SOMMARIO
Giovedì 7 luglio 2011
5-02483 Bobba: Situazione della cartiera Ermolli di Crevacuore, in provincia di Biella ... 74
ALLEGATO 1 (Testo della risposta) ... 77
5-04373 Boffa: Piano industriale della Cablelettra Spa e continuità produttiva dello stabilimento Cablelettra di Limatola, in provincia di Benevento.
5-04552 Boffa: Situazione dello stabilimento Cablelettra di Limatola, in provincia di Benevento ... 75
ALLEGATO 2 (Testo della risposta) ... 78
5-04376 Tullo: Piano industriale del gruppo Fincantieri e rilancio dell'attività del cantiere di Riva Trigoso ... 75
ALLEGATO 3 (Testo della risposta) ... 80
5-04459 Mario Pepe: Istituzione di un tavolo tecnico-istituzionale per il polo tessile di San Marco dei Cavoti, in provincia di Benevento ... 75
ALLEGATO 4 (Testo della risposta) ... 82
5-04487 Benamati: Prospettive industriali del gruppo Alstom ... 76
ALLEGATO 5 (Testo della risposta) ... 83
5-04509 Vico: Reintegro di dirigenti generali e valorizzazione delle professionalità interne al Ministero dello sviluppo economico ... 76
ALLEGATO 6 (Testo della risposta) ... 84
5-04804 Zazzera: Modalità di gestione delle richieste delle tariffe incentivanti da parte del Gestore dei servizi energetici (GSE) ... 76
ALLEGATO 7 (Testo della risposta) ... 86
5-04968 Fugatti: Disposizioni relative alla durata delle concessioni per la coltivazione delle cave in Trentino ... 76
Disciplina delle professioni non regolamentate. C. 1934 Froner, C. 2077 Formisano, C. 3131 Buttiglione e C. 3488 Della Vedova ... 76
Giovedì 7 luglio 2011. - Presidenza del vicepresidente Laura FRONER - Interviene il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Stefano Saglia.
La seduta comincia alle 9.
5-02483 Bobba: Situazione della cartiera Ermolli di Crevacuore, in provincia di Biella.
Il sottosegretario Stefano SAGLIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).
Luigi BOBBA (PD), replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta, che
giunge tardiva rispetto ai tempi di presentazione dell'interrogazione presentata il 16 febbraio 2010, nella quale si chiedeva un intervento tempestivo del Governo al fine di scongiurare la chiusura di un antico insediamento industriale. A seguito della chiusura definitiva dello stabilimento di Crevacuore, si limita - e non senza amarezza - ad auspicare che i restanti quaranta lavoratori ancora in mobilità possano trovare adeguata collocazione.
5-04373 Boffa: Piano industriale della Cablelettra Spa e continuità produttiva dello stabilimento Cablelettra di Limatola, in provincia di Benevento.
5-04552 Boffa: Situazione dello stabilimento Cablelettra di Limatola, in provincia di Benevento.
Laura FRONER, presidente, avverte che le interrogazioni, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente.
Il sottosegretario Stefano SAGLIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).
Costantino BOFFA (PD), replicando, si dichiara solo parzialmente soddisfatto della risposta in cui emerge con chiarezza che la soluzione individuata nel piano industriale presentato dalla Yazaky Corporation, lascia senza occupazione più della metà dei dipendenti della Cablelettra Spa, i quali entreranno in mobilità, mentre le assunzioni previste sono a tempo determinato. A tale riguardo, auspica quindi che il Governo continui a monitorare l'evolversi della vicenda, al fine di verificare il rispetto degli accordi da parte della società acquirente con le istituzioni e con le rappresentanze sindacali e, in particolare, la ricerca di una sede nella zona del casertano. Esprime, infine, notevoli preoccupazioni riguardo al momento in cui, al termine dei previsti ventiquattro mesi di vigenza dei contratti di lavoro, l'azienda potrebbe non sentirsi più vincolata neanche al proseguimento dell'attività.
5-04376 Tullo: Piano industriale del gruppo Fincantieri e rilancio dell'attività del cantiere di Riva Trigoso.
Il sottosegretario Stefano SAGLIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).
Mario TULLO (PD), replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta, pur apprezzando le assicurazioni fornite relativamente a future commesse e alla acquisizione della seconda nave Carnival da parte di Fincantieri. Ricorda che l'interrogazione in titolo è stata presentata nello scorso mese di marzo, che il tavolo in essa sollecitato si è svolto il 3 giugno e che, nonostante gli impegni presi, il piano industriale è stato ritirato. Esprime preoccupazione per le recenti dichiarazioni del ministro La Russa in merito alle difficoltà del progetto Fremm, nonché sull'Accordo di programma per il progetto «ribaltamento a mare» relativo all'area di Genova. Auspica, infine, che le assicurazioni fornite dal sottosegretario Saglia nella risposta all'interrogazione in titolo abbiano un seguito e non siano di volta in volta contraddette da altri rappresentanti del Governo.
5-04459 Mario Pepe: Istituzione di un tavolo tecnico-istituzionale per il polo tessile di San Marco dei Cavoti, in provincia di Benevento.
Il sottosegretario Stefano SAGLIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).
Mario PEPE (PD), replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta che, da un lato, giudica burocratica e, dall'altro, non contiene alcun riferimento alla situazione del polo tessile dei S. Marco dei Cavoti, oggetto specifico del suo atto ispettivo. Ritiene altresì necessario che il Governo convochi tempestivamente un tavolo tecnico allo scopo di individuare le soluzioni più adeguate ad affrontare la crisi del settore tessile che coinvolge tutta la provincia di Benevento.
5-04487 Benamati: Prospettive industriali del gruppo Alstom.
Il sottosegretario Stefano SAGLIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).
Gianluca BENAMATI (PD), replicando, si dichiara solo parzialmente soddisfatto della risposta che, seppur articolata, riguarda solo i dipendenti del sito di Colleferro. Ritiene piuttosto che occorrano risposte adeguate sul versante sia occupazionale che aziendale, al fine di salvaguardare il futuro e le prospettive industriali del gruppo Alstom anche per il ruolo strategico che la produzione di questa azienda ricopre nel settore dei trasporti. Auspica pertanto che il Governo continui a monitorare l'evolversi di tale vicenda affinché l'attuale fase di criticità possa essere superata. Ringrazia, quindi, il Governo per i chiarimenti forniti in merito allo stabilimento laziale e per l'apertura del tavolo, ma sollecita ulteriori informazioni in merito alle prospettive strategiche del gruppo e alla sua permanenza in Italia.
5-04509 Vico: Reintegro di dirigenti generali e valorizzazione delle professionalità interne al Ministero dello sviluppo economico.
Il sottosegretario Stefano SAGLIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 6).
Ludovico VICO (PD), replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta, che giudica assolutamente non condivisibile nel merito, pur apprezzando il tentativo di fornire comunque spiegazioni. Ritiene che, se il personale dirigenziale continuerà ad essere assegnato senza procedure concorsuali, la selezione non potrà mai rispondere a nessun requisito di merito e sempre più spesso ci si troverà nelle condizioni illustrate nel suo atto ispettivo.
5-04804 Zazzera: Modalità di gestione delle richieste delle tariffe incentivanti da parte del Gestore dei servizi energetici (GSE).
Il sottosegretario Stefano SAGLIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 7).
Pierfelice ZAZZERA (IdV), replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta, pur ringraziando il sottosegretario per la ricchezza dei suoi contenuti. Sottolinea che, a seguito dell'approvazione del Quarto conto energia si assiste ad una confusione di rapporti tra l'organo di controllo e le piccole aziende di fotovoltaico che fanno richiesta di incentivi. Grandi difficoltà si manifestano anche nel servizio agli utenti da parte del GSE. Richiamate le vicende giudiziarie che hanno coinvolto alcuni consulenti del GSE per finanziamenti poco trasparenti, sollecita il Governo a seguire con attenzione l'attività del Gestore. Sottolinea, infine, che a seguito dei risultati referendari sul nucleare, si pone con maggiore urgenza la definizione di un Piano energetico nazionale che favorisca lo sviluppo delle energie rinnovabili, senza penalizzare l'attività delle piccole e medie imprese.
5-04968 Fugatti: Disposizioni relative alla durata delle concessioni per la coltivazione delle cave in Trentino.
Laura FRONER, presidente, avverte che, su richiesta del Governo e d'accordo con il presentatore, l'interrogazione in titolo sarà svolta in altra seduta.
Dichiara, quindi, concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
La seduta termina alle 9.50.
Giovedì 7 luglio 2011.
Disciplina delle professioni non regolamentate.
C. 1934 Froner, C. 2077 Formisano, C. 3131 Buttiglione e C. 3488 Della Vedova.
Il Comitato ristretto si è riunito dalle 14.15 alle 15.10.
Interrogazione n. 5-02483 Bobba: Situazione della cartiera Ermolli di Crevacuore.
In via preliminare, si fa presente che l'industria cartaria nazionale produce oltre 10 milioni di tonnellate di carte e cartoni, realizzando un fatturato di oltre 7,6 miliardi di euro con 23mila addetti diretti e almeno altrettanti operanti nell'indotto. Le cartiere italiane sono al quarto posto in Europa (dopo Germania, Finlandia e Svezia) con il 10 per cento dei volumi prodotti.
Produzione e domanda dei prodotti cartari hanno avuto un trend di crescita a livello europeo e nazionale anche con tassi annui superiori al 2 per cento.
Il settore ha investito negli ultimi anni molte risorse negli impianti di cogenerazione il che ha consentito un risparmio di circa 1,2 milioni di tonnellate di CO2. Nonostante i significativi investimenti effettuati, l'industria cartaria italiana presenta notevoli difficoltà nel mantenere la propria capacità competitiva in un contesto internazionale sempre più globalizzato.
Come noto, il settore cartario ha subito un pesante ridimensionamento in conseguenza della recente crisi economica, con un calo del fatturato di circa 1,7 miliardi di euro tra il 2007 e il 2009. Nel corso del 2010, tuttavia, c'è stato un parziale recupero: la produzione ha, infatti, sfiorato i 9 milioni di tonnellate, mentre le dinamiche dei prezzi in rialzo, peraltro, non uniformi a seconda delle diverse tipologie produttive, hanno posizionato il fatturato poco oltre i 6,8 miliardi di euro, con un recupero del 14 per cento rispetto al valore registrato nel 2009.
Per quanto concerne, in particolare, l'attuale situazione della Cartiera Ermolli, si evidenzia che, rispetto a quanto già riferito in risposta all'atto di sindacato ispettivo citato nel testo dell'interrogazione in esame, l'azienda ha deciso di concentrare la produzione nel sito di Moggio Udinese, dichiarandosi, comunque, pronta a mettere a disposizione il sito ad un nuovo imprenditore che si faccia portatore di un progetto di reindustrializzazione e reimpiego dei lavoratori.
In merito alla situazione occupazionale dello stabilimento di Crevacuore, dai dati acquisiti presso il Ministero del lavoro, risulta che l'azienda ha usufruito, per l'intero organico di circa 115 dipendenti, della CIGS per crisi aziendale per un periodo di 12 mesi, a decorrere dal 14 aprile 2008. Successivamente, sempre per lo stabilimento di Crevacuore, è stata attivata la procedura per la richiesta di CIG in deroga per 106 lavoratori per il periodo dal 14 aprile 2009 al 13 ottobre 2009, con proroga a favore di 89 lavoratori fino al 13 dicembre 2009.
La Cartiera Ermolli ha usufruito, inoltre, di CIGS, per cessazione di attività dal 14/12/2009 al 13/12/2010, con autorizzazione alla corresponsione del trattamento straordinario d'integrazione salariale a favore di 82 unità lavorative dello stabilimento di Crevacuore.
Il Ministero del lavoro precisa, infine, che l'Azienda non ha presentato, per il periodo successivo al 13 dicembre 2010, ulteriori istanze per la fruizione di ammortizzatori sociali e che, ad oggi, le Parti sociali non hanno richiesto alcun incontro per l'esame della situazione occupazionale.
Il Ministero dello sviluppo economico continuerà, comunque, a monitorare l'evolversi della vicenda rimanendo disponibile ad aprire un tavolo di confronto, qualora le Parti ne facciano richiesta.
Interrogazione n. 5-04373 Boffa: Piano industriale della Cablelettra Spa e continuità produttiva dello stabilimento Cablelettra di Limatola in provincia di Benevento.
Interrogazione n. 5-04552 Boffa: Situazione dello stabilimento Cablelettra di Limatola, in provincia di Benevento.
Si risponde agli atti di sindacato ispettivo congiuntamente in quanto gli stessi vertono sostanzialmente sul medesimo argomento.
La S.p.A. Cablelettra, con sede legale in Vigevano e sede amministrativa in Robbio, è stata ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria con decreto del Tribunale di Vigevano in data 1o luglio 2009.
Il Commissario straordinario, in coerenza con le previsioni del programma di recupero, che è come noto, è finalizzato a riportare in stabilità economica finanziaria la società, ha avviato la procedura di vendita dei complessi aziendali e delle partecipazioni di proprietà della S.p.A. Cablelettra. Tale iter si è concluso con la gara pubblica per la raccolta di offerte di acquisto vincolanti.
All'esito di tale gara, con provvedimento del 22 febbraio 2011, il Commissario è stato autorizzato ad accettare l'unica offerta validamente presentata, in quanto in linea con le previsioni di cui al disciplinare di gara e supportata da tutta la documentazione richiesta, formulata dalla società di diritto giapponese Yazaki Corporation.
Lo stesso, inoltre, ha avviato tutte le iniziative finalizzate alla stipula del contratto preliminare e del definitivo contratto di cessione, una volta espletate le procedure relative al trasferimento dei lavoratori (ex articolo 47 legge 428/1990).
L'offerta prevedeva l'acquisto dei complessi aziendali e delle partecipazioni di proprietà della Cablelettra S.p.A. in A.S. al prezzo complessivo di euro 61.000.000,00 - corrispondente al corrispettivo minimo previsto nel disciplinare di gara - che sarebbe stato corrisposto alla procedura, contestualmente alla sottoscrizione del contratto definitivo di cessione, oltre al mantenimento in attività di n. 77 lavoratori per un biennio.
A tal riguardo si precisa che il Commissario, nel valutare positivamente tale offerta, ha ritenuto che l'impegno occupazionale assunto dall'offerente, fosse coerente per un'adeguata e ottimale attività della Cablelettra S.p.A. come, peraltro, riportato nel programma - 100 unità, a fronte delle 312 unità in forza alla data di apertura della procedura di amministrazione straordinaria - anche in considerazione della eventualità di ulteriori assunzioni, all'esito delle consultazioni sindacali, prospettate dallo stesso offerente.
Con relazione informativa dello scorso 27 maggio, il Commissario ha fornito notizie aggiornate in merito all'attività di negoziazione intercorsa con la società aggiudicataria ed alle consultazioni relative al trasferimento dei lavoratori.
In tale nota, lo stesso riferisce che il 1o giugno 2011 sarebbero stati stipulati sia l'accordo sindacale, sia il contratto preliminare. A tal fine la società aggiudicataria ha costituito una Newco di diritto italiano,
denominata Yazaki Automotive Products s.r.l., di cui la società giapponese Yazaki Corporation è socio unico.
Con specifico riferimento agli impegni occupazionali, il Commissario ha evidenziato che il 16 marzo 2011 sono state avviate le consultazioni sindacali, che sono poi proseguite nel mese di aprile, in vista del raggiungimento dell'accordo sindacale ai sensi della normativa vigente (articolo 47, comma 2, della legge 428 del 1990 e dell'articolo 63, comma 4, d. lgs. 270/99).
Dai documenti che il Commissario ha prodotto in bozza, a corredo della predetta relazione informativa, si desume che la società cessionaria è, attualmente, disponibile ad assumere, per un periodo di 24 mesi a decorrere dal perfezionamento della cessione - con la stipula del contratto definitivo - un numero complessivo, inclusi i dirigenti, di 122 lavoratori - gli attuali dipendenti di Cablelettra sono 289 - così suddivisi tra i diversi siti produttivi:
80 lavoratori in forza presso la sede aziendale di Robbio Lomellina, su un organico di 191 dipendenti;
39 lavoratori in forza presso la sede di Limatola (su 91);
3 lavoratori in forza presso la sede aziendale di Castelvetrano (su 7).
Tutti gli assunti saranno scelti sulla base delle esigenze tecniche, organizzative e produttive della cessionaria e manterranno il trattamento economico precedente.
Il rapporto di lavoro sarà regolato dal contratto nazionale del settore metalmeccanico, già applicato dalla cedente. Va precisato che, inizialmente, era stato proposto il contratto del terziario, applicato ai dipendenti della sede italiana di Yazaki.
Il trasferimento dei lavoratori dal sito di Robbio presso una località in Comune di Torino - indicativamente, nell'area compresa tra Moncalieri e Rivoli - avverrà entro 6/12 mesi dalla cessione. Lo spostamento quotidiano dei lavoratori verso la nuova sede sarà effettuato gratuitamente da Yazaki.
I lavoratori del sito produttivo di Limatola, entro 3 mesi dalla cessione, saranno invece trasferiti presso un'altra sede non ancora definita dall'offerente, distante circa 30 km dall'attuale.
Interrogazione n. 5-04376 Tullo: Piano industriale del gruppo Fincantieri e rilancio dell'attività del cantiere di Riva Trigoso.
Il settore della cantieristica, come noto, sta vivendo una fase di crisi internazionale molto pesante che ha avuto profonde ripercussioni in Europa.
I cantieri europei, infatti, hanno avviato una fase di profonda ristrutturazione con azioni di razionalizzazione della base produttiva (chiusura di cantieri) e consistenti riduzioni degli organici valutabili in circa 40 mila occupati in meno su un totale di circa 180 mila.
In questo contesto di forte difficoltà, il Governo italiano sta seguendo con grande attenzione l'evoluzione del settore nella piena consapevolezza del ruolo fondamentale della cantieristica sull'industria nazionale, sia in relazione al valore tecnologico del prodotto, sia alla rilevanza dell'indotto, in particolare in alcune aree del Paese.
Per affrontare tempestivamente gli effetti della crisi internazionale, il Governo italiano sta operando sia con iniziative autonome, sia in raccordo con le iniziative della Commissione europea a difesa del settore.
Al livello nazionale è stato istituito, come noto, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, fin dal 2008, un tavolo di confronto con tutte le parti interessate che ha portato alla sottoscrizione di un importante protocollo d'intesa del dicembre 2009.
Rispetto agli impegni assunti dal Governo nel protocollo, nonostante le note difficoltà finanziarie, in questi due anni sono stati compiuti significavi passi in avanti.
L'accordo tra Cassa Depositi Prestiti e SACE, ha consentito a Fincantieri di acquisire importanti commesse nel segmento cruise. La scorsa settimana, la Fincantieri ha perfezionato l'acquisizione della seconda nave Carnival, delle quattro previste dall'accordo quadro, per un valore di oltre 800 milioni di euro.
Coerentemente con quanto previsto dal protocollo è stata assegnata dal Governo la commessa per 2 pattugliatori per le Capitanerie di Porto, per la quali è in fase di ultimazione la progettazione e che da settembre saranno realizzate presso il cantiere di Castellammare, consentendo un carico di lavoro per il cantiere per tutto il 2012.
Per quel che riguarda, invece, l'avvio del progetto relativo alle navi multiruolo e logistiche per la protezione civile e per la marina militare, il Governo ha confermato l'impegno a stanziare le risorse necessarie per la progettazione delle navi.
Con riferimento alla prosecuzione del programma FREMM, che riveste un ruolo fondamentale al fine di garantire attività nei cantieri liguri di Muggiano e Riva Trigoso, il MiSE ha garantito finanziamenti per la realizzazione delle prime 2 Fregate e per l'avvio della terza e ha rappresentato, per quanto di competenza, l'esigenza prioritaria di assicurare i fondi per completare la 3a e costruire la 4a fregata mantenendo l'allineamento con il parallelo programma.
In relazione, invece, alla bozza di piano industriale presentato dalla Fincantieri ai sindacati, nell'incontro del 23 maggio scorso, che annunciava la chiusura di 2 cantieri e ampie riduzioni occupazionali, il Governo, dando immediata risposta alla richiesta delle organizzazioni sindacali, ha convocato il tavolo della cantieristica, il 3
giugno scorso. In quell'occasione il Ministro Romani ha preso atto della decisione dell'azienda di ritirare la bozza di piano industriale e della necessità di affrontare le criticità presenti in alcune aree.
Conseguentemente il Ministro ha invitato l'azienda a ricercare nuove soluzioni industriali e nuovi modelli organizzativi, prendendo anche in esame la possibilità di aggredire nuovi mercati e di sviluppare nuovi prodotti.
Il Ministero dello Sviluppo Economico ha inoltre assunto l'impegno di istituire immediatamente tavoli di confronto con le Regioni interessate ai più importanti interventi infrastrutturali.
In particolare per quel che riguarda la Liguria, è già in fase di avanzata predisposizione l'Accordo di Programma per il progetto «ribaltamento a mare», che rappresenta la condizione per garantire una complessiva e più efficiente riorganizzazione delle attività industriali nell'area di Genova con il mantenimento delle attività navalmeccaniche.
Nell'ambito del citato Accordo di Programma il Governo e le istituzioni locali chiederanno a Fincantieri impegni sul mantenimento dell'attività navalmeccanica e sulla massima salvaguardia dell'occupazione.
Infine, per affrontare la questione degli ammortizzatori sociali, il Governo si è impegnato ad attivare, presso il Ministero del Lavoro, un tavolo per la definizione delle necessarie proroghe della cassa integrazione cantiere per cantiere.
In conclusione il Governo è pienamente consapevole della necessità di avviare un processo di rafforzamento e di riorientamento della cantieristica italiana, al fine di garantire una stabile competitività sui mercati internazionali. Tale processo, necessario per far fronte alle trasformazioni imposte dalla crisi globale del settore, deve però essere inserito in un quadro di politiche europee e nazionali e condiviso con le organizzazioni sindacali e con le istituzioni locali.
Interrogazione n. 5-04459 Mario Pepe: Istituzione di un tavolo tecnico-istituzionale per il polo tessile di San Marco dei Cavoti, in provincia di Benevento.
La competente Direzione Generale del Ministero dello sviluppo economico sta seguendo la questione relativa alla crisi del polo tessile di Airola (Benevento).
Le due aziende che insistono sull'area, la Tessival (272 dipendenti) e la Benfil (132 dipendenti), si sono insediate a seguito della sottoscrizione, nel marzo del 1999, di un Contratto d'Area per la reindustrializzazione dei siti dismessi della Alfa Cavi (gruppo Pirelli).
Entrambe le aziende hanno cessato l'attività nel 2008, ma le stesse avevano denunciato situazioni di criticità a partire dal 2005, giustificandole con l'arrivo sul mercato di prodotti a basso costo dall'area del cosiddetto far east.
I lavoratori sono attualmente in cassa integrazione in deroga che scadrà a dicembre 2011.
Presso il MiSE si sono tenuti degli incontri.
Nel 2009 c'era stata una manifestazione di interesse per operare una riconversione industriale dei siti, che non è stata però formalizzata.
Lo scorso marzo, in un incontro al quale ha partecipato l'Assessore Vetrella della Regione Campania, è emersa la richiesta della Provincia e delle OO.SS. di trovare nuovi strumenti finanziari per favorire e sostenere l'insediamento nell'area di nuove attività produttive.
Al momento si sta procedendo alle valutazioni circa le modalità eventuali con le quali dare una risposta a tale richiesta.
Il MiSE, comunque, come sopra specificato, ha ben presente la problematica e la sta seguendo al fine di dare tutte le risposte di competenza.
Interrogazione n. 5-04487 Benamati: Prospettive industriali del gruppo Alstom.
Alstom è, come noto, un gruppo industriale francese di costruzioni meccaniche presente in quattro settori: l'ingegneria ferroviaria, l'ingegneria navale, le centrali di produzione di energia, il trasporto e la distribuzione di energia.
In Italia, Alstom Transport ha come oggetto sociale lo svolgimento di attività rientranti nella regolazione e supervisione del traffico ferrotranviario con particolare riferimento, ma non limitatamente, allo studio, alla progettazione e alla costruzione delle apparecchiature, dei sistemi e impianti riguardanti il segnalamento ferrotranviario, le telecomunicazioni e la sistemistica in generale.
Relativamente alle problematiche della società in esame, presso il MiSE è attivo un tavolo di confronto che interessa il sito di Colleferro (RM). Il tavolo vede la partecipazione dell'Azienda, del Comune di Colleferro, del Comune di Roma e della Regione Lazio, oltre che delle OO.SS ed è stato avviato, con il coinvolgimento, appunto, delle istituzioni locali, a seguito della dichiarazione di diverse criticità, legate a contingenze di mercato dell'Alstom.
L'obiettivo del tavolo è quello di valutare la possibilità di creazione di un Polo di manutenzione pubblico/privato, regionale di materiale rotabile. Ciò potrebbe consentire all'Azienda di superare la fase di criticità, oltre che garantire la tutela occupazionale.
Al momento le strutture legali di Regione e Comune hanno espresso un parere negativo a riguardo, ma gli uffici del MiSE, comunque, stanno lavorando ancora in tale direzione.
Lo scorso mese di aprile l'Azienda ha cessato ufficialmente l'attività e i dipendenti sono al momento collocati in CIGS.
Il tavolo di confronto è tuttora attivo e una nuova riunione è stata convocata per oggi (7 luglio) alla presenza di Alstom, di un Consorzio di Aziende che operano nel settore ferroviario interessato a rilevare il sito e delle Istituzioni locali.
L'obiettivo è quello di verificare la possibilità di reindustrializzare il sito, indirizzandolo sulla stessa attività di revamping di materiale rotabile.
Il Ministero del lavoro ha comunicato che il 16 maggio scorso l'Alstom Ferroviaria Spa e le Organizzazioni Sindacali hanno sottoscritto un verbale di accordo per l'ottenimento della CIGS per crisi aziendale, per cessazione dell'attività svolta presso l'unità produttiva di Colleferro.
Il suddetto trattamento, della durata di 24 mesi, è stato richiesto a decorrere dal 28 marzo scorso.
Con riferimento allo stabilimento di Bologna, le parti sociali non hanno domandato a tutt'oggi alcun incontro per l'esame della situazione occupazionale, né e pervenuta altra segnalazione a riguardo.
Il Ministero dello sviluppo economico seguirà, comunque, in modo attento, l'evoluzione di questa vicenda e le problematiche relative alla presenza di Alstom sul territorio italiano, rendendosi disponibile fin da ora ad attivarsi, su richiesta delle parti, per la convocazione di un ulteriore tavolo, con l'obiettivo di individuare un percorso che consenta di superare l'attuale momento di crisi e verificando ogni possibile soluzione affinché questa importante realtà produttiva possa continuare a operare.
Interrogazione n. 5-04509 Vico: Reintegro di dirigenti generali e valorizzazione delle professionalità interne al Ministero dello sviluppo economico.
Il conferimento degli incarichi dirigenziali è regolato dall'articolo 19 del decreto legislativo del 2001 e dal CCNL dirigenza. I criteri dirigenziali relativi all'affidamento, mutamento e revoca sono oggetto di semplice informazione sindacale preventiva, e sono adottati, all'interno di ogni amministrazione, con una direttiva del Ministro.
Infatti, dato il carattere di astrattezza e il contenuto di indirizzo proprio dell'atto, i criteri di scelta sono contenuti in un provvedimento di competenza del vertice politico.
Nel corso degli anni, questa Amministrazione è stata interessata da fasi differenti di riorganizzazione, dovute ad accorpamento o a scissioni decisi dal legislatore nel tentativo di adeguare la macchina amministrativa alle possibilità di sviluppo dei settori industriali e produttivi e nello stesso tempo con l'obiettivo di realizzare un apparato snello ed efficiente.
Le riorganizzazioni quindi non sono state un «pretesto» ma frutto della necessità di adeguare il Ministero al disegno normativo e discendono dalla necessità di aderire allo schema complessivo che i diversi governi in carica dal 2006 al 2008 hanno progettato per l'apparato amministrativo.
Né è stato usato il «pretesto» della riorganizzazione per attuare un indebito spoils system perché è naturale che agli uffici derivanti dai nuovi schemi siano poi preposti i funzionari ritenuti più adatti secondo la professionalità, l'esperienza e le capacità manageriali. Così come è del tutto logico che all'atto della riorganizzazione di settori fondamentali quali l'energia, la politica industriale, la comunicazione o i rapporti commerciali con Paesi esteri, per citare solo alcune delle competenze di questo ministero, ne venga attribuita la gestione a dirigenti che per le loro caratteristiche personali ed esperienze professionali diano maggiore affidabilità di riuscire a portare a termine il compito assegnato. Gli avvicendamenti sono quindi connaturati al criterio stesso della riorganizzazione, purché nella garanzia di scelte trasparenti e nel rispetto dei procedimenti
adottati.
È in quest'ottica di avvicendamento che si deve leggere la nomina alla direzione generale degli enti cooperativi, di un direttore generale, già in servizio presso l'Amministrazione, che è stato ritenuto idoneo, per il suo curriculum e per la sua esperienza professionale, al compito di dare impulso al settore delle cooperative e delle piccole e medie imprese, in costante evoluzione. Non si può quindi parlare di nomine o avvicendamenti poco trasparenti perché in tutti i casi esaminati sono state rispettate le procedure previste. Ma deve essere considerato che, nella nomina di un direttore generale, ha un suo peso anche il carattere della discrezionalità, pur se non arbitraria, ma rispettosa delle regole stabilite, e un margine più o meno ampio di fiduciarietà.
Tutto ciò considerato, si deve ribadire che non esiste alcun dettato normativo che stabilisca la priorità di utilizzo dei dirigenti con funzioni di studio e ricerca per la preposizione alle strutture vacanti,
fermo restando l'esistenza dei posti in organico e il rispetto dei criteri di scelta da seguire.
Altra cosa è, da parte degli interessati, difendere le posizioni acquisite e intraprendere un giudizio per vedere riconosciute le proprie ragioni. In questi casi all'amministrazione, che pure si è comportata secondo le regole, non resta che eseguire la sentenza.
Quindi, in ordine ai contenziosi, instaurati a seguito di revoca degli incarichi, che, è bene ricordarlo, erano stati conferiti a seguito di altra riorganizzazione (attuata, questa, dal governo precedente) e riguardavano una struttura completamente diversa perché antecedente all'accorpamento di altri due Ministeri, occorre precisare che il Ministero non è stato soccombente nel contenzioso dinanzi alla Corte Costituzionale, che, invece, ha dichiarato infondata la questione di legittimità costituzionale invocata dalla ricorrente, dando quindi ragione alla tesi sostenuta dall'Amministrazione. Per gli altri quattro, ben tre si sono appena conclusi raggiungendo un accordo in base al quale sono in corso i conferimenti di incarico dirigenziale con funzioni di studio e ricerca, mentre l'ultimo è ancora oggetto di discussione nel merito. Le tre sentenze, del resto, prevedono anche l'attribuzione di un incarico equivalente.
Su tale concetto di equivalenza si è più volte pronunciata la Corte dei conti, che ha riconosciuto la dignità di questi incarichi, niente affatto residuali, tantomeno nel caso specifico, avendo ad oggetto la trattazione di materie fondamentali per l'attività di questa Amministrazione e per la sua proiezione nel mondo produttivo.
Da ultimo occorre rilevare che, nel frattempo, dalla data dell'interrogazione, il posto di direttore generale per i servizi di comunicazione elettronica e radiodiffusione, di cui si lamenta la vacanza, è stato ricoperto proprio da uno dei dirigenti precedentemente titolare di funzioni di studio, a riprova del fatto che, qualora si ravvisi una professionalità all'altezza del compito, non ci sia alcuna remora da parte del vertice politico a insediarla in una funzione operativa.
Interrogazione n. 5-04804 Zazzera: Modalità di gestione delle richieste delle tariffe incentivanti da parte del Gestore dei servizi energetici (GSE).
L'articolo 1-septies della legge n. 129/2010, citata dagli onorevoli interroganti, riconosce, in via eccezionale, il diritto alle tariffe vigenti al 2010, maggiormente convenienti rispetto a quelle in vigore dal 1o gennaio 2011 - disciplinate dal DM 6.8.2010 - ai «soggetti che (...) abbiano concluso entro il 31 dicembre 2010, l'installazione dell'impianto fotovoltaico ed entrino in esercizio entro il 30 giugno 2011».
La norma ha, altresì, stabilito che la comunicazione di fine lavori, «accompagnata da asseverazione, redatta da tecnico abilitato, di effettiva conclusione dei lavori [...] e di esecuzione degli stessi nel rispetto delle pertinenti normative», fosse inviata all'amministrazione competente al rilascio delle autorizzazioni, al Gestore di Rete e al GSE entro il medesimo termine del 31 dicembre 2010.
Ciò premesso, grazie ad informazioni pervenute dal GSE, si fa presente che la citata legge n. 129 ha innescato un'improvvisa accelerazione nella presentazione delle richieste di incentivazione, allo scopo di conseguire la maggiore tariffa prevista.
Sono infatti pervenute, in un tempo molto breve, circa 43.000 domande attraverso il portale informatico, alle quali si aggiungono le oltre 15.000 inviate mediante lettera raccomandata o posta elettronica, per un totale di 58.000 comunicazioni, corredate dei relativi documenti amministrativi, tecnici, progettuali e connesse asseverazioni.
Dal 1o gennaio 2011, tali comunicazioni si sono tradotte in altrettante istanze di incentivo, alle quali si sono aggiunte ulteriori circa 30.000 richieste di accesso agli incentivi, di cui al cd. terzo conto energia disciplinato dal DM 6 agosto 2010. L'eccezionale dimensione di tale dato si desume dalla circostanza che, mediamente, nel corso del 2010 si contavano circa 4000/5000 richieste di incentivo al mese.
Per gli adempimenti definiti nella citata legge 129, ai fini di una semplificazione delle procedure, il GSE ha predisposto un portale informatico dedicato e ha pubblicato la relativa «Procedura operativa per la gestione delle comunicazioni di fine lavori degli impianti fotovoltaici». Tale procedura, integralmente informatizzata, ha previsto l'inserimento sul portale, nell'intervallo temporale 1o-31 dicembre 2010, dei dati e dei documenti relativi agli impianti fotovoltaici, direttamente da parte dei Soggetti Responsabili.
In considerazione dello straordinario numero di accessi, registrato in particolare all'approssimarsi della scadenza di legge, il GSE, al fine di agevolare gli operatori, ha previsto la possibilità di presentare la documentazione anche attraverso altre modalità, come la posta elettronica o l'invio di lettera raccomandata.
Il GSE riferisce di aver avviato la relativa analisi procedendo anche ad una intensa attività di controllo tesa ad accertare l'effettiva sussistenza dei requisiti e dei presupposti per il riconoscimento e/o il mantenimento degli incentivi, mediante verifiche documentali, ovvero ispezioni presso gli impianti.
Tali sopralluoghi sono stati effettuati nell'immediatezza della scadenza del termine del 31 dicembre 2010 per impedire
a coloro che non avessero eventualmente e realmente concluso i lavori di realizzazione dell'impianto entro detto termine - come invece dichiarato e asseverato - di ultimarli in epoca successiva.
Il GSE ha quindi segnalato all'Autorità Giudiziaria, per le valutazioni di competenza, i casi di difformità tra la dichiarazione di conclusione di fine lavori e quanto effettivamente riscontrato in situ. Tali attività di verifica consentono, evidentemente, di evitare l'indebito riconoscimento di incentivi con conseguente ingiustificato aggravio economico per l'intero sistema elettrico e, in definitiva, per i consumatori finali.
All'esito delle verifiche, il GSE ha dato agli interessati preavviso di rigetto, nei casi in cui sono state riscontrate difformità nelle allegazioni, rispetto a quanto previsto dalle norme di riferimento e nei casi di diversa valutazione tecnica dello stesso GSE, circa le richieste di tariffa incentivante e relativi premi aggiuntivi.
Considerato che si tratta di risorse pubbliche - in quanto l'onere dell'incentivazione è posto a carico delle componenti tariffarie della bolletta elettrica - l'attività istruttoria deve essere quindi particolarmente accurata e svolta secondo i canoni della legge n. 241/90 sul procedimento amministrativo.
Per quanto attiene alle asseverazioni, le motivazioni alla base dei preavvisi di rigetto trovano diretto fondamento nella norma in esame che prescrive, espressamente, che la comunicazione di fine lavori sia accompagnata da asseverazione, redatta da tecnico abilitato, che attesti in particolare due condizioni: «l'effettiva conclusione dei lavori di cui al comma 1 e l'esecuzione degli stessi nel rispetto delle pertinenti normative». È evidente che il GSE non ha alcuna discrezionalità e che asseverazioni parziali non possono essere ammesse ai fini dell'accesso alla tariffa.
Né può esser contestato al GSE di non aver messo a disposizione un format poiché il dettato normativo è sul punto inequivocabile. Va poi aggiunto che il GSE, in data 17 dicembre 2010, ha pubblicato sul suo sito internet un'informativa circa la necessità che l'asseverazione attestasse le due circostanze sopra indicate. Inoltre, lo scorso 3 giugno, ha pubblicato un'informativa sul suo sito internet per fornire chiarimenti circa le asseverazioni oggetto di preavviso di rigetto, valorizzando la sostanza della norma ed aprendo alla possibilità di prendere in considerazione le comunicazioni conformi alla ratio del dettato normativo, anche se formalmente difformi.
Quanto alla possibile valenza di silenzio assenso del mancato rispetto, da parte del GSE, del termine di 60 giorni per la valutazione della domanda, questa va negata, atteso che detto termine non è qualificato né espressamente né implicitamente come perentorio dalle norme di riferimento.
Pertanto, la scadenza di detto termine non può considerarsi accoglimento della richiesta nei termini prospettati dagli interessati. Del resto, l'eventuale ritardo del GSE nel completamento dell'istruttoria non comporta alcuna conseguenza per l'interessato in termini di entità della tariffa e di decorrenza della stessa, atteso che il livello di incentivazione e la decorrenza sono fissati con riferimento al dato oggettivo della data di entrata in esercizio dell'impianto.
Quanto all'asserita difficoltà per i richiedenti di ottenere chiarimenti, il GSE riferisce che arrivano ben 4.500 telefonate giornaliere e che il contact center rappresenta solo uno degli strumenti messi a disposizione degli operatori per fornire chiarimenti; si può infatti ricorrere anche ai tradizionali canali di informazione, quali mail - ne vengono inviate oltre 1000 al giorno al solo contact center - fax e lettere raccomandate.
Va infine sottolineato che il settore in argomento presenta peculiari caratteri di complessità, considerata la rilevante diffusione della tecnologia fotovoltaica sul territorio nazionale e la notevole articolazione del sistema normativo di riferimento, caratterizzato altresì dalla coesistenza di più regimi di incentivazione (Secondo, Terzo e Quarto Conto energia).
La complessità normativa nella materia in argomento rende, d'altro canto, più frequenti i casi di incompletezza e irregolarità delle istanze presentate, con possibili ulteriori complicazioni istruttorie.
Con riguardo al primo aspetto, il GSE riferisce di un incremento crescente delle richieste di incentivazione, culminante, come sopra riferito, nelle circa 90.000 pervenute dal mese di gennaio ad oggi e fronteggiato dal GSE, implementando la capacità di valutazione tecnica; ad oggi, si valutano più di 450 impianti al giorno, con la prospettiva di valutarne oltre 800 al giorno nei prossimi mesi.
Tutto ciò considerato e proprio per l'aumento esponenziale delle richieste di incentivo, anche in prospettiva, in relazione ai primi mesi di applicazione del cd. Quarto conto energia, è sicuramente necessario prevedere interventi finalizzati ad una maggiore razionalizzazione delle procedure amministrative e dei processi interni e, in generale, un adeguamento delle azioni del GSE, nel senso del rafforzamento della rete di controllo e gestione, in linea con l'espansione del fotovoltaico.
Questo al fine di una maggiore responsività ed efficienza nei confronti degli interlocutori.