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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 726 di giovedì 29 novembre 2012

INDICE VOTAZIONI

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 1)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Segr Ddl 5019-bis e abb.-A - articolo 1 412 400 12 201 315 85 42 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

ANGELO ALESSANDRI. Signor Presidente, il problema è noto, visto che viene affrontato da parecchio tempo anche dalla stampa e dalla politica. È il problema del latte bufalino che deve essere lavorato entro 60 ore dalla sua produzione. C'è un Consorzio che ne tutela la gestione ma ne tutela anche in qualche modo il controllo diretto sugli operatori. Fondato nel 1991, e da allora doveva gestire questa vicenda.
L'allora Ministro Zaia creò una Commissione di verifica e garanzia che portò ad alcune rilevanze. Alcune trasmissioni televisive sollevarono il problema a più ampio raggio, e furono interessate anche le forze dell'ordine, con i NAC in particolare, ma anche la Commissione nel suo insieme e formarono una serie di determinazioni.
Questo ha portato ad inchieste, sequestri e arresti. La situazione è nota, abbastanza complessa e provoca fondamentalmente due tipi di problemi che devono essere però visti come due tipi di problemi politici, non solo problemi reali per chi opera nel settore.
Il primo è la perdita di credibilità dell'intero comparto della mozzarella di bufala campana DOP che prevede quattro regioni interessate, ma prevede soprattutto un disciplinare che, nella sua forma attuale, dà dei suggerimenti chiari per cui entro 60 ore il latte deve essere lavorato, trasformato, e ciò deve essere una garanzia per il produttore e per tutti gli allevatori che rispettano le regole; però, quello che è emerso è che non tutti rispettano le regole.
Intercettazioni più volte riportate nei verbali anche della Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale, che ha audito alcuni interessati dei NAC, confermano queste parole. Vengono venduti decine di migliaia di quintali di latte congelato, latte che arriva da Paesi dell'Est, arriva anche dall'India, arriva forse dall'Egitto, può arrivare da mille altri posti e, quindi, manca un controllo. Il consumatore mangia una mozzarella di bufala e non sa se questa viene realmente prodotta nel territorio delle quattro regioni interessate, attraverso un disciplinare e un controllo, ma potrebbe arrivare da qualsiasi altra parte del mondo se noi lasciamo aperta la strada ad un congelamento che interrompe la trasformazione entro 60 ore e non c'è un controllo reale. I problemi sono due: vogliamo dare garanzia ai cittadini e ai consumatori senza svilire il prodotto mozzarella di bufala campana DOP e dare un mercato certo a un prodotto di qualità, e Pag. 30vogliamo, dall'altro, dare anche un senso di sicurezza, perché noi non possiamo pensare dal punto di vista lavorativo, dal punto di vista economico, dal punto del ritorno dell'indotto, del mercato nel suo complesso, che questa cosa possa essere trascurata.
Ora il disciplinare così com'è prevede un regolamento che deve essere adottato dal 1o gennaio 2013. Questo regolamento deve essere fatto; quindi una garanzia al Ministero in questo senso la chiediamo, ma senza modificare il disciplinare attuale visto che da più parti arrivano spinte o segnali per inserire questa parola del «condizionamento».
«Condizionare» la cagliata anche durante la fase di lavorazione potrebbe voler dire lasciare aperto che, poi, qualcuno truffando stocchi decine di migliaia di quintali di cagliata congelata che può essere fatta arrivare da qualsiasi parte del mondo, quindi senza controllo, senza garanzie e facendo fallire così tutto l'esperimento positivo del DOP sulla mozzarella campana.
Quelli che sono gli aspetti di tracciabilità, che noi più volte abbiamo richiamato anche in questa Aula e nelle Commissioni competenti, sui nostri prodotti devono avere una filiera certa che non può essere quella del microchip o dei controlli a campione fatti attraverso il computer; devono essere fatti attraverso controlli veri, specifici, non preavvisati, attraverso gli organi preposti: la Guardia di finanza piuttosto che i nuclei dei carabinieri piuttosto che le ASL. Devono essere fatti però con serietà, perché quanto avvenuto ci ha dimostrato che spesso alcuni consorzi, per esempio, hanno dentro produttori che girano fatture false e non sempre è possibile controllarli prima o durante ma ce ne possiamo accorgere eventualmente solo dopo, e allora queste quantità non sono veramente controllabili da nessun tipo di certificazione computeristica ma ci vuole invece un contatto diretto di verifica.
Ora - in poche parole - o questo Stato si mette in testa che uno degli ori bianchi, che è quello della mozzarella campana DOP, è qualcosa di importante che va tutelato, e allora le cose le facciamo seriamente (prima che Striscia la notizia di turno ci rifaccia vedere le tante belle intenzioni, ma poi si è fatto esattamente il contrario). E allora a tutti gli organi dello Stato va dato il messaggio chiaro che le truffe su questo tipo di prodotto, che è la nostra vetrina nel mondo, non solo a casa nostra, non devono essere ammesse, e per non ammetterle bisogna essere seri e controllare fine fondo, oppure il messaggio che, ancora una volta, passerebbe è che questo Stato se ne frega. Se ne frega perché? Anche le domande sono legittime, sono le più disparate, le più complesse, le più cattive. Io credo che la volontà di tutti, almeno a parole, è quella di procedere nel primo senso e non nel secondo. Ora se vogliamo farlo vorrei oggi, da parte del Ministero, una risposta chiara che non lasci spazio a interpretazioni o dubbi e che ci dica finalmente che il messaggio di questo Stato nei confronti di un nostro prodotto, quindi di un nostro tesoro che va in qualche modo garantito all'interno e all'esterno, è chiaro, forte e deciso.