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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Lunedì 18 giugno 2012

TESTO AGGIORNATO AL 26 GIUGNO 2012

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 18 giugno 2012.

  Albonetti, Barbieri, Bergamini, Bindi, Caparini, Cicchitto, Colucci, Gianfranco Conte, D'Alema, D'Amico, Dal Lago, De Girolamo, Della Vedova, Donadi, Dozzo, Fava, Fedi, Franceschini, Giancarlo Giorgetti, Leone, Lupi, Milanato, Moffa, Mosca, Nirenstein, Leoluca Orlando, Arturo Mario Luigi Parisi, Pisacane, Stefani, Tenaglia, Vernetti, Vico, Volontè.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 14 giugno 2012 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:

   REALACCI ed altri: «Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, in materia di utilizzo di farmaci contenenti derivati naturali e sintetici della cannabis indica a fini terapeutici» (5280);
   CALLEGARI ed altri: «Disposizioni per il sostegno del settore della pesca e dell'acquacoltura» (5281);
   BOCCIARDO ed altri: «Modifica all'articolo 137 del codice del consumo, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, concernente i requisiti per l'iscrizione nell'elenco delle associazioni dei consumatori e degli utenti rappresentative a livello nazionale» (5282);
   PATARINO: «Modifiche all'articolo 45 della legge 23 luglio 2009, n. 99, concernenti il Fondo per la riduzione del prezzo alla pompa dei carburanti nelle regioni interessate dalla estrazione di idrocarburi liquidi e gassosi nonché dalle attività di raffinazione e di rigassificazione» (5283);
   D'ALEMA ed altri: «Modifiche alla legge 3 agosto 2007, n. 124, concernente il Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e la disciplina del segreto» (5284);
   SANTELLI ed altri: «Modifica all'articolo 38 del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, concernente l'esclusione dalle procedure in caso di mancanza del documento unico di regolarità contributiva, e altre disposizioni in materia di rilascio del medesimo documento» (5285);
   SANTELLI ed altri: «Introduzione dell'articolo 16-ter del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, in materia di detrazione fiscale per interventi di ristrutturazione di immobili di edilizia residenziale con sistemi antisismici» (5286).

  In data 15 giugno 2012 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:

   CATANOSO GENOESE: «Modifica delle disposizioni concernenti i limiti di distanza dalla costa per l'esercizio della pesca marittima ravvicinata» (5288);
   GARAGNANI: «Istituzione dell'Autorità per i servizi pubblici locali» (5289);
   LO MORO: «Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, al testo unico di cui al decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, e alla legge 24 gennaio 1979, n. 18, in materia di incandidabilità e di ineleggibilità alle cariche di deputato, di senatore e di membro del Parlamento europeo, nonché delega al Governo per l'adozione di un testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità, ineleggibilità e incompatibilità relative a cariche pubbliche e di governo» (5290).

  Saranno stampate e distribuite.

Annunzio di un disegno di legge.

  In data 15 giugno 2012 è stato presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge:

   dal ministro dell'economia e delle finanze:
  «Delega al Governo recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita» (5291).

  Sarà stampato e distribuito.

Modifica del titolo di una proposta di legge.

  La proposta di legge n. 4892, d'iniziativa dei deputati FARINA COSCIONI ed altri, ha assunto il seguente titolo: «Disposizioni concernenti la conservazione di gameti umani e di tessuto gonadale».

Trasmissione dal Senato.

  In data 15 giugno 2012 il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge:

  S. 3304. – «Conversione in legge del decreto-legge 15 maggio 2012, n. 58, recante disposizioni urgenti per la partecipazione italiana alla missione di osservatori militari delle Nazioni Unite, denominata United Nations Supervision Mission in Syria (UNSMIS), di cui alla Risoluzione 2043 (2012), adottata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite» (approvato dal Senato) (5287).

  Sarà stampato e distribuito.

Assegnazione di una proposta di inchiesta parlamentare a Commissione in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, la seguente proposta di inchiesta parlamentare è assegnata, in sede referente, alla sottoindicata Commissione permanente:

   XI Commissione (Lavoro):
  Maurizio TURCO ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle posizioni contributive che non hanno dato luogo a trattamenti pensionistici per mancato raggiungimento dei requisiti minimi» (doc. XXII, n. 36) – Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni) e V.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

   I Commissione (Affari costituzionali):
  PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE SCANDROGLIO ed altri: «Modifica all'articolo 67 della Costituzione, in materia di dichiarazione di appartenenza dei membri del Parlamento a un gruppo parlamentare» (5243);
  DOZZO ed altri: «Modifica all'articolo 2 della legge 15 dicembre 1999, n. 482, in materia di riconoscimento, tutela e valorizzazione del patrimonio linguistico, storico, letterario e filologico della lingua regionale veneta» (5246) Parere delle Commissioni V, VII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
  MAURIZIO TURCO ed altri: «Disciplina dell'affidamento e della gestione dei servizi pubblici locali» (5250) Parere delle Commissioni II, V, VI, VIII (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), IX, X, XI, XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   VI Commissione (Finanze):
  ROSATO e VELO: «Agevolazioni in materia di tariffe doganali in favore delle esportazioni operate attraverso imprese di logistica e trasporto di merci rispondenti a parametri di sicurezza e di rispetto dell'ambiente» (5234) Parere delle Commissioni I, V, VIII, IX (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), X, XI e XIV.

   VII Commissione (Cultura):
  «Delega al Governo in materia di sviluppo del mercato editoriale e di ridefinizione delle forme di sostegno» (5270) Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), IX, X, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   XI Commissione (Lavoro):
  MOGHERINI REBESANI ed altri: «Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, concernenti l'indennità di maternità, l'introduzione del congedo di paternità obbligatorio e la fruizione del congedo parentale» (5168) Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), X e XII.

   XII Commissione (Affari sociali):
  FARINA COSCIONI ed altri: «Disposizioni concernenti la conservazione di gameti umani e di tessuto gonadale» (4892) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
  FARINA COSCIONI ed altri: «Disciplina della donazione di gameti per fini procreativi o di ricerca scientifica» (5121) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
   FARINA COSCIONI ed altri: «Disciplina della donazione di gameti e di embrioni per fini procreativi o di ricerca scientifica» (5122) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   XIII Commissione (Agricoltura):
  MARINELLO ed altri: «Disposizioni per assicurare la qualità, l'informazione del consumatore sull'origine e il corretto funzionamento del mercato degli oli di oliva vergini» (5232) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VI, X (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   Commissioni riunite VIII (Ambiente) e X (Attività produttive):
  FEDERICO TESTA e LIBÈ: «Modifica all'articolo 12 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, e altre disposizioni concernenti le concessioni di grandi derivazioni d'acqua per uso idroelettrico» (5197) Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
  SAGLIA ed altri: «Disposizioni in materia di concessioni per grandi derivazioni d'acqua ad uso idroelettrico» (5225) Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), XI, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Annunzio di una proposta di modificazione al regolamento.

  In data 14 giugno 2012 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di modificazione al regolamento d'iniziativa dei deputati:
  Palagiano, Barani, Binetti, Di Giuseppe, Donadi, Aniello Formisano, Patarino, Rota, Scapagnini, Stagno d'Alcontres, Nunzio Francesco Testa: «Art. 22: Modifica della denominazione della XII Commissione permanente» (doc. II, n. 21).

  Sarà pubblicata e trasmessa alla Giunta per il regolamento.

Trasmissioni dal Presidente del Senato.

  Il Presidente del Senato, con lettera in data 14 giugno 2012, ha comunicato che la 1a Commissione (Affari costituzionali) del Senato ha approvato, ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del regolamento del Senato, una risoluzione sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 223/2009 relativo alle statistiche europee (COM(2012)167 final) (Atto Senato doc. XVIII, n. 163), che è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  Il Presidente del Senato, con lettera in data 14 giugno 2012, ha comunicato che la 14a Commissione (Politiche dell'Unione europea) del Senato ha approvato, a conclusione dell'esame, ai sensi dell'articolo 144, commi 1, 5 e 6, del regolamento del Senato, le seguenti risoluzioni:
   risoluzione sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un programma d'azione per la dogana e l'imposizione fiscale nell'Unione europea per il periodo 2014-2020 (FISCUS) e abroga le decisioni n. 1482/2007/CE e n. 624/2007/CE (COM(2011)706 definitivo) (Atto Senato doc. XVIII-bis, n. 66), che è trasmessa alla VI Commissione (Finanze) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);
   risoluzione sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ai fondi europei di venture capital (COM(2011)860 definitivo) (Atto Senato doc. XVIII-bis, n. 67), che è trasmessa alla VI Commissione (Finanze) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);
   risoluzione sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio riguardante il programma Hercule III per la promozione di azioni nel settore della tutela degli interessi finanziari dell'Unione europea (COM(2011)914 definitivo) (Atto Senato doc. XVIII-bis, n. 68), che è trasmessa alla II Commissione (Giustizia), alla VI Commissione (Finanze) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissione dal ministro delle infrastrutture e dei trasporti.

  Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con lettera in data 12 giugno 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, comma 4, della legge 18 giugno 1998, n. 194, la relazione sull'andamento del processo di liberalizzazione e di privatizzazione del trasporto aereo relativa al secondo semestre 2011 (doc. LXXI, n. 6).

  Questo documento è trasmesso alla IX Commissione (Trasporti).

Trasmissione dal ministro dell'economia e delle finanze.

  Il ministro dell'economia e delle finanze, con lettera in data 15 giugno 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 12 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, e successive modificazioni, la relazione generale sulla situazione economica del Paese per l'anno 2011 (doc. XI, n. 4).

  Questo documento – che sarà stampato – è stato trasmesso alla V Commissione (Bilancio).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  Il dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 14 giugno 2012, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 3 e 19 della legge 4 febbraio 2005, n. 11, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
  Tali atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
  Con la medesima comunicazione, il Governo ha altresì richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
   Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio in materia di identificazione elettronica e servizi fiduciari per le transazioni elettroniche nel mercato interno (COM(2012)238 final), assegnata, in data 8 giugno 2012, in sede primaria alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e IX (Trasporti), nonché alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà;
   Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 1225/2009 del Consiglio relativo alla difesa contro le importazioni oggetto di dumping da parte di paesi non membri della Comunità europea (COM(2012)270 final), assegnata, in data 11 giugno 2012, in sede primaria alla X Commissione (Attività produttive);
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni – Una governance migliore per il mercato unico (COM(2012)259 final), assegnata, in data 12 giugno 2012, in sede primaria alla X Commissione (Attività produttive);
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sull'attuazione della direttiva sui servizi. Un partenariato per una nuova crescita nel settore dei servizi 2012-2015 (COM(2012)261 final), assegnata, in data 13 giugno 2012, in sede primaria alle Commissioni riunite II Commissione (Giustizia) e X (Attività produttive);
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Energie rinnovabili: un ruolo di primo piano nel mercato energetico europeo (COM(2012)271 final), assegnata, in data 12 giugno 2012, in sede primaria alle Commissioni riunite VIII (Ambiente) e X (Attività produttive);
   Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica del regolamento (CE) n. 2371/2002 del Consiglio relativo alla conservazione e allo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nell'ambito della politica comune della pesca (COM(2012)277 final), assegnata, in data 11 giugno 2012, in sede primaria alla XIII Commissione (Agricoltura).

  La Commissione europea, in data 14 e 15 giugno 2012, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):

  Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio e alla Corte dei conti – Sintesi delle realizzazioni della Commissione in materia di gestione per il 2011 (COM(2012)281 final), che è assegnata in sede primaria alla V Commissione (Bilancio);
  Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Prima relazione sull'applicazione del regolamento (CE) n. 764/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 luglio 2008, che stabilisce procedure relative all'applicazione di determinate regole tecniche nazionali a prodotti legalmente commercializzati in un altro Stato membro e che abroga la decisione n. 3052/95/CE (COM(2012)292 final), che è assegnata in sede primaria alla X Commissione (Attività produttive);
  Proposta di decisione del Consiglio che definisce la posizione che l'Unione europea assumerà in seno al Consiglio generale dell'Organizzazione mondiale del commercio sulla richiesta delle Filippine di una deroga dell'OMC per estendere il trattamento speciale riservato al riso (COM(2012)293 final), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri).

Comunicazione di una nomina ministeriale.

  La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 13 giugno 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, la comunicazione concernente il conferimento al dottor Giuseppe Ruocco, ai sensi del comma 4 del medesimo articolo 19, dell'incarico di livello dirigenziale generale di direttore della direzione generale della prevenzione, nell'ambito del dipartimento della sanità pubblica e dell'innovazione del Ministero della salute.

  Tale comunicazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla XII Commissione (Affari sociali).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B  al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di risposte scritte ad interrogazioni.

  Sono pervenute alla Presidenza dai competenti Ministeri risposte scritte ad interrogazioni. Sono pubblicate nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

MOZIONI DI PIETRO ED ALTRI N. 1-00975, CICCHITTO ED ALTRI N. 1-00986, TEMPESTINI ED ALTRI N. 1-01082, DOZZO ED ALTRI N. 1-01083, ADORNATO ED ALTRI N. 1-01084 E MENIA E DELLA VEDOVA N. 1-01085 CONCERNENTI INIZIATIVE IN AMBITO INTERNAZIONALE E COMUNITARIO IN RELAZIONE ALLA SITUAZIONE IN SIRIA

Mozioni

   La Camera,
   premesso che:
    nel marzo del 2011 le proteste sono giunte anche in Siria, dopo aver interessato i Paesi del Maghreb e del Mashrek (avvenimenti ormai noti come «primavera araba»);
    tutto è iniziato a Daraa, città nel sud del Paese, quando i residenti si sono riversati in piazza in quello che venne poi ribattezzato il «giorno della rabbia», per chiedere il rilascio di circa 15 studenti arrestati e presumibilmente torturati dopo aver scritto su un muro slogan che riprendevano gli stessi apparsi nel corso delle rivolte in Tunisia ed Egitto;
    attualmente è ancora in atto una dura rivolta contro il regime alawita di Bashar Al Assad, Presidente dal luglio 2000, succeduto al padre, Hafez Al Assad, Presidente ininterrottamente dal 1971 al 2000 (la famiglia Al Assad appartiene alla minoranza islamica degli alawiti, di orientamento sciita, che fornisce la maggior parte dei quadri dirigenti del Ba'ath siriano);
    il Governo di Damasco sta, purtroppo, rispondendo a queste legittime richieste di cambiamento con un uso sproporzionato della forza militare; stando agli ultimi dati diffusi dalle Nazioni Unite, infatti, tale violenta reazione avrebbe provocato finora la morte di oltre 10.000 persone; non è ovviamente possibile avere esatta contezza del numero dei morti ma l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), al 4 aprile 2012, parla di 10.281 persone, di cui 7.432 civili (tra cui 1.110 tra bambini e adolescenti e 232 donne), 2.281 forze militari governative e 568 disertori documentati finora; le persone attualmente arrestate sarebbero circa 21.000, di cui 482 minorenni e 237 donne; il Consiglio nazionale siriano, invece, parla di oltre 12.000 morti, di cui 11.188 civili (870 minori, 761 donne) e 1.081 soldati che si sono rifiutati di eseguire gli ordini;
    si tratta in ogni caso di numeri inaccettabili, ancor più se si pensa che si parla di cifre destinate a crescere giorno per giorno: proprio il 27 maggio 2012, infatti, hanno perso la vita 108 persone, fra cui 49 bambini, in un nuovo, efferato massacro a Hula; il portavoce dell'Alto commissariato Onu per i diritti umani (Unhcr), Ruper Colville, ha spiegato che solo una ventina dei siriani morti in questo ennesimo eccidio sono stati causati dai colpi dell'artiglieria e dei carri armati; lo stesso ha anche denunciato che «la mancanza di un accordo nel Consiglio di sicurezza dell'Onu sulla Siria sembra aver incoraggiato le autorità di Damasco a portare avanti un massacro ancora più indiscriminato di dissidenti e crimini contro l'umanità»; ma l'ultimo bilancio delle violenze in Siria è del 30 maggio 2012, quando a Deir Ezzor si è verificato un altro massacro con 98 morti, tra cui 61 civili, nove ribelli e 28 soldati governativi; secondo il presidente dell'Osservatorio siriano per i diritti umani con sede a Londra, Rami Abdel Rahman, «le vittime sono state giustiziate con un proiettile nella testa, secondo le prime informazioni provenienti dalla regione»;
    la Lega araba, nel corso di riunione del 12 febbraio 2012 al Cairo, attraverso i suoi Ministri degli affari esteri, aveva chiesto al Consiglio di sicurezza dell'Onu l'avvio di una missione, in sostituzione di quella fallita il 28 gennaio 2012, che prevedesse l'invio in Siria di una forza di pace internazionale mista, composta da rappresentanti arabi e rappresentanti scelti dalle Nazioni Unite, finalizzata a porre fine ai massacri che insanguinano, da ormai un anno, il Paese arabo; nel corso della stessa riunione era stato chiesto ai Paesi arabi di sospendere ogni forma di cooperazione diplomatica con il regime di Damasco e di intensificare le sanzioni economiche e l'apertura di canali di comunicazione con le opposizioni, ancorché divise;
    l'11 aprile 2012 il Governo siriano, dopo un trionfalistico annuncio sulla sconfitta dei «terroristi» e la ripresa totale di controllo del territorio, si era detto pronto ad attuare la tregua a partire dal giorno successivo, mantenendo, peraltro, le truppe pronte a nuovi interventi, ma la stessa veniva rispettata solo parzialmente, poiché nelle 36 ore successive le forze governative uccidevano una trentina di persone, come sempre dopo il consueto venerdì di preghiera;
    dopo l'ennesimo massacro, il 14 aprile 2012 veniva approvata all'unanimità dal Consiglio di sicurezza dell'Onu la risoluzione 2042, in cui si consentiva l'invio immediato di una missione esplorativa in Siria, composta da non più di trenta osservatori militari non armati, allo scopo di controllare il rispetto del cessate il fuoco, ma anche degli altri punti del piano di pace sottoposto ad Assad da Kofi Annan, con particolare riguardo al ritiro delle forze militari e degli armamenti pesanti dai centri abitati;
    dopo l'inizio della missione di osservatori dell'Onu, la situazione nel Paese è rimasta difficile e l'Onu ha preso atto che la tregua è stata rispettata solo parzialmente dal regime, il quale, dal canto suo, sempre appoggiato dalla Russia, ne addossava la responsabilità ai combattenti definiti terroristi; di qui la decisione di approvare il 21 aprile 2012 una seconda risoluzione, la 2043, la cui urgenza era stata particolarmente sostenuta dalla Russia, votando all'unanimità l'invio progressivo di un contingente di non più di trecento osservatori militari disarmati, oltre alla necessaria componente civile; dopo l'eccidio di Hula, anche Russia e Cina hanno, infatti, poi sottoscritto la ferma condanna del Consiglio di sicurezza, dopo che per due volte avevano esercitato il potere di veto;
    la missione deliberata (Unsmis, United nations supervision mission in Syria), della durata iniziale di 90 giorni e sulla quale già in precedenza le Nazioni Unite avevano firmato un protocollo d'intesa con il Governo siriano, sarà soggetta a una frequente periodica valutazione da parte del Segretario generale dell'Onu che riferirà al Consiglio, soprattutto in ordine all'effettivo rispetto – finora solo parziale – del cessate il fuoco;
    gli attivisti dei comitati di coordinamento che si oppongono in Siria al regime non hanno nascosto la propria delusione, sostenendo che la missione fallirà il proprio obiettivo, in quanto insufficiente a coprire il vasto territorio siriano, e si risolverà solo in un'ulteriore concessione di tempo al regime di Assad; la perdurante repressione in atto nel Paese e i già menzionati massacri sembrano dare loro ragione;
    il 23 aprile 2012, stante la violazione dell'impegno a cessare il fuoco, nuove sanzioni europee e americane hanno colpito la Siria: in particolare, quelle decise dal Presidente Usa Obama rivolte, soprattutto, verso una serie di tecnologie, con le quali il regime sarebbe in grado di rintracciare e colpire gli oppositori mediante il controllo dei telefoni cellulari e dei social network della rete internet;
    nelle stesse ore la Turchia, preoccupata soprattutto degli effetti destabilizzanti a catena che un'eventuale partizione della Siria potrebbe provocare, ha ventilato la possibilità di portare in sede Nato la situazione di tensione del proprio confine con la Siria;
    nemmeno le elezioni legislative del 7 maggio 2012 hanno segnato una qualche ricomposizione dei contrasti: piuttosto, esse sono state boicottate anche da forze di opposizione moderata non colpite finora dalla repressione, in quanto giudicate solo un'operazione cosmetica del regime, che, invece, le ha ritenute democratiche, in realtà, come poi è stato acclarato, si è trattato di elezioni-farsa;
    l'8 maggio 2012 Kofi Annan ha rilevato come gran parte del suo piano per il cessate il fuoco non sia stato finora attuato, ma ha espresso fiducia nell'azione dei trecento osservatori che entro la fine di maggio 2012 dovrebbero essere tutti al lavoro in Siria, e tra loro vi sono 17 militari italiani (dei quali 5 sono partiti il 15 maggio 2012 alla volta di Damasco), come deciso dal Governo con comunicazione al Parlamento in un'informativa alle Commissioni riunite esteri e difesa della Camera dei deputati il 9 maggio 2012;
    il 13 maggio 2012 il Ministro degli affari esteri Giulio Terzi ha ricevuto a Roma il capo del Consiglio nazionale siriano, Burhan Ghalioun, ma le sue successive e improvvise dimissioni non rappresentano certamente un segnale positivo;
    di fronte alle violenze e alla crisi diplomatica internazionale, il nostro Paese, a lungo uno dei principali partner commerciali della Siria, il 14 marzo 2012 aveva iniziato con la sospensione dell'attività della propria ambasciata a Damasco, rimpatriandone lo staff della sede diplomatica; altri Paesi si erano mossi in tale direzione;
    con l'aggravarsi della situazione, a seguito delle efferate violenze contro la popolazione civile di Hula, ascrivibili alle responsabilità del Governo siriano, e a fronte del fallimento di quanto messo in campo sinora in sede Onu, con le risoluzioni 2042 e 2043, è stato concordato da Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Olanda e Spagna di provvedere all'espulsione degli ambasciatori della Siria dal territorio nazionale, provvedimento esteso anche ad alcuni funzionari dell'ambasciata; anche gli Stati Uniti, l'Australia, il Giappone, il Canada e la Turchia hanno provveduto in tal senso, mentre la Russia ha, invece, criticato l'espulsione degli ambasciatori siriani, definendola una mossa «controproducente»;
    il Premier turco Recep Tayyip Erdogan, nel condannare l'eccidio di Hula, ha sottolineato che «la pazienza del mondo si sta esaurendo» e ha anche fatto sapere di essere disposto e preparato a ricevere profughi siriani per proteggerli dalle forze armate lealiste e a ospitare le forze armate libere della Siria, escludendo in maniera assoluta un coinvolgimento militare;
    a conferma, comunque, che il conflitto potrebbe estendersi pericolosamente, si è avuta notizia di spari dell'esercito siriano al confine con il Libano che hanno causato la morte di un contadino libanese; intanto l'opposizione siriana fa sapere di essere pronta a prendere il controllo degli arsenali chimici di Assad, non appena il regime crollerà;
    al di là delle inevitabili ripercussioni sugli assetti politico-istituzionali dell'intera area geografica, tale situazione sta generando un forte allarme umanitario per i violenti massacri che da mesi continuano a perpetrarsi ai danni della popolazione civile e che rischia di provocare delle inevitabili e gravi ripercussioni sui già delicati equilibri dell'intero territorio mediorientale, per cui risulta quanto mai urgente e prioritario un decisivo e unanime intervento della comunità internazionale;
    alla luce di una crisi economica e finanziaria che si aggrava sempre più a livello globale, i Governi occidentali restano ancora molto riluttanti a intervenire, avendo anche ben presente il complesso quadro regionale e internazionale in cui si colloca la crisi siriana; inoltre, va tenuto in debita considerazione il fatto che in Siria una delle principali incognite è caratterizzata dalla frammentarietà dell'opposizione al regime, dominata da una maggioranza sunnita sostenuta dai Fratelli musulmani e da Paesi arabi del Golfo e rappresentata da un insieme di gruppi in esilio che si fa chiamare Consiglio nazionale siriano (Cns), con una prevalenza sempre più consistente di movimenti e partiti islamisti sunniti, a fronte della presenza sciita di matrice iraniana; proprio l'Iran, ovviamente, ha dimostrato di essere particolarmente attento a quel che accade in Siria, offrendo innanzitutto l'appoggio alle forze del regime e alla repressione della rivolta nel Paese;
    quella in atto in Siria appare ormai sempre più una guerra civile ampiamente iniziata, piuttosto che qualcosa in procinto di accadere, con conseguenze ancora più devastanti per la popolazione,

impegna il Governo:

   a farsi promotore, nelle opportune sedi internazionali, di iniziative volte a:
    a) favorire un deciso intervento diplomatico, di concerto con le istituzioni europee, per rafforzare la pressione internazionale sul regime siriano, far cessare qualsiasi atto di violenza nei confronti della sua popolazione, assicurare un forte sostegno politico alla già fragile e composita opposizione siriana nella direzione di evitare un'ulteriore degenerazione della situazione;
    b) far sì che il Consiglio di sicurezza dell'Onu si pronunci nel più breve tempo possibile nel senso di:
     1) fornire una più stringente e decisa risposta all'inaccettabile susseguirsi di violenze e repressione in Siria attraverso l'adozione di misure più rigorose, tra cui sanzioni economiche, contro il regime siriano;
     2) valutare la possibilità di avviare una missione di peacekeeping congiunta Onu-Paesi arabi nell'estremo tentativo di dissuasione nei confronti del Presidente siriano;
     3) prevedere l'aumento del numero degli osservatori militari delle Nazioni Unite già previsti dalla risoluzione 2043 e rafforzare il mandato della missione Unsmis;
   ad adoperarsi nelle sedi internazionali per sostenere con forza che la commissione internazionale indipendente d'inchiesta, istituita dal Consiglio Onu dei diritti umani, possa entrare in Siria e verificare le denunce di violazioni commesse da tutte le parti coinvolte nel conflitto.
(1-00975)
(Nuova formulazione) «Di Pietro, Donadi, Evangelisti, Borghesi, Leoluca Orlando, Di Stanislao».
(27 marzo 2012)


   La Camera,
   premesso che:
    in numerosi Paesi della riva sud del Mediterraneo con la caduta di regimi non democratici si sono avviati percorsi di costruzione istituzionale verso assetti democratici ed in alcuni casi si sono svolte elezioni valutate non negativamente dagli osservatori internazionali;
    per la prima volta, partiti islamici si sono affermati in modo estremamente significativo, con la conseguente formazione, in alcuni casi, di maggioranze in cui partiti islamici e partiti di ispirazione laica tradizionale operano insieme;
    in alcuni casi, come in Egitto, la maggioranza di partiti islamici ed il Governo laico militare non hanno potuto finora definire l'assetto stabile per il medio e lungo periodo, anche in vista delle elezioni presidenziali;
    in altri casi, come la Libia, la fragilità dell'equilibrio di governo transitorio e l'incertezza della prospettiva elettorale concorrono a rendere la situazione sul terreno incerta ed insicura;
    nel caso della Siria, si assiste a sterili esercizi di consultazione e veti che impediscono al Consiglio di sicurezza dell'Onu ed alla comunità internazionale di far cessare la strage di civili innocenti a Damasco, nella città martire di Homs ed altrove;
    sinora l'azione dell'Unione europea è stata, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, debole ed incapace di indurre i grandi attori non europei, dalla Cina alla Russia, ad atteggiamenti responsabili, volti, anzitutto, all'uscita di scena del regime siriano ed alla fine della violenza, ma anche, più in generale, alla definizione di politiche globali con cui seguire i complessi fenomeni sociali e politici che si manifestano nel mondo arabo;
    invece, l'azione e la capacità di visionare della Lega araba si sono dimostrate efficaci ed in grado quantomeno di ricercare un consenso più ampio in sostegno ai popoli della regione, durante e dopo le fasi conclusive dei regimi e nell'attuale drammatica e non risolta crisi siriana;
    l'Italia, anche a seguito della constatazione della scarsa efficacia delle più recenti iniziative euro-mediterranee, può e deve rivendicare la propria responsabilità di promuovere, con l'Europa, un nuovo patto mediterraneo per affrontare con i Paesi arabi le sfide antiche e recenti della sicurezza, prosperità, arricchimento culturale ed evoluzione democratica nelle istituzioni e nelle società;
    così come accadde durante la guerra fredda, per superare distanze ed incomprensioni è utile pensare ad un patto globale euro-arabo, che veda protagonisti la Lega araba e l'Unione europea, per ricercare un dialogo ampio e paritario come nel caso della Conferenza per la sicurezza e cooperazione in Europa (Csce);
    un'intesa globale euro-araba avrebbe, anzitutto, il potenziale per l'ulteriore coinvolgimento di attori essenziali, dalla Turchia alla Russia agli Stati Uniti, per parlare finalmente con una sola voce di stop alle violenze in Siria, di sicurezza, democrazia e diritti nel rispetto delle storie e tradizioni nazionali, di prosperità e ruolo dei giovani nella regione mediterranea allargata;
    il Governo, anche alla luce delle esperienze che la diplomazia italiana ha avviato e sviluppato negli ultimi dieci anni, può e deve, abbandonando le regole ed i riti sinora privi di risultato, affrontare la strada, tutta politica, dell'interlocuzione aperta, a partire da un vertice fondativo Unione europea-Lega araba, per definire un patto ricco di azioni concrete con l'assunzione reciproca e paritaria di responsabilità, affinché i primi attori regionali nel Mediterraneo «allargato» - appunto Unione europea e Lega araba - possano guidare, e non subire, iniziative strategiche cui altri attori internazionali si possano associare,

impegna il Governo

a promuovere un'iniziativa politica con cui Unione europea e Lega araba insieme promuovano un patto globale ed un confronto sui temi concreti della cessazione immediata delle violenze in Siria, della sicurezza, della democrazia e della prosperità, assumendo insieme le conseguenti iniziative di coinvolgimento degli Stati mediterranei e degli altri attori internazionali, il cui contributo possa aiutare lo sviluppo di tali politiche.
(1-00986) «Cicchitto, Frattini, Pianetta, Renato Farina, Angeli, Biancofiore, Boniver, Malgieri, Migliori, Osvaldo Napoli, Picchi».
(2 aprile 2012)


   La Camera,
   premesso che:
    in numerosi Paesi della riva sud del Mediterraneo con la caduta di regimi non democratici si sono avviati percorsi di costruzione istituzionale verso assetti democratici ed in alcuni casi si sono svolte elezioni valutate non negativamente dagli osservatori internazionali;
    per la prima volta, partiti islamici si sono affermati in modo estremamente significativo, con la conseguente formazione, in alcuni casi, di maggioranze in cui partiti islamici e partiti di ispirazione laica tradizionale operano insieme;
    in alcuni casi, come in Egitto, la maggioranza di partiti islamici ed il Governo laico militare non hanno potuto finora definire l'assetto stabile per il medio e lungo periodo, anche in vista delle elezioni presidenziali;
    in altri casi, come la Libia, la fragilità dell'equilibrio di governo transitorio e l'incertezza della prospettiva elettorale concorrono a rendere la situazione sul terreno incerta ed insicura;
    nel caso della Siria, si assiste a sterili esercizi di consultazione e veti che impediscono al Consiglio di sicurezza dell'Onu ed alla comunità internazionale di far cessare la strage di civili innocenti a Damasco, nella città martire di Homs ed altrove;
    sinora l'azione dell'Unione europea è stata, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, debole ed incapace di indurre i grandi attori non europei, dalla Cina alla Russia, ad atteggiamenti responsabili, volti, anzitutto, all'uscita di scena del regime siriano ed alla fine della violenza, ma anche, più in generale, alla definizione di politiche globali con cui seguire i complessi fenomeni sociali e politici che si manifestano nel mondo arabo;
    invece, l'azione e la capacità di visionare della Lega araba si sono dimostrate efficaci ed in grado quantomeno di ricercare un consenso più ampio in sostegno ai popoli della regione, durante e dopo le fasi conclusive dei regimi e nell'attuale drammatica e non risolta crisi siriana;
    l'Italia, anche a seguito della constatazione della scarsa efficacia delle più recenti iniziative euro-mediterranee, può e deve rivendicare la propria responsabilità di promuovere, con l'Europa, un nuovo patto mediterraneo per affrontare con i Paesi arabi le sfide antiche e recenti della sicurezza, prosperità, arricchimento culturale ed evoluzione democratica nelle istituzioni e nelle società;
    così come accadde durante la guerra fredda, per superare distanze ed incomprensioni è utile pensare ad un patto globale euro-arabo, che veda protagonisti la Lega araba e l'Unione europea, per ricercare un dialogo ampio e paritario come nel caso della Conferenza per la sicurezza e cooperazione in Europa (Csce);
    un'intesa globale euro-araba avrebbe, anzitutto, il potenziale per l'ulteriore coinvolgimento di attori essenziali, dalla Turchia alla Russia agli Stati Uniti, per parlare finalmente con una sola voce di stop alle violenze in Siria, di sicurezza, democrazia e diritti nel rispetto delle storie e tradizioni nazionali, di prosperità e ruolo dei giovani nella regione mediterranea allargata;
    il Governo, anche alla luce delle esperienze che la diplomazia italiana ha avviato e sviluppato negli ultimi dieci anni, può e deve, abbandonando le regole ed i riti sinora privi di risultato, affrontare la strada, tutta politica, dell'interlocuzione aperta, a partire da un vertice fondativo Unione europea-Lega araba, per definire un patto ricco di azioni concrete con l'assunzione reciproca e paritaria di responsabilità, affinché i primi attori regionali nel Mediterraneo «allargato» – appunto Unione europea e Lega araba – possano guidare, e non subire, iniziative strategiche cui altri attori internazionali si possano associare,

impegna il Governo

a promuovere un'iniziativa politica con cui Unione europea e Lega araba insieme rafforzino il dialogo e la cooperazione sui temi concreti della cessazione immediata delle violenze in Siria, della sicurezza, della democrazia e della prosperità, assumendo insieme le conseguenti iniziative di coinvolgimento degli Stati mediterranei e degli altri attori internazionali, il cui contributo possa aiutare lo sviluppo di tali politiche.
(1-00986)
(Nuova formulazione) «Cicchitto, Frattini, Pianetta, Renato Farina, Angeli, Biancofiore, Boniver, Malgieri, Migliori, Osvaldo Napoli, Picchi».
(2 aprile 2012)


   La Camera,
   premesso che:
    desta sempre maggior preoccupazione l'aggravarsi della crisi siriana, con un crescente e inarrestabile numero di morti e feriti nella popolazione civile, mentre il susseguirsi di notizie sulle stragi compiute, in particolare a Homs e poi a Hula, gettano un'ombra inquietante sui possibili ulteriori sviluppi per la popolazione civile;
    negli ultimi mesi numerosi sono stati gli appelli e le denunce di organizzazioni internazionali in merito alle gravi violazioni di diritti umani fondamentali in Siria, in particolare nei confronti di donne e bambini, e la stessa Lega araba ha avanzato la proposta di un'inchiesta internazionale sui crimini contro i civili, commessi in Siria, in particolare nella città di Homs;
    i tentativi fin qui condotti dalle Nazioni Unite per porre fine alla repressione e per garantire un accesso umanitario alle città più colpite, con l'invio dell'ex Segretario delle Nazioni Unite Kofi Annan, si sono fin qui rivelati fallimentari e lo stesso invio degli osservatori internazionali si è rivelato del tutto inadeguato rispetto agli obiettivi prefissati;
    a fine febbraio 2012 i Ministri degli esteri dell'Unione europea avevano approvato nuove sanzioni, prendendo di mira la Banca centrale siriana, per restringere ulteriormente i finanziamenti al regime, mentre il 14 marzo 2012 l'Italia, anche in considerazione delle gravi condizioni di sicurezza, ha – insieme ai principali partner dell'Unione europea – sospeso l'attività della propria ambasciata a Damasco e rimpatriato lo staff della sede diplomatica;
    la crisi siriana si inscrive in un contesto regionale critico: i rischi evidenti per il Libano, il fondamentalismo qaedista e il conflitto sunnita/sciita, sullo sfondo, rendono più complesso il tentativo della comunità internazionale di portare l'Iran, attraverso le trattative di Mosca e la politica delle sanzioni, da fattore di instabilità ad un ruolo più collaborativo;
    una soluzione politica della crisi siriana richiede un impegno convergente della comunità internazionale e, quindi, un cambio di orientamento della Russia: appare evidente che le sue aspirazioni ad un ruolo di primo piano in Medio Oriente mal si conciliano con il mantenimento del sostegno al regime di Assad, sempre più indebolito ed oggetto di condanna da parte della comunità internazionale;
    a fronte dello stallo sul piano diplomatico e del progressivo irrigidimento del regime siriano, con un crescente massacro di civili, in particolare donne e bambini, si profila il rischio sempre più evidente dello scoppio di una vera e propria guerra civile dagli esiti incerti e con conseguenze ancora più devastanti per la popolazione già duramente provata,

impegna il Governo:

   a continuare l'azione volta a favorire il rafforzamento dell'opposizione siriana per garantirne una maggiore unità e legittimazione;
   ad adottare ogni iniziativa utile nelle opportune sedi internazionali ed europee, per un efficace rilancio del piano Annan attraverso un rafforzamento delle pressioni internazionali volte alla sua compiuta messa in opera, al fine, da un lato, di garantire il ripristino delle condizioni minime per alleviare le sofferenze della popolazione e, dall'altro, per evitare che un'ulteriore degenerazione della situazione conduca all'esplodere di una vera e propria guerra civile;
   ad adottare ogni iniziativa utile, nelle opportune sedi internazionali ed europee, al fine di garantire il pieno coinvolgimento di tutti gli attori regionali coinvolti, per trovare una soluzione condivisa della crisi siriana che prefiguri il superamento dell'attuale regime.
(1-01082) «Tempestini, Pistelli, Maran, Narducci, Veltroni, Barbi, Touadi, Colombo, Corsini, Fedi, Porta».
(18 giugno 2012)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)


   La Camera,
   premesso che:
    dal marzo 2011 è in corso in Siria un processo insurrezionale che è ormai sfociato in una guerra civile;
    si contrappone al regime di Damasco, guidato da Bashar al Assad, un gruppo assai composito di organizzazioni d'opposizione, tra le quali figurano le emanazioni locali della Fratellanza musulmana, movimenti di ispirazione salafita o wahabita, gruppi riconducibili alla galassia di Al Qaeda ed altri, che non fanno mistero di puntare alla liquidazione della minoranza sciita alawita ed all'espulsione dei cristiani dalla Siria;
    le deprecabili violenze messe in atto dal regime di Assad si affiancano alle provocazioni poste in atto dalle opposizioni, in cui si annidano anche focolai terroristici, se è vero che Ayman Al Zawahiri, attuale capo di Al Qaeda, ha lanciato un appello per chiedere a tutti i musulmani di accorrere alla rivoluzione contro il regime di Assad; aumentano i sospetti che alcune azioni violente siano state attribuite al regime, ma in realtà siano state provocate dai ribelli per obbligare moralmente la comunità internazionale ad un nuovo esercizio della cosiddetta «responsabilità di proteggere», cioè a un intervento militare internazionale a fianco degli insorti;
    tale intervento non ha finora avuto luogo per l'impossibilità di raggiungere un accordo nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, dove Russia e Cina eserciterebbero il proprio veto, e neanche la Lega araba, che pure rifornisce di armi e denaro i ribelli, si dichiara a favore dell'intervento;
    crescono, però, le dichiarazioni di condanna anche da parte del Governo italiano, che potrebbero fare intravedere l'ineludibilità di un intervento militare anche in mancanza di una posizione unitaria a livello internazionale definita in un preciso mandato del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite;
    nessuna azione militare può essere autorizzata dal nostro Paese senza un chiaro indirizzo parlamentare al Governo, né al di fuori della Carta delle Nazioni Unite e in ogni caso non dovrebbe ripetersi il vergognoso «gioco delle carte» che ha portato all'intervento in Libia, deciso in segreto in alcune cancellerie occidentali, senza un'adeguata conoscenza del Parlamento italiano, ed infine sanato in forme non condivise dai firmatari del presente atto di indirizzo da un'ambigua risoluzione dell'Onu;
    non è ancora chiaro sino a che punto il Governo italiano intenda spingersi nel sostenere la causa dell'insurrezione in atto in Siria;
    nell'attuale situazione di crisi economica che sta investendo pesantemente il nostro Paese e che già impegna le finanze italiane in uno sforzo solidale in ambito europeo a sostegno dei partner in difficoltà, le 22 missioni internazionali attualmente in essere a cui il nostro Paese prende parte a vario titolo comportano costi per 1 miliardo e 400 milioni di euro, un onere forse doveroso in condizioni normali, ma che forse non ci si può più permettere oggi,

impegna il Governo:

   a non assumere a livello internazionale, con riferimento alla Siria, alcun ulteriore impegno militare, ancorché a carattere umanitario, senza un dibattito parlamentare esaustivo, preventivo a qualsiasi negoziato in tal senso in sede internazionale e senza un preciso e puntuale mandato delle Camere;
   a non prendere parte ad iniziative internazionali a carattere militare in Siria, senza un preventivo mandato in tal senso da parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite;
   in caso le circostanze impongano comunque un impegno militare nazionale in Siria, a compensarne il costo con una parallela riduzione degli oneri connessi al mantenimento dei contingenti dislocati in altri teatri, a partire dall'Afghanistan.
(1-01083) «Dozzo, Stefani, Pini, Togni, Allasia, Gidoni, Chiappori, Molgora».
(18 giugno 2012)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)


   La Camera,
   premesso che:
    gli eventi che hanno interessato nell'arco di un anno l'area nordafricana e mediorientale non hanno precedenti nella storia di quella macroregione;
    le proteste di massa in quei Paesi, accomunati dalla presenza di sistemi autarchici e lontani dal modello di democrazia, hanno portato alla caduta di regimi che in alcuni casi duravano da oltre trent'anni (Tunisia e Egitto), ad una sanguinosa guerra civile (Libia) o spinto le leadership di altri Paesi a intraprendere una serie di riforme per venire incontro alle richieste delle piazze (Marocco e Giordania);
    la «Primavera araba» ha investito anche la Siria, che ha cercato di soffocare subito le proteste di piazza con l'arresto e la probabile tortura dei rivoltosi, per lo più studenti;
    attualmente è ancora in atto una dura rivolta contro il regime imposto dalla dinastia alawita Al Assad, che governa il Paese ininterrottamente dal 1971;
    il Sottosegretario generale delle Nazioni Unite per le operazioni di pace, Herve Ladsous ha detto chiaramente che la Siria è in «guerra civile», che il Governo ha perso grandi parti di territorio, molte città sono passate all'opposizione e che il Governo medesimo vuole riprenderne il controllo;
    l'Osservatorio dei diritti umani ha comunicato che, dall'inizio della rivolta contro il regime di Bashar al Assad nel marzo 2011, le violenze in Siria hanno fatto oltre 14.400 morti, per la maggior parte civili. Di questi, 2.300 persone sono rimaste uccise soltanto nel mese di maggio 2012. Delle «14.475 persone, 10.117 sarebbero i civili, 3.552 i soldati e 807 i disertori», secondo quanto dichiarato dal presidente dell'organizzazione non governativa che ha sede in Gran Bretagna;
    le Nazioni Unite hanno denunciato in un rapporto le atrocità commesse contro i bambini, affermando che vengono uccisi, incarcerati e torturati, sono vittime di violenza sessuale e addirittura utilizzati come scudi umani;
    in un nuovo rapporto pubblicato in questi giorni, Amnesty international fornisce nuove prove delle ampie e sistematiche violazioni dei diritti umani, tra cui crimini contro l'umanità e crimini di guerra, perpetrate nell'ambito di una politica di Stato destinata a compiere rappresaglie contro le comunità sospettate di sostenere l'opposizione siriana e a intimidire e assoggettare la popolazione;
    in ritardo rispetto ai continui massacri, il Consiglio di sicurezza dell'Onu, prima con la risoluzione 2042, in cui si consentiva l'invio immediato di una missione esplorativa in Siria, e poi con la risoluzione 2043 del 21 aprile 2012, ha approvato la missione Unsmis, United nations supervision mission in Syria, con l'invio progressivo di un contingente di osservatori militari disarmati, oltre alla necessaria componente civile;
    anche Russia e Cina hanno sottoscritto la ferma condanna del Consiglio di sicurezza, dopo che per due volte avevano esercitato il potere di veto;
    i violenti scontri e l'elevato numero di morti, nonostante la presenza della missione Onu, hanno indotto il Governo prima a ritirare la delegazione diplomatica italiana in Siria e poi, in data 29 maggio 2012, unitamente ai Governi di Germania, Spagna, Francia, Canada, Australia, Olanda (seguiti poi anche dagli Stati Uniti, dal Giappone e dalla Turchia), ad espellere gli ambasciatori e altri diplomatici siriani dal Paese (mentre la Russia ha criticato l'espulsione degli ambasciatori siriani, definendola una mossa «controproducente»);
    si teme che il conflitto possa ripercuotersi sull'intera area geografica e che possa crearsi una nuova emergenza umanitaria nello scacchiere mediorientale, che già sconta una precaria situazione;
    il complesso quadro regionale e internazionale in cui si colloca la crisi siriana non ha favorito un'azione forte e decisa da parte delle istituzioni europee finalizzata a ricercare una soluzione alla drammatica vicenda;
    una soluzione della crisi, attraverso la mediazione delle istituzioni europee ed internazionali, non è agevolata dall'atteggiamento indulgente nei confronti del regime di Assad da parte della Russia, che vuole continuare ad avere una sua zona d'influenza in quell'area mediorientale, mentre un’escalation della guerra civile potrebbe accentuare i rischi di un intervento diretto iraniano, con tutto quello che ne conseguirebbe, compresa un'azione decisa e diretta di Israele;
    sono certamente da tenere in considerazione le implicazioni derivanti dall'eterogenea composizione delle forze che si oppongono al regime siriano di Assad, in cui si registra una forte presenza sunnita e in cui convivono un insieme di gruppi in esilio denominato Consiglio nazionale siriano (Cns), con una prevalenza sempre più consistente di movimenti e partiti islamisti sunniti, a fronte della presenza sciita di matrice iraniana;
    il Ministro degli affari esteri, Giulio Terzi, ha recentemente avuto una conversazione con il nuovo Presidente del Consiglio nazionale siriano, Abdel Basset Sieda, al quale ha espresso la forte preoccupazione dell'Italia per la situazione, sottolineandone i riflessi sulla sicurezza regionale e i gravi risvolti umanitari e confermando l'imminente invio in Siria e in Giordania di aiuti italiani per la cura dei feriti e la prossima attivazione di un ospedale da campo in Giordania. Il capo della diplomazia italiana si è, in particolare, soffermato sulla necessità che le opposizioni si uniscano attorno ad una piattaforma comune, inclusiva di tutte le componenti della società siriana;
    secondo quanto emerge dagli ultimi incontri del Consiglio di sicurezza dell'Onu, non è previsto nessun accordo ufficiale per un intervento militare in Siria, anche se l'opinione internazionale è unanime nell'affermare che il regime siriano sia responsabile della violazione del diritto internazionale;
    nella giornata di giovedì 14 giugno 2012 il Senato della Repubblica ha approvato il decreto-legge sulla partecipazione dell'Italia alla missione degli osservatori Onu in Siria, che passerà ora all'esame della Camera dei deputati;
    sabato 16 giugno 2012 il generale norvegese Robert Mood, a capo della missione Onu in Siria Unsmis, ha annunciato la sospensione della missione internazionale, a causa dei crescenti atti di violenza nel Paese che mettono a rischio gli osservatori e tutto lo staff, e che la missione riprenderà solo quando ci saranno le condizioni di sicurezza necessarie al suo svolgimento;
    la sospensione della missione decreta, di fatto, il fallimento dello stesso piano Annan per la Siria, che aveva l'obiettivo di fermare le ostilità tra i due fronti, ma il massacro di Hula di maggio 2012 ha ridestato i combattimenti in tutto il Paese,

impegna il Governo:

   ad intraprendere ogni utile iniziativa, d'intesa con le istituzioni europee ed internazionali, per porre fine alle violenze in atto ai danni della popolazione siriana ed organizzare i soccorsi alla popolazione sofferente;
   a sostenere la necessità di un'intesa tra l'Unione europea e la Lega araba per favorire un'evoluzione positiva della situazione con il più ampio consenso possibile delle popolazioni e dei Paesi interessati;
   a favorire, tenuto conto degli ottimi rapporti esistenti con la Federazione russa, un maggior coinvolgimento della stessa nel ricercare una soluzione condivisa di una vicenda che rappresenta un'emergenza internazionale di primaria importanza;
   a valutare l'opportunità di sostenere presso le istituzioni internazionali la necessità di una nuova e determinante risoluzione dell'Onu, anche alla luce della sospensione della missione Unsmis.
(1-01084) «Adornato, Galletti, Volontè, Tassone, Compagnon, Ciccanti, Rao, Naro, Bosi, Marcazzan».
(18 giugno 2012)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)


   La Camera,
   premesso che:
    la spirale di violenze indiscriminate, in cui la crisi del regime di Damasco è da mesi precipitata, aggrava le sofferenze della popolazione siriana e complica un quadro regionale pesantemente condizionato dall'espansionismo politico iraniano e dalla congenita fragilità degli equilibri mediorientali;
    secondo l'Osservatorio siriano sui diritti umani più di 14.400 persone sono morte in 15 mesi di guerra civile e solo nell'ultimo mese ci sarebbero state 2.302 vittime, precisando che si tratta di 1.455 civili, 96 dissidenti e 751 soldati;
    la politica delle sanzioni e dell'isolamento politico-diplomatico decisa dall'Unione europea nei confronti del regime siriano non ha finora indebolito, né arginato l'offensiva militare ai danni della popolazione civile e la missione esplorativa, avviata a seguito dell'approvazione della risoluzione 2042 da parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, non ha consentito di raggiungere l'obiettivo del «cessate il fuoco»;
    al contrario, il 16 giugno 2012 la missione degli osservatori Onu è stata ufficialmente sospesa proprio per l'intensificarsi delle violenze, né sembra poter proseguire senza diverse garanzie di protezione;
    la situazione di stallo, che pregiudica la mediazione delle Nazioni Unite e gli impegni della stessa Lega araba, e il sostegno garantito al regime di Assad dalla Russia rendono quello di una guerra civile aperta e incontrollata lo scenario ad oggi più probabile e compromettono la possibilità di garantire forme di interposizione umanitaria a tutela della popolazione civile,

impegna il Governo:

   a promuovere, con un più ampio e diverso mandato rispetto a quello previsto dalla risoluzione 2042, una missione Onu finalizzata a raggiungere gli obiettivi previsti dal cosiddetto piano Annan e fino ad oggi vanificati, in primo luogo, dall'indisponibilità del regime di Assad ad osservare gli impegni concordati con l'ex Segretario generale delle Nazioni Unite;
   a sostenere l'opposizione democratica siriana per favorire l'apertura di un processo politico che possa portare, in forma pacifica, al superamento del regime di Assad e ad una transizione ordinata verso un sistema di libertà politica.
(1-01085) «Menia, Della Vedova».
(18 giugno 2012)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)