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Resoconti delle Giunte e Commissioni

Resoconto della XIV Commissione permanente
(Politiche dell'Unione europea)
XIV Commissione

SOMMARIO

Martedì 11 maggio 2010


SEDE CONSULTIVA:

Disposizioni in materia di semplificazione dei rapporti della Pubblica Amministrazione con cittadini e imprese e delega al Governo per l'emanazione della Carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche e per la codificazione in materia di pubblica amministrazione. C. 3209-bis Governo (Parere alla I Commissione) (Esame e rinvio) ... 154

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Bosnia-Erzegovina, dall'altra, con Allegati, Protocolli e Atto finale con dichiarazioni allegate, fatto a Lussemburgo il 16 giugno 2008. C. 3446 Governo, approvato dal Senato (Parere alla III Commissione) (Esame e rinvio) ... 155

ATTI COMUNITARI:

Comunicazione della Commissione intesa a promuovere un nuovo partenariato per la modernizzazione delle università: il forum dell'UE sul dialogo università-imprese. COM(2009)158 def. (Parere alla VII Commissione) (Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del regolamento, e rinvio) ... 158
ALLEGATO 1 (Parere formulato dal relatore) ... 163

Relazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni «Relazione sui progressi in tema di certificazione della qualità nell'istruzione superiore». COM(2009)487 def. (Parere alla VII Commissione) (Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del regolamento, e rinvio) ... 158

Libro verde «Promuovere la mobilità dei giovani per l'apprendimento». COM(2009)329 def. (Parere alla VII Commissione) (Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del regolamento, e rinvio) ... 160

AUDIZIONI INFORMALI:

Audizione informale del Ministro plenipotenziario Massimo Gaiani, coordinatore del Comitato interministeriale per gli affari comunitari europei presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri (CIACE) nell'ambito dell'esame della Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio riguardante l'iniziativa dei cittadini (COM(2010)119 def.) ... 160

COMITATO PERMANENTE PER L'ESAME DEI PROGETTI DI ATTI COMUNITARI E DELL'UE:

Comunicazioni del Presidente ... 161
ALLEGATO 2 (Elenco dei progetti assegnati alla XIV Commissione per la verifica della conformità al principio di sussidiarietà) ... 165

XIV Commissione - Resoconto di martedì 11 maggio 2010


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SEDE CONSULTIVA

Martedì 11 maggio 2010. - Presidenza del presidente Mario PESCANTE.

La seduta comincia alle 13.50.

Disposizioni in materia di semplificazione dei rapporti della Pubblica Amministrazione con cittadini e imprese e delega al Governo per l'emanazione della Carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche e per la codificazione in materia di pubblica amministrazione.
C. 3209-bis Governo.

(Parere alla I Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Mario PESCANTE, presidente, intervenendo in sostituzione del relatore, onorevole Del Tenno, illustra i contenuti del provvedimento, che interviene in materia di semplificazione dei rapporti della pubblica amministrazione con cittadini e imprese. Ricorda che nella giornata odierna, inoltre, la I Commissione dovrebbe inviare un nuovo testo del provvedimento come risultante dagli emendamenti approvati. Il relatore potrà quindi, nella giornata di domani, integrare la relazione con riferimento agli emendamenti approvati dalla Commissione di merito.
Si sofferma quindi sulle disposizioni di interesse della XIV Commissione. L'articolo 9, modificando l'articolo 25 del decreto-legge n. 112/2008, introduce una serie di interventi volti a potenziare le attività di misurazione e di riduzione degli oneri amministrativi, in coerenza con gli obiettivi assunti in sede di Unione europea. In particolare viene previsto un programma per la misurazione degli oneri amministrativi derivanti da obblighi informativi, con l'obiettivo di giungere, entro il 31 dicembre 2012, alla riduzione di tali oneri per una quota complessiva del 25 per cento.
In proposito, ricorda che la disposizione in esame intende dare seguito all'impegno assunto dagli Stati membri dell'Unione europea, inclusa l'Italia, in occasione del Consiglio europeo riunitosi l'8-9 marzo 2007. Il Consiglio europeo concorda pertanto sulla necessità di ridurre del 25 per cento entro il 2012 gli oneri amministrativi derivanti dalla legislazione dell'Unione europea. Inoltre il Consiglio europeo del 20 novembre 2009 ha chiesto alle Istituzioni europee e agli Stati membri di adoperarsi per raggiungere l'obiettivo della riduzione del 25 per cento degli oneri amministrativi che gravano sulle imprese in 13 settori prioritari (agricoltura e sovvenzioni agricole, conti annuali/diritto societario, politica di coesione, ambiente, servizi finanziari, pesca, sicurezza alimentare, legislazione farmaceutica, appalti pubblici, statistiche, fiscalità/dogane, trasporti, ambiente di lavoro/rapporti di lavoro). La riduzione degli oneri, la semplificazione della legislazione e il completamento delle misure nazionali dovrebbe avvenire, secondo il Consiglio, preferibilmente entro la fine del 2010.
L'articolo 15, prevede che l'utilizzo e la formazione della base unitaria di dati realizzata con l'integrazione tra i sistemi informativi dei Ministeri dell'economia, del lavoro, della salute, nonché dei soggetti ad essi collegati o vigilati o controllati, avvenga nel generale rispetto delle norme e delle procedure che regolano il sistema statistico nazionale oltre che nel rispetto dei principi in materia di trattamento dei dati, con particolare riferimento al regolamento CE n. 223 del 2009.
In proposito, ricorda che tale disposizione in materia di trattamento dei dati personali richiama il regolamento CE n. 223 del 2009; tale atto normativo definisce un quadro giuridico per lo sviluppo, la produzione e la diffusione di statistiche europee, vale a dire le statistiche necessarie per lo svolgimento delle attività della Comunità, disciplinando anche il sistema statistico europeo come il partenariato tra l'autorità statistica comunitaria, ovvero la Commissione (Eurostat), gli istituti nazionali di statistica e le


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altre autorità nazionali preposte in ciascuno Stato membro allo sviluppo, alla produzione e alla diffusione di statistiche europee.
L'articolo 20 reca, al comma 2, una serie di novelle al decreto legislativo n.151 del 2005 di disciplina dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) che appaiono finalizzate anche al superamento della procedura di infrazione in materia. Ricorda infatti che l'8 ottobre 2009 la Commissione ha inviato una lettera di messa in mora all'Italia contestando la non conformità di talune delle disposizioni italiane di trasposizione della direttiva 2002/96/CE relativa ai rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (procedura 2009-2264). In particolare, secondo la Commissione europea nel decreto legislativo n. 151/2005 che ha trasposto la direttiva nell'ordinamento nazionale, non risulterebbero conformi le disposizioni relative alla definizione di produttore; alle modalità di trattamento (nel decreto legislativo si richiama erroneamente un allegato diverso da quello contenente le prescrizioni previste dalla direttiva in materia di trattamento selettivo per materiali e componenti di RAEE); alle informazioni e relazioni; al recupero e alla raccolta separata dei RAEE; di finanziamento relativo ai RAEE provenienti dai nuclei domestici.
In proposito, segnala che in materia di termini per le comunicazioni delle apparecchiature di illuminazione immesse sul mercato negli anni 2007 e 2008 (comma 1) e di apparecchiature elettriche ed elettroniche immesse sul mercato negli anni 2006, 2007 e 2008 (comma 3) interviene anche il disegno di legge comunitaria 2009 (A.S. 1781-B), prevedendo, all'articolo 21, in entrambi i casi il termine del 30 giugno 2010, anziché quello del 28 febbraio 2010 previsto dal provvedimento in esame. In proposito, ricorda che la direttiva 2002/96/CE prevede, all'articolo 12, primo paragrafo, che gli Stati membri garantiscono che le informazioni richieste siano trasmesse alla Commissione ogni due anni, entro 18 mesi dalla fine del periodo a cui si riferiscono. La prima serie di informazioni verte sugli anni 2005 e 2006. Al riguardo, rileva che comunque la I Commissione ha preso atto della sovrapposizione tra le due disposizioni, approvando un emendamento soppressivo dell'articolo 20. Rimane comunque l'esigenza di fornire adeguata risposta ai rilievi avanzati dalla Commissione europea con la procedura di infrazione.

Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Bosnia-Erzegovina, dall'altra, con Allegati, Protocolli e Atto finale con dichiarazioni allegate, fatto a Lussemburgo il 16 giugno 2008.
C. 3446 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto

Mario PESCANTE, presidente, intervenendo in sostituzione del relatore, onorevole Dell'Elce, illustra i contenuti del provvedimento. L'Accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Bosnia-Erzegovina, dall'altra, oggetto del disegno di legge di ratifica in esame, è finalizzato ad integrare la Bosnia nel contesto politico ed economico europeo, anche nella prospettiva di una futura candidatura all'ingresso nell'Unione europea.
L'Accordo è parte del processo di stabilizzazione e di associazione (PSA) previsto dalla comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo del 26 maggio 1999, che costituisce il quadro di riferimento delle relazioni esterne dell'Unione nei confronti dei Paesi dei Balcani occidentali (Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, ex Repubblica jugoslava di Macedonia-ERJM, Serbia, Montenegro, così come Kosovo). Le finalità del


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processo di stabilizzazione e di associazione sono la stabilizzazione della situazione politica, economica e istituzionale dei singoli Paesi e dell'intera regione attraverso lo sviluppo delle istituzioni e la riforma della pubblica amministrazione; l'intensificazione della cooperazione commerciale ed economica; il rafforzamento della sicurezza nazionale e regionale; lo sviluppo della cooperazione in numerosi settori compreso quello della giustizia e degli affari interni. L'Accordo di stabilizzazione e di associazione con la Bosnia-Erzegovina è l'ultimo Accordo di questo tipo in ordine temporale concluso con la UE (ad eccezione del Kosovo). Tutti i Paesi dei Balcani occidentali sono ora dotati di stabili ed articolate relazioni contrattuali con l'Unione europea.
Nella relazione illustrativa che accompagna il disegno di legge di ratifica che il Senato ha approvato il 28 aprile 2010, si sottolinea che l'Accordo con la Bosnia-Erzegovina in esame, analogamente all'accordo col Montenegro, (recentemente ratificato dal nostro Paese) presenta alcuni elementi di novità rispetto agli Accordi precedenti. In particolare:
include una disposizione (articolo 112) che subordina l'erogazione dell'aiuto comunitario sia all'ottenimento di risultati concreti da parte della Bosnia-Erzegovina nel conformarsi ai criteri politici di Copenaghen (i quali postulano la presenza di istituzioni stabili che garantiscano la democrazia, lo stato di diritto, i diritti dell'uomo, il rispetto delle minoranze e la loro tutela), sia all'impegno per l'attuazione delle riforme democratiche. È inoltre prevista (articolo 129) la facoltà dei firmatari di sospendere l'Accordo, con effetto immediato, qualora l'altra Parte venga meno ad uno dei suoi elementi essenziali;
introduce un sistema di clausole che consente di esportare verso l'Unione beneficiando di un trattamento preferenziale anche se parte della lavorazione delle merci proviene da Stati terzi (il cosiddetto cumulo diagonale delle regole di origine). Tali clausole hanno trovato applicazione a decorrere dalla data di entrata in vigore dell'Accordo interinale (1o luglio 2008).

L'obiettivo primario dell'Accordo con la Bosnia-Erzegovina è il consolidamento dei legami tra le Parti e l'instaurazione di intense e durature relazioni. L'Accordo prevede un dialogo politico regolare sulle questioni bilaterali e internazionali e favorisce lo sviluppo del commercio - attraverso la creazione di una zona di libero scambio tra la Comunità e la Bosnia-Erzegovina - degli investimenti e della cooperazione tra le Parti in numerosi settori, tra cui anche giustizia e affari interni. L'Accordo, inoltre, sancisce la disponibilità della UE ad integrare il più possibile la Bosnia-Erzegovina nel contesto politico ed economico dell'Europa, anche attraverso un ravvicinamento della legislazione locale, nei settori pertinenti, a quella della Comunità. Per quanto riguarda la cooperazione regionale, l'Accordo costituisce la premessa per l'evoluzione futura delle relazioni con la Bosnia-Erzegovina nella prospettiva di una sua progressiva integrazione nelle strutture dell'Unione. L'Accordo riconosce infatti la qualità del Paese come potenziale candidato all'adesione alla UE sulla base del Trattato sull'Unione europea e del rispetto dei criteri definiti dal Consiglio europeo di Copenaghen del giugno 1993.
Passando al contenuto dell'Accordo, esso comprende un Preambolo, 135 articoli raggruppati in dieci titoli, 7 Allegati, 7 Protocolli, Atto finale e Dichiarazioni.
Gli obiettivi dell'Accordo con la Bosnia-Erzegovina, delineati nell'articolo 1, sono quelli di: aiutare il Paese a consolidare la democrazia e lo Stato di diritto e contribuire alla sua stabilizzazione politica, economica ed istituzionale; favorire il dialogo per consentire lo sviluppo delle relazioni politiche tra le Parti; sostenere la Bosnia-Erzegovina nello sviluppo della cooperazione economica e internazionale e nel completamento della transizione verso un'economia di mercato; instaurare progressivamente una zona di libero scambio


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tra la Comunità europea e la Bosnia-Erzegovina; promuovere la cooperazione regionale.
Il titolo II (articoli da 10 a 13) riguarda lo sviluppo del dialogo politico a livello bilaterale, multilaterale e regionale. Il dialogo politico bilaterale è mirato a facilitare la progressiva convergenza di posizioni sulle questioni internazionali, la cooperazione regionale e lo sviluppo di relazioni di buon vicinato, e a favorire la comunanza di vedute sulla sicurezza e la stabilità in Europa. Si prevede, inoltre, la collaborazione delle Parti nella lotta contro la proliferazione di armi di distruzione di massa, nonché nel controllo efficace delle operazioni di import/export e di transito e di impiego finale delle tecnologie così dette dual use, suscettibili quindi di utilizzazione anche a fini bellici o terroristici. L'Accordo in esame prevede altresì il dialogo politico a livello parlamentare, nell'ambito di un apposito Comitato parlamentare di stabilizzazione e di associazione.
Il titolo III (articoli da 14 a 17) riguarda la cooperazione regionale. In particolare, ai sensi dell'articolo 14 la Bosnia-Erzegovina deve promuovere attivamente la cooperazione regionale mentre l'Ue, per parte sua, sostiene progetti aventi dimensione regionale o transfrontaliera attraverso programmi di assistenza tecnica.
Le disposizioni commerciali sono contenute nel titolo IV (articoli da 18 a 46) dell'Accordo. In conformità ai disposti dell'Accordo, le Parti instaurano progressivamente una zona di libero scambio nel corso di un periodo transitorio della durata massima di cinque anni dall'entrata in vigore dell'Accordo.
Nel titolo V, in materia di circolazione dei lavoratori, l'Accordo stabilisce che i lavoratori cittadini di una Parte legalmente occupati nel territorio dell'altra Parte, nonché i loro familiari, non siano soggetti ad alcuna discriminazione basata sulla nazionalità, per quanto riguarda le condizioni di lavoro, di retribuzione e di licenziamento. È previsto che vengano stabilite delle norme per coordinare i sistemi di previdenza sociale per i lavoratori della Bosnia-Erzegovina ed i loro familiari, con riferimento a periodi lavorativi effettuati in Paesi membri della UE. La Bosnia-Erzegovina, per parte sua, concede ai lavoratori comunitari e ai loro congiunti la trasferibilità dei trattamenti previdenziali e il versamento degli assegni familiari. L'Accordo promuove anche, a partire dal quarto anno successivo all'entrata in vigore, la graduale liberalizzazione della prestazione di servizi da parte di società o di persone legalmente residenti nell'altra Parte contraente, consentendo allo scopo la temporanea circolazione dei prestatori di servizi.
La libera circolazione dei capitali relativi agli investimenti diretti (nonché la liquidazione e il rimpatrio di tali investimenti e dei profitti che ne derivano) e dei capitali relativi ai crediti per transazioni commerciali o alla prestazione di servizi è garantita a partire dalla data di entrata in vigore dell'Accordo.
Al fine di avvicinare la Bosnia-Erzegovina all'acquis communautaire, l'Accordo prevede inoltre una disciplina specifica in materia di ravvicinamento, applicazione delle legislazioni e regole di concorrenza (titolo VI), giustizia, libertà e sicurezza (titolo VII), politiche di cooperazione (titolo VIII) e cooperazione finanziaria (titolo IX).
Per assicurare il corretto funzionamento dell'Accordo è un Consiglio di stabilizzazione e di associazione (CSA) composto, da un lato, da membri del Consiglio UE e della Commissione CE e, dall'altro, da membri del Governo bosniaco; il Consiglio è presieduto, a turno, da un rappresentante della UE e da un rappresentante bosniaco.
Quanto al disegno di legge in esame si compone di quattro articoli: i primi due recano, rispettivamente, l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione dell'Accordo di stabilizzazione e associazione CE-Bosnia-Erzegovina. L'articolo 3 reca la clausola di copertura degli oneri derivanti dal provvedimento, pari a euro 6.940 annuo a decorrere dal 2010, ai quali si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui


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all'articolo 3 della legge 4 giugno 1997, n. 170. L'articolo 4 del disegno di legge, infine, dispone l'entrata in vigore della legge di autorizzazione alla ratifica per il giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.55.

ATTI COMUNITARI

Martedì 11 maggio 2010. - Presidenza del presidente Mario PESCANTE.

La seduta comincia alle 13.55.

Comunicazione della Commissione intesa a promuovere un nuovo partenariato per la modernizzazione delle università: il forum dell'UE sul dialogo università-imprese.
COM(2009)158 def.
(Parere alla VII Commissione).
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del regolamento, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 26 maggio 2009.

Elena CENTEMERO (PdL), relatore, formula una proposta di parere favorevole con condizioni e osservazioni (vedi allegato 1), che si riserva eventualmente di modificare ed integrare alla luce delle osservazioni che i colleghi vorranno formulare.

Mario PESCANTE, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Relazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni «Relazione sui progressi in tema di certificazione della qualità nell'istruzione superiore».
COM(2009)487 def.

(Parere alla VII Commissione).
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del regolamento, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta dell'11 dicembre 2009.

Elena CENTEMERO (PdL), relatore, tenuto conto dell'affinità di contenuto, ritiene opportuno esprimersi congiuntamente sulla Relazione in esame e sul Libro verde «Promuovere la mobilità dei giovani per l'apprendimento» (COM(2009)329 def.).
In particolare, riterrebbe opportuno esprimere un parere favorevole sugli atti, viste le conclusioni del Consiglio del 12 maggio 2009 su un quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione, considerate le proposte formulate dalla Commissione europea nella comunicazione UE 2020 (COM(2009)647), in particolare in merito alla crescita basata sulla conoscenza e tenuto conto del documento finale approvato dalle Commissioni bilancio e politiche dell'Unione europea della Camera l'11 marzo 2010, in esito all'esame di tale documento e viste infine le conclusioni del Consiglio europeo del 25-26 marzo 2010 sulla futura strategia dell'UE per la crescita e l'occupazione (Strategia UE 2020). Occorre altresì premettere che la definizione delle politiche in materia di istruzione resta di competenza degli Stati membri, i quali sono responsabili dell'organizzazione, del contenuto e della riforma dei loro sistemi di istruzione, ma che la Commissione europea ha un ruolo importante da svolgere nel facilitare gli scambi di informazioni e di buone prassi tra gli Stati membri dell'Unione e i paesi vicini. Va rilevato che l'istruzione e la formazione sono elementi essenziali dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita e presentano molteplici vantaggi che non si limitano alla creazione di posti di


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lavoro e alla promozione della competitività e che la competitività e la crescita dell'economia dell'Europa potrebbero anche essere migliorate mettendo all'opera il triangolo della conoscenza. Inoltre, le proposte presentate dalla Commissione europea nella comunicazione «UE 2020» (COM(2009)647) e approvate dal Consiglio europeo del 25 e 26 marzo 2010 attribuiscono opportunamente un rilievo centrale alla crescita intelligente, intesa quale un'economia basata sulla conoscenza e sull'innovazione, stabilendo tra gli altri l'obiettivo specifico di ridurre l'abbandono scolastico dall'attuale 15 per cento al 10 per cento e aumentare la quota della popolazione di età compresa tra 30 e 34 anni che ha completato gli studi superiori dal 31 per cento ad almeno il 40 per cento nel 2020. Rileva inoltre che la Strategia concordata dal Consiglio europeo sottolinea, in particolare, l'esigenza, ai fini dell'obiettivo della crescita intelligente, di promuovere la mobilità dei giovani e di migliorare la qualità dell'istruzione superiore. Sono obiettivi decisivi per il successo complessivo della nuova Strategia: l'aumento dei livelli d'istruzione è il presupposto principale per promuovere il tasso di occupazione, ridurre la povertà e aumentare la competitività dell'economia europea. La certificazione della qualità nell'istruzione superiore è al centro dell'impegno comunitario per la costruzione di uno Spazio europeo dell'istruzione superiore coerente, compatibile e stimolante, in linea con gli obiettivi del «processo di Bologna: essa rappresenta, infatti, un elemento capace di garantire trasparenza e contribuire all'affidabilità e alla credibilità dell'istruzione superiore sia nei confronti dei cittadini e dei datori di lavoro europei, sia di studenti e studiosi provenienti da altre parti del mondo. Osserva quindi che i sistemi d'istruzione e di formazione di elevata qualità, al tempo stesso efficaci ed equi, sono essenziali per garantire il successo dell'Europa e per potenziare l'occupazione Nel contempo, sussiste l'esigenza di garantire un insegnamento di qualità elevata, offrire un'istruzione iniziale adeguata agli insegnanti e uno sviluppo professionale continuo agli insegnanti e ai formatori. È inoltre importante migliorare governance e gestione degli istituti di istruzione e di formazione ed elaborare sistemi efficaci di garanzia della qualità: la qualità elevata sarà raggiunta solo tramite l'uso efficiente e sostenibile delle risorse - sia pubbliche sia private - e la promozione di politiche e prassi fondate su elementi concreti nel settore dell'istruzione e della formazione.
Con tali motivazioni ritiene che la Commissione possa esprimere parere favorevole, purché la Commissione di merito provveda, nel documento finale, a chiedere al Governo di adoperarsi affinché:
nell'attuazione della Strategia UE 2020 - a partire dal Consiglio europeo di giugno 2010 - siano previste misure effettive ed adeguate, anche di carattere normativo e finanziario, per la mobilità dei giovani per l'apprendimento e per il miglioramento della qualità dei sistemi di istruzione e formazione;
in particolare, con riguardo all'iniziativa faro Youth on the move prevista della Strategia UE 2020, va attribuito carattere prioritario all'obiettivo della Commissione europea di accelerare il programma di modernizzazione dell'istruzione superiore (programmi di studio, gestione e finanziamenti), anche valutando le prestazioni delle università e i risultati nel settore dell'istruzione in un contesto globale, di promuovere il riconoscimento dell'apprendimento non formale e informale;
la cooperazione europea nei settori dell'istruzione e della formazione per il periodo fino al 2020 sia istituita nel contesto di un quadro strategico che abbracci i sistemi di istruzione e formazione nel loro complesso, in una prospettiva di apprendimento permanente;
siano sostenute le iniziative UE mirate ad accrescere la mobilità dei discenti e dei docenti, favorendo la mobilità fisica tra paesi nel campo dell'istruzione superiore, tenendo conto degli aspetti sia quantitativi sia qualitativi, e rispecchiando gli sforzi profusi e gli obiettivi convenuti nell'ambito del processo di Bologna;


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siano altresì sostenute le iniziative dell'UE mirate a rendere la certificazione della qualità più coerente con lo sviluppo dello Spazio europeo dell'istruzione superiore, in linea con il quadro europeo delle qualifiche (EQF) entro il 2010, incoraggiando l'uso di metodi basati sui risultati dell'apprendimento per quanto riguarda le norme e le qualifiche, le procedure di valutazione e di convalida, il trasferimento di crediti, i programmi e la garanzia della qualità; particolare rilevanza riveste in questo contesto il quadro europeo per le capacità, le competenze e l'occupazione (ESCO), inteso ad assicurare che le competenze necessarie per il proseguimento della formazione e l'ingresso nel mercato del lavoro siano acquisite e riconosciute in tutti i sistemi di insegnamento generale, professionale, superiore e per adulti e a sviluppare un linguaggio e uno strumento operativo comuni per l'istruzione/formazione e l'attività lavorativa.

Occorrerebbe inoltre invitare la Commissione di merito a valutare l'opportunità di invitare il Governo a sostenere l'attività della Commissione per favorire ulteriori progressi in termini di trasparenza, comparabilità, indipendenza e professionalità delle agenzie di valutazione, in modo da rendere il sistema sufficientemente credibile e affidabile, capace di instaurare il clima di fiducia necessario. Una distinzione più chiara tra i ruoli degli organismi europei (ENQA, ECAR e ECA) e la messa a disposizione di un facile accesso on line delle istituzioni e dei programmi valutati, inoltre, potrebbe incrementare ulteriormente l'efficienza dell'infrastruttura di certificazione della qualità. La Commissione di merito potrebbe altresì valutare l'opportunità di invitare il Governo a promuovere il proseguimento dell'attività dell'UE per sviluppare un numero più elevato di marchi europei di qualità, basati ad esempio su campi disciplinari piuttosto che su ambiti ristretti di specializzazione professionale, nonché incoraggiare le agenzie nazionali di certificazione della qualità a sviluppare attività oltre i propri confini, ad esempio, chiarendo le questioni della portabilità dell'accreditamento nazionale all'interno dello Spazio europeo dell'istruzione superiore, e della certificazione di qualità per l'istruzione superiore transnazionale all'interno dello spazio stesso.

Mario PESCANTE, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Libro verde «Promuovere la mobilità dei giovani per l'apprendimento».
COM(2009)329 def.
(Parere alla VII Commissione).
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del regolamento, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta dell'11 dicembre 2009.

Elena CENTEMERO (PdL), relatore, richiama integralmente le osservazioni svolte con riferimento alla Relazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni «Relazione sui progressi in tema di certificazione della qualità nell'istruzione superiore» (COM(2009)487 def).

Mario PESCANTE, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.05.

AUDIZIONI INFORMALI

Martedì 11 maggio 2010.

Audizione informale del Ministro plenipotenziario Massimo Gaiani, coordinatore del Comitato interministeriale per gli affari comunitari europei presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri (CIACE) nell'ambito dell'esame della Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio riguardante l'iniziativa dei cittadini (COM(2010)119 def.).

L'audizione informale è stata svolta dalle 14.05 alle 14.50.


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COMITATO PERMANENTE PER L'ESAME DEI PROGETTI DI
ATTI COMUNITARI E DELL'UE

Martedì 11 maggio 2010. - Presidenza del presidente Sandro GOZI.

La seduta comincia alle 14.50.

Comunicazioni del Presidente.

Sandro GOZI, presidente, ricorda che sono attualmente assegnati alla Commissione Politiche dell'Unione europea, ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà, undici progetti legislativi dell'Unione europea (vedi allegato 2), per i quali è ancora pendente il termine di 8 settimane previsto dall'apposito Protocollo allegato ai Trattati dell'UE e sul funzionamento dell'UE. Per altri 5 progetti legislativi il termine di 8 settimane è già scaduto alla data di oggi (due sono stati esaminati dalla Commissione politiche UE).
Avendo oramai la Commissione europea, a tre mesi dal suo insediamento, avviato il pieno esercizio del proprio potere di iniziativa legislativa, è presumibile che il flusso dei progetti di atti trasmessi ai fini del controllo di sussidiarietà aumenti ulteriormente. La previsione del termine perentorio di otto settimane per l'esercizio del controllo di sussidiarietà presuppone una selezione sistematica e tempestiva degli atti da esaminare, anche sotto i profili di sussidiarietà. Tale selezione richiede lo sviluppo e il consolidamento di una apposita metodologia.
A questo scopo, come concordato in sede di Ufficio di Presidenza della Commissione il Comitato per l'esame dei progetti di atti UE potrà procedere ad una prima selezione dei progetti di atti dell'UE cui proporre ed istruire l'esame, da sottoporre quindi alla valutazione dell'ufficio di Presidenza medesimo. Il Comitato potrebbe avvalersi, ai fini della selezione e dell'esame istruttorio - oltre che della documentazione predisposta dagli Uffici della Camera - delle segnalazioni del Governo all'atto della trasmissione nonché di audizioni informali di rappresentanti del Governo e di altri soggetti qualificati.
In vista di una prima selezione, segnala che tra i progetti attualmente assegnati, potrebbero costituire oggetto di esame effettivo, in ragione delle implicazioni giuridiche e per i profili attinenti ai presupposti per l'esercizio delle competenze:
la proposta di direttiva relativa alla lotta contro l'abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pedopornografia COM(2010)94 def. Il termine di otto settimane per la verifica di conformità decorre dal 30.03.10 e scade quindi il 25 maggio. Tale proposta, essendo intesa a ravvicinare il diritto penale sostanziale e le norme procedurali degli Stati membri in relazione agli illeciti in questione, presenta, per un verso, profili di evidente delicatezza quanto all'incidenza sull'ordinamento nazionale; per altro verso, a fronte dell'aumento dei reati di natura transfrontaliera in questi ambiti, appare opportuno valutare se l'intervento prospettato è adeguato rispetto agli obiettivi perseguiti e alle dimensioni del fenomeno;
la proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la prevenzione e la repressione della tratta degli esseri umani e la protezione delle vittime (COM(2010)95 def.). Il termine di otto settimane per la verifica di conformità decorre dal 13.04.10 e scade quindi l'8 giugno. Per questa proposta valgono le stesse considerazioni formulate per la precedente;
la proposta di regolamento del Consiglio relativa all'attuazione di una cooperazione rafforzata nel settore della legge applicabile al divorzio e alla separazione personale (COM(2010)105). Il termine di otto settimane decorre dal 26 aprile e scade il 21 giugno. La proposta di regolamento mira ad istituire nell'Unione europea un quadro comune in materia di legge applicabile al divorzio e alla separazione personale nei procedimenti matrimoniali aventi carattere internazionale, in modo da aumentare la certezza del diritto,


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la prevedibilità e la flessibilità a beneficio dei cittadini. Appare opportuna la verifica sotto i profili di sussidiarietà, tenuto conto che la disciplina prevista può quindi incidere sull'applicabilità di istituti del diritto di famiglia, settore caratterizzato da una particolare delicatezza, e sulla tutela delle posizioni soggettive dei coniugi.

Ove il Comitato concordi, si farà carico di sottoporre alla valutazione dell'Ufficio di Presidenza della XIV Commissione, la possibilità di avviare l'esame di tali proposte di atti, ai fini della verifica della loro conformità al principio di sussidiarietà.

Il Comitato concorda.

Isidoro GOTTARDO (PdL) chiede chiarimenti in ordine alla selezione operata dal Comitato, con particolare riferimento al metodo seguito per le proposte ricadenti in materie di competenza legislativa regionale.

Sandro GOZI, presidente, ritiene che il Comitato, laddove le proposte di atti sottoposte all'esame di sussidiarietà investano competenze legislative regionali, possa senz'altro procedere ad audizioni informali o altre forme di consultazione di rappresentanti delle regioni.

La seduta termina alle 15.

XIV Commissione - Martedì 11 maggio 2010


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ALLEGATO 1

Comunicazione della Commissione europea «Un nuovo partenariato per la modernizzazione delle università: il forum dell'UE sul dialogo università-imprese» (COM(2009)158).

PARERE FORMULATO DAL RELATORE

La XIV Commissione,
esaminata la Comunicazione della Commissione europea «Un nuovo partenariato per la modernizzazione delle università: il forum dell'UE sul dialogo università-imprese» (COM(2009)158);
tenuto conto della Comunicazione della Commissione del 10 maggio 2006 intitolata «Portare avanti l'agenda di modernizzazione delle università: istruzione, ricerca e innovazione», (COM(2006)0208);
considerate le proposte formulate dalla Commissione europea nella Comunicazione UE 2020 (COM(2009)647), in particolare in merito alla crescita basata sulla conoscenza e tenuto conto del documento finale approvato dalle Commissioni bilancio e politiche dell'Unione europea della Camera l'11 marzo 2010, in esito all'esame di tale documento;
viste le conclusioni del Consiglio europeo del 25-26 marzo 2010 sulla futura strategia dell'UE per la crescita e l'occupazione (Strategia UE 2020);
premesso che:
la definizione delle politiche in materia di istruzione resta di competenza degli Stati membri, i quali sono responsabili dell'organizzazione, del contenuto e della riforma dei loro sistemi di istruzione, ma che la Commissione europea ha un ruolo importante da svolgere nel facilitare gli scambi di informazioni e di buone prassi tra gli Stati membri dell'Unione e i paesi vicini;
il Consiglio europeo del 25 e 26 marzo 2010 ha ribadito l'esigenza, ai fini dell'obiettivo della crescita intelligente, di sviluppare i partenariati tra il settore dell'istruzione e formazione ed il mondo del lavoro;
le conclusioni del Consiglio europeo riconoscono, inoltre, che in termini di miglioramento dell'occupazione, affinché l'Europa possa mantenere e migliorare la sua posizione competitiva nell'economia globale sarà decisiva la capacità dei sistemi di istruzione e formazione europei di assicurare una disponibilità di individui altamente qualificati in possesso dei requisiti del mondo del lavoro di oggi e in grado di contribuire all'innovazione sia come lavoratori dipendenti che come imprenditori;
l'istruzione e la formazione sono elementi essenziali dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita e presentano molteplici vantaggi che non si limitano alla creazione di posti di lavoro e alla promozione della competitività;
la competitività e la crescita dell'economia dell'Europa potrebbero anche essere migliorate mettendo all'opera il triangolo della conoscenza, segnatamente sviluppando partenariati tra datori di lavoro e istituti di istruzione e di ricerca, che sono volti a promuovere l'innovazione e ad assicurare il suo trasferimento nella pratica;
la cooperazione università-imprese già riceve il sostegno di numerosi programmi


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dell'UE, ma manca una quadro politico e giuridico coordinato ed unitario;
è importante sostenere finanziariamente le università (per esempio, attraverso partenariati pubblico-privati) assicurando, al contempo, la loro autonomia e la garanzia della qualità;
i giovani laureati avranno migliori opportunità di carriera e potranno anche tentare di avviare le proprie imprese derivate se la formazione professionale e l'istruzione includeranno tirocini presso PMI e daranno agli studenti l'opportunità di acquisire esperienza;
rilevata altresì l'esigenza che il presente parere sia trasmesso, unitamente al documento finale approvato dalla Commissione di merito, al Parlamento europeo e alla Commissione europea nell'ambito del dialogo politico,

esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti condizioni:
provveda la Commissione di merito nel documento finale a chiedere al Governo di adoperarsi affinché:
1) ai fini della piena attuazione della Comunicazione in esame, nonché della strategia UE 2020 siano definite le modalità e le misure adeguate attraverso le quali migliorare e intensificare la cooperazione tra i due settori, prevedendo forme di scambi di esperienze dirette attraverso progetti ad hoc e forme di partenariato, anche con riferimento all'area euromediterranea;
2) sia definito nelle competenti sedi decisionali dell'UE un quadro giuridico volto a sostenere e facilitare la mobilità tra le università e le imprese e a porre l'accento sulla necessità di riconoscere e di certificare questa forma di apprendimento;
3) le competenti Istituzioni dell'Unione europea, nel pieno rispetto della legislazione e delle prassi degli Stati membri, favoriscano la creazione di incentivi intesi a incoraggiare i datori di lavoro e gli altri soggetti interessati a fornire sostegno professionale, finanziario o materiale agli istituti di istruzione e di formazione o sostegno diretto ai discenti, in particolare nei settori in cui vi sia carenza di persone adeguatamente qualificate;
4) la Commissione europea, sostenuta dagli Stati membri, continui a promuovere il dialogo a livello nazionale, regionale e locale, ponendo l'accento sulle migliori prassi, in particolare quando questo dialogo implica tutte le parti interessate, al fine di porre in rilievo il valore aggiunto dal punto di vista economico e sociale della collaborazione tra i mondi dell'università e dell'impresa,

e con le seguenti osservazioni:
valuti la Commissione di merito l'opportunità di segnalare al Governo nel documento finale che:
a) la mobilità costituisce una pietra angolare nell'ambito dell'istruzione superiore europea, in cui le università europee sono invitate a intraprendere riforme innovative, di ampia portata e metodiche dei loro piani di studio;
b) occorre accordare priorità all'apprendimento delle lingue, tenendo presente che la conoscenza di nuove lingue è essenziale per incoraggiare e facilitare la mobilità e gli scambi di studenti, di ricercatori, di insegnanti e di dipendenti delle imprese;
c) è importante che i paesi vicini, compresi quelli dell'area euro mediterranea, siano invitati a partecipare al Forum dell'UE in modo da discutere e condividere le loro esperienze e preoccupazioni, tenendo presente che il dialogo dovrebbe essere basato su obiettivi, una terminologia e concetti ben definiti, ed incentrarsi su settori d'attività specifici.


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ALLEGATO 2

Elenco dei progetti assegnati alla XIV Commissione per la verifica della conformità al principio di sussidiarietà.

COM(2010)93 def. - Proposta modificata di regolamento (UE) del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un'agenzia per la gestione operativa dei sistemi di tecnologia dell'informazione su larga scala del settore della libertà, della sicurezza e della giustizia (presentata dalla Commissione ai sensi dell'articolo 293, paragrafo 2, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea). Il termine di otto settimane per la verifica di conformità decorre dal 22.03.10;
COM(2010)102 def. - Proposta di regolamento (UE) del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica del regolamento (CE) n. 1905/2006 che istituisce uno strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo. Il termine di otto settimane per la verifica di conformità decorre dal 23.03.10;
COM(2010)94 def. - Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla lotta contro l'abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pedopornografia, che abroga la decisione quadro 2004/68/GAI. Il termine di otto settimane per la verifica di conformità decorre dal 30.03.10;
COM(2010)117 def. - Proposta di regolamento (UE) del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alle statistiche europee sul turismo. Il termine di otto settimane per la verifica di conformità decorre dal 30.03.10;
COM(2010)132 def. - Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ai conti economici ambientali europei. Il termine di otto settimane per la verifica di conformità decorre dal 12.04.10;
COM(2010)95 def. - Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la prevenzione e la repressione della tratta degli esseri umani e la protezione delle vittime, che abroga la decisione quadro 2002/629/GAI. Il termine di otto settimane per la verifica di conformità decorre dal 13.04.10;
COM(2010)105 Proposta di Regolamento del Consiglio relativo all'attuazione di una cooperazione rafforzata nel settore della legge applicabile al divorzio e alla separazione personale. Il termine di otto settimane decorre dal 26.04.10;
COM(2010)176 Proposta di decisione del Consiglio che stabilisce norme relative all'importazione nell'Unione europea di prodotti della pesca, molluschi bivalvi vivi, echinodermi, tunicati, gasteropodi marini e loro sottoprodotti originari della Groenlandia. Il termine di otto settimane decorre dal 26.04.10;
COM(2010)179 Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che prevede una procedura d'informazione nel settore delle norme e delle regolamentazioni tecniche e delle regole relative ai


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servizi della società dell'informazione. Il termine di otto settimane decorre dal 27.04.10;
COM(2010)145 Proposta di regolamento recante modifica del regolamento (CE) n. 861/2006 del Consiglio, del 22 maggio 2006, che istituisce un'azione finanziaria della Comunità per l'attuazione della politica comune della pesca e in materia di diritto del mare. Il termine di otto settimane decorre dal 24.04.10;
COM(2010)204, Proposta di regolamento relativo alla libera circolazione dei lavoratori all'interno dell'Unione (codificazione). Il termine di otto settimane decorre dal 30.04.10.

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