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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Martedì 2 ottobre 2012

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 2 ottobre 2012.

  Alessandri, Barbi, Bergamini, Bindi, Bocchino, Brugger, Buonfiglio, Buttiglione, Caparini, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Commercio, Gianfranco Conte, Corsini, D'Alema, D'Amico, Dal Lago, De Girolamo, Della Vedova, Donadi, Dozzo, Dussin, Fallica, Gianni Farina, Renato Farina, Fava, Gregorio Fontana, Tommaso Foti, Franceschini, Giancarlo Giorgetti, Grimoldi, Guzzanti, Iannaccone, Jannone, La Loggia, Lamorte, Leo, Leone, Lombardo, Lucà, Lupi, Mazzocchi, Mecacci, Melchiorre, Migliavacca, Migliori, Milanato, Misiti, Moffa, Mogherini Rebesani, Mosca, Mura, Nucara, Pecorella, Pisicchio, Rigoni, Stefani, Stucchi, Tenaglia, Valducci, Vernetti, Vitali, Volontè, Zeller.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

  Alessandri, Barbi, Bergamini, Bindi, Bocchino, Bongiorno, Brugger, Buonfiglio, Buttiglione, Caparini, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Commercio, Gianfranco Conte, Corsini, D'Alema, D'Amico, Dal Lago, De Girolamo, Della Vedova, Donadi, Dozzo, Dussin, Fallica, Gianni Farina, Renato Farina, Fava, Gregorio Fontana, Tommaso Foti, Franceschini, Giancarlo Giorgetti, Grimoldi, Guzzanti, Iannaccone, Jannone, La Loggia, Lamorte, Leo, Leone, Lo Moro, Lombardo, Lucà, Lupi, Mazzocchi, Mecacci, Melchiorre, Migliavacca, Migliori, Milanato, Misiti, Moffa, Mogherini Rebesani, Mosca, Mura, Nucara, Palumbo, Pecorella, Pisicchio, Rigoni, Paolo Russo, Stefani, Stucchi, Tenaglia, Valducci, Vernetti, Vitali, Volontè, Zeller.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 1o ottobre 2012 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   PIFFARI: «Modifiche alla legge 24 dicembre 2003, n. 363, concernenti l'uso della bicicletta da neve» (5493);
   ABRIGNANI: «Disposizioni concernenti la biodegradabilità e l'etichettatura degli imballaggi e dei contenitori polimerici nonché per la riconversione degli impianti di produzione» (5494);
   DI PIETRO: «Modifiche agli articoli 594 e 595 del codice penale e all'articolo 13 della legge 8 febbraio 1948, n. 47, concernenti i reati di ingiuria, diffamazione e diffamazione commessa con il mezzo della stampa» (5495).
  Saranno stampate e distribuite.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

  I Commissione (Affari costituzionali):
   PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE D'INIZIATIVA POPOLARE: «Iniziativa quorum zero e più democrazia» (5424) Parere delle Commissioni III e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
   ALBONETTI ed altri: «Disposizioni in materia di indennità e di rimborso delle spese di soggiorno a Roma spettanti ai membri del Parlamento» (5471) Parere delle Commissioni V e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

  VIII Commissione (Ambiente):
   BOCCI ed altri: «Disposizioni per il risanamento del bacino imbrifero del Lago Trasimeno» (5441) Parere delle Commissioni I, V, IX, X, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

  XII Commissione (Affari sociali):
   LAURA MOLTENI ed altri: «Istituzione della figura professionale di medico intensivista» (2285) Parere delle Commissioni I, V, VII (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

  Commissioni riunite XI (Lavoro) e XII (Affari sociali):
   «Delega al Governo in materia di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nel settore portuale, marittimo, delle navi da pesca e ferroviario» (5368) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, IX, XIII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Annunzio della definitività di una deliberazione di archiviazione adottata dal Comitato parlamentare per i procedimenti d'accusa.

  Nella seduta di giovedì 13 settembre 2012 è stata data comunicazione che il presidente del Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa aveva trasmesso con lettera in pari data un'ordinanza, la n. 1/XVI (relativa a una denuncia sporta dal professor avvocato Carlo Taormina), con la quale il Comitato stesso aveva deliberato l'archiviazione degli atti di un procedimento concernente il Presidente della Repubblica, ai sensi dell'articolo 90 della Costituzione.
  Entro il termine previsto dagli articoli 8, comma 4, della legge n. 219 del 1989 e 11, comma 2, del regolamento parlamentare per i procedimenti di accusa non sono state formulate richieste intese ad ottenere che il predetto Comitato presenti la relazione al Parlamento in seduta comune in ordine all'ordinanza di cui sopra.
  La citata deliberazione di archiviazione è pertanto divenuta definitiva.

Annunzio di sentenze della Corte costituzionale.

  La Corte costituzionale ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 30, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87, copia delle seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del regolamento, sono inviate alle sottoindicate Commissioni competenti per materia, nonché alla I Commissione (Affari costituzionali):
  con lettera in data 13 settembre 2012, sentenza n. 217 del 18 luglio - 13 settembre 2012 (doc. VII, n. 838), con la quale:
   dichiara l'illegittimità costituzionale degli articoli 2, comma 106; 10, comma 25; 12, commi 26, 28 e 33, della legge della regione autonoma Friuli-Venezia Giulia 11 agosto 2011, n. 11 (Assestamento del bilancio 2011 e del bilancio pluriennale per gli anni 2011-2013 ai sensi dell'articolo 34 della legge regionale n. 21 del 2007);
   dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 7, comma 51, della legge della regione autonoma Friuli-Venezia Giulia n. 11 del 2011, in riferimento agli effetti da esso prodotti per il solo anno 2011;
   dichiara cessata la materia del contendere in ordine alle questioni, promosse dal Presidente del Consiglio dei ministri di legittimità costituzionale degli articoli 2, commi 55 e 88; 10, commi 85 e 86; 12, commi 32 e 38, della legge della regione autonoma Friuli-Venezia Giulia n. 11 del 2011;
   dichiara cessata la materia del contendere in ordine alla questione, promossa dal Presidente del Consiglio dei ministri di legittimità costituzionale dell'articolo 7, comma 51, della legge della regione autonoma Friuli-Venezia Giulia n. 11 del 2011, a decorrere dal 1o gennaio 2012, quale data della sua abrogazione;
   dichiara cessata la materia del contendere in ordine alla questione di legittimità costituzionale dell'articolo 13, comma 25, della legge della regione autonoma Friuli-Venezia Giulia n. 11 del 2011, promossa, in riferimento all'articolo 117, secondo comma, lettera e), della Costituzione, dal Presidente del Consiglio dei ministri;
   dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 2, commi 70 e 85, della legge della regione autonoma Friuli-Venezia Giulia n. 11 del 2011, promosse, in riferimento all'articolo 117, primo comma, della Costituzione, dal Presidente del Consiglio dei ministri;
   dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 2, comma 91, della legge della regione autonoma Friuli-Venezia Giulia n. 11 del 2011, promossa, in riferimento all'articolo 117, primo e secondo comma, lettera e), della Costituzione, dal Presidente del Consiglio dei ministri;
   dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 13, comma 25, della legge della regione autonoma Friuli-Venezia Giulia n. 11 del 2011, promossa, in riferimento all'articolo 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione, dal Presidente del Consiglio dei ministri:
   alle Commissioni riunite X (Attività produttive) e XI (Lavoro);
  con lettera in data 21 settembre 2012, sentenza n. 219 del 19-21 settembre 2012 (doc. VII, n. 839), con la quale:
   dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 3 della legge della regione Molise 9 settembre 2011, n. 29, recante «Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 8 gennaio 1996, n. 1 (Disciplina della professione di maestro di sci nella regione Molise)»; che sostituisce l'articolo 5 della legge della regione Molise n. 1 del 1996, nella parte in cui prevede che i maestri di sci iscritti negli albi professionali di altre regioni e delle province autonome siano tenuti a praticare le tariffe determinate dalla giunta regionale e comunque non inferiori a quelle della locale scuola di sci:
   alla VII Commissione (Cultura).

  La Corte costituzionale ha depositato in cancelleria la seguente sentenza che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del regolamento, è inviata alla I Commissione (Affari costituzionali):
   sentenza n. 220 del 19-21 settembre 2012 (doc. VII, n. 840), con la quale:
    dichiara inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 5, comma 2, della legge 7 marzo 1986, n. 65 (legge-quadro sull'ordinamento della polizia municipale), sollevata, in riferimento agli articoli 3, 97 e 117, secondo comma, lettera h), della Costituzione, dal Tribunale amministrativo regionale per la Sicilia.

Trasmissione dal Ministero dell'interno.

  Il Ministero dell'interno, con lettera in data 24 settembre 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 1, del decreto-legge 25 marzo 1997, n. 67, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 maggio 1997, n. 135, le relazioni, presentate dal comune e dalla provincia di Napoli e dal comune di Palermo, sugli specifici programmi di lavoro e sulle opere pubbliche intrapresi nell'anno 2011 e finanziati con i contributi erariali di cui al citato articolo 3, comma 1, del decreto-legge 25 marzo 1997, n. 67, relativi a lavori socialmente utili nelle aree napoletana e palermitana.

  Questa documentazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali), alla V Commissione (Bilancio), alla VII Commissione (Cultura), alla VIII Commissione (Ambiente) e alla XI Commissione (Lavoro).

Trasmissione dal ministro del lavoro e delle politiche sociali.

  Il ministro del lavoro e delle politiche sociali, con lettera in data 25 settembre 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 20 della legge 21 dicembre 1978, n. 845, la relazione sullo stato e sulle previsioni delle attività di formazione professionale, relativa all'anno 2011.
  Questa documentazione, allegata allo stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per il 2012, è trasmessa alla XI Commissione (Lavoro).

Trasmissione dal ministro per i rapporti con il Parlamento.

  Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 2 ottobre 2012, ha inviato il parere reso dalla Conferenza unificata, nella seduta del 26 settembre 2012, sul disegno di legge concernente «Conversione in legge del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158, recante disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute» (Atto Camera n. 5440).

  Tale parere è trasmesso alla XII Commissione (Affari sociali).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea .

  La Commissione europea, in data 1° ottobre 2012, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);

  Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Crescita blu – Opportunità per una crescita sostenibile dei settori marino e marittimo (COM(2012)494 final), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite VIII (Ambiente) e IX (Trasporti);

  Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Sfruttare il potenziale del cloud computing in Europa (COM(2012)529 final), che è assegnata in sede primaria alla IX Commissione (Trasporti);

  Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Valorizzare i settori culturali e creativi per favorire la crescita e l'occupazione nell'Unione europea (COM(2012)537 final), che è assegnata in sede primaria alla VII Commissione (Cultura);

  Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Dispositivi medici e dispositivi medico-diagnostici in vitro sicuri, efficaci e innovativi a vantaggio dei pazienti, dei consumatori e degli operatori sanitari (COM(2012)540 final), che è assegnata in sede primaria alla XII Commissione (Affari sociali);

  Proposte di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativi ai dispositivi medico-diagnostici in vitro (COM(2012)541 final) e ai dispositivi medici e recante modifica della direttiva 2001/83/CE, del regolamento (CE) n. 178/2002 e del regolamento (CE) n. 1223/2009 (COM(2012)542 final), nonché relativo documento di accompagnamento – Documento di lavoro dei servizi della Commissione – Sintesi della valutazione d'impatto (SWD(2012)274 final), che sono assegnati in sede primaria alla XII Commissione (Affari sociali). Le predette proposte di regolamento sono altresì assegnate alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre per ciascuna di esse dal 2 ottobre 2012.

  I seguenti progetti di atti dell'Unione europa, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati, in data 26 settembre 2012, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alla XIII Commissione (Agricoltura), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), sono altresì assegnati alla medesima XIV Commissione ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà:
   Modifica della proposta della Commissione COM(2011)626 final/3 di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli (regolamento OCM unica) (COM(2012)535 final);
   Modifica della proposta della Commissione COM(2011)628 definitivo/2 di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sul finanziamento, sulla gestione e sul monitoraggio della politica agricola comune (COM(2012)551 final);
   Modifica della proposta della Commissione COM(2011)625 final/3 di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante norme sui pagamenti diretti agli agricoltori nell'ambito dei regimi di sostegno previsti dalla politica agricola comune (COM(2012)552 final);
   Modifica della proposta della Commissione COM(2011)627 final/3 di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) (COM(2012)553 final).

  II termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre per ciascuno di tali documenti dal 2 ottobre 2012.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

ERRATA CORRIGE

  Nell’Allegato A al resoconto della seduta del 1o ottobre 2012, a pagina 5, seconda colonna, dopo la trentottesima riga, deve intendersi inserita la seguente comunicazione:

Trasmissione dal viceministro delle infrastrutture e dei trasporti.

  Il viceministro delle infrastrutture e dei trasporti, in data 1o ottobre 2012, ha trasmesso il programma delle infrastrutture strategiche, aggiornato al mese di settembre 2012, predisposto ai sensi dell'articolo 1 della legge 21 dicembre 2001, n. 443 (doc. LVII, n. 5-bis – Allegato II).

  Questo documento – che sarà stampato come allegato alla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2012 (doc. LVII, n. 5-bis) – è stato trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e a tutte le altre Commissioni permanenti, nonché alla Commissione parlamentare per le questioni regionali.

INTERPELLANZA E INTERROGAZIONI

A) Interrogazioni

Elementi ed iniziative di competenza in relazione ad episodi di violenza che vedono coinvolti aderenti all'associazione CasaPound – 3-00897, 3-01961, 3-02275

   MOTTA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   l'associazione CasaPound, come si legge sul sito www.casapound.org, «si propone di sviluppare in maniera organica un progetto ed una struttura politica nuova, che proietti nel futuro il patrimonio ideale ed umano, che il fascismo italiano ha costruito con immenso sacrificio»;
   nel suo programma, al punto 18, si propone di riscrivere la Costituzione: «La Costituzione della Repubblica italiana va riscritta. Essa è opera di uomini che la compilavano all'indomani della guerra civile ed adempivano a quel compito nella scia dei carri armati stranieri»;
   i suoi esponenti in numerose interviste e comunicati si definiscono «fascisti del terzo millennio» e si rifanno esplicitamente al programma di San Sepolcro, elaborato da Mussolini nel marzo del 1919, con il quale furono fondati i fasci di combattimento, e alla Repubblica di Salò;
   il Blocco studentesco nasce nell'estate 2006 a CasaPound e si rende protagonista dello scontro in piazza Navona dell'ottobre 2008, nell'ambito delle manifestazioni studentesche, e dell'irruzione pochi giorni dopo alla Rai in via Teulada contro la trasmissione di Rai 3 «Chi l'ha visto»;
   CasaPound ha sede in diverse città e si è resa protagonista di intimidazioni, irruzioni, provocazioni, aggressioni, spedizioni punitive, nonché di iniziative di propaganda contro i disabili, contro la società multirazziale e di brindisi alla Shoah;
   in numerose città cittadini e comitati hanno dato vita a manifestazioni antifasciste, chiedendo la chiusura delle sedi di CasaPound –:
   se esista una mappatura delle sedi e delle iniziative di CasaPound su tutto il territorio nazionale e se, in caso negativo, il Ministro interrogato abbia intenzione di disporla;
   se vi sia compatibilità tra lo statuto e i programmi politici di CasaPound ed il riconoscimento alla stessa della qualifica di associazione di promozione sociale, che consente di godere di particolari agevolazioni fiscali e della possibilità di accedere ai finanziamenti del 5 per mille;
   se le iniziative e i programmi promossi da questa organizzazione, in considerazione della XII disposizione transitoria finale della Costituzione, che afferma: «È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista», siano configurabili come una forma di propaganda di chiara ispirazione neofascista e manifestamente contraria ai valori costituzionali e, in tal caso, quali iniziative di competenza intenda assumere. (3-00897)
(4 febbraio 2010)


   SANTAGATA e MOTTA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   come riportato dalla stampa locale, nei giorni scorsi, alcuni militanti dell'associazione CasaPound di Parma hanno distribuito davanti ad alcune scuole superiori cittadine un volantino riportante invettive nei confronti dell'Associazione nazionale partigiani (Anpi);
   nel volantino è impressa la foto di un partigiano col foulard dell'Anpi accompagnata dalla didascalia «contro il ghigno di un vecchio bastardo. Bombardamenti indiscriminati, raffiche di mitra, violenze e stupri, altro che Resistenza», proponendo un parallelismo tra l'assassinio del rais libico Gheddafi e i fatti di Piazzale Loreto e liquidando la Resistenza come «raffiche di mitra, violenze e stupri»;
   accanto alla foto è, inoltre, riportato un editoriale, ripreso dal sito internet nazionale del movimento, che, sempre affiancando i due episodi, cita «non basta un rais a fare un duce, ma basta un'ora di viltà (...) per fare un partigiano»;
   l'iniziativa di volantinaggio, per di più effettuata davanti alle scuole, ha suscitato la presa di posizione di condanna, oltre che della sezione locale dell'Anpi, anche di molte associazioni, sindacati e partiti politici che hanno condannato i contenuti del volantino ed espresso la propria solidarietà alle associazioni partigiane;
   l'associazione Casa Pound, come si legge sul sito www.casapound.org, «si propone di sviluppare in maniera organica un progetto ed una struttura politica nuova, che proietti nel futuro il patrimonio ideale ed umano, che il fascismo italiano ha costruito con immenso sacrificio»;
   nel suo programma, al punto 18, si propone di riscrivere la Costituzione: «La Costituzione della Repubblica italiana va riscritta. Essa è opera di uomini che la compilavano all'indomani della guerra civile ed adempivano a quel compito nella scia dei carri armati stranieri»;
   i suoi esponenti in numerose interviste e comunicati si definiscono «fascisti del terzo millennio» e si rifanno esplicitamente al programma di San Sepolcro, elaborato da Mussolini nel marzo del 1919, con il quale furono fondati i fasci di combattimento, e alla Repubblica di Salò;
   il 4 febbraio 2010 è stata presentata l'interrogazione a risposta orale n. 3-00897 a cui il Governo non ha mai risposto –:
   se esista una mappatura delle sedi e delle iniziative di Casa Pound su tutto il territorio nazionale e se, in caso negativo, il Ministro interrogato abbia intenzione di disporla;
   se vi sia compatibilità tra lo statuto e i programmi di Casa Pound ed il riconoscimento dalla stessa della qualifica di associazione di promozione sociale, che consente di godere di particolari agevolazioni fiscali e della possibilità di accedere ai finanziamenti del 5 per mille;
   se le iniziative e i programmi promossi da questa organizzazione, in considerazione della XII disposizione transitoria finale della Costituzione, che afferma: «È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista», siano configurabili come una forma di propaganda di chiara ispirazione neofascista e manifestamente contraria ai valori costituzionali e, in tal caso, quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda assumere. (3-01961)
(6 dicembre 2011)


   MOTTA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   sabato 12 maggio 2012, alle ore 19,30 circa, un gruppo di aderenti al movimento neofascista CasaPound, proveniente da piazzale Pio Montermini, si presentava in via Carmignani nel quartiere Montanara di Parma, in assetto squadristico, con in mano bottiglie, cinghie, sassi, con il chiaro obiettivo di andare allo scontro con esponenti del comitato antifascista del quartiere, che sostavano sulla medesima strada di fronte al bar Arci Minerva;
   lo scontro, che ha provocato contusi e che è stato motivato da CasaPound come risposta ad una provocazione diretta ad uno degli aderenti allo stesso movimento da parte di esponenti antifascisti, avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi qualora non fosse intervenuta di lì a pochi minuti la polizia;
   nel pomeriggio nella sede di CasaPound, in via Jacchia, aveva avuto luogo una festa per l'inaugurazione a seguito della ristrutturazione della sede che già aveva provocato allarme nel quartiere e segnatamente nei membri del comitato antifascista; sul luogo era già intervenuta la polizia di Stato, che aveva provveduto ad allontanare gli intervenuti al termine della manifestazione;
   il grave episodio, verificatosi il 12 maggio 2012, è l'ultimo di numerosi fatti analoghi occorsi in questi anni dopo l'insediamento di CasaPound nello stesso quartiere della città di Parma, di profonda tradizione democratica e antifascista;
   in data 4 febbraio 2010 e 6 dicembre 2011 l'interrogante aveva presentato gli atti di sindacato ispettivo n. 3-00897 e n. 3-01961, a tutt'oggi senza risposta, con i quali si chiedevano al Ministro interrogato informazioni e chiarimenti circa l'attività svolta dall'associazione CasaPound;
   in particolare, nelle sopra citate interrogazioni si evidenziava che:
    a) l'associazione CasaPound – secondo quanto si legge sul sito www.casapound.org – propone di sviluppare in maniera organica un progetto ed una struttura politica nuova, che proietti nel futuro il patrimonio ideale ed umano che il fascismo italiano ha costruito con immenso sacrificio;
    b) nel suo programma, al punto 18, si propone di riscrivere la Costituzione: «La Costituzione della Repubblica italiana va riscritta. Essa è opera di uomini che la compilavano all'indomani della guerra civile ed adempivano a quel compito nella scia dei carri armati stranieri»;
    c) i suoi esponenti in numerose interviste e comunicati si definiscono «fascisti del terzo millennio» e si rifanno esplicitamente al programma di San Sepolcro, elaborato da Mussolini nel marzo del 1919, con il quale furono fondati i fasci di combattimento, e alla Repubblica di Salò;
    d) il blocco studentesco nasce nell'estate 2006 a CasaPound e si rende protagonista dello scontro in piazza Navona dell'ottobre 2008, nell'ambito delle manifestazioni studentesche, e dell'irruzione pochi giorni dopo alla Rai in via Teulada contro la trasmissione di Rai 3 «Chi l'ha visto»;
   si ricordava, inoltre, che «CasaPound ha sede in diverse città e si è resa protagonista di intimidazioni, irruzioni, provocazioni, aggressioni, spedizioni punitive, nonché di iniziative di propaganda contro i disabili, contro la società multirazziale e di brindisi alla Shoah»;
   nell'interrogazione 3-01961 si richiamava l'attività di volantinaggio dell'associazione CasaPound nei pressi di alcune scuole superiori di Parma, con la distribuzione di volantini che proponevano un parallelismo tra l'assassinio del rais libico Gheddafi e i fatti di Piazzale Loreto e che liquidavano la Resistenza come «raffiche di mitra, violenze e stupri»;
   i recenti episodi verificatisi in diverse città, come a Firenze, dove sono stati uccisi due cittadini immigrati, rendono evidente, a giudizio dell'interrogante, che CasaPound alimenta violenza, razzismo, antisemitismo, intolleranza e che in numerose città cittadini, comitati e istituzioni hanno dato vita a manifestazioni antifasciste, chiedendo la chiusura delle sedi di CasaPound –:
   se il Governo sia a conoscenza dei fatti riportati in premessa;
   se sia in possesso di una precisa e puntuale mappatura di tutte le sedi e le iniziative di CasaPound su tutto il territorio nazionale e, qualora ciò non fosse, se non ritenga utile provvedere in tempi brevi a disporla;
   se le iniziative e i programmi promossi da tale organizzazione, in considerazione della XII delle disposizioni transitorie e finali della Costituzione, in cui si afferma che: «È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista», siano configurabili come una forma di propaganda di chiara ispirazione neofascista e manifestamente contraria ai valori costituzionali e, in tal caso, quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere. (3-02275)
(17 maggio 2012)


B) Interrogazioni

Iniziative per garantire un'adeguata sicurezza nel territorio di Pisticci (Matera) – 3-01739, 3-01997, 3-02101

   BURTONE e CUOMO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   alcuni giorni fa si è verificato un furto presso lo stabilimento Meba di Pisticci Scalo, impianto che realizza infissi e porte blindate;
   si tratta di un'azienda leader nel settore, che occupa una cinquantina di dipendenti e rappresenta una delle realtà produttive locali più significative nella Valbasento;
   oltre al materiale, sono stati sottratti personal computer e segreti industriali, arrecando danni notevoli all'attività;
   si tratta, purtroppo, non del primo episodio che si verifica in Valbasento; già mesi addietro la nota ditta «Amaro Lucano» era stata interessata da furti, così come altre realtà dell'area;
   il comprensorio in questione è uno dei maggiormente infrastrutturati dell'intera regione e avrebbe una serie di convenienze in grado di attrarre nuovi investimenti;
   questi episodi, che stanno assumendo una pericolosa sistematicità, devono indurre le istituzioni competenti ad assumere adeguate misure di controllo e prevenzione del territorio;
   il locale commissariato di polizia è sotto organico, così come la compagnia dei carabinieri di stanza a Pisticci –:
   se e quali iniziative il Governo, nell'ambito delle proprie competenze, intenda adottare per garantire maggiore sicurezza nell'area industriale della Valbasento, predisponendo, d'intesa con le istituzioni interessate, un sistema efficace di videosorveglianza e di potenziamento in termini di mezzi e uomini delle forze dell'ordine presenti sul territorio. (3-01739)
(6 luglio 2011)


   CUOMO e BURTONE. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   nel periodo compreso tra la fine del 2011 e l'inizio del 2012 il comprensorio di Pisticci è stato teatro di diverse rapine;
   in particolare, nel mese di dicembre 2011 presso la popolosa frazione di Marconia di Pisticci si è verificata una rapina alla filiale della banca Carime, con un bottino pari a 20 mila euro;
   il 3 gennaio 2012 si è poi registrata la rapina al portavalori che stava portando il denaro all'ufficio postale di Pisticci centro, con un bottino per i rapinatori intorno ai 200 mila euro;
   un altro episodio di minore entità, ma che provoca altrettanto sconcerto, ha riguardato la rapina a volto coperto ai danni di un circolo ricreativo nel corso principale del paese, con l'incasso del giorno pari a circa 300 euro;
   episodi che inquietano e alimentano una certa preoccupazione nella pubblica opinione;
   anche se i reati risultano in calo rispetto agli anni precedenti, come evidenziato dalle forze dell'ordine, la percezione è che vi sia maggiore insicurezza;
   nel 2011 altri furti avevano riguardato anche la zona industriale di Pisticci in Valbasento, ricordando anche il furto alla ditta Meba, produttrice di infissi, sulla quale il secondo firmatario del presente atto ha presentato un'interrogazione ancora senza risposta;
   il comprensorio in oggetto è molto vasto e richiederebbe maggiori disponibilità di mezzi e uomini per il controllo, ricordando il grande lavoro svolto dagli agenti del locale commissariato e dagli uomini della compagnia dell'Arma dei carabinieri di Pisticci;
   si sono lette e apprezzate le valutazioni rilasciate dal Ministro interrogato agli organi di informazione ed è per questo che servono azioni consequenziali –:
   se e quali iniziative intenda adottare il Ministro interrogato per rafforzare gli organici e i mezzi delle forze dell'ordine presenti a Pisticci, affinché si possano coordinare in maniera più efficace le politiche per la sicurezza sul territorio.
(3-01997)
(10 gennaio 2012)


   BURTONE. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   nella notte tra il 9 e il 10 febbraio 2012 si è consumato un tentativo di furto presso la tabaccheria in via Pomarico di Pisticci Scalo;
   nel tentativo di furto sarebbe stata usata una fiamma ossidrica, che ha provocato un incendio che ha messo a repentaglio la vita di una famiglia anziana che vive al piano superiore dell'esercizio commerciale;
   purtroppo non è la prima volta che l'esercizio in questione subisce un tentativo di furto e altri furti si sono registrati nella zona nell'ultimo periodo;
   i furti hanno interessato anche alcune aziende importanti come la Meba e l'Amaro Lucano;
   già in precedenza in un documento di sindacato ispettivo a firma dell'interrogante era stata segnalata la necessità di porre in essere azioni di maggiore controllo del territorio, oltre che di potenziamento degli organici e dei mezzi a disposizione delle forze dell'ordine presenti sul territorio di Pisticci e che riguardano un comprensorio vastissimo, che va dalla collina materana fino al mare;
   una delle ipotesi avanzate è stata e rimane quella di installare un sistema di videosorveglianza che comprenda tutta via Cavalier Vena, da «Loscalzo gomme», fino a via Pomarico, ad «azienda Meba», per una prima fase di sperimentazione eventualmente da estendere;
   la questione sicurezza sta diventando davvero una priorità per il comprensorio e non poche sono le preoccupazioni di cittadini e operatori economici –:
   quali iniziative di competenza il Governo intenda attivare per dare seguito a quanto esposto in premessa e consentire, pertanto, l'installazione di un sistema di videosorveglianza a tutela della comunità e delle attività economiche e commerciali presenti nell'ambito territoriale citato.
(3-02101)
(14 febbraio 2012)


C) Interpellanza

Orientamenti del Governo in merito all'inserimento della linea ferroviaria terzo valico dei Giovi all'interno della rete transeuropea dei trasporti (TEN-T) – 2-01458

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere, premesso che:
   è in corso di esame alla IX Commissione trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera dei deputati la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sugli orientamenti dell'Unione per lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti (TEN-T) (COM(2011)650 def), nell'ambito della quale sono stati individuati i corridoi europei multimodali di trasporto, tra i quali, nel corridoio Genova-Rotterdam, è inserito il terzo valico dei Giovi;
   la delibera CIPE n. 78 del 29 settembre 2003 ha approvato il progetto preliminare del terzo valico ferroviario dei Giovi, tratta alta velocità/alta capacità Milano-Genova, nella quale venivano previste come prescrizioni gli accordi procedimentali per il miglioramento della permeabilità della linea storica Torino-Genova e Novi Ligure-Tortona e per la valorizzazione dell'area logistica della Valle Scrivia e dell'alessandrino, da sottoscriversi fra Rete ferroviaria italianaspa ed enti locali;
   la delibera Cipe n. 80 del 29 marzo 2006 ha approvato il progetto definitivo per un costo di 4.962 milioni di euro e approvate le «prescrizioni», cui è condizionata l'approvazione del progetto, e le «raccomandazioni», proposte dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, cui è demandata la «vigilanza» sulle fasi realizzative dell'opera;
   l'articolo 12 del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, ha abrogato la revoca delle convenzioni fra Tav e i contraenti generali disposta con il decreto-legge n. 7 del 2007, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 aprile 2007, n. 40, trasferendone la titolarità, originariamente prevista in capo a Tav, a Rete ferroviaria italianaspa;
   la delibera Cipe n. 101 del 6 novembre 2009 ha aggiornato il costo dell'opera a 5.400 milioni di euro;
   il comma 232 dell'articolo 2 della legge 23 dicembre 2009, n. 191 (legge finanziaria 2010), ha previsto la possibilità di «specifici progetti prioritari la cui realizzazione possa essere avviata per lotti costruttivi non funzionali», per i quali «con l'autorizzazione del primo lotto costruttivo il Cipe assume l'impegno programmatico di finanziare l'intera opera»;
   la delibera Cipe n. 84 del 18 novembre 2010 ha autorizzato l'avvio della realizzazione dell'opera per un importo aggiornato di 6.200 milioni di euro, al netto delle attività propedeutiche, così ripartito per lotti costruttivi:
    a) i lavori relativi al 1o lotto costruttivo ammontano a 500 milioni di euro;
    b) i lavori relativi al 2o lotto costruttivo ammontano a 1.100 milioni di euro;
    c) i lavori relativi al 3o lotto costruttivo ammontano a 1.270 milioni di euro;
    d) i lavori relativi al 4o lotto costruttivo ammontano a 1.340 milioni di euro;
    e) i lavori relativi al 5o lotto costruttivo ammontano a 1.200 milioni di euro;
    f) i lavori relativi al 6o lotto costruttivo ammontano a 650 milioni di euro;

   il totale ammonta a 6.060 milioni di euro;
   la stessa delibera ha autorizzato il primo lotto costruttivo dell'opera del valore di 500 milioni di euro, prescrivendo che prima dell'avvio dei lavori vengano trasmessi al Cipe l'atto integrativo della convenzione vigente tra Rete ferroviaria italianaspa ed il contraente generale «Consorzio collegamenti integrati veloci (Cociv)» ed il dossier di valutazione previsto dall'articolo 4, comma 2, del contratto di programma 2007-2011 per la gestione degli investimenti tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e Rete ferroviaria italianaspa;
   in data 11 novembre 2011, è stato sottoscritto l'atto integrativo alla convenzione del 16 marzo 1992 fra Rete ferroviaria italianaspa e Cociv;
   la delibera del Cipe n. 86 del 6 dicembre 2011 ha disposto l'assegnazione a favore di Rete ferroviaria italianaspa di complessivi 1.100 milioni di euro per la realizzazione del secondo lotto costruttivo non funzionale;
   dalla relazione presentata in IX Commissione trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera dei deputati, in data 27 marzo 2012, dal commissario straordinario per la realizzazione del terzo valico dei Giovi nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 5 agosto 2009, ingegner Walter Lupi, emerge quanto segue:
    a) «l'efficacia del richiamato atto integrativo è sospensivamente condizionata al verificarsi di taluni eventi (condizioni di efficacia) tra i quali, allo stato, resta ancora da verificarsi il rilascio da parte delle amministrazioni competenti del rinnovo dell'autorizzazione paesaggistica»;
    b) «appena raggiunta l'efficacia dell'atto integrativo, ormai prossima, verranno immediatamente avviate le attività inerenti il primo lotto costruttivo»;
    c) «Rete ferroviaria italianaspa comunicherà a Cociv l'avvio dei lavori del secondo lotto costruttivo non appena saranno effettivamente disponibili le somme assegnate dalla richiamata delibera Cipe n. 86 del 2011 e non appena sarà stato raggiunto l'accordo scritto fra Rete ferroviaria italianaspa e il consorzio sul prezzo forfettario degli adeguamenti e aggiornamenti progettuali previsti nell'atto integrativo»;

   nelle scorse settimane si sono svolte in vari comuni della Val Lemme e della Valle Scrivia, in provincia di Alessandria, riunioni informative, come quella organizzata dai comuni di Voltaggio, Fraconalto, Carrosio e Arquata Scrivia, e incontri promossi, in particolare, dai comitati che si oppongono alla realizzazione della nuova linea ferroviaria, nel corso dei quali sono state evidenziate molte problematiche di carattere ambientale e in generale afferenti all'impatto territoriale dei cantieri e dell'opera, quando sarà realizzata;
   il sindaco del comune di Novi Ligure ha inviato, in data 5 marzo 2012, una lettera al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e a tutte le istituzioni competenti per richiamare gli impegni contenuti nelle deliberazioni del Cipe sopra citate, con particolare riferimento alle prescrizioni e alle raccomandazioni di cui alla delibera Cipe n. 80 del 2006, che, al punto 1.2., prevede che alle prescrizioni citate «è condizionata l'approvazione del progetto»;
   la regione Piemonte, direzione trasporti, infrastrutture, mobilità e logistica, con nota 2012/DB1206 del 16 marzo 2012, inviata al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ha ribadito che le prescrizioni e le raccomandazioni, quali parti integranti della deliberazione Cipe di cui sopra, «condizionano l'approvazione del progetto e, quindi, la realizzazione dell'opera», condividendo, pertanto, l'iniziativa del comune di Novi Ligure, volta a sollecitarne l'attuazione;
   i sindaci dei comuni di Carrosio, Fraconalto e Voltaggio, in data 22 marzo 2012, hanno, a loro volta, scritto una lettera alle autorità competenti per evidenziare le problematiche riguardanti la garanzia della salute dei cittadini, l'impatto sociale dei cantieri, il controllo sui materiali movimentati, con la richiesta di una fiscalità agevolata per i residenti e le imprese interessate dalla realizzazione dell'opera;
   il consiglio comunale di Novi Ligure, nella seduta del 17 aprile 2012, ha, infine, approvato un ordine del giorno col quale, oltre a ribadire le richieste contenute nella lettera del sindaco sopra citata, chiede al Governo di istituire, oltre all'osservatorio ambientale previsto dalla delibera Cipe n. 80 del 2006, «un tavolo istituzionale degli enti locali e delle regioni ed un osservatorio tecnico, sotto l'egida del Governo, sull'esempio di quello attuato per la linea Torino-Lione»;
   nella delibera CIPE n. 80 del 2006 è previsto (3.2. delle clausole finali): «Il soggetto aggiudicatore (Rete ferroviaria italianaspa) provvederà, prima dell'inizio dei lavori, a fornire assicurazioni al predetto Ministero (delle infrastrutture e dei trasporti) sull'avvenuto recepimento nel progetto esecutivo delle prescrizioni e raccomandazioni riportate nel menzionato allegato (allegato 1)»;
   occorre tenere conto di tutti i contenuti delle prescrizioni e raccomandazioni riguardanti: viabilità, cantieri, cave e siti di riqualifica ambientale, corsi d'acqua, acque, integrazioni progettuali, ambiente, beni archeologici e architettonici, interferenze, sottolineando i riferimenti specifici alle criticità delle falde acquifere, al ritrovamento di amianto, alla costituzione di un osservatorio ambientale coordinato dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e alla necessità di «elaborare lo studio di fattibilità dell'interconnessione della nuova linea terzo valico dei Giovi con la linea storica Torino-Genova, in accordo con la richiesta formulata dalla regione Piemonte, a seguito delle richieste della provincia di Alessandria, del comune di Novi e del comune di Pozzolo Formigaro»;
   pertanto, non risultano ad oggi realizzate le condizioni di cui alla delibera Cipe n. 80 del 2006 relative all'elaborazione del progetto esecutivo nel quale siano recepite le prescrizioni e le raccomandazioni della delibera stessa;
   da informazioni fornite da Rete ferroviaria italianaspa nel corso dell'audizione svoltasi in data 17 aprile 2012 presso l'VIII Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei deputati, i cantieri sarebbero stati avviati il 2 aprile 2012, in quanto è nel frattempo avvenuto il rilascio dell'autorizzazione paesaggistica ed è stato raggiunto l'accordo fra Rete ferroviaria italianaspa e Cociv sul «prezzo forfettario degli adeguamenti e aggiornamenti progettuali previsti nell'atto integrativo» –:
   quale sia l'attuale orientamento del Ministro interpellato in merito all'inserimento della linea ferroviaria terzo valico dei Giovi all'interno delle reti TEN-T di cui alla proposta di regolamento europeo (COM(2011)650 def);
   se sia stato elaborato uno studio aggiornato sulle previsioni di traffico passeggeri e merci, a supporto della necessità di realizzazione dell'opera, sulla gestione della stessa e sulla sostenibilità dell'investimento secondo l'impegno programmatico indicato al punto 2 della delibera Cipe n. 84 del 2010 e i contenuti dell'atto integrativo alla convenzione del 16 marzo 1992 sottoscritto fra Rete ferroviaria italianaspa e Cociv in data 11 novembre 2011;
   quale sia l'orientamento del Ministro interpellato in merito all'evoluzione dei costi realizzativi dell'opera attualmente previsto in 6.200 milioni di euro (costo aggiornato a vita intera), ai sensi della deliberazione Cipe n. 84 del 2010;
   quale sia il livello di elaborazione delle integrazioni progettuali di cui al punto 6 dell'allegato 1, con particolare riferimento allo studio di fattibilità dell'interconnessione della nuova linea con la linea storica Torino-Genova;
   se il «soggetto aggiudicatore» (Rete ferroviaria italianaspa) abbia già provveduto a «fornire assicurazioni», ai sensi del punto 3.2 delle clausole finali della delibera Cipe n. 80 del 2006, al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti «sull'avvenuto recepimento delle prescrizioni e raccomandazioni» contenute nell'allegato 1 della delibera stessa e se, pertanto, le condizioni per la cantierizzazione dell'opera si siano realizzate;
   come intenda rispondere alle preoccupazioni, alle sollecitazioni e alle richieste pervenute dagli enti locali e dalla regione Piemonte in merito alle modalità attuative dell'opera e alle preoccupazioni per l'impatto ambientale della stessa, in particolare sotto il profilo del ritrovamento di amianto e dell'interferenza con le falde acquifere;
   quando sia prevista la costituzione dell'osservatorio ambientale coordinato dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, previsto al punto 7.b del già citato allegato 1;
   se non si ritenga utile l'istituzione di un tavolo istituzionale con la partecipazione degli enti locali e delle regioni e di un osservatorio tecnico, sotto l'egida del Governo, sull'esempio di quello attuato per la Tav Torino-Lione.
(2-01458) «Lovelli».
(19 aprile 2012)


PROGETTO DI BILANCIO DELLA CAMERA DEI DEPUTATI PER L'ANNO FINANZIARIO 2012 (DOC. VIII, N. 10)

Doc. VIII, n. 10 – Ordini del giorno

ORDINI DEL GIORNO

   La Camera,
   premesso che:
    in un periodo di crisi economico finanziaria come quello attuale, i tagli delle spese non necessarie dovrebbero essere sempre più pressanti;
    se da un lato la via dell'austerità dovrebbe volgere nel senso della trasparenza e riduzione del trattamento economico degli eletti, dall'altro dovrebbe interessare anche e soprattutto l'Istituzione che gli stessi rappresentano attraverso l'abolizione di tutte quelle voci di spesa inutili e troppo dispendiose che non fanno onore ad una sede quale la Camera dei deputati;
    lo spreco di denaro si ravvisa nel fatto che grava annualmente sul nostro bilancio per un importo pari a circa 400 mila euro la sopravvivenza di un ente sostanzialmente inutile e troppo costoso quale risulta essere la Fondazione della Camera dei deputati;
    a ciò aggiungasi il fatto che la Fondazione si avvale dell'opera di un direttore generale e di altri quattro funzionari, utilizza le strutture site nel Palazzo Theodoli-Bianchelli e fa uso dei servizi necessari, raggiungendo un costo complessivo stimato in oltre 2.000.000 di euro;
    la costituzione della Fondazione della Camera dei deputati all'epoca fu giustificata dalla necessità di realizzare una più ampia conoscenza e divulgazione dell'attività della Camera favorendo e sviluppando il rapporto tra l'istituzione parlamentare ed i cittadini attraverso la promozione di eventi culturali, mostre, convegni e seminari nonché pubblicazioni;
    in realtà le medesime iniziative della Fondazione potrebbero essere ben svolte direttamente dalla Camera dei deputati dal momento che la stessa impiega personale di alto profilo e qualificazione professionale in grado di realizzare gli stessi obiettivi però a costo zero;
    lo Statuto prevede che a presiedere la Fondazione sia il Presidente della Camera della legislatura precedente e che componenti del Consiglio di Amministrazione siano altri membri dell'Ufficio di Presidenza e funzionari della Camera stessa;
    nella prassi sembrerebbe dunque che tale istituto funga più da utile strumento per perseguire gli interessi personali di pochi piuttosto che svolgere delle funzioni strettamente necessarie all'attività divulgativa di questo ramo parlamentare soprattutto ove si consideri l'assenza di un analogo istituto al Senato della Repubblica;
    in un'ottica dunque volta al contenimento dei costi in applicazione di quel principio di economicità che un'Istituzione quale la Camera dei deputati dovrebbe rigorosamente applicare,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio dei Questori

a valutare concretamente l'ipotesi di sciogliere la Fondazione della Camera dei deputati.
9/Doc. VIII, n. 10/1Laboccetta.


   La Camera,
   premesso che:
    in un periodo di crisi economico finanziaria come quello attuale, tutte le spese non necessarie dell'Amministrazione della Camera dei Deputati dovrebbero essere ridotte, nell'ottica della spending review;
    in data 1o agosto 2012 l'Ufficio di Presidenza, nell'ambito degli indirizzi per la revisione della spesa della Camera dei deputati, ha autorizzato l'Amministrazione ad emettere una richiesta preliminare di fornitura a carattere non impegnativo per valutare le condizioni economiche che potrebbero ottenersi tramite la Convenzione Consip per il Facility management Uffici 3 che incorpora in un unico affidamento una pluralità di servizi e compararle con quelle dei vigenti contratti d'appalto stipulati dall'Amministrazione;
    il Collegio dei deputati Questori, sempre nell'ottica di ottenere un risparmio significativo, ha tempestivamente deliberato di emettere una richiesta preliminare di fornitura a carattere non impegnativo avente ad oggetto il servizio di manutenzione degli impianti elevatori, il servizio di manutenzione degli impianti antincendio, il servizio di manutenzione degli impianti idrico sanitari, il servizio di reception, il servizio di pulizia, il servizio di disinfestazione, il servizio di raccolta e smaltimento di rifiuti speciali, il servizio di giardinaggio, il servizio di facchinaggio interno ed il servizio di facchinaggio esterno;
    nell'ottica di uno sforzo continuo volto ad una riduzione delle spese della Camera dei deputati soprattutto in un momento cruciale in cui vengono richiesti cospicui sacrifici all'intero Paese;
    in attesa di ricevere dall'appaltatore un Piano dettagliato degli interventi che consenta all'Amministrazione di valutare i risparmi che si potrebbero ottenere dall'adesione alla convenzione Consip Facility Management Uffici 3,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio dei Questori

a sospendere tutte le aggiudicazioni in corso, anche quelle provvisorie, relative ai servizi per i quali è stata emessa la richiesta preliminare di fornitura come previsto nella convenzione Consip Facility Management 3. Laddove poi, all'esito del preventivo Consip, risultasse vantaggiosa per l'Amministrazione l'attivazione della convenzione, la Camera dovrà avvalersi della clausola di salvaguardia, prevista in tutti i suoi contratti, che consente il recesso per tutti gli affidamenti oggetto della convenzione Consip, senza attendere la naturale scadenza contrattuale.
9/Doc. VIII, n. 10/2(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno) «Laboccetta».


   La Camera,
   premesso che:
    a Palazzo San Macuto hanno sede nella corrente legislatura tredici Commissioni parlamentari e non è raro che le relative sedute si svolgano nello stesso orario;
    i locali di Palazzo San Macuto destinati alla stampa consentono attualmente di trasmettere contemporaneamente, mediante l'impianto audiovisivo a circuito chiuso, le sedute di due sole Commissioni, con pregiudizio della possibilità per gli altri organismi parlamentari che si riuniscono negli stessi orari di avere la possibilità di integrare la pubblicità dei propri lavori con la trasmissione diretta mediante circuito chiuso;
    al piano terra di Palazzo San Macuto sono attualmente liberi alcuni locali precedentemente occupati dal Centro di documentazione e riproduzione della Camera,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio dei Questori

ad assumere le iniziative idonee ad individuare e predisporre nella sede di Palazzo San Macuto locali che consentano la trasmissione contemporanea, tramite l'impianto audiovisivo a circuito chiuso, di un numero di sedute superiore a quello possibile attualmente, cosicché gli organismi parlamentari aventi sede in tale Palazzo abbiano accesso a tale forma integrativa di pubblicità dei propri lavori anche in caso di più sedute contemporanee.
9/Doc. VIII, n. 10/3Boniver, Fava, Mussolini.


   La Camera,
   premesso che:
    in data 1o agosto 2012 l'Ufficio di Presidenza ha incaricato il Collegio dei Questori di verificare le condizioni economiche di eventuali affidamenti alla Consip, che consentano, in linea con il recente decreto del Governo, un contenimento della spesa dell'Amministrazione della Camera dei deputati;
    il Collegio dei deputati Questori ha tempestivamente deliberato di dare mandato agli uffici affinché emettessero una richiesta preliminare di fornitura, non impegnativa per l'Amministrazione, nell'ambito della convenzione Consip facility management uffici 3, per una serie di servizi;
    nell'ambito di tali servizi, è prevista la manutenzione degli impianti idrico-sanitari, ad oggi ricompresi nei contratti Camera relativi alla termo-idraulica, peraltro già in regime di proroga;
    nel caso dell'attivazione della convenzione come da richiesta di preventivo, i contratti relativi alla termo-idraulica dovranno essere rivisti con le relative riduzioni inerenti la parte idraulica;
    sembrerebbe essere attiva una convenzione Consip denominata Consip Energia che prevederebbe, oltre alla fornitura energetica, anche la manutenzione degli impianti termici (riscaldamento e raffrescamento);
  per tali motivi,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a dare mandato agli uffici affinché emettano una richiesta preliminare di fornitura relativa alla convenzione Consip Energia che prevede la fornitura di energia e la contestuale manutenzione degli impianti di riscaldamento e raffrescamento così che, in caso i preventivi siano convenienti per l'Amministrazione, si possa attivare in contemporanea entrambe le convenzioni con considerevoli risparmi economici e minori attività da parte dei servizi competenti.
9/Doc. VIII, n. 10/4(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno) «Laboccetta».


   La Camera,
   esaminato il progetto di bilancio preventivo per l'anno finanziario 2012;
   udita la relazione dei deputati Questori;
   considerata l'esigenza di consentire alle più qualificate istituzioni di alta formazione e istruzione professionale, quali il Centro ELIS e la SAFI di Roma, di formare i propri allievi in un ambiente adeguato e selezionato quale è l'amministrazione della Camera;
   tenuto conto che la previsione di stages gratuiti, già attivati dall'amministrazione della Camera per altre professionalità, consentirebbe ai Servizi amministrativi interessati di utilizzare gratuitamente personale qualificato, in grado di supportare le attività svolte dal personale della Camera attualmente impiegato nei medesimi settori,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di presidenza e il Collegio dei Questori

ad assicurare in tempi rapidi, e comunque entro l'esercizio 2012, attenzione, risorse e progettualità alla soluzione dei problemi sopra evidenziati.
9/Doc. VIII, n. 10/5Enzo Carra, Lusetti.


   La Camera,
   rilevato come i dati del bilancio consuntivo e preventivo denotino l'esistenza di spese non di poco conto con riferimento alle manutenzioni ordinarie (capitolo 60) dei diversi impianti esistenti nonché in ordine al «hardware» ed al «software»;
   ricordato che alle spese di manutenzione per l'informatica, ammontanti annualmente a circa 4 milioni di euro, si devono aggiungere quelle relative al servizio di assistenza, appostate per euro 2.800.000,00, nonché quella concernente la «gestione operativa dei centri informatici» ammontante ad euro 5.070.000,00 in base alle previsioni per il 2012 (cap. 130);
   evidenziato come una razionalizzazione del sistema contrattuale in materia, anche attraverso l'eventuale rinegoziazione degli accordi in essere, possa determinare opportuni risparmi di spesa,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio dei Questori

a procedere ad una ricognizione della contrattualistica in essere in ordine alla gestione, alla manutenzione ed all'assistenza del complesso informatico della Camera allo scopo di razionalizzarne il contenuto e di ridurne, anche attraverso una rinegoziazione, il costo a carico della stessa.
9/Doc. VIII, n. 10/6(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno) «Contento, Minasso».


   La Camera,
   rilevato come alcuni costi per la fornitura o la prestazione di servizi appaiano considerevoli e, comunque, non risultino subire delle sensibili riduzioni nel bilancio preventivo per il 2012;
   sottolineato come ciò avvenga, a titolo di esempio, per i servizi di pulizia, di lavanderia e di smaltimento dei rifiuti – il cui capitolo 65 registra un importo pari a 7.595.000,00 euro – nonché per servizi di acqua e gas ed elettricità – il cui capitolo 70 prevede un importo di 4.630.000,00 euro – e così per le spese telefoniche (2.215.000,00 euro), postali (600.000,00 euro), di stampa degli atti parlamentari (7.000.000,00 euro) e di trasporto (11.885.000,00 euro),

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio dei Questori

a provvedere ad una verifica delle modalità contrattuali e ad avviare trattative ulteriori con i fornitori allo scopo di verificare la possibilità di ottenere prezzi più vantaggiosi o, comunque, condizioni economiche migliori o, ancora, a predisporre, per il futuro, bandi di gara idonei ad ottenere i medesimi risultati.
9/Doc. VIII, n. 10/7(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno) «Contento, Costa».


   La Camera,
   rilevato come la spesa per i servizi di personale non dipendente (capitolo 105) ammonti tra emolumenti per servizi di segreteria, di sicurezza ed altri alla somma di 22.975.000,00 euro;
   ritenuta l'opportunità di assumere iniziative rivolte ad un contenimento dei relativi costi,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio dei Questori

a rivedere l'organizzazione e la dotazione relativa ai servizi in questione allo scopo di ottenere ulteriori risparmi di spesa.
9/Doc. VIII, n. 10/8(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno) «Contento».


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 54, secondo comma, della Costituzione, nello stabilire che i cittadini chiamati a svolgere funzioni pubbliche devono adempierle «con disciplina ed onore», impone non solo il rispetto della «legalità formale», ma anche l'osservanza di ineludibili principi etico-morali, di cui sente urgente bisogno il popolo italiano;
    dalla citata norma costituzionale discende, tra l'altro, l'obbligo per coloro che ricoprono incarichi istituzionali di servire la Nazione, di adempiere le proprie funzioni con imparzialità, indipendenza e nel rispetto della legge, di perseguire l'interesse pubblico, di collaborare lealmente con i diversi poteri dello Stato, di ispirare i propri comportamenti alla sobrietà, alla serietà ed alla morigeratezza che si conviene a quanti sono chiamati a rappresentare il Paese e le sue istituzioni democratiche;
    stanno crescendo nell'opinione pubblica, ormai già da alcuni anni, sentimenti di profondo disagio e di diffusa insofferenza per la condotta di uomini politici, appartenenti a diversi schieramenti, che – venendo meno alle responsabilità connesse agli incarichi istituzionali ad essi affidati ed in aperta violazione di quanto disposto dal secondo comma dell'articolo 54 della Costituzione – tengono comportamenti per più versi riprovevoli, diretti ad assicurare a sé o ad altri indebiti vantaggi dall'esercizio delle funzioni pubbliche o ad abusare dei propri poteri e delle risorse loro affidate in ragione dell'ufficio che ricoprono;
    al discredito e alla delegittimazione delle istituzioni democratiche del Paese indubbiamente concorrono anche informazioni relative alla condotta pubblica e privata di uomini politici. La grande risonanza che trovano sulla stampa questi atteggiamenti insinua nella opinione pubblica che non si tratti di casi isolati, ma di uno stile e di un modo di procedere di tutta la politica. Non è certamente così, ma la condotta di chi ricopre incarichi pubblici non dovrebbe mai perdere di vista un sua specifica esemplarità. Si nota l'emergere di stili di vita difficilmente compatibili con la dignità di chi governa e con il decoro delle istituzioni e della vita pubblica. Si assiste a comportamenti in stridente contrasto con il tradizionale patrimonio morale del popolo italiano, che dai suoi legislatori e dai suoi governanti si attende l'esercizio delle cosiddette virtù repubblicane, a cominciare dall'onestà e dalla sobrietà, dalla giustizia e dalla competenza, dalla mancanza di conflitti d'interessi e dalla solidarietà, soprattutto quando è in atto una drammatica crisi economica che penalizza pesantemente le famiglie;
    l'allarmante «crisi morale» della politica italiana si ripercuote negativamente anche sul piano istituzionale ed economico: non vi è dubbio, infatti, che lo smarrimento di saldi valori etici accresca il distacco tra cittadini e istituzioni, renda queste ultime meno credibili ed affidabili ed alimenti la sfiducia degli operatori economici nella capacità del Paese e dei suoi governanti di reagire efficacemente alla crisi in atto. L'Italia non si è mai trovata tanto chiaramente dinanzi alla verità della propria situazione, che le impone di correggere abitudini e stili di vita. Cosa facile da dire, ma estremamente difficile da applicare;
    negli Stati Uniti – dove già da tempo sono attivi presso il Congresso organi deontologici autorevoli e severi, quali il Committee on standards of official conduct della Camera dei rappresentati ed il Select committee on ethics del Senato federale – nel 2008 è stato istituito l'OCE – Office of congressional on ethics, organismo indipendente, composto in egual misura da democratici e repubblicani, con il compito di indagare su casi di violazione del codice etico da parte di uomini politici, componenti del loro staff, pubblici funzionari;
    l'esigenza di innalzare il livello di moralità della politica è stata ritenuta prioritaria anche in Francia, dove il 6 aprile dello scorso anno è stato approvato il Code de deontologie della Assemblée nationale e, il successivo 15 giugno, è stato nominato il primo deontologue de l'Assemblée nationale, un organo volto a garantire l'indipendenza, l'imparzialità e la probità dei deputati francesi;
    in Germania, l'Allegato n.1 al regolamento del Bundestag costituisce una sorta di codice di condotta dei parlamentari. Le norme in esso contenute formano parte integrante del Regolamento stesso: introdotte nel 1972, esse sono state da ultimo emendate nel 2005, in seguito all'approvazione della ventiseiesima legge di modifica della normativa sullo status giuridico dei deputati;
    nel Regno Unito i membri delle due assemblee del Parlamento nazionale sono tenuti al rispetto dei principi enunciati nei codici di condotta adottati da ciascuna Camera in attuazione delle raccomandazioni formulate nel 1995 dal Committee on Standards in Public Life (noto anche come Nolan Committee, dal nome del suo presidente), preposto dal Governo, allora presieduto da John Major, all'elaborazione di canoni deontologici applicabili a chiunque detenesse cariche pubbliche. Risale infatti al rapporto finale del Nolan Committee, pubblicato nel maggio del 1995, l'enunciazione dei principi di trasparenza, integrità, disinteresse personale ed onestà nella vita pubblica di cui, negli anni successivi, è stato perseguito il generalizzato radicamento presso gli organi rappresentativi e l'Esecutivo, così come in ogni ente preposto alla cura di interessi pubblici;
    appare dunque necessario dotare con urgenza anche l'ordinamento italiano di credibili e trasparenti sistemi di valutazione e garanzia dell'etica pubblica e dell'integrità della classe dirigente politica, introducendo un complesso di regole deontologiche e di meccanismi di controllo e sanzione in grado di garantire la correttezza e la moralità dei comportamenti di coloro che ricoprono, a tutti i livelli, cariche elettive o di nomina politica;
    un simile compito non può essere lasciato all'iniziativa spontanea – pur necessaria – dei partiti, perché il solo ricorso all'autodisciplina delle forze politiche si è dimostrato insufficiente a prevenire e sanzionare l'illegalità ed il malcostume;
    si avverte, pertanto, l'esigenza di istituire un Codice etico e deontologico per i membri della Camera dei deputati, prevedendo in particolare che:
   a) la funzione di deputato sia adempiuta con disciplina ed onore, nell'esclusivo interesse della Nazione e nel puntuale rispetto della legge;
   b) la condotta dei deputati sia costantemente ispirata a criteri di sobrietà e moralità;
   c) le risorse affidate ad Organi parlamentari ed a singoli deputati in ragione dell'incarico ricoperto siano impiegate in modo trasparente, con adeguati controlli, secondo criteri di economicità ed efficienza, nell'esclusivo interesse pubblico;
   d) i deputati non chiedano né accettino trattamenti di favore da chi possa trarre benefici da decisioni o attività inerenti al loro incarico;
   e) l'utilizzo di autovetture, velivoli o alloggi di servizio sia limitato ai soli casi in cui esso sia giustificato da esigenze obiettive e documentabili;
   f) la situazione patrimoniale e le fonti di reddito dei deputati siano rese pubbliche secondo criteri di trasparenza e completezza;
   g) nessun comportamento sleale o denigratorio sia posto in essere da deputati nei confronti di altre istituzioni repubblicane;
   h) tutti gli organi di vigilanza, a qualsiasi titolo siano stati istituiti, vigilino concretamente su quanto è di loro competenza, per evitare che si creino situazioni in contrasto con i valori e gli obiettivi specifici e, se questo avviene, per denunciare tempestivamente eventuali errori e deviazioni, mettendo i mezzi necessari per un intervento correttivo tempestivo ed efficace;
   i) sia introdotto un adeguato apparato sanzionatorio e di controllo, che renda effettivo il rispetto delle norme e dei principi contenuti nel complesso di disposizioni costituenti il codice etico,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio dei Questori

a promuovere, nell'ambito della propria autonomia, l'istituzione di un codice etico e deontologico per i membri della Camera dei deputati che dia compiuta attuazione, nei termini indicati in premessa, ai principi sanciti dall'articolo 54, comma secondo, della Costituzione.
9/Doc. VIII, n. 10/9Binetti, Di Biagio.


   La Camera,
   premesso che:
    i risultati in termini di gestione del bilancio interno illustrati dal Collegio dei deputati Questori sono lusinghieri e ben rappresentano la determinazione con cui, in questa legislatura, si sta perseguendo l'obiettivo di contenere le spese;
    per la prima volta, grazie all'impegno di tutti, la dotazione di bilancio non solo è rimasta invariata quasi per l'intero arco della legislatura – riducendosi dunque in termini reali con i conseguenti vantaggi per le finanze pubbliche – ma è persino diminuita in termini nominali di 50 milioni di euro annui, per un complesso di 150 milioni nel prossimo triennio;
    a ciò ha concorso una molteplicità di misure, che hanno inciso in modo significativo sugli oneri per gli eletti, gli ex deputati, il personale in servizio e in quiescenza, le spese discrezionali e di funzionamento, le spese per i Gruppi parlamentari. In particolare, per i deputati la Camera ha, tra l'altro, ridotto l'indennità parlamentare, la diaria di soggiorno e il rimborso eletto/elettori; è stato inoltre superato il sistema dei vitalizi e introdotto un regime previdenziale di tipo contributivo; quanto al personale, sono stati applicati i tagli alle retribuzioni e alle pensioni maggiori, da ultimo estesi a tutto il 2015, è stato bloccato per un quinquennio il meccanismo di adeguamento all'inflazione ed è stato completamente riformato il sistema pensionistico, adeguandolo ai principi della riforma del Ministro Fornero, mentre il blocco del turn over ha determinato una riduzione della dotazione organica di quasi il 20 per cento; quanto alle spese discrezionali si è intervenuto su una miriade di voci, che vanno dal consumo di carta alle spese per le locazioni immobiliari;
    tuttavia, occorre costatare come nel dibattito pubblico gli sforzi compiuti non sembrino essere adeguatamente percepiti e si rinnovino invece istanze, spesso frutto di pura demagogia, di ulteriori riduzioni di spesa;
    in questo quadro, occorre essere ben consapevoli di come nella prossima legislatura non sarà affatto semplice proseguire sulla strada tracciata dell'invarianza della dotazione, né tantomeno su quella di una ulteriore riduzione della dotazione di bilancio;
    alla luce dei dati e della struttura del bilancio interno è evidente, infatti, che il complesso delle spese è destinato, inevitabilmente, ad aumentare, mentre l'avanzo di amministrazione – il cui utilizzo, assieme alle misure di rigore sopra ricordate, ha consentito di ridurre la dotazione – è destinato invece ad esaurirsi nel medio periodo anche ipotizzando ulteriori economie di gestione;
    occorre, in particolare, considerare che la Camera, così come il Senato e gli altri Organi costituzionali, a differenza delle altre Amministrazioni pubbliche, reca nel proprio bilancio anche i capitoli di spesa connessi ai trattamenti previdenziali dei deputati cessati dal mandato e del personale di ruolo, capitoli il cui andamento nel tempo è crescente – come è normale che sia – e soggetto a molteplici variabili, quali l'aspettativa di vita, il tasso di inflazione, il tasso di sostituzione degli eletti per ogni legislatura, l'anzianità degli ex deputati, il trend dei pensionamenti dei dipendenti, eccetera;
    le suddette voci di spesa – che rappresentano, tecnicamente, degli oneri inderogabili, ossia aggregati di spesa rigidi e in linea di principio incomprimibili in quanto costituiti da diritti acquisiti, fanno sì che la Camera si configuri ad oggi come una specie di fondo chiuso – posta l'invarianza/decrescita della dotazione – al cui interno la spesa previdenziale – in attesa del pieno dispiegarsi degli effetti del nuovo sistema contributivo per il calcolo della pensione che già si applica ai deputati e al personale – è destinata ad aumentare in termini nominali, così come del resto accade in tutti gli enti previdenziali pubblici;
    in questa situazione, in presenza di prevedibili ulteriori pressioni, esercitate anche dagli organi d'informazione, nel senso dell'invarianza o di una ulteriore riduzione della dotazione del bilancio interno, la Camera si troverebbe, nel prossimo futuro, in una situazione di forte difficoltà, poiché a differenza di un Ministero, non potrebbe nell'immediato ridurre ancora e in modo significativo le proprie spese azionando, ad esempio, la leva dei pensionamenti e traslando conseguentemente il complesso dei relativi oneri sugli enti previdenziali; l'auspicabile prosecuzione del processo di riduzione della dotazione organica produrrà senz'altro dei risparmi di spesa, ma tale processo trova un limite nell'esigenza di salvaguardare la funzionalità dell'Amministrazione e di rinnovare il corpo amministrativo attraverso una ripresa dei reclutamenti;
    in queste circostanze – che sono difficilmente comprensibili da parte dell'opinione pubblica e oscure persino agli «addetti ai lavori» – oggi ci si trova nel paradosso per cui tutti gli sforzi fatti sul piano del contenimento delle spese non possono essere adeguatamente apprezzati, poiché in larga parte sterilizzati da un contestuale aumento di altre spese obbligatorie, quali quelle di natura previdenziale, la cui iscrizione nel medesimo bilancio non consente nemmeno una agevole comparazione con altre realtà amministrative;
   rilevata, pertanto, la necessità di individuare soluzioni tecniche che rendano più facilmente valutabili da parte dall'opinione pubblica le politiche di rigore adottate nella gestione del bilancio interno e le ulteriori misure di razionalizzazione della spesa che potranno essere previste nel prossimo futuro,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio dei Questori

ad avviare un confronto con i rappresentanti dell'altro ramo del Parlamento e degli altri organi costituzionali finalizzato a verificare la possibilità di istituire un Ente previdenziale unico – avente una propria dotazione finanziaria e autonomia contabile e gestito in modo collegiale sulla base degli indirizzi dettati d'intesa dai rappresentanti delle Istituzioni interessate –, nel quale far confluire, in apposite gestioni separate, i capitoli di bilancio relativi ai versamenti contributivi e alle prestazioni previdenziali erogate al personale delle rispettive amministrazioni e, per quanto riguarda il Parlamento, ai deputati e ai senatori, capitoli che verrebbero pertanto espunti dai bilanci interni, consentendo in tal modo di evidenziare in modo distinto le spese effettive per l'assolvimento delle funzioni istituzionali e quelle connesse ai trattamenti previdenziali.
9/Doc. VIII, n. 10/10Boccia.


   La Camera,
   premesso che:
    nel sito internet della Camera la sezione «l'Amministrazione», da cui si ricavano le notizie, pur incomplete, disponibili relativamente all'amministrazione della Camera dei deputati, non è più direttamente raggiungibile dalla home page;
    nella home page del sito internet del Senato è presente almeno un link diretto alla sezione «Bilancio interno»,

impegna il Collegio dei Questori

a disporre il ripristino nella home page del sito internet del link diretto alla sezione «l'Amministrazione».
9/Doc. VIII, n. 10/11Bernardini, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti.


   La Camera,
   premesso che:
    con lettera dei deputati Questori dell'8 febbraio 2011 in risposta a quesiti avanzati dai deputati Bernardini e altri, si è sostenuto, in relazione alle modalità di istituzione del Fondo di solidarietà tra i deputati, che «il Fondo di solidarietà si configura quindi come un patrimonio separato con vincolo di destinazione»;
    da notizie di stampa (Il Corriere della Sera del 23 settembre 2011 «Il Parlamento? Tiene sul conto un tesoretto di 719 milioni di euro») si è appreso il particolare, omesso dai deputati Questori nella loro risposta, che tra il 1995 e il 2000 il Fondo è stato finanziato con cospicui contributi versati dal bilancio della Camera;
    tali versamenti sono cessati dopo il 2000 e pertanto, da allora, il Fondo è finanziato esclusivamente dai contributi dei deputati in carica e degli altri iscritti;
    il Fondo di solidarietà, che ha accumulato negli anni un tesoretto di 219 milioni di euro, secondo l'articolo l, comma 2, del regolamento del Fondo, persegue il principale scopo di erogare l'assegno di fine mandato ai deputati;
    sembra superata la ragione fondamentale della configurazione del Fondo come patrimonio separato della Camera e della riserva della sua gestione all'Amministrazione della Camera, con un infimo grado di trasparenza e nessun ruolo decisionale per gli unici finanziatori del Fondo, peraltro, nel caso dei deputati in carica, obbligati,

impegna l'Ufficio di Presidenza

   1) a restituire al bilancio della Camera, traendoli dal «tesoretto» di 219 milioni di euro accumulatosi sul Fondo di solidarietà, i contributi versati dalla Camera prima dell'anno 2000;
   2) a sopprimere la normativa istitutiva del Fondo di solidarietà tra i deputati, lasciando agli stessi e agli altri soggetti iscritti la facoltà di dar vita ad un organismo di natura associativa privata, a partecipazione facoltativa, la cui gestione sia riservata ai partecipanti;
   3) a regolamentare la fase transitoria avendo cura di salvaguardare i diritti quesiti e le aspettative degne di tutela giuridica.
9/Doc. VIII, n. 10/12(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno) «Bernardini, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti».


   La Camera,
   premesso che:
    con lettera dei deputati Questori dell'8 febbraio 2011 in risposta a quesiti avanzati dai deputati Bernardini e altri, si è sostenuto, in relazione alle modalità di istituzione del Fondo di solidarietà tra i deputati, che «il Fondo di solidarietà si configura quindi come un patrimonio separato con vincolo di destinazione»;
    da notizie di stampa (Il Corriere della Sera del 23 settembre 2011 «Il Parlamento? Tiene sul conto un tesoretto di 719 milioni di euro») si è appreso il particolare, omesso dai deputati Questori nella loro risposta, che tra il 1995 e il 2000 il Fondo è stato finanziato con cospicui contributi versati dal bilancio della Camera;
    tali versamenti sono cessati dopo il 2000 e pertanto, da allora, il Fondo è finanziato esclusivamente dai contributi dei deputati in carica e degli altri iscritti;
    il Fondo di solidarietà, che ha accumulato negli anni un tesoretto di 219 milioni di euro, secondo l'articolo l, comma 2, del regolamento del Fondo, persegue il principale scopo di erogare l'assegno di fine mandato ai deputati;
    sembra superata la ragione fondamentale della configurazione del Fondo come patrimonio separato della Camera e della riserva della sua gestione all'Amministrazione della Camera, con un infimo grado di trasparenza e nessun ruolo decisionale per gli unici finanziatori del Fondo, peraltro, nel caso dei deputati in carica, obbligati,

impegna l'Ufficio di Presidenza

   1) a restituire al bilancio della Camera, traendoli dai 219 milioni di euro accumulatosi sul Fondo di solidarietà, i contributi versati dalla Camera prima dell'anno 2000;
   2) a sopprimere la normativa istitutiva del Fondo di solidarietà tra i deputati, lasciando agli stessi e agli altri soggetti iscritti la facoltà di dar vita ad un organismo di natura associativa privata, a partecipazione facoltativa, la cui gestione sia riservata ai partecipanti;
   3) a regolamentare la fase transitoria avendo cura di salvaguardare i diritti quesiti e le aspettative degne di tutela giuridica.
9/Doc. VIII, n. 10/12(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno – Testo modificato nel corso della seduta) «Bernardini, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti».


   La Camera,
   premesso che:
    il R.A.C. all'articolo 79, comma 3, prevede come forme di pubblicità per le delibere del collegio dei questori il Bollettino degli organi collegiali della Camera, ovvero la Relazione del Servizio Amministrazione di cui all'articolo 74 comma 1, lettera b);
    il Bollettino degli organi collegiali contiene solo cenni sintetici ed ha una circolazione limitatissima; la relazione del Servizio Amministrazione è pubblicata sul sito internet, ma riguarda soltanto le spese ordinate e quindi non dà conto delle delibere nel momento in cui vengono adottate ed inoltre riguarda solo una parte di esse;
    le spese ordinate vengono presentate soltanto con il «centro operativo», il «tipo di intervento», il «soggetto» e il «totale»;
    nella lista fornita a suo tempo alla delegazione radicale nel gruppo del PD su decisione del Presidente della Camera, i contratti e le consulenze erano invece articolate in tipologia, settore, fornitore, oggetto, previsione, ordinato, note, data inizio, data fine,

impegna l'Ufficio di Presidenza

a modificare il R.A.C. prevedendo la pubblicazione nel sito internet della Camera delle delibere del Collegio dei Questori nonché dei contratti presentati con l'articolazione sopra riportata.
9/Doc. VIII, n. 10/13(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno) «Bernardini, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti».


   La Camera,
   premesso che:
    il R.A.C. all'articolo 79, comma 3, prevede come forme di pubblicità per le delibere del collegio dei questori il Bollettino degli organi collegiali della Camera, ovvero la Relazione del Servizio Amministrazione di cui all'articolo 74 comma 1, lettera b);
    il Bollettino degli organi collegiali contiene solo cenni sintetici ed ha una circolazione limitatissima; la relazione del Servizio Amministrazione è pubblicata sul sito internet, ma riguarda soltanto le spese ordinate e quindi non dà conto delle delibere nel momento in cui vengono adottate ed inoltre riguarda solo una parte di esse;
    le spese ordinate vengono presentate soltanto con il «centro operativo», il «tipo di intervento», il «soggetto» e il «totale»;
    nella lista fornita a suo tempo alla delegazione radicale nel gruppo del PD su decisione del Presidente della Camera, i contratti e le consulenze erano invece articolate in tipologia, settore, fornitore, oggetto, previsione, ordinato, note, data inizio, data fine,

impegna l'Ufficio di Presidenza

a valutare l'opportunità di prevedere una forma diversa della pubblicazione dei resoconti delle riunioni del Collegio dei Questori, che pur nella tutela della privacy e di ogni dato ritenuto sensibile, consenta di aumentare la trasparenza in merito alle delibere adottate.
9/Doc. VIII, n. 10/13(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno – Testo modificato nel corso della seduta) «Bernardini, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti».


   La Camera,
   premesso che:
    in Aula il conto consuntivo dell'anno precedente e il progetto di bilancio interno della Camera dei deputati per l'anno in corso e per il triennio, anche quest'anno e come del resto è accaduto negli anni precedenti, sono stati portati a conoscenza dei deputati in una fase avanzata dell'anno e a pochissimi giorni dalla loro votazione;
    non è possibile, a fronte di ordini del giorno precedentemente approvati, giustificare l'abnorme ritardo con le peculiarità dell'anno in corso «caratterizzato – come si legge nella relazione dei Questori – da decisioni assai impegnative e di peculiare rilievo strategico per la vita dell'Istituzione parlamentare» perché l'interesse dell'Istituzione è proprio quello di vedere il procedere delle modificazioni via via intercorse;
    anche quest'anno non sono stati forniti allegati analitici dei capitoli di bilancio oltre la relazione,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a portare in Aula i documenti di bilancio unitamente agli allegati analitici entro il mese di marzo al fine di evitare di dover gestire a lungo il bilancio in regime di esercizio provvisorio e, ai fini di garantire la trasparenza dell'Istituzione, a pubblicare anche gli allegati analitici sul sito internet.
9/Doc. VIII, n. 10/14Bernardini, Maurizio Turco, Farina Coscioni, Beltrandi, Mecacci, Zamparutti.


   La Camera,
   premesso che:
    l'attività amministrativa della Camera dei deputati è completamente sottratta, in virtù del principio di autonomia degli organi costituzionali, agli ordinari controlli esterni cui sono sottoposte le pubbliche amministrazioni;
    pertanto risulta utile rafforzare la funzione di controllo, sulla scorta delle migliori esperienze straniere, introducendo anche uno specifico ruolo dell'Assemblea della Camera;
    ad esempio, il Regolamento dell'Assemblea nazionale francese, all'articolo 16, comma 2, prevede che in ciascun anno della legislatura, tranne quello che precede lo scioglimento dell'Assemblea, all'inizio della sessione ordinaria l'Assemblea elegga una Commissione speciale di quindici membri, presieduta da un deputato d'opposizione, incaricata di «verificare ed appurare» i conti. Né i Questori né alcun altro membro dell'Ufficio di Presidenza possono far parte di tale Commissione,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

ad elaborare ed approvare un progetto per il completamento della riforma dei controlli amministrativi svolti presso la Camera dei deputati, tenuto conto dell'esperienza francese.
9/Doc. VIII, n. 10/15(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno) «Bernardini, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti».


   La Camera,
   premesso che:
    la recente riforma del R.A.C. prevede (articolo 73) che sia effettuato il controllo sulla gestione, volto a verificare che l'attività dei Servizi corrisponda al principio di buon andamento della gestione finanziaria e amministrativa;
    la funzione di controllo sulla gestione è direttamente imputata al Collegio dei Questori;
    tuttavia il Collegio dei Questori non viene dotato di alcuno specifico strumento per lo svolgimento della nuova e complessa funzione, ma costretto a servirsi unicamente di relazioni e documenti prodotti dall'Amministrazione;
    nessun effettivo controllo di gestione è realizzabile in assenza dell'individuazione dei centri di costo in cui si articola l'Amministrazione;
    invece il nuovo R.A.C. ignora completamente tale articolazione,

impegna l'Ufficio di Presidenza

a completare e rendere effettivo il disegno innovatore sotteso al nuovo articolo 73 del R.A.C. istituendo una apposita struttura, svincolata dalla dipendenza gerarchica dal Segretario Generale e posta al diretto servizio del Collegio dei Questori, dotata di opportune capacità e mezzi, nonché della potestà ispettiva sull'attività delle strutture amministrative e sulla relativa documentazione, in grado pertanto di fornire al Collegio un reale supporto in assenza del quale il disegno riformatore insito nel controllo di gestione è evidentemente destinato a restare sulla carta.
9/Doc. VIII, n. 10/16(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno) «Bernardini, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti».


   La Camera,
   premesso che:
    il Banco di Napoli ha iniziato la sua attività all'interno della Camera dei deputati dopo il 1926, quando cessò di essere istituto di emissione;
    da allora ad oggi ha continuato ad operare all'interno di Montecitorio senza che mai sia stato indetto un bando di gara;
    il 29 aprile 2010, il consigliere capo del servizio amministrazione, rispondendo ad una lettera della delegazione radicale nel gruppo PD che chiedeva chiarimenti, precisava che la convenzione con il Banco di Napoli autorizzata dall'Ufficio di Presidenza il 30 ottobre 1997 aveva avuto nel tempo 5 atti aggiuntivi e che era stata prorogata fino al 31 dicembre 2010;
    inoltre, nella riunione del Collegio dei Questori del 29 settembre 2009, durante la quale – secondo quanto scritto alla delegazione radicali, per conto del Collegio dei Questori, dal consigliere capo del servizio amministrazione – si è disposta la proroga della convenzione con il Banco di Napoli al 31 dicembre 2010, si è anche deliberato per l'espletamento di una procedura ad evidenza pubblica per l'affidamento della nuova convenzione;
   poiché agli estensori del presente ordine del giorno risulta che il Banco di Napoli continua ad essere pienamente operante all'interno di Montecitorio nella fornitura dei servizi;
    poiché gli estensori del presente ordine del giorno non sono riusciti a trovare sul sito della Camera il bando di gara,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

   a pubblicare sul sito della Camera il bando di gara con il quale il Banco di Napoli si è di nuovo aggiudicato la fornitura dei servizi all'interno di Montecitorio;
   o, nel caso si sia dato luogo all'ennesimo rinnovo della convenzione, di indire immediatamente un bando di gara per l'aggiudicazione dei servizi a partire dalla scadenza della convenzione stessa.
9/Doc. VIII, n. 10/17(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno) «Bernardini, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti».


   La Camera,
   premesso che:
    il Banco di Napoli ha iniziato la sua attività all'interno della Camera dei deputati dopo il 1926, quando cessò di essere istituto di emissione;
    da allora ad oggi ha continuato ad operare all'interno di Montecitorio senza che mai sia stato indetto un bando di gara;
    il 29 aprile 2010, il consigliere capo del servizio amministrazione, rispondendo ad una lettera della delegazione radicale nel gruppo PD che chiedeva chiarimenti, precisava che la convenzione con il Banco di Napoli autorizzata dall'Ufficio di Presidenza il 30 ottobre 1997 aveva avuto nel tempo 5 atti aggiuntivi e che era stata prorogata fino al 31 dicembre 2010;
    inoltre, nella riunione del Collegio dei Questori del 29 settembre 2009, durante la quale – secondo quanto scritto alla delegazione radicali, per conto del Collegio dei Questori, dal consigliere capo del servizio amministrazione – si è disposta la proroga della convenzione con il Banco di Napoli al 31 dicembre 2010, si è anche deliberato per l'espletamento di una procedura ad evidenza pubblica per l'affidamento della nuova convenzione;
   poiché agli estensori del presente ordine del giorno risulta che il Banco di Napoli continua ad essere pienamente operante all'interno di Montecitorio nella fornitura dei servizi;
    poiché gli estensori del presente ordine del giorno non sono riusciti a trovare sul sito della Camera il bando di gara,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

   a pubblicare sul sito della Camera il bando di gara con il quale il Banco di Napoli si è di nuovo aggiudicato la fornitura dei servizi all'interno di Montecitorio;
   o, nel caso si sia dato luogo all'ennesimo rinnovo della convenzione, di indire entro la fine della legislatura un bando di gara per l'aggiudicazione dei servizi a partire dalla scadenza della convenzione stessa.
9/Doc. VIII, n. 10/17(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno – Testo modificato nel corso della seduta) «Bernardini, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti».


   La Camera,
   premesso che:
    lo speciale diritto di accesso riservato ai deputati dall'articolo 79 del nuovo R.A.C. risulta fortemente ridotto rispetto al testo previgente; in particolare il diritto di accesso è stato circoscritto ai soli contratti, escludendo le delibere del Collegio dei Questori (prima accessibili) e quelle dell'Ufficio di Presidenza;
    per tutte le delibere dell'Ufficio di Presidenza e buona parte di quelle del Collegio dei Questori l'unica forma di pubblicità prevista è la pubblicazione di una notizia oltremodo sintetica nel Bollettino degli organi collegiali, peraltro non pubblicato nel sito internet della Camera;
    lo speciale diritto di accesso in questione costituisce un fondamentale elemento di equilibrio del sistema amministrativo, in quanto controbilancia, almeno in parte, l'assenza di controlli amministrativi esterni;
    proprio perciò il diritto di accesso in questione non è subordinato ai presupposti cui soggiace il diritto di accesso ordinario, né a particolari limitazioni nella comunicabilità a terzi dei documenti acquisiti da parte del deputato,

impegna l'Ufficio di Presidenza

   1) a ripristinare nella sua interezza lo speciale diritto di accesso riservato ai deputati;
   2) a non considerare in ogni caso come «avente ad oggetto una serie indistinta di atti o documenti» l'eventuale richiesta da parte di deputati di accedere a tutti i contratti stipulati o vigenti in un periodo chiaramente determinato, e pertanto a dare corso a tale tipo di richieste.
9/Doc. VIII, n. 10/18(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno) «Bernardini, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti».


   La Camera,
   premesso che:
    lo speciale diritto di accesso riservato ai deputati dall'articolo 79 del nuovo R.A.C. risulta fortemente ridotto rispetto al testo previgente; in particolare il diritto di accesso è stato circoscritto ai soli contratti, escludendo le delibere del Collegio dei Questori (prima accessibili) e quelle dell'Ufficio di Presidenza;
    per tutte le delibere dell'Ufficio di Presidenza e buona parte di quelle del Collegio dei Questori l'unica forma di pubblicità prevista è la pubblicazione di una notizia oltremodo sintetica nel Bollettino degli organi collegiali, peraltro non pubblicato nel sito internet della Camera;
    lo speciale diritto di accesso in questione costituisce un fondamentale elemento di equilibrio del sistema amministrativo, in quanto controbilancia, almeno in parte, l'assenza di controlli amministrativi esterni;
    proprio perciò il diritto di accesso in questione non è subordinato ai presupposti cui soggiace il diritto di accesso ordinario, né a particolari limitazioni nella comunicabilità a terzi dei documenti acquisiti da parte del deputato,

impegna l'Ufficio di Presidenza

a valutare l'opportunità di prevedere una forma diversa della pubblicazione dei resoconti delle riunioni del Collegio dei Questori, che pur nella tutela della privacy e di ogni dato ritenuto sensibile, consenta di aumentare la trasparenza in merito alle delibere adottate.
9/Doc. VIII, n. 10/18(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno – Testo modificato nel corso della seduta) «Bernardini, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti».


   La Camera,
   premesso che:
    la figura del Segretario Generale della Camera poggia sul cardine del suo rapporto fiduciario con il Presidente della Camera, ricavabile in particolare degli articoli 12 e 67 del Regolamento della Camera, ma sotteso a tutto il sistema regolamentare interno;
    proprio l'incrinarsi o addirittura il venir meno del rapporto fiduciario tra il Presidente e il Segretario Generale ha condotto più volte, anche nella storia recente dell'istituzione, a ben note vicende di dimissioni o di allontanamento di Segretari Generali, senza che tali vicende abbiano mai provocato, né sul piano politico né su quello dottrinario, rilievi di indebita ingerenza della politica nell'amministrazione parlamentare;
    la funzione presidenziale di proposta della nomina del Segretario Generale all'Ufficio di Presidenza è evidentemente priva di contenuto se non è corredata del corrispettivo potere di proporne la revoca con un'effettiva possibilità di ottenerla;
    tale svuotamento della funzione presidenziale, lungi dal costituire un rischio teorico, appare invece insito nell'attuale asimmetria tra la maggioranza richiesta per la nomina e per la revoca del Segretario Generale;
    infatti la poco nota norma occultata nell'articolo 7 del Regolamento dei Servizi e del personale, uno dei regolamenti «minori» dell'Ufficio di Presidenza, ha eliminato la durata massima in carica del Segretario generale e ha introdotto una elevatissima maggioranza qualificata (due terzi dei componenti l'Ufficio di Presidenza) per revocarne l'incarico, mentre è rimasta invariata la maggioranza semplice dei votanti necessaria per la sua nomina,

impegna l'Ufficio di Presidenza

a eliminare le molteplici incongruenze determinate dall'attuale testo dell'articolo 7 del Regolamento dei Servizi e del personale ripristinando, in relazione all'incarico di Segretario generale, una durata massima in carica e la ordinaria maggioranza semplice dell'Ufficio di Presidenza per l'approvazione della proposta di revoca.
9/Doc. VIII, n. 10/19(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno) «Bernardini, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti».


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 92, comma 1, del Regolamento dei servizi e del personale, prevede che i medici addetti agli ambulatori siano assunti dalla Camera ovvero, a seguito di apposita modifica introdotta il 14 marzo 2007, «individuati attraverso la stipula di apposite convenzioni con strutture sanitarie pubbliche»;
    nella norma riportata la previsione del carattere pubblico è tassativa e non può interpretarsi come estensibile a strutture che siano semplicemente convenzionate con il Servizio sanitario nazionale;
    il necessario carattere pubblico delle strutture esterne convenzionate veniva ribadito nel comunicato stampa ufficiale del 14 marzo 2007 con cui si annunciava la nuova organizzazione del servizio sanitario e di pronto soccorso. Il comunicato contraddittoriamente recitava: «La riorganizzazione si baserà sulla stipula di apposite convenzioni con strutture sanitarie pubbliche (Policlinico Gemelli, ASL RM-A, ARES 118)»;
    in realtà due delle strutture ivi menzionate non erano, e non sono, pubbliche bensì private, ancorché convenzionate con il Servizio sanitario nazionale;
    è tuttora vigente una convenzione con il Policlinico Gemelli per la prestazione di servizi ambulatoriali, in evidente violazione del citato articolo 92 del RSP, dato il carattere privato della struttura,

impegna il Collegio dei Questori

a porre termine alla descritta situazione di illegittimità, deliberando il recesso dalla convenzione con il Policlinico Gemelli.
9/Doc. VIII, n. 10/20(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno) «Bernardini, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti».


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 27 del R.A.C. prevede l'istituzione di alcuni fondi per esigenze di ufficio e minute spese;
    in particolare i Vice Segretari generali, i Capi Servizio, i Capi ufficio della Segreteria generale e i titolari di incarico individuale hanno a disposizione, per le predette finalità, un fondo, non modesto, pari a 10.000 euro l'anno;
    per le medesime finalità il Segretario generale ha a disposizione un esorbitante fondo di ben 100.000 euro l'anno, così ridotto dalla precedente astronomica somma di 258.000 euro annui;
    pare che le esigenze per cui i citati fondi sono istituiti trovino adeguata capienza negli ordinari stanziamenti di bilancio, atteso che, negli ultimi anni, gli stessi fondi sono pochissimo utilizzati;
    tale scarso uso è poi, grazie all'iniziativa della Componente radicale del Gruppo del PD, attestato per quanto riguarda l'attuale Segretario Generale;
    i fondi di cui all'articolo 27 sono inoltre gestiti in modo particolarmente opaco, posto che l'unica forma di controllo prevista per i loro utilizzi è quella, solo formale, effettuata ex post dal Servizio Tesoreria sulla documentazione delle spese;
    conseguentemente nulla si sa delle spese effettuate a valere sugli stessi, ed altrettanto ignota risulta la destinazione degli ingenti avanzi di gestione, salvo la burocratica formula della loro riassegnazione ai «pertinenti» capitoli all'inizio del successivo esercizio,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori:

   1) a sopprimere i fondi previsti dall'articolo 27 del R.A.C.;
   2) a fornire all'opinione pubblica, mediante un apposito allegato da istituire nel Rendiconto 2011, o eventualmente nel Rendiconto 2012, un dettagliato ragguaglio delle destinazioni assunte dall'enorme avanzo di gestione a valere sui predetti fondi a partire dall'esercizio 2000, pari, per il solo Segretario Generale, a 3.131.000 euro;
   3) a fornire all'opinione pubblica un dettagliato ragguaglio delle spese effettuate a valere sui predetti fondi;
   4) a richiedere al Segretario Generale di fornire adeguata motivazione del ricorso al predetto «fondo esigenze d'ufficio» per sopperire, per l'importo di 225.000 euro, a spese legali e a spese per consulenze, tutte spese che avrebbero dovuto trovare copertura negli appositi capitoli sempre presenti nei bilanci di previsione relativi agli esercizi a partire dal 2000.
9/Doc. VIII, n. 10/21(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno) «Bernardini, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti».


   La Camera,
   premesso che:
    la situazione di conflitto di interessi in cui ha versato fino a pochissimi giorni addietro il vertice dell'Amministrazione della Camera configurava un caso da manuale di «controllato controllore», ovvero di soggetto passivo di controlli effettuati su se stesso;
    infatti il Segretario Generale ha ricoperto «ad interim» – un interim durato molti anni – la direzione del Servizio del controllo amministrativo, cioè dell'organo che dovrebbe in parte eseguire, e in ogni caso supportare, i diversi tipi di controllo sulla gestione amministrativa della Camera, condotta sotto l'alta direzione complessiva dello stesso Segretario Generale;
    solo a seguito delle documentate denunce della delegazione radicale nel Gruppo del PD è emersa l'anomalia e l'indifendibilità della descritta situazione amministrativa;
    a seguito di ciò l'esistenza di un conflitto di interessi è stata in pratica ammessa, per comportamento concludente, dal Segretario Generale che ha accondisceso a recedere dall'incarico, ma solo nell'imminenza del presente esame del bilancio della Camera;
    tale situazione di conflitto di interessi non si poneva tuttavia, sul piano meramente formale, in contrasto con il tenore della normativa interna;
    più in generale, la dipendenza gerarchica del Servizio del controllo amministrativo dal Segretario Generale, vertice dell'Amministrazione controllata, è un dato strutturale che, fatta salva l'indubbia professionalità ed autonomia personale dei dirigenti che pro-tempore si trovano a ricoprire il relativo incarico, indebolisce la credibilità complessiva della funzione di controllo amministrativo,

impegna l'Ufficio di Presidenza

a prevenire il riprodursi nel futuro della descritta situazione di anomalia amministrativa introducendo nella normativa regolamentare interna un apposito ed espresso divieto di cumulo delle cariche di Segretario Generale e di dirigente preposto al controllo amministrativo e sottraendo quest'ultimo alla dipendenza gerarchica dal Segretario Generale.
9/Doc. VIII, n. 10/22Bernardini, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti.


   La Camera,
   premesso che:
    il progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2012, prevede, alla voce «Spese per servizi di stampa degli atti parlamentari», un'autorizzazione di spesa per competenza per l'anno 2012, pari a 7.000.000,00;
    tale autorizzazione appare eccessiva anche in riferimento al possibile utilizzo delle tecnologie informatiche per venire in contro alle esigenze di distribuzione del materiale parlamentare e della documentazione relativa ai lavori della Camera,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori

a limitare la stampa degli atti parlamentari a quanto strettamente necessario per l'attività di Assemblea e Commissioni, prevedendo per tutti gli altri atti la sola disponibilità on line.
9/Doc. VIII, n. 10/23(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno) «Borghesi».


   La Camera,
   premesso che:
    nel sito internet della Camera è data notizia di un bando di procedura ristretta per i servizi di ambulanza;
    l'Amministrazione aggiudicatrice è identificata nel Fondo di previdenza per il personale della Camera dei deputati che, come recita il bando, altro non è che un'articolazione organizzativa di organo costituzionale;
    appare opportuno, in considerazione dell'importo dell'appalto (euro 810.000 in tre anni come base d'asta) che venga acquisito un unico servizio di ambulanza per i deputati e per il personale della Camera mediante un atto aggiuntivo all'esistente contratto per i deputati,

impegna il Collegio dei Questori

a modificare in tal senso il bando di gara.
9/Doc. VIII, n. 10/24(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno) «Bernardini, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti».


   La Camera,
   premesso che:
    è vigente una convenzione con il Policlinico Gemelli per la prestazione di servizi sanitari di emergenza ed ambulatoriali, ed un'altra convenzione con la ASL RM-A per la prestazione di servizi sanitari in larga misura coincidenti con quelli erogati dal Policlinico Gemelli;
    il costo complessivo della convenzione con la ASL RM-A, secondo l'elenco delle «spese ordinate» pubblicato sul sito internet, è stato per il 2011, pari a 960.000 euro e per il primo semestre 2012 pari a 735.000 euro;
    a tale costo va aggiunto quello della convenzione con il Policlinico Gemelli, pari nel 2011 a 435.000 euro e ad altrettanto nel primo semestre 2012;
    la convenzione con il Gemelli e quella con la ASL RM-A (nella forma attuale) vennero attivate per la prima volta nel 2007 in attuazione del riordino del servizio sanitario e di pronto soccorso allora deliberato, allo scopo di conseguire congrui risparmi in tale voce di spesa;
    all'uopo furono collocati anticipatamente in quiescenza due medici assunti dalla Camera con una graziosa buonuscita extra (secondo notizie di stampa) di 1.250.000 euro ciascuno, al fine di indurli a richiedere il prepensionamento;
    il costo complessivo annuo di tali due medici era, secondo una notizia riportata nel numero di «Panorama» del 3 maggio 2007, a pag. 173, pari a circa 500.000 euro annui;
    il costo complessivo, nel 2011, delle due convenzioni è stato pari a 1.395.000 euro, quasi il triplo dell'onere precedente;
    il numero complessivo del personale sanitario che presta servizio, in base alle due convenzioni, in sostituzione dei due medici prepensionati ammonterebbe, secondo notizie ufficiose, a circa 30 unità complessive, distribuite su più turni, certamente ben più di due per turno;
    la ASL RM-A è ovviamente in grado di sopperire a tutti i servizi, comprese le prestazioni ambulatoriali,

impegna il Collegio dei Questori

a realizzare un effettivo risparmio, se non rispetto alla situazione pregressa, almeno rispetto all'attuale situazione di duplicazione e di ridondanza, deliberando il recesso immediato dalla convenzione con il Policlinico Gemelli e razionalizzando, senza alcun incremento, la convenzione con la ASL RM-A.
9/Doc. VIII, n. 10/25(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno) «Bernardini, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti».


   La Camera,
   premesso che:
    l'archivio dei precedenti parlamentari è da sempre tenuto accuratamente celato non solo ai cittadini ma agli stessi deputati;
    la dottrina giuridica in tempi recenti ha manifestato una tendenza prevalente a riconsiderare il problema, ritenendo priva di giustificazioni tanta segretezza;
    le pronunce presidenziali contrarie alla pubblicazione risultano pertanto abbastanza datate,

impegna l'Ufficio di Presidenza

ad adottare una specifica normativa che consenta la pubblicazione dei precedenti parlamentari, regolandone le modalità.
9/Doc. VIII, n. 10/26(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno) «Bernardini, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti».


   La Camera,
   premesso che:
    l'archivio dei precedenti parlamentari è da sempre tenuto accuratamente celato non solo ai cittadini ma agli stessi deputati;
    la dottrina giuridica in tempi recenti ha manifestato una tendenza prevalente a riconsiderare il problema, ritenendo priva di giustificazioni tanta segretezza;
    le pronunce presidenziali contrarie alla pubblicazione risultano pertanto abbastanza datate,

impegna l'Ufficio di Presidenza

ad approfondire le questioni relative alla pubblicazione dei precedenti parlamentari tenendo presente le competenze spettanti in materia anche ad altri organi, in particolare alla Giunta per il regolamento.
9/Doc. VIII, n. 10/26(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno – Testo modificato nel corso della seduta) «Bernardini, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti».


   La Camera,
   premesso che:
    il Collegio dei Questori ha proceduto a recedere unilateralmente dal contratto con la società Milano 90 per la locazione dell'immobile cosiddetto «Marini 1»;
    il Collegio è pervenuto a tale determinazione solo a seguito della documentata denuncia, da parte della delegazione radicale nel Gruppo del PD, dell'eccessiva e ingiustificata onerosità per la Camera del contratto a suo tempo stipulato, come d'altronde di tutti gli altri contratti di locazione dei palazzi Marini;
    al recesso dagli altri contratti non si è potuto procedere per la mancanza in tali contratti di una clausola che legittimasse la Camera al recesso unilaterale;
    nel contratto del 29 luglio 1998, «Marini 2», era originariamente prevista all'articolo 5, comma 5.4, la facoltà per la Camera di recedere anticipatamente a far data dall'inizio del decimo anno del rapporto;
    a tale facoltà la Camera rinunciò con lettera in data 17 dicembre 1998, specificando che «per effetto di tale rinuncia... il rapporto di locazione e servizi, relativamente al complesso immobiliare, proseguirà, dopo la prima scadenza novennale, per un ulteriore identico periodo di durata»;
    con una seconda lettera datata 17 dicembre 1998, si precisava, a scanso di equivoci, che «la rinuncia alla facoltà di disdetta e a quella di recesso è stata deliberata dal Collegio dei Questori in data odierna»;
    nel contratto protocollato il 28 aprile 1999, «Marini 3», all'articolo 5, comma 5.2, è prevista fin dall'inizio la rinuncia delle parti alla facoltà di disdetta alla scadenza e, al comma 5.3, la rinuncia della Camera al recesso unilaterale; analoghe previsioni sono contenute nel contratto protocollato il 17 febbraio 2000, «Marini 4»;
    la permanenza della facoltà di recesso unilaterale nel contratto «Marini 1», che ora ha consentito al Collegio di recedere da tale rapporto, è quindi probabilmente da ascriversi ad una provvidenziale svista o dimenticanza nella politica di costante acquiescenza alle pretese della società Milano 90 che ha caratterizzato tutto il rapporto;
    in tutti i contratti di locazione immobiliare con locatori diversi dalla società Milano 90 la Camera si è sempre riservata la facoltà di recedere in ogni momento,

impegna il Collegio dei Questori

a rendere note all'opinione pubblica, mediante apposita relazione da pubblicarsi nel sito internet della Camera, le recondite ragioni che giustificano il comportamento autolesionistico e del tutto atipico tenuto dal Collegio dei Questori nello stabilimento e nello svolgimento del rapporto contrattuale con la società Milano 90, con particolare riferimento al comportamento oscillante e contraddittorio in materia di disdetta alla scadenza e di facoltà per la Camera di recedere unilateralmente.
9/Doc. VIII, n. 10/27Bernardini, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti.


   La Camera,
   premesso che:
    all'articolo 11 del nuovo R.A.C., rubricato «Fondi di riserva», il testo previgente è stato modificato sopprimendo la previsione già contenuta nel comma 4;
    in base a tale soppressione, dei prelevamenti effettuati dai fondi di riserva e dei relativi motivi non viene ormai più data indicazione nella relazione al conto consuntivo;
    l'unica rendicontazione in materia sarà contenuta nella relazione semestrale del Servizio Tesoreria, prevista dall'articolo 74, comma 1, lettera a), del R.A.C.;
    tuttavia per la citata relazione semestrale del Servizio Tesoreria non è prevista alcuna forma di pubblicità, né interna né tanto meno esterna,

impegna l'Ufficio di Presidenza

a modificare l'articolo 79 del R.A.C. prevedendo la pubblicazione nel sito internet della Camera della relazione del Servizio tesoreria di cui all'articolo 74, comma 1, lettera a), del R.A.C., per la parte relativa all'utilizzo dei fondi di riserva.
9/Doc. VIII, n. 10/28(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno) «Bernardini, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti».


   La Camera,
   premesso che:
    con la riforma del R.A.C. è stata soppressa, nell'ambito del sistema contabile della Camera la previsione di un sistema di contabilità analitica, che, affiancato al sistema di contabilità finanziaria tuttora vigente, delineava un tipico sistema di contabilità duale, coerente con quanto prescritto da imperative norme europee;
    la previsione soppressa risultava coerente anche con la legge 31 dicembre 2009, n. 196, la quale, adottata appunto in attuazione della normativa europea e degli impegni assunti dallo Stato italiano, ha introdotto una regolazione contabile unitaria per tutte le pubbliche amministrazioni;
    la soppressione del sistema contabile di tipo economico-finanziario da parte di uno dei rami del Parlamento rischia di far incorrere la Repubblica italiana nella violazione dei Trattati europei e degli impegni assunti in tale sede;
    la legge n. 196 del 2009 ha anche istituito, all'articolo 2, comma 5, il Comitato per i principi contabili delle amministrazioni pubbliche;
    l'autonoma decisione di assumere il parere di tale Comitato in ordine all'adeguatezza dei principi contabili adottati dal R.A.C., anche alla luce degli impegni verso l'Unione europea, non comprometterebbe in alcun modo l'autonomia costituzionale della Camera,

impegna l'Ufficio di Presidenza:

   1) a richiedere al Comitato per i principi contabili un parere circa la coerenza e la compatibilità delle regole contabili contenute nel nuovo R.A.C. con il quadro normativo interno ed europeo in materia;
   2) a pubblicare tempestivamente sul sito tale parere.
9/Doc. VIII, n. 10/29(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno) «Bernardini, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti».


   La Camera,
   premesso che:
    la recente riforma del R.A.C. prevede (articolo 73) che sia effettuato il controllo sulla gestione;
    nessun effettivo controllo di gestione è realizzabile in assenza dell'individuazione dei centri di costo in cui si articola l'Amministrazione;
    il nuovo R.A.C. ignora completamente tale articolazione, sostituendo ad essa una succinta e insignificante articolazione del bilancio in missioni,

impegna l'Ufficio di Presidenza

a rendere effettivo il disegno innovatore sotteso al nuovo articolo 73 del R.A.C. adottando un'apposita normativa per l'individuazione dei centri di costo in cui si articola l'Amministrazione.
9/Doc. VIII, n. 10/30(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno) «Bernardini, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti».


   La Camera,
   premesso che:
    la legge 31 dicembre 2009, n. 196, ha introdotto una regolazione contabile unitaria per tutte le pubbliche amministrazioni, volta ad assicurare l'armonizzazione dei conti pubblici a tutti i livelli di governo della Repubblica;
    le disposizioni di tale legge costituiscono principi fondamentali del coordinamento della finanza pubblica, ai sensi dell'articolo 117 della Costituzione, e sono finalizzate alla tutela dell'unità economica della Repubblica, ai sensi dell'articolo 120 della Costituzione;
    l'articolo 52, comma 4, della predetta legge, recita: «Le disposizioni di cui alla presente legge sono applicate dalla Presidenza della Repubblica, dal Senato della Repubblica, dalla Camera dei deputati e dalla Corte Costituzionale in quanto ritenute compatibili con la sfera di autonomia costituzionalmente riconosciuta a tali organi.»;
    in tale contesto l'autonomia spettante agli organi costituzionali non può certo prescindere da quanto sopra, correndo il rischio di incorrere nella violazione di fondamentali principi e norme costituzionali;
    la legge n. 196 del 2009, aggiornando la previgente normativa, conferma che il sistema contabile delle pubbliche amministrazioni italiane deve avere struttura duale, affiancando ad un sistema di contabilità finanziaria un sistema di contabilità economico-patrimoniale;
    con la riforma del R.A.C. è stata soppressa la previsione di un sistema di contabilità analitica nell'ambito del sistema contabile della Camera;
    la previsione soppressa, pur non avendo ancora trovato applicazione, risultava allineata ai criteri introdotti per l'armonizzazione dei sistemi contabili nel settore pubblico dalla legge n. 196 del 2009,

impegna l'Ufficio di Presidenza

a sanare la evidente situazione di illegittimità, sul piano interno e su quello europeo, delle norme del nuovo R.A.C., dovuta alla previsione, all'articolo 14, unicamente di un sistema di contabilità finanziaria.
9/Doc. VIII, n. 10/31(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno) «Bernardini, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti».


   La Camera,
   premesso che:
    con la riforma del R.A.C. è stata soppressa la previsione di un sistema di contabilità analitica nell'ambito del sistema contabile della Camera, mantenendo soltanto la contabilità finanziaria;
    la norma soppressa in realtà risultava in linea, non solo con il quadro normativo nazionale ed europeo, ma altresì con i criteri contabili IPSAS, elaborati per il settore pubblico dall'IFAC, ufficialmente assunti come punto di riferimento a livello europeo per le istituzioni pubbliche di qualsiasi natura, incluse quelle dei Parlamenti;
    tali criteri richiedono l'adozione di un sistema contabile duplice, in cui, accanto al bilancio «a contabilità finanziaria», necessario per l'autorizzazione della spesa, viene elaborato un bilancio «a contabilità economico-patrimoniale» (detta anche «generale», o «analitica»), molto più adatto per finalità conoscitive e di trasparenza;
    questo impianto si ritrova ad esempio nella comunicazione della Commissione delle Comunità europee /*COM/2002/0755 def.*/ «Modernizzazione del sistema contabile delle Comunità europee» e nel Regolamento del Consiglio n. 1605/2002, «Regolamento finanziario applicabile al bilancio generale delle Comunità europee», che codificano a livello europeo il sistema contabile duplice;
    la citata comunicazione fa infatti espresso riferimento (par. 1.4.1.) ad un quadro contabile basato su un sistema «duplice». In tale sistema al bilancio a contabilità finanziaria, basato sul principio del consumo delle dotazioni al momento dell'esborso o della riscossione, si affianca la contabilità generale basata sul principio della contabilità per competenza;
    la comunicazione, al fine di favorire la convergenza dei sistemi contabili in uso nei diversi Paesi membri, indica come punto di riferimento per le pubbliche amministrazioni europee proprio le norme contabili internazionali per il settore pubblico IPSAS (par. 1.4.2.);
    i principi contabili IPSAS sono concepiti in modo da essere applicabili a tutte le «public sector entities», categoria talmente generica ed onnicomprensiva che risulta impossibile non ricomprendervi anche le istituzioni parlamentari;
    dai principi IPSAS diverge completamente il nuovo R.A.C. laddove, in luogo della soppressa «contabilità analitica» richiede soltanto la predisposizione di una analisi della spesa per «missioni», palesemente riduttiva ed insufficiente, codificando una situazione di grave carenza di trasparenza nei conti della Camera,

impegna l'Ufficio di Presidenza:

   1) ad avviare immediatamente un'azione ricognitiva volta ad evidenziare le condizioni per l'attivazione di un sistema di contabilità duplice conforme ai principi internazionali IPSAS e alle norme contabili europee per le istituzioni pubbliche dell'Unione europea;
   2) a rendere pubbliche entro tre mesi le conclusioni di tale azione ricognitiva;
   3) a modificare il R.A.C. in conformità alle suddette conclusioni.
9/Doc. VIII, n. 10/32(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno) «Bernardini, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti».


   La Camera,
   premesso che:
    con la riforma del R.A.C. è stata soppressa la previsione di un sistema di contabilità analitica nell'ambito del sistema contabile della Camera, mantenendo soltanto la contabilità finanziaria;
    la norma soppressa in realtà risultava in linea, non solo con il quadro normativo nazionale ed europeo, ma altresì con i criteri contabili IPSAS, elaborati per il settore pubblico dall'IFAC, ufficialmente assunti come punto di riferimento a livello europeo per le istituzioni pubbliche di qualsiasi natura, incluse quelle dei Parlamenti;
    tali criteri richiedono l'adozione di un sistema contabile duplice, in cui, accanto al bilancio «a contabilità finanziaria», necessario per l'autorizzazione della spesa, viene elaborato un bilancio «a contabilità economico-patrimoniale» (detta anche «generale», o «analitica»), molto più adatto per finalità conoscitive e di trasparenza;
    questo impianto si ritrova ad esempio nella comunicazione della Commissione delle Comunità europee /*COM/2002/0755 def.*/ «Modernizzazione del sistema contabile delle Comunità europee» e nel Regolamento del Consiglio n. 1605/2002, «Regolamento finanziario applicabile al bilancio generale delle Comunità europee», che codificano a livello europeo il sistema contabile duplice;
    la citata comunicazione fa infatti espresso riferimento (par. 1.4.1.) ad un quadro contabile basato su un sistema «duplice». In tale sistema al bilancio a contabilità finanziaria, basato sul principio del consumo delle dotazioni al momento dell'esborso o della riscossione, si affianca la contabilità generale basata sul principio della contabilità per competenza;
    la comunicazione, al fine di favorire la convergenza dei sistemi contabili in uso nei diversi Paesi membri, indica come punto di riferimento per le pubbliche amministrazioni europee proprio le norme contabili internazionali per il settore pubblico IPSAS (par. 1.4.2.);
    i principi contabili IPSAS sono concepiti in modo da essere applicabili a tutte le «public sector entities», categoria talmente generica ed onnicomprensiva che risulta impossibile non ricomprendervi anche le istituzioni parlamentari,

impegna l'Ufficio di Presidenza

a valutare la possibilità di avviare un'azione ricognitiva volta ad evidenziare se sussistano eventualmente condizioni per l'attivazione di un sistema di contabilità duplice conforme ai principi internazionali dell'IPSAS e alle norme contabili europee per le istituzioni pubbliche dell'Unione europea.
9/Doc. VIII, n. 10/32(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno – Testo modificato nel corso della seduta) «Bernardini, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti».


   La Camera,
   premesso che:
    a seguito dell'iniziativa dei deputati Bernardini, Giachetti e Della Vedova la Camera ha stabilito che i dati afferenti all'anagrafe patrimoniale dei deputati che vi consentano siano pubblicati nel sito internet della Camera;
    fino ad oggi, secondo quanto documentato dal sito Openpolis attraverso una rilevazione automatica tratta dal sito della Camera, solo 263 deputati su 630 pari al 41 per cento, hanno firmato la liberatoria per pubblicare sul sito internet della Camera la propria anagrafe patrimoniale (l'anno scorso, in occasione della discussione del Bilancio interno la percentuale era il 17,3 per cento);
    seppure c’è da salutare favorevolmente il miglioramento percentuale, non può non considerarsi ancora molto negativo il fatto che ben il 59 per cento dei deputati non abbia firmato la liberatoria;
    l'articolo 8 della legge n. 441 del 1982 stabilisce che tutti i cittadini iscritti nelle liste elettorali per le elezioni della Camera dei deputati hanno diritto di conoscere i dati riguardanti l'anagrafe patrimoniale di ciascun deputato e le spese elettorali sostenute;
    un elettore di Roma è con ogni evidenza avvantaggiato rispetto ad un elettore di Bolzano o di Canicattì potendosi recare – senza sopportare dispendiosi viaggi – negli appositi uffici della Camera per poter prendere visione della suddette informazioni;
    nel caso in cui molti elettori chiedessero di visionare le anagrafi patrimoniali dei deputati e le spese elettorali sostenute – come è loro diritto – gli appositi uffici della Camera sarebbero sovraccaricati di un immane lavoro;
    la prima presentatrice del presente ordine del giorno ha sottoscritto, insieme al Questore Albonetti che ne è il primo firmatario, una proposta di legge che renda obbligatoria per tutti gli eletti e i nominati a incarichi pubblici la pubblicazione sui corrispondenti siti internet istituzionali dei dati riguardanti l'anagrafe patrimoniale e le spese elettorali sostenute,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio dei Questori

ad assumere le opportune iniziative affinché – nelle more dell'approvazione di una proposta di legge che renda obbligatoria la pubblicazione sul sito internet della Camera dei dati riguardanti l'anagrafe patrimoniale e le spese elettorali sostenute – anche sul sito istituzionale della Camera siano pubblicate elaborazioni dei dati simili a quelle divulgate dal sito Openpolis.
9/Doc. VIII, n. 10/33Bernardini, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti.


   La Camera,
   premesso che:
    nel quadro degli interventi adottati negli ultimi anni per la riduzione dei costi della pubblica amministrazione un capitolo importante è quello delle spese per consulenze;
    l'articolo 6, comma 7, del decreto-legge n. 78 del 2010, ha in particolare previsto che «Al fine di valorizzare le professionalità interne alle amministrazioni, a decorrere dall'anno 2011 la spesa annua per studi ed incarichi di consulenza, inclusa quella relativa a studi ed incarichi di consulenza conferiti a pubblici dipendenti, sostenuta dalle pubbliche amministrazioni, incluse le autorità indipendenti, ed escluse le università, gli enti e le fondazioni di ricerca e gli organismi equiparati nonché gli incarichi di studio e consulenza connessi ai processi di privatizzazione e alla regolamentazione del settore finanziario, non può essere superiore al 20 per cento di quella sostenuta nell'anno 2009. L'affidamento di incarichi in assenza dei presupposti costituisce illecito disciplinare e determina responsabilità erariale»;
    tale disposizione non ha fin qui trovato attuazione alla Camera dei deputati,

impegna, per le rispettive competenze, il Collegio dei Questori e l'Ufficio di Presidenza

a dare immediata attuazione nell'ordinamento interno della Camera dei deputati all'articolo 6, comma 7, del decreto-legge n. 78 del 2010, previa ricognizione delle professionalità interne all'amministrazione e delle funzioni che non possono essere efficacemente svolte dal personale dipendente.
9/Doc. VIII, n. 10/34(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno) «Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti».


   La Camera,
   premesso che:
    nel quadro degli interventi adottati negli ultimi anni per la riduzione dei costi della pubblica amministrazione un capitolo importante è quello delle spese per consulenze;
    l'articolo 6, comma 7, del decreto-legge n. 78 del 2010, ha in particolare previsto che «Al fine di valorizzare le professionalità interne alle amministrazioni, a decorrere dall'anno 2011 la spesa annua per studi ed incarichi di consulenza, inclusa quella relativa a studi ed incarichi di consulenza conferiti a pubblici dipendenti, sostenuta dalle pubbliche amministrazioni, incluse le autorità indipendenti, ed escluse le università, gli enti e le fondazioni di ricerca e gli organismi equiparati nonché gli incarichi di studio e consulenza connessi ai processi di privatizzazione e alla regolamentazione del settore finanziario, non può essere superiore al 20 per cento di quella sostenuta nell'anno 2009. L'affidamento di incarichi in assenza dei presupposti costituisce illecito disciplinare e determina responsabilità erariale»;
    tale disposizione non ha fin qui trovato attuazione alla Camera dei deputati,

impegna, per le rispettive competenze, il Collegio dei Questori e l'Ufficio di Presidenza

a proseguire nell'opera di contenimento delle spese per consulenze e collaborazioni.
9/Doc. VIII, n. 10/34(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno – Testo modificato nel corso della seduta) «Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti».


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, ha istituito presso l'Inps, a decorrere dal 1o gennaio 1996, una Cassa pensionistica (Gestione separata) per i lavoratori atipici (cosiddetti parasubordinati) e i professionisti autonomi non iscritti ad Ordini;
    per i lavoratori suddetti si previde una aliquota contributiva (fonte del finanziamento della Cassa) che a regime avrebbe dovuto essere del 19,5 per cento, a fronte di una aliquota di computo (si tratta, nel metodo di calcolo contributivo, dell'accredito virtuale, anch'esso percentuale della retribuzione, necessario per determinare il montante sul quale conteggiare l'importo della pensione), che avrebbe dovuto essere, sempre a regime, del 20 per cento;
    come illustrato e documentato dal professore e collega Giuliano Cazzola nel volume «Lavoro e welfare: giovani versus anziani» (Rubbettino, 2004), nella XIV Legislatura «il governo Berlusconi – sì, proprio quello che voleva rappresentare le partite Iva – al solo scopo di “fare cassa” ha pensato bene di accelerare, con decreto-legge, l'andata a regime (inizialmente prevista per il 2014) dell'aliquota piena... consentendo alla Gestione pensionistica presso l'Inps di accumulare enormi saldi attivi “usati per pagare le pensioni dei lavoratori dipendenti e degli autonomi... La Gestione dei lavoratori parasubordinati presso l'Inps è divenuta ormai la “gallina dalle uova d'oro” dell'Inps, “la fabbrica” delle nostre pensioni (e non solo). Dal 1996 (l'anno della sua istituzione)» al 2004 «ha accumulato una situazione patrimoniale pari a 18 miliardi di euro. I suoi saldi di esercizio (dal momento che incassa fior di contributi e paga poche pensioni)... sono in attivo per alcuni miliardi di euro l'anno... Essendo quello dell'Inps un bilancio unico sono ammessi i trasferimenti da una gestione all'altra, sia pure col riconoscimento di un saggio d'interesse formale, che nessuno si incaricherà mai di pagare né di riscuotere, perché si tratta sempre di partite sostanzialmente virtuali, tanto in dare quanto in avere... Con i versamenti dei lavoratori attivi si pagano le pensioni in essere, mentre lo Stato garantisce che il ciclo si ripeterà, in futuro, quando gli attivi di oggi saranno in pensione domani... Pertanto non vi è alcun accantonamento di risorse reali (esse vengono puntualmente usate per altre finalità), ma solo per il riconoscimento di crediti, che saranno esigibili se, al momento giusto, il sistema potrà onorare gli impegni»;
    i dati suddetti sono stati confermati negli anni successivi, per cui la Gestione separata costituisce un vero e proprio serbatoio di liquidità per l'intero settore previdenziale italiano, un tesoretto che finisce per alimentare le rendite – a volte troppo generose – di altre categorie professionali;
    l'articolo 1, comma 79, della legge 24 dicembre 2007, n. 247 («Norme di attuazione del Protocollo del 23 luglio 2007 su previdenza, lavoro e competitività per favorire l'equità e la crescita sostenibili, nonché ulteriori norme in materia di lavoro e previdenza sociale»), con riferimento agli iscritti alla gestione separata di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, che non risultino assicurati presso altre forme obbligatorie, ha stabilito l'aliquota contributiva pensionistica e la relativa aliquota contributiva per il computo delle prestazioni pensionistiche in misura pari al 24 per cento per l'anno 2008, in misura pari al 25 per cento per l'anno 2009 e in misura pari al 26 per cento a decorrere dall'anno 2010;
    si entra sempre più tardi nel mercato del lavoro, e sempre più il lavoro assume forme precarie e intermittenti, per cui i lavoratori incontrano difficoltà estreme nel maturare l'anzianità contributiva minima richiesta per poter accedere alla pensione, e spesso i periodi di contribuzione sono sparsi tra diverse casse previdenziali, per cui i contributi versati (sulla base, tra l'altro, di una aliquota altissima, pari a un quarto dello stipendio), in assenza dei requisiti minimi richiesti dalla legge, sono inutilizzabili ai fini del computo della pensione e vengono persi. È, questa, la grave e drammatica ingiustizia rappresentata dai contributi c.d. «silenti», che sono utilizzati per pagare le pensioni altrui;
    le stime relative alle future pensioni pubblicate sul mensile Il giornale delle partite IVA, luglio/agosto 2011, n. 10, e realizzate con il motore di calcolo messo a punto dalla società di ricerche Mefop e dalla Software House Epheso, rendono la situazione in tutta la sua drammaticità, dimostrando come «gli iscritti alla Gestione separata siano svantaggiati dal punto di vista previdenziale rispetto ai lavoratori dipendenti. Sono stati presi in esame quattro profili di contribuenti con un reddito netto annuo tra i 1.200 e i 2.000 euro e un'età compresa tra 25 e 45 anni. Mentre per i lavoratori dipendenti l'entrata in pensione coinciderà con una perdita del tenore di vita di circa il 25-30 per cento in rapporto alle ultime retribuzioni dichiarate prima di mettersi a riposo, per gli iscritti alla Gestione separata, invece, l'assegno Inps sarà inferiore agli ultimi redditi di almeno il 40-50 per cento (...). I professionisti autonomi e i parasubordinati insomma oggi di fatto pagano di più, ma in futuro riceveranno di sicuro una pensione molto più magra»;
    il «Regolamento per gli assegni vitalizi dei deputati», approvato dall'Ufficio di presidenza il 30 luglio 1997, all'articolo 6 (Restituzione dei contributi) prevede che:
  «1. Il deputato che cessi dal mandato prima di avere raggiunto il periodo minimo previsto per il conseguimento dell'assegno vitalizio ha diritto alla restituzione delle quote versate, rivalutate secondo criteri stabiliti dal Collegio dei Questori.
  2. Qualora il deputato che si sia avvalso della facoltà di cui al comma 1 sia rieletto membro del Parlamento nazionale o europeo, ha diritto, alla cessazione del nuovo mandato, all'assegno vitalizio calcolato sulla base dell'intero periodo contributivo relativo alle legislature complessivamente svolte, a condizione che restituisca l'intera somma ricevuta ai sensi del comma 1, rivalutata secondo criteri stabiliti dal Collegio dei Questori.»;
    disposizione simile è prevista dal «Regolamento per gli assegni vitalizi degli onorevoli senatori e loro familiari», approvato dal Consiglio di Presidenza con deliberazione del 30 luglio 1997, n. 51, all'articolo 9 (Restituzione dei contributi ai non aventi diritto all'assegno vitalizio minimo) prevede che:
  «1. Il senatore che cessi dal mandato prima di avere conseguito il diritto all'assegno vitalizio, o che rinunci al beneficio dell'assegno stesso, avrà diritto alla restituzione in unica soluzione della somma ritenuta a tale titolo, rivalutata secondo criteri stabiliti dal Collegio dei Questori.
  2. In caso di rielezione, il medesimo senatore ha facoltà di richiedere il riconoscimento dei periodi di mandato precedentemente svolto, restituendo l'intera somma ricevuta ai sensi del comma 1, rivalutata con i medesimi criteri dal momento della percezione a quello della restituzione.»,

impegna l'Ufficio di presidenza

a modificare l'articolo 6 del Regolamento per gli assegni vitalizi dei deputati, approvato dall'Ufficio di presidenza il 30 luglio 1997, al fine di uniformare la disciplina interna in materia di trattamento delle quote contributive versate dai deputati che cessino dal mandato prima di avere raggiunto il periodo minimo previsto per il conseguimento dell'assegno vitalizio alla normativa vigente sui contributi versati dai lavoratori dipendenti del settore privato che non diano titolo a un corrispondente trattamento previdenziale.
9/Doc. VIII, n. 10/35Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti.


   La Camera,
   premesso che:
    nella legislazione italiana vige il principio, di diretta derivazione costituzionale (articolo 97), della pubblicità degli atti e della trasparenza dell'azione amministrativa;
    per quanto concerne, in particolare, i concorsi pubblici, tale principio ha trovato attuazione, con riferimento alla possibilità per il pubblico di assistere allo svolgimento delle prove orali, con l'articolo 6 del decreto del Presidente della Repubblica 9 maggio 1994, n. 487, il quale dispone che «Le prove orali devono svolgersi in un'aula aperta al pubblico, di capienza idonea ad assicurare la massima partecipazione»;
    il Regolamento dei concorsi per l'assunzione del personale della Camera dei deputati, approvato dall'Ufficio di presidenza con deliberazione n. 161 del 14 luglio 1999, resa esecutiva con decreto presidenziale del 19 luglio 1999, n. 1113, non prevede la pubblicità delle sedute di svolgimento delle prove orali, rimettendo ogni decisione al riguardo alla Commissione esaminatrice; l'articolo 5, comma 15, infatti, si limita a stabilire che «La Commissione esaminatrice dispone in ordine alla pubblicità delle prove orali, tenendo conto del peculiare regime di accesso del pubblico alle sedi della Camera»;
    a quanto risulta, in occasione di tutte le procedure concorsuali tenute alla Camera dei deputati, lo svolgimento delle prove orali è avvenuto senza ammissione del pubblico; in particolare, nei casi in cui cittadini abbiano presentato formali richieste di accesso, queste sono state sistematicamente rigettate, senza fornire adeguata motivazione;
    il Regolamento dei concorsi del Senato della Repubblica, approvato con decreto del Presidente del Senato della Repubblica 18 dicembre 2002, n. 9591, all'articolo 13 prevede che «Le sedute della Commissione esaminatrice durante lo svolgimento delle prove pratiche e orali sono pubbliche, compatibilmente con le esigenze di sicurezza dei palazzi del Senato [...]”,

impegna l'Ufficio di presidenza

a modificare il Regolamento dei concorsi per l'assunzione del personale della Camera, al fine di riconoscere il diritto del pubblico di assistere alle prove orali e pratiche dei concorsi interni e di garantire l'effettivo esercizio di tale diritto (anche prevedendo, a tal fine, la possibilità di svolgimento delle prove medesime al di fuori delle sedi della Camera), in linea con quanto previsto dalla legislazione vigente.
9/Doc. VIII, n. 10/36(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno) «Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti».


   La Camera,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio dei Questori

ad assumere le opportune iniziative affinché i titolari del diritto a percepire il vitalizio, o che già lo percepiscono, possano rinunciarvi in qualsiasi momento;
a prevedere, per chi rinuncia al vitalizio, il diritto a ricevere l'ammontare di quanto trattenuto a tale titolo o, se già percepisce il vitalizio, a ricevere l'ammontare di quanto trattenuto dedotto l'importo di quanto ricevuto.
9/Doc. VIII, n. 10/37Maurizio Turco, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Zamparutti.


   La Camera,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio dei Questori

a stabilire che per nessun incarico elettivo interno ricoperto da un deputato durante la legislatura sia previsto, al termine del medesimo, il protrarsi dell'elargizione di emolumenti o benefit di qualsiasi entità e tipo oltre i sei mesi dalla cessazione dell'incarico stesso.
9/Doc. VIII, n. 10/38Maurizio Turco, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Zamparutti.


   La Camera,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio dei Questori

a prevedere dalla prossima legislatura una disciplina analoga a quella vigente presso il Senato.
9/Doc. VIII, n. 10/38. (Testo modificato nel corso della seduta).  Maurizio Turco, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Zamparutti.


   La Camera,
   premesso che:
    a seguito di particolari incarichi elettivi il deputato ha diritto ad assumere a tempo determinato personale di sua fiducia,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio dei Questori

ad assumere le opportune iniziative affinché i dati relativi al personale e agli emolumenti lordi e netti corrisposti siano pubblicati nel sito internet della Camera.
9/Doc. VIII, n. 10/39Maurizio Turco, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Zamparutti.


   La Camera,
   premesso che:
    i deputati che intendano far accedere a Palazzo Marini propri collaboratori devono fornire agli uffici copia di un regolare contratto di lavoro,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio dei Questori

ad assumere le opportune iniziative affinché i dati relativi ai collaboratori, al tipo di contratto e agli emolumenti lordi e netti corrisposti siano pubblicati nel sito internet della Camera.
9/Doc. VIII, n. 10/40Maurizio Turco, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Zamparutti.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 4 della legge n. 659 del 1981 impone ai rappresentanti legali dei partiti ed ai singoli politici di effettuare una dichiarazione congiunta con il soggetto donatore al Presidente della Camera,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio dei Questori

ad assumere le opportune iniziative affinché i dati storici relativi ai soggetti che hanno ricevuto e donato denaro siano pubblicati nel sito internet della Camera in un formato aperto e che comunque possa consentire successive elaborazioni.
9/Doc. VIII, n. 10/41(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno) «Maurizio Turco, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Zamparutti».


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 4 della legge n. 659 del 1981 impone ai rappresentanti legali dei partiti ed ai singoli politici di effettuare una dichiarazione congiunta con il soggetto donatore al Presidente della Camera,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio dei Questori

a valutare le iniziative necessarie sul piano legislativo volte a modificare l'articolo 8, comma 2, della legge n. 441 del 1982, in modo da consentire la pubblicazione, anche in formato open data, sul sito internet della Camera.
9/Doc. VIII, n. 10/41(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno – Testo modificato nel corso della seduta) «Maurizio Turco, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Zamparutti».


   La Camera,
   premesso che:
    i materiali prodotti dalla Camera dei deputati possono essere indifferentemente elaborati in formati che consentano una successiva elaborazione o in formato immagine che rende l'elaborazione successiva difficoltosa se non impossibile,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio dei Questori

ad adottare le opportune iniziative affinché tutti i materiali prodotti dalla Camera dei deputati siano pubblicati nel sito internet in un formato aperto e che comunque possa consentire successive elaborazioni.
9/Doc. VIII, n. 10/42Maurizio Turco, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Zamparutti.


   La Camera,
   premesso che:
    già a partire dagli ultimi esercizi, in una logica di contenimento delle spese, ha compiuto uno sforzo significativo di contenimento dei propri costi, per i deputati, i dipendenti e i servizi amministrativi, che ha portato a un risparmio complessivo di oltre 300 milioni negli ultimi sei anni, risparmio conseguito attraverso la riduzione degli emolumenti ai parlamentari di circa il 25 per cento, il blocco del turn over, il taglio del 5 e 10 per cento delle retribuzioni più alte dei dipendenti in attuazione di quanto previsto dal decreto-legge n. 78 del 2010, e una serie di misure di contenimento delle spese generali di funzionamento;
    in sede di approvazione del Progetto di bilancio della Camera per l'anno finanziario 2011, era stato accolto l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/49, presentato in data 2 agosto 2011, a prima firma Franceschini, che impegnava, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori, a procedere, nell'ambito della sfera di autonoma determinazione ad essi riservata dal Regolamento della Camera, all'adozione di ulteriori iniziative che – in coerenza con gli indirizzi di riforma già adottati dall'Ufficio di Presidenza nella riunione del 21 luglio 2011 – contribuissero al raggiungimento, tra gli altri, dei seguenti obiettivi:
   1) allineamento agli standard europei dei servizi messi a disposizione dei parlamentari al fine di fornire strumenti sempre più utili ed efficaci per lo svolgimento delle loro funzioni, anche in considerazione della necessità di utilizzare studi comparati a livello europeo nei vari settori;
   2) drastica riduzione dell'uso di documenti cartacei sostituendoli, ove possibile, con documenti elettronici;
    in continuità con la determinazione di dare decisivo impulso per ogni azione che voglia incidere in radice sul tema dei costi non appropriati della politica e ricreare anche così un rapporto di fiducia tra Istituzione parlamentare e cittadini concretizzatasi, tra l'altro, nella decisione assunta all'inizio di giugno 2012 di dare un significativo contributo alla spending rewiev delle Pubbliche Amministrazioni con la riduzione del 5 per cento della richiesta di dotazione per gli anni 2013-2015;

  nell'obbiettivo di reindirizzare la spesa di funzionamento delle assemblee elettive in settori che rendano più efficaci, più trasparenti e più moderne le modalità di lavoro delle assemblee stesse,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio dei Questori:

   a prevedere che nessun immobile pubblico possa essere utilizzato dai deputati cessati dal loro mandato, ivi inclusi i deputati che hanno ricoperto ruoli negli organi interni della Camera o nei gruppi parlamentari, né per uso abitativo, né destinato a personale pubblico, e che non vengano messi a disposizione mezzi di trasporto o apparati di comunicazione e di informazione appartenenti ad organi o enti pubblici o da questi comunque finanziati, ad esclusione del Presidente della Camera;
   a proseguire nell'opera di dematerializzazione dei documenti e delle procedure, anche attraverso l'abolizione di prodotti ormai anacronistici, quali: la distribuzione di agende e agendine in pelle;
   a sostituire il plafond standard del materiale di cancelleria con la distribuzione del materiale effettivamente richiesto e necessario all'attività parlamentare mantenendo il massimale che può essere richiesto mensilmente e annualmente;
   a incrementare la sostituzione della produzione di materiale e documentazione cartacea con quella in formato elettronico;
   a prevedere l'installazione di rilevatori di fumo nelle aule e nelle loro adiacenze in modo che non venga violata la legge 16 gennaio 2003, n. 3, e che non venga leso il diritto alla salute del personale della Camera che opera in tali luoghi e dei deputati che li frequentano; a eliminare salette riservate ai fumatori nei luoghi o nelle adiacenze dei percorsi dedicati ai visitatori della Camera;
   a prevedere la reintroduzione del dossier di legislazione europea comparata, da ripristinare in formato elettronico.
9/Doc. VIII, n. 10/43(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno) «De Torre».


   La Camera,
   premesso che:
    il capitolo 135 Categoria VI-Trasferimenti previsto dal bilancio pluriennale 2012-2014 in esame, indica la ripartizione annuale dei fondi previsti a favore dei Gruppi parlamentari;
    il comma 5 dell'articolo 15-ter, del Regolamento della Camera dei deputati, deliberato lo scorso 25 settembre, detta disposizioni nell'ambito delle erogazioni delle risorse finanziarie a carico del bilancio della Camera a favore dei Gruppi;
    il personale dei Gruppi parlamentari, in particolare quello di cui alla seconda delibera dell'Ufficio di Presidenza n. 299/01, svolge un'attività professionale da almeno tre legislature, è assunto regolarmente dai Gruppi parlamentari, a tempo determinato, svolge le proprie funzioni sulla base di un contratto d'assunzione rinnovato di volta in volta ad ogni legislatura,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio dei Questori

a prevedere all'inizio della prossima legislatura, nell'ambito delle risorse previste dal bilancio pluriennale 2012-2014 indicato in premessa, affinché all'atto della ricostituzione dei Gruppi parlamentari, le assunzioni del personale avvengano, in via prioritaria, per i dipendenti facenti parte della seconda delibera ai sensi della deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 299/01, che svolgono un'attività professionale da almeno tre legislature, assunti regolarmente dai Gruppi parlamentari, a tempo determinato.
9/Doc. VIII, n. 10/44(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno) «Antonino Foti».


   La Camera,
   premesso che:
    già nel corso della XIV e della XV legislatura è stata posta la questione dell'opportunità, per la Camera dei deputati, di dotarsi di un asilo nido, considerato che gli impegni dei parlamentari e dei dipendenti, strettamente legati alla natura costituzionale dell'organo parlamentare, comportano, di frequente, la necessità di prolungare oltre il normale l'orario di lavoro;
    nel corso dell'esame dei progetti di bilancio interno sono stati accolti diversi ordini del giorno che impegnavano l'Ufficio di Presidenza ad individuare le modalità di possibile risposta al problema sulla base di un progetto di massima di un Centro infanzia, elaborato dal Comitato per le pari opportunità e sottoposto al Collegio dei deputati Questori;
    nel corso dell'attuale legislatura, il Collegio dei questori, ha accolto, altresì, come raccomandazione, un ordine del giorno presentato dal firmatario del presente atto di indirizzo (il n. 9/DOC. VIII, N. 4/20), con il quale si impegnava a valutare ulteriormente la complessiva fattibilità del progetto di realizzazione di un centro per l'infanzia presso la Camera dei deputati, attivando un confronto serio e concreto con il Comitato per le pari opportunità, anche al fine di coinvolgere nelle valutazioni complessive il personale della Camera;
    prevedere l'attivazione, in tal senso, di un servizio a pagamento da parte degli utenti, senza oneri, quindi, per la Camera dei deputati, non inciderebbe sul bilancio dell'amministrazione ma significherebbe dare una soluzione effettiva alla concreta difficoltà di conciliare i ritmi parlamentari con gli obblighi di cura e di educazione dei figli, in particolare nei primi anni di vita,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio dei Questori

a dar seguito ai numerosi ordini del giorno già accolti, al fine di procedere operativamente alla realizzazione, nel più breve tempo possibile, del progetto di costituzione di un «Centro infanzia» presso la Camera dei deputati.
9/Doc. VIII, n. 10/45Moroni.


   La Camera,
   premesso che:
    già nel corso della XIV e della XV legislatura è stata posta la questione dell'opportunità, per la Camera dei deputati, di dotarsi di un asilo nido, considerato che gli impegni dei parlamentari e dei dipendenti, strettamente legati alla natura costituzionale dell'organo parlamentare, comportano, di frequente, la necessità di prolungare oltre il normale l'orario di lavoro;
    nel corso dell'esame dei progetti di bilancio interno sono stati accolti diversi ordini del giorno che impegnavano l'Ufficio di Presidenza ad individuare le modalità di possibile risposta al problema sulla base di un progetto di massima di un Centro infanzia, elaborato dal Comitato per le pari opportunità e sottoposto al Collegio dei deputati Questori;
    nel corso dell'attuale legislatura, il Collegio dei questori, ha accolto, altresì, come raccomandazione, un ordine del giorno presentato dal firmatario del presente atto di indirizzo (il n. 9/DOC. VIII, N. 4/20), con il quale si impegnava a valutare ulteriormente la complessiva fattibilità del progetto di realizzazione di un centro per l'infanzia presso la Camera dei deputati, attivando un confronto serio e concreto con il Comitato per le pari opportunità, anche al fine di coinvolgere nelle valutazioni complessive il personale della Camera;
    prevedere l'attivazione, in tal senso, di un servizio a pagamento da parte degli utenti, senza oneri, quindi, per la Camera dei deputati, non inciderebbe sul bilancio dell'amministrazione ma significherebbe dare una soluzione effettiva alla concreta difficoltà di conciliare i ritmi parlamentari con gli obblighi di cura e di educazione dei figli, in particolare nei primi anni di vita,

invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio dei Questori

a verificare nel più breve tempo possibile la fattibilità di un progetto di costituzione di un «Centro infanzia» presso la Camera dei deputati.
9/Doc. VIII, n. 10/45. (Testo modificato nel corso della seduta).  Moroni.


   La Camera,
   premesso che:
    nella riunione del lo agosto 2012, l'Ufficio di Presidenza ha deliberato gli indirizzi per la copertura della riduzione del 5 per cento dell'attuale importo della dotazione annua, disposta con deliberazione del 5 giugno 2012;
    con riferimento, in particolare, all'attività volta all'acquisizione di beni e servizi, ha autorizzato l'emissione di un ordinativo di fornitura, privo di carattere impegnativo, per valutare le condizioni economiche che potrebbero ottenersi tramite la convenzione Consip per il Facility Management, che incorpora in un unico affidamento una pluralità di servizi diversi (tra i quali: facchinaggio, pulizie, smaltimento rifiuti, giardinaggio, custodia, manutenzioni impiantistiche) e compararle con quelle dei vigenti contratti d'appalto stipulati dall'amministrazione;
    nella riunione del lo agosto 2012, il Collegio dei deputati questori ha deliberato sull'emissione di una richiesta preliminare di fornitura (RPF), a carattere non impegnativo, avente ad oggetto i servizi di manutenzione degli impianti elevatori, antincendio, idrico sanitari (limitatamente ai servizi igienici e alla relativa rete di distribuzione secondaria), di reception (limitatamente al servizio di guardaroba), di pulizia, di disinfestazione, di raccolta e smaltimento di rifiuti speciali, di giardinaggio, di facchinaggio interno ed esterno, di traslochi;
    resterebbero, di fatto, escluse una parte consistente, sotto il profilo dell'incidenza della spesa sul Bilancio interno, di attività di manutenzione ordinaria relative, in particolare, ai fabbricati (minuto mantenimento edile), alle reti audio-video ed informatiche, agli impianti elettrici, di condizionamento, di sicurezza che, invece, rientrano nella convenzione Consip per il Facility Management,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio dei Questori:

   a considerare, nella procedura di istruttoria e valutazione della convenzione Consip di Facility Management di cui in premessa, le condizioni economiche complessivamente, con riferimento all'intero affidamento, e non analiticamente, con riferimento ai singoli servizi erogati in forma integrata, dato che i vantaggi economico-finanziari derivanti dalla gestione manutentiva in regime cosiddetto di Global Service sono prodotti, sostanzialmente, dalle economie di scala che si ricavano dall'integrazione dei processi;
   ad integrare la richiesta preliminare di fornitura (RPF), già inviata dall'amministrazione, in data 26 settembre 2012, indicando, altresì, tra i servizi di interesse quelli connessi alla manutenzione ordinaria di fabbricati (minuto mantenimento edile), di reti audio-video ed informatiche, di impianti elettrici, di condizionamento e di sicurezza.
9/Doc. VIII, n. 10/46(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno) «Moroni».


   La Camera,
   premesso che:
    il perdurare della difficile congiuntura economico-finanziaria internazionale e nazionale ha reso necessario, anche da parte di questa Istituzione, un impegno ancor più stringente e determinato nel senso di un maggiore contenimento delle spese di funzionamento;
    l'Ufficio di Presidenza, pertanto, nella seduta del 5 giugno 2012, ha deliberato la riduzione del 5 per cento dell'attuale importo della dotazione annua che scenderebbe, quindi, a 943,16 milioni di euro, con una diminuzione complessivamente pari a circa 150 milioni di euro nel triennio 2013-2015;
    nella riunione del 1o agosto 2012, l'Ufficio di Presidenza ha conseguentemente deliberato gli indirizzi per la copertura di tale ulteriore riduzione, ed, in particolare, con riferimento all'attività volta all'acquisizione di beni e servizi: ha confermato l'adesione alle convenzioni Consip per l'approvvigionamento di quei beni e servizi appartenenti alle categorie merceologiche per le quali la legge preveda come obbligatorio l'utilizzo delle convenzioni medesime e che siano state ritenute compatibili con l'assetto organizzativo e funzionale della Camera dei deputati; per quanto attiene ai restanti beni e servizi, ha previsto, ove vi sia una convenzione Consip attiva, l'adesione alla stessa, nel caso essa preveda condizioni compatibili con le esigenze dell'amministrazione o assunzione delle relative condizioni come parametro di riferimento;
    all'attuazione di tali indirizzi il Collegio dei Questori ha, quindi, provveduto con deliberazione del 12 settembre 2012, i cui effetti, con riferimento alle proiezioni per gli anni 2013 e 2014, sono stati registrati nella nota di variazione al progetto di bilancio 2012, approvata dall'Ufficio di Presidenza nella riunione del 20 settembre;
    nonostante la quasi totalità degli stanziamenti esposti nell'ambito della categoria V (Acquisto di beni e servizi) evidenzi, per il 2012, una diminuzione di circa il 9,96 per cento rispetto agli stanziamenti dell'anno precedente, uno dei capitoli di maggior rilievo, sotto il profilo dell'incidenza della spesa, resta quello costituito dall'acquisizione di beni e servizi connessi, in particolare, ad attività di manutenzione, di pulizia e igiene (Facility Management);
    è opportuno e possibile, ad avviso del firmatario del presente atto di indirizzo, procedere ad una effettiva e maggiore razionalizzazione della spesa complessiva attraverso il ricorso a procedure di acquisto centralizzate per l'approvvigionamento di tutte le tipologie di beni e servizi di interesse dell'amministrazione;
    per le amministrazioni statali, centrali e periferiche, infatti, l'adesione alle convenzioni o agli accordi quadro messi a disposizione da Consip S.p.A. ha consentito di ottenere importanti risultati sul piano del contenimento della spesa pubblica (sostanziali benefici in termini di economicità, elevati livelli di servizio e semplificazione dei processi interni);
    il recente decreto-legge 7 maggio 2012, n. 52, recante disposizioni urgenti per la razionalizzazione della spesa pubblica (cosiddetta «spending review»), ha modificato l'articolo 1, commi 449 e 450, della legge n. 296 del 2006, estendendo sia l'obbligo di approvvigionamento attraverso le convenzioni-quadro Consip a tutte le tipologie di beni e servizi che devono essere acquistati dalle amministrazioni statali centrali e periferiche (è stato, infatti, eliminato il rinvio ad un decreto del Ministro dell'economia e delle finanze per l'individuazione delle specifiche tipologie di beni e servizi per il cui approvvigionamento è obbligatorio il ricorso alle convenzioni-quadro) sia l'obbligo di ricorso al mercato elettronico della P.A. a tutte le amministrazioni pubbliche,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio dei Questori

ad aderire alle convenzioni o agli accordi quadro messi a disposizione da Consip S.p.A per l'approvvigionamento di tutte le tipologie di beni e servizi necessari all'attività della Camera dei deputati, compresi i servizi di stampa degli atti parlamentari, di ristorazione, di manutenzioni ordinarie nonché l'acquisto di beni destinati al settore audio-video e al settore dell'informatica, garantendone, altresì, l'attivazione a decorrere progressivamente dalla data di scadenza degli eventuali contratti d'appalto già in essere.
9/Doc. VIII, n. 10/47(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno) «Moroni».


   La Camera,
   preso in esame il Conto consuntivo (Doc. VIII, n. 9) e il bilancio interno (Doc. VIII, n. 10) della Camera;
   a fronte dell'aggravarsi della crisi economica e finanziaria, dei tagli alla spesa pubblica e delle loro pesanti ricadute sulla disponibilità delle famiglie, che impongono una doverosa riduzione della spesa per il funzionamento delle istituzioni e del sistema politico;
   premesso che è necessario rispondere a tali istanze e proseguire nell'azione di contenimento della spesa assicurando la massima sobrietà e trasparenza nell'uso delle risorse impiegate dalla Camera dei deputati,

impegna il Collegio dei Questori:

   a prevedere, dalla prossima legislatura, la riduzione delle indennità integrative riconosciute ai deputati per incarichi istituzionali ricoperti negli organi della Camera o nei gruppi parlamentari, in ragione tale che nessuna indennità integrativa e accessoria superi il 25 per cento dell'indennità base corrisposta ai parlamentari;
   a prevedere inoltre la cessazione di ogni beneficio riconosciuto ai deputati che abbiano ricoperto, in qualsiasi legislatura, l'incarico di Presidente e Vice Presidente della Camera dei deputati.
9/Doc. VIII, n. 10/48(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno) «Zampa».


   La Camera,
   preso in esame il Conto consuntivo (Doc. VIII, n. 9) e il bilancio interno (Doc. VIII, n. 10) della Camera;
   a fronte dell'aggravarsi della crisi economica e finanziaria, dei tagli alla spesa pubblica e delle loro pesanti ricadute sulla disponibilità delle famiglie, che impongono una doverosa riduzione della spesa per il funzionamento delle istituzioni e del sistema politico;
   premesso che è necessario rispondere a tali istanze e proseguire nell'azione di contenimento della spesa assicurando la massima sobrietà e trasparenza nell'uso delle risorse impiegate dalla Camera dei deputati,

impegna il Collegio dei Questori:

   a prevedere, dalla prossima legislatura, la riduzione delle indennità integrative riconosciute ai deputati per incarichi istituzionali ricoperti negli organi della Camera o nei gruppi parlamentari, in ragione tale che nessuna indennità integrativa e accessoria superi il 25 per cento dell'indennità base corrisposta ai parlamentari;
   a prevedere dalla prossima legislatura una disciplina analoga a quella vigente presso il Senato.
9/Doc. VIII, n. 10/48(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno – Testo modificato nel corso della seduta) «Zampa».


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 5, comma 1, lettera f), della legge costituzionale n. 1 del 2012, prevede l'istituzione di un Organismo indipendente con compiti di analisi e verifica degli andamenti di finanza pubblica e di valutazione dell'osservanza delle regole di bilancio;
    tale Organismo, ai sensi della richiamata disposizione costituzionale, in linea con altre esperienze internazionali, è collocato presso il Parlamento;
    la richiamata norma costituzionale prevede che la legge da approvare a maggioranza assoluta entro il 28 febbraio 2013 disciplini il funzionamento del nuovo Organismo;
    la direttiva 2011/85/UE, agli articoli 5 e 6, prevede, rispettivamente, che gli Stati membri si dotino di regole di bilancio specifiche per Paese e che il controllo sull'osservanza delle stesse sia «basato su un'analisi affidabile e indipendente, eseguita da organismi indipendenti»;
    il fiscal compact, all'articolo 3, prevede che la Commissione europea definisca principi comuni anche in merito al ruolo e all'indipendenza delle istituzioni che a livello nazionale, dovranno prevedere al monitoraggio delle regole di bilancio stabilite dal Trattato;
    la natura di organismo indipendente incardinato presso il Parlamento comporterà che l'attività dello stesso sia supportata da personale qualificato proveniente, sia pur in numero limitato, dagli uffici di Camera e Senato;
    l'organismo parlamentare indipendente, in conformità con quanto previsto dalla legge costituzionale e dalle normative europee, dovrà essere in grado di svolgere i propri compiti a partire dal 1o gennaio 2014,

impegna il Collegio dei Questori

a valutare e proporre nell'ambito del piano di reclutamento del personale della Camera, procedure concorsuali per l'assunzione di specifiche professionalità esperte nel settore della finanza pubblica.
9/Doc. VIII, n. 10/49Ciccanti, Marinello.


   La Camera,
   premesso che:
    ormai da diverso tempo risultano vacanti tre delle cinque posizioni di Vicesegretario generale della Camera dei deputati previste dall'articolo 8, comma 1, del Regolamento dei servizi e del personale e diverse posizioni di Capo Servizio;
    tali funzioni sono attualmente ricoperte ad interim e non vi è alcun impedimento oggettivo che impedisca la nomina dei rispettivi titolari,

impegna l'Ufficio di Presidenza

a valutare l'opportunità di procedere quanto prima alla nomina dei Vicesegretari e dei Capi Servizio vacanti a norma rispettivamente degli articoli 8, comma 1, e 9, comma 1, del Regolamento dei servizi e del personale.
9/Doc. VIII, n. 10/50Mura, Borghesi.


   La Camera,
   premesso che:
    i bollettini degli organi collegiali sono pubblicati sul sito internet della Camera dei deputati;
    tale decisione è certamente apprezzabile perché contribuisce ad aumentare la trasparenza del funzionamento interno della Camera dei deputati;
    a differenza dei resoconti delle riunioni dell'Ufficio di Presidenza, i resoconti delle riunioni del Collegio dei Questori sono riportati sul Bollettino degli organi collegiali in forma estremamente sintetica;
    tale forma estremamente sintetica, pur rispondendo in parte ad esigenze di tutela di dati sensibili, di fatto rende impossibile anche una minima informazione sull'operato e sulle decisioni adottate dal Collegio dei Questori,

impegna l'Ufficio di Presidenza

a valutare l'opportunità di prevedere una forma diversa della pubblicazione dei resoconti delle riunioni del Collegio dei Questori, che pur nella tutela della privacy e di ogni dato ritenuto sensibile, consenta di aumentare la trasparenza in merito alle delibere adottate.
9/Doc. VIII, n. 10/51Mura, Borghesi.


   La Camera,
   premesso che:
    la Camera dei deputati prevede la possibilità di mettere a disposizione di deputati che ricoprono cariche istituzionali interne alloggi siti nei palazzi di proprietà o in uso alla Camera stessa,

impegna l'Ufficio di presidenza

a valutare l'opportunità di eliminare tale possibilità, fatta eccezione per il Presidente della Camera, a valere dalla prossima legislatura.
9/Doc. VIII, n. 10/52Mura, Borghesi.


   La Camera,
   premesso che:
    l'opera di razionalizzazione dei costi di funzionamento della Camera dei deputati non solo si rivela urgente sotto il profilo strettamente «contabile», ma si rende assolutamente necessaria per tentare di riavvicinare i cittadini all'istituzione parlamentare; ciò comporta, per le assemblee elettive, anche la necessità di assicurare una crescente efficienza dei propri apparati amministrativi;
    tale obiettivo va perseguito riducendo nel complesso la spesa corrente, compresa quella per il personale dipendente, elevando al contempo la qualità delle prestazioni rese al servizio dell'istituzione parlamentare;
    l'utilizzo delle tecnologie digitali può rappresentare una rilevantissima risorsa per l'efficienza e la produttività dell'apparato amministrativo. In tale prospettiva, il tema della dematerializzazione documentale – foriero di evidenti ed immediati benefici di carattere economico, gestionale ed ambientale – deve costituire un obiettivo primario non solo dell'attività dell'amministrazione, ma anche di quella dei Gruppi parlamentari e dei singoli deputati;
    ogni qual volta un deputato deposita un atto di sindacato ispettivo, emendamenti, una proposta di legge, l'atto viene poi ricopiato al computer, ossia ribattuto integralmente; ciò comporta un costo elevato all'interno del Parlamento;
    una quantità di carta dalla casella della posta dei deputati finisce immediatamente buttata via, sarebbe molto più conveniente e meno dispendioso inviare gli atti di sindacato ispettivo, gli emendamenti e le proposte di legge mediante posta elettronica in formato word, al fine di non essere ricopiati, ma semplicemente revisionati;
    il gruppo dell'Italia dei Valori ha presentato al bilancio interno della Camera 2009 e 2011 ordini del giorno sul medesimo argomento;
    tali ordini del giorno, accolti come raccomandazione dal Collegio dei Questori nelle rispettive sedute dell'Assemblea del 7 luglio 2009 e del 2 agosto 2011, hanno portato ad iniziative insufficienti al riguardo,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio dei Questori

ad adottare ogni provvedimento necessario al fine di rendere obbligatoria la presentazione di disegni di legge, di emendamenti, di atti di sindacato ispettivo ed atti di indirizzo in formato esclusivamente elettronico, anche attraverso lo sviluppo di strumenti di posta elettronica certificata.
9/Doc. VIII, n. 10/53Borghesi, Mura.


   La Camera,
   premesso che:
    il contenimento dei costi della politica e della spesa pubblica in generale è un tema fortemente sentito dai cittadini italiani e dall'opinione pubblica, soprattutto in un momento nel quale tutti sono chiamati a fare sacrifici a causa di una gestione irrazionale della spesa pubblica nei decenni che ci hanno preceduto e della situazione economica generale del Paese che trova grosse difficoltà in un mercato sempre più globalizzato e sempre più aggressivo;
    in sede di esame del bilancio interno, si rileva la necessità di procedere ad una consistente riduzione delle spese a carico del bilancio della Camera dei deputati, in linea con quanto già previsto da altre rilevanti istituzioni della Repubblica italiana;
    l'opera di razionalizzazione dei costi delle istituzioni (centrali e periferiche) non solo si rivela urgente sotto il profilo strettamente «contabile», ma si rende assolutamente necessaria per tentare di riavvicinare i cittadini alle istituzioni, conformandole all'andamento della vita economica del Paese;
    è evidente che la democrazia e le istituzioni rappresentative abbiano un «costo funzionale intrinseco», ma in esso si annidano talvolta vetusti ed inaccettabili privilegi che fanno della «classe dei politici» una riprovevole «casta degli eletti»;
    proprio attraverso i bilanci delle Camere rappresentative si possono snidare rendite e privilegi ancora vigenti che minano – agli occhi della pubblica opinione – la credibilità delle nostre istituzioni;
    il contenimento dei costi a carico del bilancio della Camera richiede una più razionale e rigorosa gestione finanziaria dell'Istituzione, che deve interessare anche alcuni servizi e beni accessori finora previsti a beneficio degli ex deputati;
    nella seduta del 7 luglio 2009 è stato accolto un ordine del giorno del Gruppo dell'Italia dei Valori, riformulato dal Collegio dei Questori, nel senso della riduzione dei rimborsi spese per i deputati cessati dal mandato. Dalla struttura attuale del bilancio per il 2012, messa a confronto con i precedenti bilanci, non risulta alcuna riduzione in merito,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio dei Questori

a procedere alla cessazione di ogni agevolazione per i deputati cessati dal mandato parlamentare, con particolare riferimento a quelle concernenti gli spostamenti aerei, autostradali, ferroviari, marittimi ed ogni altro spostamento nazionale ed internazionale, nonché a quelle relative al rimborso delle spese sanitarie ai deputati.
9/Doc. VIII, n. 10/54(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno) «Borghesi, Mura».


   La Camera,
   premesso che:
    l'opera di razionalizzazione dei costi delle istituzioni (centrali e periferiche) non solo si rivela urgente sotto il profilo strettamente «contabile», ma si rende assolutamente necessaria per tentare di riavvicinare i cittadini alle istituzioni, conformandole all'andamento della vita economica del Paese;
    proprio attraverso i bilanci delle Camere rappresentative si possono snidare rendite e privilegi ancora vigenti che minano, agli occhi della pubblica opinione, la credibilità delle nostre istituzioni;
    viene riconosciuta ai deputati, a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma, sulla base della legge n. 1261 del 1965, una somma forfetaria pari a 4.003,11 euro mensili;
    sembra quanto mai doveroso, nel momento in cui si chiedono nuovi sacrifici al Paese, dare il segno di un'inversione di tendenza anche da parte dei massimi organi costituzionali;
    conteggiare in maniera diversa i costi di soggiorno, ovvero sostituire all'attuale sistema forfetario una rendicontazione documentata, che attesti l'importo e la finalità della spese, sarebbe un segnale di rispetto verso le risorse pubbliche che appartengono ai cittadini,

impegna l'Ufficio di Presidenza

a predisporre che il rimborso delle spese di cui all'articolo 2 della legge 31 ottobre 1965, n. 1261, avvenga sulla base dei costi effettivamente sostenuti e documentati.
9/Doc. VIII, n. 10/55Borghesi, Mura.


   La Camera,
   premesso che:
    l'opera di razionalizzazione dei costi di funzionamento della Camera dei deputati non solo si rivela urgente sotto il profilo strettamente «contabile», ma si rende assolutamente necessaria per tentare di riavvicinare i cittadini all'istituzione parlamentare, in armonia con l'andamento economico del Paese;
    l'articolo 69 della Costituzione dispone che i membri del Parlamento ricevano un'indennità stabilita dalla legge. Ciononostante, attraverso l'adozione di regolamenti interni delle Camere si è istituito altresì un regime speciale di tipo previdenziale per i deputati ed i senatori;
    in particolare, la Corte costituzionale nella sentenza n. 289 del 1994, ha precisato come «l'evoluzione che, nel corso del tempo, ha caratterizzato questa particolare forma di previdenza ha condotto anche a configurare l'assegno vitalizio [...] come istituto che, nella sua disciplina positiva, ha recepito, in parte, aspetti riconducibili al modello pensionistico e, in parte, profili tipici del regime delle assicurazioni private»;
    la Corte costituzionale ha, a più riprese, chiarito che: «non è interdetto al legislatore di emanare disposizioni che modifichino in senso sfavorevole per i beneficiari la disciplina dei rapporti di durata, anche se abbiano per oggetto diritti perfetti»;
    «il legislatore nell'esercizio del suo potere discrezionale, può, a salvaguardia dell'equilibrio di bilancio, modificare la disciplina pensionistica fino al punto di ridurre il quantum del trattamento previsto»;
    «l'articolo 38 della Costituzione non esclude la possibilità di un intervento legislativo che, per una inderogabile esigenza di contenimento della spesa pubblica, riduca in maniera definitiva un trattamento pensionistico in precedenza spettante»;
    nel caso dei vitalizi dei parlamentari sussiste una differenza abissale tra i contributi versati e l'entità dei vitalizi erogati in relazione all'aspettativa di vita dal momento dell'erogazione medesima,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio dei Questori

ad adottare ogni provvedimento necessario al fine di prevedere la soppressione immediata di ogni forma di assegno vitalizio per i deputati in carica e per quelli cessati dal mandato parlamentare e, al contempo, destinare la medesima quota dell'indennità parlamentare attualmente versata ai fini della corresponsione dell'assegno vitalizio, alla gestione separata presso l'INPS di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335.
9/Doc. VIII, n. 10/56Borghesi, Paladini, Mura.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 21 comma 1, della legge n. 69 del 2009 prevede l'obbligo per le pubbliche amministrazioni di pubblicare sui propri siti internet le retribuzioni annuali, i curricula vitae, gli indirizzi di posta elettronica e i numeri telefonici ad uso professionale dei dirigenti nonché i tassi di assenza e di maggiore presenza del personale distinti per uffici di livello dirigenziale;
    il decreto legislativo 27 ottobre 2009 n. 150, «Attuazione della legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni», all'articolo 11, comma 8, prevede che ogni amministrazione pubblichi sul proprio sito istituzionale:
   1) il Programma triennale per la trasparenza e l'integrità ed il relativo stato di attuazione;
   2) il Piano e la Relazione della performance;
   3) l'ammontare complessivo dei premi collegati alla performance stanziati e l'ammontare dei premi effettivamente distribuiti;
   4) l'analisi dei dati relativi al grado di differenziazione nell'utilizzo della premialità sia per i dirigenti sia per i dipendenti;
   5) i nominativi ed i curricula dei componenti degli Organismi indipendenti di valutazione e del Responsabile delle funzioni di misurazione della performance;
   6) i curricula dei dirigenti e dei titolari di posizioni organizzative, redatti in conformità al vigente modello europeo;
   7) le retribuzioni dei dirigenti, con specifica evidenza sulle componenti variabili della retribuzione e delle componenti legate alla valutazione di risultato;
   8) i curricula e le retribuzioni di coloro che rivestono incarichi di indirizzo politico amministrativo;
   9) gli incarichi, retribuiti e non retribuiti, conferiti ai dipendenti pubblici e a soggetti privati;
    le amministrazioni pubbliche sono tenute a mettere a disposizione del pubblico, per via telematica, l'elenco dei collaboratori esterni e dei soggetti cui sono stati affidati incarichi di consulenza, con l'indicazione di ragione e durata dell'incarico, nonché dell'ammontare dei compensi corrisposti, come previsto dall'articolo 53, comma 14, del decreto legislativo 30 marzo 2001 n. 165, «Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche», modificato dall'articolo 34 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio dei Questori

a pubblicare sul sito internet della Camera dei deputati le retribuzioni dei dipendenti della Camera, ed in particolare delle figure apicali e dei responsabili dei servizi e degli uffici dell'amministrazione della Camera, in coerenza con quanto già avviene nella pubblica amministrazione.
9/Doc. VIII, n. 10/57(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno) «Borghesi».


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 21 comma 1, della legge n. 69 del 2009 prevede l'obbligo per le pubbliche amministrazioni di pubblicare sui propri siti internet le retribuzioni annuali, i curricula vitae, gli indirizzi di posta elettronica e i numeri telefonici ad uso professionale dei dirigenti nonché i tassi di assenza e di maggiore presenza del personale distinti per uffici di livello dirigenziale;
    il decreto legislativo 27 ottobre 2009 n. 150, «Attuazione della legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni», all'articolo 11, comma 8, prevede che ogni amministrazione pubblichi sul proprio sito istituzionale:
   1) il Programma triennale per la trasparenza e l'integrità ed il relativo stato di attuazione;
   2) il Piano e la Relazione della performance;
   3) l'ammontare complessivo dei premi collegati alla performance stanziati e l'ammontare dei premi effettivamente distribuiti;
   4) l'analisi dei dati relativi al grado di differenziazione nell'utilizzo della premialità sia per i dirigenti sia per i dipendenti;
   5) i nominativi ed i curricula dei componenti degli Organismi indipendenti di valutazione e del Responsabile delle funzioni di misurazione della performance;
   6) i curricula dei dirigenti e dei titolari di posizioni organizzative, redatti in conformità al vigente modello europeo;
   7) le retribuzioni dei dirigenti, con specifica evidenza sulle componenti variabili della retribuzione e delle componenti legate alla valutazione di risultato;
   8) i curricula e le retribuzioni di coloro che rivestono incarichi di indirizzo politico amministrativo;
   9) gli incarichi, retribuiti e non retribuiti, conferiti ai dipendenti pubblici e a soggetti privati;
    le amministrazioni pubbliche sono tenute a mettere a disposizione del pubblico, per via telematica, l'elenco dei collaboratori esterni e dei soggetti cui sono stati affidati incarichi di consulenza, con l'indicazione di ragione e durata dell'incarico, nonché dell'ammontare dei compensi corrisposti, come previsto dall'articolo 53, comma 14, del decreto legislativo 30 marzo 2001 n. 165, «Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche», modificato dall'articolo 34 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio dei Questori

a pubblicare sul sito internet della Camera dei deputati l'assetto retributivo complessivo dei dipendenti con riferimento in particolare ai trattamenti stipendiali erogati nei diversi momenti della carriera economica.
9/Doc. VIII, n. 10/57(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno – Testo modificato nel corso della seduta) «Borghesi».


   La Camera,
   premesso che:
    gli organi competenti di Camera e Senato hanno provveduto a dettare disposizioni relative alle caratteristiche e ai requisiti dei rapporti giuridici che intercorrono tra i parlamentari e i loro collaboratori;
    nonostante tali interventi, non si è ancora riusciti a risolvere il problema di garantire ai collaboratori parlamentari i diritti riconosciuti dalla legge alla generalità dei lavoratori;
    anche per i collaboratori parlamentari, infatti, si è fatto un ricorso abusivo a contratti di lavoro atipici, in particolare partite iva e collaborazioni a progetti, nonostante il rapporto di lavoro abbia le caratteristiche precipue del rapporto di lavoro subordinato;
    il ricorso a tali forme contrattuali non è funzionale a preservare la natura fiduciaria del rapporto di lavoro tra parlamentare e collaboratore e la sua durata commisurata a quella della legislatura, ma determina la precarizzazione dei rapporti di lavoro, che determinano bassi salari, assenza o ridotti versamenti contributivi e forme di sfruttamento del lavoro;
    tale situazione non è oltre tollerabile e l'intervento della Camera deve essere non solo più incisivo, ma risolutivo;
    attualmente l'Aula della Camera sta esaminando il testo unificato delle proposte di legge A.C. 2438-5382-A in materia di collaboratori parlamentari, ma le disposizioni ivi contenute non sono da sole e di per sé risolutive della situazione denunciata. Prima e a prescindere dall'intervento legislativo, che con ogni probabilità non verrà approvato in via definitiva prima della fine della legislatura, infatti, l'ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori devono intervenire per garantire la migliore regolamentazione del rapporto di lavoro dei collaboratori parlamentari, nel pieno rispetto della legge,

impegna, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori:

   a definire un tetto massimo di rimborso al parlamentare per i collaboratori parlamentari di cui intenda avvalersi, stabilendo che tale rimborso non è dovuto laddove non vengano conclusi regolari contratti;
   a prevedere che i contratti di lavoro siano depositati presso un ufficio della Camera, che possa verificare – a garanzia dell'istituzione e delle sue prerogative costituzionali – che essi non siano conclusi in frode alla legge o in danno dei diritti previdenziali e assicurativi della lavoratrice o del lavoratore;
   a prevedere che le predette somme siano dovute unicamente per rapporti di lavoro che descrivano effettivamente un'attività di assistenza parlamentare, escludendo mansioni che invece non sono legate all'attività parlamentare;
   a prevedere che siano esclusi dal rimborso i contratti con il coniuge, i figli, i parenti e gli affini entro il 3o grado.
9/Doc. VIII, n. 10/58(L'ordine del giorno è stato ritenuto ammissibile in quanto riformulato come invito a valutare anziché come impegno) «Borghesi, Mura».


   La Camera,
   premesso che:
    per porre fine all'ingiustificabile divario tra le retribuzioni in vigore per i dipendenti della Camera dei deputati e quelle dei lavoratori di altre categorie che svolgono attività con contenuti professionali assimilabili,

impegna il Collegio dei Questori

ad avviare un processo di omogeneizzazione dei livelli retributivi del personale della Camera a quelli stabiliti dai contratti collettivi nazionali di lavoro che si applicano a qualifiche e mansioni simili.
9/Doc. VIII, n. 10/59Borghesi.