prima quanto dopo il summit di Chicago, poiché il dialogo con la Russia continuerà anche nel futuro»;
    il segretario stampa di Putin ha confermato, affermando che «al momento non sono in atto preparativi per il summit di Chicago»;
    appare evidente che la questione del disarmo nucleare passa inevitabilmente dalla distensione dei rapporti tra Usa e Russia. Se le due superpotenze non troveranno un accordo sul percorso da seguire, nessun altro Paese potrà rivendicare la possibilità di intervenire in maniera concreta;
    in questo senso sia il vertice dei Ministri degli esteri del 14 aprile 2011 tenutosi a Berlino in occasione del quale è stato sottoscritto da parte di Polonia, Norvegia, Germania e Paesi Bassi un «non-paper sul rafforzamento della trasparenza e della fiducia in relazione alle armi nucleari tattiche in Europa» indirizzato al Segretario generale della Nato, sia il vertice del G8 del 27 maggio 2011 a Deauville, in Francia, durante il quale è stata approvata la «Dichiarazione sulla non proliferazione e sul disarmo» con la quale si è riaffermato il sostegno incondizionato al Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp) ed è stato rivolto un appello «a tutti gli Stati non ancora parti del trattato di non proliferazione (Tnp), della Convenzione sulle armi chimiche (Cwc) e della Convenzione sulle armi biologiche e tossiche (Btwc), ad aderire senza indugio», risultano depotenziati nella loro portata;
    su un eventuale percorso comune tra Usa e Federazione russa incidono diversi fattori che lo rendono decisamente più complicato: l'interventismo americano nel Mediterraneo; l'opposizione di Mosca circa la politica di alcuni Paesi occidentali in Medio Oriente, con riferimento sia alle operazioni in Libia, sia al blocco degli interventi nella questione siriana; la differenza di approccio per quanto riguarda il problema iraniano. Infine, appare evidente che la decisione americana di proseguire il programma missilistico di difesa europeo non può che aumentare le divergenze emerse tra Stati Uniti e Russia;
    al summit di Seul sulla sicurezza nucleare, Dimitri Medvedev e Barack Obama si sono incontrati per l'ultima volta in qualità di Presidenti dei rispettivi Paesi;
    si è discusso dello status attuale degli arsenali nucleari e della possibilità di ulteriori riduzioni degli armamenti dopo quelle concordate nel nuovo nuovo Trattato sulla riduzione degli arsenali nucleari (New Strategic Arms Reduction-Treaty – New Start) firmato nell'aprile del 2010;
    inevitabilmente si è parlato però, soprattutto, del sistema di difesa antimissile che gli Stati Uniti e la Nato intendono dispiegare in Europa in varie fasi tra il 2012 e il 2020, sistema che la Russia vede come una minaccia diretta al suo arsenale nucleare;
    l'allora Presidente uscente della Federazione russa Medvedev ha affermato che, anche per il nuovo Trattato sulla riduzione degli arsenali nucleari, si era raggiunto un accordo all'ultimo momento. Stavolta, però, la strada è in salita. Non si tratta, infatti, di scrivere un trattato a tappe forzate, ma di individuare anche una posizione e finalità comuni che ancora mancano. Lo stesso Medvedev aveva parlato in toni poco conciliatori alla vigilia del summit di Seul, sottolineando che il Cremlino non si fida delle rassicurazioni verbali della Nato;
    la rottura con la Russia non appare sostenibile anche per motivi strategici. La Russia, al momento, resta uno dei principali Paesi di transito per i rifornimenti delle truppe della Nato stanziate in Afghanistan. Di recente, Mosca ha annunciato la sua disponibilità a concedere l'uso della base aerea russa di Ulyanovsk alla Nato per facilitare i rifornimenti alla missione Isaf. Russia e Nato collaborano, inoltre, nella lotta alla pirateria a largo delle coste somale e nella prevenzione di attacchi terroristici;
    trovare un accordo con la diplomazia russa appare, quindi, fondamentale, ma non può essere limitato alla sola questione del progressivo disarmo nucleare; l'accordo non può che riguardare molte se non tutte le questioni attualmente aperte;
    certamente l'aspetto più diretto e importante dei rapporti di sicurezza tra Russia e Occidente riguarda proprio gli arsenali strategici nucleari. Per continuare la marcia verso il disarmo nucleare, invocato da Obama a Praga nell'aprile del 2009, è necessario però lavorare concretamente ad ulteriori riduzioni degli arsenali, includendo nelle trattative anche i Paesi con arsenali nucleari più piccoli;
    appare necessario raggiungere un accordo sul ritiro delle armi nucleari tattiche in Europa, un pericoloso lascito della Guerra fredda. Più piccole delle testate nucleari «ordinarie», queste armi erano state studiate per l'impiego sul campo di battaglia, con il fine di arrestare l'avanzata di forze convenzionali numericamente superiori;
    i sistemi di difesa da missili balistici erano già stati messi al bando da Usa e Urss con il trattato anti-missili balistici del 1972, proprio per le conseguenze nefaste che avevano per la corsa agli armamenti, incoraggiando lo sviluppo di missili offensivi sempre più potenti. Il trattato fu denunciato dall'amministrazione Bush nel 2002, provocando già allora forti critiche da Mosca;
    il rapporto, dunque, su cui puntare resta quello tra Usa e Russia, rapporto sul quale il nostro Paese è riuscito ad intervenire positivamente nel recente passato. L'incontro di Pratica di Mare del 2002 può rappresentare una data storica; è stato quell'incontro ad aprire la strada alla nascita del Consiglio Nato-Russia e nel 2010 va ricordato che al vertice di Lisbona proprio quell'incontro è stato celebrato da tutti i leader europei, come momento fondamentale nell'evoluzione dei rapporti tra le superpotenze,

impegna il Governo:

   a svolgere in tutte le sedi internazionali un ruolo di sostegno alle misure di disarmo e di non proliferazione nucleare, in vista del prossimo vertice Nato di maggio 2012 a Chicago;
   a rilanciare a livello internazionale l'iniziativa diplomatica di Pratica di Mare, come modello di riferimento per lo sviluppo delle relazioni con la Federazione russa, facilitando in questo modo la collaborazione ed il dialogo tra Nato e Federazione russa, nell'ottica di un progressivo ed efficace programma di disarmo nucleare;
   ad adoperarsi per rilanciare le attività del Consiglio Nato-Russia (NRC);
   a sostenere l'opportunità di ridurre ulteriormente il numero di armi nucleari tattiche in Europa, nella prospettiva della loro progressiva eliminazione, in un quadro di reciprocità coerentemente con il nuovo concetto strategico approvato a Lisbona;
   a contribuire nelle sedi internazionali proprie, in coerenza con gli obiettivi già indicati dal vertice G8 dell'Aquila, alla piena realizzazione degli impegni assunti a conclusione della Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione nucleare del maggio 2010.
(1-01009)
(Nuova formulazione)  «Ossorio, Nucara, Brugger».
(16 aprile 2012)


DISEGNO DI LEGGE: S. 3221 – CONVERSIONE IN LEGGE, CON MODIFICAZIONI, DEL DECRETO-LEGGE 24 MARZO 2012, N. 29, CONCERNENTE DISPOSIZIONI URGENTI RECANTI INTEGRAZIONI AL DECRETO-LEGGE 24 GENNAIO 2012, N. 1, CONVERTITO, CON MODIFICAZIONI, DALLA LEGGE 24 MARZO 2012, N. 27, E AL DECRETO-LEGGE 6 DICEMBRE 2011, N. 201, CONVERTITO, CON MODIFICAZIONI, DALLA LEGGE 22 DICEMBRE 2011, N. 214 (APPROVATO DAL SENATO) (A.C. 5178)

A.C. 5178 – Parere della I Commissione

PARERE DELLA I COMMISSIONE SULLE PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

NULLA OSTA

sugli emendamenti contenuti nel fascicolo n. 1.

A.C. 5178 – Parere della V Commissione

PARERE DELLA V COMMISSIONE SUL TESTO DEL PROVVEDIMENTO E SULLE PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

  sul testo del provvedimento elaborato dalla Commissione di merito:

PARERE FAVOREVOLE

  sugli emendamenti trasmessi dall'Assemblea:

PARERE CONTRARIO

  sugli emendamenti 1.78, 1.103, 1.108, in quanto suscettibili di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura;

NULLA OSTA

  sulle restanti proposte emendative.

A.C. 5178 – Articolo unico

ARTICOLO UNICO DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO APPROVATO DAL SENATO

  1. Il decreto-legge 24 marzo 2012, n. 29, concernente disposizioni urgenti recanti integrazioni al decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27, e al decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, è convertito in legge con le modificazioni riportate in allegato alla presente legge.
  2. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

ARTICOLI DEL DECRETO-LEGGE NEL TESTO DEL GOVERNO

Articolo 1.

  1. All'articolo 27-bis del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27, sono apportate le seguenti modificazioni:
   a) al comma 1, in fine, dopo le parole: «limite del fido» sono inserite le seguenti: «stipulate in violazione delle disposizioni applicative dell'articolo 117-bis del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1o settembre 1993, n. 385, adottate dal Comitato interministeriale per il credito ed il risparmio»;
   b) dopo il comma 1 sono aggiunti, in fine, i seguenti:
  «1-bis. È costituito presso il Ministero dell'economia e delle finanze, senza oneri per la finanza pubblica e avvalendosi delle relative strutture, un osservatorio sull'erogazione del credito da parte delle banche alle imprese, con particolare riferimento a quelle piccole e medie e sull'attuazione degli accordi o protocolli volti a sostenere l'accesso al credito delle medesime imprese. All'Osservatorio partecipano due rappresentanti del MEF, di cui uno con funzioni di presidente, uno del Ministero dello sviluppo economico, uno della Banca d'Italia. Possono essere invitate a intervenire, senza diritto di voto, l'Associazione bancaria italiana e le associazioni delle imprese e di categoria.
  1-ter. L'Osservatorio, che si attiva d'ufficio o su segnalazione delle imprese che lamentano l'ingiustificata mancata concessione di un credito o la sua ingiustificata revoca, può chiedere alla Banca d'Italia, all'Associazione bancaria italiana e a singole banche le informazioni necessarie a valutare eventuali criticità nel procedimento di concessione dei finanziamenti. Le banche interessate sono tenute a fornire tutti gli elementi utili e a motivare le ragioni per cui il credito non è stato concesso o è stato revocato.
  1-quater. L'Osservatorio, sentita l'Associazione bancaria italiana, promuove la formulazione delle migliori prassi per la gestione delle pratiche di finanziamento alle imprese volte a favorire una reale percezione del merito del credito, in relazione alle specifiche situazioni locali.»;

  2. All'articolo 23-ter del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, al comma 1 è aggiunto in fine il seguente periodo: «Resta in ogni caso fermo che ai fini previdenziali le disposizioni di cui al presente comma operano con riferimento alle anzianità contributive maturate a decorrere dalla data di entrata in vigore del predetto decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri con riferimento ai soggetti che alla data del 22 dicembre 2011 abbiano maturato i requisiti per l'accesso al pensionamento, non siano titolari di altri trattamenti pensionistici e risultino essere percettori di un trattamento economico imponibile ai predetti fini superiore al limite stabilito dal presente comma, purché continuino a svolgere, fino al momento dell'accesso al pensionamento, le medesime funzioni che svolgevano alla predetta data.».

Articolo 2.

  1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.

A.C. 5178 – Modificazioni del Senato

MODIFICAZIONI APPORTATE DAL SENATO

  All'articolo 1:
   al comma 1, lettera a), le parole da: «al comma 1» fino a: «“stipulate» sono sostituite dalle seguenti: «al comma 1 sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: “, stipulate» e dopo le parole: «Comitato interministeriale per il credito ed il risparmio» sono aggiunte le seguenti: «al fine di rendere i costi trasparenti e immediatamente comparabili»;
   al comma 1, la lettera b) è sostituita dalla seguente:
    «b) dopo il comma 1 sono aggiunti i seguenti:
  “1-bis. È costituito presso il Ministero dell'economia e delle finanze, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, senza oneri per la finanza pubblica e avvalendosi delle strutture del predetto Ministero, un Osservatorio sull'erogazione del credito e sulle relative condizioni da parte delle banche alla clientela, con particolare riferimento alle imprese micro, piccole, medie e a quelle giovanili e femminili, nonché sull'attuazione degli accordi o protocolli volti a sostenere l'accesso al credito dei medesimi soggetti. Nell'ambito di tali attività l'Osservatorio analizza anche tassi, commissioni e altre condizioni accessorie, articolando l'informazione a livello settoriale, geografico e dimensionale. All'Osservatorio partecipano due rappresentanti del Ministero dell'economia e delle finanze, di cui uno con funzioni di presidente, uno del Ministero dello sviluppo economico e uno della Banca d'Italia. Alle riunioni dell'Osservatorio partecipano altresì un rappresentante delle associazioni dei consumatori indicato dal Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti, un rappresentante dell'Associazione bancaria italiana, tre rappresentanti indicati dalle associazioni delle imprese maggiormente rappresentative a livello nazionale e un rappresentante degli organismi di società finanziarie regionali. La partecipazione alle attività dell'Osservatorio non dà luogo alla corresponsione di compensi, emolumenti, indennità o rimborsi spese.
  1-ter. L'Osservatorio monitora l'andamento dei finanziamenti erogati dal settore bancario e finanziario e delle relative condizioni con riguardo ai soggetti di cui al comma 1-bis. A tal fine, l'Osservatorio può richiedere alla Banca d'Italia, anche su base periodica, dati sui finanziamenti erogati e sulle relative condizioni applicate. L'Osservatorio semestralmente elabora le segnalazioni e le informazioni ricevute, analizza l'attuazione di accordi e protocolli volti a sostenere l'accesso al credito e formula eventuali proposte in un ‘Dossier sul credito’ che viene messo a disposizione delle istituzioni e dei soggetti interessati.
  1-quater. L'Osservatorio promuove la formulazione delle migliori prassi per la gestione delle pratiche di finanziamento alle imprese, alle famiglie e ai consumatori volte a favorire un miglioramento delle condizioni di accesso al credito, in relazione alle specifiche situazioni locali.
  1-quinquies. Ove lo ritenga necessario e motivato, il prefetto segnala all'Arbitro bancario finanziario, istituito ai sensi dell'articolo 128-bis del testo unico di cui al decreto legislativo 1o settembre 1993, n. 385, specifiche problematiche relative ad operazioni e servizi bancari e finanziari. La segnalazione avviene a seguito di istanza del cliente in forma riservata e dopo che il prefetto ha invitato la banca in questione, previa informativa sul merito dell'istanza, a fornire una risposta argomentata sulla meritevolezza del credito. L'Arbitro si pronuncia non oltre trenta giorni dalla segnalazione”»;

   dopo il comma 1 sono inseriti i seguenti:
  «1-bis. Al comma 1 dell'articolo 117-bis del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1o settembre 1993, n. 385, dopo le parole: “L'ammontare della commissione” sono inserite le seguenti: “, determinata in coerenza con la delibera del CICR anche in relazione alle specifiche tipologie di apertura di credito e con particolare riguardo per i conti correnti,”.
  1-ter. La commissione di cui al comma 2 dell'articolo 117-bis del testo unico di cui al decreto legislativo 1o settembre 1993, n. 385, non si applica alle famiglie consumatrici titolari di conto corrente, nel caso di sconfinamenti pari o inferiori a 500 euro in assenza di affidamento ovvero oltre il limite di fido, per un solo periodo, per ciascun trimestre bancario, non superiore alla durata di sette giorni consecutivi.
  1-quater. Al comma 4 dell'articolo 117-bis del testo unico di cui al decreto legislativo 1o settembre 1993, n. 385, dopo le parole: “disposizioni applicative del presente articolo” sono inserite le seguenti: “, ivi comprese quelle in materia di trasparenza e comparabilità,”.
  1-quinquies. All'articolo 5-ter, comma 1, del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27, le parole da: «alla elaborazione di un rating di legalità» fino alla fine del comma sono sostituite dalle seguenti: «alla elaborazione ed all'attribuzione, su istanza di parte, di un rating di legalità per le imprese operanti nel territorio nazionale che raggiungano un fatturato minimo di due milioni di euro, riferito alla singola impresa o al gruppo di appartenenza, secondo i criteri e le modalità stabilite da un regolamento dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione. Al fine dell'attribuzione del rating, possono essere chieste informazioni a tutte le pubbliche amministrazioni. Del rating attribuito si tiene conto in sede di concessione di finanziamenti da parte delle pubbliche amministrazioni, nonché in sede di accesso al credito bancario, secondo le modalità stabilite con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze e del Ministro dello sviluppo economico, da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione. Gli istituti di credito che omettono di tener conto del rating attribuito in sede di concessione dei finanziamenti alle imprese sono tenuti a trasmettere alla Banca d'Italia una dettagliata relazione sulle ragioni della decisione assunta”»;
   il comma 2 è soppresso;
   dopo il comma 2 è aggiunto il seguente:
    «2-bis. In ragione della necessità di coordinamento legislativo e di adeguamento tempestivo alle disposizioni dell'articolo 23, comma 1, lettera a), del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, sono apportate le seguenti modificazioni all'articolo 1, comma 3, della legge 31 luglio 1997, n. 249:
  a) al secondo periodo e al quarto periodo, la parola: “quattro” è sostituita dalla seguente: “due”;
  b) il quinto periodo è sostituito dal seguente: “Ciascun senatore e ciascun deputato esprime il voto indicando un nominativo per il consiglio”».

  Nel titolo, le parole: «e al decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214» sono sostituite dalle seguenti: «e al decreto legislativo 1o settembre 1993, n. 385, nonché modifiche alla legge 31 luglio 1997, n. 249».

A.C. 5178 – Proposte emendative

PROPOSTE EMENDATIVE RIFERITE ALL'ARTICOLO 1 DEL DECRETO-LEGGE

ART. 1.

  Al comma 1, premettere il seguente:
  01. All'articolo 117 del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1o settembre 1993, n. 385, dopo il comma 4 sono inseriti i seguenti:
  «4-bis. Nei contratti di credito non regolati in conto corrente deve essere indicato il saggio di interesse annuo effettivo globale (SIAEG), che rappresenta il costo totale del credito a carico del cliente espresso in percentuale annua del credito concesso. Il CICR stabilisce la modalità di calcolo del SIAEG individuando in particolare gli elementi da computare e la formula di calcolo.
  4-ter. Nei contratti di credito non regolati in conto corrente ma ad utilizzo discrezionale da parte del cliente, il SIAEG deve essere indicato nel documento attestante l'uso del credito da parte del cliente.
  4-quater. Salva diversa previsione contrattuale, che deve essere sottoscritta ai sensi degli articoli 1341 e 1342 del codice civile, i contratti regolati in conto corrente devono prevedere che la capitalizzazione degli interessi attivi e passivi avvenga con riferimento alla medesima scansione temporale, con esplicita indicazione dal SIAEG attivo e passivo nell'estratto conto inviato al cliente. Il CICR stabilisce la modalità di calcolo del SIAEG attivo e passivo per i contratti regolati in conto corrente, individuando in particolare gli elementi da computare e le formule di calcolo».
1. 1. Borghesi, Barbato, Messina.

  Al comma 1, sopprimere la lettera a).
*1. 10. Barbato, Messina.

  Al comma 1, sopprimere la lettera a).
*1. 11. Bitonci, Granata.

  Al comma 1, lettera b), sopprimere il capoverso 1-bis.

  Conseguentemente, sopprimere i capoversi 1-ter e 1-quater.
1. 12. Laura Molteni.

  Al comma 1, lettera b), sostituire i capoversi da 1-bis a 1-quater con il seguente:
  «1-bis. Entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, il Ministro dell'economia e delle finanze presenta alle Commissioni parlamentari competenti una dettagliata relazione sull'attività svolta dagli Osservatori di cui all'articolo 12, comma 6, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, al fine di procedere successivamente al loro rafforzamento e all'allargamento delle loro competenze, da effettuarsi attraverso un decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro trenta giorni dalla presentazione della relazione.»
1. 13. Simonetti.

  Al comma 1, lettera b), capoverso 1-bis, terzo periodo, aggiungere, in fine, le parole: un rappresentante designato dal Presidente della Repubblica e sei eletti dal Senato della Repubblica e dalla Camera dei deputati.
1. 101. Scilipoti.

  Al comma 1, lettera b), sopprimere il capoverso 1-ter.
1. 14. Nicola Molteni.

  Al comma 1, lettera b), capoverso 1-ter, sostituire il terzo periodo con il seguente: L'Osservatorio elabora semestralmente le segnalazioni e le informazioni ricevute e analizza il grado di raggiungimento degli obiettivi di cui al comma 1-bis e le cause di eventuali scostamenti, proponendo le conseguenti azioni ritenute idonee al superamento delle criticità riscontrate. Il Ministro dell'economia e delle finanze riferisce annualmente al Parlamento sulle risultanze del monitoraggio effettuato dall'Osservatorio.
1. 15. Messina, Barbato.

  Al comma 1, lettera b), capoverso 1-ter, aggiungere, in fine, il seguente periodo: L'Osservatorio si attiva anche su segnalazione delle imprese che lamentano l'ingiustificata mancata concessione di un credito o la sua ingiustificata revoca e può chiedere alla Banca d'Italia, all'Associazione bancaria italiana e a singole banche le informazioni necessarie a valutare eventuali criticità nel procedimento di concessione dei finanziamenti. Le banche interessate sono tenute a fornire tutti gli elementi utili e a motivare le ragioni per cui il credito non è stato concesso o è stato revocato. In caso di omessa o incompleta trasmissione delle informazioni, la Banca d'Italia assume le iniziative più opportune finalizzate all'adempimento, da parte delle banche interessate, degli obblighi di cui al periodo precedente, comprensive dell'applicazione di eventuali sanzioni amministrative pecuniarie previste dalla legislazione vigente e tenendo conto dell'eventuale recidiva.
1. 16. Messina, Barbato.

  Al comma 1, lettera b), capoverso 1-ter, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Tale Dossier è trasmesso semestralmente alle Commissioni parlamentari competenti, le quali esprimono il loro parere entro trenta giorni dal ricevimento.
1. 17. Molgora.

  Al comma 1, lettera b), capoverso 1-ter, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Tale Dossier è trasmesso semestralmente alle Commissioni parlamentari competenti.
1. 18. Fava.

  Al comma 1, lettera b), sopprimere il capoverso 1-quater.
1. 19. Munerato.

  Al comma 1, lettera b), capoverso 1-quater, aggiungere, in fine, i seguenti periodi: Annualmente, l'Osservatorio analizza il grado di raggiungimento degli obiettivi di cui al comma 1-bis e le cause di eventuali scostamenti, proponendo le conseguenti azioni ritenute idonee al superamento delle criticità riscontrate. Il Ministro dell'economia e delle finanze riferisce annualmente al Parlamento sulle risultanze del monitoraggio effettuato dall'Osservatorio.
1. 20. Barbato, Messina.

  Al comma 1, lettera b), dopo il capoverso 1-quater, aggiungere il seguente:
  «1-quater.1. L'Osservatorio si occupa di reinserire nel circuito legale dell'economia tutte quelle famiglie o imprese, o singoli soggetti, senza distinzione di categorie lavorative, che presentano apposita istanza presso il prefetto della provincia di appartenenza; l'istanza può essere presentata da tutti coloro che sono disoccupati da almeno 6 mesi o dalle imprese che hanno cessato l'attività da 6 mesi e deve essere corredata da un piano di investimenti e dall'apertura di una attività. L'importo massimo non può superare i 200 mila euro per gli ex-lavoratori dipendenti, 800 mila euro per gli ex-imprenditori o liberi professionisti. Le erogazioni sono effettuate in tre rate annuali, a fronte di spese sostenute e documentate. In caso di cessazione dell'attività per decesso del titolare è operativa una assicurazione su tutta l'attività. La Guardia di finanza effettua controlli periodici su tutte le attività aperte che hanno usufruito del contributo e verifica l'esistenza in vita delle suddette imprese. La revoca totale o parziale dei contributi può avvenire in qualsiasi momento se l'Osservatorio riceve segnalazioni ostative da chiunque, dopo verifica da parte della Guardia di finanza. Entro sessanta giorni dalla sua costituzione, l'Osservatorio adotta apposito regolamento sulle modalità di elargizione dei contributi. L'Osservatorio ha un fondo iniziale di dotazione di 2 miliardi di euro, da rinvenire tramite prelievo straordinario effettuato presso tutti i conti correnti di tesoreria degli intermediari finanziari alla data del 30 giugno 2012, in base all'1 per mille del volume d'affari dei singoli intermediari; in ogni caso la dotazione dei 2 miliardi di euro deve essere coperta dai partecipanti al capitale della Banca d'Italia, esclusi INPS ed INAIL. All'istanza deve essere allegato certificato antimafia, penale e carichi pendenti. In caso di reati contro la bandiera, contro lo Stato e/o di particolare gravità sociale non si può accedere al contributo.»
1. 103. Scilipoti.
(Inammissibile)

  Al comma 1, lettera b), dopo il capoverso 1-quater, aggiungere il seguente:
  «1-quater.1. L'Osservatorio è dotato di potere sanzionatorio, per i soggetti esercenti il credito, che attuino pratiche scorrette o elusive o illecite nei confronti della clientela; tali sanzioni possono essere irrogate anche ai singoli funzionari o dipendenti degli esercitanti il credito, oltre che per gli istituti bancari o società finanziarie, da un minimo di 500 euro ad un massimo di 100.000 euro per dipendenti e funzionari, e da un minimo di 10.000 euro ad un massimo di 10.000.0000 di euro per i soggetti abilitati all'esercizio del credito. I proventi delle sanzioni alimentano il fondo di solidarietà, di cui all'articolo 15, comma 1, della legge 7 marzo 1996, n. 108, per il 50 per cento dell'ammontare dei proventi stessi; il residuo 50 per cento serve per finanziare il funzionamento dell'Osservatorio.»
1. 104. Scilipoti.

  Al comma 1, lettera b), dopo il capoverso 1-quater, aggiungere il seguente:
  «1-quater.1. Gli intermediari finanziari, le società finanziarie e tutte le imprese che erogano credito, istituiscono il Protocollo di entrata/uscita delle pratiche di finanziamento a imprese, famiglie, e singoli consumatori, comunicando entro ventiquattr'ore all'Osservatorio sul credito la data di carico della pratica di finanziamento, e, entro dieci giorni, l'esito della richiesta del cliente. In caso di diniego, chi esercita il servizio sul credito fornisce congrue motivazioni. Il protocollo di entrata/uscita è gestito in via telematica, in collegamento internet con l'Osservatorio sul credito. La gestione della pratica non può stare in lavorazione oltre dieci giorni.»
1. 105. Scilipoti.

  Al comma 1, lettera b), sopprimere il capoverso 1-quinquies.
*1. 21. Negro.

  Al comma 1, lettera b), sopprimere il capoverso 1-quinquies.
*1. 102. Scilipoti.

  Al comma 1, lettera b), capoverso 1-quinquies, terzo periodo, sostituire le parole: trenta giorni con le seguenti: dieci giorni.
1. 22. Goisis.

  Al comma 1, lettera b), capoverso 1-quinquies, terzo periodo, sostituire le parole: trenta giorni con le seguenti: quindici giorni.
1. 23. Gidoni.

  Al comma 1, lettera b), capoverso 1-quinquies, terzo periodo, sostituire le parole: trenta giorni con le seguenti: venti giorni.
1. 24. Follegot.

  Al comma 1, lettera b), capoverso 1-quinquies), terzo periodo, sostituire le parole: trenta giorni con le seguenti: venticinque giorni.
1. 25. Grimoldi.

  Al comma 1, lettera b), dopo il capoverso 1-quinquies, aggiungere il seguente:
  «1-sexies. Sulla base del monitoraggio di cui al comma 1-ter, l'Osservatorio provvede all'elaborazione e all'attribuzione di un “ rating di liquidità ” per ciascun istituto di credito o intermediario finanziario di cui all'articolo 106 del decreto legislativo 1o settembre 1993, n. 385, operante nel territorio nazionale, secondo i criteri e le modalità stabilite da un regolamento congiunto della Banca d'Italia e dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, sentita la Consob, da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione».
1. 27. Fugatti.

  Sopprimere il comma 1-bis.
1. 30. Paolini.

  Sostituire il comma 1-ter con il seguente:
  1-ter. Il comma 2 dell'articolo 117-bis del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1o settembre 1993, n. 385, è sostituito dal seguente:
  «2. A fronte di sconfinamenti in assenza di affidamento ovvero oltre il limite del fido, i contratti di conto corrente e di apertura di credito possono prevedere, quali unici oneri a carico del cliente, una commissione di istruttoria veloce determinata in misura fissa, espressa in valore assoluto, commisurata ai costi ed un tasso di interesse debitore sull'ammontare dello sconfinamento. Sono nulle le clausole contrattuali aventi ad oggetto una commissione se il saldo del cliente risulti a debito per un periodo continuativo inferiore a trenta giorni».
1. 32. Barbato, Borghesi, Messina.

  Al comma 1-ter, dopo le parole: non si applica aggiungere le seguenti: alle imprese individuali e.
1. 33. Bonino.

  Al comma 1-ter, dopo le parole: non si applica aggiungere le seguenti: alle persone fisiche titolari di partite IVA e.
1. 34. Bragantini.

  Al comma 1-ter, sopprimere le parole: , nel caso di sconfinamenti pari o inferiori a 500 euro in assenza di affidamento ovvero oltre il limite di fido, per un solo periodo, per ciascun trimestre bancario, non superiore alla durata di sette giorni consecutivi.
1. 35. Comaroli.

  Al comma 1-ter, sostituire le parole: 500 euro con le seguenti: 2.000 euro.
1. 36. Stucchi.

  Al comma 1-ter, sostituire le parole: 500 euro con le seguenti: 1.000 euro.

  Conseguentemente, al medesimo comma, sostituire le parole: sette giorni consecutivi con le seguenti: trenta giorni consecutivi.
1. 37. Barbato, Messina.

  Al comma 1-ter, sostituire le parole: 500 euro con le seguenti: 1.000 euro.
*1. 38. Barbato, Messina.

  Al comma 1-ter, sostituire le parole: 500 euro con le seguenti: 1.000 euro.
*1. 39. Dussin.

  Al comma 1-ter, sostituire le parole: 500 euro con le seguenti: 900 euro.
1. 41. Di Vizia.

  Al comma 1-ter, sostituire le parole: 500 euro con le seguenti: 800 euro.
1. 42. Desiderati.

  Al comma 1-ter, sostituire le parole: 500 euro con le seguenti: 700 euro.
1. 43. Crosio.

  Al comma 1-ter, sostituire le parole: 500 euro con le seguenti: 600 euro.
1. 44. Consiglio.

  Al comma 1-ter, dopo le parole: inferiori a 500 euro aggiungere le seguenti: nonché alle piccole imprese come definite dalla Raccomandazione 2003/361/CE della Commissione europea del 6 maggio 2003, nel caso di sconfinamenti pari o inferiori a 10.000 euro.
1. 45. Messina, Barbato.

  Al comma 1-ter, sopprimere le parole: , per un solo periodo.
1. 100. Scilipoti.

  Al comma 1-ter, sostituire le parole: sette giorni con le seguenti: trenta giorni.
1. 46. Messina, Barbato.

  Al comma 1-ter, sostituire le parole sette giorni con le seguenti: dieci giorni.
1. 47. Fogliato.

  Al comma 1-ter, sostituire le parole sette giorni con le seguenti: nove giorni.
1. 48. Fedriga.

  Al comma 1-ter, sostituire le parole sette giorni con le seguenti: otto giorni.
1. 49. Fabi.

  Al comma 1-ter, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Gli interessi debitori sull'ammontare dello sconfinamento sono calcolati a partire dall'ottavo giorno di sconfinamento.
1. 50. Torazzi.

  Sopprimere il comma 1-quater.
1. 51. Pastore.

  Sopprimere il comma 1-quinquies.
1. 52. Pini.

  Al comma 1-quinquies, primo periodo, sostituire le parole: due milioni di euro con le seguenti: quattro milioni di euro.
1. 53. Maggioni.

  Al comma 1-quinquies, primo periodo, sostituire le parole: due milioni di euro con le seguenti: 3,5 milioni di euro.
1. 54. Volpi.

  Al comma 1-quinquies, primo periodo, sostituire le parole: due milioni di euro con le seguenti: tre milioni di euro.
1. 55. Lanzarin.

  Al comma 1-quinquies, primo periodo, sostituire le parole: due milioni di euro con le seguenti: 2,5 milioni di euro.
1. 57. Vanalli.

  Al comma 1-quinquies, terzo periodo, sostituire le parole: novanta giorni con le seguenti: sessanta giorni.
1. 58. Martini.

  Al comma 1-quinquies, terzo periodo, sostituire le parole: novanta giorni con le seguenti: settantacinque giorni.
1. 59. Meroni.

  Al comma 1-quinquies, sostituire l'ultimo periodo con il seguente: Le imprese che ottengono il più alto livello di rating di legalità sono soggette ad un'istruttoria semplificata nella concessione del credito, secondo gli indirizzi definiti dal Comitato interministeriale per il credito ed il risparmio. A tal fine, il Comitato interministeriale per il credito ed il risparmio elabora modalità agevolate di prestazione della garanzia del credito concesso ai soggetti di cui al primo periodo, anche con riferimento alla cessione dei crediti posseduti verso la pubblica amministrazione”.
1. 60. Buonanno.

  Dopo il comma 1-quinquies, aggiungere i seguenti:
  1-sexies. In attesa di una disciplina organica sul funzionamento delle centrali rischi in materia creditizia diretta ad una maggiore tutela dei consumatori, a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, gli istituti di credito e gli intermediari finanziari devono inviare segnalazioni di sofferenze solo ed esclusivamente alla Centrale dei rischi istituita dal CICR e gestita dalla Banca d'Italia, con esclusione di qualsiasi altra banca dati privata e non istituzionali. Le segnalazioni per sofferenze possono essere trasmesse esclusivamente se il ritardato pagamento dei clienti supera almeno sei rate mensili o una rata semestrale afferenti a contratti di mutuo, a contratti di leasing o a vendite rateali.
  1-septies. In caso di regolarizzazione dei pagamenti, le segnalazioni già inserite nelle banche dati devono essere cancellate entro cinque giorni lavorativi dalla comunicazione da parte dell'istituto di credito ricevente il pagamento, che deve provvedere alla richiesta di estinzione entro e non oltre sette giorni dall'avvenuto pagamento.
  1-octies. Le segnalazioni già registrate, se relative al mancato pagamento di rate mensili di numero inferiore a sei o di un'unica rata semestrale, devono essere estinte entro il termine di 15 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto.
  1-novies. La Banca d'Italia è autorizzata ad apportare le dovute modifiche alla circolare 11 febbraio 1991, n. 139, e successivi aggiornamenti, per l'attuazione della presente norma.
1. 61. Montagnoli.

  Dopo il comma 1-quinquies aggiungere i seguenti:
  1-sexies. All'articolo 40 del decreto legislativo 10 settembre 1993, n. 385, e successive modificazioni e integrazioni, è aggiunto il seguente comma:
  «3. Il compenso di cui al comma 2 costituisce remunerazione ai sensi del quarto comma dell'articolo 644 del codice penale e del secondo comma dell'articolo 1815 del codice civile.»

  1-septies. Il quarto comma dell'articolo 644 del codice penale è sostituito dal seguente:
  «Per la determinazione del tasso di interesse usurario, da calcolarsi con le modalità stabilite ai sensi del terzo comma dell'articolo 121 del decreto legislativo 30 settembre 1993, n. 385, si tiene conto delle commissioni, remunerazioni a qualsiasi titolo e delle spese, escluse quelle per imposte e tasse, collegate all'erogazione del credito.»

  1-octies. All'articolo 116, comma 3, del decreto legislativo 1 settembre 1993, n. 385, la lettera c) è sostituita dalla seguente:
   «c) stabilisce criteri uniformi per l'indicazione dei tassi d'interesse e per il calcolo degli interessi, da effettuarsi con le medesime modalità di cui all'articolo 121, comma 3, e degli altri elementi che incidono sul contenuto economico dei rapporti;».
1. 106. Scilipoti.
(Inammissibile)

  Dopo il comma 1-quinquies, aggiungere il seguente:
  1-sexies. All'articolo 12 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:
   a) il comma 3 è sostituito dal seguente:
  «3. Il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Banca d'Italia, definisce con proprio decreto, da emanarsi entro tre mesi dalla data entrata in vigore della presente disposizione, le caratteristiche di un conto corrente o di un conto di pagamento di base. Con il medesimo decreto è stabilito l'ammontare degli importi delle commissioni da applicare sui prelievi effettuati con carta autorizzata tramite la rete degli sportelli automatici presso una banca diversa da quella del titolare della carta.»;
   b) al comma 5, le parole: «La convenzione», sono sostituite dalle seguenti: «Il decreto di cui al comma 3»;
   c) al comma 9, primo periodo, le parole da: «L'Associazione bancaria italiana» fino a: «a livello nazionale definiscono» sono sostituite dalle seguenti: «Il Ministro dell'economia e delle finanze, sentite la Banca d'Italia e l'Autorità Garante della concorrenza e del mercato, definisce»;
   d) il comma 10 è sostituito dal seguente:
  «10. Fino alla pubblicazione del decreto di cui al comma 9, continua ad applicarsi il comma 7 dell'articolo 34 della legge 12 novembre 2011, n. 183.»;
   e) il comma 10-bis è abrogato.
1. 62. Barbato, Messina.

  Dopo il comma 1-quinquies aggiungere il seguente:
  1-sexies. All'articolo 36-bis del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, dopo il comma è aggiunto il seguente:
  «1-bis. Una percentuale non inferiore alla metà dei prestiti ricevuti dagli istituti di credito nazionali da parte della Banca Centrale Europea con tasso agevolato dell'uno per cento deve essere impiegata, in ragione d'anno, al fine di erogare finanziamenti alle famiglie e alle piccole e medie imprese, con l'applicazione di un tasso di interesse non superiore al 3 per cento. L'Osservatorio di cui al comma 1-bis dell'articolo 27-bis del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27, provvede a vigilare sul rispetto, da parte delle banche, dell'obbligo di cui al presente comma e provvede altresì alla segnalazione alla Banca d'Italia di eventuali comportamenti adottati delle banche in riferimento alla mancata erogazione del credito alle imprese e alle famiglie.».
1. 63. Barbato, Messina.

  Dopo il comma 1-quinquies aggiungere il seguente:
  1-sexies. Una percentuale non inferiore alla metà dei prestiti ricevuti dagli istituti di credito nazionali da parte della Banca Centrale Europea con tasso agevolato dell'uno per cento deve essere impiegata, in ragione d'anno, al fine di erogare finanziamenti alle famiglie e alle imprese.
1. 107. Callegari.

  Dopo il comma 1-quinquies aggiungere il seguente:
  1-sexies. Una percentuale non inferiore al quaranta per cento dei prestiti ricevuti dagli istituti di credito nazionali da parte della Banca Centrale Europea con tasso agevolato dell'uno per cento deve essere impiegata, in ragione d'anno, al fine di erogare finanziamenti alle famiglie e alle imprese.
1. 65. Barbato, Messina.

  Dopo il comma 1-quinquies aggiungere il seguente:
  1-sexies. Una percentuale non inferiore alla metà dei prestiti ricevuti dagli istituti di credito nazionali da parte della Banca Centrale Europea con tasso agevolato dell'uno per cento deve essere impiegata, in ragione d'anno, al fine di erogare finanziamenti alle famiglie, con l'applicazione di un tasso di interesse non superiore all'1,57 per cento.
1. 64. Barbato, Messina.

  Dopo il comma 1-quinquies aggiungere il seguente:
  1-sexies. Una percentuale non inferiore alla metà dei prestiti ricevuti dagli istituti di credito nazionali da parte della Banca Centrale Europea con tasso agevolato dell'uno per cento deve essere impiegata, in ragione d'anno, al fine di erogare finanziamenti alle piccole e medie imprese, con l'applicazione di un tasso di interesse non superiore all'1,57 per cento.
1. 66. Barbato, Messina.

  Dopo il comma 1-quinquies aggiungere il seguente:
  1-sexies. All'articolo 117 del decreto legislativo 1o settembre 1993, n. 385, dopo il comma 8, è aggiunto il seguente:
  «9. I contratti di affidamento bancario e le variazioni delle condizioni degli stessi devono essere esplicitamente approvati singolarmente dal cliente, pena nullità del contratto stesso e delle variazioni.».
1. 67. D'Amico.

  Dopo il comma 1-quinquies, aggiungere il seguente:
  1-sexies. All'articolo 27, comma 1, lettera b), capoverso, primo periodo, del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27, le parole: «, tenuto conto della necessità di assicurare trasparenza e chiarezza dei costi, nonché di promuovere l'efficienza economica nel rispetto delle regole di concorrenza» sono sostituite seguenti: «. In ogni caso, la commissione a carico degli esercenti sui pagamenti effettuati con strumenti di pagamento elettronico, incluse le cade di pagamento, di credito o di debito, non può superare la misura dell'1,5 per cento.».
1. 68. Polledri.

  Dopo il comma 1-quinquies aggiungere il seguente:
  1-sexies. All'articolo 27, comma 1, lettera b), capoverso, primo periodo, del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27, le parole: «, tenuto conto della necessità di assicurare trasparenza e chiarezza dei costi, nonché di promuovere l'efficienza economica nel rispetto delle regole di concorrenza» sono sostituite dalle seguenti: «. In ogni caso, gli acquisti di carburanti di importo inferiore ad euro 150, regolati con strumenti di pagamento elettronico, non sono gravati da commissioni.».
1. 69. Forcolin.

  Al comma 2-bis, sopprimere la lettera a).
1. 76. Reguzzoni.

  Al comma 2-bis, lettera a), sostituire le parole: la parola: «quattro» è sostituita dalla seguente: «due» con le seguenti: le parole: «quattro commissari» sono sostituite dalle seguenti: «un commissario».
1. 77. Rivolta.

  Al comma 2-bis, lettera a), sostituire la parola: due con la seguente: tre.
1. 78. Rainieri.

  Al comma 2-bis, sopprimere la lettera b).
1. 79. Allasia.

  Al comma 2-bis, lettera b), sostituire le parole: un nominativo con le seguenti: due nominativi.
1. 81. Rondini.

  Dopo il comma 2-bis aggiungere il seguente:
  2-ter. In ragione della necessità di contenimento della spesa e di adeguamento alle disposizioni dell'articolo 23-ter del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, dopo il comma 3 dell'articolo 1 della legge 31 luglio 1997, n. 249, è inserito il seguente:
  «3-bis. Al presidente, ai commissari e ai dipendenti dell'Autorità si applicano le disposizioni di cui all'articolo 23-ter del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214».
1. 82. Cavallotto.

  Dopo il comma 2-bis aggiungere il seguente:
  2-ter. In ragione della necessità di contenimento della spesa e di adeguamento alle disposizioni dell'articolo 23-ter del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, dopo il comma 3 dell'articolo 1 della legge 31 luglio 1997, n. 249, è inserito il seguente:
  «3-bis. A decorrere dal prossimo rinnovo delle cariche, gli emolumenti del presidente, dei commissari e del segretario generale dell'Autorità sono ridotti del 20 per cento rispetto a quelli vigenti».
1. 83. Chiappori.

  Dopo il comma 2-bis aggiungere il seguente:
  2-ter. A partire dal 1o giugno 2012 il trattamento economico omnicomprensivo del commissario dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) è ridotto del 50 per cento.
1. 87. Caparini.

  Dopo il comma 2-bis aggiungere il seguente:
  2-ter. Al fine di agevolare il pagamento dei debiti tributari delle imprese in difficoltà, considerando anche la difficoltà da parte delle imprese stesse a riscuotere i crediti commerciali verso la pubblica amministrazione, Equitalia S.p.A. e le società di riscossione del gruppo, avviano, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, una verifica, su tutto il territorio nazionale, delle posizioni debitorie più critiche, in considerazione delle oggettive difficoltà economiche sopravvenute e delle posizioni creditorie delle aziende verso le pubbliche amministrazioni. Il Ministro dell'economia e delle finanze, esaminata la verifica di Equitalia S.p.A., con proprio decreto, propone una moratoria dei debiti tributari per le imprese identificate, senza ulteriori aggravi per sanzioni ed interessi di mora, per un periodo di almeno 360 giorni.
1. 108. Fugatti.
(Inammissibile)