XVI LEGISLATURA
Resoconto sommario dell'Assemblea
Seduta n. 502 di venerdì 15 luglio 2011
Pag. VPRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE
La seduta comincia alle 10.
La Camera approva il processo verbale della seduta di ieri.
I deputati in missione sono sessantadue.
Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.
PRESIDENTE. Comunica che il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il disegno di legge n. 4509, di conversione del decreto-legge n. 98 del 2011, recante disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria.
Il disegno di legge è stato assegnato alla V Commissione in sede referente ed al Comitato per la legislazione, per il parere di cui all'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento.
Approvazione in Commissione.
PRESIDENTE. Comunica che nella riunione di ieri, giovedì 14 luglio 2011, le Commissioni riunite VII e XI hanno approvato, in sede legislativa, la proposta di legge n. 4019, recante norme in materia di previdenza e di tutela della maternità per gli atleti non professionisti, con conseguente assorbimento delle abbinate proposte di legge.
Discussione del disegno di legge S. 2814, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge n. 98 del 2011: Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria (approvato dal Senato) (A.C. 4509).
PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.
GIANCARLO GIORGETTI (LNP), Relatore. Evidenzia preliminarmente che il decreto-legge in discussione rappresenta l'ultimo atto di un percorso, concordato in sede comunitaria, finalizzato a conseguire il pareggio di bilancio entro il 2014, mediante aggiustamenti dei conti pubblici commisurati alle esigenze dei bilanci dei prossimi anni. Nel sottolineare quindi come le recenti tensioni sui mercati internazionali, originati da manovre speculative che hanno colpito anche il nostro Paese, abbiano imposto l'anticipo del varo delle misure in esame, ringrazia a tal fine le opposizioni che ne hanno consentito l'accelerazione dell'iter; illustra altresì le principali disposizioni recate dal predetto testo, soffermandosi in particolare sulle riduzioni di spesa applicate ai Ministeri, agli enti territoriali e alla sanità. Ricordato inoltre che è stato rivisto il patto di stabilità interno, prevedendo meccanismi di valorizzazione degli enti territoriali più virtuosi, richiama le misure di contenimento dei costi della politica, che ritiene siano in linea con i sacrifici chiesti all'intero Paese e alle quali auspica il Governo dia rapidamente seguito. Nel sottolineare come la gravità della situazione abbia imposto di anticipare le disposizioni in materia di pagamento dei ticket sanitari, evidenzia le misure che rivedono in senso restrittivo il sistema delle agevolazioni fiscali, Pag. VIla cui entrata in vigore è comunque evitabile qualora siano adottate misure di riordino della spesa sociale.
LUIGI CASERO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Avverte che il Governo si riserva di intervenire in replica.
PIER PAOLO BARETTA (PD). Sottolineata la necessità di reagire unitariamente e responsabilmente all'attacco subito nei giorni scorsi dal nostro Paese sui mercati finanziari, evidenzia come il suo gruppo abbia accolto l'appello del Presidente della Repubblica, consentendo la sollecita conversione in legge del provvedimento d'urgenza in esame. Rilevato, quindi, il fallimento della politica economica del Governo, che ha indebolito l'immagine e la credibilità dell'Italia in ambito europeo, giudica particolarmente pericolosa la misura prevista dal comma 1-ter dell'articolo 40, che determina una riduzione lineare delle agevolazioni fiscali. Preannunzia, pertanto, il voto contrario del suo gruppo sul disegno di legge di conversione in esame, auspicando l'avvio di una nuova fase politica.
GIUSEPPE GIULIETTI (Misto). «Sottolinea come le forze politiche abbiano il dovere di rispondere all'appello del Presidente della Repubblica al senso di responsabilità dinanzi alla grave situazione che affligge l'Italia, rispetto alla quale il Governo, avendo mostrato in numerose circostanze un atteggiamento irresponsabile e non più degno di fiducia, dovrebbe abbandonare la guida del Paese, del quale non ha saputo garantire la coesione sociale. Stigmatizza infine l'assenza ed il silenzio del Presidente del Consiglio in un momento particolarmente delicato per il Paese.
ROBERTO MARMO (PT). Nel ringraziare preliminarmente le forze di opposizione per il contributo fornito nel corso dell'iter in sede referente, evidenzia come la manovra in discussione, giudicata seria ed ambiziosa dall'Unione europea e dal Fondo monetario internazionale, rappresenti un forte segnale in direzione del consolidamento dei conti pubblici a fronte degli attacchi speculativi subiti dall'Italia sui mercati finanziari. Richiamati, quindi, gli aspetti salienti del provvedimento d'urgenza in esame, con il quale si forniscono risposte serie e credibili alle attuali difficoltà economiche, esprime apprezzamento per l'obiettivo di conseguire il pareggio di bilancio entro il 2014.
RENATO CAMBURSANO (IdV). Sottolineato preliminarmente che le opposizioni hanno responsabilmente deciso di consentire un sollecito iter del provvedimento d'urgenza in discussione, anche in considerazione della grave crisi economica in atto e della necessità di raccogliere l'appello del Presidente della Repubblica, stigmatizza la scarsa disponibilità manifestata dalla maggioranza ad un proficuo confronto parlamentare; ritiene inoltre che la speculazione finanziaria che ha colpito i mercati italiani sia riconducibile alla sostanziale inadeguatezza della manovra economica e alla scarsa credibilità del Governo. Espresso quindi un giudizio assolutamente negativo su un decreto-legge che prevede un aumento generalizzato della pressione fiscale senza avviare, al contempo, un concreto piano di privatizzazioni e seri tagli ai costi della politica, reputa tali misure inidonee a stimolare la crescita del Paese, osservando altresì che la mancanza di risorse renderà inattuabile la prevista riforma fiscale. Nel condividere infine la proposta di costituzionalizzare il pareggio di bilancio, invita il Governo a rassegnare le dimissioni.
GIOACCHINO ALFANO (PdL). Richiama gli aspetti salienti del decreto-legge in discussione, sottolineando, in particolare, le misure relative alla riduzione dei costi della politica, alla razionalizzazione delle spese delle pubbliche amministrazioni e al contenimento di quelle relative ai settori sanitario e previdenziale, ispirate all'esigenza di tenere sotto controllo la spesa pubblica nel suo complesso. Ricorda, infine, le modifiche al patto di stabilità Pag. VIIinterno che tengono conto del grado di virtuosità degli enti locali.
ROBERTO OCCHIUTO (UdCpTP). Ricordato che il suo gruppo accoglie l'invito del Presidente della Repubblica, volto a recuperare il comune senso di responsabilità richiesto dalla difficile situazione economica del Paese e a consentire una sollecita approvazione della manovra economica in discussione, ritiene che la politica debba avere la capacità di convivere con la complessità dei mercati finanziari, osservando altresì come l'attività speculativa in atto sia sostanzialmente riconducibile alla scarsa credibilità di un Governo che non fornisce concrete garanzie per il futuro. Esprime quindi un giudizio negativo su un provvedimento che prevede tagli lineari e un aumento generalizzato dei livelli di tassazione che, a suo avviso, penalizzano soprattutto le famiglie, paventando il rischio che tali misure, di carattere fortemente recessivo, non stimoleranno la crescita dell'economia nazionale.
ALDO DI BIAGIO (FLpTP). Nel sottolineare il grande senso di responsabilità dimostrato dalle opposizioni, anche alla luce dell'appello del Presidente della Repubblica, che sta consentendo una sollecita conversione in legge del provvedimento d'urgenza in discussione, giudica le misure in esso contenute tutt'altro che soddisfacenti, segnatamente per quanto riguarda l'inidoneità a favorire la crescita economica e l'equità sociale, dimostrando pertanto la totale perdita di credibilità dell'Esecutivo. Manifesta, infine, rammarico per il mancato recepimento di proposte migliorative del testo presentate dal suo gruppo.
ROBERTO SIMONETTI (LNP). Sottolineata l'importanza di una manovra finanziaria che, anche alla luce dei provvedimenti già approvati dal Governo, persegue l'obiettivo di tenere sotto controllo i conti pubblici e garantire il pareggio di bilancio nel 2014, dichiara di condividere l'appello alla coesione nazionale rivolto dal Presidente della Repubblica alle forze politiche. Richiamati altresì gli aspetti più positivi del decreto-legge in esame, finalizzato al contenimento della spesa pubblica, alla riduzione dei costi della politica e al sostegno della crescita del Paese, ricorda, in particolare, le disposizioni inerenti il contributo di solidarietà per i trattamenti pensionistici più elevati e le norme che rendono meno stringente il patto di stabilità interno per gli enti locali più virtuosi, giudicando del tutto prioritario valorizzare adeguatamente l'autodeterminazione dei territori al fine di contrastare gli effetti deleteri della globalizzazione dei mercati finanziari.
ROBERTO ROLANDO NICCO (Misto-Min.ling.). Rileva che la manovra economica varata dal Governo penalizza le famiglie e gli enti locali, segnatamente le regioni a statuto speciale e le province autonome, nonostante gli accordi già siglati per l'attuazione del federalismo fiscale. Nel preannunziare, quindi, il convinto orientamento contrario della sua componente politica sul provvedimento d'urgenza in discussione, osserva che il sostegno assicurato dalle opposizioni all'approvazione dello stesso, pur raccogliendo autorevoli appelli alla coesione nazionale e all'assunzione di responsabilità al fine di proteggere l'economia del Paese dalle turbolenze dei mercati finanziari, implicherebbe come logica conseguenza politica la formazione di un nuovo Governo espressione di una base parlamentare più ampia.
ALBERTO FLUVI (PD). Nel sottolineare come la sua parte politica abbia risposto con senso di responsabilità all'appello formulato dal Presidenza della Repubblica affinché la manovra di finanza pubblica venisse immediatamente approvata dal Parlamento, ribadisce un giudizio fortemente critico sull'operato del Governo, esprimendo forti perplessità sulla tenuta della maggioranza, anche alla luce degli esiti delle recenti consultazioni elettorale e referendaria. Osservato peraltro come la manovra finanziaria in discussione non contenga misure atte a favorire la crescita Pag. VIIIeconomica, la giudica altresì inaccettabilmente iniqua in quanto condizionata dagli interessi particolari di singoli gruppi di pressione. Manifesta quindi netta contrarietà sulle misure concernenti i trattamenti pensionistici e la riduzione delle agevolazioni fiscali.
SANTO DOMENICO VERSACE (PdL). Manifesta apprezzamento per la rigorosa e sollecita manovra economica varata dal Governo, che giudica doverosa per difendere il Paese dagli attacchi della finanza speculativa e dalle conseguenti turbolenze e volatilità dei mercati; reputa quindi necessario e indifferibile ridurre i costi, a suo avviso inaccettabili e ingiustificati, della politica, contrastare la corruzione che pervade le istituzioni e introdurre vincoli espliciti all'ammontare della spesa pubblica proseguendo, anche attraverso l'adozione di futuri provvedimenti ad hoc, nel raggiungimento dell'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2014.
AMEDEO CICCANTI (UdCpTP). Stigmatizzata l'assenza nel dibattito odierno del Ministro Tremonti, atteso anche l'atteggiamento responsabile con cui le opposizioni stanno contribuendo al varo della manovra economica in esame, sottolinea come la stessa comporti un impatto finanziario e ripercussioni sulle famiglie ben più consistenti di quanto preannunziato dal Governo, rammentando i gravosi sacrifici già imposti, in particolare ai ceti medi e alle imprese, con i precedenti provvedimenti economici dell'Esecutivo e sottolineando come non siano state mantenute le promesse di riduzione della pressione fiscale e della spesa pubblica. Manifesta quindi un giudizio nettamente critico sulla manovra economica in discussione, la cui impostazione reputa erronea e socialmente iniqua, lamentando l'assenza di misure di sostegno sociale, di promozione della crescita e di contrasto all'evasione fiscale. Espressa contrarietà, in particolare, ai provvedimenti concernenti i ticket sanitari ed i depositi sui titoli, nonché alle linee guida della delega al Governo in materia fiscale, manifesta l'orientamento contrario del suo gruppo sul disegno di legge di conversione in esame.
FRANCESCO BOCCIA (PD). Nel rilevare che il provvedimento d'urgenza in discussione rappresenta l'ennesima manovra correttiva dei conti pubblici varata dal Governo dall'inizio della legislatura, stigmatizza la complessiva politica economica attuata dall'Esecutivo, che giudica contraddittoria, non in linea con l'Europa, di stampo propagandistico, inefficace e produttiva di negative ricadute sociali nel Paese. Nel dichiarare, quindi, il convinto voto contrario del suo gruppo sulla manovra in esame, osserva che il suo partito ha responsabilmente accolto l'autorevole appello del Capo dello Stato consentendo un sollecito iter parlamentare della manovra, di cui richiama i principali contenuti, a suo avviso iniqui per gli enti locali, le famiglie e le imprese, segnatamente quelle di piccole e medie dimensioni, sottolineando come si possa ormai considerare conclusa l'attuale stagione politica.
PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali.
GIANCARLO GIORGETTI (LNP), Relatore. Osservato come i tagli lineari alla spesa pubblica previsti dalla manovra economica in discussione comportino significativi elementi di novità, ravvisabili nelle modifiche del patto di stabilità interno e nella prevista applicazione di una spending review, ribadisce come l'aumento della pressione fiscale non risponda alle aspettative ed ai proponimenti della maggioranza, risultando tuttavia necessitato dalla difficile congiuntura finanziaria internazionale e dagli impegni assunti dall'Italia in ambito comunitario.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI
GIANCARLO GIORGETTI (LNP), Relatore. Evidenziato altresì come la mancata crescita caratterizzi esclusivamente il Mezzogiorno, Pag. IXlamenta l'assenza di un dibattito costruttivo in tal senso anche con le opposizioni, sottolineando peraltro la necessità di accompagnare l'approvazione della manovra in discussione con ulteriori significativi interventi quali la riforma del sistema fiscale e la riduzione dei costi della politica. Evidenzia infine la necessità che, anche in futuro, la classe politica tutta sappia dimostrarsi all'altezza degli obblighi e degli oneri conseguenti all'avvenuta adesione dell'Italia alla moneta unica europea.
ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. A nome del Governo, rivolge un sentito ringraziamento alle forze politiche e ai due rami del Parlamento per lo straordinario senso di responsabilità dimostrato consentendo il sollecito iter del provvedimento d'urgenza in esame e per l'apporto costruttivo venuto anche dalle opposizioni al miglioramento del testo. Rivendica, quindi, all'Esecutivo il merito di aver costantemente presidiato i conti pubblici nella difficile e turbolenta congiuntura economica che ha caratterizzato la legislatura in corso, richiamando i molteplici riconoscimenti internazionali riscossi al riguardo e la sostanziale tenuta del sistema-Paese. Nel ritenere, quindi, necessaria una profonda riforma fiscale in attuazione del nuovo assetto federale, sottolinea l'efficacia già rivelata delle disposizioni recate dal provvedimento d'urgenza nella difesa dell'economia reale dalla speculazione internazionale.
ROBERTO GIACHETTI (PD). Parlando per un richiamo all'articolo 37 del Regolamento, ritiene che maggioranza e Governo avrebbero dovuto tenere un atteggiamento più rispettoso delle opposizioni e del Parlamento nel suo complesso, assicurando tra l'altro la presenza del Ministro Tremonti nel corso del dibattito odierno.
ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Pone la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.
ANGELO COMPAGNON (UdCpTP). Ricordato l'atteggiamento responsabile assunto dall'opposizione, lamenta il ricorso per l'ennesima volta alla questione di fiducia.
PRESIDENTE. Avverte che, avendo il Governo posto la questione di fiducia, si procederà, secondo quanto unanimemente concordato in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, allo svolgimento delle dichiarazioni di voto e successivamente alla votazione per appello nominale, in deroga al termine di cui all'articolo 116, comma 3, del Regolamento.
(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia)
MARIO PEPE (Misto-R-A). Pur rilevando le gravi difficoltà che stanno affliggendo il nostro Paese, manifesta la ferma convinzione che sia possibile uscire dall'attuale delicata fase con uno sforzo comune che ritiene potrà garantire un nuovo periodo di sviluppo economico. Dichiara, infine, che la sua componente politica voterà convintamente la fiducia al Governo.
PINO PISICCHIO (Misto-ApI). Lamentata l'impossibilità di svolgere un costruttivo dibattito sulla manovra in esame, evidenzia l'atteggiamento responsabile assunto dalle forze di opposizione per consentire la sollecita conversione in legge del provvedimento d'urgenza in discussione. Dichiara, infine, che la sua componente politica negherà la fiducia al Governo.
ANTONIO BORGHESI (IdV). Nel sottolineare che l'azione del Governo è stata sempre improntata a perseguire interessi affaristici, rileva come la sua parte politica proponga serie misure alternative per ridurre realmente i costi della politica e il divario sociale, abbattere gli inutili sprechi Pag. Xdi risorse pubbliche in tutti i settori della pubblica amministrazione, introdurre efficaci misure per contrastare l'evasione fiscale ed impedire le speculazioni finanziarie, garantire al Paese una maggiore concorrenza nei mercati e nelle libere professioni. Sottolineato quindi come il centrodestra abbia adottato provvedimenti che vanno in senso diametralmente opposto rispetto alle predette ipotesi, dimostrando così di non aver affatto a cuore gli interessi di tutti i cittadini italiani, invita l'Esecutivo a lasciare la guida del Paese.
ANTONINO LO PRESTI (FLpTP). Evidenziato il grande senso di responsabilità dimostrato dalle opposizioni, anche alla luce dell'appello del Capo dello Stato, dichiara che il suo gruppo negherà la fiducia al Governo. Manifestato, quindi, un giudizio fortemente critico sulla manovra in esame, che, tra l'altro, non contiene misure volte a contrastare la corruzione e a favorire la crescita economica, auspica la formazione di un Esecutivo di alto profilo istituzionale e tecnico che consenta di affrontare una breve fase di transizione propedeutica a nuove elezioni politiche.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE
ARTURO IANNACCONE (PT). Sottolineato come la pronta reazione di tutte le forze politiche, successivamente all'appello del Presidente della Repubblica, consentirà al nostro Paese di fronteggiare meglio gli assalti delle speculazioni finanziarie ed evitare che la già grave situazione diventi drammatica, ritiene che la pragmatica manovra economica delineata dal Governo consentirà le necessarie correzioni dei saldi di finanza pubblica, dimostrando l'atteggiamento responsabile della maggioranza e vanificando ogni impropria ipotesi di Governi tecnici o di responsabilità nazionale. Pur sottolineando che il suo gruppo continuerà a sostenere con forza il Governo, anche votando la fiducia odierna lamenta la grave assenza di misure in favore del Mezzogiorno, sollecitando il Ministro Tremonti a prevedere nell'immediato provvedimenti correttivi di tale inaccettabile situazione.
SAVINO PEZZOTTA (UdCpTP). Dichiara che il suo gruppo negherà convintamente la fiducia al Governo, sottolineando il senso di responsabilità dimostrato dalle opposizioni, che hanno accolto l'appello del Presidente della Repubblica circa la necessità di tutelare gli interessi del Paese. Esprime, inoltre, un giudizio fortemente negativo sulle disposizioni contenute nel decreto-legge in esame, con particolare riferimento agli aspetti di iniquità sociale e all'inesistenza di misure a sostegno delle famiglie, sempre più penalizzate; ritiene che tutto ciò dimostri il fallimento della politica economica dell'Esecutivo, che non ha mantenuto le promesse fatte agli elettori.
MASSIMO BITONCI (LNP). Ricordata la recente crisi finanziaria che ha minato la credibilità dell'Unione europea e degli Stati membri, sottolinea la necessità di una governance europea idonea a rafforzare le singole economie nazionali. Evidenziati, quindi, gli aspetti più innovativi della manovra in esame, ai quali il suo gruppo ha contribuito in misura determinante, tra cui la revisione del patto di stabilità interno e i significativi interventi volti a ridurre i costi della politica, dichiara che il suo gruppo confermerà convintamente la fiducia al Governo.
MICHELE VENTURA (PD). Nel ribadire nettamente che la sua parte politica non condivide affatto i contenuti di una manovra iniqua e sbagliata che, per fronteggiare una situazione interamente imputabile alla responsabilità dell'Esecutivo, introduce tagli che ancora una volta penalizzeranno le fasce più deboli e le famiglie e innescheranno una pericolosa fase recessiva, sottolinea come il Presidente del Consiglio e la maggioranza non godano più di alcuna credibilità nazionale ed internazionale, alimentando un sentimento di antipolitica che rischia di intaccare pericolosamente il principio della rappresentanza. Pag. XIDichiara quindi che il suo gruppo, il quale presenterà proposte alternative per contrastare tale situazione ed ha responsabilmente risposto all'appello alla coesione lanciato dal Presidente della Repubblica, negherà la fiducia al Governo.
ENRICO LA LOGGIA (PdL). Manifesta stupore per le argomentazioni critiche sostenute dall'opposizione che, senza valutare adeguatamente il contesto macroeconomico internazionale, ha assunto atteggiamenti e avanzato proposte meramente demagogici e strumentali.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI
ENRICO LA LOGGIA (PdL). Rammentate le misure restrittive della spesa pubblica già adottate con le precedenti manovre, evidenzia come conseguentemente la manovra in esame sia proiettata al conseguimento del pareggio di bilancio entro il 2014, auspicando l'approvazione di una modifica della Carta costituzionale volta ad introdurvi l'obbligo del perseguimento dell'equilibrio dei conti pubblici. Ricordato altresì come la riforma costituzionale approvata dalla maggioranza di centrodestra nel 2005 e non confermata nel prescritto referendum prevedesse una significata riduzione dei costi della politica, osserva che la manovra economica in esame non pregiudica l'attuazione del federalismo fiscale e reca misure atte a sostenere la crescita e lo sviluppo. Invita, infine, il Presidente del Consiglio e l'Esecutivo a proseguire sulla strada delle riforme già intrapresa, confermando loro il sostegno del suo gruppo e della maggioranza.
Interviene per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato GIANCARLO LEHNER (PT).
La seduta, sospesa alle 14,15, è ripresa alle 14,35.
I deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono sessantatré.
Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.
PRESIDENTE. Comunica che i deputati Andrea Ronchi, Giuseppe Scalia e Adolfo Urso, già iscritti al gruppo parlamentare Futuro e Libertà per il Terzo Polo, hanno aderito al gruppo parlamentare Misto.
Si riprende la discussione.
PRESIDENTE. Indíce la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sulla cui approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia.
(Segue la votazione).
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI
INDI DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI
INDI DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE
INDI DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI
PRESIDENTE. Comunica il risultato della votazione:
Presenti 602
Votanti 600
Astenuti 2
Maggioranza 301
Hanno risposto sì316
Hanno risposto no284
(La Camera approva).
(Trattazione dell'unico ordine del giorno)
PRESIDENTE. Avverte che la Presidenza non ritiene ammissibile l'ordine del giorno Beltrandi n. 1.
Pag. XIILa seduta, sospesa alle 15,50, è ripresa alle 16,30.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI
(Dichiarazioni di voto finale)
GIORGIO LA MALFA (Misto-LD-MAIE). Ricordato di aver negato la fiducia al Governo, dichiara che esprimerà voto favorevole sul disegno di legge di conversione in esame, pur ritenendolo per molti aspetti iniquo e sbagliato, per senso di responsabilità, alla luce della grave situazione economica del Paese, evidenziata anche dal Presidente della Repubblica. Auspica comunque che la maggioranza riconosca la necessità di un'inversione di tendenza.
KARL ZELLER (Misto-Min.ling.). Giudicato condivisibile l'appello alla coesione nazionale rivolto dal Presidente della Repubblica alle forze politiche circa un sollecito iter del provvedimento d'urgenza in discussione, ritiene che tali misure avranno un impatto notevole sulla vita dei cittadini. Nell'invitare quindi il Governo a tutelare almeno le famiglie meno abbienti, dichiara l'astensione della sua componente politica sul disegno di legge di conversione in esame.
Decorrono da questo momento i termini regolamentari di preavviso per le votazioni elettroniche.
FRANCESCO NUCARA (Misto-R-A). Nell'esprimere apprezzamento per l'attività svolta dal Governo per salvare il Paese nell'attuale delicatissima congiuntura finanziaria, manifesta l'assenso ed il sostegno della propria parte politica al percorso di risanamento economico intrapreso dall'Esecutivo. Dichiara quindi il voto favorevole della sua componente politica sul disegno di legge di conversione in esame.
CARMELO LO MONTE (Misto-MpA-Sud). Nel dichiarare il voto contrario della sua componente politica sul disegno di legge di conversione in esame, lamenta che la maggioranza ha approfittato del senso di responsabilità dimostrato dall'opposizione per varare una manovra iniqua, in quanto penalizzante per i ceti più deboli della popolazione e soprattutto per il Mezzogiorno.
LINDA LANZILLOTTA (Misto-ApI). Sottolineata la disponibilità delle opposizioni a consentire un sollecito iter di un provvedimento d'urgenza che reca un contenuto non condivisibile, osserva come il Parlamento abbia deciso di inviare ai mercati finanziari il chiaro segnale di ridurre il debito pubblico e di raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2014, rilevando altresì come l'attività speculativa in atto sia riconducibile alla scarsa credibilità di un Governo privo di valori e senso dello Stato. Giudicate quindi inadeguate ed inique le disposizioni recate dalla manovra economica in discussione, reputa necessario che l'Esecutivo rassegni le dimissioni affinché il Paese possa avere una guida coesa in grado di garantire rigore, equità e crescita economica; dichiara infine il voto contrario della sua componente politica sul disegno di legge di conversione in esame.
ANTONIO DI PIETRO (IdV). Stigmatizzata l'assenza in Aula del Presidente del Consiglio e del Ministro Tremonti, sottolinea l'atteggiamento responsabile con cui la propria parte politica ha aderito all'appello rivolto alle opposizioni dal Presidente della Repubblica per varare urgentemente la manovra economica. Nel manifestare altresì sdegno per i reiterati tentativi del Governo di varare ulteriori provvedimenti ad personam nel drammatico contesto finanziario attuale, auspica la sollecita calendarizzazione della mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni, esprimendo altresì riprovazione per l'atteggiamento della maggioranza, che accorda la fiducia al Governo al mero scopo di mantenere cariche pubbliche e connesse impunità. Giudica quindi iniqua la manovra economica in discussione, di cui richiama Pag. XIIIi contenuti salienti, confermando la necessità di colpire gli evasori fiscali, tagliare gli sprechi di denaro pubblico, tassare le rendite finanziarie e ridurre gli stanziamenti per le spese militari. Nell'auspicare quindi la conclusione della fallimentare esperienza del Governo in carica, manifesta la contrarietà della sua parte ad ipotetici Esecutivi tecnici. Dichiara infine il voto contrario del suo gruppo sul disegno di legge di conversione in esame.
BENEDETTO DELLA VEDOVA (FLpTP). Sottolinea il senso di responsabilità dettato da spirito patriottico delle forze di opposizione, che ha consentito un iter accelerato del disegno di legge di conversione in esame, lamentando l'assenza del Presidente del Consiglio e la mancata nomina del Ministro per le politiche europee. Dichiara quindi il voto contrario del suo gruppo sul provvedimento d'urgenza in discussione, esprimendo sullo stesso un giudizio fortemente negativo, in particolare per quanto riguarda le misure che aumentano la pressione fiscale, penalizzando gravemente le famiglie. Auspica, infine, l'avvio di una fase politica nuova caratterizzata da maggiore coesione e affidabilità.
SILVANO MOFFA (PT). Nel dare atto del grande senso di responsabilità dimostrato da tutte le forze politiche, che con meritorio tempismo hanno consentito il sollecito iter parlamentare di una rigorosa manovra economica rispondente alle istanze autorevolmente manifestate a livello europeo, ritiene che il provvedimento d'urgenza in esame abbia efficacemente rassicurato i mercati finanziari proteggendo l'economia del Paese dalla speculazione internazionale. Osserva, inoltre, che le misure contenute nel predetto provvedimento sono improntate a giustizia ed equità sociale, giudicando pretestuose, strumentali e sterili le critiche rivolte dalle opposizioni sul merito del provvedimento. Nell'auspicare, quindi, ulteriori interventi legislativi di carattere strutturale sulla normativa in materia previdenziale, anche ai fini di assicurare la sostenibilità del sistema pensionistico italiano, nonché l'istituzione di una specifica sessione parlamentare dedicata all'esame di provvedimenti che, mantenendo i vincoli di bilancio, rilancino lo sviluppo del Paese, dichiara il convinto voto favorevole del suo gruppo sul disegno di legge di conversione in esame.
PIER FERDINANDO CASINI (UdCpTP). Manifesta un giudizio nettamente critico sulla manovra economica in esame, che reputa colpire iniquamente i ceti medi e le famiglie senza ridurre i costi della politica né prevedere le necessarie riforme strutturali. Stigmatizzate quindi le argomentazioni, che giudica meramente retoriche, sostenute da anni dal Governo in merito al superamento della crisi economica e alla ripresa della crescita del Paese, nonché alla riduzione della pressione fiscale, sottolinea la necessità di riorganizzare efficacemente la spesa pubblica senza realizzare tagli meramente lineari, di cui paventa gli effetti depressivi. Osservato peraltro come i maggiori impegni di spesa della manovra siano rinviati al biennio 2013-14, paventa il rischio che si rendano necessari ulteriori gravosi provvedimenti di risanamento economico, ribadendo la necessità di colpire gli evasori fiscali e di prevedere un prelievo di solidarietà a carico delle classi più abbienti. Lamenta, infine, l'assenza del Presidente del Consiglio nei passaggi salienti della gestione dell'emergenza finanziaria in atto, giudicandolo un segnale emblematico della debolezza e dell'inadeguatezza dell'Esecutivo.
MARCO GIOVANNI REGUZZONI (LNP). Nel sottolineare il senso di dovere dimostrato nel caso di specie da tutte le forze politiche, che dovrebbe rappresentare la norma e non l'eccezione, evidenzia gli aspetti più condivisibili della manovra economica in esame, alla cui definizione il suo gruppo ha contribuito in misura determinante, quali, in particolare, la revisione del patto di stabilità interno, che premia gli enti locali più virtuosi, e le disposizioni concernenti il settore turistico. Pag. XIVNell'auspicare, infine, la compiuta realizzazione della riforma in senso liberale e federalista dello Stato, preannunzia l'impegno in tal senso della propria parte politica.
PIER LUIGI BERSANI (PD). Rivendicato alla sua parte politica il merito di avere responsabilmente contribuito al sollecito iter del provvedimento d'urgenza in esame e della relativa questione di fiducia posta dal Governo, anche consentendo la deroga alle ordinarie procedure parlamentari, esprime netta contrarietà alla manovra economica in esame, che giudica gravemente iniqua, deleteria per il rilancio dello sviluppo del Paese, nonché inefficace nella difesa dell'economia reale dalla speculazione internazionale. Rilevato, quindi, che il decreto-legge in esame inasprisce il prelievo fiscale attraverso la riduzione lineare delle agevolazioni tributarie, osserva che la maggioranza ha respinto le numerose e serie proposte migliorative avanzate dalle opposizioni. Nel considerare, infine, ormai conclusa la stagione politica del centrodestra, ritiene necessario un radicale rinnovamento della politica italiana, auspicando che il futuro governo del Paese sia affidato alla sua parte politica, di cui richiama il convinto e maturo europeismo, preannunziando, tra l'altro, la presentazione di uno specifico progetto di legge di abrogazione dell'inasprimento dei ticket sanitari introdotto dal decreto-legge in esame.
FABRIZIO CICCHITTO (PdL). Rivendicati i meriti del Governo nel risanare i conti pubblici, nonché nel finanziare le grandi opere, le piccole e medie imprese e gli ammortizzatori sociali e nell'avviare un articolato processo riformatore, sottolinea come la delicatissima attuale congiuntura finanziaria non possa essere ascritta alla responsabilità dell'Esecutivo, essendo piuttosto la ripercussione di una più complessa involuzione internazionale. Sottolineata quindi la necessità di maggiore unità di intenti e strategie di politica economica fra gli Stati membri dell'Eurozona, evidenzia come i termini della manovra finanziaria in esame, di cui richiama i contenuti salienti, siano stati dettati dagli impegni assunti in ambito europeo per il conseguimento del pareggio di bilancio. Nel dare atto alle opposizioni del senso di responsabilità dimostrato ed al Presidente della Repubblica della mediazione effettuata, giudica per contro gravemente irresponsabile, oltre che deleteria per le prevedibili ripercussioni finanziarie, la richiesta di dimissioni del Governo, ribadendo la disponibilità della maggioranza ad un proficuo confronto sui temi connessi alla crescita economica del Paese.
Intervengono ulteriormente per dichiarazione di voto finale i deputati ANTONIO MARTINO (PdL), GIOVANNI DIMA (PdL), MARCO BELTRANDI (PD) e MASSIMO DONADI (IdV).
La Camera, con votazione finale elettronica, approva il disegno di legge di conversione n. 4509.
Modifica nella composizione di una componente politica del gruppo parlamentare Misto.
PRESIDENTE. Comunica che il deputato Sandro Oliveri, iscritto al gruppo parlamentare Misto, ha aderito alla componente politica Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud.
Sul calendario dei lavori dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Comunica che il presidente della VIII Commissione ha rappresentato l'esigenza che l'inizio della discussione in Assemblea del disegno di legge recante norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani, già previsto per lunedì 18 luglio, sia differito ad altra data. L'esame di tale provvedimento non sarà pertanto iscritto all'ordine del giorno delle sedute della prossima settimana.
Pag. XVSull'ordine dei lavori.
Intervengono sull'ordine dei lavori i deputati FRANCESCO BARBATO (IdV) e MARCO PUGLIESE (PdL).
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della prossima seduta:
Lunedì 18 luglio 2011, alle 16.
(Vedi resoconto stenografico pag. 81).
La seduta termina alle 18,15.