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Resoconti delle Giunte e Commissioni

Resoconto della VIII Commissione permanente
(Ambiente, territorio e lavori pubblici)
VIII Commissione

SOMMARIO

Martedì 8 giugno 2010


AUDIZIONI INFORMALI:

Audizioni di rappresentanti dell'ANCI, dell'Istituto Superiore di Sanità e di Assoporti, nell'ambito dell'esame dello schema di decreto legislativo recante disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale (atto n. 220) ... 93

SEDE REFERENTE:

Decreto-legge 62/2010: Temporanea sospensione di talune demolizioni disposte dall'autorità giudiziaria in Campania. C. 3514 Governo, approvato dal Senato (Seguito dell'esame e rinvio) ... 93

Sui lavori della Commissione ... 95

DL 72/2010: Misure urgenti per il differimento di termini in materia ambientale e di autotrasporto, nonché per l'assegnazione di quote di emissione di CO2. C. 3496 Governo (Seguito esame e rinvio) ... 97

ATTI DEL GOVERNO:

Proposta di nomina del dottor Arturo Diaconale a Presidente dell'Ente parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Nomina n. 67 (Seguito esame e rinvio) ... 97

VIII Commissione - Resoconto di martedì 8 giugno 2010


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AUDIZIONI INFORMALI

Audizioni di rappresentanti dell'ANCI, dell'Istituto Superiore di Sanità e di Assoporti, nell'ambito dell'esame dello schema di decreto legislativo recante disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale (atto n. 220).

Le audizioni informali sono state svolte dalle 11.20 alle 12.45.

SEDE REFERENTE

Martedì 8 giugno 2010. - Presidenza del presidente Angelo ALESSANDRI.

La seduta comincia alle 13.15.

Decreto-legge 62/2010: Temporanea sospensione di talune demolizioni disposte dall'autorità giudiziaria in Campania.
C. 3514 Governo, approvato dal Senato.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento rinviato nella seduta del 3 giugno 2010.

Elisabetta ZAMPARUTTI (PD) esprime perplessità su uno dei requisiti che gli immobili devono possedere affinché possano rientrare nell'ambito di applicazione del provvedimento in esame, e segnatamente quello di «immobili destinati a prima abitazione e occupati da soggetti sforniti di altra abitazione». A tale proposito fa notare che potrebbero porsi


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problemi applicativi in presenza di intestazione in capo allo stesso soggetto di altri immobili. Riterrebbe pertanto opportuno demandare ad un successivo regolamento ministeriale la definizione di tale profilo così come riterrebbe necessario precisare nel testo del decreto legge che le condizioni necessarie perché possa operare la sospensione dell'ordine di demolizione devono sussistere alla data di entrata in vigore del decreto legge medesimo.

Tino IANNUZZI (PD) precisa che il decreto legge in esame nasce, secondo il punto di vista del Governo, per rispondere ad un'emergenza abitativa in Campania, anche in dipendenza dell'iter che in tale Regione ha avuto il cosiddetto «terzo condono edilizio». A tale proposito richiama le sentenze della Corte costituzionale, e in particolare la sentenza n. 199 del 28 giugno 2004, che ha dichiarato l'illegittimità della deliberazione della Giunta regionale campana che escludeva l'applicazione della normativa in tema di regolarizzazione di immobili contenuta nell'articolo 32 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, nonché la sentenza della medesima Corte n. 49 del 6 febbraio 2006, che si è pronunciata in merito alla legge della regione Campania 18 novembre 2004, n. 10, in materia di sanatoria di abusi edilizi.
Fa notare come la relazione illustrativa al disegno di legge originario indichi che gli immobili ricompresi nell'ambito di applicazione del decreto legge siano circa 600: ritiene che si tratti di una cifra del tutto improbabile e inverosimile, se si considera che secondo l'ultimo rapporto Ecomafie 2009 redatto da Legambiente le fattispecie di abuso in Campania nel 2008 sarebbero circa 6000 e il fenomeno dell'abusivismo in tale Regione continua a dilagare. Ritenendo quindi che il dato delle seicento unità abitative non sia corrispondente alla realtà della situazione campana, rinnova la richiesta al Governo, avanzata dal suo gruppo nella precedente seduta, di chiarimenti in ordine all'entità reale delle case che sarebbero interessate dal provvedimento.
Sottolinea poi che il decreto legge intende affrontare un problema di ordine sociale, quale la carenza di abitazioni, in maniera sbagliata ed impropria; richiama l'attenzione sulla necessità di trovare una soluzione a tale problematica esclusivamente con interventi strutturali e con adeguate politiche abitative delle istituzioni e non con la sospensione dell'ordine di demolizione disposto a seguito di sentenze penali o con forme di condono mascherato, che costituiscono, a suo avviso, forme di lesione grave della legalità. Conclude esprimendo quindi, per le motivazioni sopra citate, un giudizio negativo sul decreto legge in esame.

Sergio Michele PIFFARI (IdV) ribadisce la necessità di poter disporre di elementi aggiornati che forniscano il quadro reale della situazione in Campania, anche attraverso l'esperimento di strumenti di fotografia aerea. Rileva, inoltre, che non sembra corretto affrontare un pur rilevante problema di emergenza abitativa come quello esistente in Campania con strumenti che stravolgono le regole di diritto, sia in termini di rispetto della legalità sia in termini di applicazione ad un solo territorio, quello campano, della normativa in esame. Ritiene che un ragionamento sarebbe stato possibile nel caso in cui il Governo avesse voluto confiscare gli immobili in esame. Ribadisce, quindi, la propria contrarietà ad uno strumento che, in ragione dell'emergenza abitativa, intende giustificare comportamenti illegali.

Ermete REALACCI (PD) ribadisce quanto già sottolineato nella precedente seduta e cioè l'opportunità di acquisire al patrimonio pubblico, gli immobili oggetto del provvedimento per poter essere poi riassegnati a chi veramente versa in uno stato di emergenza abitativa.

Mauro LIBÈ (UdC) ritiene che il provvedimento in esame debba essere esaminato


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tenendo conto sia del contesto degradato in cui versa la regione Campania dal punto di vista del rispetto della legalità sia della particolare emergenza abitativa che si riscontra nella regione. Sottolinea l'importanza per il Parlamento di avere a disposizione dati realistici in ordine all'entità delle abitazioni coinvolte in quanto i numeri forniti dal Governo sembrano del tutto irrealistici. È ben consapevole che tutti i partiti, tra cui il suo, hanno promesso in campagna elettorale di sanare la particolare situazione in cui versa la regione campana; le modalità con le quali viene affrontato il problema destano, però, forti perplessità in quanto si rischia di penalizzare quei cittadini che magari in uno stato di disagio economico ancora peggiore non hanno costruito per rispettare la normativa vigente. Sarebbe, allora, più appropriato dare avvio agli interventi urbanistici, tra i quali quelli riguardanti l'edilizia sociale, per affrontare in maniera seria ed equa i problemi che oggi si registrano in Campania dal punto di vista urbanistico.

Giuseppe SCALERA (PdL), relatore, pur riconoscendo che si tratta di una materia delicata, sottolinea che il provvedimento d'urgenza in esame trova fondamento nella necessità riconosciuta di dare risposta all'emergenza abitativa in atto in Campania e di allineare i cittadini campani a quelli del resto del Paese che a suo tempo hanno usufruito del condono del 2003. Quanto alla questione relativa al numero degli immobili interessati dalle disposizioni del provvedimento, ribadisce che il numero di 600 immobili deriva da tre presupposti: il primo dei quali relativo al numero degli immobili destinatari dei provvedimenti giudiziari di demolizione, e gli altri due, aggiuntivi, relativi al limite del 2003 per la realizzazione degli abusi e alla loro destinazione a prima abitazione. Quanto, infine, alla questione concernente l'uso nel testo dell'espressione «prima abitazione», conviene che sarebbe opportuno specificare meglio la sua portata, anche in relazione all'altra espressione che nel testo del provvedimento fa riferimento alla figura del soggetto «sfornito di altra abitazione». Ritiene, inoltre, che sulle proposte avanzate dall'opposizione, di cui comprende le motivazioni, è necessario acquisire anzitutto il parere del Governo, formulando tuttavia l'auspicio che almeno su alcune di tali proposte sia possibile arrivare, nel clima di dialogo che ha fin qui caratterizzato il dibattito, a soluzioni condivise.

Angelo ALESSANDRI (LNP), nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Sui lavori della Commissione.

Ermete REALACCI (PD) fa presente di aver presentato un'interrogazione sul disastro ambientale avvenuto nella Lousiana. Considerato che le trivellazioni in Italia destano preoccupazione, ritiene che potrebbe essere utile per la Commissione svolgere un'audizione di rappresentanti della SAIPEM per acquisire elementi di informazione su quanto avvenuto negli Stati Uniti e, quindi, sull'esistenza del rischio che un incidente analogo possa ripetersi anche in Italia.

Sergio Michele PIFFARI (IdV) annuncia che è stata presentata anche dal suo gruppo un'interrogazione sul disastro della Lousiana e concorda con la richiesta di audizione di rappresentanti della SAIPEM.

Angelo ALESSANDRI (LNP), presidente, dichiara di condividere la richiesta di audizione avanzata dall'onorevole Realacci e fa presente che nel prossimo ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, sarà definita la programmazione di tale audizione.

Elisabetta ZAMPARUTTI (PD) ricorda che il Ministro dell'ambiente, alla fine dello scorso anno, aveva dichiarato di aver ottenuto 1 miliardo di euro per la difesa del suolo e che il 26 gennaio 2010 la Camera aveva approvato una mozione che impegnava il Governo a presentare ed a


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dotare delle opportune risorse pluriennali il piano nazionale straordinario per il rischio idrogeologico. Considerato che sono passati sei mesi da quell'impegno e che nulla è dato sapere sia sulle risorse finanziarie sia sul piano, fa presente l'opportunità di chiarimenti da parte del Governo sull'utilizzo delle risorse stanziate per il rischio idrogeologico e sulla predisposizione del piano straordinario di interventi per la messa in sicurezza del territorio.

Angelo ALESSANDRI (LNP), presidente, precisa che il miliardo stanziato per interventi straordinari per la difesa del suolo si è ridotto a 900 milioni di euro, essendo stati utilizzati 100 milioni per far fronte ai danni dell'alluvione di fine 2009 in Toscana, Emilia-Romagna e Liguria. Riferisce, inoltre, che, per quanto a sua conoscenza, è in corso un confronto fra il Governo e le regioni per la individuazione degli interventi prioritari e che, verosimilmente, alla ripresa dell'attività dopo la pausa estiva si potrà avere un quadro definito dell'utilizzazione dei fondi stanziati per la difesa del suolo e la messa in sicurezza del territorio.

Elisabetta ZAMPARUTTI (PD), nel ringraziare il presidente per le informazioni fornite, ribadisce che, a suo avviso, sarebbe importante che fosse il Governo a fare al più presto il punto della situazione.

Giuseppe SCALERA (PdL) esprime il proprio rammarico per il fatto che in questo, come in precedenti casi, il ruolo della Commissione sembra ridursi a quello di mera ratifica di decisioni prese in altre sedi. Ritiene, inoltre, opportuno rimarcare che al di là delle specifiche situazioni e dello svolgimento delle concreta attività che il Governo sta conducendo insieme alle regioni al fine di individuare le singole priorità d'intervento, sarebbe opportuno che il Ministro dell'ambiente accogliesse una richiesta di dialogo e di confronto con la Commissione al fine di approfondire le questioni di ordine generale, quali ad esempio quelle relative alla individuazione dei principi e criteri generali di ripartizione delle risorse disponibili per gli interventi di messa in sicurezza del territorio.

Angelo ALESSANDRI (LNP), presidente, proprio perché comprende bene le ragioni che sono alla base delle richieste formulate dai deputati intervenuti di un più stabile e proficuo confronto con il Ministro dell'ambiente, precisa che più volte in passato ha ritenuto opportuno portare alla sua attenzione le questioni e le richieste formulate dai deputati in sede di Commissione e che in diverse occasioni, nell'esercizio delle proprie competenze, ha sollecitato lo stesso Ministro a dar seguito alle richieste in ordine ad una maggiore partecipazione ai lavori della Commissione, formulate dai rappresentanti dei gruppi parlamentari.

Elisabetta ZAMPARUTTI (PD), nel prendere atto di quanto appena dichiarato dal presidente, ritiene che, stante la situazione, il gruppo del Partito democratico dovrà rappresentare al Presidente della Camera la problematicità dei rapporti fra Commissione e Ministro dell'ambiente.

Tommaso FOTI (PdL) osserva, preliminarmente, che la struttura della compagine ministeriale, che vede affiancato al ministro dell'ambiente - in capo al quale sono posti anche i compiti di rappresentanza all'estero - un solo sottosegretario, sul quale grava interamente l'onere di prendere parte ai lavori delle due camere, è un elemento che i deputati dovrebbero sempre tenere in considerazione quando si discute dello stato dei rapporti fra organo parlamentare e di governo. Sulla specifica questione del riparto e dell'utilizzo dei fondi per la difesa del suolo, ritiene tuttavia che talune delle preoccupazioni espresse dai deputati siano fondate. Osserva, infatti, che sarebbe oltremodo opportuno che la Commissione fosse messa a conoscenza dal Ministro, quantomeno dello stato del confronto con le regioni e, al momento della loro predisposizione, degli accordi di programma con cui si


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andranno a definire con le singole regioni le priorità e il quadro degli interventi ai quali destinare le ingenti risorse messe in campo dall'attuale Governo.

Carmen MOTTA (PD) ritiene che per quanto concerne lo stato dei rapporti fra la Commissione e il ministro dell'ambiente, la situazione sia ormai inaccettabile. Allo stesso tempo, pur comprendendo i motivi che hanno indotto il presidente della Commissione a rappresentare in passato al Ministro talune questioni e richieste formulate dai deputati in sede di Commissione, sia ormai necessario rappresentare al Presidente della Camera la situazione, assumendo una presa di posizione comune a tutela del ruolo e delle prerogative dell'organo parlamentare.

DL 72/2010: Misure urgenti per il differimento di termini in materia ambientale e di autotrasporto, nonché per l'assegnazione di quote di emissione di CO2.
C. 3496 Governo.
(Seguito esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento rinviato nella seduta del 26 maggio 2010.

Angelo ALESSANDRI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, dichiara conclusa la discussione generale sul provvedimento in esame. Rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.15.

ATTI DEL GOVERNO

Martedì 8 giugno 2010. - Presidenza del presidente Angelo ALESSANDRI.

La seduta comincia alle 14.30.

Proposta di nomina del dottor Arturo Diaconale a Presidente dell'Ente parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Nomina n. 67.
(Seguito esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame, rinviato il 25 maggio 2010.

Angelo ALESSANDRI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, prende atto che il numero dei deputati presenti non consente di procedere, nella seduta in corso, alla votazione a scrutinio segreto sulla proposta di parere favorevole formulata nella precedente seduta dal relatore. Apprezzate le circostanze, nel ritenere preferibile rinviare ad altra seduta il seguito dell'esame, propone altresì di sottoporre al Presidente della Camera la richiesta di disporre, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, la proroga di dieci giorni del termine per l'espressione del prescritto parere.

La Commissione conviene.

Angelo ALESSANDRI, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.40.

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