Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

Cerca nel sito

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Per visualizzare il contenuto multimediale è necessario installare il Flash Player Adobe e abilitare il javascript

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute >>

XVI LEGISLATURA


Resoconto sommario dell'Assemblea

Seduta n. 656 di martedì 26 giugno 2012

Pag. V

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

La seduta comincia alle 12,35.

La Camera approva il processo verbale della seduta di ieri.

I deputati in missione sono cinquantasette.

Informativa urgente del Governo sul tragico attentato in Afghanistan che ha causato la morte del carabiniere scelto Manuele Braj e il ferimento di altri due militari.

PRESIDENTE. Comunica la prevista articolazione del dibattito (vedi resoconto stenografico pag. 1).

FILIPPO MILONE, Sottosegretario di Stato per la difesa. Premesso che il Ministro Di Paola è impegnato all'estero per motivi istituzionali, esprime, a nome del Governo, sentimenti di cordoglio e di partecipazione al dolore dei familiari del carabiniere scelto Manuele Braj, nonché di vicinanza agli altri militari rimasti feriti, ai quali augura un pronto ristabilimento. Nel fornire quindi una dettagliata ricostruzione della dinamica dei fatti verificatisi nel centro di addestramento di Adraskan, che, dalle prime indiscrezioni, appaiono come un attacco ostile rivendicato dagli insorti talebani, dà conto delle tempestive operazioni di soccorso poste in essere a seguito dell'esplosione, smentendo peraltro alcune tendenziose notizie che tenderebbero ad attribuire la responsabilità della vicenda all'incauto comportamento dei militari italiani. Nel confermare altresì le dichiarazioni rese in più occasioni dal Ministro in merito all'irreversibile graduale riduzione e definitivo completamento della missione in Afghanistan entro il 31 dicembre 2014, precisa che a partire dal 2015 la NATO sosterrà, con un rapporto di partenariato, il predetto Paese con una nuova missione no combact finalizzata ad assistere le forze afghane nel processo democratico interno. Sottolineata infine la necessità di mantenere gli impegni assunti dall'Italia in ambito internazionale, rivolge un deferente omaggio alla memoria del carabiniere scelto Manuele Braj, manifestando la riconoscenza dell'Esecutivo a tutti i militari italiani impegnati nei teatri internazionali.

SALVATORE CICU (PdL). Nel giudicare importante che l'Esecutivo fornisca una programmazione precisa circa la missione in Afghanistan, atteso che non si può procrastinare oltre una presenza che ha già raggiunto rilevanti obiettivi in termini di sicurezza e di ricostruzione del Paese, esprime, anche a nome del suo gruppo, sentimenti di vicinanza ai familiari del carabiniere scelto Manuele Braj, che deve essere ricordato come un vero e proprio eroe, e agli altri militari rimasti feriti nell'attentato terroristico di ieri.

LAPO PISTELLI (PD). Nell'associarsi, a nome del suo gruppo, alle espressioni di cordoglio per la scomparsa di Manuele Braj e di vicinanza ai militari rimasti feriti nell'attentato di ieri, manifesta piena fiducia nei confronti del contingente italiano in Afghanistan, che opera con grande professionalità; sottolineati quindi i risultati positivi finora conseguiti dalla missione ISAF, chiede al Governo di valutare Pag. VIcon il Parlamento i tempi ed i modi di un rapido ritiro dal predetto Paese, anche alla luce del fatto che il teatro di scontro con il terrorismo internazionale si sta spostando verso altre aree del mondo.

GIACOMO CHIAPPORI (LNP). Espresso cordoglio ai familiari del carabinieri scelto Manuele Braj e rivolto un augurio di pronta guarigione agli altri militari rimasti feriti nell'attentato di ieri, manifesta dubbi sulla valenza strategico-politica della missione italiana in Afghanistan, sottolineando la necessità di prevedere un disimpegno in quel territorio, anche alla luce del mutato contesto politico e strategico internazionale.

LORENZO RIA (UdCpTP). Nell'esprimere, anche a nome del suo gruppo, sentimenti di profondo cordoglio ai familiari e ai concittadini di Manuele Braj, vittima di un'ingiustificata violenza terroristica nel momento in cui rappresentava il nostro Paese in una missione finalizzata alla pace ed alla difesa della libertà, rivolge un augurio di pronto ristabilimento ai militari rimasti feriti nella medesima circostanza; sottolinea quindi la necessità che l'intera Nazione faccia sentire la propria vicinanza a tutti coloro che sono impegnati nel mondo a tutela dei valori propri della democrazia.

GIANFRANCO PAGLIA (FLpTP). Sottolineata la retorica sottesa al ripetersi di informative rese a seguito di attentati perpetrati nei confronti di militari italiani impegnati all'estero, esprime orgoglio per essere rappresentato da Forze armate che con lealtà e onore svolgono il loro ruolo nei complessi scenari internazionali, manifestando peraltro perplessità sulla scarsa presenza della classe politica registratasi nel corso del dibattito.

AUGUSTO DI STANISLAO (IdV). Sottolineato il numero troppo elevato di vittime che ha caratterizzato la missione in Afghanistan, i cui obiettivi originari sono stati snaturati, auspica che si abbia il coraggio politico di disporre il ritiro del contingente italiano senza attendere che vi siano altre vittime.

VINCENZO D'ANNA (PT). Espressa, a nome del suo gruppo, solidarietà ai familiari del carabiniere scelto Manuele Braj e vicinanza ai componenti la spedizione italiana in Afghanistan, ricorda la natura della missione di pace posta in essere nel predetto Paese, sottolineando peraltro le difficoltà nell'esportare i principi della democrazia in un territorio in cui opera il fondamentalismo islamico, in aperto contrasto con gli elementi minimi della civiltà e della cittadinanza. Giudica quindi necessario avviare il ritiro del contingente italiano, esposto ormai ad enormi rischi, e promuovere missioni di tipo civile.

MARCO PUGLIESE (Misto-G.Sud-PPA). Espressi, anche a nome della sua componente politica, sentimenti di cordoglio ai familiari del carabiniere scelto Manuele Braj, nonché un augurio di pronta guarigione agli altri carabinieri feriti nell'attentato, auspica che si continuino a sostenere i militari italiani impegnati all'estero con l'intento di garantire la pace e la sicurezza.

PINO PISICCHIO (Misto-ApI). Espressi, a nome della sua componente politica, sentimenti di cordoglio ai familiari del carabiniere scelto Manuele Braj e di solidarietà ai militari rimasti feriti a seguito dell'attentato verificatosi ieri in Afghanistan, giudica del tutto prioritario avviare una riflessione sul tempestivo ritorno in Italia del contingente militare operante nel predetto Paese e sul futuro delle missioni di pace che lo riguardano.

ARTURO IANNACCONE (Misto-NPSud). Espressi, a nome della sua componente politica, sentimenti di cordoglio per la scomparsa del carabiniere scelto Manuele Braj nonché di vicinanza agli altri carabinieri rimasti feriti nell'attentato, sottolinea la necessità di ritirare sollecitamente il contingente italiano dall'Afghanistan, Pag. VIIauspicando una più attenta riflessione sul significato dell'articolo 11 della Costituzione.

La seduta, sospesa alle 13,35, è ripresa alle 14,05.

I deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono cinquantasei.

Sull'ordine dei lavori.

FRANCESCO NUCARA (Misto-R-A). Lamentata l'esiguità del tempo che gli è stato attribuito per l'illustrazione della sua mozione all'ordine del giorno, chiede alla Presidenza che tale termine sia congruamente incrementato; giudica inoltre irriguardoso l'atteggiamento assunto da un rappresentante del Governo.

PRESIDENTE. Precisa che in relazione all'odierna discussione il contingentamento dei tempi è del tutto conforme ai precedenti ed è stato predisposto in base alla consistenza dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

RENATO CAMBURSANO (Misto). Si associa alle considerazioni svolte dal deputato Nucara, chiedendo alla Presidenza un tempo congruo per illustrare la sua mozione, che verte su una materia di particolare rilevanza.

PRESIDENTE. Precisa di essere tenuto all'osservanza delle regole vigenti.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Ricordato che i tempi per i dibattiti sulle mozioni sono espressamente dettati dal contingentamento previsto dal Regolamento, reputa gratuito ed incomprensibile l'attacco rivolto dal deputato Nucara al Governo.

Discussione congiunta delle mozioni Franceschini n. 1-01075, Cicchitto n. 1-01076, Moffa n. 1-01088, Nucara n. 1-01089, Cambursano n. 1-01092, Donadi n. 1-01095, Dozzo n. 1-01096, Pisicchio n. 1-01097 e Galletti n. 1-01098: Politica europea dell'Italia in vista del Consiglio europeo del 28-29 giugno 2012; Dozzo n. 1-01065: Iniziative di competenza per l'indizione di un referendum consultivo sulla adesione al trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nell'Unione economica e monetaria, noto come «fiscal compact».

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per la discussione è riportata in calce al resoconto della seduta del 21 giugno 2012.

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni.

SANDRO GOZI (PD). Sottolineata preliminarmente la gravità dell'attuale crisi economica, sociale e politica che colpisce l'Unione europea, illustra la mozione Franceschini n. 1-01075 (Nuova formulazione), giudicando necessario sostenere con convinzione l'azione del Governo italiano in vista del vertice europeo del prossimo 28 giugno, al fine di compiere una scelta netta a favore dell'Europa federale, quale risposta comune alla sfida politica lanciata dai mercati. Sottolineata altresì la disponibilità della propria parte politica alla predisposizione di un documento di indirizzo unitario e condiviso, rileva che risulta indispensabile ed urgente la definizione di un percorso ben scadenzato che raggiunga l'obiettivo di realizzare l'unione fiscale e bancaria tra gli Stati europei, anche con la predisposizione di strumenti di emergenza per il risanamento dei Paesi in deficit di bilancio. Evidenzia infine la necessità che le iniziative per la crescita siano accompagnate da modifiche strutturali sui bilanci degli Stati, da una politica monetaria più espansiva ed accomodante e da una profonda riflessione sulla questione democratica europea.

SILVANO MOFFA (PT). Illustra la sua mozione n. 1-01088, reputando opportuno che il Presidente del Consiglio possa contare Pag. VIIIsu un mandato politico forte in occasione dell'imminente vertice europeo, che dovrà approntare misure ulteriori per contrastare la crisi economica e finanziaria che, iniziata nel 2008, risulta oggi aggravata. Denunciata la presenza di fenomeni speculativi che stanno compromettendo la stabilità economica dello spazio comune europeo, lamenta la fragilità della costruzione dell'Unione europea, quasi esclusivamente basata su una unione monetaria che si è dimostrata insufficiente in assenza di una coesione politica. Nel ritenere necessario delineare programmi in grado di stabilizzare l'economia europea, fissare nuove prospettive all'Unione, rivedere il profilo della Banca centrale europea ed introdurre i cosiddetti eurobond, auspica la realizzazione di nuove politiche dell'Europa in grado di garantire un futuro di crescita e sviluppo.

FRANCESCO NUCARA (Misto-R-A). Illustra la sua mozione n. 1-01089, lamentando ancora una volta l'esiguità dei tempi assegnati alla sua componente politica e confermando il sostegno al Governo in carica, ricordando la lunga tradizione europeista della propria parte politica.

RENATO CAMBURSANO (Misto). Illustra la sua mozione n. 1-01092, evidenziando come l'Unione europea stia affrontando una grave crisi di credibilità; sottolinea quindi come le recenti drastiche scelte di politica economica abbiano compromesso la fiducia nelle istituzioni comunitarie, reputando opportuno intervenire con misure incisive in grado di assicurare la crescita economica, stabilire nuove regole nel sistema bancario europeo ed istituire un fondo cosiddetto «salva Stati» in grado di contrastare meglio le situazioni di crisi.

ANTONIO BORGHESI (IdV). Sottolineata preliminarmente l'incapacità della maggioranza di predisporre un documento di indirizzo unitario e condiviso, illustra la mozione Donadi n. 1-01092, evidenziando l'importanza del prossimo vertice europeo finalizzato alla definizione dell'unione politica europea, alla realizzazione dell'unione fiscale e alla vigilanza bancaria coordinata centralmente. Ricorda quindi come le misure da adottare dovranno segnare una discontinuità rispetto al passato, atteso che gli interventi di rigore e di austerità di bilancio imposti finora a tutti i Paesi dell'area euro hanno innescato una spirale recessiva che determina manovre speculative da parte dei mercati finanziari.

NUNZIANTE CONSIGLIO (LNP). Illustra le mozioni Dozzo nn. 1-01096 e 1-01065, richiamando la straordinaria rilevanza del cosiddetto fiscal compact al fine di definire e attuare una nuova Costituzione economica europea che preveda rafforzati meccanismi di governance. Evidenzia quindi che le ampie cessioni di sovranità imposte dall'adesione ai trattati europei dovrebbero legittimarsi sul piano interno attraverso specifici procedimenti di revisione costituzionale e consultazioni popolari ad hoc. Precisa, a tale riguardo, che la sua parte politica intende impegnare il Governo ad aprire all'interno del Paese un confronto approfondito sui meccanismi economici, finanziari e bancari in discussione in sede internazionale e comunitaria prima di procedere all'assunzione di ulteriori impegni, con particolare riferimento all'indizione di uno specifico referendum, al fine di conferire piena legittimazione democratica alle decisioni europee.

AMEDEO CICCANTI (UdCpTP). Nel sottolineare preliminarmente la stagnazione dell'economia europea ed il perdurare della crisi del debito in diversi Paesi della zona euro, illustra la mozione Galletti n. 1-01098, giudicando necessario dare il più ampio mandato al Governo in vista del prossimo vertice europeo, al fine di individuare strumenti di sostegno ai Paesi colpiti dalle crisi del debito sovrano, di rafforzare le istituzioni europee e di garantire una più forte centralizzazione della vigilanza bancaria. Conferma infine il convinto sostegno del suo gruppo all'azione dell'Esecutivo.

Pag. IX

ROBERTO ROLANDO NICCO (Misto-Min.ling.). Premessa la rilevanza dell'Europa per la sua parte politica, anche per la collocazione geografica e la storia culturale e politica dei territori rappresentati, lamenta che dal dibattito europeo, assorbito dalle preponderanti preoccupazioni economiche, monetarie e fiscali, è assente la centralità dell'uomo, auspicando altresì uno sforzo congiunto dei Paesi europei finalizzato ad affrontare il tema cruciale del ruolo della finanza speculativa.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (FLpTP). Nell'auspicare la predisposizione di un documento di indirizzo unitario, condiviso almeno dalle forze politiche di maggioranza, anche in considerazione dell'attuale fase di grave incertezza che caratterizza l'Unione europea, giudica necessaria la definizione di strumenti efficaci che diano un segnale importante ai mercati, ritenendo che non sia sufficiente adottare unicamente interventi di finanza pubblica. Sottolineata altresì l'esigenza del rafforzamento delle istituzioni europee attraverso un processo riformatore che garantisca loro piena legittimazione democratica, invita il Governo ad impegnarsi in tale direzione, anche in virtù dell'autorevolezza conquistata in ambito internazionale.

MARCO MAGGIONI (LNP). Paventa il rischio che le rapide trasformazioni istituzionali dell'Unione europea, che giudica mistificanti in relazione all'originario progetto europeista, lungi dal determinare più avanzati progressi nei valori democratici, nella pace e nella stabilità, priveranno gli Stati di tutti gli strumenti della politica di bilancio e allontaneranno i processi decisionali e il potere politico dai popoli, espropriati della loro inalienabile sovranità.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

MARCO MAGGIONI (LNP). Richiamate, quindi, le irriducibili differenze culturali, sociali, economiche e politiche sussistenti tra le Nazioni europee, ritiene che debbano essere i popoli, con le loro specifiche peculiarità, ad affrontare e superare la grave crisi economica in atto.

GIAN LUCA GALLETTI (UdCpTP). Richiamate le importanti riforme varate dal Governo con il sostegno della maggioranza, che rendono l'Italia più forte e credibile in ambito internazionale e che garantiranno un futuro migliore alle nuove generazioni, assicura la disponibilità del suo gruppo a proseguire nel percorso riformatore avviato. Auspica, quindi, la predisposizione di un atto di indirizzo unitario per garantire un maggiore sostegno all'Esecutivo in occasione del Consiglio europeo del 28 giugno.

ENRICO LETTA (PD). Evidenzia la centralità del Parlamento nel sostegno all'azione di governo in vista dell'imminente Consiglio europeo, auspicando la predisposizione, a tal fine, di un documento di indirizzo unitario. Sottolineate, quindi, le positive ricadute dell'unione economica e monetaria sull'intero continente, rileva come per la sua parte politica sia prioritario che dall'imminente vertice europeo emerga con forza la necessità di mantenere la Grecia all'interno dell'eurozona, nonché di introdurre meccanismi finanziari e fiscali che salvaguardino la moneta unica e rilancino la crescita, anche attraverso l'unione bancaria, la tassa sulle transazioni finanziarie e la mutualizzazione dei debiti sovrani, in vista della definitiva unificazione politica dell'Europa. Evidenziata, quindi, la cruciale rilevanza dell'attuale fase di trasformazione istituzionale dell'Unione europea, invita il Presidente del Consiglio a ricorrere eventualmente anche a prese di posizione drastiche per esercitare pressioni politiche nell'ambito del Consiglio europeo del 28 giugno prossimo, al fine di salvare l'euro e l'Europa da crisi che da economiche diverrebbero sociali e democratiche.

FRANCO FRATTINI (PdL). Rilevato che cancellare i traguardi sinora raggiunti Pag. Xdall'Unione europea significherebbe condannare i cittadini europei all'irrilevanza nel mondo globalizzato, sottolinea la necessità di dare all'Europa maggiore forza politica e legittimazione democratica, auspicando la creazione di una vera unione bancaria dell'area euro che preveda la stabilizzazione del fondo per la soluzione delle crisi bancarie degli Stati nazionali. Considerato, quindi, indispensabile proseguire sulla strada delle riforme strutturali, invita il Governo a sostenere in sede europea la necessità di pervenire all'adozione di eurobond, garantendo la centralità della difesa dei risparmiatori e della garanzia di adeguata liquidità per il tessuto imprenditoriale.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali delle mozioni.

MARIO MONTI, Presidente del Consiglio dei ministri. Nel ritenere l'odierna discussione un'occasione per puntualizzare l'evoluzione della politica europea e gli obiettivi posti dall'Italia in vista del prossimo Consiglio europeo, sottolinea l'importanza del conforto delle forze parlamentari sull'impegno del Governo in direzione di un maggiore equilibrio in ambito europeo fra disciplina delle finanze pubbliche e politiche inerenti la crescita e l'occupazione, ritenendo peraltro opportuno promuovere una migliore governance del mercato interno. Ricordate altresì le varie tesi relative alle cause della crisi dei debiti sovrani, giudica necessario il rafforzamento delle regole che presiedono alle finanze pubbliche, reputando essenziale per la credibilità del Paese aver intrapreso il difficile percorso di contenimento della spesa pubblica e poter partecipare al Consiglio europeo con l'approvazione della riforma del mercato del lavoro, sulla quale preannunzia l'impegno dell'Esecutivo ad affrontare tempestivamente le questioni connesse ai lavoratori cosiddetti esodati, agli ammortizzatori sociali, alla flessibilità in entrata. Nel dare infine conto degli obiettivi fissati dall'Italia in vista del predetto vertice, segnatamente stimolare la crescita anche attraverso investimenti pubblici produttivi, fornire una prospettiva di lungo termine alla politica monetaria comune e promuovere adeguate misure di stabilizzazione dei mercati finanziari nel breve periodo, sottolinea il ruolo svolto dal nostro Paese nel percorso di avvicinamento tra Francia e Germania.

PRESIDENTE. Rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.

La seduta, sospesa alle 16,40, è ripresa alle 17.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

Seguito della discussione del disegno di legge S. 3249: Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro (approvato dal Senato) (A.C. 5256).

Nella seduta del 25 giugno 2012 il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, degli articoli 1, 2, 3 e 4 del disegno di legge, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo 1)

ITALO TANONI (Misto-LD-MAIE). Dichiara che la sua componente politica voterà la fiducia posta dal Governo sull'articolo 1 del provvedimento in esame, sottolineando la validità dell'apprendistato quale modalità chiave per l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro.

ARTURO IANNACCONE (Misto-NPSud). Ricordato che da tempo nel nostro Paese l'eccesso di sindacalismo rappresenta un fattore di ostacolo allo sviluppo economico, che neanche la riforma in esame sembra superare, auspica che il Pag. XIMinistro Fornero faccia un passo indietro sul provvedimento in esame, dichiarando che la sua componente politica negherà la fiducia all'Esecutivo sull'articolo 1 ed esprimerà voto contrario sul disegno di legge.

LUIGI FABBRI (Misto-ApI). Dichiara che la sua componente politica voterà la fiducia al Governo pur manifestando critiche sul complessivo contenuto normativo del provvedimento in esame, che irrigidisce la flessibilità in entrata del mercato del lavoro; in particolare, ritiene che l'articolo 1, recando la previsione di un eccessivo numero di tipologie contrattuali, precarizzerà ulteriormente l'occupazione in Italia.

FABIO GAVA (Misto-LI-PLI). Dichiara che la sua componente politica accorderà la fiducia al Governo sull'articolo 1 del provvedimento in esame, del quale sottolinea la rilevanza, pur ritenendo che sarebbe stato opportuno ricorrere allo strumento del decreto-legge su una tematica così delicata.

AURELIO SALVATORE MISITI (Misto-G.Sud-PPA). Lamentata l'impossibilità per il Parlamento di incidere sui provvedimenti legislativi adottati dal Governo, sottolinea come le misure recate dal disegno di legge in esame appaiano in qualche modo dettate dall'agenda europea. Nel ritenere quindi scarsamente incisiva la riforma in discussione, che lascia invariati il costo del lavoro e il grave divario esistente tra Nord e Sud, che potrebbe essere superato anche con i contratti territoriali, dichiara che la sua componente politica accorderà la fiducia al Governo per ragioni di politica generale.

FEDERICO PALOMBA (IdV). Nel dichiarare che il suo gruppo negherà la fiducia al Governo, evidenziata la necessità di tempi parlamentari di esame della riforma del mercato del lavoro congrui rispetto alla rilevanza della materia, lamentandone la compressione a seguito dell'ennesimo e multiplo ricorso alla posizione della questione di fiducia che, sottoponendo ad inaccettabili torsioni la Carta costituzionale, espropria le Camere della funzione legislativa. Nel giudicare, quindi, non necessaria la riforma in esame, in relazione alla quale ritiene ingiustificate e improprie le pressioni europee, rileva che la stessa è imposta dall'Esecutivo senza essere condivisa né dalle forze politiche e parlamentari, che ne hanno evidenziato l'assoluta inadeguatezza, né dalle parti sociali, che su di essa hanno espresso netta contrarietà. Osserva, pertanto, che l'approvazione della predetta riforma alimenterà inutilmente conflitti sociali, evidenziando infine l'assenza di cultura di governo da parte dell'Esecutivo in carica.

PIPPO GIANNI (PT). Sottolineato il senso di responsabilità delle forze politiche che hanno consentito l'accelerazione dell'iter del provvedimento in esame, ritiene doveroso che il Governo dia seguito all'impegno già assunto di procedere in tempi rapidi alle necessarie modifiche migliorative del testo, anche con riferimento ai cosiddetti lavoratori esodati. Nel ritenere, altresì, urgente coniugare la riduzione del debito pubblico con interventi volti alla ripresa dell'economia, dichiara che il suo gruppo accorderà la fiducia al Governo, pur confermando le perplessità sul contenuto del disegno di legge in esame.

LUIGI MURO (FLpTP). Sottolinea che il suo gruppo, pur non avendo partecipato alle recenti trattative politiche, è fermamente convinto della necessità di garantire un forte appoggio al Governo nell'attuale momento difficile per il Paese e pertanto accorderà la fiducia all'Esecutivo sui quattro articoli del provvedimento in esame, rispetto al quale rileva comunque che talune scelte non appaiono pienamente condivisibili; auspica pertanto che, per il futuro, sino adottati ulteriori interventi legislativi, necessari a garantire adeguate prospettive di sviluppo e la creazione di nuovi posti di lavoro.

Pag. XII

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

LUIGI MURO (FLpTP). Espresso quindi apprezzamento per l'adozione di condivisibili misure in materia di contratto di apprendistato e di ammortizzatori sociali, lamenta l'assenza di misure strutturali, in particolare per il Mezzogiorno. Dichiara infine che il suo gruppo vigilerà attentamente sui prossimi provvedimenti governativi.

NEDO LORENZO POLI (UdCpTP). Dichiara che il suo gruppo confermerà la fiducia al Governo, esprimendo condivisione per gli aspetti salienti del provvedimento in esame, recante norme di riforma necessarie e indifferibili, delle quali sottolinea la straordinaria rilevanza, anche al fine di conferire maggiore forza al Presidente del Consiglio in Europa e di rilanciare crescita e sviluppo nel Paese in una fase di pericolose e gravi turbolenze dei mercati. Manifesta, tuttavia, le riserve della sua parte politica sulla norma di contrasto alle finte partite IVA, auspicando che il Governo mantenga gli impegni assunti sulla questione dei cosiddetti lavoratori esodati. Pur ritenendo altresì necessarie future modifiche migliorative in particolare delle disposizioni sulle collaborazioni a progetto, nonché il differimento dell'entrata a regime della norma istitutiva dell'Aspi, ritiene che il ricorso alle questioni di fiducia sia stata una scelta obbligata.

GUIDO BONINO (LNP). Manifesta totale disapprovazione dell'intero impianto del provvedimento in esame, il quale si configura, a suo avviso, come una riforma virtuale e inesistente, che non crea occupazione e peggiora le condizioni dei lavoratori, riducendone tutele e garanzie; sottolinea, pertanto, la scarsa sensibilità dimostrata dalla maggioranza e dal Governo ai problemi dei giovani, dei precari e delle imprese, duramente colpite dall'attuale crisi economica. Evidenziata, altresì, la gravissima situazione relativa ai cosiddetti lavoratori esodati, manifesta rammarico per il mancato recepimento di iniziative legislative proposte dalla propria parte politica in materia di riforma del mercato del lavoro. Dichiara, infine, che il suo gruppo negherà la fiducia al Governo sull'articolo 1 del provvedimento in esame.

TERESA BELLANOVA (PD). Nel ricordare che il difficile contesto internazionale impone con senso di responsabilità l'assunzione di scelte difficili, rileva come l'azione del Governo abbia restituito credibilità al Paese e la propria parte politica abbia agevolato la rapida conclusione dell'iter del provvedimento in esame per rafforzare la posizione del Presidente del Consiglio in vista degli imminenti impegni europei, nonché alla luce del suo impegno a risolvere i problemi tuttora aperti, come la questione dei cosiddetti esodati, l'introduzione di nuovi ammortizzatori sociali, l'esigenza di maggiore flessibilità in entrata e di incentivi all'occupazione femminile e giovanile. Nel sottolineare quindi come siano stati commessi taluni errori, tra i quali l'assenza di gradualità nell'innalzamento dell'età pensionabile, reputa necessaria un'analisi su quale modello economico industriale sia più utile per il Paese. Dichiara infine che il suo gruppo confermerà la fiducia al Governo.

SIMONE BALDELLI (PdL). Dichiara che il suo gruppo, del quale richiama il proficuo contributo all'ampio e approfondito confronto parlamentare svoltosi sul provvedimento in esame, voterà responsabilmente la fiducia al Governo, anche al fine di conferire maggiore forza all'azione del Presidente del Consiglio nell'imminente Consiglio europeo del 28 giugno prossimo. Nel manifestare, quindi, apprezzamento per l'approfondita istruttoria legislativa svolta dalle Commissioni parlamentari, auspica un vigile monitoraggio delle Camere sull'attuazione della riforma, nonché sul mantenimento degli impegni assunti dall'Esecutivo, segnatamente in materia di flessibilità in entrata, decontribuzione dei premi di produzione ed in riferimento ai cosiddetti lavoratori esodati. Pag. XIIIManifesta, infine, il complessivo apprezzamento del suo gruppo per la riforma in esame, con particolare riferimento all'equilibrio raggiunto in relazione alle modifiche all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, auspicando il varo di future norme di detassazione dei salari di produttività.

Interviene per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato RENATO BRUNETTA (PdL).

La seduta, sospesa alle 18,30, è ripresa alle 18,40.

PRESIDENTE. Indice la votazione per appello nominale sull'articolo 1, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sulla cui approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia.
(Segue la votazione).

Comunica il risultato della votazione:

Presenti 552
Votanti 533
Astenuti 19
Maggioranza 267
Hanno risposto 456
Hanno risposto no 77

(La Camera approva).

Avverte che si intendono conseguentemente respinte tutte le proposte emendative riferite all'articolo 1.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo 2)

ELIO VITTORIO BELCASTRO (Misto-NPSud). Dichiara che la sua componente politica negherà con convinzione la fiducia al Governo, manifestando netta contrarietà alle politiche sinora attuate dall'Esecutivo, che giudica deleterie per l'economia reale del Paese e funzionali alla salvaguardia degli interessi di banche e assicurazioni.

GIOVANNI PALADINI (IdV). Dichiara che il suo gruppo negherà la fiducia al Governo, atteso che il provvedimento in esame non risolve i problemi del mondo del lavoro, non tutela i lavoratori e non rende il mercato del lavoro più efficiente; lamenta, in particolare, che l'articolo 2, recante disposizioni in materia di assicurazione sociale per l'impiego, impoverisce il sistema degli ammortizzatori sociali del nostro Paese.

EMANUELA MUNERATO (LNP). Dichiara che il suo gruppo negherà la fiducia al Governo, rilevando che la riforma in discussione irrigidisce la flessibilità in entrata, determinando un deprecabile incremento dell'economia sommersa, del lavoro nero e della disoccupazione, con un impatto recessivo sull'economia del Paese. Nel manifestare, quindi, profonda preoccupazione per la complessiva politica fiscale attuata dall'Esecutivo, giudica non condivisibile e inconcludente la riforma degli ammortizzatori sociali, rivendicando alla propria parte politica il merito di avere proposto l'introduzione nel testo della revoca dei trattamenti pensionistici per i soggetti condannati per reati di mafia, terrorismo e strage.

PRESIDENTE. Indìce la votazione per appello nominale sull'articolo 2, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sulla cui approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia.
(Segue la votazione).

Pag. XIV

Comunica il risultato della votazione:

Presenti 515
Votanti 504
Astenuti 11
Maggioranza 253
Hanno risposto 430
Hanno risposto no 74
(La Camera approva).

Avverte che si intendono conseguentemente respinte tutte le proposte emendative riferite all'articolo 2.
Rinvia il seguito del dibattito alla seduta di domani.

Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissioni in sede referente.

PRESIDENTE. Comunica che il Presidente del Consiglio dei ministri ha presentato alla Presidenza il disegno di legge n. 5312, di conversione del decreto-legge n. 83 del 2012, recante misure urgenti per la crescita del Paese.
Il disegno di legge è stato assegnato alle Commissioni riunite VI e X in sede referente ed al Comitato per la legislazione, per il parere di cui all'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:

Mercoledì 27 giugno 2012, alle 9,30.

(Vedi resoconto stenografico pag. 77).

La seduta termina alle 21,20.